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ESSERE, EVENTO, SITUAZIONE

Il primato della dimensione estetica da Essere e tempo ai Contributi alla filosofia

Nellambito della domanda guida, la concezione dellessenza determinata in base allenticit ( ); e lessenzialit dellessenza sta nella sua massima generalit possibile. Viceversa ci significa che il singolo e il molteplice, ci che cade sotto il concetto di essenza e in base a cui questultima posta, sono arbitrari; e appunto larbitrariet dellente, che nondimeno indica proprio lappartenenenza allessenza, essenziale. Dove invece lEssere concepito come evento, lessenzialit si determina in base alloriginariet e allunicit dellEssere stesso. Lessenza non ci che generale, bens lessenziale permanenza della rispettiva unicit e del rango dellente. 1 Nei Contributi alla filosofia Heidegger distingue fra due diverse concezioni dellessenza dellEssere. La prima concepisce lessenza dellEssere come massima generalit, come schema univoco al di sotto di una molteplicit. Questa concezione caratterizzata dal fenomeno della trascendenza del significato: ogni cosa acquista senso solo se rapportata ad un sistema sottostante. Alla generalit/univocit corrispondono la separazione e la macchinazione: separazione di soggetto e oggetto e relativo appiattimento meccanico del soggetto ad un sistema di regole esteriore. Il soggetto della macchinazione non cosciente del proprio in-vista-di-cui e confonde il s nei sistemi ai quali si appiattisce. La seconda concezione invece coglie lessenza dellEssere come evento. Analogamente allesserci lessenza dellEssere consiste nella sua esistenza: non c un senso univoco sottostante, lessenza la molteplicit di ci che accade. Anzich una serie di casi particolari che si verificano in base a un sistema di leggi comuni si assiste ad un continuo accadere di eventi unici che trovano direttamente in se stessi il loro senso e le loro regole di accadimento. Lessenza dellEssere come evento unarmonia invisibile che pu essere vissuta ma mai oggettivata o compendiata in un sistema compiuto.2 Non c una separazione di soggetto e oggetto ma un continuo mescolamento che dissolve tale separazione. Il rapporto del singolo e del molteplice con lessenza dellEssere come evento diretto e non esteriore (cio mediato). Questa distinzione tra Essere come essenza univerale e Essere come evento corrisponde pi o meno allopposizione tra autenticit e inautenticit presente in Essere e tempo. La differenza che nei Contributi lopposizione non pi riferita alluomo, allesserci, ma allEssere stesso. Secondo la linea argomentativa di Essere e tempo i due poli opposti non si trovano in una opposizione frontale ma c un piano che in se stesso gi comprende laltro piano. La differenza tra i due elementi non riguarda il che ma il come, il modo; si tratta di due modi diversi di rapportarsi alla stessa cosa. In Essere e tempo autenticit e inautenticit sono due modi di rapportarsi alla propria esistenza; il rapporto pu essere diretto (immedesimazione, mescolamento) o esteriore (separazione soggetto-oggetto). Lesserci pu vivere le possibilit pi proprie oppure pu appiattirsi alle possibilit offerte dal mondo, cio applicarsi meccanicamente al mondo. Nellinautenticit lesserci si rapporta ad un oggetto fuori da s, in questo caso un sistema generale che fornisce senso alla sua esistenza. Mondo qui pu essere inteso come mondo sociale: un sistema di regole e idee stabilite dalla societ a al quale bisogna adeguarsi se si vuole sopravvivere.3 In questo modo si stabilisce unopposizione tra singolo e mondo, inteso, soprattutto alla

luce del secondo Heidegger, come mondo della tecnica. Nellinautenticit c un particolare rapporto tra uomo e mondo tale che luomo si specchia a sistemi di senso a lui trascendenti, cio esteriori alla sua esistenza immediata. Ma cosa dobbiamo intendere per esistenza immediata? E perch mai un sistema di senso dovrebbe essere esteriore al singolo uomo dato che i sistemi di senso sono il prodotto del pensiero razionale delluomo stesso? 4 Per rispondere a queste domande il solo Essere e tempo non sufficiente: occorre fare riferimento ai Contributi alla filosofia. In questa opera la distinzione tra autenticit e inautenticit intesa come rapporto diretto o esteriore con lesistenza presente sottoforma di distinzione tra un rapporto diretto e un rapporto esteriore con lEssere stesso. Ma accanto al mondo compare la terra. Se il concetto di mondo rimanda alloggettivit, alla chiarezza, alla facolt delluomo di produrre sistemi di regole, la terra si riferisce alla dimensione dellinoggettivabilit, del nascondersi, dellimprevedibilit e della non-determinatezza dellesistenza delluomo (lessere-avanti-a-s di Essere e tempo) Alla terra appartiene tutto ci che luomo non pu controllare, tutto ci che non pu essere determinato in anticipo in base a regole, insomma tutto ci che sfugge alle rappresentazioni della razionalit e del pensiero delluomo. Torniamo ora sul piano dellanalitica esistenziale di Essere e tempo e cio allanalisi dellesserci, del singolo uomo. E proprio la dimensione della terra che permette di comprendere il rapporto esteriore con la propria esistenza che caratterizza lesistenza inautentica. Abbiamo detto che linautenticit accade quando si predetermina il corso della propria esistenza in base a sistemi di regole esteriori ad essa. Esteriori perch pretendono di anticiparne il movimento, cio pretendono di possedere un sapere oggettivo riguardo alla natura dellesserci. Ma lessenza dellesserci consiste nella sua esistenza. Lesserci non ha unessenza definibile e calcolabile, e-siste, costantemente al di fuori di s, avanti-a-s. Questo essere-avantia-s legato alla dimensione della terra poich lesserci e-siste soltanto perch si trova gettato in un mondo. La parola mondo qui in Essere e tempo non ha lo stesso significato che nei Contributi poich nellopera del 27 Heidegger non aveva ancora elaborato la distinzione conflittuale di terra e mondo. Lessere-nel-mondo ci che lega luomo alla terra, a quella sfera di imprevedibilit e inoggettivabilit di cui abbiamo parlato pi sopra. Lesser-ci sempre situato, si trova sempre immerso in una situazione, in un Ci appunto. Tra luomo e la situazione in cui ogni volta si trova immerso c un rapporto conflittuale molto simile a quello tra terra e mondo. Il Ci ci che determina lapertura costitutiva dellesser-ci: il movimento dellesistenza dellesserci non mai definibile in base a regole fisse poich costantemente influenzato da ci che accade intorno a lui nella situazione, lesserci stesso la propria situazione in continuo mutamento. Lesserci ha continuamente a che fare con ci che altro da s e questo impedisce di oggettivare una volta per tutte in un sistema definito il movimento della propria esistenza. La mancanza di un senso univoco e predefinito obbligherebbe lesserci a vivere ogni istante secondo regole diverse che muterebbero con il mutare della situazione. Questa assoluta mancanza di sicurezza e stabilit pu essere tuttavia evitata attraverso la capacit delluomo di creare sistemi; lesserci infatti in grado di proiettare sulla realt le proprie categorie mentali che regolarizzano e normalizzano la realt stessa semplificandola. Questo processo non modifica lessenza dellesserci che resta sempre indefinibile e in continuo mutamento, lesserci per pu per comodit o per istinto di sopravvivenza adeguare il movimento della propria esistenza ad un sistema regolare definito dal pensiero; nel fare questo lesserci ignorer completamente i mutamenti della situazione in cui si trova immerso poich interpreter questa situazione alla luce di un sistema immutabile e definito. Invece che mutare sistema di regole a seconda del mutare delle circostanze lesserci decide di ignorare i mutamenti della situazione in favore di un sostrato immutabile di regole. Lapertura imprevedibile e continuamente unica dellesserci diventa unapertura meccanica che consiste nella mera applicazione di regole definite. Ecco la radice esistenziale del

