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COMBAT

Comunisti per lorganizzazione di classe


Dicembre 2011 Supplemento a pagine marxiste

MONTI FA LA MANOVRA E INVESTE I PROLETARI


Laddove non riuscita ad arrivare la mobilitazione di classe, sono arrivati i veri rappresentanti del potere capitalistico. Ironia della sorte, a far cadere Berlusconi e a mettere in sella Mario Monti, presentato ai quattro venti come luomo della provvidenza e novello salvatore della patria, sono gli stessi che hanno portato leconomia mondiale sullorlo del baratro. Per la prima volta dopo 15 anni, il capitale messo alle corde dalla crisi decide di prendere in via diretta le redini del governo, facendo a meno del filtro di un potere politico legittimato dalle liturgie elettorali. Il clima di concordia, di cortesia e di reciproci corteggiamenti in nome del sommo principio dell'Unit Nazionale, di cui il presidentissimo Giorgio Napolitano rappresenta al tempo stesso la sintesi e il motore istituzionale, mentre pu sorprendere o quasi gettare nel panico quel popolo di tifosi della democrazia violata che per anni si sono abbeverati alla fonte delle veline di Repubblica o del Fatto Quotidiano e ora trovatisi orfani del loro cavallo di battaglia, ci sembra del tutto consono e in linea coi processi intervenuti in tutte le democrazie borghesi occidentali: la crisi del bipolarismo (e di conseguenza del berlusconismo), su cui si erano rette le fortune del ceto politico uscito vincitore dal biennio di Tangentopoli, non altro che il naturale adattamento del quadro istituzionale alle esigenze di ridefinizione funzionale al nuovo (tremendo) ciclo del capitale, e dunque ad uno snellimento delle sue procedure e dei suoi meccanismi decisionali. Dunque, lattuale quadro istituzionale, lungi dallessere unicamente il frutto del panico dettato dallemergenza degli spread e delle sollecitazioni dei mercati finanziari, rappresenta un approdo caldeggiato e pianificato con cura da gran parte del blocco dominante: da Montezemolo alla Marcegaglia, dalle

cordate bancarie legate ad Unipol ed Unicredit, passando per il potente impero mediatico della famiglia De Benedetti, e ovviamente, sullo sfondo, l'intero sistema di potere UE, il terreno per la nascita del nuovo esecutivo stato un filo tessuto sapientemente e che ha saputo trovare il suo sbocco nel momento pi propizio. Leclissi del berlusconismo stata il prodotto dellincapacit delle destre di svolgere adeguatamente il ruolo di fedele esecutore degli interessi del capitale. Ci con buona pace di quel carrozzone finto - democratico che in questi anni ha fatto

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dellantiberlusconismo la sua unica ragion dessere, e che, pur di compattare tutto il possibile, ha in questi anni prodotto un insulso minestrone (dal popolo viola ai grillini, dai papaboys al Di Pietro fan della legge Reale passando per i finiani ex-fascisti e arrivando, attraverso il delatore Vendola a settori dello stesso movimento contro la crisi) che aveva, ed ha, come unico comune denominatore la totale estraneit agli interessi e alla rivendicazioni di chi questa crisi la paga quotidianamente. In questottica, pur sembrandoci persino superfluo sottolineare il nostro disprezzo e il nostro irriducibile antagonismo rispetto al governo pi reazionario che la storia del dopoguerra ricordi, riteniamo impossibile che un operaio, un precario, un disoccupato siano potuti scendere in piazza a festeggiare lavvento al potere del suo peggior nemico: un governo targato Confindustria-BCE. Senza approfondire il curriculum di Monti e ministri fa quasi sorridere, se non incidesse in maniera devastante sulle condizioni di vita di milioni di proletari, il fatto che tra le misure da adottare per incentivare la crescita si individui, nell'ordine, la privatizzazione dei servizi pubblici locali (dunque l'esatto contrario dell'esito dei referendum voluti proprio da coloro che ora sono in prima linea nel sostenere a spada tratta Monti...); sono in arrivo ulteriori attacchi ai CCNL e lo sblocco dei licenziamenti: in sostanza, la mercificazione totale di ogni bene comune, la cancellazione di ogni pi elementare diritto e l'estensione del modelloMarchionne all'intero mondo del lavoro dipendente. Reintroduzione dellICI (IMU) sulla prima casa , aumento di due punti percentuali dell IVA e per le politiche di rientro del debito e di riduzione del deficit, il bersaglio sempre lo stesso: taglio alla previdenza attraverso l'allungamento dell'et pensionabile, scure sul pubblico impiego attraverso l'immediato blocco del turn-over e il possibile via libera ad esuberi e riduzione degli stipendi dei dipendenti, e ulteriori tagli agli enti locali di 3,1 miliardi per le Regioni a partire dal 2012. Inoltre la penalizzazione del 3% per ogni anno di anticipo, per chi esce in pensione anticipata (quindi con almeno 42 anni e un mese di contributi se uomini) prima dei 63 anni di et dal 2012 si lega al blocco della rivalutazione rispetto allinflazione per le pensioni di oltre 467 euro. Per le pensioni tra i 467 e i 935 euro prevista una rivalutazione del 50% rispetto allinflazione. Le minime avranno la perequazione totale. E' evidente a tutti, anche allo stesso nostro nemico di classe, come queste misure finiranno per tradursi, attraverso la riduzione del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi, in un'ulteriore contrazione dei consumi,

