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do, dove la diversit sia un
valore compatibile con
luguaglianza, il primo
passo verso una condizio-
ne generale di pari dignit
e pari diritti fra le persone,
qualunquesialaloroetnia,
lingua, religione, orienta-
mento sessuale, opinione
politica e status sociale.
Per essere chiari: pari con-
dizioni sul piano etico e
giuridico.
Un dato mi ha colpito pro-
fondamente: in Italia nei primi nove mesi del 2011, ogni tre gior-
ni, una donna ha perso la vita per mano di un uomo, ciooltre
un centinaio sono le donne uccise questanno e, di queste, al-
meno il 10% in Emilia-Romagna. Le 10 Associazioni che nelle
nostre province gestiscono i centri antiviolenza, accolgono e so-
stengonoinpercorsi di uscitadallaviolenzaedal maltrattamento
circa 3.000 donne allanno. Con le difficolt e la carenza di ri-
sorse che le operatrici conoscono bene.
La mia una regione dove le parole coesione e controllo so-
ciale hanno ancora un significato e un riscontro nella realt,
eppurei numeri sonoquesti. Cirendeevidentechequestaodio-
sa forma di violenza non viene intercettata, le sue dinamiche
restano invisibili allinterno delle famiglie, delle coppie, delle
coscienze, fino allo scoppio del dramma. Cos come evidente
lurgenza di una strategia ampia di aggressione al fenome-
no, che richiede non solo il doveroso supporto a chi si occupa
della repressione dei reati, della cura, accoglienza ed assistenza
di coloro che si difendono dalla violenza; ma ancor prima il con-
tributo di tutte le istituzioni e soggetti in grado di affrontare il
fenomeno allorigine. Strutture sanitarie e sociali, operatori del-
la Giustizia e del diritto, scuole, associazioni culturali, organi
di informazione, ognuno per la propria parte e con i propri stru-
menti, devono assumere la responsabilit della prevenzione.
Leesperienzedi sensibilizzazionepraticatenellescuolesuperiori,
VIOLENZA SULLE DONNE.
Come vincere la lotta contro linvisibile.
L
anno che si sta chiudendo, tra le molte ombre e le
poche luci che lo hanno percorso, annovera tra i pro-
blemi irrisolti quello della violenza contro le don-
ne. Il fenomeno, anzi, continua a crescere e rap-
presenta un vero e proprio macigno sulla via che ci dovreb-
be portare al consegui-
mento della parit di gene-
re. Ancora oggi una delle
pi diffuse violazioni dei di-
ritti umani, senza limiti geo-
grafici, economici, cultura-
li o sociali, tanto che nessun
Paese democratico c.d.
avanzato ne esente. Fra i
tanti e drammatici numeri che abbiamo contribuito a divulgare
in occasione della Giornata Mondiale del 25 novembre 2011,
ne ricordo solo alcuni: in media nellUnione Europea, tra il 20
e il 25% delle donne subisce violenze fisiche durante la vita
adulta e pi del 10% vittima di violenze sessuali, in Italia tali
percentuali sono purtroppo superiori da tempo e il femicidio
aumenta dellordine del 7% ogni anno.
Studi internazionali di comprovata seriet hanno rilevato che
dove aumenta la distanza tra status reale e immagine mercifi-
cata della donna, l si annida la ragione dellodio. Lo svantag-
gio e le difficolt sperimentate dalle donne sembrano dipen-
dere in modo significativo proprio dal fatto di essere donne e
di essere, in quanto tali, associate a un ruolo sociale pi debole
per definizione. Talestereotiporadicatotuttoraprofondamente
in larghissime fasce sociali e tuttora genera discriminazioni,
emarginazioni e violenze inaudite. Per sconfiggerlo non basta
una netta condanna e una pi dura repressione, occorre pari-
menti unestesa azione educativa e culturale capace di incidere
nella consapevolezza delle persone. Lo stereotipo culturale del-
la donna subalterna il primo da scardinare per ambire a quel
livello alto di civilt che tutti desideriamo: la convivenza paci-
fica tra diversit, un multiculturalismo pienamente raggiunto
nel riconoscimento reciproco. Rafforzare il processo di adesione
da parte della societ a una visione almeno duale del mon-
di Roberta Mori Presidente Commissione Regionale per la piena parit tra donne e uomini
a diretto contatto con gli studenti, si sono dimostrate molto si-
gnificative proprio su questo terreno. Condotti da idonee figure
professionali, i laboratori di prevenzione alla violenza di genere
hanno prodotto una consapevolezza nuova tra i pi giovani, ca-
pace sia di irradiarsi alle famiglie e allambiente dei coetanei,
sia di formare i comportamenti degli adulti di domani. Un ap-
proccio empatico corretto fa s che temi pesanti e complessi
come quelli della violenza alle donne, della prostituzione e del-
la tratta delle schiave contemporanee, perdano qualsiasi con-
notazionedottrinaleodistanteediventinorealt, checi riguarda
e che possiamo affrontare. Non li rifiutiamo pi perch capia-
mo due cose: che il confine tra normale e diverso solo un velo
leggero che si solleva a un colpo di vento; e che possiamo af-
frontare qualsiasi verit dolorosa a patto di non essere soli. Al-
lora la violenza alle donne smette di essere quella che capi-
ta alle altre e diventa problema nostro. Smette anche di es-
sere problema femminile e diventa problema della comunit,
di uomini e donne.
Indefinitiva, nonsembraesserci altrastrada: occorrecombattere
e sconfiggere le simbologie che riducono la donna ad ogget-
to, restituire della donna
limmagine che la riflette
realmente. Solo riuscendo
in questa grande opera-
zione comunicativa e cul-
turale, potremo rendere
finalmente eccezionali e
annoverabili fra le patolo-
gie, tutti i fenomeni di vio-
lenza contro le donne.
Una chiosa mi sembra ne-
cessaria. Anche su que-
sto fronte il Governo ita-
liano ha dimostrato la sua
inettitudine e insensibilit.
Non ha attuato il Piano
nazionale di contrasto alla violenza del 2010, non ha ripartito
tra i Centri antiviolenza i milioni di euro stanziati e rimasti sul-
la carta, non ha sottoscritto la Convenzione Europea per la pre-
venzione e la lotta alla violenza contro le donne, gi firmata
da 16 paesi, che propone una strategia politica nazionale ba-
sata su linee guida europee. Sarebbe un salto di qualit im-
portante, perchsi tratta del primo strumento giuridicamente
vincolante in Europa che determina una normativa precisa per
combattere il fenomeno tramite la prevenzione, la protezione,
il supporto alle vittime e lazione giudiziaria contro gli autori dei
reati (tra cui sono compresi stalking, violenza sessuale, fisica,
psicologica o economica, matrimoni forzati, mutilazioni geni-
tali femminili e delitto donore). Insomma, non cda stupirsi
che il Comitato CEDAW delle Nazioni Unite abbia condannato
lItalia per le sue inadempienze. Una delle tante, una delle pi
inaccettabili.
QUESTA ODIOSA
FORMA DI VIOLENZA
RISCHIA
DI NON ESSERE
INTERCETTATA,
LE SUE DINAMICHE
RESTANO INVISIBILI
FINO ALLO SCOPPIO
DEL DRAMMA

