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gnit rispetto al flne pravo della libidine. E tale benignit hanno esercitato le legislazioni contemporanee. Il codice Toscano (art.

287) mentre al g. 1 niiilaccia la carcere da tre a diciotto mesi contro il ratto improprio, ammette al S. 2 che la carcere possa discendere fino ad un mese se il fatto accadde per fine di niatrimonio, qz4ando li;?*ovi ztna speciale disco@u ~zeZcosztegno di clti ha la pati-ia potest o P autorili&tzbtorin sopra Zcc dosztza. Clausola elastica, che agevoliiiente si presta cosi a designare le sevizie paterne, come la troppa rilassatezza nella educazione della figlia, ed anche una soverchia docilitti nel permettere che i due giovani an~oreggiassero.

RIa gli effetti giuridici del matrimonio fra ralitore e rapita susseguito al ratto inlproprio porgono argomento di pi speciale disamina (1). Quando lo amatore a cui fidanza erasi posta In giovinetta per libera determinazione del proprlio 'clolere, cotnpie onestamente il do~rere menanclola a inoglie, qriesuo sto fatto successivo certamente non c1istrr.igge 1' aritecedente aziooe delittuosa; e contradizione giuridica non consentirebbe si dicesse tal cosa. Pure da cotosto evento successivo due effetti risultano che la giustizia deve pigliare in esame. I1 primo si che la pi~ onesta intenzione dell' agente di condurre via la ragazza per farIa stia moglie non B n rina ipotesi n un assorto, ina una veriti dimostrata: laoncle clall' azione (le1 giudicabile radicalineilte si esclucle ogni sospetto del pravo flnc clell:~libidine. Il secondo si b che cosi composta per afitto reciVOL. 1 1 1. 31 1

p o c o degli sposi la nuova famiglia, il castigo c l ~ s ~i s'intromettesse a turbarne la pace recherebbe un male ed un disordine, che se non ha gagliardia giuridica a cancellare il delitto, ha per6 un valore politico meritevole di riguardi. P e r tali considerazioni nel ratto improprio assai n-ieglio che non nel proprio j S. 1696) il successivo matrimonio ebbe a considerarsi tanto clai pratici quanto dai legislatori come circostanza influente sulla penalitg. Se non che a questo proposito fuvvi sernpre e dura tuttavia una clivcrgenza fra gli scrittori e fra i diversi legislatori : alcuni riconoscendo nelle successive nozze valide una circostanza cliri?~ze?zte irnputazionc ;altri la invece accettaiidola solo come di)izitzzie;izte.L' ammise come semplice diminuente il codice Toscano art. 283. La procla~laronoinvece dirimente assoluta il codice Badese Ci(. 346, il Prussiano S. 20'3,lo Spagnolo art. 371 ; come giii 1' aveva arriiriessa con tale effetto il codice Fr.:tncese art. 357 nel ratto proprio (2). Ed io saidei (li opinione clie questo secondo sistema fosse migiirii~e rlel primo, ravvisando nella punizione, per quanto mite, maggiore il danno clie la utilit politica.
(1) La divrrgerrza sii qilesio ar;!oir-irrifo fu in principio proniinziatissimn fra i canonisui ed i civilisti. I prinii nd iiisegnare clie per il si~ccessivom~trimoniodovesse al rnpitoine riineltersi ogni punizione, furono i cnnonisti ; e ne addiisscro per ragioue clie il rnotivo drll;~sevcpriil~ dr*li;i priiii tl<:riv;iss~* dallo essere pi~ciibiio le nozze i'r;i i l r:rpitorc o i i i r.;ipit;i: tliil che iic des~inievtiiioclie qii:iiido fosse ;ivveiiiiio iiclic: i'oriiii~ ciirioni~lle i l inalriirioilic), cess;iirdo i:i rtigioiic dthllii Ioggc ciovev~ ezirindio cessaree la penti. 81ii i civilisti insorbcro contro L;ile doiirina: dissero clic Iu ragioiie della legge iiuri

erri riell,~ proibizione delle riozze, nia uc1l.i offesa ai diritti di timiglia: che la repulrblic;~ aveva quesito il rliritto ciIId riiorte del rapitore, e non polrva csscrlc tolto cIiit.ato diriltu dal successivo nidtriuioriio, ti& diille leggi canoniche; Ic qwIi non hanno it~fluenziisulle penalit civili: e scesero fino n ~ i i epigrammi dicendo non esservi n~atrirnotiioche non si rornp'i con una buona corda: vetlasi D ir 3 n y o n I c g i i ~ r inlrvog(ttaru~rz 121. 2, cp. 177, (~iciy.505, e i niolti da lui citali in ambo i sensi. Pii1 singolare E il pensiero al quulc si inspir il codice dei Grigioni al S. 150, dove dopo aver putiilo con otto ilicsi d i carcere il rdtto iiaproprio soggiuiigc che la prna debba poridrsi u due anni di ergaslolo quciiido 11 niatrimoriio iie sia scguilo. (2) Questo codice non ariimetle i genitori a provorare la cond~niiu del rapitore se priina non hanno ollcniito per seutenza del liibunale coiiipetente lo anniillaniento dcl iiitilriinonio : red da si RI o r i n rcp't. 8542. L' :iriicolo 554 del codice stesso selnbra pcr clie ollre le condizioni esseiizi;ili Reneralnionte richieste dalla scienza e dalla prdticti, esiga ezinndio anclic. uua speciale coiirlizione di 1uo:jo : vedabi Il o r i n cwt. 9315.

Sul qual proposito ~iiipicicc ricordare una controversia al fine di mostrare come possa 1' uso di uim o di altra parola della legge penale essere nella pratica fecondo di dispute e di conseguenze gravi ed importantissiine. I coclicc: Francese all' art. 327 1 inai~ifestanclo suo pei~sicroctie il successivo ninil trinionio dovcsse essere uila dirin~enbcusO la ii-ase ?zon pot.14 essere costdan~~crlo. Questo bastG perch nella giurispi~uilenzn Francia si clcvasse acerrima cli guerra sulla interpetrcizione ili quel]' rirticolo. I piii miti c fiIosoli fra i criiilinr~listi francesi ( M a n g i n

de I'action publique n. 117 - Le S e l l y e r tom. C, n. 5 0 8 , 5 0 9 , 5 1 0 , 5 1 1 - C h a u v e a u et H e l i e ti~i.09-ien. 30?2 - 11o r i n 7*,:i-ertoire, nlot ~ a p tn. 10 - D a l l o z r.$pe~*toi?-e, ~ ? ~ i mcofz, mot es tre les personrzes? ?t. 3 0 3 - H a ti s cozrrs de droit criminel, n. 484 j dissero che il rapitore celebrato che avesse il matrimonio con fa rapita non poteva piu farsi obietto dell' azione penale, e doveva lasciarsi in pace. Al contrario i pii1 ripicli e tenaci osservatori della lettera della legge ( B o i t a r d lep ? z s szcv le cod~z h a l , tz. 456, - C a r n o t szir le p code pb12111 urt. 357, ollse~~vat. - I1 o f f m a n n 2 qzlestions pr(:jzcciicielles 001. 3, S. G 8 G ) sostennero che l'azione doveva avere libero corso; che il rapitore doveva essere carcerato, e sottoposto a tutte le angustie della procedura; doveva esser tratto a giudizio; e pronrinciarsi contro di lui solenne sentenza: salvo che il tribunale dopo aver dichiarato la reiiii doveva pronunciare I' assolrizione in luogo della condanna: c ci6 perch la Icgge aveva detto ?zo12 p o t ~ i tessere colzda?z.lzato in luogo di dire ?zon pol~(-iesseve persegziituto. Comprende ognuno Ic gravi conseguenze alle quali conduce cjriesta scco~ida dottrina (1).
(1) Qursln dificoll non b stata eliminata con In riioriiia del 1863 che si limi10 ;i miitare neII1 ;irticolo 357 iiiiii p.irola insignificante. Vcda$i E l o i code d' uztdic?ice yrrrg. 88.

E le consegncnze si rendono ancora pii1 gravi quando (per ipotesi) durante il giudizio cririiinalc s

- 533 elevi da chi ne ha il diritto questione di nullita del matrimonio in faccia alla competente autorit. Di tale emergente bene si scorge la indole pregiudiciale sul criminale giudizio. Le regole generali portano di necessit che il giudice criminale debba soprassedere nell'ufficio suo finch il tribunale competente non Io abbia reso certo se quel matrimonio che la legge g1' impone di valutare soltanto quando fu valido, sia realmente valido o no. E poichk la presunzione della legge sta per la validiti, cosi la ulteriore conseguenza di simile situazione sarebbe quella che mentre pende la lite sulla pretesa nullit del matrimonio dovrebbe il rapitore tenersi esente da ogni molestia per parte dell' autorit penale. Ma invece nella opposti? dottrina non arrestandosi il corso delle procedure fino al giorno clella sentenza, e questa non potendo enianarsi dal giudice criminale se non gli consta della validiti delle nozze, ne consegrie che il rapitore debba languire in carcere per mesi ed anni finchb la lite civile non abbia ultimato tutti i suoi giri. Avvertano a ci i legislatori: ma se mi lecito emettere su tale controversia il sentimento mio, parmi che la opinione pii1 mite debba prevalere anche in faccia a quella lettera di legge. Per riie 1' azione penale non ha senso giuriclico se non puO raggiungere la condanna; tuttoci che osta alla condanna osta all' azione. Un fatto per il quale non puO dal giudice proferirsi condanna non pi un delitto; e contro un fatto che la legge cancella dal novero dei delitti non vi azione penale possibile. I1 non accaduto matrimonio la condizione dalla quale dipende la punibilitu clel fatto, e cosi la esperibilit6 clell' accusa. Quando l' inquisito oppone un

matrimonio che ha presunzione di validit~ spetta al]' accusa distruggere l' ostacolo cile arresta i suoi movimenti e le toglie la condiz,ione indispensabile per procedere oltre. Fiilcl~t:cjuell' ostacolo rimane fermo nel suo stato c17 implicjta validita l' accusa deve arrestarsi. E non b a credersi che diversa fosse la mente del legislatore cluando si limito a dire nofz potrd esseln& concZc~~z~~ato; si percile di codesta frase e un implicito giuriilico la negazione della persecuzione, si perchi: la conseguenza cli una ingiusta carcerazione sofferta per tempo lnnghissimo da clii aveva nel matrimonio (risultato poscia valjdo) il palladio della sua non punibilit, B tale esorbitanza da non potersi mai supporre clae il legislatore 1' al~bia voluta. Rleglio i! per0 a legge da fare, precludere I' adito a siffatti dubbi con piu chiaro lingdaggio.

