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omenica D

La
DOMENICA 11 SETTEMBRE 2011/ Numero 343

lattualit

Londra, dove vivono i miliardari


ENRICO FRANCESCHINI e JOHN LLOYD

cultura

di

Repubblica

Naipaul, Ho avuto un solo maestro


V. S. NAIPAUL

Genio e regolatezza
In mostra a Bruxelles gli attrezzi del mestiere

dellinventore di Maigret

Simenon
ANAIS GINORI GIANNI MURA
BRUXELLES

Metodo
Il

spettacoli

ottor Philippe Jave, 41 anni, 137bis Bd. Haussmann. Eveline Jave, moglie, 28 anni, nata Le Guerec a Concarneau. Luoghi: Cannes, Nizza, Costa Azzurra. Automobile: Pontiac, beige. Settembre 1956, Georges Simenon sta per scrivere Maigret si diverte, il cinquantesimo libro della fortunata serie. Senza aver ancora pensato n allincipit n alla trama, prende una busta gialla, formato commerciale. Sul retro annota poche informazioni. Nome, et, indirizzo, parentele, peso, altezza. Dettagli, tracce. Una scheda segnaletica per ogni personaggio. Lo ha sempre fatto. Ce n una persino per Jules, Franois, Amde Maigret, nato a Saint-Fiacre par Matignon, orfano di padre a diciannove anni, studi (incompiuti) di medicina, alto un metro e ottanta, espressione preferita: Io non credo niente. (segue nelle pagine successive)

Terry Gilliam e i cartoon del futuro


MARIO SERENELLINI

el successo (grande, ininterrotto) dei libri di Simenon nessuno dovrebbe stupirsi. Non quelli che lavevano etichettato come autore commerciale, tantomeno quelli che, a Simenon ancora vivo (1989), lavevano gi incluso tra i classici del Novecento. Tutto in Simenon pare eccessivo: la produzione, i 700 milioni di libri finora venduti, le tre mogli (una con gravi problemi psichici), gli amori ancillari o a pagamento (diecimila, secondo lui), gli amori famosi (Josphine Baker, la lasci solo perch sottraeva tempo alla scrittura), i cambi di residenza, le capacit lavorative (anche 80 cartelle giornaliere), il suicidio della figlia Marie-Jo morbosamente a lui legata, gli spietati libri autobiografici. tutto romanzesco, gi dallinfanzia, i genitori in perenne lite, lui che sta dalla parte del padre e mal sopporta la madre. (segue nelle pagine successive)

le tendenze

Quelle ragazze alla Oscar Wilde


LAURA ASNAGHI

i sapori

Mar di Sicilia, la festa degli ortaggi


LICIA GRANELLO e FRANCESCO MERLO

lincontro

Salvatore Accardo, Rinasco a 70 anni


GIUSEPPE VIDETTI

Repubblica Nazionale

FOTO ROGER VIOLLET

34 LA DOMENICA DI REPUBBLICA

DOMENICA 11 SETTEMBRE 2011

la copertina
Il metodo Simenon

Una busta gialla per lidentikit del personaggio. Il calendario su cui sbarrare le giornate di lavoro. E poi thermos, inchiostro, tabacco. Ferri del mestiere e feticci usati da uno degli autori

pi prolifici della storia della letteratura. Ora in mostra a Bruxelles per celebrare un genio tuttaltro che sregolato

Schede, matite e pipe la fabbrica dei Maigret


ANAIS GINORI
(segue dalla copertina)

lla vigilia di ogni romanzo, lo scrittore ripete gli stessi, precisi gesti. Un rito, unossessione. La busta gialla uno dei feticci della sua meticolosa preparazione, insieme ad altri oggetti. Limmancabile pipa, il thermos, delle matite temperate, e Tiki, una scimmietta di ebano che lo scrittore accarezza sulla testa. Cimeli che saranno esposti in una grande mostra Georges Simenon, percorso di uno scrittore belga che sinaugura tra qualche giorno a Bruxelles nel nuovo Museo delle Lettere e Manoscritti. Un omaggio al pi famoso autore del Paese: Simenon nato nel 1903 a Liegi, dove inizia la sua breve carriera da giornalista. I documenti, alcuni inediti, rievocano il prodigioso talento dello scrittore lesposizione contiene anche i messaggi dammirazione del premio Nobel Andr Gide e i segreti della sua inconfondibile prosa. Il mio stile scialbo diceva Simenon ho lavorato tanto per arrivarci. E ancora: Non scrivo: Pioveva a dirotto. Scrivo: Maigret era fradicio. Dietro alle piccole abitudini, quasi insignificanti, si nasconde il mistero dellOfficina Simenon. Genio e regolatezza, un combinato rarissimo. Due, tre, persino quattro romanzi allanno. Quasi mezzo secolo di produzione ininterrotta. Uno degli autori pi prolifici della storia della

letteratura. Gli esperti litigano tuttora per sapere quanti libri abbia scritto: secondo lultimo calcolo, sarebbero 431, tra romanzi, racconti e testi autobiografici, ma lautore aveva utilizzato anche decine di pseudonimi di cui si perso il conto. Un appetito insaziabile. Collezionava manoscritti come le donne, talvolta unendo le due cose insieme, miscela indispensabile alla sua creativit. Il momento che precede il lavoro di scrittura devastante. Una tormentata manovra di avvicinamento. Simenon incontra prima un personaggio, ricrea il suo universo, quella famosa atmosfera che tanto gli cara. Basta una stagione, un odore, unimpercettibile sensazione. La storia, in fondo, solo un pretesto. In questa fase, la sua famiglia assiste a una sorta di trasfigurazione. Lo scrittore gaudente diventa grigio in volto, improvvisamente malmostoso, febbricitante, intrattabile. Sta covando uninfluenza, pensa la prima volta Denyse, la moglie canadese e madre di tre dei suoi quattro figli. No, sta covando un libro. Simenon sparisce, parte a bordo della sua Bmw oppure cammina per le strade come un ossesso. Prende appunti. Ha incominciato presto ad annotare piccole cose come il titolo del romanzo, il disegno di una casa ricorda il biografo Pierre Assouline, giornalista a Le Monde e autore di un Autodizionario Simenon. Per scegliere il nome dei personaggi sfoglia lelenco telefonico. La scelta continua Assouline dipende dalla sonorit oppure dal caso. Seleziona centinaia di nomi, indirizzi. Rilegge a voce alta, fino alla folgorazione. Sulla scri-

vania, apre piantine di citt, consulta orari delle ferrovie. Il rituale delle buste gialle cominciato per caso, ma siccome era feticista e superstizioso, temeva che senza ripeterlo sarebbe rimasto in panne. Poi arriva il giorno. Simenon finalmente pronto a scrivere. Entra in un altro mondo. Vietate le visite, il telefono staccato. Finestre e persiane chiuse, lavora solo con luce artificiale. Nessun incidente deve disturbarlo racconta il biografo francese Prima di ogni romanzo fa venire un medico per visitare lui e tutta la sua famiglia. Una volta il figlio Pierre si ammala mentre Simenon sta scrivendo il quarto capitolo di un romanzo. Il padre costretto a interrompersi. Non ricomincia pi, butta al macero il manoscritto. La giornata tipo comincia alle 6,20. Lo scrittore fa una doccia fredda, prepara una bevanda calda da solo in cucina. Alle 6,30 gi rinchiuso nel suo ufficio. Si porta un thermos con vino, whisky, t o caff a seconda del momento. Sulla scrivania ha la collezione di pipe. Almeno otto devono essere riempite con la speciale miscela di tabacco ordinata alla Dunhill. A riposo o al lavoro, dalla mattina alla sera: Simenon ha fumato dai suoi diciassette anni fino alla morte racconta Assouline. In un astuccio di pelle rossa tiene una decina di matite temperate. Simenon ha sempre usato la macchina da scrivere,

tranne nellultima parte della sua vita, ma anche questo un gesto scaramantico. Fuori dalla porta appeso il cartello Do not disturb, un altro dei suoi feticci, forse il pi scontato. Il programma di scrittura procede allinterno di una rigida gabbia temporale. Tutto segnato su un calendario. Un capitolo al giorno. Tre ore di scrittura al massimo. Alle 9,30 esce dal suo ufficio, sospende il lavoro fino allalba successiva.

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Il crepuscolo pu attendere
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GIANNI MURA
(segue dalla copertina)

LE FASI
Simenon savvicinava alla scrittura di un nuovo libro attraverso fasi e abitudini consolidate

LISPIRAZIONE
Per trovare lispirazione esce di casa per lunghi giri in auto (una Bmw) o lunghe passeggiate a piedi Prende appunti

I PERSONAGGI
Per trovare i nomi sfoglia lelenco telefonico, seleziona nomi e indirizzi, li rilegge a voce alta

1. IL CALENDARIO
Per Maigret samuse (il titolo dellopera a cui stava lavorando appuntato sulla sinistra del calendario Pan Am) Simenon aveva previsto otto giorni per la scrittura (segnati con croci rosse) e tre per le correzioni (croci blu) Il libro andava concluso entro il 29 settembre: per quel sabato (gi cerchiato) lo scrittore aveva fissato un appuntamento a Nizza con Cocteau e Picasso

4 I LUOGHI
Sulla scrivania apre piantine di citt e orari dei treni

2. LA BUSTA GIALLA
Prima ancora di avere una trama precisa in testa, annotava sul retro di una busta gialla le informazioni (nome, et, segni particolari) su ogni personaggio

LORA X
Tutto pronto per scrivere: vieta le visite, stacca il telefono, lavora con luce artificiale Prima di iniziare sottopone la famiglia a visita medica

3. LA SCHEDA SEGNALETICA
Quella di Maigret recita cos: capelli castani, forte e potente, fuma la pipa. Espressione preferita: Io non credo niente

LA PRODUZIONE
Simenon si alza alle 6,20 Alle 6,30 nel suo studio con un thermos Ne uscir alle 9,30. Ogni giorno scrive in media un capitolo