concetto di macchinazione presente nei Contributi, la separazione del mondo dalla terra. Nella macchinazione lente non interpretato alla luce dellapertura dellesserci, interpretato come semplice-presenza riferita ad un sistema univoco e immutabile. Ci che conta il sistema non lente nella sua unicit irripetibile; lente e la situazione possono mutare senza modificare latteggiamento dellesserci che resta saldamente ancorato al sistema univoco di senso. La possibilit della terra smette di mutare la realt del mondo mentre la realt del mondo assoggetta la possibilit della terra. Terra e mondo cessano di influenzarsi e di mescolarsi, restano separati, estranei luna allaltro. La conflittualit di terra e mondo dei Contributi fondata sulla complessa dinamica di rapporti che intercorre tra essere-nel-mondo, gettatezza e esistenzialit allinterno di Essere e tempo. La necessit ci che mena luomo nellente e che lo porta dapprima di fronte allente nel suo insieme e nel mezzo dellente, quindi a se stesso, e fa dunque s che la storia di volta in volta abbia inizio o tramonti. Ci che procura mene la gettatezza delluomo nellente, la quale lo determina come colui che getta lessere ( la verit dellEssere). Colui che getta ed gettato compie il primo getto, quello fondante, in quanto progetto dellente sullEssere 5 Luomo getta lessere (cio da un senso allente) solo perch gettato (in mezzo allente). La verit dellEssere, cio il senso dellEssere (cio il senso che viene di volta in volta attribuito allente), determinata dalla gettatezza delluomo, cio dal suo trovarsi nel mezzo dellente. Il senso attribuito dalluomo allente deve affiorare dallente stesso. Il senso dellEssere deve affiorare dallaccadere dellEssere stesso. La verit, lessenza dellEssere, levento. Luomo getta ed gettato. E qui che trova origine la conflittualit di terra e mondo cos come la possibilit della degenerazione di questo conflitto originario. Il problema consiste nella coesistenza allinterno delluomo della facolt di pensare, di progettare, di attribuire senso accanto alla corporeit, allanimalit, al trovarsi in mezzo ad una situazione incontrollabile, in continuo mutamento e capace di mutare luomo stesso (mutando la tonalit effettiva per esempio). La filosofia moderna con Kant ha cercato di risolvere questa conflittualit originaria con la definizione di uomo come essere al contempo sensibile e razionale, come animal rationale. Si risolta la conflittualit originaria tra terra e mondo con la libert e lautonomia delluomo. La filosofia moderna ha interrotto il mescolarsi conflittuale di terra e mondo postulando lazione delluno sullaltra: luomo opposto al mondo, luomo contro il mondo (anche qui la parola mondo ha a che vedere con la dimensione della terra mentre la parola uomo pi legata alla dimensione del mondo), la separazione di un interiorit e di unesteriorit, di un soggetto e di un oggetto. Luomo sarebbe in grado di attuare i propri pensieri e le proprie idee nella realt, sarebbe in grado di dominare e controllare la situazione in cui si trova secondo la propria volont. Ma ci non vuol dire altro che determinare il movimento della propria esistenza in base a idee e pensieri trascendenti lesistenza stessa; vuol dire ignorare e misconoscere completamente la necessit conflittuale che caratterizza luomo, determinata dal fatto che egli getta solo perch gettato. Luomo infatti si trova nella necessit di fare affiorare il senso dellente dalla situazione immediata in cui lente si trova poich questa situazione coinvolge inevitabilmente lesserci nel suo continuo mutamento. Lesserci in quanto esserci non in alcun modo esterno alla situazione in cui di volta in volta si viene a trovare, lesserci il suo Ci, la sua apertura. Lesserci inevitabilmente la parte di un Tutto che si muove, non pu in alcun modo oggettivare questo movimento poich egli stesso si muove in esso. Lesserci egli stesso il Tutto che si muove. Questo Tutto lEssere, non inteso come statico principio che giustifica lesistenza di tutto ci che accade ma come continuo movimento e mescolamento conflittuali, come continuo accadimento di