Qneste sono le principali regole che alla materia del ratto improprio volevano essere ricordate, proceravvisarsi dendo nella ipotesi che il medesimo ciel~ba perseguitabiIe. Questa pero non come ~~irninalmente k che una ipotesi, clie la teorica suppone, ma clis molti legislatori hanno ridotto a niente. Infatti in questo titolo B singolare e notabilissin~oi1 processo storico che dallo avcrlo colloc,zto in prima alla sominit della scala penale i: venuto poscia mano a ma11o discendendolo per guisa da escludcrlo dal novero dei delitti. Io ricorderb tale evoluzione distinguendo in tre periodi la storia del ratto improprio; nel tracciare In ciunla ini verr fatta eziandio la esposizioric della sua penalith. Priino periodo, leggi

- 53s hipe,*inii - Secondo periodo, 23i*alicu riodo, codici co.rzteii~~~ol-uizei.

- Terzo pe-

Prhno pe~ioc7o - G i u s t i n i a n o alla I. zt~zica C. de raplzc vi~*gi~)zztviz dett clisposizioni che eccedono quanto mai possa imii~aginarsidi pit assurdo e di pi esorbitante in ferociti. Ivi si minacciava Iri. pena di morte e la confisca dei beni contro i rapitori di donne; e della pena capitale solEn?zto si punivano i loro complici cd i ricettatori, facendo a loro grazia unicameizte della confisca: e (jueste peilc si minacciavano tanto contro il ratto commesso nolefztilizts ?1az6lieribz6s, quanto volentibz6s. Avresti dett,o che ci derivasse da uno esagerato rispetto alla patria potesta, per cui si adeguasse la forza usata dai due giovani anianti per vincere la renitenza (lei genitori, alla violenza reale o coattiva o compulsiva usata per soggiogare la reluttante femmina. Ma 12 legge cli G i u s t i n i a 11 o , ripetuta poscia con la Nuvc11a 143, e 450, non ispiravasi a cio, poich procerlevtl oltre a punire della dcportazione anche gli stessi genitori i quali avessero prestato pazienza o pvrdo~1ato s i 2~udic~ztiai1z : j.ii*aebzce+*ifztuc dolo resi^, ~*enzise~~ifzG. questo torna niale a formarsi una Appo idea della oggettivita giuiiclica di un delitto punita di i u o ~ t e un fatto eseguito con 1' adesione di tutti in gl' intcressizti. Pure in bnsc: di questa legge gli antichi dottori corsero acl insegnare la regola che niente cailgiasse al delitto di ratto il consenso della rapita (1) ilb ricono1:~lero alcun valore alla costittiziotie di L e o n e (~zou. Leorzis 3 5 ) elle alla foggia di quei

tempi prir mostr di voler modificare la eccessiva


severitd del marito di Teodosia.
(1) Si vedano i commentatori alla l. un. C. de rnptit uirg ) i e n ~ .S a l y C e t o f i n codicenz lib. 9, tit. 11, 11. J ) e gli O altri in generale, trovarono la ragione di cliiesto rigore nel concetto altra rolta nolalo dclls sedtzzivne pt.eszinta, e passarono ad auermare pevsunsio ute,~t(lolosa plics est quclna ziiolcntct coccctio: A l b e r i C o d e Ro s a t e i n l. rciplores 71.7, C. de episcop. et clericis C l a r o prctica S. vaptus, n. 3 B a l d o in i. un. C. dc rnpiu tlirgi~t.72. 2 0 C u j a C i o recitcit. i n Ciicl. liil. 9, til. 15, i?$ fin. N ae vio i n Cod. lib. 9, ti& 13, n. 1 6 % i I l e t t i cons. criia. cons. 59, n. 12. La s e v ~ r i i dei dottori an119 fiiio al punto di sostenere che il ratto di doniia consenzielite dovesse punirsi con la pena ordiuaria ancorch lii donna fosse stata priva cli genitori e non avesse tufori, cnl'ens porenlibus: 31 e n o C li i o de avhitr. in c~dclil. caa. 291, 11. 1 - B o s s i o trnct. crinl. f i t . [le l ' n p t ~ n ~ u l i e r u n , 11. 16. Ma io vorrei domaridiire a costoro A CHI rapita la femmina in condizioni silYi~lie?9leno male si tratliisse di una orfana esposta, a cui fa le veci di padre e tutore il direttore dall' Ospizio ! Quella tesi colariio strana e c~iiasi ridicola d:i nou credersi se non si legge con gli occhi propri, fu perb coinbaLtula dall: A n g e l o f de drlictis para 1, cnp. 109, n. 22 ) dal S a n i e l i C e fdecis. 267, n. 13) e poscia dalla coinune dei doilori: per la evidente ragione clie mancsnclo i genitori riiuno poteva lagnarsi di offesa al proprio diritto. In Francia si puniva di morte per la dicliiarazione dei 26 novembre 1639; cli$posizione rinnovala nel1: art. 42 della ordinanza di Blois del 1670, e di nuovo clall' art. 2 della dicliiarazione del 2 2 novembre 1730. Neppure sottraeva alla peni1 capilala i l successivo ni:itrimonio. Avverte peraltro C h a u v e a u f n. 2755 ) che i piirlatxieiiii rion applicavano questa peua tranne quando i l rapilorc si fosse vnlso ili mezzi odiosi O fosse stato il servo, I' institulore, il

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confessore od il medico della rirpila. I1 rigore andb fino iid estendere a questo reato la csosa regola vigente in tema di maesl5 che i non rivelatori si punissero coiile correi con la pena ordinaria: 31 u l l e r o a d S t r n v i u in q~~!rryrna jicris, etcercitrft. 40, tit. 5, S. 41, not. e. Le cause di tanto rigore le iiccenna IJa u s nel suo eccellenle scrillo In pcine tle wovl, son pnsse', so?&presenl, so)&n t l e ~ l i r ,Cttnd, 3867, pug. 10'. L' anlico sistema di snodata severit penale perseverb in Francia fino alla rivoluzione: laonde bene osserva T h o n i ss e LI f J I ~ ~ r nj lt l r s c o ~ u u l l e les ltoisiiies Etrctagers aux J t~idcs jaridiques ne sctu~~cticilt / i ~ r ~ r ~ i e r idee prldle se ritte des e r r e i i ~ s tles criiccir[e's vili soailluiott cttcnre 1' cldnli/ii, strnfion cle la jiistice cri~liiiielle ~ U I Z Irl secolzde t~zoilik S du tlixl~uilidnzesicle. illa ;i torlo L h o n i s s e n imita H e I i e nel render comuni al codice di Carlo V, le atrocila eccitate dalla ordinanza dt Francesco I. La enorme differenza che passava nel secolo dccimotiirvo fra In giurisprudenza crirninate Francese e 1i giurisprudenza crimiiialo gei.manica non era tutta dovuta alla ferociih degl' interpetri. Questi erano stati spinti nelle due opposte vie dai due legislatori. Francesco aveva dettalo precelli assoluti ed inalterabili, ed aveva negato la difesa dei rei: Carlo invece aveva dalo con grande studio ai giudici la facolt ( e d arizi ne aveva imposto loro il dovere) di corisultare nei casi gravi i sapienti; ed aveva ammesso la clifesa dei rei. Questi soli provvedimenii bastarono a salvare la Germauia dagli orrori ai quali fu condotta i11 Francia la giustizia criminale, e clie opporlunamente deplor~a lo illustra e dottissimo professore di Lovanio.

Seco?zclo periodo Ma la pratica venne poco a poco temperando i rigidi dettati giustinianei, procedendo in principio con la formula della pena stra~rdinavia; formula cos frequentemente usata e casi benemerita clella umnnith. I1 principio dominatore

- ,538 di cotesto rimedio si i'u quello che quando il lcgislatore infliggeva una pena ( s~)ecialitienLe gravissima ) contro qualche malefizio doveva supporsi che egli si fosse configurata alla mente la ipotesi in cui tutte ricorressero le pii1 gravi circostanze del malelizio previsto. Dal clie ne dedussero clie dove alcuna di tali circostanze venisse meno, non si fosse pi~nel caso tassatiraniente colpito ilalla legge, ma in rin caso eccezionale ed improprio; e cosi non permettesse giustizia di estendere la pena ordinaria oltre le previsioni del legislatore e imponesse invece ili ricorrere ad una pena straordinaria: la quale pena rilasciata per vir& di siffatto ragionamento alla prudenza del giudice si veniva abbassando secondo lo influsso dei sentimenti umanitarii con una variet indefinita. Con questo metodo i dottori moderarono 1' asprezza di tanti e tanti editti degl' Irnpcratori d' Oriente, e con questo inetoclo vennero a dire clie anchc il consenso della rapita dovesse considerarsi coine una cli cluelle circostanze che obbligavano a deflettere dalla severit della l. 2m.d@ v7ctptu cirgiqzum. Come potessc senza uno slancio di cuore adattarsi codesto sisteiua al consenso della rapita nel proprio ratto, in faccia al chiaro testo della legge giustinianea assai ctifficile a dimostrarsi, PcrO i: indubitato che la dottrina del ratto improprio venne ogni giorno (1) guadagnando teridcno:a tal clie nelle consuetudini giudicinli di EuYopn si vide una crescente benignit verso questa fornia di reato.
(1) V o o t iti pntzdcctas lib. 48, tit. 6,

scciidersi onclie alla pena pcciiniaris

S. 6; clie aiiiinetfe
S 1 ibyh i o usus

ezode?*1zzcs pandectarton lili. 48, tit. 5 - B a j a r d o arE C l a r u n S. rnptus, n. 16 1 D e C i a n o tractrillcs crimi?zalis lib. 8 , cap. 7 , n. 21 G r o e n e v v e g e n dr! legibus ahiwgatis i n l . 111,. S. 2, C. d e rciptu viryi~azo~t P a u l u s V o e t nrl S. 8, Inst. de ptiblic. jritlic. n. 11 P e r e z iia Codicetw lib. 9 , tit. 15, 71. 3 S a n d e decis. Frisiccce lib. 5 , lit. 9 , def. 10 B r u n n e m a n n in Cod. lib. 9 , tit. 13, ?t. 20 A l e x a n d r o lib. 3, cus. 1, ?z. 14. Dall' amiiiission e del]' attenuanza merc la pena slraordiiiarja si procedette a riconoscere nel caso della volente una figura distinla cui diedesi il noine di ratto improprio: P o g g i elenzentn j u r i s criln. Zib. ti, cap. 3, n. 27 P a o i e t t i irutit. C ~ L I I L . 2, lib. tit. i B o e h m e r o elenienla jzoris crim. sect. 2 , cnp, 11, 136.

