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Associazione “Jaima Sahrawi”

per una soluzione giusta e non violenta nel Sahara Occidentale


Reggio Emilia

Progetto
“Jaima - Tenda”

Accoglienza estiva di bambini e bambine Sahrawi


profughi provenienti dall’Algeria

VIa Edizione, estate 2005


“Se vuoi costruire una nave,
non radunar e gli uomini per r accogliere il legno e distribuire i compiti,
ma insegna loro la nostalgia del mare ampio ed in finito”

ANTOINE DE SA INT-EXUPERY

Associazione “Jaima Sahara wi”


- pe r una soluzione giusta e non violenta ne l Sa hara Occidentale –

Iscrizione Registro del Volontaria to: n. 50294/12974 de l 29/09/2000


Sede lega le : Via Papa Giovanni XX III, 18 Reggio Emilia
Sede operativa: Via S. Vincenzi, 10/a Reggio Emilia
Tel./fax 0522430307
e-mail: jaimasahrawi@libero.it
aimasahrawi@libero.it http://jaimasa hra wi.altervista.org
Legale rappre senta nte dell’Associa zione : Cinzia Te rzi [cell. 3286926560 e-mail: cinziaterzi@libe ro.it]
1
PREMESSA : GLI OBIETTIVI NON MANCANO................................................................................................ 3
INTRODUZIONE: CONTESTO STORICO E POLITICO ................................................................... 4
C HI SONO I SAHRAWI?.............................................................................................................................. 5
A UTONO MIA E DIGNITÀ ............................................................................................................................ 6
C RONOLOGIA ESSENZIALE........................................................................................................................ 7
Il periodo coloniale (1884-1975).......................................................................................................... 7
Il conflitto (1976-1991)........................................................................................................................ 7
Sotto l’egida dell’ONU (1992-???) ...................................................................................................... 9
L’intifada Sahrawi (2005) .................................................................................................................... 9
IL PROGETTO: CARATTERISTICHE GENERALI ......................................................................... 11
UNA STRATEG IA DAI MOLTEPLICI BENEFICI ............................................................................................ 12
PRECEDENTI ESPERIENZE D ELL ’ASSOCIAZIONE ...................................................................................... 13
1999: Preambolo ............................................................................................................................... 13
2000: Prime esperienze...................................................................................................................... 13
2001: Arricchimento qualitativo e quantitativo................................................................................... 13
2002: Verso un ruolo di coordinamento ............................................................................................. 13
2003: Una rete funzionante ................................................................................................................ 14
2004: Attenzione per le relazioni ........................................................................................................ 15
“JAIMA – TENDA”: V° EDIZIONE...................................................................................................... 16
C ONSO LID ARE LA CRESCIT A CONT INU A.................................................................................................. 17
J ALLA G UMU : IL PROFITTO D I UN INVESTIMENTO ................................................................................... 18
IL RAPPORTO CON ALTRE ASSOCIAZIONI: TRA AUTONOMIA, DIPEND ENZA E COLLABORAZIONE ............... 20
Tutoraggio verso l’indipendenza ........................................................................................................ 20
Condivisione delle metodologie .......................................................................................................... 21
Condivisione delle risorse .................................................................................................................. 22
LA QUESTIONE DEGLI ACCOMP AGNATORI: ANALISI DI UN PROBLEMA COMPLESSO .................................. 23
IL RAPPORTO CON LE FAMIGLIE .............................................................................................................. 25
DOCUMENTAZIONE DELLE STRATEGIE....................................................................................... 27
C ONTATTI E SOSTEGNI POLIT ICI.............................................................................................................. 28
RING RAZIAMENTI................................................................................................................................... 31

2
Premessa: gli obiettivi non mancano
Questo documento è un’analisi sintetica ma completa della sesta edizione del progetto di
accoglienza di bambini Sahrawi in Italia coordinato dall’associazione “Jaima Sahrawi” di
Reggio Emilia nei mesi di Luglio e Agosto 2005.

Che senso ha documentare la quinta edizione dell’accoglienza? Questa era la domanda con
cui iniziavamo la premessa alla documentazione relativa all’esperienza dell’anno scorso. Il
dubbio era se ci fosse ancora qualcosa da dire, o se ormai l’esperienza non avesse raggiunto
una propria stabilità e quindi immutabilità. La risposta era ovviamente che le cose da dire
erano molte, e questo vale a maggiore ragione quest’anno.

Il progetto ha raggiunto negli ultimi anni dimensioni ed estensioni notevoli, sia per numero di
bambini accolti (circa il 10% di tutte le esperienze a livello nazionale) che per distribuzione
geografica e varietà dei luoghi di accoglienza. Una volta accertato che il sistema è solido ed i
meccanismi funzionano, si tratta di andare oltre: dalla realizzabilità di un vasto impianto nella
sua concezione stazionaria, passare al come rendere metodico e continuo il processo virtuoso
di accrescimento ed espansione. Questo perché la diffusione della conoscenza della causa
Sahrawi rimane sempre il primo obiettivo.

Questo non avviene in modo separato dalle precedenti dinamiche di assestamento del
progetto, che ovviamente non si sono tutte esaurite ma continuano a svilupparsi, dando i primi
frutti positivi o mostrando la necessità di cambi di strategia. Per esempio la parte gestita
direttamente dall’Associazione dell’edizione 2005 è stata caratterizzata da un’elevatissima
presenza dei volontari di Jalla Gumu, confermando così uno degli obiettivi iniziali del progetto
di campo di lavoro, ovvero la formazione dei volontari per l’accoglienza. Dall’altro lato si è
dovuto assistere ad evidenti problemi rispetto alle pur curate e durature relazioni intessute
con alcune donne Sahrawi scelte come accompagnatrici; anche la formazione delle famiglie
hanno presentato un panorama edificante ma sicuramente migliorabile.

Il lavoro da fare è ancora molto, quindi, e gli eventi verificatisi a partire dal maggio 2005
relativi alle violazioni ancora più marcate dei diritti umani nel Sahara occupato rendono ancora
più urgente e pressante l’impegno a migliorare e completare il progetto.

Rimane confermata l’organizzazione dei contenuti questo documento:


- la parte introduttiva sulla storia Sahrawi, completata con un breve aggiornamento
relativo all’intifada Sahrawi iniziata a Maggio 2005.
- la seconda parte descrive il progetto di accoglienza nelle linee generali e più o meno
comuni alle decine di realizzazioni che ogni anno si hanno in Italia ad opera di varie
associazioni; è riportata anche la cronologia delle edizioni realizzate dall’associazione
“Jaima Sahrawi”, onde evidenziarne lo sviluppo;
- nella terza parte vengono messe in evidenza le novità caratterizzanti dell’edizione
2004, con motivazioni e valutazioni. Vari gli aspetti affrontati a proposito dell’edizione
di quest’anno ed anticipati in questa premessa.
Seguendo la via inaugurata con la scorsa edizione, si è scelto di rendere questo testo il più
snello ed efficace possibile, mentre nel CD rom allegato si possono reperire tutti i materiali di
interesse per capire in ogni dettaglio (rassegna stampa, foto, etc.)
Buona lettura!
3
Introduzione:
contesto storico e politico

4
Chi sono i Sahrawi?
Il Popolo Sahrawi, che in arabo significa “gente del
deserto”, è il legittimo abitante del Sahara
Occidentale, territorio di circa 266.000 kmq che si
affaccia sull’Oceano Atlantico, confina a nord con il
Marocco a sud ed a est con la Mauritania. Il Sahara
Occidentale fu colonia Spagnola fino al 1975. In
quell’anno la dominazione coloniale ebbe termine, ma la
Spagna lasciò di fatto via libera all’invasione militare
da parte di Marocco e Mauritania; centinaia di
migliaia di Sahrawi furono costretti a fuggire in
Algeria, incalzati dai bombardamenti e dalle violenze
dell’esercito Marocchino.

