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Comunicazione e mass media

Prospettive per oggi e domani


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BREVE STORIA DEL GIORNALISMO ITALIANO DAGLI ALBORI AD OGGI

I PRIMI PASSI
Le prime gazzette a stampa, quindicinali o settimanali, compaiono allinizio del 600 e coabitano a lungo con gli avvisi e i fogli di notizie manoscritti. In Italia, Firenze e Genova sono le prime ad avere una gazzetta, nel 1636 e 1639. Il tempo che intercorre tra un evento e la diffusione della notizia di una ventina di giorni (oggi 20 minuti).
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I PRIMI PASSI
Le prime gazzette hanno il formato dei libri (15x23) ed escono a due o quattro pagine. Le otto pagine e la periodicit settimanale arrivano nella seconda met del 600. Quasi tutti durano poco, e la tiratura va dalle 200 alle 1.000 copie. Il primo quotidiano della storia esce a Lipsia nel 1660.
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I PRIMI PASSI IN ITALIA


In Italia, a cavallo tra 600 e 700, si amplia la rete delle gazzette privilegiate, ovvero finanziate dai governi locali. Ne escono a Torino, Bologna, Mantova, Messina, Parma e Modena, ma anche in piccoli centri come Rimini. Alla fine del 600 si stringono i lacci della censura, scoraggiando i propositi di fare nuovi giornali. Nel 700, i quotidiani rimasti viaggiano comunque sopra le 2.000 copie al giorno.
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LA RIVOLUZIONE FRANCESE E LA STAMPA ITALIANA


La Rivoluzione segna una tappa fondamentale nella storia della stampa, e d al giornalismo un grande impulso. Larticolo XI della Dichiarazione dei diritti delluomo (1789) dice: La libera comunicazione del pensiero e delle opinioni uno dei diritti pi preziosi delluomo: ogni cittadino pu dunque parlare, scrivere e stampare liberamente, salvo rispondere dellabuso di questa libert nei casi determinati dalla legge.
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NASCE LOPINIONE PUBBLICA


Con la nascita del giornalismo politico si forma lopinione pubblica. In Italia le notizie che arrivano dalla Francia provocano eccitazione e curiosit: quasi tutte le gazzette danno conto delle decisioni dellAssemblea nazionale e della Costituente, e pubblicano i documenti rivoluzionari. 1791: compaiono a Firenze, Venezia e Milano, i primi periodici femminili.
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LA STAMPA SOTTO NAPOLEONE


Napoleone arriva a Milano nel maggio 1796: con la sua venuta in Italia, cadono le restrizioni sulla stampa. Nel triennio giacobino escono a Milano 40 giornali, 20 a Genova e 10 tra Venezia, Roma e Napoli. Nascono le prime forme di giornalismo politico, sui temi della libert di stampa e sul movimento patriottico.
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IL REGNO DITALIA NAPOLEONICO


Nel 1804 Napoleone torna in Italia (era stato cacciato dagli austriaci nel 1799) e proclama il Regno dItalia. La penisola pullula di giornali, anche se non pi liberi, ma orientati alla politica francese. La pagina viene suddivisa in 3 colonne: con lintroduzione della macchina a fabbricazione continua di carta che crescono i formati (pi pagine) e aumentano le tirature.
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IL GIORNALISMO DEL RISORGIMENTO