LA SCRIVANIA
Pipe caricate, astuccio di pelle rossa con matite temperate, scimmia di ebano: alcuni degli oggetti immancabili sulla scrivania di Simenon

4. I MANOSCRITTI
LAuberge dIngrannes uno dei suoi rari manoscritti. Fu con Maigret che Simenon inizi a scrivere direttamente a macchina; prima di allora per ogni capitolo faceva un brogliaccio a mano che poi ricopiava

Nove giorni, nove capitoli. Intenso e definitivo. Il decimo giorno il libro terminato. Con lui, il primo getto anche lultimo racconta Assouline La sua correttrice, Doringe, fa solo una rapida ripulitura delle bozze. Ogni volta che termina un romanzo, ricorda il biografo, Simenon prende il pacco di fogli e, scuotendolo davanti ai suoi figli, dice: Faccio cadere gli avverbi. Sul calendario della compagnia Pan Am utilizzato per la scrittura di Maigret si diverte le cro-

ci rosse il suo tour de force cominciano gioved 6 settembre e finiscono il gioved 13. Ora e subito. Il rapporto con la scrittura non prevede pause, n rinvii, lunico limite fisico. Quando scriver finalmente un grande romanzo? chiedevano giornalisti e lettori. Non potrei mai resistere rispondeva Simenon. Nel settembre 1956 nella sua villa Golden Gate a Cannes. Il romanzo 184 pagine nelledizione originale del 1957 comincia e finisce in otto giorni. Dal 24 al 26 settembre annota le croci blu, per le correzioni. Il sabato successivo, Simenon ha gi segnato un appuntamento a pranzo con Jean Cocteau e Pablo Picasso. tornato in s. Un uomo guarito, libero, ma solo per poco.
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on un caso che, appena morto il padre, Simenon decida di buttarsi nel mare aperto. Addio Liegi, si va alla conquista di Parigi. Ha ventanni, non bada ai sacrifici, ha anche una discreta faccia tosta e la fortuna di incontrare Colette, che in quel 1923 responsabile delle pagine letterarie a LeMatin. Gli dice: Troppa letteratura, la gente in metr vuole storie, non letteratura. Asciugare, tagliare. Lui le d retta e il 27 settembre del 23 esce Le petit idole, primo racconto accettato. Da allora la vita sar pi facile. Andr ad abitare in Place des Vosges (sia pure senza acqua corrente). Non erano dalla sua parte gli accademici, ma qualche grande penna s. Cline: Ci sono scrittori che ammiro moltissimo. Il Simenon dei Pitard, ad esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni. Ancora di pi Andr Gide. Li aveva messi in contatto leditore Gallimard. Gide avvicina La vedova Coudercallo Stranierodi Camus e scrive a Simenon: Trovo che il suo libro si spinga molto oltre, pur senza averne laria e quasi inavvertitamente, il che coincide con il livello pi alto dellarte. In quel quasi inavvertitamente c forse una chiave di comprensione. Simenon si sdoppia, c quello della quantit e quello della qualit. Lo ribadisce lo stesso Simenon in unintervista del 1955, quando The Paris Review lo raggiunge nella sua casa di Lakeville, Connecticut. La mattina scrivevo per mangiare, la notte per me. Non pensavo ai lettori. lossessione del grande romanzo, che crede di esorcizzare con Pedigree, autunno 40. Dal castello di Fontenayle-Comte scrive a Gide (chiamandolo come sempre Mio caro maestro): Partir dal 1903 per una chanson de geste di gente normale, quelli che fanno quello che gli si dice e si muovono senza sapere dove vanno. Gide legge la prima stesura e non tenero: Toccante ma confuso. con le migliori intenzioni che si fa cattiva letteratura. Simenon ha lumilt di tornare a lavorare un anno intero su Pedigree, che uscir nel dopoguerra. Era abituato a scrivere un romanzo in undici giorni in totale isolamento dopo il solito rito: gli elenchi telefonici per scegliere nomi e cognomi, le piantine delle citt, le grandi buste gialle per gli appunti-base. Dopo la frustata del toccante ma confuso Gide non aveva smesso di spronarlo: Sono amorevolmente desideroso di farla conoscere meglio. Lei vive su una falsa reputazione (esattamente come Baudelaire e Chopin). Lei molto pi importante di quanto comunemente si crede. Bulimico anche come lettore, Simenon in giovent non sera negato nulla: Gogol, Dostoevskij, Conrad, Stevenson, Kafka, Balzac, Flaubert, Dumas, Hugo. Da adulto sera dichiarato figlio di Gogol e, poi, di Dostoevskij. Gi nel 38 aveva detto: Il romanzo luomo nudo e luomo vestito, luomo di tutti i giorni ma soprattutto luomo alle prese con il suo destino. Questo rende atemporali le sue storie: funziona cos, da Eschilo in qua. E le rende appetibili per il grande schermo. Una cinquantina di film ispirata da scritti simenoniani, con registi del calibro di Renoir, Carn, Duvivier, Delannoy, Autant-Lara, Verneuil, Melville, Granier-Defferre, Tavernier, Chabrol. Si pu non credere a Simenon quando afferma di scrivere il primo capitolo senza sapere cosa scriver nel secondo e tantomeno nellultimo. Oppure credere alla pratica del dplacement, quella specie di trance che lo portava via da s per calarlo nei suoi personaggi. Era e resta un classico, e consapevole: Quel che nei miei romanzi i lettori chiamano atmosfera impressionismo. E ancora: Avete presente una mela dipinta da Czanne? Tre tocchi e c tutto: il colore, il peso, la polpa. Vorrei che le parole che uso avessero il peso delle mele di Czanne. Ha calcolato di non aver usato pi di duemila parole. Quando rivedeva un testo a cui teneva era un gran lavoro di cancellatura: Via gli avverbi, gli aggettivi superflui, le parole letterarie, come crepuscolo. Via le frasi che suonano troppo bene, e che chiamo versi bianchi. Una grande scrittura, come il piatto di un grande chef, raggiunta eliminando, non aggiungendo. Lalta letteratura ottenuta con la soppressione degli artifici letterari. Grazie, Colette. E la parola che Simenon sinibiva (crepuscolo) ben lontana, giustamente, dalle sue opere.

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DOMENICA 11 SETTEMBRE 2011

lattualit
Monopoli

A Londra la chiamano cos. Perch Kensington Palace Gardens la strada con la pi alta concentrazione di miliardari nella pi ricca tra le capitali dEuropa

Da Roman Abramovich al sultano del Brunei ecco chi ha scelto di comprare casa qui. A milioni di chilometri dai quartieri in cui ad agosto scoppi la rivolta dei pi poveri

Benvenuti a Billionaires Road


Ambasciata russa Appartamenti privati Residenza dellAlto Commissario indiano Residenza dellambasciatore francese Residenza della famiglia reale saudita

JON HUNT
La casa del fondatore della Foxtons costata 15,75 milioni di sterline

HASSANAL BOLKIAH
In Billionaires Row anche la villa del sultano del Brunei: celebri i suoi lampadari dorati to arrivato il gap ricchi-poveri nella metropoli pi grande dEuropa. Ciascuna delle decine di sontuose residenze che adornano Billionaires Row, il Viale dei Miliardari come lhanno soprannominato giornali e tv, costa in media 20 milioni di sterline, circa 24 milioni di euro. Alcuni degli uomini pi ricchi del mondo hanno scelto di abitarci. Come Lakshmi Mittal, il re dellacciaio indiano, numero uno nella classifica annuale del Times sui mille pi ricchi di Gran Bretagna, che nel 2004 acquist una di queste case da Bernie Ecclestone, il patron della Formula Uno, per 57 milioni di sterline (65 milioni di euro). Non contento, due anni dopo Mittal ha comprato sempre qui una seconda villa, stavolta per 117 milioni di sterline (134 milioni di euro) e da Noam Gottesman, tycoon degli hedge fund londinesi. Tra i suoi vicini c Jon Hunt, fondatore di Foxtons, una tra le pi esclusive agenzie immobiliari della capitale britannica. Poco pi in l andr ad abitare il petroliere russo Leonid Blavatnik, che si sta facendo costruire una struttura sotterranea con piscina, palestra e cinema privato. Lultimo arrivato invece Roman Abramovich, che qualche settimana fa ha acquistato una villona bella e pronta, sempre sulla stessa strada, per 90 milioni di sterline. Non a caso, nella versione inglese del Monopoli, la strada dal valore pi alto per decenni era stata Mayfair e ora Kensington Palace Gardens. Lo certifica anche il rapporto di unagenzia immobiliare che lha appena eletta strada pi costosa del Regno: le sue case valgono mediamente cento volte pi della abitazione media britannica. Tra i suoi residenti

LEN BLAVATNIK
Loligarca russo acquist questa casa nel 2004: la pag 41 milioni di sterline miliardari c anche una testa coronata, il sultano del Brunei, e un altro che sar re un giorno, il principe William, il quale ha scelto Kensington Palace, il palazzo in cui crebbe con la mamma Diana, come residenza londinese per s e per la moglie Kate, nei periodi in cui la coppia non star nel pi modesto cottage del Galles vicino alla base dellAir Force dove lui presta servizio. Se 20 milioni di sterline per una casa vi sembrano tanti, tutto relativo: un monolocale a Hyde Park One, il condominio pi costoso del mondo, inaugurato in gennaio allangolo dellomonimo parco londinese, costa 4 milioni di sterline; e ciascuno dei quattro appartamenti allultimo piano stato venduto per 150 milioni. I ricchi a Londra non sono mai mancati, certo, ma ora questa diventata la patria dei super-ricchi, la ca-

ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA

i capisce subito che non una strada come le altre. Una sbarra impedisce laccesso alle auto, due agenti in uniforme decidono quali vetture lasciare entrare e controllano perfino chi prova a percorrerla a piedi. Sono un giornalista, dico esibendo il tesserino, di solito funziona come lasciapassare. Stavolta ottiene leffetto contrario. Lingresso non consentito ai media, a meno di unautorizzazione scritta, annunciano gli agenti. Pi tardi scopro che i tizi in divisa appartengono al Diplomatic Protection Group, unit speciale di Scotland Yard dedita alla protezione del corpo diplomatico

straniero. Varie ambasciate, tra cui due considerate a rischio di attentati, quelle di Israele e Russia, figurano tra gli edifici di Kensington Palace Gardens, questo il nome della strada chiusa al traffico. I poliziotti sono l per proteggere gli ambasciatori. Ma contribuiscono ad erigere una barriera invalicabile anche attorno agli altri abitanti della via, ai quali tuttavia non mancano i mezzi per assoldare un esercito di guardie del corpo, se solo volessero. Kensington Palace Gardens laltra faccia della luna: il luogo economicamente pi distante da Hackney e dalle altre periferie di Londra, dove il mese scorso sono esplose le proteste, le violenze, i saccheggi che hanno scioccato la nazione. Farci una visitina non spiega i disordini che hanno messo a ferro e fuoco la capitale, ma illustra fino a che pun-

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LA DOMENICA DI REPUBBLICA 37

Kensington palace
DE ROTHSCHILD
Agli inizi del 900, fra i residenti cera anche lantica famiglia di banchieri

PAUL REUTER
Anche il fondatore della Reuters ha vissuto in Billionaires Row

RE ABDULLAH
Nella via milionaria c anche la casa della famiglia reale dArabia Saudita

ROMAN ABRAMOVICH
Il magnate russo lultimo arrivato La sua casa costata 90 milioni di sterline

WILLIAM E KATE
I neosposi andranno a vivere nel palazzo in cui William crebbe con la mamma Diana

LONDRA

Residenza dellambasciatore russo

Residenza dellambasciatore finlandese

La metropoli pi glamour prigioniera di una gabbia dorata


JOHN LLOYD

ondra una delle golden cities del pianeta, non lunica. Come altre attrae persone ricche o piene di talento, e concentra su di s il potere politico, mediatico e soprattutto finanziario. Ci che la rende davvero unica al mondo proprio il suo centro finanziario, la City of London, dotata di un suo governo che formula regole proprie e proclama la propria indipendenza dallo Stato e dal suo potere. Certo, anche chi vive di City deve osservare le leggi e pagare le tasse britanniche (anche se spesso riesce ad eluderle) ma pi che al Paese in cui abita guarda al mondo. Del resto non una novit: il capitalismo sempre stato globale, perch sempre esistita leventualit che potesse essere pi conveniente investire denaro nelle ferrovie argentine piuttosto che in quelle britanniche, o nelle acciaierie del Kazakistan anzich in quelle del Galles. Se da due secoli Londra aperta alle ricchezze del mondo, in questi ultimi sei decenni, dopo la Seconda guerra mondiale, lo stata in modo particolare. Le riforme finanziarie liberiste della fine degli anni Ottanta vi hanno fatto affluire una marea di banche estere e di istituzioni finanziarie, americane in testa. Sono stati istituiti o mantenuti regimi fiscali largamente favorevoli ai ricchi. I quartieri di maggior pregio Chelsea, Hampstaed, Kensington, Richmond, Wimbledon ma anche i suburbs in perenne espansione e le home counties attorno a Londra, offrono unampia scelta di dimore prestigiose a prezzi molto elevati. vero che i ricchi minacciano costantemente di trasferirsi verso regimi fiscali pi indulgenti qualora finissero sotto tiro i loro patrimoni. Ma al momento il regime fiscale di Londra non pi oneroso di quello di New York. Sar cos anche in futuro? raro che i ricchi godano di grande popolarit, e di questi tempi sono decisamente impopolari. Gli stessi banchieri che dopo il crack finanziario del 2008-2009 si sono rivolti allo Stato col cappello in mano hanno ricominciato ad attribuirsi bonus astronomici. In questi ultimi due anni le remunerazioni dei top executive sono aumentate del 50 per cento circa, mentre il livello di vita degli operai e del ceto medio resta al palo. Poche settimane fa si appreso che i principali azionisti di una societ privata che gestisce alcune case di riposo hanno beneficiato di proventi (perfettamente legali) di svariati milioni di sterline, nel momento stesso in cui si imponevano tagli alle prestazioni per gli anziani e la societ registrava pesanti perdite. La teoria economica del capitalismo assicura che gli eccessi del libero mercato si correggono da s. Ma se questo vero, sembra che le correzioni si facciano attendere un po troppo. Il fatto che Londra prigioniera di una sorta di gabbia dorata. Ha bisogno dei ricchi, ha bisogno di persone di talento e dalle grandi capacit imprenditoriali e ha bisogno che questi decidano di stabilire proprio a Londra almeno una delle loro dimore. Perch questa la gente che richiama ricchezza, distribuendola poi a cascata, attraverso il sistema, ai propri dipendenti, o che la convoglia grazie ai servizi che sponsorizza, ai beni che acquista e ovviamente alle societ e alle istituzioni cui si trova a capo. Ora sta gradualmente cedendo ad altri Paesi parte del suo potere, ma continua a conservare tutto il fascino della ricchezza. E lo manterr. Almeno fino a quando a buona parte di noi andr bene che le cose continuino ad andare cos. (Traduzione di Elisabetta Horvat)
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LAKSHMI MITTAL
Il re dellacciaio ha comprato casa da Bernie Ecclestone: 57 milioni di sterline pitale del Rich-stan, il sultanato della ricchezza, come lo definisce un libro sullargomento: ottantunomila persone sparse fra Europa, Asia e America, con un patrimonio al di sopra dei 50 milioni di euro, tremila delle quali arrivano a 500 milioni di euro e un migliaio al miliardo (o pi). Di questi mille, una cinquantina abitano a Londra e altrettanti appena fuori citt. Membri di una super-lite, di una comunit transnazionale che vive in una realt separata, in un mondo diverso, inimmaginabile dai comuni mortali, cos li descrive Chrystia Freeland, editorialista del Financial Times, in Plutocrats, un libro-inchiesta sulla nuova super-classe. Come hanno accumulato una tale ricchezza? La maggior parte, il 47 per cento, sono self-made-men, si sono fatti da soli approfittando della globalizzazione e della rivoluzione informatica; solo il 16 per cento ha ereditato. Percentuali che sessantanni fa andavano capovolte, allora la maggioranza aveva ereditato la ricchezza, la minoranza se lera fatta da s. Ma un secondo elemento caratterizza lascesa dei nuovi plutocrati: leggi e mutamenti politici che li favoriscono, deregulation finanziaria, riduzione delle imposte su reddito e investimenti. la tesi di Winner-Take-All Politics(La politica del chi vince piglia tutto), un altro libro sul fenomeno dei super-ricchi, che denuncia una societ malata, in preda a livelli di diseguaglianza mai visti dallepoca della Grande Depressione degli anni Trenta. Venire a Kensington Palace Gardens, dare unocchiata al Viale dei Miliardari, per rendersene conto. Ammesso che lagente dietro la sbarra vi lasci passare.
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DISEGNI DI CARLO STANGA

