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\S00U s A CR O ARSENALE. OVVERO PRATICA DELL’ UFFIZIO DELLA SANTA INQUISIZIONE; ColP inferzione di alcune Regole fatte dal P. Inquifitore TOMMASO MENGHINI DOMENICANO, E di diverfe Annotaxioni DEL DOTTORE GIO: PASQUALONE Fifcale della Suprema Generale Inquifizione di Roma. In quefta quarta Imprefione aggiuntavi ba Settima De- nunzja fasta dab Suddetto Padre per i {ponte Com- parenti, imprefja in Ferrara 1687. @ corretta in alcune cofe ba Parte Decima degli Avuer= timenti, che fono pofti in ordine di Alfabeto con un? Indice @ parte. DEDICATO AL GLORIOSO INQUISITORE S PIETRO MARTIRE,- 2S oe Oe IN ROMA, MDCCXxx. Nella Scamperiadi S. MICHELE a Ripa. = ———$—$> $$ —, ——$-_—— Com licenza de’ Superiori « ALLINVITTISSIMO CAMPIONE, " & FERMISSIMA PIETRA DI S. FEDE : PIETRO IL GRAN MARTIRE. Onore, ¢ gloria della Domenicana Re- ligione , ¢ degl Inquifitori Apoftolici Capitano egregio . FR. ELISEO MASINI DA BOLOGNA INQUISITORE. g|U A N TO di buono, e di ragguar- \}| devole ho potuto coll’alta y e felice ¥| {corta del voftro Divin Lume, o {j\ Gloriofo mio Sovrano Duce , dall'in- 6 S| colto {uolo del mio debole fapere , € da’ fecondi Campi delle altrui gran Dottrineentro quette poche carte in molto tempo , e con mezzana fatica raccorre a pro dell’ Uffizio, che Voi gia col proprio Sangue rendefte cosi illuftre, e celebrato al Mondo, ecco tutto a Voi dono, dedico, e confa- £103 defiderofo anch’ Io tuttavia colla vita ifteffa palefarea tutti, che non d’altra marca porto fre- iato il Cuore, e P Anima, che di quella , onde oicon tanto fplendor del Nome pono rae regia~ fregiato il Capo, e'l Petto. In tanto, fe dono per la fua, e mia baffezza invero é men degno di Voi, celefte Eroe, cui degga corona fanno in Pa radifogli Angeli ftefli, non dovra perd egli da Voi non effere in qualche pregio tenuto; pofciacché ore nato del voftro per tutto il Mondo chiariffimo Nos me efceiniucea giovamento altrui. E-qui tutto divoto ¢ ¢ riverente adoroque’ gran meriti Votftri, che ad un’ immortale , e fempiterna Gloria , e Feli- cit4 vi furono, evarco,efcala. —. . Reim és PELP LLP CEC EER ELE ECEES Reimprimatur , Si videbitur Reverendiflfimo Patri Sacri Palatii Apoftolici Magiftro. Nuncius Baccarius Epifcopus Bo- jan. Vicesgerens . PRPVPVRS SLPS YE Pye wy Reimprimatur 5 Fr. Joannes Benedictus Zuanelli Or- dinis Predicatorum Sacri Palatii Apoftolici Magifter. PRIMA PARTE Del? Autorita, Dignita, ed V fixio dell Inquifitores e delle Perfone, contro alle quali procede il Santo Uffixio. a Qual fia P Autorita,Dignita , ed Ufizio del? Inquifitore SSENDO F Inquifitore delegato dalla Santa Sede a conofcere , ¢ terminare le Caufe, che riguardano la Fede; ¢ foftenendo cgli le veci del Romano Pontefice per abbattere I’ Erefia, o correg ere chi contamina la Religione Cattoli- ca, € facile acomprenderfi, quanto diftinta fia aS) la dilui Autorita , Dignita , ed Uffizio. Tutto refta meglio intefo ogni volta, che fi da una occhiata a que’ de- paitii » ¢ Santi Perfonaggi regiftrati nelle facre Carte, tanto lodati dallo Spirito Santo nell’ Ecclefiattico , de’ quali TApofto- lo ferivendo agli Ebreial cap. 11. come di Uominiinfigni, ed illuftti nella Fede ne teffe la Cronologia, che fin dalle prime eta del Mondo moffi dal Zelo della Religione per mantenetla illibaca da ogni macchia, oruga di errore, lontana dalle im- mondezze della Idolatria , col punire rigorofamente \ empicta dicoloro, che Idolatravano; col demolire i Tempj degl’ Ido- lis col mandarea ferro, ¢ fuocoi Simulacri, gli Altari, edi falfi Profetidel fuperftiziofo culto de Demonj, ci diedero la forma d’ un tanto Carico. Come aclla Legge naturale tra Pa~ triarchi un Giacobbe Figliodel Padre della noftra Fede Abra- mo: Nella Legge feritta, tra Legislatori_un Mosé il pia fami- gliaredi Dio: Tra Capitani Generali un Giofué , a cui? Onni- orente ifteffo talora ubbidi ; Tra Sacerdoti un Finces Figlio di leazaro , ¢ Nipote di Aronne; Tra Gindici il fortiffimo de forti Gedeone ; Un Davide Uomo fecondo il cuore di Dio tra Réd' Ifracle : Tra Ré di Giuda un Giofafat , uno Ezechia , ed un Giofia didolce memoria , ed immortale: Tra Profetiildis A letto 2 Pratica del Santo Uffizio ‘etto dal Signore un Samuello, il zclantiffimo per antonomafia uno Elia ;Tra Sommi Pontefici un’ Efdra fapientiffimo Scriba , un Maratia il pia gelofo dell’ offervanza della Mofaica Legge , con due fuoi Figli Giuda , e Gionata tra Macabci. Nella Legge di Grazia avendo pubblicata la fua Celefte Dottrina Autor della Fede Gestt Crifto, ¢ con tante ragioni, ed invettive avendo cercato di ridurre i Farifci fuperftizioliilimi , ed i Sadducei gen- te di mala fede, che negavano fpecialmeate la Rifurrezione de’ Morti, al vero culto di Dio col riconofcer Sé per di lui Fi- glio, ¢ per il promeffo Meffia . Col {uo efempio Divino , paso collo fte#o fervore un tanto Zelo della purita della Fede Criftia- na negli Apoftoli, come negli Attiloro firiconofce, ¢ pofcia ne” loro Difcepoline’ primi fecoli Criftiani ,che furoi primi detla - Chiefa nafcente vigilantiffimi Pattori.Sino a che il gran Padre de’ Predicatori Domenico preadendo il gran Carattere d'Inquifito- * ge, coll’autorita dalla S. Sede conceffali;¢ colla forza delia Divi- na parola ; colla cvidenza de’ Mitacoli; ¢ col terrore di quefto primo Titolo ad effo impofto , e coraggio{amente affunto a fa- vor della Fede, cominciaffe contro gli Albigenfi_ ad efercitare I Inquifizione, ed il cattigo. Dopodi cui Inquifitore fu Pietro il gloriofo Martire , edegno figlio d'un tanto Padre; che pri- amictamente col fulmine della predicazione , ¢ colla fpada del giudizio , ¢ pofcia col fanguc , ¢ colla vita pugnd controi Manichei, gli confufe, gli atterrd , ¢ gli {pene affatto. In- quifitore fu Pio V. il fommo , ¢fovrano Paftore, ¢ Monarca della Chiefa, che fra le gran cure del fuo Pontificato, oltrea > quello, che prima aveva fatto, valle, che la principal fof- fel efisparione de’ fcelerati Erctici . Inquifitori furono tanti, etantialtri, cosi Domenicani, come Francefcani, che do po mille croiche imprefe contra gli Eretici , gia nel nume- * ro de’ Martiri, e Confeffori accolti godono lafsi nel Ciclo VY’ cterna Beatitudine , ¢ rifplendono quaggid in terra per * gloriofiffimi Miracoli. Faffi , Qirre a cid, I’ Autorita dell’ In- quifitore Apoftolico molto ‘riguardevole per |’ ampiczza de i Privilegy da i Sommi_Pontefici in varj tempi con- ceffi, ¢ per la potefta del:Tribunale , che maneggia’ ncl- la Chiefa di Dio, la quale appunto é tanto grande, ch’ egli con difafata foggia procede contra ogni forta.di perfone, 0 vi- Ji, eplebee, ograndi, epotenti, ch’clle fiano. Enon folo con- Prima Parte. 3 contra i Secolari , ma anche contra gli Ecclefiatici , e hon tan- to contra i'vivi , ma eziamdio contra imorti, cio¢ loro Cor- pi, ¢ memoria vibra la fpada del fuo gran porere; non 4 fine alcuno mondano, ma pet confervazione della Dottri- na di-Crifto, per mantenimento dela Fede Cattolica, ¢ per accrefcimento della gloria di Dio. Ecotal potefta, co- me grandiffimo tetrore apporta agli Uomini cattivi perl’ i famia , ¢ vituperio; confifcazione de’ beni tcmpotali; pri- vazione d’ onori, ¢ dignita ; pene temporali, anco della vita ,'¢ molti altri mali, che a i colpevoli di Erctica Pra- vita piombano ful capo ; cosi a ibuoni rende confolazione ine- ftimabile per I eftirpazione dicosi abominevole , ¢ deteftabile vizio . I mezzi poi , de’ quali fi ferve I' Inquifitore per giunge- Te a cosi degno, ¢ facrofanto fine , fono ormai. troppo pill noti, ¢ manifefti a tuttidi quello , che faccia ora melticro lo fpiegarli. Chinon fa, I’ Uffizio dell’ Inquifitore effer dico- mandare , proibire , citare , efaminare , carcerare , {eo- municare , tormentare , decretate , fentenziare, affolvere , ¢ condannare? E perche Divino, ¢ celefte ¢ il Carico, ch’ egli tiene, deve confeguentemente moftrarfi nel proceder giudi- zialmente integerrimo ; nell’incamminar le caufe fegreti flimo 5 nel governarci carcetati catitativo 5, nel credere a idettide’ Teftimonj cauto ; nel difendere i Rei pieghevole ; nel decidere icafi maturo ; nel ricevere i penitenti benigno; nel fentenzia- teicolpevoli grave; nél punirei pertinaci fevero ; nell’ efe- guir le fentenze coftante; ¢ tale alla fine , che in tutte le fue azioni colla Dignita del’Perfonaggio accompagni fempre un’ Angelica purita di Paradifo. E per difcendere ormai inn poco pit a’ particolari , diciamo , che ffizio dell'Inquifitore é;non folo nel primo fuo ingreffo a que- fto nobiliffimo Carico far promulgare, ma nel progreffo ancora fovente far leggere |’ Editto generale del Santo Uffizio, fenza mutazione alcuna della forma prefcritta gia dal Supremo Tri- bunale della Santa , ed Univerfale Inquifizione Romana. cor. tando per {e fteffo, ¢ pet mezzo d’altri ancora efticaciffimamen. te ognuno ad ajutare in tutti li modi poffibili la Santa, ed ono- rata imprefa di ftirpare fin dalle radici,e gli Eretici , ¢ 'Erefic. Eficcome , fein qualche perfona per difavventura fi fcopriffe la pete, ognune correria afatlo ce bifognaffe , accid a 2 un 4 Pratica del Santo Uffizio un tal male contagiofo non andafle ferpendo negn altri: cosi fempre, che fi fa, o fifofpetta, che alcuno fia Eretico , 0 fofpetto di Erefia, acciocché quefta maledetta pefte non fi dif- fonda negli altri , fi dee fenza alcuna precedente correzionc, fotto precetto obligante a peccato mortale , denunziare quanto prima all’ Inquifitore, ovvero all’ Ordinario del Luogo: né pud chiunque fi fia tralafciare di cid efeguire infralo fpazio di dodeci giorni , termine perentoriamente affegnato a dover fare fimil denunziazione, anco fotto pena di fcomunica late fententig da incorrerfi ip/o fatto, edaltre pene ; come chiarameate fi ve- de nel precctto emanato dal predetto Sacrofanto Tribunale fotto il di viij, Marzo MDCXXII. Dalla quale fcomunica non poffono i trafgreffori effere affoluti fuorché dal Sommo Pontefice , eda effo Sacro Tribunale ; né faranno afloluti, {fe prima giuridicamente rivelando i detti Eretici, ¢ fofpetti di Ere- fia non avranno foddisfatto . Né ftimino gia cffer chiamati Spic del Santo Uffizio; si perche fempre fono tenuti fegreti; si anche, perche in cafo di pefte corporale non temeriano di quefto no- me, ove andaffe il pericolo del pubblico ; oltreché facendolo per zelo di Dio giufto riguardatore degli altrui meriti , ne avranno premio in Ciclo,fenza punto temete di biafimo alcuno in terra. reve parimente efortare i fuoi Vicarj, Contultori , Notati, ed altri chiamatiad effer prefenti agli atti del Santo Uffizio, a vo- der effer fegretiffimi: perche non vi é cofa, che pit rovini le caufe,quanto il non offervare la fegretezza;e percio {ard avver- tito di non permettere, che i Notari diano copia degli atti del Santo Uffizio per qualfivoglia caufa, fuorché al Reo, ¢ folamente quando pende il Proceflo , ed egli dee far le {ue di- fefe; ed allora fenza il nome de'Teftimonj , ¢ fenza quelle cir- coftanze , per le quali il Reo poteffe venire in cognizione della perfona tcftificante,come a fuo luogo diraffi opportunameate. 0, Indulgenzg , che acquiftano g? Inquifitori , i Vicarj ,¢ tutti gli altri Uffiziali della Santa Inquifizjone , ed ancoaltre Perfone per rifpetto di effo Santo Tribunale Sfendo il Sommo Pontefice Romano vero, ¢ legittimo di- E fpenfatore del gran teforo de‘ meriti di Crifto, ¢ de’ fuoi Santi, di cui tienc eglifolo quaggivin tetra la Chiave; hacgji . a0 fem. Prima Parte. 5 fempre con grazie fpeciali favorito tutti quelli, che nella Vi- gna del Signore hanno valorofamente faticato ; ma cid fiago- Tarmente fi ¢ vilto per diverfi accidenti adoperare in vatj tempi verfo i Miniftri della Santa Inquifizione, a’ quali, ficcome a la- voratori invero utiliffimi , ed oltremodo acceffarj al mante- nimento , ¢ propagazione della Santa Fede Cattolica, libera- Jiffimo di cosi fatte grazie fi ¢ dimoftrato ; impetoché egli ¢ co- facerta, che agl’ Inquifitori , mentre ne’ facti affari dell’ In- quifizione coraggiolamente ogni opera , ed ogni forza loro impiegano , per ciafcun’ ato perfetto da effi contro gli Ere- tict in favor della Fede celebrato ; come di riconciliazione, abyurazione , cd affoluzione , o d’ altra qualfivoglia efecuzio- ne, quell’ ampia Indulgenza plenaria G@ comunica , la quale gii nel Sacro , ¢ general Concilio Lateranenfe fotto Innocen= zio Terzo, a chiungue intrepidamente all’ alta imprefa di Terra Santa foccorfo avefle dato, fu com larga mano con- ceduta. Appreffo un tanto Teforo, fe durante il loro Uffizio awviene , che dalla prefente facciano all’ altra vita paffaggio , acquiftano fimilmente Indulgenza plenaria, ¢ remiffione di tutti ilor peccati, de’ quali pero fiano contriti, ¢ confeffati. E fimile ‘Indulgenza plenaria viene pur anco in cosi fatto cafo conferita.a i Vicarj, Notari, Fifcali, Confultori, ed altri Uf- fiziali della Santa Inquifizione ; oltre all’ Indulgenza di tre an- ni, ch’ effi ricevono , qualunque volta in favor della Fede fan- no(comefié gid detto ) qualche azione ad effo Santo Uf- fizio pettinente, la quale ottcngono patimente tutti quelli , ¢he denunziuno aleuno Eretico, o diffamato, 0 fofperto di Erefias 0 rendono in canfa di Fede teftimonianza nel Santo Tribunale; odanno ajuto , configlio , o favore ag!’ Inquifito- ri, per impugnarc, ed cfpugnare gli Eretici , Fautori, Ri- cettatori, ¢ Difenfori di effi. Etutto cid fi vede chiaro, ¢ manifefto refpettivamente nelle Bolle de’ Sommi Pontefici Ur- bano IV. Gregorio LV. ClementelV. Alcflandro LV. Clemen- te VIL ,¢ Pio V. ° Molte , ¢ moltc altre grandi , ¢ notabili Indulgenze anco plena- rie, acquiftanoi fopraddetti Inquifitori, Vicarj , ed altri UF fiziali della Santa Inquifizione , come apparifce pet Breve del- . JaSantird di N.S. Paolo Papa V. fotto ildi 29, Luglio 1611. Ne tralafcicro di dice , per maggiotmente animare ae a 6 Pratica- del Santo Uffizio al pronto fervizio di quefto Santo Tribunale , che a i fuddetti Padri Inquifitori da i Santiffimi Pontefici Califto III. Innocen- zio IV. , ¢ Gregerio IX. fi da facolta di poter concedere a tutti quelli, che confeffati prima fagramentalmente i loro peccati , interverranno alle prediche , o ragionamenti di Fede , che da effi Inquifitori, oda altri di loro commiffione fogliono farfi , venti , ¢ quaranta giorni d’ Indulgenza. Dovranno dunque gl’ Inquifitori, ed in luogo d’ effi i Vicar, per l'obbligo comune ad ogni buon Criftiano,'¢ fpeciale a tutti gli Ecclefiaftici, di promuovere la Santa Fede, per il me- Tito, che in cid s'acquifta appreffoa Dio, per il teforo del- le Indulgenze , che loro fi concedono, ¢ per ragione partico- lare del loro proprio Carico, effer diligeati , ¢ follecitiin un tanto Uffizio , ¢ procedere in effo ( come fi édetto ) con puro eclodella Santa Fede, ¢ dell’ onor di Dio; pofponendo ogni intereffe , ¢ rifpetto , ovvero timore mondano; ¢€ rimembran- do, che nel procedere, e giudicare tengono ancovece ; ¢ fembianza della parte offefa, ch’ ¢ principalmente Iddio be- nedetto; eche percid mentre della Cattolica Fede fi chiama- no , ¢ per opera fonoCuftodi, ¢ Difenfori'; l onore , ¢ lari + riputazione dell’ ifteffo Dio hanno per ifcopo di difendere-, ¢ confervare; che fonooltrea cid I’ occhio del Mondo , ed‘ un vivo, ¢ lucente Sole, onde fi fugano le tenebre degli errori , ¢ pura ficonferva, ¢ fenza alcuna rhacchia la luce della Fede: ¢ finalmente le vere fentinelle della Chicfa , acciocché nel fofco della notte di quefto prefente fecolo non Gi turbia chi che fia Ja -quicte fpirituale dell’ anima, ¢ giungano poi tutti al chiaro giorno dell’ crerna felicita nel Cielo . . Contro a quai Perfone procede i] Santo Ufizio« Siscome cinque gencralmente fonoi cafi , ed idelitti apparte- nenti a quefto Santo Tribunale , cioé. Primo . L’ Erefia formale , o la fofpezione di effa. Secondo. La Fautoriade- gli Eretici, ¢ fofpetti di Erefia. Terzo . La Negromanzia , Malefizj, Stregonerie, ed Incanti. Quarto. La Beftemmia ere- ticale. Quinto . L’ Offefa, ¢ la refiftenza al Santo Uffizio. Cosi contro cinque forti di perfone procede il Santo Uffizio. Prima . Contro gli Eretici, .o {ofpettidi Erefia . F o . cs Prima Parte. > Scconda « Contro i Fautori loro. . Terza.. Controi Maghi, Malefici , ed Incantatori . Quarta’. Contro i Beftemmiatori . Qujata. Contro quelli, che f oppongono ad effo Santo UF- fiZio ,.¢ fuoi Uffiziali. Ed acciocché meglio fiano diftinte , ¢ conofciute tali perfone , di- chiareremo con clempj quali fiano. Degli Eretici . vile te Retici fono quelli, che dicono, infegnano, predicano, o f{csivono cofe contro la Sacra Scrittura. - Contro yliarcicoli della Santa Fede. Controi Santiffimi Sagrameati , Cerimonie , ¢ Riti, ovvero ufo di effi Controi Decreti de‘ Santi Concilj, ¢ Determinazioni fatteda iSommi Pontefici . Coatro a {uprema Autorita del Somino Pontefice . - Contro le Tradizioni Apoftoliche . Qontro il Pargatorio, edIndulgenze. ~ Quelli, che rinegano la Santa Fede , facendofi Turchi , o Ebrei, ‘© dialtre Sette , ¢ lodano Je loro offervanze, ¢ vivono coa- formead cffe. Qaclli, chedicono, che Ogauno fi falva nella fua Fede. De’ fofpetti di Erefia. Ofpetti di Erefia fono quelli , i quali dicono alle volte in ma- S teria di Fede corte propofizioni , le quali offendono I orec- chio degli uditori , ¢ non ledichiarano. Quelli, the febbene non dicono parole, fanno pero fatti Ereti- cali, come abufare i Santiffimj Sagramenti , ed in particolare T'Oftia confagtata, ed il Santo Battefimo; battezando cofe inanimate, come Célamita , Carta vergine , lmmagini, Fave « Candele , ed alere fimili. Quelli, che abufano cofe Sagramentali , come Olio Santo , Cre- fima, parole deila confactazione del Corpo , ¢ Sangue di No- ftro Signore , Acqua benedetta , Candele benedette , &c. Quelli , che dileggiano , ferifcono , {pezzano, imbrattano, o percuotano la Santa Croce , ed altre Immagini facre . Quel uel- Pratica del Santo Uffizio Quelli, che tengono, fcrivono , leggono, o danno ad altria leggere libri proibiti nell’ Indice , ¢ negli altri Editti particolari. Queili, che notabilmente fi allontanano dal viver comune de’ * “Cattolici; come in non confeffarfi , ¢ comunicarfi una volta Y anno; in mangiare cibi proibiti fenza neceflita ne i giorni de- terminati dalla Santa Madre Chicfa ; in non andar matalla Met fa, ¢ fimili, . Quelli, che non effendo Sacerdoti ardifcono di celebrare la Mef- fa, ed afcoltare le confeflioni de’ Penitenti; che percid in cafo venga loro per grazia , dopo di effer ftati proceflati , ¢ legitti- mamente convinti, o confeffi, perdonata la pena ordinaria , © {pontancamente compajano nel Santo Uffizio, devono in ogni modo, negando la mala credulita, abjurare come fofpet- tidi Erefia. Quelli , che effendo Sacerdoti celebrano fenza confagrare. Quelli , che fagrilegamente prefumono di reiterare i Santi Sagra- menti del Battefimo, Confermazione , ed Ordine. Quelli, cheavendo Moglie ricevono gli Ordini Sacti, 0 con- giunti con una ne prendono un’ altra. Quelli, ch’ effendo coftituiti in detti Ordini Sacri, o con lega+ me di Religione aftretti ad offervare caftita, pigliano Moglic. Quelli, cheafcoltano, eziamdio una volta fola , le prediche de- gli Eretici. : Quelli , che citati, e chiamatia rifpondere de Fide , non voglio¢ * ‘no ubbidire, o contumacemente fi aflentano , né fra il termi- ne competente giuridicamente loro affegnato, & curano di comparire. Quelli » ch’ effendo in qualfivoglia modo {comunicati per.caufa. li Fede , non fi curano di foddisfare al Santo Tribunale anche prima che paffil’ anno. Quelli, che per famigliaricd » econverfazione avuta con Ereti- ci notorj, ¢ manifefti, faranno ftati diffamati per Erctici . Qaelli , che vificano, accompagnano, ¢ con doni, ¢ prefenti onorano gli Eretici , ed impedifconola loro punizione. Quelli , chein caufa di Fede avranno giudiziatmente ncgato quel- Jo, che prima avevano affermato , o pur detto la bugia , edan- co fpergiurato. De’ Prima Parte: 9 De’ Fautori degli *Eretici. Autori degli Eretici ono quelli, iquali difendono, favorif- F cono, ¢danno ajuto aquelli, contro de’quali procede it Santo Uffizio. oe Quelli , iguali fapendo alcuno effer Eretico, 0 fuggitivo dalle forze del Santo Uffizio, ocitato, Yalloggiano, o nafcondo~ no, loconfigliano, o gli danno qualfivoglia altro ajuto, 4¢- cid non venga nelle manidel Santo Uffizio. . Quelli, che ajutano i Carceratia fuggire , 0 rompere le Carce- ti, dando loro qualivoglia ftrumento. . Quelli, che fenza licenza parlano co’ Carcerati , 0 li configliano, o Vinfiruifcono a tacere Ja verita, o.glifcrivono. Quelli, che con fatti, o con parole minaccevoli impedifcono i Miniftri del Santo Uffizio nell’ efecuzioni commelfe, come dicitare, ocarcerare, o punire alcun Delinquente. Quelli, che {cientemente porgono configlio , ajuto, o favore a’ fopraddetti Impeditori Fel Santo Uffizio. Quelli, i quali trafficano colli Eretici, mandando loro robbe, denari, lettere, efimili, o ricevendone da effi. Quelli, i quali fabornano i Teftimonj a tacere il vero contro al- cuno nel Santo Uffizio. Quelli, i quali nafcondono, rubbano, abbruciano Proceffi , © altre Scritture pertinenti al Santo Uffizio. Quelli, i quali conofcendo Eretici, o fofpetti, come di fopra, non gli depongono al Santo Uffizio. De’ Maghi , Streghe , Incantatori » ¢ fimili P Erche fimile forta di perfone abbonda in molti uoghi d’ Ita: lia ed anche fuori, tanto pit conviene effer diligente: ¢ percis s’ hada fapere, che a quefto Capo firiducono tutti quel- ji, che hanno fatto patto, o implicitamente, o efplicitamen- te per s¢, o peraltri , col Demonio. Quel i, che tengono coftretti ( com’ effi pretendono ) Demonj in Anelli, Specchi, Medaglie, Ampolle, 0 in altre cofe - Quelli, che fe gli fono dati in Anima’, edin Corpo, apoftatan- do dalla Santa Fede Cattolica s che hanno giurato d’ effer fuoi » o gli ne hanno fatto feritto, anga col proprio fangue. 10 Praticadel Santo Uffizio Quelli, che vanno al ballo, o¢ come fi fuol. dire )in ftriozzo. Quelli, che malcficiano Creature ragionevoli, o itragionevoli , factificandole al Demonio. Quelli, che’ adorano, o Siplicirememte © implicitamente , of= ferendoli , Sale, Pane, Allume, o altre cofe. Quelli, che!’ invocano , domandandogli grazie, inginocchian- ~dofi, accendendo candele, o altri lumi, chiamandolo An- gelo Santo, Angelo bianco, o Angelonegro, per la tua fan- tita , ¢ parole fimili , ¢ fervendofi in cid di perfone Vergini: o ‘fanno!' Incanto, cinque deti pongo al muro cinque Diavoli fcongiuro, ed altri fimili. Qiiclli , che glidomandano cofe, ch’ egliaon pué fare, come sforzare la volontd umana, o fapere cofe future dependenti dal noftro libero arbittio. , Quelli , che in quefti atti diabolici fi fervono di cofe facre , come Sagramenti, o forma, ¢ materialoro, ¢ cofe fagramentali , *_ebenedette , edi parole della Divina Scrittura. Quelli, che mettono fopra gli Altari, dove s’ ha da celebrare, - Fave, Carta vergine , Calamita, oaltre cofe , acciocché fopra di effe fi celebri empiamente la Santa Meffa . Quelli , che tengono, fcrivono , o dicono orazioni non appro- vate , anzi riprovate dalla Santa Chiefa , le quali fono delle maniere inftafcritte , cioe. Quelle , che fi recicano per farfi amare d’ amore difone(to , come : fono I’ orazioni di $. Daniele, diS. Marta, edi S, Elena. Quelle » che fidicono per fapere cofe future, 0 occulte, come la gia detta, Angelo fanto, Angelo bianco, &c.¢ quella, Dolce.Vergine , ¢ fimili. Quelle , che contengono nomi incogniti, né fi fa il loro figni- - ficato , con caratteri, citcoli , triangoli, 8c. quali fi portano addoffo, o per farfi voler bene, o per effer ficuri dalle armi de’. Nemici, o per non confeffare il vero ne’ tormenti . . Sotto quefto Capo. ficontengono ancora quelli , che tengon {critture di Negromanzia, ¢ fanno Incanti, ed efercitano Aftrologia giudiziaria nelle azioni pendenti dalla libera vo- Jonta. . Quelli, che fanno ( come fidice ) Martelli, o mettono al fuoco 3 Pignattini pet dar paffionc, c per impedire l’atto matrimoniale . Quelli , che gettang le Fave, fi mifurang il beaccio colle Spanne > pie ns Prima Parte. . mt anno andare attorno i Sedazzi, levano la pedica ; guardano,”) ofi fanno guardare fule mani per fapere cofe fatute , o paffatc, ed aleri fimili fortilegj . De Bffemmiatori. ‘Uantunque ogni Beftemmmia fia degna di gran punizione., contuttocié il Santo Uffizio non procede fe non contro coloro, i quali proferifcono Beftemmic Ereticali , ¢ fono quel- Ji, chediconoparole , le quali contradicono a‘quelle verita , che fi contengono negli Articoli della Santa Fede; equanto pit abbondano i Delinquenti in quefti tempi, tanto piti devo-- nocffer vigilantii Giudici. E per dare alcune regole per cono-_ {cere quali Beftemmic fiano Ercticali , ¢ quali no, deve avver- tirfi, che fichiamano Beftemmiatori Ercticali. Quelli, che negano i titoli datia Dio nel Simbolo, come I’ On- ” ‘nipotenza fua , dicendo al difpetto , &c. D. poltrone ; Io faro Ia talcofa, ancorché Dio non voglia: Tu mhai fatto tuttoil male, che hai potuto, c fimili: la Giuftizia, dicendo, D. tradiro- re, D. parziale, o partegiano; la Provvidenza, dicendo, che Dio non s'impaccia di quefte cofe baffe,o equivalenti parole: la Bon- tadandoli nomi d’ infamia, con dire, puttanadi D., o fimili . Quelli, che dicono pero contto la perperua Verginitd della Bea-, tiffima Madre di Dio , come puttana N. D., 0 contro la Ma- ternita fua Santa. Quelli , che dicono parole contro la Santa Chiefa, ¢ Santiffimi Sagramenti dicfla, come, rinego il Battefimo, Rincgo la Fe- de, &c. € contro la gloria de’ Santi canonizati. - Di quelli, che fi oppongono al Santo Ufizio ye P offendono. , M Olti di quefti tali fono comprefi fotto il Capo de’ Fautori, € per ora finominano quefti per efempio di tutti gli altri, contro de’ quali affi a procedere , cioe . : Quelli , che offendono Ic Perfone del Santo Uffizio , come, In. quifitori, Vicari , Confultori, Fifcali, Notari , Cuftodi , ed altri Efecutori mandati dal Superiore 5 fiafi I' offefa , o nel- Ja vita, o nella robba, o nella fama, oin qualfivoglia altro -Modo , o pur anco li minacciano. - Bz Quel- : a Pratica del Santo Uffizio Quelli, che offehdono, o fanno offendere i Denunziatori, 0 Teftimonj cfaminati nel Santo Uffizio, o con percofie, o con ingiurie, oconminacce. Quelli , che rubbano Scritture , o Libri, o qualfivoglia altra co- fa del Santo Uffizio. . Quelli, che fanno in pezzi gli Edittidel Santo Uffizio , accié -hon fiano letti ; ‘ovvero gli levang dal luogo , dove fono ftati afi. Degli Ebrei, ed altri Infedeli < Bret Sindes > gl'Idolatri, i Maomettani, ¢ gl’ Infedeli d’altre Sette, non foggiacciano ordinariamente al giudizio -della Santa Inquifizione ; in molti cafi nondimeno , i quali fono anche cfpreffi nelle Bolle de’ Sommi Pontefici, poflono effere dal Santo Uffizio caftigati . Nella Bolla IGiudei, fe negaffero quelle cofe della Fede, le quali a noi O Greg XU. Criftiani, ed a loro fono comuni , come, Iddio effer Uno, ent im. _ Etcrno, Onnipotente , Creatore dell’ Univerfo, ed alere fimili. erbitese Scinvocaffero, o confultaffero i Demonj, 0 faceffero loro Sa~ ctifizj , Suffumigj , Orazioni, ed offequio, per qualfivoglia fine; ¢ fc infegnaffero , o induceffero altria fare tali cofe . Se empiamente diceffero, che il Salvatore noftro Gest Crifto foflc ftato Uomo puro, ¢non Dio, o peccatore; ¢ che lafua Santiffima Madre non fofle- {tata Vergine , ed altre fimili Be- ftemmic. Se induceffero in qualfivoglia modo alcun Criftiano a rinegare la Santa Fede. Seimpediffero alcun Ebreo, 0 altro Infedele, che fi voleffe far Criftiano , o lo configliaffero, oinduceflcroanon farfi. Se eeetete fuggire Neofiti, o in cid porgeficro alcuno ajuto , 0 favore . Nella Bolla Se teneffero , occultaflero , odivulgaffeto Libri Talmudici , ed dclemvil. altri Libri Giudaici dannati, o proibiti; ¢ fimilmente Libri tum malitia. Pproibitia i Criftiani, o Scritture magiche , ed altri Libri, o Scritti continenti, 0 tacitamente, o ¢fpreffamente, Erefic , o errori controla Sacra Scrittura del Vecchio Teftamento; 0 contumelie , empieta , beftemmie contro Dio , la Santiffima Trinita, il Salvator noftro, fa Criftiana Fede , la betta 4 che Prima Parte - 13 Vergine Maria, gli Angeli, Patriarchi, Profeti, Apoftoli, ed aitci Santi di Dio: cgntro la Santiffima Croce , i Sagramen- ti della Nuova Legge, le Sacre immagini, la Santa Cattolica Chiefa, la Sedia Apoftolica; contro i Fedeli, fpecialmente Vefcovi, Sacerdoti, ed altre Perfone Ecclefiaftiche; o concro i Neofiti, che nuovamentefono convertiti alla Santa Fede, 0 -che conteneffero narrazioni impudiche , ed ofcene , ‘Se beffafferoi Criftiani, ¢ per ditprezzo della Paffione di Noftro Grtgor41. Signore nella Sectimana Santa, ¢ {pecialmente nel Venerdi San- praddettay ° to ‘ oin altro tempo crocifigeffeto Agnelli, Pecore, o altra " -cofa. Se teneffero Nutrici, o Balie Criftiane . E fimilmente fono foggerti al Santo Uffizio in mtte le cofe con- tenute fottoi Capi de Fautori di Erctici, de’ Maghi, ed. Ia. cantatoci, ¢ degli Offenfori del Santo Uffizio. Gili altri Infedeli ancora poffono effer caftigati dal Santo Uffizio per li medefimi delitti refpettivamente. —_—— —. ANNOTAZIONE,. ‘Non parendo fafficiente , che folamente li Giudici Ecclefiaftici , alli quali fpetta pri varivamente di procedere nelle caufe di Fede fappiano li cafiy ¢ le perfone rifersee di fopra dal P. Maflini , nelli quali , .e contro le quali per tali caufe devono procedetc » fenza che delli medefimi abbiano ancora pienanotizia Ji loro fudditi , che di qualun~ me ftaro 5 © condizione fi fiano, fono tenuti a denunziare le perfone , che commettona Uric in Guelli eompreti; gli Ordinar), li quali aon aveffee altre wolte pubblicaro al- euno Editto fopra le materie fpettanti al S. Uffizio , maffimamente ne’ lnoghi dove non. {ono s*inquifitorije per mezzo degli Editti foliti pubblicarfi da effi, come di fopra accene na il detto P. Maffini , Ji Popoli non fono illuminati per adempirlo, devono dacid pren- dere motivo di pubblicarlo quanto prima, e quelli che Favellero alee vole pubbli di pid ampiamente rinnovarlo ; ed affinche tali Editti riefcano frutruof non folo nelle Cited delle loro Refidenze; ma ancora negli altri luoghi foggetti alle loro Dioceli, d'or dinare alli Curati di effi , che debbano pubblicarli qualche volta fta I’ Anno inter Adi/~ farum folemnia y ¢ fpiegarli alli loro Parochiani con chiarezza tale che anco le perfo~ ‘ne piu idiote poflano capire in ali cal ,e contro quali perfone fono obbligate in vired di quelli a dare le denunzie : ed in oltre incaricare premurofamente alli loro Vicarj Fo~ sanci, che Gano vigilanti , perche cid & efeguifca con ladovuta attenzione, ed efariezzae SECON: SECONDA PARTE Del modo di formare i Proceffi, ed efaminare i Teftimonj , edi Rei. et Due modi di formare i Procefi. | Uando I Inquifitore avra avvifo, effere ne’ luo- \\| ghi della {ua Giurifdizione alcuno, il quale fia ineorfo in qualcheduno de’ fopranominati delit- ti, oaltri, che perd appartengono al Santo Uf- fizio , {ubito fara obbligato , per I'Uffizio , che ticne , a farne giuridico Proceffo inifcritto; ¢ perche potra fapere , ed aver cognizione del de- litto, e Delinquente,o per mezzo del Deponente, ed Accufante, o per fama pubblica , perd nell’ uno, ¢€ nell’altro modo gli fa- ra lecito incominciare il Proceffo: ¢ per chiarezza qui fimo- ftrerd quello di fare ! uno, el altro. Primo snodo di fare il Proce fo per via di denunzia« I; primo modo, nel quale fi forma il Proceffo nel Santo Uf- fizio, fi chiama per via di denunzia ( tralafciando quel mo- do, ch’é per viadiaccufa, si perche rare volte occorre, si anco perche é quafi il medefimo , che queftoper via di denun- Zia ) edé quando viene alcuna perfona a denunziare un’ altra, che abbia commeffo qualche delitto {pettante al Santo Uffizio de i fopranominati, o altro, come diaver tenuta qualche Erefia, fatto qualche Incanto, o proferito Beftemmic Ereti- cali, edice, che cid fa, cioé denunzia per ifgravio della pro- pria Cofcienza, per zelo della Santa Fede , per non cadere nella Scomunica, o perche il fuo Confeffore gli¢ I’ ha impofto: non efponendofi a voler provare il delitto , che depone, ne’ effer attore , o parte contro del denunziato. E quefto é il pil co- mune, ¢ pit ufitato modo, che fi offerva nelle caufe dell’ In- quifizione. ea ae Quan- . - Seconda Parte. 15 Quando adunque verra alcuno per deponere, fubito, fenza dif ferire in altco tempo la denunzia, fiafcoltera , ¢ fe il cafo & pettinente al Santo Uffizio, chiamato il Notaro fpecialmente inftituito dal’ Inquifitore , fi dara il giuramento al Comparen- “te di dire il vero, facendolo toccare gli Evangelj con le fue’ mani; dappoi {¢ gli fara un’ ammonizione paterna, che fia avvertito_a dire folamente il vero, imperoché facendo altra- mente offenderebbe Iddio, il proffimo, ¢ fe fteffo, ¢ pecca- rebbe mortalmente, né potrebbe effer affoluto mai fino a tanto, * che non tornaffe a rivocare tutto quello » che aveffe detro fal- famenre , oltreché incorrerebbe in molte altre pene tempora. li graviffime. Dappoi fi {crivera il nome, cognome, patria , padre, efercizio , era, ed abitazione del Comparente ; alla prefenza di chi com- parifce, illuogo, anno, mefe, ¢ giorno quando comparira ; che fe glié dato il giuramento, ¢ ch’ egli comparve {ponta- neamente; ¢ G comfncierd il Proceffo in quefto modo, o fimile. Die Menjis Anni Comparsuit perfonaliter fpont coram M. R. P. F. N. Inquifitore N. fe- “ dence in aula Santti Offcii N. in meique Notarii &c. N: de N. filius N. nobilis , ovvero , exercens artem &'c. ¢ fi defcriva Parte ch’efercita , babitans in loco N. etatis annorum &'c. prout di- wit, © ex afpette apparebat , qui petiit audiri pro exoneratione pro- pria conftientia; & ei data facultate, ac juramento de veritate di- scenda , quod praftitit , taftis literis facris oc. depofuit , ut infra » E qui fe gli fara tpiegare tutto il fatto, facendolo notare in ifcrit- toalNotaro. Avuta la depofizione , principalmente ficerchera di fapete, fe egli é teftimonio de vifx del delitto, ode anditu , ¢{ehacon- tefti , i quali poffano confermare quefto fuodetto , o fe alme- nofa, che altri poffano dare informazione di quefto , {peci- ficandogli uno per uno ; ponendo in ifcritto inomi, cognomi, * cafe, alloggiamenti, ¢ condizioni de’ Teftimonj, che nomi- nerd. ° . Se gli fara efprimere I’ occafione, per la quale é ftato prefente a “quel delitto, il luogo dove fu fatto , le parole precife , che fu- rono dette, ilgiorno, ¢ I’ ora, fe é poffivile, ed il numero delle volte che fu fatto, ¢tutre quelle cofe , che porta feco il delitto denunziato. = 16- Pratica del Santo Uffizio Se gli fard‘anco dire il nome, cognome, padre, patria, efer zio, abitazione, edeta del Reo denunziato, ¢ fi fara defcri- vere la perfona di lui, cio¢, di che ftatura , effigic , barba &c. eglifia. Avvertendo a far coftare in Proceffo le negative, che dird , come faria. Non miricordo con che occafione diceffe le tali parole. Non fo in che Iuogo foffe precifamente. Non mi ricordo il giorno, ma fu circa al tempo, fo ch’era di Verno,¢ fimil modo, Di pitt fara fempre f{crivere tutto quello, che domanda al Tc- ftimonio , ficché avanti alla rifpofta preceda in ifcritto l’ inter< rogazione, nella quale fia pofto tutto quello che firicerca s come fe vorra fapere, in che giorno N. beftemmié, non fa= ra- Interrog. Reppondit . Il tale diffe quelle Beftemmic . Ma ima fara. Interrog. Quodie pracisé dittus denunciatus protulit bla- bemiam ec. E cid fidovra patimente offervare negli efami de’Rei. Quando poi fara finito I’ efame , e che non refterd altro da intcr- rogare, fe gli faranno gl’ Interrogatorj gencrali, come ap- reffo. Inkerrog. Super generalibus . An ea, que dixit , odio, vel amore dutius depofuerit 5 aut ad exonerandam confcientiam ,é& Dei bono- rem, & gloriam. Refp. &c. Interrog. 