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I colori. Essi sono la sostanza del mondo che ci circonda. Da sempre.

Ed proprio attraverso la loro presenza che in noi scaturiscono e vengono evocate miriadi di sensazioni, emozioni, ricordi. Ma cosa lega da sempre la loro 'struttura cromatica' alla nostra sfera emotiva? Beh, tante risposte le troviamo in questo libro, nel quale Lia Luzzatto e RenataPompas collaborano in una sapiente analisi del significato dei colori nell'antichit, circoscrivendo l'ambito spazio-temporale alle civilt mediterranee pre-cristiane. Ricerca che stata basata sia sull'analisi iconografica di reperti che su documenti scritti del tempo, contenenti in qual modo tracce utili a tale scopo. Esse sono riuscite a ricostruire, estrapolare e raccogliere le suggestioni ed i significati simbolici di ogni colore. Scopriamo cos che questi sono vari e numerosi, per molte civilt coincidenti, per altre appena differenti, e per altre ancora opposte. IL COLORE NELL'ANTICHITA' I documenti, iconografici e non, analizzati in questo libro, si riferiscono a spazi e tempi differenti tra loro: sono stati rinvenuti esempi di pitture con colori minerali sin dalla preistoria, in grotte di Spagna e Francia, circa 15.000 anni fa (uomo di Cro-Magnon); nella Civilt Minoica troviamo una fastosa policromia nei palazzi di Cnosso e Festo, nei costumi, negli oggetti quotidiani, nella decorazione delle abitazioni, comprese quelle con marmi e stucchi. IMicenei avevano il culto degli eroi, per cui non ci stupiamo se Omero narra del 'Tesoro di Atreo', la tomba reale di Micene dove vennero rinvenute le maschere in oro (maschera di Agamennone); erano abili tintori; i colori occupavano affreschi, fregi, decorazioni sugli scudi, statue dei templi (come la statua di Atena per il Partenone). I Fenici,il cui nome significa 'gente del paese della porpora', possedevano abitazioni riccamente arredate, santuari e templi policromi, variet di colori nell'abbigliamento (tuniche in lana), nei gioielli, nel trucco del viso, in vetri colorati; per questa loro peculiarit tale civilt, che estraeva la porpora dal succo delle conchiglie di murice, era soprannominata la 'tintoria del Mediterraneo'. Per quanto riguarda l'Italia, documenti etruschi sono costituiti solo nelle necropoli, dove le tombe erano aimitazione dell'abitazione del defunto: ricche e colorate; i templi colorati con tegole e figure di teste, l'abbigliamento vivacemente contrastato. La conoscenza di una estesa gamma di coloranti fu poi trasmessa da questi aiRomani, che vantavano abitazioni decorate da scene mitologico-figurative, imitazioni marmoree, disegni di prospettive architettoniche, mosaici; la toga era nera in occasioni di lutto, rossa per i trionfatori, bianca per le cariche pubbliche o la distinzione dalla folla; anche nel trucco delle donne il colore aveva un ruolo, per cui il viso era sbiancato, le gote rosse, gli occhi contornati di nero. Quando poi, nel I secolo d.C., l'Impero raggiunse il massimo sfarzo, con la ricchezza e abbondanza di materiali, venne costruita la Domus Aurea come massimo esempio di ostentazione del potere attraverso l'uso sfrenato di oro, gemme, tessuti di importazione orientale, pomposit... Con la caduta dell'Impero Romano si assiste ad un repentino oscuramento dei colori, che dovranno aspettare sino all'arrivo del Cristianesimo per caricarsi di nuovo significato. IL COLORE COME FUNZIONE MAGICA Nelle diverse civilt l'insieme dei colori ha sempre avuto un'attrazione particolare, visto come fenomeno legato al possesso di poteri magici...l'arcobaleno ad esempio rappresentava il ponte che legava la sfera spirituale del mondo, l'alto, e quella materiale, il basso; esempi ne sono la Dea Iris e la Genesi (dove l'arcobaleno costituisce l'emblema del patto tra Dio e gli uomini stabilito alla fine del Diluvio). Sulla terra la corrispondenza di tale luminosit era custodita nelle pietre preziose, che quindi erano viste ed utilizzate come cariche di poteri. L'uso esoterico dei colori, che avevano funzione decorativa, simbolica e magica, inMesopotamia si esplicava nello Ziqqurat, tempio dedicato alla divinit, a base quadrata, nel quale ogni piano era di colore diverso e dedicato ad un pianeta differente, i quattro angoli dell'edificio erano orientati verso i punti cardinali (visione degli astri come determinazione del destino). In Egitto il colore rappresentava l'essenza stessa delle cose; il sacerdote era il sommo conoscitore di magia, medicina e conoscenza del sacro; la scritturageroglifica era in inchiostro nero per valenze positive, in rosso per quelle negative.