dicembre 2011

e dunque in un effetto domino che non potr che innescare una dinamica di ripetizione all'infinito dei fattori che hanno determinato la manifestazione odierna di una crisi che i governi dei padroni sono strutturalmente incapaci di affrontare e di risolvere, per il semplice motivo che il capitalismo non il malato, bens la malattia. L'unica alternativa reale la ripresa della lotta di classe, di respiro internazionale, capace di respingere un attacco altrettanto internazionale del capitale. Dinanzi a tutto questo scenario, assistiamo esclusivamente a lotte e vertenze, purtroppo ancora lontane da un reale coordinamento in mancanza di una soggettivit politica che lavori verso una reale unificazione delle lotte. Infatti per difendere e rilanciare le lotte ormai imprescindibile che tutti coloro che si riconoscono nell'anticapitalismo si adoperino per dar vita, quantomeno, ad un'area nazionale di riferimento. Ne sono massima dimostrazione i riot del 14 Dicembre del 2010 a p.zza del Popolo e il 15 Ottobre 2011 a p.zza S.Giovanni. Infatti, rivendicando le pratiche e la conflittualit espressa in quelle piazze, non ci siamo, semplicisticamente ed in maniera fuorviante, limitati ad enfatizzare la portata di queste due giornate, perch parallelamente ci siamo sempre interrogati sui limiti strutturali di questo movimento e delle capacit di egemonia ed intervento della sinistra di classe all'interno dello stesso. La mancanza di un qualsiasi percorso, seppur embrionale, mirato alla costruzione di un'area programmatica, trasversale alla appartenenza alle miriadi strutture afferenti alla sinistra di classe, impone la ricerca di un percorso comune, quanto meno a livello nazionale ed in prospettiva europeo, con due condizioni fondamentali: l'opposizione ai piani del padronato internazionale, europeo e nazionale l'autonomia di classe dei percorsi di lotta. Ed proprio questo l'appello che rivolgiamo a tutte le realt nazionali interessate, rimettendo al centro le rivendicazioni che da sempre ci hanno caratterizzato: diritto incondizionato ad un salario garantito, drastica riduzione dell'orario di lavoro a parit di salario, riconquista ed estensione dei diritti a tutti i proletari per l'accesso universale a servizi e beni comuni, superando qualsiasi finta dicotomia tra lavoratore garantito e lavoratore precario. Da queste parole d'ordine possibile rilanciare la mobilitazione che dopo il 15 Ottobre ha visto una fase di stallo, capendo che non si pu pensare di liquidare lopposizione alle manovre dei padroni con ripetizione di slogan e battute, spesso copiando e tifando le rivolte lontane. La nostra non pu essere una risposta qualsiasi utile per il ritorno elettorale di qualcuno, ma una risposta adeguata che esca e rompa realmente la gabbia capitalista.

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QUANDO LA LOTTA SI FA DURA...


Da oltre un mese a Pioltello (Mi), davanti al colosso della distribuzione ESSELUNGA, i lavoratori della cooperativa SAFRA stanno conducendo una dura lotta per difendere le pi elementari condizioni di lavoro e di dignit umana. Inutile dire che i protagonisti della lotta sono quasi tutti migranti,oltre ovviamente ai compagni del sindacato SI-COBAS, che guidano la lotta, ed a compagni solidali di varia provenienza. Cos come inutile dire che la cooperativa in questione fa lavoro in appalto per conto della ESSELUNGA, compiendo sopercherie e illegalismi contrattuali ai danni dei suoi soci. La ESSELUNGA, guidata da un certo Caprotti, sostenitore emerito di Berlusconi, ha commissionato il lavoro sporco alla SAFRA, la quale vuole con solerzia dimostrare di essere degna del compito affidatogli... Cosa succede dentro i magazzini di queste cooperative? Di tutto e di pi e sempre nella direzione di annichilire l'esistenza dei lavoratori come gruppo,non ch del singolo: intimidazioni, ricatti, vessazioni. Basta chiedere un permesso per i motivi pi vari, basta ammalarsi o infortunarsi sul lavoro, basta non rendersi prontamente disponibili per gli straordinari, basta non riuscire a scaricare o spostare la merce nei tempi e nei modi richiesti (= non avere un minuto di respiro ...). Basta questo per rischiare di essere messi alla porta. Se poi qualche lavoratore pure attivista sindacale o delegato del SICOBAS, allora la reazione doppiamente vessatoria. Cos a fine ottobre 17 attivisti e delegati del SI-COBAS vengono licenziati. Scatta la reazione dei lavoratori, che vedono in questo provvedimento della SAFRA un chiaro intendo discriminatorio e persecutorio. Tra l'altro, nelle motivazioni del licenziamento c' anche quella dell'aver diffamato la propria cooperativa, in pratica di aver detto la verit sugli abusi l consumati... Si cominciano ad indire scioperi con presenza ai cancelli, in modo da fare filtro, senza dare adito ad interventi della Forza Pubblica. Si cerca anche di coinvolgere i lavoratori delle altre cooperative, perch ci che accade alla SAFRA riguarda ovviamente tutte le altre cooperative del sito. Gli scioperi vengono fatti senza preavviso, a scacchiera, colpendo il pi possibile il padrone al costo minimo per il lavoratore. Di l a poco si organizza anche una Cassa di Resistenza, coinvolgendo decine di simpatizzanti (compreso un pranzo domenicale) fuori dai cancelli. A ben vedere,sono tutte cose non nuove, che fanno parte della storia e della tradizione del movimento operaio, ma che la prassi concertativa e collaborazionista dei sindacati confederali ha fatto passare nel dimenticatoio. La piattaforma rivendicativa della lotta chiede in primo luogo il reintegro di tutti i licenziati. Poi l'allontanamento dei personaggi pi invisi: capi e capetti che si sono distinti nel provocare e nel sanzionare i lavoratori. Poi ancora la diminuzione di carichi di lavoro infami. In generale, il rispetto delle norme del Contratto Collettivo firmate da Cgil-Cisl-Uil, ma poi bellamente lasciate perdere da queste burocrazie; colluse al punto da cercare,durante la lotta, di aggirare le richieste dei lavoratori,tentando accordi di sottobanco e naturalmente al ribasso! Manovre tutte sventate dalla sostanziale tenuta degli scioperanti, che si sono avvicendati nei turni e negli impegni richiesti. Si arriva cos all'attacco squadristico del 27 novembre. Nel pomeriggio di quel giorno, dopo aver vanamente tentato poco prima, si presentano ai cancelli una cinquantina di crumiri,inquadrati militarmente, guidati dal presidente del consorzio in persona, per demolire il presidio degli scioperanti. Si era al secondo giorno di blocco dei magazzini del fresco ed il padrone, in evidente difficolt, ha voluto cercare la prova di forza... Tra le file degli assalitori ci sono una quindicina di mazzieri venuti da fuori. Ne nasce un tafferuglio che provoca diversi feriti. Una ventina di loro riescono ad entrare. Gli altri desistono. Qualcuno addirittura si ferma a parlare con gli scioperanti ... E' un mezzo flop. La polizia, assente durante lo scontro, si fa vedere solo quando tutto finito per perquisire il presidio dei lavoratori, in cerca di armi improprie !!! Mentre scriviamo la lotta ancora in corso e, come dice il comunicato dei lavoratori, ANDRA' AVANTI FINO ALLA VITTORIA. Comunque vada un altro, ulteriore esempio che LOTTARE SI PUO' E SI DEVE, partendo da situazioni ed adottando dei criteri che devono demolire decenni di corruzione da parte dei sindacati e dei partiti della borghesia. Lottare si pu e si deve, perch la vera lotta avvicina e non allontana quei proletari che non intendono chinare la testa. La vera lotta - e non le caricature di essa - istruiscono e indirizzano i lavoratori. Cosa pi che mai necessaria di fronte ad un attacco virulento della borghesia imperialista italiana ed europea. La sfida : condurre al meglio lotte particolari ma significative per collegarle ad altre realt di classe, ed alzare cos anche noi il livello della risposta operaia. E' un crinale delicato, ma ineludibile, se si vuole veramente risalire la china mettendo al primo posto la lotta POLITICA contro il capitalismo ed i suoi tirapiedi.

