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2

DEL

BICENTENARIO

COMITATO NAZIONALE

DELLINVENZIONE DELLA

PER LE

PILA

CELEBRAZIONI
DA PARTE DI

ALESSANDRO VOLTA

NEL

BICENTENARIO DELLINVENZIONE DELLA PILA 1799 1999

ALESSANDRO VOLTA

WITH

ENGLISH

ATTI
TRANSLATION OF THE GIVEN IN ON THE

GALVANI-VOLTA

AND OF AN

ROME, PAVIA

OPENING ESSAY
AND

COMO

ADDRESSES AND LECTURES

CONTROVERSY

COMO,

GIUGNO

2002

Copertina: Elaborazione grafica dellAlbo dOnore conservato presso lAula Volta dellIstituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere, Milano (foto: Daniela Ray).

Progetto editoriale e curatela del volume:

FEDERICO CANOBBIO-CODELLI

Consigliere culturale Centro di Cultura Scientifica A. Volta

Redazione: CENTRO DI CULTURA SCIENTIFICA ALESSANDRO VOLTA, COMO FRANCO GIUDICE, Dipartimento di Fisica Alessandro Volta, Universit degli Studi di Pavia GABRIELLA FONTANIVE ed ELISABETTA MARELLI (revisione testi) PIERO SOGNO (grafici pp. 46-56 e 330-339) Traduzioni: EMANUELA GINI (pp. 330-339) DORA LONGONI (pp. 307-329 e pp. 340-364)
Si ringrazia lISTITUTO LOMBARDO ACCADEMIA DI SCIENZE E LETTERE per aver cortesemente concesso la riproduzione dei manoscritti voltiani originali pubblicati nel Volume.

ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI CENTRO DI CULTURA SCIENTIFICA A. VOLTA, COMO COMITATO PROMOTORE COMASCO PER LE CELEBRAZIONI VOLTIANE ENEL SPA ISTITUTO G. CARDUCCI, COMO ISTITUTO LOMBARDO ACCADEMIA DI SCIENZE E LETTERE, MILANO LICEO VOLTA, COMO MUSE DES ARTS ET MTIERS, PARIGI MUSEI CIVICI DI COMO, TEMPIO VOLTIANO POLITECNICO DI MILANO SOCIET ITALIANA DI FISICA UNIVERSIT DEGLI STUDI DI PAVIA

Fotografie originali cortesemente messe a disposizione da:

Si ringrazia per limportante contributo informativo alla realizzazione del Volume: FABIO BEVILACQUA, GIANNI BONERA, Universit degli Studi di Pavia CENTRO DI CULTURA SCIENTIFICA A. VOLTA EMILIA MANCINELLI, Ufficio Studi, Camera di Commercio di Como ADELE ROBBIATI BIANCHI, Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere ANTONIO TAGLIAFERRI, Comitato Promotore Comasco per le Celebrazioni Voltiane

FAMIGLIA VOLTA UMBERTO F. MOLTENI ENZO PIFFERI PPV SISTEMI DIMMAGINE DANIELA RAY

2002 Volume fuori commercio pubblicato a spese del Comitato Nazionale per le Celebrazioni Voltiane.

A MARZIO TREMAGLIA

I Comitati locali comasco e pavese e il Comitato Nazionale per le Celebrazioni Voltiane hanno successivamente ampliato e arricchito questo schema, per cos dire, corale di manifestazioni, privilegiando le linee di unazione diffusa, capillare, di mediolungo periodo a una concentrazione pi massiccia di risorse su pochi singoli eventi.

Primo a essere definito e finanziato, il Programma regionale di manifestazioni per il Bicentenario della Pila 1799-1999 stato contrassegnato anche grazie al suo costante contributo di idee da ricchezza di stimoli culturali, attenzione per il mondo della scuola, delluniversit e in generale dei giovani, cura nellarmonizzare la matrice accademica e scientifica con le esigenze di una partecipazione diffusa presso i diversi strati della societ.

Le sofferenze della malattia e delle terapie non gli hanno mai impedito di accompagnare con assiduit le pi delicate fasi di concertazione del variegato Programma voltiano e di onorare i numerosi impegni ufficiali che il suo ruolo comportava.

avvio delle celebrazioni per il secondo centenario dellinvenzione della Pila elettrica da parte di Alessandro Volta ha avuto in Marzio Tremaglia, Assessore alla Cultura e Trasparenza della Regione Lombardia, un protagonista convinto, fattivo, autorevole, equilibrato e di profonda correttezza, la cui memoria ancora viva in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e lavorare con lui.

Questo volume che si propone di raccogliere il quadro completo delle iniziative prodotte nel corso di queste Celebrazioni perci con ragione dedicato alla memoria di Marzio Tremaglia, intelligente e lungimirante amministratore, amico, compagno di strada, senza il quale gran parte di questo articolato Programma non avrebbe visto la luce.

PRESENTAZIONE

E cos stato per il primo centenario, il 1899, celebrato a Como, citt natale di Volta, nello stile grandioso della belle poque, alla vigilia di altre importanti rivoluzioni industriali e tecnologiche, con unimponente Esposizione dellindustria e delle arti, nella quale peraltro la preziosa raccolta di strumenti originali del padre dellelettricit cadde vittima, con tutto il resto, di un furioso incendio sviluppatosi ... da un corto circuito. LEsposizione venne rapidissimamente ricostruita e ricomposta, ma non cos le preziose raccolte scientifiche (prestate per loccasione dallIstituto Lombardo e dallUniversit di Pavia), il cui recupero, restauro e ricostruzione dovevano attendere un successivo centenario voltiano, quello della morte, nel 1927, affinch i cimeli cos reintegrati ricevessero per la munificenza dellindustriale comasco Francesco Somaini degna collocazione nel Tempio Voltiano.

Cos stato per la Pila: un ingegnoso dispositivo composto di povere cose che pure come ha ben ricordato Alberto Gigli Berzolari messe in pila traballante e tenute assieme in qualche modo, hanno contribuito in misura determinante allaffermazione [...] di quelle scienze che toccano cos da vicino tutti noi, la durata della nostra vita cos come il nostro modo di vivere; quelle scienze che [...] hanno avuto cos larga parte nel sorgere e nel consolidarsi di quella che oggi chiamiamo civilt dei consumi.

invenzione della Pila elettrica da parte di Alessandro Volta ha il privilegio di occupare nel corrente computo degli anni una data suggestiva, che richiama immagini di transizione critica, di cambiamento: 1799. Un grande secolo decisivo per la storia del mondo si conclude, uno nuovo si apre, annunciatore di nuove sensibilit e di nuove rivoluzioni.

Giunti al 1999, il clamore mediatico del Terzo Millennio si sovrappose alla pi composta ricorrenza voltiana la cui tenuta nel tempo peraltro nulla aveva da temerne, se solo si pensa alle ripercussioni dirette pi imponenti e diffuse dellinvenzione di Volta: lelettronica, linformatica, Internet. Quanto basta per dare contenuto a unaltra radicale rivoluzione nella tecnologia, nellorganizzazione del mondo produttivo, negli stili di vita. Nel dare inizio alle celebrazioni di questo secondo centenario della Pila, tuttavia non si preteso di ripetere i fasti dellEsposizione del 1899 (n di quella, successiva, del 1927), ma ci si voluti impegnare grazie al sostegno finanziario dei
6

Comitati Nazionale, Regionale Lombardo, Pavese e Comasco e alla generosit di alcuni privati a produrre un complesso articolato di iniziative distribuite, durature, di elevato valore scientifico, capaci di contribuire alla promozione della cultura e della sensibilit scientifica soprattutto tra i giovani. E questo tanto pi importante oggi che un certo sentimento antiscientifico tende sempre pi ad attribuire alla scienza colpe che essa, in quanto risorsa, non ha, ma che riguardano semmai luso che ne viene fatto.

Non opere in muratura, perci, ma opere a stampa, programmi multimediali, siti Internet, convegni, conferenze ed eventi espositivi, mostre itineranti, trasmissioni televisive. Lo stesso arco di tempo delle manifestazioni ha superato quello solitamente destinato ai centenari, interessando non solo il 1999 e il 2000 (anni a cavaliere dei quali si pongono i bicentenari dellinvenzione della Pila e del suo annuncio alla comunit scientifica) ma anche il 1998 (Convegno della Societ Italiana di Fisica a Como, prima vera tappa del lungo percorso), il 2001 e con la pubblicazione delle ultime opere in programma, questa inclusa lo stesso 2002. Il presente volume, rendendo conto di tutto ci con abbondanza di documentazione visiva, testimonia la variet degli stimoli culturali, delle modalit di comunicazione, degli argomenti trattati: se Alessandro Volta in primo piano ovvero sullo sfondo vi comunque presente, ci si per spesso preoccupati di chiamare in causa e interrogare lattualit e il futuro della scienza, della tecnologia, della nostra stessa civilt. Il libro si articola in cinque sezioni dedicate rispettivamente a: II) una monografia originale su Volta, uomo e scienziato;

I) le cerimonie inaugurali di Roma, Pavia e Como, con la riproduzione integrale delle principali relazioni che le hanno illustrate; III) il resoconto delle iniziative realizzate in occasione di questo Bicentenario;

IV) una sintesi delle onoranze tributate a Volta dallanno della sua morte alla vigilia del Bicentenario dellinvenzione della Pila;

La solenne apertura delle Celebrazioni, avvenuta presso lAccademia Nazionale dei Lincei a Roma il 19 marzo 1999, stata onorata dalla presenza del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. La partecipazione a fianco del Comitato Nazionale del Comitato della Regione Lombardia e dei Comitati Promotori di
PRESENTAZIONE

La dimensione internazionale e il significato universale della scoperta voltiana hanno mobilitato un Comitato Nazionale, istituito dal Ministero per i Beni e le Attivit Culturali con Decreto 4 dicembre 1997 e successiva integrazione 1 ottobre 1998, Comitato del quale sono stati chiamati a far parte numerosi rappresentanti delle istituzioni governative, delle Universit, dei Centri di ricerca, delle Pubbliche amministrazioni, del mondo economico produttivo.

V) la traduzione in lingua inglese di alcune relazioni tenute nel corso di queste celebrazioni e di un saggio sulla disputa GalvaniVolta.

Pavia e di Como ha sottolineato, con la realizzazione di altre numerose e importanti iniziative, il ruolo delle realt territoriali in cui si maggiormente espresso il genio di Alessandro Volta e che delle sue memorie sono state e sono assidue custodi.

Rivolgiamo infine un caloroso ringraziamento alle discendenti del sommo Fisico, le contesse Ippolita e Piera Volta, che con grande costanza e disponibilit hanno seguito passo passo queste Celebrazioni, lasciando della loro discrezione, ma anche della loro sincera devozione per la memoria del grande Antenato, un ricordo grato e ammirato in tutti noi.

Un ulteriore arricchimento del Programma celebrativo si reso inoltre possibile grazie al consistente contributo dei privati, in particolar modo della Fondazione Cariplo che ha affiancato la Regione Lombardia e di Telecom Italia.

LUIGI DADDA Presidente Comitato Nazionale per le Celebrazioni Voltiane

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI / DIREZIONE GENERALE RELAZIONI CULTURALI MINISTERO DELL'UNIVERSIT E DELLA RICERCA SCIENTIFICA ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI ACCADEMIA NAZIONALE DELLE SCIENZE DETTA DEI XL ISTITUTO LOMBARDO ACCADEMIA DI SCIENZE E LETTERE REGIONE LOMBARDIA - ASSESSORATO ALLA CULTURA

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI COMO AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PAVIA CAMERA DI COMMERCIO DI COMO CAMERA DI COMMERCIO DI PAVIA COMUNE DI COMO COMUNE DI PAVIA UNIVERSIT DEGLI STUDI DI PAVIA CENTRO DI CULTURA SCIENTIFICA ALESSANDRO VOLTA

Regione Lombardia
Assessorato alla Cultura

COMITATO REGIONALE PER LE CELEBRAZIONI VOLTIANE

SUGGERISCE LA VALENZA DI UNIVERSALIT DELL'INVENZIONE. RICONDUCE ALLA DIMENSIONE UMANA E STORICA IN CUI LINVENZIONE SI ORIGINATA.

CHE RICHIAMANO UNA MODERNA

IL SIMBOLO, COSTITUITO DA CERCHI CONCENTRICI PILA VISTA DALL'ALTO, LA FIRMA AUTOGRAFA DI ALESSANDRO VOLTA

LOGO UFFICIALE DELLE CELEBRAZIONI REALIZZATO DA TELECOM ITALIA PER LA REGIONE LOMBARDIA.

COMITATO PROMOTORE DI COMO PER LE CELEBRAZIONI VOLTIANE

COMITATO REGIONE LOMBARDIA PER LE CELEBRAZIONI VOLTIANE

COMITATO NAZIONALE PER LE CELEBRAZIONI VOLTIANE

COMITATO PROMOTORE DI PAVIA PER LE CELEBRAZIONI VOLTIANE

COMITATO NAZIONALE Andrea Albergati, Sindaco di Pavia Luigi Amerio, Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere, Milano Piero Angela, Giornalista scientifico Antonio Augenti, Direttore Generale Scambi Culturali Ministero Pubblica Istruzione Franco Bassani, Presidente Societ Italiana di Fisica Luigi Berlinguer, Ministro Pubblica Istruzione Pier Luigi Bersani, Ministro Industria Roberto Bertazzoni, Presidente Associazione Nazionale Industria Elettronica ed Elettrotecnica Fabio Bevilacqua, Universit di Pavia, Dipartimento di Fisica A. Volta Lucio Bianco, Presidente CNR Gianni Bonera, Universit di Pavia, Dipartimento di Fisica A. Volta, Presidente Comitato Organizzatore Pavese Alberto Botta, Sindaco di Como, Presidente Nicola Comitato Organizzatore Comasco, Presidente Fondazione Somaini Cabibbo, Presidente ENEA, Presidente Pontificia Accademia delle Scienze Carlo Calandra Buonaura, Presidente INFM Alberto Calligaro, Universit di Pavia, Facolt di Medicina Carlo Camerana, Presidente Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano Salvatore Cardinale, Ministro Poste e Telecomunicazioni Giulio Casati, Centro di Cultura Scientifica A. Volta (Segretario Tesoriere) Giacomo Castiglioni, Presidente Unione Industriali di Como Fausto Cereti, Presidente Alitalia Enrico Cerrai, Presidente AEM Milano Marco Citterio, Presidente Camera Commercio di Como Umberto Colombo Maria Corti, Universit di Pavia, Facolt Storia Lingua Italiana Giorgio Crisci, Presidente Ferrovie dello Stato Luigi Dadda, Politecnico di Milano, Presidente Consiglio Scientifico Centro di Cultura Scientifica A. Volta (Presidente) Umberto de Julio, Presidente Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana Adriano De Maio, Rettore Politecnico di Milano Maurizio Decina, Politecnico di Milano, Dipartimento Elettronica e Informazione Mario Della Corte, Prefetto di Como Pierluigi Della Vigna, Preside Facolt Ingegneria del Politecnico di Milano sede di Como Lamberto Dini, Ministro Affari Esteri Renato Dulbecco, CNR Gianfranco Facco Bonetti, Direttore Generale Relazioni Culturali del Ministero Affari Esteri Roberto Formigoni, Presidente Regione Lombardia Giorgio Fossa, Presidente Confindustria Gaspare Galati, Presidente IEEE Central and South Italy Section Alberto Gigli Berzolari, Universit di Pavia Giulio Giorello, Universit degli Studi di Milano Franco Iseppi, Direttore Generale RAI Salvatore Italia, Direttore Generale Ufficio Centrale Beni Archivistici Vladimir Kouzminov, Direttore UNESCO Venezia Rita Levi Montalcini, Presidente Istituto Enciclopedia Italiana Berardino Libonati, Presidente Telecom Italia Enrico Magenes, Universit di Pavia, Dipartimento di Matematica Luciano Maiani, Presidente INFN Giovanni Manera, Presidente Unione Industriali di Pavia Renato Manigrasso, Politecnico di Milano, Dipartimento Elettrotecnica Paolo Mantegazza, Rettore Universit degli Studi di Milano Alberto Martinelli, Universit degli Studi di Milano Salvatore Mastruzzi, Direttore Generale Ufficio Centrale Beni Ambientali e Paesaggistici Giovanna Melandri, Ministro Beni e Attivit Culturali Guglielmo Moscato, Presidente ENI Roberto Negrini, Politecnico di Milano sede di Como Amedeo Ottaviani, Presidente ENIT Antonio Padoa Schioppa, Presidente Istituto Lombardo Scienze e Lettere Paolo Padoin, Prefetto di Pavia Marcello Pera, Universit di Pisa Elserino Piol, Presidente AICA Renato Angelo Ricci, Presidente Onorario Societ Italiana di Fisica Luigi Rossi Bernardi, LITA Fabio Alberto Roversi Monaco, Rettore Universit degli Studi di Bologna Carlo Rubbia, CERN Giovanni Ruggeri, Presidente Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Giorgio Rumi, Universit degli Studi di Milano, Facolt di Lettere e Filosofia Mauro Santomauro, Politecnico di Milano, Dipartimento Elettronica e Informazione Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, Presidente Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL Roberto Schmid, Rettore Universit degli Studi di Pavia (Vicepresidente) Bruno Scrosati, Presidente Societ Chimica Italiana Armando Selva, Presidente Provincia di Como Mario Serio, Direttore Generale Ufficio Centrale Beni Archeologici, Architettonici, Artistici e Storici Francesco Sicilia, Direttore Generale Ufficio Centrale Beni Librari, Istituzioni Culturali ed Editoria Andrea Silvestri, Politecnico di Milano, Dipartimento di Elettronica Marco Somalvico, Politecnico di Milano, Dipartimento di Elettronica Bruno Soresina, Presidente ATM Milano Antonio Spallino, Presidente Centro di Cultura Scientifica A. Volta Michele 9

COMPOSIZIONE DEI COMITATI VOLTIANI PER IL BICENTENARIO DELLINVENZIONE DELLA PILA 1799-1999

COMITATO REGIONE LOMBARDIA Giuseppe Airoldi, Universit Commerciale L. Bocconi Fiorenzo Benzoni, Telecom Italia Gianni Bonera, Universit di Pavia, Dipartimento di Fisica A. Volta, Presidente Comitato Organizzatore Pavese Alberto Botta, Sindaco di Como, Presidente Comitato Organizzatore Comasco, Presidente Fondazione Somaini Carlo Camerana, Presidente Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano Alessandro Carugati, Unione Industriali di Como Giulio Casati, Societ Italiana di Fisica Daniele Fabrizi, Societ Elettrotecnica ed Elettronica Italiana Enrico Lironi, Fondazione Cariplo Piero Maccarini, Unione Industriali di Pavia Alberto Martinelli, Preside Facolt Scienze Politiche, Universit degli Studi di Milano Giovanni Monetti, Fondazione Banca del Monte di Lombardia Walter Nicodemi, Presidente FAST Federazione Associazioni Scientifiche e Tecniche Antonio Padoa Schioppa, Presidente Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere di Milano Giorgio Pederzoli, Libero Istituto Universit Carlo Cattaneo di Castellanza Renato Angelo Ricci, Presidente Onorario Societ Italiana di Fisica Roberto Schmid, Rettore Universit degli Studi di Pavia Andrea Silvestri, Politecnico di Milano Elio Sindoni, Presidente International School of Plasma Physics Piero Caldirola Antonio Spallino, Presidente Centro di Cultura Scientifica A. Volta Andrea Taroni, Preside Facolt di Ingegneria, Universit degli Studi di Brescia Marzio Tremaglia, Assessore alla Cultura, Regione Lombardia (Presidente). COMITATO PROMOTORE DI PAVIA Andrea Albergati, Sindaco di Pavia Silvio Beretta, Presidente Amministrazione Provinciale di Pavia Gianni Bonera, Universit degli Studi di Pavia (Presidente) Piero Mossi, Presidente Camera di Commercio di Pavia Roberto Schmid, Rettore Universit degli Studi di Pavia.

GIUNTA ESECUTIVA DEL COMITATO NAZIONALE Roberto Bertazzoni, Presidente Associazione Nazionale Industria Elettronica ed Elettrotecnica Gianni Bonera, Universit di Pavia, Dipartimento di Fisica A. Volta, Presidente Comitato Organizzatore Pavese Alberto Botta, Sindaco di Como, Presidente Comitato Organizzatore Comasco, Presidente Fondazione Somaini Luigi Dadda, Politecnico di Milano, Presidente Consiglio Scientifico, Centro di Cultura Scientifica A. Volta (Presidente) Giulio Casati, Centro di Cultura Scientifica A. Volta Como (Segretario Tesoriere) Gianfranco Facco Bonetti, Direttore Generale Relazioni Culturali del Ministero Affari Esteri Vladimir Kouzminov, Direttore UNESCO Venezia Franco Morselli, Dipartimento per lo sviluppo e il potenziamento dell'attivit di ricerca, Ministero Universit Ricerca Scientifica e Tecnologica Renato Angelo Ricci, Presidente Onorario Societ Italiana di Fisica Roberto Schmid, Rettore Universit degli Studi di Pavia (Vicepresidente) Francesco Sicilia, Direttore Generale Ufficio Centrale Beni Librari, Istituzioni Culturali ed Editoria Enrico Testa, Presidente ENEL Marzio Tremaglia, Assessore alla Cultura, Regione Lombardia (Vicepresidente).

