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DIARIO DI BORDO

LARTISTICO IMPERTINENTE
Laboratorio di integrazione multidisciplinare

Progetto in rete Anno Scolastico 2010/2011

Nel veloce, troppo veloce, scorrere del nostro tempo tante volte trascuriamo di riflettere, di interrogarci sui significati della vita, sul perch esistiamo, chi siamo, quali meccanismi ci hanno permesso di vivere fino allet cui siamo giunti in un certo modo, fortunato, rispetto alla immensa moltitudine che sta invece infinitamente peggio di noi. Ma sono sempre vere le differenze che ci pare ci separino dagli altri? Oppure a volte nel generalizzare commettiamo dei grossolani errori? Ed ecco appunto una occasione che ci fornisce lIstituto dArte di Imperia per fare un attimo mente locale, e riportarci su alcune di queste nostre domande inespresse, e compresse, per la solita, cronica.mancanza di tempo. E allora ci misuriamo, ci confrontiamo, e ci accorgiamo che ci disorienta accorgerci di quanto frequentemente siamo superficiali nel considerare il prossimo, e che molte volte chi consideriamo disabile, e quindi meno performante di noi, in realt spesso non solo abile, ma anche dotato di un notevole talento e capacit. Ecco allora che le nostre convinzioni vacillano, che ogni barriera e pregiudizio deve per forza cadere. Si scopre il valore sostanziale della relativit, di fronte a chi, nonostante un limite fisico o psichico riesce ad esprimere con forza una abilit artistica ed a trasmettere emozioni profonde, al punto che ci viene quasi spontaneo confonderci, e riconoscere invece una nostra disabilit. Si mescola tutto, allora. E scopriamo che la diversit il vero motore, il vero cardine intorno al quale ruota tutto lUniverso umano. Dal punto di vista creativo, artistico, quindi le persone afflitte da un qualche handicap fisico non sono disabili, bens diversi, come ognuno di noi diverso da ogni altro. Teatro, danza, musica, pittura, scultura: discipline in cui grazie alloccasione creata dallIstituto dArte possiamo vedere come questi ragazzi disabili esprimono emozioni, creano, stupiscono. Con una bravura unica. Essi sono la dimostrazione provata che i desideri si possono realizzare, che cambiando lo sguardo si possono scorgere immagini di cui non si conosceva lesistenza, che la diversit pu essere portatrice di una ricchezza enorme in termini di cultura e conoscenza. Questa iniziativa ci dice, con voce forte e chiara, che occorre davvero cambiare lapproccio nei confronti della disabilit: perch le abilit differenti ci danno mille prove della loro straordinaria capacit di stupire. Ed in particolare colpisce il Teatro, dove, anche con limportante supporto del compianto e mai dimenticato Franco Carli, i ragazzi hanno imparato a comunicare davvero, a rapportarsi con il diverso in maniera autentica. Perch ogni persona portatrice di un pezzo di vita, di un modo del tutto unico di percepire la realt. Attraverso lesperienza teatrale che si sviluppa come laboratorio delle diversit, si confrontano le presunte verit di ognuno, cadono certezze, sicurezze, integralismi. Il Laboratorio di teatro ed attivit espressive un laboratorio permanente delle diversit. Le diversit fisiche, psichiche, sensoriali, culturali, politiche, religiose, etniche ed economiche non vengono considerate nel Teatro come motivo di discriminazione ed emarginazione, ma come occasione di scambio reciproco e di crescita comune. Perch sul palcoscenico non ci sono personaggi ma persone capaci come nessun altro di raccontarsi. E mentre si raccontano ci danno lezioni di vita, ci insegnano che cosa sono il coraggio e la voglia di vivere. Arte e cultura nel mondo dei disabili, questo un argomento enorme su cui il Rotary club di Imperia di cui rivesto pro tempore la carica di Presidente, e noi due imprenditori, Giovanni Amadeo ed il sottoscritto, abbiamo voluto soffermarci un momento per riflettere e considerare, e abbiamo voluto contribuire a far s che se ne parli, perch questo argomento fa parte, e deve far parte, della nostra vita di tutti i giorni, come tributo alla creativit esteriore ed interiore espressa da tutti gli uomini oggi e da sempre. Ci auguriamo che anche altri scorrendo queste pagine trovino ispirazione e motivo di riflessione, oltre ovviamente il piacere dei lavori da scoprire ed ammirare.

Il Presidente del Rotary Club di Imperia Alberto Alberti

A Franco Carli Manterremo viva la fiaccola che hai acceso in noi. I ragazzi dellArte
INTRODUZIONE Appena concluso il progetto di integrazione della.s. precedente, portato in scena con tre repliche al DAMS, una il 30 settembre e due il 1 ottobre 2010, e riproposto allinterno della Casa di Riposo Agnesi, si riparte per la nuova avventura. Alcuni protagonisti sono gli stessi: io, la prof. Claudia Giordano, referente dei progetti in rete per lIstituto dArte, e alcuni ragazzi, i miei prodi come, a volte, scherzosamente li chiamo. Alcuni hanno terminato il corso di studi, altri per problemi personali o di studio, riescono a partecipare saltuariamente e, durante le loro comparse, sono sempre accolti dal gruppo con grande entusiasmo. Gente che va e gente che viene. Il laboratorio multidisciplinare in rete verticale, nome tecnico per indicare il progetto del presente anno scolastico, questanno si apre alla scuola secondaria inferiore N. Sauro, allievi e docenti, in uno scambio dialettico di competenze, supporto, perch, si sa: la diversit arricchisce (presuppone confronto, dialogo, ascolto dellaltro, apertura, crescita. anche se non sempre indolore). Laltra novit la collaborazione di nuovi esperti esterni: Emanuele Morandi, in veste di conduttore delle attivit di laboratorio teatrale, artista giovane, con grande grinta e pieno di iniziative, competente e fondatore del Teatro Impertinente; Carmelo Solano, veterano di spettacoli di intrattenimento e magia, nel percorso laboratoriale mette a disposizione la sue conoscenze per la realizzazione di pupazzi in spugna e oggetti vari di scena. Inizia quindi la grande macchina organizzativa, composta da tante componenti che devono necessariamente essere assemblate in modo che il tutto si intrecci in un lavoro sinergico e fluido in ogni sua parte, anche la pi piccola. lavoro arduo! In questa metafora, io mi sento un po a met strada tra la calamita e il lubrificante: unisce diverse istanze e tenta di farle procedere in modo fluido. Sono esagerata???? Forse un pochino. Comunque certo che un progetto in rete di integrazione composto da tanti fattori eterogenei che per funzionare richiedono un forte legame e affiatamento tra tutti i componenti. di qualit del lavoro educativo: trasformare la diversit e lhandicap in risorsa la scommessa che valorizza la qualit dellazione educativa arrecando spesso i maggiori benefici proprio agli alunni cosiddetti normali. Il Gruppo Handicap, che si costituito per promuovere e organizzare lattivit formativa degli alunni diversamente abili inseriti nella scuola, assume come obiettivo primario del progetto educativo il realizzarsi di una integrazione totale e complessa, che interessa ogni livello della vita scolastica e linsegnante di sostegno, con le sue competenze e le sue conoscenze professionali specifiche, si pone come mediatore nella comunicazione tra tutti gli alunni, tra gli insegnanti e gli alunni, in particolare con lalunno in situazione di handicap, la sua famiglia e la scuola nel suo complesso. Inoltre linsegnante di sostegno svolge un ruolo di promozione e progettazione nella ricerca di innovazioni metodologiche e didattiche per individuare gli interventi educativi che possano focalizzare lattenzione verso le risorse dellalunno piuttosto che verso il deficit e le difficolt nellapprendimento disciplinare. Gli obiettivi. Nellottica del rafforzamento della cultura del dialogo tra scuole di diverso ordine, il progetto di integrazione multidisciplinare si posto come obiettivo principale quello di potenziare relazioni significative in cui ogni componente possa essere

Le fInalit. Lintegrazione degli alunni portatori di handicap rappresenta un obiettivo impegnativo, ma anche unoccasione di crescita umana e di arricchimento personale per il gruppo e per tutte le componenti della scuola. AllIstituto dArte si lavora in un ambiente educativo valorizzante per coloro che, attraverso lespressione creativa, possono conseguire una realizzazione non solo lavorativa, ma anche sociale culturale e personale. La creativit il valore aggiunto che permette di attuare una piena integrazione di tutti gli allievi con le loro diversit. Il realizzarsi di questa integrazione un indicatore

valorizzato e possa rappresentare una risorsa irrinunciabile per la creazione di una vera comunit educante, intrisa di senso di appartenenza, solidariet e aiuto reciproco. Quindi: far acquisire il senso di appartenenza alla scuola, funzionale anche alla riduzione della dispersione scolastica; acquisire una maggiore consapevolezza alle problematiche legate alla disabilit; imparare a conoscere se stessi e le proprie attitudini attraverso il miglioramento della comunicazione allinterno del gruppo; sviluppare nuove competenze e nuovi codici comunicativi. Tutto questo attraverso lattivazione di un percorso e di proposte che si avvalgono di conoscenze, abilit e competenze e che utilizzano, come mezzi espressivi centrali, la comunicazione teatrale, la musica, le arti visive e le arti multimediali. Lorganizzazione degli incontri. Il laboratorio progettato in rete con la Scuola Media Statale N. Sauro e sovvenzionato dalla Provincia di Imperia, ha avuto inizio il 28 ottobre 2010, si sviluppato nel corso dellanno scolastico con cadenza settimanale presso le aule del Liceo Artistico Istituto Statale dArte di Imperia. Gli incontri di laboratorio sono stati articolati in due fasi: nella prima, sotto la guida di Emanuele Morandi, si privilegiato un percorso di educazione alla teatralit improntato allimprovvisazione di gruppo, alla realizzazione di giochi, movimenti e situazioni finalizzati alla scoperta del s e degli altri. Il clima accogliente e sereno ha consentito a tutti gli allievi, compresi i disabili, di esprimersi al meglio e di raccontarsi con strumenti comunicativi alternativi, quali il movimento e il suono. Nella seconda parte del pomeriggio gli allievi, sulla base delle loro preferenze e dei bisogni specifici, sono stati suddivisi in tre sottogruppi: gli attori, che hanno proseguito il percorso maggiormente orientato alla teatralit; i musicisti-pittori, che si sono principalmente occupati della realizzazione di strumenti musicali; i creatori di marionette, che

hanno svolto attivit maggiormente finalizzate alla realizzazione di oggetti in spugna (marionette e strumenti da indossare). Materiale di consultazione (messaggi, commenti, fotografie, files) stato reso disponibile, oltre che durante gli incontri, anche per via telematica attraverso la creazione di uno spazio virtuale in cui gli allievi hanno avuto la possibilit di condividere informazioni a distanza. E nato cos larchivio digitale del progetto. La multidisciplinarit laboratori.

Descrizione dei diversi

Nella comunicazione teatrale ogni diversit ha avuto la possibilit di integrarsi utilizzando un linguaggio comune, quello corporeo, relazionale in cui gioco, creativit, scambio hanno permesso di consolidare un dialogo di fiducia di gruppo e, quindi, renderlo unito. Lobiettivo principe del progetto stato quello di creare unarmonia di gruppo e una crescita in un percorso laboratoriale volto al confronto, allo scambio reciproco, al divertimento, nel rispetto delle regole e delle dinamiche della comunicazione. Creazione di marionette e oggetti in gomma piuma. Lattivit manuale ha permesso il coinvolgimento degli allievi disabili nellottica di uno sviluppo creativo del linguaggio iconico e del colore, sviluppando potenzialit e gusti personali. Sotto la guida di Carmelo Solano, il gruppo degli Artisti si cimentato nella costruzione di pupazzi in gomma piuma (volto e collo, vestiti di sola camicia). Molti sono stati i materiali necessari, tra cui la lana per la creazione dei capelli dei nostri protagonisti. La tipologia dei pupazzi stata indicata dal gruppo Attori, sulla base del canovaccio creato. Allinterno di un progetto di integrazione vengono spesso prese in considerazione attivit collegate allo sviluppo della manualit, del disegno e del colore. Questo perch generalmente le attivit pratiche potenziano la sfera motivazionale: la realizzazione progressiva di un oggetto permette, oltre che allo sviluppo di abilit, la constatazione del lavoro svolto e quindi dei progressi fatti. Le diverse possibilit fornite dalla gomma piuma di creare oggetti vari ha poi permesso di unire i gruppi Artisti e Musicisti in ununica attivit di creazione di strumenti musicali (contrabbasso, arpa, pianoforte, pianola).

Educazione alla teatralit. Scrive Morandi: per comprendere le qualit e limportanza di un progetto di educazione alla teatralit indispensabile cogliere che il teatro e leducazione possiedono alcune finalit comuni: sono entrambi ambiti aperti allaspetto della creativit e al recupero della piena espressivit individuale. Secondo una visione pedagogica, lattivit teatrale possiede obiettivi che facilitano la comunicazione e la relazione interpersonale quotidiana, quali: impartire sicurezza, migliorare la timidezza e il modo di esprimersi. La pedagogia teatrale diventa una ricerca consapevole dellindividuo per acquisire padronanza nelluso delle sue risorse. Quindi una pedagogia teatrale una pedagogia del vissuto individuale che tende a rendere valore al teatro, inteso come strumento fondamentale e costruttivo per lo sviluppo integrale della persona. Il teatro appartiene allesperienza vissuta, della ricerca del senso e dellespressione (Loredana Perissinotto, Tre dialoghi sullanimazione, Roma, Bulzoni, 1999).

A ttivit musicale. La musica, come le altre arti, un mezzo di conoscenza di se stessi e un mezzo di comunicazione. Il

pedagogista Edgar Willems (1890-1978) considera leducazione musicale una formazione dellindividuo nella sua totalit, partendo dal principio che il ritmo interessa soprattutto il corpo, ossia fa muovere, la melodia collegata allaffettivit e larmonia allintelligenza. La musica rappresenta uno stimolo importante per la creazione di dinamiche di gruppo collegate al ritmo, allimmedesimazione in ambienti altri, al gioco di coordinamento e alla danza. Il gioco in genere prerogativa dellet dellinfanzia, ma non dimentichiamoci che anche nellet adulta lattivit ludica assume importanza per esprimere la propria personalit in un contesto libero e privo di ansia: non si finisce mai di conoscere, di crescere, di capire . e di divertirsi. Lo stimolo e il gioco sonoro permettono quindi di recuperare il movimento, il corpo, la gioia di vivere e di essere parte della grande orchestra del mondo. In questo spazio, si inoltre data voce alla creativit personale artistica anche attraverso la realizzazione di strumenti musicali: tubi della pioggia, sonagli (con utilizzo di materiale di riciclo), oltre a quelli gi citati realizzati in gomma piuma. Si pu quindi parlare di una stimolazione multisensoriale: vedere, toccare, sentire, suonare, cantare, ballare. La conclusione del percorso. La rappresentazione finale stata concordata con lintero gruppo e realizzata come una lezione laboratoriale aperta agli ospiti esterni, in una sorta di condivisione attiva di unesperienza creativa. La scelta stata dettata, come gi previsto in fase di ideazione, dallintendimento di prestare attenzione al percorso e alladattamento dello stesso sulla base delle risposte degli allievi, senza predisporre inevitabilmente una rappresentazione finale di tipo tradizionale. Anche per questo si puntato alla creazione di una documentazione accurata che potesse essa stessa considerarsi un racconto e una potenziale rappresentazione in grado

di far emergere limportanza dei diversi linguaggi nellintegrazione scolastica e la forza del gruppo per crescere e sviluppare capacit sociali e intellettive. Il 4 maggio 2011, data dellultimo incontro, i Dirigenti Scolastici, i docenti, le famiglie e amici hanno condiviso unesperienza laboratoriale con il gruppo, mettendosi in gioco con i ragazzi e i docenti del progetto multidisciplinare. Ognuno ha avuto una dimostrazione pratica di quanto espresso in questa introduzione: suono, movimento, colore, teatro sono elementi universali che possono far comunicare ogni individuo e rendere unito un gruppo. Nelle pagine che seguono dopo unintroduzione sulle attivit del Teatro Impertinente, lallieva Isabella Biscaglia, frequentante la classe 5 della sezione filmica, ha riportato la descrizione, i commenti, le riflessioni, le emozioni dei vari incontri in una sorta di diario di bordo. La sua parte, puntualmente messa a disposizione di tutto il gruppo, stata poi integrata dai commenti e interventi dei partecipanti. Essendo maggiormente descritta lattivit di educazione teatrale, gruppo di appartenenza di Isabella, la parte di laboratorio stata arricchita da fotografie documentative del percorso svolto. Unultima considerazione. Come ogni progetto, il percorso stato oggetto di osservazione sia in itinere (diario di bordo, registro presenze, spazio internet, scambio di opinioni, riunioni, supervisioni di docenti esterni al progetto dellIstituto dArte Liceo Artistico e della scuola N. Sauro) sia finale con la compilazione di un questionario anonimo da parte dei ragazzi partecipanti e il colloquio con i genitori che hanno partecipato allultimo incontro. Il lavoro profuso direi che ha ampiamente dato i suoi frutti, tra cui la presente pubblicazione e il documentario video. Questo grazie allimpegno di tutti i componenti, spinti dalla forza propulsiva di un ragazzo pieno di energia, il nostro Emanuele Morandi.

