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Attenzione e coscienza trasparente nelle simulazioni mentali

G. B.

Documento rilasciato sotto licenza Creative Commons www.creativecommons.org


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Premesse-Disclaimer
Questo testo rappresenta l'insieme di alcune considerazioni PERSONALI ed HOBBISTICHE sull'interessante campo delle simulazioni mentali e sulle tecniche sviluppate dal Dottor Corrado Malanga riguardo al suo studio sul fenomeno abduction. Quanto affermato in questo documento non attinge da una preparazione accademica e/o titolata in materia alcuna e non rappresenta verit alcuna se non in riferimento al valore personale che ognuno di noi attribuisce alle proprie idee. Infine, si fa presente che non si ha alcuna volont in tale testo di sostenere o confutare gli studi sul fenomeno abduction del Dottor Corrado Malanga a cui ci si riferisce solo analizzando alcuni aspetti reputati personalmente interessanti. Per un approfondimento sugli studi del Dottor Malanga si invita il lettore a leggere la grande quantit di materiale disponibile gratuitamente al sito internet www.ufomachine.org. Per un approfondimento sul percorso A.T.TO.R.E a cui tale documento fa riferimento consultate il materiale presente al sito internet www.attore.altervista.org o scaricate il PDF omonimo all'interno dei due siti internet sopra indicati.

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L'attenzione e la coscienza trasparente

Nell'ambito delle simulazioni mentali gioca un ruolo di primaria importanza l'attenzione della persona. All'interno del pdf Simulazioni Mentali Malanga chiarisce l'insieme della teoria alla base del S.IM.B.A.D. e di come si punti a realizzare uno strumento per gli addotti che permetta per mezzo della coscienza di compiere un proprio percorso individuale senza l'ausilio di operatori esterni. Come pi volte chiarito da Malanga stesso, l'approccio alla pratica del S.I.M.B.A.D dev'essere guidato dalla serenit, si necessita di uno stato di tranquillit e di non suggestione, bisogna pulire la mente da pensieri confusi e bisogna sapersi avvicinare al S.I.M.B.A.D con sicurezza, senza paura e con concentrazione. Come in tutte le cose rivolte ad un ampio pubblico prevedibile un insieme di difficolt, difficolt che in realt potevano anche essere evitate scrivendo con maggiore dettaglio alcune cose e considerando ad esempio i frequenti stati confusionali ed il forte impatto emotivo del vissuto dell'addotto. Quasi tutti gli addotti hanno enormi difficolt nello svolgere il S.I.M.B.A.D. in modo sereno e completo e la maggior parte di essi agli inizi (ma non solo) non riescono a svolgerlo in modo soddisfacente perch bloccati a livello visivo, non riescono a visualizzare gli elementi del S.I.M.B.A.D. e questo provoca un enorme blocco. Per cercare di risolvere il problema si creato un S.I.M.B.A.D. per cenestetici ed auditivi, un tentativo che personalmente molto apprezzabile ma che purtroppo non ha avuto i risultati che noi tutti speravamo ottenesse. Sui vari problemi e difficolt degli addotti verso la pratica del S.I.M.B.A.D. Luciano Scognamiglio (giovane ricercatore e collaboratore di Malanga) in accordo a quanto personalmente ripeto da sempre, ha espresso un condivisibile punto di vista spiegando che errore comune delle persone nell'approccio delle simulazioni mentali la mancanza di percezione. Si parla dunque non tanto di visione intesa come ci che riusciamo a vedere dentro la nostra mente, quanto piuttosto di cosa percepiamo. Dalla puntata di ufocast numero 6, ascoltabile gratuitamente online dal sito www.ufomachine.org Scognamiglio spiega come la difficolt di immaginazione svanisce quando ad essa si usa la percezione sensoriale focalizzando all'interno della simulazione mentale un elemento per volta:

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sono nella stanza, non vado avanti finch non ho fissato la stanza, la stanza deve diventare in qualche modo reale da qualche parte, per fare diventare reale una cosa dobbiamo percepirla, interferire con essa e sentirla.. Un volta creata la stanza.. la percepisco a livello sensoriale, immagino di starci dentro e cammino dentro la stanza.. la guardo tutta.. mi avvicino ad una parete e voglio vedere com' fatta, mentre a distanza vedevo la parete come una cosa bianca e senza dettagli mi avvicino ad essa e posso notare particolari che prima non avevo notato, noto che la parete ha una trama.. noto anche la superficie della parete, la tocco ed immagino di toccarla

Ma in che modo possiamo percepire la parete? Oltre a vedere possiamo dunque provare la sensazione di tatto all'interno della simulazione mentale? La risposta palesemente affermativa a questa domanda motivata dai meccanismi della memoria sensitiva del soggetto che sta svolgendo il S.I.M.B.A.D., in accordo a quanto affermava Stanislavskij, Scognamiglio parlando del problema di difficolt dell'addotto ad interagire con gli oggetti della stanza afferma:
questo problema si risolve se si fa lavorare meno la fantasia e ci si lascia trasportare dall'inconscio, da quello che si sente.. senza controllare troppo razionalmente ... di sicuro almeno una volta .. anzi centinaia di volte nella nostra vita abbiamo toccato una parete e memorizzato come si sente al tatto la parete a secondo del tipo di manifattura... ecco che se nel SIMBAD mi avvicino ad una parete bianca con l'intonaco e la tocco con le dita.. scorro con le dita, con il palmo della mano, provo la sensazione di tatto dentro il SIMBAD.... questo lo faccio con tutti sensi

L'uso di tutti i sensi favorisce anche la percezione visiva, cos, banalmente, se tocco la parete la vedo meglio. L'insieme dei canali percettivi (visivo, auditivo, cenestetico), cooperano ad aumentare un flusso di concentrazione, che ci porta ad uno stato che possiamo definire di simil-trance o autoipnosi (cos come afferma Scognamiglio) dove lo stato inconscio si esprime liberamente senza blocchi creati dallo stato conscio della persona, il cui ultimo si ritrova in una condizione di serenit, di tranquillit estrema, e di osservazione. dunque lo stato conscio ad osservare in modo sereno l'espressivit dell'inconscio, supportando lo sviluppo dell'azione mentale in uno stato di similtrance (autoipnosi) all'interno di simulazioni mentali compiute SENZA interventi di persone che guidano la simulazione.

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Ovviamente anche nelle simulazioni mentali guidate si pu ottenere questa condizione (ad esempio in F.M.S.) , ma tendenzialmente ci non si ottiene con le stesse condizioni. Il come ottenere ci esula momentaneamente dai nostri scopi e richiederebbe uno studio apposito.

