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Proff. Claudio Mazzotti e Marco Savoia Tecnica delle Costruzioni LM Lastre inflesse in c.a.

LASTRE INFLESSE IN C.A.

3.1 LA TEORIA DELLE LASTRE DI KIRCHHOFF-LOVE Si consideri una lastra sottile, cio una lastra il cui spessore molto pi piccolo delle dimensioni in pianta della lastra stessa. Si scelga un sistema di riferimento cartesiano con gli assi x, y giacenti sul piano medio della lastra e lasse z nella direzione dello spessore h (Figura 1). Nellambito dei piccoli spostamenti (cio considerando spostamento trasversali molto pi piccoli dello spessore della lastra), la teoria delle lastre inflesse di Kirchhoff-Love si basa sulle seguenti ipotesi: 1) le deformazioni nel piano medio sono nulle, quindi tale piano piano neutro per la lastra deformata; 2) i segmenti di retta normali al piano medio nella configurazione indeformata rimangono rettilinei e normali al piano medio dopo lapplicazione dei carichi (equivale allipotesi nella teoria della trave di Eulero-Bernulli che le sezioni si mantengano piane dopo la deformazione, implica la trascurabilit della deformabilit dovuta al taglio); 3) la componente di tensione normale trasversale z trascurabile poich si suppone piccolo lo spessore.
x p(x, y) f

h y u

Figura 1: Lastra sottile inflessa: teoria di Kirchhoff. Le ipotesi cinematiche alla base della teoria delle lastre inflesse di Kirchhoff-Love equivalgono ad assumere il seguente campo di spostamenti:

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u = - z x = - z w,x ;

v = - z y = - z w,y ;

w = w(x, y)

(1)

da cui si ottiene il seguente campo di deformazioni infinitesime: z = xz = yz = 0 (2)

x u , x z w, xx f = y = v, y = z w, yy u + v 2 z w , xy ,x xy , y

(3)

Le (2) confermano che il modello di lastra di Kirchhoff-Love trascura gli scorrimenti tangenziali 'trasversali' xz e yz e la deformazione nella direzione dello spessore z . Le (3) indicano le deformazioni nel piano in funzione delle derivate parziali dellunica incognita del problema, lo spostamento trasversale. Le curvature si scrivono:

x w, xx f = y = w, yy , 2 w , xy xy

(4)

Le prime due curvature sono dette curvature flessionali, xy in analogia detta curvatura torsionale. Le (3) si possono riscrivere pertanto come: f = z f (5)

Per quanto riguarda il legame costitutivo, poich si trascura la componente di tensione normale trasversale z si fa uso della legge di Hooke per lo stato piano di tensione (z=0) che, per un materiale isotropo, si scrive:
x E y = 2 1 xy 1 0 x 1 0 y 1 xy 0 0 2

(6a)

o, in forma matriciale: f = Df f Pertanto, sostituendo le (5) nelle (6) si ottiene: (6b)

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x E s f = y = z 1 2 xy

1 0 w, xx 1 0 w, yy 1 0 0 2 w, xy 2

cio

f =z Df f

(7)

Integrando le (7) sullo spessore, si ottengono i momenti flettenti e torcenti unitari cio definiti per unit di lunghezza agenti rispetto al piano medio della lastra:
mx h / 2 x E m = m y = z y dz = 1 2 m h / 2 xy xy 1 0 w, xx 2 0 z dz 1 1 w, yy = B h / 2 0 0 2 w, xy 2
h/2

1 0 w, xx 1 0 w, yy 1 0 0 2 w, xy 2

m = B Df f = Df0 f dove si posto:


3

(8)

B=

Eh ; 12(1 2 )

Df0

1 0 = B D f = B 1 0 1 0 0 2

(9)