Tedeschi, Presidente IRI Enrico Testa, Presidente ENEL Marzio Tremaglia, Assessore alla Cultura, Regione Lombardia (Vicepresidente) Tiziano Treu, Ministro Trasporti e Navigazione Renato Ugo, Universit degli Studi di Milano, Dipartimento di Chimica Vico Valassi, Presidente Unioncamere Lombardia Edoardo Vesentini, Presidente Accademia Nazionale dei Lincei Maria Zanibelli Anfossi, Direttore Biblioteca Universitaria di Pavia Luigi Zanzi, Universit di Pavia, Istituto Storia Moderna e Contemporanea Ortensio Zecchino, Ministro Universit e Ricerca Scientifica e Tecnologica Giuseppe Zerbi, Politecnico di Milano, Giuseppe Zingales, Dipartimento Chimica Industriale e Ingegneria Chimica Presidente IEEE North Italy Section

COMITATO PROMOTORE DI COMO Alberto Botta, Sindaco di Como, Presidente Comitato Organizzatore Comasco (Presidente) Marco Citterio, Presidente Camera Commercio di Como Armando Selva, Presidente Provincia di Como Antonio Spallino, Presidente Centro di Cultura Scientifica A. Volta (Coordinatore) Antonio Tagliaferri (Segretario).

10

INDICE

Dedica a Marzio Tremaglia Presentazione Composizione dei Comitati Voltiani

PARTE I

5 7 9
PER IL

CERIMONIE DI APERTURA DELLA PILA DI VOLTA

DELLE

CELEBRAZIONI

BICENTENARIO

19 MARZO 1999: SOLENNE APERTURA DELLE CELEBRAZIONI PER IL BICENTENARIO DELLA PILA DI VOLTA, ACCADEMIA DEI LINCEI, ROMA, ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA OSCAR LUIGI SCALFARO

Programma delle Giornate inaugurali

13 14 15

Interventi di Luigi Dadda, Presidente del Comitato Nazionale per le Celebrazioni Voltiane, (p. 15) e di Edoardo Vesentini, Presidente dellAccademia Nazionale dei Lincei (p. 17) Alberto Gigli Berzolari, Alessandro Volta 1799 (p. 19) Siro Lombardini, Alessandro Volta: da una disputa accademica a una grande trasformazione delleconomia e della societ (p. 30) 20
MARZO

PARTE II

Carlo Rubbia, Premio Nobel per la Fisica, Dalla Pila di Volta alla pila a combustibile, Videoconferenza Universit di Pavia Teatro Sociale, Como (p. 46) Giuliano Pancaldi, Alessandro Volta filosofo naturale e scienziato, Teatro Sociale, Como (p. 59) G. Franco Bassani, Presidente Societ Italiana di Fisica, Attualit del Congresso Internazionale dei Fisici del 1927 a Como, Istituto Carducci, Como (p. 67)
E LO SCIENZIATO

1999: GIORNATA

DI APERTURA A

PAVIA

E A

COMO

46

GIANNI BONERA, ALESSANDRO VOLTA: LUOMO

PARTE III
LE

Luomo (p. 74) Lattivit di ricerca prima della Pila (p. 101) Dal dibattito con Galvani allinvenzione della Pila (p. 129) Lattivit scientifica dopo la Pila (p. 148)
MANIFESTAZIONI DEL

73

Fonti storiche (pp. 172-190) Approfondimenti (pp. 191-203) Antonio Spallino, Alessandro Volta: scienziato e cittadino, Torno (Como), 28 maggio 1999 (pp. 204-215) Volta e il suo tempo (Convegni e Pubblicazioni) (pp. 216-225) Scienza, tecnica, societ (Convegni e Pubblicazioni) (pp. 226-239) Filmati, Videodiffusione (pp. 240-241) DIVULGAZIONE

RICERCHE

Fabio Bevilacqua, Ritorno a Volta, Testo della relazione tenuta a Pavia il 20 marzo 2000 (pp. 158-170) Programmi e Comitati Voltiani (pp. 158-159) BOX: ELENCO TEMATICO E CRONOLOGICO DELLE INIZIATIVE (PP. 160-171)
E

BICENTENARIO

DELLA

PILA

DI

VOLTA

157

STUDI

172

216

11

Internet (pp. 242-243) Applicazioni multimediali (pp. 244-247) P George Coyne S.J., Scienza e Fede, Cattedrale di Como, 26 maggio . 1999 (pp. 248-259) MUSEI ALTRE Nuove strutture museali (pp. 260- 264) Mostre temporanee e itineranti (pp. 265-280)
INIZIATIVE E

MOSTRE

260 281

PARTE IV

Tecnologie (pp. 281-282) Ristrutturazioni, Restauri (pp. 283-284) Eventi, Spettacoli, Conferenze, Pubblicazioni (pp. 285-288) Intitolazioni, Targhe, Oggettistica, Varie (pp. 289-292)
INTITOLAZIONI DAL

1831 Tempietto di Camnago, Como Aula Volta. Universit di Pavia (p. 294); 1838 Monumento a Volta, Como (p. 294); 1846 Aula Volta, Istituto Lombardo (p. 295); 1878 Centenario accademico di Volta, Pavia (p. 295); 1880 Istituto poi Dipartimento di Fisica A. Volta, Pavia (p. 295); 1899 Centenario dellinvenzione della Pila (pp. 295-297); 1918 Primo volume dellEdizione Nazionale delle Opere di Volta (p. 298); 1927 Centenario della morte di Volta Tempio Voltiano, 1928 (pp. 298-301); 1945 Bicentenario della nascita di Volta (p. 301); 1949 Centocinquantesimo anniversario dellinvenzione della Pila (p. 301); 1952 Fondazione Francesco Somaini, Tempio Voltiano, Como (p. 302); 1977 Centocinquantesimo anniversario della morte di Volta (p. 303); 1982 Centro di Cultura Scientifica A. Volta (p. 302); 1991 Bicentenario degli Esperimenti voltiani (p. 303); 1995 Duecentocinquantesimo anniversario della nascita di Volta (pp. 303-304)

IL CULTO DI VOLTA: ONORANZE, CELEBRAZIONI, 1831 ALLA VIGILIA DEL BICENTENARIO DELLA PILA

293

MARCH 19TH 1999, ROME, OPENING ADDRESSES: Luigi Dadda (p. 307); Edoardo Vesentini (pp. 308-309); MARCH 19TH 1999, ROME, LECTURES: Alberto Gigli Berzolari, Alessandro Volta 1999 (pp.310-319); Siro Lombardini, Alessandro Volta: from an academic dispute to a great transformation of economy and society (pp. 320-329); MARCH 20TH 1999, PAVIA-COMO, LECTURE: Carlo Rubbia, From the Voltaic Pile to the fuel cell (pp. 330-339); COMO, LECTURES: Giuliano Pancaldi, Alessandro Volta as a natural philosopher and a scientist (pp. 340-347); G. Franco Bassani, The relevance of the International Conference of Physicists in 1927 in Como (pp. 348-352); ESSAY: Gianni Bonera, From the controversy with Galvani to the invention of the Battery (pp. 353-364); A Note on the English translation of Alessandro Voltas writings concerning the invention of the Pile (p. 365)

PARTE V (ENGLISH TRANSLATIONS) OPENING ADDRESSES AND LECTURES IN ROME, PAVIA AND COMO, WITH 305 AN ESSAY ON THE GALVANI-VOLTA CONTROVERSY

12

PARTE I

CERIMONIE DI APERTURA DELLE CELEBRAZIONI PER IL BICENTENARIO DELLA PILA DI VOLTA


P.14

PROGRAMMA

DELLE

GIORNATE
15

INAUGURALI

ALLA PRESENZA DEL

SOLENNE APERTURA DELLE CELEBRAZIONI BICENTENARIO DELLA PILA DI VOLTA ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI, ROMA
PER IL

19

MARZO

P.

1999

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA OSCAR LUIGI SCALFARO

GIORNATA

DI APERTURA A

20

MARZO

P.

46

1999

PAVIA

E A

COMO

13

PROGRAMMA

ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ON. OSCAR LUIGI SCALFARO SOTTO GLI AUSPICI DELLACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI E DEL COMITATO NAZIONALE PER LE CELEBRAZIONI VOLTIANE

ACCADEMIA NAZIONALE

VENERD 19

DELLE

GIORNATE
DEI

MARZO

1999,

INAUGURALI

LINCEI, ROMA

ORE

11

INDIRIZZI DI SALUTO: EDOARDO VESENTINI, PRESIDENTE ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI LUIGI DADDA, PRESIDENTE COMITATO NAZIONALE PER LE CELEBRAZIONI VOLTIANE RELAZIONI: ALBERTO GIGLI BERZOLARI, ALESSANDRO VOLTA 1999 SIRO LOMBARDINI, ALESSANDRO VOLTA. DA UNA DISPUTA ACCADEMICA A UNA GRANDE TRASFORMAZIONE DELLECONOMIA E DELLA SOCIET
STAMPA:

CONFERENZA

PRESENTAZIONE

DEL

PROGRAMMA

DELLE

MANIFESTAZIONI

CON I

CON COLLEGAMENTI IN VIDEOCONFERENZA TRA LE DUE SEDI, PRESIDENTI DELLA ROYAL SOCIETY (LONDRA) E DELLINSTITUT DE FRANCE (PARIGI), CON IL PRESIDENTE E LASSESSORE ALLA CULTURA DELLA REGIONE LOMBARDIA E IL PRESIDENTE DELLISTITUTO LOMBARDO ACCADEMIA DI SCIENZE E LETTERE

GIORNATA CELEBRATIVA A PAVIA E A COMO

SABATO 20

MARZO

1999

SOTTO GLI AUSPICI DEL

AULA VOLTA, UNIVERSIT


SALUTO
DEL

RETTORE ROBERTO SCHMID E DELLE AUTORIT PRESENTAZIONE DEL GABINETTO FISICO DI VOLTA, RELAZIONE DI FABIO BEVILACQUA, RELAZIONE DI CARLO RUBBIA IN VIDEOCONFERENZA CON COMO
ORE 15 VOLTA OGGI: STRUMENTI, MANOSCRITTI E SCRITTI RELAZIONI DI GIANNI BONERA, GIULIANO BELLODI, LIDIA FALOMO, FRANCO GIUDICE, FABIO BEVILACQUA, RENATO SORRENTINI

COMITATO NAZIONALE

DEGLI

E DEL

STUDI

COMITATO PROMOTORE LOCALE

DI

PAVIA,

ORE

9.45

DI

PAVIA

MUSEO PER LA STORIA DELLUNIVERSIT, ORE 17 ROBERTO SCHMID E ALBERTO CALLIGARO, INAUGURAZIONE DEL GABINETTO FISICO DI VOLTA
COMITATO NAZIONALE E DEL COMITATO PROMOTORE LOCALE DI COMO

SALUTI DELLE AUTORIT INTERVENTI DI LUIGI DADDA, ANTONIO SPALLINO, MARCO CITTERIO PROIEZIONE DE LA SCINTILLA DI VOLTA DEL POLITECNICO DI MILANO/ANTENNA 3 VIDEOCONFERENZA DA PAVIA: RELAZIONE DI CARLO RUBBIA RELAZIONE DI GIULIANO PANCALDI CONSEGNA DI ATTESTATI AD ASSOCIAZIONI PER ATTIVIT VOLTIANE

SOTTO GLI AUSPICI DEL

TEATRO SOCIALE, COMO,

ORE

9.15

OMAGGIO ALLA TOMBA DI VOLTA E VISITA AL TEMPIO VOLTIANO, ORE 15.30 SALA CASARTELLI (SALA
RELAZIONI
DI

LUDWIG VAN BEETHOVEN, SINFONIE N. 2 E N. 6 (PASTORALE) DIRETTORE PETER MAAG CON LORCHESTRA STABILE DI COMO COLLEGAMENTI IN VIDEOCONFERENZA REALIZZATI CON IL CONTRIBUTO DI TELECOM ITALIA 14

TEATRO SOCIALE, COMO,

FRANCO BASSANI

DEI

NOBEL), ISTITUTO CARDUCCI,


E

ALBERTO LONGATTI
ORE

ORE

17.30

21

PER IL

SOLENNE APERTURA DELLE CELEBRAZIONI BICENTENARIO DELLINVENZIONE DELLA PILA ACCADEMIA NAZIONALE
PRESIDENTE
DELLA

19 MARZO 1999
DEI

ALLA PRESENZA DEL

REPUBBLICA ON. OSCAR LUIGI SCALFARO

LINCEI, ROMA

DI

VOLTA

ignor Presidente della Repubblica, illustri autorit, signore e signori, a nome di tutti i membri del Comitato Nazionale per le Celebrazioni Voltiane che ho lonore di presiedere, desidero porgervi i pi sentiti ringraziamenti per aver voluto onorare con la vostra presenza questa cerimonia che d inizio alle celebrazioni per il bicentenario dellinvenzione della Pila da parte di Alessandro Volta.

Si tratta di uninvenzione che stata nei due secoli trascorsi la radice della conoscenza di un nuovo e in gran parte sconosciuto aspetto della natura e insieme la sorgente di innumerevoli applicazioni che hanno profondamente cambiato la vita dellintera umanit.

I due illustri relatori di questo incontro, il Prof. Alberto Gigli Berzolari della stessa Universit di Pavia, ove Alessandro Volta stato ricercatore e docente, e lAccademia dei Lincei, Prof. Lombardini, rievocheranno la sua figura, la sua opera di scienziato e limpatto dellinvenzione della Pila sulla vita economica e sociale.

Palazzo Corsini, sede dellAccademia Nazionale dei Lincei, in Via della Lungara a Roma (da unantica stampa).

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Luigi Dadda, Presidente del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario dellInvenzione della Pila da parte di Alessandro Volta (Comitato Nazionale per le Celebrazioni Voltiane).

Auspico che le celebrazioni voltiane che oggi qui inauguriamo valgano a ricordare allItalia e al mondo intero lopera di Alessandro Volta, ma anche a suggerire stimoli perch lattivit di ricerca sia considerata tra le massime priorit della vita del nostro Paese. LUIGI DADDA

Lobiettivo delle Celebrazioni Voltiane la rievocazione su quanto Volta ha fatto e su quanto ha suscitato con la sua scoperta, ma accanto alla rievocazione non possiamo non porre la nostra meditazione sul futuro della ricerca, non solo come espressione della perenne aspirazione delluomo alla conoscenza, ma anche per limpatto che da essa si genera sul modo di vivere, sulle relazioni umane, sulla cultura in generale.

Non possiamo a tale proposito non ricordare lo stimolo della disputa con Galvani; forse se la disputa sul galvanismo non fosse avvenuta oggi non saremmo qui a celebrare Volta.

La sede dellAccademia dei Lincei, dove ci troviamo, mi stimola a osservare come Alessandro Volta possa insegnare moltissimo anche ai ricercatori e docenti di oggi per essere arrivato allinvenzione della pila certamente per la capacit di intuizione che propria dei geni, ma una capacit di invenzione che stata anche fecondata da un paziente e lungo lavoro di sperimentazione oltre che da un costante dialogo con i colleghi anche di altri Paesi.

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CERIMONIE

DI APERTURA

Una curiosit intellettuale insaziabile, quella di Volta che, accompagnata da una forte indipendenza quasi una solitudine di pensiero lo pone tuttavia in una posizione appartata nella storia della scienza, con una visione per la quale leventuale applicazione pratica di una scoperta non unoperazione successiva e separata, ma sembra integrata intimamente al processo creativo. Come osservava Vito Volterra, mentre per lo sviluppo delle macchine a vapore, almeno nel periodo eroico di creazione delle macchine a fuoco, fonte dei pi ingegnosi e famosi trovati fu lofficina stessa, e solo in seguito la scienza, scrutando il funzionamento delle macchine industriali, costru quel mirabile monumento che accoglie tutti i fenomeni della natura e li domina con i concetti della termodinamica, fu il contrario per lelettricit. La Pila continua Volterra gi pronta per le sue svariate applicazioni procede direttamente dal laboratorio di fisica dellUniversit di Pavia. Ma ci vale non soltanto per la pila, ma per lelettroforo e per i risultati ottenuti da Volta nella chimica e nella chimica-fisica dei gas.
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MARZO

Unavventura intellettuale, quella della ricerca scientifica, alla quale partecipa nelle parole di Volta chiunque nello studiare le meravigliose opere della Natura mira a nessun altro fine che quello di venir in cognizione della verit, o nelle parole di Galileo chi mira pi alto con il volgersi al gran libro della natura, che l proprio oggetto della filosofia.

Il primo convegno, presieduto nel 1931 da Guglielmo Marconi e da Orso Mario Corbino, e coordinato da Enrico Fermi, con la partecipazione di scienziati illustri, come Marie Curie, Niels Bohr, Werner Heisenberg, Wolfgang Pauli, Bruno Rossi, Arnold Sommerfeld, fu dedicato alla fisica nucleare: un tema di avanguardia, in quegli anni, che, considerato nella prospettiva storica, pu dirsi tipicamente voltiano: una problematica puramente speculativa e a quellepoca lontana dalla realt quotidiana, che nel giro di poco pi di un decennio avrebbe alterato profondamente la nostra vita e la stessa struttura della societ.

La ringrazio, Signor Presidente, per aver voluto onorare con la Sua presenza la Cerimonia solenne di apertura delle Celebrazioni Voltiane. Organizzare questa giornata inaugurale, insieme al Comitato Nazionale per le Celebrazioni Voltiane, stato, per i Lincei, un atto coerente con la presenza, nellAccademia, della Fondazione Alessandro Volta. Istituita con un Regio Decreto, nel 1930, per iniziativa della Societ Generale Italiana Edison di Elettricit, la Fondazione ha svolto, fino ai primi anni settanta, unintensa attivit, anticipando, in una serie di convegni scientifici internazionali di alto livello, questioni che hanno assunto una rilevanza crescente con il passare degli anni: dallEuropa alla storia dei rapporti Oriente-Occidente, dai problemi dellimmunologia a quelli della nutrizione, allastrofisica, alla matematica.

ignor Presidente della Repubblica, Signor Presidente della Corte Costituzionale, Onorevole Ministro dellUniversit e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, Onorevoli Rappresentanti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, illustri ospiti, cari colleghi, signore e signori.

Edoardo Vesentini, Presidente dellAccademia Nazionale dei Lincei.

1999

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Il Presidente della Repubblica On. Oscar Luigi Scalfaro riceve in omaggio dai Presidenti del Comitato Nazionale per le Celebrazioni Voltiane e dellAccademia Nazionale dei Lincei il volume su Volta di Giovanni Polvani, ristampato in occasione del Bicentenario.

Anche nella sua vicenda umana, quella di Volta resta una figura singolare. Come racconta Giovanni Polvani nella biografia pubblicata dalla Domus Galilaeana nel 1942 e ristampata, in occasione delle celebrazioni che iniziano oggi, a cura dellAccademia Nazionale dei Lincei, dellAccademia Nazionale delle Scienze detta dei XL e del Comitato Nazionale per le Celebrazioni Voltiane e della quale, Signor Presidente, mi permetto di farLe omaggio Vuole la tradizione che Volta da piccolino abbia avuto uno sviluppo mentale cos tardivo e lento, da far temere che rimanesse muto. N le apprensioni svanirono del tutto quando a quattro anni pronunci la sua prima parola un no secco secco perch solo tre anni dopo giunse finalmente a possedere scioltezza di parola. Pochi anni pi tardi, adolescente, allontanato dalla scuola dei Gesuiti per volont dello zio canonico, egli si trov al centro di quei dissidi religiosi che attraversavano famiglie profondamente cattoliche, come quelle dei Volta, la cui densit clericale annota Franco Venturi sembra esser stata eccezionale, anche per unepoca in cui grande era il numero dei frati, preti e monache. Ma quel primo no pronunciato a quattro anni pu considerarsi il preannuncio di quella indipendenza intellettuale alla quale Alessandro Volta, pur cogliendo grandi successi e prestigiosi riconoscimenti, volle restare fedele, riuscendo a percorrere con grande dignit, in anni perigliosi, la sua lunga vicenda terrena. Unimpresa difficile, non solo a quei tempi. EDOARDO VESENTINI

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CERIMONIE

DI APERTURA

quella virt che cieca passa per interposti umidi tratti dal vile stagno al ricco argento e torna da questo a quello con perenne giro (Lorenzo Mascheroni, 1793)

ALESSANDRO VOLTA 1799

ALBERTO GIGLI BERZOLARI

Forse la strada pi breve, semplice ed elegante, per raccontare della Pila e del suo funzionamento non quella indicata dagli scienziati ma, come a volte succede, quella intuita dai poeti. E quella riassunta nei quattro versi che costituiscono il sottotitolo della presente relazione.

possibile parlare di Alessandro Volta e dei suoi importanti contributi allarricchimento del sapere scientifico, percorrendo strade diverse ma tutte convergenti verso quel nuovo modo di pensare ai fenomeni elettrici maturato con linvenzione della Pila nel 1799. E non facile dire cose nuove perch di lui e della sua opera gi stato detto tutto o quasi. Pochi scienziati, infatti, hanno lasciato cos ricca documentazione, tra pubblicazioni e manoscritti, e pochi hanno avuto altrettanti cultori come lui. La raccolta pressoch completa e ricchissima dei suoi manoscritti conservata presso lIstituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere.
Alberto Gigli Berzolari. In basso, cimeli di Alessandro Volta presso lIstituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere.

ALESSANDRO VOLTA 1799

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Lorenzo Mascheroni (Bergamo, 1750 Parigi, 1800).