IL TEATRO IMPERTINENTE
Chi siamo? Il Teatro Impertinente una compagnia di animazione teatrale attiva dal 2007 attraverso la collaborazione congiunta di varie figure professionali legate allambito della pedagogia, del teatro e della formazione. Attivo nellImperiese e nel Varesotto, il T.Im. si dedicato principalmente alleducazione teatrale con bambini e adulti, in ambito scolastico e non, realizzando interventi di educazione alla teatralit e corsi di formazione per insegnanti e operatori. LAssociazione di promozione sociale Il Parcheggio delle Nuvole lorganismo istituzionale cui fa capo la compagnia del Teatro Impertinente, con lintento di essere tramite creativo didee, collaborando con istituzioni, associazioni e liberi pensatori. Lo scopo principale di creare rete nei diversi campi dellarte e del sociale, per trovare un dialogo volto alla creazione di momenti dinteresse culturale e ludico. Che cosa propone il Teatro Impertinente? Tutti hanno il diritto di esprimersi e di comunicare i propri sentimenti e la metodologia teatrale offre concrete possibilit a chiunque vi si accosti, con la garanzia di non essere giudicato, ma semplicemente incoraggiato ad agire e a liberarsi dei propri grovigli interiori. Lobiettivo incorniciare storie ed esperienze attraverso metodi, che per quanto differenti, sono comunque adatti ad un processo di narrazione. Lo strumento teatrale, infatti, crea un livello di coinvolgimento che supera la sfera razionale e attiva anche il piano emotivo dei partecipanti. Le potenzialit maggiori si manifestano quando necessario suggerire cambiamenti di mentalit e di atteggiamento alla persona, laddove la semplice prescrizione comportamentale tende a rivelarsi

scarsamente efficace. Il cambiamento non autonomo. sempre accettato, sia che si tratti di modalit Sviluppare luso dei sensi al fine di accrescere organizzative, di pensiero o comportamentali; la capacit di ascolto e di azione. il teatro quindi, proponendosi come gioco, crea Sviluppare attraverso lo strumento uno spazio intermedio dove molte cose diventano dellimprovvisazione la propria capacit di possibili. comunicare ed esprimersi. Ecco perch il teatro un mezzo per dialogare e confrontarsi con i paradossi della societ. Pu quindi portare voci ed evidenziare silenzi con Aumentare la conoscenza di s allinterno delle unazione che favorisce la riflessione sulle tante dinamiche di gruppo. differenze della realt: differenze culturali, di modi di vivere, generazionali e di abilit. Un TeaTro ImpertInente Impertinente una parola che deriva dal latino I laboratori per i ragazzi (impertinentem). Essa viene utilizzata per definire Il teatro inteso come luogo dincontro, diviene per tutto quello che, rispetto ad una linea generale di chi lo pratica una casa in cui sentirsi protetti, un comportamento, non opportuno. ambiente familiare in cui sempre bello ritornare Chi si aspetta dal nostro lavoro un semplice e dal quale si possa partire sereni e rinnovati. Da corso di teatro, comprender presto che qui nasce lidea di creare un percorso teatrale che quello che proponiamo non fa a tal proposito. consenta ai ragazzi di trovare nella dimensione Utilizzando la parola Impertinente, vogliamo piacevole del gioco drammatico, stimoli e sottolineare il fatto che questa idea non rispetta motivazioni per comprendere e apprendere, i tradizionali canoni teatrali di rapporto mettendo s stessi in ci che si fa; si ha la possibilit regista-attore, attore-spettatore. Inoltre la di conoscersi e farsi riconoscere allinterno di un parola impertinente solitamente utilizzata per sistema di regole che garantiscono il rispetto e la definire gli stessi ragazzi che non conoscono le valorizzazione delle proprie personalit. Durante il regole base del comportamento da adottare in percorso si utilizza spesso il concetto di teatro fuori determinati contesti sociali ed istituzionali. dal teatro, ovvero riportare i vissuti personali e i Il nostro scopo quindi quello di prenderci momenti pi veri delle proprie sintomatologie fuori cura in particolare di queste persone che, a dalla rappresentazione canonica. Questo consente causa delle loro mancanze, della loro difficolt di mettere in relazione sistemi di vita generalmente di comunicazione, spesso vengono isolati e separati, come limmaginario e il reale, il corpo trascurati. Lo facciamo partendo dal loro e la mente, lindividuo e il gruppo, la norma e la linguaggio (impertinente) cercando di aiutarle trasgressione, linconscio e la razionalit. a far emergere la propria interiorit con lintenzione di liberarle dalla sciocca certezza A chi ci rivolgiamo di non poter cambiare. rivolto a tutti coloro che intendono: Il Teatro impertinente quindi la nostra proposta per un nuovo modello di teatro di animazione. Un Lavorare sulla propria capacit intellettuale progetto che racchiude in s le diverse esperienze e ed emotiva per ottenere un pensiero acquisizioni teoriche dei nostri percorsi.

Tutti in scena gi dal palco Con Tutti in scena gi dal palco si tenta di affiancare, rielaborandole, le due concezioni pi classiche del teatro di animazione, con lambizione di approdare ad una nuova realt fresca dintenti, punto dincontro tra il teatro di animazione pi tradizionale ed il teatro integrato. Partendo dal presupposto che questi due modi di fare teatro non sono affatto divergenti, si pu ragionevolmente ipotizzare di svolgere unattivit di educazione alla teatralit che, pur incentrandosi sugli aspetti pi propriamente sociali, umani e creativi del progetto, punti nel contempo alla realizzazione di un evento finale in grado di valorizzarne i risultati. La parola chiave di questo lavoro diviene cos tutti, perch ognuno in realt pu essere messo nelle condizioni di beneficiare delle potenzialit socio-pedagogiche del teatro. In questo caso la scena gi dal palco, l dove si colloca la quotidianit, perch tutti possono andare in scena spogliandosi delle proprie paure, utilizzando le esperienze della loro vita di tutti giorni, diventando cos protagonisti a pieno titolo del proprio futuro. Tutti insieme, tutti in scena, come protagonisti, ma al contempo tutti gi dal palco, tutti sullo stesso piano, senza retorica, senza paura, senza nullaltro che s stessi. Tutti in scena gi dal palco rappresenta quindi la sintesi pi efficace degli obiettivi che il Teatro Impertinente si prefigge di raggiungere con il suo operato. Il Teatro di animazione impertinente si prefigge quindi lo scopo di associare le pratiche pedagogiche e organizzative del laboratorio integrato al sistema di laboratorio per ragazzi pi tradizionale. Il risultato una preparazione a priori sul gruppo classe ed uno svolgimento dei giochi e degli esercizi secondo un programma fluido e flessibile.

DIARIO DI BORDO

UNESPERIENZA IMPERTINENTE
A cura di Isabella Biscaglia
Prefazione
Quel che di seguito sta per essere riportato si avvicina il pi possibile ai fatti realmente accaduti. Se qualcosa stato dimenticato, modificato, o addirittura aggiunto, dovuto alla gravosit del compito affidatomi da Emanuele Morandi: appuntare su questo Diario di Bordo le attivit svolte da quel gruppo di ragazzi e professori che, nellanno scolastico 20102011, hanno tentato di metter su qualcosa da potersi chiamare Teatro. Specifico inoltre che luso della prima persona e, pi precisamente, del mio punto di visuale una scelta puramente stilistica, in quanto ne farei volentieri a meno se non ritenessi insita nella natura umana (specialmente dei lettori) la propensione a farsi i fatti altrui, e qual miglior modo (purtroppo) che non parlare in prima persona? Comunque, ogni riferimento a fatti, cose, o persone esistenti puramente voluto.

Mercoled 27 ottobre
Quel che penso sia necessario sapere, per cominciare ad ambientarsi nella vicenda, che il tutto si svolge al Liceo Artistico di Imperia, pi precisamente nella grande Aula 2 del piano terra, subito accanto alluscita di emergenza e ai minuscoli bagni, un tempo ospitanti bambini dellasilo e oggi normalmente utilizzati da bestioni di diciotto anni. In ogni caso, quel giorno sono in mezzo a un gruppetto di ragazzi che gi durante il precedente anno scolastico aveva seguito un corso di teatro integrativo (costruendo con il Maestro Franco Carli lo spettacolo Le Figure della Memoria assieme a ragazzi diversamente abili), e assai felici e spensierati parliamo tra noi, resi elettrici dallattesa del nuovo insegnante, nonch intimoriti dalla gente nuova del corso, a dirla tutta. Per carit: la nostra scuola non ha mai raggiunto in molti anni il numero di quattrocento studenti, e quindi dopo nemmeno due anni ci si conosce tutti almeno di vista, si mangiato insieme almeno una volta aspettando i rientri pomeridiani o il treno in ritardo ma, s sa: la vicinanza provoca belligeranza; e questo pu, in alcuni casi, capitare anche per il teatro. Di questi ragazzi pi anziani quello che avreste potuto trovare facilmente mezzo stravaccato sui grandi banchi dellAula 2 Gian Piero Battista, ossia JP: al quarto anno della sezione filmica (nonostante sia un 94), il mezzo brasiliano ha interpretato ne Le figure della memoria lo scettico e polemico, Melchisedecco e Kent, oltre che un cavaliere capitato al Castello dei Destini Incrociati. Spesso, vicino a questallegra persona dai biondi capelli e gli occhi azzurri ne trovate unaltra a tratti silenziosa, un po il suo contrario, tenebroso quanto JP solare: Davide Moscato, ossia Davide. Ha interpretato ne Le figure della memoria il leader ben saldo nella cultura classica, il Saladino, Re Lear e un padre che legge delle lettere di soldati della seconda guerra mondiale. Ha gi pubblicato un libro di narrativa, dal titolo Non abbandonarmi riguardante i maltrattamenti sui cani. Suona molto bene svariati strumenti. al terzo anno della sezione pittorica. Vaganti tra gli iceberg bianchi dellAula 2 quel giorno ci sono anche due ragazze della classe quinta di decorazione, solari e originali come i colori delle loro tavolozze. La ragazza dalla

carnagione mediterranea e gli occhi azzurri Chiara Bolla, ossia Kya. Scout da molto tempo (e, come ogni buon scout, un vulcano di energia e idee), quando suona la chitarra classica si forma intorno a lei un capannello di gente con una faccia un po ebete, modo brutale per dire in ascolto. Ne Le figure della memoria era la moralista, Regana e la voce di un soldato del fronte. Laltra ragazza accanto a lei, pi minuta e silenziosa, Masa Washio, ossia Masa. Giapponese da parte di padre (e il sangue italiano si manifesta in composte lentiggini, nonostante i capelli neri), in classe con Kya. Masa sa passar inosservata come un ninja, ma chi la conosce ben sa quanto sia portatrice di buon umore e quanto sia forte il suo carattere, anche se lei lo nega. Quindi non ditele che lho scritto. Ne Le Figure della Memoria ha interpretato la ragazza con pi spirito critico, la figlia Cordelia, Lil Marlene (unaccompagnatrice romana che racconta storie dai fronti della seconda guerra mondiale) e larcano della Temperanza. Anche queste due ragazze formano, nella nostra piccola compagnia, una coppia di opposti complementari. Assai pi dirompente e chiassosa, quel giorno come molti altri messa in piedi vicino al banco dove mi sono abbarbicata, troviamo una ragazza sempre con il sorriso sulle labbra. Questanno frequenata 1A, e gi lanno prima mi ha eletta sua zia: Valeria Burgio, ossia Wale. Ne Le Figure della Memoria ha interpretato la carismatica, con tuttavia ancora intatto il senso del gioco, Gonerilla1 e la narratrice della storia del Saladino. La mia nipotina ha una memoria paragonabile a quella del suo animale preferito: lelefante. Quindi vengo io, quel giorno in bilico su un banco a parlottare con Wale: Isabella Biscaglia, ossia Buccia. Mi sentirete gi troppo narrare di queste avventure, per cui mi limito a darvi una brevissima descrizione fisica: molto minuta ma mediterranea, somigliante a un ragazzino afgano di tredici 1- Io, comunque sono Regana, non Gonerilla. By Wale XD Vi sbagliate sempre!!!!

anni. Non distante da me c Desy Vicari, ossia Desy. A vedersi, dal modo di vestire colorato e ricercato forse pu sembrare una persona eccentrica, ma si rivela, invece, una delle poche sane di mente tra noi (o quasi?), in modo non dissimile da Manuele Oliveri, ossia Holly, piccolo talento teatrale da sbocciare. Dopo un anno sono riuscita a fargli provare il corso che, come ci ha anticipato la professoressa Claudia Giordano, sar tenuto da un ragazzo giovane, proveniente dal DAMS, con unimpostazione teatrale diversa da quella principalmente classica di Franco Carli, e quindi dalle nostre precedenti esperienze. Ma, prima di lui, descrivo la donna grazie alla quale tutto il gruppo di questi ragazzi esiste: la prof. Claudia Giordano, appunto. Riconoscibile per combinazione fissa di poncho, occhiali e passo svelto, la risposta ai problemi energetici mondiali. Se solo si riuscisse a scoprire lenergia che la alimenta Ci ha sempre ascoltati, seguiti, aiutati, sostenuti, incoraggiati e ispirati, dato che dietro laspetto da eccentrica professoressa di sostegno si nasconde lanimo spontaneo di una bambina: qualit assai rara, che gi noi ragazzi abbiamo in gran parte perso. Ma per questo esiste la prof. Giordano. Vi tuttavia un solo modo per farsi ignorare da lei: chiamarla mamma, come erroneamente ho suggerito lanno scorso. Fatto sta che mentre noi siamo sparsi in stanza in unelettrica attesa, la Prof. si dirige spedita verso la cattedra, sorriso, occhiali e poncho annessi. Buongiorno ragazzi. E gi a spiegarci del Teatro Impertinente, da dove viene appunto Emanuele Morandi, il nuovo insegnate che ci seguir nel progetto di integrazione organizzato con un occhio di riguardo ai ragazzi diversamente abili, che si uniranno al gruppo nella lezione successiva. Ci accenna anche al fatto che,

questanno, sarano presenti anche alcuni allievi della scuola media, e subito JP storce il naso, esternando il pensiero di molti di noi: i babanetti no. Forse, ragionando un secondo, alla normalit pu sembrare strano che una simile reazione labbiamo avuta per dei ragazzini e non per ragazzi autistici, down o sulla carrozzina per via di gravi problemi fisici: lanno prima abbiamo appreso molto da loro. Ve ne far cenno durante le pagine dedicate al racconto delle lezioni seguenti, appena avr loccasione di descrivervi unazione che renda bene lidea. Comunque, allo storcere del pallido naso di JP, la Giordano, accorgendosene, risponde semplicemente unendo poi le mani nel classico suo gesto che indica cominciamo a lavorare. Oh, eccolo qua! E, alla sua esclamazione, ci giriamo tutti verso lentrata dellaula, dalla quale arriva un ragazzo abbastanza alto, giovane, e robusto. Ricordo ancora la maglia blu acceso e il modo di muoversi che appare da subito diverso da quello di noi tutti, quasi assimilabile a quello di Franco Carli. Con passo silenzioso come fosse dietro un vetro, in un attimo si porta al fianco della prof. Allora, io sono Emanuele Morandi.2 Anche il modo di parlare diverso: meno scandito e lento rispetto a quello di Carli, ma comunque molto chiaro e sicuro. Il viso rotondo incorniciato da una barba bruna sagomata in modo non troppo radicale, comunque pi precisa dei capelli, che mal nascondono, al centro della testa, un modellino di Piazza Calvi. Al giro di nomi siamo ancora molto timidi. Emanuele scrive, poi, sulla lavagna la parola teatro, mentre la Giordano si arma di gessetto: il primo esercizio dellanno un brainstorming. 2- Quando ho visto Emanuele per la prima volta, quel giorno, sinceramente mi sembrato troppo giovane per poter insegnare teatro mi sono dovuto ricredere dopo pochi minuti. Davide.

JP prende liniziativa: Teatro comunicazione. Rotto il ghiaccio, interveniamo a turno. Il primo Holly: Emozione. E via discorrendo: rappresentazione, recitazione, gioco, divertimento, fino a parole pi tecniche quali maschere, o luci (detta da me, che usare il mixer luci mi fa sentire come un dio del teatro). Sorridente, ma impassibile, poi piacevolmente sorpreso, Morandi stimola la creativit; la Giordano riporta le parole-concetti in una grossa mappa concettuale sulla lavagna. Durante lesercizio riusciamo a far indispettire il nuovo insegnante quando, rivolgendoci a lui, gli diamo del lei. Allora! si sporge un poco verso noi, come a farsi sentir meglio. non stai parlando con lei ma stai parlando con me. E mi chiamo Emanuele.3 Pi rilassati e divertiti, al centro della lavagna viene scritto la parola arte. Arte comunicazione. Pur concordando con laffermazione di JP, siamo tutti scoppiati a ridere: nasce per lui un nuovo soprannome: vi presento il biondo Mister Comunicazione, dal Brasile con furore.4 Arte anche emozione. daccordo, ma ridiamo anche per Holly, che subito si giustifica: alla fine sono pi o meno le stesse cose! Un po vero, rileviamo che larte comprende il teatro e anche le nostre tre sezioni: cinema e tv, decorazione, grafica pubblicitaria; a queste si pu aggiungere la musica, le arti marziali, ecc.

