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DICEmBRE CON: GIANLUCA mOROZZI, OCCUPy wALL STREET SCARP DE TENNIS, SHAkER, TERRE DI mEZZO

Dal 1993, il giornale di strada di Bologna

fondato dalle persone senza dimora

Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 ( conv. in L27/02/2004 N.46) ART. comma 2 DCB - Bo (Num. 2) per Poste Spa

i nostri 18 anni

12/201 1

PRODURRE QUESTO GIORNALE COSTA 0,75 EURO QUELLO CHE DATE IN PI IL GUADAGNO DEL DIFFUSORE QUALSIASI RICHIESTA AL DI L DELLOFFERTA LIBERA NON AUTORIZZATA

Regala o regalati una sottoscrizione!

aBBonati e contenti

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In strada, al bar e in libreria

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Aiuterai a sostenere i diritti dei senza dimora e contriburai a far conoscere Piazza Grande e i suoi temi a chi ti sta intorno. VERSAMENTO SU C/C POSTALE c/c 54400320 intestato a Associazione Amici di Piazza Grande Onlus. Causale Abbonamento. BONIFICO BANCARIO Intestatario: Amici di Piazza Grande Onlus. Causale Abbonamento.Banca UGF filiale Indipendenza. IBAN: IT80 D031 2702 4100 0000 0110 726. (oppure scrivi una mail a redazione@piazzagrande.it)

Cari lettori, nei mesi di dicembre e gennaio questo numero sar in vendita in alcuni bar e librerie, oltre che in strada come sempre. In questi locali saranno esposte copie del giornale che il pubblico potr prendere liberamente dopo aver lasciato unofferta libera. una sperimentazione prevista, per il momento, solo per questo numero. A fine gennaio valuteremo con gli esercenti che ci hanno dato disponibilit la riuscita dellesperimento. Da parte nostra terremo in considerazione leventuale aumento delle copie vendute e se e quanto questo abbia inciso sulle vendite da parte dei diffusori. Il nostro obbiettivo andare oltre la media di 2.000 copie vendute in strada nel 2010 senza danneggiare il lavoro dei diffusori. Sul sito www.piazzagrande.it troverete lelenco delle librerie e bar che partecipano alliniziativa.

editoriale/ Un giornale necessario


p LeoNARDo TANCReDI

In copertIna
il volto in prima pagina quello di Kristina, 18enne, studentessa del liceo scientifico sabin. Come tanti suoi coetanei attiva in uno dei collettivi che hanno manifestato in questi mesi. la sua storia parte dellinchieste di questo numero. lautore della foto vittorio valentini del gruppo fotografico di Bandiera Gialla (www.bandieragialla.it).

ICemBRe 1993, BoLogNA. IN uNA STANzA DeL DoRmIToRIo BeLTRAme SI SVoLgeVA LA PRImA RIuNIoNe DI ReDAzIoNe DI PIAzzA gRANDe. ABBIAmo DICIoTTANNI, SIAmo gIoVANI. TuTTI queLLI, e SIeTe TANTI, Che hANNo LeTTo, SoSTeNuTo, CoLLABoRATo CoN queSTo gIoRNALe CoNoSCoNo IL PeRCoRSo Che DA oRgANo DI STAmPA DeI SeNzA DImoRA Lo hA TRASFoRmATo IN uNA RIVISTA Che SI oCCuPA DI eSCLuSIoNe SoCIALe e NoN SoLo. oggI RIVeNDIChIAmo eNTRAmBe Le PoSIzIoNI: eRA NeCeSSARIo IL gIoRNALe DeL 93, e DoPo TANTe RIFLeSSIoNI DICIAmo Che Lo ALTReTTANTo queLLo DI oggI. PI Che DeLLe DIFFeReNze, PeR, VoRRemmo PARLARe DI queLLo Che hA LegATo Le eDIzIoNI DI PIAzzA gRANDe IN queSTI ANNI. FAR VIVeRe uN gIoRNALe PeR IL TemPo DI uNA gIoVANe VITA NoN uNImPReSA DA PoCo. BISogNA FAR quADRARe I CoNTI, NoN FACILe SoSTeNeRSI quASI eSCLuSIVAmeNTe CoN gLI INCASSI DeLLe VeNDITe e DegLI ABBoNAmeNTI, e Le RISPoSTe ALLAPPeLLo Che RIVoLgIAmo A LeTToRI e SoSTeNIToRI, ANChe IN queSTo NumeRo, SoNo FoNDAmeNTALI. mA LA SFIDA VeRA, queLLo Che TIeNe IN VITA uN gIoRNALe, AVeRe quALCoSA DA DIRe e FARLo IN moDo Che quALCuNo TI ASCoLTI. ogNI meSe CI PoNIAmo uN oBBIeTTIVo AmBIzIoSo: PoRTARe IN PRImo PIANo SToRIe ReSTATe SuLLo SFoNDo, guARDARe, ANChe TemI NoTI e DIBATTuTI, DA uNANgoLATuRA Che Ne meTTA IN LuCe I mARgINI SFoCATI. IN queSTo moDo CReDIAmo Che SI PoSSA PARLARe DI eSCLuSIoNe SoCIALe SFuggeNDo ALLA ReToRICA, AL PIeTISmo, ALLA BANALIT. SIA ChIARo, uN oBBIeTTIVo A CuI TeNDIAmo, NoN ABBIAmo LA PReTeSA DI AVeRLo gI RAggIuNTo. A queSTA ReSPoNSABILIT SI uNISCe queLLA VeRSo ChI hA BISogNo DI PIAzzA gRANDe PeR meTTeRe IL PIATTo IN TAVoLA, I NoSTRI DIFFuSoRI: VeNDeRe IL gIoRNALe IL LoRo LAVoRo, FARLo uSCIRe TuTTI I meSI, SIgNIFICA DARe LoRo LA PoSSIBILIT DI AVeRe uN PICCoLo ReDDITo. queSTo ImPegNo LegA Le quATTRo PAgINe IN BIANCo e NeRo DeL NumeRo zeRo DI PIAzzA gRANDe ALLe SeDICI CoLoRATISSIme DeL NumeRo 180 Che STATe LeggeNDo. AI NoSTRI CoeTANeI, AI quALI ABBIAmo DeDICATo LINChIeSTA DeL meSe, ABBIAmo ChIeSTo Come VeDoNo IL LoRo FuTuRo. DomANDA DA eVITARe DI queSTI TemPI, CI hANNo RISPoSTo. SIAmo DACCoRDo, mA CoNDIVIDIAmo ANChe LAPPRoCCIo CoN CuI RAgAzze e RAgAzzI hANNo moSTRATo DI VoLeR AFFRoNTARe queSTA INCeRTezzA. CoNSAPeVoLezzA e DeTeRmINAzIoNe, NoI DICIoTTeNNI LA PeNSIAmo CoS. (LeoNARDoTANCReDI@PIAzzAgRANDe.IT)

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gerenza

Piazza Grande Giornale di strada di Bologna fondato dalle persone senza dimora TeNDeRe uN gIoRNALe megLIo Che TeNDeRe uNA mANo

redazione Via Corazza 7/8 40128 Bologna, tel. 051 342328, fax 051 3370669 www.piazzagrande.it | redazione@piazzagrande.it CaPoredattore Pietro Scarnera Consulenza editoriale Agenda (www.agendanet.it) ProGetto GrafiCo Fabio Bolognini distriBuzione Redazione Piazza grande aBBonamenti & eventi: eva Brugnettini, erika Casali

COMITATO EDITORIALE Jacopo Fiorentino, giorgio mattarozzi, mauro Sarti DIRETTORE EDITORIALE Leonardo Tancredi direttore resPonsaBile Bruno Pizzica stamPa Industrie grafiche galeati Registrato presso il Tribunale di Bologna il 15/09/1995 n6474

in redazione eva Brugnettini, erika Casali, Ilaria giupponi, Simone Jacca, olga massari, giuseppe mele, Salvatore Pio, mauro Sarti, Donato ungaro. Hanno CollaBorato a questo numero Cecilia Andrea Bacci, giulia Biguzzi, Annalisa Bolognesi, Francesca Bono, enrico Camana, Claudio Cannistr, Fatma el habishi, giulia gezzi, marina girardi, Ilaria giupponi, gruppo fotografico Bandiera gialla, Filippo maltese, Carlo gubitosa, marco guidi, Francesco mele, gianluca morozzi, Sofia Pizzo, Carmine Roccia, Paola Sapori, Igor Sartoni, Laura Simoni, Alain Verdial.

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La povert vista da Tonino


p CARmINe RoCCIA
uesto giornale stato fondato nel 1993, ed nato davvero in una piazza grande. quella piazza dove sono scaturite le idee e la voglia di sentirsi persone, la piazza dove la gente che non aveva voce cominci a far sentire la propria rabbia, a ribellarsi contro un destino antico, e a chiedersi: Perch sono io ad essere povero?. qualche giorno prima del Natale 1993, anche Tonino si fatto la stessa domanda. Insieme ad alcuni amici di sventura ha avuto lidea di associarsi e fondare un piccolo giornale, per far s che potessero gridare ai quattro venti il loro malessere. ora che sono trascorsi 18 anni da quel giorno, ho incontrato Tonino per confrontare le povert di oggi e quelle di ieri. I suoi occhi brillano sul viso segnato dagli acciacchi del tempo e da una vita vissuta duramente, ma la sua voce ancora sicura. Tonino, secondo te cambiato qualcosa da quel giorno in cui fondaste Piazza Grande? Non credo che le cose siano cambiate.

i nostri

Nel dicembre del 1993 fa usciva il primo numero di questo giornale. Cosa cambiato da allora? Lo abbiamo chiesto a uno degli storici fondatori

18

anni

q| tonino in un disegno di Carmine roccia

Nellarco di questi 18 anni, qualcosa sembrava che stesse cambiando, ma ora la parabola dei servizi in netta discesa, le cose sono tornate al punto di partenza, se non ancora peggio. Cosa pensi che sia peggiorato? molte cose, ad esempio, la questione residenza. Chi non ha una casa, un lavoro, praticamente impossibilitato ad avere un luogo dove prendere la residenza, quindi non pu accedere ai servizi. Le persone che perdono il lavoro e il resto, tendono a spostarsi, cambiare citt. Secondo te la gente che oggi si ritrova in strada diversa da allora o ha solo problematiche diverse? La gente non mai diversa, le problematiche quelle s che sono cambiate, oggi ci sono nuove povert che si sommano a quelle antiche. Quali per esempio? quello che ho notato ultimamente che ci sono molti pi stranieri che hanno bisogno di assistenza. Credi che gli stranieri vengano trattati meglio degli italiani?