In Palestina erano assai utilizzati gli amuleti, i quali avevano incisi lettere e simboli in oro o argento; il 'Pettorale del Giudizio' ad esempio era costellato di 12 pietre in un ordine ben stabilito (4 per 3) e rappresentavano le costellazioni, i mesi dell'anno e le 12 trib palestinesi. In Grecia, con una visione pi razionale, la 'divinazione' constava nell'interpretazione dei segni, sia esteriori che interiori dei fenomeni e degli esseri viventi; in modo simile in Etruria le arti magiche e divinatorie venivanoconsiderate al pari di una vera e propria scienza (venivano ad esempio analizzati colore e consistenza delle viscere). Le tinte analizzate sono state: nero, bianco, blu-azzurro, verde, giallo-oro, rosso; in tale sequenza, emersa dalle teorie dell'origine del cosmo (soprattutto dalla Genesi). L'ampia documentazione trattata nel libro mette in luce con chiarezza il fatto che ogni colore porti in s un significato ed il suo complementare. IL NERO La preparazione di tale tinta si conosce sin dal Mesolitico, sia essa da sostanze naturali o minerali varie; tra le pi conosciute citiamo l'"atramentum"(dalla fuliggine di resina) e l'"elephantinum"(dalla combustione di avorio). Il fatto che denoti senso di oscurit in generale supportato dalle origini del termine: dal latino, 'ater' come nero in senso fisico, assenza di luce e colore; 'niger' come nero brillante. Il nero colore e simbolo del principio

Per tutti i popoli l'immagine della Genesi sempre stata associata a quella di 'Caos', senza luce, solo vuoto e tenebre; di conseguenza il nero stato definito come colore della sintesi universale, dell'assenza e della presenza di ogni cosa, del mistero e dell'ignoto...(visione e teoria dell'Uovo Cosmico: massa concentrata di potenzialit di creazione)..."nero come colore matrice, utero gestazionale da cui nacquero o mondi"(e qui abbiamo numerosi esempi di racconti mitologici dove grotte e nascondigli sono luoghi in cui si comunica con gli di). Il nero simbolo di fecondit

L'immagine del nero aggiunta a quella dell'acqua si collega direttamente a quella di carica fecondativa, creativa, generatrice dell'Oceano Primitivo, con insita intelligenza della costruzione. Allo stesso modo la terra simbolo matrice dell'esistenza terrestre ed umana (in Egitto Osiride ed in genere la figura maschile sono neri, simboli di fecondit, legati allo straripamento del Nilo e alle propriet del limo). Il nero simbolo di regressione e morte

Cos come per 'venire alla luce' si intende l'abbandono dello stato oscuro, cos 'spegnersi alla luce' significa la morte comunque sia insomma il nero l'ambiguit dell'esistenza umana sospesa tra l'esistenza ed il nulla. Per gli Egizi negli Inferi l'anima si rigenera prima di reincarnarsi, mentre per le altre civilt, Ebraici, Romani, Greci e i popoli della Mesopotamia, essi sono un luogo senza ritorno, dove anche le divinit possono cadere, a prova del fatto che anch'esse possono estinguersi. Il nero nel lutto

In segno di lutto in tutte le civilt il manto nero indossato a tale scopo, aggiunto al sacrificio di animali dal pelo nero per i riti funerari dedicati agli eroi (Greci). Il nero simbolo del male

E' sempre stato un colore ambiguo, oscuro, con racchiuse un s le potenzialit del bene e del male, collegato agli aspetti notturni della psiche, dove l'anima muta forma, dove la malvagit ha la meglio e si manifesta sottoforma di animali selvatici, come il cinghiale o il serpente. In Mesopotamia ed in Grecia il male femmina, per cui le divinit (femminili) degli inferi sono oltremodo informi, con sembianze met uomo-met bestia, oppure animale-tempesta...per cui un colore di aggressione, paura, distruzione, svuotato di luce. Il nero simbolo di rigenerazione