Dar qualche sommaria notizia su Volta e lambiente in cui ha operato e poi cercher di richiamare in termini semplici quello che esprimono quei quattro versi dellInvito; quali argomenti avrebbero portato Volta a pensare che due metalli diversi come il vile stagno e il ricco argento, a contatto con interposti umidi tratti, potessero dar luogo a quella virt che cieca pu essere mossa da questo a quello con perenne giro. Con felice intuizione e poetica sintesi, quella catena chiusa di tre conduttori diversi a contatto tra loro che costituisce il cosiddetto singolo elemento voltaico della Pila settecentesca.

Con lInvito del 1793, egli ricorda allavvenente e colta poetessa Paolina Secco-Suardo Grismondi, di nome arcadico Lesbia Cidonia, la promessa di allietare, con una sua visita, la Citt del Ticino e il suo Ateneo. Sono 529 versi sciolti eleganti e accorati, con i quali il poeta immagina di essere guida alla preziosa visitatrice lungo un percorso che prevede incontri con i maestri, la visita ai musei, alle aule, ai gabinetti scientifici, alle biblioteche, ai giardini botanici da cui lAteneo Ticinese attingeva larga fama con la sua collocazione tra i maggiori dEuropa. Avrebbe incontrato Volta e assistito alle prime fasi della sperimentazione che lo avrebbe portato, anni dopo, allinvenzione della Pila.

Il poeta labate Lorenzo Mascheroni, ricordato da Vincenzo Monti quale insigne matematico, leggiadro poeta ed ottimo cittadino. Collega ed amico di Volta nellAteneo Ticinese, egli ha lasciato, tra le sue opere pi significative, lInvito a Lesbia Cidonia quale poeta e la Geometria del Compasso quale matematico.

Erano gli anni che ormai vedevano al tramonto lera pionieristica dei cosiddetti fisici elettrizzanti. Quando il fuoco elettrico (o virt elettrica) era considerato da fisici e naturalisti, nonch da teatranti, imbonitori e ciarlatani, come fluido al quale attribuire i fenomeni naturali pi vari, nonch capace di grandi e meravigliosi giochi; cos conquistando e deliziando nei salotti eleganti e nelle arene popolari, cavalieri, dame, cicisbei e poveracci, specie quando si era scoperto che le dame generalmente si elettrizzano pi facilmente e in miglior maniera degli uomini e le giovani meglio delle vecchie ; quel fuoco era poi considerato da medici, seri e meno seri, come fluido vitale e possibile fonte di nuove e straordinarie metodiche terapeutiche quasi fosse una sorta di panacea universale.

Mostrava fin dallinfanzia grande interesse per le scienze naturali e, in particolare, per i fenomeni elettrici.

olta era nato a Como il 18 febbraio 1745. Si formava in un ambiente familiare e scolastico angusto e conservatore; dopo gli studi elementari in famiglia veniva avviato alla scuola dei Gesuiti e infine al Seminario. Trovava tutte le premesse per lavvio al sacerdozio; ma non ne avrebbe sentita la vocazione.

Questi pittoreschi e divertenti amatori e i loro meravigliosi giochi avrebbero poi trovato maggior spazio nelle Accademie, nelle grandi Scuole e nelle Universit; riguadagnando cos quella
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DI APERTURA

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Ragazzo, Volta aveva letto opere scientifiche importanti e di diffusione europea; ad appena diciotto anni dimostrava di avere gi una solida preparazione e grande spirito di osservazione, nonch singolari capacit sperimentali; la sua giovanile attivit poetica era apprezzabile. Operava in sede privata, a lungo al di fuori di strutture pubbliche e, in particolare, universitarie. Nella sua formazione scientifica, stato un autodidatta, senza altra direzione, se non quella dellindagator suo talento.

dignit scientifica che avevano gi avuto nel passato e poi parzialmente perduta, nonch assorbendo quello spirito e metodo nuovi della filosofia naturale galileiana che avrebbe influenzato profondamente, pur nelle diversit di concezioni, il pensiero scientifico di fine secolo XVIII.

Operava, essenzialmente, negli ultimi trentanni, inquieti ed esaltanti, del secolo che aveva visto profonde trasformazioni politiche, culturali e sociali; la rinascita della Lombardia indotta dalle riforme austriache e francesi, i trionfi di Napoleone Bonaparte, il sorgere della nuova Europa e della nuova America, laffermarsi della ricerca naturalistica nelle Accademie e nelle Universit, nonch di quella tecnologica nelle officine. Aveva trovato Principi generosi e potenti sotto tutte le bandiere vivendo nella straordinaria e stimolante atmosfera dellIlluminismo settecentesco che riconosceva nella scienza, con spirito galileiano, non solo un veicolo per lacquisizione di conoscenze di frontiera da parte di pochi dotti e per pochi dotti, ma un veicolo efficacissimo per la liberazione spirituale delluomo.

Nella maturit ha avuto la fortuna di essere coinvolto nel grande disegno riformatore dellImperatrice Maria Teresa dAsburgoLorena e del figlio Giuseppe II. Dopo pochi anni di impegno didattico nel Ginnasio di Como, nel 78 veniva chiamato per chiara fama sulla cattedra di Fisica Sperimentale dellAteneo Ticinese. La notoriet che aveva raggiunto lo collocava in quel gruppo di eminenti personalit che il governo di Vienna aveva voluto in quella sede, per farne una delle maggiori dellImpero.

Ancor giovane trovava nei circoli scientifici europei gli interlocutori pi stimolanti per il confronto di idee e di metodi; quegli interlocutori che non trovava, a parte qualche eccezione, in Italia dove il quadro educativo e scientifico era molto povero perch refrattario alla penetrazione di idee e metodi nuovi e inerte ai fermenti filosofici settecenteschi.

Lesperienza di Stephen Gray e laccensione dellalcool (da Eusebio Sguario, Dellelettricismo, Venezia, 1746).

stato per cinquantuno anni suddito dellImpero austriaco, nellordine e nella sicurezza, poi, per diciotto anni, cittadino della Repubblica Cisalpina e del Regno di Napoleone, tra smarrimenti, esaltazioni e grandi onori e, infine, per tredici anni, ancora suddito austriaco, nel grigiore della Restaurazione; in tutti i casi, suddito o cittadino prudente, devoto, fedele e ossequiente.

La campagna sperimentale che duecento anni fa ha portato alla invenzione della Pila, trova sostanzialmente in tre date la sua origine, i suoi sviluppi pi significativi e il suo completamento; rispettivamente, nel 92, 96 e 99. Quella campagna che esprime,
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Scena di battaglia napoleonica, da Memoriale di SantElena, del conte di Las Cases, Vol. I, Torino 1842 (p. 336).

Nel 92 quello che restava dellantico Ducato Visconteo-sforzesco era periferica provincia austriaca e le notizie che provenivano dalla vicina Francia erano per tutti fonte di grande inquietudine. La Rivoluzione esaltava la sovranit della ragione e tale idea penetrava gi, sia pure molto lentamente, nel Ducato. Ma agli uomini di scienza e di scuola, in particolare, era difficilmente comprensibile che in nome di quella sovranit si dicesse che il sapere era considerato una forma detestabile di aristocrazia e il genio un crimine contro luguaglianza e, ancora, che i prodigi dellepoca rivoluzionaria si erano manifestati senza gli scienziati e malgrado gli scienziati e dal genio senza istruzione. E mandando poi alla ghigliottina Antoine Lavoisier nel 94, il maggiore tra i fondatori della chimica moderna, si dicesse la repubblica non ha bisogno di scienziati.

Ma le stesse date richiamano momenti difficili e di smarrimento per gran parte dei sudditi o dei cittadini europei; avrebbero lasciato un segno cos profondo e duraturo che non pu non essere richiamato, sia pure molto brevemente.

complessivamente, il maggior contributo italiano, e tutto italiano, alla scienza europea in un momento straordinario per le fortune del pensiero scientifico e tecnologico.

Nel 96 larmata di Napoleone portava in Italia idee nuove; ma, per fortuna, ormai moderate e non pi fonte degli eccessi e delle crudelt del terrore. Tali idee erano accompagnate da simboli strani, nonch da violenze e da intemperanze volgari e blasfeme creando smarrimenti e confusioni; ma aprivano anche orizzonti verso nuove aspirazioni proponendo diversi modelli di vita, nuovi ideali di libert e uguaglianza che nel Ducato, dopo circa trecento anni di dominazione straniera, prima spagnola e poi austriaca, non erano ancora familiari e spesso pressoch sconosciuti.

Nellaprile del 99, larmata austro-russa occupava la Lombardia, approfittando delle distrazioni di Napoleone in Egitto. Al loro ritorno, gli austriaci avrebbero manifestato duramente i loro risentimenti verso i lombardi perch troppo presto avevano dimenticato, assorbendo quelle nuove idee, i benefici culturali, economici e sociali che il buon governo di Vienna aveva promosso in poco meno di mezzo secolo. LAteneo Ticinese veniva soppresso e i professori dimessi; professori e studenti che avevano fatto buona accoglienza ai francesi e alle nuove idee finivano in prigione, altri venivano proscritti o fuggivano altrove.

LAula Magna dellUniversit di Pavia.

Volta veniva travolto da quegli avvenimenti; licenziato e impaurito si rifugiava nella quiete della sua Como dove, malgrado la confusione, la mancanza di denaro e lo smarrimento generale, portava a compimento le ricerche sulle propriet elettriche delle catene di conduttori, inventando la Pila. Avrebbe ripreso il suo insegnamento, dopo quei tredici mesi sfortunati, con il ritorno di Napoleone in Lombardia. Volta, dunque, dava inizio e poi portava a termine la sua maggiore opera scientifica ma anche altre di non poco conto vivenCERIMONIE
DI APERTURA

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Rinunciando a scendere in dettagli scientifico-tecnici di una fisica che, tra laltro e per alcuni aspetti, ancor oggi non appare del tutto semplice, cercher ora di illustrare lopera voltiana sulle catene di conduttori, aderendo al linguaggio e alle metodologie quali emergono dalla discussione di fine 700; quindi, senza estrapolazioni o interpretazioni rese possibili dalle conoscenze del poi.

do nellatmosfera turbolenta e infuocata degli ultimi dieci anni del XVIII secolo tra inquietudini e paure. Per fortuna la sua indole prudente, nonch il suo aristocratico distacco verso le insinuazioni di essere austriacante o giacobino a seconda della bandiera vincente, gli avrebbero consentito di superare quel momento difficile senza seri danni.

La battaglia del Ponte dArcole, da Memoriale di SantElena, del conte di Las Cases, Vol. I, Torino 1842 (p. 595).

e ricerche di Luigi Galvani, anatomista a Bologna, erano di carattere fisiologico e riguardavano, in particolare, il funzionamento dei muscoli e quindi la loro stimolazione per via nervosa. Erano state avanzate diverse ipotesi ma, con laffermarsi degli studi sui fenomeni elettrici, quella del fluido nerveoelettrico quale responsabile delle stimolazioni prendeva via via quota, anche per effetto della crescente familiarit con quei fenomeni e della tendenza di allora ad attribuire a essi gli effetti pi disparati.

La sperimentazione di Galvani iniziava, dunque, in un quadro dottrinale sostanzialmente ancora confuso e lipotesi dell esistenza di una elettricit animale era ancora molto discussa. Tra laltro, nessun fatto sperimentale suggeriva chiaramente quale meccanismo potesse dare origine al fluido nerveo-elettrico, n suggeriva la sua localizzazione nel corpo degli animali. I maggiori contributi sarebbero stati, in larga misura, italiani.

Con discutibili approcci su piano metodologico, con confusione tra elettricit osservata sugli animali ed elettricit osservata negli animali, e altrettanta confusione sui risultati ottenuti operando su animali vivi e animali morti, si faceva strada, grazie anche agli studi sul comportamento della torpedine e di altri animali simili, lipotesi dellesistenza di una elettricit propria del corpo umano e di quello degli animali, ossia di una elettricit animale di origine biologica e diversa da quella allora nota.

Volta, a quel tempo, si occupava solo marginalmente di quei problemi.

Nel 91 Galvani rendeva pubbliche le sue ricerche con lopuscolo De viribus electricitatis in motu muscolari commentarius.

LAula Volta dellUniversit di Pavia.

Aveva avuto la ventura di osservare un fatto inatteso e in certa misura casuale: le zampe posteriori di rane morte e scorticate si contraevano collegandone i nervi lombari con i muscoli crurali mediante un arco conduttore metallico; interpretava quanto osservato immaginando nervi e muscoli quali sedi sbilanciate di un fluido elettrico di origine biologica e diverso da quello allora noto appunto lelettricit animale che per ribilanciarsi si scaricava lungo larco conduttore dando luogo alla stimolazione del muscolo. Allarco conduttore attribuiva una funzione passiva e
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Lesperienza di Galvani sulla rana (L. Figuier, Les grandes inventions anciennes et modernes, Parigi, 1861).

Quanto osservato era nuovo e sorprendente suscitando ovunque curiosit e incredulit. Volta superava presto le sue riserve e a partire dal marzo 92 si dedicava pienamente allo studio di quei fenomeni.

Quella di Galvani era uninterpretazione puramente elettrobiologica.

sottovalutava il fatto che le contrazioni erano pi vivaci quando larco era costituito da due metalli diversi a contatto tra loro, luno appresso allaltro.

Volta, al contrario di Galvani, sopravvalutava limportanza dellarco costituito da due metalli diversi e attribuiva squilibri elettrici diversi e permanenti ai loro contatti con i nervi preposti alle contrazioni muscolari: luno con i nervi lombari e laltro con le terminazioni nervose dei muscoli crurali; ai diversi squilibri elettrici ai due contatti era dovuta la corrente elettrica che, fluendo nel sistema nervoso ed eccitandolo stimolava le contrazioni muscolari. Negava, quindi, la necessit di pensare allesistenza di una elettricit animale di origine biologica e per di pi diversa da quella allora nota, assegnava al sistema nervoso della rana la funzione di arco scaricatore e alla rana stessa la funzione di sensibilissimo rivelatore di una elettricit attivata altrove attraverso processi fisici. Con la sbrigativa affermazione in somma la diversit de metalli che fa egli prendeva una posizione che in seguito non avrebbe pi abbandonata perch tale diversit sarebbe per lui diventata man mano da favorevole a necessaria. Quella di Volta era uninterpretazione puramente elettrofisica.

Inizialmente, egli aderiva alle concezioni di Galvani, a parte qualche variante, dandone notizia nella sua Memoria prima sulla elettricit animale del maggio 92. Ma a distanza di pochi giorni, basandosi su una grande varier di osservazioni, si dissociava da tali concezioni con la Memoria seconda sullelettricit animale.

I metalli, egli affermava, si comportano non pi come semplici deferenti, ma come veri motori di elettricit. Era su posizioni nuove e coraggiose perch difficilmente accettabili dalla scienza ufficiale del tempo che negava ai metalli e alle loro combinazioni propriet elettricamente attive.

Volta rafforzava le sue convinzioni operando anche con le terminazioni nervose di muscoli diversi da quelli motori; in particolare, fermava la sua attenzione sulla stimolazione, nelluomo, di organi di senso e riusciva a provocare il sapore acido o alcalino sulla lingua e bagliori allocchio operando sempre e solo con archi bimetallici.

Precisava, riassumendo, il suo pensiero con la Memoria terza sulla elettricit animale, ma riferendosi agli aspetti pi fisiologici che fisici delle sue osservazioni.

Le due interpretazioni erano diametralmente opposte e prendeva avvio quella controversia scientifica esclusiva e dura che tutta Europa avrebbe seguito con grande curiosit e partecipazione e
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DI APERTURA

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Linterpretazione voltiana avrebbe portato in pochi anni alla invenzione della Pila e relative conseguenze; quella galvaniana, a lungo e sfortunatamente dimenticata dopo linvenzione della Pila, avrebbe portato allaffermazione dellelettrofisiologia ma a molti decenni di distanza. La discussione chiudeva una prima fase con il 92 per riprendere, vivacissima, poco dopo, ma su strade diverse e contrapposte.

Quelle povere rane, insieme ad altri animali, sarebbero state sottoposte alle pi incredibili vessazioni. Ma allora erano impensabili le straordinarie conseguenze alle quali avrebbe portato lesame del comportamento di animaletti tanto innocui e innocenti e, per di pi, apparentemente senza vita.

che sarebbe poi rimasta celebre nella storia della scienza.

A. Volta, Questionario di esperienze sulla rana preparata in modo diverso (Cart. Volt. J27 recto, Istituto Lombardo).

Scendere nei contenuti della controversia tra i due schieramenti che si erano formati, non semplice anche mantenendosi su linee generali. Tra laltro, la discussione sarebbe stata molto sottile e dettagliata e non vorrei correre il rischio di non apparire chiaro ed essenziale. Galvani e i suoi seguaci avrebbero sempre sostenuto le loro concezioni iniziali ponendo al centro della discussione lesistenza dellelettricit di origine biologica quale responsabile delle contrazioni. Sperimentando sempre con le rane ma senza metalli e con archi costituiti da conduttori umidi quali parti del corpo (per es. le dita) bagnate di sudore, saliva e sangue, ottenevano le contrazioni. Laffermazione voltiana la diversit de metalli che fa veniva cos clamorosamente smentita e si poteva affermare che i metalli.non possiedono alcuna segreta magica virt. In breve.

Negli anni 95 e 96 si apriva una nuova e decisiva fase della sperimentazione.

Volta reagiva con grande determinazione sottoponendo a una severa verifica sperimentale tutte le ipotesi affiorate nel frattempo e riusciva a generalizzare la sua teoria del contatto ai conduttori umidi utilizzati da Galvani e seguaci; quindi, riusciva a far rientrare i loro risultati, ottenuti in assenza di metalli, nellambito delle sue concezioni.

Se Galvani e i suoi seguaci avevano eliminato i metalli operando sempre sulle strutture biologiche, Volta, al contrario, avrebbe sempre operato con catene metalliche ma eliminando le strutture biologiche e sostituendole con semplici soluzioni di sale in acqua; e avrebbe avuto successo perch senza leliminazione delle rane o di qualsiasi altra struttura biologica, ossia le possibili fonti della elettricit animale, Galvani e i suoi seguaci avrebbero sempre avuto buon gioco. Liberandosi di quelle possibili fonti, egli spostava il problema dal campo elettrocinetico al campo elettrostatico dove da tempo aveva realizzato quegli strumenti e, in particolare, quellelettroscopio-condensatore che nel passato lo avevano reso uno dei mag25

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Quella strumentazione gli avrebbe consentito, fatto rilevante, di scoprire che anche al contatto di due metalli diversi si realizzava sempre uno squilibrio elettrico. Era unulteriore generalizzazione della sua teoria del contatto a coppie di conduttori, qualsiasi fosse la loro natura. Le argomentazioni che fin dallinizio lavevano portato ad affermare che la diversit de metalli che fa venivano confermate, sia pure in forme diverse e meglio precisate.

giori artefici dellelettrostatica quantitativa e come tale riconosciuto in tutta Europa.

Gli esperimenti fondamentali presentati da Volta allInstitut de France (da Bulletin des Sciences, Tomo III, 1801).

Il primo riguarda lo squilibrio elettrico al contatto tra due conduttori metallici diversi, ossia lultimo scoperto; nella sua corretta interpretazione, esso riconducibile al cosiddetto effetto Volta ossia, in termini di oggi, al fatto che si stabilisce una differenza di potenziale elettrico tra i punti esterni di due metalli diversi a contatto tra loro.
* La teoria di Arnold Sommerfeld annunciata nel 1927 (a pi di cento anni di distanza!) si basava sulle statistiche di Enrico Fermi applicate al gas di elettroni in un metallo e spiega esaurientemente leffetto Volta, dandone il corretto ordine di grandezza.

Volta chiudeva sbrigativamente la discussione forte dei seguenti risultati fondamentali:

Negli anni successivi, fino al 99, la controversia avrebbe raggiunto toni di estrema asprezza. Veniva fatto qualche tentativo di avvicinamento delle opposte concezioni, da una parte e dallaltra, ma senza successo.

Le sue idee erano contenute in tre celebri memorie epistolari del 96 e 97 dirette a Friedrich Gren a Halle, con le quali annunciava al mondo scientifico nuovi contributi fondamentali allelettrologia pura.

La notizia dellinvenzione era in una lettera inviata il 20 marzo 1800 a Joseph Banks, Presidente della Royal Society e poi letta in
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Impilando poi luno sopra laltro e con la stessa sequenza pi singoli elementi voltaici aperti e, quindi, sommando attraverso il conduttore umido gli squilibri tra coppie di metalli che, impilando, vengono a trovarsi a contatto, si realizza quello che Volta aveva chiamato apparecchio a colonna; ossia la Pila.

Il terzo, che quando si inserisce un conduttore umido (per es. cartone imbevuto di acqua salata) tra due metalli diversi o, reciprocamente, se ne inserisce uno metallico tra due umidi diversi ossia si realizza un sistema di tre conduttori diversi a contatto cos da formare un singolo elemento voltaico aperto e poi si portano a contatto tra loro i due metalli (per es. mediante un filo della natura di uno dei due), si stabilisce, nellarco chiuso cos costituito, una corrente elettrica permanente. Si ritrova lintuizione mascheroniana con gli umidi tratti, il vile stagno e il ricco argento e il perenne giro della virt cieca.

Entrambi i risultati avrebbero trovato soddisfacente interpretazione con laffermarsi delle moderne teorie elettroniche dei metalli e quindi in tempi relativamente recenti. *

Il secondo, riguarda limpossibilit di produrre una corrente elettrica permanente nelle catene chiuse costituite da soli metalli diversi e in numero a priori qualsiasi.