questo non lo so, quello che posso dire che gli italiani non vengono trattati come prescrive una societ civile. Vengono aiutati poco e quando succede gi troppo tardi, ossia sono gi arrivati al famoso punto di non ritorno. Tu credi che chi ha il potere scateni delle guerre tra poveri, per distogliere lattenzione dai problemi reali? S ne sono convinto, la povert un

gran business per chi gestisce le cose pubbliche. Il loro interesse quello di coltivare la povert, fare in modo che non finisca mai, perch se non ci fosse il povero, il ricco non avrebbe ragione di essere. Il volto di Tonino rosso di rabbia, anche se la folta barba nasconde le emozioni, il suo sguardo puntato lontano nel vuoto, le sue labbra sono serrate, mi accorgo che non vuole pi parlare. Intuisco i suoi pensieri: la lotta sempre dura, e il suo dubbio quello di aver lottato per nulla si alza a fatica dalla sedia e stancamente mi dice: ho voglia di fumare una sigaretta!. Poi si allontana, sparisce nella nebbia con passi insicuri, io lo guardo e penso: una vita vissuta da povero, non necessariamente rende pi povera la vita!. La povert non una colpa, semplicemente una condizione, che purtroppo tocca a un certo numero di persone, le quali, per un motivo o per un altro, non possono e non riescono a tenere il passo frenetico della societ. (redazione@ piazzagrande.it)

laltro eDitoriale
p mAuRo SARTI

Le ombre dellanima, la lunga storia di Piazza Grande


35 anni nellagosto 2003, tra i fondatori del giornale e presidente della coop La Strada, al quale oggi dedicato un riparo notturno, ha un grande spazio nei racconti raccolti da Tavoliere. Parla e si anima, spiega, piange, si rialza. Si scusa, si arrabbia. Diceva: Infatti io cho dei periodi di in cui mi chiudo, non comunico con nessuno, sono irascibile e meno male che si creato un legame molto bello, molto forte con alcuni amici di Piazza grande e mi impegno con il giornale () veramente importante avere un punto dappoggio serio in casi come il mio, se non hai questi punti dappoggio dura (per non dire impossibile) venirne fuori, duro trovare la forza per uscirne, perch poi la mente e il fisico si abituano alla condizione che vivi nellemarginazione, unassuefazione, una rassegnazione. ecco, per tutti quelli che non si sono ancora rassegnati, per tutti quelli che oggi si chiamano Alina, Radov, Katerina, gherorghe, Alexandru, Doina, Nicolae, Fanika, marius. Per tutte queste facce di strada che vendono oggi Piazza grande a Bologna, anche solo per tutti questi non-rassegnati, vale la pena andare avanti. Il giornale pi povero della citt ha ancora tante cose da dire e da fare. In fondo ha solo 18 anni, e non ha mai pensato che let pi bella della vita. (redazione@piazzagrande.it)

Si

chiamavano, e si chiamano, gigi il vagabondo, Franca la bambina del casello, Angelo (il francese), matteo, gianfranco (il chierichetto), Andrea, Franco (il legionario), Angelo il tedesco, massimo, Luisa, Danilo, gigi il vagabondo, mariarosa la cantante, Tonino, ugo il grande vecchio. Sono facce di strada, facce da poveri, quelle che hanno dato un volto e una storia a Piazza grande. Alcuni non ci sono pi, altri faticano a tirare avanti o hanno cambiato citt. qualcuno ha un posto in dormitorio. qualcun altro ha fatto il salto e si ritrovato beato sotto un tetto. A sfogliare Le ombre dellanima, il libro di Damiano Tavoliere (granata Press, 1994) che raccoglie

le storie di quegli strani personaggi che quasi per scherzo e per primi scesero in strada nel dicembre 93 per fare gli strilloni di Piazza grande, sembra passato un secolo. eppure i loro occhi dicono tutti la stessa cosa, ricordano quella sensibile e dolente umanit, per citare il sottotitolo del libro, che ancora vediamo per le nostre strade. occhi che ci chiedono di andare avanti, di continuare a inventare, progettare, credere. Per questo abbiamo deciso di festeggiare i 18 anni di Piazza grande con una festa in famiglia, senza tanto casino, ch la mattina bisogna alzarsi presto perch c da andare a lavorare. Ciascuno dove pu. massimo zaccarelli, scomparso a

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i nostri

InchIesta

Poche speranze per il futuro, tanta rabbia e delusione per il presente. ma anche la voglia di non rimanere passivi. Cos i ragazzi del 2011 hanno riscoperto la politica e sono tornati a riempire le piazze

anni 18

p TeSTo e FoTogRAFIe DI FATmA eL hABIShI

no

future, cantavano i punk 30 anni fa, di fronte alla prima vera crisi della societ e delleconomia occidentale. Il sogno di una crescita perenne, di una societ in continuo miglioramento forse si stava incrinando gi allora. Per i giovani del 2011 quello non pi uno slogan provocatorio, ma una realt quotidiana. Che non tutti per accettano, tanto che i ragazzi sono tornati a riempire le piazze. Che si condividano o meno le loro ragioni e le loro azioni, di certo hanno qualcosa da dire. Abbiamo incontrato alcuni di loro, quelli che hanno appena compiuto 18 anni: sono coetanei di Piazza grande, ed il nostro modo di festeggiare la maggiore et. Cos abbiamo scoperto che i 18enni bolognesi hanno voglia di darsi da fare, e non solo tra i banchi. Negli ultimi anni emersa una fitta trama di realt studentesche politicamente attive, che spesso, ma non sempre, si affiancano ai centri sociali. I ragni che intessono questa tela sono molteplici e con obiettivi differenti. Tra i soggetti pi recenti spicca il Cas (Collettivo autonomo studentesco), che si propone, cos ci dicono, di apportare un cambiamento rispetto alle lotte precedenti, cercando di creare speranze negli studenti. Accanto a loro c utpia, ideatore delliniziativa Caro-libri ti scrivo: per loro lobiettivo lottare contro i salassi delle case editrici tramite scambi di libri . A questi si aggiunge la Rete degli Studenti, che guarda al welfare studentesco, i servizi e le agevolazioni che permettono alle famiglie di mandarci a scuola e alledilizia scolastica: Strutture fatiscenti equivalgono a una cultura fatiscente. Collettivi che per sono accomunati dalla stessa visione del futuro precario. questo ci che alimenta la loro voglia, quasi una necessit di partecipazione. una militanza che non fine a se stessa, n a me stesso, racconta Luca, militante del Cas ed esponente al centro sociale Crash!, ma diretta anche ai miei amici e alla mia famiglia. La crisi di questi ultimi anni non ha reso consapevoli solo i giovani italiani, ma ha investito il mondo intero. Dai ragazzi schierati in prima linea durante le lotte della

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InchIesta
giunti a un punto in cui non si pu pi domandare una cosa del genere. una replica cinica, ma forse ci che oggi meglio rispecchia la realt del mondo del lavoro e dellistruzione. I ragazzi, per quanto giovani possano essere, ne sono pienamente consapevoli. Anzi, secondo Filippo, andrebbero prese in considerazione le generazioni ancora pi giovani, perch loro in questa crisi ci sono cresciuti. Filippo entrato nel Cas un anno fa, dopo una parentesi col Csmb (Coordinamento studenti medi bolognesi) che oggi non esiste pi. Non avevo pi voglia di rimanere passivo di fronte a tutto ci che stava accadendo, spiega Filippo. Che pone particolare attenzione alla distinzione fra studenti di serie A e studenti di serie B: Non concepibile togliere al pubblico per dare al privato, semmai dovrebbe essere il contrario. eppure ci che successo con lultima riforma scolastica della gelmini, che ha reso le scuole pubbliche incapaci di preparare gli studenti al lavoro. Non ha sogni nel cassetto, ma unidea: Che il futuro non sia pi il precariato e che si raggiunga lequit sociale. Per alcuni le manifestazioni di questi mesi sono state un battesimo del fuoco sulla scena della politica. Per massimiliano, ad esempio, il primo vero corteo stato quello dell11-11-11. stata unesperienza bellissima, al fianco di tanti altri ragazzi, racconta. Finora non mi ero mai avvicinato alla politica, perch pensavo ci fosse qualcun altro a farlo al mio posto, ma ora credo che sia giusto manifestare il mio dissenso.

Cosa vuoi fare da grande? oggi


siamo giunti a un punto in Cui non si pu pi domandare una Cosa del genere, risponde dellistituto

filippo, studente serpieri.

Primavera Araba, agli Indignados spagnoli al movimento di oltreoceano di occupy Wall Street. queste lotte sono diventate un movimento globale che segna un cambiamento, continua Luca, rappresentano una prospettiva minima su finalit comuni a tutti: lunico modo per fare evolvere la situazione attuale. e da queste lotte hanno preso ispirazione i diciottenni, e non, italiani che nelle recenti manifestazioni si sono caricati la tenda in spalla andando a occupare i licei, ma anche presidiando e attaccando i luoghi emblematici delle citt e della societ, con particolar riguardo al mondo finanziario. A seguito della giornata di mobilitazione dell11-11-11, il cui slogan stato occupy the world, make democracy, a Bologna il primo liceo occupato stato il Sabin. La scuola non solo unistituzione, ma anche un luogo di aggregazione, spiega emiliano, esponente del Cas. gli studenti hanno bisogno di spazio, non solo allinterno della lezione, ma anche allinterno della scuola, perch un luogo che gli studenti vivono. Non solo per quanto riguarda la loro istruzione, ma anche per il loro diritto a ritrovarsi, fare assemblee, parlare. e per questo, la scuola gli spazi li deve dare. Cos al Sabin occupato si sono tenute assemblee organizzative e non, cineforum e concerti. Se si prova a fare la domanda fatidica cosa vuoi fare da grande? si hanno risposte come quella di Filippo, studente dellIstituto Serpieri e militante del Cas: oggi siamo

Non mi sono mai sentito rappresentato politicamente, ma mi sono reso conto che le classi medie sono, ogni volta, quelle pi svantaggiate. ora che sono diventato maggiorenne e ho potere sulle decisioni lavorative della piccola impresa di mio padre, mi sono accorto che c sempre qualcosa che rema contro. Anche per questo massimiliano vorrebbe entrare come parte attiva allinterno del Cas e capirne un po di pi della politica e delle sue dinamiche. Il menefreghismo non si pu pi accettare. Il suo sogno personale quello di aprire un bar per stare a contatto con la gente, mentre la sua speranza per il Paese che i cittadini si riprendano lItalia. ma intanto prova anche tanta delusione e rabbia per il presente. e in generale sono questi i sentimenti che prevalgono negli animi di chi oggi si affaccia allet adulta. ognuno di noi fa delle scelte, dice Kristina, studentessa del Sabin, e queste vanno rispettate. La scuola, come ogni altra istituzione, dovrebbe aiutare i ragazzi in difficolt, non puntare il dito contro. La situazione ora invivibile: non si pu pi esprimere unopinione diversa. mario, Filippo, massimiliano, Luca, Kristina, e tanti altri come loro, sentono di lottare, in modi diversi, per un mondo equo e libero da pregiudizi ed ipocrisie. Nei cortei faccio quello c da fare, afferma Filippo, esponendosi in prima linea. Con determinazione contro chi ostacola i nostri bersagli, ribadisce Luca. Che sia giusto o sbagliato, questi ragazzi sicuramente non hanno voglia di nascondersi. (redazione@piazzagrande.it) f