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Il movimento Occupy Wall Street, partito verso met settembre da New York e poi allargato in poche settimane a oltre 100 citt americane1 lespressione di un profondo disagio che sta colpendo strati salariati e fasce pi deboli della popolazione della maggiore potenza imperialista del mondo. Le parole dordine del movimento erano per lo pi rivolte contro il salvataggio di Wall Street del 2008, lavidit e influenza dei gruppi economici sulla vita degli americani, il divario ricchi-poveri, i politici corrotti; alcuni striscioni erano per labbattimento del sistema capitalistico. Il movimento si caratterizzato per aver sollevato questioni politiche, non economiciste, e per essersi sviluppato essenzialmente al di fuori del controllo dei vari gruppi di sinistra. Gi nelle prime settimane hanno cercato di cavalcare le proteste esprimendo la propria comprensione dirigenti dazienda come il capo della finanziaria di General Electric, vari rappresentanti politici, compreso il presidente Obama e il suo vice Biden. Biden non ha celato la speranza di usare il movimento Occupy a sostegno del Partito democratico - che non meno dei Repubblicani al servizio di ed finanziato da istituti finanziari responsabili della crisi di disoccupazione. Spera cio che Occupy funga da contrappeso di sinistra al Tea Party, in breve tempo divenuto una potente forza conservatrice a sostegno dellelezione di dozzine di repubblicani al Congresso. La parola dordine del 99 per cento stata inglobata nel lessico dei partiti. La repressione del movimento Occupy in varie citt, ordinata per lo pi da sindaci democratici, ha contribuito per a far salire il livello della protesta, diretta non pi solo contro gli squali di Wall Street, espressione della degenerazione del sistema capitalistico, ma anche contro lo Stato della borghesia. Un primo segnale di sgretolamento dellillusione che un movimento del 99 per cento, senza chiari obiettivi di classe, possa spingere lestablishment politico a combattere lingiustizia sociale sono gli eventi di Oakland, California. Qui, migliaia di manifestanti, studenti, insegnanti, giovani, lavoratori si sono ripresi la piazza da cui erano stati cacciati dal

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NUOVI MOVIMENTI E
COSCIENZA DI CLASSE IN USA
Le crisi, tanto quelle personali che quelle socio-politiche, sono per definizione fasi di instabilit e in quanto tali di trasformazione; la crisi costringe a riflettere sulle cause che lhanno generata, sui fattori in campo, e soprattutto su come trarne vantaggio trasformando una posizione di debolezza/insicurezza in posizione di forza. questo il compito che oggi si pone ai rivoluzionari, nelle varie situazioni di crisi in corso, dallEuropa allAmerica, allAsia.
violento attacco della polizia predisposto dal sindaco democratico, Jean Quan. Riuniti in assemblea hanno deciso di rispondere alla violenza della borghesia democratica lanciando uno sciopero generale cittadino per il 30 novembre. Lo sciopero riuscito a fermare per alcune ore le attivit del porto, quinto maggiore porto commerciale degli USA; tuttavia alla lotta hanno partecipato attivamente solo una parte dei lavoratori portuali del turno serale. La burocrazia del sindacato di settore, International Longshore and Warehouse Union (ILWU) Local 10 - storicamente legata agli stalinisti del partito comunista e ad altri sostenitori del partito democratico - non aveva autorizzato lo sciopero, pur avendo espresso la propria solidariet assieme ad altri grandi sindacati! Il sindaco ha cambiato tattica dichiarando il proprio sostegno e ordinando alla polizia di non intervenire durante lo sciopero. Nel corso della serata per si sono avuti scontri tra polizia e frange pi radicali del movimento, definite come anarchici e provocatori, con decine di arresti e feriti da entrambe le parti. Finch la protesta rimane dentro argini controllabili lecita, se non riconosce le regole stabilite dalla violenza dello Stato borghese da deplorare e reprimere. Anche i movimenti di New York, Boston e Philadelphia, hanno formato cortei di protesta esprimendo la solidariet a Oakland. A fine novembre sono iniziate le operazioni - coordinate tra le varie amministrazioni locali - delle forze di polizia in assetto anti-sommossa per far sloggiare gli attendamenti nella maggior parte delle grandi citt, New York, Oakland, Detroit e St. Louis, e poi Los Angeles e Philadelphia. 1400 i poliziotti dispiegati a Los Angeles, 300 gli arresti per non aver obbedito allo sgombero nei tempi stabiliti (10 minuti). La spontaneit del movimento trae origine dal significato dirompente di alcuni scarni dati:2 i 400 americani pi ricchi possiedono 1,53 trilioni di $, +12% rispetto al 2010; il reddito personale del manager di hedge fund Paulson ($15,5 miliardi) circa uguale al reddito complessivo netto del 20% pi povero dellarea metropolitana di NY, circa 1,6mn. di persone. Il numero di americani poveri3 nel 2010 giunto a 46,2mn.; il tasso di povert ufficiale (TPU) del 15,1%, 1 su ogni 6 persone, quello dei bambini del 22%; a New York, sede di Wall Street e con un costo della vita molto pi alto di tutto il resto del paese, il TPU giunto al 20,1%, al 30% quello dei bambini, cresciuto del 3% in un anno. A Detroit, centro del collasso del manifatturiero Usa, il TPU al 37,6%, 53,6% quello dei bambini. Nel decennio 2000-2010, nellinsieme