Se si analizzano le visioni di diverse civilt ci si rende conto che durante il percorso della vita, la morte il passaggio obbligato per la resurrezione nella vita eterna, nella successione Nero-Luce-Colori. Esempi ce ne sono in abbondanza: Osiride (dio egiziano) e Dionisio (dio greco) sono simbolo di potenzialit di rigenerazione; Ulisse, Eracle (eroi greci) e Giona (per gli Ebrei)hanno dovuto operare una regressione nel nero per poter tornare carichi di virt sovrumane. Quindi cos come gli di e gli eroi, anche i fedeli cercano e sperano di ripetere tale percorso, ad imitazione di quello divino. Nella cosmologia questo eterno divenire stato associato alla vita della galassia, al suo continuo pulsare. IL BIANCO-LUCE Nell'antichit venivano utilizzati diversi termini, i quali avevano un significato generico di candore, bianco, luce... I materiali bianchi impiegati erano svariati: marmo, calce, argilla, argento (gli Egizi lo lavoravano in modo che non si ossidasse); anche nell'abbigliamento era presente il bianco, con tessuti in lino e cotone, sbiancati e decolorati; di tale colore erano anche molte sostanze per colorare, intonacare, pitturare (queste prendevano il nome della terra di provenienza). Il bianco-luce colore e simbolo della luce

Il primo atto della creazione consiste nella separazione dal buio del caos, si d in tal modo il via al binomio luce-buio/giorno-notte. Le immagini ricorrenti sono quelle di un uovo rilucente, del volo di un uccello, di un fiore sacro dai cinque petali bianchi (loto); il bianco l'immagine della forza centrifuga che aziona e consuma la materia, nella sua essenziale energia vivificante. Il bianco-luce: epifania divina

I fenomeni naturali violenti ed inspiegabili hanno fatto s che gli uomini credessero fossero il mezzo attraverso il quale l'Eterno si manifestasse loro,per cui tra questi erano luci, lampi, raggi, fulmini, fuoco.., apparizioni di fronte alle quali gli esseri umani non riescono a sostenere lo sguardo e ne escono sconvolti e atterriti. Negli astri Venere rappresentava un pianeta apportatore di luce e amore; nella scultura, soprattutto quella sacra, l'abbinamento bianco-oro e l'incarnato in avorio erano la massima rappresentazione del divino; e tutti divenivano raggianti in misura della loro partecipazione alla condizione divina (di, eroi, re, faraoni, principi). Per quanto riguarda l'iconografia il colore dell'incarnato maschile era bruno, mentre quello femminile era giallino, a connotare il bianco simbolo di nobilt e bellezza femminile. Il bianco-luce colore catartico e iniziatico, simbolo di purezza

Le azioni che rendono puri gli animi sono anche fatti di bianco e di luce: ardere nel fuoco, ad esempio, fa ottenere l'immortalit, fa raggiungere il bianco divino; i lavaggi e le detersioni sono riti di purificazione; indossare vesti bianche significa candore, purezza, integrit di chi pu accedere alla forza illuminante di ragione e verit; cibi e bevande bianche venivano consumati in certe circostanze (focacce, pane, farina, latte simbolo del nutrimento cosmico) Il bianco-luce nell'uso funerario

Secondo Romani, Greci, Fenici, Etruschi ed Egizi il defunto brilla della stessa luce degli di, per cui viene vestito di un manto bianco a tale manifestazione e rispetto; quindi la morte rappresenta il ricongiungimento agli Spiriti luminosi (es.: Campi Elisi pieni di luce); per gli Assiro-Babilonesi, invece, la morte il ricongiungimento alla luce divina del Principio. IL BLU-AZZURRO In tutte le civilt possiamo denotare l'utilizzo di termini dal doppio significato riferiti a tale tinta, significato che si riferisce da un lato al blu-nero e dall'altro alblu-verde. Il colore blu non fu molto amato dai Romani, infatti era il colore degli indumenti di Barbari e Britannici (colore 'del guado'). Per il resto era molto utilizzato nelle pitture e

negli sfondi dei bassorilievi (soprattutto nei templi greci), derivato da guado, pastello, lapislazzulo (il pi prezioso), sambuco, malva, bacche di mirtillo nero... Il blu-azzurro colore uranico e divino