14x habeat aliquaminimicitiam , vel odium , velanted bas buerit cum ditto N. per eum denunciato. Refp. &c. Interrog. As confireatur, & communices quoliber anno, faltem 5 in Pafebate . Refp.&c. Dopo, fe vorra il Denunziante, glifi rileggera l’cfame anco al< Japrefenza di due Tcftimonj timorati, ¢ fegteti ( fe cos) fara. giudicato efpediente ) nella quale rilezione potra il teftimonio’ accommodare , dichiarare, levare, o aggiungere quello, che vorra , ¢tutto cid fi dovra notare nel fine in quefto modo . Es dumde mandatoP. Inquifitoris, oy ad inftantiam ipfius Teftis lee geretur fibi ejus depofitio, dixit. Avvertite :&c. E {i {criva tutto quel che dira , o per aggiungere , o per ifminuire, 0 per dichia- razione. Ma non volendo aggiungere , ofminuire cofa alcu- na , fe glicomandera fotto pena efpreffa, o.arbitraria , ¢ fot- to il medefimo giuramento, che non parli con alcuno di que- fta fua depofizione, o efame. E poi il Notaro terminera la depofizionc di quefto modo, cioé. Ruie Seconda: Parte: 17 Quibus babisis , & acceptatis in parte , & partibus fadorabitibus,a'c, dimiffus fait , impofito fibi fdentio fuper braditit fab juramento oF in fidem fe. fetferigte, E fe fapra fcrivere, fe gli fara icrivere il fug nome cosi , lo N. di N.confermo quanto di fopra fi contiene. Ma fe non fapra fcrivere , il Notaro in vece di quelle parole, & in fidem fe fubferipfis , {ctivera in quefto modo . Et cum ( prour dixit ) nefciret feribere , pro confirmatione fupradittorum appofuis fignum Cracis. E gli fara fate cffettivamente una Croce colla Penna cosi ‘Aftum per me N.de N. Notarium Santti Offcit, awno, die, locos @& bora , ut fupra. E fe vi faranno ftati prefenti Teftimonj , ag- giungerd prafentibus pro Teftibus vocatis,iyc. N.de N.dr N.de N. E quefta é a forma , che ordinatiamente fi porra offervare nelle denunzie , che farannodate da perfone conofciute . fa Ma fe per forte veniffe qualche ftranicro, ¢ perfona incognita 2 deporre,, fi potra cominciare il Proceffo in quefta, o fomiglian- te manicra. , Die Menfis Ani Comparuit perfonaliter fponte coram M. RP. F. N. Inquifitore dre. in meique,e'c. Homo quidam flatura,éy'c. babens barbam, &'c. indus tus toga,@'c. aut veftimento coloris,érc, ¢ fi defcriva diligentemen- » tel effigic, abito, ¢ formadel Comparente, qui petiit andiré pro exoneratione propria confientia; & data fibi facultate, a ju ramento in forma confueta fuper veritate dicenda , & per eum fufce- pto, tattis Sacris literis, Oc. fuit per prefatum Adm. RP. Inqui- : itorem « titerren. ‘De nomine, cogwomine , patre, patria, etate , exere * citio, & babitatione ipfius Comparentis , é ad quid vencrit od S. Oficium « Refp. &c. E feel la rifpofta, fi feguiteranno le Interrogazioni, come di fopra. Si feole anche talvolta, fenza dare il giuramento,nel principio far A notarc la fpontanea comparizione di quella forma , che fi¢ det- to, ¢ dopo che il Denunziante avra raccontato tutto il fatto, e-fara regiftrato nel Proceffo , foggiungera il Notaro. Reibas omnibus acceptatis in parte, @ partibus favorabilibus Oe. tum fuit juramentum dito Comparenti de veritate dicenda tiw Soper pramiffis , quam fuper bis , de quibus interrogabiter infra , gxod praptitit , tattis Sacris literis. a oe te s. 1 . . . 18 . Pratica del Santo Uffizio Interrog. As ea, qua dixit , & modo feripta fucrunt, verafiet ,& illa pro veritate confirmet « Refps . E poifi feguiteranno I opportune, ¢ neceffarie Interrogazioni , come difopras'¢ accennato. Ricevuta la denunzia, parti del Giudice faranno, avanti che fi * prendano I'altre informazioni, diligentemente avvertire, ¢ maturamente confiderare la qualita, natura, coftumi ,¢ con- dizioni del Denunziante , colle circoftanze non pur della pere fona di lui, mad’ ogni altro patticolare ancora comprefo acl- Jadenunzia, acciocché fenza caufa non fi generi ad alcuno odiofa moleftia, ¢ grave danno. ANNOTAZIONE. Ai_ Benche di fopra dal P.Maffini s'afferifca, efler folito talvolea,(enza dare il giuramentoy nel principio far notare 1a denunzia 0 {pontanea comparfa y ¢ dopo che il Denuziante aver raccontato tutto il fatto, ¢ fari regiftrato nel Proceffo, datogli il giuramento fare Bliela riconefcere 5 ed opportunamente interrogarlo ; nientedimeno, perché il Denun- Ziante nelle caufe di Fede s'annovera fra Teftimonj,e per tale fi reputa, ficcome a queltiy Biutta la difpofizione de’ Sacri Canoni , ¢ delle leggi comuni fideve dare il giuramento. fel principio de’ loro efamis cosi é pid Gcuro nélle detze caufe di darlo nel principio alli Denunzianti , affinché la fuffiftenza de’ loro detti non fi pofla mertere in controverfia » € le loro denunzie per tal conto non foggiacciano ad alcuna eccezione « — Secondo wodo di formare il Proceffo per via d’Inquifizione . Lfecondo modo, nel quale {i pud formare il Proceffo é per ] via d'Inquifizione , ed ¢ quando non v'é alcuno Accufatore, o Denunziante , che venga a far fapere nel Santo Uffizio il de~ lito, ma corre fama , ¢ voce pubblica in qualche Citta, o Ter- ra, 0 Luogo, che alcuna perfona ha fatto, o detto alcuna cofa | contro la Santa Fede, ¢ tal voce, ¢ fama viene all’orecchie ,} dell'Inquifitore , ¢maffime per via di perfone gravi , onorate » sh zelanti della Fede: ed in tal cafo , non precedendo denunzia, né accufaalcuna, ma folo per publica fama venendo a noti- zia del Santo Uffizio, che Ee ‘ato commeffo alcun delitto, dovra effo Inquifitore per debito dell ‘Uffizio {uo formarne In- quifizione particolare , e cominciare il Proceffo nel {eguente , Oaltro fomigliante modo , cioé ie Menfis Anni Com perveniffer ad aures OR. P. Inquifitoris &'c. publica quadam Sema deferente , quod Nide N, dinit . vel fecit alia pte 3 Seconda Parte: fo. Catholicam , ¢ fi {criva quello , che si ha per fama contro di lui, come, quod dixerit , Non effe Purgatorium, vel tales , & tales bla~ Sphemias , cum feandalo , dy admiratione multorum protulerit. Abtendens prafatus M. R. P. Inquifitor , quod injurias Creatoris tolerare valde impium eft, & illas maxime, qua, ultra Dei offenfam, vergaut, vel vergere pofunt in Santte Fidei Catholice opprobrium, © satluram , voluit ex debito officii juridice fuper bis informavi , & proceffit ad examinandum Teftes , quos a fide dignis accepit , poffe aliqualem Santto Officio informationem dare , locis , & temporious y ut infra, E dopo quefto principio fara citare i Teftimonj, ¢ fi regiftreranno i citatt , la citazione, il giorno, che fara data, ¢lerelazioni del Meffo,in quella forma,che pit a baffo fi dita opportunamente, ANNOTAZIONE. Perche il modo di procedere ex Offcio, e per via d’ Inguifizione nelle caufe diFede fenza far’ apparire per mezzo di chi fiano pervenute alli Giudicidi effe le notizie delli delitti , ¢ defli Delinquenti é aflai aborrito dal Supremo Tribunale della Santa , ed Uni= werfale Inquifione di Roma: percid li Giudiei delle medeGime nell counziativa y che faranno nel principio del Proceflo avvertiranno di far fempre menzione da chi , 0 per wal mezzo gli fiano guunte tali notizie ; o pure di commettere alli Miniftri fubordinati i far’ efatte diligenze per averle ; © poftia farne fare da medefimi giudizialmemte le Relazioni , o le Denunzie col giuramento , giufta lo ftile del S. Tribanale y € con fargli nominare le perfone, dalle quali I" hanno ricavate per poterle fuccedlivamence efaming- be y¢ profegiize canonicamente il Proceffo contre i Delioquenti« Modo di efaminare i Teftimonj del Fifco. Opo che il Proceffo fara fondato, ¢ cominciato in una delle D dette due maniere, le quali comunemente fi ufano nel San- to Uffizio , dovra I’Inquifirore fenza alcun’ indugio procedere pi avanti, ed efaminare quei Teftimonj , che o fono nomina- tidal Denunziante , oper relazione particolare fapra poter dae re informazione al Santo Uffizio del delitto, ¢ della perfona , contro di cui é ftato denunziato , o é pervenuto a fua notizia er fama , come difopra. E pero li fara citare , ¢ regiftrare in roceffo dal Notaro il giorno della data citazione, ed il tenore dieffa ; accid non comparendo nel termine ftatuito , ¢ prefiffo nella citazione, fi poffa procedere pitt oltre contro quel tale,che fié citato. E fi avvertira di affegnare alla perfona, che fi cita , tempo comodo per poter comparire , confiderata la diftanza del Luogo, dove fta, Si poffono ee far chiamare Teftirnong . c 2 fen 20 Pratica del Santo Uffizio. Yenza citazione in ifcritco, commettendo folo a qualche Efecu- tore , che vada a dir loro da parte dell'Inquifitore, che compa- tifcano avanti di lui; ¢ quefto Gi potra fare, quando i Teftimonj fono vicininella medefima Citta , Terra , o luogo , ¢ n0n viha dubbio, che non debbano ubbidire. Si avra anche non me- diocre confiderazione,fe alcun Teftimonio foffe perfona di gra do,o autorita, o nobilta fegnalata, di mandare qualche perfona Particolare, ¢ non Efecutore, a chiamarla, ¢ fpecialmente Don “ne nobili , le quali anche ( confiderata la qualita loro ) potra Plnquifitore o andare , o mandare ad efaminare alle loro cafe = avvercendo di nonricever mai per fcritturaTeftimonianza alcus na dj qualfivoglia perfona affente, ma operi, che i Teftimonj di prefenza depongano veramente cid, che fanno, ed hanno veduto. Comparl pol chefaranno i Teftimonj, glicfamincra ncl modo infrafcritto , o fomigliante, cioé. Die Menjis ‘Anni Examinatus fuit pro informarione Santti Offcit per M.R. P. Inquifi- sorem , qui fupra exiftentem,éc. , efi porra il luogo, dove fi avra ad cfaminare, o nel Santo Uffizio, oin Chicla, o in cafa di qualche perfona,&c. ia meique Notarii,orc. . W. de N. filius N. ovvero, fe il padre del citato fara morto , quow- dam N.de loco N. babitans ad prafens in loco N. in Domo propria , ovvero , is Domo N. de N. exercens artem,@'c. ovveto, Nobilis y atatis annorum,ty'c. prout dixit , ci delato juramento de veritate Gicenda , quod praftitic , cattis Sacris literis , & praviis debisis adwonitionibus . Interrog. Refp. ut infra Ed avanti che fi cominciad cfaminare potra I’ Inquifitore am- “ monirlo a dir il vero per.folo onore , ¢ gloria di Dio, per deb- bito di cofcienza , ¢ perlogiuramento prefo. Avvertendoloy sche fempre fara tenuto fegreto dal Santo Uffizio, ed acquiftera merito appreffo a Dio. Interrog. Ax feiat,vel faltem imaginetur caufam fue vocations, & prafentis examinis . Refp. &c. E Gi {criva quello che dira. $e dira di fapere, od’ immaginarfi la caufa, per la quale é ftato chiamato , edeve al prefente effer efaminato, gli fi faccia quefta Interrog. Interrog. Quomado feiverit , aut quare imaginetur , fe bujufmodi de saufa fuiffe vocatum , & ad prafens fore examinandum. Refp. &c- . Bdavuta la sifpofta dalui, fi foggiunga . a : Seconda Parte. 21 Ex {ibi ditto , quod feriatim dicat , & narret quidquid feit de bujufmodt fatto. Refp. &c. . . E raccontato, chegli avra quello che fa, per maggior chiarezza i potranno aggiungere quelle Interrogazioni, che I'Inquifitore iudichera neceffarie per defcriver minatamente il delitto,ilDe- Fingueare >i complici, il luogo dove é fatto il delitto, il tempo precifo quando fu fatto, l'occafione, il numero delle volte, alla prefenza di chi; s'egli ¢ Teftimonio di vilta, o di udito, la fama del Denunziato , ¢ fimili circoftanze . Ma & il Teftimonio dira di non fapere , edi non immaginarfi la caufa per la quale fia ftato chiamato,¢ debba effer cfaminato,gli fi faccino quefte Interrogazioni. Interrog. Ax cognoverit,vel cognofeat aliquem Hereticum , fei aliquos Heareticos, vel de barefi fufpettos, aut Hlgreticoram fautores , vel In~ cantatores,aut Blafpbemos Heretieales fen Maleficos, Sortilegos vel non Viventes fecundim Ritum Sante Catholica Ecclefia . Retp. &ce E fidovra fempre in quefta prima Interrogazione generale defcri- vere , 0 almeno accennare il genere del delitto, intornoal qua- Ie elo Teftimonio dovra effer efaminato. E ferifponderadisi, gli fi faccia raccontare il tutto, ¢ fi regiltré puntualmente quanto dira, aggiongendo le Interrogazioni op- ortune intorno alle circoftanze, come di fopra s’édetto. Ma fe rifpondera di no, foggiungafi tale Interrogazione, cioe. Interrog. Ax agnofeat N. We Ne cioé quello , contro del quale é dato per Teftimonio , a quanto tempore citra, & que fuerit canfa cognitionis. Refp. &c. + ‘Serifpondera bene, dicendo, che lo conofce, ed ha fuapratica,fi potra interrogare piu oltre cosi. Interrog. As andierit eumdem N.aliquando trattantem aliquid de Fi- de , aut quovis modo concernens Religionem . Refp. &e» Se dia disi, aggiunganfi dal Notaro quefte parole. Es /ibi ditto, quod narret pracis2, & ferios? quidqnid a praditto N. dict *_ andivit. fpettans ad Religionem. Refp. &c- _E fi fcriva il tutto minutamente , aggiungendo quelle Interroga= zioni , che faranno neceffarie, ed opportune. 5 "Ma fe rifpondera negativamente,cioé, che non conofce quel tale, ¢ che non ha fua pratica, o fe pur lo conofce, che non I'ha fentito trattare di cofe fpettanti alla Fede, ¢ purtuttavia fia da~ to pen Teftimonio , e Contefto; Gi ammoniica a dire il vero in guetta guifa, cioé, . Me 22 Pratica del Santo Uffizio Monitus per Dominum , quod veritatem libere dicat , &y caveat 2 men= * dacio, quia datur in Teftem in attis Santti Offcti , quod adjuverit prafatum N. aliquando facientem, ovveto, proferentem aliqua contra Religionem Catholicam.Refp. &c. Se ftara nella medefjma negativa , fi difcenda un poco pitt al pare ticolare con tale Interrogazione . Interrog. As-uxquam fuerit ix tali loco , ¢ fi defcriva il luogo ove fi ha notizia, che fia ftato commefio il delitto , cum dito N.quan- do pero abbia rifpofto difopra, cheloconofca , & an ibidem ditius N, aliquid dixerit, aut fecerit contra Fidem, ipfo Tefte prefem= te, audiente , & videste ec. Refp. &c. Se dira di si, gli fi facia defcrivere il tutto. Se neghera di effere ftato in quel luogo,fi ammonifea a dir il vero con fimili parole. Ex fbi ditto per _D.quomodo audeat boc segare , cum in Santto Officio contrarium babeatur, videlicet, quod in tali loco fuerit cum ditto N. © quid in ejus prafentia dittus N. fecerit , ovvero , dixerit talia » ¢ fi defcriva ildelitto. Refp. &c. Se anche ftara nella medefima negativa, fi potra mettere quefta per ultima ammonizione . A heerum monitus ‘per D. quod caveat mendacio, & liberé veritarem dia cat fuper pramiffis ; nam fi trattu temporis apparebit , ipfim non di- wiffe veritatem , incider in penam fautorum Hereticorum: immd,nifi ‘veritatem fateatur, jam in excommunicationem incidit,& nox poret ab aliquo Confeffaria abfolvi . Refp. &c. Senon aggiungera altro, ma reftera nella fua pertinace negativa 5 "enon fi avrd mezzo di poterlo convincere, come falfo, fila- {ciera, ¢ rimetteraffi il tutto a Dio, il quale ¢ fcrutatore de’cuo- ri, cd acui niuna cofa ¢ occulta, o nafcoftas ¢fi porra fine all’ efame cosi. ; Ez cum nibit aliud ab eo baberi poffer, dimiffus fuit , injuntto fibi files tio fab juramento , & quod fe fubjeribat . E fi termini I’ efame come di fopra, con la fottofcrizione, ¢ rogito del Notaro - Ed avverta il Giudice di fchivar fopra ogni cofa.in tutti gli cfaml il fare Interrogator) fuggeftivi , per i quali il Teftimonio s' in- . | ducefie ad affermare , 0 anegare ; come farebbe a dire. In- f terrogat. Non éegliil vero, che N. beftemmiaffe? So pure s i , che fapete voi, chebeftemmid duc valte al difpetto, &c. , ed t Ls Seconda Parte. 23 altri Interrogatorj in fimil modo, E cid dee farfi anche co’ Rei. Quando per pia Teftimonj degni di fede cofta nel S. Uffizio , che un Teltimonio, il qual nega, fia confapevole del fatto, ¢ ne fia convinto, o gtavemente indiziato; ovvero fi conofca dalle fue rifpofte, o implicazioni , o titubazioni , ch’eglinon voglia dire la verita, in tal cafo fidovra procedere contro cffo Tes ftimonio , come Deponente il falfo nel Santo Uffizio , ¢ come Fautore dl Eretici , o fofpetti di Erefia: ¢ fi porra carcerare, o vero conftringere , o dar ficurta idonca di preferitarfi avantial- I Inquifitores ed in quetto cafo fidovra farne Decreto partis ticolare, come fi dira pili a baffo. E per dar efempio quando un Teftimonio fia indiziato di falfita, odinon voler manifeftare il vero, di modo, che contra di lui fi pofla procedere, poniamo il cafoin quefto modo . Se due, o pit Teftimonj confefferanno in giudizio, che Anto- nio abbia loro detto , Pompeo avere alla prefenza di lui nega~ toil Purgatorio , ed Antonio neghera aflolutamente in gindie zio di fapere , che Pompeo abbia negato il Purgatorio ;_allora Antonio fi chiamera indiziato, o cotivinto per confeflione eftragiudiziale, ¢ fi dovra procedere contro ad eflo Antonio, erche allora fara fofpetto d’ effer falfo . Similmente fe il De- nunziante dica , aver udito Pompeo dire, che non vié il Pure gatotio , ¢nomini per Teftimonj contefti Aleffio, Giovanni , ed Andrea , affermando, che tutti quefti lo fentirono, per- che lo riprefero, o che potcrono, ¢ doverono fentirlo, pers che ragionavano tutt’ infieme; fe uno de’ Teftimonj nomina- ti, come Aleffio, convenga col Denunziante, ¢ dica, che yi crano prefenti Giovanni, ed Andrea, ¢ che riprefero Pom- pros 0 che Giovanni , ed Andrea poterono , ¢ doverono udir- lo negare il Purgatorio, perche ragionavano infieme , {¢ Gio~ vanni, ed Andrea cfaminatinegaffero aver udito Pompeo di+ re, che non viera il Purgatorio, effi Giovanni, ed Andrea fono gtavemente indiziati , o convinti di non voler dire la vee rita , ¢ fidee procedere contro di loro , come di fopra. II fimi- Je anche fidovra fare quandoil Teftimonio nel {uo efame ef= Preece fi contradiceffe , né fapeffe rifpondere alle oppo- izioni , o ricufaffe di voler Teftimoniare , ed effer efaminato, oinaltti cafi , dove vi foffe qualche manifelto fegno di falfita, Oppure citato duc, o-tre volte non volefle compatire. 24 Pratica del Santo Uffizio Ed avvertafi, che allora faranna compite I’ cfame, ele depofiz zioni, quando fi fapranno, cfaranno regiftrate in Proceflo I infrafcritte cofe , cioe. 11 Delitto, come Erefia , Beftemmia , Incanto , 0 altro tale. Il Delinquente , cioé quello, che ha detta I’ Erefia, Beftemmiay to, ofatto!’ Incanto,&c. I Complici, cio¢ le Perfone, che fengono le medefime Erefie , , ed hanno in compagnia commedfo il delitto, ovvero ajutato, configliato,é&c. Iluogo, dove fa fatto il delitto . Il tempo precifo, quando fu fatto. L’ occafione , con che fu fatto, Ji numero delle volte, che fu fatto. Il modo precifo , come fu fatto, ¢ gli ftrumenti, che fifono adoprati, come negl'Incanti,, ¢ Sortilegj . Ed ultimamente i Teftimonj , alla prefenza de’ quali fu fatto. E perche i Teftimonj fono di due forti , alcuni, t quali hanno ve- duto il delitto , o fentitolo colle proprie orecchie, ed altri, che’ hanno udito natrare , i quali comunemente fi chiamano Teftes de vifu, & de auditu proprio, & Teftes de auditu aliewo y quando nelle depofizioni fiavranno quefti Teftimonj de audits alieno , emaflime nelle depofizioni ex fama , quci foli fi cfa- mineranno , i quali daranno informazione de’ Teftimonj des wif , & de audits proprio , ¢ poi fi cfamineranno quefti ; eccetto fe cid non fi faceffe per provare un’ infamia , o voce. Quando anche faranno Bid ‘eftimonj , fi comincera fempre prima ad interrogare quelli, da quali fi {pera aver la verita pui facilmente. E dovendofi quefto negozio di efaminare i Teltimonj, come importantifimo , nettamente , fenz’ alcuna ruggine d’animo efeguire, oprera I’ Inquifitore, che fi {criva tutto quello, che diranno i Teftimonj, o fia contro il Reo, © rifultiin {uo favore, né foffrira giammai, che a partito alcuno fi divida il detto loro, che dee per ogni maniera effer fempre indivifibile , \ nid fal principio del etme # atereege tel Ging of (02 il Reo uando fal prineipio dell’ efame #’ interroga dal Giudice vam cognafeat N. ciot i A aire dal Besar he malfime pu pratiari quando feats di delitcoannt ‘ima commeffo, fara pit efpediente di profeguire con Interros 5 pid rali di quel- Pia topra efott per lfuggre ogni folpecerifuggetione VEG. con die: edu cogent H. W. 5. tifpondendo il Teltimonio , che lo conofee , fi potrd interrogare » 4m sinquam cum diBo N, confabulatus fit « An occofiene confabulendi cum dito N. audierit a Seconda Parte: ‘a 25° Iqueme loeutum effe de Mypleriis fdei3'cve cosi fuccetGivamente find alle Intercogazi # pid fpeciali , “ fi MMe ‘hee in appreffo. ae Quando il Feftimonio, che nega effere informato delle cofe » fopra le quali viene in- rerrogato,ed anco ammonito come fopra al §.Bt/ibi dios"c. relti convinto da pid Tew ftimonj di faperle , dopo fattagli la detea ammoniziane pperfiftendo nella negativa , in vece di reitrargliPaltra ammonizione comtennta nel flleguentes Lieram maniius per D. oc. parerebbe, che per difporlo a dire la veritd potelférq conteftarfegli le Depolizio~ nnidegli altri Teftimonj.che lo nomintno nelle parti opporuhe;(oppreffi perd liloro no- smile ctcoftanze » per le quali ne pone venire in cognzione con frit leggere» conforme fi pratica nel S. Tribunale ‘colli Reis ¢ rimproverargli, come dunque ardifea di dire il contrario al depofto da quelli, ed_efortarlo di bel nuovo a fgravare la fta_a _ ‘cofeienza, e dire liberamente la veriea ; maffime erattandofi di caula di Fede agitata nek §. Tribunals» i cui non pad prefumee che gi altri col ginamento abbiano volura corre il falfo * El acciocché li Giudici delle caule di Redereftino meglio infteusi del modo di ricevere le Denunzie , efaminare li Teftimonj , e compilare perfertamente li Proceffi informati= vinta can, alla regola datane in gegreycome fopra dal P. Malini» aggingono, «quelle , che diede alle Stampe fopra diverfi capi particolari per inftruzione de’ tuoi Vica~ j Foranei il Padre Fra Tommafo Menghini dell"Ordine. de? Predicator! gid Inguifitore Ancona y ¢ poidiFerrara coll" Anaorazioni fattefi foteo alcunt delle ‘medetime dol {Pguente tenore, cioe. Modo di ricevere la Denunzja , ed cfaminare li Teftimonj Sopra le Befemmic. 1 Avanti di ogni cofa fi notail giorno, mefe, edanno. 2 Siferiverd la comparfa perfo- sale del Denunziante , Ia prefen~ za del Giudice , il luogo , dove fifa Fefaine, ¢ la prefenza del Notaro. 3 Circa il Denunziante fi noterd él nome , padre , cognome , pd= tria , eta , efercizio, abitazione , ¢ giuramento 5 ¢ quefte cofe dovra 4mparare a memoria il Notaro, quando non le fas e circa il giura- mento avvertira il Vicario di farlo fendere tutto , cio? tadtis Sactis iteris 3 effendo queftol’ Ordines della Sacra Congregazione . . 45i- PRIMADENUNZIA DI BESTEMMIE I Die 5. Junij 1682. 2 © Ponté perfonalitér com- S paruit corim Admodum Rev.Patre Vicario Sandi Officii Auximi , exiftente in propria cella, in meique, &c. 3 Titius fillus quondam Be~ rengarii Cedrari de Neapoli , < ztatis annorum quadraginta citcirér , Mercator, degens de - rafenti in hac Civitate Auximi . fub Parochia Majori; cui delato juramento veritatis dicendz , od preftitit tactis Sacris lite- ris, expojuit ut infra. D 4Sa- 26 4 Si avvertira di far dire wel cor. po della denunzia , per evitares tante Interrogazioni , il tempo , it Juogo , i Tepimonj ; Foccafiowe del Le Beftemmie , il numero delle vol- te, la caufa della {eienza , la cor- xezione , fe pur fu fatta, colla rifpofta del Reo , ed il motivo, che Pha Jpinto di venire al Santo Ufi- sio Se poi fifeorderdil Giudice dé far Spiegare qualch'una delle fud dette circoftanze, all ora fi fapplira eon quelle Interrogazions , che fa~ ranno neceffarie. Si offervino quel- Je parole nel principio della denun. xia :( Non mi ricordo del gior- no precifo , né del Mefe, macra potoavanti, o poco dopo Paf- -qua Rofata ) perche fi deve far lire al Denunziante il tempo pit precifo, che fi pus ; fe non “e it giorno , dicala Settimana , o il Mefe , ola Stagione; ¢ cid per Servirfene il Giudice nel? efame de ‘Teftimonj , $ Si fa quefta Interrogazione per Sapere_, fe Beltrawo fia abituato nelle Beftemmic « 6 S‘interroga in quefta maniera, per farlo avvertito , accid ux'altra volta fia. pik follecito; e fifa anco per vedere , fe fia caduto nella foo- munica per non aver denunziato dentroil termine , che prefirives F Edisto del Santo Uffizio. : 7 Se al debito mio, Praticadel Santo Uffizio 4 Sara un’anno, non mi ficor- do il giorno precifo, né il Mefe, ma cra poco avanti, o poco do- po Pafqua Rofata,che ritrovan- domi in Piazza, vicino alla Por- ta della Citta detta la Porta gra- de, verfo la fera, giuocavano dalla banda finiftra di detta Por- ta Marzio Belloni,e Florido Ga- lanti , con Beltramo Agofti , tutti Calzolari al giuoco de‘Da- di: E perche Beltramo perdeva , diffe in collera quattro,o cinque volte Puttana di Dio: ¢ lo fo perche ero prefente, ¢ l’udii col le proprie orecchic . Beletra- mo fu riprefo da Marzio; ma Beleramo in vece di corregerfi , diffe, non mi romper la Tefta , fenon vuoi , che tidia una pu- gnalata ; ¢ fon venuto ad ifcari- care la mia cofcienzad’ ordine del mio Confeffore . $ Int. An {iat , vel dici audie- rit, di@um Beltramum alias blafphemaffe? Refp. Io Padre non fo, né ho intefo dire , che Beltramo altre volte abbia beftemmiato. 6 Int. Quare tamdia diftulerit ‘denunciare in Sanéto Officio di@um Beltramum 2 Refp. Non fono venuto pri- ma, perche non ho penfato def fer obbligato; ma avendomi poi aperti gli occhiil mio Confeffo- re, fon cqmparfo a foddisfare ~ 7.Int Seconda Parte. 2 7 Seglidimanda della fama, per conofcere il di lui ftato, ed anco per it grado delP abjura , fi deve inti- mare al Reo; perche fe la famas cattiva fard grave, fard mutare alle volte i} grado dell" abjuraos rendeudo fefpeese de vehementi chi per attro farebbe fofperto fole de levi. 8 Quefta Interrogazione diman- da,fe quel, che ba depofto il Denun- xiante , P ba depofto per odio, che Portia Beltramo; poiché in quefto tafe il fuo decto fidiminuirebbe dé credito’s firiceverebbe perd cox la Sua diminuziones o fel ba depofto per amore, ciod in grazia, oper far fervizioa qualch'uno. Efeba, oppure ba avuto qualche inimici- xia; Edin tat cafo fifa efprimer la caufa delPinimicizsa , e fe fegut la reconciliazione ,e quando, e come flanno di prefente . Perche le altre cofe gencrali , s'interde, che bent poffiede ; fe fi confeffa, e fi comu- wica, eda che tempo in quad non Pha fatto ; fe gli flato dato, 9 pro- ‘meffocofa verunaper queft efamee Segli 2 flaco detto,o infegnato qual- to, che doveva dire , ¢ cofe fimilis Je quali cofe generali fi faranno di~ re ad ana per una, quando ci foe qualche fofperto di falfta , che per altro non occorre tante minuzte $ baftando dimandare del? odio , del- Famore, ¢ dell inimicizia 5 quando “tutto peed bene , che now ci bi ver vuna di quefle-tre cofe , fifa feri- were. Refpond Re&, rn 9 7 Int. De fama didi Beltre, tam apud fe, quam apud alios 2, Rep. Beltramo é Uomo col. Icrofo , del refto non ho cofa in conttariocircalafua fama. © fis An odio, vel amore, & inmmicitia jus gee ackalibus, Sec. _ 1 & Refp. Rede. D2 9 Qui- 28 9 Aquello, ch'avra denunziato, fi dara il giaramento di non parla- re con alcuno di quello avra depo- fo: Edin caufe gravi fipudag- giungere la feomunica , ed anco Ja pena pecuntaria , cb’ alcuni fti- mano pits delle pene fpirituali . Sempre fe gli fara leggere dal No« -taro la Depolizione , ficcome s ufe- wd in tutti gli efami fiano de’ Tefti- monj , 0 delli Reisaltrimenti I cfa- me none da Dottori ftimato mat compito. : 10 La Legalita , o fia fottoferi- zione del Notaro 2 uéceffaria tal- mente , che fenza di effa , la Depo- fizione farebbe nulla. Le cofe generali notate fin qui fi avranno a memoria per le Denun= ‘sie feguenti , per non le replicare tante volte, quando fi farannole aedefime Interrogazioni . 1 Il Decreto ft fa per Ja conti- suazione della Denunzia colle al- tre parti del Proceffo; accid il Pro- ceffo medefimo appaja ben connef. S0.E per camminare con fegretezza now occorre fempre far citare i Te- ftimonj ; ma ordinare al Manda- tario , che vada a trovare il Tefti~ monio, e gli dica, che il Padre Vicario del Santo Ufiziogl vuob dire una parola , ed arrivato efas mini. 2 Quando poi faceffe refiftenza 5 ion mands i hak: sela forma fi vedrd qud dirimpetto. Si fara prefentare in proprie mani del Teftimonio , o fi lafcerd woe Pratica del Santo Uffizio 9 Quibus habitis , & accepta- tis,dimiffus fuit,juratus de filens. tio, & ci perie@a.{ua depofi- tione, fe {ubfcripfit. lo Titio. Cedrari afferma quanto di fopra mano propria. E fe non fapra ferivere , fi noterd, proat dixit, cum ne- fciret fcribere, fecit figaum Crucis . . Signum Crucis#Titii Cedrari, 10 Aa funt hac per me Cur tium Signanum Sandi Officii Notarium. DECRETO. PER L' ESAME DE TESTIMON] . . Eademdic. Ttentis fupradiais, Domi- A nus decrevit,é mandavit , Teftes informatos citari,cxami- nari, & Proceffum fabricari. Ita eft Curtius Signanus San- &i Officii Notarius CITAZIONE. 2 E mandato Admoduay Rev.Patris Vicarii San- Qi Ofticii Auximi , pracipitat Tibi Martio Bellono ,.quatengs. Spatio unius dici, abharam bi Seconda Parte. Cafa ; @ tutto colla fegrerecza + poffibile. Si mettera nella Cita- zione un termine comperente ab Teftimonio per comparire; confi- derata la qualita della perfona , la diftanza del luogo, ¢ I occafione Gel negozio. Avvertira perd # Vicario di won venire in niuna maniera al- Pefame de’ Teptimonj, fe prima non averd mandata la Denunzia at Padre Inquifitore, e nox avrd rice- vutoda effoluil ordine defamina- rei Teftimonj medefisi. Potra perd , quando portera it cafo, vi- Jitare , e deferivere il corpo del de- itt, accid non facendofi fubito , son. porti él pericolo , che non fi paffi far pik. 3 Se 2 facta prefentatione , periooali« tér comparere debeas coram codem P. Vicario pro intereffe Sani Officii , &c. & hoc in, & fub poena aurcorum decem Locis Piis, in cafu contraven- tionis , applicandorum , ad ar- bitrium prefati Patris Vicarii, Nec non infuper, & hoc in fub- Adium , fub pogna cxcommuni- cationis , &c. Ec in eventum non compar ‘tionis pro prima dic fequenti,ad contradicendum ne condemne, ris in pocnam {preti_precepti. Dat. in noftra manfione die 5. Junii 1682. Ita eft Curtius Signanus San- Gi Officii Notarius. Formata che fara la Gitazione n quefta , 0 fimil guifa , fiordine- wa} Meffo, che la prefeai 2¢ f fara apparire nel Proceffo que ordine, ¢ commiffione con fimilé parole. Prafatus Admod. R.P. Vica- rius commifit , & impofuit, ac in mandatis dedit, & dat Bal- duino de Rufticis Mandatatio prafenti , quatentis ex {ui parte, & mandato vadat, porter , & in {criptis det Martio Bellono coe piam citationis prafate , & co perfonalitér non reperto , di- mitrat ad domum {uz habita- tionis, &c. Ita eft Curtius Signanus Sane ti Officii Notarius. E dopo, che fard fata pre- 2 ‘fea 3° 3 Seal Peptimonio fara eizato , fi noterd, citatus perfonalitér com~ patuit , &c. fe fara chiamato , fi dird: Vocatus &c. fe non farane titato , #2 chiamato, ma vera vada sd; ferivera il Notaro: Nec citatus, nec vocatus perfonalitér compatuit , &c. E guefta dot- trina $ intendera ancodel Reo, it : quale Pratica del Santo Uffizio Sentata a Citazione 5 fi regifire wel Proceffo ancora le lone el Mandatario, cos? . Dic 5. Junii 1682. Radidus Balduinus de Ra- fticis Mandatarius S.Offic: jens, & rediens , retulit pradi« &o Adm.Rev, Patri Vicatio, 6 mihi Notario infrafcripto , fe rafentaffe perfonalicér Martio lono_fupradig&to Schedulam fibi traditam. Ita eft Curtius Signanus Sane &i Officii Notarius. E quando non fi trovaffe ke Perfona, fidovra affiggere , 0ae Sciare nella propria Cafa , dices= do nella Citazione : tc prafen- taffe ad Domum_habitationis Martii Belloni fupraditi , Sche- dulam fibi traditam , & eam af fixiffe , reliquiffe , & publicaf= fe, &c. ESAME DEL PRIMO TESTIMONIO. Die 6, Junii 168 2, 3 Ttatus Perfonalitér com- aruit coram Adm. R. P. Vicario San@i Officii Auxi- mi exiftente in Sacrario Sani Marci, in meique’, &c. Martius filius Arcadii Bello- nide Pifauro , etatis annorum, vigintifex , exercens artem Cal- ccolarii , habitans Auximi , fub . Paro- Seconda Parte. 31 qiale pud comparire , 0 chiamato , ocitato , oppure das? , me chiama- 40, we citato. . 4 Quando fefamina un Teftimo- mio; sempre per la prima interro- gazione fs fa quefta . Altri fogliono incominciare con dire: Quomodd hiic accefferit , an citatus , vel wocatus, vel fponté ; ¢ per Ja fe- conda Interrogazione fanno pos quefta del numero 4. 3 Nella feconda Interrogazione fi aumerano alcuni delitti fpettanté al Santo Uffizio, e fi mette dentro quel delitto, che fi va cercando; come fie fatto nella prefente Inter. rogazione , in quella parola Bla~ {phemum. 6 Si fa la terza Interrogazione per, fee, Se it Teftimonio nel tem po del delitto era in Citta: E fi fa wendere ragione de’ Luoghi , nt quali ftato nelle converfazioni , e delle operazioni fatte; accid ven- 84 2 confeffare d aver ginuocato acl luogo, € tempo del delitto, ed averlo fatto colli detti Teftimonj » Se confefferd ne’ fuddetti luogo,e» tempo d aver giuocato con i fuddete ti, § inoltrerd-ad interrogarlo: AN diGis loco, tempore, & occafior ne perdendi viderit aliquam per- fonam irafci, E pot: Andiétis lo~ co,tempore, & occafionc audic- zit, aliquam perfonam irafci, & blafphemare , & quatenis, &c. Rominet . Se dice dist, fiordini, he riferifea la qualita della Be~ Siem. Parochia minoti ; cui delato ju- ramento veritatis dicendz,quod prattitic tadtis Sacris literis , fuit per. D. 4 Int. Anfciat, vel imagine- tur caufam fuz: vocationis , & priefentis examinis ? Refp, Io non fo, né m’imma- ging jg caufa , per la quale V.R. ny abbia fatto citare, ed ora mi voglia efaminare . 5 Int. An cognofcat aliquem Hereticum , Sortilegum , Blaf- phemum, Poligamum, vel quo- modolibet de Herefi fufpecdtum? Refp. Io non conofco alcuna di quefta forta di Perfone. 6 Int. Ubi fucrit anno clapfo 7 quid fecerit , & cum quo, vel quibus fucrit folitus converfari? Refp. Io tutto Anno paffato fui in Citta , fono Calzolaro, ed ho attefo a fare le Scarpe;Sebbe- nenon manco dipigliarmi verfo Ja fera qualche ora di diverti- mento colli mici compagni. 7 tne. 32 Pratica del Saito Ufiizio_ femmia , il nusiero delle volte, e fe fu corvette: Quando poi dica di nb , fi vada interrogando colla Interro- gazione , che fiegue numero 7 7 Si prende motivo di far quefta Anrerrogazione da quelle parole del Teftimonio , che nom wanca di pi. Biarfi verfola fera qualche ora di ~~“idivertimento calli fuoi compagni. E quefto 2 il vero mado d° interro- gare; ficcome il vero modo a ar. gomentare 2 pigliare il motive dale 4e parole di quello , che rifponde, © Noo 8 Qu) fidimanda del ginocs , che fu occifione della Beflemmias + avendone dato motive it medemo Teftimonio con dire, che fi fuok divertire nel ginoco della Palla , delle Carte ,¢ deli dadise s' inter roga del luogo , ch’e quella Pietra edel tempo, ciod deh "anno, e del» Va fettimana ,e del? ova di giwocas rese tutto quefto fie fatto per fargli nominares compagni , affine di fax bere, fe fra effi vie il Beflemmiato- ve , che firicerca, 9 Lin ‘tends &c) cum 7 Int. In quo, vel quibus exere Citiis foleac fe divertere, & quae quibus fociis , ‘&inquo, vel quibuslocis, é& qua hora. Refp. Io mi foglio divertire nel giuoco della Palla’, delle Carte, ¢ qualche volta anchea Dadi . Si giuoca alla Palla da ua capo all’ altro della Piazza; ed alle Carte,e Dadi fovra una Pie~ tra grande eretta dalla banda Gi-~ aiftra della Porta della Citta , detia la Porea grande ; ed i mici compagni fono diverfi, in par- ticolare Marzio Belloni , ¢ Flo- tido Galanti; ¢ foglio giuocar con loro fu le ventitre ore . 