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é e 3 fa.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SliNO Al NOSTRI GIORNI
S ]^ E C I A L U ENTE INTORNO
Al PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI_, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARIl GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA
PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, , ALLE FESTE
AI CONCILII
PlÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
GREGORIO XVI.
VOL. X.
IN VENEZIA
I) A T. L A TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLl.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
C
CAR CAR
§ VI. Altre notizie sui Cardinali. VIII romano, fu il primo che pub-
blicò i diritti, e le preeminenze dei
I. Prerogative, preeminenze^ e Cardinali della santa romana Chiesa.
privilegi. II. Cariche, qualifiche che Leggiamo presso l'altro annalista Ri-
esercitano, e Cardinali palatini. naldi, all'anno i225, la costituzione
III. Titoli onorifici. IV. Precedenze di Onorio III , emanata in Rieti
nel sagro Collegio. V. Insegne, di- a' 20 novembre, nella quale pub-
stinzioni, e vesti usuali e sacre. blicò rigorose pene contro quelli,
VI. Rendite. VII. Deposti, ed esclusi che in qualche modo offendessero,
dalla pontificia elezione. Vili. Car- ovvero oltraggiassero i Cardinali del-
dinali celebri. IX. Esequie. la Chiesa romana, dichiarandoli rei
di lesa maestà, perpetuamente infa-
mi e banditi; ed applicati i loro
I. JL , preeminenze, e
rerogative beni al fisco, nel caso che ostilmente
privilegi. quanto in questo
Oltre perseguitassero un Cardinale, 1' im-
articolo superiormente si è detto prigionassero, o lo percuotessero, con
sulla sublime dignità Cardinalizia, altre pene simili a' loro complici e
e di tutt'altro che riguarda sì emi- fautori , restando tutti soggetti alla
nente grado, massime nella Chiesa scomunica, dalla quale non potes-
universale, di cui sono prineipi e sero essere assoluti, che dal solo
senatori, ed oltre ciò, che si dice romano Pontefice, o da chi ne ri-
ne' rispettivi articoli del Dizionario cevesse da lui commissione. Bonifa-
su questo medesimo argomento, ac- cio VIII, mentre voleva castigare i
cenneremo le cose principali relative. Cardinali Jacopo e Pietro Colonna
Diversi autori, e fra gli altri l'an- per aver cospirato contro la Chiesa,
nalista Baronio, all'anno 882, dicono per contenere tutti a venerare e
che il Sommo Pontefice Giovanni rispettare la dignità Cardinalizia,
,
6 CAR CAR
nel 1298, pubblicò una costituzione conclave nella sede vacante; ma
simile a quella di Onorio III, ove Innocenzo VI, appena eletto nel
al capo Felicìs recordationis, 5. De i352, cassò tutte le leggi, che i
i Cardinali erano esenti dalla pre- quale, essendo interrogato nel con-
venzione del Papa nella collazione cilio romano del 824 quanti testi-
de' benefizi , eh* essi facevano come moni fossero necessari condan- per
ordinari, sia ch'essi li conferissero nare gli ecclesiastici, rispose che per
soli, che unitamente ai capitoli, per condannare un prete Cardinale non
la clausola, tani conjunctim, quam vi volevano meno di quarantadue
divisim , locchè veniva accordato testimoni, e per condannare un dia-
dipoi dagli articoH, e dalle conven- cono Cardinale ve ne volevano ven-
zioni fatte tra i Cardinali riuniti in tidue, come riporta l'Amati. 3. Che
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fossero fi*anchi da ogni gravezza. 4- giuramento. Anzi nel continuatore
Che toccasse ad essi il provvedere del Burcardo, nel conclave del i6o5
i benefizi delle chiese, che ognuno per r elezione di Leone XI a pag.
di loro possedeva. 5. Che ninno de- 45 r, si legge, che dai Cardinali
gli stessi Cardinali fosse punito con furono sottoscritte !e capitolazioni ,
8 CAR CAR
rò, che i Cardinali diaconi per am- il senato apostolico ha
il camerlen-
Tutti i CardinaU hanno diritto sagro Collegio, come rilevasi dal li-
CAR CAR 9
entra nella carica solo nel primo za di palafreniere pontificio, la quale
concistoro, mediante la consegna sogliono cedere ad altro soggetto ido-
che il Papa fa a lui della borsa. neo , ed approvato da monsignor
Ma ilregnante Pontefice nella mor- maggiordomo per la somma di cir-
te del Cardinal Gamberini, che ces- ca cinquecento scudi ; e vivente il
zia, per promozione e per morte, Papa assiste nella basilica vaticana
seppure non disponga altrimenti il alla messa, che si canta dal Cardi-
sovrano Pontefice. Talvolta i Car- nal arciprete per la dedicazione del-
dinali esercitano cariche prelatizie la quando in essa si espone
chiesa,
col titolo di prOy come di tesoriere, il ss. Sagramento in forma di qua-
governatore di Roma, ec. rant'ore, e quando si celebrano le
I Cardinali palatini, cui suole eleg- esequie de' Pontefici defimti nella
gere ogni nuovo Papa, a meno che cappella del coro. Così intervengono
non confermi alcuno di quelli del pure nel giorno, in cui il Papa dà, nel
suo predecessore, sono il datario, il cortile del Quirinale, l'apostolica be-
segretario di stato, il segretario per nedizione all' arcicon fraternità del ss.
celebrava ; quindi incominciò il no- p. II. pag. 540, dice, che a' tempi
me dei Cardinali diaconi palatini, di Alessandro III i Cardinali veni-
come fra gli altri si osserva dal Yit- vano denominati senatori. Clemente
torelli apitd Ciacconiiun in vita s. IV dichiarò presidi, e proconsoli i
" pontificie, proceri del clero, basi cte, si es corani Domino Papa. Si
»» del tempio di Dio, luminari chia- es coram domino Cardinali, dices
w rissimi della Chiesa, che vegliano sic: Coram vobis,venerande Pater
» per le anime dei popoli, e colon- T. tituli s. Sahinae presbyter Car-
»> ne della Chiesa medesima". Vuoi- dinalisj et sic si es coram presby-
si, che l' imperatore Costantino de- teris Cardinalibus. Si coram diaco-
corasse col seguente diploma i Car- nibus dicas sic Corani vohis ve-
:
12 CAR CAB
liabent titulum presbytcrl sic. Si quello di Caro amico. V, THenault
corani episcopis, dices sic: Corani txtW Abregé de la France.
vobh venerande Pater, domine Sa- Urbano Vili, nel i63o, accrebbe
bìniensisj domine Ostiensis et sic, le preeminenze de'Cardinali, e diede
sì coram episcopis Caidinalibus ,
loro il titolo di eminenza, ed emi-
supprimes et nomen iituli et no- nentissimo {ì^edi), in vece di quello
men Cardinalis; et procedes sic: di signore illustrissimo , che davasi
Coram vobis venerande pater , ancora a diversi principi d' Italia
partibiis a domino Papa audito- avanti che loro si attribuisse il ti-
re concesso ,
praeponit Lauren- tolo di altezza; proibendo a' Cardi-
tius procurator roloma- capitali nali di ricevere altri titoli, a meno
gensisj quod ecclesia rotomagensi che fosse loro dato dalle teste coro-
vacante, etc. In appresso o si ag- nate. Quindi il suo immediato succes-
giunse anche quello di reverendi sore Innocenzo X
approvò il decreto
e ne' libri de' conti del sagro Col- della congregazione cerimoniale, che
legio, da Bonifacio Vili fino a Gre- prescriveva a'Cardinah, di qualun-
gorio XI, il quale mori 1378, nel que dignità e lignaggio , di conten-
furono detti reverendi patres et do- tarsi del solo nome di Cardinale,
mini, indi si cominciò a stabilire senza veruna aggiunta di titolo se-
frequentemente il reverendissimus pa- colare : tuttavolta in progresso si è
ter et domiìius, che si continuò nel permesso aggiungervi quello d'impe-
XIV e XV secolo. riale e reale, se il porporato è di tali
Papa Adriano VI , a' 9
Eletto famiglie. I titoli, che comunemente i
gennaio i522, benché assente dal Cardinali si danno nello scriversi
conclave , siccome dimorante nella tra di loro, sono di eminentissimo e
Spagna , il sagro Collegio gli spedi reverendissimo signor mio osservan-
il decreto di sua esaltazione; onde dissimo , al Cardinale decano si dà
nella lettera responsiva, che inviò in per distinzione il colendissimo , in
Roma a' Cardinali, e che leggesi nel vece àeW osservandissimo, ed al Car-
tomo I del Cinelli, in data dell'ul- dinal nipote del Papa regnante, se
timo febbraio con
, si sottoscrisse vi fosse, darebbe dai Cardinali
si
CAR CAR i3
stonali 5 si indirizza loro col titolo i quali colla qualifica di legati ed
venerabiles fratres y e nelle bolle si. in cappa nel solenne ingresso la ac-
usa la frase , de Consilio venerati- compagnarono a cavallo sino alla
lìum fratriini nostrorum. Dice il porta Flaminia. Quivi il sagro Col-
Macri, che i Cardinali nel promul- legio trovossi a complimentarla, ed in
gare qualche decreto nel principio , cappa e nobile cavalcata la prece-
de' loro titoli, sogliono usare la for- dette nel recarsi dal Papa. I Cardi-
mula: N. miseratione divina etc. nali legati andarono a' loro luoghi,
Di tale argomento, e di tutte le re- e i due primi diaconi subentrarono
tom. Ili, p. 65, Tiiolario per Car- fa al sagro Collegio per esse, ed al-
dinale , disposto secondo i nomi del- tre cose relative.
le persone, alle quali convengono
si Dividendosi il sagro Collegio in
i titoli, giusta il cerimoniale dei Car- tre ordini, cioè di vescovi suburbi-
dinali. cari, preti e diaconi , si passa da
quelli de'preti e de'diaconi a quello
IV. Precedenze nel sagro Collegio. de' vescovi col metodo che diremo.
I preti non possono essere vescovi
All' articolo Cappelle Pontificie titolari , ed abbiamo solo, che Cle-
parlandosi dei posti di esse, e di mente Vili dichiarò arcivescovo ti-
quelli de' Cardinali, si è trattato del- tolare di Filippi il Cardinal Nino,
i4 CAR CAR
mozione alla porpora. Indi il con- pubblico diritto una eruditissima, ed
sacrò arcivescovo titolale in parti' elegantissima dissertazione latina, che
bus di Corinto, nella predetta Cap- il sunnominato Cardinal Castiglioni
pella Paolina del palazzo Quirinale. lasciò inedita sotto il titolo Diaconi-
Fra i Cardinali diaconi ,
possono coriy dedicata al Cardinal Braschi
esservi dei preti , anzi de' vescovi diacono, nella quale evvi mirabil-
eziandio, senza che però in cappelli mente esposto quanto riguarda i Car-
pontificia nulla più possano eserci- dinali diaconi.
tarne che le sole funzioni inerenti Il passaggio de' Cardinali da un
all'ordine diaconale. ]\è specialmente ordine all'altro chiamasi Ozione,
in Roma fanno essi funzioni presbi- (Fedi) ossia oltare, la cui origine e
terali in pubbliche clìiese. Molti sono progresso dottamente si espone dal
stati i Cardinali diaconi vescovi di Panvinio, De septeni Urbis Eccles.
giurisdizione, fra' quali e da ram- cap. 3 ad finem: >» Presso gli anti-
mentarsi il Cardinal Gio. Castiglioni » chi pertanto, egli dice, per più
vescovo d' Osimo e Cingoli, che « di mille duecent'anni non inter-
continuò sino alla morte, accaduta •' rotti si mantenne nella Romana
nel i8i5, ad appartenere ali ordine " Chiesa il costume, che né i dia-
de' diaconi. A questo era stato in- fi coni le diaconie una volta rice*
Pxalzato a' 17 gennaio i8o3, da Pio >»vute, né i prèti i titoli, ne i
VII, che allora lo pubblicò Cardinale, M vescovi Cardinali i propri vescova-
e gli conferì la diaconia di s. Maria » ti mutassero; dal che nasceva che
in Domnica. Lo stesso era avvenuto fi ì diaconi, i preti e i vescovi Cardi-
di im insigne suo antecessore in as maggiormente accudivano, a-
nali,
quel vescovato, cioè del Cardinal « domavano, rifabbricavano, amplia-
Lanfredini, ch'era diacono di santa » vano le propiie diaconie, e i propri
Maria iu Portico. Inoltre abbiamo }} vescovati, sapendo di doverli ritene-
che Innocenzo X, nel 1654, fece y» Al presente i
re finche vivessero.
Cardinale Carlo Gualtieri, e gli die- » CardinaU per la legge dell' ozione
de per diaconia la chiesa di s. Pan- » possono ottare a molti titoli e
crazio, che apparteneva all' ordine yy diaconie; locchè ebbe principio a'
de' preti,essendo che erano tutte « tempi di Alessandro nel con- V
occupate le diaconie; e sebbene di •» cilio pisano del i4^o> ^^^ìI quale
tal ordine, lo dichiarò arcivescovo •> avendo prodotto lo scisma, che i
dinali diaconi, che doveansi in essa •5fu d'uopo allora, che tali muta-
comunicare , avendo tutti gli altri " zioni si facessero, per le quali un
Cardinali celebrato, il Papa, per non « di que' due, che nello scisma ave-
alterare il rito, dichiarò il Gualtieri » vano il vescovato di Frascati, lo
prete di s. Eusebio, e gli fece can- " dimettesse all'altro, ed ottasse a
tare la messa. Ed a questo propo- " quello di Sabina allora vacante.
sito è a desiderarsi, ciie si renda di >» Lo stesso accadde ne' titoli e nel-
,
CAR CAR i5
» le diaconie: locchè sebbene allora nosce, che alcuni Cardinali decani
» accadesse per necessità, passò poi non vollero passare a tal vescova-
« frequentissimamente in esempio; to, come da ultimo fecero i Cardi-
" e perciò vediamo accadere che , nali Francesco Pignatelli , e Gio.
»> lo stesso Cardinale fatto diacono Francesco Albani. Né ancora altri
w ha oltato a tre e quattro diaco- vollero divenire decani , come fece
»> nie j divenuto prete otta ad al- nel 1763 Cardinal Paolucci, per
il
i6 GAR CAR
ilinali anticamente recarsi ai detti " proprio sangue, " a cui appunto
siti in cavalcata , per cui racconta allude il colore rosso della porpora,
Marc* Antonio Valena , che quando e delle altre insegne, e indumenti
i Cardinali andavano pontificalmen- Cardinalizi. P^. Capi'a de' Cardinali,
te vestiti in cavalcata, godevano l'au- nonché gli articoli Croccia, veste che
torità di poter all'incontrarsi con usano in conclave. Porpora Cardi-
alcuno, che subisse la condanna del- nalizia, e Calze de' Cardinali.
l' estremo supplizio, liberarlo dalla Cappello rosso è parere di al-
Il
morte. Ma perchè ciò non passasse cuni, che fosse stato usato dai Car-
in abuso, nella mattina in cui ese- dinali legati prima che Innocenzo
guivasi qualche sentenza capitale, i IV, nel 1245, lo stabilisse ai Car-
Cardinali si astennero in seguito di dinali, insieme alla porpora. Quel
andar per ove dovea pas-
la strada Papa lo decretò di colore rosso per
sare condannato, e pel luogo, ove
il rammentare al sagro Collegio, che
dovea subire la pena di morte. Pio fosse sempre pronto a spargere il
IV, nel i564, esortò gravemente i sangue per la fede, per la sede
Cardinali a non adottare l'uso delle apostohca, e per la pace del cristia-
carrozze allora introdotto, ed Inno- nesimo. ^. Agostino Patrizi, Ccercin.
cenzo XI, nel 1676, con patetico lib. I, sect. 8, cap. 4- Quindi questo
discorso in concistoro segreto invitò cappello servì per decorare lo stem-
il sagro Collegio a non adoperare ma sigilli; ma Inno-
gentilizio, e
i
» che pel bene della Chiesa univer- giosi continuarono a portare il cap-
« sale,quando sia necessario, non puccio, ovvero la berretta del colore
» debbono temere di spargere il dell'abito del proprio Ordine, finché
CAR CAR 17
Gregorio XIV concesse anche ad cappelle, e funzioni pontificie, in
essi tanto la berretta , che il berret- cui usano mitre di damasco bianco,
tino rosso. Paolo II die' pure a'Car- siccome dispose Paolo II. Il Garam-
dinali le gualdrappe rosse da usarsi pi, nel suo Sigillo della Carfagna-
nelle cavalcate, e dispose che nelle na, pag. 7 3, dice che l'uso della
cappelle, nei concistori, ed in altri luo- mitra ne'Cardinah incominciò nel
ghi, sedessero su banchi piti alti di secoloXI, nei pontificati dei santi
quelli di qualunque prelato. L' om- Leone IX, e Gregorio VII, e che
brellino (Fedi),ed il baldacchino fu comune pure a' Cardinali diaconi,
(redi), sono pure distintivi de'Car- riportandone testimonianze del 1 192,
dinali. in cui governava la Chiesa Celestino
Benedetto XIV decretò, che i III.Aggiunge poi il Macri, che sotto
Cardinali ascritti a qualche Ordine Eugenio IV le mitre Cardinalizie era-
equestre, come il gerosolimitano, no di bambacina bianca. Oltre le
potessero portare la croce di pezza mitre di damasco, i Cardinali ado-
bianca sulla mozzetta rossa, consi- perano anco le mitre giojellate, e i
derandosi come parte di abito d'una vescovi suburbicari per formale han-
religione professa. F. Vesti Cardi- no tre pigne dorate, coperte di
nalizie. Anche il Sarnelli è di opi- perle; ma cantando messa, e facen-
nione, che i Cardinali incomincias- do altre solenni funzioni, i Cardinali
sero da Bonifacio Vili a vestire hanno l'uso de'sacri paramenti pon-
di rosso e di paonazzo, al quale tificali. Possono in morte lasciare
poi si aggiunse il rosaceo nelle do- i Cardinali, i paramenti e i sacri
meniche Gaudcte e Lcelare In . arredi, mediante indulto pontificio,
quanto alla forma che in tutti
, a chiese pubbliche ed ai propri ti-
dev' essere eguale, dice che sia inco- toli , secondo le prescrizioni del con-
minciata nel pontificato di Bonifacio ciho generale XVII,
Pio V, e di s.
tS CAR CAH
diiiàli.Considerando Nicolò IV, elet- pih ne tratta la costituzione da Paolo
to nel 1288, di quanto aiuto fossero i IV emanata a' 12 giugno 1 556, che
Cardinali al sovrano Pontefice, e, co- si legge nel tomo IV , p. 33o del
me dic*egli, y* quanto operosa scdulita* Bollano romano, e la costituzione.
f> te cum ipso laborarent,et tim ipsius In regimine y pubblicata da Benedet-
>• ecclcsiae, quam totius orbis incum- to XIV, a' 3 febbraio 174^, e ri-
» bentia onera indefessis cum eo portata nel Bollarlo magno t. XVI,
•» sollicitudinibus partirentur ", dispo- p. 278, ed il Plato, IJfe munere Car-
se che di tutte le rendite della sede dinalinm ratione ordinis^ hoc occa-
apostolica due pomoni se ne faces- sione dividitur solimi inter Cardina-
sero, una cioè per la camera papale, les praesente^ , pag. 76. Pertanto i
e l'altra si egualmente fra
ripartisse Cardinali assenti dalla curia non pos-
tutti i Cardinali; e che la elezione, sono godere degli emolumenti del
o rimozione di tutti gli uffiziali, mi- rotolo, e tutto al più, come leggia-
nistri ed esattori delle rendite sud- mo anche nel Lunadoro, De Car-
dette, non si facesse che De Consi- dinaliy tom. II, p. 27 , ne parteci-
lio Cardinalìum. Benedetto XII, nel peranno que' Cardinali, che per qual-
i334, soccorse ai bisogni de' Cardi- che legittima causa fossero andati a
nali con centomila zecchini d' oro ; Roma, e vi avessero dimorato alcun
e i successori conferirono loro pin- tempo.
gui beneficii per sostenere con isplen-
dore la loro dignità. Queste rendi- VII. Cardinali deposti^ ed esclusi
te dai Cardinali si impiegarono in dalla Pontificia elezione.
gran parte nella erezione di sontuose
chiese, nella riparazione delle caden- Lungo sarebbe
il dire de' Cardi-
CAR CAPt 19
fano Carlo de Lomeniè de Brienne, gerc il sommo Pontefice. Di fatti i
arcivescovo di Sens. Costui in se- Cardinali Jacopo e Pietro Colonna,
' zio, nipote
giiito fece il civico giiirametito alla e scomunicati, degra-
famosa costituzione del clero di Fran- dati e deposti dal Cardinalato da
cia, e, ad onta delle paterne ammoni- Bonifacio Vili, non poterono inter-
zioni dello stesso Pio VI, prese par- venire ai conclavi in cui, nel i3o3,
te nello scisma, il quale desolò quel Rieletto Benedetto XI, e nel i3o5,
regno nel fine del secolo decorso, in cui fu creato Clemente V. Questi
perlocliè il medesimo Pontefice, nel però li assolvette, e li restituì alla
concistoro de' '>.% settembre 1791, lo dignità Cardinalizia.
dichiarò decaduto, spergiuro e pri- Cospirarono contro Giulio II i
I
, .
ao e AR CAR
prostrarono pentiti a* piedi del Papa, il sori, nonché di concorrere alla fu-
quale, malgrado 1' opposizione di va- tura elezione, come riporta il Ri-
ri principi, li restituì all' antico gra- naldi all'anno i5i7, num. 96. Gli
do, colla penitenza di digiunare u- altri due ottennero similmente per-
na volta il mese finche vivessero. donò colla pena di sborsare ognuno
Spogliatisi allora dell'abito paonaz- dodicimila fiorini. Di tutto ciò scri-
zo con cui si presentarono al con- ve minutamente il Ciacconio nella
cistoro come semplici preti, il mae- storia del pontificato di Leone X,
stro di cerimonie li rivesti della nella sua opera Gesta Rom. Ponti-
porpora. Quanto agli altri tre no- Jicum.
minati Cardinali fautori del conci- Eletto in successore di Leone X
liabolo, Borgia era morto, ed il Prie il Papa Adriano VI, il detto Car-
e Brissonnet furono compresi nella dinal Soderini, mentre ne godeva
riconciliazione tra la santa Sede, e tutto il favore, occultamente avvisava
il re di Francia. con lettere i^rancesco I contro Car-
Non andò guari, che per vicen- lo V e contro il medesimo Ponte-
de politiche e personali, nel i5i7, fice, ma venendo intercettate le let^
CAR CAR 21
Leone X, che avea privato il Car- sti di Pio VI, tomo I, pag. 224.
dinal Saoli della voce attiva e pas- V. ConstituUones Jposl. et decreta
siva anche nell' elezione del Romano quae jurnntur , ac formula fura-
Pontefice, ne lo privò, dopo forma- menti praestari solita a S. R. E.
le processo compilato da una con- Carditialibusj Romae, 1755.
gregazione di sei Cardinali, e fu pure
sospeso dalle funzioni arcivescovili Vili. Cardinali celebri.
colla multa di duecento mila scudi
a favore della camera apostolica Il numero di questi è pressoché
per aver abusato nel potere sotto impossibile ad essere descritto: però
Benedetto XIII, che lo avea ammes- dalle individuali biografie se ne am-
so all'intima sua confidenza. Tut- mireranno luminose gesta e le
le
alla santa Sede, e purgato della ele- vedranno que' Cardinali che per u-
zione, che avea fatta del menzionato miltà deposero la porpora. Volen-
tribunale laicale ed incompetente. do tuttavolta indicare i principali ,
32 CAR CAR
IV, ricuperò alla Chiesa romana Giovanni Vitello Vitelleschi , di
parecchi dominii, esercitò varie le- Fuligno, nato in Corneto, cicalo nel
gazioni con sommo decoro, e in Ro- 1437 Cardinale da Eugenio IV, fu
ma edificò le chiese di s. Antonio ricuperatore de' dominii della sede
abbate, e di s. Maria in "Via. apostolica, onde il senato romano
Matteo Rosso Orsini, romano, gli una statua
eresse col titolo di
,
elevato al Cardinalato nel 1262 da terzo padre della patria, dopo Ro-
Urbano IV, meritò V intima amici- molo ed Augusto.
zia di Francesco d'Assisi, inter-
s. Bessarione di Trehisonda, fatto
venne a tredici conclavi, coronò co- nel 1439 Cardinale da Eugenio IV,
me primo diacono cinque Pontefici, era profondo letterato, mecenate dei
e, sebbene invano, si oppose al tras- dotti, e glorioso per le sue qualità.
fei'imento della sede Pontificia in Guglielmo di Estouteville, france-
Francia. se, annoverato al sagro Collegio da
Sede molti dei suoi dominii. il quale con tulli i Cardinali essen-
Giuliano Cesarini, romano, elet- do infermo 1' andò a trovare, e ce-
to Cardinale nel 1426 da Martino lebrò un concistoro nella sua ca-
V, celebre per le legazioni sostenute mera. In Roma edificò egli il mo-
con vantaggio della Chiesa Romana, nistero, e la chiesa di s. Salvatore
e modello di scienza e virtù. in Lauro.
Domenico Capranica , romano Pietrodi Auhusson , francese ,
creato nel 1428 segretamente Car- XXXIX gran maestro di Rodi ,
dinale da Martino V, sostenne do- nel 14^9 ^" sollevato alla porpora
dici legazioni, fu dotato di rari pre- da Innocenzo VIII, colla qualifica di
gì, e primo collegio in Roma,
fondò il legato dell' Asia; fu chiamato il Sal-
dal suo nome chiamato Capranica, vatore di Rodi.
, ,
CAR CAR a3
Francesco Ximenes de Cisneros, Normandia, abiurato il protestan-
spaguuolo, elevato al Cardinalato tismo, si meritò per l' alto suo in-
nel i5o7 da Giulio li, primo mi- gegno, il titolo di s. Agostino della
nistro della monarchia spagnuola, Francia, e nel 1604 ebbe la por-
eccellente politico, di santa vita e pora da Clemente Vili.
riputazione. Armando Gio. du Plessis de Ri-
Innocenzo Cibo genovese , nel,
chelieuj primo ministro di Fi-ancia,
i5i3, da Leone X fu fatto Cardi- uno de' più grandi ingegni della Fran-
nale, e riuscì assai benemerito della cia, e de' più abili ministri diplo-
Chiesa romana e dell'Italia, per a- matici, che sieno stati al mondo, ri-
ver impedito, che Clemente VII pas- cevette la porpora da Gregorio XV
sasse inAvignone. Assai fu ancora nel 1622.
benemerito co' letterati pei tesori Giulio Mazzarinij dell'Abruzzo,
cui profuse in loio favore , e fu si degno successore del Richelieu nel
moderato, che ricusò il principato di ministero di Francia, sommo in po-
Firenze. litica e nel trattare i piùi rilevanti
Nicolò Ridolfi , fiorentino, nel nel 1641, fu ascritto da Ur-
affari,
Clemente VII, Paolo III e due volte mano , della compagnia di Gesù
Carlo V, ed era chiamato lo splen- autore della Storia del concilio di
dore del suo secolo. Trento^ fatto Cardinale nel iGSy,
Antonio Perronet de Granvela, ad onta della sua ripugnanza , da
francese, ornato colla porpora da Alessandro VII.
Pio IV nel 1 56 1, era viceré di Na- Gio. Bona, cistcrciense di Mon-
poU e di Spagna, e fu pieno di dovi , renitente accettò per ubbi-
gloria, gran diplomatico e colto nel- dienza, nel1669, il Cardinalato da
le lingue. Egli ad un tempo detta- Clemente IX, encomiato per singo-
va a cinque segretari. iar scienza liturgica, e santità di vita.
Francesco Toledo ^ gesuita spa- Gio. Battista de Luca, napolita-
gnuolo maestro del celebre dome-
, no, di grande riputazione, d'illibati
nicano Soto, fu creato Cardinale nel costumi , e di eminente dottrina
iSgS da Clemente Vili. Era pro- specialmente legale, fu fregiato del-
fondo fu benemerito
letterato , e la porpora da Innocenzo XI nel
della conversione di Enrico IV. 1681.
Cesare Baronio di Sora, della Melchiorre de Polignac, francese,
congregazione dell' Oratorio autore , creato Cardinale nel 1712 da Cle-
dell' immortal' opera Annali eccle- : mente XI, di straordinario talento,
sìasticiy onde fu chiamato il padre e peritissimo nell'arte di trattare gli
della storia ecclesiastica. affari.
Roberto Bellarmino , gesuita
P^en. Fincenzo Petra^ napolitano, ele-
di Montepulciano, il cui nome è un vato al Cardinalato nel 1724 da
elogio. Clemente Vili nel «599 in Benedetto XIII. Egli per la sua pietà,
crearlo Cardinale, disse: hunc eli- sapere ed opere, meritò, che in con-
gimus j quia pareni non habct in clave il sagro Collegio l'eleggesse pe-
ecclesia quoad doc trinani. nitenziere maggiore, confermandolo
Giacomo Dary du Ferron j di Clemente XII.
,
24 CAR CAR
Angelo Maria Quen'ni, venezia- II25»; 3.° b. Baldovino nel ii3o;
no, fatto Cardinale nel 172G da 4." b. Stefano nel ii4o; ^'' ^^^
Benedetto XIII, la cui dottrina, e- Ugo nel ii5o; 6." b. Enrico nel
rudizione, ed opere sono a lutti note. 1179; 7.° b. Beccaria nel 1257;
Silvio P a lenti Gonzaga, di Man- 8.° b. Manzuoli nel i4o8; 9." b.
tova, aeato Cardinale da Clemente Alamand nel 1426.
XII nel 1738, di vasta niente, e Il b. Pietro da Luxemburgo an-
di memoria così pronta, che inter- ticardinale di Clemente VII pseu-
rotto nel dettare, facilmente ripren- do-Papa, non può annoverarsi tra
deva il sentimento, che avea lascia- i Cardinali, mentre nel breve apo-
to, onde
si acquistò la stima e fi- stolico di beatificazione , emana-
ducia di Benedetto XIV. to nell'anno i537 dal legittimo Pon-
Giuseppe Agostino Orsi, fioren- tefice Clemente VII, si tace la qua-
tino, dell' Ordine de' predicatori, ap- lifica di beato.
plaudito autore della Storia eccle- In eterna rinomanza sono poi,
siastica dei primi secoli della Chie- oltre di questi, altri porporati, che
sa, fatto Cardinale, nel 1759, da si distinsero in pietà , virtù, scien-
Clemente XIII. za, generosità, protezione a' lette-
Giacinto Sigismondo Gerdil, bar- rati, e in tante altre simili prege-
nabita di Savoja, annoverato al sa- voli qualità, renderne immor- da
gro Collegio nel 1777 da Pio VI, tale il nome. Tali sono gli Ac-
siccome chiaro per santa vita , e ciajuoli, gli Acquaviva, gli Aguir-
profonda scienza. re, gli Albani, gli Albizi gli Aldo-
Inoltre veneriamo sugli altari i brandini, gli Altieri, gli Amboise,
seguenti Cardinali di s. Chiesa , di gli Ammanati ,
gli Antoniani ,
gli
per altro fino ad ora l'oracolo del Lancellotti, i Laute, i Lorena, i Lu-
Vaticano pel loro culto. i.° b. li- dovisi , i de Lugo , i Madrucci , i
berto nel 1097; 2." b. Matteo nel Maffei, i Manriquez, i Marescotti, i
,, ,
CAR CAR 25
Malici, i Medici, i Mendoza, i Mil- a Cappelle Cardinalizie. Le ese-
liui, i Moroni, i IVlorosini, i JVegro- quie poi pei Cardinali furono egual-
ni, i Nelli, i Nobili, i Noris, gli O- mente regolarizzate da Alessandro
descalchi, gli Orsini, gli Ossat, gli IVj indi si celebrarono per nove
Ottoboiii , i Pacecco , i Pallavicini giorni. Sisto IV ne moderò la spe-
i Paleotti, i Pailotta, i Pamphily, sa, ed' altrettanto fecero Alessandro
i Paolucci, i Paparesclii, i Passioiiei, VI, e il concilio lateranense V; ma
i Peretti, i Pelrucci, i Piccolomini, meglio ne determinò il cerimoniale
i Pierleoni, i Pignatelli, i Pisani, i Benedetto XIV nel 1741- Tanto
Polo, i della Porta, i Priuli, i Puc- per la benedizione, che s' implora
ci, i Quignones, i Rezzonico, i Ria- dal Pontefice dai Cardinali agoniz-
ri, i Rocheroucault, i Rohan, i Ro- zanti, quanto per l'esposizione, tras-
spigliosi , i Rovere, i Ruffo, i Sac- porto , esequie e tumulazione del
chetti, i Sadoleto, i Sagripanti, i cadavere de' Cardinali, si tratta agli
Salviati, i Sanseverino, i Santorio, articoli Benedizione, Cappelle Pon-
i Santacroce, i Savelli, i Serbelloni, tificie STRAORDINARIE, CADAVERE ed E-
gli Sfondrati, gli Sforza, i Silva, i SEQUIE.
Simonetta, i Sirleti, gli Spada, gli I Cardinali decano, vicecancellie-
Spinola, i Talleyrand, i Teodoli, i re, camerlengo e penitenziere mag-
Torres , i Trivulzi , i Truchses , i giore godono la prerogativa, che il
Turrecremata i Veralli, i Vidoni, , loro cadavere sia trasportato dal
i Visconti, i Zabarella, i Zacchia proprio palazzo alla chiesa , in un
i Zelada, i Zuniga, e i Zurla, oltre magnifico letto, mentre quello degli
tanti altri, e quelli die hanno fio- altri vi si reca nella carrozza fime-
rito delle imperiali e reali case d'A- bre, nella quale oggidì sogliono in-
ragona , d'Austria, di Raviera, di distintamente recarsi tutti i Cardi-
Bourbon, di Yorck, di Portogallo, nali , cosicché non ha perciò più
di Savoja , di Sassonia , e di altre luogo la cavalcata pei trasporti del-
case sovrane summentovate. le spoglie mortali de' menzionati
quattro Cardinali dignitari. V. il
26 GAR CAR
Lorenzo Gardella, Memorie storiche Giovanni conte d'AngouIcme, am-
de' Cardinali della romana Chie- s. bedue pupilli, volle prenderne la
sa, incominciando da quelli di s. difesa, istituendo l'Ordine de' cava-
Gelasio I, sino ai creati da Be- lieri denominati del Cardo, e della
nedetto XIV Roma
y 1792. b. Vergine, conosciuto anco sotto
Noi, colla possibile diligenza, pro- il nome di Notre^Dame da Char-
curiamo riempire il vuoto che vi don, sebbene il Michieli, Tes. Milit.,
era, delle biografìe de' Cardinali di pag. 88, opini, che tal Ordine fu
Clemente XIV, dei due Pii VI e piuttosto dal detto principe restau-
VU, non che di Leone XII, Pio rato nel i4o3, ciocche dal Giusti-
Vili, e dello stesso regnante Gre- niani viene protratto al f43o. Diede
gorio XVI, ma defonti, con com- pertanto il duca Filippo per insegna
pendiose biografie, e notizie tratte e distintivo a' cavalieri un collare, o
da buone fonti. collana d'oro e argento, formata di
Della dignità Cardinalizia, e per gigli e fiori di cardo, col motto
ciò che riguarda i succitati autori, Esperancej insegne, che assunse egli
abbiamo Andrea Barbagia, Prae- De stesso, dichiarandosi capo e gran
stantia Cardinalìunij Cardinal Ago- maestro dell'Ordine. Con tal motto
stino Valerio, Della dignità del Car- egli intese dichiaiare la grandezza
dinalato, Venezia i833; P. Stanis- del suo animo, col giglio 1' analogo
lao Santinelli, Della dignità del Car- simbolo della speranza, e col cardo,
dinalato, ec, nel tomo XXIV degli siccome ha il fiore color celeste,
Opuscoli di Calogerà, pag. 395; volle esprimere, che le azioni do-
Jo. Fr. Budaeus, de origine Cardi- veano essere virtuose, ed aver sem-
nalitiae dignitatis, Scìiediasma Hist. pre per iscopo il godimento del
Jenae 1693: ma di questo autore cielo. A tal oggetto doveano i ca-
furono proibite le opere a' 5 mag- valieri essere pronti alla difesa della
gio 1759. Si possono inoltre con- cattolica religione. Dalla collana pen-
sultare Ludovico Muratori , Disser- deva una croce equestre, e nel mezzo
tazione LXl dell' Origine ed isti- una medaglia smaltata di color ver-
tuzione de' Cardinali, Exst. in t. V, de, coir immagine della b. Vergine
^nt. nied. Giovanni Boterio
aevi. col bambino Gesù in braccio, coix)-
Dell' officio del Cardinale j Pao- nata di stelle e cinta di raggi
lo Cortesi , del Cardinalato , Gian- Questi cavalieri nelle funzioni solen-
tiandrea Tria, delV uffizio e digni- ni come riporta il Bonanni usava-
, ,
CAR CAR 27
al capo LVII. Il Boiianni, Catalogo mi, era vescovo di Urgelle, quando
ec. , ne dà anche la figura alla ta- a mezzo del re di Aragona, ai 18
vola XX. Ne deve tacersi, che altri dicembre del 1461, Pio II lo creò
credono istituito quest'Ordine caval- Cardinal prete. Ma dopo un lustro
leresco nel iSyo in Moulins da Luigi di Carchnalato, verso il fine, del
ir soprannominato il Buono, duca 1466, morì nel castello di Cervara
di Borbone, il giorno della Purifi- nella Catalogna.
cazione di Maria Vergine. CARIA. Provincia dell'Asia mi-
CARDONA Errico, Cardinale. nore neir impero Ottomano, che
Errico Cardona, nato nel i4B5 in vuoisi così appellata da Car, di lei
Urgelle della Spagna dai duchi di fondatore. Ora è compresa nell'Ana-
Cardona, era assai virtuoso. Secon- tolia o Natòlia occidentale, detta il
giorni in contìnua orazione, per im- XIIT; ma poi, conosciuta la verità, ri-
plorare il divin lume, ed assunto, nel corse a Martino V, che creollo Car-
I 740, a tal dignità il gran Benedetto dinal prete del titolo dei Santiqua t-
XIV, subito con modi convenienti tro, ai 19 marzo del 1419. Poscia fu
esortò i prelati ad una seria appli- arciprete della basilica lateranese, le-
3o CAR CAR
scovile regno delle due Sicilie,
nel rato duca da Enrico IV. Alla mor-
nella provincia della Terra di La- te del duca Enrico III, per man-
oro, col titolo di contea. Fu edi- canza di successione, Lotario II die-
ficata pressor antica Galeno, tra il de il ducato ad Erbone conte pa-
monte Massico, e il fiume Saone latino, a cui, nel i i4o, per volere
in posizione umida. Vuoisi fondala di Corrado IH, successe in questo
verso il io58 dai principi longo- dominio il conte di Sponheim En-
bardi di Capua, e fiorì allorquando gelberto, ma
la sua posterità ter-
essi distrussero Forum Claiidìi, le minò nel
1269. Passò il ducato
cui vestigia sono poco distanti, e sotto il dominio dei re boemi, ma
perciò dicesi Civita rotta. Il vescovo essendosene impadronito Rodolfo di
di quest'ultima città, la cui sede Absburg, nel 1282, ne investì Mer-
vescovile era stata eretta nel VI cardo, il quale, col suo genero Al-
secolo, verso
1087, essendo go-il berto d' Austria fece un accordo
vernata da s. Bernardo, trasferì il che all' estinzione della linea masco-
seggio a Carinola, che rimase suffra- hna la Carintia passerebbe nei di-
ganea della metropoli Capuana, sin- scendenti d'Alberto il che si verificò
:
ché cessò anche essa di esistere nel nel i32 I. Fu allora, che
i duchi Al-
3i CAR CAR
però gli spedalieri di s. Ippolito, che vi sìa in ciascun o.spedale, e questo
due voti, semplici di castità e di sia incapace di essere superiore della
povertà ; ma non credendosi obbli- congregazione.
gati a perseverare nella congregazio- In oltre Clemente XI, ai 17 giu-
gazione , l' abbandonavano quando gno 1701, col disposto della coslilu-
loro piaceva. Il generale, che avea zione , Injiincti , presso il tomo X
il titolo di maggiore, con alcuni suoi par. I del citato Bollario, concedette
religiosi ricorse allo stesso Clemente a questi spedalieri della carità di
Vili, quale con una bolla, data
il s. Ippolito la comunicazione de' pri-
il primo ottobre i594, gli olabligò vilegi degli Ordini mendicanti, e dei
in avvenire di fare i voti di peipe- chierici regolari ministri degli infer-
tua ospitalità ed ubbidienza, in vece mi, di che pur godono que* dell'Or-
degli altri due, e volle che fossero dine di s. Giovanni di Dio. Con
emessi anco da coloro, che già com- quest'Ordine quelli di s. Ippolito con-
ponevano la congregazione. vengono altresì nella forma dell'abi-
In seguito nacque da ciò un dis- to, ne differiscono che nel colore,
ordine , a cui riparò fr. Gio. Ga- poiché per quello di s. Ippolito è
breia procuratore generale di essi tanè, e pei Benfratelli (Vedi) pre-
con ricorrere al Pontefice Innocen- sentemente è nero.
zo XII, e domandando a nome dei Poco di poi, considerando lo stesso
suoi confratelli la licenza di pronun- Clemente XI , che dovendo essere
ziare i voti solenni, sotto la regola un solo sacerdote in ciascun ospe-
di Agostino, fece istanza, che ai
s. dale, poteva accadere che per la
venti spedalieri più anziani (dai qua- morte di esso dovesse restare alcun
li secondo l'ordinamento di Clemen- ospedale pertempo notabile senza sa-
te VIII doveva eleggersi il generale, almeno fino alle più pros-
cerdote, cioè
o maggiore), si sostituissero altri sime tempora, affinchè ne fosse or-
venti più esperimentati e capaci. Il dinato un altro permise ai 7.5 giu-
,
Papa aderì alla prima parte della gno 1701, colla costituzione, Cuin
domanda, e con la bolla. Ex debito^ sicut , che i chierici di questa con-
de' 20 maggio 1700, che si legge gregazione si potessero ordinare fuori
nel tomo IX, p. 539 del Bollano, di dette tempora. E vedendo Inno-
permise loro di fare i voti solenni cenzo XIII, che alcune costituzioni
di povertà, castità, ubbidienza ed d'Innocenzo XII non erano state
ospitalità, e di professare la regola trovate utili all' istituto, ai 7 agosto
di s. Agostino. Eresse la congrega- 1722, le corresse, e le accrebbe col-
zione in Ordine religioso, conferman- r autorità del suo breve. Exponi
dole i privilegi de' suoi predecessori, riportato dal Bollario romano, al
e la prese sotto la protezione della tomo XII, part. II, pag. 2 5o. Cle-
Santa Sede, ma in quanto all'elezio- mente XII poi, a' 19 aprile i73i ,
del loro gregge. E quando sieno ri- quali si conta anche la nobile don-
chiesti da alcun superiore ecclesia- zella inglese Letizia Frelawny, figlia
YOL. X. 3
,
34 CAR CAB
ilei baronetto Guglielmo Frelawny, In questo anno si apri una nuo-
membro del parlamento nella ca- va casa dell' istituto della Carità nel-
mera dei comuni per la contea di la medesima città di Domodossola, e
Corno vaglia. L'abiura di questa don- l'ottimo e benemerito conte Giacomo
zella fu ricevuta dal sullodato Car- Mellerio le affidò la direzione degli
dinal Morozzo ai i3 ottobre i833, studi del suo ginnasio, con appro-
e ne pai'larono le Memorie di Reli- vazione della regia riforma, a cui
gioncy e di letteratura di Modena, fu poi aggiunto un convitto di gio-
t. III. p. 449, e seg. vanetti, e lo studio della filosofia.
gno, cioè neir occidentale e nel me- apostoliche dei 20 settembre 1839,
dio, de' quali sono -vicari apostolici che incominciano. In sublimi mili-
monsignor Baines vescovo di Siga tantis Ecclesìae solio , ha canoni-
e Walsh vescovo di Cambisopoh. Il camente approvata questa religiosa
sacerdote, che col titolo di vice- congregazione, i cui membri vesto-
provinciale regge presentemente l'i- no abito talare di color nero, della
stituto in Inghilterra, è d. Giovan- comune forma ecclesiastica.
ni Battista Pagani, noto per le pie CARITÀ". Ordine religioso del-
opere da lui Nel i835,
stampate. la b. Vergine. Esso fu istituito da
il detto regnante re di Sardegna certo Guido signore di Joinville nel-
Carlo Alberto esibì all'istituto del- la diocesi di Chalons-sur-Marne in
la Carità l'antica Badia di s. Miche- Francia, nel declinar del secolo XIII,
le della Chiusa nella diocesi e provin- colla regola di s. Agostino come
,
cia di Susa in Piemonte, per prov- racconta l' annalista Spondano al-
vedere al decoro, e alla venerazione l' anno 1290. I religiosi ebbero poi
di quel santo luogo, già un tempo in Parigi un convento chiamato Bil-
floridissimo monistero, detto capo dei lettes. I Pontefici Bonifacio Vili e
suo Ordine. A tal fine impetrò dal Clemente VI, i342, con
eletto nel
Papa regnante Gregorio XVI un autorità apostolica approvarono que-
breve, che fu spedito ai 23 agosto st' Ordine, che per altro essendosi
i836, e col quale il Pontefice con- poco propagato, non ebbe lunga
ferì all'istituto della Carità, l' am- durata.
ministrazione e il godimento di det- CARITÀ' DELIA Madonna. Ordine
ta abbazia. I padri della Carità vi delle religiose ospitalarie. Nel 1624
entrarono nell* ottobre dello stesso Simona Gaugain, ad imitazione dei
anno. Contemporaneamente il me- Benfratelli, volle istituire in Parigi
desimo religiosissimo re di Sardegna le monache per servir }e donne in-
fece trasportare in quella chiesa ferme. A tal effetto acquistò una
abbaziale le spoglie mortali di vari casa presso il convento de' minimi,
principi suoi antenati ; nella quale ed insieme ad alcune compagne,
occasione, l'abbate Gustavo de' conti pose le fondamenta del suo Ordine,
Avogadro Valdengo pubblicò la
di ufficio del quale è appunto quello di
Storia dell* Abbazia ec. , Novara 1837. assistere le donne inalate negli o-
CAR CAR 35
spedali. Superata dalla fondatrice bilimenti di carità, che andava fon-
ogni difficoltà, non senza particola- dando, massime in Parigi; ma ella
re assistenza divina, poscia terminò i col medesimo suo direttore volle
suoi giorni in Parigi ai i4 ottobre stabilire quest'Ordine composto di
i655, piena di meriti e col nome di zitelle , per servire i poveri aver ,
madie Francesca della Croce. cura de' vecchi, de' fanciulli e degli
Seguivano queste religiose ospi- infermi, cui la vergogna impedisce
taliere le costituzioni, che ai 20 lu- recarsi ne' pubblici ospedali. Il no-
glio 1628 loro diede Gianfrancesco viziato fu stabihto per le sue seguaci
de Gondy, arcivescovo di Parigi, e in Parigi nel sobborgo s. Denis, con
che furono, nel i633, approvate da voti semplici, e cinque anni di pro-
Urbano Vili. ve, e sotto la direzione de' superio-
In principio professarono la re- ri della congregazione della missio-
gola del terzo Ordine di s. Fran- ne. Assistevano queste monache an-
cesco, indi adottarono quello di s. co gl'infermi negli ospedali, visita-
Agostino, stabilendo però che al ve- vano le prigioni, ed istruivano le
spero e al mattutino si facesse com- fanciulle povere. L'istituto propa-
memorazione dei due santi, cele- gossi ovunque dopo la morte della
brandone la festa con rito di pri- benemerita confondatrice (che se-
ma classe. Aveano fondati ospedali gui ai 1 6 marzo 1 660 ) sì per , -
presso i loro monisteri, in cui ri- tutta la Francia, che nella Germa-
cevevano le donne inferme, non pe- nia, in Polonia, nelle principali città
rò di mali incurabili e contagiosi. d' Italia , e persino in America . Le
Molto per la Francia si sono esse pro- regole di quest' Ordine furono scrit-
pagate, e facevano i tre voti ordi- te dallo stesso s. Vincenzo de Paolis.