DI APERTURA

Nellottobre del 1801 Volta veniva presentato alla Classe des Sciences dellInstitut de France dove illustrava le sue ricerche, alla presenza del Primo Console Napoleone Bonaparte; riceveva lusinghieri e incondizionati consensi e veniva premiato con una medaglia doro. Scriveva alla moglie Maria Teresa e poi al fratello Luigi dicendo delle accoglienze a lui riservate e del grande spazio dedicato alla sua persona e ai suoi studi dalla stampa di tutta Europa; chiudeva cos la lettera alla moglie: Aveva lumilt dello scienziato autentico.

unadunanza rimasta celebre. La notizia volava rapidamente su tutta Europa suscitando ovunque enorme interesse.

In mezzo a tante cose, che devono certo farmi piacere, e che son fin troppo lusinghiere, io non minvanisco a segno di credermi di pi di quel che sono; e alla vita agitata da una vana gloria preferisco la tranquillit e dolcezza della vita domestica..

I primi organi elettrici artificiali di Volta, detti poi pile (da Phil. Trans., 1800, Parte II).

A questo punto potrei fermarmi; siamo a cavallo dei due secoli e la Pila inventata. Ma pu essere interessante un breve ritorno ai versi mascheroniani e poi necessaria qualche osservazione conclusiva.

I consensi e i dissensi, i sostegni e le critiche, immediati o successivi, hanno coinvolto con grande vivacit lopera di Volta impegnando fisici, chimici e biologi tra i maggiori in tutto il mondo, fino ai nostri giorni.

Ma lintuizione mascheroniana appare allora, a maggior ragione, particolarmente felice perch senza errori e omissioni; del 93 e ci porta assai vicino alle concezioni voltiane maturate appena prima del 99: ogni parola di quei versi ha un preciso significato, nessuna superflua e la loro sequenza chiara per quello che si vuole esprimere; come gi ricordato, insieme descrivono, con felice intuizione struttura e funzionamento fisico del cosiddetto singolo elemento voltaico della Pila.

alvani e Volta si erano imbattuti in una realt solo apparentemente semplice; in verit, essa era assai complessa perch fenomeni fisici, chimici e biologici si intrecciavano in modo confuso e difficilmente separabili tra loro, almeno con i mezzi e le conoscenze di fine 700. Talch sono comprensibili ragioni e torti, verit ed errori; ma, a guardar bene, sulla base delle conseguenze del loro lavoro e delle conoscenze di oggi, avevano ragione e torto entrambi.

Linterpretazione elettrofisica voltiana del funzionamento della Pila, avallata autorevolmente dalla scuola francese, sarebbe stata criticata duramente per aver sottovalutato o addirittura trascurato limportanza dei processi chimici che si manifestavano alla superficie di contatto tra metallo ed elettrolita. Trascurando quei processi, Volta pensava che lo strato umido contribuisse solo, sia pure debolmente, alla produzione della tensione per effetto del contatto con i due metalli vicini. Ma, in effetti, egli finiva per tro27

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Lesperienza di Nicholson per determinare la composizione dellacqua (L. Figuier, Les grandes inventions anciennes et modernes, Parigi, 1861).

Ma trenta anni dopo la morte di Galvani, Leopoldo Nobili riprendeva le sue esperienze e utilizzando strumenti sensibili per la misura delle correnti elettriche, quali i galvanometri che proprio lelettrodinamica conseguenza dellinvenzione della Pila aveva consentito di realizzare, dimostrava lesistenza di una corrente elettrica propria della rana ma della stessa natura di quella allora nota. La comunit scientifica sarebbe rimasta stupefatta davanti a questo fatto nuovo ma che tale non era per i pochi superstiti galvaniani. Anche gli esperimenti di Nobili non erano decisivi; sta di fatto,
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Le concezioni di Galvani, invece, venivano presto dimenticate dopo la sua morte avvenuta nel 98 tragicamente ridotto in miseria per non aver accettato lautorit francese. Lipotesi della esistenza di una elettricit animale diversa da quella allora nota, malgrado avesse trovato autorevoli sostenitori, usciva dal dominio delle teorie scientifiche e veniva menzionata, al pi, come gratuita e destituita di fondamento; praticamente spariva dalla letteratura scientifica. I suoi seguaci si riducevano rapidamente a ben pochi e gran parte dei fisiologi abbandonava, a torto, lidea di poter stabilire collegamenti tra elettricit, fluido nervoso e stimolazione muscolare.

Nascevano lelettrodinamica e lelettrochimica; nasceva un nuovo modo di pensare ai fenomeni elettrici inducendo importanti e nuove conoscenze con grande rapidit nel loro susseguirsi e progredire. Tutto sotto i nostri occhi e sarebbe troppo lungo menzionare solo le cose pi importanti.

Era, quello dellinvenzione voltiana, un momento rilevante perch il suo contenuto era veramente nuovo e sorprendente sotto tutti i profili e, in quanto tale, avrebbe avuto un impatto di fondamentale importanza su entrambi i versanti, scientifico e tecnologico.

Caduta temporalmente a met del secolo della prima rivoluzione scientifica e tecnologica dellera moderna, linvenzione voltiana ne diveniva subito protagonista e attraverso perfezionamenti e sviluppi successivi, tale si sarebbe a lungo mantenuta. Presto sarebbe diventata corredo strumentale di importanza primaria in tutti i laboratori di ricerca.

curiosa la sorte delle diverse concezioni che contrapposte tra loro avrebbero portato allinvenzione della Pila.

Linterpretazione elettrochimica avrebbe tolto, rapidamente, ogni dubbio e poi, ancora, con il definitivo avallo della termodinamica, sotto il profilo energetico generale.

..Cette circulation sans fin du fluide lectrique (ce mouvement perpetuel), peut paroitre paradoxe, peut ntre pas explicable: mais elle nen est pas moins vraie et relle, et on la touche, pour ainsi dire, des mains.

varsi tra le mani un apparecchio elettromotore con cui si realizzava un moto perpetuo: in verit, Volta aveva avvertito chiaramente quanto paradossale potesse essere tutto questo gi nella lettera con cui annunciava la sua invenzione.

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DI APERTURA

che egli riportava il problema a piena dignit scientifica. Le sue ricerche, riprese e divulgate da fisici e fisiologi, davano lavvio alla moderna elettrofisiologia post-galvaniana che a distanza di molti decenni avrebbe portato, tra laltro, alla realizzazione di strumenti di grande importanza per le applicazioni diagnostiche. Volta chiudeva trionfalmente il secolo XVIII, felicemente in re electrica princeps per i suoi contributi decisivi al divenire autonomo della scienza elettrica ma segnando anche tappe importanti nella storia pi generale delle scienze, talch universalmente considerato tra i maggiori interpreti della scienza settecentesca.

Eppure queste povere cose, messe in pila traballante e tenute assieme in qualche modo, hanno contribuito in misura determinante allaffermazione, diretta o indiretta, immediata o remota, di quelle scienze che toccano cos da vicino tutti noi, la durata della nostra vita cos come il nostro modo di vivere; quelle scienze che, nel male e nel bene, piaccia o non piaccia, hanno avuto cos larga parte nel sorgere e nel consolidarsi di quella che oggi chiamiamo civilt dei consumi.

Chi andr a Como trover certamente interessante dare solo uno sguardo alle Pile originali conservate presso il Tempio Voltiano. Quando Albert Einstein le ha viste ha esclamato: la Pila la base fondamentale di tutte le invenzioni moderne. Sono interessanti ma anche stupefacenti, per la disarmante povert delle cose che le costituiscono: dischi di metalli diversi, dischi di cartone inumiditi con acqua salata, pezzetti di legno e di spago.

Minuta della lettera di Volta a Joseph Banks. Schizzo di Pila a Colonna, 20 marzo 1800, Cart. Volt. J68, Istituto Lombardo). ALESSANDRO VOLTA 1799 29

DA UNA DISPUTA ACCADEMICA A UNA GRANDE TRASFORMAZIONE

I fenomeni elettrici che si manifestano in natura, segnatamente i fulmini, non possono essere studiati come avviene per quelli che saranno oggetti della fisica classica (meccanica). Altri (la scossa che riceve chi bacia una signora posta sopra una pedana isolante e carica di elettricit, lo spettacolo dei capelli irti) possono essere solo un gioco divertente. Il contesto logico semantico della fisica classica non era in grado di offrire concetti e di produrre ipotesi

Fenomeni elettrici erano gi noti nella Grecia antica. Nel VI secolo avanti Cristo Talete di Mileto scoperse che lambra (in greco lektron) strofinata con un panno di lana attrae oggetti leggeri come piccoli pezzi di paglia. Nel XVI secolo Gilbert aveva scoperto che la propriet attrattiva dellambra era molto diffusa in natura. Si scopr che vi erano due tipi di cariche elettriche che potevano spiegare la tendenza di corpi elettrizzati ad attrarsi o a respingersi. Poterono cos svilupparsi esperimenti di elettrostatica.

DELLECONOMIA E DELLA SOCIET

ALESSANDRO VOLTA:

SIRO LOMBARDINI

E RICERCHE SULLELETTRICIT.

In alto, Siro Lombardini. A lato, fulmine su Notre Dame a Parigi (L. Figuier, Les grandes inventions anciennes et modernes, Parigi, 1861). 30 CERIMONIE
DI APERTURA

Il nuovo campo di indagine si prospetta come innovazione rispetto al contesto teorico della fisica classica, come fanno notare Einstein e Infeld attraverso il confronto tra la legge sulla gravitazione di Newton e la legge di Coulomb. Le differenze sono le seguenti: lattrazione della gravitazione presente ovunque, mentre le forze elettriche esistono soltanto se i corpi posseggono delle cariche elettriche. Nella gravitazione non esiste che lattrazione, mentre le forze elettriche possono attirarsi o respingersi. 1

Con la rivoluzione scientifica del Seicento la situazione cambia. Alcuni scienziati cercano di costruire macchine elettriche, cio strumenti e dispositivi atti a produrre fenomeni in grado di svelare il mistero e di descrivere le propriet delle cariche e delle correnti elettriche. Ricordiamo la macchina elettrostatica di Otto von Guericke (1660), la bottiglia di Leyda di Pietre van Musschenbroek (1745) e il parafulmine di Benjamin Franklin (1752), che costituiscono contributi decisivi alla conoscenza dellelettrostatica.

E infatti fino al XVII secolo i fenomeni elettrici e magnetici sono oggetto solo di discussioni filosofiche.

in grado di fornire una spiegazione di questi fenomeni che apparivano interessanti per lalone di mistero che li circondava.

Labate Nollet fa provare la scossa elettrica a una compagnia di guardie francesi (L. Figuier, Les grandes inventions anciennes et modernes, Parigi, 1861).

Val la pena di ricordare come si arrivati a questo importante risultato, sia per mostrare come molte scoperte fondamentali hanno un carattere casuale o quasi e per sottolineare limportanza che i dibattiti hanno anche se la tesi intorno alla quale si sviluppano sbagliata.

Il nuovo campo di studi poteva aprire la via a importanti applicazioni solo con la scoperta della corrente. Il contributo di Volta stato determinante. Egli aveva gi attratto lattenzione degli studiosi con la memoria De vi attractiva ignis electrici inviata al Beccaria nella quale dava la definizione di equilibrio elettrico che risulta, appunto, dalla saturazione delle forze attrattive. Con lelettroforo perpetuo (inviato a Priestley) realizza una macchina elettrostatica avanzata che, una volta elettrizzata, non perde la carica e continua a produrre scariche elettriche. La svolta che cambia le prospettive dimpiego dellelettricit si ha per con linvenzione della Pila.

A. Einstein e L. Infeld, Levoluzione della fisica, Universale Scientifica Boringhieri, Torino, 1965, p.186.

La morte del fisico Richmann durante un esperimento di elettrometria, il 6 agosto 1753 (L. Figuier, Les grandes inventions anciennes et modernes, Parigi, 1861).

Volta plaude dapprima alla scoperta, che cerca di confermare ripetendo gli esperimenti. Le ripetute analisi e le rigorose misurazioni lo convincono che il disequilibrio elettrico dovuto al contatto dei due metalli, la rana agendo come elettroscopio rivelatoALESSANDRO VOLTA:
DA UNA DISPUTA ACCADEMICA...

A DISPUTA GALVANI-VOLTA. Luigi Galvani, professore bolognese di anatomia, nelleffettuare esperimenti di condizione elettrica su rane scorticate, nota che si possono ottenere contrazioni muscolari applicando un arco bimetallico che colleghi i nervi lombari e i muscoli della coscia. La conclusione che ritiene di trarre da questo esperimento che vi unelettricit animale che si accumulata nella rana e che si scaricata attraverso larco.

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Copley Medal assegnata ad Alessandro Volta dalla Royal Society di Londra (Tempio Voltiano, Como).

Galvani non si arrende: si accende una disputa tra galvaniani e voltiani che continuer dopo la morte di Galvani. Il dibattito spinge Volta a realizzare altri esperimenti per sostenere la sua tesi. Nel 1792 d notizia allabate Tomaselli di una sua importante scoperta: dal contatto di conduttori diversi sprigiona elettricit. Scopre le caratteristiche dellelettricit continua mediante esperimenti con coppie elettromotrici a dischi e a bicchieri. Galvani insiste, malgrado Volta sia riuscito a ottenere le contrazioni della rana senza larco metallico, e cerca di confermare le sue tesi togliendo i due metalli: Volta spiega il risultato che sembra favorire Galvani: nervi e muscoli sono corpi differenti e anche per essi vale il principio del contatto. Decide di togliere di mezzo la rana. Volta, che nel 1796 aveva enunciato al Professor Gren il principio generale dellelettricit per contatto, ripete lesperimento con diversi tipi di metalli e di sostanze liquide. Arriva cos alla scoperta della Pila. Sovrapponendo dischetti di zinco (polo negativo) e di rame (polo positivo) e dischetti imbevuti di una soluzione acidulata ottiene un organo elettrico artificiale, la Pila appunto: pu cos smentire Galvani, ma anche, risultato ben pi importante, provare che le piastre sono dei conduttori debolmente carichi, che agiscono incessantemente, in modo che la loro carica si ristabilisce da s dopo ogni scarica; che, in una parola, forniscono una carica illimitata, ovvero provocano unazione e propulsione perpetua del fluido elettrico. la scoperta della corrente elettrica (continua).

re: inesatto affermare che nella rana si sia condensata dellelettricit.

Volta espone la Pila a Napoleone (Olio di Giuseppe Bertini, 1891, Tempio Voltiano, Como). 32 CERIMONIE
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Il passo decisivo per le applicazioni di elettricit si ebbero con gli studi di Ampre e di Faraday sui campi magnetici e di Ohm sui circuiti elettrici. La possibilit di convertire il moto meccanico in energia elettrica fu definitivamente stabilita da Faraday nel 1831. Sar un italiano, Antonio Pacinotti, a costruire, nel 1874, con il suo anello, la prima macchina in grado di trasformare lenergia meccanica in energia elettrica continua. Maxwell formuler una teoria atta a spiegare i nuovi fenomeni con schemi concettuali nuovi rispetto a quelli della fisica classica, segnatamente il concetto di campo: si pu parlare anche di campo gravitazionale, ma si tratta di campi diversi da quelli elettrostatici e magnetostatici. 2 Gli studi sullelettricit manifestano unefficace interazione tra ricerca empirica e ricerca teorica. Una ricerca empirica non meccanizzata come sono oggi molte ricerche che applicano in modo non sempre sufficientemente critico i metodi della statistica, ma tesa, pi che a produrre inferenze da dati empirici, a suggerire

Altre scoperte documentano la genialit del fisico comasco. Nel 1776 aveva notato delle bollicine che si sprigionavano dai fondi melmosi di paludi del Lago Maggiore. Nota che se mescolate con aria comune si possono incendiare. In contrasto con i convincimenti allora diffusi, dimostra lorigine organica di questi vapori che chiama aria infiammabile nativa delle paludi: oggi sappiamo che si tratta di metano: una fonte importante di energia.

Volta ha intuito, molti anni prima che il problema si ponesse in termini scientifici, la possibilit di trasmettere lelettricit a distanza.

Cos Einstein-Infeld indicano la differenza: in meccanica conoscendo posizione e velocit di una particella, in un dato istante, e conoscendo inoltre le forze agenti su di essa, possibile prevedere lintero percorso della particella stessa. Nella teoria di Maxwell invece basta conoscere il campo in un dato istante per poter dedurre dalle equazioni omonime in qual modo lintero campo varier nello spazio e nel tempo. (op. cit. p.156)

ALESSANDRO VOLTA:

DA UNA DISPUTA ACCADEMICA...

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aggiustamenti o, addirittura, nuove ipotesi per altre ricerche empiriche. Una ricerca teorica che, pur accettando i limiti (cui corrispondono motivi di forza) richiesti dalla necessaria astrazione, non dimentica i problemi reali da cui partita.
PRIME RICERCHE SCIENTIFICHE E TECNOLOGICHE SULLELETTRICIT. Abbiamo ricordato il grappolo di scoperte in cui quella di Volta assume un ruolo determinante per mostrare come la scienza abbia aperto nuove possibilit allo sviluppo tecnologico e alla crescita economica non sollecitata da consapevoli esigenze militari o da prospettive di sviluppo della domanda, ma per curiosit scientifiche.

Ufficio di telegrafo elettrico; apparecchi di Morse (L. Figuier, Les grandes inventions anciennes et modernes, Parigi, 1861).

L CONTESTO SOCIO-ECONOMICO IN CUI SI SONO SVILUPPATE LE

Lilley osserva che La ragione per la quale nel Settecento ci si occup della ricerca nel campo dellelettricit risiedeva nel fatto che si trattava di unattivit pulita che, nellet dellIlluminismo, poteva essere esplicata senza sporcarsi le mani e gli abiti anche da gentiluomini. 3

La scoperta della possibilit di convertire lenergia meccanica in corrente elettrica avrebbe potuto portare a importanti applicazioni nel giro di un paio di decenni; si , invece, dovuto aspettare mezzo secolo, prima che le applicazioni industriali prendessero corpo. Lo fa notare Lilley, che ricorda la tesi di Bernal secondo il quale il ritardo stato provocato da una struttura economica che non aveva alcun interesse a incoraggiare innovazioni che non fossero immediatamente remunerative.4 In effetti, Volta ha potuto svolgere le sue ricerche per gli incoraggiamenti che gli sono venuti prima dal Governo austriaco e poi da Napoleone. Bernal osserva che i costruttori di apparecchi elettrici non avrebbero potuto venderli perch non si disponeva di energia a basso costo. Daltro lato non vi era nessun incentivo a costruire generatori perch non vi era domanda denergia. Il primo uso pratico dellelettricit stato il telegrafo.

S. Lilley, Rivoluzione industriale e progresso tecnico (1700-1914) in Storia economica dellEuropa, diretta da C.M. Cipolla, vol. 3: La rivoluzione industriale, Utet, Torino, 1980, p.210. 4 S. Lilley, op. cit. p.211. 5 W .H.B. Court, A concise History of Britain from 1750 to Recent Times, Cambridge University Press, 1958, pp.216-7. 6 D.S. Landes, The Unbound Prometheus, Cambridge University Press, 1969, p.284.
3

Luso dellenergia per illuminazione pot essere preso in considerazione quando si resero possibili innovazioni nei generatori che riducevano i costi. Con il manifestarsi di una domanda che si faceva via via pi consistente, lindustria elettrica andava assumendo una certa corposit. Linvenzione della lampada a filamenti incandescenti che avvenne contemporaneamente, in Inghilterra, a opera di Swan e, negli Stati Uniti, a opera di Edison, il quale port anche innovazioni nei generatori, rese possibile una abbastanza rapida estensione delluso dellilluminazione elettrica. Come per fa notare Court, lelettricit e il petrolio cominciavano a entrare in uso negli anni 1880 e 1890, sebbene essi fossero ancora lontani dallessere pronti a sfidare il carbone e lenergia del vapore.5 Le innovazioni nei cavi e negli isolanti e anche nelle registrazioni del flusso e del consumo contribuirono a diffondere luso dellenergia elettrica.6 Ben presto ci si rese conto che era conveniente localizzare gli impianti di generazione vicino alla sorgente
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DI APERTURA

Diverse fonti primarie di energia vennero trasformate in energia elettrica, segnatamente il carbone e petrolio. Gli impianti idroelettrici consentirono di ottenere unenergia rinnovabile e resero possibile disporre di grandi quantit a condizioni convenienti. Limpresa idroelettrica nota Schumpeter ha incominciato su larga scala nel 1895, quando limpianto delle Cascate del Niagara entr in attivit.7

Ben presto luso dellenergia si estese ai trasporti e a numerose attivit produttive. Proprio nel 1879, quando le prime lampade a filo incandescente vennero messe sul mercato, nellesposizione industriale di Berlino la Siemens mostrava la sua prima motrice elettrica.
Telegrafo elettrico di Morse. Apparecchio per la ricezione dei segnali (L. Figuier, Les grandes inventions anciennes et modernes, Parigi, 1861).

di energia e trasmettere la corrente ai centri di consumo.

Le due tipologie di innovazione tecnologica che hanno caratterizzato le prime due fasi del processo di industrializzazione sono la divisione del lavoro e la meccanizzazione. Entrambe, sia pure a ritmi e con metodi diversi, hanno spinto verso dimensioni sempre pi grandi delle imprese. Questa tendenza stata diversamente interpretata. Per Marx essa destinata a mettere in crisi il sistema concorrenziale necessario a garantire quellefficienza indispensabile per la sopravvivenza del sistema capitalistico. Per Marshall e Pareto la tendenza incontra dei limiti: per il primo per lefficienza dellimprenditorialit (quella dei figli essendo inferiore a quella dei padri fondatori dellimpresa), per il secondo per le diseconomie di scala che comportano i sistemi organizzativi e che finiscono per prevalere sulle economie associate alle diverse tecniche produttive. In effetti, la meccanizzazione ha reso possibile e conveniente omogeneizzare molti prodotti intermedi; si resa pertanto possibile una divisione del lavoro tra imprese. Lacquisto di prodotti intermedi standardizzati da imprese specializzate consentiva la produzione dei beni finali in impianti pi piccoli di quelli necessari quando i prodotti intermedi erano prodotti allinterno (questa tendenza stata studiata da Young).