012345678910111213141516 Continua la campagna per i diritti dei nuovi italiani

Adulti e vaccinati ma non ancora cittadini


Non possono votare n accedere ai concorsi pubblici, e anche viaggiare complicato: per i ragazzi figli di stranieri (900 mila in tutta Italia) i problemi iniziano dopo i 18 anni
p gIuLIA gezzI
on per tutti il 18esimo compleanno una festa. Se sei figlio di stranieri, che tu sia nato in Italia o meno, la maggiore et significa avere a che fare con permessi di soggiorno, uffici della questura e una legislazione che non ti riconosce come italiano. Di recente il presidente della Repubblica giorgio Napolitano si espresso in favore del riconoscimento della cittadinanza per i ragazzi figli di stranieri nati o cresciuti in Italia. era ora!, non ha potuto fare a meno di pensare meriem, mi sembra assurdo che si debba ancora discutere di questo. Io sono italiana. Vivo in Italia da quando avevo 3 anni e sono cresciuta qui. quando vado in marocco mi sento straniera perch non conosco usi e costumi locali e in Italia sono straniera perch mi ci fanno sentire. meriem nata a Casablanca 25 anni fa, studia Storia e filosofia alluniversit di Bologna e parla un perfetto italiano con cadenza bolognese. Fa parte dei nuovi italiani ancora non riconosciuti, gli oltre 900 mila ragazzi italiani con permesso di soggiorno che

InchIesta

ora, finalmente, vedono aprirsi uno spiraglio verso il riconoscimento della cittadinanza. Forse qualche pregiudizio crollato. La gente inizia a capire che questi figli di stranieri non sono poi cos lontani. meriem unattivista dei giovani musulmani italiani, velo e occhiali su occhi scuri e intelligenti. Nella pratica non avere la cittadinanza italiana comporta limpossibilit di accesso a tutti i concorsi o incarichi pubblici. Non avere il diritto di eleggere i propri rappresentanti. oltre a una serie di difficolt per viaggiare allinterno della stessa europa: per andare nel Regno unito devo chiedere il visto allambasciata inglese e nonostante questo sono fortunata rispetto a tanti altri perch ho un permesso per lungo soggiornanti ue che va rinnovato ogni 10 anni. Souad invece ha un permesso di soggiorno per lavoro da rinnovare annualmente, per cui ogni 8 mesi va a farsi prendere le impronte digitali a Belluno, dov residente. quando ho compiuto 18 anni, ho

scelto di richiedere un permesso per motivi di lavoro perch con quello per studio, se non avessi trovato un lavoro entro 6 mesi dalla laurea rischiavo lespulsione in marocco. Souad ha 25 anni e anche lei unattivista, studentessa e lavoratrice part-time. Alluniversit di Bologna frequenta il corso di Lingue e mercati arabi ma sa tutto sul diritto dellimmigrazione italiano e sui paradossi che ne derivano. Secondo la legge italiana la cittadinanza dipende dallo ius sanguinis e la legge 91 del 92 prevede che, raggiunti i 18 anni, lo straniero nato e cresciuto sul territorio italiano possa richiedere la cittadinanza, presentando la domanda entro un anno e documentando la continuit di residenza anagrafica. Per molte giovani mamme marocchine la continuit di residenza del bimbo un problema perch comporta limpossibilit di affidarlo temporaneamente alla nonna nel Paese di origine mentre lavorano qui in Italia. Cos oltre il 40% dei giovani nati in Italia destinato a restare straniero a lungo, magari per pochi mesi di vuoto

anagrafico. Speriamo che le cose cambino presto, dice Souad. Io non posso fare lerasmus, se mi faccio male non ho diritto a nulla dallo Stato nonostante lavori qui, ma c gente che ha problemi ben pi gravi per via di questa situazione. Conosco un ragazzo nato qui da genitori marocchini: lui ha uninvalidit al 100%, i suoi sono disoccupati: non ha diritto nemmeno allaccompagnamento!. Per tutti, la condizione di italiani/ stranieri significa anche convivere con la paura. Io non esco col permesso di soggiorno, confida meriem. Lo lascio a casa perch se lo perdi, perdi la tua identit. qui senza quel pezzo di carta non esisti. qualcosa per potrebbe cambiare presto, grazie alla campagna LItalia sono anchio, nata per sostenere il diritto alla cittadinanza e al voto dei cittadini di origine straniera. Promossa da una ventina di associazioni e da alcune Regioni, la campagna in piena raccolta firme. Per sapere come contribuire: www.litaliasonoanchio.it. (redazione@ piazzagrande.it)

italiani con PerMesso


p ILARIA gIuPPoNI
Diventare maggiorenni in italia ti conferisce molti doveri, ma non tutti i diritti: il primo fra i quali il permesso di soggiorno sul territorio, un diritto sempre pi esclusivo nel Paese degli emigranti. Pur crescendo e frequentando le scuole del Paese, quando scatta la maggiore et, scatta anche la clandestinit. a meno che i giovani figli di immigrati dallaccento bolognese, non abbiano la fortuna di essere in carico ai servizi sociali, o di frequentare ancora la scuola, o abbiano gi trovato un lavoro, in barba alla crisi. stesse difficolt, i futuri adulti le incontrano per vedersi riconosciuta la cittadinanza, quella condizione giuridica che ti permette il pieno accesso ai diritti civili e politici (come da dicitura costituzionale) e per la quale vige lo ius sanguinis (secondo uninquietante differenziazione etnica) pi che lo ius soli. Draga nata in italia. Ma non italiana. Ha appena compiuto 18 anni, e si chiede: nasco qua, sono la futura persona che manterr il tuo Paese, e non mi dai il diritto di cittadinanza? cosa mi manca?. Manca lattestazione che sia effettivamente nata qui, perch c un piccolo particolare: i miei genitori erano qui illegalmente, essendo fuggiti dalla serbia. Draga frequenta lultimo anno di liceo, in carico ai servizi sociali, e siccome una ragazza in gamba, a dicembre andr finalmente a vivere da sola. il mio permesso di soggiorno, ottenuto per motivi di studio, aveva la durata di sei mesi scaduto il 14 novembre. ora in attesa dellappuntamento in questura in cui non sa cosa le diranno. sono 18 anni che ogni anno mi presento in questura (dove ti prendono le impronte, ndr). Per non parlare del diritto di voto: anche se non sono italiana non posso decidere chi mi rappresenta? chi sceglie per me?. Marie-ange, anche lei uscita da un gruppo appartamento con successo, viene dalla costa davorio e risiede in italia da quando piccola. anche la sua storia rappresentativa della sospensione kaf kiana nella quale un diciottenne si trova. Dopo unodissea attraverso la burocrazia italiana (dal consolato alla posta, dai sindacati alla prefettura), in attesa di un documento che attesti la sua identit. come se costruirsene una non fosse quello per cui pi di altri stanno lottando. Frequenta il primo anno di scienze politiche e lavora in una profumeria. a causa della guerra scoppiata in costa davorio, Mary si ritrova senza passaporto. ne consegue che non pu fare la carta didentit, senza la quale non pu iscriversi alluniversit. e niente iscrizione (nonostante abbia gi pagato le tasse, 600 euro), niente permesso di soggiorno per motivi di studio. Permesso che stavolta dovrebbe durare due anni, meno di un corso di laurea minimo. Per tutelarsi, secondo Mary: Metti che tu molli luniversit, poi hai il permesso cos per niente?. Giusta osservazione. come a dire: che motivo hai tu, cresciuta in italia, di restarci? (ilariagiupponi@piazzagrande.it)

012345678910111213141516 Karim finito per errore nel carcere ordinario, ma secondo la legge dovrebbe essere al minorile

InchIesta

Detenuti, una chance dopo i 18 anni


p FILIPPo mALTeSe
arim arrivato in Italia ancora minorenne. A 17 anni, prima che la rivoluzione del gelsomino innescasse la Primavera araba, come tanti scappato dalla Tunisia rincorrendo i sogni di ricchezza e benessere trasmessi dalla tv italiana. Parte da Tunisi con una piccola imbarcazione che attraversa il mediterraneo per arrivare sulle spiagge siciliane, poi lidentificazione e linserimento in una comunit per minori stranieri: il debole e appassionato tentativo delle istituzioni italiane di dare una possibilit agli adolescenti immigrati di inseguire un futuro migliore. A Karim per la comunit sta stretta: c il sapore della libert nellaria, un mondo da scoprire, vecchi amici da rivedere. Karim scappa e arriva a Bologna, finalmente. qui subisce il fascino del denaro facile, ottenuto spacciando eroina allangolo di una strada. Poi tutto crolla: larresto, un giudice e un cancelliere,

un interprete, un avvocato dufficio e le porte del carcere minorile che si aprono. A Karim viene concessa dal giudice la possibilit di seguire un progetto per imparare un lavoro onesto e uscire fuori dal circuito penale, ma deve dimenticare la ricchezza sognata e ammirata nelle vie della citt. I buoni propositi durano poco, la vitalit di Karim troppo forte, cancella le promesse fatte al giudice, che si trasformano in una fuga, in un pentimento e nuovamente in una fuga. Poi una rissa e Karim finisce ancora dentro. Stavolta per c un errore e viene mandato nel carcere ordinario, quella palestra di criminalit che la paura ritiene lunica risposta possibile. Incappato nella distorsione della legge e della pratica dei tribunali, che troppe volte non rispecchia lo stato della legislazione esistente, Karim si rassegna a dover passare in quel luogo ancora molto tempo.