di un cordone bianco con uno sca- piti tutte addette agli stessi carita-
polare di tela bianca. Nelle funzioni tevoli esercizi, e composte, o presie-
usavano un manto egualmente bi- dute dalle principali dame.
gio,ed esercitavansi in altre pie pra- Correndo l'anno 18 19, nel pon-
tiche, come riporta il p. Annibali, tificato di Pio VII, alcune matrone
nel suo Compendio della storia de- romane istituirono in Roma puran-
gli Ordini regolari, parte III. p. co le sorelle della Carità, colle re-
1^5 e seg. gole presso a poco conformi alle sud-
CARITÀ^ (Sorelle della). Ordi- dette, ed ai 2 febbraio 1820, con
ne di mònache istituito da s. Vin- autorizzazione pontificia il Cardinal
cenzo de Paolis, e da madama Lui- Litta, allora vicario di Roma, ne
gia di Marillac, vedova di Antonio fece la canonica erezione nella chie-
le Gras, dette anche Figlie della sa di s. Maria de* Monti, costituen-
Carità, e suore grigie. Questa pia done il parroco a perpetuo diretto-
signora, essendole morto il marito re , sotto la presidenza de' Signori
nel 1625, si pose sotto la direzione della Missione, i quali debbono in-
di s. Vincenzo, che avea fondata tervenire alle congregazioni, che si
i
,
36 CAR CAR
parie vedove e le maritate. Il
le no in oblate e in converse, ed os-
loro impiego consiste nel visitare due servano la vita comune. Fanno tutti
volte per settimana nelle proprie ca- gli ufficii relativi all' assistenza del-
se i poveri infermi cronici d'ambo le inferme, comprese quelle della
i sessi , esclusi dai grandi ospedali bassa chirurgia. La loro utilità ed
somministrar loro il medico, il chi- esemplarità mosse il regnante Gre-
rurgo e i medicinali gratuitamen- gorio XVI a stabilire queste ospita-
te, assistendoli eziandio, come si ag- larie anche nell' arcispedale di s.
titolo di superiora ; ed un
analogo con benefìzio e vantaggio dello stabi-
discorso , che si fa loro in ogni mese, limento, per la vigilante ed esemplar
infervora le esemplari sorelle al ca- carità, colla quale sì benemerite suo-
ritatevole ed utile ufficio. Esse, nel re assistono le malate. F. Ospe-
1826, si estesero nella parrocchia dali.
di s. Agostino, e in quella di s. Sal- CARITÀ' DELLA Madonna. Con-
vatore in Lauro de' March eggiani, e gregazione di religiose. Il p. Odone,
successivamente in altre parrocchie. fondatore della congregazione dei
Ne si deve passar sotto silenzio, che preti, da lui detti Odonisti, sotto
queste «orelle nei casi di bisogno si r invocazione di Gesù e Maria , fa-
prestano reciprocamente assistenza. cendo le missioni , convertì molte
Nel piedetto anno 1826, furono stam- donne peccatrici, le quali ai 25 no-
pate in Roma le Regole della corri' vembre 1641, da lui furono rin-
pagaia della Carità istituita da s. chiuse in una casa nella città di
F'incenzo de Paolis, ec, e di essa Caen. Aumentandosi il loro nume-
tratta monsignor Morichini, Degli ro, stabilì d'istituire colla regola
istituti di pubblica carità, ec, pub- di s. Agostino un nuovo Ordine di
bhcati in Roma nel 1882, alla parte reUgiose, che ai tre soliti voti ag-
I, capitolo XI. giungessero il quarto, d'impiegarsi
La pia principessa d. Teresa Bo- cioè nelle istruzioni, e nella cura del-
ria Pamphilj , volendo introdurre le donne pencolanti. Il p. Odone
negli ospedali femminili in Roma le scrisse per esse ancora le regole con-
sorelle della Carità, fondò nel 182 i fornii a quelle delle monache della
una congregazione di esse col titolo Visitazione, meno alcune particola-
di ospitala rie, le quali furono col- rità proprie di questo For- istituto.
locate neir arcispedale del ss. Salva- mò pure le costituzioni per le pe-
tore al Laterano, approvandone le nitenti, ordinando fra le altre cose,
regole, nel 1827, Leone XII. Nel che abitassero separate dalle mona-
medesimo anno si stamparono Co- che, e che fosse la congregazione
stituzioni per la congregazione del- diretta dalle religiose della Visitazio-
le ospitalarie^ detta della misericor- ne. Ai 2 gennaio 1666, Alessandro
dia, e quindi furono confermate dal VII con sua bolla l'eresse però in
regnante Pontefice. Fanno esse quat- Ordine religioso, per cui ben pre-
tro voti semplici, di povertà, casti- sto si diffuse in diversi luoghi di
tà, obbedienza
ed ospitalità. Posso- Francia. L'abito, lo scapolare, e il
10 abito è di saia nero. Si divido- velo pel capo è nero. Sullo scapo-
I
CAR CAR 37
lare evvi un cuore di argento colla me. Liberato miracolosamente dalle
b. Vergine ed il Bambino scolpiti, sevizie di alcuni malandrini, diven-
giacche il p. Odone inculcò alle mo- ne anche possessore del loro dana-
nache lina particolare divozione al ro, col quale edificò una chiesa con
Cuor di Gesù e di Maria. Il perchè romitorio, che prese il nome di
celebrarono la festa del Cuore di Phai^os. Ivi molti ricevettero da lui
Maria sino dal i643, mediante l'ap- il battesimo, ed altri elessero di vi-
provazione di parecchi vescovi di vere sotto la sua direzione solita-
Francia, e la conferma dei Sommi riamente, con vesti di ciHcio e par-
Pontefici, e poscia celebrarono anco chissimo cibo, attendendo ad opere
quella del Cuore di Gesti. eziandio manuali, ed osservando le
CARITÀ' (Figlie della). Congre- regole, che il fondator loro aveva
gazione di religiose. L'istituto delle composte. Indi partì s. Caritone a
così dette Figlie della Carità ebbe fondare altro romitorio, chiamato
principio nella città di Verona nel- Sucam, ove grande fu il concorso
l'anno 1808. L'illustre e piissima delle persone per seguirne il vivere
dama Maddalena de' marcnesi di religioso. Ma il nostro santo, per
Canossa ne fu benemerita fonda-
la maggior austerità, abitava in una
trice; e Leone XII con amplissimo spelonca detta cremastos o pensile,,
tutta Milano se ne facevano, pensò buoni. Fatto più agli altri che a se,
essere pivi savio consiglio il ricorre- non risparmiava fatica pel bene del-
re a Dio, acciocché si degnasse di lo stato e della Chiesa , e siccome
non permettere, che cadesse in va- in mezzo a si grandi e svariate in*-
nagloria , fermando proposito di cumbenze non é difficile il prendere
non partire da Milano se non allo- un qualche abbaglio, egli, che non
ra che per obbedienza lo chiamasse sentiva molto avanti di sé stesso,
il Pontefice. Non andò guari di amò aversi sempre da vicino perso-
tempo, che il Papa lo volle a sé, e ne di specchiata virtù e prudenza,
giunto in Roma, lo fece segretario le quali frequentemente consultava,
adoperato il nostro santo per non quali con frequenti tornate doves-
accettare queste onorevoli cariche, e sero trattare di oggetti riguardanti
quanto fermamente durò in sino a che la religione ed progresso sempre
il
4o CAR CAR
al bene universale della Chiesa, pu- finalmente glielo concesse, creatolo
ve Borromeo non poteva acquie-
il prima suo legato a Intere per tutta
tarsi sul fatto della residenza, e non r Italia. Il giorno primo di settem-
fece fine a^ suoi dubbi se non quan- bre dell'anno 1 565 , s. Carlo parfi
do il pio e dotto arcivescovo di da Roma, e trattenutosi un qualche
Braga, Bartolommeo de' Martiri, con giorno a Bologna, di cui era legato,
saggia decisione lo tranquillò intiera- fu a Milano, dove egli venne accollo
mente. Morto l'unico fratello suo, con le dimostrazioni della più sen-
nel mese di novembre dell'anno tita esultanza, parendo a quel popo-
1 562, e rimasta così senza consola- lo di rivedete in lui ricopiata la
zione e sostegno quella illustre fa- immagine di s. Ambrogio. Non mol-
miglia, i suoi amici ed il Papa me- to dopo il suo arrivo, apri il santo
desimo lo persuadevano a lasciare arcivescovo il primo concilio provin-
lo stato ecclesiastico, per ripararne ciale , cui intervennero due Cardi-
il danno, ma egli affine di liberarsi nali forestieri ed undici suffraganei
da ogni ulteriore sollecitazione, ri- di Milano. Fu comune l'ammirazio-
cevette l'ordine sacroprima che ter- ne nel vedere con quanto zelo e
minasse quell'anno, e non molto ap- pietà venne celebrato questo conci-
presso fu fatto gran penitenziere, ed lio da un giovane, qual era s. Carlo,
arciprete della basilica di santa Ma- di soli ventisei anni di età. Si trattò
ria Maggiore, divenendo in seguito principalmente in questo concilio in-
prete del titolo di santa Prassede torno alla riforma del clero, alla
Non è tacersi quanto egli siasi ad- celebrazione dell'offizio divino, all'am-
operato , con sommo zelo e pru- ministrazione dei ss. Sacramenti, al-
denza ,
per la conclusione del conci- la maniera di tenere il catechismo,
lio di Trento, avvenuta l'anno se- tutte le domeniche e feste dell'anno,
guente i563, avvertendo i vescovi in ogni chiesa parrocchiale, facen-
e i principi del cattivo stato di sa- dosi sopra tutto questo, dei sapien-
lute del Papa ,ed eccitandoli con tissimi regolamenti. 11 Pontefice, to-
caldissime istanze ad affrettarne il sto che ne fu informato, scrisse al
desi ogni premura di far eseguire rivolta alla visita della sua diocesi.
tutti i riguardavano la
decreti, che Avuta notizia, che il Papa era gra-
riforma della disciplina. Non appe- vemente ammalato, parti per Roma,
na seppe, che la diocesi di Milano con santa libertà scuoprì allo zio il
abbisognava della presenza di lui suo pericolo , e volle egli stesso
loro fratelli. Ordinò in quella lut- santo arcivescovo con gran copia
tuosissima circostanza tre processioni di miracoli , a di lui intercessione
generali, cui egli intervenne a piedi operati, e l'anno i6io fu Carlo so-
scalzi, con una corda al collo , e lennemente canonizzato nel primo
con un crocefisso nelle mani, offe- di novembre dal Pontefice Paolo
rendosi vittima al Signore per li V. Tra le sue opere pubblicate par-
peccati del suo popolo. Ne solamen- ticolarmente in Milano nel 1747 in
te ai soccorsi spirituali si rimaneva voi. V sono degne di special
in fol.
stere ai poveri fece fondere tutto il che il clero di Francia fece stampa-
suo vasellame, e diede loro in sollie- re a sue spese; ed Acta Ecclesiae
vo ogni suo mobile, per sino anche Mediolanensis , Milano iSqq, in fog.
il suo letto; ed in un sol giorno Si hanno ancora molte sue opere
distribuì ai poveri quaranta mila scudi, dommatiche e morali, e la biblioteca
e ventimila in un altro. Egli amava di del santo sepolcro di Milano con-
assistere persone moribonde, e
alle serva trenta volumi manoscritti di
quantunque mettesse innanzi ad ogni lettere del santo prelato.
altra cosa i doveri generali, che guar- Fra le molte vite di s. Carlo
,,
CAR CAR 43
Borromeo, delle quali riporta un ca- re. E così avvenne nel fatto, poiché
talogo il Novaes t. IX, p. i i3, una mentre faceva orazione nella chiesa
delle più esatte e piìi ampie, anzi, di s. Donaziaiio, innanzi all'altare
al dire del Volpi, delle più belle, della beata Vergine , fu assassinato
accurate e giudiziose vite de' santi dai suoi nemici nell' anno 1 1 24.
scritte in italiano, è quella di Giam- CARLO MAGNO (b.). Fu figliuo-
pietro Giussani, medico milanese, e nacque nell'an-
lo del re Pipino, e
nel 161 3. Il Rossi, dotto prete del- francese, si rese chiaro così per la
la congregazione degli oblati, la grandezza delle sue conquiste, da
tradusse in latino, e poi venne ar- meritarsi il soprannome di Magno.
ricchita di osservazioni importanti Egli si mostrò assai pio, zelante e
dall' Oltracchi, e pubblicata nel ijSo caldo per la causa dei Pontefici
in Milano. Monsignor Godeau la ed Adriano I ( Fedi ) e Leone IH
scrisse in francese, e la pubblicò a (Vedi) ne' varii bisogni dello slato
Parigi nel i663; ed ivi il p. Tou- sperimentarono i benefici effetti del
ron stampò la sua nel 1761. figliale attaccamento di lui. Il primo
44 CÀR CAR
€ ben conoscendo, che il contegno carmelitani (Fedi), dei quali da al-
delle persone consagrate al Signo- cuno si rimontare l'origine non
fa
re ha molta forza sui popoli, usò solo alla prima età della Chiesa
moltissima cura per la riforma del ma altresì a quella de' profeti, cioè
clero e dei monisteri, e di qui eb- allo stesso Elia, che si vuole istitu-
bero origine quei molti sinodi, nei tore de* religiosi detti dell' antica os-
quali si stabilirono quegli esimii re- servanza. A tale questione impose
golamenti, che trovansi nei Capito- silenzio Innocenzo XII , mediante
lari di questo principe. Mostrò la la costituzione, Redemptoris , che
pili interessante premura peixihè il emanò ai 20 novembre i6q8. Il
CAR CAR 45
nieuto de' carmelitani dalla Palesti- vi si ne prese l'abito, e nel
ritirò,
na. Abbiamo inoltre dal p. Luigi i4B5 vi morì in odore di santità.
di s. Teresa, autore del libro: La Le monache di Huy, siccome vicine
successione di Elia^ seguito da altri, al convento dei religiosi, aveano in
che il b. Giovanni Soreth, essendo principio la chiesa intitolata delle
generale de' carmelitani, ottenne da tre Marie in comune: ma ad evi-
Nicolò V, divenuto Papa nel i447j tarne r incomodo la pia duchessa ,
il privilegio di poter avere il suo ottenne dal Pontefice Sisto IV, che
Ordine i monisteri delle monache, le sue monache passassero in un mo-
come gli aveano
domenicani e gli i nistero di benedettine , dopo aver
agostiniani , riputandosi a vergo- loro ottenute molte grazie spirituali
gna, diceva, che gli altri Ordini a- e privilegi. Queste religiose differi-
vessero donne osservatrici delle loro vano nell'abito dalle altre carmeli-
regole, e che il solo Ordine carme- tane, usando tonaca e scapolare di
litano , . particolarmente istituito pef color bigio , mantello bianco fode-
onorare la regina delle vergini, non rato di pelli d'agnello, e velo nero
ne avesse alcuno di queste. Da ciò in testa.
inferisce l'autore della Storia degli Vestono le monache carmelitane,
Ordini religiosi^ tradotta dal p. Fon- come i religiosi dell'antica osservan-
tana, tomo I, part. I, cap. 44) che za, cioè tonaca e scapolare di color
le monache carmelitane fossero isti- tanè, velo bianco sul capo, cui ne so-
tuite, verso l'anno 1452, dallo stesso vrappongono altro nero, e recandosi
b. Soreth coli' autorità apostolica in coro, assumono anche un manto
della bolla conseguita da Nicolò V, bianco a guisa di cappa, essendo
per cui fondò in Francia i primi tutto di lana. Egualmente vestono
cinque monisteri. Tuttavolta che pri- le monache riformate e della stretta
ma delle suindicate epoche esistes- osservanza, siccome tutte unite al-
sero monisteri di carmelitane, lo ri- l'Ordine carmelitano e sottoposte ,
46 . CAR CAR
ria nella frigna del Carmelo, al colari usanze introdotte nel moni-
n." 996, e Martirologio gallica-
il stero dì Firenze da s. Maria Mad-
no tlcl Soussay a* 4 ottobre. dalena de' Pazzi, cui danno il titolo
In Róma le carmelitane hanno di madre. Quindi, a differenza delle
la. chiesa, ed
il monistero sotto il antiche carmelitane, usano nel di-
Incarnazione del Ver-
titolo della ss. vino uffizio il rito romano, ed han-
bo divino, detto delle Barberi ne, no costituzioni proprie approvate,
presso le terme Diocleziane, per la nell'anno 1657 ^i ^^ ;dicémbre,
strada che conduce a porta Pia. In dal Cardinal Carlo Barberini loro
questo luogo anticamente eravi una protettore.
chiesa dedicata all' Annunzia^ione di CARMELITANE Scalze. Ordine
Maria Vergine, con un ospizio dei di monache, dette anche Teresiane.
romitani di monte Vergine. Il mo- Di tutte le riforme dell'insigne Or-
nistero fu fatto fabbricare nel 1639 dine carmelitano, la più celebre e
da Urbano Vili, Barberini ^ ove ragguardevole è quella eseguita da
poi entrò la moglie di d. Paolo s. Teresa d'Avila. In quella città,
fratello del Pontefice, colle figlie, nel nel i535, entrò ella nel monistero
recarsi da Firenze a Roma; ed il delle carmelitane, detto dell'Incar-
suo nipote Cardinal Francesco Bar- nazione, quale seguiva la regola
il
ziere maggiore, accedendo poi alla primo monistero si fondò per esse
conferma lo stesso Papa con altra in Parigi nel borgo di s. Giacomo,
costituzione, che non potesse il suo ed ivi ritirossi la duchessa de la
istituto possedere cosa alcuna né in Valliere, ed avendo la regina di
particolare, né in comune, e vivesse Spagna Elisabetta mandato in dono
colle limosine. In principio vennero a quella di Francia Maria de' Me-
escluse le converse,perchè si servis- dici un dito della santa, essa Io
sero scambievolmente. Niente sgo- diede al detto monistero.
mentata dai vinti ostacoli, s. Teresa Tuttora propagate fioriscono le
concepì il meraviglioso disegno di Carmelitane scalze con singoiar edi-
riformare anche i religiosi del me- ficazione, e vantaggio dei popoli. In
desimo Ordine. Il perchè aiutata alcuni luoghi sono soggette ai su-
dai due carmelitani p. Antonio di periori dell'Ordine, e in altri agli
Gesù, e p. Giovanni della Croce, Ordinari. Ove ciò possa farsi senza
I
j
43 CAR CAR
certo aggravio, debbono vivere di rita per aver contribuito in quel
iimosiue, e non possedere veruno regno a propagare sì esemplar isti-
slabile. Ne' raonisteri, che hanno tuto, e ciò ad istanza dell'assemblea
rendite, venti debbono essere le mo- del clero di Francia, di Luigi XVI,
nache, comprese tre converse, e si e di altri, che ne supplicarono la
ammette in qualche caso una de- Santa Sede. In Roma vi sono cin-
cima ottava corista. Ne* mouisteri que monisteri Carmeli-
di religiose
privi di rendite sufllcienli ricevono tane scalze, Giuseppe a
cioè di s.
e che al velo nero del capo ne so- Regina CoeH, e di s. Teresa, come
vrappongono altro più ampio, par- appresso.
ticolarmente quando si debbono Presso la piazza di Spagna sonovi
comunicare. Il mantello, o la cappa la chiesa e il monistero di s. Giu-
CAR CAR 49
Andrea Sacchi vi dipinse il quadro <^amassie, quello dal lato sinistro è
maggiore, ossia s. Giusep-
dell'altare di s. Egidio del Roncalli , detto
pe, e la Teresa sulla porta del
s. Pomarancio il giovane, e quello
monistero, del quale fu anco bene- della parte destra da ultimo è opera
fattore il Cardinal Emmanuele de del Pozzi, il quale vi dipinse la Ma-
Gregorio, che, morendo
1839, nel donna, che pone s. Teresa sotto il
volle ivi essere sepolto presso la sua patrocinio di s. Giuseppe. Ai due
genitrice. tondini di questo altare vi figurò Io
Il monistero delle Carmelitane stesso Pozzi, s. Giovanni della Cro-
scalze sotto Maria del
il titolo di s. ce, e la b. Maria dell'Incarnazione.
Monte Carmelo, eretto pel primo Il coro pieno d' insigni reliquie,
è
come dipendente dall' Ordine dei ma che rende celebre questo
ciò,
t' Egidio fu trasferito alla predetta te donne, parte delle quali erano
chiesa de' calzolari. E altresì a sa- vedove e nobili. Ritiratesi esse nel
persi, che anticamente la chiesa di 1601 in una povera casa situata
s. Egidio era dedicata a s. Lorenzo, nel luogo stesso del monistero, vis-
e dipendeva dalla basilica di san- sero sino alla menzionata epoca del
ta Maria in Trastevere, il cui capi- 1 6 o, secondo la regola delle Car-
r
I
(^ CAR GAR
e la riedificazione della chiesa. Dive- del monistero scritta dal p. Emma-
nuta piiora, uscì dal monislero per nuele di Gesù e Maria.
fondare quello di Regina Coeli unita- Le Carmelitane scalze del moni-
mente alla m. Teresa di s. Giusep- stero de' ss. Pietro e Marcellino
pe, colla coopcrazione dei signori vicino al Laterano riconoscono per
della Corbara nel i654. Ma già, loro primario istitutore il Cardinal
sino dal i6r8, due altre religiose e- Domenico Ginnasi, decano del sagro
rano nscite per fondar quello di Collegio, che meritò 1' intima ami-
Terni, una delle quali, cioè la m. cizia dei ss. Giuseppe Calasanzio, e
Caterina di s. Domenico, si recò nel Camillo de Lellis. Avendo egli il
1629, a Vienna per erigere quel di suo palazzo sulla piazza, che da lui
s. Giuseppe, mentre nel 1627 per prese il nome, presso le botteghe
l'altro di s. Teresa alle quattro Fon- oscure, ove oggidì dimorano le mae-
tane, era stata prescelta la m. Ippo- stre pie, collocatevi dal Papa re-
lita Maria Colonna, sorella della ve- gnante, acquistò la contigua chiesa
nerabile Maria Chiara. Ma non avendo di s. Lucia, già antica parrocchia,
essa accettato tale incarico, furono e poscia unitala al suo palazzo, di-
surrogate altre due madri dello vise questo, parte per un collegio
slesso monistero di sant' Egidio. di otto giovani di Castel Bolognese
7^. Eusebius ab omnibus Sanctis, sua patria, e parte lo donò pel
Enchìrìdion Chronologìcum , Ro- monistero delle Carmelitane scalze,
mae 1787, pag. 44- 72" 1^0. 122. che ai 3o giugno 1687 vi restarono
e 260. chiuse, da
perciò dette Tercsiane
lui
il) un alla cliiesa contigua,, con ar- XIV, a' 7 gennaio, vi ammise alla
chi lettura di Francesco Contini. Ivi professione religiosa d. Isabella Co-
parlicolannente è pregevole il cibo- lonna, col nome di suor M. Anna
rio formalo di pietre di valore e , Teresa Inìelde di Gesù Crocefisso,
il quadrodi s. Teresa dipinto dal Ro- che inoltie comunicò ed esortò, e
manelli. Si chiamano queste monache poi vi fece ritorno a farne la vela-
di Regina Coeli [l'aedi)) non perchè /ione, dopo aver celebrata la messa,
secondo il loro religioso istituto, Lo stesso Pontefice vi vestì solenne-
ogni quattro ore recitino quell'anti- mente dell' abito Carmelitano, nel
fona al suono della loro campana, ly^a, d. Lucrezia, altra figlia del
jna sibbene percbè alla Regina del contestabile Colonna , facendo da
Cielo Maria fu dedicato il monistero paraninfo il pronipote di lui d. Gio.
d.Taddeo, dallo stesso Urbano Vili, s. Teresa, nella strada pia, alle
con somma grandezza d'animo sos- quattro fontane con disegno di Bai--
tenne il suo gi'ado in molti fasti- tolomeo Braccioli di s. Angelo in
diosi incontri, e mostrò nobile for- Vado, per le monache Carmelitane
tezza nelle avversità della casa Bar- scalze dette le Teresiane, fu eretto
berini. vedova, non solo
Rimasta dalla pia d. Caterina Cesi, figlia di
fondò a sue spese questo monistero, d. Olimpia Orsini, e di d. Federico
ma volle ritirarvisi, ed esservi se- Cesi duca di Acquasparta, vedova
polta colf altra confondatrice sua del maichese della Rovere. Questa
sorella d. Vittoria, che professando rispettabile donna, nell'età di Iren-
nel monistero Egidio, di s. nel tatre anni, si vesfi Carmelitana nel
1629, nelle mani del Cardinal O-
s. monistero di s. Egidio, ne avendo
nofrio Barberini, fratello di Urbano accettato f incarico di fondare il
Vili, la regola, prese il nome di monistero di s. Teresa la madre
Chiara Maria della Passione. Uscen- Ippolita Maria Colonna che n'era stata
do poi da s. Egidio, nel i654, in deputata, fu surrogata la Cesi, laqua-
compagnia della m. Teresa di san le avea assunto il nome di M. Catc-
Giuseppe, si recò in questo moni- rina di Cristo. Essa, in compagnia
stero ad ordinarne I' instituzione di altra monaca, si recò a fondarlo,
per cui è riconosciuta per confonda- e vi si ritirò a' 9.3 aprile 1627, nel
trice. Inoltre vi si ritirò, e vi fu pontificato di Urbano Vili, giorno
pure tumulata d. Laura Tomacella in cui si celebra la festa di s. Gior-
loro parente. Il deposito di d. An- gio martire. La prima messa fu ce-
na è di finissimi marmi neri, ed il lebrata ai 2.5 del predetto mese, e
busto è di bronzo. Il p. Biagio della quivi la fondatrice mori in età di
Purificazione carmelitano scalzo, e quarantasette anni , ai i3 maggio
Luigi Ignazio Orsolini pubblicarono 1637. Questa chiesa e monistero,
la vita di d. Vittoria Colonna car- per essere vicini al palazzo aposto-
melitana scalza, confondatrici del lieo Quirinale, furono onorali dalle
monistero, che per la sua santa vita visite di vari Sommi Pontefici, mas-
ebbe il titolo di venerabile, ricono- sime nella festa di s. Teresa. Inno-
scendone le viriti in grado eroico cenzo XIII , avendovi da Cardinale
Clemente XIII. i\el 1746, Benedetto vestilo due pronipoti, figlie del
, ,
52 CAR CAR
principe Ruspoli , vi si recò nel Carmelitani ne citano in loro favore
1721 a dar loro solennemente il altri più antichi, cioè Giovanni V,
sagro velo. Stefano V, Leone IV, Adriano II,
CARMELITANI Calzati dell'an- Sergio III, Gregorio VII ed Ales-
tica Ordine religioso,
osservanza. sandro III che, al dire di Silvera,
che trae il suo nome, e la sua ori- accordarono parecchie indulgenze a
gine dal Carmelo {Vedi), montagna coloro, i quali in alcuni giorni del-
della Siria, abitata in passato dai l' anno avessero visitate le chiese dei
profeti Elia ed Eliseo, da cui pre- Carmelitani, come dicono rilevarsi
tendono i Carmelitani discendere dalle loro bolle, approvate da Si-
per una non interrotta successione. sto IV nel i477' Confermano poi
Abitando separatamente in quali- la medesima tradizione coli' offizio
tà di eremiti sul monte Carmelo che da tempo immemorabile recita-
parecchi di essi, riunitisi insieme no di s. Elia a' 20 luglio, nel qua-
nel secolo XII, ebbero nel 1209 da le apertamente viene egli appellato
s. Alberto, patriarca di Gerusalem- duce, fondatore, e padre de' Carme-
me, una regola, che nel 1226 da litani.Finalmente la corroborano
Onorio III fu approvata. Tuttavia con diversi martirologi, e con altri
essendo quest' Ordine grandemente monumenti, che si possono vedere
benemerito, ed insigne nella Chiesa, nel p. Lezana annalista de' Carme-
è necessario riportare le differenti o- litani; nella Vigna del Carmelo del
pinioni sulla di lui rimota origine, p. Daniele della Vergine Maria; nel-
e le questioni insorte su tale antichi- lo Specchio del Carmelo del medesi-
tà, nonché quanto altro lo riguarda. mo autore; ne' due tomi deW Arse-
Tra i Carmelitani pertanto è tra- nale islorico-teologico del p. Fran-
dizione costante, che il loro venera- cesco di Buona Speranza; nell' opera
bile Ordine abbia avuto incomin- del p. Sebastiano di s. Paolo; nella
ci amento circa novecento anni avan- Storia Cronologica, e nel Sacro
ti la nascita di Gesù Cristo, dal san- Carmelo italiano del p. Mariano
to profeta Elia nativo di Tesbe nel Ventimigha, tutti riportati dal p.
paese di Galaad, il quale fiorì nei Annibale da Latera, nel suo Com-
regni d' Acab re d' Israele, e di pendio della storia degli Ordini re-
Giosafat re di Giuda. Provano essi golari^ al capitolo X, e in altri mol-
tal tradizione con ragioni, autorità ti autori, che per difendere la tan-
CAR CAR 53
venevoli, per cui il Pontefice Inno- quale fu veduta, siccome diversi af-
cenzo XII, Pignatlelliy a* 20 novem- fermano, dalla cima del monte Car-
bre i6g8, colla costituzione 178, melo sotto la figura d'una nuvolet-
che si legge nel Bollano romano al ta, che ascendeva dal mare. Favo-
tomo IX p. 49 ^> i 1^1 pose silenzio ai rì ella di poi in varie circostanze,
due partiti, sotto pena di scomuni- e ricolmò di grazie l'Ordine mede-
ca latac sententiae in caso di con- simo, per cui in quel monte, e al-
travvenzione. Questa costituzione è trove è stata, ed è venerata con
anche riportata da Tommaso Pas- particolar culto qual patrona del-
cucci nel Compendio ad consult. ca- l'Ordine. Dimostrano i Carmelitani
nonicas Pignattelli part. II, p. 348. poi la loro discendenza da Elia fino
Veggasi su questa famigerata que- a Cristo per mezzo di Eliseo, e dei
stione Papebrocliio in P^ita h. Alber- figli de' profeti, e quindi pegli assidei
ti die 8 aprìlis p. 777, e nel Pro- ed esseni, i quali erano uomini riputa-
pilaeo par.
89 Bellarmi-
II. p. ; ti giusti e religiosi nell' antico testa-
no lib. II, de Monachis cap. 89, mento, perchè affettavano un grado
p. 240, tom. II; Baronio ad atinum di santitàpiù eminente di quella
1 1 1 § 1 3, ed il Cardinal ^Petra, ordinata dalla legge, di cui zelan-
Commentar, ad Const. Jpost., tomo do r osservanza, vivevano per lo
li, p. 273, non che il tomo I del- più nelle campagne in istretta u-
la Chronìca dos Carnielitas del p. nione tra loro, separali dalla socie-
Pereira, il quale parlando dell' ori- tà, e tutti occupati nella contem-
gine della sua religione, dice che il plazione, e nel lavoro delle mani.
fondatore fu s. Elia, volendolo pro- Per provare, che questi uomini dab-
vare con diversi fondamenti, fra i bene, e discendenti da Elia, esistes-
quali riporta la rivelazione della b. sero pure ne' tempi apostolici, che
Vergine fatta a s. Pietro Tommaso, co- abbracciassero con molto ardore la
me si legge nell'uffizio di questo santo. religione cristiana, e si chiamassero
Dopo s. Elia, scrive che s. Eliseo eremiti del monte Carmelo, addu-
abbia esercitato il generalato de'Car- cono r autorità del vescovo di Ge-
melitani finoall' anno della creazio- rusalemme Giovanni II, primo pa-
ne del mondo 32o4, cioè 849 anni triarca di quella città, presa dal ca-
prima della nascita del Redentore; pitolo 3o del libro a lui attiibuito,
indi descrivendo gli altri generali de Instilutione Monachoruni, e di-
del Carmine in tempo della legge scrit- retto a Caprasio, tane totius ordi-
ta, passa a quelli della legge di grazia, nis eliani archìmandritae^ et abba-
in cui fu il primo a sostenere, co- ti generali. Apportano anche l'au-
me egli crede, questo carattere s. torità di Giuseppe Antiocheno, il
appoggia a molti testi de' ss. Padri. tari imitatori di Elia ed Eliseo al
Dal menzionato profeta EHa questo tempo degU apostoli, discesero dal
Ordine è detto anche Eliano j altri monte Carmelo, predicarono la fe-
però lo chiamano Mari-Eliano^ da de di Gesù Cristo nella Gali-
s. Elia, e da Maria santissima, la lea, nella Samaria, e nella Pale-
1 , ,
54 CAR CAR
slina, et in Virginis Marine hono- lemme, né altra, meno quella ad essi
rem in montis Carmeli dccliinofa- data dal patriarca s. Alberto. Di lat-
bricantes pratorinni, Salvatoris Ma- ti s. Brocctu'do, superiore degli eremi-
iri specialissime servicrwit. Aggiun- ti del monte Carmelo, fu quello che
gono alle sopraddette autorità quella a lui K\ domandò vedendo aumen-
del Cardinal di Vitriaco, nel capo tarsi il numero de* suoi eremiti ;
scritta dopo avere scorsi que' paesi venne accordato, onde scrisse una
ed essersi trovato nel 12 19 in Da- regola e a s. Broccardo e
l' inviò
ni iala coir esercito de' cristiani, ivi ai suoi eremiti, che vivevano sot-
accampato contro il puscià d'Egit- to la di lui ìibbidien/a, e dimora-
to. I sopraccitati scrittori, non che vano alla fontana di Elia sul mon-
il Bollarlo Carmelitano, par. I, pag. te Carmelo. Tal regola comincia co-
questa essi osservarono sino all'al- potè recare essendo stato ucciso nel
tra loro assegnata nel i2o5, o nel precedente anno da un italiano, per
1209 ^^^ parmigiano s. Alberto. vendicarsi delle giuste correzioni fat-
Tutta volta è in questione, che Gio- tegli quando era vescovo di Ver-
vanni II patriarca gerosolimitano celli. Mori martire della giustizia
abbia dato la regola ai Carmelita- sebbene i Carmelitani ne celebrino
ni. Si legga r autore della Storia la festa agli otto aprile con rito di
degli Ordini monastici religiosi e confessore.
militari, tradotta dal p. Fontana, La regola adunque scritta in die-
ove 817 si
alla pag. dice, che i ciotto brevissimi capitoli da s. Al-
Carmelitani non hanno ricevuto al- berto, e da lui data a s. Broccar-
cuna regola, né quella di s. Basilio, do, superiore degli eremiti del mon-
ne il libro delle Istituzioni dei mo- te Carmelo, successore nello stesso
naci falsamente attribuito al detto uffizio di s. Bertoldo Malafaida di
Giovanni II di questo nome, e nazione francese, il quale fu il pri-
Xm o XLIV vescovo di Gerusa- mo che, lasciato il titolo di abba-
GAR CAR 5^
te e di archimandrita , prendesse alcuni pretendevano che ivi solo po-
ali' uso de' latini quello di priore tessero dimorare), ma ancora in tutti
generale; regola che da molti Carmeli- i luoghi compatibili colla regolare
tani si osserva ; è appunto quella che osservanza: ordinarono che ne' viag-
nel 1226 ai 3 gennaio, fu approva- gi si potessero nutrire di erbe cotte
ta da Onorio IH, e altri dicono, tra nel brodo della carne, e navigando
i diploma dato
quali Bergier, con per mare anche di carne , restrin-
in Rieti ai 3o gennaio 1226, cor- gendo il silenzio da compieta sino
retta in parte da Innocenzo IV, e all' ora di prima del giorno appres-
mitigata da Eugenio IV, come me- so. Permisero loro ancora di man-
glio si dirà. Questa regola tratta giare nel refettorio, e regolarono la
dell'elezione del priore, de' suoi do- recita del divino ufficio, ch'essi di-
veri, delle celle de' frati in mezzo cono eseguire secondo il rito gero-
alle quali prescrive l' erezione di un solimitano. Tuttociò fu approvato
oratorio , in cui tutti i religiosi da Innocenzo IV nel 1248 colla bol-
dovranno adunarsi per assistere al- la, Quac honorem, e confermato da
la messa, e che fuori di tal tempo, altri Papi onde quelli, che osserva-
:
Antaiada ossia Tortosa nella Fran- mone Stock otteime per esso, come
cia. Questi vi aggiunsero il voto di si dirà poi, dalla ss. Vergine lo sca-
castità, indi dichiararono, che seb- polare, e dai Pontefici molti privi-
bene i carmelitani fossero eremiti, ciò legi.
non ostante potessero avere conventi In tempo del grande scisma d Oc-
non jjùlo nelle solitudini (giacché cidente, incominciato nell'anno iSyi),
,, ,
spirito, che durò sino al i43o, nel nel concilio generale XIV , lionese
qual anno fu celebrato il capitolo II, celebrato da Gregorio X nel 1274,
generale, in cui determi nossi ricor- acciocché fosse più maturamente esa-
rere al Sommo Pontefice per por- minato. Assunto però nel i285 al
vi un opportuno riparo. Difatti il pontificatoOnorio IV, non solo egli
Papa Eugenio IV, creato a' 3 marzo lo confermò, come si ha pure da
dell'anno i43i, vi prese provviden- Tolomeo da Lucca, Histor. Eccl. lib.
za, e ne mitigò il rigore, dappoiché XXIV, capo i4> nia per le istanze
permise loro di mangiare la carne del p. Pietro di Milland generale
tre volte la settimana , moderò il de' carmelitani, concesse, che lasciato
digiuno dalla festa della ss. Croce l'abito d'allora siccome non decen-
sino alla Pasqua, moderò il continuo te , assumessero la cappa bianca
silenzio, e concedette loro di uscire ciocché si effettuò nel capitolo ge-
dalle proprie celle alcune ore deter- nerale adunato nel 1287 in Mont-
minate, e di passeggiare dentro la pellier, nel qual anno principiarono
clausura. Insorto poi il dubbio sul ad usare anche uno scapolare eguale
digiuno, che alcuni superiori vole- a quello donato dalla ss. Vergine
vano osservato anche ne' giorni in al b. Stock, siccome affermano molti
cui era permesso di mangiar carne, autori, fra' quali Sandero, Cornelio
ricorsero a Pio II che, nel i/i^^g, a Lapide, Papebrochio stesso, e il
CAR CAR 57
della costituzione, Jiistis pctentìum da s. Pio V, Su-
colla costituzione,
come racconta s. Antonino in Chron. perna, dispositione del 1 5^*0 ; da Gie<
part. Ili, 20, cap. 5. F. il Ga-
tit. gorio XIII, colla costituzione, Ut
ra mpi nelle sue Memorie della b. laude;}, del 18 settembre 1577; da
Chiara, ove a p. i44 l'iporta eru- Clemente X, colla costituzione, Coni-
ditissime notizie suir antico abito missa nobis, degli B maggio 1673,
de' Carmelitani. non che da altri Pontefici.
Dicesi, che il Pontefice Giovanni Insorte per la suddetta bolla di
XXII, eletto nel i3i6, abbia pub- Paolo V da per tutto gravi dispu-
blicato in favore de'Carmelitani, ai te, e principalmente in Portogallo
3 marzo del anno del suo
sesto di cui fece la storia Paolo di Tutti
pontificato, la celebre bolla, Sacra- i Santi, nella Clavìs aurea par. II,
tissinio Itti culmine, emanata in Avi- cap. i5, i Carmelitani furono denun-
gnone, chiamata volgarmente Sab- ziati air inquisizione di Lisbona, ed
bati na, perchè la b. Vergine, sicco- il Pontefice, dopo maturo esame,
me molti autori affermano, avea per fermare il corso alla controver-
promesso al beato Simone Stock sia, fece inviare nel 161 3 all'inqui-
di levare dal purgatorio, nel primo sitore generale di Portogallo il pon-
bene sospetta a molti eruditi, fra i « colo della Madonna, e non sapen-
quali a Launoio in Dissert. de car- » do recitarlo, avranno osservati i
melitani scapularis sodalilio , tom. » digiuni della Chiesa, e si saran-
II, pag. 4^45 P^i' i^on trovarsene " no astenuti dalla carne il mer-
l'originale, ne per essere stata ap- « coledì ed il sabbato, eccetto se
provata dai Pontefici in forma spe- >y in tali giorni accadesse il Natale
cifica, ma solo in forma comune, >i del Signore. Vietava però che si
58 CAR CAR
tomoi, p. 62, lom. II, p. 601 , con- dalla morte ; ma il Papa regnante
servandosene roiiginale nella segre- nel concistoro de' 6 aprile i83f),
taria del consìglio generale dell'in- annoverò al sagro Collegio Placitlo
quisizione di Lisbona. Maria Tadini, dell' Ordine della b.
Dai carmelitani ebbero origine le Vergine del Carmelo dell' antica
carmelitane (Fedi)^ nel secolo XV osservanza, attuai degnissimo arci-
i carmelitani rifoi inati ( Vedi ) ,
nel vescovo di Genova, e gli conferì il
delle sue Dissertazioni, contano fra trofei Mario sul monte Esquili-
di
i loro religiosi tre Pontefici, due an- no. Presentemente hanno i Carme-
tichissimi, cioè s. Telesforo greco, litani tre conventi in Roma , colle
eletto nel ^1 s. Dionisio greco
i , chiese annesse che sono parrocchie,
creato nel 261, e il b. Benedetto e titoli Cardinalizi, cioè i." la chie-
XII esaltato nel i334, che da car- sa dei ss. Martino ai
Silvestro e
melitano passò abbate di Cistello Monti, che Bonitàcio Vili nel 1295
sebbene il Baluzio non sia di tal diede in cura a'Carmelitani, i qua-
parere. Leone XII, dopo avere tras- li ne furono assai benemeriti, giac-
Jatato dalla sede vescovile di Rieti ché ripete l'attuai forma dafp. Gio-
a quella di Osimo e Cingoli mon- vanni Antonio Filippini romano,
signor Timoteo Maria Ascenzi car- generale dell' Ordine, che v' impie-
melitano, mentre nel 1828 lo vo- gò grossa somma di danaro, e scuo-
leva creare Cardinale, venne rapito prì l'antica chiesa sotterranea; 2." La
CAR CAR 59
chiesa di s. Grisogono in Trasleve- vedere il p. Ventimiglia, Cronolog.
re, presso la quale fu già l' abitazione de' generali latini a pag. i, e il p.
de' Pontefici, e che Sisto IV nel Daniele, Speculum Carni, tom. I,
I
6o CAR car
secondo l'opinione di alcuni, oltre do teologo, a cui il p. Bonanni nei
sono alcuni, che riconoscono per di vesse godere dall' Ordine finché
lei autore il p. Giovanni Lapi fio- continuasse a vivere nella esatta
rentino, e vogliono che coU'autorità osservanza stabilita.
CAR CAR 6i
cominciata da Paolo li, per mezzo nero. Nel secolo decorso i religiosi
del Cardinal della Rovere suo ni- tralasciarono di eleggere il vicario
pote, e primo protettore di questa generale, e di seguire la costituzio-
riforma, ne concesse ai pp. di que- ne e nome della congregazione man-
sta congregazione la cura , per cui tovana, riunendosi all'Ordine carme-
vi dimorarono alcun tempo. Il me- litano dell' antica osservanza , sotto
desimo Cardinale essendo passato, la immediata giurisdizione del priore
dal titolo di s. Balbina a quello di generale.
s. Grisogono, volle che questa anti- Mentre il p. Spagnoli era gene-
chissima chiesa fosse officiata dai rale de' Carmelitani, ebbero luogo
suoi Carmehtani, facendo fabbricare due altre riforme , una in Francia
il contiguo convento. detta la congregazione d' Alby , la
gnoli fu tenuto pel poeta più eccel- poi fu perfezionata dal p. Teobaldo
lente de' suoi tempi. I religiosi di e in seguito dai pp. Riccardo e
questa congregazione differivano da- Giovanni Baray, Nel capitolo provin-
gli altri, perchè in tutto Tanno nella ciale tenuto inGand nel i6o3, pre-
feria seconda e quarta non mangia- sieduto dal p. Silvio, si fecero diversi
vano carne , vivevano con vita co- decreti per istabilir la riforma, e in
mune, e per altre particolari con- breve per opera de' suddetti religiosi, e
suetudini. Vestivano come gli altri di altri che loro si unirono, vennero
Carmelitani , ed una volta non si fondati nuovi conventi sotto la me-
distinguevano da questi che pel desima osservanza , co' quali si for-
cappello, il quale nella parte supe- mò la provincia Touranie.
que- Da
riore era bianco , cangiandolo po- sta , ad onta delle opposizioni degU
scia in quello ecclesiastico di color altri Carmehtani, la riforma si dif-
Oi CAR CAR
fuse non solo in Francia, ma uelle ro con tutta V efllcacia per intro-
Fiandre e in Italia. durre la stretta osservanza nella Ger-
Nell'anno 1619, i pp. Desiderio mania, e gli riuscì di stabilirla in
rianca da Catania, e Alfio Lican- diversi conventi di quelle provincie
dro, ambedue della provincia di s. per mezzo dei pp. Antonio della pro-
Alberto, intrapresero altra riforma vincia di Touranie, e Gabriele della
nella Sicilia, ed i pp. Perrone e Sta- Nunziata della provincia di Fiandra,
tella altra pure ne fecero in detta iso- destinati a tal fine suoi commissari.
la nel 1727. La prima era composta Ad indurre tutti i conventi ad ab-
di quattordici conventi, cioè due nello bracciarla, mandò una circolare alla
stato pontifìcio, tre nel regno di Napoli, maggior parte de' Carmelitani, ma
e nove in Sicilia , e si appella di altro non ottenne, che molti, lasciata
Monte Santo. La seconda è compo- la tonaca di color nero ne vestis- ,
CAR CAR 63
prendere in questo gli altri due. La a piendere le giuste misure, affine
<jual riforma approvata dapprima di mandare ad effetto un tanto di-
«lalmedesimo generale p. Strazio \isamento.
e poi nel i636 da Url>ano Vili, si Ad
eseguire la meditata riforma,
estinse per altro poco dopo. la Vergine pose gli occhi sul p.
s.
Entrata nel monistero delle carme- Sì abboccò quindi pel primo col
htane di detta città, vi professò la p. Antonio, ch'era priore del con-
regola religiosa nel i535 secondo vento di Medina del Campo, e poi
alcuni, benché il p. Federico di s. col p. Giovanni, che s' era recato
Antonio nella sua P^ita dica, che da Salamanca a quest'ultima città,
la professasse nel 153^. Quindi comunicò loro il progetto della ri-
ispirata da Dio, stabih di vivere forma de' carmelitani, per ristabi-
sotto la regola prescritta all'Ordine Urlo nel primiero fervore ed osser-
carmelitano dal patriarca s. Alberto, vanza, e gli allettò a seguirne il
e^poi mitigata dal Romano Ponte- divisamento, abbandonando quello di
fice Innocenzo IV, con tanto ardore farsi certosini. Frattanto d. Raffaele
di spirito, che non volendo servirsi Mexia Velasquez , cavahere abitante
delle concessioni apostoliche, la os- in Avila, e concittadino di s. Te-
servò esattamente nel suo antico resa, le offri una casa di campagna,
rigore con tutta la perfezione ed , che aveva a Durvello per erigervi ,
64 GAR CAR
laico. Essi, dopo aver passata tutta dopo anni fu trasportato il suo
tre
la notte in orazione, nella mattina venerando corpo ad Avila sua pa-
seguente davanti il ss. Sacramento tria ; ma Sisto V nel 1589 ordinò,
rinnovarono la professione della ri- ad istanza del duca d'Alba, che si
forma, come fece il laico, rinun- restituisse al monistero, ove avea
ziando solennemente alla regola mi- cessato di vivere. Ivi conservasi in-
tigata. cambiarono i loro nomi,
Indi corrotto, senza la mano
sinistra, che
secondo il costume introdotto da s. venendo troncata dal provinciale
Teresa tra le sue religiose, ed il de' carmehtani scalzi, fu riposta iu
sua culla, pure per principale viene levato segretamente dal sepolcro in
riconosciuto quel di Pastrana eretto cui giaceva in Ubeda il corpo di
a' i3 luglio io69j perchè quivi la lui, trasportandolo di notte in Se-
regolare osservanza si stabifi nella govia, Clemente Vili ordinò, che
sua vera perfezione, ed anche per- suo convento, e po-
fosse restituito al
chè quello di Durvelo, stante l'an- scia venne canonizzato da Benedetto
gustia del sito nel 1570, venne XllI nel 1726. V. s. Teresa, e s.
