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Alessandra Leonelli

Il mondo al microscopio
Aspetti della lirica marinista

Copyright MMX ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133/AB 00173 Roma (06) 93781065 isbn 9788854830974 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dellEditore. I edizione: marzo 2010

Indice

7 Introduzionr 11 I. Fenomenologia della presenza femminile 41 II. La natura, gli animali e gli oggetti 59 III. La lirica encomiastica
Persone, luoghi, citt e altri aspetti del mondo

113 Conclusione 115 Nota bibliografica

Introduzione

Per comprendere la cultura letteraria barocca importante coglierne i caratteri salienti che la contraddistinguono dalle altre civilt poetiche, cercando di superare certi giudizi, ormai antiquati, che vedono il Seicento come un secolo di decadenza generale e di crisi della poesia. Da qualche anno a questa parte i giudizi apocalittici ricalcati sugli archetipi dovuti a De Sanctis, Carducci e a Croce si sono fatti pi prudenti1 e si cercato di comprendere meglio un secolo nel complesso tuttora, malgrado la crescente attivit di studio degli ultimi trentanni, non ancora ben conosciuto e al quale si negava, fino a qualche tempo fa, addirittura la presenza di alcun grande poeta. Varie sono state le motivazioni addotte per spiegare quel che appariva un secolo, nel complesso, privo di poesia e contrassegnato per buona parte della sua durata da un gusto, il barocco, definito addirittura (dal Croce) per antonomasia espressione del cattivo gusto. In confronto al Cinquecento, che aveva portato a splendida fioritura le premesse quattrocentesche del pensiero umanistico,

1. Il processo di revisione della critica del fenomeno del seicentismo comincia con le Note sul barocco di D. Petrini (1929), ora in Dal barocco al Decadentismo, Firenze 1957, I, e continua con Il Parnaso in rivolta di C.Calcaterra, Milano 1940, gli studi del Getto pubblicati a partire dagli anni Cinquanta e raccolti in Barocco in prosa e poesia, Milano 1969, i volumi di E. Raimondi Letteratura barocca. Studi sul Seicento italiano, Firenze 1961 e Anatomie secentesche, Pisa, 1966.

Introduzione

il Seicento appariva un secolo di decadenza civile, economica, sociale e quindi, quasi fatalmente, culturale e artistica. Fenomeni quali il neofeudalesimo (che aveva comportato labbandono delle attivit commerciali e industriali attraverso il riversarsi della produzione economica nelle campagne, arricchendo in tal modo la classe nobiliare in misura sempre maggiore), lassolutismo spagnolo e in particolar modo la Controriforma, che esercitava un controllo diretto sulla coscienza collettiva mediante gli strumenti del potere ecclesiastico, avrebbero motivato in gran parte la modesta sostanza intellettuale del barocco. A parte che ci sarebbe molto da dire su certi determinismi astratti, schematici e un po rozzi, impiegati per collegare la storia di unepoca con la sua cultura, bisogna anzitutto riconoscere che limmagine del Seicento pi articolata di quanto non si pensasse. Il secolo non fu caratterizzato, in Italia, da una crisi economica permanente e gli effetti della Controriforma furono pi vari di quanto non si sia riconosciuto e non sempre cos negativi come si per lungo tempo sostenuto2. Limmagine di una societ impoverita, in cui le coscienze appaiono imbavagliate, le arti contagiate dalla pompa esteriore che contraddistingue le manifestazioni della religiosit posttridentina, il pensiero infiacchito dal dogmatismo non pi accettabile. Il Seicento il secolo del Campanella, di Galileo e del Sarpi; di un rapido sviluppo del pensiero scientifico, impostato per la prima volta nella storia del mondo sul metodo sperimentale, ossia sullanalisi induttiva e non meramente deduttiva. Il quale appare agli uomini del tempo assai diverso da come lo si concepiva prima: lintellettuale secentesco si trova davanti a un universo tuttaltro che catalogato e determinato, ma come in espansione, in cui il movimento, la mutevolezza, sono principi vitali. La cultura del passato, irrigidita nelle categorie aritosteliche, avvertita come sclerotica e sorge una curiosit per linfinita variet del mondo, la ricchezza prodigiosa e ancora in gran parte inesplorata della
2. Su questo tema si veda A.Asor Rosa, La cultura della Controriforma, Roma Bari 1974.

