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garanzia di accesso alla fiera per gli espositori (cfr. Nittbaur 2001, pag. 195).
Secondo il punto di vista dei garanti della concorrenza della UE, il sovvenzionamento di
sedi fieristiche da parte dell’autorità pubblica contravviene al vigente diritto europeo
(Sturm 26.02.2002 pag. V3/1; Bein 2000, pag. 6). Ecco quanto previsto dall’articolo 92
del Trattato che istituisce la Comunità europea “Articel 92(1) of the EC treaty imposes a
general ban, subject to certain ex-ceptions, on any aid granted by a Member state or
through State sources in any form whatsoever that distorts or threatems to distort
competition by favouring certain under-takings (...) Clearly, any financial assitance
given by state to one firm distorts or threat-ens distort, to greater or lesser extent,
competition between that firm and ist competi-tores which have received no such aid (…)
”.
Allo Stato è consentito di sovvenzionare soltanto quelle attività che soddisfano i seguenti
criteri:
3.gli aiuti statali devono rientrare nell’ambito di ciò che si rende necessario per svolgere
il pubblico mandato;
4.non è in alcun modo consentito il coinvolgimento del pubblico mandato con attività
meramente commerciali (Sturm 26.02.2002 pag. V3/1).
È possibile che la questione della privatizzazione acquisti rilevanza grazie alle pressioni
da Bruxelles, poiché, secondo Sturm, si va verso una confusione sempre maggiore dei
compiti pubblici e commericiali (cfr. Nittbaur 2002, pag. 196; Sturm 26.02.2002
5. V3/1; Sturm 05.02.2003 pag. V2/15).
· I fattori dinamici, che nel corso del tempo subiscono variazioni pià rilevanti, sono
relativamente difficili da pronosticare. Tra questi fattori figurano l’atteggiamento
verso il consumo e il tempo libero, verso l’informazione e la comunicazione,
nonché le tendenze a breve termine (cfr. Nittbaur 2001, pag. 198).
Negli ultimi anni, i nuovi media25 hanno influenzato profondamente tutti i settori
dell’attività economica (cfr. Robertz 1999, pag. 86). L’effetto dei progressi nell’ambito
della tecnologia della comunicazione e dell’informazione è stato che le informazioni
rilevanti “sono disponibili fondamentalmente in modo più rapido, più compatto, più
trasparente e pertanto anche più economico”, rispetto a quelle delle fiere a cadenza
annuale o pluriennale (cfr. Huckemann/ter Weiler 1998, pag. 75).
25
Nonostante si faccia un uso spropositato dell’espressione “nuovi media”, nella letteratura non è
rinvenibile una definizione univoca del concetto. Nel complesso si può tuttavia affermare che i nuovi
media hanno sempre a che fare con l’integrazione di più forme di rappresentazione (multimedia,
integrazione mediale) (cfr. Mertens 1997, pag. 258). Müller 1995 indentifica come criterio decisivo il
coinvolgimento dell’utente. Nel prosieguo, il presente lavoro prenderà quindi le mosse da un concetto di
nuovi media, che si concentra sulle possibilità di interazione dell’utente con il mezzo di informazione
(cfr. Steker 2001, pag. 3).
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Nel prossimo futuro, Internet e televisione si congiungeranno in un forum integrato di
informazione e comunicazione. Unitamente a un utilizzo notevolmente semplificato, ciò
potrebbe portare a importanti cambiamenti radicali delle tradizionali strutture di
distribuzione sotto forma di fiere, commercio all’ingrosso e al minuto (cfr. Nittbaur
2001, S. 74). A tutt’oggi sono ancora le manifestazioni fieristiche a rimediare
considerevolmente allo scarso passaggio di informazioni dal produttore al consumatore.
Tuttavia se espositori e visitatori o produttori e commericianti dovessero convergere, per
le fiere diventerebbe più difficile garantire l’ampliamento dell’offerta e l’integrazione dei
visitatori (cfr. Fuchslocher/Hochheimer 2000, S. 135). Lo sfaldarsi delle strutture di
distribuzione potrebbe avere come conseguenza una significativa riduzione dei numeri di
visitatori nell’economia fieristica, cui alla fine seguirebbe anche quella degli espositori,
interessati a concentrare maggiormente le proprie risorse di marketing sul settore online.
Si tratta di un pericolo la cui entità varia a seconda del prodotto o servizio, dei costi di
distribuzione e di vendita, del numero della concentrazione di acquirenti e del grado di
internazionalizzazione (cfr. Nittbaur 2001, pag. 75).
Nel complesso, si possono identificare due opposte posizioni nel dibattito circa i nuovi
media nell’economia fieristica:
· In futuro, il tradizionale mondo fieristico sarà obsoleto, poiché “le fiere virtuali”
stanno acquistando una rilevanza sempre maggiore come moderna forma di
manifestazione fieristica in Internet, e alla fine le manifestazioni classiche
cederanno il passo.
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3.2.2.5 Contesto spaziale
Di norma, la scelta del sito di una fiera è una decisione a lungo termine, per la quale
bisogna considerare molteplici fattori lagati all’ubicazione.
Il sito di una fiera deve soddisfare diverse condizioni per potere garantire di volta in
volta la competitività del concetto fieristico, perché solamente un concetto fieristico di
successo riesce a promuovere la crescita economica a lungo termine di una regione. Di
seguito verrà quindi presentata una selezione di fattori forti e deboli legati al sito delle
fiere.
