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(1, La formula lesione corporale si mantiene tuttavia da alcuni codici moderni, come lo Jonio all' art. 688.

3 nolabile che i romani non si formarono un concetto disiinto della

lesione corporale come atto procedente della esplicita iiitenzione di recctre icn nocumenjo o dcteriorazione rrlla salute del proprio nemico senza troncarne la vita. Essi o gunrdarono nella lesione corporale I' animo presuulo di recar morte, e cosi la lesione venne naturalmente u trovar sede negli omicidii tcntaii: oppure guardarono nella lesione 1' animo d fare uu diapeilo, un' onta al proprio nemico; e cosi vennero a comprendere codesto reato nella serie delle ingiurie. Onde avvenne che le percosse si trovassero punite con la mulla di venticinque assi; e, come riferisce G e l l i o (lib. 20, cap. 1) se ne incoraggisse la prepotenza del celebre Lucio Nerazio. Il pretore riform la legge quanto alla penalit, lasciaridol~ iritatta quanto alla nozione. Perci non fa meraviglia che i primitivi criminalisti del risorgimento non vi presentino nep. pure il titolo speciale della vulnerazioue; ma trat~ino delle ferite, o sotto la rubrica dell' omicidio, o sotto li1 rubric'i della ingiuria; o, come pi:icqne al V i t a l i n o , sotto quella dell' insulto. hlii nell' animo di chi percuote o ferisce bisogria bene riconoscere nei pi frequenti casi urla intenzione pi mite di quella di uccidere, e una intenzione pi fiera di quella di fare oltraggio. Questa pi ristretta intenzione pu tu110 sl pi ravvisarsi nello sclriafo; sul che da veI dersi lo S t r y li i o nella sua dissertazione de c~lopn. romani si occuparono largamente anche della semplice lesiorie al titolo della leg&e Aquilia, appunto perclib nei lermini di questa legge non si esigeva la iiiteiiziorie direttci.

l,a lesione pa~~sonale dunque oggi definirsi o pri descriversi come appresso qtsahcnqlle alto eh4 ~ugionaal corpo u2tt1t4i 748 danno od et?z dolorr f-

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sico (i), o all' altrzli menle una perturbazione, pul7eh8 eseguito sena' ancimo di uccidere, e senza ?-isultato letale; o meglio qualecnque ingiusto danneggianrento ddla persona. umana che non ne disli4ztg:rl' la gita, n2 d diretto a distrztggerla. Questa cluflriizione ~ilostruche la lesione appartiene ;4 qriellr~serie di delitti che si dicono m t r a i ($.. 60) in qrinnaeil to per potersi dire coizsu?rzata ha bisogno di ui ro-

sultato niateriale che costitniuce h sua co~npleta esseriza di fatto. Ma poiche la lesione put nel disegno del colyevole cssere stata arrecata c:uIne inozzo all' eccidio, cosi la nozione delle losione yersorialo si completa coxi un criterio negativo tanto riel rapporto del risultato, come nel rapporto clallaintenzione.
Il) I'er quanto se~iipIi~e POSSA s~riibrare eoiesin tiozione

oggettiva della lesioac personale, offre peraltro occtisione di diflicollh nella pratico. Nel 18G2 t i r i t;ilc cui si era inesso attorno un r,~gazzomolesto, per liberarsene lo prase di balm e L getrb in una fossa dove era deil'acqua clrca ad u:i o braccio in allezza. Il Pabblico b1iuisrero soteorie ricorrere i terttiini di Cesiane prrsonule perdi& lo essere iriinierhi uell'acqua c,iyioria dolore fisico: era di state! i.a ilemcrd d k Coiisiglio del trihiinale di piiina ist:irizo di Liiccn fece suli tlde opinione, e invib l'iiccusalo uriclie per C O ~ C E ~ titolo. U La Corte Regia di Lucca alla quiilc por coritiuenza di cniisii si devolvev;~ soluzione di questo dubbio lo eviise col ribrrila t-ire 1' ~iccux'ip ~ ItIaUGiItZil di querela. (:erliitneiile noti pa!cv~i r dirsi clie qui fosso una irrgiurici nelio slreiLissinio si~iiific:.iio t S. 1712 j nel quale iicccitano le leggi loscane cotlcsio iiiciia, cio di drlitlo conlro 1' oiiurc. Iri Liccl;i a tale coric~tto tltolo il di ingiiiria spariva cosi soagoliii8;rriir?nLe coine o;g~~Lliv~iiiit~iilp. Mi\ io non sapro persuadermi del iilulo di lcaiorie prrstrriolc, pcrcli anclic supporlo che la materialili del rcsuIL:iIo prcsriiLuCla

~ i - un~dolore fisico, mancava in inientione diretld a recare 3 (lolore fi3ico. Se colili aveva I ' niiiino di recare iin dolore li-ici, a qiiel ragazzo lo avrebbe percri*so con riiano, o a calci, o siniili. EI non voleva cire Irv,ircclo d'attiimo; C 11ercib lo bagt1ai.i al solo fine di co,~tringerlo a d ;irid,irc ,i c;ts,i a mutarsi. P I.isciarlo in p~ice. Sla dunque noti t*rrn nirnfe (11 criniirici~cl rn codesio f ~ l t o ?lo non vi vpdpv,~ [~~=-iI!ili:,tg i u r i d i c ~di nliro tiiiiio c i i ~qucllo di drrnrio ( I n t ~ ,I J ~ T Ir \e411 \olont;irirriirc~riteinsozzate. 11 codice perlale tu-cdric~, i icoriosc~r.iid il titolo di duntio dfilo con itigitrriu in ilu~luriqiie deteriorazione volonlari~imen1~ recat,~alla jircip i'lii altriii, cosi irrrltkobile come ntobilc, risullnvano a iiiio parere per clrie-lo ti io li^ ft~nio ele~tic?rli :;li it~ritcl.ioli rlu:into lo rle~tietrto i > ~ [ ~ t i z ; o n r t l c . Xrl 18.19 un iiilc gt>tti>contro iiria rlriiiii.~ iolo~it:iri,iriit.t~t(~ 1111 r i l ~ n l ~ d o S~ . si propose [;i q~icstioiicilella le=iorie perr on s f ~ n n l rri dell:~ iiigiiiri,~.$!;i I' accus;i si porlb sull' npp1ic;t, z i o r i ~dei due ;irticoli del rego1;iiiienio t11 polizia; I' uiio dei rlri,~liproil~ivail getto di c o r p i duri, e I' altro i1 p t t o (l' i/t t w ~ l r ~ c z zcontro le: persorie. (Juel giiis~lireiilt? pero roiisie derb che un pornorioro non era iin c o ~ ~ pdicrGo,clre nuri wrt it iiua inlmondcrza poit:li: si iri,tri:;i~iv:x e credetfc di as.;ol, ert.. lo [ ~ ( ~ r i ~ cci.sa ,ivr~liho dcito qiiel giiidire s e ~ i i lui io-sc. st.iio viiotaio arldosso i j r r fi:isco d' olio, a di vino! iYel 1864 Sui corisiilt,ito sull'apprcsso caso. Uiie si hiittev,iri ;i piigiii in iina piib\~iicavici. il proprietiirir~ dci;i c8is,i attigua pcr farli smettere rovesci0 su di loro un catino d' acqua dalla finestra sovrastante. La rissa cessb. Ma costoro si volevario querelare per il getto dell' acqua. 10 risposi che s a b b ~ n e per Ic teorie sosienute dal I'iibblico Minisiero (li 1,iicca I' atto d i bagnare q~ialcuno consider:ito coriir ciiiisa di dolore Jisico si prctentlesse eleriiento b;istevole di lesione

faccia ii qiirilsivoglia lilolo si volcssp ohic.tt;ire, perch da tutti lo poiisvnrio ;i1 coperto i rrrliiiciti tl~ll;ilcgittinln difertr ullrui. Certarnentc non pu trovarsi eccesso dove col versamerilo di iin poco di ;icqua si rispiirmiavn il versamento

YoI'. 11.

,i

di sangue umano, ad imitazione di quel falto di Luigi Filippo clie fug una sedizione col tnezzo dei Pompieri. Questi ed altri casi che vengo raccogliendo nelle mie nole parranno inezie a chi n61 silenzio del SUO gabineito si pasce di filosofiche speculazioni. hIa non appiirirartno Lali a chi conosce q u a k importanza nssum:ino nelle coritroversic tlel foro certe sinsolari applicazioni dei principii teorici al proteiforme svolgirntnlo dei fatti. D' altronde io ho i: esempio di ianti illustri ( conie e r li h e r, \T e ti ti e r, l3 e r g e r, L I u b e r , I l o rii m e l, Leys e r , ed altri rrioltissimi) i quali hanrio riilnilo lo svolpiincnlo delli1 leoria COI ricordo di sirigolaritii pr;ilichc da loro osservnle.

Si 1 p ~lcrtiintodu1)izztrsi che il criterio c.~se?zi1 " ,zinkb (li yrresto iilnlcflzio alil)iasi i11 un @&Lo~nnic~7ia.l~ proilricn 1' efi;t,to di minarare ad un uomo clic: il godin~eiito(Icll:~ personaliti senza clistruggersriti la; o col rcc;ti.sli iiu1or.c iisico ; o col recare c1etr.iriiciirri al SUO C U ~ J J O ;O col disturbare il st10 intell ~ t t o ('li(? si: c*uJcsti cflctti non furono ottenuti iun . er:tuo dnll' ngciitc voluti, e gli atti avevano potcnza (ti cngioii;krli, soi~gcrrai~ naturxlrncntc il titolo (li Isiztatu o ura1lccc.4~ Icsioiic. 1Jinqrii non evvi nrgorileiito di qucstiui~e. %Sa cluest:i noxic~iici Iia tlcssri nel stio elcinento soggettivo riu liniitu, iiria co??clisinneesscnzinte i11 riiin riokuvn ?rinto*itric: infci'iln al corpo? 1 rtuhbio 1 i> gravo: o In rngioiic (li c1ul)itnre nasce da questo, (*litL lo iiilollctto di un uomo si pu0 perturbare ariclw ~iurpt:tu:iii~cniosenza che si siano esercitate iiintcriali violenze sul suo corpo, col solo mezzo di 1~11' azione ri~oralesulla sua mcnto. 1;: beli possibile

liia1izi:c F C C I ~ : L quebta 11erfid:l sia pel f l ~ ~sc~;fll~iara~acnt!: : c:rIcolatlt di eolidrirre alla demilelrz:r il ~ieiiiicv. rigrialiiientct pclssit~ilu che il reo ( 9 4 1 1 r1':iggiuuga IO iitt~slfg.Si twri~ 3131i allora il risiilifito duI1:~lesiorie ~ ~ t . r ~ ' ~ n a 1 ~ scienza rnoderri:r ciie l:t ; ha ricouuscirsto I,:istevole a c~istitrlirlir:il f it 010, ;t i ~ l t + ii1~Iip~ndeiiter11entt: rlutilunrlut: dolore fisico? o cf:r d;r q'ittlurirps ulrornzione corporea sensibile agli otclii :tlt~rni. 'il:& 1,ot~ti clirsi che il delitto difijtta nel19 eler~~ento sriljiettivo ric;txtc1ik il culi.,ai.ole nus ha ottenuto il prnro suo line col poiltnre la rri:lno violeritrr sul corpo dvl. 1ieiiiic.o: l~ensicol rriezzu &?i r i n Ihlsci iuesstiggio, di una lctteibanilriunzistrirti: di t r i riiendo di~:~:itro,LI di altro siiiiiI~:inic:zzo c.:ilcolato dircito p~ciir'axlieiitt:n 1)cr.turliat.elc f?rc.ultit i n t ~ ! Icttuali dell'rst.ii:ito neiuico. Ci6 si i: 1,c:ns:ito da alcniio: t: secorirlo cuclcsto pelisiero urla scc1lur:dezz:~ cosi riclo:i, tosi fiitalnirnl~f'ur.tun;ita dovroL4)e Wstare itiipuiiitn. UXEI io (salvo il debito rispetto alle apiliioni a1ti8ni) non posso tranrluillizz:~ilirii su WJest:c dottriiia.
I

iie i;r

ur:iari;r

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S . i!j97.
Questa opiuionc va certitrnontc a ritroso ~lc:lJc?, illittrina prevalente fra i meiiico-legali: i clriaIi neppure si fecero a corisidctlttre la c~iiostiunedei mezzi morali poichb ci0 era loro ilnpbssil~iloquarzriclo ritunevano che ricippure lo ciJcllo wo~cclcocc.nsiou:tlo rle inezzi riieccanici golcssc: portarsi c? caricu [le1 fi-lriture. I~iscritcvrirlocon molto sttldio nella scienza loro sui critorii per distii?i$uere la m0rt.c t ~ ~ ~ ~ o i i r i t n ]ierp/rle?titb,drrllcz rtiortc! :~vvcriiita per ~!oui~tro:;.ionl! cereb?-a/tt ( f cilasi a l i d u l f i dcllc bsiuiji z-iultpnlc

pag. 116) e r1ri;rntlo il mezzo mccacariico, cntrln Uiiir percossti nel capo, avesse dritu occasiorie :i1 prinio fir~omenoanziclib a1 securiclo ritenevano noil doverselie Ilare clel~itoal feritore. )la i cuclici coiitemporanei tianno htta qucsto primo pt~sso ci1 ci.:^ : un passo grcrvissiirio, e iiiulto pericoloso: hanno ciot! posto a carico do1 feritore anche gli efktti che si direihero purauieiite .~,iar-ali, coine il c11:lisio ; cln~lisi ~~resri~tie~iilocotesto effetto clel~l~a che rissllirc! come a sua causa ad uiio sconcerto fisico. Arduo poteva essere qricuto pr.i~iopasso: sia per deteilliinare irr punto astratto giuridico se inclislintiiiueiltc 1' alieriazione montale sopravt~enritczad rina ferita debba portarsi sulla rcsponisabilith del17offensore : sia nel ptinto di vista uiilerarnento pratico per le grairdi cLifficolt$ e consegrienti licricoli die s' incontrano nello st,sbilire con certezza il nesso antologico tra il fenomeno morulo e 1' azione meccanica del f'erimeuto. U t ~ ivolta peri che cotesto grave passo si fatto non vi pii1 raprioilc per trattenersi Jal1' altro, il qua10 presenta forse minori diftcollh e mi~ioripericoli, Siciirrimentc non mi stnndierh mai dal ripetere che grande cautcla abbisogna si periti nicdici in siniili giuclizii ; e grnndc :iccoi3gimento occorre a1 giudice nel toiieik conto delle congetture loro i11 pregilidizio del giudical~ilc. Ici scienza si RIa propone il problema giuridico l~resn~ilioiicndo indnbitnta la dimostrazionc dello sue condizioni di fatto. Ile difficolt di procacciare tale dimostrlizione possono condurre la prudenza del lcgislatorc: n rnorlificnre nei suoi dettati la soluzione scientifica del qricaito, c potrFi meritar lode se spaventato dalla P~IiibiIiiB degli umani giudizi lireferi la impuiiiti

Itr le?;.(-!