Da allora la popolazione Sahrawi vive divisa tra i campi


Il Sahara Occidentale; il punto rosso profughi in Algeria e le zone occupate del Sahara
indica i campi profughi in Algeria. Occidentale. Queste ultime sono tuttora sotto il
dominio Marocchino, e rimane estremamente difficile accertarsi delle reali condizioni di vita
della popolazione Sahrawi.

I campi profughi, dove vivono circa


250.000 persone, sorgono in pieno
deserto algerino; sono costituiti da tende
e piccole costruzioni per le famiglie e da
strutture pubbliche (ospedali, scuole)
costruite in muratura. Le caratteristiche
climatiche ed ambientali non
permettono di sviluppare attività
produttive autonome sufficienti per
tutta la popolazione. La temperatura
supera i 50° in estate e può scendere
sotto lo zero in inverno. L’acqua è
Panoramica di Smara, una delle quattro province in cui
reperibile anche a poca profondità ma sono organizzati i campi profughi Sahrawi.
presenta un alto tasso di salinità. La
totalità delle forniture alimentari, logistiche e sanitarie provengono dalle organizzazioni
internazionali di aiuto umanitario e dai singoli Governi, tra cui quello Italiano.

5
Autonomia e dignità
I Sahrawi non si sono mai rassegnati
passivamente alla sopravvivenza a
carico delle nazioni occidentali, e fin
dall’inizio del loro ormai trentennale
esilio hanno percorso ogni possibile
strada verso il ritorno ad una vita
dignitosa ed indipendente nella loro
patria.
Il 27 febbraio 1976, a pochi mesi
dalla costituzione dei campi
profughi, i Sahrawi proclamano la
Repubblica Araba Sahrawi
Democratica (R.A.S.D.) in esilio, a L’istruzione primaria è garantita a tutti i bambini dei Campi. Chi
lo desidera può proseguire fino alla laurea universitaria,
garanzia della loro indipendenza
conseguita presso alcune nazioni ospitanti.
culturale e politica. L’istruzione e la
formazione dei giovani sono ritenute essenziali affinché la popolazione sia in grado di
sopperire alle proprie necessità ricorrendo il meno possibile ad aiuti e competenze straniere,
oltre che naturalmente nella prospettiva del ritorno in patria.
Lo sforzo per la riconquista del Sahara
Occidentale non si è mai interrotto, e da
sempre è portato avanti attraverso il
doppio binario dell’iniziativa diplomatica
e della lotta armata. Quest’ultima è
cessata nel 1991, anno in cui fu firmato
sotto l’egida dell’ONU un trattato di pace
che purtroppo non ha ancora dato alcun
esito. È importante sottolineare che la
ricerca di sostegno politico è stata da
sempre la via preferenziale nella ricerca
Ufficialmente il Marocco ha sempre di una giusta soluzione del conflitto; i
negato l’esistenza di un “problema
Sahrawi”, del conflitto armato e perfino
Sahrawi non hanno mai fatto ricorso ad
delle migliaia di Marocchini caduti. atti terroristici per attirare su di sé
l’attenzione internazionale.
A difesa della loro dignità e della verità storica i Sahrawi
Purtroppo di fronte a tale maturità e
hanno esposto nel loro Museo della Guerra tutti i cimeli
presi ai caduti ed ai prigionieri della parte avversa. responsabilità politica non vi è stato un
dignitoso riscontro da parte delle
nazioni occidentali: la quasi totalità di esse non ha neppure riconosciuto la R.A.S.D. ed il
sostegno alla causa Sahrawi non va oltre a forme assistenzialistiche e prive di prospettiva. È
per questo motivo che priorità assoluta per la popolazione Sahrawi resta la sensibilizzazione
delle nazioni occidentali verso la causa del loro popolo, in modo da ottenere il necessario
appoggio al fine di raggiungere una soluzione pacifica, dignitosa ed accettabile.
Cronologia essenziale
Forniamo in questo capitolo una cronologia essenziale della questione Sahrawi, suddivisa nei tre
periodi fondamentali: la dominazione coloniale, il conflitto contro il Marocco e gli ultimi anni in
cui i Sahrawi si sono affidati all’ONU per la risoluzione pacifica della loro situazione.
Per una cronologia più dettagliata è possibile fare riferimento al sito dell’associazione
(http://www.jaimasahrawi.altervista.org
http://www.jaimasahrawi.altervista.org).

Il periodo coloniale (1884-1975)

DATA EVENTO
1884 C onfer enz a di Ber lino. Le potenze coloniali eur op ee si dividono il continente afr icano. L'attuale
Sahara Occidentale viene riconosciuto alla Spag na. La r es is te nza anticoloniale continua fino ai
p rimi d ece nni de l nove cento, sp ecialme nte contr o la p res enza fr ances e in Alg eria, Mar occo e
Maur itania che imp one va s tre tti v incoli al nomadismo Sahr awi
1965 16 d icemb re: l'Asse mblea Gener ale d ell'ONU adotta la prima risoluzione sul Sahara
Occidentale, chie dendo alla Spagna di r itir ar si dal ter ritorio r ichiamandos i al diritto
all'autodeterminazione de l popolo Sahr awi.
1966 20 dicemb re: la Ris oluzione 2229 dell'As sem blea Gener ale dell' ONU chie de alla Spagna d i
org anizz ar e un referendum nel Sahara Occidentale p er pe rme tte re alla popolazione locale d i
e se rcitare il diritto all'autodeter minaz ione . Altr e se i ris oluzioni s imili seg uiranno fino al 1973.
1972 Nel g iugno a Rab at l'OUA (Or ganizzazione per l'Unità Africana) con la ris oluzione 272 app rova
g li app elli d ell'ONU in favor e d i un refer end um p er l'autod eterminazione nel Sahara
Occide ntale. In re altà il v ertice è l'occas ione per Has san I I d el Marocco e Ould Daddah,
p residente della Maur itania di accordars i seg retamente s ulla s par tizione d ella colonia
s pagnola.
1973 10 mag gio: nasce il Fr onte POLI SARI O (Fr onte Popolar e per la Libe raz ione d el Saguia e l
H amra e Rio de Or o).
1975 22 mag gio: la Sp ag na si dichiara d is posta a ritirars i dal Sahara Occidentale .
6 nov embr e: la marcia verde marocchina attr ave rsa le frontier e.
14 nove mbre : accordi tripartiti s egr eti di Madrid: la Spag na conseg na l’amminis tr azione, non la
s ov ranità, del nor d e del centr o del Sahara Occide ntale al Marocco e il sud alla Mauritania in
camb io d’imp or tanti conce ss ioni econom iche.

Il conflitto (1976-1991)

DATA EVENTO
1976 g ennaio: l’aviaz ione m arocchina b ombarda con nap alm, b ombe a frammentazione e fosforo bianco
i centr i abitati, le colonne d ei fugg iaschi ed i p rimi campi d i rifugiati a Gue lfa Zemmour ,
Tifar iti, Oumdre ig a ed Amg ala ne l Sahara Occidentale .
27 febb raio: il Fronte e d il Cons ig lio Nazionale Sahr awi proclamano la Repubblica Araba
Sahr awi D emocratica (R ASD); una re pub blica in esilio nata per colmare il vuoto is tituzionale
lasciato dalla p artenza de gli s pag noli. Arrivarono i primi riconos cimenti inte rnazionali fra i quali,
il 6 marz o, que llo d ell’Alge ria con conse gue nte rottura d ip lomatica fr a Alger i e R abat.