Il flusso-pensiero
Ma nel dettaglio cosa intendiamo per flusso? Nella psicologia l'uso di questo termine stato introdotto da William James con l'opera Principi di psicologia. James introduce il concetto di continuit di pensiero per cui il nostro pensare si comporta come un fiume che scorre ininterrottamente. Nonostante spesso noi facciamo delle pause per riflettere, il pensiero costante e non quantizzato. Da un punto di vista olistico il pensiero viene dalla coscienza, esso il flusso che viaggia a partire dall'archetipo verso l'emozione e dall'emozione al simbolo fino al fonema. Poich il pensiero frutto della coscienza esso si manifesta in ogni esperienza esistenziale come continuo. Quando si rafforza questo flusso la persona si trova in uno stato di flusso per cui, la sua energia psichica come un fiume che scorre e trasporta qualunque cosa, tutto orientato verso un determinato oggetto o scopo. Lo stato di flusso raggiunto dunque quando l'intera energia psichica, l'insieme di tutte le abilit e percezioni mentali sono impiegate al massimo grado a raggiungere uno scopo (che pu essere ad esempio particolarmente difficile). La prima fase di manifestazione dello stato di flusso la concentrazione dell'attenzione generale verso un unico punto-obiettivo. Si manifesta un assorbimento, un coinvolgimento naturale e spontaneo che tende ad azzerare l'attenzione verso tutto il resto. Come abbiamo visto in precedenza, lo stato di flusso esattamente quello che avviene quando si comincia a perdere l'attenzione di noi stessi, del nostro corpo e dell'ambiente che ci circonda durante l'esecuzione corretta del S.I.M.B.A.D; siamo assorbiti interamente dalla simulazione mentale e la nostra attenzione focalizzata solo su ci che percepiamo nella virtualit della nostra mente. Questa fase di assorbimento la stessa che si manifesta nella prima fase dell'ipnosi regressiva in cui si porta il soggetto a focalizzare la sua intera attenzione verso qualcosa (ad esempio un punto su uno schermo che viene osservato, poi toccato, assaporato ecc..). Il processo psichico che porta allo stato di flusso stato denominato da Mihaly Cziksentmihalyi (direttore del dipartimento di scienze comportamentali Universit di Chicago) come coltivazione:
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la coltivazione unattivit psichica resa possibile soltanto dal fatto che gli esseri umani sono capaci di focalizzare in modo selettivo la loro attenzione per il conseguimento di mete. Poich lattenzione il mezzo tramite il quale gli atti intenzionali possono essere adempiuti, conveniente pensare ad essa come ad una energia psichica . [...] Lenergia psichica non lo stesso concetto reso familiare nei pi recenti scritti di Freud. Da una prospettiva psicoanalitica, essa si riferisce ad un serbatoio inconscio di tensioni libidiche, ad una forza vitale che si manifesta in desideri, i quali conferiscono motivazione e direzione alla vita conscia. Luso del tutto differente, pi in linea con le precedenti formulazioni dello stesso Freud, in cui egli identificava l'energia psichica con lattenzione mobile [attenzione fluttuante]. Lattivit psichica consiste di intenzioni che dirigono l'attenzione, attraverso la quale l'informazione viene selezionata e tramutata in consapevolezza. Quando noi ci occupiamo di qualcosa, lo facciamo per realizzare una qualche intenzione (1986, pp. 20-21). La fase di coltivazione che si realizza durante una ipnosi o una simulazione mentale (quale F.M.S.) guidata da un operatore si differenzia leggermente dalla fase di coltivazione delle simulazioni mentali non guidate in quanto, il soggetto stesso deve nel secondo caso auto-veicolarsi e indirizzare l'intera sua mente verso l'obiettivo assumendo dunque un auto controllo. Con l'ausilio di un operatore la condizione di stato di flusso pi facile da raggiungere ma si pu giungere paradossalmente ad uno stato di flusso incosciente, (se l'operatore non molto abile) ovvero uno stato di flusso in cui la persona non riesce ad analizzare e in qualche modo metabolizzare l'esperienza del flusso stesso; utilizzando sempre la similitudine del fiume, si ottengono delle ripide in cui navigare davvero difficile e il livello dell'acqua troppo alto. Nello stato di flusso incosciente si perde l'osservatore, ovvero si perde quella parte della persona che veicola il tutto tramite la sua volont, si ottiene una manifestazione della volont che non attraversa tutti gli strati della persona ma solo il lato pi profondo. Detto ci si capisce per cui quasi sempre le persone non ricordano cosa hanno visto-percepito durante una seduta di ipnosi regressiva, l'osservatore (che la parte conscia) si addormentato. l'operatore che in questo caso fa la differenza e rimette tutto in equilibrio applicando un contino processo di controllo. Stuzzicare l'atto di volont dalla profondit della persona ha i suoi vantaggi, per cui sicuramente si in grado di dialogare con l'io pi profondo (come la parte animica) che manifesta il suo volere. Tuttavia questa condizione pu provocare un gap, un vero e proprio scalino tra la parte razionale e l'irrazionale; il lato conscio in questa condizione continua a non comprendere l'inconscio e fatica a risolvere questa nuova distanza creata, si rischia di
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creare dei veri e propri traumi, dei contrasti tra la parte razionale e l'irrazionale. Il lato conscio deve raggiungere quello stato di equilibrio con l'inconscio, in cui l'attenzione e la concentrazione (flusso) bilanciata da una riflessivit (consapevolezza). Questa condizione mentale raggiunta dagli attori veri e dagli atleti di competizioni sportive di un certo livello e in cui si coscienti all'interno di una attivit fisica o un ruolo interpretativo. Nell'ambito della formazione attoriale, il lavoro sull'attenzione da un lato richiede l'uso dell'immedesimazione, del processo di analisi del personaggio, della personificazione, della memorizzazione e comprensione dei processi corporei tramite tecniche fisiche che favoriscono l'uso dell'istinto mimico; dall'altro invece si richiede un allargamento dello stato di coscienza in cui, in modo paradossale, l'attenzione non si fissa in modo fermo su nessuno degli aspetti precedentemente elencati.

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Grotowski e la coscienza trasparente

La condizione di equilibrio flusso/riflessivit chiamata da Grotowski Coscienza Trasparente (CT).


Questa condizione consiste di un io allargato, capace di trascendere la coscienza egoica e assurgere ad un livello di coscienza aperta, intuitiva, capace di comprendere sia gli aspetti inconsci che gli aspetti superconsci. (da L'attenzione del lavoro sull'attore informazione Psicologia Psicoterapia Psichiatria n.34 www-inpsicoterapia.com)

Mentre in condizioni di "lucida coscienza quotidiana" siamo semplici osservatori dello spazio, nella CT si "vive" lo spazio come se esso fosse parte di noi stessi. Ecco che gli oggetti e le persone di un luogo sono dentro la CT stessa, nello spazio viviamo la manifestazione del nostro io interno: i nostri pensieri, sentimenti, emozioni, immagini mentali. Identificando le nostre componenti come oggetti, durante la coscienza ordinaria ci identifichiamo con essi.

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Provando un pensiero, una emozione, un sentimento, abbiamo coscienza solo di noi stessi, i nostri oggetti interni ci caratterizzano e solo in un passo successivo prendiamo consapevolezza del mondo esterno che ci circonda; interagiamo dunque con un elemento dello spazio e "lo fissiamo", ne prendiamo coscienza solo interagendo con esso. Vivere la realt per mezzo della CT significa invece cambiare il modo di sentire noi stessi, i nostri oggetti interni sono in questo caso strettamente connessi allo spazio, la coscienza "spaziale", tutto si sviluppa all'interno della spazialit che assume le caratteristiche del nostro io. Anche il corpo con i suoi movimenti viene percepito all'interno della CT come elemento appartenente allo spazio coscienziale, luogo in cui tutto fluido e sereno... ogni azione fisica vissuta con estrema precisione e "osservata" dalla coscienza come qualcosa di naturale. In modo paradossale, dentro la CT il movimento del corpo vissuto in modo vigile, attento, ma allo stesso tempo in una condizione di riposo. In CT la percezione si allarga e si comincia a percepire contemporaneamente quello che succede sia dentro che fuori di noi. L'insieme delle nostre emozioni si manifesta nei nostri movimenti ma si conserva comunque un atteggiamento di attenzione sereno, "trasparente". Quando ci si trova in queste condizioni si agisce seguendo l'azione e ci si riposa dentro, si esegue nel modo pi inconscio possibile l'azione dove il lato conscio osserva attentamente in modo sereno e riposato.
Qui lattore non attua una fuga dalla coscienza, ha reso la coscienza pi vasta: la coscienza comincia a diventare spaziale, trasparente, i riflessi sono estremamente pronti e c qualcosa di luminoso che si intravede. Che cosa cambiato se qualcuno lo guarda dal di fuori? Tutti i dettagli di ci che fa sono gli stessi degli altri giorni, ma tuttavia la differenza enorme (cfr. Grotowski, 1982-83, passim).

La CT si pone in questo stato di condizioni in posizione di equilibrio tra stato conscio e stato subconscio. Si giunge in uno stato di simil-trance (autoipnosi) dove per non si manifesta il distaccamento del lato conscio della persona (cosa che avviene nell'ipnosi) ma si trasforma lo stato conscio ad osservatore attento e sereno, vivo ma trasparente.

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Il passaggio dalla coscienza ordinaria alla coscienza trasparente radicale. Nella CT noi siamo tutto lo spazio, con esso ci identifichiamo, in esso dunque poniamo al suo interno le nostre componenti (pensieri, sensazioni, emozioni, sentimenti), la nostra fisicit, le nostre azioni e gli oggetti reali del luogo. La trasformazione da coscienza ordinaria a coscienza trasparente possibile grazie all'attenzione. Secondo L. Jovet (1994):
Lattenzione. Innanzi tutto devi considerare lattenzione globale, questa concentrazione in cui il corpo non partecipa pi, la giusta ricettivit. Ascoltare, teso, fino a essere vuoto di te stesso. Tensione estrema, a tal punto che ti preoccupi esclusivamente di ascoltare, di provare, piuttosto che di comprendere attraverso una percezione puramente intellettuale. Questo vuoto di s, indispensabile per colmarsi del senso dellopera, questo vuoto necessario a ogni operazione sensibile, la cosa importante. Impararlo, insegnarlo a te stesso. Uscire dal tuo spirito, dai tuoi sensi, da tutto quello che potrebbe disturbare lascolto, la ricezione, e che la cosa ricevuta non ne venga a contatto allinizio. Vaso che andremo a riempire, e nel quale potranno riversarsi, spargersi e diffondersi sentimenti e idee [...], questo vuoto unattitudine, non una realt; una forma e una disposizione dello spirito e della sensibilit. Non avere fretta di comprendere. Non capire troppo presto, ma piuttosto, liberati di te stesso. [...] Tutti i momenti felici del teatro sono per me i momenti in cui, vuoto di me stesso, ascolto, sento, ricevo, subisco, in una specie di ignoranza corporale [...]. Questo stato, questo vuoto, questa presenza, questa possessione di s e questa capacit sensibile nuova e rinnovata, questo momento in cui ti senti sdoppiato tra una sensazione e un sentimento, straziato da una tensione in cui il corpo e lanima si oppongono e si rivelano, ma nel quale la sensazione fisica essenziale (pp. 201-203)

La concentrazione dell'attenzione permette di portarsi in una condizione di neutralit: si perde se stessi, si ci si liberati della nostra identit personale e si pu andare in ogni direzione per rinascere altro. Tutto ci possibile grazie ad un lavoro sul corpo. In accordo alle affermazioni di Stanislavskij un attore
deve prima di tutto lavorare sul proprio corpo, affinch esso diventi aperto, affidabile e coerente in tutte le sue reazioni; poi sviluppare le sue emozioni, in modo che esse non rimangano al livello pi basso rivelando cos un cattivo attore. Essere un buon attore significa aver sviluppato in s la capacit di percepire, apprezzare ed esprimere uno spettro di emozioni, dalle pi basse alle pi elevate. Un attore deve sviluppare la sua conoscenza, e in seguito la sua capacit di comprensione, fino al punto in cui la sua mente entra in gioco nella maniera pi vigile, per apprezzare il valore di ci che sta facendo (Brook, 1988, p. 212).