Passiamo ora ad attivit che coinvolgono maggiormente il 3- Pensavo scherzasse, invece era serio! Davide 4- Non con furore, ma con il furgone!!!. Holly

movimento. Spostiamo, quindi, tutti i grandi banchi ai lati della stanza, creando uno stretto spazio dove camminare (tanto noi liguri ci arrangiamo sempre) e seguire le indicazioni di Emanuele. Ora dovete ripete una parola: la prima che vi viene in mente. Nel mio caso non dico una parola, ma il suono Uau, che sta per uau e non per wow,e, seguendo la consegna, continuo a ripeterlo. La prof. Giordano (che fa tutti gli esercizi con noi), vaga invece per la stanza ripetendo bello. Morandi ci chiede di utilizzare diversi toni vocali e in svariati modi , cercando di sgombrare la mente, e agire senza inibizioni. Un po straniti, ci sediamo poi a terra in cerchio a gambe incrociate, discutendo dellesercizio come prima avevamo fatto per il brainstorming, introducendo, infine, lesercizio successivo. Emanuele si alza, si dirige verso il centro e mima di appoggiare

qualcosa. Sono le scarpe invisibili: chiunque le avesse indossate sarebbe potuto diventare qualsiasi cosa. Stranamente non JP il primo a provare. Le scarpe magiche hanno trasformato la prof. Giordano in un germoglio; Buccia in una rana, Masa in un sasso, JP in un gatto, Davide in un generale autoritario (per riportare alcuni esempi). Insieme ci confrontiamo per trarre alcune riflessioni. Emanuele ci aiuta spiegandoci il significato e le varie implicazioni degli esercizi che ci verranno proposti durante lanno anche raccontandoci aneddoti di sue esperienze passate vissute in prima persona o osservate. Soddisfatti e un poco confusi, ci lasciamo con la raccomandazione di dare il prima possibile la conferma delleterna fedelt al gruppo (si tratta, infatti, del primo incontro introduttivo a presentazione dellattivit organizzata per il presente anno scolastico). Infine ci consiglia di cercare e vedere su YouTube il teatro di Eugenio Barba, che dovrebbe far comprendere lo stile del percorso e della performance finale, diversa dal classico spettacolo teatrale, di cui abbiamo avuto esperienza. Lidea maturata da Morandi e dalla Giordano quella di organizzare un Open Day: quattro stanze nelle quali il pubblico, coinvolto nel gioco teatrale, si sposta tra diverse situazioni teatrali incentrate sul tema dellarte. La domanda comune che frulla nella testa alla fine di quel pomeriggio : Teatro itinerante? Stanze sullarte? Ma uno scherzo?!

Bench sia inevitabile lo stupore di fronte ad un nuovo percorso sconosciuto, i ragazzi mi sono sembrati motivati ed interessati: un buon inizio!!! Claudia Giordano

Mercoled 3 novembre
Dopo la prima lezione introduttiva, oggi riallacciamo i legami con altri ragazzi della scuola partecipanti al corso e conosciamo un nuovo insegnante: lartista delle marionette. Il signor Carmelo Solano ci presenta una sintesi della storia del teatro delle marionette, ci parla dei metodi moderni per la loro realizzazione e la messa in scena e ci mostra, commentandoli, pupazzi, marionette, oggetti da lui creati. In questa occasione c anche Franco Carli, con suo figlio Matteo. Poi la prof. Giordano porta un televisore in aula 2 e ci propone alcuni filmati di spettacoli con pupazzi e marionette: lintento quello di mostrare le varie possibilit di messa in scena. Durante la parte finale del video, vediamo anche uno stralcio della registrazione di uno spettacolo di Solano. Per rendere pi chiara lattivit laboratoriale che sar proposta durante lanno, il nostro esperto ci d una dimostrazione pratica delluso della spugna e della metodologia che verr utilizzata durante il laboratorio: gli spicchi. Cominciamo a costruire una testa, grossa come un palmo di mano. Per mancanza di tempo e parte del materiale necessario, rimarr un prototipo dimostrativo.

Mercoled 10 novembre
Se durante la prima lezione eravamo, noi attori, spaventati dalle nuove relazioni, questa giornata labbiamo iniziata con un rischio di infarto. Conosciamo, infatti, i ragazzi delle medie, che ci appaiono simpatici, ma ci avevano detto che sarebbero stati quattro con una professoressa, invece sono una decina, contando due professoresse e Roberta, una tirocinante del DAMS che da oggi partecipa agli incontri. Noi del vecchio gruppo di teatro, o comunque dellartistico, siamo in generale abituati svolgere attivit con ragazzi disabili, spesso molte di queste persone hanno attitudini spiccate per vari indirizzi dellarte, sicch siamo sempre a contatto con quella parte di mondo che nelle altre scuole viene ignorata o peggio isolata. Quel pomeriggio abbiamo conosciuto Alberto, alto, magro, sorridente e mai fermo; ma se Andrea, allievo del nostro istituto, modella da creta o pongo animaletti realistici in pochi secondi, Alberto invece interessato a ogni tipo di musica (soprattutto la classica), e sembra particolarmente attratto dallo strumento dal quale spesso la musica esce: lo stereo. Sa cambiare volume ma gli altri tasti non gli vanno a genio. Tranquilli, sussurra la Giordano ad alcuni di noi ci divideremo in tre gruppi di lavoro: pi siamo e meglio .

La prima parte di lavoro stata di riscaldamento generale e tutti nella stessa aula, ossia la due. Ci siamo tutti guardati intorno, osservando i grandi e chiari banchi, assai rigati. Spostiamoli ai lati della stanza. Con un gran fracasso, la prima collaborazione stata prettamente manuale: i banchi sono quasi un metro per settanta centimetri, sono fatti in legno pesante e metallo sono circa una ventina. Che fatica dico infatti girandomi verso Lodo. Normalmente non mi lamento, ma esternare la fatica che sto facendo a spostare un banco insieme ad unaltra ragazzina delle medie serve a far ridere Lodovico, il nostro amico sulla sedia a rotelle, con gravi disabilit motorie e comunicative, un ragazzo che, dietro al corpo leggero e debole, nasconde una mente sveglia, in grado di capire qualsiasi cosa. Avr molte occasioni per descrivervi Lodo in azione. Alla mia affermazione, mi guarda, infatti, ridendo, cosciente del fatto di non poterci aiutare ma felice perch per noi, ragazzi dellartistico, normale non farglielo pesare. Lui, con il suo ottimismo infinito (e non per mancanza dautocoscienza, anzi), ha sdrammatizzato e alleggerito molte situazioni del laboratorio del precedente. Una volta sistemata la stanza, Emanuele accende lo stereo e subito Alberto si attiva, cercando e scovando il piccolo aggeggio rosso. Intanto, su indicazione di Emanuele e ignari delle macchinazioni che Alberto sta per mettere in atto, cominciamo a camminare, seguendo la musica e le indicazioni dellinsegnante, che dopo poco deve fermare al volo Alberto mentre tenta di cambiare brano, forse alla ricerca di capire come funziona la bestia di nome stereo. Gli esercizi di gruppo sono centrati sullo spostamento allinterno della stanza, seguendo a modo nostro le indicazioni. Ben rilassati e carichi ci dividiamo nei tre gruppi: Artisti, in gran parte composti dai ragazzi

delle medie e supervisionati dalla nostra Iliana, la nuova iscritta del nostro istituto, e dalla prof. Giordano (prof. di sostegno dellarte), incaricati di costruire, assieme a Solano, le marionette che serviranno poi per lOpen Day; Musicisti, tra i quali Alberto e la nostra piccola Nicole (al primo anno di scuola superiore) che, se lamico la musica vuole farla, a lei piacerebbe tanto averla in sottofondo per cantare. Questi ultimi sono accompagnati dalle insegnanti delle medie, Claudia Montissori e Luisella Merano. Gli attori siamo noi restanti dellartistico, capitanati ovviamente da Emanuele. Facendo parte di questultimo gruppo, descriver quindi principalmente le attivit svolte durante il laboratorio teatrale o meglio di educazione alla teatralit. Quel giorno siamo presenti solo Io, Desy, Wale e Holly, ed probabilmente anche per questo motivo che Emanuele decide di lavorare in un certo modo Voi sapete che cos un mandala? Cerchio magico e sacro! Mi accorgo subito che, nonostante il mio interesse per le arti marziali, la risposta data incompleta e confusa. Ne segue una breve lezione, in cui osserviamo i mandala fatti da altri ragazzi e alcuni di base desempio dai quali partire. Ci viene spiegato che si tratta si una sorta di rituale, o meglio, dellesternazione di un percorso interiore. Compito nostro quello di disegnare il nostro mandala, guidati anche dalla musica rilassante. Per JP stimolante. Da buoni artisti scegliamo tutti di iniziare da un foglio bianco, sventrando per lastuccio di Emanuele e constatando, anche, che il materiale allinterno s tanto ma di qualit inferiore rispetto ai nostri standard. Che si pu pretendere. c chi disegna e chi recita. E c chi scrive gratis un diario di bordo, a scapito degli altri romanzi, perch adeguatamente manipolata da uno strizzacervelli recitante. :-) Il risultato di quella intensa e rilassata mezzora

riportato qui di sotto. I colori sono in

ognuno di analizzarlo. Quello di Desy capita a JP, mentre quello di JP a Desy. Ecco il mandala di JP:

bianco dentro al cerchio in realt giallo). E quello della mia nipotina capita a me. Ognuno di noi avrebbe dovuto descrivere il mandala assegnatogli in teoria senza conoscerne lautore. stato quindi doppiamente comico quando Emanuele ci ha chiesto di riprenderci ognuno il proprio per spiegarlo agli altri e ci siamo siamo scambiati i fogli con fare sicuro Ci consegna, poi, dei bigliettini con una frase. Prima di uscire in giardino per una pausa, ci assegna il compito di pensare a come improvvisare su essa, sempre senza far vedere la frase ad altri (e questa volta, come tutte le altre, siamo leali). La prima a improvvisare, su scelta dellinsegnante, sono io, e nonostante lesperienza con Franco Carli, quel cavolo di Cogliere i frutti non sembra dirmi nulla. Emanuele inserisce un sottofondo musicale. Cominciando a vagare tra i gessi dellaula quattro lispirazione finalmente arriva proprio dalla musica, (per me come poi per gli altri) e quel cogliere i frutti si materializza nellosservazione del gesso di testa di cavallo e nel mimare di annotare qualcosa sul biglietto stesso. Cogliere i frutti diventa studio e questa astrazione effettivamente mi possibile anche grazie

realt pi saturi e scuri, ma anche gli scanner odierni hanno dei difetti. Il primo quello di Desy. Alla fine della prima fase, la produzione del nostro mandala, Emanuele prende tutti i disegni e li ridistribuisce dicendo ad

Il mio, capita a mia nipote Wale (il

agli allenamenti con Carli. Desy ancora pi astratta: il suo Volare via la fa diventare vento, indifferente e leggera. Nemmeno lingresso della Preside nellaula e di un geometra la distrae; anzi lei a mettere loro in difficolt con il suo modo di fare imperturbabile. Lultima parte di me di JP si trasforma in un nascondersi, che a noi sembra essere come quello di un ladro. Se si pensa per al modo di dire Vergognarsi come un ladro, anche JP ha colpito nel segno. Pi pragmatica Wale. Ci fissa, sgranando gli occhi, poi arretra e schizza veloce fuori dallaula. Scappare, c scritto sul suo bigliettino. E proprio quellindicazione, scappare, che Emanuele utilizza per mostrarci un esempio. Durante la fase iniziale dellinteriorizzazione (fase di preparazione allimprovvisazione), lo guardiamo ridacchiando perch sembra, eccessivamente concentrato: si porta le mani agli occhiali, coprendosi il volto e poi sembra accartocciare tutto il corpo mantenendosi a gambe incrociate, seduto come noi. Inizia, poi, a dondolare leggermente; noi ci zittiamo, quasi con paura. Sembra muoversi a ritmo di musica, poi qualcosa cambia, si sente il suo respiro farsi pi veloce e pesante fino a diventare un urlo al cielo. Ecco, cos interiorizzare. S, ma almeno avverti, pensiamo, entusiasti, osservandolo lamentarsi per essersi raschiato la gola urlando. Per salutarci, Emanuele ci ricorda di vedere il video di Eugenio Barba e aggiunge lOdin Teatret. Effettivamente nessuno si era ricordato di farlo, tranne ovviamente Wale, che ha una memoria prodigiosa, ma sprovvista di computer.

Mercoled 1 dicembre
Finita la ben organizzata occupazione e tornate le aule alla normalit, la giornata di mercoled ci vede riuniti in aula 2, ma con alcune persone in pi. Al gruppo degli attori si aggiungono, infatti, due ragazze, Giorgia di 2H e Emalia, compagna di classe di Desy. Questultima, in verit, aveva gi partecipato al secondo incontro, quello sui burattini, ma non essendo argomento a lei gradito aveva poi battuto in ritirata. Solo dopo tutte queste settimane Desy riuscita a farla tentare di nuovo. Discorso simile per Giorgia, che bersagliata da Davide5 e JP ha infine deciso di provare (e restare) 5- A Giorgia ho rotto le palle un mese perch venisse! Davide

Oggi c anche Emanuele che, accompagnato da Wale, svolge la prima parte di attivit con noi, in attesa dellinizio della lezione di inglese. Per il gruppo sono stati tre bei regali di natale. La lezione svolta con i tre gruppi riuniti differente dal solito. In piedi in cerchio svolgiamo lesercizio delloggetto immaginario: Morandi (costretta a chiamarlo per cognome vista la presenza del compagno di Wale) mima di tenere un oggetto in mano, cercando di farci capire di cosa si tratti e lo passa al suo vicino, che, a sua volta lo prende e lo trasforma in un nuovo oggetto. Dopo un primo giro, linsegnante ovviamente ci complica la vita. Ora, questoggetto leggero e viola. Viola sarebbe bastato di per s ma pure leggero? Nonostante le iniziali perplessit, vedere la prof. Giordano prendere loggetto immaginario, farlo diventare un foglio e colorarlo ci rid speranza. Quando loggetto arriva a Lodovico invece la fiducia nel nostro intelletto ad abbandonarci. In quel momento, il prof. Garibbo (insegnante di sostegno di Lodo, entrato da poco in aula) capisce al volo lesercizio e avvicinandosi gli chiede: Che cos, Lodo? Lodovico, sorridente, avvicina un poco i polsi tra loro e articola la parola palla. Leggera e viola. Il compagno a fianco prende quindi la palla e la trasforma in un altro oggetto. Lesercizio successivo , in un certo senso, pi caotico. Disposti sempre in cerchio non si tratta di camminare, questa volta, ma di usare la voce. Morandi al centro come un direttore dorchestra

ci divide come se fossimo due sue ali e ci ha assegna una parola. Voi, direte la parola italiana con pi vocali: A-i-u-o-le. No. interviene la voce sicura e forte di Davide. La parola con pi vocali cuoiaio. Agitando lindice destro a ritmo, come suo solito quando si tratta di spiegare o precisare qualcosa, Davide sembra prendere alla lettera le parole di Morandi, che sicuramente intende invece la parola con pi vocali per diversit. Va bene, risponde linsegnante dopo un poco la tua ala dice cu-o-i-a-io. Ma come? tra commenti e risate inizia il concerto. Seguendo il movimento delle sue mani, non subito con la parola ma cominciando con le sole vocali slegate, cerchiamo di emettere suono non dalla gola, ma dal diaframma, la cosiddetta voce di pancia, cos che la voce possa uscire forte e chiara anche a chi, come me, ha una voce debole. Per lennesima volta, lattitudine artistica della nostra scuola stupisce positivamente Morandi, soprattutto quando ci fa articolare le parole anche con pulsazioni, anche in contemporanea tra i due gruppi, un p sullo stile degli artisti del Living Theater. I ragazzi disabili si sono divertiti moltissimo. Lattivit prosegue poi in sottogruppi: gli Artisti continuano il lavoro di costruzione delle marionette richieste dal nostro gruppo; i Musicisti decidono di iniziare a costruire degli strumenti musicali, utilizzando del materiale di recupero; gli Attori eccezion fatta per Wale, che deve tornare in classe con Emanuele, si spostano

in aula 4 (quella dei famosi cavalletti). Il gruppo di cui faccio parte quel giorno al completo, con addirittura due elementi nuovi. Emanuele (Morandi) mi incarica di riassumere le attivit svolte alle due nuove arrivate e al tornato Holly, ripercorrendo soprattutto gli esercizi di movimento e respirazione, che serviranno per lesercizio successivo. Si tratta, infatti, di una camminata un poco diversa dalle altre, pi introspettiva, per certi versi. Sempre accompagnati dalla musica, iniziando da seduti e sparsi per laula, il nostro conduttore ci chiede di ripercorrere i gesti della giornata fin dal primo risveglio, e quindi di cominciare a muoverci. La consegna successiva quella di comportarci come se fossimo allalba di una qualche rivoluzione. Appena arriviamo al culmine della musica e quindi dei nostri movimenti Emanuele ferma inaspettatamente la situazione. Tutti, anche le nuove arrivate, ci pietrifichiamo, in ascolto, la mente vuota. Ora vi sentite come a rivoluzione avvenuta, e lavete vinta. Il brano che accompagna i nostri movimenti per la stanza pi calmo. Seduti in cerchio discutiamo un p sulle nostre sensazioni e ascoltiamo la spiegazione dellesperimento successivo: la candela. Emanuele ci fatto una brevissima dimostrazione: partendo da una

