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Invece delle conclusioni, di Alberto Castagnola A seguito del seminario di Rieti del 16-18 novembre 2011, si ritenuto utile

e per i partecipanti disporre di un elenco delle attivit di economia alternativa che possono essere proposte e realizzate dai soci dei circoli o dalla popolazione circostante; lelenco pu non essere completo, dato che limmaginario delle persone pi sensibili alla gravit della situazione ambientale inventa continuamente nuove iniziative dirette a sottrarsi ai condizionamenti del sistema economico dominante. Anche le modalit di organizzazione e di realizzazione possono cambiare da zona a zona e quindi ogni circolo che inventa nuove formule che funzionano bene tenuto a mettere in rete le iniziative sperimentate, integrando il presente elenco. A. Attivit di economia solidale che possono essere realizzate in un circolo Commercio equo e solidale Finanza ed assicurazione etica, come microcredito, banche etiche e mutue autogestione Gruppi che collaborano in base a principi di cooperazione e solidariet Gruppi di acquisto solidali Gruppi che praticano i bilanci di giustizia Forme organizzate di consumo critico Turismo responsabile (in citt, nei dintorni, allestero) Riuso e ricicli di materiali e risorse naturali (raccoglitori di carta, vetro, metalli, cartoneros) Informatica open source Applicazione di forme di energia rinnovabili Agricoltura biologica Gruppi di acquisto non dichiaratamente solidali Gruppi di acquisto popolari Campagne per sponsor e tesorerie etiche Campagne per la sovranit alimentare Esclusione delluso di acque minerali e uso di acqua del rubinetto Centri per le tecnologie appropriate Iniziative autonome per la creazione di posti di lavoro (autogestioni, cooperative no profit, autocostruzioni, ecc.) Campagne per la tutela e la diffusione delle energie riproducibili Sostegno e informazioni a iniziative di sviluppo progettate da locali e immigrati Progetti per la protezione della biodiversit Coltivazioni con metodi alternativi (biodinamica, energetico, ecc.) Occupazioni di terre e insediamenti contadini Fattorie didattiche Bio ristoranti, bar e osterie no profit

Radio comunitarie e TV di strada Campagna per laccesso ai farmaci Giornata del non acquisto Giornata degli acquisti trasparenti. Mercati per il baratto Banche del Tempo Sostegno per la Tobin Tax Scambi e acquisti con monete alternative Programmi di adozione e sostegni a distanza Sostegno a organismi impegnati nella protezione ambientale LETS, sistemi di scambio gratuiti Artigiani Solidali Produzione di mattoni in terra cruda Uso della lana di pecora come materiale isolante per ledilizia Assicurazioni no profit Campagna Cambieresti di Venezia Campagna Nuovi stili di Vita di Campobasso Condomini sostenibili di Ferrara Campagna Cambieresti di Biella Campagna Cambieresti di Colorno (Parma) Campagna citt equosolidali Guerrilla Gardening Mercato per lo scambio di semi Case passive e a zero emissioni

Campagna Vispo di Piacenza

Naturalmente ogni circolo dovrebbe formulare delle scelte strategiche preventive, decidendo ad esempio di considerare i consumi il loro campo di azione prioritaria, oppure lenergia, o ancora la mobilit o lagricoltura, a seconda della localizzazione del circolo, delle attivit prevalenti tra i soci o della gravit dei problemi della zona. Poi si dovrebbero individuare gli interventi realisticamente attuabili, secondo le forze o i mezzi a disposizione, e quindi avviare le azioni previste in quel campo, con la opportuna gradualit ma avendo approvato e reso noto un piano di lavoro completo con le sue scadenze interne.
B. Esperimenti di decrescita attuabili allinterno di un circolo Creazione di orti Riappropriazione dei saperi per donne e uomini (fare la pasta in casa, fare

pane, marmellate, conserve, lavori in lana e uncinetto) Ciclofficina Mappare le realt di economia solidale della zona

Lanciare lidea di un distretto di economia solidale nel territorio Dichiarare il circolo zona libera dalla plastica, da prodotti chimici, ecc.

C. Attivit di formazione relative ai temi trattati nel seminario Corsi brevi su cosa leconomia solidale Corsi brevi su cosa la decrescita Corsi brevi o sistematici sui danni ambientali Corsi brevi sui problemi energetici Corsi brevi sul consumo critico Corsi brevi sulle esperienze di lavoro di rete Corsi sistematici sulle condizioni sociali ed economiche sui paesi del Sud del mondo (ad esempio quelli di provenienza dei prodotti pi consumati nella zona) Corsi brevi sulle problematiche del salario sociale e del lavoro volontario Corsi sullimmaginario sulle societ alternative Corsi sulle metodologie partecipative (facilitazione, metodo del consenso, ecc.) Corsi di storia dellumanit in un ottica femminile