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NOVITA EDITORIALE

delle famiglie giovani il numero dei poveri o quasi poveri aumentato di quasi il 10%; nel 2010 tra le famiglie giovani con bambini 4 su 9 erano povere o quasi povere.4 Il tasso di disoccupazione ufficiale di settembre (TDU) 9,1%, con forte calo del tasso di occupazione sulla popolazione: nel 2010 era occupato il 55% dei 16-29enni, (contro il 67,3% del 2000) il livello pi basso dalla Seconda guerra mondiale. Ad inizio dicembre Obama ha cercato di utilizzare elettoralmente un presunto calo della disoccupazione (8,6%), che in realt nasconde un Indice di Disperazione, come lo definisce il NYT: oltre la met del calo dovuto a chi ha rinunciato a cercare un posto di lavoro; il numero dei disoccupati di lungo termine (da almeno 27 settimane) immutato a 5,7 milioni di lavoratori, il 43% dei disoccupati. In ogni caso la crescita degli occupati (120 000 a novembre) inferiore alla crescita della popolazione attiva. La forza di questo movimento sta nella necessit oggettiva di ribellarsi al progressivo peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, nellindignazione morale per la profonda ingiustizia sociale generata dai meccanismi di sviluppo del sistema capitalistico. La sua debolezza la mancanza di una coscienza di classe. E della consapevolezza della necessit di unorganizzazione autonoma per coordinare e potenziare le spinte spontanee nelle piazze e le lotte allinterno dei gangli vitali del sistema: i luoghi di produzione, da cui esso trae la linfa che gli consente la sopravvivenza, il plusvalore.
NOTE 1. Tra queste Tampa, Florida; Trenton e Jersey City, New Jersey, Philadelphia, e Norfolk, Virginia nellEst; Chicago e St. Louis nel Midwest; Houston, San Antonio e Austin in Texas; Nashville, Tennessee; e Portland, Oregon, Seattle e Los Angeles nellOvest. 2. Forbes, 21.09.2011 3. La soglia ufficiale di povert di 22mila dollari per una famiglia di 4 membri. 4. US Census Bureau.

GRAZIANO GIUSTI

LA RIVOLUZIONE DAL BASSO


Dagli Industrial Workers of the World ai Comunisti dei Consigli (1905-1923) Quaderni di Pagine Marxiste IV serie blu

Allinizio del 900 negli Stati Uniti un esercito di straccioni, vagabondi, disertori, ladri di polli, precari, senzatetto va allattacco del capitalismo pi forte con lobiettivo di riscattare la classe operaia. In senso canzonatorio vengono chiamati wobblies, e loro per tutta risposta quel nome se lo affibbiano addosso. In Germania,nel primo dopoguerra, i lavoratori lottano sul terreno rivoluzionario per conquistare "tutto il potere ai Consigli Operai". Verranno sconfitti solo dalla reazione concertata dello Stato borghese e della socialdemocrazia. Una pagina indimenticabile della lotta di classe internazionale.

E la rivoluzione dal basso. Lotte ed insegnamenti di ieri, per il proletariato di oggi, per costruire il mondo di domani.

Questo lavoro sugli IWW e sui "Comunisti dei Consigli" si pone il compito di passare sulla sponda delle "rivoluzioni mancate" nei paesi pi sviluppati, per vedere che cosa esse abbiano ancoroggi da dire. Anche in questo caso, mano a mano che il corso di queste esperienze stato riconsiderato, sono venuti certamente a galla tutti i limiti che esse avevano covato sin dall'inizio della loro esistenza; ma sono emerse altres con prepotenza tutte le loro potenzialit inespresse, la loro carica eversiva - seppur non "ortodossa", le provocazioni di un loro lascito che troppo ottusamente molti avevano seppellito sotto la coltre del "fallimento".
[Dallintroduzione] SCRIVI ALLA REDAZIONE PER PRENOTARLO SUBITO !

dicembre 2011

Lavoratori degli appalti ferroviari sui tetti e sulle torri


IL 24 Novembre 2011 diverse decine di lavoratori del comparto ferroviario hanno occupato, a Roma, uno stabile sito in via Prenestina n. 137 per dare voce ad una protesta spontanea contro il licenziamento di circa ottocento lavoratori dipendenti della Servirail Italia (ex Wagon Lits) e della RSI, societ appaltatrici per la manutenzione dei convogli notturni. Tale mobilit frutto della scelta di Trenitalia di sopprimere molte delle tratte notturne fino ad ora in servizio. Quella stessa mattina, altri lavoratori della Wasteels International Italia,societ che si occupa della gestione dei convogli internazionali notturni,hanno tenuto un presidio a Termini per protestare contro il licenziamento di 138 loro colleghi previsto per il prossimo 11 dicembre a seguito della mancata riconferma degli appalti per la gestione delle tratte Roma-Parigi e Venezia Parigi. Dopo un primo flebile interessamento del governo per la gestione della controversia, le trattative sono arenate riconfermando di fatto i circa mille licenziamenti previsti. Gli occupanti dello stabile sottolineano come la loro iniziativa di protesta nasca dal basso e e sia caratterizzata dalla totale assenza di partiti e sindacati. Sebbene si dichiarino pronti al confronto con qualsiasi rappresentante istituzionale per trovare una soluzione sottolineano come ,per, non siano disposti a consentire che la loro battaglia venga strumentalizzata per meri fini elettorali. Hanno dunque proceduto autonomamente a organizzarsi la quotidiana giornata di lotta tra presidi fuori lo stabile ed assemblee generali,la cui partecipazione aperta a tutti e dalle quali emersa la solidariet attiva da parte degli abitanti del quartiere che non trovano difficile capire il motivo delloccupazione in un contesto socio-economico ove lo sfruttamento e la precariet sono ormai da considerare lunica certezza .La drammaticit della posizione di questi lavoratori non scalfisce ma anzi accentua la loro determinazione dicendosi pronti a continuare la lotta fino alla riconferma di tutti i posti di lavoro messi a rischio dalle scelte dei padroni. Pur ammirando il coraggio e lostinazione di questi ferrovieri restiamo consapevoli che per un felice esito della lotta oggi pi che mai necessaria una generale mobilitazione di classe,unica garanzia di vittoria contro gli immancabili sgomberi e denuncie.