posizione eretta si scioglie pian piano, prima abbassa lentamente la testa, poi le spalle e progressivamente si rannicchia sempre di pi fino a trovarsi sul pavimento e da l distendersi come una chiazza di cera. Non ci mostra per la risalita. Dicendo che lesercizio sarebbe da eseguirsi assi pi lentamente di quanto abbia appena fatto lui, salta su con un balzo scenico, ben poco stile candela. Disposti ai lati della stanza e in cerchio, trascorriamo non so quanti minuti a scioglierci e ricomporci: la musica lenta d un po il ritmo a ogni singola articolazione che lentamente si piega e ai muscoli che a tratti tremano nello sforzo di sostenere le posizioni pi sciolte. Ricomposti, Emanuele ci spiega che, svolto ancora pi lentamente, lesercizio serve proprio a prendere maggiore coscienza dei movimenti corporei, anche dei pi minimi. Anzi, fatto seriamente, lesercizio dura anche unora. Arriva poi il turno di un giro di improvvisazioni da svolgersi singolarmente. Pensate che la spiegazione finisca qui? No! Perch ovviamente, il perfido, consegna un biglietto ad ognuno, e sfido a dimostrarmi che non abbia almeno in parte calcolato lassegnazione: su questi vi scritta la parola che noi dobbiamo recitare. Chiaramente non siamo a conoscenza

dellarcano che lega quei bigliettini tra loro. Ognuno porta, infatti, un elemento. JP, neanche pi a dirlo, si propone per aprire il giro di improvvisazioni, anche se sembra pi perplesso e meno (scusate) sciolto del solito. A lui, quindi linizio. Lo vediamo far finta di stare per morire di sete, trascinandosi in un deserto di sabbia verso noi della platea. Sul suo biglietto c scritto acqua 6. Davide lunico a utilizzare la voce in unimprovvisazione un po surreale: rimprovera con dei categorici no delle figure immaginarie e dice loro di tacere. Il suo biglietto legno. Emanuele gli ribadir poi che, essendo il filo-giapponese (Davide) molto energico, il passo successivo per la sua crescita a livello teatrale sar proprio quello di cercare di saper controllare la sua esuberanza. Kya invece si siede a terra e inizia a fare gesti come se stesse disegnando e giocando in modo malinconico con la sabbia. Il suo biglietto terra. Limprovvisazione di Holly potrebbe s sembrare stupida ma denota invece un controllo molto ben sviluppato: imbambolato, immobile, con unespressione volutamente un po ebete e lo sguardo che sembra fissare il nulla davanti a s. Come nulla fosse, si siede, poi, di nuovo tra di noi, che emaniamo perplessit da tutti i pori. Sul suo biglietto c scritto sasso. Desy molto veloce: come in preda a una scarica elettrica si aggira nellarea dellaula adibita a palco e poi torna tra noi. Il suo biglietto elettricit. Ora tocca a me. Entro in scena sgranchendomi le spalle; mi metto poi in guardia come una sorta di pugile e colpisco un obiettivo immaginario. Il mio biglietto fuoco. Emalia si addormenta su uno sgabello con la testa poggiata 6- Acqua? pensavo Ema, se hai sete ti vado a prendere qualcosa dalla macchinetta. Ma come faccio a improvvisare lacqua???!!! La odiavo, non sapevo cosa fare. Ho chiuso gli occhi e ho improvvisato la prima cosa che mi venuta in mente: mi manca lacqua. JP

sul suo braccio, in bilico su di un cavalletto. Guarda poi una delle grandi vetrate dellaula 4, strizza un poco gli occhi ed esce dalla scena. Il suo biglietto sole. Giorgia fa finta di aprire una finestra, essere travolta dal vento e poi richiuderla. Il suo biglietto aria. Emanuele sottolinea che una delle regole base quella di non imitare oggetti che non ci sono, come una finestra. Svelato il contenuto dei bigliettini, che comunque, in modi diversi, siamo riusciti a far capire ai compagni, discutiamo sulle difficolt emerse e sugli errori osservati, oltre alla particolarit degli elementi, specialmente di sole, legno e elettricit. A grande richiesta proviamo unimprovvisazione di gruppo: questa volta iniziano Desy (elettricit) e Giorgia (aria). Da una normale discussione fra amiche, allentrare dei vari attori (e quindi elementi) la situazione degenerata: non si pu pi fare lincontro di gioved. Intorno a questaffermazione i vari elementi venendone a conoscenza, reagiscono e si confrontano. Interessante ma poco riuscito il tentativo di JP di sfruttare a pieno le relazioni scientifiche fra gli elementi: rappresentando lelemento da lui odiato7, ossia lacqua, si quieta al tocco dellelemento terra e si elettrizza al tocco di Desy. Gli altri esercizi proposti sono simili, ma con leliminazione di tutti gli elementi tranne i quattro greci: acqua, fuoco, terra e aria, ridistribuiti tra noi (JP rimane acqua8 e Giorgia aria). Inizialmente la consegna quella di relazionarci senza parole e senza toccarci, poi, a coppie non dobbiamo perdere il contatto visivo. I vari elementi vagano per la stanza con le loro movenze, sul ritmo della musica incalzante. Laria (io) fugge se incontra il fuoco (Desy), la terra e lacqua si 7- Lo ha fatto apposta, lo sapeva che non mi piaceva quellelemento. JP 8- E figurati! JP

fronteggiano (Holly e Ema). Al segnale di Emanuele, le due persone si scambiano lelemento; poi ancora cambiamo il partner. Non paghi, ci cimentiamo in unultima improvvisazione di gruppo (eroicamente Kya perde il treno delle cinque pur di partecipare), ognuno nella parte del proprio elemento. Tento di trascriverlo teatralmente, nel modo pi fedele possibile: JP (acqua): (lanciando il suo cappellino di lana a terra rovesciato, come a raccogliere offerte) Venite gente! Guardate! (si esibisce in qualche acrobazia) Dai, unitevi a me! (Intanto entra in scena Holly, il sasso, che si porta da un lato mettendosi poi le cuffie dellmp3) JP: (sempre rivolto ad un pubblico immaginario) Su! Un po di energia! Buccia (fuoco): Hey! Ciao Holly! Che fai? (nota le cuffie) dai, muoviti un po! Non dici mai nul JP: Hey tu! (rivolto a Buccia) Unisciti a me! (e fa la verticale) E da qui entrano in scena anche le altre ragazze, ci scambiamo qualche battuta e in primo piano c una specie di scontro tra JP e Buccia. (entra il vigile Davide) Davide (legno): Cos questo casino? (tutti si girano, allarmati) Il vigile monopolizza la nostra attenzione, in quanto palesemente non completamente in s. Vuole a tutti i costi vedere i nostri documenti, specialmente quelli di JP, al centro del marasma di gente, e i miei, che inizio ad attaccare pesantemente lintero ordine di polizia. Solo Holly rimane tutto il tempo imperturbabile e indifferente qualsiasi cosa accada9. 9 l bello di una persona che ha il cuore di pietra (sasso) che non prova niente quindi non pu soffrire. Holly

Esasperato, il vigile cerca di fermare JP, ma questo fluisce via, con il legno alle calcagna. Io controllo il mio amico sasso e poi propongo ai presenti, sconosciuti, una fuga di massa, che alla fine attuo solo io. Gli altri si disperdono dopo un poco, fino a che in scena rimane solo Desy. Poi ritorna il vigile. Davide: Ma come? Dove sono andati tutti? Desy (elettricit): (alzando gli occhi da suo libro) Se ne sono andati, e me ne sto andando anchio. (tranquilla secca si alza e esce) Davide: Cosa?! E a chi faccio la multa? (in panico si guarda intorno, poi indicando se stesso) Io? Documenti! (uscendo, tira fuori dalla tasca il portafoglio e i documenti) Signor Mario Rossi10 Durante i saluti conclusivi ci accorgiamo che se dicembre ci regala tre nuovi ragazzi di cui due attrici, ci toglie lincontro dell8, che cade nella festa dellImmacolata Concezione. Con lassegnazione dei nuovi arrivati allorganizzazione delle varie stanze termina un incontro ricco di sorprese ed esperienze.

E impressionante come uno riesca ad esprimersi bene riuscendo ad essere consapevole della sensazione che VUOLE trasmettere. Come diceva Vittorio Gassman lattore un bugiardo a cui si chiede di dire la verit. E impressionante come si riesca a percepire e trasmettere emozioni concrete semplicemente impersonificandosi in un elemento naturale. Davide.

10 E pi forte di me! Ogni scena improvvisata vorrei farla concludere con una battuta che lasci presagire la parola fine . ma non sempre facile farlo Davide

Gioved 9 dicembre
Per recuperare la lezione della giornata di festa di mercoled 8, il solo gruppo degli attori si riunisce nella solita aula 2. A dire il vero, il nostro obiettivo sarebbe stato quello di insediarci nellaula magna al piano di sopra, grande e ben ampia, ma non riusciamo a superare il blocco categorico dei bidelli. In questa giornata facciamo conoscenza con ben tre nuove possibili leve: Anna, Priscilla, non nuove allambiente teatrale, e Asia, neofita ma piena di risorse, oltre che priva di autocontrollo, paragonabile ad una minuta bomba artisticodistruttiva ad orologeria. Stranamente, Emanuele assegna immediatamente ad ognuna una delle quattro sale per lOpen-Day: Asia alla sala Arte-musica, Anna a quella Arte-teatro e Priscilla a Arte-televisione. Specifica inoltre di non poter pi accettare nuovi ingressi. In effetti, vorrei far notare, che a questo punto il gruppo attori composto da dodici ragazzi, e la regola base del team-managing proprio quella che in un gruppo in cui ogni elemento riesca ad avere relazioni con tutti gli altri elementi formato da non pi di dodici elementi. Iniziamo con le solite camminate per scioglierci un po. Gli esercizi successivi della giornata focalizzano lattenzione sulla voce: niente musica, nessun altro suono che non siano le nostre voci. Voci articolate in una parola scaturita da una mente sgombra di ogni pensiero, voci che si dividono a coppie a realizzare una scenetta. Coppie formate in modo causale, anche perch non vedo come volontariamente si possa accostare Sogno di Priscilla a Cesso di Davide. Loro per riescono drammatizzando una moglie che tenta di raccontare al marito il proprio sogno, mentre lui scalpita perch ha la necessit

impellente di andare in bagno. Bravi!11 Io sono alle prese con JP a improvvisare sulle parole dubbio e ippocampo Della serie la creativit e la fantasia non hanno limiti. Emanuele ripropone poi lesercizio rinominato come Aiuole e Cuoiaio. Solo che, divisi su due file e ben pi numerosi del solito (eravamo infatti dieci ragazzi, con le sole assenze di Holly12 e Kya), il virtuosismo vocale risulta pi impegnativo e complicato del solito. Presa confidenza con il proprio diaframma (emettere, infatti, suono in modo corretto fondamentale per ogni attore), passiamo alla modulazione dei vari toni di voce. Lesercizio che ci viene proposto consiste nellarticolare una scena con il solo uso di parola albicocca: sta al tono di voce ed alla gestualit far capire cosa vogliamo comunicare. La prima scena corale completamente caotica: albicocche di qui e albicocche di l ben comprese, e questo comunque un piccolo merito, ma nulla di pi. Emanuele ci divide poi a coppie, facendo svolgere lesercizio a turno. Non stupitevi se, parlando con certi ragazzi di Imperia, alla parola albicocca uno di questi si mette a ridere o ha reazioni anormali.13

11- A dire la verit, quellimprovvisazione con Priscilla stata fantastica. Tutte le battute venivano da s, da sole, e tutto fluiva perfettamente grazie al talento di quella ragazza. Mi serviva le battute su un piatto dargento! Nonostante non ci fossimo quasi minimamente preparati, fu davvero facile recitare quella scena. Peccato solo che sia stata lunica lezione che Priscilla ha frequentato peccato davvero! Davide 12- Ero assente per motivi importanti XD. Holly 13- Credo che quel esercizio sia stato uno dei pi divertenti. Nei giorni seguenti, quando incontravo i ragazzi del gruppo di teatro facevamo sempre cenno a questa albicocca. PS. Le albicocche sono buone!! GNAM GNAM. Asietta

Lo scopo dellesercizio comunque quello di farci capire un altro principio fondamentale del teatro: limportanza della relazione di gruppo e della costante attenzione allaltro. Passiamo ora allesercizio dei gemelli: siamo tutti in scena e tutti abbiamo lo stesso personaggio da interpretare, cio dobbiamo recitare la parte di un ragazzo timido e introverso che non ama parlare con gli estranei e che innamorato di una ragazza, ovviamente assente dalla scena. Questo esercizio stato ispirato dallaffermazione di Asia di preferire stare in gruppo con gente che la pensa come lei. Nonostante ci ritroviamo tutti sul palco, lunica relazione quella instauratasi per via di contatti involontari che si limita a un chiedere scusa e a volte nemmeno quello. 14 Altro esperimento: le gerarchie. Ognuno deve essere pronto sia a recitare un ruolo di gerarchia pi alta dellaltro sia a piegare il capo e anche a uscire di scena allentrata di un ruolo dal carisma pi forte. E parlando di gerarchie la seconda improvvisazione albicocca cominciata proprio con Emanuele, che ci ha fatto intendere di essere un sergente militare. 14- Lesperienza stata eloquente per dimostrare ci che potrebbe succedere se tutti fossimo uguali; Asia e tutti in generale forse hanno compreso un po di pi, e, in una modalit pi efficace rispetto a una spiegazione teorica, la ricchezza che le diverse personalit forniscono nelle relazioni (sperimentare e riflettere: la chiave di una diversa metodologia di insegnamento di competenze trasversali). Emanuele stato molto bravo a gestire le resistenze di Asia. Ps. durante lincontro mi sono cimentata nelle riprese video, potendo osservare le varie dinamiche di gruppo, immersa nel gioco teatrale un gioco che, ridendo e scherzando, fa crescere. C.G.

preferite, sar stata leccitazione, , la prima lezione stata una delle mie Bh lto divertente. La cosa che pi mi ha bio o non so cosaltro, ma stata mo il dub a, un gruppetto di creature tutte un olto stato vedere, appena entrat sconv no tranquille come se niente fosse; buffe che se la ridevano e scherzava po che pi che quello sembrava un exin centro cera lanziano capobranco, e poi Asietta. pagliaccio caduto in depressione XD

Mercoled 15 dicembre
La prima parte dellincontro, quella con il gruppo al completo, inizia leggermente in ritardo e gli esercizi hanno un carattere pi generico. Il tempo vola, tanto che mi sembra di riuscire solo a salutare i piccolini delle medie prima di dividerci in gruppi. Artisti il gruppo orami avviato, gi con qualche testa sparsa in giro per la stanza, inizia a creare gli accessori delle teste che, trattandosi appunto di teste, sono poi dei cappelli. Nonostante tutte le lezioni perse il gruppo lavora velocemente e quindi: tanto di cappello ai ragazzi artisti! Musicisti oltre ai soliti esercizi musicali, i nostri musicisti sperimentano un altro aspetto legato alla musica: la costruzione dello strumento musicale. Effettivamente avevano gi cominciato, ma il lavoro vero e proprio prende il via proprio in questo giorno. Attori. Questo giorno noi ragazzi lo ricorderemo come una delle lezioni pi sconvolgenti dellintero corso, oltre che come una delle esperienze pi strane della nostra breve vita. Emanuele esordisce subito in modo grave. Ragazzi, il prossimo esercizio occuper praticamente met lezione, e se accetterete di farlo vi chiedo di andare fino in fondo. ancora non ci spiega di cosa si tratta. Se vi fidate

di me, se accettate - perch un esercizio veramente tosto - non potrete pi tirarvi indietro. Effettivamente, e ora che lho scritto me ne rendo conto, ladorabile Emanuele ci ha incastrato: ha detto, in mezzo al resto, Se vi fidate di me. Abbocchiamo tutti. Ci dispone rigorosamente in fila indiana, pronti a riceve la parola che ci avrebbe perseguitato per tutta la lezione. Mentre attendiamo tra i cavalletti il nostro turno, allavanzare del primo verso di lui ci accorgiamo che non si sarebbe trattato della solita consegna del foglietto: Emanuele scrive la parola sul momento, riflettendo su ognuno di noi. Tranne per Holly, Asia e Anna che Emanuele conosce meno e ai quali ha dato parole meno mirate, intaschiamo tutti il foglietto o sorridendo o, come nel mio caso, sbiancando. Un tappeto musicale ci accompagna e ci sostiene anche quel giorno, ma si tratta di una musica diversa: campane tibetane. Tre diverse campane con tre simbologie differenti, sintonizzate una sullacqua, una sullaria e una sullo spirito. Cosa poi ci volesse dire Emanuele in realt, quale arcano significato avessero, rimane un mistero. Non forse la situazione pi normale per una lezione teorica. Sicuramente sono ipnotizzanti. Noi, poco in grado di svuotare la mente senza aiuti, proviamo a farci trasportare dal suono: i simboli ci prendono, in modo pi subdolo e profondo rispetto alle bende che Emanuele ci mette a turno. camminiamo quindi per la stanza come dei cechi. Riporto da questo momento un commento di JP. Siamo tutti bendati ormai, e avanziamo a tentoni, a volte scontrandoci, in silenzio, in modo lento, serio anche se un po storditi dalla situazione e dalla campane tibetane. JP ancora lunico senza benda, lunico a vedere in quel mondo di