Si sa, il blu il colore del cielo, quindi per le civilt antiche era il colore del luogo nel quale risiedevano le divinit; rappresentava quindi la pace, la ragione sovrumana, qualit che erano separate da quelle della terra. Gli occhi azzurri, ad esempio, erano sinonimo di elevatezza d'animo e di sentimenti; gli di erano fatti di carni azzurre e venivano spesso raffigurati in ambienti azzurri; nei paramenti sacri e nelle vesti dei sacerdoti l'azzurro era manifestazione sensibile delle cose celesti (soprattutto il lapislazzulo). Non per niente l'Olimpo dei Greci, sede massima di tutti gli di, risiedeva nell'alto dei cieli. Ma se per i popoli medio-orientali (Egizi, Babilonesi, Ebrei) il colore delle divinit era l'azzurro, per quelli indo-europei era il porpora (Romani,..). Colore della fertilit e della fecondit (legato all'immagine dell'acqua), era sempre abbinato allo splendore dell'oro, in particolar modo nella decorazione degli edifici (Babilonia, ad esempio, era interamente ricoperta di piastrelle azzurre, case, mura e la Torre di Babele), in diverse tonalit: blu vicino al nero, blu vicino al bianco (luce), e blu splendente delle divinit (avente il potere di chiamare as le forze benefiche del cielo). Il blu-azzurro colore magico

L'uso di pietre preziose era noto sia per riti sacri (funzione magica) che per uso quotidiano (con funzioni talismaniche), dove lapislazzuli e turchese dovevano aumentare l'efficacia dei riti; anche gli amuleti per i defunti (Egizi) erano di colore azzurro e a forma di occhio, scarabeo, orbita solare come azzurri erano i geroglifici che segnavano la parola degli di, mentre rossi erano quelli dei dmoni, del malvagio. Il blu-azzurro, supposizioni nell'uso funerario

Le uniche testimonianze dell'uso di tale colore in ambito funerario sono costituite da parti di figure sacre (Osiride), e in parti di tombe (quella di Tut-ank-amon in Egitto), (il soffitto dipinto a immagine di cielo stellato in una tomba a Creta, Grecia); si hanno anche rappresentazioni di dmoni azzurri, si suppone tellurici e marini. IL VERDE Il significato etimologico dei termini utilizzati dalle varie civilt per indicare tale tinta, fa emergere la molteplicit di significati degli stessi; infatti essi potevano indicare tinta, frescura, rigoglio, campi, oppure tutti gli oggetti di quel colore, piante, stoffe, pietre,...denotando un ventaglio ampio e impreciso dell'espressione. Le sostanze coloranti utilizzate nella pittura potevano essere sia naturali che artificiali, tra le prime abbiamo la malachite, o crisocolla, e nelle seconde lacrisocolla artificiale ed i verdi di mescela (blu + gialli). Il verde simbolo di vita e fertilit

Se mettiamo in ordine i colori secondo la creazione cosmologica, ovvero a livello simbolico della Genesi, abbiamo come primo colore il Nero delle acque primordiali, del caos e dello stato confuso della materia; poi il Blu-azzurrodegli abissi e delle acque superiori ed inferiori dei cieli, della sostanza spirituale; infine il Verde, colore del mare, liquido creatore, attraverso la luce, di tutte le forme di vita vegetale. E' simbolo di punto di incontro, di equilibrio tra la luce (giallo) e l'oscurit (blu). L'albero verdeggiante infatti simbolo di vita e fertilit, posto dall'immaginario e cultura delle civilt antiche al centro di un giardino (Eden..), simbolo della conoscenza del bene e del male (albero biblico), produttore di frutti dell'immortalit (albero mesopotamico), esempio supremo della solidariet tra l'uomo e la natura (Creta), a manifestazione del consolidato e riverito 'culto dell'albero'. Esso infatti rimane emblema di prosperit, continuit, promessa di risurrezione, e le divinit che incarnano queste virt sono in parte o totalmente di color verde (Osiride per gli Egizi, Cerere per i Romani). Il verde simbolo di risurrezione

La rigenerazione perpetua ed infinita della vegetazione durante tutto l'anno, attraverso il passare delle stagioni, di per s una promessa di risurrezione; spesso essa viene integrata e concretizzata nel mito sulla vegetazione dove le piante sempreverdi sono simbolo di vita eterna (lauro, cipresso); esempi di miti: Dumuzi (Sumeri), Tammuz (Babilonesi), Osiride (Egizi), Attis e Dionisio (Greci).