Per tutto il periodo della Restaurazione, fino alla promulgazione degli editti del 1847-48, non esiste in Italia un giornalismo politico nel senso completo del termine. Le idee nuove vengono comunque espresse attraverso i fogli letterari e culturali. In ogni citt i sovrani fanno uscire una Gazzetta.
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IL BIENNIO 1848-49
La fioritura di giornali che si era verificata nelle fasi rivoluzionarie, si ripete in misura molto pi ampia e intensa nel 1848-49: la scena giornalistica diventa tumultuosa per limportanza degli eventi. Nel clima della guerra dindipendenza, compare a Torino la Gazzetta del Popolo: prezzi popolari, distribuzione al mattino, linguaggio semplice, gli valgono subito 10.000 abbonati. In Italia il 75% della popolazione analfabeta.
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ALCUNE CONSIDERAZIONI
La Gazzetta del Popolo si rivela un vero fenomeno editoriale. La media nazionale delle tirature si aggira comunque sulle 2.000 copie, a fronte delle 30-40.000 degli altri Paesi europei. In Italia, i quotidiani che hanno buone possibilit di durare si contano sulle dita di una mano. Alcuni hanno il formato grande alla francese, con la pagina suddivisa in quattro colonne anzich in due. La pubblicit per ora molto scarsa. Il giornalismo italiano nel periodo risorgimentale si sviluppato con forte connotazione politica, e manca la spinta imprenditoriale.
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IL GIORNALISTA
La figura del giornalista, negli anni precedenti lunificazione nazionale, comincia ad assumere lineamenti peculiari. Sono per rari i casi in cui limpegno politico non abbia il sopravvento su quello professionale.

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PERIODO 1860-1900
Con lUnit dItalia migliora la situazione socioculturale del Paese: diminuisce lanalfabetismo (dal 75% del 1848 al 68% del 1871, con punte minime in Lombardia e Piemonte al 42-45%). Quando cade il governo della Destra storica (1876), i giornali ufficiali del Regno sono 65 (28 quotidiani e 37 periodici).
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LE PRIME LEGGI SULLA STAMPA


In questi anni, la legge prevede il sequestro in caso di attivit politica non conforme agli interessi dello Stato: a farne le spese sono soprattutto i giornali di sinistra, cos come i primi fogli destinati alla classi popolari. Ai giornali amici, governo e prefetti concedono anche finanziamenti. Unaltra forma di aiuto da parte del Governo la fornitura gratuita di notizie. Si tratta della prima rudimentale forma di ufficio stampa.
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Avvicinandosi il 1871, anno di Roma capitale, il giornalismo comincia a crescere e formarsi anche nellUrbe. A muovere lanima del giornalismo sono sempre le battaglie politiche: la Sinistra sta cercando di fronteggiare lo strapotere della Destra, cominciando ad impossessarsi di alcuni mezzi dinformazione. Questo gli varr il governo nel 1876. 1876: nasce a Milano il Corriere della Sera.
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NASCE IL CORSERA
Il Corrierone nasce come quotidiano del pomeriggio: il progetto del direttore 34enne Eugenio Torelli Viollier, dare alla borghesia un giornale che sia la versione destroide de Il Secolo, fino a quel momento il quotidiano lombardo pi avanzato. Lavvio molto stentato: il Corriere stampa 3.000 copie, il Secolo 40.000. Per il Corsera una svolta decisiva arriva nel 1885 quando il cotoniere Benigno Crespi entra socio con Torelli.
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Nel 1889 la tiratura del Corsera arriva a 60.000 copie, contro le 100.000 del Secolo. Nel frattempo, la Gazzetta piemontese si trasformata ne La Stampa. A Roma sta crescendo Il Messaggero, lanciato nel 1878: abbandonata la formula iniziale del giornale dei giornali, perch realizzato con forbici e colla (un fiasco con meno di 3.000 acquirenti) cresce grazie allo spazio dato dal direttore Luigi Cesana alla cronaca cittadina, che negli altri giornali quasi non esiste.
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ALTRI QUOTIDIANI
Il Resto del Carlino di Bologna nasce in piccolo formato (2 cent) come foglio locale di tendenza democratica. Nonostante un successo iniziale (6.000 copie), i conti non tornano, e la propriet passa a Zamorani, che gli d un taglio editoriale migliore, di matrice progressista, giungendo alle 20.000 copie di tiratura.
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Il Secolo XIX compare a Genova nel 1886, e si colloca come sostenitore degli interessi protezionistici, creando un collegamento con le forze economiche della borghesia industriale ed agraria. In campo cattolico, le direttive per lo sviluppo della stampa si imperniano sul localismo. Si raccomanda di aderire alle necessit ed ai gusti delle popolazioni di ogni piccolo centro, affinch il giornale divenga un elemento indispensabile del buon cattolico. I giornali maggiore sono LOsservatore cattolico di Milano, LAvvenire di Bologna, Il Cittadino di Brescia e LEco di Bergamo.
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IL NOVECENTO
Nel momento in cui, per lItalia, si aprono prospettive di progresso civile, sociale ed economico (realizzate poi da Giolitti) la situazione delleditoria giornalistica presenta notevoli disparit ed ancora fragile, non avendo un riconoscimento ufficiale. La popolazione cresce a ritmo sostenuto (32 milioni nel 1901) ed il processo di urbanizzazione accelera. Il 48% della popolazione ancora analfabeta. I giornali dimpronta liberale sono quelli che si rafforzano di pi, e c gi chi guarda alla stampa come Quarto potere.
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Dati sul numero di quotidiani e periodici stampati