Introduzione

natura, intesa come uno spettacolo meraviglioso e sempre cangiante, in cui macrocosmo e microcosmo (il Seicento il secolo del telescopio e del microscopio) celano segreti affascinanti e trovano corrispondenze insospettate. Il senso della meraviglia, divulgato con grande successo dal Marino, cui sintesta principalmente la poetica barocca, esprime unesigenza e si lega a unepisteme tuttaltro che superficiali. In questo contesto dialettico, propulsivo, mosso da istanze culturali che son parse superficiali e rinviano invece a paradigmi di profondit del pensiero dellepoca, si inscrive anche la letteratura del tempo, alla quale unattenzione meno prevenuta ha ridato una dignit precedentemente negata. S guardato con attenzione ai vari generi letterari e, in particolare, al fenomeno del marinismo, da considerarsi tra i pi interessanti della storia della poesia italiana nella sua capacit di esprimere in pieno, nel bene e nel male, lo spirito del secolo. Esso contraddistinto, come noto, da uno spirito sperimentale rivoluzionario, che porta la poesia italiana a rinnovarsi profondamente nei temi e nelle forme. Gli schemi della tradizione sono investiti da un vento turbinoso di trasformazione, la cui espressione pi evidente il cambiamento dei connotati della poesia damore, da sempre preponderante nella nostra letteratura. La figura femminile assume aspetti inediti, il concetto stesso di bellezza cambia e si coniuga con aspetti del reale prima inimmaginabili. Gli stili tendono a rimescolarsi, il lessico della poesia, stretto in una gabbia dorata dalla divulgazione delle teorie linguistiche del cardinale Pietro Bembo, tende a rinnovarsi e ad allargarsi. Fiorisce nella cultura europea un demone dellanalogia che, sotto certi aspetti, anticipa quello che contraddistinguer la poetica del simbolismo ottocentesco e pot sembrare, per i tempi, qualcosa come una alchimie du verbe finora mai esperita e neppure concepibile. Questo lavoro torna, sulla scorta di studi fondamentali e qualche volta geniali, ma ormai un po lontani nel tempo, come quelli di Benedetto Croce, Giovanni Getto, Carlo Calcaterra, Claudio Varese, Giovanni Pozzi, a ripercorrere, in campi solo

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Introduzione

parzialmente arati, qualche aspetto particolarmente interessante della lirica marinista e ad analizzare testi tuttora non sempre ben conosciuti e qualche volta esperiti in superficie. A tuttoggi non esiste, per quanto mi consta, unantologia della lirica marinista che offra un commento un po pi che esegetico e permetta unattenzione approfondita ai singoli testi, che potrebbe riservare, se compiuta, qualche graditissima sorpresa ermeneutica.

I. Fenomenologia della presenza femminile

La donna marinista senzaltro linvenzione poetica che pi di ogni altra scardina gli schemi della tradizione. Non ci si trova pi di fronte allarchetipo astratto duecentesco, la cui costante e rigida immobilit appare estranea alla concretezza del mondo e dei sentimenti: essa amata senza che ami, attira senza essere attirata. Anche le sue qualit fisiche sono fisse: bionda, come sar poi la donna petrarchesca, che sarebbe diventata uno stereotipo e ha chiari colori e, come la Beatrice di Dante, gli occhi smeraldini. La sua materialit pura parvenza (si potrebbe definire spirito materializzatosi), , secondo il modello guinizelliano di A cor gentile rempaira sempre amore, un ponte tra il mondo dei sensi e la sfera sovrasensibile. Non svolge alcuna attivit concreta. La donna della tradizione, nella quale da annoverare sostanzialmente anche il Marino1, insomma, costituisce un tema univoco e sostanzialmente immutabile. La poetica barocca si pone di fronte a lei, nel corso dello svolgimento della poesia del Seicento, in maniera radicalmente antitetica.

1. Sotto molti aspetti la donna del Marino nella sua concreta muliebrit, rimane abbastanza generica, costruita com su elementi tradizionali, che sembrano ricondursi allastratto profilo della pi antica lirica: aureo crine, lattea carnagione, rose guance, labbra porporine,; solo eccezionalmente, e per il piacere proprio delleccezione, cantata, come del resto il Tasso gi aveva fatto, la donna bruna (G. Getto, Lirici marinisti, in Barocco in prosa e poesia cit. p. 68).

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Aspetti della lirica marinista

Assistiamo a dei cambiamenti estremi, lunit della donna tradizionale si screzia in una molteplicit di immagini nuove, difficilmente stereotipizzabili, mai comparsi e nemmeno concepibili prima. Ci si distacca dagli esangui schemi del passato; i tratti femminili subiscono rivoluzioni. Nello scenario barocco fanno la loro piena comparsa la donna bruna e quella dai capelli rossi, mai vista prima, questultima, che neppure il Tasso aveva saputo immaginare. A tal riguardo possibile citare il sonetto La chioma rossa di Giovan Leone Sempronio:
Tutta amor, tutto scherzo e tutta gioco, il suo vermiglio crin Lidia sciogliea, e un diluvio di fiamme a poco a poco sovra lanima mia piover parea E con ragion, sio dal mio cor traea mille caldi sospir languido e fioco, succeder finalmente un d devea, a vento di sospir pioggia di fioco. Certo costei nel tuo bel regno, Amore, scioglie, quasi cometa, il crine ardente, per minacciar la morte a pi dun core; o pur, per gareggiar col Sol lucente, tinge la chioma sua di quel colore, di cui la tinge il Sol nel lorente.

