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Progetto
“Jaima - Tenda”
ANTOINE DE SA INT-EXUPERY
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Premessa: gli obiettivi non mancano
Questo documento è un’analisi sintetica ma completa della sesta edizione del progetto di
accoglienza di bambini Sahrawi in Italia coordinato dall’associazione “Jaima Sahrawi” di
Reggio Emilia nei mesi di Luglio e Agosto 2005.
Che senso ha documentare la quinta edizione dell’accoglienza? Questa era la domanda con
cui iniziavamo la premessa alla documentazione relativa all’esperienza dell’anno scorso. Il
dubbio era se ci fosse ancora qualcosa da dire, o se ormai l’esperienza non avesse raggiunto
una propria stabilità e quindi immutabilità. La risposta era ovviamente che le cose da dire
erano molte, e questo vale a maggiore ragione quest’anno.
Il progetto ha raggiunto negli ultimi anni dimensioni ed estensioni notevoli, sia per numero di
bambini accolti (circa il 10% di tutte le esperienze a livello nazionale) che per distribuzione
geografica e varietà dei luoghi di accoglienza. Una volta accertato che il sistema è solido ed i
meccanismi funzionano, si tratta di andare oltre: dalla realizzabilità di un vasto impianto nella
sua concezione stazionaria, passare al come rendere metodico e continuo il processo virtuoso
di accrescimento ed espansione. Questo perché la diffusione della conoscenza della causa
Sahrawi rimane sempre il primo obiettivo.
Questo non avviene in modo separato dalle precedenti dinamiche di assestamento del
progetto, che ovviamente non si sono tutte esaurite ma continuano a svilupparsi, dando i primi
frutti positivi o mostrando la necessità di cambi di strategia. Per esempio la parte gestita
direttamente dall’Associazione dell’edizione 2005 è stata caratterizzata da un’elevatissima
presenza dei volontari di Jalla Gumu, confermando così uno degli obiettivi iniziali del progetto
di campo di lavoro, ovvero la formazione dei volontari per l’accoglienza. Dall’altro lato si è
dovuto assistere ad evidenti problemi rispetto alle pur curate e durature relazioni intessute
con alcune donne Sahrawi scelte come accompagnatrici; anche la formazione delle famiglie
hanno presentato un panorama edificante ma sicuramente migliorabile.
Il lavoro da fare è ancora molto, quindi, e gli eventi verificatisi a partire dal maggio 2005
relativi alle violazioni ancora più marcate dei diritti umani nel Sahara occupato rendono ancora
più urgente e pressante l’impegno a migliorare e completare il progetto.
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Chi sono i Sahrawi?
Il Popolo Sahrawi, che in arabo significa “gente del
deserto”, è il legittimo abitante del Sahara
Occidentale, territorio di circa 266.000 kmq che si
affaccia sull’Oceano Atlantico, confina a nord con il
Marocco a sud ed a est con la Mauritania. Il Sahara
Occidentale fu colonia Spagnola fino al 1975. In
quell’anno la dominazione coloniale ebbe termine, ma la
Spagna lasciò di fatto via libera all’invasione militare
da parte di Marocco e Mauritania; centinaia di
migliaia di Sahrawi furono costretti a fuggire in
Algeria, incalzati dai bombardamenti e dalle violenze
dell’esercito Marocchino.
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Autonomia e dignità
I Sahrawi non si sono mai rassegnati
passivamente alla sopravvivenza a
carico delle nazioni occidentali, e fin
dall’inizio del loro ormai trentennale
esilio hanno percorso ogni possibile
strada verso il ritorno ad una vita
dignitosa ed indipendente nella loro
patria.
Il 27 febbraio 1976, a pochi mesi
dalla costituzione dei campi
profughi, i Sahrawi proclamano la
Repubblica Araba Sahrawi
Democratica (R.A.S.D.) in esilio, a L’istruzione primaria è garantita a tutti i bambini dei Campi. Chi
lo desidera può proseguire fino alla laurea universitaria,
garanzia della loro indipendenza
conseguita presso alcune nazioni ospitanti.
culturale e politica. L’istruzione e la
formazione dei giovani sono ritenute essenziali affinché la popolazione sia in grado di
sopperire alle proprie necessità ricorrendo il meno possibile ad aiuti e competenze straniere,
oltre che naturalmente nella prospettiva del ritorno in patria.