eventi unici e irripetibili che trovano in se stessi la propria legge. Essere non come senso univoco ma come una pluralit di sensi in continuo mutamento e mescolamento. Larmonia dellEssere unarmonia invisibile, inoggettivabile, la legge di ci che accade si trova negli stessi accadimenti e non in qualcosa di oggettivabile al di sotto di essi. Ogni mutamento della situazione in cui lesserci di volta in volta si viene a trovare anche un mutamento dellesserci stesso e lattribuzione di senso da parte dellesserci dovrebbe mutare di conseguenza. Il senso dellEssere affiora dallEssere stesso. Ci non significa che lesserci sia costretto continuamente a rincorrere la propria situazione per adeguarvisi in un continuo affannarsi e affaccendarsi, questo fenomeno presupporrebbe la separazione tra esserci e situazione, tra esserci e movimento dellEssere. Laffannarsi e laffaccendarsi in vista di un continuo adeguamento ci che caratterizza loperare della macchinazione. Nel fare affiorare il senso dalla propria situazione lesserci sarebbe essenzialmente se stesso, cio esser-Ci; sarebbe tuttuno con la propria situazione, si muoverebbe in essa e con essa, non ci sarebbe nulla di esteriore e nulla di interiore. Abbandonarsi allEssere non significa altro che abbandonarsi a se stessi. Non ci sarebbe unessenza stabile e definita che predeterminerebbe il movimento dellesistenza, lesistenza troverebbe la sua essenza nel proprio accadere, nellaccadere della propria situazione immediata. Pensiero e realt si muoverebbero allunisono, il pensiero smetterebbe di voler oggettivare e predeterminare a tutti i costi la realt e si muoverebbe in essa. Essere se stessi non vuol dire essere autonomi, indipendenti, liberi ma rispondere alla chiamata dellEssere, accettare e seguire i mutamenti della propria situazione, essere continuamente altro da s. Non si tratta mai di mera passivit poich lesser-ci il proprio Ci, non c un rapporto di soggetto-oggetto con la propria situazione. Infatti non c alcun criterio oggettivo per seguire il mutamento della situazione nella quale ci si trova, per rispondere cio alla chiamata dellEssere; non si tratta di corrispondere a qualcosa, a un sistema oggettivo, occorre semplicemente esserci. Non ci si trova in una dimensione morale o teorica ma estetica: rispondere alla chiamata dellEssere vuol dire perseguire una finalit senza scopo, sentire di trovarsi sul sentiero giusto senza sapere il perch, avere il presagio dellEssere, sentire il cenno dellEssere. La necessit in cui si viene a trovare lesserci, cio la necessit di rispondere continuamente alla chiamata dellEssere a causa della propria gettatezza non di facile sopportazione poich implica lassenza di qualsiasi senso univoco o criterio di giudizio, pone lesserci in una condizione di perpetua insicurezza. La necessariet della filosofia consiste nel fatto che essa, in quanto meditazione, non deve rimuovere la necessit ma sostenerla e fondarla, farne il fondamento della storia delluomo 6. La filosofia secondo Heidegger non deve liberare luomo da questa condizione di insicurezza ma al contrario cercare di mantenerlo in essa. Il mantenimento dellequilibrio nella contesa infatti continuamente minacciato da una degenerazione. Resta sempre possibile coprire la situazione in cui lesserci si viene di volta in volta a trovare con il pensiero. Lesserci in grado di astrarsi dalla propria situazione, trascendere la propria situazione attraverso il pensiero. Il pensiero e la volont possono stabilire un senso definito indipendentemente dalla situazione in cui si trova chi pensa e vuole. Il senso che affiora dalla situazione coperto con un senso arbitrariamente posto dal pensiero sulla base di un sistema di regole definito e postulato. Per via della sua oggettivabilit e deducibilit questo sistema sar forzatamente esteriore alla situazione di conflitto in cui si viene a trovare lesserci di per s inoggettivabile. Limprevedibilit e il mutamento continuo della situazione, del Ci, possono essere trascesi attraverso la stabilit e lautosufficienza sistematica del pensiero. Ma in questo modo lesserci si autoscinde separandosi dal suo Ci. Il senso non affiora pi dalla situazione ma imposto dal pensiero dell io separato dal mondo esterno. Lesserci non pi tale perch non pi il suo Ci, non ha pi un rapporto diretto con la propria situazione ma un rapporto esteriore fondato sulla separazione di un soggetto e di un oggetto. Lesserci diventa animal rationale. Viene

interrotto il mescolarsi conflittuale di terra e mondo. Il Ci non pi apertura ma corrispondenza al pensiero. Linterpretazione dellente fondata non sullesistenza immediata del singolo uomo ma in base a parametri trascendenti lesistenza stessa. Luomo utilizza questa sua capacit di trascendere la propria situazione immediata attraverso il pensiero per sottrarsi alla condizione di necessit che lo porterebbe continuamente a esser-Ci, a rispondere ai mutamenti della propria situazione. Lanimal rationale luomo che ha regolarizzato e razionalizzato la propria esistenza sradicandosi dal proprio Ci, separandosi da esso. Questa coagulazione del mescolamento di terra e mondo pu essere colta soltanto se si comprende che lesistenza ex-sistentia, essa cio non mai in se stessa, sempre fuori di s, lesistenza per essere se stessa deve rimandare ad una dimensione ulteriore, di apertura. Lesistere comprende gi da sempre in se stesso lessere-gettati in mezzo allente cio in una situazione mai completamente oggettivabile e in continuo mutamento. Essere se stessi non significa essere-qualcosa ma seguire la propria apertura. Lidentit dellesserci non mai qualcosa al quale ci si possa attenere o che si possa scegliere, essa consiste nellassecondare il continuo divenire determinato dalla propria gettatezza. Per essere se stesso lesserci deve continuamente divenire al di la di se stesso. Nel processo di elaborazione del senso prescindere dalla situazione immediata in cui ci si viene a trovare significa prescindere da se stessi. Fuggire dallalterit verso una presunta interiorit sia essa lio, la volont o il pensiero significa fuggire da se stessi. Per lesserci non si tratta tanto di dare senso alle cose quanto di farlo affiorare dalle cose stesse senza cadere nella tentazione di stabilire arbitrariamente un senso univoco al quale le cose dovrebbero corrispondere. Da queste osservazioni emerge lo stretto legame che intercorre tra Essere, Evento e Ci dellesserci (situazione) LEssere non un sostrato univoco e universale perch lesserci non crea la situazione in cui si trova ma vi si trova immerso. E nel Ci che lesserci entra in rapporto con lEssere. LEssere non la regola secondo cui accade tutto ci che accade, lEssere tutto ci che accade. Il Ci dellesserci non appartiene interamente allesserci; lesserci il proprio Ci poich si trova a divenire in una situazione, non perch crea o possiede una situazione. Ed proprio il mutare della situazione indipendentemente dallesserci che determina lapertura dellesserci. Il Ci ci che accade, levento. Nei confronti del Ci lesserci non n totalmente attivo n totalmente passivo: non pu modificare a piacimento il divenire della situazione n determinato interamente da questo divenire. Trovandosi immerso nel divenire del Ci lesserci non pu oggettivare il movimento della propria esistenza cio del Ci stesso, non in grado di ricavare il substrato regolatore di questo movimento. La sola cosa che lesserci pu fare immedesimarsi totalmente in questo movimento, essere ci che accade. Risulter quindi impossibile impadronirsi di un senso univoco che determinerebbe il divenire; il senso scaturir ogni volta dallincontro dellesserci con ci che accade. Ci che luomo pu fare per cercare di regolarizzare il pi possibile la propria esistenza astraendosi dal continuo divenire in cui coinvolto; il pensiero delluomo pu interpretare la propria situazione come se fosse stato luomo stesso a crearla, luomo pu innalzarsi attraverso il pensiero dal proprio essere-gettato e fornire un senso umano e arbitrario al continuo divenire che gli scorre davanti; luomo pu umanizzare e razionalizzare levento, pu dare un nome alle cose. Ma questo innalzamento al di sopra del flusso del proprio Ci pu avvenire solo nel pensiero, luomo resta sempre e comunque legato al divenire della terra che non lui stesso a creare; luomo sempre essenzialmente esser-ci: razionalizzare il Ci semplificandolo e limitandolo vuol dire razionalizzare, semplificare e limitare la propria stessa esistenza. Pensare al di fuori della situazione significa autoscindersi, cio pretendere di separarsi dal proprio Ci, cosa che non potr mai avvenire poich luomo non puro pensiero. Per luomo resta impossibile gettare un senso in modo completamente