Anche a Milano partita la mobilitazione. Alla stazione Centrale, dopo lennesima protesta dei lavoratori dell'indotto delle Ferrovie dello Stato, fra cui quelli occupati nella societ Wagons-Lits e dei servizi nel settore vagoni letto e ristorazione, in tre, dipendenti di una cooperativa di pulizie si sono arrampicati su una torre faro al CM2.

dicembre 2011

La lotta dei precari Bros pi forte di qualsiasi teorema giudiziario!


Incalza in questi giorni la bufala giornalistica tesa a trasformare una semplice contestazione a De Magistris in una sorta di agguato terroristico teso dai precari BROS al democraticissimo sindaco (cos democratico da rifiutarsi di ricevere una loro delegazione ), le forze della repressione danno vita ad un escalation intimidatoria, facendo irruzione a notte fonda nelle sedi storiche del movimento dei disoccupati e nelle case private di alcuni suoi esponenti (alcuni dei quali condotti immediatamente in Questura), prelevando e saccheggiando computer e materiale informativo. La procura di Napoli, priva come non mai di elementi sostanziali su cui fondare le sue accuse, stavolta supera ogni limite di decenza e di senso del ridicolo, arrivando ad additare il movimento Bros come possibile associazione a delinquere. La colpa dei precari sarebbe quella di continuare a lottare per il diritto al lavoro e al salario dopo 15 anni di false promesse, di non abbassare la testa di fronte a un amministrazione regionale che non solo non ha creato sbocchi occupazionali a chi ne avrebbe pienamente titolo avendo svolto appositi percorsi di formazione nel settore ambientale, ma che addirittura ha sottratto da mesi alla platea Bros persino la miseria dei 600 euro elargiti dalla precedente amministrazione. Ma lavanzare della crisi fa si che i disoccupati non siano pi soli. Londata di tagli, licenziamenti e casse integrazioni spinge ogni giorno nel baratro della disoccupazione e della miseria migliaia di operai e lavoratori: di fronte a un tale fiume in piena la rassegnazione non puo che trasformarsi in rabbia, la frustrazione in consapevolezza e in protagonismo di classe finalmente libero da clientele, mediazioni istituzionali e sterili compromessi al ribasso. La repressione, pi che una dimostrazione di forza, e un segnale di debolezza da parte di uno Stato che sa di non aver pi nulla da offrire ai proletari se non ulteriore miseria e nuovi attacchi ai diritti, come dimostrano le dichiarazioni di intenti della BCE che nelle prossime ore si tradurranno nel programma del nuovo governo Monti. I timidi ma importanti segnali di collegamento sociale e politico tra disoccupati, operai e studenti prodottisi negli ultimi mesi sono il vero obiettivo di questa nuova ondata repressiva, poiche i padroni e i loro governi nazionali e locali temono come non mai la nascita di un vero fronte unitario di lotta contro le politiche di austerity.

Nel quadro attuale, i teoremi repressivi diventano per noi uno stimolo in pi per perseguire, con sempre maggior determinazione, la strada della ricomposizione di classe e dellunita delle lotte.
Solidarieta militante ai precari Bros Solo la lotta paga!

OPERAI, STUDENTI, DISOCCUPATI: VINCEREMO ORGANIZZATI! Laboratorio politico Iskra

8 Lo stato borghese pu dichiarare guerre e fare stragi, elargire welfare e pacificazione sociale, pu sfruttare, opprimere o rabbonire e corrompere, pu cambiare volto, forma, aspetto. Non pu, per, rinunciare alla propria intima essenza coercitiva di strumento di dominio, vera e propria architettura di potere, controllo, comando e subordinazione di classe.

dicembre 2011

Un ferroviere era quel tale


il 1970, sono anni caldi, l'anarchico Giuseppe Pinelli muore in circostanze misteriose, il poeta e paroliere Riccardo Mannerini scrive su questo tema il testo di un brano musicale, "Ballata per un ferroviere". Il testo della canzone suscita scalpore: le radio e la televisione si rifiutano di mettere in onda il pezzo.
Un ferroviere era quel tale che per morire scelse Natale. Da una finestra entr nella storia che parla di fame, non certo di gloria Aveva due figlie, un'idea, un mestiere credeva nel dire e non nel tacere per essere pulito di dentro e di fuori rischiava la vita fra i locomotori Agganciava carrozze agganciava vagoni sognava da sveglio dei tempi pi buoni ma quando la sorte puntigliosa arriva la morte in forma curiosa che gli procura, umano aeroplano un volo notturno da un quarto piano e lo riduce in quattro e quattr'otto in un mucchio di cenci, di ossa un fagotto. Pino Pinelli era quel tale che per morire scelse Natale, da una finestra entr nella storia che parla di infamia non certo di gloria all'alba non muore soltanto la notte, muore anche l'uomo e il suo divenire, e il sangue caldo che bagna il selciato un discorso appena iniziato. Passati stupori e costernazioni nascono voci, si fanno illazioni, si cercano insomma astratte scuse come il poeta cerca le Muse Ma il morto rimane, col sangue fra i denti non l'hanno ammazzato i suoi respingenti. Un po' di cordoglio, la stampa vicina, e il ferroviere va al posto di Mina, mentre si scrive in ferrovia: il manovratore andato via Per creare un vuoto nel mondo operaio, non serve neppure ammazzarne un migliaio: basta un dramma, il mistero, l'inchiesta, segue chi piange, chi urla, protesta, Pino Pinelli era quel tale che per morire scelse Natale. Da una finestra entr nella storia, che parla di fame, non certo di gloria. si cerca il tritolo, la droga , le donne, e mentre si fruga, si cerca, si indaga, ti salta fuori la busta paga, che ti dimostra in maniera evidente che chi lavora incassa un bel niente. All'alba non muore soltanto la notte, muore anche l'uomo e il suo divenire, e il sangue caldo che bagna il selciato un discorso appena iniziato.

DO YOU REMEMBER 12 DICEMBRE?