7
Aprile: si concludono le oper azioni di trasfe rimento d ei p rofug hi dal Sahar a Occid entale v ers o il
d ese rto d ell’Hammad a d i Tindouf, conces so all’Alg eria, dov e avr à iniz io la s tr aordinaria
e sp erienza s ociale , politica e civ ile degli accampamenti Sahr awi.
1977
D icemb re: in s eg uito alle continue operaz ioni militari de ll’ELPS (Eser cito di Liber azione Popolare
Sahr awi), la Mauritania è economicame nte in g inocchio. Ould Dad dah chied e aiuto alla Francia
che inter viene direttamente pe r la prima v olta nel conflitto con alcuni aere i jag uar s.

1978 12 luglio: il F ronte P OLISARIO pr oclama il cess ate il fuoco con la Mauritania.
1979 11 ag os to: il Mar occo inv ade la z ona d el Sahara Occide ntale occup ata dalla Mauritania.
19 80 Per uscir e dall’imp ass e militare il Marocco inizia a cos tr uire i pr imi dei sei m uri di sabbia
d estinati a pr otegg ere le zone utili de l Sahar a Occid entale (minie re e principali città) e a
trasformarle in un’imme ns a prigione a cielo ape rto.
19 84
13 novemb re: la RASD sied e come Stato membro al XX v ertice dell’OUA. Il Mar occo
abbandona l’org anizz azione.

19 87 apr ile: viene comp letato il 6° mur o mar occhino detto il “Gr and e Muro” che racchiude circa i
7/8 de l Sahara Occidentale .
1988
11 ag osto: il Segr etario Gener ale d ell’ONU Pere z De Cue llar p rop one la pr oclamaz ione de l
ces sate il fuoco e l’or ganizzazione di un refer end um di autod ete rminazione per decid ere s e il
Sahara Occide ntale sar à indipe nde nte o annes so al Marocco. I l cens imento sp agnolo de l 1974
s ar à la bas e per la r ealizz azione de lle lis te d egli ave nti diritto al voto.

30 agosto: il Fronte POLI SARI O e il Mar occo accettano le pr oposte del Seg retar io Generale.

6 nov embr e: il Fronte P OLI SARIO decreta un cess ate il fuoco unilaterale.

19 89
4 g ennaio: Has san II riceve a Marr ake ch alcuni re spons abili d el POLISARIO.

21 fe bbraio: Hass an II r invia un s econd o incontr o e, r iguardo al pr im o, affe rma che ha s olo
v oluto incontrare de i sudditi marocchini.

2 marz o: d avanti alla pr ovocazione del Re il Fr onte annuncia la ripr es a delle ope razioni militar i
che s i moltipliche ranno d urante l’anno.

19 90 apr ile: nuova treg ua unilater ale decis a d al Fr onte POLISAR IO.
19 91 agosto: il Mar occo scatena una grande offens iv a a p ochi giorni dall'entr ata in vigore del
ces sate il fuoco pr evis to dal piano d i pace. Le zone de l Sahar a Occidentale controllate dal
Fronte POLI SARIO s ono me ss e a fer ro e fuoco; v eng ono d is tr utti alcuni centri abitati che i
Sahr awi stav ano r ipop oland o al fine di os pitare i v otanti p er il r efe rendum. Molte vittime fra i
civili.
6 s ettemb re: entra in v ig ore il cessate il fuoco pr evis to dal p iano di p ace; si avvia lo
s pieg amento d ella MINURSO nel ter ritorio.
ottobr e/ nov embr e: s econd a Marcia Ver de. In chiara v iolazione delle nor me sul ces sate il
fuoco, decine di migliaia di coloni marocchini v eng ono trasportati dal Marocco nel Sahara
Occidentale: chied ono di es sere ammes si nelle liste elettor ali che, pr ecedente mente
accettate dalle due par ti, ades so non s ono più riconosciute dal Re gno d el Marocco.

8
Sotto l’egida dell’ONU (1992-???)

DATA EVENTO
1992
26 g ennaio: il r efe re ndum pr ev is to per que sta d ata, viene rinv iato sine d ie . Pr ose gue la
r ep res sione nei ter ritori occup ati dal Mar occo in seg uito a m anifestazioni indipendentiste. La
MI NURSO è imp ote nte.

1994
I niziano le ope raz ioni di ide ntificaz ione e re gistraz ione d ei p ote nziali elettor i; cias cuna delle
d ue parti de pos ita le proprie liste . Il reg no de l Mar occo tenta di ins er ir e il mag gior numer o
p os sibile d i p rop ri cittadini per influenzare l’esito finale ; pr es enta inoltre numer osi ricors i allo
s copo di rallentare le op erazioni di voto.

1997
Marz o: Kofi Annan nomina James Baker r app res entante sp eciale de ll’ONU per il Sahara
Occide ntale.

Settemb re: Accor di di Houston: le p ar ti d efinis cono un cod ice di condotta nell’organizz azione
d elle var ie fas i di attuazione de l re fer endum.

1999
31 Dice mbre : l’ONU p ubb lica le liste elettor ali p er il r efe re ndum.

2000
Per la pr ima v olta il Marocco s i pr onuncia ape rtamente : vuole abb and onare il p iano di pace e
p ropone la “ter za via”, con cui mira all’ufficializ zazione d ella pr op ria sov ranità s ul Sahara
Occide ntale in cam bio di un’autonom ia amministrativa p oco più che for male.

I l Fronte POLISARIO r ibad is ce la pr opr ia dis ponib ilità al d ialogo pur ché il principio
d ell’autode ter minaz ione , e con es so il r efere ndum che ne è il p rincip ale strumento, non vengano
m ess i in discus sione.

2003
Lug lio: il cons ig lio d i sicure zza d ell’ONU r ib adis ce il dir itto all’autodeter minaz ione de l popolo
Sahr awi (r isoluzione n. 1495 d el 31 luglio 2003), ed e sclud e quindi d efinitivam ente l’opzione
d ella ter za v ia, in quanto in palese contraddizione con il dir itto inter naz ionale .

2004
Appr ovazione all’unanimità de l piano Baker I I da parte del consiglio di s icur ezz a. La pr op osta
p re ved e un pe riod o di amminis trazione congiunta Sahrawi- mar occhina p er un pe riodo di quattr o
anni, al termine d el quale av reb be luog o un re fer endum con tre alter native: indipendenza,
anness ione o autonomia amm inis tr ativ a. Il Fronte POLISARIO acce tta ma il Marocco r ifiuta.

Jame s Bak er si dimette d all’incar ico dichiarando l’impossibilità d i giunge re ad un accor do tra le
p ar ti.

L’intifada Sahrawi (2005)


A partire dalla fine del maggio 2005 la popolazione Sahrawi residente nel Sahara Occidentale
occupato ha iniziato a manifestare in modo pubblico ed evidente, ma sempre pacifico, contro
l’intollerabile prolungarsi dell’oppressione marocchina, rivendicando il proprio diritto
all’autodeterminazione e denunciando le condizioni di popolo continuamente discriminato e
vittima di violenze e soprusi.
La reazione marocchina è stata immediata ed ha confermato l’atteggiamento intollerante e
tirannico della monarchia di Mohammed VI: pestaggi, vandalismo sulle abitazioni, arresti
arbitrari, torture. Si è così rivelato la vera natura della pretesa veste di tolleranza ed
apertura che il “nuovo corso” si era voluto cucire addosso, al punto che la sezione sul Sahara
Occidentale del Forum di Verità e Giustizia istituito negli anni ’80 è stata recentemente chiusa.