CAR CAR 6^
i58o, il Pontefice Gregorio XIIT, che ilcapo di questa congregazione
ad istanza di Filippo II re di Spa- si chiami preposito generale dell'Or-
gna con una costituzione emanata
, dine degli scalzi , ossia dei primitivi,
a' 11 giugno, separò i carmelitani di quelli cioè, i quali osservano la
scalzi dai calzati , o dell' antica os- regola dell'Ordine beata Ma- della
servanza, dando ai primi un pro- ria del monte Carmelo, ed aggiunge
vinciale particolare eletto dal loro la concessione , le comunicazioni
ceto, sebbene li lasciasse soggetti al r estensione all' Ordine degli scalzi
priore generale di tutto T Ordine. al suo preposito generale, ed a' suoi
Sisto V, nel iSSy, vedendo che i religiosi, di tutti i singoli privilegi,
conventi degli scalzi si moltiplicavano, facoltà, grazie, prerogative, indulti,
concesse loro di poter eleggere un favori e concessioni accordate, o
vicario generale, finche Clemente da accordarsi in futuro all'Ordine
Vili col disposto della costituzione carmelitano dai romani Pontefici,
76, che si \^%%'^ nel Bollano ro- dai legati della santa Sede, dagl'im-
mano , tom. V, par. II , pag. 4^8 , peratori e principi.
a' 20 dicembre 1598, li divise e Quindi la riforma de' carmelitani
separò affatto dagli altri carmelita- scalzi dell'uno e l'altro sesso, dal
ni , permettendo d' eleggersi il
lor medesimo Clemente Vili fu, a' i3
propi'io generale, ed annoverandoH novembre 1600, coli' autorità della
eziandio fìa gli Ordini mendicanti, costituzione 2 33 presso il citato Bol-
lo che poi approvò Gregorio XV. lano pag. 3 16, divisa in due con-
Ecco poi come si espresse Cle- gregazioni, di Spagna e dell' Italia.
mente vili, nella citata bolla Pa- In questa bolla, che comincia, In
storalis officii de' 20 dicembre iSgS: Apostolico dignitatis , assumendo
« Omnes et singulas personas praefa- il Pontefice per causa della sua de-
»* tae congregationis discalceatorum, terminazione, l'aver saputo da testi-
M illiusque conventus, domus, col- moni degnissimi di fede, e l'aver
« legia, et provincias tam virorum, conosciuto per . esperienza propria
» quam mulierum ab omni supe- , » quantum utilitatis in Ecclesia Dei
»i rioritate, jurisdictione, gubernio, >i piis eorum exercitiis, tum oratio-
« regimine, et administratione, sub- » nibus, mortificationibus, asperitate
w jectione, obedientia, visitatione, M vitae, tum praedicationibus, confes-
« correctione, et emendatione tam « sionibus et sacramentorura admi-
*» generalis Ordinis carmelitarum, » nistratione ", giornalmente ripor-
« quam aliorum praelatorum et , tisi per i carmelitani scalzi, erige la
•' superiorum quacumque auctori- congregazione d' Italia, da possedere
« tate fungentium et functurorum, , i conventi già fondati in Italia , e
» et quantumvis amplissimis privile- tutti gli altri che si fonderebbero
» giis, et facultatibus utentium et nell'Italia stessa, e negli altri luoghi,
" usurorum perpetuo eximimus et
,
e regni fuori di quelli di Spagna ;
>* liberamus .... ipsamque congre- e dichiarandola immediatamente sog-
>> gationem discalceatorum sub . . . getta alla Santa Sede, vuole che sìa
" immediata nostra et sedis aposto- governata, e retta ah uno prceposìto
" hcae protectione, subjectione, gu- Clini definito rum inlerventu , juxta
« bernatione et obedientia recipi-
, regularia ejusdeni ordinis statuta.
»> mus et subjiciraus. " Ordina poi, Quindi alla nuova congregazione,
VOL. X. 5
, ,
m CAR CAR
alle sue case , ai conventi , ai suoi uno in Genova con un moni stero
superiori, o sudditi, accorda di po- di monache, l' altro in Roma presso
ter godere, senza alcuna differenza, la chiesa di s. Maria della Scala, eb-
di tutti i privilegi e di tutte le gra- be un commissario generale indipen-
zie , tanto spirituali che temporali dente dagli spagnuoli, e restò sogget-
già concesse, o da concedersi alla ta per ordine dello stesso Clemente
congi'egazìone di Spagna dalla Sede Vili al Cardinal Pinelli, allora pro-
apostolica. Così l'Ordine carmelitano tettore deirOrdine carmelitano tan-
venne ad avere tre generali, ciascu- to dei calzati, che degli scalzi. Gli
no indipendente Indi a
dall' altro. spagnuoli diedero il motivo di fon-
ciascuno di essi venne aggiudicata dare le due congregazioni, come quel-
la facoltà di ascrivere al sacro abi- li che pretesero la riforma di s. Te-
tino, e di erigere fuori di Roma le resa non dovesse uscire dalla Spa-
confraternite del sacro scapolare esclu- gna, facendo ogni sforzo perchè non
sivamente agli Ordinari e appunto : s'introducesse altrove. Ma stabilita
in grazia d'una tale separazione dai rapidamente passò in Fran-
in Itaha,
carmelitani calzati, e di una tale Germania, in Polonia, in Fian-
cia, in
cia, con rescritto emanato per orga- Mogol, nel Malabar, in Bassora, in
no della segreteria de' memoriali ai Goa, nel Monte Libano, in Aleppo,
5 febbraio 182 1, accordò facoltà di nel Monte Carmelo, e in altri luo-
aver luogo fra gli altri superiori ge- ghi dell'Indie Orientali e della Si-
nerali nelle cappelle pontificie al ge- ria, non che in America, esistendo-
nerale, e procuratore generale della ne moltissimi tuttora , i quali frut-
congregazione d'Italia, salva prcela- tuosamente esercitano le sante mis-
tione illorum, qui enunciato privile' sioni, d'intelligenza edipendenza
gio jam inveniuntur donali. dalla congregazione di Propaganda,
La prima per la Spagna, e pel la quale, come si dirà prova ed
,
lia abbracciava tutte le altre nazio- za del vescovo, e sotto il suo Pon-
ni , con un generale residente in passarono in Francia
tificato essi
Roma, possedea trecent'ottantatre con- mentre regnava Luigi XIII, che loro
venti neirEuropa, che formavano ven- permise di stabilirsi in Parigi, po-
titre Provincie , fra' quali sette ne nendo nel 161 3 la prima pietra
avea la Francia, in cui eranvi ses- nella chiesa di essi la regina madre
santanove monisteri, ed oltre a ciò Maria de Medici.
ebbe sino a venti conventi nell'Asia. Si professa dai carriielitani scalzi
CAR CAR 67
descritte dal p. Annibale da Latera, della congregazione d'Italia, ovvero
nel citato Compendio, al capii. XII J, di s. Elia , non portano alcun cap-
Dei frati carmelitani scalzi. Si al- puccio, fanno uso del cappello nero,
zano a mezza notte per recitare il colle sole due falde laterali alzate;
mattutino, meno i conventi di stu- quelle però della congregazione di
dio, inoltre a differenza de' calzati Spagna non si distinguono nel ve-
celebrano la messa e recitano l'uffi- stire dai sacerdoti, facendosi essi sol-
cio divino secondo il rito della Chie- tanto la corona clericale, comune ai
sa romana ; fanno ogni giorno due sacerdoti d' Italia. Finalmente i con-
ore di orazione mentale, si discipli- versi esercitano la professione di spe-
nano, non mangiano carne che nei ziale, in que' conventi ove vi sono
viaggi di mare, osservano parecchi le spezierie, delle quali si tratta al
digiuni, e dormono sopra un saccó- termine di quest'articolo. Di questi
ne Vestono tonaca e sca-
di paglia. laici si fa menzione dal p. Cassia no
polare color tanè, ed un mantello carmelitano scalzo alla parola Do-
bianco di panno . Sullo scapolare natiy e dal Bonanni, Catalogo degli
portano il cappuccio color tanè, su Ordini religiosi^ cap. 68, nel quale
cuipongono quello di color bianco ne riporta la figura, come ne' capi
quando assumono il mantello egua- precedenti esibisce quelle de' carme-
le, incedono scalzi, co'sandali di cuoio, litani calzati, riformati e scalzi.
non vengono ammessi alla professio- recinto è più vasto, sia in giardino
ne solenne, se non dopo fatta una che in boschi, affine di contenere
lunga prova di più anni , compita più celle separate. Quando il prio-
la quale, emettono i tre voti di ob- re ha permesso ad uno de' suoi re-
bedienza, castità e povertà al pari ligiosi di passare qualche tempo in
dei tre religiosi coristi ; con questo una di queste celle, vi si ritira per
che nella congregazione d' Italia vi darsi unicamente alla orazione, e
aggiungono un quarto voto, di non agli altri esercizi della vita mona-
pretendere giammai alcuna mutazio- stica, cui adempie in privato alle
ne di abito, o di salire a grado più stesse ore che nel convento Regna .
alto di quello, al quale Iddio gli ha tra essi un silenzio quasi continuo, e
chiamati. Qtoiiidi i laici, o conversi appena si veggono alcuna volta in
,
68 CAR CAR
questa specie di deserto. Non pos- tino, nipote di Clemente XIT , e
sono abitarvi ne novizi, ne giovani carmelitano scalzo, fu fatto, ad on-
professi, ne i deboli, i cagionevoli, i ta della sua ripugnanza, vescovo di
malinconici, e poco inclinati agli
i Arezzo, e nel 1 78 i dallo zio fu crealo
sempre poi devo-
esercizi spirituali: Cardinale prete di s. Martino a'Mon-
no esser abitati da tre o quattro ti, e vicario di Roma, morendo con
solitari, che devono dimorarvi, per fama di tal santità, da trattarsene
istruire e formare gli altri. Ma ul- la beatificazione. Parlano lungamen-
teriori notizie sulla istituzione di te dei carmelitani scalzi, gli autori
questi deserti, sulle osservanze di della vita di s. Teresa, Francesco
chi tì si ritira, sulle penitenze, sui Martinez, e principalmente Giambat-
digiuni, sulle orazioni, e a chi in tista Lezana, Annal. Ord. B. M. V.
erigerne uno in Roma, e tempo- nico della ss. Trinità, generale d'al-
raneamente, coli' autorità del bre- lora , a' 6 marzo di detto anno,
ve Romani Ponlificis , emanato ebbe incominciamento colla dipen-
dali© stesso Paolo V nel 1 6 1 3 , denza dal generale prò tempore ^ e
venne convento di
destinato il suo definitorio, restaiirandosi la chie-
s. Silvestro di Monte Compatri sopra sa colla spesa di duemila scudi.
Frascati , e poco dopo s' incomiticiò Sulle qualità, che si richieggono da
r eiezione d' un ospizio presso la quei religiosi , i quali bramano recarsi
,
70 CAK CAR
alle missioni, ed altri uffici relativi, essa la chiesetta convento, "
ed il
tratta Carlo Bartolomeo Piazza, Ope- perchè i carmelitani scalzi nel i75i,
re pia di Roma, trattato IV, capo fecero acquisto del palazzo Rocci
XXVIII. Noi solo ricorderemo, che presso ilmentovato collegio inglese,
fra le altre cose, dopo otto giorni e la chiesa di s. Maria di Monscr-
dal loro ingresso, debbono emettere rato, ove trasportarono V ospizio,
il voto di recarsi a qualunque mis- ed edificarono sotto il medesimo
sione, sia per conversione di eretici, una piccola chiesa.
sia di gentili, sia d'infedeli. L' origine poi delle spezierie an-
Inoltre i (Carmelitani scalzi hanno cora pel pubblico nei carmelita-
in Roma l'ospizio di s. Teresa presso ni scalzi è accaduta in vari tempi,
il collegio inglese, residenza del ge- secondo la varietà delle provi ncie.
nerale e procuratore generale della La spezieria del convento della Sca-
congregazione d' Italia, abitandovi la in Roma conta ciica cento cin-
anco il procuratore generale di quel- quanta anni. I poveri ne han go-
la di Spagna. Anticamente questa duto, e ne godono per le carità
avea l'ospizio e la chiesa di s. Anna fatte loro continuamente, fra le
alle quattro Fontane, che Pio VII quali non è piccola quella di ca-
diede alle monache adoratrici per- var sangue, e denti a chiunque
petue del ss. Saciamento, le quali vi concorre, senza pretendere co-
il regnante Pontefice ultimamente sa alcuna o a pagamento , o in
,
cedette diversi privilegi a tal con- il regnante Gregorio XVI, con di-
vento , che dichiarò soggetto in spaccio del Cardinal Lambruschini
perpetuo ai superiori maggiori. Non prefetto della congregazione degli
andò guari, che per 1' edifizio della studii , in data de' 29 settembre
deposi teria , furono incorporati ad i838, ordinò con piena soddisfazio-
CAR CAB 7»
ne de religiosi, il modo da tenersi In questa regola pertanto si dà
in Roma nelf esame ed approvazio- la facoltà di ammettere nel terz' Or-
ne de' nuovi conversi ad esercenti , dine ogni sorte di persone d'ambo
oggetto di rilasciar loro, o l'alta, o i sessi , nonché ecclesiastici e seco-
la bassa matricola. Non è poi a ta- lari , vedove e maritate,
fanciulle,
ccisi che nel Pontificato di Pio
,
purché di vita esemplare si mostras-
Vili, e dal settembre 1829, gode sero degne del patrocinio della b.
la spezieria della Scala l' onore di Vergine, alla quale devono profes-
poter somministrare l'occorrente per sare una special devozione. Sono poi
la sacra persona del sommo Pon- esclusi coloro, che fossero slati ri-
tefice , ed meritò anche
in seguito cusati da un altro terz' Ordine, i
tani facciano antico quest' Ordine obblighi dei terziaiii di fare un an-
quanto il loro, secondo che si è in- no di noviziato innanzi di profes-
dicato all'articolo Carmelitani cal- sare. I chierici hanno da recitare
zati dell'antica osservanza (Vedi), r uffizio divino secondo il rito della
riportando fra le altre opinioni quel- Chiesa romana , o delle rispettive
le di Diego Martinez Coria nel Trat- diocesi, e che sanno leg-
i secolari
tato sui terziarii, stampato nel i5g2, gere sono egualmente tenuti a re-
in Siviglia j pure 1' altro carmelita- citarlo secondo il rito de' carmelita-
no Silvera, OpuscuL var. Rcsol. 38, ni, ovvero quello della Madonna,
ingenuamente confessa che, nel 1476, mentre quelli, che non sanno legge-
sotto il pontificato di Sisto IV, del- re, devono ogni giorno recitare venti
z' Ordine di s. Francesco, dappoiché per cadauna delle tre ore canoni-
quel Papa concesse ai superiori dei che. Sono obbligati a digiunare in
carmelitani di poter dare l'abito, e tutto l'avvento, in tutti i mercordi
la regola dell'Ordine loro alle per- dell'anno tranne quello che cade
sone dell'uno e l'altro sesso, che neir ottava di pasqua , nella vigilia
r ave'ssero domandata. Comunque dell' Ascensione , e del Corpus Do-
sia, i fratelli e le sorelle del ter- mini, in quelle delle principah fe-
z'Ordine de' carmelitani, anticamen- ste della Madonna, compresa quella
te non avevano altra regola che del Carmine, la cui festa cade a* i6
quella del primitivo Ordine, data dal luglio, e in tutti i mercoledì e sab-
patriarca s. Alberto, avendone verso bati inclusive dall'esaltazione della
il 1635 nel pontificato d'Urbano Vili ss. Croce all' avvento, e dal Natale
avuta un' altra dal p. generale Teo- sino a quaresima. In tutto l'anno
doro Strazio, la quale, nel 1678, poi si devono astenere ne' mercole-
fu riformata dal p. Emilio Giaco- dì dalla carne, eccettuato quello in
melli, vicario generale dei carmelitani. cui cadesse la natività di G. C.
72 CAR CAR
L'abito de* fratelli, e delle sorelle giosi, perchè non fanno i voti so-
del terz'Ordine deve essere una veste lenni, ciò non ostante le loro con-
lunga, elio dia nel colore nero o rosso, gregazioni sono veri Ordini, e sotto
fermata con una cintura di ciiojo un tal nome sono stati approvati
larga due dita, collo scapolare lar- dai Sommi Pontefici. F. Manua-
go mezzo piede, e lungo sino alle le de' terziarii carrnelkanij JNizza
ginocchia, e colla cappa bianca, che 1745.
dovrà arrivare alia metà delle gam- CARMELO (Carmelus nions).
be. Le sorelle adoperano un velo Monte della Turchia asiatica nel
bianco senza soggolo, ma tanto es- pascialato d'Acri , il cui nome si-
se che gli uomini, ne' luoghi in cui gnifica vigna di Dio^ per la sua
non sono compatibili tali abiti, por- gran fertilità ed amena posizione.
tano vesti secolari d'un colore, che S' innalza cinquecento tese sopra il
dai primi secoli della Chiesa il San- al profeta Elia; e suU' aitar mag-
^ CAR CAR
gioi*e, adornato di marmi bianchi, privilegiato perpetuo l'altare maggio-
forniti dal monte istesso, si venera re della nuova chiesa per tutte le
la statua prodigiosa della Regina messe, che vi sarebbono celebrate
del Ciclo, che fu coronata in Roma, da qualsivoglia sacerdote secolare o
nel 1823 ai 4 marzo, nel palazzo regolare; poscia, nell'anno 1837, ac-
del Quirinale dal sagrista monsignor cordò lo stesso privilegio per l'alta-
Menochio vescovo di Porfirio, alla re erettovi ad onore di s. Luigi IX
presenza del Pontefice Pio VII. Nel re di Francia e da ultimo , dopo
,
d' Italia, col patto di pagargli un an- zio e la messa sino dal 1226 a' 16
nuo tributo. A' 29 novembre i63i, luglio, dai carmelitani, a' quali con-
ne presero essi possesso, e vi stabi-, fermò l'uso Sisto V
nel 1587. Quin-
lirono una residenza col titolo di s. di Innocenzo XI, col disposto della
Elia. Nel seguente anno i632, dal costituzione Àpostolatus, Bull. rom.
capitolo generale adunato in Roma, t. VII, p. 92, a' 24 marzo 1679,
al novello generale fu di comune lo estese a tutti i dominii portoghe-
consenso aggiunto il titolo di priore si, e Benedetto XIII ,
prima a' i5
del santo ìiionte Carmelo, colla fa- agosto 1725, lo concesse a tutto lo
coltà di destinare un religioso a sos- stato pontificio, estendendolo poscia
tenerne le veci; Urbano Vili, con
e a tutta la Chiesa, coll'altro suo de-
bolla de' 3 dicembre i633, volle creto de' i4 settembre 1726. Di
che i carmelitani scalzi godessero il questo argomento tratta il p. Giu-
diritto, che chiamasi pri^'ativo^ di seppe Pereira di s. Anna, carmeH-
abitar soli in quel sagio monte, co- tano portoghese, nel suo Cronico de
me abbiamo dal p. Federico di s. Canno Porlugal. t. I, par. IV, cap.
Antonio nella Vita di s. Teresa, IV.
lib. V, cajx) 17. CARMELO, o DI s. Maria del
medesimo Papa regnante Gre-
Il Cabmine. Ordine militare ed eque-
gorio XVI, annuendo alle preghie- stre, istituito in Francia dal re En-
re de' religiosi, nel i835, dichiarò rico IV, sotto il titolo, l'abito e la
7,
CAR CAR 75
regola della Madonna del monte istituito, che il Giustiniani
ciò ci-
Carmelo. Composto era di cento tato non approva. Il principale sta-
cavalieri francesi, de' quali otto po- bilimento di questi cavalieri era in
tevano essere ecclesiastici. Dovevano Boignì presso Orleans. Aggiunge il
principalmente combattere gli ere- Novaes, tomo IX p. 107, che i ca-
tici, e in tempo di guerra dovéano valieri dell'Ordine dei suddetti due
marciare presso il re. Approvato titoli furono soli francesi, come quel-
venne con autorità apostolica da Maurizio e Lazzaro di Sa-
lo de' ss.
quale pendeva una croce di oro di naio, e dura sino alla mezza notte,
otto punte, biforcata nelle estremità che precede il primo giorno di qua-
di color violaceo. Nelmezzo di essa resima. In generale dopo la festa di
era incisa l' immagine della beata s. Antonio abbate , che cade a' 1
76 CAR CAR
siano, nelle quali si protrae sino alla gnrono tal nome per sollievo, e sol-
prima domenica di quaresima. La lazzo della carne.
derivazione della parola Carnevale Qualunque sia la spiegazione di
o Carnovale, secondo la Crusca, Du questo vocabolo, sembra probabi-
Cange, Muratori, Politi, ed altri vie- le, che la cosa significata debba la
ne da carna-aval^ perchè in tal tem- sua origine alle feste del paganesimo,
po si mangia molta quantità di carne, da cui ebbero origine que' godimenti
onde indennizzarsi in qualche modo profani del primo dì dell'anno, dei
dell'astinenza, che si deve osservare re, e del carnevale in cui tanti cri-,
nella successiva quaresima ; giacche stiani non arrossiscono di gozzoviglia-
nella bassa latinità fu detto caniis re, al segno che Gislenio Busbech,
Itvamen , non che carnis privium^ ambasciatore ottomano di Solima-
mentre gli spagnuoli dissero latina- no II, trovandosi in una città cat-
mente carnes tolkndas^ come si ha tolica in tempo di carnovale, tornan-
dal messale mozarabico. Altri spie- do in Costantinopoli , raccontò che
garono carno-vale, addìo alla carne, in certo tempo dell'anno i cristiani
perchè i monaci e i chierici con di- diventano pazzi, ma in virtù di cer-
versa misura mangiavano carne nelle ta cenere, che nelle chiese si met-
6ettin)ane precedenti la quaresima ,
teva loro sul capo, tornavano in sé
mentre il rimanente del clero ed e guarivano dalla pazzia. Certamen-
il popolo proseguivano a cibarsi di te che il tempo di carnevale lo è
carne sino al principio di quaresima. di foiba, di danze, di mascherate,
In quei giorni si diede il nome di e di giuochi e divertimenti licenziosi,
Carnevale, perchè in essi si dava tutta volta non è si deplorabile co-
l'addio e il comiato alla carne, ve- me le feste de' gentili, da cui vuoisi
nendo anche detto carnis privium originato.
sacerdotunij cioè cominciamento del- Di fatti le principali feste che i
stro carnis prii^iurn. ^eì lunedi suc- Baccanali istituiti dalla rimpta anti-
cessivo alla domenica di quinquage- chità ad onore di Bacco passarono
sima si escludevano poscia dai cibi dall'Egitto in Grecia e da questa
,
rivato anche questo dal copioso uso si vedevano uomini e donne a cor-
CAR CAR 77
che chiamavano tirso circondalo di di nove in onoie delle grazie
, e ,
tutto il tempo ch'essi duravano gli i chenti a' loro padroni , i vassalli
schiavi erano trattali nelle famiglie a' loro principi^ e quindi i gentiluo-
come i padroni, e alcuna volta que- mini agli stessi imperatori. Delle
siti li servivano a mensa ; essi altresì strenne, donde ebbero origine le
aveano libertà d'insultarli, e di dir mancie che tuttora si danno per la
loro ogni villania con parole, e per- ricorrenza del Natale , e del primo
sino di rimproverarne i difetti, e ciò dell'anno, è a vedersi Mart. Lipenii
in memoria del Secol d'oro di Sa- Strenariiim civilium historia a pri-
turno, o di Noè avanti la divisione ma origine ad nostra usque tempo*
della terra, e della distinzione delle ra deducta y lÀpsìad 1670.
condizioni. Queste feste che in orì- Sebbene i cristiani abborrissero il
gine potevano essere innocenti, avea- culto di Giano e di Strenia, tutta-
no poscia degenerato in una ecces- volta ne' primi secoli della Chiesa
siva licenza, e negli ultimi tempi il mostrarono attaccamento alle loro
popolo vi si abbandonava con ogni antiche pratiche e superstizioni, non
sorta di disordini, e dissolutezze. Du- che a' loro doni, giuochi e banchet-
rante i Saturnali in Roma tutti gli ti che reciprocamente si davano. Di-
affari erano sospesi , si passavano le versi concili condannarono non pei*-
intere notti in tripudi e in pranzi tanto questi abusi, e i ss. Ambrogio
sontuosi il numero dei convitati
: ed Agostino , e altri zelanti pastori
non era minore di tre, ne maggiore fecero ogni sforzo per isradicarlo. Nel
^
78 CAR CAR
declinar del V secolo il zclanle Pon- rimanendone una traccia nelle ferie
tefice s. Gelasio I dovette superare carnevalesche, o carnascialesche, a-
grandi ostacoli onde abolir da Roma vanzo degli antichi succennati sa-
le feste lupercali che si celebravano turnali, e delle antiche feste in ono-
nel mese di febbraio al Dio pane, re di Bacco, di Strenia, e di Cere-
e di Cerere, istituendo invece la fe- re, nonché della festa de' pazzi in
sta della Purificazione, cui s. Sergio I cui aveano luogo mascherate bizzar-
aggiunse la processione colle candele re, e la più sfrenata licenza, dap-
accese. Ed altrove per le calende di poiché gli antichi si servivano delie
gennaio si celebrò per lungo tempo maschere non solo sul teatro , ma
in ogni famiglia la stravagante festa eziandio ne' banchetti , ne' trionfi ,
de' pazzi, nella quale sceglievansi un nelle gueiTC, nelle feste degli dei,
Papa, un decano, e un re de pazzi, soprattutto ne' baccanali , e talvolta
e al favore di quest'anarchia dome- pure ne' funerali. L'uso delle ma-
stica venivano commessi i più gravi schere fu molto praticato nelle ce-
disordini , impunemente
violandosi rimonie religiose, e nelle festività
tutte le leggi della disciplina non , di certe divinità, come ne' Saturna-
serbandosi, più ne sobrietà, ne buon li in cui compari vasi in pubblico
ordine, ed in onta del cristianesimo anche col volto imbrattato di fulig-
usandosi ogni sorta di dissolutezza. gine, ed Ovidio e Censorino ci di-
V. Martinetti, Opuscula quinque cono, che durante la festa di Mi-
Romae 1828, capit. V, § III, Dei nerva chiamata i Quinquatri, corre-
Bassi tempi, ove tratta anche della vasi per le strade colla maschera
festa dell'asino j che celebravasi nel- sul volto. S. Asterò, vescovo di Ama-
l'ottava di Natale alla Circoncisione, sia, che fiori nel IV secolo, e nel
in memoria d'aver assistito alla na- principio del V, parlando delle ma-
scita del Salvatore, e di averlo por- scherate, che si facevano nelle calen-
tato neir entrata in Gerusalemme. de di gennaio , e raccontando le
Finalmente altra profana e ridicola varie pazzie del popolo, fra le altre
usanza ei'a nello scegliersi un re nel- nota il vestirsi gli uomini da donna,
la vigilia dell'Epifania, il quale avea e viceversa, come si fa oggidì nel
la colpevole libertà di godere, e far carnevale. Anche Polidorio Virgilio
godere altrui a discapito della mo- lib. V. De rer. invent., è di senti-
destia e temperanza cristiana ; avan- mento, che il carnevale derivi ezian-
zo delle sregolatezze de' pagani, che dio dai giuochi Quinquatri, et Me-
i cattivi cristiani frammischiarono galensìj ad quos romani personali
colle loro pratiche, nella medesima dccedehant. Dicesi poi maschera la
stagione in cui la celebravano i sud- persona dal figurare con essa rap-
delti, per cui il Deslions scrisse una presentare e fingere altro personag-
dissertazione sopra : // ve beve , co- gio. Maschera pure dicesi quella
me pubblicò la Storia della festa
si intera copertura ovvero del volto ,
de' pazzi a Losanna, nel 1 7^0. quella che dicesi mascherina con un
Ma lo zelo de' Pontefici, le prov- naso e con due occhi, che si mette
videnze de' concini, la vigilanza dei sulla faccia per trasformarla ; e l'uso
vescovi, rimprovero de' saggi, e il
il di essa nel Carnevale si rendette
progresso de' lumi sbandirono poco quasi comune nel secolo XVI. Le
a poco gli avanzi del paganesimo, maschere si fanno di cera, di tela
,
e Ali CAR 79
dipinta e dì carta pista, sotto diver- uso de' divertimenti carnevaleschi,
se forme e sesso. V. Maschera. massime le mascherate, sempre ge-
Molte, e grandi pazzie ne' secoli mendo contemporaneamente promuo-
successivi si praticarono in Italia in ve esercizi di pietà, dappoiché sono
tempo di carnevale , specialmente pericolose le conseguenze delle tras-
in Venezia ed in Firenze, dalle formazioni, come quelle che all' oc-
quali trassero origine diverse di casione favoriscono il mal costume,
che preghiere, dette allora le tren- suo Bollano tomo II, p. 875, in
t'ore ne'tre giorni di quinquagesima cui vietò l'abuso di prolungare do-
con sermone e indulgenza ; s. Filip- po la mezza notte dell' ultimo gior-
po Neri, che stabih a Roma con no di carnevale i festini e le ma-
molto profitto più processioni alle schere, e r uso di esse ne' venerdì
sette chiese principali nei detti tre e ne' giorni festivi. Alla pravità di
giorni. In molte città di differen- siffatti baccanali, con isquisita dot-
ti regni, e principalmente in Ro- trina. Benedetto XIV oppose gli
ma si pratica la divozione della es- esercizi di pietà, che caldamente
posizione del Sacramento in for-
ss. inculcò ai vescovi di esercitare, e-
ma di con indulgen-
quarant' ore sortando i fedeli a praticarli, mas-
za , benedizione sermone , e al-
,
sime ne' tridui col ss. Sacramento
tre pratiche religiose, locchè é in esposto, pe' quali concesse indulgen-
uso anche oggidì, affine di contrap- za plenaria a quelli, che vi assi-
porre spirituali esercizi alle pra- stessero, e ciò in riparazione degli
tiche carnevalesche; cosa che pure scandali e sregolamenti del carne-
stette tanto a cuore di propagare vale. Clemente XIIl, che, nel 1758,
al Cardinal le Camus vescovo di gli successe , estese tal' indulgenza
,
CAR CAR 81
plenaria a tutta la Chiesa, median- quatri, ec, tutte feste clamorose ce-
te una costituzione apostolica, in lebrate dagli antichi dominatori del
cui esorta i ministri di Gesù Cri- mondo, i quali, come ci racconta
sto a consacrare particolarmente i Giovenale, due cose avidamente de-
detti tre giorni ali' orazione pian- sideravano panCj e feste. Oggidì il
:
gendo tra il vestibolo e 1' altare, popolo in tal tempo suol darsi alla
come gli invita Dio per bocca del più viva allegrezza e tripudio, a ri-
profeta, Joel. 1 1. 17, affine di cal- creazioni, a teatri, accademie, festi-
mare la sua collera, e preservare i ni, coir uso delle maschere sul vol-
popoli in questi giorni di tentazio- to, con travestimenti di varie fog-
ne dai pericoli, ai quali sono e- gie, anche senza maschera, contraf-
sposti , di andare smarriti dalle facendo ad un tempo negli abiti i
sue vie. costumi, e la favella di varie nazio-
Finalmente abbiamo , che il ni. Prima di descrivere le notizie^
vescovo d' Ipri, Felice di Waz- che abbiamo riunite, per non in-
vrans, nell'anno 1768, indirizzò al terrompere l'argomento, ed a mag-
clero della sua diocesi una istruzio- gior chiarezza, accenneremo somma-
ne pastorale, colla quale vietò agli riamente le cose principali.
ecclesiastici di assistere ai festini ed In Roma il carnevale è riputato
alle assemblee di divertimento car- dagli esteri d' ogni nazione il pili
nevalesco, di stare sulla porta, e brillante, giocondo e caratteristico
alla finestra per vedere le masche- degli altri luoghi, sia per la sua
rate ec, e di farsi vedere in tali breve durata, sia per l'apparato del-
giorni per le strade pubbliche, quan- la principale e magnifica strada del
do non vi fossero costretti dai do- corso, sia per l'intervento copiosis-
veri del proprio ministero j facen- simo de' cocchi , sia per certe ma-
dosi solo vedere nelle chiese e per le scherate lepide, graziose e dilettevoli
strade, che ad esse conducono, o a vi- proprie del costume di alcune classi
sitar malati negli ospedali ; in somma dei romani, e sia pel gran concorso
li esortò a vivere nel raccoglimento in di spettatori, particolarmente forestie-
tutto questo tempo separati di cor- ri, con piacere ne prendono
che
po e di spirito dalle persone del parte, non meno che per altre cir-
mondo, ed assistere ai divini uffìzi, costanze diverse. Imperocché quelli^
e alle preghiere delle quarant' ore. che soprammodo contribuiscono a
V. TraUato dé'giuochi e de diverti' rendere brillante il carnovale roma-
menti permessi^ e proibiti ai cri- no sono i romaneschi ( col qual no-
sliani,^on\dL 1768, capitolo XII. Dei me vengono distinti gli abitanti di
ballij delle maschere ed altri diver- Roma, che dai nobili e cittadini so-
timenti carnevaleschi j Pompeo Sar- no considerati pegl' idiotismi, e pei
nelli, tomo III Lettera XVII I, Delle barbarismi del loro Hnguaggio), cioè
Maschere. quelli particolarmente di alcuni rio-
CARNEVALE di Roma. Al pre- ni della città , come di Monti
cedente articolo si è detta 1' origine Regola, Trastevere, ec. In quegl'idio-
di questo divertimento, che precede tismi è chiara 1' espressione alla
la quaresima, e che rinnova in qual- universale intelligenza, ed in mezzo
che modo con moderazione ed one- ai rustici modi, d' altronde cortesi
i saturnali, i lupercali, i quin- spontanei, senti palesarli sentimenti
voi. \. 6
Ià
,
8a CAR CAR
$ì generosi, ingenui, e di un deli- il quale è maggiore in delti due
cato gusto, insieme a motti arguti, giorni come i più solenni, ed i più
graziosi, e pieni d* energia, che ben brillanti del carnevale. V ha un se-
per essi si è spiegato come Roma condo premio in solo danaro ,
pel
sia la patria perpetua dell' immagi- secondo cavallo, il quale arriva alla
nazione su d' ogni classe di persone, meta, che chiamasi la n'pre<ia dei
e quanta piacevolezza v* abbia allo- barbari, cioè al termine del corso
ra che in un modo tutto partico- presso il palazzo di Venezia. La
lare sono mascherate
usati nelle partenza dei barbari è innanzi V o-
carnevalesche, ed allora che si fan- belisco della piazza del popolo, do-
no con tanta naturalezza a contraf- poché il cavalier mossiere abbia or-
fare alcun personaggio di maggior dinato il suono della tromba per la
condizione, interponendovi di bellis- quale per mezzo dello scrocco, si tira
simi episodi, che più fanno sensibile il canapo, che tratteneva i cavalli
il grado che rappresentano. corridori. La detta piazza, e le al-
Otto sono in Roma i giorni pre- tre principali sono guarnite pel buon
scritti alle mascherate, ed alle car- ordine da vari corpi di milizie, ol-
riere de' cavalli, dette corse de^ bar- tre quelle amovibili, che perlustrano
han\ giacché è solito principiare il il corso, e le altre strade, affine di
carnevale nel sabba to precedente la prolungare il tragitto alle carrozze.
domenica di sessagesima ,
qualora Nel primo giorno, nel giovedì
non sia impedito, ed esclusa questa, grasso, e nell' ultimo giorno il go-
ilvenerdì e la domenica di quin- vernatore di Roma , accompagnato
quagesima, termina il martedì avanti da monsignor procuratore generale
ilgiorno delle ceneri. Al suono del del fìsco, o, in sua assenza, dal pri-
campanone di Campidoglio, cioè ad mo luogotenente del governo, non
ore diciannove i mascherati sortono che il senatore coi conservatori di
per la città, ma però ad ore venti- Roma, ed i priori de' capo-rioni, dai
quattro debbono togliersi la masche- rispettivi palazzi con treno di for-
razza italiana, vincitori delle corse, incedono sino alla loggia posta in
consistenti in varie canne di drappo un angolo del palazzo di Venezia
di stoffa, di seta, di velluto, di tela da dove giudicano o decretano il ,
CAR CAR 83
cavalcavano pel corso il governa- principe al plebeo , da classe a clas-
tore , il senatore ed i conservatori se di persone: tanta è l'uniformità
di Roma, col priore de' capo-rioni, dellacomune gioia. Questo diverti*
e i primari uffiziali del tribunale mento de' moccoletti, che incomincia
criminale. In ogni giorno della cor- appena terminata la carriera de' ca^
sa al secondo sparo de' mortari valli, e dura sino ad un' ora di not-
cioè alle ore ventitre, tutto il corso te, forma il carattere , ed è il piìi
deve essere sgombrato dalle carroz- luminoso elogio de' romani, con co-
ze, ed allora ,
quando ne voglia stante stupore ed ammirazione dei
profittare, con nobile treno percor- forestieri ; dappoiché mentre l' im-
re tutta la via, per distinzione e menso popolo appassionato per tal
privilegio, uno degli ambasciatori x'e- sollazzo n' è tutto caldo ed immer-
sidenti in Roma, avendone prima da- so, ali* avviso dato dell' ora suonata
to l'avviso , e preso i debiti concerti del termine, prontamente ubbidisce
con monsignor governatore, il quale dà e quietamente si ritira senza il più
le opportune provvidenze per la re- piccolo inconveniente, dandosi così
golarità della corsa. Quindi , come fine al carnevale, meno i teatri, e i
si pratica ogni giorno, un drappel- festini, che però devono terminare
lo di dragoni cavalcando al galop- avanti la mezza notte.
po, dalla mossa si reca alla ripresa, Non solo Roma si distingue pel
ove giunti, segue la carriera de' bar- suo brillante carnevale, ma, qual si
lazzo, che ha luogo nella via del chiesa, e nella detta basilica si fa
Corso principalmente. Tutti si for- tale esposizionecon cappella Car-
niscono di più moccoli di cera li , dinalizia ( Fedi ) ed in tutti e tre
,
nella chiesa del Gesù, si reca con avendo principio dall'arco di Domi-
formalità il summentovato senato ziano presso il palazzo Piano, e di
romano, terminandosi colla benedi- là giungendo al palazzo di Venezia
zione del Venerabile. Non è poi a edificato dal medesimo Pontefice.
passarsi sotto silenzio, che l'esposi- In esse correvano negli otto giorni
zione del Cara vita si
all'oratorio di carnevale vecchi, giovani, ragaz-
eseguiva con una macchina con zi, ebrei, cavalli, asini e bufali, con-
qualche simbolo allusivo. E per dire sistendoil premio in alcuni pezzi di
di quelle di alcuni anni, nel 17 i8, drappo detto pallio. Questi spettacoli
si figurò la visione d'Ezechiele; nel adattati al gusto de' tempi, diedero
IJ2 1 quella di s. Giovanni i^idi in il nome di Corso alla suddetta stra-
medio seniorum A§nunijx\e\ ifii il da , e ad esempio di Roma, molte
miracolo della moltiplicazione dei città d' Italia e d' oltremonti cos\
pani mentre alla chiesa di Gesti
, chiamarono la strada più retta e
esprimevasi il sogno di Giuseppe decorosa. Cos\ le corse successiva-
ebreo. Nel 1724 poi al Cara vita si mente si allungarono, come il car-
rappresentò la pesca nel mare di nevale si variò in Roma, seguendo
Tiberiade, ed al Gesù, Gedeone coi quelle e questo nel modo superior-
suoi trecento soldati. mente accennato, per quell' ingegno
e gusto dai romani sempre mani-
Notizie sul carnevale, che i Roma- festato nel variare i loro popolari
ni festeggiavano nei bassi tempi spettacoli, ed i pubblici divertimen-
sino al secolo decinioquinto , e ti loro.
parte del decimosesto. A formarsi un' idea del carnevale
di Romane' secoli di mezzo, biso-
Air Carnevale abbiamo
articolo gna necessariamente descrivere i tan-
detto quante e quali erano le feste, to famigerati giuochi di Agone e
che principalmente aveano luogo in di Testaccio , come quelli, che per
Roma, presso gli antichi romani, diversi secoli formarono appunto il
nei tempi chiamati poscia carneva- carnevale romano. Quelli però nel
leschi. Indi a poco a poco massi- , pontificato di Paolo III, Farnese^ e
me ne' secoli di mezzo, i giuochi di specialmente quelli nell' anno 54*), 1
i
CAR CAR 85
conte solevano fare gli antichi ro- una specie di concilio in atto di con-
mani^ col vero significato de' carri dannare gli eretici. Il settimo del
trionfali. Eccone la descrizione. rione della Regola, con un cervo,
>» Giovedì, che fu alli 1 1 di feb- che inseguiva alcuni serpenti, aven-
braio 1 545, si celebrò la festa di done afferrato uno colla bocca. L'ot-
JVavona secondo il modo antico; tavo del rione Parione con uno smi-
tutti quelli, che avevano da en- surato grifone suo simbolo, posto
trar in così solenne pompa, si ri- alla custodia d' un nascondiglio d'o-
dussero nella piazza di Campido- ro. Il nono del rione Ponte con ,
so, presso i quali venivano i mi- zo con due eserciti sopra , da una
nistri della giustizia colle insegne parte di turchi, e dall'altra d'ita-
loro ; seguitavano gli artieri del- liani, tedeschi, spagnuoh e francesi,
la città in tutto settemila , che che venivano alle mani, dichiaran-
durò il passare circa quattr'ore dosi la vittoria pei secondi. L'unde-
con trombe , e tamburi ripar- , cimo del rione Colonna rappresen-
titi in tante compagnie quan- tante i due monti Abila e Calpe
te sono le arti, e divisi in tante con un braccio di mare ad essi in-
parti, quanti erano i carri trion- termedio, pel quale veleggiava una
fali, fra i quali trammezzate anda- nave verso l'oriente direttamente.
vano dette fanterie, sotto le loro Dopo tal carro seguiva gran quan-
bandiere armate bravamente d'ar- tità di guastatori con vettovaglia,
mi bellissime". artiglieria e diversi arnesi propri
Indi r autore segue la descrizio- d' un campo militare e quindi il ,
ne de* carri ; ma non essendo della duodecimo carro del rione di Tre-
natura di quest' opera il tener die- vi, con un cavaliere armato alla ro-
tro ad ogni particolarità, ci limitere- mana, che con una lancia in mano
mo a dire in compendio ciò che può superava un barbaro, già messosi
riguardare il sostanziale della festa. sotto i piedi con vigore. Per trat-
Il primo carro pertanto era quello tenimento della festa, oltre l' ordine
del rione di Tiastevere rappresen- e il consueto, era vi un gran Mongi-
tante il carro massimo. Il secondo bello rappresentato sopra un altro
del rione Ripa, sopra del quale gran- carro tirato dri cavalli, ai cantoni
deggiava con vari emblemi la sta- del quale vedevansi bellissimi tro-
tua della Fortuna. Il terzo del rio- fei, Mongibello fu prepa-
e sotto il
86 CAR CAR
testabili di lutti i tredici rioni di porioni, Adriano Velli, da'due can-
Koma (giacché allora Borgo non lo cellieriCurzio Frangipane e Belar-
era) in numero di ti'ecento , eoa dino CaflUrelli, che conducevano in
ispade, e con targoni allautica, nei mezzo Giuliano Cesa ri no gonfalo-
quali erano dipinte le insegne dei niere di Roma, il quale portava il
loro rispettivi rioni ; i gentiluomini gran gonfalone romano, riccamente
delle città di Sutri e Tivoli chia- vestito e pieno di gioie fino agli
mati dal senato romano alla festa; speroni, gioie che si valutarono a
ed otlantadue giovanetti, che dice- trentamila scudi. Seguito egli era da
vansi'giuocatori, vestiti all'antica con quattro paggi vestiti all' antica di te-
diverse livree d'oro e d'argento e la d'oro, oltre venti staffieri con
di seta sopra bravissimi cavalli superbe livree. Finalmente procede-
scortati ognuno da molti staffieri vano i conservatori di Roma Sante
aneli' essi con gran lusso vestiti chi da Corneto, Lorenzo Velli, e Ales-
di raso, e chi di velluto. Veniva in sandro d' Alessi, non che il senatore
ultimo un numeroso coro di musi- cogli altri uffiziali del Campidoglio.
ca tramezzata da molti trombetti a Questa sontuosa e magnifica ca-
cavallo. Chiudeva la processione dei valcata partita dal Campidoglio per
carri quello del Papa, la cui sta- la strada nuova, si recò alla piazza
tua in abito pontificale si ergeva della Pigna, o de'Cesarini, proseguì
nel mezzo, ed ai Iati si ammirava- per le case di Valle, ed a quelle
no quattro bassorilievi allusivi alle de' Massimi, voltando per campo di
virtù di Tutte queste macchine
lui. Fiore, donde passò alla piazza Far-
ambulanti erano tirate dai bufali. nese. Nel palazzo di sua famiglia,
Il carro seguito da
pontifìcio era ed ai balconi era vi Paolo IH con
due romano, Ma-
sindaci del popolo molti Cardinali, i duchi di Castro
ria Maccaroue, e Alessandro de Gras- e Camerino suoi nipoti, con molti
si, ed in mezzo ad essi marciava signori e signore. Fatta la cavalcata
l'officiale dell'anello col bastone in un giro per la piazza, voltò per
mano, e cima ( che fu
l' anello in corte Savella , per Banchi , pel
e
messer Francesco Salamoni ), da tre ponte s. Angelo, s'avviò pei Coro-
manescalchi con paggi e staffieri nari piazza di s. Apollinare , da
,
Bruto Goffiedi, Vincenzo Dolce, e dove entrò per piazza d'Agone ora
Pier Domenico Madaleni; dal ca- Navona, e circondatala più volte,
porione con simile corteggio , che si schierò in essa come un batta-
furono, di Ripa, Cola Evangelista glione. Alle ore ventiquattro ognuno
di s. Angelo, Lelio de' Fabj ; di Cam- di queUi, che la componevano, si
pitello, Tiberio Margano; della Pi- ritirò alla propria abitazione. Fu
gna , Antimo Capizucchi ; di s. Eu- opinione generale, che tal festa co-
stachio, Rotilio Alberino; della Re- stasse centomila scudi, senza com-
gola, Giulio Americi; di Campo prendere le vestimenta, giacché an-
Marzo, Pietro Cardello; di Pario- che gli artigiani erano vestiti deco-
ne, Alessandro Cinquini; di Ponte, rosamente.