Per ottenere le equazioni che governano il problema, necessario imporre le condizioni di equilibrio. Tali condizioni possono essere imposte in forma diretta, o imponendo la stazionariet dellenergia potenziale totale ed utilizzando i metodi del calcolo delle variazioni. La seconda strada deve essere necessariamente seguita quando si vuole cercare la soluzione via metodo degli elementi finiti. Le equazioni di equilibrio possono essere scritte in forma diretta con riferimento alla Figura 4, che riporta un concio di lastra di dimensioni infinitesime in pianta dx, dy, soggetto sulle quattro facce ai momenti flettenti e torcenti ed ai tagli ed ai vaolri incrementati sulle facce opposte. Le equazioni di equilibrio alla rotazione attorno agli assi x, y e alla traslazione in direzione z sono:

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Figura 2: Equilibrio di un concio di lastre di dimensioni infinitesime dx, dy. Equilibrio alla traslazione in direzione verticale.

m x m xy + tx = 0, x y

my y

m xy x

t y = 0,

tx t y + +q=0 x y

(10)

Sostituendo le (10a,b) nella (10c) si ottiene:


2 mx x2 +2 2 m xy x y + 2my y2 = q (11)

La (11) mostra chiaramente come una lastra sia in grado di sostenere il carico per flessione nei piani x-z e y-z ed anche con il contributo del mamento torcente. Infine, sostituendovi le espressioni dei momenti unitari riportate nelle (8) si ottiene:
2 2 2 B 2 w, xx + w, yy B(1 ) 2 w, xy B w, yy + w, xx = q x y x y2

che, semplificata, fornisce lequazione di equilibrio delle lastre inflesse di Lagrange:

w, xxxx + 2 w, xxyy + w, yyyy =

q B

(12)

Si noti che, nel caso di lastre rettangolari molto allungate in una direzione (al esempio nella direzione x), a meno delle porzioni di estremit i momenti my e mxy sono trascurabili, per cui le (11), (12) si riducono alle equazioni caratteristiche delle travi inflesse.

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ty tx mxy mx t mnt mn qn

mxy

my

. .

Figura 4: Carichi applicati qn, mn, mnt sul contorno della lastra e convenzioni adottate per i momenti ed i tagli unitari.

Figura 4: Variazione di momento torcente lungo il bordo e taglio di Kirchhoff; forza concentrata in corrispondenza degli spigoli della lastra.

3.2 LE CONDIZIONI AL CONTORNO


Lequazione di Lagrange deve essere integrata nel rispetto delle condizioni imposte sul contorno della lastra. Le condizioni sul bordo possono essere ricavate in forma rigorosa solo per via variazionale. Tale derivazione riportata in Appendice e se ne riporta qui il risultato finale. Siano q0n, m0n e m0nt i carichi applicati sul contorno, ed in particolare rispettivamente le distribuzioni di forze unitarie (cio per unit di lunghezza di contorno) in direzione verticale, di momenti flettenti unitari e di momenti torcenti unitari assegnati (Figura 4). Su tale contorno si dimostra che le condizioni al contorno si scrivono:
0 mn = mn ; 0 t n + m nt , s = q n + m nt , s

(13)

dove mn e mnt sono il momento flettente ed il momento torcente unitari sulla faccia di normale n. Essi possono essere ottenuti a partire dai valori riferiti alla coppia di assi x e y secondo le regole classiche dei circoli di Mohr, in quanto essi non rappresentano altro che lintegrale sullo spessore delle componenti di tensione n, nt ,

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2 mn = mx nx + m y n 2 + 2mx y nx n y , y 2 mnt = (m y mx )nx n y + mx y (nx n 2 ) y

(14)

Analogamente, il taglio unitario tn si scrive: tn = tx nx + ty ny (15)

La condizione al contorno (13) stabilisce che, sul contorno ove siano prescritte forze, il momento flettente unitario mn deve essere uguale al momento applicato mn0 , mentre il taglio unitario tn ed il momento torcente mnt non possono essere assegnati singolarmente, ma opportunamente combinate. La (13b) nota come condizione al contorno di Kirchhoff ed i tagli rx = tx + mxy,y ; ry = ty + mxy,x (16)

sono detti tagli di Kirchoff in quanto, in assenza di m0nt (di difficile interpretazione fisica) su un bordo parallelo allasse y, le (13) assumono la forma:
0 mx = mx ;

rx = t x + m xy , y = q x

(17)