LI EFFETTI DELLELETTRICIT SUL SISTEMA ECONOMICO.

I cambiamenti tecnologici resi possibili dallelettricit hanno accentuato questa tendenza. Imprese relativamente piccole possono ora operare in modo efficiente grazie alle dimensioni pi ridotte e in genere anche pi convenienti degli impianti. In effetti, come ho sottolineato in alcuni miei saggi, la grande dimensione si giustifica ora, in genere, per ragioni che attengono alla finanza e alla promozione delle vendite e per certe complementariet che si possono stabilire, soprattutto con riguardo alla ricerca, tra diverse produzioni (ci si verifica in particolare per lindustria chimica).

Lo sviluppo della chimica, che si svolge quasi parallelamente a quello dellelettricit e delle sue applicazioni, favorisce anche un certo ridimensionamento delle imprese per quanto riguarda le economie di scala produttive in senso stretto.
ALESSANDRO VOLTA:
DA UNA DISPUTA ACCADEMICA...

J.A. Schumpeter, Business Cycle. A Theoretical, Historical and Statistical Analysis of the Capitalist Process, riassunto con una introduzione di Rendigs Fels, McGraw Hill Book Co, New York, 1964, p.259.
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Macchina a corrente continua di von Siemens e Halske (Meyers Konversations-Lexikon, LipsiaVienna, 1897).

Le tecnologie di conversione delle fonti primarie denergia e di distribuzione hanno finito per rendere convenienti concentrazioni nella produzione e nella vendita dellenergia elettrica. Era anche pi facile per queste imprese ottenere un monopolio in unarea pi o meno vasta. Mi sia consentito a questo punto aprire una parentesi per esprimere un parere che ebbi modo di esprimere quando si discusse della nazionalizzazione delle societ elettriche in Italia. Allora ero favorevole alla nazionalizzazione della rete di distribuzione, non alla nazionalizzazione della produzione: ritenevo infatti che fosse opportuno favorire la produzione di energia per autoconsumo. Il costo allenergia alla fonte facilmente determinabile: i profitti di monopolio possono essere ottenuti pi facilmente con riferimento al processo di distribuzione. Lesigenza sociale di assicurare disponibilit di energia anche ai piccoli centri poteva essere soddisfatta con la nazionalizzazione della distribuzione. I provvedimenti rilevanti per quanto riguarda la produzione di energia sono per ora altri, come avr modo di dire pi avanti.

Cos Schumpeter elenca le caratteristiche principali dei primi sedici anni del terzo dei grandi cicli che sono indicati con il termine delleconomista russo Kondratieff che li studi per primo sia pure con uno schema concettuale un po diverso da quello di Schumpeter che usa la triplice concezione del ciclo economico (breve, medio, lungo) perch consente di meglio individuare, descrivere e interpretare i fatti: Subito dopo linizio del nuovo secolo, la trasmissione a lunga distanza, la corrente trifase, il diffondersi della turbina a vapore, il miglioramento dei motori idroelettrici, la costruzione di impianti idroelettrici e termoelettrici di capacit sempre crescenti, e la vittoria delle stazioni a grande potenza sugli impianti di consumatori industriali divennero le caratteristiche di guida del periodo.8
STRIALIZZAZIONE. Gli effetti dellelettricit sulleconomia e sulla societ sono assai maggiori di quanto appare da questi primi incisivi effetti sulle strutture produttive. Il terzo ciclo di Kondratieff invero, per Schumpeter, caratterizzato dallelettricit, dalla chimica e dai motori. Le innovazioni che caratterizzano queste evoluzioni hanno avuto effetti pervasivi non solo sul sistema economico, ma anche su quello sociale.

Luso dellenergia elettrica nelle varie posizioni ha avuto effetti non solo sulla dimensione delle imprese e quindi sulla struttura delleconomia; ha avuto effetto anche sulla localizzazione: esempio cospicuo la localizzazione dellindustria tessile.

E CARATTERISTICHE DEL NUOVO CICLO DEL PROCESSO DINDU-

I.A. Schumpeter, op. cit., p.258.

Basta pensare agli effetti che i progressi della chimica, della biologia e dellelettricit hanno avuto sullagricoltura e sullindustria per avere un primo quadro delle trasformazioni nel sistema economico. La ridotta dipendenza dalla disponibilit di materie prime in loco ha accentuato il ruolo di altre caratteristiche del sistema socio-economico: le capacit imprenditoriali, lefficienza del sistema finanziario, la qualificazione scolastica e professionale e lampiezza del mercato interno. Anche per questo ha potuto
CERIMONIE
DI APERTURA

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Lo sviluppo troppo rapido ha messo in evidenza squilibri e pericoli, per cui, dopo la seconda guerra mondiale, ci si posti il problema se non sia opportuno porre dei limiti alla crescita. Oggi, con riferimento ai processi dinquinamento, si parla delle condizioni per uno sviluppo sostenibile.

La disponibilit di nuovi beni di consumo di cui le attivit di promozione delle vendite (segnatamente pubblicit) hanno acuito nei consumatori il desiderio, ha influito sulla propensione al consumo che nel lungo periodo sembra avere una tendenza a spostarsi verso lalto, per cui nel tempo la propensione media al consumo non diminuisce, contrariamente a quanto si suppone nellanalisi keynesiana. Si tratta di mutamenti che hanno importanti implicazioni socio-culturali. La prima una certa omogeneizzazione nelle aspirazioni che, insieme ad altri fattori, ha contribuito a modificare larticolazione della societ in classi: si pu parlare credo di una crescente entropia del sistema sociale in associazione a forme sempre pi evidenti dentropia negativa nei sistemi produttivi e finanziari. La seconda, in verit associata alla prima, una crescente aspirazione a una rapida crescita che consenta di aumentare i consumi piuttosto che il tempo libero. In effetti, non ha senso parlare come usavano fare un tempo gli economisti di fabbisogno con riferimento ai vari consumi. Quando comparsa la radio si ritenuto che il fabbisogno fosse una radio per famiglia. Lindustria della radio stata la sola a non risentire della grande depressione in quanto la comparsa di diversi modelli ha indotto una crescita della domanda anche in presenza di redditi decrescenti.

Lo sviluppo dellindustria meccanica in questa fase ha portato alla scoperta di un nuovo bene di consumo durevole che inizialmente apparso come un possibile giocattolo per i ricchi e che, poi, anche per le iniziative di Ford, diventato un consumo di massa: lautomobile. Quanto sia cambiato il modo di vivere con la comparsa di questo bene chiaro a tutti. Altri beni di consumo durevoli si sono aggiunti allautomobile: dalla radio agli elettrodomestici, dalla televisione al computer; la loro comparsa stata possibile proprio dallelettricit.

I cambiamenti pi rilevanti si sono per verificati non tanto nei metodi di produzione, quanto, e soprattutto, nella struttura dei consumi con importanti effetti sulle strutture sociali e sullorganizzazione del territorio.

rafforzarsi il potere economico degli Stati Uniti.

Tramvia elettrica, sistema Sprague (Meyers KonversationsLexikon, Lipsia-Vienna, 1897).

Le fonti primarie di energia sono alcune esauribili (carbone, petrolio e metano) e altre rinnovabili (energia idrica, energia solare, energia eolica, biomasse, energia delle onde e quella dei gradienti termici oceanici). Oggi per i vantaggi che si possono intravedere dalle considerazioni fatte, pi di un terzo delle fonti primarie di energia sono convertite in elettricit. Il consumo di energia fortemente aumentato per i trasporti,
DA UNA DISPUTA ACCADEMICA...

L RILIEVO CHE ASSUME LELETTRICIT COME FONTE SECONDARIA DI ENERGIA: IL PROBLEMA ECOLOGICO.

ALESSANDRO VOLTA:

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Interessi economici spiegano anche lancora insufficiente valorizzazione delle fonti primarie di energia rinnovabili, segnatamente lenergia solare, lenergia eolica e le biomasse. Non dobbiamo

A sua volta, la disponibilit di energia fortemente aumentata sia in seguito alla scoperta di nuovi pozzi petroliferi e di nuovi giacimenti di metano, sia per la possibilit di utilizzare lenergia nucleare. Lenergia che tiene insieme gli elementi del nucleo atomico milioni di volte maggiore di quella che tiene insieme gli atomi nelle molecole. Lenergia che si libera dopo una reazione nucleare , quindi, enormemente maggiore di quella che si pu ottenere con una reazione chimica. Come noto, vi sono due modi per liberare lenergia nucleare: la rottura di nuclei datomi pesanti (fissione) o la fusione dei nuclei datomi leggeri. La prima strada stata la pi esplorata e ha portato alla costruzione delle centrali nucleari: ci anche grazie alle esigenze militari in relazione alle quali sono state promosse le prime applicazioni degli studi sul nucleo; gli orientamenti che finirono per consolidarsi hanno rafforzato questa direzione della ricerca.

il riscaldamento domestico e in connessione alle nuove tecnologie produttive e a tutta una gamma di consumi.

Un faro elettrico nella notte (da D. Bellet, As ultimas maravilhas da sciencia, Rio de JaneiroParigi, 1899, cromolitografia di G. Lasellaz). 38 CERIMONIE
DI APERTURA

La crescita del benessere nelle forme che lavvento del consumismo ha finito per privilegiare e diffondere9 stata possibile grazie alla crescente disponibilit di energia, elettricit in particolare. Ogni medaglia ha il suo rovescio. Il crescente consumo di energia, insieme ad altri fenomeni che sono ad esso associati, come il disboschimento, ha provocato tutta una serie di effetti che hanno riflessi negativi sulla salute e che possono anche mettere in pericolo la vita del pianeta e quindi la stessa sopravvivenza della specie umana.

dimenticare che gli interessi economici finiscono per influire, indirettamente, sugli orientamenti della ricerca; per questo occorre maggiormente incoraggiare le libere attivit di ricerca. Vi motivo per sperare che nel futuro una maggiore attenzione a campi oggi insufficientemente esplorati possa portare a disponibilit di forme di energia meno inquinanti.

A ben vedere si dovrebbe parlare non di ben-essere ma di ben-avere. Si sta diffondendo il convincimento che allorigine di molte nevrosi non siano tanto i fattori scoperti da Freud, quanto altri, in particolare le frustrazioni, che sono associati alle continue insoddisfazioni per il continuo spostarsi verso lalto del livello di aspirazioni.
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Se consideriamo in particolare lelettricit, fenomeni di inquinamento o di deterioramento dellambiente si ritrovano sia nella produzione delle materie prime necessarie al funzionamento delle centrali termoelettriche sia nella diffusione di molti consumi che la disponibilit di elettricit rende possibile. La conversione in

La Linea ferroviaria elettrificata della Jungfrau (da D. Bellet, As ultimas maravilhas da sciencia, Rio de Janeiro-Parigi, 1899, cromolitografia di G. Lasellaz). ALESSANDRO VOLTA:
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Una ricerca, che ho svolto in collaborazione con Enrico Canuto del Politecnico di Torino, i cui risultati, spero, potranno essere

Queste considerazioni lasciano intravedere una riflessione che merita attenzione. Certi orientamenti del progresso tecnico possono consentire anche in corrispondenza dellattuale tasso di crescita della popolazione e degli attuali standard di consumi di ridurre linquinamento. Basti pensare alla progettazione dei nuovi impianti chimici meno inquinanti e alla possibilit, mediante impianti congrui, di ridurre notevolmente linquinamento provocato dalle centrali termoelettriche.

Va poi ricordato che pi razionali soluzioni del problema dello smaltimento dei rifiuti possono portare a una riduzione di alcuni processi dinquinamento e, nel contempo, a una certa disponibilit di energia.

elettricit di fonti rinnovabili (per ora un forte rilievo ha assunto soltanto la produzione idroelettrica) potrebbe ridurre fortemente linquinamento. Per lenergia nucleare vi sono pericoli specifici; anche per questo occorre intensificare le possibilit di valorizzazione delle fonti rinnovabili.

Graham Bell inaugura la grande linea telefonica di Chicago (da D. Bellet, As ultimas maravilhas da sciencia, Rio de JaneiroParigi, 1899, cromolitografia di G. Lasellaz). 40 CERIMONIE
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presto pubblicati, mostra che i fattori che concorrono maggiormente a produrre i processi di inquinamento sono: la crescita della popolazione, gli standard di consumo e levoluzione delle tecnologie. Il primo ha effetti negativi; il secondo oggi il fattore maggiormente responsabile (potrebbe per, nel futuro, in seguito allevoluzione che si pu intravedere per le ragioni di cui diremo fra poco, giocare un ruolo positivo); il terzo, se si verificano alcune evoluzioni, che dovranno essere adeguatamente incoraggiate, pu rilevarsi decisivo nel determinare un processo di sviluppo sostenibile. IL RUOLO DELLELETTRICIT. ormai chiaramente in atto una profonda rivoluzione tecnologica che si manifesta particolarmente con le innovazioni nellelettronica e nellinformatica. I computer comportano un certo consumo di elettricit. I mutamenti che potranno verificarsi in seguito alle varie applicazioni delle nuove tecnologie e ai riflessi sul sistema socio-culturale e territoriale possono rendere possibili riduzioni nei consumi energetici, tali da pi che compen-

ERSO UN NUOVO SVILUPPO.

Unaudizione del Fonografo Lioret (da D. Bellet, As ultimas maravilhas da sciencia, Rio de Janeiro-Parigi, 1899, cromolitografia di G. Lasellaz). ALESSANDRO VOLTA:
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2) Si render quindi necessaria una rivoluzione culturale, sia perch a scuola si dovr imparare a imparare sia perch la scuola dovr essere rinnovata anche per consentire di conseguire un grado e una qualit della cultura quale si richiede per consumare i nuovi prodotti, mantenendo la propria capacit di ragionamento e di scelte autonome: leffetto di questa rivoluzione sui mass media non potr che essere rilevante.

1) Le innovazioni tecnologiche sono destinate a modificare profondamente gli standard di consumo. Il fenomeno Internet solo lavvisaglia. Sono da auspicare evoluzioni che non sommergano lindividuo (leccesso di informazioni ingovernabili potrebbe nuocere allo stesso sviluppo del pensiero). Certo che i consumi sono destinati a ridurre gli spostamenti. Essi, inoltre, richiedono pi tempo libero; la riduzione degli orari di lavoro possibile per le ragioni di cui diremo al punto 4. Il progresso tecnico finir per rendere possibile a tutti beneficiare di questi consumi. Pi che la disponibilit di reddito, sar quella del tempo libero a limitare la possibilit di accesso a questi consumi.

Per non prendere altro tempo, oltre a quello che mi concesso, proceder a indicare le prospettive per noi pi interessanti con affermazioni apodittiche.

Io sono convinto che siamo prossimi allinizio di un nuovo ciclo lungo; forse ora iniziata una fase di crescita ridotta (per lEuropa in particolare, non per altre aree) che precede linizio. Per quanto possa sembrare paradossale, in certi paesi in via di sviluppo una intensa e diffusa applicazione dellinformatica riducendo le ore di lavoro necessarie pu facilitare la crescita, dato il contesto socio-culturale.

Abbiamo gi avuto occasione di ricordare i cicli lunghi; uno schema che Schumpeter utilizza per descrivere i mutamenti nel sistema economico, e rendere possibili quelle spiegazioni che certe concezioni del sistema economico, considerato costante nelle sue caratteristiche essenziali, non consentono: come abbiamo avuto modo di notare tali mutamenti non sono stati senza effetto sul sistema socio-culturale.

Basta una riflessione per avere unidea del significato dei mutamenti in atto. Si supponga che venga meno la disponibilit di energia elettrica: la vita diventerebbe impossibile. A differenza di altre invenzioni, la scoperta dellenergia elettrica ha reso possibile una sequela di innovazioni e di mutamenti nella struttura economica e sociale, in seguito ai quali si prospettano cambiamenti radicali che non hanno solo valenze negative (abbiamo gi accennato al problema ecologico), ma anche valenze positive.

sare gli aumenti dei consumi specifici dellinformatica.

3) Lo stesso concetto di crescita dovr essere rivisto non solo per il crescente rilievo dei servizi, la cui valutazione (particolarmente per quelli pubblici e, in ogni caso, per le economie esterne che si possono generare) solleva problemi specifici, ma anche per il rilievo economico di certi mutamenti (come quelli destinati a conservare lambiente e, con lambiente anche certi consumi
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possibile oggi prevedere come si svilupper il nuovo ciclo. Tutti i settori sono interessati. La possibilit di evoluzioni patologiche non pu essere purtroppo esclusa. Si pensi al sistema democratico. Lo sviluppo dellinformatica pu rendere possibile la democrazia diretta o anche una dittatura stabile senza bisogno del Grande Fratello. La prima alternativa richiede laccettazione di valori comuni, lo sviluppo di forme autentiche di comunicazione, condizioni queste alla cui realizzazione pu contribuire quella rivoluzione culturale cui ho appena accennato.

6) Con riferimento al vecchio sistema e ai mutamenti quali si stanno ora realizzando appare possibile, e per molti auspicabile, la riduzione del ruolo dello stato. Se si considerano le evoluzioni cui si appena accennato, il ruolo dello stato appare essenziale e dovr rafforzarsi. Si tratta per di un ruolo diverso da quello che si verificato nel recente passato, su sollecitazione di vari interessi e poteri: le nuove infrastrutture che sono necessarie perch le potenzialit di sviluppo tecnologico e di espansione dei nuovi consumi (anche quelli legati allambiente) si realizzino non possono essere sostanzialmente il risultato di scelte private. Lalternativa potrebbe essere la concentrazione di un immenso potere che non trova equivalenti nella storia umana nelle imprese che controllano la tecnologia dellinformazione e del calcolo per la soluzione dei vari problemi.

5) Le possibilit di decentramento sia delle produzioni sia dei consumi ridurranno il ruolo dei fattori obiettivi che rendono necessario lagglomerazione urbana. Non detto per che la concentrazione urbana abbia ad arrestarsi. In verit, in relazione a questa possibilit, come in relazione ad altre cui si accenner, si possono verificare evoluzioni patologiche, come purtroppo sono quelle che si prospettano, o evoluzioni atte a migliorare lambiente, sia quello naturale sia quello socio-culturale, come sono quelle che la rivoluzione elettronico-informatica rende possibili e che sono auspicabili.

4) I vantaggi della crescita per lindividuo potranno e dovranno tradursi in aumento di tempo libero piuttosto che in aumento del reddito. Ci nellinteresse sia dei lavoratori che, altrimenti, resterebbero, in gran numero, disoccupati, sia dei produttori dei nuovi prodotti dellinformatica che dallaumento del tempo libero possono attendersi un aumento della loro domanda.

della natura, necessari per compensare quelli legati al computer). Gi si parla di considerare nella determinazione del Prodotto Interno Lordo gli effetti sullambiente.

Va peraltro osservato che il criterio del profitto rilevante non quello dellanalisi neoclassica ma, piuttosto, quello dellanalisi schumpeteriana e della concezione dello sviluppo di sapore darwiniano.
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Si profila un cambiamento pi radicale che potrebbe avvenire con la crescente rilevanza dei servizi che direttamente o indirettamente dipendono da decisioni pubbliche. Ricordo alcune mie discussioni negli anni Settanta con una grande economista, Joan Robinson, che aveva speciali simpatie per il regime cinese. Prevedevo allora che il criterio del profitto avrebbe finito per essere adottato in Cina, convinto, come ero e come sono, che vi sia un nesso tra prevalenza dei consumi privati e criterio del profitto (che solo in certi contesti economici e socio-culturali stimolo allefficienza10). La Robinson era
ALESSANDRO VOLTA:
DA UNA DISPUTA ACCADEMICA...

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Avevo deciso di fermare le mie considerazioni a questo punto per non correre il rischio di allontanarmi troppo dalle argomentazioni scientifiche quando mi giunta (14 marzo) la notizia dellintervento di Hawking a un seminario tenutosi a Cambridge sul futuro della scienza. Hawking prevede che nel nuovo millennio, in seguito alle applicazioni dellingegneria genetica che il criterio del profitto non potr limitare al campo delle piante e degli animali nascer una nuova umanit: gi nei prossimi cento anni si potr avere il bambino senza il pistolino. Una prospettiva che non piace a Hawking, ma che egli crede inevitabile, a meno che non si stabilisca un sistema globale totalitario. Certo la prospettiva non pu essere ignorata anche se oggi, sulla base delle conoscenze scientifiche acquisite, pu sembrare stravagante: cos appare a Dulbecco. Come cento anni fa sarebbero apparse stravaganti molte delle innovazioni che si sono verificate negli ultimi venti

fortemente critica verso questa mia posizione, convinta che la differenza tra la concezione etico-religiosa della Cina e la nostra avrebbe consentito in quel paese uno sviluppo non ancorato al profitto. Purtroppo, prima di morire, Joan Robinson ha fatto tempo a vedere la rivalutazione in Cina del profitto.

