Vous êtes sur la page 1sur 318

e S7SLi>

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, Al VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII , ALLE FESTE Pli> SOLENNI,
AI RITI,ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. XLVI.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLVII.
à &.X ^ »

H- "^

X .a ri a
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

n
MOD MOD
M,
:ODERAMNO (s.), vescovo di l'abbazia di Berzetto a quella di
Kennes. Nacque di nobile famiglia s. Remigio di Reims. Giunto poi
circa la metà del settimo secolo. nella sua diocesi, si fece dare un
Per le specchiate sue virtù fu ri- successore, e si ritirò in Italia per
cevuto nel clero della chiesa di prendere il governo del monaste-
Rennes, e divenuto vescovo di que- ro di Berzetto, in cui fini santa-
sta verso l'anno 708, gover-
città mente i suoi giorni l'anno 729 o
nò la sua diocesi con molto zelo e 780. Si celebra la sua festa a Ren-
somma prudenza, per lo spazio di nes a' 23 di ottobre.
circa quattordici anni. Desideran- MODESTO (s.), patriarca di Gè-
do di visitare la tomba degli a- rusalemme. Era abbate del mona-
postoli, intraprese un pellegrinag- stero di s. Teodosio nella Palesti-
gio a Eoma ; ma prima vol- na, allorché Zaccaria patriarca di
le visitare la tomba di san Re- Gerusalemme lo nominò nel 6i4
migio di Reims, donde parti con per governare la diocesi durante
alcune reliquie del santo vescovo il suo esilio. Dopo la morte di Zac-
che gli fuà'ono donate, una parte caria, avvenuta nel 633, Modesto
delle quali lasciò al monastero di fu collocato sulla sede patriarcale.
Rerzetto, situato nei territorio di Egli si rese commendevole colla san-
Parma. Luitprando re de' longo- tità di sua vita, e col suo zelo per
bardi, mosso dalla sua virtù e dai mantenere la purità della fede con-
miracoli operati per queste sante tro l'eresie che allora regnavano..
reliquie, gli donò monastero con
il Non si sa precisamente 1* epoca del-
tutte le sue dipendenze. Ritornato la sua morte; ma è nominato ai

Moderamno in Francia, sottopose 16 dicembre nei calendari greci.


6 MOD , MOD
MODESTO (s.), martire. K Vi- affidò )a educazione di sua figlia

TO (s), martire. Badgi la, e fondò per lei il mona-


MODESTO (s), martire. /^.Ti- stero di Pollesworth nella contea
berio (s), martire. di VVarwick. Modovena aveva già
MODI AD.Sede vescovile giaco- fondalo due celebri badie di reli-
bita diMesopolamia, nel paese di giose in Iscozia, V una a Sterling,
Tur-Abdiu, di qua dal Tigli. Ci- l'altra a Edimburgo; ed altre pie
rillosuo vescovo fiorì nel 147^- fondazioni fece in Inghilterra. Il

Oriens christ. t. II, p. i5i3. desiderio di più perfetta-


pieltersi
MODOALDO (s.), vescovo di mente a santificare la sua anima,
Treveri. Nativo di Aquitania, quan- le inspirò il disegno di menar vita
tunque il suo amore alla perfezio- anacoretica ; quindi passò sette an-
ne gli facesse desiderare la vita so- ni in un* isola della Trent, cbia-
litaria, fu costretto recarsi alla cor- mata Andresey, dall' apostolo s.

te di Dagoberto re d' Austrasia, ove Andrea, al quale avea dedicalo il

per altro seppe collegare i doveri suo oratorio. La badia di Buiton


di perfetto cristiano a quelli del suo sulla Trent, fondata nel ioo4, fu
posto. L' idea ci»' egli vi diede del- dedicata alla Beata Vergine e a s.

la sua santità e dei suoi talenti, lo Modovena; ed portarono da


ivi si

fece scegliere a coprire la sede vesco- Andresey le reliquie di questa san-


vile di Treveri, verso l'anno 622. ta, la cui festa è segnata il 5 di
Trovaronsi in lui riunite la vigilan- luglio.
za, lo zelo per la salute delle anime, MODRENA, MELA o MELI-
e la carila verso i poveri, e con NA. Sede vescovile della seconda
queste virtù insieme V amore all'o- Bitinia, nell'esarcato di Ponto, sotto
razione, il raccoglimento e le au- la metropoli di Nicea, eretta nel
sterità della penitenza. Fondò pa- IX secolo. Ne furono vescovi Ma-
recebi monasteri, e fra gli altri cedonio che fu al V concilio gene-
quello di s. Sinforiano. Assistette rale; Teodoro che fu al VI, e sot-
nel 625 al concilio tenuto in Reims toscrisse i canoni in Trullo; Niceta
per regolare diversi punii di disci- che fu VII concilio generale; Co-
al
[»liua. Fu ovunque tenuto in gran- stanzo Vili; e Paolo al conci-
all'

ile venerazione, ed era stretto in liabolo di Fozio dopo la morte di


amistà coi jjrelati più ragguarde- s. Ignazio. Oriens christ. t. 1, p,
voli per virtù cbe allora vivevano. 660.
Finalmente, sfinito dalle faticbe e MODRUSCA o MODRUSA (Mo-
dalle macerazioni, morì verso Tan- drnssien). Città vescovile di Croazia
no 640, ai 12 di maggio, al qual militare, generalato a nove leghe
giorno è nominato nei martirolo- e mezza da Carlsladt, distretto rcg-
gio romano ed in altri. gimentario, sui versatoi occidentali
MODOJNE. Fedi Metona. del monte Capella. Conta più di
MODO VENA (s.). Irlandese di na- 1 3oo abitanti, ed un tempo era
scila, abbracciò la vita religiosa e visse capoluogo d' una contea dello stes-
molti anni con grande esemplarità. so nome. Modrusca fii detta anche
Passò quindi in Inghilterra verso l'an- Modrussa olini Tedi a slum , Me-
no 840, sottoregno di Etelwolfò,
il rusiuni e Corbavia , e nel iiB:>
il quale coQo&ceodoue la santità; le vi fu eretta una sede vescovile sul-
,

MOH MOH j
fraganeii di Spalalro . Nei primi nom^, formalo da una jxirlc del-

del secolo passato, il vescovato l'antica Polonia. Esso rinchiude una


di Modrusca fu dato in perpe- porzione dell' antica Lituania, ce-
tua amministrazione al vescovo di duta alla Russia nel 1772 nella
Segna (Vedi), egualmente del re- prima divisione della Polonia; si

gno di Croazia, e tuttora vi resta, formò nel 1778 e divise in dodici


essendo però le chiese di Segna e distretti. Mohilow si divide in quat-
Modrusca suffraganee dell' arcive- tro ampi rioni o quartieri; il pri-
scovo di Colocza, dopo essere state mo è quello del Castello, eretto so-
di quello di Lubiana per disposi- pra un'altura e cinto da bastioni
zione di Pio VI del 1788, e vi re- in terra; due altri quartieri forma-
starono fino al 1807. Vedasi il no la città propriamente detta, e
Fallato, Illyrici sacri t. IV, Mo- sono pure circondati da un bastio-
(Irussenses episcopi. ne; il quarto viene consideratp co-
MOGLENA. Sede vescovile di me un sobborgo. Le strade sono
Macedonia vicino a Castorio, sotto larghe e lastricate, e le case parte
la metropoli d' Acrida, nella dio- in pietra e parte in legno. Nel
cesi dell' lllira orientale, detta an- centro della città si osserva una
che Modonla. Ebbe per vescovi gran piazza ottagona, cinta da begli
INifo che fiorì a tempo degl' impe- edifizi in pietra, uno de' quali è il

ratori Andronico il vecchio e An- palazzo dell'arcivescovo greco-sci-


dronico il giovane; e Teodoreto smatico, che vi ha pure residenza,
che ne occupava la sede in quel altro è un bel
bazar in pietra. Si
secolo. Oricns chrisl. t. II, p. 218. contano parecchie chiese cattoliche
MOHADRA. Sede vescovile del- e greche, monasteri d' ambo sessi, i

la diocesi de' caldei nel Domersan, di greci e di un semi-


cattolici ;

e credesi sia Seered o Seert di nario greco, un ginnasio, due sina-


Mesopotamia, quindi eretta in me- goghe, sei case di carità, un ospe-
tropoli. Ne furono vescovi Giovan- dale, e molte concie da cui escono
ni, ed Elia che sottoscrisse la lettera bellissimi cuoi. Fa un considera-
del cattolico Elia a Paolo V, con bile commercio con Riga, Memel
questo titolo: Elia arcivescovo di Danzica e soprattutto con Odessa;
Sahert o Seert s egli si qualificò e vi si tengono molte fiere assai
pure arcivescovo di A mida nella frequentate. Gli abitanti ascendono
stessa lettera. Pare che la città di a più di 16,000, de' quali pili di
Mohadra non fosse lontana da A- 2000 sono ebrei. I dintorni pro-
mida. Orieiis clirist. t. H,
i324. p. ducono abbondanza buone frut-
in
MOHILOW (Mochilowien). Cit- ta. Mohilow si chiama pure Mo-
tà con residenza arcivescovile nella Jiileu o Mohilof, in latino Mohilo-
Russia europea
capoluogo di go-
, vìa seu Mogìlavia, capoluogo della
verno e di distretto, a i5o leghe Russia Bianca o piccola. S'ignora
da Pietroburgo, e 112 da Mosca, r epoca della fondazione di questa
sulla riva destra del Dnieper, do- città. Dopo avere appartenuto ai
minata da un forte castello. È re- principi russi sino al secolo XI li,
sidenza un governatore e delle
d' la principessa Giuliana la portò a
principali autorità del governo del- titolo di granduca di Li-
dote al
la provincia o governo del suo tuania Jagellone nel i38i, ed ap-
8 MOH MOH
parleone al palalinato di Vilebsk. se al re Augusto III il breve Fla-
Kel i58i ne' suoi dintorni avven- graniìssimiim^ de' 7 febbiaio, ed al-
ne un combattimento fra i russi la regina Maria il breve Tot tatti-
ed j polacchi. Nel 1609 Sigismon- que, de'4 giugno, ambedue riporta-
ilo Ili incominciò a farla fortifica- ti nel Ball, de prop. fide, Appen-
re. Lo czar Alessandro Mikliailo- dix t. II, p. 177 e 179, acciò si

vilcli ne fece la conquista nel i654, ripristinasse la sede vescovile sotto


Dia nei 1661 gli abitanti si solle- r amministrazione dell' arcivescovo
varono, trucidarono i russi, e con- di Polock, com* ebbe effetto. Il suc-
segnarono il loro capo al re Giovan- cessore Clemente XIII fece Giaso-
ni Casimiro. Nel 1707 gli svedesi ne Smogorzewski di Vilna arcive-
riportarono una completa vittoria scovo di rito greco di Polock o
sui russi. Dipoi Caterina II la riu- Polsko, non che vescovo d' Orsa,
nì al suo impero nel 1772, in con- Mohilow, Mscislaw e Witebsk. Sot-
seguenza della memorata divisione to il di lui pontificato con un trat-
del regno di Polonia. I francesi la tato che la Russia impose alla Po-
presero il 23 luglio 1812 dopo un lonia, i greci non uniti acquistaro-
ostinato combattimento. no medesimi diritti civili e reli-
i

La sede vescovile fu eretta nel giosi degli uniti cattolici, stabilen-


secolo XI li e fatta sufTraganea del do che le chiese dipendenti dal
metropolitano di Kiovia (Fedì), metropolitano di Kiovia apparte-
esarca della Russia. Tra i suoi ve- nessero per sempre alla chiesa gre-
scovi nomineremo Ilario o Ila rio- ca orientale. Tuttavolta l' arcive-
ne, che ionorano qual santo
russi scovo di Kiovia conservò il titolo
e ne celebrano la festa a* 21 ot- di metropolitano di tutta la^Russia.
tobre; e Silvestro che ne occupava Per la prima spartizione della
la sede nel 1622, come si ha dal Polonia essendo venute nelle mani
p. Le Quien, Oriens chrìst. t. I, p. della Russia le più belle porzioni
1288. In seguito il vescovato di delle diocesi di Vilna, di Kiovia,
Mohilow fu unito a quello di di Polock e della Livonia , cor-
Mscislaw e d'Orsa. Quindi con be- reva quindi strettissimo obbligo a
neplacito apostolico e decreto di Si- Caterina II imperatrice di erigere
gismondo Ili re di Polonia, dei un vescovato pe' novelli suoi sud-
22 marro 161 9, la sede di Mohi- diti, che ascendevano a 1,800,000.
low venne unita alla chiesa arci- In fatti ella a' 24 maggio 1774
vescovile di Polock, il cui arcive- innalzò la città di Mohilow a sede
scovo ne divenne amministratore. vescovile della Russia Rianca, acciò
Poscia invasa dalle armi de' russi, i suoi nuovi dominii e sudditi cat-
la cattedra di Mohilow fu usurpata tolici non dipendessero più dai ve-
da un vescovo scismatico, anzi il re scovi di Polonia, ed eziandio tutti
Federico Augusto II venne inganna- quelli che in allora facevano par-
to a nominarlo, ma poi illuminato te dell' universo impero, o al me-
dell'errore commesso, rivocò la nomi- desimo fossero in avvenire per nuo-
na, non essendo ciò compreso ne' patti ve conquiste riuniti, come osserva
fatti dal re con Pietro I czar di Rus- il p. Theiner filippino nelle Vicen-
sia. Benedetto XIV nel 1755 a van- de della chiesa cattolica di amen-
taggio de' cattolici di Mohilow scris- due i riti nella Polonia e nella
MOH MOH 9
Russia p. 1
3, 490 e seg. : questa mande alla santa Sede, ma il Papa
importante, opera fu tradotta in subodorando il mal talento dell'or-
francese dal eh. conte Monta- di goglioso prelato, si credette in do-
lembert, che vi premise una splen- vere di rigettarle.
dida prefazione. I sacerdoti addetti Caterina lì che avea conosciuto
alle chiese cattoliche di Pietrobur- quanto Stanislao fosse opportuno
go e Mosca, e il superiore delle
di per la meditata rovina della chiesa
missioni del Chersoneso Taurico cattolica, mettendo in non cale le
residente in Odessa, furono sotto- forti rimostranze del Pontefice, io
posti stabilmente e per espressa nominò con decreto de' 6 febbraio
deliberazione di Caterina II, alla 1782 alla sede di Mohilow, innal-
giurisdizione del metropolita Mohi- zata di suo capriccio ad arcivesco-
lowiense. 11 tristo Stanislao Sie- vato. In pari tempo gli assegnò a
strzencewicz di Bohusz, vicario ge- vescovo coadiutore il sacerdote Gio-
nerale di Vilna e vescovo di Mal- vanni Benislawski, della diocesi di
lo in partibusy primo sulla
salì il Livonia, ex gesuita, uomo per sìn-
cattedra Mohilowiense, benché vi- golar pietà commendevole, e cano-
vesse 1' antico suo pastore Smogor- nico primicerio di Polock o Polo-
zewski arcivescovo di Polock già sko. Indi r imperatrice stimolò con
mentovato. Stanislao era nato nel calde lettere il Papa a voler con-
lySi Zabludow diocesi di Vilna,
in fermare i provvedimenti da lei pre-
discendeva da una famiglia prote- si, ed inviare il pallio al nomina-
stante, e in gioventù abbracciò la to arcivescovo, amplificando i van-
professione delle armi. In breve di- taggi che perciò sarebbero derivati
venne officiale in un reggimento prus- alla propagazione della fede catto-
siano. Avendo conosciuto il princi- lica nelle Russie, esecondo il No-
pe Massalaski, vescovo di Vilna, que- vaes Caterina li spedi a Roma per
sto prelato lo determinò a farsi cat- le analoghe trattative lo stesso Gio-
tolico e ad abbracciare eziandio lo vanni, che vi si trattenne ^1 giorni,
stato ecclesiastico, assegnandogli un ed ottenne da Pio VI l* approva-
ricco canonicato nella sua cattedra- zione de' Gesuiti (Vedi) nei suoi
le, e l'ordinò prete nel 1762; in- stati, al modo detto a quell'articolo.
didivenne vescovo e vicario, ed il eh. 11 p. Theiner chiama Giovanni am-
cav. Artaud, nella Storia di Leone basciatore straordinario di Cate-
XII, t. Ili, cap. XLV, lo chiama rina Il presso la santa Sede. Pio
vicario apostolico della Russia Bian- VI agli II gennaio 1783 gli ri-

ca. Stanislao intollerante di freno spose colla lettera. Non potiamo^


alla sua autorità, si mise a lusin- presso il citato
p. 268, in
Bull.
gare e sollecitare Caterina II, ad cui gli esternò suo dolore per le
il

impetrare da Pio VI privilegi am- dichiarazioni fatte ai nunzi di Var-


plissimi, giurisdizione su tutti i cat- savia e di Vienna, cioè di voler pri-
tolici latini delle Russie e la so- vare i cattolici degl' imperiali do-
spirata dignità di metropolita. L' im- minii di sua protezione, se non si

peratricevolendo anche intercetta- concedeva subito e senza restrizio-


re ogni maniera di comunicazione ne il pallio a monsignor Siestrzcn-
dei vescovi polacchi coi cattolici cewicz, e non si erigeva la chiesa
della Russia Bianco, ne fece le do- di Mohilow in arcivescovato, con
10 MOH MOH
dargli in coadiutore il canonico Ialinie de* greci cattolici, e di da-
Benislawski. Dichiarò clie mai erasi re all'imperatrice campo di dilfon-
a ciò ricusato, ma solo doversi pri- dorè le sue beneficenze sopra gli

ma da Stanislao risarcire alle of- uni e gli altri. Quindi Pio VI af-
fese u lui fatte, nell' insulto recato fidò questa importante missione a
ul decoro in un manda-
pontificio monsignor Archetti arcivescovo di
mento da esso pubblicato; e che Culcedonia, nunzio alla corte di
plausibile anzi eragli stata la do- Varsavia, commettendogli poteri i

manda di darsi ai cattolici di Po- di legato apostolico col breve O-


lock un vescovo del loro rito lati- nevosa pasloralis offìcii ciira^ dei
no, in luogo di monsign. Smogor- i5 lySS, presso il menlo-
aprile
lewski , acciò come coli* imperiai vaio Bull. p. 270, venendo ezian-
disposizione l'aveano i latini di Mo- dio riportato nel Bull. Boni. Con-
bilow, lo avessero i greci di Po- tinuatio t. VII, p. 122. Con que-
lock ancora. Conchiuse, che rimel- sto breve lo deputò legato ponti-
lendo per riguardo all'imperatrice ficio all'imperatrice delle Russie,
e pel bene del catlolicismo ogni per erigere l'arcivescovato di Mo-
ingiuria recatagli dal vescovo di hilow di rito latino, la chiesa in
Mallo, era pronto erigere in arci- metropolitana con capitolo e semi-
vescovile la chiesa di Mohilow, e nario, eleggerne T arcivescovo, con-
costituirvi a primo arcivescovo lo ferirgli il pallio, con indulto onde
stesso prelato e decorarlo del pai- fosse preceduto dalla croce, e desti-
lio, con dargli per coadiutore il nare il suffiagaiieo con futura suc-
Benislawski; e siccome il nuovo cessione; dovendosi in lutto il nun-
arcivescovo dovea essere cattolico, zio apostolico regolare scrupolosa-
come anche l' imperatrice lo bra- niente secondo i decreti pontificii,
mava, essere necessario che la nuo- i sacri canoni, ed il concilio di
va cattedra venisse stabilita sulle Trento.
regole della chiesa cattolica e con Nella medesima lettera apostoli-
dipendenza del suo capo, e per ca Pio VI innalzando la prowiso-
tutlo eseguire essere nella determi- ria sede vescovile di Mohilow ad
nazione di spedirle un pontificio mi- arcivescovato, e la cattedrale dedi-
nistro colle necessarie facoltà, per cata alla Beala Vergine in chiesa
contentarla in ogni parte, salve le arcivescovile, 1' arricchì di tutti i

massime della cattolica chiesa ro- privilegi e diritti delle melropoli-


maua. Terminò Pio VI la lettera tane latine, perchè dovea compren-
con rinnovare a Caterina II la dere la sua giurisdizione tutte le
supplica di permettergli creare un chiese cattoliche Ialine presenti e
vescovo pei greci, ai quali poteva future dell'impero russo. Conosce-
essere più utile, che un concistoro va il Pontefice essere cosa peri-
provvisionale, incoi niuno di quel- gliosa il ampia ester-
concedere si

li che lo componevano sapeva far minata giurisdizione ad una sola


sue tutte quelle cure che fa un sede, attese massimamente le qua-
pastore che non deve
principale, lità personali del metropolita, peroc-
dividerle con altri; e finalmente di che infrenò la concessione con con-
non aver egli altra mira, che di cedere all'arcivescovo piena giuris-
compiere ai doveri di padre dei dizione ordinaria su lutti i catto-
MOH M OH I r

liei Ialini della diocesi Molillowien- di legalo a Pietroburgo, ove ven-


se, e delegala su tulli i callolici ne accolto dall' imperatrice assai o-
dell' impero e delle colonie russe, norifìcamenle. Ebbe il i5 luglio
perciò revocabile; riserbandosi di pubblica udienza^ presenti il consi-
poter istiluire in miglior congiunlur glio di slato, gli ambasciatori di
ra allri vescovali Ialini nella Rus- vari polenlali europei, ed al bel
sia, lasciando intalla la libertà alla complimento che fece all'impera-
Sede apostolica di dispone allri- trice, ricevè risposta cortese. Indi
inenli,con cpieste parole: Quo adus- Caterina II per decreto de' i4 no-
que altera nohis alios catholicos epi- vembre 1783 ratificò la fondazio-
scopos dcputandi se se offtrat oc- ne dell'arcivescovato Mohilow,
di
cash, ac donec aliter per liane a- e la nomina di Stanislao ad arci-
poslolicam sederà fuerit dispositum. vescovo della medesima sede, rin-
Ad ovviare agi' inconvenienti che novando le stesse ordinazioni con-
infallantemente sarebbero nati nel- tenute nel riferito decreto di ere-
l'esercizio di una potestà smodata, zione. II nunzio apostolico con let-
quale la bramava Caterina li con tera circolare degli 8 dicembre e-
smisurala giurisdizione spirituale, seguì quanto eragli stato commes-
osserva ilTbeiner die
lodato p. so: dichiarò la città di Mohilow
Pio VI nella medesima bolla d'isti- sede arcivescovile, assegnò a catte-
tuzione significò il desiderio ch'egli drale la bella e vasta chiesa del-
aveva di creare due vescovi Ialini, l' Assunzione, che fu già de'carme-
uno in Pietroburgo o in Mosca litani dell'antica osservanza, e l'at-
capitali dell'impero, l'altro in O- tiguo convento a seminario; prov-
dessa città e porto della Russia ;
vide alla fondazione del capitolo e
il che avea doppio fine, di strin- del concistoro, e nominò a varie
gere i cattolici dispersi nell'interno dignità. Pubblicò poscia il io o i3
della Russia e nelle colonie asiali- dicembre dello slesso anno la tras-
jjhe, e far rivivere col vescovato di lazione di Stanislao Sicstrzence-
Odessa chiesa di Gaffa [l'aedi),
la wicz alla sede arcivescovile Mohi-
Teodosia [Vedi) fondata da
l'antica lowiense da quella di Mallo, e gli
Giovanni XXll li 25 febbraio i 322, statuti nuovo capitolo metro-
del
la quale comprendeva tulio il pae- politano. Quindi a' 7 o 18 gennaio
se e la Va-
posto tra la Bulgaria j 784 consegnò al nuovo arcive-
lachia da una parie, e dall'altra scovo il sacro pallio nella chiesa
il mar Nero e le provi ncie russe. latina de' cappuccini di Pietrobur-
Avendo cooperalo all'istituzione go, che li 26 ottobre del prece-
dell' arcivescovato il cardinal An- dente anno avea consagrala ( il No-
louelli prefetto di propaganda, poi vaes aggiunge, coli' intervento del
l'imperatrice gli mandò in dono granduca Paolo I e sua sposa, che
una superba croce vescovile di bril- regalarono al nunzio una croce ve-
lanti. Ricevuto il prelato Archetti valore di 80,000 rubli,
scovile del
il memoralo breve, le lettere d' i- una superba pelliccia, con lettera
struzioni, ed il breve che dovea commendatizia pel Papa acciò lo
consegnare all' imperatrice, ai primi creasse cardinale, come fece ad onta
di giugno si congedò dalla corte dell'opposizione di alcune corti; in-
di Varsavia per recarsi in ollìzio oltre dice il Novaes che il nunzio
12 MOH MOH
in delta cìiiesa \ì consacrò un ar- per suffraga lieo il canonico Gior-
civescovo e tre vescovi ). Assiste* gio Paolowski col titolo di vesco-
rono alla solenne religiosa cerimo- vo d' Atalia iVi partibus^ il quale
nia, non più veduta nella capitale essendo slato nominato per decre-
della Russia, i primi personaggi to imperiale nel dicembre 1780 a
dello stato, il corpo diplomatico, sufftaganeo della Russia Bianca, fu
numerosissimo clero, i più ragguar- costretto risiedere negli stati russi.
devoli prelati della chiesa cattolica Stanislao avido d'accrescere l'e-
ed anche della russa, e secondo il stensione di sua autorità, per gli

Novaes, Caterina II con 1' impe- uffizi dell' imperatrice strappò ai

riale famiglia. Il nunzio pronunziò nunzio la facoltà di poter decide-


una commovente allocuzione, in re le cause di divorzio, senza che
cui magnificata la protezione della v'intervenisse l'opera dell'avvoca-
chiesa cattolica latina, esortò l'ar- to difensore de' matrimoni , voluto
civescovo air adempimento esatto dalla bolla Dei miseraliane ^ dì Be-
de' suoi doveri verso il supremo nedetto XIV. Il nunzio si lasciò
pastore della chiesa cattolica, e ver- piegare a concedere sì esorbitante
so la generosa protettrice della me- potere ad un uomo che ne fece il
desima, esprimendo il vivo deside- più detestabile abuso. Egli stesso si
rio di vedere finalmente la riunio- adoperò perchè Caterina II con-
ne della chiesa russa con la catto- sentisse con decreto del maggio
lica. 1784 al medesimo arcivescovo il
Inoltre monsignor Archetti si fe- poter chiamare sacerdoti forastieri

ce prestare dall' arcivescovo il con- per impiegarli nelle missioni di


sueto giuramento di fedeltà e d'ob- Pietroburgo, di Mosca, Riga, Reval
bedienza alla santa Sede, dichiaran- ed altre città, previo il giuramento

do che ad esso, come a suo nuo- di fedeltà ed obbedienza all' impe-


vo e naturai pastore, restava affi- ratrice, alle leggi dell' impero e ai
data la cura del cattolico gregge magistrati locali, ma restò loro li-

sparso nelle ampie provincie russe bero di uscire a talento dagli stati
dell' Europa e dell' Asia, che allora imperiali. Caterina II ebbe cura
poteva ascendere a tre milioni di che si confermassero i suoi editti

anime, come afferma Novaes, che intorno a' sacerdoti forastieri, e che
nota essersene poi raddoppiato il tutti gli armeni cattolici de' suoi
numero. Dipoi a' 3 o 8 febbraio il stati, i quali ascendevano al nu-
nunzio consacrò in vescovo di Ga- mero di settantamila, fossero sog-
dara in partibiis e coadiutore del- getti alla giurisdizione del metro-
l' arcivescovo l' egregio Giovanni politano cattolico Ialino di Mohi-
Benislawski. Furono presenti al so- ìow, ordinando che questi si prov-
lenne rito i più distinti uffìziali vedesse di sacerdoti presi dalla na-
della corte e sette ministri diplo- zione loro, e nati ne' dominii im-
matici : la pia consorte del celebre periali, si fondassero le scuole ne-
cancelliere di Polonia Giovanni cessarie perl'ammaestramento della
Borka fornì i sacri abiti per i' ar- gioventù, e frattanto si mandassero
civescovo e pel coadiutore di Mo- due giovani armeni al collegio di
hilow. Riuscì ad un tempo al nun- Leopoli negli slati dell' imperatore
zio di dare al vescovo di Livonia de' romani, acciocché vi venissero
MOH MOH i3
educati nelle lettere a spese del- messe giurate alla santa Sede ed
l'erario del governo. Diresse poi ai suoi sudditi cattolici, riguardanti
nel marzo 1784 un decreto al con- il mantenimento della religione lo-
te Giovanni Andrea Ostermann, ro. Stanislao seppe scaltramente va-
con cui tornò ad approvare tutto lersi dello sbaglio commesso dal
l'operato del nunzio apostolico per nunzio nel decreto di dicembre 1 783,
lo stabilimento dell' arcivescovato in cui avea tralasciata la savia di-
Mohilowiense. Vedendo Caterina li stinzione usata da Pio VI nella
e ormai paghe le loro
Stanislao bolla di fondazione dell' arcivesco-
mire, temendo però che venissero vato Mohilowiense di giurisdizione
gli ulteriori loro disegni guastati ordinaria e delegata, restrizione che
dalla presenza del nunzio, si stu- non piaceva all'ambizioso prelato,
diarono di impe-
allontanarlo, e l' perchè opponevasi all' assoluto do-
ratrice commise al principe Jusu- minio cui aspirava. Laonde non
pow suo ambasciatore a Torino di considerando la pontificia bolla, si
recarsi a Roma e chiedere pel nun- attenne al decreto di sua traslazio-
zio il cardinalato, che Pio VI gli ne, fatto dal nunzio, in cui per in-
concèsse nel settembre, richiaman- avvertenza era stata ommessa la
dolo da Pietroburgo. Intanto con- detta limitazione. Quindi spacciossi
servando Caterina li i gesuiti nei ordinario di tutte le Russie, chia-
suoi slati, il loro vicario generale mando quel vastissimo impero sua
stabilì la sua residenza in Mohi- diocesi. Tentò ogni via per carpire
low, ove si aprì un noviziato. dalla Sede apostolica sì estesa giu-
Seguitando l'imperatrice con fal- risdizione ; e per apparirne investi-
se promesse ad allucinar i cattolici to, almeno presso 1' imperatrice,
de' suoi stati, rinnovò nel 21 apri- pubblicò nel 1790 per le stampe
le o 3 maggio 1785 il famoso e- tutti gli atti deli' erezione dell* ar-
ditto di tolleranza del 1763 a prò civescovato Mohilovriense, passando
di tutte le comunioni cristiane stan- sotto silenzio il breve di Pio VI a
ziale neir impero russo, compresi Caterina lì, e l' nun-
istruzione al
eziandio i cattolici latini, a'quali fu zio, in cui r accennata condizione
consentito fabbricar in pietra chiese era esplicitamente espressa. Corren-
con campanili, che prima sol di legno do il marzo 1792, fu fatto vesco-
potevano fare e tanto essa, quanto
: vo di Calamata in partibus e suffra-
il figlio e successore Paolo I in va- ganeo di Stanislao, il basiliano Adria-
ri trattati di alleanza e di com- no Butlrimowicz. Nel 1793 pel se-
mercio co' potentati cattolici d' Eu- condo spartimento della Polonia
ropa, guarentirono il libero eserci- acquistò la Russia cinque vescovati
zio del culto divino a tutti i fora- latini, cioè di Livonia, di Vilna, di
stieri che professassero la cattolica Luck, di Kiovia e di Camieniecz,
religione. Caterina lì messasi quin- ciascun de' quali avea due suffra-
di d' accordo con Siestrzencewicz gane ed anche tre. E quando Ca-
condusse le cose de' cattolici a suo terina li nel 1795 pel terzo smem-
modo. Questo arcivescovo non ebbe bramento si vide padrona della mi-
in verun rispetto ne i diritti, ne i sera Polonia, a visiera alzata si mi-

canoni della Chiesa, e l'imperatrice se a sfogare il suo cattivo animo


pigliavasi giuoco delle solenni pro- contro la chiesa cattolica latina,
i4 MOH MOH
siccome avea fatto colla rutena, an. coscienza di riparare i danni, con
co con abolir la metropoli di Kio- che sua madre avea afflitta la chie-
ì?ia, onde ridurre i greci-uniti alla sa cattolica latina, e secondò ge-
chiesa russa. Violò la parola data nerosamente le sollecitudini della
ne' trattati della divisione della [Po- santa Sede a risarcimento della
lonia, di conservare intatto lo sta- medesima. Ammiratore personale
lo della chiesa cattolica di ambedue di Pio VI, gli chiese un nun-
i riti; annullò le nominate sedi ve- zio per ricomporre le cose della
scovili, tranne quella di Livonia, i chiesa latina e rutena. Il Papa vi
cui beni e <{uelli de' capitoli, semi- mandò per delegalo apostolico ed
nari ed altri luoghi pii, parte in- oratore il prelato Lilla arcivescovo
camerò e parte diede in dono ai di Tebe, già nunzio apostolico di
suoi generali ed altri ufliziali dello Varsavia, il quale giunse nel 1797
stalo. Eresse invece di proprio la- in Pietroburgo, e col suo zelo re-
lento nel settembre 179^ due ve- staurò la chiesa rutena della me-
scovati latini, uno in Pinsk, l'altro tropoli di Kiovia e di tutte le se-
a Tatitschew, ove il rito latino non di vescovili abolite ai greci-uniti
era conosciuto, nominando alla pri- da Caterina II. Indi presentò al-
ma sede Gaspare Casimiro Cieci- l'imperatore parlicolarizzalo memo-
scowski vescovo di Kiovia, e alla riale con gli opportuni documenti
Reconda destinò l'indegno Siera- intorno alle sofferte perdile della
kowski vescovo di Prosa in parli' chiesa latina, chiedendo in nome
hiiSy il quale si era usurpata T am- di Pio VI che le annullate sedi
hìinislrazione del vescovato di Ca- vescovili fossero reintegrale, i ve-
mieniecz, scacciatone armata mano scovi riavessero le loro chiese, di-
da Caterina II il legittimo coa- ritti e privilegi; i beni ecclesiastici
diutore Dembrowski. I vescovi coi appartenenti alle mense vescovili, ai
suifraganei levati dalle loro sedi, capitoli, seminari, conventi, ed al-
spoglialianco delle rendite, ebbero tri luoghi pii si restituissero, e gli

tenuissima annua provvisione; e sic- ordini religiosi potessero ritornare


come avea l* imperatrice assogget- a' loro chiostri, la cui disciplina e
tate tutte le chiese rutene alla so- indipendenza fossero intangibili sen-
la gijuisdizione dell'arcivescovo ru- xa previa approvazione della santa
teno di Polock, così volle che tut- Sede. Paolo 1 consentì al ristabili-
te le latine dipendessero dall' arci- mento de' vescovati di Luck, di
Tescovo Mohilowiense. Per lo che Vilna e di Camieniecz, all' annulla-
Siestrzencewicz toccò lo scopo dèl- zione delle due sedi di Pinsk e di
ie ardenti sue brame, vedendosi co- Tatitschew, ed all'espulsione da Ca-
munque si fosse in possesso di or- mieniecz dell'intruso arcivescovo Sie-
dinario di tutte le chiese latine rakowski. Fu conservato il vescova-
della Russia, colorendo, siccome l'im- to di Livonia sotto il titolo diSamo-
peratrice, siffatta usurpazione, col gizia ; quel di Kiovia non potè es-
decreto di monsignor Archetti. sere rimesso per quelle stesse ca-
A salvamento delia chiesa latina, gioni che si contrapposero al ri-
la Provvidenza nel 1796 tolse dal stabi I mento della metropoli greco-
mondo- Caterina II, e l'imperatore unita di RioviaHalicz, se non che
l*aolo I umauo e giusto, si recò a r imperatore permise la creazione
MOH MOH i5
del vescovato di Minsk. I beni ec- Kiovia neir Ukrania, dì Pietrobur-
elesiastici solo in parte furono re- go neiringria, della Moscovia e
stituiti, essendo stati gli alili uggiti- Livonia, di Saralow e di Astracan
dicali alla corona, o donati a pub- neir Asia, lìnaUnenle delia Tauride
blici uHìziali. Con rigoroso bando nella Crimea. Ebbe inoltre due suf-
vietò riniperatore che in avveni- fraganei ed altrettanti coadiutori
re i beni tli tal sorte si alienasse- con titoli di vescovi in parlihiis j
ro, e promise d' indennizzare il cle- a' primi fu conceduto il diritto di
ro per le sostenute perdile con de- futura successione , al metropoli-
coroso assegnanienlo annuale. In ta furono assegnali diecimila rubli
quanto al clero regolare, si volle annui. Così ebbero circoscrizione
mantenuta l'ordinazione di Cate- le diocesi cattoliche latine nella
rina II, che andasse soggetto ai Piussia e nelle provincie russo-po-
vescovi, ai quali perciò venne com- lacche, e fu sistemala la gerarchia
partita peculiare e temporanea fa- della provincia ecclesiastica Mohilo-
coltà, quantunque l'ambizioso ar- wiense. I beni stabili del clero se-
civescovo di Mobilow non volesse colare delle sei mentovate diocesi
rimettere dell'arrogatasi giurisdi- erano valutali 1,157,870 rubli, e
zione sui medesimi. Parecchie del- quelli del clero regolare 2,175,357:
le reintegrale diocesi dipendevano il novero de'fedeli adulti ascendeva
dalla giurisdizione de'nietropoliti di circa a i, 635, 490. Per queste dispo-
Gnesiia e di Leopoli. ]Xcn polca sizioni dettate clalla giustizia di Pao-
conlinuare mescolanza
sifìatta di lo I, la chiesa cattolica latina risorse
giurisdizione, siccome conlraiia alla dalle sue rovine, come distesamen-
convenzione stipulala tra i Ire po- te racconta il p, Theiner nell' en-
tentati dividenti, la quale recava, comiala opera, lib. V, tlella chiesa
the uno stalo non potesse sull'al- cattolica latina in Polonia e nella
tro esercitare ninna maniera d'au- Russia.
torità. Perciò V ottimo legato o de- Tale riordinamento e provvedi-
legato apostolico Lilla intavolò ne- menti, e nuova circoscrizione delle
gijzinzioni con ambedue i nominali diocesi latine in Russia, effettualo
metropolitani, ed ottenne rinunzias- con concordato tra il pontificio le-
sero a questa parte di loro giuris- gato Lilla e Paolo I, fu ratificato
dizione. La chiesa Mohilowiense fu da Pio YI colla bolla Maxìmis
dichiarala metropoli, ed ebbe per undique pressi^ de' i5 dicembre
suifraganee le diocesi di "Vilna, di 1798, riportala negli Annali delle
Samogizia,e di Lucko Luceoria, che scienze religiose t. XIII, p. 289. U
aveano sino allora appartenuto al lodato p. Theiner dice che la bol-
metropolita di Gnesna, e quella di la fu emanala a' i5 novembre, e
Camieniecz già di spettanza alla monsignor Baldassarri a' 17. Questi
metropoli di Leopoli ; le fu altresì che ciò rileva nel t. IH della Re-
aggregato il vescovato di Minsk^ lazione de' patimenti di Pio Vl^ a
come richiedeail diritto. La me- p. i59 narra averla il Papa ema-
tropoli Mohilowiense comprese nel- nata essendo quasi prigioniero nella
la sua giurisdizione ordinaria e de- Certosa di Firenze, e che avendo
legala i governi di Mohilow e di l'imperatore richiesto di promove-
Witepks nella Russia Bianca, di re al cardinalato l'arcivescovo di
i6 MOU MOH
Mohiiow, Pio VI si scusò, clie tro- nire il breve di cui parla il Bal-
vandosi cardinali dispersi non po-
i dassari, a fronte di pazienti inda-
teva in modo alcuno adunar con- gini . Nel 1800 Siestrzencewicz fece
cistoro, nel quale elevarlo alla bra- stampare in Pietroburgo il concor-
mata dignità. » Ma volendo pur dato di Pio VI, in un a tutti gli

compiacere ali* imperatore più che atti imperiali relativi alla narrata
gli era possibile , fece spedire un circoscrizione diocesana della chiesa
breve, nel quale all'arcivescovo me- cattolica di rito latino nell'impe-
desimo concedeva di vestire al mo- ro russo. Aspirando sempre Sie-
do de'cardinali, portando porpori- strzencewicz a illimitata giurisdizio-
ne le calze, gli abiti, il berrettino, ne su tutta la chiesa cattolica dì
la berretta, ed anche il berrettone ambedue i riti nella Russia, seppe
(del berrettone insegna cardinalizia scaltramente servirsi della partenza
questa è la prima
che ne volta del legalo pontifìcio pel conclave di
leggo menzione, ma assolutamente Venezia, per iscemare l'autorità
dev'essere errore); e mi ricordo che de' vescovi da lui dipendenti, e con-
nel breve, il quale, secondo il con- centrarla in sé stesso. Però trasjni-
sueto, era latino, la parola berret- se a Paolo I il progetto d'istituire
tone fu scritta in italiano ". Il can. un tribunale ecclesiastico, il quale
Nodari, P'iuic Pont. p. 53 , si e- avesse a decidere in ultima istanza
sprime così. « Paulo I petenti, ut ar- tutti gli affari ecclesiastici di qual-
chiepiscopus civitalis Mohilow ad che momento delle sei diocesi lati-
cardinalatum eveheret, prudentissi- ne e delle tre greco-unite. Gli sta-
me respondit, sibi necesse esse so* tuti che dovevano reggerlo otten-
lemnem liane nominationem dilFerre nero approvazione nel dicembre
ob dispersum cardinalium colle- 1800 da Paolo I. A cagione della
gium, permiltere tamen archiepisco- morte di questo monarca avvenu-
po purpuratorum palrum uli insigni- ta nel maggio 1801, il figlio e suc-
bus". Il citato cav. Artaud p. 219 cessore Alessandro compì l'opera I

ancora, citando il dotto Nodari, dice del Mohilowiense, improntandola nel


che Pio VI permise all'arcivescovo novembre 1801 di nuova forma
di vestire gli abiti cardinalizi. Pro- con imperiai editto, che può chia-
cedendo in questa mia opera con marsi un compendio delle leggi
scrupolosa critica, quando dovetti di Caterina II a danno della chie-
fare 1' articolo Berrettino Cardina- sa cattolica, e distillato dall' am-
lizio, scrissi tuttavolta che Pio VI biziose pretensioni manifestate dal-
concesse agli arcivescovi pro-tempo- l'orgoglioso arcivescovo, a dispetto
re di Mohilow le vesti cardinalizie, de' replicati reclami pontifìcii. Si
ma che gli vietò anzi 1'
uso del chiamò il tribunale dapprima con-
berrettino rosso; tale essendo il ri- cistoro ecclesiasticoromanocattolico-
sultato delle molte ricerche che su universale, e in appresso collegio
ciò feci. Perciò non pare credibile della chiesa romana-cattolica, la cui
l'uso del berrettone o berretta car- ampia autorità descrive il p. Thei-
dinalizia, essendo questa una delle ner a p. , 5io e seg. presieduto
principali insegne cardinalizie, e l'im- dal metropolita con titolo di presi-
pone il Papa o chi delega, con for- dente nato.
malità. Non mi è riuscito rinve- Essendo gli statuii di questo col-
,

MOII
legio un mischio di contraddizioni risdizione su tutti i conventi dei
e di sfrenatezze contro le sante leg- monaci e de regolari e contro il ;

gi della Chiesa, i vescovi delle cin- nunzio perché avea compito le co-
que diocesi Ialine si unirono al se del predecessore nel ristabilimen-
nuovo nunzio apostolico Arezzo ar- to della metropoli rutena, e restau-
civescovo di Seleucia, e adope-
si rato l'ordine de' basiliani, e con
rarono energicamente per convin- calunnie lo fece disamicare dall'im-
cere il metropolita della mostruosi- peratore. questo a conce
Indusse
tà dell'istituito tribunale, e farlo dergli che giustamente gli avea
ciò
saiontare dalla sacrilega presunzio- negalo Pio VII, nell'agosto i8o4, co-
ne, con che arrogavasi il primato stringendo ancora il nunzio ad acco-
della Chiesa nelle Russie, e ne ma- miatarsi dalla corte di Pietroburgo;
riometleva le sacrosante leggi e la quindi recossi in mano le redini di
libertà, ma V empio prelato crebbe tutta la chiesa cattolica nella Rus-
in vece nell'ardire. Elesse a com- sia, dominandola da assoluto pa-
ponenti del collegio uomini scostu- drone. Non contento di aver posto
mali, senza coscienza e religione, sossopra la chiesa cattolica latina
e ne cacciò con pretesti che man- e rutena, volle rovinare eziandio
tenessero corrispondenza con Roma quella cattolica di rito armeno, di-
il proprio suifraganeo Benislawski chiarandosi amico e protettore di
e l'illustre preposto mitrato di Mo- tutti i malvagi ecclesiastici. Per
hilow Biskowski : fra quelli che vi morte dell' ottimo Andrea Cholio-
sostituì vi fu il proprio fratello neski, già rettore di s. Stanislao
Luigi calvinista. Autorizzando per de' polacchi di Roma, poi suffraga-
avarizia divorzi, prodigalizzando se- ne© di Camieniecz, gli sostituì un
colarizzazioni ai religiosi, proteg- prete armeno, facendogli conferire
gendo gli sfratati piìi abbietti, con- il carattere episcopale dall'arcive-
tro Siestrzencewicz ricorse all' im- scovo armeno di Leopoli, affinchè
peratore nel i8o4 Giedroyic vesco- potesse esercitare giurisdizione ve-
vo di Samogizia a nome degli al- armeni dell'im-
scovile su tutti gli
tri vescovi della metropoli Muhilo- pero russo. Questa ripugnante me-
wiense, per l'insopportabile abuso scolanza di due riti non piacque
che faceva della triplice autorità all' imperatore, che perciò entrò in
di arcivescovo, di metropolita e di trattative con Pio VU, il quale con
presidente del collegio, con gravis- breve de' 28 marzo 1809 nominò
simo danno della chiesa cattolica. a vicario apostolico di tutti gli

Riconobbe Alessandro I la giustizia armeni cattolici Giu-


delle Russie,
di tali suppliche^ e pei caldi uffizi seppe Krzistofowicz vescovo di Ar-
del nunzio promise di esaudirle; ze in parlibus^ consecrato dall' ar-
ma riuscì alT arcivescovo di render civescovo di Leopoli, e la diocesi

sospetti air imperatore i vescovi e di Camieniecz fu provveduta di pa-


il nunzio, persuadendolo che la chie- store latino.
sta riforma del collegio mirava a Siestizencewicz largamente pro-
distruggere le leggi dell' impero ; lesse lu società biblica per dissemi-
itali sfogò il mal animo con-
suo narvi le corrette versioni, passata
tro la Sede apostolica, per non a- dall' Inghilterra in Russia nel i8o4,
ver conseguito V estensione di giu' promovcndola con iniquissima cir-

VOL. XLVIvv
i8 MOH MOH
colare onde poi fu altamente rim-
; 11 Artaud racconta, che pub-
cav.
proverato da Pio VII a*i3 settem- blicò la storia della Crimeu, da
bre 1816, e l'imperatore Uovaiido esso visitata due volle, ed uu com-
giusto il reclamo gli die la più pendio di ricerche sloriche sidl'ori-
gran pubblicità, ordinando ai bi- gine degli slavi ; che fu aggregato
blici di allontanarsi dalla Russia. a diverse società scientifiche e let-
In vece Papa ricolmò di
il elogi terarie, e che prese a cuore il pro-
i' arcivescovo di Gnesna ed i ve- gresso delle scienze e la coltu-
scovi di Polonia, per aver impedi- ra delle arti. Il Bossard pubbli-
to ai bìblici stabilirsi nelle loro cò a Parigi una raccolta di do-
diocesi. Nel 1814 era morto il coa- cumenti sull'arcivescovato di Mo-
diutore di Mohilow Benislawski, hilow. Occupò la di lui sede il re-
prelato ragguardevolissimo che col- ligiosissimo vescovo di Luck o Lu-
le stie zelanti sollecitudini egregia- ceoria e Zylomeritz Gaspare Casi-
mente suppliva all'assenza del me- miro Colonna Cieciszowski della
tropolitano, a cui disgraziatamente diocesi di Poseo, che nel 1798
non fu dato successore; l'immen- (la Riovia era slato traslalo a Luck,
sa giurisdizione del Mohilowiense vecchio venerando d'anni 84- Suo
fu quindi accresciuta colla vasta malgrado venne nominalo metropo-
diocesi di Vilna, che avea quattro lita per decreto imperiale del mar-

escovi sufFraganei, perchè se gliene zo 1827, e per breve di Leone


affidò l'amministrazione. Nel
18 15 Xll de'23 giugno 1828 ottenne
divenne sufFraganeo di Riovia Va- l'approvazione pontifìcia. M regnan-
leriano Enrico Kamankia di Mohi- te Nicolò I, dice nel decreto, che
low, vescovo di Alberta in parli- lo innalzava alla dignità d'arcive-
bus j e suffraganeo di Mohilow scovo metropolitano delle chiese
Mattia Paolo Mozdzeniewski di Cra- cattoliche in Russia,, gli conserva-
covia, vescovo di Acone in parti- va la sede di Luck, e lo dispensa-
bus. Nel 18 16 Siestrzencewicz con- va dall' obbligo di presiedere al
cepì il disegno d' una riunione dei collegio ecclesiastico cattolico, fin-
greci e cattolici : egli avrebbe vo- che la sua salute non gli permet-
luto vedersi creato patriarca dal teva di recarsi a Pietroburgo, Pro-
Papa, per operare piìi francamente seguì a dimorare in Luck quale
vuia compiuta oppressione del calto- amministratore della diocesi. Per
licismo nella Russia, su di che il car- lo slesso breve gli venne dato a
dinal Consalvi nel 1824 richiamò coadiutore con futura successione a
'attenzione di Leone XI 1, come ri tal chiesa Michele Piwnick vescovo
ferisce il cav. Artaud. A sollievo di Ramata in parlibiis, il quale
della chiesa cattolica delle provin prese a far le veci del metropo-
eie polacco- russe, mori il metro- litano nel governo di Mohilow, e
polita Stanislao, che per 54 anni nella presidenza del collegio catto-
n'era stalo il flagello, facendo la sua lico Ialino di Pielroburgo. Inoltre
ordinaria residenza in Pietroburgo, Leone XII con altro breve dello
tenendo tre suffraganti, uno a Mo- stesso giorno nominò sulfraganeo
hilow, V altro a Riovia, il terzo di Mohilow Gioachino Grabowscki
njoosignor Cipriano Odynice vesco- di Visne, della diocesi Mohilowien-
vo d* ]|)pona in paitibiis a Polock. se, e vescovo di Auioria in parti-
,

MOH MOH 19
luSj essendo arcidiacono della me- compiti gli studi in una università
tropolitana e rellore della chiesa impero
dell' oltrepassasse venticin-
,

parrocchiale Zevinogrodense. que anni d'età, avesse sostituito al-


Cieciszowski fu il solo vescovo tri nell'esercizio militare, fosse au-
della metropolitana Moliilowiense ,
torizzato dal ministro dei culti , e
che non si lasciò trascinare dai pra- non sborsasse lire seicento a bene-
vi esempi dello sciagurato Stanislao fìcio del clero scismatico di sua pro-
Siestrzencewicz. Egli nel suo lungo vincia. Con editto imperiale del 1829
episcopato nella propria diocesi op- furono chiusi tutti noviziati, e de- i

pose con petto forte e zelo aposto- terminato il numero de' seminari-
lico, insormontabile diga all'infezio- sti per ciascuna diocesi. Nel i83o
ne contagiosa de' perniciosi divorzi, peggiorarono le cose della chiesa
perchè agli occhi di Stanislao il ma- cattolica, poiché per deplorabile ac-
trimonio avea cessato di essere sa- eiecamenlo della diela imperiale di
cramento radicandosi lo scandalo
, Varsavia vennero rigettati consi- i

con tanta saldezza anche nelle dio- gli de' vescovi per eliminar i di-

cesi suffraganee, che in quella di vorzi, e ritornare le cause matri-


Minsko da ultimo ancora succede moniali al diiitfo della Chiesa, e
vano da due a trecento divorzi ,
l'imperatore lasciò a' tribunali ci-

talché era difficile il trovarvi un vili la definizione dello scioglimen-


matrimonio in cui 1' una o l'altra to de' maritaggi : indarno i vesco-
parte non fosse slata prosciolta da vi di Podlachia e Cracovia viril-

\\n maritaggio antecedente ; e però mente si opposero alla violazione


Leone XII più volte coi»fortò il nuo- de' diritti ecclesiastici, anzi si fecero
To metropolita a procedere col me- partir da Varsavia prima della
desimo fervore all'estirpazione della chiusura della dieta. Le vicende po-
rea e riprovevole usanza nelle al- litiche della Polonia nel i83o. fe-
tre cinque diocesi della metropoli , cero soprassedere al proseguimento
rammentandogli che Benedetto XIV delle riforme ecclesiastiche ; ma pa-
avea procurato lipararvi con tre co- reame sul finire del 1 83
cificatosi il r-,

stituzioni, quindi gli concesse la po- con maggior audacia si riprese la


testà necessaria per schiantare sì guerra contro la cattolica religione,
abbomine^le vizio. L'imperatore laonde l'anno i832 entrò funesto
IVicolò I sì mostrò contrario alia per la chiesa cattolica d'ambo i ri-

chiesa cattolica latina, come lo era ti. Si scagliò addosso alla Ialina sif-

colla rutena, e per impedirne l'in- fatta tempesta che la scosse dalle
cremento decretò 1828 che
nel basi, e se il braccio divino non ne
chiunque volesse entrare in un or- arrestava il furore, essa al par della
dine religioso dovesse chiederne al rutena cadeva sepolta nelle sue ro-
ministro del culto il permesso, che vine. Il disegno manifestato nel
mai concedevasi; così venne a pre- iBi8 di annullare tutti gl'istituti

pai'arsi la distruzione di tutti gl'i- religiosi, nel i832 si recò in ope-


stituti religiosi, che si effettuò nel ra, perchè le ricchezze di essi sti-

iSS*!. Si decretò ancoraché ninno molavano me-


l'altrui avidità : la

si ammettesse ne' seminari per cor- tropolitana di Mohilovr, non com-


rere la via ecclesiastica, se non pre- prese le case de' gesuiti, nel 1804
sentasse lettere di nobiltà , avesse possedeva parte nella Russia e par-
20 MOH MOH
te nelle proTiiicie polacche 3o5 mo- tore di Luck e Zytomeritz, non
nasteri d'uoniini , con 3468 reli- potere corrispondergli senza ordine
giosìj e 4' ^i donne, le quali ascen- del metropolitano. Essendo da tut-
devano a 590 ; tutto il valore dei ti conosciuta la saldezza della viriti
l)eni spettanti ai conventi era di del metropolita, chiamato sino dal
2,175,357 rubli d'argento, die da- 1798 l'apostolo della chiesa di Po^
vano l'annua rendita di 289,206 Ionia,- egli ricusò con grandezza di
scudi. Dipendevano dai mQdesimi animo prestarsi a sì pericoloso ni;-

conventi quali vassalli 122,018 uo- gozio. Oppose altresì resistenza l'am-

mini e donne. l*er riuscir nell'in- minislratore della diocesi di Mo.


tento si usarono col collegio eccle- hilow, il zelante prelato Szezit,
siastico cattolico latino maliziose e quantunque poi fosse condotto ai

false relazioni sul misero stato de- confini dell'impero, e inutilmente


gli istituti religiosi, e pel sedicente invocato dalle più vive suppliche
maggior ben utile della Chiesa se della Russia Bianca ; gli venne so-
ne domandò a nome dell' impera- stituito Kamionka o Ramankia sii-

tore l'abolizione de' superflui, poi- detto, ligio del governo, che
si mise

ché contro il vero si aifennò con d'accoido con Pawlowski. Laonde


esagerazioni non rispondere più al- de'3oo monasteri che nel i832
la uatura de' tempi , né all'utilità avea la metropoli Moli ilo wiense,
de' cattolici pel rilassamento della 202 furono chiusi, restandone aper-
disciplina, quindi doversi traslocare ti 98. In gran parte si venderono
i religiosi de' conventi soppressi in all'incanto, gli altri tenuti in conto
quelli che si conservavano ; facen- per santuari ceduti agli sci.s«natici,

dosi abuso della costituzione Inter fra* quali il celebratissimo di Poc-


plures jucundilalis , di Benedetto zojow nella Lituania, già de* ca-
XIV, che permise alla chiesa rute- maldolesi, seminario di santi e or-
na la riunione de'monasteri poveri. namento della chiesa polacca. L'a-
Dopo che l'imperatore approvò vea fondato il principe Boleslawski,
i* abolizione de' monasteri ritenuti uno de' più fervidi e degni disce-
superflui, il prelato Ignazio Lodo- poli di s. Romualdo, e perchè avea
vico Pawlowski vescovo di Megara, allevato cinque santiche col lori
fatto da Leone XII a* 23 giugno sangue fecondarono la iKhiésa Li-
1828, e suffraganeo di Raminieck, tuanense quando gemeva sotto il
preposto di quella cattedrale, e paganesimo, era riguardato prima-
rettore della chiesa parrocchiale rio monastero polacco dell'illustre
Dunaiowecense, come presidente del ordine. Simile disavventura colse al
collegio cattolico ecclesiastico latino, non men celebre pur camaldolese
il quale parve tenesse dietro alle presso Cracovia, a fronte delle pre-
orme di Siestrzencewicz, divulgò il ghiere de'cracoviesi per conservarlo.
decreto a tutti i vescovi della me- I quattro milioni di rubli d'argento
tropolitana di Mohilow, da' quali ricavati dai beni de* nìonasleri sop-
chiese ragguaglio dello stato dei pressi, che secondo le promesse do-
conventi, con cenno di quelli che veansi impiegare a vantaggio della
potessero annullarsi. Rispose il de- chiesa cattolica, vennero raccolti
gno Piwnicki coadiutore del vene- dal governo, e impiegati a vantag-
rando Cieciszowski ed amministra- gio degli scismatici. Quello che p'ù
MOH MOH 21
«li lullo (latineggiò la chiesa catto- Le violenze e artifizi usati dal
lica nelle provincie polacco russe, governo pervertimento de' greci
a
e nel reame stesso di Polonia, fu uniti, si adoperarono pure per tra-
il prescritto imperatore intor-
clnlT scinare allo scisma i cattolici latini,

no i matrimoni misti, con statuire a' quali anzi si fece aperta violen-
die nelle sei diocesi della metropo- za, per cui i latini sostennero come
li Moliilowiense, ove una delle parti i ruteni tratlamenti durissimi ed
contraenti professasse la fede russa, asprissimi mali per difesa della re-
la pjolc, non badando a divario di ligione, e si distinsero eroicamente
feesso, fosse battezzata ed allevata 800 cattolici dejla Podolia. Alcuni
nella medesima fede scismatica. La dettagli si leggono nel lodato p.
j
este dei matrimoni misti non s'insi- Theiner, come il divieto di comu-
nuò tra' russi,se non dopo la metà nicazione tra' cattolici greci e la-

del secolo XVI II, in cui avevano preso lini nelle cose sacre, ed altresì ai

piede le massirne irreligiose. L' im- fedeli del medesimo rito apparte-
peratore inoltre decretò che i ma- nenti a diverse parrocchie, e di-
trimoni misli benedelli da' sacerdo- versi altri decreti tulli in danno
ti cattolici sì latini che greci, sia- de'cattolici latini. Pei' attirare allo
no riputati nulli sinché non ven- scisma que' sacerdoti che conduce-
gano benedetti da un sacerdote rus- vano vita secolaresca e rilassata,
so. Questa legge fu estesa a tutti il governo loro permise prender mo-
i russi addetti alla milizia, che nel- glie appena si dichiaravano scisma-
le Provincie polacco-russe e nel tici, perdonando loro qualunque
ducato di Finlandia contraessero turpitudine e delitto. Nel gennaio
ttìalrimonio co' cattolici e prote- 1839 altro editto imperiale annun-
.slanti ; poscia venne resa universa- ziò ai cattolici condannali al remo,
le senza eccezioni in tulte le pro- alle miniere, ed altri lavori pub-
vincie polacco russe, senza più ba- blici per omicidi i ed allri delitti ,

dare i trattali stipulali in favore che sarebbero assoluti se abbrac-


de' polacchi, ed i giuramenti fatti ciassero lo scisma, coniandosi me-
nel i8i5 da Alessandro I nel da- daglia onorifica di Anna, per ap- s.

le la costituzione al regno di Po- pendersi loro in petto con nastro


lonia, di conservare cioè alla reli- celeste. Fra tanti argomenti chei

gione cattolica inlieramente i pri- il p. Theiner riporta, onde il go-


vilegi e le libertà ecclesiastiche e verno russo combatte la chiesa cat-
civili. Finalmente la fatale legge tolica latina, parla deli' invito fatto
sui matrimoni misti nel i834 si nei 1840 a tutti i vescovi latini
rene comune al reame di Polonia, del reame di Polonia, a seguire
richiedendosi che i sacerdoti catto- l'esempio de' loro colleghi, gli apo-
lici benedicessero eziandio i matri- stati della chiesa rutena, procla-
moni misli, la cui piole avea ad al mando il ritorno de' greci cattolici
levarsi scismatica, vietandosi a' cu- alla chiesa scismatica, siccome ope-
rati consigliar gli sposi a educar cat- ra di persuasione pacifica. Clemen-
tolicamente i loro figli. Quanto pro- te XIII e Clemente XIV alto le-
tegga il governo russo i matrimoni varono la voce pei gravi disastri
misti, diffusaaiente si può vedere della Chiesa sofferti nella Russia e
nel p. Theiner citato. nella Polonia. Pio VI, e i suoi sue-
22 MOH M O II
cesfori Pio VII e Leone XII non ministro de' culti del febbraio i83a
furono meno solleciti nel sovvenire per la soppressione di molti con-
alla chiesa polacca. Quindi Grego- venti latini nella metropolitana di
rio XVI per morie di monsignor Mohilow. 3.° La supplica presen-
Cieciszowski, dopo lunga sede va- tala nel 1841 al concistoro eccle-
canle, nel primo marzo r84i tras- siastico cattolico romano di Mohi-
latò da Megara in partìhus all'ar- low dai parrocchiani della chiesa
civescovato di JVIohilow, Ignazio di Bialynitze nel distretto di Mohi-
Lodovico Pawiowski della stessa Itìw, per essere mantenuti nel pa-
diocesi, e qual degno depositario cifico esercizio della religione catto-»
della divina missione afìldatagli, ed lica romana sempre da loro prò-"

erede meritevole delle virtù e ge- fessala. 4-" Altra diretta sullo stes-
sta de' lodali predecessori, adempì so argomento al concistoro cattoli-'

noiìilinente alle parti dell'apostolico co romano di Mohilow dai nobili


ministero, manifestando aita Cliiesn 5." Rap-
del distretto d'IscherikolF.
universale con candida semplicità e porto 16 febbraio i84t
fatto li

moderazione evangelica le crude dal concistoro di Mohilow al me-


piaghe della chiesa polacca, e qtian- tropolitano Pawiowski in seguilo
io avea fatto a disacerbarle, gua- delle suddette rappresentanze. 6."
rirle e preservarla da ulteriori ves- Officio indirizzato il 12 marzo 1841
sazioni della civile autorità. Con dal detto arcivescovo di Mohilow
quali modi Gregorio XVI si fece al direttore del ministero dell'in-
a propugnare diritti i della Chiesa terno in conformità ai suddetti due
nella Polonia e nella Russia viola- rapporti. 7." Officio del ministro
ti dalla podestà secolare, con che dell' interno a monsignor Pawiow-
si è immortalato nel libro vivente ski, col quale si spiega l'ukase sul'
della storia stampandovi gloriosis- l'araminislrazione de' sagramenti a
sjma pagina, è dichiarato neil'dpu- persone incognite. Pel memorabile
scolo pubblicato in Roma nel i84'i abboccajnento avvenuto in Roma
co' tipi camerali e intitolato; Alio' nel 1845 Gregorio XVI e Ni-
tra
cnzione della S. di iV. S. Grego- colò I, se ne sperano felici conse-
rio PP. Xf^I nel concistoro segre- guenze anche per la chiesa latina
to del 11 luglio 1843, seguita da neli' impero russo. P^edi PoLONfA e

tin corredata di docu-


esposizione RussrA.
menti sulle cure della
incessanti Al presente la sede metropolita-
s fessa Santità sua a riparo de' gra- na di Mohilow è vacante, e dei
vi mali da cui e afflitta la religio- quattro suoi suffiaganei ausiliari
ne cattolica negV imperiali e reali esiste soltanto monsignor Kaman»
dominii di Russia e Polonia. Fra kia, fatto nel 181 5, gli altri va-
i documenti in tale opuscolo pro- cando. Nell'ultima proposizione con-
dotti vi sono. 1
."
Lettera in forma cistoriale per l'arcivescovo Paw-
d' ukase diretta dal conte di Wo- iowski, ecco come venne descritto
rontzow in nome deli' imperatore lo stato della chiesa, con cinque ve-
all'arcivescovo di Mohilovr, del 16 scovi diocesani suffiaganei : questi
dicembre 181*2, sulla proibizione di sono quelli di Luck o Luceoria uni-
ricorrere alla santa Sede e suoi ta a Zytomeritz, Saraogizia, Wilna,
rappresentanti. 2.° L' ordinanza del Cameniek Raminiechz, e Minsk.
MOH MOL -^S

La chiesa cattedrale sacra a Dio persi nella vastità dell' arcidiocesi,

è sotto l'invocazione di s. Stani- ed oltre il clero secolare di circa


slao vescovo e martire, di elegante 200, vi erano: gesuili, cappuccini,
struttura. Il capitolo si compone di minori osservanti, canonici regola-
quattro dignità, essendo la prima ri, trinitari, domenicani, conven-
il prevosto, di otto canonici, di do- tuali, scolopi, missionari di s. Vin-
dici preti, e di altri chierici inser- cenzo de Paoli Questo clero re-.

vienti all'officiatura. La cattedrale golare non potendo essere sotto la


non è cura, ne avvi il baltisterio, che giurisdizione de'provinciali estranei,
però lo hanno
due chiese par-
le ebbero i vescovi la facoltà di eser-
rocchiali esistenti in Mohilow. So- citare la giurisdizione ordinaria so-
novi inoltre in città un monaste- pra i regolari. Ognuno degli ac-
ro, l'ospedale, e il seminario cogli cennali ordini avea il suo conven-
come amplissi-
alunni. L'arcidiocesi, to. Sonovi sei case di carità; le

ma, conteneva più città e castelli, sorelle della carità di s. Vincenzo


e circa 800,000 fedeli. Ogni nuovo addette all'assistenza degl'infermi,
arcivescovo è lassato ne' libri della le maestre pie, il seminario dioce-

camera apostolica in fiorini 5oo, a- sano con 28 alunni, ed 83 scuole.


scendendo le rendite della mensa a Ogni chiesa aveva annesso un al-
scudi -2400 (tanto si legge nell'ultima bergo per ricovero de' poveri ali-
proposizione concistoriale), oltre altri mentati con elemosine annuali. I
proventi. Va notato che nella pro- gesuiti vi aveano i3 tra case e
posizione concistoriale per Cieciszow- collegi. I conventi della diocesi era-
ski, la chiesa cattedrale, come nel- no 66, ed i monasteri di monache
la bolla d'istituzione, si dice sacra 8, abitati da 44 l'eligiose. 11 me-
alla Beala Vergine; la prima di- tropolitano capo di tutti i Ialini
gnità chiamasi olììziale; esservi cu- cattolici dell'impero russo, ha die-
ra d'anime e baltisterio, ed alquanto cimila rubli pagati dall'erario im-
distante esistere il palazzo arcivesco- periale. Negli ultimi tempi il go-
vile ampio e conveniente. In una verno ha spogliato de'beni gli ec-

recente relazione dello stato della clesiastici tanto cattolici che sci-

chiesa Mohilowiense ho letto quan- smatici, promettendo equivalenti as-

to qui riporto. Sonovi due chiese segnamenti. In Mohilow fa la sua


principali, la cattedrale dedicata al- residenza l'arcivescovo scismatico, e
l'Assunzione di Maria, e la chiesa vi ha molte chiese.
di s. Stanislao. Nell'arcidiocesi chie- MOINE Giovanni Cardinale. ,

se parrocchiali 254, succursali 90, V. Monachi Giovanni, Cardinale.


cappelle 409- ^J trovano alcune MOLDAVIA, MoldoUachìa. Pro-
chiese lungo il Volga: nell'immen- vincia la più settentrionale della
so spazio da questo fiume al mare Turchia europea con titolo di prin-
Pacifico vi erano de' cattolici, che cipato, che fece anticamente colla
visitati da un missionario nel 1788 Valacchia (Vedi) parte della Da-
provarono un' infinita consolazio- cia ( Vedi ), e principalmente di
ne. Tre canonici assistono l'arcive- quella porzione, per le sue monta-
scovo nel disbrigo degli affari . gne, dai romani chiamala la Dacia
Monsignor Archetti istituì sei mis- montuosa. Confina colla provincia
sionari: molti vicari si trovano dis- russa di Bessarabia, da cui è divisa
^4 MOL MOL
dal Prulh, colia Tcansilvnniri nveiìlc riimniastif probabilmente per corru-
per limili i Carpazi, e colla Gali- zione di romani: vi si parla anco
zia; colia Bulgaria e Valacchia in- l'ungavo e il polacco. Si vanta la
feriore confina a mezzodì, essendo loro ospitalità, ma sono indolenti
divisa dalla Valacchia pel Danid^io, e ignoranti nella maggior parte, e
ai bacino appartiene il
cni paese. conservano molti abbigliamenti dei
La Dacia comprese le due Alesic daci, massime contadini. Vi sonoi

(f^edi)y e si divise in Dacia Ripen- poche scuole, ed i ricchi studiano


se, Mediterranea, ed Alpestre che nelle università russe o tedesche.
comprende la Moldavia e Valac- Quasi unicamente i greci di Costan-
chia. In generale l'aria non vi è tinopoli, gl'italiani, gli armeni e gli
mollo sana, massime nell'estate. L'a- ebrei esercitano le diverse profes-
gricoltura è negletta: vi sono im- sioni. La maggior parte delle abi-
mense che insieme coi va-
foreste, tazioni sono di legno e mal costrui-
sti pascoli occupano la maggior par- te. La Moldavia è divisa in alla e
te del territorio. La Moldavia è più bassa : Zara\ de Su.^s è l'alta, Za-
montuosa e alquanto più fredda ra de Schoss è la bassa. Rinchiude
della Valacchia. Si allevano nume- diecisette distretti, di cui è il primo
rose mandrie di belli cavalli, di Rakou o Bacow , mentre Jassi
l)estie a corna ed a lana ; gran van- (f^edi) n'è la più bellacapitale,
taggio recano le api, e le riviere e più ricca Buckarest capitale
di
abbondano di pesce. La Moldavia lia della Valacchia, ma più piccola, im-
miniere d'oro, d'argento e ferro, n)a perocché nella Moldavia vi sono
più non vengono lavorate; ve ne boiardi o signori. A Jassi vi è un
sono di sale utilissime, e di nitro. teatro francese, un liceo , una so-
Conta circa un milione di abitanti, cietà di scienze e lettere, due col-
altri dicono cinquecentomila. Si con- legi e diverse altre scuole meglio
gettiua che i moldavi discendano dirette di quelle di Valacchia. Il
dai daci, di cui occupano in parie popolo moldavo in generale è più
il territorio, dai romani che ridus- educato del valacco, e conta molti
sero in colonia la Dacia dopo a- distinti letterati. Le vicende storico-
verla conquistata, e dagli slavi che politiche de' due principati di Mol-
vi si slabilirono al tempo delle ir- davia e Valacchia sono assai volte
ruzioni de' barbari. Il popolo di- comuni ad aud^edue, come spesso
videsi in classi, cioè boiardi o no- si ribellarono, sono tri-furono e
bili, eoclesiaslici e secolari ; artigiani butari della Porla ottomana, ed am-
dettipropriamenle rumuns, e zin- bedue ebbero per waiwoda tiranni
gari o zingani che si tengono in greci del Fanar. Nel 1788 in Na-
conto di schiavi ;' le prime classi poli si pubblicò : Osservazioni sto-
sono esenti dalle tasse. Dei zingari riche naturali e politiche intorna
parlammo nel voi. XLIl, p. 52 del la yalacchia e la Moldavia. Vuoisi
Dizionario; edilSarnelIi nelle Lett. che la regione abbia preso il no-^
eccl. t. Ili, lett. V, parla di che me di Moldavia, dal fiimie Mol-
razza di gente sieno i zingari. Il dava che ha origine nella Galizia
lorp linguaggio romaico è un la- e si getta nel Sereth.
tino corrotto, mescolalo collo slavo, moldavi prima vincitori de' ro-
I

e prendono il nome di ritmuni o mani, furono poi interamente sol-.


MOL MOL a5
tomessi a* tempi dell'imperafore Tra- pagamentp d'annuo tributo. Eman-
iano, che vendicò la vergognosa pace cipatisi waiwodi dai re d'Unghe-
i

fatta popolo romano sotto Do-


col ria, assunsero il titolo di despoti ov-
n)iziano, e tutta la Dacia converti vero ospodari. Dopo varie vicende
ili provincia lomana , distribuendo i turchi ne ottennero l' intera so-
le terre in ricompensa a' suoi sol- vranità nel i529 sotto Solimano II,

dati, e trapiantandovi una colonia, ed uno degli ospadari si pose sotto


il che servì a promuovere l'agri- la sua prolezione, ma a condizione
coltura, e a dirozzare i feroci co- che gli abitanti conservassero la lo-
stumi defifli abitanti. Avanzo della ro religione, le loro leggi e privi-
romana dominazione è parte del legi, che fossero esentì da ogni im-
jionteche presso Severino fece get- posta, e che nominassero per prin-
tare attraversoil Danubio Traiano. cipi loro ospodari o waiwodi. La
i

Ai romani succedettero quelle oide Valacchia si ribellò ai turchi col


di popoli barbari , che si sparsero pioprio principe Michele, e diven-
per tutta Euiopa, fra' quali Attila ne indipendente ; ma egli domina-
ohe cogli unni invase la Dacia, ed lo dall'ambizione di unire al suo
a lui sottentrarono a signoreggiar- dominio la Moldavia, venne ucciso
la altri popoli non meno barbari, nel 1601 da un sicario. Nel 16 12
tutti congiurati a distruggersi o cac- Tommaso soldato di ventura s'im-
ciarsi scambievolmente. Dal VII al padronì coll'appoggio de* turchi del-
J X. secolo la Dacia non fu occupata la Moldavia, disfacendo il waiwoda

che dai bulgari e dagli slavi. Alla Costantino; indi spogliato da' suoi
fine del secolo XII sottentrarono gli protettori per istabilirvi Grazinno
sciti, i tartari e gli slavi. In quel poi ucciso nel 16?, i, restando gli

tempo comparisce nelle storie il no- ospodari tributari della Porta otto-
me di Moldavia e Valacchia, due mana. Avendo questa concesso nel-
paesi che cominciarono ad essere V acquisto della Moldavia ai boiar-
governati sottoil titolo di waiwo- di il privilegio di crearsi il w^ai-
da dai due capitani slavi Raddo woda, nel 17 11 si attribuì il di-
Negro, e Bogden o Bogdam, il qua- ritto esclusivo di nominar questo
le si stabilì tra il Seret e la Pruth, capo; e ciò perchè siffatta elezione
f«i il primo sovrano del paese, ne dava sempre argomento a cittadine
fondò le città principali , vi stabilì discordie ed a guerre civili, ed an-
la religione greca, e diede il nome co per vendicarsi del paese che a-
di Bogdania alla parte settentrio- vea domandato la protezione di Pie-
nale. Così cominciò a vedersi una tro I czar di Russia. II waiwoda da
forma di governo che rese meno quell'epoca cominciò ad esser scelto
dolorosa la condizione di que' po- dai fanariotti o greci di Costanti-
poli. La Moldavia si sottomise nel nopoli, che fu cagione di peggiori
il

«ecolo XIV al re d'Ungheria, ed mali, poiché per conseguirne la no-


i suoi waiwodi o principi divennero mina si ricorse ai più nefandi rag-
loro tributari; insorta quindi guerra giri, ed il sultano avendo condan-
fra il re Sigismondo e Bajazet 1 sulta- nato il principato come ad un pul)-
no de'turchi, il re si alleò col waiwo- blico incanto, conferendolo a chi più
da di Valacchia, ma questo tra- pagava. Quindi coloi'O ch'erano prC'
dendolo soggiacque a sconfilte ed al feriti, per rimborsarsi tiranneggia'
-

i6 MOL
vano i sudditi, che talora dalla di- tino, coirannuo eraobimenlo di un
éiperazione li uccisero. Le ambiziose milione di piastre. Il principato fu
mire di Calcrina II impeiatrice del- obbligato pagare alla Porta il tri-

ie Russie, l'indussero a prendere \a buto con titolo di dono di circa


proiezione sì della Moldavia, che 1 65,000 piastre, ma si esentò da
della Valacchia; quindi nel 1802 ogni somministrazione in grani, be-
divenne principe Morusi, cui succes- stiame, legnami da costruzione, ch'e-
sero allri ospodari, che non cessa- ra prima obbligato di mandare pel
rono di vessare la Moldavia con consumo di Costantinopoli e per la

estorsioni. Dipoi pel trattato di 13u« provvisione delle Da- fortezze del
karest del iSil la parte della Mol* nubio e dell'arsenale. L'armata fu
da via che si estendeva al nord del stabilita a 12,000 uomini; cessò la
J*nilh fu ceduta alla Russia , e fa condizione di sudditi di stato, pro-
presentemente parte della Bessara- priamente detti schiavi ; e venne
bla. A' 6 marzo 1 82 1 il principe proibito ad ogni turco abitare nel
Alessandro Ipsilanli eccitò la rivo- paese.
luzione, in cui grave fu il massa- La fede cristiana fu introdotta
cro tra turchi e greci; ma rientra- nella Dacia ne' primi secoli della
li i turchi a' 26 giugrio vennero Chiesa, e verso il 3q6 esisteva un
posti in fn^A Ipsilanti e Cantacu- vescovato nella città di Moldau oc-
7CUO condottièri de* greci eleristi. cupato da s. Nicela martire più :

Nel 1822 fu acclamalo ospodaro il tardi fuvvi ancora la sede vescovi-


boiardo Giovanni Stourdza, indi fat- le di Siretl o Sereth città di Gali-
to prigioniero dai russi nel maggio zia. Niceta fondò nella
Inoltre
s.