8 Int. An meminerit anno reterito circa Solemnitatem Peatecottes hora vigefima ter- tia circitér, fe lufiffe fupér diag Petram Taxillis, quatentis,&ce cum quibus, &c. come Refp. Io non mi ricordo pre- cifamente di quello, che lei mi dimanda ; ho ben memoria, cha Tanno paffato giuocando io alli Dadi un giorno verfo la {era con due miei compagni , pafsd una Donna per’ nome Marfila con un mazzo di Rofe, ¢ gliclo levai di mano, ene prefiuna, refti- tuendo/'altre ; eda quefto rica. sR vo, Seconda Parte. —~ 33 9 L Interrogazioni fifanno, co- minciando dal genere,e difeenden. do alla fpecie , ¢ poi all'individuo , come fivedré nelle tre Interroga- zioni , che feguono; equ? ficomin. cia dal genere, cioe fe alcuna perfo- na abbia befemmiato , fenzardi- Seendere , 20 Dio, nd laVergine , we i Santi. 10 Queflae una Interrogazione in {pecie, perche fi difcende alla Be- femmia contro Dio , potendo effere contro la Vergine edi Santi. 11 Qui fi viene all Interrogazioe ne nell jndividuos cio? fi dimanda, Se ba detto Puttana di Dio , guat- tro, 0 cingue volte , e fe corretto abbia rifpofto, come qarfidice 12255 vo ,che poteva effere, o poco avanti,o poco dopo Pafqua Ro- fatasquali poi foficro i mici com. pase » lonon me li ricordo ne, ma ftimo ficuramente , che foffero Florido , ¢ Beltramo, colli quali foglio giuocar pit fpeffo, effendo ancor effi dell’ar- te mia. 9 Int. An didis loco, tempo- re, & occafione perdendi, ali- qua perfona blafphemaverit ? Refp. lo non mi ricordo , che ne’ fuddetti luogo, tempo, ed occafione di perdere alcuna per> fona abbia beftemmiato . To Int. An diis loco, tempo- re, & occafione perdendi aliqua erfona blafphemaverit contra eum ? . Refp.lo non ho fentito ne'fud- detti luogo, tempo, ed occa fio- nedi perdere alcuno di quelli, che ginocavano, che abbia be» ftemmiato contro Dio. 11 Int. An di@is loco, tem- pore , & occafione perdendi , aliqua perfona ira percita blaf- phemaverit conra Deum, di- - cendo quatér , aut quinquiés: Puttana di Dio; &-monitus ab uno , dixerit ; Nox mi romper la Tefta, fe non vuoi, cbe ts dias una pugnalata « Refp. Io non mi ticordo , che ne‘faddetti luogo,tempo, ed oc- cafione di perdere, alcuno in E colles 34 12 Si faquefta Interrogazione , 0 inflantza per premere ib Teftinso- aio a dir la verita , che forfe nega per far fervizio , oper non aggras ware il fuo Compagno. Parera ad alcuno, che avanti Gi far Vinflanza , come nel numero 32, fi debba venire prima a quefta Interrogazione , nominandoil pre- tefo Reo; an didis loco , tempo- te, & occafione perdendi Bel- tcamus ira percitus blafphema- verit contra Deum quatér , aut inquiés, dicendo, Puttana i Dio , &c. ma non fi pud difcen- derea.taldimanda , perche con eff fiverrebbe a coptisuir Beltra- mo nel numero dells Rei , eppure 207 fipud axcora ; non avendo con- trogi s? wegli atti, fe non il detto del Denunziante,il quale non vale pitt del detto di Beltramo , effendo il detto di Beltramo uguale al detto deh Denunziante , per effer fin qud in pee della faa buona fama . E perche 2 giudizio, e contro di Ini non cid cheun Teftimonio, quefto folo non Io pud porre nel numero dellé Rei, fe non confeffa ui ; 0k fe~ condo Teftimonio da-s2 medefimo colle Interrogazioni generali_ non depone , che Beltramo ba beftem. friates allora poi avendof ee a Pratica del Santo Uffizio collera dicefie quattro, cinque volte: Puttana di Dio , ¢ripre- fo,abbia rilpofto, Nox mi romper Ka tefta, fe non vuoi , che ti dias una pugnalata . 12 Ecei diéto, in Proceffu ha- beri dictis loco, & tempore , & occafione perdendi, aliquam perfonam ira percitam dixiffe uatér, aut quinquiéss Parana i Dios; & monitam, abbia rifpofto: Nox mi romper la tefta , Se 302 vuoi , che ti dia una pugna~ lata. Quatre dicat ingenué verita- tem? Refp. Senel Proceffo fi ha, che ne’ fuddetti luogo , tempo , ed occafione di perdere alcuna petfona in collera diceffe quat- tro, ocinque volte; Puttana di Dio, cd ammonita abbia ri- fpofto: Non mi romper Ja tefta , Senon vuoi , che ti dia una pugna- fata. Iodico, che non udii niente. Beltramo non 2 anco udito - 13 Et Seconda Parte . Teftimon; aniformi , nell’ efami- mare il terzo fi pud liberamentes venire alla detta Interrogazione nell individuo s effendo due Tefti- smonj fufficienti_a porre Beltramo wel eran de’ Rei. 13 Siafpetta a fare queft Ammo- mizione nel “ina e, come Ja pit efficace per fare rifolvere i Teftimonio a dire ba veritase quan- do non firifolua, il Giudice avrd fatte le fue parti , elafcera il Tee Lfiimonio in pace « 14 Perche il Yefimonio meDa rifpopta ba lafeiato dé dire quefta circoftanza , fabito fi fa Jpiegare per mezzo dell Interrogazione « 15 T- 35 13 E¢ monitus ad fatendam veritatem, ut fupra, nim fi pro- ceffu temporis Sandum Offi- cium venerit in cognitionem , quod ipfe Examinatas tacuerit veritatem , puniet ipfum Exa- Minatum tanqudm perjurum ; & modo incidit in excommuni- cationem , a qua non porerit abfolvi, nifi ab eodem Sando Officio. Refp. Ora mi ricordo, che Yanno paflato, ¢ doveva effe- re intorno a Pafqua Rofata, pee la Rofa , che pre dalle mani di quella Donna, giuocando Io acl fudderto luogo con Beltra- mo ,¢ Florido alli Dadi, Beltra- _ mo,per la gran sfortuna ncl per- dere , fi pofe a beftemmiare al- un volte contro Dio , ¢ diffe: Puttana di Dio; quante, follero le volte , non me le ricordo . 14 Int. An Beltramus didis loco, tempore, & occafione fuerit ab aliqua, vel ab aliquie bus, perfonis objurgatus, & quatenis, &c. 2 Refp. Io fui quello, che gri- dai a Beltramo, ma lui_mag- giormente fi adiré , ¢ minaccio dj darmi una pugnalata. E2 13 Io- 36. Pratica del Santo Uffizio 15 Tizio, Marzio, e Florido Sarebbero pik che fufficienti per provare il delitto; ma perche pud effer,che Florido nom anco efamina- zo neghi nell efame, fifa somina- rea Marzio qualche altro Tefti- monio da poterfi efaminare, feppure ci era, e fe ne ricordas e nelle caufe piis gravi fi procura di accre- Seere ik numero de’ Teftimonj per bene impinguare il Procefo, ed aggravare il Reo. 16 Quanto alle due ultime In- terrogazioni , i veda ful princi- pio, nel fine della Denunzia, cid , cbe sid offervato ; fi lafeia di ripe sere per non tediare , ¢ 10% con- fondere i Vicarj « Lo fel fi dice di tutte le cofe generali toccate sella medefima Denunzia , alle quali fempre ilVicario séstende- va rimeffo. ‘18 ziante fi dicesperleGa ci {aaDepo- fitione ; ma parlanaah del Teftimo- nio,fi feriverd:petleo ci {uo exa- minc. 3 Quan- 15 Interrog. De prafentibus, guands Beltramus protulit di- Blafphemias, ulua Flori- dum ? Refp. Ci crano molti, i quali ftavano a veder giuocare, ma non mi ricordo qualifoffero . 16 Interrog. De fama prefati Beltrami tam apudfe, quant apud alios ? Refp. Io tengo Beltramo a buon Criftiano , ¢ per ta- é ftimato comunemente , febbene 1a collera lo fece pro- Tompere in quelle Beftemmic . 17 Int. An odio, velamore, & fuper Inimicitia? efp. Rede. 18 Gaibus habitis , & acceptt- tis dimiffus fuit , juratusde fileny tio s & perleéto ci fuo examine , fe fubfcripfit. To Marzio Belloni affermo quanto fopra di mano propria. AGa funt hec per me Cur- jum Signanum Sandi Officii Notarium . ESA- Seconda Parte. I ando il fecondo Teftimonio,e hi & fi Spetoaes 7 medema giorno, f dird ; Eadem dic in ma- ne,vel eadem die poft Vefperas , Secondo , che fara I ora. Se poi fi efaminera uno dopo altro , fi n0- tera; fucceffiyé, ovvero inconti- nenti, oppure immediate : Ni tus, perfonalitér,dcc,/e fara l'ifte, fo Gindice, el ifteffo ee fi we ram,éc-ubi fupra, &c. aa fe fi v0 ria lano, e Faltro, ed ambedue , bifogna variare anco le parole . 2 Qu il Teftimonio , non fi fup- pone citata, ma chiamato , ¢ perd Si dice; Vocatus, &e. 4 Tutte le volte,che i} Teftimonio dird difapere, od immaginarfi la : auf della faa vocazione , e del fuo - fame, fe gli deve fare quefta In- Serrogaxiome per feoprire , fe ifr i ESAME DEL sECONDO: TESTIMONIO Eadem dic. 2 Vocatus perfonalitér coms aruit coram,, & ubi fupra, in leique, &c. Floridus filius quondam Ar- cadii de Galantibus a Patavio , etatis annorum viginti quine ue, exercens artem Calccolas mii, degens fuper Parochia pul- chra; cui delato juramento ve- titatis dicendz , quod preettitit ta@tis Sacris literis , fuit per D. 3 Int. An fciat, vel imagine- tur} caufam fuz vocationis , & prafentis examinis ? . Refp. Padre si, lo m'immagi- no la caufa , per la quale V-R. mi ha fatto chiamare , ed ora mi yuol’efaminare . 4 Int. De caufa a fe cognita hujus vocationis , & examinis 5 & quare imaginetur , fe effe vo- catum propter caufam a fead- duccndam 2 a Refp. 8 Pratica del Santo Uffizio Leflimonj ci folfe qualche cofpiras zione controil Denunziato, 5 Quefle fono le circoftanze , che fidimandano a’ Teftimonj , quan- do fi efaminano contro di qualch’ uno , che abbia beflemmiato , ¢ ch’ offi dicono di averlo udiso. Refp.lo m'immagino,che ¥.R. miabbia fatto chiamare, ed ora mi voglia cfaminare, perche ho fentito beftemmiare Eeltramo Agotti, ¢ m'immagino , che fia per aut caufas perche, quan- do Tizio Cedrari venne a de. nunziare Beltramo,fu fentito da Chiodo Beccalupi mio Compa- tc, che fi trove a forte fotto la di lei Feneftra,e fenti tutto l'efa- me; ¢ luié quello , che me I'ha Tiferito . - 5 Int. Cim ipfe Examinatus faflus fuerit , fe andiviffe Beltra- mum blafphemare , dicat tem- pus , locum, occafionem, quali- tatem, Blafphemiz , vices, caus fam f{cientiz , Teftes informa: tos, & fi fucrit objurgatus, vel a quibus? Refp. Beltramo beftemmid Yanno paffato nel tempo delle Rofe; perche mi ricordo , che i Speziali facevano i Zuccari Ro- fati ; il lnogo fu vicino alla Por- ta grande della Citta dalla ban- da finiftra, dove fi trova una Pletra affai larga , nella quale jiuocavamo alli Dadi Beltramo, arzio,ed Io;e perche Beltramo perdeva,fi levo in collera,e diffe alcune volte, non fo, fe tre, 0 quattro volte : Puttana di Dio , ‘ed Iolofo, perche.cro prefente , el udii: Fu riprefoda Marzio; ma luj minaccié di dargli delle pugnalate. Oltre Noi quattro, ¢rano altri, che aaa ve- . cr Seconda Parte. 6 Si fa qualche volta quefta In- terrogazione per fuggerire alla» memoria la perfona del Reo ,e de’ Teflimonjs acid pik forto venen- dofi a nominare il delitto colle fae circoftanze.fi poffa il Teftimonio ri- cordare, e del Delinquente ,e dé quei , che furonaprefenti al delit- to; #2 queflo modo di fuggerire 2 proibitosperche mon ji faggerifce il delitto , ma folo le perfone nude, Jontane ,e feparate dal delitto , che ha commelfo il Reo,e che hanno da reftificare i Teftimon; ; 2 perd vero, che quefta Interrogazione fi fard Sempre da principio. 8 Per far teftificare il delitto ace caduto F anno paffato nel tempo de- de Ry alla finiftra della Portas grande , 2 neceffario cavare dalla bocca del Teftimonio, ch’ egliin tak tempoera in Citta, ¢ fi fa colla detta, ofimile Interrogazione « 9 Si : 39. der givocare, ma non fu dire chi foffero . Se Florido dira di non fapere, ¢ nt meno dD immaginarf la caufa , per la quale fia ftaro chiamato, e debba effore efaminato , fi potra , interrogare come qu} appreffo. 6 Int. An cognofcat , vel un- quam cognoverit Martium Bel. Jonum, & Beltramum Ago- fti, & quatends, quo tempo- re, quo loco, & qua occafione? Refp. Saranno cingue anni, che conofco Marzio , ¢ Beltra- mo, ¢ gli ho conofciuti in que~ fia Citta, conoccafione della noftr’ arte , effendo tutti Cal- zolari, ¢ Compagni. 7 Int. An cognofcat aliquem Hareticum , Sortilegum, Bla- fphemum , Poligamum, vel oO de Herefi fufpe- m 2 Refp. lonon conofco , nt ho mai conofciuto quefte perfane, né alcuna di effe, delle quali V. R. ora midimanda. 8 Int. An ab anno citra uns quam difcefferit ab hac Civitate? Refp. In tuttoT anno paffato noa fono mai ufcito da quefta Citta per dimarar fuori; ¢ fe walche volta fono ufcito la mattina, fard rirornato la {eras g Int. 40 Pratica del Santo Uffizio 9 Si offers i] modod’ interroga- re quefto Teftimonio , che ba tutto del naturale : fe gli dimanda , fer Jolito di diveriirf: e rifposdendo , ‘nel ginoco , Sinterroga in qual giuoco; ¢ dicendo in quello ‘Dadi, fi dimanda de’ Compagni , del Iuogo,e quando comincid a gino-" care a’ Dadi; ¢ queft ultimo per fa- pere,fe aveva cominciato avanti it delitto, o quella volta, che fi be~ femmid ; perche fe foffe dopo, son ‘Sarebbe Teflimonio: avuto quefto, fi viene all occafione di befemmiare, che fu ba perdita , ¢ pos fidifcende alla Beftemmia feffa ed a quello , che Segue» 11 Qu? fidimanda di quel luogo, ches gore cbiamano locus To. ci, ciodit uogo limitato, ¢ pres cio. 12 Coll occafione dela rifpofta @ quefta Interrogazione fi noteran- wo quelle parole : bo detto male , Oc. fi 2 derto cos) per non cafjare quelle altre non ben dette Noi quattro, per dare ad Lied . él 9 Int. An fit folicus fe diver- tere, in aliqua recreatione , & quatents, &c. Refp. Io verfo la fera, dopo aver lavorato tutto ilgiorno , de’ mipongoa giuocare con qual- cuno de’ miei Compagni , ed alle volte con pit. 10 Int. Quo Indo foleat lude. re, & ubi, & cum quibus ? Refp. Soglio gimocare alla Palla, alle Carte, ed alli Dadi, ¢ fempre in Piazza; edi mici Compagni fono Beltramo, ¢ Marzio gid notia V.R. 11 Int. In quo loco Platez fit folitus ludere Taxillis cum pre- fatis fuis fociis . Refp. Solemo giuocare fopra una Pietra pofta dalla banda finiftra della Porta grande della Citra. 12 TotA gue tempore incepe- tit ladumTaxillorum fuper Prg- fatam Petram cii (ociis,ut fupra. Refp. Sara un’ anno in circa, che cominciaffimo a giuocare a Dadi noi quattro:ho detto mae Seconda che ne Proceffi fi devono fuggire, piis, che fi pwd le caffature se tro- vare qualche ripiego per non caffa- re« Quando fervivo nel Sans’ UF fizio di "Roma , vi era xno di queb Signori Cancellieri di santa feli- ita, che non caffava mai , ma fem- pre ia qualche errore srovava il fu0 ripiego . Mentre poi non fi Ss di meno, ficaffi ix modo, i te le parole fi poffino leggere , pev von dar fofpetto alla parte . 14 Ecco lt Interrogazione in ge- sere. Paite. al Je noi tre; cio’ Belttammo, Mar- tio, edlo. 13 Int. Andidis loco, tempo- re, & ludoaliquis perdiderit , & quatenas, &e. [p- Certo é, che in quel giuocoqualch’ uno avra perfo, chi poi perdeffe, non me lo si- corde. 14 Int. An didis loco, tem-- pore, & ludo aliqua perfona perdiderit , & occafione per- , dendi blafphemaverit ? Refp. Io non fo , che ne'fud- detti luogo , tempo , ¢ giuoco, . . alcuno perdeffe , ¢ con occa- 15 Sigeda ? Interrogazione in Specie. 16 Si offervil Interrogazione is individuo quanto alle pine 5 numero delle volte ; ed alla corre- zione, ¢ faa rifpofia. fionedi perdere beftemmiafic. 15 Int. An didis loco, tem. pore , & occafione , aliquis ira percitus blafphemaverit conera cum ? Refp.Io non so niente di quel: tanto, che V.R. midimanda, 16 Int. An didis loco, cempo- te , .& occafione aliquis ira” percius blafphemaverit contra- um, dicendo quatér, aut quinquies Partana di Dio: objurgatus refponderit ; Now tui romper Ia tefta , fe none wuoi , che $i dia wna pugna. Vata? sae Refp. Pud effere, che ne’ fud-" . detti.luogo, tempo, edocca- ~ 7 Rue fione,qualch‘ana de'‘mici Com- - pagniun-collcra abbia beftemy OR. imiato 4a 17 Quefta Interrogazione 2 in éndividuo quanto al delitto , ¢ su- mero delle volte, e quanto alla per= Sona , cio Beltrama. Quando qut Sitratta del genere , fpecie ,edin- dividua , aon fi pigliano in fenfa Jogico , 0 metafyico, mom canfide- wandofi qu} le nature aftratte,come fanndi Logici ,¢i Metafificis ma fi prende ik genere per una cof co- aune , ¢ totale , ba fpecie per una Parte di quel comane , el indivi- duo per una parte di quella fpecie some fipud vedere in quefte tre In« serrogazioni.Iigenere poi,la, pecies et individuocadono alle volte fo ra il tempo,altre fovra il luogoyal~ sre fovra il Delitto, altre fovra Je per fone , ed alere foura il aumes v0 delle volte. 18 Quando fi prefume , che ik mee, nieghi $ dir la verita per fallo di memoria, fe gli fan- mo leggere te depofizioni de’ Tefti- mon}, che hanno detto in quel tem- po effer ftato Iai prefente, mail mome de Tepimonj fi tacerd, eft Jeggerad puramente. quello , che fara al propofits della caufa, o deb punto della caufas, che ficerca. Si *fanno anche leggere quando fi du- bita di malizia , per premerlo, © farlo rifolvcre di dir ba. ae z 3 Pratica del Santo Uffizio miato contro Dio, dicendo. Puttana di Dia, ¢ riprefo abbia rifpofto ; Non mi romper la Teta, fe non vuoi, che ti dia una pugnalata; ma io non me Joricordo, ¢ vorrei averne me- moria. 17 Int. Andi@is loco tempo- re, & occafione Beltramus ira rcitus blafphemaverit contra im, dicendo quater, aut quinquics; Puttana di Dio, & objurgatus, refponderit:Non mi romper la Tefta, (¢nan vuoi, cheti dia una pugnalata . Refp. lo non miricorda, che Beltramo né i detti luogo s tempo , ed occafione in cole- ta abbia beftemmiata, dicenda quattro, o cinque volte: Purta- 2a di Dio, ¢ riptefa abbia ri- fpofto: Non miromper la Te- ‘a, fenon yuoi, che tidia una pugaalata. . 18 Tuncad excitandam me- moriam ipfius examinati de mandato D. &c. fucrunt pet Me,&c. lea, &c. locis,&c. fup= prefs» &e. Quibus per ipfum » « bene auditis é& intellects proutafferuic. Refp. Ioho intel quello,che nha letto il Sig. Notato, cioes che ne i fuddetti luogo, tempor ed occafione , Beltramo in col- Jera abbia detto, prefente me » “CORs Seconda Parte. 43 contro Dio quattrd ,.0 cinque volte: Puttana di Dio, tiptcfo 1 da Marzio, abbia rifpofto: Non ami romper la Tefta , fe nom vuoi, che tidia una pugnalata 5 e dico affoluramente , che non mij ricordodi quefto. : 19 Et monitus ad fatendam veritatem , at fupra, &c. pro honore Dei, & preexoncratio. ne propriz confcientiz. : Refp. Io ho dettala verita , che non fo niente di quel,che lei cer- cadame;¢ fempte dito lo fteffo . Erctim nihil aliud poffer ha- beri dimifsus fuie juratus de filentio ,.& cam nefciret fcri- bere fecit Signum Crucis , per: JeGo ci fuo examine. Sigaum Crucis % FloridiGalanti.. A@a funthecperme Curtium Signanum S. Officii Notarium. ANNOTAZIONE. Dal modo di ricevere le Dennazie, ed efaminare li Teftimonj fopra le Beftemmie re- gifteato di fopra pud facilmente ricavarhi quello di riceverle , ed efaminare li Tefti~ Fron} fopra le propofizioni Ereticaliy 0 (ofperte di Erefia proferite da qualch’ uno ; deve -perd avvertiftin ordine a tali propoGizioni diaterrogare diligentemente 'l Denunzian- Tere li Teftimonj 5 fe quelle furono proferite dal Denunziato feriamente , 0 per ifeher= Ease fein proprio fenlo» 0 pare “diparando » argomencando y 0 rifereodo opinion! fale delli Ereticl; e fe diffe efpreffamente,, o €ol modo didirle diede a divedere di cre~ derle, etenerle-per buone, ¢ vere; ed oftinaramente foltenendole , benché avvertito del fao errore da qualch’ uno degli Aftanti . Modo di ricevere la Denunzia , ed cfaminare li Tefimonj Sopra li Sortilegj « SECONDA DENUNZIA DE’ SORTILEGI Die 4. Julii 1682. 1 Intre maniere fi poffono forma- 1 © Ponté perfonalitér com- ve i Procefi , cio? per via di accaf, S patuit corm Admodum per, F2 RP. . oe 44 der via d Inghifizione ,e per via di Denunzia. Nel Santo Ufizioine acpi tempi non fi fanno é Proce, g eee Fede , fe non re serza maniera , effendo quofta fii- mata lapit breve, Ja pid facile ,e Ja pia ficura 3 ¢ perd da tutti li Mi. niftri fidove offervare , fe non folfe walcbe grande accidente’, che ob. Kigage & camminare in altra ma- wiera. : 2 Nel corpo della Denunzia fi ef- primono otto circoftanze , ciod, tem po, luogo , Teftimonj , numero del- te volte, caufa della feienza , com- plici , occafione , ¢ li ftromenti fu- berftitiofis Nelle Interrogazioni poi i forto fi dimanda defama, e fovra Pinsmicizia , come fi vedrd pita baffo. . Pratica del Santo Uffizio RP. Vicario San@i Officii Au- ximi, cxifteatc in propria cella, in meique , &c. Demetrius FiliusArtimifii Be- viaceto de Catftrovilla, zratis annorum guingusginee, Merca- tor,degens fub Parochia magna; cui delato juramento veritatis dicendz , quod praftitit tadis Sactis litcris expofuit , ut infra . 2 Saranno fei mefi in circa, non mi ticordo del giorno pre- cifo, ma era verfo il fine di Car- nevale fu le ventitteore , ch’ io ftando fovea d’ un Balcone di mia Cafacon Adolfo Pancaldi Cirufico della Citta, econ Be- Jardo Antinori, vedeffimo , un tiro di pietra lontano,dalla ban- da deftra di detto Balcone,quat- tro , 0 fei Perfone , che cavava~ Qoattorno.ad una muraglia aq- tica mezza diroccatase fia quelti cicraun Prete Greco,che fi chiae mia comunemente il Papaffo s _ ilquale aveva la Cotta,e Stola, teneva in mano un libro in ottavo, ed una Candela accefa s e moftrava di leggere in quel lis bro , ¢ di quando in quando faceva delle Croci ftravaganti, cominciando alro affai, ¢ pot difcendeva a baffo da tutte le parti della foffa ; ¢ pigliava colle ita l'acqua da un Bicchiere, che teneva un Ragazzo , cla {pruzzava dentro la Cava, ¢ ci butrava anco del Sale, edelie. foglic Seconda Parte. 43 foglie d’ Oliva ; qualinon {0 pe- 16,fe foffcro fecche,o verdi; ¢ gli ho veduticavare in quella ma- nicta folamente quefta volta; né mi fon potuto ingannare ; perche ho veduto tutte le cofe narrate colli occhi proprj. E fon venuto avanti di V.R. per ifcaricare la mia cofcienza d’ or; dine del mio Padre Spirituale. 3 Int.An fciat,vel dici audive. tit, dias Olivas , Salem , Can-. delam , & Aquam fuiffe bene, dias? Refp. Io non fo veramente, fe Je Olive, ilSale, la Candela, e T Acqua foffero benedette; Io pero le ftimrai tali, ¢ cosi le tenes’ ‘vano quelli,ch’erano méco; per che ache fincadoprare unaCan- dela accefa di giornoted a che fine poteano fervire I Acqua, il Sale, ¢ le Palme non benederte? Coloro doveano cercare i dena- ri, ed avranno adoprate quelle cofe benedette contro i Demos nj, accid non limpediffero di trovarli. 4 Int. De fama diéti Presby- teri , vulgo , il Papaffo? Refp. Quefto Papaffo, dico= no, che fia Criftiano Greco, é che fi trovi in guefte partiper riconciliarfi_ colla Chiefa Cate tolica: altri non mancano di dire, che fia una Spiz del Gran Turco. $ Int. Quare tamdid diftulerie denunciare prefata in San@o ‘Officio? . Refp. 46 Pratica del Santo Uffizio Refp. Per non riflettere d’ ef. fer obbligato , come ho avverti- to dopo di aver letti gli Editti del Santo Uffizio, per avermelo detto il Confeffore . 6 Int. An odio, vel amore, & fuper Inimicitia ? Refp. Rede. Quibus habitis, & aceeptatis, dimiffus fuic, juratus de filen- tio ; & perlecta ci fua depofitioe ne, fe fubfcripfir. 1o Demetrio Beviaceto affer- ‘mo quanto fopra di mano pro- pria. A@a funt hee per me Curti- um Signanum Sang Officii No- tarium. DECRETO. Succeffive . Dominus decrevit , Teftes informatos citari, examinari , & Proceffum fabricari . Ita eft Curtius Signanus Sane i Officii Notarius. CITAZIONE. De mandato Adm. R.P. Vicari San@i Officii.. ESAME DEL PRIMO TESTIMONIO Dic 5. Julii 1682. ruit-coram Admodum Rev. Patre Vicario Sandi Of ficii Auximi exiftente in pro- pria manfione , in meique, &ce Adulphus filius q. Arcadii , Pancaldide Piperno , xtatisan e- C Teatus perfonalicér compa- 38> a Seconda Parte. 3 Si fa quefta Intertogazione , e quella che ‘fepue. » per feoprire fe wel tempo del delitta fitrovava im + Gitrds E di queftofe avrafempre P occhiain fimsli caft perche fe ne= gaffe di effer flato allora in Gitta, Sarebbe finito f Efame . 9 Per fapere fe fuin CafediDe- metrio., e fiaffacciaffe al Balcone , € da qui vedeffe il delitto, che ft cerca , ottima mezzo ¢ dimandar- 813, fe la canofce ; per dimandar~ gli pot, come nella quinta Inters rogazione : 6Se notum triginta guingue 9 CXCE= eens Artem Chirurghi, degens fab Parochia Solari ; cui delato juramento veritatis dicendz, quod praftitic tactis Sactis litc- ls, fuit perD. 1 Int. An {ciat, vel imagine- tur caufam fuz citationis, & refentis examinis. Refp. fe V. S.non mi dice la caufa , Io non fo niente. ° 2 Int. An cognofcat aliquem Hercticum,Sortilegum,Blafphe- mum , Poligamum, vel quo- modolibet de Herefi fufpetum? Refp. Dio mi guardi, che Io conofca alcuna di quefta forta di Perfone, delle quali V,S. mi interroga. 3 Int. De Tempore , quo ma- net in hac Civitate 2 Refp. Saranno due anni in circa, che io ferya di Cerufico in quefta Citta. 4 Int. An Tempore Baceana- lium proximé pr¢teritorum, un quam difcefferit ab hacCivitate? Refp.Diverfe valtefaro parti- © toin tempo di Carnevale, ber occafiong dell’ Arte mia dallaCits ta ,ma la (era far ritornato. “g Int. An cognofcat Deme- trium Beviacetum , & quate~ nus, 2 quo tempore? &c.- Refp. Demetrio Beviaceto & il pid grande Amico, che miab- bia in quefta Citta; ed ¢ delle prime amicizie,ch'io feci quan: do venni “ . 6Int. 48 Pratica del Santo Uffizio 6 Se non foffe andato in Cafa di Demetrio , ne meno farebbe ftato sel Balcone ,¢ non avrebbe vedu- toildelitto. “7 Qu) fiba la miva di far dicbia- var fe fieffo Teftimonio de vitu del -delitto colle circoftanze del luogo , ciod di quel Balcone, e del tempo, cioe di quel giorno fule ventitre ore ¢ di far feoprire gli altri Te- ftimonj , per poter poi dopo lui efa- ‘pinargli , & Sitrattain individuodel Bal- cone, e di Demetrio: e fitocca in genere il giorno, il fecondo Tefi- monio non nominato , ed il Delit- 20; equefta generalita bafta , accid FP Iaterrogazione non fia fuggefiiva, 9 Nella precedente Interroga- ‘zione fi parlava del giorno ins Beneres civd di un giorno fenza determinar di qual Settimana , 0.di qual mefe , 0 di qual” an- 20; Qu) fi viene a trattares di un Giorno, di Carnevales profimo paffato , fu le venti- are ore y € di Demetrio, ¢ del, ‘Bak 6 Int. An unquam adiverit jus Domum , & quatenis , &c. Refp. Signor si, che fono an- dato in fua Cafa, nonuna, ma cento volte ; si per I’ amicizia, che ho feco , come per qualche fervizio , ed in particolare per curare un {uo Figliuolino. 7 Int. An Domus didi fui Amici habeat aliquod Podium, & quatenus, &¢. An quando- que ad illud accefferit , & fi 1o- Jus , vel affociatus, & qua hora? Refp. La Cafa di Demetrig haun Poggiolo, o fia Balcone pofto all’ Oriente , ¢ non fi pud vedere la pitt bell’ opera ,e ci fono ftato aflai volte in com- agnia fua,e di altri,ed in divers fe ore, fecondo le occorrenze . 8 Int. An quandogue, dim effet in di@o Podio, una cum Demetrio, & quodam alio, circa horam vigefimam tertiam, viderit aliquid fingulare ? Refp.Ionon mi ricordo in tempo, ch’ero con Demetrios e qualche altro in detto Balco- ne, fale ventritre ore di aver mai veduto cofa particolare, 9 Int. An tempore Baccana- lium proximé przteritorum » quodam fero, circahoram vi- efimam tertiam , dim ipfe xaminatus effet in dito Podio cum Demetrio,& quodam alio, viderit a parce dextcra didti Po- dii in diftantia unius Jadtus lapi- dis , aliquid fingulare ? Refp.Padrend. 10 Int. Seconda Parte. Balcone ; ¢ della diftanz del Bal. cone dal Delitto; ma fi tace il nome del Teftimonio y ¢ la qualita del de. Kittos etal fuppreffione di nome, e didelitto bafta auco per isfuggire ta fuggeftione viziofa. 10 Si epiloga in quefta Interro- gazione sutto cid, che fi2 dimam- dato nella nona, e fi viene adie mandare in genere deb Delinquen- te colli fuoi Compagni , ciot di un Prete com certialtri ,efiapre la Strada per faperein individuo, chi era quefto Prete, ¢fuoi Compa- grt , dove crane, che facevano,e ‘con erano veftiti;e dalla rifpofta fivede avutoquel , che fi cercava . 1B 49, 10 Int. An di&is loed , tem- pote,diftantia, & focictate dina confabularentur ad invicem vi~ derint aliquem Presbyterum cum quibufdam aliis ; & quate- nus,Qominet,& dicat ubi crant, quid faciebant , & quomodo rant induti? Refp.Ora mi ricordo, che un giorno di quefto Carnevale proffimo paffato , ¢ potevano effere ventitre ore , ftando lo fu'l Balcone della Cafa di De- metrio, in compagnia fua, ¢ di Belardo Antinori, vedeflimo dalla banda deftra di detto Bal- cone, pocodontano , un Prete Greco, che daun’ anno in qua fi trova in quefte parti, ¢ fe gli dice comunemente il Papaf- . fo; edin fua compagnia crano quattro, o cinque Contadini , veftiti, cogli abiti foliti loro, colle pale, ¢ zappe; Il Prete era veltito di Cotta, ¢ Stola,.¢ nella mano finiftra aveva un Li- bro aperton poco grande ;.¢ colla deftra teneva ‘una Can- dela accefa, ¢ con effa faceva ivi molte Croci fotto , e fopra,¢ datutte le bande ; ¢ quei Con- tadini cavavano allegramente con molta fretta la terra vicina ~G. ad g° 11 E perche is quefta rifpofta 0 ba anco detto ‘oly pie > che fi appartiene al Santo Uffizi; Se gli fa queft altra Interroga- ‘zione in genere,cio? fe abbiano git- stato qualche cof in quelle Cave y che avevano fatta. 12 Fin gud nemmeno abbiamo tatto il delitto attinente al Santo Tribanale 5 e perd fiviene ad ine terrogarlo , fe quelle cofe eranobe- anedette, perche in quefto cafo fa- vebbero 3 operazione pik fortilega, efoggetta al Foro del Sasto Uffizi, - ING quefla Interrogazione fi pud ebiamare figgeftiva,o viziofa, per- the il Teftimonio colla fua confe/: Sione ba aperta Ja ftrada di porergli Sare anco quefta Interrogazione 2 Ree ‘Pratica del Santo Uffizio ad una muraglia mezzo ditoc-. cata, ¢ fecero una bella Foffa «. 11 Int. An di@is loco, tem- pore, & occafione ille Presby- ter , vel Ruftici projecerint ali- quid in di@am foveam , & qua- tents, &c. Refp. Io non_ vidi , che li Contadini gettaffero cofa veru- na in quella Foffa ; offervai ben- si, cheil Prete aveva un Libro ove leggeva; ¢ teneva una Can- dela accefa in mano, colla qua- Je faceva molte Croci fotto, ¢ fopra; ¢ pigliava colle dita I’ Acqua da un Bicchiere , che te- neva un Ragazzo, ¢ la {pruz- zava dentro la Fofla, eci get» tava anche del Sale, edelle fo- glie di Olive, del refto non vi- dialtro. 12 Int. An f{ciat, vel dici au- dierit , diétam Candelam , & Salem , & Aquam, & folia Oli- varum fuiffe res benedictas . Refp. Coloro , al vedere, cer- cavano i denari, ed avendo it Prete la Cotta, ¢ la Stola, bi- fogna dire, che quelle cofe, cioé la Candela, il Sale, Ac- qua, cle foglie di Oliva foffero benedette. 13 Int. De fama didti Presby- teri ( valgd if Papaffo ) tam apud fe quam apud alios ? Refp. lo non conofco-quefto Papaflo, fe non di vifta ; alcuni dicono, che fia un vagabondo, ed altri, che vada olfervando ty Seconda Parte. 2 Qui f offerva la Re ola tocca- radi fopra , di mettere avanti ght occhi tutti i Teftimonj,ed Ut Delise quente cos) nadamente , a coho Vee Wee £ Italia per fatae ta telazigne in Turchia. 14 Int. An Odio, vel amore, & fuper Inimicitia? &e. Refp. Rede . Quibus habitis , & acceptatis dimiffus fuit juratus de filentio; & perlegto ci fuo examine, fe fubfcripfic. lo Adolfo Pancaldi affermo quanto fopra di mano propria. A@afunt hec per me Cur- tium Signanum S. Officii Nota, rium. ESAME DEL SECONDO TESTIMONIO. Dic 6, Julii 1682. V Ocatus perfonalitée com- paruit corim, & ubi fu- pra, in meique , &c. Belardus Filius Ceriani Anti- noride Bellovideri , ztatis an- norum viginti odo , Miles, de- gens fub Parochia Palmari;cui delato juramento veritatis di- cendz , quod pratitie tactis Sa- cris literis , fait per De . 1 Int. Anfciat., vel imagine- tur caufam fue vocationis ,& prefentiscxaminis. Refp.lonon fo , ne m‘imma- gino la caufa, perche V.S, mi abbia chiamato, ed ora mi va- glia efaminare . 2 Int. Ancognofcat Demetri- um Beviacetum , Adulplium Pancaldam , quemdam Presby- tcrum Gracum,qui vulgo,dicl- G2 tur 2 Pratica de] Santo Uffizio nendofia toctare il delittoin gene- tur it Papaffo , & quatenis , &c. re, fubito fi venga a ricordare di quel, che averd veduto. “$ Si notino Je Interrogazioni , che feguono , le quali sono tutte or- dinate, una dietroall altra;e na- suralmente portang al delitto , che ficerca, 9 Si Refp. Io conotco da qualche ano in qua Demettio Bevia- ceto, Adolfo Pancaldo; ed il Papaffo fara un mefe , che co- minciaia conofcerlo con oc cafione , che fi va trattenendo in qualche Bottega , ¢ difcorre. delle cofe di Levante, delle qua- lilo molto midiletto « 3 Int. An cognofcat aliquem Hereticum,Sortilegum,Blafphe- mum, Poligamum, vel quomo- dolibét de Harefi fufpecum ? Refp. lonon conofco alcuna di quetta forta di perfone, delle quali m’ interroga . 4 Int. An unqudm accefferit Domum Demetrii Beviaceti: & an habeat aliquam practicam di- az Domus. Refp. Diverfe volte fono fta- toin Cafa di Demetrio Beviace- to; non ho pero altra pratica , che dell’ ingreffo , della Scala, ¢ della Sala: non effendo mai . €ntrato nelle Stanze. 5 Int. An {ciat , vel dici aadie- rit, di@am Domum habere ali- quod Podium ? . Refp. Padre si, che la Cafa di Demetrio ha un Poggiolo, che lui chiama Balcone,ed ¢ in mez zo della Sala verfo l'Orienté, 6 Interrog. Anipfe Examina- tus quandoque fucrit fupér di- Qum Podium. . «.Refp. Sard _ftato fopra detto Poggiolo , a Balconc, otto, o sisci volte 7 Int. - «’ Secorida ‘Parte. "9 Sidimanda quefto, per perife care P Identitd, edi quella banda , oparte , dove facevanola Foffa,es della diftanza del cavamento dal Balcone . 0 : yano dalla banda deftra di det- 7 Int. An tempore Baceosalia roximé prateritorum quodam dic fuerit fupér dium Podium, & quatenis, &c. An folus, vel affociatus ; & qua hora, & qua occafione ? Refp. Miricordo, che ci fui un giorno di quefto Carnevale, ¢ ftimo , che foffe il Venerdi do. po il Giovedi graffo ; ¢ melo ricordo , perche fi ballo tutta la notte, cla mattina del. Vener- di mi levai molto tardi. In mia compagnia era Demetrio , ed Adolfo Pancaldi Cerufico , che aveva medicato un Figliuolino dell’ ifteflo Demetrio: Non mi ricordo dell’ ora , ma fo, ch’cra tarda: el’ occafione di ritirarci ful Poggiolo fu per difcorrere del male grave del Puttino. 8 Int. An digis loco, tempo- re, & occafione viderint aliquid fingulare ex aliqua parte di@i Podii Refp.Giacché V.P.ha di fopra nominato il Papaffo , mi fon ve~ nutoa ricordare,che yedeflimo lui fteffo in compagnia dialcuni Contadini, iquali facevanouna “., Fofla vicino ad una muraglia mezza diroccata. 9 Int. Ex qua parte didi Po- dii fodiebant prafati Ruftici, & er quantam diftantiam a dio ‘odio: Et quid faciebat diéus Papaffus? fp. Quei Contadinicava- 10 54 Pratica del Santo Ufizio 12 Pere to Poggiolo ; efara ftata la di. ftanza di mezzo tiro di Piftola. J Papaffo ftaya in piedi;da una mano aveva una Candela acce- fa,che poteva effere di un’oncia, edall'altra un Libro, come la Grammatica del Bonciario; ed aveva Cotta, ¢Stola; ¢ vicino a lui ci eraun Ragazzo ; che in una mano aveva un Bicchicre di Acqua , ¢ coll’ altra teneva una Palma; cd il Papaffo gittava di quando in quando nella Fofla delle foglie della Palma , ¢col Je dita pigliava da quel Bicchiere T Acqua, ¢ la {pruzzava nella Foffa; ¢ l'avera fatto cinque » © fei volte ; come altrettante volte ciavera gettate delle fo- lic di quella Palma . Colla Eandela fece un gran numcro ai Croci, ma con un modo ftrae vagante ; cominciava difopra, ¢ poi difcendeva, fempre facen- do Croci, ¢cosi faceva da tut- te le bande, ¢ noi ci maravi- gliavamo in vedere quefta fac- cenda. Mi ricordo anco, che ittd piu volte del Sale, che un ‘ontadino gli porgeva inuna Carta. to Int. Anfciat; vel diciaus dicrit , di@as Palmas, Cande- lam, Salem, & Aquam fuifse, ae 2 a fp. Io m'immagino di si; per la Cotta , ¢ Stola, delle quali cra veftito il Papafso sma) non lo fo di certo. 3 Tat Prima Parte. 11 Perche pud effere, che nel profeguire Poperazione , ¢ nel par- tire dal luogo deb delitto abbino fatta quatch alera fuperftizione , Lifaquefta dimaudas enon dicen- do cofa di nuovo , nox occorre ri- cercar gli altri Teftimonj circa di quefio » 5 11 Int. Quanto reps raverit illa foffio, & quid fece- tint recedendo ab illa? Refp. Durd finoall’Ave Ma- tia, ¢ poi fi partirono loro da quel luogo, ¢ Noici levaffimo dal Poggiolo , fenz’ aver ve- dutoaltro. 