Lo sforzo per la riconquista del Sahara
Occidentale non si è mai interrotto, e da
sempre è portato avanti attraverso il
doppio binario dell’iniziativa diplomatica
e della lotta armata. Quest’ultima è
cessata nel 1991, anno in cui fu firmato
sotto l’egida dell’ONU un trattato di pace
che purtroppo non ha ancora dato alcun
esito. È importante sottolineare che la
ricerca di sostegno politico è stata da
sempre la via preferenziale nella ricerca
Ufficialmente il Marocco ha sempre di una giusta soluzione del conflitto; i
negato l’esistenza di un “problema
Sahrawi”, del conflitto armato e perfino
Sahrawi non hanno mai fatto ricorso ad
delle migliaia di Marocchini caduti. atti terroristici per attirare su di sé
l’attenzione internazionale.
A difesa della loro dignità e della verità storica i Sahrawi
Purtroppo di fronte a tale maturità e
hanno esposto nel loro Museo della Guerra tutti i cimeli
presi ai caduti ed ai prigionieri della parte avversa. responsabilità politica non vi è stato un
dignitoso riscontro da parte delle
nazioni occidentali: la quasi totalità di esse non ha neppure riconosciuto la R.A.S.D. ed il
sostegno alla causa Sahrawi non va oltre a forme assistenzialistiche e prive di prospettiva. È
per questo motivo che priorità assoluta per la popolazione Sahrawi resta la sensibilizzazione
delle nazioni occidentali verso la causa del loro popolo, in modo da ottenere il necessario
appoggio al fine di raggiungere una soluzione pacifica, dignitosa ed accettabile.
Cronologia essenziale
Forniamo in questo capitolo una cronologia essenziale della questione Sahrawi, suddivisa nei tre
periodi fondamentali: la dominazione coloniale, il conflitto contro il Marocco e gli ultimi anni in
cui i Sahrawi si sono affidati all’ONU per la risoluzione pacifica della loro situazione.
Per una cronologia più dettagliata è possibile fare riferimento al sito dell’associazione
(http://www.jaimasahrawi.altervista.org
http://www.jaimasahrawi.altervista.org).
DATA EVENTO
1884 C onfer enz a di Ber lino. Le potenze coloniali eur op ee si dividono il continente afr icano. L'attuale
Sahara Occidentale viene riconosciuto alla Spag na. La r es is te nza anticoloniale continua fino ai
p rimi d ece nni de l nove cento, sp ecialme nte contr o la p res enza fr ances e in Alg eria, Mar occo e
Maur itania che imp one va s tre tti v incoli al nomadismo Sahr awi
1965 16 d icemb re: l'Asse mblea Gener ale d ell'ONU adotta la prima risoluzione sul Sahara
Occidentale, chie dendo alla Spagna di r itir ar si dal ter ritorio r ichiamandos i al diritto
all'autodeterminazione de l popolo Sahr awi.
1966 20 dicemb re: la Ris oluzione 2229 dell'As sem blea Gener ale dell' ONU chie de alla Spagna d i
org anizz ar e un referendum nel Sahara Occidentale p er pe rme tte re alla popolazione locale d i
e se rcitare il diritto all'autodeter minaz ione . Altr e se i ris oluzioni s imili seg uiranno fino al 1973.
1972 Nel g iugno a Rab at l'OUA (Or ganizzazione per l'Unità Africana) con la ris oluzione 272 app rova
g li app elli d ell'ONU in favor e d i un refer end um p er l'autod eterminazione nel Sahara
Occide ntale. In re altà il v ertice è l'occas ione per Has san I I d el Marocco e Ould Daddah,
p residente della Maur itania di accordars i seg retamente s ulla s par tizione d ella colonia
s pagnola.
1973 10 mag gio: nasce il Fr onte POLI SARI O (Fr onte Popolar e per la Libe raz ione d el Saguia e l
H amra e Rio de Or o).
1975 22 mag gio: la Sp ag na si dichiara d is posta a ritirars i dal Sahara Occidentale .
6 nov embr e: la marcia verde marocchina attr ave rsa le frontier e.
14 nove mbre : accordi tripartiti s egr eti di Madrid: la Spag na conseg na l’amminis tr azione, non la
s ov ranità, del nor d e del centr o del Sahara Occide ntale al Marocco e il sud alla Mauritania in
camb io d’imp or tanti conce ss ioni econom iche.