1828 ; poscia i russi dopo la presa Dacia diverbi monasteri. Come unii
di Navarino o Neocaslro, città di delle Provincie dette barbare, il con-
Grecia nella Morea, divennero pos- cilio di Calcedonia nel 4^' assog-
sessori due principati. La Rus-
de' gettò la giurisdizione ecclesiastica
sia nel 18^9 conchiuse a' i4 set- della Moldavia al patriarca di Co-
tembre in Adrianopoli colla Poi ta stantinopoli. La religione dominan-
nn trattato, in cui venne stabilito te è la greca scismatica, ed avvi uii
che il principato di Moldavia go- metropolitano e Ire vescovi , con-
drebbe di un governo costituzionale tandosi in tutta la provincia sette-
o nazionale e indipendente, del li- cento chiese circa , e sessanta con-
bero esercizio della sua religione, e venti. Nel 1234 ^' s'introdussero
di un' infera libertà commerciale , ì missionari minori conventuali, i

e che il diritto di nominar l'ospo- quali più tardi ebbero collaborato-


daro spettasse alla Russia e alla ri i gesuiti di Polonia. Verso il

Porla, restando la prima protettri- 1370 era riuscito al Papa Urbano


ce del principato. L' ospodaro, il V che i moldavi col loro duca La-
cui governo era dopo
settennale, sco, abiurato lo scisma, tornassero
però il trattato venne nominato a all'obbedienza della chiesa romana,
vitada un'assemblea di boiardi, d'ac- ma poi ricaddero nell'errore. Da
cordo colle nominate potenze, e tro- che la città di
altre notizie rilevo
vasi assistito da un divano compo- Succiava ebbe un metropolitano,
sto de' principali boiardi, e presie- datole dal patriarca Giuseppe dì
duto dall'arci vescovo greco scisma Costantinopoli. Nel 1 435 fiorì l'ar*
MOL MOL
27
ci vescovo greco Gregorio die favori le nel 1737 sostituì fr. Raimon-
Innione colla chiesa caltolica, onde do Jesierski domenicano polacco che
Eugenio IV gli scrisse da Firenze, rinunziò. Nelle annuali Notìzie di
al cui concilio assistè il vescovo Roma sono registrati seguenti ve- i

Damiarro. Questo fatto gli tirò ad- scovi B&cow: 1733 fr. Tomma-
di

dosso l'odio de' suoi correligionari] so Zaleski domenicano; 1735 fr.


nacque un' ecclesiastica rivoluzione, Raimondo Jezierski domenicano di
in cui manoscritti, atti e documenli Cracovia: questi due vescovi sem-
fiuono bruciati; quindi se i greci brano i medesimi de* precedenti ;

scoprivano che un latino avesse ce- 1782 successe per còadiutoria fr.
It^brato nella loro chiesa ne demo- Domenico Pietro. Karwosiecki mi-
livano l'altare, e se un cattolico vo- nore conventuale, di Zamoski dio-
leva avere ecclesiastica sepoltura era cesi di Chelma, e viveva ne' primi

obbligato ribattezzarsi, perchè an- anni del secolo corrente. Nelle per-
ticamente Moldavia pagano
nella secuzioni vi mori un vescovo di
e cattolico suonava lo stesso. Nel Bacow chiamato fr. Giovanni Ro-
secolo XVI la principessa Elena sa domenicano. I vescovi cattolici
moglie di Stefano il Grande fece di Moldavia solevano risiedere in
costruire dodici chiese cattoliche nel- Transilvania e negli stati del re di
la Moldavia, non rimane ve-
di cui Polonia di cui godevano la prote-
stigio. Anastasio occupò la sede me- zione , alla quale subentrarono i

tiopolilana di Moldavia, sotto Ge- monarchi d'Austria, quando quel


jemia 11 patriarca di Costantinopo- regno fu diviso, e loro ne toccò una
li. Barlaam intervenne al concilio parte. Solevano vescovi da tali i

di Jassi, e Gedeone sedeva nel 172 r. luoghi annualmente recarsi alla vi-
Oì'iens christ. t. 1, p. 1262. Nel t. sita della missione diretta da un vi-

Ili, p. II 18, sono riportati i se- cario generale.


guenti vescovi di Baco'W (Vedi), La missione di Moldavia è affi-

sede vescovile eretta da Clemente data ai minori conventuali, e del-


Vili sutfraganea di Colocza ; il p. la loro chiesa e collegio in Roma
Mirco dice nella Valacchia ma è
, di s. Antonio di Padova o s. Ma-
in Moldavia. Bacow o Bakou, Ba- ria della Sanità, che somministra
ckoK'ia^ ebbe dunque per vescovi ,
missionari alle missioni di Molda-
nel i633 fr. Zamoyski
Gio. Battista via e Costantinopoli, ne parlammo
domenicano, fatto da UibanoVllI; al voi, XXVI, p. 126 e 127 del
nel 1678 fr. Giacomo Goreschi do- Dizionario. Il prefetto è anche
menicano, nominato da Innocenzo commissario del convento di Jassi,
XI. Indi lo furono Gio. Francesco carica che si conferisce dal p. ge-
Lousony, destinato pure da Inno- nerale dell'ordine. Nel 181 i era
cenzo XI; fr. Arnaldo o Amando vescovo di Moldavia monsignor
Cieseyko domenicano di Vilna, elet- Bonaventura Carenzi. Dalla sacia
to nel 1694 da Innocenzo XII; fr. congregazione di propaganda fu di-
Giovanni Damasceno Lubienski po- chiarato visitatole apostolico il p,
lacco domenicano, eletto da Cle- Giovanni Magni prefetto della mis-
mente XI nel 171 1; fr. Tomma- sione di Costantinopoli. Dopo la
so Szklubiczaleski domeni-
polacco morte di monsignor Zabervoni ,

cano, fatto da Clemente Xll, al qua mancante la missione di vescovo,


3

a8 MOL M OL
Gregorio XVI a' io settembre 1 838 da questo slato di opulenza nastx!
nominò visitatore apostolico e ve- la preponderanza del clero sopra
scovo di Carra in partibiis^ mou- del popolo e della nobiltà. I mo-
signor Pier Raffaele Arduini de'mi- nasteri sono ricchi e pieni di mo-
iiuri conventuali : la sua istallazio' naci; quello di Nians ne ha circa
ne segin senza opposizione, median- 2000. Ma gli scismatici, clero e po-
te l'annuenza del principe regnan- polo;, vivono da atei nella più cras-
te. Indi il medesimo Papa dichia- sa ignoranza e demoralizzali. Al
rò vicariato apostolico la missione presente la religione cattolica si tro-
<li Moldavia, ed a* 7 aprile 184 va in istato d'incremento,
ed il
nominò vicario apostolico monsi- numero de'cattolici 55,ooo,
supera i

^Mior Paolo Sardi de' minori con- quando nel 8o4 non erano che
i

ventuali, già penitenziere vaticano circa ig,ooo; le chiese sono più


e vescovo di Vera in parlibus^ che di 74.
risiede in Jassi. Ecco lo stato pre- MOLE ADRIANA. T. Castel
sente di questo vicariato. La par- «. Angelo, e Mausoleo.
rocchia di tal capitale è sempre MOLEcNDlNI o MOULIN Gio-
amministrata dal prefetto de' con- VANM, Cardinale, Giovanni Mo-
ventuali. La cristianità di Moldavia lendini de Moulin francese, nato
si divide in due distretti : il pri- nella diocesi di Limoges nell' Aqui-
mo di Siret o Sereth, composto di tania, in luogo detto Molendinaria
42 villaggi, contenente sei parroc- o Molinayrie, avendo abbiacciato
chie; il secondo di Bislriccia, com- sino dalla gioventù V istituto do-
posto di 57 con otto par-
villaggi menicano nel convento di Briva,
rocchie. I sacerdoti nella Moldavia provincia di Tolosa, ottenuta la
sono più di ventiquattro. In Jassi laurea dottorale, nel i 344 f" fatto
vi è il convento de^ conventuali e inquisitore di Tolosa, e nel i347
l'amministrazione sindacale; un o- lettore del sacro palazzo; quindi
spizio a Galatz, città forfè con va- nel 1349 in Barcellona fu eletto
sto porto, emporio di commercio, generale del suo ordine che go-
forse costruita da Traiano, con chiesa vernò due anni, dopo quali Cle- i

per la quale la casa d'Austria som- mente VI a' 18 dicembre i35o lo


ministrò 200 fiorini per costruirla, creò cardinale prete di s. Sabina.
ed il principe regnante vi contribuì Dopo essere intervenuto all'elezio-
una somma: in tutti i distretti fu- ne d'Innocenzo VI, fini di vivere
rono aperte scuole con maestri. Cle- in Avignone nel i353, e rimase o-
mente XI accordò la laurea magi- norevolmenle deposto nella metro-
strale a quei missionari che hanno politana di Tolosa, quantunque al-
servito nove anni in questa missio- tri dicano nella chiesa de' domeni-

ne. Questa possiede diversi beni, cani : i


pp. Quietif ed Echard
come esistono rendite pel vescovo, poi scrivono che fu trasferito a Bri-
somministrando la congregazione va, e tumulato tra' suoi religiosi.
di propaganda ai parrochi annui Scrisse alcune opere teologiche ed
scudi j3o. 11 metropolitano sci- alcuni sermoni.
smatico, il clero, i monaci sono MOLES Giovanni, Cardinale.
licchissimi; il primo uon conta me- Giovanni Moles, da altri detto Mar-
no di 60,000 zecchini di reudita; ganti, nato nobilmente in Giroua
MOL MOL 29
Catalogna, acquistata una pro-
iielia le Nicolò Riganti. Oltre le produ-
fónda cognizione nella scienza teo- zioni di che abbonda tutta la pro-
logica, nella legge e nella cosmo- vincia, si traggono dolci favi dai
da giovane a Ko-
grafìa, recossi fin suoi alveari, checche dir si debbi
uia, dove da i\icolò V venne am- sulla derivazione da ciò dell' auli-
messo tra chierici di camera, e
i co suo nome di Mclfaita^ M tifici a ^
fatto vescovo della propria patria. Melphicluni seii Molftlam^ posciri
Ì,_
!_ Colla sua industria ed eloquenza corrotto. Però l'Ughelii attribuen-
sedò e compose le controversie che do l'origine della cillà a Mauro
eransi eccitale tra il Papa ed Al- compagno di Ulisse, dice che fu ri-
fonso I d'Aragona re di Napoli, Fabbricala quando divenne colonia
che lo inviò poi suo ambasciatore romana, cioè da due navi di roma-
al concilio o congresso celebrato ni che seguivano Costantino in Bi-
in Mantova da Pio 11. Collo stesso sanzio, le naufragando
quali ivi .>i

carattere Ferdinando d' Ara-


il re fermarono a stabilirvisi, onde per
gona e Casliglia lo deputò a Sisto tale avvenimento anianiudiiies tini
IV per implorare soccorso contro faclas omeri, et nonten Melfacfae
i avevano occupato O-
turchi, che indi de re di'} lati. Trae lucro dd
tranto. In ricompensa di tante o- traffico marittimo e terrestre, non
norate fatiche, il medesimo Papa che dalla pesca. Vi sono pure can-
nel novembre o dicembre i^Sò lo tieri di costruzione e numeiose fal»-
creò cardinale prete di s. Vitale, briche di tele , funi e gomene.
amministratore delle chiese d' Osca Poco lungi dalle sue muia ha un
e (li Patti, e legato della provincia di molto frequentato santuario della
Marittima e Campagna. Si trovò Beata Vergine de' Martiri, verso
presente al conclave d'Innocenzo Biseglia, il vescovo della quale l'e-
Vili, e dopo dodici mesi di cardi- ruditissimo Sarnelìi nelle sue im-
nalato la molte iotolse dal mon- portanti Leti. eccL scrisse la lelt.

do in Roma nel 1484 d'anni 80, 38 del l. V: Onde sia detta s.

ed ebbe sepoltura nella chiesa di s. Maria de' Martiri la veneranda


Maria del Popolo. Scrisse questo car- immagine della Beata Fermine nel'
dinale alcune opere, e tra le altre un la sua chiesa presso Molfetta. Ne
volumecontenente la storia di Spagna, daiemo un cenno. Dopo che Ur-
MOLFETTA {Mdphititu), Città bano li promulgò nel 1094 la p»i-
con residenza vescovile del regno ma crociata per liberazione de'san-
delle due Sicilie, nella provincia di ti luoghi di Palestina, Boemondo
Terra di Bari, con titolo di ducato, normanno col nipote Tancredi par-
distretto di Barletta, da cui è di- tirono con copioso esercito per la

stante sei leghe, capoluogo di can- sacra guerra. 11 di lui fratello Rog-
tone sull'Adriatico. È posta sopra gero provvide del bisognevole i cro-
la spiaggia marittima e circonda- cesignati, e peichè molli concorre-
ta da ubertoso territorio nell' A pu- vano a prender la croce e s'im-
lia Peucezia. Assai ben fabbricala, barcavano a Brindisi o Otranto,
oltre la calledrale ha molte altre eresse mezzo miglio lungi da Mol-
chiese, e conta 17,000 abitanti, a- fetta al lido del mare due spedali,
vendo diversi uomini illustri l'atto acciò vi fossero pietosamente allog-
onore alla patria,fra'guali il cardina- giati i crocesignati e pellegrini. Ve-
,

So MOL MOL
uendo poi a sapere Guglielmo I uiono; essendo il quarto Riccardo
che negli spedali di Molfetla molti che mori nel 1271, e venne suct
pellegrini crocesignali vi morivano, ceduto da fr. Paolo fratjcescano, e-
ordinò nel i 162 la fabbrica della letto sotto Celestino V. Nomine-
chiesa e del ci mi te rio che benedì remo i più degni di men/.ione. Fr.
Orso vescovo di Ruvo per l'assen- Alessandro Fassitelli agostiniano di
za del vescovo di Moi fetta: chia- S. del suo or-
Elpidio e generale
mavasi il luogo Carnaria, ed i pel- dine, mortoi325. Simone Lo-
nel
legrini defunti, siccome reduci da pa napoletano, già canonico della
Gerusalemme, portavano benché im- cattedrale, del i388. Pietro Piczi
propriamente il nome di martiri o Picei de Barulo, fallo da Mar-
perchè così talvolta i Papi chiama- tino V i42«. A Leonardo Pal-
nel
reno nelle bolle crocesignati che i mieri del 1473 successe, 6 kal.
morivano per le crociate. Nel 1 188 octobris 1473 per volere di Sisto
avendo saraceni nuovamente oc-
i IV, Gio. Battista Cibo genovese,
cupato Gerusalemme ed altri luo- che creò cardinale, e nel 1484 di-
ghi , que' cristiani che poterono venne Papa Innocenzo Vili, onde
scampare portarono seco reliquie ne fu scolpita memoria sopra la
e sacre immagini miracolose, delle porta della cattedrale. Egli nominò
quali arricchirono pure la chiesa di successore 17 kal. octobris Angelo
s. Maria de'Martiri di Molfelta, la- Lacerti, e liberò lui e la sede di
sciandovi r immagine di nostra Si- essere sulfraganea di Bari, dichia-
gnora col Bambino dipinta su ta- randola esente e imniediatamenle
vola di cipresso, molto somigliante soggetta alla santa Sede, come lo
a quella che in Roma si venera è tuttora; in segno della quale li-

in s. Maria Maggiore ;
quindi im- bertà, Innocenzo Vili gli concesse
menso fu il concorso de' circostan- per insegna un cavallo senza freno.
ti popoli, come innumerabili le gra- Ad Angelo, tumulato nella cappella
zie concesse da Dio ai divoli che di s. Maria della Neve, in catte-

ne implorarono il patrocinio. L'af- drale, nel i5o8 Giulio li soslilui


fluenza maggiore è nell' ottava di Alessio Celadoni di Lacedonia, già
Pasqua e della Natività di Maria, vescovo di Gallipoli, che interven-
e Innocenzo Vili ch'era stato ve- ne al concilio Laleranense V, re-
scovo di Molfetla, per l' amore che staurò la cappella della Beata Ver-
conservava alla sua antica sede, le gine, ed ornò la cattedrale. Gli suc-
concesse indulgenza plenaria colla cesse Ferdinando Ponzetti fiorenti-
bolla Super aethereas. Allorché i no i5i7 , nello stesso anno
nel
corsari turchi dierono fuoco alla creato cardinale, al cui lem pò la
santa cappella, V immagine restò il- città soggiacque a devastazione por
lesa tra le fiamme. Lautrec generale di Francesco I
La sede vescovile, sebbene la lu- re di Francia. Nel i5i8 gli fu da-
ce del vangelo la ripete da s. Pie- to in coadiutore il nipote Giacomo
tro, vuoisi istituita nel secolo X, Ponzetti, che divenne effettivo nel
ma il primo vescovo fu Giovanni i528; rinunziò nel i553, e fu e-
che nel 1179 assistette al concilio letlo Nicola Maggiora ni di Malpi-
di Laterano III. Gli successe N.... gnano, erudito nelle latine lettere.
del 1207, ed a quesli altro ano- Per sua rassegna nel i566 ebbe la
MOL MOL 3i
sede il nipote Muggiorano Maggio- trasferito a Bari; il quale Papa gii
lani, che per beo trent' anni resse sostituì Pietro Vecchia
abbate bene-
lodevolmenle la diocesi ; padre dei dettino veneto, vescovo d' Andria ,
poveri, a tulli caro, fu sepolto in sollecito e zelante pastore. Nel 169G
s. Maria de' Martiri. Offredo de Domenico Belisario Belli di Bari,
Offredi fiorentino gli successe nel cappellano d' Innocenzo XII e vi-
i5g8, canonico vaticano, già mae- cario generale di più diocesi non
stro di camera di Gregorio XIV, che di Molfetta; divenuto vicege-
indi nunzio alla repubblica di Ve- rente di Roma, fu sepolto in s. Ma-
nezia, mori nel 1606. Gli successe ria Via nel 1701, e venne elet-
in
fr. Gio. Antonio Bovio di Novara, to Giovanni degli Efletti nobile ro-
carmelitano dottissimo in teologia mano, governatore di Benevento;
ed in ogni scienza, benemerito pa- e dopo di lui nel 17 13 o 17 «4
store. Nel 1622 Gregorio XV gli Fabrizio Salerno di Cosenza, col
surrogò fr. Giacinto Petroni nobile quale néV Italia j^crrt dell' Ughel-
romano, domenicano e maestro del li, t, 1, p. 916, si termina la serie
sacro palazzo, supremo inquisitore de'vescovi, quale continueremo col-
del regno di Napoli, autore de' com- le annuali Notizie di Roma. 1754
menti di Aristotile in logica e me- per morte del precedente, d. Cele-
lafisica, e di alcune questioni di s. stino Orlandi monaco celestino del-
Tommaso, e sebbene virtuoso morì la diocesi d' A lessano. 1775 Gen-
non senza sospetto di veleno nel naro Antonucci napoletano. Nella
1647Ì dicendosi Melfi in latino sede vacante Pio VII colla lettera
Melphi, e Mol fetta, Mdpheta e Mei apostolica De lUiliori, V kal. juUi
filay come altri all'articolo Mae- j 8 i8j soppresse le sedi vescovili di
stro DEL SACRO PALAZZO lo diccm- Giovenazzo e Terlizzi [Vedi), e le

mo noi pure vescovo di Melfi, e unì a quella di Molfetta, indi ai


qui ci emendiamo. Successivamen- 2 ottobre ne fece vescovo Dome-
te furono vescovi Gio. Tommaso nico Antonio Cimaglia della diocesi
Pinelli teatino genovese di gran sa di Benevento, cui a' 2 r febbraio
pienza e pietà, 1648. France-
del 1820 die per successore Filippo
sco Marini nobile genovese nel Giudice Caracciolo. Questi Grego-
1666 fu traslato da Albenga ove rio XVi nel i833 traslatò a Na-
passò il predecessore riconobbe : poli, e poi creò cardinale, per cui ne
nella cattedrale il corpo di s. Cor- parliamo alla sua biografia. Essendo
rado cistcrciense, figlio di Enrico vacante la sede, lo stesso Papa colla
duca di Baviera, patrono della città; bolla Aelerni Patris Filius, de 9 di-

indi fu fatto arcivescovo .d'Amasia e cembre i835, ad istanza del regnan-


canonico vaticano. Nel 1670 Carlo te Ferdinando II re delle due Si-
Loffredi teatino, che compose la cilie, ripristinò la cattedra vescovile
lunga lite eh' eravi tra il magistra- a Giovenazzo ed a Terlizzi, lascian-
to di Molfetta ed il clero, provvide dole unite a Molfetta, conferman-
alla vita comune delle monache, dole immediatamente soggette alla
fu benemerito del seminario, dei santa Sede. Indi nel concistoro dei
catechismi, ed altri vantaggi spiri- 19 maggio 1837 preconizzò primo
t'iali, celebrò il sinodo, e dal suo vescovo di Molfetta, Giovenazzo e
parente Innocenzo X li nel 1691 fu Terlizzi, l'odierno monsignor Gio-
3"2 MOL MOL
vanni Costantini di Cosenza, con- ci anni, nel 1694, contro la vo-
visitatore generale e vicario gene- lontà de' genitori abbracciò l' istitu-
rale di quella arcidiocesi, ed arci- to degli eremitani di s. Agostino,
diacono della cattedrale. e dopo di avere con succ\isso ap-
La chiesa cattedrale di Molfetta plicato alle scienze, fu incaricato di
è dedicata alla Assunzione di Ma- insegnarle dalle cattedre del suo
ria Vergine, ottimo e magnifico e- ordine, dove ottenne onorevolissinu
difìzio di antica struttura. Il capi- gradi, e tra gli altri quello di pro-
tolo si compone di sei dignità, cioè vinciale della provincia romana, ut
dell' arcidiacono ch'è la prima, del- occasione che si trovò in Roma al
l' arciprete^ di due primiceri , del capitolo generale col carattere di
cantore e del sacrista ; di dieciolto defìnitore. Compito il suo governo,
canonici, comprese prebende del
le léce ritorno in ìspagna assai istrui-
teologo e del penitenziere, de' qua- to intorno alle materie che occor-
li dieci sono dell' ordine de' preli rono di doversi trattate nella curia
ed otto dell'ordine de' diaconi ; di romana, il perchè veniva sovente
Irenlasei mansionari o cappellani consultato intorno alle diiferenze
partecipanti, chiamati di Massa, e che insorgevano tra il vSacet'dozio e
di altri preti e chierici addetti al r impero, lo che gliguadagnò la gì a-
servigio divino. Nella cattedrale vi zia del re di Spagna, come pro-
sono diverse reliquie^ oltre il corpo clive in sostenere e difendere le
di Si Corrado, ed il fonte battesi- dottrine e opinioni dei realisti. Con
male la cura d'anime si esercita
: questo acquistatosi del credito, fu
da un canonico dell' ordine presbi- dichiarato assistente generale delia
terale per l'arciprete. 11 palazzo Spagna e delle Indie, onde dovet-
vescovile è un buon edifìzio. Inol- te di nuovo intraprendere il viag-
tre nella città sonovi due altre chie- gio di Roma, dove in qualità di
se parrocchiali munite del battisle- teologo intervenne al concilio cele-
rio, religiosi, monache, conservato- brato in Laterano da Benedetto
rio, diverse confraternite, ospedale, XIII. Quindi il re nel nominò
i ySS lo
monte di pietà, e cospicuo semina- alla chiesa di Cuba nell'America oc-
rio di 170 alunni. Prima eranvi cidentale, e tredici giorni dopo l'epi-
cinque conventi di religiosi,una scopale consecrazione fu trasferito al
grangia di celestini dell'abbazia Da- vescovato di Barcellona. Non potè
miana, un insigne collegio di gesui- però condursi alla sua chiesa, per-
ti, ed un monastero di monache. chè il re lo elesse commissario ge-
Le diocesi unite si estendono per nerale della crociata, e presidente
circa nove miglia di territorio, l del regio consiglio di Castiglia. In-
fruiti uniti delle tre mense sono tervenne a mezzo di legittimo pro-
tassati ne' libri della camera apo- curatore al concilio provinciale ce-
stolica in fiorini i54, e le rendite lebrato nel 1733 dall'arcivescovo
si valutano circa a 3ooo ducati di Tarragona. Clemente XII nel
napoletani. 1734 lo trasferì alla chiesa di Ma-
MOLINA Gaspare, Cardinale. Ga- laga, ma impedito da gravissimi af-
spare Molina e Oviedo, nacque in fari neppur dessa potè vedere. Ciò
Merida nell'Estremaduia, provincia non pertanto egli si mostrò liberale,
della Spagna. In età di quatlordi- massime nel sovvenire poveri del- i
MOL MOL 33
la diocesi. Finalmente ad istanza sore e la dedica all'arciduca d'Au-
del re, a' 3o dicembre 1787 Cle- stria inquisitore generale del regno;
mente Xli lo creò cardinale dell'or- fu dappoi stampato a Lione nel
dine de' preti, ad onta delia sua 1593, a Venezia nel i594, ed in
ripugnanza, per ritenerlo uomo so- Anversa nel 1595. In tale libro espo-
verchiamente attaccato alle opinio- ne il sistema che poscia venne agi-
ni oltramontane, e poco affetto al- tato nelle scuole, e fece nascere le

la santa Sede. Tuttavolta fregiato famose dispute sulla prescienza, la

della dignità cardinalizia sembrò provvidenza, la grazia e la prede-


che simoderasse nelle sue opinio- stinazione di Dio, e fu chiamata
ni, come lo dimostrò col fatto, a- controversia e questione della gra-
vendo quietato alcune controversie zia e del libero arbitrio, della qua-
eh* eransi destate nella Spagna coi le si parlò in alcuni luoghi, e si
ministri della corte diRoma. Del possono vedere gli articoli Pela-
rimanente fu uomo quanto amante GiANi e Sémi-pelagiani. Il libro fu
della giustizia, altrettanto fermo e attaccato vivamente dai domenica-
costante, e forse troppo precipitoso ni, che lo denunziarono alla inqui-
nel risolvere, ed assai pronto ed sizione di Spagna, accusando T au-
efficace nell' eseguire. Lasciò una tore di rinnovar gli errori de' pe-
biblioteca di scelti e pregevoli li- lagiani e semi-pelagiani , indi a
bri al convènto degli agostiniani quella di Roma sotto Sisto V. Le
di Siviglia. Colpito da repentina parti disputanti si censurarono con
morte, compì il numero de' suoi tesi, con sermoni e con una molti-
giorni in Madrid nel i744> '" ^^"^ tudine di scritti. Quindi Clemente
di 65 anni, ed ebbe sepoltura nel- Vili volendo che la controversia
la regia chiesa di s. Filippo del si esaminasse con rigore e impar-
suo ordine, innanzi 1* altare mag- zialità, deputò la celebre congrega-

giore. zione de aiixdiis divinae gratiae,


MOLINA Luigi. Spagnuolo di così detta perchè si trattava di e-
Cuenca, entrò nella compagnia di saminarvi la natura de* soccorsi
Gesù nel i553 ; fece i suoi stu- della grazia, maniera con cui
e la
di a Coimbra, fu professore di teo- ella opera, congregazione della qua-
logi per venti anni nella università le tenemmo proposito nel voi. XVI,
di Evora in Portogallo^ e morì p. 147 e 148 del Dizionario. Agli
a Madrid nel 1600 d'anni sessan- esaminatori teologi deputati, volle
tacinque, dopo aver composto di- Clemente Vili fossero aggiunti i car-
verse opere, i." Comment. in pri- dinali della congregazione della in-
mam partem d. Tlwmae. 2.° De quisizione, ed generali de'due ordi-
i

justitia et jlire. Ma gonza 1659, e ni litiganti domenicani e gesuiti, e


Ginevra 1732. 3." De concordia che le due parti proponessero alla
grati ae et lìberi ap-
arbitrii , et sua presenza le loro ragioni. Morto
pendìx ad eadem concordiam. Il il Papa senza vedere terminata la
libro della concordia della grazia e questione, i cardinali stabilirono in
del libero arbitrio venne alla luce conclave che chiunque fosse eletto a
in Lisbona nel i585 ; l'appendice succederlo vi ponesse fine . Leone
si pubblicò
nel iSSg. Esso com- XI visse pochi giorni, e Paolo V
parve con l'approvazione del cen- avendo assistito a dieci congrega-
VOI. xivi. 3
34 MOL MOL
zioni, niente volle pronunziare, so- no mitignlo alcuni articoli, e pre-
lo proibì ai due parliti oHendersi venuto delle conseguenze, e perciò
e molestarsi vicendevolmenle, e per- chiamasi il congruismo mitigato, ed
mise alle due religioni di poter in- è una confonderlo col
ingiustizia
segnare nelle loro scuole l' uno o molinismo. E
però ancor piti rin-
r altro sistema contrastato della crescevole vedere che alcuni teolo-
grazia, purché lo facessero con quel- gi tacciano di pelagianismo e di
la savia moderazione
e rispettosa semi-pelagianismo tutti quelli che
che conviene a teologi cattolici, non pensano com' essi, quando la
principalmente religiosi; determina- Chiesa non ha pronunziato, ed i
zione che confermarono Urbano sommi Pontefici proibirono di da-
Vili, Innocenzo X ed Alessandro re tali qualificazioni. Un tale pro-
VII. Dice il Dergier, il quale ripoita cedere non è atto a prevenire gli

il sistema di Molina, che dopo que- spiriti giudiziosi in favore dell'opi-


sto spazio di tregua è slato inse- nione che abbracciarono e che so-
gnato il Molinismo (che alcuni per stengono questi temerari censori ".
sbaglio dissero Molino si sino ^ Vedi)^ I saggi teologi si astengono dall' e-

nelle scuole come ufi' opinione li- saminaie tali questioni profonde,
bera; ebbe però avversari implaca- cui forse non è dato all' uomo di
bili negli agostiniani veii o falsi, e chiarire.
nei tomisti, i quali come i gesuiti MOLINO Giovanni, Cardinale.
pubblicarono alcune storie e atti Giovanni Molino nobile veneto, nac-
della mentovata congregazione de que a*i6 aprile 170 5 in Venezia.
auxiUis La maggior parte dei
. Ricevette un'educazione letteraria
fautori della grazia efficace per sé e religiosa conveniente alla sua na-
slessa, sostenero che il molinismo scila, ed egli vi corrispose con np-
rinnovava il semi-pelagianismo; ma plicazfone costante allo studio, di-
il celebre domenicano p. Natale Ales- venendo perito nelle filosofiche e
sandro, sebbene tomista, nella sua legali discipline. Sostenne egregia-
Storia eccl. del F seco lo ^ cap. 3, n. 3, mente una disputa sulla storia del-
§ i3, risponde a certi accusatori, la chiesa di Grado e del patriar-
che il sistema di Molina non es- cato di Venezia, che poi illustrò con
sendo stato condannato dalla Chie- singolare erudizione. Fer la repu-
sa, ed essendo tollerato come le al- tazione che si formò e per la lo-
tre opiniani scolastiche, si offende devole condotta con cui si distin-
troppo la verità e la giustizia pa- gueva, vacato r uditorato di rota
ragonandolo agli errori sia dei pe- per la promozione al cardinalato
Questo
lagiani, sia dei semi-pelagiani. di Carlo Rezzonico, poi Clemente
punto solidamente sostenne ancora Xlll, venne nominato a succederlo
Bossuet, Avveri, ai protestanti i e nel cospicuo tribunale a' 2 giugno
2. Conchiude il Bergier il suo artico- 1739, dichiarandolo uditore Cle-
io sul p. Molina così. « Ci credia- mente XII. Dopo avere egregia-
mo obbligati di giustifìcaie da ogni mente esercitato l'unìzio per sedici
errore il sistema di Molina, senza anni, come si può vedere nelle sue
volere perciò provarlo ne adottarlo. Decisioni stampate in quattro tomi.
Alcuni celebri teologi ammettendo Benedetto XiV nel concistoro dei
la sostanza di questo sistema, han- 17 febbraio 1755 lo preconizzò ve-
MOL MOL 3)
scovo di Tìrescia, per la cui con- religiosi, dicendo non poterle ese-
sacrazione diresse al clero e popo- guire senza un comando espresso
lo della diocesi una pastorale di del Papa. Si quindi presso i
ritirò

elegantissimo stile, grave per le sen- benedettini in Feirara, ed il senato


tenze che contiene, in cui si vede gli sequestrò le rendite della men-
il linguaggio di s. Leone l Magno. sa vescovile. Clemente XI II non
La sua pietà, zelo pel gregge, ed solo gli accordò generoso asilo, ma
altie virtù gli procacciarono l'amo- lo soccorse del bisognevole. Inter-
re de* bresciani, imitando gli illu- venne al conclave per l' elezione
stri suoi predecessori, sia in pru- di Clemente XIV, il quale lo ri-

denza, che in generosità e difesa mise in grazia della veneta repub-


dell' episcopale giurisdizione. Visitò blica, e gli ottenne quanto doman-

la diocesi, fece rifiorire la discipli- dò; però il Papa gì' impose uni-
na, istituì per la diocesi un luo- formarsi alle leggi da essa emana-
go di educazione per la gioventù, te, il che molti criticarono. II car-

aumentando con cattedre ed alun- dinale morì in Brescia d'anni 68,


ni il seminario della città. In pre- a' i4 marzo 1773, venendo espo-
mio di tanti meriti. Clemente XllI sto e sepolto nella cattedrale.
a' 1 3 novembre 1761 lo creò car- MOLINOSISMO o QUIETIS-
dinale dell' ordine de' preti, e gli MO. Dottrina falsa e condannala
spedì a Venezia la berretta cardi* di Michele Molinos sacerdote spa-
milizia per monsignor
l'ablegato gnuolo, e dottore della diocesi di
Giuseppe de Renaldis friulano, suo Saragozza, ove nacque nel 1627.
cameriere segreto partecipante e bi- Portatosi a stabilirsi in Roma_, sot-

bliotecario. L'arciprete di Breno to un esteriore di pietà, si acqui-


Marcantonio Campana pel Rizzar- stò la riputazione di gran direlto-
di pubblicò nel 1763 in Brescia : je di spirito, procacciandosi ezian-
Orazione per la promozione alla dio la grazia e benevolenza d* In-
porpora del cardinal Giovanni Mo- nocenzo XI. Seppe talmente cuo-
linoj ed il Sambuca ; Lettere pel prire la sua malvagità, che non es-
cardinal Molino, Brescia 1764. Eb- sendosi mai accostato al tribunal
be per titolo la chiesa di s. Sisto, della penitenza prima di celebrare,
e per congregazioni quelle de' ve- dal 1675 al i685, e benché occul-
scovi e regolari, della visita apo- to sucido adultero, era tenuto per
stolica, dell' indice, e delle indul- mistico dottore. Col suo libro :

genze e sacre reliquie. Per l'amo- Guida spirituale y che conduce V a-


re che portava alla scienza, la mu- ninia per un cammino interiore et

nicipalità di Brescia lo elesse pro- conseguire la contempla-


perfetta
tettore -della biblioteca Quiriniana, zione ed il ricco tesoro detta pa-
che arricchì di scelti libri, meda- ce interiorey fece un male immen-
glie ed altro, venendo celebrato con so, poiché venne stampato in Ro-
splendidi encomi neW Jdditanientuni ma nel 1675, in Madrid nel 1676,
alla Tiara et purpura veneta. Il in Saragozza 1677, ed in Siviglia
cardinale abbandonò il vescovato nel i685, come rileva il Bernini,
di Brescia, per non obbedire alle Storia dell'eresie t. IV, p. 712.
leggi del seinato veneto, intorno al- Con esso questo famoso ipocrita cor-
le persone regolari ed agli ordini ruppe molte dame e molte perso*
36 MOL MOL
ne ti' ogni condizione,
insegnando sa me della Guida spirituale , fu tro-
loro (per veiilidue anni che in Ro vato che r orazione della quiete,
ma vi>se in concetto d' insigne san- immaginata un tempo da alcuni
tità) che chi una volta giunge col- monaci dell' oriente, erasi dal Mo-
r anima a Dio per mezzo delVora- linos rinnovala per cuoprire i lus-
zione della mai
quiete, non può suriosi disordini eh' egli voleva ve-
peccare colla volontà, inducendo lare con ombra di divozione. La
con questa massima della quiete i Spagna a mezzo de* suoi inquisitori
suoi seguaci, con una vantala so- a' 24 novembre i685 proibì rigo-
spensione immaginaria de'sensi, nel- rosamente questo libro, il quale con
le più riprovevoli brutalità, onde più solenne preciso decreto dell'in-
potesse restar paga ogni disonesta quisizione romana fu a' 28 agosto
sensualità. 11 cardinal Innico Ca- 1687 pi'oibito con ogni qualunque
racciolo scuopri nella sua arcidiocesi altro hbro del Molinos, donde fu-
di Napoli questo occulto veleno, e le rono estratte sessantotto proposizio-
nuove opinioni false e dannose sul- ni (queste sono riportate dal citato
la misticità, laonde nel 1681 ne Bernini col decreto dell'inquisizione,
avvisò Innocenzo XI affinchè lo p. 7 1 5), dichiarate eietiche, scanda-
reprimesse. Lo stesso fecero alcuni lose, bestemmiatrici, e confessate per
vescovi di Francia ed altri d'Ita- sue da lui medesimo nel processo.
lia, per lo che il Papa con lettera Questo disonesto ecclesiastico, il più
circolare fece conoscere il pericolo sozzo dopo i gnostici e turlepini, con-
e il rimedio per tanto male ; scri- vinto Aoì^movv'ìào quietismo, d'an-
vendone pure a' vescovi italiani ai ni 60 fu condannalo abiurar pubbli-
i5 febbraio 1682 a nome della camente suoi errori nella chiesa
i

congregazione del s. offizio, e con di s. Maria sopra Minerva, ciò che


pressanti termini, il cardinal Alde- fece sopra un palco, a' 3 settembre
rano Cibo. Sebbene V autore di si 1687, alla presenza del sacro col-
esecrando errore avesse co' suoi se- legio e d' infinito popolo, al quale
guaci vasta corrispondenza, onde era slata promessa per l'interven-
gli furono trovate dodicimila lette- to all' atto V indulgenza di quindici
re d'ogni parte del mondo, e quat- anni ed allrettanle quarantene; e
tromila scudi raccolti da tassa per ad ogni disonestà che il popolo udì
lui imposta ai corrispondenti per nella lettura del processo, gridò
direzione di spirito, onde supplire fuoco, fuoco. Ricondotto alla car-
alle spese di posta (come notò il cere dell' inquisizione, Molinos vi
VaciccheWi, Epist.famil. t. I,p. 220), restò in vita, colla penitenza di
ciò non pertanto con tutte le dili- confessarsi quattro volte all'anno,
genze d' Innocenzo XI non si po- recitando ogni giorno il Credo, e
teva conoscere. Alla fine riuscì a la terza parte del Rosario. A questa
scuoprirlo al p. Segneri celebre ge- abiura d'Innocenzo
seguì la bolla
suita, per cui fatto secreto proces- XI, Coelestis Pastor, de'20 novem-
so dair inquisizione, fu Molinos ar- bre 1687, ^"^^- ^^'"- '• ^'*'' P-
restalo a' 18 luglio i685 nella ca- 44 1> di condanna formale alle ses-
sa che abitava ai Serpenti, e con- santotto proposizioni, e di proibi-
dotto alle carceri di s. offizio. Com- zione delie opere da lui composte
messo dal Papa agl'inquisitori l'e- tam edita quani manuscripta. Morì
^

MOL MOL 37
f infelice Molinos in carcere a' 28 to perniciosissimi errori : per due
dicerabi'e 1696, dicesi peni tenie. mesi si ostinò nella perfidia, ma
Fu dato a' suoi seguaci il nome di ne'dieci giorni assegnatigli per rav-
quietisti^ perchè facevano consisleie vedersi, abiurò gli errori e fu con-
la suprema perfezione nell' annichi- dannato a carcere perpetua in Ca-
larsi per unirsi a Dio, e fissarsi in stel s. Angelo, e alla quotidiana re-
una semplice contemplazione di spi- cita del Credo e Rosario. Con al-
rilo, senza riflessione e senza in- tro decreto dell'inquisizione romana
quietarsi per ciò che può succedere de' i5 febbraio 1688, fu ancora
nel coi'po, ciò ch'essi chiamavano condannata la Contemplazione mi-
orazione di quietiludine. Noteremo slica^ del cardinal Pietro Matteo
che questo nome fu dato nelUi chiesa Petrucci vescovo della sua patria
greca, e nel secolo XIV, ad alcune Jesi, come infetta degli errori di
persone le quali si vantavano d' una Molinos e stampata; il cardinale ne
tranquillità di spinto straordinaria, abiurò gli errori, e diede segni di
e dicevano averla acquistala colla profonda umiltà col voler rinunzia-
preghiera, chiamandosi con greco re a tutte le dignità. Altro sedot-
\oca\ìo\o esicasta, che significa qiiie- to del molinosisrao fu Francesco
tista^ cioè persona che tiensi in ri- Malvai (pretendeva essersi immerso
poso per attendere piìi comoda- prima di lui in questa falsa spiri-
jnente alla contemplazione delle co- tualità), ma pentito scrìsse anzi la
se celesti. Questo medesimo nome vita di s. Filippo Benizi. Successo
fu dato neir antichità a quei mo- nel 1689 ^^ Innocenzo XI il Papa
naci, unicamente occupavansi
che Alessandro Vili, con gran dili-

della preghiera. Nel detto secolo genza estinse le reliquie del mo-
XIV vi furono de' quietisti anco linosismo, senza riguardo a perso-
in occidente, che stavano sempre ne. Siccome per le biografie de* Pon-
seduti ed affatto in ozio, senza al- tefici, seguo in gran parte il No-
cuna occupazione interna ed ester- vaes ex-gesuita, in quella di Ales-
na falso e cattivo riposo, che pro-
; sandro Vili scrissi con lui , che si

duce air uomo ignoranza e accie- adoperò ad estirpare il Molinismoj


camento, per cui si accontenta di egli intese dire MoUnosisnio , per-

sé stesso,dimenticando affatto Dio chè come dotto gesuita sapeva be-


e ogni altro suo dovere. All'arti- ne che il Molinismo^ dottrina del
colo Beguardi parlasi di altri falsi suo confratellop. Molina (Fedi)
spirituali. non è condannato, come dichiaram-
Alla stessa prigionia e abiura di mo a quell'articolo. Che il moli-
Molinos furono condannali a' 4 set- nosismo erasi introdotto in Francia^
tembre 1687 i due fratelli Simone lo dicemmo pure a quell'articolo,
Leoni sacerdote e confessore nel parlando del celebre Fénélon, oltre
monastero de' ss. Quattro, e An- alla sua biografia, ove riportammo
ton maria Leoni laico, ambedue di l'eroico modo cui riprovò 1' errore
Cambiglio presso Como e primari condannato da Innocenzo XU , in
discepoli del laidissimo Molinos. Il un suo libro Massime de* santi
al

secondo avea inoltre erroneamente sopra la vita interiore. Il quietismo


interpretato molti passi della saera \uolsi trasportato in Francia dal p.
Scrittura, e gravemente dissemina- Francesco de la Combe barnabita,
38 MOL MOL
e da mnclama Giovanna Bouviers de 1697. Dichiarazione de^ tre
quietisti,

la Molle de Giiyon, argomento che vescovi, 6 agosti! i6qj. Sommario


enne egiegiamenle Iratlato dal p. della dotti ina del libro che ha per
d. Innocenzo Masson generale dei titolo: Spiegazione delle massime dei
certosini, nella vita che scrisse di santi di Fénélon^ 10 agosto; iutli
monsignor Giovanni d'Aranlhon ve- nel principio 1698: Diversi
del
scovo di Ginevra, e poi per occa- scritti e memorie che riguardano il
sione di due avversari die Io im- libro della spiegazione, ec. con al-
pugnarono su questo aflare, nella tri cheleggono nel t. Vili delle
si

risposta inlilolata Eclaìrcissements; Opere di Bossuet, ristampato in


sur la i'/e (le misscre Jtan d'Iran- Venezia colla data d'Ai gentiua il ,

tlion, Chambery 1700. Vi è anco- qual tomo usci nel 1755^ e contie-
ra La rovina dtl quietismo e del-
: ne tutta la controversia del quie-
l'amor pwv, del p. Guglielmo Felle tismo, come nota il Zaccaria, Sto-
domenicano, Ginevra 1702. Men- ria lett. d' Italia. Fénélon volendo
tre quietismo cominciavasi pei no-
il Scansare censura de' suddetti pre-
la

minali personaggi a propagare per lati, sottomise il suo libro ad In-


Ja Francia, con gravissimo dainio nocenzo Xll, che Io condannò a' 11
della religione, Noailles arcivescovo marzo 1699 con ventitré proposi-
Meaux,
di Parigi, Bossuet vescovo di zioni riportate dal Bernini a p. 74^1
Godei Desinarelz vci^covo di Char- ed egli pienamente vi si sottomise,
Ires, con Gronzon superiore del se- e riparò Io scandalo nel modo il

minario di s. Sulpizio, mossi dalle più luminoso. II Grancolas scrisse


conseguenze che potevano nascere contro il quietismo, ed il Carpzo-
da queste spiritualità, uniti nel ca- vio una dissertazione sul quietismo.
stello d'Issy presso Parigi, d'ordine Avverte il p. Bergier, che se Moli-
di Luigi XlV, procuralo dalla Gu- nos insegnò il quietismo il più ec-
yon per mezzo di madama Main- cessivo, e portato sino alle ultime
tenon, sentendo i rumori che con- conseguenze, i quietisti di Francia
tro la sua dottrina si spargevano, però non dierono ne'suoi errori ma-
nel primo marzo 1694 formarono teriali^ anzi professavano di dete-
Irtntaqualtro articoli per dirigere starli.

le anime pie nell'orazione e via MOLONACO (s.), vescovo in I-

spirituale. Madama Guyon fu quin- scozia. Fiorì nel settimo secolo, e


di rinchiusa in un monastero di divise le fatiche apostoliche di s.

]}-'arigi, e dal suo arcivescovo gli ven- Bonifacio di Ross. Le sue reliquie
ne proibito di più scrivere su que- si custodivano anticamente con mol-
ste materie, e Fénélon strettamen- ta venerazione a Murlach ed a Lis-
te ad essa unito dovè sottoscrivere mora. II suo nome era un tenjpo
Bossuet (Fedi)en\.vo in
tali articoli. celeberrimo nella Scozia, e la sua
combattimento con Fénélon, e pub- festa è segnata a' i5 di giugno.
blicò: Istruzione sopragli stali del- MOLTO ILLUSTRE, Molio Re-
l'orazione, nella quale sono esposti verendo. Titoli d'onore che si danno
gli errori de^falsi mistici, cogli alti a' secolari e religiosi. JVe tratta il

della sua condanna, j6 aprile 1695. J^arisi, Istruzioni per la segreteria.


Istruzione sopra gli slati delCora- Osserva che il titolo A' Illusi re (Fe-
zioncj ed alti della condanna dei di) e quello di Molto illuslre che
MON MON 39
sul principio del secolo XVT soleva cadenza pei monaci e per le mo-
darsi a' principi cadetti, passò poi nache. Sorsero poscia nuovi ordini
ad onorar la plebe, e fu la sorgente religiosi, ed ebbero le loro mona-
di mille conlese e prammatiche, di che; così gli ordini militari, eque-
cui parlai ai ticoli. Quin-
ad analoghi stri ed ospitalieri, quali contaro- i

di il Molto eccellente si
titolo di no le loro militissae^ e(juitissae^
unì coir Illustre e Molto illustre; hospitalariae, se non che in luogo
del titolo Eccellente^ ne trattai al- di guerreggiare, si riunivano queste
l'articolo Eccellenza. All'articolo Il- sante donne a faie orazioni nel
lustre sono diversi esempi sui
vi tempo de' combattimenti, e prov-
titoli di Molto illustre e Molto re- vedevano colle loro mani il vestia-
verendo Signore; di Mollo reveren- rio pei cavalieri, indi ricevevano e
do ed illustre; d'Illustre e Molto curavano feriti, e persino prepa-
i

reverendo; Molto illustre e Molto ravano foraggi ed


i viveri, di i

reverendo; Molto illustre e Molto che diffusamente parla il p. Ono-


eccellente Signore^ ed altri, ed a chi rato da s. Maria nelle sue Dis-
si davano. Il Parisi riporta ancora sertazioni storiche e critiche sopra
esempi di essersi usato il Molto Ma- la cavalleria antica e moderna y se-
gnifico, redi Reverendo e Magni- colare e regolare^ Biescia lyGr.
fico. Le antiche monache de* primi or-
MOMPIZIO o BRIÈ Simone, dini monastici, ad esempio de' mo-
Cardinale. V. Martino IV Papa, naci furono impiegate in copiar co-
MONACA, Monacha, virgo de- dici e libri, come attestano il p.
votay sanctinionialis. Religiosa zitel- Mabillon, praefat. n. LII ; ed il

la o vedova consagrata a Dio coi Lami, De foeminis notariis et anti-


tre voti solenni di castità, povertà quariis p. 669. E pur noto, che
ed obbedienza, in un ordine appro- inventata più tardi la stampa, le
vato dalla Chiesa, e vivente in un monache furono stampatrici, impri-
monastero sotto una certa regola, mendo libri adatti alla professione
vestita di abito uniibrme all' istitu- religiosa. Ma dei pregi delle donne
to che professa. Allorché la brama anche religiose, se ne parla a Don-
di servire più perfettamente Dio na ed altrove. In progresso di tempo
indusse gli uomini a ritirarsi nella si formarono diverse congregazioni
solitudine per attendere unicamen- de'due sessi, che sì sono dedicate
te alla preghiera ed al lavoro, fu- anche al servigio del pubblico, mas-
rono ben presto imitati da perso- sime dopo la fondazione de Chierici
ne dell' altro sesso che abbraccia- regolari (f^edi), benché già eransi
rono lo stesso genere di vita. In distinti nella pubblica istruzione i

origine le persone che abbraccia- benedettini ed i canonici regolari,


rono la non ebbero
vita religiosa anzi Clemente V provvide energi-
altro disegno, Dio che di servire camente alla ripristinazione delle
più perfettamente che nel mondo, scuole claustrali. Intrapreso da tali

e santificarsi colla preghiera, col congregazioni il geloso ramo dell'e-


silenzio, col lavoro, coi servigi del- ducazione civile e religiosa, fu al-
la carità scambievole. Col crescere lora che non potendosi di tale lo-
i monaci aumentarono le mona-
si devole scopo defraudare il sesso mu-
che, come vi fu un tempo di de- liebre, alcune pie donne sull' csem-
,

4o MON MON
pio de' fondutoi'i delle congregazio- grt'gazioni di religiose. AnlicamenlQ
ni regolari, si unirono per stabilire le abbudesse furono polenti ed an-
ancor esse luoghi d'istruzione, scuo- co signore di domiuii temporali ,
le e lavorio per le donzelle. Que- di che parlasi a' loro luoghi. Le mo-
ste femmine educatrici, senza profes- nache come i religiosi hanno uiHzi
sar voti solenni , adottarono abito con eguali titoli, come di segreta-
uniforme, professando vita esempla- ria, camerlenga, sagrestana, maestra
re, talché si rispettarono come mo- di novizie, portinara, ec. Da sorel-
nache claustrali per istruire , edu- monache diconsi Suore (Fedi),
le le
care e conservare le figlie nel buon monache coriste monache velate ,

costume : dal che nacque il voca- mentre le religiose incaricate degli


bolo di Conseivatorii (f^edi) a que- ufìizi minori si chiamano Converse
sti luoghi di educazione, come ne (Fedi). 11 Parisi nelle sue Istru-
furono eietti per togliere dai peri- zioniy avverte a quali monache si
coli le orfane, le abbandonate, ed dica Fostra riverenza. Madre, Suor,
altre esposte al malfare. Si fonda- Donna, Molto reverenda, ovvero
rono monasteri per donne
altresì Mollo reverenda Madre, Reverenda
che si convertirono dalla vita cat- madre, usandosi colle converse il solo
tiva che aveano menata, professan- titolo di Suor o Suora. Moltissimi
do regole di penitenza, come dicem- sono gli articoli in questo mio Dizio-
mo Meretrice, ove si fece men-
a nario riguardanti le monache, ed
zione di quelle che si segnalarono innumerabili i luoghi in cui di
nella penitenza ne' primi tempi del- esse parlasi, oltre tutti gli articoli
la Chiesa, ritirate in aspre solitu- dei diversi istituti sì esistenti che
dini. Alcune pie vergini presero an- non più esistenti. Che la verginità
cora la cura dei poveri e degli in- fu in islima e venerazione anco
fermi, o negli ospedali, o nelle lo- presso i gentili, lo si dice a Ver-
ro case, ed aprirono scuole di ca- gini. /^.Celibato. Per le monache
rità. In oriente le superiore delle e religiose, i conci lii, i Papi, i ve-
sacre vergini si chiamavano anime scovi ed altri emanarono utili prov-
cioè madri, che s. Agostino appel- videnze, le principali delle quali
la preposi te, e s. Benedetto abba- sono riportate a' loro articoli.
desse. La vita monastica degli uomini
Sino dai piti antichi secoli le principiò colla Chiesa, e con regole
monache appellaronsi con diversi cominciò in Egitto verso la metà del
nomi, ascetriae^ nonnae, moniales^ secolo 111; nel seguente s. Basilio
tnonastica^ caslimoniales, sanclimO' fondatore de* basiliani, parla de'nio-
nialeSf velalae, sponsae Domini^ so- nasleri di religiose, ne' quali vi era
rores, ancillae Dei, reclusae, cano- una superiora, cui tutte le altre do-
nicaCf saeculares^ virgines prh'atae, veano obbedire; iiiculca loro gli stes-
viduae velatae. Sino dal V secolo si doveri e le medesime pratiche
s'introdusse il titolo di Abhadessa che avea prescritto a' monaci j ve-
(Fedi)j dato alla Superiora o Prio- nerandosi per fondatrice delle Bar
ra del Monastero (Fedi), chiaman- sdiane [Fedi) la sua sorella s. Ma-r
dosi generale presidente , vicaria ,
crina; e s. Giovanni Grisostomo te-
,

o con altre denominazioni le supe- stificache in Egitto le radunanze


riore generali di alcune delie cou- ^eile vergini erano quasi tutte uu-
MON MON 4i
merose come le case dei cenobiti, e Del rito greco, lib. II , cap, XIV.
Joda le vedove che giorno e iiotle Egli riferisce che la maggior parte
celebravano le lodi di Dio, Oltre degli scrittori più giudiziosi danno la
queste vergini e queste vedove vi- gloria a s. Sinicletica alessandrina ,

venti in conmune, senza dubbio al- che tempo di s. Antonio,


fiori nel
cune altre dimoravano presso i loro d'essere stata la madre delle reli-
parenti, e si distinguevano dalle al- giose, e fondatrice di donne viventi
tre persone del loro sesso colla vi- in perfetta comunità, avendo fon-
ta più ritirata, cogli abiti piti mo- dato i primi monasteri delle ver-
desti , colla pietà più esemplare ;
gini nella solitudine, come s. Anto-
roa sembra che nell'oriente, ovun- nio istituì i primi cenobi de' mo-
que si trovarono in gran numero, naci nel deserto; onde al pari dei
si giudicò utile che vivessero in co- monasteri degli uomini sono anti-
mune in uno stesso monastero, sot- chi i chiostri delle vergini : quanto
to una regola uniforme. Altri vo- all'epoca in cui morì s. Sinicletica,
gliono che l'origine delle monache alcuni la riportano al fine del IH
rimonti tempi degli apostoli, poi-
ai secolo, altri al 3io, o 358, o 365.
ché s. Paolo esortò allo slato celi- JNoteremo che attribuendosi comu-
be e verginale, ed il loro discepolo nemente l'istituzione della vita re-
s. Ignazio, ep. ad Tarsenses, ram- golare delle sacre vergini a s. An-
menta : Eas quae sunt in virginì- tonio abbate, s. Atanasio nella sua
tate, ho fiorate ut sacrai Chris ti. Lo vita riferisce che pose la di lui stes-

si esso, weW'ep. ad Philippenses, di- sa sorella a presiedere ai monasteri


ce : Saluto congregadonem virgi- da se istituiti, e la visitò menUe
iiuni. S. Cipriano che patì il mar- era modello alle monache di tutte
tirio nel 258, néì'ep. 5i scrisse : le virtù. Ordini remgiosi.
J^.

Jloret Ecclesia tot virginibus coro- 11 padre Bonanni nel Catalo-


nata, et casti tas ac pudicitia teno- go degli ordini religiosi, nella par.
reni gloriae suae servai. Il To- 2, p. 70 e 81, riporta Je figure
massini, Discipl. ercl. t. I, I. 3, e. 2, delle monache di s. Macario nel-
n. 9 e 10, dice che s. Paolo avvisa l'Egitto, e di Pacomio o Taben-
s.

che nei primi lenjpi del cristiane- nesi. Delle prime, osserva che s. Ma-
simo incominciò l'istituto delle don- cario fu per novant' anni discepolo
zelle che consagrano a Dio la pro- di s. Antonio, che in questi ebbero
pria verginità , essendone segno il i monaci uno specchio di santità,
velo; osservando il Rinaldi all'au- così le sacre vergini in Sindetica o
uo 5j, n. 5S, che ne' primi lenjpi Sinicletica, la quale alcuni dissero
della Chiesa incominciarono i col- superiora delle monache del s. Se-
legi delle sante vergini e vedove, polcro fondato in Gerusalemme [E e-
detti, poi monasteri. Che alcuni di di) da s. Elena imperatrice l'anno
loro ne' primi tre secoli vivesseio 337 aggiunge che le monache d'E-
:

in compagnia di altre vergini fuori gitto vestivano di color leonino o


^ella casa paterna , lontane dalle cappellino, usando sopra le vesti
domestiche cure, e occupate unica- pelle o cappa nera, sebbene s. An-
mente alla contemplazione delle co- tonio alcune volte vestì lana bian-
se celesti e alla mortificazione dei ca. Quanto alle monache di s. Pa-
sensi, lo afiferma pure il Rodotà, comio, egli pose ne' monasteri da
,

42 MON MON
lui rondati la propria sorella per gran numero di donne, dopo che
mndre; ed il p. Bouanni dice die 8. Sindetica vergine rilirossi nel de-
in Tabenne, luogo della Tebaide, ai serto della Tebaide, istituendo un
ten)[)i di s. Girolamo erano molti monastero romite di cui fu ma-
di
monasteri di monache istituite nel dre e superiora, seguendo la rego-
340, uno de' quali ne contava quat- la di s. Antonio. Vestivano abito
trocento, essendo divisi da un fiu- color leonino, con lungo mantello
me quelli degli uomini fondati da nero chiuso nel collo: cuoprivano
s. Pacomio, morto nel 4^^ ^^^^c • il capo e le spalle con panno bian-
sole feste un sacerdote e un dia- co. InOxirimquo città dell'Egitto,
cono si recavano ai monasteri pel lungi 3o leghe da Menfi, oggi Beh-
ministero del di via sagramento. I neci, riferisce Rufino, De vita pa-
cadaveri delle monache venivano truni lib. 1, cap. 5, che vi erano
decentemente sepolti nella loro se- diecimila monaci e ventimila mo-
poltura presso i monaci ; le mona- nache. Tale è l'origine delle mo-
che tabennesi erano vestite di to- nache nell'oriente, al cui esempio
naca nera con scapolare grigio fre- presto ebbero origine quelle d'occi-
giato di croce bianca sul petto dente.
mentre l'immagine della sorella di Le monache d'occidente si diffu-
s. Pacomio ha diverse crocette in- sero prima in Italia, e specialmen-
torno il cappuccio e mezzetta. II te in Roma. Se ne attribuisce Tin-
medesimo p. Bonanni par. 3, p. i5 ti oduzione a s. Atanasio, a s. Am-
e 16, traila delle monache di s. I- brogio, a s. Martino di Tours, ed
larione e dell'Egitto. Delle prime in Africa a s. Agostino: su di che
narra che s. llarione si portò dalla sono a vedersi le loro biografie e
Palestina per l'Egitto onde appren- gli articoli Milano, Agostiniane,
dervi da s. Antonio la vita anaco- Canonichesse, Ippona, e quanto sul-
retica. Tornato in Palestina fondò r origine delle monache in Roma
monasteri, ed a sua imitazione cer- ed in Milano dissi nel voi. XX,
ta Maria verso il 325 promosse l'i- p. I 3 e 1I 4 del Dizionario ed
1

stituto di vergini solitarie, dando lo- altrove. Si celebra s. Agostino ve-


ro regole uniformi a quelle di s. scovo d' Ippona, come il primo che
llarione. Dice ancora che Maria di- abbia istituito una congregazione
venne superiora del monastero del di religiose, e che per loro compose
santo Sepolcro mentovato, e che regole che ne porta il nome, men-
fu madre e fondatrice di molte tre è noto che sua sorella Prin-
monache, le quali vestivano to- cipia ne fu la prima superiora, ta-
naca grigia con mantello cor-
, le da lui dichiarata. E difficile fis-

to e chiuso, di color lionato: co- sare l'epoca precisa in cui le mo-


privano il capo d'un panno nero, nache cominciarono a far profes-
cinto sopra la fronte con fascia sione solenne di verginità, riceven-
bianca. Parlando poi delle mona- do dal loro vescovo il velo e l'a-

che d'Egitto, il p. Bonanni riferi- bito monastico. All'articolo Mitra


sce che s. Antonio
suo esempio col parlammo di quella o cuffia che
e regole di vivere santamente, fu per distinguersi portavano le mo-
imitato non solo da un gran nu- nache in Africa, che s. Girolamo
mero d'anacoreti, ma anco da un chiamò slammeum \'ir^inale, osseo-
MON MON 43
(lo di Iona color di porpora. Nel calsi. S. Leone I nel 4^^ P*^'"
O'*'"

111 secolo Tertulliano, nel suo trat- viare a questo disordine proibì da-
talo De virginihus velandis, non re il velo alle zitelle prima di
solo parla delle vergini consecra- quarant'anni ; l'imperatore Majo-
te a Dio, ma di tutte le giovani riano confermò questa proibizione
zitelle, quali voleva che avessero con una legge, e il concilio Aga-
sempre il volto coperto. Sui primi tense del 5o6 l'adottò. Non fu ne-
esempi della piofessione solenne, si cessaria la stessa disciplina quando
riporta quello di s. Marcelli na so- i costumi divennero più moderati,
rella di s. Ambrogio, che ricevette e cessò l'abuso; perciò si permise
l'abito e il sacro velo dalle mani in seguilo la professione religi<jsa
del Papa s. Liberio, il giorno di per le zitelle a venticinque anni,
Natale 353 o 353 nella chiesa di ed il concilio di Trento la fissò per
s. Pietro diKoma, piesente moltis- il più presto a sedici anni compiti,
.••imo popolo, come accennai parlan- proibendo ai genitori forzare le fi-

do delle monache di s. Ambrogio. glie a farsi monache: il medesimo


Nel voi. XXVI, p. 195 e 196 del concilio proibì eleggersi per prio-
Dizionario, descrivendo il monaste- ra, superiora ed abbadessa, chi non
ro di s. Ambrogio della Massima abbia quarant'anni, e chi non ne
in Roma, lo dicetnojo come il più avesse passati otto nella professione
antico dell'alma città, e fondato con lodevole condotta ; in caso di
da s. Marcellina nella casa de' fra- penuria di soggetti, permise eleg-
telli s.* Satiro e s. Ambrogio, ove gersi di trentanni, con aver cin-
tratte dal suo esenipio molte no- que anni d'incprensibile professio-
bilissime vergini si consacrarono al ne. Fuvvi ancora altro eccesso per
Signore, Nana il Rinaldi, che se quelle veigini o vedove eh' erano
Licinio fece con vari supplizi mo- violentate a stare ne' pericoli del
rire nel 3 16 Ammone diacono con mondo, con impedir loro la vita mo-
quaranta vergini e monache ch'egli nastica, laonde talvolta fuggirono
istruiva,l'altro imperatore Valen- travestite in abito monaco, e
da
tiniano I nel 370 fece esenti le si racchiusero tra' monaci: tal dis-
monache dal censo dt^lla plebe, co- ordine venne represso dal concilio
sì le vedove e i pupilli. In Fran- di Gangres {^l''tdi). Quello in Trul-
cia ne'primi del V secolo già esi- lo proibì a quelle che volevano
stevano le Dionache, perchè il con- monacarsi l'adornarsi con abili pre-
cilio Epaonense del Sij proibì en- ziosi gemme, per non far
e cre-
trare ne'Ioro monasteri: all'articolo dere che lascino mondo con il rin-
s. C.ASsrANO pallai delle monache crescimento. La forma universale
da lui istituite; a quello di Arles monastica in occidente, ed una di-
si disse del monastero fondato da s. sciplina regolare si deve a s. Bene-
Cesario verso quel ten»po. Nel V detto, laonde da esso e da sua^^o-
secolo alcuni genitori in Roma ed rella s. Scolastica ebbero origine le
altrove ebbero la crudeltà di co- monache Bcaedelline [Fedi), divide
stringere le loro figlie a farsi re- in moltissime congregazioni e de-
ligiose, se brutte o difettose, vio- nominazioni.
lentando quelle belle e vistose che Le monache si diffusero talmen-
ne aveauo vocazione a non mona- te in Italia, che assediando i Ioi]|-
,

44 MON MON
gobardi Roma nel SgS, narra Gio- nar del VI secolo ancelle di Dio,
vanni Diacono lib. 2, cap. ay, giù e con altre denominazioni riferite.
{>ierano radunate tremila vergini, A tale istituzione il re Luitprando
che chiamavano monastrìas\ le qua- die leggi sulla perpetua continenza
li vedendo una carestia inevitabile, e ritenzione dell' abito religioso,
sagrifìcarono le proprie sostanze per sebbene senza voto, castigandosi se-
comprar viveri, e distribuirli agli veramente il mal costume. Quel re
indigenti. All'articolo Clausura non però concesse non pochi privilegi
solo parlatnmo della sua orìgine, e alle religiose dimoranti ne* chiostri,
perciò anche di quella delle mona- vivendo velate e ritirate al se-
che, ma
pure della clausura me- colo. Interpellato il Papa s. Zacca-
glio ordinata da s. Gregorio I, il ria del 74 1, se le monache pote-
quale riconobbe dalle orazioni del- vano esercitare alcuni uffizi in chie-
ie monache preservata Roma da sa, rispose negativamente, appoggia-
detto assedio. Ordinò ancora il Pa- to sulla lettera di Papa s. Gelasio
pa, che i negozi delle monache 1 a' vescovi di Lucania, senza far
fossero trattati dai ministri del ve- menzione de' decreti de'predecesso-
scovo, acciò non uscissero dal mo- ri s. Sotero e s. Ronifacio I, cui
nastero; che le abbadesse fossero di si attribuì il divieto alle sacre ver-
sessanta anni, onde potessero riscuo- gini di non toccare i vasi sacri, le
tere rispetto dalle monache anche palle che cuoprono il calice, ne
più nobili, in un tempo che geni- i incensare nelle chiese. Il Berlendi,
tori collocavano contro voglia le figlie § III, Delle ohblazioni all' altare
ne'raonasteri; ed i re di Francia parla di quelle che facevano le mo-
ebbero allora in costume mandar- nache di pane e vino assistendo al
vi le loro bastarde, le quali sapen- sacrifizio, citando le testimonianze
do essere di regio sangue, non vo- di s- Agostino e del p. Marlene,
levano star soggette alle badesse. e che le monache lavoravano le
Dacché i longobardi stabiliti in I- ohblazioni e le offrivano, quali poi
talia cominciarono a deporre la lo- nel IX secolo fecero le sole con-
ro nativa barbarie, ed i re della verse, mentre pare che dopo il se-
nazione divenuti cattolici si fecero colo XI venisse vietato alle mona-
a proteggere le chiese, vi si rista- che r offrire, massime in mestruo
bill l'istituto monastico, anzi con- tempore j come alle altre donne.
corsero eglino stessi colle reali loro All'articolo Certosine dicemmo co-
consorti a fondare alcuni chiostri, me sono consecrate dal vescovo con
sì di monaci_, che di monache, le rito particolare, che usano e sono
quali non vi erano legate con ri- sepolte colla stola e col manipolo.
gorosa clausura. Tra le monache F. Messa ed altri articoli relativi
fiorirono certe femmine dette [an- ad uffizi e indumenti ecclesiastici, e
celle o serve di Dio, religiose, ve- Diaconesse, donne che nella primi-
late vestite di abito religioso, o tiva Chiesa esercitavano uffizio assai
con altra simile appellazione distin- simile a quello de'diaconi, con vo-
te, che nelle proprie case dimora- to di castità perpetua. Il Sarnelli
vano co' parenti, o da se sole in nelle Leti. eccl. t. Ili, lett, IV, di-
particolari abitazioni: in Milano ce che giova ed è profittevole alle
furonvi donne chiamate nel decli- monache la recita dell'uffizio divir
MON MON 45
no, ancor che non l'intendano. Nel che, narra che coloro i quali am-
t. V, lett. XLIV, tratta se la mo- ministravano gli affari temporali, e
naca possa nella messa solenne can- che esercitavano la medicina e chi-
tare dal sua coro 1* epistola e le rurgia, dovevano essere del nume-
lezioni; quando sì canta la Pas-
e ro degli Eunuchi (Fedi). Per for-
sione, se le monache possano fare mare un'idea della disciplina che
da turba. Quanto all'epistola, dice nell'oriente usava nel secolo pas-
si

non potersi cantar nelle messe so- salo, è a sapersi che i monasteri
lenni; però le monache possono di Atene non ritenevano del mo-
cantare tutto quello che si canta nacato che semplice ombra, non es-
in corOj ma non quelle cose cui sendo le monache soggette né a
sono ex officio destinati i propri regola, né alla recita dell' uffizio,
ministri; altrettanto dicasi sul can- essere divenuti piuttosto conserva-
tar la Passione. Avverte poi, con torli. Descrivendo Leone Allazio il
la Glosa, che le monache possono tenore di vita e regolamenti delie
leggere il breve evangelo nel mat- monache viventi in comunità nel-
tutino dell'uffizio, non in altre fun- l'oriente, dice pure dei loro abili,
zioni e della messa. Nel concilio lavori, digiuni e celebrazione de'di-
che s. Gregorio II celebrò nella vini uffizi; e che non erano sog-
basìlica vaticana, scomunicò chiun- gette alle leggi della clausura pre-
que avesse sposato una monaca_, scrittada Bonifacio Vili, il quale
diaconessa^ o Presbiteressa (Vedi); per rimediare a molti disordini e
più tardi il Colonia del
concilio di mettere freno alla licenza delle mo-
i536 pronunziò l'anatema contro nache, fu il primo che variò l' an-
quelli che costringessero alcuna don- tica disciplina; invece le monache
na ad entrare in monastero per greche, con licenza della superio-
farsi religiosa, e checontro quelli ra, uscivano e ritornavano al chio-
senza giusto motivo ponessero im- stro secondo l'antico costume. Il

pedimenti a chi bramasse monacarsi. Rodotà riferisce ancora la pernicio-


In oriente gì* imperatori e le sa consuetudine, che l'ungo tempo
imperatrici gareggiarono fra loro vi fu in de'monasteri dop-
oriente,
nel fabbricare monasteri a fine di pi, cioè de'monasteri di monaci e
formare un sacro ricovero alle don- monache costruiti gli uni vicini
zelle bramose di consecrarsi a Dio, agli altri; abuso sorgente di gravi
ne lasciarono diligenza alcuna per inconvenienti, e facile occasione per
arricchirli: cospicuo e celebre fu far deviare dal retto sentiero le

quello eretto nel 1 1 18 dall'impe- persone consacrate a Dio. Tal dan-


ratrice Irene con rendite pel man- nevole uso fu in vigore fino dal
tenimento quaranta monache,
di VI secolo, e non ostante le leggi
perciò dispensale da qualunque con- degl'imperatori e canoni de'conci-
tribuzione e dalla Dote [i^edi), al lii continuò a diffondersi e si man-
quale articolo si parlò di ciò che tenne. Si può credere che derivas-
riguarda la dotazione religiosa ;
se dalle terapeutidi, vergini anziane
chiamandosi Livello [Vedi) V asse- le quali menando vita penitente
gno vitalizio che godono le mona- vicino agli uomini terapeuti nella
che pei particolari bisogni. Il Ro- solitudine (gli uni e le altre da
dotà, parlando delle monache gie- alcuni furono riconosciuti per mo-
46 MON MON
naci e monache), intervenivano alle Nel il iioo
b. Roberto fondò
loro adunanze per ascoltare i pre- la congregazione monastica di Font-
celli cheproponevano da chi vi
si Evrauli (P'edi), costituendovi per
presiedeva. Le donne assistevano superiora generale dell'ordine una
da una banda separale dagli uonii- religiosa : questo istituto si compo-
dì, e divise per mezzo d'una pare- se di molti monasteri di uomini e
te alta 3o4 cubiti. In alcune solen- di donne, che obbedivano tutti al-
nità dell'anno le donne erano in- la superiora. Nel 11 38 il concilio
vitate dai terapeuti a cibarsi alla di Londra proibì alle religiose l'uso
loro mensa, e ad esercitare in co- dello pelliccie di prezzo^ come di
mune altri ufiìzi; h loro conversa- armellino o martora, le scatole d'o-
zione nonilimeno era tutta di spi- ro, e l'arricciarsi i capelli. Urbano
rito e praticata con molta cautela. III in Verona lamentò con Fede-
si

Essendo passati i secoli apostolici, rico I perchè usurpava beni delle i

ne'quali i cristiani ottimi e inge- monache, cacciandole dai monaste-


nui fedeli senz'ombra di scandalo ri col pretesto di riformarle. 11 p.
trattavano e conversavano con don- Chardon nel t. II, p. 78 e seg..
ne, ed estinta l'antica pietà e in- Storia dei sagramenti ,
parlando
tiepidito il fervoie, Giustiniano I delle abbadesse usurpatrici di giu-
giudicò necessario proibire la vici- risdizione ecclesiastica represse dai
nanza pericolosa de'monasteri delle vescovi, dice che talvolta pretesero
monache con quelli de'raonaci, per- il diritto di ascoltare le confessioni
ciò chiamati monasteri doppi. Rin- delle loro monache, anco de' pec-
novati poi tali disordini, gli estirpò cati più gravi, e la regola di s.

in gran parte il concilio Niceno il. Donato sembra averle in ciò favo-
Non passò in occidente l'abuso dei rite, ordinando che le religiose tre
monasteri doppi, per la vigilanza volte al giorno rivelino i loro di-
di s. Gregorio I, il quale encomiò fetti alla superiora ;
quindi le ba-
Gennaro vescovo di Cagliari, per desse s' innoltrarono con usurpare
aver impedito che un monastero prerogative inconvenienti al loro
di monaci si fabbricasse vicino ad sesso, ciò che obbligò i vescovi met-
altro di monache. Tra le nazioni tere limiti alla loro alterezza. Fu
cui rimasero alcuni monasteri dop- quindi proibito alle abbadesse dar
pi, nominei-emo maroniti. Nota i benedizioni, imporre le mani, cioè
il Rodotà che le monache basiliane dar penitenza o l' assoluzione pei
ed altre d'oriente passate in Italia, peccati. Innocenzo III
Informalo
sotto la direzione di eccellenti mae- dell'arroganza d'alcune abbadesse
stri, riuscirono esemplari in Roma, di vSpagna, che benedivano le loro
in Napoli, nella Calabria ed in Sici- religiose, le confessavano, e predi-
cilia ove si stabilirono, avendo ab- cavano pubblicamente, ingiunse ai
bracciato il rito latino quelle di vescovi di Valenza e di Burgos di
Napoli e Roma che adottarono la rimediare a sì gran disordine, ed
regola di s. Benedetto, le quali se- impedir tanto abuso. In questo tempo
condo il Rodotà non condussero dal- ebbero origine gli ordini domenicano
l'oriente il corpo di s. Gregorio e francescano, ed altri da cui de-
Nazianzeno, ma l'ebbero dipoi al rivaiono monache che tuttora fio-
modo che narra a p. 7 r e seg. riscono. Dichiarando s. Pio V qua-
MON MON 47
li fossero gli ordini Mendicanti (l^e- funzione il numero 63o del Diario
<//), confermò lojo privilegi comu- i di Roma. Benedetto XIII nel 1724
ni alle loro monache. Clemente Vili vestì suor Maria Orsini monaca
colla bolla Beligiosae, de' 19 giu- benedettina in Campo Marzo, e nel
gno 1594, ^"^^- Rom. t. V, par. monastero delle barberine due fi-
II, p. 3 I, rinnovò la proibizione al- glie del principe Pamphilj come ,

le monache di far donativi e re- si ha dai numeri i 146 e 1167


gali. Alessandro VII con bolla dei de' Diari di Roma. Delle due ve-

24 settembre 1657, Pro commis- stizioni fatte da Benedetto XIV nel-

so, presso il Bull. Rom. t. VI, par. le carmelitane di Regina Celi nel
IV, p. 194? moderò le grandi spe- 1746 e nel i755_,di due figlie
se che si facevano dalle monache del contestabile Colonna, ne facem-

nelle loro feste, velazioni e profes- mo parola nel voi. X, p. 5i del


sioni; indi a' IO marzo 1692 In- Dizionario: le descrizioni si leg-
nocenzo XII la confermò con bol- gono nei numeri ^^^Z, 4?^^ ^
la presso il t. VII,
Bull. Magn. 5967 del Diario di Roma.
p. 266. Nel 253, evvi
t. Vili, p. Zelante Benedetto XIV della clau-

poi l'editto de' 2 marzo 1707 con sura, al modo detto a quell'artico-
cui Clemente XI ordinò T osservan- lo, venendo a sapere che molte
za di tali costituzioni, prescrivendo monache in Portogallo, col prete-
inoltre chene'Iuoghi ove dalle novi- sto di curare la propria salute u-
zie si suol fare qualche ricreazione scivano dalla clausura , e si tratte-

alle monache, non si potesse supera- nevano fuori lungo tempo, girando
re la spesa di quattro paoli per cia- per le on-
strade e pei spettacoli ,

scuna monaca. Avendo rinnovato de nascevano scandali, a porvi ri-


tali ordini e vedendo che molte medio, colla costituzione Cwn sa-
monache per emulazione spendeva- crarwn virginum, del primo giu-
no molto nel ricevere e lasciar le gno 174', Bull. Magn. t. XVI, p.
cariche, vessando i parenti per es- 3o, ordinò che subito rientrassero
sere soccorse, a' 28 luglio 1708 nelle clausure, e tolse alla Congre-
con prescrizione riportala a p. ^\o gazione de' vescovi e regolari ( Vedi)
loco citato, proibì siffatte spese sot- la facoltà di concedere per l'avve-

to pena di privazione di voce at- nire la licenza che le monache po-


tiva alle monache che le facessero tessero uscire dai loro monasteri.
e alle superiore che le permettes- Inoltre Benedetto XIV emanò utili

sero. Per togliere ogni occasione di regolamenti sui confessori straordi-


spendere, con circolare de' 26 gen- nari delle monache, come si disse
naio 1709 comandò alle monache nel voi. XVI, p. 108 del Diziona^
di consegnar la dote alTabbadessa, rio; avendo pioibito il concilio di
la quale dovesse custodirla nella Colonia a' confessori interrogare le

cassa comune per le necessità del religiose sopra certi peccati de' quali
monastero. Innocenzo XIII avendo non si accusano, per non insegnar
da cardinale vestite nel monastero loro ciò che ignorano. Lo stesso
di s. Teresa alle quattro fontane concilio avea disposto, che oltre il

due figlie del principe Ruspoli e confessore ordinario, il vescovo o


sue pronipoti, nel 1 72 1 si portò altri superiori ne assegnassero altro
a dar loro il velo, descrivendone la estraordinario due o ire volle al-
,

48 MON MON
Tanno per udir le confessioni di zio di Parigi Giraud ricevette iri
tulle le religiose. Olire quanto di- nome di Clemente XIV la profes-
cemmo a Confessore, si può vedere sione monasticn della figlia del re.

il Barelli, Resolutionum praticaruin Nel 1801 pel possesso di Pio VII
prò confessariis inonialium^ Bono- questi permise che ne vedessero il

iiiae 1713. In questo anno 1847 passaggio nel monastero delle car-
il p. Bonaventura da Palermo mi- melitane de' ss. Marcellino e Pietro
nore osservante ha pubblicato 1' u- le benedettine di Campo Marzo, e
tilissima opera : // novello confes- vi pernottarono nelle sere prece-
sore di monache. Inoltre Benedetto denti per la dilazione della funzio-
XIV, rinnovando i decreti de' suoi ne : al citato articolo Clausura si

predecessori, mediante la costitu- disse come a tali benedettine viene


zione, Gravissimo animo, de* 3 i ot- permesso l'annua visita delle sette
tobre 1749, Bull. Mngn. t. XVIII, chiese, licenza che prima consegui-

p. 54, ordinò che ninno ecclesia- vano altre monache anche per gli
stico secolare o regolare di qualun- anni santi. Nel numero 12 del Dia-
que dignità, compresi ancora i ve- rio di Roma 1801 si riferisce che
scovi fuori della loix) diocesi , po- Pio VII celebrò la messa nel mo-
tesse andare ai parlatorii de' mona- nastero delle oblate di Tor de* spec-
steri delle monache senza licenza chi, e vesti monaca d. Lavinia fi-

de' rispettivi ordinari, giacche que- glia del principe Gabrielli, che as-
sti sono dati dai sacri canoni per sunse il nome
Maria Luisa. Neldi
custodia della clausura delle reli- numero 248 1802 si descrive
del
giose. Sulla giurisdizione vescovile la vestizione fatta nel monastero
ne' monasteri di monache, Clemen- delle mantellate da Pio VII, della
te XIII pubblicò la bolla Inter nini- fondatrice suor Maria Giuliana Ma-
tiplices^ degli 11 dicembre 1758, sturzi, di sette compagne e quattro
Bull. Boni. Continuatio, t. I, p. 72. converse; e nel numero ^1 del
Inoltre Clemente XIII col breve 1804 come il Papa ricevè la pro-
Illustre monasterium, de' 1 3 marzo fessione di esse. Nelle vestizioni delle
1761, Bull. Boni. Continuatio t. II, monache in alcune diocesi hanno
p. 72, alla superiora del monaste- luogo i padrini e le madrine, co-
ro di s. Caterina di Venezia die il me pure si fa da chi gli dà le ve-

titolo d'abbadessa, appellatio mater- sti un discorso analogo alla voca-


nam erga filios pietateni significat; zione religiosa, e talvolta si recita-
di usare ne' giorni solenni il baco- no anche da altri, uno de' quali è
Io, esprimit mansuetudinem, teinpe- quello di Gioacchino de Agostini
ralani cuni animadversìonis severi- intitolato: / chiostri, orazione, To-
tate, e l'anello , designai beatissi- rino i836. I parenti poi e gli a-
jìiani Ulani et sempiterna ni chari- mici sogliono applaudire alle mo-
tatisconjunctionem curn divino spon- nacazioni con componimenti in ver-
so Jesu Chrislo. V. Bagolo, Anel- si e stampati. Qui noteremo, che
lo, e per la cerimonia dello spo- il concilio tenuto nel secolo VII in
salizio dell'abbadessa benedettina di Toledo, ordinò che il velo delle sa-
Firenze coll'arci vescovo, il voi. XXV, cre vergini fosse di color porpora
p. 46 del Dizionario. Nel voi. XXX o nero, onde cuoprirsi tutto il voU

poi, a p. 8i dicemmo come il nun- lo: a' tempi di s. Girolamo le mo?-


MON MON 4^
nache si avvolgevano il velo intor- rìrono per santità di vita, e quelle
no alla faccia, lasciando libero so- che veneriamo sopra gli altari ; cosi
lamente un occhio per vedere. Le ancora le regine, principesse e si-
religiose non possono essere gover- gnore, che disprezzando le umane
nate se non che da uonnini quanto grandezze, a queste preferirono l'u-
allo spirituale, e per tutte le funzio- mile vita monastica e l'esercizio del-
ni che sono interdette alle donne; le pih belle virtù.
ma per ciò che riguarda la discipli- MONACHI o MOINE Giovanni,
na interna del chiostro, la superio' Cardinale. Giovanni le Moine o
ra o abbadessa vi esercita un'auto- Monachi o Monaco, detto ancora da
rità quasi eguale a quella che ge- Canchres, nato da una Simiglia fe-
neralmente viene accordata ai su- conda di uomini grandi in Cressy»
periori de' religiosi. Vi sono molti castello della diocesi d'Amiens nel-
monasteri di donne che a motivo la Picardia, dottissimo in entram-
delle regole che professano parteci- be le leggi, nelle quali ottenne la
pano all'esenzione degli ordini re- laurea, essendo canonico di Parigi,
golari, di cui seguono la medesima e consigliere del re Filippo IV, por-
regola, e che trovansi sotto l'autorità tatosi in Roma e dati in questa
de'superiori degli ordini stessi, uso città luminosi contrassegni di virtà
che confermò ilconcilio di Tren- e dottrina, fu eletto uditore di ro-
to. Quanto al temporale delle mo- ta, ed in tale occasione contrasse
nache, i canoni impongono ai ve- stretta amicizia con Carlo II re di
scovi di sorvegliare a tultociò che Napoli, nella qual città a sua istan-
riguarda l'amministrazione de' be- za s. Celestino V nel settembre 1
294
ni stabili, all'impiego delle rendi' lo creò cardinale prete de' ss. Mar-
te, all'esame dei conti, ed alla cellino e Pietro, legato d'Avignone,
sicurezza per 1' impiego del de- cancelliere di s. Chiesa e vescovo di
naro. Il citato Sarnelli toni. VII, Meaux, in che non convengono i
lett. XX, mona-
discorre , se la Sammartani. Fondò in Parigi un
ca soprannumeraria morendo qual- famoso collegio presso il sobborgo
che monaca numeraria, possa sur- di s. Vittore, detto dal suo cogno-
rogarsi in luogo di questa ; e che me il collegio le Moine, per coloro

la prefissione del numero deve es- unicamente che applicare si voles-


sere fatta dal vescovo diocesano, sé sero allo studio della teologia. In-
i monasteri sono a lui soggetti, ma caricato da Bonifacio VIII nel i3o2
se poi sono soggetti ai superiori re- della legazione al re di Francia in-
golari, deve farsi da essi unitamen- sieme col cardinal Roberto, furono
te al vescovo, come dalla bolla Deo ambedue fatti guardare e ritenere
sacris Virginio US, di Gregorio XIII. sotto sicura e onesta custodia da
Nella seguente lettera il Sarnelli quel sovrano, che il cardinale avea
spiega le parole dell'antifona : In- commissione di dichiarare scomu-
tercede prò devoto foeniineo sexii^ nicato, nel caso che non avesse ap-
parla delle donne dette divote, idest provato gli articoli che gli avreb-
Deo votae^ c\ok votate a Dio per- be presentato a nome del Pontefi-
petuamente, e delle monache che ce. Nicolò Benefracto famigliare del
si distinsero nelle sacre lettere, es- cardinale, che seco recava le lette-
sendo innumerabili quelle che fio- re di Bonifacio Vili, fu con estre-
VOL. XLVI. 4
, ,

5o MON MON
ma doglia de] legato chiuso in car- baiti (Fedi), ma essi furono i falsi

cere, ad outa delle solenni proteste apostolici e i monaci vagabondi


latto dal cardinale , che in quella viventi due o tre pev cella, onde
occasione inostrò un petto di bron- per ri|ìa l'are a' loro disordini fece
zo, e si fece conoscere difensore e conoscere in oriente la necessità di
vindice acerrimo della libertà ec- obbligare coi voti i monaci ul loro
clesiastica. Composte
meglio le alla stato,precauzione lodevole che si
diiferenze di quel sovrano , il car- deve a s. Basilio. Di siffatti monaci
dinale se ne ritornò in Avignone parla il Rodotà nel t. II, p. 20. I
dove a nome della santa Sede e- cenobiti furono propriameule i mo-
sercilò la carica di legalo, e dopo naci conosciuti dall'antichità, ed os-
aver scritto una ben inlesa ed eru- serva il Sarnelli, Lett. eccl. t. Vili,
dita glossa iul dirUlo canonico, ed leti. Se Paolo primo
affanti s. ere-
alcuni commentari sul sesto delle mita ve ne furotiù altri , che il pri-
decretali, morì in Avignone nel r 3 1
3, mo concilio ili cui si trovi la pa-
e trasferito in Parigi rimase sepol- rola MonachuSj è quello di Calce-
to tiella chiesa del magnifico col* donia del 4^^» «on esistendo tal
legio da lui fondato^ con illustre nome fra i primi cristiani orientali
elogio. Sì trovò presente a tre con* o latini. Distinguendosi dal monaco
davi. ilFrate (Fedi), ivi notammo che
MOxXACO, Monnclius. Religioso anticamente frate e monaco soveìi-
che si consacra a Dio coi tre voli te significò lo stesso, anzi fu titolo
solenni di castità, povertà e obbe* comune a qualsivoglia religioso clau-
dienza , in un ordine ó congrega* strale, anche canonico. Parlando il

zione approvata dalla Chiesa, e vi- Sarnelli del titolo di Don (Fedi),
vente in monastero o cella sotto proprio de* monaci, dice che i Chie-
una certa regola, e vestito d'abito rici(Fedi) finche vissero in comu-
iuiiforiì»e all'istituto che professa. Il ne chiamaronsi fratres^ e la comu-
nome di monaco, tratto dal greco nità fralernitasj e che anticamen-
monachos f
solitario, unico, solo, te chierici o monaci si appellavano
nella sua origine servì per indicare col titolo di fratelli, ma poi s* in-
gli uomini che si ritiravano ne* de* trodusse il domniis e il don : ai
serti, e vivevano solinghi e lontani monaci dà pure il titolo di Pa-
si

da ogni commercio col mondo, per dre (Fedi), ed al superiore quello


occuparsi unicamente della loro sa* di Abbate (Fedi). Ne* primi secoli
iute e nella penitenza. Anticamen-» della Chiesa i monaci furono anco
te vifurono tre sorta di monaci : chiamati col nome di Beatissimo
gli Eremiti (Fedi) solitari ne' de- (Fedi), affermandolo anco il Zac-
serti; Anacoreti (Fedi) che vi*
gli caria, Stor. leti. t. I, p. ig. Alcu-
vevano nel proprio Monastero {Fé* na Canonici regolari (Fedi)
volta i

di) separati dagli altri nìonaci chiu- furono canonici monaci.