Gio. Battista Altoviti
; di Colonna, Alla descrizione della festa di
Vincenzo del Sordo; di Trevi, Ri- Agone, segue immediatamente l'al-
naldo de Bracciano ; di Monti, Mu- tra di Testaccio pubblicata dal Cre-
zio de Mantaro; dal priore de'ca- scimbeni, Sialo della basilica di
,
CAR CAR 87
s. Maria in Cosmedin , pag. 90, e quah si non manco prove,
fecero
che qui si aggiungerà a piena co- che in ammazzare i tori. Fra
gnizione e schiarimento de' giuochi molte livree, che si videro quel
suddetti, portando tal descrizione dì , ve ne fu una di trentasei
la data di Roma 2 i febbraio 1 545, mattaccini vestiti di rosso a ca-
ss CAR CAR
»> tumulti a furia. Sicché questo vi nirsene, laonde ne rimasero da cen-
« basti di quella giornata. La notte to ferite ,
perchè i carri in tutti
»» si recitò una commedia in casa furono tredici, con altrettanti tori,
»» Il primo giorno di
di CafFarelli. i quali appena giunti alla meta era-
*> quaresima fu la stazione a santa no uccisi da innumerabili colpi. Poi
*» Sabina, la quale fu tanto solen- si fecero dal detto monte alla colon-
« ne, che molti vennero in disputa, netta posta alle radici di Aventino,
»» chi fosse più bello, il carnevale, le corse de' barbari , delle cavalle
"
»> o la quaresima di Roma. e di cavalli chiamati turchi tutù
Osserva il Ratti, Della famìglia cavalcati da putti , e con palili al
Sforza^ par. II, Roma 179^, che vincitore per premio. Quanto poi
bisogna convenire, che veramente i sieno antichi sillìjtti giuochi, si ri-
giuochi celebrati nel detto anno di leva da una bolla di Urbano V,
Agone, e di Testaccio facessero gran eletto in Avignone nel 1 362 con ,
al piano due carri o carrozze per mestibili. Nel mese poi di agosto nei
volta tirate dai tori, con quattro sabbati, e nelle domeniche, viene al-
porci legati dentro, ed una can- lagata dalle tre celebri fontane, che
na di panno rosato per palho; decorano la piazza, ed in alcune
e che appena giunsero sulla piazza, circostanze vi si tengono le corse
trecento persone colle spade nude del fantino, delle quali poi riparle-
vi si scggharono sopra per impadro- remo, specialmente in occasione del
,
CAR CAR 89
passaggio per Romaqualchedi gesima, detta di Testacelo. Quindi vi
monarca, come da ultimo ebbe luo- fu aggiunto un terzo giorno interme-
go per Francesco II re delle due dio tra i due suddetti, cioè il sabbato
Sicilie. Tali fantini sono giovani a come ap-
destinato alla caccia de' tori,
cavallo a dorso nudo, divisi in tre parisce dalla bolla di Martino V, Cir-
squadre e vestiti di colori diversi. 11 cumspecta sedis apostolicae, emanata
monte poi di Testaccio, Testaceiif!, in Roma J^II id. niartiis an. 1^1^.
si formò da una immensa quantità Divenuto poi nel 1464 sovrano Pon-
di frantumi di terra cotta. Alcuni tefice il menzionato Paolo II, Bar-
dicono che Tarquinio assegnò tal bo, veneziano d' animo grande, vi
luogo a' fabbricatori di vasi, tanto per aggiunse le otto corse de'
che palili,
la comodila dell' imbarco sul Teve- ancora oggidì sono in uso, sebbene
re, che per giovarsi delle sue acque, dalla loro prima istituzione rifor-
e siccome loro proibì gettare quelli, mate. Paolo li conobbe meglio dei
che si rompevano, nel fiume, così suoi predecessori il vero genio del
col porli in questo sito, in progresso popolo di Roma, e le due molle
di tempo ne divenne un monte deli- che lo fanno agire, a se-
principali,
zioso, e molto comodo alla conserva- conda di chi il deve condurre col-
zione del vino neil' eslate. Il Can- lo stesso di lui vantaggio ;
paneni,
che vi fosse anticamen-
cellieri dice, et circenses. Onde si studiò parti-
te celebrato il mercato, e il Vasi colarmente di contentarlo in am-
tom. II. p. 4^7, Itinerario di Ro- bedue queste cose, coli' abbondan-
ma, dà al monte di Testaccio an- za de' viveri, e coi pubblici spetta-
che altra origine. Nel 1 686 il Mar- coH , de' quali volendo godere egli
tinelli stampò un libro sul monte stesso , siccome di naturale piuttosto
Testaceo o Testaccio j V Eschinardi allegro, ordinò, che le corse, le
scrisse, nel697, una lettera sul mon-
1 quali per lo innanzi si facevano a
te Testaccio j ed altrettanto fece il strada Florida o Giulia, si facessero
Contucci, riportala nel t. III. Arcad. dall'arco di Domiziano, poi detto di
Canniti. Attualmente nel maggio, s. Marco,
Portogallo, sino al palazzo di
neir estate, e massime nell' ottobre detto poi di Venezia, da lui eretto
è frequentato questo monte dai ro- ed abitato ; benché alcuni dicono ,
maneschi, e dalle niinenti per le che i cavalli partissero dalla piazza
vignale, ovvero sia per certe ricrea- Flaminia, o del popolo. Ma poi ve-
zioni consistenti in colezioni, balli, dremo r arco demolito da Alessan-
canti dei ritornelli, della tarantella, dro VII, acciocché le corse libera-
e simili curiose composizioni, fra il mente seguissero dalla detta piazza
suono de' tamburelli, dei calascioni^ sino a quella di Venezia.
e dei mandolini. Racconta dunque il Platina, nel-
Ritornando all'origine del carne- la Fita di Paolo II, di cui fu
vale romano, dopo l' abolizione dei contemporaneo, e a p. ^56, che
Saturnali, Lupercali ec, ed altri an- avendo egli quietate le cose d' Ita-
tichi giuochi, consistevano gli spet- lia colla celebre pace del 1468^ per
tacoli in principio nella festa di la quale furono fatte feste per tut-
giovedì grasso, o di sessagesima, det- ta r Italia, e per due giorni in Ro-
ta di Agone, e nell'altra dell'ulti- ma, il Pontefice indi ordinò, ad i-
ma domenica, cioè quella di quinqua- mitazione degli antichi, alcuni giuo*
,
go C AR CAR
chi e feste magnifiche, e diede un che vi si conduceva colla maggior
sonluoso banchetto al pupulo. il pompa degli antichi romani, circon-
Viaiiesio da Bologna, eh' era vlce- dalo dai magistrati di Roma stessa, e
caiuerlengo , dispose le cose se- per altre decorazioni degne soltanto
condo il volere del Papa. I giuo- di queir eterna città. Si dilettava il
clii furono otto pullii , che nel detto Papa di queste mascherate, e
carnevale per otto giorni continui delle feste di carnovale, che spesso
si donarono a quelli, che nel corso vedeva con trasporto dietro ad una
restarono vincitori. Correvano i vec- compagnia di alcuni Car-
finestra in
chi, correvano i giovani, correvano dinali. In quel tempo fu dal Papa
Leggiamo poi nel Novaes altre si detto, che gli ebrei pagavano al-
analoghe particolarità, che merita- ia camera capitolina mille cento
no qui riportarsi. Molto procurava trenta fiorini di soldi quarantasette
questo Pontefice , egli dice , di di- r uno, gli ultimi trenta dei quali
vertire il popolo romano. A que- erano stati aggiunti in memoria dei
sto, al senato, ed a' forestieri face- trenta danari, che medesimi sbor- i
si portino sei carri, due de' quali stato pontificio, e questa grazia fu
erano soliti a farsi dai molinari, dal predetto Paolo lì approvata e
ne' quali solevano porsi i soliti confermata. Oltre a ciò gli ebrei
animali, cioè due giovenchi, e due prima che incominci il carnevale ,
festa, per grazia di Paolo II, che col continuando gli ebrei di Roma ad
danaro della camera si facciano al- esser fedeli e quieti ec. , non reste-
uno per gli ebrei, che
tri sei pallii, ranno privi né della loro protezio-
corrono il giorno di lunedi prima ne, né di quella del sovrano Pon-
della domenica di carnevale (cioè tefice ; indi i medesimi deputati van-
tuosi riuscirono gli spettacoli, il cui presenza di Sua Santità, e poi ri-
fianco, onde sembravano tanti tur- posti e ordinati nel teatro per
chi : questa fazione era guidata vedere una bellissima commedia
dal sig. Giuliano Cesarini, gonfa- nella corte di detto palazzo, il
94 CAR CAR
nei pag. 4' ^ Delle Giostre j e dei squadre, che si distinguono dalle
Carroselli pag. 4^2, e Delle corse vesti: ognuna fa per tre volte il
pag, 4»6, 417, 421. giro del circo con veloce corso, indi
Le corse non solo per la via i tre vincitori d'ognuna si riuniscono
Lata , ma , come si disse, ebbero affme di eseguire una quarta corsa,
luogo prima di essa per la slrlida e quegli che vince prende il premio.
Florida o Giulia, per la via del- Questo divertimento riesce piacevole,
la Lnngara , e per quelle delle tanto per la vastità, e adornamenti
porte Cavalleggieri e Fabrica , e delia piazza, che per rinnovarsi la
per altre, nonché nella piazza Na- memoria de'giuochi agonali, ivi ce-
vona. Difiitti il padre Eschinardi, lebrati ne' precedenti secoli nel car-
nella Descrizione di Roma p. 282, nevale. Ad avere poi una chiara
ci assicura, che per la strada Giulia cognizione delle feste carnevalesche,
s' introdussero le corse, ed anche e straordinarie celebrate in Roma
nel piano del monte Testacelo^ e ne' bassi secoli, sono a vedersi Gio.
ne'tempi posteriori dalla piazza Far- Camillo Peresio, // Maggio roma-
nese a quella Vaticana, locchè con- nescOj ovvero il pallio conquistato^
ferma Pompilio Totti, Ritratto di nel linguaggio del volgo di Roma,
Roma moderna, pag. 335, e nella Ferrara 1688, e Giuseppe Berneri,
loggia del collegio Bandinelli presso Il Meo Patacca ovvero Roma iti _,
s. Giovanni de' fiorentini siedevano feste nei trionfi di Vienna, nel lin-
i giudici per decretare il pallio al guaggio romanesco, Roma 1695.
vincitore, il qual premio si poneva Ora passiamo a dire quando in
su d'un ferro, che ivi rimase sino Roma si sospende il carnevale, quan-
a' nostri giorni. Indi per la nascita do si sono anticipate, o posticipate
di Luigi XIV, siccome l'ambascia- le corse de' cavalli e 1' uso de'pallii
tore di Francia abitava a strada in caso d' irregolarità, od altra eve-
Giulia, si fecero tre corse di barbari nienza accaduta nelle carriere dei
e cavalli coi Nel 1709, abi-
pallii. barbari. Il carnevale, e le corse pri-
tando la regina vedova di Polonia mieramente sospendono in Roma
si
CAR CAR 97
cavalli, coir uso delle maschere, e gna di Bacco. Ma volendo uscire
collo spettacolo de' notturni festini. dalla favolosa mitologia, vuoisi che
Rinnova inoltre nel medesimo edit- siane derivato l'uso dagli stessi fatti
to la proibizione di mascherarsi con romani, cioè dai giuochi circensi, dai
abiti da religioso, da ecclesiastico o giorni di tripudio, che" si facevano
da abbate; di portare materie in- ad onore degl'imperatori, e segna-
decenti, di offendere con parole e tamente dal trionfo celebre di Tito.
di usare fuochi d' artifizio ; esclude In quanto alle feste di Bacco, ci
dal corso i cavalli a sella, le mule, narra il celebre Eggelingio, in Mysier.
e i legni tirati da un sol cavallo, e Cereris Bacchi, pag. 69, che
et
guidati alla postigliona , non che i Bacco chiamava ancora Nyctolio,
si
carri con due ruote; prescrive le cioè notturno, perchè ammetteva fe-
piazze donde i legni o carrozze deb- ste con faci e cerei dopo il tramon-
bono introdursi pel corso, non che tare del sole. Queste feste si chia-
quelle per l'uscita, conservando l'an- mavano Lampterie, ed in esse con
damento nella detta via di due sole lumi e piccoli vasi di vino correva
fila , che ne usciranno al secondo la gente tripudiante per le strade.
sparo. Proibisce lo spaventare, arre- Lo attesta espressamente Pausania
stare e frastornare i barbari nella loro in AchaìciSy dicendo: « v'ha in Ate-
carriera ; e rigorosamente rinnova il » ne un tempio presso il bosco, che
divieto de'confetti composti di calce, « si chiama di Bacco Lampterio
pozzolana, o gesso , onde eliminare i » poiché al tramontar del sole si
gravi e ripmvevoli inconvenienti, per- » recano lumi nel tempio, e crateri
mettendosi invece 1' uso di confetli >y di vino si bevono per tutta la
composti di coriandoli, anisi, miglio, w città ". E certo, che tuttociò era
farina, zucchero , i cannellini , e si- un semplice tripudio, mentre la sto-
mili, non quelli di maggior grandez- ria non dice, che si commettessero
sta sia ricercata l'origine piti analoga più prossimi al tempio, onde non
e dignitosa al popolo romano, e che fossero sopraffatti. Ciò si accenna an-
tolgasi da quella trivialità e bassezza cora dal Tonston de fest. grcec. ,
,
nevale, gridandosi ovunque è morto : decad. 9 , sez. 3. Circa poi alla ce-
carnevale, come se il carnevale si lebrità di questo tempo, P^. il Nico-
potesse personificare e mettere sopra lai De ritu bacchanalium , e. 7,
una bara. Altra più nobile origine p. 195.
può applicarsi a questi lumi notturni Si racconta di Cerere, che, rapi-
sia dalle stesse feste di Bacco, sia tale la sua figlia Proserpina, ed
da quelle di Cerere che fu compa- avendo stabilito di cercarla per tutto.
VOL. X.
3
CAR
(aitasi notte, ed incontratasi con no, e massime di Tito, il qtmle rcdu»
Bacco, si uni a lui per tale ri- ce dalla gran conquista di Gerusa-
cei'ca, e si accesero da entram- lemme, e marciando trionfalmente
bi i lumi. Dal qual fatto vogliono in mezzo ai principali ebrei ridotti
molti autori, tra* quali il Preistero, in ischiavilù col candelabro avente
in Àntiq. grcecis , lib. IV, che in le sette lucerne accese, tutto il po-
alcuni giorni solenni delle calende polo lo accompagnò con lumi feste-
di marzo uscisse il popolo coi lumi volmente, come osserva anche il ci-
accompagnarli co' suoni e co' tripudi. p. i53 che Caro e Cara comin-
Francesco Modio, De triitmphis ve- ciarono ad usarsi come nomi pro-
teruni, ed in de ludis
altro trattato^ pri, dopo r impero di Caro e Ca-
et spectac. narra ciò partico-
veter.^ rino, cioè M. Aurelio Caro, che fu
larmente parlando di Giulio Cesare, assunto al romano impero l' anno
di Nerone, di Gallieijo, di Vespasia- 282 dell'era cristiana, e M. Aure-
, ,
CAR CAR 99
lio Carino suo successore immedia- « Perchè non siamo privati di una
to. Onde osserva, ch^^ non di rado " regola fissa, determiniamo, che il
si usò per nome proprio quello, che « titolo di nostro carissimo fratel-
prima era solamente aggettivo; ed « lo si compartisca nel carteggio al
un santo fanciullo martire trovò che « nostro fratello provinciale, ed ai
avea nome Carissimo. » padri di provincia ".
Il Garampi, Del sigillo p. ^Qt ,
CARO Ugo, Cardinale. Ugo Ca-
racconta che in un placito tenutosi ro denominato da s. Teodosio o
, ,
» spondere non cogas etc. Sicut no- la chiesa greca colla latina. Quindi
»» stri Domini etc.
Carissimi Fac nel 1244 "venne promosso all'arci-
>». Domine Papa ad praesens justi- vescovato di Lione, e nel medesimo
>i tiam etc. ". Francesco Parisi nel- anno da Innocenzo IV, nel tempo
le sue Istruzioni per le segreterie^ del generale concilio, fu creato Car-
tomo III, p. 16, Be' titoli iti spe- dinal prete di Sabina con altri
s.
ne, ove si collocò nella chiesa dei ovvero nel 1082, secondo il Labbé
domenicani con chiarissimo elogio tom. X, e l'Arduino tom. VI. Vi
al manco maggiore,
lato dell'aitar fu deposto il vescovo di Saintes
presente Guido vescovo Cardinal di Rosone, sebbene altri vogliano, che
Sabina legato a Intere, che fu poi vi si consacrasse soltanto un altare.
Clemente Papa IV. Il Marracci, ri- Il 5.° celebrato nel 1 1 86 nel
cordando questo dottissimo ed illu- pontificato di Urbano UT, e presie-
stre Porporato , esalta a cielo la di- duto dall' arcivescovo di Bourges
vozione di lui, che nudriva speciale legato apostolico, si occupò di vari
verso la santissima Vergine. punti della disciplina ecclesiastica.
CAROFFÈ, Caroffum. Piccola Ivi.
I
,
ca di Parma, ordinò l' invasione de- re, che questa città fu anco appel-
gli stati della romana Chiesa in Pro-^ lata P^indiscay o Vindausica, Ven-
venza, per cui, nel 1768, Carpen- dacensis urls, per l'unione fatta del-
trasso fu presa dai francesi, come la diocesi dell'antica Vendacense al
quella, che dovea seguire la sorte di vescovo di Carpentrasso, la cui sede
Avignone e del contado. Accomo- alcuni con poco fondamento vorreb-
date nondimeno le cose da Clemen- bero originata nel secondo, o nel
te XIV, Gauganelli, nel 1774? ^u terzo secolo. Incominciò pertanto
evacuata in un agli altri dominii Vindausica ad essere città verso l'an-
pontifici. Non tardarono ulteriori av- no 407 > e decimoterzo dell'impera-
venimenti a ritogliere ad essi Car- tore Onorio, quando inondarono le
pentrasso, dappoiché nel declinar del Gallìe, a bello studio lasciate senza
secolo XVIII, propagandosi lo spiri- difesa da Stilicone, i vandali in un
to di vertigine della rivoluzione fran- agli alani, i quali con altri barbali
cese in Avignone, alcuni ribelli si la devastarono. Allora è verosimile,
diedero alla repubblica di Francia, che Carpentrasso provasse gli effetti
vignone per la forza delle armi fu quali ne rimasero immuni, per te-
ceduto interamente alla Francia col stimonio di s. Girolamo. Quindi in-
trattato di Tolentino de' 19 febbra- torno a quel tempo datasi in luce
io 1797, dal Pontefice Pio VI, il la notizia delle provincie, vi si leg-
quale fu a ciò costretto per salva- ge Civitas Carpenctoratensisj mine
re i pochi stati, che gli erano ri- Vindausica. Ma poi riparatasi la
masti dalla francese occupazione. città di Carpentrasso, essa riassun-
Quindi è, che il successore Pio VII, se l'elezione del proprio vescovo,
prima nel congresso di Vienna del continuando parimenti i vescovi di
18 15, e poi nel 18 17 al re Luigi Vindausica, onde in un tempo stes-
XVIII, protestò per garantire di- i so avea Carpentrasso il suo vescovo,
ritti della Santa Sede, acciocché il e r avea altresì Vindausica nel 45»o,
ducato d' Avignone, e contado Ve-
il vedendosi ambedue sottoscritti in una
naissino o fossero ad essa restituiti, o lettera de' vescovi della Gallia al
reintegrata fosse con un compenso, Pontefice s. Leone I. Distrutta dai
come megUo può vedersi all' articolo longobardi Vindausica, la sua dio-
Avignone, in cui molte notizie ri- cesi si unì alla sede di Carpentrasso,
,
mine Vindausica. JVè in altro tem- accesso. Ma quando pochi anni do-
po può collocai*si questa traslazione, po Carpentrasso fu riedificata, o ri-
per conformarsi al tempo delle No- parata, riassunse la elezione del pro-
tizie.. Alcuni han creduto, che ne prio vescovo, senza che Vindausica
seguisse la traslazione quando i bor- perdesse onde ripeteremo,
il suo;
gognoni estendendo nelle Gallie il che nello stesso tempo sedeva uà
loro dominio, fra le città vescovili, vescovo in Carpentrasso, mentre un
che nel 4^3 occuparono presso il altro reggeva la chiesa di Vindau-
Keno, s' insignorirono di Carpentras- sica. Distrutta quest' ultima nel sesto
so, ond'è che essendo i borgognoni secolo dai longobardi, si riunì la sua
eretici ariani, si ritirasse in Vindau- diocesi a Carpentrasso, alla distru-
sica il vescovo cattolico. Ciò per al- zione della quale andò congiunta la
tro ripugna, perchè non prima del perdita de' monumenti de' primi suoi
452, o del 4^2} si estesero i bor- vescovi, onde il primo di essi a noi
gognoni sino alle sponde della Du- noto è Sabino, che sottoscrisse la let-
renza, tempo assai posteriore alla tera a s. Leone I in uno a Superven-
notizia delle provincie. Essi anzi al- tore vescovo Vendacense nel ^5\ ,
lora erano cattolici come lo era Gan- essendo ambedue sottoposti alla me-
deuco o Gondiaco loro re; e quan- tropoli d' Arles, né si sa con qual
do gli successe Gondebaldo suo pri- fondamento Io Scaligero le facesse
mogenito infetto di arianismo, non suffi'aganee di quella di Vienna.
perciò abbandonarono i vescovi catto- Giuliano, vescovo di Carpentras-
lici delle altre sedi, le città del di lui so , nel 5 1
7 , intervenne ai concilii
Clemazio, che fu oriondo del Lazio, conti Tolosani. Egli, ovvero il suo pre-
e che tratto dal monistero di Lerins, decessore Andrea, fu espulso dalla se-
fu ordinato vescovo da s. Cesario de da Raimondo VI conte di Tolo-
d' Arles e che poi in una casuccia
, sa. Dalla confessione di tal delitto
presso la chiesa di s. Maria da lui fatta poi dallo stesso conte, e dagli
fabbricata, morì santamente a' 29 ordini analoghi dati dal pontificio
novembre, come nota il martirolo- Mi Ione, si raccoglie che Rai-
legato
gio gallicano. Dopo pochi anni, al- mondo VI eresse una fortificazione
cuni temerari involarono il suo cor- a Carpentrasso, e vi esercitò molte
po ; ma percossi per via da repen- violenze ; ma s' ignora quali esse
tina cecità, restarono inabili a pro- fossero^ e qual fosse il tenore del-
Seguire il cammino , onde scoperti l'ammonizione. Sì rileva per altro
allorché erravano all' intorno di Car- dalla lettera scritta da Ugo vescovo
pentrasso, arrestati che furono, con- di Riez e da Tedisio legati aposto-
fessarono il fallo ;
quindi il clero lici a Papa Innocenzo III, che Rai-
e il popolo trasferitosi processional- mondo VI fu dal medesimo Ugo e
menle nel luogo, ove i lei aveano da Milone condannato a mille mar-
deposto le sante ossa, le trasporta- che d'argento, per riparare i danni
rono onorevolmente nella loro città, da lui portati ai vescovi di Carpen-
e come dono della Provvidenza lo trasso e di Vaison. Poco dipoi, siccome
elessero per ispeciale patrono, dedi- riporta il Pagi, nella critica dell'anna-
candogli la cattedrale. lista Baronio all'anno 1229, cioè nel
Il vescovo Licerio si sottoscrisse pontificato di Gregorio IX, dalle terre
nel sinodo di Chàlons del 65o, ed tolte a R.aimondo VII, furono date al-
basihca lateranense, tenuto nel 649 allora in poi gli Estensi il conserva-
dal Pontefice s. Martino I, si fece rono incorporato a' loro dominii.
menzione di certo Basso vescovo di Tuttavolla l' Estense Ercole I , in
Carpi. Dicesi però, che attualmente compenso d'una parte della contea
non sia che un semplice villaggio di Carpi, concesse alla famiglia Pio
ili vicinanza di Tunisi. la distinta terra di Sassuolo sulla
CARPI (Carpen). Città con resi- riva sinistra del Secchia, e poscia il
tutto obbedire, e di più che l'anima scovato all' attuai vicario apostolico
passerà in diversi corpi finche abbia di Moldavia monsignor Pier Raf-
commesse le azioni più turpi. A que- faele Arduini de* minori conven-
stideliri aggiugnea, che l'uomo pos- tuali.
conda rimanea preda degli angeli nato a Miranda nella Navarra l'an-
ribelli, così pure, che in natura non no i5o3. Corse i primi studi nella
esisteva alcun male, ma soltanto nel- nuova università di Alcalà, e poscia
la nostra opinione. Ad altri non po- entrò nell'Ordine dei domenicani.
chi assurdi insegnati da quell' impo- Ben presto fu in grado di dive-
store, i discepoli di lui aggiunsero, nirne maestro, e i di lui superiori,
ch'erano falsi i libri dell'antico testa- che ne ammiravano la precocità del-
mento, e negavano la risurrezione dei l'ingegno, Io destinarono ad inse-
morti. Adoravano le immagini di Pita- gnare teologia nell'università di Sa-.
gora e di Platone, da'principii del quale lamanca, dove ottenne la prima cat-
avea Carpocrate dedotto il suo siste- tedra ,
posto allora consecrato ad
ma. Essi distinguevano i loro seguaci un solo distinto merito. Nel capito-
con una marca nell'orecchio. La vi- Io generale del suo Ordine, tenuto
ta scandalosa, che conducevano, die- a Roma, l'anno i53g, egU presie-
de causa a molte accuse contro i dette a tutte le tesi, e per tal ma-
veri fedeli, che perseguitati vennero niera si distinse, che Paolo III lo
e condotto da due vescovi alla inqui- per solo effetto di umiltà, cercò di
sizione. Il Carranza, conoscitore dei scusare i suoi giudici. Il giorno dei
sentimenti che animavano i suoi giu- suoi funerali stettero chiuse tutte
dici , non volle sottomettersi ai loro le botteghe come in una gran fe-
venne il bersaglio de' suoi nemici suoi studi, volle abbracciare lo stato
,,
VOL. X.
fò»bW»9«^? S^'
,
il quale oppose le armi italiane al- ri, sino dai primordi della repub-
l' imperatore Corrado e che al- , blica, limitandosene l'uso ad alcu-
gran numero di carri pel servigio Cardinali a non prevalersi delle car-
delle sue tante mogli. Si chiamaro- rozze introdotte in que' tempi da
no poi bighe, trighe, e quadrighe alcune dame, ma di proseguire ad
quei carri cui si attaccarono due, tre, andare a cavallo con quella maestà
o quattro cavalli. Per essi è a veder- che tanto avea sorpreso
ecclesiastica,
si Mellerus de Synoride, seu Bìgis e piaciuto all' imperatore Carlo V,
currilibus veterani j e il primo tomo il quale dopo il suo ritorno da Ro-
gua italiana abbiamo, che la car- ni al Ciacconio all' anno 1 564, nelU
retta si disse cocchio , il quale non vita di Pio IV.
I
ii6 CAR CAR
Nella Spagna fu, nel i546, in Brunswich proibì l' uso delle carroz-
tempo del suddetto Carlo V, intro- ze a* suoi sudditi, temendo che per
dotta la prima carrozza, per vede- tal cagione si perdesse il lodevole
re la quale concorsero gli abitanti costume nobile e coraggioso di mon-
di città intere; quindi vi si accreb- tare a cavallo con tutte le oppor-
bero in tal numero, che nel 1577 tune armi ; da ciò si deduce quanto
il re Filippo II le fece proibire con r uso delle carrozze erasi propagato.
pubblica legge, giacche la gente or- Dall'Italia ancora si recò in Fran-
dinaria e di mediocre condizione si cia il comodo dei cristalli e degli
credeva disonorata se non usava la specchi alle carrozze, e vuoisi che
carrozza. In Francia l'origine delle pel primo Bassompierre ne facesse
carrozze rimonta al i45>7, nel qual applicare alla sua carrozza , e che
anno Ladislao V, re d'Ungheria e il secondo verso 1640 sia
il stato
Boemia, per mezzo del suo amba- il principe di Condè, giacché sino
sciatore, fece presentare in Parigi allora erano slate chiuse con corti-
alla regina mogUe di Carlo VII un ne di cuoio, che si calavano nell'en-
carro sospeso, o carrozza da tutti Già nel i63i
trare e nell' uscire.
ammirata, cioè un cocchio assai ric- nella Spagna l'infante Maria fu
co e tremolante, dal che alcuni pre- veduta in una carrozza a due luo-
tesero inferire, che sino da quell'e- ghi con vetri e cristalli ; ne dee poi
poca le carrozze fossero sospese su tacersi,che a' nostri giorni il vapo-
cinghie di cuojo, o di molle di fer- re già a tante macchine applicato,
IX). Indi sul fine del regno di Fran- venne pure esteso alle carrozze. V,
cesco I, fu il primo a condursi in la Dissert. des Largesses des Ro-
carrozza Giovanni de Lavai Debois mains , e de V ancienneté des Car-
Dauphin, signore della corte, il qua- rossesj nel t. IF, Variétés Histor.
le non poteva agevolmente cavalca- p. 81, Paris 1752.
re per l'eccessiva grassezza del suo In Roma, dopo il discorso sum-
corpo. Vi furono poscia nella corte mentovato fatto da Pio IV al sagro
due sole carrozze provenienti dall'I- Collegio, contro l'uso delle carroz-
talia,e ne facevano soltanto uso la ze ,
per un tempo fu più raro, mas-
regina, e nel i55o la duchessa sime ne' Cardinali e prelati ; ma nel
d' Angouléme Diana, figlia naturale popolo presto ne divenne invece co-
di Enrico II. Fuori poi della corte tanto grande l'abuso, senza distin-
il primo a servirsene fu Cristofano zione di ceto, che nella prammatica,
Tuano, dopo che fu dichiarato pre- o riforma sul vestire ed altro fatta
sidente del parlamento , come si ha nel i588 dal senato romano per or-
dal Tuano nella sua vita, e fece dine di Sisto V, si presero provvi-
fere la carrozza a cagione della got- denze anche sul numero ed uso
ta, che il tormentava, e gì' impedi- delle carrozze. Tutta volta non andò
va camminare e cavalcare. Ma sic- guarì che per la comodità di esse
come le signore ancora usavano le a chi poteva tenerle ne fu comune
lettighe, o andavano dietro i pro- r usanza , come la seguirono i Car-
pri scudieri, così la moglie del Tua- dinali ed i prelati, particolarmente
no non volle servirsene, continuan- nei viaggi dappoiché si continuò
,
gio, che nel Pontificato di Clemen- fermare la carrozza agli altri Car-
te Vili fecero insieme in carrozza dinali , agli ambasciatori regi , a
per Benevento i prelati Ludo visi e quelli di Toscana e Savoia, al
Barberini, che poi divennero Papi, prefetto di Roma, e ai principi
il primo nel 1621 col nome di j assistenti al soglio. Sogliono an-
Gregorio XV, e il secondo col no- cora farla fermare agli agenti dei
me di Urbano Vili. Del medesimo j duchi serenissimi, ai prelati, baro-
'> i63o "- Non solo in questo se- do si sono licenziali, suol cammi-
tt8 CAR CAR
» nare un poco prima di rimonta^ prima udienza del Pontefice col cor-
»y re. Se trovasse qualunque altro teggio di cento sessanta carrozze; e
y> personaggio, non suole smontare, quando fece altrettanto il duca del-
» quando non voglia parlargli di l' infantado, ambasciatore di detto
» qualche adare. Se più di un Car- monarca, il suo seguito componevasi
»» dinaie fosse in una carrozza ed , di trecento carrozze, delle quali cen-
»> incontrasse ambasciatori e baroni, to appartenevano al principe Ludo-
" a' quali fosse solilo fermarsi, il visi, ottanta al contestabile Colonna,
« più anziano che sarà nel primo
, sessanta al principe di Gallicano, e
» luogo, suol domandare al Cardi- venticinque alla principessa di Bute-
»» nal padrone della carrozza, se egli ra. In progresso le carrozze de' Car-
»» usa fermare a tal signore, e ris- dinali si fabbricarono con tanta ric-
•> pondendo di sì , il detto anzia- chezza che assunto al pontificato
,
" Cora che si parta ". Sembrò in- Odescalchì, in concistoro segreto ri-
dispensabile riportare questo tratto provò con patetico discorso ai Car-
del cerimoniale aulico per osservare, dinali le carrozze superbe, e le livree
che orar senza tante etichette, o ne- fastose, pregandoli per le viscere di
gf incontri con personaggi, o passan- Gesù Cristo a star lontani dalla pom-
do avanti ai quartieri, si esaurisco- pa, non conveniente all' ecclesiastico
no le convenienze col semplice sa- decoro. Assunto dipoi, nel 1724,3!
luto, e col calare più o
il cristallo pontificato Benedetto XIII, voleva
meno secondo il personaggio che si uscir di palazzo senza guardie, in un
•vuol complimentare, toccando al cocchio a bandinelle tirate, ma doven-
maestro di camera , od al gentiluo- dosi accomodare alle istanze de' più
mo il vegliare alla calatura del cri- prudenti di sua corte, si uniformò
stallo; onde oggidì i Cardinali ed i alle anteriori consuetudini. Spesso
prelati non sogliono smontare dalla poi accadde, che andando quel Pon-
carrozza, se non incontrandosi col tefice in carrozza per Roma, e pre-
ss. Sacramento, o col sovrano Pon- gato di benedire alcun infermo, scen-
tefice. deva dalla carrozza per esaudire la
Nel predetto secolo XVII si ac- pia ricerca.
crebbe in Roma
talmente il numero Parlandosi a' rispettivi articoli, e
delle carrozze, che Maurizio di Sa- specialmente a Viaggi de' Papi, In-
voia, creato Cardinale nel 1607 da gressi, Cappelle, Possessi, Cavalcate,
Paolo V, dignità che poi, nel 1642, Udienza, massime all'articolo Treivi,
rinunziò pel ducalo, siccome princi- Cavalli , e ad altri che riguardano
pe splendidissimo, fu veduto nelle i Papi, Cardinali ,
prelati e relative
pubbliche funzioni col seguito di funzioni, insegne e preeminenze, ci
sarini, fece passare alla seconda car- cassa delle pontificie carrozze è rosso
rozza il maggiordomo e il maestro con dorature, intagli e guarnizioni
di camera e fece ascendere nella
, di metaUi dorati. 11 suo interno e
sua i detti personaggi. Allorché poi, foderato ed addobbato di drappi
nel 181 5, fu visitato in Castel Gan- di seta rossa, e velluto di egual
dolfo nella villa Barberini , dal te- colore, con corrispondente tappeto.
nente maresciallo Nugnet ,
già co- Le carrozze palatine , dette frul-
mandante imperiale in Italia le ar- loni ^ o fiirloni, hanno il carro, e
mate austriache. Pio VII, che fatto la cassa dipinti di vernice violacea
lo aveva principe romano, per usar- scura, e la parte superiore esterna
gli una singolare onorificenza , lo col cielo di color nero. Sono fode-
condusse seco in carrozza al palazzo rate neir interno di seta e dama-
apostolico. Ed il regnante Pontefice schi rossi , e ne godono l' uso i pri-
recandosi aVelletri nel i83i e 1839, mari prelati, e gli uffiziali della
entrò nella carrozza del Cardinal corte pontifìcia. Dietro alla cassetta
Bartolomeo Pacca , decano del sa- del cocchiere evvi una tavola ove
gro Collegio , vescovo e legato di ascendono i domestici, ma al frul-
Velletri , ed il volle inoltre a sini- lone, di seguito alla carrozza del
stra, e a spalla per distinzione. Pontefice, i domestici vanno dalla
La carrozza del Pontefice dalla parte di dietrO| ove evvi una tavo-
I
,
ro con addobbi d'oro, e i cavalli con e ciuffi. Tutti gli altri prelati non
finimenti guarniti di fiocchi, e ciuf- possono usare i fiocchi. Solo è loro
fi di seta nera frammista d'oro. permesso di usare le guide, ed i
Quando i Cardinali usavano il lut- guinzagli di seta di vari colori, esclu-
to, le loro carrozze erano coperte si i sopraddetti, come non è loro
di velluto nero, imbollettate di nero, permesso il frullone, ma solo la car-
con colonne del medesimo velluto rozza della forma ordinaria di quelle
ed ogni altra parte di nero. Anche degli ecclesiastici.
i principi , e le principesse defun- Finalmente non sì dee passare sot-
te sono trasportate alla chiesa in to silenzio, sebbene lo si dica a'ris-
carrozza, a meno che non dispon- pettivi articoli, che nella corte ro-
gano diversamente. I quattro prelati mana gli ambasciatori e i principi
di fiocchetti , cioè governatore di assistenti al soglio nelle solennità
Roma, della camera, teso-
uditore e ne' treni di formalità adoperano,
riere, emaggiordomo, sono così chia- oltre l'ombrellino celeste nel cielo
mati perchè hanno fuso de' fiocchi della carrozza, i fiocchi di seta di
e ciuffi di seta paonazza ai fini- tal colore fiam misti con oro, facen-
menti della loro carrozza, né pos- dosi i primi precedere dai lacchè
sono usarli di colore rosso. Godono mentre altri usano il colore proprio
lore conveniente a lui. Però tan- delle quali, secondo Tito Livio, vi
to la carrozza del maggiordomo, che fu stabilita l'anno 4^4 di Roma.
1 , ,
Gregorio I, del 590, ne fa menzio- Mai seppe con immenso studio rein-
ne nelle sue epistole. La Chiesa ro- tegrare, scoprendo in essi la Repub-
mana vi teneva per ramministrazìo- blica di Cicerone i trattato eh' e rasi
ne del luogo un rettore, ovvero di-, perduto non che altre opere insi-
,
gola, ch'egli dettò, conservasi tuttora verso l'anno i57o, per averla rifab-
in lingua irlandese. Obbligato coi bricata e fortificata il re Filippo
suoi discepoli alla fuga per le per- II, che conobbe la bontà del suo
secuzioni di un re di quelle regioni, vasto e importante porto, rianiman-
si ritirò nella provincia di Leinster, do il commercio decaduto sotto il
fondandovi un monistero. Mori ai dominio de'mori. Nel 1706 Giovan-
i4 di maggio del 687. Al nome Leak, nella guerra di successione,
di lui fu dedicata la chiesa mag- la prese per l'arciduca Carlo, ma
giore diLismore, e la città per poco di poi duca
Bervick la
il di
lui è chiamata Lismore-Mochuda. ridonò al potere di Filippo V. Va-
CARTAGENA ( Charlaginen.) lidissime sono le sue fortificazioni,
Città con residenza vescovile nella grande è l'arsenale, come ampli
Spagna nel regno di Murcia, che sono i cantieri di costruzione, onde
vanta antichissima origine. Posta in è una delle più belle città di Spa-
fondo ad una piccola baia nella gna.
costa Murciana meridionale, si slima La sua sede vescovile rimonta
fondata, o almeno considerabil mente a' primi tempi della Chiesa, per mo-
ingrandita, dal cartaginese Asdru- do che nel terzo secolo eia metro-
bale Barca, che la eresse in capitale politana, e si pretende che il suo
delle sue conquiste, imponendole il primo vescovo, nominato Basilio,
nome della metropoli africana, per fosse martirizzato l'anno 5'j di Cri-
Carthago nova. Pure
cui cliia mossi sto. Rovinata in seguito dai goti e
fu appellata anche Spartana , che dagli svezzesi, i diritli metropolitani
vuoisi essere il nome' suo antico passarono a Toledo; ma il vescovo
dall'abbondanza di quel giunco chia- Diego Martinez, vedendosi ogni gior-
mato Spartani, che ivi vegeta spon- no interrotto nelle funzioni del suo
I taneo. Da qui si mosse Annibale episcopale ministero, e negli uffizi
di Cartagena compone vasi di sei di- questi dopo gran perdite venne co-
gnità, di otto canonici, di preben- strettoa levarne l* assedio. Nella
dati,, e di cappellani, risiedendo il guerra delle colonie spagnuole con-
vescovo parte in Cartagena, e parte tro la metropoli, Cajtagena soffrì
in Murcia, onde dicesi anche vesco- molto, per essere stata assediata
vo di Murcia. Oltre la chiesa prin- dagl' indipendenti e dai realisti ,
cipale, vi sono in Cartagena due a' quali dovette arrendersi per man-
altre chiese, diversi conventi, un canza di viveri, sebbene poi facesse
ospedale, un ospizio pegli esposti ec. ritorno al partito de' primi.
CARTAGENA nelle Indie Occi- Il seggio vescovile, regnando Carlo
dentali de Cartagena in Indiis).
( V, fu instituito dal Pontefice Paolo
Città dell'America meridionale, nella III, nel i537, e venne dichiarato suf-
nuova Granata, con residenza d'un fraga neo della metropoli di s. Fede
vescovo. E
capo luogo della provin- di Bogota; ma nel pontificato di
cia dello stesso nome, ed è edificata Clemente XI, essendosi dichiarati
su di un' isola sabbioniccia al mar- contro il vescovo l' inquisitore gene-
gine d' una formata dal mare
baja rale della città , la curia laica, l'ar-
delle Antille. Vuoisi essere stata la civescovo di Fede, ed il vescovo
s.
prima città, che gli spagnuoli circon- di s. Marta, tutti ledendo la giu-
dassero di mura nell' America , tro- risdizione del vescovo, che d'altronde
vandosi tuttora ben fortificata, e coraggiosamente difende vasi, il Pon-
difesa da buone opere. Vuoisi ancora, tefice, dopo aver il tutto sottoposto
che il di lei nome avesse origine a diligente e maturo esame, col conte-
dalla somighanza del suo interessante nuto della costituzione. Ex commissi,
porto, con quello di Cartagena nella presso il tomo X par. I, pag. i55
CAR CAR 25
del Boi. /?ow., emanata ai 19 gen- nonché le isole di Sicilia e di Sar-
naio 1706, dichiarò invalidi tutti degna, antichissima città, che Silvio
gli atti contro il vescovo di Carta- Italico denominò Alma. posta in E
gena, esortò i detti prelati a prov- quella parte dell'Africa, oggidì de-
vedere alla loro coscienza, denunziò nominata il regno di Tunisi. Nel-
scomunicati i laici, che n* erano com- la punta più boreale dell'Africa,
didezza de' suoi edifizi, ma soprat- superba città, che aveva con tanto
tutto per la riputazione delle sue valore disputato a Roma 1' impero
armi vittoriose. I cartaginesi conser- del mondo, e dalla quale, per lo
varono religione, idioma e costuman- stato deplorabile in cui era ridotta,
ze ereditate dalla Fenicia, non che appena sortirono cinquemila abitan-
unione colla madre patria, e con le ti, superstiti dalla valida e famosa
Quindi si dissero
altre colonie fenìcie. resistenza, che fecero al console Mar-
Phoeni quasi fonici, indi Poeni zio, quando intesero ch'egli dovea
o Punici. Ad onta che fosse stata distruggere la loro città, per riedi-
Cartagine la capitale d' un grande im- ficarla sul continente in distanza di
pero, e la principale città dell' Afri- ottanta stadii.
ca, si rese più famosa, come si dis- Dopo circa trenta anni, che Sci-
se, pei suoi avvenimenti militari, e pione avea rovinata Cartagine, i ro-
per la sua rivalità con Roma, che mani vi mandarono una colonia.