Fig. 12: Fattori selezionati legati al sito delle fiere
Harte Weiche
ÖPNV Shopping
Nachfrage Bahn Qualität Gastronomie
Quelle: verändert nach Groth/Lentz 1993, S. 44
Tra gli importanti elementi infrastrutturali del comune vi è una quanto più possibile
variegata possibilità di collegamenti su strada, su rotaie e per via aerea. Tuttavia, dal
momento che le infrastrutture di trasporto possono essere adeguate alle esigenze di punta
delle fiere soltanto in casi eccezionali, queste diventano più che altro un fattore limitante
per lo sviluppo della sede della fiera (cfr. Groth/Lentz 1993, pag. 40). L’aeroporto come
“entry-point“ è di considerevole importanza per una fiera. Tale importanza aumenta
quanto più internazionale e specializzata è l’impostazione di una manifestazione
fieristica. Per una regione, sono soprattutto il numero dei collegamenti diretti e la
frequenza dei voli nel traffico aereo internazionale a valere come fattore decisivo legato
all’ubicazione (cfr. Gombel 1990, pag. 62).
Un discorso simile vale per le possibilità di alloggio. Quanto più esse riescono a
soddisfare le esigenze di espositori e visitatori in merito a categorie di prezzo e di servizi,
tanto minore è il rischio che le grandi fiere vengano disertate (cfr. Groth/Lentz 1993,
pag. 43; Busche 1994, pag. 223).
Una fiera riesce a vantare un vantaggio nei costi legati all’ubicazione quando tali costi
sono costantemente inferiori a quelli delle concorrenti. Tuttavia in Germania, a causa
delle aree fieristiche esistenti da decenni, tali possibilità si limitano soltanto ad
ampliamenti delle aree. Quanto all’interesse dell’autorità pubblica, comunque, si può
assumere che essa non ostacoli l’attività fieristica, bensì favorisca le fiere tramite la
ricerca di terreni adatti (cfr. Huber 1994, pag. 176).
Fattori deboli legati al sito
In genere, sono definiti fattori deboli legati al sito quei fattori che solo difficilmente sono
quantificabili in denaro e che dipendono da valutazioni soggettive. Di norma, sono detti
fattori deboli legati al sito fattori come offerta formativa, immagine, cultura, valore
abitativo e del tempo libero, clima economico o mentalità della popolazione. Il confine
tra fattori forti legati al sito e fattori deboli legati al sito è labile, e dipende dal contesto
da cui di volta in volta li si considera (cfr. Grabow 1995, pag. 147; Eik 1994, pag. 33).
I fattori deboli legati al sito sono di importanza considerevole anche per le sedi delle
manifestazioni fieristiche. Le fiere dipendono soprattutto da un ambiente favorevole
come anche da un prestigio culturale e politico della città e della regione. Fattori come
paesaggio, clima, tradizione, storia, possibilità d’acquisto e infine l’originalità e
l’atmosfera della città rivestono un ruolo importante per quanto concerne la qualità del
sito. Anche la gastronomia ha un ruolo di rilievo per la sua importanza riguardante
contatti fieristici informali. Le città fieristiche di rilievo hanno perlopiù una lunga
tradizione, che rappresenta un presupposto fondamentale per il successo delle fiere di
oggi, poiché esperienza, conoscenza e notorietà sono difficilmente trasferibili (cfr.
Busche 1994, pag. 223; Groth/Lentz, pag. 43; Halver 1995, pag. 137; Tiefensee 2003,
pag. 68).
Nel complesso, bisogna constatare che un sito può essere giudicato come favorevole, se i
criteri classificati come positivi e favorevoli da espositori e visitatori sono riscontrabili
nella forma più concentrata possibile indipendentemente dalla singola fiera. La singolare
posizione centrale della piazza fieristica tedesca in Europa offre l’opportunità di svolgere
una funzione centrale a livello europeo (cfr. Huber 1994, pag. 178).
3.2.3 Attori
Non è soltanto la società fieristica a partecipare alle decisioni circa il sito per una fiera.
Gli attori, con interessi in parte molto divergenti, devono incontrarsi. Gli attori sono,
oltre alle società fieristiche, le città, i Land e le camere dell’industria e del commercio in
qualità di proprietari. Inoltre, le associazioni, espositori e visitatori in qualità di diretti
interessati dalle manifestazioni fieristiche come anche la piccola industria locale, ad
esempio l’industria alberghiera, gli standisti e altri fornitori di servizi, e infine i media e
il pubblico (cfr. Robertz 1999, pag. 34).
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Nella letteratura, gli attori dell’economia fieristica sono classificati in base a vari criteri.
Robertz, ad esempio, li suddivide nei cosiddetti gruppi di interesse costitutivi, secondari
e periferici26. La classificazione seguente si basa per ragioni didattiche su Klein 1998, e
distingue gli attori secondo i target fornitori, i target primari e secondari nonché i
concorrenti e i summenzionati fornitori di servizi.
26
Robertz inserisce tra i gruppi di interesse costitutivi quei gruppi di interesse dall’interazione dei quali
viene promosso il processo dei servizi delle fiere. I gruppi di interesse secondari sono in contatto con
l’organizzazione fieristica ed esercitano una molteplice influenza concettuale e formativa. I gruppi di
interesse periferici in genere non sono in contatto diretto con l’organizzazione fieristica, e non esercitano
nessuna influenza concettuale e formativa sulla fiera (cfr. Robertz 1999, pag. 35).
27
Taeger distingue tra obiettivo reale e obiettivo formale delle società fieristiche. La funzione
macroeconomica delle società fieristiche è considerata l’obiettivo reale di una società fieristica
appartenente all’autorità pubblica. Ma anche tramite l’obiettivo formale, il ricongiungimento di fornitori
e richiedenti sul mercato precipuo, viene svolta una rilevante funzione macroeconomica (Taeger 1993,
pag. 51).