Fino alla maggiore et e oltre, la giustizia italiana riserva alle persone che si rendono autori di reati un trattamento attento alle esigenze educative e allambiente sociale in cui gli adolescenti crescono. Arrivati ai diciotto anni, i ristretti nel carcere minorile non sono trasferiti in quello ordinario, proprio perch la loro presenza in quel contesto potrebbe essere dannosa. Fino ai ventanni rimangono nelle strutture minorili, dove possibile, anche se paradossale, che lesperienza detentiva si risolva positivamente. questo quanto dovrebbe accadere anche a Karim, allormai diciottenne di Tunisi. questa possibilit, per, gli ancora preclusa. ora Karim attende lennesima decisione di un giudice che il suo avvocato ha invocato per porre riparo alla situazione dlillegalit di cui vittima. (redazione@piazzagrande.it)

Crescono i ragazzi che scelgono il no profit. Uno di loro Francesco: Per me una scuola di vita

iDentikit Di un Giovane volontario


p IgoR SARToNI
11,8% dei diciottenni ha fatto almeno una volta volontariato. una percentuale in crescita, secondo i dati del CsvNet (il coordinamento nazionale dei Centri servizio per il volontariato), visto che nel 2000 si fermavano all8,4%. Per molti non un impegno saltuario, ma una vera scuola di vita, come dice Francesco. bolognese doc e diciannove anni appena compiuti. Francesco frequenta il primo anno di Scienze politiche e dedica la maggior parte del suo tempo libero al volontariato. Le sue prime esperienze nel campo le ha avute prima ancora di raggiungere la maggiore et. una virt di famiglia. Infatti mamma Chiara, durante gli anni delladolescenza di Francesco, ha preso parte a diverse iniziative di volontariato sul territorio bolognese. Credo che avrei scoperto comunque questo mondo, ribatte lui. I primi contatti con questo ambiente li ho avuti grazie ai gesuiti. Da l sono partito e ho poi avuto modo di incontrare diverse realt molto attive. quando gli si domanda se ci sia stata una molla o un particolare evento che lo abbia portato a decidere di dedicare il suo tempo agli altri, Francesco risponde senza esitazioni: Non succede

che un giorno ti svegli e decidi di fare il volontario. La scelta deriva da un modo di vedere il mondo e la vita, da un modo di approcciarsi alle cose. una cosa che devi avere dentro. Linstancabile Francesco, la cui agenda giornaliera sembra pi fitta di quella di un general manager, al momento collabora in maniera continuativa con lassociazione harambe che svolge un lavoro sul campo di assistenza per gli immigrati su Bologna e provincia. Il progetto che sta seguendo consiste nellaiutare e nel seguire bambini e ragazzi, prevalentemente provenienti dalleuropa dellest, ospitati presso il campo di seconda accoglienza di via della Canapa. Noi andiamo l, in un luogo dove non c illuminazione pubblica e fa un freddo cane, e cerchiamo di farli divertire, di donare un po di gioia, di calore e di motivazione a questi ragazzi. Loro ci insegnano tantissimo. Sono pieni di vita, entusiasti e volenterosi. Inoltre, sono bravissimi a scuola, racconta entusiasta. Forse in giro per la citt ci sono pi Francesco di quanti non crediamo. motivati, con la voglia di cambiare le cose e alla ricerca degli strumenti giusti per farlo. (redazione@piazzagrande.it)

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ricerca senza DiMora

Conoscere per governare: limbuto non un destino


p FIo.PSD, TeRRe DI mezzo, SCARP De TeNNIS, ShAKeR

ffffffffff
sistema, e finisce per cadere nei rischi della sovrapposizione degli interventi, della standardizzazione delle azioni, della stagnazione dei modelli. Sperimentando per di pi la frustrazione tipica di chi mette pezze, senza indicare vie duscita. Limbuto, per, mica un destino. e se vero che questi maledetti tempi di crisi soffocano la spesa sociale, resta da giocare la carta di una collaborazione intelligente. In occasione della presentazione della ricerca, Fio.psd ha chiesto alla politica di dare vita a un laboratorio di welfare concentrato sullhomelessness. Si tratta di studiare soluzioni nuove, non necessariamente a costi maggiorati (il piatto piange, si sa), ma pi coordinate e inclusive. e successivamente esportabili in altri ambiti dellassistenza. Dal profondo della strada possono salire idee e prassi, capaci di spalancare tempi e speranze nuovi. Affermare i diritti dei vulnerabili amplia per tutti lo spettro delle opportunit: lo diciamo da sempre, ora chiediamo di concretizzarlo.

Ma

quanti sono, in Italia? Alla fine, a definire profilo e presenze (stimate) dei senza dimora in Italia ci si arriver (grazie a migliaia di interviste, in corso nello scorcio finale del 2011). Intanto, abbiamo accumulato un patrimonio: dati e informazioni sui servizi per gli homeless. Conviene studiarlo: colma un vuoto di conoscenze lungo decenni e consente a operatori sociali, decisori politici e cittadini sensibili di valutare, in modo finalmente fondato, estensione, qualit ed efficacia delle risposte che il nostro paese mette in campo per offrire a tanti uomini e donne (trenta, sessanta, centomila? Il numero, in fondo, conta relativamente) percorsi di riscatto dalla vita in strada. Si apprende dunque (dalla prima fase, presentata a inizio novembre, della ricerca-censimento voluta da ministero del welfare, sostenuta da Caritas Italiana, condotta da Istat e Fio.psd) che in Italia 727 organizzazioni promuovono 3.125 servizi per senza dimora, che ar-

rivano a erogare 2,6 milioni di prestazioni allanno. Il panorama dei servizi (e la sua rappresentazione statistica) sono ricchi di dettagli: generalizzando si pu dire che prevalgono nettamente le risposte ai bisogni di sussistenza, che le iniziative sono pi concentrate a nord e a milano e Roma (bench il fenomeno esondi in provincia), che gli enti pubblici gestiscono una piccola minoranza di strutture. In sintesi, semplificando ma non travisando: tanti aiuti materiali di origine privata, scarsa propensione al reinserimento sociale in assenza di una meditata regia pubblica. Tale contraddizione assume linquietante sagoma di un imbuto assistenziale: nella diffusa galassia di interventi si infilano in molti, ma pochi ne scivolano fuori, verso una stabile condizione di autonomia (alloggiativa, lavorativa, relazionale). Senza politiche convinte, costanti e innovative, daltronde, il privato sociale (spesso religioso) pu esprimere tanta (fattiva) buona volont, ma difficilmente riesce a delineare risposte di

un aiuto Per il censiMento


PIAzzA gRANDe e mIgRAzIoNI, IN ACCoRDo CoN Le PRINCIPALI ComuNIT DegLI STRANIeRI A BoLogNA, hANNo APeRTo uN PuNTo DI ASCoLTo PeR AIuTARe I CITTADINI Che SI PoSSoNo TRoVARe IN DIFFICoLT NeLLA ComPILAzIoNe DeL CeNSImeNTo geNeRALe 2011. CI SI Pu RIVoLgeRe AL CIRCoLo PASSe PARTouT, IN VIA gALLIeRA 25A (TeL. 3357456877 o 051231916) TuTTI I PomeRIggI oRe 15-19, SABATo oRe 9-18, o AL CIRCoLo CeNTRo SToRICo, VIA BeLLe ARTI 22 (TeL. 051 243700), mARTeD e gIoVeD oRe 15-19, SABATo oRe 15-17. I DoCumeNTI DA PoRTARe SoNo: IL queSTIoNARIo RICeVuTo VIA PoSTA, IL CoDICe FISCALe, queSTIoNARI DeLLe ALTRe FAmIgLIe NeLLo STeSSo ALLoggIo, LA SuPeRFICIe DeLLABITAzIoNe IN meTRI quADRI, LA DATA DeLLuLTImo mATRImoNIo, LINDIRIzzo DeLLuLTImo Luogo DI LAVoRo, I DATI ANAgRAFICI DeI FAmIgLIARI .

cHi si PrenDe cura DeGli HoMeless Ditalia?


p gIuSePPe meLe
su chi possono contare i senza dimora in italia per ricevere un po daiuto? la risposta nei risultati della prima fase della ricerca sugli homeless promossa da fio.PsD (Federazione italiana organismi per le persone senza fissa dimora) in collaborazione con caritas, ministero del lavoro e istat. nei 158 comuni censiti, le principali fonti di assistenza per le persone senza dimora vengono da attivit private finanziate dalle istituzioni: si va da un 63% nelle regioni del nordovest al 35% nel sud. la principale attivit la risposta ai bisogni primari (il 34% dei servizi, con una copertura di circa il 50% dellutenza). lattivit in italia sembra essere appiattita, commentano dal fio.PsD, su un intervento di mero contenimento del fenomeno, legato allemergenza e allassistenza primaria e non alla promozione di un effettivo tentativo di reinclusione sociale. Fre le varie regioni la lombardia a farla da padrone: sono 130 le organizzazioni che operano sul territorio (il 1 7,9% del totale) e 714 i servizi offerti (22,8%), che raggiungono circa un quinto dellutenza totale, si legge nel rapporto istat. sono invece 64 le organizzazioni che operano in emilia-romagna (23 nella sola citt di Bologna) che portano la regione a coprire il 6,8% dellutenza nazionale, collocandola al quarto posto tra le regioni italiane. anche in emila, il 70% circa dellattivit svolta riguarda la risposta ai bisogni primari e laccoglienza notturna e diurna.trebbe poi essere di conseguenza efficacemente sgretolato. (redazione@piazzagrande.it)

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Una sera a tavola con i diffusori del giornale

la cena Per Farli conoscere


p LeoNARDo TANCReDI
er conoscere una persona devi mangiarci insieme, cos dicono. Allora labbiamo fatto anche noi, ci siamo messi a tavola con il gruppo dei diffusori di Piazza grande, rumeni e non, per conoscerci meglio e in un contesto diverso. Dopo un paio di riunioni per condividere lidea e decidere il menu siamo passati alla fase due: la spesa. In giro in macchina per un giorno, lo scrivente al volante, Nicu, un diffusore, e oana una volontaria rumena. Prima tappa un negozio di gastronomia dei Carpazi alla Bolognina. I rumeni vanno pazzi per i mici. No, non come i vicentini, perch i mici sono le salsicce rumene tipiche. Non sono imbudellate e sono cariche di aglio, per il resto sono salsicce. Ne compriamo un numero pantagruelico insieme a cespi di verza in salamoia, ma sottovuoto, per le sarmale, involtini di verza, riso e carne macinata. La carne macinata, appunto, manca al negozio e allora bisogna cercare una macelleria che possa tritare 8 kg di carne di maiale insieme a 4 kg di grasso. un passaggio fondamentale. Prima per visitiamo il vicino discount per dare una sgrossata alla lista della spesa.

La composizione della clientela per paese dorigine non cambia, nonostante le cassiere italiane, il rapporto 1 a 3. Leuropa dellest domina insieme a una buona rappresentanza del maghreb. straniera la donna che non riesce a liberare il carrello dalla pila dei suoi simili, straniero luomo che chiede lelemosina alla porta, sono stranieri i due uomini con il carrello debordante di wurstel e confezioni di pan carr. Con il portabagagli pieno andiamo a cercare la macelleria. Nicu mi dice Ti porto io. Profonda Chinatown, ecco un emporio-macelleria cinese, pare che sia il pi economico in citt. Il bancone della carne contiene pezzi da Flinstones di animali improbabili. pregiudizio, in realt solo maiale. Nicu ne adocchia un ammasso, dice che quello abbastanza grosso e grasso. Va bene cos, che si macini. Abbiamo tutto, possiamo passare alla fase tre: cucinare. La cena si far nella sala dello zonarelli, mentre lattiguo centro sociale anziani Italicus ci presta la cucina. Senza di loro non ce lavremmo fatta, grazie. Nel pomeriggio arrivano loro, le cuoche, e fanno sul serio. Con un piglio da Char-