libero e indipendente, luomo non Dio, non pu creare il cielo e la terra, la totalit dellente in cui si trova a divenire: luomo getta perch gettato. Esserci e animal rationale non sono due definizioni concettuali ma due diversi modi di essere, due diversi modi di rapportarsi allEssere e pi in particolare alla situazione immediata in cui di volta in volta ci si trova gettati. LEssere pu consistere nel substrato univoco e trascendente (la situazione) in base al quale si interpreta la situazione oppure pu consistere in ci che accade e diviene e nella situazione. Lin-vista-di-cui in base al quale luomo esiste pu consistere in una rappresentazione del pensiero esteriore alla situazione nella quale ci si trova oppure pu consistere in ci che affiora dalla situazione: nella vita si pu perseguire uno scopo preciso oppure una finalit senza scopo. Questa finalit senza scopo lEssere, levento; lo scopo dellesserci di non avere scopi precisi. Luomo compie il salto nellevento quando diventa esserci. Lanimal rationale invece agisce in base a scopi definiti attraverso decisioni calcolate e liberi atti di volont; in questo modo per perde il rapporto diretto con la propria situazione. La situazione diventa calcolabile; ci si rapporta ad essa per mezzo di una rappresentazione del pensiero. Latteggiamento logico-scientifico il pi paradigmatico per quanto riguarda questo rapporto esteriore. Il rapporto tra uomo e situazione mediato da una razionalizzazione della situazione stessa; la dimensione universale, trascendendo lunicit di ci che accade, permette di anticipare la situazione e il suo evolversi attraverso il pensiero razionale. Il pensiero razionale copre lalterit abissale della situazione con una serie finita e calcolabile di possibilit. Luomo pretende di innalzarsi al di sopra della propria situazione e di anticiparne esaustivamente lunit del senso. Ci sarebbe possibile solo se luomo creasse dal nulla la propria situazione; luomo si trova invece gettato nella propria situazione, la sua costitutiva apertura nel Ci gli impedisce di esaurire completamente le possibilit della propria situazione. Latteggiamento logico-scientifico pretende di sottrarsi alla gettatezza senza rendersi conto che luomo getta lEssere solo in quanto gettato in una situazione costitutivamente aperta e inesauribile. Ci che la logica non comprende che lesserci non crea la propria situazione, lesserci la propria situazione; lesserci non apre mai qualcosa dal nulla, gi sempre gettato in unapertura. Stabilire per la propria situazione unapertura calcolabile significa prescindere dalla propria costitutiva apertura, autoscindersi, limitarsi. Luomo pu rendere calcolabile la propria situazione solo rendendosi calcolabile e degenerando cos dalla propria stessa essenza. Linterpretazione logico-scientifica della propria situazione una forma di autoscissione. Lesteriorit e la trascendenza della logica rispetto alla propria situazione fu gi intuita da Nietzsche in Umano troppo umano: Originariamente a noi esseri organici in ogni cosa non interessa nientaltro che il suo rapporto con noi, con riferimento al piacere e al dolore. Fra i momenti in cui diveniamo coscienti di questo rapporto, fra gli stati del sentire, ne esistono altri di riposo, di non sentire: allora il mondo e ogni cosa sono privi di interesse per noi; noi non osserviamo alcun mutamento in essi (come ancora oggi uno fortemente assorto non nota che qualcuno gli passa accanto) 7 (corsivo mio). Originariamente luomo si trova in un rapporto immediato e sensibile con la propria situazione, ma luomo pu anche astrarsi con il pensiero da questa immediatezza sensibile e dal suo mutamento. Lapertura della situazione, del Ci, cio lapertura dellesserci diventa calcolo meccanico dellio in base ad una rappresentazione razionale arbitraria non scaturita dalla situazione nella sua immediatezza. Lalterit della terra soffocata e coperta dallarbitrariet autosufficiente del mondo. La dimensione della terra strettamente legata alla situazione, al Ci dellesserci. Il rapporto immediato e sensibile che luomo ha originariamente con la propria situazione per legato al piacere e al dolore; la situazione quindi non deve essere intesa in senso empirico ma in senso estetico. Concepire la situazione come un insieme di enti reali in mezzo ai quali luomo si viene a trovare una razionalizzazione

operata dalla tendenza universalizzante del pensiero. Per comprendere essenzialmente e originariamente la situazione occorre compiere un salto ed uscire dallautosufficienza logica del pensiero razionale. La situazione essenzialmente e originariamente estetica: il rapporto tra luomo e lente in mezzo al quale egli si viene a trovare non quello tra un soggetto e un oggetto separati che si incontrano, luomo gi da sempre gettato nellente. Luomo non si trova in una situazione, luomo sempre essenzialmente la propria situazione. C una coappartenenza tra uomo e situazione. Luomo sente la propria situazione: questo sentire rimanda alla dimensione estetica. Ma il termine estetica si riferisce non solo alla sensibilit empirica ma anche alla sensibilit poetico-emotiva: luomo si sente la propria situazione. Nella Critica della ragion pura Kant riconosceva che lestetica trascendentale venisse prima della logica; tuttavia lestetica trascendentale non era che unestetica logicizzata. Affermare che tutto viene percepito nello spazio e nel tempo vuol dire fare dello spazio e del tempo il substrato universale di ogni situazione. In questo modo viene negata ogni coappartenenza tra luomo e la situazione: luomo come soggetto percepisce la situazione come un oggetto a lui estraneo attraverso le intuizioni formali di spazio e di tempo. Questa impostazione ignora la gettatezza delluomo, non in grado di rispondere alla domanda del chi se non postulando un io penso irrelato. Spazio e tempo come strutture universali della situazione implicano un io esterno che incontra la situazione. Ma lesserci non pu separarsi dal proprio Ci e rappresentarselo. Lesserci essendo la propria situazione gi da sempre condizionato da essa, non pu assumere un atteggiamento neutrale ed asettico, prova piacere e dolore. Il rapporto dellesserci con la situazione in cui si trova di volta in volta sempre reso unico e irripetibile dal fatto di essere influenzato dallunicit della situazione stessa. Spazio e tempo non sono forme universali che regolano la situazione, sono un gioco (ZeitRaum-Spiel). Il rapporto pi originario delluomo con la propria situazione estetico; non nel senso dellestetica trascendentale ma nel senso dellestetica della Critica del Giudizio.8 Spazio e tempo vanno interpretati come un libero gioco: non sono qualcosa di universale che sta davanti ad ogni uomo ma sono unici per ogni singolo uomo a seconda della situazione. Spazio e tempo non sono nulla di definito, non sono una funzione che dar luogo a risultati sempre uguali o prevedibili, sono un libero gioco, possono condurre a qualsiasi cosa. Spazio e tempo non sono una realt, sono una possibilit. Spazio e tempo non sono la regola del gioco, sono il gioco che rende possibile ogni regola. Innanzi tutto non sentiamo mai rumori e complessi di suoni, ma il carro che cigola, la motocicletta che assorda. 9 Innanzitutto e perlopi luomo non un io tra cose che cadono sotto le forme di spazio e di tempo, innanzitutto e per lo pi luomo un singolo uomo, in una singola situazione unica e irripetibile. Innanzitutto e per lo pi luomo non la razionalizzazione universale delluomo singolo, non luomo come animal rationale, innanzitutto per lo pi luomo quel singolo, un esserci, immedesimato in una particolare situazione. Lesserci sempre mio. Alluniversalit calcolabile viene opposta listantaneit e lirripetibilit. Per situazione non si intende quindi lambiente in cui luomo si viene a trovare ma la singola situazione che vive ogni singolo uomo in ogni singolo istante. La sensibilit che luomo ha della propria situazione non deve essere astratta e generalizzata in un semplice percepire come ha fatto Kant con lestetica trascendentale. Prima di essere universalizzata dal pensiero, la sensibilit che ognuno ha della propria situazione poetico-emotiva. Luomo innanzitutto e per lo pi non percepisce, luomo innanzitutto e per lo pi vive. I sensi non sono ci che permettono di separare il soggetto dalloggetto, i sensi sono gi di per s la coappartenenza di singolo e situazione, i sensi sono il ponte che permette allesserci di diventare il proprio Ci. Lo sforzo di Heidegger quello di cogliere attraverso il pensiero la vita stessa nella sua singolarit irripetibile. Egli cerca di combattere linevitabile tendenza universalizzante del