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Ad esempio, in base al loro raggio d’azione o bacino d’utenza, alle caratteristiche tecnico-economiche
della struttura dei partecipanti al capitale (cfr. Busche 1992, pag. 69; Taeger 1993, pag. 37).
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Le fiere sono dunque imprese pubbliche, che si sono rese indipendenti dal punto di vista
organizzativo e giuridico, e possiedono una propria personalità giuridica (cfr. Huber
1994, pag. 46).
La forte partecipazione pubblica contrasta con i rapporti nella maggioranza delle società
fieristiche internazionali, che o si trovano del tutto in mano a privati oppure sono
sostenute esclusivamente dallo Stato. Questa, unitamente all’ampia libertà di decisione,
accordata alle società fieristiche dai rappresentanti pubblici, si delinea come una
particolarità del mondo fieristico tedesco. Ciò permette alle società fieristiche di seguire
completamente le necessità economiche del loro settore, senza che il piano politico si
intrometta in tutte le decisioni aziendali (cfr. Klein 1998, pag. 125):
Al contrario della concorrenza estera, le grandi società fieristiche tedesche sono sia
società proprietarie sia di gestione (cfr. tab. 5). 5). Esse possono utilizzare le loro aree in
modo esclusivo e hanno una corrispondente sicurezza di pianificazione a lungo termine.
Per le nuove società che entrano nel mercato fieristico, ciò rappresenta una considerevole
barriera di entrata (cfr. Klein 1998, pag. 130).
29
La redditività trasversale, in senso stretto, si verifica solo quando l’autorità pubblica effettua pagamenti
ad associazioni o altre istituzioni per migliorare la redditività di queste imprese. Questo è il caso delle
sovvenzioni o dei crediti a interessi favorevoli. Il concetto viene impiegato in particolare quando le uscite
pubbliche, con cui si realizzano i prodotti economici, necessitano di una giustificazione. Da un punto di
vista politico-economico, le uscite pubbliche sono da considerarsi redditizie nel caso in cui a tali uscite
corrispondono profitti politico-economici, che vanno oltre l’entità delle uscite stesse. In altre parole, il
concetto di “redditività trasversale” serve a giustificare le uscite dei posti pubblici, cui non solo
corrispondono entrate dirette per l’investitore, ma che originano anche un profitto politico-economico
aggiuntivo (cfr. Kyrer 1989, pag. 8).
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Le società proprietarie hanno esclusivamente disponibilità di aree, ma non intervengono
direttamente sul mercato come organizzatrici. Di norma, esse cedono in locazione le
proprie aree a pure società di gestione. Questa combinazione è riscontrabile soprattutto
in Francia, Italia e Gran Bretagna (cfr. Groth 1992, pag. 61).
Messeanbieter
Le società di gestione, in genere organizzatori privati, sono imprese prive di una propria
area fieristica. Queste società si sono specializzate nell’esecuzione tecnica delle fiere. A
causa dello scarso sostegno pubblico, perseguono obiettivi orientati al profitto. È vero
che gli organizzatori privati non sono costretti a sfruttare al massimo certe potenzialità,
come nel caso delle tradizionali società proprietarie e di gestione tedesche, tuttavia
dipendono dalle aree messe a disposizione da terzi. Finora il loro fulcro, in Germania, è
al livello delle fiere regionali (cfr. Klein 1998, pag. 132; Frey 25.01.2002, pag. 6).
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La tabella seguente mostra che, proprio riguardo ai più recenti sviluppi nell’economia
fieristica, la tradizionale società fieristica tedesca non presenta solo vantaggi.
L’inserimento all’estero dovrebbe comunque essere suddiviso a grandi linee in due tipi di
attività:
- attività all’estero per procacciare visitatori ed espositori per manifestazioni nel mercato
nazionale. Ciò risponde alle idee dei partecipanti al capitale e dei promotori
economici regionali (cfr. colloquio con Neven 2003).
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Der größte private Messeanbieter und damit Konkurrent der deutschen Messegesellschaften ist der
britische Medienkonzern Reed Exhibition Companies plc.
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- attività all’estero per la realizzazione di manifestazioni fieristiche all’estero. Tali
attività possono entrare in concorrenza con le manifestazioni locali. Per questo
motivo, i proprietari di diritto pubblico vedono poche ragioni per investire all’estero
anche in questo modo, poiché non ne risulta nessuna rendita trasversale per la propria
regione. Perciò, le società di gestione private dirigono già gran parte dell’offerta
all’estero (cfr. Kutter/Rohmund 1997, pag. 63). In base alla massima “preferisco
cannibalizzarmi da solo, che farmi cannibalizzare da altri” (Witt 10.07.2003), le fiere
tedesche stanno potenziando le loro attività all’estero.
Espositori
Gli interessi di un espositore nel partecipare alle fiere sono molteplici. Da una parte, le
fiere servono a concludere affari, procacciarsi nuovi clienti e curare la clientela esistente.
In secondo luogo, in una fiera si possono raccogliere informazioni sui concorrenti di altri
rami. In particolare, la realizzazione di costosi stand fieristici caratterizza in maniera
decisiva l’immagine complessiva della fiera. Per cui è possibile che l’immagine di
imprese note si trasponga alle manifestazioni fieristiche. Invitando i clienti alla fiera e
distribuendo biglietti di entrata, le imprese espositrici si accollano una quota
considerevole dei costi di promozione delle manifestazioni fieristiche (cfr. Robertz 1999,
pag. 30).