9
Tutti i principali attivisti Sahrawi per i diritti umani sono stati fatti sparire, e di alcuni non si
hanno tuttora notizie. In alcuni casi vi sono stati “regolari” fermi di polizia (a cui sono
puntualmente seguite torture e vessazioni); in altri le persone sono semplicemente svanite nel
nulla. Esemplare il caso di Ali Salem Tamek, arrestato a Luglio non appena è rientrato nel paese
da un giro di conferenze in Europa – accusato di aver sobillato le agitazioni benché a Maggio
fosse ancora in Italia, ospite delle associazioni di solidarietà col popolo Sahrawi dell’Emilia
Romagna.
All’inizio di Agosto i prigionieri politici
Sahrawi hanno iniziato un’estenuante
sciopero della fame durato cinquantuno
giorni, per rivendicare condizioni di
detenzione migliore. Nel frattempo quasi
tutti sono stati tutti condannati a pene
spesso pesanti – esclusivamente per aver
manifestato le proprie idee. Per alcuni di
loro probabilmente l’estensione
relativamente contenuta delle pene – anche
se per alcuni si arriva fino a due anni – è
dovuta anche alla mobilitazione Ali Salem Tamek durante un incontro con
internazionale nata attorno a questa vicenda. l’Associazione di solidarietà al popolo Sahrawi di
La repressione infatti non ha indebolito le Nembro (BG) nel Maggio 2005.

proteste, che al contrario si sono fatte più


diffuse e continuative. Su internet hanno ben presto iniziato a circolare immagini sia delle
vittime dei pestaggi che delle condizioni di detenzione nelle famigerate carceri marocchine.
Purtroppo non mancano le vittime della repressione, il primo dei quali è un giovane ragazzo
pestato a morte per aver sventolato la bandiera della RASD.
Il 17 Gennaio 2006 Aminatou Haidar, donna simbolo dell’attivismo Sahrawi più volte arrestata e
torturata, è stata liberata per aver scontato la pena. Gli altri rimangono però in carcere, e
quasi quotidianamente si hanno notizie di nuovi soprusi.

10
Il progetto:
caratteristiche generali

11
Una strategia dai molteplici benefici
Come detto, le condizioni di vita presso i campi profughi sono piuttosto dure; la situazione è
particolarmente drammatica in estate, quando le temperature raggiungono valori estremi senza
che vi sia possibilità di offrire significativo riparo alla popolazione.

Ogni estate diverse migliaia di bambini Sahrawi partono dai campi profughi per un
soggiorno di due mesi in una nazione ospitante. Progetti di questo tipo hanno due finalità
principali:

1) offrire ai più piccoli la possibilità di una tregua rispetto ad un regime di vita severo
non solo dal punto di vista climatico ma anche
igienico e alimentare;
2) diffondere presso la nazione ospitante la
conoscenza della realtà del Popolo Sahrawi,
favorendo la sensibilizzazione degli individui e
delle istituzioni politiche.

Ne derivano poi una serie di benefici “secondari”,


quali la possibilità di:

1) offrire ai bambini alcune fasi di accoglienza


incentrate su accertamenti e cure mediche, con
possibilità di terapie prolungate per casi di
patologie più gravi;
2) creare occasioni di confronto e conoscenza
reciproca tra la cultura Sahrawi e quella della
nazione ospitante, con arricchimento comune ed
abbattimento di pregiudizi più o meno generici;
Lo sforzo per offrire sempre nuove esperienze ai
3) instaurare rapporti di affetto ed amicizia tra
piccoli Sahrawi è costante.
partecipanti al progetto da entrambe le parti,
base auspicabile per l’instaurazione di relazioni durature;

A partire dalla III° edizione, “Jaima Sahrawi” ha adottato una linea di “azione condivisa” che
ha coinvolto molti gruppi di volontariato sul territorio (alcuni nati appositamente). Questo ha
fatto sì che l’accoglienza sia diventata anche un importante momento di conoscenza reciproca
per le diverse realtà sociali italiane coinvolte, con un conseguente arricchimento del
panorama e dei singoli coinvolti. Da allora questo aspetto è stato molto potenziato, con
nascita di vere e proprie nuove associazioni locali ed indipendenti.

Il finanziamento e l’organizzazione del soggiorno sono a carico dell’associazione ospitante, che


coinvolge istituzioni locali e altre associazioni di volontariato. Da parte loro i Sahrawi si
impegnano a seguire un criterio di rotazione affinché nessun bambino resti escluso.

12
Precedenti esperienze dell’Associazione
1999: Preambolo
Le prime esperienze di accoglienza estiva risalgono al 1999, quando i futuri membri
dell’Associazione “Jaima Sahrawi” curarono l’ospitalità dei bambini per due settimane a
Guastalla presso l’Ostello del Po – trovandovi di fatto le motivazioni che avrebbero portato alla
creazione dell’Associazione stessa.

2000: Prime esperienze


A Gennaio del 2000 l’Associazione si costituì formalmente, e nell’Estate di quell’anno si
sobbarcò interamente l’accoglienza di un gruppo di undici bambini e della loro accompagnatrice
all’interno della provincia di Reggio Emilia. L’esperienza è stata molto positiva ed ha coinvolto
famiglie, enti locali, associazioni di volontariato ed altri enti sul territorio. L’Associazione ha
anche partecipato all’organizzazione di una tournée in tutta Italia del Gruppo Musicale della
Gioventù Sahrawi, allo scopo di diffondere la conoscenza della cultura e della causa.

2001: Arricchimento qualitativo e quantitativo


Il progetto di accoglienza realizzato nell’estate del 2001 rappresentò un altro importante
momento di crescita da diversi punti di vista. Esso venne realizzato in collaborazione con
l’associazione di solidarietà al popolo
Sahrawi di Modena e si poté così
gestire il doppio dei bambini, oltre che
aumentare le occasioni di esperienze ed
incontri: vennero introdotte nuove
esperienze quale un soggiorno di
quindici giorni al mare ed uno di una
decina di giorni in montagna, nonché la
partecipazione ad eventi significativi
quali ad esempio le olimpiadi del
Tricolore a Reggio Emilia.
Furono inoltre ospitate due ragazzine
disabili, sperimentando così una nuova Il primo incontro dei Sahrawi con il mare di Marinella di Sarzana,
modalità di contatto che, per quanto durante l’edizione 2001 del progetto accoglienza.
migliorabile, ha fornito molte indicazioni ed idee per la realizzazione di progetti futuri.

2002: Verso un ruolo di coordinamento


Il passo successivo consistette nel coinvolgere altri gruppi della realtà locale, offrendo lo
stesso sostegno di cui “Jaima Sahrawi” aveva potuto usufruire a suo tempo e grazie al quale
era potuta crescere. In particolare venne coinvolta l’Associazione di Parma “Help for children”,
nata nel 1998 a supporto dei bambini Bielorussi colpiti dal disastro della centrale nucleare di
Chernobyl. Questo permise di ospitare due gruppi di bambini, distribuiti tra le varie province
nei vari periodi, e di avviare una fruttuosa collaborazione che proseguì anche in altri ambiti del
lavoro di solidarietà con il popolo Sahrawi.

13
Un altro aspetto peculiare
dell’edizione 2002 fu il tentativo di
legare le varie tappe dell’accoglienza
con un filo comune che trasmettesse
ai piccoli ospiti la sensazione di unità
dell’esperienza. Lo strumento per
realizzare questo collegamento fu una
storia a puntate. Malgrado il progetto
si possa dire fondamentalmente
riuscito, si è deciso di non ripeterlo
nelle edizioni successive, avendo
individuato altre priorità. L’imbattibile squadra Italo-Sahrawi…

La promozione di occasioni di incontro tra i bambini Sahrawi e di altri paesi è stato un aspetto
importante dell’accoglienza 2002, anche se indubbiamente rimane molto spazio di crescita.