Nel vermiglio crin di Lidia sono riprese in maniera evidente le metafore petrarchesche, le quali appaiono per sviluppate in un senso completamente diverso. Se infatti la tradizione petrarchesca rimaneva sostanzialmente sigillata in una forma astratta di esaltazione estetica, la nuova lirica prende in oggetto la realt concreta. In altre parole il Petrarca non fa riferimento alla donna individuale, bens allidea di femminilit e consegna al petrarchismo una serie di metafore della bellezza femminile piuttosto stereotipate, quali, come nota il Getto, la fiamma e il fuoco damore, il vento dei sospiri, il sole della bellezza fem-

I. Fenomenologia della presenza femminile

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minile.2 Nei poeti marinisti queste fruste metafore vengono rivitalizzate, assumono unoltranza nuova, si trasformano, come avviene appunto in Sempronio, nel diluvio delle fiamme della chioma, il crine ardente della cometa, il sole che sorge purpureo.3 Il risultato una costruzione metaforica pi relazionata alle qualit della donna stessa, attraverso cui il tema estetico barocco subisce variazioni sia nei singoli elementi sia nel suo insieme. Se Tasso aveva celebrato la bellezza matura come pi intensa e interessante (Cos pi vago il fior poi che le foglie/ spiega odorate, e il sol nel mezzogiorno/ via pi che nel mattin luce e fiammeggia4), nei marinisti lidea della bellezza immobile e immutabile viene sostituita apertamente dal suo contrario, cio dal mutare di essa e perfino dal suo corrompersi, fino a pervenire addirittura alla sua assenza completa. Esso ripreso moderatamente in un sonetto di Fabio Leonida, La bellezza al tramonto:
Non gi perch degli anni il primo fiore tabbia tolto letade invida e ria, donna, sei tu men bella, o men che pria degna per cui sospir tragga ogni core. Ancor le membra tue spiran di fre lusata lor vaghezza e leggiadra; anzi col tempo avien che l volto sia cresciuto in maest, lalma in valore. Pi tranquillo e sereno anco risplende sereno senza alterezza e con misura arde il raggio che negli occhi Amor taccende. Cos riluce il sol pi dolcemente e meglio si vagheggia, allor che scende passato il mezzo d, verso occidente.

2. 3. 4.

G. Getto, Lirici marinisti cit. p. 68. ibidem ibidem

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Aspetti della lirica marinista

Il tema della donna si fonde con quello del passare del tempo, particolarmente insistente nella poesia barocca. qualcosa che troviamo anche nel Petrarca5, nei cui versi compare la donna al suo vespro, anche se non ancora fino alle estreme conseguenze, come poi far appunto il Barocco. Ma mentre il Petrarca rimane ancorato a una sorta di eufemismo stilistico e linguistico, anche nella trattazione dei temi macabri e ributtanti (cercando di non lasciar trasparire il brutto, anzi esorcizzandolo), esiste nei poeti barocchi un compiacimento, seppur moderato, nel sottolineare gli aspetti crudi della vecchiaia muliebre, quali la corruzione e il disfacimento che essa porta con s. Ne consegue una complessa e sfumata realt psicologica. Il tema dellinvecchiamento muliebre si sfrangia in pi motivi, anche contrastanti tra loro, quali la continuazione dellamore malgrado il decadere della bellezza, o il sentimento (un misto quasi assurdo di dolore e piacere di fronte a tale fatto inesorabile) di orgogliosa vendetta nei riguardi della donna corrotta dalla vecchiaia. Nasce un senso di perplessit e cupa malinconia di fronte alla consapevole caducit della vita umana, che sembra divorare nelle proprie fauci ogni componente del reale, senza risparmiarlo. Come si pu osservare, il punto di riferimento sostanziale dellintellettualismo barocco rimane stabile e invariato, trasformandosi in una categoria quasi imprescindibile: la mutevolezza del mondo che inficiato dal tempo non si rivela fedele a s stesso, muta ogni suo aspetto e sembra distaccarsi violentemente da ogni illusione di eternit. Alla ineluttabilit del disfacimento si oppongono invano,da parte della donna, tentativi di restaurarla, quasi sfidando il destino. il caso di Lidia invecchiata che vuol parer giovane di Ciro di Pers, primo di una serie di sonetti sullo stesso tema, tutti intitolati Alla medesima:

5. sana

Cfr. Erano i capei doro a Laura sparsi, v. 14: Piaga per allenar darco non

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