S.

1992.

Terqzo pe?*iodo Ma ai giorni nostri si b proceduto ancora piU oltre. La maggior parte dei codici Iconservano il ratto improprio nel contemporanei ( ) novero dei malefizi, per un riguardo alla violenza o pressione che si esercita sui genitori. La quale violenza non consiste giA nello effetto fiizfnedialo dello allontanainento clella figlia, ma nello effetto conseqzce~zziccle costringimento a cui si sottopone del la volonti dei parenti, che per quanto avversi al matrimoi~iobramato dal rapitore si trovano obbligati a prestarvi pazienza per rispetto all'onore macchiato della hnciulla. E simile considerazione parrebbe buona per manteiiere al ratto improprio il caratiere di delitto; non tutti perb i moderni legislatori 1' hanno avuta per tale, avvegnacl-i si trovino codici (2) ccho niente puniscorio cotesto fatto. Fra i i~~eclesirni dcvesi noverare il codice Sardo del 1859 : osso nella il~otcsi della ragazza al disotto

dei sedici anni presume la violenza del ratto. hia questo termine che chiude il periodo del ratto pro~briunon a tenersi rimpetto a quel codice come il termine a qzlo del ratto improprio, che niente trovasi dal medesimo conteinplato. In ci6 conferma anche 1' autoriti del C o s e n t i n o (codice pelzule Italictno) che a pag. ,341 cosi si esprime - fu de-

ciso ?zon esseroi c?-z3izi?zecli ?*attonel fcitto (li colzci


.l qzrale +~zclz~ce i u72u giovine qi;iaggios,e clqli ccnni

scclzci ad ctbbandonare la casa i n czci fu collocata: qzlesto fatto si risolve in ser~plicesedz~ionenon ~iunibile. la opinione adottata dalla legge sarda Se fosse stata prevalente nei codici conteml~oraneio nella scienza, o almeno se fosse stata universale in Italia, io avrei bene potuto risparmiare tutto il presente capitolo, e non venire ad esporre come rnalefizio un fatto che pii1 non sarebbe tale. Ma poichb la criminosit del ratto improprio fondata sulla vis in pu?*en(es si continua ali insegnare nella maggior parte delle scuole italiane, e trovasi mantenuta nel codice che tuttavia governa la provincia toscana, io credetti di non cloverne omettere la clescrizione.
(1) Fra i codici contemporanei che hanno riprodollo la

nozione del ratto il& pnrenles, con molla viiriel perallro intorno alle punizioni ed alla deiinizione della eli, possono ricordarsi i seguenti, il codice Toscano art. 287: il codice Prussiano 9. 208: il codice di Friburgo art. 103: il codice Spagnnolo art. 360: il codice Austriaco $. 97: i l codice di Bi~den$. 841. (2) 11 codice Sardo abbracciando questo sistenia Iia evidentemente calcato le orme del codice Frdncese. llicordii C h a u v c a u (llte'oric ta. 3018 ) clie alla coiifezioiie del codice del 1810 la Comniissione del corpo legislalivo aveva

propcslo un paragrafo addizionale cosi concepito se la IBnciullrr d i etli si1periop.c ngli nntii .vc.dici e infri.iore r i i r.@nllino hn consrntilo al xuo ropht~enlo o serjuilo volontnrirroznlc il .rnpilotmc,caslui srirY coildn~lialo(16 crrrcere da drrc (i cingile rrntli. Qiiesta sarebbe staio la nozione genuina dcl ratlo improprio: e; la comrnissione proponeva d' introdurla nel codice di Francia, osservando che le f~nciulle sono ;ippuolo pi esposte alle passioni e alla seduzione degli uoi~iini nel periodo dai sedici ai ventun' antii. Ma ( soggiunge C h a u V e a u ) qiiesta proposizione fu respinta dal Consiglio di stato, perclik verinc corisiderando che le ragazza al di sopra di anni sedici doveva abbandonarsi alla vigilanza dei geniloci, al freno della rcligione, ai principii delle onore, alla censori1 della opinione. Ed a questa considerazione alqiiarito dcclnriiatoria azgiiinsero 1: altra assai pi solidii e pisaiicu che in qiicsio periodo della vita della donna la sua sensibiliik fisica essrrido natiiralmente svegliata sarebbe riuscito malagevole iiei cabi coric:reti distinguere il caso in cui la fanciiillir avesse aderiio a ruggire per i~bb~ndono s[>otiti~nca, C C I . ~ ~ diil in cui vi fosse trascinala dalla sedi~zionedell' ati1ariit.. UPIIissinia quanto vera L1 la senleiiza con cui concluse 1' oraioic 51 o n s e i g n a t quuwrlo i colpi purlula' ci1 ctiore solio ~cciln*oci r i t ~ ~dislitlguerc il colpo f i . r i l o ~ . e ?e conle ric e c o n o s c ~ r cI' rr!lgrc2ssor-c i n irn corlllrrrtlinzeti~o nel q ~ ~ u ile l vi~tciloreerl il ainlo solio p i ~ci~nlpliciclie no,lici? Qursie consideriizioni o !:i difficoli di definire la scduzioiie Ii:iiino coiisigliato p:ii.ccclii altri codici conicrriporanei iirl abbiiridonare apdtlo !;l pliniziorie del ratlo iinproprio: comc qlii.i(o di Neiicli:itel, delle due Sicilic, cd aliri.

I1 codice Sardo dunque pii1 mite degli altri codici nel tlclilire In punibiliti clel ilatto, E pi riiite qriaiido In donna e rilaggiore degli anni ventuno,

percfik alI' art. 103 esige la .criolenza e non si contenta della kotle. k piii mite yuanclo la donna versa fra gli anni sedici e gli anni ventunci, pr:rcli al1' art. 4'34 esige per la punibilit& la viulenza o 121 frode e non si contenta della secluzione. k piii mite quando la donna k al disotto degli anni sedici, 11""(.hb all'art. 495 non si contenta come il codice Francese all' art. 356 della presunzione nascente dalla eti, ma per punire il ratto esige cli pii1 che sia accompagnato (la seduzione (l).
(I) In proposito dell'art. 4% del codice Sardo L; sortii UIICI viva polemic,~fr:i I' A l o i si o e 1' A m b r o s o l i, la qiiale Iia occupato piwecchi nuineri di giorn;ili, siil piinto di s a p ~ r < ~ s e 1':ibduzione di an,i ininore di srflici anrii cotiscnlila d,i lei, sia sempre punibile per se~luainlr~, pl.csrtnicr o s e invece occorra Iii prova ~pecitic~l dellii frode che costituisce lo scduzione. L' A l o i s i o pretende chi. qilzrndo ia ragazza ha rneiiu di sedici anni, ancorclik sia stata essa la seduttrice al riitto, i l giovine che ha contentato i suoi desidcrii s i i l punibilr. L' A rn b r o s o 1 i invece sostienfb che oltre In elti tiiiitorc cleve d,ill' accusa darci la prova spccifica della 5ediizione. Iri faccia al lesto deil' ar(icolo Sardo ha ragione pa1p;ibile l' A ni 1, r os o l i; ed io penso clie la sila opinione siil la migliore a i i c l i ~ salto I' astratto punto di vista scienlifco.

130 giii diverse volte emesso il lamento che cjuesta parola sedz~zioltesi circontli clalle nnvole dcllo inilefinito; ed al S. 1503 rricinifestai il mio pensiero sulla intelligenza giuridica nella medesima. Nnnostante credo opportuno a questo lriogo di speniler.. v rlualdle altra parola riassumentlo i concetti giu

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espressi. In ~ ~ r i n ~ o io dico che Iri iiozione della luogo seduziune non puci desuiiiersi da un criterio ~ g g ~ t tii-o. I1 ladro sedotto dali' aspetto cli r-iiia Lella gemma e dal pensiero cli poterla 11reni1er.e scnza essere scoperto; il giovine sedotto dalle celveii seriibianze di una feiiimiria. IIa il seduttore cjuello istessci che roigarinente si dice sedotto. Seuza duLbio questo primo seilso volgare della parola sedrizione deve eliminarsi nel presente tema, e porsi la proposizione che Ia seduzione deve presentare n11 elemento soggettiljo. JIa clncsto elemento deve egli riconoscersi nellQazb~zoo nei ./nodi usati dal preteso seduttore? Ecco a mio parere la difficoltit. I nzoclz' coi quali si griaclagna I'afTetto di una donzella (blaridizie, assiclriitti, lettcre, proteste, e simili) sorio cosr connaturali ad ogni amoreggiamento che non rrii sembra possibile se ne costituisca eleriicnto di aeduzione. Questi modi saranno tanto piu calzanti quanto piu il giovine sarh disperatamente innamorato : io non sosterrt che i'ainore debba accettarsi in senso assoluto conle scztsn; ma m i seml~ra reprignante che debba guardarsi come un' ugg~*c~ounle come un o elemento di crirninositti. Dunque io vengo a concludere che la soggettiviti della seduzione deve tro~~czrsi animo del preteso seduttore, e precisanell' mente nel disegno (1' i~zga~z~zn~*e. si t! sirnuQuando lato buone intenzioni dove non erano: assunto qualiti o conclizioni che non eqistevano; in una parola mentito per indurre la clonzella alla fuga, vi sarA seduzione: altrimenti no, per quanto calde ed appassionate siano state le assiduitit dell'arnatore. Pii1 delicata la cjuestione clell' oro. L' uomo che ha cori~pratocon vistoso prezzo 1' adesione della fernil