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DOMENICA 11 SETTEMBRE 2011

CULTURA*
V. S. NAIPAUL
n genere, si scrivono lettere di questo tipo quando si lontani da casa. Ne ho avuto cura proprio per questo motivo, e ho fatto tutto ci che mi stato possibile per evitare che andassero smarrite o cadessero nelle mani di qualche persona disinteressata o buona a nulla. In ogni caso, credo che sia davvero strabiliante che ne siano rimaste cos tante. Non stato facile custodirle e averne cura. Allinizio ero studente e in seguito uno che cercava di farsi strada e di affermarsi come scrittore. Vivevo in camere ammobiliate in affitto, mi spostavo di frequente dalluna allaltra, ed ero sempre con la valigia in mano. Conservavo le lettere e altri documenti importanti in una scatola bianca da scarpe, riposta a sua volta allinterno di una lucida valigia marrone di cartone comprata a Trinidad. Era una valigia da poco, ma io non lo sapevo. Se la si schiacciava con forza eccessiva, le parti laterali ricadevano allindietro, ma io ero convinto che tutte le valigie facessero altrettanto. Mio padre, che a suo tempo era stato un grafico pubblicitario di grande talento, aveva dipinto a meraviglia le mie iniziali in un ovale bianco e blu che compariva sia sul fronte sia sul retro di essa, splendido ultimo pensiero per un figlio in partenza. Mi ripromisi di tenere quella valigia, per le iniziali e a ricordo di mio padre, quanto pi a lungo possibile, ma nel 1968, durante un grosso trasloco a Londra, persi la testa. Mi dimenticai della valigia e quando cercai di recuperarla, alcuni giorni dopo, ormai era sparita. Non smarrii nulla di particolarmente importante al suo interno, ma la perdita di qualcosa di cos prezioso (e di tali dimensioni) esemplifica chiaramente la precariet generale delle cose che possediamo. Pi che altro scambiavo lettere con mio padre. a lui che era diretta buona parte di ci che ho scritto. Aveva quarantaquattro anni quando inizi la nostra corrispondenza e tre anni dopo mor. Dopo la sua morte per me divenne difficile scrivere a casa: mi pareva quasi che non vi fosse rimasto nessuno, e in buona misura era proprio cos. Mio padre stato un giornalista per quasi tutta la sua vita lavorativa. Oltre a ci, con grande tenacia, era riuscito a diventare uno scrittore. Scriveva racconti di vita locale ambientati in India, e lo si potrebbe definire uno dei primi scrittori della diaspora indiana. Lavorava ai suoi racconti incessantemente, limandoli e perfezionandoli. questo uno dei primi ricordi che ho di lui. Allinizio il fatto che scrivesse racconti era un vero enigma per me. Non ne vedevo lo scopo. In seguito, per, mi resi conto che ci che scriveva era assolutamente inedito; e ci spiegava le difficolt che egli talvolta incontrava, il suo continuo scrivere e riscrivere. Laltra faccia della medaglia di questa sua spiccata originalit era il fatto che i suoi racconti non avevano mercato. Non avevano un pubblico di lettori. Fu soltanto nellultimo anno della sua vita, pi o meno, che egli ebbe la fortuna di riuscire a piazzare alcuni dei suoi racconti nel programma della Bbc Voci dei Caraibi, a quei tempi diretto dallillustre Henry Swanzy. Il programma tv non rendeva granch, ma quei pochi soldi erano quanto di pi simile a un vero guadagno avessero mai assicurato i suoi racconti. E nei commenti trimestrali di Henry Swanzy mio padre per la prima volta in vita sua scopr qualcosa di assai vicino a un apprezzamento intelligente. Ancor prima di riuscire a capire che cosa stesse facendo mio padre con i suoi racconti, avevo sviluppato una profonda ammirazione per lui. E non lho mai perduta. Era il mio maestro. I suoi entusiasmi diventarono, e sono tuttora, i miei. Buona parte di ci che ho imparato dalle mie prime letture lho appreso grazie a lui, e ancora oggi sono colpito dallistruzione letteraria che mi impart, dalla sua ampiezza e variet. Prima di compiere gli undici anni mi aveva gi fatto leggere Giulio Cesare, Eroi di Kingsley, David Copperfield, Le avventure di Nicholas Nickleby, Il mulino sulla Floss, Somerset Maugham, Joseph Conrad, i racconti di O. Henry, Maupassant, e molti altri ancora. In parte ci era possibile grazie al fatto che mio padre non leggeva mai un libro fino in fondo. Era un assaggiatore. Mi chiamava e mi leggeva a voce alta soltanto qualche brano che lo aveva particolarmente entusiasmato. Tutto ci differiva completamente da quello che capitava a scuola. L leggevamo per meglio dire, il preside ci leggeva Ventimila leghe sotto i mari. Il preside leggeva senza fare pause, un paragrafo dietro laltro. Anche cos, non riuscimmo mai ad arrivare alla fine del libro. Per me e per molti altri della classe (addirittura per il preside, forse) Jules Vernes divenne lautore di lunghi e prolissi brani. Mio padre era nato da una famiglia povera. Alle elementari aveva ricevuto listruzione pi a grandi linee che si possa immaginare, unistruzione generica, da campagna, e la sua passione per la scrittura sempre stata un vero rebus per me. Non capivo da dove fosse saltata fuori. In famiglia, infatti, non cera una cultura letteraria e neppure cera nella societ nel suo complesso (sebbene, tutto sommato, quelli fossero soltanto gli inizi). Alla fine interpretai la passione di mio padre come una forma di dharma, di legge naturale: era un uomo che cercava di esprimere la propria essenza. Non si trattava di qualcosa di cui parlare, o che si doveva sforzare di definire. Era semplicemente l. Egli mi trasmise quella sua passione, e quellidea lidea che un uomo debba fare ci che il suo dharma prevede che egli faccia mi confort molto negli oscuri giorni agli inizi della mia carriera. Ma il dharma, da solo, non sarebbe mai stato sufficiente: cera bisogno di una sorta di struttura a supporto di questa idea. Mio padre la trov nel giornale locale, il Trinidad Guardian, e pi specificatamente nellincoraggiamento del suo direttore, Gault MacGowan. MacGowan era arrivato dalla Gran Bretagna a Trinidad nel

A undici anni gli aveva gi fatto conoscere Conrad e Dickens Quando da ragazzo lasci Trinidad per il mondo, continu a ricevere le sue lettere con i consigli su che cosa leggere e su come scrivere
Oggi quel figlio diventato un autore famoso ringrazia luomo che con lesempio gli indic il suo dharma

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LA DOMENICA DI REPUBBLICA 39

DISEGNO DI TULLIO PERICOLI

Onora padre
il
Naipaul, Ho avuto un solo vero maestro
IL FESTIVAL
Lettere fra un padre e un figlio il titolo del reading che qui anticipiamo e che V. S. Naipaul terr al festival Pordenonelegge domenica prossima, 18 settembre, alle 18 al Teatro Verdi. Pordenonelegge 2011 si apre mercoled 14. Fra i protagonisti Bauman, Eldredge, Agamben, Covacich, Scurati, Hack, Gregotti, Deaver, Baricco, Scalfari www.pordenonelegge.it

1929 per dirigere il Guardian, e vi rimase fino al 1934. Gli piacevano le indiscrezioni e le frecciate. Era un personaggio decisamente alla Evelyn Waugh (quantunque io dubiti che avesse mai letto Waugh), forse ancora pi Waugh di Waugh, e a Trinidad se la pass meravigliosamente finch non divenne una presenza troppo ingombrante per i proprietari del giornale. Lo licenziarono. Lui li port in tribunale. La causa che ne deriv riemp per molti giorni le pagine del Guardian, e il direttore scrisse di faccende che lo riguardavano. Fu questo luomo che assunse mio padre come corrispondente, specializzato in argomenti indiani. Lo incoraggi a sguinzagliare la fantasia. Spesso, ho motivo di credere, arriv a consigliare a mio padre qualche colpo di genio. Un giorno, per esempio, quando la motocicletta di mio padre usc di strada, credo che fu Mac-

Gowan a suggerirgli che avrebbe avuto una splendida occasione per trascorre la notte su un albero e fare il corrispondente da l. Oppure, quanto meno, di scrivere che lo aveva fatto sul serio. Il titolo del suo articolo fu Un reporter del Guardiantrascorre la notte in cima a un albero. La controversia tra MacGowan e la propriet del giornale costitu un addio eccezionale per il direttore, ma sempre di addio si tratt. I proprietari vinsero la causa, MacGowan perse e per mio padre fu la catastrofe. Quando MacGowan se ne and (negli Stati Uniti), mio padre perse il suo patrocinatore e la possibilit di guadagnarsi da vivere. Quelli che si potevano considerare cinque anni buoni di apprendistato sotto la guida di MacGowan (e del suo modo di fare cos speciale) svanirono, e dovettero passare quattro anni prima che mio padre ritornasse al Guardian. I ricordi che ho di lui che risalgono pi indietro nel tempo si riferiscono proprio a quel periodo disgraziato, infelice. MacGowan faceva ancora notizia per il Guardian, ma a quel punto parlavano di lui come di un successo americano. In ogni caso fu sempre possibile, pur nella disfatta, seguire le sue imprese altrove nel mondo. Ricordo che tra le carte di mio padre cera anche un passaporto coloniale britannico nuovo di zecca. Pu anche darsi (e cos credo di aver sentito dire, anche se poi non se ne fece nulla) che si prospett per mio padre la possibilit di raggiungere MacGowan. Arrivata la guerra, MacGowan divenne (come era ovvio) inviato di guerra. Fu presente ai raid di Dieppe del 1942, e per qualche tempo assapor la vera fama: Time Magazine rifer in seguito (pare proprio un colpo di genio degno di MacGowan) che per scrivere il suo pezzo si era tenuto sveglio con pasticche di anfetamina. Pi tardi ci fu linvasione della Francia. Il Guardian riport la notizia che MacGowan era stato catturato e fatto prigioniero dai tedeschi. Parve che quella dovesse essere la fine di quellistrione. Ma non fu cos. Dopo non molto, sempre il Guardian raccont limprobabile fuga di MacGowan, che afferm di essere saltato gi dal treno che lo stava deportando in un campo di concentramento in Germania. Nel 1963, a dieci anni di distanza dalla morte di mio padre, MacGowan mi scrisse una lettera molto cordiale. Aveva letto un mio libro nel quale avevo tentato di ricostruire in modo romanzato il periodo da lui passato al Guardian, e in particolar modo il suo rapporto con mio padre. Mi disse che nella mia ricostruzione avevo sbagliato ununica cosa. Avevo scritto che lui (o, per meglio dire, il personaggio ispirato a lui) era basso e grasso, mentre in realt lui era alto e magro. Era troppo tardi per modificare il mio libro, ma quella precisazione mi rimase impressa e arriv ad alterare la mia ricostruzione dei fatti. Di mio padre disse che lo aveva incoraggiato perch aveva scoperto che gli indiani apprendono molto velocemente. Di s disse che viveva in Germania, aggiungendo con una battuta che lo fece riconoscere per quello che era di avere quasi settantanni e di pubblicare ancora. Avrei voluto conservare la lettera di MacGowan. A suo tempo la misi in archivio, e l andata distrutta insieme a moltissime altre cose a me care, vecchi libri e primi manoscritti. Mio padre sarebbe stato uno scrittore migliore se non avesse lavorato in tale isolamento, se non fosse stato cos ossessionato dalla lingua, e cos spinto a scrivere e riscrivere. Avrebbe avuto bisogno di qualcuno che gli dicesse di lasciar perdere Pearl Buck e La buona terra, con le sue cantilene bibliche, e di rendere pi realistiche le sue ambientazioni, di dare un nome alle citt e ai villaggi, e cos pure un mestiere ai suoi personaggi. Mio padre, invece, pareva intimorito dal realismo: il realismo gli avrebbe spalancato un mondo intero, gli avrebbe messo a disposizione molto pi materiale, ma egli aveva paura che tutto ci lo avrebbe reso banale. Parte del suo nascondersi a Trinidad dipese proprio dal suo desiderio per quanto assurdo possa apparire oggi di essere pubblicato allestero. Lultimo aspetto paradossale di ci che egli scrisse che le cose migliori furono quelle che riport in queste lettere alla famiglia, in spizzichi di conversazione, buttati gi senza stress n ambizione negli ultimi tre anni della sua vita. L le sue qualit di uomo e di scrittore rifulgono. E avendo riscoperto che uomo fu, un vero privilegio per me averne scritto la prefazione. 2011, V.S. Naipaul (Traduzione di Anna Bissanti)
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SPETTACOLI