Per una risposta di classe adeguata alla crisi

Lo stato sempre lo strumento delloppressione di una classe su unaltra. In regime capitalista lo strumento delloppressione della minoranza sfruttatrice sulla maggioranza sfruttata. Nella societ comunista lo strumento delloppressione della maggioranza di sfruttati sulla minoranza degli sfruttatori. Nella societ comunista, per, lo stato uno stato provvisorio, destinato allestinzione, appena avr completamente soppiantato le ultime resistenze dei padroni. La differenza tra i due stati che mentre quello dei padroni lotta sempre per la sua sopravvivenza, lo stato dei proletari muore appena possibile, lasciando il posto alla societ che non ha pi bisogno di stato, perch senza classi, libera dallo sfruttamento.

dicembre 2011

Riceviamo e pubblichiamo questo report sulla manifestazione avvenuta in Russia lo scorso 7 novembre, in occasione dell'anniversario della Rivoluzione d'Ottobre 1917. Chi scrive un compagno che quel giorno si trovava sul posto
E' stata sicuramente una celebrazione dal molteplice significato quella che si e' svolta oggi a Mosca in ricordo della presa del Palazzo d'Inverno. A 94 anni dall'assalto al cielo che port al potere il proletariato in Russia e diede un incancellabile esempio ai lavoratori di tutto il mondo, per vari motivi c' un aria diversa dalle manifestazioni analoghe degli anni passati. Innanzitutto il contesto storico in cui si trova la teoria comunista con il suo bagaglio di esperienze, nel ventunesimo secolo e nel pieno della crisi del capitalismo, soprattutto qui in Russia assume dei caratteri particolari. Infatti il paese, simboleggiato dall'aquila bicipite che guarda ad oriente e ad occidente, sembra essere attanagliato tra due situazioni incandescenti: da una parte l'Europa sull'orlo del baratro economico e del disastro sociale, dall'altra la Cina che cresce con mille contraddizioni e appetiti imperialisti sull'Asia ex sovietica,considerata "giardino di casa" dalla Federazione Russa. Questultima a sua volta si vede messa alle strette e prepara il suo piano di unEurasia che con questo nome orwelliano sta ad indicare ununione politico-economica con la Bielorussia e il Kazakhistan la quale si configurerebbe come unarea di libero scambio incentrata sull'enorme rendita del gas e del petrolio. La Russia torna cos prepotentemente nello scenario geopolitico, sconquassato dalle guerre in un Afghanistan vicino geograficamente e nei ricordi bellici; in Iraq, e nella Libia di Gheddafi gi interlocutore di Putin in funzione di contenimento della Nato nella area del Grande Medio Oriente; insieme a quella Siria alleato storico probabile prossimo obiettivo di forti pressioni, se non addirittura di attacchi militari. A partire da una risoluzione che stabilisca una No-fly zone sul suo territorio. Sono passati solo venti anni dal crollo dell'Unione Sovietica, quel sistema a capitalismo di stato che ha falsamente ingannato il proletariato russo e internazionale, spacciandosi come custode della dottrina marxista rivoluzionaria e che per pi di 70 anni ha voluto far credere di essere in perfetta continuit con quelle giornate di ottobre che, per dirla con John Reed, sconvolsero il mondo. Ma i comunisti internazionalisti sanno e non dimenticano visto che hanno pagato amaramente sulla loro pelle queste falsit dello stalinismo con le quali il movimento comunista russo sembra proprio non volere fare i conti. Le scadenze elettorali sono infatti alle porte e la nomenklatura del sedicente Partito Comunista della Federazione Russa a caccia di voti. Quale migliore occasione allora se non quella di strumentalizzare un avvenimento cos caro all'immaginario dei comunisti russi e di tutto il mondo come l'anniversario del 7 novembre? E cos la giornata inizia alle 12.00 ora locale ,con la canonica deposizione floreale al mausoleo di Lenin (il quale, ricordiamo, quando era in vita aborriva qualsiasi forma di culto verso la sua personalit, mentre sua moglie,Nadeda Konstantinovna Krupskaja, ebbe molto da ridire sulla strumentalizzazione della sua immagine da morto) alla presenza di un centinaio di militanti del PCFR e di altre organizzazioni extraparlamentari tra cui Russia Lavoratrice e AKM, in odore di messa fuorilegge. Tutto in unatmosfera di misticismo religioso quanto mai lontano dal ricordo vivo di quegli avvenimenti scolpiti nel dna della classe operaia mondiale. Il corteo parte dalla piazza dedicata al poeta e scrittore russo di fama mondiale Aleksandr Sergeevi Pukin con uno striscione che recita:" - Benvenuta grande rivoluzione socialista d'ottobre!". Intanto in tutta l'area adiacente, la polizia posiziona metal detector e gli agenti perquisiscono chiunque si avvicini all'assembramento, e nonostante ci troviamo in piena zona turistica,la presenza delle forze dell'ordine massiccia. Sembra quasi che nonostante sia passato tutto questo tempo e che oltretutto la direzione del corteo sia completamente estranea al contenuto originale della manifestazione, il ricordo del terrore rosso scuota ancora gli animi della classe dirigente moscovita. A met del percorso un calcolo fatto dagli organizzatori ad uso interno parla di diecimila partecipanti. La cifra verosimile e solo durante il comizio mi accorgo che la media dell'et veramente bassa rispetto a come ci vengono presentate manifestazioni del genere dalla stampa borghese: non ci sono soltanto vecchietti nostalgici e nelle prime file si distinguono ventenni e alcuni di loro ancora con gli abiti da lavoro. Il contenuto del comizio alterna toni accesi di populismo a quelli di una moderazione che potremmo definire pre-elettorale. A detta di molti militanti della base, i dirigenti sono attaccati ai posti nella Duma (il parlamento russo) e conducono un'opposizione "di sua maest" nei confronti di Russia unita, il partito di Putin, saldamente al comando.

Di fatto qui i risultati delle elezioni di marzo li sanno gi tutti e almeno si risparmiano il teatrino pietoso e melodrammatico della politica nostrana. Detto questo, la crisi economica si sente soprattutto per i lavoratori e un partito che conta un milione di iscritti come il PCFR, se fosse espressione di istanze rivoluzionarie potrebbe fare infinitamente di pi. A fine giornata il bilancio ambivalente come sembrano esserli i segnali e le risposte di classe a quattro anni dall'inizio della crisi sistemica pi grande che il capitalismo abbia mai conosciuto. Se il riferimento ad un avvenimento glorioso, il pi alto della storia del comunismo mondiale, cos come fu la rivoluzione d'ottobre ci incoraggia e ci indica il percorso futuro, dobbiamo essere capaci di captare i limiti della modalit con cui la manifestazione odierna ha richiamato quellevento storico. Dobbiamo capire fino in fondo cosa stato quel momento storico per il proletariato mondiale, sdegnando il tradimento dello stalinismo in maniera ancora pi feroce tanto stato grande il balzo all'indietro che tale involuzione borghese ha fatto fare all'intero movimento operaio internazionale. Dobbiamo trovare le forze per ripartire nella costruzione dell'organizzazione di classe dei comunisti, il partito rivoluzionario, nel cammino verso la dittatura proletaria, per il comunismo.