La forma anomala della condizione al contorno dipende strettamente dal modello utilizzato, che esclude la deformabilit tagliante della lastra (che invece tenuta in conto dalla teoria di Reissner-Mindlin). Essa ammette una interessante interpretazione fisica (vedi Dispensa di Tecnica delle costruzioni). Pertanto, le condizioni al contorno pi comuni che possono essere scritte sul bordo della lastra sono: Cinematiche Statiche mn = 0

Bordo appoggiato Bordo incastrato Bordo libero Bordo caricato

w=0 w = 0, w n = 0

mn = 0 , rn = t n + mnt , s = 0
0 mn = mn ;

t n + m nt , s = q n

In corrispondenza di spigoli della lastra, ad esempio appoggiata, si dimostra infine che lequilibrio sul contorno, in assenza di carico, richiede che sia presente una forza concentrata che, per angoli retti, vale (vedi Figura 4):
R = 2m n t
P

(18)

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Anche questo il risultato di avere utilizzato un modello che non include la deformazione tagliante. Con un modello alla Reissner-Mindlin si troverebbe una piccola porzione di contorno, prossima allo spigolo, nella quale si hanno reazioni elevate (vedi esempio della lastra rettangolare appoggiata).

3.3 SOLUZIONE DI NAVIER PER LASTRE RETTANGOLARI APPOGGIATE SUL


CONTORNO

Il metodo proposto da Navier pu essere utilizzato per risolvere i problemi di lastre rettangolari appoggiate al contorno. Si consideri una lastra rettangolare di dimensioni a e b, semplicemente appoggiata al contorno e soggetta ad un carico trasversale p(x,y) (Figura 5). Le condizioni al contorno sono: w=0, w=0, mx = 0 my = 0
y

per x = 0 e x = a (19) per y = 0 e y = b

b x a

Figura 5: Lastra rettangolare appoggiata sul contorno. Si noti che sui due lati appoggiati posti a x=0, a la condizione w=0 implica che w indipendente da y (w,y=0); pertanto la condizione mx = B(w,xx+ w,yy)=0 riscritta in termini di spostamenti si riduce a w,xx=0. Su tale lato si ha quindi anche my=0. Analogamente, per i due lati appoggiati posti a y=0, b, la condizione my=0 si riduce ad imporre w,yy=0. La soluzione della (12) viene cercata per mezzo di una serie doppia trigonometrica che consente di soddisfare le condizioni al contorno (19):
w( x, y ) = Wmn sin
m=1 n =1

m x n y sin a b

(20)

dove le Wmn sono costanti da determinare. Inoltre, il carico applicato p(x,y) viene rappresentato per mezzo del suo sviluppo in serie di Fourier: 3.7 / 28 29/11/10

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p ( x, y ) = pmn sin
m =1 n =1

m x n y sin a b

(21)

dove pmn il coefficiente di Fourier fornito dalla relazione:


pmn = m x n y 4 a b 0 0 p( x, y)sin a sin b d xd y ab (22)

Sostituendo le (20), (21) nellequazione di Lagrange (12) si ottiene:

m 2 n 2 2 p m x n y 4Wmn mn sin sin =0 a 2 + b 2 B a b m =1 n =1


(23)

Poich le funzioni trigonometriche sin(mx/a)sin(ny/b) costituiscono un sistema di funzioni linearmente indipendente, ne risulta che per avere la validit della (23) per ogni x e y, il termine in parentesi quadra corrispondente al generico termine di ordine mn della serie doppia deve essere nullo. Pertanto il generico coefficiente Wmn risulta:
Wmn = pmn m2 n2 B 2 + 2 a b
4 2

(24)

La funzione w(x,y) che definisce lo spostamento trasversale in ogni punto della lastra quindi completamente determinato una volta che sono stati determinati i coefficienti di Fourier pmn del carico. Ad esempio, nel caso di carico uniformemente distribuito p(x,y) = p0, il coefficiente (22) diventa:

pmn =

16 p0 2 mn

se

m,n = 1,3,5,...;

pmn = 0

se

m,n = 2,4,6,...