STRUTTURE
SANITARIE E SOCIALI,
OPERATORI DELLA
GIUSTIZIA E DEL
DIRITTO, SCUOLE,
ASSOCIAZIONI
CULTURALI, ORGANI
DI INFORMAZIONE,
DEVONO ASSUMERE
LA RESPONSABILIT
DELLA PREVENZIONE

Il 2011 si chiude con una constatazione che ogni italiana e ogni italiano
avevano gi maturato, nel corso degli ultimi mesi e, vorrei dire, nellul-
timo biennio: la crisi globale non ha affatto smesso di far sentire i pro-
pri effetti. Anzi, al contrario: proprioperch si trattadi unarecessione a
scala-mondo, dovremoconfrontarci conessaancoraalungo, tentare di
fare sistema per evitare conseguenze pesantissime.
Il Governo Berlusconi inuncontesto simile stato il peggiore che ci po-
tesse capitare. passato nellarco di poche ore dal sostenere che la crisi
era una questione psicologica a tagli calati dallalto sui territori, in-
tollerabili eingiusti. Essi hannocolpitoinprimoluogolefamiglie, leim-
prese, moltissimi lavoratori.
Pur fra mille difficolt, la Regione Emilia-Romagna si opposta a que-
staderivavarando unaserie di misure adifesadello standarddi quali-
t dei servizi e del tenore di vita di chi per generazioni ha lavorato ed
vissuto inquesta terra, contribuendo a farne quel che oggi.
Diversi gli esempi ei settori nei quali abbiamooperato, acominciaredal-
lariduzionedel 10%di indennitecosti di gestionedellamacchinapub-
blica. Eancora: pattoper attraversarelacrisi, pattodi stabilitregionale,
interventi sullascuola, controi tagli ai trasporti, attenzioneai pideboli,
alle persone maggiormente esposte, alle famiglie, difesa dei servizi so-
ciali per anziani, bambini e persone disabili. Molto statofattoe molto
ancora verr fatto dalla Regione, affinch le cittadine e i cittadini non
si sentano abbandonati a loro stessi nel momento pidifficile.
Allostessotempoquellochesi concludestato, inEmilia-Romagna, lan-
nodellacostituzione dellaCommissione per lapienaparittradonne
e uomini, aguidare laquale stataelettalacollegaConsiglieradel PD
RobertaMori. statounodei momenti pialti dellalegislatura: lagran-
de sfidadellanuovaCommissione sarinfatti quelladi rimuovere ogni
forma di disuguaglianza, nonch di discriminazione nei confronti del-
lepersone, comedadettatodellaCartadei diritti fondamentali dellUnione
Europea. In essa, nei lavori dellAssemblea Legislativa, ancora una vol-
tafondamentale statoe sarlapportodellaVicepresidente del Grup-
poPDAnnaPariani, delleConsiglierePalmaCosti, PaolaMarani, RitaMo-
riconi. Ogni giorno le Consigliere del PD, della maggioranza e dellop-
posizione, arricchiscono lente di idee, spunti e proposte che ci ricorda-
nocome lapoliticae lamministrazione migliori sonoquelle nellaqua-
li davvero la piena parit fra donne e uomini praticata.
Nel ringraziare Noi Donne per la collaborazione instaurata da anni,
le sue redattrici, le lettrici e le simpatizzanti, voglio concludere tentan-
dodi legareassiemei duetemi: levicissitudini economichecheci troviamo
avivereelosforzocheil PartitoDemocraticostafacendoper renderesem-
pre di pile donne protagoniste del cambiamento inItalia. Per riuscir-
ci basta citare undato di politica economica generale che dovrebbe far
riflettere noi tutti: i Paesi con i tassi di crescita pi elevati ed i maggio-
ri livelli di redditopro-capitesonoanchequelli chepresentanoi maggiori
livelli di partecipazione e occupazione femminile. undatodi fattoma,
soprattutto, unauspicio, sul qualeimpegnarsi assiemequotidianamente.
Unabbraccio a tutte e tutti: uniti riusciremo a ridare allItalia il presti-
gio che si merita incampo internazionale.
Buon 2012!
Marco Monari,
Presidente Gruppo PD Regione Emilia-Romagna

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