>t o t61it: i';is::icnt.l,~ a 1,iii ger~~;~~;ili l,~~j!ici~jii irb t~~:n:.tlaad ~tlln~o iriira r:iq ::!]:L t+ivttctioli zii~rli?del 1.1ii.itto. Seri vie:;t certi atti, v i i r a i i iiiczzi: iii q ~ ~ a nsiujli rtiezzi c111 r11ii I(; ~ i r ~ r ctt?i(.?i: n t a c~ i ~ l adtanto ]ieiacl:(: 11% crlfrj~ti:Mi r: 1 i i ~ ; ? i ]!:"r;?r!(ii* ~ Z U 1kle c B 0 ~ $ ~ g r l ~3 ~ ~ z a 1 : e$:ti,ir:( lh?$ii,tlt: (I(-1 (lirttt!~, :{IIi\ dir~:\le 1' :i:~ti~r,~ 1' i r ~ t ~ ~ r i ~ zl .: : ('[L(:e 1 ~ + l : ~) ~I fCi: X Z ~ jor~q : ~.t & I sono agli ( J C I : ~ I ~ deli:t 18:gcrt: 11ii1o(1io;;i (.ti(Ac.cLl li :iltri, c i i ~n(~rii 1tt:r l ~ J V ; I twliitrirt ili : i ~ ~ f i j j : ~ i i : j , ~ ~ 1 1i setilprc j~~:i.c.Iii~ 1: in I3,rtcl;i n ccrtc:sii ~ , i i : x i i lo :\l)p:-trisc:e pr.tt:r c!sc;crri ~biiiinlcirsa u yiii c(,?i't:i 1:~viol:ixioiri: del diieitto chc vuc~lr?prnteg2r:rr:. rj~iest~, 1' ainiccs nrotiro a chi s' inspirn la Iepge pe11310 I~II:LIIdo porta lo sue corisidcinzioni SWY'LL certi detrmninati mezzi f'iiconiiono altrs-tttint,i r~*itc-lrii ",rs.is/i~lrlo~~i della r ~ i i a u l i t ~ t r~olitica dei reati. k il finc di proporzioixnrt, lti protezione a1 ~ C Y ~ C Odel cliritio : rira ~ O il rctllo :i;rli occhi suoi r.ilric?no scin1ii.e liolln ~ i f f c ~ ; i , u ncl pericolo del ilirnitto, t? xlo11 giii riti mezzi coliteiiiplati in loro ~fiodpsirri i. Osservo viil spacialm~ntaessere stato, iri proposito di niilicirlio, pn(1ifico nnchc nali' antica scririltt lu itis~gnrtmento(5, l087 ) che la sua ussanxa {li fatto iion esige per 11ilop~in conclizioi~ccc!i1ti ricf.orrilii-iali iriuzzi, o speciaIinent-n non e:zigc c:lic sul cci:.po tlcll' uccisn :tl~bin il coIpevule ~irirtrtto rmno viol{bnln:r, f ~ ~ ~ l : i 0 di riar iirurte abbia usala rtr'li c:hc i i ~ l,fint! d

siano state cEt?ttivanieiitc cagione. Per qricsti principii generali non parrebbe pc~tersi lascjnre irupu11it0 c011~iche (per esempio) al fne di accelerare 1;i morte di un vecchio minacciato di apoplessia se gli facesse innanzi a dargli la falsa nuova della niort,o del figlio, e troppo berle riuscisse ad ottenere 10 irurnediato risultamento del suo infernale disegno. Ic'on credo c11e i11 cotestn ipotesi si volesse persistere nei duhbi ; lierchb il risriltamento mateiliale dell' uorno inorlo ( e dicialilo pni*e ucciso per opera dcl suo tiemico) si vede e si tocca con rnano (t). Ma se la procacciata demenza non prih costatarsi 10 scalpello anatomico, come la procurata apjplessia, possono ben esservi nella concatennziorie rlci fatti alcrini criterii che ugrialniente persuadano il gir~dicedcl nesso oritologico tra il fatto tnnlvngicr e lo effetto; e poscorio osservi nei caratteri stessi della demenza crilorii che renda110 poritivairiente certo il patologo di codesto nesso.
(1) In Lutti i casi pcrb ed in tutte le forme la lcsio~ir! per,sonrrlc quando lascib tracce dietro di SE devo Iiovcrtirsi fra i reati di fallo perittancnlc, pereh8 se noil restario segai speciali dei mezzi rinion5ono segni degli eretti. Laonde anclic nella lasiorie personale giustizia esige che coine precctto nssoluto si tenga sernprc I n neccssilR dellii pi esatta e complch verificazione del corpo del delitto. Sulle terribili consegiwnzo di una precipitazione o trascuranza nello assodaniento del corpo del dolilto ricordevole il caso verilicatosi alla Coric? di Assiso di Padova nell' Aprile 187% riferito dall'6co dei Tribunali n. 2457.

Non nuovo il caso che certe sevizie materiali abbiano deteriorato la salute di un u o m yriantunque coteste sevizie non si siano estrinsecate in atti violenti sul corpo. Si B ( a inodo di esempio) tenuto un bambino per lungo tempo in luogo umido o freddo, gli si C: porto scarso cibo che senza essere venefico era per insalubre; ci si fatto per il pravo fine di condurlo lentamente a perire; e si ottenuto Io effetto fino a certo punto di un grande detrirriento nella salute dello infelice. La giustizia 1-. accorsa per fortunato avviso di qualche pietoso vicino. N& mai si i? esitato dalla giustizia in codesti casi a ricorioscere la essenza di fatto della lesione, quantunrluc non vi fosse il concorso ne di atti violenti, nQ di veleno. Ora clunndo le sevizie fosser.o state semplicemente morali, ma ugualmente preordinate, s pertinacemente continuate al nefasto fine, e i1 nei'asto fine ne fosse conscpuito, non potrebbe a parer mio esitarsi nel riconoscere sufEcienti eleraonti per 1' azione della prinitrice giustizia ( I )

(1) Questa forma crininoia Lrovasi da alciine pratiche dosignata col nonle di maltrnltumenti i l r famiglia : Responsa Tubiitgensiu rrol. 4 , resp. 11. Ma non vi bisogno di croare questo titolo speciale, bastando ai casi che meritano veramente punizione il tilolo di lesione pcrsonole. Ci si urgonienta a lbrfiori dalla relaliva giurisprudenza Francese. Vcclasi B l a nctr e qucitrime etude rr. 894.

Sella ipotesi iiostra semtira s i rhit:i ti che i ~ t i i l siamo ~ i c iterrriini n& di azione iiiatr!ri:ilti con (?iL l'etto msteriale, 11;. (li :tzioris ni:iti!riol~: con fifli:lU) morale, n;\ di azione rii~ iis;i1{: roll efiittto 10a1 r i :[t:, ~ i Siarno 1)ciisi iioi di~ft!i'si tt;)*l~liii (li ? % i o l l ~~ 1 0 1 ' : l l ~ ~ 1

con eflctto purnmciltc ~nornle. ci~ti:stc~ 313 otiezicine poggia ella assolritarwicrite srll vero? Sinrno noi cc.:i'ti, certa essa la scicrizlz rnr:~i;m, che qriella cui si attribuisce curnriniinit:titi; il lic,irir: di p~trturbnzioni ilo orali proce~lsitc)scnz;i otin alterazione mo t cririlf:, o senza rinn rjr~alsinsi 1i:tssiolic rlrigli org:tni rcirr-10rei? 1 vsr'o cliu I' ucc*hio do1 e11irrii.g-o settoree non 1 troverj sempre nel cc?rvt!llv tlcl liazzo urin snodili#:azione a cni possa :~tt,ril,nirc111 S ~ T ~ S :t,l(r! t1~I'l):tL ~ncntoavvetiuto : ma tutto cib che l' occliio uilirlno Ticin mie, non yriir per qaasto solo rriolivn :tiSi!!riiiarsi che nr~nsia. 1: intanto la riit:clir.in;i czdopvx':~ 4 r.nriodi niateriali 11cr cui*:ire la pertrirhnzionr: inor~rle. ii1esntt.o ~it'l-t;ii~tn mio crotlcro lo ncccttailc? E a In for'rnrilri, comunc di pcrtrirltazione tnoralc csuiric. unu l~rognsixiuileesclnsi~:~ cjunlunqiie resriltai~~ di materiale. hucllc ncll' :ilic:iinr,ionc di rnexite il risnltamento niatcrinlc vi i. ~ i r i r ' trr.q)~)ci. tle h:~ r i r m Ye esterno ctie tutti veggotio allo sl-ic:ttticolo d i un 1~1:~niaco. Vc nc ha uiio itit~:~ilo rioii CCS~SRdi micha stero qu..iritunquo I' occliio del medico (che b lilir ~~'7inprc: orcliio umaut)) ncjl vegga. E poi uiit~~olt:i E quando le leggi odioriis Iianno riconoscirito In pcrturl~azioiit? ititcllottuale come criterio sufncitl~it~c: del titolo di lesione personale, la oliiczionc pei. cbv-

'1) KQII( I ( w (litiic*rificarsiC:!'? rtl:1l~r:141>forrr1111~1I / I ' : : ~ LI + litf~7'nli,incho ; rrirxzi clit fcriili.~riri ;i l ~ d c , t * o .W ilti ti 111 : 111 uitcc jler,svn/r stA~rcrrr i ~ e sin polmtutli nlrrlio R I ~ I c o ~ ~ 1 ) o dtlljt v i l f i ~ t ~ q II;IIII~O( ~ t r ~ pljiso:;nn 111 IIrlil ~ ~ f r i : i + ~ ~ c : t z i o t ~ ( ~ ~ rc 7 ~ ~ ~ 1 ~ 3iifrincvr ;I cas:iun:irc iiit~~i~ovvlsn 'idr 11,iur;i ull iiriprovviso ~Irilorc,oridra J:\lI*iI-lari1niic;i coirimozioiie tlell' :itiiitio I I ~ C L ' : ~151 corn~ll~zior~e IICSVP:~ 1:) CJII~IIC j>rolfl~cn121 Icrfntc prrrl~nitlc deciderata d,il colpcvoio: si u*i u ~ i i ilellcr,;~, i risi : uii IiiesTo, sl usi altro qunluuqiic iiiecc,irii~ri~o, C sc*Ili[ire rr biroguo di un uito estcrrro :ibilc a oil?ioricirr? p . ~ i i r O~tlvliirt). ; 1,:cclnde iri qiicll' alto cstcrizs v i ceriiprc yt~?iilo J)nsl:i n costituire I;( fi~t*sci fisiccc s o y g e ~ t i ~tlcl rrrti\c.ti;r,io, c~ii;ilr: n 1.1 non si C O I I I I I I S ~ ~ per uno m1 ;iltrrr rmdo sp~cilil(drli n s i o t i c sull:i villiiiia; rn:i si cotrrrilela per la sua p o l c r i Z f 1 ;i riiggiUl1gcrr 17u$!/et10 rlel rc;r[, cioi! 1:) IPS~OIIP del dirrlto ni;ognata dfillo PII[^.
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. .i 1oi. i
L' anico argomento elle nlil,ia :\spc~ttogiriridico contro la opinioar. nostra O rjr~clloclie traggcsi (lallti difilccjltk della prova (1). Sicriraincnl:! In prova del mrilofixio in cotcstn tcsi versa iri doppia diflcolta. Sait& nocessario giustificare lo clcincrito materiale

rendendo certa Ia giustizia che la causa della Perturbazione mentale fu il fatto del]' accusato. s a ~ % necessario giustificare lo elemento intenzio~ialerendendo certa la giustizia che quel mezzo fu deliberatamente preordinato dal colpevole al pravo fine. &la che perci? Ripeto anche una volta che la scionza deve prevedere, e la legge provvedere per ogni caso criminoso purciis possibile il caso, e possibile benchk ardua la prova. La sola impossibilit5 assoluta dell' uno o dell' altra pri giustificare il silenzio. (Ira cotale impossibilita tutt' altro che dimostrata nei termini nostri. Potrh. benissimo la preordinazione del colpevole giustificarsi in modo lurninoso sia per la assenza di qualunque altro colore, sia per le stesse sue dichiarazioni. E quanto allo elemento materiale la diEcolt8 che consiste non gi nel provare la perturbazione avvenuta, ma nel chiarire che la causa della medesima fu precisamente il fatto dell' accusato, e non altro, B pur troppo comune a tutti quanti i casi nei quali il corpo del delitto o dell' aggravante sta nel turbamento intellettuale. Qriesta fase morbosa non pu vedersi d s un medico legale con quella sicurezza con la quale, guarda in un cadavere gli effetti letali (li una ferita, o di un tossico. Bisogna che proceda sempre per via di una diagnosi congetturale; e fortunntaniente la scienza medica pu avere dei criterii sufficienti anche per cotesta via. Ma ad ogni modo la o~iezionenon approda, perchk la difncolt di una diagnosi congetturale comune cos alle perturbazioni che si vogliono referire ad un' azione morale sulla vittima, Come a quelle eziandio che si vogliono referire ad un' azione materiale. Ed io vidi in prati-

cc? freqrit?1lti~sin1t? polcmidie acerrimamente coni1e trzttute tra i lieriti del fisco, eri i periti della difesa j