600 500 400 300 200 100 0 1905 Lombardia Lazio Piemonte

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Tra il 1905 e il 1915 diminuisce la percentuale di fogli minori sul numero complessivo di quotidiani e periodici, passa dall11,5% al 4,8%. Ai costi di produzione pi alti, si devono aggiungere cospicui investimenti per dotare le tipografie dei nuovi macchinari. La tendenza generale al formato grande, con sei o otto pagine. Si delineano le suddivisioni per argomenti con testatine apposite: cronaca cittadina, giudiziaria, notizie teatrali, recentissime. In prima pagina notizie di ogni genere.
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Nelle redazioni dei maggiori quotidiani, che ormai sono una decina, procede la razionalizzazione dei compiti e degli orari: solo nei giornali di provincia i redattori si improvvisano tuttofare. Il settore che conta il maggior numero di giornalisti la cronaca cittadina: ci sono cronisti di bianca e di nera. Si afferma la stampa socialista con LAvanti. Molti giornali cattolici cercano di superare il Non expedit (bolla di Leone XIII del 1896) con un coinvolgimento maggiore nei fatti quotidiani, ed un atteggiamento generale di moderazione.
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LA GRANDE GUERRA
Con la I Guerra Mondiale, i giornali si dividono tra fronte neutralista e fronte interventista: ne guadagnano gli editori, visto che la gente, avendo bisogno dinformarsi, fa pi riferimento ai quotidiani. La Grande Guerra incise molto sullimpostazione dei giornali, in primis perch cambiarono diverse propriet, poi perch mut lintonazione delle notizie. I giornali furono condizionati dalla censura dal 1915 al 1919.
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VALUTAZIONI
La diffusione era cresciuta nelle prime fasi belliche, poi era diminuita col crescere dei costi di produzione e la crisi economica. FENOMENO CENSURA: voluto da Luigi Cadorna, che non aveva simpatia per la stampa, e quindi faceva filtrare tutte le notizie dallUfficio stampa del Comando Supremo.
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LAVVENTO DEL FASCISMO


Tra il 1920 e il 1922 nascono nuovi giornali di partito, o filo-partitici: ogni forza politica ne ha almeno uno. 28 ottobre 1922: MARCIA SU ROMA. Nelle prime settimane del governo Mussolini le prime pagine dei giornali appaiono politicamente spente, oppure danno la sensazione dellufficiosit o della soddisfazione. I giornali socialisti, comunisti e repubblicano tentano la replica.
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MUSSOLINI E LA STAMPA
Lintenzione di Mussolini era di giungere ad una concreta limitazione della libert di stampa. Il direttore del Corsera, Luigi Albertini, dopo numerosi attacchi squadristi costretto alle dimissioni. Arrivano le leggi fascistissime: con la legge del 31 dicembre 1925 cessa la libert di stampa.
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LEGGE 31/12/1925
I cardini di questa legge sono gli articoli 1 e 7. Con questi due articoli si crea la figura del direttore responsabile e si istituisce lOrdine dei giornalisti (controllato dal Sindacato fascista) al quale occorrer essere iscritti per esercitare la professione. Dunque, i direttori diventano vassalli del Duce.