Per l’economia di una regione, gli espositori sono importanti perché, oltre a pagare una
tassa per lo stand, affrontano spese per il personale, il vitto, il viaggio, i trasporti e il
pernottamento. Sono responsabili di gran parte del volume d’affari diretto e indiretto
nell’ambito della città fieristica in questione (cfr. Schätzl/Sternberg/Kramer 1991, pag.
103).
Visitatori
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Alle fiere specialistiche, gli espositori sono interessati soprattutto a un’elevata qualità del
contatto con i visitatori (cfr. Goehrmann 1998, pag. 1657). Il rapporto tra visitatori ed
espositori è di conseguenza di importanza fondamentale per il successo di una fiera (cfr.
Robertz 1999, pag. 46).
Già dalle considerazioni storiche introduttive sul mondo fieristico è risultato che le città
sono molto interessate a ospitare manifestazioni fieristiche. Una città fieristica o un Land
hanno molteplici interessi nell’economia fieristica. La promozione dell’economia locale
e del mercato del lavoro, con il parallelo incasso di introiti tramite imposte e tasse, sono
oggigiorno un obiettivo prioritario (cfr. Hübl/Schneider 1992, pag. 131).
Una fiera di successo ha un effetto di promozione economica e del luogo che si riflette
sull’economia regionale e sul mercato del lavoro, per questo motivo città e Land sono
tanto interessati all’economia fieristica (cfr. Sternberg 1991, pag. 203).
Industria regionale
Associazioni economiche
In merito alla struttura dell’economia fieristica tedesca, bisogna fare riferimento al ruolo
essenziale delle sue associazioni e organizzazioni. In Germania praticamente non esiste
nessun gruppo di attori cointeressati dalle fiere, i cui interessi non siano rappresentati da
una delle numerose associazioni (cfr. Nötzel 2002, pag. 17). Le associazioni economiche
svolgono il ruolo di mediatrici tra la società fieristica e il settore di volta in volta
coinvolto, e fungono da interlocutore per gli altri attori già menzionati. Le associazioni
sostengono in primo luogo le imprese membro del settore in questione, per quanto
riguarda la creazione di un clima economico favorevole. La loro influenza sulle fiere si
manifesta in modi differenti:
61
· delega delle società fieristiche a svolgere le pratiche per la fiera,
· gestione di proprie aree fieristiche (cfr. Boerner 1990, pag. 133; Kresse 2003,
pag. 109).
Concorrenti e sostituti
La nascita di manifestazioni simili alle fiere è in parte espressione di una critica sempre
più aspra alle fiere come medium. Ciò è dovuto da una parte ai crescenti costi fieristici
per gli espositori, e dall’altra parte, in considerazione di tali aumenti, per molti espositori
mancano prove convincenti dell’utilità delle partecipazioni alle fiere. Pertanto, le fiere in
futuro verrano sfidate più di oggi a dare prova del loro ruolo di fattore di successo nella
politica comunicativa e di vendita. Questi sviluppi creano tensioni per le società
fieristiche nella fase di pianificazione del loro programma della fiera. Da una parte,
l’insieme delle esigenze dei target principali nei confronti delle manifestazioni fieristiche
è cresciuto costantemente, dall’altra, si sono sviluppati strumenti comunicativi e di
distribuzione, che in particolare sono in concorrenza diretta con e capaci di sostituire le
funzioni chiave delle manifestazioni fieristiche (cfr. Meffert 1997, pag. 52).
L’economia fieristica tedesca presenta una varietà di barriere di entrata nel mercato, che
ostacolano l’accesso a potenziali concorrenti e sostituti. Robertz identifica
principalmente i seguenti sette gruppi: economie di scala, differenziazione della
produzione, fabbisogno finanziario, costi di conversione, accesso ai canali distributivi,
vantaggi in termini di costi indipendentemente dalla grandezza e il contesto politico (cfr.
Porter 1999, pag. 39; Robertz 1999, pag. 78).
Secondo Huber, le barriere di entrata nel mercato consistono soprattutto negli elevati
investimenti iniziali per le aree e l’allestimento, poiché non vi sono società proprietarie
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Una presentazione in sintesi delle associazioni dell’economia fieristica tedesca è fornita, tra gli altri, in
Haupt 1992 e BBE 2001, pag. 231.
62
A causa dell’elevata differenziazione di prodotto dei singoli siti delle fiere, che in parte
sono specializzati in determinati settori (Hannover in beni d’investimento, Colonia in
prodotti alimentari e beni di consumo), al singolo sito affermato di volta in volta deriva
una buona reputazione, di pari passo con la lealtà da parte degli espositori e delle
associazioni specialistiche come anche dei visitatori. A ciò si aggiunge il fatto che, a
causa dei rapporti pluriennali, i costi di adeguamento per i partecipanti alle fiere sono
molto elevati. Si devono instaurare nuove relazioni d’affari con società fieristiche,
imprese artigiane e alberghiere, sulla qualità delle quali non esiste ancora nessuna
esperienza che permetta di valutarle (cfr. Robertz 1999, pag. 78; BBE 2001, pag.
204).-{}-
63
Per i soggetti esordienti, l’entrata nel mercato viene considerevolmente complicata dalle
sovvenzioni statali alle imprese fieristiche esistenti e dalle decisioni motivate
politicamente a favore di siti esistenti (cfr. Robertz 1999, pag. 78; BBE 2001, pag. 204).
Infine, a causa della lunga tradizione fieristica, anche la scelta di un sito favorevole viene
complicata dal fatto che le sedi fieristiche più attrattive in Germania, all’interno delle
regioni economicamente forti, sono impegnate già da molto tempo (cfr. Robertz 1999,
pag. 78; BBE 2001, pag. 204).