Q| le cuoche impegnate nella preparazione dei mici


lies Angels occupano la cucina e mettono in moto una gustosa macchina da guerra. mentre il gruppo dei maschietti si sta ancora frugando le tasche in cerca di un accendino, Doina, maria, elena, Alexandra e soprattutto Stefanica hanno gi mixato labominevole tritato con cipolle e riso e il ripieno delle sarmale pronto. ogni foglia di verza ne inglober un po e opportunamente arrotolata e richiusa finir in unenorme teglia. gli uomini si danno da fare, allestiscono la sala e preparano lantipasto: tre pezzi di formaggio, due di prosciutto e quattro olive, non si sgarra. Tocca allora ai famigerati mici. Li guardo con sospetto mentre d una mano a sistemarli nel forno: le salsicce senza pelle non sono una sfida alle leggi gravitazionali? ma mezzora dopo, con la bocca piena, penso che potrei nutrirmi delle salsicce sbudellate per il resto dei miei giorni. tutto pronto, la sala quasi piena, arrivato anche il trio musicale procurato dallassociazione Aven Amenza (grazie anche a loro). Le donne portano in processione la teglia polifemica delle sarmale e la espongono come un trofeo bellico. mentre Aghiran, il Nureyev di Craiova, saltella, batte i piedi e invita tutti a ballare, la platea agita solo le mascelle. Capiremo dopo che musicisti, ballerino e convitati vengono da tre regioni della Romania con tradizioni musicali molto diverse, ce lo spiega Aghiran in pausa sigaretta. Il coinvolgimento non immediato come non lo sarebbe se un gruppo milanese invitasse una platea di napoletani a cantare oh mia bella madunina. Alla faccia delle etnologie da bar che sono tutti zingari. Per fortuna c il vino che non scorre a fiumi ma basta per oliare il meccanismo, cos un ballo collettivo ce lo facciamo. andata, lo rifaremo. (leonardotancredi@ piazzagrande.it)

Il 17 dicembre festa di solidariet al Teatro Celebrazioni

Gli Oblivion e Silvia Mezzanotte per Piazza Grande


S
abato 17 dicembre al Teatro delle Celebrazioni (via Saragozza 234, Bologna) alle ore 20.30 si terr la serata di solidariet Festa degli auguri 2011, dedicata alla nostra associazione, che vedr ospiti gli oblivion, gruppo rivelazione di zelig (un mimo-sputafuoco, unurlatrice emiliana, un musicista medievale, una ballerina di tip tap, un norcino umbro), con la partecipazione speciale di Silvia mezzanotte (fresca di reunion con i matia Bazar). La serata stata organizzata dallassociazione manageritalia Bologna che ha finanziato e contribuito allo sviluppo del Bicicentro, lofficina di bici di Piazza grande, e allapertura di un nuovo negozio alle officine minganti. grazie al loro sostegno due persone senza dimora hanno potuto ottenere un contratto di lavoro a tempo pieno, a compimento di un percorso di reinserimento socio-lavorativo, obiettivo della nostra associazione. Il ricavato della serata del 17 dicembre andr interamente a Piazza grande, in modo da continuare a sostenere i progetti dellassociazione e permettere a sempre pi persone di trovare un impiego e uscire dalla marginalit. Il costo del biglietto di 20 euro, un gesto di solidariet e un bel regalo di Natale per te e per le persone senza una casa. Per prenotare contatta lo 051-342328, o manda una mail a redazione@piazzagrande.it.

il quinto aliMento

Un ceppo per Natale


p FRANCeSCA BoNo e SoFIA PIzzo
SoNo TANTI I DoLCI TIPICI DeL NATALe, mA PARTICoLARmeNTe CuRIoSA LoRIgINe DeL TRoNCheTTo NATALIzIo, Che ACComuNA CuLTuRe DI TuTTo IL moNDo. queSTo DoLCe DI CIoCCoLATA A FoRmA DI CePPo DI LegNo SI ISPIRA ALLuSANzA DI meTTeRe DA PARTe uN gRoSSo CePPo DI LegNo IN ATTeSA DeLLA VIgILIA DI NATALe. LA SCeLTA DeL CePPo eRA ImPoRTANTISSImA e FATTA DA PeRSoNe eSPeRTe. DoVeVA eSSeRe, INFATTI, moLTo gRoSSo e DI uN LegNo DuRo e SeCCo, PeRCh DoVeVA BRuCIARe PeR BeN DoDICI gIoRNI, SPeNTo e RIACCeSo ogNI SeRA FINo ALLA BeFANA. IL CePPo AVeVA uN FoRTe SIgNIFICATo SImBoLICo: IL LegNo RAPPReSeNTAVA IL PASSATo, e NeL BRuCIARe SI CeRCAVANo DI CogLIeRe AuSPICI PeR IL FuTuRo. I DoDICI gIoRNI SImBoLeggIAVANo I meSI DeLLANNo. LA SCeLTA, IL TRASPoRTo e LACCeNSIoNe DeL CePPo DI NATALe eRA SPeSSo ACComPAgNATA DA VeRe e PRoPRIe CeLeBRAzIoNI e RITI Che SI RIPeTeVANo ogNI ANNo. I TRoNChI VeNIVANo ADDoBBATI CoN NASTRINI, FogLIe e FIoRI, I BAmBINI PI PICCoLI SI meTTeVANo A CAVALCIoNI SuLLALBeRo e AL Suo PASSAggIo Le PeRSoNe SI TogLIeVANo IL CAPPeLLo e SINChINAVANo. IN ALCuNe zoNe (LomBARDIA e FRANCIA) SI VeRSAVA SuL TRoNCo DeL VINo o DeL gRANo. Le PRIme TeSTImoNIANze DI queSTA TRADIzIoNe RISALgoNo AL 1184 IN geRmANIA e SuCCeSSIVAmeNTe SI DIFFuSA ANChe IN ITALIA, FRANCIA, SPAgNA, SCANDINAVIA e BALCANI, PeR PoI eSSeRe eSPoRTATA oLTReoCeANo, IN AmeRICA e CANADA. (WWW.CommuNeATINg.Com)

01234567891011213141516 I senza dimora sarebbero il 30% dei partecipanti, il nostro inviato a New York ha incontrato uno di loro

q| fotografie di Cecilia andrea Bacci

Jason ha 50 anni ed parte attiva del movimento: Siamo i primi a essere interessati, ma tutti dovrebbero esserlo
p CeCILIA ANDReA BACCI
rima dei manifestanti di occupy Wall Strett, cera gi qualcun altro a presidiare zuccotti Park. Nel simbolo e quartier generale della rivolta contro le ingiustizie economiche e sociali, infatti, vivevano gi alcuni degli homeless di New York. Sono rimasti nel parco anche dopo linizio delle manifestazioni. In protesta o alla semplice ricerca di un rifugio? Lopinione pubblica divisa fra chi vede i senza dimora come i primi a essere colpiti dalla crisi, e dunque interessati alla protesta, e chi invece li classifica come semplici approfittatori della situazione. e anche il movimento al suo interno non presenta un unico punto di vista. Per alcuni dei manifestanti gli homeless, specialmente quelli affetti da problemi particolari, non costituirebbero altro che una zavorra per il movimento, mettendone in certi casi a repentaglio la sicurezza. entrando a zuccotti Park si respira laria

Un homeless a Zuccotti Park

di una comune: musica, cibo, bagni, un po di sano yoga e un posto dove dormire. guardandosi intorno si pu incontrare gente di ogni tipo, dallo studente al manager redento fino agli homeless, appunto, che, secondo alcuni organizzatori, arrivano a costituire anche il 30% dei partecipanti totali. Fra di loro c Jason, 50 anni, che ogni tanto gravita intorno alla piazza distribuendo volantini e adesivi. Io? S, io sono un senza dimora e sto qui a zuccotti Park perch ho deciso che questa situazione non mi sta pi bene. Noi siamo i primi a essere interessati... voglio dire, tutti dovrebbero esserlo, questa crisi tocca da vicino chiunque e in queste strade ci dovrebbero essere veramente tutti spiega concitatamente. A chi lo addita come un approfittatore, cosa risponde? mica sto rubando il sacco a pelo a qualcuno, sto semplicemente cercando di far sentire la mia voce e mi dispiaRISPoNDeRe DIReTTAmeNTe AI PRoPRI AzIoNISTI. mA ANChe IL ComuNe DI BoLogNA hA AzIoNI heRA, DALLe quALI RICAVA TRA I 12 e I 14 mILIoNI DI euRo ANNuI. IL mANAgemeNT DeLLImPReSA hA quINDI mANo LIBeRA. CoSA FARe DuNque? DoBBIAmo INFoRmARe I CITTADINI DeL FATTo Che NoN SI TIeNe CoNTo DeLLA LoRo VoLoNT, SPIegA ANDReA CASeLLI DeL ComITATo ACquA BeNe ComuNe, A geNNAIo DARemo IL VIA ALLA CAmPAgNA oBBeDIeNzA CIVILe DoVe SI INVITeRANNo I CITTADINI AD AuTo-RIDuRSI Le BoLLeTTe DeLLACquA PeR LA CIFRA CoRRISPoNDeNTe ALLA RemuNeRAzIoNe DeL CAPITALe INVeSTITo. uN moDo PeR RATIFICARe LeSISTo ReFeReNDARIo PARTeNDo DAL ComPoRTAmeNTo DI ogNI SINgoLo CITTADINo. INFo Su ACquABeNeComuNeBoLogNA.WoRDPReSS. Com. (WWW.BANDIeRAgIALLA.IT)

ce che qualcuno stia cercando di gettare fango su una frangia del movimento. Lui non lucra sul movimento, anzi. Li vedi quelli l? ecco loro vendono gadget e un po se ne approfittano. Voglio dire, stiamo qui a combattere il capitalismo e poi spuntano questi che vendono gadget con la scritta Noi siamo il 99%? C qualcosa che non mi torna, conti-

nua scuotendo la testa. Chiunque pensi che il senza dimora rappresenti soltanto un elemento scomodo dovrebbe sentir parlare Jason. La gente non sta mollando, spiega, questo il messaggio che vogliamo trasmettere al mondo intero. Noi siamo il 99%, se non la facciamo sentire noi la nostra voce, chi lo far?. (redazione@piazzagrande.it) e LABBIAmo CoNCeNTRATA IN uNA PARoLA: geNTILezzA. LINVITo A RIFLeTTeRe SuL TemA STATo ACCoLTo L11 NoVemBRe SCoRSo DA STuDIoSI e INTeLLeTTuALI, Che hANNo DeCLINATo LA geNTILezzA IN DIVeRSI AmBITI: DALLeCoNomIA (ANDReA SegR) ALLARTe (eugeNIo RICComINI), DALLe ReLAzIoNI INTeRPeRSoNALI (FRANCeSCo CAmPIoNe) AI RAPPoRTI SoCIALI (gIoVANNI NICoLINI). uN FoRmAT INSoLITo e oRIgINALe SCeLTo, SPIegA DI gIANgIRoLAmo, PeNSANDo ALLe mIgLIAIA DI VoLoNTARIe e VoLoNTARI Che ogNI gIoRNo SI moBILITANo IN FAVoRe DeI PI DeBoLI, PeR RIDuRRe Le DISuguAgLIANze e TRASFoRmARe I BISogNI IN DIRITTI eSIgIBILI. Le RIFLeSSIoNI INToRNo ALLA geNTILezzA SoNo oRA DISPoNIBILI IN VIDeo SuL SITo WWW.AuSeRemILIARomAgNA.IT. (WWW.AuSeRBoLogNA.IT)

