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Sviluppo Sostenibile, Autonomie Territoriali e Regole.

Un quadro di certezze per sostenere la crescita.

Roma, 24 ottobre 2007


Complesso Monumentale del San Michele a Ripa Grande

Atti del Convegno

Sviluppo Sostenibile, Autonomie Territoriali e Regole

Sviluppo Sostenibile, Autonomie Territoriali e Regole. Un quadro di certezze per sostenere la crescita. INDICE
Premessa Introduzione di Enrico Salza, Presidente del Consiglio di Gestione, Intesa Sanpaolo Finanza pubblica, sviluppo sostenibile e regole Carlo Mochi Sismondi, chairman Gregorio De Felice Mario Canzio Mario Ciaccia Oriano Giovanelli Vannino Chiti Edoardo Garrone Carlo Crea Tullio Lazzaro Tito Boeri Tavola Rotonda Quali sinergie fra le istituzioni per sostenere la crescita? Giuliano da Empoli, moderatore Diego Cammarata Romano Colozzi Antonio Catrical Enrico La Loggia Sergio Deorsola Linda Lanzillotta Innocenzo Cipolletta Corrado Passera 58 59 61 64 66 68 70 74 76 Pag. 5

7 11 12 13 20 28 33 37 42 45 47 53 57

Sviluppo Sostenibile, Autonomie Territoriali e Regole

Moderatore
Bene. Io ringrazio il Presidente Cipolletta, ringrazio tutti gli intervenuti a questa tavola rotonda, che sono stati, mi sembra, abbastanza sinergici anche nel rispetto dei tempi, e cedo la parola, per le conclusioni, al dottor Passera.

Corrado PASSERA Consigliere Delegato e CEO Intesa Sanpaolo


Conclusioni estremamente sintetiche per esprimere la nostra grande soddisfazione perch anche questanno abbiamo avuto il piacere di poter riunire intorno a questo tavolo, in questa sala, personaggi cos esperti e cos impegnati. Anche questanno il nostro convegno si concentrato su alcune tematiche che consideriamo di grandissima importanza per il futuro del nostro Paese. Innanzi tutto la crescita, lo sviluppo sostenibile che la priorit numero uno: se c quello, i nostri tanti problemi vanno pi facilmente a risolversi, mentre se non c quello i nostri tanti problemi non potranno che acuirsi. Poi, il ruolo fondamentale delle autonomie locali, il federalismo che stiamo costruendo e le sue molte criticit. Infine, la rilevanza delle regole per assicurare comportamenti che portino agli obiettivi che il Paese si pone. Credo che anche questanno siamo riusciti a fare di questo un luogo di incontro, un luogo dove lamministrazione locale e quella centrale si sono confrontate rappresentandosi davanti al pubblico, insieme a qualificati esponenti delle istituzioni, della politica e delleconomia: quindi luogo di incontro, luogo dove, come le volte precedenti, sono venuti fuori problemi e denunce documentate, per soprattutto un luogo dove si cercano soluzioni, dove ci si confronta sapendo che, alla fine, siamo comunque tutti classe dirigente e tutti insieme abbiamo la responsabilit di risolvere i problemi del nostro Paese e di assicurarne quello sviluppo sostenibile citato nel titolo del convegno di oggi. chiaro che quando si parla di sviluppo, di autonomie, di regole, immediatamente si finisce a parlare di infrastrutture sulle quali tutte queste dimensioni si incontrano e inevitabilmente vengono fuori le tante criticit di cui soffre questo settore. venuto fuori il gran bisogno di nuove infrastrutture per rimetterci in linea con i risultati gi raggiunti da altri paesi nel campo delle strade, delle ferrovie, dellenergia, dellacqua, dello smaltimento dei rifiuti. Si tratta di investimenti importanti, ma emerso chiaramente che il costo del non fare ancora pi alto del costo del fare. Lha citato stamattina Mario Ciaccia: per gli ultimi tre anni questo costo ammonta a circa 16 miliardi. Il costo del non fare nelle infrastrutture, in quei settori chiave che ho menzionato prima, nei ventanni davanti a noi potrebbe arrivare a 200 miliardi, pagato, alla fine, dai cittadini e dalle imprese, pagato in termini di prezzi pi alti di quelli che avrebbero potuto essere, o di costi maggiori, o di tempo perso, che la risorsa pi preziosa e non rinnovabile che la carenza di infrastrutture tante volte ci fa disperdere. Il costo del non fare deve essere evitato attraverso il fare, perch comunque stiamo parlando di investimenti che il nostro Paese pu permettersi e anzi anche attraverso una migliore composizione della spesa pubblica accelerare. Infrastrutture che sono indispensabili per la crescita, perch sono elemento fondamentale della competitivit, infrastrutture che sono componente fondamentale della qualit della vita, nella nostra societ. Lo diceva Antonio Catrical: se noi abbiamo cos pochi investimenti dallestero, anche a causa di questo elemento di debolezza, e gli investimenti dallestero sono una componente fondamentale della crescita e non ci sarebbe ragione al mondo che in Italia ne arrivino cos pochi rispetto a quelli che vanno in altri paesi, molto simili a noi anche in termini di costo dei fattori.