Il conflitto (1976-1991)
DATA EVENTO
1976 g ennaio: l’aviaz ione m arocchina b ombarda con nap alm, b ombe a frammentazione e fosforo bianco
i centr i abitati, le colonne d ei fugg iaschi ed i p rimi campi d i rifugiati a Gue lfa Zemmour ,
Tifar iti, Oumdre ig a ed Amg ala ne l Sahara Occidentale .
27 febb raio: il Fronte e d il Cons ig lio Nazionale Sahr awi proclamano la Repubblica Araba
Sahr awi D emocratica (R ASD); una re pub blica in esilio nata per colmare il vuoto is tituzionale
lasciato dalla p artenza de gli s pag noli. Arrivarono i primi riconos cimenti inte rnazionali fra i quali,
il 6 marz o, que llo d ell’Alge ria con conse gue nte rottura d ip lomatica fr a Alger i e R abat.
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Aprile: si concludono le oper azioni di trasfe rimento d ei p rofug hi dal Sahar a Occid entale v ers o il
d ese rto d ell’Hammad a d i Tindouf, conces so all’Alg eria, dov e avr à iniz io la s tr aordinaria
e sp erienza s ociale , politica e civ ile degli accampamenti Sahr awi.
1977
D icemb re: in s eg uito alle continue operaz ioni militari de ll’ELPS (Eser cito di Liber azione Popolare
Sahr awi), la Mauritania è economicame nte in g inocchio. Ould Dad dah chied e aiuto alla Francia
che inter viene direttamente pe r la prima v olta nel conflitto con alcuni aere i jag uar s.
1978 12 luglio: il F ronte P OLISARIO pr oclama il cess ate il fuoco con la Mauritania.
1979 11 ag os to: il Mar occo inv ade la z ona d el Sahara Occide ntale occup ata dalla Mauritania.
19 80 Per uscir e dall’imp ass e militare il Marocco inizia a cos tr uire i pr imi dei sei m uri di sabbia
d estinati a pr otegg ere le zone utili de l Sahar a Occid entale (minie re e principali città) e a
trasformarle in un’imme ns a prigione a cielo ape rto.
19 84
13 novemb re: la RASD sied e come Stato membro al XX v ertice dell’OUA. Il Mar occo
abbandona l’org anizz azione.
19 87 apr ile: viene comp letato il 6° mur o mar occhino detto il “Gr and e Muro” che racchiude circa i
7/8 de l Sahara Occidentale .
1988
11 ag osto: il Segr etario Gener ale d ell’ONU Pere z De Cue llar p rop one la pr oclamaz ione de l
ces sate il fuoco e l’or ganizzazione di un refer end um di autod ete rminazione per decid ere s e il
Sahara Occide ntale sar à indipe nde nte o annes so al Marocco. I l cens imento sp agnolo de l 1974
s ar à la bas e per la r ealizz azione de lle lis te d egli ave nti diritto al voto.
30 agosto: il Fronte POLI SARI O e il Mar occo accettano le pr oposte del Seg retar io Generale.
6 nov embr e: il Fronte P OLI SARIO decreta un cess ate il fuoco unilaterale.
19 89
4 g ennaio: Has san II riceve a Marr ake ch alcuni re spons abili d el POLISARIO.
21 fe bbraio: Hass an II r invia un s econd o incontr o e, r iguardo al pr im o, affe rma che ha s olo
v oluto incontrare de i sudditi marocchini.
2 marz o: d avanti alla pr ovocazione del Re il Fr onte annuncia la ripr es a delle ope razioni militar i
che s i moltipliche ranno d urante l’anno.
19 90 apr ile: nuova treg ua unilater ale decis a d al Fr onte POLISAR IO.
19 91 agosto: il Mar occo scatena una grande offens iv a a p ochi giorni dall'entr ata in vigore del
ces sate il fuoco pr evis to dal piano d i pace. Le zone de l Sahar a Occidentale controllate dal
Fronte POLI SARIO s ono me ss e a fer ro e fuoco; v eng ono d is tr utti alcuni centri abitati che i
Sahr awi stav ano r ipop oland o al fine di os pitare i v otanti p er il r efe rendum. Molte vittime fra i
civili.
6 s ettemb re: entra in v ig ore il cessate il fuoco pr evis to dal p iano di p ace; si avvia lo
s pieg amento d ella MINURSO nel ter ritorio.
ottobr e/ nov embr e: s econd a Marcia Ver de. In chiara v iolazione delle nor me sul ces sate il
fuoco, decine di migliaia di coloni marocchini v eng ono trasportati dal Marocco nel Sahara
Occidentale: chied ono di es sere ammes si nelle liste elettor ali che, pr ecedente mente
accettate dalle due par ti, ades so non s ono più riconosciute dal Re gno d el Marocco.