Sostituti
Oltre ai concorrenti del settore fieristico, esiste anche il pericolo di venire sostituiti da
altri servizi. Così si possono utilizzare anche altri strumenti del mix comunicativo per gli
obiettivi degli espositori. Stando a un sondaggio del 2003 dell’Istituto EMNID
commissionato dall’AUMA, nella classifica degli strumenti le fiere si trovano sempre al
secondo posto dopo la loro stessa entrata in Internet e prima della vendita individuale/del
servizio esterno. Di conseguenza, si avrà una sostituzione con filmati di presentazione,
promozione diretta, public relations, riviste specialistiche e altri mezzi pubblicitari
soltanto quando questi saranno in grado di raggiungere la molteplicità di funzioni propria
delle fiere (cfr. Kemna 1993, pag. 130).
Sulla scorta del cambiamento nell’impostazione delle competenze delle fiere, dalla mera
funzione connessa alle ordinazioni alla funzione informativa e comunicativa, si sono
imposte altre forme simili alle fiere, che concentrano domanda e offerta e che
perseguono obiettivi diversi. A questo proposito vanno ricordati i centri ordini32, le fiere
aziendali33, gli showroom34 e soprattutto le fiere virtuali35. In generale, per tutte le
istituzioni osservate si può affermare che esse non sono in grado di sostituire tutte le
funzioni di una fiera come organizzazione di mercato, che idealmente rappresenta
completamente un settore.
32
I centri ordini sono allestimenti permanenti, nei quali il produttore affitta in maniera continua l
superfici espositive. L’obiettivo primario è la vendita della merce ivi offerta. L’informazione è possibile
soltanto nell’ambito dell’assortimento presente, che si limita a una selezione. Di norma, in un centro
ordini, si possono trovare visitatori che sono stati invitati (cfr. Robertz 1999, pag. 83).
33 Le fiere aziendali vengono organizzate dai rappresentanti commerciali in alberghi, centri ordini o
padiglioni fieristici affittati. L’aspetto della vendita è senz’altro primario. Le informazioni
sono possibili soltanto in riferimento a un assortimento selezionato (cfr. Robertz 1999,
pag. 84).
34
Soprattutto in America e nei paesi del Benelux vi sono showroom permanenti, nei
quali tutto l’anno gli espositori presentano i loro prodotti in una sede fissa (cfr. Robertz
1999, pag. 84). 35 Una fiera virtuale è la versione digitale di una vera fiera con un
insieme di funzioni modificate mediante la rappresentazione digitale. Mediante la
realizzazione nel cyberspazio, una fiera virtuale non è legata al tempo e allo spazio, e
non richiede locali reali, oltre alla possibilità di moltiplicarla praticamente a piacimento
nello spazio virtuale. Permette l’interazione personale, che tuttavia non avviene face-to-face. La
presentazione dell’oggetto si limita alla rappresentazione non reale con mezzi multimediali, e pertanto
può avere effetti sia limitanti della rappresentazione (es. scarsa risoluzione, astrazione) sia migliorativi
(simulazione, semplice modificabilità) (Möllberg/Teichmann 2000, pag. 11). Tra gli evidenti pregi delle
fiere virtuali in confronto alle “fiere reali”, vi è che mediante la presenza su Internet l’accesso è permesso
teoricamente tutti gli utenti (cfr. Backhaus/Zydorek 1997, pag. 146). Inoltre, vi sono anche evidenti
vantaggi nei costi, poiché vengono eliminati viaggi, trasporti e pernottamenti. In
particolare, per espositori e visitatori provenienti da paesi in via di sviluppo e recentemente
industrializzati, visitare una fiera all’estero significa spesso avere a che fare con costi proibitivi.
64
Tuttavia, possono sostituire almeno parzialmente le fiere e le sedi fieristiche pienamente
affermate in alcune nicchie di mercato (cfr. BBE 2001, pag. 205).
Media
La possibilità di partecipare a una fiera virtuale permette dunque di procacciare un gran numero di nuovi
utenti. Infine, le fiere virtuali possono essere svolte su base permanente e non devono essere limitate a uno
lasso di tempo più o meno breve (cfr. Spieß 2001, pag. 16). Per ulteriori argomentazioni die vantaggi e
degli svantaggi delle fiere virtuali, cfr. Backhaus/Zydorek 1997, pag. 146. 36 Robertz distingue tra i
cosiddetti gruppi di interesse costitutivi, secondari e periferici. I gruppi di interesse costitutivi, in qualità di
operatori del mercato, influenzano il posizionamento e il successo della fiera. In genere, l’organizzatore
della fiera è in contatto diretto con i gruppi di interesse secondari. Il loro influsso organizzativo sulle fiere
si manifesta in modo diverso. In genere, i gruppi di interesse periferici sono in contatto indiretto con
l’organizzazione fieristica.-{}-
65
3.3 Lo sviluppo dell’economia fieristica tedesca nella concorrenza
internazionale
Fino a oggi, cinque delle dieci organizzazioni fieristiche con il maggiore volume d’affari
del mondo hanno sede in Germania. Tuttavia, per via di una minacciosa sovracapacità
produttiva, di un livellamento della qualità e dell’internazionalizzazione dell’economia
fieristica, le società fieristiche tedesche subiscono intanto la pressione della concorrenza
come mai prima d’ora (cfr. Nittbaur 2001, pag. 66). Si trovano in concorrenza non solo
con possibilità di distribuzione alternative e innovative, ma anche con altre società
fieristiche per quanto concerne le manifestazioni fieristiche, i piani di abbattimento dei
costi, le nuove tecniche comunicative e le prestazioni di servizi (cfr. colloquio con Neven
2003). Tra i concorrenti dell’economia fieristica a livello nazionale e internazionale
figurano le società proprietarie e di gestione, le società di gestione vere e proprie nonché
le associazioni dei singoli settori (cfr. Fuchslocher/Hochheimer 2000, pag. 153). La
figura seguente illustra i vari livelli di concorrenza a seconda della forma di
organizzazione della società fieristica:
Wettbewerb um private
Messen Messeveranstalter Wirtschaftsverbände
Auslandstöchter dt.
