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Sezione: calcio Pagina: 10 20 agosto 2002 Sono il professor Pirlo Ancelotti lo schiera playmaker, lui apprezza: un ruolo pi completo

o MILANO - L' esperienza, insegnano gli empiristi, la base sulla quale costruire il futuro. Vale pi di mille teorie astruse e di strani progetti aggrappati soltanto a un' idea. E' la prova concreta, fisica, a dover determinare se una strada pu essere percorsa fino in fondo o se, invece, meglio cambiare sentiero. E Carlo Ancelotti, pragmatico nello spirito, si comportato come un empirista moderno, ha deciso di badare soltanto a quello che la realt gli diceva: poi, ovviamente, ha tratto il suo giudizio. Positivo e lusinghiero, per non esagerare troppo con gli aggettivi, merce di cui il tecnico fa sempre un uso moderato. Fatto sta che l' esperienza (o l' esperimento) di Pirlo sistemato davanti alla difesa, nel classico ruolo del centromediano metodista o di playmaker riuscita alla perfezione. E alla fine Ancelotti non gli ha risparmiato i complimenti: Andrea ha le qualit tattiche, tecniche e atletiche per ricoprire questo ruolo. Un' investitura vera e propria. - Pirlo, come ci si sente dopo una serata da applausi e dopo aver convinto il proprio allenatore? Molto bene. Sono soddisfatto della mia prestazione, ma soprattutto di quella del Milan. Io mi sono trovato a mio agio nella nuova posizione. - Era la prima volta che giocava in questo ruolo? No, l' avevo provato anche a Brescia con Mazzone. E' stato lui il mio maestro, mi ha sempre detto che avevo le caratteristiche per diventare un ottimo playmaker. - Le piace questa soluzione? Moltissimo. - Perch? Si toccano molti palloni e si sempre al centro dell' azione. - Non preferiva continuare la carriera da mezzapunta o da fantasista? No, il ruolo di regista arretrato molto gratificante. Ho il compito di dare i tempi giusti alla squadra, devo giocare sempre a due o tre tocchi, senza portare troppo il pallone, e bisogna anche dare un' occhiata alla difesa. Un ruolo pi completo, insomma. - Si aspettava di convincere gi al debutto? Sapevo di avere le doti per rendere al meglio. E la fiducia in se stessi importante. - Qualcuno dice che fisicamente lei un po' troppo gracile per occupare quel ruolo. Rispondo che ho una buona resistenza atletica, come tutti i centrocampisti del resto, e che correre non mi costa fatica. Nei test che svolgiamo regolarmente sono sempre uno di quelli che molla dopo rispetto agli altri, dunque.... - Che cosa le ha detto Ancelotti prima di scendere in campo? Parole semplici. Si avvicinato a me, mi ha preso da parte e con faccia seria mi ha detto: "Andrea, va' dentro e fa' il professore in mezzo al campo". - Avr avvertito il peso della responsabilit, c' erano quelli della Juve come avversari... Assolutamente no. La frase dell' allenatore mi ha fatto sentire importante e mi ha aiutato a superare quei piccoli problemi che sorgono sempre durante le partite. - Si diceva spesso: Pirlo un talento, ma ha poca personalit. In questo nuovo ruolo, tuttavia, la personalit necessaria. Come la mettiamo? A chi sostiene che io non ho personalit dico che fin da bambino ho sempre giocato con gente molto pi grande di me. E non mi sono sentito in inferiorit o in difficolt. Nel calcio, parlano i piedi. Io, problemi di carattere, non ne ho proprio mai avuti. - Dove crede di dover migliorare? In tantissimi aspetti. Il primo sicuramente quello della continuit. Se giochi davanti alla difesa non ti puoi concedere pause, devi sempre essere pronti e reattivo. - Altri difetti? Devo recuperare qualche pallone in pi. Insomma, la fase difensiva va curata con attenzione. Ma giocando spesso e acquisendo sicurezza questi piccoli difetti spariscono in fretta. - Ancelotti sembra avere molta fiducia in lei. E io ne ho tanta in lui. Gi nel finale della scorsa stagione