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Sotto l’egida dell’ONU (1992-???)
DATA EVENTO
1992
26 g ennaio: il r efe re ndum pr ev is to per que sta d ata, viene rinv iato sine d ie . Pr ose gue la
r ep res sione nei ter ritori occup ati dal Mar occo in seg uito a m anifestazioni indipendentiste. La
MI NURSO è imp ote nte.
1994
I niziano le ope raz ioni di ide ntificaz ione e re gistraz ione d ei p ote nziali elettor i; cias cuna delle
d ue parti de pos ita le proprie liste . Il reg no de l Mar occo tenta di ins er ir e il mag gior numer o
p os sibile d i p rop ri cittadini per influenzare l’esito finale ; pr es enta inoltre numer osi ricors i allo
s copo di rallentare le op erazioni di voto.
1997
Marz o: Kofi Annan nomina James Baker r app res entante sp eciale de ll’ONU per il Sahara
Occide ntale.
Settemb re: Accor di di Houston: le p ar ti d efinis cono un cod ice di condotta nell’organizz azione
d elle var ie fas i di attuazione de l re fer endum.
1999
31 Dice mbre : l’ONU p ubb lica le liste elettor ali p er il r efe re ndum.
2000
Per la pr ima v olta il Marocco s i pr onuncia ape rtamente : vuole abb and onare il p iano di pace e
p ropone la “ter za via”, con cui mira all’ufficializ zazione d ella pr op ria sov ranità s ul Sahara
Occide ntale in cam bio di un’autonom ia amministrativa p oco più che for male.
I l Fronte POLISARIO r ibad is ce la pr opr ia dis ponib ilità al d ialogo pur ché il principio
d ell’autode ter minaz ione , e con es so il r efere ndum che ne è il p rincip ale strumento, non vengano
m ess i in discus sione.
2003
Lug lio: il cons ig lio d i sicure zza d ell’ONU r ib adis ce il dir itto all’autodeter minaz ione de l popolo
Sahr awi (r isoluzione n. 1495 d el 31 luglio 2003), ed e sclud e quindi d efinitivam ente l’opzione
d ella ter za v ia, in quanto in palese contraddizione con il dir itto inter naz ionale .
2004
Appr ovazione all’unanimità de l piano Baker I I da parte del consiglio di s icur ezz a. La pr op osta
p re ved e un pe riod o di amminis trazione congiunta Sahrawi- mar occhina p er un pe riodo di quattr o
anni, al termine d el quale av reb be luog o un re fer endum con tre alter native: indipendenza,
anness ione o autonomia amm inis tr ativ a. Il Fronte POLISARIO acce tta ma il Marocco r ifiuta.
Jame s Bak er si dimette d all’incar ico dichiarando l’impossibilità d i giunge re ad un accor do tra le
p ar ti.
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Tutti i principali attivisti Sahrawi per i diritti umani sono stati fatti sparire, e di alcuni non si
hanno tuttora notizie. In alcuni casi vi sono stati “regolari” fermi di polizia (a cui sono
puntualmente seguite torture e vessazioni); in altri le persone sono semplicemente svanite nel
nulla. Esemplare il caso di Ali Salem Tamek, arrestato a Luglio non appena è rientrato nel paese
da un giro di conferenze in Europa – accusato di aver sobillato le agitazioni benché a Maggio
fosse ancora in Italia, ospite delle associazioni di solidarietà col popolo Sahrawi dell’Emilia
Romagna.
All’inizio di Agosto i prigionieri politici
Sahrawi hanno iniziato un’estenuante
sciopero della fame durato cinquantuno
giorni, per rivendicare condizioni di
detenzione migliore. Nel frattempo quasi
tutti sono stati tutti condannati a pene
spesso pesanti – esclusivamente per aver
manifestato le proprie idee. Per alcuni di
loro probabilmente l’estensione
relativamente contenuta delle pene – anche
se per alcuni si arriva fino a due anni – è
dovuta anche alla mobilitazione Ali Salem Tamek durante un incontro con
internazionale nata attorno a questa vicenda. l’Associazione di solidarietà al popolo Sahrawi di
La repressione infatti non ha indebolito le Nembro (BG) nel Maggio 2005.