CAR CAR i'x^f
la quale fu la prima da essi spedita cati in sorte alla prima), onde at-
fuori d' Italia ; e sotto la condotta tualmente non si ro- veggono che
del tribuno Gracco e gli auspici di vine, le quali ne fanno deplorare la
Giunone, vi fecero edificare una distruzione.
nuova città, che si chiamò Giuno- La chiesa di Cartagine si rese su-
nia. Da quel tempo divenne colonia bito rispettabiledopo la promulga*
romana, ma il progetto di restituirle zione del vangelo, e ben presto pre-
ilsuo antico splendore non ebbe in- se lo stesso posto neir ecclesiastico ,
cominciamento che sotto Giulio Ce- come avea avuto nel civile, di-
lo
sare, allorquando v' inviò altri colo- venendo nel secondo secolo metro-
ili, i quali la ristabilirono poco lungi poli della splendidissima chiesa Afri-
dall'area primiera. Da allora in poi cana proconsolare , nonché primate
Cartagine, ripreso il suo antico no- della provincia d* Africa. Il suo pri-
me, tornò ad essere metropoli del- mo vescovo, del quale si faccia men-
l' Africa proconsolare, e quindi di zione, fu Agrippino, ed i successon
tutta l'Africa romana, e fu riguar- metropolilani , tanto prima che do-
data come la seconda città dell'im- po il concilio niceno , esercitarono
pero, giacché sebbene Antiochia di la loro autorità su tutte le chiese
Siria,ed Alessandria di Egitto fos- di dette provincie. Commanville nel-
sero città grandissime e rinomate a 1* Histoire de tous les Àrchéi^échés
segno di essere considerate le prime et Evéchés , Paris, 1700, fa l'enu-
dopo Roma, pure non esitava Car- merazione a p. i5i, delle sedi sot-
tagine a darsi il titolo di città mag- toposte all'ecclesiastica giurisdizione
giore dell' impero romano dopo di Cartagine, e ne registra centotre
Roma. di notizie certe. Cartagine, e tutte le
Finalmente, nell'anno 3i8, Car- chiese dell'Africa dipendettero dalla
tagine nuova vide incominciare i Chiesa Romana, e non da quella di
disastri, che successivamente ne pro- Alessandria, sebbene le africane chie-
dussero la totale rovina come la se fossero più
vicine alla Libia che
vecchia. In quell* anno suddetto fu a Roma, perché quelle regioni avea-
saccheggiata da Massenzio tiranno no ricevuto il lume del vangelo pel
Cipriano , e tanti padri e pastori gelis, nominalo da Pio Vili nel con-
che ne accrebbeio lo splendore, men- cistoro de' 18 mai*zo i83o, elevalo
tile si vedranno i principali suoi av- alla porpora, e alla sede di Monte-
venimenti, registrati ne' fasti del cri- fiascone, nel i838, dal Papa re-
stianesimo, in quanto venne tratta- gnante, e il presente nunzio aposto-
to nei suoi numerosi seguenti con- lico di Baviera monsignor Michele
cilii. Viale Prelà , fatto arcivescovo di
Ma dopo che la chiesa di Car- Cartagine dal medesimo Gregorio
tagine dovette soffrire le vicende la- XVI, nel concistoro de' 12 luglio
grimevoli degli scismi, e il peso del- i84i.
le invasioni barbariche, vide il suo
infelice fine nella occupazione dei Concila di Cartagine.
saraceni, onde dopo il 691 l'aspet-
to di questa chiesa fu interamente Il primo fu tenuto dal vescovo
cangiato, dappoiché l'ignoranza e di Cartagine Agrippino, coli' inter-
r empietà occuparono pressoché tut- vento di tutti i vescovi dell' Africa,
ti gli spiriti, e si videro a disonore nell'anno 200, come afferma Tille-
della religione, molti cristiani, il cui mont, sebbene altri lo credono ce-
coraggio avea saputo resistere agli lebrato nel 2 15 , altri nel 217 e
sforzi infernali degli scismi e delle anche nel 225. Fu contro il bat-
eresie, correre in folla sotto gli sten- tesimo degli eretici, decidendosi che
dardi di Maometto, cangiando il van- faceva d' uopo ribattezzarli. Regia
gelo coU'alcorano. Tuttavolta alcuni Labbè, e Arduino, tomo I. IlLen-
vi rimasero ancora fino al pontifi- glet coir autorità di quest'ultimo di-
cato di s. Leone IX, dopo la metà ce, che il secondo concilio Cartagi-
del secolo XI; ma questa non fu nese ebbe luogo nel 2i5, sulla di-
che una debole luce, la quale tutto sciplina ecclesiastica.
ad un tempo terminò di risplende- secondo ai i5 maggio 25 1 si
Il
sere stati libellatici, cioè per aver L' undecimo nel 34B, o 349, da
preso de' biglietti o certificati, come Grato vescovo di Cartagine fu con-
se avessero sagrificato. Regia, Lab- vocato coi vescovi di tutte le pro-
bé, Arduino t. I. vincie dell'Africa. Molti donatisti fu-
Il sesto, tenuto nel 255, da s. rono riuniti alla Chiesa, ed è il più
Cipriano, per la questione del bat- antico concilio Cartaginese, di cui ci
tesimo degli eretici, era composto restano i canoni. Se ne formarono
di sessantuno vescovi, ma fu dichia- tredici : il primo proibisce di rinno-
rato nullo. Di esso fu soggetto la vare il battesimo in nome della ss.
celebre questione col Papa s. Stefa- Trinità; il secondo riguarda l'onore
no I. Alcuni opinano, che gli afri- dovuto a' martiri, e vieta di vene-
cani riguardassero la controversia rare quelli, che eransi precipitati, o
come spettante la disciplina, non il uccisi per pazzia ; il terzo rinnovò
domma. Ibidem. la proibizione a' chierici di coabita-
11 settimo concilio celebrossi in re con donne ; il sesto inibisce ai
VOL. X. 9
i3o CAR CAR
chierici cìi tratiare adàii secolari ; il presiedette alla testa di circa cin-
tlecimoterzo d'imprestare ad u^iira; quanta vescovi , i quali formaronvi
il decimoquarto lulinina le censure altrettanti canoni. S. Agostino v' in-
ai laici dispreiza lori de' sagri canoni, tervenne , e la sua disciplina fu ri-
e minaccia ai chierici di essere de- putala santissima. Col pnrno fu or-
jK)Sti ed esclusi dal clero : /ìnaimenle dinato a' vescovi di prendere ogni
si deci*etò, che per giudicare un dia- anno informazione dal primate, sul
cono occorrono Ire vescovi, sei per giorno in cui devesi celebrare la
Leggesi ancora tra i suoi canoni, trentesimo esige, che si battezzino gli
che il vescovo era il ministro ordi- infermi, i quali non possono parlare,
nario della penitenza, e il sacerdote allorché abbiano prima domandato
solo in sua assenza, o in caso di tal sagramento. In questo concilio
necessità. Labbé tom. IT, Arduino, fu anche proibita la traslazione da
tom. I. Il Lenglet inoltre, nel 389, una sede all'altra, e si formò un ca-
registra un concilio cartaginese per talogo delle sagre Scritture conforme
le disposizioni di un concilio gene- a quello che abbiamo oggidì. Regia
rale , nel 393, per la pace della tom. Ili, Labbc t. II, Arduino t. I.
pei sacerdoti , e pegli altri chierici. nare i beni della Chiesa, senza l'av-
In oltre s'impone alle vergini, che viso del metropolitano; l'ottavo pre-
vogliono farsi consagrare dal vesco- scrive doversi eleggere il vescovo
vo di dover presentarsi con abito
, entro l'anno della morte del prede-
secondo lo stato cui vogliono abbrac- cessore ; il decimo vieta a' vescovi
ciare; che gli sposi nel ricevere la l'esentarsi senza legittima causa dai
benedizione del matrimonio sieno ac- concili nazionali ; il decirnoquarto
compagnati dai congiunti e paraninfi, provvide all' erezione delle cappelle
ed osservino la continenza nella not- in onore de' martiri. In questo con-
te che segue la benedizione pel ris- cilio si decretò pure , che i vescovi
petto che a questa si deve; che ven- devono abitare presso la cattedrale.
gano scomunicati quelli, i quali e- Regia t. Ili, Labbé II, Arduino I.
scono dalla chiesa durante la predi- Il decimosettimo, nel 4^3, fu com-
ca; che in caso di bisogno un dia- posto da tutte le provincie dell'Afri-
cono presente il prete , e col suo ca. In esso venne deciso , che non
consenso può distribuire l'Eucaristia ;
s' inviterebbono i donatisti a trovarsi
permette agli eretici, giudei e paga- coi cattolici per le ragioni che li
come omicidi dei poveri coloro, che loro; e fu proposto il modo di con-
ricusano di soddisfare ai legati fatti cihazione. Fabricius.
alle chiese, ai moribondi , ovvero Il decimottavo fu tenuto l'anno
non
I Ibidem.
vi soddisfano che stentatamente. 494 per
ratore contro
invocar
i
l'aiuto
donatisti, e vi fu de-
dell'impe-
I
i32 CAR CAR
Il Tentesimosecondo, nel 4'o> f" ti gli autori, sembra che sia lo stesso
tenuto in sequela della domanda fat- concilio precedente.
ta ad Onorio impemtore, accioccliè 11 ventesimosettimo, del 419, ver-
vocasse la libertà accordata ai do- sò sopra la fede , la disciplina e le
natisti. appellazioni Fra suoi trentotto
. i
stio. Per altro non riportandolo tut- beni ecclesiastici usurpati dai van-
CAR CAR i33
dalij e per ripristinare la disciplina CARVAIAL Giovanni Cardìnàk.
e la libertà della Chiesa. Mabillon Giovanni Carvaial nacque da illu-
in Analect.. stre famiglia a Turgillo nella Spa-
Regia t. XIV, Labbé tom. V, Ar- l' antipapa Felice V, né al detto le-
mata anche Cariana, della Mauri- dieta dell' imperio, la quale si tenne
tania Cesarea nell'Africa occidenta- in Magonza, ove assisteva anche il
le, dominio romano alla foce
nel Cardinal Nicolò di Cusa, e che si
del fiume Cartennus. Si crede , terminò poi nell'altra di Francfort,
che sia Masgraim, o Mostagan sul fu tolto lo scisma, e la nazione ri-
mare presso Orano. Si conoscono conobbe Eugenio IV per legittimo
due vescovi di questa diocesi , Vit- Pontefice. Dopo questa nunziatura,
tore e Rustico, di cui fa menzione ebbe la seconda al concilio di Rasi-
&. Agostino. lea nel i44i> ^^^ si regolò con tan-
CARTUSIANO Dionisio. V. Dio- ta soddisfazion del Pontefice, che fu
nisio Cartusiano. creato Cardinal diacono di s. Ange-
CARTUSIANO Guido. V, Guido lo ai 17 dicembre nel i446- Sos-
Cartusiano. tenne trentatre legazioni, che por-
CAR VAGLIO e JVIENDOZA Pao- tarono grandissimo utile alla s. Se-
lo, Cardinale. Paolo de Carvaglio de, quella specialmente contro il
e Mendoza prelato della patriarca- turco in Ungheria, che durò per sei
sue legazioni, un'apologia a favore alienò da lui, e fatto capo dei ri-
della s. Sede , e parecchie pregia- belli contro quel Papa odiato da
tissime lettere. Da ultimo, dopo i Luigi XII perchè lo avea scomu-
conclavi di Nicolò V, Calisto HI e uicatOj guadagnati al suo partito i
Paolo II, mentre era vescovo di Por- Cardinali Borgia, Brissonet, Sanse-
da Pio II, al conclave del
to eletto verino e Renato di Briè, sostenuto ,
s. Marcello , con magnifico elogio del Carvaialfu eletto antipapa col nome di
Cardinal Bessarione. Le memorie Martino, circostanza poco nota, per-
della vita di lui si pubblicarono a chè non creduta dagli scrittori. Giu-
Roma nel lySi ; poi furono scritte lio lo scomunicò coi colleghi in pien
in lingua latina da Domenico Lopez concistoro; ma Leone lo X restituì
nel 1754, e pubblicate con questo allo stato primiero col digiuno di
titolo : De rebus gestis S. R. E. una volta al mese finche vivesse ;
residenza vescovile nel Piemonte, eresse una buona cittadella con sci
detta Casal Monferrato, per essere bastioni. Finalmente Casale passò
stata la capitale di quel dominio. sotto la dominazione della casa di
Fu riedificata in una beila ed estesa Savoja.
pianura, sulla destra riva del Po, Al principio dell'anno 1629, Ca-
da Guglielmo Paleologo marchese sale fu assediata dagli spagnuoli,
di Monferrato, sulle rovine degli obbligati a ritirarsi dalle forze di
antichi paesi de'veliati, ove esisteva Luigi XIII i nell'anno seguente tor-
r antica Sedala. Ora è capo luogo narono ad assediarla, ma fu valo-
della quarta provincia Alessandrina, rosamente difesa dal maresciallo di
e fu chiamata BodigomaguSy e Ca- Toiras. Nel i64o, avendovi gli spa-
sale sanati Evasii, per distinguerla gnuoli di nuovo posto 1' assedio,
dagli altri luoghi, che portano pure sotto il marchese di Legnarez, vi
il nome Questa città ri-
di Casale. furono pienamente sconfitti dal conte
conosce la sua primaria fondazione, d'Harcourt. Nelle turbolenze di Fran-
verso l'anno ySo, da Luitprando cia, nel i652 gli spagnuoli s' im-
,
cura delle anime, ed oltre la catte- Pio da lui fondato a s. Pietro Mon-
drale, si contano tre altre parroc- torio mentre era governatore di
chie. Vi sono i francescani, i soma- Roma, per le povere zitelle, con eri-
schi , e la congregazione della mis- gervi una fabbrica di pannine, e
sione, varie confraternite, due semi- altre manifatture, chiamato Pio e
nari, ospedale, e monte di pietà. dalle beneficenze che gli procurò da
La mensa è tassata in camera apo- Pio VI, massime nel 1782. Morì
stolica in 333. fiorini in Roma prefetto del Buongover-
Fra uomini illustri, che fio-
gli no, e diacono di s. Maria ad Mar-
rirono in Casale, vanno particolar- tyres a' i5 gennaio 1787, di set-
mente i tre seguenti Car-
ricordati tantatre anni , e diciassette di Car-
dinali Marc' Antonio Boba de' si-
: , dinalato. Fu esposto e sepolto nella
gnori di Bossignano, degno della chiesa di s. Agostino, ove la nobi-
porpora, cui lo esaltò nel i565 Pio lissima sua casa ha la propria se-
IV ; Gio. Francesco Blandrata , dei poltura, nella cappella dedicata a
conti di s. Giorgio, fatto Cardinale s. Pietro apostolo. Le sue virtù, le
nel 1596, da Clemente Vili, poco sue belle azioni, l' ingegno e la pie-
mancando che non gli succedesse nel tà, furono celebrate da C. Branca-
pontificato; e Giangiacomo Millo doro, poi Cardinale, nell' Elogio
de'marchesi di Tubine e di Altana, storico del Cardinal Antonio Ca-
nel 1753 creato da Benedetto XIV sali, Macerata 1787.
Cardinale , e da lui assai amato. CASALIO Gasparo. Scrittore del
CASALI Antonio, Cardinale. An- secolo decimosesto, nativo di San-
tonio Casali, di nobile schiatta ro- taren in Portogallo. Si ascrisse al-
mana, e de' marchesi di tal nome l'Ordine degli eremiti dis. Agostino
nacque a Roma a' 25 maggio del l'anno \5^i. Si distinse nel sapere
1.7 1 4. Dopo aver percorso lodevol- per modo, che fu scelto a primario
mente la carriera degli studi, aman- professore nell' università di Coim-
do porsi al servigio della Sede Apo- bra. Venne poscia innalzato alla
stolica, fu fatto prelato, e progressi- sede di Zunsal nell' isola Madera,
vamente esercitò con lode diverse dalla quale passò, nel i556, a quel-
cariche. Da segretario di consulta, la di Leira nell' Estremadura , e
poi divenne governatore di Roma; poscia a quella di Coimbra, dove
quindi da Clemente XIV, a' 1 2 di- mori nel 1587 circa. Intervenne
cembre 1770, fu promosso al Car- due volte al concilio di Trento. Fu
dinalato; ma non fu pubblicato che precettore dell' infante Giovanni III,
nel concistoro del i5 marzo 1773, che poi lo fece suo confessore, e
,
Francesco frignani, col consenso di rebbe stato eletto Papa per adora-
Carlo III Durazzo. La popolazio- zione, se non si fosse opposto il
ne di Caserta e il suo lustro mol- Cardinal Ascanio Colonna.
to diminuirono dopo la fondazione La città di Caserta nuova contiene
di Caserta nuova. Tuttavolta è piaz- un superbo castello reale incomin-
za di guerra per le sue fortificazio- ciato nel 1750 dal re Carlo III Bor-
ni. In varie epoche fu onorata Ca- bone, poi monarca di Spagna, che
serta vecchia della presenza de' ro- vuoisi il più magnifico , splendido
mani da ultimo nel
Pontefici , e , ed ameno d'Italia, per opera dell'ar-
1729, da quella di Benedetto XIII, chitetto Vanvitelli, occupando l'area
che recossi ad abitare il convento dell'ampliato villaggio della Torre.
de' minimi paolotti di s. Fi'ancesco Al di fuori la figura è ottangolare,
di Paola. e al di dentro si compone di quat-
La sede vescovile di Caserta fu tro palazzi, ricchi di pitture, sta-
istituita, 970, dal Pontefice
verso il tue e altri preziosi ornamenti, e fia
Giovanni XIII che inoltre la fece
, le delizie è da annoverarsi il bosco,
suffl'aganea di Capua. Vuoisi nondi- già celebre sotto i piincipi di Ca-
meno, che i suoi vescovi stabilmente serta, e che termina in un castello
e regolarmente incominciassero a circondato da un canale di acque,
succedervi nell'anno 1 100 circa. In- le quali derivano da un' ampia pe-
di Pio VII, colle lettere apostoliche, schiera . In una parola tutto è real
date V
kalend. julii 1 8 1 8 , De magnificenza in Caserta, siccome
meliori doniìnicae , vi uni la sede proprietà monarchi del regno
de'
vescovile di Cajazzo. La sua sontuo- delle due Sicilie, anche per l' ele-
sa e bella cattedrale, sagra a Mi- s. ganza dq^li altri edifizi, e per 1' a-
chele Arcangelo, è molto antica; ed menità dei giardini.
il suo capitolo è fregiato di quattro CASGARA. Città metropolitana
dignità, prima delle quali è il de- del Turquestan della diocesi di Cal-
cano : diecinove sono i canonici, che dea, ove il Cam de' tartari permi-
fruiscono di due prebende, ed altri se, che il cattolico di Seleucia nei
preti e chierici sono addetti alle primordii del IX secolo spedisse pre-
ufficiature. La cattedrale è pure par- dicatori cristiani, e dove dopo due
rocchia, onde il curato si elegge secoli professò il vangelo lo stesso
dal capitolo, coll'approvazione del principe de' turchi, insieme a due-
vescovo. Vi hanno inoltre due se- centomila sudditi. Verso 1 200 l' anno
minari ,
parecchie chiese ,
quattro era sovrano diUnge- questa città
case religiose, ed un monistero di ham, detto il re Giovanni, e quan-
monache, un conservatorio, sodalizi, do piti tardi nel 1263 vi giunse il
ospedale e monte di pietà. La men- p.Rubruquis, missionario inviatovi
sa è tassata di duecento quarantasei da s. Luigi IX re di Francia, co-
fiorini. Fra gli uomini illustri, che mandava un altro_ Giovanni prete,
sortirono a patria Caserta, merita spe- che inoltre eseguiva le funzioni epi-
cialmente ricordanza, il Cardinal di S. scopah. È troppo noto, che i ve-
Romana Chiesa Giulio Antonio San- scovi nestoriani, in alcune parti del-
torio, denominato di Santaseverijaa le Indie, e in altie ove erano, so-
,, ,
ìii CAS C A S
lavano ordinare de' fanciulli per ser- vi ne della cattedrale antica, in ui
virsene quai diaconi e sacerdoti, on- situazione pittoresca. L'arcivescovo^
de non è a meravigliarsi se i loro che dipende per la santa Sede dalla
re spesse volte si trovino insigniti congregazione Cardinalizia di pro-
del sacerdozio. paganda^ risiede in Thiu'les , città
CASHEL ( Cìiamlicìi.). Città con d' Irlanda, baronia d' Eliogurty, che
residenza di un arcivescovo nel!' Ir- dà il titolo di conte alla famiglia
landa, provincia Momonia, o di Mnn- Ormond . Ben fabbiicata è Cashel
sler, capitale della contea Tippera- in fertile paese sul Suire, e la chiesa
ry, baronia di Middlethird. Fu edi- è uno de' suoi migliori edifizi. Nella
ficata sulla riva sinistra del Suir diocesi da ultimo vi erano quaran-
ma abbruciata neli654, venne di- tasette parrocchie, e molte altre cap-
poi rifabbricata. Si veggono ancora pelle. Evvi un raonistero di Orsoli-
gli avanzi deli' abbazia di Cashel ne, e molte scuole pei cattolici, i
residenza dei re di Munster, ed al quali superano i duecento sessanta
suo ingresso evvi una gran toiTe di mila per tutta la diocesi , dove ol-
cinquantaquattro piedi di circonfe- tre i quarantasette parrochi, si con-
renza. tavano sessanta vicari e tutti ri- ,
vato, poiché, sebbene ancora fanciul- corpo di cento e vent' anni do-
lui,
per accomodare alcuni affari di con- Pietro ai Vincoli suo ultimo titolo,
seguenza restati indecisi. Ritornato non molto lungi dall' aitar maggiore.
a Roma, fu canonico di M. in
S. CASONI Filippo, Cardinale. Fi-
Vialala ; poi della basilica di Ma- s. lippo Casoni nacque in Sarzana, li
ria Maggiore; quindi, essendo Pon- 6 marzo 1733, da nobile famiglia.
tefice Alessandro Vili, andò nunzio Siccome fornito di belle doti, e con
alla corte di Napoli, ove si fermò vocazione ecclesiastica, si recò in
per ben due Divenuto poi
lustri. Roma ove applicossi agli studi nel
Pontefice il Cardinal Albani col no- collegio Nazareno, sotto la cura dello
me di Clemente XI, amico al Ca- zio monsignor Nicola Casoni, che
soni, che dai ven. Innocenzo XI gli poi mori decano de' chierici di ca-
avea ottenuti speciali fevori, e per mera, e commissario delle armi.
mostrargli la sua riconoscenza, lo Desideroso di servire la Santa Sede,
chiamò a Roma , e , nell' anno ebbe la prelatura di famiglia , isti-
1702, lo dichiarò assessore del santo tuita dal Cardinal Lorenzo Casoni,
Officio. Poscia nel 1706 lo ascrisse e quindi venne fatto successivamente
al sagro Collegio col titolo di s. governatore di Narni e di Loreto,
Bernardo alle Terme, colla protet- donde fu trasferito alla vicelegazione
tola dei minori osservanti, e la d'Avignone, ove soffri molto allor-
legazione di Ferrara. Esercitando ché la rivoluzione francese invase
questo ultimo uffizio, ebbe molto a anche quel dominio pontifìcio. Ma
sofferire, peichè gì' imperiali aveano sebbene minacciato della vita, non
occupato Comacchio, ed assediata lasciò il posto, se non quando fu
Ferrara ; ma per le sue diligenze richiamato da Pio VI. Questo Pon-
non n' ebbe che leggerissimo danno. tefice inviollo nunzio nella Spagna,
Se non che non conferendo a lui da dove il Casoni potè fargli giungere
quel clima, chiese ed ottenne dal opportuni soccorsi allorché fu depor-
Papa di lasciar quella legazione, e tato. Perciò il successore Pio VII, ai
n' ebbe invece quella di Bologna, 'j-Z febbraio 1 801, il creò Cardinale
che le monache per volere dei ro- delle più certe. Si legge che fosse ,
gnia di Germano , meritò d' essere Combattimento dei vizi e della vir-
deputato dal clero al Papa Inno- tù, il Rimedio spirituale del mona-
cenzo I per fargli conoscere la inno- co, gli Atti del martirio di s. Vit-
cenza del santo pastore. Questo Papa tore di Marsiglia sono opere a lui
ordinò prete Cassiano, il quale passò semplicemente attribuite.
da Roma nelle Gallie, e fissò la sua CASSINENSE Leone. V, Leone
dimora in Marsiglia, dove istituì due Cassinense.
monisteri uno pegli uomini, V altro CASSINESI. Congregazione mo-
per femmine. Il primo è la ce-
le nastica dell' Ordine di s. Benedetto.
lebre abbazia di s. Vittore, in cui Nei primordi del secolo VI, e nel
si afferma, che avesse sotto la sua pontificato di Ormisda, s. Bene-
s.
disciplina fino a cinquemila monaci. detto (Vedi) istituì rOrdine dei be-
Ivi nel 433 egli era ancor vivo, nedettini (Vedi), colla regola che
secondo la cronaca di s. Prospero. meditata a Subiaco, compì e pub-
Dupin fa succedere la sua morte blicò a Montecassino ( Vedi). In
nel 44<^ • alcvmi altri la vogliono progresso di tempo l' Ordine ebbe
accaduta qualche anno dopo. Cas- molte congregazioni distinte, e tra
siano è onorato come santo dalla queste la più celebre fu quella det-
Chiesa greca ed anche in Marsi- ta prima di s. Giustina di Padova,
glia, dove la festa si celebra a' 23 lu- e poi di Montecassino. La chiesa di
glio. Yien detto, che la di lui testa s. Giustina fu fondata nel quinto
nell'abbazia di s. Vittore si conservi secolo dal console Opilio, e il mo-
in un reliquiario prezioso , e il suo nistero dei benedettini nel nono.
corpo in un sotterraneo della me- Questa congregazione ebbe princi-
desima chiesa. Egli ha lasciato di- pio nell'anno i4o8 da Luigi o Lu-
verse opere, cioè : dodici libri delle dovico Barbo, gentiluomo veneziano.
Istituzioni monastiche j e ventiquat- Essendo egli priore dei canonici di
tro conferenze, che racchiudono le s. Giorgio d'Alga, vestì l'abito di
massime e le istruzioni imparate s. Benedetto, ma dallo zio Grego-
dalla bocca dei piti celebri solitarii rio XII fu obbligato ad accettare il
ed abbati dell'Egitto. La maniera, monistero e l'abbazia di s. Giusti-
colla quale Cassiano si è espresso na, affinchè vi ristabilisse la regolare
riguardo a certi punti della grazia, osservanza, la quale ivi, ed altrove
,,
confermata nel i4i7 in Milano dal di Lerino. Oggi però questa con-
Pontefice Martino V, reduce dal ce- gregazione non ne conta che venti-
lebre concilio di Costanza. cinque.
Quasi tutti i monisteri, che uni- Lo stesso Giulio II, come si leg-
ronsi a quello di Padova, come quel- ge, nel Bull. Cassin. t. I, const. i i4,
lo di s. Paolo fuori le mura di Ro- e t. II constit. 397, concesse all'abba-
ma, del quale si parla all'articolo te, e ai monaci cassinesi di s. Paolo
Chiesa di s. Paolo nella via Ostien- un ospizio sul monte Quirinale, la
se, quello di s. Benedetto di Man- cui chiesa chiamavasi di s. Salurnir
tova , ed altri dei principali , erano no de Cahallo, così detto dalla vi-
come quello medesimo di s. Giusti- cinanza de' due cavalli marmorei e
na della benemerita e celebrata con- colossaliche sono sulla piazza del
gregazione cluniacense (Vedi), che Quirinale ospizio
: che in parte
ebbe principio in Francia Tanno fu demolito, e parte incorporato al
910 da s. Bernone, accresciuta e palazzo apostolico ingrandito da Pao-
poi propagata per tutte le provin- lo V. In compenso fu data da quel
ce di Europa e di altrove. Quin-
, Pontefice ai cassinesi per casa di
di , nel i5o4, avendo il Pontefice noviziato, mediante la costituzione
Giulio II dichiarata abbazia nullius emanata nel 1608, e riportata nel
quella di Monte Cassino, dopo la citato bollario , tomo II , 259
rinunzia fattane dal Cardinal de' Me- la chiesa di s. Calisto col palazzo
dici, poi Pontefice Leone X, che n'era del titolare eretto al lato destro di
abbate commendatario, unì Montecas- detta chiesa dal Cardinal Moroni,
sino alla congregazione dis. Giustina, come accerta l'iscrizione, che leggesi
e volle che in avvenire si chiamasse sull'architrave di alcune finestre tut-
Congregazione di Monte Cassino, e tora esistenti, Cardinalis Moronius.
che i monaci, i quali la compongo- Desso però è ben diverso
dal pa-
no, si chiamassero cassinesi, sì per lazzo parleremo, eretto sul
di cui
la rinomanza del luogo, come per disegno di Orazio Torregiani. As-
essere ivi venerate le ceneri di s. segnò inoltre Paolo ai cassine- V
Benedetto. Prima delle ultime ca- si una barca sul fiume Tevere
lamità, che aQlissero massimamente per comodo dei trasporti alla basi-
,
steri più insigni, si tratta ai rispet- boemi. Nel 1657, il vescovo d' A-
tivi articoli, oltre quanto si disse al- gria o Erlau vi fondò l'università,
l' articolo Benedettini. che venne confermata nel i <o^ i dal-
CASSINO ( Casiiium ). Antica se- l' imperatore Leopoldo I. Rinomali
de vescovile nella Campania. F. sono i suoi bagni minerali, e me-
MONTECASSINO. rita menzione il grande arsenale.
CASSIO (s.). La storia di questo La sede vescovile di Casso via fu
buato martiie è unita a quella di eretta nell'anno i8o4 dal Pontefi-
,
stanza, le scorrono vicini. E circon- molti brevi da essi ivi spediti, e per
data da una doppia muraglia, fian- funzioni solenni che vi celebrarono,
cheggiata da sette torri, e difesa da ci sembra indispensabile un qual-
una buona cittadella. 11 Sommo Pon- che dettaglio ed indicazione di sua
tefice Clemente XIV, per le istan- topografia, temperatura ed ameni-
ze di Giuseppe I re di Portogallo, tà, e del delizioso famigerato suo
eresse Castelbranco , detto anche lago.
Castello-Branco, in seggio vescovi- Questo castello è alla medesima
le nel concistoro de' 7 giugno 1 77 i
1 altezza del polo di Roma, cioè gradi
dichiarandolo sutfiaganeo del pa- quarantadue, ed alcuni dicono me-
triarcato di Lisbona, e preconizzan- no due minuti. E sotto il segno di
dovi per primo vescovo fr. Giu- leone come Roma che guarda al- ,
dalla parte d' occidente, donde le lago d' Albano, quello di Nemi, e
acque per vie sotterranee e tortuose r altro di Turno, furono dal gran
si uniscono coU'acqua ciabra, o cra- Costantino donati alla chiesa di s.
bra detta la Marrana^ della quale Gio Battista da lui edificata nella
:
sebbene pur debbasi avvertire, che colare e laterizia. Altro ninfeo esi-
tali acque sono superiori al hvello ste verso il nord di simile costru-
del lago di Castello. zione, con pilastri, cornici e vasche
Dalla perforazione del monte Al- incavate nel vivo sasso. Nel corren-
bano risultò il vantaggio delle mole , te anno, nel detto ninfeo e in pro-
la pesca delle anguille, e si rimediò va dell' antico suo uso, e degli ac-
all' eccidio dello straripamento. Se- cennati ornamenti, in uno scavo ivi
condo Dionisio d' Alicarnasso, fol. eseguito si rinvenne l'avanzo d'un
57, e 776, in questo lago restò mosaico a colori con delfini e mostri
sommerso Silvio uno dei re Albani, marini, i quali sono anche rappre-
in punizione del disprezzo, che avea sentati nei liassorilievi di marmo che
pegli dei, inuno alla reggia che a- nel luogo pure si rinvennero, ed al-
bitava, per uno straripamento delle cuno di qualche pregio, come tro-
acque. Questo lago chiamato Lacus varonsi de' torsi di statue, ed un bu'
Albanensis, non che la selva, le sto colossale, che vuoisi essere un
contigue vigne e sue pertinenze, nel Polifemo. Il dotto Pontefice Pio li,
564, lo chiama Castel Gandolfo, di- loro Castel Gandolfo. Che verso il
cendo che il lago Albano è chia- fine del secolo XIII Castel Gandolfo
mato lago di castello, a Castel- passò sotto dominio della famiglia
il
la quale era nobile in Boma nel Biondo dice, essersi fabbricato co-
XII e XIII secolo. Una famiglia gli avanzi della distrutta metropoli
Candolfì fioriva Genova prima
in albanese, dal celebre Cardinal Lu-
del secolo XII, ed Ottone de Can- dovico Scarampo Mezzarota, vesco-
dulpho fu console di quella repub- vo suburbicario di Albano, e ca-
blica nel II25. Essa vuoisi che fos- merlengo di santa Chiesa, il quale
, ,
sato Maria Felice, pronipote del nella bolla di s. Pio V de non alie-
Pontefice. Poco dipoi mentre Ca- nandis, et infcudandis honis Ec-
stel Gandolfo era proprietà degli clesìa e.
eredi di Bernardino e Mariano ve- Riferisce il citato Ratti, t. II. p.
scovo di Gubbio summentovati, nei 343, che r inutile e forse irragio-
primi di luglio 1596, nel Pontifi- nevole opposizirme di monsignor Ma-
cato di Clemente VIIF, avendo i riano Savclli deve aver dato motivo
Savelli fatti vari debiti, i creditori alla iscrizione, che fu posta sulla
ollennero che i commissari camera- porta del palazzo di Castel Gandol-
li piendessei'o possesso di Castel fo, o sulla porta romana sotto gli
Gandolfo, in virtù della bolla dei stemmi del senato romano, delle chia-
Baroni pubblicata a' 3o di giugno, vi pontifìcie e de' Savelli, appunto
Cesi scrisse, a' 9 giugno i^gy, una zione, che si legge nel Bonanni tom.
lettera ai commissari sequestratari II. p. 294. Dipoi questo Ponteiice,
CAS CAS 1^9
nell'anno 1619, si recò a Castel est discuopresi la selva di Diana ari-
Gandolfo, e con tutte le formalità cina , e di Diana Nemorense , a
pose la prima pietra alla chiesa dei scirocco e a ponente il mediterra-
francescani riformati. Divisava inol- neo, dal promontorio Circeo fino a
tre Paolo V di recare ulteriori van- Civitavecchia, Marziale, lib. V. Ep.
taggi a Castel Gandolfo, ma distrat- I. potè dire a Domiziano:
to dal maraviglioso ingrandimento
della Villa Mondragone (Vedi) in
Seii collibiis uteris Albne
Frascati, ove voleva stabilire la vil-
Caesar, et hinc Triviain prospi-
leggiatura de' sovrani Pontefici, non
cisj inde Thetyn.
effettuò le sue benefiche intenzioni.
!Nè andò guari, che i destini di Ca-
stel Gandolfo in un punto rariaro- Il p. Lupi nella lettera XX, del-
no, e per la sua situazione sull' alto la parte II delle sue Lettere erudi-
boido del suo lago, da cui si gode te , stima che Castel Gandolfo sia
la doppia vista della campagna e stato fondato sui residui della son-
dello stesso lago, per l' amenità del tuosa villa, una gran parte della
luogo, e per la vicinanza della ca- quale è occupata dalla chiesa, dal
pitale avvenne, che i Pontefici lo convento e dal terreno dei rifor-
prescegl lessero a loro dimora nelle mati, de' quali poi si parlerà, e prin-
villeggiature autunnali, e anche di cipalmente dalla villa Barberini.
prima vera, recandovisi colla corte sino Acquistatasi adunque da Urbano
da Urbano Vili, il quale ne fu prin- Vili la villa del prelato Visconti,
cipalmente benemerito, nel modo che celebrata anche dai versi Pindarici
andiamo a narrare. di monsignor Azzolini, villa che la
Il Cardinal Maffeo Barberini, fio- famiglia Barberini (Vedi) tuttora
rentino, avea nella terra di Castel possiede, ed ove suole usare ,
volle
Gandolfo una casa, e nel medesimo quindi fabbricare un magnifico pa-
territorio vìn casino con alcune vi- lazzo pontificio in Castel Gandolfo,
gne, con piantagioni di migliaia di con architettura di Carlo Maderno,
alberi, e siti deliziosi. Ivi solendo di Bartolomeo Breccioli e di Dome-
egli trattenersi, descrisse quel luogo nico Castelli. Lo fece decorare con
al prelato Lorenzo Magalo tto, fra- bellissime pitture ,
particolarmente
tello di sua cognata, con versi poe- nella cappella segreta [Vedi), ed in-
tici poi pubblicati dal di lui nipote oltre vi fece eseguire il contiguo
Cardinal Barberini. Avendone il por- giardino, che in un al palazzo cir-
questo Castello accordò alla nazio- dimorare in quello della sua fami-
ne Lucchese la chiesa di s. Bona- glia Barberini nella villa da lui ac-
SALVBRITATEM . AMOENITATEMQVE
ANIMO . CORPORIQVE . BREVI . SECESSV . REFICIENDIS
POSITAS . AMPLIAVIT . INSTRVXIT . ABSOLVIT . ANNO . MDCIX
tecoste, e della ss. Trinità, prati- plenaria. Nella mattina della festa
cando il Papa nella sua villeggiatura disse la messa nella sua privata cap-
ciò, che per l'Ascensione, e Pentecoste pella, a piedi si trasferì nella chie-
avea fatto nell'anno precedente; indi sa principale, e traversò la piazza,
a' 6 giugno fece ritorno in Roma. ove avea da fare il giro la proces-
JVel seguente anno poi 1 747, benché sione; piazza che a tal effetto era
Benedetto XIV si recasse a Civita- guarnita di mihzie; ed avendo nella
vecchia, non tralasciò di andare a sagrestia assunti i sagri paramenti,
Castello, ed a' 3 giugno trovò la facendo da diacono e suddiacono i
galleria del palazzo apostolico deco- prelati Boccapaduli e Argenvilliers,
rata di pitture e di ornati, colla si recò all' altare maggiore, prese il
con aver accomodato di tutto il bi- sieme alla dote avea loro fatto con-
sognevole una casa , ed assegnato ferire il Papa Ap-
dall'elemosiniere.
loro un congruo mantenimento. Pri- presso incedevano le due superiore
ma di partire onorò detta casa di delle maestre pie della scuola pon-
sua presenza, assoggettando le mae- tificia, e i guardiani del menzionato
stre pie al detto elemosiniere prò sodalizio , seguiti dai pp. riformati
tempore. In Roma i Cardinali assi- collo stendardino; indi veniva la
stettero alla processione dell'ottava magistratura in rubone, e il luogo-
del Corpus Domini nella basilica tenente in abito talare con torcie
vaticana, e alla cappella di s. Gio. accese; dopo i cantori in cotta suc-
Battista, mentre Benedetto XIV fece cedeva un cappellano segreto , che
in Castello la detta processione, portava la preziosa mitra papale.
dando nella chiesa principale alcune Quindi venivano la croce pontifi-
volte la benedizione col Venerabile, cia sostenuta da un suddiacono, in
ed accordando indulgenza plenaria. mezzo a due cappellani comuni coi
Fece poi ritorno alla capitale a' 26 candellieri, il capitolo, e il clero
giugno. della cattedrale di Albano colle sue
Nel 1748, Benedetto XIV intra- dignità , e co' suoi abiti sagri, il vi-
prese il viaggio per Castello a' 2 5 cario generale in piviale, e tutti a-
maggio, e durante il suo soggiorno, veano i ceri accesi, insieme a quantii
il sagro Collegio in Roma fece le altri componevano la processione.
, ,,
nedetto XIV fece ritorno alla domi- ritorno alla capitale a' 26 giugno.
nante. Neir anno seguente, a' i5 maggio,
Nel 1749? a' 27 maggio, il Papa tprnò a Castello, ove colla consue-
recossi a Castel Gandolfo, e in Ro- ta ecclesiastica magnificenza fece la
ma i Cardinali assistettero alla cap- processione del Corpus Domini, a-
pella della ss. Trinità, alle proces- vendo donato alla chiesa ottanta
sioni del Corpus Domini, e alla candellieri dorati di varie grandezze,
Cappella di s. Gio. Battista, nella con altre sagre suppellettiH. In Ro-
basilica lateranense, mentre il Pon- ma i Cardinali fecero tutte le fun-
tefice celebrò, come nel precedente zionicome nel l'jSi, ed a' 26 giu-
anno, la processione del Corpus Do' gno Benedetto XIV vi fece ritorno.
mìni, assistito dai prelati Livizzani Al primo di giugno 1753 si re-
segretario de' memoriali, e Malvezzi cò di nuovo a Castello, in cui ebbe
iG6 CAS CAS
luogo la predelta processione, come costituzioni e brevi in confronto di
eseguì in Roma il sagro Collegio, in quelle spedite dai predecessori e suc-
uno alle altre cappelle, e in quesla cessori, colla data Datimi ex Arce
città si restituì nel solito giorno, fa- Gandiilphi, per cui non sarà disca-
cendo altrettanto il pronipote mar- ro, che qui se ne indichino le prin-
chese Giovanni Lambertiai, che mon- cipali, dappoiché tuttociò, che riguar-
signor Millo avea condotto alla vil- da i Sommi Pontefici, interessa al-
leggiatura. l'intero mondo cattolico. Il terzo
Nell'anno seguente, a' 6 giugno, breve spedito da Benedetto XIV in
Benedetto XIV eseguì la partenza Castello a' 24 giugno 174^, fu quel-
per Castello ove celebrò la predetta lo che incomincia Libenlissinie ^
processione, e nella festa di s. Gio. che si legge nel suo Bollano al to-
Battista, messa in
dopo aver detto mo I, pag. 233, e da lui diretto a
chiesa, cresimò il menzionato pro- tutto il corpo episcopale sulla con-
nipote, facendo da padrino il Car- servazione, e reintegrazione del di-
dinal Colonna. I Cardinali assistet- gitano, e sul modo di chiedere , ed
tero tutte le ricorrenti funzioni in accordare le dispense generali alla
Roma, cui il Papa fece ritorno a' 27 diocesi, o città per giuste cause , e
giugno. colle dovute limitazioni. Il quarto
Domenica 25 maggio lySS, Ca- de* 27 maggio 1746» Pontifìcia,
stello rivide Benedetto XIV col pro- tom. II, p. 25, fu indiritto al vesco-
nipote, che vi si trattenne sino ai vo di s. Paolo neir America porto-
26 giugno, avendo fatta la solita ghese, sui regolari dimoranti fuori
processione, che insieme alle altre dei chiostri. Il quinto, de' io giu-
funzioni celebrarono anche i Cardi- gno 1 74^? Concredituni , fu sopra
nali in Roma. Essendo morto a Ti- la rinnovazione delle investiture, ed
voli il Cardinal Besozzi, e trasferi- altre concessioni dei beni camerali.
tosi il suo corpo in Roma, i colle- Gli in un alle bolle , sono i
altri,
giugno il Papa fece ritorno in Roma. nel tom. III, p. 3i. V'ha l'Enci-
La dimora di sì gran Pontefice clica Aposlolatus y in preparazione
a Castel Gandolfo egualmente
ei'a dell'anno santo con data dei 26
impiegata al reggimento della Chie- detto, tom. Ili, pag. 64, piena di
sa universale al goveino del suo
, erudizione suU' antichità , sui pregi
stato , e nell'esercizio di genero- e sulle indulgenze dell' universal giu-
se beneficenze. Egli pertanto fu il bileo. Il moto proprio, Benché in
Papa, che emanò in Castel Gan- sequela^ de' 26 novembre 1749? ^
dolfo il maggior numero di bolle. al tom. IH, p. 4<^; sul commercio
CAS CAS 167
delle vettovaglie, e sulla estrazione seguì egli colla torcia accesa, e in
de' grani. Magno cum, tom. Ili, p. quella del giovedì, che si fa nella
169 de' i4 giugno lySi è un' en- stessa chiesa di Castello, portò il
pegnar i patriarchi, e tutti i vesco- sede vacante ninna città dello stato
vi all' istruzione de' fedeli sulle cose ecclesiastico si armasse. Quindi^ ai
della religione e dottrina cristiana. 3 ottobre del medesimo anno, ri-
Non è poi a tacersi, che Benedetto tornò a Castel Gandolfo, ove nel
XIV nella stessa villeggiatura trattò palazzo apostolico consacrò l' altare
gravi affari, e accomodò diverse ver- della cappella segreta, e nella chie-
tenze, una delle quali, nel 17 53, fu sa principale consacrò il Cardinal
sulla terza parte dei frutti dei be- Odescalchi in arcivescovo di Nicea
nefizi, che vacano nel dominio del in pariibusj e il Cardinal Valenti
regno di Napoli. in vescovo di Rimini, che poi coi
Clemente XIII, Rezzojiico, vene- dieci Cardinali assistenti tenne seco
ziano, ebbe per Castel Gandolfo nel palazzo apostolico a lauto pran-
molta predilezione, gliene piaceva il zo, con tutte le formalità, nel salo-
soggiorno, vi dimorò, celebrovyi sa- ne delle quattro colonne. La chiesa
gre funzioni, e ne fu largo benefat- fu sontuosamente addobbata, così
tore, cose tutte, che compendiosamen- r altare maggiore, e con egual ma-
teandiamo a descrivere. Partì adun- gnificenza, e pari splendidezza ebbe
que questo Pontefice per Castello il luogo il pranzo, la cui direzione si
a' 3 giugno 1 759,
giorno di Pentecoste afQdò al foriere maggiore, marche-
avendo nella sua carrozza due Car- se Chigi Montori Patrizi, il quale
dinali, e seguendolo i nipoti d. Gio. dipoi nello stesso Castello donò a
Battista, e d. Abbondio, il primo Clemente XIII due quadri rappre-
de' quali fece Cardinale, e il secon- sentanti la detta co nsa d'azione, ed
do senatore di Roma ; ma per la il solenne convito. A' 26 di ottobre,
chiesa principale beaedì una cam- restituì alla capitale a' 26 ottobre.
pana, ch'era stata fusa nel i643, ed Essendo andato, nel 1762, Cle-
egli avea fatto rifondere in onore mente XIII alla fine di aprile a
della b. Vergine, di s. Clemente Pa- Civitavecchia, soltanto a' 28 settem-
pa, e di s. Carlo Borromeo; ai .5 bre si recò a Castel Gandolfo coi
ottobre vi consacrò in arcivescovo nipoti, portandosi subito in chiesa,
di Atene Gio. Carlo Boschi suo mae- ove, dopo aver orato, osservò le due
stro di camera, ed ai i5 di detto balaustrate di marmo, che avea fatto
mese si restituì in Roma. In que- eseguire pei presbiterii dei due altari
sto medesimo anno sulla porta ro- laterali, e poscia a' 26 ottobre, fece
mana, fu collocata la seguente iscri- ritorno alla dominante.
zione : Neil' anno seguente andò a Castel-
lo a' 4 S^^S*^^» seguendolo i nipoti,
CLEMEIfS . XIII . PONTIFEX . MAXIMVS e siccome avea fatto costruire un
LAXATA PORTA
MOLLITO CLIVO
. . . ponte coperto, ossia arco, per dar
AMPLIATA VIA AC STRATA . . . comodo di passare dalle loro abita-
COMMODIORI ACCESSVI CONSVLVIT
. . zioni al palazzo apostolico, ai. pre-
ANNO DOMINI MDCCLX. . latimaggiordomo, e maestro di ca-
PONTIFICATVS . SVI . ANNO . IH mera, si recò a vedere sì stabile
ed opportuna costruzione. I Cardi-
Correndo l'anno 1761, Clemente nali in Roma intervennero alle pro-
.XIII, a'3o maggio, parti per Ca- cessioni dell' ottava del Corpus Do-
stello, ove i Cardinali Orsi, Delci minij alle esequie del Cardinal Mer-
decano del sagro Collegio, e Passio- lini il cui maestro di came-
Paolucci,
nei, prima di morire, mandarono a ra condusse dal Papa a partecipar-
si
XIV a Castel Gandolfo, e per dire onde per tante benemerenze, nel
delle principali , avendo fatta fon- cortile del palazzo pontificio, fu eret^
dere una campana per servigio del- ta r iscrizione seguente :
Gandolfo, nel i8o4 a' 9 ottobre, coronata nel 1726 dal capitolo va-
ove fu visitato dall'arciduchessa Ma- ticano, perchè, nel 1799, le era
rianna d'Austria, e a' 27 tornò in stata rapita la corona d' oro. In
Roma. La villeggiatura dell'ottobre questo anno Pio VII fece collocare
i8o5 fu di 27 giorni, cioè dai 2 nella galleria dell'appartamento pon-
a' 29 detto; nel 1806 non andò a tificio un' esatta meridiana, lunga
Castello essendo stato a Parigi, e palmi trenta, con lastre di marmo
stanti le circostanze de' tempi nep- bianco, le quali hanno nel mezzo
pure negli anni 1807 e 1808, finche una lista di metallo, e sulla mede-
a' 9 luglio 1809, '^^i^"^ deportato sima sono incisi i segni del zodiaco,
dai francesi imperiali, che avendo e i mesi. I due termini estremi
invaso lo stato pontificio, ne fecero della pasqua sono sotto il dì 22
provare le conseguenze anche a Ca- marzo 18 18, e l'altro sotto il dì
stel Gandolfo. 25 aprile nel 1886. Inoltre nel me-
,
luogo, che distinguonsi nel buon fedeli a vieppiù concorrere con li-
costume, e nell' apprendere la dot- mosine alla benemerita Società del-
trina cristiana, ed attualmente, con la propagazione della fede, istitui-
tripudio della popolazione, nel pa- ta in Lione.
lazzetto della Cibo, ha stabi-
villa Nel territorio di Castel Gandolfo
lito una casa pei tanto utili e bene- vi sono la chiesa, e il convento de' re-
meriti religiosi delle scuole cristiane ligiosi riformati di s. Francesco il ,
da noi compilati per ciò, che riguar- giosi, mentre era custode di essi il
da le villeggiature ivi fatte dal p. Cipriano di Ponzano. Paolo V,
Papa regnante, sono riportate le fe- come superiormente dicemmo, con
ste, e tutto altro che sia relativo al grande solennità benedi la prima
soggiorno di lui in questo luogo. pietra, che vi gettò d. Francesco
Da ultimo, a' 6 settembre del 1840, Peretti, abbate di Chiaravalle, poi
si celebrò solennemente la festa di Cardinale, il quale a proprie spese
s. Sebastiano martire protettore di vi fabbricò il coro, e la stessa chie-
Castel Gandolfo, nel qua! giorno il sa a s. Francesco di
dedicandola
Pontefice dalla loggia del palazzo immacolata Concezio-
Assisi, e alla
compartì colle consuete cerimonie ne di Maria Vergine, venendo po-
l'apostolica benedizione, dappoiché, scia consacrata nel pontificato di
174 CAS CAS
Urlano Vili a' 4 settembre iG32. L' incantevole vista di questo luo-
Tanto la chiesa che il convento in go posto su di un colle, che gode
tlivei-se epoche provarono gli efìTetli di una estesa veduta sulla campa-
del soggiorno de' Sommi Pontefici gna romana, e su quel tratto di
nel vicino castello, i quali non solo mare, che dal promontorio Circeo
l'onorarono di loro presenza nel vi- giunge ai monti della Tolfa, cotan-
sitar la chiesa, la liÌ3reria del con- to piacque ad un Cardinale, che,
vento, e in celebrarvi più volte la siccome raccontano i castellani ,
messa, ed intervenire talvolta alla esclamò Oh quanto vi starebbe !>e-
:
processione del Corpus Domìni, ma 7ie qui una casa! Il che uditosi
furono larghi , con diverse benefi- da im suo ben affetto, sollecitamen-
cenze; e, per non dire di tutte, Be- te vi fece costruireuna discreta casa
nedetto XIV fece eseguire dal pit- per villeggiarvi, avendo altrettanto
tore Milani il quadro dell'altare fatto il Cardinal Altemps colla villa
maggiore, decorò di marmi l'altare Mondragone di Frascati , dopo che
medesimo dichiarandolo nel 1747 Gregorio XIII in quel sito fece una
privilegiato quotidianamente in per- eguale esclamazione. In progresso
petuo, facendo pur ornare di me- di tempo tal delizioso soggiorno di-
talli dorati il ciborio, e rinnovare venne proprietà della principesca fa-
il pavimento della chiesa. Dipoi, pel miglia Giustiniani, e di poi del du-
medesimo altare Clemente XIII do- ca di Bracciano d. Giovanni Torlo-
nò un nobile baldacchino per espor- nia, quale vi operò molte como-
il
piccoli palazzi per diporto nelle sta- dolfo è in alcuni punti alquanto ri-
gioni di primavera ed autunno. Ed pida , immaginò e condusse a fine
è perciò, che le principesche case una comoda strada non solo per
Orsini , Caetani , Boncompagno ed proprio uso, ma eziandio per quello
Albani vi hanno edifizii e luoghi de' sovrani Pontefici allorquando fos-
di villeggiatura, sebbene il palazzine se loro piaciuto profittarne; strada,
degli Albani,
per disposizione del che dal sito detto de' due santi, per-
Cardinal Giuseppe, sia divenuto pro- correndo gli estesi pascolari di Ma-
prietà del palazzo apostolico. Ma il rino e di Castel Gandolfo giunge ,
luogo, che merita special menzione, fino alla sommità del colle. Per ren-
è quello di proprietà del commen- derla vieppiù piacevole, fiancheggiata
datore d. Carlo Torlonia, poco di- venne da spessi alberi di olmo. Ma
stante dal giardino pontifìcio. Di que- passando il duca a miglior vita nel
sto luogo, che per ricchezza, elegan- 1829, lasciò questo luogo per lega-
za ed amenità, è una delle più no- to al suddetto commendatore suo
bili e più belle villeggiature dei din- figlio. Questi distinguendosi-, come
torni, crediamo di non poterci dis- gl'illustri fratelli, per amor filiale,
pensare dal fare un parziale cenno, in memoria del genitore, che gli
anche in considerazione ch*è stato due era sì caro , volle migliorarlo , ed
volte onorato della sovrana presen- ampliarlo splendidamente; e, senza
za del regnante Pontefice. badare a spesa, divisò di nobilitare
,,
chiese, cap. LXIX, dice, che in det- di cittadella, per le sue doppie e
ta pigna probabilmente furono col- fortissime muraglie. Quindi i roma-
locate le ceneri di Adriano, e che ni, nella prima guerra gotica, vi si
fu poi eretta nella sommità del mau- potuto Ugo porsi in difesa, si salvò
soleo prima una cappella, e nell'e- colla fuga facendosi calate con una
stremità un Angelo in atto di riporre fune da Castel s. Angelo sua resi-
la spada nel fodero, come in seguito denza. Allora i ribelli romani, in-
si dirà. Questo castello fu anche vece di restituire al Pontefice Gio-
detto Carcere di Teodorico^ perocché vanni XI il dominio della città, di-
si vuole che il re Teodorico nel cliiararono loro principe Alberico
voi. X. 12
478 CAS CAS
ed imprigionarono il Papa e Ma- fine di marao 978, per opera prin-
rozia nel 933, morendo Giovanni cipalmente di Francone, scelleratis-
XI nella sua carcere di Castel s. An- simo diacono, che s' intruse nel pon-
gelo, nel principio di gennaio C)3Cy. tificato col nome di Bonifacio VII.