(25)

Infine, dalle (8) si deducono le sollecitazioni allinterno della lastra, mentre le reazioni vincolari in corrispondenza dei lati appoggiati e le forze concentrate negli spigoli si ricavano dalle equazioni (16), (18).

3.4 SOLUZIONE DI LEVY PER LASTRE RETTANGOLARI APPOGGIATE SU DUE LATI OPPOSTI E VINCOLATE GENERICAMENTE SUGLI ALTRI DUE

Il metodo proposto da Levy nel 1899 pu essere utilizzato per risolvere il problema di lastre rettangolari aventi due lati opposti appoggiati e gli altri due con condizioni di vincolo arbitrarie (Figura 6). La metodologia analoga a quella proposta da Nadai per le travi parete caricate nel piano. Il problema affrontato sviluppando il carico p(x,y) in serie di Fourier nella direzione x:

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b/2

b/2 a

Figura 6: Lastra rettangolare con due lati appoggiati e due con condizioni di vincolo generiche.
p ( x, y ) = p n ( y ) sin n x
n =1

(26)

con: pn ( y ) = 2 a p( x, y ) sin n xd x; a 0 n = n a (27)

La soluzione dellequazione di Lagrange viene quindi ricercata esprimendo lo spostamento trasversale w per mezzo di una serie trigonometrica semplice che consente di soddisfare le condizioni al contorno di semplice appoggio sui due lati posti a x = 0 e x = a:
w( x, y ) = Wn ( y ) sin n x
n =1

(28)

Sostituendo le (27), (28) nellequazione di Lagrange si ottiene la seguente equazione:

WnIV 2 2Wn'' + 4Wn n n


n =1

pn ( y ) sin n x = 0 B

(29)

Poich le funzioni trigonometriche sin(nx) costituiscono un sistema di funzioni linearmente indipendente, il termine tra parentesi quadra deve essere nullo per ogni termine della serie. Si ottiene cos unequazione differenziale ordinaria per la funzione Wn(y):
2 4 WnIV 2 nWn'' + nWn =

pn ( y ) B

(30)

La soluzione della (30) si pu ottenere come somma di un integrale particolare Wnp e della soluzione Wn0 dellequazione omogenea associata alla (30) (ponendo cio pn=0). La soluzione dellequazione omogenea associata del tipo:

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Wn0 ( y ) = An sinh n y + Bn cosh n y + Cn n ysinh n y + Dn n ycosh n y

(31)

dove An, Bn, Cn e Dn sono costanti che devono essere determinate imponendo le condizioni al contorno sui lati y = b/2 (ad esempio lato libero, appoggiato o incastrato). Per maggiori dettagli sulla soluzione di casi particolari con il metodo di Navier e di Levy si rimanda a Timoshenko e Woinowsky-Krieger (1959), Belluzzi (1960, vol. 3) e Giangreco (1970, vol. 3).