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Il progetto:
caratteristiche generali
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Una strategia dai molteplici benefici
Come detto, le condizioni di vita presso i campi profughi sono piuttosto dure; la situazione è
particolarmente drammatica in estate, quando le temperature raggiungono valori estremi senza
che vi sia possibilità di offrire significativo riparo alla popolazione.
Ogni estate diverse migliaia di bambini Sahrawi partono dai campi profughi per un
soggiorno di due mesi in una nazione ospitante. Progetti di questo tipo hanno due finalità
principali:
1) offrire ai più piccoli la possibilità di una tregua rispetto ad un regime di vita severo
non solo dal punto di vista climatico ma anche
igienico e alimentare;
2) diffondere presso la nazione ospitante la
conoscenza della realtà del Popolo Sahrawi,
favorendo la sensibilizzazione degli individui e
delle istituzioni politiche.
A partire dalla III° edizione, “Jaima Sahrawi” ha adottato una linea di “azione condivisa” che
ha coinvolto molti gruppi di volontariato sul territorio (alcuni nati appositamente). Questo ha
fatto sì che l’accoglienza sia diventata anche un importante momento di conoscenza reciproca
per le diverse realtà sociali italiane coinvolte, con un conseguente arricchimento del
panorama e dei singoli coinvolti. Da allora questo aspetto è stato molto potenziato, con
nascita di vere e proprie nuove associazioni locali ed indipendenti.
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Precedenti esperienze dell’Associazione
1999: Preambolo
Le prime esperienze di accoglienza estiva risalgono al 1999, quando i futuri membri
dell’Associazione “Jaima Sahrawi” curarono l’ospitalità dei bambini per due settimane a
Guastalla presso l’Ostello del Po – trovandovi di fatto le motivazioni che avrebbero portato alla
creazione dell’Associazione stessa.
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Un altro aspetto peculiare
dell’edizione 2002 fu il tentativo di
legare le varie tappe dell’accoglienza
con un filo comune che trasmettesse
ai piccoli ospiti la sensazione di unità
dell’esperienza. Lo strumento per
realizzare questo collegamento fu una
storia a puntate. Malgrado il progetto
si possa dire fondamentalmente
riuscito, si è deciso di non ripeterlo
nelle edizioni successive, avendo
individuato altre priorità. L’imbattibile squadra Italo-Sahrawi…
La promozione di occasioni di incontro tra i bambini Sahrawi e di altri paesi è stato un aspetto
importante dell’accoglienza 2002, anche se indubbiamente rimane molto spazio di crescita.
Sempre nello stesso anno si sono consolidate diverse pratiche utili alla valorizzazione del
progetto ed alla presa di coscienza del sua importanza, quali una raccolta metodica della
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rassegna stampa relativa all’accoglienza e l’impostazione di un modulo di documentazione delle
attività svolte con i bambini.
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“Jaima – tenda”:
V° edizione
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Consolidare la crescita
Nella cartina sono riportate in
continua maniera indicativa le tappe del della
6° edizione del progetto di
accoglienza.
TERMOLI (CB)
21/8-31/8 FERRARA VALVERDE (PV)
LEGENDA §
Presenza di famiglia disponibile ad accogliere un
ACCOGLIENZA IN FAMIGLIA bambino affetto da lieve handicap
1
A q uesto rig ua rd o è impo rta nte ricorda re le esig enze c ontrastanti di coinvo lgere q uante più rea ltà p ossibili e di g arantire a i b amb ini
un p erco rso no n tropp o fra mmentato.
17
Jalla Gumu: il profitto di un investimento
Dopo le prime esperienze di
accoglienza nacque nei volontari
dell’Associazione l’esigenza di
conoscere meglio la realtà
quotidiana in cui i piccoli ospiti
trascorrevano la loro vita a casa,
con particolare riferimento
all’ambito scolastico vissuto ed alle
metodologie pedagogiche che
venivano loro proposte. Nacque
quindi il progetto Jalla Gumu, un
campo di lavoro inaugurato nelle
vacanze natalizie 2001-2002 e che
da allora porta volontari italiani a
trascorrere due settimane presso
L’esperienza di Jalla Gumu si è rivelata sempre molto motivante
i campi profughi Sahrawi per
per coloro che si avvicinavano al popolo Sahrawi.
lavorare con i bambini e conoscere
la loro realtà. Giunti alla sesta edizione del progetto di accoglienza, ed alla quinta di Jalla gumu,
ci sembra il momento di qualche valutazione esplicita.