&l? gli uiii sostenevano doversi aitritruire il soprsggiauto delirio alle perc70sl;e patite, e gli altri inTere allo spavento, atl un eccesso di sdegno, o :id aitra cagione inclividuale. Spetteri a1 giudice in coteste titribanze lo scegliere la r r i ~verosimile opinione, e nel dnhbio la piii mite. Sla noi guardianiu la questione in astratto e nella ipotesi di una prova completaniente ottenuta.
(1) k appunto per cotesta considerazione che iiomiiii rli vaglia si vorrebbero recicdmente pronunziare contro la niadern'~ teorica della lesioiie personale. Fra @i altri I' i l l u ~ l r c ~ prof. G i o v a n n i G a n d o l f i di Modena iii una sua dottissima lettera a ine diretta (clic avrei voltilo inserire a quesio liiogoj ha usalo ogni sforzo per convincermi essere inconvenieule la nozione del codice Toscano. Studiati i suoi argornenti mi sembra si stringano in questo concetto che egli per divcrsc vie vuol dimostrare: cioi: che quando ad una ferila sia sopraggiunto il delirio dell' oreso, Iii scierizn medica iion pu mai avere criterii bastevoli ed esclusivi di ogni pobsibile contrario, pcr afferm:ire che quel delirio fii concefiilenz;i della ferito. Perci9 1' insigne professore coiisitlera comr ,iltanirntr pericoloso lo istituire un criterio di gravit d ~ l l a lesione nella sola circostanza rlel delirio transitorio sopravvenuto; il quale pu faeilrnente avere cause indipendenti, e pu anche con tropp:~ f'lcilil simularsi da un offeso che anela vcndeltn. Condotta la questione su questo terreno non si verrebbe pi a limitare In disputa sullo elemcrito s o q g ~ t livo dell;~lesioue personale, ma verainente si tornorebhe a rcstriiigrrne il crilei'io oggellivo. Su cotcslo tsrreiio peraltro Iri qii~stiotio esce d:iI mio doniinio, ed io iiii limito arl accrrin;iivlo percli! no giudichi chi conipetciilc a conoscerne.

c3r quandu si abbia cotesta proka coi1111lr:ta; clriniiilo siamo certi che uri uomo P riuscito n Ijrucurare cori deliberato proposito la ciomenzn tlcl suo nemico, non penso che la giustizia del~1~a arrestarsi solo perclie cotesto terril~ileeffetto il colpevole, potb ottenere con mezzi morali, anzichi: con la bell;~doriiia, con la datura stramonia, o con le percosse nel rapi, (i). La legge clie tanto sollccitn a punire cnolui che aiiirnenb uti pugno nell'impeto della collera cori leggerissimo danno, non pub lasciare iiiipunito colui che ptaivb la creatura di Ilio dcl su piU splcndito e prezioso attr.ibritci.
i l ) lii proposilo dei mezzi coi qiiitli si erii pruc;icci;ilo danneggiiiiiiento dcll' allriii pcrsonii, io vidi nel 1867 clav:irsi iina questione singolarissinia. Il Regio Prociir:ilorc~ presso ' il lrihunale di Lucca inollii) uii ricorso allii Coi.1~Liiil~r'eiiiu per sostenere 1;1 lesi che la irioculazione di rniile rciieiveiJ prcscnti i ieriiiini di lesione personale, e cos [ ~ c rtiile circostiinzii inleildevii ciovcsse risult:irne ncl delitto cli viole~iza c:arn;il~ In c~ualilica tici mnltrattiirnenti che h:tnrio prodolto lesioiie persounle griive a forrna del17arl. 28.5 del cotlice penale 'i'oscaiio. L;i Corte Siiprema respinse cotiilc i\ssrinto. I, di vc!ro i n faccia al concetto dell' arl.. 286 cnicsta tesi i i ~ iscin1 ) 1 ' c i ~ i i piuttosto audace, perchi! rn;iiiifesiamente il Icgi+liiiorc nl)l~t~ vediita quelle iesiorii persoiiiili che fossero p r r risulin caiv d,ille violenze esercitate per soggiogare \;i ft?rrtriii~i;l:e d' altronrlc v i era tolale deficieriza dello eienirnto iriiciizionaie c1ell;i lesioiic. I l filtto deila cornunicaziorie colpos;~ riiale di venerco 6 stalo previsto come realo speciale da iilc\ii~elegislazioni: il codice di Oldenburgo art. 387 lo puriiscr col il

mrcflrP iln :rn nirlac c ~ d aniin: >cila-! \\ ,i r t ti 1 r r dl4 l ( $ ( ui-t $ils<mtctt pny, 81. 31,t qti;ir.ilo cib si T,i~t--s~ arrirno d ~ l i cori l ~ e r ~ r t o ntrriccre p r r odio corrtro qnolci~rio,io iIc1ri r*.itcri-r 't ricurrwseerri 1' elernenlo n?:itr1riair di una Ic-rnnr prr-rirr.ili. pr3r cui sr rsn9essc .cp~iiic,tl~ife questo tilair) tli i*r,itrr.

3 3 la nozirlnc in discorso si espiiine coi1 ] f01': i iaula lesio?zi 'rjzeccut~ic/~e, con I' altra l e s i o t ~ i?'Soo Zeizte, la nozione stessa viene a conrtar6si nel criterio sul~iettivo del uzeccani,rrizo o della cio?c?azn,r la rluestiorie rel~c-tiva riiezzi rriorali non s:m'~nel,ai pure proponibili;.. 3I;i tale questione ha per6 scriipre il suo grande valore a priori, aanchb la scieiix:~ determirii appunto se la nozione nicdesiri~ad e l ~ l ~ a completarsi col solo criterio oblettizjo, oppure desurriersi dal doppio criterio msOietl.iuo ed ~jtrietli?~o concorrente, e l' uno e l'altro ristretto ad una condizione di rnaterialitsl ( l ) ; siccbiv vengano per un riguardo ai diversi mezzi tl lasciarsi in11)uniti parerchi fatti che possono risultare non meno degli altri gravemente offensivi al diritto. Ma so tale questione proponesi non pi nei puri terinirii ,zstr;rt,t,i della scienza o del diritto costituenclo, m:c in faccia al cc!dice Toscano che accetto l:% moderila nozione della lesione personale non parrni ckie I' art. 325 presei~t~i ostacolo al mio pensiero. L' art. :Y25 poisge della lrsione personale unil nozione tutta oggebliva :niente cura dei mezzi, o dei rriodi ; chiz~tzqtteL ~ O ~ O S C G Y ~ I Y I P ~ Z ~ ~ o co&osm~zeizte hn cccglio?znbo zr?z df6?z?so o un dol o t v al colyo, od z t w pe~mb~trOccrione ~nenEealalla 11*ui,k rea di Icsione personale, Qtiosta ilcfiiliziont:

tutta si radica sul risultamento; e quanto al soggetto niente altro esige tranne i liasso di cause? m n quello, e il concorso del dolo, o della colp:i. Ylon essendovi restrizioilt, nella legge por cui pussa dirsi che aclla forza fisica soggettiva del reato essa esiga un'aziune materiale sul soggetto passi~o,ed esclrtda una mcra azione morale esercit:~tn 4131 colpevole con atti esterni, Iion vi Ira ragione di clistingrier~in faccia ad una legge il flnc della quale i' la protezioile della persoiia umana avverbsoqualsivoglia sorta di malvagita. Cio che ucrexii~ai pertaiito (. i087, nota 3) circa i ~liezzixncirttli in pro-

posito dcll'omicizlio, llersisto a crederlo vero aliche jn proposito della lesione personale.
'1) Fra I codici contcmparariei P proriunzinlissiiria lale divergcilza nel niodo di concepire la definizione di questo tilolo di reato. Acceltano In nazione puramente soggettiva e taalcri:1ln il codtco Francese del 1810 (art. 309, 311 ) qtii cztlra fai# des blcssures, ou portd des coups il codice Sardo ' art. 637 ) Ic fcrilr, E percosse, ed altre #inaili o f e s e W e lortta?-ie coltt?.o Ir perso?ie il codice Modenese d ~ 14 l decerribre 1855 (nrt, 5Ylt) le ferite, o le percosse t1olontarie i l codice Nripoletariu tlel 1819 (art. JXj, e seg.) ferita, o percossa i l codice I'iiriiiciise del 5 ~iovernaire 1820 Tirt. 316) a l l i di vilenttr volontnrl che rrelrrrnno pt.utlollo fermenli, contu8iivil. lacet.~.rziotri,c O ~ S C sitljili ' il COdice Ticinese del 1."luglio 1816, rilorrniito con \ a l e ~ f1de14 ~ giujirio 1844 (iib. 2 . O capo 3.0) fc'tpite cd u1tt.e ofl'esc rrrrrlc al corpo i l codice d i Neiicliatel 21 dccrsrribrc 18% (arl. l65/ fuic des Llesauren, parli d r s eoupn, i,u ntl7,1iliisl7.f: des sulistancer. Ecco una definizioiic tullri sOggct!iva e jnnt e r i ~ l e .Ui;u:ilmente rnateria!e b la dcfii!izioiie del codice del

i>

Brasile (ari. 301) filrir, ozi c o r t ~ qunfquei. parte d a corpo r hun~uo,ou fazer qttalqlrev otct7.a offerisrr p h y ~ I ~C o~ l1 qr4e '?b se cause dcir ao oflil?idido. Invece iiauno espresso la nozioiie di coiesto reato cori una forniula co,"gctlivanienle nlaterialc, iua o~gettivamente anche iu~materialei segiienli codici il codice dei Gibigioui (art. 123) chi apportR 14li'offesn ctl corpo d i 1 ~ 1 t( ~ l t r o ECCOlil ~oggeltivith znterinEe; . la oRcscaii dev' csscrs recala :i1 corpo: ma prosegue a prcvpdere i:iiilo il dunasygicritcrnto delltr sultile ( o ~ g c l t i ~ l l a Inateriiilc ) quanto lo sco~ripigiio delle fucolld irttellellzcoli (oggettivi12 morale.). llii poiclik nel rapporto della sogettivilb esige la ofresn al corpo qilantunquc questo codice consitieri i rlsul[nbi morali, non puO dirsi clic coiitempli i m e z ~ i ~ttorrrli il codice di Friburgo del 10 juylio 1849 (art. 18.1) conteitipla pure sotlo i l i'apporto og~sttivo effetto della denrenzii I? prodo~taall' offeso. R1;i nclls nuzionc soggettiva usa la furrliula celrt qui uttitqtce ciuec viulerice, tnnltruite, blcsse uttc personire, V I L SC' I ~ U T eticcrs elle B des crctes qtbelconqucs ~ tiuisiblcs ci S U I L C I J ~ P So t ~ sa sctnfi. Ora la forrx~ul~~l e s li (Ic nilisibles 4 SO71 c w p s ~nriitcriaiizzerebbeI;i nozione nel suo rapporlo Sogqcitivo; 111:) i'aggiliijta or& u $n $it?it& con pl la parola qiielcunques (3i qiialuiique natura) porta ti dubitare che aiiclie i ~ l t e z z inioriili coriie ;ilti rinccvoli alla salute eseguiti a colssto fine nializioso oadiino sollo lu definizione?: niolto pi clie fra i risultati di danno alla >;~luir? euiinriera si cspreswmeiile la dcrnenzn. I1 codicn di \':itid clirl 18 febbricio 1845 p r ~ s ~ n tati~loghitnrriiirii (iirt. 250). Coniincia da a descrivere il deliita oon formule niliteri:rlt. voiex do ftcit, mnicriais t ~ - n i [ r n e w t s ;m:i poi snggiunpc 0th crcles aubr.cotiqr!txi tiuisiblcs li In snitli (art. 235). Fra i nocunienti clelia p i i i l & cnurIicrik la d r ~ l i e i l a ne la itnlrcciliitd (i.isuit.irricirilo niornio) e cos viene profcgg~ro tatito la i~dividuiilitii&ira qiiarito la individualil psicologica, Con uguale Iargliezzn scende ii dare la idei1 dello elemento soqgcttivu nella noziotir: rlcll:i Irsiorie pcrfioiiiitc i l cridicci Bitdcce $. 94Ti e 252) Cliiunqtre pcv nrcs;o d i un' rzionii

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txir;srn, il c u i slcrccseu sW da itrrpularsi n f1ril.t clelcrir~r~ i r r t o o iitdcter~~~inrrlo, ofinrle un irltro tlcl roIa)if1o r i n ! l r snlate. La soggellivil d ~ rcalo in questa defrnizioiie n n n :rltrIi i condizione csige tranne un fallo clic pocsii clii.irrr,.trsirtziorrc: cbo \,I\L\ ozione Sia itlgi>ix(rl :che proceda dn tlol~:C ~ si CMIC nelin coriie cllaxn nl succt%*o del tJ,inae~;i,iiirr.riiu tleilii Srii9lc altrui. Uav' i: 1;t coiiilizioric~ ctic tale eficicnz:i corile CsUS;i procedi1 di1 iin riipporlo f i ~ i c n , ~t1zictA ~ l nuti riilrIi(hrtu illiraliientc nrorale 2 I l coJicc Toscatio evita sL~i~lioaaiiipt~~+: q11:ilunque reft.renz,i alla ~ o p g c l l i ~ i rmterialc del reato. LO COt slruisce sulle pure cosdiziorii del risullarncnto [)rircli~~011~10 rrl olteriulo: Liice iil,Ttrito (lei nirzzi. II q~leslo basti corile sii;gio del niodo con cui vi101 essere stridi;ilo i l propo+io p1.0hlerna iri f~ccinalle l e ~ g ipositive.