2003: Una rete funzionante


Nel 2003 si è accentuato e consolidato il processo avviato nell’anno precedente, che ha portato
alla costituzione di una rete di accoglienza fondata su molteplici unità autonome ma
comunicanti. In questo modo la macchina organizzativa ha raggiunto la propria efficienza
ottimale: sono stati creati tre percorsi, destinati ad altrettanti gruppi di bambini, in cui i
periodi direttamente a carico dell’associazione (o delle famiglie da essa coinvolte) si
alternavano alle fasi interamente gestite dalle altre associazioni o gruppi “amici”. Alcuni di
questi ultimi, partiti come unione informale
di volontari, iniziarono a costituirsi a loro
volta come associazione di volontariato a
sostegno del popolo Sahrawi.
Jaima Sahrawi ha continuato a credere in
questo modo di operare considerandolo un
investimento molto impegnativo che
avrebbe però portato ad un notevole
miglioramento in termini quantitativi e
qualitativi. I vantaggi non hanno tardato a
mostrarsi: potenziamento della capacità
L’associazione “Help for Children” è un partner operativa, diversificazione ed
importantissimo per Jaima Sahrawi ed ha offerto da subito arricchimento delle attività proposte,
una collaborazione di altissimo livello. Dal 2005 ha scelto disponibilità di punti di vista ed idee
di gestire l’accoglienza in modo indipendente.
altrimenti inaccessibili. Ultimo ma non
meno importante, si moltiplicarono in modo sistematico le opportunità di relazioni significative
tra volontari italiani provenienti da realtà sociali e/ o geografiche differenti, con notevole
miglioramento del contesto sociale di riferimento.

Sempre nello stesso anno si sono consolidate diverse pratiche utili alla valorizzazione del
progetto ed alla presa di coscienza del sua importanza, quali una raccolta metodica della

14
rassegna stampa relativa all’accoglienza e l’impostazione di un modulo di documentazione delle
attività svolte con i bambini.

2004: Attenzione per le relazioni


Essendo ormai consolidata l’organizzazione
materiale del progetto, Jaima Sahrawi ha
potuto concentrarsi sulla qualità delle azioni
proposte, ponendo particolare attenzione sulle
relazioni personali che il percorso di accoglienza
comporta ed offre. La preparazione delle
famiglie accoglienti e la loro formazione sono
state istituzionalizzate in percorsi di incontri in
cui vengono condivisi i principali aspetti: storia
e cultura Sahrawi, aspetti pratici
dell’accoglienza, ma anche attese e
atteggiamenti di ogni attore nei confronti
Anche gli accompagnatori apparentemente dell’esperienza. Analoghi percorsi sono stati
meno adatti sono in realtà pieni di risorse e
potenzialità.
ideati per le associazioni che collaborano nei
momenti di accoglienza di gruppo. Ogni percorso
termina ovviamente con importanti momenti di verifica.
Tra le valutazioni emerse non è mancata la considerazione per l’accompagnatore Sahrawi,
preso dal duplice ruolo di interprete privilegiato dei bisogni dei bambini e adulto non
professionista caricato di un compito gravoso ed impegnativo per l’intera durata dei due mesi.

15
“Jaima – tenda”:
V° edizione

16
Consolidare la crescita
Nella cartina sono riportate in
continua maniera indicativa le tappe del della
6° edizione del progetto di
accoglienza.

Nel complesso sono stati accolti 46


bambini. I percorsi si sono articolati
in 15 tappe 1 in ambienti diversi,
coinvolgendo in totale 9 province.
Hanno partecipato una dozzina tra
comitati, associazioni e gruppi,
diverse dei quali nati a seguito di
precedenti esperienze con Jaima
Sahrawi, ricevendo il sostegno di
quasi 30 istituzioni (comuni, province
ed altre).

Un risultato di estremo valore a


maggior ragione se si considera che
l’associazione Help for Children di
Parma ha deciso quest’anno di
intraprendere in modo autonomo
l’esperienza, accogliendo altri due
gruppi.

I QUATTRO PERCORSI DI ACCOGLIENZA


Periodo Gruppo A Gruppo B Gruppo C Gruppo D

1/7 - 23/7 (§) (§) (§) (§)


LUGLIO

LUZZARA ALBINEA GUASTALLA CAVRIAGO

24/7 - 30/7 S. BARTOLOMEO (RE) LECCO


31/7 - 6/8 FELINA (RE) FABBRICO (RE) BERGAMO
7/8 – 10/8
MARINELLA DI
MASSA
11/8 – 20/8 SARZANA (SP)
BOLOGNA
AGOSTO

TERMOLI (CB)
21/8-31/8 FERRARA VALVERDE (PV)

LEGENDA §
Presenza di famiglia disponibile ad accogliere un
ACCOGLIENZA IN FAMIGLIA bambino affetto da lieve handicap

1
A q uesto rig ua rd o è impo rta nte ricorda re le esig enze c ontrastanti di coinvo lgere q uante più rea ltà p ossibili e di g arantire a i b amb ini
un p erco rso no n tropp o fra mmentato.

17
Jalla Gumu: il profitto di un investimento
Dopo le prime esperienze di
accoglienza nacque nei volontari
dell’Associazione l’esigenza di
conoscere meglio la realtà
quotidiana in cui i piccoli ospiti
trascorrevano la loro vita a casa,
con particolare riferimento
all’ambito scolastico vissuto ed alle
metodologie pedagogiche che
venivano loro proposte. Nacque
quindi il progetto Jalla Gumu, un
campo di lavoro inaugurato nelle
vacanze natalizie 2001-2002 e che
da allora porta volontari italiani a
trascorrere due settimane presso
L’esperienza di Jalla Gumu si è rivelata sempre molto motivante
i campi profughi Sahrawi per
per coloro che si avvicinavano al popolo Sahrawi.
lavorare con i bambini e conoscere
la loro realtà. Giunti alla sesta edizione del progetto di accoglienza, ed alla quinta di Jalla gumu,
ci sembra il momento di qualche valutazione esplicita.

L’esperienza di Jalla Gumu ha dimostrato la sua utilità, e da allora i volontari italiani hanno
potuto capire un po’ meglio i loro piccoli ospiti in Italia, e forse offrire loro un’accoglienza più
utile e più piacevole. Potersi presentare avendo un’esperienza di vissuto presso campi, per
quanto limitata, permette di avere una serie di riferimenti comuni e quindi di mettere i bambini
più rapidamente a proprio agio, contenendo anche se di poco la loro sensazione di trovarsi in un
ambito completamente estraneo.
Diversi comportamenti possono essere
spiegati alla luce della conoscenza
dell’ambiente scolastico o di come
l’esperienza delle diverse accoglienze
ed il ritorno ai campi si alternano nella
vita dei piccoli ospiti. Anche nei
confronti delle relazioni con gli
accompagnatori ci sono più strumenti
a disposizione per tentare un
approccio più approfondito e
ragionato. L’opportunità di
confrontarsi al proposito ai campi
permette di focalizzare i problemi e
se non risolverli, perlomeno di I volontari di Jalla Gumu IV che mettono a frutto la loro
analizzarli. esperienza ai campi durante l’accoglienza a Marinella.

18
Il progetto di lavoro ai campi ha avuto da subito un’altra finalità, importante almeno quanto la
prima: portare ai campi profughi italiani che non conoscono i Sahrawi ed offrire loro, con il
pretesto del campo di lavoro, un’occasione per entrare in contatto con la storia e la causa di
questo popolo, nonché la loro situazione attuale e vita quotidiana. Per questo motivo i
partecipanti di Jalla Gumu durante i quindici giorni del progetto vivono ospiti presso famiglie
Sahrawi, condividendo con loro ogni dettaglio del quotidiano; nel tempo lasciato libero dal
lavoro nelle scuole vengono organizzati numerosi incontri con personalità della realtà Sahrawi
(politici, rappresentanti della società civile…) e visite a luoghi significativi (orti, ospedali,
scuole, musei…). In questo modo si intende promuovere la conoscenza della situazione e la
sensibilizzazione della causa, con la speranza che al ritorno in Italia ognuno trovi il proprio
modo per continuare a sostenere i Sahrawi, o perlomeno ad approfondirne la conoscenza.