12 Int. De fama didi Papaffi, tim apud fe, quam apud alios ? Refp. Io per me non ho nica- tein contrario circa il Papafso: quel che fia prefso glialtri, non fo. 13 Int. Anodio, velamore, & fuper Inimicitia 2 Refp. Rede . Quibus habitis, & acceptatis, dimifsus fait , juratus de filen- tio; & perleéo cifuo examine, im ( pro ut dixie ) nefciret feribere , fecit fignum Crucis. Signum Crucis % Belardi An- tinori. A@a fant hec pet meCuttium Signanum S. Officii Notarium, ANNOTAZIONE. Nel procedere alla carcerazione de’ Reiyche farinno fufficientemente indiziati per ‘fortilegjdovei avvertirfi di fargli nollo fteffo tempo 1a perquifizione non folamente perfonalesma anco nelle Cafe,ad effeteo di tenere contenenti tali fortilegi » ¢ prima itrovare li {crittio libri, che poteffero rie ofticuitli fi pud aggiugnere anco 1"ace ¢effo giudiziale al Inogo, dove fi fuppone fatta qualche Foffa (ficcome nel cafo da Inj Ginto la fappone fatea il P. Menghini ) 0 al effere rimafte veltigia ad effetto di farae 1a ricoy del delitto, 0 del'detto deTeftimonjs ¢ tale tra operazione y della quale poffono zi ificazione di za tanto maggiormente & deve fare, quando fi avelfe indizioyche nel fare il Sortileg io folle aro commefto qualche @micidio, © folle ftato uccifo qualche Animale y 0 fuffeco ftare la(ciate nel lnogo al~ tre cole » che G poffano trovare » Modo 36 Pratica del Santo Uffizio “Modo di ricevere la Denunzja , ed efaminare li Tefimonj . : . my Sopra la Sollecitazjone in Confeffione « 11 Is fumendisDenunciationibus dalis materia , castiffime , & acs surate procedere debebit Vicariusy Procurando babere'a Penitente JSollicitata nomen Ecclefia ; pofitu- ram, & qualitatem Confeffionarii, Nomen , Cognomen , & Patriam Confellarit, aie faltim diligen- tem ipfius deferiptionem . Curet etidm , ut Penitens referat pras sifa verba fibi dita a Confelfario sujufcunque obfcanitatis illa fuse vint ,& numerum eorumdem. Iti- dem, an acciderint Sollicitationes immediat? ante Confeffionem , vel ad im ‘ TERZA DENUNZIA. — : Di una Donna follecitata ad \. Tarpia nella Confeffione Sagramentale. *~- Die 7. Julii 1632 Ponté perfonalitér compa- S ruit corim Admodum Rev. Patre Vicario Sandi Officii exi- ftentein Ecclefia Sani Marci Auximi , in meique , &c. Simpronia Filia quondam Ri- baldi Rivellini de Londino, re- Ji@a quondam Berilli Danori , wtatis annorum triginta, exer- cens artem muliebrem, & de~ gens fab Parochia Occidentali: ui delato juramento veritatis dicendz , quod preftitit ractis Sacris literis , expofuit ut infra. 1 TZ ER otdine del mio Con. feffore fono comparfa avanti V.R.per rapprefentargli, come la Vigilia di San Gio:Baf- tifta ,'citca Je ore quattordici mi andaia confeffare nellaChic- fadi San Bafilio, uffiziata dalli Padri Greci, ¢ mi pofi inginoc- chioni inun Confeffionario di Noce, che fta alla deftra di det- ta Chiefa, quando fi entra per Ja Porta maggiore, vicino al- ! Altare di Santo Atanafio: ¢ quefto Confeffionario éfolo da. quella banda, ¢ ladi lui gare a Seconda Parte. ‘immediate poft , vel in Confeffione ipfs Sacramentali , vel quocuns que alio patio contra Bullam, Ca- vebit parittr Vicarius petere a Penitente, an confenfam praftite- vit; @°fiafeipfa propalaret con- Senfum , ipfam non feribere . Imd asimadvertens ipfam velle fuum confenfum aperire , fatim Vica- rius impediat. Ex aha parte, fi vi« derit Perfonam follicitatam moro- fam in farenda Sollicitatione ob ‘confenfum praftitums , dicetur ili, quod non tenetur dicere proprium confenfumsims fi dixerit , 20n feri- betur; fed tantim pratenditur , quod fateatur , quid fibi dixerit , vel fecerit Confeffarius. Et feiat Vicarius, hac omnia pluries fuiffe ne dum ordinata , fed etiam incul- cata a Sac. Congregatione S. Of fii. . 4 Pere hai buchi gtandetti, ¢ Reo ciafcheduno fi vede una bella Crocetta ;non fo pero di che materia fia néla Grata, néle Crocette ,¢ la Grata fara gran- de come mezzo foglio di carta, Edavantidi cominciare la Con- feffionc,quel Padre mi diffe que- fte precife parole, pero in Lin- gualtaliana: Tu pulcbra es, & decora: mibi valde placer facies tua. lo non diedi mente a que- fte fue parole, ma feguitai la mia Confeffione, ¢ ricevuta la Penitenza ,¢ I’ Affoluzione, me ne partii. ll giorno poi di San Giovan- ni mi andai pure a confeffare da lui, € potevano effere quindici ore:e fedeva nel medefimo Con- feffionario ; ¢ dentro la Confef- fione , cioé , avanti ch’ci_mi deffe ! Affoluzione, mi diffe , che doveffi fempre andarc a confeffarmi dalui per il genio, che aveva verfo la mia perfona; e che mi voleva cffer Padre. Dopo avermi data l'Affoluzio- ne, midiffe; Andate ; ma ama- temi, come Io amo Voi. Quefto é quanto poffo dire per ifcarico della mia Cofcienza. 2 Int. De Nomine, Cogno- mine, & Patria di@ti Confeffarii? Refp.Hointefo , che quefto Confeffore fi chiami Padre Eva- tifto; del Cognome, ¢ della. Patria non fo niente; fo bene, ch’é Greco. H 3 Et 58 4 Perche pus effere, che la Sol Jecitata,o il Sollecitante abbia fat- to qualche gefto, peril quale al- cuno fi fia accorto della Sollecita- zione y percid fi fa quefta Inter- rogazione « , $ Rega Interrogazione fempre fi deve fare; perche le Donne ciar- Jando fra di loro,pud effere,che una Sopral attra. Pratica del Santo Uffizio 3 Etei di@o, ut defcriberet di@um Patrem Evariftum . Refp. Ul Padre Evarifto, é di ftatura grande, ¢ groffo , di bar- ba bianca, ¢ longa come quella de’ Padri Cappuccini , ¢ porta fempre gli occhiali; del refto non {aprei dire altro. 4 Int. An aliqua perfona ad- verterit , quando dius Pater Evariftus Sc examinatam follici- tavit ad turpia in Confeffione Sacramentali. Refp. Io non fo, chealcuno abbia avvertito,quando il detto Padre Evarifto mi ha detto le fuddete parole nella Confeflia- ne Sagramentale . $ Int. An {ciat, vel dici audie- rit, di@um Patrem Evariftum follicitafle ad turpia in Confef- fione Sacramentali alias perfo. nas Poenitentes . Refp. Due Figliuole del Si- ghor Aiippio Mofcati mie vici- -ne , Domenica proffima paffata -dopo pranzo, avanti la porta -della loro Cafa , con occafione, che fi difcorreva de’ Confeffori , differo , che quefto era un buon Padre, perche quando s’andava- noa confeffare li diceva parole molto affettuofe. Di quefte Gio- vanette , che faranno una di quattordici, el’ altra di fedici + anni, la prima fi chiama Frafli- nella, ¢ Valera Puligetta. 6 Int. An prefate Puella retu- lcrine ip Examinata verba ama, > toria Seconda Parte. 1S 9 toria cis di@a a Patre Evanito in Confeffionc Sacramentali . Refp. Fraffinella, ¢ Puligetta non riferirono , che parole avef- fe loro dette il P. Evarifto nella Confeffione Sagramentale . 7 Int. An odio , vel amore; & fuper Inimicitia. efp. aa Quibus habitis, & acceptatis dimiffa fuir jurata de filentos & leéta ci {ua depofitione, cm ( prout dixit ) nefciret {cribere , fecit Signum Crucis. Signum Crucis Symproniz Revellini. A@a funt hac per me Curtidi Signanum Sandi Officii Nota- rium. DECRETO Succeffivé , & immediate Atrentis fupradiais , Domi- nus decrevit , prefatas Pucllas fecretd vocari , examinari , & Proceffum fabricari . Ita eft Curtius Signanus San- Gti Officii Notarius- ESAMEDEL:PRIMO TESTIMONIO. Die 8. Julii 1632. Ocata perfonalitér com- paruit corim Admodum Rever. P. Vicario San@i Officii exiftente in Sactario San@i Mar. ci Auximi, in meique , &c. Hz Fraf- 60 1 Si dimanda dell importanza del giuramento-, quando fi dubita , che non fi fappia, come fono i giova- nie be giovani; e mentre fono diver{i Tejlimonj da cfaminarfi, fi comincia dal pik giovane , come» quefia ; effendo che da efipin facil- euentefipud avere la verita. 4 Si potrebbe cominciare dallas quinta Interrogazione ; ma effendo Siovanctta , none ftato.male prine eipiare ance di gu. 6Si Pratica del Santo Uffizio. Fraffinclla filia D. Alippii Mofcati ab Auximo virgo, zta~ tis annoram quatuordecim, de. gens fab Parochia Occidentali ; cui delato juramento veritatis dicendz quod preftitit ta@is Sa, cris literis , fuir per D. 1 J Nt. De importantia jura- menti? Refp.Io so, che quandofi giurail vero fi fa bene, ¢ pecca gravemente chi giurail fallo. 2, An {ciat,vel imaginetur cau. fam fuz vocationis, & prefentis examinis ? Refp. Io non fo, ne m'iimma gino la caufa , perla quale V.S. ni ha fatto chiamare, ed ora mi voglia cfaminare. 3 Interrogata , an cognofcat , aliquem Hereticum , Sortiles gum,Blafphemum, Poligamum, Abutentem Confeffione Sacrae mentaliad turpia,vel quomodo- | libét de Herefi fufpe@tum ? Refp. Io non conofco alcuna . di quefte Perfone , delle quali . realla mia Parrocchia V.S. minterroga . 4 Int. A quo tempore inczpes tit confiter! {ua peccata? Refp.loftimo, che faranno {ci,o ferte anni, che cominciai a confeflarmi. $ Int. Quotiés in anno foleat confiteri fua peccata, & quate- nis, in qua Ecclefia , & cui, vel quibus Confellariis ? Refp. lo mi folevo confeffa; detta Oc, ciden. Seconda Parte. 6 Si fa per sominare fua Soo rella , 0 altro Zeptimonio. 10 fo 61 cidentale ; ma da fei mefi ia gt vado a S.Bafilio, dove cone ‘0 i Padri Greci ; e mi con; fefso ogni quindici giorni. 6 Int. An ad Ecclefiam San: Gti Bafilii accedat ad confiten-. dum fua peccata fola, vel affo- . ciara. Refp. Vado a confeffarmi al- la Chiefa di S. Bafilio in com- pagnia di mia Sorella, che fi chiama Puligetta;e con Noi viene la Signora Madre > per nome Marolla. 7 Int. QuotConfeffionaria re- riuntur in Ecclefia Sanéii Ba- a » & quateniis,cujus coloris 2 Refp. Nella Chiefa di S. Ba- filio fono tre Confeffionarj:uno pofto alla deftra della Chiefa, quando s'entra per la Porta maggiore , edé di Noce , edue altri alla banda finiftra , ,che fono di Legno bianco. 8 Int. An prefata Confeffio- Maria fint prope aliquodAltare? Refp. Padre si. Quellodi No- ce é attaccato alll’ Altare di San- to Aranafio , ¢ deglialtri due di Ja: uno é appreffol'Altare di S.Bafilio , ¢ altro vicino all’Al- taredi S. Crifofttomo. : 9 Int. Inquo Confeffionario ipfa Examinata , ejufque Soror, & Materfoleant confiteri? Refp. Io, emia Sorella, ela Signora Madre ci folemo con. felfare nel Confeffionario di Noce,pofta dalla banda a . yo Int. 62 10 Colla rifpofta a quefia Inter- rogazione sunita all atteftato della Denunziante , fi prova ll Kentita del Cosfeffionario : perche nel Santo Uffzio il primo Denunziane te, non folo tiene il luego di quel- Jo, che accufay ma anche 2 Teo fiimonio , econ us altro prova a Safficienza . 12 Qu pure unitamente, cob derto della prima Denunziante fi prova F Identita del Confeffore . 13 Si nott il tempoin genere quandoqué; e fe perme pari- mente in genere; aliquibus per- fonis, per ftar lontano dalle fug- geftioni. 14 SG Pratica del Santo Uffizio 1o Int. An di@um Confeffios narium habeat Cratem, & qua- tenis , &c. ¢am defcribat . Refp. Il Confeflionario di Noce ha una Graticella,ed i bu- chi fono fatti in tal maniera , che ciafcheduno ha unaCrocet- ta; ¢ ftimo, che quefta Graticel+ Ja fianon di Ferro,ma diLegno, e fara larga, ¢ longa come un Fazzoletto ordinatio; del refto nonsodirealtro. 11 Int. De Nomine, Cogno- mine, & Patria Confeflarii , qui folet audire Confeffiones in prefato Confeflionario- Nuceo potico ad dexteram Ecclefiz . Refp. Il Confefsore, che fuol confefsare nel Confeffionario di Noce fuddetto , fichiama il Padre Evarifto ; non fo di qual Cognome, ¢ Patria egli fia. 12 Et ci diGo: ut defcribat di@um Patrem Evariftum . Refp. Il Padre Evarifto porta fempre gli occhiali, ha la zazze- ra, cbarba biancha, ¢ longa, ed égrofso , ¢ grande afsai ; del refto non fo altro. 13 Int. An de ifto Patre Eva- tifto quandoqué habucrit Ser- monem cum aliqua, vel cum aliquibus Perfonis; & quatents, &e. Refp. Pud efsere , che qual- che volta abbia parlato con qualche Donna del Padre Eva- rifto ma non mi ricordo quan- do, econchi. . - 14 Int. Seconda Parte. 14 Sidifcende al tempo in indi- viduo, che fu Domenica ; toccas- dofi il luogo, le perfone, T occa- Sione , ele parole del difcorfo in ge- nere ; e perdla Confeffione , che dab tempo di Domenica nafce, none Se 202 legittima. 17 St 6 14 Int. An de Pitre Evabito Dominica proximé prateritalo- cuta fuerit cum aliqua , velali- quibus Perfonis , & quatenus, &c. inquo loco , qua occafio- ne, & quid dixerit ? Refp. Mi ticordo adeffo , che Domenica proffima paffata fta- vamo avanti la Porta di noftra Cafa Io, mia Sorella Paligetta, JaSignora Madre , ¢ Sempronia Rivellini noftra vicina , ¢ fi dif- {corfe de’ Confeffori , ¢ fi nomi- no anche il Padre Evarifto ; ed Io, ¢ mia Sorella diceflimo, ch’eraun buon Padre. 15 Int. Quare ipfa Examinata, ¢jufque Soror dixerint,che i} Pa- dre Evarifto era um buon Padre? Refp. lo , e mia Sorella dicef- fimo, che il Padre Evarifto cra un buon Padre ; perche nelcon- feffare dice parole molto affet- tuofe. 16 Et¢jdido, ut referat verba affeCtuofa,que fibi in Confeffio- ne, vel occafione Confeffionis Sacramentalis folet dicere dius Pater Evariftus, quotiés , Sc. Refp. Le parole affettuofe , che mi fuol dire il Padre Evari- fto , fono, che Io fono bella, ¢ buona ; ¢l'ifteffo dice di mia So- rella, ¢ della mia Signora Ma- dre, ¢ che la noftra Cafa cuna Cafa dibonta, edibellezza; ¢ che vuol venire qualche volta a vederci. Non mi dice poi altro; ¢quefte parole me I’ avera ae He 64 17 Si fa quefta Intervogaziones per fapere, e feoprire fe effendo andato in Cafa loro, abbia dato qualche fegno del fuoanimo impu- ro; neh qual cafo se parole dettelé in Confeffiowe fi riceverebbero in mala parte . . 3 Now Pratica del Santo Uffizio dodici , o quindici volte; .patte immacdiatamente avanti la Con. feffione , ¢ parte immediae tamente dopo, ma maicntro 1a Confeffione . ; 17 Int. An unquam accefferit Domum ipfius Examinate di- us Pater Evariftus, & quate- nus, &c.? Refp. Dopo, che Noi ci con- feffiamo dal Padre Evarifto , fa- ra venutoincafa noftra quattro, ocinque volte: ¢ fi trattenevg in ridere, ¢ raccontare le cofe della Grecia; ¢nondiceva, né faceva altro. 18 Int. De fama di@i Patris Evaritti? Refp. il Padre Evarifto é di buoniffima fama; ¢ fi puo dire , che confefla tutta la Nobilta della Citta . 19 Int. An odio, vel amore 5 & fuper Inimicitia ? Refp. Rede. uibus habitis, & accepta~, tis dimiffa fui, juratade filen- tio; & ei perlecto fuo examine, fe fubfcripfic. Jo Fraffinella Mofcati confers moquanto di fopra mano pro- pria. A@afunt hec per me Cure tium Signanum §$. Officii Not tarium. Seconda 3 Non2dabbio, che nella fab- brica de’ Proceffi, cé vogliono al- ease Regole generali s ma quefte Pappehe > i pad cavar la verisd dalli Teftimonj , e dalli Rej in molte maniere; purche s'abbioun poco di gindizio. Nell efame deb Zeftimonio pafjato fi cammindin we modo, ¢ gud inug’ altro. 9 Ree Parte. & ESAME DEL SECONDO TESTIMONIO, ~ Suceeffivé. V Ocata perfonalitér com-. paruit corim , & ubi fa. im * Domina luc, Se. uligetta Filia D. Alippii Mofcati ab Auximo vir- go. ztatis annorum quindecim, eum dimi cui delato jura. mento veritatis dicendz , quod preftitit tadtis Sactis literis , fuig ped. 1 Interrog. De importantia jutamenti. Refp. Se dird la bugia faré un gtan peceato; ¢ feconfefserd la rita , metirerd apprefso Dio . 2 Int. An feiat , vel imagine- tor caufam fuzvocationis, & Prefentis examinis. Refp. Io non fo la eanfa di Quefto cfame, né me l'immagi- “no fe V.S. non me la dice. 3 Tot. An poft prandium fo- leat converfari cum aliqua, vel aliquibus Perfonis, ante Januami fuz Domus, & quatenis, &c.? Refp. Ne’ giorni Fettivi fole- mo ftate in converfazione do» po pranzo avanti la Porta di a Cafa, la Signora Madre, Fraffinella mia Sorella, ed alcue nealtre Donne delle noftre Vi- cine. . 4 Int. Aa Dominica proxi- me Praterita » Pott prandium , ~ a 06 $ Quefta Interrogaxione fi chia- main gemere; perche fi parla de Confeffori ,-e del difearfo in, coz mune s 0 perd molto efficace per far” wominare i Confeffori.in particolan re, eche cofg fs difcorre di lore come fie fatto welis’ rifpofta. Pratica del Santo Ufitzio in prefato loco habuerint hane converfationem , & quatentis ; quz materia fucrit cogveriatios nis ; & qui, vel qua crant pra~ fentes? Refp. Signor si, che Dome- nica proffima paflata foffinoin . Converfazione,come I'altre vol- te; ¢ ci foflimo Noi tutte Don- ne di Cafa, ¢ una tal Sempronia Rivellini, ¢ qualche altra; ¢ i difcorfe di diverfe cofe, delle quali non mirticordo. 5 Int. Andie diéta fuerit ali- quis fermo de Confefsariis, é& quatenis » dequibus, & quid, & Ce Refp. Fu difcorfo de'Confef- fori, ¢ furono biafimati quelli ? che gridano; ¢ Noi lodaflimo il noftre, ilquale é benigno » ed amorofo,e confola tutte ; ed. " . @un Padre di S, Bafilio Greco» che fi chiama il Padre Evarifto, - €confeffa turta la Cafa noftra . 6 Int. Que verba benigna , & .” amorofa foleat dicere in au- ‘ diendis Confeffionibus di@us * vita; € che 9 § intervoga cos) per fapere it pumero de’ delitti , ein che mates via fia caduso nella Bolla contro follicitantes. foe Nee Pater Evariftus ? Refp. Mifuoldire, che fon bella; cheracconto bene i mici peccati; che porto bene la mia fempre gli crefce. Yamor verfodi me. Aa 7 Int. Quotiés fibi dixerit di- tus Pater Evariftus prefata ver= ba, &quandos anfcilicét in Confeffione Sacramentali, vel immediacé anté , vel immediay te poh? Refp. aye Seconda $ Nella vifpofta'a queftalatervos gazione, fi prova per i terzo Tefite moniol Identita del Confelfionario, e del Couféffore. Phite 1: 67 Refp. Per lo fpatio di fei me- :; fi, che mi confefso dal Padre Evarifto , miaverd dette quefte parole da quaranta volte, ¢ ‘” fempre dentro 1a Confeffione = - cioé, dopo aver cominciata la Confeffione, ¢d avanti l’Afso- luzione. 8 Int. In quo Confeffionatia folear di@us Pater Evariftus au« dire Confeffiones Sacramenta~ Jes; & defcribat Confeffarium ipfum , & Confeffionarium ? Refp. 11 P. Evarifto afcolta le Confeffioni in un Confeffiona- tio pofto alla banda deftra della Chicfa, quando s’entra. per la - Porta maggiore ; ¢ quefto Con- 182 feffionario é di Noce; ha una Graticella poco pit grande del- la Teftad’un Uomo, la quale ha diverfi buchi_grandetti, ed in ciafcheduno fi vede una Cro- cetta;non fos’é di Ferro, odi Legno, o d’altra materia. Il Confeffore poi ¢ grandc,groffo, ¢ porta la zazzcra , ¢ barba lon. ga, ¢ bianca, ¢ tiene fempre gli occhiali. *g Int. An fciat, vel diciau- dierit , dium P. Evariftum protuliffe prafata, vel fimilia verba amatoria erga alias perfo- nas Posnitentes in. Confeflione Sacramentali , vel -occafione Sacramentalis Confeffionis . Refp. Mia Sorella fuddetta miha riferita , d’averle detce ancoa lei. T2 10 Int. 68 Pratica del Santo Uffizto to Int. De fama diQi Patrig Evaritti 2 Refp. 1 P. Evatifto édi buoy $2 Dominazione, 11 Int. Anodio, vel amore} . BefuperInimicitia. 4&2 laftiata Morclla per shti- wa, fecondo la regola toccata di Sopra, di comisciare dalle giova. we pafiare alle piu vecchies co~ me che be giovani foso pin facilia dire la verisd. 3 Ge. Guibas tabi, jibus habitis, & acceptatis} dimiffa fait, jurata defitation & perleGoci fuo examine, fe fabfcripfic . To Puligetta Mofcati confers mo quanto di fopra di mano ‘opria. AGa funthec per me Cur- tium Signanum San@i Officii Norarium. ESAME DEL TERZO TESTIMONIO, Incontinenti . Ocata perfonalitér com- V paruit cordm , & ubi fue pra, in meique,&c. D. Morolla Uxor D. Allppit Mofcati, ztatis annorum trie ginta ; cui delato juramentove- titatis dicende , quod prattitit tadtis Sactislitetis, fuie per D. 1 Int. Anfciat, vel imagine- tar caufam fuz vocationis , & prafentis examinis? Refp. M'immagino, che V.S. m’ ha i ae xed on imi voglia efaminare caufa del mio Padre Confellore per nome Evaritto . 2 Eteidi@o; Quare imagine- tur , fc effe vocatam propter Pa- trem Evariftum ¢jus Confeffa- rium? Seconda Parte.. 69 Refp. Fraffinella mia prima figlia come Ragazza , m'ha rac. contato tutto quello, che V. S. . plibadimandato, © quel, che 3 Con quefto Teftimonio unito co- Slialtri tre fadderti, fi prova per detto di quattro donne! Identita in qaalcbe parte, e del Confeffore, o deh Delisto ¢dgl Confefionaria y ella sifpofto ; ¢ pero m’ im magino, che voglia dimandare Je medefime cofeanche ame: ¢ fe ‘vuole , cho dica quello, che mi occorre, fenzach' ella fi pie gli faftidio di farmi tance Inter. Fogazioni, lo fard finceramente, 3 Et Domino annuente; ipfe Examinata depafait st infrd’s Sas tanno fei mefi, ch'Io vado a confeffarmi nella Chiefa de’ Pa- dridi S.Bafilio colle mic figliuos Ie 3 ¢ mi confeffo dal Padre Evarifto , uomo canuto , gran- de, ¢groffo, di barbalonga, ¢ fempre potta gli occhiali ; ed af colta le confeffioni in un Con- feffionario di Noce, pofto alla deftra della Chiefa, quando ¥ entra per la Porta maggiore, vicino all’Altare di Santo Ata- nafio; ¢ detto Confeffionario ha una Graticella quadra d'un pal- mo, ¢mezzo in circa, non fo di che materia fia;ibuchi del- Ja quale hanno inferita una bel- Ja Crocettra. Quefto Padre 5 ome che é¢ amorevole, ¢ do- meftico di Cafa_noftra , piglia con me , ¢ colle mic figliuo- Je qualche confidenza, ma fen- gzamalizia immaginabile : Mi ‘avera detto una dozzina di vol- te, parte avantila Confeffiones , parte nella Confeffione fteffa, § gual, 79 Pratica del Santo Uffizio ; jualche volta immediatamente : lopo ; ch’ Io fon bella, che por- to bene la vita , ¢ che ho fatre belle figliuole,e ancor loro cams minanoleggiadramente. Il Padre ¢ in buon concetto appreffo tuttala Citta, ed lo le tengo,¢ l'amo in luogo di Padre; > 5 equefto ¢ quello , che mi occors ‘ redire a V.S. . Quibus habitis , & acceptatis, dimiffa fuit , jurata de filentio & perlecto ci fuo examine , fe. fybscripfir . a , Jo Morolla Mofcati conferma uanto fopta di mano propria. 2 Ada frie hec per Ane Cure tium -Signanum SanQi Officii Notarium, ANNOTAZIONE. Dandof il cafoyche Ie Sollecicarione (a tata commets in perfon di qualche Mont a ; perche in molti Monafterj le Monache G confeffano nell'ite fi luoght » che fervo- no ancora per. Parlator] fideve avvertire d’ interrogare yc far’ efprimere bene dalle GappoRte Sollecitate ,-4eli difcorfi impuriy o atti importanti la Sollecicazione fegui~ sono ne’giorni deftinati alla Confetfione nel loro Monaferio y 0 in occatione di Co feffione ; benché per altro nel S. Uffizio fi proceda ancora contro li Confeffori che» aommettono tal’ ecceffo nel Confelfioaario fenza occafione di Confeffione ; ¢ fe dalle Sollecitate { deporriy che dalli bachi , 0 forami della Graticella del Confeffio nario Gano fepuiti toceamenti di dita, o d altro: fe dal Reo ne’ fuoi conftiuti G negher2 non folamente il delitro ; ma ancora coftantemente fiallegher’ I’ impoffibi- litd di averlo commeffo con tale circoftanza, a riguardo dell’ angultia , e firettezza delli detti forami: per verificazione de i detti delle Deaunzianth dovri farfi giudiziale mente lacceffo, ¢ farne Ia ricognizione par far coftaresfe tali forami fatlero cosi larghi 5 che per effi potefero farli fimili toccamentisma con la maggiore circofpezione »e fegre= gezza pofibile; niaffimamente dovendofi cid efeguire nel Confeffionario di qualche Monatterio di Monache,con fervirfi_ per Teftimon} di perfone Ecclefiaftiche di tale qua- itd, ¢ condizioae , che ancorché non gli fi daffe il giuramento d’ offervare il filenzio y he gli fi dove’ dare; ci povelle effere certezza morale, che non fullero per propa- {are giammai E perche la repugnanza di denunziare nelle Donne follecitate non folo fuole effere eaufara dall* avecelleno preftato il confen(o alla Sollecitazione , come ha notato il Pa- re Menghiai nel mérgine della Desuncia dando alli Vicar li tvvertimenti opportuni per rimoverla ; ma ancora da altri umani rifpetti y ed in particolare dal timore z effere feo Seconda Parte. Zt fcoperce altratesco da Mariti , Genitori , Fratelli y 0 aleri Parenti : ia tal caio dover ranno gl’Ordinarj, ed i loro Vicarj per difporle a donunziare farle aificurare da Con: fellori,o da alerigche gli¢ ne daranno notizia,che farauno tenute fegrote 5 ¢ gli (ara de naroluogoy ¢ tempoapropolito per darne le Denunzie feaza pericolo verano d’ effere fcoperte: ma quando cié nongiovt per farle rifolvere a comparire pet tal’effetto davan= ti alcuno di loro deaunziare giudizialmenge nel luogoy e tempo, che gli averanno fatti proporre;dovranno rapprefentare quanto gli occorre alla Sac.Congregazione per ripor- Exrus la facoled di far ricevere eal Jeaunnse daghilte sche gli ac hanvo dare le aotie anco fenza l'inrervento del Notaro,a quale folenmit’ effi Ordjnarj non hanno autorit3 derogaro per ellere prefcritta da Sae. Canoni con tale formalita ; che aleeimenti dichiae rano? atto nallo ;,e cosi ceffer} probabilmente la repuguanza per quanto l’efperienz® gonna dimoftra,e G conféguiri|'intento di noa lafciare impunito um tanto enor- me * Rs Si aggiugne ancora , che {ebbeng il delitto della Rivelazione della Confeffione per fe fteffo regolarmente non appartengi al Tribunale della S. Inquifizione conforme é ftato id volte rifoluto dalla S, zrioue del detto Supremo Tribunale ; in ogni modo algun Confeffore ae fuffe denunziato, o legittimamente indiziato nell’ ifteffo tempo » che contro di lui & procedefe nel derto'S. Trbunale per ildeliro della Sollecazione » © alla Rivelazione fafle congiunta qualche Propofizione,che inducefle nel Denunziato errore-d'Tatelletto rca il FigillSigramentale,in tali caf Gi procederebbe contro eo anr Cora pe il delitto della Rivelazione della Confeffione. « Modo di ricevere la Deaunzia 9 ed efaminare li Tefimonj - » gontro wn Gelebrante non promoffa al Sacerdozjo « QUARTA DENUNZIA D’unCelebrante, non pro- moffo al Sacerdozio. Die 30. Septembris 1682, ruit coram Admodum Rev. . * P.Vicario Sancti OfficiiAuximi, exiftente in propria manfione , D in meique » Ke D5 DominusQuirious filius quon- : damLaertii Pifini de MontcBel- ‘ » + Jo Dicecefis Cafalenfis , ztatis 5 . annorum viginti duorum , Cle- . * © sicus Diaconus , degens de prz- fenti Auximi fub Parochia Au- ftrali; cui delato juramento ve- titatis dicende , quod prattitie . fae , Sra perfonalitér compa- af 72 ‘© Effendoghefto Delisto gravifi- so ,¢ graviffima la pena; non folo plcerca una diligenza efquifita per Sabbricare il. Procefes mia aco dim Gore Orazioni, accidviefca bene» Pratica del Santo Uffizio taGiis Sactis literis 5 expofuir ut infra, 1 Son qui a rapprefentare 2 V.R. che le quattro Tempora Proffime paffate. fono andato al? Ordinazione a Venezia com due altri, che afpiravano, uno al Sacerdozio, cioé Don Berillo Berilli, el altroal Diaconato, come voleva Io, ¢ Gi chiama Perinuceio Malaforte Candiot- to. Tutti foffim'ordinati la fef- famattina, el uno vedeva ore dinare 'altro : Io , ¢ Perinuccio pigliatimo il Diaconato, e Don illo Berilli s’ ordind Sacerdos te3¢ tenne ordinazione Monfi- gnor Mitridate nel lnogo folito, giorno feguente c’imbarcaffi- mo per Ancona, ed arrivammo il tetzo giorno, eh’era Marted}, ed ivi mi fermai per i mici affati quattro di. I fecondo giorno, ¢ fu Giovedi proffimo paflato, effendo andato parlare al Curato della Chicfa de’Mereans ti, trovai nella Sagreftia della medefima Chiefa apparato pt dir Meffa il Diacono Perinuccia Malaforte , ¢ reftai fuori di mes evidi, che ufei fuori cosi ap- parato , cf portéa dir Mela all Altar maggiore li vicino se dalla Sagreftia vedendofi molto bene l'Altare , Io 'offervai colla vifta , ¢ coll’ orecchic fino al fine Ul quale Altare aveva il Pallio, ¢ i Cufcini di Saja bianca gic trine di varj colori, com» quas. ’” Seconda Parte. quattro Candelieri, ed and dion ce di ottone ; ma erano accefe due fole Candele di un’ oncia, @ poco pial’ una. Diffe la Mef. fa della Madonna , che comin- * da: Salve Santta Parens ; {egui- tor Epiftola » I’ Evangclio , ed il Prefazio; confagro il Pane, ed il Vino , per quanto parve; alzo Puno, elaltro; diffe il Parer ; fi comunico a fuo tempo ; diede da Benedizione in fine della Mef- * fa, ela termind coll’ Evangelio 3 Averla detta fpeditamente,e bene @ fegno,che ba celebrato altre volte. 4 Si fa quefta Interrogazione ; perche il facrilegio ia tal Sagra- mento, Siperfeziona nellaConfagra- sione del Pane, del Vino; ficco- me in quello della Penitenza fi compifee nella forma dell affolu« ziose. . 5 Que di San Giovanni, che ha per ul- time parole : Es Verbum care fotium eft, oc. E perche quefto ¢un gtaviffimo cafo del Santa Uffizio, fono comparfo a {eari- care la mia Cofcienza. 2 Int. Qua licentia , fed qua Dimifforia_cclebraverit Peri- nuccius Miffam ? Refp.lo non (0 dire con qual licenza, o Dimifforia abbia ce- hee Perinuccio la Santa 3 Int. An dixerit Miffam be- né , vel male ? Refp., La diffe fpeditamente ebenc. 4 Int. An andicrit verba Con- fecrationis , vel faltem viderit motionem labiorum di@i Dia- coni Perinuccii ? Refp. Io non poffo dire con certezza né l’uno, né I’ altro; perchela diftanza, febbenenon molta, non permetteva di udir leparole, che fogliono effer fe- WOK gte- 74 $ Quefta Isterrogazione , 2 we- eefari jima ; perche niunopud me~ Shio attefture, fe uno abbia celebrae 40 ha Melfi , come quello, che l ba Sorvita. 6 Si offervi quanta diligenza deve ufare, per provare conclua dentemente quefto delitto s che pore 40 feco la pena della Morte « 7, Gli aftanti fono Teftimonj de vifa, & de auditn 3 ¢ perd ficor- 4a diligente conto di loro. 8 Avendo Pevinuecio celebrate waa voltala Meffain detea Chie{a, Siprefume,che von abbia cominciar oli; ¢ perdfidimanda, come fi fe ella Inserrogazione. 9 Rum Pratica del Santo Uffizio grete ; ¢ lo ftar git colla tefta del Sacerdote, come fi fuole , impediva di poter vedere il mo- to delle labbra. $ Int. De famulo, qui infer- viebat tali facrilege Miffz. Refp. Serviva la Mefla il Chie richetto della Sagreftia, che fen- tivo chiamar Bertoldino; non fo di chi fia figliuolo , né di che Pacfe; ma era veftito di color berrettino ; ed avrd ayuto do- dici anni. 6 Int. de qualitate Miffalis, Calicis, & Paramentorum ? Refp. Il Meffale aveva le co- erte nere colli fegnacoli roffi s tr Calice tutto di Argento, col Velodifeta bianca;la Pianeta, & Ja Stola, ed il Manipolo di vel- Jato bianco, ma ufato; il Ca- mice, l'Ammitto, ed il Cor- done di robba ordinaria bianca, ficcome era ordinaria la Berret- tada Prete. 7 Int. De adftantibus dida Miffz . Refp. A quefta Meffa erano molti, ma lonon gli conofcos fo bene, che D. Berillo Berilli ftava allora dicendo I’ Uffizio in Chiefa , ed avra veduto, ¢ fenti+ to tutto. 8 Int. An fciat, vel dici audie- rit, di@um Perinuccium cele- braffe alias Miffas in prafata , vel alia Ecclefia? Refp. Di quefto non fo; ne hointefo dir niente. 9 Tot. Seconda Parte . 9 Quando f trovaworato di. prox pria mano nellibresto pin di aver eclebrato la Meffa, ¢ w% grande argomento, obe cid abbia forte; paps pofti gh altri indie] 10 Nel Santo Ufizia il Gindice fain mezzo ol Rep , ed al Fiftos ‘¢ perd deve dimandare per il Fifeo, ed axco in favore del Rep; come fi fa in quefto luago. 11 Quefta Interrogazicne tende « correggere il Tefimonio; ch in wedere tagta feeleraggine , nos apriffe bocca in favore del gisfto. 12 Si fa quefia Interrogazione por provare I Identira della pee wae la pruova deve effer evidente , ¢ pin ch evidence per la canfa fad~ detta; ofo2 perche quefto delitto porta feco una pens graviffina,ch 2 4a pesa-della Morte. . 7 9 Iot. An feiat, vel ae au. dierit , didum Pcrinucclum no- taffe Miflama fecelebratam in aliquo libro Sacrarii. Refp. Dopo, che Perinuccio ebbe celebrata la Mefla, € refe le grazie, noté lafua Meffa in an libretto lungo , coperto con, una carta turchina, che fta a quetto fine nella Sagreftia ; ed l[olo vidi molto bene; prefe il fo mantello , ch’era corto, ¢ fe neando peri fattifaoi, non fo dove. 10 Int. Anfciat, vel dici au- dicrit , ditum Perinuccium ha- buiffe aliquod Indultum Apo- ftolicum , quo potuerit ordina- riin Sacerdotem , poft reditum in Civitatem Anconz, ut fupra, & celebrare . Refp. Ionon fo niente di que- fto ; a me pero pare impoffibile per la brevita del tempo. 11 Int. Quando ipfe Examina- tus vidit prafatum Perinuccium indutum Veftibus Sacerdotali- bus, quaré ipfum non monucrit ne committeret tantum fcclus 2 Refp. Io non diffi nicnte,per- che reftai incantato a tanta ini- quita , enon ebbi animo di dir- gli cofa veruna. 12 Int. De qualitatibus indivi- dualibus prafati Perinuccii ? Refp. Buetto Perinuccioé di ftatura piccola; dipeli, ¢ capelli roffi, ma tutti crefpi fenza zaz- zera; haun occhio tutto fcat- K2 pel- - 96 Pratica del Santo Uffizio 3 Tat- lato; il veltito é nero , longo fino al ginocchio;porta wn pato. dicalzette di color pavonazzo , colle {carpe bianche. 13 Int.De fama di@i Perinuc-. cii,tam apud fe,quam apud alics? Refp. lo fon Foreftiere, ¢ non Jo conofco; ¢ ne meno fo in qual concetto fia appreffo gli altri. . 14 Int. An odio, vel amore, & fuper Inimicitia ? Refp. Re@e « Quibus habitis , 8 acceptatis, dimiffus fuit , jutatus de filentio; & perleéta ci fua depofitione , fe fibteriptit . To Quirino Pifini, confermo quanto fopra di mano propria. A@a funt hzc per me Cur- _ tium Signanum S, Officii Note DECRETO. Succeffivé Attentis prafatis Dominus de- crevit , Teftes informatos fecre- 16 vocari, examinari, & Pros ceffum fabricar. ed eft Curtius Signanus , San- GG Officii Notarius . ESAME DEL PRIMO TESTIMONIO. Die prima O@obris 1682, : V Ocatus perfonalitér com- patuit coram, &ubi fu- pra, in meique, &c. Dominus Berillus filius quon- dam Calidonii BerillideRaguia, : Ad. , Seconda Parte. , “77 . 3 Tuste le volte , che it Teftimo- sio dice fapere il delitto ; fe gli ore dina, come fi fa qui ; cheraccosti Seriamente tutto quello, che gli accorre dire, eche fa. Advena Auximi, ztatis anno- rum viginti quinque, Sacerdos fecularis ; cui delato juramen- to veritatis dicendz , quod pra ftitie tadtis Sacris litcris, fuic per D. 1 Int. An {ciat, vel imagine- tur caufam fuz vocationis, & prafentis examinis ? Refp. Io non fo niente, fe N.S.non me lo dice. 2 Int. An cognofcat aliquem Hereticum , Sortilegum , Blaf- pismum » Poligamum , Cecle- rantem non promotum ad Sa- cerdotium , vel quomodolibét de Harefi fufpeétum ? Refp. Io non conofco alcuna di quefte fortidi Perfone, delle quali m’interroga ; folo tengo, che uno abbia detta la Santa Mela fenza effer Sacerdote; fep- pure non ha qualche Indulro Apoftolico. . 3 Erei diGo, ut feriatim nar- ret quid fibi occurrit circa hoc. Refp. Deve fapere , che non tenendofi Ordinazione in quefte . parti, ci rifolveffimo in tre di andare ad ordinarci a Venezia, come faceffimo,le quattro Tem- pora profime paflate ; Ed era un tal Quirino Pifini, che an- dava al Diaconato, ed Jo al Sacerdozio, ed un Candiotto pernome Perinuccio Malaforte, pet effer ordinato Diacono co- mei Pifiai ; foflimo efaminati tut- 78 Pratica del Santo Uffizio “5 tas tuttic tre, ed ammefii; ed il Sa- bato mattina , fecondo il folito, To fui fatto Sacerdote; ¢ gli altri due furono ordinati Diaconi; edlo gli vidi cogli occhi pro- pti; l Ordinazione fu tenuta da Monfignor Micridate nella Cappella folita . ll giorno fe- guente c'imbatcaflimo di ri- torno per Ancona tuttie tre 5 ed arrivammo in tre di, ¢ l’ar- tivo fu il Martedi ventidue del paffato. Arrivati al Porto ogniu- no and6 per i fatti fuoi. lomi fermai it Kacona fino alVener- di ; ed il Giovedi antecedente 2 buon’ora celebrai la Santa Mef- fa nella Chicfa Parrocchiale de’ Mercanti, ¢ poi mi pofi nella maedefima Chiefa, avanti l'Altar maggiote , a dire l'Uffizio Divi- no;c nel recitare il Te Deum las- damus , Vidi comparire il Chic- richetto Bertoldino con il Mef- fale, che conducevaa dit Mefe fa all’Altar maggiore medefinio tn Sacerdote , che non fapevo chi foffe; ed il Sacerdote comin- id la Meffa della Madonna: Salve Santia Pareas , ¢ nel vol- tarfi_a dire il primo Dominus vobifcum, mi avvidi, che quel- lo, che diceva la Santa Meffa, era Perinuccio Malaforte ; ¢ re- ftai talmente ftordito a quefto {pettacolo, che non potei fegui- tare ’ Uffizio Divino; ¢ quefto @ quanto mi occorre dire . 