ciechi. Si sente perso, un po fuori luogo, e ci per parecchi minuti. Emanuele lo fa attendere un bel po, lasciandolo in una situazione diversa dalla nostra. E come se, essendo lunico a vedere, sia escluso da tutti noi, avvolti sotto la coperta di buio. Poi finalmente ci raggiunge. Emanuele, che si portato a un lato della stanza, ci chiede di rallentare respirazione e passo. Poi ci invita a sederci a gambe incrociate, nel modo che ci aveva prima mostrato. Tap. Chiss quanto prima poi. Tap. Palmi rivolti verso lalto. Tap. Avambracci poggiati sulle ginocchia. Tap. Schiena dritta. Abbiamo ancora rallentato la respirazione. Tap. Su sua indicazione, seguendo il percorso del respiro nel suo circolo infinito. Tap. Anche la voce di lui diventa pi lenta e profonda. Tap. Ci dice di avvertire la presenza dei piedi, di sentire che diventano pesanti e rilassati. Tap. E lo stesso poi, dopo molti passi, dopo molti Tap dei tacchi di Emanuele, ci invita a percepire le gambe, rilassate e pesanti. Tap. Sentirle a contatto con i jeans e contratte su loro stesse, accorgendosi quindi di doverle distendere e rilassare. Tap. Poi succede per la schiena e le spalle, assai contratte in molte persone, solleticate dallo sfregare dei vestiti nellatto delle respirazioni. Tap. Pesante poi la testa, ora reclinata un poco verso il basso e finalmente immobile, lontana. Tap. Le pulsazioni cardiache si sentono fin sulla punta delle dita del corpo pesante e di pietra; s presente ma lontano sembra ora un rivolo di sangue che scorre, costretto, nelle dita. Le pulsazioni sembrano vibrare sulla cassa toracica, scuoterla, colpirla. Tap. E ora la vostra parola prende forma, Tap. ma non nel modo solito: lasciatela fluire Tap. Mentre nel buio rincorro la mia parola, cercandone ogni significato senza sforzo, quasi attendendo che mi si mostri, non distante da me Davide precipita dentro un fosso: solo, al buio, la solitudine talmente profonda che fisicamente la sente addosso, fredda fin nelle ossa, bagnata e umida fino a fondersi

con lui, preda della sua pi grande paura. La parola che emerge la sua unica compagnia, ma la sua stessa condanna, compagna non gradita e non gestibile dalla sua energia. Tap. La sua parola un puntino arancione nel foglietto. Tap, tap. Emanuele si ferma davanti a lui e lo accarezza sulla spalla, portandogli lunica vampa di calore, lunico spiraglio di luce in quella fossa fredda e fangosa. Ma dura un attimo. Tap. E torna tutto come prima. Almeno fino a che alle campane si aggiunge una voce, ma di donna, proviene dallo stereo e canta. Prima di partire per un lungo viaggio. Tap. Devi aver la voglia di non tornare pi. Tap. Il nostro viaggio sta in qualche modo giungendo al termine. Il viaggio da individuale diventa di gruppo e questo mi sembra grandioso. Emanuele ci chiede di sentire gli altri ragazzi Anna sente vicino a s Holly e me, anche se in realt siamo fisicamente distanti nella stanza; poco pi lontano sente Davide, ora fuori dal suo fosso. Non vede un qualche tipo di scena, sa che ci siamo. Tap. E come lei anche gli altri, in qualche modo, avvertono i compagni, se li figurano nella stanza nella stessa situazione: esser imprigionati ma distanti dal proprio corpo, contemporaneamente liberi dalla normale percezione, dal normale pensiero. Tutti insieme in quella situazione. Tap. O quasi. Io, che durante lesercizio avevo reagito con fastidio alla carezza sulla spalla fatta Emanuele, quasi senza accorgermene mi accorgo di non aver incluso nessun altro nel viaggio, di non aver visto nessuno e di non aver voluto nessuno. Prima di pretendere qualcosa Tap. prova a pensare a quello che Tap. dai tu Il vostro respiro torna normale. Tap. E quando ve la sentite potete togliervi la benda. Il silenzio impressionante. Anche lesplosiva Asia silenziosa, Anna la prima a riprendersi; comincia a far domande, stupita della posizione in cui si trova allinterno della stanza, (nel

buio aveva percepito la sua posizione a due metri e mezzo di distanza rispetto a quella reale). Ci sediamo in cerchio vicino a Emanuele, tiriamo fuori i nostri bigliettini pronti a discutere la parola, o il puntino. Davide ci descrive molto bene la sua situazione ( uno scrittore): ci racconta come con rabbia si accanito sul puntino, puntino che linsegnante gli aveva assegnato proprio in contrasto con la sua abitudine ad esagerare. E ha fatto centro.15 Io avevo lunica parola che, prima di cominciare, ho pensato va bene tutto tranne. Sesso. Non lho intesa solo in un modo, ma in senso ben ampio, ed essendo un gran parolone, soprattutto per me, vederla scritta mi ha sconquassato. Lho affrontata, certo, ma in modo un po egoistico. Sono uscita vittoriosa dal confronto, ma penso di essere morta poco dopo. Per fortuna ho molte vite. Per Anna la parola Teatro ha riportato a galla molti ricordi, e lha portata ad associare questa parola allintera vita umana, alle relazioni e al teatro quotidiano. Insomma: il teatro vita e la vita teatro, ecco. Per Asia la faccenda complicatissima: essendo che di lei Emanuele ha subito notato i problemi di concentrazione, la parola a lei assegnata stata proprio concentrazione. Asia non ha saputo infatti dirci molto altro oltre il fatto che non riuscita a concentrarsi. Seguendo unidea di Anna diamo noi due parole a Emanuele: Maestro e X. In conclusione ci viene consigliato di provare almeno un quarto dora di meditazione su qualsiasi cosa, prima di andare a dormire. Io lho fatto, e ricordo molto bene il sogno di una delle notti seguenti. Sogno che non centra nulla con la parola di quel giorno. 15 - Lesercizio di meditazione stato splendido, mi ha insegnato davvero tante cose Sapete, magari facile meditare su guerra, pace, terra argomenti fin troppo enormi, in fondo! Ma meditare su questo davvero, unesperienza che ricorder per sempre. Davide.

ilit di vedere niente...Insomma, senza saper neppure in che Unesperienza fantastica, memorabile. Restare zitti, immobili, senza la possib che pace assoluta! I pensieri cominciavano a scorrere veloci, punto della stanza ti trovavi. In quellora di pace assoluta, tutto era tranne a che devi cercare di concentrare dentro il tuo corpo, nelle forse incomprensibili... Il difficile trasformare quei pensieri in energia, in energi Davide tue vene. Incredibile come ti senti, una volta tolta la benda.

Mercoled 22 dicembre
Oggi una giornata particolare, oltre ad essere lultima prima delle vacanza natalizie. La prof. Giordano ha organizzato un incontro con tutti i ragazzi del gruppo teatrale del precedente anno scolastico, ricordate Le figure della memoria di cui ho parlato durante il primo incontro? In presenza della Preside, di Franco Carli, dei genitori dei ragazzi disabili si riunisce in aula 3 il nutrito gruppo, in un clima di festa. come festeggiamento e ringraziamento per la bella esperienza vissuta a settembre e ad ottobre al DAMS e presso la casa di riposo Agnesi a fianco della scuola. La stessa Preside, commossa, ringrazia tutti coloro che hanno partecipato al laboratorio teatrale conclusosi molto bene allinizio dellanno scolastico con quattro repliche, consegna ad ognuno un libro darte, di argomenti simili ma diversi tra loro, su cui, personalmente, ha apposto una dedica. La prof. Giordano consegna a ciascuno due fotografie scattate dai ragazzi di 4S durante le repliche al DAMS di Imperia, anche queste con una sua dedica personale. La parola passa a Franco Carli, regista e scrittore dello spettacolo portato in scena, a cui viene regalato un mosaico creato dai ragazzi dellIstituto dArte, talmente pesante che dovr ripassare a ritirarlo con un aiutante. Anche a lui viene consegnato un libro con dedica della Preside e alcune fotografie con dedica della Giordano da consegnare a Matteo, il figlio, oggi non presente alla festa per motivi di salute. I ragazzi consegnano a Franco ci che avevano promesso a Matteo: il manifesto dello spettacolo con tutti i loro autografi. Il clima pieno daffetto e riconoscenza verso tutti. Conclusi i discorsi, i saluti, i ringraziamenti, si brinda e si mangia!!! Dopo il rinfresco, cinque superstiti si ritirano con Emanuele nellaula 4 e, insieme alle teste di cavalli e agli altri gessi io, Holly, Davide, JP e Desy svolgiamo un esercizio semplice ma assai interessante: il provino. Emanuele colui che presenzia il provino. Ci chiama a turno

e ci invita a vuotare cartelle o giubbotti e a parlare di noi. Sarebbe stato un normale esercizio complesso come tutti i precedenti, ma per me e Holly quel giorno ulteriormente critico per il fatto che abbiamo entrambi la febbre a trentotto. A parte ci, in generale, si svolto cos. Io (Buccia) mi siedo di fronte a Emanuele-esaminatore con la mia fida cartella arancione al fianco. Specifico che sono febbricciante; lui comincia a tirarne fuori quei pochi quaderni che essa contiene, a mostrare la mia grafia e a parlare in generale. A causa della febbre sono leggermente sconnessa, soprattutto nella postura, ma entro in una sorta di berserk (propriamente uno stato di ridotta lucidit mentale causato da un eccesso dira): non mi comporto in modo naturale, ma parlo in modo abbastanza fluido e sicuro, addirittura quasi sfacciato. Holly il terzo a provare, ma ne parlo subito dopo di me per una sorta di solidariet tra ammalati. Gi normalmente abbastanza timido in situazioni del genere e oggi si mostra ancor pi chiuso e molto breve nelle risposte. Davide lunico ad avere quasi un diverbio con lesaminatore: come spesso si detto, Davide ha il difetto che, teatralmente parlando, esagera. Quindi non naturale e lesaminatore non si esime nel farglielo notare, mettendolo quasi in ridicolo e cacciandolo poi via. JP si mostra spigliato, non ha generalmente difficolt a parlare (anzi non ha mai difficolt a parlare, il signor Comunicazione), ma fa lerrore di far capire di non essere naturale. Non cacciato, ma lesaminatore non si mostra contento. Desy semplicemente fenomenale. Semplice. Naturale. Non sembra pensare devo fare bella figura, si occupa solo di far vedere i bracciali che ha nella borsa, spiegandone il significato. Risponde poi alle domande dellesaminatore che, interessato, le chiede il perch di quei minuscolissimi disegni dei compagni di classe conservati come sagomine dentro lordinatissima borsa. Imbarazzata ma naturale, rimaniamo tutti incanti da un semplice esempio di psicologia umana spiegata tramite la storia di una borsa. Subito a seguire Emanuele ci mostra il cortometraggio di un provino, dove una ragazza in modo molto naturale spiega i vari oggetti nella borsa, proprio come ha fatto Desy. La visione dura svariati minuti (nel mezzo dei quali io e Holly svuotiamo a turno gli stomaci in bagno) e si conclude con la ragazza che esce dalla sala dimenticando la borsa. Lesaminatore, che gi quasi sicuro di scritturarla, sta per incaricare qualcuno a portargliela prima che si allontani, ma unaltra ragazza della troupe si avvicina e svela che quella la sua borsa. Quindi la ragazza del provino ha improvvisato tutto, ed era naturalissima.

Mercoled 26 gennaio
Oggi ci dedichiamo alla stanza Arte-musica. Noi Attori siamo ancora un poco gi di morale a causa della lezione precedente, in cui abbiamo lavorato gi di tono. Riusciamo tuttavia a scioglierci a contatto con lenergia dei ragazzi disabili del nostro istituto e con i ragazzini delle medie: ormai io in coppia fissa con Francesco. Sperimentiamo lidea di Asia. Emanuele ci concede dieci secondi, il tempo della spiegazione, per inventarci un linguaggio, in quanto idea del topolino esplosivo era proprio quella di un mucchio di persone che non si capiscono ma che con la musica riescono a parlare, tradotto da Emanuele in una torre di Babele dove la sola Asia parler italiano in mezzo al pubblico stranito. Emanuele ci fa un esempio spiegando nuovamente lesercizio con il nuovo idioma, parlando in Emanuelese. Prova poi rivolgendosi ad ognuno di noi. Piccoli sketch di pochi secondi, i cui pi comici sono Emalia, che risponde con una frase in slang americano, JP, che adotta un pseudolinguaggio brasiliano, quello con la prof. Marcella che gli risponde in francese, lasciando allibiti tutti quanti. Anche Nicole, che di solito parla poco e a fior di labbra, accenna qualcosa, in modo meno plateale rispetto a Lodo, che alzando le braccia mormora una sorta di saluto. Quel ragazzo capisce tutto. Sarebbe stato anche interessante vedere in azione il perfetto siciliano di Wale, ma ha lezione e non pu venire con noi. Pronti, o quasi, cominciamo a muoverci per la stanza, tentando di comunicare e sviluppando pian piano i nuovi idiomi. Siccome la musica restia a raggiungere un volume accettabile, e quindi udibile, Emanuele inizia a dare colpi sul banco, come per dare ritmo e suono. Viene presto imitato

da alcuni del gruppo. Pian piano, senza pi bisogno di parlare, lo stimolo sonoro ci guida a formare gruppi di percussioni sempre pi grandi, fino a riformare il grande cerchio e ballare un poco tutti assieme, forse non ancora fluidi e sicuri come saremmo dovuti essere (anche per via del fatto che la prima prova) ma, dalla risata di Lodo, si percepisce che sembriamo abbastanza convincenti. Emanuele ci fa un breve discorso sulla musica, sul fatto che uno strumento di veget-cazione universale (ndr: comunicazione universale non verbale).

Cosa?!

Al lapsus mal celato di fine discorso trovo stranamente una replica impertinente. Hai appena ammesso di essere un bietolone. Scappando, riesco a trarmi in salvo dando una grande notizia ai presenti. Collegandolo al momento di gloria per via della battuta, tiro fuori dallo zaino il libro che mostro allintero gruppo: Licenziate il primo attore, la mia prima opera letteraria. La scuola, e il gruppo di teatro in particolare, possono quindi vantarsi di avere due piccoli scrittori. Conclusi i commenti e gli apprezzamenti, in cui mi crogiolo, salutiamo il gruppo degli artisti e, nel nostro spazio, in compagnia di gessi e cavalletti, ultimiamo la stanza arte-teatro. Seduti in cerchio, di nuovo tutti presenti (tranne Wale), discutiamo a lungo delle varie migliorie e ognuno esprime la propria opinione (soprattutto di stampo tecnico). Allaccenno sullassetto della stanza arte-musica Asia interviene mostrandosi fortemente scettica della sua idea (forse proprio perch stata lei a tirarla fuori); a noi, invece, convince abbastanza. Termina poi il suo breve discorso con lunica frase che non avrebbe dovuto dire: Ma che ansia. Mi giro verso Gigia16, tentando malamente di fare la seria, indicandole in modo fermo lamica sdraiata pancia a terra vicino a lei. Argh. Giorgia, testata. Gigia fa uno scatto in direzione di Asia, articolando anche lei il suono di una testata virtuale. JP intanto sta presentandoci le sue modifiche alla stanza di arte-teatro: pensa di unire i personaggi interpretati da me e Desy a quelli di Anna (la moglie) e di Gigia (la scocciata), oltre aggiungere una sorta di dottore che dovrebbe spiegar cosa il teatro allignorante (JP), al quale poi tocca di trarre le conclusioni con un monologo. Emanuele subito si trasforma nel dottor Doc., un professorone da tutto fumo e niente arrosto, che vive di citazioni e gran collegamenti senza in realt capire propriamente gli argomenti da lui studiati. Inoltre, ridistribuiamo i ruoli e, su idea di Emanuele, decidiamo che almeno JP e Gigia avrebbero orchestrato i lavori e si sarebbero occupati della sola regia, lasciando comunque Anna (quel giorno riposata ma ancora acida) allinterno della recitazione. 16 - Gigia il diminutivo di Giorgia, da un mesetto membro del gruppo di laboratorio.