chiamati
si nella Cella (Fedi), tranne i piìi Degli oblati monaci se ne parlerà
antichi che si ritirarono talvolta à Oblato.
nelle solitudini; ed i Cenobili (Fé* Sul principio i monaci abita-
di) che dimoravano in comune nel rono fuori della città, e nella mag^
monastero sotto una regola. Altri gior parte erano laici , anzi fa lo-
aggiunsero a tal divisione i Sara- ro professione gli allontanava dal-
MON MON 5i
le funiioiìi ecclesiastiche; lutto il stiancsimo, per la conversione alla

loro impiego consisteva iicirorazio- fede di tanti stali e provincie, per


ne, e nel lavoro dello mani; ciò le missioni e propagazione del
lìon ostante i vescovi qualche volta cristianesimo, e quanto eminente-
trassero i monaci dalla solitudine mente contribuirono alla pubbli-
per annoverarli nel clero, ed allora ca istruzione, al risorgimento del-
cessavano d'essere monaci, ed era- le arti e delle scienze, di cui fu-
no contati per chierici, laonde dis- rono industriosi depositari; e quan-
tinse s. Girolamo i due generi di ta immensa e perenne debba esse-
vita monastica e clericale. Per lo re la venerazione e gratitudine di
stato monastico ordinò il concilio tutti. Sovrani, principi e signori ri-

di Reims, che doveansi avvertire gli nunziarono al potere e all' opulen-


adulti , e quelli che desideravano za per vestire la Cocolla [Fedi)
entrarvi, come i genitori che vi of- monastica, luuumcrabili sono mo- i

lì ivano i loro figli, non aver


di al- naci che in tutti i tempi fiorirono
tra mira che i beni eterni, non gli per santità di vita, dignità eccle-
onori, i benefizi e altre cose tcm* siastiche, dottrina e splendide vir-
porali, in un tempo che i monaci tìi, i principali de' quali notiamo
erano divenuti ricchi e polenti , e ai loro articoli delle diverse con-
gli abbati signori e principi di vasti gregazioni e ordini, enumerando al-

dominii. Ad ognuno però è notò tresì il copiosissimo stuolo de' car-


come gli antichi monaci, oltre l'uso dinali e de' Papi che uscirono dalla
d'innalzare le braccia al cielo per professione monastica ; anticamente
porgere voti all'Altissimo, è di ab- nella chiesa greca soltanto i monaci
bassarle alla terra, a coltivarla nel potevano salire alla dignità vescovi-
lavoro giornaliero delle mani per le. Molti monaci orientali ne' primi

circa sette ore, in quelle cioè non secoli fiu'ono sublimali al pontifica-

destinate all'orazione od altri eser- to : i benedettini antichi coniano


cizi spirituali, frapponevano lavori i ventitre Papi; quelli delle diverse
ai salmeggiamenti, coù quelle slesse congiegazioni pur benedettini, più
mani che figliavano flagelli e i di tredici, compresi Pio VII cassi-
cingevano i cilicii. Ora trattavano nese, e Gregorio XVI camaldolese.
le spole e i pettini nel lanificio, A Benedettini, enumerammo i loro
ora occupa vansi in tessere sporte e Papi. 1 monaci poi che senza la digni-
stuoie, ora in ricopiare codici, mas- tà cardinalizia passarono dal monaste-
sime quei dei santi padri é degli ro alla cattedra apostolica ;, ne'primi
ascetici, chiamati per tale uffizio an- tempi furono Benedetto I e Pela-
tiquari e copiatori. Cosi mentre e- gio li; dopo il decreto di Stefano
difìcavanó la Chiesa con la loro IV del 769 , iù cui ordinò doversi
pietà, cercavano d'illustrarla col lo- eleggere Papi i soli cardinali, tut-
ro sapere, dividendo i giorni fra il tavia benché noi fossero, vi diven-
coro, là libreria, l'agricoltura e le tarono monaci Silvestro II, s. Leo-
i

arti manuali. In moltissimi articoli ne IX, Vittore II, Calisto II, Eu-
celebrammo le grandi benemerenze genio III, 8. Celestino V, e Urbano
degli ordini monastici colla società, V. Sembra incredibile la gran mol-
massime per essersi Opposti all'e- titudine de' monaci che vissero in
resìa sino dai pi-imi secoli del cri- un solo monastero o Laura (Fedi),
52 MON MON
equivalenti a piccole città per le una caverna sino all'età di 1 14 an-
molle migliaia de' monaci e chiese, ni, nutrendosi de' frulli di una pal-
singolarmente in Egitto. ma che ne cuopriva l'ingresso; «.
In diversi luoghi parlai dell'ori- Antonio patriarca de' cenobiti, egi-
gine del monachismo, come a Di- ziano coni 'esso, verso Tanno 270,
sciplina REGOLARE. Assai per tempo dopo aver collocato la sorella in un
vi furono cristiani che ad imitazio- monastero di vergini, abbracciò lo
ne di s. Gio. Battista, che il Rinal- stesso genere di vita, e fu seguito
di chiama principe de' monaci e da alcuni altri s. Paolo e s. An-
;

de' profeti, come di Elia che Car-


i tonio furono gli anacoreti piti ce-
mcUtani [Vedi) riconoscono per pri- lebri, ed il secondo conobbe il pri-
mario istitutore, si ritirarono nella mo, ed in morte lo seppellì. I se-
solitudine per attendere alla orazio- guaci di s. Antonio vivevano in
ne, ai digiuni, ed agli altri eserci- cellette separate a qualche distanza
zi di chiamarono A'
penitenza; si le une dalle altre; vollero imitarne
sceti (Fedi), vale a dire uomini che la santa vita, e furono da lui con-

menavano vita ritirata ed astinente. fermali nella buona risoluzione , e


Semhra ancora che Gesù Cristo ab- in breve sotto la sua direzione si

bia dato motivo a questo genere di formarono molti monasteri. Non fe-
vita, coi che visse
quaranta giorni ce regola s. Paolo pe'suoi eremili,

nel deserto, e coH'abitudine che a- bens\ col suo esempio molti ven-
vea di ritirarvisi per pregare con nero allettati alla vita solitaria il :

più raccoglimento, avendo egli en- suo discepolo s. Cari Ione pare che
comiata la vita solitaria del suo abbia formato delle regole per quel-
Precursore. A ordini religiosi si li che vollero vivere solitariamente
è detto come la professione della sotto la sua direzione, come dicem-
vita monastica e regolare comin- mo al suo articolo. Discepolo di s.
ciasse nella Cliiesa fino dai princi- Antonio fu s. Macario, e chiaro per
pii- di essa, per l'osservanza più per- miracoli mori nel 35o. Verso que-
fetta de* consigli proposti nell' evan- sto tempo fiorì s. Pacomio, al quale
gelo. Alcuni trovarono assai sem- si attribuisce la riunione delle me-

plice r origine dello stato religio- morate cellette, l'unione in diversi


so, attribuendolo al tempo delle monasteri e in comunità composte
persecuzioni che ne' tre primi se- di trenta o quaranta monaci, l'in-

coli sostennero i cristiani. Molti di troduzione della vita cenobitica, e la


quelli dell' Egitto e delle provincie formazione di una regola, su di che
di Ponto ritiraronsi ne'luoghi dis- va letto quanto si disse a Disciplina:
abitati per sottrarsi dalle perquisi- quindi venne la distinzione tra i

zioni e da' tormenti : presero il pia- cenobiti o monaci che viveano in


cere della solitudine, e vi dimora- comunità, e gli eremili o anacore-
rono, o vi ritornarono poi a servi- ti che viveano soli ; tuttavolta si
re Dio con pace e tranquillità, non visitavano e si consolavano con re-
però viventi in comunità con rego- ligiose ed esemplari conversazioni.
la determinala. Verso l'anno 7.5o Ma s.Pacomio ebbe sì alta idea
o 259 Paolo primo eremita ri-
s. del sacerdozio, che non lo permise
tirossi nella Tebaide per fuggire la ad alcuno de' suoi religiosi.

persecuzione di Decio, e visse in 11 p. Bonanni nel Catalogo degli


MOJS MON 53
ordini religiosijì'ipovla le figiiie e le rapeuti applicati alla vita contem-
notizie de'notninati primari fondatori plativa, ebrei o cristiani secondo le
dello stato religioso e monastico. Sin diverse opinioni, e ne parlammo al
dall'anno 3o6 circa, s. Ilarione di< citato articolo Monache essendovi ,

scepolo di s. Antonio fabbricò nel- stale delle terapeutiche. Altri asse-


la Palestina monasteri simili a quel- gnano il principio de' monaci al H
li dell'Egitto: tosto s'introdusse la secolo, nel quale fiorirono solitari
vita monastica nella Siria, Armenia, in Eliopoli di Fenicia, e vuoisi che
Ponto, Cappadocia, e in tutte le par- s. Telesforo^ eletto Papa 142, nel
ti dell'oriente, ove andavansi meglio fosse stato anacoreta, benché ca- i

istituendo anche le Monache [Fé- nonici regolari ed i carmelitani lo


di). S. Basilio che avea imparato annoverino tra i loro alunni. Si
a conoscere la vita monastica in narra pure che nel 111 secolo s. Ni-
Egitto, dopo le conferenze coi ss. cone vescovo di Cizico soffrì il mar-
Antonio, Pacomio e Ilarione, perfe- tirio alla metà di esso, con 199
zionò l'istituto monastico, verso il monaci da lui governati, ed avea
362 scrisse che furono ap-
regole ricevuto l'abito monastico dal pre-
provate, non pare, come dicono al- decessore Teodoro.
cuni , nel concilio Niceno , che fu Verso r anno 34o circa vuoisi
anteriore, ma forse piuttosto dai introdotto in occidente il monachi-
vescovi, e può dirsi il proto-patriar- smo s. Atanasio
: patriarca d' Ales-
ca dei monaci della chiesa orienta- sandria portandosi coi monaci egi-
le, poiché la sua regola fu trovata ziani Ammonio ed Isidoro nel 34o
tanto saggia e perfetta , che tutti o 341 in Roma a ripararsi dal-
l'adottarono, e tuttora si osserva : l'odio degli ariani, propose i reli-

di questa regola, come di tutte quel- giosi d* oriente a modello, e la vi-

le degli altri monaci esistenti o non ta di s. Antonio da lui composta,


più ne parla ai loro ar-_
esistenti, se di cui era stato discepolo, e i' i-

ticoli,ed alle biografie di quelli che stituzione de' monaci, ispirando agli
le composero, f^. Basiliani. L' Asse- occidentali la brama d'imitarlo;
ma ni, Biblioth. orient t. IV, e. 2, quindi in Roma^ in Fran-
in Milano,
§ 4> liana che i primi monaci i cia (Fedi) si monaste-
diffusero i

quali si stabilirono nella Mesopo- ri. Dicemmo pure a Disciplina, che

tamia e in Persia, furono altret- alcuni attribuiscono a s. Atanasio


tanti apostoli o missionari, e che l'introduzione del monachismo in
la più parte divennero vescovi. 11 Roma, da dove si diffuse per tut-
Terzi nella Siria sacra discorre del to l'occidente, e che altri sosten-
gran numero de* monaci e mona- gono averlo Martino di Tours
s.

steri orientali, quali in un alle mo- già introdotto a Milano, anzi a lui
nache assai moltiplicaronsi nell'E- si attribuisce eziandio l' introduzio-
gitto. Avanti di dire come il mo- ne della vita monastica nelle Gal-
nachismo s' introdusse in occidente, lie, dopo averla condotta in Italia,

noteremo che il p. Helyot, nella con fondare nel 358 circa il mo-
dissertazione preliminare della sua nastero di Marraoutier presso Tours,
storia degli ordini religiosi, seguen- chiamato Majas vionasterium per
altri fa risalire l'origine contro- distinzione, e con flìbbricare verso
5 versa della vita monastica ai te- il 36o il monastero di Ligugey
Ido

I
,

5-i MON MOIf


nella diocesi di Poiliers. La coji- di Pietro Fullone, gno dc'monaci
gre^zionc monastica di Leriiu Avenieli (Vedi)y delti vigilanti per-
(P^cili) Protenza, fu
sulle coste di chè divisi in tre classi, senza inter-
iòndata da •. Onoralo con i, Ca- ruzione, giorno ^ notte celebrava-'
prasio solitario suo direttore, dopo no in chiesa le divina lodi Tra
il 375, per non dire di altre. Al- essi fìorirono monaci dottissimi e
cuni attribuiscono l' introduzione santi, ed in Roma con la regola di
nelle Gallie della vita religiosa, an- 6. Basilio furono introdotti verso il

che a 8. Atanasio ed a s. Marcel' 55o nel monastero e Chiesa di s.


lino arcivescovo d' Ambrun. Tutta- Sabba (Vedi): questo santo abbate
volta in principio a' monaci non basiliano fu detto il gran monaco.

era permesso il sacerdozio, il quale Parlando il Rodotà, Del rito greco


uolsi loro accordato dal Papa in Italia, t. Il, p. 28, del monaca-
s. Siricio eletto nel 385, il quale to d'Italia introdotto innanzi la re-
prescrisse con legge il Celibato (P^e- gola basiliana, dice che questa sola
di) ai sacerdoti e diaconi, confer- si conobbe nella regione quando
mando le anteriori; così i monaci portatosi in essa nel 4of RufTìno
furono ammessi agli ordini minori col greco esemplare delle regole di
e maggiori compreso l'episcopale. s. Basilio, le tradusse in latino
Abbiamo da s. Ambrogio 63,
epist. mentre già il monacato erasi mi-
§ 66f die i monaci cominciarono rabilmente propagato tra gl'italiani,
ud ordinarsi sacerdoti sulla fine vivendo i monaci unitamente nei
del IV secolo, essendo s. Atanasio monasteri sotto la direzione d' un
il primo che dallo stato monaca- superiore, seguendo le tracce dei
le diede sacerdoti al clero alessan- regolamenti che aveano loro co-
drino. Tra i primi introduttori in municato s. Atanasio, s. Martino e
Italia monastico viene
dell'ordine s. Eusebio, che gli aveano appresi
ancora celebrato Eusebio vescovo s. neir Egitto e nella Siria. Vero è
di Vercelli (Vedi), che lo stabilì però che riconoscendo i monaci
nella sua cattedrale riducendo alia italiani essere conforme alle loro
vita comune e religiosa il suo clero istituzioni quelle di s. Basilio, pro-
verso il 35o; laonde viene ricono- venendo da un medesimo fonte, ne
sciuto il santo, tornalo dajl' oriente profittarono pei lumi che contene-
dopo il suo esilio, quale istitutore va, per maggiormente stabilirsi nel-

della vita monastica nelle cattedra- la via della perfezione; poiché i

li. La professione religiosa dicesi cenoblli d' un medesimo monastero


introdotta nella Spagna avanti il non erano ancora obbligali alle os-

pontificato di s. Damaso I, essen- servanze d'una medesima regola, e


done prova il concilio di Saragoz- quah api industriose alcuni sceglie-
za celebrato 38o. Nei priminel vano le più opportune tradizioni
del secolo V
gravissimo danno fe- de' maggiori, altri seguivano le leg-
cero alla Chiesa coi loro perniciosi gi di s. Pacomio, altri si adattava-
errori Pelagio, monaco nato in In- no alla volontà de' superiori, quin-
ghillerra, ed Eutiche Arcìiìmandri- di altri si uniformarono ai dettami
drila (Vedi) o abbate generale d'un di s. Basilio. Di questo sentimento
celebre monastero di Costantinopoli; fu pure il celebre p. Mabillon, dili-

vennero pur« condannali ^U errori genlissirao investigatore dell* origine


,

MON
e progresso del monacato^ t]el quale vida mente, ma fu norma a quelli
si li a pure De studih monasticis, Ve- che in copia innumerabile, rapida-
netiae 1770. Fioriva nondimeno in mente &i fondarono; riconoscentlosi
tulli un medesimo spirito di virtìi, contenere la regola di s. Benedet-
la piCi rigorosa mortificazioDe, l'imi- to, il più lodevole delle antiche di
tazione di Gesù Cristo; ed essendo oriente, e per essere altresì stala li-

il monacalo la pri-
principal fine del mitata la volontà de' suoi seguaci
vata salvezza del monaco, si per- a secondare dettami del no-
i soli

metteva a ciascuno di seguir l'im- vello istituto avvenne pure coi


: ciò
pulso che riceveva, scegliendo i monasteri delle monache. La rego-
mezzi che potevano condurlo al co- la di s. Benedetto è un compen-
mune oggetto. Nel V secolo 8. A- dio di santità e di sapienza, laon-
goslino, col suo libro De opere mO' de venne prodigiosamente abbrac-
nachor.y prese la difesa di que' mo- ciata, e sempre tenuta in somma
naci che vivevano col lavoro delle venerazione. Il cav. Arlaud, nella
mani, contro quei che sostenevano Storia di Leone XII, t. Ili, cap.
essere meglio vivere di obbluzìone XLV, parlando dello stabiJ-mento
e delle limosine de' fedeli. di tre monasteri benedeltif nella
Tante e si diverse regole de' mo* Baviera nel 1826, ben a ragione
naci orientali sparse neil' Italia, co- scrisse non potersi parlare dell'or-
me osserva il Rodotà, tosto svani- dine di s. Benedetto senza sentirsi
rono allo spuntar dei raggi della intenerire il cuore, e senza pensare
regola benedettina, piena di santità, Q* gloriosi diritti che ha al rispetto

la quale portava al mondo una di tutto il cattolicismo. « La rego-


nuova luce di perfezione, additando la di s. BenedeltOj adottala dalla
il sentiere più agevole della salute. n»aggior parte degli ordini religiosi
Dappoiché s. Benedetto patriarca dei di Europa, è secondo l'espressione
monaci d'occidente, omnium juslO' di s. Gregorio I Magno ammira-
rum spiritu plemiSy come lo chiamò bile nella sua saggezza e pura nel-
s. Gregorio I, nel pontificato di s. la sua dizione. Essa non ordina
Ormisda e verso il 520 o 529 nulla che oltrepassi le forze del-
dopo aver preso sino dal 494 ^* '' l'uomo, e tende particolarmente a
bito monastico da s. Romano, cre- distoglierlo da quella oziosa con-
duto abbate basiliano in Subiaco, templazione, elle ha generato tanti
ivi per tre anni meditò la regola, mali ne' monasteri d'oriente. Fu
quale compi e pubblicò in Monte una vera consolazione il vedere que-
Cassino, fonda-udo il lauto celebra- sti asili aperti a lutti coloro che
tissimo e benemerentissimo ordine volevano fuggire le oppressioni del
benedettino, che servii di modello governo vandalo, goto, o longobar-
alle numerose congregazioni mona- do. La Francia non obblierà giara-
stiche che ne derivarono, le quali mai gì' immensi lavori che deve al-
ben presto si sparsero per l'occi- lo zelo instancabile de* figli di s.

dente e poi si propagarono nelle Benedetto, i quali possiam dirb a


diverse parli del mondo. I regola* tutta ragione, hanno sì laboriosa-
menti di Benedetto prevalsero a
s. mente dissodato le terre, e colti-
quelli de'preesistenti monasteri, e valo gli spiriti ". Non solo sino ai
non menù questi gU adottarono a- tempi di s. Benedetto non vi era-
56 MOW MON
no regole fisse ne' monasteri, ma Tultavolta dipoi la congregazione
gli abbati sceglievano tra le diver- di s. Benedetto si divise in tre com-
se osservanze, quelle che loro sem- pagnie, de' fanciulli offerti a Dio
bravano più convenienti ai bisogni, sin dalla puerizia per la vita mo-
e più adattate ai loro dipendenti : nastica; de' novizi, ch'erano quelli
già nel secolo Vili la regola be- che si mettevano in prova per co-
nedettina fu quasi la sola seguila noscere la loro vocazione, innanzi
ne' monasteri d'occidente, massime che si votassero a Dio; e de'professi,
d' Italia, di Francia e d' Inghilterra. ch'erano i veri monaci, per aver
Nel VI secolo o poco più tardi votato castità, povertà e obbedien-
l'ordine benedettino erasi stabilito za; i voti però non erano solenni
in Inghilterra (Fedi) , fiorendovi ossia perpetui, quali poi si perpe-
mirabilmente in virlù^ onore e po- tuarono. Nel 5ii il concilio d'Or-
tere, rendendo que"* monaci col loro leans obbligò i monaci obbedire
fervore e dottrina grandi servigi agli abbati, autorizzando questi a
alla religione e alle lettere, come toglier loro quanto avevano di pro-
ne resero i benedettini di Germa- prio, e di riprenderei vagabondi
nia e di altre nazioni : in Germa- coli' aiuto de' vescovi, per punirli
nia i monaci
divennero potentissi- secondo le regole. Quello di Tours
mi e gli abbati sovrani. Alcuni ri- nel 566 vietò ai monaci uscire
feriscono che primordi dello sta- i dal monastero, e scomunicò quelli
to monastico in Inghilterra gli a- che si dovendosi sepa-
maritassero,
"vea introdotti s. Germano vesco- rare dalla pretesa moglie anco col-
vo Auxerre
d' ; nella Scozia s. Se- r aiuto del giudice, il quale se lo
verino ed in , Irlanda s. Patrizio ricusa incorrerebbe nella scomuni-
che vi fondò de' monasteri , Fedi ca in un ai proiettori di tali mo-
Benedettinf, e gli articoli delle tan- naci. 11 Papa s. Gregorio I ebbe
te congregazioni derivate dall' illu- santissimi monaci per consiglieri e
stre ordine. famigliali, e fece togliere dalle lo-

Sino dai pdmi tempi del mona- ro chiese i battisteri, acciò non si

chismo concili! ed
i Papi ema- i rilassasse la loro disciplina colla
narono salutari provvidenze a suo conversazione de' secolari. Per lo
vantaggio, di che parlasi ai loto stesso motivo comandò che i mo-
luoghi: a volerne riportare alcune, naci non diventassero compari. In-
diremo che il concilio generale di oltre s. Gregorio 1 nel concilio ce-
Calcedonia nel ^5i stimò neces- lebrato in lloma nel 6o i die li-
sario e conveniente di sottomettere cenza a Probo abbate di far testa-
i monaci interamente ai vescovi. Il mento de'suoi beni prima che si
secondo concilio Toletano del 477» facesse monaco: eia slimata cosa
per impedire che genitori pones- i di tanto momento il dar facoltà
sero i figli in troppo tenera età nei ad un monaco di testare, eziandio
monasteri, per farli allevare nella de'beni acquistati avanti l'entrata
pietà, proib\ di permettere la pro- nel monastero, che il Papa non
fessione monacale prima di dieciot- volle ciò fare se non convocando
to anni, previo il consenso di quel- in un sinodo preti e diaconi car-
li che mostravano vocazione, di dinali e vescovi che allora tiova-
che dovea assicurarsene il vescovo. vansi in Roma. Bonifazio IV nel
MON MON 57
concilio romano del 6io laffienò provò s. Gregorio li 726, che
ilei

quelli che affermavano non aver i i figli messi ne' monasteri ancor
monaci poleslh di amministrare il fanciulli, siano levali per contrarre
battesimo e la penitenza , decreto matrimonio. L'eresia degli icono-
che confermò Urbano II con di- clasti avendo cagionato la desola-
chiarare essere anzi i monaci de- zione in oriente, e la distruzione
gnissimi di esercitare tali ministe- delle sacre immagini , i monaci si

ri. j\el secolo VII promovendosi nascosero ne' deserti, e gran nume-
più di frequente i njonaci al sa- ro portaronsi in Italia, particolar-
cerdozio, e solendo mantenere la mente in Roma, dove
761 il nel
tonsura monacale, molti a loro e- Papa Paolo I li accolse con tut-
s.

sempio presero il costume di farsi to amore, e loro diede per abitazio-


la chierica. Il concilio di Toledo ne la casa paterna, riducendola nel
del 646 dichiarò non doversi tol- monastero e Chiesa di s. Silveslro
lerare eremiti vagabondi né reclu- ili Capile i^Fedi). Volle che vi e-
si ignoranti, i quali si chiuderanno sercitassero il loro rito greco, e vi
ne' monasteri vicini, solo permettersi cantassero i divini uffizi, mentre in
vivere insolitudine a quelli che avesse- Costantinopoli l'imperatore ordina-
ro dimorato del tempo nei monasteri. va che ni uno potesse farsi monaco,
Nel pontificato di s. Martino I perseguitando i religiosi e le mo-
del (Ì49, e per l'eresia de* mono- nache. 11 Rodotà enumera i mona-
teliti, monaci, ch'erano
i primi i steri dati successivamente agli orien-
oggetti del loro furore, dall' Egitto tali, fuggenti l'eresie de' monoteliti
volarono a Roma in seno della Se- e degl' iconoclasti, dai Pontefici in
de apostolica, solita ad accogliere Boma, come i monasteri e Chiese
e difendere maternamente i perse- di s. Grisogono, di s. Sabba, di s.

guitati dai perturbatori della pace. Prisca, e più tardi per altri moli-
Jl Papa li ricettò in alcuni mona- vi i monasteri e Chiese di s. Ales-
steri, e li provvide di tutto il bi- sio ^ di s, Prassede, di s. Martino
sognevole, essendo i monaci arme- a' Monti, di s. Gregorio , di s. Ce-
ni e greci; questi nel celebre con- sareo, ed altri di cui parliamo a' lo-
cilio che adunò il Pontefice contro ro luoghi , molti de' quali furono
i monoteliti, con edificante zelo di- assegnali a' basiliani, di che facem-
ssero le cattoliche verità. Osserva mo parola anche all'articolo GroT-
il Rodotà, p. 57, ch'essi veramente TAFERRATA, ov' è un fiorente mona-
furono i primi orientali cenobili stero di sì insigne e benemerito
che stabilironsi in Roma ne' mo- ordine. Inoltre il Rodotà riporta le

nasteri, portandovi riti armeno e i nothzie de' monaci greci e basilia-


greco, sebbene ne' medesimi soven- ni che ne' secoli VII e Vili si ri-

te celebrarono le liturgie de' latini, fugiarono ne' regni di Napoli e di


secondo la disciplina di que' tempi, Sicilia, di che pure facciamo men-
onde dar pubblica testimonianza del- zione ai corrispondenti articoli. Tra

la loro sincera e costante unione i monaci orientali che tuttora fio-

colla Chiesa romana. 655 pre-


j\el riscono nomineremo gli antoniani,
scrisse il concilio di Autun, che i i basiliani j i maroniti di s. Anto-
monaci e gli abbati si conformas- nio armeni , i mechitaristi, i mel-
sero alla regola di s. Benedetto. Ri- chiti, i quali tulli hanno articoli.
58 ino» MOH
Nel concilio ceneraio Nìcenp lì sacerdozio, qhe consistevano nel-
del 7B7 fu monaci per.
proibito al l'amminlslrare i sagramentl, e nel
nottnre ne' monasteri di donne e celebrare la messa una volta la set-
di mangiare con alcuna religiosa o timana, cioè domenica, e in al-
la

altra donna, meno una qualche cuni luoghi il gabbato e la dome-


grande necessità. Nel concilio ge- nica. Il secolo X fu per la Chiesa
nerale di Costantinopoli IV, tenu- il più funesto ed infelice, barbaro
to nell'HGQ, fu ordinato che i mo- ed ignorante, solo i monaci ed al-
naci fatti vescovi portino vìsibìU tri religiosi conservarono il fuoco
mente l'abito del loro ordine. Nel- sacro della scienza^ con applicarsi
rVIll e IX secolo moltissimi si- a copiare i monumenti de'dotli che
gnori e principi sovrani rinunzia- gli aveano preceduti. Osserva il
rono alle loro fortune e dignità, e Berlendi, Delle obblazioni all'alta-
si fecero monaci. Si videro ancora re 282, che nel secolo X
p. ve- i

imperatori e re scegliere de' mona- scovi cacciarono da molte chiese


ci per loro ministri, ambasciatori gl'indegni sacerdoti, e vi sostitui-
e confidenti, ciò che praticarono an- rono i monaci, come a Verdun,
co ne* secoli seguenti. In diverse e- Worcester, Dorcester, Metz. All'ar-
poche i sovrani detronizzati furono ticolo Laico (Vedi), cioè secolare,
obliligati assumere la cocolla mo- dicemmo di quelli che prima e do-
nastica, e le regine ripudiate o de- po il secolo X
divennero abbati, si
poste prendere il sacro velo tra le usurparono le abbazie, e colle fa-
monache. L'ordine monastico non miglie passarono ad abitare ne'mo-
essendo ancora diviso in diversi nasteri ; e di quelli che prima di
corpi distinti per le funzioni, pei morire si facevano portare tra mo- i

nomi e pei loro istitutori, niuna naci, e coi loro abiti si facevano
distinzione eravi tra' membri di uno seppellire, e perchè si dissero mO'
stesso monastero, e non fu che ver- nacki ad succurrendum, di che par-
so il secolo X
che essendo i mona- liamo pure a Monastero. Di questo
ci per lo piìi educati
benedettini rito, durato sino al secolo XIV, ne
al chiericato ed agli ordini sacri, rimane un vestigio in quei laici che
fc' incominciò a distinguere ne'mo- si fanno condurre alla sepoltura
nasteri due sorta di religiosi, dei con abiti religiosi, rito ancor que-
quali gli uni destinati al coro ed sto di qualche antichità, come di-
al sacerdozio erano
LeUi> chierici, ce il Borgia, Memorie t. I, p. i38.
rati [Vedi) o coronati, perchè stu- Nel io4i si narra che Benedetto
diavano e portavano la corona chie- IX dispensò Casimiro dal diacona-
ricale, e gli altri impiegati ai la* to , monacato e celibato , onde
\uri inanuaH si chiamavano Cori' succedere al trono di Polonia; ma
versi ^ Donati, Laici [Fedi), ed era- fra le condizioni imposte ai polac-
no illetterati, barbuti, idioti ,
per- chi che aveano domandala la Di-
chè non studiavano ed avevano spensa [Vedi)y vi fu quella di por-
lunga la barba. Prima di quel tar la testa tosala a guisa de' mo-
tempo non eravi tult'al più che naci. Nel concilio tenuto in Faen-
un sacerdote in ciascun monastcKo; za nel secolo Xf> venne abrogata
o se ve n'erano molti, il solo an- la facoltà concessa ad alcuni mo-
ziano disimpegnava le funzioni del naci di affidare nelle loro pòsses-
lyioix MON 59
sioni la cura (ji'aJiiine a' preti ^eco- cantav 1? messq pubbliolic; venen-
lari *enaa il (;on«enso de' vescovi ; do loro ingiunto di rii;evere dui
traltandosi nel inedesiiuo della di- vescovi diocesani gli oli santi, la
pendenza dovuta dai iTìoiiacl ai Qonsecrazione degli altari e l'ordi-
vescovi nelle chiese parrocchiali *;la» nazione de' chierici. Innocenzo i(
bilite ne' loro possedimenti. È no. nel 34 abilitò
I 1 a prender moglie
lo che i monaci per le loro istituzio- Bamiro monaco e sacerdote, per
ni erano «oggetti alla giurisdizione succedere regno d'Aragona; indi
al

vescovile, e nel lib. Ili delle de- nel concilio generale Laleranense 11
cretali ervi il til. XXXVI De ; re- del I 189 fulminò anatema a quelli
ligiosis doniìbuSj ut epìscopo sint che sostenevano non potersi salva-
Noli pur sono i decreti
sìibjectae. re monaci che godessero poj^ses-
i '

di Gregorio l ivi inseriti, che


s. sioni, chiamandoli mani morte, f^.
confermano la stessa massima sino Beni e Mano. Il concilio di Londra
dal 590. Ma ne' tempi successivi del 1175^ vietò ai monaci il trulUco,
la monastica disciplina provò no- ed il tenere afilltanze. Quello gene-
tabili cangiamenti in questo partì» rale di Laterano HI, tenuto da Ales-
colare, non tanto in vista de' pri- sandro HI nel 1179, prescrisse che
vilegi elargiti dai Papi, quanto an» i monaci e religiosi di qualsivoglia

che per concessione de'piissimi im- istituto, non sarebbero in esso ri-
peratori, e per condiscendenza degli cevuti per denari; e che i monaci
slessi vescovi, i quali si spogliaro» non potessero aver peculio, se non
no de'loro diritti a favore de' mo- per l'esercizio della loro obbedienza,
nasteri più celebri. Prima e dopo sottopena di scomunica, con altre
questo tempo incominciarono gli analoghe provvidenze. Alessandro III
abbati ad avere per concessioni dispensò il b. Nicolò Giustiniani mo-
pontificie r uso di diverse insegno naco sacerdote di prender moglie,
vescovili, come Mitra, Anello, Ba^ onde continuar la sua nobilissima
colo, Croce pettorale. Guanti, San- famiglia; ciò conseguito tornò dipoi
dali ec, con altre insigni prerogative in monastero. Il concilio di Yorck
riportate a'iuoghì loro. Gravi furono vietò ai monaci i pellegrinaggi, e
le vertenze tra il sacerdozio e l'im- il sortire dal monastero, tranne
pero per l'investiture ecclesiastiche qualche causa e in compagnia; co-
che pretesero dare agli abbati gli me pure proibì prendere in alIUto
imperatori de' feudi e delle abbazie. le loro obbedienze, cioè i beni dei
Nel 1072 decretò il concilio di monasteri cui appartenevano o go-
Rouen, che monaci vagabondi o
i vernavano. Nel 12 12 il concilio
cacciati dai loro monasteri per de- di Parigi proi In di ricevere i reli-

litti, sarebbero costretti per auto- giosi prima dell'età di dieciotto


rità del vescovo ritornare a' loro anni; e quando il superiore per-
monasteri; che se l'abbate ricusas- metterà al monaco di far viaggio,
se riceverli, a elemosina titolo di gli dia il modo di farlo, afllnchè
gli passerà da vivere. Nel concilio non abbia a mendicare con vergo-
generale di Laterano I del ii23 gna dell'ordine, non essendovi an-
fu proibito agli abbati 6 monaci cora religiosi mendicanti. Pioib'i
dar pubbliche penitenze, di vi- ancora che un religioso avesse du«
sitar gl'infermi, far le unzioni e priorie o due obbedienze.
Edi
1

6o MON MON
Nel concìlio generale di La tela- fessione ai loro parrochi, quei che
no IV del iiì5 fu rinnovato il avessero già confessati i loro pec-
divieto di esercitare i monaci l'uf- cati ai monaci o a qualunque al-

fizio di Medico e di Chirurgo ( Fe- tra sorte di religiosi, come dall'es-


di), ma al modo detto a quegli ar- travagante Inter cunctas. Per le

ticoli, ove riportammo


analoghe le gravi questioni insorte tra i vesco-
discipline de' diversi tempi, Quello vi ed i monaci , circa i dirilli e
di Montpellier del 112$ proibì a possedimenti rispettivi, i monaci fu-

tulli i religiosi posseder nulla del rono dai Papi presi sotto la loro
proprio, anche col permesso de' su- immediata giurisdizione, e quindi
periori, i quali non aveano facoltà nacquero l'esenzioni in loro van-
di permetterlo; né si dasse somme taggio. Ne' decreti di riforma
. falli

ai religiosi pel vestiario, mentre gli dal concilio di Trento, niente vi si

avanzi delle loro porzioni si doves- trova che provi che lo stato mo-
sero distribuire ai poveri ; venne naslico avesse bisogno di essere as-
ancor proibito far processione in solutamente cambialo; piuUosto que-
due comunità, se non per passare sti decreti hanno per soggetto di
ad un'osservanza più stretta. Già si mantenere la disciplina com'era, an-
sa che la disciplina regolare, secon- ziché introdurne una migliore. I

do i luoghi e i tempi, andò sog- monaci trappisti rinnovarono in oc-

getta a molte variazioni, e gli an- cidente la vita dei cenobiti della
tichi rigori assai vennero successi- Tebaide, ed il loro esempio pro-
vamente diminuiti. Piescrisse il con^ dusse un'infinità di conversioni, as-
cilio d'Oxford del 1222 che su- i soggettandosi alle loro austerità i

periori e i religiosi rendessero con- più grandi personaggi. L'abbazia


to delle riscossioni e delle spese. della Trappa dell'ordine de' cistcr-
Quello di Tours nel 1239 vietò ai ciensi, fondala nel i i4o nel terri-

monaci di servire alle chiese par- torio di Perche sotto l'invocazione


rocchiali. 11 concilio d' Arles del 1 26 della Beala Vergine, essendo i re-
proibì ai religiosi di ricevere il po- ligiosi coll'andar de' secoli caduti
polo all'uffizio divino nelle loro chie- nel rilassamento, nel i663 vi rista-

se le domeniche e feste solenni, né bilìun'esatta riforma Armando Gio-


di predicarvi alle ore della messa vanni Bouthillicr de Rancé, abbate
parrocchiale, onde non distogliere commendatario dell'abbazia. Dopo
quelli che doveano ricevere l'istru- una tale epoca quella casa diventò
zione nelle loro parrocchie. Nel con- assai celebre, e tuttora fiorisce, es-

cilio di Londra del 1268 fu de- sendovi trappisti anche altrove. Nel
cretato, che i monaci divenuti ve- 1820 Pio VII approvò l'istituto
scovi ne conserveranno l'abito. Quel- de' fratelli monaci d'Irlanda, già ap-
lo tenuto in Salisburgo nel 1274, pi'ovati da Benedetto Xlil: se ne
vietò ai religiosi eleggersi il confes- parla nel voi. XXXVI, p. 97 del
sore fuori dell'ordine, senza parti- Dizionario, e in altri luoghi.
colare permissione del superiore. Be- Quanto all'abito degli antichi mo-
nedetto XI nel i3o3, per togliere naci, eravi molla varietà, sia
in essi

una controversia eccitata nell'acca- pel colore, che per la materia e per
demia di Parigi, dichiarò che non la forma. In oriente furono ordina-

erano obbligati a rinnovar la con- riamente di lino e di pelle, in oc-


,

MON MON 61
cidente di lana e di pelliccìe; nei tosini, maroniti aleppini, maroniti
paesi caldi più leggieri, e ne* paesi libanesi, armeni di s. Antonio, ar-
freddi piti pesanti. Delle loro di- meni mechitarisli di Venezia , ba-
verse qualità ne trattiamo ai singo- siliani greco-melchiti. Ai rispettivi
li articoli. JVovaziano ed i suoi se- articoli citiamo gli autori che scris-
guaci nel secolo III vestivano di sero sul monachismo laonde qui ,

bianco, per distinguersi dai laici e solo nomineremo Lorenzo Landt,


:

dai monaci che vestivano di nero, De vetere clerico- nionacho continens


e dal clero cattolico che vestiva di habitum ,victum, etc,
vetereni eoruni
paonazzo: il vestimento nero nel Antuerpiae i635. Ragionamento sul-
clero s'introdusse quando vi furono l'origine, antichità e pregi del mo-
ammessi i monaci. Così il Bernini, nachismo Brescia
, 1788. S. Gio.
Storia delle eresie, cap. VI. Il p. Crisostomo Contro gì' impugnatori
,

Bonanni, Gerarchia eccl., parla di della vita monastica, Torino 1795.


questo argomento nel cap. XXX: MONACO (Monacen). Città con
Si cerca se la veste del clero fos- residenza arcivescovile, capitale del
se di colore diverso dalle comuni. regno di Baviera, capoluogo e qua-
Parlando delle vesti prelatizie e si nel centro del circondario dell'I-
cardinalizie, diciamo quali vescovi sar o Iser, residenza del re, sede
e cardinali monaci furono dispen- degli stati e delle corti- superiori di
sati dal l'usare il colore rosso o pao- giustizia del regno, delle principali
nazzo; ed agli articoli degli ordini amministrazioni del governo , e di
monastici si fanno relative avver- un concistoro superiore protestante,
tenze, notandosi come sono le vesti a 80 leghe da Vienna e i5o da
prelatizie e cardinalizie usate dai Parigi. È posta in una pianura va-
vescovi e cardinali monaci. Molte sta e fertile sulla sinistra dellTsar,
analoghe erudizioni riporta Anto* il quale non è navigabile, che vi
nio Scappo : De hirrelo ruheo dan- forma molle isole, e che si attra-
do S. R, E. cardinalibus regulari- versa sopra due ponti. Ha un cir-
bus. Che i monaci anticamente con- cuito murato, sette ampie ed ele-
correvano air elezione de' vescovi ganti porte, e sette sobborghi po-
loriferisce il Rinaldi all'anno i iSg, polosi, cioè quelli deirisar, di Lud-
n. Nel voi. XIX, p. 186 del
5. wig, di Massimiliano Giuseppe , di
Dizionario, parlai delle decime im- Schònfeld, di Anna, di Au e di
s.

poste da s. Pio V alle dodici con- Haidhausen; questi due ultimi stan-
gregazioni monastiche d'Italia per no alla destra dell'Jsar. Quantun-
l'armamento contro turchi, le quali i que Monaco rinchiuda ancora mol-
si pagarono sino a Benedetto XIV. te costruzioni del medio evo può ,

Attualmente risiedono in Roma dirsi una delle più belle città di


i seguenti procuratori generali de- Germania, pel numero grandissimo
gli ordini monastici , oltre qual- delle sue belle strade larghe e di-
che generale: basiliani , cassinesi ,
ritte, fiancheggiate quasi tutte di
camaldolesi, vallombrosani, camal- case eleganti, per le sue piazze pub-
dolesi eremiti di Toscana, camal- bliche, e per la quantità de' suoi
dolesi eremiti di Monte Corona, ci- begli edifizi pubblici e particolari.
stcrciensi, cistcrciensi della trappa, Si divide in quattro quartieri, che
Olivetani, sii vestrini, girolanaini, cer- sono Gragenauer, Anger, Heken e
,

6a MOW
Krenx; tale divisione è dclermJna- mura, le caserma, Ja nuora zecca,
ta dalle sue quattro strade princi- l'ofllcina di lavoro, Tncquedotto, e
pali, che terminano alla pia/za prin- molli edilizi particolari.
cipale, nel centro della città; questa Monaco rinchiude numerosi e illu-
piazza circondala da portici è bel- stii stabilimenti scientinci, che devo-
lissima, ma quella di Massi milia* no notabili miglioramenti a Massi-
no Giuseppe la supera in estensio» miliano Giuseppe IV; la biblioteca
ne. Fra i pubblici edifizi merita il reale arricchita da esso di collezioni
primo luogo il palazzo del re, va» considerabili di libri trovati ne'sop-
sto edifizio la cui architettura è pressi conventi , contiene piìi di
semplice ed irregolare, ma il cui 4oo,ooò volumi. L'accademia delle
inteino può dirsi in vero magnifi- scienze creila nel 17590 1760 ed
co, anche pei preziosi oggetti di interamente riorganizzata nel 1827,
belle arti che doviziosamente riu» possiede gabinetti di storia natura-
chiude. Vi si dislingue la sala det- le mineralogia, zoologia,
, fisica e
ta dell'imperatore o Kaiser-saal, medaglie; un elaboralorio di chi-
che per la sua grandezza ed orna- mica, teatro anatomico, osservato-
memi é decantala come una delle rio, giardino botanico, formato ma-
prime di Germania, ed alla quale gnificamente nel i8i5, ec. Ewi
conduce una superba scala di bel una università nel 181 5 quivi tras-
marmò d'Italia ; il tesoro che rin^ da Landshut (già capitale
feritasi
chiude una grande collezione di og« della bassa-Baviera, avente vicino il

getti assai preziosi ; la cappella del vecchio castello di Traunitz, antica


re, ed il teatro di Corte ricca men» residenza de' duchi di Baviera (/ e-
te adorno. Si osservano poscia il dì)j che porta il nome di Luigi
vecchio palazzo elettorale e quello Massimiliano: l'università ha cin-
che abitava il principe Eugenio; la que facoltà, che si compongono di
Land-haus óve si radunano gli sfa'- 77 professori, cioè 6 sono addelli
ti ; la camera del consiglio, l'arse^ alla teologica, 1 1 alla giuridica, 8
naie, ed il nuovo teatro. Fra le alla diplomatica, ^1 alla medica, e
vcnluna chiese, la principale è quel- 3o alla filosofica. Il numero degli
la della Madonna , la cui erezione Rudenti nel 1847 ascese a circa
rimonta al secolo XIII, che rin* i5oo. In Monaco ewi pure la
chiude trenta altari, C dove vedesì Scuola militare ,
1' ateneo dell' i-
il bel monumento maestoso dell'im* diomà grecò moderno il liceo ,

peratore Lodovico IV ó V il Ba* due ginnasi , scuole politecniche,


varo, principe della casa di Bavie- medicina e chirurgia, fondale da
ra ; la chiesa de' teatini eretta ^ul poco tempo Scuole di veteiina-
;

modello della vaticana dì Roma ; ria, architetlura, statistica, tipogra-


quella che apparteneva un tempo fia ed Ostetricia; una società ma-
a' gesuiti, e quelle degli agostinia- lematicofìsicà , altra centrale eco-
ni, de* cavalieri gerosolimitani, e di nomica; museo d'antichità, galleria
s. Pietro, meritano purè di essere considerabile dì quadri, con colle-
menzionate. Gli altri édifìzi pubbli- zioni di Scoltura, disegno cd inci-
ci degni d'èsseré Sono il pa- citati, sione, fra Cui si rimarcano vari Og-
lazzo del ducaMassimiiìand, il gran- getti preziosi irt avorio, in mosaico
de ospedale, stabilito fuori delle cd in ismaho. Gli slabilimenli di
,

MOJS MON 63
1>€neflcenza $oiio pure quivi nume* ^e una vasta piazza quadrata cir-
rosi e liberalmente dotati ; è ad condata di arcate, su cui si dipin-
essied olla filantropia del celebre sero a fresco diversi soggetti tolti

conte di Runifoi-d, che la Baviera, dalla storia di Baviera. Ad un tei'^

ed in particolare la sua capitale eo di lega vi è il castello reale di


devono la estinzione della mendici- delizie di Nymphenburg, ornato al-
tà dal 1790. Si contano molte case, tresì di bei giardini, e famoso per
ove gratuitamente si distribuiscono le sue eccellenti porcellane. Inoltre
più di 600 zuppe economiche per il sovrano frequenta gli altri due
giorno. Vi sono diversi ospedali ed vicini castelli di Schleiiheim di e-
ospizi per gli ommalati, vecchi, or- legantissima costruzione, che vanta
fani, femmine partorienti ; evvi una una magnifica collezione di pitture
casa di correzione, con officine di alemanne, vaghi arazzi ed un ser-
lavoro, ed un monte di pietà. Vi raglio; e quello di Furstenried, non
sono pure fabbriche in gran nu- meno degli altri piacevole per l'a-
mero di molti oggetti che pnnci* menità de' dintorni. Le strade da
palmente si consumano nella stessa Monaco al piccolo villaggio di Pae-
capitale e dintorni : vi sono ancora sing,ed il giardino a Osterwalde,
distillerie di acquavite e birrerie sono graziose ed assai frequentate.
rinomate, essendo la birra la be- Fiorirono in questa città molti uo-
vanda comune. La litografìa fu qui mini illustri nelle armi, nelle arti e
inventata da Luigi Sennefelder, che nelle scienze.
portolla a Parigi ove giunse al piìi Monaco, Monachiiim é Mona-
aito grado di perfezione. Il com- ehiirn^ in tedesco Miincheny fu fon-
mercio non vi è molto esteso, do* dala da Enrico duca di Sassonia
vendo gli abitanti molti vantaggi e Baviera nel 962, sopra un ter-
alla presenza della corte e a quella reno de'monaci di Schaffelar,. da
de* grandi proprietari de' fondi. Vi cui venne il nome di Miinchen^ mo-
si tengono due annue fiere di quin- naci, che le diedero i tedeschi ; ed
dici giorni, per l'Epifania e pei ss> il duca Ottone IV la fece circon-
Filippo e Giacomo, ed un mercato dare di mura nel ii57, alla qual
settimanale il sabbato. Conta circa epoca la città era divenuta flori-
80,000 abitanti senza comprender- da é potente. All'articolo Costanza
vi sobborghi di Au e di Haid-
i dicemmo come venne aflidatù la

hausen, e 6000 militari. Vi sonò custodia di Cossa, già


Baldassare
circa 70,000 cattolici, più di 600Ò Giovanni XXII f, n Lodovico conte
luterani, più di 1000 calvinisti, e» palatino e duca di Baviera, che
brei, altri, e pochi greci. 1 dintor* Io tenne quasi quattro anni prigio-
ni di Monaco sono amenissimi pei" ne in Monaco, ove il deposto Pa-
la varietà de* giardini, case di cam- pa compose que' versi che ripor-
pagna e luoghi pubblici ove gli a- tammo alla duca
Sua biografìa : il

bi tanti concorrono giorni festivi i ebbe in compensò trentamifa scudi


specialmente. Al nordest delia cit- d'oro. Seguendo Monaco i destini
tà stanno i giardini inglesi della della Baviera^ é notati a quell'ar-
corte, che l'isar attraversa j é che ticolo, i protestanti Svedesi e te-
olTrono un passeggio delizioso ; pres- deschi sotto Gustavo li Adolfo re
so l'ingresso di «Questi giardini csi- di Svezia, gè ne impadroujiono nel
64 MON MON
i632. Nelb guerra del 1704 gli grezzo, le salve delle artiglierie, il

austriaci vi entrarono dopo la bat- suono delle campane e delle bande


taglia di Dienheim; provò la slessa militari. La nobiltà e i magistrati
sorte nella guerra del 1741 per ricevettero il capo della Chiesa al
l'assunzione all'impero di Carlo VII palazzo elettorale, dalla cui tribu-
elettore e duca di Baviera, onde na corrispondente alla cappella di
gii austriaci presero Monaco nel giu- corte il Papa assistette al canto
gno 1743 obbligandolo a capito- del Te Deuni, ricevendo la bene-
lare. Dipoi lo ripresero a'i4 otto- dizione del ss. Sagramento . Pio
bre 1744» ™" '" novembre vi rien- VI abitò un magnilico appartamen-
trò l'imperatore Carlo VII, ove to, e nella seguente mattina dopo
mori nel gennaio 174^, mentre gli aver ascoltato la messa nella cap-
austriaci facendo ritorno in Bavie- pella elettorale, ricevette un'affet-
ra indi in nuovamente si
aprile tuosa visita del sovrano, e poi quel-
impadronirono di Monaco. Reduce le della elettrice vedova e dell'e-
Pio VI da Vienna nel 1782, ai lettore di Treveri, ed a tutti re-
20 aprile entrò negli stali elettorali stituì la visita. Ai 28 aprile coi
del palatino Carlo Teodoro duca due elettori Pio VI discese nella
di Baviera, complimentalo da due chiesa de'teatini, e vi celebrò la
ciambellani, dal gran ciambellano, messa, e dopo averne ascoltata al-
e da un corpo di corazzieri. Ad tra, si recò al sotterraneo ove so-
Alt-Oettingen fu ricevuto dall'ar- no i deposili de' principi bovari, cui
civescovo di Salisburgo e dal prin- recitò alcune preci. Indi alle ore
cipe di Birckenfeld nipote del duca; dodici il Papa preceduto dal cro-
visitò l'insigne santuario della Beata cifero a cavallo, in nobile carroz-
Vergine, e restò a dormirvi. Dopo za con entro i due elettori di Tre-
ascoltata 1^ messa in detta chiesa, veri e palatino di Baviera, con de-
Pio VI il 26 si diresse a Monaco, corosissimo accompagnamento si re-
trovando presso la chiesa di Hag, cò al palazzo della città, e sotto il

cinque e più leghe distante dalla baldacchino ed ornatodel vasto


capitale, il duca Carlo Teodoro, che balcone comparti solennemente al-
abbracciò amorevolmente, ed en- l'innumerabile popolo l'apostolica
trambi visitarono la chiesa, ricevu- benedizione da esso tanto bramata.
ti da Giuseppe Welden vescovo di Nel lunedì 29 aprile col treno di
Frisinga per venerare il ss. Sa* corte. Pio VI passò a celebrar la
gl'amento e l'antica divota imma- messa nella chiesa di s. Maria col-
gine della Madonna. Asceso il Pa- legiata maggiore della città, rice-
pa col duca in carrozza, furono vuto dai due elettori; ed ascoltata
commoventi gli attestati di vene- quella del suo cappellano segreto,
razione che gli dierono i popoli in sagrestia ammise le dame al
bavaresi, incontrandolo ovunque con bacio del piede. In compagnia dei
processioni, con alla testa il clero medesimi principi, il Pontefice vi-
secolare e regolare preceduti dalle sitò altre chiese, e nel seguente
loro insegne. Splendido fu l'ingres- giorno fu presente al conferimento
so in Monaco, a fronte della piog- della croce di s, Giorgio, correndo-
gia che cadeva, alle ore 2 3, tra le ne la festa, che fece il duca a tre
dimostrazioni della maggior alle- individui, e qual gran maestro del-
MON MON 6^
l'ortline vestilo di tali insegne coi venendo nominato per primo nun-
cavalieri del medesimo visitò poi il zio di Baviera e slati palatini Giu-
santo Padre. 11 primo di maggio Pio lio Cesare Zollo di Rimini, fatto
VI celebrò la messa «ella cappella arcivescovo di Atenea'27 giugno
interiore del palazzo elettorale, sor- 1785. La nuova nunziatura fu for-
prendente per la ricchezza e pre- mala con parte di quelle di Co-
ziosi ornamenti, e mirabile per le lonia e di Lucerna ; ma siccome
insigni reliquie che vi si custodisco- in Germania eranvi soli nunzi i

no: due
i elettori l'ascoltarono. II di Vienna per l'imperatore, e di
duca donò al Papa un bellissimo Colonia pei tre elettori ecclesiasti-
calice d'oro con patena cesellati dal ci, lanuova nunziatura fu subito
rinomatissimo Germano orefice di potentemente combattuta, massime
Luigi XIV, la cui sola fattura co- dagli elettori di Magonza e Colonia,
stò quindicimila lire francesi. Di- e dall'arcivescovo di Salisburgo, per-
morando Pio VI a Monaco ogni chè esercitavano giurisdizione eccle-
giorno dal balcone compartii la be- siastica ne'dominii bavaro- palatini,
nedizione, e per tre volte al po- e furono sostenuti dall'imperatore
polo che da tutte parti accorreva Giuseppe pretendendo ricono-
II,

per riceverla, ammettendo benigna- scere nel nunzio di Monaco un


mente tutti quelli che desideraro- semplice inviato e ministro del Pa-
no baciargli il piede. Giovedì 2 pa come sovrano. Pio VI difese
maggio, sua Santità, ascoltata la energicamente pontifìcii diritti,
i

messa, partì da Monaco ad ore laonde ebbero luogo diverse con-


quattordici in compagnia del duca, testazioni; ma avendo il duca di
avendo luogo le slesse dimostrazio- Baviera raddoppiato le sue istanze
ni fatte al suo arrivo: vide da lun- perchè gli fosse spedito il nunzio
gi il magnifico castello di Nym- residenziale nella sua capitale, il

phenburg, ed a Schevabhaussen da Pontefice lo contentò. Monsignor


un balcone die la pontificia bene- Zollo fii ricevuto in Monaco con
dizione , separandosi teneramente somma distinzione, ed al suo arri-
dal duca, e dirigendosi ad Augusta vo seguì un editto del duca nel
fu ossequiato ai confini bavari co- quale notificò ai propri sudditi,

me lo era stato nell'entrarvi . Pio che avendo il Papa Pio VI invia-


VI conservò perenne memoria di to presso la sua corte tal prelato
sì religioso sovrano e di Monaco, per dimorarvi in qualità di nunzio
detta allora la piccola Pioma di ordinario e di legato apostolico,
Germania, come osserva il Novaes, gì' invitò indiiizzarsi per l'avvenire
per essere forse la più divota e af- alla nunziatura di Monaco in tulli
fezionata alla santa Sede. I parti- gli affari che per l' innanzi passa-
colari della Pio VI
permanenza di vano alle nunziature di Vienna,
ili Monaco, li descrisse il suo mae- Colonia e Lucerna. Quindi mal-
stro delle cerimonie Dini, nel suo grado altre gravissime differenze,
Diario a p. 29 e seg. ed il conciliabolo di Ems del 1786,
Nel 1783 Pio VI col duca Car- la nunziatura di Monaco proseguì
lo Teodoro stabilirono la nunzia- e tuttora prosiegue con piena au-
tura di Baviera, con la residenza torità ad esercitare le sue funzioni,
in Monaco del nunzio apostolico, terminando poi invece la nunzia-
YOL XLVI 5
GG IMON MON
turn (li Di tnUociò clic ri-
Coionia. titolarsi di Monaco e di Frisinga,
i^uanìn questo argomento sene trat- e per suffraga nce le chiese vesco-
ta a Colonia, Magonza, Germania, vili di Augusta, Passavia e Ptatis-
Palatino, ed Ews. Frattanto vccìeii- bona soppresse
; la diocesi di
tlo nel 1 796 Monaco l' armata Chiemsea (Fedi) e l'unì Mona- a
francese sotto gli ordini di Morcau co. Il vescovo di Chiemsea suf-
avvicinarsi alle sue muta, decise fraganeo di Salisburgo, il cui arci-
l'elettore a trattare separatamente vescovo Io nominava, era principe
colla Francia. Dipoi i francesi sotto dell'impero, e prima del 1 568 in-
gli ordini di Decaen vi entrarono terveniva alle diete im[)eriali con
il giorno 28 giugno 1800, e Mo- voto. Ne
furono ultimi vescovi:
reau dopo vi stabiPi tosto il suo 1772 Ferdinando Cristoforo de Zoil
quali icr generale, indi a' io otto- di Salisburgo; 178G Francesco Sa-
bre i8o5 Monaco riaprì le porle verio de Breiner di Gratz ;
797 i

alla Francia. Da questo tempo si- Sigismondo Cristoforo de Zeil a


no al 181 3 la Baviera essendo Trauschburg di Monaco. L* erezione
stata alleata di Napoleone, Monaco di Monaco in arcivescovato segui
si vide sempre rispettata, e dal per la bolla Dei ac Domini
primo gennaio 1806 eretta in ca- Nostri Jesii Christi, emanata da
pitale di florido regno, avendone Pio VII il primo aprile 18 18, nel-
eminentemente accresciuti i distin- la quale si riporta la soppressione
ti pregi il re che regna Luigi Car- di tutte le antiche chiese, abbazie e
lo Augusto, splendido mecenate del- monasteri, con la circoscrizione del-
le arti e delle scienze. Il vicariato le nuove chiese e diocesi degli stati
apostolico d' Anhalt-Coeten, Anhalt- bavari. Indi nel concistoro de' 2 5
Dessau, Auhalt-Bernhurg, ducati di maggio Pio VII dichiarò primo
Germania, dipende immediatamen- arcivescovo di Monaco e Frisinga
te dalia Sede apostolica, ed il nun* monsignor Lotario Anselmo de' li-

zio apostolico di Baviera n'è incari- beri baroni de Gebsattel di Wurz-


cato dell'amministrazione spirituale, burg; a questi Gregono XVI nel
che al presente è monsignor Carlo concistoro de* 12 luglio 1841 die
Luigi Monchini romano, fatto da per coadiutore con futura succes-
Gregorio XVI a' 2 i aprile 184^ sione monsignor Carlo de' conti di
arcivescovo di Nisibi in parlihus. Reisach Ruth, che nel i836 avea
di
Del vicariato apostolico ne dammo consagrato vescovo di Eichstett. Es-
un cenno nel voi. XXIX, p. io3 sendo morto l'arcivescovo Gebsat-
del Dizionario. tel nell'ottobre 1846, nella metro-

La sede arcivescovile di Monaco politana gli furono celebrati solen-


fu eretta da Pio VII pel concor- ni funerali, ed il successore mon-
dato conchiuso 18 17 col re nel signor Reisach ponti tlcò la messa
Massimiliano Giuseppe, che ripor- assistito dai vescovi di Ratisbona
tammo nel voi. XVI, p. 47 e seg. e di Augusta, e dopo le cinque as-
Ivi dicemmo che Pio VII trasferì soluzioni fu tumidato nella cappel-
la sede di Frìsinga {^Vedi) a Mo- la sotterranea : alle funebri cerimo-
naco ch'eresse in metropolitana, nie furono presenti il nunzio apo-
assegnandole per diocesi (juella di stolico e il ministro bavarese. Dopo
Frisinga, dovendo 1' arcivescovo iu- il concistoro degli 1 1 dicembre
-

iMON MON 67
184^, l'odierno arcivescovo, ilivenu- duzioni ch'esigono un gran calore;
to tale il primo di ottobre, fece do- vi si raccolgono in abbondanza a-
inondare al regnante Pio IX il sa- ranci, limoni, olive ed altre frutta ;

cro pallio, die ottenne. La catte- produce ogni sorta di grano, e vi


drale è sacra a Dio sotto l' invo- si alleva un numero di bestiami;
cazione della Beata Vergine, bel- la pesca e il cabottaggio vi sono at-
lissimo edifizio con battisterio ed ti vi. Co m prendesi nel suo territorio
insigni reliquie, fra le quali il capo la città di Monaco, due borghi i

di s. Bennone vescoto di Frisinga di Mentone e Roccabruna, e talu-


e patrono della Baviera; non mol- ni villaggi, con una complessiva po-
to distante vi t^ il palazzo arcive- polazione di più di 1 1,000 abitanti.
scovile, ottimo edifizio. Il capitolo Questo principato è dell' antica e
si compone di due dignità, la pri- nobilissima famiglia Grimaldi, che
ma è il preposto, la seconda il de- dicesi discendere da Grimaldo mae-
cano; di dieci canonici comprese le stro del palazzo del re di Francia,
prebende del teologo e del peni- che governò quella monarchia sot-
tenziere, di sei beneficiati vicari, to il 74^- Era
re Chilperico III del
con quelle rendite descritte nel ci- egli Pipino d' Heristal, e
figlio di
tato concordato: sonovi pure altri fratello di Carlo Martello e di
preti e chierici addetti all'uffiziatu- Childeberto; il primo antenato dei
ra. La cura delle anime della cat- re franchi della seconda stirpe Ca-
tedrale è affidata ad un prete par- rolinga, e il secondo della terza Ca-
roco. Vi sono in città altre cinque petinga, come provano i genealogi-
chiese parrocchiali col sacro fonte, sti di questa illustre famiglia ; e fu
oltre la collegiata di s. Gaetano. raffermato dallo scritto reale di Lui-
Sonovi tre conventi di religiosi, tre gi XIV. Si divise in più rami tra -
monasteri di monache, un conser- piantati nel Genovesato, Piemonte,
vatorio di fanciulle, confraternite, Lombardia, Napoli, Sicilia, Fiandra,
monte di pietà, essendo il semina Francia e Spagna, ne' quali luoghi
lio arcivescovile in Frisinga. L'ar- possiede molti feudi e signorie.
o
cidiocesi è ampia e contenente mol- Questi rami hanno dato tutti chia-
ti luoghi. Ogni nuovo arcivescovo rissimi personaggi, e cinque cardi-
è tassato ne'libri della camera a- nali, annoverandovi alcuni Urbano
postolica in fiorini mille , ascen V Grimaldi o Grimoardi francese,
dendo le rendite della mensa a Papa del i362, ed il suo fiatello
ventimila fiorini bavari^ corrispon- cardinal Anglico. Ugone, Grimaldo
denti a ottomila scudi romani, sen- III, Grimaldo IV e Luchino furo-

ita oneri. no supremi governatori della repub-


MONACO. Principato d'Italia bHca di Genova. Altro Ugone fu ge-

fra la provincia di Nizza negli stati neralissimo di Carlo Magno e si-

sardi ed il Mediterianeo, all'estre- gnore d'Antibo nella Provenza, per-


mità della parte occidentale della duta, ma'con qualche cambio, nel se-
costa di Genova, che nello spiritua- colo XVII. Guido I, Guido II, Gri-
le dipende dal vescovo di Nizza. maldo IH furono ammiragli e gran
Questa signoria ha cinque leghe maestri degl' imperatori s, Enri-
quadrate di superficie, in tempe- co II, Enrico IV, Lotario II e Fe-
ratura favorevole a tutte le pro- derico I. Passano, Ottolino, Raoie-
,

68 MON MON
ri II, CarlOj Ranieri IH
Giovan-
e ciato i saraceni, e il primo princi-
ni II furono anamìragli e cìam- pe fu Grimaldo I figlio di Passano
berlani dei re di Francia, tra'quali Lo stato si tenne
signore d* Antibo.
Ranieri IH nel i3o4 sconfisse in per lo più sotto la protezione di
mai-e i fiamminghi, togliendo loro Francia, ma nel secolo XVI passò
80 vascelli, e facendo prigioniere il sotto quella di Spagna, perchè do-
conte Guido col fiore de'suoi cava* po la vittoria di Carlo V contro i
lieri. Ebbe questi la città di Venza, francesi in Pavia, Agostino Grimal-
e fu intitolato signore dell'isole di di tutore di Onorato I prin-
zio e
Cefalonia, s. Marta, Zante e Leu* Monaco, per assicurare lo
cipe di
ca che poi perdettero. Grimaldo lì stato e per vendicarsi della morte
e Federico furono generalissimi del- del principe Luciano suo fratello,
le milizie pontificie; Gabriele e ucciso da Bartolomeo d' Oria si-
Francesco di quelle degl' imperato- gnore di Dolceacqua, pose il nipo-
ri d'oriente e dei re di Napoli. Ser- te sotto la protezione cesarea nel
vi ai re di Napoli , comandando i525, con ricevere presidio spa-
in mare, Luchino; ai re di Geru- gnuolo da pagarsi da Carlo V, e
salemme Baldoino; e Giovanni ai rimanendo al principe il dominio
duchi di Milano. Un lungo tratto e la sovranità del feudo, oltre al
di paese nella spiaggia di Proven- comando dello stesso presidio. Fu
za presso Sambracitano
l'antico osservato l'accordo fino al 1604,
ora golfo Grimaldo, fu pure di in cui fu ucciso da' soldati del pre-
questa potente casa, per aver dife- sidio il prini^ipe Ercole I, coli' oc-
so quella spiaggia dai saraceni. La cupazione della fortezza a nome del
stessa casa potè più volte armare re Filippo ni, il quale l'anno se-
molte galere per repubblica ge-
la guente restituì lo stato al suo si-
novese: ventitre ne recò in aiuto gnore, ma volle insieme che il go-
di Carlo II re di Napoli, e fino a vernatore fosse spagnuolo. Mal sof-
trenta ai re di Francia. Oltre ad frendo tal servitù il principe Ono-
altre assai illustri parentele. Guido rato sebbene distinto dal re col
II,

e Giovanni ebbero due principesse toson d'oro, trattò occultamente con


di Savoia; Grimaldo III sposò An- Girolamo Grimaldi nunzio di Fran-
tonia Pia figlia di Pro-del duca cia e poi cardinale, e col marchese
venza ; una figlia del con-
Guido I di Corbons francese esso pure della
te d' Alencon Renato una del san-
; casa Grimaldi, di liberarsi dagli
gue reale de' conti di Chiaramon- spagouoli e di ricevere invece il

te; Grimaldo IH, Alessia nipote presidio francese, come riuscì l'an-
d'Alessio imperatore; Oltolino eb- no i64ij a queste condizioni: che
be Lodovica Lorena ; Girolamo
di il principe ritenesse la sovranità, il

sposò Arrighetta pur di Lorena, e dominio e ogni diritto; che rice-


Antonio, Maria di Lorena del ra- vesse presidio francese nella fortez-
mo Armagnac, dalla quale ebbe za, comandando egli a'soldati, con
Antonietta ereditaria, di eui parle- un luogotenente del re a suo pia-
remo. cimento ; che per gli stati che per-
L' imperatore Ottone I nel seco- deva in Napoli, cioè il marchesato di
lo X investì del principato di Mo- Campagna e la contea di Canosa
naco questa casa, per averne cac- il re gli darebbe il ducato di Va-
MON MON 69
kntinoìs nel Delfìnato col titolo di sostegno due monaci in veste lunga,
duca e pari, e la contea di Carla- cinti a capo scoperto, con capelli
dez neli'Auvergna, colla baronia di e barba lunga, quali reggono lo i

Calvinet, marchesato di Baulx,


il scudo colla destra e colla sinistra ,

la baronia di Buis e la signoria di tengono alta una spada. Il motto è


s. Remigio nella Provenza, come fu Deo juvanle. Clemente XIV nel
eseguito. Nell'anno 1700 il prin- 1772 al principe di Monaco con-
cipe sovrano di Monaco Luigi Gri- cesse la dispensa di alcune feste di
maldi, quale ambsiscialore di Fran- precetto, coli' obbligo però di a-
cia, si portò in Roma
da Clemen- scollare la messa. Nel giorno i4
te XI per r aliare del prìncipe Vai- febbraio 1793 la Francia riunì que-
ni, nel ritorno a palazzo s' infermò sto principato al suo territorio, e
e morì la notte: in s. Maria in fece parie del dipartimento delle
Trastevere furono celebrati i fune- Alpi marittime sino al i8i4 in cui
rali, ed a' 7 gennaio 1701 il cada- fu restituita a' suoi principi a' So
vere fu trasportato a s. Luigi dei maggio. Per la pace di Parigi del
francesi in luogo di deposito. In 20 novembre 18 15 fu posto sotto
tale occasione fu stampala in Roma la prolezione del re di Sardegna,
nel 1701 la distinta Relazione del- il quale perciò vi tiene presidio.
l' morte e trasporto del
infermità, Dìcesi che la rendita del principe
principe di Monaco ambasciatore sovrano é di centomila lire, ed
del re cristianissimo in Roma, con ora lo è Florestano I, successo nel
la descrizione dell' apparato lugubre i84r' al fratello Onorio V, che ri-
fatto nella chiesa di s. Luigi^ e con, siede sei mesi a Monaco e sei me-
la narrazione della cavalcata che si a Parigi, e tiene in Roma pei
seguì il cadavere, con V esequie ed dominii pontificii un console, \ o-
altro notabile. Mancando ne' ma- dierno essendo il cav. Gio. Battista
schi il principato di Monaco, passò d' Augero, che accompagnò i suoi
per via di donne nella famiglia di principi quando recaronsi ad osse-
Mantignon de' conti di Torigni, con quiare i Papi Gregorio XVI e
obbligo di prendere il cognome e Pio IX.
le armi Grimaldi, ciò avvenne nel La capitale del principato è Mo-
1715 a'20 ottobre, per cessione del naco, Monoeci arXy Monoecuniy o
principe Antonio nella suddetta An- Hcrculis Monoeci porlus, città di-
tonietta Grimaldi principessa ere- stante 2 leghe e mezza da Nizza ,
ditaria di Monaco, sposata al fran- 33 da Torino, e i55 da Parigi,
cese Giacomo Goyon di Mantignon situata sulla piattaforma d'una roc-
conte di Torigni, che nel 1731 per ca scoscesa che si avanza nel Me-
morte del suocero divenne princi- diterraneo. E cinta di mura , dife-
pe di Monaco, mentre sino dal sa da un castello fortificato, con
171 5 era divenuto duca di Valen- antiche abitazioni. porto è sicu- Il

linois. L' arma è tutta posta a qua- ro, ma non può ricevervi che ba-
drangoli d'argento e di rosso po- stimenti di mediocre dimensione :

sti in palo. L' elmo è incoronato le fortificazioni marittime e terre-


d'oro, ed ha per cimiero un gi- stri le danno un' imponente atti-

glio in mezzo ad una palma e ad tudine. Il palazzo del principe è


un ramo d'olivo. Gli servono per molto elegante, e serve d'orna men-
,

•70 MON MON


lo nila bella piazza d'arme, alla di Genova , da questa repubblica
«juale mettono capo le vie priiìci- acquistò nel 1 342 Mentone per co-
pali. Nei portici, onde l'atrio vien stituirlo in appannaggio a' suoi fi-
cinto, si ammirano alFieschi stimati. gli. Nel 1821 vi ebbe luogo un mo-
Sonovi altresì ameni giaidini, ed vimento costituzionale in sequela, ,

im sotterraneo capace di riparare de' torbidi del Piemonte , ma peri


gli abitanti in caso di bombarda- sul nascere. Roccabruna è un bor-
mento. Monaco avea un tempio di go posto in altura sulla nuda roc-
Ercole, soprannominato Monoecus^ cia, tra Monaco e Menlone.
forse perchè vi era egli solo ono- MONALDl Benedetto, Cardi-
i'ato, e sorgeva in vetta al promon- naie. Fedi Baldeschi Benedetto,
torio, accennato da Virgilio e de- Cardinale.
scritto da Lucano. Alcuni attribui- MOÌNANO (s.), martire. Fu edu-
scono la fondazione della città ad cato da s. Adriano vescovo di s.