Altra intt+rt.~~.s;inte cliicstioiii? in prol~~sito dcrlki l~erttlrlinzioncincntale vidi elevarsi sul teD~adello si;cniin~nlo.E tale ricerca noil solo inlcrcs-in nel riguardo tlell' aggravante, ma ancora per la e!satttr rletcrmin:tzioie dolla essenza di faELo di (~rit?sTO rc.:itn. Noil rinw sola volta ma parrxchie i pribhlioi riiinisteri sotto il coclicc del 1833 sostctnrierr.,13 aravitG della lesio~le solo criterio di uno svoniii~etit(-i sul cha aveva sorprleso la vitbima di una 1cggi:ru porcossa al seguito della r~cdcsinia: altrett.mt,e volte io sostenni la oypost:~oliinione, e i trillrinali mi si.roilrlarono. Siccorn e per 1' art. 329 la losiorio perso iiillc improvvisa porta ad un massimo (li otto mesi rii carcere se fu leggera, e ad un rnassirrio di tre anni, oltre la carcoraziane preventiva, se essa f'ri grave ; cosi la qriostione h di alta importanza. Secoiido la opiniorie che nella svenimento vorrebbe

riconoscere una pcrcurl~aziorienicntale: st' atl unii donna alla quale il marito 11a dato uno scliiaffo pi:rcesse di svenirsi, il marito pofrehl~e(in faccia alle disposizioni del milice Toscano) andare incontro a tre anni di prigionia, ci1 anrlie a sette anni di cas;t di forza se quello schiaffi resultasse pi.f?iaeditatu. Ma io credo assolutaiilente falsa corlesra opinione. E falsa la credo perch oltre alla considerazione ginridica della esorbitanza delle conseguenze: io credo che neppure fisiologicamente possa afferriarsi che lo svenimento sia una t ~ n ~ z s i l opeilfrrrhr~~~k wio~ze t17el~tale. svenimento k una paralisi moLo mentanea, un indebolimento, rilasciamento, prostrctzione (13 chiamino come vogliono gli r1spc:rti r i r I linguaggio del]' arie) degli organi rorporei; rn:L i l t h gli organi corporei soltanto. 1a menle non i? , affetta: non B disturbata nelle funzioni sue propri(:. Rest:r inerte nel sentire e nell' agire, per la stupefazionr~ momentanea dei nervi. Non k un momento di pertnrbazione intsllettuale :nel deliquio come nel sonno Sanirno interrompe la sua dominazione sul corpo: ma non pi~odirsi che una qualsiasi ~rioiiificnzione organica ixiflriisca sulla sua potenza intellettiva.

Qui risorge Ia questione se alla eswnzn di fatto del inalefizio si debba richiedere come estrerrio indispensabile il diicjserzso del soggetto passivo. E cc>testo dubbio B apparso pi~grave nel titolo di lesione di quello no1 fosse nel tema del]' omicidio. per la ragione che se il diritto alla vita b nell' uomo un diritto inalienal~ile,non lo sempre altrctVOI,. 1 . 1 5

tanto il diritto che ha 1' uomo alla integritk del suo corpo (l). &la coloro che hanno creduto per cotesta ragione di potere affermare come regola nella lesione personale che il consenso del leso tolga la irnputabilit dell' offensore, hanno confuso il criterio della proposizione. E verissimo che 1 uomo ha dalla ' legge di natura piena balia di disporre delle sue i-i~ernl)ra, consentirne anche la lesione per procacciare a sB un inigliore vantaggio; laonde nessuno sognerehl~e(almeno nello stato attuale della clottrina) (li dichiarare delitto il fitto del flebotomo, 1le1 dentista, O del chirurgo che procede all' amputazione di un inemljro per curare 1' inferm. Ma la t7era ragione dcllcr innocenza di tali atti sta precisailiente nel fine innocente, per il quale si esclude i1 dolo, e percib hisogna eliminare ogn' idea di criiilinosit da rin atto posto in essere al legittimo fiiic? di liberare una umana creatura da un' affezionc morbosa, o da una cleformita, o da un pericolo ne1l:c salute. E tanto B ci6 vero che ogni qual 1-alta si cnnfiguraqnella lesione consentita dal leso un fino doloso si procede senza esitazione a riconr?sr,ei.ncu la politica iinputal~ilit.
!1 ) Possniio vedersi M u l l e r disae~tniiodc nzrtp-cko, L i p .m 1770 li ii fi c l11 e i d dc jlrrc ~t~ililurr,. i~trliw.uliS. 752 ~zd 757, pnq. 31'2 ct seqq. R c r i o u t dztz ad itniuer-stiwr ,711s p y . 5 , 11. 20. Iii Francia la .;iurisl~i.iidenza h a supplito .il \iiolo drllc Ieppi ;ipplicaiido I pena orrlinarin del ferin ~iir~iilo l ~ ~ i o niiiferile a11 tiri co~crilto conseiizietile p" nllc i C-iiiierlo dal servizio militare. Vedasi Rl a n c li e q v n l r i P ~ ) ~ ( > etrctl(4 n. 567. Orirsln lacuna fu ricrnpita in Francia dalla legge

.sprri;ilc dcl 21 ntarzo 38J5.

Cosi nel caso della ~~~utiiazicri~e coscrittcl di un esegnita al fine di sott~urlo al serrizio rriilita~.r:, tanto lungi che il conseriso tlcl iiiutilato tnlgii. al tatto la essenza di lnalefizio, quanto i certo al cori! trarlo per lo insegnamento niiirersale e per le tomuili sanzioni delle leggi cile per tale mutilazione ~iieliiarasicrinlinalnzentt., irriputabile anche colui che lhahia operata sopra s stesso (I). Al clelitto in sii" fatta ipotesi non si trova la oggottivith nel 11iritffi del giovine rilutilato, ma nel diritto che 11a I:L pietria itl suo servigio militniXe, nel diritto che h:iiino e i successivi coscri1,ti di non iiiarciare in susi ~ e r ~ : . J,aoride sorge evidente In ctlcinento del doln, iri quanto 1' azione precisamente si dirige alia vic11:lzione dei diritti altrui. Su questo argomento pot r e l ~ l ~fornire elegante terria di disputa la cne stumanza semibarl~arache si conserva in alcune! coritrade della nostra Italia, ove le giovinette per soddisfare alle gelose esigenze dei loro amanti si deturpano volntarianiento o ~~ermcttono si (lechrh turpi loro la faccia con iiicisioni che clistruggnno la I~ellezzadel loro volto; onde porgere in cotnl guisa guarentigia perpetua di fedeltll ai loro ficlanznti. Io troverei difficile tli giustificar@ la tolleranza rli codesto uso con la sola teorica clei diritti aliennl~ili : ma non esiterei a scusarla col sommo principio itr:ll;l inancanza di dolo. Anclie nella evirazione conscnt,it:l non pci. cagione di cura rriedica, nia per altro f i r i e , a ilie pare indul~itato(!!le il conseilso (N) rlcl mritilato non escluila la politica iinpritabilith.

: ; a notarsi che alla imputdliliti politica deliri miilEd tilazione del cosb~~llto basta quei sem[ifice fine, sebbene non susseguito dai duiano e f i t t i v o . C o ~ i giuricprridenza frilnIn cese ha deciso doversi applicare la pena ordinaria al Litto della mutilazione di uir coscritto quantunqrie sia poscia risultato che per altri impedimenti da lui non coiiucciuti n& pieveduti esso era ioabile 81 servizio rtiilitare, ed aveva diritto ad esserne esonerato anche seiizn quella mutilnzione: M o r i 11 art. 8800. Queste dottrina severa noti pri trovare ragione giustificativa nella indale sociale di questa forma di malcfizio. (2) Lcy. Corn. 4, S. constilu[uiti 2, IJ: atl lcg, Corn. de sicai. Da questo frammento argomentarono i pratici che chi evicava sb stesso dovesse puiiirsi di morte: D a m li O u d e r praclica crinr. cap. 88, n. 11. J u l i u s C l a r u s quaeal. 68, n. 7 D e ~ i a n oirc Iract. C T ~ B .lili. 9, cap. 1, n. 24 et 54 - F a r i n s c c i o qurteet. 20, n. 155; et quilest. 128,n. 5 2 - A y m a r o R i v a l i i o jur,ciu. Irisc. lib. 2, n. 105 G r e g o r i o synliigirici lili. 56, ctrp. 16. Mn ci clie pi singolare b quello clie ci ricorda da J o u s s e ; ciok che due sentenze del 1710 emanare dalla balia crimiuale di Auxerre oondanriarooo alla galcr;i duc chirurghi che avevano eseguito 1s evirozione per curiire un1 ernia, iua in .aii;uni di quei codici nei quitli si ~irevidncon apposita sanzione i l delitto di cacirazioiic, trovo che la dis~inzionetra ta eviraziorie eseguila sopra percono ui:~ggiore e cui~senzisntc, e quella eueguiili sopr:i ininoreilne, o dissenziente, fu calcolata non pel Tirie di diotiiarnre eueiite da pena il prlmo ciiso, rna solo p 4 fine dr punirlo meno. Su cib io ropnlo merilevole di essere meditata L vera ragiona giuridica sulla quale pub :idagiarci a colesto diminuente. Si fonda essa sopra un prioc;pio toggertiuo, o sopra un principio oggcflivo? In altri terrnini il colisonco dktll;i vittima esprime un dolo n ~ i ~ i a rnel colpevole, o e esprinie utia lesione di minori dirilli? Il problem:~ O assai dolicalo. Il codice Ticinese presenta questa specialii: piibisce (art. 873) coi lavori forzali dt terso grado la evirazione se fu violenta, o cadula sopra un minore di 14 anni; la purii5ce

, 'irt.

'314 coi ]%!ori funati di primo grado, se lo evirata


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era rnii:ciore e conseazientc: differenza tra caso e caso anni 10 di dhrrata. C o t e ~ t a rliEercoza non neppure tanto Icrpierri da uon eshere un niotivn 5a~;linrdo.

1 chinrissiruu professore P i e t r o E l l c r' o il1 1 proposito di ci6 che scrissi (g. i 155) circa i1 su!ir:idiu, mi avverte cbc la non impntabilith del sriicida d e r i ~ aspontanea dalla connessione di queste due propusiziuni i,@- Che non pnd esservi chJJlitfo senza I<islont?ct rcn c7fililtto. -- 2 . O Che 1' uomo noli ha &tlitli sopr~li,$ stesso, e perci0 con ucciderei o ferirsi noil viola alcrin clirittu. Acccttan[Zo codr?stri formula d i dimosf,razione acrttamerite sugperit~~rni dal inio illustre oil airiato collega: si vicne necessariamente a tluc conseguenze. 1.0 Clre anche nel stricidio come nella Zcsiorcr &l Conse?z~ieieozZe la scririiinczione si adagiasse sa se coile~to principio, bisog-rilerebbeconcluderne dic! solo tanto il szcicidio yuairto la Zesiotae del co~senvic$zfr' diverreirboro inevitahilmenle puriibili, ovunque iii cotesti fatti si potesse riconoscere la lesione (li z/?a clirilto altrui. Ora cotesta conscgrienza si axnrilette univeriunlmento nella ipotosi della Ie~io?ze:e cosi tutte le buone legislazioni (cominciando dai Romani che punivano (i) i wz?t?+cii) Ilailao inflitto pene contro il coscritto e contro il soldato clie si mutila per. non militare: appurilo per1chk in colest:r i~iotesisi trova la lesionc iicl diritto clellu patria, c ilr*IIc! sticcessive reclute. Mri tutte le buone legislazioni nuri. irinmettorio la prinizisnc del suicida neppur1e in CU-

teste contingenze (i'). Cosi il soldato clie stanco di militare in vece d i mutilarsi tenti ucciilersi, qriantunque offenda con ci6 precisamente gli stessi diritti che avrebbe leso col mutilarsi, non & punito per il tentato suicidio. Dunque (salva la debita reverenza) non posso accettare la propostami dimostrazione; perch sebbene la inedesiina sia bz!o?zcc e ve)-a, non pero assolutamente n&gztntc~, non bastando essa a rispondere a tutti i casi, com' k necessaria condizione di una dimostrazione completa. Uve per non volesse accettarsi come fondamento della non imputabilita del suicidio la presunzione di furore, potrebhe meglio ricorrersi alla riZunCa4ZJcl di dolo, estremo necessario di ogni delitto. Potrebbe dirsi che chi si uccide non ha 1' animo di nuoceve atl altri, od eludere un diritto altrui: il fallito non si uccide per defraudare i creditori, ma per sottrarsi al disonore che lo minaccia. Laddove il soldato che si mutila evidentemente intende a defraudare la legge, e nuocere cos alla patria che ha diritto al suo servigio militare, come alla successiva recluta che sarebbe da lui coperta, e vivere ozioso ed inerte a ilispctto della legge. Del rimanente, o vi si giunga per una via o per un' altra, certo B che le scuole e le legislazioni inoderne sono generalmente concordi su questi due punti ; della assoluta impunibilit del suicidio anche quando si dimostri eseguito col fine di nuocere ai diritti dei terzi, e della indubitata punibilit in certe condizioni della lesione di s&stesso.
(1) Presso i romani i coscritti che si niutilavano per tedio del servizio venivano designati col nome derisorio di mur-