Il pi temerario dei Monty Python, i maghi del cinema nonsense che a breve torneranno a riunirsi ma solo in 3D, mostra a Repubblica i disegni con cui inizi la sua carriera di acrobata dellassurdo. Un vecchio amore
mai dimenticato: Il film intelligente quello animato

Gilliam
Il futuro alle spalle e io torno ai cartoon

Terry

LA DEDICA
Nella mano destra di Gilliam il disegno firmato con dedica Al mio fan preferito, in questo caso Repubblica Al centro delle pagine, il regista e produttore e alcuni disegni fantasy di 1884, il film che uscir lanno prossimo

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DOMENICA 11 SETTEMBRE 2011

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I FESTIVAL
Il film 1884: Yesterdays Future, in uscita nel 2012, tra i progetti pi scintillanti di quel vivaio dellanimazione europea attivato da Cartoon e dal programma Media della Ue. Dal 1999, i sogni a matita (oggi elettronica) portati alla ribalta del Cartoon Movie di Potsdam e poi di Lione si sono tradotti in oltre 150 lungometraggi, con un investimento di un miliardo e 200 milioni e una sinergia crescente tra produttori e distributori confermata questanno dalla presenza record di 700 partecipanti da 35 Paesi Cos il Cartoon Movie ha aperto a un mercato dellanimazione non pi desclusivo dominio Usa o nipponico ma anche europeo

MARIO SERENELLINI

PARIGI

IL PRIMO CORTO
A destra: storyboard del secondo episodio di Storytime, 1968, il primo cortometraggio di Terry Gilliam

l film fantasy in 3D descrive con mezzo secolo danticipo lEuropa del 1884. E come fa, se mezzo secolo prima il cinema non era ancora stato inventato? Sono i giochi di specchi, le acrobazie sul filo dellassurdo, il terreno dazione preferito dun prestigiatore tra i pi strabilianti del grande schermo, Terry Gilliam, il pi temerario dei Monty Python, ora produttore e direttore artistico di 1884: Yesterdays Future, Il futuro di ieri, in uscita tra qualche mese e di cui il tredicesimo Cartoon Movie di Lione ha offerto un mini-assaggio. Ho provato a immaginare come sarebbe stato un film deffetti speciali realizzato nel primo Ottocento ci racconta il regista, con sorrisetto sardonico ne uscito un futuro possibile che non c mai stato: macchine volanti e navicelle spaziali tutte rigorosamente a vapore. Unidea dimpronta steampunk, controcultura tutta british che miscela steam (vapore) e cyberpunk, gi esplorata da Gilliam in cine-giocattoli come il Mnchhausen o nellinfinito, continuamente interrotto Don Chisciotte che a settantuno anni pi che mai deciso a riprendere come conferma la figlia Amy, produttrice, in recente missione alla rassegna Salento Finibus Terrae per i sopralluoghi tra quei nuovi mulini a vento che sono le pale del fotovoltaico. Ma, pi ancora 1884, nel fai-da-te artigiano e visionario alla Jules Verne, pare lo sviluppo maturo di una festa di caricature e macchinari a matita, apprendistato artistico di Gilliam prima della lunga, e spesso piuttosto animata, militanza cinematografica con i Monty Python. Sono agli inizi le fantasie strampalate e esilaranti nate in uninflessibile New York, con un Terry che gi ventottenne, dopo uninfanzia alla Tom Sawyer trascorsa nel Minnesota, costretto a lavorare sette giorni su sette per sfornare i compitini di cartoon richiesti da una serie tv. In quei mesi dorme poco e pi spesso niente, vive in uno stato dallucinazione permanente e abita in un monolocale 6x6 con brandina, lavabo e tavolinetto dove la notte spostavo libri, fogli e matite, dal letto al tavolino e, la mattina, dal tavolino al letto. Una ginnastica che scandisce il suo primo corto, Storytimedel 68: Quando disegnavo, uno scarafaggino girava sempre sulla scrivania, forse attratto dalla mia pittura. Abbiamo finito per diventare amici. E ho deciso di farne la star di Storytime, animazione di figure ritagliate: il film inizia con lepos tragico dello scarafaggio domestico, prosegue con le lotte di classe tra mani e piedi dellunico Albert Einstein che non sia autore della teoria della relativit e chiude con irriverenti varianti sulla sdolcinata iconografia natalizia. Prime prove dun surreale senso o nonsense della vita? Il problema era che Abc non faceva che censurare i miei cartoon, popolati di donnone rubiconde alla Rubens o di foto vittoriane ritoccate. Cos ho imparato a impigrirmi: facevo entrare due persone in una stanza buia dove si sentivano solo voci e rumori, che registravo sbattendo utensili di cucina o emettendo versacci con una coperta attorno alla testa. Pratiche primitive: e la faticosa animazione ridotta al minimo. Era il modo di esprimere la mia rabbia contro Hollywood. Sono stati i miei veri primi passi: lautodifesa contro i mille, stupidi divieti degli Studios e il mio trampolino verso lEuropa, dove da tempo ho preso la cittadinanza inglese. Il film sul futuro a vapore dei trisavoli dunque anche un suo personale ritorno al futuro? Il rimbalzo, dopo tanti film dal vero, da Brazil ai Fratelli Grimm, alle sue origini di cartoon? Fin da giovane ho desiderato fare il regista. Il resto stato un momento dattesa, un diversivo: anche lanimazione e, prima ancora, il lavoro grafico al Mad Magazinedi Harvey Kurtzman, il mio mito, con cui ho poi pubblicato Funny and Games. Lavoravo per 50 dollari alla settimana, perdendoci ogni settimana due dollari: lindennit di disoccupazione era di 52. Ma intanto ero a bottega, imparavo. Coprodotto dalla francese 2d3D Animations (gi allorigine di film preziosi come Benvenuti a Belleville), 1884 il battistrada duna nuova via europea al cartoon: Oggi, i film di successo, o meglio, i film intelligenti, sono tutti danimazione conferma Gilliam le grandi, costosissime produzioni Usa, alla fine, si sbriciolano davanti a un qualsiasi cartoon. E si ri-

cordi che proprio un film animato, in 3D, riunir di nuovo i Monty Python: in A Liars Autobiography, tratto dalle memorie eponime del nostro Graham Chapman, scomparso nell89, ci saremo tutti, anche lui, con sue vecchie registrazioni. Andrebbe in visibilio sapendo che riapparir in 3D, lui che portava sempre occhialini inverecondi. Che lEuropa sia ormai diventata una fucina viva e inventiva dellanimazione, lo dimostrano anche i due appuntamenti annuali di Cartoon Movie e Cartoon Forum: Un gran laboratorio di idee: che, per di pi, vengono realizzate ridacchia soddisfatto Gilliam. Idee anche tecnologiche, come quella, alla base di 1884, dun inedito sistema di animazione in tempo reale. In che consiste? una tecnica che gioca tra passato e futuro, tra artigianalit e elettronica. I personaggi sono pupazzetti su cui proiettiamo le scansioni di bocca e occhi dun attore. Ci regala personalit inattese alle figurine (due sono doppiate dagli ex Monty Python Terry Jones e Michael Palin, ndr) e consente un bel risparmio e unaccelerazione enorme nei tempi di produzione: poco pi di un anno, cio meno della met di quanto richiedono le tecniche conosciute. Fanta-tecnica al servizio di quale fanta-story? Protagonista un agente segreto del Diciannovesimo secolo, un pre-007 che ricorre alle nuove, improbabili tecnologie dellenergia a carbone. Il James Bond antenato ha anche lui da sventare complotti mondiali: reduce dalla Luna, promossa provincia dellImpero britannico, deve subito inforcare la sua moto-razzo a propul-

sione vaporacquea per una nuova missione tra America e Europa. 1884 non un prequel centenario del pessimistico 1984 di Orwell, piuttosto una favola vittoriana, era idillica per la Gran Bretagna, che immagino al top della sua flemma. Quel 1884 un domani dellaltro ieri rimane un mistero bonario, il paradosso dun viaggio in un futuro retr. Mi voglio divertire a restituire al cinema il fascino desueto dei primi lungometraggi fantasy o dellimmaginario a matita di maestri come Dor, dando una patina di vetust domestica a un film realizzato con le pi avanzate tecniche digitali. Risveglier cos larte casalinga delle sue prime prove a matita? Lintesa con i collaboratori, in particolare con il regista Tim Ollive, mio braccio destro da sempre, di utilizzare le possibilit dellanimazione elettronica retrodatata allOttocento, facendola sbuffare, sudare, riportandola a unepoca in cui ancora non esisteva: insomma, un digitale a vapore. Torpedoni volanti, trasferte galattiche, tutto va a carbone. Poi, dentro, c sicuramente il gioco dei primi collages animati, portati a sistemazione nel mio libro Animations of Mortality: tecnica divenuta oggi popolare con la serie di South Park, di cui anchio ho realizzato un episodio, ma che ha la sua prima scintilla sapete dove? Proprio nel lavorio impigrito e trafelato di quando muovevo i primi passi nel monolocale di New York.
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1 La copertina, una illustrazione, schizzi, caricature e giochi grafici di Gilliam da Animations of Mortality (Eyre Methuen Limited, 1978) 2 Una sequenza di The Marty Feldman Comedy Machine, serie tv americana tra le prime animazioni dellartista 3 Sopra, il disegno originale per il Barone di Mnchhausen e il fotogramma corrispondente (da Le petit livre de Terry Gilliam, Spartorange, 1992) Sotto, il viaggio del Barone di Mnchhausen sulla luna (estratto dello storyboard di Gilliam)