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La condizione di CT non raggiungibile solo nelle simulazioni "fisiche". Quello che dovrebbe essere ormai chiaro che l'arte della recitazione una simulazione mentale che sfrutta anche il corpo, dunque per simulazione mentale non si intende in realt solo una emulazione mentale della realt, bens si pu allargare questo concetto ad una emulazione della realt compiuta con l'interezza della persona (corpo compreso). La condizione di CT quella per cui, durante una qualsiasi simulazione mentale, la persona assume il suo pi alto grado di concentrazione ed contemporaneamente il luogo della simulazione stessa, esso contemporaneamente dentro e fuori quel luogo (e quindi il luogo). Ecco ad esempio che in una giusta esecuzione del SIMBAD la persona, una volta che ha fissato gli elementi del luogo immaginario comincia a perdere la percezione del proprio corpo per "vivere senza accorgersene come la stanza; si giunge in una condizione di simil-trance in cui la sua coscienza lavora in modo "spaziale" all'interno della simulazione. in questa condizione che si diventa osservatori del proprio io, la rappresentazione della triade e di tutto il resto in realt la manifestazione della nostra coscienza spaziale, ogni elemento osservato e percepito nella sua essenza all'interno dello spazio mentale. Sovrapporre lo spazio mentale con delle azioni fisiche in CT significa realizzare una simulazione mentale che sfrutta anche il corpo. I movimenti del nostro corpo, che suscitano sensazioni, sono la manifestazione diretta dei nostri archetipi e sono vissuti per mezzo della CT in modo spaziale, trasportando noi stessi, all'interno della simulazione mentale stessa. Fino ad ora abbiamo spiegato che ogni gesto se compiuto con la nostra volont ci trasmette qualcosa, la manifestazione del nostro io; compiere dunque questi gesti con una condizione di CT in cui lo spazio quello immaginario della simulazione mentale, permette di ottenere la massima condizione di equilibrio tra flusso e riflessivit. Tutto ci l'essenza di A.T.TO.R.E. Per mezzo delle tecniche attoriali precedentemente esposte si vuole portare la persona in una condizione di CT in cui, l'uso del corpo un potente canalizzatore che permette di vivere pienamente per mezzo dei meccanismi della memoria emotiva e sensitiva la simulazione mentale.
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Tantissime sensazioni, emozioni molto forti che permettono di potenziare in modo incredibile, nel modo migliore possibile ancore, SIMBAD ed LGO. Quello che andiamo a creare dunque una nuova realt in cui viviamo la nostra esperienza, in modo simile all'attore che vive una scena teatrale.

Primo ostacolo: interferenze nella personalit : identit mancate


Il problema principale di un addotto sono le continue interferenze che agiscono a livello di disturbi comportamentali, dissociazioni e disturbi di personalit frequenti. Si crea un filtro tra l'io della persona e il mondo che lo circonda per cui il modo di relazionarsi dell'addotto con la realt pesantemente condizionato. Pi volte addotti e/o ricercatori esterni al team di Malanga, hanno affermato che alcune tecniche definite alla cinque minuti, quali ad esempio la F.M.S. provocano effetti collaterali nelle persone. In realt tali affermazioni derivano da un non corretto inquadramento dei sistemi di aggancio, causa ed effetto dell'imprinting del soggetto. Analizzando la questione da un certo punto di vista si comprende come chi si libera delle adduzioni aliene deve in seguito liberarsi dell'imprinting alieno. La personalit dell'addotto stata negli anni deformata dall'opera dell'alieno. L'io della persona come una bottiglia che l'alieno nell'addotto deforma spanzandola. Quando in seguito la persona si libera ecco che, seppur non ci sono pi gli alieni, si manifesta la deformit dell'io. Un caso classico la deformazione dell'alieno denominato ringhio. Un addotto che ha capito in fondo chi questo alieno conosce bene i sintomi da ringhio e dove esso indirizza la propria persona. Stati di ira, intolleranza, tratti di razzismo, senso di superiorit, ecc.. tutte caratteristiche che poi esplodono nel primo periodo della liberazione. Bisogna avere chiaro che a monte di ogni ogni processo di adduzione, vi un insinuarsi delle interferenze che agiscono inizialmente con l'unico scopo di instaurare un canale comunicativo con la parte animica. Solo dopo che si creato un aggancio con la parte animica (che si manifesta con agganci emotivi) ecco che possibile portare avanti in programma delle adduzioni. Ecco che compito della persona comprendere che a monte del proprio comportamento c' un motivo (non una scusa) e che serve un controllo. Il controllo avviene con maggiore facilit solo se nella fase precedente si sviluppata una certa percezione completa dell'alieno in questione, riuscendo a identificare non solo chi e cosa vuole l'alieno ma quale peso condizionante nella vita della persona. Il processo di condizionamento realizzato dalle parti interferenti qualcosa di molto lungo e che agisce su tutti i livelli della persona. Posso dire con assoluta certezza che
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in un addotto, le percezioni, le emozioni, i sentimenti, praticamente tutto quanto il mondo interiore pesantemente condizionato a partire dal primo istante di esperienza vita dell'anima (dunque dal primo istante su tutti i contenitori). La programmazione animica che opera l'interferente tende alla malleabilit esterna di anima e alla sottomissione, alla riduzione del potere animico di partecipazione attiva nell'esperienza di vita. L'interferente realizza un lungo processo in cui l'anima si riduce ad uno spettatore quasi inerte. Questo complesso processo di condizionamento induce un identificarsi dell'identit animica nel fenomeno. L'anima interferita legge tali accaduti come qualcosa di normale, facenti parte della propria esperienza di vita...praticamente se ne frega per certi versi perch in condizioni di adduzione reputa tali esperienze facenti parte della propria esistenza, al tal punto che spesso sono i fenomeni stessi a darle un senso di esperienza di vita. Secondo quanto affermato un addotto avrebbe come unica possibilit di controllo autonomo (ovvero senza interventi esterni) delle sue alterazioni comportamentali, solo la comprensione completa di ogni singolo alieno coinvolto nel gioco e lo sviluppo dello psicodramma. Il S.I.M.B.A.D e la pi recente tecnica T.C.T.D. giocano un ruolo chiave permettendo alla persona prima la comprensione di se stessi per via degli archetipi e successivamente la rimodellazione dell'io. Quando la persona si perde in questo tragitto ecco che si manifesta una perdita di identit, ovvero si realizza quanto stato descritto in modo alquanto esaustivo nel documento addotti, le identit mancanti.

Ma l'addotto non ha una identit in quanto tale?


Certo che l'addotto ha una propria identit, ma come se l'avesse smarrita, o meglio, come se non l'avesse compresa. Semplicemente l'addotto non sa chi realmente. . L'identit vera (neutra, ovvero non condizionata) di una persona coincide in modo esatto con la comprensione di essere libert, dunque di idea libert concreta e non solo libert come concetto astratto di cui non si capisce il senso. Quando l'anima si sente libert ecco che ha capito chi essa stessa, ritrovandosi identit essenziale (da essenza). Lo stesso meccanismo valido anche per il resto della monade.