Suila etiiiio1o;ia. di cotest,t ~j.irol~i d~sput~iril~ eriidih FII Alcani vogliono r,ivvisarii una parola locaie delle Gallie. Iesgendo in A m ni i a ri o SI :r r c e I I i n o flriut. lih. 15, cup. 12 localiter invece di joculiter: T a C i t o (le tuor. GL'IBIII. 12. c[ip. Ailri vollero derivarlo clal greco: V o s s i o Eti~~itiioqicut~ alla parola nzviroait. Altri dai nome di Jiitrcir~ciic dn\ ,ihr :itl tiri teripio di Venere sul17Avenlino, u cc:cgioue dei mirti che ic circondavano: 17 e s t o (le uerholwiit sigrri(lcttotre p(tg. 2.3.5. Altri dalla dea ,Tiic/.ciri o ililcrcGa che cousider;lvasi ,:W nie protettrice degl' infingardi: S t u c k sacroriruh geiitiliic~tl pug. 12 ,Jf4i~c2ii, sivc .Varcin, Dea desitliiie yuue hcutiizes nlitrcidos v-cddcbcit. Altri ddl latino ,~l:tlilrtset utollis: $1 e n a g i o antoerl. lib. 1 , cup. 3. Altri da nvnldcure cf,e t,tlr mseccire, pracscinde~-e:T) u C a n g e ylossrrr. uel-ho rrbnrcare. Singolare k la etimologia cile riferisce P i t i t. C o (lesicon rctttirjtritatutn, ~rerbotnurci) che dal nialuso di troncarsi i pollici per rendersi inabili al servizio rnilitare derivi, la parola poltrone, quasi pollice tronccrto. (luell clie vi hn di certo si che severissime pene si edittarono contro coloro che per siffatta ragione infierivano a danno del proprio corpo. Si !la da V a l e r i o M a s s i m o ( 6 , 5 ) che il senato 1i p u niva con la contsca dei beni, e con la detenzione perpetua. G1' Imperatori li addissero alla Curia, leg. 1 cod. l'twtld. de \il. ~nilit.:e giunsero a condannarli ad esser bruciati vivi: ley. 5 cod. Tlieocl. de livori. Lii pena di rnorie rilevasi ancora dalla ley. 38, S. 12, lf. clc poenis; e lcg. 6 , S. 7 de r e tnilil. In Francia per ctuanlo riferisce J o u s s e (2.01. 3, pci!/. 834 i uua dicliirirazione del 4 seltenibr~l(j77 miri~ccciavapure la pena di morte. In Sassonia i i n ~ iIrggc del 7 aprile 176'8 ridushe la pena di questo reato a breve carcere ternpororio; e secondo ci che riferisce 1' H o ni rn r? l f l~ap.sorl.411) 1 pare che generalmente in Germania non si estendesse la peri:; oltre sei settimane di carcere. Ivi prevalse la iiiassiniii clic la niutilazione di sb stesso, anche esegiiit:~ dal soldiito giii iscritto sotto le bandiere, Cosse delitto minore della deserzione, perclib con la medesima non si viola il giuramento. I l coclice
C$.

penale Toscano art. 558 ) conirnina Iu carcere dd sei n:e,~i u due anni. 11 codice militare Sardo (art. 160) niin:tccia 1;1 reclusione da tre a cinque anni. 12) Io tengo come erronea la opinione che i romani piinissero il, suicidio cori la confisca dei beni, F! altrove dirrrrrsirai (S. 1155 nola 2 ) clie gli eclitti ond' cbbe occnsiont! codesto equivoco [tori fecero cile ~oantencreli1 ccirifisca contro i colpevoli i quali f i l a ' avessero incorsi1 per il loro realo, e che teiilassero di eluderla col mezzo disperato del suicidio. Pub dunque tinkrmarsi che il suicidio quantunque appo~ilartieiile cornrnesso per niiocere ad altri non puriivasi 1reppur.e dai romani; poich altro essi non facevano se non impedire ciie il diiurio aGognalo dai suicido si coiisurnacse: I l o iii iii e 1 127.

2.0 - La seconda osscrvuzione a cui mi conduce la fiirmula proposta dal mio riverito collega, si e che (anche accettata la medesima) ~esterebt~o pur salda la punibiliti del partecipe del suicidio, del1' uccisore del consenziente, non meno che del complice di colui che si mutila. E ci perchb sebbene io noil abbia diritti sopra me stesso, e nel fatto di uccidermi non si possa ravvisare quanto a me la violazione di un diritto, pure bisogna bene in me ricorioscert~ un diritto sopra gli altri, per il quale i w i sono tenuti a rispettare la niin vita, ed a non 111.ocacciar.e la meclesima sia violentemente tronche cltita. t'osse aiiche per la stessa mia mano. Chi voloiitariaiiiente coopera per qualsivoglia modo alla iiiorte di un uoino, viola senza dubbio il dovere qiuridico clto egli ha di rispettare la vita altrui, e (li astenersi da q:irilunqrie atto che possa rnenoxnarla. Yi? rla cotesto dovere giuridico lo scioglie il con-

senso della vittima ;perche iI inattendibile, cadendo sovra cosa della quale essa non 6 libera dispositrice. N vi ragione giuridica per dirlo sciolto da tale dovere per la rners nccide~atalitu. ~?-taterz'ale che lo strumento rlel quale egli si valse a procacciare la morte altrui fosse piuttosto la rnano della stessa vittima anzichi, la propria, o quella di un terzo. La irriputabilitii clello strzcrnento non condizione necessaria alla iinprrtabiliti del motore dello strumento. Che io per riccidere altri mi valga di scellerato sicario, o di un pazzo, o di un fanciullo, o di un animale, o di un ordigno meccanico, o della rnano del mio stesso nerriico, torna all' istesso. Io ho voluto l'altrui morte; l'ho voluta cagionare con un atto esterno da iIie diretto a quel fine: la ho effettivamente cagionata con tale atto. Sono tltinque responsahile di una volontaria violazione di diritto. Per eliminare da me codesta responsabilita (sia nella uccisione, sia nel danneggiamento clel corpo h!trui ) non vi che una fvrrnula possibile : voglio dire quella che renda giuridicamente operativo di cess:tzioile cli diritto il consenso del paziente. Ma cotesta f'vrinula i: inaccettabile in faccia ai principii fuii~larnentalidel diritto naturale (1).
(1) Oucsle observnzioiii richioni:irjo ;I quanto giii tiol;ii al 1, :il S. 115G nota 1, e ril S. 1157 [ioti1 1. Il resultato dell:i teorica rion pub essere rietlatiiei~te forniulato se noti si distiirgue con diligente ciira il caso della portecip;+zioue al suicidio altnii o alln lesione voloo~arindi sb stesso, dal caso della uccisione o dcll;i Ittsione del cunseiizietiie. Questi due terrniiii si sorio spesso confusi cosi d;igli anliohi conie dai rrioder~~i; anche recenteiiienlc V o i s i i i nclla sua dlbed

S. llG5 Iiola

sertazione de la coiizplicit ( P n r i s 3858, prtg. 140 i d i 11 nonle di partecipazione al suicidio alla uccisione del consenziente. Tenuta ferma codesta distinzione noi riassumiamo la nostra opinione nelle seguenti proposizioni: 1 . La itccisio~ae del consenzieilte h sempre omicidio, e ~ cari costantemente delitto anche in faccia ad una legge cbe non contempli il suicidio, malgrado le speciose argomentazioni di C h a u v e a u f Y'hGorie clc code pena1 11. 24%: rt suio.) e malgrado la pretesa teorica del buon P i l e . Preiendere che la uccisione del consenziente non possa incriminarsi perclib chi lo uccise credette d i furgli ztn b e ~ z e f i ~ i o , innanzi tutto converte una iperbole fantastica in una realt. Ed oltre a ci partirebbe da un principio che non pub senza pericolo aiiiinettersi come precedente nella materia penalc. Colui clit: ha rubato al vicino la carne iii un vcnerd, pu dire io In feci per impedirgli di peccare. Colui clie ha adulterato coi1 I:\ donna del vicino inutilmente desideroso di prole, pub dire io lo feui per procacciargli la consolazione di un fislio. Sotto cento fiicce potrehhe riprodursi codesta fallace dottrina s e si uriimeltesse come ragione d' inipunit il pretesto di aver voluto recare un bene al17altr' uomo mediante ia Iesioue dei suoi diritti. A questa conliglirazione vogliono essere applicate le dottrine di C a r n o t f Code pinril art. 295, n. 17 ) (li O r t 01 n n f l ~ 1202) o della Corte di Cassazione di Frmcia . nei due giudicali del 10 iiovembre 1827, e 23 giugno 1838. Nettissimo 2! il pronunziato scientifico della prima di queste decisioni. iilteitili~p i e . 1' nction pozw lo qirelle r o ~ c t< pprsonne donne vulnniuirentent tct azort ci nutrzci, co// stitice u n honlicide ~iolontctire, tttt nieurtre, et non suicide, O U 1171 i~ctede con~plicitide szlicide H. 2." La lesione del conscnziente i? sernpre uiia lesione personale, la quale di regola deve essere punibile tranne clie per le regole generali della imputazione possa rlueslii eliniinarsi per la vera mancanza di dolo. A taIe configurazione risponde la decisione della Corte di Cassazione del l 5 agosto 1810.

..

5.0 Il srlicidiu non pu esaere cousiderato come delitto; e cos neppure pu il medesinio imputarsi quando sia sempliceniente tentato, sebbene possa trovarvisi il fine di ledere un diritto altrui. 4.0 La purtecipazio,ze od njnto al suicidio altrui appo quelle legislazioni ove il suicidio non punilo, non pu essere colpita da pena per applicazione delle regole generali della complicit, perch non pu esservi accessorio senza principale; n sotto i l colore di compliciti di omicidio, perch con cib si falserebbe il tilolo principale. A questa configurazione sono applicabili le dottrine da me altrove allegate, il giudicato della Corte di Cassaziooe del 27 aprile 1815, e lo insegnamento di h1 e r l i,n fytcestions de droit, vol. 15, ~ t t o tsuicide) ove si trovano le conclusioni da lui spiegate . nell' affare Letlti~illiergiudicato dalla Cassazione col precitato decreto del 1815; e R a u t e r I > . 442. 5.0 La j~avtecipctzions nel suicidio (tlt?.u6 in faccia alla scienza senza dubbio punibile. Rla perch! di falto lo sia bisogner che la lesge vegliante lo abbia dichiarato tale come reato di per sS stanle. 6 . O La lesione d i s stesso non di regola punibile tranne quando la ri~edesirnasi rivolga a ledere i diritti altrui, e sia 'per cotesto punlo di vista specialmenle conten~plata come dclitto slli gciaeris dalla legge vegliante. 7.0 La pu~tecipazione alla Lesione di s stesso non pub essere punita sotto il pretesto delle regole generali della complicit, quando la lesione cli s stesso non b come fatto principale punila. In quei casi nei quali lo sia pu cadere solto il titolo di complicii in questo particolare delitto.

'Ycyue lesione persona b - ,caro clc?ne?ito intenzionale.

La lesione personale, contemplata sof.to il prtltto di vista della suti forza morale soggettiva, incontra le identiche divisioni che gih trovamxno jri proposito (5. 1091) d61)omicidio. Essa si divide in lesioiic dolosa, co@osn (0 e p~*eterlnten;io?zalc:e qnoste
tre nozioni procedono sullo identico ordine LI' idee ; cosicch poco o niente vi citi osservare di nriol'ci, salvo a notare qualdia rnrict6 xicll' iipl~licazione dei principii.
pih frequeiite nella praitca odiern:~ dei titolo di lesio?$e colpoaa noli incontiilsi coine appri i Roni:~ninell:k ipotesi del potd1or.e dell'albero, o del 6iuocatoi.c di palla, 0 del lotto(ore; betici incontraci nclio ipotesi iti guidatori di vetture ahe per averle rnos.;e ~L'id:iii>meri~o Lroppo velocco inetite veniiet'o a ledere la persona di qii:ilchc passeqgicro. Di quebto caso trattarono specialnienle: I14 r p p r c C h t rle jer1.e uurigi~ruin circa rlclicla cap. 2, ttlitis. 5 et fi R Ppp n nsn T i i b i n g e n s i a eonsil. 47, n. 76 C n r p z o v i o praxis fsrirninnlisquaest, 27, 11. 04 M e v i o pars. l , decs. 221, (;eiieralmenle in qup.i\a ipotesi prevalse In iegolti della cciilipum-fzinnc delle colpe nel senso che noil fosse imputabile l'auriga tutte le volte che ;il disastro avsvu coricorto :iacbe la cnlpa delh stC660 pssseggiero siri [iereb fo$,ce egli corso iacontro alla vel1iii.a dd lui veduta, siil peteiib nail ri io3se tirato iu disparte quarido il vettore io nriirtionivii o con Ia
i l ) L' uso

loce o col romore della frusta. Ameno b su questo propos11o if caso ciie riferisce G r a v i n a dc oriyine juriir, lib. 1, cap. 140, prrg. 147. Un accusato di simile fatto si manteneva in silenzio alle interpellanze d ~ giudice, e ci8 per apposito l consiglio del suo patrono. Rimproverandolo il giudice dello irreverente silenzio, il difensore si aiiretiic a ecolparlo dic~ndo che il poveretto nou poteva rispondere perch era muto. Jla I' offeso col presente fu sollecito acl avvertire il giiidicc non dasse retta ;t simile menzogna, poich egli aveva baie iiitesa come colui potesse liberamente parlare quando nelI* ailo di venirgli addosso gridava guardati guardali. Ed allora replic9 il difensore ergo ab~oiviitur, praemonens eriim de danno non tcnetur. Questa teorica nella critnprnxnzione della colpe ha la sua radice nella leg. 62,S. 1 ad leg. Aquil. sulla qriale mi sono altrove trattenuto, e che richiam le speciali osservazioni dello Z a c c a r ia nel sila liber quaestionunr, pug. 165, Vittemberga 1805.