O meglio, la scena un poco pi articolata. Ovviamente il tutto scaturito da una decisione conclusiva dellinsegnante. Allora io per cambierei i ruoli. Siamo tutti chini sul foglio che Emanuele sta usando per appuntare la sistemazione della stanza e, ora, i vari personaggi, con le interpretazioni da assegnare. Io (non per altro) JP sdraiato pancia sotto ed quello di noi pi vicino al foglio farei lignorante. E gi lo dice ridacchiando, intuendo la risposta di Emanuele, non secca, comunque. Lignorante lo assegnamo poi a Holly con le seguenti connotazioni: persona sveglia, ma che di teatro non ne sa proprio nulla e che confonde lAmleto di Shakespeare con un film di cassetta. JP accetta il ruolo di regista, proponendo subito Gigia per la scocciata. Noi altri concordiamo con Emanuele di scegliere Anna, che subito si mostra scocciata, ironicamente per, riuscendo a farci ridere. Per la moglie, anche se un poco scettici inizialmente, puntiamo su Emalia. Desy e io siamo le uniche convinte, soprattutto dopo aver osservato gli enormi occhioni supplichevoli che la mezza americana (Emalia) rivolge allinsegnate per non farsi dare quel ruolo. Ma, alla fine, accetta di provare, smentendo JP che ci avrebbe visto meglio Anna. Per il ruolo del dottore discutiamo molto. Si pensa dapprima ad Anna, poi JP propone Davide, io punto su Holly. Ma, dato che vige la Morandicrazia, si sceglie Asia, come primo esperimento. Quando qualcuno accenna a cambiare anche il ruolo del marito, JP inizia a protestare, esausto. Ma non ne avete scelto uno di quelli che ho detto io! Anche per questo, Davide rimane unanimemente il marito. Poi JP si cala nel ruolo di regista per carit bravo e simpatico, ma poco sicuro, tanto che continua a chiedere pareri a Gigia, solo per avere conferme. Io e Desy osserviamo i lavori che stanno s districandosi, ma a rilento. Tuttavia, a fatica, mentre torturo il mezzo teschio di plastica, tento di tirar su di morale una Desy convalescente o gioco con linsegnante, la scena prende forma. Vorrei s raccontarvela, ma mi limiter a uno sketch, a unimprovvisazione geniale che ha Holly . Il resto lo saprete durante lOpen Day. NellAula 4 sistemiamo quattro sgabelli in fila con dietro altri due per accennare la fila posteriore, nellintento di imitare le tribune di un teatro. Inizialmente, seduta a sinistra (rispetto a noi pubblico) c la scocciata Anna con accanto un posto vuoto oltre il quale vi Holly, lignorante di teatro, e di seguito ancora un posto vuoto.

Lingresso della coppia Emalia-Davide la spinge poi a spostarsi a destra di Holly ed qui che nasce lidea di Holly, che in teoria avrebbe dovuto solo confondere lo spettacolo teatrale come tratto da un film differente. Certo che Holly ha gi fatto svariate domande alla scocciata e sta tentando di cambiare argomento, puntando sul contenuto dello spettacolo le cose con gli alieni mi sono sempre piaciute! Ma come alieni? Anna scandalizzata Questo Amleto: non centrano nulla gli alieni. Ma nel film cerano! Non so che film ha visto, ma questo Am-leto. E io che ho detto? Il film era Men-am-let! Se pensate che sia finita qui avete torto, alluscita della scocciata entra infatti in scena il topolino esplosivo nella parte della dottoressa. Si siede vicino a Holly che, dopo aver tentato inutilmente di far domande a un Davide occupato a non farsi divorare dalla moglie, si rivolge a lei, invece ben lieta di offrire la propria conoscenza. Perch il teatro, ispiratissima, gi Asia gesticola come a prendere dallaria le parole vita, ecco: il teatro come palcoscenico della vita. E poi si ferma un attimo: le era stato detto di fare molte citazioni e infatti era partita citando la frase di Anna (il teatro vita). Le arriva quindi un suggerimento da Emanuele.

Desesseaux! Sesseax diceva che il teatro Stop, scusami Esplodiamo a ridere. Capendo che, pi che dottoressa, Asia ha uno stile hippie, Emanuele cambia le parti: Gigia sar la scocciata e Anna il dottorone. Qui, un altro colpo di genio. questo discorsone pieno di citazioni, soprattutto di Shakespeare il teatro. Holly annuisce, ma il moto verticale lento si velocizza prendendo una traiettoria pi tonda, fino a trasformarsi in un veloce diniego. No, no pu dirlo con parole sue? Attimo di stasi, in sottofondo i due coniugi litigano. La moglie (Emalia), appena allontanata, si accortoccia su se stessa, partendo con un pianto che pare pi il fischio di un treno. Prontamente, Davide le concede cinque secondi di abbraccio e il cambio di espressione di Emalia rende ottimamente il personaggio della moglie, anche grazie alla spessa matita che evidenzia gli occhi della mezza americana. Anna riprende. Secondo Shakespeare il teatro No, no! Me lo dica con parole sue, se no non capisco! Shakespeare No! Non nomini Sciechspir e non nomini nessun altro, lo dica con parole sue!

Anna vacilla, lo guarda negli occhi. Soffoca il nome di Shakespeare, una, due, tre volte, con fatica ne sputa pezzettini, mentre Holly la fissa immobile. Si alza, quasi in lacrime, ancora singhiozzando quel nome, passando poi dietro la prima fila e trovandosi nuovamente vicino a Holly gli poggia una mano sulla spalla, avvicinandosi. Perch Shak E esce sconvolta. Abbastanza soddisfatti, Emanuele trova il tempo per un ultimo breve esercizio, a prima vista stupido ma di vitale importanza, in modo da abituarci al contatto fisico tra noi: gli abbracci. Semplicemente dobbiamo abbracciarci tra noi, almeno una volta tutti quanti, Emanuele compreso. Personalmente, il contatto fisico quasi non lo uso, per un certo periodo di tempo lho anche evitato. Ho ripreso a utilizzarlo grazie al laboratorio teatrale dellanno scorso e, pi precisamente, grazie a Matteo, Lodo e Giulia. Matteo, soprattutto durante le prove, si trovava quasi sempre vicino a me e per fargli capire che sul palco ero accanto a lui gli prendevo la mano. Inizialmente non funzionava poi, col tempo, lo calmava. Terapia durto stata con Giulia, lodalisca de Le figure della memoria: credo che pi di lei mi abbia abbracciato solo mia madre. E con Arianna (di spiriti critici come lei ne ho visti pochi) ho imparato a far domande, chiacchiere e massaggi. Lodo invece, come spesso ho detto, capisce tutto: durante Le Figure della Memoria doveva semplicemente essere portato con la carrozzina vicino a me, io prendevo il cartello e lo mostravo al pubblico per far capire il

titolo della successiva scena (o capitolo teatrale). Dopo le prime due volte, Lodo arrivava tenendo il cartello tra i polsi, premuto sul ripiano della carrozzina per essere meglio sicuro che non cadesse. Una volta vicino a me, ridendo alzava le braccia di modo che lo potessi prendere e poi le riabbassava per ancorare il cartello prima di venire riportato indietro, tutto orgoglioso. Nonostante la sua situazione, Lodo sorride e ride molto pi di noi. E non perch non consapevole, ormai dovreste conoscerlo anche voi, ma perch gli piace stare con noi ragazzi e si diverte osservandoci. Ritorniamo allabbraccio conclusivo della lezione di oggi: il contatto con laltro comunque comunicazione e confronto, incredibile quanto si possa cambiare e capire solo toccandosi. Vorrei tanto sapere come stato per gli altri. Quel giorno, il ritorno in treno lo passiamo cantando le canzoni dei film Disney.

Mercoled 23 febbraio
La stranezza di questo giorno emerge subito negli esercizi di gruppo. Poco del teatro ho capito, e una di queste poche cose che ho inteso proprio che in teatro qualcosa di strano accade sempre. In questa giornata, la prima stranezza stata vedere un gruppo assortito di persone costituito da ragazzi di medie, superiori, universit, professoresse di medie e superiori. Andiam per passi. Emanuele ci divide in due gruppi, e sinceramente tanti siamo (e tanti sono gli scambi tra gruppi, vedi Alberto o Francesco che fuggono un paio di volte da una parte allaltra) che non ricordo bene i miei compagni di squadra. Ma la consegna s: un gruppo deve assumere una posizione strana, laltro gruppo partendo dallimitazione di quella, deve creare una scenetta. Noi ci posizioniamo met in terra, soprattutto noi ragazzi,

Francesco ed io teniamo in equilibrio Francesca mentre Luisella ci osserva dallalto, anche per via del mal di schiena. Laltro gruppo si affaccenda a imitarci, gi ridendo nellimmaginare una scena: infatti non ci si pu metter daccordo prima (in teoria, ma un p trasgrediamo). Da quellaccozzaglia di corpi esce un misto fra ospedale da campo e infermeria di discoteca. Non ricordo chi sta sostenendo JP, ma ricordo bene il suo barcollare facendo lubriaco. Tocca poi a loro, che si dispongono ugualmente disordinati ma in pose pi coordinate, che noi tentiamo di tradurre in una accademia di ballo. Il gioco ci talmente piaciuto che facciamo una seconda manche. E il bello viene poi, divisi in gruppi. Abbandonata laula 2 per la 4, Emanuele ci elenca brevemente tre esercizi, dando poi a noi la possibilit di scegliere lordine in cui affrontarli (perch gli esercizi di teatro non si fanno ma si affrontano, per chi ancora non lha capito). Il primo si svolge davanti a un foglio. Mentre deprediamo il materiale da disegno di Emanuele, quel giorno meglio fornito, e ci distribuiamo i fogli, lui legge dal suo magico e dannato libretto le azioni da svolgere. Dividete il foglio in sei parti. Abbiamo lordine di non spiare il lavoro degli altri per evitare di influenzarci, e cos . A occhi bassi, gli unici suoni sono quelli melodici che giungono dalla radio rossa dellinsegnante e di un foglio che viene piegato, il mio, mentre tento di dividerlo in sei in modo preciso facendo confusione. Numeratele. Di nuovo, sono quella che ha pi difficolt. Il mio foglio lho infine diviso disegnando in verde le linee mediane e diagonali,. Metto la numerazione che per prima verrebbe in mente: da sinistra a destra, prima le sezioni sopra la linea orizzontale del foglio (usato orizzontale come pi si usa per

disegnare) e poi le sezioni sotto. Appena finito, d retta alla vocina che mi dice una semplice parolina. Stona. Partendo dalla prima sezione in alto a sinistra, le numero come a leggere un orologio. Disegnate dove vive il vostro eroe. Oh no. Se prima era una vocina a parlarmi, da quellistruzione comincio a sentire una voce, che ben conosco. Lunico eroe che ha un percorso diverso dagli altri quello su cui ora sto scrivendo un romanzo. In modo molto naif e simbolico, disegno unisola lontana con velieri in lontananza; la visuale quella di qualcuno su un altro veliero diretto allisola. Nella seconda sezione disegnate il suo scopo. E qui il mio pennarello azzurro comincia ad odiarmi. Disegno infatti un sorta di demone dal quale il mio eroe vuole salvarsi. Latmosfera molto cupa. Nella terza ci che lo pu aiutare. Vorrei disegnare la sagoma di una persona (non proprio una persona, in verit) e invece disegno un misto tra il protagonista e questa persona. A volte il non saper disegnare aiuta. Nella quarta disegnate i suoi nemici o ostacoli. Seconda apparizione del demone, affiancato da un altro coso. Il pennarello azzurro ha preso a lamentarsi, ma non sa ancora cosa lo aspetta. Nella quinta come raggiunge il suo obiettivo. Nel mio solito modo fulmineo disegno una sorta di griglia o trama, che verso lalto sfumo in buio. O qui azzurro, povero pennarello. Nellultima la conclusione. Ecco, lunica cosa che posso solo immaginare. Questa volta ridisegno il buio in basso, poi sfumo a bianco con qualche ombra di nuovo verso la cima. Il risultato finale, insomma, questo.

Il primo disegno analizzato quello, scelto a caso, di JP. In modo molto serio (sdrammatizzando raramente) facciamo da spacca cervelli a JP, ricostruendo tra le sue spiegazioni e le nostre analisi la seguente storia. Il protagonista, una persona che pu rappresentare tutti, vive in una bella casa, in un posto senza troppi problemi. Vorrebbe un mondo dove tutti siano felici (notare la minuscola faccina sorridente in centro del mondo), obiettivo che da solo non pu raggiungere, e infatti progetta una collaborazione con moltissime altre persone, persone che possono per essergli daiuto quanto dintralcio. Nel perseguire il suo obiettivo leroe confida desser dispirazione per le altre persone. Per lui stesso non sa se il suo obiettivo raggiungibile e, se s, quando. Nonostante ci va avanti. Assai simile risulta il disegno di Anna, che per ha diviso in modo pi preciso il foglio (seguendo lo stesso schema di JP). stata lunica che ha interpretato la consegna di Emanuele di prenderci un pennarello come di prendere almeno un pennarello. Il suo protagonista, di nuovo una persona generica, vive per nellamore,

inteso proprio come buona volont e serenit, date anche le nuvolette. Il suo obiettivo quello di rendere felici pi persone possibili, non solo di famiglia. Anche qui, aiuto e ostacolo il mondo stesso, per un obiettivo che solo ipoteticamente raggiungibile con la collaborazione e la cui ricerca potrebbe protrarsi allinfinito. Pi terra terra sono stati i disegni di noi altri. Quello analizzato successivamente quello di Gigia, che Emanuele ha reputato il pi esemplificativo. Una favola e, come tutte le favole, il pi semplice e rappresentativo. La protagonista, che vive in un semplice villaggio, ha come obiettivo quello di salvare un ragazzo. Tramite magia e oggetti vari, deve infatti sconfiggere la minaccia che la separa da lui. Nonostante riesca in ci, compare un altro impedimento. Il fantasy ci spiega Emanuele ha sempre avuto molto successo perch il male viene reso fisico e ben distinguibile: sai cosa picchiare e come farlo. E liberatorio. Un po meno lo sono per me gli occhi della nuova minaccia incontrata dalla protagonista. Mi sono rimasti impressi.

E il turno del disegno di Desy, diviso in modo meno classico e numerato in ordine anomalo. Faccio notare il miglior tratto di lei, che frequenta infatti la sezione di decorazione, e specifico che i semi delle carte disegnati in alto a sinistra li aveva fatti ancora prima di sapere luso del foglio. Sono quindi da escludere nellanalisi; bisogna capire i ragazzi di decorazione. Come ci spiega Emanuele, leroe e il nemico di Desy sono entrambi nella mente di lei, mente in grado di ispirarsi a semplici elementi, che preferisce la fuga di fronte a determinati problemi o pressioni. Il quadro clinico peggiore per quello di Davide che, per incominciare, non ha nemmeno scelto un colore per disegnare. Il nero e il bianco sono infatti considerati come non-colori. Divisione regolare ma non pi a linee rette, leroe di Davide lui stesso, immerso in mezzo ai suoi strumenti artistici. Davide infatti eclettico, allattivo ha alcuni brani in un gruppo musicale (nel quale suona anche JP) e il romanzo di denuncia Non mi abbandonare. Sa suonare gli strumenti che ha disegnato e anche qualcosaltro. Ha lobiettivo, ben dichiarato, di passare alla storia, noi aggiungiamo con anche fama e soldi. Lunico suo alleato, circondato dal nulla, il suo cervello, la sua mente, e come nemico ha la mancanza di soldi. Per riuscire

nel suo intento ha intenzione di sfruttare lingegno, in modo da trasformare piccole cose in grandi cose. Come conclusione mi vedo solo ma felice Emanuele lo interrompe subito. Solo non puoi essere felice. Discutiamo per pochi minuti e nessuno di noi riesce a mettere un po di dubbi a Davide, o cos sembra. Il suo reagire leggermente aggressivo mi dice tanto che in cuor suo un dubbio lo ha, e non piccolo. Per penultimo analizziamo il mio disegno, che gi vi ho mostrato e descritto. Il riquadro che Emanuele trovato pi interessante proprio il terzo. La sua soluzione risiede nel passato, la persona scomparsa, e nel presente, ossia lo stesso protagonista. Mi ribadisce poi, riguardo il quinto riquadro, che non si pu pianificare la vita come leroe che tesse trame e imbrogli per salvarsi. Lultimo e straniante disegno quello, nemmeno a dirlo, del topolino esplosivo Asia. Il suo eroe Xena, che vive nella grotta tanto vista in tv. Lobiettivo di Xena quello di diventare ricca facendo ascolti in televisione e per alleati ha gli amici X, X, il cavallo, la spada e lormai famosissimo cerchio di metallo dalle traiettorie improbabili. I suoi nemici sono nuovamente collocati nel mondo reale: si tratta infatti della gente che dorme fino

a tardi, perdendosi la messa in onda della serie, oltre che i genitori che vietano (per punizioni varie) di guardare la tv togliendo ascolti. La realizzazione dellobiettivo di Xena sta poi nel fare la bella vita, situata ancora nel mondo reale con macchinoni e rifacimenti vari. La conclusione un solo grande e roseo punto di domanda. Disorientati da questa mescolanza interessante di fantastico e reale, appuriamo quanto triste deve essere il destino di Xena e quanto la sua storia sia opposta a quella di JP e Anna, incalzando Asia sul perch delle scelte di Xena. Concluso il primo esercizio, scegliamo quello delle spade. Consiste semplicemente nellutilizzare un braccio come fosse una spada, tagliente solo dalla parte esterna. Muovendoci tutti al rallentatore in una battaglia campale, dobbiamo soppesare movimenti e pagare ogni slealt con dieci secondi senza difese. Davide scetticissimo fino allaggressivit, si poi ricreduto in parte. Facciamo non so quante manche. Nella prima muoio dopo poco, falcidiata da non ricordo chi; nella seconda per paura di essere presa da Gigia sono uccisa da Emanuele. Mentre la seconda battaglia a squadre si sposta dietro i gessi in mezzo allaula quattro io, cadavere in terra, alzo una mano urlando. No! Voglio giocare ancora! E per far urlare me ce ne vuole. Se sei una mezza sega non colpa mia! Rispondo ora a Emanuele: invece s, in parte colpa tua. Quando mi ritrovo poi in squadra con Davide, Anna e Gigia propongo il primo e unico schema della giornata: proteggerci le spalle formando un quadrato, avvicinandoci agli avversari sotto le mie direttive. Ma a vedere il fronte avversario, sono stata la prima a fuggire e morire. Stendendo un velo pietoso, dato che non posso raccontare i duelli epici che da morta non ho visto ma solo udito, il terzo esercizio stato il pi strano. Ricollegabile a quello degli abbracci, ma assai pi lungo. Nuovamente con un sottofondo musicale calmo e introverso, ci mettiamo a coppie; Emanuele compreso, siamo in otto. Sparsi per laula 4, si devono chiudere gli occhi e non parlare, comunicando solo attraverso il contatto

ita con la fatto teatro sono part ima volta che abbiamo Lult turbata dalla anquillo perch ero gi anza di un incontro tr sper mattinata. fatto di coinvolgere i mi sono divertita; il Con i ragazzi disabil ato geniale. tutti con dei suoni st r lo spettacolo mo fatto delle prove pe roppo subito dopo abbia Purt o buio, Alcuni di noi rsa. [ stato un moment ed ero del tutto pe spettacolo finale. Poi ci

a iniziale sullo erano scettiici circa l'ide fu la svolta...solo poi.] za di iniziativa fra noi le ha notato la mancan anue