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le tendenze
Trasformismi

Basta con gli sdolcinati romanticismi, venuto il tempo di tirare fuori la grinta. E poi lo smoking, il doppiopetto, le scarpe stringate, il Borsalino e magari una camicia bianca. Aggiungere quindi

il giusto make up, guanti e paillettes. E il gioco fatto: ecco il power dress della nuova androgina
LANA
Ha taglio da uomo il cappello grigio Twin Set in panno di lana con fascia e fiocco in velluto

Sexy, singolare, maschile laltra faccia della seduzione


LAURA ASNAGHI
onopi che snob nei loro completi maschili dallimpeccabile taglio sartoriale. Incutono un certo timore reverenziale ma hanno un richiamo sensuale fortissimo. Adorano il blazer indossato con una minigonna pi che aderente, portano il tailleur pantalone addolcito da una blusa in chiffon e sanno rendersi interessanti anche con un paio di scarpe stringate alla garonne. Ecco avanzare le new dandy, le ragazze che si appropriano di tutti i codici stilistici del dandismo maschile per dare una impronta nuova al loro guardaroba. Una trasformazione, specchio dei tempi che stiamo vivendo. In vista di un autunno tuttaltro che romantico, le donne si attrezzano con un abbigliamento dalla grinta maschile ma iperfemminile negli accostamenti. Lobbiettivo? Avere quello che gli stilisti definiscono il power dress adatto al momento. Per diventare femmine dandy bisogna attrezzarsi

BLACK & WHITE


Stivaletti in pelle bianchi con punta e tacco neri e piccoli bottoni scuri a contrasto. Di Chanel

con un capo spalla che fa da asso pigliatutto. fondamentale avere, nellordine, una giacca di lana (meglio se con rever importanti o a contrasto), un doppiopetto, un soprabito (corto perfetto) o un cappotto con ampio colletto in pelo. La giacca un must e per dandizzarla al massimo ci si pu ispirare a David Bowie che la portava con legging di paillettes, corti alla caviglia per mettere in mostra le scarpe e slanciare la figura. Ma la giacca, realizzata con i tessuti classici della sartoria maschile, non che il capo principe del guardaroba dandy, ricco di dettagli e di accessori. Un cappello Borsalino non pu mancare. Le camicie devono essere bianche, da uomo, tagliate su misura, o con jabot. Per le pi ardite, ci sono le polsiere in pelle, mentre gli stivali cuissard che arrivano alla coscia sono un passepartout del feticismo in chiave Oscar Wilde. Il dandismo di lusso ha come riflesso lesaltazione del fatto a mano, della lavorazione sartoriale, con impunture, spalle insellate, rever e fodere interne di seta, realizzate con tutta la sapienza artigianale. Abili mani

realizzano questi capi utilizzando tessuti che privilegiano le fibre nobili, come cachemire, flanelle, velluti in seta ma anche pellicce vere o ecologiche. La femmina dandy veste da maschio di giorno e la sera indossa, per le occasioni importanti, smoking che sembrano scolpiti sul corpo, portati con scarpe dcollet dai tacchi a spillo. Nulla lasciato al caso, il suo guardaroba un inno alla perfezione, con accessori che devono incastonarsi come tessere di un puzzle. Dai guanti in pelle nera agli occhiali scuri, dalle calze maschili in filo di seta alle sottili catenelle che decorano le giacche. E vestire da dandy comporta obbligatoriamente la scelta di borse mignon, che stanno in una mano, meglio se rigide, in pelle spazzolata o stampa effetto coccodrillo. A completare questo look, c il tocco finale dei capelli: niente chiome fluenti o onde vaporose ma capelli tirati e lucidi, raccolti sulla nuca. Per il makeup, il punto di forza sono le labbra rosso fuoco che si accendono di passione su un volto lievemente ambrato.
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FIOCCO
ingentilita da un fiocco in satin nero la scarpa da donna modello maschile firmata Stuart Weizman

VERNICE
in vitello nero e vernice la scarpa-pantofola daltri tempi proposta da Rossetti

CORONA
Comodissime le slippers di Churchs in vernice nera con lo stemma a forma di corona

COCCODRILLO
Bracciale in acciaio inossidabile e cristalli Swarovski

Lintervista/ Massimiliano Giornetti, Ferragamo


LA FOTO
Katharine Hepburn nel film Sylvia Scarlett di Geoge Cukor (1935)

Dopo la Garbo venne la Thurman


ELASTICI
Sono in pelle di vitello nero con elastici laterali gli stivali per linverno Emporio Armani Completano il look le ghette di feltro nero

tracciare lidentikit della donna dandy ci pensa Massimiliano Giornetti, direttore artistico di Salvatore Ferragamo, marchio che da sempre propone una eleganza sofisticata. Quali sono i tratti fondamentali del dandismo in versione femminile? Essere dandy un modo di vivere leleganza che trascende le mode e la divisione tra maschile e femminile. piuttosto una attitudine esaltata da una ricerca continua verso il bello, con unattenzione volutamente ossessiva al dettaglio. Tutto questo ha come obiettivo finale laffermazione di una eleganza allennesima potenza che esprime, in modo esemplare, la propria individualit e distinzione. Insomma, il dandismo una questione di dettagli, di piccole ricercatezze che si svelano dopo una attenta lettura. Cosa c nel guardaroba di una donna dandy? Partiamo dalla considerazione che una donna dandy , solitamente, sicura di s, colta e intelligente. Ama scegliere i suoi abiti contrapponendo il severo gusto sartoriale a dettagli pi squisitamente femminili. Ecco perch nel suo guardaroba hanno ampio spazio tessuti storicamente patrimonio delleleganza maschile, come il gessato, il principe di Galles e il pied de poule per giacche dal taglio perfetto. La giacca, innanzitutto. E poi? Poi ci vogliono morbide camicie di seta e iperfemminili top effetto lingerie, pantaloni che terminano appena sopra la caviglia, sot-

tolineando la sensuale silhouette della scarpa pump, con tacco alto Ma quando uno stilista come lei crea una collezione dandy a quali principi si attiene? La regola doro realizzare abiti tagliati secondo i dettami della pi alta tradizione sartoriale, perch appagano il gusto di una donna dandy che vuole capi unici, fatti a mano, apparentemente severi, ma armati di scollature abissali, decisamente sensuali. Quindi lo stilista che alle prese con una linea dandy deve giocare sul contrasto fra elementi spiccatamente maschili e femminili ed essere in grado di creare una tensione estetica, finalizzata a dare forza alla donna. Leleganza dandy quindi frutto di un delicato e complesso equilibrio? S, perch un mix di ricercatezza e naturalezza, dove la sensualit come un segreto che si svela lentamente. La volgarit il nemico numero uno del dandismo. Quali sono i personaggi femminili a cui si ispira per le sue collezioni dandy? Fra le donne di ieri sicuramente Greta Garbo. Tra le mie preferite c anche la Marchesa Casati, cos eccentrica, originale ed esclusiva. Ma se guardiamo al panorama attuale le regine dandy sono certamente Tilda Swinton e Uma Thurman, con una bellezza non omologata. Sono donne di carattere, che non perdono un briciolo di femminilit anche quando vestono abiti maschili. (l. a.)
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PREZIOSA
Giacca in piquet stretch con ricami in oro su pantalone nero con zip in fondo. Moschino

ORIENTALE
Ralph Lauren decora il cappotto con motivi cinesi. Sotto: giacca e pantaloni a vita alta

AUDACE
La canotta di mohair traforata si intravede sotto la giacca di lana cotta. Emporio Armani

CHIC
Alla pelliccia di visone Ferragamo accosta giacca e pantaloni smoking in velluto nero

HARD
Krizia abbina una giacca in cady dal taglio moderno maschile ai fuseau in pelle stretch

SOFT
Ampio cappotto in cachemire, camicia in popeline e pantaloni in lana per Haute

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i sapori
Forti

Certo, lintersecarsi di culture ha lasciato tracce memorabili nella cucina dellisola. Ma il mix pi goloso quello che ordina
di accompagnare acciughe, sarde, polipi e triglie a capperi, pomodori, origano e peperoncini. Esperienza da provare

anche subito, al Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo

Sicilia
LICIA GRANELLO
ontalbano fece uninversione a U proibitissima in quel tratto, and dritto in cucina, spi al cuoco senza manco salutarlo: Ma lei, le triglie di scoglio, come le cucina?. La domanda di Camilleri tratta da Il ladro di merendine non suona certo oziosa. Al contrario: pi che una curiosit unindagine, pi che una sollecitazione un interrogatorio. Perch per i siciliani, la cucina una cosa maledettamente seria, a maggior ragione se cucina di mare, visto che in Sicilia i pescatori vincono su pastori e allevatori. E poco importa se si tratta di piatti popolari o delle ricette sofisticate declinate dai monz, i cuochi delle case aristocratiche cari a Tomasi di Lampedusa. Dal pesce spada di Messina alle tonnare di Favignana, dai gamberoni di Mazara del Vallo alle pasta ch sardi palermitana, i banchi di mercati e pescherie si fanno vanto di esibire il glorioso pescato di Sicilia, figlio dei tre mari che labbracciano. Se la materia prima magnifica, le ricette sono originali, gustose, spesso complesse, perch complessa la storia dellisola, con le sue cento contaminazioni. Tra gente di passaggio e popoli dominatori, infatti, lintersecarsi di culture tanto distanti e differenti dai greci ai romani, dagli arabi ai normanni, fino a francesi e spagnoli ha prodotto tracce e influenze davvero memorabili. Ma al di l del mix goloso provocato dallintreccio delle vicende storiche dellisola, la straordinariet della cucina ittica siciliana nei rimandi tra mare e terra, ovvero tra pesci e verdure. La pi povera delle preparazioni si gonfia di sapore a ogni passaggio derbe raccolte sul ciglio di un campo, strappate da una fenditura di scoglio, cresciute tra le pietre dei muretti a secco. Olive e capperi sono ubiqui e indispensabili, aglio e cipolla la matrice di ogni soffritto, il peperoncino un guizzo peccaminoso, i pomodori, piccoli e maturi, regalano dolcezza e colore, lorigano (fresco!) un profumo che non si dimentica. A far gara con gli odori vegetali, la trasformazione dei pesci, da freschi a conservati: le acciughe sotto sale, il tonno essiccato (noseddu), le sue uova pressate e stagionate (bottarga). questa sontuosa tavolozza di insaporitori di alto lignaggio a far da base a una cucina felicemente libera da dadi e aromatizzanti. Il cous cous trapanese rigorosamente a base di pesce tutto questo e altro ancora: incontro, fusione, fratellanza di popoli e cibi. Non a caso, San Vito Lo Capo lo celebra anche questanno nel Cous Cous Fest, dal 20 al 25 settembre, con i cuochi di nove Paesi oltre allItalia, Costa dAvorio, Egitto, Francia, Israele, Marocco, Palestina, Senegal e Tunisia in gara per la ricetta regina del Mediterraneo. A proposito di ricette: se pesce spada e finocchietto selvatico vi sembrano incompatibili, regalatevi una settimana di scuola di cucina al Baglio di Tasca dAlmerita, nella tenuta vinicola di Regaleali, Palermo, dove la brava Fabrizia Tasca vi insegner i segreti della cucina siciliana damare. Alla fine, rispondere agli interrogativi culinari di Montalbano vi sembrer uno scherzo da ragazzi.