Come l' oinicidio dicesi doloso sempre che vi B nell' agente o la volont diretta alla morte, o la presunta previsioiie dei risultamento mortifero; cosi la lesione personale & dolosa tostochb alli animo di nuocere all' altrui persona va congiunta o la volontA precisa di offenderla, o la presunta previsione attuale che dall' atto incriminato fosse per risultarne la offesa alla persona. Non credo che possa esservi ragione speciale di negare nel delitto di lesione la distinzione fra clolo determinato e dolo indeterminato, dove la medesima possa essere produttiva di pratica utilit. Colrii ( a modo di esempio) che vedendo una persona dicontro a sB scaglia un sasso contro di lei, potrk dire che non ebbe intenzione di

t'i3i1irla, e volle soltanto farle paura. Ma poiche egli c3ercarUente dovette prevedere eli6 quel sasso potesse ferire e nonostante volle scaylinrlo, rimarr xirl suo fatto la figura del dolo, indutcrniiiinto si, ioa pur sempre dolo. Queste distinzioni saranno 11ii1rlif'ticili ad afferrarsi ilella lesione pcrchh i loro car:iiteri delimitativi sono nelli1 concrctaziont: 11~1f a t t o rricno pronrxnziati, ma pur seLupro bisogna riconoscerne ~inssilrile la relativa esistenza e verificazivno (1).
nori ei.;tsi iiiicorti nitl1.hsvalla la distiuzioric frii (lolo indeta?uaitrolo, prttP~ . i i i l r ? r ~ i o ? i r t lel colpa, e rlove 1:) pena di dlc>i.lei ti~ri~ltieatc: i ~, :ir asni orriicidio dava un loilorole pnss:~port~ i l i l i ~ ii 163 opiiiioni hetiislie quaalunque ribello clsaiie, si ;iccolse Colnc! i.egola clne I:I lesiarie prodoIta con s c a ~ l i ~ i ~ i ~ t ~ i SPSPO (lodi i l o vesse seiiiprc. IJI-esunlerel~ b l p o s t r :R e 8 [> o n s n T u 1) i l & e 11q , ;li at~tori i v i ~ 1 1 i 1 t i . e si:^ I ~ o L , !l, ct~tisil~ )L. 16 47,

( l ? Kclla vecchi:) prtiiica dore

rtierile

Co~ncnel]' omiciclio non si tia la ipotesi ilella puri1 t-olpa sc noli dove riialichi ad un tempo t! In ~ o lontU di dar rnbrte, e In preirisione attuale (li FUterla recare cori la propria azione, cos In figura della lesione purariicnto cul))osir nc)n pu0 trovarsi se non dove manchi ad rin frmpu I;L ~ 0 1 0 l l t R C la previsione di ledere la porsona. 1 vera configrirnzione della Ic?sioiio colposa cfsit(:: , n 1':wfenza (li clririlu~icjrreintr:nzionc direitfi ;icl nfft+ncl(:ic! la persona, altrAiiric~iti stri'pc 1;t c~rlililir;~irin~~c: dclln colpa infi~nuatn ( ~ c J ~Iicr 1:ir prc:vnler~rltieda O Stn STI 1111clln. l,t! rniiorii g,ririr.irlir*ller h pr}liiiYhc c1ic.f

per principio generale fanno ammettere la imyutabilita della colpa come regola comune a tutti i malefizi che proclucono un danno immediato non reiptegrabile, proceclono naturalmente anche in proposito della lesione. Soltanto sernhrato ad alcuni legislatori ( e fra questi al legislatore toscano del 1553 ) che dovesse lasciarsi da banda la repressione penale nel caso di lesione leggera colposa. Cit put bene ragionarsi su quello che noi (S. I26 ) riconoscemmo come vero principio fondamentale della irnpatabilita politica della colpa : avvegnacli sebbene anche nella lesione leggera siavi proporzionalmente un danno immediato, pure cluando questa i., colposn il clanno mediato che ne deriva cosi lieve e quasi impercettibile da non meritare che si ponga in niovimento il magistero punitivo, bastanclo la via civile alle riparazioni dovute all' offeso. In una painla manca al fatto dannoso lo elemento potltico peib cle~ a r l o delitto (2). a
(1) In proposito delle lesioni colpose si moclernamonte : riproclolta con qualche calore fra i giurisii e medico Legali la dispuia relativa alla responsabilit in viii penale dell' u f i cialo s:iriitario, che procedendo alla ctira di" un irifernio cori nieiodi contrari ai precetti della scienza, o nell' uso di cotesti metodi non adoperando la clebita diligenza, abbia cagion;iio In storpio del paziente, o gravi ilanni alla di lui persona. Su ci, i da vedersi la dissertaziotie del B i t t c r m a j e r : l inserita nelli ECO dei T~~iDzourli 871, c 872. In prin?&t$. cipio iistralto parmi che la cloltrina si debba slringcre nelle sc>guenti proposizioni: 1.~'il medico chii.urgo versando in un' :irte cosi diacile e controversa non poir dirsi rrsponsiibilc ili ci;) clie i? ilipcso dal ~iuclizio scientifico, perchi: nella ciirii iihbia osservato i dettati di iiun sciiolii p\uilosto c l i ~tli

un' altra. Lnonde rriale gara sostenibile una rmputazionc d~ colpa che contro lui si appoggi unicamente sulla censura drl metodo prescelto - 2.0i medici e chirurghi essencio posLi nella necessit di agire, e spesso dovendo ~ g i r e con p r ~ c i p i lazione ed urgenza, uon potranno tcnersl responsribili crirninalrnente di uua irascuranzd od orai~.cioiie l r p e r a , nella quale siano caduti applicando il metodo scelto 5.vuando perb la trascurrnzii presentisi talr: da esaurire i cariitteri della colpa lata, le divergenze delle dottrine e la necessilS, di agire non possono in puiito astratto di diritto naeltere gli ufficiali sanitari al coperto dalla penale responsabiliti. Tutto la difficollh nei casi pratici si ridurr8 a provare In colpa lata.. e sar diEcoli8 mollo grave.

Come I' omicidio i., praterintenzionalr. ry~andovi fu volontit d offendere la persona, nla non vi fu volunti e neppure previsione di ricciderla; rosi la lesione assumer8 la forma di preterz'n tenziontd.Zc' quando vi fu da un lato la vo1ontB d i oirendcre 1s. persona ma non si previde attualmente di poterle arrecare quel tanto male che in fatto venne recato? ma che peraltro era possibile allo agente di prevedere. Cosi la nozione deHa losione preterintenzionale non puo assolutamente applicarsi a questo titolo in genere considerato; ma solt,anto ad alcune delle sue specie comparativamonte ad alire sue specie. Mi spiego: non possibile configurarc, una lesione leggera proterinteiizionale, perchb la preterintotizionalith presuppoile 1' animo di offendere la persona ; onde la offesa leggera esserido 1 inflrno ' grado della offesa, noti puO sceverarsi cotesta ipotesi dalla forma del vero dalo con lo stabilire una dif-

ferenza fra is previsionc dell' agente ed il resultatrj. Potrn tutto al pi xnailtenersi, come ho iletto, ltr distinziorie h a dolo deterrriinctto, e dolo indeteri~iinato pefr via di sottilissima investigazione, ma la preterintenzlonwlita in cotssti termini e assolutnmente impossibile a concepirsi. Questa figura particolare, che per lungo descrissi al S. il01 e segg., non pni, trovar dunque la sua applicabilitu al titolo di lesione, tranne sotto il printn di vista. del rapporto differenzialo di graviti fFu lesione e lesione. Potrh dirsi vi fu I' animo di Ieclere leggctwnte$zte, m non I' animo n& la previsione (li ma ledere gl-a~enzc?zte. ammenato tino schiaffo; si Fu ebbe anima certamente di offendere la persona rna iie consogai un passeggero delirio ncU7 offeso, lo che rende grave la lesione: ecco che la ferita grave potr dichiararsi preterintenzionnle ove i1 giudice si convinca che il colpevole non volIe cagionare quel delirio, e neppure preuirle attualmente di poterlo cagionare, quantarique fossc possibile di prevededo. Polrh dirsi del pari che vi fu 1' animo di ledere graveriaetzlc, ma non 1' animo n& la previsione di recare lesione g~*avisstlz~a. recata una Fu ferita lo. quale cagion la perdita pelyet~adi un s c i m nell' offeso, Io che rende la lesione gravissi~~ta : questa lesiuilo gravissima potrA dal giudice dichiararsi preterintenzionalr? c.lriando egli si convinca che fu voluta o preveduta soltanto una lesione grave, ma non si vdle n6 si previde atiualrnente quella pe~peluilu di danno che deva il titolo al sommo sotto il rapporto della quantiti\ iiatrira!e: wna cIi(a peraltro era possibile all' agente (li prnvorlerc simile resriltato. Vor,. H. I;

82 -

I j 11 codice penale Francese del 1810 !drnconianri in ogni siia parte) non aveva tenuto conlo n!cutro della teorica della preierintenaioiialitd. Ma passando recisamente dai fatti roiolafari e dolosi ai fatti nipramente colprrri, aveva Idsciato una deplorabile lacuna nella grad;iziniie dei reali di s:ingue. E qucsta lacuna ( come osserv:i B l i~ n C 11 e qicrilri8mc etude pqg. 644) aveva condotlo li\ Cdssazioue di Francia od smmetter^ cbe 1' oiiiicidio pt.tc?.inlenz;io~iolrsi puriicse alla pdri del uolonlarin coli la falcrba a vila. 'rale esorbitanza f i i corrptta rri~rcla legge del 28 aprile 1852, cbe riforrri;irido 1'arL. 309 vi npgiunse uou disposizione per la quale se dalle offese volootariarneule infcritr: senza intenzione di recare lu ir~orfc, questa ne fossc, ciodonostante consegiiita, la penalilk si ridusse ad otia media fra q~ieliiidell'omici(lio C q~wliadella Icsionp, vulc a dire dei lavori pubblici a tenipo Wn le riforiiie dogli crrori incorsi In 1Jn codice penale, ri4 C ~ I ~dalla I ~ P S umanit r: d:i!la giustizin, nou s i fiiono svc?iililrntamente CIIC a ritroso ed incornplctamcnle. La lasica e la gill~li7.1;1 a\'Wbbt? COIIS~;:LIPLO I rifortuatori di Francia losto~lli? avevano rlaorioscirito 1a teorica della j)rctertntciuiua&irlirci nel titolo dr otliicidio, ad accettarla in tutta la l i n ~ aed applicarla eziaiidio riel Lama delle Icsiotii g~uui.Ma qui s i drrrstirotio qir1.i lfi~islatnri.Cosiccht inentrc stuh.ilirotio COI IIOYBIIO srk. 509 c l i ~ uvesse cagionato ad allri muir'kraiunr ciii con le v i o l ~ ~ n ziiiferite dovesse punirsi coi1 la reclusiorio da c ciriqiic a dieci a n n i , non iivvertircino alla ipotesi rlellii p7.Clc3ri~+tu~l~ionalilrt, rimase colpito della reclu~ioiie tanicl e cos cr)llli CIIO ; I P ~ S S C 11S;ilo qiiclle vinlciize crl jttie esplicilo di mutilrire, qiiniito chi le rtvessc inforile sensn preoeclcre che di%raziataiti~nie iie C I I ~ I S P ~ ~rnutiinzione; r il vacctiir) ~ S S ~ errore m i f u carrello ctie per rnrl, Probabilmcntc arrcba qriest:~ ~ o l l a quei rifoi.m;ltot.i si sdr.ij;iroilo sul pei.icoloso origlierc della spcrauza delltl atteiruiirili, e Iiisciiirorio ai giiirnii la ciirii di ri1wrai.e n quei vizi I ~ ~ i s I i i ~cih ei essi ;~vcvanoIlr v nlisdioue (li e!iiritt\arr con prcrriii pnrllirti e oths[ariti.

Ecco i termini risi qua!i ~irocjedela nozione dclla prt?terintenzi~nitlith applicata al titolo di lesione persunale. In cotesti teriiiini tale noziuue i stata s a ~ : zionata in perfetta conforr~~itii le rsgole rlellrc. con sceuza (l) dl;l codir:e peii:il:t Tosc:<no all' art. Y!iO. Questo articolo ~ ~ e r a l t rlimita lc condizioni della o preterintcnzionalitri alla sola diffkrcrizinie nel rapporto dello affetto coli lo cifeltr~,che puG interacedei'u fka Irr lesiotic~Iegzera {la un Iato. e I:r grave o graeissirrin d;ill' i~itrolato. 3: verame~itela clifTerconzinle fra la lesione gnire cln r l n ]rito c la leeici~ic. gravissima dali' altro Iato, rlriclriitiny rie iti~nlrnciite pgssa concel~irsi,ella cosi difiailc n stabilirsi in 11l'atir~a una legislazione rmsitiva puij liciic! riclie sl~arrni:rrr;i di clescrivcrrie i tei'iriini, 1;isciaridone all:~ prudenza del giudice frz riossilile valutazione r-iel dr:teinriiin:!r.r: la qiinntith dell:~pc?ila.
(1) Lo J o g c rri n n n jdisacrinzion~ t , sullo icsirlnra pcvsnnule pug. 262) rccisarncntp negir la prissibtliti pratica di cotesu vei'ificiizion~.Secondo lui, se i. pos~ibilcstnbilirr cori ccrlezza cbt- iI ~irrdicabilcvolle piulioslo f(arirc clie tircidere, O uccidere anzichc ferire f;ollariio, non i. dei p:iri possibile stabilire riei casi coricrrii che Io iizeilto jsttluisse i l ciilco~u preciso di ferire Ieggeniipnre anziohi: gi':iverrieiilr, u pirittosto gravemente clie i~ggerrnente. L8 osservazione d ~ l l oJ n SPm a a n B giuslissima in piiilin rli f;illo, e s a r ~ b b c vnluialiile se la preterinletiziortalit& dcl Ceriui~nlograve si ragiori:issc. ecclusivamento sui calcoli d ~ l l a vlilonlri. k1,i la doLiria:i tcrrcaria

iagioria piuttosto sui ciilcoli dclla prcz~isionc. Ora prciideritlo per hase il corso ordinario degli nvvcniineiiri ed il riebbe

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ontoiogico pik o mrno strelto di cdusa ad effelio, si puo bcnissimo stabilire se il vero od il falso ~Ilesliiil giudiaibile quando deduce che non previde quel risultiniento dal fritto suo cagionato. Ed allora se il giudice si piiii cori~lncereper conoludeiiti congetlure che 1' asente noil p]-evide il ferirnentr.8 grave ma che potea prevederlo, mi sarirhrn che sia una 1ol;ica necessiti concluderiie che non lo ~ ' o l l e . qaest,i concl'isioticA B viene ad adagiarsi sopra I'assioma, ig?ofi riwlla cupido. Sembra che lo J a ge r u n n non nm~neltaaltra distltizlorie n che quella fra I' animo diretto it Ju?i,&eggiure In ficrs~)no, ' : 1' zihimo dirclto soltanto ad irryiuri~re, couie nello scbiafh: e quindi ammette che in questo secoudo caso il feritrieiilr* Srave conseguilo sia a teiiersi conie cr~fposo; e riel yriiiiu C ~ S Osia sempre a tenersi carne intenziorrtile. eviclrnte atla lo J a g e r n a n n non lireride iti csanle la dottrina d c l l ~p1'cl~rfntenzio)lnlild dominaille i11 Toscana. Questi doiirin;~siabilisce fra la colpu pura ed f l rloll) puro una fjgiira intermcdi;i e d' indole tulla siia propri:^, risiiltante dalla pesmistiniitl di dolo, c di colpa; e per la trlrdct.ima ci ner;:ino tra noi :iliribcdue le proposizioni dello illustre alemaono, Non s i arnnietle che debba lenersi come puramente cotpnso il ferimento grave o la uccisione prodoita da uno schiaffo, perclii! quantunque nello schiaffo 5i voglia considerare come prcvulente i l fine di fiire ingiuria v i pur sempre il disegno d' i0~iuriat.ecoi mezzo della offesa reale alla persona; vi cioh il dolo sp@ciale dello lesione personale. Non si nnimelie che cigni lesione grave cal;ionnta con anlnio di oflendere dehba punirsi come intenzioiialc qualido risulti che la gravit T un efletto assou lulameate imprevedulo. All' uno ed all'altro caso la pratica nostra SuP~liscecon maggiore esaltezda mediante la fisura della ~ ~ ~ e t e r i n t e n a i o n u l i ~ .