Dopo un po Em i. Ognuno ha detto le re tre parole per sfogarc e ci ha detto di urla ne cose da dire, ma ho sy. Avevo in mente alcu sue tranne me e De , per non dire una min... esse un fatto mio. Quindi preferito che riman rimasta silenziosa. ata (stupidaggine), sono de, tra cui il diario di risolvere alcune faccen l Abbiamo cercato di momento di fiducia ne tentato di ricreare un bordo, e abbiamo gruppo. r, ho visto che eravamo ti a prendere il treno, pe Quando siamo anda un po gi di morale. Emalia

fisico. minciando poi quando ci cambiamo di coppia, ma, si sa, neanche i Noto che tra i due c quasi sempre chi guida laltro. Al primo gessi possono essere tutti cos intelligenti da capire lesercizio turno sono in coppia con Emanuele, con il quale non ho disagio a e non ridere al vederlo. Io e Emanuele non ridiamo, ad esempio. Per capire o a esprimere. Avevo gi provato, grazie al corso di teatro, qualche motivo, forse sbagliamo gli scambi di coppie, ci ritroviamo quanto si pu comunicare con il contatto e in questo frangente ho di nuovo assieme e sfruttiamo loccasione per osservare gli altri loccasione di mettere in pratica le esperienze fatte. ragazzi. Sembrano ipnotizzati; ad occhi chiusi vagano nel buio Con Gigia e Asia, pi piccole di me e con le quali non passo molto con il solo punto di riferimento del compagno, ora, per loro, raptempo, mi ritrovo a guidare, a suggerire una linea di comunicaziopresentante lintero mondo. C chi si accarezza, chi si pizzica, chi ne: per entrambe si trasforma tutto in gioco. Io e Gigia utilizziamo tenta invano di mettere le dita nel naso al compagno (Desy con una un approccio pi timido. Con lei non mi soffermo a esaminarle le schifatissima ma divertita Gigia) e cos via. Riprendiamo sul treno mani come invece faccio con altri. Preferisco movimenti pi genedove, incontrando Wale, io, JP e Desy prendiamo posto in un vagone rici come provare a capire chi si protende pi in alto. Tra laltro, vuoto per farle provare lultimo esercizio. sulle punte, perdiamo assieme lequilibrio. Con Asia pi gioco puro e non pu mancare il giochino che tanto la ipnotizza. Il mio tic stagionale ora quello di unire mani e dita come a volte si fa per pregare, per distendendo gli indici e 04 Maggio 2011 facendoli ondeggiare. Ho delle dita abbastanza elastiche e il movimento incanta e distrae sempre il topolino. Tento di insegnarle E infine arriva il giorno conclusivo dellesperienza di laboil giusto movimento. ratorio multidisciplinare. Con JP ci alterniamo a guidare e ho meno riserve. Non intendiate Gi dieci minuti prima della fine della pausa pranzo noi nulla di strano, il corpo fa anche molto altro e con lui ho ben attori ci ritroviamo allentrata posteriore della scuola (in potuto analizzare la parte esterna della mente: le mani. verit solo unuscita demergenza affacciata su uno spiazzo In qualche modo distanti, mi guidano verso il suo viso o verso il delimitato dal muro a secco delle fasce), preda di una strano suo capo, uno dei pochi che utilizza anche il movimento di spalle e ed apparente torpore. Io, pur di essere presente, mi presento con testa per farmi capire che la mia carezza giunta a destinazione. quasi trentotto di febbre. Alcuni sono un po tristi perch il Con Desy una festa. Ed assurdo. percorso si sta concludendo. Ci guardiamo i vestiti: ognuno di Io la vedo. Abbiamo gli occhi chiusi, ma nemmeno ci serve ad imnoi, come da copione, ha un abbigliamento di un pedirmi di vederla. Dal contatto con le sue mani riese il tutto ha sempre sull insieme e su tutto.. Anche zzo del tutto, sono fatto cos, ragiono siccome sto seguendo questo laboratorio come un sco a capire lintera sua postu- Lo so, come sempre mi dimostro il raga o il rcizio mi viene difficile, ra, ed incredibile come, senza il limite di non averne. Ma concentrarmi su un solo esela, non ci si sofferma ad ogni singolo scalino, io preferisco parlare di tutt cesa di una sca metterci daccordo, ci muoviamo percorso, cos come, descrivendo las : uto fino ad adesso come una persona sola. Balliamo percorso che ho viss ma quando il ogni giornata, perch si ride un casino una figata. a in viaggio, come ci si senta dopo a tua vita ti pu fare male. Ripeto difficile spiegare, senza nemmeno sbattere contro i E difficile spiegare come si progredisc da ti, e sai, che nulla nell troppi oggetti dellaula quattro, momento di concentrarsi, tutto ha una soluzione e sen isce da soli. Quindi sono inutili tante belle parole, semplicemente solo oscere me stesso capire se non si cap che di certo, guardandoci dagli forse pi semplicemente difficile da a COMUNICARE (come sempre =)) attraverso il corpo e le parole e a con imparo a recitare ma scaffali, avranno smesso di ri- dire che non solo ere... Holla dal vostro amichevole JP di quartiere...XD lio ess e ci che vog dere per il pericolo corso, rico-

unico colore, a scelta. Emalia e JP sono entrambi blu, seppur non identici, Anna tutta bianca, Nicole una bambolina lilla. Non c proprio la tipica atmosfera da ansia prima della prima, ma quella non sarebbe stata una prima normale. Nessun copione vero e proprio si era scritto, solo la struttura generale (Emanuele il paladino dellimprovvisazione). Perfino le stanze avevano finito di esistere: tutto si sarebbe svolto in aula magna, tutto in una volta e una volta per tutte: daltra parte si tratta di una lezione aperta, con gran parte di improvvisato e tanta voglia di stare assieme. Finalmente cominciamo a salire. Ormai conosciamo i nostri compiti: io con Andrea, Desy e altri ragazzi cominciamo a sistemare in aula magna il materiale da usare durante la performance, JP, Emanuele, la Prof. Giordano e altri pi forzuti portano al piano superiore Lodo e la carrozzella. Nel frattempo iniziano ad arrivare gli ospiti. Il gruppo, ormai denominato Bragunda, si riunisce in un cerchio per raccogliere la concentrazione e incoraggiarci a vicenda allurlo di bragunda, appunto. Poi ci sediamo ai nostri posti Buongiorno a tutti. Comincia Emanuele rivolto al pubblico. Seduti di fronte a noi, dallaltra parte dellaula magna, c un bel gruppo di genitori e parenti, dirigenti scolastici e insegnanti della nostra e dellaltra scuola, ragazzi del DAMS conoscenti di Emanuele e addirittura il fratello minore di Anna. Andrea ed Erika sono pronti per le riprese video, mentre Silvia ha gi locchio e il dito in allerta per il click fotografico. Emanuele presenta le finalit del corso, il suo svolgimento, fa i ringraziamenti e i saluti di rito, spiega al pubblico che non sar unesibizione normale (gi sembrano averlo intuito, difatti ci guardano parlare e ridere seduti in una unica fila di sedie poste contro il muro fronte alla platea), specificando che i ragazzi avrebbero anche potuto chiamarli in causa E noi ridiamo, i genitori non sanno se imitarci o meno. Emanuele d il via. Noi ragazzi ci alziamo e cominciamo subito a vociare in lingue inventate, incomprensibili a tutti tranne che a noi stessi. Wale si esprime in siciliano e calabrese: non

trova comunque nessuno che possa capirla. In quella sorta di mercato senza merce la prof. Luisella risponde qualcosa di molto stringato in francese ai ragazzi che le rivolgono parole assurde o versi. Ci dirigiamo a prendere le scatole create dal gruppo degli Artisti, poste su dei banconi collocati vicino ai muri laterali e con quelle vaghiamo tentando di comunicare fra noi. E non solo fra noi. Nella confusione totale, non trovando nessuno che possa spiegarmi il significato delle scatole, mi dirigo dal pubblico. Asoin teh? Cosa? Mi risponde la madre di uno dei ragazzi delle medie. Asoin teh, enke sa? Non ti capisco Continuo a chiedere in giro di questa scatola, ma non riesco minimamente a capire le risposte, come loro non capiscono le mie domande. Nel frattempo altri ragazzi hanno preso anche gli strumenti musicali costruiti durante le lezioni; li porgono a qualcuno del pubblico, invitando ciascuno, a gesti e a versi, ad unirsi al grande gruppo che sta vagando al centro della grande aula. Ad un certo punto inizia a diffondersi nellaria della musica; qualcuno comincia a tenere il tempo. Vado a vedere cosa accade, sostenendo anchio il ritmo. Ora sono pochissime le persone rimaste sedute. Anche la nostra Preside, vinta ogni resistenza, si unisce a questa specie di rito di gruppo. Continuiamo a non capirci, ma il colpire tutti insieme le nostre scatole decorate sembra in qualche modo stabilire un legame tra noi. Anche gli ospiti non parlottano pi, attratti dal cambiamento. Holly al centro del gruppo che, pian piano, in modo naturale comincia a girargli intorno. Lui poggia la sua scatola in terra, dicendo qualcosa e indicando la scatola di Andrea e poi di nuovo la sua in terra. Nel frattempo si forma un cerchio e Holly coordina la costruzione di un muro, Desy e Patrizia distribuiscono i costumi di strumenti musicali e il vortice di ragazzi tiene il tempo dellallegra musica folkloristica. Riporto in carreggiata chi rischia di disturbare la costruzione del muro, prestando atten-

zione ogni tanto ad eventuali cenni di Emanuele, appollaiato dietro la carrozzina di Lodo come una statua guardiana. Lodo ride, ma anche un pochino teso. Emanuele lancia un lungo urlo per richiamarci: il cerchio di persone si ferma, la musica cambia in una di ritmo pi lento e di stile indiano, comunque allegra ma pi rituale. Tutti per mano, Holly compreso, danziamo intorno al muro, cantando i versi (letteralmente versi) ad eco di quanto Emanuele ci suggerisce. Li ripetiamo dopo di lui come dei veri indiani, i pi energici (io compresa, che, data la febbre sono ormai in stato di berserk), oltre a muovere passi a tempo, saltano, pestando i piedi in terra. Tutti in modi diversi, ma tutti insieme. Il non capirsi parlando non sembra esser ora un problema: il ritmo e la musica ha unito il gruppo. Bragundaaaa! Urla Emanuele; le braccia si spostano dallalto verso lesterno, indicando di dividerci in due ali. Lodo stringe i denti, mentre cominciamo a fare la ola. Linsegnate afferra le maniglie della carrozzina e si dirige verso il muro. Allimpatto, Lodo chiude gli occhi, mentre il muro di scatole colorate crolla. E ride, a pieni polmoni, seguito dallapplauso di tutti. Il muro dellincomprensione e del distacco stato abbattuto: da ora si pu parlare in modo comprensibile a tutti. Emanuele spiega laccaduto al pubblico, mentre noi velocemente sistemiamo sui tavoli tutto larmamentario di vesti, pianole, barattoli della musica e bastoni della pioggia, disponendoci sulle sedie sistemate pi vicino al pubblico. La prof. Giordano distribuisce dei fogli: il momento di supportare la pi timida del gruppo, Nicole. E una ragazza assai schiva e silenziosa; avr sentito la sua flebile voce solo un paio di volte durante il corso, e di orecchio solitamente ne ho. Emanuele la presenta, si mette vicino a lei, la prof. Marcella fa partire la terza base musicale della giornata: Perdere lamore. Nicole inizia a cantare con Emanuele, la sua voce ora si sente; allarrivo del ritornello cantiamo tutti, formando un coro cer-

tamente non molto intonato, ma sicuramente affiatato. Siamo un gruppo. Il gruppo del Bragunda certo, ma un gruppo. Emanuele inizia a ballare con Nicole, entrano in scena anche le marionette e si uniscono in questa festa da ballo. Lapplauso dei genitori conclude la performance della nostra cantantessa. E arrivato il momento delle improvvisazioni nonch la fine della tranquillit del pubblico stesso. Emanuele ci divide in gruppi di quattro persone; ad ogni gruppo assegna tre parole proposte dal pubblico (luogo, azione, parola) su cui avranno pochissimi minuti di discussione per procedere poi allimprovvisazione di fronte a tutti noi. Il risultato un grande coinvolgimento e attenzione da parte di tutti e tante risate. Alberto anche quando non recita fa commenti e le sue risa risuonano allinterno della stanza. Ora veramente la tranquillit del pubblico veramente in pericolo: Emanuele chiede se qualche ospite ha voglia di sperimentare. Panico!!!! Ci sono volontari per improvvisare con i ragazzi? Alla domanda di Emanuele e al successivo silenzio stampa attacco con una cantilena veloce e scandita. Infatti caso vuole che locchio mi cada sulla preside, e caso vuole che la febbre contribuisca a togliermi i freni inibitori. Lenergica e svelta Anna mi segue subito. La Preside-la Preside-la Preside-la Preside. Essendo per lego della Preside troppo forte, alla sua rinuncia ha rimediato Anna, subito da me seguita. Cicco! Cicco! Cicco! Al tifo da stadio che si allarga a tutti i ragazzi, la prof. di ginnastica non pu rifiutare. Anche al suo gruppo, composto da due insegnanti e tre ragazzi, vengono assegnate le tre parole su cui creare una breve scenetta. Si pu pensare che un gruppo costituito da adulti, ragazzi, tra cui disabili, possa non funzionare, e invece, posso assicuravi, che molto coinvolgente e divertente. Ricordo bene il pubblico ridere, e non poco, osservando la prof. Cicconetti salvarsi da sola dallannegamento

mentre il bagnino JP ci sta provando con Emalia, distesa sulla spiaggia. O ancora osservare interessati il detective Francesco e me tentare di incastrare i due criminali Davide e Anna solo sulla base della parola blu. O ancora Wale, JP che dicono stupidaggini (le parole sono: teatro, recitare, formaggio) in maniera teatralmente molto enfatica. Il laboratorio si conclude con le formalit di rito: la consegna degli attestati tra un entusiasmo da stadio, il breve discorso dei due Dirigenti Scolastici, infine viene invitato Solano a dire due parole sul laboratorio di marionette. Foto di gruppo e banchetto: siamo tutti soddisfatti e, tra un pezzo di torta o di pizza, ci scambiamo commenti, saluti e quantaltro ci viene in mente. scusate. Tutto qui? sar la domanda che inconsciamente vi state probabilmente ponendo. Credetemi, ma so che cos. S, tutto qui, sia perch non sono in grado di ben descriverlo, sia perch il nostro obiettivo finale non stato di certo quello di organizzare un Open Day che dovesse intrattenere un pubblico. Penso che ogni partecipante abbia respirato unaria di gioia e freschezza, la stessa che forse ritroveranno rileggendo queste righe. Tutti quanti forse capiremo la vera importanza di quel giorno tra molti anni. Esagero? Non penso tra dieci anni mi sembra di vedere Francesca, la ragazzina delle medie: non so quanto ricorder effettivamente di questa esperienza, eppure per un anno ha condiviso attivit creative con dei ragazzi che lhanno accolta come parte attiva in un gruppo. Ha potuto vedere le scatole e gli strumenti da lei costruiti come elementi di uno spettacolo condiviso con noi ragazzi grandi, professori e genitori. E Francesco? Tra dieci anni cosa ricorder? Forse avr dimenticato il mio nome, quello di Emanuele, quello di Wale, di Holly ma non la sensazione di essere al centro di una scena e di guidarla: ricorder sempre con piacere la sua interpretazione di un faraone in attesa che i suoi schiavi gli portino la carta

igienica (per citare una delle migliori improvvisazioni, svolta appunto da Francesco, Holly, Wale e Desy). Per noi ragazzi grandi, tra dieci anni questa giornata potr essere ricordata forse in modo pi nitido che non quello di Alberto o Andrea, ma non per questo pi intenso. Gi ora sto dimenticando i dettagli delle improvvisazioni dellOpen Day (immagino ve ne siate accorti), essendomi ritrovata a scrivere lultimo capitolo del Diario di Bordo circa un mese dopo. Forse un bene, perch in genere si ricordano le cose principali, quelle che ci hanno maggiormente colpito. Noi ragazzi abbiamo avuto la responsabilit di gestirci e di gestire, abbiamo dovuto utilizzare tutto il bagaglio che Franco Carli ci ha lasciato come eredit e labbiamo impiegato sul campo, non pi allievi ma gi un po insegnanti, con Emanuele a tappare prontamente buchi e danni dovuti alla nostra enorme inesperienza. Attori, educatori solo un inizio: tra dieci anni potrebbero diventare le nostre linee guida. Franco Carli ha reso possibile e accelerato un processo che quel giorno cominciato e che si spera non abbia fine. Grazie quindi al Signor Franco, a Emanuele, alla nostra Preside Beatrice Grossi (sempre sia lodata), a Solano, alla prof. Giordano, ad Andrea, Nicole, Lodo, Francesco, agli insegnanti delle medie e a tutte le persone citate nel diario grazie a loro siamo pi vicini a diventare Persone, con la P maiuscola. Ci rivediamo tra dieci anni, e se allora qualcuno ancora avr dubbi sulla validit di questi progetti, con pi calma sar in grado di meglio spiegarmi, e forse non sarete nemmeno costretti a leggere delle bozze. Bragunda a tutti.