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LEGGE 31/12/1925
Le due norme lasciano spiragli molto esigui, perch per essere iscritti allAlbo bisogner presentare un certificato di buona condotta politica. Tra i criteri ispiratori delle leggi fascistissime cera la prevalenza della libert dello Stato sulla libert del cittadino. 1926: continua i sequestri dei quotidiani e dei fogli non allineati.
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I GIORNALI SOTTO IL REGIME


Mussolini concentra la sua politica sulla stampa su 2 obiettivi: 1. Sottoporre allobbedienza i maggiori quotidiani 2. Dare unimpronta dottrinaria ai giornali, inserendoli nella MACCHINA DEL CONSENSO, senza farne giornali di Stato.
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MUSSOLINI E LA STAMPA CATTOLICA


Verso la stampa cattolica il regime adotta un particolare tatto, poich nel complesso i fogli cattolici assecondano le propensioni della Chiesa ad un dialogo col regime, in virt della firma dei Patti Lateranensi (1929). Durante il fascismo (1931) nasce Radio Vaticana, ad opera di Guglielmo Marconi.
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IL MINCULPOP
Mussolini cre il Ministero per la stampa e la propaganda, poi mutato in Ministero per la cultura popolare, soprannominato dai giornali Minculpop. 1939: le tirature dei quotidiani italiani si aggirano in totale su 4.500.000 copie.

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LA STAMPA DELLA RESISTENZA


La stampa del movimento di liberazione fu un fenomeno di dimensioni considerevoli, oltre che di grande valore politico. 2 filoni: 1. Stampa clandestina (settembre 1943aprile 1945); 2. Fogli delle formazioni partigiane (primavera 1944-primavera 1945). I partiti di fatto operavano attraverso la stampa, spesso clandestina, che aveva cadenza quindicinale. Cerano sedi di giornali nelle maggiori citt italiane.
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Le forze politiche si sforzano di far uscire fogli diretti a singole categorie sociali: operai, donne, artigiani. La stampa comunista la pi numerosa e la pi diversificata: lorgano del Pci, LUnit, esce a Roma, Milano, Torino e Genova, con tirature tra le 10 e le 15.000 copie. Unenormit se si pensa alle enormi ristrettezze economiche (la carta scarseggiava). LItalia libera lorgano dinformazione del Partito dAzione.
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IL DOPOGUERRA: FASE 1
Prima della fine della guerra, lattivit della stampa dipende dal controllo del Pwb, un organo dipendente dal Governo militare alleato, creato sia per la propaganda, sia per pilotare il ritorno della libert di stampa nei territori via via liberati dai tedeschi. E il Pwb che rilascia le autorizzazioni necessarie per stampare i giornali: i primi fogli escono in Sicilia e Calabra subito dopo l8 settembre 1943.
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Questi fogli vanno a ruba, anche se sono di piccolo formato. Dopo la Liberazione, le richieste degli Alleati perch compaiano anche i quotidiani indipendenti sono pressanti: soprattutto a Milano e Torino, citt guida della lotta partigiana. Il 22 maggio 1945 ricomincia ad uscire il Corriere dInformazione, ovvero il Corsera sotto altro nome, per cancellare il connubio col fascismo imposto dopo le dimissioni di Albertini. La linea tenuta dal Corrierone fedele alle direttive del Comitato di Liberazione (CLN).
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Nella seconda met del 1945 escono molti giornali, alcuni con nuovo nome dopo lesperienza fascista. Si tratta de Il Resto del Carlino, che fino al 1953 si chiamer Giornale dellEmilia, Il Secolo XIX, La Nazione, Il Messaggero e Il Giornale dItalia. Nel luglio 1945 Rizzoli ottiene lautorizzazione a pubblicare il settimanale Oggi, 16 pagine formato tabloid.
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LA COSTITUZIONE
Il 1 gennaio 1948 entra in vigore la Costituzione. Riportiamo larticolo 21:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non pu essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si pu procedere a sequestro soltanto per atto motivato dallautorit giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per lindicazione dei responsabili. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume.
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IL DOPOGUERRA: 2^ FASE
Nascono le prime concentrazioni: Il Resto del Carlino nel 1952 rileva La Nazione, famoso quotidiano fiorentino. Confindustria acquista Sole e 24 Ore. Lo stile giornalistico ancora quello degli anni 30, depurato da certe logiche di regime.
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Lattenzione per il mondo dello spettacolo molto scarsa, se si escludono le critiche teatrali e lopera lirica. Considerata lomogeneit politica, la concorrenza tra i grandi quotidiani continua a basarsi sulle firme degli inviati, dei corrispondenti e dei collaboratori. I quotidiani di partito accusano una flessione, fatta eccezione per LUnit. 1952: anche lMsi ha il suo quotidiano, Il Secolo dItalia, riproposizione de Il Secolo XIX.
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Alcuni dati sui rotocalchi del periodo 1955-59