Edison presenta il suo grande Cinetoscopio per proiezioni (da D. Bellet, As ultimas maravilhas da sciencia, Rio de JaneiroParigi, 1899, cromolitografia di G. Lasellaz). 44 CERIMONIE
DI APERTURA

Torniamo al nostro tema. Le trasformazioni che hanno avuto inizio con la scoperta dellelettricit hanno valenze per certi aspetti non comparabili con quelle di altri rivolgimenti tecnologici. Lo scienziato, quando ne considera gli effetti, non pu chiudersi nel suo laboratorio. Di Volta dobbiamo quindi ricordare non solo lingegno, non solo lonesta e feconda operativit, ma anche il suo impegno morale.

anni. Pu essere che la nuova umanit possa non essere biologicamente molto diversa da quella attuale per le ragioni cui allude Dulbecco. Si potrebbero per produrre e stabilizzare differenze nelle capacit fisiche e intellettive. Le classi non sarebbero allora un prodotto del sistema socio-economico-politico, ma sarebbero una caratteristica dellumanit sufficiente per poter parlare di nuova umanit. Per quanto ci riguarda, potremo considerare il terzo ciclo lungo come lultimo di una fase in cui il novello Prometeo ha ritenuto di poter governare senza limiti il cosmo. Forse la sostituzione del criterio del profitto con altri che siano pi razionali date queste prospettive potr mantenere un orizzonte storico per altri cicli lunghi.

ALESSANDRO VOLTA:

DA UNA DISPUTA ACCADEMICA...

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GIORNATA

20 MARZO 1999
DI APERTURA A

V
Il Premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia. Gli sfondi dei grafici che illustrano la sua relazione sono tratti dalle tavole Aurore boreali e Forme di nuvole del Meyers Konversations-Lexikon, LipsiaVienna, 1897.

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CARLO RUBBIA PREMIO NOBEL PER LA FISICA


DI
DI

PAVIA

E A

COMO

(DALLUNIVERSIT

VOLTA
PAVIA

ALLA PILA A COMBUSTIBILE COMO)

IN VIDEOCONFERENZA CON

orrei parlare di energia. Perch ho fatto questa scelta? Perch, come giustamente stato ricordato da molti questa mattina, Volta ha davvero cambiato il modo di vedere le cose nel campo dellutilizzazione dellelettricit e questo fatto oggi si riflette in una realt che, a 200 anni di distanza, molto pi complessa, moderna e complicata, dal momento che oggi lelettricit divenuta la forma pi nobile tra le varie forme di energia possibili.

Se Volta stato colui che per primo introdusse lelettricit quale forma utilizzabile di energia, non dobbiamo dimenticare che gli sviluppi successivi dellutilizzazione di energia elettrica hanno visto due altri importantissimi contributi italiani, che vengono essenzialmente da Pacinotti, con la dinamo, e da Galileo Ferraris con il campo magnetico rotante e il trasformatore. Quindi non c dubbio che, nel campo dellingegneria e dellelettricit, vi stato un enorme contributo intellettuale da parte del nostro Paese.

Ora, a 200 anni di distanza, l'elettricit si sta imponendo come un modo preferenziale di trasporto di energia a livello mondiale.

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CERIMONIE

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Ci importante perch come far vedere essa costituisce insieme all'idrogeno, lunico mezzo che permette il trasporto di energia su lunghe distanze senza produrre inquinamento. Non c' dubbio che domani lelettricit dominer incontrastata rispetto a tutte le altre forme di energia utilizzabili: quindi, nel mondo di domani, l'elettricit sta per diventare sinonimo di energia. illustrazione di ci vorrei mostrare due semplici grafici ricavati da risultati pubblicati dalla letteratura scientifica. La Fig.1 mostra ad esempio l'evoluzione del consumo energetico normalizzato al PIL degli Stati Uniti, nonch la frazione di elettricit utilizzata in funzione del totale. Si vede da questa curva che, mentre negli ultimi 100 anni c' stato un notevole miglioramento dell'efficienza energetica, oggi possibile produrre la stessa quantit di ricchezza con la met circa dell'energia prodotta inizialmente, e ci anche grazie e soprattutto al fatto che il consumo elettrico, che all'inizio del secolo era del 10%, gi arrivato al 40% dell'energia totale: cio il 40% dellenergia totale utilizzata negli Stati Uniti lo sotto forma di energia elettrica. Nel grafico successivo (Fig.2) illustrata in modo schematico larticolazione in tre fasi dellutilizzazione industriale dellelettricit.

Questa fase si completata intorno al 1940, con l'inizio della seconda guerra mondiale, e rappresenta all'incirca 1100 kWh pro capite, cio 40 GW di potenza installata per un Paese come gli

La prima fase caratterizzata da una prima curva che si satura, nella quale l'elettricit utilizzata per produrre illuminazione e per far girare i motori pi semplici.

Fig. 1: Consumo energetico normalizzato al PIL e frazione dellenergia sotto forma di elettricit in funzione del tempo, per gli USA (Electricity in the American economy, Sam H. Schur et al., 1990). Fig. 2: Le tre fasi dellutilizzazione dellelettricit. Si noti laumento da 1100 kWh pro capite a 25.000 kWh in meno di 100 anni.

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La seconda fase, che cominciata intorno agli anni Quaranta e si pi o meno completata oggi, ci porta alla utilizzazione dell'elettricit per la refrigerazione, il condizionamento, il riscaldamento, i televisori, i computer e lelettrificazione industriale. Con questa seconda fase siamo gi arrivati, da un consumo dell'ordine del 20% dell'energia totale, a qualcosa che gi il 40% dell'energia totale, pi o meno il risultato di oggi.

Stati Uniti e qualcosa come 180 miliardi di kWh spesi ogni anno.

Vi infine una terza rivoluzione industriale dellelettrificazione, che include i veicoli elettrici, le tecnologie elettriche in generale, il condizionamento dell'aria, i sistemi di automazione dufficio e tutta la tecnologia associata con lelettronica, che dovrebbe nei prossimi 50 anni portare il consumo elettrico al valore straordinariamente elevato di 25.000 kWh pro capite e a un consumo elettrico che potr essere dei due terzi del valore energetico totale.

ggi ci troviamo di fronte a uno straordinario futuro per la Pila. La Pila di Volta come si ricordato in apertura quella dei computer, dei mangiadischi e cos via; la pila di domani invece non sar pi quella utilizzata essenzialmente per far funzionare questo tipo di dispositivi, ma sar certamente la sorgente primordiale di energia per il trasporto: e questo, a mio parere, viene dal fatto che la pila a combustibile il futuro dell'automobile. E perch? Perch l'auto elettrica di oggi - senza pile, con batterie - non competitiva, in quanto gli accumulatori sono pesanti, costosi, hanno scarso rendimento (si scaricano subito) e sono anche pericolosi in caso di incidenti.

Il vero strumento di domani certamente la pila a combustibile, che rappresenta la versione moderna della Pila di Volta, identica ad essa nella sua struttura di base, ma che anzich utilizzare rame e zinco opera con lidrogeno e lossigeno dellaria e produce vapore acqueo. Densit di energia e peso sono uguali a quelli per il motore a scoppio: quindi si pu, per chilogrammo di massa di pila, riuscire a produrre la stessa energia che contenuta in un motore a scoppio ordinario; inoltre l'efficienza energetica alta, pi del 40%. Non ha parti mobili, non produce inquinamento e non produce rumore. Sono perci convinto che nel futuro ci sar una pila, fatta delle dimensioni del motore di un'automobile, che potr risiedere dentro al cofano, e al cui interno si produrr la reazione chimica di trasformazione tra lidrogeno prodotto esternamente e lossigeno dell'aria con emissione di vapore acqueo. Che cosa vi pu essere di meglio?

Questa, a mio parere, una rivoluzione importante. I problemi aperti non sono molto grandi; il costo, essenzialmente, elevato ma dovrebbe essere controllabile con la produzione di massa. Ci si aspetta di ottenere un costo dellordine di 50 dollari per kW di potenza. Un altro problema fondamentale che la pila a combustibile
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Esistono anche altri nuovi sistemi veramente interessanti in fase di sviluppo, come lassorbimento di grandi quantit di idrogeno in matrici di grafite. C' pertanto un futuro tecnologico a mio parere importante, che rappresenter la soluzione per i prossimi decenni. Vedremo la Pila di Volta, rinnovata a 250 anni di distanza, come la sorgente pi importante e fondamentale di energia, anche per applicazioni normali come l'automobile. Questo il mio pensiero e anche il mio augurio.

richiede dell'idrogeno, che difficile da trasportare e difficile da distribuire; oggi, se vogliamo mantenere il combustibile liquido, esiste un'alternativa: utilizzare del metanolo e trasformare poi con una reazione locale, all'interno del veicolo, il metanolo in idrogeno da utilizzare nel sistema.

Evidentemente l'elettricit non null'altro che un vettore di energia pi importante degli altri, come abbiamo visto. Questo fatto conduce a soffermarsi brevemente sul problema dell'energia in quanto tale.

Lelettricit un mero veicolo della produzione energetica; il problema a monte quello della fonte primaria di energia, che si

Il problema vero evidentemente quello delle fonti primarie di energia.

orrei fare alcuni brevi commenti sulla situazione del settore energetico, per illustrare come si sia passati da un mondo di estrema semplicit, allattuale mondo estremamente complesso: veramente impressionante vedere come in 200 anni i problemi possano cambiare per arrivare al punto in cui ci troviamo oggi, con la globalizzazione e tutto il testo.

Fig. 3: Il consumo dei fossili fino al suo esaurimento rappresenta una minima fase dellavventura umana, ma un grande dispendio per le risorse planetarie. In quale modo gestiremo la transizione e quale energia prepariamo per il futuro?

1 t Carbone 1 t CH2 1000 m CH4


3

3,5 t CO2 3,0 t CO2 2,0 t CO2

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La domanda da porsi che cosa succeder dopo. Vi inoltre un altro argomento molto importante da considerare: oggi, a parte la disponibilit delle fonti primarie, esiste anche la preoccupazione ambientale. Infatti i limiti che i requisiti di tipo ambientale impongono all'uso di certe forme di energia e in particolare dei combustibili fossili saranno ben pi stringenti di quanto non lo sar la loro disponibilit in natura. In questo senso, il grafico della Fig.3, che considero abbastanza interessante, riassume bene, dal mio punto di vista, la situazione.

I fossili oggi carbone, petrolio e gas sono la sorgente primordiale di energia: queste fonti sono assai limitate e dovrebbero continuare ad eccezione del carbone per altri 40/60 anni.

pu chiamare il motore della civilt industriale.

Fig. 4: Proiezioni della crescita demografica.

Il grafico illustra il consumo energetico del pianeta in miliardi di tonnellate/anno di combustibili fossili in funzione del tempo. Ho cercato di rappresentare in questo diagramma linsieme della nostra civilt: sono perci partito da Omero, dallEgitto, dalla Grecia, da Roma, dallinizio dellera cristiana e dalla scoperta dell'America. Quando si arriva alla rivoluzione industriale si produce uno strettissimo, impressionante picco, che presto si estingue per mancanza di risorse, almeno di quelle stimate; esso dura circa un centinaio di anni, periodo durante il quale si consuma tutta l'energia fossile del nostro Pianeta accumulata in centinaia di milioni di anni. Quindi, dato che ogni anno noi bruciamo lequivalente di un milione di anni di risorse naturali accumulate che sono assolutamente uniche nel nostro pianeta, cosa succeder poi? Come potranno le future generazioni produrre la loro ener-

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CERIMONIE

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gia, in quale modo riusciranno a mantenere il benessere economico e sociale?

Si tratta, per me, di questioni molto importanti da lasciare come messaggio, soprattutto oggi, che ci proponiamo di riflettere sulla scienza, sull'applicazione industriale e sul loro impatto sulla nostra societ, su quanto la scienza e la tecnologia devono e possono permetterci di fare. Non si pu evitare daltronde di porsi il problema della crescita demografica nel nostro pianeta. Di fatto negli anni passati, negli anni dei Club di Roma, creato da Aurelio Peccei, questi aspetti erano considerati come un fenomeno dirompente, esplosivo: infatti, si diceva, abbiamo di fronte una curva esponenziale, e questa curva esponenziale per definizione imbattibile; ci sar perci la crisi, la fine dell'utilizzo ecc.. Oggi la situazione molto diversa, la previsione che per il dato di crescita demografica che l'elemento fondamentale del consumo energetico sembra di poter ipotizzare una saturazione intorno a un valore dellordine di 8-10 miliardi di persone, e persino una successiva diminuzione (Fig.4). Quindi non c' pi davanti a noi il rischio, la paura, la preoc-

l problema vero quale energia debba seguire a questa specie di rapido flash di combustione dei composti fossili. Vorrei qui sottolineare che il consumo dei fossili fino al suo esaurimento rappresenta una piccolissima fase dell'avventura umana, ma un grande dispendio per le risorse planetarie. In quale modo gestiremo la transizione e in quale modo prepareremo il futuro?

Fig. 5: Fabbisogno energetico pro capite nel 1990, per regione geografica.

CIS

UE

Africa subsahariana

Medio Oriente e nord Africa

Europa occidentale

Paesi del Pacifico

Asia meridionale

Nord America

America Latina

Mondo

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Mondo, intorno allanno 2100

Una stabilit di questo genere, unita alla fine del pericolo delle guerre, definir la stabilizzazione dello sviluppo e quindi un nuovo ciclo di investimenti. In questo quadro ci si pu porre la domanda di come l'energia potr agire; l'energia necessaria per il progresso umano, per la qualit della vita, e perci possibile che una crisi energetica provochi una crisi destabilizzante di dimensioni maggiori proprio allinterno di questo sistema che ora cominciamo a vedere pi stabile di quanto ritenevamo allinizio. n questo quadro non dobbiamo dimenticare che in campo energetico le costanti temporali sono molto lunghe; per esempio la vita di un reattore nucleare di 40-50 anni, e quindi se oggi pensiamo a una soluzione dobbiamo immaginare qualcosa che nascer nel 2020 e andr avanti per 60 anni. Stiamo perci parlando di scelte energetiche che condizioneranno il futuro del nostro Paese, dell'Europa, del pianeta fino alla fine del secolo. Quindi, considerata la vita di questi impianti, di fatto noi stiamo definendo il corso dellintero prossimo secolo.

cupazione della transizione esplosiva. Siamo convinti che effettivamente il problema demografico si stabilizzer.

Fig. 6: Previsioni del consumo energetico globale.

La prima domanda da porsi : quanta energia consumiamo? Lenergia il prodotto dell'energia consumata da ciascuno per il numero delle persone. Oggi ci troviamo di fronte a una grandissima disparit del consumo energetico nel mondo. Come mostra la Fig.5, che illustra il consumo di energia in termini di tonnellate di petrolio equivalenti/anno pro capite per diversi Paesi nel 1990, l'americano in generale consuma in un anno 8 tonnellate di petrolio equivalente, che rappresentano all'incirca 100 volte il proprio

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CERIMONIE

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peso: ci significa che ogni 3 giorni un americano consuma il proprio peso sotto forma di petrolio. Noi europei occidentali siamo un po pi bravi, fermandoci al livello di circa 3 tonnellate di petrolio/anno.

Se invece consideriamo la situazione nel Sudest asiatico o nel Pacifico, vediamo che questo numero estremamente piccolo: intor-

Fig. 8: LAgenzia Internazionale per lEnergia (IEA) prevede un calo della produzione mondiale di grezzo tradizionale a partire dal 2015. Il grafico mostra inoltre la domanda globale di petrolio, la produzione di grezzo da parte di Paesi OPEC del Medio Oriente e quella degli altri Paesi.

Fig. 7: Modelli di evoluzione dellintensit energetica.

Domanda globale di petrolio

Produzione mondiale grezzo

Grezzo (produzione OPEC, Medio Oriente)

Grezzo (produzione altri Paesi)

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Si vede qui che fra 100 anni, tenuto conto della crescita demografica e attestandoci su un consumo pro capite di 2-4 tonnellate di petrolio equivalente (che una media ragionevole di quanto oggi avviene nei diversi paesi) si arriva a previsioni di consumo globale di circa 30-50 gigatonnellate di petrolio equivalente, pari a un consumo 3 o 4 volte superiore allattuale.

Questa situazione non pu tuttavia durare per sempre. Ci si porter quindi verso una situazione media con un consumo di circa 2-4 tonnellate equivalenti di petrolio a testa. Se perci si moltiplica questo valore per il numero di persone che costituisce la popolazione, ne esce la previsione della Fig.6.

no a 0,39. un po' come dire che ciascuno mangia in media mezzo pollo, mentre c' chi ne mangia due e chi non ne mangia nessuno.

Vediamo brevemente quali saranno le forme di questa transizione da gestire in maniera ragionevole. I consumi saranno pi o meno dell'ordine di 2-4 tonnellate di petrolio equivalente per anno. I costi saranno quelli che determineranno il processo, e va tenuto presente che quali che siano le altre considerazioni la migliore energia sempre quella pi a buon mercato. I fattori esterni saranno molto importanti, in particolare lo sar quello ambientale. Per esempio, un nuovo elemento del bilancio energetico inesistente 20 anni fa rappresentato dalla carbon-tax (tassa sul carbone), e pertanto il problema di quanto i combustibi-

uello attuale un fenomeno di transizione, nel senso di un passaggio dal nostro attuale livello a uno nuovo, a partire dal quale le cose resteranno pi o meno stabili. Si tratta quindi di gestire questa transizione.

Fig. 9: Resa del fotovoltaico per area geografica. 54

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li fossili potranno continuare a essere utilizzati dipender anche da fattori del genere. Di fatto si constata che diversi modelli sono del tutto arbitrari; ci dimostra la confusione che ne deriva: non chiaro ad esempio quanto carbonio si utilizzer tra 100 anni. Alcuni modelli danno un valore pari a quello attuale, altri affermano che vi sar un rapporto di un quinto dell'energia utilizzabile. Vediamo ora il problema dellintensit energetica (Fig.7)

Il vero problema deriva essenzialmente come vedremo da due fattori. Molto dipende da come si gestir la transizione, finch cio non si completer la fase dell'utilizzazione dei fossili; i fossili non spariranno alla fine della transizione, ma vi saranno notevoli differenze tra i Paesi in via di sviluppo e i Paesi avanzati, dal momento che i Paesi industrializzati utilizzeranno nuove tecnologie e riusciranno a produrre energie innovative, mentre i Paesi in via di sviluppo saranno obbligati a disporre di mezzi pi semplici e quindi a bruciare carbone. Non vi una situazione di emergenza, ma vi sono solo due fatti importanti:

2) l'esaurimento del gas. Vi sono ad esempio previsioni in base alle quali i combustibili fossili cominciano gi ora, in un certo senso, a diminuire; questa ad esempio la valutazione

1) lesaurimento dell'uranio 235, che l'elemento chiave per i reattori classici, nucleari ordinari (nei reattori ordinari si utilizza solo uranio 235, che lo 0,7% del materiale contenuto nel reattore iniziale); questa forma energetica certamente finir all'incirca alla met del secolo prossimo;

Fig. 10: Energia solare e superficie necessaria per gli impianti (per Paese). DALLA PILA
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Da un lato, quindi, non c' motivo di panico: non vi saranno transizioni drammatiche e il mondo di domani sar un mondo perfettamente accettabile. Ci nonostante, sia l'uranio naturale dei reattori sia soprattutto le fonti combustibili di fossili arriveranno alla fine, per esaurimento o per effetto di leggi come la tassa sul CO2. La domanda che si pone : quali energie per il futuro? nalternativa data dalle energie rinnovabili. Pur avendo un ruolo importante di supporto, difficilmente pensabile che le energie rinnovabili possano divenire il principale motore dell'energia mondiale. Questo si dimostra sulla base di

La domanda rappresentata dalla curva a tratteggio continuo, la curva a coppie di punti descrive la capacit di produzione. Gi intorno al 2010-2020 si prevede uno scollamento tra la crescente domanda di combustibili di questo genere, soprattutto da parte dei Paesi in via di sviluppo, e la possibilit di rendere disponibili queste risorse.

dell'International Energy Agency, illustrata dalla Fig.8.

Fig. 11: LItalia e le energie rinnovabili. Popolazione: 55 milioni; consumo energetico: 30 TOE pro capite; energia totale: 6,9.1018 joule; potenza equivalente media: 219 terawatt. Energia solare: flusso annuo 1709 kWh/m2; potenza media 19,4 W/m2; superficie delle celle 11.200 km2; installazione (celle x 4) 44.800 km2; met del fabbisogno nazionale 22.400 km2. Ne derivano costi e impatto ambientale esorbitanti. 56 CERIMONIE
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considerazioni di carattere quantitativo. Supponiamo di voler soddisfare i consumi odierni di combustibile fossile, che sono di 300EJ. Se vogliamo farlo con il fotovoltaico (Fig.9 e Fig.10), e prendiamo la localizzazione pi favorevole cio la massima esposizione con unefficienza del 10%, ovvero con un quarto della superficie coperta dai captatori ci vorrebbero 700.000 chilometri quadrati. Se lo volessimo fare con leolico e andassimo a cercare siti di classe 4 (nella classificazione da 1 a 5, questa una classe che gi in Italia non esiste) e utilizzassimo pali di 50 metri di altezza e pale di 33 metri di diametro con una spaziatura di 50 metri lineari e di 500 metri in altre direzioni, a conti fatti ci vorrebbero 7 milioni di chilometri quadrati. Se vogliamo confrontare tutto ci con un riferimento concreto, dobbiamo ricordarci che il totale coltivato nel mondo di 10 milioni di chilometri quadrati e che la superficie nel nostro Paese di 300.000 chilometri quadrati.