oBBeDienza civile e acqua PuBBlica


p FRANCeSCo meLe
A CINque meSI DAL ReFeReNDum CoNTRo LA PRIVATIzzAzIoNe DeLLACquA, LA VITToRIA DeL S SemBRA CoNgeLATA. LA ue, CoN uNA LeTTeRA DI TRICheT e DRAghI AL goVeRNo ITALIANo, hA ChIeSTo LAPeRTuRA DI uN PRoCeSSo DI PRIVATIzzAzIoNe DeI SeRVIzI PuBBLICI LoCALI, meNTRe A LIVeLLo LoCALe C uNA SoRTA DI muRo DI gommA, Che RINVIA LA DeCISIoNe SuLLABRogAzIoNe DeLLA RemuNeRAzIoNe DeL CAPITALe INVeSTITo SuLLe TARIFFe, RISChIANDo DI LASCIARe TuTTo CoS Com. A BoLogNA LA SITuAzIoNe ComPLeSSA: LA geSTIoNe DeL SeRVIzIo PeR IL 60% PuBBLICA e PeR IL 40% PRIVATA, CoN heRA, Che DeVe

riFlessioni sulla Gentilezza


p ANNALISA BoLogNeSI
IL VoLoNTARIATo? NoN FATTo SoLo DI SeRVIzI. LA SuA eSSeNzA PRoFoNDA, Che RISChIA DI eSSeRe PeRSA DI VISTA, uNALTRA: LA gRATuIT, LA LIBeRT, IL DoNo. PeR RImeTTeRe AL CeNTRo Le PeRSoNe AuSeR emILIARomAgNA hA SCeLTo DI DeDICARe IL PRoPRIo VeNTeNNALe AL TemA DeLLA geNTILezzA. uN VALoRe, mA SoPRATTuTTo uN moDo DI eSSeRe IN ANTITeSI A uNA SoCIeT SemPRe PI egoISTA e INDIVIDuALISTA. ABBIAmo VoLuTo CoNCeNTRARe LATTeNzIoNe SuLLeReDIT Che CI hANNo CoNSegNATo queSTI ANNI DI ATTIVIT, SPIegA IL PReSIDeNTe DI AuSeR emILIA RomAgNA, FRANCo DI gIANgIRoLAmo,

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Il Natale del 46
p mARCo guIDI

q| illustrazione di Paola sapori

non Parlate al conDucente

Gioielli di famiglia
p DoNATo uNgARo
lla fermata ci sono diversi passeggeri, alcuni mi guardano mentre il mio bus si avvicina, altri leggono il giornale, qualcuno parla al cellulare. Apro le porte e la voce del mio mezzo annuncia: linea tal dei tali, direzione pinco pallino. una donna che stava guardando una vetrina si scuote e, girandosi, si avvicina di corsa alla porta del bus, con una mano alzata e un carrellino della spesa nellaltra. A momenti restavo a piedi, grazie che mi ha aspettato, mi dice sorridendo. una signora di una certa et. ma le pare. Cosa guardava di tanto interessante?, mi permetto di chiederle. Cerano un bel paio di orecchini, in vetrina, e volevo capire a quanto li vendevano, mi dice la nonnina. Il negozio uno di quei tanti mercatini delloro che, negli ultimi anni, sono nati come funghi in giro per lItalia. Ah, capisco. Si voleva fare un regalo di Natale?, chiedo. macch, volevo portare qui degli orecchini che mi ha regalato mia madre, buonanima. Per poter comprare i regali di Natale ai miei nipotini. Sono stupito e faccio unaltra domanda. ma non le dispiace separarsi da un regalo fatto da sua madre?. Le mi spiega: eh see, ma cosa vuole che conti? solo roba vecchia, io penso allamore per i miei nipotini. Io insisto: e cosa pensava di comperare, con i soldi ricavati dagli orecchini?. Spero si tratti di oggetti durevoli o comunque di uguale valore, dal punto di vista affettivo. ho chiesto a mia figlia: uno vuole un videogioco, di quelli da tenere in mano. Laltro un telefonino nuovo. mi viene un gran magone, al pensiero che si possano vendere i gioielli di famiglia per due aggeggi elettronici made in China. magari il marito di quella donna chiss quali sacrifici ha fatto, per regalare gli orecchini alla moglie, e ora vanno al novello monte dei Pegni. ma sua figlia lo sa che lei vender gli orecchini per comprare quei regali?, provo a chiedere. e cosa vuole che gliene importi? Non devo mica rendere conto a nessuno della mia roba. Conta di pi laffetto dei nipoti; lo capir anche lei, quando arriver alla mia et. Spero proprio di no, signora; comunque, Buon Natale. (donatoungaro@piazzagrande.it)

rriva Natale e mi viene in mente una vecchia canzone del sud: mo vene Natale, senza denari. Limpressione che per molti questo sar un Natale povero, senza denari, senza doni e con nemmeno la soddisfazione di viverlo in famiglia, visto che le famiglie di un tempo, numerose, avvolgenti, magari terribili ma protettive non ci sono quasi pi. mi viene in mente il primo Natale di cui abbia memoria precisa, quello del 1946. eravamo in casa dai nonni, una ex cascina alla allora estrema periferia cittadina. Le camere scaldate erano due: la cucina e la sala, una stanza pi grande con un camino, che veniva acceso giusto la vigilia di Natale. eravamo poveri, sconfitti in gran parte (met della famiglia aveva militato dalla parte sbagliata e nemmeno perch fosse fascista ma per la rabbia dell8 settembre, il disprezzo per il re e per i comandi supremi), con lutti freschi (mia madre, mio fratello, ladorata bisnonna) eppure eravamo insieme. mio zio aveva costruito con nastro isolante rosso e piccole lampadine delle candele elettriche che facevano bella mostra su un abete, assieme a qualche mandarino e poche palle di vetro. gli uomini, finita la cena (i primi tortellini), fumavano e sotto lalbero apparve un pacco. era un povero giocattolo di legno, una marionetta, ma a me sembr bellissima. era il mio regalo di Natale. ma il regalo pi bello era stare tutti assieme. Compresi i cugini che

erano andati in montagna e ne erano scesi con la stella rossa sul berretto e il mitra Sten imbracciato. uno stare insieme propiziato dalla frase che mia nonna disse appena tutti si sedettero: Al prem cal dscorr ed pultica ai spac la tsta (il primo che parla di politica gli spacco la testa). e fu un bel Natale di gente povera che non sapeva bene cosa avrebbe fatto e come, ma che era assieme e assieme guardava al futuro. oggi arrivano Natali diversi di gente sperduta, spesso sola, senza speranze. e mi ricordo ancora mia nonna: Sai, marco, da star male andare a star meglio sono capaci tutti. il contrario che difficile. gi, difficile da star bene (oddio, bene, decentemente) tornare a star male, cio a non aver speranze, non aver soldi, non aver lavoro, non aver nessuno che ti dia una mano, almeno moralmente. e di questi Natali ho il timore che ce ne dobbiamo aspettare tanti. Sperando che i buoni samaritani, siano essi quelli della Caritas, dellassistenza comunale, delle associazioni varie, continuino il loro lavoro. Lo so, non un gran che un piatto caldo e un sorriso, ma, almeno a Natale, possono fare una piccola differenza. Possono farti sentire, magari solo per poco, parte di una famiglia, quella umana, da cui a volte ti pare di esser stato escluso a causa di forze tanto pi grandi di te.

PeoPle Mover: Davvero necessario?


p CARLo guBIToSA
il progetto del People Mover, la navetta monorotaia di collegamento veloce tra la stazione e laeroporto, al centro delle politiche cittadine. questa piccola/grande opera finora ha attirato soldi pubblici e ha respinto investitori privati, al punto che il primo bando di assegnazione dellappalto andato deserto, e si reso necessario coinvolgere nel progetto anche atc, cio il trasporto pubblico, cio i cittadini. la teoria quella del project financing: un privato realizza una infrastruttura troppo costosa per le finanze pubbliche, e in cambio riceve i profitti della gestione per un certo numero di anni. il comune non sborsa nulla, il privato realizza un profitto assumendosi un rischio dimpresa, i cittadini hanno un nuovo servizio. Ma la pratica molto diversa, con gli accordi attuali che obbligano atc a rilevare entro il 2020 il 100% delle azioni di Marconi express, la societ creata appositamente per il servizio. e se i passeggeri della navetta non saranno sufficienti, come temono in molti, le perdite saranno sostenute interamente dal trasporto pubblico. Per queste ed altre ragioni sono state raccolte in pochi giorni le firme di 3.700 cittadini che hanno richiesto unistruttoria pubblica per discutere del progetto. le incertezze sono molte, ma il sindaco Merola ha comunque annunciato lapertura dei cantieri per il prossimo febbraio (se nel frattempo saranno terminati i lavori per lalta velocit) e ha confermato che la realizzazione di questopera avviene nel rispetto del programma elettorale votato dai cittadini. Ma per il comitato no People Mover dalle elezioni ad oggi ci sono stati alcuni cambiamenti: i tagli imposti dalla manovra economica hanno falcidiato ulteriormente le casse del comune, al punto di prospettare consistenti riduzioni per i servizi sociali, il trasporto pubblico, la scuola. con un ordine del giorno del 21 novembre presentato dal Movimento cinque stelle, in consiglio comunale stata richiesta la sospensione dei cantieri per attendere lesito dellistruttoria pubblica, ma grazie ai voti contrari del Pd e lastensione di sel, idv e centrodestra il progetto andr avanti e listruttoria servir solo a informare su decisioni gi prese. il costo stimato dellopera di circa 90 milioni, 27 dei quali stanziati dalla regione a fondo perduto, circa 3 da sab (la societ dellaeroporto), e 60 da Marconi express, dove atc presente al 25%, e il rimanente 75% delle quote in mano al ccc, il consorzio cooperative costruzioni.