Messegesellschaften
Wettbewerb um
Kunden
Di seguito si considererà più nello specifico la cosiddetta concorrenza interna 37, in uno
stesso settore. Per fare ciò, prima di tutto si esaminerà brevemente la particolare
posizione internazionale dell’economia fieristica tedesca, per poi considerare, partendo
da questo contesto, le attuali tendenze di sviluppo del settore fieristico.
37
Robertz (1999, pag. 1) nell’economia fieristica distingue tra una concorrenza interna, che si riferisce al
piano concorrenziale interno al settore, e una concorrenza esterna tra fiere e altre forze concorrenziali oltre
il settore.
66
Sotto segue una classificazione dell’economia fieristica tedesca nell’attuale paesaggio
fieristico globale. Sulla base di tale visione d’insieme e tenendo conto delle condizioni
generali che variano in maniera dinamica, si individuano le ragioni dello sviluppo al
momento stagnante del settore fieristico tedesco. Ad ulteriore conferma di questa
deduzione, le ragioni selezionate sono state sottoposte alla valutazione di esperti. I
risultati sono presentati e analizzati nella sezione empirica del presente lavoro.
Secondo i dati della ricerca dell’Istituto Ifo di Monaco di Baviera, le spese dei
partecipanti alle fiere causano una produzione di circa 23 miliardi di euro (cfr. AUMA
2005), ovvero 0,65% del valore produttivo lordo complessivo della Germania. Fino a
oggi, cinque delle dieci organizzazioni fieristiche con il maggiore volume d’affari del
mondo hanno sede in Germania. Qui hanno luogo due terzi delle principali fiere
conduttrici mondiali, di cui dicrca l’80% si concentra nelle sedi di Francoforte,
Hannover, Monaco, Colonia, Düsseldorf e Berlino. Nel complesso, in tutta la Germania
concorrono 23 sedi fieristiche, che insieme dispongono di padiglioni con una capacità di
circa 2,5 milioni di m² (cfr. Witt 2003c, pag. 506).
Motivi storico-economici
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Sulla scorta della lunga tradizione fieristica si sviluppò una stretta collaborazione tra le
associazioni economiche e le società fieristiche (cfr. Dornscheid 2003, pag. 600), che
anora oggigiorno rappresenta un importante fattore di successo dell’economia fieristica
tedesca.
Motivi politico-economici
Motivi spazio-economici
La lunga esperienza delle società fieristiche tedesche ha portato alla nascita di aree
fieristiche con un’elevata funzionalità e attrattiva. Inoltre, la chiara distinzione rispetto
alle manifestazioni concorrenti come fiere per consumatori, congressi ed eventi speciali
(cfr. Klein 1998, pag. 116) ha contribuito a delineare un chiaro profilo all’interno dei
settori. Attraverso le numerose barriere di entrata nel mercato, che sono particolarmente
radicate nella struttura patrimoniale delle grandi fiere tedesche (cfr. Robertz 1999),
l’economia fieristica tedesca ha potuto osservare per molto tempo una crescita continua.
Per presentare gli attuali sviluppi bisogna valutare il numero e il tipo delle fiere
organizzate, la grandezza dei padiglioni, la grandezza di queste manifestazioni in
riferimento alle superfici affittate, agli espositori e ai visitatori, nonché le quote di
espositori e visitatori internazionali in qualità di indicatori della posizione concorrenziale
delle società e delle organizzazioni fieristiche.38
68
Di seguito saranno presentati e valutati gli sviluppi attuali dell’economia fieristica
tedesca secondo tali indicatori.
La figura seguente illustra lo sviluppo del tipo e del numero delle manifestazioni. Ne
risulta che negli ultimi anni lo sviluppo delle manifestazioni fieristiche sia regionali sia
ultraregionali in Germania può essere definito stabile. Mentre il numero delle
manifestazioni fieristiche regionali a partire dal nuovo millennio è tendenzialmente in
calo, il numero delle manifestazioni ultraregionali è aumentato leggermente.
250
200
150
100
50 0
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
38
Secondo Porter, la struttura concorrenziale delle società fieristiche può essere divisa in otto fondamentali
grandezze di influenza: rapporti di forza die concorrenti, crescita di settore, quota dei costi fissi, grado di
differenziazione, variazioni di capacità, eterogeneità dei concorrenti, applicazioni strategiche e grado
delle barriere di uscita (cfr. Porter 1980, pag. 18). Su questo tema cfr. Robertz 1999, il quale tratta
esaurientemente i suddetti criteri in riferimento all’economia fieristica (cfr. Robertz 1999, pag. 72 e
segg.).
69
3.3.2.2 Sviluppo della superficie affittata e della capacità dei
padiglioni
Fino all’anno 2000, l’economia fieristica tedesca ha avuto tassi di crescita costanti. Oggi,
tuttavia, il mercato fieristico non può più essere definito un settore in crescita. Per
questo, la posizione concorrenziale nazionale e internazionale delle città fieristiche
tedesche negli anni a venire dovrebbe essere assicurata tra l’altro mediante un notevole
ampliamento delle capacità di allestimento. Negli ultimi anni, le aree fieristiche sono
state e sono tuttora ampliate soprattutto con le donazioni statali.