lui mi ha tenuto in considerazione e questo mi ha fatto piacere. Io e Ancelotti abbiamo un ottimo rapporto, molto franco, ci scambiamo opinioni e io spesso gli chiedo consigli. - I compagni che l' hanno aiutata di pi? Al Milan c' un bel gruppo, siamo tutti amici. Direi che Rui Costa, Gattuso e Ambrosini sono stati per me, e lo saranno ancora, dei punti di riferimento molto importanti. - La formula a rombo la migliore soluzione? Direi di s, se si vuole impiegare il trequartista come abbiamo fatto contro la Juve. Per supportare Rivaldo o chi giocher in quella posizione dobbiamo tutti sacrificarci e far girare il pallone velocemente. - E con questo schema il Milan dove pu arrivare? Molto lontano. - Fissi un obiettivo. Due, posso?. Prego. Dico che abbiamo una squadra pronta per conquistare sia lo scudetto sia la Champions

League. - Da che cosa nasce tanta fiducia? Dal fatto che oltre al gruppo molto solido e affiatato, qui al Milan ci sono campioni autentici, gente che con il pallone fa quello che vuole. - Contro la Juve siete andati bene. Direi benissimo. Meglio di loro. Il primo tempo stato perfetto. Solo Buffon ci ha negato la vittoria. - Adesso si aspetter di giocare sempre titolare. Non scherziamo. Io non chiedo niente. Lavoro e corro, mi preparo per essere pronto in ogni occasione. Il mio obiettivo ce l' ho chiaro in testa: voglio diventare un giocatore importante del Milan e alla fine, ve lo garantisco, ci riuscir. - Un pensierino alla nazionale? E' da quando sono bambino che la sogno. Andrea Schianchi PIRLO Andrea Pirlo nato a Brescia il 19 maggio 1979. E' alto 1 metro e 77 centimetri e il suo peso forma di 68 chilogrammi. La carriera iniziata nelle giovanili del Brescia, squadra con cui ha debuttato in serie A il 21 maggio 1995 in Reggiana-Brescia 2-0. Pirlo rimasto a Brescia fino all' estate del 1998 quando stato acquistato dall' Inter. In nerazzurro ha collezionato 18 presenze nella stagione ' 98-99, poi stato prestato alla Reggina nel settembre del 1999. Nel 2000-01 il ritorno all' Inter, ma poich non c' era spazio per lui nel gennaio del 2001 stato girato al Brescia. Il Milan lo ha acquistato nell' estate del 2001 e nella stagione scorsa ha collezionato 18 presenze e ha realizzato 2 reti. I numeri In serie A ha totalizzato 98 presenze e un bottino di 12 gol. Nelle coppe europee a quota 21 presenze, senza alcuna rete. Con l' Under Con la nazionale Under 21 Pirlo ha esordito il 25 marzo 1998 in Malta-Italia 0-1. Ha collezionato 37 presenze, segnato 15 gol e vinto un campionato europeo nel 2000. GLI ALLENATORI Sento la fiducia di Ancelotti, ma stato Mazzone il mio maestro: mi ha sempre detto che avevo i mezzi per diventare un ottimo playmaker IL CARATTERE A chi sostiene che non ho personalit dico che fin da bambino ho sempre giocato con gente molto pi grande di me. Nel calcio, parlano i piedi LA RIPRESA Da verificare le condizioni di Abbiati, Chamot e Helveg MILANO - (a.s.) Dopo la vittoria ai rigori contro la Juventus nel Trofeo Luigi Berlusconi, il Milan riprende oggi la preparazione in vista dell' impegno di mercoled 28 agosto a Liberec per il ritorno del preliminare di Champions League. Da verificare le condizioni di Helveg, Chamot e Abbiati, rimasti a riposo contro la Juventus. Ancelotti sta gi pensando al possibile schieramento anti-Slovan, dopo l' 1-0 dell' andata (gol di Inzaghi), e quasi certamente punter sul 4-4-2, in attesa di avere in piena forma Rivaldo, ora partito per il Brasile dove impegnato in un' amichevole contro il Paraguay. Possibile un suo impiego parttime a Liberec. Un grande tecnico spiega un ruolo difficile Liedholm: Rapidit di testa e palla via con due tocchi Anch' io ho fatto il centromediano metodista, Falcao il migliore del calcio moderno MILANO - La posizione tenuta da Pirlo domenica sera contro la Juve, da playmaker davanti alla difesa, fa