Mar di

Non c pesce senza ortaggio

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Gamberoni con gelatina di uva Zibibbo


Ingredienti per 4 persone

LA RICETTA

Gianni Busetta, patron de La Nicchia lautore de La Cucina di Pantelleria, dove le migliori ricette isolane sono abbinate ai vini dellazienda Donnafugata, che a Pantelleria produce il Bne Ry, passito da uva Zibibbo

1 kg. di gamberoni 3 spicchi daglio olio extravergine doliva 1 bicchierino di brandy 5 cucchiaini di gelatina di uva Zibibbo sale q.b. pepe q.b.

Sbucciare e schiacciare gli spicchi daglio. Soffriggere leggermente nellextravergine per profumarlo. Togliere gli spicchi e rosolare i gamberoni sgusciati per due minuti. Aggiungere il brandy e alzare la fiamma. Far evaporare rapidamente lalcol muovendo la padella. Estrarre i gamberoni e conservarli al caldo Stemperare la gelatina di Zibibbo nel fondo di cottura Ripassare i gamberoni per qualche attimo sul fuoco. Servirli caldissimi

IL LIBRO
Le immagini di queste pagine sono tratte da La Cucina Siciliana (Guido Tommasi Editore)

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itinerari
Palermo
DOVE DORMIRE
RESIDENZA NOTARBARTOLO Via Notarbartolo 35 Tel. 091-7308333 Camera doppia da 60 euro, colazione inclusa

Messina
DOVE DORMIRE
SCILLA E CARIDDI B&B Viale Annunziata. Contrada Citola Tel. 090-357849 Camera doppia da 70 euro, colazione inclusa

Trapani
DOVE DORMIRE
XIMENES APPARTAMENTI Via Ximenes 12 Tel. 0923-20978 Camera doppia da 50 euro, colazione inclusa

DOVE MANGIARE
RISTORANTE SANTANDREA Piazza SantAndrea 4 Tel. 091-334999 Chiuso domenica e a pranzo, men da 30 euro

DOVE MANGIARE
LA DURLINDANA Via Nicola Fabrizi 143 Tel. 090-6413156 Sempre aperto, men da 30 euro

DOVE MANGIARE
TAVERNA PARADISO Lungomare Dante Alighieri 22 Tel. 0923-22303 Chiuso domenica, men da 35 euro

DOVE COMPRARE
MERCATO BALLAR Piazza Casa Professa

DOVE COMPRARE
PESCHERIA CRUDO COTTO MANGIATO Largo Grande Ganzimi 52. Tel. 090-393918

DOVE COMPRARE
MERCATO COPERTO Via Cristoforo Colombo 30

La malizia del riccio


Sarde a beccafico
Farcite con pangrattato rosolato, pinoli, uvetta, acciughe salate, prezzemolo, zucchero, sale e pepe. Infornate con alloro, olio, zucchero, succo darancia
FRANCESCO MERLO
l pescivendolo, coi piedi nudi e i muscoli nocchiuti, vendeva, nellattesa, i branchi della seppia, da mangiare crudi uno dopo laltro, come patate fritte, e alla fine regalava una manciata di cicireddu, minutaglia accettata senza gratitudine perch u cicireddu pisci ?. Di crudo mangiavamo i gamberetti di nassa e i masculini le alici , piccoli, argentei, dissanguati. Non ci sono tartare n carpacci nella tradizione siciliana, ma pesci poveri da maltrattare in cucina come la cavagnola che da grande diventa ricciola, il capone e il pauro che il dentice rosa (potenza della provvidenza), il sarago pizzuto, il tonno che costava poco e finiva stracotto nella cipuddata. Ma fosse pure cefalo, dentice o orata, il pesce era sempre arrusti e mangia, metafora delluomo che consuma tutto e subito quel che guadagna senza investimenti n salse, senza giochi di borsa n maionese, solo un ciuffo di mauru, la verdura di mare che linquinamento ha fatto sparire. E si gustavano crudi il riccio e la cozza, slinguata platealmente perch il mare un abisso di allusioni. Dunque il polipo, u puppu, lomosessuale. E nelle pescherie tutto un annusare, al confine tra profumo e fetore, con lo stesso naso di Casanova che riconosceva allolfatto le donne della sua vita: Pi forte era la traspirazione di quella che amavo pi a me sembrava soave. Ed cos anche per la sarda e il baccal, per il capone e per la zoccola, che un magnifico crostaceo scuro, piccolo e brutto. Nel fondo del mar / nel fondo del mar / la foca barbuta / sempre piaciuta canta oggi Vinicio Capossela. Non sa quanti pesci in Sicilia danno nome allamore: panda, passera, pauru e pauru ca cricca, opa, balajola, bupa, bopa, pchira pizzusa e pchira spinusa, specatrice, piscipoccu, balestra, runcu di papera, sangusu, sapuneddu, scannacavaddu, scannaiaddu, scazzububulu, paddottola, cadduffu, piscisceccu, scrofana, stummu cu un occhiu, taddarita, tenchia, tracina, tremula, umbra, vastunaca, lappara, fravagghia, ciaula, trunzu e minula che la puttana pi provocante: un gran pezzo di minula, appunto. E forse la malizia il risarcimento del pesce nellisola che aveva paura del mare e dunque fuggiva dalla costa e trasformava i marinai in braccianti e contadini, naviganti repressi, coltivatori di grano e agrumi. Perci la cucina di terra. Lestate sul mare festa di ortaggi: caponata, peperonata, parmigiana. Anche la pasta con le sarde pi terra che mare, e sembra lEtna la pasta con il nero della seppia, il suo bianco cappello di ricotta e la cima rossa di pomodoro. E il capitone re del Natale solo perch ricorda la salsiccia, sale e ciccia. E lo stoccafisso, celebrato a Messina, importato dalla Novergia e cucinato alla genovese. Persino il pesce spada non stanziale. Cosa ci rimane? La solita metafora. Locchio di bue, per esempio, detto padella: Allerta fimmini, ca passa u quadararu, scoprite le padelle e friggete u baccaluru.

Pasta con le sarde


Sarde rosolate con cipolla appena in extravergine insieme a unacciuga diliscata, poi qualche pelato sgocciolato Condita la pasta, macinare pepe nero

Agghiotta
Tranci di spada spadellati e infarinati, poi ripassati in un soffritto di cipolla, sedano, olive, capperi e infine cotti con pomodorini sbucciati e passata

Involtini di pesce spada


Fettine spianate, farcite con rosolatura di pesce, aglio, prezzemolo, acciughe, uvetta, pinoli e Parmigiano Unte, girate nel pane e cotte in graticola

Impanata di pesce spada


La frolla di farina gialla infornata racchiude una farcia di spada rosolato nello stesso soffritto dellAgghiotta, mescolato con Parmigiano e pangrattato

Stimpirata
Spada infarinato e fritto, ripassato in salsa ristretta di cipolla, sedano, capperi e olive Spruzzare con buon aceto di vino e coprire finch evapora. Va servito freddo

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Rianata
La pizza marinara trapanese si condisce con pomodori spellati a pezzetti, aglio, acciughe, pecorino grattugiato, olio, sale e origano (riano) abbondante

Zuppa di pesce
Nella ricetta catanese il pesce unito a una salsa di pomodori, prezzemolo, basilico, uvetta, capperi e olive Si versa su fette di pane abbrustolito

Frascatole
La versione maxi del cous cous prevede palline grossolane di semola incocciata, cotte in un fumetto di mare, con parte del pesce spinato e tocchetti di aragosta

Cuscusu
Solo pesce per la versione siciliana del cous cous, con i granelli cotti nel fumetto. Tra gli ingredienti della zuppa, anche zafferano e mandorle tritate