D. Iniziative di comunicazione per i soci e verso lesterno I problemi della comunicazione sono estremamente importanti in generale, ma lo sono ancora di pi quando i temi affrontati attribuiscono alle relazioni tra le persone un valore elevatissimo. Prendendo come riferimento una delle prime domande (quella relativa alla scarsa conoscenza, da parte dei soci, dei reali e profondi motivi per passare dalle acque minerali alluso dellacqua di rubinetto) e solo a titolo di esempio, faccio una serie di considerazioni che dovrebbero far capire le difficolt da superare per ottenere una comunicazione efficace delle ipotesi di economia alternativa: 1.Forse la decisione di posare le brocche sul bancone del bar stata presa dal direttivo, senza una preliminare informazione - sensibilizzazione dei soci per un certo periodo di tempo. Forse si sarebbe dovuto parlarne in assemblea pi volte, illustrando con tabelle e immagini i rischi delle acque minerali e i vantaggi economici e per la salute di un acqua frequentemente controllata. 2. Forse si dovevano spargere per tutto il circolo immagini e schede della campagna per lacqua, organizzando magari delle conferenze o dei brevi corsi 3. Con ogni probabilit si sono sottovalutate sia la incisivit e la forza della ripetizione delle pubblicit delle acque minerali, che hanno fatto diventare in

Italia questa forma di consumo una tra le pi elevate del mondo, sia i condizionamenti ormai instaurati da oltre un ventennio di iperconsumo. 4. Il peso per il trasporto sopportato dal consumatore, il costo, lonere del riciclo del vuoto, i rischi da inquinamento, in particolare per le improvvise infiltrazioni nelle sorgenti di prodotti chimici per lagricoltura, non sono evidentemente abbastanza conosciuti per modificare le abitudini di acquisto. 5. Pi in generale, ogni iniziativa dovrebbe essere preceduta da una accurata opera di sensibilizzazione e di formazione, protratta nel tempo, fino a far emergere un gruppo di soci o di giovani della zona decisi a realizzare le azioni necessarie in base ad un piano di lavoro fortemente condiviso. 6. Non si pu mai trascurare una lenta opera di decondizionamento, che preveda anche delle ricadute e dei processi di recupero. 7. Ogni persona impegnata nelle iniziative deve conoscere bene i rischi a monte e a valle di ogni iniziativa; ad esempio nel caso dellacqua si deve conoscere lo stato delle sorgenti o delle dighe della zona, con visite nei luoghi pi esposti. 8. Dovrebbero sempre essere conosciuti i pi gravi danni ambientali e per la salute connessi alluso dellacqua, in Italia e nel Sud del mondo, dalle situazioni di siccit alle alluvioni e agli uragani. 9. Inoltre, se possibile, i problemi familiari e delle persone dovrebbero sempre essere collegati alle iniziative pi politiche in atto; ad esempio, nel caso del consumo di acqua si dovrebbero fornire informazioni non superficiali sul Forum, sulle dinamiche del referendum, sui tentativi di privatizzazione in atto nella zona, ecc. 10. Inoltre, ogni iniziativa interna, relativa alla sede e ai soci, dovrebbe essere accompagnata da comunicati rivolti al resto della popolazione della zona, anche sotto forma di volantini, concedendo interviste a giornali e radio o televisioni locali o parlandone in sede di incontri ed eventi vari. Questa parte del lavoro, lunga e talvolta noiosa, dovrebbe essere prevista nel piano di lavoro messo a punto per ogni iniziativa che si deciso di realizzare. 11. Infine, il lavoro di rete. Ogni iniziativa, anche di modesta portata, che costituisca una esperienza positiva, dovrebbe essere considerata un patrimonio prezioso per lintera associazione. Sia la decisione iniziale, sia i risultati, ma soprattutto lanalisi delle difficolt incontrate e delle soluzioni trovate, dovrebbero essere messe a disposizione degli altri circoli in tempo reale, cio senza attendere la elaborazione di corposi rapporti finali o addirittura i tempi di una pubblicazione. Queste due ultime fasi dovrebbero essere dirette verso lesterno, mentre la rete interna dovrebbe essere alimentata anche da esperienze parziali o che si modificano nel tempo, perch la stimolazione di iniziative analoghe in altri circoli dovrebbe essere affidata allidea iniziale o ai primi risultati; in sostanza si guadagnerebbe molto tempo, anche perch ogni circolo si muove in un contesto diverso e ha bisogno di tempo per adattare lazione alla situazione locale.

12. Ultima considerazione, derivante dallurgenza di avviare processi seri di cambio di paradigma se vogliamo veramente salvare il pianeta e i suoi abitanti, pi o meno umani. Le iniziative di cui si parlato nel seminario richiedono azioni a scala adeguata rispetto alla portata dei problemi da affrontare. Procedere in ordine sparso o con attivit piccolissime disperse su grandi territori non permette di incidere in maniera significativa sulle dinamiche in atto in terra, nei mari e nellatmosfera. Occorre passare in tempi non biblici a delle mobilitazioni di dimensioni non trascurabili dalle sedi internazionali e dai mezzi di comunicazione di massa. Le azioni di sensibilizzazione di lungo periodo erano valide prima degli anni 80; oggi siamo ampiamente in una situazione di emergenza e le scelte politiche degli Stati e internazionali si fanno attendere. Se si desidera assumere delle posizioni responsabili, non si possono trascurare dimensioni e tempi delle reazioni necessarie.

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