L’esperienza di Jalla Gumu ha dimostrato la sua utilità, e da allora i volontari italiani hanno
potuto capire un po’ meglio i loro piccoli ospiti in Italia, e forse offrire loro un’accoglienza più
utile e più piacevole. Potersi presentare avendo un’esperienza di vissuto presso campi, per
quanto limitata, permette di avere una serie di riferimenti comuni e quindi di mettere i bambini
più rapidamente a proprio agio, contenendo anche se di poco la loro sensazione di trovarsi in un
ambito completamente estraneo.
Diversi comportamenti possono essere
spiegati alla luce della conoscenza
dell’ambiente scolastico o di come
l’esperienza delle diverse accoglienze
ed il ritorno ai campi si alternano nella
vita dei piccoli ospiti. Anche nei
confronti delle relazioni con gli
accompagnatori ci sono più strumenti
a disposizione per tentare un
approccio più approfondito e
ragionato. L’opportunità di
confrontarsi al proposito ai campi
permette di focalizzare i problemi e
se non risolverli, perlomeno di I volontari di Jalla Gumu IV che mettono a frutto la loro
analizzarli. esperienza ai campi durante l’accoglienza a Marinella.
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Il progetto di lavoro ai campi ha avuto da subito un’altra finalità, importante almeno quanto la
prima: portare ai campi profughi italiani che non conoscono i Sahrawi ed offrire loro, con il
pretesto del campo di lavoro, un’occasione per entrare in contatto con la storia e la causa di
questo popolo, nonché la loro situazione attuale e vita quotidiana. Per questo motivo i
partecipanti di Jalla Gumu durante i quindici giorni del progetto vivono ospiti presso famiglie
Sahrawi, condividendo con loro ogni dettaglio del quotidiano; nel tempo lasciato libero dal
lavoro nelle scuole vengono organizzati numerosi incontri con personalità della realtà Sahrawi
(politici, rappresentanti della società civile…) e visite a luoghi significativi (orti, ospedali,
scuole, musei…). In questo modo si intende promuovere la conoscenza della situazione e la
sensibilizzazione della causa, con la speranza che al ritorno in Italia ognuno trovi il proprio
modo per continuare a sostenere i Sahrawi, o perlomeno ad approfondirne la conoscenza.
Ovviamente la riflessione è che l’utilità maggiore per i Sahrawi sarebbe la nascita di realtà
indipendenti in grado di iniziare un proprio percorso autonomo di sostegno alla causa.
Considerando però che questo non è affatto semplice, e non sono rari i casi di gruppi che dopo i
primi momenti di entusiasmo si trovano ad affrontare momenti di pesante crisi che mette in
pericolo la loro stessa operatività, è comunque importante valorizzare ogni opportunità per
dare continuità al legame di ognuno con i Sahrawi, a maggior ragione se questo permette di
consolidare relazioni, impegno e continuità d’intervento di ognuno (ad esempio appunto
garantendo una rotazione maggiore nell’assunzione degli impegni).
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Il rapporto con altre associazioni: tra autonomia,
dipendenza e collaborazione
Come più volte ribadito in questo stesso documento, tra le priorità di Jaima Sahrawi vi è
senz’altro la diffusione del sostegno alla causa Sahrawi sul territorio nazionale attraverso la
nascita di nuove associazioni e comitati, che solitamente vedono nell’accoglienza il progetto
pilota con cui iniziano il proprio percorso di solidarietà. I vantaggi ottenuti sono evidenti, e se
ne ricordano solo alcuni:
Detto questo, l’esperienza di questi anni ha permesso di mettere in luce alcuni aspetti.
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obiettivi che le nuove associazioni si devono porre per raggiungere l’autonomia operativa, quali
ad esempio
- contribuzione alle spese per i biglietti aerei dei bambini in modo proporzionale al
periodo di soggiorno a proprio carico o altro parametro;
- completa autonomia nello spostamento di bambini e bagagli per il proprio tratto di
competenza (la consuetudine consolidata è che ogni associazione si fa carico del
trasporto verso il proprio luogo di accoglienza);
Queste semplici regole, unite ad altre che si possono elaborare in comune, possono permettere
una gestione serena e condivisa da parte di tutti quanti basata sulla certezza del sostegno
reciproco.
Un’altra proposta condivisa ed accettata nel corso di questa edizione è stata quella di includere
in ognuno dei gruppi ospitati in regione un bambino disabile, pratica che Jaima Sahrawi segue
ormai da diverse edizioni.