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Indicando in modo pi generale con il concetto di identit coscienziale la coscienza intera della persona (e dunque chiamando in causa non solo la parte animica ma tutta la monade), quando in essa si sta formulando il concetto reale di essenza, ovvero vi si sperimentato in modo maggiore il concetto di essere libero quale unico modo di essere ecco che il soggetto sta edificando la propria identit, quella unica e vera e sempre pi vicina all'identit essenziale. La differenza dunque tra un soggetto addotto che poi riesce a risolvere il problema e divenire libero ed un soggetto addotto che invece non riesce a liberarsi (perch non vuole?? SBAGLIATO, NON CI RIESCE PERCH NON HA ANCORA COMPRESO!) la si pu cogliere anche nella capacit di navigazione tra gli elementi di forma interiore di una persona. Cosa intendo dire con con quest'ultima frase? Cambiamo apparentemente argomento e parliamo di attori e recitazione. Quando un attore (di quelli veri) va in scena esso si spoglia del suo carattere ed come se divenisse il personaggio. Per un processo noto come verosimiglianza l'attore come se vivesse in quel momento la scena come pezzo di vita autentica, ma da personaggio. Volendo esagerare e schematizzare un po' (parecchio!!) quello che avviene, con l'aiuto dell'informatica possiamo rappresentare un bel grafo:

in cui l'attore, NODO B, che ha una identit ben conosciuta, ovvero che si conosce bene , pu per cos dire divenire in scena chi gli pare. Se dunque l'attore deve divenire da essere B a essere C egli deve riuscire prima a dimenticare se stesso, ovvero l'imprinting del suo carattere, giungere ad una posizione neutra (NODO A, stato di coscienza, il sentirsi io sono e basta, senza condizionamenti alcuni) e da l andare dove gli pare.
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La capacit di un buon attore recitare parti molto lontane dalle caratteristiche della sua persona (dal nodo B arriva la nodo C ma B e C non hanno alcun legame diretto). Questa enorme semplificazione permette di fare delle semplici considerazioni per quanto riguarda quello che accade ad un addotto. Un addotto tipico, con seri disturbi dissociativi dovuti all'opera dell'alieno, perder il riferimento alla sua persona (nodo B) ma si trover in un nodo (nodo GRIGIO), magari adiacente (caso ottimistico), ma in genere molto lontano dalla sua forma neutra.

Ecco che allora, quando l'addotto lavora per riscoprire il proprio io nella risoluzione del problema abduction, tramite ad esempio la pratica del S.I.M.B.A.D., sta costruendo un legame verso la posizione neutra (dove ci trova la coscienza) e da cui potr in seguito giungere alla sua identit personale (giungere al nodo B) diventando quello che vuole. Durante il percorso di liberazione si sviluppa una capacit di navigazione tra i nodi dell'albero e la presenza dell'alieno come un nodo magnete che attrae verso di se e cerca di condizionare l'attraversamento degli archi dei nodi. Pi si ha capacit di navigazione e pi si riesce a contrastare l'imprinting dell'alieno e, dopo la liberazione, a rimodellare se stessi. Quando si identifica in modo completo un alieno, ecco che l'addotto individua nello schema precedente un nodo di imprinting che pu in seguito riuscire ad eliminare (pruning del grafo). Secondo quest'ottica, in realt, sviluppare anche questa capacit di navigazione aumenta la velocit di liberazione dell'addotto, in quanto l'alieno comincia a perdere la propria capacit di condizionamento sulla persona.
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In termini spiccioli, questa capacit anche una misurazione dell'intento, della persona. Queste considerazioni espresse in altri termini sono alla base di quanto ho codificato in A.T.TO.R.E., il cui scopo stuzzicare l'attenzione della persona verso se stessi facendo una certa leva sui meccanismi del corpo, per mezzo di basi spicciole della PNL e di tecniche di recitazione attoriale.

Pi si espande la dimensione del grafo e pi si ha capacit di controllo ed espressione, capacit che un risvolto della coscienza, per mezzo della quale possiamo divenire quello che vogliamo. Chiarito adesso questo punto, si pu cos spiegare perch un addotto ha, grazie alle tecniche sviluppate da Malanga e collaboratori, la possibilit di creare un collegamento con la sua parte neutra (LA CONSAPEVOLEZZA DI COSCIENZA ).

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Adattamento e controllo
Sviluppare la capacit di navigazione porta anche a sviluppare una certa capacit di adattamento e reazione dinamica ai problemi reali. Nei soggetti che hanno una forte capacit di navigazione, si manifesta un forte tendenza ad assumere il controllo delle simulazioni mentali, riuscendo con una facilit superiore alla media a rispondere mentalmente alle varie situazioni che possono ad esempio svilupparsi dentro un S.IM.B.A.D. o dentro le successive ed autonome applicazioni del TCTD (ovvero le applicazioni del TCTD dopo l'applicazione guidata dall'operatore). Anche nelle simulazioni mentali guidate da altri si manifesta questa tendenza al controllo; ovviamente ci pu essere un intralcio alla simulazione mentale stessa ma un operatore che sa il fatto suo non dovrebbe avere difficolt. In questo senso si pu portare avanti, secondo le mie idee, un approccio alle simulazioni mentali auto-guidate che aiuti ad assumere il controllo alle persone che hanno difficolt pratica nell'utilizzare simulazioni mentali quali il S.I.M.B.A.D. Quello che serve fare sviluppare in tali soggetti la capacit di navigazione.

LA NASCITA DI A.T.TO.R.E.
Sull'energia e sull'equilibrio cominciai a notare come un semplice esercizio quale quello di mimare una pianta ha mille impieghi. Il maestro di recitazione ci faceva mimare spesso la pianta durante gli esercizi di laboratorio, favorendo in noi l'idea di rinascere sul palco per divenire il personaggio, e/o per favorire un respiro pi profondo. Modificai ogni esercizio in ogni particolare, facendo attenzione alla tensione muscolare delle gambe. Mi guardai anche un video accelerato che riprendeva i punti salienti della crescita di una piantina, cercando di traslare il processo visto nei movimenti del corpo. Molto semplicemente i piedi erano le radici, le gambe erano il fusto della pianta e cos via, dal basso all'alto per tutto il resto fino alle dita che erano le foglie (o i frutti) . Scelto l'esercizio, notavo come nella sua esecuzione si manifestavano tratti del mio stato d'animo e non solo, facevo il paragone con gli altri membri del gruppo di teatro che, anche se semplicemente mimavano la pianta senza tutte le indicazioni che io mi davo, rappresentavano un dato nell'esecuzione. Notai come un compagno di teatro, mimava la pianta come qualcosa di poco vivo, aveva difficolt a rendere nei suoi movimenti un senso di vita, i suoi gesti erano quasi un po' tetri, l'espressione del volto mentre la pianta cresceva manifestavano quasi un dolore e le braccia che dovevano rappresentare i rami della pianta, erano sempre bassi, non si innalzavano mai di molto oltre lo sguardo. Analogamente le mani erano completamente afflosciate, quella pianta mimata era spoglia sia di foglie che di frutti.
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A questo ragazzo venivano, guarda caso, particolarmente bene le parti del sofferente, dell'ammalato, dell'ucciso, del calpestato, della vittima senza volont. Era molto convincente ad interpretare queste parti perch queste parti erano quelle pi vicine alla sua vera personalit. C'era una evidente corrispondenza tra il modo di compiere l'esercizio e la personalit della persona. Analogamente notavo come un altro individuo del gruppo, a volte un po' superficiale nel giudicare alcune scene e dettagli, compiva l'esercizio troppo velocemente, non si soffermava sui punti chiave, scorreva velocemente il movimento senza dare troppa attenzione all'ascolto di quello che compieva. Una ragazza molto intelligente, brava, ma anche leggermente vanitosa, mimava la pianta dando dei movimenti allegri, sbarazzini, aveva un sorriso in volto e quell'aria che diceva guarda come sono bella!, le mani erano ben in vista e cos le dita che muoveva per mostrarle, ovvero i frutti della pianta che mostrava come gioielli da esporre. Sulla mia persona notavo invece come, in quello stato di sicurezza e forza in cui ero finalmente giunto, avevo la tendenza a raggiungere una postura eretta in cui, con petto in fuori e pancia in dentro allargavo le spalle, sollevavo le braccia con le mani spalancate verso l'alto, allargavo il petto respirando a pieni polmoni molto lentamente, stringevo le mascelle e avevo un senso di potenza, di robustezza, ero dritto, ben piantato, germogliando molto lentamente... io mimavo una quercia massiccia. Visto per che ognuno ci metteva dei movimenti propri, come ad esempio modi diversi di abbassarsi ed alzarsi (in base anche alle capacit di flessione corporale), decisi di rendere l'esercizio pi preciso nei suoi dettami, dando delle indicazioni sui movimenti e puntando sull'estensione dei muscoli principali (su cui focalizzare maggiormente l'attenzione). In questo modo, riducevo drasticamente i punti in cui si manifestava l'io e potevo utilizzare l'esercizio come strumento per misurare la capacit di espressione di alcuni concetti. L'esercizio nella sua semplicit il seguente:
Partite dalla posizione eretta, cominciate a pensare ad un qualsiasi luogo per voi fonte di serenit e pace, rilassatevi il pi possibile, concentratevi sulla immobilit del vostro corpo, le braccia sono totalmente abbandonate al loro peso e il sangue si concentra nelle mani. La respirazione deve ridursi al minimo quindi cercate di respirare dolcemente e lentamente, con una calma naturale. Le mani sono completamente inerti, le dita completamente immobili. la testa in posizione eretta sollevata sufficientemente da permettervi di tenerla alzata senza troppe difficolt. Cercate di sentirvi nella posizione eretta solo per una condizione di magico equilibrio. Il vostro corpo rilassato eppure voi siete in piedi. Chiudete gli occhi mantenendo il pi possibile il vostro rilassamento. facendo attenzione a minimizzare i movimenti di equilibramento necessario per mantenervi in piedi. Quando giungete ad una posizione di equilibrio ad occhi chiusi allora cercando sempre di ascoltare il pi possibile le sensazioni del vostro corpo abbassate il capo lentamente fino ad abbassarlo completamente e procedete sempre nel modo pi rilassato possibile a curvarvi su voi stessi fino a portare le braccia, che 18 - 34