Ercole , quando andò in Ispagna Andrea in Iscozia, il quale lo or-


per combattere Gerione. L'Ortiz lo dinò prete, e si valse con molto
(.hiama luogo inespugnabile, p. ^i vantaggio dell'opera di lui pel bene
della Descrizione del viaggio di A' della sua chiesa. Lo mandò in se-
di ì ano VI dalla Spagna a Ronia^ guito a predicare il vangelo nell'i-
nel i522. Quel Papa dopo aver sola di May, da cui Monano riu-
pernottato nel porto di Villafranca scì sbandire la superstizione ed i

di Nizza, col numeroso suo accom- disordini che ne conseguitano. Po-


pagnamento, navigò pel porlo d'Isa sciachè ebbe fermalo in quest'isola
a Monaco, salutato dalle formida- la pietà, passò nella provincia di
bili artigliere del principe e con Fife, ove fu trucidato da una tor-
altri segni d'allegrezza. Il principe ma di barbari nell'anno 874 » eoa
si recò a baciare i piedi ad Adria- seimila altri cristiani. Le sue reli-
no VI, supplicandolo d' onorare il quie, celebri per molli miracoli, e-
luogo e la sua casa ; ma il Papa rano una volta tenute in grande
non si accostò nemmeno al porto, venerazione a Innerny , luogo del
in un angolo del quale eravi il ce- suo martirio. È onorato, il primo
lebre Andrea Doria con quattro ga- giorno di marzo.
lere^ ed approdando la vigilia del- MONARCHIA DI SICILIA. Fedi
l'Assunta a s. Stefano vi celebrò la Sigili \.

messa. Menlone dopo la città è il MONARCHICI o MONARCHIA-


luogo più popolato questo grosso
: NI. Eretici del secolo II, così chia-
borgo è situato in riva al mare mali dal greco monoSy perchè rico-
guarnito da un forte e da qualche noscevano una sola persona nella
torre per allontanarne i barbare- ss.Trinità, dicendo che il Padre
schi. Bella è la strada detta del prin- era stato crocefisso cominciarono :

cipe, praticata nel sasso vivo verso nel 196, e derivarono dai seguaci
il 1722 dal principe Antonio, che di Praxea, contro cui scrisse Ter-
guida da Mentone a Monaco , ed tulliano. In Inghilterra sotto Crom-
ha sul lido a mezza lega la estiva wel appellaronsi uomini della quin-
principesca villeggiatura. Il princi- ta monarchia una setta di fanatici
pe Carlo I detto il grande, gover- che credevano che Gesù Cristo do-
natore di Provenza ed ammiraglio vesse discendere sulla lena per fon-
M ON MON 7»
«larvi un nuovo regno, co» tal per- persone religiose, anche non rego-
suasione ideando rovesciar ii gover- lari e monastiche, usando un senso

no , e stabilire un'anarchia asso- più ampio e più esteso, cioè di qua-


luta. lunque convento o luogo claustra-
MONASTERIANI. Eretici Jna- le. I monasteri nell'oriente furono
battisti Vedi)^ così chiamati da
( un seminario ove fioriro-
di santi,
Monasteriuni, Munsler, quando s'im- no le più belle virtù; copioso ne fu
padronirono della città, il cui capo il numero, così di quelli delle mo-
(iiovanni Bocheli sartore prese ii nache. Neil' occidente i monasteri
nome di re della giustizia d'Israele. d'ambo i sessi ben presto si mol-
MONASTERO, MONASTERIO, tiplicarono, e dopo le tante irruzio-
MOxNISTERO, Monasterìum, Coe- ni de' barbari, i monasteri contri-
nobium. Abitazione di Monaci o buirono più che ogni altro mezzo
Monache [Vedi), casa dove i reli- alla conservazione della religione e
giosi o religiose vivono in comune delle lettere. Appena stabiliti mo- i

ed osservano la stessa regola : il nasteri si conobbe ch'era utile far-


monastero si dice anche Com>ento vi fanciulli per istruirli
allevare
i

(f^edi)j ma modernamente è piìi per tempo nella pietà e nelle vir-


usato pei luoghi e case de' Frati. Fu tù i
: monasteri colle loro scuole
detta Cenobio (Fedi) l'abitazione furono anche benemeriti della pub-
de' monaci con voce greca, che se- blica istruzione. I monasteri venen-
condo il Macri significa vita comu- do ordinariamente rispettati dai bar-
ne o radunanza di persone, onde bari invasori, furono i soli asili del-
poi i maroniti chiamarono con vo- le arti e delle scienze, e speranze
ce corrotta Kannuhin il monastero de' popoli sotto il governo feudale.
ove risiede il loro patriarca nel Quindi essendo il clero secolare spo-
Monte Libano. Cenobita lu quindi gliato e annichilato, gli avanzi dei
chiamalo l'abitatore del monastero, beni caddero natural-
ecclesiastici
e cenobiarca il superiore o abbate. mente nelle mani de' monaci che ,

Laura (Fedi), fu altro antico no- in un tempo erano quasi divenuti


me monastero; anche Chiostro
del i soli pastori, succedendo ne' mini-

(Fedi) dice per monastero d'am-


si steri di quello : gli usurpatori dei
bo sessi, onde i moDacì e le mo-
i beni della Chiesa, presi da rimorso,
nache appellaronsi claustrali. Cella li donarono ai monasteri , quali li
{/^'e/7/), prepositura, obbedienza, mo- aumentarono con prudente econo-
nasteriolo si disse quel monastero mia ; quindi i loro stabilimenti
che dipendeva da altro maggiore ; contribuirono a popolare le campa-
celliota il monaco abitatore della gne per l'avanti deserte, e dierono
cella, cellerario il camerlengo. Gran- origine a città e sedi vescovili, rad-
gia (J^edi) chiamossi podere ap- il dolcendo i costumi selvaggi degli
partenente al monastero, ovvero l'a- abitanti. Ove furono distrutti i mo-
bitazione soggetta a qualche Abba- nasteri, infelici ne furono le con>
zìa (Fedi). Lodando Filone ebreo segutnze; l'Inghilterra, la Germania
le abitazioni de'primitivi cristiani, le ed altre regioni ne sono esempio
chiamò monasteri. Avverte il Ga- indubitabile, per quanto narrammo
ra mpi nelle sue
Memorie^ che mo- ai loro luoghi. Agli articoli Monaca
nnsiero si dice qualsiasi ritiro di e Monaco molto si è detto di ciò che
,

71 MON MOiN
^riguarda i monasteri, e divennero oe- disse di que' Papi che conservaro-
lebratissimi quelli di Monte Cassino, no le abbazie assunti al pontifica-
àSnbiaco, Fulda, Chiaravalle, Fossa- to,mentre qui noteremo che nel
nuova, Cava, Cislello, Clugny, Val- maggio 1847 il regnante Pio IX
lombrosa , Avellana Nonantola , , ritenne a sé l* illustre abbazia di
Grotta ferrata, di Gre- s. Gallo, di s. Suhìaco (Fedi). Papi , imperatori
gorio di Roma, di Monte Vergine, re, principi, principesse ed altri
Monte Oliveto, ed altri di cui par- fabbricarono monasteri, e li arric-
liamo ai rispettivi articoli. Parlan- chirono di rendite, ricolmarono di
do de' monaci dicemo de' mona- privilegi e prerogative; diversi Pon-
steri di greci, armeni e altri orien- tefici cambiarono la casa paterna
tali di Roma: il Terzi, Siria sa- in monastero, come s. Gregorio I,

cra^ riporta le notizie di quelli d'E- s. Bonifacio IV , s. Gregorio II , e


tiopia, Sicl?em, Gerico e Cipro, s. Paolo I. A Conclave si dice di
In Roma ne fiorirono moltissimi, quelli tenuti in conventi o mona-
e grande è la copia de* superstiti ; steri ; in questi furono tra gli altri
presso le basiliche patriarcali La- eletti Gelasio II, Calisto II, Ono-
teranense , Vaticana , Liberiana ed rio II; Eugenio III fu consagrato
Ostiense vi ebbero que' monasteri in quello di Farfa, ove fu corona-
rammentati parlandosi De- di esse. to Alessandro
III. Abitarono tal-
scrivendo le antiche funzioni de' Pa- volta Papi ne* monasteri, così s.
i

pi, dicemmo dell'intervento ad esse, Gregorio I in quello de' ss. Andrea


massime pontificali ,
processioni e e Gregorio di Roma; Innocenzo II
stazioni, dei venti abbati delle ven- in quello di Clugny; Eugenio III in
ti abbazie privilegiale di Roma: de- quello di Cistello Innocenzo IV in ;

gli abbati che tuttora vi hanno po- quello di s. Giusto di Lione: innu-
sto se ne parla a Cappelle Pon- merabili poi sono visitati da loro, i

tificie. Tra gli antichi Pontefici ri- o che temporaneo soggior-


vi fecero
formatori de* monasteri di Roma ,
no, particolarmente in Roma. Ge-
nomineremo Leone VII e Silve- lasio II morì nel monastero di Clu-
stro II. Agli articoli Chiese di Ro- gny, ed Onorio II in quello de' ss.
ma, ed in quelli delle congregazio- Andiea e Gregorio. Molti Papi vol-
ni monastiche sono descritti prin- i lero essere sepolti presso i mona-
cipali monasteri d* ambo i sessi di steri, come Adriano IH, Vittore III,
Roma e di altrove. Dei Papi usciti Clemente VI, Innocenzo VI ed Ur-
dai diversi monasteri sono a veder- bano V. Terminarono loro gior- i

si le loro biografìe, ove si discuto- ni confinati o ritirati ne' monaste-


no le opinioni di quelli contrastati ri, i Pontefici Leone V, Cristoforo,
da diversi monasteri. I soli Ponte- Giovanni XIX e Benedetto IX. Di-
fici benedettini sono più di tren- versi antipapi abbati e monaci ven-
tasei, non compresi i monaci orien- nero rilegati ne' monasteri ; altret-
tali divenuti supremi gerarchi, co- tanto subirono i sovrani e le so-
me diciamo a Monaco, ove notam- vrane deposte, ed altri. Di tutto se
mo quelli che senza essere fregiati ne tratta agli analoghi luoghi. A
della dignità cardinalizia deposero Dittici parlammo di quelli de' mo-
]a cocolla monastica per indossare nasteri, e de' loro necrologi ov'era-
il manto pontificale. Ad Abbate si no notali i benefattori onde suffra-
MON MON 73
gai li negli anniversari, pe' quali es- islesso codice si poneva il martiro-
si aveano lasciate beneficenze ed logio , la regola e il necrologio :

anco pietanze, come indicanamo nel questo prima dopo il


leggevasi a
voi, XXVIII, p. 28 del Dizionario. martirologio , e dai monaci dopo
I defunti registrati ne' dittici dei la lezione anche della regola ,
monasteri acquistavano la fratellan- col salmo De profundis e compe-
za o società co' monaci, partec'pan- tente orazione. Vedi Martirologio.
do alle loro orazioni. Nota il Do- Seguita la morte d^un abbate, d'un
nati, De diuici p. 73, che la fia- monaco insigne, si partecipava con
teilanza o fìgliuolanza co' monaci enciclica ai monasteri e chiese di fra-
era particolare o generale: la pri- tellanza pei suffragi e pel registro
ma fu quella quando uno da per ne' dittici.
sé solo domandava d'essere ascritto monastero è una casa fabbri-
Il

nel catalogo o matricola di qual- cata per dimora de' monaci e delle
che regolare congregazione, e ciò si monache; anticamente erano quasi
otteneva colle suppliche, co' servigi come piccole città, nelle quali i reli-

prestati, e colle offerte ; gli ascritti giosi trovavano tutti i mestieri , e


chiamavansi fratres conscripti, fra- ogni altra cosa necessaria alla vita:
tres ad succurrendum, della qual de- tali erano le famose abbazie di s.

nominazione è a vedersi quanto ri- Gallo, di Fulda, di Clugny, di Ci-


portammo nel voi. XXXVI F, p. 62 stello, di Chiaravalle, della Trappa
del Dizionario , dicendo di quelli ed altre. Dell'origine de' monasteri
che vicini a morire, benché sovra- si parlò a Monaca ed a Monaco:
ni, si facevano portare in
qualche dice il Butler che il primo mona-
monastero, e ne assumevano l'abi- stero nell'oriente lo fondò verso il

to. La seconda maniera delle fì- 3o5 s. Antonio abbate patriarca dei
gliuolanze de' monasteri era quan- cenobiti, presso l'alto Egitto, vicino
do si domandava per più persone. ad Afrodite nell'Egitto di mezzo, o
Queste fratellanze o figli uolanze col- nella Tebaide, e chiamato Phaìum.
la partecipazione delle opere buone In occidente, secondo il Baronie al-
de' monaci e religiosi sono tutta- l'anno 328, il primo monastero fu
via in costume presso gli ordini re- fondato in Roma, ma il Muratori
golari, a norma de' privilegi con- nella dissert. 65 , dell' erezione dei
ceduti dai Papi: ne parlammo al- monasteri e dell'istituto de' mona-
trove, come nei voi. XXXIV , p. ci, dice in Milano. Quindi fu co-
279 del Dizionario j e di esse ne stume de' fondatori di monasteri
ha scritto in proposilo il p. Gian- di sacre vergini di mettere in essi

grisostomo Filippini teatino. Ne' dit- le proprie sorelle per prima dire-
tici la morte degli abbati era no- zione de' medesimi ; così si legge
tala colle parole Deposi tio domini
: di s. Antonio e di s. Pacomio nel-
iV. ahbalis: quella de' monaci col l'oriente, di s. Agostino nell'Africa,
solo obiit. In questi dittici necrolo- e di s. Benedetto patriarca de' mo-
gi, detti obituari o morlirologi, si naci d'occidente in questo. Il Mu-
registravano altresì i nomi degli al- ratori scrisse la dissert. 66 : dei
tri del clero, de' vescovi, de' prin- monasteri delle monache ^ che dal-
cipi e de' santi. A maggior como- l'oriente si propagarono in occiden-
do del lettore, per lo più in un te. Nel 4"^' per ordine dell'impe*
74 MOi\ MON
rnlore Marciiiiio, il concilio gene- vi restarono in più luoghi; tra i

rale di Calcedonia decretò i ino- maroniti non bastò il sinodo, uè le


liaci soggetti ai vescovi, col permes- proibizioni de' Pontefici, ma molui
so de' quali e del proprietario del- ottenne Pio VII. Il Rrunacci nel
la terra dovessero erigere i mona- Ragionamento del titolo delle ca-
siteri e le chiese, ristabilendo così uoniehesse dì s. Pietro, p. ^3 e seg.
il gius comune de' vescovi rii^petto riporta vari esempi di consimili mo-
'à monaci, i quali se n' erano al- nasteri in Italia. Di tale istituto era
quanto sottraili, laonde i vescovi s. Marco di
l'ordine de* canonici di
presero la cura de' monasteri tanto Mantova approvato da Onorio III,
per lo spirituale che pel temporale. di cui parla Bonanniil Cata-
p. ,

Allora i monasteri sì mantenevano logo p. 1 6 ;il monastero


e perciò
col lavoro delle mani de' monaci, di s. Maria delie vergini di Vene-
I* colle limosine che i vescovi fa- zia, che al detto ordine appartene-
cevano loro distribqire, non essen- va, conslava di due conventi, uno
<lo ancora impiegati nelle funzioni cioè delle monache, e l'altro del
ecclesiastiche, onde non ne consegui- priore e de' frati. Bonifacio Vili
vano le rendite. Applicandosi molto per elifninarne gli scandali, levò i

alle orazioni, i fedeli furono larghi di religiosi, lasciando il monastero alle


soccorsi, coq che edificarono chiese sole monache. Solevansi per altro
ed oratorii, che i| popolo frequenta Msare in tali monasteri doppi molte

o preferenza delle proprie parroc- (Cautele: nel proposito o sia prima


t;hie, e raddoppiò le limosine. A- regola degli uiailiati, ve n'è un ca-
vendo alcuni abbati eretto nelle chie* po intero, come osserva il Oararn-
se de* monasteri il battisterio, i ve> pi, Memorie p. Sgg. De' monasteri

scovi Io proibirono, come di ammi- doppii se ne parlò pure o Mo-


nistrare i sagramenti , fuori che a naca.
quelli del monastero. Il concilio di I monasteri nelle loro origini e^
Agde 5o6, rinnovando
nel cano- i rano sottomessi alle podestà tempo-
ni calcedonesi, statuì ancora che i rali e spirituali] ben presto Pa- i

monasteri una volta consecrati per pi, i principi ed i vescovi accorda-


autorità del vescovo restassero tali rono privilegi d'esenzione: vi furo-
in perpetuo; che i loro fondi si con- no de' vescovi che rinunciarono spon-
servassero, e non piti permesso di taneamente al diritto che aveano
farne abitazioni secolari ; che i mo- sopra di essi, e li emanciparono per
nasteri delle donzelle fossero lonta- così dire, sottomettendoli immedia-
ni da quelli degli uomini per evi- tamente alla santa Sede o al loro
tare inconvenienti. Perniciosa si ri- arcivescovo, o a quel vescovo che
conobbe la consuetudine de' mona- essi avessero scelto. Presso i greci
steri doppi , cioè de' monasteri di era legge generale, che i monaste-
monaci e monache, costrutti gli uni ri imperiali non fossero sottomessi
vicino agli altri, facile occasione di ad alcun arcivescovo o vescovo. Il
far deviare dal retto sentiero, ben- Muratori dell'immunità ed esenzio-
ché in diversa e separata Clausu- ne de' monasteri di monaci ed al-
ra [Vedi). Ad onta delle provvi- tri ordini religiosi, e della libertà per
denze de' Papi e de' canoni de'con- la quale sciolti e sottrati dall'ob-
cijii, in oriente monasteri doppi i bedienza de'vescovi alla sola Sede ix-
MON MON 75
poslolica sono soggelli, ne Iratto nel- non piccol nun)ero ne coniarono i

le Dissert. sopra la antichità ìfal., secoli barbarici. Quindi i fondatori


cioè nella 64, del vario slato delle de'monasteri, acciocché rimediasse-
diocesi episcopali , e 69, dc^ censi ro a siffatto disordine per l'avve-
della romana Chiesaj nella disser- nire, procurarono sino dal princi-
iazione seguente poi discorre delle pio a' monasteri il privilegio d'im-
immunità, privilegi ed aggravi del munità, o gli abbati poi in pro-
clero e delle chiese dopo la venu- gresso di tempo s* ingegnarono di
ta de:* barbari in Italia. Ivi osser- scuotere il giogo de' vescovi, e af-
va che i monaci fino sollo il pon- finchè con sicurezza maggiore go-
tificato di s. Gregorio I goderono dessero della libertà ottenuta si

di molti privilegi e immunità ;


qua- assoggettavano alla chiesa romana.
si tulli però, non altrimenti che il Tale e tanta fu sempre l' autorità
clero secolare, furono sottoposti al e dignità della Sede apostolica, che
vescovo del luogo in cui aveano tutti ne apprezzarono e venerarono
monasteri , a norma de canoni e ij patrocinio e protezione, pochi dis-
della regola della gerarchia eccle- prezzandola. Ma anche gli stessi re
siastica, e dal governo di lui dipen- e imperatori provvidero i monaste-
derono nello spirituale. Dopo il Bi- ri pe' quali avevano parzialità mag»
gnonio, Pietro de Marca ed allri giore, di privilegi e di libertà, op-
che scrissero su questo argomento, pure la conferivano ad essi con
copiosamente più di tutti ne ragio- eccesso d'autorità, e volevano che
nò l'eruditissimo Tomassini, Pietas dalla sovrana protezione loro sola-
et nova eccl. disciplina. Ma in qual mente dipendessero. Come i mo-
tempo cominciassero monaci ad i nasleri acquistarono l'esenzione, il

esentarsi dalla superiorità de' vesco- Muratori ne produce diversi esem-


vi, e se ne'secqli antichissimi fosse pi. È da avvertirsi, che i domesti-
ad alcuni monasteri conceduta una ci abitanti ne' luoghi subalterni
piena immunità col mezzo de'privi- dentro o fuori de'monasteri esenti,
legi de' vescovi, o de'concilii, o dei non partecipavano alla loro esen-
metropolitani, o de' Papi è difficile zione, ed erano sottoposti ai curati
lo stabilirlo. E però certo che fi- ordinari, perchè l'esenzione de'mo-
no dai tempi dell'antichità più ri- nasteri non comprende dappertutto
mota i monaci impetrarono tale se non che i secolari che dimora-
libertà, anco per le querele che no intra sepia monasterii^ cioè nel-
aveano contro di essi. La cagione l'interno degli stessi luoghi regola-
di chiederla e procacciarsela, dice ri, e che fanno parte della fami-
il Muratori, fu quella soprattutto glia, e sono sotto l'obbedienza dei
perchè alcuni vescovi dominanti nel religiosi.
clero , sollecitati dall'ambizione o Il Papa s. Ormisda del 5i4, sot^
dalla cupidigia del guadagno, reca- to del quale s. Benedetto patriar-
vano delle inquietudini a' monaci ca de'monaci d'occidente stabilì il
allenti al servigio di Dio, e alla suo ordine, accordò a s. Cesario
vita peni lente, e danneggiavano nel d'Arles un privilegio di esenzione
patrimonio i monasteri 3 poiché ogni per un monastero di monache, che
secolo ebbe de 'prelati eccellenti, avea fondato nella sua città vesco-
pie» anche dc'caltivi, e di questi vile. Narra il Rinaldi all'anno ^93,

1
76 MON MON
iium. 85 e 86, che s. Gregorio I lasciarne l'intiero governo agli ab-
ad istanza del re dì Frsrncia con- bati. Papa Adeodato II del 672
Il

cesse un privilegio al monastero di concesse l'immunità della giurisdi-


s. Medardo di Soissons, facendolo zione episcopale al monastero di s.
cupo de'monasteri di tutta la Fran- Martino, di consenso del prelato
cia, ed esente da qualunque giu- della chiesa di Tours, e degli altri
risdizione, minacciando pure ai tras- vescovi di Francia; rileva il Rinaldi,
gressori del suo decretato, così: Se apparire da tale disposizione, aver
alcuno, re, superiore, giudice o al- a quel tempo Papi lasciato di
i

tra persona secolare, violerà o dis- concedere siffatte esenzioni ai mo-


pregierà i decreti nostri, ovvero nasteri, forse pregiudizievoli all'os-
inquieterà o turberà religiosi, o i servanza religiosa; poscia le esen-
ili altra guisa contravverrà, sia pri- zioni non piacquero a Bernardo, s.

vato del suo onore e di qualun- ne furono grate a s. Francesco,


que sua Queste minacce
dignità. bensì a fr. Elia. Di diverse esen-
fu solito usare s. Gregorio I ai pri- zioni concesse dagli imperatori ai
vilegi che concedeva ai monasteri monasteri, della piena immunità
e spedali, essendo egli molto por- conceduta ad essi dalle bolle dei
lato pei monaci, laonde scrisse ad Papi, sottoponendoli unicamente al-
uno de'suoi sufFraganei in loro fa- la Sede apastolica, laonde furono
vore, affinchè permettesse che ce- privilegiati quasi tutti i monasteri
lebrassero la messa nel loro mona- non solo dello stato ecclesiastico,
stero, e da questo principalmente ma dell'orbe cattolico, ne tratta e-
sono venute le messe private, le ruditamente il eh. can. Strocchi,
quali furono di molto vantaggio ai Serie de' vescovi di Faenza p. 108
monaci, come riferisce il Costa, e seg. E per non dire altro delle
Delle rendite eccl. p. 63. Nel 598 esenzioni de'monasteri, faremo men-
s. Gregorio I accordò privilegi al zione di quella data da s. Leone
monastero di Classe di Piavenna, IX a quello di s. Croce d'Alsazia,
e perchè i monaci erano oppressi donde sembra che abbia avuto o-
dai vescovi di quella chiesa, gli e- rigine la Rosa d'oro (Fedi).
sentò in molte cose dalla giurisdi- Molti canoni fecero i concili! sui

zione loro, e per lo stesso motivo monasteri, come molte furono le

altri Papi concessero esenzioni ad provvidenze emanate dai Pontefici


altri monasteri, come riflette il Ri- su di essi. Il concilio d'Epaona nel
naldi. Questi inoltre aggiunge, che 5i7 vietò l'ingresso ai monasteri
dal concedere s. Gregorio I facol- di donzelle, se non a persone di
tà per fondar monasteri, dimostra età avanzata e di sperimentati co-
ciò non appartenere agli altri ve- stumi, e queste per necessità indi-
scovi, ma solo al supremo gerarca. spensabili.Quello d'Arles del 554
Nel concilio romano del 601, sot- dichiarò soggetti al vescovo dioce-
toscritto da ventuno vescovi , s. sano i monasteri d' uomini e di
Gregorio I fece una costituzione in donne. Quello di Tours del 566
favore di tutti i monaci, in virtù proibì alle donne entrare ne' mo-
della quale egli vietò in generale nasteri di uomini. Il concilio di
ai vescovi di fare alcun regolamen- Siviglia del 619 dispose che i mo-
to ne* monasteri, ordinando loro di nasteri di donne fossero governati
MON MON 77
Cìi\ monaci, a condizione che le loro Bened., num. 199, e par. I, saec
abitazioni fossero lontane; che il V, num. 36. In Analec. pag. 167.
solo abbate o il superiore potesse Pietro Magagnotti scrisse: De an-
avvicinarsi al vestibolo per parlar tiquo rìlu offerendi Deo pueros
colla superiora, e in presenza di adhuc impuberes in monasteriis
due suore, ma rare fossero le vi- praesertim sub recida s. Benedi'
site e brevi le conversazioni j al- ctij ch'è la 47 della Raccolta di
trettanto avea nel 897 ordinato il Zaccaria , De disciplina populi
concilio di Cartagine. Quello di Dei t. 11, p. 32 1. Nel 12 12 fu
Vernon del 755 decretò che il ordinato murare le piccole porte ai
vescovo o il metropolitano o il monasteri, dal concilio di Parigi :

concilio riformassero i monasteri, quello di Montpellier del 12 15


scomunicando gli abbati e abba- volle che i priorati che non pote-
desse disobbedienti , e loro sosti- vano mantener tredici religiosi fos-
tuendone altri. Nel 787 il concilio sero riimiti ad altri. Il concilio
Niceno vietò le simonie pei mona- generale Laleranense 121 5 IV del
steri e per le ordinazioni, e che le statuì, che ogni abba-
tre anni gli

doti, e quanto porteranno i reli- ti e priori tenessero capitolo^ per


giosi resteranno ai monasteri. 11 trattarvi della riforma e osservan-
concilio di Parigi deir829 vietò za regolare, dovendosi osservare il
r; l'ingresso ne' monasteri delle mo- prescritto, il tutto senza pregiudi-
nache ai canonici e monaci senza zio de'diritti dei vescovi diocesani :

licenza del vescovo; al parlatorio che nel capitolo si deputassero per-


dovessero parlare in presenza d'al- sone idonee per visitare a nome
tri ; predicando lo facessero in pub- del Papa tutti i nionasteri della
blico; celebrando messa entrassero provincia, anche quelli delle reli-

coi ministri, e subito ne sortisse- giose, e di correggervi e riformare


ro; confessando lo facessero in chie- l'occorrente, anco deponendo il su-
sa alla presenza d'altri. 11 concilio periore, previo avviso al vescovo;
d'Arles del 918 incaricò i vescovi dovendo procurare i vescovi rifor-
di aver cura che ne'monasteri dei mar i monasteri dipendenti, onde
canonici , monaci
o religiose non i visitatori non trovino cosa cor-
si ricevessero persone oltre le ren- reggervi. Inoltre proibì agli abbati il

dite; e in quelli delle donzelle gii governo di più monasteri, ed ai mo-


uomini pei servigi fossero di età naci posto in più case, perchè tali

avanzata e di buoni costumi. Ce- posti erano divenuti come tanti be-
lestino III del I191 ordinò col cap. nefizi. Benedetto XII nel i335
Cum simiis, i4 de regularibus^ obbligò gli abbati a restituirsi ni
che i fanciuHi offerti dai parenti loro monasteri, ed Innocenzo \ I

in monasteri, giunti all'età adulta, nel i352 annullò le commende


potessero a loro piacere uscirne, ciò delle chiese e monasteri. Fedi Com-
che poi confermò il concilio di menda e Benefizio. 11 concilio di
Trento, essendo in uso prima che Colonia del i536 ordinò che niu-
ne i padri potevano ritirare la da- na religiosa potesse essere prepo-
ta promessa, ne i fanciulli lasciar sta al governo di due monasteri,
i monasteri. Di ciò trattò il p. Ma- e quelle che ne aveano due o più
billon, Praejat, par. 2, saec. IV dovessero rassegnarli. 11 concilio di
^8 MON MON
Trento ordinò ai vescovi la visita vennero vescovati ; delle abbazìe iri

de* inonnsleri non esenti,


esenti e partibus infidelìuni j delle notizie
con questa difTeicnza, ch'essi devono sulla provvista delle abbazie e mo-
far la visita de' monasteri esenti au- nasteri nullius dioccesis^ di tre sorte,
toniate apostolica^ e quella de'mo- cioè abbazie nullius concistoriali j
nasteri non esenti autorilale pro- abbazie concistoriali, ed abbazie
pria Il Papa più
. ancora de' su- titolari semplici ; chi spetta nominar-
periori de' regolali ha diritto di pre- vi; delle loro tasse, della professione
scrivere riforme negli ordini e mo- di ^eL\e dei nominati e che
, tal- :

nasteri rilassati : è vietato anche volta alcun abbate ebbe un titola \

dai concìlii di collocare in un mo- vescovile in partibus. IN'el concor-


nastero più religiosi di quello che dato fatto nel 1801 tra Pio VII
le rendite o le limosine ordinarie e la Francia, i monasteri e le ab-
comportino. Delle provvidenze prese bazie non furono soppresse, conce-
dai Papi sulla Clausura de'monaste- dendosi il diritto di nomina a tali ?

ri, ne parlammo a queirarticolo. Cle- chiese abbaziali ; ma siccome nella


mente XI con circolare del 17 rg bolla della circoscrizione delle dio-
ordinò a tutti vescovi di non per-
i cesi Francia, fatta da Pio VII
in
mettere agli istrioni e giuocolieri nel 1822, non furono nominate,
di giuocar vicino ai monasteri. sembra certo che fossero state sop-
Nel voi. XV, p. 222 del Dizio- presse da Napoleone, disponendo dei
nario parlammo delle abbazie e beni e de' locali loro appartenenti;
monasteri nullius dioecesis^ conside» altre però erano slate canonicamen-
rate altrettante diocesi, che si pro- te soppresse in tempo anteriore. Ri-
pongono in concistoro, perciò chia- porteremo r elenco di detti mona-
mate abbazìe o monasteri concisto- steri, indicandone le diocesi in cui
rialij e di ciò che per essi viene furono fondati, incominciando da
praticato, ed elezioni degli abbati : quelli ch'esistevano in Francia, con
a p. 224 riportammo la formola di le ultime provvisioni di essi per
provvisione o preconizzazione. No- nomine regie, diverse delle quali fa-
teremo che tali abbazie o mona- coltizzate da indulto apostolico: av-
sterinon sempre si spedivano per vertendosi che gli anni significano
concistoro, ma per sollecitudine vi le date in cui l' ultima volta fu
supplì la dateria apostolica: anti- provveduto il monastero. Di molti
camente quelli della sola Francia ne trattiamo a'ioro luoghi, e pf'r
ascendevano ad ottocento. Nel voi. quellidi Francia si può vedere la
XX, p. 78, 79, 81, 83 e 84 di- Gallia Christiana. Questi mona-
ceramo che ne' luoghi ove furono steri furono talora conferiti ai ve-
eretti monasteri insigni, la giuris- scovi di chiese, ed anco ai vescovi
dizione vescovile della diocesi re- in partibus^ a' sacerdoti secolari, ai
stò diminuita ; che ancora ve ne monaci dello ordine o ino
stesso
restano, e come; con prerogative di nastero, per nomine regie, ovvero
diocesi e giurisdizione episcopale, e eletti dal capitolo del medesimo.
quali ; de' parrochi nominati dai Furonvi anco deputali coadiutori
superiori de' monasteri alle chiese con futura successione; e siccome
dipendenti ; de' monasteri e abba- i monasteri nullius dioecesis furono
zie secolarizzati , molti de' quali di- e sono considerati come altrettante
MOiN M ON 79
diocesi, è indispensabile riportarne i bened. d' Evreux, nel \&^Z. Beala
nomi in un a que* monasteri pure di Vergine d' Eduen,
de' cisler. nel
provvisione concisloriale, perchè
il 1
694. S,Maurizio de' bened. di
ne* concistori in cui si preconizzano Bazas, nel 1694. Beata Vergine
lia luogo la proposizione in istampa. de'bened. d' Angouléme, nel 1770.
Beata Vergine de Jlneto dei S. Pietro de' bened. di Besancon,
cislerciensi di Bayeux, nel 1735. nel 1714- Beata Vergine iW c'islev.
S. Albino de' benedettini di san di Rhodez, nel 1704. 'S- Pietro dei
Mauro d'Angers, nel 1744* ^• bened. di Langres, nel 1706. Bella
Giovanni de'bened. di Saintes, nel Valle de'piemcstratensi di Reim.s
1731. De Agnaiio de' benedettini nel 1724' S. Vinoco de'bened. di
di Montpellier, nel 1660. DAm- Ypres, nel 1710. S. Stefano dei
hrany, de'bened. di s. Mauro di bened. di Saintes, nel 1751. Bea-
Lione, nel 1753. Beata Vergine ta Vergine de'bened. di Beauvais,
(V Àcquahella de' cistcrciensi di s. nel 1753. Bona Valle de'cister.
Pani, nel 1762. S. Pietro de Al- di Vienna, nel 1772. Beata Ver-
toviìlar de'bened. di Reìms, nel gine de' cister. di Limoges, nel
1769. S. Arnolfo de'bened. di s. I74^. S. Basolo de'bened. di Reims,
Vittore di Metz, nel ijyS. Arema- nel 7 1 8. Beata Vergine de' cister. di
I

rense de'bened. di Troyes, nel 1 720. Rouen, nel 1716. Beata V^ergine ócì
Beata Vergine Arularum de' be- cister. di Beauvais, nel ijii.S. Pie-
ned. di Perpignano, nel 1702. S. tro òe' heneó. d'Angers, nel 1750.
Salvatore de' bened. di Montpellier, Blanchelande de' premoslr. di Co«i-
nel 1753. Beata Vergine de'clu- tances, nel 1724. Beata Vergine
niacensì di Linioges, nel 1705. tS*. de' premoslr. di Reims, nel
1743.
Armando de' canonici regolari di S. Stefano de'bened. di Saintes,
Sarlatj nel 1751. S. Aiiherto dei nel 1730. Beata Vergine àc c\^\.(tv.
can. reg. di C'ambriiy, nel 1710. di Mirepoix, nel 1741- Beala Ver-
S. T^ieola de' can. reg. di Arras, gine de'cister. di Reims, nel 174'^*
nel 171 T. S. Pietro de* can. reg. Bello Loco de' bened. di s. Mauro
di Rocbelle, nel 1760. S. Anìano di Verdun, nel 1734. Beata Vér-
de'bened. di s. Pons, nel 1753. gine de' can. reg. di Lione, nel
Beata Vergine de' can. reg. di Lu- I Beata Vergine de' cisler. di
7 46.
con, nel 704. S. Croce de* can.
1
Rhodez, nel 1739. S. Bartolomeo
re^. di Poitiers,
nel 1748- Beata de' can. reg. di Limoges, nel 1739.
Vergine de'cister. di Sens, nel 1746- Beata Vergine de'cister. di Com-
Beala Vergine de'cister. di Aucb, mi nges, nel 1756. S. Bomano de
nel 1762. S. Pietro de'bened. nel Blavia de' can. reg. di Bordeaux,
i665. S. Bertino de'bened. di s. nel 1743. Beata Vergine à^ é%\e.\\
Omer, nel 1753. S. Pietro de'be- d' Evreux, nel 174^- Beata Ver-
ned. di Limoges, nel 176^. Beata gine de'bened. di s. Maino di Li-
Vergine de' bened. di Treguier, nel sieux, nel 1755. Beata Vergine dei
1678. S. Florenzio de'bened. di cister. di Limoges, nel 1719- Bea-

Chartres, nel 1734. Beala Vergi- ta Vergine de'cister. di Montau-


nea^! h^r^eà. di Chartres, nel 1692. ban, nel 1703. S. Benedetto dei
S. Salvatore de' bened. di Bor- piemostr. di Reims, nel \^^^. Bea-
deaux, nel 1723. Boa Porlo dei ta Vergine de' premoslr. di Lione,
-

8o MON MON
nel 1704. S. Leonardo de'bened. ta Vergine de' cister. di Blois, nel
di Mauro d' Edcien, nel 1775.
s. 1724. Beata Vergine de' haucd. d\
S. Croce de' bened. d'Evreiix, nel Viviers, nel 1753. S. Pietro de be-
i652. Beata Vergine di Chiara' ned. dì Sens, nel 1725. S. Vigo-
valle de' cisler. di Langres, nel 780. i rio de' bened. di Bayeux. Beala
Beala Vergine de' can. reg. di Poi Vergine de' can. reg. d' Angouléine
tiers, nel 1 748. Beata Vergine dei nel 1727. S. Salvatore de' bened.
cister.di Sarlat, nel 1727. Beata di Poiliers, nel 1727. ^S*. Amando
Vergine de'cister. di Chalons sur de' can. reg. di Sarlat, nel 1728.
Saone, nel 1749- 'SS. Pietro e Pao- Beata Vergine de'cister. di Poi-
lo de' bened. d'Evreux, nel 1670. liers, nel 1743. S. Pietro de' be-
*$*. Severino de' can. reg. di Sens, ned. di Soissons, nel 1756. S. Ma-
nel 1697. Beata Vergine de cìstei'. ria Maddalena de* can. reg. di
d'Alby. nel 1771. S. Roberto dei Chartres, nel 1735. S. Vittore dei
bened. di Clermont, nel 1752. S. bened. di Rouen, nel 1740* Beata
Martino de' bened. d'Eduen, nel Vergine de' bened. di Gliaitres, nel
1708. S. Clemente de' bened. di s. 1742. S. Pietro de' bened. d' E-
Vittore di Metz, nel 1742. S. Ni- vreux, nel 1765. S. Stefano dei
cola de* bened. di Soissons, nel bened. di s. Mauro di Bajeux, nel
1678. Beata Vergine de'cister. di i74J». Beata Vergine de'cister. di
Sens, nel 1678. S. Lorenzo dei Besancon, nel ij55. S. Guglielmo
premoslr. di s. Lisier, nel i74f- de' bened. di Lodovien, nel 1740-
S. Crispino de' bened. di Soissons, S. Pietro de' bened. di Seez, nel
nel 1759. SS. Pietro e Paolo dei 1 724. S. Dionigi de' can. reg. di
bened. di Narbona, nel 1729. Bea- Reims, nel 174^- -Sefl^^ Vergine
ta Vergine de* premostr. d' Auch, de'cister. di Limoges, nel 173 1.
nel 1758. S.Giovanni de' bened. Beata Vergine de' bened. di Cha-
d* Aire, 1698. Beata Vergine
nel lons sur Marne, nel 1740* Beata
de'cister. di Reims, nel 1735. S. Vergine e s. Martino de' bened. di
Pietro de' bened. di Le Mans, nel Chalons sur Marne, nel 1770. Bea-
1729. S. Crispino de* can. reg. di ta Vergine de* cister. di Litnoges,
1705. S. Cerano dei
Soissons, nel nel 1732. S. Pietro de' bened. di
can. reg. di Cbarties,
1706. nel Tarbes, nel iG^g. Beata Vergine
Beata Vergine de'cister. di Cahors, de' can. reg. di s. Malo, nel 1661.
nel 1 759. Beata Vergine de pre- S. Benigno de' bened. di Dijon, nel
mostr. di Tolosa, nel 1753. Beata 1758. Beata Vergine de hened. di
Vergine de' can. reg. di Langres, Le Mans, nel 1768. S. Eparchio
nel 1721. Beata P ergine de' pie- de' bened. d' Angoulème, nel 1754-
raoslr. di Laon, nel 1733. S. Idul- S. Eurulfo de* bened. di Lisieux,
fo de' bened. di Troyes, nel 171 3. nel 1765. S. Eusebio de' bened.
S. Colomba de' bened. di Sens, nel d'Apt, nel 1752. SS. Trinità dei
1758. Beata Vergine de'cister. di bened. di Coutances, nel 17 14- ^'•
Kieux, nel 1751. Beata Vergine Leodegario de' bened. di Clermonl,
de'cister. di Le Mans, nel 1722. nel 1744. S. Evuerto de'can^reg.
Beata Vergine de' can. reg. di Pe- d'Orleans, nel 1739. SS. Gerva-
rigueux, nel 1757. Beata Vergine sio e Protasio de' bened. d' Agen,

de'cister. d' Angers, nel 1723. Bea- nel ij^i' Beata Vergine de* cister.
MON MON 81
dì Narbona, nel i^SS, Beala P'er- Ognissanti de^cau. reg. di Chalons
gine de' cister. di Chalons sur Sao- sur Marne, nel 1769. S. Austre-
ne, nel 1761. S. P^olusiano dei monio de' bened. di Clermonl, nel
can. leg. di Pamiers, nel 1743. S. 1727. S. Giovanni de' premostr.
Eligio de' can. reg. di Lisieux, nel d' Amiens, nel 1706. Beata Ver-
1784- Beata Vergine de' beiied. gine de' cister. di Sens, nel 1733.
d* Amiens, nel 1667. S.Pietro dei Beala Vergine de' cister. di Reims,
bened. d' Edueu, nel 1733. Beala nel 1746. S. Giuliano de' bened.
Vergine de' bened. di Poitiers, nel di Tours, nel I7i4- De insula àeì
1680. De Fusniaco de' cisterc. di premostr. di Rouen, nel 1723.
Lione, nel 1703. S. Stefano dei Beala Vergine de' bened. di Char-
cisterc. diBajeux,nel 1699. S. Mat- tres, nel 1730. S. Ragneberto dei

teo de' bened. di Lacnen, nel 1725. bened. di Lione, nel 1747- '^- '^^^'
S. Giovanni de' piemostr. di Seez, valore de' bened. di Chalons sur
nel 1720. S. Pietro de' bened. di Marne, nel i656. S. Lupo de'can.
Sens, nel 1782. Fiorenzo dei
S. reg. di Troyes, nel 17 io. S. Lau-
bened. d' Angers, nel 1731. S. Gè- nomario de' bened. di Chartres,^ nel
remaro de' bened. di Beauvais, nel 1 660. S, Luciano de' bened. di
1713. Beata Vergine de'cisler. di Beauvais, nel 1 704. Beata Vergine
Bordeaux, nel 1765. Beata Vergi- de' cister. di Rhodez, nel 1707. S.
ne de' bened. di Besan^on, nel 1 74^. Laudo de' cisterc. di Coutances, nel
Beata Vergine de' cisterc. di Bour- 1 695. Beata Vergine de' bened. di
ges, nel 1727. Beata Vergine dei Evreux, nel 1698. S. Benedetto
cisterc. diSainles, nel 1728. S. Fer- de' bened. d'Orleans, nel i743. S,
ìnerio de' bened. Vazaleu, nel 745. ) PiWro de'bened. di Rieux, nel 1753.
Beala Vergine de' cister, di Cahors^ S. Pietro de' bened. di Besancon,
nel 1678. Beata Vergine à& chier. nel 1747- Beata Vergine de' ci-
di Tolosa, nel 1780. Beala Ver- sterc. di Soissons, nel 17 16. Beata
gine de' bened. di Lisieux, nel 1702. Vergine de' bened. di Le Mans, nel
De Giniont de' cister. d'Auch, nel 17 16. SS. Pietro e Paolo de' be-
1695. Beala Vergine de' bened. di ned. di Cambray nel 1793. SS.
Carcassona, nel 1780. S. Pietro Trinità de' premostr. d' Avranches,
de' bened. di Bouen, nel 1760. nel 1725. S. Pietro de' bened. di
Beala Vergine de' cister. d' Angou- s.Mauro di Parigi, nel 1727. S.
léme, nel 1723. S. Pietro de' be- Mauro de' bened. d' Angers , nel
ned. di Tarbes, nel 1746. S. Ger- 1729. Ss. Trinità de'can. reg. di
mano de' bened. d'Aiixerre, nel Rochelle, nel 1648. S. Mavenno
1758. S. Martino de' bened. di s. de' bened. di s. Malo, nel 1647.
Vittore di Metz, nel 1735. Beata S. Giovino de' bened. di Poitiers,
Vergine de' can. reg. Noviomen, nel nel 1730. S. Martino de* bened.
1745. Beata Vergine de' bened. Eduen, nel 1746- S. Massimo dei
JNoviomen, nel 1754. S. Ilario dei bened. d'Orleans, nel 1^0^. Bea-
bened. di Carcassona, nel 1762. ta Vergine de' cisterc. di Langres,
Beata Vergine de' premostr. di Pa- nel 1778. S. Pietro de' bened. di
j igi, nel 1 747. S. Pietro de* bened. Chalons sur Marne, 1739. S. nel
di Beziers, nel 1737. S. Gio. Bat- Vedaslo Amiens, nel
de' bened. d'
tista de' can. reg. di Sens, nel 1659. 1
7 1 j . S. Pietro de' bened. di To-
VOL, XLVI. 6
.

82 MON MON
Iosa, nel i j^S, Ss. Trinità de* be- de* can. reg. di ResanQon, nel 1742.
lied, di Sens, nel lya i. 3Ionte Uor- Beata Vergine de* cisterc. di Rour-
go do' bened. di Coulaiìces, nel 1746. SS. Vincenzo e Ger-
ges, nel
1771. S. Pietro de* cluniac di mano de'bened. di Parigi, nel 1715.
Clermoul, nel 1723. S. Melano dei S. Michele de* bened. d' Avranclies,
bened. di Rennes, nel 1728. tS'. nel 1721. Beata Vergine de' cisterc.
Pietro de' bened. di Sens, nel 1725. di Perigucux, nel 1727. àS*. 3Iar-
Magno luogo
de' bened. di Clei- tino de' bened. di Rouen, nel 1 749*
inonl, nel 1748. S. Martino dei S. Richerio de' bened. d' Amiens,

bened. di Clermont, nel 17 io. SS. nel 174^' S. Giacomo de' can. reg.
Gio. e Andrea de' cluniac. di Poi- di Sens, nel 1731. S. Pietro de'be-
liers, nel 1752. S. Memmio dei ned. di Langies, nel 1731. S. Pie-
can. reg. di Chalons sur Marne, tro de'bened. di Lisieux, nel i'j^^-
nel 1736. S. Giovanni de' bened. S. Quintino de' bened. Noviomen,
di Carcassona, nel 1754. S. Stefa- nel 174'^' S. Benedetto de'bened.
ito de' bened. di Rieux, nel i']^^. di Poitiers, nel 1668. Beala Ver-
S. Mariano de' prernostr. d'Au« gine de can. reg. di Narbona, nel
xerre, nel 1736. Beata P^ergine 1706. Giovanni de'bened. di
S.
de'cislerc. di Clermont, nel 1727. Langres, nel 1721. S. Martino dei
S, Mansueto de' bened. di Tulle, can. reg. di Beauvais, nel i665. S.
nel I 743. Beata Vergine de' pre- Rufo de* can. reg. di Valenza, nel
mosti*, di Tulle,1736. Beata
nel 1720. S. Remigio de'bened. di s.
7"^ergine e s. Calocero de' bened. Mauro di Reiuis, nel i74'>. S. Sal-
di Chalons sur Marne, nel 1754. vatore de' bened. dis. Mauro, di
Beata Fergine àe h^tità. di s. Vit- Vannes, nel 1747' Reata Vergine
tore di Reims, nel i745». Beata de' can. reg. di Sainles, nel 1763.
Vergine de' can. reg. di Besan^on, S. Salvatore de' bened. di Lodo-
nel 1787. S. Maxentio de' bened. ven, nel 1771. Beata Vergine dei
di Poiliers, nel 1693. Santa Ma- bened. di Bordeaux, nel 1747- ^•
ria de* bened. di Langres, nel 1760. Saturo de' can. reg. di Bourges, nel
Beata Vergine de* bened. di Poi- 1746. S. Segnano de'bened. di
tiers, nel 1677. S. Nicola de' be- Langres, nel 1722. S. Pietro dei
ned. di s. Mauro^ d'Angers, nel bened. di Limoges, nel lySì. Bea-
1753. Beata Vergine de* cisterc. ta F ergine
de'bened. d' A Jais, nel
d'Evreux, nel 1702. i^". Gilberto I 7 Beata Vergine de* prernostr.
1 3.
de' prernostr. di Clermonl, nel 1727. di Seez, nel 1730. De Signiaco
Beata Vergine de' bened. di Tours, de cisterc. di Reims, nel 174?'.
nel 1750. S. Pietro de' bened. di SS. Sergio e Bacco^ de' bened. di
Soissons, nel 1751. S. Pietro dei 8. Mauro, d'Angres, nel 174^- ^•
bened. di Sens, nel 1670. S. Fa- Pietro de' bened. d' Alais, nel 72 i i

raone de'bened. di Meaux, nel 752. 1


Beata Vergine de* cisterc. d' Avran-
S. Gio. Battista de' prernostr. di ches, nel 1721. S. Savino de'be-
Laon, nel 1780. S. Policarpo dei ned. di Poitiers, nel 171 5. Beata
bened. di Narbona, nel 743. Bea- 1 Vergine de* bened. di Tarbes, nel
ta Vergine de' can. reg. di s. Flour, 1753. iSl Savino de'bened. di Tar-
Del I 706. Beata Vergine de' cister. bes, nel 1724. S. Salvatore dei
d*Auxerre, nel 1742. S. Paolo beued. di Montpellier, nel 1724.
8

MON MON 83
Beala Vergine de' cisterc. di Ca- gine de* cislerc. Clermont, nel
di
\allicen, nel lySi. S. Pietro dei 1722. S. Pietro de' bened. d'Avi-
can. reg. dì Limoges, nel lySo. gnone, nel 1749- S. Savino àQ'hQ-
Beala Fermine de' preinostr. di ned. di Tarbes, nel 1731. S. Pie-
Ileinis, nel 1734. Beala ergi ne F tro de' bened. di Bourges, nel i73r.
de' cisterc. di Vabres, nel 1735. S. Stefano de' bened. di Saintes,
Beata Fergine de' bened. di La- nel ijZi. S. Pietro de' bened. di
vaur, nel i74'' ^- Severo de' be- Chartres, nel 1732. ^S*. Salvatore
ned. di CoutanceSj nel174^' *^' de' bened. di Coutances, nel
1670.
Sinforìano de' bened. di Metz, nel S. Fincenzo de* bened. di Laon,
1775. S. Taurino de' bened. d' E- nel 1754- S. Urbano de* bened. di
\reux, nel 1753. S. Lorenzo dei Chaions sur Marne, nel 1757. Bea-
cislerc di Frejus, nel 1698. S. ta Fergine de'premoslr. di Sois-
Tiberio de' bened. d'Agde, nel 708. j sons, nel 1739. Beata Fergine àé.
Ss. Trinità de' bened. di Chartres, cislerc. di Reims, nel 1741- loca-

nel 1703. S. Croce de' bened. di ta Fergine de'cisterc. di Carcasso-


Lucon, nel 171 3. S. Launo dei na, nel 1750. S. P/c/ro de' bened.
can. reg. di Poiliers, nel 1714- *^- di Limoges, nel 1738. Beala Fer-
Bliclu'le de' bened. di s. Vittore, di gine de'cisterc. di Tulle, nel 1785.
Laon, nel 1725. S. Teojfredo dei Cliigny de' cluniac. di Ma^on, nel
bened. Pny, nel 1747- Ss. Tri-
di 1739.
nità de' bened. di s. Mauro, di Monasteri di Spagna concisto-
Rouen, nel 1 76 Beata Fergine dei
1 . riali.Beata Fergine de* bened. di
cislerc. di Nantes, nel 1648. S. Girona, nel i8i4« S. Pietro de' be-
Giovanni de' can. reg. di Chartres, ned. di Girona, nel 1798. S. Sal-
nel 1723. Ss. Trinità àe'het\^ài. di vatore de* bened. di Girona, nel
Chartres, nel i654. Beata Fergine 1817. S. Pietro de' bened. di Gi-
de'can. reg. di Coutances, nel 1753. rona, nel 1824. SS. Pietro e Pao'
Beata Fergine de'cisterc. d'Agde, nel lo de* bened. di Barcellona , nel
1747. Beata Fergine de'can. reg. di 18 i4- B- /^e/gme de' bened. d'Ur-
Chaions sur Marne, nel 1748. Beata gel, nel 1825. S. Pietro de Galli-
Fergine de' cisterc. di Senlis, nei canta de* bened. di Girona , nel
1677. S. Giovanni de'can. reg. di 18 16. B. Fergine de' bened. di
Soissons, nel 1703. Beata Fergine Rivipollo diTarragona ,
preconiz-
Noviomen, nel 1728.45*.
de'cisterc. zato da Gregorio XVI nel conci-
Falerico de' bened. d' Amiens^ nel storo de' 3o settembre i83i. S,
1696. S. Michele de' bened. di Pietro de' bened. di Girona , nel
Rouen, nel 1740- S. Martino dei 1825. B. Fergine de Serrateix dei
bened. di Beziers, nel 1752. Beata bened. di Tarragona, nel 1828. S,
Fergine de' cisterc. di Dol, nel 1707. Stefano de Vanoles o Banolas dei
S. Fincenzo de* bened. di Metz, nel bened. di Girona, preconizzato nel
1710. S. Fedaslo de' bened. d* Ar- concistoro de* 17 dicembre i832
ras, nel1726. 15*. Pietro de' bened. da Gregorio XV S. Cucufato dei
f.

di Bourges, nel 1712. S. Salva' bened. di Barcellona nel i83o. iS".


de' bened. di Chaions sur Mar- Fittoriano de' bened. di Barbastro,
ne, nel 1714. S. Pietro de' bened. preconizzato da Gregorio XVI a' 2
Itore
ili Chartres, nel 1753. Beata Fer- febbraio i83i. S. Fittoriano de'can.

;
,

84 MON MON
reg. d'Hoesca, nel 1 8 1 5. S. Giovan- Passavia, nel \^'ji. SS. Pietro e
ni de'bened. di Jaca, nel 1824. Paolo Meick de* bened. di Pas-
di
Monasteri degli stati Sardi con- savia, nel 1768: Pio VI nel 1782
B. Vergine de' cisterc. di
cistoriali. recandosi da Vienna a Monaco, il
Ginevra, nel 1728. B. Vergine dei 22 aprile giunse a questo insigne
bened. di Torino, nel i743. B. monastero, e nel di seguente disce-
Vergine de' cislerc. di Casale, nel se nellamagnifica chiesa, ascollan-
1727. B. Vergine de can. reg. di dovi la messa celebrata dal cardi-
Ginevra, nel 1727. S. Ponzio dei nal Migazzi, indi passò a pernot-
bened. di Nizza, nel 1727. SS. Pie- tare nella celebre abbazia di s. Flo-
tro ed Andrea de* cisterc. di Ri- riano de' canonici lateranensì. S.
palta, arcidiocesi di Torino, nel P/Wro de* bened. di Gand, nel 1791,
1743. SS. Salvatore^ A ventare ed di cui però godeva la nomina il re
Ottavio de bened. Torino , nel di di Francia. S. Michele de' bened.
1727. S. Stefano de'bened. d'Ip- di Colocen o Colocza , nel 1682.
poregien nel 1727. S. Pietro de
, S. Salvatore di Fulda, de'bened.
Sylva de' bened. di Vercelli nel , di Magonza, nel
1738, poi eretto
1727. Beata Vergine de Talloire in vescovato. SS. Vito e Stefano di
de'bened. di Ginevx'a, nel 1727. Corwei in W"estfalia, de' bened. di
S. Gennaro
de' bened. di Vercelli, Paderbona, nel 1777. Fe^f" Corbeja.
nel 1727. S. Maria di Coramajo, S. Massimino de bened. di Treve-
de'bened. di Torino, nel 1741, co- ri, nel 1763. Pio VII nel 1821
me dicemmo nel voi. XX, p. 84 con bolla de' 26 luglio soppresse
del Dizionario. SS, Pietro e Paolo l'abbazia di Neiivenzell e di Oliva
de Novalesia de' cisterc. di Torino, negli stati del re di Prussia. Il me-
nel 1727. S. Giusto de Securia dei desimo Papa il i.° aprile 18 18 a-
can. reg. di Torino, nel 1727. B. veva soppresso quella di Campido-
Vergine de Vezzolano de' bened. di nia cioè il monastero di Maria
,

Torino, nel 1727. Vergine e de' ss. Gordiano ed E-


Monasteri del Belgio concistoria- pimachio de' bened., e la preposi-
li. S. Amando
de bened. di Tour- tura di Bartolicaden de ss. Gio.
nay, nel 1754. S. Pietro de'bened. Battista e Pietro de can. reg. nel
di Gand, nel i656. S. Salvatore regno di Baviera. Beata Vergine
de'bened. di Malines, nel i683. ad Lacum de' bened. di Treveri
SS. Pietro e Paolo de' bened. di nel 1696.
INfamur, nel 1791. SS. Giacomo Monasteri della Svizzera conci-
ed Andrea de' bened. di Liegi, nel storiali. iS". Maurizio d'Agauno dei
1781. S. Lorenzo de'bened. di Lie- can. reg. di Sion, nel 1823. Beala
gi, nel 1790. Stabulen et Mal- Vergine di Einsidlen de' bened. di
mundarien unite de' bened. di Lie- Costanza, nel i825: quindi nel con-
gi e Colonia, nel 1787. S. Trudo- cistoro de' 27 luglio 1846 il re-
ne de'bened. di Liegi, nel 1790. gnante Pio IX preconizzò l'elezio-
Monasteri di Germania concisto- ne che il capitolo e monaci del mo-
riali. S. Lamberto de bened. di Sa- nastero aveano fatta dell'odierno
lisburgo, nel 1760. S. Haherto in abbate, nella diocesi ora di Coirà.
Ardena de* bened. di Laodien, nel Beata Vergine di Maristella de' ci-
1761. Beata Vergine de' bened. di sterc. di Costanza nel 18 18 la ;
MON MON 85
successiva provvisione falla nel con- ro delle sedi vescovili e de' vescovi,
cisloio tenuto da Gregorio XVI si pubblicavano ancora i principali

a' 17 dicembre 1840, la riportam- monasteri e le abbazie nullius coi


mo nel voi. XV, p. 224 del DU nomi degli abbati.
zionarìo. S. Gallo de* bened. di MONCADA Luigi Guglielmo,
Costanza, nel i8o3, unito poi al ve- Cardinale. Luigi Guglielmo Mon-
scovato di Coirà, indi eretto in sede cada d'Aragona, siciliano, de'duchi
vescovile. Beala
yergine de Salem, di Montalto, essendo rimasto unico
de* cisterc. di Costanza, nel 1802. nella sua nobilissima famiglia , si
Monasteri delle due Sicilie, ed congiunse in matrimonio colla fi-
altri concistoriali. SS. Pietro e Pao- glia del duca d'Alcalà, quale mor-
lo de'basiliani di Messina, nel 1680. tagli senza prole, tolta la seconda,
Beata Fergine d' Altoforte de* ci- Caterina Moncada, passato in Ispa-
sterc. di Monreale, nel 1725. Nel gna venne successivamente destina-
concordato fatto tra Pio VII e il to da Filippo IV ai governi della
re Ferdinando I furono conferma- Sicilia, Sardegna e Valenza poi ti-

te le abbazie e monasteri nulliiis tolo di viceré, e col carico di mag-


di Cava, di Monte Cassino e di Mon- giordomo della regina e di caval-
te Vergine. In Polonia eravi il mo- lerizzo di detto re, che lo destinò
nastero Sulejovien de' cisterc. di oratore straordinario all'imperatore
Gnesna, provveduto nel i654-
e Ferdinando II, e per più titoli gli
L' ultima del monastero
provvista die luogo tra grandi di Spagna.
i

della Beata Vergine de praecibus Rapitagli pure la seconda moglie


de' cisterc. nel patriarcato di Ve- dalla morte, dopo averlo fatto lieto
nezia, fu fatta nel 1787: Pio VII di numerosa figliuolanza, mosso da
a' 3o settembre 18 17 concesse al- istinto divoto, applicossi alia vita
l'imperatore d'Austria il diritto di clericale, quindi alle istanze del re
nominare i monasteri e le abbazie di Spagna Alessandro VII a' 7
,

degli stati veneti. Il medesimo Papa marzo 1664 lo pubblicò cardinale


dichiarò il vescovo di Modena ab- diacono benché assente. In età di
bate del monastero nullius No- di sessanl'anni mori nel 1678 in Ma-
nantola. Veggasi il p. Lubin, Abba- drid , senza essere intervenuto ai
tiarum Italìae. All'articolo Vesco- due conclavi ch'ebbero luogo a suo
vato, ed in quelli degli stati e re- tempo.
gni si parlerà di altri monasteri MONCANO (s.), abbate in Ir-
ed abbazie nullius dioecesis e conci- landa. Fiorì nel sesto secolo. Fu
storiali. V. Congregazione Conci- dapprima guerriero, ma rinunziò
storiale, cui spetta quanto riguar- in seguito il mondo per abbraccia-
da imonasteri concistoriali. Il p. re lo stato monastico. Menò una
Pleltemberg, Notitia congreg. a p. vita assai rigorosa , e fu pe' suoi
i3i dichiara quali sono i mona- fratelli un perfetto modello di tut-
steri concistoriali, ed a p. 147 co- te le virtù. Dicesi ch'egli facesse
me si conferiscano e commendano fabbricare trenta chiese e cento-
in concistoro segreto . Il cardinal venti cellette, e che sia vissuto tren-
De Luca, De monasteria concisto- t'anni presso una di queste chiese,
rialia. Nelle annuali Notizie di Ro- detta dal suo nome Theach Mo- ^

ma del passato secolo, nel nove- c/iutìf, che vuol dire in irlandese
,

86 MON MON
chiesa di Mocliua, giacche egU era suffraga nea dell'arcivescovo di Com-
chiamato anche con questo nome poslella, e lo è tuttora. Il primo
come pure con quello di Cluanus vescovo di Mondonedo fu Miirtino
o Clìuanus. Morì in età di ottan- Dumiense, che sottoscrisse il primo
tanov'anni il i." gennaio, nel qual concilio di Braga nel 4' suoi suc- i :

giorno si onora la di lui memoria. cessori furono, Mi loco nel 572, Me-
MONDO r. (s.). MuifDo (s.). topio nel 633, Sona che fu al VII
MONDONEDO ( Mindonien ) . concilio di Toledo,Beh che sotto-
Città con residenza vescovile della scrisse il Braga, Teodorindo I
111 di

Spagna in Galizia, undici leghe di- morto neirSyo, Gonsalvo fiorito nel-
stante da Lugo, capoluogo della 1*888, Rudecindo dell'893, Teodo-
provincia del suo nome, e sede di rindo morto nel 909, s. Rosendo,
II

un governatore militare. Trovasi ec. Giovanni Loaysa vescovo d'Al-


al piede delle montagne della Sier* ghero, trattando in Roma gli affa-
ra che portano il suo nome, ed ri di Carlo V, nel i524 Clemen-
all' ingresso della bella valle di Lo- te VII lo trasferì a Mondonedo,
renzana presso il Valinadares. E se- ma morì in curia pochi mesi do-
parata dai suoi sobborghi dalle ri- po. Nelle annuali Notizie di Roma
viere Sinto, Ruzos e Picos che si è riportata la seguente serie. 1728
riuniscono più abbasso onde for- Antonio Sarmiento benedettino di
mare la Masma ; sopra queste vi Tuy, traslato da Jaca. 17^2 Car-
sono due ponti. E cinta di vecchie lo Antonio Rimol-y -Quiroga di
mura, e dominata da un castello Lugo. 1761 Giuseppe Francesco
fortificato, ma poco importante. di Losada-y-Quiroga della dioce-
Alcune case son belle, la gran piaz- si Orense. 1781 Francesco Qua-
za è adorna d'una bellissima fon- drillero-y-Mora di Leon. 1797 An-
tana. Tra molte sue chiese è ri-
le drea de Aguiar e Canraano di
marchevole quella della Beata Ver- Lugo. 18 16 Bartolomeo Cienfue-
gine de los Remedios, per la sua gos di Leygnarda. 1827 F'rancesco
bella architettura. Vi sono due Lopez Borricon d'OrnilIayso nella
ospedali ed altri stabilimenti, sì di Castiglia vecchia, già canonico di
beneficenza, che d* istruzione. Ha Burgos, fatto da Leone XII nel
diverse fabbriche con più di seìmi- concistoro de'25 giugno. La catte-
lacinquecento abitanti. suo ter- Il drale, buono e moderno edifizio, è
ritorio è d'un clima
fertilissimo e dedicata a Dio, sotto l'invocazione
assai sano. Secondo qualche autore di s. Giacomo, con baltisterio, eser-

corrisponde aWOceluni od Occelum citando la cura delle anime un


di Tolomeo, e chiamasi Mindgnia prete appartenente a! capitolo. Que-
e Glandominim. sto era prima regolare de'benedet-
La sede vescovile fu eretta nel tini, e si compone di undici digni-

V o VI secolo alcuni pretendono


: tà, di cui la prima è il decano,
che vi fosse trasferita quella di di ventiquattro canonici, comprese
Bretagna [Fedi)^ altri dicono che le prebende del teologo e del pe-
in prima venne eretta in Kibadeo, nitenziere, di sei porzionari, di cap-
Bivadìunij borgo sulla sinistra del- pellani preti, e di altri chierici ad-

l'Eo con titolo di contea, con por- detti all' ufìiciatura. L'episcopio è

to e collegiata. La sede diveqpe adiacente alla cattedrale^ oltre U


MON MON 87
quale in non vi sono altre
città che sitrovano tanto nel suo recin-
pairoccliio. xVwi due conventi tli to, quanto ne' luoghi soggetti. Nei
leiigioaij un monastero tli njonaclie, sobborghi trovansi diverse fabbri-
alcune confraternite ed il semina- che, e le sue sono as-
confetture
rio. Ogni nuovo vescovo è tassalo sai apprezzate nel Piemonte. Gli
nc'Iibri della camera apostolica in abitanti, in cui si distinguono le
lìorini 009, conispondetiti a circa donne per gentilezza, sono più di
20,000 ducati cui si fanno ascen- 22,000. I dintorni sono amenissi-
dere le rendite, senza pesi. nii, e ridondano di fiorentissime
MONDOVI ( Monlis Rfgalh ). vigne, che danno ricco e prezioso
Città con residenza vescovile del prodotto. Fra i suoi uomini illu-
Piemonte negli stati del re di Sar^ stri nomineremo i cardinali Fran-
degna, distante da Torino trenta- cescoAdriano Ceva e Giovanni
cinque miglia, e dieci da Cuneo, Bona, ed il fisico Gio. Battista
alla cui divisione appartiene, ca- Beccaria, per non dirne altri.

poluogo della provincia del suo Mondovi o Monde vi, 3Ions Vi-
nome e di mandamento, sulla ri- ciy Mon^ Regalis, da un' italica le-
va destra dell'Elero, affluente del ga de'popoli della Liguria, dì Sa-
Tanaro, sede d'un tribunale di pri- luzzo ,Ceva e de' circostanti
di ,

ma istanza. La città propriamente luoghi, da un piccolo aggregato di


delta è situata sopra ameno colle, abitazioni che ricuopriva la cima
ottantatre tese al di sopra de' suoi del colle sino dal mille, si aumen-
tre sobborghi, da cui è divisa da un tò forse coll'ampliazione del comu-
rapido declivio poco praticabile pei* ne di Vico, luogo cospicuo di cui
le vettiue. La sua veduta è assai sin dal 902 n'era signore il vesco-
pittoresca ad una certa distanza, vo d'Asti] e siccome il monte era
poicliè dall'alto del colle fino alle nel suo territorio, perciò fu detto
falde si estendono i suoi edifizi. Monte di Vico o Montevico, don-
Cinta da deboli mura, e difesa da de venne poi la denominazione at-
una cittadella eretta nel iSyS nel- tuale, benché portò anche l'anti-
la più alta vetta da Emmanuele chissimo nome di Monte Regale.
Filiberto duca di Savoia, rinchiude La chiesa principale di Vico era
molte chiese, e fra le altre la cat- quella di s. Pietro, la cui pieve
tedrale, di cui si ammira l' altare fu poi trasferita alla collegiata di
maggiore e la sagrestia. La sua s.Donato. Vico diventò il lerzerò
fondazione risale al secolo XI ver- maggiore di Mondovi, per cui i
so la fine, per Ottone o Te t tona monregalesi promisero al vescovo
padre del celebre Bonifacio mar- di Asti di osservare le condizioni
chese del Vasco o Vasto e di Sa- pattuite dagli abitanti di Vico: più
vona, nel luogo detto piazza mag- tardiMondovi si sottrasse dal do-
giore. Altri dicono che l'antica col- minio temporale del vescovo, dopo
legiata di s. Donato ,
prima del aver contratta concittadinanza cogli
secolo XIII fondata la Vico, sia alessandrini. Divenuto comune con
stata ivi trasportala verso la metà podestà, per la sua potenza il ve-
del secolo XIV. II reale collegio scovo d'Asti si col legò col marche-
presiede a vari altri stabilimenti se di Ceva per fargli guerra; itnli

di pubblica istruzione e convitti, crebbe a tale, che potè nel i o a-


,

«8 MON MON
goito laSa inaugurarsene la fon- segnalata vittoria sui pieraonlesi
dazione come di cospicua terra, ed ciò che obbligò la corte di Tori-
otto anni dopo nascenti i frati mi- no ad abbandonare poco tempo il
nori poterono edificarvi un mae- Piemonte a' vincitori. Nel 1799
stoso tempio alla memoria del lo- quarantamila contadini piemontesi
ro patriarca poco prima defunto, quivi si radunarono, onde tagliare
che venne poscia eretto in catte- la ritirata al generale Soult che
drale. Si vedono ancora gli avan- riconduceva gli avanzi dell'armata
zi di quelle mura, che circondando di Scherer battuto a Verona ; ma
il monte, dierono asilo agli emi- essendo stati dispersi , la città fu
grati ne'torbidi d'Italia, specialraen- costretta ed abban-
di capitolare,
te milanesi, dopo l'eccidio di Fede- donata al saccheggio per aver in-
rico I, essendo, come si è detto, già coraggiato la ribellione, onde mol-
possente al declinar del secolo XII. to soffrì.
Vuoisi che nel 1238 Federico II abbia La sede vescovile l'eresse Urba-
dichiarato il comune libero e indi- no IV colla bolla Salvator nostei\
pendente. Tuttavolta si assoggettò data in Perugia l'B giugno i388,
prima ai conti di Savoia, e poi ai non pare ad istanza di Teodoro mar-
marchesi di Monferrato, laonde il chese di Monferrato, trasferendo il

escovo d'Asti sottopose all' inter- dominio della città al nuovo vescovo
detto e scomunicò gli abitanti con di Mondovi, con titolo di conte.
Bressano che li signoreggiava. Nel II vescovato lo dichiarò suffraga-
1257 i monregalesi ritornarono neo dell'arcivescovo di Milano, di
sotto il vescovo, e nel 1270 sog- poi Leone X nel i5i5 in vece lo
giacquero a Carlo d'Angiò. Il ve- sottomise alla metropoli di Torino,
scovo d'Asti nel 1282 tentò di ri- di cui lo è tuttora. La chiesa benché
cuperare i suoi diritti, e Roberto smembrata d'Asti ( la qual chiesa
re di Napoli glieli lasciò qual feu- conservò per vari secoli il diritto
do, succedendo al re la nipote Gio- di nominare il vescovo) ed i ca-
panna I, Dopo di aver lungo tempo nonici d'ambedue le cattedrali go-
goduto quasi libero reggimento, dono della reciproca fratellanza, e
questo cessò nel i347 P^*' ^^ ^^^^' ^^"^ presenti in coro nelle due cat-
stine divisioni. Indi passò sotto il tedrali a vicenda. Il primo vesco-
dominio de'Visconti, i quali lascia- vo fu nominato nel i388 in fr.
rono godere al vescovo d'Asti le Damiano Zavaglia di Genova, do-
regalie minori; ma nel 1396, dopo menicano, celebre oratore, che com-
breve dominio del marchese di pilo ottime leggi, v'introdusse i re-
Monferrato, un poco volontariamen- ligiosi del suo ordine, sostenne va-
te, un poco per forza, si sottomise rie col vescovo e capitolo d'A-
liti

alla sovranità di Amedeo VIII sii, che non potè terminare, e la-
duca di Savoia, che l'avea occupa- sciando di sé buon nome, mori nel
ta, quietandosi il marchese cogli spo- i^o/\.. Gli successe Giovanni Solio
salizi celebrati tra le due case; al- genovese, che intervenne al conci-
lora Mondovi venne decorata del lio di Pisa, e moiì nel i4»3. Gio-
titolo di città. I francesi coman- vanni XXllI nel i4'4 ^'"^^ vesco-
dati da Bonaparte riportarono nei vo Francesco Fauzone nobile di
dintorni il 22 aprile 1796 una Mondovi, monaco benedettino. Ri-

i
,

MON MON 89
porteremo i successori più distinti. Clemente VII unì la prepositura
Nel 1429 Perce vallo Belma nobile della Trinità al capitolo: rassegnò
savoiardo, traslato a Belley nei la sede nel
i548, e gli fu surro-
1438: sotto di lui Eugenio IV sta- gato Bartolomeo Piperi di Saluzzo
bilì meglio la giurisdizione della cubiculario pontificio, dotto e li-

diocesi. Gli successe Segando Ayme- mosiiiiero, morto in Roma nel iSSg,
rico francese, ch'era vescovo di Bel- e sepolto nella chiesa del conser-
ley, che intervenne al concilio di vatorio di s. Caterina de'Funari
Firenze; concorse a pacificare Lo- che lasciò erede. Il 27 marzo i5tìo
dovico duca di Savoia col duca divenne vescovo il cardinal fr. Mi-
di Milano, ed al suo tempo l'ab- chele Ghislieri domenicano di Bo-
bazia de'benedettini di s. Dalma- SCO presso Alessandria, onde si sot-
zio o Dalmazzo vescovo, fu unita toscriveva cardinal alessandrino .

alla mensa da Nicolò V. Nel 1484 Trattenuto a Roma per affari più
Antonio Campione savoiardo vedo- gravi da Pio IV, spedì in vece per
vo, che nobilitò la cattedrale con suffraganeo a reggere la chiesa
preziosi donativi, ed ebbe dal ve- qual vicario generale, il vescovo
scovo d'Arezzo parte della mano Yerrense Girolamo Ferragata. Que-
di s. Donato vescovo e martire ,
sto infaticabile prelato in difesa
che ripose in detta chiesa ; poscia dell'immunità minacciò di scomu-
nel 1490 ^^ trasferito a Ginevra. nicare il sindaco della città, e \a

Indi Amedeo de'marchesi Boma- scagliò contro la comunità del bor-


gnani savoiardo ,
pio e benigno go di s. Dalmazzo perchè turbava
che ricevette nel i497 ^^i pie- la mensa vescovile. Il cardinale si

montesi giuramento di fedeltà al


il portò in Mondovi 7 agosto i56i, a'

duca di Savoia. Carlo Bosario no- reggendo le briglie del cavallo due
bile d'Asti, fatto vescovo nel i5o9, della famiglia Biglioni, secondo il

intervenne al concilio Lateranense privilegio concesso da Urbano VI,


V nel i5i2, nel quale anno Giulio con restargli il cavallo e il manto
II lo fece governatore di Roma, se- usato dal vescovo. Indi il cardina-
condo rUghelli; ma morì nello le si portò in Torino a visitare il

stesso anno con dolore del Papa : duca di Savoia, e vuoisi che visi-

essendo stato governatore Lorenzo tasse ancora tutta la propria dio-


Fieschi arcivescovo di Monreale, che cesi, ma non ve ne sono prove,
in latino dicesi Monùs Regalis^ ciò solo della chiesa di Cuneo, allora
avrà dato motivo all'equivoco del- uno de' 37 luoghi formanti la dio-
rUghelli. Lorenzo nel i5i2 suc- cesi di Mondovi, di quella di Roc-
cesse a B.osario perchè traslato a caforte, e forse alcun'altra. Ai i5
Mondovi, anzi aggiunge i' Ughelli ottobre il cardinale ripartì per Ro-
anche nel governatorato, chiaro per ma, donando al capitolo il pontifi-
belle qualità, morto prolegato in cale, il faldistorio, il messale ed il

Bologna, dopo aver consecrato la rituale antichissimo che con vene-


cattedrale che il predecessore A- razione conserva. Benché lontano,
medeo avea edificato dai fondamen- il cardinale con molto zelo si oc-
ti verso il i5oo. Carlo Camera cupò di sua chiesa. Nel i564 vo-
nobile savoiardo del i52 3, illustre leva rinunziarla a Filippo Spinola,
per dottrina e virtù, sotto di cui ma il duca bramando in vece che
90 MON MON
lo siicceilessc »l suo confessore p. ca Carlo Emmanuele I, che vi fon-
Gìusliiiiaiii, il carilinalc conliiiiiò a dò un'abbazia di cisterciensi, di cui
reggere la chiesa sino alla sua ns- scrisse la storia il p. Malabayla. Fe-
suDziorie al pontificalo, che col no- ce stampare i decreti sinodali, ed a
ine di Pio V ebbe luogo a' 7 f^ennaio tutti caro morì nel 1602. Nel se-

i566. Durante il suo vescovato guente ainio gli successe Carlo Ar-
fu sollecito inviarvi de' predicatori, gentcrio de' marchesi di Brczè, ab-
rivendicò patrimonio della men-
il s. Benigno di Frutluaria, che
bate di
sa, e fatto Papa convalidò con bol- prudentemente governò la chiesa:
le l'università degli studi, che nel eresse in cattedrale dai fondainenti
i56o il duca Enimanuele Filiber- la chiesa di s. Maria, e l'ornò; ri-
to avea eretto in Mondovi per la parò l'abbazia di s. Dalmazio, com-
teologia, giurisprudenza, medicina, pose le discordie de' cittadini , in-
filosofìaed arti, in tempo che To- trodusse i carmelitani scalzi, pose i

rino era occupata da' francesi ; uni- religiosi alla cura dell'ospedale, fu
versità che in progresso si estinse benefico di doni colla cattedrale,
anco perchè contrariata da quella e pieno di meriti fu pianto nel
di Torino. Il Pontefice beneficò con i63i. Carlo Antonio Riva di To-
dignità ecclesiastiche, e fece suoi rino, governatore di varie città del-
famigliari diversi monregalesi, e lo stato ecclesiastico , ornò la sala
quando Clemente Vili annoverò principale dell'episcopio, e in catte-
tra' beati Pio V, la città lo elesse drale sepolcro per sé e
edificò
il

a patrono; ed allorché fu canoniz- successori. Nel 1642 Maurizio So-


zato, oltre le feste che fece, i ca- laro de' marchesi di Dogliani conti
nonici ottennero molte sue reliquie. di Moretta torinese, già arcidiacono
S. Pio V dichiarò suo successo- di Vercelli. Nel i656 Michele Be-
re in Mondovi, Vincenzo Lauri o gino o Begiamo, che meritò d'esser
Laureo (P^ecli)^ al quale articolo di- trasferito a Torino nel 1662, men-
cemmo quanto fece per la diocesi, tre a questa dalla sede di Nizza
fondando il iSyS;
seminario nel fu traslato Giacinto Solaro. Nel
crealo cardinale da Gregorio XllI 1667 Domenico Trucchi nobile to-
si chiamò il cardinal di Mondovi, rinese, che rinunziò nel 1697, onde
e nel iSSy per sua rinunzia fu fat- gli successe Giambattista Isnardi no-
to vescovo Felice Bartolano conte bile torinese de' marchesi di Cara-
di Tolegno di Biella, che morì in glio. Con questi nell' Italia sacra
Savona di veleno. Nel 1592 gli fu dell' Ughelli e continuatori, t. IV,
surrogato Gio. Antonio Caslruccio p. 1084, termina la serie de' ve-
si

nobile di Mondovi eruditissimo, a- scovi, la quale proseguiremo colle


malore della religione, padre de* po- annuali Notizie di Roma. 1741 Car-
veri. Trasferì in città le monache lo Felice S. Martino di Castelnuo-
cisterciensi, edificò la sagrestia pei vo diocesi d'Ivrea, eletto dopo una
canonici, e fece la cappella dell' e- vacanza di nove anni, ampliò e rie-
piscopio. Nel 1^94 essendo comin- dificò nel 1742 il seminario. 1754
ciato il culto alla Beata Vergine di Michele Casali teatino milanese. 1 783
Vico, si posero le fondamenta del Giuseppe Antonio Maria Corte di
magnifico tempio, uno de' piò belli Dogliani de'conli di Bonvicino, tras-
del Piemonte, per generosità del du- lato da Aqui. A questo vescovo il
,

MOi\ MON 91
canonico Moiulovi
di Gioacchino lica , ascen^lono a trecento fiorini
Glassi dedicò: I\If morie t'sloriclw citi- mentre la mensa è di circa quat-
la chiesa vescovile di Monteregah tromila scudi.
in Piemonte^ Torino 1789, delle MONEGONDA (s.). Nata a Char-
quali fu pubblicato onorevole arti- tres, fu maritata
da' suoi genitori
colo a p. 37 ddV Effemeridi leU. onorevolmente, ed ebbe due figlie.
di Rotila del 1790. Nel i8o5 Gio. Venutele queste a mancare , risol-
Battista Pio Vitale nobile di Moa- vette di ritirarsi dal mondo, e col
dovi, tiaslalo d' Alba nel concisto- consentimento del marito si fabbri-
io tenuto a Parigi da Pio VII il cò a Chartres una cellelta , in cui
i.° febbraio. 1824 Francesco Gae- si rinchiuse per servir Dio nell' e-
tano Buglioni o BuUioni di Sa- sercizio continuo della preghiera, e
luzzo de' conti di Monale. Per sua nella pratica di tutte le austerità
morte Gregorio XVI nel concisto- della penitenza. Ella non avea altri
ro de' 23 maggio 1842 preconizzò mobili che una stuoia, su cui pren-
l'odierno vescovo monsignor fr. Gio- dea la notte qualche ora di ripo-
vanni Tommaso Ghilardi domeni- so, ne usava altro nutrimento fuor-
cano, torinese di Cassalgrasso. ché un po' di pane bigio ed acqua.
La
cattedrale è dedicata a Dio, B.itiratasi in appresso a Tours, con-
«otto r invocazione di s. Donato tinuò lo stesso tenore di vita , in
vescovo e martire. Il capitolo si una celletta che si fece fabbricare
compone di quattro dignità, prima presso la chiesa di s. Martino. Qui^
delle quali è l'arcidiacono, dell'ar- vi essendosi a lei aggiunte parec-
ciprete, del prevosto e del cantore; chie pie femmine, formossi a poco a
di quattordici canonici, comprese le poco intorno alla sua celletta un
prebende del teologo e del peni- monastero di religiose. Dopo essere
tenziere, di otto beneficiati, di quat- stata per molti anni modello per-
tro cappellani, e di altri preti e fetto di virtù e santità, mori nel
chierici addetti al divino servigio. 570 j ed è menzionata nel marti-
iSella cattedrale vi è il battisterio, rologio romano a' 3 di luglio.
e la cura d'anime si funge dall'ar- MOiNEMBASIA. F. Napoli di
ciprete per due sacerdoti da lui e- Malvasia.
letti con approvazione del vescovo, MONETA, Moneta, Pecunia, Aes,
il cui magnifico ed elegante palaz- JYummuSy Numisma. Metallo conia-
zo sorge incontro detta chiesa. Nel- to per uso di spendere e contrat-
la città sonovi altre cinque chiese tare le cose agevolmente. Prese tal
parrocchiali , comprese quelle del nome dal cognome di Giunone Mo-
suburbio, con fonte battesimale ; tre neta nel cui tempio iu Roma si

conventi di religiosi compresi quelli batteva. Il Buonarroti ne' suoi Me^


della missione, edfilippini, un mo- i daglioui antichi p. 3ii, tra le eru-
nastero di monache cassiuesi cin- , dizioni che riporta sulle monete,
que confraternite due ospedali il , , dice che il nome di moneta fu da*
monte di pietà, ed un cospicuo se- to ai Denari {^f^edi), perchè l'of-
minario. La diocesi è ampia e , ficine e la zecca erano in Campi-
contiene centoventi parrocchie. Ad doglio, dentro o vicino al tempio
ogni Duovo vescovo le tasse, secon- di Giunone Moneta, cosi detta per-
do i registri della camera aposto- chè avendo fatto i roiuatii , man-
92 MON MON
cando loro il denaro pei' la guerra ne di pecunia alla moneta non le

contro Pirro, un voto a quella dea, derivò propriamente dall'effigie del


ebbero risposta, che se assistiti dal- bue, della pecora o del porco su
la giustizia avessero seriamente ap- di essa formata o impressa ; altri-
plicato alle armi non sarebbe mai
, menti dalla specie di quegli ani-
mancato loro denaro ; onde otte- mali, non dal genere sarebbesi
e
nuto l'intento del voto, comincia- desunta; cosicché la moneta, se an-
rono a venerare Giunone Moneta , che quellellìgie non avesse offerte ,

come sarebbe a dire consigliatrice, e tuttavia sarebbesi appellata pecu-


decretarono che i denari si battesse- nia, perchè rappresentava il valore
ro nel tempio di lei. Livio, seguito dell'antica moneta , che consisteva
da Ovidio, scrive essere stato fabbri- in bestiame; e perchè al dir d'Ul-
cato il tempio di Giunone Moneta, piano 178: pecuniae nomine
lib.

per voto fatto da Camillo dittatore non modo nummi^ sed omnes ms
nella guerra contro gli aurunci, dan- tam solidae, quani mobiles, et lani
done il senato Tincumbenza a due corpora, quani jura continentur. Le
deputati , e destinatone il luogo ricchezze degli antichi romani con-
dov'era già stata la casa di Man- sistendo ne' primissimi tempi nel so-
lio, della quale parlando Livio, di- lo bestiame, che pecus dissero dal
ce : Nimc aedesy et mone-
officina pascere, serviansi di esso, come di

tae est. Ma Cicerone dichiara, che misura nel commercio, commutan-


avanti Ja presa di Roma fatta dai dolo e spendendolo qual moneta
galli vi era tempio di
ancora il effettiva. Ma quando il bestiame
Giunone Moneta, detta cosi per una cessò di essere monetato, cioè quan-
voce uscita dal suo tempio di Cam- do fu esso permutato col rame e
pidoglio in occasione di un terre- coll'argento coniati, questi metalli,
moto. Certo però si è, che batten- sebbene ri-tenessero in generale la
do i romani la moneta nel tempio denominazione del valore dell'anti-
di Giunone, sul principio non ri- ca moneta, tuttavia la nuova un
conobbero altro nume sopra le mo- nuovo nome dalle sue diverse spe-
nete, che quella dea col cognome cie adottò; cosicché quella su cui
di Moneta. Dipoi introdussero una era effigiato il bue, valutato cento
deità distinta, chiamandola quando assi, centussis fu detta ; l'altra che
Equità e quando Moneta. Siffatto offriva l'effigie della pecora, apprez-
nome divenne tutto suo proprio col zata dieci assi, decussis fu appella-
tempo, che molti si credono che ta. PeculatuSy secondo i giurecon-
questa voce di natura sua importi sulti Paolo e Feslo, si disse un pic-

quello che con altra dicevano pe- colo furto; e il peculium de' servi,

cunia, ancorché non abbiano a fare e la pecunia de' nobili , al dir di


insieme cosa del mondo. 11 eh. mon- Paolo, si denominarono a pecore.
signor Marini nella eruditissima Dis- Altri vogliono che la parola pe-
sertazione sulla diplomatica ponti- cunia derivi da pecudis coriOy per-
ficia p. 33, riferisce, che forma si chè le prime monete erano di cuoio.
appellò la fìgura o tipo che im- Su questo punto il eh. dott. Gen-
prime vasi sulle monete , vedendosi narelli nella sua dotta dissertazione,
in più leggi, che formar le mone- La moneta primitiva e i monumen-
te vulea etìigiarlc. La dcnominazio- ti dell'Italia antica, a p. io, rife-
MON MON 93
lisce che la iDoneta italiana e la sima ragione per persuadersi , che
moneta romana pubblicata dagli il valore fosse nella prima origine
autori dell'Aes grave del museo della moneta indicato dall'impron-
Kircherlano, ovvero le monete pri- ta di esse. Da qui la moneta ri-
mitive de^popoli delV Italia media, tenne il nome di pecunia, e s'im-
non è la priraitiva. Il metallo in- prontò d'animali di ogni ma-
altresì
forme ne tenne prima le veci, e niera, de' quali indistintamente com-
di questo ne possiamo essere sicu- ponevasi il gregge. Avverte ancor egli,
rissimi, se non altro per la espres- che la moneta non fu detta pecunia
sione di aes rude, e di aes signa- dalla impronta degli animali segnati-
tum che ci rimase nella lingua del vi, sibbene dall'essere succeduta al
Lazio; espressione con cui la criti- pecus. In ciò Plinio è contraddetto
ca storica s'accorda a meraviglia. da tutta l'antichità, e da esso me-
Avvi altresì chi vorrebbe assegna- desimo, ove scrisse pecunia ipsa a
re il vanto di tale invenzione a pecore appellabatur; quindi perchè
Saturno re d'Italia, e pare che tale la sua contraddizione sia minore, o

sentenza abbia origine dalla tradi- quasi nulla, è da interpretare quel


zione stessa che ne vorrebbe au- et per eiiam. Pare che l'origine di
tore Giano. Da Erodoto può ar- simili tipi non solo debba ripetersi
gomentarsi che questa invenzione dagli armenti, perchè ad essi ap-
fosse degli etruschi in Italia ,
per- punto sostituivasi la moneta; ma

chè egli racconta che i lidii trova- eziandio per una tal quale dignità
rono primi la moneta d'argento e in che erano dagli antichi tenuti.
d'oro, e che tennero in loro forza Il medesimo Gennarelli, p. 20, di-
tutta l'Elruria,dove passò metà cendo che Vaes grave s'intende la

della nazione. Pare che Vaes rude moneta a pieno peso di libbra, o
si componesse di lastre senza tipo, le produ-
sue parti corrispondenti,
virgaej sapendosi però di certo che ce le spiegazioni che ne die Boechk,
il bronzo fu in progresso segnato il quale scrisse che Vaes grave in
d' un' impronta forse fu eguale la
, tutte le epoche è l'uno e il mede-
forma del metallum infectum, la simo, vale a dire il metallo a pie-
quale subì diverse mutazioni, h'aes no peso di Ubbra ; di moneta co-
rude però, nelTautorità de' privali, niata adunque quella di cui il va-
dovea dar luogo ad inconvenienti lore nominale corrisponde alla lib-
gravissimi, sulla giustezza e bontà bra di peso di Plinio. SuWaes ru-
del metallo; si originò da qui la de o grave ne parleremo dicendo
moneta segnata^ la quale, meglio delle prime monete de' romani ed
ancor che la informe, prese il luo- italiani.Quanto a Nummus e Nu-
go delle greggie, cioè dell'antica pe- misma, cui fu pur chiamata la mo-
cunia. Quindi ricchi dicevausi lo-
i neta, il Sarnelli Lett. eccl. t. X,
cupletes e pecuniosi, per esprimere lelt. XIX, n. 4 e 5, rileva, che da

la grandezza delle terre e la mol- Numa re de' romani che nelle sue
titudine delle greggie ; con le quali monete pose con l'immagine l'iscri-
ultime s'infliggeva dagli antichi la zione del proprio nome, venne det-
pena delle multe; ed essendo cer- taNummus; laonde sebbene Nu-
tissimo che il commercio primiti- misma di cesi la Medaglia {Vedi),
vo fu con le greggi, vi è la mas- l'evangelista chiamò Numisma la
,