Ma poichb il titolo di lesioiie sta nella scala dei rnalcfizi in una sede intermedia, cosi la indagine

sullo elemento intenzionale in questo reato non solo vuole essere proposta pel fine di abbassarne il titolo o la imputazione, rna anche per 1' opposto finc di elevare 1' uno e l' altro. Non solo pu esservi ragione di dire che l'effetto ha superato 1' aretto al fine cli dichiarare la lesione o preterintenzionale o colposa; ma pu esservi ragione di dire tutto al contrario che 1 &retto superava l' eretto inquailto' che il feritore intendeva a recare lesione grave o gravissima dove non l~rocacciche lesione leggera, o intendeva recare morte dove non produsse che sola lesione, Lo che portando a definire il titolo non pi secondo lo evento, ma secondo la intenzione, al malefizio rappresentato da quello viene a surrogarsi la nozione del tentativo; per la quale il delitto o cambia titolo o classe se la intenzione era diretta alla morte, G riceve un aumento di quantith senza variare di classe se la intenzione era (liretta a pii1 grave lesione di quella prodotta.

Sotto questo punto di vista ci basti ricordare i principii generali che esponemmo alla materia del tentativo. E specialmeiite la necessit, indispensabile nella quale rersa chiunque voglia affermare che il fatto non si deve definire e misurare dallo evento, ma da una piu atroce intenzione: la necessit io dico di costruire per argomenti distinti la prova dei due estremi indispensabili al teiitativo, cioB dello elemento materiale e dello elemento morale. Lo clemento inateriale costitnito dalla potenza nell' atto esterno di procnrare quella maggiore offesa che si

sostiene voluta dall'agt?lite. Lo alemerito moralc SI restituisce dal disegno deterrriinatu di tari;ioriare quel male maggiore che (quunttinque gii xtti est>guiti avessero abilita di condurvi) iion si giu~ise ad ottenere. Nel tema pesente e pi iniportante che mai ricordare coma si cada in un errore giuridico tulte Ic volte che si v u o l ~supplire Ia prova del primo elemonto con la prova tli:l wxondo, o viceversa. Ti titolo di lesiuuo esulerebbe quasi ai'i'atto dal f ~ r o la sola poteilza degli atti, cioP. la sola se abilita dello strumento iixitore ad cssere causa di morte, supplisse senza pii1 alla 1)rov:i clolla pii1 feroce intenzione. Poiclit? ranr essciirlo la ipotesi di una ferita che rion abhia (date certe coiidizioni materiali) potenza di cagionare la morta (a. moilo cli esempio, per t,etano o per cancrena) tutte le lesiolii, specialmeiite con ariria, si convertirebhcro in tentati oiiiicidii. L' animo pii1 forcce non sempre acconlpngiia l'riso di strumenti capaci di cagionare danno gravissimo, e che l' agente adopere senza scclta perch0 la occasiono glieli somniinistravuoa. Quest' animo dunqrie ha bisogno di essere dirnostrato per altri srgometiti suoi proprii.

Deve inoltre ricordarsi clie la ipotesi del tentativo non solo pub essere relativa sfl'omicidio, ma ben anche alla lesione stessa, e nei eonprui casi alla lesione grave o gravissima. In pratica cii, talora si scorda. Tostoche un giudicabile ha ferito cori arrm ( e pii1 specialniente poi se ha esploso un' arme fuoco e non ha colpito) si corre subito alla ide3

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rlsiniiiautf: dell' oinicirlio, Il dif~nsurcsostiene che no11 vi e niente, ijuasichb quello esploilitore volesso soltanto metter paura: lo che puO essere nei cougrui casi, iira non sempre. I,' aceusxtoro non transige; si afrra t~,n:icb alla o~uicirliotentato o mancato: per Ini chi esplorle arnse carica vuol sclmpre uccidere. E i giudici flrittuanti fra questi duc estremi (che spesso in faccia a1 T ~ Y Osono egua1inent.e errrixiei ) esitsnu tra 1' accettare l' affermazione o Is negaziorie, e dimeriliccrilo talvolta il terrniilc medio della tclzlnin Ie.cio?zrr. Eppure durrubbc essere rlucsta la solrizioriri piU frequente clcl pi.6l)leilia pratico, per la incuncussa ragione che xicl d~ihbiosi dave presumere la intenzione pii! vtitc, 1: 1' animo meno advagio; e perchc! in fatto la idea dellzi triortt; del lipmico i: la piu rnia ed eccezional~!: co~x~c! ~iositivo i! i: fatto che In conseguenza ~ l l r RARA della ferite (3 la morte, Io non so ronic possa ttitti i giorni tranqrxillamente afierrilarsi che la morte la consegttenaa o)-dinavil;ce nn(vrlal~, almeno In conseguenza pti/ o probnbilc dello esplosioni di arme a fiioco. Per dilcguarc dalla rnonte qt~esto l~regirirlizio smerititv dalla storia (lei fi~tti,non occorre andar cercnnilo i registri dogli ospcitali, gli annali della chirurgia, ci le statistiche delle l~attaglie;tiasta cuilsultace nelle cai~c~llerie criminali i processi di ferimantu con arme a fboco, e cd?mptirarli ai procossi cli uccision~ con arme a frioco; e la logica infallibile dei numeri ~lirilostrerik errore ili yrrellc? <tffermazione. GJrftsta lo osservaziano importantissirria, specialmente rluantlrb i' accusa nljil si limiti n1 solo tentativo. iiirr vogliti spingersi all' assunto dell' omicidio inuncato, il qnnie rina trisi anligiiiridica quan~iaIn riuii uvvetluta

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morte fu la conseguenza piii frequente e pii1 facile clel modo scelto alla offesa, nnzich;. di uno straordinario Igrtuito.

S.

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Per ultiino da cercarsi se per avere la lesione riolosa sia necessario 1' aninio diretto precisamente al fine di reca?. dolore fisico al nenzico. I1 dul~l)io non nasce quando l'atto si e diretto esplicitamente alla offesa della pl*opriat. Allora se ( a niodo di csempio) nel rullare un oggetto da dosso ad altri si viene accidentalmente a cagionargli un dolore fisico, o una lacerazione alla pelle, la lesione sark evitlentemento CO@OSU; perchb il clolo diretto alla offesa della propriet C troppo difforme dal resultanlento del danno personale per congiungere in un solo i due malefizi. Ma il dubbio nasce quando si faccia la ipotesi dell' animo diretto alla offesa pur sempre della persona ma in un diritto diverso cla quello della integrit fisica: per esempio alla offesa tlella sua lil~erth,o del suo onore. La questine non si k generalmente considerata conle meritevole di serio stuclio; e la maggior parte dei giriristi e legislatori indistintamente riconoscono il titolo di ledolosa in qualunque offesa causativa sione ~~ersonale di dolore fisico, rluuntunque risulti fatta piuttosto coli animo di offendere la persona nel suo onore, atizicli di recarle patimento al corpo. Vi ftirono per6 dei legislatori che previdero questo caso, e lo i.isolvc?ttcromantenendo il titolo di lesione personale tlolorc:~ beneh mancasse l' animo di recare patimento al corl~odel nernico. E pi singoltire si ii: che questi legislatori ben lnngi dallo impropriare in simile

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fattispecie il titolo di lesione lo ritennero meritevole di un aggravamento. E notabile la sottile distinzione che si raccolta dal codice del Brasile all'art. 206, ove le offese recate al corpo col solo fine di fare oltraggio sono punite diversamente dalle offese inferite al corpo col fine cli recare dolore. Chi ferisce leggerniente col fine d' ingiuriare pti9 essere punito col carcere fino a due anni: chi ferisce leggermente col fine di recar dolore non pu essere punito (art. 201 ) che col carcere fino ad un anno. Identico l-~eiisiei-o ispiro il coclice Spagnuolo all'art. 345 (1). Le. ferite leggere possono essere punite alternativainente o col carcere, o con lo esilio, o con la multa. &la se furono commesse a fltze 8 ingiu~iare, con o aceiclentalit ignonziniose, im preteribile l' applicazione simzcltunea e della multa e ciello esilio: ecl anzi il P a C h e C o nel suo commento vi vorrebbe congiunta ancora la carcere. Sicch il fine di ledere l'onore col mezzo di una lesione corporea si considera da cluelle legislazioni coine una circostanza aggravante. Qual' la ragione di cotesta teorica? L' aggravante appartiene essa alla quantitk naturale in quanto il reato lede pi di un diritto; o alla quantit politica in quanto per la lesione corporale clie offenrle ancora 1' onore si paventa il pericolo di duelli? Entrambo queste idee possono collegarsi logicamonte coi principii fondamentali. Ma il vedere c.onsiclerata come aggravante una circostanza che a prima giunta al volgare sentire apparirebbe una diiiiinticnte, e travnrsi ci in duc codici che reggoao popolazioni specialmente sensibili in punto d' onore, mi fa credere la seconda spiegazione pii1 vera della ~rin-ia. clie rruolsi di cici, n noi basti per il tenia Sia

presente poter tenere come proposizirlnr: sicura che nel linguaggio e giure moderno (diecchi. p0tess8 sembrare ai romani) anche nelle percosse airimenate pel solo fine (1' ingiuria si riconosce il titolo di lesione personale dolosa (t?).
,l) Cotest,i idea ai si era torruiil~tncon ar~~tiugiie disposizioni nel progetto dcllc Cortes del 1822. Laonde non escendomi riuscito trovare in leggi o scrittori jtiu aiiticbi la dottrina che di tale aggravamento, p'trnii si possa coti~etturase il codice Brssiliorio lo prentlesse ad iniprestilo dal priaio progetlo spagnuolo. Non trovo tale idea uri Fueros, n& nelle Purtidas. Sicch (salvo che i mici si,ndi siano riusciti iricoiripit*ti; la genesi di sifi;itto aggr;ivari~rnlo risnlircbha alld Spagna coslit~izionale.Allri forse pi erudito di nie pi~trh trovargli origine pii1 reniola. (2) Analoga alla quesiiout~che sorge iritoruo alla lesione corporale operata con I' anirno rion di danneggiare il corpo ma di f,ire oltraggio aii'onore, 6 \;i clucstione reiativ:r alla spinta, Tale questione io vidi agilarsi cori grande caloi'e in faccia ai tribunali lucchesi, e fu risoluta con una decisione emanala dalla Rota Criniinaie il giorno 6 aprile 18g2, la quale dichiari> che anctie la spinti costituiva uiia vera a propria percossa. k indistintaniente percossa (Tu delto) qiialuoqi~c! atto col qiiale violentemente si spinge la Iiraiio contro il corpo altrui. ()iiesto concetto risponde alla nozio~ieniateriale della percossa; ma la ragione di dubitare non dovea tanto cercarsi nello effetto, o nella natura dell' atto mnterialr. adeperato contro il corpo altrui, quanto piutlosto nell' ctllinlo della agente. Una spinta polri talvolta arrirrieriarsi con 18 iuienzione di rpcare dolora fisico alt' avversario; rna il pi speuso potr essere informata dalla inteiizionc di iillotitat~ai.lo da sa, o di fare un atto di disprezzo contro [li Iiii. E s e rnalyrado questo diverso animo si riconosce nella spinta una vera e propria percossa, oib torna sollo fornia diversa a di-

mostrare ciie ia essenza del delitto di percossa ci ;ipp,rga delle condizioni m ~ t e r i a l purch proceden~i un animo ostile, i da senza esigere che quect' aniino s i diriga al fine di recnre dolore piuttosto cile di allontanare, O d' ingiuriare I' avversario. Queste difficolt rnostrano il pericolo in cui si vrrsa accc:ttando la definizione soggettiva della lesione. Tirdre i cjpelli, fr.ipporre un inciampo ad altri perch cada, gettare un tizzo drdente sul corpo altrui, ed altri simili atti, incontreranno essi il divieto deila legge che adoperb il vocabolo percossa? Usate invece la deiinizione ojqettiva. La essenza del reato sta nel dolore fisico prodotto: i mezzi e l'animo, purch ostili, rimangono indifferenti. Da questa idea che confesso in me dominiinte dell' ahorriinento coiitro qualunque definizione che un codice penale voglin trarre da una muteriulitd soggeftiva i~nzichi!( come dovrebhesi ) dail,i oggettiaitd nzorule o yiuridicu s' informa cia cdpo a fni:do il piccolo trattato che vengo pubbliciindo sotto il liiolo d e l l ~dcfi)>iziotii peri~~k18tr giure pennle, o s e ne inforniano ~ ) ~ i r ~ c ciiole in Lie rd osservazioni che ho fatto in questo Programrnn. Anche nel presente Litolo la definizione francese colpi e ferite (art. 509 del codice 1810) era desiiiita da uii criherio maleric~le e perci aveva dalo luogo ad infinite questioni e perplessitk. Vedasi B l a n C h e qrcatridnle elude n. 560. Nel 1863 si setit in Francia i l bisogno di correggere anche questa viziosissima definizione: ro:~ non si volle gi mutare la falsa viil prediletta da quei legislatori. Si allarg la descrizione delle materialit aggiungetido nel nuovo arlicolo 009 otc eonintis toute autre violence O I L vuie de fuit. hIa lo ulteriore svolgi~nento dei casi pr,~Iici non mancher di mostrare la incompletezza anche di questa nuove definizione, perch tale I? la conseguenza necessaria ed inevitabile di lultt? le defiriizioni soggettive. Il codice Toscano con la formiila tiitta oggettiva lesione perso?ialc ha supplilo al bisogno con la pii1 nitida sernplicil ed eliniinato lutti i pericoli. Lr? riformr Lrancesi del 1832 e del 1865 sull' art. 309 ( intorno alle! quali k a vedersi Ula n C h e Qucttri2nic ettcde pizy. 641