Il verde simbolo magico di salute

Possiamo notare che a proposito di miti riguardanti gli alberi, per ogni civilt ce n' uno in cui vi sono delle piante con poteri magici (guarigione, eterna giovinezza, poteri,..) che si trovano in luoghi misteriosi o irraggiungibili, lontano dalla realt e protetti da insidie e forze malvagie; coloro che tentano di avvicinarvisi e di impossessarsi dei frutti/fiori carichi di potere vengono immancabilmente puniti con la morte o con atroci sofferenze (es. Adamo ed Eva). Il verde si trova anche nei talismani che cercano di portare in s le propriet suddette, nelle pietre, nel trucco del viso; negli abiti da festa, nell'arte orafa dei gioielli (in Egitto) come segno di sanit, portafortuna e dagli effetti magici. IL GIALLO-ORO Anche per questo colore i vocaboli utilizzati dalle diverse civilt possedevano svariati significati, positivi e negativi: giallo, verde, pallido, splendente, oro, rossastro,... Le sostanze coloranti rimediate nell'antichit erano: ocre minerali con ossidi idrati di ferro ('stile attico' della colorazione dorata), i fiori di cotone, le bucce delle cipolle, lo zafferano, il cartamo, la curcuma, le bucce di melograno (soprattutto in Egitto), la tapsia (utilizzata in Grecia per la tintura dei capelli). Il giallo-oro simbolo dello splendore solare

Il colore giallo rappresenta da sempre la luce, per gli antichi ilsuo significato si traduce in distinzione e raccoglimento di tale luce nel sole, nella luna e nelle stelle; soprattutto il sole era la concentrazione materiale della luce divina. Il colore pi utilizzato per tali propriet era l'oro, in mancanza di questo si ricorreva al giallo, che ovviamente per non dava lo stesso effetto. Nelle mitologie varie il sole era costituito da tre momenti e quindi tre divinit differenti: il sole nascente, quello splendente e quello calante; il corrispettivo in alchimia dava un sole nero (simbolo della materia caotica), uno oro ("l'oro dei saggi", la parte fissa della materia purificata), ed uno rosso ("l'oro filosofico", ovvero la pietra filosofale perfetta); questi tre rappresentavano i passaggi per il raggiungimento della pietra filosofale. Il giallo-oro simbolo di sacralit

L'oro coincide con il simbolo di sacro, sostanza stessa degli di, delle virt soprannaturali (specialmente in Zeus per i Greci); il materiale per eccellenza dedicato all'ambito sacro per via della sua "incorruttibilit", ovvero immutabilit in colore, lucentezza e resistenza, ed per questo che la maggior parte delle statue erano in bronzo, legno o pietra e venivano poi rivestite interamente o parzialmente in lamine d'oro. La chioma dorata era altres simbolo di divinit, infatti molti imperatori romani usavano tingere o cospargere i propri capelli d'oro. In Mesopotamia gli edifici sacri venivanodecorati con oro e pietre preziose, mentre gli Ebrei, che non potevano raffigurare in alcun modo le divinit, utilizzavano l'oro nei particolari costruttivi. In Egitto esisteva addirittura la "dimora dell'oro", una stanza annessa al tempio dove veniva praticata la fusione e la doratura delle statue che cos rappresentavano il colore delle carni degli di, oltre ad essere policrome. Il giallo-oro simbolo di filiazione divina

L'oro per quanto riguarda l'ambito politico rappresenta il potere e la ricchezza, ed annessa a questi la filiazione divina: il re uguale ad un dio. Tale visione era dedicata all'inizio solo ai regnanti, imperatori, poi venne estesa ai nobili, poi ai guerrieri e agli uomini valorosi (a testimonianza della loroeroicizzazione e della loro partecipazione al potere); cos avvenne anche per i ritratti. In Et Imperiale, a Roma, l'uso dell'oro divenne esagerato e, data l'assenza di profonde basi teologiche, fu solo volto all'esibizione del potere, del culto della personalit. L'accezione negativa di tale comportamento evidentemente contenuta nell'avidit, nella corruzione che faceva nascere negli uomini i quali divenivano capaci di tutto in devozione del prezioso materiale. Il giallo-oro simbolo magico di incorruttibilit

Come accennato gi in precedenza, l'oro un materiale inalterabile chimicamente; per questa sua enorme qualit esso divenuto sinonimo diimmortalit, ed il suo impiego magico per rendere incorruttibili (vedi la "conquista del vello d'oro", la "conquista dei pomi d'oro",...). Infatti nella tomba del defunto venivano inserite suppellettili auree per mantenere il suo spirito integro, a differenza del corpo che si disfaceva, e quindi ricongiungibile agli di.