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Noella Bardolesi, vedova di un operaio delle officine grandi Riparazioni, ha raccontato la sua esperienza: Nel 2018 picco di decessi

Q| fotografia di silvano de matteo p gIuLIA BIguzzI

Basta silenzio sulle morti per amianto


nellambiente e negli edifici. Anche questo fa in modo che si cerchi di parlarne il meno possibile dellargomento. Ricordo anche che se vero che in Italia lutilizzo dellamianto vietato, sono purtroppo ancora tanti i paesi al di fuori delleuropa in cui lutilizzo di questo materiale non proibito, e la Cina tra questi, perci esiste il rischio che si possa comunque entrare a contatto con prodotti contenenti amianto. Quand che vi siete accorti che alle Officine grandi riparazioni qualcosa non andava? Negli anni 70 tanti colleghi di mio marito iniziarono ad ammalarsi, perci tutti cominciarono a farsi delle domande. gli operai delle ogr lavoravano in un unico grande reparto, perci le fibre di amianto si diffondevano molto facilmente. In quel periodo uno studio dellequipe del professor maltoni allIstituto Ramazzini fece uno studio che diffuse spontaneamente fra i lavoratori per informarli sui rischi che stavano correndo, e l iniziarono le lotte per ottenere condizioni migliori. Le Ferrovie in quel periodo iniziarono a negare lesistenza di questi rischi, e da questi episodi ho preso spunto per dare il titolo al mio libro. Solo dopo anni di lotte sindacali gli operai hanno ottenuto la possibilit di lavorare in sicurezza... vero. In tempi normali ci si aspetta che il lavoro possa assicurare un futuro, una dignit, ma sembra non essere pi cos, e questo indegno. Prima di queste lotte invece gli operai lavoravano con semplici tute, e con maschere di tessuto. Dagli anni 80 stato impressionante vedere il cambiamento: per lavorare con lamianto loperaio aveva le stesse tute di un astronauta: un filtro con un tubo per la respirazione, e alla fine del turno, con la tuta indosso, doveva passare prima sotto un soffio potente di aria calda, e poi fare una doccia, sempre con la tuta addosso. Ci sono familiari degli operai deceduti perch lavavano le tute che arrivavano a casa. Anche mio marito negli anni 70 me le portava, era normale. A Bologna lassociazione Albea (Lavoratori bolognesi esposti allamianto), e lAmbulatorio amianto presso Inail offrono assistenza e tutte le informazioni per le richieste di risarcimento. (www.sottobosco.info)

ono nata e cresciuta a Lille, citt mineraria nel nord della Francia. Da piccola vedevo i minatori ammalarsi e morire di silicosi, a causa di tutto il carbone respirato negli anni; tutto questo passava sotto silenzio, senza che ai lavoratori venisse riconosciuto il danno ricevuto. Dopo tanti anni Noella Bardolesi ha visto anche suo marito Loriano genovesi morire troppo presto, a causa dellesposizione prolungata allamianto, respirato durante il suo lavoro presso le officine grandi riparazioni di Bologna. Dopo la morte di Loriano, due suoi colleghi, Salvatore Fais e Silvano De matteo, hanno pregato Noella di scrivere della sua esperienza. Non esistevano libri che raccontassero il punto di vista dei familiari, e il silenzio sembrava avvolgere le storie di chi muore per lamianto. Cos Noella ha accettato, intitolando il suo libro Silenzio, non si deve sapere (Bacchilega editore). I proventi andranno allIstituto Ramazzini per la ricerca sul cancro e alla Fondazione Ant. Nel frattempo lesistenza delle ogr a rischio: le Ferrovie ne prevedono la chiusura nel 2014. Dopo le lotte per la sicu-

rezza, gli oltre 600 lavoratori si trovano a dover lottare per continuare a far esistere quello che viene riconosciuto come un centro di eccellenza per la manutenzione dei treni. Noella, quali pensi che siano i motivi della poca visibilit che hanno le storie legate allamianto? Credo che entrino in gioco tanti fattori: prima di tutto lobbligo di risarcimento a cui le aziende responsabili dovrebbero essere tenute; le Ferrovie dello Stato, proprietarie delle ogr, hanno molte cause aperte per questi motivi. oggi difficile che non si riesca ad arrivare a un risarcimento, visto che stato provato il collegamento diretto tra lesposizione allamianto e il mesotelioma pleurico, la malattia ancora senza speranza di cura che ha colpito mio marito. Segnalo che nel 2018 previsto un altro picco di decessi per amianto, dato che la malattia pu insorgere anche a quarantanni dallesposizione. Ma oggi la minaccia dellesposizione allamianto esiste ancora? S, perch c un problema di bonifica e di smaltimento dellamianto presente

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La seconda vita degli oggetti


p LAuRA SImoNI

seMPreverDi

ella societ dei consumi che produce, usa e distrugge a ciclo continuo, facile diventare un rifiuto: un oggetto qualunque diviene immondizia nello stesso momento in cui il suo proprietario se ne libera. eppure ci sono posti, anche a Bologna, dove quello stesso oggetto pu trovare una seconda vita. A Borgo Panigale (in via marco emilio Lepido 186) nata Second Life, larea del riuso della citt di Bologna, luogo in cui gli oggetti acquistano una nuova vita e dove cittadini e associazioni possono scambiarsi gratuitamente qualunque libro, vestito, elettrodomestico o piccolo

oggetto di mobilio, purch in buono stato. un gioved pomeriggio sono entrata nel capannone colorato di Second Life, accolta da zeno gobetti della cooperativa Fare mondi, che, assieme a La Strada, responsabile del centro. mi viene subito fatto presente che qui non necessario lasciare qualcosa in cambio di ci che si prende: limportante ridare una casa agli oggetti orfani di proprietari, e magari donare qualche euro per finanziare progetti di utilit sociale. Le offerte che raccogliamo, spiega zeno, serviranno a finanziare i progetti di orius, un gruppo di cooperative e associazioni che si occu-

pano di temi ambientali. Io consegno comunque un cellulare vecchio ma ancora funzionante e un portapenne mai adoperato: i miei articoli vengono inseriti nel catalogo ed esposti in bella vista sugli scaffali. giro indisturbata per gli stretti corridoi alla ricerca di oggetti da portarmi a casa, ma tra lasciugacapelli azzurro anni 70, la macchina da scrivere e la racchetta da tennis vintage, non riesco proprio a decidere. Infine la scelta: una lavagna magnetica da appendere in cucina; un album pieno di 78 giri di musica popolare; 600 grammi di lana gialla con cui far una sciarpa per

linverno. Second life, mi spiega zeno, un modo alternativo di concepire lutilit dei beni. Il consumo rappresenta il modo per acquisire dei beni che soddisfano dei bisogni. una volta soddisfatto quel bisogno il bene diventa automaticamente un costo e quindi un rifiuto. qui invece si possono acquisire beni anche per un bisogno temporaneo, per poi rimetterli a disposizione di altri. un passaggio dal possesso alluso, dalla propriet allutilit. In altre parole, un modo per aggredire il concetto stesso di rifiuto. (www. sottobosco.info)

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Viaggio nel network che riunisce le realt calcistiche dei senza dimora

spalle alla porta

La Coverciano degli homeless


p eNRICo CAmANA q| unazione di italia-indonesia, dalla Homeless World Cup di Parigi 2011
less World Cup si trovano su tutto il territorio italiano. Il C.S.I. dellAquila, per esempio, o la onlus gabbiano, unassociazione attiva nel campo del recupero da alcolismo e dipendenze che ha, tra gli altri, il merito di aver introdotto per prima la presenza di donne nelle attivit della rete. Lhomeless Italian Cup inoltre sostiene e collabora da anni con la manifestazione sportiva Balon mundial di Torino, sorta nel 2008. Nelle due ultime edizioni il torneo, accanto alle tradizionali rappresentative nazionali, ha visto la partecipazione della squadra dei Survivors FC, un team composto da profughi e rifugiati politici. Sono gli ospiti del dormitorio milanese di Viale ortles, per, quelli che hanno maggiori possibilit di formazione sportiva allinterno dellItalian homeless Cup. Vivendo nella citt in cui ha sede lassociazione, sono destinatari di una serie di 10 incontri di una giornata (ospitati presso gli stessi campi

agari non faranno concorrenza a Pirlo o Buffon, per anche gli homeless giocano a calcio, e ci tengono a un posto nella nazionale italiana, quella che nel 2011 andata in trasferta a Parigi e nel 2010 a Rio De Janeiro, per partecipare alla homelss World Cup. Per selezionare e preparare la squadra azzurra dal 2010 nata lhomeless Italian Cup, una rete di coordinamento tra associazioni operanti nel sociale, sorta proprio per dare un referente stabile allorganizzazione internazionale che gestisce la homeless World Cup. Il network agisce fornendo un coordinamento alle singole realt associative, e una formazione di tipo tecnico sportivo ai partecipanti, ma questo solo laspetto pi evidente. Il suo obiettivo primario, infatti, quello di fornire aiuto alle persone in stato di disagio, promuovendo la cultura del benessere attraverso una sana e frequente attivit fisica. Le associazioni facenti parte della rete di home-

usati dalle giovanili del milan) in compagnia del C.T. della Nazionale massimo gusmeroli e del suo vice Carlo Capriotti. Per il futuro del network, in considerazione dellaumento del numero di donne, si profila la possibilit di aggiungere una squadra femminile a quella maschile. Inoltre, grazie alla collaborazione av-

viata di recente col circuito 24h di calcio a cinque, le occasioni di gioco diventano sempre pi numerose. Lintenzione della homeless Italian Cup ora sarebbe quella di unire i singoli eventi tenutisi finora in sedi diverse (milano, Torino, morbengo) in ununica grande manifestazione nazionale. (redazione@piazzagrande.it)

la sindrome di yogo
p gIANLuCA moRozzI

cronaca Delle Partite PreceDenti

eh, be, ci mancava la sindrome di Paolo Montanari detto Y ogo, al Bologna di questanno. Paolo Montanari (detto Y ogo per motivi misteriosi) non un noto calciatore: giocava con me e con altri casi umani in un campetto parrocchiale dietro via dellarcoveggio, di quelli con la ferrovia che scorre dietro una porta, di quelli con le due fasce di erba alta tipo giungla e le aree brulle, aride e gibbose. Paolo Montanari detto Y ogo era uno che si emozionava davanti al portiere. Prendeva il pallone nellerba alta di una delle due fasce, dribblava agilmente un terzino in genere un nano sui quattordici anni -, dribblava lo stopper al confine tra lerba alta e le zone brulle un lungagnone brufoloso sui sedici anni, - dribblava il libero nelle zone gibbose un trentenne alla disperata ricerca di compagni di gioco-, e finalmente si trovava da solo davanti al portiere. il portiere, in genere, non era esattamente Jascin il ragno nero. chi giocava in porta in quei campetti parrocchiali era il grassone di turno o lincapace di turno o il deficiente di turno, insomma, una vittima sacrificale che veniva messa tra i pali e tra unazione e laltra sgranocchiava un Mars. ecco: dopo aver dribblato mezza squadra, Paolo Montanari detto Y ogo si emozionava. vedeva il sacro rettangolo formato dai pali e dalla traversa, si emozionava, e ciabattava alto. la sindrome di Paolo Montanari detto Y ogo ha colpito kone prima a verona col chievo, e poi in casa col cesena: quando ha dribblato agilmente mezza difesa, prima di tirare in fallo laterale. e poi ha colpito ramirez a cagliari, quando si bevuto tutta la difesa avversaria e poi, anzich segnare il gol dellanno, ha tirato in curva. come risultato, dopo la sconfitta tutto sommato accettabile di Palermo accettabile perch a Palermo hanno perso tutti -, c stato lorrido, agghiacciante, inqualificabile derby perso in casa col cesena. che era ultimo, ultimissimo, agonizzante, senza vittorie, e adesso, grazie alla nostra opera di beneficenza, si rilanciato. e c stato il pari a cagliari, col ritorno al gol su azione di Di vaio dopo otto - dico otto - mesi, il pareggio su un classico rigore di compensazione, e il numero alla Paolo Montanari di ramirez a due minuti dalla fine. nel frattempo abbiamo anche avuto modo di vedere allopera le seconde linee in un Bologna-crotone giocato alle quindici di mercoled, ottimo orario per invogliare la gente ad andare allo stadio (e infatti il numero delle presenze sugli spalti era di poco superiore allintera rosa del Bologna), una di quelle partite in cui per tutto il primo tempo ti chiedi Ma quello sconosciuto a sinistra chi , vitale?, no, crespo, e quellaltro l a centrocampo chi ?, t aider?, ah, vero che c t aider nel Bologna. una di quelle partite in cui vedi finalmente giocare loggetto misterioso rickler e ti ritornano in mente certi difensori del passato, tipo Giuseppe casabianca, o t roise, o De Mol, in cui trovi il nostro ex centrocampista loviso - a cui molti pronosticavano un glorioso futuro e addirittura la nazionale - con la maglia del crotone, e quantomeno scopri che vantaggiato sa fare gol, che Gimenez ogni tanto la mette dentro, e che c una bella differenza, ora come ora, tra serie a e serie B. ora c il siena, domenica prossima. una di quelle partite, come si dice, da vincere anche con un gol di naso del portiere. speriamo, ragazzi!