Assunto al ponlilicato, nell' an- Ma questi per castigo divino, aven-
no 965, Giovanni XIII, incorse Te- do imprigionato e fatto morire di
dio della nobiltà romana, per cui fame e col veleno, nel giugno del
sacrilegamente fu posto in ceppi nel 975, nel medesimo castello, il Papa
Castel s. Angelo dalla fazione, che Giovanni XIV, cessò di vivere al-
dirigeva Rotfredo prefetto di Roma. l' improvviso, facendosi del suo corpo
Partendo però 1'imperatore Ottone una crudele carneficina per opera
I , nel 966 , alla volta di questa de' medesimi suoi seguaci.
città, restituì alla sede il Pontefice, Continuando Crescenzio a domi-
al quale era riuscito di ritirarsi a nare Roma col governo di Castel
Capua , e dodici de' primari congiu- s. Angelo, il Pontefice Giovanni XV,
rati furono appesi alla forca, men- detto XVI, travagliato da lui gran-
tre le ossa del defonto Roffredo ven- demente, si trovò costretto a ricovrar-
nero ignominiosamente tratte dalla si in Toscana, invocando, nel 985,
quel sepolcro di Adriano, che, come tuì Filagato , che prese il nome di
dicemmo, chiamato pure Car-
fu Giovanni XVII. Allora l'imperatore
cere di TeodoricOj ed anche Casa raggiunse il legittimo Gregorio V
di TeodorìcOj prese il nome di Ca- in Pavia, e con un esercito il con-
strimi Crescentii j Castellimi Cre- dusse in Roma. Ma allorché l'anti-
scentii i nome che conservò alcun papa, uscito dal castello, cercava in-
tempo promiscuamente alla denomi- volarsi, i soldati imperiali lo rag-
nazione di Teodorico , finché pre- giunsero , e barbaramente
muti- lo
casse col veleno, cui si attribuisce seco l'altro antipapa Clemente IIIj
l'immatura morte dell'imperatore. che fece intronizzar nella sedia di san
In fatti mentre questi si credeva si- Pietro. Dal palazzo lateranense san
curo in Roma, i romani gli uccisero Gregorio VII si ritirò per sua si-
gran parte de' suoi soldati, e l'asse- curezza in Castel s. Angelo, ove En-
diarono nel looi in Campidoglio, rico IV strettamente l'assediò, finche
e quando con nuovo esercito vole- recatosi a Roma il duce de' norman-
va vendicarsi morì ai 28 gennaio
, ni R^oberto Guiscardo, pose in fuga
J002, e fu sepolto nel portico della r inimico, e liberò il legittimo Papa,
basilica vaticana. che fece ritorno al patriarchio late-
Elettonel 1061 Papa Alessan- ranense.
dro Enrico IV re de' romani in
II, Morto s. Giegorio VII, ed eletto
opposizione dichiarò antipapa Cada- in successore il virtuoso Vittore III,
loo col nome di Onorio II, il quale non perciò cessarono le vertenze, an-
coU'aiuto delle sue truppe nel 1062 zi l'antipapa era venuto in possesso
si recò in Roma per mettersi in di vari luoghi forti di Roma, com-
possesso della pseudo-dignità, occu- preso il Pantheon, essendo gli altri
8ó CAS CAS
il Castello s. Angelo soggiacque a umore del sagro Collegio, compo-
varie vicende , ora in possesso del sto di quasi tutti francesi, che era-
legittimo Papa, ed ora degli anti- no bramosi di far ritorno in Fran-
papi, ed il Cardinal Breckspeare, cia, e macchinavano di sacrilegamente
che n'era prefetto sotto Alessan- deporlo. 1 congiurati poterono im-
dro III, vi salvò i Cardinali della padronirsi del Castel s. Angelo di ,
cificare gli animi, e ricolmare di be- tificato di Eugenio IV. Successo egli,
neficii popolo romano, creandone
il nel 143I5 a Martino V, Colonna
sei Ad onta di ciò i ro-
Cardinali. i nipoti di quest'ultimo, siccome po-
che avrebbe a fare. Siccome gli as- gendovi inoltre quattro torri e di-
sediati talvolta uscivano a scara- verse abitazioni ; vi fece punire Ste-
mucciare, in una di queste azioni fano Porcari nobile romano, capo
il soldato prendere dai ro-
si fece d'una tremenda congiura, venendo
mani, co' quali altamente si lagnò impiccato al muro del Castel s. An-
del le crudeltà ed avarizia del castella- gelo ai 9 gennaio i453. Calisto III,
no, e disse che se gli avessero promesso spagnuolo, fu eletto in di lui suc-
un premio si offriva ucciderlo , e cessore , ma siccome avea dato il
ni Vitelleschi generale dell' esercito dia delle fortezze della santa Sede a
papale. Ma' divenuto questo, sebbene prelati e degni ecclesiastici, afliiichè
Cardinale gravemente sospetto al
, in ogni evento fossero più fedeli ai
Pontefice di tramar congiure , nel Papi e Sede apostolica. Questa
alla
passare dinanzi al castello fu fatto Pontefice era d'animo sì clemente,
die da lui si erano allontanati, dalla ma punizione colf esilio, colla gale-
guardia del castello, e da Antonio ra, col carcere, e colla prigione c|i
CAS CAS i83
Castel Angelo, colla quale egli
s. stesso sagro Collegio a' 25 agosto
diceva aver ridotti i giovani roma- predetto.
ni scapestrati a tanta modestia € Ad Alessandro VI, Borgia^ crea-
buona condotta , a quanta nessun to nel 1492 , siidebbono molte
altro buon maestro li avrebbe ri- fortificazioni del Castel s. Angelo,
dotti. Di questi esempi nella nobil- delle fosse, dei baloardi, ed altre
tà romana, parecchi ne riporta il opere. Vi eresse altresì una torre
Cane^io nella di lui vita. quadrata sopra il maschio, che an-
stilo cogli abiti pontificali, e voleva pel rigore degli assediane. Pertanto
aspettarli sulla cattedra pontifìcia, fu Clemente VII costretto a capi-
come già in simil caso, rna con e- tolare, ed arrendersi con durissime
vento infelice, avea praticato in A- condizioni ai 5 giugno, cioè: i." di
nagni Bonifacio Vili. Dissuaso però pagare al momento cento mila du-
dillicilinente con grandissime pre- cati d'oro, altri cinquanta mila den-
ghiere dai Cardinali, finalmente ad tro venti giorni, e venticinque mila
ore diciassette mentre già il palaz- nel periodo di due mesi; 2.° di
zo si saccheggiava, si ritirò, come consegnare in deposito il Castel s.
dicemmo , con alcuni de' Cardinali Angelo nelle mani degli ufficiali
che parti da questo castello, o più vicario di Cristo, come se fosse sta-
probabilmente dal campanile di s. to un capo di masnadieri. Ma ritor-
Spirito. Filiberto principe d' Gran- nato Clemente VII in Castel s. An-
ge, luterano, sottentrò al supremo gelo, e dubitando vieppiù delle mi-
comando, onde la capitale del mon- re degli spagnuoli, agli 8 dicembre
do cattolico soggiacque alle più fu- di notte se ne fuggi in abito di
neste disavventure, e al più deplo- mercante ad Orvieto, avendogli Ben-
rabile saccheggiamento, che venne venuto Cellini, che dimorava nel
proseguito per due mesi. Appena castello, cucite le gioie de' pontifìcii
Clemente Yll intese l'avvicinamento triregni nelle di lui vesti, e in quel-
dell'inimico, pel mentovato corri- le del Cavalierino di lui famigliare.
dore passò in Castel s. Angelo, ove Dipoi il Cardinal Campeggi, legato
fu strettamente assediato, solìiendo- di Roma, costrinse 1' esercito impe-
yi le più gravi angustie, e miserie riale a partirne ai 17 febbraio i5a8,
1 ,
apostolica, e che quindi il Cesi fece vede neir iscrizione posta nel portico
a ciò determinare Clemente Vili e del menzionato tempio, cosicché rese
Paolo V, comprovandolo con l' au- il castello quasi inespugnabile, e di
torità deirOIdoino, il quale, nel tomo più, i644> il circondò
nell'anno
IV, pag. 267, asserisce, che Cle- di muraglie e bastioni, da
grosse
mente Vili Tabulariuni pontìjiciuni quella parte, che guarda la città
in arce Hadriani constkuil. Extat Leonina.
Card. Maphcei Barberini, qui ad Di poi altre fortificazioni, e be-
Petri soliuni evectus Urhamts Vili nefici i fecero in questo castello. Cle-
est noniinalus, epigramma ad Cle- mente X, Altieri, eletto nel 1670,
mentem Vili, de Tabulario ponti- ed Innocenzo XI, Odescalchi, che
ficio in arce Hadriana Leggesi . gli successe nel 1676. Innocenzo XII,
di fatti inter ej'us Poemataj Romae Pignatelli, malgrado le grandi spese
i635. da lui sostenute, morendo nel 1700,
Grandemente benemerito di que- lasciò un milione di scudi in Castel
sto forte fu Papa Urbano Vili, al- s. Angelo depositati.
lorché fortificò vari punti dello stato Esaltato al Pontificato, nel 1780,
nella guerra, che sostenne. Lo rin- Clemente XII, Corsini, dal Vaticano
novò in molte con opere di
parti fece condurre l'acqua nel Castel s.
difesa solidissime, nel 1628, e vi Angelo in vantaggio e comodo del
aggiunse il bastione, che si vede presidio , ed autorizzò il duca di
sopra il Tevere, restringendo da Palombara Zenobio Savelli, in quel
quel lato il corso delle acque, ed tempo castellano, ad erigere la nuo-
impedendo così gli effetti delle ec- va abitazione per sé, abitazione che
cessive inondazioni, come ne fa fede ancora serve a tal uopo. La fabbrica
la lapide, che trovasi infissa sul nondimeno non fu terminata se non
muro esterno, che chiude la cortina sotto il pontificato del di lui succes-
del castello, e che continua la strada sore Benedetto XIV, Lamberlini.
verso il Vaticano. Eccone il tenore : Il qual Pontefice pose in questo
forte i due milioni di scudi statigli
Urbanus FUI. Pont. Max.
inviati da Ferdinando VI re di Spa-
Propugna culum, duo hcec inter- gna, pel noto trattato. Nel i748>
cludens sub Pontificis fornice spatia. si recò quel Pontefice nel castello,
Inutiliter antiquitus fabricatum venendo ricevuto ai cancelli, in as-
solo cequavity senza del duca di Palombara vice-
Fluminis lapsu hac ex parte re- castellano, e di monsignor Santo-
serato buono, presidente del mare e pre-
Quod munitam magis arceni efficit, fetto di Castel s. Angelo, da mons.
Et exwidationes ingruentes coìiibet Maggi prò - commissaiio generale
Ne posteri provenientis hinc uti- delle armi, che gli presentò le chiavi
litatis della fortezza. Entrò nel forte in com-
Ignari secus quid moliantur, pagnia dei Cardinali Valenti segre-
Hoc voluit exlare documentuni. tario di stato, e Colonna, non che
Anno Doni. 1628. Ponti/. V. di monsig. Banchieii tesoriere gene-
CAS CAS 1B9
rale. Il Pontefice percorse molti dici milioni di franchi , onde col
luoghi del castello ,ed osservò il consenso del sagro Collegio ricorse
celebre archivio. Essendo poi mal- ai tesori depositati pei bisogni più
menata dal tempo, e dai fulmini la urgenti da Sisto V in Castel s. Ange-
statua di s. Michele arcangelo, ese- lo, stato opportunemente fortificato
guita in marmo da RatFaele da e provveduto di munizioni e vetto-
Montelupo, Benedetto XIV ne ordinò vaglie a tenore del pericolo, in cui
un modello colossale al fiammingo trovavasi Roma, già piena di emis-
Pietro Venschelfeld , e la fece fon- sari francesi. Ad onta de' suddetti
dere in bronzo dal valente gettatore sagrifìzi gl'invasori, nel 1797, mi-
Francesco Giardoni. Quindi , nel nacciavano di estendere le conqui-
1752, si portò alla fonderìa came- ste; e fu allora che Pio VI inviò
rale, ove era stata eseguita la fu- a Terracina tutto ciò, che di prezio-
Ictti,non che dal Nibby, Roma antica, ognuno in forma piramidale pren-
t. II, pag. 5 1 7, 5 8, 1 sì sul sepolcro di devano aria dalla sommità dei mo-
Adriano e sì sulle sue vicende, affi- numento, e tramandavano una luce
ne di conoscere la controversa sua misteriosa all'interno della via spi-
costruzione interna, ebbe il vanto e rale , appunto ad imitazione delle
il merito di questa interessante sco- piramidi egiziane di cui parlammo.
perta il cav. Luigi Bavari, maggio- Questa via sembra averci additato
re ed aiutante allora del medesimo Teodorico di Niemo col nome di
castello. Mentre egli si occupava a parecchi cunicoli pliires meatis. Per-
conoscere la verità di sì magnifica corso r interno del monumento col-
costruzione, calò un dì entro un foro, la detta spirale, venne a conoscere
detto il trabocchetto, eguale alle vie che questa dava nel centro dello
interne delle piramidi di Egitto, che scalone moderno alla direzione di
forse Adriano inteHigente di archi- due abbandonate prigioni
orride, ed
tettura voleva imitare , ed osservò fino da qualche secolo, chiamate le
una volta superba di travertini, e di due gemelle. La fece egli subito de-
pareti simili con molti rivestimenti molire, e ne ottenne la bella came-
di giallo antico. Era questo un gran- ra sepolcrale o sacrario costrutta di
de ingresso all'interno del mausoleo, bellissimi travertini e peperini , e
con una maestosa porta che cor- , con due luminari egualmente anti-
risponde precisamente dirimpetto al chi. La camera era tutta rivestita
ponte Elio. Incontro ad essa tro- di paonazzetto con tre bellissime
vò una magnifica nicchia anche di nicchie per collocarvi urne, e vuoisi
travertino ove era forse collocata
,
che in detta camera fosse rinvenu-
la statua colossale dell' imperatore, ta quella di porfido, la quale si tro-
e tuttociò vide ingombro di macerie va nella basilica lateranense, e ser-
fino a circa venti palmi di altezza. ve ora di monumento sepolcrale a
Facendo immediatamente spurgare, Clemente XII. In tal caso si potreb-
al lato destro rinvenne un arco an- be credere con molto fondamento,
tico ermeticamente murato, che gli che fosse quella medesima, la quale
diede indizio di continuazione di racchiudeva le ceneri dell'augusto
vuoto. Il fece aprire ed osservò trac- Adriano che alcuni opinarono, come
eie di volta laterizia e di pareti si- si disse più sopra, essere state depo-
mili ; ma neppur sei passi potè inol- ste nella pigna di bronzo tuttavolta :
per contenere la città di Roma , e ponte detto del Soccorso, serve al bi-
per loro asilo in caso di bisogno, sogno per ricevere i rinforzi ed aiuti
secondo i principi! dell'architettura dai difensori del castello, e necessari
militare lo munirono di cannoni , e alla piazza arme, che ha le sue
d'
principalmente sonoi quattro baloar- sortite verso lacampagna. Evvi una
di angolari, che si chiamano col nome porta segreta, che conduce alla gran
degli evangehsti. Conquesti si possono fossa, nella quale in caso di bisogno
impedire gli assalti dalle parti della si può intromettere l'acqua del Te-
campagna, e della città. Al basso e vere , e cingere con essa le mura
sotto i detti baloardi trovasi una del forte. Dopo di essa vengono le
vasta piazza di armi, che talora serve opere esteriori di Urbano Vili
alle evoluzioni militari , con diverse Barberini j gli spalti e le contro-
caserme, e due bagni pei servi di pena. scarpe.
Quivi sono magazzini, che un tem- Nel pontificato di Pio IV, Medi-
po custodivano la polvere, ma dopo ci, summentovato, sull'antico corni-
1' esplosione suaccennata, se ne con- cione del mausoleo, venne edificato
serva poca quantità, molto piti dac- un giretto coperto, o braccio di ca-
ché nel 1829 per un infausto acci- mere , metà del quale è destinato
,,
torno a questi ultimi è anzi da sa- quanto fino agli ultimi del secolo de-
persi, che al servigio delle artiglie- prima della soppressione della
corso, e
rie della fortezza era addetta una compagnia dei bombardieri, è stato
compagnia di persone istruite nelle praticato col sommo Pontefice nel
manovre del cannone. di festivo della dedicazione di san
Della scuolao confraternita dei , Michele Arcangelo. Nelle ore pome-
bombardieri, nel i5g4} da istituita ridiane soleva uscire dal forte tutto
Clemente Vili, Aldobrandini, sotto il presidio militarmente coi suoi uf-
r invocazione di s. Barbara de' bom- fiziali, con cannoni , mortari ed ,
gio pratico delle cognizioni, che avea vice -castellano entrava nella mede-
acquistato facendo le sue esperienze sima, e vi faceva breve orazione, e
e manovre col cannone in un prato poi si rimetteva alla testa della co-
fuori di porta Angelica chiama- , lonna. Quindi, dietro preventive pre-
ta la Farnesina. Questa scuola fu ghiere del medesimo vice-castella-
sempre assai protetta , migliorata no, passava il presidio nel cortile
e privilegiata dai Pontefici ,
preci- del palazzo abitato dal Pontefice, e
puamente da Alessandro VII Cle- , dopo essersi schierato per suo co-
mente X, Innocenzo XII, Benedetto mando in ordinanza, riceveva dal
XIII, Clemente XII, Clemente XIII, Papa r apostolica benedizione. Que-
non che dall'attuale regnante Gre- sta ricevuta, usciva la colonna dal
gorio XVI. Disciolta la compagnia palazzo, e nella piazza sparava i
mare. Quando Benedetto XIII abi- di escrescenze del fiume così gravi,
tava al Vaticano, nel sito detto Tor sia perchè sono stati praticati dei
dt'ventiy benedi il presidio da una lavori per contenere le acque, e aprir
finestra. Nel 1758, stante l'intem- loro un passaggio più ampio, affinchè
perie de* tempi, il presidio si recò possano imboccare nel mare, ovvero
a prendere la benedizione da Cle- perchè lo scioglimento delle nevi del-
mente XIII nel giorno della festa le vicine montagne non è stato im-
di s. Barbara, ai 4 dicembre, anzi provviso come talora accadde, ma
perchè essa è protettrice de' bom- più lento, e non accompagnato dalle
bardieri, per l'avvenire fu stabilita pioggie dirotte. Nel 1 8o5 però fuvvi
in tal giorno una
costuman- simile una straordinaria inondazione nei
za. Tultavolta, nel 1760, partendo primi giorni di febbiaio, ma non si
Clemente XIII ai 27 settembre per potè paragonare a quella degli anni
Castel Gandolfo, il presidio di Ca- sopra notati. In qualsiasi escrescenza
stello si portò due giorni avanti nel per altro, benché poco rimarcabile, i
stel s. Angelo è stato soggetto a Pascoli nel suo Tevere , pag. 17,
gravissime inondazioni , né si può delle cause che producono le inon-
dire, che ne vada esente ne' tempi dazioni, dice, che gli archi del pon-
correnti. Si notò già , che le fosse, te s. Angelo di sette che erano quan-
le quali lo circondano, possono al- do fu fatto fabbricare da Adriano,
l'occasione empiersi coli' acqua del sono ridotti a tre e mezzo, restan-
Tevere per mezzo delle saracinesche done parte sotto il bastione di Ca-
costruite ai due medesimo
lati del stello, e parte nell'opposta sponda.
castello. Si è ancora narrato, come Altri peraltro dicono che fossero
nell'anno 1628, il Papa Urbano cinque ; ora però sono tre grandi,
Vili procurasse di riparare l'ecces- e due piccoli.
siva escrescenza del fiume, affinchè È assai famosa la girandola, che
non penetrassero le acque nel recin- si fa in questo forte per la coro-
to della fortezza. Ciò non ostante nazione de' Pontefici ,
per gli anni-
si hanno le memorie della somma versari della coronazione medesima;
altezza, a cui in alcuni tempi giun- per la vigilia e festa dei principi
sero le acque. Si rilevano siffatte degli Apostoli, e per altre circostan-
memorie dalle lapidi, che ancora si ze , come di venute de' sovrani in
leggono infisse sul baloardo s. Mat- Roma ec. Perciò non possiamo dis-
teo. Nel 1495, nel 1498, nel 1647, pensarci di qui far menzione di tal
nel 1660 le inondazioni furono tan- fuoco artificiale, che lascia sorpreso
to forti , che sommersero tutta la qualunque forestiere , e di cui lo
parte bassa delia fortezza, e giunse- stesso de la Lande, Foyage en
ro alla prodigiosa altezza, che vedesi Italie, pag. 544 ? confessa di non
segnata in cadauna lapide. Dopo le aver veduta cosa più bella in tal
CAS CAS 197
genere, massime parlando della pri- pre e con piacere è riveduto. Vuoi-
ma ed ultima scappata, composta, si, che il disegno della girandola
com'egli dice, di ^5oo razzi, che fosse immaginato da Michelangelo
partono tutti insieme e si spandono Bonarroti, e lo abbia perfezionato
circolarmente in forma di ventaglio. il cavai. Bernini, secondo il senti-
f^. Anniversario della Creazione, e mento di monsig. Onorato Gaetani,
Coronazione. il quale nelle sue pregievoli Osser-
La girandola adunque, o fuoco vazioni sulla Sicilia pag. 23, dice,
artificiale, s' incendia su questo ca- che inventò questo bel fuoco artifi-
stello negl' indicati
tempi , laddove zialead imitazion dei vulcani, e
non piaccia ai Papi, o 1' incostanza massime di quello diStrongoli, che
dell'atmosfera non obblighi a trasfe- vomita fiamme a guisa di razzi. 11
rir quella della coronazione ad altra Vasari , nel tom. Vili pag. 43, de-
epoca, e ciò si pratica alle ore due di scrive l'arte, che avea Nicolò detto
notte, al segnale che ne fa dare il Pon- il Tribolo, di far le girandole. Ber-
tefice dalla sua residenza. La stessa nardo Buontalenti, nato nel i536,
posizione isolata dell'edifizio, la forma ebbe il merito dell' invenzione dei
rotonda ed elevata del maschio che fuochi lavorati, che recò da Spagna,
domina tutto il castello, contribui- per cui si denominò delle Giran-
scono non poco alla bellezza ed dole. Quindi s' introdusse l'uso di
originalità dello Questo
spettacolo. farla anche in Castel s. Angelo, ed
consiste in un fuoco d'artificio com- era già cotanto celebre nel pontifi-
posto di vari pezzi, e di una brillante cato di Giulio III, creato nel i55o,
e sempre variala illuminazione, che che nell'appartamento fatto da lui
vagamente riflette sul sottoposto Te- edificare al Vaticano, presso quello
vere, secondo il disegno, che ne fa della contessa Matilde, fra le pitture
uno de' pili valenti architetti came- con cui r adornarono valenti pennel-
rali. Specialmente le due menzionate li, evvi l'esplosione della girandola.
scappate o eruzioni di razzi, che Nicolò Mahudel è autore d'una Dis-
hanno luogo nel principio e nel sertatioìi feux de
dell'Origine des
fine, che per la loro forma die-
e joje, dans le tom. II de V Histor.
dero a questo spettacolo il nome de VAccad. des Inscript. pag. 428.
di girandola, sono composte di molte Sui fuochi artifiziali di vari colori
migliaia di razzi, che lanciandosi in fatti coli' aria infiammabile da Dil-
aria con degradazione di numero, lier professore di piroctenia in Aix,
ma tutti ad un tempo, formano la è a vedersi V Antologia tom. XIV,
figura d'un gran ventaglio di fuoco, pag. 3o4- Racconta il Cancellieri,
che può dar 1' idea d' un grande nel suo Mercato pag. 21 3, che tra
vulcano. 11 tutto viene accompagnato le brillanti feste fatte dai Gesuiti
a giusta cadenza dal fragore e dai nel 1639, pel primo anno cente-
colpi del cannone, i quali sono ripe- nario della loro istituzione, nel di
tuti a giusti intervalli. Nondimeno dell'ottava a 4 ottobre, sulla piazza
quello, cheanche concorre a rendere della chiesa del Gesìi si spararono
piliimponente questo spettacolo, egli molti mortari, e in cima della cu-
è che può godersi in diversi punti pola di tal chiesa, si fece la giran-
elevati della città, e sebbene dai dola.
romani tante volte si ammiri, sem- La più antica menzione de'fuochi.
198 €AS CAS
e delle illuminazioni fatte nella città grandezze di Roma
Il Mucan- 1678.
tli Roma sotto i sovrani Pontefici, zio, presso Àcta Ccereni.
il Gattico,
si legge nel Diario di Antonio di pag. 4^^> ^^^^ che prima la giran-
Pietro, presso ilMuratori t. XXV, dola, e simili dimostrazioni di letizia,
pag. IO 17, ai 22 maggio i4io, per si facessero negli anniversari tanto
la notizia giuntavi dell' elezione se- della creazione, che della coronazio-
guita in Bologna di Giovanni XXIII; ne, ma che Sisto V, e Clemente
ma in qual tempo il Castel san- Vili, per parsimonia stabilirono si
t'Angelo abbia incominciato a cele- incendiasse solo per quello della co-
brare qualche straordinaria allegrez- ronazione. Finalmente, a' 28 giugno
za, si ha dalla descrizione del Vol- 1709, sulla sommità del maschio
terrano presso il citato Muratori, fu fatto pel predetto spettacolo il
tom. XXIII, pag. i35, cioè per palco di forma quadra, o quasi ret-
r anniversario della creazione, e co- tangolare, come si osserva tuttora,
ronazione di Sisto IV, dall' anno mentre prima era quasi triangolare.
14B1 in poi. JVel tempo poi di ciascuna girandola
Il Bonanni, Nuniis. Rom. Pont. si sparano da sessanta o ottanta
tom. I, dice, che fra le medaglie colpi di cannone, dandosi l' avviso
pontificie due se ne mostrano coK al mezzodì con quindici colpi.
l'epigrafe: Hilaritas Pontificia, e Riportiamo ora la tabella delle
con una botte ardente in segno di salve ordinarie e straordinarie, che
gioja. La prima fu coniata nel quinto si fanno dal Castel sant' Angelo,
anno del pontificato di Giulio III, nella lusinga che ciò non riuscirà
e r altra sotto Marcello II, che nel discaro, siccome collegato colle sagre
1 ^55y gli successe, quantunque que- funzioni, e altro relativo ai Papi e
st' ultimo ordinasse che fosse distri- Roma. Si sparono quattordici colpi
buito ai poveri il danaro, il quale si di cannone all' alba per le seguenti
spendeva pel fuoco artifiziale, e per festività e ricorrenze, cioè della Cir-
la illuminazione solita farsi in Castel concisione, Epifania, Annunziata, ss.
cioè per quella del Papa nella mat- cinquanta. 11 possesso del senatore
tina della festa, si sparano ottanta di Roma viene festeggiato con ven-
colpi, per quella di s. Spirito otto; tiquattro tiri. Facendosi Cardinale
dieci per quella di s. Maria in Tras- un fratello o nipote del Papa, o
pontiiia, e otto se ne sparavano per personaggio di sangue reale, al ter-
quella di s. Biagio, allorquando ce- mine del concistoro, vi sono trenta
lebravasi tal processione. Per quella colpi. Negli arrivi e nelle partenze
poi della festa di s. Anna, sedici da Roma di sovrani, il numero dei
cannonate. Nel sabbato santo al colpi è ad arbitrio, ovvero a secon*
Gloria in excelsis Deo, della cap- da delle istruzioni della segreteria di
pella pontificia, ossia allo sciogli- stato, e nelle ultime circostanze
mento delle campane, la salva è se ne tirarono cento uno. Al primo
di trenta colpi: per la vigilia della passaggio de' medesimi sovrani avan-
festa Gio. 13attista ad ore 24»
di s. ti il forte, si eseguisce la salva egual-
se ne sparano trenta, e venti nel di mente ad arbitrio; ma recentemen-
seguente nel punto che il console te ebbero luogo colpi sessantuno.
,
lo, od in vece di lui dal prelato questi ivi faceva per recarsi ad as-
governatore di Roma direttore ge- sistere a detta cappella, il compli-
nerale di polizia. mentavano cogli augurii d' un felice
Il Lunadoro, Relazione del-
cav. principio, e proseguimento di anno.
la Corte di Roma y Bracciano 1646, I romani Pontefici usarono, e co-
jilla pag. 28, parla del castellano stumano tuttora, di nominare per
di Castello s. Angelo, del suo ono- mezzo di un breve apostolico i ca-
rario, e degli uffiziali subalterni ad- stellani, o prefetti, e i vice-castel-
detti al presidio del forte, e di altre lani, e tanto gli uni, che gli altri
cose,che il riguardano. Dalla mede- avevano 1' onorevole qualifica di fa-
sima opera ristampata in Roma col- migliari del Papa, e ne godevano i
le due piazze. A tal effetto si vede- frutto dei piccoli giardini e prate-
va esposto nel muro esterno del rie comprese nel circondario del fol-
baloardo incontro al ponte V istro- te, nel quale eravi una copiosa pian-
mento per applicare ai rei il sup- tagione di olmi, che nelle passate
plizio della corda, già abolito nella ultime vicende è stata distrutta. A-
moderna legislazione. Al presente veva ancora il diritto di esigere una
però se il vice castellano, o coman- piccola contribuzione nel passaggio
dante del forte, a garanzia dell' or- dei carri di carbone, legna da fuo-
dine pubblico e della tranquillità, co, frutti ed erbaggi pel ponte di
è indotto di far ari^stare chi cer- s. Angelo. In luogo di tal provento
deve poi tiasmet-
casse di turbarla, però, che non è più in uso, riceve
competenti tri-
tere gli arrestati ai un adeguato compenso dal pubblico
bunali, che procedono contro i col- erario. I proprietari , e conduttori
pevoli. Ha inoltre il vice-castellano delle barche e battelli, che vogliono
giurisdizione sul tratto del fiume pescare nel fiume pel suddetto tratto
Tevere, dal ponte Milvio o Molle, della giurisdizione del vice-castella-
al cosi detto sasso di Salviati, e può no, debbono anch'essi riportarne la
farvi pescare a suo conto, o dare licenza di lui. 11 cappellano, che a-
il permesso di pescarvi. Poteva ezian- dempiva gli obblighi della cappel-
dio far vendere il pesce nella piaz- lania istituita dal vice-castellano Gin-
za del ponte, senza pagarne il du- netti, è in obbligo eziandio di lare le
ao4 CA S CAS
funzioni di segretario, se il comandan- stro per distinzione una fascia di
nella fortezza un' ofììcina ad uso di ne di Borgo, per la vendita dei ge-
spezieria, e il vice-castellano avea neri loro.
il diritto di far distribuire agi' in- Dicemmo già, che i vice-castella-
fermi i medicinali convenienti. Ora ni, o comandanti del forte s. An-
però, quantunque vi si conservino gelo, sono sempre nominati dal Som-
gli utensili vi sono
occorrenti, non mo Pontefice mediante un breve
,
tre, che quante volte per parte del le notizie, che ci fu dato rinvenire.
te, sarà richiesto di restituire, o con- ni dei popoli barbari del settentrio-
segnare ad altri il forte col presidio, ne, il mausoleo di Adriano ridotto
delle chiavi della medesima, rogan- egualmente noto, che i greci oc-
dosi da un notaro capitolino l'atto cuparono, e dominarono in Italia,,
del possesso , dopo la lettura del e che gli esarchi di Ravenna vi
breve pontifìcio, col quale è nomi- esercitarono il comando ma dopo ;
nato air onorifico incarico. Lo stes- che i greci perdettero per sem-
so giuramento deve poi prestare il pre il dominio anche di questa par-
vece-castellano nel giorno in cui i te d'Italia, il castello venne in po-
Cardinali entrano in conclave al- , tere degli stessi romani, i quali avea-
lorché il sagro Collegio, adunatosi no rivendicata la propria libertà, ed
nella cappella dello scrutinio, riceve avevano dato il pieno dominio della
per mezzo del Cardinal decano il propria patria , del suo ducato ed
giuramento di sudditanza e fedeltà adiacenze ai Sommi Pontefici. Que-
da quei, che lo debbono fare, co- sti già si erano interposti presso gli
fra loro, e regnavano nella città di- pettare ai romani la sua autorità
versi potenti ed opposti partili. Quin- sovrana , ed aflidò la custodia del
di la prima cura del partito più castello al suo fratello, o nipote An-
forte e preponderante era quella di tonio Tomazelli. Questi per altro
impossessarsi del castello, come luo- non mostrò fedele al successore
si
go più adatto per la difesa e offesa. Innocenzo VII, entrando nel partito
Nella oscurità pertanto dei fatti» av- di Ladislao re di Napoli, che aspi-
venuti nelle epoche anteiiori al de- rava al dominio di Roma e dell'Ita-
cimo secolo, possiamo assicurare, che lia. Sotto Eugenio IV che sedette ,
gelo un presidio di truppe fiancesi part. III, lib. II, cap. 16, nel mese
e un comandante della stessa nazio- di agosto del 14^^^- Quelle truppe
ne. Ma nel pontificato dell' imme- dovettero però molto soffrire nella
diato successore Urbano VI, tal mi- seguita sede vacante, perchè durante
lizia dovè abbandonarlo , e cederlo il pontificato del loro connazionale
ai romani. Divenuto quindi, nel aveano troppo abusato, e lo stesso
,
Nella restaurazione poi del governo ne delle esequie ebbe luogo lo spa-
tefice Pio VII, questi elesse per co- radunò innanzi la detta chiesa , e
mandante del forte s. Angelo, nel fece le consuete tre scariche di fu-
1 8 barone Carlo Ancajani ge-
I 5, il cile nel tempo della messa di re-
nerale di brigata cui il regnante , quie, che fu cantala.
Gregorio XVI diede per successore CASTELLAR Giovanni, Cardina-
nel 1837 il commendatore Ottavia- le, Giovanni Castellar nacque nel
no Zamboni, ed avendo poi questi i44^ dalla nobile famiglia di Castella,
data la sua rinunzia, lo stesso Pon- nella diocesi di Valenza. Era consan-
tefice nominò il conte Domenico guineo ad Alessandro VI , canonico
Benti voglio generale di brigata , al prima quindi
di Siviglia, poi di Napoli,
quale nel mese di febbraio 1839 fu di Burgos, governator Perugia di
sostituito il commendatore Filippo nel 1493 arcivescovo di Trani, nel
cav. Contini, parimenti generale di 1497 di Oleron neh' Aquitania; fi-
brigata, che tuttora ritiene il co- nalmente ai 3i maggio del i5o3
mando di questa sì rinomata fortezza. Alessandro VI onorò della sacra
l'
Baroni di Tiesi Sassaresi, che furono Herford, cui cangiò poscia con quel-
favoriti da una tempesta nel ribat- la di Bath e Velles unite, e fu
tere r assalto . Dipoi , nel secolo spedito nunzio in Francia a com-
XVIII, Filippo V re di Spagna ne porre le cose d' Italia. A nome del-
discacciò i tedeschi nella guerra di la santa Sede andò alla corte di
CAS CAS 21 T
gono. Sebbene abbia seguito a Bo- suoi studii manifestò viva brama di
logna Giulio II, pure per certe di- dedicarsi al servigio della Santa Se-
spute avute col vescovo di Vigorne, de, ponendosi in prelatura. Avendo
ambasciatore del re d' Inghilterra, esercitate con zelo e lodevolmente
incontrò lo sdegno di Giulio, e ad diverse cariche, dopo essere stato
evitarne gli effetti, ricovrò presso il commendatore divennes. Spirito,
lago di Garda sui monti di Trento. promosso al Cardinalato da Clemen-
Morto Giulio, ed eletto Leone X, te XIII a' 24 settembre del 17 59
ritornò a Roma ove fu accolto ed col titolo presbiterale di s. Alessio.
onorato assai dal novello Pontefice. A cagione della reputazione che go-
Ma la congiura ordita dal Cardinal dette presso i Pontefici, fu aggrega-
Petrucci contro Leone, rovinò il to alle congregazioni cardinalizie del
Castellense; dappoiché essendo mossa s. offizio, del conciUo, di propagan-
contro di lui l'accusa, che fosse col- da, dell'esame de' vescovi, dell' indi-
pevole di tale delitto, venne condan- ce, della disciplina regolare, della
nato ad un' ammenda di 25 ooo visita apostolica, delle acque, e della
scudi d' oro, e temendo di peggio, correzione de' libri della chiesa orien-
fuggi da Roma nel giugno del iSiy, tale. Ed è perciò, che ricco di me-
e ricovrò a Venezia. Senonchè citato riti e di esperienza fu fatto prefetto
legalmente dal Pontefice dopo tem- generale della mentovata congrega-
po convenevole, e non comparso, si zione di Propaganda, laonde potè
dichiarò contumace, venne privato esercitare ovunque i suoi lumi, e
e spogliato d'ogni dignità, uffizio e l'ecclesiastico zelo da cui era anima-
benefizio , ne si sa come , e dove to. Fu protettore del collegio apo-
terminasse di vivere. Avea dato stolico de' sacerdoti a ponte Sisto
principio alla versione della divina della chiesa nazionale e arciconfra-
Scrittura, dall'ebreo in latino: a ternita de' ss. Ambrogio e Carlo dei
Carlo V dedicò un'opera latina, cui milanesi, dell'accademia teologica,
compose sui modi di parlare latina- delle città di Narni, Piperno, e Ci-
mente; ed un'altra ne compose in- vita-Castellana , e degli ospedali di
titolata La vera Filosofia^ ove rac- Perugia, Spoleto, Narni e Viterbo.
colse le sentenze de' quattro latini Mori a Roma H 9 aprile 1780, al-
dottori. A Roma non molto lungi tamente lodato per la sua pietà non
dal Vaticano e sulla piazza Scossa- comune, e straordinaria dottrina, e
cavalli fabbricò un palazzo, cui do- fu esposto nelle esequie, e sepolto
nò al re d' Inghilterra, e quindi fu secondo la sua testamentaria dispo-
posseduto dalla famiglia Giraud, ed sizione, nella detta chiesa de' ss. Am-
oggi è proprietà del principe d. Ales- brogio e Carlo al Corso.
sandro Torlonia. Da Girolamo Ferri CASTELLI Guido (de'), Cardina-
si ha De
rebus gestis et scriptis Ha- le, y. Celestino II.
a 15 CAS CAS
«ottoposlo a Cirta Giulia, metropoli vennero a fondare il regno di Leo-
del IV stxrolo. Not. Afr. ne (Fedi)f s' impadronirono subito
CASTELLUM MEDIANUM. Se- di questa provincia, ma essa non
de episcopale della Mauri liana Cesa- fu interamente riunita a questo re-
riaiia nell'Africa occidentale. Not. gno se non verso l'anno io85, sotto
Àfr. AHònso IV, re di Leone, e primo
CASTELLUM JABARITANUM. di Castiglia, figlio minore del re
Sede vescovile della Mauritiana Ce- Sancio I, fondatore della monarchia
sariana, nell'Africa occidentale. Not. Castigliana. Da quel tempo la nuova
Afr. segui i destini della vecchia Casti-
CASTELLUM TETRAPORTIEN- glia sino alla traslazione della sede
SE. Sede vescovile della Mauritiana della monarchia spagnuola nel suo
Cesariana, sotto la giurisdizione di seno. Confina colla Castiglia vecchia,
Giulia Cesarea , che fu eretta in con l'Aragona, Valenza, l'Andalu-
metropoli nel IV secolo, nell'Africa sia,Murcia, e l' Estremadura. La
occidentale. Not. Afr. nuova Castiglia , di cui Madrid è
CASTELLUM. Sede episcopale capoluogo, dividesi in cinque pro-
della Mauritiana Cesariana, cioè vincie che sono Cuenca , Guadala- :
getta aldominio dei mori. Però la la famiglia milanese, che diede alla
vecchia Castiglia non perdette il Chiesa un sommo Pontefice, e al
suo titolo di regno se non allor- sagro Collegio quattro, o forse, co-
quando, nel 1476? pel celebre ma- me dirà, cinque Cardinali, dire-
si
trimonio d' Isabella con Ferdinando mo che dai documenti non risulta
re d' Aragona, i possessi di questi alcun fondato argomento per crede-
due sovrani non formarono che un re, ch'essa abbia comune l'origine
solo regno. Tuttavolta allorché Co- coi Caslillon, o Chàtillon di Fran-
lombo volle tentare il discuoprimen- cia, uè coi Castiglioni di Piemon-
to del nuovo mondo, la regina Isa- te, ne' coi Castiglioni d' Ischia, che,
bella, che gliene forni i mezzi, vol- nel i8o3, diedero al medesimo sa-
le che i risultati, i quali ne sareb- gro Collegio il Cardinale Giovanni
bono derivati, fossero a vantaggio Castiglione (Fedi). Quest' ultima
soltanto della sua corona di Castiglia. famiglia, avendo comune lo stem-
Burgos {Vedi), capoluogo della pro- ma coi di Milano, e
Castiglioni
vincia, fu sede della real corte sino con quelli di compone le
Cingoli,
all'imperatore Carlo V, il quale sue arme gentilizie un campo di
volle trasferirne la residenza a Ma- rosso , con leone rampante che ,
gonio vuole, che Corrado, figlio di boriosa storia in più volumi dei
Berengario re d'Italia, togliesse in diversi rami Castiglioni di Milano,
moglie Richelda di stirpe longobar- storia che si conserva manoscritta
da, ed avesse possedimenti in Lom- dai nipoti di lui. Di là sono trat-
bardia, fra i quali Castiglione, otte- te molte delle notizie , che qui si
nutane la signoria dall'arcivescovo accennano. A questa famiglia pure
di Milano; le quali notizie però appartiene Guarnerio, che nel seco-
potrebbero conciliarsi col supporre, lo decimoquinto fu famoso giure-
che la signoria di quel paese pas- consulto, ed ebbe gran parte nel
sasse da una famiglia longobarda in reggimento politico della patria, du-
quella di Corrado , mercè il suo rante la fine della dinastia Viscon-
matrimonio con Bichelda, e la con- ti, e r effìmera repubblica, che pre-
seguente conferma nella investitura. cedette il dominio Sforzesco.
Ritengono però ordinariamente i All'altro ramo Castiglioni poi
genealogisti, che da questo Contado, suddiviso in un numero grandissimo
detto anche Conone, derivi la fa- di famiglie, molte delle quali sono
miglia Castiglioni, ma le prove di ora decadute in b^sso stato, apparten-
figliazione mancano in parte, ed in ne il Pontefice Celestino IV (Fedi),
parte si appoggiano a tradizioni, ed e vi appartenne pure da ultimo
a monumenti sospetti. E pure in- l'altro Pontefice Pio Vili (Fedi).
certo se i due principali rami del- Di essi, e delle loro famiglie parle-
la famiglia, l' uno detto inoltre di remo in appresso.
Casciago dal nome di altra terrea Un altro ramo secondario dei Ca-
vicina a Varese, l' altro detto sem- stiglioni di Castiglione, è quello di
plicemente di Castiglione, abbiano Mantova cui appartiene il celebre
in realtà origine comune. La qua- Baldassare,unodei più eleganti scrit-
CAS CAS 2 1
do, e divenne tosto uno degli or- storia politica e letteraria. Il Coi-
namenti di quella splendidissima cor- tigiano tratta dell' arte, cui debbo-
te. Per le sue eccelse doti fu spe- no usare quelli che sono in corte
dito dal duca ambascìatoi'e ad En- per rendersi utili, e graditi ai prin-
rico VII re d' Inghilterra , il quale cipi. F. che ne scrisse Ber-
la vita,
Tolle annoverarlo agli Ordini eque- nardino Marliani, stampata nel 17 33
stridel legno. Succeduto al ducato in Padova colle opere del Casti-
d' Urbino Francesco Maria, Baldassa- glioni.
re fu fatto da lui conte col feudo, e il Altri rami dei Castiglioni, i quali
castello di Nuvillara vicino a Pesaro, conservano la nobiltà, sono sparsi
e venne inviato; poscia ambasciatore per la Lombardia, e principalmente
a Leone X, presso il quale conseguì nell'antica sede di questa famigUa,
molta gloria , per le scientifiche re^ cioè nell'antico contado del Seprio,
lazioni, che contrasse coi primari! ove tutti senza distinzione di con-
artisti, e coi
Ritornato a
letterati. dizione , e senza dar prove di ori-
Mantova nel i5i6 sposò la contessa gine, votano per antica consuetu-
Torelli, celebrandone il maritaggio dine nella nomina dell'arciprete di
ilmarchese di Mantova con giostre, Castiglione. Se si bramassero più
tornei,ed altri pubblici spettacoh. eslese notizie intorno alla famiglia
Perduta dopo tre anni la moglie ed alle persone, che tanto nelle di-
che gli lasciò un figlio per nome gnità ecclesiastiche, quanto nella mi-
Camillo, prosegui in Roma a ren- lizia, nelle lettere, e nelle magistx'a-
dere importanti servigi al duca d'Ur- ture distinsero, molte se ne pos-
si
bino, donde Clemente VII lo man- sono trovare nelle Famiglie illustri
dò per rilevanti affari nel ì52.5 al- italiane, opera assai giustamente
l'imperatore Carlo V. Tuttavolta encomiata, che dal conte Pompeo
saccheggiata Roma nel i527 dalle Litta si pubblica in Milano, e la cui
truppe imperiali , il Papa se ne dol' parte spettante a questa famiglia, è
se con Baldassare, come avesse tras^ venuta qlla luce sino 1822.dal
curato i suoi interessi. Invece Carlo Questo erudito autoredà pure il
V lo nominò in appresso vescovo catalogo dei precedenti scrittori, che
d'Avila ; ma caduto malato in Tole- hanno trattato di questa stessa fa-
per lo stile non meno che per la tolo di IVIarchese. 11 maggior lustro,
,,
Filippo Me^ria Visconti duca di Mi- na. Studiò a Pavia le facoltà teo-
lano. Non è poi probabile quanto logiche, il diritto civile e canonico,
dice Corio, che il Castiglio^ii volesse a cui seppe unire anche la poesia.
togliere da Milano il lito ambro- Era abbate di s. Abbondio di Co-
siano. Stabili due collegi alla edu- mo, quando lo conobbe Pio IVj, che
cazione della gioventù, uno in Ca- lo promosse nel i562 al vescovato
stiglione, l'altro a Pavia, e una bi- di Bobbio. Poscia conosciutolo meglio
blioteca a pubblico uso. Finalmente nel concilio di Trento, ai 12 mar-
pieno di meriti morì in Castiglione zo del i565, lo creò Cardinal prete
nel i44^j di 9^ anni, e Sa di di s. Nicolò tva le Immagini ; ma
Cardinalato, e fu sepolto nella chie- dopo il conclave di s. Pio V, morì
sa maggiore, cui egli medesimo ma- a Roma nel i568 di quarantacin-
gnificamente avea fondata. que anni, e tre di Cardinalato , ed
CASTIGLIONI Giovanni, Cardi- ebbe tomba nella chiesa di s. Ma-
nale. Giovanni Castiglioni d' illustre ria del popolo. Riformò il collegio
milanese lignaggio, o meglio di Pa- di Pavia fondato dal Cardinal Bran-
via, assai dotto nella oratoria, e nel da Castiglioni, lo ristaurò e gli donò
diritto civile, ebbe da Eugenio IV parecchie migliaia di scudi; innalzò
nel i444 il vescovato di Costanza o un mausoleo a Celestino IV, ma
Coutances nella Normandia, e nel i4T'4 prevenuto dalla morte , non potè
quello di Pavia, cui poco giovò, a compirlo. L'Argelati tesse esatto cata-
motivo delle nunziatm-e, ch'ebbe dai logo delle opere del nostro Porporato.