94 MON MON
moneta coirenle a mtniiis , ed sce all'economica paralisia dello sta-
Orazio cliiamò Numisma una ino- to, li prelato Nicolai nelle dotte
rela del re Filippo di Macedo- Memorie sulle campagne e annona
nia. Il vocabolo di Numismntica di Roma par. 3, p. 4, chiamando la
scienza delle medaglie , deriva dal moneta necessaria per la società ci-
nome lanlo greco quanto latino di vile, dichiarate quali sono le cose
moneta e medaglia; scienza o
di necessarie per la sussistenza, e quali
arte che principalmente ha per og- per vivere agiatamente, osserva ciie
getto lo studio delle monete, mas- non essendovi società o individuo
sime degli antichi greci e romani. che avesse tutte queste cose sebbe-
ì^. TEckhel, Lezioni elementari di ne necessarie, convenne acquistar le
numismatica tradotte dal Ceroni, mancanti col cambio delle altre co-
Roma 1808. Tanto basti quanto se superflue; ma riuscendo molto
ni vocaboli di moneta, pecunia, aes, disagevole la permutazione, s'intro-
nummus, numisma, co' quali si chia- dusse la compra e vendila , colla
ma la moneta. merce universale chiamata moneta,
Le monete sono più certi mo- i onde si rese necessaria la materia,
numenti della storia, poiché per es- che dicesi pasta, di metalli più i

se conosciamo quali principi regnas- preziosi d'oro e argento, ed anche


sero in uno stato anche in tempi di rame in piccola quantità per co-
remotissimi; quali fatti importanti modo delle minute compre de' ge-
racchiudino alcune imprese espres' neri. Il Davila é d'avviso che al
se ne' rovesci ; se fiorente o in de- tempo della guerra di Troia si u-
cadimento fosse il pregio delle bel- sasse ancora il primo o più antico
le arti, dedotto dall'eleganza o roz- modo del barattare cosa con cosa ;
zezza del tipo se ricche o scadute
; e non pare, die' egli, che l'oro in
le finanze d'un principato, in con- allora si monetasse: uno dava una
siderarsi la qualità più o meno pu- cosa e ne riceveva un'altra, per e-
ra del metallo, ed alla ridondanza sempio del vino in cambio di buoi,
o scarsezza delle monete stesse ; e di cuoio, di ferro, ec. fu seguito
in fine se risulti 1* universale cor- s' impiegarono pel commercio i me-
rispondenza fra il loro intrinseco talli preziosi, e furono perciò con-
ed estrìnseco valore; laonde i rac- trassegnati con bollo o marca, che
coglitori che ci tramandarono si- ne determinasse il peso e la lega,
mili tipi monetari , si resero as- per poterne così fissare il valore, e
sai benemeriti delle arti e delle risparmiare ai commercianti la pena
scienze, come della storia. La mo- di pesare , di esaminare e di far
neta è considerata da Locke, Ga- saggiare il metallo. Scrisse il citalo
hani, Forbucy e Genovesi la rap- Galiani, non mancare nazioni, che
presentante e la misuratrice di non di metalli, ma si servono o di
tutti ì valori, merce e in un la come
frutta, di mandorle amare in
universale; ma allorquando non Cambaia di , caccao di maiz
, in
può liberamente passare da un luo- qualche luogo di America, o di sale
go all'altro, per non essere /'intrin- come nell'Abissinia, o di chiocciole
seco valore proporzionato all'estrin- marine; in tutta l'America prima del
seco, l'oggetto diviene di certa ir- suo scuoprimenlo, quantunque niuu
reparabile rovina, poiché contribui- uso di moneta vi fosse, erano l'oro
MON MON 95
e Targenlo sopra ogni altro stimali, turali, disprezzando tanti bisogni che
e come cosa sacra e divina vene- ora lo tengono oppresso, e facen-
rali; ne in altro che nel culto del- do uso del puro indispensabile, al-

le loro divinità, e nell'ornato del lora sicuramente l' oro e I* argento


principe e de'signori adopera vansi. perderanno l'ascendente sugli uma-
La scoperta dell'America, fra gli al- ni affetti, e non padroneggiando più

tri beni che procacciò all'antico con- la nostra volontà, essi ritorneranno
tinente, diede ancor quello, se pu- al loro primo ufficio di ornare e-

re tale realmente si può chiamare, sclusivamente i templi della divini-


della gran quantità d'oro e d* ar- tà.Tra quelli che non conobbero
gento che produssero le inesauste monete, nomineremo virtuosi car- i

sue miniere (si calcola a circa venti- dinal Agostino Valerio, e Benedet-
mila milioni di scudi il valore del* to XIII. Trattano del valore della
l'oro ed argento raccolto da esse): vecchia moneta il p. Giovanni Ma-
dal che, secondo la comune opinio- riana, De ponderibiis et mensuris^
ne, le monete dovettero abbassare in fine del suo trattato De rege;
di valore, e meno eslimarsi di quel- Antonio Sola in fine del commen-
le antiche che precedettero la sco- tario sui decreti de* duchi di Sa-
perta del nuovo mondo, per la ra- voia ; Antonio Gobio, De monetìs;
gione che questi metalli assai in al- il p. Beverini, De pondtrihus; Gu-
lora scarseggiavano. Tutlavolla la glielmo Budeo, Della moneta e va-
causa principale del maggior valo- luta lorOj traduzione di Gualandi ;

re della moneta non pare che si e l'opera stampala a Venezia dal


debba ricercare nella poca quanti- Baseggio nel ly^a, intitolata: Nuo-
tà dell'oro e dell'argento in circo- vo trattato del modo di regolare la
lazione, ma bensì nel maggior nu- moneta.
mero di popolazione a cui la mo- Il Vettori nel Suo Fiorino d'oro
neta dovette servire. Fu quasi in- illustrato^ più cose tratta riguar-
llnito il numero de* popoli che co- danti la moneta, e di alcune co-
niarono moneta , e nella sola Ro- niate per cagione di necessità e
ma, e quasi in un istesso periodo strettezza, come delle ideali e im-
di tempo duecentocinquanta famiglie maginarie, venendo talora dai prin-
fecero uso del diritto di monetazione; cipi per iscarsezza di moneta at-

ed incalcolabili sono le monete dei tribuito il valore delle monete ef-

re, imperatori, rettori di popoli e fettive ad altra materia in quella


città. Altra cagione poi che con- vece, e sotto Novara assediati fran- i

tribuì all' innalzamento del valore cesi dai veneti e Sforzeschi, sosti-
della moneta, fu quella de' bisogni tuirono le monete di rame a quel-
maggiori delle popolazioni, e ciò in le d'argento. Federico II impera-
proporzione de' bisogni rispettivi e tore nel i23i fece dichiarare con
del lusso sempre fatalmente cre- pubblico editto, che una certa mo-
scente.Opinano alcuni che alla fi- neta di cuoio, la quale volle fosse
ne gran quantità d'oro e d'ar-
la coniata nella Ptomagna colla sua
gento dovrà produrre una disisti- impronta , si dovesse spendere al
ma, e conseguentemente il disprez- valore del nummo augustale, da
zo per la monetazione; cioè se l'uo- doversi poi ricambiare con altra

mo ritornerà a sentimenti più na- moneta dalla camera imperiale, ed


96 MON MON
nvea allora l'auguslale una quarta ta alle monete d'oro e d'argento,
d'oncia di peso. Alessandro d'Ales- facendo rimarcare i vantaggi recati
sandro ragiona delle monete di dall'introduzione delle carte banca-
cuoio, e Giacomo Bornito tratta rie. Allorché il metallo cominciò ad
assai diffusamente questa materia ,
essere introdotto nel traflico, il pe-
De immmis in rcpnhlica percii- so solo ed il grado di purezza ne
tiendis et conscn'andiny lil). I, cap. determinavano il valore; ma la ne-
XIV. Dichiara inoltre il Vettori, cessità di pesare all'occasione di
che la moneta non dee da' prin- ciascun contralto che conchiudevasi,
cipi essere coniata a somiglianza di la quantità d'oro
e d'argento, o
quella di altri potentati non deve
; d'altri che davansi in paga,
metalli,
essere distrutta da' principi la mo- portava seco e produceva molti in-
neta coniata da' suoi antecessori, se convenienti, ai quali sarebbe stato
buona, e tale che da per tutto pos- facile il porre riparo. Bastava, di-
sa essere ricevuta senza opposizio- ce Goguet, che ciascun popolo
il

ne; che
la loro mutazione scon- avesse fatto imprimere sopra cia-
certa commercio^ come dimostrò
il scun pezzo di metallo una marca
il Fabro, De variis nuniman'orum o un seguo, un' impronta in som-
debitoruni solulionibus; che abbas- ma, che ne indicasse e ne accer-
sato il prezzo di quelle d'argento, tasse la finezza ed il peso. D'uopo
fanno crescere di stima quelle d'o- era altresì di convenire nello stabi-
ro, e perchè alle volte accresciuta limento di certi termini per espri-
di prezzo; l'alterazione delle mone- mere quelle differenti porzioni di
te cagiona danno e sconcerto gra- metallo destinate a servire di se-
vissimo , essendo comunemente le gni rappresentativi alle derrate o
monete di forma rotonda. Il Buo- alle mercanzie. Questa è stala, di-
narroti citato, dice che la moneta ce il Goguet, l'origine della mone-
degl'imperatori romani fu chia- ta; ma riesce assai difficile, se pu-
mata sacra, come le altre cose lo- re non impossibile, il determinare
ro appartenenti; dichiarando che la l'epoca precisa in cui cominciò la

loro bontà fa felici popoli e i le monetazione o arte di fabbricare la


Provincie, quando col prezzo intrin- moneta. F. Zecca.
seco corrisponde al valore assegna- Devesi distinguere nelle monete
tole. Le monete imperiali furono il valore intrinseco o legale , dai
di due maniere, cioè usuali, e mag- valore usuale e locale, dividendosi
giori che dagl'imperatori si dona- la moneta in reale od effettiva, ed
vano e si mandavano alle persone in ideale o di conto, inventata per
il primo di gennaio , del quale an- la facilità del commercio; taU era-
tichissimo costume è rimasto tra i no anticamente la mina ed il ta-
cristiani qualche vestigio , dando- lento tale nel medio evo la lira
,

si in tal giorno, o in quello di imperiale in Italia, e tale più tar-


Natale , agli inferiori la Mancia di la lira tornese in Francia ; cosi
(Fedi). W eh. avv. concistoriale Ar- oggidì sono moneta di conto i fio-
mellini, De mensìs quaruin literae rini in Germania, le lire sterline in
ob fideni publicam pecuniae nu- Inghilterra, gli scudi d'oro, i fiorini

meratae vice funguntur, eruditamen- e i ducati delle tasse nella curia


te parla della sostituzione della car- romana, di che parlammo a Dena-
,

MGN MON 97
RI, con altre iiotixie su parecchie lano inabili a possedere benefìzi >

monete antiche, mentre molle ern- dovendosi privare di quelli di cui


dizioiii sulle monete so«)o sparse fossero provveduti : di alcune prov-
ne' relativi articoli , limitaucìoci in videnze de' Papi sui monetari falsi

questo a poche nozioni generali per o tosatori di monete , ne parlo a


la vastità dell'argomenfo. Ben a ra- Monete Pontificie; altre di diversi
gione il Marsupi, Dello scudo d'oroj principi le riportai nel voi. XIX ,

dichiarò essere il sistema moneta- p. 234 del Dizionario j dicendo an-


rio così involuto ed inestricabile cora della moneta erosa, di argen-
che al suo confronto è il famoso to mischiato col rame, di che fa-

nodo gordiano un nulla ,


poiché cemmo pur menzione 224; ed a p.
chiarissime penne non giunsero an- in Francia si chiamò moneta de'bi-
cora colla luce degli aurei scritti glioni quella fabbricata di schietto ra-
a dissiparne le tenebre: i Carli, i me, o di argento mischiato di rame.
Muratori, gli Argelati, i Zannetli, Dice il Vettori , eh' essendo
i Borghinl, gli Orsini, i Vettori, i l'impressione della moneta il sogno
Bonanni e tanti altri uomini cele- della verità della materia, in al-

bri nella numismatica, sebbene il- cune monete venne scritto il nome
lustrarono immensamente l'ampio di Dio o d'alcun santo o il segno
argomento, molto vi resta. Essendo della croce, per render testimonian-
la moneta un pezzo di metallo co- za della verità della moneta, tanto
niato colle armi di un principe o circa alla materia quanto ancora ,

d'uno stato, che gli dà corso ed circa il peso : per questo istesso mo-
autorità per servire di prezzo co- tivo nelle medaglie antiche si tro-
mune alle cose di valore ineguale, vano scolpite l'effigie de' Cesari, per-
vi sono quattro sorla di delitti di chè ne venerassero e rispettassero le
moneta falsa: i." quando si balle immagini popoli più lontani, ed
i

moneta senza permesso sovrano acciò niuno alterasse arditamente


benché la moneta sia di buona le- la loro forma. Avendo nel 224 Fi-
ga e di giusto peso; 2." quando lippo assassinato l'imperatore Gor-
la materia e il peso sono falsi ;
3." diano per occuparne il luogo, i ro-
quando si falsifica l'effigie del prin- mani non vollero ricevere mo-
le

cipe, lo stemma dello slato o l'iscri- nete colla sua eflìgie. L'immagine
zione; 4'"quando coloro i quali de' santi nelle monete è segno della
battono la moneta per ordine del loro protezione delle città e regni
principe o dello slato, la fanno di cui esse appartengono. Osserva Pro-
titolo o di peso inferiore al pre- copio che ne
, persiani , né altri
i

scrillo.Gl'imperatori romani con- principi , osavano battere monete


siderarono i monetari falsi come d'oro, se non che coU'immagine del-
rei di lesa maestà; il concilio ge- l'imperatore, non così i franchi che
nerale di Laterajio I, celebrato nel battevano monete d'oro senza tal
112?. da Calisto H, fulminò la ma- ritratto. Dice il Vettori che la mo-
ledizione e la scomunica contro i neta chiamata testone fu così detta
monetari, e chi avesse speso scien- dalla testa di alcuni Pontefici e
temente monete false ; e il Papa principi che vi si trova scolpita.
Giovanni XXIl dichiarò che chie- i Le immagini che si fanno impri-
rici che alterano la moneta diven- mere nelle monete servono eziandio
VOL. XLV. 7
98 MON
a far scorgere la sostanza del^ mo- chiese, p. 38 1, parlando delle me-
neta niente avere di falso, e senza daglie o monete de' gentili, che tal-
bisogno di bilancia, il giuslo peso volta ritrovansi poste dagli antichi
e la realtà delle medesime dimostra* fedeli o dentro o fuori a' sepolcri
no nello slesso tempo, e ciò equivale de' sacri cimiteri , dice che quan-
a un diploma segnato col pubblico tunque i cristiani sapessero la scioc-
suggello, su di che parla Carlo Mo- ca superstizione de' gentili, tuttavia
lineo, De mutatioiie monetac. 11 non abborrirono di collocare ne'Ioro
Sarnelli citato spiega perchè nelle sepolcri qualche medaglia o mone-
monete e medaglie si esprime per ta coll'impronta degl'imperatori gen-
Io più il solo volto. Egli dice ciò tili, ma con maniera e con fliii di-
farsi perchè la fììccia è la piti bella versi da que* de* pagani, cioè affisse
e nobile parte del corpo, e che si nella calcina che ferma le tavole
può dire liilto l'uomo essere il ca- di marmo, o di terra cotta che Vi
po: lotus homo in vulta est. 11 Gua- chiudono, ma non mai in bocca o
sco, Riti funebri di Roma pagana^ vicino alla testa de' cadaveri; qtiin-
p. 2 1, mostra la sua sorpresa come di credere che si ponessero affin-
gli antichi romani si avvisarono che chè rimanesse la memoria del tem-
le monete avessero efficacia anche po e dell'imperatore sotto cui sof-
nel regno de' morti ,
poiché pone- frirono il martirio, e ritenere col
vano in bocca al cadavere un trien- Buonarroti, che queste medaglie o
te, ch'era la terza parte d'un asse, monete denotino il tempo della mor-
affinchè giunto alla riva del fiume te di colui eh' è seppellito nel lo-
Acheronte o palude di Stige, pa- culo de' cimiteri o catacombe, cui
gando puntualmente l'avaro Caron- sono affisse, o dentro quale ri-
al
te, questi subito lo tragittasse colla trovaronsi colle ossa avvertendo
;

sua barca ai sognati campi elisi ; che talvolta, ma raramente, se ne


ed i greci ponevano in bocca al trovarono di diverbi imperatori, per
morto due oboli, ed capitani ate* i mero ornamento del sepolcro dove
niesi ond'essere distinti dal favolo- furono affisse; e Celestino III col-
so Caronte, accrebbero lo stipendio locò monete d'argento nel sarcofa-
sino al Iriobolo, dal qual pedaggio go de' corpi di s. Eustachio e com-
i soli ermionesi erano esenti ,
per- pagni nella sua chiesa. Dicendo a
dio il viaggio dal loro paese all'È- Medaglie PoNTtFiciE di qtielle che
rebo era brevissimo: il nocchiero si pongono coi cadaveri de' Papi,
senza moneta non concedeva l'im- notammo che per mancanza di es-
barco, per cui veniva morto e-
il se, con quello di Pio VI furonvi
scluso, restando la sua anima erran- collocate alcune sue monete. In vari
te e dispersa, il che accadeva agli luoghi poi parlammo delle monete
estremamente poveri. Nel 1817 nel- collocale ne' fondiimenti degli edi-

le tombe di Calisto suburbane a fìzi al pari delle medaglie, come si

Roma si trovò un teschio quasi gi- disse a detto articolo, e delle prin-
gantesco con in bocca una moneta cipali sue raccolte. Nell'aprile 1847
d'aigento appartenente a Tito, e vi in Egitto ebbe luogo una gran fe-

era scritto Judìea Capta. 11 Ma- sta nazionale, cioè la solenne col-
rangoni , Delle cose gentilesche e locazione della prima pietra delle
profane trasportate ad uso delle chiuse del Nilo, fatta dal vii:erè
MON MON 99
Mohammed-Àly con cerimonia mai talento egiziano e babilonico, ch'era
avuta luogo in Turchia, nuovo alle volte peso e somma numerari»,
progresso che Torienle attinge agli componendosi di dodicimila dram-
usi ed all'incivilimento europeo. Il me; e fuvvi il talento attico, il ma-
viceré, mentre gli sceh miaistri del cedonico ed altri : ed in Egitto an-
maomettismo compievano le loio che il tolomeo d'oro. Varie nazio-
preghiere, fece porre in una casset- ni ebbero la dramma, il siclo d'oro
ta di piombo ogni sorla di monete chiamato adarcon e drachma, l'asse
d'oro, d'argento e di bronzo conia- moneta di conto dei primi tempi di
te sotto il suo governo all'occasio- Roma , r assarion e 1' aureus pure
ne di questa festa, ed un processo romani, il Cristofaro de'lidii, il dari-
verbale, saldata a piombo e depo- co de' persiani, diverse specie di
sta nella buca preparata in un bloc- dramma, il fìlippo d* oro moneta
co di pietra di fondazione della macedone, la lira o mina egizia, la

chiusa. Indi il viceré prese un po- mina attica d'argento, la mina d'oro
co di cemento con una cazzuola dei romani, l'obolo, l'oncia, il pondo
d'oro, e lo gettò sopra la pietra, e sinonimo di libbra, il quinario, il

con martello d'argento percosse va- sesterzio de'romani, la siliqua sici-

rie volle il sasso. liana, il ed


soldo d'oro, la statere
Fugrave questione fra gli anti- altre monete descritte
antichissime
chi, né fra i moderni è ancor de- dai numismatici. Secondo Erodoto i
finita, se in Grecia ai tempi della primi a battere moneta furono i
guerra troiana fosse introdotto l'uso lidii, altri riferiscono l'origine della
della moneta, e se Omero la ricor- moneta al secolo in cui Saturno e
di veramente ne'suoi canti divini, e Giano regnavano in Italia ai tempi
incertissima quindi l'età di sua mo- eroici o favolosi. Sembra che le prime
neta ne' ricordi degli scrittori. La monete dai greci versate nel com-
nozione della moneta si trova ezian- mercio non fossero che di rame sem-
dio presso gli antichissimi popoli, plicemente, e non portassero alcuna
de'quali ci giunse memoria: le sa* impronta; ed a Fedone o Fidone
ere carte ricordano fino dai lem- tiranno d'Argo si attribuisce l'inven-

I
ci

pi di A bramo e di Abimelecco i zione de'pesi e misure, e delle mo-


così detti sicli, e non poche volte nete battute nella Grecia, i4'2 anni
qua e là in quei libri si parla di circa avanti la fondazione di Roma.
moneta d'oro, d'argento e di bion- Siccome non vi aveva alcuna ra-
zo. Queste circolavano pure nell'an- gione o motivo per cui dovessero
tico Egitto a'iempi di Giuseppe, che quelle monete improntarsi dai due
fu vendulo per venti o trenta mo- lati, cosi può presumersi che nell'o-

nete d'argento o d'oro. L'uso della rigine non si adoperasse nel bat-
moneta fra gli assiri, che alcuni di- tere le monete se non che un solo
cono i primi a battere moneta, i tipo, o un solo impronto, a fine di
caldei o babilonesi, è provato d'au- prevenire la frode e di dare ai pez-
torilà precise: Ephron domandò ad zi monetati un carattere legale. Es-
A bramo pel prezzo del campo ove sendosi poi perfezionata l'arte della
volea stabilirvi il sepolcro di Sara, moneta, si ornò anche il rovescio
4oo sicli d'argentOj ed A bramo ne della moneta di una testa o di
pagò la somma. Quindi abbiamo il qualche altro simbolo. I greci pone-
100 MON MOiV
ano sulle loro monete d'ordinarlo neta e fabbricarne di rame, ciascuna
dei geroglifici o de'segni euiginalici, del peso d'una libbra o as. Sotto
che particolari erano a ciascuno sla- i re di Roma non si conobbe la
to, o a ciascuna provincia. Quelli di coniazione di monete d'oro e d'ar-
Delfo rappresentavano sulle loro mo- gento, la quale s'incominciò a conia-
nete un delfino, una ci-
gli ateniesi re l'anno di Roma 4^4 o 4^5?» ^
vetta, beozi una figura di Bacco
i l'anno 546 quella d'oro. Cesare fu
con un grappolo d'uva ed un'ampia il primo che
fece imprimere la sua
coppa , i lacedemoni uno scudo, e testa sullemonete, per decreto del
così altri altre insegne. 11 Zaccaria, senato. Può vedersi la grande opera
Scoria leu. d'Italia t. IH, p. i8i di Budeo, De asse.

e seg. tratta di quando cominciasse In Francia si pretende che la pri-

la moneta coniata, della moneta ma moneta d'oro conosciuta in quel


d'Italia e della veneziana. regno fosse quella battuta d'ordine
I romani sotto il regno di Romolo, di Teodoberto re di Metz, nipote di
al dire di Festo, non fecero battere Clodoveo I. Poco conosciuta è la
alcuna sorta di moneta ; essi ne ave- monetazione di quei tempi; si sa
vano tuttavia d'oro e d'argento, ma soltanto che la lira nell' 8o5 era
queste secondo alcuni scrittori veni- composta di venti soldi. Carlo Ma-
vano dall' lUirio, e passavano per gno fu il primo che da una libbra
mercanzia. Vuoisi che il re Servio di peso d'argento fece ricavare venti
Tullio sia stato il primo che fece bat- monete che chiamò soldi, e da uno
tere una moneta di rame sulla quale di essi fece trarre dodici altre mo-
pose un bue o una pecora; ma è noto nete che nominò denari : si è os •

che prima di lui Numa stabilì un servato che Carlo Miigno era tanto
corpo o compagnia di battittori di ricco con un milione solo di ren-
rame chiamati aerarìiy i quali era- dita, quanto lo era Luigi XV con
no monetari
i di quei tempi, ed sessantasei milioni. Sotto Carlo il
egli fece fabbricare della moneta di Calvo, e neir 864 ^' cominciò a
rame, la cui specie non era affatto porre sulle monete l'effigie del prin-
marcata, ma tagliata grossolanamen- cipe regnante, ed il suo editto sul
te in piccoli pezzi quadrati, ed il regolamento e valore delle monete
peso ne fissava il valore: la più con- è uno de'piìi antichi e curiosi mo-
siderevole fu chamata as^ aes^ o numenti della legislazione francese.
rauduSy dalla sua materia, e pondo Le monete di tal nazione vuoisi
o ussipondio, perchè pesava una lib- che da Filippo IV cominciassero a
bra o dodici oncie, laonde per co- portar la leggenda: Sit nonien Do-

modo commercio si fabbricaro-


del mini henedictum. All' articolo De-
no diverse monete di minor peso. nari parlai dello scudo d' oro che
Dal non essere le prime monete ro- ebbe origine da Filippo V, pei mo-
mane di Numa con marca, venne la tivi che riporta il Marsuzi a p. i, i

denominazione di aes rude o grave, confutando Le Bianc nella celebre^


il peso assegnandone il valore, per opera sulle monete di Francia, Mon-
cui dopo circa i8o
Servio Tullio noìes de France, il quale ne ripe
anni, vedendo" ch'era molto incomo- te il principio avanti il 1279. Que-
do tener sempre la bilancia in mano, sta moneta chiamata denaro d'oro
fece cambiar la forcaa di quella mo- allo scudo, deniers d'or à Vescit,
MON MON loi
poi per brevità fu delta semplice- bra altra volta effettiva, del valore
mente scudo d'oro. L'Italia fino dai di venti soldi, e più o meno se-
più remoti secoli ebbe monete prò- condo i luoghi e i tempi, avendo
prie, ed invano fra le tante rivo- variato anche nella forma e nel
hizioni, di cui fu misera preda, ne titoloper nomi aggiunti alla me-
rimase priva. AU'elrusche d'imme- desima. Nei medio evo le repub-
raorabile origine, dice il Marsuzi, bliche italiane per recar onta ai
che succedettero le romane, e Ro- nemici, non solo facevano correre
ma in tutte le epoche mostrossi il palio sulle porte delle città as-
gelosa di tale diritto, testimonio sediate, da' cavalieri, fanti o mere-
deila propria sovranità; anche Ra- tiici, ma volendo al tempo stesso
venna nel 4^2 ebbe monete im- dimostrare che si esercitavano alti
presse al conio suo, e Pavia, Mila- di sovranità sul territorio loro, si

no, Lucca, Treviso, il ducato be- creavano cavalieri, e batlevasi mo-


neventanoj e probabilmente lo spo- neta. All'articolo Italia citammo
no a'tempi de' longobardi non
leti vari scrittori sulle monete italiane,
mancarono d'un tanto onore. In in un all'opera de' dótti gesuiti i
progresso o la sagacilà, o il dena- pp. Marchi e Tessieri suW aes gra-
ro, o r obbedienza, o la forza, o ve, primitiva moneta di cui ebbero
per privilegio imperiale o pon- l'arte e l'uso oltre quarantatre cit-
tificio, ne resero partecipi quelle là e popoli divisi in sei provincia
città, che ad un qualche grado di delf Italia media, meritando in que-
possanza giunsero, come diciamo st'arte i primi onori i popoli fra
ne' loro articoli, ed in molti par- il Tevere e il Liri, i rutuli, i la-
liamo de\escovi che in un al do- tini, i volsci, loro appartenendo le
minio temporale esercitavano il gius monete coniate ne' tre metalli con
della moneta. Ne' bassi tempi in le epigrafi Roma e Romano^ attri-
Italia variarono sommamente la buite prima per mancanza di con-
forma ed il valore delle monete, fronti con le fuse alla Campania ;

perchè divisa essendo la penisola dalla quale opera importante rile-


in varie sovranità, e divenuti es- vasi pure, che gli iguvini o egu-
sendo sovrani per qualche tempo bini, erano stati una confederazio-
anche gli stessi municipi, quasi tut- ne d'almen cinque città diverse,
ti vollero battere moneta, e tutti con altrettante olFiciue monetali; i
ne variarono il titolo, il peso, le popoli transapennini o adriatici a-
impronte e le leggende a norma ver adoperato un sistema decima-
dei loro stato politico. In epoca le nel peso e nella divisione della
remota si cominciò in Italia a bat- loro moneta. Una relativa lette-
tere ducati o scudi d'oro, fiorini ra del eh. avv. De Minicis, la
o zecchini, massime dai fiorentini, citammo a Fermo. Nel iBSg il
dai veneti, e dalle zecche ponlifi- march. Melchiorri pubblicò in Ro-
cie, di che con altre monete anli- ma: V
aes grave deW Italia me-
che parlammo a Denari, dicendo a dia ordinato e descriUo dai pp.
Doge delle oselle dei dogi di Ve- Marchi e Tessieri. Dipoi nel 1840
nezia. Ricevuta pure fu in vari il lodato p. Tessieri nell'accademia
stali la denominazione di lira, mo- romana d' archeologia fece leggere
neta d'argento, cosi detta da lib- una dissertazione, nella quale di-
, .

ioa MON MON


mostrò che la ragionata distribu- Viennae lyyS. Catalogus musaei
zione geografica e cronologica della Caesarei vindohonensis ^ Vindobo-
moneta primitiva in aes grave dei nae 1779. ^'®" Giacomo Gesner
popoli deir Italia di mezzo, è gran- di Zurigo, chiamato tesoro univer-
de eccitamento a tentare una di- sale delle antiche monete: Prospe»
stribuzione egualmente ragionala clus thesauri universalis numisma-
di tutta la moneta segnata in Ro- tum antiquorwn , Zurigo 1734.
ma nell'epoca della repubblica, onde Ecco [)oi il titolo dell'opera com-
dare una serie ordinata, non una piuta: Nuniìsniata antiqua populo-
serie che tutte universalmente ab- rum et urhiwn omnia quotquot ex
bracci le monete consolari, ma cer- numismato, phylaciis, et scriptori-
tamente una catena numerosissima, bus de re numnria comparare li'
la quale sia più che suniciente a cuit integra serie labulis aeneis re-
creare la monumentale del-
storia praesentata , adscriptis noininibus
l'arte. II numero 58 del Diario di museorum unde deprompla sunt,
Roma 1845 notificò che l'arcipre- et locis prae stantissimo rum aulho-*
te di Cerve te ri o Ceri Regoli ni rum qui singula illuslrarunt. Tut*
rinvenne in quell' etrusca città un tavolta in critica è stata poco lo-
numero considerevole di assì^ se- data. Laudi, Numismala selectiora,
missi e quadranti^ utili a qualun- Lugduni Bat. 1695. Froelich, No-
que raccoglitore di aes grave, per titia numismatuni anti-
elementaris
la loio varietà e bella conserva- quorum, Viennae 1758. Ad numi-
zione. Queste monete di diverse smata regum veterum accessio no-
epoche hanno gli assi coi Giani va j Viennae. Millingen Recueil ,

le barche, gli emblemi di Volter- de medailles grecques inedites, Ro-


ra, le Minerve, i Nettuni, le rote me 1812. Francesco de Domini*
dei rutuli, ec. ; si veggono nei cis, Repertorio numismatico per co-

sentissi Giovi e
i le barche, e nei noscere qualunque moneta greca ^
quadranti, il fiore, il bue, Nettuno, ec. tanta urbica che dei re, Napoti 1826.
Oltre i citati autori, tra gli al- Musaei Sanclementiani numisniata
triscrissero sulla moneta i seguen- selecla imperatorum romanorum
ti.Mainoni, Descrizione di alcu- graeca, aegyplica coloniarum il-
et
ne monete cufiche, Milano 1820. lustrata cum figitris, Romae 1808.
L* Adler pubblicò un piccolissi- Spanhemii, Dissertatio de praestan-
mo saggio delle monete cufiche. tia et uw numismatuni anfiquorwn,
Michele Tafuri fece la prefazione Pcomae 1664. Du Gange, De ini-

dell'opera: Monete cufiche de^ nor- peralor. nu-


Constanti nopolitanor.
manni e degli svevì rinvenute in Si- mismatibus, Romae 1755. Zoega,
cilia, raccolte e pubblicate dal prin- Nummi aegyptii imperalorii musaci
cipe di s. Giorgio, poiché i prin- Borgiani, Romae 1787. Goltzii ,
cit^inormanni e svevi per lunga C. Julius Caesar ex antiquis nu-
pezza batterono monete con impron- mismatibus, Brugis i563. Graecia
ta e leggenda cufica, proprie dei ex antiquis numism., Brugis 1 58 r
saraceni anteriori dominatori della Orsini, Storia delle monete della
Puglia e Sicilia. Eckhel, Descriptio repubblica fiorentina, Firenze 1760.
nnmniorum Anliochiae Siriae, Vien- Doederlin, Commentatio historiae
nae 1786. Nummi veteris anecdoli^ de nummis Germaniae mediae, No-
MON MON io3
rimhergae 1729. Liebe, Gotha mtm- !o nn trattato sugli assi gravi e sue
w»rtfr/Vr, Amsteiclam lySo. Argelati, partizioni, non che sulle incerte, e
De monetìs Italiae varìoviim illik- su quelle di ftìbbrica campana, a
striitm Mediolani ì<j5o.
viroruniy vantaggio della numismatica antica.
Ferdinando Galiani, Della moneta^ Le impronte delle monete sono in
Napoli 1780. Cesare Antonio Ver- parte desunte dai libri edili , dalla
gara, Monete del regno di Napoli collezione che ben copiosa possiede
da Ruggiero I fino a Carlo VI, l'autore, e dalla serie rinomatissi-
Roma 1715. Faslos mngislraluum^ ma della famiglia Santangelo. ^aU
et triuniphorum romanorum ex an- \eEffemeridi romane del 1774» p*
tiqxiis mimismaluni quam marmo- 292 e 297, e del 1779, p. 3i3, si
nini monumentine Brugis i566. dà conto dell' opera di Bellini sul-
Band uri, Numismata imperalorum le monete d' Italia nel medio evo,
romanorum a Tra/ano Decio ad essendo anco autore della dis-
egli
Paleologos, Lntetiae 17 18. Vail- sero sulla Lira ferrarese de mar-
lant,Numismata imperalorwn ro- chesini, e del tratt. delle Monete di
manorum, Romae 743. V. Fa- 1 Ferrara, al qual articolo parlammo
MIGHE NOBILI DI PiOMA. La laC- delle sue monete. Neil' Effemeridi
colta delle rnonete consolari di del 1776^ p. 4^ 6 5i, del 1780
Francesco Sibilio valente pietrista, p. 124, del 1784, p. 2o4, e del
non ha in Roma confronto, ed al- 1 790, p. 285, si dà un sunto della

l' infuori di quattro nomi le ha Nuova raccolta delle monete e zec-


raccolte tutte inclusive alla varietà. che d
Italia, o^^vvi del Zannetti. II
Tale raccolta veduta dal cav. Bor- Muratori nella dissert. XXVII, trat-
ghesi e dal barone d'Agly fu som- ta delle monete di varie città e
mamente lodata. Gennaro Riccio, regni, come pure d* Aragona, Na-
Le monete delle antiche famiglie varra, Francia, Inghilterra, Scozia,
di Roma fino all' imperatore Au- Schiavonia, de' conti del Tirolo,

I gusto inclusi\f amente


chieri dette comunemente
co* suoi zec-
consolari,
ec. Osserva
erudizieni, che la
il Vettori con diverse
moneta si nomi-
Napoli i836. 11 benemerito autore nò secondo il colore del proprio
scorgendo che grandi scoperte eran- metallo ; laonde quella di rame fu
si numismatica delle fa-
fatte nella detta nera, quella d'argento alba,
miglie romane, per opera dei dotti che ancor oggi dicesi bianca, e
Borghesi, Sestini, Cavedoni ed altri, quella d'oro fulva o gialla; qua-
e che la grande opera del Morelli si' ultima al fri erroneamente disse-
è ognor più rara a trovarsi, e per- ro ^^i^rt ojlavia, dalla gente Fla-
ciò eccedente di prezzo, divisò di via, attribuendogli il nome da Ve-
pubblicar l'opera a modo di ca- spasiano e Tito ch'erano della fa-
talogo alfabetico ragionato, raccol- miglia Flavia. La moneta di mi-
se tutte le monete di famiglie o stura Giovenale la chiamò Te- : . . .

consolali, le descrisse, le interpre- ìiue argentum, venaeque secundae.


tò, ne indicò la rarità e il costo Parlando poi del giuoco degli an-
in commercio, riunendo in
tutte tichi fanciulli di Roma, chiamalo
tavole litografiche, con adunare i Testa o Nave^ aggiunge che cosa
diversi tipi delle monete di ben simile a questa praticano oggi col-
182 famiglie. Inoltre vi ha aggiun- le monete correnti, nelle quali es-
io4 MON MON
sendo (a' tuoi tempi) effigiati da arnaldistì, dalsecondo generale con-
una parte s. Pietro e s. Paolo, o cilio di Luterano perciò condanna-

solamente uno dei due, e dall' al- ti, poscia in diverse epoche da nu-
tra le armi del Pontefice che re- meroso stuolo di altri erelici e
gna o di alcuno de* suoi predeces- scismatici, i quali per vaghezza di
sori, gittando in allo la moneta oppugnare i diritti eziandio tempo-
dicono Arme o SanlOy e secondo che rali della Sede apostolica, lutti

ricascando in terra la moneta, sco- scrissero che sorami Pontefici non


i

pre l'una cosa o l'altra, vince quel- erano anticamente padroni assoluti
lo che la indovina (questo giuoco de' loro stati, ma bensì gl'impera-
tullora si fa in Ron)a ). In Tosca- tori, accozzando insieme l' autorità
na sogliono dire Giglio o Santo, degli antichi scrittori e vari monu-
portando le monete di rame per menti o finti o mal inlesi, per sos-
Jo più il patrono s. Gio. Battista tenere le loro imposture, con pre-
da una parte, e dall' altra il giglio, testo di sostener le ragioni dell'im-
antica insegna di Firenze. pero germanico. Ma le nere calun-
MONETE PONTIFICIE, Monc- nie furono confutate appieno dal
tae Poniìjiciae. Dacché la Sede a- celebre Gretsero, e da altri veridici
poslolica per volontaria dedizione e imparziali scrittori, e quelle con-
de' popoli, o per munificenza di tro il diritto eh' ebbero i Papi di
Tari principi cristiani ebbe il domi- batter moneta, dall' Acami con la

nio utile e diretto insieme di al- dissertazione dell'origine ed antichità


cune città e castella d'Italia, come à^WA Zecca pontificia (Fedi), e da
dichiariamo ai loro articoli, oltre que' gravi autori da lui citati, e da
quanto diremo a Sovranità' dei altri critici e giusti storici e numi-
Pontefici, prima ancora delle cele- smatici Ennio Quirino Visconti
.

bri donazioni e ampliazioni che diceva che delle monete pontificie


ad essa fecero il re Pipino e l'im- è stato scritto meno di quello che
perator Carlo Magno, dell' esarcato si poteva , essendo questo ramo
e della Pentapoli, dominii ch'eran- di numismatica intimamente legalo
si già posti sotto la protezione del- colla storia ecclesiastica, fertilissi-

la santa Sede, incominciarono i ro- ma di segnalati avvenimenti : desi-


mani Pontefici a esercitarvi la tem- derava occuparsene con Gaetano
porale loro sovrana giurisdizione, Marini, ma gli mancò il tempo.
non solo con forvi le leggi, rice- Le monete pontificie, al dire del
vere dai sudditi il giuramento di dottissimo filologo Agincourt, rac-
iedeltà, esigerne tributi, punire e- chiudono un erudito tesoro, la cro-
ziandio colla morte i rei, e rego- notassi e l'autorità ricordano, e le
larvi in altra guisa il governo po- grandi intraprese dei supremi capi
litico con tutti quegli atti che a e maestri di tutto il mondo catto-
un principe sovrano e indipenden- lico, e interessanti sono alla storia
te convengono, ma
con bat- altresì di Roma mutui
pei servigi che fra
tervi la Moneta [Vedi). Questi bei loro si rendono la chiesastica nu-
pregi della temporale pontificia so- mismatica e la sacra erudizione,
vranità invidiando sino dal secolo XI né di minore importanza e pregi
gli scismatici, contro i quali scris- sono pure le Medaglie pontificie
se s. Anselmo, nel XII gli eretici (Fedi). I cristiani monumenti sono
MON MON io5
in relazione iiumed'uUa alle mone- sunto di tali critiche e dotte os-

te ponlilicie segnatamente antiquio- servazioni si riporta nel Giornale


ri, come quelle che sono testimo- de' letterati, i'j5i e 1753, art. XVI,
ni autorevoli degli eredi dell' eccle- avendo il Carli preteso di fissare
siastico principato, che rende i Pa- l'epoca della zecca ronjana al 188; i

pi saiularmenle pili liberi nell'eser- benché sia la più antica fra quelle
cizio della pole.slà di supremi pa- de' principi d' Italia, chiamandola
stori conferita da Gesù Cristo. zecca del Senato Romano (P'edi),
Muratori nella dissert. XXVII,
Il e da questo ceduta al Papa a tale
Anliquit. Italie, medii aevi t. Il, p. epoca. Il Borgia nelle Mem. di Be-
54B, fu primo ad alzare il velo
il nevento t. II, p. 287, dice che le

Uiisteiioso che le prijne monete pou- città della Chiesa ch'ebbero la zec-
tiiìcie cuopriva, ma con sinistre e ca, oltre Roma, Ancona,furono
insussistenti interpretazioni, al pari Ascoli, Benevento, Camerino, Gub-
di quelle di Le Blanc nella sua dis- bio, Ferrara, Fermo, Forb, Mace-
sertazione slorica delle monete: tra rala, Perugia, Pesaro, Ravenna,
le altre cose, falsamente il Mura» Recanati, Riniino,, Sinigaglia, Spo-
turi alTermòj che i Pontefici ave- letOj Urbino e il contado Venais-
vano ottenuto privilegio di batter sino. Di queste città egli aQerma
moneta dagT imperatori greci, chia- che la sola Ravenna ebbe zecca
mando il dominio di Adriano I, pontificia prima di Benevento^ la
vicariato di Carlo Magno. Le Blanc quale però ebbe il singolarissimo
qualche volta è stato troppo azzar- privilegio di coniar monete colle
dalo ne' suoi pensamenli, e qual- chiavi della Chiesa, per indicare la
che autorità da lui citala è infe- sovranità papale, e che neppure i

dele. Quindi abbiamo le opere e Pontefici batterono moneta col se-


raccolte di monete pontificie dello gno delle chiavi prima di Benedet-
Scilla; del Vignoli, però mancante to XI. Tuttavolta r autore delle
e non sempre felice nelle spiega- Osservazioni^ dice che s. Gregorio
zioni; del Fioravanti, otliina opera^ li, che fu primo a batter mone-
I
il

ma essa ancora mancante d'alcune ta, di una delle quali parleremo,


monete perchè poi rinvenute; e per vi fece imprimere le chiavi, anti-
non diredi altri, del Garampi, vero chissima insegna della chiesa ro-
tesoro di erudizione ecclesiastica, dal mana.
quale nu)lti hanno copialo senza ci- Lo Scilla dichiarò nella sua ope-
tarlo, come osservò d'Agincourt: io ra, non potersi assicurare di for-
lo cito sempre. Ragionò ingiustamen- mare completa storia di tutte le
te della zecca romana il conte Car- monete battute nello stalo eccle-
li Rubbi seguace del Muratori, nel- siastico,mentre successivamente se
r opera : Dell'origine e coniinercio ne andavano ritrovando dagli eru-
della moueia, e dell' isliluzione del- diti numismofili, anche nella ricca
lezecche d' Italia, Aja (Venezia) messe delle pontificie monete, il cui
1731. In quanto appartiene alla zec- numero complessivo in processo di
ca pontificia in Roma, gli fu egre- tempo sarà aumentato, cadendo
giamente risposto e venne confutato perciò in acconcio di applicare alle
dall'autore anonimo delle Osserva- monete papali quanto Plinio disse
zioni, ec. libri 3. R.oma 1752. Un di quelle de'gentili. Non erat apiid
io6 MON MON
nntiqiiem numerus ultra cf.nlum mil- e quali sono le nìoncle di ci iscnn
lifiy ilaque et hodie tuuUiplicantur Papa Clemente XI, ed
inclusive a
haeCy ut (ìecies cente.na tnillia ani in qual paese ed anno battute.
saephis dicantur. Riporterò quanto Quali sieno slate le prime in eia-
scrive lo Scilla neiia sua introdti- scun valore e impronto. Tuttociò
zione, che quale erudizione si può che si vede per la prima volta in
applicare a questo argomento: è esse, colle loro mutazioni, onde al-
poi noto che la partizione dello cune rimasero in disuso. I nomi^
Scilla non piace alia sana critica, il valore, il peso, la lega delle mo-
poiché epoche da lui fissate non
le nete. Quelle senza nome di alcun
corrispondono alla vera partizione Papa. A che alludono le imprese
de* tempi, che in numismatica si ed impronti figurati ; i motti che
chiama croni smo monetario ; fa tal- vi sono scolpiti, e da quali autori
mente sono molti gli scrittori che sacri o profani ricavati, con notizie
caddero in anacronismi, e ci trag- generali e particolari delle medesiuìe.
gono meno avveduti. L'opera è
i La varia situazione de' ss. Pietro e
distinta in tre parli. Nella prima è Paolo alla Mano (Fedi) destra o
J' indice delle monete pontificie di sinistra, con osservazioni. Di quali
argento, d'oro, di mistura e rame, Pontefici si vede scolpito il ritratto
diviso in monete antiche, vecchie e o immagine, e di quali vi si legge
nuove, avvertendo che per antiche il nome della fiimiglia. Chi di lo-
i numismatici suoi contemporanei ro avendo celebrato anno santo
l'

intendevano le monete sino a tut- del giubileo, in quali monete e con


to il pontificato di Clemente VII quali epigrafi ne lasciarono memo-
ch'ebbe termine nel i534, come ria, ed in cui si vede la porta san-
rare e notal)ilmente diverse dalle ta. Le città dello stalo pontificio
posteriori in giandezza o diametro, che hanno battuto moneta ; quali
peso, forma e impronto. Per mo- ed in qual ponlificato hanno co-
nete vecchie sono riputate quelle minciato e finito le loro zecche ,
di Paolo III e successori sino a In- come ancora di altre città eh' era-
nocenzo X, eh' erano allora le piìi no della dizione, cioè giurisdizione
correnli e mal fatte. Per monete e dominio papale. I ^anti protetto-
nuove chiamò quelle ruspe (cioè le ri delle medesime in quali monete
monete che coniate di recente non e tempo improntati e variati, f
banno perduto nel maneggiarle la cardinali legati e camerlenghi che
prima loro ruvidezza, aaper^ rudis)^ hanno battuto moneta con la loro
che dall'anno santo i65o d'In- arme o nome, come anco de' pre-
nocenzo X cominciarono ad essere lati presidenti della zecca che han-
rotonde e bene scolpite. Nella secon- no posta la loro arme, e degli ar-
da parte lo Scilla pose le annotazio- tefici incisori de'conii, che hanno
ni particolari alle monete, concer' scolpito il proprio nome; ed in fi-
iienti le analoghe notizie istoriche, ne il numero e valore di tutte le
nomi, valore, peso, lega e rarità, monete secondo ciascun pontificato.
Kella terza parte riportò varie eru- Quanto alle collezioni o cimeliote-
dite osservazioni, distinte in tredici che delle monete pontificie, il Mu-
capitoli. Dichiara poi l'autore, che ratori neir opera citata, tratta di
dulia sua opera si rileverà quante cinquantatre monete pontificie, da
MON MON 107
Adriano I del 772 a Pasquale Innocenzo Xll, Clemente
XI. Fa-
II del 1099. L' Argelati, Demone' cendosi un confronto colla CronO'
tis Jtaliae, da Adriano I a Pasqua- logia de' Pontefici (Fedi), si vedran-

Je II ne dà parimenti cinquantatre. no le lacune e le mancanti. La


Il Vignoli nella prima edizione, raccolta di Scilla l'acquistò prima
Antiquìores Pontificum Romanorum il cardinal Passionei ( la raccolta
denariì^ Romae
1709, parla di del quale avea molte monete false,
ventun da Adriano I a
Pontefici, avendo i venditori abusato della
Benedetto VII del 975, ed illustra sua eccessiva buona fede, poca
e
Irentacinque monete, cioè quelle vistache avea), e poi Benedetto
di Adriano I, s. Leone III, Stefa- XIV, che la collocò nella biblioteca
no IV detto V, s. Pasquale I, Gre- vaticana ; quindi fu involala nel
gorio IV, s. Leone IV, Benedetto 1798 dai repubblicani francesi, in
III, s. Nicolò I, Adriano II, Gio- un alla serie delle Medaglie ponti'
vanni Vili, Martino II o Marino fide, al modo detto a quell'artico-
I, Stefano V detto VI, Formoso, lo. Luigi Tomassini acquistò da
Benedetto IV, Anastasio III, Gio- principesca famiglia la serie delle
vanni X, Agapito II, Giovanni XIl, monete pontificie, ed egli con mol-
Leone Vili, Benedetto V, Benedet- ta intelligenza 1' accrebbe notabil-
to VII. Nell'altra edizione del Vi- mente. In sua morte ne fece acquisto
gnoli, accresciuta e pubblicata nel l'avv. Eugenio Rasponi che pure lo

1734 dal Fioravanti, da Adriano! aumentò, e nel i835 la vendè al


a Pasquale II si discorre di qua- dott.Andrea cav. Belli colto ama-
ranta monete pontificie. Lo Scilla tore d'ogni erudizione, il quale non
da Benedetlo XI del i3o3 a Cle- badando a spesa e ricerche vi uni
mente XI del 1700 descrive le le monete di molti Papi, e quelle
monete de' seguenti cinquantadue delle sedi vacanti degli ultimi tem-
Papi, compresi due antipapi. B. pi, e tutte quelle cbe già aveva
Benedetto XI, Clemente V, Gio- raccolto compresa l'epoca repubbli-
vanni XXI I^ Benedetlo XII, Cle- cana del 1798,0 parecchie in me-
mente VI, Innocenzo VI, Urbano glio cambiò. Non esistendo monete
V, Gregorio XI, Urbano VI, Cle- da Benedetto VII a Clemente V,
mente VII antipapa, Bonifacio IX, egli vi supplì alla sua preziosa col-
Benedetto XI 11 antipapa, Innocenzo lezione con quelle rarissime del se-
VII, Gregorio XII, Giovanni XXI 11, nato, e principalmente colla mone-
Martino V, Eugenio IV, Nicolò V, ta egualmente rarissima di s. Zac-
Calisto III, Pio lì. Paolo II, Sisto caria del 741, proseguendola con
IV, Innocenzo Vili, Alessandro VI, quelle coniate sino ad oggi, onde
Pio HI, Giulio lì, Leone X, Adria- la raccolta Belliana è divenuta clas-
no VI, Clemente VII, Paolo III, sica, e meritava eh' egli ne pubbli-
Giulio III, Paolo IV, Pio IV, s. casse i pregi coir indice alfabetico
Pio V, Gregorio XIII, Sisto V, e cronologico, come fece coli' opu-
Urbano VII, Gregorio XIV, Inno- scolo: Cimelioleca delle monete pò n-
cenzo IX, Cleinente Vili, Paolo V, tificie, ec. Roma i835. Il cav. Bel-
Gregorio XV, Urbano Vili, Inno- li gloriavasi di cominciare la sua
cenzo X, Clemente IX, Clemente raccolta da s. Zaccaria, ma poi eb-
X, Innocenzo XI, Alessandro VUI, be la sorte di comprare per scudi
ìo8 MON MON
qtiaranta la moneta di rame di i. peggio seguì nel finire il regno dei
Gregorio II, e così accrebbe un pre- goti, avendo gli ultimi loro re To-
gio a priori della raccolta questa : tila Teia distrutto affatto il se-
e
moneta è quadra siccome quella di nato. Mostra ingannato il Carli, ove
s. Zaccaria da un tipo è scritto
; prende ronianati^ moneta di Pio-
i

Crei, e dall' altro Papae. Questa mano Diogene imperatore greco,


raccolta, siccome composta di mo- per moneta romana, e piuttosto
nete eil'ettive e non false, con pa- del senato che de* Pontefici il Fio- :

recchie inedite, e di molto rilievo ravanti riferisce per denari antichi


per la storia, starebbe bene nella battuti dai Papi que' Ronianiscos
biblioteca vaticana per riparare al- denari OS spendibiles, ma l'Acami
la perdita che fece di quella de- ne dubita assai. Avendo s. Grego-
predata nella memorata lagiimevo- rio Il inutilmente procuralo di con-
le bramando egli che resti
epoca, vertire l'imperatore Leone, che avea
nella sua diletta e comune patria dichiarato crudel guerra alle sacre
l'alma Roma, come dichiarò in al- immagini, e tentalo di arrestarlo ed
tro suo erudito opuscolo, che poi ucciderlo, nel 780 circa lo sco-
citeremo, e adombrò in un suo ar- municò e sciolse dal giuramento e
ticolo inserito al numero 5i delle dal tributo gl'italiani in un ai ro-
Notizie del giorno 1841. In esso mani. Ribellatasi l'Italia all'empio
annunziando l'acquisto della mone- imperatore , Roma e sedici città
la d'argento di Anastasio III Papa del ducato, con altre sette della
<iel 911 e che
rarissima, dichiarò Campania, si sottoposero volontaria-
il suo cimelio numismatico inco- mente a s. Gregorio II e alla Sede
mincia da s. Gregorio II, s. Zacca- apostolica, e perciò sotto di lui eb-
ria, ambedue riquadrate di rame, be origine il dominio temporale dei
Adriano I, ec. ; e nelle antiquiori sommi Pontefici, i quali già eser-
ne contiene cinque inedite, delle citavano una certa dominazione pa-
quali non si fa menzione da verun terna, al modo detto alla sua bio-
autore, e non si trovano in veru- grafia e in tanti articoli. Il prin-
na altra raccolta, essendo la sua cipio della libertà riacquistata dai
composta dei tre metalli, ed in romani, sembra doversi attribuire
mistura. al 726, giurando al Papa totale ob-
Aflermando il Carli che il sena- bedienza. Tultavolta l'Acami non
to romano ebbe zecca propria an- conviene che l'origine della sovra-
che sotto goti, e dopo che Pioraa
i nità di Ptoma sia derivata dalla de-
tornò al dominio de' greci, e poi dizione del popolo, ma che i Papi
sotto gl'imperatori d'occidente, l'au- la ricevettero in dono dagli Au-
tore delle Osservazioni ne deluse la gusti.
proposizione, opponendo la impro- Col principato della santa Sede an-
babilità che il senato, soggetto agli dò unito il diritto della zecca, e la
imperatori e a* re goti, godesse più coniazione delle monete pontifìcie.
fortuna sotto due padroni, che sot- In fatti sotto s. Gregorio li si batte-
to uno solo, poiché fino ai tempi di rono monete coli' effigie e nome di
Commodo del 180 il senato ebbe s. Pietro, così volendo l'umiltà del
diritto di battere moneta di rame, Pontefice in vece del proprio, qua-
du indi in poi ne perde il diritto; li monete si vedono presso Fiora-

i
MON MOW 109
Tanti, Garnmpi e Argelati, descri- Papa diritto di batter moneta, il
vcMidosene una d'argento e di for- quale ebbe lo stesso dominio e si-
ma quadrata dal Grimaldi col Vol- gnoria che avevano esercitata i men-
to santo, e colle chiavi incrociate, tovati due antecessori, anche a p.
Len diversa da quelle di piombo o XI 1 e seg. La rariss-ima moneta di
di slagno che per divozione da- s. Zaccaria posseduta dal cav. Bel-
Tansi a pellegrini. Due simili col li, in grandezza è simile a quella
"Volto santo si vedono presso il prodotta dal Ficoroni, che dà il

Fioravanti, ed altra presso il Vet- piombo a tal moneta il cav. Bel- :

tori. L* autore delle Osservazioni li nel numero 80 del Diario di


mostra ad evidenza l' esistenza del- Roma 1839 pubblicò un articolo
la zecca pontifìcia fin dai tempi di in cui dice come acquistò la mo-
s. Gregorio II ; zecca che non eb- neta di s. Zaccaria, che chiama
be ad incominciare o da usurpa- proto-moneta pontificia e quadrino,
zione, o dalla forza, o da qualche non essendo allora possessore di
diploma imperiale, né ad alcuno sog- quella di Gregorio II, e di aver-
s.

getta; ma dal comune consenso dei la confrontata con altra esistente nel

popoli, che scossa la tirannia dei museo Rircheiiano del collegio ro-
greci, riconobbero per loro sovrano mano e trovata identica. Però la

il romano Pontefice. Che nel 72.5 moneta di s. Zaccaria di t;d pre-


Ina re de' sassoni occidentali sotto- zioso museo è tonda e contraffatta,
mise il suo regno tributario alla il perchè lascia primato a quel-
il

chiesa romana a tempo di s. Gre- la del cav. Belli eh' è quadrata


gorio II, coli' annuo censo d' un (quadrino). Antonio Selvaggi nel
denaro per ogni casa^ onde fu det- 1807 stampò in Pioma la disserta-
ta moneta di ogni fuoco, lo dicem- zione: De nummo argenteo s. Za-
mo a Denaro di s. Pietro e ad chariae Papae. Di questa e delle
Inghilterra. L'ioiniedialo successore precedenti il pregio maggiore è che
s. Gregorio HI egualmente battè tutti i collettori cominciano la loro
monete, vendicandone l'identicità serie dalla moneta di Adriano I del

l'autore delle Osservazioni, avver- 772, non essendo loro riuscito Iro-
tendo che il Ficoroni però pose varne delle più antiche, come notò
una sua moneta tra i piombi, e la l'Acami p. XVllI, dicendo avere
chiamò lamina. IVel 741 gli succes- rivendicata la moneta di Zaccaria.
se s. Zaccaria, autore ri- e detto Il Baronio attribuì Leone I a s.

porta una moneta quadrata che ha una moneta Leone IH del


di s.

nel diritto -^ Zacchariae e nel ro- 795, dicendo all'anno 4^ che fli '

vescio 4jf Papae, la quale divulgò coniala una moneta col nome e im-
r Oldoìno dal museo de' Gotlifredi magine di S.Pietro, e dall'altra parte
romani, e meglio ravvisò il p. Ma- col nome di s. Leone I; ma l'Ale-
billoii che ne trovò una simile nel manni e il Vitlorelli con altri la
museo Mezzabarba in Milano, e dichiararono di s. Leone HI, anche
chiamò pretiosa cimelia. L'Acami per l'iscrizione D. JX. Leoni Papae,
p. Vili la chiama la più antica perchè il titolo Domìni nostri pel
moneta papale, e dice che legittima primo fu dato a lui, mentre l'an-
la riconobbero Fontanini e Garam- tico dominio de' Papi su Roma es-
pi, confutando chi negava a quel sendosi più stabilito, da quel lem»
110 MON MON
pò in poi così vennero chiamali. ni gli baciarono i piedi, e secondo
Avendo s. Leone III elevalo Carlo il rito che descrivemmo altrove del-
Magno neir 800 all' impero, e rin- la consacrazione, il Papa regalò il

novato quello d' occidenle, s'inco- senato e il popolo, diversis ninne'


minciò in Roma ad imprimere una rum clonis opti/ne diUn'it. Visse so*
inonela romana, con da una parte h quaranta giorni, pure balle mo-
il nome proprio del Papa, e dal- neta d' argento. Quella posseduta
l' altra quello dell'imperatore, e ciò dal cav. Belli egli crede non esi-
per volontà del Pontefice in con- stere in verun' altra collezione, e
trassegno d'onore verso il protetto- non farne menzione alcun autore,
re della Chiesa, perchè tfmto prima il perchè nel 184^ pubblicò in
che dopo ne furono coniate senza Ronìa r opuscolo: La moneta ine-
quello dell' imperatore. Anche l'au- dita del sommo Pontefice romano
tore delle Osservazioni dice che i p^alentinOf illustrata e pubblicata^
Pontefici per onorare i nuovi Au- ec. La moneta contiene da una
gusti creati da loro, e per attestar parte i segni 4- c/i G c/3 e nel
la confederazione strettissima tra la giro la parola Petrus ; nel campo
Chiesa e l'impero, non per dichia- il monogramma Valentinus. Dal-
rarli sovrani, vi poseio i loro nomi l' altra parte si legge W Ludovvi-
senza il menomo indizio di sovrani- cus scrino in giro, e nel campo il
tà, solo per l'avvocazia pontificia o monogramma Imierator. Di tale
difesa della romana chiesa, il cui erudito opuscolo ne fece 1' elogio il
uffizio riportai nel voi. XXXIV, p. numero 7 delle Notizie del {'ionio
119 del Dizionario^ parlando del 1842. Ivi si parla anche di Leone
nome dell' imperatore posto dai Pa- XI che regnò meno di Valentino,
pi nelle loro monete, con quelle in ma egli non balte monete, bensì
cui esso vi è. Le monete pon-
non abbiamo di lui tre medaglie, de-
tificie col nome dell' imperatore Lo- scritte dal p. Bonanni e dal Ve-
dovico I, figlio e successore di Car- nuti. Successe a Valentino, Grego-
lo Magno, sono quelle di s. Leone rio IV, il rarissimo quadrino del
III, Stefano IV detto V, s. Pasqua- quale è nella più volte lodata col-
le I, Eugenio li, Valentino, e Gre- lezione, e può dirsi gemello al Zac-
gorio IV. Avverte poi il medesimo cariano per la forma e per le let-
autore che le monete pontificie col tere. Offre da un tipo +ff Greii. Pa-
nome degl' imperatori non portano pe, scritto in due linee, e chiuso
mai nel mezzo il monogramma di da un gu'o a perline ; dall' altro
questi, come per lo più in mono- •»Jf Set. Ptr. parimenti collo slesso
gramma complicali si vedono sulle giro : è in rame di forma quadri-
stesse i nomi de' Papi, a riserva di latera. Di s. Leone IV si ha da
una sol volta nella moneta di Ma- Anastasio Bibliotecario, ch'eletto nel-
rino l o Martino II Papa, puhbii- r847 distribuì doni come Valentino,
cata dal Vignoli, che il nome di poi chiamati Presbiterii (Vedi)-, egli

Carlo il Grosso in monogramma fu il primo a dispensar moneta ef-

rappresenta. fettiva nell'ottava dell'Assunzione,


anno 827 divenuto Pontefi-
Neil' di che facemmo menzione nel voi.
ce Valentino,si fa menzione del XXI, p. 170 e seg. Ae\ Dizionario,
senato romano, il quale coi roma- ove parlammo dell'antico gettito
MOi\ MON III
della moneta nella coronazione e di cui feci parola a Denari. Delle
possessi de* Papi, donde ebbe origi- monete battute io Roma da Albe-
ne la dispensa elemosina che
dell' rico fralello di Giovanni XI e pa-
si fa per Ja coronazione del Papa dre di Giovanni XII, forse sotto
e suoi anni versa li. Noteremo che Papa Agapito II, ne parlai nel voi.
pel possesso d' Innocenzo X inonsi- XXV li, p. 193 del Dizionario; es-
£;nor Cibo maggiordomo ,
prima sendosi fatto tiranno di Roma, mu-
della benedizione, dalla loggia but- tato il governo, e avvilito il sena-
tò al popolo moneta nuova d'ar- to. La prima serie delle monete
gento, come avea fallo durante le pontificie da s. Gregorio 11 in poi,
cerimonie, altrettanto molte volte tutti gli autoii la chiudono con Be-
fecero i cardinali d' Este e Orsini. nedetto VII del 975; lacuna che
All'articolo Cappelle pontificie par- durò più di tre secoli, cioè da tale
lando del possesso, delle cappelle epoca a quella di Clemente V e-
dell'Annunziata, venerdì sanlo, ed letto nel i3o5, nel qual periodo si
Assunta, dicemmo dell' olBferte che contano circa cin(juantolto Papi :

in moneta fa il Papa , e descri- ne dà la ragione il Vignoli con


vendo quella della terza domeni- queste parole. « Post eumdem Be-
ca dell' avvento, ricordammo che i nediclum VII, nullius ibidem alte-
l'ontefici anticamente ponevano in rius Pontificis iisque ad Clemen-
,

bocca una moneta d' (irro a chi nel lem V, sese mihi moneta oblulit,
vespero precedente intronava loro quod turbolenlissimis iis Romanae
la quinta antifona. Ecclesiae temporibus polissimum tii-
Alla biografia del cardinal Ga- buendum esse videtur ,
quibus ni-
nimpi, encomiando lo studio da lui Eoirum seditiosa Capitolii factio con-
fatto sulle monete pontificie, dissi sulibus et senatoribus jam antea
pine della dotta dissertazione che creatis, ac paullatim urbis admini-
pubblicò: De nummo argenteo Be- stratione summis Ponlificibus adem-
nedicti IH, eletto neir855. L' A- pia, cudendae quoque monetae au-
carni non ricoi»osce per moneta pa- cloiitatem insolentissime sibi arro-
pale quella monetam romanam che gaverat". PeJÒ avvertiremo, che
si legge nel canone i5 del concilio nel cimelio numismatico Belliano
di Ravenna dell'Byy sotto Giovan- vi è la moneta inedita di Giovan-
ni Vili; ma l'autore delle Osser- ni XIV, che nel 984 successe a
vazioni, p. 207, chiaramente dice Benedetto VII, ed il gran vuoto,
che il Papa nel concilio fece proi- come suol farsi, è riempilo colle mo-
bir solennemente che niuno ardisse nete del memorato turbolentissimo
occupare alla Chiesa i patrimoni, senato romano. Nella collezione Scil-
le regalie e la zecca di Roma. In- lana poi, eravi una monetina di
di nel concilio Tricassino si confer- mistura, che lo Scilla dice l'unica
niarono le costituzioni promulgate da lui veduta, del b. Benedetto XI
da quello di Ravenna per ordine immediato predecessore di Clemen-
di Giovanni Vili questo Pontefi- : te V, nsal battuta e consumata ,

ce assalilo dai saraceni, fu costret- perciò mancante di molte lettere.


to comprar la pace colTannuo tri- Da una parte eravi la croce con le
l)uto di venticinquemila mancuzi lettere PP. Benedict. Un., e dall'al-
d'ui'^'ento, moneta di quel tempo, tra due chiavi in piedi e le lettere
1

112 MOIf MON


S. Petri Patrimonium. Riconoscendo p. VI l'Acami, dunque
se Papi i

i Pontefici aver ricevuto quanto


ili nel secolo Xconcedevano altrui
già
possedevano da s. Pietro ed anco , somiglianti privilegi, molto più <;ssi
dal suo diletto compagno s. Paolo, prima d'allora ne saranno stati iti
le loro immagini ed iscrizioni di possesso, sebbene il Muratori dis-
frequente furono tema delle mo-
il piacendogli la lettera di Giegoiio
nete pontificie , come da qualche V, si affaticò per fìrla credere un
esempio si è veduto di sopra. Con documento fìnto o almeno alterii-
ragione pertanto i beatissimi apo- to, ma non adduce prove convin-
stuli furono acclamati Uomani PrIx\- centi. Nei capitolari di Carlo Ma-
ciPEs in una moneta d'argento co- gno, Lodovico I e Carlo il Calvo,
niala dal senato romano ne' bassi ordinandosi ove si dovesse battere
tempi, come osserva il Fontanini, moneta, Roma non vi si nomina
Disc, ai geni. voi. p. 38. Sui mo- mai, segno evidentissimo che il di-
nogrammi delle monete pontifìcie, ritto era presso Papi; ed
i con- i

y. Monogramma rovesci delle : i trassegni e caratteri prescritti da


prime monete pontifìcie sono cele- Carlo il Calvo per le monete dei
bri per Ja paleo- afìa, e per li mo- suoi dominii non corrispondono in
nogrammi, contro i quali gli stra- veiuna guisa ai contrassegni e ca-
nieri hanno molto inveito per la ratteri delle romane, come nota l'A-
pontifìcia supremazia. Dicemmo al cami. JVel IO 19 Benedetto Vili ri-
citato articolo Mano, che dall'errore cevette dall'imperatore s. Enrico li,
di conio di porre s. Pietro alla si- Bamberga feudataria della Chies!,
nistra Paolo alla destra
e s. nac- , col tributo annuo di cento marchi
que l'uso di porre anche nelle pit- d'aigento, de' quali si parlò a De-
ture, mosaici ed altri monumenti, nari. Nel 1076 s. Gregorio VII
s. Pietro alla sinistra, e questa ri- die l'insegne reali a Demetrio prin-
flessione fu eziandio fatta dal Ciac- cipe di Dalmazia, con l'annuo cen-
conio e dairOldoino. A Medaglie so di duecento bisanzi, moneta che
Pontificie facemmo alcune osserva- pure descrivemmo a detto articolo:
zioni sulle epigrafi, insegne, stem- a Napoli e Sicilia si dirà delle di-
mi, figure ed allusioni, le quali in verse specie di moneta stabilita nel-
parte possono anco servire a que- le investiture di que' regni concesr
sto argomento, oltre quanto dicia- se A Cappelle Pontificie,
dai Papi.
mo ne* luoghi che vi hanno rela- parlando del possesso preso dai Pon-
zione e che lungo sarebbe qui ri- tefici della basilica iateranense , si

petere. Sulle monete quadrate, o- disse dei pugni di monete, che se-
vate ed angolari, il libro delle Os- condo l'antico rito spargevano al
servazioni ne tratta a p. 1 64 e seg. popolo, di che facemmo anco men-
Gregorio V creato nel 996 con- zione nel voi. XXI, p. i56 del Di-
cesse a Gerberto arcivescovo di Ra- zionariOy mentre a p. 160 e 16
venna l'investitura della città , col rimarcai il gettito e dispensa delle
privilegio insieme di battere mone- monete che avea luogo in cinque
ta : Ex gratuita largitale nostra diverse località nel recarsi i Papi
donamus libi, tuaeqiie ecclesiae di- ad alcune sacre funzioni. Siffatti

strictum Ravennatis urbis , ripam spargimenti e caritatevole dispensa


intcgram monetanti etc. Osserva a di moneta, già erano in uso al
, ,

MON MON m3
tempo di Celestino II del m43, Gregorio Vili. Veramente al prinjo
che successe ad Innocenzo II. A i senatori fecero il consueto giura-
questi prestarono giuramento i giu- mento, che si legge nel p. Mabil-
dicie avvocati di Roma, con docu- lon, Mus. hai. t. II, p. 21 5, ove si
mento che cita Acami ove sono , numerano le regalie del Pontefice,
nominati i denarii papales. Ad In- e fra esse moneta perchè era stata
nocenzo II nel ii4[ si ribellarono invasa dagli arnaldisti ; ma nella
i romani, ripristinando con autori- sede vacante la usurparono di nuo-
tà il senato, istigati da Arnaldo da vo, finche popolo romano venne
il

Brescia che il Papa avea condanna- a col suo concittadino


concordia
to co' suoi seguaci nel concilio ge- Clemente III, e gliela restituì, con
nerale di Laterano li, per sostene- atto riportato dal eh. Luigi Pom-
re non potersi salvare i chierici che pilj-Olivieri segretario della roma-
possedessero : indi gli arnaldisti in- na magistratura, a p. 192 dell'im-
vasero nel 1 143 la zecca pontifi- portante, diligente ed erudita sua
cia, coniando il senato monete , e opera : romanOy che nel
// senato
tentando scuotere il dominio tem- 1840 graziosamente si compiacque
porale del Papa. 11 Rinaldi all'an- dedicarmi pel di più può vedersi
:

no ii43,num. II, riferisce che in il Vitali, De^ senatori di Roma^ il


un codice valicano si leggono que- quale riporta^ diversi analoghi do-
ste parole. Questo beato Pontefice cumenti. L'atto porta la data anno
assegnò della sua camera un censo 44 ^sl senato, ultimo di maggio
annuale di cento libbre di moneta II 88, in cui dodici erano i sena-
papale ai giudici e agli avvocati tori e consiglieri , e quarantasei i

della città di Roma. Vi si riporta senatori. Ivi si dice: » ... vi rendia-


la formola del giuramento che gU mo la città e la moneta, ma avre-
avvocati dovevano fare, obbligan- mo di questa la terza parte per
dosi difendere le cause per la ve- erogarsi in annuì pagamenti, finché
rità, e secondo la coscienza, e non verrà pagata tutta la moneta per
prendere per esse prezzo, se i Pa- la quale sono state impegnate ( le

pi continuassero a dare i detti de- chiese che restituivano ), e secondo


nari. la diminuzione della sorte diminui-
Gli arnaldisti romani rinnovaro- rà la rata de* frutti .... Voi poi
no le politiche rivoluzioni sotto il darete ai senatori prò tempore i

successore Celestino II, che come consueti beneficii e presbiteri!. Si-


il predecessore ne morì di pena; milmente ai giudici avvocati e scri-
sotto Lucio che sacrilegamente
li vani ordinali dal romano Pontefi-
percossero onde ne morì ; quindi
, ce^ ed agli officiali del senato i so-
costrinsero a fuggire Eugenio III liti presbiterii Farete coniare
e per nuove sollevazioni provoca- la moneta dentro la città in qua-
rono l'interdetto su Roma, fulmi- 'lunque luogo a vostro talento, del-
nato da Adriano IV, al cui tempo la quale darete la metà ai senatori
il prefetto della città fece bruciare prò tempore". Il Carli avea soste-
Arnaldo, gettandone al Tevere le ce- nuto che le monete di Roma fino
neri. Egualmente furono cacciati da a Clemente III credute de' Papi
Roma Alessandro III e Lucio HI, sono tutte del senato romano, però
e n'ebbero il bando Urbano III e confutato dai citati scrittori. Il Zac-
VOL. XLVI. =*(• 8
,

ii4 MON MON


calia che ne fece l'analisi nel t. HI, indolto com'egli dice, dalla forma
della Stor. lelf. d'Italia, cap. V, § de'ca ratteri , dal metallo e dalle
i3, osserva che la moneta sino al- circostanze; mentre quando il senato
lora era slata detta del senato e ebbe zecca davvero usò le iniziali
poi papale, e trovarsi ne* tempi an- S. P. Q. R. del suo antichissimo
teriori nominate lire PP. Monetae, stemma. Si deve notare, che vi so-
o bonorum denariorum PP., quali no parecchie monete supposte del
abbreviature dice doversi spiegare senato, nelle quali per frode mani-
Papiensis e Papienshwi, cioè di Pa- festa si legge S. P. Q. R., mentre in
via. Però confessa che il verbo red- realtà non sono da lui coniate; ed
diuts usato dai senatori nell'accor- Akerbiad ne avea una rarissima,
do, può significare non rinunzia nella quale vi erano queste parole :

ma restituzione di cose usurpate, e ex suprema aiictoritale S. P. Q. R.


che gagliarda opposizione al sistema Innocenzo IH eletto nel 1198
del Carli è quella di trovarsi prima costrinse i senatori e prefetto di
del 1 188 monete aventi la sola ef- Roma a giurargli obbedienza e fe-
figie del Papa senza menzione al- deltà, sottomettendo interamente il

cuna d'imperatore, perciocché se popolo sua piena autorità. Di-


alla

queste fossero del senato, come man- chiarò re de'bulgari Calogianni, gli
carvi l'imperiai nome? obbiezione mandò le insegne reali, con facol-
che il Carli avea prevenuto a mo- tà di battere moneta. Grato Pie-
do suo. La mancanza del nome im* tro II re d'Aragona ai benefizi ri-

periaie è una prova diretta di quan- cevuti da Innocenzo 111, fece tri-
to si asserisce, poiché gl'imperatori butario della chiesa romana il re-
erano molto gelosi della loro auto- gno, coU'annuo censo di duecento-
rità, come tra gli altri rilevò Se- cinquanta maomezzettini , moneta
gur. Questo punto è ben discusso di quel reame, equivalente ognuno
dall'autore delle Osservazioni, spie- a sei soldi reali. L'alterazione del-
gando il significalo del verbo reddo, la moneta parve tale indegnità per
e confutando le interpretazioni si- un principe cristiano a Innocenzo
Jiistre, gli abbagliamenti e assolute HI, ed un sì duro aggravio pei
decisioni del Carli, colle quali pre- sudditi, che ordinò al re di Majo-
tese stabilire l'epoca della zecca pon- rica il richiamo delle monete alte-
tificia con dire erroneamente che
, rate, sotto pena altrimenti delle
dal ri 88 cominciarono Papi a i censure ecclesiastiche e della sco-
dir loro la moneta che prima era munica, non dovendo con falsa le-
del senato, il quale solo la batteva ga avvantaggiare il regio erario.
per privilegio pontifìcio, laonde si Nel 12 17 Onorio III concesse in
"vide ne* tempi appresso correre mo- feudo la Marca d'Ancona al mar-
neta papalina e del senato fino al chese d'Este, col tributo annuo di
secolo XV. Rilevò ancora come il cento libbre dimoneta provisina,
Carli per vendicare al senato ro- moneta die alcuni dicono portata
mano tulle le monete coniate in in Roma da Carlo II conte di Pro-
tempo in cui vacava l'impero, col venza meglio ne parlammo a De-
;

nome però del Papa, quando non nari, e nel voi. IJ, p. 4? ^el Di-
ebbe altro scampo le tolse a un zionario. Sotto Innocenzo IV, men-
Papa, e le attribuì a un altro, tre era assente da Roma, nel 1252

• tWw à
,

MOIN MON 4i5


fu fililo senatore Brancaleone bo- come si ha da un'epistola di Cle-
lognese, il quale battè la sua mo- mente VI, citala dal Vettori.
neta: da una parte era vi un leo- Il eh. Zefìrino R.e, nella Fila di
ne, in atto di camminale, con que- Cola di Rienzo y da lui ridotta a
sta iscrizione intorno ->Jf Branca- miglior lezione e illustrala, lib. I,

LEO S. P. Q. II.; dall'altra, la fi- cap. XIII, nel descrivere la caval-


gura d'una donna sedente e co- cata che fece portandosi a s. Pie-
ronata, col globo nella mano de- tro, probabilmente si ragiona di
stra, la palma nella sinistra, e l'i- tale specie di moneta, poiché si leg-
scrizione in giro •$- Roma Caput ge « Seguitava un'omo, '1 quale
:

Mundi. Jl senatore di Roma era per tutta la via veniva gettando


espresso monete in atto di
nelle denari, e spargendo pecunia a modo
ricevere da s. Pietro, e
il vessillo 'mperiale, Liello Migliare fu suo
poneva le sue armi nelle monete. nome; di là e di qua avea due
Clemente V stabilì nel i3o5 la persone, le quali sostenevano le
residenza in Francia e in Avignone, sacca moneta: poi questi
de la

e nel i3io visitò la provincia ve- seguitava '1 Tribuno ". Il Vettori
naissina, dominio della Chiesa, cui quindi chiama rara la piccola mo-
die il titolo di contea, facondo bat- neta, nella quale da una parte si
tere moneta d'argento col titolo di legge -^ N. Tribyn. Avgvst. nel
Venaissin : Comit. Venasini, ovvero contorno d* una croce grande qua-
Comes Venasini, sotto il successore drata, che sta nel mezzo; e dal-
Giovanni XXII. Tanto la moneta l'altra similmente si legge: -^Ro-

venaissina che del Patrimonio, fu ma. Capv. Mv. intorno ad alcune


dapprima detta paparina^ quasi insegne e simboli. Il lodato Belli
papalina^ diversa però dalla pro- illustrando le case abitate in Roma
visina o romana. All'articolo De- dai grandi uomini uq Diari di Roma,
nari dicemmo come Giovanni XXI i nel n. 35 del i843, parla degli a-

nel i322 fece battere in Avignone vanzi di quella di Cola di Rienzo,


lina nuova moneta d'oro, cioè fio- situata nel XII regione Ripa, in-
rini e ducati papali o di camera , coutro s. Maria Egizia-
la chiesa di
e scudi d'oro, e loro diverse no- ca, creduta dal volgo erroneamente
menclature, poi battuti anche nel- di Pilato; dice pure delle sue gesta,
la zecca di R.oma, mentre quella e dichiara possedere nella sua ci-
d'Avignone sussistette anche dopo melioleca due monetine rarissime
che Gregorio XI reslitm la resi- da lui fatte coniare, indi riprodusse
denza pontificia in Roma. Mentre le notizie che su Cola ci avea da-
n'erano assenti i Papi, insorse il to nel suo opuscolo Moneta di J^a-
famoso audacissimo Cola di Rien- tentino p. 4> delle quali solo ripor-
zo, che nel i347 ^^ eletto tri- teremo quella riguardante le mo-
buno del popolo romano, il quale nete del tribuno. Tali due mone-
lo pose in signoria in Campido- tine della collezione Belliana furo-
glio, indi fatto senatore di R.oraa no citate dal Papencordt : Cola di
nel i353 dal cardinal d' Albornoz Rienzo, e suo tempo. IMel Carteg-
legato: nell'auge del suo potere a- gio inedito degli artisti, stampato in
vea incominciato vionetani novani Firenze nel 1839,1. I, p. 56, vi è
elidere, ac alia pini ima innovare una lettera di Cola alla signo-

I
5

iig MON MON


ria di Firenze, de'7 giugno i347, lessandro VII nel i665 fu situata
nella quale si legge verso il fine: vicino agli orti e palazzo pontifìcio,
»> Volentes novae formae monetam in cui tuttora resta. Il Guattani
incidere rogamus, ut mietere pla- nelle Memorie di Roma t. I, pag.
ceat zeccberium peritum, et in- 1 1, scrisse che l'officina monetaria
structuoi assagiatorem consuetum del senato romano era presso il
et expertuna, et cudisformae scul- Tarpeo rocca del Campidoglio.
torem quibus debito juris ordine so- Molte furono le monete coniate
lemniter providebimus, et decenter, dal senato di Roma : le descrive il

etc. " Il lodato Pompilj narra a citato Vitale p. 569 e seg., premet-
p. 274, cbe il Fioravanti da al- tendone i disegni di trentasette^ in
cune monete in cui si legge da cinque tavole, ragionando a p. 583
una paite Innocentius PP. VII, e di altre monete senatorie colle no-
Sanctus Petrus S. P. Q. R.
dall'altra tizie comunicategli da Pietro Bor-
ritiene che il senato abbia avuta ghesi di Sa vignano. Ma quanto al-
facoltà di batter moneta, che taU la zecca pontificia, apprendiamo
volta siaglisi questa stata tolta, e dal Vettori a p. 4^3, che ne'tempi
talvolta ridata, come in tempo di antichi quella de' romani era nel
Innocenzo VII del i4o4) lorchè si mezzo della città, secondo Marziale;
fece la concordia colla mediazione che a'tempi di Giorgio Vasari la
di Ladislao. Dice inoltre che nei papale era nel palazzo del vescovo
])assi tempi la zecca senatoria era di Cervia (forse un Cesi, o un
alle radici del Campidoglio vicino Santacroce al più) sul cantone di
all'arco di Settimio Severo ( molte s. Lucia della chiavica. L'Albertini

volte fu pure nelle case e palazzi nel libro Mirabilia urbis Romae^
privati de' senatori, che ne abusa- che indirizzò a Giulio II, nel ca-
rono mettendo in circolo monete pitolo de officina cudendae pecii-
supposte d'argento, mentre erano niae scrive così: Non longe ab ec-
di pessima lega, come le monete clesia s. Gelsi ( che corrisponde-
erose battute in Roma
prima della rebbe al suddetto banco di s. Spi-
deportazione di Pio VI, colle qua- rito), tua sanclitas officina pecu-
li diversi arricchirono), come de- niae cudendae construxit. Indi par-
ducesi dal Signorile o Signorelli la il Vettori della macchina eretta
che nel principio del secolo XV nella zecca vaticana attribuita a
era scrivano del popolo romano, e Lorenzo Bernini e da lui perfezionata
fece una relazione di Roma e sue ( il bilanciere adoperato a mulino
chiese. Altrettanto avea riportato il coir impulso delle acque che volta-
Vitale, Storia de senatori di Ro- no alcune ruote, e sostituito ai
ma, par. II, 370, narrando pu-
p. martelli che battevano sui conii per
re come fu poi tolta la cura della applicare l'impronto alle monete),
zecca, e facoltà di battere moneta poiché già da molto tempo era sta-
ai senatori e conservatori, ed ap- ta inventata in Hall di Germania,
propriatasi privativamente dai Pon- e nel i665 fatta porre in esecu-
tefici verso la metà del secolo XV, zione da Alessandro VII, riportan-
fu trasferita per più sicurezza nel sito do la lapide marmorea, che perciò
ov' è ora il banco di s. Spirito rim- fu eretta nella facciata esterna del-
petto a Castel s. Angelo, e da A- l'edifizio, Moneta rum officina. Fi-
,

MON MON ir7


naimenle avverte che nel 1735 ta : Saggi di osservazioni sul fa-
gotto Clemente XII fu in Roma lore delle antiche monete pontifi-
istituita una nuova zecca, oltre la cie^ tratta nel capo V dei grossi o
sopraddetta, e fu aperta nella via carlini papali, detti poi giidii e
de' Coronari presso il palazzo del paoli: ne daremo un breve cenno.
Drago, neiristesso luogo ove Sisto Grossi e carlini papali anticamente
V avea aperto il Monte di pietà, altro non furono che la stessa spe-
per cui sopra tale abitazione fu eie di moneta, che poi si appellò
collocatauna memoria scritta in giulio e paolo, e solo nel i5^2
marmo. sotto Paolo IH alla metà del giù-
Nel i5o4 per comando di Giulio lio o paolo fu attribuita la deuo-
II fu rinnovata tutta la moneta minazione di grosso. Circa Torigi-
papale, come adulterata nella bon- ne dell' appellazione di grossi alle
tà cosi detta dai zecchieri, e le monete, ognuna che conteneva un
monete fino a Giulio II si dicono aggregato valore di molte monete
di argento agro perchè facilmente minute o piccole si disse grossa: da
frangibili: quindi
per editto del appellativo il nome ne divenne pro-
camerlengo cardinal Raffaele San- prio, e grosso si disse una tal mone-
soni-Riario fu tolto via dalle mo- ta, denominazio-
coll'aggiunta della
nete allora in corso il nome di ne della zecca in cui si batterono ;
carlini y proveniente da Carlo 1 di quindi si dissero grossi ronianiniy
Angiò fratello di s. Luigi IX, prò- veneti, ravignani, anconitani, fiori-
babilmente nell'epoca in cui fuse- ni o fiorini oflorinelli, tornesi
natore di Roma, o nel 1266 quan- Bolognini, ec; cioè delle zecche di
do mediante l' investitura pontifi> Roma, Venezia, Ravenna, Ancona
eia fu coronato re di Sicilia. Tut- Firenze, Tours, Bologna ; però fuv-
ta volta il cardinale con editto co- vi differenza e rapporti fra i gros-
mandò che i nuovi carlini coniati si di varie zecche, ed il p. Oderi-
nella zecca pontifìcia, e così detti ci gesuita pubblicò una dissertazione
per esprimere la bontà dell'argen- importante sui grossi volterrani in
to, si dovessero dal nome del Papa Dissertai, et adnotat. ad inscript, et

chiamar giulii, dieci de'quali aves- numism., Romae i ']&5. I grossi di


sero il valore equivalente al duca- Roma ebbero tre denominazioni,
to d'oro. I giulii conservarono la sanpierini, dall' immagine di san
loro denominazione anche in quel- Pietro, mentovati sovente sotto Bo-
li coniati sotto Leone X,
Adriano nifacio romanini , migliori
VIII ;

VI, e Clemente VII, variandone il de' precedenti e nominati sino dal


nome colla moneta di Paolo III 1269, divisi in romanini veC'
del i534, che furono delti paoli, chi, ed in romanini nuovi, quasi e-
allorché rese esatta la ripartizione guah al grosso tornese, e perciò più
delle monete. Sebbene questo no- forti del vecchio ; e carlini, i qua-
me prevalse a quello di giulio, ciò li si diversificavano dai romanini^
fu per equivalenza cosi detto, e in modo, che nel 1 3o2 furono rag-
qual sinonimo di paolo sino a' no- guagliati al valore di 26 provisini,
stri giorni usato. 11 dotto Garam- ed i romanini a
32; in seguito la
pi neir opera ch'egli ritirò, come moneta de' carlini acquistò celebri-
imperfetta, e perciò rara, intitola* tà, per cui sui fine del secolo XIV
ii8 MON MON
fra le monete che correvano comu- appalto, e 1* aditlò la prima volta
nemente in Roma^ non più iiomi- duemila scudi, e in appresso sopra
navansi romanini, ma bensì carlini trenlacinquemila scudi, come me-
e tornesi. Quanto ai carlini d'oro glio racconta a p. 255.
lo Scilla
incominciati sotto Carlo II figlio di JNel precedente pontificato di Gre-
Carlo I, il Garampi pensa che in gorio XIII nella Chiesa di s. Lo-
principio fossero sostituiti agli au- renzo in Damaso fu eietta una
gusiali battutisi nelle zecche del re- confraternita pei banchieri cambia-
gno di Sicilia, da Federico li ree tori di monete, con altare dedicato
imperatore. I carlini d'argento fu- a s. Matteo, di cui parlano Piaz-
rono detti liliali, giliati e julhati, za, Eusevologio romano Iratt. VII,
dai fiori cioè del giglio, stemma cap. XXX ; e Bovio, La pietà p.
gentilizio Angioino, impressivi; indi i34, il quale dice che il sodalizio
parla il Garampi del fino di questa poco esistette, poiché i componenti
moneta, peso, corso in vari paesi, di- tralasciarono 1' arie di banchieri
versi ragguagli e valutazioni. cambiatori di monete, per la salute
Eletto nel i555 Marcello II a- delle loro anime. R.idolfo Gonzaga
mante della parsimonia, fece squa- marchese di Castiglione delle Sti-
gliar r oro delle suppellettili per la viere fu accusato di aver ivi fatto
mensa pontificia, e fece coniarvi battere e coniare sotto Clemente
moneta d* argento per I' erario del- Vili moneta pontificia; per lo che
la camera apostolica, la quale ne citato formalmente al tribunale del-
scarseggiava. Benché visse soli 22 la camera apostolica, fu dopo il

giorni, abbiamo di lui due giulii processo scomunicato e punito con


ed un carlino: i primi sono colle altre censure, onde divenne sì o-
parole Marcellus li Pont. Max., dioso a' sudditi, che T uccisero. Ur-
arme, S. Petrus Alma Roma, figu- bano Vili mediante la bolla In su-
ra; Marcellus II Pont. Max., ar- premo, de i3 novembre 1627, Bull.
me, S. Petrus Ancona, figura. 11 Rom. t. VI, par. I, p. 95, volle
carlino, che Scilla chiama raro : sottoposti anche gli ecclesiastici se-