A seguito delle varie edizioni di Jalla


Gumu sono nate diverse associazioni di
sostegno al popolo Sahrawi in diverse
realtà italiane, quali ad esempio
l’associazione “Ombre rosse” di Termoli
o il comitato di solidarietà al Popolo
Sahrawi di Massa, che hanno sempre
incluso l’accoglienza dei bambini
all’interno delle loro attività. Nel caso
dell’edizione 2004-2005 i volontari
hanno dato di fatto hanno reso di nuovo
possibile la gestione diretta
dell’accoglienza da parte di Jaima
L’esperienza del Comitato di Solidarietà di Massa è
Sahrawi presso Marinella di Sarzana,
iniziata dopo la partecipazione a Jalla Gumu di una loro dopo l’anno precedente in cui era stata
volontaria. A questo è seguito, l’estate seguente, un necessaria una pausa per ricaricare le
bellissimo progetto di accoglienza.
energie dei volontari.

Ovviamente la riflessione è che l’utilità maggiore per i Sahrawi sarebbe la nascita di realtà
indipendenti in grado di iniziare un proprio percorso autonomo di sostegno alla causa.
Considerando però che questo non è affatto semplice, e non sono rari i casi di gruppi che dopo i
primi momenti di entusiasmo si trovano ad affrontare momenti di pesante crisi che mette in
pericolo la loro stessa operatività, è comunque importante valorizzare ogni opportunità per
dare continuità al legame di ognuno con i Sahrawi, a maggior ragione se questo permette di
consolidare relazioni, impegno e continuità d’intervento di ognuno (ad esempio appunto
garantendo una rotazione maggiore nell’assunzione degli impegni).

19
Il rapporto con altre associazioni: tra autonomia,
dipendenza e collaborazione
Come più volte ribadito in questo stesso documento, tra le priorità di Jaima Sahrawi vi è
senz’altro la diffusione del sostegno alla causa Sahrawi sul territorio nazionale attraverso la
nascita di nuove associazioni e comitati, che solitamente vedono nell’accoglienza il progetto
pilota con cui iniziano il proprio percorso di solidarietà. I vantaggi ottenuti sono evidenti, e se
ne ricordano solo alcuni:

- possibilità di raggiungere nuove realtà e nuove istituzioni con l’azione di conoscenza e di


sensibilizzazione;
- recupero di nuove risorse per realizzare i progetti - non solo in termini economici o di
energie, ma anche idee, competenze, esperienze – e conseguente possibilità di
svilupparli da un punto di vista quantitativo e qualitativo;
- arricchimento del tessuto sociale e del patrimonio di ogni singolo volontario operante.

Detto questo, l’esperienza di questi anni ha permesso di mettere in luce alcuni aspetti.

Tutoraggio verso l’indipendenza


Jaima Sahrawi garantisce sempre a tutte le associazioni che intraprendono la prima esperienza
di accoglienza la propria totale disponibilità nel
condividere conoscenze e metodologie. Non sono
mai mancati gli sforzi per permettere inoltre a
questi nuovi enti di entrare in modo graduale nel
meccanismo, ovvero di contribuire nella misura
in cui si sentivano in grado di farlo.

Risulta tuttavia importante definire un percorso


di crescita, che permetta uno sviluppo dei ruoli
e della natura della collaborazione fino a
giungere ad un’interazione alla pari. Solo in
questo modo si raggiungono due obiettivi
fondamentali:
- garantire un uso ottimale delle risorse,
che possono essere ridistribuite per
accogliere nuove collaborazioni o per
altri fini.
- i nuovi “soci alla pari”, inoltre, possono
iniziare a loro volta un processo virtuoso
di crescita con altri enti.
L’accoglienza dei bambini è uno dei momenti che,
essendo estremamente coinvolgente, catalizza le
A questo fine è importante definire alcuni punti energie delle associazioni. È importante che
operativi condivisi che contraddistinguano degli l’attività prosegua nel corso dell’anno.

20
obiettivi che le nuove associazioni si devono porre per raggiungere l’autonomia operativa, quali
ad esempio

- contribuzione alle spese per i biglietti aerei dei bambini in modo proporzionale al
periodo di soggiorno a proprio carico o altro parametro;
- completa autonomia nello spostamento di bambini e bagagli per il proprio tratto di
competenza (la consuetudine consolidata è che ogni associazione si fa carico del
trasporto verso il proprio luogo di accoglienza);
Queste semplici regole, unite ad altre che si possono elaborare in comune, possono permettere
una gestione serena e condivisa da parte di tutti quanti basata sulla certezza del sostegno
reciproco.

Condivisione delle metodologie


Un altro punto piuttosto
importante nell’ottica di una
progettualità condivisa è appunto
la definizione di metodologie
comuni che possano
caratterizzare l’intero percorso
di accoglienza. Il Fronte
POLISARIO rende noto
periodicamente i risultati delle
proprie analisi e trasmette le
proprie valutazioni e richieste
rispetto alla realizzazione del
progetto. È importante poter
recepire queste risposte in modo
coerente ed omogeneo. Oltre a
ciò, è evidente che un’azione
All’ultimo incontro tenutosi con le famiglie di Albinea nel percorso
relativo all’accoglienza 2005 hanno partecipato anche tutte le concordata gode di maggiore
associazioni che avrebbero lavorato con gli stessi bambini. efficacia e permette di
ottimizzare gli sforzi.

A questo scopo Jaima Sahrawi organizza regolarmente incontri di programmazione e consuntivi


in cui valutare strategie, idee e valutazioni. Alcuni degli argomenti di interesse sono:

- responsabilità e compiti di ogni associazione collaboratrice (vedi paragrafo precedente)


- gestione del bagaglio dei bambini
- rapporti con gli accompagnatori
- programmazione delle attività e loro modalità di gestione
- importanza degli incontri pubblici ed istituzionali

Un’altra proposta condivisa ed accettata nel corso di questa edizione è stata quella di includere
in ognuno dei gruppi ospitati in regione un bambino disabile, pratica che Jaima Sahrawi segue
ormai da diverse edizioni.

21
Condivisione delle risorse
Un altro importante aspetto del lavoro di rete è la possibilità di mettere in comune le risorse
disponibili, da quelle materiali (come ad esempio mezzi di trasporto, materiale informativo) a
quelle umane (ad esempio i Sahrawi che si trovano in zona ed in particolare quelli che hanno più
esperienze e competenze).

La risorsa più importante nel progetto di accoglienza è poi ovviamente la disponibilità ad


ospitare i bambini nei diversi periodi. Se da un lato è auspicabile il percorso verso l’autonomia
di ognuno, infatti, dall’altro la creazione di percorsi completamente separati impedisce di
ottimizzare le disponibilità di ognuno, e di aumentare il numero di bambini ospitati combinando
limiti e flessibilità. Ogni agente ha i propri vincoli sui periodi o la durata di accoglienza, vincoli
che possono essere più o meno rigidi. Tanto più si mettono su un tavolo comune queste diverse
disponibilità tanto più aumentano le probabilità di trovare una combinazione ottimale
dell’insieme.