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le FiaBe MoDerne Di Marino neri


A met tra la favola e il romanzo di formazione, La coda del lupo racconta il passaggio dallinfanzia alladolescenza
p PIeTRo SCARNeRA
ulle colline poco fuori Bologna, fra monzuno e Vergato, vive una donna-lupo. In paese si dice che sia diventata cos dopo aver tradito il marito: ora vive nascosta nel bosco e di notte si bacia con i lupi. La piccola elga, orfana affidata alle cure del parroco locale, ne affascinata, forse perch anche lei, crescendo, sta vivendo una metamorfosi. il cambiamento il tema chiave di La coda del lupo, graphic novel di marino Neri (Canicola, 15 euro). Nato a modena nel 1979, marino alla sua seconda prova dopo lesordio del 2008 con Il re dei fiumi (Kappa edizioni, 9,90 euro): due opere gemelle, visto che anche l il protagonista era un ragazzino, Bruno, alla fine dellinfanzia. La sua storia per si svolge nelle campagne emiliane, durante lesondazione del Secchia, dovuta forse alla furia del re dei fiumi, il pesce pi grande che ci sia. Nei tuoi libri i protagonisti sono bambini alla fine dellinfanzia: come nascono le loro storie? Sono entrambi racconti di formazione, in cui lelemento forte la proiezione del cambiamento nel fantastico. Cos la donna emancipata diventa una donna-lupo: una metamorfosi come quella che avviene nel corpo di una donna nel pasvignetta da coda q| sotto, una qui a fiancolacopertina del lupo. la

nuova prova per lautore modenese

saggio dallinfanzia alladolescenza. mi piace prenderle alla lettera, le metafore, come vengono prese alla lettera nelle fiabe. Cos Bruno nel primo libro ed elga nel secondo hanno una forte tensione verso il mistero rappresentato dal re dei fiumi e dalla donna-lupo. Sia il re che la donna-lupo per non compaiono mai... Sono elementi tanto forti quanto assenti. Sono totalmente evocativi. Sono figure che i protagonisti non conoscono ma da cui sono affascinati. Sentono che potrebbero essere una chiave di lettura per la loro crescita. Nel caso della donna-lupo elga ha qualcosa in cui identificarsi. Nel caso del re del fiume pi un senso di potere. Sono figure misteriose perch misteriosa la comprensione della vita, misterioso quello che loro stessi potranno diventare. Anche la natura che circonda le storie misteriosa. Come hai scelto le ambientazioni? Il re dei fiumi ambientato negli anni 70, nelle campagne emiliane, mentre la vicenda narrata ne La coda del lupo si svolge sullAppenino, nel primo 900. Sono entrambi paesaggi rurali: li trovo interessanti, mi piace disegnarli, e poi un mondo che nei fumetti non venuto

tanto fuori. ma soprattutto sono luoghi che conosco bene. Il re dei fiumi ambientato nei posti dove sono cresciuto, non sarei riuscito ad ambientare una storia a milano, per dire, perch non ho mai vissuto in una citt cos. I due libri hanno senso insieme perch il primo ambientato nei luoghi da dove viene la famiglia di mia madre, il secondo in quelli della famiglia di mio padre. Sei partito da racconti di famiglia? ho usato alcune atmosfere e sensazioni. La protagonista di La coda del lupo viene dai racconti di mia nonna: suo padre era orfano, era stato abbandonato perch probabilmente era figlio di una suora o di un prete. Per cui lui per tutta la vita ha disprezzato la Chiesa, sputando per terra quando vedeva passare un religioso. Anche alcuni personaggi qua e l vengono dai racconti dei miei nonni, come limbonitore che arriva in paese per vendere i suoi preparati.

Raccontando la fine dellinfanzia parli anche della fine di quel mondo contadino-rurale? un po vero, c la fine di questi mondi, di questi rapporti, compresa la religiosit e la superstizione. In realt per penso che quel mondo sia tuttora presente, ma c un senso quasi di censura verso un passato italiano che non tanto lontano, ma visto come degradante. Com cambiato il tuo modo di disegnare fra i due libri? mi piace pensare che il disegno sia abbastanza funzionale alla storia. Per La coda del lupo ho trovato il mood del racconto quando ho capito che potevo lavorare molto sul nero anche nelle scene di luce, allaperto. stato il momento in cui la storia ha avuto una svolta, ha trovato il tono giusto. mentre nel Re dei fiumi la pennellata era un po sfilacciata, un po bagnata, come la storia stessa doveva essere. (redazione@piazzagrande.it)

PiantaGGini Diario Di una Pittrice Di straDa

Neve e mafia
p mARINA gIRARDI
primi freddi mi portano Ilona orkidea, una ragazzona finlandese dai lacrimosi occhi chiari che venuta in vacanza in Italia per fuggire ai menoventi-gradi del suo paese... e per vedere il Teatro dellopera, of course! Ilona mi pone una serie di dettagliate domande sulla condizione degli artisti qui da noi, vuole sapere se sia dura come in Finlandia, perch lei, pur essendo una pittrice e compositrice di musica

classica, si guadagna da vivere lavorando per un centro di statistiche. Le rispondo che in Italia la vita dura quasi per tutti. Per via della crisi?, mi chiede. S, anche, e le spiego un paio di cosette a proposito delle lobby e dei rapporti tra la mafia e i nostri governanti. Ilona si fa seria seria, mi si avvicina con aria da cospiratrice e mi d una soffiata: ho intenzione di prendere in affitto un appartamento in Sicilia e quando sar

l indagher sulla mafia!. Le dico che se quello il suo scopo non necessario spingersi cos a sud. Lei mi ha spiegato, riacquistando il suo sorriso di zucchero, che in fondo per lei limportante fuggire lontano dalle scandinave nevi perenni. (marina girardi, in arte magira, una fumettista e illustratrice nata a Belluno

nel 1979. Vive a Bologna da pi di dieci anni e quasi ogni sabato dipinge in via oberdan. Il suo blog www.magira.altervista.org)

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New Jersey, la rockstar ha aperto Soul kitchen: un ristorante dove si mangia bene e ciascuno paga quel che pu

dalle stalle alle stelle


p CLAuDIo CANNISTR, DISegNI DI PAoLA SAPoRI

Poveri e homeless a cena da Bon Jovi


p ALAIN VeRDIAL

Ariete

emozIoNI PoCo goVeRNABILI, FINe ANNo IN RIPReSA

Bilancia

I gIoRNI PI INTeReSSANTI SoNo DAL 20 IN AVANTI

Toro

Scorpione

SegNALI FAVoReVoLI PeR SALuTe e AFFeTTI

AVeTe PoTeNTI ANgeLI CuSToDI CeLeSTI!

egli Stati uniti dAmerica, una persona su sei va a letto affamata. questo stato il motivo che ha spinto il famoso cantante Jon Bon Jovi ad aprire un ristorante equo-solidale assieme a sua moglie Dorothea hurley. Il ristorante in questione si chiama Soul Kitchen, stato inaugurato a ottobre nel New Jersey, citt natale di Bon Jovi, ed finanziato dalla JBJ Soul Foundation, associazione onlus che il cantante ha fondato nel 2006 con lobiettivo di aiutare le persone pi bisognose. Soul Kitchen (cucina dellanima) solo lultimo dei progetti sociali messi in atto dalla star americana. Nel 2005, Bon Jovi aveva donato un milione di dollari alla fondazione di beneficenza Angel Network di oprah Winfrey, celebre conduttrice di un talk-show americano, e soltanto un anno dopo JBJ decideva di creare una propria ong, unassociazione che dalla sua nascita ha provveduto a fornire un allog-

gio a pi di 150 famiglie in tutti gli Stati uniti. Lultima delle idee di Bon Jovi, aprire un ristorante per sfamare la citt che lo ha visto crescere, ha riscosso successo fin dal primo giorno di inaugurazione. ovviamente la fama si deve alla figura del cantante, ma soprattutto alla caratteristica che differenzia il ristorante dal resto dei bistrot del mondo, ovvero il suo prezzo. Nel Soul Kitchen paghi

quello che puoi, e se sei un disoccupato o un senza tetto puoi sdebitarti lavando i piatti o dando una mano nella lavorazione dellorto di propriet del negozio. Il menu, pieno di ingredienti di prima qualit e biologici, fa capire che non si tratta della tipica mensa per poveri, ma di un ristorante dalta cucina accessibile a tutti. Cosa offre la casa oggi? Braciole di maiale, salmone alla griglia o torta di carote con glassa al limone e crema di formaggi: una vera delizia quasi gratis e inoltre a scopo sociale. e Jon Bon Jovi di cosa si occupa allinterno della sua cucina dellanima? Invece di accogliere i clienti allingresso, egli stesso confessa che preferisce nascondersi dietro i fornelli: Laltro giorno ero alla Casa Bianca, sono salito sul treno, mi sono cambiato nel bagno e sono arrivato giusto in tempo per lavare i piatti. Sono un lavapiatti io. Non so cucinare. Sincerit e buon cuore allartista non mancano di certo. (redazione@piazzagrande.it)

Gemelli

Sagittario

NeRVoSISmo e DISoRgANIzzAzIoNe... RIFLeTTeTe DI PI!

meRCuRIo VI AIuTA PeR I RegALI, mA NoN DISPeRDeTeVI Su TRoPPI FRoNTI

Cancro

PRuDeNzA DoBBLIgo PeR I NATI DAL 22 AL 25 gIugNo e DAL 18 AL 22 LugLIo

Capricorno
DeLICATo PANoRAmA PIANeTARIo, mA mARTe VI ReNDe INTRAPReNDeNTI

Leone

NuLLA DI eNTuSIASmANTe, NuLLA DI DePRImeNTe

Acquario

SeNTImeNTI PoSITIVI, LuCIDIT oTTImA: FAVoRITI I VIAggI

Vergine

LA SeCoNDA DeCADe SoTTo STReSS. PeR TuTTI SCARSA ChIARezzA

meSe CAoTICo e STANCANTe: SIATe DIPLomATICI!

Pesci

(canniclau@libero.it)

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