Il giallo-oro nell'uso funerario

Grazie al potere della durata infinita dell'oro, esso veniva utilizzato in svariati modi per cercare di rendere il defunto pi puro ed integro possibile, in modo che si potesse ricongiungere alle divinit una volta passato nell'aldil, potendo rivivere in eterno; per cui troviamo a Micene le maschere d'oro che proteggevano il volto dei defunti, in Egitto i sarcofagi in oro, la doratura del corpo... IL ROSSO Anche per quest'ultimo colore vasti e molteplici sono i vocaboli che in antichit lo denotavano, a seconda di gamme e gradazioni: porpora, scarlatto,krmes, blatta, giacinto, ametista la maggior parte dei quali avevano una origine comune, derivavano dalla parola 'sangue'. Per quanto riguarda i materiali di reperimento di tale tinta, l'ematite rossa era un rosso minerale di facile reperimento, le ocre ferrose (utilizzati entrambi per colorare gli scheletri in usi rituali, uniti a grassi animali per le pitture rupestri); le sostanze vegetali, per la tintura di tessuti, erano svariate: bietolone, spinacione, succo di mirtillo, caglio di palude, robbia. Nel XVII secolo a.C. i Cretesi scoprirono l'estrazione della porpora dalle "murex" e la tramandarono ai Fenici; in Egitto era utilizzato l'henn per la tintura dei capelli, del corpo e dei tessuti fino all'avvento della porpora; gli Ebrei utilizzavano il krmes (dagli insetti delle bacche di quercia) e con la porpora vestivano i re; i Greci avevano krmes e robbia, poi subentr la porpora negli abiti degli di, degli eroi perch migliori di tutti; i Romani vestivano i re di tale colore per poi estendere tale permesso e lusso anche ai magistrati ed agli alti funzionari. Ma la porpora era molto costosa, cos si tendeva a contraffare l'originale preparazione con l'allungamento o con l'utilizzo di krmes; oppure venivautilizzato il 'minium' che per scuriva alla luce, questo era solo per statue, architetture e scritture; oppure ancora il 'cinnabis', o 'sangue di drago', derivato da palme. La funzione del rosso aveva vari significati: sul corpo era un forte richiamo sessuale, nella tintura delle stoffe era per conferire prestigio, in scrittura per evidenziare il significato fausto di parole o numeri. Il rosso colore della vita, della vigora e della forza

Il colore 'rosso' venne associato alle parole 'vino' e 'sangue', con significati di virt magiche di potenziamento e glorificazione della vita, quindi salute, giovinezza, splendore, risurrezione, energia vitale. Secondo le civilt antiche gliuomini e gli di sono stati creati e scaturiti dallo spargimento del sangue delle divinit, e per tal motivo il sangue occupa un ruolo determinante nei sacrifici di purificazione: attraverso l'unzione con il sangue si ottengono rigenerazione e ringiovanimento; utile era anche l'offerta della propria forza vitale attraverso flagellazioni, tagli, evirazioni, eccitazione... questo soprattutto in occasioni quali la morte di un dio, che si piangeva una volta l'anno, e significava la rigenerazione della natura (ad es. la morte di Dionisio, emblema del vino). Il rosso colore apotropaico e catartico

Le propriet delle sostanze rosse erano essenzialmente di protezione, difesa e purificazione; ad esempio si utilizzavano amuleti per essere al sicuro dalle forze malefiche, bende di lana rossa avvolte attorno alla cosa/persona da proteggere, unzione di templi e case col sangue per placare e tenere lontani i dmoni. Il sangue delle vittime nutriva la divinit, i morti, i dmoni e litranquillizzava tenendoli lontani dagli esseri viventi; per questo erano frequenti sacrifici di primogeniti, poi di animali (soprattutto il toro), e poi l'offerta di vino. La purificazione avveniva inoltre attraverso l'immersione del corpo o parte diesso nel sangue dell'animale sgozzato, che anche per tale uso era quasi sempre un toro; tale sangue poi veniva fatto colare a terra e fatto penetrare nel terreno per dare nutrimento ai morti. Il rosso nell'uso funerario

Sin dalla preistoria si usava cospargere di cera rossa i cadaveri, secondo la credenza che il rosso avesse poteri purificatori, vivificatori, princpi vitali... si utilizzavano sudari rossi e venivano posti fiori rossi sulle tombe (l'anemone scarlatto, il melograno, papaveri,...).