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Condivisione delle risorse
Un altro importante aspetto del lavoro di rete è la possibilità di mettere in comune le risorse
disponibili, da quelle materiali (come ad esempio mezzi di trasporto, materiale informativo) a
quelle umane (ad esempio i Sahrawi che si trovano in zona ed in particolare quelli che hanno più
esperienze e competenze).
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La questione degli accompagnatori: analisi di un
problema complesso
È noto che i bambini Sahrawi partono per i soggiorni estivi organizzati in gruppi da dieci,
ognuno dei quali è accompagnato da un adulto. Non altrettanto noto è che le modalità di
accoglienza variano notevolmente da contesto a contesto, per cui si passa da realtà
esclusivamente famigliari, particolarmente diffuse in Spagna, a situazioni di gruppo o
intermedie. In questi ultimi casi il contributo degli enti ospitanti può variare moltissimo,
andando dalla semplice garanzia dei beni essenziali (vitto e alloggio) fino alla piena
organizzazione del tempo dei bambini in attività, visite ed altro. Ultimo elemento utile alla
riflessione che si vuole sviluppare in questo contesto è l’origine degli accompagnatori Sahrawi,
che per causa di forza maggiore spesso non sono educatori professionali formati
appositamente per
questo scopo. Questo,
unito al fatto che, come
si è visto, di anno in anno
si possono trovare ad
operare in contesti
completamente diversi,
con una carico di lavoro
di portata anche molto
differente, impone una
riflessione profonda
sulle modalità di
relazione tra loro e gli
enti ospitanti. Aiza, Djira e Fatma, le tre accompagnatrici che hanno collaborato con Jaima
Sahrawi negli ultimi tre anni.
È necessario non dare per sottinteso praticamente nulla, a partire dalle competenze ed in
particolare da quelle linguistiche, che a volte sono marcatamente incompatibili con le
disponibilità di chi ospita. La notevole varietà di modalità di accoglienza nei vari luoghi rende
necessaria la condivisione esplicita e completa della propria progettualità con
l’accompagnatore Sahrawi, e purtroppo non è detto che questo sia sufficiente per ottenere da
parte dell’accompagnatore un grado di collaborazione comunemente giudicato “soddisfacente”.
I problemi possono essere di varia natura, e solitamente sono legati alla diversità di
impostazione della relazione con i bambini; progetti come Jalla Gumu cercano di colmare questo
divario nell’ambito specificatamente pedagogico, ma lo stesso però può poi ripresentarsi ad
esempio nella relazione a tre tra famiglie italiane ospitanti, bambini ed accompagnatori. In altri
casi le difficoltà possono riguardare molto semplicemente il carico di lavoro che comporta
l’impostazione di Jaima Sahrawi: ovviamente l’attenzione nell’offrire un’esperienza quanto più
ricca e varia possibile comporta un impegno ben diverso dal semplice essere a disposizione di
eventuali e salutari bisogni di famiglie che per il resto si prendono carico degli interi due mesi.
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Jaima Sahrawi ha cercato di mettere in campo ogni risorsa per poter investire su delle persone
che potessero diventare col tempo un riferimento sicuro nel pensare a progetti migliori e con
minor spreco di energie. La continuità nella presenza, l’organizzazione di corsi di lingua, la
disponibilità nel venire incontro ad ogni possibile esigenza sono alcuni punti di questa strategia.
Purtroppo l’efficacia della stessa si è rivelata piuttosto limitata, ed i problemi di cui sopra
hanno continuato a manifestarsi senza tendere, almeno per quanto sembra poter notare, ed una
soluzione.
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Il rapporto con le famiglie
Il documento relativo all'edizione precedente del progetto era fortemente incentrato sulla
cura delle relazioni che si sviluppano durante il periodo di accoglienza. È ormai un punto
acquisito nel patrimonio di Jaima Sahrawi la convinzione che il progetto comporti potenziali
benefici sulla società italiana, non meno importanti di quelli portati ai piccoli ospiti ed alla loro
comunità, e che questo aspetto meriti almeno altrettanta attenzione. La diffusione di una
maggiore coscienza e sensibilità rispetto a certe tematiche permette di contribuire a
sviluppare un ambiente più positivo in cui vivere ed operare; l’attenzione dei Sahrawi rispetto ai
percorsi diplomatici è in linea con la convinzione che solo una partecipazione diffusa possa
portare ad una soluzione stabile e definitiva della loro situazione. Per quanto concerne
l’accoglienza nello specifico le famiglie che accolgono i bambini hanno un ruolo centrale in
questo senso, in quanto rappresentano il punto di contatto per eccellenza tra l’azione di
volontariato e la società comune.