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Torino 1962: la rivolta di Piazza Statuto


Uno dei pi grossi problemi per i comunisti rivoluzionari sempre stato quello di riuscire a tradurre in influenza e organizzazione l'analisi delle lotte di classe e delle tendenze del capitalismo. A volte il difetto stato, per cos dire, nel manico, e cio nell'analisi sfasata e nella sbagliata impostazione del lavoro politico che gli stessi comunisti si sono dati. In altri casi, analisi preveggenti e metodi di lavoro politico calzanti hanno dovuto attendere i necessari tempi di maturazione per incastrarsi col movimento reale del proletariato. Spesso, il movimento reale, in maniera certamente confusa e incosciente, ha addirittura anticipato o messo sul piatto ci che le avanguardie avevano per conto loro previsto teoricamente, accelerando cos delle dinamiche sociali chiuse in una lunga incubazione. nato di intimidazione e paternalismo aziendale in Fiat per omologare i lavoratori alla pace sociale. Cos i dipendenti vengono divisi in due categorie: i cosiddetti costruttori ed i demolitori. Dietro il riconoscimento formale delle rappresentanze sindacali la Fiat sponsorizza accordi sugli incentivi fatti da sindacati di comodo, che fanno da viatico alla limitazione degli scioperi,ai premi anti sciopero, ai ricatti sulla garanzia del posto di lavoro (come si vede poco di nuovo sotto il sole, da questo punto di vista). Dove non si arriva con le buone, si usano le maniere forti: dal '53 al '62 vengono licenziati ben 2.000 quadri sindacali e istituiti reparti confino , in cui sono collocati gli elementi pi riottosi. Il clima in fabbrica quello di una caserma, con una sorta di polizia interna fatta di capetti e guardiani che redarguisce, ammonisce, sanziona duramente ogni sfasatura del lavoro di catena. L'allora PCI, che usa la Fiom come cinghia di trasmissione, complice e nello stesso tempo succube di questa linea neocapitalista, di questa combine di fordismo e taylorismo. Rinchiuso nel mito della democrazia progressiva e degli investimenti produttivi, il partitone staliniano oggettivamente e pure soggettivamente un freno alla lotta di classe. I suoi quadri di fabbrica colpiti dalla repressione sono isolati nel partito, e spesso cadono nella delusione personale o nelle scorciatoie elettoralistiche ... Praticamente, nel decennio sopra citato, la grande massa degli operai Fiat, il pi

grande gruppo privato del paese, si astiene dalla partecipazione agli scioperi. Un primo scossone si ha nel luglio del '60, con le grandi manifestazioni di piazza (10 lavoratori uccisi dalla polizia) che portano alla caduta del governo Tambroni. A Genova, Reggio Emilia, Roma, Messina entra in scena il protagonismo di una nuova generazione operaia e studentesca (quella delle famose magliette a strisce) che rompe gli argini istituzionali di un antifascismo di comodo e mette in primo piano la realt di super sfruttamento del boom capitalistico. E' una generazione che non sta pi dentro l'ossificazione del duopolio DC-PCI, che rivendica di prendere direttamente nelle proprie mani il suo futuro. E' un movimento caotico, assai confuso anche sul piano ideologico, ma assolutamente vitale, che solo molto parzialmente intercettato da una sinistra rivoluzionaria ancora alle prese sul che fare, e intenta a rimettere insieme organizzazioni che abbiano un minimo di presa politica...

I fatti di piazza Statuto a Torino, avvenuti nel luglio del 1962, rappresentarono uno di questi momenti di cesura della lotta operaia in Italia.

Per capire quegli eventi dobbiamo tenere presente la situazione nelle fabbriche che aveva accompagnato tutti gli anni '50, il periodo della cosiddetta ricostruzione postbellica. Erano stati anni pesantissimi per la nostra classe, soggetta a regimi di bassi salari e di alta produttivit, per garantire quell'accumulo di capitale che sarebbe poi sfociato nel boom economico degli anni '60. La linea del Marchionne di allora, Vittorio Valletta, quella dell'uso combi-

Il sisma sotterraneo viene da un fenomeno sociale di grandi proporzioni: la massiccia migrazione interna di forzalavoro giovanile dal Sud Italia alle grandi metropoli del Nord. Queste nuove leve vengono irreggimentate nelle grandi fabbriche, adibite spesso ai lavori pi improbi ed ai turni pi massacranti, sbattute in quartieri dormitorio (le Coree) dove molto a fatica sbarcano il lunario, essendo tra l'altro oggetto di discriminazioni razziste. L'introduzione su larga scala delle catene di montaggio richieste dal nuovo assetto produttivo si trova ora di fronte non pi l'operaio specializzato orgoglioso del proprio lavoro, ma una massa di sradicati, che vedono giustamente il lavoro solo come fatica, non certo come emancipazione.

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Lo spartiacque avviene nel 1962, con l'ondata dei rinnovi contrattuali che investe sopratutto il settore metalmeccanico.

La Fiat era riuscita a far s che nelle proprie officine bastassero una media di due ore di lavoro per riprodurre il valore della forza-lavoro. Il saggio di plusvalore era del 400% ... (vedi N. Balestrini-P. Moroni: L'orda d'oro U.E. Feltrinelli 2003)

A Torino si comincia con gli scioperi alla Lancia ed alla Michelin, dove entra subito in scena il protagonismo dei giovani operai. Spesso i cortei interni sfociano in manifestazioni di strada, incontrollate dalle burocrazie sindacali. La lotta si estende assai rapidamente a tutte le fabbriche metalmeccaniche. La Fiat entra nel movimento in ritardo, ma quando lo fa spazza via di colpo anni di compressione. Il 19 giugno si muovono i 7.000 della SpA Stura, delle Fonderie, delle Ausiliarie, il Lingotto, l'Avio, l'Areonautica, le Ferriere. Il 23 giugno tocca ai 60.000 della Mirafiori. In totale sono 250.000 gli operai in sciopero in citt e nella cintura. L'azienda, per frenare questa valanga, gioca la carta dell'accordo separato con la UIL ed il SIDA (sindacato aziendale giallo), in cui si concedono s aumenti salariali, ma nulla per quanto riguarda orario e ritmi di lavoro, oltre ad una revisione in peggio delle norme disciplinari interne ...