3 Et Seconda Parte. & Importe affai quefta ste a- fame Bes ‘Tee > ‘che abe bia detto alcune parti della Meffa, elalsre nisin particelare la prin- cipale , cio la Confagrazione » 3 Si overd ogni aveertenza di fare quefta Interrogazione ; perche q? fiala fofanza del Delitto . 6 Quando fi fapeffero le perfoue » 4 Etcifubjungo, ut ree teat partes principales Miffz perfola. tas a Perinuccio Malaforte, die Gis loco , tempore , & occafias ne. Refp. Perinuccio Malaforte tecité I Introito , I’ Epiftola , Evangelio, il Prefazio , il Cano- ne} fece la Confagrazione, ed Elevazione ; diffeil Pater, fi co- munico , diffe il Po? Communio; diede la Benedizione , ¢ diffe YEvangelio di San Giovanni, ¢ poi accomod6 il Calice , fecon- do ilfolito, ¢ fe ne ritornd in Sagreftia ; ¢ quivi fi {pard ; fece le fue divozioni, {criffe i] fuo Nome nel libretto a quefto fine deftinato, ¢ prefo il fao Mantel- lo, feneandd, nonsodove ,¢ socid, perche dopo la Meffa gli andai dictro in Sagreftia ; ¢ vidi tutto coll’ occhi proprj . $ Int. Aa audierit verba Con: fecrationis , vel falrem viderit Perinuccium movere labia fuper Panem , & Vinum tempore Confecrationis 2 . Refp. Io veramente non udii le parole della Confagrazione del Pane ,¢ del Vino ; vidi pero Perinuccio muover le labbra, erche To cro dalla banda del vangelio lontanouna picca in- circa , ed apprefi , che diceffe le parole folite della Confagra- zione . 6 Int. An fciat, vel dici au- che afcoltano la Meffa , fidoveria> dicrit aliquam , vel aliquas Per- eo ~ (c fonas 80 10 efaminare; per vedere fe qual- cheduno aveffe udite le parole del- 4a Confagrazione , 0 aveffe alme- #0 veduto muover ke labbra, 7 Sinterroga cos) per conteftare 4 Paramenti Sacerdotali . 8 Se Pratica del Santo Uffizio fonas audiviffe verba Confecra-.. tionis prolata a prafato Peri- nuccio, didis , loco, tempore, & occafione ; vel faltém videric movere ¢jus labia fuper Panem, & Vinum. Refp. Molte Perfone erano alla Mefffa fuddetta di Perinuc- cio;ma Io non faprei dire quali foffero,né so che alcuna di loro abbia udite le parole , o abbia offervato i moti della labbra fo- prailPane, ed il Vino fatei dal medefimo Perinuccio in quel tempo, luogo, ed occafione. 7 Ant. De Veftibus Sacerdo- talibus, Calice, & Miffali,cum guibus celebravit Miffam pre- fatus Perinuccius , Sc de Para. mentis Altaris 2 Refp. Perinuccio diffe laMef- facon quegl’ iftefli Paramenti , colli quali celebrai_ Io; ¢olla Pianeta , Stola , ¢ Manipolo di Velluto bianco ufato , ecol Ca- mice, Cordone, ed Ammitto ordinarj; ¢ nell’ andare, ¢ ri- tornare dall’ Altare aveva una Berretta nera pure ufata, 11Ca- lice era tutto di Argento con ua. velo lacero di feta bianca: 11 Meffale aveva le coperte negre, ed i fegnacoli roffi ; 11 contr’Al- tare, Ofia Pallio, edi Cufcini erano di fajabianea, colle tri- ne di varj colori, ¢ ful’ Altare crano quattro Candelieri_colla Croce di ottone, ma due fole Candele , di un’ oncia in circa erano accele . 8 Int. Seconda Parte. 38 Se avelfe celebrato altre velte JSorebbe pitt grave il delitto;¢ mow Yarebbe fexfato d'incorrera nella Pea taffatde 10 Eceo provata T Identita della Perfona con due Teftimonj ciod col Jarifpofta , che da quefto Teftimo- mio, € com quella, che diede il primo Teftimonio, ciod il Denun- ziante; che nel S. Uffzio firice- we ancor bui per Teftimonio. 11 Se foffe per altro affai di buo- ‘ea fama, pud effere, che Santa, ‘Chiefa fecondo la di lei fomma pie~ £2, gli commutaffe la pena della Morte in quella della Galera. & 8 Int. Anfciat, vel dici audic- rit ,ditum Pecinuccium in ila, yelalia Ecclefia, alias celebraffe? Refp. lo non fo, né ho inte- fo dire , che Perinuceio abbia pia celebrato, néin quella, né in altre Chiefe. Int. Ubi modé teperiatur di- @us Perinuccius. Refp. Io ftimo , che Perinuc- cio fi trovi ficuramente in An- cona, perche ivi ci fono diverfi fuoi Pactani, come mi ha det- to lui, quali non conofco ; in che luogo poi precifo non.lo poffo fapere. to Int. De vidualibus di nuccii ? Refp. Quefto Perinuccio ¢ di ftatura bafla; non ha zazzcra, edi capelli, ¢ peli roffi, cdha un’ occhiofearpellato ; veite di corto ,¢ porta le calzette di co- lor pavonazzo , colle {carpe bianche. 11 Int. De fama fupradiati Pe- rinuccii ? Refp. Io non ho conofciuto Perinuccio, fe non in quel viag- gio; enon ho contro di lui al- fro , fenon che non Iho vedu- to in quel tempo recitat mai I Uffizio Divino. 12 Int. An odio , vel amore & fuper Inimicitia. Refp. Ree. Quibus habitis , & acceptatis dimiffus fuit, juratus de filen- L tio, gualitatibus indi- i Diaconi Peri- Pratica del Santo Ufizio 4 tio; & perlc@oci {uc cxaming fe fablert fit. Io ed lo peo confermo juanto fopra di mano propria. hea flat hec perme Cure tium Signanum Sandi Officii Notaium. ESAME DEL SECONDO TESTIMONIO. Diez. OGobris 1682. V Ocatus perfonalitér com- patuit cordm , & ubi fu- pra, in meique, &c. Bertoldinus Filius Diodonis Merali de Camerano, ztatis annorum trefdecim circitér, degens Anconz fub Parochia Mercatorum , modé Aducna Auximi; cui delato juramento veritatis dicendz , quod pra- ftitic ta@is Sacris literis , fuic per D. 1 Int, De importantia jura- menti? Refp. Io fo, che fe diceffila bugia farci un gran peccato, del refto non fo altro. 2 Int. De ejus exercitio,& qua de caufa fit in hac Civitate ? Refp.La mattina ftoa fervirle Meffe alla Parrocchia de Mer- canti di Ancona, ¢ dopo defi- nare vado alla Scuola; ¢ mi ri- trovo qui in Ofimo per vedere un mio Zio, che mi vorrebbe feco. 4 Cn 3 Int. Seconda Parte. / 4 Con quefta Intervogazsone fi Seoprira , fe i Prete diceffe 0 non diceffe MejJa quel giorno is detta Chiefa. 6 Colla rifpofta a quefta Interro- gazione, firatifica per’ Me terzas volta! Identita di tutte le cofe, che Sono nominate in effa rifpofta . 7 Se 8g 3 Int. Ubi fuetit die Jovis eras ximé praterito. Reip.Giovedi proffimo paffa. tomi trovavo in Ancona; la maattina allaParrocchia fuddetta afetvir le Meffe , e dopo defi- nare fui alla Scuola. 4 Int. De Sacerdotibus , qui celebrarunt Miflam die Jovis proximé praterito in Ecclefia Mercarorum. Refp. Diffe Meffa in deta Chicfa,¢ Parrochia, il Signor Curato, D. Berillo Berilli Sacer- dote novello, J). Antinora Pin. cilli, ed un’ altro , che non co- nofco. $ Int. Quis infervivie Miffe illius Sacerdotisa fe ignorati; 8 qua licentia ipfe celebravit 2 Refp. ll Signor Curato non cicra; quel Prete mi diffe, che voleva dir Meffa ; Io penfando , che foffe uno degl' invirati dal Signor Curato , lo lafciai cele- brare ; ed Io. fui quello , che I ajutai ad apparare , ¢ gli fervii Ja Mcfla. 6 Int. De Veftibus Sacerdota- Tibus; de Miffali, de Altari, in quo celebravit , cjufque Para- mentis , & de aftantibus tali Miffe? Refp. Midiffe , che voleva dir Meffa della Madonna ; ¢ Gi vefti dell’ Ammitto , ¢ Camice di tcla bianca ; fi cinfe col Cordone, ordinario, che inmezzo ha un gruppo, c prefe il Manipolo, la Lz. Sto- 84 7 Seaveffe deta la Mela ins diverfa mapiera. dagh altrs , cioé malamente , fi poteva fofpettare , che foffe la prima volta , che avef- Secelebrato; ma avendola dettas bene , come gli altri, bifogua dire , ebelabbia fatto pits volte. 30 Quen Pratica del Santo Uffizio Stola , ¢ la Pianeta di vellate bianco pero ufata, fifervidi un Meffale, che hale coperte ne- gre con i fegnacoli rofli, ¢ di un Calice cutto di Argento colVe- Jodi feta bianca: Diffe la Mefla all Altar maggiore , il quale aveva quattro Candelicri colla Croce di ottone, col Pallio,¢ Cufcini bianchi trinati di varj colorised erano accefe duc Can> dele groffe come il dito pic~ colo, ¢ molti furono prefenti , ma non mi ricordo quali. 7 Interrog. An adverterit ali. quam differentiam intet Miffam prafati Sacerdotis , & Miffas aliorum? Refp. Quefto Sacerdote diffe Ja Mefla giufto come gli altri. 8 Int. An ille Sacerdos poft Miffam notaverit in aliquo li- bro confervato im Sacrario pro- ptium nomen ? Refp. Signor si , che quel Sa- cerdote , detta la Meffa noto il fuo Nome in un libro piccolo Jungo , coperto di carta turchi- na , che fi conferva nella Sagre- ftia , ¢ neha cura il Sig. Curato. 9 Int. An pro tali Miffa dictus Sacerdos habuerit c¢leemofy- nam? Refp-Io non fo niente, fe que- fto Sacerdote per quella Mef- fa aveffe la limofina ; pud effer, che il Sig. Curato glié I’ abbia data , o promeffa , perche altri- mati non G farcbbe norato. 10 Et Seconda Parte . 85. 10 Quefto Teftimonio e contefto colli &y due in provare I Idengi- ta della perfona 11 Sidimanda dove fi ritrova , ber poter venire alla di lui cattura, 1 Per 10 Etcidido, quod defcribat di@um Sacerdotem ? Refp. Quefto Sacerdote , edi ftatura_piccola , con un’ oc- chio offefo, non porta zazzera, ma hai capelliroffi, ecrefpi,¢ cosi pure é roffa la barba; ¢ por- tauna vefte negra corta, colle calzette pavonazze , ¢ le fearpe bianche. 11 Int. An fciat, veldici au- dicric , dium Sacerdotem alids celebraffe in illa, vel alia Ec- clefia , & ubi modd reperiatut? Refp. Io non fo niente, fe quefto Sacetdote altre volte ab- bia celebrato in quella, oin ale tre Chiefe; Iofo, chenon l'ho pitt veduto, neintefo nomina- re né avanti, né dopo; né fo dove ora firitrovi . Quibus habitis, & accepta- tis, dimiffus fuit, juratus de filentio ; & perleao ci {uo exa- - mine, fe fubfcripfic. Jo Bertoldino Meruli affermo quanto fopra di mano propria . A@a fant hxc per me Cur- tium Signanum Sanéi Officii Notarium. ESAME DEL TERZO TESTIMONIO. Dic 2. Odobris 1682. V Ocatus perfonalitér com- pant corém Admodum Rev. P. Vicatio San@i Offi- cii &c. , exiftente in loco exami- num, inmeique,&c. Rev. 86° 1 Per fapere fe queflo Pretes ‘abbia celebrato ltr in detta Chiefa, quefta é la vera Interroga- zione. 2 Avendo afferito diverfi Teftie monj , che quefto Sacrilego aveva notato il fuo nome nel libretto fow lito delle Meffe , che ficonfervain Sagreftia;non fi poteva far dimeno di non interrogarlo fopra cidje son Sargli efibire detto libro. 41 Pratica del Santo Uffizio Rev.Dominus Sacripantes Mi- rapellus , Parochus Mercato- ram Civitatis Ancone ; cuide- Jato juramento veritatis dicen- dz , quod preftitic tadtis Sactis literis, fuit per D. 1 Int. De Sacerdotibus, qui eclebrarunt Miffam in fua Ec- clefia die Jovis proximé prete- Tito? Refp. Nella mia Chiefa Gio- vedi proflimo paffato fyrono celebrate quattro Mefle; cioe Jamia, che fu la prima , unadel Signor D. Berillo Berilli Sacer- dote novello,la terza del Signor Pincilli , ¢ diffe l'ultima un tale, che non fo chi fia; il quale in mia affenza dimando didir Mefe fa, ed il Chierichetto lo permife; ¢ dopo la Meffanoto il {uo no- me nel libretto folito, ¢ poi, per quanto mirifcri il Ragazzo, feneandd, enon fifadove. 2 Int. An apud fe habeat libcl- lum, in quo notantur Miffe , que in dies celcbrantur in Ec- clefia Mercatorum ? Refp. Padre si , che preffo di me ho quel libro , nel quale quel Prete note la Meffla da lui celebrata ;.per avermi !ci fatto infinuare , che lo portaffi. 3 Etciper D. tide. ut exhi- beat libellum prefatum . Refp. Volenticri , eccolo qua; Erde fa@o exhibuit quemdam libellum, cu;us infctiptio; Mit. fa celebranda in Ecclefia Mer- cato- Seconda Parte. 8: 4 I Vefeovi comunemente co- mandano , che non fi lafci celebra- ve a Foreftieri, fe son moftrano ‘Ve loro Dimifforie se perch fifa quefia Interrogazione . 7 catorum 1692. Et incipit Gene Daro 1682, Finis vero. Adi 2. Ottobre , Et diéus libcllus cft Jongitudinis unius palmi, & guatuor digitorum, & latitu- inis fex digitorum ; coopertus quadam chartula turchina,chare tulatus totum , continens chartas triginta ; & in pagina quinta, a tergo , circa medium, tertio loco , habentur hee Werba , videlicet . A di 29 Settembre 1682. To Perinuccio Malaforte ho celebrata la Mefla della Madon- a. Quibus tranfumptig de man- dato Domini , &c. fait libel- lus cidem Domino Curato re- fticutus. 4 Int. Qua licentia, vel Di- mifforia celebraverit in fua Ec- clefia fupradi@us Perinuccius. Refp.lo non fo dire con qual licenza, o Dimifforia abbia ce- lebrato nella mia Chicfa il Prete Perinuccio : fe ci fofli ftato lo averci voluto vedere i {uoi rica- piti ; ma il povero Ragazzo, che attendeva alla Sagreftia, non haavutotantocervello. | $ Int, Anfciat, vel dici audie- rit, fupranominatum Perinuc- cium alias celebraffe in fua, vel alicna Ecclefia ; & ubi modo re- periatur. . Refp. Io non fo , ne ho inte- fodire, che il Prete Perinuccio abbia mai pid celebraro nella mia 88 Pratica del Santo Uffizio mia Chiefa , nein altroluogo, enon fo dove fi trovi; ne Io di lui ho cognizione di alcuna for- ta, fe non quella, che ho detta. Quibus habitis, & accepratis , &c. dimiffus fuit , juratus de filentio ; & perieéo ci fuocxa- mine, fe fubfcripfic . To Sactipante Mirabelli con- fermo quanto fopra di mano ropria. Ad@afunt hzc per me Cur- tium Signanum San@i Officii Notarium. ANNOTAZIONE. Allle diligenze efpreffe dal P.Menghini per verificare la fuddetta quarta Denunzia con tro il Gelebrante non promoffo,(da-lui into) parerebbe, che fi foffe potuta, anzi dovara aggivgnere quella di {crivere all” Inquifitore di Venezia , dove egli Feura feguiea Plel> mm Ordinazione del pretefoReosper avere la partita autentica dell’ Ordinazione del me~ Aino al Diaconate’, trattandek diOrdinazione feguita pochi giorai prima : e I’ altra di far fare la perquilizione nella Cancelaria dell’ Ordinario per mettere in chiaro , che non avefle riportata Dimifforia per ordinarfi al Sacerdozio;né tampoco efibito alcunoIn~ dulto Apoftolico per potere afcendere a quello.Quefte diligenze poi fono onninamente neceffarie , ¢ devono commetterfi ad altri Inquifitori , ¢ Velcovi refpettivamente , dove quelli non fono; quando It pretefi Rei di tale delitto affermaffero ne'loro Coftituti d’ef fere Sacerdoti , e nominaflero li Vefcovi , da quali fono ftati promoffi al Presbiteraro ; perche fecondo la difpofizione della Bolla di Paolo IV. contro li Celebranti la Mefla y € che odono le Confeffioni Sagramentali non effendo Sacerdoti , confermata de Clemente ‘VIII. pare, che in un certo modo fia imcambenza del Fifco di provare la negariva della Joro promozione 2 ral grado; maffime quando aveffero Ce! » € Confeflato per qualche tempo confiderabile « Modo di ricevere la Denunzja, ed efaminare li Teftimonj Sopra it delitto di Poligamia . QUINTA DENUNZIA DI POLIGAMIA. Die 19 O@obris 1682. Sra perfonalitér compa- suit coram Admodum Rev. 1 Quas- P. Seconda Parte. 89 P. Vicario Sani Officii Auxi- : micexiftente in propria manfio- + ne, in meique, &c. Cicero filius quondam Virgi- lii Nardi de Fabriano, ztatis annorum triginta , Advena Au- ximi, Mercator ; cui delatoju- : ramento veritatis dicende,quod 1 Ruende verranuole Denuazie Gi Poligamia fi avvertira di fav dire al Denunziante il Nome del- Jo Spofo se della Spofs , e delli loro Genitori ; chifece li Sponfalis in che Iuogos di qual tempo; allas prelenza di chi, e fe fe fatto Inftrumento Dotale , ¢ chi firo. Bd. Cos? pure, quando furono fpo- Satis da qual Curato; in quab Chiefa ; in che’ Altare, ed alla prefenza di quali Teftimonj s fi fa- vanno nominare anche altre perfo- me , che furono prefenti , per poter= Je efaminare , in evento, che fof- Soro morti i Teftimonj Tutto cidft ‘wede ben praticato nel racconto dé quefto Denunziante. praftitic cactis Sacris liccris , expofuit , utinfra. 1 Saranno dicci anni, che ioin Fabriano in Cafa mia, feci il Pa- rentado , o fiano Sponfali tra Menelao figlio di FedeleSantori, Mercante di Panni, ¢ Giberta figlia di Caftore Malgradi; furo- no prefenti col Padre dello Spo- fo, lidue fuoi fratelli, de'quali non foil nome, ed il Padre del- la Spofa , con fua Madre perno- me Arnulfa Cellari: i fecela carta Dotale coll'obbligo di cin- quecento fcudi di Dote; ¢ fene rogo il Notaro Ruggiero Pela- mi, prefenti due Teftimonj, che fi vedranno nell'Inftrumen- to. Ed avuta la fede dello ftato libero dalla Curia Vefcovale di Camerino , fotto la quale ¢ Fa- briano, in tregiorni Feftivi fi fecero i proclami dal Curato del Piano D. Lucullo Arnaldi , del- Ja qual Cura fono Parrocchiay ni ambedue gli Spofi ,ed il gior- no di S.Martino del 1672. furo- no fpofati nella fteffa Chicfa nell’ Altare della Madonna ; Teftimonj furono il Capita. no Filiberto Boccaferri , ed M Jo, geo 2 Quota Interrogazione fareb- be fuperflaa, quandofi fapeffe di werto, che fi trova il libro, is cut Si regifirano i Matrimonj ; ma perche pwd effere, che tal librofi fa abbruciato , operfos oche ib Curato fi fia feordato di regiftrar geet Matrimonio; peréé molto 0 farte diwaudargli gueftos per she Pratica del Santo Uffizio Jo. Sono viffuti per {ei anni in forma, ¢ figura di Matrimonio, ene fono nati due figli mafchj , che non fo come fi chiamino: dopo il qual tempo Menelao fi parti dalla Moglie, ¢ non fié mai faputo ove fofle: ma tre giorni fono ritrovandomi Io mici intereffi in Mondolfo , efi di Sinigaglia , incontrai detro Menclao, ¢ dimandan- © dogli del fuo ftato, mi diffe, che un tal Uomo dalla Rocca Contrada , avendogli detto , whe fua Moglic era morta , ¢ di averla veduta feppellire colli oc, chi propsj, ne aveva pigliata un’ altra per nome Doralicg Talpina :c che da questo Matrie monio aveya avuto un figlio, ed una figlia: ¢ dicendoglilo, che in Fabriano era viva fua Moglic , ¢ vivi anco ifigli, G pole a fofpirate, ¢ poi mi diffe: Quel ch é farto nom fipud disfare. E perche quefto ¢ un gran de- litto , ¢ intendo ,che fpettial Santo Uffizio, fono comparfo avantidi V.R. per ifcaricare la mia Cofcienza. 2 Int. De Czremoniis fadtis Parocho prafato , quando con- junxitin Matrimonium de pre- fenti Menclaum, & Gibertam in Ecclefia, de qua fupra . Refp. Prima dimandéa Me- nelao, fe era contentodi piglia~ re per fua legittimaSpofa Giber- ta, ed cgli diffe disi; BATS a Gi- Seconda Parte. gr ebeis tatti i caf abbiamo Tefimonio , che won fi ode pe acuna cccezziones ¢ prove con- eladestemense per la parte fuse 3 Sidimasda quefto che tendo over ? lyfirumeete dita Dore farebbe us grande indixie per la Poligamia “fgnita. 4 Sicorcamo tuste quefte cofe per arrivare alla pruova del fecondo Matrimonio, e per potere aver la partite det medefime fecondo Ma- brimonio , che concludentemente prova la Poligamia ; fuppofto it primo Matrimonio, ~ a Giberta, fe era contenta di pi- liar per fuo legittimo Spofo Kendao, ¢ lei rifpofe di si ; Allora Menelao pofe nel dito folito di Giberta I’ Ancllo; ¢ dopo aver fatto il Curato alcu- ne Cerimonic, gli diede la Be- nedizione ; € con efortarli_ a ftare in pace limando a Cafa: doveMenclao fece un bel Palo, © fui invieato ancor Io ; ¢ la fera ful tardi lo,e gli aleri lafciaffimo Ja Spofa in Cafa diMencao, ¢ ce ne andaffimo. .3 Int. An Menelaus dixctit ipfi Examinaro aliquid de Dote recepta a Doralice ejus focunda Urxore, & quatents,écc. an fue- tit taétum aliquod Inftramen- tum, &qui Notarius fe rogavit? . Refp. Mi diffe , cheaveva avuti feicento fcudi di Dote da Doralice; ma non mi parlé né d@'Inftrumento , né di Notaro. 4 Int. An dixerit aliquid de Parocho, qui cum cum Dorali- ce conjunxit in Matrimonium de prafenti, & de Teftibus , qui additerunt cidem Matrimonios & quomodo fecerit, ut haberet fidem fui ftatus liberi a Curia Senogallienfi ? Refp. Non mi diffe Menelao niuna di quefte cofe . 5 Int. An odio, vel amore, & fuper Inimicitia? Refp. Rede. Quibus habitis , & accepratis . dimiffas fuir, juratus de filen- 1 Quan- M2 tio, 92 Pratica del Santo Uffizio tio; & perlcéa ci fua Depofitiox ne, feltubferipit . To Cicerone Nardi confermo (quanto fopra di mano propria. A@afunt hec per me Cure , tium Signanum Sanai Offcii a Quando vengono a Vicarj le» pe di Poligamia, edi ‘ere materie gravi , le devono piglhare, come fie fatto qu? ; ma fubito avvifarel Inguifitore cos mandars eli la Denunzia, per faper quello, che 3? avr da fare per nos errare; © cos fi vede in quefto cafoilparti- 40, che fie prefodi ferivere al Pa- dre Ini di Gubbio , ed al Padre Vicario di Sinigaglia , af- Sine di avere tuts i ricapiti necef- Sarj per fabbricare perfettamente id Proceffo informative. Notarium. Succeffivé t Dmodum R. P. Vica- tius mific per Nun- cium cxprefflum fupradi@am Depofitioncm ad Reverendiffi- mum Patrem Inquifitorem Anconz,, ut dignaretur figuifi- care, quid effet faciendum pra fabricatione Proceflus, & pros fecutione caufe ; & eodem dic, idem P. Inquifitor refpondit , fe rogaffe Revercndiffimum Pa- trem Inquifitorem Eugubii ; ut mandarct Admodum R. P. Vi- cario S. Officii Fabriani extra- here juridicé a libro , inquo notantur Matrimonia , quz in dies contrahuntur in Parochia de Plano ejufdemTerrz Fabriae - wi, partitam Matrimonii con- tracti inter Menelaum,& Giber- tam; Etctiam {cripfifle Adm, R. P. Vicario Sangti Officii Se- + Rogallicnfis, ut fe transferret ad Jocum Mondulfi , & a libro folito Matrimoniorum, inquo fupponitur reperici notatum : Matrimonium inter Menclaum 5 153 & Doralicem, fumeret formitér notulam di@i Matrimonii, & ear & fis Seconda Parte. 1 Si woti diligentemente le for- twa di ricevere giuridicamente le partite de’ Matrimonj , ne’ quali atti molti errano se la Sacra Con- kregazione fi lamenta , ¢ corregge. Savect- 93 & fidem fui ftatus liberi; mos nendo hinc, & inde , ut mitte- rent Scripturas faciendas, ad * manus Adm. R. P. Vicarii San- Gi Officii Auximi. : Ita eft Curtius Signanus San- &i Officii Notarius . Die 20. Odobris 1682. Omparuerunt Scripture miflz a Rev.Adm. Wicae rio San@i Officii Fabriani , & incipiunt , & definunte ut infra & fucrunt repofite in ads, & fignata litera Majufcula A. Ita_eft Curtius Signanus San- i Officii Notarins . Copia Scripturarum miffa- rum ab Adm. R.P. Vicario San- &i Officii Fabriani cft , quz {e-- quitur . Die 15. OGobris 1682. 1 Dmod. R.P. Vicarius San@i Officii Fabriani racepit Mcnandco _Barcllo landatario ejufdem SanctiOffi- cii, ut adiret Domum R.D.Lu- cull Arnaldi Parochi Ecclefiz de Plano ; & ci diceret , ut fibi placeat ftatim deferre ad Santi Officium librum, in quo no- tantur Matrimonia, quz in dies contrahuntur in dia Parochias & finé mora prefatus Dominus Lucullus fiftens coram codem Admod. Rev. Patre Vicario in aicique, &c. 3 & delato ci jura- mea. 94 Savverta alla maniera di riceve- re giuridicamente Libri , 0 Scrit~ tare. 1 Re Pratica del Santo Uffizio mento de veritate dicenda,quod praftitic ta@is Sac. literis , dixie. Havendomi V. P. M.R. or- dinato per mezzo del fuo Mane datario, che Io portaffi il li- bro, nel quale fi regiftrano i Matrimonj, che alla giornata fi vanno facendo nella mia Par- rocchia,I’ho ubbidito , ed ecco- lo qui; fta fempre appreffo di me, ¢loconfervo fedelmente. Et de facto exhibuit mihi quemdam librum coopertum charta Pergamena, altitudinis duorum digitorum , & chattus latum per totum 2 apparet pa- ginarum 225. Incipit pri mum Matrimoniam: Ad! pie Gennaro 1628. & ultimum:Adi 12. Ottobre 1682. cum Infcri- ptione de foris 1628. Liber Ma- trimoniorum , que contrahun- tur de dic in diem in Parochia de Plano Fabriani: & fub pa- ina 150. per Me, &c. bene vi- his, & le@us, reperitur inter cetera, notula Matrimonii con- ara@i inter Gibertam filiam Caftoris Malgradi, & Mene- Taum filium Fidelis Sandtori ; juam ctiam de mandato pre- ti Admod. Rev. P. Vicarii de verboad verbum ¢ dido libro fidelitér extraxi, &in adtis dee {cripfi,prout fequitur,videlicét, ie 11. Novembris 1672. 0D) cree aie ne remifiis tribus dicbus Feftivis,qua- tum prima 28. Oétobris, fecun- a Seconda Parte. t ‘Riduete che fia weg? atti la par= tita del primo Matrimonio, fifard coftar wegli atti medefimi la Jopra- prensa della prima Moghe, cow Yau 5 da prima Novembris , pcan feptima cjufdem mengs ines Miffarum folemaia habitis, nule logue deteo it imento, Ego Lucullus Arnaldus Curay tus Ecclefiz de Plano Fabriani, Dicecefis Camerini, Menelaum. filium Fidelis Santori de Fabria- no, & Dominam Gibertam fi- jiam Caftoris Malgradi paritér de Fabriano,mutuo habito con- fenfu, per verba de prafenti Matrimonio conjunxi; prefen- tibus ibidem pro Teftibus Do- mino Capitanco Filiberto Boc- caferri , & Cicerone Nardi. Itd_ eft Arcadius Melitinas San@i Officii Fabriani Notatius. Si prova la fopravivenza della prima Moglie , coll’efame di fc ftefla , edi duc altri. Die 16. OGobris 1682. Xaminata fait per Admo- dum R.P. Vicarium Sant Officii Fabriani_exiftentem in SacrarioSan&z Lucie ¢jufdem Oppidi,in meique , &c. Siverta filia Caftoris Malgra- di,ztatis annorum vigintiquin- ue; cuidelato juramento ve. Titatis dicendz , quod preftitit taGis Sacris literis, previis de- bitis admonitionibus, fuit per D. 1 Int. De nomine, cognomi- ne , Parentibus, Patria , exer- citio , vel profeffione ipfius Exa- munatz. Refp- 96 efaminare lei fieffa, e dopo, due ‘cpimonj almeno, che di frefeo P abbiano veduta vivere: ¢ fi ve- dra chiaramente, ne tre efamiy ome qui forte, 3 Senzale circoftanze del luego, tempo , Curato , ¢ Teftimonj ¢ nul- Jo qualfivoglia Matrimonio; ¢ perd Lfidoveva interrogare di tutte. 4 Per- Pratica del Santo Uffizio Refp. Io michiamo Giberta figlia di Caftore Malgradi, ¢ di Arnulfa Cellari da Fabriano, el eta miaédianni venticin- ues il mio efercizio ¢ di atten- jere alla mia Cafa. 2 Int. An fit foluta, vel Vito eonjunéa, & quatenis , &c. di- eat nomen, cognomen , parcn- tes, patriam,ztatcm, ac exerci- tium Mariti ipfius Examinate? Refp. lo non fo {¢ fia marita- ta, o vedova; perche dieci an- nifonomi maritai, ¢mio Ma- rito dopo effer viffuto meco al- uni anni,fe ne ando via ,¢ non ho faputo pi nuova de’ fatti fuoi ; il fuo nome é Menclao figlio di Fedele Santori , ¢ di Marinella Acanti ; il fuo paefe 2 Fabriano; d’anni ventifettesed il fuo efercizio era fare il Mer- cante de’ Panni. 3 Int.De quo tempore , qua in Ecclefia, coram quo Paro- cho , & quibus Tcftibus prafen- tibus Matrimonium contraxerit eum dio Menclao ? Refp.lo mi maritai dieci anni fonosfi fece lo Spdfalizio il gior. no proprio di S. Mattino nella Chiefa del Piano, alla prefenza di Don Lucullo Arnaldi Cura- to;¢ Teftimonj furono il Si- nor Capitano Filiberto Boeca. sri, ed il Sig. Cicerone Nardi. 4 Int. Per quantum temporis {patium ipfa Examinata , & di- Meaclaus fimul cohabi- ° tave- Seconda Parte. 5 Perchei Figli fono li fratti del Matrimonio; perd da effifi prova il Matrimonio medefimo: come fi prova dagli effesti la caufa. “ 7 Sefard neceffario, fi potran- a0 fare altre Interrogazioni , fe- condo cheparerd al Giudice « 3h 7 taverine in figura, & forma Matrimonii ? Refp.Io, come ho detto , mi maritaidieci anni fono con Me- nelao ¢ dopo aver {eco abitato in figura , ¢ forma di Matrimo- nio lo fpatio di fcianni, fence parti via, ¢ non fo {e fia vivo, motto. 5 Int. An di&o Menelao Filios genuerit, & quatents,&c. dicat corum numerum, & nomina ? Refp. Da Menelao ho avuti due Fiali Mafchj, I’ uno avera otto anni , ¢ fichiama Querino, ¢ altro fette, per nome Fel- Ictto. 5 6 Int. Ubi ad prafens reperia- tur prefatus Menelaus ¢jus Ma- ritus, & hoc an fciat, vel fal- tém dici audicrit ? Refp. Ionon fo di certo ove al prefente fi trovi mio Marito Menelao; fi va perd dicendo , che fia nel territorio di Siniga- glia 3 non fo in qual luogo, né londe fia nata quefta voce - 7 Int. De Vicinis Domui fuz habitationis , & quatenis; An quandoque fc videant ? Refp. Ditimpetto alla mia Cafa ci abita il Signor Fulvio Gabbiani, ed alla deftra della mia Cafa medefima ci fta Mef- fer Rofeo Campanella mio Compare al Battefimo , ¢ ci ve- diamo ogni giorno. Quibus habitis, & acceptatis , dimiffa fuie jurata de filentio; N & per- 3 Ui detto del YePimonio, fenza ‘addurre la caufa della feienzae some un corpo fenz anima 3 ¢ que- fa mancanza deteftava Monjignor de Roffi allora, che io fervivo nel SS. Uffzio di Roma. a: Perche @ pofibile , che ci fa ae Pratica del Santo Uffizio. & perleco ci {uoexamine, fe fubfcripGr. Io Giberta Malgradi confer~ mo quanto fopra di mano prov pria. A@afunt hec per me Arcas dium Melitinum San@i Officii Notarium - Eadem dic in Vefperis « E Xaminatus pro intormatios ne San@i Officii coram , & ub! fupra, in meique, &c. Dominus Fulvius Gabbianus, wtatis annorum triginta; cul delato juramento veritatis di- ecndz , quod preftitit ra&is Sa~ cris literis, fuit per D. 1 Interrog. An cognoverit y & cognofcat Gibertam filiam Caftoris Melgradi,& Arnulphe Cellari_, & Uxorem Menclai San@ori? Refp. Io conofco molto be- me Giberta figlia di Caftore Malgradi , ¢ di Arnulfa Cellari, © Moglic di Menclao Santori. 2 Int. Anprafata Giberta vi- ‘Yat, & in humanis vitam ducat? Refpondit; Padre si, che detta Giberta di prefente vive al Mondo. 3 Int. De caufa {cientiz . Refp. lolo fo; perche quefta mattina ho parlato {eco per ve- dere, fein Cafa fua toficroan- date alcune mic galline. 4 Int. An in his partibus repe- riatur aliqua alia Mulicr hoe no- Seconda Parte. rt) ae alfra Donna dello fteffo nome , eognome , ¢ nara dagls fteffi Geni- tori, cio® Sorella , percid fi fa tab dimanda , edin quefto cafo farebbe aeceffario togliere Fequivocazione, e provare la fopravivensa di quel- Ja, ch’e vera Moglie. Si pad anche dar cafo, che ci foffe ux altras Donna dell’ ifteffo nome , cogsome, e natadegh iftelfi Genivori., mas morta; edi tal cap bifegnerebbe pare levare P equivocazione , cogh ef mi opportuni. 3 Sem- nomine, & @gnomine voca- ta, atque his Parentibus nata , & quatents, &c. fp. Padre Rev. in quefte arti non fi trova alcun’ altra jonna, che fi chiami con tal nome , ¢ cognome ,¢ Nata da uefti Genitori; ¢ lo fo benif- Imo, per aver’io intiera noti- aia della Perfona, ¢ Parcntado dieffa Giberta bus habitis , & acceptatis, dimiffus fuit juratus de filentio ; & perledto ci {uo examine, fe fabfcripfit . . Io Fulvio Gabbiani confer- mo quanto fopra di mano pro- ria s A@a fant hec per me Arca- dium Melitinum Sandi Officii Notarium. Succeffive . matione San@i Officii, & ubi fupra, in meique, &c. Rofeus Campanella, ztatis annorum quinquaginta; cui de- Jato juramento veritatis dicen- dg, quod preftitit tadiis Sacris literis , fuit per D. 1 Int. An cognofcat, &co- noverit Gibertam filiam Ca- Fors Malgradi, & Arnulphe Cellari , & Vxorem Menelai San@ori. Refp. Ioconofco molto bene Giberta figlia di Caftore Mal- Nz, gra- Bees fuit pro infor- 109 3 Semprervicordo, obe fi cerchi della caufa della fetenza , per effer Lommamence necefaria. Pratica del Santo Uffizio gtadi, edi Arnulfa Cellari, 6 Moglic di Menelao Santosi; ed Jo fui quello, che Ia tenni al Battcfimo. . 2 Int. An prefata Giberta vi- vat, & in humanis vitam ducat? Refpondit ; Padre si, che Gi- berta di prefente vive, ¢ ftacon buona falure. ~ 3 Int. De caufa fcientia . Refp.Lo fo, perche adeffol'ho veduta federe fopra 1a Porta di fua Cafa; ¢ miha dato il buon giorno. 4 Int. An his in partibus re- Periatur aliqua alia Mulicr hoc * MNomine, & cognomine voca- fa, atque ex his Parentibus nata? Refp.Padre,dico che in quefte - Parti non fi trova altra Donna, che fi chiami col medefimo nome, cognome, ¢ nata da quefti Genitori ; ¢ lofo beniffi- * mo per la notizia, che fempre - Roavato della Perfona, ¢ Paz a Pet. Fentado d'effa Giberta. Quibus habitis, & acceptatis, dimiffas fuit juratus de filentio ; & perledto ei fuo examine, fe fubfcripfic. Io Rofco Campanella confers mo quanto fopra di mano proy Pria. A@a fant hec per me Arca- dium Melitinum S, Officii No- tarium , &c, Seconda Parte. 1 Per venire al difegno di aver F Inflrumento della Dote,quefts 2 buona Interrogaziones perche ver- 18 adire , che fono Marito , e Mo- glie, eche lui fece b Inflramento della Dote , a eff atto fi potra fare avanti la Be ees della Moglie , ed anco dopo , fecondo , che riufeira bik comodo al Vicario. 2 Non fi pnd pretendere tOrigi- sale dell Inftrumento,ma la Copias sma perd che fia in forma autentica: o fi ricevera megli arti, come qud spprelfes 101 Incontinenti. Ocatus perfonalitér com- paruit coram, & ubi fu- pra,in meique , &c. Dominus Kuggerius Pelamus Notarius Curiz Laicalis; cui dclato juramento veritatis di- | cendz, quod praftitit tadtis Sa- cris literis , fuit per D. . 1 Int. An cognofcat, velun- quam cognoverit Menclaum Sandori, & Gibertam Malgra- di , & quatenis , de caufa Scientia? Ref. Menelao Santori , ¢ Gi- berta Malgradi fono Marito, ¢ Moglie; febbene quel difgrazias to ha abbandonatoquefta pove- raGiovane , ¢ Dio fa dove fi . trova;efo, che fono Marito, € Moglie,perche lo feci l'Inftru- mento della Dote, ¢ mi trovai prefente allo Sponfalizio,che fu fatto nella Chiefa del Piano, faranno dicci anni, il giorno di S. Martino. 2: Er cidiGo, ut exhibeat Co- piam diGi lnftrumenti Dotalis & forté habeat apud fe. Refpondit:E(fendomi ftato ins finuato qui dal Signor Notaro del Santo Offizio, che V.P. M. Reverenda defiderava Copia di uefto inftrumenro , Jo f{enza dilazione I’ ho fatta, ed eccola qui; ed il Signor Notaro mi ha potuto comunicar qucfto , pek cflere 102 I Libri, o altre Scritture fi pof- foo feguare e colli numeri. 2 3-40 € colle lettere Majufcole,e quefioe pitt ufato; quando poi les Scrittare fofferoin gran numero Sfiadoprerebberoi numeri , oppure firaddoppierebbero le bettere , cio ‘DD. EE. finito che folfel alfabe- todelle lettere femplict A. B.C, 1Ve Pratica del Santo Uffizio ¢ffere io Procuratore delli pove- ri Rei di quefto Santo Tribue nale. Et de fa&o exhibuit quod- dam folium exaratum in dua- bus paginis cum dimidia ; 6 incipit : In Nomine Domini Amen. Cum ‘effent in Domo Domini Ciceronis Nardi, &c. Finit vero: Et ita convencrunt, & conveniunt, &c. Quod folium fuit per me; &c. receptum, & repofitum in adtis , & fignatum litera Maju. fcula B. Quibus habitis, & acceptatis, dimiffus fuit juratus de filentios «x Pecans fao examine fc, fublcripfit. To Ruggiero Pelami confers mo quanto fopra di mano pro+ pria. Ad@a funt hec per me Arcae dium Melitinum S. Officii Not. Die 20. OGobris 168 2. Ervencrunt ad manus Ad- mod. Rever. Patris Vicari Auximi Scripture miffeab Ad- modum Rev.Patre Magiftro Vi. catlo San&i Officii Senogallie ; qua incipiunt , & deGinunt ut infra;& fuerunt recépte in adtis, & fignate litera Majufcyla C. Ica eft Curtius Signanus Sandi Officii Auximi Notarius, &c. Dmodum Rev.Pater Vicaé rius San@i Officii Senogal- liz, ex commiffione Reveren- diffimi Patris Inquifitoris An- : conz Seconda Parte: 103 conz, ut patet ex literis, &c. una mecum acceffit Monduls phum; & degens in Conventa San@i Auguftini in Cella fibi affignata , coram ipfo, in mei. que, &c. Vocatus perfonalitér compa- ruit Rev. D. Anaftafius Marri- nus ; cui delato juramento veri- ~ tatis dicende , quod pratticit ta~ 1 Vedra qut il Signor Vicario, come fi dovrd camminare ordina- tamente per arrivare al fine defi- derato , cioe di avere Ja partita deb Matrimonio s interrogando pric ma il Curato del fuo efercizio , pos della Chiefa Parrocchiale , ¢ frral- mente del libro, in cui fi notawo § Matrimonj , affische lo prefenté Per covarne la partita. 4 ‘Diver- @is Sacris literis, fuit per D. 1 Int. De cjus exercitiv . Refp. Io fono l'unico Curata di quefta Terra, ma fotto di me ho diverfi Cappellani, che mi ajutano, ed il mio efercizioé Battezzare , Confeflare, Co- municare , fare i Matrimonj, € Ie altre cofe folite de’Curati. 2 Int. De_nomine Parochia- lis Ecclefiz ? Refp. Lamia Chiefa Parroce chiale , fi chiama la Parrocchia Comune. 