sono completamente rilassate, nel punto pi basso che vi possibile. Dovete arrotolare il busto su voi stessi. Quando vi sarete abituati a questa posizione (POSIZIONE DEL SEME), cambierete il vostro movimento e la vostra immobilit si tramuter in una lenta progressione verso la mobilit. Mantenendo una respirazione ciclica pensate di riempirvi di energia e di riprendere molto lentamente la posizione eretta. La progressione di risalita deve seguire il grado di energia che state acquisendo. Il movimento di risalita deve essere l'esatto contrario del precedente movimento di discesa. Le gambe saranno tese e la direzione che indicano sar seguita dal movimento di srotolamento. Ritornando alla posizione eretta continuate ad alzare le braccia fino a germogliare come una pianta usando le mani e le dita per manifestare tale processo. Quando le braccia sono alzate alla loro massima estensione fate un respiro profondo e poi lentamente riabbassate le braccia buttando in modo naturale tutta l'aria. Sempre ad occhi chiusi, riprendendo a respirare pensate di essere in quel luogo che avete pensato prima.

Era evidente che un cambiamento del modo di eseguire un esercizio del genere era solo possibile grazie ad un cambiamento interiore di se stessi o una capacit di cambiamento in tal senso. Notai ad esempio come la quercia si addiceva perfettamente allo stato d'animo della mia interpretazione di Peppino Impastato, mentre, quando paradossalmente provavo ad interpretare Ofelia, se subito dopo eseguivo l'esercizio ecco che mimavo una pianta allungata, dalla crescita leggiadra, delicata, dai frutti preziosi ma che era anche indifesa, un forte vento poteva spazzarla via e portarsela in cielo. Riuscivo ad andare con questi due personaggi ai lati opposti del mio essere forte e misuravo questa mia capacit tramite l'esercizio in questione. Viceversa, il forzarmi ad eseguire l'esercizio della pianta in un modo o nell'altro favoriva di molto la mia performance interpretativa del personaggio corrispettivo. La pianta divenne uno strumento per verificare il mio stato interiore ma anche agire su di esso a mio piacimento, con la pianta mi trasportavo anche dentro le simulazioni mentali, compiendo la pianta in riferimento ad un accaduto reale del passato oppure semplicemente immaginato, nascendo nello spazio della simulazione mentale introducevo all'interno di essa in modo saldo le mie percezioni sensoriali riuscendo ad esempio a ricostruire l'accaduto passato (un p come una super-ancora molto agganciata) o in genere a spadroneggiare all'interno della simulazione mentale mantenendo uno stato di concentrazione profonda e straordinariamente serena, cristallina. Compresi come bisognava pompare al massimo la simulazione mentale, dunque cominciai a scrivere e a provare esercizi sulla gestione del respiro da associare ai movimenti del corpo e allo stato di attenzione. Analizzando l'atteggiamento di molte persone, tutte quelle che incontravo, giorno per giorno ma anche di animali, cani,
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gatti, uccelli, persino lucertole compresi certi atteggiamenti istintivi presenti in modo diverso ma al contempo simile negli esseri viventi cos disparati. Compresi come certe cose esulavano dalla specie di appartenenza e che la nuova PNL spiegata da Corrado Malanga riusciva a leggere bene tutti questi gesti ed intenti. Notai un primo fattore comune sulla respirazione delle persone, notando come si possiedono alcuni atteggiamenti a cui non ci si fa caso, come il respiro durante i movimenti e lo stato d'animo (serenit, gioia, tristezza, paura, rabbia, affetto, odio, senso di fame, di sete, di stanchezza, di forza, di agilit, rivolgere l'attenzione). Quando siamo intenti a fare la qualsiasi cosa respiriamo in modo incontrollato, respiriamo senza pensare di dover respirare ed il nostro respiro un mezzo molto diretto per leggere noi stessi. Analogamente il respiro induce in noi qualcosa, per cui sapere manovrare il nostro respiro ci permette di cambiare dentro. Spinsi maggiormente me stesso nell'esplorare la plasticit corporale sulla base di altri esercizi svolti a laboratorio, tra cui il mimare un gatto che si stira le zampe dopo una dormita oppure il famoso esercizio (di stampo Living Theatre) del sentirsi acqua, fuoco, aria, acqua-tondo, quadrato-fuoco, aria-cubo, acqua-lenta, fuocobradipo, aria-veloce ecc... ecc.. con miriadi di combinazioni varie. Esplorai modi diversi di camminare, di assumere posture in base anche ai personaggi interpretati nel laboratorio, introducevo all'interno delle mie performance interpretative delle costrinzioni posturali ed emotive (come diceva Peppino De Filippo: l'attore in scena deve complicarsi la vita) che mi permettevano con maggior forza di entrare nel personaggio. Avevo adesso tutte le carte in regola per poter scrivere un atto completo, dovevo mettere ordine sulla sequenza di esercizi e scrivere un esercizio finale, pensavo sempre all'idea di volare, la figura del gabbiano, l'idea di un uccello che si libra in volo mi allettava. Scelsi un nome, A.T.TO.R.E. (Artistic Technique TO Resolve Emotions). Adesso dovevo concentrarmi sulla stesura di un esercizio finale. Il volo dell'aquila Ero attratto dal concetto di volo da gabbiano, ma l'uccello in questione non trasmetteva la giusta forza. Cominciai a pensare che solo il Re degli uccelli poteva trasmettere la giusta forza, ovvero l'aquila. Essendo amante dei Pink Floyd mi ispirai al celebre video della canzone learning to fly in cui un uomo sale in cima ad una montagna per poi buttarsi e volare come aquila. Il caso volle che in quel periodo inoltre partecipai ad uno stage intensivo sulla gestione della memoria emotiva e sensitiva e uso dello spazio scenico ad opera di una compagnia teatrale della mia citt. Lo stage si concluse con la messa in opera di un minispettacolo durante cui gli attori improvvisavano aquile che volavano dall'alto di una montagna sulla colonna sonora del film l'ultimo dei moicani.
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Non vi erano indicazioni precise riguardo alle performance singole degli attori se non il fatto di stare a piedi uniti ed il punto della musica nel quale spiccare il volo, vi era comunque un certo ruolo di gruppo con frasi scritte a caso che riecheggiavano come stormi, vi era una autoanalisi di gruppo ragionato sulla scelta di aquile madri che osservavano gli altri, uno spettacolo di impatto evidente dove gli attori andavano in stato di trance e gli spettatori rimasero a dir poco a bocca aperta. Durante l'esecuzione del volo di gruppo, mi capit accidentalmente di toccare le mani di altri attori affiancati a me durante la fase del volo, nella mia mente mi voltai verso chi avevo urtato e li vidi come altre aquile che volavano. La stessa cosa accadde a molti altri attori quella sera. A causa del forte impatto emotivo molti attori, soprattutto coloro che personificavano le aquile madri piansero durante l'esecuzione. Lo spettacolo fu davvero incredibile, una esplosione di emozioni e sensazioni. Finito lo stage, una notte sognai di volare cos come nella performance dello stage, ma COMPLETAMENTE SOLO per andare dove risiedeva la mia coscienza. Ecco che presi direttamente il volo dell'aquila e lo riformulai totalmente, ne presi la pura idea del volo DA AQUILA (molto pi di impatto del volo del gabbiano a cui prima io pensavo) e della scelta musicale particolarmente azzeccata. Pensando inoltre al video Learning to Fly formulai esattamente il tutto. Sia nel video musicale che nel lavoro dello stage mancava comunque, oltre alle motivazioni, la meta del volo. Decisi quindi di inserire una meta ben precisa, un'isola, circondata da un mare, dentro cui ci sarebbe stato il punto di accesso per entrare in contatto verso la coscienza. Avendo fatto dei SIMBAD immaginati in una spiaggia l'idea stessa di un'isola andava bene, io vedevo un isola caraibica e approdavo in una spiaggia perlacea, dove sorgeva un enorme schermo bianco o uno specchio dentro cui potevo entrare per arrivare ad incontrare la mia coscienza. Scrissi quindi di getto l'ultimo esercizio finale, vi introdussi la pianta come inizio dell'esercizio per pompare maggiore energia, e nel volo discendente dall'alto della montagna verso l'isola dove risiede la coscienza vi era una discesa mentale simile alla discesa di un ascensore ma dettata dalla musica. Considerai di usare momentaneamente la musica utilizzata nello stage, ovvero la colonna sonora dell'ultimo dei moicani, ma speravo poi in una composizione su misura di un musicista che avevo conosciuto da un p, personaggio che annoto con le sue iniziali: G.P. Fatto questo presi tutti gli esercizi che avevo scritto prima, e li adattai in funzione dell'ultimo esercizio finale, introdussi maggiore enfasi negli esercizi sul fare provare forza, coraggio, crescita di energia. Nel giro di una settimana avevo tutto pronto. Scegliendo come musiche provvisorie, oltre a quella dell'esercizio finale, alcune composizioni di Vivaldi perse da le quattro stagioni, qualche composizione di
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Bethooven, il semplice rumore del mare, del fuoco, del vento e combinazioni. Avevo tutto pronto ed aspettavo G.P che mi ripeteva che aveva concluso il suo studio e che era li per consegnarmelo e da li poi che avrebbe composto le musiche. Riporto il testo dell'ultimo esercizio:

Il volo della libert (5.1) Rilassatevi e partite dalla posizione eretta. Fate partire la musica e assumete LA POSIZIONE DEL SEME (secondo le indicazioni dell'esercizio 3.8). Rimanendo in tale posizione pensate alla forza, al coraggio. Siete in cima alla montagna. Cominciate seguendo la musica, a sollevarvi, a rinascere in questa montagna come una pianta, voi siete la pianta della forza e del coraggio. Seguendo la musica crescete lentamente fino a ramificare. In seguito inspirando e poi enspirando abbassate le braccia e pensate di essere in piedi in cima alla montagna. Adesso, accanto a voi c' un'aquila. Osservate i suoi movimenti, i suoi occhi, e pensate a cosa essa rappresenta per voi. (che emozioni vi comunica un'aquila?). Cominciate dunque ad imitare l'aquila nei suoi gesti assumendo una postura simile a piedi uniti. Adesso l'aquila sparita, siete voi l'aquila, e avanti a voi c' un burrone. Un vuoto profondo e un paesaggio montano bellissimo. Pensate di volervi buttare, di prepararvi AL VOSTO PRIMO VOLO, vi concentrare indietro e vi preparate al salto che forse vi fa un po' paura. State per saltare nel vuoto. Immaginate il vostro salto. Immaginate il vostro volo. Aspettate un segnale per spiccare il volo, un momento propizio. Al segnale della musica vi tuffate nel vuoto e poi aprite le ali e volate... volate verso un'isola lontana, l'isola della vostra esistenza, andando a vedere l'essenza della vostra vita, andando a vedere il vostro infinito, il vostro divino, il vostro esistere, il vostro "io sono".
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Quando la musica tende a diminuire l'isola sempre pi vicina fino a che atterrare e ritornate uomini, quando giunge il silenzo ecco che appare fronte a voi un enoreme schermo di colore bianco, voi prima toccate lo schermo con la mano e poi vi entrate introducendovi dentro una stanza che contiene quello che stavate cercando. Adesso facendovi sempre guidare dalla musica pensate alla vostra essenza (Anima) e visualizzatela allungando le mani fronte a voi come per concentrare voi stessi (esercizio 4.3). Adesso individualmente comincerete il simbad. Potete mimare fisicamente voi stessi nella stanza del simbad. Per visualizzare la parte animica allungate il braccio sinistro (destro se siete prevalentemente mancini) in accordo all'esecuzione dell'esercizio 4.3. Per visualizzare Mente inspirare e sollevate il capo, la testa insieme al collo come un altro vostro arto e tramite essa manovrate la vostra mente. Analogamente in accordo con l'esercizio 4.3 con l'altro braccio visualizzerete Spirito. Per unire la triade giungete le mani intrecciando le dita e portatele a toccare il vostro naso. Al richiamo del ritornello potete decidere di espandere la triade (Anima in particolare) dentro di voi, evidenziando, con un movimento di apertura delle braccia verso l'esterno, la vostra espansione di energia che ingloba tutto il vostro corpo.

Il musicista sparito
Pass un mese e mezzo ed io non ricevetti nessun studio da parte di G.P che continuava a rimandare, tra le motivazioni mi fu detto che gli avevano rubato in ufficio e che doveva ricominciare daccapo. Io ero preoccupato, volevo le musiche, dovevo provarle su di me e poi volevo farle provare su altre persone, anche se gli esercizi di tutto il percorso sono esercizi di teatro per cui i dati erano esattamente le esperienze mie e degli altri attori del laboratorio teatrale, io volevo le cose fatte ancora pi serie, volevo portare avanti un campionario particolarmente esteso e mirato su quanto avevo costruito. Alla fine mi stufai, il G.P in questione spar totalmente ed io presi la decisione di rendere definitivo quanto avevo scritto arrangiandomi con le musiche che avevo scelto. Mi accingevo all'esecuzione del del tutto in un atto teatrale di volont.

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Quanto avevo realizzato era il seguente percorso: Dal 3.1 al 3.5: si focalizza l'attenzione sul respiro e sul processo di caricamento e rilascio di energia. Dal 3.2 al 3.4: Si associa l'aprire le braccia ad acquisire e rilasciare energia (similmente al "volo" di un uccello). 3.5: si associa il respiro alla "crescita" di energia. 3.6: crescita di energia interiore e movimento nello spazio (indotto dalla musica) con equilibrio. 3.7: Si sperimenta "l'equilibrio" del corpo (respiro, postura e musica). 3.8: Riequilibrio, respiro, crescita di energia e istinto mimico 3.9: Disposizione all'ascolto, istinto mimico, disposizione fisica nello spazio, divisione di stati emozionali (connessi alle singole parti della triade) 4.1 -4.1.1: Respirazione e disposizione all'ascolto associata ad un movimento. 4.2: Percezione del tempo e osservazione dello spazio (strutturazione dello specchio interiore). 4.3: Strutturazione dello specchio interiore, divisione di stati emozionali associata a movimento. 4.4: Istinto mimico e disposizione all'ascolto, personificazione, crescita di energia. 4.5: Istinto mimico, personificazione, crescita di energia e pensiero. 4.6: Istinto mimico, energia, movimento nello spazio, personificazione nello spazio, pensiero in movimento. 4.7: Istinto mimico, personificazione, strutturazione dello specchio interiore. 5.1: tutti gli elementi precedenti insieme.