Marcellus II Pont. Max., arme, colari e regolari, alle pene ema-


BoNONiA Mater Studiorum, leon- nate contro i tosatori delie mone-
cino. Il Papa s. Pio V colla costi- te. Nel 1670 pel possesso di Cle-
tuzione, Cum nihil, de' 7.5 ottobie mente X
furono battuti giulii o
1670, Bull. Rom. t. IV, par. III, paoli, grossi e mezzi grossi, e di-

p. i3o, estese la pena capitale im- stribuiti al popolo. Benedetto XIV


posta dalle leggi ai tosatori delle confermando le provvidenze contro
monete d' oro, a quelli ancora del- i di monete,
falsificatori e tosatori
le monete d' argento, essendone e- con la costituzione Ad curam, dei
guale il danno alla società. Nel pon- 3i ottobre 1756, Bull. Magn. t.
tificato di Sisto V si trova nomi- XIX, p. 263, estese ai chierici dei
nata r arte de' bancherotti, i quali due cleri la pena di morte impo-
per le piazze e in altri luoghi di sta ai laici per la falsificazione del-

Boma tenevano alcuni banchi o le cedole monetata del


o carta
tavole, e quivi cambiavano le mo- Monte di banco di s.
pietà e del
nete d'oro e d'argento colle ba- Spirito di Roma; dappoiché il ban-
iocchelle. Il Papa ridusse l' arte in co di s. Spirito avea fallo una gra-
MON MON 119
ve perdita per 1* infedeltà di un A questo disordine si aggiunse quello
ministro. Per l'approvazione del della moneta pontificia, che essen-
miglioramento della moneta nel do neir intrinseco maggiore della
1755 fu battuta una medaglia col valuta, venne incettata dai mono-
ritratto di Benedetto XIV, col mot- polisti, onde se ne penuriava. A ri-

to : Provideivtia Pontificis , e Del- mediare all' inconveniente, Pio Vt


l' esergo, Ex Probata Moneta A. nel 1786 pubblicò una tariffa si
MDCCLV. Diverse medaglie furo- per monete papali che estere, or-
le

no perciò non dire


coniate, e per dinando portarsi alla zecca ponti-
di altre, 1765 fu coniata a Cle-
nel ficia le monete d' oro coniate a tut-

mente XIII una medaglia colla sua to il 1757, onde riceverne il corre-
effigie , e nel rovescio V epigrafe spettivo in monete d'oro di poste-
Repente De Coelo Salus, con la riore coniazione. Indi nel 1787 il

figura della Chiesa con croce, ri- Papa rimise al prelato tesoriere
schiarata da un raggio celeste, a- quarantamila scudi in cedole , e
vente innanzi un' ara con turibolo settantamila in contante per riti-

fumante ; nell' esergo vi è la leg- rare i zecchini d'oro tondali, pei


genda, Ex Probata Moneta An. quali facevasi notabile perdita. Cre-
MDCCLXV. Ma si trovò una sali- scendo la penuria del denaro, per
ra che diceva: Evirata moneta, ripararvi, Pio VI nel 1793 fece
poiché realmente il predecessore battere a vantaggio del commercio
Benedetto XIV avea aumentato la cinquantamila scudi di moneta pia*
bontà della moneta sì nell' oro che teale, pure di bigi ione o bil-
detta
nell'argento, dopo due saggi che ne lione,da otto o da quattro baioc-
fece fare intorno alla bontà ed al chi di rame, la quale però essendo
peso. Air articolo Medaglie Ponti- di lega inferiore alla consueta peg«
ficie parlammo di quelle battute giorò il decadimento del numera-
colla pasta degli esperimenti per le rio. Infatti nel 1794 ^1 cambio o
nuòve monete, indi dispensate al realizzazione delle cedole sali al
chierico di camera presidente della cinque per cento, e fu allora che
zecca, direttore ed altri ufficiali del- Pio VI adottò il progetto del te-
lamedesima. soriere della Porta, con far batte-
Pio VI nel 1785 vedendo gl'im- re dieci milioni di moneta plateale
mensi danni che provenivano dalla o erosa formata d' argento e ra-
falsificazione del caratlere e firme me, cogli argenti vecchi delle chie-
di cui erano munite le cedole del se, presi in prestito dal tesoro pon-
monte di pietà, ordinò che gli si tificio, per estinguere in parte le
sostituissero stampale equivalenti cedole eccessivamente accresciute.
agli odierni biglietti della banca Nel I 795 vedendosi Pio VI minac-
romana, e di riportare al suddetto ciato d' invasione dai repubblicani
monte dentro otto mesi le cedole francesi, per porsi in grado di di-
create a tutto
1782, spirati iil fesa, supplire alle spese dell' arma-
quali non avrebbero più valore: mento necessario e riparare alla
questa provvidenza tuttavia non penuria delle monete, invitò anche
potè eliminare il disordine invalso, il monte di pietà ed ogni ordine
anzi si accrebbe essendo per iscop- di persone di portare alla zecca i

piare il gran vulcano rivoluzionario. loro argenti (per cui si spezzarono


no MON MON
e fusero preziosi lavori, come 1' o* >'o beni, col frutto del tre per cen-
stensorio di s. Agnese in Navona, to, imponendo ancora tasse sui le-
ilella principesca casa Boria), ac- gati testamentari e successioni tras-.

cordando ii frutto del quattro e versali. I francesi prima costrinse-


mezzo per cento; secondando lutti ro Pio VI nel 1796 al gravoso ar-
le mire del Pontefice^ potè la zec- mistizio di Bologna, e poi nel 1797
ca porre in commercio copiosa quan- air umiliante pace di Tolentino, il

tità di monete, ricavate da detti perchè ebbero luogo le perquisizio-


argenti, alquanto inferiore all'an- ni degli ori ed argenti da ogni ce-
tico. Presto sparì dalla circolazione lo di persone, e rovinosi imprestiti
per r avidità della peste de' mono- per conservare il poco numerario
polisti, ad onta che per frenarli si che circolava. Questo sì ridusse a
pubblicarono rigorosi castighi. Al che Pio VI fece squa-
tale scarsezza,
più volte citato articolo Denari, gliare cannoni, e col metallo po-
i

parlai della moneta plateale, e di se in corso monete di cinque ba-


quella chiamata paludella che va- iocchi, e cedole pel valore di due
leva un baiocco, moneta pei lavo- milioni d' uno a cinque scudi. Fra
ranti impiegati al prosciugamento le monete di cinque baiocchi ve ne
delle Paludi Pontine di cui feci y sono delle rare, battute in varie
pur menzione a Luoghi di Monte, parti del stato, e fra queste quella
potendosi anche consultare il Nico- di Ronciglione.
lai, De bonificamenti delle Jerre Pon- In sede vacante, il governo prov-
tine. Rilevando Pio VI i gravi dan- visorio napoletano di Roma, alla
ni cagionati dall' aumento della mo- cui testa era il general Naselli ,

neta, nel 1796 in maggio ne abolì con editto de' io febbraio i8oo
r incremento, invitando i possessori ridusse la moneta sì di mistura o
a portarla al monte di pietà per plateale, che di rame, battuta dopo
ricevere corrispondenti cedole, che il 1793, e con altro de' i5 pubbli»
pel. loro gran numero e discredito co il sistema de' pagamenti ; quindi
costrinsero il Papa ad alienare una a' 19 marzo venne emanato l'edit-
quarta parte de' fondi rustici del to sulla riduzione della moneta fi-

clero secolare e regolare dello sta- na o d' argento. Ma il porre in e-


lo pontificio, comprese le confra- quilibrio il sistema monetario era
ternite e le cappellanie laicali. Sta- riservato a Pio VII, che perciò fece
bilì poi la riduzione delle cedole, sborsare al pubblico tesoro un mi-
che soffrivano il discapito di un lione e mezzo di scudi romani,
terzo, sospendendo quelle superiori pubblicare editti dal cardinal ìa-
ai cento scudi diminuì eziandio
: merlengo nel 1801, onde venne
la moneta semi-erosa, ordinando battuta la medaglia coli' effigie del
che i dazi e le gabelle si pagassero Pontefice, e coli' epigrafe Moneta
con moneta effettiva. Tuttociò non Restituta MDCCCilI nell' esergo;
bastò, e dovette suo malgrado Pio rappresentandosi la figura di Roma
VI ricorrere all'espediente d' un goleata sedente con cornucopio neU
imprestilo su tutti gli ecclesiastici, la destra e bilancia nella sinistra.

per estinguere V immenso numero Benemerito sopra tutti del giusto


delle cedole, fino al quantitativo sistema della moneta fu il tesorie-
della sesta parte del valore de'lo- re monsignor Lante, al modo del-
MON MON 121
to nel voi. XXXVIf, p. 117 del SI avesse potuto far liquefare tutti
Dizionario. Fra le monete di Leo- i papetti, paoli, grossi e mezzi-gros-
ne XII è raro lo zecchino doppio, si de' suoi antecessori, logori e man-
avente nel diritto la Chiesa sedente canti del valore intrinseco^ ma la
di fronte e raggiata, con croce nel- difficoltà del tempo non potè in
la destra e calice nella sinistra, e questo interamente al
consentire
l'epigrafe Super Firmam Petram, divisato intendimento); per cui ora
neir esergo Caputi : nel rovescio la pontificia moneta é esaltissima
l'arma del Pontefice, e Leo XII P. M. e comoda dal i835 in poi, calco-
À. II. Rarissima è altresì la mo- lata nella frazione decimale, in pie-
neta d'oro di cinque scudi di Grego- no credito e gradita a tutti, com-
rio XVI colle immagini de'ss. Pietro presi gli esteri.
e Paolo, perchè forse circa otto Nel volume I della Raccolta
ne furono coniate, non furono mes- delle leggi e disposizioni di pub-
se in corso, e il Pontefice le donò a blica amministrazione nello statò
forestieri e ad altri senza riserbar- pontifìcio emanate nel i835j si
sene la prova in argento fu acqui-
: riporta il chirografo di Gregorio
stata da un estero, e siccome la fe- XVI, Ci rappresentaste^ de' io gen-
ce dorare, non vuole che si prenda naio i835j e diretto a monsignor
colle dita, poiché il peso scuopri- Tosti tesoriere generale, poi cardi-
rebbe la materia : nella zecca di nale, sul sistema monetario, sulla
Roma esiste il conio. Si dice che coniazione delle nuove monete e
per venerazione alle sacre immagi- sulla tariffa generale delle monete
ni, Gregorio XVI non permise che che hanno corso legale nello stato
tal moneta ulteriormente si battes- pontificio. Basi sulle quali un' ap-
se, benché in principio non avea posita congregazione cardinalizia
impedito che si coniasse lo scudo convenne nella riforma del sistema
rappresentante la Purificazione del- monetario e della tariffa delle mo-
la Beata Vergine, nel giorno della nete, col parere ancora dei diret-
cui festa fu sublimato al pontifica- tori delle zecche pontificie di Ro-
to, ed il mezzo scudo con V effigie ma e Bologna, e di altre persone
di s. Romualdo fondatore della sua intendenti all' uopo consultate. Mas-
congregazione camaldolese. Grego- sime stabilite per la riforma del
rio XVI fu grandemente beneme- sistema monetario. Fissazione della
rito delle monete pontificie, e al- tolleranza sul titolo e peso delle
tamente encomiato, perchè riformò monete d'oro e d'argento. Divisio-
il sistema monetario, e ridusse la ne e forma delle nuove monete,
moneta in ragione e proporzione cioè scudo romano del valore di
decimale, di bella forma e ottima o cento baiocchi ; del
dieci paoli,
lega. JXiun Pontefice coniò ogni spe- mezzo scudo romano o paoli cin-
cie di monete come Gregorio XVI^ que ; del testone da paoli tre ; del
regolarizzandone l' equivalenza per papetto o quinto di scudo da pao-
decine, togliendo i rotti degli anteriori li due; del paolo o decimo di scu-
zecchini, e doppie e mezze doppie do da baiocchi dieci; del grosso o
d'oro, mezzi grossi d'argento, ec; si- \igesimo di scudo da baiocchi cin-
stemandone ogni ramo, ritirando le que. Che le monete d' oro sieno di
moaete calanti e discreditate (co- una intiera decina di scudi, ossia
isi MON MON
moneta (la scudi dieci, clie prese braderc e bucare le monete in corso;
il nome di Gregorina j di mezza r ordine circolare del tesorierato
decina ossìa moneta da scudi cin- sulle monete d* oro pontificie di
que, die prese il nome di GregO' antica coniazione ; la tolleranza di
rina da cinque j di un quarto di un grano di calo del peso per le
diecina, ossia moneta da scudi due sole monete d' oro pontificie ; il

e baiocchi cinquanta, che prese il modo col quale si debbono ritira-


nome di mezza Gregorina. Che i re dalle casse pubbliche le mo-
baiocchi, mezzi baiocchi e quattrini nete d'oro calanti più di un gra-
sieno in rame. In tal modo la nuova no, col diffalco de* grani che man-
moneta è tutta decimale, ed esclude cano ; e che i periti de' corpi di
le frazioni tanto incomode ne'calcoli. delitto per moneta
sono i soli ftilsa

Sì legge inoltre nel chirografo, che saggiatori delle pubbliche zecche.


finalmente quanto alla forma, ri- Abbiamo la medaglia d'argento col-
tenuto r uso già adottato di conia- r effigie di Gregorio XVI An. IV,
re colla così detta virola solca ta^ e nel rovescio l' iscrizione : Bono
ed in principio di restringere la PuBLico Legibus Consulit Optimis
superficie, si adotti per massima Rem Nummariam Constituit. Con al-
che nelle nuove monete sia espres- lusione alla riforma del codice ci-
so il loro valore; e che quindi le vile e del sistema monetario, e fu
monete contengano nel diritto l'ef- battuta in occasione che il Papa
figie del sovrano fino al quinto di onorò di sua presenza la zecca di
scudo inclusi vamen te, e nel rove- Roma. Questa medaglia è una del-
scio r espressione del rispettivo va- le migliori, ed è per la storia pon-
lore ; e dal paolo o decimo di scu- tificia molto interessante, siccome
do fino al quattrino, nel diritto lo celebrante cosa della più alta im-
stemma del sovrano e nel rovescio portanza, cioè di tutelare il pub-
il valore rispettivo. Nella detta l3lico diritto e le sostanze altrui
Raccolla si riporta pure T esclusio- nel secondo sangue dell' uomo ch'è
ne degli spezzati della moneta e- il danaro sine pecunia nihil. Tra
:

stera, ad eccezione del mezzo scu- quelli che fecero rimarcare i pregi
do di Spagna; la tabella del prezzo di tal riforma nomineremo l'eru-
a cui si ricevono dalle zecche di ditissima Dìssertatìo Bonavenlurae
Roma e di Bologna le paste d' oro Orfei sacri consistorii advocati, de
e d'argento; la notificazione del veteris nuniismatis potestate ejus-
cardinal Galeflì camerlengo in ese- que incremento, et decremento, Ro-
cuzione del chirografo sovrano sul- mae 1887.
la riforma del sistema monetario, All'articolo Camerlengo di santa
e sul corso legale delle monete; i ROMANA Chiesa dicemmo del dirit-
provvedimenti emanati dal tesorie- to che i cardinali camerlenghi han-
rato sul monete
corso ladelle ; no in sede vacante di battere mo-
tolleranza del corso delle monete neta d'oro e d'argento colla loro
d'argento, benché sieno state bu- arma gentilizia; qui collo Scilla ri-
cate per appendersi al collo o alle porteremo il novero di que' cardi-
corone; la circolare della segrete- nali, che sino al suo tempo Teser-
ria per gli affari di stalo interni citarono, e tutt' ora 1' esercitano,
per l'interdizione di traforare, a- parlando quello scrittore de* motti
, ,

MON MON 123


nllo Spirito Santo in tali monete a ma ; piastra, testone, gltilio e scu-
p, 367 : indicheremo l'epoca delle do d'oro in Roma; piastra, testo-
sedi vacanti cogli anni in cui ac- ne, giulio, grosso, mezzo grosso,
cadderOj mentre raffrontandoli colla scudo d' oro e doblone in Roma.
Cronologia de Pontefici^ si vedrà a 1676, 1689, 1691 cardinal Paluzzi
quali si riferiscano; quanto ai car- Altieri, piastra, testone, giulii, gros-
dinali, la serie dei camerlenghi e le xSo, mezzi grossi in Roma ; piastra,
loro biografìe suppliranno alla bre- testone, giulio, grosso, mezzo grosso,
vità. Lo Scilla poi a p. 4o3, parla e doblone da quattro scudi d' oro
delle tempo di se-
monete battute in in Roma; testone, giulio, grosso,
de vacante, riportandone due d'ar- mezzo grosso, dobla in Roma. 1700
gento forse battutenel 1870 in mor- cardinal Spinola, piastra, due testo-
te di Urbano V, colle parole Sede ni, due giulii, scudo d'oro in Roma.
Vacante, in mezzo una mitra, nel Il novero de' successori dello Spi-
rovescio Sanctus Petrus, croce con nola nel camerlengato si possono
due mitre, e due coppie di chia- leggere nella detta serie a Camer-
vette incrociate; e nel i^i5 dopo lengo, sino al cardinal Giustiniani,
deposto Giovanni XXllI, colla leg- a cui Gregorio XVI die in succes-
genda Sede Vacante, con un Papa sore r odierno cardinal Tommaso
sedente, e nel rovescio le chiavi, Riario Sforza, che per la di lui se-

Sanctus Petrus et Paulus. Ecco le de vacante battè moneta e coniò


monete de'camerlenghi. i5ii, i5i3 le solite Medaglie pel conclave, di
cardinal Armellini, due giulii per cia- che si parlò a quell'articolo. Abbia-
scuna battuti in Roma. i549j '^55, mo poi le seguenti monete de' suc-
iSSg cardinal Guido Ascanio Sfor- cessori dello Spinola cardinali ca-
za,un testone e due giulii in An- merlenghi. 172 1 cardinal Albani,
cona ; giulii, testone e scudo d'oro doppia. 1724 Albani slesso, testo-
in Roma. i565 cardinal Vitelli, ne, e paolo senza nome proprio.
giulio in Roma, due testoni in An- 1780 il medesimo. 1740 lo stesso
cona e Macerata. 1572 cardinal cardinal Albani, doppia, zecchino,
Cornaro, monetina di mistura in Ro- mezzo zecchino, e quattrino senza
ma. 585 cardinal Guastavillani, due
I nome proprio. 1758 il medesimo,
giulii in Roma. 1590, 1591 per quat- zecchino, piastra, mezza piastra, pa-
tro sedi vacanti, cardinal Gaetani petto e grosso senza nome proprio.
doblone d'oro, due testoni e giulii in 1769 cardinal Rezzonico, zecchino,
Roma; un testone e giulio in Fano ; mezza piastra ,
papetto e paolo.
testone e monetina di mistura in Ma- 1774, del medesimo, zecchino, mez-
cerata; testone e doblone d'oro in za piastra, papetto e paolo. 1828
Roma. i6o5, 1621, 1628 cardinal cardinal Pacca , doppia ,
piastra ,

Aldobrandini, doblone d'oro, giulio mezza piastra, papetto. 1829 car-


e vari testoni in Roma ; testone e dinal Galleffi, doppia, piastra, mez-
giulio in Roma; testone, giulio, za piastra. i83o-«83i lo stesso,
grosso e quattrino in Roma. i644> doppia, piastra, testone. 1846 car-
i655, 1667^ 1669 cardinal Anto- dinal Riario-Sforza, moneta d'oro
nio Barberini, due testoni in Roma; di cinque scudi detta Gregorina
testone, giulio, grosso e mezzo gros- e la piastra o scudo. De'chierici di
so, doblone e dobla d' oro in Ro- camera presidenti della zecca, quali
,

124 MON MON


inoDete furono battute col loro stem- malecchino, marca, marchesina, o-
ma, lo diremo u Zecca pontificia. bolo, oncia, pavese, sterlino, torne-
De' cardinali legati ,
prelati vice- se, bisanzìo, libbra, soldo; e nelle
legati, vescovi e governatori che Memorie della b. Chiara^ di An-
fecero moneta col loro
battere cona, anfusinus, fiorino, turonensis,
nome o stemma, o con l'uno o Pavia, Pisa, proveniensis, Ravenna,
l'altro in Perugia , Macerata, An- siclo, januensis, milianensis, ec. Il

cona, Marca , Camerino , Raven- p. Plettemberg, Notitia^ ragiona


na, Bologna, Ferrara, Parma, Pia- dello scutum antiquuni et novuni ,
cenza, Avignone, lo Scilla ne dà e dello scutum aurij come deli' uncla
il novero a p. 368 e seg. Il car- auri in camera, Gio. Agostino Gra-
dinal Armellini camerlengo fece bat- denico , Dissert. della forma dei
tere un grosso con figura di s. Pie- piombi diplomatici pontificii^ nel t.

tro, e sotto la arme con lette-


sua XXVIU della nuova raccolta d' o-

re S. Petrus Alma Roma ; e dall'al- puscoli del p. Calogerà. Francesco


tra parte il nome e l'arme d'A- Ficoroni, piombi antichi ^ Roma
/
driano VI: questa è l'unica mo- 1740. Saverio ScWìaf Breve notizia
neta battuta in Roma con Tarme delle monete pontificie antiche e mo-
del camerlengo vivente il Papa. dernCj Roma 17 15. Il cav. Belli
Muratori riporta varie opinioni
11 nella sua Cimeliotecay p. i5, dice
donde nato il nome di baiocco, mo- di diverse monete pontificie, come
neta bassa di rame nella dissert. , del grosso in satira, dei paolo del-
XXXIII. Dice il Vettori, i baioc- le dodici campanelle, delle monete
chi in tempo di Cola di Rienzo del presepio usate quali amuleti
essere notissimi in Roma ancora, del s. Venanzio, del s. Pietro colla
ma quelli da lui veduti essere d'ar- testa rivolta, del preteso baiocco di
gento, e superarne la valuta di mol- Leone XII , della piastra di Pio
to. Aggiunge che sotto Giulio II Vili, delle leonine, e della cautela
correva la moneta baiocchella, mas- con che debbonsi prendere fra le

sime nel pontificato di Sisto V, la dita le antiche monete di metallo


quale era di mistura di rame inar- agro perchè friabilissime, dovendosi
gentato, e benché non avesse la tenere nella palma della mano. Ner
valuta del baiocco, gli si dava la gli Annali delle scienze religiose
valuta con molto danno del popolo, seconda serie, voi. II, p. 291, si an*
che però la riceveva volentieri, per- nunzia un'opera interessante del dott.
chè d'un giulio d'argento avea die- Angelo Cinagli, che coi tipi di Fer-
ci baiocchelle, e cinque o sei quat- mo intende pubblicare: Le monete
trini di più. Quanto ai testoni, det- de' Papi descritte in tavole sinotti-

ti anticamente terlios paulos^ il Vet- chcy avendo studiato i più valenti


tori vuole originato il vocabolo dal- monetografi , e volendo alle loro
la testa di vari Papi e altri prin- opere aggiungere oltre mille mone-
cipi, che ve la fecero scolpire, pro- te inedite sfuggite alle loro ricer-
ducendo altri pareri a p. 260. Il che, e particolarmente voler rife-

Vettori in più luoghi discorre del- rire quelle non mentovate dopo Scil-

lapiccola moneta del quattrino. Il la dal 17 16 al 1845, tranne mol-


Garampi nel Sigillo della Garfa- te di rame pubblicate da alcun mo-
gnana parla delle monete fiorino, oetografo, ed anche quelle coniate
,

MON MON 125


dalle varie zecche dello stato pon- Aìha, Alessandria^ ec. Vi fiorirono
tificio negli anni 1794 al 1799; e uomini illustri per santità di vita,
ciò, come programma d'as-
dicesi nel lettere, scienze, armi, arti e digni-
sociazione, per non aver alcuno in- tà ecclesiastiche, come per non di-
trapreso di riunire e coordinare in re di altri, s. Innocenzo I eletto
un solo volume tutte le monete Papa nel 4^^ i cardinali Boba,
>

pontificie contenute nelle opere dis- Ottone Candido o sia Bianco dei
parate e disgiunte di tanti eruditi marchesi di Monferrato Teodoro ,

raccoglitori e illustratori delle mo- Paleologo de' marchesi di Monfer-


nete de' Pontefici romani, per uti- rato, Sangiorgi, Millo, Fontana, ec.
lità della storia e a diletto de' cul- Quanto a s. Innocenzo I d'Alba di
tori della scienza num maria. Monferrato, da ultimo il can. Gior-
MONFERRATO o Monteferra- ni nella sua storia d'Albano, a que-
To, Mons Ferratus. Antico ducato sta città attribuì i natali di si in-
d'Italia, col titolo di marchesato signe e benemerito Pontefice, in di
limitato un tempo all'est dal du- cui favore pubblicò un articolo nel-
cato di Milano e da una parte de- la prima distribuzione dell' Album
gli stati di Genova, al nord dal Ver- 1847, C. Guzzoni degli Ancarani.
cellese e dal Canevese, all'ovest dal Anche il can. Palemone Luigi Bi-
Piemonte proprio, e al sud dal Ge- ma, dichiara s. Innocenzo I d'Al-
novesato , da cui lo divideva l' A- ba Pompea, a p. 33 della Serie
pennino. Questo paese bagnato dal cronologica de romani Pontefici^ e
Po, Stura, Bormida , Belbo, Orba degli arcivescovi e vescovi di tutti
ed Erro, avea circa ventidue leghe gli stati del re di Sardegna, To-
di lunghezza, e rinchiudeva quasi rino 1842, 1.^ edizione.
200j000 abitanti. Casale era la ca- Nel 980 è fatta menzione di un
pitale del marchesato, e ordinaria marchese di Monferrato, che avea
residenza de' marchesi sovrani. Sisto per bisavolo, per derivazione ma-
IV la separò da Asti, e con parte del terna, l'imperatore Ottone li. Il Mu-
suo territorio e con quello di Vercelli ratori, Delle antichità Estensi par. I,

formò una diocesi ; quindi colla bol- p. 25 1, esamina l'origine e la se-


la Pro Ecclesiae praeminenlia.j dei rie degli antichi marchesi di Mon-
18 aprile i474 l'eresse in sede ve- ferrato. Il Zazzera , Della nobiltà
scovile il regnante Carlo Alberto I
: dell'Italia, parlando della famiglia
re di Sardegna l'ha onorata della Gonzaga signora Mantova, dis- di
residenza di un senato, che nuovo corre delle famiglie che hanno pos-
lustro le reca, e richiama alla me- seduto lo stato di Monferrato, in-

moria r antica sua magnificenza e cominciando dalla famiglia Al dera-


sovranità. Quantunque il paese sia ma, dal 950 al i3o6, dalla fami-
alquanto montagnoso, è però molto glia Paleologa che lo possedè dal
fertile, e produce vini eccellenti, i3o8 al i533, alla famiglia Gon-
con pingui Compreso ora
pascoli. zaga in cui passò e lo ritenne per
negli stati sardi, è ripartito ha le di- quel tempo, ciò che descrivemmo
visioni di Alessandria, Cuneo, Ge- a Mantova. Il Sismondi tiene per
nova, Novara e Torino. Apparten- fondatore dell'illustre, potente e no-
nero al Monferrato diverse città bilissima casa di Monferrato, Aide-
come le città vescovili di Acqui ^ ramo che lungamente contese col-
1^6 MON MON
Trt II lidi issi ma e polente casa di Sa- capo della quinta crociata, contri-
voia la sovranità del Piemonte (Fé- buendo alla conquista di Costanti'
ili): la famiglia dì Monferrato fu nopoli, sotto Innocenzo IH {Fedi):
una delle principali d'Europa che introdusse in il maiz o
occidente
spedirono crocesignati alle Crocia- grano d'India, che dal Monferrato
te, e regnò nel medesimo tempo a si diffuse nel rimanente della Lom-

Casale^ in Tessalonica^ ed a Ge- bardia. Maritò sua figlia ad Enri-


rusalemme (^J^edi); ma la storia dei co di Fiandra, secondo imperatore
marchesi di Monferrato durante i latino di Costantinopoli.Morì nel
secoli X e XI è involta in gran- 1207 lasciando due figli, Gugliel-
dissima oscurità. Alderamo fu fatto mo VI e Demetrio; il primo di-
marchese di Monferrato da Otto- venne marchese di Monferrato, l'al-
ne I il Grande nel 988, e si crede tro re di regno che
Tessalonica,
morisse nel 995. Gli si danno per perde nel avendolo conqui-
1219,
successori tre suoi che regna- figli stato Teodoro Lascaris. Accorse il
rono uno dopo Guglielmo T,
l'altro: fratello alla ricupera, ma morì av-
Bonifazio I, e Guglielmo 11, di cui velenato nel 1224. Demetrio col
nacque Bonifazio II. Si annoverano nipote Bonifazio IV figlio del de-
in seguito Guglielmo III, e Uanieri funto tornò in Monferrato, e morì
padre di Guglielmo IV o il Vec- nel 1227. Bonifazio IV fu gran
chio, che regnò nel 11 4?» ^ sposò partigiano di Federico II, e poi di
la sorella uterina dell' imperatore Corrado IV imperatori. Nel I254
Corrado III: si coprì di gloria nel- gli successe il figlio Guglielmo VII
le crociale, fu amico di Federico 1 e detto il grande^ nato di Margheri-
suo consigliere; i suoi figli Gugliel- ta di Savoia, figlia del conte Ame-
mo, Corradi no, Bonifazio, Federico deo IV; sottomise Vercelli, Ivrea
e Rainieri pel loro valore diven- ed altre città, e divenne pure signo-
nero celebri. Rainieri sposò Maria re di Pavia, JNovara, Asti, Torino,
figlia di Manuele Comneiio impe- Alba, Alessandria e Tortona, sicco-
ratore di Costantinopoli, che nel me padrone d'un esercito formida-
1179 gli recò in dote il regno di bile e Carlo I d'A li-
vincitore di
Tessalonica. Guglielmo V primo- gio. Divenne imperiale in
vicario
genito si acquistò nelle guerre di Italia, e maritò sua figlia Jolanda
Palestina il soprannome di lunga o Irene ad Andronico Paleologo
spada^ dalla quale niun nemico po- imperatore di Costantinopoli, dan-
teva salvarsi. 11 suo figlio fu Bal- dole per dote i suoi diritti al re-
dovino V re di Gerusalemme, e gno di Tessalonica: morì nel 1292
quando stava per succedergli in quel in una gabbia di ferro prigione de-
trono il fratello Corrado signor di gli alessandrini. Gli successe il fi-

Tiro, questi fu assassinato. Bonifa- glio Giovanni I, il quale perde di-


zio HI fratello di Corrado e di Bal- verse città, ed ai Visconti di Mi-
dovino V, fu re di Tessalonica dal lano lasciò per cinque anni il go-
1187 al 1207. Tornato in Mon- verno del Monferrato, che poi ri-
ferrato nel 1191 aumentò i suoi cuperò coH'aiuto del suocero Ame-
stati colle concessioni di Enrico VI deo V conte di Savoia. Morto sen-
imperatore ; indi fu arbitro tra Fi- za prole nel 3o5, si estinse la li-
1

lippo e Ottone IV iu Germania, e nea mascohna degli antichi mar-


MON MOjN 127
diesi di Monferrato , dopo avervi do lo riconobbe vicario imperiale in
regnato 338 anni. Italia, dignità che fu dipoi confer-
Irene sorella di Giovanni I e mata ai suoi successori. Nel i4it^
imperatrice di Costantinopoli, succe- si un convento d'Alba, ove
ritirò in
duta ne' diritti di sua casa, li tras- terminò i suoi giorni nel 14^4 '"
mise a Teodoro 1 Paleologo suo se- gran concetto di santità. Gian Già-
condogenito in cui fu rinnovata la
, copo suo figlio lo successe nel 14" ^>
dinastia de'niarchesi di Monferrato. e fu uno de' principi più sciagurati
Teodoro fu accolto con gioia dai di tal casa, poiché fu oppresso dai
monterini, e compose in greco un signori di Milano e di Savoia ; lo
trattato sulla disciplina militare, che stato soffrì devastazioni dai milane-
poi tradusse in latino. Nel i338 si, e quasi lutto il perde, costrin-
gli successe Giovanni II suo figlio, gendolo la Savoia a farle omaggio
che ricuperò parte de' suoi stati, e pel Monferrato. Morì nel i44^ ^^'
col cognato Ottone di Brunswick pò aver maritato Amala sua figlia,
potè sottomettere gran parte del a Giovanni di Lusignano, re titola-
Piemonte. Accompagnò l' imperatore re di Cipro e Gerusalemme. Il fi-

Carlo IV in Toscana e Roma, da glio Giovanni IV lo successe, e pel


cui ottenne il vicariato dell' impero primo introdusse nella sua corte la
in Italia. Per ed
le guerre tra lui etichetta, che ammette solo nobili
i Visconti, desolata la Lombardia, presso i sovrani, rilenendo eh' essi
Urbano V gli spedì un legato per doveano servire i principi, ma ne
pacificarli. Avendo perduto Valen- restarono malcontenti in uri ai cit-

za e Casale, mori di pena nel iSySj tadini. Sposò Margherita di Savoia,


e siccome avea sposato Elisabetta e senza prolemorì in Casale nel
d'Aragona sorella di Giacomo iV i464- Suo fiatello Guglielmo Vili
re di Maiorca, regno che avea in- che gli successe, ebbe fama di pro-
vaso Pietro IV re d'Aragona, pei de capitano nelle guerre di Lom-
diritti avea si contentò di
che vi bardia, e si affrancò dalla dipen-
assumerne stemmi. Il figlio ed e-
gli denza feudale di Savoia, maritando
rede Secondotto Paleologo- Monferra- al duca Carlo I la figlia Bianca.
to, sotto la tutela di Ottone e me- Morto nel i483 senza maschi, di-
diante l'alleanza del Papa Gregorio venne marchese di Monferrato Bo-
XI, si pacificò coi Visconti, e sposò nifazio V, terzogenito di Gian Gia-
la sorella di Giovanni Galeazzo. copo, avendo già Guglielmo VII!
Morto nel iSyS gli successe il fra- assicurata la successione dello stato
tello Giovanni Ili, che morì nel all'altra figlia Giovanna, ed a suo
i38i. Allora l'altro fratello Teo- genero Luigi marchese di Saluzzo,
doro li montò sul trono, sotto del regolamento che più non volle rico-
quale Monferrato respirò pace: nel noscere Bonifazio V. Il perchè Luigi
i4o4 ricuperò Casale ed ampliò i fece assassinare Scipione abbate di
suoi dominiij maritando la figlia a Lucedio, solo rampollo legittimo dei
Giovanni Paleologo imperatore di
li Paleologi. Avendo contro ogni spe-
Costantinopoli, e il suo figlio con ranza Bonifazio V ottenuto de'suc-
Giovanna di Savoia d'Amedeo HI cessori, allorché morì nel i49^> '^

detto il conte Verde, Guerreggiò coi figlio Guglielmo IX montò sul tro-
milanesi, e T imperatore i>igismon- no, al quale nel i5nS successe Bo-
I a8 MON MON
nifazio VI suo figliuolo, assai ama- l'iscattare i poveri schiavi, e disputò
to (lai sucMili. Per la prematura sovente cogli ebrei e co* loro rabi-
sua morie, nei i53i Giovanni Gior- ni, de' quali ne indusse parecchi ad
gio ultimo erede maschio della ca- abbracciare le verità del vangelo,
sa di Monferrato, ed abbate di Bre- ed occupossi in altre somiglianti c-
mida e di Lucedio, depose V abito gregie azioni, per le quali Benedet-
ecclesiastico pel marchesato. Onde to XII nel i337 o i338 lo creò
assicurare la successione maritò la cardinale prete di s. Stefano al
nipote Margherita, figlia di Gugliel- Monte Celio. Ma quando giunse in
mo marchese di Mantova
IX, al Barcellona la nuova di sua pro-
Federico Gonzaga, che nel i533
II mozione già era passato agli eterni
ebbe il marchesato di Monferrato riposi.
per morte di Giovanni Giorgio, do- MONFORT (ven.) Lodovico Ma-
po avervi regnalo i Paleologi 228 RIA Grignon. f^. Montfort.
anni : così questo stato si compe- MOJNIGA (s.). Nacque nel 332
netrò nella casa Gonzaga, cui Car- da famiglia cristiana, e fu educata
lo V imperatore gliene die V in- da una buona femmina che da gran
Testitura. Quindi Massimiliano li tempo era nella casa de* suoi geni-
nel iSyS 1' eresse in ducato. Estin- tori, la quale instillò in lei le mas-

ta la mascolina de* Gonzaga


linea sime della vera pietà. Giunta all'e-
nel 1627, Carlo I duca di Nevers tà opportuna, fu maritata a un bor-
e di Rhetel ottenne il Monferrato ghese di Tagasta, per nome Patri-
col ducato di Mantova ; però nel zio, eh* era ancora pagano. Ella gli

]63i ne fu ceduta una porzione a fu sempre sommessa in tutto, ono-


Vittorio Amedeo 1 duca di Savoia, randolo come suo signore e padro-
ì cui successori furono investiti dei ne, ed ottenne colla sua dolcezza di
restante del paese nei lyoS dall'im- guadagnarlo a Gesù Cristo, un an-
peratore in persona di Vittorio A- no prima della di lui morte. Ar-
niedeo II, primo re di Sardegna. rivò pure a far convertire la suo-
Al di lui successore Carlo Emma- cera, dopo averla fatta pentire del-
nuele III, il Papa Benedetto XIV la sinistra opinione che avea con-
con annuo tributo cedette i feudi cepita di lei. Monica aveva una mi-
che la santa Sede possedeva nel rabile destrezza per riunire gli ani-

Monferrato e in Piemonte, costituen- mi tra loro discordi, e facevasi suo


dolo vicario di essi, come dicemmo principale dovere di alleviare gl'in-
a Masserano. digenti provvedendo ai loro diversi
MONFORT Raimondo, Cardina- bisogni. Esatta e fervorosa nell' a-

le. Raimondo de' conti di Monfort, dempiere i doveri della religione,


nato in Tolosa, chiamato fino da era pure attentissima nel vegliare
fanciullo dalla Beata Vergine all'or- alla cura della sua famiglia, e so-
dine delia Mercede, fece tali pro- prattutto educazione dei figli.
all'

gressi nella santità e nelle scienze, Essa n' ebbe tre dal suo matrimo-
che acquistatasi in breve alta ripu- nio, due maschi ed una femmina.
tazione nella Spagna e nella Fran- Il maggiore di tutti fu s. Agostino

cia, venne consultato come l'oraco- (Fedi)f sugli errori del quale ella

lo de' suoi tempi. Più d' una volta ebbe a versare molte lagrime, non
intraprese H viaggio dell' Africa per cessando mai d' implorare da Dio
MON MON 119
la sua conversione. Nel 384 vendo f» nica sia presso i canonici regolari
Agostino lasciata Roma, ov' erasi di Arouaise, vicino a Bapaume nel-
recato, andò a Milano per insegnar- TArtois, tranne il capo che vuoisi
vi reltorica. Ciò saputo dalla madre, trasportato nella chiesa di s. Ama-
imbarcossi per raggiungerlo. Giunta to a Donai
Sarà una parte del .

a Milano intese dalla propria boc- capo, perchè afferma il Piazza nel-
ca del figlio ch'egli non era più V Ernerologio, venerarsi nella detta
manicheo. Ivi ella strinse particolar chiesa di s. Agostino. La festa prin-
conoscenza con s.Ambrogio, il qua- cipale di s. Monica si celebra ai
le slimava s. Monica per la sua 4 di maggio,
pietà, e cougratulavasì spesso con MON TORI O, Monilorium, Prae-
1

Agostino perchè avesse una tal ma- ceplum. Ordine emanato da un giu-
dre. Ivi pure ebbe la consolazione dice ecclesiastico,che obbliga tutti
di vedere finalmente la perfetta con- quelli che hanno conoscenza del
versione di quel caro figlio che le fallo che vi è contenuto a rivelar-
era costato tante lagrime, angoscie lo senza indicarne gli autori per il
e preghiere. Dopo questo felice av- loro nome, sotto pena di scomunica,
venimento ella andò con lui in una ai curati ed ai vicari che lo pub-
casa di campagna, ove si ritirò con blicano dal pulpito delle chiese par-
alcuni suoi amici, e prese parte nel- rocchiali in favore di alcuni mem-
le sublimi conferenze che colà ten- bri della Chiesa, poiché non si ac-
nero fra loro. S. Agostino fu bat- cordano monitorii agli eretici ed
tezzato nel di di Pasqua del 887, agli scomunicali denunciati, non es-

e continuò a vivere alcun tempo sendo giusto che la Chiesa proteg-


insieme con quei suoi amici che ga coloro, dai quali viene disprez-
pure aveano ricevuto il battesimo, zata e lacerata. Il monitorio è un
ai quali Monica prestava i più a- atto, col quale taluno, dopo essere
morosi servigi, come se tutti fosse- stato tre volte ammonito di obbe-
ro stati suoi figli. Essi più non dire alla Chiesa, viene diffidato che
pensavano che a tornarsene in A- si procede alla scomunica : il par-
frica,e Monica doveva imbarcarsi roco non può pubblicare questo
con loro ; ma cadde malata, e mo- avviso senza ordine della curia ; ed
ri ad Ostia, nell'anno 887, cin- il concilio di Trento riserva ai so-
quantesimosesto di sua vita ; e s. li vescovi il potere di accordare
Agostino, che ne avea allora tren- monitorii. Su questo punto di di-
tatre, le chiuse gli occhi. 11 corpo sciplina possono vedere il p.
si

di s. Monica da Ostia fu traspor- Teofilo Raynaul e Rovault, ne' lo-


talo a Roma nel i43o, sotto il ro trattati de' monitorii, ed Evillon
Papa Martino V, ed è ancora ri- nel trattato delle scomuniche e
posto nella chiesa di s. Agostino. dei monitorii. f^edi Censure eccle-
Martino V scrisse di sua mano la siastiche, Interdetto, e Scomunica ;

storia di questa traslazione, e di ed il p. Pletlemberg, Notitia: Mo-


molte miracolose guarigioni operate nitoria et inhibitoria dislinguenda
da Dio ad intercessione della santa. a bievibus ; Monitoria extra curiam
Alcuni però pretendono che quello dantur in pergameno. In molli ar-
che si custodisce a Roma sia il corpo ticoli si parla dei monitorii, ed a
di s. Prima, e che quello di s. Mo- chi furono inlimati. Il Garampi
VOL. XL\I. 9
i3o MON MON
nel Sigillo della Carfagna na p. 79, dinal di Borbone con altri eccle-
narra che in alcune più celebri siastici arrestati e dopo sessanta
;

solennità dell'anno soleva Papa il giorni comparisse iu persona o per


pubblicare i processi o monitorii non procuratore avanti la santa Sede,
$olo comuni, eli' ciano le scomuni- per render conto dell' uccisione del
che generali comprese nella bolla in cardinal di pena di
Guisa, sotto
Coena Domini^ ma anche gli spe- scomunica Essendo morto il re
.

ciali contro qualche principe, comu- prima di aver obbedito al monito-


nità o altra persona, di che erudi* rio, non gli celebrò funerali. Do- i

tamente ragionò il p. Lazeri. Dopo vendogli succedere Enrico IV, co-


che il Papa avea tatto il suo ser- me eretico, Gregorio XIV spedì in
mone al popolo, un cappellano leg- Francia un nunzio con due moni-
geva i detti processi o monitorii, torii, uno agli ecclesiastici che ne
indi un cardinale diacono con mi- seguivano le parti, onde lo abban-
tra in capo rivolto al popolo li donassero entro quindici giorni, ciò
"Volgarizzava. Il Papa ne ripigliava che pur doveano fare per l'altro
subito il discorso, e coll'assistenza dei monitorio i grandi del regno sotto
cardinali e prelati, rivolti verso il pena di scomunica ; dichiarando
popolo, si faceva da tutti il gettilo co'medesimi monitorii escluso Enri-
delle candele, del quale parla il p. co IV dalla corona e dalla comu-
Mabillon, in /I7w9. ital. l. H , p. nione de'fedeli a detto articolo di-
:

364- Alle biografìe de' Pontefici cemmo ancora degli attentati com-
dicemmo de'principali monitorii da messi dai parlamenti eretici, contro
essi intimati, e molti ne abbiamo i monitorii pontifìcii. All' articolo
ce Innocenzo III {redi). Nel iSciS Castro e Faenesb si raccontò co-
Giovanni XXII pubblicò il proces- me il duca di Parma fortifìcò Ca-
so formato contro Lodovico il Ba- stro, onde Urbano Vili gli fece in-
Taro con un monitorio a lui diret- timare un monitorio di pene spiri-
to, perchè sotto pena di scomuni- tuali e temporali, se in trenta gior-
ca desistesse entro lo spazio di tre ni non avesse demolite le fortifica-

naesi, di proteggere i ribelli della zioni ; segui la sentenza di scomu-


Chiesa, ed i Visconti di Milano nica, e la devoluzione dello slato
dannati d'eresia. Nel 1824 Lodo- di Castro alla Sede apostolica. Cle-
vico gli spedii tre ambasciatori col mente XII con due formali moni-
prelesto d' intendere se veramente torii minacciò il processato cardi-
fosse da lui emanato il monitorio, nal Coscia di spogliarlo della por-
e di chiedere in tal caso un ter- pora, e di pubblicarlo scomunicato
mine competente di sei mesi per se dentro un mese non ritornava
fargli le convenienti risposte Gio-
. in Roma, donde era fuggito, aven-
vanni XXII accordò due altri me- do grandemente abusato della bon-
li, non per rispondere al monito- tà di Benedetto XIIL Gravi diffe-
rio, ma per riconoscersi ed obbe- renze insorsero tra la santa Sede e
dire. Restando Lodovico contumace, il re di Sardegna sino dal pontifi-
fu scomunicato. All'articolo Fran- cato d'Innocenzo XII e Clemente
cia dicemmo coinè Sisto V nel 1^89 XI, per r immunità ecclesiastica, e
pubblicò un monitorio contro il re pei feudi che la chiesa romana
Eurico III, onde scarcerasse il cai- possedeva iu Piemonte e nel Moa?
MON MON i3i
fenato, continuandosi in quelli tli MONOGRAMMA. Posizione di
Bonedello XIII e Clemente XII : tutto un nome in una sola cifra.
pertanto nel 1 702 il cardinal Spi- 11 costume di collegare insieme tut-
nola camerlengo con monitorio co- te o parte delle lettere componen-
mandò ai vassalli della santa Sede ti i nomi che si volle esprimere, è
non riconoscere che questa nel do- mollo antico, perchè si vede prati-
minio, rinnovando il monitorio nel cato nelle monete consolari ; e si
lyii, cui seguì la sentenza di sco- può credere che da principio si co-
munica contro chi molestasse sud- i minciasse dal fare le semplici lega-
diti pontificii, e quelli che aveano ture di due o tre lettere insieme,
lesa l'immunità ecclesiastica, cen- come si può vedere nelle iscrizioni
sura che pubblicarono ancora di- del Grutero, il che spessissimo si

versi vescovi. Per altri attentati, osserva nelle medesime monete con-
nel 171 I il prelato Patrizi tesorie- solari, e dipoi si trapassasse da que-
re pubblicò un monitorio contro i ste legature all'uso de' monogram-
jninistri regi, citandoli presentarsi mi. Di ne tro-
questi molti se
in Roma teimine di quaranta-
nel vano nelle medaglie
antichissime
cinque giorni per giustificarsi, al- greche, nelle quali sovente sono es-
tri nienti incorrerebbero nella sco- pressi in tal maniera dai popoli i
munica; quindi il prelato pubblicò nomi di alcune città, parecchi esem-
tre altri monitorii, e due il succes- pi avendone raccolto il p. Mont-
sore Collicola. Le controversie ter- faucon nfella sua paleografìa. Si con-
minale furono da Benedetto XIV, tinuò poscia questo uso ne' bassi
e se ne parla a' loro luoghi. All'ar- tempi, e cosi trovasi il nome di
ticolo Parma diremo della pramma- Ravenna in alcune medaglie stam-
tica sanzione pubblicata dal duca pate in quella città, presso il Du
iiìfante di Spagna, che Clemente Gange. Nel calendario stampato dal
XllI condannò, promulgando moni- Lambecio, nel fiontespizio evvi una
torii in difesa dell'ecclesiastica giu- simile legatura di lettere, nella qua-
risdizione : in favore del duca pre- le tale autore crede siavi contenu-
sero impegno le corti Borboniche to il nome dell' impero romano di
delle due Sicilie, di Spagna e di oriente. Si servirono finalmente di
Francia, minacciando rappresaglie, questi monogrammi, affine di es-
e r ultima con prepotenza occupò primere i loro nomi, i Papi ne'sa-
Avignone. Ne tratta il Bercastel, cri edifizi da loro eretti, massime
Storia del cristianesimo t. XXXIII, nell'abside, e ne' mosaici che face-
p. 2o4 e seg., ediz. dell' Antonelli. vano nelle basiliche, come osserva
MONOFISITI, Monophysitae. E- r Alemi^ni, De lateranensibus pa-
relici dell'oriente, i quali non ri- rietinis, cap. 3 ; e nelle monete co-
conoscevano che una natura in G^- me abbiamo dal Vignoli, Jutiquio-
sii Cristo, e condannavano come res Pont. rom. denarii, e comincia-
nestoriane le espressioni che la Chie- rono a cessare intorno alla metà
sa autorizzò nel concilio di Calce- del secolo XV,
con Nicolò V. forse
donia. Vedi Eutichiani e Giaco- Inoltre Pontefici usarono i mono-
i

BiTi. Abbiamo diGiuseppe Assema- grammi nelle loro Bolle e Diplomi


ni : De syris nionophysitis disser- (Vedi) altrettanto fecero gì' impe-
:

tatici Homae 1750. ratori, ì re e principi ne' loro di-

I
132 MON MON
plom), come può vedersi nel citalo monogramma fu in uso sino a Fi-
Du Gange nel Gloss. Ialino^ olla pa- lippo III. Questo comunemente si

rola Monogramma. Parlando il dot- chiamò characlereni noniis y com-


to monsignor Mardini, Diplom. pori- prendendo in una sola lellera le
tìf. p. 3i, del circolo a tratti di altre del nome, allo stesso modo
penna che costumarono i Papi, con che gli antichi chiamarono mono-
epigrafe intorno, ricavata da* salmi cliromata le pitture di un colore
o da altro libro sacro, nelle loro solo. Questi monogrammi e le formo-
lettere, disse che abbiamo di s. Ni- lo usate ne'diplomi nell'indicarli, fe-

colò I un circolo col monogramma cero sospettare imprimesseroche s*

del suo nome : Adriano 11 sembra a modo di stampiglia, ed ora si


aver usato di scrivere ne* circoli al- scrivesse dal sovrano stesso ; poiché
cune volte il solo monogramma di alcuni monogrammi nelle vetuste
Cristo, oltre lasciarvi la croce colle carte sono così esatti, che par dif-

solite due lettere greche. Tuttora i ficile essere scritti a penna.


Papi nelle bolle delle Canonizzazio- Del monogramma geroglifico del
ni (Vedi) usano un timbro orbi- sacro nome di Cristo, e sua antichi-
colare con intorno un motto della tà e diversità, ne parlammo nel voi.
sacra Scrittura. XVIII, p.209, 2 o I e 2 29 del Diziona'
11 Borgia, Memorie ist. pari. I, rio ed altrove. I cristiani per la gran-
p. 6i e seg., eruditamente parla dissima venerazione eh' ebbero del
dell' origine de'monogramm:, parola suo santo nome, sino dalla primi-
in compendio ed in certo giro di tiva Chiesa lo posero negli scudi, nei
lettere intralciate, e note compendia- labari, nelle monete, ne* bronzi,
rie. Dice che frequentemente si ve- nelle lucerne, nelle pitture, ne' ve-
dono nelle antiche iscrizioni, usate tri, nelle gemme, ne'sigilli anche pon-
per supplire alla mancanza del mar- tifìcii, negli anelli, negli utensili, ne-
mo o per correggere qualche erro- le iscrizioni, ec : segno o sigillo di
re corso nell'incisione ; e che la pace , di amistà e di cristianità,
stessa industria talvolta adoperaro- laonde avverte il Paoli, Notizie di
no greci ed i romani nelle loro
i s. Feliciano martire^ che il mono-

monete per farvi capire le iscrizioni gramma di Cristo trovato nelle la-
con sigle abbreviate, rilevando for- pidi sepolcrali, non è segno di san-
se da ciò r origine de' monogram- tità ne di martirio, e che senza e-
mi, il cui uso divenne frequente scludere gli altri significati, può
nel secolo VII, e continuò per qual- spiegare il sentimento per Gesù
che secolo. Eginardo scrisse che Cristo. Il Buonarroti, Osservaz. dei
Carlo Magno fu il primo tra i re vasi di vetrOy parlando di questo
di Francia ad introdurre nella sua monogramma, dice che si soleva
corte la pratica di munire le car- porre nelle lettere formate, e si so-
te col monogramma^ probabilmente leva unire con l' A e l'fl, perchè
per ricoprire 1' imperizia sua nel Cristo disse di se stesso, ch'era l'al-
formare buon carattere : egli però fa e r omega, il principio e il fi-
non fu il primo tra i re di Fran- ne di tutte le cose, che sono, che
cia ad usare il monogramma, aven- furono e che saranno altrettanto :

dolo prima di lui adoperato qual- scrive il p. Mamachi, De costumi


che altro re. Nella detta corte il de primitivi cristiani, p. 1 86 ; ed
8

MON MON i33


il Vellori , De x^etiistate et forma ch'ebbe per vescovo Rufenzio, che
monogrammatis ss. Nominis Jesu intervenne ai sinodi romani del
dissert. antiquis emhlematihus y Ro- 5or, 5o2 e 5o4, celebrati dal Papa
mae l'j^'j. s. Simmaco. Tra gli uomini illu-
MONONE (s.). anacoreta. Nato stri di Monopoli nomineremo Bar-
in Iscozia, lasciò la patria con in- tolomeo Sibilla insigne filosofo e
tendimento di giungere più facil- teologo ; Girolamo monopplitano
mente alla perfezione. Rilirossi nel- della famiglia Ippoliti, dotto do-
la foresta di Ardenna, dove visse menicano, arcivescovo di Taranto;
da eremita nel settimo secolo. Egli ed il cardinal Anselmo Marzati, pe-
fu trucidalo nella sua cella dai la- rò di famiglia di Sorrento.
dri, e seppellito nel villaggio di La sede vescovile di Monopoli
Nassaw. Diversi miracoli resero ce- fu eretta dopo la rovina di Agnaz-
lebre la sua tomba, ed é onorato zo nel secolo XI, sotto la metro-
a' i8 di ottobre. poli di Bari, indi da Urbano II nel
MONOPOLI ( Monopolìtan ) , 1 09 1 dichiarata immediatamente
Città con residenza vescovile del soggetta alla santa Sede, come lo
regno delle due Sicilie nella pro- è tuttora. L' Ughelli narra che nel
vincia di Bari, distretto da cui è 1000 Marco arcivescovo di Brin-
lungi dieci leghe, e tredici da Ta- disi e di Oria era pur vescovo di
ranto, capoluogo di cantone, sul- Monopoli ; e che sotto l'arci vescovo
r Adriatico. Questa bella città e Eustachio ribellatasi la chiesa Mo-
piazza di guerra,
ben fabbricata nopolitanaj il Papa nel 1062 la
con due sobborghi, ebbe il titolo ridusse alla sua obbedienza. II
di marchesato. La sua cattedra- primo vescovo di Monopoli fu A-
le risplende non solo per V ar- deodato del 1059, cui successero
chitettura, ma eziandio per gli sta- nel io65 Smaragdo, indi Pietro
tuari ornamenti . Sonovi diverse che intervenne alla consecrazione
fabbriche di tessuti, che si espor- della chiesa di Monte Cassino; nel
tano con vino ed olive di cui ri- 1073 Romualdo, il quale incomin-
donda il territorio pei folti oliveti. ciò a edificare la nuova cattedrale,
Dalla sua rada salpano i bastimenti ov* è in gran venerazione l' imma-
pel piccolo cabottaggio. Conta più gine della Beata Vergine della Ma-
di 19,000 abitanti. A poca distan- dia, rinvenuta nell'antica dedicata
za si osserva una gran quantità di al patrono s. Mercurio; nel 1 1 1
case tagliate nelle roccie calcari, Nicola di Monopoli, a cui Calisto
e le rovine con le vestigie dell'an- II confermò la libertà della chiesa,
tica Egnatia^ cui vuoisi
città di protezione che rinnovò Eugenio IH
abbia Monopoli, Mo-
rimpiazzato col successore Michele del ii44i
nopolis. Egnazia, antica città della facendo altrettanto nel 1180 Ales-
Puglia Peucezia, nel territorio dei sandro III col vescovo Stefano. No-
salentini sulle rive del mare, detta mineremo i più benemeriti e loda-
anche Jgnazzo (Fedì), ebbe sede ti che governarono questa chiesa.
vescovile nel V secolo sotto Bari. Giovanni del 1227, per avere O-
L' Ughelli sacra t. X, p.
, Italia norio III annullata l'elezione che
74, ne parla, dicendo che fu con- il capitolo avea fatto di altro Gre- :

centrata in quella di Monopoli, e gorio IX confermò privilegi con-


i
2 ,

i34 MON MON


cessi dai predecessori, e rati fico la Brindisi, con ritenzione dol titolo
elezione di Guglielmo fatta nel arcivescovile, fu Ira-^lato Francesco
1238 dal capitolo. Giulio fu nel Sorgenti teatino, e gii successe nel
1255 consacrato da Alessandro IV. 1 654 Benedetto Herrera spngnuolo
Per sua morte, diviso il capìtolo, dottissimo: indi lo furono, Giusep-
elesse due, ma dopo notabile sede pe Cavalieri nobile napoletano nel
vacante, si unirono i canonici per 1664, degno e grave pastore; Car-
nominare Pasquale, conlermato da lo Tilli di Trevico, traslato nel
Martino IV. Nel 1286 Onorio IV 1697 da Acerra; Gaetano della
consacrò Pietro Saraceni romano, nobile famiglia d* Andrea, procu-
inconsulto capitalo. Diviso questo ratore generale de* teatini, e della
ne* pareri tra Berardo e Nicola sua congregazione benemerito, di-
Boccasigni, questi nel iBog rico- venne vescovo nel 1698; fr. Al-
nobbe Clemente V, il quale nel 3 1 1 fonso Francesco Dominquez ago-
confermò il successore Francesco, stiniano milanese, assistente gene-
scelto dal capitolo : il quale fu dis- rale del suo ordine e dotto, nel
corde assai i336
neir eleggere nel 1704; Nicola Centomani di Po-
il pastore, onde Benedetto XII no- tenza , vicario generale del suo
minò fr. Dionisio di Borgo s. Se- vescovo, nel 1707, col quale nel-
polcro, celebre predicatore servita. r Italia sacra t. I, p. 96 1 del-
Nel 1342 il capitolo domandò fr. l' Ughelli si compie la serie, quale
Marco Leone de' minori, e Clemen- continueremo colle annuali Notizie
te VI glielo concesse, succeduto nel di Roma, l'ji^ Giulio Antonio Sac-
1357 da Pietro de Orielio di Mo- chi di Tropea. 1738 Francesco Jo-
nopoli. Fr. Giovanni de'minori di- rio di Procida. 1754 Ciro de Al-
venne vescovo nel iByB, ma fu teriis napoletano. 1761 Giuseppe
fautore dell'antipapa Clemente VII, Cacace napoletano. 1780 Domenico
come confessore di Giovanna I. Ur- Russo napoletano, traslato da Po-
bano VI nel i382 fece vescovo tenza. Raimondo Fusco
1785 fr.

Francesco Carbone napoletano, che minore conventuale di Nusco. i8o5


poi creò cardinale. Nel 14^7 fu Lorenzo Villani d' Ugenlo, al cui
vescovo della patria Antonio de Pe- tempo Pio VII nel 1818 soppres-
de, sino al i456, al successore del se la sede vescovile di Polignano
quale, Alessandro, il re di Napoli (f^edi), e l'uni in perpetuo a Mo-
Ferdinando I confermò i privilegi nopoli. 1824 Michele Palmieri di
della chiesa Monopolitana. Nel i5o8 Monopoli, traslato da Troia. Per
Giulio II vi traslatò da Polignano sua morte, Gregorio XVI nel con-
Michele Claudio governatore di B.o- cistoro de' 17 giugno i844 traslatò
ma. Paolo HI nel i546 elesse da Lacedonia l' odierno vescovo
fr. Ottaviano Preconi siciliano , monsignor Luigi Giamporcaro, di
francescano insigne per pietà ed s. Cataldo diocesi di Girgenti.
erudizione: nel i56i gli successe La cattedrale è a Dio sacra
Fabio Pignattelli nobile napoletano 5otlo r invocazione di s. Mercurio
dotto e religioso. Da Crotone fu martire. Il capitolo è composto di
qui 1598 fr. Giovan-
trasferito nel quattro dignità, la maggiore delle
ni Lopez domenicano spagnuolo, quali è l'arcidiacono; di venti ca-
chiaro per virtù. Nel 1640 da nonici,, comprese le prebende del
MON MON i35
teologo e penitenziere; di dodici Per esempio, ch'era confessavano
mansionari ed altrellanli sopran- l'umanità di Gesù Cristo che ave-
numerari, e di altri preti e cliieri- va soIFerta la fame, la sete, il do-
ci addetti alla sacra iiflizialura. La lore; ma pretendevano che questa
cura d' anime
funge da un si ca- fame, sete, dolore, ed in fine tutte
nonico nella cattedrale, munita di le passioni, volontà ed operazioni
battisterio. In città sonovi altre di Gesù Cristo, si dovessero attri-
quattro chiese parrocchiali co! fon- buire al Verbo, non credendo essi
te sacro, tre conventi di religiosi, che vi potessero essere due volon-
altrettanti monasteri di monache, tà e due operazioni libere in una
un conservatorio, una confraternita, medesima persona. Fu accusato di
l'ospedale, il monte di pietà e il negligenza il Papa Onorio 7 (Vedi)
seminario. L'episcopio resta incon- in dover estinguere l'eresia de'mo-
tro alla cattedrale. La diocesi si noteliti : il successore i^evemo (^e-
estende per circa sedici miglia di di) riprovò l'Ectesi favorevole agli
territorio, ed ogni nuovo vescovo è eretici, e ne fu vittima. Giovanni
tassato ne' libri della camera apo- IV (Vedi) condannò tale editto e
stolica in fiorini 2 5o, ascendendo gli errori de'monoteliti, la cui ere-
le rendite della mensa a più di sia procurò estinguere Teodoro I
cinquemila ducati. condannandola. Nel 649 s. Mara-
MONOTELITI , Monothelitae . no I (Vedi) che gli successe fece
Eretici che riconoscono una sola altrettanto, onde ebbe la palma del
volontà in Gesù Cristo, cioè la di- martirio, e s. Eugenio I (Vedi)
vina, sono un ramo degli Etiti-
e imitò lo zelo de' predecessori. An-
chiaiii [Vedi). Teodoro vescovo di che il monaco Sofronio ed il san-
Faran, fu il primo che insegnò to abbate Massimo si opposero for-
l'errore verso l'anno 620, e lo ab- temente ai monoteliti, che tanto
bracciarono Ciro vescovo di Phare danno facevano alla Chiesa e alla
o Faran poi d'Alessandria, Seigio e purità della fede. Il Papa s. Aga-

Pirro di Costantinopoli: Eraclio im- tone (Vedi) condannò i monoteliti


peratore li favorì coWEclesi (T^edi)^ e spedi i legati al concilio genera-
indiCostanzo pubblicò il Tìpo(Fedi) le di Costantinopoli VI (Vedi), nel
per imporre silenzio sulla questione quale nel 680 furono condannali
dell'unità e delle molteplici volon- senza riserva i monoteliti, con l'E-
tà m Gesù Cristo. 1 monoteliti ctesi ed ilTipo, e furonvi dichiara-
non negavano già chele facoltà, le te due volontà in Gesù Cristo; e
volontà e le operazioni umane non da quell'epoca il monotelismo si

si trovassero in Gesù Cristo, a ca- estinse, dopo aver travagliato la


gione delle due nature; ma essi le Chiesa, massime d'oriente. Abbia-
liducevano ad una sola operazione mo di J. B. Tamagnini: Historia
teandrica deivirile, che attribui- Jìionothelitaninif atque Honorii I
vano al Verbo: l'umanità poiché controversia^ Parisiis 1778.
gli era talmente unita, dicevano MONREALE (Montis Regalis).
essi, che non agiva per nulla da Città con residenza arcivescovile,
sé stessa, ma per mezzo del Verbo, nel regno delle due Sicilie, nella
che le dava tutto il suo movimen- provincia della Valle minore di
to, come ad un puro istroraenlo. Palermo, da cui e discosta più d'una
ìZe MON MON
lega, capoluogo di cantone. Posta cattedrale vi è In maestosa fabbri-
in velia al monte Caputo, do dove ca del monastero, ritenuto il mag-
si vede una magnifica prospettiva, giore del regno, dell'abbazia fonda-
è cinta da monti anco piìi elevati, ta dal medesimo re Guglielmo li
tranne la parte settentrionale cli'é detto il Buono, con bellissimo chio-
una catena di colline deliziose, co- stro adorno di quattro fontane di
perle di olive ed agrumi. La cat- marmo. Vi è un collegio in cui si

tedrale di gusto gotico è uno de''piìi apprendono le lettere e le filoso-


belli e splendidi monumenti di Si- fiche discipline. Racchiude la città
cilia : costruita a Ire navi, le mura circa 1 3,000 abitanti, compresi
sono coperte di finissimi marmi, di quelli del villaggio Rocca. Le ric-
preziosi mosaici fatti da artisti gre- chezze che nella chiesa e mona-
ci con colonne di granito egizia- stero vi ammucchiò il re Gugliel-
no, ed ornamenti di bellissimo
altri mo II, destarono sovente la cupi-
effetto. L'altare maggiore è tutto digia de' pirati maomettani, che più
coperto d'argento con mirabili bas- d'una volta tentarono d' impadro-
sirilievi dello stesso metallo ; il pa- nirsene, per cui si dovette circon-
vimento è a mosaico, le porte so- dare le disperse abitazioni di gros-
no di bronzo istoriate. Questo tem- se mura. In que' secoli di tumulto
pio fu descritto da Gio. Luigi Lel- e di continue guerre molti si ri-

lo Historia della chiesa di Moti-


: pararono in quel recinto per vi-
reale, Roma i^gG; e dal p. d. vervi colla maggior possibile sicu-
Michele Giudice, Descrizione
del rezza: in tal modo si aumentò
del real tempio di s. Maria Nuova Monreale, detto anche Montreale e
di Monreale con le osservazioni so- Morreaky che die molti uomini
pra le fabbriche e mosaici della illustri alla Chiesa, alle armi, alle
chiesa,Va\ermo 1 702. Nel 1 8 6 mol- 1 scienze ed alle arti.
to soffi! per un incendio, ma con Nel 1167 Guglielmo II incomin-
molto discernimento si eseguirono ciò la sontuosa chiesa e monastero,
poscia le convenienti riparazioni. in onore di s. Maria Nuova, sopra
Veggasi Domenico lo Fuso duca di s. Ciriaca, per i monaci benedettini
Serradifalco: Del duomo di Mon- della Cava, ed arricchì l'abbazia di
reale e di altre chiese siculo-nor- possessioni e privilegi : a sua istan-
manne, Palermo i838. In que- za il Papa Alessandro III nel 11 74
sta cattedrale vi sono i mauso- la dichiarò esente dall' arcivescovo
lei marmorei di porfido di Gu- di Palermoe da qualunque giu-
glielmo I, e di Guglielmo II re risdizione, e immediatamente sotto
di Sicilia, il quale edificò la città il patrocinio della Sede apostolica ,
e il magnifico tempio nel 1167. accordando all'abbate le insegne del-
Carlo I d'Angiò fratello di s. Lui- la mitra, guanti, sandali, tonicella,
gi IX ottenne per questa chiesa i dalmatica, bacolo, anello, con fa-
di lui visceri e cuore, e li fece coltà di benedire il popolo, e con
collocare colla maggior magnificen- altre prerogative. Le terre concesse
za : vi doveva essere l'intero cor- all'abbazia dal re furono molte, fra
po, ma r ottenne Filippo III figlio le quali Riletto, concedendone giu-
del santo, dando invece alla chie- risdizione all'abbate, cui diversi ve-
sa una sacra spina. Annessa alla scovi accordarono privilegi. Primo
,.

MON MON 37
abbate e signore del reni monaste- il cardinal Rodolfo legato e vesco-
ro di s. Maria Nuova, fu nel 1176 vo d'Albano consacrò la chiesa di
eletto fr. Teobaldo monaco della Monreale, e Clemente IV confermò
Cava, dell'ordine di s. Benedetto : all'arcivescovo il farsi precedere nel-
fu da alcuni detto vescovo, ma dice la 1269
sua provincia dalla croce.
il Lello non trovarsene documento. Avveduto abbate di s. Giovanni di
Nel 1178 gli successe il priore fr. Palermo. 1278 Giovanni Bocca-
Guglielmo, sotto del quale Lucio mazza romano, poi cardinale: note-
III eresse la chiesa del monastero remo che avendo cardinali le bio- i

in metropoli, ad istanza di Gugliel- grafie, queste si possono vedere


mo II, ricevendo la nuova metro- per le notizie de' cardinali arci-

politana sotto la protezione della vescovi di Monreale. Alla vacanza


santa Sede, con prescrivere che in- della sede, il capitolo avea fatto
violabilmente vi si osservasse l'or* postulazione per il vescovo di Po-
dine monastico benedettino, e colle tenza. 1286 Pietro Gerra da Fi-
sue mani consacrò primo arcivesco- rentino detto romano, nominato da
vo Guglielmo, e gì* impose il
fr. Onorio IV per la riserva da lui
pallio, concedendo l'elezione de'suc- e da Martino IV fatta in provve-
cessori a' monaci. Clemente III con- dere le vacanti sedi di Sicilia, per
fermò l'erezione di Lucio III, ed as- la sollevazione del regno contro gli
soggettò alla chiesa di Monreale angioini, e servì la sede in vari im-
per suffraganee, le sedi di Siracu- portanti incarichi. i3o4 Ruggieri
sa e di Catania nell' anno ii88. di Donrausco salernitano. i3o6 Ar-
Nell'anno seguente divenne pastore naldo di Rassach catalano, il quale
di Monreale fr. Caro, che come il in libro raccolse molli privilegi con-
predecessore s' intitolò, abbate ^ si- cessi all»a sua chiesa dai Papi, im-
gnore e arcivescovoj così i succes- peratori, re ed altri principi. i325
sori. Il copioso numero de' privile- Napoleone Orsini romano, fatto da
gi concessi alla chiesa e monastero Giovanni XXII, ad onta della po-
di Monreale, il Lello li riporta a stulazione fatta per altri dal capi-
p, 2 e seg. del Sommario. Divenne- tolo, ignorando la riserva che ne
ro successivamente arcivescovi, N. . . avea fatto il Papa, che la dichiarò
nel 1234 per volere di Gregorio nulla: sotto di lui s'intruse l'ab-
IX che annullò l'elezione di L. ..mo- bate di s. Maria d'Altofonte. i338
naco di Monte Cassino, riservando- Mannello Spinola genovese, che ri-
ne la provvisione alla santa Sede. formò l'abbazia di s. Maria di Ma-
Nel 1255 Manfredi si fece coronare nince de' benedettini, indi nel i348
re di Sicilia non in Monreale, co- col consiglio del capitolo riparò l'an-
me scrissero alcuni^ ma in Paler- tichissimo monastero di s. Martino
mo, essendo arcivescovo, abbate e delia Scala nella diocesi, di che ab-
signore Benvenuto, poiché scrive il biamo l'opuscolo: Dereaedìficalionc
Villani, che incombeva agli arcive- monasteri i s. Martini de Scalis^ or-
scovi di Monreale il coronare re i cìinis s. Benedicli y Romae 159G.
di Sicilia. Gaufrido del 126G fu le- L'arcivescovo morì di peste nel 1 3G'2.
gato di Clemente IV in molti luo- Nel i363 Urbano V nominò Gu
ghi, e da lui eletto. Trasraondo del glielmo Monstrio catalano, cui scrisse
1267, sotto del fpjale a' 20 aprile Gregorio XI per sapere quali speda-
.

i38 MON MON


li e commende dell'ordine geroso- Maria di Licodia, di s. Nicola d'A-
limitano fossero in Monreale e dio- vena, e di s. Placido di Calonero
cesi ; ma avendo dissipalo i beni in congregazione di Sicilia, ordi-
della chiesa, ricevelle ordine di ac- nando inoltre il Papa che sedici
crescere il numero de'monaci nel monaci di IMonreale vi celebrassero
monastero, essendo prima il loro gli uffizi divini, cui l'arcivescovo
capitolo composto sino a cento; passasse le consuete onnue cento
ìndi per avere aderito all'antipapa oncie. 1 4B5 Giovanni Borgia spa-
Clemente VII fu deposto da Urba- gnuolo, non attendendosi l'elezione
no VI, che nel i38o vi traslatò da di quello che aveano fatto i mo-
Isernia fr. Paolo romano; invece naci, poi cardinale: sotto di lui Al-
l'antipapa conferì la chiesa a Fran- fonso Il re di Napoli, che avea co-
cesco llicherio, e poi a Pietro Ser- ronato \u Napoli, si ritirò in Mon-
ra spagnuolo che diventò anticar- reale a far penitenza nel monaste-
dinale, come dicemmo nel voi. IH, ro. i5o3 Giovanni y-Castellar spa-
p. 225 del Diz'onarioj nell'intru- gnuolo, indi cardinale. i5o5 Alfon-
sione gli successe fr. Giovanni di so d'Aragona figlio naturale di Fer-
Thauste francescano nel 1397. 11 dinando V e arcivescovo di Sara-
legittimo fr. Paolo fu vicario di gozza : sotto di lui Giulio lì nel
Koma per Gregorio XII, che gli I 5o6 unì la suddetta congregazione
die in commenda quel monastero di Sicilia in un al monastero di
di s. Eusebio, a cagione delle usur- Monreale, a quella di s. Giustina
pazioni fatte dagli intrusi^ e Mar- de* cassinesi, come riporta il p. Lu-
tino V lo trasferì a Tessalonica. bin, Abhat. Italiae,^. 235. i5i2
i4'2 2 Giovanni Ventimiglia di Mes- Enrico Cardona spagnuolo, castel-
sina de'marchesi di Gerace, eletto lano di Castel s. Angelo, poi car-
da' monaci mentre lo avea nomi- dinale: nel i520 non essendo suf-
nato Martino V : riparò la chiesa, ficienti pel divin servigio nella chie-
il claustro, edificò il palazzo arci- sa Monreale
di sedici monaci sta- i

vescovile con vasto giardino, ed in bilitida Sisto IV, si convenne ac-


sua morte elessero i monaci il vi- crescerne altri nove, e comporre il
cario. 1449 Alfonso de Cuevasru- capitolo canonicale di venticinque
iiias spagnuolo, indi fatto capitano monaci, col consenso del priore del
generale di s. Chiesa, che servì in monastero, assegnando l'arcivescovo
gravi negozi. i455 Giovanni d'A- le opportune reudite pel manteni-
ragona figlio del re Giovanni li, mento, in ragione d'annue dieci
trasferito a Saragozza. i473 Auxia oncie per cadauno; la congregazio-
di Spuig spagnuolo o del Poggio, ne de' cassinesi di s. Giustina e il

governatore di Roma poi cardinale, Papa approvarono tali accordi. i53i


fece diversi sacri doni alla sua cardinal Pompeo Colonna romano
chiesa, e avendo in essa ripristi- i532 cardinal Ippolito de' Medici
nata r osservanza regolare de' mo- fiorentino. i536 cardinal Alessan-
naci di s. Benedetto, Sisto IV l'au- dro Farnese romano, celebrò il si-
torizzò col priore a sceglierne dodici nodo, e cominciò il pavimento di
d'altri monasteri per accrescerne il marmo nella cattedrale. Lo zio del
numero, i483 unì i mona-
e nel cardinale, Paolo III, nel i549 ^^^
steri beaedettiui di Momealc; di s. sua bolla riportata dal Pirro , ter-
,

MON MON 139


minò le differenze di' erano tra i di Voleva il predeces-
altre virtù.
ministri della chiesa di Monreale sore con pregiudizio de'monaci isti-
coi nnonaci ,
pel divino servigio, e tuire de' canonici regolari, ma il

prescrisse opportuni regolamenti, as- tribunale della rota ordinò non do-
segnando il cardinale provvisioni ai versi alterare gli statuti di Paolo III,

preti secolari che servivano la chiesa, e doversi continuare la celebrazione


pei quali eresse in collegiata la chie- de' divini uflìzi , more nionaslico
sa di s. Salvatore che loro assegnò. stcundum rcgulani s. Btnedicli :

11 Papa stabili precedenze cosi


le : farci vescovo Gualtieri fece eseguire
il priore e il decano de' monaci, il il decretato. 1620 Girolamo Venero
"vicario dell' arcivescovo e l'arcidia- e Leyva spagnuolo; celebrò il sinodo,
cono del clero secolare, dignità di cui cinse di mura la città per difen-
ilLello dice essersi fatta menzione derla dal contagio della peste che
nel 1294. Stabilì l'ordine di sedere affliggeva Palermo, edificò dai fon-
in coro, ed assegnò V anicninistrazio- damenti il convento degli agostinia-
ue dei sacramenti e la cura delle ni, e riparò quello delle monache
anime ai preti secolari. i5'j3 Luigi di s. Castro, aumentò il seminario, e
de Torres di Malaga : celebrò il nel 1626 istituì in s. Salvatore un
sinodo che die alle stampe, collocò collegio di ventiquattro sacerdoti, ove
il corpo del re Guglielmo II nel fu sepolto nel 1628. Con esso ter-
magnifico monumento summento» mina il Pirro ilnovero degli arci-
vaio, ridusse in più ampia forma vescovi : ecco quelli riportati nelle
l'episcopio, fece dipingere gli stemmi annuali Notizie di Roma. 1698
de' suoi predecessori con altre cose, cardinal Francesco del Giudice na-
ed altro, e fu spedito a Malta da poletano . 1725 cardinale Alvaro
Gregorio XIII per comporre gravi Cienfuegos gesuita spagnuolo, tras-
differenze; indi fabbricò la chiesa e lato da Catania. 1739 cardinal
ilconvento de' cappuccini, ed alta- Traiano d'Aquaviva d'Aragona na-
mente encomiato morì in Roma nel poletano. Essendo vacante la chiesa
i584. Con questi il Lello termina insorse seria questione tra Benedet-
le sue importanti, copiose ed eru- to XIV
ed il re Carlo di Borbone,
dite notizie sugli arcivescovi di Mon- ])erchè rendendo allora la mensa di
reale, la cui serie proseguiremo con Monreale sessanlamila scudi era ,

Rocco Pirro, Sicilia sacra j voi. I, stata accordata una pensione di sei-
p. 417. mila scudi al terzogenito del re
i588 Lodovico de Torres ro- che il Papa voleva dare compresa
mano, nipote del precedente, il qua- nella terza parte della rendita su
le 1090. eresse il seminario con
nel cui il re nominava pensioni, per le
giardino, e la sua celebre libreria molte che gravitavano le altre parti;
donata, con approvazione di Gre- ma implorata per grazia, poi fu
gorio XIV e Clemente Vili. Ac- concessa. ^'J^^ Francesco Maria
crebbe il monastero eresse , una Testa di Nicosia diocesi di Messina,
cappella cui regalò i suoi paramenti, traslato da Siracusa. Pio VI a'7 lu-
e alla cattedrale preziosi arredi , e glio 1775 ad istanza del re Ferdi-
fu creato cardinale. 1612 fr. Ar- nando IV l'unì all'arcivescovato di
cangelo Gualtieri siciliano, generale Palermo aeque principaliter. Indi
francescano , limosinicro e ornato Pio VII colla bolla Lnbecillitas ìiu"
,, ,

i4o MON MON


manne mentis , de'2 marzo 1802, di antica istituzione , ahsque con.'
Bull. Rom. Contìn. t. XI, p. 293, cursu , approvati dall' arcivescovo.
a richiesta di detto re restituì a Non vi è in Monreale altra chiesa
Monreale la dignità arcivescovile, ed parrocchiale, evvi però la collegiata
a* 24 '"^ggio dichiarò arcivescovo di Salvatore con canonici; quat-
s.