3 Int. An apud fe habeat li- brum , ia quo notantur Matri- monia, que contrahuntur de dic in diem. Refp. Appreffo di me non ha altro libro de’ Matrimonj, fe non da un’ anno in qua ; perche per glianni addictro, che fa- Fannofeffanta , erano regiftrati tutti i Matrimonj in un’ altro libro; ma per_cattiva difgra- zia tredici mefi fono effendofi attaccato il fuoco nella mia Ca- fa, fi abbrucié la Stanza dove dormivo ,¢ tutte le ce »® >» 104 4 Diverfamente ficamminera nel provare in quefto cafo , ciod in mancanza del libro, il fecondo Ma- srimonio , di quello che fi foce per Provare il primo; poicbé allora fi trovdil libro de’ Matrimonj , ef pore levar la partita del primo’ Matrimonio , colla quale effo fi provaus concludentemente; ma ora il libro de’ Matrimonj nom fi trova onde a ffine di far coftare th Secondo Matrimonio fi cfamina if Curato; pe glidimanda costodel- Ja fede dello ftato libero avuto dat- la Curia Veftovale ; fe gli fanno nominarei Teftimonj , che furon prefenti , quando fi contraffe it Pratica del Santo Uffizio libri, che fi erovavano in effa > efra quefti ficonfumé anco il libro, dove fi notavano i Ma- trimonj, che di volta in volta fi facevano ; ed adeffo fi notano in un libro , che fi compro allora; ¢ fi conferva fedelmen- te appreffo di me. Tunc Adm. Rev. P.Vicarius, ne Fifci intentio ob defeQum probationum deftruatur , de- revit examinare Parochum co- ram Parernitate fua Admodum Rev. ftantem , & Teftes ab co- dem adducendos;. Teftes in- quam , qui fuerunt prafentes , quando prafatum Matrimo- nium inter diéos Menclaum , & Doralicem fuit contra@um : & ita ad finem fupradiQum , abfque temporis intervallo , fub codem juramento , ted D. 4 Int. An cognofcat Menc- Jaum San@orum, & Doralicem Talpinam , & quatenis, &c. ‘Refp. Io conofco molto be- ne Menelao Santori, ¢ Dorali- ce Talpina; ¢ faranno circa tre anni, quando venni ad abita- rein quefta Terra. $ Int. An fciat inter di@um Menelaum Sanéorum, & Do- ralicem Talpinam contra@um fuifle Matrimonium per verba de prefenti, & quatenus, &c. dicat ubi, quando , coram quo Parocho , quibus Teftibus pre- fentibus. Refp. Io fo molto bene, che tra Seconda Matrimonio, per efaminar ancor Joro, 0 altri prefenti , fe foffero quelli morti 5 ¢ fi riduce anche» negli attila Copia e della carta dotale , ¢ Degli efami fatti nek Vefeovado per provare so ftato li- bero: equefto , accid fi poffa veni- re In cogniztone de’ Teftimonj falfi, non efjendofi poruto fare il fecondo Matrimonio forza fis la pratica di quefto documento , ji vedra negli efami, che qui appreffo fa- rannpfotto gli occhi di chi heggera. Pet Marito, GE Moslie 7 Parte. 10 ta Menelao Santori, ¢ Dorali- ce Talpina fu contratto Matri- monio per verba de prafenti ¢ fu contratto nella mia Chicfa della Parrocchia comune, tre anni fono, il giorno di San Mi+ chele; ¢ fu alla mia prefenza, e di due Teftimonj, cioé del Signor Tarquinio Bellocchio,¢ del Signor Gueftore Campi. 6 Int. De modo,quo fuit con- tra@um diéum Matrimonium inter Menelaum,& Doralicem? Refp. Quefti due Signori fe- cero li Sponfali , ed aggiuftaro- nola carta Dotalecon promif. fione di fecento fcudi di Dote ; efe ne rogo un tal Notaro, che fichiamava Mercario, Ciampa- nelli, come midiflero i mede- fimi Teftinionj . Dopo alcuni jorni mi prefentd la fede del luo ftato libero fatta da Monfi- gnor Vicario Generale di Sini- gaglia con una lettera a me, che faceffi i foliti proclami; ¢ non ifcoprendofi dopo effial- cuno impedimento |i dovefli congiungere inMatrimonio per werba de prafenti 3 ¢ tanto cfe~ guii, come ho detto , tre an? ni fono nel mefe di Settembre nell’ Altar maggiore della mia Chiefa ; cioé feci li proclami in tre giorni Feftivi , ¢ poi il gior= no di San Michele gli fpofai » avato I’ efpreffo confenfo del- Tuno, ¢ dell’ altra di pigliarfi 7 Int. 106 Pratica del Santo Uffizio 7 Int. De Patria, & exercitio diGi Menelai,, cjufque Uxoris ? Refp. Menelao dice effer di Fabriano, ed il fuocfercizio ¢ fare il Mercante de’ Panni, ela Moglie attende alla {ua Cafa. 8 Int. Quomado ptobaverit A é habucrir fidem fui ftacus libe - ti Menelaus prafatus? Refp. lo non faprei dire, in che manicra Menclao abbia rovato . ed avuta la fede del fuo ftato libero. 9 Int. Ubi modo -reperiatur fides ftatus liberi Menclai , S epi:tola fibi Examinato (criptaa D. Vicario Genetali Senogalliz pro contrahcado dito Matri- Monio. Refp. Lo non faprei dire dove fitrovila fede dello ftata libero di Menelao; me la moftré, ¢ poi fela portd via, ed io ftrac- ciai , fatto il Matrimonio, la lettera del Signor Vicario Ge- nerale di Sinigaglia. to lot. An Menclao Dorali- ees genucrit filios 2 Refp. Doralice ha avuto da Menelao un figlio, ed una figlia, € gli ho battezzati ambeduc ios il mafchio fi chiama Ballarino , ¢ la donna Filabella; il primo avra due anni in circa , ¢ la fe- conda pochi mefi. 11 Int. A quo tempore Me- nelaus reperiatur in hoc loco? Refp. Non faprei dirlo : lo fo, chetre anni ono, quando yenni, lo trovai qui, Qui- Seconda Parte: 3 Si 10; jibus habitis, & acceptatis, dimiffus fuit juratus de filentio; & periedo ci fuo cxaminc, fe fubfcripfit . To Anaftafio Martini , con, fermo quanto fopra di mano ia. Pine fant hee per me Arca- dium Melitinum Sandi Offcit Notariam. ESAME DEL PRIMO TESTIMONIO Per provare il Secondo Ma- trimonio. Eadem die poft Vefperas. Xaminatus fuit pro infor- matione San@i_ Officii co- fm » &ubifupra, in meique , Ce Tarquinius Belloculus, an- norum 38 ; cui delato juramen- to veritatis dicendz, quod pra- ftitic tadtis Sacris literis , fuic per D. 1 Int. Ap {ciat , vel imagine- tur caufam fuz vocationis , & prefentis examinis ? Refp. Padre,dico che nonso , né m’immagino la caufa , per la quale V.P. mi vuole efaminare? 2 Int. An cognofcat Mene- Jaum San@orum , & Doralicem Talpinam , & quatenis , a quo tempore citra? Refp. Io conofco Menclao + Santori di Fabriano. Mercante ° . 2 de’ 108 3 Sinoti quella parola, quomo- do. la quale cerca , che finarriil confenfo dato dagli Spofi colle ceri- monic folite del Sacerdote ; effendo il mutuo confenfo degli Spofi las feoftanza deb Matrimonio, Pratica det Santo Uffizio je’ Panni, da tre anni in quain circa, che vennea ftarein que~ fta Terra; ¢ Doralice 'hoco- nofciuta dopo, ch’é nata , effen- do ambedue, noi di quefta Pa- tria. 3 Int. An fciat inter! dios Menclaum , & Doralicem con- tradum fuiffe Matrimonium per verba de prafenti, & qua tenus, &c. dicat ubi, quando, coram quo Paroco , quomodo, & quibus Teftibus prafentibus? cfp: lo fo molto bene, che tra Menclao , ¢ Doralice fit contratio il Matrimonio nella Chiefa della Patrocchia , detta la comane , tre anni fa in cir- ca, alla ptefenza di D. Anafta- fio Martini , che venne Curato in quel tempo, ¢ fui Feftimoe nioio , ed il Signor Queftore Campi ; ¢ foffimo pretenti, ¢ vedeflimo , ¢ fentiflimo, che il Signor Curato, dopo aver cele~ brata la Santa Mefia , dimando a Menelao Santori, fe fi con- tentava di pigliare per fua legit. tima Spofa Doralice Talpina, ed cgli difle di si; ¢poi fi voltd a Doralice Talpina, ¢ lichiefe , fe fi contentava di pigliar per fuo legittimo Spofo Menclao Santori , ed ancor Leirifpofe di si; ¢cid detto , Menclao pofe VP Ancllo nel dito di Doralice ; ¢ dopo aver il Curato dette alcu- ne Orazioni , li licentid com clortarglia flare in Pace. : Qui, Seconda Parte. 10d Quibus habitis , & acceptatis 5 . dimiffus fait juratus de filentio ; & perie@o ci fuo examine fe fub{cripfit . lo Tarquinio Bellocchio con- fermo quanto fopra di mano propria . Ada funt hzc per me Arca- dium Melitinum San@i Officii Notarium. ESAME DEL SECONDO TESTIMONIO, Per provare il fecondo Ma- trimonio. Incontinenti. p Xaminatus fuic pro infor- E matione Sandi Officii co- ram, & ubi fupra,in meique,&c. D.Queftor de Campis, anno- Tum $0; cui delato juramento veritatis dicendx , quod prafti- tit tacts Sacris literis, fuit per D. 1 Int. An {ciat, vel imagine. tur caufam fuz vocationis, & prafentis examinis ? Refp. lo non so niente affat« to. 2 Int. An cognofcat Mene Jaum San@orum, & Doralicem Taipinam , & quatenis ,a quo . tempore, & quo loco? Refp. Io conofco Doralice per tutto il tempo di fua vita, perche lei, ed io famo nati, eg allevati in quefta Terra, ¢ fiatig anche vicini ; Menelao é For, a ‘tice 110 Pratica del Santo Uffizio fticre , ¢ vende i Pannidi lana ; ¢ fara qualche, tempo che fi trova qui, non fo, fedatre, o quattro anni. 3 Int. An {ciat inter didos Menclaum, & Doralicem con- tradum fuiffe Matrimonium per verba de prefenti, & qua- tends, &c. dicat ubi , quando, cordm quo Parocho, quomo- do, & quibus Teftibus prz{en- tibus ? . Refp. Io fo molto bene, che tra Menelao, ¢ Doralice fud- * detti_é ftato contratto Matri- monio per verba de prafenti; ¢ fa contratto nella Chiefa della Parrocchia comune all’ Altar maggiore, ftimo che fianotre anni in circa , alla prefenzadi B. Anaftafio Marrini_Parroco di detta Chiefa; ¢ foffimo Te- ftimonj il Signor Tarquinio Bel- locchio, ed io, ¢ vedeffimo, ed udiffimo tutto quello, che fece, ¢ diffe il Signor Parroco aidetti Spofi, che fi fuol fare, edire in tutti gli Sponfalizj: nor Curato dimando a Mene- 0 Santori, s’ cra contcnto di igliare per fua legittima Spofa ralice, ¢ lui rifpofe Signor si: € poi interrogé Doralice Talpi- na, fe fi contentava di pigliare fuo legittimo Spofo Menc- _ lao , ed ella diffe disi: ed allora Menelao pofe nel dito di Dora- lice l'Anello folito ; edopo aver il Curato recitate alcune Ora- 1 Cx 210+ Seconda Parte. 1 Con i Vefeovi fi deve cammina. vecos tutte le riverenze pofibili , santo pit, che extti fi ‘an0 is- clinatifins di favorire il Santo Tribunal: fi pud andare col No- taro, come si é fatto gu), od axcp Lense di eff. 1 Now mr zioni , che non intefi , glilicene - zid dicendo: Andate, ¢ ftate.in pace. Quibus habitis, & acceptatis, dimiffus fuit juratus de filentio; & perleo ci fuo examine, fe fabfcripfit . To Queftore Campi confer. mo quanto fopra di mano pro- ria. AGa funt hee per me Arca- dium Melicinuay SanQi Officii Notariam. Eadem dic in fero. I Dmodum R. P. Vica- rius unamecum ac- ceffit ad Iluftriffimum , ac Re- verendiffimum D. Antifticem Senogalliz , & nomine Reve- rendiffimi Patris Inquificoris ro avic fuam Dominationem Il- luftrifimam , ut dignaretur mandare Cancellario Curiz Epifcopalis, ut daret, & cons fignarct in Santo Officio Co- piam cxaminum fecutorum in ¢adem Curia pro probando fta+ tu libero di@ii Menelai San@oris & llluftriffimus benigne an- nuit. Tea eft Arcadius Melitinus San@i Officij Notarius. Die 15. Odtobris 1682. Cordm, & ubifupra, in meiquc, &c Erfonalicér comparuit Do- Pp aninus Alidorus de Floribus, Can- 112 - 1 Now bafta , ebe quefta-Copia a eat fi facet se ie glia manitras ma 2 neceffario, che fia legalizara; e quando fa ra legalizata , bafterd unirla’ al ‘Proceffo; fenza comparfa del Can- ecHiere perfanale: fe poi compa- rird , come fi ferive aver fatto quefto, ford meglion : Pratica del Santo Uffizio Cancellarius Curie Epifcopalis Senogallienfis ; & delato ei ju- ramenro veritatis dicende , juod preftitit taGis Sacris lite. ris expofuit, ut infra. 1 Monfignor'Illuftriffimo Ve- fcovo , mio Signore, mi ha comandato , che io confegni giuridicamente a V. P, M. R. Ia Copia dell’ efame fatto per rovare lo ftato libero di Mene- 10 Santori, ed é quefta, che ora prefento. Et de facto exhibuit quod- dam folium exaratum duabus paginis integris , & incipit. In ‘Dci Nomine, Amen . Die 26. ‘Maji 1680. Pro ftatu libero Me~ nelai filii Fidelis San@ori ; &c. finie vero: Che fe foffe il con- trario al certo lo faprei : quod folium fuit receptum in ads, & fignatum litera Majufcula D. uibus habitis , & acceptatis , dimiffus fuit , juratus de filen- tio, & fe fubcripfit. To Alidoro Fiori ho prefenta- to giuridicamente la fuddetta Copia di efami. Ita eft Arcadius Melitinus San@i Officii Notarius. Seconda Parte. 11> torjyche fi hone etal Jipsti ret onj efaminati fopra quel GP oterr: ache fi vedono fatti alli due i Teftimonj efaminati fopra quefto Capo per ore iI fecondo Matrimonio contratto dal peetefo Reo vivente fa {va pei- ma Moglie , cig: An feiat inter dd, Menelaumy & Deralicem conirafum fuife Matrimonium, Sc. pare , che abbiano del fi tivo ; © perd ad efferro d’ isfipgire ‘ogni ombra di tale difetto deteftabile in cutti li Proceffiy ma pid di ogni altro in quelli, che fi fabbricano fopra rmaterie fpettanti al S. Tribunale dell’ Inquifizione : im vece df tali Interrogatorj in cali Gmiglianti , fard pid a propolito di fervirli di alcuno de' fe~ guenti ,cioe: n feiar, vel it informarus dd. Menelanm, F Deralicem effe falutor, vel Conjugates,F coovvero:An feiat, vel fit informatus , cujus flatus fint dd. Menelaus (5° Deralicess9'c oppaterc ft informarns de atmy dd. Menclals & Deraicss¥e, ben tché prefuppofta fa precedente reduzione negli Attidella partita di tale Matrimonio Ji detti Interrogatorj meffi dal Padre Menghini poffono foftenecli ¢ non foggiacciono 2d alcuna eccezione « : E perche oltre la fuddetta Poligamia vera,e confumata,che fi commette dal!’ Uomo, che vivendo la prima Moglie prende !a feconda, 0 pid Mogli, ¢ dalla Donna , che vi- nel S. Uffizio @ procede ancora contro » quando fieno venuti a qualche atto po s ed anco col titolo di Rei di Poligamia &- milkdinaria contro gli Ecletltici tanto Secolari quanto Regoari che dopo ceva 11 Ordini Saeri ; 0 dopo aver fatta Profeffione in qualche Religione approvata dalla je Apoltolica contraono Matrimonio; 0 dopo aver contratto Matrimonio fi promova- i Ordinj anco minorisovyero fanno Profeffione in qualche Religione fenza difpen- del delitto , ¢ come fi no Gr dalla Sede Apotolica» Nel fadders cli per provare il corpo, fuol dire gli eftremi della teneata Poligamia vera , dove’ farfi diligenza per trovare fe fopea il fecondo Matrimonio fieno ftati fatti Capitoli Mattimoniali colla coftituzione della Dote: f@ fopra lo ftato libero dell’ Uomo, 0 della Donna, che ha tentato di paz re al fecondo Matrimonio darante 1! primo » avanti all’ Ordinario fieno fati_efaminati ‘Teftimoaj,o prodotre alere pruove fopra il fuo ftato liberosfe Geno ftate fatte JeDenunzie, pubblicazionio proctami del fecondo Marrimonioso fe Geno feguit Ii Sponfli per ver- de futuroy o atti fimili , ¢ procurarG di ridurre quanto fi troverd per fondamento. dell'intenzione del Fifco in forma autentica negli atti, colli efami de’ Teftimonj, che ne faffero informati ; poiché per provare I’ eftremo del primo Matrimonio dovra pro- cederf nell’ ifteffo modo , come fe tale Poligamia fulfe confumata . Per provare poi quelli della Poligamia Gimilitudinaria i devono ridurre negli atti le artite del Matrimonio contratto avanti, o dopo la promozione agli Ordini , 0 all’emif- li Ordint ricevuti, o della Pro~ Bane della Proffone delpreralo Reo » ‘colle partte feffione fatta dal medefimo: fe il Matrimonio falfe preceduto al ricevimento degli Ordi- aglie nel tempo di ei ni,o alla Profeffione, deve anco provarfi la fopravivenza della Mc nell’ ifteffo modo, che fi vede infegnato dal P. Menghini nel cafo della Poligamia vera ; ficcome in cafogehe le partite dell'Ordinazione,o della Profeffione non fitrovafferosdeve procurarfene Ia pruova per mezzo di Teftimonj,che i trovarono prefentiya tali atte dal~ triche depongano aver veduti li prefenti Rei trattarfi come tali efercirando gli ordiniy 0 Uuffizj nella Religione non foliti conferirfi , ne efercitarhi fe nou da Profeffi nella medefi- ma forma , che il detto P. Menghini infinua doverfi provare per Teftimonj il primo y 0 fecondo Matrimonio nella Poligamia vera y quando non fe ne trova regiftrata la partita nel libro della Chief, dove quello fi fuppone contratto,ed il ridurre im Proceffo gli c= fami de’ Teftimonj , 0 altre pruove , che fi trovaffero farte avanti all’ Ordinario fopra Jo ftato libero del pretefo Reotin tutti li cafi faddetei ha da farli originalmente non folo per ageravare alli Rei la pena in riguardo C'eflerfi ferviti di pruovese Teftimonj falfi per juiBearlo , ma ancora per fare coftare it arpo del delitcoditale fall contro Pier Tettimon} 5 0 altri Autori delle Scrirture falfe prodctte ; contro li quali narimente fi P proce- ‘vendo il primo piglia il fecondo, 0 pid Marit li, che tentano di commercere tale de tivo, ¢ proffimo al contratto Matrimonii tr4 Pratica del Santo Uffizio cede nel S. Tribanale al condegao caftigo’, quaato alla peas temporale ; ma rego- jarmente non fi fanno abjurare, nc #"interrogano fopea la lore tredulitd , ed iaceneienes perche l’e(perienza ha dimoftrato » che fempre a cid s" inducono per tunanirifperti je nae er errore d’ Intelletto ;e nella fpedizione dellifadderei Paligam veri, ¢ Graaitadia i deve in oltre avvertire di citare la feconda Moglie de primi, « la Moglie prefs dalli eondi dopo ordinatifi im Sacrit, 0 fatea la jone a dedarre le loro ragioni, Sc. Sic come nella Sentenza medefimas imecui tali Rei fi condannano nelle pene meritare, di di- chiarare libere le loro Moglj , € di condannare li Rei alla refezione di tutti li danni, ed intereffi da quelle patiti a favore delle medefime « Modo di ricevere la Denunzia » ed efaminare hi Teftimonj Sopra il furto della Piffide 5 dow’erano Particole Confagrate. SESTA DENUNZIA Del furto di una Piffide , dove crano i Comunichini Confegrati. Dic prima Novembris 168 2. Ponté perfonalitér compa- S ruit corim Adm. Rev.Patre Vicario $. Officii Auximi, exi- ficnte in propria manfione , in meique , &c. R. D. Polimius Filius qu. La- zati Rofclli de Caftroveteri Diaccefis Chienfis , ztatis. an- norum trigintaquingue, Sacer- dos Sxcularis , Cappellanus Ec- clefiz Parochialis Nobilium ; cui delato juramento veritatis dicendz , quod pratitie tactis Sacris literis ,expofuic ut infra . 1 Quando fi ruba la para Piff- Son qui tutto afflitto per de dat Tabernacolo , cio? fenza» rapptefentare a V.P.M. R.un Particole , non appartiene af cafomolt orrendo aceaduto la Santo Tribunale la Caufasnemme- notte paflata ,non faa che ora, no quando fi pighala Piffide , ef nella ChiefaParrocchiale deNo- mettono le Particole ix luegode- bili, della quale io fon Cappel- “eeate 3.come Je fi ‘poneffero foprait land. poli Jett °" Becomda.. Paste: oltto Corparale , dhe fi-flembe der: 0 i Yaberindtolo , pure fopta Varimerta , fe quefie foffe doacras ma talicafi_epparcengons IF Ore dinario. Mentee pot franks lab Piffide , colle Patticote -0 hk Par ‘ticole feta PHide ,-0 figertanp JeParticole ia qualebe 1uogo in- decente , come 2 accaduto net -cafo ‘noftro, e che upparifce bo fprezeo , allora la Canfa e del Santo Ufizie. Pe ues Jeri mattina diffi la Santa Mef- {a all’Alrar maggiore , e confa- gtai ducento Particole , nume- randole avanti per fapere fe fof- {ero ftate fufficienti peri noftti Parrocchiani : dopo la mia Co- mupione apriicolla chiavetta, che avevo portata dalla Sagres ftia, il Tabernacolo , etirai fuo- tila Piffide , e confumati alcuni Frammenti , vi pofi tutti li Co- munichini confagrati 5 allora comunicai quattro Perfone, che vollero anticipare 1a folennita di tarti li Santi, reftando nella Piffide cento novanta fei Parti- cole,e fatta daeffi la Comu- nione , chiufila Piffide, in cui avevo ripofto i Comunichini; la pofi dentro il Tabernacolo, che ferrai bene, ¢ pofta la chia- vetta fopra il Calice , finii la Meffa ,¢ con effo me neritornai in Sagreftias dove, {pogliato de- gli Abiti Sacerdotali, ¢ fattii fo- liti ringraziamenti , ripofi la ebiavatta dentro I’ Armario {o~ dito 3 ¢ ben ferrato colla fua -chiave, che ripofi poi nella mia tafca , attefi a i fervizj della -Chiefa. Quefta mattina fulle do- : adigi ere é venuto da me pian= - gendo il Campanaro, per nome Carljno Belanti, il quale mi ha raccontato, che dopo aver fo- nata l'Ave Maria folita, effendo andato per vifitare la lampada del Santiffimo con una cande- lain mano, ha offervato fopra P2 la a6 2 ‘Ridottobene segh atti i} cor po ne 0 fia 8 vidam’, & Fepettum , L applicazione del Via cario fara di provate concludente- mente la precfflenca della Pifide wlle Particole, ela deficlenza dé effe medefime Parsicole ; ba pratk- ca di cid fi vedra pik abbaffo. , . 3 Si Pratica del Santo Uffizio Ja Pradella dell’ Altare di qua; ¢ di la molte Particole; alzati liocchi verfo,il Tabernacolo 5 ha veduto fenza I’ ufeiuolo folito, ¢ fenza la Piffide; ¢ fu- Gito é venuto adarmene parte 5 x effere infermo il Signor Cu- kato. Or io vettitomi in fretta fono andato {eco it Chicfa, ed. ho vedutifparGi iComunichini, come per difprszzo,e trovato il Tabernacolo aPertOy e lafciuo- lodi effo ful’Altare mezzo rote to. Vifitata poi la Chicfa ho trovate ferrate tutte le Porte » maalla deftra dell’ Altare di San 1 Gregorio ho fcoperto un buco, per ilquale puo paflas como- damente un Uomo, ¢ queito buco , per la pratica che ho del- Ta Chiefa, prima ficuramente non ci era; ¢ perche quefto & cafo facrilego del Santo Uffizio fon venutoa darglienc parte per debito mio , ¢ per intendere quello, che fi ha da fare. 2 Int. de Perfonis , quas com: muunicavit hefterna dic? * Refpondit. Camunicai folo quattro Perfone , cioé la Signo- ra Viola Mari, ¢ Dolobella fua figlia di anni fedeci , Carlino - Belauri fuddetto, che fervi la ‘Meffa, ed il Sagreftano della Compagnia della Rotonda per nome Doreto de iGalli. 3 Et eidi@o, ut defcribat Pyxidem, in qua fervabantur Particulz t . ‘ . Refp. ’ ‘ $ Si dimanda ts guefto modo, per vedere , fe colle Parsicole, che Ymancano fieno flate comunicate ate * Brettante perfone ; oppure in quale Seoglia alera ‘mantra pene tare prefe daperfona , che A Seppia . “3h ‘ Seconda Parte. Pei Refp. la -Piffide , dove oa Je Particole, era tutta di Argen- to;avevala coppa tonda , ¢ lar- ga per diametro quattro ditain circa , ed altaotto; col coper- chio a proporzionc, in cui nel- Ja cima fi vedeva una Crocettas ed era veftita la Piffide di un Panno bianco ricamato dirofe roffe. : 4 Int. De quantitate oftioli Tabernaculi, & de qualitate ferz? — Refp- L'ufciuolo del Taber- ° nacolo fara longo due palmi in circa, ¢largo pitdiunpalmo :_ la ferratura , e la chiaverta ~ fono 2 proportione dell'ufciugs Jo, cioé piccolal’una, ¢ l’altra. $ Int.An poft Communionem prafatam fucrit a fe ; vel ab ali- qua alia Perfona apertum Ta- bernaculum abfque violentia ? Refp. Dopo la comunione di “quelle quattro Perfone nomina- teda me, non é ftato pid aper- to il Tabernacolo; né pus e1 ftato aperto da altri , fe non ci foffe qualche , chiavetta falfa s ‘perche tengo la chiavesta folita del Tabernacolo dentro!’ Arma- “gio della Sagreftia fotto un'altea ‘chiave, che hiuno F ha fe non jo. . 6 Int. An habeat indicia con. ‘tra aliquem, vel aliquos, qui tuerint furaritalem Sacram 5 Byxidem » & effundere Particus las, ut fuped?s : a8 Pratica del . 8 Db Farto della Sacra Pifide colle fue Sante Perticobe £ fuol fare con qualche frattura , 0 di muragtic, 0 del Tabarsacolo; ¢ perd dopo ricevuta Ia Denuneia deve it Vicario col Notaro, e due Teftimonj periti in quell’ arte 5:0 a di Muratore , 0 di Leguajualp, 0 di Ferratore,porcarfi a far laag- ita deb Corpo del Deitto,a fia. det aan vis Santo Uffizio Refpondir. Ionon ho indizj contro alcuno, che abbia potu- torubare quella Sacra Piffide, ¢ gittar fopra la Pradella le Pat- ticole fuddette . Quibus habicis, & acceptatis, dimiffus fuit juratus de filentio ; & perlecta ci fua depofitione, fe fubfcripfit . lo Polimio Rofelli confermo. quanto fopra di mano propria. A@a funt hec per me Cur- tium Signanum Sandi Officii Norarium. DECRETO Immediaté. 7 Trentis. narratis, Domi- A nus decrevit ficri accef- fum ad Ecclefiam Parochialem Nobilium , & ibi juridicé de- {cribi vifum , & repertum. Ita eft Curtius Signanus San- &i Officii Notarium . . Succeffive . 8 A Dmodum R.P. Vicarius una mecum, &duobus Teftibus , videlicet Hortentio Periolo peritoin arte muraria, & Franconio Gallina inftrugo in artelignaria ,acceflitad Ec- cleGiam “Parochialem Nobi- lium , & ante Altare majus per- ventus vidit cum gravi-animi fui dolore, Particulas cffufas oa hinc, Seconda: Parte. Vifum;, & reperram, wells sb- * wiera ; che fi vedead que appreffa', ofmile. : sa i ” : ae hinc, 8 inde fuper Praceflam ejufdem Altaris: & poft debi- tam venerationem juflit prafa- toCappellano cas , fecundim Rubricas Miffalis, diligentér , & devote colligi; atque in ali- quo Sacro Calice reponi, nu- merando unam pot aliam; quo ftatim executo, inventum cit fuiffecentum, & nonaginta , deficientibus {ex Particulis , ftante relatione Cap, Hani; qui Calix cum fupradictis Particu- lis fuit collocatus in loco fecu- ro, Sdecenti in Altari Sandi Bafilii. Deindé idem Dominus, ego , & Teftcs, qui fupra afcene, dentes, & fiftentes propé Alta re vidimus Oftiolum poficum in parte finiftra ejufdem Alraris non nimis diftans 4 Lapide Sa- crato , longitudinis duorum palmorum, & latitudinis unius palmi cum dimidio; reprafen- tans in medio Sanéiffimum Sa- cramentum , ideft Calicis piQu- yam cum Hoftia ; quo pre ma- nibus habito , & 4 Domino, & ame, & Teftibus bené vifo, & confiderato , & fuo proprio lo- co accommodato, inventum eft 2 parte dextera cjufdem Oftioli deeffe lignumrrium di- gitorum circitér per longum decifam , ut apparct aliquo in- frrumento incidente, & in parte iniftra habere feram bené fixam claviculis, & cidem {ere corre- fpondere claviculam fervatam a aDo- 18! Pratica del Santo Uffizio 18 \ a Domino Cappellano,qua pro- bata,bené aperuit.Deindé D.per- luftrans totum interius Taber. naculum, ubi folet affervari Sa- > era Pyxis , quod voluit ctidm a me,ac Teftibus videri , & obfer- vari,non fuit inventa Pyxis, nce etiam illa Pars oftioli , quz deeft , fed folim Corporale ore dinarium extenfum in Taberna- culo, Quibus peradtis,idem Do- Mainus una mecum, & Teftibus vee fupra, fe cranftulic ad » Altare San@i Gregori, & a par~ te dextera cjufdem Altaris in- ‘ventum fuit quoddam foramen figure circularis , correfpon- dens exaltera parte in via publi. ©a, que vulgo dicitur /a firade Jorga, lacum per diamctrum fpa- tio unius ulnz, & duarum un- ciarum ad menfuram brachii murarii 5 && cum non invenia- tur fradtura alicujus lapidis, tale foramen apparet fuiffe fatum aliquo inftrumento perforante , movente fcilicet unum laterem poft altcrum : & ita hxc omnia vidi , obfervavi , & adno- tavi, &c, Curtias Signanus Sandi Offi- ci Notarius . ESA- ‘- Seconda Parte. 1 Si offervi i] modo di efaminare 3 Teftimonj yi ee fe affunts per provare i¢vifum , & repex- “tum; ed in tale, ofimile manicraifi ‘qamminerd fempre, quando fi avid da provare qualche Empo i Debit. 20. zl a Hy ESAME DEL PRIMO TESTIMONIO Per provare il vifam, oF ‘tum. Incontineati . Oram Adm. R. P. Vicario prafato cxiftente in facta- fio di@e Ecclefie, in mei- que, &c. Vocatus perfonalitér com, suit Hortenfius Perolius de merino, annorum quadragin- ta,Faber lignarius , Teftis af- fumptus ; cui delato juramento veri icendz , quod pratti- tit taétis Sacris literis, ad oppor- tunam D. Interrogat. 1 Refp. V.P. quefta mattina ha fatto chiamar Franconio Gallina, ¢ me, ¢ci ha detto, che veniffimo in compagnia fua , ¢ del Sig. Notaro , che ora qui {crive ,ed abbiamo ubbidi- tose lei ci ha condottialla Chic. fade’ Nobili, dicendo ad am- bedue, che offervaflimo tutto ello, che veduto avreflimo . id arrivati all’Altar maggiore , ho vifto fopra la Pradella del medefimo Altare di qua, ¢ dila fparfi molti Comunichini , che le perfone dicevano effer confa- gtati; ¢ V.R.dopo aver finita un poco diorazionc ha fatto ve- nire il Cappellano,e gli ha ordi- nato , che fi vefta di Cotta, ¢ Sto- 122 Pratica del Santo Uffizio Stola, ¢ pigti un Calice , econ ogni riverenza raccolga tutte quelle Sante Particole, ¢gliéle metta deatro,numerandole una er una , ele riponga in qualche 0 Onorevole , come ha cfe- guito ; collocando il Calice con dette Particole in un Taberna- calino pofto full’ Altare di San Bafilio; ¢ le Particole contate erano cento novanta , mancan- done fei, fecondo che atte. ftava il Cappellano. Dopo V.R. fié levata in piedi , ¢ falitala Pradella, fié accoftata all’ orlo dell’Altare , ed ha accennato al Signor Notaro, eda noi duc, che ciavvicinaflimo , come ab- biamo fatto ; ed io ho veduto il ‘Tabernacolo aperto fenza il fo- lito ufciuolo , ed alla parte fini- fitra dell’ Altare ho veduto l'ufcie + nolo, che moftrava effer quel- Jo, che chiudeva il Santo Ta. betnacolo; ¢ prefo in mano da lui , ¢ da me , accomodato all’ apertura del Tabernacolo , fi é trovato, che conveniva; ma dalla banda deftra ci mancava il legno di tre dita per lungo ,¢ quella parte , che mediante le luc femminelle riceve i poli , 0 fieno gangheretti 5 la diminu- zione,per quanto appare, é fatta con inftrumento tagliente , ¢ dallabanda finiftra fi vede lafua ferratura fenz’alcuna lefione ; la quale confrontata da V-R. colla shiavetta folita efibita dal Cap- pele Seconda Parte. 123 pellano , conviene, ed apre affai bene. V. R. poiha guardato di- ligentemente dentro il Taber- nacolo , ¢ per ordine fuo dopo ¢i abbiamo guardato bene an-* cor noi, ¢non fié trovata Pif- fide di forta alcuna , ma foloun Corporale piccolo diftcfo dea- tro il medefimo Tabernacolo, fopra il qual Corporaic dovea ftar la Piffide . Fatto quefto, ha condotto fecoil Signor No- taro, ¢ noi due Teftimonj al- 1 Altar di San Gregorio, ed ha yeduro alladeftradel medefimo Altare nella muraglia macitra della Chiefa un buco grande, tondo, che mifurato da Ma- ftro Franconio Muratore alla prefenza noftra ,-fi ¢ trovato, che per diametro é¢ largo un braccio, ¢ due oncic, ¢ cor- rifponde qucfto buco nella via pubblica, che fi chiama, la ftra- da larga; ¢perche fi vedonoi mattoni levati uno dopo! altro fenza rottura, lo giudico, che fia ftaro fattoil buco con qual- che inftrumento penetrante , col quale fi fia prima {calcinato ilmuro, ¢ poi levatii mattoni ano dopo!’ altro. Quibus habitis , & acceptatis, dimiffas fuit juratus de filentios & cum prout dixit, nefciret - fcribere, fecit fignum Crucis. Signum Crucis & Hortenfii . 1 Perolii. is A@a fuot hec per me Cur- Q2 tium 124° Pratica del 4 Nvifum, & repertum ins iwefto cafe abbraccia il farto della * Fifa »¢ de Comunichini; lo fpar-- gimento de medefimi fopra la Pra- della; la frattura del? afeivolo del Taberuacolo , ed il buco deila meraglio della Chiefa. Santo Uffizio tium Signanum S. Officii Nota- rium. ESAME DEL SECONDO TESTIMONIO. Per provare il vifum , & ree pertum . Statin. Corim, & ubi fuprd, in meique, Sc. V Ocatus perfonalitér com- patuit Franconius Gallina, ‘alter Teftis affumptus, etatis * annorum quinquaginta , Faber *. murarius ; cui delatojuramen- + to veritatis dicende , quod pra- ftitic taétis Sacris literis ad op- rrunam D. Interrogationem. 1 Refp. Queftamattina V. R- mi ha mandato a chiamare per mio figlio Furbonio, che fu- bito doveffi portarmi da lei, come ho prontamente efeguitos ¢ l'ho trovato avanti la Porta della Chica di San Marcocon il Signor Curtio Notaro, ¢ con Ortenfio Perolio , .¢ mi ha det- * t0; vienicon Noi , che voglio un fervizioda tes¢ camminando - tutti quattro infieme , mi fon veduto alla Chiefa de” Nobili, ¢ nell’ entrare, V.R. fi é voltato 2 verfo di noitre, ¢ ci ha detto: Offervate bene tutte le cofe,che - vederere in quefta Chiefa, per- che bifognera , che me le riferia~ - te. Prefal’ Acqua Santa , ci ha menatiall’ Altar maggiore , do- ve Seconda Paste. e 12s. ve fi conferva il Santiffime 3a- gtamento, ed inginocchiati t - ti, lo con mia gran matavi- glia ho veduto {ulla Pradella dell’ Altare {pari molti Co- munichini; ¢levatofi lei in pie- di , ha ordinato al Cappella- no della Chiefa , che pigliaf- fe un Calice confagrato , ¢ raccoglieffe con ogni riveren- za tutte quelle Particole, ¢ le contaffe bene quante crano, ¢ poiriponefie il Calice colle me- defime Particole in qualche luogo onorevole, ¢ ficuro:ed il Cappellano prefa laCorta, ¢ * laStola, fece quel tanto, che V. R. gli aveva comandato; portando il Calice colli Comu- nichini raccolti in un Taberna- colo piccolo, che ferve per co- municatre i Parrocchiani , pofto full Altare di San Bafilio; ¢fi trovo , che i Comunichini arri- yvavano a cento novanta , man- candone , al riferire del Cappel- Jano ; {ei SV: Rev. dopo fh la Pradella , ed avvicinata all’ orlo dcll’ Altare diffe al Signor No< taro, ed anoi; Venite qua, ed offervate, ¢ tutro bene: Io vi- di dalla banda ae eeu Alta ye una portina dipinta, che rap- prefentava. il Santifiimo Sagtee mento , ed cra quella, che fer- tava il Tabernacolo; ed iolo fo,, perche fono della medefima Parrocchia, ene ho pratica da molti anni. E prefa da leiderca pore 126 Con quefti due Teftimon; conte- fii, ¢ fonz’ aleuna ecezione fie provato concludentemente negli atti il vifam, & repertum ; ed in particolare la deficienza della Pift fide. Efebbene quefti Domini non Jono ambedue della medefima arte , gfendo anodiuna, el altro del- ‘altrasnondimeno tutti e due era- no abili di fare dette mifure, ¢ gindizio circa il predetto vifam, ‘& repertum. Pratica del Santo Uffizio. portina, ¢ ben confiderata , ed adattata all’ apertura del Taber- nacolo, ¢ moftrata a tutti noi; To offervai, che dalla banda de ftra per lungo vi mancavanotre dita dilegno mifurato da Or- tenzio, edalei, ¢ dalla banda finiftra fi vedeva la_ferratura fenz’ alcuna offfa. V.R. fece anco portare dal Signor Cap- pellanola chiavetta folita , ¢ trove, che corrifpondeva, ed apriva fenza veruna difficolta la ferratura . Fu poi vificata la par- te interiore del Tabernacolo, ¢ non fi trovo né Piffide, néal- tro, fenonun piccolo Corpo- ralediftefo dentro il medefimo Tabernacolo. Veduto cid, V.R. ci conduffé all’ Altare di S. Gre. gorio;edalla banda deftra di det. to Altare vidi nel muro macftro dellaChiefa un buco tondo,qua. Je mifurato da me aila prefenza loro, trovai, che il diametro édi larghezza di un braccio, ¢ due oncie , ¢ corrifponde di la alla ftrada larga della Citta. E perche tutti Ji mattoni levati ¢rano inticri ; Io fecondo la Pe- tizia dell’ arte mia giudico , che il buco foffe fatto con qual- che inftrumento perforante, col quale fenza ftrepito foffero le- vatii mattoni uno per volta. Quibus habitis , & acceptatis, dimiffus fuit, juratus de filen- tio , & fe fubfcripfit . Jo Franconio Gallina a - Seconda Parte. . 127 fermto quanto fopra di mano propria. A@a funt hac per me Cur- tium Signanum Sand@i Officii Notarium. ESAME DEL PRIMO TESTIMONIO. , Per pfovare la preefiftenza * della Piffide. Dic 2. Novembris 168 2, V oa perfonalitér com. paruit coram Admodum Rev. P. Vicario exiftente in Sa- crario Sancti Marci , in mei- que &c. Domina Viola Uxor D.Helo- dori Mati , annorum triginta quinque ; cui delato juramen- to veritatis dicendz , quod pra- ftitic ta@is Sacris Literis fuit per D. 1 Jot. Anfciat, vel imagine- tur caufam fux vocationis, & prafentis examinis ? Refp. lo m’ immagino, che fia per caufa del Furto della Pif- fide , fatto nella Chiefade’ No~ bili la notte, che precedetteil iorno delli Santi. 2 Etcidico ; Quare imagine- tur fe effe vocatam propter Fur- tum Pyxidis ut fuprasé& an fciat, vel dici audicric aliquid circa hoc? Refp. M’ immagino che fia per quefto Furto; perche ee . a ¥28 Pratica del 3 Sifaqueffa Inverregazione,per aver contefti da provare la preefi= foxes della Piffide , colli Comuni- ssi Santo Uffizio Ja Citta fa, che fi fa Procefio ec puocfiere, ch’ eflendo io vicina a detta Chicfa mi voglia do- mandar gualche cofa circa di quefto; foperénonfo, acho intefo dir nicnte. 3 Int. Detempore fug ultimz Communionis; & de loco, & de Sacerdote, & de Sociis, cum quibus fe communicavit . Refp. Io mi comunicail’ ul. tima volta Sabato proffimo paf fato fulle fedici ore nella detta Chiefa da D. Polimio Cappella- no dieffa nella Meffa, checele- bro nell’ Altar maggiores ¢ fe- cila Comunioncin compagnia di Dolabella mia figlia , del Campanaro della ftefla Chiefa, di cui non fo il nome, ¢ del Sa- gteftano della Rotonda, che Nemmeno fo come fi chiami. 4 Int. A quo D. Polimius ha- buit Particulas exhibitas fibi, & aliis perfonis a fe nomina- tis. Refp. D. Polimio nell’ an- dare 4 celebrar la detra Mefla, dalla Sagreftia portd fopra il Calice una fcatola picna di Comunichini,quali rivericié fo- pra il Corporale, diftefo fulla Pietra Sagrata, ed a fuo tem- po gli confagré inficme coll’ Oftia; ¢ dopo efferfi comuni- cato lui, prefe dal Tabernaco- Jo la Piffide, ¢ dentro pofe tutti f Comunichini, ¢ poi cicomu- nico : © comunicati, che ci ebbe «\ Seconda ¢ $ Si veda fempre', che conto fifa oft deve fare della canfadellae Siienza. Parte. |: 129 ebbe, colloce Ia Piffide di nuo- vo dentro il Tabernacolo, ¢ ferrd I’ ufciuolo, ¢ pofe la chia- vetta full’ Altare; finita la Mef- - fa, mife la chiavetta fopra il Calice , ¢ fe ne ritorné col Cay lice fteflo in Sagreftia. 