3.5 LASTRE QUADRATE APPOGGIATE SUL CONTORNO

Sono riportati in Figura 7 gli andamenti delle sollecitazioni pi significative in una lastra quadrata appoggiata sul contorno. Si osserva che i momenti flettenti mx e my sono nulli sui bordi e massimi al centro mC=(mx)C =(my)C =(pa2/27.1) (1-). Il momento torcente riportato sullasse y=0 risulta massimo negli spigoli (nel punto A) (mxy)A= (pa2/21.6) (1-) e nullo sullasse di simmetria. Nella Figura Figura 7b si riporta il quadro delle linee isostatiche. In prossimit dello spigolo, essendo nulli i momenti flettenti mx e my e diverso da zero il momento torcente, le direzioni principali sono a 45 rispetto ai lati. Si ricorda che le direzioni principali sono le direzioni lungo le quali i momenti flettenti assumono valore massimo e minimo e il momento torcente nullo. In figura Figura 7d si riportano i momenti nelle direzioni principali mu e mv . I due momenti nello spigolo sono massimi e pari ad (mxy)A. Si osserva che il momento mu negativo sullo spigolo (come nel caso di una trave incastrata alle due estremit) poich le rotazioni (x )A e (y)A sono nulle nello spigolo, mentre mv risulta pressocch costante lungo la diagonale. Pu essere interessante notare che per =0 i momenti sono superiori ai momenti flettenti che si hanno al centro della lastra.

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(a)

(b)

(d) (c) Figura 7: (a) Diagrammi delle componenti di sollecitazione pi significative in una lastra appoggiata; (b) Andamento dei momenti principali; (c,d) stato di sollecitazione in prossimit di uno spigolo della lastra.

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Figura : Deformata di una lastra appoggiata con spigoli (a) non impediti e (b) impediti di sollevarsi.
3.6 LASTRE INCASTRATE SUL CONTORNO

Per le lastre incastrate non possibile scrivere la soluzione secondo uno sviluppo in serie poich non vengono soddisfatte le condizioni al contorno lungo il bordo della lastra, che richiede w=0 e w x = 0 . Nel caso di una lastra quadrata soggetto a carico distribuito uniforme, si riportano in Figura 8 gli andamenti pi significativi delle sollecitazioni per =0. Si osserva che il momento flettente mx lungo lasse baricentrico parallelo allasse x risulta negativo sui bordi (mx) =(pa2/19.4) e positivo al centro mC=(mx)C =(my)C =(pa2/56) (1+), come nel caso di trave incastrata alle due estremit. In Figura si riporta sul bordo parallelo allasse y (x=a) landamento del momento flettente mx massimo per y=a/2 e nullo allestremit Analogamente, il momento flettente my lungo lasse baricentrico parallelo allasse y (non rappresentato in figura) risulta negativo sui bordi e positivo al centro mC=(mx)C =(my)C =(pa2/56) (1+), come nel caso di trave incastrata alle due estremit. Inoltre, stato rappresentato il momento flettente my lungo lasse baricentrico parallelo allasse x che risulta nullo sul bordo e massimo al centro mC=(mx)C =(my)C =(pa2/56) (1+). Per quanto riguarda il momento torcente risulta nullo sul contorno, poich w costante lungo x e pertanto 2 w xy = 0 . Essendo nullo il momento torcente nello spigolo, anche i mo-

menti flettenti, ed in particolare quelli lungo le direzioni inclinate a 45 mu e mv sono nulli negli spigoli.

Figura 8: Diagrammi delle sollecitazioni di una lastra quadrata incastrata sul contorno
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3.7 LASTRE RETTANGOLARI APPOGGIATE ED INCASTRATE

In Figura 9 si riportano le curve isostatiche per lastre appoggiate ed incastrate sul contorno, al variare del rapporto tra le lunghezze dei lati (da ly/lx==1, lastra quadrata, fino ad una lastra rettangolare con ly/lx =2). Si osserva che per la lastra quadrata il comportamento bidimensionale, aumentando la lunghezza del lato ly il comportamento della striscia centrale tende via via ad essere sempre pi simile a quello di una trave in flessione cilindrica, in quanto non risente dellirrigidimento dovuto alla presenza dei due lati corti appoggiati.
ANDAMENTO DELLE DIREZIONI DEI MOMENTI PRINCIPALI

APPOGGIATA

INCASTRATA

Figura 9: Direzioni dei momenti principali in lastra rettangolari appoggiate ed incastrate sul contorno, il funzione del rapporti tra le lunghezze dei lati.