pensiero delluomo. In questo senso il suo pensiero un pensiero contro il pensiero. Lirripetibilit della vita opposta alluniversalit del pensiero ma questa opposizione avviene sul piano universale del pensiero: questa contraddizione insanabile che rende cos intricate e incomprensibili le sue opere. Il pensiero non vita, il pensiero non vive, tende a generalizzare ci che unico. Ma gi parlare di pensiero una razionalizzazione del pensiero stesso poich il pensiero non esiste, esistono solo una molteplicit di pensieri unici, diversi per ogni persona e allinterno dello stesso individuo diversi istante per istante. La stessa generalizzazione in opera anche quando parliamo di individuo o di persona. Il conflitto tra terra e mondo il conflitto tra vita e pensiero. Questa contraddizione tra unicit e universalit era gi stata colta da Nietzsche nel Saggio su verit e menzogna in senso extramorale con particolare riferimento al linguaggio.10 Il tentativo di cogliere la vita oltre il pensiero era gi stato operato in Essere e tempo attraverso attraverso limpostazione fenomenologica dellopera. Le cose stesse sono la vita colta come vita e non attraverso il pensiero. Questo atteggiamento molto simile a quello dei maestri zen i cui insegnamenti sono spesso espressi attravero i koan, paradossi insolubili che venivano posti ai discepoli per saggiare il loro grado di illuminazione. Ecco un esempio: Lo straniero non ha il naso KOAN Wakuan disse: Perch lo straniero che viene dalloccidente non ha il naso?. COMMENTO DI MUMON Laddestramento Zen deve essere vero addestramento. Il satori deve essere vero satori. Dovete vedere chiaramente da voi questo straniero: allora lo conoscerete veramente. Se per parlate di vedere chiaramente siete gi caduti nella dicotomia. POESIA DI MUMON Di fronte a un pazzo Non parlare di un sogno. Lo straniero non ha il naso: Vuol dire aggiungere stupidit alla chiarezza. E ovvio che lo straniero come qualsiasi altro uomo possiede un naso. Ma naso non che una parola, una metafora cristallizzata divenuta unilaterale, una mediazione del pensiero che arriva a limitare il modo di vivere delluomo. Questo koan invita a cogliere la vita senza la mediazione del linguaggio-logico comune. Alla luce di queste nuove osservazioni forse possibile comprendere il motivo per cui Heidegger pone molto laccento sulla situazione, sullessere-nel-mondo, sullessere-situati, sulla gettatezza, sul Ci. La situazione estetica immediata ci che rende unico ogni uomo. Come abbiamo detto Heidegger non cerca di pensare luomo in generale ma ogni singolo uomo in ogni singolo istante. Ci che egli cerca di cogliere la situazione vissuta dal

singolo, la coappartenenza del singolo con la propria situazione, levento appunto. Non luomo, non la situazione in cui luomo si trova, ma la situazione vissuta dalluomo in ogni singolo istante, levento. Levento la coappartenenza estetica tra singolo e situazione. Levento la vita. La situazione uno stato danimo delluomo. Lanima (delluomo) , in certo modo, lente 11 Se si tenta di cogliere la vita con il pensiero ci si rende conto che non esiste alcun piano oggettivo uguale per tutti al quale poi ognuno aggiungerebbe il proprio tratto soggettivo. Ogni singolo o gruppo di singoli vive situazioni uniche in modo unico, si immedesima totalmente in ci che accade. Non c un piano fisso e univoco che pu essere influenzato o meno dalla soggettivit, ci che accade gi da sempre influenzato dalla soggettivit. Il tratto soggettivo non viene aggiunto, gi da sempre incorporato nella realt, nellevento. Questa coappartenenza di singolo e situazione nellevento non va fraintesa come un divenire interno dellesterno o viceversa come un divenire esterno dellinterno. Nellevento si verifica la dissoluzione totale della separazione tra soggetto e oggetto, tra interno ed esterno. Nellevento non avviene uninterazione tra due poli stabili ma un mescolamento continuo e un continuo fluire. Ci che conta il rapporto in atto e non i due estremi del rapporto colti nella loro rispettiva singolarit, cio nella loro separazione. Levento non qualcosa di statico e conchiuso, non la soluzione a un problema, un traguardo, una meta. Levento resta sempre costitutivamente aperto poich niente smette mai di accadere. Dal momento che c qualcosa anzich il nulla non potr mai verificarsi una fine o un fine ma solo un continuo, ininterrotto accadere. La coappartenenza di singolo e situazione nellevento un divenire, un continuo mutamento. Non c corrispondenza tra i due elementi nel senso che uno dei due corrisponde allaltro, c una perfetta coincidenza. Sia il singolo che la situazione si ritrovano a rispondere alla chiamata dellEssere, al destino, non un destino definito, che prescrive un dato movimento sulla base di un programma o uno scopo, ma un destino estetico, al quale ci si trova a rispondere e non a corrispondere. Lin-vista-di-cui estetico, una finalit senza scopo; il movimento resta immotivato, non corrisponde a nulla ma chi risponde alla chiamata sente che quello proprio il movimento da seguire; lunico criterio di cui si dispone un criterio estetico-singolare: non si pu dire di rispondere allEssere in base a criteri oggettivi e validi per tutti (scritti o pensati da qualche parte), ogni singolo per in grado di sentire in s il cenno dellEssere. Non si tratta di sapere ma di sentire. Il senso dellEssere non deve essere definito arbitrariamente dal singolo o da unentit alla quale il singolo debba attenersi, il senso dellEssere affiora, viene sentito. E la chiamata dellEssere che permette al singolo di dare senso allEssere. Il singolo in quanto esserci caratterizzato dallapertura in virt del proprio essere-situato. E il continuo necessario mutare della situazione in cui lesserci gi da sempre gettato che chiama lesserci, ma per lesserci il mutare del Ci non che il proprio mutamento. Nella distinzione tra logica, morale ed estetica, la dimensione estetica lunica che garantisce una continua apertura al di la di s. Lunico modo per rispondere alla chiamata dellEssere di trovarsi in un rapporto estetico con la propria situazione, non pretendere cio di anticiparla razionalmente nel suo mutamento ma sentire e diventare il suo mutamento. Lattribuzione di senso (mondo) diviene apertura (terra) e non fuga dalla necessit dellapertura (logica). Se ancora ci deve essere donata una storia, vale a dire uno stile dellesserci, questa pu essere allora solo la storia nascosta del grande silenzio nel quale e per il quale il dominio dellultimo Dio apre lente e gli d forma. Pertanto, prima deve giungere il grande silenzio sul mondo e per la terra. Questo silenzio scaturisce solo dal tacere. E questo conquistare con il tacere cresce solo dal ritegno.