I
220 CAS CAS
CASTIGLIONI, o CASTIGLTO- tempo che fu vescovo, al bene del-
ìiE Giovanni, Cardinale. Giovanni le due diocesi. Il perchè si guada-
Castiglìoni, o Castiglione, nacque in gnò la venerazione e l'amore di tut-
Isdiia terra del Patrimonio, diocesi ti. Morì in Osimo a*
9 gennaio iHi^,
<ii Acquapendente, ai i3 gennaio e venne esposto e sepolto in quella
1742. Applicò i suoi rari talenti cattedrale. Fu protettore della men-
con tanto successo alle liberali di- zionata accademia teologica, non che
scipline, ed alle scienze, che non so- protettore e visitatore apostolico
lo divenne egregio oratore latino, dell'ospedale de proietti di Viterbo,
ma ancora profondo teologo e ca- e lasciò la sua memoria in bene-
nonista. Fatto socio dell' insigne dizione.
accademia teologica della Sapienza, CASTIGLIONI Francesco Save-
ivi difese con applauso varie con- rio, Cardinale. F. Pio VIII.
clusioni. Come membro della dotta CASTO (s.). Di questo martire
accademia di religione cattolica , vi e del compagno di lui s. Emilio,
recitò non poche erudite disserta- che quanto si mostrarono deboli nel-
zioni. Quindi pe'suoi meriti lettera- la prima persecuzione , altrettanto
ri , e morali virtù ottenne la così furono forti nella seconda, crediamo
detta prelatura di s. Ivo, e da Pio opportuna cosa recare le parole, che
VI venne destinato presidente del ci lasciò scritte s. Cipriano : » Se
collegio Germanico-Ungarico, e pro- »»furono vinti nel primo combatti-
mosso a segretario della congrega- w mento, essi riportarono trionfo
zione del buon governo. La saviez- M nel secondo dopo aver ceduto
:
za, con cui disimpegnò tali cariche, w alle fiamme, costrinsero le fiam-
il fece promovere alla dignità co- »>me a cedere ad essi. Essi usa-
spicua di commendatore dello spe- »>rono per vincere delle armi stes-
dale di s. Spirito in Sassia, e final- » se, che il nemico avea adoperato
mente dal Pontefice Pio VII, a' 28 « per abbatterh. Domandarono per-
febbraio 1801, fu creato e riserba- »> dono di loro debolezza non tanto
to in petto Cardinale di s. Chiesa, »>colle lagrime, quanto col mostra-
venendo pubblicato nel concistoro » re le piaghe ricevute. La voce
de' 17 gennaio i8o3 dell' ordine w delle ferite, di cui si vedeano co-
diaconale, col titolo della diaconia « perti , era assai più eflìcace ad
di s. Maria in Domnica. Venne an- »> ottenerlo, che non faceano i lai,
noverato tra i Cardinali componen- » che alzavano nella loro disgrazia ".
Macedonia, fondata sino dal nono con Castres propriamente detta per
secolo sotto la metropoli d'Acrida mezzo di due ponti di pietra. Que-
egualmente in parlibus, e conosciu- sta città vuoisi fondata verso l'an-
ta anche col titolo di prototrono ,
no 547, e secondo alcuni ripete il
tamente soggetto alla santa Sede. Ne doli duchi di Castro. Spedì per ciò
tratta l' Ughelli nell' Ilalia sagra, la bolla Videlìcet immeri ti, data in
t. I, p. 678. Intorno a Bulcia, città Roma apud s. Petrum an. iSZj
vescovile nel Patrimonio, poscia di- prid. hai. nov., cioè nell'anno terzo
roccata , chiamata ancora Bulgia del suo pontificato. Ed è perciò, che
abbiamo : Chronìca antiquae^ alque in virtù di questa bolla fu pure
224 CAS CAS
investito del nuovo ducato Ottavio Il Francia, pel quale com-
re di
Farnese secondogenito di Pier Lui- battendo da prode nelle Fiandre,
gi, ccjlla condizione ch'egli dovesse morì in seguito sotto Edino nel 15^)4
andarne al possesso dopo la morte, senza aver lasciata successione. Dopo
o rinunzia del padre, e quindi a lui la morte di Pier Luigi, vedendo
succedessero tutti i primogeniti di Ottavio Piacenza caduta in mano
C'isa Farnese. degl' imperiali, voleva restar padro-
Noi lasciamo di dire qui le dispo- ne di Parma, ed ottenne, colla me-
sizioni, che sul governo perpetuo del- diazione di Orazio suo fratello e
la città di Nepi si fecero a favore genero del re di Francia, che Par-
di Ottavio, e de* suoi successori, ma fosse guernita dai francesi con-
giacché non risguardano direttamen- tro la volontà di Giulio III, il quale
te la città, o il ducato di Castro, era Paolo III. Quel
succeduto a
soli oggetti del presente articolo. Pontefice sottomise per ciò Ottavio
Aggiungeremo soltanto, che al du- alle censure, ed unitosi all' impera-
cato di Castro unì il Papa altresì tore Carlo V gli mosse guerra, ed
la contea di Ronciglione. Pier Lui- occupò lo stato di Castro a nome
gi rimase duca di Castro finche non della Santa Sede. Posteriormente
fu investito del ducato di Parma fatta la pace per le preghic^re di
e Piacenza, eh' egli ed i Farnesi eb- Margherita d'Austria Ottavio, ed
bero dalla camera apostolica in feu- Orazio ottennero nuovamente quello
do col peso di pagare alla camera stato ricevendone nuova investitura
stessa ogni anno un tributo o cen- da Giulio III. Laonde Ottavio fu
so. I Farnesi in questa occasione riposto in possesso dello stato me-
diedero in vece alla camera il du- desimo da Camillo Orsini generale
cato di Camerino, e la città di Ne- di s. Chiesa.
pi, della quale Ottavio cessò di es- Neil' occupazione del ducato di
sere divenendo duca
governatore, Castro fatta dai soldati pontificii, il
di Castro in luogo di suo padre. ducato subì molti cangiamenti e ,
Ranuccio, i quali zio e nipote, nel zione del breve Praeclara devotio-
caso barbaro si erano salvati nascon- nisj ed il secondo mediante l'altro
dendosi in un pozzo di grano. Per breve Cum sicut nuper. In questo
ciò avendo Paolo III nella discen- secondo si dice che Mario Farnese,
denza di Ranuccio stabilito il ducato duca di Latera,
teneva già in enfi-
di Castro, investendone, come si è teusi per annuo
canone parecchi
detto, Pier Luigi suo figlio, e i suc- latifondi dello stato di Castro ivi
cessori di lui come discendenti di enumerati. I Farnesi duchi di Castro
Ranuccio, dal quale discendeva pure e altresì di Parma e Piacenza però
lo stessoPapa, lasciò alla linea di non furono puntuali nel pagamento
Bartolomeo le due terre di Farnese de' frutti di tali loro debiti, e quin-
e di Latera, già ad essa assegnata di avvenne che nel 1641, il Pon-
nella predetta divisione dei beni tefice Urbano Vili credè giusto
Farnesiani, conferendo anche a quel- fossero eseguiti alcuni mandati spe-
li di tal linea il titolo di duchi, ed diti giudizialmente contro i Farnesi
il titolo di ducato alla unione delle ad istanza dei loro creditori. Il duca
dette due terre. inesperto, perchè molto giovane, in
Il ducato di Castro non presenta vece di pagare quanto doveva, o di
altre cose considerevoli finoad O- comporsi col Papa se non coi cre-
doardo Farnese figlio di Ranuccio I. ditori, pensò d'impedire l'esecuzione
Questi divenne duca ancor giovane, di tali mandati resistendo colla for-
invece del suo fratello Alessandro, za delle armi e spedì da Parma
,
te ditferenze colla casa Barberini nel chese Luigi Mattei con una truppa
pontificato di Urbano Vili di tal regolare, composta di sei mila fanti
famiglia , ed ecco l' epoca da cui e cinquecento cavalli oltre l'artiglie-
comincia la rovina del ducato di ria, alla quale i castrensi volentieri
Castro. Giacche, non molto dopo si assoggettarono, mediante capito-
l'erezione di questo ducato, fu esso lazione conchiusa nel dì i3 ottobre
specialmente assegnato dai duchi dello stesso anno, essendosi precedea-
VOI-. X. i5
,
ia6 CA S GAS
temente 1 soldati pontificii impadro- più forti, col l'usare le minacele del-
niti della rocca di Montalto di Castro. la foi-za per ridurlo al dovere.Il du-
del Cardinale Donghi plenipotenzia- rarlo decaduto dal possesso del du-
rio di Urbano Vili, e del Cardinal cato di Castro e Ronciglione. Se il
Bichi plenipotenziario del re di Papa Urbano Vili fosse venuto a
Francia , senza nominare altri ple- quel passo in vista de' suoi nipoti
Concorse alla concordia
nipotenziari!. ed a fine di dar loro quello che al
monsignor Lorenzo Imperiali, poi duca avesse ritolto, avrebbe tentato
fatto da Innocenzo X Cardinale, di di questo momento
profittare
come governatore della provincia del ciò che non fece in verun modo
patrimonio e commissario generale seppure anzi non voglia dirsi, che
dello stato di Castro. tentò in vece tutto
l' opposto. Di
Sebbene il duca Odoardo fosse fatti, sebbene
Ranuccio padre del
ristabilito nel ducato di Castro, se- duca Odoardo fosse morto non fa-
guitò a non prendersi alcun pensie- cto investimento j et extinctione mon-
ro di pagare quanto doveva pei tis Farnesii prout ipse dux tene-
monti Farnesiani , e quindi cresce- baturj pure fu Urbano Vili, che
vano sempre più le istanze dei cre- alle preghiere di Odoardo medesi-
ditori dirette al Papa, affinchè egli mo, con breve de' 7 luglio i632,
obbligasse i Farnesi a pagare il prorogò il tempo dell'estinzione ad
decorso, ed a restituire il capitale. altri dodici anni, e gli accordò la fa-
dall'altra parecchi
eccitamenti del
sovrani
Papa,
insiste-
e del suo primo ministro e favorito,
marchese Gaufrido, oGodefroi fran-
vano presso di luì per dar luogo cese. Questo però investito dal ge-
ad un amichevole accomodamento, nerale Luigi Mattei, e da altri co-
che si prevedeva già di facile con- mandanti papali, che andarono ad
clusione , nel 1649, ^^^^^^ attraver- incontrarlo nel bolognese, fu rotto
sato questo disegno per la morte e disperso. Per effetto appunto di
violenta toccata per mala ventura questa disfatta Castro si arrese col-
a monsignor Cristoforo Giarda bar- la capitolazione accennata, e fu con-
nabita genovese, nel dì 18 marzo segnato alle forze d' Innocenzo X.
dell'anno medesimo, allorché que- Attesa la precedente uccisione del
sto prelatosi recava a prendere il vescovo, la resistenza opposta alle
governo della sua chiesa di Castro, truppe pouliflcie, e per torre altre-
, ,
,
ditori, i feudi devoluti alla camera posito della somma che per questo
apostolica, purché egli pagasse alla bisognava , non ostante tutto ciò
camera stessa un milione seicento che si è detto in contrario, ebbero
mila e settecento cinquanta scudi effetto, e quindi la Santa Sede, mal-
romani in termine di otto anni, e grado le proteste fatte in contrario,
che intanto rimanesse confiscato lo prima dai duchi di Parma e Pia-
stato per sicurezza a favore della cenza, e poi dai loro eredi, segue
Santa Sede. Placatosi Innocenzo X a ritenerli ancora, e vari solenni
col duca, massime pel castigo dato trattati europei sono sopraggiunti
a Gaufrido, che fu una delle prin- a riconoscere la validità del suo
cipali cause di tanti mali, co' per- possesso. Così terminò il ducato di
versi consigli dati da lui ad un pria- Castro, e ne fu ultimo duca Ra-
CAS CAS 229
miccio II, Farnese, come il primo Zecche di Castro e di Novara.
era stato Pier Luigi. Ext. nella Collezione del Zanetti
JVoi porremo termine a questo tom. V: Nuova raccolta delle mo-
articolo, avvertendo chiunque amasse nete e Zecche d' Italia, ec; Lettera
ulteriori notizie sulla città, e sul scritta ad un signore in risposta
ducato di Castro, che potrà averne del libro stampato sopra le ragio-
a dovizia consultando le seguenti ni del serenìssimo di Parma con-
opere: Dominicus Angeli, De de- tro lapresa della città, e ducato
predatione Castrensiuni, et siiae pa- di Castro eseguita dalle armi pon-
triae historia, Exst. in Thes. a ut. tificie nel i64i lavoro di monsi-
'•
p. Casimiro. Èra prefetto della se- rilevasi dagli atti de' martiri , che
gnatura di giustizia, ascritto alle vi furono seppelliti. Si chiamarono
prime congregazioni, ed adoperato pure cryplae, ossia caverne, e dal-
in aSavì molto interessanti. Mori a la natura del luogo cryptae arena-
Lucca nel i5g5, di cinquantaquattro rìae, non che arcae nell'Africa, se-
anni e dieci di Cardinalato, e fu condo gli atti di s. Cipriano. Altra
sepolto nella chiesa dei minori os- volta si dissero tunihae, e frequen-
servanti con semplice epitafio. Era temente coemetcria, cioè dorniiloriiy
intervenuto ai conclavi di Urbano per la fede della risurrezione, giac-
VII, di Gregorio XIV, d'Innocenzo ché la morte de' giusti, come devo-
IX e di Clemente Vili. no essere i cristiani, è un sonno di
CASTRUM MARTIS. Città ve- pace. La parola catacomba è for-
scovile della Dacia mediterranea mata da cumba, per riposare,
letto
eretta nel IV secolo, e sottoposta e dalla preposizione greca catà, che
alla metropoli di Sardica, presa a significa appressa. Osserva il Du-
tradimento dagli unni. Al concilio cange,-che il Papa s. Gregorio I,
di Sardica intervenne il suo vescovo lib. Ili, ep. 3o, scrisse Catalambae^
per nome Calvus. ma nome ordinario è Catacumbae,
il
ne di scrivere ad uno^ che gli avea cimiteri sono sotto la speciale vigi-
richiesto qualche corpo di santo mar- lanza della sagra congregazione del-
tire, che non ve lo trovava, inqui- le indulgenze e sagre reliquie, e del
rentes^ nequaquani invenire potai- Cardinal vicario, il quale vi deputa
musj e non già perchè non vi fos- due visitatori de' sagri cimiteri, uno
sero cavatori, come si spiegò da dei quali è custode delle reliquie,
Benedetto XIV, de Beali/., et Ca- che si estraggono da essi e dalle
non, lib. IV, p. 27, che poi
2, e. catacombe. A tali ministri spetta
nella lettera al Cardinal Malvezzi ordinare e regolare gli scavi pel ri-
neW Appendice del tom. IV del suo trovamento dei corpi che po- santi,
Bollarlo cambiò parere, ammetten- scia colla pontifìcia autorità si con-
do anch' egli, che realmente non po- cedono in dono a chiese insigni, ed
tè rinvenirlo, perchè non vi era, a ragguardevoli personaggi.
ovvero per essere le gallerie e i Non deve tralasciarsi di avverti-
cunicoli delle catacombe quasi labe- re, che Alessandro VII, nel i656,
rinti, laonde difficile sarebbe fare concesse a monsignor Landucci sa-
delle medesime una pianta topogra- grista, ed a' suoi successori, T auto-
fica, giacché tali gallerie e cunicoli, rità di fare scavi nelle catacombe
sono talvolta interrotti a cagione de- coi propri cavatori, ed i corpi dei
gli smottamenti e delle rovine del- martiri, che vi avessero rinvenuti, si
le volte, le quali sovente sono acca- tenessero da loro custoditi per con-
dute, massime nelle scavazioni per cederli a chi ne facesse ricerca, e a
le scoperte. disposizione del Pontefice. Di tal
gravi autori, è poi ceito che i cri- con cui si era incautamente intro-
stiani de' primi tempi, in cui i dotto, senza altra guida disgrazia, ;
tro di essi, ed insieme insegnò, che soltanto a questo cenno, per parla-
era cosa per ciaschedun dei
lecita re di un concilio, eh' è conosciuto
A^deli il anche delle carni de-
cibarsi sotto il nome di Catalogna. Questo
gli animah. San Zefirino, del 2o3, pertanto vuoisi celebrato nel primo
condannò anch' egli que' fanatici, as- maggio dell'anno 1246, dall'arci-
sieme agli altri eretici di quel tem- vescovo di Tarragona con l' inter- ,
Dionisio s' impadronì col ferro di sori, s' indossarono il peso dei ca-
Catania, vendendo poi all' asta pub- denti genitori, e perirono vittima
blica gli abitanti, che aveva fatto dell' amor filiale. Fra le rovine del-
schiavi, e concedendone ai Campa- l' antica città, sono degni di osser-
ni il dominio.Augusto Sotto di- vazione r anfiteatro, le naumachie
venne colonia romana ; fu da lui il circo, r odeone, i sepolcri, i ba-
riparata, e mantenne in fiore e
si gni ec, ma del suo famoso tem-
riputazione nell' impero de' romani. pio di Cerere non si rinvengono a-
In progresso di tempo servì Cata- vanzi.
nia di residenza a parecchi sovrani, Attualmente Catania si divide nei
e principi della dinastia aragonese, tre circondari del Duomo, di s. Mar-
o^o CAT CAT
co, e di Borgo. Le sue piazze, e le sole, o proconsole, con colonne di
sue strade vaste e regolari sono sel- granito di un grande diametro, le
ciate di lava ; ed i suoi edifici, in quali per altro sono racchiuse dai
generale, sono di un' architettura pilastri, fin da quando il vescovo
imponente, e primeggiano, olire la Reggio fece restaurare la chiesa.
cattedrale, il palazzo del senato, o Dedicata questa cattedrale ad o-
magistratura municipale ed il tea- nore della concittadina e patrona
tro. Fu, nel 1693, ed ai 22 gen- s. Agata vergine e martire sotto lo
naio, eh' essa venne quasi distrutta imperatore Decio, fu riedificata do-
dal terremoto, avendone provato de- po il menzionato disastro del 169 3,
glialtri, massime negli anni 1783 in cui morirono ventimila persone.
e 1818, che assai danneggiarono Dall'anno 1093, il suo capitolo fu
molte eleganti fabbriche. 11 porto regolare, e dell'Ordine di s. Bene-
di Catania consiste piuttosto in una detto, sino al 1578, in cui ven-
darsena: il perchè, nel declinare ne secolarizzato da Gregorio XIU.
del secolo decorso, fu incominciato Oggidì si compone di cinque digni-
un molo sotto la direzione del ce- tà, cioè del priore eh' è la prima,
lebre ingegnere Zara maltese, che dell' arcidiacono, del cantore, del de-
tuttora si continua. Ma essendo la cano, e del tesoriere, con dodici ca-
darsena naturalmente di poco fon- nonici con due prebende, dei cano-
do, non \i entrano che bastimenti nici secondari mansionari, di sei be-
mercantili, e poco si frequenta. È neficiati, di quattro cappellani, e di
poi degna di special menzione l' in- altri sacerdoti e chierici tutti ad-
clita accademia Gioenia, per le sue detti al divino servizio. Dal sacer-
utili e dotte produzioni letterarie, dote maestro de' cappellani, eletto
riguardanti la flora, e mineralogia dal vescovo, si esercita la cura del-
sicula, oltre ogni altia parte delle le anime nella stessa cattedrale, ove
scienze naturali. Fu il commenda- evvi il fonte battesimale, ed in cas-
tore Fr. Cesare Borgia di Velletri sa d'argento, ornata di pietre, si
che fondò tale illustre accademia, e corpo della protettrice sant' Aga-
ne fu il presidente nel primo trien- ta. Inoltre nella città vi sono ot-
nio, divenendo anzi poscia presi- to parrocchie col rispettivo fon-
dente perpetuo onorario. te. Tale è la chiesa di santa
Abbiamo dai sagri fasti di Cata- Maria da san Pio insignita del V
nia, che la sua sede vescovile ven- titolo di collegiata, vicina ad un
ne istituita nel quinto secolo, e che antico monistero, che portava il ti-
dai greci nel nono fu eretta in me- tolo della predetta santa Agata. La
tropoli onoraria,divenendo nel de- cattedrale, fra i suoi ornamenti ,
dole bellicosa, perciocché gravi con- e per cui qualche sua opera è stata
tese sostenne per diverse opinio- registrata neh* Indice. Nondimeno
ni con altri teologi del suo Or- egli fu uno de' primi a prender le
dine, come con Bartolomeo Car- armi contro Lutero. La nomencla-
ranza, con Domenico Soto, e con tura delle sue numerosissime ope-
Bartolomeo Spina, maestro del sagro re potrassi leggere presso i padri
palazzo. Anzi le contese s'ebbero Quetif ed Echard (Script. Ord. praed.
con tal calore, che non si ristettero t. II, pag. i44) 5 i quaU tessero an-
in semplici dispute a bocca, ma si che il catalogo delle varie edizioni,
fecero anche pubbliche con alcuni che ne furono fatte. Abbiasi peral-
libri stampati dagli uni
contro gli tro un' idea generale di quanto scris-
Nel i547. Paolo l'I 'o pro-
altri. se. I suoi Commenti intorno ai pri-
stampata a Napoli in cinque tomi a cui per precetto della Chiesa de-
nel 1758- 1759 e 1760, e tradotta ve accostarsi ogni cattolico nel tem-
nella lingua francese, nella quale po pasquale. V. de la Combe, alla
era stata condannata dalla congre- parola Catechismo.
gazione dell' Indice ai 1 1 novembre CATECHISMO Romano. Chia-
1757. Per maggiormente poi tener masi ancora Catechismo del conci-
lontani i fedeli dal pericolo, in cui lio di TrentOy perchè i venerabili
I
a46 CAT CAT
gelo nelle pih rimote provincie del- ai talenti, ed ai doni particolari di
l'Asia, ed inoltre s. Clemente ales- cui erano forniti.
sandrino, e il medesimo Origene. In alcune chiese V impiego di ca-
Questi fu incaricato d* istruire i techista non veniva assegnato a per-
catecumeni, contando l'età di diciot- sona particolare; ma era lasciato
to anni, mentre era ancora laico. allo zelo e alla prudenza di ciascun
Divenne quella scuola si famosa al fedele l' i catecumeni. S. A-
istruire
suo tempo, che vi accorrevano le gostino, che fu fatto catecumeno in
genti dai più lontani paesi. S. Gre- Milano, non fa cenno di alcun par-
gorio taumaturgo vi apprese i primi ticolare destinato a istruirlo, come
rudimenti di nostra fede, e vi fece neppure in Roma vi ha vestigio di
tali progressi, che lo resero poi simili catechisti. S. Cirillo gerosoli-
l'ammirazione di tutti. Nella chiesa mitano parla a tutti i fedeli, quan-
di Cartagine s. Cipriano pose nel- do dice Se vien generato qualcuno
:
stabilito Oliato uno de lettori, ac- mente contro i nemici della Chiesa,
ciocché sia maestro degli uditori. ^ a predicare l' evangelo, e vuole
Nella medesima chiesa duecento an- soprattutto, che quelli i quali sono
ni dopo aveva lo stesso incarico il dotati d' ingegno in guadagnar ani-
diacono Deogratias, ed a sua istanza me, vi adoperino incessantemente.
si
de^ vocaboli ecclesiastici, che questo doli al battesimo, dopo averli latti
ufìiziale fosse incaricato anche di in tal guisa catecumeni. Lo stesso
istruire gl'infedeli, i quali chiedeva- Du Gange cita un legista, che pone
no il battesimo, e Teofane fa men- in questione, se quegli che ha in tal
zione di questo uffizio. Da tuttociò modo catechizzato un fanciullo, con-
si rileva, che 1' impiego ora si affi- tragga con lui affinità, e Matteo
dava a un lettore, a un diacono, e Paris, all'anno 1289, parlando di
anche ad un secolare, e che nella Odoardo figlio di Enrico III , re
scelta de'catechisli non tanto aveasi d'Inghilterra, dice che fu catechiz-
riguardo al posto delle persone, che zalo da un vescovo chiamato Guai-
CAT CAT •247
lieri, battezzato dal legato del Papa, chiese, ciocche non mai fanno i dia-
e confermato dall'arcivescovo di Can- coni e i chierici inferiori.
torbery, il quale unitamente a quel- CATECUMENO (Catechiimenus).
lo di Londra lo levò al sagro I Catecumeni sono quelli, che desi-
fonte. derano il battesimo, e che si pre-
In tali istruzioni non si disco- parano a riceverlo facendosi istrui-
priva ai fondo dei
catecumeni il re ne' misteri della religione cristia-
dommi della religione, perchè non na. Lo stato di tali persone si chia-
andassero nelle mani dei gentili, che ma Catecumenato che deriva dalla
f
cevano scrivere il loro nome nel ruo- poi gli energumeni, indi i peniten-
lo de* catecumeni, ed anche de' cri- ti. Chiude vasi allora la porta, e si
stiani, perchè cominciavano ad esse- celebrava la messa de' fedeli, rima-
re in qualche modo iniziati nel cri- nendo i catecumeni nel portico del-
stianesimo, ed il Thiers dice, che la chiesa. Tale parte della messa
i bramosi del battesimo, non s'in- Catechista, come quello dal quale
troducessero dei falsi fratelli, acciò ricevevano l'ammaestramento nella
non pervertissero i veri. Ed è per- fede e nei costumi disponendoli a
,
ciò, ch'essa li sperimentava nel cate- ricevere il salutare lavacro del bat-
cumenato, e voleva assicurarsi del- tesimo. Il Macri chiama Calechume-
la loro conversione per accordar ad num luogo destinato in chiesa pei
il
bracciarlo, il che obbligò i vescovi perchè quello era il luogo nel qua-
a raddoppiare la vigilanza per assi- le s' i catecumeni, sicco-
istruivano
curarsi se lo facevano umani
per me opina
Baronio Fuìtque UH
il :
no negli scrutinii, con quella che si tomo I, libro I, capitolo IV, V, VI,
usava pel ricevimento dei catecu- VII, Vili ec.
meni. Durava il tempo del catecu- Dei convertiti alla fede cattolica,
menato anticamente tre mesi, Clem, o neofiti posteriori al catecumenato,
fpist. 3 ; ma poi fu abbreviato in e delle pie case de' catecumeni di
soli quaranta giorni qui baplìzari' : E.oma tanto per le donne, che pe-
di sunt super quadraginta dìes pu- gli uomini, nelle quali s'istruiscono
Ilice iis tradamus sanctam^ et ado- avanti di ricevere il santo battesimo,
laudani Trinitatem , Hier. ep. ad V. r articolo Neofiti. Il Cancellieri
Fammach. nella sua Settimana Santa, parlando
Per la perseveranza nel catecume- delle dimostrazioni di gioja, che nel
nato per molti anni, come fece il sabbato santo fa la Chiesa per la
grande Costantino, oltre altri esem- resurrezione del suo Sposo, e per la
pi superiormente addotti, essendone nuova figliuolanza de' neofiti , che
venuto abuso , vi riparò la Chiesa, vede attorno a' suoi altari ne' tem-
e molto si adoprarono i ss. Ambro- pli , in cui secondo l' antichissimo
gio, Basilio, Gregorio Nazianzeno, rito si amministra il santo battesi-
ed altri, come riferisce il menziona- mo, tesse un eruditissimo elenco
to Baronio all'anno 377. Durò nella degli scrittori , che si occuparono
Chiesa il costume del catecumenato, di questo sacramento, e dei catecu-
finche nelle città cattoliche vi furo- meni. Riguardo poi ai catecumeni,
CAT CAT 1^1
i quali morivano senza aver rice- alle sue spoglie con pubblico culto.
vuto il battesimo nell'antica Chiesa, Anco s. Eusebio Emisseno in una
tra i padri principali vi erano due sua omelia ad onore dei santi mar-
sentimenti, e pratiche conlrarie. S. tiriEpipodio ed Alessandro, afferma
Gio. Grisostomo, s. Agostino, e il che molte chiese, le quali non ave-
concilio di Braga nel canone 35, vano potuto ottenere qualche loro
per la ragione di non essere stati reliquia, aveano invece richiesta pre-
battezzati ,
proibiscono di dover ri- murosamente porzione delle loro
cevere oblazioni, e la celebrazione catene. Cos\ in Napoli , al riferire
dei sacrifizi per essi. Per l'opposto di Baronio, nelle note al martirolo-
s. Ambrogio protesta, che possono gio a' 3o settembre, conservansi le
farsi preghiere particolari e pubbli- catene di Gregorio arcivescovo e
s.
non solo nel raccogliere, e nel gelo- se legato catenìs duabus , In Actis
samente custodire gli strumenti del Apost. XXIy ed egli stesso narra,
martirio degli apostoli e degli atleti che vinctus ab Hierosolymis fu con-
di Gesù Cristo, ma altresì nel pro- dotto in Roma, ove chiamati innanzi
curare r acquisto delle catene con , a sé gli ebrei, disse loro: propter
cui erano stati avvinti nelle carceri, spem Israel catena hac circunida-
e poi guidati all'estremo supplizio. tus suniy di cui spesse volte fa men-
Varie di esse trovate nelle catacom- zione nelle sue epistole agli Efesini,
be e nei cimiteri, in uno ai corpi e al discepolo Timoteo. Non può
dei santi martiri, ne fauno chiara dubitarsi, che queste catene religio-
testimonianza, come si legge nel samente si custodissero nella sua
Boldetti, Osservazioni sopra i cimi- basilica ostiense, poiché il Papa san
teri dei jìtartirìj, lib. I, cap. 60, Gregorio I ne scrisse all'imperatrice
pag. 3 14. Racconta poi s. Gio. Gri- Costanza in epist. XX Xj, lib. IV,
quale ivi venne rinchiuso, com'egli condusse fuori della prigione ; e che
crede, nel carcere JManiertino, siano recatosi in Roma fu da Nerone fatto
le catene medesime con cui era stato rinchiudere nel carcere Mamertino,
legato nello stesso sito, nel collo, e ove nove mesi stette legato con una
nelle mani. É certo poi che si rileva catena, dipoi trovata da s. Balbi-
il pio costume di mandare in dono na r anno 1 26 nel pontificato di
a' personaggi più distinti la limatura s. Alessandro e data da essa a s.
I,
subito suir Esquilino volle innalzare sette sono del tutto simili a quelli
a s. Pietro un tempio , ovvero, se- della precedente, e del medesimo
condo la verità della storia, riedifi- lavoro, a segno che sembrano parte
cò il preesistente nel colle Esqui- della romana : gli altri quattro sono
lino , e perciò fu detto il titolo di più e alquanto diversi dagli
piccoli,
Eudossia. Essendo poi Pontefice s. altrilaonde questi possono credersi
,
Sisto III, meritò di vedere il mira- una porzione della catena, con cui
colo, di cui fa testimonianza il Ba- r apostolo fu stretto in Gerusalem-
ronio, cioè che tal catena nel porsi me dappoiché da queste catene
,
sue erudfte Notizie del carcere Tul- dò alla consorte di Oswio re dei
liano^ detto poi Mamertino, ove fa iiortumbri, scrivendogli: « Conju-
rinchiuso s. Pietro, e delle catene M gi, nostrae spirituali filiae, direxi-
con cui vifu avvinto prima del suo « mus crucem, clavem auream ha-
martirio, non solo dice che la li- « bentem de sacra tissimis vinculis
matura di esse fu racchiusa entro « bb. apostolorum Petri et Pauli ".
chiavi, ma anche entro crocette, e Costantino, creato Papa nell' anno
che le une e le altre furono d'oro 708 , inviò ad Eraldo arcivescovo
e di argento, non che entro qual- viennense, de Vinculis apostolorum.
che prezioso reliquiario , dicendoci S. Gregorio VII fece lo stesso do-
inoltre, che le chiavi nella forma nativo anche ad Alfonso re di Ca-
erano simili a quelle della confessio- stiglia, a cui scrisse: » Ex more
1 ,
;
berato. Dne anni dopo lo stesso il quale fiorì sotto Bonifacio Vili, nel
j
Pontefice tolse un anello delle stesse suo Ordinario s. rornanae ecclesiae,
catene, e lo inviò in dono al vesco- afferma in festo s. Petri non fie-
:
vo di Metz, giacché solevano i Papi hat concisto rium. Dal che pare che
donarne quando era seguito qualche questa festa anche in Roma fosse
miracolo. F. il Zaccaria, Storia let- riguardata a quei tempi come so-
,
profonda cavità difesa nella sua aper- coli . Finalmente si attribuì l'in-
d' invitare a mensa gli amici, locchè si affermi ancora a quell' epoca in
chiamasi volgarmente ferrare ago- parte sussistere, perchè i monaci
sto, come osserva l'Ugonio nelle Sta- basiliani, custodi del corpo di s. Ca-
zioni di Roma, p. 53, ed anche il terina, conferivano le insegne e il
fer ad Aiigustunij come io credo, da cavalierato ad alcun pellegrino, che
cui è venuto il cos'i detto Ferra gesto j prometteva osservare la castità con-
e non dai ferri delle catene di s. Pie- iugale, ed obbedienza a s. Basilio.
tro, di cui si celebra la festa, come V. Giustiniani, Historie cronologiche
pensò il Bernini, loco citato^ confutato degli Ordini equestri, pag. 2 e 1 i ,
recavano ne' luoghi santi di Palesti- fece anch' ella i solenni voti, ed ivi
na, e il sepolcro della loro patrona. rimase in fino a che fu fondato il
Aumentatosi numero di questi
il convento delle Clarisse di Bologna
cavalieri, elessero un gran maestro, delle quali fu la prima priora. Tut-
€ formarono in seguito anche delle te quelle virtù, che devono adorna-
commende. Professavano la castità re una più perfetta religiosa ,
era-
coniugale, e per due anni ciascuno no da lei possedute grado emi-
in
era obbligato alla custodia del sa- nente così, che il Signore la volle
gro deposito. L' abito consisteva in premiata anche in questa vita del
una tonaca bianca, e per insegna dono dei miracoli e della profezia.
portavano sopra esso gì' istromenti Senza pronunciare accertato giudi-
del martirio di s. Caterina, che con- zio sulla verità di quelle visioni e
sisteva in una mezza ruota armata rivelazioni, che a lei si vogliono at-
di punte taglienti, e traversala da tribuite ,
poiché in que- è facile
una spada tinta di sangue. Ma e- sto genere di cose, come ne avvisa
steso il dominio degli ottomani sul- Benedetto XIY ( de Canon. SS. )
VOL. X. ^7,
,
a^ CAT CAT
il cadere in fantasticherie , solo L' orazione e la solitudine costituì--
dii'emo ch'ella fu veramenle un'a- vano meglio delle sue delizie, ed
il
nima assai diletta al Signore, se aflinchè il suo cuore non fosse di-
anche al presente con un conti- viso fra la creatura ed il creatore,
nuo miracolo Egli si degna con- tenera ancora degli anni, fece voto
servarne fresche e palpabili le sa- di rimanersi vergine in tutta la vita.
cre spoglie, che si custodiscono col- Questa sua deliberazione costò a
la maggior pompa e devozione nel- lei non lievi, né brevi contrasti per
la chiesa delle Clarisse in Bologna. parte specialmente dei suoi genitori,
Morì il nono giorno di marzo nel che adoperarono ogni maniera di
i463 contando il cinquantesimo
, persuasione per indurla ad unirsi in
anno di età. Clemente Vili, nell'an- matrimonio. Ella, anziché mancare
no 159?., pose il suo nome nel mar- al suo votoj sostenne in pace ogni
tirologio romano. Clemente XI nel più duro travaglio, ed afline di stri-
1712 compi il processo della sua gnersi maggiormente a Dio, addop-
canonizzazione, che solennemente ce- piò le usate sue pratiche di devo-
lebrò, nella basilica vaticana; mala zione, e fu tutta nelle opere di
bolla non fu spedita che sotto Be- carità e mortificazione. Di soli quin-
nedetto JlIII, nel 1724. dici anni era già così avanti nella
CATERINA (s.) di Svezia. Fu via della perfezione, da non saper-
figliuola di santa Brigida e di Ul- si che più bramare e nel 365 , 1
rere si obbligarono a vivere conti- nio in varie guise, e con vari ten-
nenti, aiutandosi l'un l'altro nell'eser- tativi d'impurità la tentasse, e che
cizio delle virtù, e nelle pratiche di cadesse nelle più affliggenti desolazio-:
carità. Morto il padre di lei, si unì ni di spirito; ma Caterina, a mezzo
alla madre sua nel viaggio di Pa- della preghiera, dell' umiltà, della
lestina, anche di
e rimasta priva rassegnazione, e di una ferma con-
questa, per morte avvenutane in Ro- fidenza in Dio, ne riportò sempre
ma, ritornò in Isvezia, dove si fece felicissimi effetti. Fu singolare la sua
religiosa nel monistero tìi Watzen, carità verso i poveri, e l'ardente
di cui morì badessa ai 24 di mar- suo zelo per lo vantaggio dei pros-
zo i38i. Il martirologio romano simi , segnatamente riguardo allo
fa memoria di lei il giorno vigesi- spirito, sicché non può dirsi abba-
rao primo dello stesso mese. stanza quanto ella abbia giovato
CATERINA (s.) da Siena, nacque alla conversione dei peccatori, se ebbe
in questa città l'anno i347, ^^ a dire il Pontefice Pio II, che non
Giacomo Benincasa, discendente del- era possibile avvicinarsi a lei senza
la famiglia Borghese. Le belle do- tornarne migliori. Troppo lunga cosa
ti dello spirito e del corpo, che fi- sarebbe il narrare delle sue estasi,
no da fanciulla la adornavano, le de' suoi doni particolari , e dei mi-
meritarono il nome di Eufrosina. racoli da lei operati, e basterà ai
,
CAT CAT 2%
noslro intcìulimcnto averne fatto CATERINA V. e M. Di que- (s.)
solainenlc cenno. Fu fornita di lar- sta santa si può con certezza sa-
ghi lumi soprannaturali , e tanto ne pere soltanto, che nacque di stir-
sapeva innanzi nelle cose sacre, da pe reale, che fu dotata di rari ta-
tirarsi 1' invidia di alcuni dottissimi lenti, e ricca di tanta dottrina da
uomini di quell' età. Ebbe relazioni confondere un' intera assemblea di
di letteree di persona con Ponte- filosofi pagani, coi quali Massimino
fici,con sovrani, con Cardinali, e l'avea posta a disputa, e che coro-
sempre pel maggior bene della Chie- nò sua vita colla gloria del mar-
la
ed altre cose ancora, che le appar- più cupa tristezza, non fu per essa
tenevano. Fu dichiarata santa da che oggetto di spirituale delizia. Ri-
Pio II, nel i46r, e Urbano Vili ne chiamata a' dodici anni nel mondo,
trasferì la festa al giorno trenta di non fu però che abbandonasse gli
amile. usati esercizi di religione, ma per-
,ea CAT CAT
elle temeva le soverchie agiatezze CATERINA DI Gewova (s.) Tras-
del vivere la togliessero a poco a se i natali in Genova dalla celebre
poco dall' intrapreso cammino di famiglia Fieschi, de' conti sovrani
santità , volle , acconsentendovi il di Lavagna, verso l'anno i44^- 'A"t-
padre, ritirarsi ben tosto fra le do- ti ammiravano nella sua infanzia
menicane di Prato, nella Toscana, laperfezione della consumala virtù,
e presevi il velo, non compiuto per e l'eroismo più nobile nella severa
anco il terzo lustro dell'età sua. mortificazion di sé medesima. Ella
Quivi per due anni interi fu segno stessa ci fa sapeit, che nell' età di
a molte e svariate infermità che , dodici anni volea consecrarsi a Dio
sostenne con sovraumana pazienza; nello stato religioso ; ma l' obbedien-
e ritornata, come per
miracolo, a za piuttosto la condusse ad impal-
salute, non tralasciò ogni più rigida mare tre anni dopo un gentiluomo
penitenza , a purificare
suo cuore il genovese per nome Giuliano Ador-
da ogni terrestre affezione, per unirsi no. Dir non si può abbastanza quan-
più strettamente ai suo Dio. Umile, to ella sofferisse di tribolazioni in
obbediente, devota, era divenuta in quegli anni che visse col marito, e
breve luminoso esempio alle sue insieme non si può a sufficienza en-
sorelle religiose, ed oggetto di ve- comiare la di lei pienissima rasse-
nerazione a principi, a vescovi, a gnazione. Ravvedutosi Adorno dei
Cardinali, che in gran numero trae- faUi suoi, ed entrato nell' Ordine di
vano per visitarla. Fu maestra delle s. Francesco, Caterina si diede con
ctevaiio segni più manifesti, e spes- va indizi della santità più matu-
so ancora levala veniva in giocon- ra. Perduti i genitori in età assai
dissima estasi. Dopo kmga malattia tenera, si ricoverò presso un suo zio
e assai penosa, passò di questa vita materno, uomo di assai aspre ma-
a' 1 5 settembre i5io, in età d'an- niere, il quale volle occuparla nei la-
ni sessantatre. Diciotto anni dopo la vori della campagna, e nella custo-
sua morte venne dissotterrato il cor- dia della greggia. Carica di eccessi-
po di lei. e fu trovato incorrotto, e vo lavoro , non poteva attendere
fin da allora venne riguardata come agli esercizi di pietà in quel modo
beata. Clemente XII poi la cano- bramava, però sapea benis-
eh' ella
nizzò solennemente nel lySy, e Be- simo innalzarsi a Dio nel mezzo del-
nedetto XIV fece porre il nome di le sue occupazioni, e così del conti-
lei nel martirologio a' 22 luglio. nuo pascolava il suo spirito. Iddio
CATERINA Mattei (b.) Nacque permise, eh' ella fosse per qualche
a Raconiggi nel Piemonte l' anno tempo oppressa dagli scrupoli; ma
i4S6. Cominciò nella sua infanzia poi la grazia del Signore, e gli ot-
a gustare le dolcezze divine, colle timi consigli d' un buon sacerdote ,
quali Iddio l'andava disponendo al- che scelto avevasi per confessore, la
le più alte virtù. La sua vita è ri- liberarono pienamente. Neil' età di
piena di fasti, che danno a conosce- sedici anni si determinò a conse-
re con quale liberalità il Signore grarsi a Dio in qualche monistero.
versasse le sue grazie sopra quest'a- Per tale sublimissimo fine con eroi-
nima pura, e con quale fedeltà el- ca rassegnazione e fortezza sostenne
la vi corrispondesse. Il digiuno e le e vinse gli aspri trattamenti e le
austerità erano le sue pratiche or- contraddizioni, che le opponevano i
racoli operati nella sua tomlDa. An- diede a molte maniere di astuzie
zi a maggior incremento del culto per intieramente distruggere quel-
di lei. Pio VII, nel 18 19, permise la buona opinione. Dopo ventiset-
di farne V officio. La sua festa fu te mesi di noviziato fu ammessa
posta ai 5 di settembre. alla professione, la quale poi diede
CATERINA ToMAS (b.), cano- finead una accanita guerra, che le
nichessa regolare dell' Ordine di s. movea il demonio per distornela da
Agostino. Nacque nel i533 da no- quel santo divisamento. Fatta mo-
bili genitori nel territorio di Maio- naca , nulla lasciò desiderare alla
rica, una delle antiche isole Ealea- perfezione delle sue virtù. Era co-
ri. Era dotala di rara bellezza, ma sì amante della povertà che non
le eccellenti qualità dello spirito su- avea di suo se non il solo brevia-
peravano di gran lunga quelle del rio; cosi delicata nella purezza che
1 .
def monistero, vi si oppose con tal del mare,congiungendosi alla città per
foraa, che il vescovo ordinò si pas- mezzo di diverse opere, che la fian-
CAT 263
di i ne resero padroni , e
russi se antico delle chiese, in cui vi era da
la occuparono sino al trattato di ambo le parti un continuato sedile
Tilsit, ili cui fu restituita alla Fran- pei preti, inferiore in altezza a quel-
cia, ed incorporata alle provincie il- lo del vescovo. Tali sedie vescovili
liriche ; finalmente, nel i8i5, in si vedono in diverse antiche chiese
conseguenza del congresso di Vien- particolarmente episcopali. Dalla cat-
na, -venne l'idonata all' Austria. tedra vescovile la chiesa del vescovo,
La sede vescovile di Cattaro van- dopo il decimo secolo, si appellò Cat-
ta r origine nel sesto secolo sotto la tedrale (Fedì), ed in alcuni luoghi fu
metropoli di Spalatro; ma dopo la adoperata dai vescovi nel solo gior-
rovina prodottale dagli schiavoni, no, che prendevano possesso della
come fu restaurata, passò sotto la loro chiesa. Laonde tal vocabolo, che
giurisdizione di Antivari, finche il deriva dal greco, significa tanto sede
Pontefice Alessandro III, verso l'an- vescovile, che chiesa vescovile. Il
no 1180, la dichiarò dipendente Sommo Pontefice Urbano I , del
dalla metropolitana di Bari, come 226, decretò che la cattedra del
lo è ancora. La sua cattedrale, an- vescovo stesse nella chiesa matrice
ticoed elegante edifizio, è dedicata in luogo eminente, per dimostrare
a Dio sotto r invocazione di s. Tri- la di lui potestà di giudicare, di
fone martire. Il capitolo si compo- assolvere, e di condannare, e per-
ne di due dignitari V arcidiacono , chè da quel luogo il vescovo scor-
e r arciprete, con otto canonici, uno ga il popolo e il sorvegh, e quello
de' quali gode la prebenda di peni- veneri la maestà del prelato. Cosi
tenziere, oltre alcuni sacerdoti e chie- il Bernini, Istoria delle eresie^ pag.
rici addetti al culto divino. Nella 49. F. SEDIE.
cattedrale si conserva il capo di s, Nel concilio calcedonense la cat-
Trifone, che è il principale protet- tedra antiochena di s. Pietro, pi'es-
tore tanto della città, che della dio- so gli scrittori latini dicesi comune-
cesi, evvi la cura parrocchiale, che mente Sede vescovile, mentre nei
si esercita da un canonico, ed il primi tempi del cristianesimo le
cimiterio. L' episcopio è in buono sedi vescovili di maggiore auto-
stato. In Cattaro si trova ezian-^ rità e giurisdizione , si leggono
dio una chiesa collegiata, sotto chiamate Troni (Fedi), E trop-
il titolo della Beata Vergine Maria, po noto, che le antiche cattedre dei
oltre due conventi di religiosi, una vescovi, e di chiese illustri furono ,
dra del vescovo ha luogo non solo Dei drappi lama d'oro, e d'ar-
di
in una chiesa esente dalla sua giu- gento tessuti con seta coi colori bian-
risdizione, ma eziandio in una chie- co, rosso, e paonazzo, coi quaU si
sa ove abbia la cattedra un abbate ricuopre la cattedra o sedia ponti-
mitrato. Anche allora deve essere ficale , chiamata propriamente col-
altresì posta a destra dell'altare , e trina, si tratta all' articolo Gap-
dee avere un gradino più elevato pelle Pontificie , nella descrizione
di quella del prelato, che va collo- del trono papale.
cata alla sinistra. Sì deve cuoprire Si chiamò cattedra anticamente
la cattedra coi colori corrispondenti un pulpito, o luogo eminente, da
al rito, con istoiTa di seta, ma non dove il sacerdote parlava al popolo.
tessuta d'oro o di argento, ed i gra- Oggidì si applica ancora a quel luo-
dini devono ricuoprirsi di tappeti. go, donde i professori nelle univer-
Abbiamo che Sisto IV, nel i4<^i5 sità danno le loro lezioni ,
per cui
nei giorno sacro alla Cattedra di dicesi la cattedra della tal scienza,
s. Pietro (f^edi), fece ricoprire la facoltà, o studio. Il Du Mortier, in
cattedra di s. Pietro d' un panno Etyniol. graeca latin, verbo cathedra
d'oro, come riferisce il Volterrano, la definisce : lus et auctoritas le-
»> erano alla cima della perfezione". Accennammo Catte- ali' articolo
Seguendo poj il Wiseman l'opi- dra VESCOVILE [Vedi) la riverenza
nione di Lipsio sulla venuta in Ro- che nei primi secoli del cristiane-
ma sotto r imperio di Claudio, del- simo si aveva dai fedeli in conser-
la quale riparleremo in appresso, varle siccome occupate dai primari
aggiunge quanto segue: « Ci ha loro vescovi, e dove s' intronizzaro-
« un'altra circostanza, che vuoisi no poi i La Chie-
loro successori.
« qui particolarmente ricordare nel sa Romana non mostrò meno ve-
>y che facciamo questa
descrivere, nerazione verso il trono del suo
» cattedra che ha un' esatta
, e primo vescovo, conservandolo ezian-
» corrispondenza all' epoca del pri- dio r intronizzazione dei suc-
per
>ì mo viaggio di s. Pietro a Roma. cessori lui ed il Wiseman ne
di ,
PONTIFICI A M SEDEM
. A
PETRI MAJORIBVS. . .