Fig. 16: Sviluppo della capacità dei padiglioni e della superficie affittata in
Germania dal 1995 al 2004
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m²
m²
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
2
1
Oggi le capacità crescono più velocemente rispetto alla domanda di superfici affittate,
per cui la pressione di massimo utilizzo aumenta ulteriormente. Riguardo a questa
espansione delle capacità dei padiglioni, i temi delle fiere sembrano invece essersi
esauriti. In futuro, le piazze fieristiche potranno crescere soltanto a discapito di altre sedi,
se non vogliono diventare vittime di questa
70
inflazione fieristica (cfr. Bruhn 1997, pag. 349). Una conseguenza è rappresentata dalla
concorrenza per i temi delle fiere39. Riguardo a ciò si tenta di imporre nuovi concetti
fieristici più convenienti, che siano simili a quelli dei concorrenti, e da ciò scaturisce in
più una concorrenza sui prezzi (cfr. Witt 2002, s. p.).
Anche le società organizzatrici senza una loro area fieristica si oppongono sempre di più
alle sedi fieristiche tradizionali sul mercato fieristico interno (cfr. Klein 1998, pag. 71).
Queste società fieristiche private, perlopiù estere, hanno il vantaggio di essere
indipendenti dal possesso di padiglioni e pertanto più flessibili. 5). L’acquisto della
Miller Freeman da parte della Reed Exhibitions ha donato alla concorrenza ulteriori forti
impulsi (cfr. Stoeck 1999, pag. 12). Di conseguenza, il mondo fieristico tedesco è
sottoposto anche da questa parte a un’accresciuta pressione concorrenziale sul mercato
interno.
I numeri degli espositori mostrano una crescita continua fino al 2000, da quell’anno le
cifre sono in calo. Si registra uno sviluppo positivo soltanto in riferimento alla
percentuale di espositori esteri. Nel complesso, le percentuali di espositori si spostano
continuamente a favore degli espositori esteri, che in confronto ai partecipanti tedeschi
hanno aumentato più che proporzionalmente il loro coinvolgimento nelle fiere. In
particolare è per i partecipanti dell’area asiatica che si registra un incremento oltre la
media delle loro presenze.
Per le società fieristiche tedesche ciò significa che esse collaborano con sempre meno
clienti della sede nazionale. Dato che per il settore espositivo è favorevole organizzare
fiere specialistiche possibilmente vicino alla propria sede, in Germania esiste
tradizionalmente una stretta relazione tra le società fieristiche specialistiche e gli
espositori nazionali. In parte, gli espositori, perfino in comitati, concorrono attivamente
alla caratterizzazione della fiera. La vicinanza spaziale e il sostegno garantiscono alle
imprese un vantaggio nella concorrenza con i soggetti esteri. Gli espositori nazionali
rafforzano la permanenza delle grandi manifestazioni nella sede tedesca, ma solo se le
loro imprese vi sono residenti (cfr. Klein 1998, pag. 142).
39
L’AUMA si sforza di contrastare i doppioni nei temi con un lavoro di mediazione, perché così la qualità di
ogni singola manifestazione e la sede fieristica tedesca patiscono nel complesso.
71
20
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Ts 14
d.
0
Le ragioni per i numeri degli espositori in calo sono individuate nella congiuntura
debole, nel numero crescente di fallimenti e di fusioni aziendali nonché nella progressiva
concentrazione in molti settori. Tuttavia, per potere partecipare alle fiere, gli espositori
diminuiscono innanzi tutto la superficie dei loro stand (cfr. AUMA 2001, pag. 8) oppure
partecipano soltanto alle manifestazioni principali del loro settore. Inoltre, molte branche
dell’economia sono caratterizzate da una continua internazionalizzazione, e le imprese
vogliono avere sbocchi nei mercati esteri per i loro prodotti e servizi. In futuro
parteciperanno più che altro a manifestazioni di portata internazionale (cfr. Späth 1997,
pag. 65). Intanto le fiere competono con altri strumenti di marketing. Poiché l’assenza
degli espositori peggiora contemporaneamente il prodotto fiera (che dovrebbe proprio
garantire una visione d’insieme del settore con tutti i suoi rappresentanti principali), ci
troviamo di fronte a un serio problema, che può avere conseguenze con una reazione
positiva (cfr. colloquio con Neven 2003). D’altra parte, numerose disdette risultano
anche dalla qualità del contesto fieristico e da un insufficiente orientamento al servizio.
Nel complesso questi fattori riducono gli introiti per le città fieristiche e le regioni (cfr.
colloquio con Matern 2003).
72
3.3.2.4 Sviluppo del numero di visitatori
Anche la figura seguente mostra come il numero dei visitatori sia cresciuto fino al 2001.
Analogamente allo sviluppo del numero degli espositori, anche qui è evidente il ruolo
crescente dei gruppi di visitatori dall’estero. In particolare, a causa della cattiva
situazione economica complessiva, sempre più imprese scelgono di inviare meno
rappresentanti alle fiere specialistiche e per meno tempo. Ciò porta a introiti ridotti per la
società fieristica e la regione (cfr. Klein 1998, pag. 148).