Esso, in quanto stato danimo fondamentale, d il tono allintimit della contesa tra terra e mondo e dunque alla disputa del capitare dellevento-appropriazione. Lesserci in quanto disputa di questa contesa, ha la sua essenza nel salvataggio della verit dellEssere, cio dellultimo Dio, nellente. 12 Latteggiamento fondamentale del ritegno e la logica sigetica trovano il loro fondamento nel Ci dellesserci. Il ritegno il fondamento della cura. Solo il ritegno dellesserci fonda la cura come linsistenza che sopporta il Ci. [] Cura , in quanto far fronte allesser-ci, la preveniente risolutezza per la verit dellEssere e, per giunta, lattaccamento nel Ci che regge e porta a compimento ci che assegnato; il fondamento di questo per giunta il ritegno dellesserci. Esso dispone solo in quanto appropriata appartenenza alla verit dellessere. 13 Il senso dellEssere affiora dallEssere stesso. Il senso che luomo attribuisce alla propria situazione deve affiorare dalla situazione stessa. Non si tratta di un atteggiamento passivo poich ormai ci nota la coincidenza dellapertura verso la situazione (estetica-immediata) e apertura verso se stessi. Viceversa sappiamo che la chiusura logica nellautosufficienza sistemica del pensiero razionale dellio autoscissione. Lidentit delluomo delluomo storico cos come del popolo lambito di un accadere nel quale egli dedicato a s solo se riesce ad accedere allo spazio-tempo nel quale pu accadere unappropriazione. Lessere pi proprio delluomo perci fondato in unappartenenza alla verit dellessere come tale, e ci a sua volta perch lessenza dellessere in quanto tale, e non quella delluomo, contiene in s la chiamata alluomo che lo destina alla storia 14 Lidentit delluomo non mai qualcosa, lambito di un accadere, cio situazione, evento. Luomo si appropria di s soltanto se si abbandona allapertura del gioco dello spazio-tempo, cio se riesce a mantenere un rapporto estetico-poetico con la propria situazione. Luomo non possiede mai in se stesso la verit deve cercare di sentirla continuamente al di la di s nella situazione; solo tuffandosi ogni istante nellevento, nella coappartenenza con la propria situazione, con il senso che affiora dalla situazione luomo si mantiene nella verit. La verit dellEssere non mai qualcosa ma un modo di essere, levento-appropriazione inteso come coappartenenza estetico-poetica di singolo e situazione. E qui forse chiarito uno degli aspetti fondamentali della svolta heideggeriana dallanalitica dellesserci allEssere come evento. Il movimento che il pensiero di Heidegger compie da Essere e tempo ai Contributi infatti un salto dallesserci allEssere. Lopera del 27 era stata proprio interrotta subito prima del passaggio dallanalisi della temporalit dellesserci allanalisi della temporalit dellEssere stesso. Fu limpostazione generale dellopera ad impedirne la conclusione; questa impostazione separava lesserci dallEssere. Lanalitica dellesserci sembra infatti una trattazione tutta interna alluomo; lo stesso Heidegger riconosce che cos come stata scritta essa facilmente fraintendibile con unantropologia con un orientamento semplicemente diverso 15 Ma fin dallinizio lobiettivo di Essere e tempo era quello di cogliere il senso dellEssere stesso. Le difficolt incontrate da Heidegger derivano dallimpossibilit di separare luomo (in quanto esserci) dallEssere. Laccesso allEssere in quanto tale, alla temporalit dellEssere stesso risulta impossibile. Occorre invece cogliere lEssere nelluomo evitando per di restare chiusi allinterno delluomo stesso. Levento ci che permette a Heidegger di cogliere la coappartenenza di Essere e uomo; levento permette di cogliere lEssere come un modo di essere delluomo. Levento quindi il modo di essere pi originario ed autentico delluomo. Lautenticit di Essere e tempo diventa evento. La svolta oltre Essere e tempo non labbandono definitivo dellanalitica esistenziale ma unulteriore ripresa di tale analitica alla luce dellEssere. La comprensione delluomo come esserci gi di per s una

comprensione dellevento. Lesserci il prorprio Ci, levento. Lopera del 27 per non pu esplicitare questa coappartenenza di uomo e Essere poich in essa esserci e Essere restano separati. Lanalitica esistenziale di Essere e tempo resta chiusa allinterno delluomo mantenendo in latenza ci che la comprensione delluomo come esserci permetterebbe di esplicitare (cosa? la coappartenenza di uomo e Essere, levento) Lautenticit resta una determinazione esclusivamente negativa, solo linautenticit sviluppata analiticamente. Linautenticit come appiattimento ad una realt di possibilit offerte dal mondo comprensibile alla luce del solo Essere e tempo anche se risulter molto pi chiara dopo che Heidegger avr introdotto nel proprio pensiero la meditazione sulla tecnica. Lautenticit invece ci che lega luomo allEssere; impossibile comprenderla se si resta su un piano esclusivamente antropologico. E quello dellesserci non un piano esclusivamente antropologico. Con lesserci si d nello stesso tempo anche lo spostamento nellaperto 16 In Essere e tempo lautenticit si presenta come la possibilit ogni volta pi propria dellesserci in opposizione ad una realt di possibilit offerte dal mondo. Ma che cosa si intende per possibilit pi proprie dellesserci? Sembra qui che le possibilit autentiche siano appannaggio dellesserci inteso come uomo, siano interne alluomo stesso; come se luomo dovesse attuare e realizzare le proprie possibilit. Lin-vista-di-cui autentico sembra interno allesserci inteso come uomo. Ma lesserci non luomo, non la generalizzazione universale del singolo, quel singolo immedesimato in una singola situazione. Lesserci il proprio Ci; nellesserci non esiste una separazione tra interno ed esterno. Le possibilit offerte dal mondo nellinautenticit sono caratterizzate dalla trascendenza, esse trascendono lesserci, trascendono cio la situazione che lesserci di volta in volta; trascendono lesserci stesso, sradicano luomo dal mutare della propria situazione e quindi da se stesso. A questa esteriorit trascendente sembrerebbe legittimo opporre uninteriorit. Ma come si pu spostare luomo dalla posizione in cui si fissato, caratterizzata soprattutto dal dominio di quelle trascendenze e delle loro combinazioni? Se egli deve farlo da se stesso, la presunzione di dare la misura non in tal caso ancora maggiore che laddove luomo semplicemente resta posto come misura? 17 Linteriorit non da intendersi come interiorit delluomo ma come intimit estetico-poetica con la propria situazione. E lapertura imprevedibile della situazione immediata nella quale ci si trova di volta in volta che fa affiorare le possibilit pi proprie dellesserci. Se linaurenticit lappiattimento meccanico al mondo, lautenticit lapertura poetica alla terra. In Essere e tempo la dimensione della terra, la logia sigetica, il ritegno e loriginariet del piano estetico non compaiono esplicitamente nella trattazione ma restano impliciti o non espressi in modo compiuto. Questo perch Heidegger credeva di poter identificare lautenticit con una presunta temporalit e legittimare la temporalit autentica dellesserci con lanalisi della temporalit autentica dellEssere. Ma questo non mai avvenuto poich Essere tempo stato interrotto prima di tale analisi. Parlando di una temporalit dellEssere Heidegger non faceva altro che postulare un principio universale trascendente la singola situazione in cui ogni singolo si viene a trovare in ogni singolo istante. Certo, non si trattava di un principio logico-oggettivo ma di un principio che garantiva uninfinit inesauribile di possibilit. Se con lestetica trascendentale Kant pretendeva di interrompere il gioco dello spazio-tempo generalizzando scientificamente queste due determinazioni; con la temporalit Heidegger pretendeva di isolare nel gioco dello spazio-tempo il gioco del tempo. La temporalit ignorava lo spazio e con esso lesserci; lEssere era separato dalluomo e pi in generale dalla realt. Se Kant postulava una realt oggettiva, Heidegger postulava una pura possibilit isolata dalla materialit. Essere e tempo era ancora dominato da quellatteggiamento universalizzante del pensiero che Heidegger cercava di combattere. Con la temporalit dellEssere Heidegger postulava un infinito slegato dalla situazione estetico-immediata di ogni singolo.