INTER ANTIQVAS ET
. VENERAB RELIQVIAS . . .
ASSERVATAM
FRANCISCVS DE . ALBITII CANONICVS
. .
vera la loro falsa legittimità; rito zione de' fedeli, i quali facevano a
ed uso che durò sino a Clemente gara per arrivare a baciarla con
V, il quale eletto nell'anno i3o5, riverenza, e toccarla con alcuni na-
mentre dimorava in Francia, chia- stri di seta, cingoli e cordoni , che
mati colà i Cardinali, si fece corona- divotamente custodivano con gran-
re in Lione; laonde dacché, nell'an- de diligenza, e credendoli , come
no 1877, Gregorio XI restituì la narra Grimaldi In Catal.
il Reli-
residenza pontificia in Roma, dopo quiar. p. 60, molto utili ed effica-
il soggiorno fatto in Avignone, non ci per la felicità dei parti. 11 Tor-
osarono i Pontefici piìi sedervi, la- rigio a p. 563 racconta ciò, che
sciandola soltanto alla venerazione pratica vasi nell'esposizione della cat-
del popolo, perlochè essa venne ve- tedra. Il canonico Benedetto poi nel
nerata in diversi luoghi della basilica tom. II Miis. iial. in Ord. XI , p.
vaticana, nella quale si presentava i33 dice che il Papa, quando si
dire dal 1 663 in poi, colla spesa ti autori, Francesco Maria Febei,
di diciassettemila scudi, oltre otto- Dt^ identilate Catlicdrae in qua s.
mila, dati air architetto pel disegno. Petrus prinium sedit, et de anti-
/^. il p. Bonanni, che ampiamente quilate, et praestantia solemnitatis
ne tratta nella sua Templi Vatica- Cathedrae romanae , Dissertatio _,
do riusciti alquanto piccoli. Quindi heni Romani, nella Bibliot. del Roc-
avendo collocali i nuovi modelli al caberti, toni, 17.
270 CAI CAT
scovo. Era poi ben giusto, che i
Della festa Mia Catirdra di s. cristiani facessero lutti gli anni ri-
Pietro in Roma. membranza della fondazione della
Chiesa romana, eh* è la madre co-
Era riserbato al principe degli mune di tutti i fedeli, mentre Tan-
apostoli il dover piantare Ja lède niversario de' vescovi celebrasi dalla
in una cittìi, la quale, secondo i di- sola loro diocesi.
vini disegni, non per aitilo aveva La festa pertanto della Cattedra
esteso cotanto la sua possanza, che di s. Pietro è notata esem- in un
per agevolare la promulgazione del plare del martirologio attribuito a
vangelo; città che, dopo essere sta- s. Girolamo; e si legge nel sermo-
per queir avanzo dell' antica usanza nuta in Roma di s. Pietro, toglieva
di celebrarsi ogni anno sì T anni- al Sommo Pontefice il primato, che
versario della coronazione dei Som- dal medesimo s. Apostolo derivò ai
mi Pontefici, sì quello della con- suoi successori. F. Sandini, Dispu-
sacrazione, od ordinazione d'ogni ve- talio III:, ad Vit. Ponti/. De Cath.
,
si lavorasse in tal giorno, piò co- in una lettera scritta nel principio
stume il quale durò poco tempo, del secolo V ad Alessandro vescovo
come osserva il Febei, De idenlit. d'Antiochia, presso le Lettere de Pa-
Cath. p. i58. Quindi dal pontifi- pi^ raccolte dal p. Constant, pag»
cato di Paolo IV in poi, ebbe ori- 84^5 chiama gli antiocheni condi-
gine la cappella della Cattedra di scepoh della sede Apostolica: Apo*
s. Pietro [Vedi), prima nel palazzo stolicae sedis condiscipulos primos.
apostolico, e poi nella basilica vati- Non v'hanno sicure notizie sulla
cana. Osserva il Piazza nel suo E- sedia, o cattedra
adoperata da s.
merologio di^ Roma, t. i p. 54, che Pietro in Antiochia; solo leggiamo
J
anticamente era tal festa sì solenne, nel Torrigio, Sagre grolle^ p. ^67,
che per celebrarla col Papa concor- che s. Pietro in Antiochia mutò in
revano in Roma molli vescovi, dap- chiesa la casa di Teofilo, e che vi
poiché non solo rinnovavasi la me- collocò la sua santa sede e cattedra,
moria dell' arrivo di s. Pietro in la quale, secondo qualche autore,
Roma, ma della suprema potestà citato dal Torrigio, fu trasportata
concessa a lui da Cristo. Scrive poi in Roma. Abbiamo
poi da Carlo
! Eusebio, che in questo giorno Co- Bartolomeo Piazza, Èmerologio di
stantino imperatore fece pubblicare Roma, i. T, p. 1 5o, che parte del-
in Milano quel celebre editto con la cattedra Antiochena si conserva
'* diti, due versetti del Rorano. il quale lo fece doppio maggiore,
M Altri la tengono per un trono e aggiunse all' ufficio divino che si ,
in Roma
ed in Antiochia, che ram- deve esservi un capitolo con digni-
mentano le due città, in cui questo tà ; vi si pubblicano coloro, che vo-
primo sommo Pontefice presiedette gliono prendere gli ordini sacri, vi
ad un'adunanza di sacerdoti. Da ciò si celebrano le esequie del vescovo
si rileva non doversi confondere le defunto, oltre altre funzioni ; e nel
antiche cattedrali colle presenti ,
tempo pasquale, i pellegrini e fore-
mentre una volta la parola chiesa stieri vi possono adempiere il pre-
non significava altro che radunanza, cetto.
non avendo avuto templi i cristiani Tocca poi al vescovo di fornire
avanti Costantino imperatore, come la cattedrale di sacri paramenti ed
si legge nel Hìerolexicon del Ma- arredi , specialmente per l' uso dei
cri, tom. I, pag. 2i4 alla voce Ca- pontificali , come decretò Urbano
thedralìs. Di fatti nei primi secoli Vili a' 16 settembre 1624, e con-
della Chiesa si contavano si frequen- fermò a' 27 aprile 1626. A tale
ti le cattedrali, che non solo si era- oggetto nelle provviste dei vesco-
no erette in ogni città, ma ezian- vati s' impone ai novelli vescovi
dio nelle terre, per cui i padri dei l'obbligo di risarcire e rifabbricare
concilii Laodiceno e Sardicense fu- la chiesa cattedrale, e il palazzo ve-
rono costretti a rimediare a tale scovile, per solito contiguo alla me-
abuso ; e lo stesso Carlo Magno desima cattedrale, come ancora di
nell'anno 789, ne' suoi Capitolari, fornire la sagrestia di essa delle ne-
Reg. Frane, tom. I, pag. 220, n. 19 cessarie suppellettili sacre. L' erezio-
edit. Baluzii, rinnovò il decreto dei ne poi delle chiese cattedrali viene
canoni laodicensi. fatta dal sommo Pontefice per mez-
La cattedrale, come chiesa prin- zo della sacra congregazione conci-
cipale, chiamata anche Duo-
fu storiale , al paro delle unioni con
mo ( Vedi ) casa o luogo di ora-
, altre cattedrali e delle dismembra-
zione j ed il Bergier alla parola Cat- zioni loro. Essendo talora due chie-
tedrale, che appella eziandio chiesa se unite con una cattedrale, per cia-
vescovile di una diocesi, aggiunge, scuna vi risiede alternativamente il
to il quale deve
, essere cattolico si riduce a collegiata, e rimane sen-
vale a dire interamente conforme za vicario generale. V. Vescovati e
alle dottrine della Chiesa cattolica Diocesi.
insegnate dai concilii generali, e dai CATTEDRATICO ( Cathedraii-
Pontefici romani. Conformemente cum ). Diritto, censo, tributo, o ri-
VOL. X. 18
2 74 CAT CAT
cognizione, che pagavano ogni anno ha insegnata senza mescolanza, e
i chierici al pro]>rio tcscovo per senza alterazione. IV. L'universalità
sostentamento della cattedra, cioò delle persone d'ogni sesso, d'ogni
della dignità episcopale. Questa pen- età e di qualunque condizione, che
sione si chiamava anco Synodlcon, sono entrate nel suo seno. Dicesi poi
sinodatico, ed era in uso in molte Cattolica la vera Chiesa, e di fjuesto
diocesi. Vero è però, come leggiamo nome si fregiano i paesi, e le assem-
nel Macri , Notizia da' vocaboli ec- blee dei fedeli. La cattolicità è uno dei
clesiastici, che Synodaticum significò caratteri essenziali alla vera Chiesa,
pure tanto il sussidio che sommini- e questo carattere trovandosi nella
stravano vescovi al loro metropo-
i sola Chiesa Romana , essa adunque
litano per le spese necessarie a ce- è la vera Chiesa. San poi Padano
lebrare il sinodo provinciale, quanto vescovo di Barcellona, parlando nelle
il sussidio, che somministrava il clero sue lettere a Simproniano delle ere-
al rispettivo vescovo pel sinodo dio- sie insorte nella Chiesa da Simon
cesano. In quanto poi all'origine del Mago fino ai novaziani, dice che il
844 rilevasi, che apparteneva al ve- rampi osserva nelle sue Memorie,
scovo di ricevere questo diritto in pag. 3?, con alcuni esempii, che si
sa, e la sua credenza. II. L'univer- Christianus mihi nomen est, Catho-
salità dei tempi, nei quali essa ha licus vero cognomen. Osserva il Ber-
sussistilo, e ne' quali sussisterà. III. nini, Istoria delle eresie, pag. 20,
L'universaUlà della dottrina, ch'essa che i seguaci di Gesù Cristo si chia-
CAT CAT 275
marono primieramente fratelli^ o CATTOLICO. Titolo ecclesiastico.
frati j poi santi^ credenti ^ fedeli L'onore del nome cattolico mosse a
( Fedi) 3 Jessaeìj o Gesuani, da prenderlo i patriarchi o primati di
Gesù Cristo, Nazareni dagli ebrei, oriente ,perchè cattolico era un
il
> tamia occupata allora dai persia- capo ecclesiastico di tutta quanta
» ni, coi loro vescovi ed ecclesiasti- una nazione, quindi essi non solo il
> ci , vi sparsero la loro eresia , e loro capo generale nominano cat-
» moltiplicatisi ebbero un vescovo tolico, ma pure queUi di tutte le
cui da principio chiamarono Cat- altre nazioni, come si rileva dai lo-
tolico , e poi patriarca , il quale ro antichi scrittori: ed è perciò che
inviando da per tutto missionari, per distinguere il Romano Pontefi-
guadagnò alla sua setta moltissi- ce qual capo generale non solo del-
ma gente, sì pel favore dei re di la sua nazione, ma ancora di tutte
Persia^ che odiavano i romani e le altre, lo nominano Cattolico dei
la come per quel-
loro religione, Cattolici, come si può vedere presso
maomettani, i quali
lo de' principi Fausto Bizantino storico antico del
furono da lui coltivati. Conqui- quarto secolo.
stata dai maomettani la Persia CATTOLICO. Titolo di onore
confermarono ai cattolici o patriar- principesco. Questo fu conferito dai
chi dei nestoriani tutta la loro Sommi Pontefici ai re di Spagna,
autorità, la quale era vastissima. chiamandoli per eccellenza cattolici,
Indi questi cattolici trasferirono a cagione della loro benemerenza e
la loro sede a Bagdad, e si usur- zelo per la religione di Gesù Cristo,
parono la giurisdizione sopra gli nonché per la loro devozione alla
ortodossi, e sopra i giacobiti me- Santa Sede, ed al romano Pontefice.
desimi, venendo sostenuti dai ca- Né manca chi dice avere Papi i
gli altri cristiani , che trovandosi giunge che i re de' longobardi Luit-
ridotti senza chiese, e sacerdoti, prando ed Ariulfo, fra i loro titoli
erano senza accorgersi costretti ad ponevano anche quello di Cattolico,
impegnarsi nella comunione coi ma che poi divenne giustamente un
CAT CAT 277
particolare attributo stabile dei mo- nando V ed Isabella , conferì ad essi
narchi delle Spagne, dopo che Fer- il titolo di Cattolico nel 1492 dopo
dinando V, detto il Cattolico j espul- la conquista di Granata, titolo con-
regno i maomettani, prov-
se dal suo fermato loro nel 1496 dal succes-
vedendo alla perpetua conservazione sore Alessandro VI. Per questa con-
della religione cattolica in tutti i ferma, il titolo di re Cattolico restò
suoi vasti dominii. perpetuo ed ereditario nel re Fer-
Prima sì glorioso titolo fu per- dinando, non meno che nei re suoi
sonale nei re di Spagna, quindi re- successori. T^. Raffaele di Volterra,
stò ereditario nei successori loro. 11 GeographiaCj lib. II, cap. 12, e Gio-
primo a portarlo vuoisi essere stato vanni Mariana , De reb. Hispaniae ,
il re Recaredo I, in premio di aver \\h. XXVI, cap. 12, pag. 209. Sono-
spandesse lo strascico della cappa lembo della veste del primo. Non
da un cappellano sacerdote, o chie- si suole però sostenere la veste
rico della famiglia del Cardinale, Cardinalizia dal caudatario avan-
donde ebbe origine T uffizio di cau- ti il ss. Sagramento, né innanzi
datario.V. Cappa dei Cardinali. il Sommo Pontefice, in segno di
Questo medesimo costume di far come avverte il citato Bo-
riverenza,
sostenere la coda della veste Car- nanni a pag. 44 1- aggiunge il Pi-
dinalizia, come si legge in un mss. scara, nella sessione V, cap. i3 del
della biblioteca vaticana, citato da suo Cerimoniale, che il caudatario
un cerimoniale, si praticò anche in abito talare sostiene la coda ogni
da persone di minor grado e
altre volta che il vescovo si reca alla
condizione, particolarmente quando chiesa, ma al Cardinale sempre,
la curia romana era stabilita in A- vale a dire quando usa la sottana
vignone; dappoiché gli arcivescovi colla coda e che quando il vesco-
;
trava con un altro Cardinale, seb- anco caudatarii, locchè deve dirsi an-
,
893 ; Istorica relazione del mira- Caudine illustrate con due ap-
bile scuoprimento seguito nel i53o pendici. Due minori villaggi poi
della miracolosa immagine di Ma- situati verso i due opposti ingres-
ria ss. della Purità in Borgo, cu- si della pianura col loro nome
stodita dal yen. collegio de' re ver. comune di Forchia ricordano il
cappellani caudatari de' R.mi Car- romano che non andò in-
disastro ,
sotto al giogo, cioè a dire due fia ranno Massimo, dopo aver rovinato
laucie attraversate da una terza a e distrutto la maggior parte delle
guisa di forca, difilandovi tutti i città del regno di Napoli, si avvici-
soldati disarmati, nuda, colla testa nò a Macrinaj ma gli abitanti pre-
e le mani legale di dietro in seguo si da grande spavento fuggirono ,
sciuto siccome il fondatore della cit- monaci, i quali indussero nel i5i4
tà di Cava, il che vuoisi avvenuto Leone X a sopprimere la delta cat-
verso l'anno io8o. tedrale, ed a trasferire questo titolo
S. Gregorio VII, ed Urbano II e la sede vescovile nella vicina città
principalmente arricchirono di pri- di Cava, distante dal monistero un
vilegi e prerogative la congrega- terzo di lega, stabilendo nella chiesa
zione Cavense , onde ampia ne di- dedicata alla Visitazione della bea-
venne la giurisdizione. Abbiamo tissima Vergine un primicero, con
inoltre, che lo stesso Urbano II nel alcuni canonici, ed aggiudicando lo-
1092 non solo consacrò la basilica ro delle rendite sui beni dell'abba-
della ss. Trinità della Cava, ma zia, coH'opportuna giurisdizione sulla
tolse monistero dalla giurisdizio-
il città e diocesi, che sottopose imme-
ne del vescovo di Salerno. Quindi diatamente alla santa Sede.
essendo morto nel pontificato di L' abbazia, ed il magnifico moni-
Pasquale II l'antipapu Clemente III, stero delia ss. Trinità tuttora fiori-
uno di quelli che gli successe nello scono, ed è assai celebre la sua insi-
scisma fu l'antipapa Teodorico ro- gne biblioteca, e fino dal i585 fu
CAV CAV 'jBi:
lar cura di Avignone e del contado forze maggiori per le compagnie an-
Venosi no, fìi sollecito d' istituirvi la date a Sisteron, dopo avere gli eretici
legazione apostolica , sotto di cui preso di là dal Rodano i luoghi di s.
che nel 1284 sedeva su questa se- succedere Nicola Giovannacci di Ba-
de col consenso del prevosto, del sa- ri. Ma estinto lo scisma da Marti-
grista, del precentore, e degli altri no V, prepose a governare questa
canonici, permutò la casa di Buon- chiesa il suo Guglielmo
cameriere
passo nella sua diocesi, coi cavalie- 111. Dipoi Paolo 1466, fece II, nel
ri ospitalarii gerosolimitani, colla vescovo Thossano Caveriis da Vil-
chiesa di Terni s. lanova, già professore carmelitano
Fihppo di Cabassole, di nobile fa- dottore, consigliere, e confessore di
miglia di Cavaillon, da arcidiacono Giovanni duca di Bourbon e d'Au-
e prevosto della cattedrale, venne vergne. EgU ordinò in miglior for-
, 6
III, nel loro solenne possesso alla valcata coi Cardinali vestiti di sot-
basilica lateranense. Il perchè nella tana, rocchetto, mantelletta, e moz-
sua eruditissima Storia de^ solenni zetta del colore corrente, cioè rosso
possessi dei Sommi Ponte/lei^ Ro- o violaceo. Di colore paonazzo in al-
ma 1802, incomincia da Leone III, cune funzioni, e per alcune cappelle,
fino a Pio VII la descrizione di tal come quelle pel primo giorno di
funzione^ con tutte le cavalcate col- quaresima a s.Sabina, e nella dome-
le quali furono presi, funzioni ese- nica IV di quaresima, era pure la
guite splendidamente, con apparato valdrappa dei prelati, primarii fami-
il pili augusto, decoroso ed impo- gliari, principe assistente al soglio ec.
nente, di che per noi si diede una Di ciò si tratta agli articoli rispet-
idea all' articolo Cappelle Pontificie tivi. La terza cavalcata, la maggio-
§ VI capo li nuni. 3. Però non si re e la più solenne, era quella
deve qui tacere, che avendo traspor- del possesso, qualche pic-
e con
tato Clemente V la residenza ponti- cola variazione quella per le cap-
fìcia in Avignone, Innocenzo VI, ivi pelle della ss. Annunziala, e per
eletto nel i352, non volle fare la quelle di s. Filippo, della Natività
solenne cavalcata per la città dopo diMaria Vergine, e di s. Carlo ;
la coronazione, all' uso de' suoi pre- ma della prima ne trattammo nel
decessori, per evitarne la pompa, luogo citato di sopra, e delle altre
imitandolo 1862 l'immediato
nel al medesimo articolo Cappelle Po]f-
successore Urbano V, che ricusò di TiFiciE § VI numero i. In esse il
comparire in cavalcata in Avignone, Papa soleva cavalcare un cavallo bian-
benché tutto già fosse preparato, co coperto di valdrappa di velluto
tanto per l' avversione che aveva al rosso trinato d'oro, vestito di sot-
fasto, quanto perchè riguardava la tana bianca, fascia, falda, rocchetto,
dignità pontificia come esihata al di mozzetta di raso, o di velluto ros-
là dei monti, mentre era in Avi- so, secondo i tempi, stola preziosa,
gnone. e cappello in testa, se pure non an-
Inseguito stabiliti più regolarmen- dava in lettiga, o sedia. Se inter-
te i cerimoniali (non essendovi fuso veniva alcun sovrano, esercitava esso
delle carrozze (Fedi), le quaU s'in- r uffìzio di staffiere, e palafreniere,
trodussero in Italia solo dopo la me- uffizio che in sua vece veniva eser-
tà del secolo XV, e nei primi del se- citato dal principe assistente al so-
colo XVI, ed appena anzi verso il de- glio,,o dal senatore di Roma, o dai
clinar di quel secolo cominciarono conservatori, o dal priore dei capo-
in Roma a rendersi cornimi), le ca-^ rioni, ed anticamente dal prefetto
valcate aveano luogo in tutti i siti di Roma.
ove il Pontefice si recava col sacro Quest'ultima cavalcata, e precisa-
Collegio, prelatura, corte e famiglia mente quella del possesso, e quelle
^
corte. Rimase però 1' uso di fare la p. i65 della Corte di Roma al ca-
cavalcati pontificale coi paramenti po XX, descrive la grandiosa ca-
sagri,per la sola funzione del pos- valcata del solenne pojssesso.
quale trovasi anche descritta
sesso, la Il Sommo Pontefice talora ha ca-
nel Cerimoniale romano, lib. i. tit. valcato anco coi sovrani, e cogli im-
2, e da Giovanni Battista Gattico , peratori, come si vedià a' loro luo-
Acta selecta Caeremon. S. R. E. par. ghi : anzi dopo averli solennemente
I pag. 379; ma questa pure si tra- coronati in s. Pietro, l' imperatore, e
lasciò, essendo stato 1' ultimo Leone ilPapa montavano a cavallo. L' im-
X a prenderlo con tal formalità. peratore col manto e la corona in
Tuttavolta, e presso a poco, tutto il capo gli reggeva la staffa, e gli ad-
resto della cavalcata proseguì a farsi, destrava per alcuni passi il cavallo;
cavalcando il Papa colla mozzetta e e poi montando anch' egli a caval-
stola, e i Cardinali con vesti e cappe lo si poneva alla sinistra del Pon-
rosse e cappelli pontificali, i prelati tefice accompagnandolo fino a Ca-
coi raantelioni paonazzi, e cappelli stel s. Angelo. Giunta quivi la ca-
vette dalle mani del Papa la coro- senza cimiero, con otto staffieri ve-
na ferrea, come re del regno lom- stiti di drappo. Quindi procedeva-
bardo, o italico, e poi nella fe- no i seguenti : Giulio Cesarini ro-
sta di s. Mattia a' 24 tli detto me- mano popolo roma-
col vessillo del
se, si celebrò solennemente nella va- no, vestito di tela d' oro su cavallo
sta basilica di s. Petronio la gran coperto di raso paonazzo con dodici
funzione della coronazione, dopo la staffieri ; Guido Rangoni con soprav-
quale Clemente VII e Carlo V col veste di seta bianca, col vessillo del-
seguito delle loro due corti, con i- la santa romana Chiesa ; d. Giovan-
tore in Bologna, ed ivi nel corren- gonfalone di essa con croce rossa in
te anno pubblicata con note erudi- campo bianco. Vestito era egli di
tissime del eh. Gaetano Giordani, il livrea di broccato, ed i suoi staffie-
quale a p. 22 tesse il catalogo delle ri Seguivano i ca-
di raso bianco.
descrizioni di questa coronazione e vallio chinee coperti di nobili bar-
cavalcata, e conferma la promessa dature riserbate per uso del Pon-
di stampare il libro da lui compo- tefice , condotte a mano dai pala-
sto, intitolato : Della venuta e di- frenieri ; quattro camerieri d' onore
mora del Sommo
Pontefice Clemen- vestiti dicappa con berretta in ca-
te VII Bologna per la Corona-
in po a con altret-
cavallo, sostenendo
zione di Carlo V imperatore cele- tante verghe rosse i quattro cap-
brata Vanno i53o. Cronaca co/i pelli pontificali; quattro trombetti a
documenti, note ed incisioni. cavallo nobilmente vestiti con trom-
Aprivano la cavalcata i gonfalo- be adornate di bende coli' aquila
nieri o tribuni della città di Bolo- imperiale ; il suddiacono pontifìcio
gna a cavallo con abito di cerimo- con piviale sopra il rocchetto, e
nia, preceduti da alfieri, che a piedi cappello di color ceruleo , che su
sostenevano le insegne di quel po- mula nobilmente bardata sosteneva
,
prezioso triregno papale; buon nu- quale spargeva fra il popolo mo-
mero di torcie accese innanzi , ed nete d' oro e d'argento, ovvero du-
intomo del ss. Sagramento, portate cati coir effigie dell' imperatore da
da uomini a piedi; un palafreniere una parte, e l'epigrafe carolVs
con sopravveste rossa, che guidava a QviNTvs iMPERATOR, c dall'altra e-
mano una chinea bardata di broc- ranvi colonne d' Ercole col mil-
le
cato d'oro, su cui era decentemente lesimo in mezzo, cioè mdxxx. Caval-
colloaita una nobile custodia che , cava quindi il sacro Collegio de' Car-
1-acchiudeva la ss. Eucaristia, la quale cappa magna, e cap-
dinali vestiti di
vcdevasi dai trafori della custodia ;
pello pontificale su muli nobilmente
cittadini bolognesi vestiti coi loro bardali, procedendo secondo i loro
abiti solenni, i quali col capo sco- ordini ; quattro gran principi caval-
perto sostenevano le aste del bal- cando cavalli nobilmente bardati
."
dacchino di broccato con quattro colle insegne imperiali, cioè Bo- : i
me vesti d'oro e di argento, tra' qua- lippo de' duchi di Baviera elettore
li marchese d' Astorgio con una
il del sacro romano impero , che ve-
veste, che fu stimata valere cinquan- stito del manto, e corona ducale,
ta mila scudi, e che aveva il bava- sosteneva globo, o pomo impe-
il
peratore, vestito degli abiti conve- le dei Cardinali, e sino dal possesso
nienti alla dignità , e alla seguita di Gregorio IX, preso nel 1227,
solenne funzione colla . corona pre- abbiamo che i Cardinali vestiti di
ziosa in capo ornata di ricche gem- porpora in esso cavalcarono. Anzi
me, su cavallo magnificamente bar- Innocenzo IV, immediato successore di
dato, camminava alla sinistra del Giegorio IX, non solo concesse a'Car-
Pontefice, in egual linea, e sotto il dinali il cappello rosso, ma comandò
medesimo baldacchino nobile, che loro di andare per la città dome-
serviva di trono portatile ad ambe- sticamente a cavallo, essendo stati
due, e eh' era appoggiato a quattro soliti i Cardinali fino a quel tempo
aste sostenute dai senatori bologne- di andare ordinariamente a piedi
si del numero di quaranta. per umiltà e moderazione. F. il
Indi cavalcavano: il ministro de- Marangoni Thesaur. Paroclior. lib.
stinato a portare la mitra pontificia I, cap. 23 p. 89. Quindi Paolo II,
fra due camerieri segieli ; Enrico di volendo accrescere le prerogative dei
Nassau, vestito nobilmente col toson Cardinali, nel i465, accordò loro l'uso
d'oro pendente dal collo su cavallo delle gualdrappe di scarlatto rosso
pomposamente bardato; molti arci- per le loro mule nelle cavalcate
vescovi e vescovi su cavalli decen- nelle quali incedevano in cappa,
temente bardati in cappa magna e cappuccio, e cappello pontificale,
cappello pontificale; altri prelati non mentre finimenti della mula erano
i
vando Giulio III, appena eletto nel e quindi con cavalcala pubblica dal
i55o, e celebrandosi in quell'anno convento di s. Maria del popolo,
l'universal giubileo, per decoro della si recava nella mattina del conci-
dignità Cardinalizia, ordinò al sacro storo pubblico, al palazzo quirinale,
Collegio di cavalcare, particolarmen- o valicano, ove risiedeva il Papa, per
te alle cappelle e concistori, come ricevervi il cappello Cardinalizio. Da
prima praticavasi. Ciò per altro fu tale cavalcata talora dispensarono i
con quella ecclesiastica maestà, che Nella mattina poi del concistoro
movendo tutti a riverenza cotanto , pubblico, il nuovo Cardinale in roc-
piacque al possente imperatore Carlo chetto ed abito del colore corrente,
V. Avendo detto altrove 1' autorità, colle carrozze a coda senza fiocchi,
ch'esercitavano i Cardinali [Vedi), e con bandinelle tirate , andava al
allorché procedevano in cavalcata convento degli agostiniani di s. Ma-
al palazzo apostolico, aggiungeremo ria del popolo, prima dell'arrivo
poi qui, che quando nel pontificato degli altri Cardinali ,
quindi subito
di Clemente VII l'esercito imperia- assumeva la cappa paonazza, aven-
le, nel i527, prese Roma_, siccome do deposta la mozzetta e mantel-
composto per la maggior parte di letta, e preceduto dalla sua famiglia,
tamburi del senato romano a pie- ma sopra di essa col cappello, che
di, altrettante trombette de' caval- usava prima del Cardinalato, come
leggieri, e due mazzieri pontifìcii a dicemmo. Appresso cavalcava la pre-
cavallo; indi seguivano i guarda- latura secondo l' ordine della sua
roba, e valigieri di ogni Cardinale preeminenza, precedendo i più de-
che cavalcava, portando sull'arcione gni, e cavalcando mule con gual-
della sella la valigia ricamata collo drappe paonazze e nere, vestiti col-
stemma gentilizio del proprio pa- l'abito ordinario prelatizio, e con
drone. Succedevano i gentiluomini cappello semi-pontificale quelli che
dei principi, degli ambasciatori, dei ne godevano l'uso, ovvero col cap-
Cardinali , e in ultimo quelli del pello usuale. Chiudevasi la cavalcata
novello porporato, non che quelli dagli avvocati concistoriali. Veniva-
dei baroni, e cavalieri romani. Indi no di poi le carrozze del nuovo
cavalcava il capitano della guardia Cardinale co' fiocchi rossi, messi ai
svizzera pontifìcia , circondata da cavalli, appena incominciava a cam-
quattro svizzeri a piedi con alabar- minare la cavalcata. Giunta que-
de; i mazzieri de' Cardinali colle sta al palazzo abitato dal Papa , i
1646, pag. 287, ed il Catalano, A Roma, noteremo qui: i.** che al-
Ceranoniale romano, tomo I, pag. lorquando il Pontefice Urbano V
352 e ?>^^^,^ ove spiega l'ordine, che nel i365 si trovava in Roma, fu
osserva vasi allorché il Papa con visitato da Giovanna I regina di
solenne cavalcata recavasi alla visi- Napoli, la quale cavalcò per la cit-
ta di qualche chiesa. tìi insieme coi Cardinali ;
2.° che
Su questo argomento è a vedersi quando nel 1 4^2 si condusse in Roma
J'articolo Cappello Cardinalizio, ove r imperatore Federico III coli' im- ,
regia carrozza, e giunti alla villa, nea pure guarnita di velluto tur-
trovarono che la regina li attende- chino, sulla quale montò la regina
va a pie' delle scale, uscendo loro in mezzo due Cardinali legati,
ai
incontro sino alla porta. Esauriti che già avevano assunto gli abiti
gli scambievoli uffizi, i legati pren- lunghi e le cappe; e preceduta in
dendo la regina in mezzo, ascesero cavalcata dal menzionato corteggio,
la carrozza del Pontefice , arvian- cui facevano parte in copioso nume-
dosi verso Roma, ove in mezzo ad ro cavalieri, si avviò per la porta
innumerabili torcie accese, giunsero a Flaminia, ove era attesa dal sacro
tre ore di notte. Quindi la regina Collegio a cavallo, essendo i Cardi-
fu presentata ad Alessandro VII. nali vestiti colle cappe e cappelli
Essendosi poi stabilito il giorno pontificaH. Il Cardinal Barberini, sic-
dicembre pel solenne ingresso in
9.3 come il più antico, fece alla regina
Roma della regina, il conte David in nome de'suoi colleghi un analogo
3o4 CAV CAV
complimento; ed essendo in quel insigniti di qualche grande ufficio
luogo terminato l'ufiìzio dei Cardi- nella romana corte, come di vice
nali legati, presero quello, che loro cancelliere, camerlengo , peniten-
conveniva nella cavalcata ^ e la re- ziere maggiore decano , del sa-
gina dopo tutti i Cardinali fu posta cro Collegio, e simili; che non
in mezzo dei Cardinali Orsini e dei Cardinali per nascita e per
Costaguti, siccome più anziani del- meriti distinti. Dice di più, die in
l'ordine dei diaconi. tali funerali i famigliari pontificii
Arrivata la cavalcata al Vatica- cavalcavano fino alla porla della
no, i Cardinali lasciarono la regina chiesa , e quindi si restituivano al
per andare nell'aula concistoriale a palazzo apostolico ; che se ac-
rna
rendere ubbidienza al Papa, rima- compagnavano il Cardinal decano,
nendo con essa i soli Cardinali de o altro principalissimo
porporato,
Medici , e Sforza, coi quali sali alla discendevano da cavallo, entravano
basilica di s. Pietro, ricevuta da in chiesa, e si trattenevano nel coro,
quel capitolo; e dopo aver adorato finche il clero terminava di cantare
il ss. Sacramento, esposto sull'allare le preci sul cadavere, e quindi se
maggiore, fu condotta al contiguo ne partivano.
palazzo apostolico, ove fu incontrata Questo cerimoniale si osservò sino
dal maggiordomo, da otto vescovi agli ultimi del secolo decorso, dap-
assistenti al soglio, dal maestro del poiché il Cancellieri, che pubblicò le
sacro ospizio, e dai due Cardinali sue Cappelle nel 1790, parlando a
Orsini e Costaguti , co' quali avea pag. 326 delle esequie de' Cardinali,
cavalcalo. Quindi entrata nella sala soggiunge che diverso era il traspor-
concistoriale tre volte si genuflesse to alla chiesa dei cadaveri dei Car-
in vedere Alessandro VII, e perve- dinali vice-cancelliere, camerlengo,
nuta al soglio ove sedeva, gli baciò decano e del penitenziere maggiore,
il piede e la mano, e con brevi perchè questi venivano portati di
parole scambievoli ebbe termine la giorno sopra un magnifico letto con
cerimonia. grandiosa pompa funebre, attorniati
dalla guardia svizzera, preceduti da
Cavalcata pel trasporto dei cada- tutte le confraternite, e seguiti dal
veri dei Cardinali^ decano del maggiordomo colia camera segreta,
sacro Collegio i vice cancelliere, dai vescovi assistenti al soglio, dai
camerlengo^ e penitenziere mag- chierici di camera , che incedevano
giore. su cavalli bardati a lutto, e col cor-
teggio delle carrozze nobili del Car-
Parlando il Sestini al capo XXIV, dinale defunto, nelle quali eranvi i
verso il fine, del rito antico delle di lui famigliari in abito lugubre.
esequie de' Cardinali, dice che il Certo è, che l' ultima cavalcata fu-
Papa soleva mandare la sua fami- nebre pei Cardinali decani, fu quella
glia in cavalcata ad accompagnare del Cardinal Carlo Alberto Guidobono
i cadaveri dei Cardinali capi d'or- Cavalchini, decano, che morì a* 12
dine, dal loro palazzo alla chiesa, marzo 1774» come l'ultima dei Car-
ovvero da questa ove si erano cele- dinali penitenzieri vuoisi essere stata
brate le esequie, a quella dove tu- la cavalcata del Cardinal Galli peni-
mulavansi , e di quelli che erano tenziere, il quale terminò i suoi gior-
,
uso, pure per alcuni non furono cursori pontificii colle mazze d' ar-
fatte, come pel Cardinal Tanara de- gento. Seguiva il letto , o talamo
cano del sagro Collegio, a cagione funebre portato da sedici persone
della sede vacante, perchè morì nel vestite di sacco , sebbene comparis-
1724; pel Cardinal Ottoboni vice- se portato da otto gentiluomini del-
che cessò di vivere nel
cancelliere, la sua corte vestiti a lutto, e proce-
1740; pel Cardinal Delci decano che devano quattro palafrenieri del de-
morì nel 1761 , forse perchè Cle- funto in gramaglia , e banderuole
mente XIII trovavasi in Castel Gan- cogli stemmi gentilizi . Ilcadavere
dolfo. Il Cardinal Petra poi peni- era vestito pontificalmente di color
tenziere maggiore , che morì nel violaceo, e veniva circondato da tre-
1748, vietò gli fosse fatta la ca- cento confrati de' mentovati sodali-
valcata funebre; tuttavia venne e- zi,portando ciascuno una torcia ac-
seguita, anzi v' intervennero i cap- cesa.Seguiti erano essi dalla fami-
pellani segreti , che nelle altre ca- gUa nobile in veste di gramaglia, o
valcate di questa specie non vi ave- coruccio. Indi cavalcava la famiglia
vano luogo, come si legge nella de- pontificia, che era stata intimata dai
scrizione, che fa di questa caval- cursori apostolici nel giorno prece-
cata il numero 4^32 dei Dìarii di dente. Pel primo cavalcava il capi-
Roma di detto anno. tano della guardia svizzera, con qua-
' Perchè poi si prenda una piìi ranta individui delia medesima, che
esatta nozione di queste cavalcate contornavano il defunto, e il suo se-
funebri , riporteremo l' estratto di guito» Appresso ed a cavallo incede-
quella fìUta nel 17 19 pel Cardinal vano i mazzieri Pontificii colle maz-
decano del sagro Collegio Nicolò ze, vestiti come nelle cavalcate. Con
Acciajuoli, fiorentino, creatura di Cle* essi camminavano due maestri delle
mente X , la cui relazione si leg-» cerimonie pontifìcie con mantellone
gè nel Diario di Roma di detto , e cappelli semi-pontificali; indi mon-
anno, num. iSS, pag. 7 e seg. Do-' signor maggiordomo in mezzo a tre
poche fu imbalsamato il cadavere arcivescovi e vescovi assistenti al so-
del Cardinal Acciajuoli , fu esposto glio , seguiti da cinque protonolari
in una sala del suo palazzo, ove i re- apostolici, in abito da cavalcata so-
ligiosi degli Ordini mendicanti si re- lenne con mantellone , e cappello
carono a recitare l' uffizio dei de- pontificale convenienti al grado di
funti. Quindi nella mattina del quar- ciascuno, con mule bardale di di-ap-
tro si portò alla chiesa de' ss. XII stolici partecipanti , e le tre clas-
apostoli la consueta cavalcata della si de' cappellani comuni , camerieri
corte pontificia , col capitano della extra^ e scudieri, famigliari tutti del
guardia svizzera ec. Il cadavere era Papa in cappa e sopravveste rossa
collocato sul consueto letto pontifi- con gualdrappe nere, precedente-
calmente vestito, e l'ordine della pro- mente avvisati dai cursori apostolici.
cessione della cavalcata fu come la Assistettero essi anche alla messa di
precedente, meno che essendo stato requiem , in urlo agli ordini della
questo porporato protettore dell'ospi- prelatura j nella chiesa di s. Maria
zio apostolico dis. Michele, v' inter- della Vittoria.
vennero gli alunni di quello, venen- Nel pontificato di Clemente XII,
do circondato da trecento
il letto essendo morta 1735 in Roma nel
torcie portate da' confrati* Si deve la regina Maria Cle-
d' Inghilterra
poi avvertire, che come camerlengo, mentina moglie di Giacomo III, il
dopo i protonotarii apostolici caval- Papa colla sopraintendenza di mon-
carono anche i chierici di Camera. signor maggiordomo le fece celebra-
Quanto poi agli individui, che inter- re nella chiesa de' ss. XII apostoli
venivano oltre i consueti alle caval- solennissime esequie, quindi seguì il
cate funebri pei Cardinali vice-can- magnifico trasporto del di lei cada-
e penitenzieri maggiori ( Vedi)y
cellieri, vere alla basilica vaticana, coli' in-
camere del palazzo Barberini, dalla con cotta, stola, e torcia accesa ;
rota per la corona di Aragona. Quin- grandioso real manto di velluto cre-
di alle due ore pomeridiane inco- misi, foderato di pelli d'armellini, colla
minciò la solenne pompa funebre corona regia in capo. Era il letto coper-
del trasporto del real cadavere alla to di preziosa coltre di lama d'oro con-
basilica vaticana per la strada papa- tornata di velluto nero guarnito di gal-
le, e coir ordine seguente. Dopo uno lone, e di fregi consimili, coi quattro
squadrone di carabinieri a cavallo stemmi reali ai lati. Esso però veni-
venivano quindici tamburini col lo- va preceduto da duecento sessanta, e
ro tamburo scordato, e coperto di seguito da altri duecento fratelli dei
nero, e quindi la banda del distac- menzionati sodalizi a quattro a quat-
camento d' infanteria granatiera, che tro ripartiti, tutti con torcie accese
marciava co'fucili a funerale, e col- sollevate in alto; avendo ai due lati
r insegna di cipresso nel berretto- quaranta sacerdoti nazionali del clero
ne, insegna portata pur da tut- secolare e regolare, mentre la guardia
ta la milizia, che vi era. Succede- svizzera contornava il letto medesimo.
vano i letterati di s. Michele, il I quattro lembi della coltre erano
collegio degli orfani, e venti arci- sostenuti da altrettanti principi roma-
confraternite ciascuna col suo sten- ni, grandi di Spagna, e quattro gentil-
dardino avanti, e col cappellano uomini di corte sostenevano sulle aste
in cotta e stola in fine, e coi fra- le banderuole di lama d' argento, in
telli vestiti col proprio sacco, colla cui vi era l'arma reale con ricami
candela accesa in mano, alternando e trine d'oro intorno, mentre al
con funebre canto i salmi deiruffizio lato destro del letto incedevano il
de' morti. cavallerizzo maggiore, ed il mag-
Veniva di poi la croce inalbera- giordomo maggiore al sinistro. Ve-
ta del capitolo vaticano con tre custo- niva dietro un altro coro di cappel-
di, e quattro accoliti con torcia ac- lani cantori in veste talare e cotta,
,,
gli altri staffieri e famigliari con torcie di armellini, e tutti coi cappelli ne-
egualmente accese ; ed inoltre ac- ri ecclesiastici. Finalmente vi erano
compagnavano la funebre pompa il dodici palafrenieri pontificii con tor-
ministro di Spagna presso la Santa cie di cera, e quattro garzoni di scu-
Sede, Vargas y Laguna. deria con quelle di pece.
Dopo tutto ciò veniva la solenne Le carrozze di coite in tutta ga-
cavalcata della famiglia pontificia la, che venivano dietro, erano lira-
ia quale cominciava co' soldati sviz- te, la prima da otto, e le due altre
arcivescovi, e gli altri vescovi, i quali di linea, e dietro ad esso uno squa-
venivano dopo, avevano lo stesso drone di cavalleria.
cappello pontificale nero, ma fode- il real cadavere fu vicino
Allorché
rato non già di paonazzo, bensì di a Castel s. Angelo, venne salutato
seta verde, e col cordone, e co'fioc- con molti colpi di artiglieria ; e giunto
chi di egualcolore. Seguivano in che fu nella cappella del coro della
pari modo a due a due gli altri basilica vaticana, venne ricevuto dal
cioè i vescovi assistenti al soglio pon- Cardinal Mattei arciprete con tutto
tificio, cioè i monsignori Menochio quel capitolo, e quindi ebbe luogo
vescovo di Porfirio, e sagrista pon- l'assoluzione del cadavere. Questo
tificio, e Margarita, vescovo di Gra- allora dal gran letto fu posto in al-
vina e Monte Peloso. Cavalcavano tro più piccolo, donde dai gentiluo-
appresso i monsignori protonotari mini della reale defunta fu colloca-
apostolici Zambelli, Ugolini, e Pia- to nella prima cassa di cipresso con
netti, col cappello paonazzo fodera- materasso, e guanciale di seta, con
to di seta cremisi con cordoni e fioc- la corona in capo, e con altre in-
chi di egual colore, come anche ca- segne reali. La prima dama di pa-
valcavano i cubicularii del Papa, cioè lazzo, e le cameriste ricuoprirono
,
ni, servendo d' interprete il p. Maffei abiti di scarlatto rosso con -bottoni
,
dia svizzera. Poscia era cavalcato un dei cavalleggieri del Papa, seguita
cavallo stornello dall'ambasciatore in dai loro capitani, corteggiati dai
abito da campagna, cioè giustacuore propri paggi a cavallo, e dagli staf-
protonotario apostolico ,
preceduto fra i tamburi, e il succedeva
suoi
da dodici lacchè. Appresso a lui ca- r ambasciatore in abito di ganzo
valcavano due mazzieri pontificii, i d'oro, circondato dalla guardia sviz-
protonotari apostohci con mantello- zera con dodici paggi, sl'Ì volanti,
3i7. CA.V CAV
e altretlnriti guardaportoni, oltre un nosca la diversità, che passa fra quel-
gran ninnerò di servitori, seguiti lo del secolo passato, e l' ultimo preso
dal ciivallerizzo, e da molte lancia nel corrente, ne riporteremo i due
spezzate a piedi. Quindi camminava seguenti.
la mula bianca, o chinea guidata
Relazione dèlia nobilissima caval-
dai palafrenieri del medesimo am-
cata fatta nel possesso del sena-
basciatore , fiancheggiata da altri
tore di Roma, preso a' i!^ gen-
svizzeri, chiudendo la cavalcata i
naio 17 12 dal marchese Mario
prelati nazionali sopra delle mule
Frangipane.
bardate, serviti dai propri famigli,
ed infine quattro mute a sei cavalli, Avendo Clemente XI dichiarato
che tiravano altrettante superbe car- senatore di Ronia il marchese Fran-
rozze, oltre altre otto carrozze a coda. gipane, e stabilitosi il senatorio pos-
Nel passare la cavalcata innanzi sesso con solenne cavalcata nel detto
la fortezza di Castel s. Angelo, ve- giorno, vestito il senatore con sot-
rispettivi gentiluomini, che, come di- stendardo del popolo romano, e l'al-
cemmo, già erano slati nel palazzo tro con quello del senatore. Veniva
pontificio a complimentare il sena- intermedio il capitano della guardia
tore, in nome
de' suddetti ambascia- svizzera a cavallo, cui seguivano al-
tori e ministri. Seguiva un altro tridue paggi dello stesso senatore
picchetto di carabinieri a cavallo a cavallo, uno col cappello, l'altra
quindi apriva la marcia militare il collo stocco senatorio. Dipoi un ce-
corpo dei pompieri col suo coman- rimoniere pontifìcio a cavallo, e fi-
dante a cavallo. Marciava in seguito nalmente compariva il senatore d\
im battaglione di granatieri di li- Roma principe Corsini nel nobile,
nea, con banda e tamburi, alla testa abito di sua dignità con sottana di
del quale eravi un capo di batta- amuer ponsò, e rubbone di lama
glione a cavallo. Segtiiya altro bat- d' oro, e consueta collana, cavalcan-
taglione di truppa civica, con ban- do un bellissimo destriere riccamen-
da e tamburi comandato da un
, te bardato con valdrappa di vellu-
capo di baltaglione a cavallo. Dipoi to cremisi ricamata d'oro, e coper-
venivano le trombette ed i tamburi tura fatta a rete d» seta e oro, con
del Campidoglio, quindi il capitano istaffe e finimenti dorati. Circonda-
della truppa capitolina a cavallo col to egli era dai fedeli della camera
suo ajutante , il quale era seguito capitolina, e dalla guardia svizzera
da un plotone di uffiziali e sotto , del Pontefice. Si dee qui avvertire,
uffiziali della truppa suddetta. Im- che il cavallo in nome del Papa
mediatamente sventolavano le ban- fu presentato al senatore nel punto
diere dei quattordici rioni di Roma di ascendervi, dal cavallerizzo mag-
in gruppo, alle quali teneva dietro giore pontifìcio, mediante un breve
la milizia urbana dei capotori. Ap- complimento a cui rispose analo-,
iàtto parte della cavalcata, i quali pello pontificale sopra di essa, ascen-
dal medesimo furono tutti ringra- deva su mula pontificia bardata di
ziati. JVelia sera poi, e in quella se- ricco finimento e gualdrappa pure
guente, al palazzo senatorio vi fu paonazza, ed in mezzo a due avvo-
gran ricevimento, in cui il senatore cati concistoriali, con nobile seguito,
ogni anno il tribunale della rota tribunale della rota, che faceva un
nei primi di ottobre : laonde con notaro di esso, vestito con lunga ve-
preventivo invito tutti i Cardinali ste paonazza, terminata la quale,
prelati di fiocchetti, ambasciatori, r ultimo uditore pronunziava una
ministri esteri, principi, e primarii breve orazione sulla retta ammini-
della romana nobiltà e curia, fino ad strazione della giustizia, alla pre-
anni addietro , mandavano i loro senza di gran parte della curia.
gentiluomini a cavallo al palazzo Quindi raccolte dagli uditori le cap-
,