Mercurio Maria Terese di Cefalìi tro conventi di religiosi , due mo-


cui successero: nel 18 iG Domenico nasteri di monache, sodalizi, ospe-
Benedetto Balsamo benedettino cas- dale, seminario con alunni, monte
siiiese di Messina; e per sua morte di pietà, ed i pii ospizi de' poveri
Gregorio XVI nel concistoro de' 24 eretti dalla generosità dell* ultimo

novembre i845 traslatò da Piazza defunto pastore. L'episcopio, ottimo


l'attuale arcivescovo monsignor Pier edificio , è annesso alla cattedrale.
Francesco Brunaccini de' principi di L'arcidiocesi è ampia, e comprende
s. Teodoro, benedettino cassinese. sedici luoghi. Ogni nuovo arcive-
Al presente Monreale ha quattro scovo è tassato ne' libri della ca-
vescovati suffragane!, cioè Catania mera apostolica in fiorini 2000, in
Girgenti, Callagirone, e Caltanisetta proporzione dell'antica sua rendita,
da Gregorio XVI a' 6 mar-
istituito ex quibus quatuor millia unciarum
zo i844> o meglio Vili kal. junii, illius monetae summam constituunt

colla bolla Ecclesiae universalis re- sexcentum sopra novem millia scu-
gimen, indi provveduta deirodierno torura, nullo omnino onere gravata.
vescovo nel i845. MONSIGNORE, Dominus, Do-
La cattedrale, di elegante strut- mnus y Dominus meus. Titolo di
tura gotica, è sacra alla Beata Ver- maggioranza, che significa mio si-
gine sotto il titolo di s. Maria Nuo- gnore , ora proprio de* patriarchi
va: ecco come nell'ultima propo- arcivescovi, vescovi e prelati di man-
sizione concistoriale si descrive il o mantellettone
teiletta della santa
capitolo. M Ob insigne monasteriura Sede (V. Prelato e i relativi ar-
hujus nomìnis s. Beuedicti congre- iicoli ) ; degli abbati mitrati seco-
gationis cassinensis, cujus monaci lari; de* dignitari che lo godono per
saltem viginti numero sunt cano- privilegio o per antica consuetudi-
nici, atque ejusdem metropolita»" ne ; e di quei cubiculari e fami-
nae capitulum conslituunt. Hos In- gliari pontificii notali a' loro luoghi,

ter Ires dignità tes ( priore , decano come maestri di ceremonie, came-
e arcidiacono) recenserunt, quarura rieri segreti partecipanti e sopran-
post pontificalem prima est prio- numerari, camerieri d'onore ed ex-
ratus: adest pariter praebenda theo- /ra «r^ew, e cappellani segreti d'o-
logalis, ac poenitentiaria , nec non nore ed extra urbenij cioè quanto
octodecim presbyteri beneficiati seu ai famigliari pontifìcii, finche so-
praebendali, totidem vicarii de cho- no addetti al servigio effettivo o ti-

ro nuncupati, aliique presbyteri et tolare del Papa, i soli ceremonieri


clerici inibi divinis inservienles ". La godendo il titolo a vita. Per con-
cura delle anime si esercita nella suetudine hanno il titolo di mon-
metropolitana, ov'è l'unico battisle- signore i vicari generali de' cardi-
rio della città, ed è ricca di sacre nali vescovi, ed anche altri, nella
reliquie, alternativamente dal col- maggiore e principal parte abusi-
legio, di sei pari'ochi, preti^ secolari vamente onde questo onorifico ti-
;
,,

MON MON i4i


lolo (li distinzione de' prelati seco- Bembo prima avesse scritto: A mon-
lari, come dà per igno-
tanti altri, si signore il generale di s. agostino. 11

ranza o per adulazione a moltissi- Garampi, Memorie 47> parlando p.


mi che non gli spelta. Secondo i del titolo di monsignore, lo chiama
gradi il monsignore si usa coIl'/Z- di maggioranza, dato comunemente
luslrissìmOy col Reverendo^ col Re» ai re, imperatori, principi secolari;
verendissimo , e coW Eccellenza, di al Papa, cardinali, vescovi o altre
che si ragiona a questi articoli. 11 persone costituite in dignità; che
Boccaccio, nato nel 1 3 1 3, dice che il Sacchetti scrisse monsignore lo
a suo tempo bastavano i semplici rej fu pur da lui detto, monsignore
titoli di Signor mio. Monsignore^ e Carlo Magno; ed innanzi che Ur-
Messere (Fedi), per onorare coloro bano Vili chiamasse i cardinali E-
che per eccellenza di virtù , o per minentissinii, davasi loro il monsi-
cariche illustri , o per santità di gnore. II medesimo Garampi, Si-
carattere erano al comune degli uo- gillo della Gaifagnana p. 69, notò
mini superiori. 11 titolo di monsi- che lo stesso Sacchetti scrisse mes-
gnore o Monsieur o Monseigncur ser lo cardinale, corrispondente al
sino al i83o si diede in Francia Dominus e al monsignore. Nel li-

al figlio maggiore o al fratello del bio. Conclavi de* Pontefici, in quel-


re, eredi presuntivi della corona, in lo del i585 si leggono esempi in
un al titolo di Delfino [Vedi), che cui i cardinali sono chiamati mon-
il Manuel des dates di Chantal signori illustrissimi dai loro colle-
dice incominciato nel i349, dopo ghi.
la riunione del Delfina to alla coro- MONSTRIO Pietro ed Ugo,
na. 11 Leti, nel Cerimoniale stori- Cardinali. Vedi Roger, Cardinali.
t. VI, p. 529, osserva che
co politico MONTALCINO {Ilcinen). Città
sebbene in Francia uno solo era il con residenza vescovile, nel granduca-
Monsignore, tuttavia non eravi du- to di Toscana, provincia di Siena,
ca, maresciallo, uflìziale e gentiluo- capoluogo di comunità, sede d'un
mo che non esigesse dai suoi do- vicario regio e di altre autorità. Ri-
mestici il titolo di Monseigneurj ma siede sopra la diseguale sommità di
il Delfino veniva cosi qualificato da esteso poggio che si alza circa mille
tutti i sovrani e principi , essendo braccia sopra il livello del Mediter-
titolo a lui privativo. 11 Parisi raneo, presso i fiumi Ombrone e
Istruzioni t. Ili, p. ^o, scrive sul Orcia. £ circondata dal secolo Xll
monsignore, dacché la cor-
titolo di di mura castellane con rocca e
te romana
fece la sua dimora in cinque porte, lungi venti miglia da •

Avignone (dal i3o5 al 1376), a- Siena. Tra i suoi edifizi primeggia


dottò dai francesi il monsignore : la cattedrale, eretta nell'antica pie-
davasi dapprima a personaggi gran- ve di s. Salvatore sul punto più
di e specialmente a' cardinali ch'e- eminente della città. Era di gotica
rano illustrissimi e reverendissimi struttura, e fu atterrata, indi riedi-
monsignori; ma cacciato nel i63o ficata nel 1818 a fre navate con
l'illustrissimo monsignore dal titolo disegno di Fantastici, e riaperta
di Eminenza (Fedi), si rifugiò sotto nel i832: mirabile é la Concezio-
la mantelletta de'prelati secolari, non ne dipinta dal Vanni. Nelle diver-
già regolari (per allora), benché il se sue chiese vi sono pregevoli pit-
i4i MON M N
tuie, e monumenti ti' nrfc inferes- s. Antimo, cinque miglia distante
santi : in qnelln ili s. Agostino uf- dalla città, ed al suo abbate nel-
fìzio il capitolo, nella ricostiiizione r8i4 con piena giurisdizione. Nel
della cattedrale. Vi sono stabilimen- secolo XI la chiesa plebana avea
ti benefici e letterari con accade- per titolare s. Andrea, esercitando
mie, ed un piccolo teatro. Il terri- gli abbati di s. Antimo giuris-
torio produce abbondanti e squisi- dizione spirituale e temporale in
ti frutti, olio, eccellente vino, e Montalcino, portando gli abbati i

moscatello assai apprezzato. Il suo titoli di conti palatini e consi-


clima è freddo, ma sano. Qnesla glieri del lomano impero, e pre-
città fornì alle lettere e alle scien- sero parte nelle leghe, nelle guerre
ze uomini distinti, tali furono: Fran- e nelle paci coi popoli e stati li-

cesco da Montalcino profondo cano- mitrofi. Nel secolo XI 1 incomincia-


nista, essendo lodata per pietà Mo- rono le guerre coi sanesi, che la
randa sua moglie. Pietro e Bernardo presero nel 1202 per differenza di
Lapìni poeti. Guido di Fredo giu- confini, essendo i motitalciuesi allea-
reconstdto. Pietro Mencbini. Anto- ti de' fiorentini, i quali nel 1207
nio Posi che figurò al concilio di guerreggiarono con successo. Tulta-
Trento. Mancini archiatro
Giulio volta i sanesi costrinsero V abbate,
di Urbano Gaspare ed Al-
Vili. nel 12 12, a cedere la quarta par-
fonso Donnoli. Flaminio Pinelli a- te di sue possessioni, e giurare i

nalomico. Lorenzo Bruna(xi. Cer- montalcinesi d' esseie compresi nel


\ioni teologo e poeta. Due sculto- contado e diocesi di Siena, con an-
ri Berli, ed altri. Tra i prelati no- nua oblazione. Nel 12 52 i fioren-
mineremo il vescovo Tommaso Cer- tini fecero levar l'assedio, emisero
\ioni sagrista pontificio. in rotta i sanesi, ponendo guarni-
L'origine di Montalcino, cbe ne'sc- gione nella terra. Vedendo di mal
coli più vicini ai nostri figurò nelle occhio i sanesi la tutela che Firen-
storie sanesi, die luogo a molte con- ze prendeva de' luoghi del contado
getture, fra le quali, che vi si rifugiò sanese, con forte esercito di ghibel-
l'anno 129 di Roma il pretore ro- lini riportò la famosa vittoria di
mano Scipione, cogli avanzi dell'e- Montaperto nel 1260, e presero
sercito combattuto dai galli senoni quindi Montalcino, che volevano di-
penetrati nel territorio di Chiusi. struggere ;
pelò gli rovinarono le
Ne' primi tempi del cristianesimo è mura e ridusseio il castello abor-
certo che il poggio e le cortine ghi, e poi ebbe luogo la pace. Al
erano abitale, e ne sono prova al- principio del secolo XIV i montal-
cune chiese parrocchiali ne' dintor- cinesi si scostarono dall'amicizia sa-
ni della prima epoca longobarda. nese per riavvicinarsi ai fiorentini;
Il luogo prese il nome dalla ([ua- ma dopo il i355 essendo in iscom-
lità delle piante arboree, dai lecci piglio Montalcino dai partiti Salim-
che ricoprivano il selvoso ora viti- beni e Tolomei , ritornò all'obbe-
fero monte, e che perciò fu detto dienza di Siena, che riconobbe i

Mons non Mons Lucinus.


Ilcinus, montalcinesi per suoi cittadini, e
Questo territorio, compreso il mon- vi fece innalzare il cassero o forte,
te in cui sorge la città, Lodovico stabilendo poi regolamenti pel buoa
I il Pio Io donò al monastero di governo e amministrazione delia
MON MON 145
terra, mandanclovi il castellano.
e patria e riavere i loro beni, restan-
Montalcino venne riparlila in tre do a Montalcino il vanto di essere
terzieri, e prospeiando fu meglio slato r ultimo rifugio della repub-
munita di mura castellane, onde blica di Siena. Al nuovo sovrano
inutilmente nel 15^5 fu assalita i montalcinesi ben presto innalza-
dalle milizie di Clemerjle VII. Es- rono una statua marmòrea, scolpi-
sendo alla a potersi difendere, vi ta dal montalcinese Giovanni Berti,

si raccolsero gli avanzi dell'agoniz- e la posero sotto l'atrio del preto-


zante repubblica sanese, e nel i553 rio. Da queir epoca Montalcino se-

i montalcinesi bravamente sostenne- guì i destini della Toscana.


ro l'assedio delle truppe imperiali Montalcino con quasi tutti i po-
e medicee, rendendosi famigerati poli della sua comunità, dall'epoca
neir ultimo periodo della repubbli- longobarda fino al 146:4 fu com-
ca, spe(;ialcuenle quando nel i555 presa nella diocesi d'Arezzo, benché
fu cosfrella sottomettersi al ^incì- i Papi sino dal secolo XI avessero
lore. Allora Pieio Strozzi con altri concesso ai polenti abbati di s. An-

copi del partito republ)licano, co- timo, una quasi giurisdizione vesco-
slilm e oiganizzò in Montaloino una vile sopra le chiese di Monlalcino.
nuova repubblica, modellata a so- In fatto la sua pieve di s. Salvatore
miglianza di quella sanese, cbe ar- venne qualificata da Pio li fra quel-
restò i progressi di Cosimo I de le di niima diocesi, quando con bolla
Medici. A celebrare i sanesi i loro de' 1 3 agosto 1462 innalzò la me-
salvali Monlalcino, conia-
diritti in desima in cattedrale vescovile, con.
rono monete di rame, d' oro e di quella di Corsignano ossia di Pieii'

aigento colla leggenda : Lihertas^ e za [redi), e che destinò un solo


in mezzo Resp, Sencn<: in M. Ilcino. vescovo a presiedere alle due chie-
I con eserci-
francesi proteggendoli se, dichiarandolo immediatamente
to, questo era comandato da Mon- soggetto alla santa Sede, ora essen-
luc, e dai due distinti capitani ita- dolo dell'arcivescovo di Siena. U
liani Mario Sforza e Giordano Or- primo vescovoMontalcino edi
sini. Intanto d. Garzia di Toledo Pienza, fu Giovanni Chinugi nobi-
assaltò Montalcino nella parte più le sanese, celebre maestro delle ce-

debole ov'era il cassero, essendo le rimonie pontifìcie ; nel ^496 il car-


altre diflicili a superarsi. Non po- dinal Francesco Piccoloraini arcive-
lendola vincere colla forza, per la scovo di Siena^ sino al i49^ >
*""
rigorosa difesa degli assediali, ricor- di Pio III nel 1 5o3 ; nel i49«^
se inutilmente all'inganno. Venuto Girolamo Piccolomini figlio di Gia-
Cosimo 1 duca di Firenze in pote- como sanese ; nel iSiò Girolamo
re della stato sanese, si pacificò nel Piccolomini figlio di Bonsignore sa-
iSSy col re di Francia, ed otten- nese, ottenne nel da Clemen- r 6^28
ne che ritirasse le truppe da Mon- te VII la separazione temporanea
talcino, ed allora gli abitanti si sot- delle due cattedrali di Pienza e
tomisero al governo di Cosimo I Montalcino, nella quale occasione lo
stabilito in Siena, con giuramento slesso Papa investì il vescovo di
di fedeltà ed obbedienza. In conse- Montalcino col titolo di abbate dei
guenza di die i sanesi rifugiati in beni superstiti dell' abbazia di s.

Montalcino poterono ritornare in Antimo, insieme colle ville slate


i44 MON MON
della giurisdizione di qucli' abbate. nel 1688 Romualdo Tancredi sa-
Girolamo cede al nipote Alessandro nese, monaco olivetano e buon pa-
Pienza, e ritenne
Monlalcino, che store ; nel i59'> Giuseppe Maria
amministrò Alessandro dopo la sua Borgognini sanese, dotto canonista,
morte avvenuta nel i535, indi que- col quale nell' Italia sacra d' U-
sti intervenne al concilio di Trento. ghelli t. I, p. 991 e seg. si termi-
Gii successe in Montalcino per ces- na la serie de'vescovi, quali conti-
sione neli554 >' suo fratello Fran- nueremo colle annuali Notizie di
cesco Maria Piccolomini, ed alla Roma. 1727 Bernardino Ciani ago-
sua morte nel i563 ottenne anche stiniano sanese, dotto canonista.
1767
il vescovato di Pienza, terminando Domenico Andrea Vegni della dio-
i suoi giorni nel Sgg. Avea Cle- i cesi di Pienza. 1774 Giuseppe Ber-
mente Vili lui, mosso dal-
sotto di nardino Pecci olivetano sanese, la
le preci de'montalcinesi, conferma- cui memoria è in benedizione. i8i5
to nel 1594 ^ questa diocesi le Giacinto Pippi di Massa Marittima,
parrocchie assegnate da Pio 11; in- traslato a Chiusi e Pienza 1824 .

di nel 1600 separò aifalto in per- Giovanni Bindi Sergardi sanese, già
})etuo le due cattedre episcopali di vicario generale e capitolare di Sie-
Montalcino e di Pienza, conferea" na. Al presente sono alcuni anni
do la prima a Camillo Borghese che la sede è vacante.
nobile sanese, nel 1600 trasferen- La cattedrale è sacra a Dio, sot-
dolo da Castro d'Otranto, e poscia to r invocazione del ss. Salvatore,
il suo parente Paolo V lo pro- con battisterio. Il capitolo si com-
mosse all'arcivescovato di Siena, pone di quattro dignità, la prima
facendo vescovo di Montalcino nel delle quali è l'arcidiacono, di do-
1607 Mario Cossa sanese, oriundo dici canonici comprese le due pre-
della nobilissima famiglia napoleta- bende del teologo e del penitenzie-
na, di mirabili virtù ed erudizione. re, e di altri preti e chierici ad-
Paolo V nel 1619 gli sostituì Ip- detti alla divina ufiìziatura. Nella
polito Borghese, altro suo parente, cattedrale vi è il battisterio, e la
generale degli Olivetani, da Urbano cura d'anime la funge l'arcidiaco-
Vili fatto vescovo di Pienza nel no. Poco distante è l' episcopio :

i636. Ne furono successori, nel 1687 nella proposizione concistoriale del


Scipione Tancredi sanese, traslato 1824, si dice questo vescovato im-
da Soana ; nel 1641 Alessandro mediatamente soggetto alla santa
Sergardi sanese, dotto e prudente; Sede. Oltre la chiesa cattedrale, in
nel i652 Antonio Bichi sanese, città vi sono altre quattro parroc-

traslato nel i656 a Osimo, poi car- chie munite di battisterio , cioè
dinale ; nel detto anno Lorenzo s. Egidio i325, s.
riedificata nel
Martinozzi sanese benedettino ; nel Lorenzo, s. Margherita, e s. Maria.
i665 Fabbro de Vecchi sanese, il La chiesa dì s. Francesco con va-
quale ingrandì l'episcopio , e il sto convento degli agostiniani, era
palazzo campestre di Castelnuovo de' conventuali sino dal 1285 ; co-
dell' abbate, destinato ai vescovi in sì la chiesa e convento della Nati-
tempo di villeggiatura, rinvenendo vità di Maria degli osservanti era
nella cattedrale il capo di s. Giulio de' riformati. Vi sono due con-
e di s. Vittoria vergine , martiri ; venti di religiosi , un monastero

J
MON MON 145
'

di monache, e setlt> confraterni- nalori, avendo estesa giurisdizione


te. Avvi r ospedale cui è uni- , su tutti i circostanti paesi. Invaso
to l'orfanotrofio per le povere fan- interamente nel 1809 lo stato pon-
ciulle ; il conservatorio di s. Ca- tificio dagl' imperiali francesi, que-
terina eretto nel lo^i; T antica pia sti formarono di Montalto un ca-
casa della misericordia ; il semina- poluogo di cantone con giudicatu-
rio occupa la chiesa e convento de- ra di pace. Bitornato Pio VII nel
gli agostiniani, di cui si hanno me- 18 14 al possesso de' suoi slati, di-
morie nel 1227, e la chiesa venne venne sede di governo distrettuale,
rifabbricala nel i38o : fu Leopol- con governatore secolare, che com-
do II che assegnò il locale al se- prende anco governi di Offida e
i

minario, quaudo vi tolse gli agosti- di s. Benedetto, mentre nel circon-


niani. A circa venticinque miglia di dario governativo sono dipendenti
territorio si estende la diocesi. Ogni le comuni di Garassai, Capradosso,

nuovo vescovo è tassato ne' libri Castel di Croce, Castignano, Force,


della camera apostolica in fiorini Monte di Nove, Palrignone, Por-
187, essendo le rendite circa mille chia e B.otella. Ad ornamento di
(juattrocento scudi. Montalto fiorirono molli uomini il-
WONTALTO. Fedi Peretti. lustri, oltre l'immortale Sisto V,
MONTALTO (lìlontù Mii). Cit- e il nipote Alessandro Peretti car-
tà con residenza vescovile dello sta- dinale celebra tissimo, il cardinal
to pontificio, nella delegazione di Andrea Baroni, Paolo Emilio Sil-

Ascoli, fra questa città e Fermo. E vestri designato cardinale, dignità


posta in un gran colle che s'innal- che gli rapi immatura morte Lo- ;

za sopra la destra riva dell' A so, renzo vicario e uditore del gover-
nascendo alle sue radici il Monoc- natore della Marca; eccellenti dot-
chia, in aria eccellente, con fertile lori in legge, come Antonio Sacco*
territorio, ed in amena situazione : ni, Girolamo Giovannini, Alessandro
è circondata di muraglia, con die- Lucidi; prodi militari, come Pier
ci torrioni, tre porte, e diversi pre- Saccone valentissimo capitano che
gevoli edifizi. Fra le sue chiese, ma militò in Toscana, Alessandro Gal-
fuori delle mura, si distingue la cat- li che si distinse in Germania, Se-
tedrale di magnifico disegno, ch'era rafino Rinaldi che fu di terrore ai
destinata a racchiudere il santo Se- turchi nell'espugnazione di Cipro,
polcro di Cristo, se il magnanimo Gio. Viltorucci che militò valoro-
suo concittadino Sisto V avesse po- samente nella guerra tra Url)ano
tuto compiere il gran disegno di Vili e il duca di Parma ; valenti
redimerlo dalle mani degl'infedeli. medici, fra' quali Antonio Vici, au-
Prima vi risiedeva un prelato col tore anco del poema eroico: Lucius pu-
titolo di preside o presidente del gillarìs senensium; rinomati istorici,
presidalo di Montalto, e ne furono cioè Domenico Biondo, Orfeo Naia-
ultimi presidi Francesco Brivio, Pier li, Salvatore Morelli, Vincenzo Ilo-

Simone Galli, Luigi Pandolfi e sali;furono eruditi umanisti. Marco


Domenico de Simone ambedue poi Antonio Mattei , Pier Simone Gal-
cardinali ; l'ultimo preside fa pro- li buon filosofo fu Giambattista
;

priamente il Brivio sino al 1798, Aurelj.Tra gli illustri religiosi no-


gli altri dal 1800 al 1809 gover- mineremo, Francesco Maria Lucidi
VOL. XLVI. 10
,

I46 MON MON


conventuale inquisitore generale; Lo* ne deirautica Novana, ch'egli ritie-
renzo Vici agostiniano valenlissiino ne sorgesse tra Mont' Alto e Mon-
predicatore ; Antonio gesuita che in te di Nove ; ovvero dopo la venu-
Madurè nel 1694 ebbe Ja palma la de' franchi in Italia» per mezzo
del martirio Leonardo Castralupi
; de* conti rurali. Di Novana parlai
cappuccino morto santamente; San- nel descrivere Civilanova, cui vuoi-
te Sacconi morto nel i634 in gran si succeduta, nel voi. XL, p. 24^
concetto di santità in Monte Milo- del Dizionario. Le barbare irruzio-
ne ; Claudio Vici fatto da Sisto V ni de' goti, vandali e longobardi,
vescovo di Strongoli; Lelio Morelli che devastarono gran parie della
promosso dal medesimo Papa al Marca e floride città , rovinarono
vescovato di Capaccio , oltre il pa- pure i memorali cinque castelli, i

triarca Biondi. Sisto V fece senato- cui abitanti costretti ad abbando-


re di Roma Domenico Biondi, ac* narli, si rifugiarono nelle vicine fo-
clamalo con archi trionfali, e durò reste, verso V impero d' Onorio. Si
in carica dal iSSy
i^pi. Veg- al edificarono due chiese per l'eserci-
gasi r elogio della città di Montal- zio del culto religioso, e poi due
lo nel t. XXIV delle Antichità Pi- altre più comode dicesi in onore
cene dell'arciprete Andrea Lazzari, di s. Pietro e di s. Giorgio. Raffre-
diretto al conte Agostino Rosati nali e vinti i goti da Narsele, i

Sacconi patrizio dì Montalto, e ciam- longobardi gli successero a desolar


berlano del duca di Parma. Al pre- la Marca, e solo incommciarono a
sente monsignor Carlo conte Sacco- cessare le loro crudeltà per Tinter-
ni è incaricato d' affari della santa posizione di s. Gregorio!, e quan-
Sede, presso granduca il di Tosca- do il re Agilulfo abbracciò la cat-
na, inviatovi da Gregorio XVi che tolica religione. Sotto il di lui fi-

fece vescovo di Ferentino monsisrnor glio Odoaldo, i popoli del Picena


Bernardo Maria Tirabassi di Rotel- si posero a rifabbricare e ingran-
la diocesi di Montallo. Quanto ri- dire le loro patrie : altrettanto fe-

guarda la storia di Montalto ed i cero i segregali abitatori de* sud-


suoi uomini illustri, si può vedere detti cinque castelli, i quali di co-
in Pietro Andrea Galli Notizie in- : mun consenso risolvettero edi/ìcar
torno alla x'era origine ,
patria e un luogo solo colle rovine degli
nascila di Sisto con un ragiona-
/^, antichi, e l'eseguirono nel silo e
mento istorico sulla serie della sua vicinanze di Monte Patrizio, come
vita, Ripatransone i754- il più comodo e più ameno, ciò

Montalto forse ripete V origine che si attribuisce circa l'anno 63o.


dai couvicini castelli di Monte Pa- Da un Enrico IV si
privilegio di
trizio, Montai tello, Rocca, Castel s. Montallo avea questo no-
rileva che
Giorgio e Grotte di s. Lorenzo me, ed era un castello soggetto ai
i quali diconsi fondati da patrizi ro- benedettini della celebre abbazia di
mani o ascolani, in tempo che A- Farfa (Vedi), come altri luoghi
scoli era sotto la repubblica roma- dellaMarca ed altre provincie ed ;

na, cui soggiacque nell' anno di Ro- il preside dell' abbate farfense, di-

ma 662. il Colucci nelle citate An- poi fece residenza ordinaria in s.

tichità Picene crede piuttosto cin- i Vittoria, della quale parlai anco
que casieiii derivati dalla dislruzio* all'articolo Fermo, e talvolta in
.

MON MON ìi7


Montallo. Riferisce il Lazzari, che rale, per le cause civili e crimina-
il seminario occupa l'antico mona- li dell'antico presidato, citando la
stero degli agostiniani, già de'ino- da monsi-
storia della città, scritta
riaci benedettini con residenza d'un gnor Giovanni Ciamboli XVII pre-
abbate, il quale esercitava giurisdi- side ; il perchè s. Pio V erasi de-
zione spirituale e temporale non terminalo nel 1572 di elevare Mon-
solo in Monta! to, ma in tredici luo- talto al grado di città, che già a-
ghi, cioè Montegalio, Offida, Mon- vea tra i cardinali il Peretti detto
te Rubbiano, Monlefiore, s. Vitto- Montallo dalla patria, il quale di-
ria, Monte! paro, Force, Castignano, venuto Sisto V nel i585 rese ce-
Porchia, Cassignano, Monte di No- lebre Montalto, ne accrebbe il lu-
Te, Rotella e Patrignone. Aggiunge stro, e fu largo e munifico bene-
che nel monastero dai comuni te- fattore.
nevansi congregazioni provinciali per Grave e lunga questione simos-
risolvere i loro interessi per mezzo se per islabilire, se Sisto V nacque
de' propri deputati, e fino d' allora in Montalto oppure in Grottamma-
si crede godesse Montalto la prero- re : il ed
citato Galli di Montalto,
gativa capo d'un presi-
di essere il Tempesti nella Fila di Sisto
p.
dato, venendo cosi denominato dal Vi trattarono eruditamente questo
preside che vi teneva l' abbate, per punto, e da ultimo l'opuscolo stam-
reggere in di lui vece il governo pato nel 1841 in Ripatransone :

temporale; governo che passò poi Memorie storiche di Grottammare.


al legato della Marca quando la Parlando imparzialmente, sembra che
santa Sede ne spogliò T abbate, passando Pietro o Peretto Ricci di
senza perdere Montalto la maggio- Montalto a rifugiarsi in Grottam-
ranza sopra i suddetti paesi, essendo mare nella contea di Fermo, ivi

nell'archivio municipale documenti i nascesse il suo figlio Felice , il

delle diverse congregazioni provinciali quale fu educato in Montalto, ve-


ivi tenute, coll'assistenza del legato sti r abito de' conventuali in Asco-
generale della Marca, ed alcune vol- li, e fece gli studi nel convento di
te dallo stesso cardinal legato. Ma MontaltOf col qual nome venne ap-
il Colucci confuta il Lazzari sull'an- pellato tra i religiosi quando fu
tichità del presidato di Montallo, creato cardinale, a preferenza del
che confonde con quello farfense cognome Peretli, e Montalto si dis-
o di s. Vittoria, avendo incomin- sero gli altri cardinali di sua fami-
ciato il presidato di Montallo con glia ; su di che è a vedersi Sisto
3isto V che lo eresse, prima essendo V, ove si vedrà Grottammare es-
stato solo castello e terra; e che il sere patria fortunata di Sisto V
presidato formato da Sisto V non per nascita, e Montalto per origine,
si eslese più avanti di Monte Rub- domicilio paterno ed educazione
biano verso Fermo, e di Monlel- Noteremo che la vigna o Villa
paro e s. Vittoria verso Macerata, Montallo (Vedi) di Roma cosi fu
giammai sino a Loreto. L'abitazione nominata perchè fabbricata da Si-
dell'antico preside, pretende Lazzari sto V essendo cardinale; nome che
che fosse nel palazzo priorale; di più, eziandio dato al collegio da Si-
fu
che sotto il legato della Marca vi sto V fondato in Rologna a vantag-
fosse un di lui luogoteQCQte gene- gio di que' coacittadioi e marcheg-
i48 MON MON
giani registrali nel voi. V, p. 3oi esistette il presidato, i deputali di
del Dizionario, parlando di tale tutti i luoghi adunaro- soggetti si

stabilimento, e della scuola da lui no inMontalto con assemblee pro-


eretta in Monlalto da cardinale; vinciali, per deliberare sui comuni
mentre nel voi. XXVII, p. i56 si interessi. Inoltre Sisto V concesse
disse che la villa di Frascati, acqui- al magistrato municipale di Mon-
stala dal cardinale nipote di Sisto talto molti privilegi, la toga, e un
V, ancora chiamasi Monlalto. Ora medaglione d'oro per cadauno da
passiamo ad accennare le benefi- portarsi in petto, avendoglieli esso
cenze di Sisto verso Montalto.V slesso donati. Per ampliare la città
Nel i586 da terra cospicua ch'era, Sisto V tentò di spianare un mon-
innalzò Montalto al nobile grado te vicino, e die principio a molle
di città e sede vescovile, con due- fabbriche. Tra i doni eh' egli fece
mila scudi di rendita, colla bolla a Montalto, meritano ricordo sei

Super universas^ de* i4 novembre, candellieri con croce d'argento di


Bull Rom. t. IV, par. IV, p. 274, io3 libbre, il calice d'oro di cin-
suffraganea di Fermo di cui lo è que libbre e sette oncie, le mitre
tuttora; gli sottopose vasta diocesi, preziose e ricche, una pisside ma-
mediante smembramenti di quelle gnifica, paramenti
ed arredi sacri,
di Fermo, Ascoli e Ripatransone, oltre un reliquiario d'oro con per-
e per pochissima parte si estende le e gemme stimato ottomila scudi,
nel regno delle due Sicilie. L'anti- perchè il solo oro si valutò ^1 lib-
ca collegiata dichiarò cattedrale, con bre. Sisto V onorò altresìMontal-
tre dignità e dieci canonici fregia- to colla coniazione delle monete,
ti di cappa magna, con altri pre- come nelle piastre del i588 col-
bendati. Indi colla bolla Postquam r immagine della Beata Vergine
nos, de' i3 dicembre i586, Bull. nel cenacolo cogli apostoli ; nella
Rom. t. V, 162, esentò
par. I, p. mezza piastra colla Beata Vergine
Montalto per otto anni da ogni pe- sedente, con s. Lorenzo e s. Apol-
so o dazio camerale, e la costituì lonia genuflessi (riportata ed illu-

residenza d' un prelato governatore strala dal p. Bonanni, Nuniisni.


del presidato, che tolse dalla giu- Pont. t. I, p. 4^7) y "cl testone
risdizione del preside di Macerata, colla Beata Vergine e serafini in-

e indipendente da esso, conceden- torno : dice lo Scilla, Mon. Pont.


dogli il j'us sanguinisi di poi tolto- p. i63 e 253, che Sisto V la fe-

gli per diversi motivi : ne fu primo ce battere per l'ingrandimento di


preside Giulio Silafenato , il cui Montalto, erezione della sede vesco-
nome si legge nella iscrizione del- vile, edificazione della chiesa di s.

la sontuosa statua di bronzo, che Maria ove furono trasferite la sua


la Marca fece per Montalto e poi immagine e quelle de' ss. Lorenzo
fu eretta in Loreto {T^edi), Assog- ed Apollonia, riportando anco altre
gettò al presidato di Montalto an- monete col nome di Monlalto, ove
che la città di Ripatransone che Sisto V stabilì la zecca, anzi volle
dipendeva dal governo di Macerata, appropriarsi come suo e proprio
e le terre di Montemonaco e di l'emblema che colla testa del Salva-
Montefurtiuo che tolse alla pre- tore fu impresso nello scudo d'oro
fettura di Norcia ; quindi sinché nel primo anno del pontificalo :

J
,

MON MON i49


Beare solfo nmicos meos. Di Fatti seminarij rinunziò poi il vescovato.
più che beata polevasi dir Moiilal- 1760 Giuseppe Maria Centini d'A-
to, nel vedersi per l'estensioue di 1770 Francesco Antonio Mar-
scoli.

4o miglia esente d'ogni dazio per cucci dell' Immacolata Concezione


r introduzione delle sue merci, chia- ascolano , colla ritenzione del ve-
mandosi ancora Citlà Sislina. scovato, da Pio VI fatto nel 1781
Sisto V nominò primo vescovo patriarca di Costantinopoli , e vice-
di Montalto Paolo Emilio Giovan- gerente di Roma, indi nel 1782 il
nini di Porchia nel i586, dottissi- Papa lo volle compagno nel viag-
mo e di egregie doti fornito, anti- gio di Vienna. Pio VII «gli 1 1 a-
co suo amico, che con zelo e pietà gosto 1800 fece vescovo Francesco
adempì gli uffizi di pastore. Nel Saverio Castigiioni di Cingoli, già
1 606 Maudosio no-
successe Tiberio alunno del celebre collegio Moa-
bile d' Amelia romano, canonico va- tallo di Bologna , che die molti
ticano, famigliare del cardinal A- grandi uomini alla santa Sede ed
lessandro Montalto alle cui istanze alle terminò nell'invasione
lettere, e
Io nominò Paolo V, morto nel 1607; francese. In questa Napoleone esi-
onde il Papa gli sostituì nel 1608 gendo dai vescovi il giuramento vie-
fr. Paolo Orsini domenicano de' si- lato dal Papa, il prelato obbedì al-
gnori di Gallese, ornato di scienza. le prescrizioni apostoliche, e fu strap-
JNe furono successori Orazio Giu- pato dalla diocesi e sbalzato in esi-
stiniani genovese nel 1640, consa- lio. Dipoi fu creato cardinale, e nel

gralo dal cardinal Pamphilj poi 1829 divenne Pontefice Pio Vili.
Innocenzo X, il quale nel i645 lo 1817 Pietro Paolo Mazzichi d'A-
liasferl a Nocera e creò cardinale ; sisi.1823 Filippo Ambrosi d'Ascoli.
alla sua biografia dicemmo delle 1825 ^v. Luigi Canestrari delle
sue benemerenze con Montalto , e Piaggie diocesi di Fano, procura-
dell'erezione dell'episcopio. Nel i645 tore generale de' minimi, esamina-
Girolamo Codebò nobile modenese, tore de' vescovi, consultore di pro-
governatore di varie città dello sla- paganda, e indefesso banditore del-
to ecclesiastico, e designato vescovo fevangelo Leone XII l'esaltò al
:

di Graviua, traslato a Reggio nel vescovato in pregio de' servigi resi


1661 Cesare Lancellotti trasferito
. alla Chiesa, massime per quanto
da Bisceglia nel 1662, cui Clemen- dicemmo nel voi. XXX VI li, p. 61
te X nel 1673 surrogò il suo cu- del Gregorio XVI gli
Dizionario.
biculario Ascanio Paganilli came- aflidò l'amministrazione della chiesa
rinese, enei 171 i gli successe Lu- di Pvipatransone, che egregiamente
ca Antonio Colomboni Accorambo- sostenne per anni quattro. Nel i84i
ni, nobile di Gubbio, col quale si avendo il Papa assegnato ai con-
termina nell' Ughelli, Italia sacra, cittadini di Sisto V per protettore
t. II, p. 747, la serie de' vescovi il cardinal Antonio Tosti , questo
che proseguiremo colle annuali No- porporato incaricò vescovo a pren-
il

tizie di Roma. 1735 Pietro Bona- derne il possesso, ciò che eseguì nel
ventura Savini camerinese. 1748 giorno sacro al patrono s. Vito, al
Leonardo Cecconi di Paleslrina, modo descritto nel numero 52 del
dotto autore di opere, fra le quali, Diario di Roma. Dipoi ebbe luo-
Storia di Palestrina, Istituzione dei go ; Scienlijicwn et liUeravium spe*
,

iSTo MON MON


cimen quod auspice viro principe pra blsmille scutata raonetae ro-
eminentiss imo Antonio cardinali To- inanae.
stio piiblici aerario prò praefectOf MONTALTO, Mnns Altus. Città
Alloditni patrono episcopalis semi- vescovile rovinata, ora borgo nel
narii aliimni caeterique auditores regno delle due Sicilie , nella pro-
labente sextili i843 exhibebant. Co- vincia di Calabria Citeriore, capo»
me si legge nell'opuscolo apposita- luogo di cantone, nel paese de'bru-
mente stampato, degno vescovo li zi. Pretendono alcuni che corrispon-
Canestrari di maniere affabili e
, da air Uffagiun o Zlffugium di Ti-
adorno delle più belle virtù, morì to Livio, ed a Bahia antico luogo
a'19 ottobre 1846, lasciando desi- nominato da Plinio a cagione dei
derio di sé. regnante Pio IX nel
Il vini. L' Ughelli nel t. X , p. i44
concistoro de' 1 1 dicembre gli sosti- dell' Italia sacra, tratta della sua
tuì l'odierno ottimo vescovo monsi- sede vescovile, e di quella trasferi-
gnor Eleonoro Aronne Serrone di tavi da U(Fagum, di cui parla Livio
diocesi di Palestrina Iraslato da Li- nel lib. 3o, cui si crede ancora ab-
stri, già ausiliare del cardinal ve- bia esistito nel borgo di Faggiano,
scovo di Palestrina e arcidiacono di Nel VI secolo il vescovato si unì
quella cattedrale. a Cosenza, ed il luogo ebbe il ti-

La chiesa cattedrale di Moutalto, tolo di ducalo. La collegiata ha le

magnifico edifizio che divenne mag- dignità del decano , arcidiacono ,

giore nel restauro, è dedicata alla cantore, e tesoriere ch'esercita la


Beata Vergine assunta in cielo. Il cura delle anime; i canonici han-
capitolo si compone di tre dignità, no l'uso della mozzetla. Dice l'U-
la prima delle quali è l'arcidiacono, ghelli ch'eravi l'ospedale, il monte
di dieci canonici comprese le pre- di pietà, i domenicani, i cappucci-^
bende di teologo e penitenziere, di ni, i minimi, e le monache cappuc-
tre beneficiati , e di altri preti e cine.
chierici addetti al servigio divino. MONTANISTI, Montanistae. E-
Nella cattedrale vi è il battisterio retici discepoli di Montano eresiar-
e la cura d'anime che si ammini- ca del secondo secolo, nato in Ar-
stra dall'arciprete seconda dignità; daban nella Misia, vicino alla Frigia.
n'é alquanto distante l' episcopio Avendo esso abbracciato il cristia-

buon edifizio. In città vi è un'al- nesimo per innalzarsi alle dignità


tra chiesa parrocchiale. Vi sono ecclesiastiche, finse d'essere un pro-
confraternite, ospedale, monte di feta inviato straordinariamente, pub-
pietà, seminario con alunni, un mo- blicando che lo Spirito Santo era
nastero di monache, ed un conven- in lui; e per sorprendere piìi facil-
to di religiosi conventuali, abitato mente, si associò a due femmine
da s. Francesco verso il 12 12. Ne frigie, ricche e potenti, nominale
parla il p. Civalli, Anlich. Picene Priscilla e Massimilla, animate dallo
t. XXV, 20, e dice che ha chiesa
p. stesso spirito di seduzione, e com-
grande restaurata nell'anno i4^9' parendo come due profetesse. I ve-
Ogni nuovo vescovo è tassato nei scovi e i fedeli dell'Asia, in concilii

libri della camera apostolica iri condannarono le pretese profezie dei


fiorini 200, essendo le rendite del- settari di Montano, la qual condan-
la meqsa ad ultra quingenta su- na promosse il loro scisma, e la
,

MON MON ìSi


società governala da coloro clie si Gesù Cristo, era disceso per opera
dicevano profeli, e ciò verso l'anno dello Spirito Santo in Montano
J74, 179 o 181. Montano e le due Priscilla e Massimilla, g. Compo-
profetesse n'erano capi ; Priscilla i nevano la loro gerarchia di patriar-
morì nel 211, e Montano con Mas- chi e di vescovi che non occupa-
similla sotto Caracalla s'impiccaro- vano che il terzo rango, io. Pun-
no, spinti dallo spirito maligno da gevano un fanciulletto in tutte le
cui erano invasi. Dai montanisti eb- parti del corpo per averne sangue,
bero origine molte sette, cioè gli che mescolavano con farina, e ne
artotiriani, i catafrigi, i frigi, i pe- componevano del pane di cui fa-
pnjani, i quintulliani, i priscìlliani, cevano l'Eucaristia se il fanciullet-:

che ne seguirono gli errori : questi to moriva dalle sue ferite, essi Io
furono. I. Dicevano che Montano annoveravano tra i martiri, e se
era il Paracleto, ossia lo Spirito sopravvivea lo creavano gran sacri-
Santo promesso agli apostoli da Ge- ficatore. I montanisti furono condan-
sù Cristo, e che gli apostoli per con- nati, oltre che da molti concilii dei
seguenza non aveano ricevuto lo greci, dai Papi s. Eleutero e s. Zef-

Spirito Santo. 2. Essi non ammet- fìrino. Se il Pontefice s. Aniceto


tevano se non che una sola perso- concesse le lettere pacifiche ai mon-
na nella Condannavano
Trinità. 3. tanisti, come scrisse Tertulliano, già
Je seconde nozze come adulteri!, e infetto della eresia del suo maestro
asserivano potersi sciogliere il ma- Montano, perchè inganna-
ciò fece
trimonio a nostro buon grado. 4* to dalla ed esemplare
vita austera
Imponevano nuovi digiuni, cioè tre ch'essi fingevano, onde perciò avreb-
quaresime, e due settimane di se- be errato s. Aniceto circa la per^
rofagia o mangiar secco, nelle quali sona, non già circa la fede, come
siastenevano da tuttociò che avea ben avverte il Bellarmino, De Ront.
succo per affettato timore si aste-
: Pont. lib. IV, cap. 8. I montanisti
nevano pure dalle carni degli ani- ebbero ad avversari molti illustri
mali. Sostenevano non essere
5. contemporanei, come A-
scrittori
permesso ne di schivare, né di ri- pollinare vescovo di Gerapoli, Ro-
scattarsi dal martirio ne' tempi di done, Milziade, Apollonio e Sera-
persecuzione. 6. Pretendevano che pione.
l'omicidio, l'adulterio e l'idolatria MONTANO (s.), martire. Soffer-
fossero peccati irremissibili. 7. Cor- se per la fede di Gesù Cristo sotto
rompevano la forma del battesimo, l'impero di Valeriano , nell' anno
ed in vece di battezzare in nome 2^9, ed ebbe a compagni nel mar-
della ss. Trinità, non battezzavano tirio i santi Lucio, Flaviano, Giu-
che in memoria della morte di Ge- liano, Vittorie©, Primole, Reno e
sù Cristo, che consideravano un pu- Donaziano, tutti come lui discepoli
ro uomo; e battezzavano anche i di s. Cipriano vescovo di Cartagi-
morti. 8. Disprezzavano tutti gli ne, il quale pure avea riportata in
antichi profeti, come se fossero stati quella persecuzione corona del la
lutti invasi dal demonio, ed asse- martirio. ordine di
Arrestati per
rivano che non avendo Dio potu- Solone governatore di Cartagine,
to salvare mondo, ne coli' opera
il furono messi in prigione, ove pas-
loro, né con quella di Mosè e di sarono più mesi soffrendo la fame,
è

i5a MON MOIf


la sele e tulli i disagi di un* orri- grani e panni comuni: ampia n'
bile caiceie. Doiiaziano e Primolo l'estensione anche pel cospicuo bor-
morirono poco dopo che vi furono go Ville-Bourbon, residenza della
rinchiusi. Gli altri vennero condotli maggior parte de' negozianti. Mon-
dinanzi al preside per essere in- tauban, HJon.s AtireoluSy ilicesi fon-
terrogati, e persistettero coraggio- data nel I 144 dal conte di Tolo-
samente nel confessar Gesù Cristo; sa Alfonso Jourdaiu, presso l'anti-
IcKinde furono condannati all'estre- co Moiis Albanus^ da cui derivò
mo supplizio, che giubilando incon- il suo nome ; gli abitanti di JMon-
trarono facendo al popolo le più tauriol, non volendo assoggettarsi
commoventi esortazioni. Il diacono al diritto detto di cuissage, che gli
Flaviano fu decapitato tre giorni abbati di s. Teodardo o Teodoro
dopo compagni. Tulli que-
de' suoi pretendevano esercitare, se ne la-
sti martiri sono unitamente onorati gnarono col conte di Tolosa, che
il dì 4 febbraio nei martirologi an- gl'invito a recarsi nel luogo che
tichi e nel romano moderno. occupa attualmente la città. Appar-
MONTAUBAN o Montalbano tenne un tempo alla contea di
[Moiitis Albani) . Città con resi- Quercy, la quale sebbene topogra-
denza vescovile di Francia, dell'al- ficamente situata nella Guienna, fu
ia Guienna, capoluogo del dipar- sino dal secolo XVII incorporata
timento di Tarn e Garonna, di alla contea di Tolosa. Gli abitanti
circondario due cantoni. È
e di avendo abbracciato per la maggior
situala sul in un ameno
Tarn parte il calvinismo nel 1572, fu
territorio, luuge i/p leghe da Pa- prontamente fortificata, e divenne
rigi. Fertile n' è il paese, ed ha una delle principali piazze di tal
tribunali di prima istanza e di partito. Montluo invano l' assediò
commercio ec; società di scienze ed nel i58o, e resistette nel 1621 al-
arti , diversi stabilimenti letterari le truppe di Luigi XIII, e da lui

e benefìci, biblioteca di 10,000 vo- comandate, che furono costrette ad


lumi, ed il teatro. L'aspetto è bel- allontanarsene; essendosi però as-
lissimo, l'aria sanissima; le porte soggettata nel 1629 dopo la presa
di elegante architettura, in genera- di Rocheile, il cardinale Richelieu
le ben fabbricata, primeggiando la ne fece distruggere le fortificazioni,

cattedrale, l' episcopio, il palazzo e fu spopolala dalle dragonade sot-


comunale, il ponte sul Tarn in to Luigi XIV. Il concistoro pro-
mattoni di ardila costruzione; nel testante abolito per la revoca del-
centro vi è la bella piazza con l'edillo di Nantes fu ristabilito nel
doppia fila di portici adorni di pi- 1810.
lastri d'ordine dorico, con in mez- La sede vescovile fu istituita da
zo un pubblico giardino, ed in un Giovanni XXII nel iSiy, erigen-
angolo un bellissimo monumento do in cattedrale la chiesa abba-
chiamalo la fonlana del Grison: fra ziale de' ss. Teodardo e Martino
due ameni passeggi s' innalza una che dismembrò da Cahors, coU'an-
piattaforma, da dove gode d'u- si nua rendita di 25,ooo lire, facen-
na vista magnifica sino ai Pirenei. dola sufFraganea di Toulouse, di
Vi sono moltissime fabbriche, es- cui è tuttora, formando la diocesi
sendo la città vero emporio di il dipartimento di Tarn e Garon-
MON MON i53
un. Il primo vescovo fa Bertrando prebenda. Vi sono inoltre diversi
ti II Puy, il quale era abbate di s. canonici onorari, i pueri de choro
Teodoro, nominalo nel iSiy da pel divin servigio, cui prestano assi-
Giovanni XXli, morto nel iSig; stenza gli alunni del piccolo e grande
quanto ai suoi successori fino a seminario. Anticamente il capitolo
l*ietro II Berthier di Tolosa, eletto avea due dignità e ventiquattro ca-
vescovo nel i634, che morì nel nonici, ed il vescovo assisteva alle
1674, veggasi la Gallia christ. l. assemblee degli stati di Linguado-
II, par. ?., p, 74^ 6 seg. Le an- ca, perchè una parte della sua dio-
nuali Notizie dì Roma riportano i cesi apparteneva a quella provin-
seguenti. Michele de Ver-
1729 cia. La cura d'anime nella catte-

tharaon di Limoges. 1768 Anna drale, ov'è il fonte battesimale, si


Francesco Vittore le Tonnellier de esercita dal canonico arciprete aiu-
tJreteuil di Parigi. Essendo vacan- tato dai vicari. IN' è alquanto di-
te la sede, fu soppressa nel 1801 stante l'episcopio, vasto edifizio. Le
da Pio VII nel concordato, indi altre chiese parrocchiali con batti-
ristabilita per quello del 18 17, on- sterio sono cinque^ e vi sono co-
de Leone XI l dichiarò vescovo nel munità religiose , confraternite ed
1824 a* 3 maggio Giovanni Lefe- ospedale. Prima i lazzaristi aveano
I)ure de Cheverus di Mayenne, tras- cura del seminario, ed i gesuiti del
lalandolo da Bostoa , e poi nel collegio ; ed eranvi cinque conventi
1826 a Bordeaux: pei suoi meriti per ambo i sessi, comprendendo la
descritti alla di lui biografia, nel diocesi centotrenta parrocchie, com-
j836 Gregorio XVI lo creò car* prese le chiese sussidiarie, poi ri-
Leone XII nel 1826
dinaie. gli dotte a ventiquattro. Ogni vescovo
die in successore Lodovico Gugliel- ne'libri di camera è tassato in fio-

mo Dubourg, trasferendolo dalla rini 370.


nuova Orleans. Gregorio XVI nel MOiNTE CIOCCHI Antonio ,
i833 preconizzò vescovo monsignor Cardinale. Antonio Ciocchi deno-
Giovanni Chaudru de Trelissac della minato del Monte perchè nato in
diocesi di Perigueux, e per sua di- Monte Sansovino diocesi d'Arezzo,
missione nel concistoro de' 22 gen- da Fabiano avvocato concistoriale
naio 1843 gli sostituì r odierno e famoso giureconsulto; essendo dot-
vescovo monsignor Giovanni Doncy tissimo nelle scienze legali, e forni-
dell' arcidiocesi di Bourges, e cano- to di singoiar prudenza, nel i5o3
nico teologo di quella cattedrale ,
ottenne da Giulio II il vescovato
vicario generale onorario di quel- di Città di Castello, e nel i5o6
l'arcivescovo. La cattedrale ampia l'arcivescovato di Siponto. Venne
di moderna architettura e magnifi- poi ammesso tra gli uditori di ro-
ca, è dedicata alla Beata Vergine : ta, indi fatto uditore della camera,
prima lo era ai ss. Teodardo e ne' quali uffizi mostrò una costante
Martino, e distrutta dai calvinisti ed infrangibile rettitudine nel giu-
nel XVI secolo, venne rifabbricata dicare a norma delle più esalte leg-
da Luigi XIV. 11 capitolo si com- gi della ad onta di qua-
giustizia,
pone di otto canonici titolari, fra lunque umano riguardo, come ma-
i quali vi è l'arciprete, ed anche il nifesto e indubitato argomento ne
teologo e il penitenziere, ma senza diede nella decisione d' una causa
.

i§4 MON MON


eh* eragli siala con grande eflìcacia bria, che governò con tal fama di
e con caldissime e reiterale istanze giustizia e di Religione, che fu de-
raccomandala dal Papa medesimo, nominato il giudice santo ed in-
anziché rendersi reo di pronim- corrotto. All'articolo Gualdo (A^e-
ziare un* ingiusta sentenza Ciò . di) dicemmo che ne fu legato e
giunto a notizia di Giulio II, tras- governatore perpetuo benemerito
portato dalla collera ,
prorup- Si distinse pure per singoiar divo-
pe in minacce e querele per cui ,
zione verso la Madre di Dio, per
Antonio pensò bene di ritirarsi su- soddisfare la quale intraprese in
bito a Napoli . Ma ritornato il pellegrinaggio il viaggio di Loreto.
Pontefice in senno, e riflettuto me- Finalmente essendo vescovo di Por-
glio sul contegno dell' intemerato to, chiesa che ottenne nel i524,
prelato, prontamente lo richiamò, vide, in Roma il termine di sua
e dopo avere con somme lodi en- vita nel i533, d'anni 72. Nel se-
comiata la fortezza e il coraggio polcro di lui, quanto semplice al-
del suo spirito, volle premiarlo col trettanto nobile e maestoso, compo-
nominarlo in Ravenna a' io marzo sto di candido marmo, ed esisten-
i5ri cardinale prete del titolo di te nella chiesa di s. Pietro in Mon-
s. Vitale, protettore de' serviti, ed torio, nella prima cappella situata
nmministratore della chiesa di Pa- al manco lato, fece pórre un ma-
via. In tale promozione, come il gnifico elogio Giulio III suo nipote.
più antico degli otto prelati pro- MONTE CIOCCHI Gianmaria,
mossi , doveva nominato il
essere Cardinale. V. Giulio IH Papa.
pri.uo, ma il Papa per un riguar- MONTE Innocenzo, Cardinale,
do al re d'Inghilterra gli antepose Innocenzo del Monte, nato misera-
l'ambasciatore Ursovico. Allorquando mente nella diocesi di Piacenza da
Giulio II riprese Bologna daiBentivo- una povera donna che andava men-
glio, Antonio era commissario apo- dicando per la città, ignorandosene
stolico nella città, e perciò esposto r origine e chi fosse, Innocenzo si
a gravissimi pericoli e sedizioni. In- die per tempo a fare il vagabon-
dusse Giulio li a celebrare il con- do e r ozioso, parlando capriccio-
cilio generale laleranense V, per samente. Novaes dice che nacque
Il

opporlo al conciliabolo di Pisa j


nel i532 in Borgo s. Donnino, e
quindi nel iSi'j Leone X gli con- gii fu imposto il nome di Fabiano,
leri in amministrazione la chiesa o di Santino secondo il Cardella. In
di Novara e quella di Civitate; e Bologna o meglio in Piacenza gii
nel i528 Clemente VII gli aflidò infimi famigliari del cardinal Gian-
quella d'AJatri, nell'anno seguente maria del Monte governatore o le-
quella di Rimini, e dopo un mese gato della città, lo ammisero in
quella di Caiazzo. Nell'assenza di casa del padrone per valersene nei
Clemente VII da Roma fu trascel- più abbietti e bassi uffizi. Cono-
to a legato dell'alma città. Nei sciutone a caso da Gianmaria il
pontificati d'Innocenzo VII!;, Ales- talento del misero giovinetto, tanto
sandro VI e Giulio II prestò rile- amore gli pose qual fosse un unico
vanti servigi alla chiesaromana, e figlio. Lo diede in consegna a Bal-
Leone X con Clemente VII gli doinoBarga poi vescovo d' A versa,
conferirono la legazione dell' Um- lo fece quindi istruire ne' costumi
MON MON i55
e nelle lettere, e poi l' innestò nel- era stato sollevalo. Ad onta di ciò
la propria casa, facendolo adottare Giulio III gli mandò la berretta ros»
nella famiglia del Monte da Bal- sa Bagnaia diocesi di Viterbo,
in
doiiìo suo fratello, e dandogli a gli diede il suo cappello cardina-
governare una scimmia ,
per cui lizio con, bolla de' 3 maggio 1

quando lo creò cardinale, fu vol- i5c)i lo legittimò, gli conferì la lega-


garmente chiamato il cardinal scim- zione di Bologna e della Romagna,
mia. Alcuni hanno voluto sostenere oltre molti pingui benefìzi , e tra
contro il sentimento degli scrittori gli altri le abbazie di
Sabba, di s.

contemporanei, che Innocenzo fosse Miramondo e di Grottaferrata, che


figlio legittimo di Baldoino sul- in tutti gli rendevano trenlaseimi-
l'autorità di monumenti che si con- la scudi. Ma il cardinale pur trop»
servano negli archivi, e d'una mar- pò fece quella riuscita che ognuno
morea iscrizione che fu posta nel- prevedeva. Dopo la morte di Pao-
la villa o vigna di Papa Giulio lo IV, accusato di molti e gravi
III fuori della porta Flaminia; ma delitti, fu da Pio IV ritenuto per
questo niente prova^ potendosi chia- sedici mesi in Castel s. Angelo, e
mare anche un adottivo: il
figlio neir atto in cui era tiasportato in
IN'ovaes afferma che il padre d'In- quel forte, per un'ingiuria ricevuta
nocenzo servì per bombardiere Bal- da un oste e dal suo figlio, feri
doino nella rocca di Forlì, e il sconciamente ambedue. Siccome poi
cardinal del Monte quando era le- dilapidava le rendite ecclesiastiche
gato di Parma e di Piacenza, qua- in ispese voluttuose e indecenti, e
le guardia; ch'era bastardo di Bal- menava una vita disdicevole al de-
doino, che l'adottò per figlio alla coro dell'eminente dignità. Pio IV
morte dell' unico e legittimo che gli tolse le tre abbazie, e lo rilegò
avea chiamato Giambattista. Quin- a Tivoli, lasciandogli soltanto mille
di gli procurò ovvero conferì una scudi pel suo mantenimento. Per
prepositura nella cattedrale di Pia- siffatti castighinon divenuto mi-
cenza , altri dicono in quella di gliore, fu di nuovo fatto carcerare
Arezzo. Divenuto il cardinal Gian- da s. Pio V, il quale, tranne il
maria Papa Giulio III, dopo tre necessario sostentamento, toltagli
mesi a* 3i maggio i55o pel pri- qualunque rendita. Io confinò in
mo creò cardinale diacono di s, Montecassino, e alle preghiere di
Onofrio, Innocenzo in età di soli diversi cardinali s'indusse a lasciar-
1 7 anni, con aperta ed unanime gli per direttore e custode un sa-
contraddizione del sacro collegio, e cerdote della compagnia di Gesù,
fra gli altri del cardinal Caraffa Da Gregorio XIII restituito in li-

poi Paolo IV, il quale in pieno bertà, tornato a Roma si rese a


concistoro , senza riguardi e con tutti grave e odioso; onde quan-
forte ragionare ,
protestò contro tunque fosse il primo nell' ordine
la prostituzione dell'eccelsa dignità de' cardinali diaconi, guardavansi i

del cardinalato, in persona affatto colleghi di trattarlo e conversar


priva di quelle virtù che in qual- con lui. Alla fine morì in Roma
che modo potessero ricuoprire l'ob- d'anni 4^ nel 1577, senza destare
brobrio de'nalali d'un soggetto che in ninno lagrime e compassione, e
meritava restare ne' cenci da' quali fu sepolto privatamente nella chic-
i56 MON MON
sn di s. Pietro in Moulorio nel dì fica cappelKi , ed ebbe sepoltura
deir anni versano de' fedeli defunti. nella chiesa di s. Angelo di cui
Inlervenne ai condavi di Maicello era slato arciprete, avanti l'altare
JI, Paolo IV, Pio IV e 8. Pio V, maggiore.
ma non si trovò in quello di Gre- MONTE Francesco Maria, Car-
{^orioXIII, come inabilitalo da un dinale. . Francesco Maria del Monte
breve di s. Pio V. da Monte s. Maria nella Marca, feu-
MONTE Cristoforo, Cardinale. do di sua nobile casa, detto anco-
Cristoforo del Monte nacque in ra Bourbon del Monte, dappoiché
Arezzo, fratello cugino di Giulio IH, la fatniglia ripete T antica sua ori-
ohe adottatolo nella propria fami- gine dalla reale stirpe di questo
i;lia, fu promosso al vescovato di nome, come lo attesta il Ciacconio
Betlemme , quindi sotto Clemente nella di lui vita, e l'Ughelli nel t.

VII passò nel iSiS a quello di 1 àeW Italia sacra^ p. 83. Nacque
Cagli, che rinunziò a Giovanni del però in Venezia, e si applicò poscia
Monte suo nipote, quando nel i55o allo studio delle leggi nelle quali ot-
Giulio III lo trasferì alla chiesa di tenne di essere laureato. Condottosi
Marsiglia. Inoltre il Papa lo decorò in Uoma ancor giovane, guadagnossi
della dignità di patriarca d'Ales- l'affetto in ogni condizione di perso-
sandria, ed a* 20 dicembre i55o ne per l'inarrivabile piacevolezza ed
lo creò cardinale prete di s. Pras- amabilità de'suoi costumi, affabilità
sede. La pietà e religione singoia- singolare, e destrezza incredibile nel
re di questo cardinale, i suoi ta- trattare i più delicati affari. Il car-

lenti, la mansuetudine con tutti, dinale Alessandro Sforza, dopo aver-


la liberalità verso i poveri, lo re- lo ritenuto per un tenipo notabile
sero oggetto di ammirazione e di presso di sé, lo dichiarò suo udi-
amore a quanti ebbero la sorte di tore, e per di lui morte fu am-
conoscerlo e trattarlo. Giulio 111 messo nella corte del cardinal Fer-
ancora lo riguardò con parziale af- dinando de Medici, di cui divenne
fetto, atteso la sua erudizione con- intimo famigliare, a cagione della
giunta alla straordinaria esperienza sua fedeltà e morigeratezza che
che avea nel maneggio degli aflari, gli fecero guadagnare talmente la

per cui recò gran sollievo al Papa grazia e la protezione del princi-
nelle cure e sollecitudini del pon- pe, che pel di lui favore fu innal-
tificato. Tuttavolta Pio IV lo guar- zato alla sacra porpora, ch'egli ri-

dò con cattivo occhio, ciò ch'egli co- nunziò pel granducato di Toscana.
stantemente soffri con cristiana ras- Avendone iustantemente supplicalo
segnazione. Dopo di avere adem- Sisto V, questi a'i4 dicembre i588
piti i doveri di zelante vescovo e lo creò cardinale diacono di s. Ma-
di ministro fedele della Sede apo- ria in Domnica, lo fece prefetto dei
stolica, e di essere intervenuto ai riti, e membro di altre congrega-
conclavi di Marcello II, Paolo IV zioni, fra le quali quelle della con-
e Pio IV, la morte lo sorprese nel sulta e del concilio. Pieno di zelo
i564 d'anni 80, in s. Angelo in pel pubblico bene e promotore
Vado, dove oltre all'avere risarcita delle belle arti, mostrossi assai li-

la casa e campanile della chiesa


il berale coi pittori, coi chi mici j co-
maggiore, avea fondata una magni- gli artefici di vaglia, anzi col suo
MON MON i57
autoretoie patrocinio fece rivivere MONTE CALVARIO. V. Cai-
l'accademia dei pittori decaduta e VARIO, monache.
quasi estinta. ed anima-
Investito MONTE CASSINO, Mom Ca^-
to dallo spinto sacerdotale, mostros- sinus. Abbazia celebre del regno
si indefesso nell'esercizio delle sacre delle due Sicilie nella provincia del-
funzioni, a cui aggiunse una since- la Terra di Lavoro, collocata alle

ra divozione alla ss. Vergine, in porte del reame, madre e princi-


onore della quale osservava ogni pal sede del tanto benemerito or-
sabbato un rigoroso digiuno in pa- dine di s. Benedetto, monumento
ne ed acqua, e ciò sino nelT ultima storicoe religioso della più alta
decrepitezza, accompagnando l' asti- importanza, conosciuta in tutto il
nenza con abbondanti limosine, per mondo siccome asilo della sapien7a
mezzo delle quali sovvenne altresì precipuamente quan-
e della santità,
i bisogni di molli letterati, e di no- do l'ignoranza dominava in tutta
bili famiglie ridotte a gravi neces- r Europa, a cagione delle invasioni
sità. Sì tenne sempre nei limiti di de' barbari, quali mettendo tutto
i

una stretta virtuosa parsimonia, con- a ferro e a fuoco, costrinsero le let-

tento di vesti interiori grossolane tere e le scienze andarsene ramin-


e onde non gli si rese
rallopatte; ghe, trovando asilo in questa altu-
accumulare considerabile
dilficile di ra, ove gl'industriosi monaci con-
somma di denaro, che la maggior servarono il seme d'ogni dottrina
parte fu da lui impiegata in opere perchè a miglior avvenire si span-
pie. Dimessa la diaconia passò suc- desse poi per tutto; essi colle pro-
cessivamente sotto Gregorio XV nel prie mani si diedero a moltiplicare
1623 al vescovato di Ostia e Vel- i codici de' greci e latini risparmia-
letri, dove nel 1624 celebrò il si- ti dalle ingiurie del tempo e dal-
nodo, e abbellì quella cattedrale di l'ignoranza de'popoli. Questo ceno-
nuovi organi di eccellente artifizio, bio divenne stanza di santi e di
e nell'anno santo iSiS col carat- sommi letterati, e vi si praticò
tere di legato n latere aprì e chiu- ogni sociale virtìi in tempi ch'era
se la porta santa della basilica di assai rara. Fu
benemerito della
assai
s. Paolo. Finalmente dopo essere religione, protomonastero famoso ,
intervenuto ai comizi di otto Papi, grandemente favorito e privilegiato
cessò di vivere in Roma, decano dai Papi, dagl' imperatori, dai re
del sacro collegio nel 1627, d'anni ed altri principi, già poderoso di va-

78, ed ebbe sepoltura nella chiesa sta signoria, sotto il dominio tem-
di s. Urbano, dove si legge un. no- porale del possente suo abbate det-
bilissimo elogio postovi da Arim- to l'abbate degli abbati, che il p.
berto di Borbone del Monte cano- Lubin, Jbbat. Italiae 88, chia-
p.
nico vaticano e suo consanguineo. mò Dux et princeps omnium ab-
Alle esemplari religiose cappuccine batuni et religìosonim; vicecaiicel-
di detta chiesa, riedificò quasi dai larius sacri imperii per Italiani,
fondamenti il monastero, oltre averle cancellarius regnoriim Siciliae^ Je-
sovvenute con assidua frequenza e rusalem, et Hungariae; comes et

singolare generosità ne'loro bisogni. rector Campaniae Marittìmaeqne


MONTE CALVAlllO. F, Gal- provinciaruni. Qui sorgeva l'antica
VARIO. città volsca di Cassino o Cassina,
,

i58 MON MON


Casìnuni o Cassimini, V ulti eoa del ne di Alarico re de'goti segnò la
nuovo Lazio, che s'incoiilrusse lun- decadenza di Cassino, ch'ebbe però
go la via Latina nella Campania i maggiori guasti da Teodorico, il
Felice, e chiamossi ancora con vo- quale tra le fiamme ed il sangue
ce osca Casca Eraclea; e talora consolidò in questa parte d'Italia
e fu detta per la sua rinomanza la sua dominazione, ed a suo tem-
e magnificenza praeclara civitas. po fu ristabilito il culto de' falsi
Prima l'abitarono gli osci, poi i dei, perchè nella sommità del mon-
"volsci, indi i sanniti, dicendosi Ca- te, malgrado la diffusione dell' e-
scimi che suona vecchio. I romani vangelo, era tuttora in piedi un
l'acquistarono in principio delie grandisiimo tempio di Apollo con
guerre de' sanniti , indi i consoli bosco sacro a Venere, ove accorti
Lucio Papiri© Cursore e Caio Giu- sacerdoti per guadagno vi mante-
iiio Bubulco vi dedussero l'anno nevano in credito la superstiziosa
di Roma 44 ^ 'a colonia XXX di divinazione, concorrendovi gran nu-
4ooo veterani, e nel 663 fu ele- mero di gente a far voti e sagri-
vata grado di municipio. L'eru-
al fizi. Negli avanzi della devastata
ditissimo senatore M. T. Yarrone città ripararono poscia alcuni abi-
dice che fosse edificata dai sabini tanti, ma non riacquistò l'antico
nel sito appunto ove sbocca il fiu- splendore e nome che invece si
,

me Scalerba vicino alla deliziosis- disse Castel Cassino, indi Castel s.

sima villa da lui fabbricata, che lo Pietro, e finalmente s. Pietro a


Spondano dichiarò posta alle ra- monastero. Anche dopo la fonda-
dici del monte, o nel luogo chia- zione della vicina città di s. Ger-
mato Monticelli, e fu quella pri- mano, che prese tal nome dalle
ma onorata dalla presenza di Ci- reliquie del santo vescovo capua-
cerone, e poi dalle gozzoviglie di no donate da Lodovico II, prose-
Marcantonio deturpala: altri luoghi guì ad essere abitato fino al seco-
del territorio dai romani furono lo XIV; ma la comodità maggiore
ridotti a delizie, e da loro molto della novella città contribuì poscia
frequentati. Il fiume Vinio, oggi a far totalmente deserto questo se-
Rapido, ne bagnava le mura, e parato feudo, del quale ora non
confluiva nel Liri. si trovano che tre magnifici monu-
La tradizione del paese riferi- menti. Consistono essi ne' ruderi del
sce che l'apostolo s. Pietro vi or- teati o assai consumati dal tempo
dinasse un vescovo, del quale nel- nell'anfiteatro ben conservato, e nel
V Italia sacra dell' Ughelli, t. X, vetustissimo tempio, che si conser-
p. 4^> uon si trovano che due suc- va intatto dopo circa duemila anni,
cessori, nella provincia ecclesiastica d'ordine toscano, il quale la du-
di Capua, cioè Caprario che sotto- chessa Scanniperga moglie di Gi-
scrisse al concilio celebralo nel 4^5 sulfo II duca di Benevento converti
dal Papa s. Ilario, e Severo che
s. in chiesa cristiana, dedicandola a s.

intervenne al concilio adunato in Pietro , ed oggi è intitolata al ss.


Roma da s. Felice III Pontefice Crocefisso, e viene custodita da un
del 4^7» pei' ricevervi a penitenza eremita. Le antiche iscrizioni tro-
i lassi, ne si ha contezza di altri vate in Cassino e dintorni , sono
a lui posteriori. La prima uTuzio- riportate dal Ricchi, La reggia dei
,

MOiN 159
volsci p. io3 e seg., ove parla della sono le statue de' ss. Benedetto e
sua colonia. Scolastica, ascendendosi così all' a-

Dopo la distruzione della citlà trio o vestibolo graziosamente ab-


di Cassino incominciarono le glorie bellito del piano superiore soste-
maggiori di questo monte, per la nuto da colonne di granilo, ove so-
fondazione dell'arcicenobio benedet- no le statue di Urbano V e Cle-
tino, capo dell' inclito ordine, donde mente XI. Per due porte angolari
uscirono tanti santi, Pontefici, car- si passa alla loggia, chiamata il Pa-
dinali, vescovi, e dottissimi perso- radiso, per 1' ameno ed estesissimo
naggi ; mentre il sontuoso edifìzio punto di vista che vi si gode. Tre
serve di stuj)ore a chi recasi d'ogni porte di prospetto all'atrio circon-
parte ad ammirarlo, sì per la va- dato da venti colonne di granilo
stità, straordinaria ricchezza, splen- egiziano, e corrispondenti alla basili-
didiornamenti, e pei tesori che rac- ca, col busto di S.Giovanni Battista
chiude la biblioteca e l'archivio. Il titolare di essa su quella di mezzo,
Dìonastero giace sopra uno de' fian- mettono nel claustio delle statue,
chi del Monte Cassino, che foi ma così detto per quelle eiefte ai per-
in questo luogo un plano elevato sonaggi pili benemeriti del luogo,
assai esteso , di cui la sommità è e collocate in apposite nicchie. Pre-
quasi sempre coperta di nevi. Il cede a destra della porta principa-
maestoso quadrato ha
Fabbricato le della chiesa la statua di Ab-
l'aspetto d'una reggia, ed è lungo bondanza madre di s. Benedetto
cinquecento piedi. Dal sobborgo di indi vede quella del generoso pa-
si

s. Germano si apre agiata via, che trizio e successivamente


Terlullo,
serpeggia sino alla cima del monte quelle de'Papi s. Gregorio II, s. Zac-
per una lega, e guida al gran n^o- caria, Vittore III Benedetto XIII e ,

nastero, costruita nel 1720. S'in- Benedetto XIV. A sinistra sono le


contrano salendo le varie cappelle statue di Euprobo padre del santo
od eremi di s. Mauro, di s. Sco- fondatore, di Gisulfo o Gisolfo U
lastica, di s. Croce, di s. Severo, e duca Benevento, degl' imperatori
di
di s. Agata. La maggior porta in- Carlo Magno, s. Enrico II, Lotario
troduce al rustico ingresso, così con- III; di Roberto Guiscardo, e di
servato per avervi abitato s. Bene- Carlo di Borbone. Si passa nella ba-
detto sopra una torre; indi per am- silica per una grandiosa porta, rive-
pia cordonata si ariiva alla seconda stita di lastre di bronzo, nelle quali
porta ferrata, e dopo altro piccolo .sono scritte in caratteri d'argento
tratto di cordonata scoperta, al pia- le possessioni della badia, la qual
no monastero. Dopo il passag-
del porta fu lavorata in Costantinopoli
gio di lungo portico di travertino nel 1066.
bianco, d'ordine dorico, coronato da I longobardi distrussero la chiesa
superbi terrazzi, si entra nei tre edificata da s. Benedetto, i saraceni
vasti e paralleli cortili con logge incendiarono quella ricostruita dal-
all'intorno. Due tronchi di grosse l'abbate Petronace, rovinò pel ter-
colonne di porfido e di granito or- remoto del i349 la terza eretta
nano i centri de' chiostri o cortili dall'abbate Giovanni I, e nel 1649
l»lerali. Per quel di mezzo si va venne diroccata dall' abbate Desi-
alla grande scalinata, a pie di cui derio IV Petronio quella innalza-
, ,

i6o MON MON


la da Urbano V, per riedificarla In le come preziosi sono
navi laterali,
più grandiose forme. Ma soltanto il gli ornamenti delle cappelle vi di- :

successore abbate Domenico di Que- pinsero il Salimene, il cav. Conca,


sada potè mandare il disegno a il cav. Vanni,
Belisario Coren/io,
compinjento colla direzione del cav. Carlo Lorena, Andrea da Sabi-
di
Cosimo Fansaga, avendo termine no discepolo di Raffaele, ed altri
l'edifìzio nel 1727. E questa è l'o- molti. A destra entrando in chi«isa,
dierna basilica cattedrale di Monte la prima cappella è dedicata a s. Gre-
Cassino, lunga palmi 244 su 78 gorio I Magno, e racchiude corpi i

di larghezza, e 66 della maggior de'ss. Simplicio eCostantino, discepoli


altezza. Disposta a tre navate, le del fondatore: sono ricoperte di bel
volte sono sostenute da otto pila- verde antico le colonne, e come in
stri, e belle colonne di granito o- questa cos'i nelle altre vi ha, oltre
rientale formano gli archi delle cap- la principale tavola, de' quadri nei
pelle. Tutta è rivestila di marmi e lati, nella volta e nelle lunette, al
finissime pietre. Sono rimarchevoli titolare della cappella allusivi. La
le croci di marmo qua e là distri- seconda è sacra al re s. Carloman-
buite di tutti gli ordini equestri no, che rinunziati gli stati d'Austra-
che sptto la regola benedettina si sia, Svevia e Turingia al fratello
fondarono, come quelli di Calatra- Pipino, fu dal Papa s. Zaccaria ve-
va, dì Alcantara, di s. Stefano, dei stito della cocolla monastica, ed ivi
ss. Maurizio e Lazzaro, di s. Ma- menò santa vita: sonovi dipinte le
ria Mercede, di
della s. Giacomo sue principali azioni, e vi si vene-
della Spada, di Avis, di Moiitesa rano le sacre spoglie le colonne :
,

di Cristo, e del soppresso de' Tem* sono d'alabastro cotognino. La terza


plari . Di stucchi dorati e vaghe fu intitolata a' ss. Guinizzone e Gen-
pitture sono ripiene le pareti. So- naro monaci, primo de'quali re-
il

pra la porta in gran quadro si rap- sistette alle depredazioni di Todino,


presenta la consagrazione fattane da rapace ministro di Pandolfo IV
Alessandro II, e lungo la nave mag- principe di Capua, ed ebbe in di-
giore nelle volte sono effigiati i pro- scepolo il venerano
secondo: vi si

digiosi fatti di s. Benedetto, prege- i loro corpi, e le colonne sono di


voli lavori a fresco del celebre Lu- verde di Polcevera fra le analoghe
ca Giordano, con esso i ritratti dei pitture: il ciborio per la custodia
tanti Papi benedettini, molti de'quali della ss. Eucaristia, di rame dora-
sivenerano sugli altari, di tutti a- to, è decorato di lapislazzuli, agate,
vendone fatto il novero a Benedet- amatiste ed altre pietre {^ eziose
tini. Le volte delle navi laterali superbo lavoro del Bernini. All'ab-
sono costrutte a scodella, e dipinte bate s. Bertario martire è dedicata
a fresco dal cav. Paolo de Mat- la quarta, con colonne scanalate di
theis, e sulle porte di queste navi verde antico e broccatello di Spa-
sono due quadri di Mazzaroppi gna vi è effigiato il suo martirio,
:

collemezze lunette di Francesco de e il congresso di s. Nicolò I con


Mura, rappresentanti i fatti del fa- Lotario re di Lorena, pel ripudio
moso capitano Consalvo da Cordo- di Teuberga e illecite nozze con
va benemerito dell'abbazia. Di altri Valdrada. A manca pel primo vie-
insigni pennelli sono le pitture del- ne l'altare di s. Michele con co-
,

MON MON i6r


lotlne d'alabastio cotognino, ed an- poi vi fn anch'essa sepolta, e dislin-
geliche visioni si vedono dipinte in guesi per la maestria delle scolture :

ogni lato. Eguali colonne ha la se- l'altro s'innalzò a Pietro de Medici


guente cappella di s. Gio. Battista, fratello di Leone X, annegato nel
e si vedono coloriti i suoi fasti. La Garigliano nel portarsi a Gaeta per
terza s'intitola a s. Apollinare ab- soccorrere l'esercito francese, a spese
bate, a cui si attribuisce la devia- de' cassinesi per compiacere il pa-
lione de* saraceni neir847 per vi- rente Clemente VII, composto di fi-

sione avuta dall'abbate Bassaccio ,


nissimi marmi, egregio disegno di
e pari è l'ornato delle vaghe colon- Antonio Sangallo; e siccome le ossa
ne d'alabastro, e dipinti che il fatto del defunto e la lapide furono ivi
rimendjrano, come il perdono ac- collocate a tempo di Cosimo I, così
cordato al pentito Badelchi conte si fece ntenzione di lui nell' iscri-

di Consa per l'assassinio di Gri- zione. Non minore sontuosità rispleri-


moaldo li principe di Benevento. de nelle due angolari cappelle della
Nella quarta cappella è in venera- Beata Vergine Assunta, e della Pie-
zione il corpo di s. Vittore III Papa, tà, ridondanti di pitture e ricche
cogli stessi pittorici ornamenti e pre- pietre. Il coro di mezzo con due
ziose colonne. ordini di stalli è meraviglioso pei
Un tempio così splendido ha l'al- capolavori d' intaglio sul legno di
tare principale disegno del sommo noce, vedendosi la perfezione nellji

Michelangelo, colla maestria del qua- moltitudine e minutezza delle cose


le gareggia la preziosità delle pie- figurate. Al di sopra sono pure di-
tre e de' suoi marmi, e chiudesi per pinti e stucchi dorati, e nel fondo
mezzo di balaustra di marmo, sulla della tribuna è l'organo tanto ri-

quale vari putti di metallo sorreg- nomato di Cesare Caleritìozzi per-


gono i simboli delle dignità e gradi chè produce l'effetto d'un'orchestra,
che hanno illustrato l'ordine bene- ricco d'intagli , che compie
dorati
dettino. Tredici lampade d'argento la stupenda prospettiva. I libri co-
illuminano dietro l'altare il basso rali furono mitiiati in principio del

cancello della sottoposta tomba dei secolo XVI, e sono singolari e bel-
ss. Benedetto e Scolastica ; e su quat- lissimi. La confessione sotterranea,
tro pilastri di marmo si eleva la che dicesi il tugurio, siccome inca-
grandiosa cupolai, che sovrasta al vata nella viva pietra del monte
santuario. Pregiatissimi dipinti com- nel i544 ^" ridotta alla forma che
piono l'abbellimento di tutti i più si vede, e tanto la cappella prima-
minuti angoli, ed il pavimento di ria^ erettaprecisamente nel luogo
marmi di vari colori corrisponde ove riposano memorali sacri coi"'-
i

agli altri cospicui ornati , e gli af- pi de'germani fondatori de' monaci
freschi delle volte delia crociera so- e monache benedettine, quanto le
no opera di Belisario Corenzio. Ai laterali dedicate ai ss. discepoli Pla-
lati e negli sfondati delle crociere si cido e Mauro, sono rivestite coti
vedono due magnifici mausolei, uno impareggiabile eleganza di marmi
di Guido Fieramosca signore di Mi- e pitture, nelle volte colorite a grati
gliano capuano, eretto dalla moglie fresco; Marco da Siena sulle mUrrt
Isabella Castriota, che fece erede dipinse la passione del Redentore,
d'ogni suo avere il monastero e , gli evangelisti ed altre figure^ Itì

VOt XLVÌ. i i
i62 MON MON
fondo è un coro inferiore, di cui i monaci haimo le loro tombe nel
parimenti molto sono stimati gl'in- cimiterio Anna, prossimo al
di s.

tagli, ed ancor più profondo è l'al- gran tempio. 11 famoso archivio


tro coro di più semplice coslnizio* cassi nese occupa tre ampie camere,

ne, destinato al salmeggìamento not- ove si osservano parecchi antichis-


turno. Nella sagrestia, nel sacrario simi quadri in legno, ed altre ra-
delle reliquie e nel capitolo tutto è rità, oltre la ben ordinata serie
profusione d* innumerabili e ma- de' diplomi, privilegi e scritture,
gnifici ornamenti. Superiormente al non che due vetuste lapidi della
capitolo trovasi la biblioteca^ non città di Cassino: ivi i monaci, quai
solo per le opere d'ogni genere, novelli sacerdoti del fuoco sacro,
ma pei rari codici rinomata, che tennero vivi i fonti del sapere di
servirono di studio al Sigonio, al cui ne' secoli rozzi erasi spento il