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3.8 ARMATURA LASTRA IN C.A. APPOGGIATA SUL CONTORNO

In Figura si riporta a titolo di esempio, per una lastra appoggiata in calcestruzzo armato larmatura da disporre negli spigoli per sostenere le sollecitazioni lungo le direzioni principali mu e mv. Larmatura pu essere disposta secondo le direzioni principali (45 e 135) oppure attraverso una rete con maglie parallele alle direzioni x ed y. Per quanto riguarda il svincolamento sul contorno, la sezione a-a mostra due possibili situazioni: 1) presenza di un setto verticale che impedisce allo spigolo di sollevarsi, in tal caso necessario risvoltare larmatura diagonale allinterno della lastra per assicuare la corretta lunghezza di ancoraggio, in quanto la reazione vincolare in corrispondenza dello spigolo assicurata dal peso del setto; 2) in assenza di un setto verticale sovrastante necessario impedire allo spigolo di sollevarsi utilizzando unarmatura di ripresa dalla parete sottostante ancorata.nella lastra. Nel caso di utilizzo di rete metallica, in assenza di un setto superiore necessario utilizzare dei ferri di ancoraggio supplementari.

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Figura: Armatura di una lastra rettangolare appoggiata su tutti i lati e soggetta ad un carico uniformemente distribuito.

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3.9 ARMATURA LASTRA IN C.A. APPOGGIATA SU TRE LATI CON UN LATO LIBERO

Armatura di piastre rettangolari con appoggio a rotazione libera su tre lati (sotto un carico uniformemente ripartito).

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3.10 ARMATURA LASTRA INCASTRATA SUL CONTORNO In figura si riporta il diagramma semplificato dei momenti flettenti lungo il bordo e lungo i due assi di simmetria e larmatura corrispondente.

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3.11 ARMATURA LASTRA INCASTRATA SU TRE LATI CON UN LATO LIBERO

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3.12 ARMATURA LASTRA PARZIALMENTE A SBALZO

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3.13 LASTRE IN C.A. SU APPOGGI DISCRETI: SOLAI A FUNGO

Un tipo di lastra che si usa spesso negli edifici industriali il solaio a fungo, nel quale gli appoggi intermedi, e spesso anche quelli perimetrali, sono isolati e disposti in modo regolare, ossia in file parallele ed equidistanti, nei vertici di rettangoli o di quadrati uguali fra loro. Generalmente la costruzione a pi piani e i pilastri continuano al di sopra dei solai intermedi. I solai piani sono piastre portanti in due direzioni che poggiano senza rinforzo direttamente sui pilastri. Devono avere uno spessore minimo di 15 cm e vanno dimensionati per momenti biassiali positivo di campo e negativi sui supporti, come anche contro il punzonamento. In Figura si riportano gli andamenti dei momenti principali di un solaio piano sotto un carico uniformemente distribuito. I momenti di campo sono positivi e si sviluppano su una grande zona in direzione x e y, per cui necessari o armare con barre dacciao nelle due direzioni x e y. Nella zona dei pilastri i momenti principali risultano negativi, di direzione radiale e circolare. Vengono assorbiti di regola da una rete darmatura, ortogonale, generalmente in direzione x e y.

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Lewe ha ricavato le sollecitazioni per vari rapporti tra i lati del campo. A titolo desempio per campi quadrati, i diagrammi dei momenti sono riportati nella Figura 7.24. Per la determinazione di tali sollecitazioni si pu ricorrere a metodi approssimati.

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3.13.1 CRITERIO DI CALCOLO APPROSSIMATO DEI SOLAI A FUNGO: IL METODO AMERICANO

Per il calcolo approssimato di solai piani a pi campi con reticoli rettangolari di pilastri, in cui si mantenga 0.75< lx/ ly <1.33, la piastra pu essere suddivisa in due serie incrociate di strisce longitudinali e trasversali, che in funzione del tipo di appoggio (collegamento a cerniera o resistente a flessione della piastra con pilastri) vengono trattate come travi continue o come telaio. Come larghezza di trave o di traversa si introduce la distanza ly e rispettivamente lx delle serie di pilastri ad angolo retto rispetto la direzione portante (come indicato in Figura). Decisa la condizione di carico accidentale, per questa e per i carichi permanenti, si potranno determinare le sollecitazioni impiegando gli ordinari metodi di calcolo dei telai.