5 Int, Quomodo ipfa Exami- nata {ciat D. Polimium pofuiffe Pyxidem intra Tabernaculum , & claufiffe clavicula , & cam portafte fupra Calicem in Sacra- rium? Refp. Io fo tutte quefte cofe, * delle quali mi dimanda, perche Ie vidi cogli occhi proprj ; an- zi facendo la chiavetta un po- co di ftidore nel ferrare , tutti Jo potettero non folo vedere,ma anco fentire. Quibus habitis , & accepta- : tis, dimiffa fuit jurata.de filen- i tio; & perlecto ci fuo cxami- ne, fe fub{cripfic. Io Viola Mati confermo quanto fopra di mano propria. A@a funt hec per me Curtium Signanum S. Officii Notarium. ESAME DEL SECONDO TESTIMONIO Per provare la preefiftenza della Piffide . Eadem dic poft Vefperas. Ocatus perfonalitér com- paruit coram Admodum R Rev, 130 Pratica del Santo Uffizio Rev. Patre Vicario Sani Offi- ciiexiftente in propria manfio- ne , in meique &c. Carlinus filius quondam Or- landinj Bellauri de Tridento , annorumquadraginta duorum, Borate campanarum Ecclefi¢ arochialis Nobilium; cui dela~ to juramento veritatis dicendz, uod praftitit taGtisSacris literis it per D. 1 Int. An fciat, vel imagine- tur caufam fuz vocationis, & prefentis examinis? : Refp. Io m'immagino, che Voftra Reverenza mi voglia efaminare circa il furto della Sacra Piffide fatto nell’ Altar maggiore della Chicfa de- Nobili. 2 Etcidiéto ; ut referat quid fibi occurrit circa preefatum fare tum? “ Refp. Effendo ammalato il Signor Curato , la {era dopo TAve Maria de’ Morti,, porto le chiavi della Chiefa al Signor Cappellano per nome Don Po- limio Rofelli, ¢ poi la mattina su’ Aurora le vado a pigliare 5 ¢ fonata l'Ave Maria , vificola Tampana del Santiffimo , ¢ Yaccendo , ¢ l'aggintto fecondo il bifogno.La mattina delli San. timi levai pid a buon’ ora del folito, efonata ch’ ebbil'Ave Maria , mi portai a dirittura all’ Alrare maggiore con una candela in mano , Coe a am- _ Seconda 5 Si Parte. ‘131 lampana , che ancora ardeva: ¢ poi data una occhiata nella Pradella del medefimo Altare , fopra di effa vidi una quantita di Comunichini fparfi chi qua, ¢ chi la , € reftai atronito , non fa. pendo , che mi penfare ; alzai poi gliocchi verfo il Taberna- colo , e vidi, ch’era aperto,e fenza il folito ufciuolo ; ed of- fervando bene , trovai detto ufcinolo alla finiftra dell’ Alta- re; ¢ poi alzata la candela ver- fo il Tabernacolo , mi avvidi, che cimancava la Sacra Piffide piena di Comunichini, che la mattina antecedente il Signor Cappellano aveva confagrati, ¢ potfti nella Piffide , che poi mi. fe dentro il Tabernacolo, ¢ lo ferrd ‘colla folita chiavetta ; quale,finita laMeffa,che la fervii io, porto in Sagreftia fopra il Calice , ¢'la colloco nell’ arma- tio folito fotto un’ altra chiave. To vedendo quefto fpettacolo, ritornai fubito a darne parte al Signor Cappellano ; il quale levatofi in un tratto dilerto, ¢d.andati inficme nclla medef ma Chiefa , trovaffimo quel che ho detto di fopra. Vifitate le porte , erano ben chiufe; ¢ gitando la Chiefa offervaffimo alla deftra dell’ Altare di San Gregorio nella muraglia prin- cipale un buco fatto a tondo tanto largo , che comoda- mente ci poteva pafflare un Uo- Ra mo; 132 Pratica del $ Si cerca quefto per fapere, fe la Piffide fia ec per colpa joro. “6 Ee Santo Uffizio mo , € corrifpondeva il buco al- Ja ftrada larga; ¢ credo, che per qai paffaficro i Ladri. 3 Int.Anillud foramen antea effet, & quomods hoc fciat ? Refp. Quel buco non ci cra 5 elo fo petla ratica , che io ho della Chiefa da duc anni in qua. 4 Etcidi@o, ut defcribat Py- xidem ablatam ; & fl antequam ponerentur Particule coniccra- ta , ut fupra , precxiftebant ali¢ Particule. Refp. La Piffide rubata fara ftata capace di dugento cin- quanta Comunichini, tutta di Argento , ¢ dalla parte di den- tro indorata , larga poco pitt, © meno di quattro dita, alta otto ditain circa, ed era velti- tadi: un Panno bianco ricama- to dirofe roffe ; ed in cima del coperchio, fi, vedeva una Cro- cetta pure di Argento : Prima ci era qualche Particola co’ Frammenti; ma Don Polimio, Ji confumé avanti di metterci Je Particole confagrate . $ Interrog. An in fero antece- denti fuerit vificata dicta Eccle- fia , antequam clanderentur janue , & quateniis , &c.a quo vela quibus? Refp. La fera antecedente , che fu Sabato dopo I’ Ave Ma- tia, la Chiefa de’ Nobili fuddet- ta fu vifitata diligentemente da me, ¢da Don Polimio; ¢ non trovando alcuno , ferraffimo am. Seconda Parte. 13 6 Ecco di nuove occafone di ri- ‘cordare |a dimanda della cau, Sella feienza;¢ mollo fard pit. ambedue le porte , ed ulcafino la porta piccola , quale pa- rimente ferraffimosed jeri matri- na nella vifita la trovaffimo pur {errata , 6 Int. Quomodo fciat Domi- num Polimium in mané Sab- bati pofuiffe Pyxidem plenam Particulis confacratis intra Ta~ bernaculum , & claufiffe oftio- Jum clavicula, & eam portaffe in Saerarium , & collocaffe {ub alia clave? Refp. Iolo fo, perche Saba- to mattina il Signor Don Poli- mio mi fece preparare dugen- to Comunichini , ¢ gli porté dentro una Scatola fopra il Ca- lice all’ Altar maggiore , quan- do ciand6 per celebrare la San- ta Meffa , cli voto tutti fopra il Corporale , che aveva diftefo su la Pietra Sagrata, ed afuo tempo li confagro infieme col- lOftia, che ftava fopra i Co- munichini ; ¢ fatta, che lui eb- be lacomunione , pofe tucti li Comunichini dentro la Piffide, ¢ comunicd la Signora Viola Mari, ¢ Dolobella fua figliuo- Ja, il Sagteftano della Rotonda, cme; ¢ dopo cogli occhi pro» prj vidi , che chiufe la Piffi- de conil fuo coperchio , ¢ la ofe colla manodeftra dentro il Frabernacolo » edi pia, che coll'ifteffa mano ferrd l'ufciuolo colla folita chiavetta , ¢ la po- fe fopra I’ Altare ; ¢ finita la Mef- 134 Pratica del Santo Ufizio (¢ffa la porto in Sagreftia fu'l Calice, cla chiufe con un’ altra chiave, comehodettodi fopra. 7 Int. Quomod6 fciat modé a fe narrata? Refp. Iola so, perche le ve- devo, ¢ non potevo far di meng di non vedere quefte cole , pers che fervivo la Meffa, ¢ ftavo at- tento a tutto. 8 Int. An fa@a communione afe, tribufquealiis , & reclufa _ Sacra Pyxide in Tabernaculo, feiat, vel dici audierit , idem Tabernaculum fuifle ampliis apertum proptia clavicula ? Refp. lonon fo, né ho inte- ” fo dire, che dopo la Meffa di Don Polimio, ¢ dopo la noftra comunione , alcuno abbia aper- to il Tabernacolo colla fua pro- pis chiavetta; ¢ niuno quefto jo pud faper meglio di Don Po- Jimio, che lo ferrd, e portd via Ja chiave , come ho detto di fopra. 9 Int. An {ciat, vel dici audic- tit, vel fufpicatus fuerit quis po- tuerit furari ditam Sactam Py- xidem. Refp. Ionon fo, né ho inte. fo dire, né ho fofpettato chi ab- bia potuto fare quefto furto del- la Sacra Piffide . . Quibus habitis,&& acce, tatis, dimiffus fuit juratus de filentio ; & perleéto ci fuo examine, cam (pro ut dixit ) nefciret {eribere, fecit Signum Crucis. is Seconda Parte. 1 Signum Crucisay' Carlid be Jaun. Aéa funt hec per me Cur. tium Signanum Sand@i Officii Notarium. ESAME DEL TERZO TESTIMONIO. Per provare la preefiftenza della Piffide . Ocatus perfonalitér com- patuic coram, & ubi {u- pta, in meique, &c. Capreolus filius quondam Anfaldi Ballini de Lucerna, zta- tis annorum viginti feptem , Sa- crifta Ecclefiz , yulgo della Ro- tonda ; cui delato juramento ve- ritatis dicende , quod praftiit « tadtis Sacris literis, fuit per D. 2 Quefta Interrogaztone abbrac- cia tutte quelle cofe , che fonone- patie per comunicarf; cio® la ‘articola, la Chiefa , Altare , it Sacerdote, e fe fi comunicd folo, Oaccompagnato . 1 Int. De ultima communio- nc ipfius Examinati ? Refp. Io feci la mia ultima comunione fabato proflimo affato , che fu vigilia di tutti li tle Soe 2 Int. De Ecclefia, & de Alta- ti, in quibus fecit fuam com- munionem ; de Sacerdote , qui porrexit Particulam;& an folus, vel affociatus fe communica- verit ? Refp. Io mi comunicai nella Chiefa de’ Nobili , nell’ Altar maggiore, dal Signor D. Poli- mio Cappellano,ed in mia com- pagnia & comunicarono la Mo- glic, 136 Pratica del Santo Uffizio en glic, ¢ figlia del Signor Mari, . €dil campanaro di detta Chic. fa Trentino , de’ quali non soi nomi. 3 fat. Qua hora fe communi. eaverit, & ubi D. Polimiusfum- pfiffet Varticulas ad fe, & ad ali- Os communicandos ? Rep. Quando ci comunicaf- fimo , faranno ftate fedici ore in circa ; fi fervi delle Particole, cheaveva confagrate alloranch la fua Meffa,e che aveva portate in buon numero dalla Sagreftia dentro una Scatola , che river- scié fopra il Corporal, e confa- gtd; comunicatofi lui, apri il ‘Tabernacolo collachiavetta,che pure aveva portata dalla Sagre- ftia , cavo fuori la Piffide, l'apri, confum6 alcuneParticole,che vi erano dentro, e colla Patena vi pofe tutti quei Comunichini, ch’ erano ftati confagrati allora, ¢ poicomunico noi quattro fo- 1i3 e dopo chiufe la Piffide , la rimife nel Tabernacolo, tore noa chiuderlo colla medefima chiavetta , ¢cavatala fuori, la Rote fopra I’ Altare; ¢ finita la jefla , la pofe fu'l Calice, ela riporto in Sagreftia ; non fo Poi cofa fe ne facefle. “4 Int.Quomods6 feiat ipfe Exa- minatus ca,quz modo natravit? Refpondit. Io fo tutte quelle cofe, ch’ora ho raccontate, per- che cro prefente, ¢ vidi tutto cogli occhi mici proprj. 5 Seconda Parte. i sy Con quepi cfami fi prova per quattro Teftimony Ia preefiftenza della Piffde colle Particole, che mateo fe defiderava;e VT Identita delle Particole medefimes e non re- Staaltro, che cercare con ogni di- Sigenza; chi 2 quello, o quelli che banno fatto it furto « mniumammeenen ena 37. $ Ercidi&o, ut bene defcri- bat Pyxidem, in qua dicit , fuif- fe Particulas confecratas , & fervatas ; & fi antea przexi- ftebant aliqu Particulz . Refp. La Piffide mi parve tut- ta di Argento con il fuo coper- chio, che in cima aveva una Crocerta pure di argento;ed era la Piffide grandetta,ed alta, non fo,fe un palmosed aveva una ve- fticcinola bianca colle rofe rof. fe; del refto non fo dir altro ; né {¢ avanti, che ci poneffe Don, Polimio quefti Comunichini ce ne foffero altri. Quibus habitis, & accepratis, dimiffus fuit juratus de filentio ; & perlecto ci fuo examine, cim prout dixit, nefciret fcribere , fecit fignim Crucis, Signum Crucis. % Capreoli Bellini . AGafunt hee per me Cur- tium Signanum San@tii Officii Notarium. — ANNOTAZIONE. * Seper cagione dimorte » 0 di alfenza diuturna, © peraltro accidente fopravvenuto non fifolte potuto 5 né fi {peraffe di poter fottoporre all efame alcano de” Teftimon} dati in contetti 0 i farlo fempre r informati dagli altri , come fi avrebbe dovuto fare ; & fpediente fare in Proceffo per relazione del Nunzio 0 Curfore, o per altre smeenciche giufticaziond 3 acciocche non s'imputi alla negligenza del Giudice I’ omiffio~ ne ; € quel vodi ord jinare » come fuole , che oP fopraffedere nella fpedizione della caufa in ‘non rifalea ? impoffibilita di efeguirlo . E fe accader3 di doverGi efaminare nuovamente li fo Supremo Tribunale , quando gli fono riferiti li Proce fi, non abbia moti = Fiapplifa s quella coll” etame de’ nominate dl regiudizio de’pretefi Rei; perche dagli atti fei Teftimonj fopra le materie medefime da Ipro depofte,in riguardo d’elere eglino 1a prima volta {ari nullamente efaminatiso da Giudice Secolare totalmente incapace di Giurifdizione nelle caue di Fe~ de; o da qualche. Gindieefappotto delegaro da Superiore competente» della cui dele- fo gazione non cofti nel Proce! 3.0 da Gjudice delegato a tale arto dagli Ordinarj con fax oled di rjcevere per fe ello le Denumie, oui fenza Notaro; qual facolt’ co- me 138 Pratica del Santo ‘Uffizio te concraria alla difpofiefone de’Sacri Canoni , particolarmente nelle caufe di Fede, effi non poffono dare;o dafNotaro folamente,pure con ifpeciale delegazione degli Ordinariy che nemameno poffono cid fare per la ftefla ragione; o per eflere tate ricevute fenza giu- ramento, 0 col ginramoato fatto pelfore twores 9 c~0 Salis [cripturisy3'c, fenza Velpref- fone de’ Sacri js 0 col giuramenzo nel fine delle Denunzie , ¢ degli efami non aramefif nel Sacro Tribunale ; o per effere ftati interrogati efpreffamente, 0 tacitamen- ivo » che renda infofliftenti , ed invalide le 1 i cafi le regole regiftrare di fopra devono qu: ‘poiche dopo dato alli Denunzianti , ed alli Teftimonj il giuramento y i Tnrerrogatorj general gina le regolefadderesfe nelle rfpofte a queticol far menzione del primo efame, aon daraano apertura di pocergli far riferire almeno ia quanto depofero in quello ; dovranno interrogarfisfe fi fono mai efaminati , 0 hanno mai facca Deounzia veruna in alcun Tribunaleyds che tempo y avanti 2 chi , fopra di che'y contro chip &c. rifpondendo di sie narrando tra gli aler! 'efame fadderso;dovea imporfegli . che riferifeano almeno in foftanza, quanto in effo depofero fenz2 ammercer- gli la femplice relazione a quello ;e fefane la rifpofta, gli fi died ; fe leggendofeli certo Glame 10 riconofceragad pertl'iltelfo , ¢ (teCane la rifpottas(e gli fara leggere y ¢ s* inter= rogherannoyfe lefame lertogh @ I sftefiofarco da ef (fo fecero per a veri s come tale I* approvano , e ratificano ia tutto 4 ¢ per tutto se fe ci hanno d’ aggiugnere , 0 fcemare cofa veruna, ¢ Mefane la rifpotta sf in qualche cofa foltanziale aveflero varia= t0, off follero coutraddetti fe gli fard 'opportuna objezione per fapere quale delo~ ro detti fia il vero. S'interrogheranuio fopra I inimicizia , ¢ termineri I” efame cokgia- ‘ramento del filenzio, ¢ fottoicrizioni come {opra: ma fe all’ Interrogatorio faddetto rie Sponderanno non efferfi mai efaminati , o nella rifpofta non faranno menzone del det 0 efame ; fi dovranno ammonire a dire 1a verity 0 fe G {ono efaminati avanti alcuso altro Giadiets per aera eanls» contro chr che tempo, efopra qual materag fe han 0 mai fatta Denunzia alcunayo fe fi fono efaminati fopra materie {pettanti al S. Tribu= nale, dove, quando, ¢ contro qual perfona: fe coaofcono la perfona contro la quale git depofero , 0 deaunziarono,da quanto rempo, ¢ con qual'occafione ; {¢ contro la medeGi— ma hanno mai fatea Denunzia,o fi fono efarainati, &c. e perfiftendo in negare fi ammo= niranno di nuovo a (gravare la loro cofcienzay e dire 1a verit tratcandofi di materie gra- vig di Fede, &c. né cid giovando per convincerli di bugiayglié Gi leggeranno li loro efas mi, 0 Denuazie precedeati ; e fucce(fivamente anco quelli degli altri Teftimonj che gli avelfero dati in contefti, e per informati , foppreffi li nomi ye alere circoftanze come fopra : il che riu(cendo pur anche fenza frutto , fi chiudera I” efame col giuramento del Gilenzio 5 e fotrofcrizioni » come fopra; efi licenzieranao con qualche precetto penale di i prefentarfi ad ogni ordine : non'praticando& nel Sacro Tribunale di trarcenere li Tee mon} carcerati. +, Dovendofi poi fabbricare alcun Proceffo contro Ii Direttori, Infteuttori » 0 Profeffori della falfa , ¢ dannata Orazione di Quiete 5 0 di pura Fedesdovri in primo luogo avver= tirfische per ellere le loro Di cepole, per lo pid da effi perfaa(e, ed impreffionare di now effere tenure a dire I’ interno ad aleriyche al Direttoresancorché interrogate giudizialmen~ te con giurainento da legittimi Superior’; e neceffario, che da chi le fortoporr3 all” cfa- me per difporle a dire la veritd fi ufi ogni pid ifqnifiea diligenza per rimoverle da tal’ ere ones opinione + ed inganno con que merziyche timerd pid proSttevoli: poi datogli i giuramento , e fartegli li foliti Tacerrogarori gveral fetontl lerifpote, che daraano: Profeguifca ad inrerrogarle fopra il corfo , e ferie della loro vita da che hanno I’ ufo della ragione con fargli diftintamente riferire li Confeffori, e Direttori, che hanno avu ti nelle cofe dello (pirito da tempo in tempo y fe Direzioni ; ed Inftrazioni avute dalli medefimi in tal propolito ; le vired , divozioni , penitenze , buone opere , ofazioni vo- ali, meneali, 0 di altra forta , nelle quali ciafcuna diefle, otutte fi fono efercita~ te 5 © fe fempre nell’ iftelfe, o in diverfe; perche pid in yuna y che nell’ altra > edi um cree zéone Cattolica ; mentre dice , che quando aveffe faputo, che Santa» Chiefa tiene t oppofto wolf avreb- be difefa. 4, Ma perche la corvezione fatta- gli da fuoi Compagni, fenza frut- to, facontro ds lui una gran pre- funzione ; perd era neceffario fog- giugnere la prefente Interrogazio- ne colla rifpofta, alla quale fileva ogni difficulsa. 3 Se Pratica del Santo Uffizio wt Deus, mortuus off , Ulamque pertinacitér defendit,tciret quod fibi vellet diftinGio illa : Des st Homo, mortuus ff: & Deus © at Deus , mortuus eft. Refp. lo fapevo dalla Dortri. na Criftiana , che Crifto ¢ Uo- mo, ¢ Dio; ed ho intefo dire dal mio Lettore, che come Dio uni alladi lui Perfona la natura umana , colla quale mori; ¢ cosi cffeado le azioni de’ Sup- potti, pareva a me, che fi po- tefle dire , Dews , ut Deas mortn~ w#s ef :del rimanente non pollo ben fapere che voglia dire quella diftinzione: Deus , #t Deus , more suas eft: & Deus, ut Homo , mor- tyus eff non avendo ftudiato Teologia. An di&z _occafione fciverit Ecclefiam Catholicams tenere oppofitum ¢jus , quod: ip(e afferuit circa prafatam pro- fitionem . Refp. Io non fapevo , che la Chiefa Cattolica teneffe I’ op- potto di quello, che afferivo al- lora,e fe | aveffi faputo non avret detta quella propofizione , che difeG per mia ignoranza . 4 Int. Cum dixerit fe fuiffe'ab ¢jus Sociis monitum, quod er rabat contra Fidem inaffertione talis propofitionis ; quare nom abftinuit ab cjus defenfione. Refp.lo fui bens! avvifato,che parlavo contro la Fede; ma mi credevo, che li miei Compagn'> Seconda Parte. mar 5 Se avefe rite, @ dife) Pine Ete vip wel medelimotempo , non folamente Sre , ma anco conto volte , firepu- serobbe per un folo atto morale ; ma perche dice effer aceaduto in tre sompi diftinti, fono realmente, ¢ moralmentetre atti, eper confe- guenza tre delisti , che accrefeono sotabilmente F Erefia ed il fofper tedelt Brefia nel Profferitore 6 Gli fponté Comparenti fidevono interrogare, ed infiruire con ogni indufiria , ecarita , afinch? par- ghino bene le loro coftienze , f affo- dino nella Fede Cattolica , ¢ vivi- wodaveri Criftiani; e perdfi fa quefta Interrogazione. 7 Quefte faranno le parti de’ Vi- earj, quando averanno per le mani + perfone idiote, ed ignorant; cio? di Gicbiararli le materie di Fede, ed infirairle fecondo Is loro capacita ; epoi farglh fare la confeffione della ‘ede , come fie fatto qui. Avvertiranno ancora qu} i Vica- j , che in quefte materie di propofi- zioni,e Beemmie Ereticals won ba Bwogo quella Ineerrogazione i An creat, vel credideritlicere Vi- . . ro fapendone meno di me, volcfte- fo con quefto rifugio di effer contro la Fede, farmi cadere. Per altro fe avefli faputo , che veramente SantaChiefa infegna Hl contrario non l'averei difefa . 5 Int. Cim ipfefponeé Com- parens faflus fucrit ter protuliffe, & pertinacitér defendiffe hanc propofitionem , Des , wt Dest, mortuus ef: dicat an hoc fecerit codem tempore , vel diverfis temporibus diftingis . Refp. L’ho proferita, ¢ difefa in we tempi diftinti ; una volea falamattina, ¢ I’ altra dopoil definare, ¢ la terza nel tempo vefpertino. 6 Int. An alids protulerit , & defendcrit hanc , vel alias pro- pofitiones Hereticales . Refp. lo non ho altre volte proferita, nédifefa, né quefta, né altre propofizioni Ereticali , fe non quelle volte, che ho con- feffate in ordine a quella:Dews,u¢ Deus , mortaus eft . 7 Etcum D.accuraté declaraf- fer, & inftruxiffee prefarum f{ponté comparentem de veritate tholica circa fupradidas pro- fitiones . Refp.Io pet le parole di Vo. ftra Riverenza adeffo capitco molto bene , che quefta propo- fizione: Deas, ut Deus, mor- suus eft, ¢ falia,ed Erctica; per- che Iddio, come }ddio ¢ immu- tabile , incorruttibile , ed im- LT2 mor- 2148 ro Cathalico proferre propofi- _ tiones,& Blasphemias Hgretica- les : perche quefta Interrogazione fi -. fuok fare ordinariamente folo wei wSortilegy 5 come fopra fi é fatto. Is quefte materie Ereticali fi fa- -ranno dungquele feguenti Interro- gazioni : An teneat, vel tenucrit ptafatas propofitiones; an {ciat, vel dici audicrit quid teneat, vel - eredat circa hoc Sanda Mater Ecclefia: an teneat , vel tenucrit fuam credulitatem effe contra- . riam credulitati, & determina- tioni San@z Matris Ecclefiz. E qu il Vicariohe dafermarf. 1 Que. Pratica del Sante Uffizio mottale: ¢ per il contrario que- ft altras Deus , ut Homo, mortuus eft, ¢ vera, ¢ Cattolica; perche Dio uni a fela natura umana, la quale rifultando dall’ Anima, ¢ dal Corpo;i’ Anima fi poteva fe- yparare dal Corpo,come veramé- te fi feparé nel tempo della Paf- fione del Salvatore. Credo dun- que fermamente, che Iddio, co- me Dio non mori, ma mori Iddio , come Uomo. Int. Quaré tamdii diftulerit comparere in San@o Officio ad .exonerandam propriam con- Scientiam. Refp. Non fono venuto pris ma; perche non penfavo a con- feffarmis ma ora che fon com- arfo fon determinato ftare in .grazia di Dio. Int. An {ciat, aut dici audie~ rit de expofitis a fe, effe preven- tumin aliquo Tribunali Ecclee fiaftico. | Refp. Io non fo, né ho intefo dire delle cofe da me confef- fate effete ftato accufato in ale cun Tribunale Ecclefiaftico. Quibus, habitis, & accepta- tis dimiffus fair, juratus de Gi< lentio; & perleéta ei faa Depo! tione , renovatoque praceptout fupra , fe fubfetipfic . lo Giovanello Cafa confermo quanto fopra di mano propria. A@a funt hac per me Polido- um Codicillum Sandi Officii Notatium, TER: Seconda Parte. 1 Queflo fuccelfo fervira per In. mea Vicar} inviguardo a quei De. linquenti,che's' ingerifcono col De- moni; che gli dannol Anima se ,cherineganola Santa Fede; 0 che Jo faccino per timore , 0 per aver denari, oper gufti fenfuali , 0 per qualfivoglia altro interefje. 2 Pere 149° TERZA COMPARSA, Eadem die poft Completorium . Teriim fponté prefonaliter I comparuit coram’, & ubi fupra,in meique , &c. Joannolus Cafa , quifupra; cuidelato ju ramento veritatis dicendz,quod prafticic tactis Sacris Litcris, exe pofuit utinfra . 1 Prego Voftra Riverenza a compatirmi fe di nuovo gli do faftidio; perche ho da dire un’al- tra cofa pia gtave, quale era tentato di taccre per vergogna , ¢ per paura del Demonio. Et hec dicens plurimas effun- debat lacrymas . Tunc D. paterné ipfum hor~ tatus eft exonerate propriam confcientiam , & finceré ple nam veritatem dicere . Quibus auditis dixie: Miac- cufo dunque , che effendo io Jontano dalla Cafa Paterna, ¢ mancandomi il denaro per qual- che perdita nel giuoco; né fa+ pendo che fare ; ho chiamato il Demonio, accié mi provvedeife Juni, ¢ I’ hé chiamato cingue fc. Te, una volta per fera; ed é fta~ to in Cafa, dove io abito ;¢ cominciaia chiamarlo dalli die- ci di quefto mefe, fino alli quin- dici; niuno perd mi ha fentiro 5 né cid hocomunicato con altri. E per aver ficuramente il dena~ o fo 150 2 Perche iv due maniere fi pad savocare il Demonio per aver cofe , -ebe non eccedono la fua porefta; cio <0% modo deprecativo , e per modo @ impero; efebbene luna, eT altra maniera portano feco ik fofpetto aell Erefa, perd 2 maggiore quella, che va dietro alla prima, che alla Seconda; perche pur fi foggetta al Demonio nella prima , chenella fo. conda maniera se perd s’ interroga in quefio modo. 3 Si doveva interrogare del bol- Jettino, come corpo del delitto per fer neceffario, che ritrattaffe,e teflaffe non folo in voce, ma anco in iferitto tutto quello, che aveva ofto sn carta , Si veda poi il modo difar queftarisrattazione in gu Sacro Arfenale Parte 8. nella .fermola della rivocazione, o ritrat- Sazione, avanti il modo di fpedireé Proceffi coll’ Abjurazions. 4 Pe Pratica del Santo Ufizio ro l'ultima fera; dopo averlo chiamato , fecondo il folito, gli feci uno fcritto col proprio fan- gucin lingua latina, nel quale glidiedi I’ Anima mia, ¢ gli pro- mifi il mio fervizio, ¢ rinegai la Fede Cattolica. Conofco , che ho fatto un peccato grande, ¢ ne dimando perdonoa Dio, ed a quefto Santo Uffizio. 2 Int De verbis precifis , qui- bus ufuseft in invocatione Da- monis. Refp. Quando io chiamai il Demonio mi fervii di quefte pa- role: Demonio tu vedi il mio bifogno; provvedimi de’denari ; ¢ poi dimanda da me quel'che vuoi, che prontamente /o fat. 3 Int. Quid feceritdeilla Sche- dula exarata in lingua latina pro- prio fanguine; in qua dicit trae didiffe Animam fuam Demoni; romittendo cidem Demoniin- lervire,& negando in ipfa Fidem Catholicam. Refp. II bollettino fcritto col mio proprio fangue in lingua la. tina,.in cui davo I’ Anima mia al Demonio , ¢ promettevo di fervirlo, ¢ rinegavo in effo la Fe-. de Cattolica é quefto, che ora Prefento al Signor Notaro . Erde fao exhibuit quaumdam Schedulam literis rubcis exara- tam, latitadinis quatuor digi- to- Seconda Parte. 4 Potendo effere , che aes eavarlt i fangue fi foffe fervito di qualche wana offervanza , come di /uogo, tempo , coftellazione , 0 altro ; € pa- sendo anche effere , che diceffe qual- che parola , che dinotaffe , ohlazie- we, ofacrifizio , o promeffa; perd affine di faperlo 8 inserroga ces)» 5 Fatta ch’ ebbe quella feritrure bifogua dire , che fe ne ferviffe ia qualche maniera , ¢ la ripowelfein ‘alche Iuogo ;¢ cid ricerca ucla terrogazione . 151 torum, & longitudinis or ct incipit:Ego Joannolus Cafa,& c. finit veros ita promitto obfer- vare ufque ad mortem ; que Schedula fuit per me, &c. re« cepta , & repofita in attis , & fi- gnata litera B. IntEx qua parte fuiCorporis haufit fanguinem ad cxarandam prafatam Schedulam;quo inftru- mento ; & an tunc acciderir ali- ua obfervatio particulars, vel curio. Refp. Lo cavai dal dito di mezzo della mano finiftra con un’agosperche quel dito paréda. mi pri nobile per cffer in mez- zo, eredevo, che il Demonio aveffe gradito quel fangue , pit di quello delli altri ditis néio allora mi fono fervito dialcana offervanza, © parole. $_Int. Poftquam exaravit prz- di@am Schedalam proprio fan- .guine, ut fupra, quid fecitde ca. Refp. Fatta ch'io ebbi quella ferittura fa pofi_in un buco del Camino di mia Cafasperfuaden- domi,che il Demoniol’ avrebbe accettata, ¢ prefa, e chciviave= rebbe pofti li denari; ¢ ce la pofi Jafera accio ci fteffe tutta la nor- te: ed effendo andato Ia mattina Ja ritrovai dove I’ avevo pofta, fenza denari, ¢ la ripigliai, eme- Ja ripofi in facca, nella quale poifempre l'ho tenuta . 8 Avesde quefto Govane ee 6 Int. Ad quem finem con- fer- 152 Liollettinotanti giorni , fi prefs me, 0 almeno fi pud dubitare , che ZT abbia confervato colle medefina dutenzione di offervare la promefa, ed il patto al Demonio ; perche gli deffe li denari ; onde era xeceffaria quefta Interrogazione . _ «7 Ma perche tutto cid, ce fi cow- tiene nella Interrogazione fi pud fare colla fola voce, ¢ colla fo- Japenna, fenza che viconcorra ik cnore I animo , e la volonta deli~ berata , perd fi dimanda con ragio- ne, in che modo fia accaduto . 8 Quefta Interrogazione pares che Bes , “Apoffa formule; e Ja rifpofta pare che parimente cons Lil’ Apoftafia formale: ma real- mente non @ cos? ; tuttocché cos} di. re , cos? fare fia un gran fegno del- F Apoftafia formale: ba ee es perche puo uno apoftatare da ‘Dio co’ bafeiare Iddio, Ja fug Santas Legge , ed il culto Divino, eco- poftere , che fa male ; credendo per altro, che Iddio fia il vero Dio, e ta fua Legge fia lavera Legge, ¢ che a lui fi deve il culto, ela vene- razione: e pud dar | Anima fua al Demonio, promettergli di fer- . vir- Pratica del Santo Utfizio fervavit tot dicbus prafatan diabolicam Schedulam. Refp. Io ho confervato molti giorni quel bollettino, séza pen- fare ad altro : pitt toftol'aver- lo appreffo di me , mié ftato di confatione, che di peccato. 7 Int. An co tempore quo feripfit proprio fanguine Sche- dulam prefatam , in qua tradi- dit animam fuan: Demoni, & cidem promifit infervire , & re, negavit Fidem Catholicam,hoc fecerit corde , animo, delibera- taque voluntate . fp. Quando io fcriffi quel bollettino col proprio fangue, in cui diedi I’ Anima mia al De- monio, ¢ che gli promifi di fer- vitlo, ¢ rinegai la Fede Cattoli- a, lo fecidi buon cuore, ¢ di buon’ animo, econ deliberata volonta. . 8 Int.An quado {cripfit proprio fanguine pretatam Schedulam , in qua tradidit Animam fuam Dzmoni , & cidem promifit infervire, & renegavit Fidem Catholicam, bono corde, bo- Noquc animo, ac deliberata vo- luntate apoftatandia vera Fide Catholica, ideft voluerit relin« ‘quere Deum,negareque illi Cul- tum debirum, & exhibere cul- tum Demoni ? Refp. Quando io feriffi il fud- detto bollettino col proprio fan- gue, in cui dicdi I’ Anima mia al Demonio , ¢ gli promifi di fer- Seconda’ wirlo, ed offervare la di sui per- verfa legge , ed-efibirli quel culto, che fi deve a Dio, ¢ dail altra par- te conofeere , ¢ tenere, che effo, quando cid efeguifea , fa male,e pecca . Confervando dunque in tali atti Apoptatici quefta cogmizione ,@ eredulita ; che non 2 lecito Apofta- sare da Dio, edarfial Demoniofi preferva dall’ Apoftafia formate, ka quale confifte in quefto di credere of: Ser lecito abbandonare Iddio, ¢ ba i lui Santa Legge, ed il Culto Di- vino, ¢ darfi al Demonio, e alla fia perverfa legge, ¢ culto infernale’. Et in tal maniera fiprefervano dal- F Apoftofia formale ordinariamente quelli,che rinegano la Fede in Ture ‘chia ; le Streghe, chea perfuafione del Demonio apoftatano da Dio, e - ‘quefto Giovane nel cafo noftros per= che effi credono di far male, ma oil” timore ; 0 il gufto fenfuale , 0 Pine toreffe del denaro fono caufa di que- Si atti Apoftatici. 9 Quefta Interrogazione fifa per fcoprire , fein quefto delitto ci fia» ?. afl formal ce fg fo ba ba ‘ereduto di far bene , o male :'fe creduto di far bene, gid fi ba fafa formale ; fe ba creduto iv male, come in fatti confeffa , fi trova libero dall Apoptafia formale. quefto JOS interroga cosd iv . . duo. Parte. is3 virlo ; ¢ tinegai 1a Fede Cattoli- ca di buon cuore , di buon’ ani- mo, econ deliberata volonta , volli apoftatare dalla Fede Cat~ tolica; cioé volli lafciare di da- reilcultoa Dio, edatlo al De- monio. 9 Int. Aa quando voluit Apoftatare a Fide Catholica 3 ideft voluit negare cujtum de- bitum Deo , & tribuere illud Dzmoni, judicavit bene, vel male facere. Refp. Quando volli Apofta- tare dalla Fede Cattolica ; cioé volli dare il culto, ¢ la venera- zione al Demonio , ¢ negarloa Dio , io giudicavo di far male, ma il Demonio fu quello , che mi moffe a cid fare. 10 Int. Ap jquando voluit Apo. 154 Aaogo , acid fi feopra, fe fia anco Hibero dal!’ Erefia; perche fe aveffe creduto , che la venerazione , & il calto fi conviene al Demonio, ¢ non a Dio farebbe Apoftofia forma- Je: feppoi ba creduto, cl ae cosvene gabens) a Dio , comea Sevrano Principe , ma anche al Demonio Sarebbe Erefia formale , effendo cid contro la Sacra Scrittura 11 Avsto dalla bocca di quefto Giovane non effere, ne Apoftata » formate , ne Eretico formale per parte del Culto Divino ; ora firi- cerca , fe fia Eretico formale per it motivo della gravezza del Peccatos cio? fe abbiacreduto effer lecito , Senza peccato grave , ad un Catto- lico far i fuddetti Atti Apoftatici , efi difcolpa ancora per Ft capo. VDE Pratica-del Santo Uffizio Apottatare avera Fide Catho- licasideft voluit exhibere cultuay Demoni , & negare illum Deo , crediderit convenire cultum Demoni , & non Deo, vel con- venire quidem Deo, fed ctiam Demon. Refp. Quando io feriffi_col roprio fangue il fuddetto bol- jcttino , ¢ volli Apoftatare dalla Fede Cattolica ; cioé volli dare ilcultoal Demonio , ¢ negarlo aDio , conofccvo molto bene, che la venerazione non fi con- viene in niuna manicra al De- monio: ma folo a Dio, & alll Santi; ma I’ intereffe fa quello , che mi acciecd, 11 Int. An credat , vel credi- derit licere Catholico , ab(que gtaviffimo peccatotradere Ani. mam fua Demoni , & cidem romitterc.infervire , renegare Fidem Catholicam. Refp. lo non credo, né ho ereduto effer lecito ad un Cat= .tolico fenza graviffimo peccato dar!’ Anima fua al Demonio , ¢ omettere di fervirlo,crinegare Fede Cattolica. Int. An alias perpetraverit hec , vel fimilia delida. Refp.lo non ho mai pitt com- meffi quefti, ne fimili delitti. Int. Quare tamdid diftulerit comparere in Sango Officio ad exonerandam propriam Con- {cientiam. Refp. Nan {ono venuto .pri- . ma; Seconda Parte: 15 _ 1 Divemo , che quefta coniizio- wale; Seio non bo quefto punto dé Carte, rinego D Dio , fia condizioe nale de pratenti; e pwd effer vera , e falfa; fee falfa, che non abbia quefto punto diCarce il Profferitore Vy bn Virth di tal propofizione , beftem= mia Ereticalmente ; perche quefta propofizione : ‘Rinego Dio , fonda fopra que altra: fe non on panto. ds Carte ; fe dusque is mma , € per timore, che il Dono nio non mi faceffe qualche male, © per vergogna di confeflare fi grave delitto; ma avendomi fat- to animo il mio Confeffore , ho vinto me fteflo , ¢ fono com- parfo. Quibus habitis , & acceptatis, dimiffus fuit,juratus de filentios & perledta ci fua Depofitione , rite abi precepto, ut fue ra , fe fubfcripfic. Pro Giovannolo Cafa confermo: come fopra di mano propria . A@a fant hzc per me Poli. dorum Codicillum Sandi Offi~ cii Notarium . Die 21. Offobris 1684. Ovitér fponce perfonalitér. N comparuir , coram, & ubi fupra, in meique, &c. joonoolns Caf, de quo fue pra; cui delato juramento veri« tatis dicendz , quod prattitic. tadctis Sactis Literis , expofuir, ut infra. 1 Avanti diricevere l'Affolu- zione ho da dire alcune. altre cofg . Saraun Mefe, ¢ mezzo in circa, che un giorno di Gio- KGa! » che non fi legge dopo il Veipero » D giuocands io colli fuddetti mici Compagni,Caffan. dro Rivali, ¢ Difcoro Monti al juoco delle. Carte , che fe gli ae ice il giuoco della Primicta; ea eficadomi toccato un punto, di V2 cui 156 ia dire cost: none vero ch abbia quefto punto di Carte , nemmeno Sara vero appreffo di Ini , che Id~ dio fia Dio, e perdlorinega ; ed efponendo ba condizionale fa quefto Senfo: ficcome mon 2 vero , che io abbia guefe punto Wi Carte , cos? nemmenoe vero , che Diofia Dio, e perd lo rinego. Seppoi la condizio- nale é vera , ciod, che abbia quefto panto di Garte; ointende di pare dare per uguaglianza , cio? , che la veritd umana fia aguale alla Divi- ua Veritas ed allora in vires di tab parlare beflemmia Ereticalmente, ¢ ta condizionale fara quefto fenfos tanto évero , che io bo quefto pune todi Carte , quanto 2 vero, ches Iddio fia Dio. O intende di parlare per fimilitudine , ed allora in virtit di tal propofizione , nom beftemmia Ereticalmente ,e fa quefto fenfo: Cos) 2 vero , ebe io bo quefto punto di Carte , come d,vero,che Dio fia» Dio, ed 2 fimile a quel modo di dires quefto 2 vero,come:e vero t Evange- Kio.In ogni cafo perd tal parlare fem. prefard temerario, feandolofo, ed offenfivo degli orecchi pii, ¢ fog- getto al Santo Uffizio. ‘2 La condizionale, di cui fi parla in quefto cafo 2 di futuro femplices e perche quel parlare: Je tirando pie lo Schioppo , 2 consingente ; potendo Iui nel tempo futuro tira- re ,e on tirare ; fa che appreffo di Jai, in virth di tal parlare fia con- singente ancoral effer Crifto Re- Gentore ; sxentre con tali parole» c a fo» Pratica del Santo Uffizio cui ora non mi poffo ben ricor- dare, diffi ; Io ho il tal puato di Carte , ¢ perd penfate bene a cafi voftri ; ¢ Caffando Rivali rifpofe; quefto non puo effere, ¢ voi dite uno {propofito : ed io fenza penfar altro pazzamente foggiunfi ; Se non ho quefto punto di Carte , rinego Dio; ¢ fu una fol volta ; fuiriprefo da Caffandro Rivali , che quefta era una propofizione Ereticale 5 che bifognava , che mi denun- ziafli al Santo Uffizio , che que- fte cofe non fidicevano nemme- no da Turchi , ¢ che meritavo d'cffere {everamente caftigato 5 ¢ l'ifteffo diceva Diofcoro Mon- tized io invece di pigliar la cor= rezione in buona parte , tirai fuori un Pugnale per dare ad ambeduo ; ¢ farebbe fucceduto qualche male, fe non correva il noftro Lettore,che con i Signo- ri Leonardo Filetti , Annibale della Rota,¢ Melchiore della Fiumara ftava leggendo gli Av- vifi di Germania , i quali ci fpar- tirono, ci gtidarono, ¢ ci feccro far le paci. * 2 ISabato a fera feguente nol tre Scolari facemmo I' accordo di andare il giorno proffimo di Domenica su {' ora Vefpertina in compagnia di due Mercanti Greci de’ quali non so il nome, a fare una merenda in una Villa. del Signor Garibelli, dove ha fabbricato un bel Cafino, che fe gli ’ < geéGhda. Parte’. ‘fa, che? effer Redentore dipenda ‘dal fururo sparoe perd la Beftem- mia fi vende Ereticale . E febbene Ja condizionale e de futuro ,aven- dofi da adempire nel futuro tempos Ja volonta perd fi adempie di pre Sente ; perche nel rempe prefentes ‘aderifee alla Beftemmia : Non» tengo Chrifto per Redentore , fe sparando pir lo Schioppo som mi caftiga :e la ragione , perche la vo- donea fia di prefente e ; perche la condizionale di futuro costingente ba quefto di proprio di ponere nella volonta di prefente.P atto, fenza afpettare di porli'nel futuro tempo, a. . 