Il rosso colore della regalit, della potenza e del lusso

Il rosso porpora assolutamente simbolo di potenza, alta dignit, ricchezza, sovranit, sontuosit, merito del suo alto costo dello splendore e della difficolt di produzione; secondo Goethe il rosso nel suo stato scuro e concentrato conferisce impressione di gravit e dignit, mentre nel suo stato chiaro e rarefatto di clemenza e grazia. Inizialmente l'utilizzo del rosso era esclusivo dell'ambito religioso, ma col tempo si ampli a quello civile e profano: lo troviamo negli arredi sacri (tende, porte, stipiti), nelle vesti e nei mantelli per le statue divine, negli indumenti e nei troni dei sovrani, dei sacerdoti (per la concezione teocratica dell'origine divina dei re). In Egitto il rosso divinatorio e regale coesisteva con quello nefasto e pericoloso del male. Nella nozione positiva esso era connesso a giovent, salute, vigore, bellezza e forza (es. il 'flammeum' era un velo rosso-arancione indossato dalle spose romane il giorno delle nozze); ma nell'et Tardo-Imperiale romana la porpora perde il suo significato sacro, divenendo puro segno di superficialit a causa dello sfarzo e della ricchezza esagerati (cos come era gi accaduto in et Ellenistica in Grecia); esso riacquister valore solo con l'avvento del Cristianesimo. Il rosso colore della guerra

E' inevitabile abbinare il rosso all'idea di guerra, battaglia, azione eroica, all'ardere degli animi in lotta, al sangue versato sul campo e alle divise militari; cos era per i popoli che di battaglie vivevano, e vivevano del nascondere, provocare, eccitare e spaventare. Anche nelle marce e nelle parate il rosso primeggiava, nella celebrazione del trionfatore e nella protezione di se stesso dagli spiriti delle sue vittime (indossava una corona oro, indumenti e viso tinti di rosso...). Il rosso colore degli Inferi e della distruzione

Questo colore, come abbiamo visto tutti gli altri, possiedeconnotazioni positive ma anche negative, che risiedono nell'istinto incontrollato di potenza, nell'egoismo, odio, crudelt, rabbia, omicidio, stragi, distruzioni. Soprattutto in Egitto tale tonalit sinonimo di collera divina, di pericolo, collegato con l'idea della profondit (del sottosuolo) e con quella del fuoco, del magma infuocato, degli Inferi, dove le divinit maligne hanno sempre a che fare con il ferro, materiale ritenuto impuro e negativo quanto lo zolfo (tra giallo e rosso).Per cui i dmoni devono risiedere in tale luogo nefasto, ardere nel fuoco, essere rossi ed assetati di sangue, feroci. In certi miti e credenze erano figure assetate di sangue quelle dee legate al vino, all'ubriachezza, all'eccitazione orgiastica che le rendeva cieche e furiose, facendo trasparire da un lato il contatto con la natura e l'amore per essa, ma allo stesso tempo ammonendo contro i pericoli del vino. Fuoco e fiamme furono strumenti di vendetta e distruzione, favorendo l'analogia Rosso-Sangue-Omicidio (ad esempio nell'Apocalisse Satana rappresentato come un drago rosso; in Egitto i dmoni sono rossi: Seth, assassino del proprio fratello, completamente rosso). Possiamo notare quindi come di fondo vi siano significati e suggestioni di base comuni alle varie civilt, ma con varianti pi o meno evidenti: la pi eclatante trova le divinit manifeste col porpora presso i popoli indoeuropei (Romani, Greci,...), mentre con l'azzurro in quelli medio-orientali (Egizi, babilonesi, Ebrei). Interessante anche l'analisi etimologica dei colori, che ha messo in luce i significati originari della loro definizione, scoprendo in tal modo che molti termini costituivano ambiguit comprendendo varie gamme e vari oggetti di quel colore, mentre altri pi specifici si riferivano al materiale di origine del colore stesso. Consigliato a: Un libro quindi ricco di informazioni, curiosit, documenti, leggende e miti animati dalle vivide tinte dell'esistenza e della morte, della luce e del buio, del principio e della fine ma soprattutto dalle emozioni e suggestioni della mente umana.

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