22
La questione degli accompagnatori: analisi di un
problema complesso
È noto che i bambini Sahrawi partono per i soggiorni estivi organizzati in gruppi da dieci,
ognuno dei quali è accompagnato da un adulto. Non altrettanto noto è che le modalità di
accoglienza variano notevolmente da contesto a contesto, per cui si passa da realtà
esclusivamente famigliari, particolarmente diffuse in Spagna, a situazioni di gruppo o
intermedie. In questi ultimi casi il contributo degli enti ospitanti può variare moltissimo,
andando dalla semplice garanzia dei beni essenziali (vitto e alloggio) fino alla piena
organizzazione del tempo dei bambini in attività, visite ed altro. Ultimo elemento utile alla
riflessione che si vuole sviluppare in questo contesto è l’origine degli accompagnatori Sahrawi,
che per causa di forza maggiore spesso non sono educatori professionali formati
appositamente per
questo scopo. Questo,
unito al fatto che, come
si è visto, di anno in anno
si possono trovare ad
operare in contesti
completamente diversi,
con una carico di lavoro
di portata anche molto
differente, impone una
riflessione profonda
sulle modalità di
relazione tra loro e gli
enti ospitanti. Aiza, Djira e Fatma, le tre accompagnatrici che hanno collaborato con Jaima
Sahrawi negli ultimi tre anni.

È necessario non dare per sottinteso praticamente nulla, a partire dalle competenze ed in
particolare da quelle linguistiche, che a volte sono marcatamente incompatibili con le
disponibilità di chi ospita. La notevole varietà di modalità di accoglienza nei vari luoghi rende
necessaria la condivisione esplicita e completa della propria progettualità con
l’accompagnatore Sahrawi, e purtroppo non è detto che questo sia sufficiente per ottenere da
parte dell’accompagnatore un grado di collaborazione comunemente giudicato “soddisfacente”.
I problemi possono essere di varia natura, e solitamente sono legati alla diversità di
impostazione della relazione con i bambini; progetti come Jalla Gumu cercano di colmare questo
divario nell’ambito specificatamente pedagogico, ma lo stesso però può poi ripresentarsi ad
esempio nella relazione a tre tra famiglie italiane ospitanti, bambini ed accompagnatori. In altri
casi le difficoltà possono riguardare molto semplicemente il carico di lavoro che comporta
l’impostazione di Jaima Sahrawi: ovviamente l’attenzione nell’offrire un’esperienza quanto più
ricca e varia possibile comporta un impegno ben diverso dal semplice essere a disposizione di
eventuali e salutari bisogni di famiglie che per il resto si prendono carico degli interi due mesi.

23
Jaima Sahrawi ha cercato di mettere in campo ogni risorsa per poter investire su delle persone
che potessero diventare col tempo un riferimento sicuro nel pensare a progetti migliori e con
minor spreco di energie. La continuità nella presenza, l’organizzazione di corsi di lingua, la
disponibilità nel venire incontro ad ogni possibile esigenza sono alcuni punti di questa strategia.
Purtroppo l’efficacia della stessa si è rivelata piuttosto limitata, ed i problemi di cui sopra
hanno continuato a manifestarsi senza tendere, almeno per quanto sembra poter notare, ed una
soluzione.

Di fronte a questo esito è importante ribadire, possibilmente


condividendolo con tutte le associazioni partecipanti la pratica
esplicita di coinvolgimento e condivisione degli accompagnatori.
Individuare le persone più adatte all’impostazione di Jaima
Sahrawi sembra poter avvenire, a questo punto, valutando
approfonditamente ogni contatto e collaborazione,
massimizzando in questo modo le opportunità di incontrare
partner che condividano le scelte dell’associazione.

Davvero con i Sahraw i è necessario non


dare mai nulla per sottinteso: Mohammed
Salem è giunto in Italia come ragazzo
disabile e si è rivelato invece un aiuto
essenziale per gestire il gruppo.

24
Il rapporto con le famiglie
Il documento relativo all'edizione precedente del progetto era fortemente incentrato sulla
cura delle relazioni che si sviluppano durante il periodo di accoglienza. È ormai un punto
acquisito nel patrimonio di Jaima Sahrawi la convinzione che il progetto comporti potenziali
benefici sulla società italiana, non meno importanti di quelli portati ai piccoli ospiti ed alla loro
comunità, e che questo aspetto meriti almeno altrettanta attenzione. La diffusione di una
maggiore coscienza e sensibilità rispetto a certe tematiche permette di contribuire a
sviluppare un ambiente più positivo in cui vivere ed operare; l’attenzione dei Sahrawi rispetto ai
percorsi diplomatici è in linea con la convinzione che solo una partecipazione diffusa possa
portare ad una soluzione stabile e definitiva della loro situazione. Per quanto concerne
l’accoglienza nello specifico le famiglie che accolgono i bambini hanno un ruolo centrale in
questo senso, in quanto rappresentano il punto di contatto per eccellenza tra l’azione di
volontariato e la società comune.

L'esperienza del 2005 ha


confermato in pieno questa visione,
anche rivelando la complessità del
compito di cui l'Associazione si fa
carico ogni anno: preparare
famiglie italiane ad ospitare
bambini provenienti da un luogo ed
una cultura drammaticamente
diversi e seguirle durante l’intero
percorso può diventare molto
gravoso non appena si va oltre alla
“semplice” soddisfazione delle
esigenze pratiche. La risposta
delle famiglie, e dei gruppi relativi
Jaima Sahrawi considera molto importante offrire ai bambini ai vari comuni di residenza, é stata
anche i benefici dell’intimità dell’accoglienza in famiglia.
varia e generalmente buona. Non
sono mancati però episodi che hanno rivelato la necessità di approfondire ulteriormente il
processo di formazione e di confronto che ormai è attivo da due anni. Alcuni punti
particolarmente significativi sono:

- all’interno del gruppo di famiglie, la necessità di trovare un giusto equilibrio tra la


dimensione privata dell’esperienza e la sua condivisione a livello di gruppo. Se si
eccede in un senso si rischia di isolare il bambino privandolo della condivisione con i
propri amici, di penalizzare la visibilità pubblica del gruppo Sahrawi nonché di
privilegiare legami esclusivi e personalistici tra bambino e famiglia. L’eccesso opposto
comporta spesso un ritmo di vita insostenibile per la famiglia, e rischia di impedire il
raggiungimento di un equilibrio e di una relazione positiva con il bambino.
- il rapporto con l’accompagnatore Sahrawi deve essere presentato nella sua veste
corretta, ovvero nella sua doppia veste di risorsa per affrontare l’esperienza ma anche
di investimento necessario (ed a volte impegnativo) per valorizzare opportunamente tale

25
risorsa. La famiglia deve essere resa cosciente del fatto che questo sforzo rientra nel
complesso delle azioni e delle difficoltà per cui ha dato la disponibilità al momento di
intraprendere l’esperienza.
- Le differenze culturali tra bambino e famiglia sono un dato di fatto noto ed
evidenziato fin dai primi colloqui, ma la loro constatazione pratica può comunque cogliere
la famiglia impreparata. Per contro, è importante che ad esse non venga assegnato un
ruolo eccessivo, attribuendo a divario culturale quello che è un normale comportamento
infantile.

Per curare sempre meglio questi aspetti Jaima Sahrawi è decisa a proseguire ed affinare i
propri percorsi formativi con le famiglie, dando ancora più spazio agli argomenti che si sono
rivelati critici ed ai momenti di ascolto del punto di vista di ognuno.

26
DOCUMENTAZIONE DELLE
STRATEGIE

27
Contatti e sostegni politici
La ricerca di nuovi legami politici ed il
consolidamento di quelli esistenti sono una
delle priorità dei Sahrawi; in questa ottica
l’esperienza estiva dei bambini ricopre un
ruolo fondamentale in virtù dell’alta visibilità
pubblica del gruppo. Si riportano di seguito
gli incontri e gli eventi politici che hanno
caratterizzato l’edizione 2004.

L’incontro con il sindaco di Rolo.