mento di Celere, compreso il tristemente noto Battaglione Padova, responsabile dell'omicidio di molti lavoratori nelle manifestazioni di piazza. Ma nulla pu fermare questi nuclei combattivi di una classe che ha rotto gli argini. Iniziano scontri durissimi, che dureranno fino a notte fonda, con manganellate, fumogeni, caroselli da una parte e sassaiole, corpo a corpo e determinazione dall'altra. Gian Carlo Pajetta, uno dei capoccioni del PCI, vagher invano per ore tra i manifestanti cercando inutilmente di riportare la calma... Domenica 8 luglio si replica, e cos sar anche luned 9. La polizia non riesce ad occupare stabilmente la piazza. Gli scontri sono di una durata e di una intensit impressionante; gli operai danno prova di un coordinamento e di una mobilit notevoli, utilizzando al meglio anche l'arma delle fionde.

La repressione sar durissima: centinaia di arrestati e denunciati, lasciati soli da partiti e sindacati del quadro istituzionale, bollati di provocatori, teppisti, fascisti e contumelie varie.

Con Piazza Statuto inizia praticamente quel percorso che far maturare una nuova leva operaia protagonista nel '68'69 del ciclo di lotte a tutti noto.

Oggi la situazione sociale della nostra classe estremamente pi frastagliata di allora. Non manca il proletariato, alla faccia di quelli che ne hanno fino ad ieri predetto l'estinzione. I proletari sono cos estinti che i governi di ogni tinta continuano metodicamente a colpirli in ogni maniera possibile! Il proletariato oggi disperso in mille realt, non ci sono pi quelle cittadelle operaie che erano il nerbo delle lotte, i rapporti di lavoro si sono enormemente diversificati, la scolarit incide nell'approccio al lavoro cos come la diffusa precariet. Per ripartire su delle basi saldamente classiste occorre fare sforzi politici e

Sabato 7 luglio, migliaia di giovani operai si staccano dai presidi di sciopero e vanno in piazza Statuto, davanti alla sede della UIL, con l'intento di assaltarla. Si trovano davanti un nutrito sbarra-

Solo alle ore due di notte del 10 luglio, dopo l'afflusso di rinforzi ingenti, la forza pubblica riesce a sedare la rivolta.

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organizzativi molto pi intensi degli anni '60,anche alla luce di un diffuso scoramento e disillusione che si percepisce all'interno dei giovani e dei lavoratori. Il compito sembra improbo, ma non dobbiamo mai dimenticare che il capitalismo non in grado di garantire alcunch ai salariati, ai precari, ai disoccupati. La forza lavorativa degli immigrati una risorsa di classe spesso omogenea, ed sicuramente utile, dove possibile, mettersi dentro le loro lotte per dargli uno sbocco antagonista. Lo stesso potremmo dire dei precari e dei disoccupati, anche se, fatto salvo qualche caso circoscritto, non si pu parlare per ora di movimenti generalizzati di questi soggetti. Nelle grandi fabbriche, quelle ancora rimaste, e che tengono un core businnes di alto profilo, la pratica concertativa del sindacato non fino ad oggi scalfita da reazioni che escano fuori dai binari aziendalisti. Cosa che abbiamo visto purtroppo riproporsi anche sul versante delle migliaia di fabbriche chiuse negli ultimi tre anni. Una situazione cos frastagliata richiede soggetti politici unificanti che, dopo aver maturato il superamento dell'autoreferenzialit, sappiano collegarsi e collega-

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re le singole realt su obbiettivi condivisi, in grado di far maturare dalla pratica della lotta sociale il necessario salto di qualit politica.
COMBAT Comunisti per lorganizzazione di classe Supplemento a pagine

marxiste

GIORNALE COMUNISTA INTERNAZIONALISTA

Registrazione 713 del 1.12.2003 del Tribunale di Milano Direttore Responsabile: Monica Bacis Stampato in proprio, Milano, Piazza Nigra 1, 27 dicembre 2011 E-mail: redazione@paginemarxiste.it Sito internet: www.paginemarxiste.it

IN MORTE DI MOHAMMAD MUZAFAR ALI', DETTO SHER KHAN 4-1-1957 9-12-2009


"Le classi degli oppressori hanno sempre ricompensato i grandi rivoluzionari, durante la loro vita, con incessanti persecuzioni; la loro dottrina sempre stata accolta col pi selvaggio furore, coll'odio pi accanito e colle pi impudenti campagne di menzogne e di diffamazioni. Dopo morti, si cerca di trasformarli in icone inoffensive, di canonizzarli, per cos dire, di cingere di una certa aureola di gloria il loro nome, a 'consolazione' e a mistificazione delle classi oppresse, mentre si svuota del contenuto la loro dottrina rivoluzionaria, se ne smussa la punta, la si avvilisce". LENIN Stato e Rivoluzione Una vita vera quella di Sher Khan. Emigrato dal Pakistan, gir tutto il mondo come marinaio sulle petroliere, prima di arrivare in Italia a met degli anni '80. Qu divenne uno dei pi accaniti lottatori per i diritti degli immigrati, tutti, senza nessuna distinzione di nazionalit, razza, etnia o religione, unendo tale battaglia a quella degli sfruttati italiani. Il suo carisma, il suo coraggio, la sua generosit e la sua umanit lo portarono sempre in prima fila, in ogni manifestazione, scontro, occupazione. E per questo fu ribattezzato per l'appunto Sher Khan, "tigre", che nella sua cultura un onore riservato solo a chi possiede tali qualit. Il sistema e le sue istituzioni, non riuscendo a comprarlo o "normalizzarlo", magari con qualche fasulla carica in comune, lo braccarono con accuse infamanti, denuncie, carcere e Cie, minandogli la salute. E forse ora gli dedicheranno qualche encomio di facciata. Ma chi era dalla sua stessa parte della barricata lo omagger in altro modo, a lui pi congeniale e gradito, prima o poi. Fieri di averti conosciuto, Sher Khan!! Fieri della tua vita, tutta!! Il tuo esempio ci guider, nella lotta e nella vittoria!!

ONORE A TE, SHER KHAN, CUOR DI LEONE!!

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