correre indietro la memoria alla ricerca dei grandi interpreti del ruolo. Dagli albori del calcio fino ai giorni nostri, una galleria di campioni che passano davanti agli occhi e rivivono nelle parole e nei giudizi di Nils Liedholm, interprete sul finire della carriera di quello speciale modo di giocare e poi allenatore di autentici fuoriclasse come Paulo Roberto Falcao. Ma prima bene chiarirsi le idee e capire che cos' e che cosa deve fare un centromediano. Il ruolo nasce nel cosiddetto metodo, lo schema utilizzato negli anni Trenta in Sudamerica e anche in Italia. Il personaggio-simbolo Luisito Monti, che disputa un Mondiale con l' Argentina e l' altro (nel 1934) con l' Italia: lo chiamano doble ancho, cio armadio a due ante per la larghezza delle spalle e anche per il suo modo a volte rude e deciso di entrare sugli avversari. Nel metodo il centromediano ha il compito di aiutare in fase difensiva i due terzini e di rilanciare l' azione. Sostanzialmente, nel corso degli anni, non muta il mestiere di questo giocatore che generalmente viene scelto per le sue notevoli doti fisiche (alto, possente, forse lento ma sempre preciso e lucido nel distribuire il pallone): a volte viene utilizzato pi come perno difensivo, a volte invece come vero e proprio regista arretrato o a tuttocampo, come ad esempio accade nel Brasile dove il numero 5 finisce sempre sulle spalle del centromediano. Schiaffino mi ha spesso parlato di Obdulio Varela - dice Nils Liedholm dal suo "buen retiro" in Svezia - Era un uomo che aveva una grandissima personalit, ottima tecnica e un fisico che era difficile da spostare. Anch' io, dopo aver fatto la mezzapunta, mi sono trasformato in mediano davanti alla difesa. E' stata soltanto una parentesi, per ho imparato esattamente quali devono essere i compiti di chi occupa questo ruolo. Innanzitutto si deve essere rapidi di pensiero e capire in anticipo dove pu finire il pallone che hanno tra i piedi

gli avversari; poi bisogna giocare a due o tre tocchi, una volta un passaggio corto e una volta un lancio lungo. E' il metodo migliore per evitare il pressing o la marcatura stretta. E poi necessario che i compagni di squadra offrano pi soluzioni possibili per la giocata. Liedholm non si ferma a Varela, ma discute di Beckenbauer, che per un certo periodo, all' inizio della carriera, ha giostrato davanti alla difesa, di Did, non proprio un centromediano ma un autentico regista a tuttocampo che sapeva anche segnare molti gol, e di Suarez che nell' Inter di Herrera era il cervello di ogni manovra e tutto passava da lui. E' il mestiere del direttore d' orchestra trasportato su un campo di calcio. Io credo che Falcao, nei tempi moderni, sia stato il migliore interprete del ruolo - prosegue Liedholm - Era ovunque, aveva un' incredibile facilit di corsa e una tecnica sopraffina. Gli dicevo che il suo era un fisico da maratoneta, aveva 37-38 pulsazioni al minuto. Sopportava la fatica e non gli si annebbiavano mai le idee. Rjikaard, invece, che della generazione successiva, stato un mediano pi "legnoso", pi potente ma meno tecnico. Grandissimo giocatore, sia chiaro, per non aveva, rispetto a Falcao, la stessa velocit di pensiero e di esecuzione. E di Pirlo, Barone, che cosa dice? A me sempre piaciuto molto. Finora lo hanno fatto giocare dietro le punte, io credo invece che possa anche fare il regista arretrato. Certo, ha bisogno di un Gattuso al suo fianco e deve migliorare nella fase difensiva. Ma giovane e con un maestro come Carletto Ancelotti, che stato mio allievo e conosco molto bene, non potr che fare progressi. L' idea di un Milan molto offensivo mi affascina: in questo modo costringi gli avversari a preoccuparsi di te e stare sempre all' erta. Il gioco lo comandi tu e questo sempre un vantaggio. a.s. Schianchi Andrea

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