- 543 mina, dicesi dal volgo seduttore. 3Ia in senso giuridico sar ella questa la sediizione criniinosi? Riflettasi clie rispondendo per l'affermativa si accorda maggior protezione alla femmina che & la pi vile di tutte, quella cio che T-endesiper denaro. Tranne la ipotesi di speciali artifizi maligni diretti a far nascere nella femmina le urgenze di pecuniarii bisogni io non saprei inclrirmi a ravvisare seduzione nello aperto mercanteggiare del ricco a cui la donna abbia alacremente aderito (1). Essa b sedotta, non vi e dubbio, ma sedotta da sb medesima; sedotta dalla sua avidit, come un'allra sedotta dai sensi, un' altra dall' ambizione di divenire una signora, e via cosi discorrendo. Seduzione giuridica senza menzogna non mi seml~raformula accettabile, specialmente nel ratto improprio, dove Ie future nozze (che sono 1' effetto sperato dalla fuga) stanno nel cuore della femniina desiderate spesso con energia di gran lunga pi viva che non stiano nel cuorc delI' uomo.
(l) sarei dunque loniano dallo iicceltare la regola dei Io vecclii pratici dicilur eL~lcnlini~?. ficisse pzbcllne ct qctis per uini earb cognnvisse, si pro nzwi m z n ~ e r citzduxit rrd canset2lie~ir/~~m Bl e s c ;i r d o rlc probnlinsibirs coizclirs. 1400, ?i. 28 IIa r g p r e c h t i11 insiit. li6. 4 , t i t . 18, S. 8 ileul lex oJtllir~, . 55 n R o y z i u s dccis. 5 , $2. 990 V i v i O lib. 1 , dccis. 160. & singolare la ragione che si ripel ti soslcgno di tale dolirina argomentando dalla scntenza del Dercieroniniio quia atlri1111excoccrrt ociilos sripieniu~i et nrlilnl aerbn juslorz11)r. L);i ci0 I I ~ tr:issero il hroccardu cturunz Ficit ?zole,tlrm vette, e cos procedendo olire cnncluscro clie la ragazza 1u qi~ole 171)llt. fiiggirc allcllata dal denaro proiiiesso era ~ t o l r n f e ~ ~ c r c l i isenza il dcnnro nati : avrcbbc, voliilo. Con qiicsiii sqiiisilii ilialettica io v i diixiostro

che il ladro non & mai impulabile perchb la vista dcll'oro 10 indiissc a volere il furto quantunque nolente; e vi diiiiostro che il giudice il quale vende per oro la sua senteiiza tion C impulabile quin n7trunz Inzttnt ucrbtc juslnrzin~.

Passando adesso al secondo titolo preso in esame nel capitolo presente, ricordisi che il carattere costitutivo del ratto improprio il fine di matrimonio o di lihkline. Quando n uno n& I' altro di quei fini ricorrono non B pil a parlarsi di ratto improprio. Se la fuga avvenne pel fine di evitare ii~giusti maltrattamenti, chi ajrlt0 il figlio ad evadere non trova titolo di reato cile a lui si possa obiettare. SG procedette da altro fine di lucrosa speculazione potrt~ trovarvisi la nozione clel plagio i~2w*o21v*io.plagio I1 i??q,~rop~iocon~tiictterluiirlue da - chi ccl pnclrc si o hrlosv ~etzzies2tisotlrrce elqz giouiue soggetto alla 109-0potesttl e co~zse~zuie?zle,1~c1~ di ?dile (2'1 ?!?,t fit~c soEt~*allore, escbcso il fine di libiciine o di 9.iarct~irnonio. Per avere questa nozione si esige innanzi ttitto che il giovine abl~ia raggiunt,o gli anni dcla pnbertir ai quali soltanto pub riguardarsi come capace rli consenso. Prima di rluesto giorno egli non Iia alliliti1 (li coiisenso'girii.idico e si lianno sempre i fcrn~iiiidi jilagio vero c l ~ l ~ o p ~ i o , clicctilmo a1 come S . IG71. Mn se Iti nozione del plagio improprio si stringe cosi alla sola ipotesi di un eccitamento o di ari qjuto alla f u g . porto (la un estranco per vcdiitn cli prol~riolucro al giovine di etri sriporiore a clriattordici anni tna iiori ancora sciolto sin (121l' autoi*itibtutoria sia drilla potestA patria, il qiialc VOL.1 1 1. 35

abbia liberamente consentito, d o n & egli a cotesta nozione corrispondere un titolo di clelitto? Nelle antiche legislazioni fiuch la patria potestk rluantunque nun piit tenuta a rjnell'npogo di clurezzn a cui la elevb il severo coucetto clella famiglia mmana ( i ) pure si mantenne acl un valore giuridico cli grave importanza, poterono i dottori ed alcuni legislatori ravvisare nel plagio improprio i caratteri di un clelitto civile. Ala poichi: la patria potest& venuta ogni giorno piU arl impallidire per i mutati costumi, si dubitato se dovesse mantenersi il plagio improprio nella condizione di reato. Molti legislatori contemporanei sono venuti sernpre pii1 riconoscendo nel figlio che Iia passato cluattordici anni la libera f'acoltk d' impiegarsi dove e come pi gli talenta. Ai genitori e tutori rimasta aperta la via (l' invocare la potesth economica perchi-, gindichi fka lo esigenze loro ed i desiclerii del figlio, e provvegga come pii1 crede opportuno. Cotesti lcgislatori Ilanno consegrientemente al-,banclonato (2) 12 idea di punire come colpevole chi abbia instigato, ajutato, o raccolto il figlio fuggitivo. Cos il tit,olo di plagio improprio va esulando dalle scuole, ed b tralasciato da molte legislazioni contemporanee; m a noi ne dovevamo far cenno non solo come ricordo storico rna anche perchb tuttavia esistono codici (3) che inantengono l' antica dottrina.
(1)

fi cnsii a tutli nota corno appo gli nnliclii grclci e r~~iiiiiii

ed iiriche appo i germani ( T a C i t o d s vloribus gelb?nn?corrrrrr ( C a e s ;I r de Dello gallico la'b. G, c n p . 15) 1' uoiilo si tenesse come cosa venale, Laoride il figlio in niano del padre rirppresontava un valore pecuniario: vcdnsi C l i a r-

9.24 ) ecl i Galli

p e ri l i e r le droil p(~je?hel chr.~!iie elt)!p.4 et 5. Di qui la importanza del litolo di plagio. Coine poi si disiinguesse I' cicli0 fiirti dallq azione del plagio e altre azioiii specinli dirette a lutelare la potest?~patria e domenicale, lo esaminano i comrrientatori. Vedasi R e j e r ccillegiui~znrgenl tovcrte?zse ad lib. 48, tit. 15 in fin. - A y b I i u g e r iu pirndectrrs lib. 45, [ i l . 15 L e y s e r nlecliinliones i n pclndecln.~ spec. 634: e i cii;iLi ail:i tioia a Cj. 1669. ' (2) Seguitano tale sisleula di scrirninazione il codice Toscano art. 558, quando trattasi di un giovine al disopra di 14 irnrii, e tuiti gli altri codici superiormente citali, i quali uou puniscono neppure il rallo improprio. Jla per colesli la scriminazione del plagio improprio una conseguenza logici1 della : scriminazione del ratto improprio; per il codice Toscano c altri che distinguono ella S invece una consegueriza dell' npprezzazione del diverso fine dell' ageute. (3) Codice dei Grigioni S. 126; codicc di Biidet~ S. 260; codice di S. Marino art. 450 ivi Chiitnque senzo fine d i litidine o di nicttrinionio raliiscn o i n qunlunque 9110do soiraggu c i l l ~ fhniglin ujLn perso~zcb minore di anni .rrc,ntuno as;rcorcll6 co~zsenaicnte, pzinilo colla prigionia tlu sci nresi u d itia airno.

- -

La opinione prevalente nclle moderne scriole rigetta pero cluesto titolo di delitto. Se il figlio fu abdotto mentre era trittavia iiiipubere, o f u abdotto l'uomo contro sua volontr, nell'nna o nell' altra ipotesi si hanno i termini cli 171c~giop*ur)~io, per la O secluzione, o per 1' inganno, o per la violenza. Ma se il figlio evase clnlla casa paterna quando era gi pnberc, la responsabilitA 2 tutta sua, e la legge pe: nale non ticne a calcolo l' estraneo che lo abbia

istigato o ajutnto, n meno clie questi non nziscn per fine ili 1xa.1 costume, o di matrimonio.

Una forua analoga forse pii1 al plagio che a1 rattu improprio, si ha nel caso cli f u g a della donna maritata dalla casa con,jugale: il marito invochi l'autorit coatti-rra per ricondurre la moglie al suo clomicilio se giriste cause non le danno ragione di allontanarsi; iLia non pretenda chiamare in faccia alla giustizia prinitiva coloro che la soccorsero o cli opera o c1i coiisiglio. La legge presrime in costoro un fine oricsto ;r~i.esumeche essi abbiano agito ncllo intcndimento di ai~t~a1.e loro simile a lil~erarsicla uno il stato di soffereilza, e non vuole farli giudici di cpesto stato, 11;: inettere a loro riscliio e pericolo la sua. vericlicitit. ;\la quando b palese al contrario il ifne rlisonesto dei terzi, allora sorge la criminosita del loro operato. Cosi tanto la moglie quanto il suo complice sentiranno obiettarsi iiella fuga dalla casa coi?jugalo nn reato clel rlriale axiibcdue saranno pnniti rluanclo la fuga avi5 avuto il fine dell' aclultcrio; nella rlriale ipotesi vicrie c7. sorgere una forma speciale (1) di rutto improprio, quando non si ab]liano i tcrmiili cli reato pii[ grave. Se In rnoglio f t l rapita al nlarito con inganno o violenza avremo le cvililizioni ilcl ratto pro~~rio qrielle clclla violenza o cai,nale clovc l' al~uso ottct~ne. la n~oglic consi Se fu seilzicilte e 1' adulterio si consumi^, il titolo di aclultcrio assorbii~tl l'altro che nc potrii costituire un'agg r ~ ~ v a a tcoiiie mezzo pii1 odiosit, del pari chc il e concul~inatoo la bigamia ilovo sin srisseguita. &la