Nonostante essa andasse nella direzione opposta a quella di Kant, si trattava ancora di una generalizzazione che il pensiero operava sullunicit irripetibile della vita. In Essere e tempo Heidegger pretende di oggettivare lEssere, di definirlo comunque in qualche modo; pretende di ogettivare linfinit e linesauribilit del gioco dello spazio-tempo ignorando lo spazio (cio il Ci di ogni esserci). Ma linfinito non pu essere oggettivato, linfinito va vissuto. E la presa di coscienza di questo atteggiamento ancora universalizzante che porter Heidegger alla svolta dalla temporalit allevento, dalla temporalit dellEssere alla storia dellEssere. Lattenzione non verter pi sullinfinit esauribile dellEssere ma sulla istantaneit irripetibile e imprevedibile dellEvento come essenza dellEssere. In Essere e tempo Heidegger pretendeva di oggettivare lEssere senza rendersi conto di essere-gettato nellEssere. E la domanda del chi che mette in crisi limpostazione di Essere e tempo. Chi dewscrive gettato in ci che vuole descrivere oggettivamente dallesterno. Cogliere autenticamente lEssere non vuol dire descriverlo ma viverlo, lEssere autentico non qualcosa di esterno alluomo ma un modo di essere delluomo. LEssere nella sua autenticit non pu essere colto nella trattazione di un libro ma nella vita di ogni singolo uomo. La verit dellEssere non qualcosa, fossanche una temporalit inesauribile, la verit dellEssere levento. Nella comprensione dellEssere come evento compiutamente raggiunta la coappartenenza di Essere e uomo (compiutamente compreso come esserci). Sembra che Heidegger sia riuscito ad uscire dallimpasse di Essere e tempo grazie alle proprie meditazioni sulla creazione artistica, sulla poesia e sullatteggiamento poetico.18 E proprio nel saggio sullOrigine dellopera darte che compare la distinzione fra terra e mondo. Il problema del senso, determinato dal mescolamento conflittuale fra terra e mondo, cio dalla necessit che mena luomo a gettare (lEssere) solo in quanto gettato (nellEssere), risolto proprio con lapertura costitutiva propria dellatteggiamento poetico e della creazione artistica. Ma Heidegger non fa che esplicitare quanto era gi stato elaborato in Essere e tempo: Il circolo non deve essere degradato a circolo vizioso e neppure ritenuto un inconveniente ineliminabile. In esso si nasconde una possibilit positiva del conoscere pi originario, che afferrata in modo genuino solo se linterpretazione ha compreso che il suo compito primo, durevole e ultimo, quello di non lasciarsi mai imporre pre-disponibilit, pre-veggenza e pre-cognizione dal caso o dalle opinioni comuni, ma di farle emergere dalle cose stesse, garantendosi cos la scientificit del proprio tema. 19 Come abbiamo detto non lopera darte che interessa a Heidegger ma levento che ne ha consentito lo scaturire, cio il rapporto tra lartista e la propria situazione. Ma larte interessa a Heidegger anche perch una messa-in-opera, uno dei modi in cui luomo in grado di dare un senso materiale allente. Ed proprio su questo piano che Heidegger pone il compito fondamentale delluomo: il salvataggio dellEssere nellente. La capacit delluomo di attribuire senso in grado di modificare materialmente lente in mezzo al quale luomo si viene a trovare. Il salvataggio della verit dellEssere nellente vuol dire che luomo nel fornire senso allente deve rispettare lunicit, lirripetibilit, laperura costante della propria situazione estetica-immediata senza pretendere di semplificarla mediandola col pensiero o con i pensieri di qualcun altro. Per fare questo lautosufficienza logica del mondo deve tacere e ascoltare la terra, lapertura della situazione. Luomo deve sentire la propria situazione senza razionalizzarla, non possibile eliminare la dimensione di alterit, di insicurezza, di costante apertura determinata dallessere-situato poich lessenza dellesserci degenererebbe in una semplice presenza. Larte sembra il modo pi soggettivo di dare senso allente ma in realt il modo pi originario e quindi il modo pi oggettivo e sistematico poich nel creare artistico il creatore non astrae dallirripetibile singola situazione in cui si trova a vivere. Nellarte