Ci dobbiamo a questo punto domandare quali sono le rimanenti alternative. Come ho detto, il nucleare classico non rappresenta un'alternativa, perch la quantit di uranio 235 che rimane oggi del tutto insufficiente a sviluppare abbastanza energia per poter essere un valido sostituto.

i sia consentita unaltra importante considerazione in merito alla questione delle nuove energie rinnovabili (Fig.11). Nel nostro Paese la popolazione di circa 55 milioni di persone, che consumano 3 tonnellate di petrolio equivalente a testa. Se si considera lirraggiamento solare sul nostro pianeta e calcoliamo il potere di conversione, si ricava che, per soddisfare met del fabbisogno nazionale energetico, c bisogno di 22.000 chilometri quadrati di superficie. Ci significa che dovremmo collocare su tutta la Sicilia o su tutta la Sardegna celle solari. Laltro problema , evidentemente, quello dell'impatto ambientale e dei costi, perch coprire una simile superficie di questo materiale non semplice.

Daltra parte ci troviamo di fronte al grafico di Fig.3, con quellenorme flash di consumo energetico che dissipa in tempi brevi milioni di anni di accumulo, con una chiara e prevista fine del processo fra 50-60 anni, salvo variazioni attribuibili ad esempio alle politiche di contenimento del CO2. redo che, a questo punto, il cerchio si chiuda. Dobbiamo tornare indietro l dove partito Volta: dobbiamo cio ricominciare daccapo e riflettere. La parola chiave : ricerca.

L'unica risposta per me possibile infatti che questa nuova forma di energia non pu non venire che da un rinnovato ruolo della scienza e della ricerca fondamentale, nel tentativo di rispondere al bisogno primario della nostra societ umana, che disporre di sufficienti energie a sostegno della vita e della civilt.
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Vorrei perci concludere in questo modo: oggi forse la migliore delle energie rinnovabili ancora nelle nostre mani, di cui possiamo sperare che diventi la sorgente del futuro, essenzialmente l'innovazione. Preparare il futuro energetico del pianeta un obbligo per la scienza e per la tecnologia, oltre che per una societ civile come la nostra.

Giornata inaugurale a Como (20 marzo 1999). In basso: Le contesse Ippolita e Piera Volta salutano il presidente del Comitato Promotore di Como e sindaco di Como, Alberto Botta. A destra: Il tavolo dei relatori al Teatro Sociale. Da sinistra: Piero Maranesi, Marco Citterio, Alberto Botta, Giuliano Sala, Luigi Dadda, Antonio Spallino, Sergio Pozzi, Giuliano Pancaldi, Andrea Silvestri, Giulio Casati. Sul grande schermo, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni rivolge il suo saluto dapertura alle sessioni di Como e di Pavia.

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CERIMONIE

DI APERTURA

GIORNATA

20 MARZO 1999
GIULIANO PANCALDI
DI APERTURA A

COMO

n un futuro prossimo, molto probabilmente, la nostra epoca sar chiamata et dellelettricit. Siamo abbastanza consapevoli di ci: le tecnologie che ci circondano ce lo ricordano ogni giorno. Ma non ci interroghiamo spesso su come siamo entrati in questepoca della storia umana.

ALESSANDRO VOLTA FILOSOFO NATURALE E SCIENZIATO


TEATRO SOCIALE, COMO

Illuminista convinto eppure contrario a ogni declamazione astratta sulla scienza; ottimo fisico teorico eppure celebre soprattutto per le sue invenzioni di elettricista applicato; molto probabilmente il pi grande degli scienziati italiani dopo Galileo, eppure incapace di citare Galileo pi di una volta nei dodici volumi delle sue opere, Volta ci costringe a modificare gli schemi consueti delle nostre riflessioni sui rapporti tra scienza e filosofia. E si tratta di correzioni importanti, che non investono soltanto il caso di Volta.

Figlio della settecentesca et dei lumi e uno dei fondatori della scienza dellelettricit, Volta ha molte caratteristiche che rendono istruttivo un viaggio in sua compagnia alle origini dellet scientifica in cui viviamo.

Nella mia relazione considerer i rapporti tra filosofia e scienza quali emergono da uno studio della personalit intellettuale e dellopera di Alessandro Volta.

Osservare che let dellelettricit cominciata oltre due secoli fa, in unepoca che amava definirsi filosofica e illuminata, ma che non sospettava neppure che potessero darsi meraviglie per noi familiari come lilluminazione elettrica, pi di una curiosit storica. Adottare una prospettiva di lunga durata sullet dellelettricit pu aiutarci a comprendere meglio lintreccio tra cultura, scienza e tecnica, al di l delle vicende parziali, frammentarie che sembrano tipiche delle trasformazioni intellettuali e tecnologiche di oggi.

Giuliano Pancaldi.

mia convinzione anzi che, studiando la vicenda intellettuale di Volta, possiamo comprendere meglio in che termini si pone nellet dellelettricit ancora oggi il problema dei rapporti tra scienza e filosofia. Volta in effetti una figura emblematica di una trasformazione fondamentale prodottasi tra Sette e Ottocento. Si tratta del passaggio dal filosofo naturale dellet classica della rivoluzione scientifica, che aspira a una visione unitaria del mondo, allo scienziato che ci familiare oggi, con la sua propensione per lo specialismo, la sua reticenza sulle questioni filoso59

Utilizzando alcuni indizi che ho trovato tra le carte di Volta che risalgono al 1799, vi proporr uninterpretazione nuova del processo che ha portato Volta alla Pila. E vi mostrer che la Pila un caso emblematico di come la scienza e la filosofia di Volta cooperarono insieme alla realizzazione di uno strumento dalle conseguenze straordinarie e impreviste. Vi mostrer che la Pila il prodotto della compresenza, in Volta, del filosofo e dello scienziato. Dunque, anzitutto, alcune informazioni su Volta filosofo naturale.
A FORMAZIONE DEL FILOSOFO NATURALE.

Per comodit, ho organizzato il nostro viaggio in compagnia di Volta alle origini dellet scientifica e tecnologica in cui viviamo in due tappe. Nella prima ripercorrer brevemente la formazione di Volta come filosofo naturale dellet dellIlluminismo: una premessa indispensabile per largomentazione che intendo svolgere. La seconda tappa ci porta invece nel vivo della vicenda che al centro della mia relazione. Questa seconda parte potrebbe intitolarsi Volta: il filosofo e le macchine.

In Volta questa trasformazione dal filosofo naturale allo scienziato ancora parziale, in divenire. una trasformazione scandita dal successo straordinario delle nuove macchine che accompagnano le sue conquiste intellettuali. Per questo la figura di Volta importante per comprendere le aspirazioni e le tensioni che caratterizzano i rapporti tra scienza, filosofia e tecnica a due secoli dal nostro ingresso nellet dellelettricit.

Poich Volta ha vissuto in prima persona questo passaggio dal filosofo naturale allo scienziato, la sua figura pu aiutarci a capire una tensione che segna profondamente, anche oggi, i rapporti tra scienza e filosofia: la tensione tra il desiderio del filosofo di raggiungere una visione unitaria del mondo, e il desiderio dello scienziato di perseguire saperi particolari, verit locali, foriere di quelle applicazioni che dai tempi dellIlluminismo hanno plasmato la nostra civilt.

fiche, la sua attenzione per le applicazioni utili.

Alessandro Volta ricevette uneducazione irregolare ma ricca di suggestioni, che lo resero sensibile alla cultura dellIlluminismo diffusa a met Settecento in tutta Europa. Allora i classici latini erano ancora lasse portante di ogni formazione. Volta li studi privatamente, prima con laiuto dei molti membri della famiglia appartenenti a questo o a quellordine religioso, poi per poco pi di un anno nel collegio dei Gesuiti di Como. Qui come era consuetudine studi anche molta filosofia, che allora comprendeva dosi abbondanti di matematica, geometria e soprattutto scienze naturali.

Superata intorno ai diciassette anni una fase religiosa che ad alcuni parve tale da indurlo ad entrare nellordine di SantIgnazio, Volta cominci a coltivare interessi daltro genere. Tra i classici sinnamor del laico Lucrezio che era presente nella biblioteca dei Gesuiti di Como e tra i moderni cominci a studiare
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soprattutto gli esponenti dellIlluminismo filosofico e scientifico europeo, anchessi ben rappresentati nelle biblioteche della citt. Una buona conoscenza del francese che era allora la lingua franca dellaristocrazia, come pure dei mercanti e degli intellettuali e presto anche una discreta conoscenza dellinglese e del tedesco, misero Volta in contatto diretto con gli autori che stavano diffondendo la realt e insieme il mito di unepoca nuova, che si voleva pi illuminata di tutte le epoche precedenti.

Nel frattempo aveva esteso le sue letture alle opere dei seguaci settecenteschi di Newton, soprattutto Benjamin Franklin, protagonista della rivoluzione americana e autore di manuali di successo su temi come Larte di farsi ricco. Aveva, come Franklin, scelto lelettricit quale campo principale di studio e aveva letto i lavori ormai classici sullargomento. Forte di queste letture e della sua ambizione, aveva pubblicato un primo trattato di fisica teorica sulla forza attrattiva del fuoco elettrico, in cui si trovavano tracce delle idee di un altro seguace di Newton, il gesuita Roger Boscovich, attivo nei circoli lombardi, e aveva stabilito contatti epistolari diretti con alcuni grandi esperti di elettricit della generazione precedente alla sua. Infine aveva messo a punto e divulgato la sua prima fortunata macchina: lelettroforo perpetuo o portatore inesauribile di elettricit.

Cos, aderendo alla cultura illuministica e inserendosi con intraprendenza nei circoli lombardi che lavevano adottata, senza avere alle spalle un corso regolare di studi Volta si trov a sovrintendere come funzionario e professore di fisica alla trasformazione in scuola pubblica dellantico collegio dei Gesuiti di Como in cui aveva compiuto i primi passi di filosofo naturale.

Let nuova di cui il giovane Volta si sentiva partecipe era unepoca in cui, secondo i suoi propugnatori, per bandire le antiche superstizioni listruzione doveva essere diffusa, in cui la pubblica amministrazione doveva dare prova di efficienza a favore dellagricoltura e dei commerci, e insieme prevenire le tensioni sociali pi acute. Erano questi gli obiettivi proclamati da molti amministratori al servizio dellimpero austriaco cui apparteneva allora la Lombardia. Tra costoro spiccavano personaggi come il ministro Carlo di Firmian, munifico protettore delle arti (nella sua casa milanese suon il giovane Mozart) e delle scienze utili a vantaggio dei commerci e della pubblica amministrazione. Firmian seppe apprezzare anche il giovane Volta, e favor il primo, decisivo tratto della sua carriera pubblica.

Nel frattempo Volta aveva anche coltivato e continuer a farlo per una parte della vita leducazione dei sensi, verso cui lo spingevano una grande vitalit e alcune consuetudini comuni alla nobilt lombarda cui apparteneva. Musica, teatro, feste erano per il giovane Volta occasioni frequenti quanto lesercizio della sua straordinaria arte di dimostratore delle esperienze di elettricit, con cui sapeva intrattenere lo stesso pubblico delle sue frequentazioni mondane. Nellet dellIlluminismo lelettricit era insieme una scienza nuova e un fenomeno alla moda nei circoli intellettuali e nei salotti.
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Labilit di dimostratore delle meraviglie dellelettricit, le macchine fortunate, la sicurezza che gli derivava dal retroterra aristocratico e insieme dal presentarsi come funzionario al servizio dellamministrazione austriaca e, dal 1778, professore nella pi prestigiosa universit dellImpero, Pavia, assicurarono a Volta attenzione e successo nelle accademie e nei circoli scientifici di Parigi, Londra, Vienna e Ginevra in occasione dei suoi molti viaggi, non meno che a Como, Milano e Pavia.

A poco pi di trentanni il giovane filosofo educato dai preti e dai gesuiti, ma presto lucreziano e illuminista per scelta personale e collettiva, era diventato lesperto di un nuovo, intrigante settore dellantica filosofia naturale, la scienza dellelettricit, e si era trasformato in un rispettato professore e funzionario, informale ma efficace ambasciatore viaggiante della Lombardia austriaca nellEuropa dei lumi. Con queste rapide notizie sulla formazione di Volta, disponiamo di alcune informazioni utili per entrare nel vivo del tema che ci interessa pi da vicino: i rapporti tra scienza e filosofia, tra Volta filosofo e le sue macchine.

I tratti salienti della personalit scientifica di Volta possono essere descritti considerando alcune immagini che circolavano di lui tra i contemporanei. Queste immagini, come vedremo, oscillavano tra due poli piuttosto lontani luno dallaltro. La complessit che ne deriva istruttiva per comprendere i rapporti tra scienza e filosofia nella personalit di Volta.

L FILOSOFO E LE MACCHINE.

Per questi estimatori, di Volta contavano le teorie e i concetti non meno che le invenzioni di successo e gli esperimenti brillanti. Per questi stessi estimatori gli scritti di Volta, copiosi ma disorganici, avrebbero potuto essere riordinati facilmente a formare un compiuto sistema della scienza elettrica, concepita come un nuovo, importante capitolo della universale filosofia della natura delineata da Newton.

Per costoro Volta aveva la statura intellettuale, le competenze e la visione dinsieme che ci si aspettava da un autentico filosofo naturale dellet della rivoluzione scientifica; qualit che egli aveva applicato allelettricit con risultati paragonabili a quelli ottenuti da Newton nel campo della meccanica e dellastronomia.

Per alcuni contemporanei Volta era, gi negli anni ottanta del Settecento, il Newton dellelettricit, colui che aveva saputo spiegare in modo razionale il vario e ingannevole mondo dei fenomeni elettrici, sui quali personaggi come Newton avevano gettato appena uno sguardo.

Secondo altri contemporanei, invece, Volta era soprattutto un virtuoso della fisica, un abile inventore e dimostratore di esperienze elettriche, qualcosa a met tra il filosofo naturale e gli artigiani e i dilettanti che circolavano negli ambienti intellettuali dellet dellIlluminismo. Per questi critici, che spesso letteralmente non vedevano loriginalit e limportanza delle nozioni introdotte
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da Volta nella scienza dellelettricit, le sue macchine, anzich una conseguenza della sua originalit intellettuale, erano un prodotto del virtuosismo, della vocazione operativa, sperimentale e applicata, cui si stentava a riconoscere dignit filosofica. Come succede spesso, le immagini contrastanti che i contemporanei si erano costruite di Volta coglievano ognuna qualcosa della sua personalit e insieme trascuravano altri aspetti importanti. Soprattutto e questo spiega lapparente contraddittoriet di quelle immagini si continuavano a misurare i meriti di Volta con dei parametri che non corrispondevano pi alla realt in trasformazione dellantica impresa nota come filosofia naturale. Se si tiene conto di queste trasformazioni in corso, Volta non era propriamente n il Newton dellelettricit, n tantomeno un semplice inventore. Era invece una complessa, dinamica combinazione di queste due cose insieme. Chi aveva ragione?

Ma come convivevano in Volta queste due anime, quella antica del filosofo naturale e quella emergente dello scienziato? Soprattutto, che parte hanno avuto queste due anime nella pi grande scoperta di Volta, la Pila? Fu il Volta filosofo o il Volta scienziato a inventare la Pila?
A

Per queste caratteristiche, che si trovavano insieme nella sua figura, Volta assomiglia di pi agli scienziati dellOttocento e a quelli del nostro tempo che ai protagonisti della prima rivoluzione scientifica. Per questo la sua opera e le sue invenzioni lo collocano, ancor pi di Galileo e Newton, direttamente alle origini dellepoca scientifica e tecnologica alla quale apparteniamo. Per questo non dobbiamo stupirci troppo delle sue rare citazioni di Galileo.

Era stato educato per nutrire le ambizioni del filosofo naturale e della tradizione newtoniana, ed era un inventore geniale e come tale apprezzava labilit dei costruttori di strumenti e degli artigiani che amava frequentare. Le qualit di Volta come sperimentatore e inventore di nuove macchine non erano meno importanti del suo desiderio di lanciare uno sguardo dinsieme sul mondo naturale, come volevano gli antichi filosofi, e di fondare una scienza unitaria della natura, come suggeriva il modello di Newton.

PILA. La mia risposta a questa domanda : luno e laltro insieme. Volta non avrebbe costruito la Pila se le due anime del filosofo naturale e dello scienziato non avessero interagito da vicino, in modo spregiudicato e straordinariamente creativo. Mi propongo di dimostrarvelo con alcune testimonianze inedite sul processo che port Volta alla costruzione della Pila.

noto che alcune premesse della Pila possono essere rintracciate nella controversia che aveva opposto Volta a Galvani sul tema dellelettricit animale. Quella controversia era una tipica controversia di filosofia naturale. Durante la controversia Volta
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noto anche che la teoria del contatto tipica di Volta filosofo naturale era gi ben sviluppata nella sua mente intorno al 1793. Ed a tutti noto che la Pila fu costruita da Volta soltanto sei anni pi tardi, sul finire del 1799.

Per dimostrare questo principio filosofico prima ancora che scientifico Volta aveva sviluppato una sua precisa teoria, la teoria del contatto. Una teoria che presentava il contatto tra sostanze diverse come la causa universale del movimento del fluido elettrico; una teoria che Volta basava su una serie ricchissima di esperienze sulle deboli elettricit messe in movimento, come egli diceva, dal contatto tra sostanze diverse.

aveva sostenuto il principio che, se esisteva un fluido elettrico (come si diceva allora) in natura, questo doveva essere il medesimo e doveva essere soggetto alle stesse identiche leggi nel mondo fisico come nel mondo vivente.

Per chi ritiene che la teoria del contatto e dunque la filosofia naturale di Volta possa spiegare da sola la Pila, questi sei anni di ritardo sono difficili da spiegare. Tanto pi che la teoria del contatto non sub modificazioni rilevanti in quei sei anni. solo nel 1799 che, accanto a Volta filosofo naturale, entr di nuovo in scena il Volta scienziato e le due anime di Volta interagirono in un episodio poco noto, che ho messo in luce qualche tempo fa studiando i diari di laboratorio di Volta. lepisodio decisivo per la costruzione della Pila. Lo riassumer brevemente.

La teoria del contatto, da sola, non bastava per costruire la Pila.

Quando la rivista di Nicholson arriv sul tavolo di Volta, Volta vi trov un articolo del direttore in cui si parlava di due cose che stavano molto a cuore a Volta. La prima era lelettroforo, la sua prima invenzione, vecchia ormai di una ventina danni, ma alla quale era naturalmente affezionato. La seconda era invece una questione di attualit: lelettricit animale. In quellarticolo Nicholson faceva una proposta curiosa e intrigante soprattutto per Volta. Nicholson suggeriva di imitare il pi noto dei pesci elettrici, la torpedine, costruendo una macchina elettrica che combi64 CERIMONIE

Volta aveva diverse buone ragioni per abbonarsi alla pubblicazione di Nicholson: nella Londra di Nicholson aveva riscosso alcuni dei suoi maggiori successi personali e recentemente da Londra gli era pervenuto un importante riconoscimento della Royal Society. Soprattutto, Nicholson era come Volta uno dei protagonisti della caccia alle elettricit deboli: una delle specialit in cui Volta aveva dato le dimostrazioni migliori del suo virtuosismo di sperimentatore.

A un certo punto nel corso del 1799, mentre la teoria del contatto ristagnava, arriv a Volta da Londra una rivista inglese alla quale era abbonato. Si trattava di una pubblicazione diretta da William Nicholson. Nicholson apparteneva alla schiera di scienziati, inventori, costruttori di strumenti e professori indipendenti di scienze naturali che vivevano in una Londra piena di fermenti e capitale di una nazione che stava sperimentando la prima rivoluzione industriale.

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nava insieme tanti elettrofori di Volta.

Volta sapeva bene che le scosse prodotte da alcuni pesci erano di natura elettrica. Su questo convenivano la maggioranza degli esperti del tempo. Volta daltra parte, a differenza di Nicholson, aveva alle spalle sette anni di ricerche sul galvanismo e sulla sua teoria del contatto: egli non poteva ammettere che dentro un animale si trovasse una materia isolante come il dielettrico dellelettroforo. La teoria del contatto aveva abituato Volta a concepire gli animali come formati da tanti conduttori di natura diversa: dentro la torpedine non potevano esserci isolanti e dunque neppure degli elettrofori.

Il messaggio principale era lidea di costruire una nuova macchina capace di moltiplicare le elettricit deboli. Ma vediamo la cosa un poco in dettaglio e ci accorgeremo che il suggerimento di Nicholson di realizzare la nuova macchina combinando tanti elettrofori non poteva funzionare. Anche Volta se ne accorse, naturalmente.

Quale messaggio conteneva per Volta questo articolo di Nicholson?

Ma limmagine degli organi elettrici della torpedine utilizzata da Nicholson che li concepiva come dei cilindri formati da tanti strati di materiali diversi posti luno sullaltro poteva essere reinterpretata da Volta alla luce della teoria del contatto. Volta sapeva che coppie di conduttori diversi mettevano in movimento, come egli diceva, il fluido elettrico. Dal suo punto di vista gli strati alterni di materiali diversi nei cilindri della torpedine potevano essere tante coppie di conduttori diversi collegate tra loro, per moltiplicarne gli effetti e produrre le forti scosse di cui capace lanimale. Guidato dal proposito di realizzare questa nuova, originale imitazione della torpedine, basata sulla sua teoria del contatto anzich sulle congetture di Nicholson, Volta realizz la Pila in pochi mesi verso la fine del 1799.