900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0 Dato Dato medio massimo
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Domenica del Corriere Oggi Epoca Tempo L'Europeo

I rotocalchi soddisfano sia il desiderio di favole moderne, sia laspirazione ad unesistenza di benessere. Alcuni, come Oggi, guadagnano molte copie con articoli su famiglie reali, miliardari e divi del cinema. Il 2 ottobre 1955 nasce LEspresso: 16 pagine, 50 lire. Direttore Arrigo Benedetti (ex de LEuropeo), affiancato da Eugenio Scalfari. LEspresso si fa paladino delle inchieste sulla malapolitica e sulle grandi questioni irrisolte, come labusivismo edilizio.

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NASCE IL GIORNO (1956)


Tre sono le circostanze che ne hanno determinato la nascita: 1. Lintraprendenza del nuovo direttore Gaetano Baldacci, ex inviato del Corsera. 2. La necessit di Enrico Mattei, presidente Eni, di disporre di un giornale. 3. La voglia delleditore Cino Del Duca, di tornare in Italia, dopo unesperienza in Francia, con uniniziativa di prestigio.
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CARATTERISTICHE DE IL GIORNO 1. In politica punta alla collaborazione tra democristiani e socialisti, difende lintervento pubblico in economia, contro lo strapotere di Confindustria, e sostiene la politica della distensione e le aspirazioni dindipendenza dei paesi del Terzo Mondo. 2. Impaginazione vivace, prima pagina a vetrina, con molti titoli e notizie di variet.
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3. Gli articoli culturali vanno nellinserto in rotocalco, dove si possono trovare anche fumetti e giochi. 4. Baldacci inizialmente predispone anche unedizione del pomeriggio, presto abolita per ristrettezze economiche. 5. Subito 150.000 copie, poi 300.000, che per via via diminuiscono, specie dopo luscita di scena, nel 1959, di Baldacci.

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LA SFIDA TRA GIORNALI E TV


La radio, per il suo modo di fare formale e bacchettone, non aveva messo in crisi lindustria giornalistica. Diverso fu con lavvento della Tv, nel 1954: al termine del 1 anno la popolazione che poteva captare il segnale era il 48%. In un biennio si realizza linformazione di massa, perch il Tg la trasmissione pi seguita. Gli argomenti delle prime telecronache sono le cerimonie ufficiali. 1958: prime trasmissioni di attualit. Dal 1960 Tribuna elettorale. 47