furono i n tutte le altre parti lodevolissime, ma non pot neppure questa volta dimenticarsi la mariia dei criterii materiali nelle defiiiizioni. Anclie la vecchia pratica somministra mollissimi esempi dei pericoli che inevitabilinente tengono dietro ad ogni indicazione di ataterialit caduta in una definizione lieiiale. Nc allegher un esempio come ameniti, che lo tolgo dallo % u c c a r o Decisiones Lucenses cvinlinnles decis. 11. Urlo staluto pubblicato dallo Eccellentissimo Consiglio della 1\~pubblica lucchese nellz anno 1600 aveva minaccialo la se ulczin cittiidiito perczcopena di cinque anni di esilio t r r clllro cittadino con un bastone. E bene, avendo la signora Isabella Frediani bastonato il sig. Stefano Orsetti i l giudice criininale decise doversi irrogare la pena pecuniaria del giiire comune, e non la pena inflitta dalla legge locale, perchi. queslo statuto penale ed odioso parlando di uomo non poteva estendersi alla femmina. Meno si definisce in pcnale nieglio si definisce: e il codice migliore cos per i $ridici hlagisirati come per i giudici cittadini quello che meno definisce, perch la locuzione indefinita eqiiivalendo alla rioiversale non vi caso che a quella si sottragga; laddove i l dc/?nito lascia sempre qualche caso imprevisto fuori di FC quando desume il su6 criterio dalla materia anzicliG dalla idcaliti.

Segue lesione personale.

.Inclie in questo argomento ricorrono fra il titolo


di lesione personale ed il titolo di omicidio termini

(se non di perfetta identit) di tale analogia da renderne semplice e rapida la esposizione. Gia cunosciarno (S. 2 14 1 a 1120) qual sia la differenza che passa tra i criterii delIa quantit ~ ~ o l i t i c c ~ e i criterii della quantitj szcctzcvale di un malefizio; ed e inutile ripeterci. Gi conosciamo del pari (S. 1121 al 1231) quali siano i criterii speciali della qatctfztita politica dell' omicidio. Sicche non rimane altro a dire tranne che per 1' analogia fra titolo e titolo, i criterii della quantit politica si classano nell'unno come nell'altro; e notare in qual guisa se ne mo' difichi 1 applicazione cosi riella nomenclatura, come nelle misure.

I1 criterio desunto dal dolo distingue anche la lesione personale in lesione iv~rovvisu, lesione pree s~zeditutu(1). La ragione dell' aumento di qnantitsi politica per questo lato scaturisce qui pure dalla considerazione che altrove (. 1 1i 6) svolgemn~odella minorata potenza della difesa privata; e cosi nel maggior danno mediato che sviluppa una lesione commessa al seguito di meditato disegno. Questa circostanza porta spessissimo appo molte legislazioni ad un cambiamento anche di specio di pena cluando trattisi di lesione grave. Cos pel codice Francese del 1510 la preineditazione, che nel ferimento leggiero operava soltanto un accrescimento della drirata del carcere, produceva nel ferimento grave il passaggio dalla pena della reclusione a cluella ilella galera. Nel codice Toscano ugualmente non carnbia

specie di pelia per la lesione leggiera, ma sulo prolunga la durata del carcere ; mentre per la lesione grave la premeditazione opera il passaggio (art. 327) dalla pena del carcere a quella della casa di forza. Ma nel codice Sardo all'art. 544 la premeditazione nelle ferite leggiere aumenta la carcere nella sua durata ; e nelle ferite gravi che sarebbero punite con la relegazione (art. 538) fino a 5 anni, e nelle gravissime, che sarebbero punite (art. 539) con la relegazitirie Ano a 10 anni, la premeditazione (art. 540) annienta la pclia di uno o due gradi, lo che vnnl dire che non vi caniliunrento di specie.
'l) Coi1 iinportanza pralica rninorr, Iiia con identico iriieres6:e sCi~riiificorisorgono iri proposito della lesione personlilc e della prcrnedilazion;. come iiggravante di qiiesto realcc lulle le qiieslroiii relkitire allo errore di ptnrsona che toccarorno t$. 1 136) iri 1,ropo~ilo tfella stessa combinazione nell'nliiicitlio. Aiiclie ri~ilalesioiie premedilata riesce i l dubbio se chi iivendo tlt.iihrrato di ferir C;ijo, per errore feri Se$, d e b t i ~r.isporidcre della Irsiniio olie oi~er conic di lesione b, preriieditata. Gii argonienii nei senso a~erni:itivoe iiel scncn nesativo lorriano i i t l esser I' islessi, e percib s,ii.rble inlilile riprodurli. Olti e i col; cilaii [ J U vi~dersi Y n n II a s s e l t ~ ncllii dicscrlazioiic d:i lili drstiiiaia ai coinmento suli' art. 295 dei ccidice peoiile Francese, ove da pi13. 51 a 60 esporle Iargnriieiile la dottrina dello errore iiri delitti di sangue.

Quello che da noi s'inteiida per premellitazione, quali siano le sue condizioiii essetiziali, e quali i problemi che sorgono in proliosito della niedcsiina, lo esponeriiriio Iargarnerite al S. .I l h l e segrienti, t:

basti qui richiamarlo senza tornarvi sopra. Anche in proposito deile lesioni esiste fI.a gli scrittori e legislatori moderni quel differente modo di vedere colti. Avvegnaclllt alcuni abbiache gii avvertin~mo no volato adeguare la semplice ~ifiessz'onealla vera pt*e~sdituzioone,quale universalmente riconoscevasi nella scienza e nella prat>ica.Lo che porta a ravvisare il somrno grado del dolo nello essere il medesimo dcterminato all' omicidio o alla lesione prodotta, e accompagnato da freddezza dell' animo ; lasciaildo affatto da parte l'altra condizione della mora, o i?zlevl;allo di tenyo fra la determinazione e 1' azione. Noi ripetiamo ancor qui che le distinzioni fra dolo determinato e dolo iiideterniinato, e quelle fra animo calrno, t: animo esaltato da forte passione ( quantrinque ingiusta, e non accompagnata da efficacia degradant.e) ~roglionoessere tenute a calcolo nella misura della imputazione. Ma non possiamo persuaderci che sia conforme a giustizia dimenticare affatto lo intervallo del tempo, e la preparazione dei mezzi come circostanza che eleva ancor pi la quantitti politica del delitto, oltre la circostanza della ?*ifTessioione. L' omicidio, o la lesione cornniessa con ?~iflessio.i7e s e cotesta parola s'inten( de come vorrebbesi intendere dai dissenzienti) non potrk mai, per quanto grave, considerarsi come il pih grave fra gli omicidii e lesioni sotto il rapporto (le1 dolo. I1 fi.eddo proposito di uccidere o di ferire, & piu odioso e pericoloso, che non lo slancio irriflettuto della malvagitd. Ma a quella odiositli sotto il punto cli vista morale, agginnge grandf: peso In perserprnnza; come a cjnel pericolo sotto il punto

di vista politico aggiunge grande peso la preparazione dei mezzi (l).


(1) Parve a taluno che I ' I I a u s fobscrvntions SU^ Ic projet <lu code Belgc vol. 2, png. 171 et suiv.) propugnasse la doltriua clie escluderebbe il rcqmsilo dellt intervnllo nella premedilazione. Ali1 a ri~e seiiibra clie I' insigne criniinanoi1 lista vada dire1tiiriiente in codesto pensiero. Egli esclude la premedilozione dove siavi bullor di sdegno, 0 ubi.i;icfiezza nel monieiito della dcterrniii;izioiie, e in cib va d' accordo 1:oii la teorica toscana, e in questo senso egli esige la rillcssiorlc. Ma l' un concetto ben diverso dall' altro. Xon pub 1'1 iegst! uguagliare ciO che differente i n natiira sua: e aculamente osserv N i c c o l i n i medilare pi di riflelteve; e prenwditnre ancora pi fisso, pi intenso, pi Iiingo, pi determinalo del meditare. in quanto alla necessit che nella concorrano i caratteri di premeditazione s i m ~ l i a n e ~ ~ m e i i t e subieliivitu e di oDieitiuitQ richiamisi pure ci clie tlicernnio a\ S. l152 e seguenti. Sulla premeditazione condizionutr~ ricorre IR stessa ,iiialogin. Vedasi D' A n e t li a n ([le nzedilulo delicto pny. 30 rrt seqqJ i l quale esiin~iriaanche la qiiestione delld premeditazione limitala n ferire, guardandola nel rnpporlo del codice penale Francese, cfie pregiudica tale queslione COI definire la premedilazione il disegno di attent:tse nllii persona: Va n Ha s s e l t fanifnndvcrsiones a d urt.295,4?9S codicir poe?ialis pay. 45) parlando dell: art. 205 del codict12rancese avverte, ctijus verbu et senentinm non lniitlnrniis, sed interpetrnmur. La distinzione frii meditrire e pventedit a r e si ricoiiobbe aiicorn recenteniente dalla Corte di Cassiizionp di Palerreo nel suo giudicalo del 14 novenibre 1864 siil ricorso di Vincenzo Rizzo ove letteralmente stabil clic lo avere meditato precedenlenienle ali' nzione il diseytzo di uccidere non basta a cosiiluire la circostanza aggravante della ~re)rleditaaionr,per la quale necessario clie siosi precedentemente ~11' azione formalo il disegno : ossia delibe-

r,tio ~ > ( t - ~ t ~ \ , t + ~ lI I~ C[I i Lt C~ ~ . E I I I . I C I \ ~ C ~.~IOC * ~ ~ ( , l d 1111t*-. di C C ~ I I r~ocririiru~c, tioli solo iirllr scuoie italiane in;i alicite rir clie siipremi tribunali del Regno ci ade! icce tuttavia c t r ~ t i n n l c r ~ ~ . ~ l l aclitssi~,iriozione della prenicditiizione. h'otevole In prt?positn di preirir*ditdzione ed impnrtanlici.in~ot* 11 giiitlic,iii della Corlc di C~ssdzionerli S a p r ~ l i dei 12 s e t t e i i r ~ r c1Stil refatore P i i o ri t I: ved,tsi ci;) chi. fin dettrr a l S. 11.55 iivt,~, la qiliksro ilecr~tci si stabilisce iri priirio liin,?o c l i ~ r i ( * i , Gast<i dichiarare in 5enlrriz.r che iI clelitfo Sii cnrnrriossu dc.ir*., c l i s ~ y f i ~p~~ceddenleirtr~i/e j /;ivlrittrt, s e non rieri dicFii;tr,it~ ,jltras clie il discyno ertc j~rccisrri~rr~lrtt, direilo n qirel ~lrlittr, che puscia si ci~nsumo.Qilesta prirna p d r l ~ rlellir rl~ci.;trinr coiilern~;~ regola d;i nre in diversi Irro~liisostentii<i, L.!IF la la premcditnuio~te n firr're nnn ba~trl a q11;ilifirare corri+. 1>rot1fl"lilrrto I' oiiiicidio poscin wgiiiton~.Hf~qolac h r rbbr (11 nuovo solentia s;inzioiie dalla Cassaziorir di Niipoli nel erelo 11 Iii~lio 1870 siil rrcorcc~ Ruygiero f Tctiri %ci irr.leii 1i1111~12, 1). SO 1 P clalld C : I . ; C ~ J ~ I JcliI P I Vireiizr, 111.1 tlecrr~r) li ci111 ft.f~?jr;ijo1872; Eco tlei Tr.ibtltltrli, Ir. '2j71, pug. (il. In secuodri Iiioqo l i 1 decisione dichiara clie noti basiti $ 1 afferi:ii in serilenza che i l drlillo f i ~ o ~ i t ~ t r ~ scotb prtrnec ao ditrizio~ze, e riori si ripete in proposilo di ci:ihcrin detti s acciisati e dei complici, che in~lividrinlr~~ett/r~ cictscrrito d r loro esegu con preirieditaziorio la p,irie cli azione [li crii v i r l r c ricnriosciuto colpevole. E qiiesta seconda parte (1e:l.i (leci~ioiv criii~err~i,~ 1' :iltra regola clie ho piirt> tante volte ~ a l o ~ s i i i r i ~ i i t t . so4trnuto nei riiiei ~ c r i t t i ,cio che 1' individlritri del iilolli non niente a coi~sirlernrsiin punto (li ~~reniediliizirine: rii;c invece a considrrarsi la irdiuitlrrnlitli tli,I dolo. La clue.iiririr della preriieditnzione non piiil proporsi iriip~rron;ilrnc.nie:essrr (sono parole (li clucl giudiciiloj P t c ~ z ' ngg?.ui~rrl~e trcttrr ~ I I I I rrtle: viao)ztrt nll' ~ i ~ u r edi n l l ~ ~ o i~oloiltr2d i c b i ltredittc prlil 1' trziotzl: che vllole, c elle es~gctisccdopu. O Y ~ L r; possillile rhr riltvi rispourlrt d i qitesto dalu rosi profi)~ttlo,se IZCJIA l , [ ; . 6 pr(~)lrrr ltii C / I C 1: dcsiytlfllt~e r i a ~r o i ] ~ e i ~ o l ~11orr <: ( , / t ( ce ~ , di irti i gitltlici drd /'4tr~d ) i ~ i q i ~izit/~# s o . I , , ~ / ~ t i [l~irrltbi l ( lo P VOI,. 11. 7
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