Lasciatemi sottolineare lintreccio tra filosofia naturale, scienza dellelettricit e macchine che si manifesta in questo episodio. I diari di laboratorio di Volta anteriori alla lettura dellarticolo di Nicholson con la proposta di costruire una torpedine artificiale non recano traccia dellidea di costruire una macchina capace di moltiplicare le deboli elettricit generate dal contatto di sostanze diverse. Lidea di costruire una macchina del genere arriva a Volta da Nicholson. Nicholson daltra parte concepisce il suo obiettivo come una sorta di esercizio tecnologico ideale: egli non prov a costruire la sua torpedine artificiale, n aveva una nuova teoria da mettere alla prova per realizzarla. Per Nicholson la torpedine artificiale era un esercizio in cui provare labilit degli elettricisti ed eventualmente quella dei costruttori di strumenti. La suggestione che Volta ricevette da Nicholson era puramente tecnologica, prima che scientifica, ed era priva di vaste implicazioni per la filosofia naturale.

Volta invece, per trasformare in realt la torpedine artificiale


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La complessit di quei rapporti e la difficolt di prevedere gli sviluppi futuri della nostra civilt, tuttavia, non dovrebbero impedirci di vedere un importante filo conduttore che attraversa la nostra civilt: il filo conduttore che collega, dallIlluminismo a oggi, le ricerche dei filosofi naturali come Volta e le macchine come la Pila.

Io credo che lo scarto che percepiamo tra il programma filosofico voltiano di imitare la torpedine da un lato, e gli sviluppi della ricerca e dellindustria elettrica resi possibili dalla corrente della Pila dallaltro, sia uno scarto altamente istruttivo per comprendere let dellelettricit in cui viviamo. Quello scarto ci d unidea delle vie complesse attraverso le quali, nellet dellelettricit, il lavoro dei filosofi naturali collegato al lavoro degli scienziati e alla tecnica. Lo scarto che percepiamo tra il programma voltiano che port alla Pila e le conseguenze della Pila ci fa toccare con mano le difficolt che si oppongono, ancora oggi, ai tentativi di prevedere in quale direzione si svilupperanno i rapporti tra scienza, tecnica e cultura; rapporti che pure sono fondamentali per la nostra civilt.

Queste vicende portarono a conseguenze largamente impreviste il potere sui fenomeni naturali conquistato da Volta il giorno in cui riusc a combinare le sue coppie metalliche in modo da produrre un flusso costante di elettricit, combinando insieme altres le sue due anime di filosofo naturale e di scienziato. La Pila, come molte altre macchine nella storia della scienza e della tecnica, ebbe presto una vita indipendente dalle idee e dalla filosofia naturale del suo ideatore.

La nuova forma di elettricit generata dalla Pila, come noto, conquist immediatamente lattenzione degli esperti e del pubblico colto. Della curiosa origine della Pila come imitazione della torpedine ci si dimentic presto. Mentre la corrente generata dalla Pila, le azioni chimiche e gli effetti magnetici che laccompagnavano crearono rapidamente le condizioni per una nuova stagione della scienza dellelettricit e per nuove generazioni di macchine elettriche.

Dunque in Volta e soltanto in Volta, filosofo naturale e scienziato, questi diversi ingredienti scientifici, filosofici e tecnologici poterono interagire e portarono alla realizzazione della Pila. Linterazione tra filosofia naturale, scienza e tecnologia il tratto fondamentale della personalit di Volta ed la chiave per comprendere linvenzione della Pila.

immaginata da Nicholson, la tradusse nel linguaggio e nei concetti della sua teoria del contatto, cio della sua filosofia naturale. E fu stimolato a farlo da un altro obiettivo importante per la filosofia naturale: dimostrare ai galvaniani che lelettricit di una macchina poteva imitare lelettricit di un essere vivente come la torpedine.

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CERIMONIE

DI APERTURA

Presidente del Congresso del 1927, fu eletto per acclamazione allinizio dei lavori, il famoso Prof. Quirino Maiorana, che era anche Presidente della Societ Italiana di Fisica. Alla vicepresidenza furono eletti i professori H.A. Lorentz, E. Rutherford, M. Planck, R.A. Millikan, A. Cotton e G.C. Vallauri, segretario generale fu nominato il prof. A. Pontremoli. Tutti nomi illustri, su ognuno dei quali e sulle cui vicende scientifiche successive al Congresso molto si potrebbe dire. I nomi dei 61 partecipanti di 14 nazioni diverse, dei quali 12 erano gi allora vincitori del Premio Nobel e molti altri lo sarebbero stati negli anni successivi, sono scolpiti in una lapide nellIstituto Giosu Carducci, dove si tennero le sedute del convegno.

n occasione del centenario della morte di Alessandro Volta si tenne a Como, Pavia e Roma un celebre Congresso Internazionale dal giorno 11 al 20 settembre del 1927. Anche se relativo alle sole Scienze Fisiche, lo schema del Convegno ricalca e ricorda il famoso primo Congresso degli Scienziati italiani tenutosi a Pisa nel 1839. Notevole e da sottolineare il fatto che nel Simposio di Como ognuno parlava e scriveva nella propria lingua, senza che ci causasse la minima difficolt di comprensione da parte dei partecipanti. Gli studiosi di allora conoscevano le principali lingue della cultura europea. Oggi una simile polifonica esperienza non sarebbe pi possibile

ATTUALIT

DEL

G. FRANCO BASSANI SCUOLA NORMALE SUPERIORE, PISA ISTITUTO


CARDUCCI,

GIORNATA

20 MARZO 1999
DI APERTURA A

COMO

CONGRESSO INTERNAZIONALE DEL 1927 A COMO


COMO

DEI

FISICI

G. Franco Bassani. Le immagini che illustrano la sua relazione sono tratte dalla rivista Voltiana, pubblicata a Como dal Comitato per le Onoranze a Volta nel centenario della morte. Foto di gruppo dei partecipanti al Congresso Internazionale dei Fisici, Settembre 1927, di fronte alla sede dellincontro, lIstituto Giosu Carducci a Como.

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Dallalto: Hendrik Antoon Lorentz; Niels Henrik Bohr; Max Planck; Robert Andrew Millikan.

La ragione profonda per cui il Congresso dei Fisici a Como si staglia su tutti gli altri, e leggerne gli Atti (Ed. Zanichelli, Bologna 1928) ancora oggi unesperienza formativa per tutti i Fisici, legata al fatto che proprio nel 1927 la comunit scientifica dibatteva tesi fondamentali che condurranno a una rivoluzione del pensiero scientifico contemporaneo circa la costituzione intima della materia e le leggi che la governano. Tra il 1924, quando il principe Louis V P R. de Broglie introdusse il concetto che anche le par. . ticelle materiali in moto, come i campi elettromagnetici della luce, potessero avere carattere ondulatorio con una lunghezza donda legata alla costante universale di Planck e alla velocit della particella v dalla relazione: e il 1929 quando ad opera di Max Born e Niels Bohr la teoria probabilistica sulla conoscenza microscopica della materia si accredit in modo conclusivo, avviene infatti una profondissima rivoluzione nel pensiero scientifico. La portata di tale mutamento dei paradigmi scientifici paragonabile a quella compiuta da Galileo e Newton, che sanc la nascita della scienza moderna. Molto suggestivamente I. Prigogine la defin: La fine delle certezze (Bollati Boringhieri, Torino, 1998).

Molti furono i Congressi internazionali di Fisica prima e dopo di allora, ma nessuno pu rivaleggiare per importanza e attualit scientifica con quel lontano Convegno, sia per la qualit di partecipanti che per gli argomenti trattati. In particolare lultimo tema riguardante le teorie sulla struttura della materia e sulle radiazioni si sarebbe poi imposto come punto di partenza per i successivi sviluppi.

Gi la scelta degli argomenti specifici in cui la Fisica venne suddivisa nelle varie sessioni indicativa degli interessi di allora: esperienze sulla struttura della materia, elettricit e sue applicazioni, elettrologia, ottica-fisica e infine una sessione dal titolo Teorie sulla struttura della materia e sulle radiazioni. La sintesi dei lavori si tenne a Pavia il 17 settembre e la Commemorazione ufficiale di Alessandro Volta si tenne a Roma in Campidoglio il 19 dello stesso mese.

= h / mv

( con h = 6,626 .1027 erg/s),

Il concetto che alla base di tale rivoluzione si potrebbe sintetizzare nel modo seguente. Pur essendo dimostrato che la materia costituita da particelle elementari dotate di carica elettrica e massa (elettroni e nuclei composti da protoni e neutroni, le cui combinazioni formano gli atomi e le molecole), e pur essendo note esattamente le leggi con cui le particelle si attirano o si respingono, le posizioni delle particelle e il loro moto non possono essere conosciuti simultaneamente con precisione assoluta. Vale il principio di indeterminazione di W Heisenberg, che risul. ta compatibile con lassociazione di unonda al moto di ogni particella, ma preclude la conoscenza esatta della sua posizione e allo stesso tempo della sua velocit.

Bisogna rinunciare allora alla definizione di fenomeni basata sulla posizione nello spazio e nel tempo delle particelle, e occorre riconoscere invece le energie quali grandezze determinabili esattaCERIMONIE
DI APERTURA

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Il Congresso internazionale del 1927 al centro di questo processo di trasformazione del pensiero scientifico, che ancora oggetto di riflessioni anche da parte dei filosofi della scienza, perch le sue conseguenze sono profonde e scuotono principi radicati da secoli.

mente per ogni sistema fisico isolato, i cui valori possibili sono gli stati quantici. Delle posizioni delle particelle e del loro moto conoscibile soltanto la probabilit, che corrisponde allonda di de Broglie, gi menzionata. Al fine di determinare la funzione donda e gli stati quantici, E. Schrdinger gi nel 1925 aveva scoperto lequazione che ne consente il calcolo a partire dalle forze che agiscono tra le particelle. Per questo la nuova meccanica viene detta ondulatoria o quantistica. Il modello dellatomo come costituito da elettroni che ruotano attorno al nucleo deve allora essere visto in modo totalmente diverso da quello abituale. Tutto viene espresso in termini di probabilit che un elettrone si trovi a una certa distanza dal nucleo; essa massima in corrispondenza del raggio dellorbita, ma non vi certezza che lelettrone, a un dato istante, sia proprio in quellorbita. La similitudine fra costituzione dellatomo e modello planetario non realistica. La probabilit di trovare lelettrone a una certa distanza dal nucleo non mai nulla in alcun punto dello spazio, pur avvicinandosi infinitamente a zero allallontanarsi dal nucleo. Lenergia dello stato invece determinata.

Allinizio dellOttocento P S. Laplace, grandissimo astronomo, . sosteneva che, conosciuto esattamente il mondo in un dato istante, conoscibile con esattezza il suo assetto in ogni tempo futuro o passato, perch ogni singolo evento determinato dalle condizioni iniziali esistenti allorigine del mondo. Le leggi della natura governerebbero quindi ogni singolo evento secondo il principio della causalit assoluta. Anche la teoria della Relativit, sviluppata da Einstein allinizio del Novecento, non sfugge a questa definizione meccanicistica. Tale concezione tanto radicata nella scienza e nel pensiero umano da aver indotto molti filosofi a una riduzione materialistica di tutte le realt, per cui anche i pensieri e le umane vicende sarebbero riconducibili al moto, perfettamente conoscibile, di atomi e molecole o nel campo sociale di gruppi e individui dal comportamento perfettamente prevedibile. Per secoli si ritenuto che il mondo materiale esistesse come cosa in s, perfetto e immutabile nelle sue leggi, che, quando conosciute, non ammettono incertezze. Il principio di causalit era considerato il fondamento di tutte le relazioni tra i fenomeni fisici e la condizione imprescindibile della scienza stessa.

Dallalto: Megnad Saha; Deben M. Bose; Enrico Fermi; Max Born.

Il Congresso internazionale di Como il primo consesso scientifico in cui questi principi, ritenuti fino allora il fondamento della scienza della natura e che avevano comunque fornito risultati eccellenti, vengono messi in discussione quando si affronta il problema di spiegare il mondo dellinfinitamente piccolo (elettroni, atomi e nuclei). Naturalmente non sono contestabili, sulla base di tale mutamento concettuale, i risultati ottenuti nellastronomia o nella meccanica classica o nellelettromagnetismo, che proprio in quegli anni trionfava con le trasmissioni radio e preparava, con le
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ATTUALIT

CONGRESSO INTERNAZIONALE

DEI

FISICI...

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Dallalto: Il duca Maurice de Broglie; Tullio Levi-Civita; Marcel Brillouin; Pieter Zeeman.

Nel 1927 questa concezione probabilistica della scienza non era ancora patrimonio comune degli scienziati; basta leggere alcune relazioni presentate al Congresso per rendersene conto. E viene fatto di pensare al titolo dellultimo film di Stanley Kubrick: Eyes wide shut (occhi chiusi spalancati), per rendersi conto di quanto sia difficile vedere ci che troppo nuovo rispetto a ci a cui si abituati. Ad esempio, nel lavoro presentato in quella sessione da G. Gianfranceschi si intravedono critiche radicali alle nuove concezioni della meccanica quantistica. Si legge infatti: il credere di aver costruito una teoria fisica perch si sono trovate formule che si adattano ai fenomeni unillusione che fa perdere di vista i problemi reali.[..] Una teoria fisica non deve portare a costruzione di modelli fantastici ai quali non sappiamo che cosa
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DI APERTURA

Tutte queste ricerche, descritte in centinaia di pagine degli Atti, basterebbero da sole a rendere il Congresso di Como memorabile, ma proprio lultimo capitolo sulle nuove teorie della materia e sulle radiazioni che qualifica in modo inequivocabilmente rivoluzionario il convegno. Le relazioni di Max Born e di Niels Bohr sono monumenti di chiarezza e illustrano i nuovi concetti della conoscenza probabilistica, sulla base del principio di indeterminazione di Heisenberg, prima descritto, e del fatto che esso compatibile con lattribuire significato di probabilit alla funzione donda associata alla particella. Si capisce chiaramente da queste relazioni che fu proprio il principio di indeterminazione a far nascere il concetto di conoscenza probabilistica dei fenomeni, tanto lontano dal modo consueto di concepire la scienza della natura.

Il Congresso di Como presenta risultati di rilievo in tutti i campi. Basti notare che nella sessione sulle esperienze di struttura della materia c la relazione di E. Rutherford (linventore del modello atomico) sulla radioattivit (ricordiamo che Fermi nel 1934 comunicher in anteprima proprio a Rutherford i suoi risultati sulla radioattivit artificiale), la relazione di Bragg sulla diffrazione dei raggi X da parte dei cristalli, la relazione di O. Stern circa la produzione di fasci molecolari e la determinazione dei momenti magnetici degli atomi, lavoro per il quale ottenne il premio Nobel nel 1943. Destarono particolare interesse gli studi relativi alle reti di conduttori di A. E. Kennelly e gli studi sullelettricit atmosferica di M. Brillouin, e ancora i nuovi risultati sulla teoria dei metalli esposti da J. Frenkel e la spiegazione di O. M. Corbino delleffetto Volta. La sessione di ottica-fisica presenta poi nuovi risultati di R. A. Millikan, scopritore della carica dellelettrone, sui raggi cosmici, gli studi degli spettri ottici degli elementi di M. N. Saha, i risultati di Zeeman sugli effetti di un campo magnetico sullemissione di luce da parte degli atomi, noti oggi a tutti gli studenti di fisica proprio come effetto Zeeman.

ricerche sulle microonde, il RADAR e la televisione. Quello che si va affermando per la prima volta invece un diverso modo di concepire la scienza quando si vuole studiare il mondo microscopico. Con una felice definizione il mio Maestro Piero Caldirola descrisse questa evoluzione di pensiero come il passaggio dalla macrofisica alla microfisica.

Nel discorso conclusivo al Congresso di Como il grande Lorentz, oramai anziano e lontano dai nuovi sviluppi della meccanica quantistica, pronuncia alcune parole quasi profetiche: Et pour revenir la thorie des quanta, il est vident quil y a encore beaucoup dnigmes. Narrive-t-on pas jusqu formuler lhypothse de paquets non pas dondes mais de probabilits? Il est vrai que le dterminisme absolu nexiste pas. La Physique nest jamais termine.. ..Quant a moi, je me vois comme un des petits enfants jouant sur le sable, qui a eu le bonheur de trouver quelques cailloux trs beaux, il est fier, il croit avoir tout trouv, mais la grande mer est l, pleine de richesse et de secrets. E questa ricchezza e questi secreti sono gi adombrati nei commenti lungimiranti di Heisenberg, di Pauli, e Fermi, sino alla lucida ed esplosiva relazione di Bohr sui postulati della meccanica ondulatoria (o quantistica).
ATTUALIT
DEL

Si pu oggi affermare che tutti i paradossi inventati nel corso dei decenni successivi e le esperienze proposte per confutare linterpretazione probabilistica hanno condotto a una sua verifica sempre pi stringente. Ricordiamo ad esempio linterferenza prodotta dalle particelle che attraversano singolarmente uno schermo con due fenditure a causa delluguale possibilit di attraversare luna o laltra. Oppure la verifica delle disuguaglianze di Bell, previste dalla meccanica ondulatoria, nella polarizzazione dei fotoni di un decadimento atomico. Non si conosce esperimento in cui la teoria probabilistica sia fallace. La natura si comporta, a livello microscopico, in modo non predeterminabile. Bohr stesso, in una conferenza del 1929 allAccademia Americana delle Scienze, accenna paradossalmente al libero arbitrio degli elettroni per far capire che era conscio della natura apparentemente irrealistica dei principi della nuova meccanica.

La grande novit non nel fatto che un insieme di atomi emetta luce con diverse frequenze; ci pu accadere per effetto statistico quando molti atomi sono presenti, ma che ci accada nel singolo atomo il postulato base della teoria quantistica che basta da solo ad affossare il determinismo. Proprio questo fenomeno stato recentemente verificato quando si riusciti a isolare il singolo atomo. Il determinismo nel singolo evento ha perduto definitivamente il significato di legge di natura.

poter far corrispondere di reale nellordine delle cose. Critiche e paradossi molto pi sottili troveranno poi i loro alfieri in Einstein stesso che coni la celebre frase non credo che Dio giochi a dadi con luniverso e in Schrdinger, linventore della famosa equazione della meccanica quantistica, che tuttavia introdusse il paradosso del gatto che allinterno di una scatola pu essere vivo o morto con uguale probabilit, e lo si pu decidere soltanto dopo una misura microscopica. La nuova meccanica implica in realt che la misura stessa disturbi lo stato del sistema e risolva in un senso o nellaltro opzioni ugualmente possibili. Cos un atomo in uno stato eccitato pu decadere in uno degli stati a energia inferiore ed emettere radiazioni di frequenza diversa, ma non si pu sapere con certezza in quale stato esso decada. Se ne conosce solo la probabilit.

Dallalto: Arthur Stanley Eddington; Arnold Sommerfeld; Pietro Debye; Irving Langmuir.

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Dallalto: Petr Petrovic Lazarev; Carlo Somigliana; Guglielmo Marconi (principale promotore e organizzatore del Congresso, relatore al Campidoglio per la Commemorazione Nazionale di Volta).

Toccher a E. Wigner e a F. Seitz nel 1934 realizzare questo programma nei metalli ed avviare lo studio della struttura elettronica di tutti i solidi. Tale studio dettagliato ha impegnato i fisici per tutta la seconda met del Novecento. La conoscenza cos ottenuta delle propriet dei solidi, e in particolare dei semiconduttori, quale ad esempio il silicio, ha condotto a risultati straordinari nel campo della microelettronica e delloptoelettronica, giungendo a un tale grado di perfezione da rendere possibile la tecnologia moderna di informazione e comunicazione, che sta cambiando la nostra societ. Come ci sia avvenuto narrato in un bel libro di F. Seitz e G. Einspruch La Storia del Silicio (Bollati Boringhieri, Torino,1998). A ulteriore validit del detto latino parva sunt principia rerum si pu sottolineare che la rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo ha i propri fondamenti nelle idee e nei risultati presentati e dibattuti in quel lontano Congresso Internazionale di Como del 1927.

Su questo principio base Fermi costruisce proprio nel 1927 la sua famosa legge di distribuzione statistica delle particelle in funzione della temperatura. Egli la descrive come commento al discorso di Bohr e ne predice le conseguenze cos: Si pu cercare di costruire una teoria dei metalli capace di rendere conto delle forze che tengono insieme la compagine del metallo. Basta considerare gli ioni positivi ai vertici del reticolo cristallino e calcolare la distribuzione degli elettroni di valenza negli stati di energia possibili con la meccanica quantistica, applicando poi la nuova statistica al posto di quella classica. I calcolo numerici sono per assai lunghi e non ancora completi.

Pauli evidenzia che nel caso di pi particelle identiche non c modo di distinguerle una dallaltra sulla base dei nuovi principi, perci occorre un postulato aggiuntivo sul carattere, antisimmetrico o simmetrico, della funzione che risulta dallo scambio di due particelle (tale carattere definisce il tipo di particella, ad esempio per gli elettroni antisimmetrico). Questo viene da lui visto come un difetto della teoria perch unipotesi non contenuta in essa. Tuttavia da qui nasce il principio di esclusione, per cui uno stato quantico di energia definita pu essere occupato da un solo elettrone, e gli elettroni si distribuiscono quindi sugli stati disponibili in modo diverso rispetto a quanto previsto dalla teoria classica.

Heisenberg chiarisce la connessione tra linterpretazione probabilistica e il suo principio di indeterminazione.

Il filosofo americano Gary Weaver, negli anni Sessanta, racchiudeva nel titolo di un fortunato libro un motto che dovrebbe essere scolpito nella mente di tutti come antidoto a ogni forma di materialismo e di determinismo: Ideas have Consequences.

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CERIMONIE

DI APERTURA

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