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Presi questo percorso, e me lo sparai in 2 ore consecutive, all'esecuzione dell'ultimo esercizio, giunto nell'isola ed attraversato lo specchio (che si manifest luminoso e leggermente alla mia sinistra) vidi la triade rappresentata da sfere colorate, (nota: Malanga non aveva ancora formulato nemmeno il TCT statico per cui era una manifestazione archetipica spontanea e non indotta da nulla di mia conoscenza) Anima bianco-gialla incandescente, enorme difronte a me, Mente verde alla sinistra, il pi piccolo di tutti ma molto brillante, di un verde smeraldo incandescente, spirito rosso alla mia destra, molto grande ma non proprio cos acceso percepii per la prima volta come non mai la coscienza, una cosa straordinaria, enorme, tutta quella coscienza da fare quasi paura, una sensazione fortissima, appena le mie sfere si congiunsero sentii una enorme vibrazione, fortissima e sempre seguendo le indicazioni dell'esercizio e della musica (ovvero spalancando le mie braccia nella parte finale dell'esercizio) ci fu dentro me come un'esplosione di luce gialla incandescente che spazz via tutto quanto, tutto quello che non ci doveva stare, tutto in un lampo, fulmineo, istantaneo, di una potenza incredibile. Aprii gli occhi, mi sentivo profondamente diverso, anche fisicamente leggero, nella mia testa vi era un silenziosa quiete, un senso di lucidit fortissimo, vedevo pure meglio. La sensazione di nuova lucidit mi pervase per circa 3 mesi. Intanto ritorn il G.P che mi disse nuovamente che aveva completato lo studio (che io continuavo a non avere) e che voleva gli esercizi cos gli scriveva le musiche, io glieli passai, tanto tutto sarebbe stato comunque pubblico, lui mi fece aspettare, mi disse che tempo 15 giorni e mi avrebbe dato tutto. Questo G.P mi disse che potevo aspettare, io intanto cominciai a realizzare un minisito internet chiuso al pubblico dove misi tutto quanto con le musiche provvisorie, intanto il G.P prendeva tempo, era palese un suo non farmi pubblicare, mi ruppi le palle e aprii il sito provvisoriamente. Alla file lo aprii definitivamente e ci fu un certo consenso iniziale, pubblicai tutto quanto e quindi ero abbastanza soddisfatto, di G.P non ebbi pi notizie e non rispondeva pi alle email, era sparito dalla faccia della terra. Conobbi nuova gente che cominci a provare quanto avevo scritto, raccolsi cos qualche dato ulteriore a cumulo di quelli raccolti nella fase di stesura degli esercizi, e il risultato fu che tutte le persone che prima non riuscivano a fare il SIMBAD, dopo l'applicazione anche parziale del percorso di A.T.TO.R.E riuscivano a fare SIMBAD da manuale. In qualche modo quanto avevo fatto accendeva un motore, aiutava le persone a predisporsi nel modo giusto alle simulazioni mentali. Certo, non era una vera e propria analisi statistica comparata perch i dati raccolti erano della serie che le persone mi scrivevano soprattutto nelle chat dicendomi cosa avevano fatto ed io gli rispondevo, sarebbe stato meglio realizzare un database e raccogliere tutto. Compresi che questo era impossibile da fare online, servirebbe un
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gruppo di ricerca, un portare avanti un vero e proprio laboratorio di stampo teatrale dentro cui mappare tutti i dati dei singoli partecipanti; questo per ora mi praticamente impossibile da realizzare. I dati pi rilevanti raccolti sono mostrati in seguito, da considerarsi puramente indicativi e dunque ben lontani da una analisi statistica. Questi sono inoltre DATI PASSIVI ovvero dati che forniscono a chi esegue il percorso una auto-analisi della propria condizione. Il soggetto si ritrova ad accorgersi di se stesso e di cosa lo condiziona, si manifesta la mappa del territorio. I condizionamenti si manifestano nelle difficolt e tendenze emotive, posturali e di movimento durante l'esecuzione degli esercizi. A questo, dovrebbe seguire, esercizio per esercizio, una FASE ATTIVA in cui il soggetto (magari eventualmente aiutato con qualche consiglio) riesegue il percorso + volte modificando la sua performance ovvero superando le sue difficolt. Il soggetto riuscir a rieseguire in un modo diverso e corretto un esercizio solo quando dentro di lui sar cambiato qualcosa. Se ad esempio il soggetto non riesce a manifestare in modo convincente il concetto di coraggio, o di forza, o di libert, o di qualsiasi altra cosa, non ci riuscir fino a quando dentro di lui non cambier la sua interiorit e nascer in lui il coraggio, o la forza, libert ecc.. Sforzarsi dunque nell'eseguire correttamente un esercizio in cui si richiede di manifestare tali concetti porta le persone a sviluppare tali capacit e a cambiare dentro, in tal senso si sta attuando una modifica della mappa del territorio durante la fase passiva ed una modifica della virtualit (ovvero della realt) durante la fase attiva, per mezzo della coscienza.

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DATI PASSIVI (puramente indicativi) 3.1: Respirazione seduta Sensazione di rilassamento e serenit. Si ottiene in genere una buona respirazione profonda senza problemi di iperventilazione in qualsiasi tipo di persona. Ho notano che l'esercizio favorisce la concentrazione e il predisporre l'attenzione nel modo giusto perch chi si lanciato nell'esecuzione degli esercizi successivi saltando questo esercizio ha faticato ad entrare nell'azione. 3.2: Respirazione seduta braccia aperte Buona respirazione profonda. Sensazione di energia nelle persone normali pi o meno evidenti in base ai caratteri delle persone. Le persone esuberanti e focose provano subito senso di forte energia e potenza, mentre le persone pi pacate provano un senso di serenit e piacevole energia. Difficolt evidente nelle persone addotte a provare senso di potenza, si ottiene comunque, per via della respirazione, un senso di serenit e rilassamento emotivo. 3.3: Respirazione seduta con planate Analoghe considerazioni dell'esercizio precedente. Si riscontrano preferenze di flessione pi marcate (destra o sinistra) in base al soggetto. I lati di flessione (destra o sinistra) rispecchiano i dettami della PNL sull'asse del tempo. Le persone destromani e positive con buone aspettative per il futuro preferiscono le inflessioni sul lato destro. Le persone destromani e particolarmente attaccate al passato preferiscono inflessioni sul lato sinistro. Le persone molto equilibrate non hanno particolari preferenze. I mancini invertono semplicemente le direzioni. 3.4: Respirazione seduta con apertura e chiusura Sensazioni riscontrate simili al 3.2 con la manifestazione di senso di calore nelle mani in quei soggetti che riuscivano a sentire particolarmente senso di energia. 3.5: La pianta seduta Sensazione di benessere ed energia. In quasi tutti i soggetti si manifesta una immagine mentale di una pianta che cresce, anche in quelle persone non prevalentemente visive che hanno riscontrato difficolt nell'eseguire il SIMBAD. 3.6: Il salto in avanti La particolare scelta della musica invoglia nelle persone dal carattere estroverso una gran voglia di saltare. Viceversa, nelle persone pi introverse il salto forzato. Si manifestano varie difficolt nel mantenere l'equilibrio a salto eseguito in base alla propria capacit di autocontrollo (difficolt nel tormos - freno fisico ed emozionale che accompagna gli elementi dell'esecuzione).
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3.7: Il pendolo Difficolt in base alle persone nell'oscillare in modo controllato senza perdere l'equilibrio. Come per il 3.6, le persone estroverse sentono il porsi in avanti come un movimento pi naturale. Viceversa per le persone introverse. 3.8: La pianta che cresce Sensazioni simili al 3.5 ma con evidenti difficolt a mantenere l'equilibrio in condizioni di immobilit ad occhi chiusi in base al proprio equilibrio psicofisico. 3.9: La stanza divisa Varie difficolt nel sentirsi in modo distinto nelle parti della stanza che si manifesta con una non fluidit nei movimenti. Dal gruppo di teatro le persone tendono a schematizzare i movimenti in base alla loro posizione e seguendo spesso movimenti ciclici. Esercizio 4.1.1 ascoltare una spiaggia Senso di benessere e rilassamento muscolare. Dal suono del mare che si infrange sulla riva il soggetto tende ad immaginare il luogo. Il visivo tende ad identificare tramite il suono un movimento dell'acqua nella sua immagine mentale, riuscendo a descrivere anche la forma della riva dove si infrangono le onde. Il cenestesico associa al suono anche sensazioni corporali tipiche, come l'odore e la sensazione di una brezza sulla pelle che segue il movimento del mare. Tutti i soggetti attingono dalla propria memoria sensitiva in accordo alla propria capacit sensoriale. Esercizio 4.2: Aprire le braccia: il presente spaziale Quasi tutti hanno avuto difficolt nel comprendere l'esercizio spiegato a voce. Alle seguenti parole Cominciate adesso (tramite l'esercizio 3.1) a pensare ad un filo infinito che,
nella posizione in cui eravate prima di spostarvi, si estende al vostro orizzonte e che sia sospeso in aria ad una altezza pari al vostro sguardo quando voi siete in piedi. Quando vi sentite pronti alzatevi in piedi e posizionatevi dove pensate ci sia il filo, in modo che il filo passi attraverso il vostro profilo. il soggetto erroneamente immagina il filo infinito non disteso

orizzontalmente ma longitudinalmente, come la linea di divisione di corsia di una lunga strada infinita. Compresa la reale disposizione voluta ho riscontrato in tutte le persone addotte l'incapacit di identificare con il loro busto e sguardo il concetto di tempo presente. Le persone che invece non hanno avuto difficolt, (ovvero oltre me solo un altra persona) dovrebbero essere persone che in seguito, con una modifica di tale esercizio riescono con facilit a compiere LGO. (ci fu valido per me e per l'altra persona ma sono solo 2 valori).

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Esercizio 4.3: Specchio, Forza e Libert In linea con gli esercizi precedenti, le persone che riescono a provare senso di energia provano un grande calore nelle mani. Non ho potuto raccogliere altri dati, servirebbe osservare le persone di presenza durante l'esecuzione. Esercizio 4.4: la pianta dell'attenzione Stesse sensazioni come per gli altri esercizi sulla pianta con in pi la manifestazione sensoriale del frutto. Qualche soggetto, (oltre me), dotato di spirito di iniziativa (adattamento ed autocontrollo -> l'improvvisazione) ha concluso l'esercizio mordendo e assaporando il frutto immaginato. Esercizio 4.5: la pianta del coraggio Notevoli difficolt nel manifestare i concetti di coraggio e forza in chi pieno di paure. La quercia e la sequoia sono gli alberi immaginati durante l'esecuzione da chi riesce invece a manifestare il senso di coraggio e forza. Esercizio 4.6: La montagna del coraggio Tutti optano per l'adattamento da seduti. I soggetti associano varie immagini di scalate faticose, con sensazioni anche corporali. Tra gli addotti, in linea con l'esecuzione precedente alcuni soggetti hanno notevoli difficolt ad immaginare di scalare la montagna, interrompendo l'esecuzione. Qualcuno ha pure immaginato di cadere nel vuoto manifestando anche di non volere proseguire con l'esecuzione perch non c' niente da fare (il vittimismo auto-compiaciuto di certe persone). Esercizio 4.7: L'aquila Invogliando le persone a riflettere su cosa trasmette un aquila le persone non hanno problemi ad immaginarsela. Durante l'esecuzione queste persone si sono ritrovate a non pensare, ovvero a farsi guidare dall'istinto per sentirsi altro (l'aquila). Qualcuno per dall'inizio ha rifiutato l'immagine dell'aquila optando per un falco di colore nero (2 addotti ed una persona non addotta). Questi soggetti hanno percepito un p alla leggera comunque il sentirsi qualcosa di diverso.