DATA LUOGO INIZIATIVA


09/07/2005 Reggio Emilia Incontro in Provincia
Incontro in Comune alla presenza di amminstratori dei
13/07/2005 Scandiano
Comuni di Casalgrande, Viano e Rubiera
14/07/2005 Gualtieri Incontro in Comune
16/07/2005 Luzzara Incontro in Comune
18/07/2005 Albinea Incontro in Comune
20/07/2005 Bologna Incontro in Regione
21/07/2005 Guastalla Trofeo Lehbiba Mohamed Didi
22/07/2005 Cavriago Incontro in Comune
23/07/2005 Guastalla Incontro in Comune
27/07/2005 Reggio Emilia Incontro in Comune
01/08/05 Novellara Incontro in Comune
03/08/2005 Felina Incontro con la comunità Montana dell'Appennino Reggiano
03/08/2005 Rolo Incontro in Comune
04/08/2005 Fabbrico Incontro in Comune

Altri incontri sono stati realizzati negli altri luoghi fuori dalla provincia di Reggio Emilia in cui
sono stati accolti bambini. Tra questi da segnalare la provincia di Lecco ed il comune di Campo
Marino (CB). Al momento della stesura di questo documento, purtroppo, informazioni più
dettagliate al proposito non sono reperibili.

Associazione
Jaima Sahrawi in collaborazione con
28

Gruppo pace Fabbrico-Rolo parrocchia S. Maria Assunta Centro OASI


propone

Accoglienza
estiva
di bambini a
Sahrawi provenienti
campi profughi presso Tindouf
dai Dal 31 Luglio al 7 Agosto 2005 l’Oratorio di Fabbrico
offrirà ospitalità ai piccoli ambasciatori di pace del
popolo Sahrawi, che trascorreranno il resto di Luglio ed
Agosto in altre località italiane.
Questa prima esperienza di ospitalità è un’occasione
insostituibile per i cittadini di Fabbrico per conoscere
un popolo la cui drammatica situazione è trascurata
dalla politica e dai mezzi di comunicazione. La storia dei
Sahrawi ha molto da insegnarci in fatto di diritto
internazionale, e ci aiuta a sfatare molti dei luoghi comuni, oggi purtroppo tanto diffusi, relativi a
presunti “scontri di civiltà”.
Jaima Sahrawi organizza da ormai sei anni questo progetto di accoglienza, che coinvolge
numerosi enti locali ed associazioni e che a sua volta si inserisce nel contesto dell’iniziativa
promossa a livello nazionale.

CERCHIAMO
- Disponibilità di persone per la gestione della quotidianità (pulizie,
lavanderia, cucina, trasporti, intrattenimento ed animazione)
- Frutta e verdura dai nostri orti, e generi alimentari in genere da
offrire ai piccoli ospiti durante il soggiorno
- Materiale didattico

Nel 2005 Fabbrico ha accolto per la prima volta i bambini Sahrawi: questo è il volantino
con cui si è coinvolta la popolazione in questa avventura…

29

Durante l’iniziativa a conclusione dell’accoglienza a Rimini si annunciano già nuovi progetti…


L’Associazione “Jaima Sahrawi”
per una soluzione giusta e non violenta nel Sahara
Occidentale

in collaborazione con l’oratorio don G. Bosco e con il patrocinio


dell’amministrazione comunale

Sabato 6 Agosto 2005


presso l’oratorio don
G. Bosco

Una serata
Sahrawi
Ore 20.30 Cena di
solidarietà
- È NECESSARIO
PRENOTARE! -

Ore 22.00 Proiezione


del film
“Una storia Sahrawi”

A seguire… chiacchiere attorno al


tè, giochi, e… incontro con la
gente del deserto

VI ASPETTIAMO!

La popolazione di Fabbrico ha risposto in modo entusiasta alla richiesta di aiuto… ecco


l’iniziativa con cui sono stati salutati i cari ospiti…
30
Ringraziamenti
A parziale indicazione del numero e dell’entità dei soggetti coinvolti nel progetto,
riportiamo l’elenco utilizzato per inviare i ringraziamenti a tutti coloro che hanno
collaborato alla realizzazione dello stesso. Da esso abbiamo stralciato tutti i
ringraziamenti personali, nonché tutti i nominativi dei membri delle Associazioni.

1. Gianluca Borghi, assessore 35. Comune di Valverde (PV)


Po litich e Sociali Immig razione e 36. Famiglie o spitanti di Luzzara,
Coo perazione Internazionale Guastalla, Albinea e Cavriago
Reg io ne Emilia Ro magna 37. Ausl di Reggio Emilia e Guastalla
2. Dott. Gianluigi Lio , funzionario 38. Reparto Pediatria Ospedale di
Reg io ne Emilia Ro magna Guastalla
3. Reg io ne Emilia Ro magna 39. Reparto Neuro psichiatria
4. Comune di Albinea (R E) Ospedale S. Maria (RE)
5. Comune di Guastalla (R E) 40. Day Hospital Pediatrico
6. Comune di Luzzara (RE) Arciospedale S. Maria Nuo va
7. Comune di Scandiano (RE) 41. Ambasciata Italiana ad Alg eri
8. Comune di Viano (RE) 42. Air Algerine
9. Comunità Montana 43. Asso ciazione Nazionale di
dell'Appennino Reg giano Solidarietà con il Popo lo Sahrawi
10. Comune di Rubiera (RE) 44. Rappresentanza del Fronte
11. Comune di Cavriago (RE) Polisario in Italia
12. Comune di Gualtieri (RE) 45. Questura di Reg gio Emilia
13. Comune di Regg io Emilia 46. Asso ciazione Penelo pe
14. Provincia di Regg io Emilia Scandiano (RE)
15. III Circoscrizione del Co mune 47. Parrocchia di S. Bartolomeo
di R eggio Emilia (RE)
16. Provincia di Parma 48. Festa Unità Rubbianino (RE)
17. Provincia di Lecco 49. Circolo Bellarosa Albinea
18. Comune di Berg amo 50. Ristorante "La Capra" - Cavriago
19. Provincia di Berg amo 51. Festa Unità Albinea (RE)
20. Comune di Nembro (BG) 52. Comitato 8 marzo Rubbianino
21. Comune di Termo li (CB ) (RE)
22. Comune di Massa 53. Polisportiva Rubbianino (RE)
23. Comune di Rolo 54. Cooperativa "La Collina"
24. Provincia di Pavia Codemondo (RE)
25. Provincia di Bologna 55. Consorzio Oscar Ro mero
26. Comune di S. Lazzaro (B O) 56. Dar Voce
27. Comune di S. Agata (BO) 57. Circolo culturale "Il Livello"
28. Comune di Castel di Casio (BO) Gualtieri (RE)
29. Comune di Riccione 58. Comunità Mondo X - Luzzara
30. Comune di Buscoldo (MN) 59. Arci Lecco
31. Comune di Mantova 60. Arci Ferrara
32. Provincia di Mantova 61. Caritas Massa
33. Provincia di Ferrara 62. Parrocchia di Luzzara (RE)
34. Comune di Ferrara 63. Parrocchia di Albinea (RE)

31
64. Associazio ne Gherim Bergamo 72. Comitato di Solidarietà con il
65. Associazio ne "Un bambino per Popo lo Sahrawi Carrara
amico " Guastalla (RE) 73. Comitato Spo rt e Solidarietà
66. Associazio ne Help for Children Rimini
Parma 74. Comitato di Solidarietà con il
67. Associazio ne Fadel Ismail Popo lo Sahrawi
Mantova Riccione/Catto lica
68. Associazio ne Toures Illben 75. Ansps Roma
Sah arawi di Pavia 76. Comitato Minori del Ministero
69. Associazio ne Ombre Ro sse dell'Interno
Termoli (CB) 77. I volontari dell'Associazione
70. Associazio ne El Ouali Bolog na Jaima Sahrawi
71. Associazio ne Oltre Co nfine 78. Le accompagnatrici e gli
Ferrara accompagnatori, le bambine e i
bambini Sahrawi.

32

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