Ricavati i momenti negativi e positivi massimi, evidente che non sar lecito consideratrli ripartiti uniformemente nellintera larghezza. Per il dimensionamento della piastra, ogni campo di solaio viene suddiviso in strisce. E possibile utilizzare due suddivisioni diverse: a) secondo Leonhardt, ogni campo di solaio viene suddiviso in strisce di larghezza 0.6ly , e in due semistrisce di corrente , ciascuna di 0.2 ly (totale= 0.4 ly , Figura 10). b) secondo un differente criterio, ogni campo di solaio viene suddiviso in strisce di larghezza 0.5ly , e in due semistrisce di corrente, ciascuna di 0.25 ly (totale= 0.5 ly). Larmatura si ottiene come nelle piastre, dai momenti determinati secondo la figura riferiti allunit di larghezza. Almeno il 50% delle armature di campo delle strisce di campo e di corrente, va prolungata fino agli assi dei pilastri.

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Figura 10: Criterio a) per la ripartizione dei momenti su strisce di campo e di corrente con calcolo approssimato.

0.25 ly

0.5 ly

0.25 ly

Figura 11: Criterio b) per la ripartizione dei momenti su strisce di campo e di corrente con calcolo approssimato.

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3.13.2 LASTRE IN C.A. PROBLEMA DEL PUNZONAMENTO

Una verifica va eseguita nei solai piani per la sicurezza al punzonamento. Ad una elevata sollecitazione dovuta a forze di taglio, le fessurazioni anulari da flessione proseguono con una pendenza di 30 35 come fessurazioni da taglio. Per la sicurezza contro il punzonamento sufficiente larmatura superiore a flessione fino ad un determinato limite di tensioni tangenziali. Se la forza sollecitante supera il limite indicato negli Eurocodici o DM96 bisogna predisporre unarmatura per taglio come indicato in Figura 7.65.

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Si riportano le indicazioni del DM96 per la forza resistente al punzonamento: Verifica al punzonamento di lastre soggette a carichi concentrati (DM96) In corrispondenza dei pilastri e di carichi concentrati si verificher la lastra al punzonamento allo stato limite ultimo. In mancanza di una apposita armatura, la forza resistente al punzonamento assunta pari a: F = 0,5 u h fctd dove: h = lo spessore della lastra; u = il perimetro del contorno ottenuto dal contorno effettivo mediante una ripartizione a 45 fino al piano medio della lastra; fctd = il valore di calcolo della resistenza a trazione. Nel caso in cui si disponga una apposita armatura, l'intero sforzo allo stato limite ultimo dovr essere affidato all'armatura considerata lavorante alla sua resistenza di calcolo.

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3.13.3 SOLAI A FUNGO: PILASTRI CON CAPITELLI

Le dimensioni dei pilastri sono relativamente piccole, per cui in corrispondenza di essi la lastra soggetta a momenti flettenti e a sforzi di taglio assai elevati (come osservato nel paragrafo precedente). Per ridurre i valori di tali sollecitazioni, le sommit delle colonne sono dotate di capitelli che conferiscono ai sostegni quel particolare aspetto da cui ha tratto origine la denominazione del tipo del solaio. I capitelli possono assumere forme diverse (tronco di cono, tronco di piramide); le loro generatrici bene che di norma non siano inclinate pi di 45 rispetto la verticale, e se questinclinazione viene superata, si consideri la diffusione dei carichi soltanto entro le rette a 45.

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3.14 LASTRE CIRCOLARI (ES. SERBATOI)

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Riferimenti Bibliografici

Leonhardt F., c.a. & c.a.p.: calcolo di progetto & tecniche costruttive. Edizioni Tecniche, Milano, voll. I-III, 1977.

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