E per finire...
Di solito scrivo con la musica nelle orecchie. Metto il brano che credo possa meglio descrivere il pezzo che sono in procinto di creare, anzi spesso lo creo a seconda dellintuizione che la musica mi suggerisce, musica a sua volta suggerita da un qualche mio presentimento o intuizione, pi che da un piano. Eppure il risultato non spontaneo come la scelta del brano. Ecco, finisco a parlar di me, anzi inizio. Quale conclusione potrebbe non esser banale? Ti va di scrivere il diario di bordo? Emanuele mi sorride, a trentadue denti e quattro occhi. Mi ha tipo ipnotizzata, credo. S, va bene! E non mi sono nemmeno chiesta in cosa stavo imbarcandomi. Mi sono ritrovata pomeriggi a scrivere senza nessuna musica. Mi distraeva. Avrei dovuto capire prima che quel diario non poteva che essere una pallida e indegna rievocazione di quello che noi ragazzi abbiamo vissuto durante le lezioni. Sono abituata a scrivere di mondi fantastici e creature mitiche ma descrivere una lezione di teatro svolta nella provincia di Imperia da un gruppo diretto da ragazzo molto giovane e bravo (quanto ancora poco conosciuto) mi sembrava difficile. E tuttora non mi risulta semplice, forse perch gli altri ragazzi non li ho creati io. No. Abbandono il diario di bordo. Lho annunciato al gruppo con rabbia, stavo liberandomi di un peso eppure ero arrabbiata. Infuriata con quei ragazzi che non si erano degnati di aiutarmi. E, lincontro successivo: Ho stampato il diario di bordo. C-cosa?! Emanuele mi ha fermata vicino alle macchinette della scuola. Ho notato come avesse un fare pi timoroso, appena un filo: aveva stampato tutto il diario di bordo come lavevo scritto,

ossia la prima e orrida stesura. Un aborto. Ma in una veste grafica stupenda. Non credo al caso: il diario doveva essere stampato in bianco e nero, invece tra le mani avevo della carta plastificata a colori, del formato che hanno oggi molti book fotografici, con il mio aborto a occupare la met sinistra della pagina e dallaltra parte delle semplici righe vuote. Per scrivere. E quelle righe sono state messe su carta. Non sono stati riportati commenti di lezioni delle quali non ho scritto. E sono molte, anche molto interessanti, con degli episodi esilaranti o perfino toccanti, dovuti alla maggior coesione del gruppo. Appena oggi, alla stazione di Oneglia stavo leggendo i commenti che i ragazzi hanno aggiunto a fianco di quello che ho scritto. No, si vede che non li ho creati io, per fortuna. Per li ho guidati. Mi hanno folgorata. Come possibile che solo una decina di righe scritte da Desy mi abbiano cos tanto colpita? Solo dieci righe dieci righe di una spontaneit che non ho ritrovato in nessuna delle mie lettere. Desy quel che scrive, quel che fa, teatro. E Asia? Mi ha stupita, sconvolta. Chi questa ragazzina? Leggevo, senza capacitarmi che quelle righe fossero le sue. Ma quanto ricettiva quella ragazza? Tanto sembra slegata dal mondo, che mi vien da pensare che il suo atteggiamento sia uno scudo per una persona troppo sensibile in mezzo a noi ciechi buoi. Davide mi ha fatto ridere. I suoi commenti sono stati quanto di pi vicino alla sincerit di quanto io abbia visto in lui. O meglio, Davide sempre sincero, con tutto e tutti. Forse semplicemente non lo sa, quel genio cieco e sordo. Purtroppo degli altri ragazzi non ho ancora letto commenti o scritti, essendo arrivato troppo presto il tempo di pubblicare. Ironico che venga stampato in cinquecento copie qualcosa che ho abbandonato mentre ho dovuto pagare fior fior di quattrini la pubblicazione di un mio romanzo Qui chiudo il diario di bordo, ancora con le frasi dei ragazzi a rimbalzarmi in testa. Alcuni di loro li ho guidati per due

anni, gi dai tempi di Franco Carli, organizzandoli e tentando di calmare attriti interni, per gli altri sono stata un punto di riferimento almeno come affidabilit, in parte a torto. Eppure mi han guidato loro. Sono io la vostra creazione, e avete fatto un buon lavoro. Grazie, soprattutto a Emanuele. Isabella (Buccia) Biscaglia

Lesperienza del Teatro Impertinente stata unica e piacevole, lunica cosa che a volte lha rovinata sono stati i problemi esterni che entravano di continuo nella mia mente durante le lezioni. Questi problemi non mi permettevano di tirar fuori la mia bravura al 100% ed un peccato, perch non ho fatto vedere quanto valgo veramente. Comunque questanno di teatro mi stato molto utile ed ho imparato molte cose, sia tecniche nuove teatrali, sia la fiducia e il rapportarmi meglio con gli altri. Durante questi mesi sono anche cresciuto molto interiormente grazie alle tecniche dellunione, delleducazione e del teatro quindi alla fine abbiamo fatto educazione al teatro (e alla vita). Sono molto contento di Emanuele (nostro nuovo insegnante), spero che faccia molta strada nel campo teatrale, perch se lo merita.. Manuele Oliveri (Holly)

Un po di documentazione fotografica! Foto di Valeria Callari

Foto di Silvia Chiesa

I ragazzi del gruppo laboratoriale e le loro famiglie, i Dirigenti Scolastici, i docenti e gli educatori, Emanuele Morandi del Teatro Impertinente

Ringraziamenti. Preziose sono state le collaborazioni di molte persone che, con i loro diversi ruoli e le loro diverse competenze, hanno permesso la riuscita di questo progetto laboratoriale. Doverosi sono quindi i ringraziamenti. Innanzitutto ai Dirigenti Scolastici delle due scuole in rete, la prof.ssa Elisabetta Bianchi della Scuola Superiore di primo grado N. Sauro e la nostra prof.ssa Beatrice Grossi, che ha voluto e creduto fortemente nel progetto, sostenendo le proposte del gruppo e supportandolo in tutte le tappe del percorso. Un ringraziamento agli insegnanti che hanno collaborato, Marcella Grossi, Luisella Merano, Claudia Montissori. Grazie a Emanuele Morandi (Teatro Impertinente), che riuscito con la sua bravura e professionalit a coinvolgere tutto il gruppo in un clima di collaborazione, ascolto, gioco e complicit. Egli inoltre si impegnato in prima persona, avvalendosi anche di suoi amicicollaboratori, per la realizzazione di questa pubblicazione nonch del filmato documentativo dellattivit svolta. Si trattato di un contributo sia pratico sia di aiuto nella motivazione a continuare a lavorare alacremente per lasciare una profonda traccia dellattivit svolta. Un ringraziamento a Carmelo Solano che, con la sua profonda esperienza nel settore degli spettacoli di figura, ha seguito il gruppo nella costruzione di marionette e strumenti in gommapiuma (spugna). Un supporto prezioso stato fornito da Patrizia Arrigoni, madre di Andrea, che ha partecipato a tutti gli incontri e si dimostrata una persona aperta ad ogni proposta di attivit, nonch una persona con uneccellente manualit e praticit. Ringraziamo Roberta Francaviglia, una ragazza

iscritta al corso specialistico del DAMS di Imperia, che con la sua delicatezza, creativit e premura riuscita ad entrare in relazione con tutto il gruppo e ci ha aiutato nel contenimento e nel supporto dei ragazzi disabili; le educatrici, Sara Ferrando e Elisa Rotunno che si sono occupate dellassistenza degli allievi disabili, supportandoli sia nella pausa pranzo che nelle diverse proposte laboratoriali. Un ringraziamento allAssociazione Scubi: a Silvia Chiesa che ha messo a disposizione la sua bravura fotografica per cogliere emozioni, espressioni, colori, ambienti; ad Andrea Languasco ed Erika Baruffaldi che hanno svolto riprese video di momenti di laboratorio, interviste e commenti dei ragazzi sintetizzandoli nel filmato-documentario del progetto; a Valeria Callari, allieva dellIstituto dArte, che, coinvolta in questa avventura, ha dato la sua disponibilit a scattare alcune fotografie durante le prove dellincontro finale. Ed ora, doverosi sono i ringraziamenti di tutti coloro che, con la loro sponsorizzazione, hanno permesso la realizzazione del progetto con il prezioso e indispensabile aiuto economico: la Provincia di Imperia, che annualmente stanzia fondi per i progetti di integrazione allinterno degli Istituti Scolastici di secondo grado; il Rotary Club Imperia, lAzienda Latte Alberti e la societ Grafiche Amadeo - Centro Stampa Offset, che si anche occupata della stampa. A conclusione un ringraziamento a Isabella Biscaglia, allieva dellIstituto Statale dArte, che, anima gentile, educata, operosa e affidabile, con alle spalle la pubblicazione di un libro (Licenziate il primo attore, 2011, Ed. Albatros), ha riportato su carta lesperienza dei vari incontri, fornendoci il materiale indispensabile su cui tutto il gruppo ha potuto lavorare per la realizzazione di questa pubblicazione, memoria di una preziosa esperienza. Chi scrive uninsegnante di sostegno del Liceo Artistico - Istituto Statale dArte, da alcuni anni

coinvolta nella progettazione, organizzazione e collaborazione di progetti di integrazione. Lautoreferenzialit non il mio forte: mi sento solo di dire che verifico costantemente limportanza dei laboratori per lo sviluppo di competenze didattiche e sociali e, quindi, del loro ruolo educativo e pedagogico; questa la motivazione che mi spinge ad un impegno costante e caparbio. Malgrado le inevitabili difficolt e le esigue risorse, la forza propulsiva data dalla gratificazione che si ha riscontrando lentusiasmo dei ragazzi, i loro progressi, la constatazione dellimportanza che, principalmente per i soggetti pi deboli, ha la scuola come luogo di crescita della globalit della persona. Claudia Giordano Mi chiamo Patrizia, sono la mamma di Andrea Cordini, che frequenta lIstituto Statale dArte; anche questanno ho partecipato con mio figlio al corso di educazione alla teatralit e creazione di marionette. E stato molto creativo sotto tutti i punti di vista; ci ha arricchito per laspetto manuale e morale. Per questo ringrazio Claudia Giordano, con la quale si instaurato un rapporto di amicizia, la scuola per il grande impegno che impiega nellorganizzare questi corsi, coinvolgendo anche i ragazzi con diverse problematiche. Grazie al sig. Carmelo Solano, a Emanuele Morandi, alle professoresse Marcella, Luisella, Claudia, alle assistenti Elisa e Roberta, per la professionalit e grande sensibilit. Ma un encomio particolare ai ragazzi, che ci hanno insegnato e dimostrato che lintegrazione molto importante e la si pu ottenere. Mi auguro che questi e altri corsi abbiano seguito in pi scuole. Nuovamente grazie. Patrizia, Andrea

Innanzi tutto devo ringraziare lIstituto dArte nella persona della Sig.ra Preside e della professoressa Claudia Giordano per linvito e la fiducia che hanno avuto nei miei confronti. In seguito ad un incontro con la prof. Claudia Giordano, che mi ha illustrato molto chiaramente lobiettivo che si intendeva raggiungere con il progetto di laboratorio di integrazione multidisciplinare, ho accettato lincarico trovandolo molto interessante nelle sue finalit. In un programma di lavoro dove si sono svolti laboratori di improvvisazione teatrale, musicale e pittura il mio compito stato quello di condurre un laboratorio sulla costruzione del pupazzo, di oggetti e figure tematiche in gomma piuma. Durante il primo incontro nel quale sono state illustrate le diverse tipologie che fanno parte del teatro di figura (burattino a tre dita, marionette con fili con due o pi mani, pupazzi in gommapiuma a una mano) abbiamo formato un gruppo che ha iniziato e concluso con molto impegno ed entusiasmo tutto il lavoro. Lattivit iniziata mettendo insieme il materiale necessario: gomma piuma, stoffe, colori, bottoni, corde, palline in polistirolo, ago, filo ecc. Di seguito abbiamo cominciato con il taglio della gomma piuma a spicchi, i quali sono stati successivamente incollati tra di loro formando cos lovale della testa. A questo punto iniziato il lavoro pi creativo: dare un volto alle sagome di gomma piuma, realizzare, quindi, la bocca animata, i capelli, gli occhi , il naso, ecc. il tutto colorato con molta fantasia, creando cos i personaggi da utilizzare nei laboratori di teatro e musica. Personalmente devo complimentarmi per il lavoro svolto da tutti i ragazzi e dagli insegnanti dei diversi laboratori che nella spettacolarizzazione finale ha visto mettere insieme i diversi mestieri

che compongono il teatro in generale: sartoria, pittura, falegnameria, scenografia fantasia ecc. La performance ha emozionato il pubblico presente composto dai genitori, Presidi e altri insegnanti dellIstituto dArte di Imperia e della scuola Sauro, tutti coinvolti, a loro volta, nellimprovvisazione teatrale dei ragazzi attori. Ancora a tutti loro un lungo applauso. Il direttore artistico del gruppo Teatro e magia, Carmelo Solano Credere in quello che si fa, lottare per i propri sogni, spingersi fino a quei limiti che si credono lontani e irraggiungibili. Quando sto con i ragazzi sto bene e sono pronto insieme a loro a percorrere qualunque strada al fine di raggiungere il libero pensiero, lautonomia intellettuale. La scuola e la famiglia oggi non sono pi le sole istituzioni preposte alleducazione. In una societ oramai traboccante di stimoli, nella quale i giovani sono quotidianamente immersi, i tradizionali centri di formazione risultano condannati ad una svantaggiata competizione per catturare la loro attenzione e, soprattutto, la loro approvazione. Le nuove generazioni, cos iper sollecitate, risultano meno efficienti di un tempo nello sviluppare una fantasia autonoma, nello strutturare un racconto, nel ricorrere allimmaginazione. In questo quadro leducazione alla teatralit diviene non solo utile ma di vitale importanza perch in grado di oliare un meccanismo inceppato. Ecco perch il Teatro Impertinente ha come obiettivo il contribuire professionalmente al recupero di quelle funzionalit e attitudini in via di dissoluzione come le capacit comunicative, la formulazione di pensieri autonomi, la creativit, il gioco. Ringrazio quindi lIstituto dArte perch tutto questo diviene possibile solo quando le istituzioni con le quali si dialoga hanno la giusta apertura

mentale e la giusta lungimiranza. Ringrazio quindi persone come Claudia Giordano che ha dimostrato passione e dedizione, spendendosi senza remore per la buona riuscita del progetto. Ringrazio mamme come Patrizia Arrigoni che al solo guardarle allopera ci si riempie il cuore di speranza e volont. Ringrazio artisti come Carmelo Solano che fanno della loro pratica un vero e proprio strumento di coinvolgimento educativo. E ringrazio i ragazzi, tutti, con i quali questo percorso ha avuto una vita piena, fatta di emozioni, di paure, di risate, di rabbia, di confronto, di vita appunto.. E bello scrivere un ringraziamento quando naturale e spontaneo. In questo caso davvero facile perch quello che ho vissuto allinterno dellIstituto dArte stato fare parte di una famiglia. Emanuele Morandi - Teatro Impertinente Premesso che questo progetto non sarebbe andato in porto senza laiuto di ciascuna delle persone citate che, a vario titolo, hanno dato il loro indispensabile contributo, desidero ringraziare soprattutto voi, ragazzi del Liceo Artistico-Istituto dArte Ci avete dimostrato, infatti, che non avete paura di mettervi in gioco, che avete il coraggio di guardare in voi stessi per meglio conoscervi e per crescere nella consapevolezza, che sapete essere accoglienti in una societ che ogni giorno di pi si dimostra intollerante, che siete in grado di arrivare fino in fondo quando avete un obiettivo che conta, anche a costo di tanta fatica. Tutte le volte che mi avete provato tutto questo - e sono tante! - non ho potuto fare a meno di commuovermi, lo sapete, e di sentire con certezza che quello costruito da voi sar un mondo migliore! La vostra Preside Professoressa Beatrice Grossi

ROTARY CLUB IMPERIA

Provincia di Imperia

Scuola Media Statale

"N. Sauro"
IMPERIA

GRUPPO TEATRO & MAGIA di Carmelo Solano

www.arteimperia.gov.it www.teatroimpertinente.blogspot.com

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