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La debolezza delle infrastrutture non lunico elemento che spiega il fenomeno, ma sicuramente uno dei pi importanti, che ci differenzia negativamente dai Paesi che competono con noi nellattirare gli investimenti di tutto il mondo. Quindi ne parleremo ancora, non ci stancheremo di parlarne, non ci stancheremo di mettere intorno al tavolo tutti coloro che possono contribuire a risolvere questi problemi. Come banca, nel campo della pubblica amministrazione, della finanza pubblica, delle infrastrutture, della collaborazione tra pubblico e privato siamo particolarmente impegnati, tanto da avere sia San Paolo che Banca Intesa gi puntato su due banche dedicate, Banca OPI e Banca Intesa Infrastrutture e Sviluppo, che oggi si stanno unendo in ununica grande realt. Mario Ciaccia ha appunto il compito di metterle insieme e farne uno strumento ancora pi efficace, ancora pi capace di fornire risorse al mondo del pubblico e del partenariato pubblico-privato. Si tratter di una banca che insieme ad altre strutture del Gruppo Intesa Sanpaolo contribuir ai processi di privatizzazione e consolidamento di settori importantissimi come quelli dei servizi pubblici. Abbiamo toccato con mano nel nostro stesso settore bancario quanto la concorrenza e la privatizzazione possano produrre di positivo in termini di nuovi servizi, di maggiore crescita, in termini anche di migliori risultati aziendali. Liniezione formidabile di concorrenza che stata immessa nel settore bancario il fattore fondamentale che ha portato al cos forte miglioramento dei risultati, oltre che dei servizi. Ci sono ancora mille cose da fare e da migliorare, ma certamente quello bancario un settore che da ogni punto di vista non sfigura pi in qualsiasi graduatoria europea. Nel parlare di infrastrutture e di autonomie ci siamo imbattuti ovviamente nel problema forse numero uno oggi del Paese: quello del processo decisionale. Un processo decisionale sempre pi difficile e, in casi sempre pi frequenti quasi bloccato. Sono state individuate molte delle ragioni, a iniziare dal proliferare di enti con poteri decisionali tra loro non coordinati, tutti con diritto di veto e nessuno con la responsabilit finale delle conseguenze delle proprie decisioni e nondecisioni! A questo riguardo, certamente dobbiamo porci il problema di una riforma costituzionale in parte non realizzata, sicuramente in parte da rivedere. emerso con forza il problema di un federalismo in parte da completare nel senso di collegare compiutamente responsabilit e risorse per far fronte alle responsabilit. C una evidente dicotomia tra le grandi responsabilit affidate alle autonomie locali e le non sufficienti risorse per far fronte a queste responsabilit. C sicuramente un numero eccessivo di livelli istituzionali, dove non neanche tanto il problema del numero di livelli decisionali, ma il fatto che non chiaro chi fa che cosa, non chiaro chi pu dirimere le impasse, non chiaro cio chi alla fine deve rispondere di che cosa. Tutti oggi possono occuparsi di tutto, tutti possono mettere veto su tutto e nessuno alla fine risponde veramente a quei cittadini per i quali il federalismo e il decentramento erano stati pensati. Questi temi sono stati illustrati molto meglio e molto pi approfonditamente da chi ha parlato prima di me. Certamente su questi temi torneremo, come torneremo per esempio sul tema del premiare i comportamenti virtuosi di quelle amministrazioni locali e ce ne sono molte che dimostrano in tanti campi grande rigore e grande capacit di raggiungere i risultati promessi. Paradossalmente taluni meccanismi portano talvolta addirittura a penalizzare chi stato previdente, chi stato risparmioso in passato e, in alcuni casi, a punire nei fatti chi ha tenuto i comportamenti pi seri e non invece chi non lha saputo fare. Sar, anche questo un tema di approfondimento per i convegni dei prossimi anni. Iniziavo il mio intervento ribadendo che quello della crescita, dello sviluppo sostenibile, il nostro problema principale, perch, anche se negli ultimi anni abbiamo finalmente visto numeri leggermente pi positivi, noi sappiamo che lItalia non sta crescendo abbastanza, che cresciamo meno degli altri Paesi europei pi simili a noi. Senza crescita sostenibile non si avviano a soluzione tutti i problemi pi pressanti e gravi, prima di tutto quello del debito pubblico. Solo attraverso la crescita sostenibile andremo strutturalmente a risolverlo nel tempo.

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Labbiamo detto in tutte le sedi che il declino del nostro Paese non inevitabile, che lItalia non soffre di nessuna pecca dorigine che ci costringe a performances inferiori ad altri. Dobbiamo per sapere che con gli attuali livelli di crescita molti dei nostri problemi non li risolveremo e il declino diventer una realt. Anche oggi sono emerse tante idee su dove investire per evitare il declino. Dobbiamo per responsabilmente ricordarci che il rischio di declino un rischio reale e che un migliore funzionamento delle istituzioni e del nostro apparato amministrativo un fattore fondamentale per evitarlo. La crescita sostenibile ha bisogno di tutti. Ha bisogno del privato, ha bisogno del pubblico, ha bisogno del terzo settore. Le banche possono svolgere un ruolo molto importante e possono fare da ponte tra i diversi settori. Far bene il nostro mestiere anche contribuire alla crescita sostenibile del nostro Paese. Grazie per la vostra partecipazione a questa giornata.

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