quando la donna consenziente fu al1ont:in:tta dalla casa maritale per fine di libidine e non ancora avvenne l' adulterio, quel fatto che potrebbe iSappresentare un tentativo di questo delitto si configura invece (come ho detto) in una forma di ratto improprio contemplato da speciali disposizioni punitive tanto a carico della donna quanto del suo corilplice e di tutti i partecipi. I1 codice Toscano all' art. 289 punisce a querela del marito con la pena dal carcere da uno a quattro anni tanto la moglie i'riggita quanto colui che per fine di libidine l' abbia ritenuta o sottratta al marito. Quest' articolo non distingue se 1' adulterio sia avvenuto o no; ma poiche lo stesso codice all'art. 291 minaccia contro gli adulteri la pena del carcere da due a cinque anni l ~ i sogna dire che 1' art. 289 procede nel suppost,~ chc non risulti l' adulterio consumato. Dato questo, il titolo de117 art. 289 viene assorbito nel titolo dell' articolo 291, nel quale deve cercarsi la sola penalit applicabile tanto contro gli autori principali, quanto contro i terzi che se ne fossero renduti ausiliatori. I1 codice Sardo sembra non avere coiiteniplato neppure questa specialith ; cosicche la medesima noil pub in faccia a quello colpirsi che col carccre cla tre mesi a drie anni a forma de117 art. 486 cluanclo l' adulterio sia consumato, o considerarsi come tentativo di cjuesto delitto quando ricorrano i termini della sua punibilit sotto tale figura giuridica.
(1) Questa forma speciale di riialeGzio di cui si avevano traccie ancora nei vecclii pratici ( C a s t i I l o dec. 183, n. 2 F a r i 11a c c i o qzcctest. 145, 11. 172 S a 1 C 11 e z dc rnnt?.itlr. 1 lib. 7, disp. 12, n. 25) lbltirisc il codice Toscuoo da quello

di Baden $. 342. Venne per censurato ( e non a torto a mio credere ) dal prof. P u c c i o n i nel suo comwenlo all' art. 289. Fra le antiche legislazioni trovo meritevoli di ossr.rvazione le Costituzioni Egidiane flih. 4 , cap. 69) che I' abduzione della moglie altrui consenziente punivano con la multa di venticinque fiorini s e dopo averla carnalrnente coaocciuia si era restituita al marito, e con la niulta di cento fiorirli se si era rikrtuta presso di SE.

Tutte le altre ricerche relative ai criterii misnratori ed al grado nei titoli di reato che adesso espongo, possono tralasciarsi, rimettendoci alle osservazioni gi fatte in tema cli stzq?-o, di ratto, e di udztlterio, in quanto siano applicabili. Soltanto mi piace notare una differenza importante relativa alla materiaiit costituente il tc?ztativo pz6.lzibbz'l Dissi (S. l699 nota) che il ratto era consunzato tostoch per fine disonesto si era violentemente tolta la donna dal stio dorniciIio, senza aspettare che ella fosse trasl~ortataad gna certa distanza, e molto meno che fosse giunta al luogo dove il suo rapitore destinava condurla. Ci6 mi parve una logica conseguenza delle premesse per le quali io considero il ratto come un delitto contro la liberl indi~idualedi cui certamente b cornpleta la violazione quando una persona k tratta a forza (quantunque per brevissiirio spazio o di luogo o d i tempo) fuori del suo dotnicilio: e vi persisto. Ma questa regola non puO procedere nel ratto improprio. Il ratto propri" perfetto nella sua specie ancorchk il rapitore abbia pensiero di restituire la donna alla sua libcrtit dopo averne abusato: non cosi il ratto improprio, i1 rluale deve

avere per sua condizione il disegno di ut6ui?c1~1?zure la casa ruaiitale o paterna. Spessissimo una moglie ocl una ragazza si allontai~erannodal cloinicilio, e andvanno ancora in case remote, ed anco per diri~orarriqualche ora al firie di daissi piacere con i loro amatori. Ma questo non s a r i ratto, perchb nel ratto improprio la oggettivita giuridica stando nel diritto inerente alla potesta patria o maritale di costringere alla coabit:izione, la violazione cli i ~ u c sto diritto non put trovarsi in un precario a1loiit:r narneiito, dove non interviene il disegno di al-ibandonare il convitto. Si avr nei congrrii termini uno s t t q ~ ~ o un aclulte~io, non un atto inzp~opvin od nia li&. coilsurilato nb tentato. Xon b g i i che io dica che ad avere il ratto iru~irop~io necessario il sia disegno di al~banclonare per seri?pe il rlomicilio conjugale o paterno: non dico per selp7131.e; nia il disegno dovr essere diretto ad un tempo incleterminalo, o tale almeno cile rappresenti la violazione dell'o1)bligo del convitto : forse potrli bastare la pernoitazione anche di una sola nottc : ci6 dipende dalla prudenza pratica. Rla rlucllo che tengo per fermo si che non basti rin allontanamento precario limitato a quel breve tempo che &. nc?cessario per la soddisfazione delle reciprochz volutti.

Una osse~vnzionegenerale colpisce tutti i diversi fatti dei quali lio tenuto parola nel preseiite capitolo; cd i? che i iiiedesiiui cla clriei coclici che li l-innn:) crcilriti ~ ~ e r i t ~ ~ ' opuiiizione si novcrano fra i [li l i delitti pcrscgiritalili soltanto a querela di parte :

clc11a rlrinl cosa sono tanto evidenti i motivi da non iiieritarc (li fimi dimora. Conseguenza di questo si il clic la non J:rta qrierela coiitro 1' autore principale l~or.tial]' effetto dclla inipunit dei suoi complici ( i ) . Ala ~ l o r r 8 dirsi lo stesso nel caso inverso? Alla egli tnic!cria dello adnltrio ( S. 1025) vederilmo ilon an-iincrtersi per le odierne leggi (cliecclik piacesse agli :irltichi) la querela ristretta contro uno solo (lei correi, ma valersi invece costantemente comuni le sorti sia della pace sia della guerra fi'a tutti i partecipi di quel delitto. Dove peraltro i codici non ripetono consimile prescrizione in tema della persecuzione clel ratto, a me seiril~raevidente che quel precetto non si possa supplire dagl' interpetri. Cosicch non (lovendo ammettersi un limite alle umane libert clie la legge non al~biaespressamente dettato, ne consegue che l'offeso, libero dispositore dei snoi diritti, potra muovere cluerela contro il rapitore della figlia e concedere pace ai suoi ausiliatori. La questione grave non meno che interessante; e pii1 seria si presenta in faccia al codice Toscano nel1' argomento clel ratto della moglie, perclii! 1' art. 293 dettato tassativaruiente per il caso di adulterio non trovasi iipctuto dopo 1' art. 280 che in sede antecedente e diversa contempla la fuga della maritata. Capisco tutto ci6 che vi sarel~bedi contradittorio in questo sistema di interpetrazione, per il quale al ri7ai.ito a cui fu rapita la moglie si concederebbe larghezza maggiore di arbitrio che non a quello al quale fu soltanto contaminata. ala d'altronde parrebbcmi ardito 1' argomento di analogia elle volesse estendere quella restrizione dai caso previsto al caso non previsto dalla legge ( ) 2.

- 533 il tlissenso dei genitori quello clic d i il cS:iratteredi (1) o&sa giuridic:i a l ratlo della ragazzii pubcre conscnzietite, indipendcriicmente da qcialsisia violenza sulla persona. hla s e quantiliicluc? consenta la riig:izza sia stalo pcrV meslieri nl fine di abduria di u-arc vera-e propria violenza contro i genitori O contro i custodi di qiiell;~, qu;ilc sarti il risnltamenlo giuridico di siEilla corubinazione? Tre proposizioiii divcrse possono h r s i avanli: - 1 . O pu pretendersi che invece di un rallo irriproprio abbidsi un ratto proprio: mii questa tesi repusua alle noziorie del rcitlo proprio, al quale per essenza sua occorre che le violeriza (almeno presunlii) sia caduta suia ragazz;i stess;~ non sopra d i altre persone- 2."pub aflerniarsi e che sorgano due titoli di malefizio, ciob i l rallo improprio e la violcriza privala; e che quesli due [iloli t.iano iizdipendenli l'uno dal]: allro 3." pu sostenersi clie questi due titoli siano connessi per guisa da rendere la violcnz:~ privi il^ pctlisscquc~al rntlo improprio; cosicchB dove uon si abbia qiiereln per il ratto non possa neppure procedersi per la violcnz;~privata. Questa terza tesi fu da nie propugnatn avanti la Corte cli Cassazioue di Firenze, ed accolta col Decreto del d 7 setten131i.e 1861. (2) Devo perallro ovverlire che questa conclusione strett;iriiente logica in facciti ad una legge che sia ctidiita in t;ile dimenticanza non sembra accertala in pralica. I criminalisti in generale riguardano come inconirastabile canone clie (qualunque siasi la forma assunia di] queslo malefizio) l ; ~non perseguibilit del ratto contro 1' aiilore principale porla seco di necessariii conseguenza In non perseguibilil dei suoi coinplici: C h a v e a u n. 5023 Ha u s coz~rs,n. 486 U :i Il o z i-ij~ertoirc~, ~ 1 ~ i nC O ? Z ~ T Cles peysotuacs, n. 304 niot 2. 110 f f in e n ti qz~estio?is preJitrliciclles S. GS8 Cassnzioiie 2 ottobre 1852. La qual massima s e prevale in I?ra~ieianei termini di ralto proprio, deve a pi forle ragione acceilarsi uello iinproprio.

Incesto.