lartista non impone un senso umano e arbitrario alla situaizone in cui si viene a trovare, non un soggetto che modifica un oggetto; nellarte lartista d forma allevento, materializza la coappartenenza di singolo e situazione. Mentre latteggiamento logico e latteggiamento morale nellattribuzione di senso trascendono la situazione esteticaimmediata nella quale il singolo che fornisce senso si viene a trovare, latteggiamento estetico-artistico richiede unapertura totale nei confronti della propria situazione. Heidegger tuttavia riconosce che luomo ha moltissimi altri modi per dare senso allente e per strutturarlo. Egli non ha intenzione di assolutizzare la creazione artistica a unico modo che luomo ha per compiere il salvataggio dellEssere nellente, anche perch la creazione artistica individuale e non sociale. Il vero piano in cui in gioco il salvataggio dellEssere nellente quello della strutturazione sociale dellente da parte della comunit umana. Sulla base di queste osservazioni chiaro che il salvataggio della verit dellEssere nellente, cio la permanenza essenziale dellEssere come evento, richiede che ogni singolo evento trovi il senso in se stesso; non potr mai esistere un ordine complessivo degli eventi al quale gli eventi dovrebbero conformarsi. La strutturazione materiale dellente da parte della comunit umana diventerebbe pi complicata perch risulterebbe impossibile qualsiasi programmazione, previsione, pianificazione che incidesse su una situazione al di fuori di quella in cui stata formulata quella programmazione, previsione o pianificazione. Non esisterebbe alcun fondamento sulla base del quale modificare le varie situazioni, il fondamento scaturirebbe da ogni sing9ola situazione. La terra il fondamento; in quanto fondamento costitutivamente aperto un non-fondamento (o fondamento abissale). E un fondamento estetico, lEssere fondato sul continuo mutamento del Ci dellesserci. Il fondamento fonda in quanto fondamento abissale: la necessit in quanto laperto del velarsi (non il vuoto, ma labissale inesauribilit). Il fondamento abissale in quanto spaziotempo 20 Lunico fondamento la singola situazione che vive ogni singolo uomo in ogni singolo istante. Lunico fondamento listante, la vita, levento. Il pensiero razionale e universalizzante non deve fondare la vita (cio linterpretazione e la strutturazione dellente) pena lautoscissione e lo sradicamento delluomo. E la vita stessa che deve fondare il pensiero e la strutturazione sociale dellente. Tuttavia nel mondo moderno la strutturazione sociale dellente dominata dalluniversalit calcolabile della scienza e non dallunicit irripetibile della vita, cio dallevento, dal rapporto estetico-immediato di ogni singolo con la propria situazione. Lente strutturato scientificamente d luogo a situazioni a cui diventa impossibile rapportarsi con un atteggiamento estetico-immediato. Luomo in grado di modificare materialmente il complesso di situazioni in cui vive ma cos facendo modifica se stesso. Se la strutturazione delle situazioni dominata da un atteggiamento scientifico-impersonale, cio trascendente la vita vissuta dai singoli in quelle situazioni, i singoli che si troveranno a vivere in situazioni strutturate in questo modo non potranno far altro che vivere scientificamente, cio sradicati da se stessi. Lastrazione del pensiero diventa reale e condiziona la vita; questultima non pi un susseguirsi di eventi irripetibili ma diventa un adeguamento continuo a schemi di pensiero predeterminati. Siccome il rapporto esteticoimmediato del singolo con la propria situazione diventa oggettivo, uguale per tutti, al singolo non rimane altro da fare che ricercare lappropriazione della situazione nel pensiero soggettivo. Lio soggettivo una conseguenza dello sradicamento determinato dallallestimento tecnico-scientifico-impersonale del mondo. Ci che originariamente era vita (lappropriazione estetica della situazione da parte del singolo) diventa pensiero e viceversa ci che era pensiero (luniversalizzazione impersonale della situazione) diventa vita. Levento (cio limmediatezza vissuta della coappartenenza di singolo e situazione) nel mondo dominato dalla tecnica cessa di essere appropriazione e diventa sradicamento.

Accanto allevento-appropriazione, caratterizzato dalla continua apertura alla terra da parte del movimento dellesistenza, occorre porre levento-sradicamento, caratterizzato dalla macchinazione, cio dalla continua applicazione al mondo da parte del movimento dellesistenza. Questi due differenti modi di vivere (modi di essere dellesserci) non sono determinati da differenti scelte da parte di un io libero di decidere; essi sono determinati dalla strutturazione materiale sociale delle situazioni in cui i singoli si trovano a vivere (e che gli stessi singoli contribuisicono a strutturare). La decisione per luna o per laltra tipologia di evento non di tipo morale o logico, ma di tipo materiale. Per decidersi tra evento-appropriazione e evento-sradicamento occorre modificare in un senso o nellaltro la strutturazione sociale delle situazioni in cui ci si trova immedesimati. Dal momento che il mondo moderno dominato dalla tecnica, cio dalla progressiva strutturazione scientifica delle situazioni, la decisione per levento sradicamento si presenta come non-decisione e indifferenza: non occorre fare altro che restare immedesimati nella macchinazione, restare automaticamente appiattiti alle possibilit offerte dal mondo sociale. La decisione per levento-appropriazione si presenta come un salto, come ristrutturazione estetico-singolare delle situazioni in cui ci si trova immedesimati-sradicati, come rifiuto dellimmedesimazione tecnico-impersonale e lotta per limmedesimazione estetico-singolare. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------NOTE [1] M. Heidegger, Contributi alla filosofia, Milano, Adelphi, 2007, p. 89 [2] Armonia invisibile della visibile migliore Eraclito, 54 DK [3] Per esempio l platonica di lavoro. Cfr. M. Heidegger, La questione dellEssere [4] Basti pensare alla legge civile ma anche alle leggi fisiche e matematiche che in definitiva sono interpretazioni e generalizzazioni umane usate per semplificare e ordinare una natura inafferrabile [5] M. Heidegger, Contributi alla filosofia, op.cit. , p. 71 [6] Ibidem [7] F.W. Nietzsche, Umano troppo umano, Milano, Adelphi, 1979, p. 28 [8] Il termine estetica pu risultare ambiguo. Quando affermiamo che il rapporto pi originario delluomo con la propria situazione estetico, per estetica non intendiamo n una teoria dellarte, n una teoria della sensibilit empirica ma una teoria della sensibilit poetica. I due principali significati a cui finora il termine estetica ha fatto riferimento sono qui mescolati in un significato pi originario. Lestetica dellarte si occupa delle opere darte, non del modo di vivere delluomo. Lestetica empirica compie lo stesso errore di Kant postulando unoggettivit dei sensi. Heidegger non parla mai di estetica e la rifiuta apertamente riferendosi allestetica come teoria dellarte. A noi come ad Heidegger interessa non tanto lopera darte quanto latteggiamento poetico che lha resa possibile, cio il particolare rapporto tra artista e situazione durante la creazione artistica. [9] M. Heidegger, Essere e tempo, Milano, Longanesi, 2005, p. 201

[10] Cfr. anche Nietzsche, Umano troppo umano, op.cit. , aforisma 11, Il linguaggio come presunta scienza [11] M. Heidegger, Essere e tempo, op.cit. , p. 26 [12] M. Heidegger, Contributi alla filosofia, op.cit. , p. 62 [13] Ibidem [14] Ibi, p. 76 [15] Ibi, p. 92 [16] Ibi, p. 91 [17] Ibi, p. 53 [18] Quel che sembra ancora pi probabile che Heidegger sia stato indirizzato verso la meditazione sullarte dallo studio di Nietzsche, che avvenne pi o meno nello stesso periodo. Inoltre il radicale rifiuto da parte di Nietzsche di ogni tendenza universalizzante del pensiero potrebbe avere giocato un ruolo tuttaltro che marginale nella svolta oltre Essere e tempo. [19] M. Heidegger, Essere e tempo, op.cit. , p. 189 [20] M. Heidegger, Contributi alla filosofia, op.cit. , p. 57

Fenomenologia di Essere e tempo (lasciare affiorare) diventa nei contributi la logica sigetica

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