3 Quefta Beflemmia condiziona- Je 2 di futuro mifto col preterito perferto , ¢ fe ‘pud prendere , ed in ordine a quella condizionale de fu- turo: Se #on mi difeolperd,ed in or« dine a quel preterito perfetto, dé son aver dato quel Memoriale. Se Siprende puramente in ordine alla ‘detta condizionale de futuro , ta» Beftemmia 2 Eereticale + perche 8} quelle parole: Now tengo Maria Vergine per Vergine , fi fondano Sopra quel iperd se perche il difcolparfi2 con- Fingente , potendoft , € non poten- dof difeolpare ; we feguita in ee) is detto : fe non mi difeol~ Pp sy ei dice'it Cafino dita ae le molte Piante di Lauro , che detto Cafino ha attorno. Man- giato, ebevuto che avemmo , andaflimo a Caccia collo Schioppo pet Ja Villa sed ave. do tutti gli altri amazzato qual- che Uccelletto , ed io neppure uno, diffi ftoltamente : Now tengo Crifto per Redentore fe {parando piu lo Schioppo non mi caftiga . Quefto accadde nel Cafino alla pretenza di detti mici Compagni , ¢ di alcuni Contadini , 0 fieno Lavoratoti di quella Villa, ¢ fa una volta. Fui ciprefo da tutti fino da me- defimi Lavoratori, i quali refta- rono affai fcandalezzati. lo non replicai cofa veruna ; ma mi dif piacque della Beftemmia ; ¢ ne dimandai perdono a Dio, den= tro pero di me fteffo. 3 Eun pezzo, cheil mio Let- tore non mi vede con buon’oc- chio,o fia perche non fo correre ildenaro , come fanno i mici Compagnis o per invidia, e mali uffizj de’ medefimi miei Com- pagai, imparandoio pit di loro; © perche ho detto male diun fuo figliuolo, che diventa un ran difcolo ; onde il lunedi proffimo alla detta Domenica, quando alla mattina fi teneva ubblica udienza,ritrovandomi con alcuni Signori nella Sala del Palazzo Maggiore 5¢ ci cra an- co il medefimo Lettore,il.quale: race 158 Pratica del Santo Uffizio a queha condizionale de futuro , che la Vergine Maria son fii in- fallibilmente Vergine , ma che» Poff, ¢ nom poffi effer Vergine 3 ¢ perche il dire , che la Vergine Mar ria non fia infallibilmente Vergine 2 Beftemmia Ereticale ; perd quefto Giovane dicendo , come fopra , ba beftemmiato Ereticalmente . In- oltre, febbene la condizionale 2 de faturo,/e volonta perd ede prefer. ti, unite alla Beflemmia 2e nos fi pxd addurre altra ragione , fe son perche fi foxda fopra us futuro cote singente , cio fopra il difeolparfi , che pad feguire,e non feguire. Sep> poi fi pighia la Beftemmia: Non» tengola Vergine Maria per Vere gine in ordine a quel preterito per+ fetto di non aver dato it Memoria~ Je: 02 vero realmente, che non Tha dato, 02 vero realmente , che T ba dato: Se é vero, che won Pha dato, wel proferire tal propofizione , son beftemmia Ereticalmente; perche srede cos) fermamente, che ta Ver- gine Maria fia Vergine, cheins virth di tal parlare @impoffibileos che nollo creda ; ficcome elJendo ve- vita di preterito il nom averlo dato, é necefjaria, ed infallibile veritas ed dimpoffibile , che non fiavera . Seppoi 2 vero,che I ba dato, sa Be- femmia 2 Ereticale per ogni partes raccontando.i fuoi rravagii,ven- nea dire, che cra ftato dato un Memoriale contro di lui acl Magiftrato ; come che non at- tendefié all’ Uffizio fuo, el’ ate tribuiya ame; E perche io so, che lui attende’ molto bene a leggere , eda fare le fue funzio-" ni; ed effendo io confapevole dinon aver dato quefto Memo - riale, men‘adirai fuori di modo, ediffi: Non tengo la Vergine Maria per Vergine, {enon mi difcolperé di non aver dato quefto Memariale ; lo replicai itt volte , perche fapevo 1a mia inbocenza ;'¢ cffere come fuori di me, non fapevo quel che mi diceffi, ¢ non fu alcuno, che mi corregefic . perebe fi fonda fopra la condiziona- le di futuro contingente , ¢ fopra quel preterito perfetto di nom aver dato quel Memoriale; ¢ ficcome ? impoffibile, che fi difcolpi con-verita aveg- 4 fe Seconda Parte. avendole dato s ed effendo anco im- ibile, che wow F abbia dato per ffere de preterito, 2 verisd mece/- rid, reha la Beftemmia fenza al- cuno appoggio, che la falvi dab non ‘lat Breticalesper confeguen- zae formalmente Ereticale. 4 Quefta condizionale e pura- mente de Prgterito, pwd ‘ihre 2 non efjere Beflemmia Ereticale 5 Se veramente lovide non é Beflem- miaEreticalesperche cos? parlando; talmente crede in virti di tal par- Jare , che fia Omnipotente , chee impoffibile , che nollo creda 3 ficco- ine 2 impoffibile , che nollo abbia ve. duto;effendo-la propofizione di-aver. lo veduto di preterito d infallibile verita . Seppoi wollo vide , il di ini parlare non pud dare alenno appoge gio alla Beftemmias eperd fe nen rea sudamente Ereticale. 3 Quando le cattive lingue prom Matris Dei. Refp. Io tengo , ¢ credo, fic- come ho tenuto , ¢ creduto fempre , chela Madre di Dio fia * Pariffima,e pit che Vergine;per aver colla Verginita concepu- to, ¢ partotito il Figlio di Dio. Int. Quid credat, & credi- derit de Dei Omnipotentia. Refp. Io credo, cfempre ho * ereduto, che Iddio fia Onni tente; pud fare tutto quello, “+ ghe vuole 5 ficcome ha creato i 1a, Ciclo , ela Terra , ¢ tutte le co- + fe, che in effo fi rovano. Int. Quare tamdit diftulerie comparere in Sando Officio ad exonerandam propriam con- * fcientiam ; tanto magis cum fit faGtum memoriale ob circum. Mtantias , que tunc acciderunt . Refp.lonon venni allora,per- che facemmo la pace,enon pen, fai ad altro; ma adeffo volen~ do fare una Confeffione gene- rale, ho meglio ricercato l’'Ani- ma mia, ¢d ho trovato le Be-" femmie denunziate . Ant. An {ciat,vel dici audierie de prafatis {¢ effe ere in, aliquo Tribunali Sanai Officii. Refp.lo non fo, né ho inte- ay fa 162 Pratica ddl Santo Uffizio fodire, di eficre ftato prevesato di quell qaici delita’ in alcun Tri ibunale del Santo Uffizio . Quibus habitis , & accepratis ! dimiffus fuit,juratus de Glentios & perleéa ci fua Depofitione, renovatoque precepto ut fapra, . fe fubfcripfit. Io Giovannolo Cafa conferma uanto fopra di mano propria. Aéta funt hzc per me Polido- rum Codicillum San@i Officii Notarium. "Modo di fpedire gli {pont Compas 1 Mentre fia prefente T lagei- Store, a ini socca, fenze wei de] Congindice, di fare quefta fas~ xine 5 quando I Inguiftore fis afe fevte, oimpedito, Je-posra fare it Jao Vicario; is cafo pol, obe ib je nom poteffe ire is Ancona, fi delega Jpecialmente per geft attoil Vicarte Forases. 3 Nid- renti fofpetti di Erefia. Erche in quefto Sacro Arfe- Pp nale non fi prefcriveva la manicra di fpedire li fponsd Comparenti fofpetti di Erefia¢ er altro quefta formola era de+ lcrata da molti, come a que- fto fine fa ftampata dal Padre Menghiniscosi Gi ¢ ftimato bene nella prefente riftampa aggiu- gnerla qui,come nella gia accé- nata Stampa fi trova impreffa. 1 Noi Fra Roberto Antinori Lettore di Sacra Teologia del- TY’ Ordine de’ Predicatori, ¢ Vi- cario della Santa Inquifizione di Ancona. 2 Ef Seconda Parte. - “2 Mella Semtewes mettera it Nome del Reo, wselHo del Padre y él cognome , Ia Patria, etd, la ofeffione I! Garena dice , che it Re deve flare in piedi; ma it Sa- Jelles approva, che ginoc. ebiont " ER ‘imide edi ponitenza, bn Rossa perd fi offerva, che if Reo nel leggerfi la Sentenza iain piedise nel teggere} Abjura, ericevere | Affoluzione , fia in gi mocchioni 3 Wigiorno del Mefe won fi deve Uprimere, quando nom qualifici,e non aggravi il delitte, memmeno ‘fu d} giorno,o di notte. Si pud dire ih Mefe, acid fi conofea ba lon~ eae o ore fe aoe . i Inogo son aleferd, quando won srevl ‘f ‘licin , ‘one if rebbe fe foffein Iaogo pubblico, 0 Sacro; mabafta infinuarlo con di- re, nella Citta, 0 Cafs notata sella tua comparfa . La roba Sor. silega in fpecic fi tace . eerief tratta di cofe affai immonde , fi ufa, per infinuarle decentemente , della parola: Di flomachevol memoria . I Sortilegj fi banno talmente das warrare, che quelli , i quali afcol- tano non imparino , come fie fatto gis, ‘4 Nos £63 2 Effendo che ta Giovannolo figlio d'Arducle Cafa della Citta di Scio, della eta tua di anni die- ciotto, abitante di quefta Citta, Studente di Filofofia, fpontanca- mente comparilti in quefto San- to Uffizio,e contro te ftello giu- ridicamente deponctti . 9 Che il Mefe di Agotto prof- fimo to _ritrovandoti tu in Scio, avanci della Porta della Cafa da te nominata, colli tuoi Genitori, accadeffe di paffare ua Turcoda te deferitto, il quale diceffe, che andava vendendo certe Pierre, ene moftrafe quat- tro. Ed interrogato da tuo Pa. dre della virea loro , dicefle.effer buone per gua ti Y amore delle Perfone:. ¢ dimandandogli tu come fi accomodavano, Tir fpondefic , che & mertevano for- to diverfe materic di ftomache- vole memoria,pet lo fpazio-d'un’ ofa; eppoi fi facevano fopea ciak cheduna alcune figute; edepo G ponevano fotto qualche luogo , deve paffar doveva Ia perfona, di cni f& defiderava l'amorese che affara , era conftretta laiua vo- jonta dawn tale Spirito ad amar quella perfona, che aveva potta la Pietrafuddetta. Eche tu ne comprafti una , ¢ la portaftiteco in Ancona; ¢ defiderando tu di X2 efigce 164 4 Non fi porra il giorno precifo, ne il numero de giorni , quando accadde il delitto,semmeno quante volte fu replicato , né il Iuogo , do- we fuccelfe ; ma bens) fiefprimerd Poccafione; come fi ipa ‘vedere qui, ela correzjone, che fu fatta. '$ Non bafterebbe dire Paver chia, matoil Demonio, ma 2 neceffario Spiegare il fine; won fi efprime ik sumero delle volte , ma bafta il di. ve pik volte in Ei Sere. Gia fié motato , che la Cafa son fi somina, ma folo s infinua. E’ seceffario palefare , fe altri bannoudito; ef- Sendo quefta qualita , che aggrava ah delitto. Si deve anche efprime- re , che fu col fangue proprio, manos di qual mano, ne di qual dito, con infinuare linftrumento: cost pure fi notano gli atti tici, efipalefa , che fe me fia fatto di quello feritto» . 6 Qui Pratica del Santo Uffizio effere amato da una perfona, che nominatti; prendeftiun mefe f& Ja fuddetta Pietra, la ponefti fot- to le infinuate immondezze , ci facclti le figure, ¢la mattina la mettefti fotto una tal Pietra ; fo- pra la quale vedelti poidetta per= fona paffare pit volte, ma fenza, che ne feguiffe efferto alcuno pet il tuo fine : 4 Che molti giorni fono, trat-" tando tu in una ftanza da te noe minata con altri Studenti , che ¢fprtimeftizin occafione di un tal Sermone dellaPaffione fatto nel- la Chiefa , che fiha negli Atti: fe fi poteva afferire quefta pro- pofizione : Deus , ut Deus , mor- tuus eft; Effi dicelfero di no; ¢ tu febbene corretto pit volte,per. tinacemente difendefti di si. g Che Mancandoti ultimaméte ildenaro , aveffi chiamato il De- monio , accio ti provvedeffe lui, eV avefli chiamato pit volte in pid fere nella Cafa da teinfi- nuatas mache pero non tiavef- fero fentito altri, né aveffi cid comunicato con alcuno. Che, aver ficuramente il denaro , ‘ultima fera, dopo averlo chia- mato fecondo ‘il folito, gli fae cefti uno Scritto col proprio fan- gue, cavato con un tale inftru- mento da un dito diuna tua ma- no, in cui glf deftil' Anima tua, gli promettefti il tuo fervizio; ¢ rinegattila Fede Cattolica, quale Scritto prefentaftincgli Atti. ‘ & 6E eee Seconda i fi tace i] giorno precifo , il eee be perfone precifes ¢ cost fideve fare. Now baftava di no- minare il kuogo in generale; ma tera neceffario il dire , che era il ginocodelle Carte , ma now fpe- cificarlo ; perche il ginoco delle Carte ordinariamente é occafione delle Beflemmie . Non fi laftia poi mai di notare la correzione, e cid, ebe ne fegud ,‘odibene, odi male ‘contro di lui. 7 Si tace parimente il giorno precifo; fi tacciono pure i dé lui compagni,ed il Padrone della Vil- Ta, ela Villa medefima § ¢ fi efpri- mela caccia dello Schidppo , come ordinaria delle Ville, e la corre- ione col frusto che ne fegui. % Si doveva molto bene somiva- re Parte. | bg 6 Eche uni Mele; e mezzo fa - imcirca giuocando tu alle Car- tein un luogo date Aominato. con cette perfone, che fignifi- cafti; ed effendoti toccato un. tal punto, tu dicefti: Iohoua- tal punto di Carte, ¢ perd pen+ fate bene a cafi voftri: ed uno di loro rifpondeffe: quefto non pud effere , ¢ voidite uno {pro- pofico. E tu fenza penfare ad al- tro foggiungefti una volta: Se non ho quefto punto di Carte, Rinego Iddio; ed effendo ripre- fo da alcuni , invecedipentirti, ti levaftiin collera , ¢ sfoderafti un pugnale, ed era per fucce- dere del gran male, fe non eri tu,coglialtriimpedito. 7 Che pochi ‘giorni dopo fa- ectti 'accordo con alcunt altri di andare il giorno feguente, a fare una merenda nella Villa di un tale nominato nella tua comparfa; ¢ che finiro il man- + giare andaffivo tutti a Caccia per la. Villa; eglialtri avendo ciafcheduno ammazzato qual- che Uccelletto , 14 no’ ne aveffi colpito alcuno ; ¢ pero dicefi nel Cafino da te nominaté una volta ftoltamente ; Non tengo Crifto per Redentore , fe spa- rando pili lo {chioppo, non mi caftiga ; ¢ riprefo, non replicatti cofa veruna; mati difpiaceflé della Beftemmia , ¢ dentrodi te ne dimandafti perdono a Dio. 8 Che il giorno feguente la x 4 mat- 166 veil luogo , ed it tempo; perche ambiduo qualificano, ¢ fanno mag. Siore it delitto. Ht luogo? pubblico efende il Palazzo , dove rifiede ik agiftrato;e pie pubblico js rense Ls matcina , quando fidal Udiew- za, 9 Noa fifa male col dire sche la fora avanti ; perche non fiqualifi- a. qual fera fia; ficcome nemmeno F qaalifica qual giorno foffe ;fi pwd The usa po a , come fie fatto quis ¢ pinvolte, quandolattod veplicato: ¢ molte volte, quanda Varto é ato efercitato molte volte; ma non fie/primera il numero del, Je volte, fe faranno tre , quattro, acingnes 0 Now Pratica del Santo Uffizio mattina , quendo & reneva 'U- dienza pubblica,ritrovandoti ty con altri Signori nella Sala del Palazzo Maggiore,un di loro da tenominato , raccontando ki fuoitravagli, veniffe a direia rticolare:ellere ftato dato un Memorisle contro dilui, che non faceva I’ uffizio fuo, ¢lat- tribuiffe ate; che tu effendq innoceate te ne adirafti fuor di modo, e¢ replicafti pitt volte 5 Non tengo q Vergine Maria per Vergine , fenon mi difcol- ero di non aver dato quefto lemoriale ; ¢ che fofti in cid eee uel che ti dicefti, ¢ che aed correggefic. 9 ‘Che alcuni giorni dopo ti- trovandoti tu in un tal luoga date nominato con pit perfo~ pe, una diloro prendefic a rac- coatare una intolenza, chela fera avanti cra ftata fatta alla porta di una-tal Giovane {critta negli Atti, dicefti; che effendo tu paffato avanti detta porta aveffi veduto li vicino in una talora di notte un Giovane che hai nominato; ¢ uno di lo- rofubito rifpondefie, chenon era poffibile , ¢ che non dovefli dir quelle cofe, perche era una bugia ; ¢ che tu vedendoti trat- tar da bugiardo, prorompefti una volta alla prefenza di tutti loro: Se io jerfera non vidi quel tale vicinga quella porta Iddio ‘ now Seconda Parte. 10 Nos fi direbbe bene: Inter- rogato fopra Pintenetone di qual- Fuoglia “Delitto da te confeffato; mea bafta.dire; Interrogato fopra YT istewzione , la quale fi ftende Sopra tutti delitzi confefjatt. 11 Quando.il Vicario foffe per- Sona doita, e pratica, ¢ che non wveffe bifogno iv quefti cafi di Con- Saltori , ft porrebbefar di meno dé wominarh :tuttaviae bene di fare Vo per offervare Ja forma folita. 12 In ‘Rome non fi nomina San Pietro Martire ; ma il Gloriofo Santo , avendo in quefta noftra Provincia santa cura del S. Uf;- zio, ¢ de’ fuoi Miniftri dobbiamo ragionevolmente riverirlo , ed in- wocarlo come Protettore. 13 Welle Sentenze fiaverd que= Sta regola di now mominare fe non # Giadice il Reo, fuo Padre, \ Fifeale come promotore della» Gisftizia , #1 Notaro, ¢ li due Teftimonj. 4h i tempi non fi ufawo Senon hee Abjura , ciod de levi, quando te eee Sono 5 eg. 167 non € Onanipotente , ¢ che pane forreegelle a 10 Ed interrogato fopra la in- tenzione Cattolcamente tie 11 Per tanto avendo noi vifti; © maturamente confiderati li meriti di quefta tua caufa; ¢ guano di ragione G doveva ve- 3 2€ C0! Cae ee io , ¢ parere de’ i Sis i Sontalfor! Dottori, Teolegi e Canonifti, fiamo venuti con- tro di te all'infrafcritta diffinici- va Sentenza. 12 Invocando dunque il San- tiffimo nome di Noftro Signo- re Gest Crifto , della Gloriofi- ffima Sua Madre fempre Vergi- ne Maria , edi San Pietro Mat» tire noftro Protettore. 13 Avendo avanti di Noi fi Sacrofanti Evangelj, acciocché dal Volto di Dio proceda il Noftro Giudizio ,‘¢ gliocch§ noftri veggano I'cquita: Nella’ caufa, ¢ caufe vertenti tra il Signor Flavio Auribelli Fifcale digquefto Santo Uffizioda una ree , ¢ te Giovannolo Cafa detto Reo fpost? confello ‘come di fopra , dail’ altra . 14 Per quefta noftra diffini- tiva Sentenza , quale, fedendd pro Tribssoli, ptofcriamo. in que- 168 -deggieri ; de vehementi,nelle ma teriegravi, ¢ de formali selles + Erefie. Quando dunque fi baxno perle mani materie leggieri,fi di- ce: Ti feivefo leggiermente fofpet- to di Erefias fe le materie fono gravi fi dice 3 veementemente Sofpetto di Erefia; Seppoi fi tratta di Evefia formale fi dice : Diciamo, Oceche tu, Oc. fei lato Eretico. 15 Se i Segreti banno per fise - alcuse cofe di loro natura buone , -come ba Sanita, la Pace frales sperfone , ¢ cofefimili , fidice come Le fatto qui: a fini fortilegbi; perche fifanno con Sortilegj ; fep> -poi banno per fine cofe illecite , co- me Famor fenfuale, la vendetta , .ecoferali ; fidird : a fini illeciti « 16 Ul fofpecto di Erefia non fi forda precifamente fopra l aver sinvocato il Demonio, laver fatto Ef infisuati ecceffis ma fopra di guefto ,. che abbia flimato lecito di far quello , che bafatto , come fi @ dichiarato fopra; perche qui fia P Erefia formale . 17 Si aggingne col cuore, che ‘abbraccia b Intelletto , ¢ la Volon- 483 cit, che abbia bavuto que- SPervore nell Intelletto, e nella Vo- Jonta ci fiaftata la pertinacia. 18 Se fi foffero proferite le fude Werte Beflemmie , 0 Propofiziont Ereticali affolutamente , come fa- rebbe: Rinego Dio: Nom tengo Cri- floper Redentore; 2 la Vergine Maria per Vergine 5 n2 Iddio per Onnipotente : gllora fi direbbe.in gacy Pratica dél Santo Uffizio quetti Scritti, in quefto luogo ed ora da Noicletti: Diciamos Proriunziamo , Sentenziamo » ¢ Dichiaramo, che tu Giovans nolo Cafa fuddetto, per le cofe da te confeflace, come fopra , - tifei refo_veementemente for fpettodi Erefia ; cioé. 15 Diaver tenuto , ¢ credut@’ che fia lecito ad un Cattolica fervirfi di Segreti Diabolici a fi- ni. Sortileghi; che non fong fenza patto almcno implicite col Demonio . 16 Che fia lecitopuread ua Cattolico invocare per ajuto. efpreffamente il Demonio 3 far Scritto col proprio Sanguc , ¢ in effo dargli l Anima ; promet- tergli il fervizio , ¢ rinegare la “Fede Cattolica. 17 Di aver anco tenuto , ¢ creduto col cuore ; che Iddio come Dio, fia morto. 18 Di aver malamente fenti- to dell’ Efiftenza di Dio, della Redenzione di Crifto , della Purita intemerata della Santif- fima Vergine ; ¢ della Onni- potenza Divina. toE «Seconda quefta mbnieras E di aver col cuo- re rinegato Dio, e temuto ye cre- auto, che ne Crifto fia Redentore 5 #2 Maria fia Vergine, a2 Tddio Onniporente ; ma, effendo folo Ben Stetsmie condizionals , fi 2 dettocox . ae fopra. a9 Reande G dice, fei incorfo in tatte be ufires epene, quefto wintende sel foro eflerna ; perche pad ipires come ordinariamente accade ; che nel foro interno per ignoranza invincibile son fia quel tale incorfo is niuna cenfura, e peri fiaffolve folo a cantels ; ciod S fille icorje 20 Quefta 2 ana gran carita, the ufa Santa-Chiefa a quefti fo. Spetti di Evefia ; cioe di farli abju- rare now folo quelle Erefie, delle quali fi fosoreft fofpetti nel Pro» ceffos ma anche tutte in genera- Je perche in quefla maniera ri- mangono rifcati da qualfivoglia macchia di Erefia. 21 ‘Asticamente a i fofpettidc Levi sistimava l Abjura de Le- vi,fenza compartirgli l'affoluzione dalla Scomunica ; come fi faces va, efi fa anco adeffo a quelli, che Sono fofpetti veementemente dé Erefia; maora 2 folitod’ affolve- vea cautela anco i leggiermente Sofperti di Erefia. E la ragione 2 ; perche , fe fono fofpetti di Erefia y Sono anche fofpetti di Cenfurase fic. some Ia fofpeaione dell Erefia fi leva per, Parte. 169 19 E confeguentemente {ci incorfo in tutte le Cenfure, ¢ Pene , che fono da Sacri @h- noni, ¢ daaltre conftituzioni nerali, ¢ particolati , contro mili Delinquenti impofte, ¢ promulgate. 20 E pero fei obbligato abju- rare avanti di Noi li fopraddet- ti errori, ed Erefic , ¢ general- mente, ogni, ¢ qualungue altro errore , ed Erefia , che contra- dica alla detta Santa, Cattolica, ed Apoftolica Romana Chiefa, come per quefta noftra diffini- tiva Sentenza comandiamo, che facci nel modo, ¢ forma, che da Noi ti fara data. 21 Dopo la quale Abjurazio- ne faremo contenti affolverti a cautela dalla Scomunica , nella quale per le fuddette cofe potefii effere incorfo. 22Ec. 170 per pajeras cos? Ia fofpezione delle Cenfure fi deve toghere per SF Affoluzsone 22 Le Penitenze devono effere in poco sumero, ¢ wow molto gra- wofes acid fi poffano facilmentes adempiere,e non abbiano motivo dé Jafciarle , ed incorrere uelle Spare ginro. = Praticadel Santo Ufizio _ az Ed acciocché pit facilmens. te ortenghi da Dio Mifericor-: dia , ¢ perdono de faddetti tuok, ee penitenze falutari.. Saacae 4 unz _voltaa en ee S. Citiaco. . per tre anni proffimi ave yenire digiuni la vi della. Beatiffima Vergine di Agotto + Che pet lo fteffo temporrccith fina volta la fettinuana Ii ferte, Salmi Penitenziali colle litax, alc, eprec? annefic. E che finalmente per detto dé tre anni confeffi Sa-, G pramentaimente quattro volte . are efpofto dal fio Ordina-. anno i tuoi peccati ad un Sa rio , ¢ di fua licenza ti com aichi nelle quattro: princi Solennitd , ciaé della Nativita ». Rifurrezione di Noftro Signor Gestt Crifto, ¢ della Sacra Pen- tecoffe, edi tutti li Santi; te . fervando a Noil’autorita di ac-. etcfcere, ofminuire , commue’ tare, rimettere, ocondonare . Qin tutto, o in parte le fadder-’ 23 Quer te penitenze - cosi diciamo, ronunzia=- mo; fentenziamo, dichiaramo ,: 9° ordinama, penitenziamo ,¢ ri-, fervamo , in quefto, edino ogni altro miglior modo , ¢ forma . ehe diragione,poffiama, ¢ ¢ ce biamo. Seconda Parte. tyr Frater Rupeptis Anteoras Vicarius Sani, Officii ita pro: aunciavi. Die 26, Offobris 1684. Ata, data, & in his fcriptis fententialiter promulgata fuit fupradié&a Scnteotia per prefatum Admodum Reveren- dum Patrem Vicarium pro Tri- DBunali edentena in Aula Sandi. Officii Anconz; le@a vero per ‘ ame Notariuatinfrafcriptum ale 23 Quefiad Ia Profeffione della Fede , che fi faole Pee atutti ‘quelli, che abjurano ; ode Levi, ode Vehementi ne} Samto'Tribs- ‘wale , ed 2 4a pin bella, e lupin adequate , che fi poffa concepire’ s perche per mezzo di effa , non folo Colpevoli profeffano le Verita Cattoliche oppofte a § boro Errori confeffati ,e tatti in genere s ma anco abjurano , maledicono, ede- “teftano tutti gli Errori, mon, t folo in{pecie , ma anco in genete; ep- poi anche per prefervarf da ogni SPefpexione , di Erefia da la medici #0, che confifte ne eiaramentiehs te ta, & intelligibili voce, , prefens fibus pro Teftibus Marino Als bano, & Oratio Mirabello vo- catis. Ita eft Polidorus Codicillus Sanéti Officii Notarius . ‘Abjurazione de Vehementi. O Giovannolo figlio diArducle Caf del- Ja‘Citta di Scio, dell'cta mia di anni dieciotto Studente di Fi- lofofia: Conttituito perfonal- meate in Giudizio; ed inginoc- chiato avanti divoi M.R. Pa- dre Fra Ruberto Antinori Vi-. cario della Santa Inquifizione di Ancona; Avendo avanti gli oc- -chi mici li Sacrofanti Evangel} , quali tocco colle proprie ma- ni; giuro, che fempre ho cre- duto, credo adeffo , ¢ coll’ajuto di Dio crederé fempre per l'av- yenire custo quello, che tiene, +¥2 cre-. 23 172 figuite 3 maffiniee di non pik fare , ne pits dire cofa per ba quale contro di lui fi poffaaver tab fofperto. 24 Quando fono diverfeazioni , come qu? di parole, e di fatti fi uni- Seono infieme per mezzo di quella parola ( refpertivamente)” , 25 Se gli fa ripetere gli Ervori, ed Erefie ad una per una; acid le conofca ,e ponderi meglio , ¢ poi le abjuri, maledichi ,¢ deteftie “26 Quando quefto Giovane fece il Sortilegio per Vamore y ed invo- £0 il Demonio, efece tutti glhiat- ti apoftatici fuddetti , non ch fu al- can Fedele prefente, e cos} non pa- Pratica del Santa Uffizio rede, predica , ed infegna la Santa, Cattolica, ed Apottoe lica Romana Chicfa. 24 Ma percheda quefto San- to Uffizio per le Beftemmie , ed azioni Ereticali proferite, ¢ fat. te refpettivamente , come con- fta nella mia fpontanea compar. fa fono ftato giudicato vehe- mentemente fofpetto d’ Erefia cioé 25 Diaver tenuto, e creduto, che fia lecito ad‘un Catolico fervirfi di {egreti Diabolici, a fini Sortiléghi , che aon fono fenza Patto, almeno implicito col Demonio. Eche fia lecito pure ad un Cattolico invocare efpreffamé- te per ajuto il Demonio, ¢ far fcrittocol proprio fangue , ed in effo dargli ‘Anima , promet- tergli il fervizio, erinegar la Fede Cattolica. Ed avere anco tenuto col wcnore , che Dio , come Dio fia morto. . Ed aver malamente fentito della Efiftenza di Dio,della Ree denzione di Crifto , della Pari- ta intemerata della Santiffima Vergine,¢ della Onnipotenza di Dio. 26 Per tanto volendoio leva« re dalla mente de’ Fedeli di Cri- fto quefta vchemente fofpezio. he contro di mecon fi giufte ragioni concetta , abjuro, ma- 16, che fi poffa afferire , che con eff’ ledico, ¢ deteftole dette Ercfic, 5 ed sa Seconda Parte. 173 ‘cngionaffe nella mente de' Fedeli quefta veemente fofpezione 3 ¢ per confeguenza par che non fia necef- Jaria quefta Abjura, per levar dalla mente de’ Fedeli tale fofpet- 40. Nondimeno effendo quefte azio- wi cfterne, di natura cadono ifotto la cognizione della Chiefa, ¢ de'Fedeli; ed 2 accidente , che non ‘fieno refpettivamente vedute , ed udite s ficcome fi dice dell’ Erefias ‘che quando fi pone nell efterioreca- de forto a Cenfura,tuttocche niuzo “fia, presen « Edin tal maniera fi ud dire di aver egli quanto fia dal- Ja parte fe cagionato nella mente | de’ Fedeli il veemente fofpettos al quale péi fi leva coll’ Abjura , che fa avanii il Giudice rapprefen- tante la Chiefa, ed i Fedeli. Dirdin un'altra maniera. Nel- P accufarfi, che fa quefto Giovane, come fopra , avanti il Giudice, che vapprefenta ba Chiefa, fi pud dire , che cagioni un fofpetto veemente di Erefia nella mente di tates li Pedelizmentre poi le Abjura avan. ti il medefimo Giudice , che pure “vapprefenta la Chiefs, fi pud anche dire, che levi if fofpetto vee- mente di Erefia dalla mente di tuttili Fedeli. 27 Fis ederrori, ¢ generalmente ogni, ¢ qualunque altra Erefia, ed cx- rore , che contradica alla detea Santa Cattolica , ed Apoftotica Romana Chiefa. E giuro, che per 'avvenire non fard,né dird maai pitt cofa, per la quale fi pof- fa di me aver tal fofpetto ; nem- meno avero pratica ,o conver- fazione di Eretici; ovvero che fieno folpetti di Erefia, ma , fe conofceré alcun tale,lodenun- ziero all’ Inquifitore, 0 all’Or- dinario del Luogo , ove mi tro- vero. Giuro anche, ¢ promettodi adempire , di offervare inticra+ mente tutte le penitcnze, che mifono ftate, o mi farannoda uefto Santo Uffizio impofte.. E contravendo io adalcuna di quefte mic promeffe ,( che Dio non voglia ) mifottopongo 2 tutte le pene, ecaftighi, che fono da Sacri Canoni , ed altre Conttituzioni generali , ¢ parti- colari,contro fimili Delinquen. tiimpofte , ¢ promulgate. Cosi Iddio miajuti , ¢ quetti fuoiSa- crofanti Evangelj , che tocco colle proprie mani. lo Giovannolo Cafa fuddet- to hoabjurato, giurato, pro- moeffosmi fono obbligato come di fopra. In fede del vero ho fottofcritto di mia propria ma- No la prefente.Cedola della mia Abjurazione ,¢ recitatala di pa- -rola im patola nella Sala della — 174 27 Finita T Affolutione sella for- ma folita del Santo Ufizio , ¢ parfo a molti, chein virth di effa i Rei Spefine fare affolvere da qualfiva- ghia Confeffore nel Foro ila Co- Srienza; ancorché i Cafi fiewo rifer- vati; mala Sacra Congregazione 4i 26. Giugno 1680. decretd , che fi debbanorimettere quefti tali , fpe- ditiche feno dal Santo Ufizio, alla Penitenzieria peril Foro della Co- frienza, fei oh ifono Rifervati » Pratica del Santo Uffizio Santa Ioguifiziont -di Ancone quefto di 26. Ortobre 1684. Io Giovannolo Cafa di mang propria. . 27 Succeffivé dius Jovanno. Jus Cafa gennflexus ubi fupra coram codem Adm. Rev.P.Vi- cario fuita P. S, A. R.abfolutus ad cautclam ab Excommunica. tione , quam premifforum cau- fa , & occafione quomodolibet in incurrerat ; & commu, nioni Fidelium, patticipationi« que Ecclefiafticorum Sacra> mentorum , & Sande Matris Ecclefiz unitati , ac gremio re- ftitutus; prefentibus pro Tefti- bus, qui in Sententia. Polidorus Codicillus Sandi Officii Notarius. ‘ Modo di verificare nel Santo Uffizio il Corpo del Delittos i cui fieno rimafti veftigi » S E alcuno verra denunzjato nel Santo Uffizio di aver (per efem- pio ) ferita , {pezzata , gittataaterta, imbrattata, o percofla qualche Sacra Immagine , diciamo ae della Beatiffima Ver- gine Madredi Dio ; efiendo il delitto, come dicono, faftt ermanentis , di cuirimangono ad ogni modo fegnali; dovra Inquifitore fubitamente vifitare il Corpo del Delitto , andan- davi egli in perfona , fe pud , 0 mandandovi il fuo Vicario , co il Fifcale col Notaro , oppure i] Notaro folo , quando non vi fia il comodo di mandar altri; avra cuta effo Notaro di pigliar in ifcritto alla prefenza di due Teftimonj a’ cid {pecialmente chiamati alla detta Vifitas nella quale con fomma diligenza , ed efattezza deferiverd, ¢ notcra cid, che fara ftato ritrovato. E ~ tale fara la forma. i Menfis Anni Die Adm, Rev. P. Inquifisor prafatus, vif Denguciotione, &c, ac mature : > Come Seconda Parte. 175 onfideratis omnibus , & fisgalis in ea costentis: we tam grave, imd' tam atrox , @& enorme facinus delitefcat , utque Delinguens, quem procul dubioHareticum, aut Hearetico non difimilem effe oportet, de- bitis punis aoficiatur, O° juxta menfuram delitti plagarum modus - ddbibeatur , mawdavit , ad. effetium , ut de corpore deli€ti conftet ia attis , locum vifitari , & exinde debitas fami , omni mora poftpofita, + saformationes , O'ce - Ni. de N. Santti Offcii Notarixs » Formato il Decreto, come di fopra , fi fara la vifita, ¢ firegiftce-. ra nel Proceffo , come fegue Die diéta , bora, Ge. Acceffum fait per eumdens Adm. Rev. P. Inquifitorens , vel per R. P. E.N.Vicarium Santti Offcit N. vel per Magnificum D. N. Pro- curatorems Fifcalem , @'¢. meqise infraferiptum ‘Notarium , cam No < @& WM, fervis,vel fociis ad locnm in Denunciatione defignatuns , ibi- que per me eumdem Notarium , prafente ditto M. R. P. Inquifitore , ol R. P. Vicario, vel Magnifico D. Procuratore Fifeali , vif ,@ reperta fait Imago, vel flatua Gloriofifima Deipara Virgixis Domi- na nofire in via , velin vico , vel in platea , vel in pariete Domus NV. atramento afperfa, ac maculata in facie, vel luto, ac can de- ata , vel lacerata , vel vulnerata in pettore tribus vulueribus gladio , vel enfe , vel pugione vel archibujo inflittis ; vel fratia , vel deformata , vel effofis oculis 5 vel truxcatis manibus vel amputasis « digitis, @'c. Et bac omnia vidi, & annotavl , ut fupra , proveritate, | prafertibus Manlio Durante , & Afranio Prifco Teftibus, Gc 5 NV. de N. Santti Officit Notarius « (Cid fatto , avranno da efaminarfi alquanti de’ vicini fopra To ftato "i detea Immagine avanti il commeffo, ‘Delitto. E fe ne formerd ilDecreto in quefta maniera - Rufus vifs,atque animadverfis , ne dubitari poffit de flatu ditte Sacre © “Tmaginis ante. fatinm , few deliftwns commifjum » D. mandavit , exa= minari vicinos tamquam verifimiliter informatos de ditta Sacra» + Imagine , O'ce . Ni de N. Santti Offcii Notarin, « C Die Menfis _. Anni 0 Lxaminarus fait proinformatione ‘Santli Officii ,. wbi fupra, Oc per ~ anteditium Amd. R. P. Isquifitorems » in meique,@co N. de N. qui delato fibi, Orc. fui perDe . - Interrog. Aw fiat , vel faltem prafumas canfam, aco Refp. &c.- Interrog. 176 Pratica del Santo Uffizio Intetrog. An habeat notitiam cujufdam Sacre Imaginis Beatifima : Virginis fita in viajec. . Refp. Signor si , perche é vicina a Cafa mia. Interrog. As beflerna die viderit dittam Sacram Imaginess . Refp. Signor si’; anzi la vedo ogni giorno, ebene fpeffo.anco pet divozione io paffo avanti a lei. : Interrog. In quo tatu viderit befterna die diam Sacram Imoginem E Refp. lo vidi’ jerfera la detta Intmagine’ della Madonna Santiffi. ma, ch’ cra bella , monda , pura , ¢{enz’ alcuna macchia; ma non!’ ho gia vilta tale quefta martina ; perche, &e. ~ Quibus babitis,érc. Si fottofcriva il Notaro. Eq in quefto medefimo modo deve efaminarfi qualche altro vici- no, &c. Pfovato a quefta foggia il Corpo del Delitto , fi procedera ad cfa- minare gli altri Teltimonj nominati nella Denunzia. Egli ¢ pero da avvertire,che avutafi la Denunzia (come di fopra) contra al- cun particolare , che abbia commefio il gia detto , 0 altro fimi- liante Delitto , fe vi far pericolo nel differir 'Efame degli altri ‘cftimonj nominati. {opta il fatto; o qualche altra caufa for- gera, onde il Giudice poffa temere, cheil Reo, mentre Gi at- tende a verificare il Corpo del Delitto , fc ne fugga; dovracilo Reo in virta del detto del Denunziante, che depone di propria {cienza , carcerarfismaffimamente fe effo Denunziante non ave- ra eccezione alcuna : eppoi , verificato il Corpo del Delitto; efaminarfi gli altri Teftimonj. E fe non fiavera notizia alcuna del Deliquente,ed agli orecchi dell’ Inquifitore fara folamente per relazione di perfone zelanti per- venuto , effere feguito il fopradderto Delitto,non per cid man= chera di verificare il Corpo di effo Delitto in quefta forma . : Die Menfis : Anni Cum ad aures Adm. R. P. Inquifitoris,érc, perveniffer ex fide dignorunt relations quemadmodum Sacra Imago Beatifima Virginis fica in Toco, vico , via dc. qua befterna die erat pulcherrima , omnique dew corata nitore,, boc fummo mane vifa fuit atramento afperfa, oc» cumtotius popsli incomparabili feandalo ob Religionis comtemptum y atque Infidelitatis notabile veftiginm , prafatus M. R. P. Fnquifitor » bis auditis, netantum, & tam grave feelus conniventibus oculis prateriiffe videatur,.& ut Delinquens omnino inveniatur, &c. mas davit , oe. E fi facanno |e medefime diligenze di vifitare la derta ae Sacra

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