Ai delitti contro l'ordine delle famiglie referirono i modemi istitutisti il titolo d'iizcesto (1) che si dcfinisce - il co.rzgi*essocmlizalt. fva clza pevsone di sesso diflci-ente congiunte pein tccli ui?zcoZi di pm*e2ztela du i?i2peciiinjzcle nozze. Nessun dubbio che 10 incesto sia ~rituperevole fallo, e che pel i-iiedesiiiio si tnrl~i ordine della famiglia; sia perczhin un sensu 1' nc capovolge la gerarchia, sia perchk in un altro senso ne tramuta gli affetti, che dalla loro primitiva intlole di santi e purissiini degenerano ia un pervertimento bestiale. Percib clel pari inconti.astaLile che quando lo ifzceslo si congiunga ad un altro fatfo che per la sua speciale oggettivitti giuridica costituisca un titolo di reato, questo se ne qualifichi aumctntandosi la sua quanti ti^, se non naturale, certaniente politica. i3 la ragione politica cli tale auri-iento non si stenta u trovarla nel cardine foziclamentale della minorata potenza della difesa privala: avveg~~tlcli~ intuitivo che la pareiltela dcll' ofsia i'ensore minorando lc diffidenze eli accrescendo la familiarith, rendono pii^ difficile all' offeso ( per csciiipio tlull:i violenza carnale, o dallo nclulterio) i l i rritc1:ii.c nvvcr'so colui il proprio diritto. Tolto (li~csi,~,i cl~itirissiiiio. :

obseruat 99 H e l l h a c h selectcc criminolin posil. 30, n. 10 C a r p z o v i o jurisprudentia p a r s 4, coitflit. 22, rlef. 1 - P a n i n1 o l l e dccis. 61 T i t i u s displtlnt. jitrid. 12, cop. 2 O t t o n e cons. 1798, 1799 ['is t o r observat, 192 Pisbor b l o d e s l i n u s quci~st. illustr. pars 2, quriest. 92 - L e y s e r ntedit. a d put~clecl. sprc. 586 dc incesfic R a m dissert. de incestu II o mrri e I vapsodiae obser.. 227 O t l o dissert. de actitis rifl?tiuva nuptiis (in tliesaur. raov. O e l r i C li s vol. 3, lom. 2, dissel-t. 6 ) if e i s t e r p+i~zcil~iu ct. 2, p n r s 2, cap. 16, SL S. 4 S e i ,o n e u s systinw a b ~ & g e jzirisprttdencs crid ~ ~ i i ~ i egng. 250 lle K o c h iizstitutiones S. 554 el seqq. Jo o s s e jristice crifni~zelle pnrt. 4, lit. 25 C a r n1 i g 11 n rr i ele~nclztaS. 1166 Crema n i de j u r e crint. li!). 3, crrp. 6, art. 5 R e n a z z i elonenta lib. 4 , pnrs 2, crip. 6 G i u l i a n i istitzizinni vol. 2, pag. 409 S C li u t z e LchrDnclb S. 73, p. 531 e segg. B e i. n e r Le/t?*fizlc/tS. 188, pag. 453, e sagy. Lipsiu 1871.

Ma quando trattasi di riconoscere in un fatto i caratteri di vero delitto di per si: stante non basta che il medesimo sia vizioso o gravemente peccaminoso, se non si trova un diritto o pas*ticolare o zcwhersccle che dal medesimo venga ferito. Senza ci6 il legislatore scambia 1' ufficio suo. Ora il diritto l~a~~dz'cola~~e che ledasi con lo incesto (disgiunto da altro mtilefizio) mi sembra assai difficile rintracciarlo. Lo isolanlento dcllo azccsto (1) presuppone che non sinvi stato adulterio, non ~riolcnza, stunon pio con secluzione criniinosa. Ed nlIora Ia donna consanziente che dovrebbe essere corrcn non 1iu6 (iil'si 1)azii:nte rlel l~retcsoreato, come non pu<ies-

serlo il con,j[uge che si snppone non esistere; laoiicla i I~eneanlrio lo indicare qual si:i 1 yersona chc i . t : clric voluttuosi lianiio leso uel srio diritto.
"1) Sulla etimologia della parola Yncesls discordano li scriltori: alcuno ( F e s t o de uerZi. sig~.ri/: 9 la fa derivare lib. dal greco cinriceslos finsnarrhilej quasi cleliiio inespiabile: tiltri ( C a l v i ii o lrxicon j u r i d i c t ~ ~U~ Y ~,O i ~ a c t ~ ~ t i i a D a' C~ c e r rid F e s l u 111 (le verb. signif: lili. 9, a c r b n I?lcestns/ da iu e ccrsirls, cioi? non casto: altri da i?lcestnre (contaminare); iil[tai infine da cesto (zona nuziale) per la riiancanza di esso nelle illegitiime unioni.

Per mantenere l'izcesto al grado di delitto civile rimane dunque a cercare il suo oggetlo in un cliritto zcnive~sale. lo farebbe camhiare di classe, Ci6 e lo porterebbe fra i delitti sociali ; nia prescindiamo da questa considerazione. Coloro che vollero mantenere lo incesto nel novero dei delitti di per se stanti cercarono la sua oggettivit giuridica o ne5'1' inciampi che recava ai mutrimo~z.ii, e perci lo posero tra i reati contro 1' ordine delle fai~ziglie:o nella offesa alla vneligione, e casi lo portarono nella serie dei delitti religiosi; o nello scu~zdalo, ci6 lo e avrebbe portato fra i reati contro la pzcblilicu nzorale o contro il buon costzcme, seconciochk piace chiamarli. Ma tutte queste formule sono a mio credere assai disputabili.

Sussiste in fatto la idea che piacque al C a r rn ig n a n i, vale a dire che lo incesto coltivando IFa le persone di sesso differente un affetto che non puG avere i1 suo termine nel matrimonio ostativo di altiai affetti, i quali (fossero pur viziosi in principio) potrebbero nel iuatrimonio trovare con tutta probabilit il loro ultiuo corupimento. Sussiste del pari come fatto che la i'epul~blica al~l~ia interesse a uno promuovere i legittimi coiinubii, e cosi un interesse a rimuovere qualunque ostacolo che valga a iliradare le nozze. Ala io !lul~ito clrieste sole ragioni clic non hastino a dare all' autoriti1 il diritto cli servirsi del magistero penale per la promozione dei connubii, e clie la sola ragione clello essere un fatto ostntivo alla frequenza delle nozze non sia sufficieilte a rendere l e g i t t i ~ ala peilalit& chc contro il fatto medesimo piaccia a1 legislatore di minacciare. E ne dubito perchi: l' argnn~ento pr'ovC?rebl~etroppo (la che difetto grniirlissirno di ogni argomento) ci1 anzmesso in un caso non potrel~l~e negarsi la piu sua efficacia in tutti i casi ai quali fosse adattabile. Laonde essenclo molti i vizi, ixolte le relazioni carnali che oltre alla loro tuipitfrrcline producono inclirettailiente rlriesto risultato di rendere pi~rari i matrinioili, se coclesto argomenta si accettasse come huona ragione politicti di statuire la cii~l~inositi~ dello incesto, necessiti1 'logica porterebbe a stattiire altrclt;t~~to contro tutti quei uizi e contro tutte rluelle relt~zinni:ne occorre cliro rltinnto ci6 sarebbe reprignnintc :dlc rogolc nrii-\~ersnliientt~ arcettatc nella

odierna scienza penale. Non vale argomentare da ci0 clie fu fatto in Roma pagana (i) con la celel~rct legge Papia Poppea. Quei tenipi si consider.arono coriic eccezionali, e si stimb in pericolo la RepubI~Iicnse ogni coazione possibile non ponevasi in opera c~ltde spingere al matrimonio i corrotti cittaclirii: e cib I~astb dove la statolatrin era a1 suo apogeo, e la personalit nmana era niente appo quella. IIa nella repuljblica cristiana l' utile dello stato non ha pik quella magica potenza che dette un giorno Izalia d7incatenare le liberti1 indiviiluali; nit siamo in t,criiipi cosi deficienti di popolazione da dovere ricorrere a mezzi straordinari ed antipiuridici.
(I) hlolti pensarono che anche in Rorria fosse coitu $1' iniperaiori puuilo di riiorte I' i n c ~ s t o ,tilmcno in linea asctlridentale: altri per presero a cor~ibatterc qupcto opiuic~rie sostenendo che SI punisse con pcria inferiore. Vedi R a ni de incesta. pcig. 80 C u j a C i o obscrwationum 21, c n p . 18; ct in expos. ~ r v e l l n ~ . z s nauell. 12 ~r, V o o r d a interpetrntiontib juris lib. 5 , cnp. 14. Siilla quesliotie se gli antichi ~ ~ ~ l ? ~ cousidera~sero come incestuose io nozze frn zio rr ;llli riepoie vednsi R e y c o l d o opztscuia piry. 152.

La offesa alla religione h grave nello incesto come in ogni altro peccato ; ina non ogni peccato delitto se non lo accompagna il carattere politico della of= fesa al diritto. Quando parleremo dei reati contro la religione vedremo come la indole giuridica del delitto religioso si sviluppi in una offesa recata al diritto di alcuno. h un errore supporre che ogni

550 offesa alla religione (ciob ogni peccato) sia per ci6 solo un reato civile. La obbiettivith dei delitti religiosi i: in un diritto universale, cio nel diritto che hanno tutti i cittadini di vedere rispettata la loro religione. Ma perche ci6 sia, vi cl' uopo cli un atto esteriore che attacchi la religione nelle sue estrinsecazioni materiali ; non basta un atto che meramente ne violi i precetti per quanto santissiini. Chi pubblicamente reclii oltraggio alle sacre immagini sar8 punito non per il peccato che egli ha cornmesso, ma perchb quelle immagini sono 1' oggetto di un diritto incontrastabile e caro a tutti coloro che le venerano. Ma questa offesa al diritto dei cultori della religione non si verifica ne1 fatto dei due congiunti che si perinettono illecite volutt. Sul che bisogna avvertire essere spesso accaduto si confondesse lo incesto con le nouze Zncest~tose, qriali sono i clue casi differentissimi. Le nozze incestuose sono il fatto di coloro che artificiosamente occultati i loro rapporti attentarono di dare al loro congiungimento la forma di matrimonio legittimo, imponendo alla sociot&una famiglia che per le leggi religiose e civili era impossibile. In simile fatto vi O la vera offesa politica alla religione per I' insulto al sacramento ; vi la offesa all' autoritd civile per il falso contratto; e cos niente repugna che vi si trovi un delitto. Ma dell' acciilentals congiungimento voluttuoso non pu dirsi altrettanto; ri B la violazione al precetto religioso, ma In pubblica religione non k? in niente attaccata (l).
(1) La diUcrenza clie inlercedc fra il piure ciinonico c?d il giure civile intorno alla cotriputiiziotie dei griidi di piii.eii-

tela, diede origine al dubbio s e in Ciccia ad nna legge penale che punisc:i lo iiicesto senza detcrrninarne le condizioni dehb:i interpetrarsi la volont del legislaiore in qiianio alla malerialii del reato secondo le leggi civili o secondo le leggi canoniche. La idea che la pnnihilii di questo fiiito abbili la sua radice nella inipossibilif del inatrimonio parrebbe che desse prevalenza alle leggi canoniche. Ma appo gli scrihtori cbe esaminarono lale c~i~eslioiie sembra invece accolla la opinione corilraria. Vedasi \lT c s C 11 n i ii tolercrnlici cxculi pfltfr dissertatio l , cupi 2 , n. 7, p$. 185: dove co~iclucir che sarebbe una iniquit ricorrere ai Ciinoni per irrogare non le pene canoniche ma le pene civili. T;i!c qiiesiiocc p;iriiii non trovi termini abili dove si :idoii:i i l tiia:rinionio civile.