LA REAZIONE DEI GIORNALI


Sulle prime i giornali limitano il colpo assestatogli dallinformazione televisiva. Infatti nei primi anni 60 cresce la foliazione e il numero di servizi, sempre pi specifici ed intriganti. Aumenta anche il colore, oltre alla diffusione dei rotocalchi. Il Giorno uno dei quotidiani che persegue la politica della settimanalizzazione: sotto la direzione di Italo Pietra, subentrato a Baldacci, distribuisce ben 3 rotocalchi (per ragazzi, lettrici e il domenicale).
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IL CORRIERE DELLA SERA


Lo svecchiamento del Corsera porta il maggiore quotidiano italiano a dare pi spazio a cronache locali e sport, che sono i veri motori trainanti dellinformazione. Linformazione viene facilitata dal pullulare delle Agenzie stampa, come Ansa, Agi e Adn Kronos, che salgono alla ribalta negli anni 60.
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ANNI 70: UN GIORNALISMO DATTACCO


Nel biennio 1968-69, la contestazione giovanile, la riscossa dei sindacati, le bombe di Milano, le passioni suscitate dalla guerra del Vietnam, la nascita e lo sviluppo del movimento femminista scuotono il mondo dellinformazione. Nascono giornali espressione di questo movimento, molti dei quali di matrice giovanile. NUOVI PERIODICI: il manifesto (1971) e Lotta continua (1972).
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Sono fogli di battaglia politica e ideologica, vessilliferi di utopie rivoluzionarie. il manifesto esce nel 1971, con impostazione grafica sobria, quasi austera, su modelli ottocenteschi. Non pubblica fotografie ed volutamente privo di pubblicit. Lotta continua esce nel 1972, tabloid squillante e aggressivo, con titoli slogan, vignette e fotografie. E composto con scritti brevi, di taglio giovanile. Prende di mira malgoverno, scandali e arretratezze del sistema sociale. Durer fino al 1981. Laffermazione della formula newsmagazine arriver nel 1974.
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QUADRO VENDITE ANNI 70


500.000 450.000 400.000 350.000 300.000 250.000 200.000 150.000 100.000 50.000 0 Anni '70
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Corsera Stampa L'Unit Il Messaggero

LO SCANDALO RIZZOLI-P2
Andrea Rizzoli aveva ereditato dal padre la voglia di possedere un grande quotidiano: cos, quando lalleanza Crespi-AgnelliMoratti va in crisi, si fa avanti e compra tutto il gruppo di via Solferino (ovvero il Corriere della Sera). Laccordo raggiunto nel 1974.
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I Rizzoli promettono ai sindacati una politica di tutela dei giornalisti, e stringono accordi con tutti i partiti, compreso il Pci. Il problema vero il bisogno di soldi. Direttore del Corsera ancora Piero Ottone. 1976: Rizzoli annuncia la politica di espansione editoriale, acquisendo altre testate: si tratta di un impero costruito sui deficit e gli intrighi politici. 1977: avviene una svolta economica. Chi ha fornito i soldi?
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Si fa il nome di Roberto Calvi, leader del Banco Ambrosiano, e del finanziere Umberto Ortolani. Non vengono menzionati i veri responsabili, ovvero Licio Gelli (capo della loggia P2), e lo Ior (Istituto opere di religione, presieduto da monsignor Marcinkus). Ottone si dimette nellottobre 1977, al suo posto Franco Di Bella, ex direttore del Carlino, con un passato in via Solferino. Di Bella rende pi vivace il foglio milanese.
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1979: il passivo di 150 miliardi. I Rizzoli tentano due mosse: la prima LOcchio, un tabloid diretto da Maurizio Costanzo. La seconda una rete tv privata, Contatto, diretta dallo stesso Costanzo, ma mai partita. Gli eventi precipitano con la pubblicazione, da parte del Presidente del Consiglio, Arnaldo Forlani, dellelenco degli iscritti alla loggia P2: il Corriere perde 100.000 copie in 3 anni. 1982: parte lamministrazione controllata da parte del Tribunale di Milano.
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IL GIORNALE VS LA REPUBBLICA
La nascita di questi due quotidiani va vista nel contesto della crescita di partecipazione politica e sociale da parte dei lettori. La sfida di Indro Montanelli creare lanti-Corriere: con una linea politica moderata, Il Giornale, nato nel 1974, si rivolge ai cittadini che non ne possono pi degli intrighi di potere, e che temono che il Pci prenda il sopravvento con il compromesso storico. Sulle prime 280.000 copie, che poi calano a 140.000.
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1976: nasce il quotidiano La Repubblica, appoggiato da Mondadori. Le redini del progetto sono nelle mani del direttore Eugenio Scalfari. La sua idea fare un quotidiano leggero di pagine, diretto a coloro che seguono politica, economia, cultura e spettacolo, senza cronaca locale e con pochissimo sport. Nellinsieme, Repubblica appare un Espresso che esce tutti i giorni. Sulle prime 80.000 copie, che nel 1979 diventano 145.000. 1981: grazie alla crisi del Corsera, aumenta la foliazione a 40 pagine, aumentando anche la tiratura. 1985: record di 373.000 copie.
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IL FENOMENO BERLUSCONI
Allinizio degli anni 80 nascono le reti televisive commerciali, mentre la legge per leditoria, fornendo maggiori fondi economici, salva molti quotidiani, consentendo di compiere le indispensabili riconversioni tecnologiche. I primi network sono Canale 5 di Silvio Berlusconi e Prima Rete del Gruppo Rizzoli.