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risorsa. La famiglia deve essere resa cosciente del fatto che questo sforzo rientra nel
complesso delle azioni e delle difficoltà per cui ha dato la disponibilità al momento di
intraprendere l’esperienza.
- Le differenze culturali tra bambino e famiglia sono un dato di fatto noto ed
evidenziato fin dai primi colloqui, ma la loro constatazione pratica può comunque cogliere
la famiglia impreparata. Per contro, è importante che ad esse non venga assegnato un
ruolo eccessivo, attribuendo a divario culturale quello che è un normale comportamento
infantile.
Per curare sempre meglio questi aspetti Jaima Sahrawi è decisa a proseguire ed affinare i
propri percorsi formativi con le famiglie, dando ancora più spazio agli argomenti che si sono
rivelati critici ed ai momenti di ascolto del punto di vista di ognuno.
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DOCUMENTAZIONE DELLE
STRATEGIE
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Contatti e sostegni politici
La ricerca di nuovi legami politici ed il
consolidamento di quelli esistenti sono una
delle priorità dei Sahrawi; in questa ottica
l’esperienza estiva dei bambini ricopre un
ruolo fondamentale in virtù dell’alta visibilità
pubblica del gruppo. Si riportano di seguito
gli incontri e gli eventi politici che hanno
caratterizzato l’edizione 2004.
Altri incontri sono stati realizzati negli altri luoghi fuori dalla provincia di Reggio Emilia in cui
sono stati accolti bambini. Tra questi da segnalare la provincia di Lecco ed il comune di Campo
Marino (CB). Al momento della stesura di questo documento, purtroppo, informazioni più
dettagliate al proposito non sono reperibili.
Associazione
Jaima Sahrawi in collaborazione con
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Accoglienza
estiva
di bambini a
Sahrawi provenienti
campi profughi presso Tindouf
dai Dal 31 Luglio al 7 Agosto 2005 l’Oratorio di Fabbrico
offrirà ospitalità ai piccoli ambasciatori di pace del
popolo Sahrawi, che trascorreranno il resto di Luglio ed
Agosto in altre località italiane.
Questa prima esperienza di ospitalità è un’occasione
insostituibile per i cittadini di Fabbrico per conoscere
un popolo la cui drammatica situazione è trascurata
dalla politica e dai mezzi di comunicazione. La storia dei
Sahrawi ha molto da insegnarci in fatto di diritto
internazionale, e ci aiuta a sfatare molti dei luoghi comuni, oggi purtroppo tanto diffusi, relativi a
presunti “scontri di civiltà”.
Jaima Sahrawi organizza da ormai sei anni questo progetto di accoglienza, che coinvolge
numerosi enti locali ed associazioni e che a sua volta si inserisce nel contesto dell’iniziativa
promossa a livello nazionale.
CERCHIAMO
- Disponibilità di persone per la gestione della quotidianità (pulizie,
lavanderia, cucina, trasporti, intrattenimento ed animazione)
- Frutta e verdura dai nostri orti, e generi alimentari in genere da
offrire ai piccoli ospiti durante il soggiorno
- Materiale didattico
Nel 2005 Fabbrico ha accolto per la prima volta i bambini Sahrawi: questo è il volantino
con cui si è coinvolta la popolazione in questa avventura…
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Una serata
Sahrawi
Ore 20.30 Cena di
solidarietà
- È NECESSARIO
PRENOTARE! -
VI ASPETTIAMO!
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64. Associazio ne Gherim Bergamo 72. Comitato di Solidarietà con il
65. Associazio ne "Un bambino per Popo lo Sahrawi Carrara
amico " Guastalla (RE) 73. Comitato Spo rt e Solidarietà
66. Associazio ne Help for Children Rimini
Parma 74. Comitato di Solidarietà con il
67. Associazio ne Fadel Ismail Popo lo Sahrawi
Mantova Riccione/Catto lica
68. Associazio ne Toures Illben 75. Ansps Roma
Sah arawi di Pavia 76. Comitato Minori del Ministero
69. Associazio ne Ombre Ro sse dell'Interno
Termoli (CB) 77. I volontari dell'Associazione
70. Associazio ne El Ouali Bolog na Jaima Sahrawi
71. Associazio ne Oltre Co nfine 78. Le accompagnatrici e gli
Ferrara accompagnatori, le bambine e i
bambini Sahrawi.
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