Resta drinyue la idea clello .scntaclc~lo,o clricsta idea Sri clncllla vlie prevalse nel senato italiano quando nel 186.3 prenclenclo in esame il progetto di legge pi.esentntojli ilal hlinistero sulla esteiisionc: del codice penale Sardo alle provincie toscanc, posto fra 1' antico testo ilel coclicc Sardo chc (art. 481 ) punisce l' incesto, c il codice Stirrlo-napolcttiiio che aveva nfi'atto abolito questo titolo, am prcndcre una via cli mezzo clichiaranclo panihile I' incesto ijuanilo fbsse czccompngilato rln scnriilalo. l'la cjui nii si periiiettn ripeterc cih ciic? alti-a ~ ~ 0 lnotai ;q ~ e s f a t3 parola scntzckllo C troppo clinl'tiilti, e ripetesi sllessii ~1:r lllolti sixiza clie clii In trsn coilcegisca ncttaiiicntc la realli clic per In merlcsimn si vorrcljbc rnpprcscnta~i:. L4vviciriirimoci n rlriestn rcnltib. Lo scandalo (i) k una cliccria ronmrosa corsa :~ttorrio per un dato fritto; i rinn comrnozionc del senso rnoralc ! (li gran nuinero di cittadini suscitata pcr un avveniiilcnto. GIn questo scnnrlalo b nato esso ilircttaiiic.iltc

- 561

dallo incesto o S nato dal fatto di altri che vi si sia intromesso t Se b nato direttamente dallo incesto perche la coppia impura abbia fatto spettacolo delle sue oscenit (2) io dico che il fatto deve essere punito; ma dico altres che per punirlo non vi bisogno di porre nel codice penale il titolo dello incesto, essendovi quello dell' olt!*aggio ppubhllcn ccl ped0-lol.e (che troveremo a suo luogo) e del quale la incestuosit puO costituire una aggravante. Se poi lo scandalo nacque dalla malignit degli oziosi e dalle commari che andarono empiendo il vicinato dei loro sospetti, ripeto anche una volta che B pi meritevole di punizione la malignit di costoro, quantunque cuoprano le loro diffamazioni sotto il mantello di un ipocrita zelo, che non sia conveniente spingere una inquisizione nelle domestiche pareti per soddisfare il mal animo di un garrulo vicinato: e dico che lo scandalo maggiore sarii il processo criminale. Processi di siffatta natura, i quali non si assodano se non si costruisce la prova della coasumazione del reato, non vidi rnai che recassero grandi vantaggi alla pubblica moralit; e non B conveniente promuoverli tranne quando un diritto veramente oltraggiato dimalidi imperioso la dovuta riparazione. Lo scandalo inteso in cotesta guisa un' arme somministrata dalla legge ai malevoli. L' essere o non essere punito dipende dall' avere o non avere un perfido nemico nel vicinato.

(I) Sulla elimologin della parola scnadrrlo vedasi P a h r o ll!escitcrus eruditioilis, verbo scnnd:ilum Ai a i b c i rlirioh irnrio ctijnologico, ptrrtiln scandalo. :#i VOL. 111.

- 562 (2) k questo il senso nel qusle si prende la parola sccindalo dalla giurisprudenza. Kon per necessario che il fatto siasi commesso in luogo pubblico, ma basta che potesse vedersi da luogo a tutti accessibile: Cassazione di Torino 18 giugiio 1866. Questa dotlrina per bisogna congiungerla con la niassima stabilita dalla Corte di Cassazione di Firenze nel li decreto del 29 settembre 1860 f A ~ i ~ l n 22, 1, 6 8 6 ) ove decise che le oscenit commesse in luogo privato ancorchb siano state eventualmente vedute da terzi non sono punibili quando non ne sia derivalo pubblico scandalo. Bisogna di pi congiungerla con le decisioni della Corte di Cassazione di Firenze del 28 luglio 1860 f Annali 22, 1, 478 ) e del 411: agosto 1 8 6 3 ( A n ~ z a l i25, 1, 6 3 5 ) nelle quali fu stabilito che le oscenila commesse in luogo aperto che sebbene privato poteva accidentalmente trovarsi esposto alla vista di terzi, sono punibili s e di fatto furono vedute e n e consegu pthbblico standolo. E la teorica si completa con le quattro decisioni dei Lribiinali di Francia che citai alla nota sotto il Ej. 1550 e con le osservaziotii che col feci. Alle quali osservazioni ed ai giudicati di Francia non B altrimenti vero che si opponga la giurisprudenza nostra coi giudicati anzidetti. (luesto un errore nel quale pu cadere soltanto chi non bene comprese il concetto di quelle niie osservazioni. Quando io dissi doversi distinguere fra I' essere cnzcscc dello scandalo, e lo esserne soltanto occnsfi)?re, io adoperai queste due parole nel senso giuridico, e credeva di dovere esser compreso. Per essere cuztsa di un evento nel senso giuridico bisogna clie il mcdesirno possa riferirsi all' agenle come essere ~noralmenlelibero; che quanto dire dover 1: evento risalire alla n1alv:igilli (dolo) o alla irilpruclenz:~ (colpa ) dcll'agente stesso. Dove non fu n& dolo nb iiiipriidenza ci che accade b UII fortiiito del quale l'agente non fu che niera occnsione. Bene giudicarono le Corti di Francia che qu:indo 1' uonio a sfogarre con ieinniina i propri appetiti si era cliiuso entro la propria camera, s e altri avevi1 rotto Ic persiane per guardare l dentro e cagionato una pubblicit5, quell' uon~onon

era responsnhilc t l i questa piit~ltlicitli,~ i ~ r c l ia : Iiii rirsGilrin i irnprudcriz,~era uliic[(abif~;e irnn potendo ohiettar,si ad nlcuno i1 niPro peccato si facevano sii lui ricadere le conseguenze dcl Litlo nialigno ed illeciio del terzo. evidenie clie SP qriell' uonio si fosse podo 1: dpntro a finestre apeiic sic) CL& i passeggieri io avessero accidentalmente veduio, e ~ l i sarebbe stato la cnrtscc e non la n e r a occnsione delio scandalo avvenuto. Gli otto giudicati che qui ricordo niente si contradicono, ma si coordindno in una teorica completa e giuslissinia, la cui ultima forniilla questa: che onde lo scandalo possa valutarsi a carico di alcuno o come costituente o come agsravante un inalcfizio 8 necessario che il medesimo sia derivato, o da una temerita cinica, o almeno da una imprudenza di quello : senza cib nessuno potri niai ammettere responsabilil peiiale. T~iliaviaquesta teorica coliduce a concludere la seguetite proposizione che svolger alla bua sede, nia che frattanto nii piace accennare: ciob che un biion codice penale nel defiriire l' ollroggio al 11ttbDlico piitiorc dove astenersi da qualunque accenno a qiiella vaga idea dello soandalo. Clrk~lqilc f a utli oscctii is luogo dove possarro esser uedziii ~ C L s t ~ c ~ w L! i ~ o l p e ~ o de o l ~ r t / g g i i1~ pube e li ( 1 blico pudore. Ecco la vera nozione tutta sogyelliun di que' sto reato. L essere stato vedillo B una necescitj di fatto, perch altrimenti non s e ne avrebbe la prova. RIa il delitto giuridicamente perfetlo toslocli& vi 6 la polellza; perch k regola cardinale che in tutti i reati sociali il danno polenzialc equivale al danno eflettivo ai fini della consunzclzione del rnalefizio. Ciio coloro i quali videro abbiano o no mosso dicerie o lamenti, B un'accidentalii;~. Dalla prudenza od imprudenza di costoro non pu nascere la cl.iI1riaoaitiL di un f:jtto qualunque esso sia, percl~bla essenzialil crirninosa deve dal legislalorc cercarsi nel fatto dcll' agente, e noti gi (cliecch: possa dirsi in ccrte forrire quanto alla riiisura) nel Patto dci tcrzi, ctie : una mera everitiialii.