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Canale 5 parte nel 1980 e attira rapidamente un buon numero di telespettatori. Subito dopo si muove leditore Rusconi con Italia 1, e nel 1981 debutta Retequattro, fondata dalla Mondadori. Queste reti, per, non possono usare la diretta, dunque devono limitarsi ai Tg locali. Nel 1984 Berlusconi compra Italia 1 e Retequattro, che sommandosi a Canale5 formano un oligopolio in grado di contrastare la Rai.

! Manca ancora una legge sulla disciplina della Tv.


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BRACCIO DI FERRO STAMPA-TV


1986: si consolidano i due poli televisivi, il pubblico e il privato, e comincia lera dellaudience. I maggiori quotidiani battono la strada del gigantismo e del marketing. 1990: la stampa quotidiana ha una tiratura complessiva di 6.800.000 copie al giorno.
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Nel 1986, Repubblica sorpassa per la prima volta il Corsera: 515.000 copie per Scalfari, contro le 487.000 del neo direttore Ugo Stille. In crisi Il Giorno, Il Tempo e Il Lavoro. Cresce il numero dei giornalisti: lOrdine dei giornalisti (Odg) passa dai 10.000 iscritti del 1985 ai 12.000 del 1990. A fine anni 80 nasce il gruppo Rcs, mentre Mondadori incorpora laltro 50% di Repubblica, oltre alla totalit delle azioni de LEspresso. Fra gli azionisti di Mondadori c anche Berlusconi, proprietario della Fininvest, de Il Giornale e del settimanale Tv-Sorrisi e canzoni.
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DATI SULLE VENDITE DI MONDADORI E RCS (1989)


3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0 Quot. Sett. Mens.
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Mondadori Rcs

1992: DIMINUZIONE LETTORI


Gli editori provano a rispondere in vari modi, in primis col ringiovanimento dei direttori. In grave difficolt sono i quotidiani di partito: LUnit arriva al tetto minimo delle 100.000 copie giornaliere. Fenomeno del giornale panino, per la moda di inserire gadget nei quotidiani. Con lavvento del satellite, landamento delle vendite diminuisce ancora.
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PREVISIONI
Secondo alcuni sociologi, entro i primi 50 anni del XXI secolo linformazione cartacea sparir. Rimarranno solo i libri, seppur venduti in misura minore, perch continuano ad essere un supporto migliore per lo studio.

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PER RICEVERE I MATERIALI

pierpaolo.bellucci@libero.it

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