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Esercizio 5.1: simulazione finale Da un corretto accostamento all'esercizio, tutti quanti riescono a farsi trasportare dalla musica e a comprendere da soli il momento giusto per spiccare il volo. In accordo con l'esercizio 3.6 del salto in avanti vi qualche forzatura nelle persone molto introverse e non avvezze ai cambiamenti (difficolt di adattamento), manifestando anche un senso di paura con uno spiccare il volo che tende alla caduta, per poi riuscire comunque (grazie anche alla musica) a risollevarsi e volare. Tutti quanti alternano visioni mentali in prima persona a visioni mentali esterne. Durante la fase del salto tutte le persone vedono un momento del volo dell'aquila per mezzo di una visione esterna, a cui segue una visione in prima persona. Giunti all'isola, tutte le persone vedono da qualche parte nello spazio un fuoco sovente acceso. I soggetti addotti se perdono molto tempo manifestano la presenza dei parassiti sulla spiaggia. Vedono ombre, o personaggi rappresentati parassiti o MAA, e spesso su di un lato (il destro) vi un secondo specchio di colore scuro o completamente nero che il soggetto avverte come negativo, in tali soggetti spesso il fuoco spento o quasi. Questa condizione di manifestazione delle interferenze all'interno di tale fase della simulazione mentale si annulla quando il soggetto non perde tempo ed entra subito nello specchio-schermo bianco e/o quando la persona si pompa parecchio durante l'esecuzione del volo (e il fuoco sulla spiaggia sar acceso). Qualche addotto pompato nell'esecuzione del volo non ha nemmeno atterrato da uomo sulla spiaggia ma si lanciato direttamente e con condizione di flusso esecutivo intensa dentro lo specchio (quello giusto) non subendo alcuna interferenza durante questa azione.

Questi sono i pochissimi dati puramente indicativi e ben lontani da una raccolta statistica precisa.

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IL SENTIRSI INFINITO INVITO ALLA RICERCA


Lo stato di Coscienza Trasparente che si raggiunge durante una corretta esecuzione del percorso di A.T.TO.R.E. permette con il tempo di percepire qualcosa di essenziale, ovvero di sentirsi vivi senza riferimento si spazio, in pratica ci si sente spazio infinito. Il sentirsi spazio infinito direttamente connesso a quello che nel campo degli studi di Malanga viene detto come percezione spirituale ovvero legata al concetto di spirito. In realt credo che la divisione della monade possa essere fatta in modo pi sottile facendo riferimento anche a vari studi di culture diverse di tutto il mondo. Paradossalmente a quanto afferma Malanga sull'importanza di Anima, la percezione e con essa il potere spirituale molto pi difficile da provare. Durante quella che viene descritta come percezione animica si trascende il tempo ma lo spazio viene comunque ad interagire in modo simile, ci si muove dentro lo spazio (in modo molto pi vicino alla percezione normale rispetto a quella spirituale) anche se la percezione animica vede in tutte le direzioni. Quando ci si sente invece infiniti e senza riferimenti spaziali la percezione del mondo completamente diversa. Si percepisce l'essenza di cosa ci circonda e ci si sente di essere tutto lo spazio... le persone, gli oggetti, qualsiasi altra cosa come se improvvisamente fossero contenute in noi che siamo tutto quel luogo. L'iterazione con il mondo con questo tipo di percezione prettamente essenziale e non ha particolari riscontri materiali con la virtualit della realt. Quello che che si riesce invece a modificare con estrema facilit in tale stato di coscienza l'iterazione degli altri, ovvero l'iterazione delle essenze degli altri con la nostra essenza eliminando l'aggancio che l'altro ha con la nostra persona (o meglio con la nostra essenza, il nostro modo di esistere e per altro intendo qualsiasi altro soggetto, dunque anche da un punto di vista di interferenze). L'annullamento di una interazione con l'essenza di altri si manifesta con la dispersione dell'altro all'interno dell'infinito spazio che ci rappresenta. Esistono delle tecniche istantanee per sentirsi con estrema facilit spazio infinito ma reputo possano essere non indicate ad un pronto uso da parte di chi non ha sperimentato a sufficienza lo stato di coscienza trasparente. Magari tali tecniche possono essere sfruttate e messe a punto da un operatore.

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Ci si rende conto in prima analisi che il percorso di A.T.TO.R.E. una strada non immediata e non pensata per un uso esclusivo per liberarsi contro le abduction ma ha l'obiettivo di scavarsi dentro e quindi pu essere messa al servizio delle tecniche di liberazione sviluppate da Malanga. Ci si rende conto che con lo sviluppo delle successive tecniche realizzate da Malanga e dal suo gruppo di ricerca, il TCT ed in particolare la fase del TCTD eseguita dalla persona autonomamente (ovvero dopo l'applicazione della TCTD grazie ad un operatore) sono facilmente integrabili nell'ultimo esercizio 5.1 (ma non solo) e, volendo, nella condizione di sentirsi spazio infinito precedentemente annunciata (in quest'ultimo caso si richiede la capacit di sovrapporre insieme 2 simulazioni mentali contemporaneamente e, l'annullamento dell'iterazione di altri soggetti all'interno del sentirsi spazio infinito, ovvero l'annullamento di iterazione con l'essenza altrui si manifesta con una luminescenza, una nebulosa colorata attorno alle sfere del TCT). Nel linguaggio della ricerca di Malanga, il processo di annullamento dell'interferenza dell'essenza altrui e il consolidamento di tale stato di condizione di sola nostra essenza lo si pu descrivere come una BARRIERA A-SPAZIALE e a livello rappresentativo, in riferimento alla campana di energia utilizzata nella tecnica della FMS e della TCTD, tale barriera si manifesta come un concetto di densit infinita dell'aura della persona rispetto ai confini di essa, ovvero della campana. Tuttavia queste mie parole non descrivono esattamente quello che realmente accade. Il concetto razionale pi simile per descrivere tale condizione dato dalla matematica, definendo, all'interno di un insieme dei numeri reali (dunque con potenza del continuo) con estremi a, b, (ovvero un insieme del tipo [a,b] ), un sottoinsieme i cui estremi sono asintodici, ]a,b[, dunque ]a,b[ C [a,b] . Sarebbe interessante realizzare una raccolta statistica approfondita su quanto esposto ma purtroppo allo stato attuale non ho le risorse per farlo e comunque non un obiettivo della mia vita (perdonatemi ma adesso ho cose pi importanti da fare). Invito dunque gli esperti del settore a valutare adeguatamente quanto stato fatto e a portare autonomamente una ricerca in tal senso se lo reputano necessario magari realizzando qualcosa in tal senso con l'ausilio di musiche realizzare ad hoc.

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Conclusioni
Anche agli occhi dei pi scettici, supponendo che le teorie di Malanga riguardo al fenomeno abduction siano solo un grande e colossale abbaglio (davvero poco probabile) rimane obbiettivamente interessante l'utilizzo delle metodologie sviluppate nell'ambito delle simulazioni mentali e delle tecniche meditative. Se tutto fosse la descrizione di una psicosi collettiva ci si ritrova ad avere degli strumenti per stilare profili precisi di tali disturbi e per mettere appunto tecniche meditative che tengono conto di queste informazioni. In quest'ottica, quanto formulato in A.T.TO.R.E e in questo documento, lo si pu considerare uno studio PERSONALE su tecniche meditative simili ad uno yoga o altro. In riferimento allo psicodramma di Levy Moreno credo PERSONALMENTE che quanto esposto in questo documento dovrebbe rendere chiara l'idea che prima l'analisi (ed autoanalisi), ovvero la comprensione, e in seguito la modifica delle performance di semplici esercizi di teatro permettono una presa di coscienza, uno sviluppo nelle persone della capacit di superare le proprie difficolt, e un cambiamento radicale del proprio io.

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Bibliografia
Lattore transpersonale Il training sullattenzione/consapevolezza nel teatro di ricerca Informazione Psicologia Psicoterapia Psichiatria" n. 34 http://www.in-psicoterapia.com Per un teatro povero di Jerzy Grotowski, Bulzoni Editore 1970. A.T.TO.R.E. : Artistic Technique TO Resolve Emotions http://www.attore.altervista.org Alien Cicatrix www.ufomachine.org Simulazioni mentali www.ufomachine.org

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