Per siffatte considerazioni i codici contemporanei si sono rlivjsi in due schiere sul proposito della punibilit dello incesto. Alcuni cancellandolo dal novero dei delitti: altri (1) serbandolo caro ; ed alcuni allargandone anche la nozione.
(I) Rlolii sono i codici contemporanei clie hanno cancellato l' inceslo dal novero dei delitti. Lo conservano per il codice Sardo art. 481; il codice Toscano art. 2 9 4 , 3 9 5 ; il codice di Baden S. 565 e sepg.; il codice di Fribourg art. 456; il codice di Prussia S. 141; il codice dei Grigioni S. 136 e 337; il codice del Trallese art. 202; il codice Svedese cap. 18, S. 1 e segg. il codice Auslriaco S. 131.11 codice Spaguuolo art. 5 6 6 sembra aver pure preso di mira lo incesto nel solo caso del vincolo ascendeatale o fraterno : ma a giuslo vedere esso non ne fa che iin7aggravante dello siupro; cosiccb cessando la punibilil8 dove non concorre lo stupro, evidente che non conlen~pia1' incesto come titolo di per s stante. Dove si punisce 1' incesto corne delitto sui gencris, confondendo (come bene osserva P a c e C h o al commentario al predelto articolo) 1: ufficio del confessionario con quello della giustizia, la onest o vergini12 della Sonna non S pi condizione essenziale al reato. Eppure questo peccato convertito in delillo civile si pun generalmente nelle ariliche legislazioni con la morte e col fuoco in entrambo i correi. Anche nella Inghilterra le leggi repubblicane del 1650 che afl'ettavano, come osserva i3 l a C k s t o 11 e f conlnientnries, 6ook 4,cl~apter 4 ) iin grande zelo per In religione, punirono di morte 1' incesto: iia dopo In restaurazione la legge fu abolita, e la cognizione ne fu rilascialo ai tribunali ecclesiastici. Anche fra i moderni scrittori non nianca clii accarezzi la vecchia ruggine. P e r r a o (che altra volta vedemmo mostrare simpatie maggiori per le tra-

dizioui della santa inquisizione che per le buone regole di criminale diritto ) nel suo direilo pencll po?ttcquez f v01 7, png. 249 ) ha combattuto con aspri modi P a C e c h o , e vorrebbe che ogni atto di lascivia fosse criminalri~entepunito come ogesa alla religione. T h o n i s s e n nello eruditissiiilo scriito intilolato la peine d e niort drcns le Talnzud fl2ruxelles 181j(i, png. 14 j giuslaniente osserva clie queste esorbitanti pene applicate all' incesto ebbero causa dall' infliisso che fatalmente esercit nei secoli passati la legge mosaica sul giure p ~ n a l e .&fa anche egli giustamente osserva che la legge riicjsaicii come la legge emiiiiat;~direttamente da Dio puniva il peccato come peccato; e da una legge clie fu nel tempo siesso legge politica, legge civile, e legge religiosa, non possono trarre argomento le leggi penali dei popoli cristiani. Sulle penaliti ehraiclie dcll' i>lcesto, vedasi S e l d e n o i i x o ~ . iiaeb~rricn 'l, cup. 4 , 6 , 6 ; e lo stesso T lio n i s s e n nellib. I' opera t t l d ~ ~ 1' lhistoire d t ~ stlr droii o . i ~ ~ r i t tv o l . 2, ripcl yend. A, chnp. 4, S. 5, pay. 167,

Fra questi il codice Toscano (art. 205) and pi innanzi, e cre il titolo del qzcusi itzcesto, trovandolo nel commercio avuto dal tutore con la pupilla. E sebbene il &Io r i non ponesse questo nome, che accattava dagli scrittori alemnnni (l), nel testo del codice e si contentasse di metterlo nell'indice, pure vi pose il fatto come delitto, e lo volle punito col carcere da uno a tre anni.
(1) Veramente gli scrillori germanici non applicarono la forruula di qrcnsi itzcesto al concubinato del tutore con la pupillii; ma bens n quello intervenuto fra lo sposo e una coiiginntii dclia sposa o viccvcrsa, dopoclii! i piibblici spon-

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sali erano stati celebrati : in sostanza si estendeva il titolo d' incesto l dove non interveniva la vera affinit nascente dal matrinionio, ma un rapporto anomalo nascente dagli sponsali; e come la infedelta della sposa dicevano quasi adullerio cosi dissero quasi inceslo il concubito suaccennato : H o mm e l riinpsodicte ohseruat. 227, n. 13 B e r g e r o elecftc wr~nitiulkci n szcpplem. p n r s 2, observutio 162. hla il Cab ; l l o f resolutiones criwinales cas. 200, n. 65 ) censtir i questa illazione, e sull' autoril del Sa l y o e t o fin ley. fin. tr. 41, C, d e i)Jes.dicio i))atri~onio intes. piipilla et tzctorej sostenne non potersi mai ravvisare incesto dove non intercedeva un impedimento dirimente il matrimonio. Ed noto che quanlunque le leggi civili interdicessero le nozze fra tutore e pupilla, il giure canonico le permise; e questa opinione prevalse nella pratica universale. D' altronde anche nel giure civile la proibizione non era assoluta, e non derivava da un vincolo che si ravvisasse fra tutore e pupilla, ma da un mero riguardo agl' interessi patrimoniali; laonde la l . 6, C. de interdiclo matriwionio espressamente permetteva codeste nozze dopochb i l tutore avesse regolarmente reso i conli della sua amministrazione : 13 r o u v e r de j u r e con? ~ n b i o r u ~ n 2 cap. 20, n, 9, In quanto allo stupro comlib. , messo dal tutore sulla pupilla lo previde la I. u?zica C. si guis eam cicjus tzttol' fuerit, che lo pun con la deportazione: e la pratica toscana consider sempre lo stupro in codeste condizioni come qualificato. nla vi B grandissima diffrrenza fra lo aggiungere per le condizioni personali un' aggravdnte ad i111 delitlo che gi esiste come tale, ed il creare un delitlo dove non , ed applicarvi con un voli) poetico la nozioue dell' incesto dove non b nl! vincolo di sangue nb. 17incolo di affinil. Noi crediamo pertanto clie a miglior partito si siano appresi tutli gli altri codici che non hanno conteiiiplato questa spccialil. Nell' antico giure romano il matrinionio sembra s'interdicesse ancora fra I' educatore e 1' alunna : ma G i u s t i n i a n o volendo con apposita disposizione togliere via le vetusle ambiguiih, alla I, 26, C. de nup-

- 567 li&

liherariieitte lu permise: \V i e s a a d opirscula 8pec. 4, Cj. 1, edtrcirlor cunr rrluniriu j t i s i t i r ~ icorrfrciliit t)atrimuniurn.

Ora in proposito di questo quasi incesto io certamente non neghert che lo stupro della pupilla corninesso dal tutore sia cosa bruttissima, e che lo abuso dell' autoritti e la maggiore difficoltb della difesa privata esigano se ne faccia una speciale aggravante dello stupro quando esso sia per le sue condizioni essenziali per s stesso punibile. >fa che in moclo assoluto le qualit personali suppliscano alle condizioni essenziali del reato non mi pare da ammettersi. Lo stupro semplice (gi lo vedemmo al S. 1489) non & piu oggi dai buoni codici perseguitato come delitto. A renderlo tale occorre la sedzczione nel rigore giuridico della parola. Ed io concedert che quando lo stupro si oper dal tutore, possano i giudici piu facilmente accettare in fatto la ipotesi della seduzione purch in fatto ve ne siano elementi. &la che codesta seduzione stabiiiscasi come presunzione ju?-.is et de jzcre per le semplici relazioni personali, mi sembra soverchio e pieno di pericolo d' ingiustizie La possibilit delle nozze fra tutore e pupilla porta ad ammettere uno innamoramento reciproco col fine legittimo di matrimonio ; e dove ci6 sia, comprende ognuno che la sednzione rimane uiia figura poetica perch si 1' uno come 1' altra sonosi sedotti reciprocamente. N vale il dire che il tutore pub abusare della sua posizione per ottenere la mano di una ricca pupilla, perchb questo argomento proverebbe troppo. Esso

- 568 infatti porterebbe a proibire il matrimonio del tutore con la pupilla; e di pii1 porterebbe a vietare eziandio che la pupilla si maritasse col figlio o col fratello del proprio tutore. Io non vorrei mai la impunita del delitto, ma mai non applaudir8 alle punizioni fondate sopra una ipotesi.

F I N E
UEL TERZO VOLUME, E I)EI,I,.I

QIIIIVTA CLASSE

I N D I C E
D E L L E
-* 8% -

R U B R I C H E

(SEGUE) SEZIONE PltIRIA

D E L I T T I

N A T U R A L I

CLASSE QUARTA
DELITTI COh7TR0 L ONORE '

CAP. 1 .O Idea e contenuto dlla classe fi. 1702 n 17 1 i CAP. 2.' Desccizione delle specie contenute in questa classe . 9. 1712 Tit. 1.' Diffamazione . S. 1713 a 1720 Til. 2' Libello famoso. . . S. 1721 a 1731 Tit. 3.Tontnmelia . fi. 1732 u ,1734 CAP. 33 CtaiterG essenziali della ingizbi26'1"ia . . . . . . S. 1735 Art. I.VlemenEo materiale . S. 9736 n 1751) Art. 2.' Zlemento intenzionale . S. 175g n 1768 CAP. 4.O Cyiterii misuratori della ingiuria . . . . . . Ej.1760a1709 CAP. 5." fizflztsso della veritti sul convz'ciC20 9. 1800 n 1810

. . . . . . .

CAP. 6' Ingiurie colitro i morti . g. 4813 a 1823 CAP. 7.' Def grado wZ iMgtUriQ 5. 1824 a i 830 Ea CAP. 8.' Azione penale contro la ingda . . . . . 1831 a 1848 9. 3849 a 1858 CAP. 9: Penalit M e ingiurie

. . . .

CLASSE QUIHTA
REATI COiiTRo 1 DIRITTI DI FANIGi,IB

CAP. 1.O Idea e contenuto della classe 9. 1859 a 1864 CAP. 2 Concubinato : . . S. 2865 a 1870

. .

CAP. 3.' Adulterio. Art. 1." Nozione . . . . . . S. 287l a Art. 2.' Criteioiiessenziali . . Bj. 1870 a Art. 3.' Criterii r/lisuratori . . '3. 1888 a Art. 4.' Grado . . . . . . fi. 2895 u Art. 5.'' Azione . . . , . . S. 1010 a Art. 6.' Penalitu . . . . . S. 1031 a CAP. 4.' Poligamia . . . . . . Bj. 1936 a CAP.5." Reati contro lo stato civile di un fanciullo. Art. 1.O Idea e contenuto d i questa specie criminosa, e sua essenzialit generale . S. 2949 a Art. 2.' Specialit diferenti che cadono sotto il presente ti-

1878 1887 1894 .l'30! 1030 1935 1048

.
.

2955

tolo . . . . . . Art. 3.0 Penalit . . . CAP. 6.' Sottrazione di minori . CAP. 7.O Incesto . . . . . .

. .

. .

. 1956 S. 1072 13. 1975 S. 2000

a 1971 a 1974 a 1999

ad pn.

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