12
10
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de 4 2
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1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
Jahrgänge) 73
Fig. 19: Sedi delle fiere in Germania
2.500
50 500 Freigelände
Internationa
lInternationa400
40
2.000
l
30
1.500 300
20
1.000 200
National
10 0
500 100 0 Halle
0
0
Messestando Messestandort mit weniger als 100.000m2
rt mit mehr Hallenfläche
als
100.000m2
Hallenfläche
150 km
Quelle: eigene Darstellung nach Angaben versch. Geschäfteberichte und FKM Berichte in Anlehnung an
Institut für Länderkunde 1999
74
50 100
3.3.3 Classificazione dell’economia fieristica tedesca sul terreno della
concorrenza internazionale
bewerbslandschaft
I vari stati e grandi regioni a economia fieristica (secondo una statistica AUMA)
mostrano comunque attività di economia fieristica diversamente caratterizzate.
All’interno di vaste aree, vi sono di norma disparità marcate nello sviluppo
dell’economia fieristica. La posizione speciale dell’economia fieristica della Germania
con la sua originalità decentrata motivata storicamente è già stata spiegata
accuratamente. Altri paesi europei, come ad esempio la Francia, la Gran Bretagna o
l’Italia, presentano invece dei panorami fieristici più centralizzati. Nel complesso,
tuttavia, l’economia fieristica europea, se paragonata ad altre grandi regioni, può essere
definita decentrata. L’insieme del panorama fieristico americano, al contrario, può essere
più che altro descritto come centralizzato. Infatti, a Las Vegas si trovano tre delle dieci
più grandi aree fieristiche del Nord America, e lo stesso vale per il Canada, dove Toronto
ospita tre delle quattro aree fieristiche più grandi. Anche in Sud America sono rilevabili
spiccate differenze tra i singoli stati per quanto riguarda lo sviluppo dell’economia
fieristica. Il Messico costituisce il centro dell’economia fieristica, accanto al quale un
ulteriore punto chiave è il Brasile. All’interno della comunità andina, è la Colombia il
più importante paese fieristico. Nella vasta regione mediorientale, il centro
dell’economia fieristica è rappresentato dagli Emirati Arabi Uniti e dall’Arabia Saudita.
In Asia, per quanto concerne l’internazionalità e il ruolo delle fiere specialistiche, come
sempre è Shanghai la sede fieristica più importante, anche se a Guangzhou, nel sud della
Cina, si trova la più grossa piazza fieristica asiatica in quanto a superficie dei padiglioni.
Inoltre, Shenzhen gode dell’immediata vicinanza a Hong Kong. La crescente forza
economica degli stati territoriali asiatici indebolisce l’importante ruolo di Singapore
nell’economia fieristica. In Africa, le fiere si sono a malapena sviluppate, in confronto
agli standard europei. Eccezion fatta per la Repubblica del Sudafrica e gli stati
nordafricani, le fiere specialistiche sono praticamente inesistenti. In Oceania, è Sydney la
più importante piazza fieristica. La distribuzione delle fiere negli agglomerati urbani
riflette in parte il rapporto con la popolazione.
Il numero delle partecipazioni alle fiere del Ministero federale per l’economia e il lavoro,
funge in questa sede da indicatore indiretto della crescita dell’economia fieristica, poiché
non sono presenti numeri comparabili relativi allo sviluppo dell’economia fieristica dei
singoli Land e delle regioni maggiori.
Si presuppone che il Ministero federale per l’economia e il lavoro investa soltanto nelle
fiere rilevanti per gli espositori a livello internazionale (cfr. Fig. 21).
Stoeck (1999, pag. 40) ordina i seguenti paesi in base alla loro posizione concorrenziale
nelle fiere sulla base del “principio del diamante” di Porter.40 Nonostante tutta la critica
(cfr. l’esauriente lavoro di Stoeck 1999, pag. 40 e segg.) e l’insufficiente capacità di fare
pronostici, il modello a diamante può essere impiegato come lista di controllo per
valutare la concorrenzialità delle nazioni.
Fig. 20: Classificazione della posizione concorrenziale occupata nelle fiere da parte
di Land selezionati
hoch
40
Secondo Porter, la concorrenzialità relativa al settore di un Land viene determinata prima di tutto
mediante un sistema di quattro fattori determinati e due fattori complementari che si potenziano
reciprocamente (“sistema a diamante”): le condizioni di fattore, le condizioni di domanda, l’esistenza
di settori concorrenziali collegati o sostenibili nonché la strategia, la struttura e la rivalità d’impresa.
Altri fattori sono lo Stato e il caso (cfr. Porter 1991, pag. 151).
76
Fig. 21: Programma di fiere estere del governo federale 1984-2004
Nordamerika
Asien
Nei paesi in via di sviluppo, l’economia fieristica riveste ancora un ruolo solo
rudimentale (cfr. Stoeck 1999, pag. 39).
41
Mentre in Germania tutte le società fieristiche insieme investono fino al 2006 circa 1,2 miliardi di euro
nell’ampliamento e modifica delle loro capacità, fino al 2005 solo a Milano si sono riversati circa 550
milioni di euro in un nuovo centro fieristico (cfr. Witt 2003c, pag. 507).
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modo molto spiccato, poiché la maggioranza di loro si concentra sui propri incarichi
nell’economia regionale della nazione.
3.3.4 Riassunto
Inoltre, gli esperti mettono l’attuale stagnazione dell’economia fieristica in relazione con
la mancanza di disponibilità a cooperare delle società fieristiche tedesche nel mercato
interno (cfr. cap. 3.6.3 e sondaggio Delphi). Nonostante le numerose possibilità di
ccoperazione per lo sfruttamento degli effetti sinergici, questa l’accusa, la “politica
campanilistica” dei partecipanti comunali al capitale ostacola la valorizzazione dei
potenziali esistenti.
79