Repubblica Nazionale

46 LA DOMENICA DI REPUBBLICA

DOMENICA 11 SETTEMBRE 2011

lincontro
Maestri

Salvatore Accardo

Ha una giovane moglie che lo adora e due gemelline nate appena tre anni fa Vivo una vita che non maspettavo pi sussurra alla vigilia dei settantanni il grande violinista nella sua casa milanese in cui tutto parla di Napoli. E di una carriera sfolgorante iniziata con una chitarra di cartone Nel dopoguerra tutto era difficile, eppure se sapevi suonare andavi avanti. Dovessi cominciare oggi sarei di certo un cervello in fuga
vece di essere contento, obiett: Maestro, ma come, lui si preparato tutte queste cose e lei non ascolta nulla?. Ma non voleva che lo prendessi? Bene, lo prendo! Ora andate, ribatt lui. E non finir mai di ringraziarlo per la sua inflessibile severit. In tanti anni non mi ha mai detto bravo. Mi ha fatto sempre fare delle cose meno difficili di quelle che avrei potuto fare, tant vero che a un certo punto pap, col consueto entusiasmo, pretendeva che mi facesse suonare i Capricci di Paganini allora avevo nove anni e DAmbrosio: Lo so che li pu fare, ma non il momento. Lei cosa vuole che suo figlio suoni fino a ottantanni o fino a ventanni?. S, certo, fino a ottantanni. E allora stia tranquillo, furono le ultime parole del maestro. E aveva ragione. DAmbrosio mi ha insegnato a essere severo con me stesso, prima che con i miei allievi, e lumilt nei confronti della partitura. Diceva: Il compositore ha sempre ragione. E scongiur il pericolo che il piccolo Salvatore si bruciasse come tanti enfant prodige. Non lo sono mai stato, neanche da bambino, precisa Accardo. Ho fatto tutto in fretta, questo s, mi sono diplomato a tredici anni anzich a venti. Sono solo uno che ha fatto le cose pi in fretta degli altri. Il risultato di tanto lavoro, della disciplina, degli incontri, delle collaborazioni con le pi grandi orchestre del mondo, dei sacrifici e dei trionfi ora raccolto in un cofanetto di otto cd (Larte di Salvatore Accardo Una vita per il violino, Ed. Deutsche Grammophon) con musiche di Bach, Bruch, Dvorak, Mendelssohn, Paganini, Sibelius, Tchaikovsky, Vitali e Vivaldi. Lo gira tra le mani. Leggendo i titoli, la prima cosa che salta agli occhi che sto invecchiando, sospira. Per sempre bello essere celebrati. Ho rispolverato cose che non ascoltavo da anni e quel che pi mi ha emozionato il ricordo di alcuni incontri, che per la crescita di noi musicisti sono fondamentali. Non necessariamente con altri violinisti. Io ho appreso moltissimo da Michelangeli, Celibidache, Segovia, Casals, Cortot e Fournier. Poi naturalmente da Oistrakh e Stern. La musica una. Lapproccio alla partitura uno. Lumilt, la fedelt e la seriet nellaffrontare una partitura, la stessa. Il fraseggio lho appreso da Michelangeli. Il modo in cui lui affrontava il rubato che in musica qualcosa che non perfettamente in tempo era unico e meraviglioso. Il cofanetto mi ha anche riportato alla mente le prime volte che suonai col grande direttore Kurt Mazur, o con Colin Davis... esperienze dal punto di vista musicale e umano... non solo le ore di lavoro con le orchestre ma tutte le serate che abbiamo passato insieme e quelle interminabili cene a parlare di musica... un arricchimento incredibile. Lo ferisce che oggi tutto questo patrimonio sia considerato dalle istituzioni un accessorio costoso e superfluo. Vede, nel dopoguerra era tutto difficile, ma almeno la meritocrazia pagava. Se sapevi suonare andavi avanti. Oggi ci sono musicisti che non hanno grandi qualit e fanno molto di pi di talenti che per una ragione o per laltra restano impantanati in mille difficolt. Leducazione musicale in Italia inesistente da decenni, lamenta. E non solo quella musicale, diciamoci la verit. Non esiste pi neanche leducazione civica. Ho guardato lultimo Sanremo, non volevo perdermi Benigni, e l qualcuno ha chiamato il Va, pensiero una canzone di Verdi, e allora mi sono cadute le braccia. Se fosse un giovane violinista sarebbe un cervello in fuga? Sicuramente, perch non c la possibilit di restare. In Italia sono state chiuse pi di cento istituzioni concertistiche, comprese la Scarlatti e tre orchestre della Rai tra le pi prestigiose, che hanno avuto tra i loro leggii maestri come Gazzelloni, Asciolla, Brengola, Selmi, Ceccarossi e Petracchi; e direttori come von Karajan, Furtwngler, Abbado e Muti. I giovani oggi fuggono in Spagna, in Germania, in Inghilterra. Lo dico sempre a mia moglie: in questa situazione forse sarebbe il caso di... Ma lamore per lItalia troppo forte. Non so... vediamo... se si apriranno degli spiragli Certo, mettere al mondo dei bambini oggi una responsabilit enorme, conclude guardando le gemelline che si rincorrono da una stanza allaltra. Ha ragione Muti quando dice che noi non siamo pi il paese della musica ma della storia della musica.
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GIUSEPPE VIDETTI

na giornata perfetta. Lou Reed ci scriverebbe su unaltra Perfect day. Leoncavallo unaltra Mattinata. Gli uccelli cinguettano tra le foglie degli alberi del viale, il cielo limpido, le gemelline chiassose rientrano dalla passeggiata, la domestica intenta a lustrare lappartamento, i tacchi della signora Laura che si appresta ad uscire picchiano allegri sul parquet della stanza accanto, il persiano tosato come un pechinese fa le fusa tra i piedi del padrone di casa. Sto vivendo una vita che non mi aspettavo pi, mormora Salvatore Accardo, violinista sublime. Non immaginavo di diventare padre a quasi settantanni. Ma lamore non ha et. Ho incontrato mia moglie, una mia allieva, a 56 anni. A 60 scoppiata questa cosa straordinaria che mi ha dato una grande felicit e soprattutto una serenit che non ha prezzo. Infine la nascita delle gemelle, che hanno compiuto tre anni il 25 agosto, mi ha riempito di una gioia nuova. Per me, che vengo da una famiglia non bigotta ma credente, stato un dono del cielo. Settantanni li compie il 26 settembre, e non ha solo il compleanno da festeggiare. Ha una giovane moglie che lo adora, due tesori di bambine, una carriera da numero uno che non ha conosciuto battute darresto da quando diciassettenne, a Genova, ricevette il premio Paganini e per la prima volta incontr David Oistrakh. Uno pensa che nella vita di un artista, soprattutto quando ha raggiunto questi livelli, tutto sia ormai scritto, tutto debba andare in una certa direzione. Invece ti accorgi di non sapere molte cose, interrompe Accardo. Sui bambini, ad esempio. Conoscere i figli degli altri non la stessa cosa,

MILANO

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perch non ci vivi mai a contatto ventiquattrore al giorno. Hanno un orecchio musicale straordinario. Lho notato anche invitando classi elementari alle prove che facciamo al Festival di Vicenza e prima ancora durante le Settimane musicali di Napoli. I bambini sono aperti a tutto, si emozionano con cose che secondo gli adulti non sono in grado di apprendere o capire, spesso siamo noi a rovinarli. Suonavamo Verklrte Nacht di Schnberg, sicuramente una composizione emozionante ma per ascoltatori che hanno una certa esperienza, e durante la prova aperta ai giovani ero un po titubante, credevo che le classi elementari non avrebbero resistito mezzora. Invece non volava una mosca e molti di loro avevano le lacrime agli occhi. Le orchestre giovanili del maestro Abreu, in Venezuela, hanno salvato centinaia di minori dalla strada, dalla prostituzione, dalla droga. Questo vuol dire che la musica non solo delizia per le orecchie, ma aiuta a vivere, nutrimento dellanima. Insegno da quarantanni, ho avuto nelle mie classi giovani violinisti di tutto il mondo, e le assicuro: non mi sono mai imbattuto in un caso di tossicodipendenza. Nella casa milanese tutto parla di Napoli, Torre del Greco per lesattezza. Non solo per i frequenti riferimenti del maestro alla cultura partenopea, ma anche per i cimeli conservati in una vetrinetta accanto allingresso. Il primo violino, il secondo, i cammei incisi dal padre Vincenzo. Ebbi tra le mani il primo vero strumento a tre anni. Prima giocavo con delle chitarrine di cartone. Poi mi costruii un violino con dei pezzi di legno e degli elastici e cercavo di imitare quel che ascoltavo alla radio. Infine chiesi a mio padre di comprarmene uno, e lui mi port questo piccolo strumento fatto da un liutaio, racconta estraendo dal mobile un perfetto esemplare in miniatura. Una cosa rara, era il 1944, anni difficili. Abitavamo a Torre del Greco, mio padre era incisore di cammei, and a Napoli e stette tutta la giornata fuori per trovarmi un violino di queste dimensioni. Lo port a casa che stavo gi dormendo. Mi svegliai e lo trovai sul letto, aprii lastuccio e cominciai a suonare Lili Marlene. Mia mamma pensava che ci fosse la radio accesa, mia sorella e mio cugino mi guardavano sbigottiti. Io non capivo la ragione di tutto quello stupore, per me era la cosa pi semplice del mondo. I ricordi saltano fuori dalla vetrinetta aperta con due Stradivari in bella mostra. Salvatore era lorgoglio della famiglia. La musica, con un padre melomane, era pi di un hobby in casa Accardo.

Quando avevo quattro anni pap cominci a preoccuparsi della mia educazione musicale, racconta. Seppe che il miglior insegnante in citt era il maestro Luigi DAmbrosio. Non indugi, si rec al Conservatorio per incontrarlo. Era un entusiasta mio padre, il Tot della situazione, appassionato di musica, violinista dilettante. Ma con estremo disappunto il maestro, che aveva gi passato i sessanta, gli disse che non era interessato ai bambini. Mio padre insistette, e quello stremato: Me lo porti marted, a mezzogiorno. Arrivammo e il maestro non cera. Si era scordato. La domestica cinvit a tornare unaltra volta. Ma mio padre irremovibile: Torner pure per pranzo, noi da qui non ci muoviamo. Quando arriv, DAmbrosio fece una smorfia come a farci capire che non era esattamente contento di vederci. Mio padre aveva portato una borsa piena di spartiti. Lui li ignor, e mi intim: Fammi una scala; io, mai fatta una scala in vita mia, suonai quattro note in successione. E lui: Lo accetto!. Mio padre, in-

Ho imparato a essere severo innanzitutto con me stesso


E poi lumilt davanti alla partitura, perch il compositore ad avere sempre ragione

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