Mabillon, al Monlfaucon, al Rui- lume, onde l'Europa, e principal-


nart, a Cristiano Lupo, e ad altri mente l'Italia va obbligata. Tra.
sommi scrittori ecclesiastici; bensì è le opere più particolari di questo
a deplorarsi che le frequenti espila- luogo sono a nominarsi un codice
zioni cui soggiacque il luogOj ne ab- medico di Costantino africano fon-
biano disperso i migliorij poiché ber- datore della scuoia salernitana; un
saglio alle vicende delle armi, cadde codice di Dante scritto nel iSGy,
in potere talora del vincitore, e poi con un riassunto in fine della Di-
anche del vinto, sempre il luogo vina Commedia, che dicesi scritto da
soggetto agli avvenimenti principa- Pietro suo figlio un codice del- ;

li ora è composta di più di venti-


: l'Eneide di Virgilio con note, co-
mila volumi, tra' quali edizioni dei gli argomenti scritti da Modestino
primi anni della stampa , mano- discepolo del giureconsulto Ulpia-
scritti rari e di gran valore, colle- nò. Ivi è pure una sedia balnearia
zioni mirabili de' padri greci e la- o stercoraria di rosso antico, somi-
tini.Tutto il rimanente, sia l'anti- gliante a quella di s. Giovanni in
co monastero che occupa i lati Laterano. La restaurazione de' lo-
meridionale e orientale, sia della deve all'abbate Gattola, mor-
cali si

nuova fabbrica eretta negli altri to nel 1734, e visi vede il ritrat-
due lati nel secolo XVI li ad ospi- to in marmo con conispondente
zio de' nobili personaggi d'ambo epigrafe. L'antica torre di s. Bene-
i sessi, de'pellegrini e degl' infermi, detto ricorda 1' abitazione sua e
attesta la sublimità della reggia quella de' discepoli : nella parte su-
consacrata al patriarca della mona- periore sono le tre stanze del fon-
stica occidentale disciplina. 1 mo- datore, non meno venerabili pei
naci di Monte Cassino non negano passati vanti, che pregevoli per gli
asilo a chiunque lo chieda, ricol- attuali ornamenti, mentre nel se-
mando di cortesia e d'istruzione i colo XVI non solo si rivestirono
visitatori del loro insigne cenobio. di marmi ma
, vi si form?) una
La chiesa minore, dedicata a san preziosa galleria de'migliori quadri
Martino vescovo, in memoria del- di eccellenti autori d'ogni scuola
l'antica cappella a lui innalzata dal italiana. Dall'intorno del monaste-
fondatore stesso, serve. a sepoltura ro viene ricrealo l'occhio pei vasti
degli esteri ed inservienti, mentre e deliziosi giardini ed orli. L'acu-
MON MON i63
minala cima del Monte Cassino, gue sino al 11 38, ha per autore

che a tulle le vicine montagne ed Pietro Diacono. Leone de' conti di


al monastero sovrasta, rende ancor Marsi (Vedi)y monaco di Monte
più maestosa la pittoresca prospet- Cassino, ne scrisse la storia d'ordi-
tiva de' dintorni, contemplandosi ne dell'abbate Oderisio, da s. Be-
dai golfo napoletano sino al mar nedetto sino all'abbate Desiderio
Tirreno le acque marine, le alpe- poi Vittore IIF^ e da Pasquale U
stri boscaglie, campi
i ridenti, i fu creato cardir^ale; opera assai lo-
deliziosi colli, i romantici villaggi, data, chiamata la cronaca minore.
e gli sparsi paesi. Altri monasteri Pietro Diacono [Vedi), altro mona-
popolarono questi solitari recessi. co di Monte Cassino, pur con lode
Il più celebre è quello di s. Maria la continuò, avendo però come l'altra
dell'Albaneta edificato sino dal se- i difetti delle antiche cronache; egli
colo X, poco più di mezzo miglio cominciò dal cap. 35 del lib. 3,
sud ovest dal santuario, ove si re- aggiungendovi trent'otto capi, e ra-
cano i monaci per ricreazione o gionando di quelli che avevano il-
convalescenza, perchè il sito non lustrato questo arcicenobio. Pasqua-
può essere più incantevole. Un o- le Il lo creò cardinale , e di lui
ratorio ricorda la camera abitata abbiamo ancora : De vìris illustri'

da s. Ignazio Lojola, che vi si re- bus casinensibus ; De vita et obi'


cò in pellegrinaggio, e vi restò cin- tu justoruni casintnsium. L' abba-
quanta giorni. A più ristretto te- te Angelo della Noce ,
poi arcive-
nore di vita si dedicavano quei scovo di Rossano, illustrò con note
monaci che ne' monasteri ora di- la cronaca cassinese. Dipoi d. Era-

roccati dimoravano, cioè di s. Mat- smo Gattola monaco di Monte Cas-


teo de'servi di Dio, e di s. Nicolò sino e custode degli archivi ci die-
della Cicogna. E pure rinomata la de : Historia sacri monaslerii cassi-
villa di s. Rachisio re de' longo- nensìs ab erectione ad annum us-
bardi, ov'è tradizione che vi di- que 1725, Veneliis 1733. HistO'
morasse quando fece professione ria abbatiae cassinensis per saecu-
monastica, e vi piantasse una vi- loruni serie distributa, qua Leonis
gna, onde a sua memoria fu edi- chronicon a Petro Diacono ad an-
ficata una cappella. num i538 conlinuatum in pleris-
La Cronaca di Monte Cassino que suppletur, et ad liaec usque no-
fu pubblicata la prima volta nel stra tempora ex probatìssimis au-
i5i3, la seconda nel i6o3, la ter- thenticisque documentis producitur.
za nel 1616, e d. Angelo della Insertis operis initio, monasteri de-
Noce fece la seconda edizione di scriptioncy et ad calcem prò laudati
Parigi. Nella cronaca cassinese in chronici auctoribus apologia, Vene-
quallro libri, sta quanto
registrato liis apud Coleti 1733. Il Muratori
è avvenuto di più memorabile non nel t. IV, p. i53 e seg. Script, re-
solo nell'ordine di s. Benedetto, rum Ital.y pubblicò la cronica cas-
ma ancora nella Chiesa dall' anno sinese, data in luce dall'abbate del-
54*2 fino al II 38. I primi tre li- la Noce nel 1668, colle aggiunte e
bri sono stati composti da Leone dissertazioni inedite del medesimo.
d'Oslia o marsicano, ed il quarto Ma la completa applauditissima sto-
che comincia nel 1086, e prosie* ria dell' abbazia , pei suoi distinti
iG4 MON MON
pregi, commendevole per dotlrinn e abbracciata poi dall' occidente ne
ijlosoHa^ robustezza ed eleganza di divenne il patriarca al modo dello
stile, e diligente scelta di monu- a Monaco. Avendogli il patrizio
menti importantissimi tratti dal do- Terlullo donalo prò redeniplione
vizioso archivio cassinese, felicemen- aniniae una terra sul Monte Cassi,
te la compilò il eh. e dotto p. d. no, vi si recò a fondarvi il mona-
Luigi Tosti cassinese in tre tomi stero che diventò capo dell' ordine
con bellissime incisioni Storia del- : da lui istituito. Dopo aver abbat-
la badia dì Monte Cascino divisa tuto il tempio di Apollo, spezzati
in libri nove , ed illustrala di note gì' idoli, e incenerito il bosco di
e documenti, Napoli per Filippo Gi- Venere, eresse nell'area del tempio
relli 184^. C>li /annali delle scien- la chiesa di s. Giovanni Battista,
ze religiose nel voi. XV, p. 3o8, che fu il principio della celebre ba«
ne parlò con giuste lodi, e nel voL silicacassinese ; mentre edificando
XVII, 193, pubblicò l'importante
p. non discosto una torre per 1' abita-
analisi dei primi sei libri del eh. zione de' monaci, onde guardarsi
Francesco Battoli dottore di diritto dalle scorrerie de' barfjari, fu l'ini-
in Perugia, sunto che fu stampalo ziamento dello splendido monastero;
anco separatamente. Avendo noi indi nel 529 vi pubblicò la sua re»
parlato in tanti luoghi di questo gola j evvi però questione se giù
illustre cenobio, e pel nostro siste- r avesse promulgata in Subiaco
ma couìpendioso, solo ci limitere- culla dell'ordine, ove avea diret-
mo , colla scoila encomiata
dell' to dodici monasteri, onde dicemmo
storta, ad accennar brevemente le a Benedettini opinar alcuni che la
cose principaliche lo riguarda- regola incominciata in Subiaco fu
no , potendosi pel di più vedere compiuta e pubblicata in Monte
gli analoghi articoli , e quelli che Cassino. Avendo Tcrtullo offerto al
citeremo, altrimenti pel vasto ar- fondatore il suo figlio s. Placido,
gomento troppo lungo sarebbe il si recò a visitarli, e morì nel 53G
trattarne con minor laconismo, poi- neir abbazia, venendo sepolto in-
ché r importante stoiia e fasti di nanzi la porta del refettorio, men-
Monte Cassino sono collegali cor tre s. Placido propagò V ordine
grandi avvenimenti dell'Europa , e in Sicilia, e s. Benedetto fu visita-
particolarmente della Chiesa e del- to da Totila re de' goti. Diffonden-
r Italia, essendolo
strettamente coi dosi r di
istituto, Le il vescovo
molteplici destini e vicende del re- Mans domandò monaci per la Fran-
gno delle due Sicilie, anche per la cia ,ed il santo vi mandò il suo
parte che dovettero prendere alle diletto s. Mauro con alcuni altri
guerre e alle sue conquiste i pos- religiosi. Da questo amore alla vita
senti abbati. monastica, cioè alla benedettina, fu-
Nel V secolo s. Benedetto (Fedi) rono prese anche le donne, poiché
prese l'abito religioso dal monaco come dicemmo a Monache, la voca-
Romano nell' antro di Siibiaco zione religiosa nel sesso fejnminile è
(J^ec?/), per menarvi vita contempla- di molto anteriore, laonde s. Sco-
tiva, e nel territorio fondò dodi- vi lastica sorella del santo si ridusse con
ci monasteri, meditandovi la rego- altre in sepaiato luogo nella valle
la per la disciplina monastica, che che soggiace al Monte Cassino, e ik>»
MON rio^ i65
molto lontano da questo nel sito riunì.Forse sarà stata trasferita in
cliiiunalo Piùmarola o Piombaro- Francia qualche reliquia di essi, e
la, ed ecco l'origine delle mona- si prese la parte pel tutto. Urbano
che BenedeUìne [Fedi). Venule l'an- Vili colla bolla Sanata Mater, dti
no 54^ « morte s. Benedetto nel- 20 marzo i633, BulL Rom. t. Vi,
r oratorio di s, Gio. Battista, mentre par. I, p. 3 16, ordinò che in tulli
di poco aveaio preceduto s. Scola- i luoghi della Spagna ove esistessero
laslica, fu il suo corpo insieme a chiese dedicate a s. Benedetto, ed
quello della sorella riposto nel se- in quelle ancora dell' ordine si

polcro, che tuttora si venera nella osservasse la sua festa di precetto


basilica cassinese. Nel t. XVII delle a' 2 I marzo. La sua vita scritta da
Dhsf4^. eccL del Zaccaria, la V è s. Gregorio I fu pubblicata con
sopra l'anno e il giorno della morte spiegazioni nel 1690 dal p. d.
di s. Benedetto ; il p. Mabillon lo Giuseppe Mege, e tradotta in ita-
dice morto nel 543. Alcuni scrisse- liano da un cassinese venne stam-
ro, che nel 660 o 690 distrutto pata in Venezia nel 1733. Altra
il monastero^ Agiolfo monaco di in francese l' avea data nel i652
Fleiiry (Vedi)^ per ordine dell'ab- alla luce il p. d. Bernardo Pian-
bate Mommolo con alcuni cenoma- chette.
ni rubassero i corpi de' ss. Bene- Dopo la beata morte di g. Benedet-
detto e Scolastica, e li trasportas- to gli abbati s. Costantino, s. Simpli-
sero in Francia, cioè quello del cio e Vitale, ressero successivamen-
santo al monastero di Fleury, e te la badia. Indi secondo la predi-
quello della santa rimanesse presso zione del santo, nel 589 fu essa
j medesimi Le Mans. cenomani di notte tempo assalita da' longobardi
Mabillon, Saussay, Menard e Bo- condotti da Zotone duca di Ì3ene-
schio con altrisostengono questa vento, essendo abbate Bonito, e
traslazione ; che negano Loreto, del- messa a ruba, a sacco ed a fuoco.
la Noce e Macchiavelli, a favor dei Fuggirono i monaci in Roma, ove
quali si adduce s. Zaccaria Papa gli accolse Pelagio II già monaco
che protestò aver veduto e venera- benedettino, ed introdusse nella ba-
to i santi corpi in Monte Cassino, silica lateranense , ri movendone i

e più tardi Alessandro li, nella pri- Canonici Lateranensi ; contiguo si


ma invenzione il cardinal Giovanni costruirono il monastero de'ss. Gio-
d'Aragona, nel i545 l'abbate d. vanni Battista, Giovanni evangelista,
Girolamo Selpcchelo piacentino, ed e Pancrazio, ed ivi maestri di eccle-
il p. della Noce quando nel 1637 siastica dottrina per circa i3o anni
alla presenza di tutti monaci cas- i abitarono, senza però lasciar del tut-
sinesi e di molti altri, in occasio- quan-
to deserta l'abbazia cassinese:
ne che l'abbate Simplicio Cafifarelli do Gregorio I spedì in Inghil'
s.

voleva mutare la forma della chie- terra per convertirla nuovamen-


sa, li vide con sua particolare te- te alla fede sant' Agostino priore
nerezza, onde scrive nella sua cro- del monastero di s. Andrea, vi
naca aver esclamato Nane diinit- : mandò pure alcuni monaci cassine*
tis Domine serviim tuum in pace^ si,i quali nel monastero lateranen-
quia viderunt oculi mei ss. patriar» seebbero dodici abbati. Nel 718,
cham Italiae decus^ GaWae deside- o 7^9» o 720 s. Gregorio 11 fece
i6G MON MON
ritornare a Monte Cassino mona-i Nel 748 Gisolfo li duca di Bene-
ci, onde l'istabilire la disciplina mo* vento riparò a Monte Cassino i
nastica in Italia, facendo esecutore danni recati dal feroce Zotojie, re-
della sua pia intenzione Petronace stituì le usurpate possessioni, e gli
nobile bresciano, che capitato in donò quanto circondava il monte
Boma a visitar i santi luoghi, si insieme colle terre, castella, ville,
recò con essi a ristorare il mona- molini ed acque che vi erano, co-
stero, ed a farvi di più fiorire la me pure il territorio di Genziana.
congregazione e monacale osservan- Morto nel 75© Petronace, a lui
za, aiutato dal Papa già monaco successe Olialo, poiErmete Grazia-
benedettino, dall' abbate s. Paldo no, quindi Potone. Governando que-
di 8. Vincenzo, e dai fratelli ss. sto ultimo, nel 755 si fece monaco
Taso e Tato, non nel ySi come Adelardo, cugino del re Carlo Ma-
scrisse Leone d' Ostia e prova il gno, ed Arechi duca di Benevento al-

Sarnelli, Meni. cron. p. 36. Il Bei- largò la giurisdizione degli abbati,


castel narra, che divenuto il ceno- e gli sottomise il celebre monaste-
bio un mucchio di rovine, alcuni ro di donne in quella città dedi-
solitari eranvi rimasti, ma appena calo a s. Sofia. Circa questo tem-
avéano V alloggio e la sussistenza. po intorno alla badia, nel monte
Petronace vi portò un braccio dei e nella valle dì s. Germano, sor-
ss. Faustino e Giovila, che il Ber- sero più chiese e monasteri , fra
castel dice uno de* primi esempi cui principalmente quello di s. Sal-
dell'uso di dividere le reliquie nel- vatore, chiese e nmnasteri ove le

Ja chiesa d'occidente: fuvvi eletto arti pompeggiarono, e con le arti


per superiore, cioè il sesto abbate le lettere si ritraevano al Cassino,
dopo s. Benedetto. A tempo dell'ab- per opera singolarmente del dottis-
bate PetronacCj nel 746, Papa s. simo monaco Paolo Diacono, onore
Zaccaria già monaco benedettino si anche d'Italia, ed autore della sto-
recò a visitare la tomba del santo ria de' longobardi. Nel 787 Carlo
patriarca, consacrò la chiesa già ri- Magno volle venerare il sepolcro
storata, decretò che si celebrasse la di s. Benedetto, confermò le dona-
festa de'ss. Benedetto e Scolastica, zioni di Gisolfo comandò che
II,

come il natale ; fece molli doni, l'abbazia fosse tenuta come camera
confermò tutti i possedimenti, do- imperiale, monaci fossero cappel
i •

nazioni e privilegi , ed esentò il lani dell' l' abbate arcican-


impero,
monastero dalla giurisdizione dei celliere, maestro cappellano, princi-
escovi, assoggettandolo alla sola Sede pe della pace, cioè che solo per
apostolica, come si ha dalla Cliron. mediazione dell'abbate potesse tor-
Cassili, lib. I, cap. 4 e '^j '*'^- lf> nare in grazia dell' imperatore al-
cap. 96, Per le esortazioni del Ponte- cun barone ribellalo ; al medesimo
fice,Ralchis o Rachisio re de' lon- concesse poter bere in coppa d'oro
gobardi si ritirò nel monastero e ne ed usare coltre di porpora j nelle
Testi r abito, come fecero la sua processioni farsi precedere dal la-
consorte e figlia in altro monaste- baro imperiale, ossia una croce di
ro vicino, che aveano con ricca do- oro ingemmata; e volle Paolo Dia-
te fabbricato ; anche il re Garlo- cono ad insegnar le scienze in
roanno prese la cocolla monastica. Francia, ed a rilòrmarvi mona- i
MON MON 167
sieri ; cosi bramò die altri mona- sente collegiata. A difesa degli ag-
ci per l' Italia e Germania fossero gressori monastero fu circondalo
il

maestri delle lettere e delle scienze. di abitazioni da Bertario, ond'ebbe


In questo tempo Carlo Magno do- origine l'odierna città, da luogo de-
nò ad Adriano I ed alla santa Se- serto eh* era. E qui non si deve
de i ducati di Spoleto e Beneven- tacere che 1' abbate Teodomaro ac-
to, mentre il suo figlio Lodovico costo alla chiesa di s. Benedetto
I nel pontificato di s. Pasquale I fabbricò a Maria Vergine una chie-
"vi aggiunse la Sicilia. sa con quattro torri agli angoli, on-
Per la civil guerra nel ducalo be- de fu chiamata s. Maria delle quat-
neventano furono chiamali sara- i tro torri, e tuttora esiste. Entrati
ceni con immensi danni ; altra or- i furibondi saraceni nel monastero
da di saraceni verso \'S^6 nel pon- di s. Salvatore , vi recarono la
tificato di Sergio II, rimontato il strage ; trovato Bertario a pie del-
Tevere dierono il sacco alle basili- l' altare di s. Martino, come alcuni
che di s. Pietro e di s. Paolo ; vogliono, offerente il divin sagrifi-
passando poi a s. Germano, porta- zio, ricolmatolo d'aspri rimproveri
rono per tutto il saccheggio^ la di- gli mozzarono 1^ otto- il capo a'
struzione e la morte. L'abbate Bas- bre 884pan sorte toccò a tulli
;

saccio coi monaci ricorsero al patro- i monaci. Dopo questa tragica sce-
cinio del santo loro archimandrita, na i monaci continuarono nel dop-
e ne furono prodigiosamente libera- pio ministero di conservare e di
ti. Indi l'abbate Bertario volle di- propagare la sapienza, che per le
fendere colle armi e con fortifica- guerre andava perduta.
zioni (che lodò l'imperatore Lodo- Due anni dopo il miseranda caso
vico II quando visitò il cenobio e di Monte Cassino, l'abbate di Teano
il sepolcro di s. Benedetto conferman- Angelario deputò Erchemperto scrit-
done i privilegi) Monte Cassino da tore della cronaca a ripristinar l'ab-
sì crudeli nemici, i quali pieni di bazia, ma molti ostacoli insorsero, e
dispetto clandestinamente a' ii set- i longobardi gl'impedirono rivendi-
tembre irruppero sul monastero, care i patrimoni monastici; passa-
incominciarono col predare^ e finiro- rono in vece i monaci nel 91 5 ia
no col fuoco e col sangue: monaci i Capua sollo l'abbate Giovanni /,
che scamparono la morte, parte fug- successore dei tre che aveano go-
girono nel monastero di Teano ,
vernato in Teano, e si stabilirono
recando seco le bolle, i diplomi, i nel monastero di s. Benedetto, ma
privilegi e la regola scritta dallo l'austerità del santo vivere si ral-
stesso Benedetto ; gli altri più
s. lentò tra la mollezza del vivere cit-

robusti coli' abbate Bertario si por- tadino. Morto nel 94^ il successo-
tarono alle radici del monte nel mo- re Adelperto, Baldovino che gli fu
nastero di s. Salvatore in s. Ger- sostituito fece consapevole del dis-
mano fondato da Petronaté ; indi l'ab- ordine il Papa Agapito II, il qua'
bate Polene vi aggiunse la chiesa le comandò ai monaci di ritornare
sacra a s. Benedetto, mentre l'abba- a Monte Cassino, lo che ebbe effet-
te Gisulfo ingrandì monastero, e
il to sotto l'abbate Aligerno che nel
magnificamente in onore del Sai- 949 era successo a Maiepollo suc-
valore rifabbricò la chiesa, al pre- cessore di Baldovino. Aligerno con
i68 MON MON
zelo ed energia riparò a tutto, al- Sotto questo id^bale il Papa Bene"
l' osservanza delia disciplina, riven- dello Vili e l'injperatore s. Euri'
dicò tutte le possessioni dai vicini co li confermarono privilegi deU i

si.^norotti^ 8''^^ P*^'"


<^''f<2sa in 8. l'abbazia; ma avendo egli assoldato
Germano ibndamenta della rocca
le i normanni di fresco venuti nella
Janiila,ove era stato un tempio di regione, contro il signore d'Aquino,
Giano, a frónte della vendetta che mentre greci per vendicar
i loro i

ne fece Alenolfo gaslaldo di Aqui- possedimenti minacciarono l'Italia;


no ; indi a' suoi soggetti die in feu- Atenolfo per favorire il fratello gua-
do le terre della badia, venendo le dagnato dai greci, fece gittare in
sue ragioni feudali da più principi mare Datto, che il Pontefice avea
e da Ottone II confermate. Restau- messo alla difesad' un castello del
rata la chiesa e il monastero, ri- Garigliano. A riparare le mene dei
fiorendo la santità ne* monaci, Ali- greci e punire il tradimento, si

gfrno morì nel 986 benedetto dai mosse l'imperatore s. Enrico 11

religiosi, amato dai vassalli. Nell'e- con poderoso esercito ; l'abbate fug-
lezione del Mansone, la
successore gì, e si affogò in mare
nel 1022.
discordia produsse scisma j quei che Benedetto Vili e l'imperatore non
partirono dalia badia fondarono il credendo doversi lasciare ai mona-
celebre monastero della ss. Trinità ci l'elezione del successore, vollero
della Cava, ed altri cinque in To- essi stessi presiederla, portandosi in
scana, fra' quali s. Maria di Firenze Monte Cassino, e fu scelto TeobaU
tuttora fiorente. Intese Mansone al- do. Grato s. Enrico II d' essere
l'ingrandimento della potenza abba- stalo guarito dal mal di pietra per
ziule fondando rocche e terre intorno intercessione di s. Benedetto, lasciò
^1 monte. Dispiacendo tali opere al magnifici doni al monastero, e ne
monaco s. JNilo, si allontanò dal confermò 1' esenzioni.
monastero, e passò poi a fondare Teobaldo di santi costumi e de-r

Ja celebre abbazia di Grottaftrrata dito agli Situdi, accrebbe lustro e


{^Fedi) che ancora assai fiorisce.
, splendore all' abbazia ; ebbe però a
Mansone per le trame di monaci provar la vendetta del principe frar
ribaldi, e di Alberico indegno ve- tello del predecessore, ed a sua in-
scovo di Marsi, perde gli occhi in fluenza nel iq35 fu eletto abbate
Capua, e morì di doloie nei 996: Basilio a lui ligio. I monaci ricor?
allora i limitrofi signori danneg- sero all' iraperator Corrado H, il
giarono, invasero e tolsero le pos- quale condottosi nel loBy al mo-
sessioni della badia. In questi mi- nastero, sotto isuoi auspicii fu de-
seri tempi non mancarono santi posto, e poi creato abbate il ba va-
monaci a tenere veneranda opi-
in ro Richerio. Vedendo infestalo il
nione il monastero. L'abbate Gio- patrimonio monastico dai conti di
vanni III pretese contro la regola Aquino, ricorse all'imperatore, indi
potersi eleggere in successore Gio- smantellò le mura e il castello tli

vanni Ptotondo suo nipote, e gli §. Angelo ribellato i


venuto a bat-
i^uccesse nel loio ; ma la maggior taglia coi normanni li vinse, e fece

parte monaci pregò Pandolfo


de' la pace, anzi liberò pure di prigio-
principe di Benevento a sostituirgli ne il conte di Teano suo nemica,
^l suo figlio Atenolfo nel io 11. dopo avev preso la VQCC^ di Ev^qn
1

MON MON 169


dro in cui stava raccliiuso per aver la libertà di eleggere l'abbate, pro-
tentato di occuparla con tradimen- mossero a rumore vassalli, ma i

to. Nel io47 l'imperatore Enrico Pietro I a' 20 maggio loSy rinun-
III visitò il cenobio, vi lasciò ric- ziando spontaneamente, fu allora
chi doni e spedì diploma in suo fa- creato abbate il detto Giuniano Fedci*
vore. Nel 1049, o meglio nel io5o rico, che riuscendo di soddisfazione
s. Leone IXjgià monaco benedetti- al Papa, in B^irenze ove si portò a
QO, si recò in questo santuario, e trovarlo, lo elevò di nuovo al gra-
nel dì delle palme vi celebrò mes- do di cardinale, confermando nella
sa solenne, ponendosi a mensa coi sua persona tutti i privilegi degli
monaci; accrebbe e confermò pri- i abbati cassinesi, e che nei raduna»
vilegi dell'abbazia, sottomettendo- menti de' vescovi e de' principi se»

le il monastero di santa Croce in desse sopra tutti gli altri abbati ;

Gerusalemme di Roma, e come al- indi lo benedì e consacrò abbate


tri suoi antecessori accordò all'ab- nel giorno di s. Gio. Battista, se»
bate l'uso della dalmatica, de' san- condo la consuetudine, perchè il

dali, de'guanti e di altri ornamenti Papa ne approvava l'elezione. Po^


vescovili nelle principali festività, in co dopo Vittore li morì, e a'2 a-
tempo delle messe solenni . Nel i o5 gesto Giuniano cardinale e abbate
vi ritornò, celebrandovi la festa dei di Monte Cassino fu eletto Papa
ss. Pietro e Paolo; quindi nel io53 col nome di Stefano IX detto X
recandosi il Papa a combattere i (Fedi), ritenendo l'abbazia. Vi si
normanni divenuti rapaci delle ca- recò l'ultimo di dicembre, emanan-
rtella cassinesi e del patrimonio di do molti decreti intorno al cullo
s. caduto loro piigioniero
Pietro, e all'interno ordinamento, alla ri-

fu trattato con somma venerazione, forma degli abusi, alla povertà le^
onde gì' investì delle terre che ave- ligiosa, onde sradicare il vizio deU
vano occupate, ad esempio delle la proprietà introdotto ne' monaci,
infeudazioni di Giovanni Vili, Ste- ed eliminare il canto ambrosiano
fano VI, e Giovanni X; indi vol- e restituirvi il gregoriano più gra-
le a compagno 1' abbate Riche- ve, Ivi lo tornò ad assalire una
rio per l'infermitàche 1' assalse, e febbre che Io logorava, e pensò al-
nel ritorno a Roma. Intanto il car- l' elezione del nuovo abbate nel
dinal Giuniano Federico di Lorena io>$8, che fu Desiderio, la quale se-

vestì nel monastero il saio di mo- guì avanti di lui dai decani; ma
naco, e per morte di Richerio nel non gli lasciò il governo, avendolo
io55 fu eletto Pietro I di santi destinato per la legazione di Co-
costumi e ignaro delle cose del stantinopoli, volendo abbassare la
mondo : il Papa Vittore II, già potenza normanna, e innalzare ab
monaco benedettino, che bramava l'impero il fratello duca Goffredo.
nominare l' abbate alto a reggere Dopo celebrata la festa di s. Sco-
)a vasta signoria della badia, e per lastica a' 12 febbraio ripartì per
aiutarlo a reprimere la crescente po- Roma. Avea domandato il tesoro
tenza de' normanni, molto se ne dell' abbazia, ma per certa visione
dolse con lettere. Mandò quindi un di s. Benedetto lo rimandò, moren-
legato pontificio per eleggere un al- do in Firenze a* 29 marzo iq58 :

tro: sulle prime i monaci difesero nel dì della Pasqua Desiderio as-
170 MON MON
sunse regime dell'abbazia, e ri-
il vescovi, abbati, principi, nobili; di
cevè monaci aìl* obbedienza.
i Riccardo principe di Capua,. col fra-
Trovandosi la Chiesa in trista tello e il figlio; del principe di Bene-

condizione, Dio la soccoi*se per ope- vento Landolfo, di Gisulfo principe di


ra dei benedettini, massime di s. Salerno co'fratelli, di Sergio duca di
Pier Damiani e d* Ildebrando poi Napoli, di Sergio duca di Sorrento; e
9. Gregorio VII (Fedi), perchè la de'conti di Marsi, di Valva, e Bor-
podestà temporale teneva dipen- relli, con splendido
apparato che
dente la spirituale. Il nuovo Papa riuscì spettacolo e impo- religioso
Nicolò II creò cardinale Desiderio, nente; tutto narrò Alessandro U
che confermato e benedetto dal Papa nella bolla con cui confermò i pri-
conservò il governo di MonteCassino: vilegi della badia, riportandone an-

gli confermò tulle le prerogative, che il Grevio la descrizione della


come l'ospizio nel palazzo sessorìa- funzione, nel t. IX, par. I e 11, p.

no presso la Chiesa di s. Croce in 5o6 e seg. La badia assai fiorì nelle


Gerusalemme recandosi in Roma, arti e nelle scienze sotto il reggi-
porlo franco alle navi badiali che mento di Desiderio, ed a lui la
approdavano al porto romano, l'e- Sardegna domandò monaci, che fon-
senzione dai vescovi, ed inoltre lo darono monasteri nell'isola. Fra i
dichiarò legato apostolico nella Cam- molti monaci che allora fiorivano
pania, Paglia e Calabria per rifor- nel cenobio, per santità fu chiaro
marvi i monasteri. Desiderio rice- Deufèrio principe longobardo, e da
vè dal normanno Riccardo princi- Germania si recò a visitar lui e il

pe di Capua l'abbazia di s. Maria monastero 1' imperatrice Agnese ;

in Galena presso il Monte Garga- questa fu generosa di ricche offerte


no, indi incominciarono le famose e vi dimorò mezzo anno. La gran
dissensioni tra il sacerdozio e l'im- contessa Matilde esentò i monaci
pero per V Investiture ecclesiastiche da ogni gabella; ed Alessandro II
{Vedi). Sì recarono a Monte Cassi- prima di morire ritornato a Mon-
no s. Pier Damiani che v'introdus- te Cassino, rivocò la chiesa di s.

se pie costumanze, e il principe Ric- Croce Gerusalemme donata da


in
cardo che Ti fu largo di donazio- s. Leone IX, e in vece donò in
ni e di ampliazione di dominio. perpetuo l'abbazia de' ss. Sebastia-
Mentre Desiderio era intento alla no e Zosimo di Roma ,
presso la
decorosa ricostruzione del monaste- quale abitarono poi gli abbati di
ro , ed alla magnifica e sontuosa Monte Cassino recandosi in Roma,
riedificazione della chiesa, fu ono- come dissi a Chiesa di s. Sebastia-
rato dalla presenza del nuovo Pon- no alla polveriera; finalmente al-
tefice Alessandro li che l'amava, in la persona di Desiderio donò Ter-

compagnia del cardinal Ildebrando racina col suo territorio. Il succes-


nel 1066. Compita la fabbrica del- sore Gregorio VII scomunicò gli
s.

la basilica, Desiderio pregò il Papa usurpatori dei beni del monastero,


a consacrarla, ed egli stabili per la che prima di morire in Salerno
solenne cerimonia il sabbato primo visitò con tutti cardinali, e il suo
i

di ottobre 1071. Vi si recò, e com- liberatore Roberto Guiscardo: ago-


pì il rito assistito da sette cardi- nizzante designò successore Deside-
nali , dieci arcivescovi ,
quarantasei rio, che col nome di Vittore III
MON MON 171
(Vedi) fU eletto a*a4 moggio 1086, co V da Pasquale II, questi non
sebbene ripugnante. Passati quattro volendo ch'egli fosse più insignito
giorni, temendo i partigiani d'Enri- di due dignità, il santo umilmente
co IV, deposte le pontificie insegne, abdicò l'abbazia nel 1 1 i i, ed mo- i

fuggi a Monte Cassino; solo a for- naci ripugnando chi voleva surro-
Capua
za di preghiere le riprese in garsi, elessero Gerardo ben accetto
a'2 marzo 1087, indi ritornato a
1 al Papa e all'imperatore d'oriente.
Monte Cassino vi celebrò la Pa- Indi in un concilio il Papa riprovò
squa. In Pioma fu consagrato a'g l'estorto privilegio dell'investiture,
maggio, e dopo otto giorni fu di laonde quando l'imperatore si con-
nuovo a Monte Cassino, ritenendo dusse in Roma nel 1 1 1 7, Pasqua-
la carica di abbate. Restituitosi a le Il slimò bene di ritirarsi a Mon-
Roma, passò a celebrare un conci- te Cassino, donde passò a Bene-
lio a Benevento, ove sentendosi gra- vento, e poi in Roma ove morì.
vare un morbo intestinale, fece ri- Nel monastero della suddetta chie-
torno a Monte Cassino, e spirò ai sa di s. Sebastiano de'cassinesi, fu
16 settembre 1087, deputando in eletto a' 25 gennaio 11 18 Gelasio
abbate il cardinal Oderisio de' conti Il {Vedi)^ prima monaco cassinese
di Marsì, ch'era stato sotto di lui e cardinale, contro il quale Enrico
preposto o priore, colf assenso de* V fece antipapa Gregorio Vili Bor-
monaci. Urbano li già monaco be- dino. Verso questo tempo levò gran
nedettino occupò la cattedra apo- rumore la visione del monaco cas-
stolica; confermò privilegi della i sinese Alberico, ch'egli poi scrisse
badia, ed all'abbate concesse l' uso in latino con Pietro Diacono, e si

della mitra. conserva nell'archivio cassinese: opi-


Oderisio crebbe il materiale del- narono alcuni, che forse fu scintil-
la badia edificando vasta e como- la ad accendere l'immensa fantasia
da infermeria, e luogo appartato dell' Allighierij nel comporre poi la
pegliospiti. Più obblazioni ricevè Divina Commedia. Su questo argo-
il cenobio, particolarmente dai nor- mento nel i8i4 si pubblicò in Ro-
manni, ed i crociati prima di ve- ma : Osservazioni intorno alla cjiiC'

leggiar per l'oriente visitarono il stionepromossa al Fannozzi, dal


santuario. Nel i ro5 divenne abba- Malocchi, dal Botlarì, e special-
te con malcontento di tutti Ottone mente dal p. ah. d. Giuseppe Giu-
conte di Fondi, e nel 1107 gli suc- òtino di Costanzo sopra l'originali-
cesse s. Brunone, che rinunziato il tà della Divina Commedia di Da/i-
vescovato di Segni erasi fatto mo- te^ appoggiata alla storia della vi-

naco: avendo Pasquale II condan- sione del monaco cassinese Alheri-


nato le investiture, temendo la fu- cOy tradotta in italiano da Fran-
ria Enrico V si portò a Monte
di cesco Cancellieri. Arrestato l'anti-
Cassino, convocando principi nor- i papa Gregorio Vili, nel 1122 Ca-
manni a difenderlo. Tornato in listo Il già monaco benedettino, lo
Roma, per la forza delle circostan- consegnò all'abbate Gerardo, che lo
ze aderì all'imperatore, ripugnan- rinchiuse nella rocca Janula di s.
dovi s. Brunone: avendo egli alta- Germano. Nel ii23 fu abbate il
mente disapprovato il privilegio cardinal Oderisio di Sangro, sotto
sulle investiture concesso ad Enii- il quale Pontecorvo divenne sog-
17» MON MON
getta alla badia: inimicatosi qon nel 1187 Seniorello, seguì la tur-
molli, e coi monaci pegli aspri bolenta elezione di Rainaldo 1 che
traltamenli, si ricusò a Onorio li seguì le Ruggiero e del-
parli di
che Io richiedeva di pecunia pei l' antipapa che il confermò, i mo-
Lisogni in cui si trovava, e con naci però furono divisi d'opinioni,
modo arrogante andò sparlando Movendo l'imperatore Lotario li
del Papa. Inasprito l'animo di con Innocenzo II verso il regno di
questo, anche dai ricorsi che rice- Nnpoli, l'abbate simulò parteggiare
veva a suo danno, ed odeso della per l'imperatore; quanto agli scisma-
ripulsa quando da cardinale lo ri» tici cassincs», essi ritenevano come
chiese d'abitazione nel monastero tanti altri valida l'elezione d'Ana-
di s. Sebastiano, e temendo sulla cielo da molli riconosciuto, e
II

custodia dell'antipapa, nel 11 24 si sebbene Rainaldo 1 lo conoscesse


recò a Monte Cassino incontrato per falso, si confermava nell'errore
processionalmcnte. Celebrò messa per timore di perdere la dignità;
all'altare di s. Benedetto, e nel dì finalmente l' imperatore con calde
seguente parli, facendo trasportare preghiere ottenne da Innocenzo II
alla rocca di Fumone l'antipapa, che ricevesse in grazia monaci, i

Giunto in Roma vi chiamò Oderi- con condizione che gli giurassero


sio qual predatore del censo cassi- obbedienza e fedeltà, ed ebbe luo-
iiese, e più guerriero che abbate, go la pace. Conosciutosi poi l'abba-
onde purgarsi dalle accuse. Ricu- te traditore, in s. Germano fu de-
sandosi Óderisio, fu deposto, ciò posto dal Papa e dall' imperatore,
che non curando venne scomuni- il quale salì alla badia coll'impe"
calo, ed egli passò a fortificarsi in ratrice: Rainaldo I avvicinatosi al-
Pontecorvo. Obbligali armato ma- T altare di s. Benedetto, sul sepol-
no dagli abitanti di s. Germano, i ero di lui depose il pastorale, i' a*
monaci elessero abbate Nicolò nel nello, il libro della regola, come
112G, mentre giungeva il cardinal significavasi la dimissione della di-
Gregorio per missione pontificia gnità abbaziale . Innocenzo II e
per far abbate Senioretto. Sebbene Lotario II per serbare ognuno la

i monaci non erano contenti del propria autorità si contrastarono il

primo, protestarono sulla libertà diritto di elezione dell'abbate; mai


delle loro elezioni. La discordia si monaci col consenso imperiale eles-
propagò per le terre, che si divi» sero Gui baldo, e dovette sostenersi
sero in favore del deposto e di Ni- contro il deposto colle armi,
colò; il primo rinunziò, il secondo Frattanto essendo morto l'im-
fu dimesso, e nel 1 127 creato Se» peratore, Guibaldo vide la necessi-
niorelto dal Papa: di questo sci- tà di accostarsi a Ruggiero, ma Io
sma di Monte Cassino tratta an» trovò durissimo e sdegnato, onde
che il Bercastel e il Rinaldi. NeU si dimise dal grado, e i monaci
l'esallazione d'Innocenzo II nel nello stesso anno 11 87 gli surro-
ii3o insorse l'antipapa Anacleto garono Rainaldo II da Collemezzo,
}l, che sostenne Ruggiero perchè il quale cercò inutilmente pacificar-
da lui riconosciuto re di Sicilia, si col re, che seguiva a manomet-
onde cassinesi restarono dubbiosi
i tere le terre benedettine, rifugian-
te riconoscere Innocenzo II. Morto dosi quindi l'abbate in Roma. lanoi
MON MON 173
cenzo II per di Rainulfo
la morte III. Il Papa come tutore del regno
da lui ducato di Pu-
investito del lo adoperò in molti affari, e por-
glia, e difensore contro Ruggiero, tatosi in s. Germano con Federico
dopo aver questi scomunicato, con II per ordinare le cose del reame
esercito si portò a s. Germano, nel 1208, indi salì alla badia, ove
forse in compagnia dell'abbate. In- allettato dalla freschezza dell'aria
Tito Ruggiero ad amichevole abboc- vi dimorò alcuni giorni, conceden-
camenlo, ma non riuscendo le pra« do privilegi e doni. Poi chiamò
liche, si continuarono le rappresa- Roffl*edo a Roma, a riformare i
glie colla peggio delle terre cassi- monaci di s. Paolo, che vieppiù
nesi. Ruggiero tese un'imboscata al strinsero fratellanza coi cassine»i.
Pontefice, e lo fece prigioniero coi Pietro III abbate, come timido, in s.

suo ed ottenne l'investi tu*


seguito,, Germano umiliò all'ingrato im-
si

ra de' suoi stati con titolo regio e peratore Ottone IV, contro la vo-
li perdono; ciò fatto, respirò an- lontà del Pontefice. Nel 121 1 di-
cora l'abbazia, e Rainaldo II si venne abbate il bellicoso Atenolfo,
die a ripristinar nel suo vigore ma la sua amministrazione non
l'osservanza della regola. Recatosi essendo conforme alla regola, il Pa-
nel II 44 Ruggiero all'abbazia, in pa voleva deporlo quando rinunziò,
occasione che andò in Ceprano per Onorio 111 eletto Papa favori i

trattare Papa Lucio II suo


col cassinesi, e confermò i capitoli di
compare, confermò ai monaci lo- i riforma del predecessore. L'abbate
ro possedimenti; indi Gunnario re Stefano 1 assistè alla coronazione
di Sardegna visitò il santuario e di Federico II in Roma, indi in s,

confermò le donazioni fatte dai pre- Germano ricevette da lui la con-


decessori. La guerra della succes- ferma de'beni dell'ospedale cassine-
sione del reame, involse la badia in se pei pellegrini infermi, e del jus
gravi e pericolose tempeste, essen- sanguinis onde condannare a mor-
do abbate Roi^ieóo deW Isola o Li- te i vassalli: tuttavolta dipoi Fede-
ro/*!, il cui procuratore Atenolfo rico II malmenò il patrimonio di ».

fu più soldato che monaco, e per Benedetto.


le sue imprese il cenobio acquistò L' abbate Landenolfo con altri
una preponderanza militare. L'im- legali fu spedito da Gregorio IX
peratore Enrico VI divenuto re di a Federico li, indi tra questi si

Sicilia senza grandi opposizioni per accese la guerra; Landenolfo forti-


mediazione dell'abbate, lo rimeritò fico s. Germano e la rocca cogli
con dominii, e Celestino 191 III nel 1 imperiali^ quando le milizie ponti-
Io creò cardinale (quelli che furono ficie dette clavisegnate dall'insegna
elevati a tal dignità, avendo biografie delle chiavi, invasero le terre cas-
in questo Dizionario^ li distinguia- sinesi, per cui l'abbate abbandonò
mocon carattere corsivo). Al crudele la parte imperiale, e in s. Germano
contegno di Enrico VI si ribellarono si arrese al legato del Papa.Coo-
i popoli, ed egli ne fece atroci ven- tinuando la guerra, Federico II
dette; aiutato da Roffredo, solo ne danneggiò il patrimonio abbaziale
abbandonò le parti per divozione che dichiarò devoluto al fisco, on-
alla Chiesa nell'assunzione al ponti- de Monte Cassino gli si rese nel
ficaio del magnanimo Innocenzo 1229: in questo tempo il monaco
174 MOiN MON
Erasmo, celeberrimo teologo, fu ri- Pontefici l'alta signoria che
per
chiesto ad insegnare nell'università aveano sul reame, antico dominio
di Napoli. Essendo nel cenobio un della chiesa romana, onde scomu-
collegio di fanciulli che i parenti nicato l'invasore, Clemente IV ne
ofTrivano a Dio e a s. Benedello investì Carlo 1 d'Angiò con aimuo
(<li questo antico coslunie parlai censo nel i265, come stato chiamato
a Monaco e Mon.asteho), e tal- da Urbano IV. Prima di quest'epoca
ora per ambizione nella speran- verso il I 253 Innocenzo IV creò car-
ra che divenissero abbati,conte il dinale l'abbate Riccardo, che ricu-
di Aquino di cinque anni vi ofirì però parecchi fondi al monastero,
s. Tommaso, che vi restò sett'anni, ed ottenne da Alessandro IV la
ma si domenicano, ed è l'an-
fece conferma delle donazioni vuoisi :

gelico L'imperatore resti-


dottore. che tal Pontefice offrisse la badia a
tuì molli paesi all'abbazia, e Gre- s. Tommaso, che non volle accet-
gorio IX per aftezionarsi monaci i tare. L'abbate Theodino vescovo
confermò privilegi di s. Zaccaria,
i d'Acerra avea giuralo fedeltà a
co'quali la giurisdizione degli abba- Manfredi ed era stato deposto
,

ti fu resa inviolabile, mentre la lai- da Urbano IV anco per l'altra


cale avea preso una certa forma. Indi dignità che a un tempo volea
l'abbate in s. Germano fece edifica- esercitare invece deputò abbate
:

re un convento ai francescani, e Bernardo Aiglerio le cui gran- ,

bandì molte penitenze pel tremen- di benemerenze coli' abbazia indi-


do terremoto che nel i23i avea cammo al suo articolo come car-
crollato chiese, case e castella. L'e- dinale creato nel 1 265 da Clemen-
lezione dell'abbate Pandolfo non piac- te IV. L'esercito di Manfredi fu
que né air imperatore , uè a Gre- sconfitto presso s. Germano da Car-
gorio IX, onde restò amministrato- lo Ij che ricevè gli omaggi di Ber-
le con indulto pontificio e nel , nardo, visitò la basilica, e la pose
1^38 gli successe Stefano II con- sotto la sua protezione: si crede in
fermato ed in Roma benedetto. Per questo fiuto che molte delle anti-
nuove rotture tra le due supreme caglie del municipio casinale an-
podestà, molti danni ne soffri l'ab- dassero rovinate. Bernardo si di-
bazia, e il cenobio rovinò in de- stinse in molti gravi negozi com-
plorabile stato in balìa de' soldati messigli dalla santa Sede, e ad i-

sfrenati di cesare ; convertito in stanza di s. Tommaso


fondò in s.
fortezza imperiale, rubalo e profa- Germano un convento dei domeni-
nato, contaminato da ogni trivio cani: fu però dolente che Carlo I
per venti sei anni fu spelonca di la- Io spogliò del diritto del sangue j
dri: tulli monaci cacciati in un
i ma questi nel 1282 perde il re-
a s. Tommaso, restandone soli ot- gno di Sicilia coi famosi vesperi
to, divenne solinga la badia già sì siciliani. Nel 1294 fu eletto l*apa
riverita e celebrata dai Papi e dai Celestino V, già monaco benedetti-
principi. no e fondatore de' celestini, che ra-
Morto nel i25o Federico II, tificò i suoi voti a Monte Cassino.
nuove guerre afflissero la regione, Avendo egli prima desiderato unir-
che volle occupare il suo natura- vi la sua congregazione, nel ponti-
le l\IaDfredi coutro la volontà dei ficalo pensò di tramutare iu celesti-
MON MON 175
ni i cassinesi , fomentato da Gio- morlo il vescovo, il nuovo si creas-
vanni di Castroceli arcivescovo di se per elezione o per canonica po«
Benevento, slato cassinese, che per stulazione del capitolo de' monaci;
entrare vieppiìi nel suo animo de- finalmente che il vescovo ed i mo-
pose l'abito neio, e indorsò ii gri- naci continuassero a godere le an-
gio come i celestini, onde fu crea- tiche giurisdizioni laicali sulle loro
to cardinale a cena: alla slessa di- terre e castella, conservandosi in-
gnità elevò Pietro Aquilano 3 altro tatti tutti i i323
privilegi. Indi nel
cassinese. JXell' ottobre il Pontefice il Papa mandò per amministratore
passò in Monte Cassino, e vi si delle cose temporali e spirituali il

fermò alquanto per introdurvi la domenicano Oddone Sala nobile pi-


sua riforma; forzò molti a cambiar sano, arcivescovo di sua patria, poi
l'abito, e chi si ricusò cacciò dal patriarca d'Alessandria, morto nel
cenobio collopera di Angelario ce- 1326. Dopo di lui incomincia la
lestino fallo abbate, mentre il mo- serie degli abbati di Monte Cassino
nastero fioriva per austerità di vi- vescovi, i primi quattro tutti fran-
ta. Rinunziando s. Celestino V il cesi,nessuno eletto o chiesto dai
ponlificato a'i3 dicembre, tornò la monaci, come ordinava la bolla di
pace ai monaci, e il successore Bo- Giovanni XXII; a questi seguirono
nifacio Vili portossi subito alla quattro italiani, ma spediti d'Avi-
badia, depose Angelario e lo
indi gnone. Sotto il loro governo lagri-
fece chiudere nel carcere di Bolse- mevoli furono le vicende della ba-
na. Nel i3o5 fatalmente Clemente dia; non potendo essi provvedere
V stabilì la residenza pontifìcia in alle discipline e alle rendite. Non
Francia e in Avignone, ove resla- sapevano delle leggi monastiche, e
rono sei successori; così Roma di- riguardarono il patiimonio non co-
venuta deserta, pagò il fio delle me obblazioni de'fedeli fatte ai mo-
molte irriverenze fatte ai Pontefici. naci, ma come
prebenda o benefi-
Morto l' abbate Isnardo vacò il zio deputato a loro soli il perchè ,

seggio abbaziale quasi un quin- ne disposero , donando a' laici e


quennio. chierici, non curando diritti o pri-
Frattanto Giovanni XXII, colla vilegi. Ecco la serie che ce ne dà
bolla Suptrnus opifex , data in rUghelli, Italia sacra t. I, p. 571.
Avignone 1821, 6 nonas maii, di- Oddo mentovato pel primo qual
chiarò che siccome gli abbati, non commendatario, cui Giovanni XXU
avendo carattere episcopale, dove- diede per vescovo successore Rai-
vano ad altri vescovi, alcuna volta mondo già priore cluniacense con-
lontani, rimettere l'esercizio di al- sacrato dal Papa, e fatto rettore e
cuni uffizi , e ciò poteva essere pe- conte di Marittima e Campagna:
ricoloso alle anime; e siccome la edificò un palazzo in Vico s, Petri,
chiesa cassinese era cosa troppo ve- e vi fissò il domicilio, ed altro
neranda degna d'onore pel suo
e magnifico ne eresse in Napoli, poi
fondatore, così per lo meglio delle concesso per monastero agli Olive-
anime, nel desiderio d^ illustra ria, tani dall'abbate Enrico: promosse la
ordinò che fosse eretta in catte- disciplina monastica, e mori nel
drale, l'abbate vescovo, il convento i34o. Benedetto XII già cistercen-
de' monaci, collegio di canonici ; che se gli sosLilul Guido preposto di
9

«76 MON MON


Le Puy, sollo del quale Antonio to gli stipendiali alla difeso del Ino*
Gailuzzi e Jacopo
da Pigliatalo go. Dopo queste vicende ed a'
vassalli ne derubarono
della badia, settembre i349 accadde il memo-
il tesoro, e occuparono le castella. rabile scuotimento di terra che uè
Morto di timore nel 134* Guido soifrì tutta la signoria cassinese;
in Avignone, il detto Papa dal ve- appena i monaci ebbero tempo di
scovato di Vaison traslatò a questo fuggire dal monastero per pianger-
di Monte Cassino Riclierioj che ter- lo colla basilica di Desiderio, me-
minò di vivere nel i343 apud raviglia di que' tempi. 11 vescovo
Tarentum. Clemente VI già mo- abbattuto dal disastro, per ricove-
naco benedettino dichiarò vescovo ro fece costruir capanne sulle ro-
Stefano de Gambarucci Albranti vine del cenobio Jacopo venne uc-
abbate benedettino del monastero ciso in Ceccano, e sebbene volesse
Cellense nella diocesi di Troyes, e restituire al monastero il tolto, il

suo tesoriere; indi nel i345 lo tra- figlio Riccardo Io ritenne. Il vesco-*
sferì a s. Pons deTomier, poi arci-» vo Guglielmo dopo aver esercitalo
vescovo di Tolosa, ove fu portato a gli uffizi di nunzio e succolletlore

suo tempo il corpo di s. Tommaso in Sicilia, e di rettore in Beneven-


d'Aquino. Dice T Ughelli che fu di- to, Innocenzo VI lo trasferì alla
ligente amministratore delle rendite sede di Tarbes nel i353. Gli so-
cassinesi e ricuperò le perdute. Lo stituì Francesco già vescovo di
stesso Clemente VI traslatò dal- Chiusi, che molto fece per ricupe-
l'arcivescovato di Brindisi alla sede rare il perduto e raffrenare vas- i

di Monte Cassino Guglielmo, ed in- salli; indi nel i355 il Papa lo


felice fu il suo governo: un terri- traslocò all' arcivescovato di Firen-
bile terremoto adeguò al suolo la ze, secondo Lucenzio, ed in vece
basilica e il monastero, seguendo il da Firenze trasferì a Monte Cassi-
disastro la peste e la fame* Allor- no fr. Angelo I Acciainoli nobile
ché il Lodovico I in-
re d'Ungheria fiorentino e domenicano, per le
vase il reame napoletano per vendi- premure di Luigi I, secondo mari-
carsi colla cognata regina Giovanna 1 to di Giovanna I. Il re tutto do-
dell'uccisione del fratello^ i suoi fero- veva agli Acciaiuoli per avere ri-

ci occuparono il patrimonio
soldati messa nel trono la moglie, onde
cassinese e predarono ciò che tro- volle gratificarli anco con questo
varono di prezioso. Profittandone pingue vescovato, avendo anzi ottenu-
il suddetto Jacopo, con aperta ri- to che fosse arcivescovato vivente fr.
bellione per quattro amii tiranneg- Angelo l' Ughelli avea scritto che
:

giò le terre e gli abitanti, rapinan- rinunziò Firenze per amore di vi-
do e uccidendo non rispettando
, ta privata. Scelse per vicario gene-
neppure le cose sacre non man- ; rale Zanobi da Strata, illustre poe-
carono tirannetti che in varie parti ta in Pisa da Carlo IV
coronalo
l'imitarono. 11 vescovo Guglielmo imperatore, onde nelle sottoscrizio-
ricorse al Papa, che citò Jacopo a ni aggiungeva poeta laiireatus. h'ar-
comparire avanti di lui, il quale civescovo fu fatto da Luigi I can-
per vendicarsi cacciò dal monastero celliere, e fu potente in corte; tut-
vescovo e monaci, derubandovi il tavolta nulla fece al diroccato ce-
rimasto; compirono il dilapidarne»»- nobio. Morto nel i357, Innocenzi;
MON MON 177
VI elesse yescovo tv. Angelo II Po- ro a dignità abbaziale, con l'abbate
sta da Sora monaco cassinese, il per governarla : così Urbano V ri-

quale con ogni studio prese a rie- conoijbe lo stato cattedrale della
dificare le rovine del terremoto, la chiesa cassinese prima di Giovanni
chiesa, il dormitorio e il refettorio, XXII, e solo le tolse la natura
e terminò i suoi giorni nel i36i. vescovile, durata quaranta-
ch'era
Innocenzo VI gli die a successore quattro anni , ritornando alla ba-
Angelo III Orsini nobile romano dia l'unità del governamento. Inol-
che poco visse. tre Urbano V emanò le censure e
Vacando la sede vescovile di Mon- la scomunica contro i detentori del-
te Cassino, si recò a visitare il san- le cose cassinesi e suoi predatori ;

tuario l'abbate benedettino di s. esortando Giovanna I a restituire al


Vittore Grimoardi, inviato da Inno- monastero gli antichi diritti, facen-
cenzo VI a Giovanna I per la mor- dole considerare che i siciliani eransi
te di Luigi 1 per assisterla: ne per occulto giudizio di Dio
ribellati

pianse lo stato, deplorò nel reggi- al suo bisavolo, nel giorno stesso
mento de'vescovi l'avvilimento degli in cui egli tolse ai luoghi soggetti
spiriti,e fece voto a Dio che se alia badia la giurisdizione crimi-
fossedivenuto Papa, se pur già non nale nelle cause capitali. La regina
lo era , avrebbe ripristinato l' ab- per far cosa grata al Papa , spedi
bazia nel suo splendore 1' abbate ; amplissimo diploma, col quale in-
fu pubblicato Papa, benché non frenando la prepotenza de' suoi mi-
cardinalej col nome di Urbano nistri, rinvigorì la feudale potenza

F, a' 3i ottobre i362. Primiera- cassinese. A riformare la disciplina


mente volle che cassinesi ricono-
i regolare, il Papa comandò a sette
scessero lui onde riparare
abbate^ monaci di Farfa ed allrettanti di
a tutto potentemente, governando s. Nicola d'Arena in Catania, di
la badia pei suoi vicari, tre priori provata virtù, di recarsi in Monte
cassinesi , facendo capitano Cecca- Cassino per farla rifiorire; e sic-
rello da Popoli, Ordinò che la ba- come erasi introdotto l'uso del sal-
dia fosse esente d'ogni imposta , e terio gallicano, a cagione de' Papi
le rendite s'impiegassero in riedifi- avignonesi , Urbano V ordinò ai

care; e perchè tutto e sollecita- monaci che l'adottassero lasciando


mente si eseguisse coU'antico splen- il romano. Nel 1870 il Papa affi-
dore, volle Urbano V che tutti i dò il governo della badìa ad An-
monasteri e priorati dell'ordine di drea da Faenza benedettino camal-
s. Benedetto, offrissero la sessage- dolese, siccome assai ornato delle
sima parte delle loro rendite sotto corrispondenti qualità, autorizzando-
pena di scomunica. Nel dicembre lo a portar seco dieci monaci ; e
1367, colla bolla Cogit necessitasi con incominciò di nuovo la
esso
Urbano V, considerando che la chie- serie degli abbati monaci. Conti-
sa cassinese prima che fosse eretta nuandosi con vigore le riedificazio-
in cattedrale già lo era, e si regge- ni, monte fu e-
sulla spianata del
va da un abbate dell' ordine , per retta una chiesuola a s. Agaia, per
sua maggiore utilità soppresse il ve- riconoscenza a Dio della campata
scovato e ripristinò l'antico suo sta- vita ne' terremoti. Nel 1870 morì
to; riducendo la chiesa e raonaste- in Avignone Urbano V, dolente di
VOl. XLVI. 12
,

178 MON MON


uoii aver pututo restituire a Roma il Baluzio, FU. Pap. Àveii. l. I, p.
la dimora come ardente»
papale , I '9'>. Alcuni vogliono che l'abba-
mente avea bramato con recarvi te Tartari [Fedi) fosse creato car-
si. Gli successe anche nel divisa* dinale da Gregorio XI: certo è che
mento Gregorio XI, cui ricorrendo questi nel 1877 entrò in Roma, e
in Avignone per la sessagesima l'ab- vi ristabih la residenza pontificia.
bate Andrea ordinò severamente
, Morendo 1378, ed eletto Ur-
nel
diligenza a' collettori nelle corris- bano VI, V Antipapa Cle-
insorse
poste dopo aver Andiea rifornjato
: mente FIl[p^€(li), che recandosi
il monastero di s. Benedetto di Ca- in Avignone fu cagione di lungo e

pua, della badia cussinese, e questa lagrimevole scisma, e seguilo dai


egregiamente amministrata, mori nel reami di Napoli e Sicilia , tranne
1374. Gregorio XI deputò a suc- nel primo il tempo sinché incomin-
cessore Pietro IV de Tartaris pa- ciò a regnare Carlo III Durazzo.
trizio romano, monaco olivetano Mentre Pietro IV si trovava perico-
d'integri costumi, tenace ne' suoi pro- lante, come soggetto a Giovanna I

ponimenti, amatore de' monaci, ma- fautrice del pseudopapa, e divoto


gnifìco ed atto a qualunque nego- ad Urbano VI, questi gl'indirizzo
zio: Urbano V lo avea preposto a un'epistola con cui bandi la cro-
visitatore delle provincie di Marit- ciata contro gì' invasori del mona-
tima e Campagna ,
per riformare stero e de' suoi beni , e per con-
il clero secolare e regolare; e Gre- fermarlo nella sua divozione; assol-
gorio XI lo avea fatto abbate di vendolo d'ogni irregolarità per le

s. Lorenzo fuori le mura di Roma. uccisioni de'ribelli, gli pose ancora


Pietro IVgiuramento di
fece il in mano ogni arma spirituale per
mani
fedeltà alla santa Sede, nelle usarne colle insorte terre, massime
de* vescovi di Nocera ed Aquino ; con s. Germano. Avendo Urbano
quindi operoso si die a compiere VI deposto Giovanna I, die il regno
le opere del monastero e chiesa a Carlo 111, e costituì suo vicario
sontuosa uiente, e come pieno di temporale nelle terre e castella del
coraggio richiamò all'obbedienza i cenobio Pietro IV, che ricevette Carlo
vassalli, e represse i tirannelii. I III e sua moglie nel santuario, e
mali derivati alla Chiesa e all'Ita- fu fallo gran cancelliere del regno.
liapel traslocamento de' Papi in Venuto il re a rottura col Papa
Avignone, incrudirono, e si molti- questi scomunicò e depose l'abbate
plicarono alla morte di Urbano V, come fedele al re , che ricusava a
onde il successore dichiarò la ba- Urbano VI le signorie promesse al
silica Lateranense sede principale nipote; e quando Urbano VI fu

del Papa, esternando volontà di re- assediato in Nocera de'Pagani, l'ab-


carsi in Roma ; a ciò fu esortalo bate con Alberico gliene impedì l'u-
da santi personaggi , e supplicato restarono sconfitti. L'ab-
scita, finché

da un'ambasceria di romani, qua- i bate guerreggiò con Onorato conte


li in caso contrario segretamente , di Fondi, e serbò fede a Ladislao fi-

stabilirono di eleggere sommo Pon- glio di Carlo III che gli confermò
tefice Pietro IV abbate di Monte il cancellierato, ratificando tutti i

Cassino loro concittadino, che si sa- privilegi della badia.


rebbe l'ecato in Roma ; ciò afferma Nel 1395 mori Pietro IV eneo-
,

MON MON 179


lìilato qua! riformatore del mona- ve mura ; curò la sua chiesa con
siero, e nel i BgG Papa Bonifacio istituire il collegio de' canonici, apri
IX nominò successore il proprio cu- monastero alle monache, accomodò
gino Errico Tomacelli, e riguardò le cose della badia, e di lutto volle
la badia come cosa sua, conferman- registro. Eugenio IV gli confidò la
done privilegi; lultavolta donò
i prefettura del ducato di Spoleto
nd altro parente Ponlecorvo, che ma quando conobbe 1' abbate che
poi monaci ricuperarono. Nel r4'4
ì era amico del suo contrario Alfon-
:\ Ladislao successe Giovanna II sua so V, Ordinò che gli rendesse la
.sorella, e ad Errico cacciato dal re rocca spoletina e si dimettesse dalla
defunto nella rocca di Spoleto, te- carica. Pirro apertamente si ribellò,
inentlolo nemico, fu surrogato dalla e fu deposto e scomunicato nel
regina Pirro Tomacelli di Napoli, 1437 ; indi per ambizione volle im-
c.oìì giurisdizione spirituale e tem- padronirsi delle castella della badia
porale, n)a non restituì rocca Ja- con danno de' monaci il patriarca :

j)ula : quesla però dal nuovo abbate espugnò la rocca di Spo-


Vitelleschi
di ardenti spiriti fu circondata di leto, e l'abbate fu mandato a mo-
mura. Intanto il concilio di Costan- rire nel carcere di Castel s. Angelo.
7a dicliiarò nulle le indebite do- Intanto i cassinesi reggendosi a
nazioni dell' abbate Errico, troppo comune seguendo Eugenio IV fe-
e
amante del nepotismo; fulminò a- cero indomabile resistenza ad Al-
nalemi per chi avesse disposto di fonso V. La città di s. Germano si
capriccio delle rendite, enjanando volse agli angioini, poi la riprese
salutari prescrizioni , e iriculcò ai il re, che molli danni recò ai cas-
soggetti alla badia l' obbedienza. sinesi , indi li accolse in grazia , e
L'abbate tornò in soggezione i vas- lesto dominatore del reame per
lui

salli, indi cominciò la guerra pel investitura pontificia. Alfonso V ad


icauìe tra angioni e aragonesi, per istanza di Eugenio IV restituì il
cui occupò le terre cassinesi il fa- patrimonio della badia da lui oc-
moso Braccio da Montone. Si vuole cupato, e con autorità papale nel
che Martino V , sostenitore degli 144^ monaci elessero abbate An-
'

angioni, nel 142*2 temendo che l'ab- tonio Caraffa, solennemente bene-
bate parteggiasse per Giovanna li detto in Roma da Eugenio IV. Pe-
e gli aragonesi, lo fece imprigio- rò imbecille ne fu il governo, do-
nare in Roma, onde gli affari della minato dai fratelli e trasportalo ,

badia andarono in rovina. 11 Papa dall'amore de' suoi, e molli danni


\i volle comandare pe' suoi mini- ne seguirono e tribolazioni pei mo-
stri ordinando a Jacopo vescovo
, naci.Antonio mori nel i454> quan-
d'Aquino che in nome della Chiesa do sventuratamente pei cassinesi fu
governasse tutte le terre cassinesi ,
mutata la forma del reggimento
onde non venissero in mano dei per quasi mezzo secolo, non restan-
belligeranti; indi nel 14^7 lasciò do dell'abbazia che l'ombra del gran
in libertà l'abbate a riguardo di nome, poiché Alfonso V essen-
Alfonso V re d'Aragona. Pirro da- do debitore al cardinal Scarampo
to fine ai negoziguerreschi, molte Mizzarota di ottantamila duca-
cose operò degne di lode, restaurò ti, pace con Eugenio IV,
e della
s. Germano, e lo circondò di nuo- volendo levarsi il debito, ottenne dal
;
,,
, .

i8o MON MON


Papa con modi violenti che Tab- , vanni à' Aragona, I)enchè di tene-
bazia di Monte Cassino fosse data ra età , la commenda cassinese
in commenda al cardinale, che ne Fece prenderne possesso da Bessa-
venne in possesso solo alia morte rione d'Aragona abbate di Sanse-
del Caraffa, con dolore de' monaci verino , e Lodovico de Borzis ve-
che videro nominar generale gover- scovo aquilano, che ne fu il gover-
natore della badia il suo famiglia». natore e amministratore: in Roma
re canonico Michele Lamberlenghi e in Monte Cassino Giovanni fu
di Cuma , con giurisdizione eccle- ricevuto con molto onore, ma poi
siastica e civile, col mero e misto riuscì incomodo co' suoi andirivie-
impero. Qualche cosa il cardinale ni, per le dimostrazioni che dovea-
operò a vantaggio del cenobio, che no fare i sangermanesi e pel suo
ristorò ed accrebbe, erigendo una pomposo corteggio. Allorché fece il
torre; curò la disciplina, apri un col- solenne ingresso, l'accompagno il
legio ai novizi nel vicino monaste- cardinal Borgia, poi Alessandro VI,
ro di s. Maria dell' Albaneta con , il quale cantò messa nell'altar mag-
annua rendita. A' 5 dicembre i456 giore della basilica, e consacrò dia-
fu fortissimo terremoto, con danno cono il commendatario, che promi-
di tutte le terre benedettine. Nuo- se a s. Benedetto far costruire un
ve guerre insorsero tra gli angioi- meraviglioso coro, non più esistente.
ni e gli aragonesi, pei quali tenne Assegnò conveniente mantenimento
il commendatario; Napoleone Or- a' monaci, implorò privilegi dal pa-
sini capitano di Pio II cacciò i pri- dre, che fece confermare da Sisto
mi dal patrimonio, ma ritenne Pon- IV, e questi nel i477 ^^ creò car-
tecorvo che si assoggettò al Papa. dinale, essendo ancora commenda-
Mori il cardinal Mezzarola nel i^63 tario della ss. Trinità della Cava e
mentre credevano i cassinesi ter- di Monte Vergine. Amministrò la

minata la commenda , e ne fecero giustizia, edivenuto geloso di Bor-


viva rimostranza a Paolo 11,11 quale zis gli die per successore il vesco-
creò sé slesso commendatario della vo di Cortona, che pel commenda-
badia, e si fece rappresentare per tario fabbricò in s. Germano regio
vicario dal vescovo di Modena Ni- palazzo: alla, basilica donò ricchi
colò Sandonnino lucchese, forse per- vasellami , sacre vesti e reliquie ;

chè duca Borso gli contrastava


il curò lamonastica disciplina, e scuo-
il vescovato: il governo de' com- pri i cojpi de' ss. Benedetto e Sco-
mendatari dispiacque nella badia lastica. Intanto nel regno fu la con-
e sangermanesi furiosamente si ri-
i giura de' baroni, morì il cardinale
bellarono, perchè gli abbati gover- nel i4B5, e Ferdinando 1 banditi
navano col consiglio de' seniori , i i monaci nominò viceré della ba-
commendatali o loro rappresentanti dia Gio. Antonio Caraffa, onde non
di volontà. Nicolò teneva corte in lasciarla alla licenza soldatesca nel-
s. Germano nel palazzo abbaziale le guerre che ardevano, ad istanza
e da esso fuggi monastero nel al dell'altro figlio Federico che aspi-
commovimento popolare. Paolo II rava alla commenda. Pacificandosi
mori nel i47i> e gli successe Sisto il re con Innocenzo VIII, fra i palli

IV da questi il re di Napoli Fer-


: fu ceduto al Papa disporre dell'ab-
dinando i ottenne pel figlio Gio- bazia cassinese, onde non fosse con-
MON MON 181
vertita in fortezza dai regi. Inno- lore del gran Consalvo di Cordova,
cenzo VII! conferì la badia a Gio- la Spagna rimase sola sovrana dei
vanni de Medici d'undici anni, poi regni di Napoli e Sicilia si narra :

Leone X. A* i4 marzo i486 fu che questo celebre capitano quando


dal comnaendsitario dichiarato ab- trovavasi in Barletta a mal partilo,
bate e governatore generale Gio- si raccomandasse a s. Benedetto che
vanni de*Titiis; tuttavia il re si l'aiutasse ; si aggiunge che il santo
tenne i luoghi forti, come il castel- lo assicurasse di vittoria , ma che
lo di Monte Cassino, rocca Janula, poi restituisse i suoi monaci al li-

e Angelo
s. ed in questo tempo , bero possesso della badia. Certo è
Pontecorvo divenne lutto papale do- che Consalvo entrato trionfante in
minio. Il commendatario Giovanni Napoli, si pose in cuore di tornare
creato cardinale nel 1489, die in in flore il monastero con farlo uni-
successore al morto Titiis , Baccio re alla congregazione benedettina
Ugolino da Firenze, e quando que- di s. Giustina di Padova, della qua-
sti cessò di vivere , deputò ammi- le parlammo a Cassinesi, onde sot-
nistratore Carlo Orfeo de Medici. trarlo dal commendatario. Di ciò
Venuto Carlo Vili in Italia per egli ne scrisse al suo re Ferdinan-
conquistar il regno la badia tenne , do V d'Aragona, e al Papa Giu-
per lui, e soffrì gravi danni il re : lio II, quali acconsentirono al di-
i

però si mostrò benefico. Il cardi- visamento del buon guerriero. Il


nale visitò la badia senza far nulla, cardinal de Medici rinunziò la com-
e siccome il fratello Pietro era stato menda in febbraio i5o4> con patto
bandito dal signoreggiare Firenze, che la congregazione di s. Giustina
riuscì ottenergli da Luigi XII re gli dasse garanzia per ricevere dalla
di Francia e di Napoli il grado di badia ogni anno quattromila scudi
viceré di tutta l'abbazia cassinese. d'oro, cinquecento libbre di cera
Tornalo il cardinale col fratello al nel dì del Natale, ed altrettante per
monastero, sgombrò dagli aragonesi s. Gio. Battista, e quaranta mog-
rocca Janula es. Angelo. gia di frumento; oltre a ciò resta-
Col parlaggio del reame Ira Fran- rono a collezione del commendata-
cia e Spagna, ognuna deputò un vice- rio i benefìzi vacanti in tutta la si-

rè, rappresentanti che nella maggior gnoria cassinese, e finalmente che


parte fu considerata peste. Insorta a patti non più fossero obbli-
tali
guerra tra i due re, molto ne soffrì gati monaci, se il cardinal de Me-
i

la badia ; il viceré pei francesi dici divenisse Papa. Nel i5o4 Giu-
fortificò Monte venne Cassino, ma lio II dichiarò abbazia nullius que-
espugnato dagli spagnuoli capitanati sta di Monte Cassino, dopo detta
da Consalvo di Cordova, ed ucciso rinunzia, e l'unì alla congregazione
il Non restando
presidio francese. di s. la quale volle che
Giustina ,

ad che Gaeta, a questa si portò


essi in avvenire chiamasse congrega-
si

Pietro de Medici con quattro pezzi zione di Monte Cassino ^ e i monaci


di cannone su d'una barca, che che la componevano cassinesi. Il
rovesciandosi nel Garigliano restò presidente della congregazione di s.
affogato Pietro. Rinvenuto il ca- Giustina, abbate d. Eusebio Fon-
davere, si tumulò nella basilica. Cac- tana da Modena, ricevuta la bolla
ciati i francesi dal regno pel va- pontificia di unione, invitò tutti gli
]8a MON MON
ubbuti de' monasteri cìsdlpiai a re- sino ne* coinizi generali in s. Bene-
carsi in s. Germano ,
per ricevere detto di Mantova ; fu dejmtatu a
l'abbazia cassinese qual capo e cen- quello di s. Pietro di MoJeua, e
tro di loro congregazione, e unirsi nel governo di Monte Gassino gli
ad essa. Radunatisi gli abbati con Zaccaria Castagnola da Pa-
siicce!»se
più di cento monaci nel palazzo dova. L' abbate Ignazio Sqnarcialu-
dopo la messa dello Spi-
abbaziale, pi fiorentino tre volte fu deputala
ritoSanto nella collegiata, agli i i al governo dell' abbazia, fece rifiori-
gennaio i5o5 fu scelto a nuovo re gli studi e la disciplina, e fu be-
presidente Io stesso d. Eusebio Fon- nemerito de' suoi edifizi, compiendo
tana monaco di s. Nicolò di Vene- il chiostro incominciato dall'abbate
zia, vecchio di senno, dotto e pieno Eusebio; fabbricò la magnifica cor-
di esperienza, indi solennemente si te che tra due altre, opera del pas-
recò a prendere possesso della ba- sato secolo, prima si olFre a chi
silica e del monastero cassinese pel entra nella badia, decorala di quat-
reggimento federativo. Fu salutare tro portici; fece scrivere grandi nìes-
rimedio congregale in un corpo sali, salteri e antifonari con islu-
tanti isolati monasteri, restando in pende miniature nel principio del
:

ciascuna abbazia quel governamen- suo governo mori Giulio II, e gli
to che avea prescritto s. Benedet- successe l'antico commendatario col
to, con triennale o sessennale rin- nome di Leone X, il quale a peti-
novazione degli uffizi , non avendo zi(me dell' abbate consultati car- i

più luogo gli abbati perpetui ; am- dinali, adempì patti e sciolse dal
i

plificato il corpo corse vita nelle tributo cassinesi, con obbligo di


i

membra, e all' infermità d'alcuna pensione di seicento ducali d'oro a


poteva soccorrere la sanità delle altre. Pandolfini vescovo di Pistoia, ed a
Giulio II amantissimo dei bene- Serapico suo cameriere, porlando
dettini e della congregazione, di sempre grandissimo amore alla ba-
cui era stato costituito capo il ce- dia, e procurandole diversi vantag-
nobio di Monte Gassino, esortò i gi. I sangermauesi insorsero e gra-

monaci di questo a riconoscere Eu- vi danni recarono alla badia. L'ab-

sebio qual loro abb:ite, ed i vassal- bate Crisostomo Alessandri napole-


li del patrimonio di Benedetto a s. tano curò la disciplina monastica
riconoscerlo per signore fu obbe- : e quella de' chierici ; tenne un si-

dito, e d. Eusebio incominciò la nodo diocesano ove si fecero utili


imova serie degli abbati di Monte canoni. Nella lite tra i monaci e
Cassino della congregazione cassine- il marchese di Pescara, la celebre
se. Indi Giulio II prese sotto la Vittoria Colonna die saggio di ge-
sua protezione 1* abbazia e tutto il nerosa pietà. Trepidarono i mona-
patrimonio, confermandone i privi- ci di vedere sotto Clemente VII e
legi, quali approvò pure Ferdinan- Carlo V forse ridotta di nuovo la
do V. Tornò in vigore la discipli- abbazia in commenda, a favore di
na, si ristorarono i guasti edifizi, e un figlio del viceré Noia; Dio stor-
sìricuperarono le perdute rendite. nò il pericolo, come pure quello
Compiutosi da Eusebio il triennio che il principe d'Oranges, che avea
di presidente, nel maggio i5o6 si saccheggiato Roma, si gettasse sulle
dimise dal governo di Monte Gas- terre cassinesi.
MON MON i83
Intanto le lettere latine e grcclie fu- a voler consagrare il tempio cassi-

rono coltivate in Monte Cassino, in un nese, e n'ebbe risposta affermativa.


alla teologia e scienza canonica. Al con- Incontrato dal viceré di Napoli e
Trento sotto Pio IV interven-
cilio di di Sicilia cardinal d'Althan, e pre-
nero sette abbati cassinesi, uomini ceduto dalla ss. Eucaristia, da Ca-
assai riputali nelle scienze sacre, in pua per Teano giunse il Papa a
un all'abbate d. Angelo de Faggi da s. Germano a' 16 maggio, e nel di

Castel di Sangro, desiderato dai pa- seguente si portò a Monte Cassino


L'abbate Girolamo
dri del concilio. montando un cavallo bianco. Volle
RuscellideBruggi perugino dottis- secondo la sua profonda umiltà a-
simo allogò nel 1590 al Bassano bitare in due semplici cellette, sal-
ilgran dipinto in cui espresse Cri- meggiò coi monaci in coro, e desi-
sto fra le turbe che moltiplica i nò con essi in refettorio, altrove
pani, e s. Benedetto che moltipli- mangiando prelati, e gli altri del
i

ca il pane allegorico della sua re- seguito. A' ig maggio, con tulta
gola alle diverse congregazioni che la pompa e cerimonie ecclesiastiche
derivarono dall'ordine suo, edagli consagrò l' altare maggiore e la
ordini cavallereschi che ne abbrac- chiesa : compresi i consagratori vi
ciarono l'istituto ; inoltre l'abbate intervennero, oltre il cardinale, set-
elevò alcuni edifizi. Per V anno te arcivescovi, sei vescovi, otto ab-
santo 1600 gran frequenza di pel- bati cassinesi, molti prelati, ministri
legrini JMonte Cassino, cui i
fu in regi ed altri personaggi ; il Ponte-
monaci prestarono i soliti uffici di fice pronunziò un zelante ed erudi-
ospitalità. Volendo Clemente Vili to discorso analogo al solenne rito
visitarne il santuario, partì da Ro- ed ai pregi di quel sagro tempio.
ma, ma giunto in Anagni retroce- Benedetto XIII si trattenne nel
dè perchè immenso numero di per- monastero sino ai 1 1 maggio, usò
sonaggi volevano seguirlo, ed egli molto familiarmente col prefetto
non volle essere d' indiscreto ag- dell'archivio dotto p. d. Erasmo il

gravio , e vi mandò quattro car- Gattola di Gaeta, e ne partì pieno


dinali. Gli abbati successivamente di gaudio religioso, leggendosi la
operarono per ridurre la basilica descrizione de' sacri riti di questa
un vero gioiello per pregio di ma- solenne dedicazione in diverse ope-
teria ed eccellenza di lavoro, non re : per s. Germano passò ad A-
che per amore di gloria, ma per quino. Volendo il Pontefice che di
la depravazione del buon gusto non questa consagrazione ne restasse per-
tutte le opere furono felici. petua memoria, a' 27 agosto ema-
Incominciala la ricostruzione del- nò la costituzione Qui prosperwn,
la nel 1640 sotto l'ab-
basilica presso il Bull, Roni. t. XII, p.
bateDomenico Quesada spagnuolo, 249, diretta all' abbate Gadaleta,
per r architetto Cosimo Fansaga, confermando gli antichi privilegi e
venne condotta a termine nel 17^7, concedendo nuove grazie.
nel quale anno avendo saputo l'ab- Accaduta la rivoluzione francese,
bate d. Sebastiano Gadaleta da il re Ferdinando IV volle difende-
Trarki, che Benedetto XIII si reca- re il regno, e coli' esercito si portò
va a visitare la sua antica metro- alle sponde del Liri, passando egli
politana di Benevento, lo supplicò nel giugno 796 con numeroso se-
i
,

i84 MON MON


guito al monastero, e ricevendo in uscendo i dal reame per
francesi
un alla regina in dono due bei re- s. Germano trovarono abbando-
lo
liquiari d' oro ; ma ai cadere del nato; pieni di vendetta bestiale quel-
1798 entrarono francesi in s.
i li della colonna del generale Oli-
Germano, e subito- villanamente vier salirono al monastero, fuggen-
vollero dall'abbate d. Marino Lu- do quasi tutti i monaci all' ospita-
carelli d' Aversa quanto avea di le terra di Terelle sul fianco del
prezioso e alloggiamenti,ed il ge- Monte Cairo : i francesi predarono
nerale Matthieu furiosamente una e guastarono peggio che saraceni,
pronta contribuzione, divenendo il colle lagrime e le suppliche i mo-
palazzo abbaziale spettacolo di cra- naci Gio. Battista Federici ed Er-
pule e gozzoviglie: il general Cham* rico Maria Gatlola principalmente
pionet esigendo con arroganza in tre raffrenarono alquanto la furia dei
ore centomila ducati, minacciando guastatori, e fu provvidenza divina
sterminio e morte, si tolse dalla chie- che tutto il monastero non andas-
sa quell'argento rimasto dal già dato se in fiamme, non rispettandosi
al re per le necessità dello stato, neppure la santa Eucaristia, ruban-
onde con dolore monaci i conse- dola colla pisside
; tutto fu messo
gnarono croci, incensieri, e le due a barbaramente lacerato
sacco e
grandi statue di argento de'ss. Be- commettendosi ogni più ributtante
nedetto e Scolastica, oltre la sacra abbominazione, scherni e contume-
Famiglia dipinto di Raffaele, e tren- lie nella casa di Dio. La città di
tamila ducati , con soscrizioni in s. Germano fu bersaglio ad ogni
bianco di cambiali. I francesi in sfrenatezza e ferocia, e vittima del-
s. Germano levarono l'albero della le fiamme divenne una tomba. L'ab-
libertà, pubblicarono la democrazia, bate assicurò il re della sua fedeltà,
onde dopo tredici secoli terminò e si anco a Pio VII, già ab-
rivolse
ne* monaci cassinesi la signoria feu- bate cassinese, cui aprì il cuore del-
dale frenando l'abbate que' fedeli
; le tribolazioni sofferte, che dichia-
vassalli che volevano vendicare le rando la sua benevolenza al mona-
onte e le prede francesi, che con- stero, desiderò che rifiorisse all'an-
tinuarono le violenze e le minacce tico splendore, promettendo il suo
obbligando 1' abbate a pubblicar aiuto. Ai furori de'demagoghi fran-
lettera pastorale ai luoghi soggetti cesi successe la monarchia imperia-
alla sua spirituale giurisdizione ,
le di Napoleone, ed il suo fratel-

perchè si astenessero d' insorgere e lo Giuseppe nel i8o5 nel febbraio


rispettassero gì' invasori. Prevalendo entrò in s. Germano qual re di
poi le masse, forse peggiori dei Napoli, o vicario dell'imperatore,
francesi, in favore del re, l'albero ricevuto dall'abbate d. Aurelio Vis-
democratico fu atterrato, e pruden- conti da Taranto : furono aboliti i

temente r abbate lasciò 1' ammini- feudi, e l'abbate cassinese cessò di


strazione del reggimento feudale ai essere signore feudale ; chiusi i mo-
sindaci, con altreanaloghe provvi- nasteri e le abbazie, i patrimoni li

denze ; ma capi delle masse non


i prese il fisco, soppressi tutti i be-
ne furono contenti, e smunsero la nedettini, lasciandosi cinquanta cas-
infelice badia. Per le vittorie del sinesi, ma senza 1' abito, alla cura
cardinal Ruffo, nel maggio 1799 della biblioteca ed archivio del mo-
MON MON i85
nastero, che si chiamò con nome dell' A pennino, in oggi quasi rovi-
francese stabilimento, e l'abbate di- nata dai terremoti , capoluogo di
rettore col governo spirituale della cantone, lunge 33 miglia da Be-
diocesi cassinese. Per sospetti, Giu- nevento. Edificata dopo l'anno mil-
seppe fece guardar la badia e i lesimo, divenne cospicua, e quando
monaci dai soldati, e in s. Germa- cadde in rovina molti cittadini pas-
no l'abbate, difettando il necessario. sarono alla terra della Pietra del
Incominciata nel 1808 la domina- duca di Fragneto, all'estremità di
zione del re Murai, la badia respi- fertile valle: vi si contano tuttavol-

rò calma, e i monaci V ebbero fa- ta circa 4^00 abitanti. Contempo-


vorevole. Restituito Pio VII alla ranea all'edificazione della città è
sua sede nel i8i4j dopo cinque l'origine della sede vescovile suffra-
anni di dura prigionia, con zelo ganea di Benevento, e Beato ne fu
operò col re Ferdinando I al ri- primo vescovo; suoi successori fu-
sorgimento delle tre badie di Mon- rono, s. Alberto proclamato dal cle-
te Cassino, Cava e Monte Vergine ; ro e dal popolo, che visse santa-
i cassinesi rivestirono l' abito, ma mente, e divenuto cieco, ne soppor-
non fu loro restituito l'antico patri- tò le conseguenze con eroica pa-
monio, solo una rendita netta di zienza, e chiaro per miracoli si ri-

i4>ooo ducati. Nel 1820 per nuo- posò nel Signore a' 7 aprile 1037,
ve commozioni di slato il mona- sepolto nella cattedrale; ne scrisse
stero accolse militari presidi i. Ora la vita il vescovo Riccardo, per
r abbazia fiorisce nella disciplina, esortazione di Pietro arcivescovo di
nella scienza e nella curia delle ani- Benevento. Il coadiutore Crescen-
me della diocesi, il cui seminario zio, persecutore del santo, in ma-
istituito in s. Germano a' tempi di litia sua sepidtus nel 1037. Gli
SistoV, contiene circa sessanta giova- successe il nominato Riccardo. Io-
ni. Dopo
il 1842 nel monastero i di Deodato che fu al concilio di
monaci eressero una tipografia per Nicolò II nel loSg. Pietro visse ai
rendere più spedita e più facile tempi del re Ruggiero nel 1 1 36.
l'utile pubblicazione d'importanti Roffredo intervenne nel 11 79 al
scritti relativi alla religiosa del pa- concilio Laleranense III. Orso fiori
ri che letteraria paleografia, con re- nel 1220; Raus nel i3io; Jacopo
gio assenso onde dai tipi di Mon-
; rettore della chiesa parrocchiale di
te Cassino già abbiamo splendida s. Pietro di Benevento nel i343;
edizione della Bihlioiheca del Ferrali, Bartolomeo del i365 domenicano;
la Storia di Bonifacio Vili dello Pietro del i368, altro domenica-
stesso p. Tosti , r Archivio cassine- no; Costantino del 1 368; Tomma-
se ec. Nel maggio 1847 visitò l'in- so fu traslato da Termoli nel i4oo;
signe cenobio il regnante Ferdi- Antonio trasferito a Termoli nel
nando II re delle due Sicilie, colla i4o2; Nicola de Edio domenicano
regina e la real corte. del 1402; Antonio del i432, eletto
MONTE CORVINO ( Montis a' 27 settembre da Eugenio IV.
Corbini). Città vescovile del regno Questo Papa a' 9 aprile i434 ""
delle due Sicilie , nella provincia ni il vescovato di Monte Corvino
Principato Citeriore, distretto di a quello di Vidturaria (Vedi), ed
Salerno, presso le falde australi Antonio fu il primo vescovo delle
i86 MON MON
due chiese. Tanto si ha ilall'Uglielli, con più maturità esaminata, si di-
Italia sacra t. Vili, p. 326. 1 ve- chiarò per la sentenza de' domeni-
scovi di Vultm-aria e Monte Cor- cani. Per ordine del Pontefice nel
vino cessarono dopo die Pio VII 1824 diede
il pallio a fr. Raimon-
nel 1818 li soppresse, unendo Mon- do domenicano, consecrato patriar-
te Corvino alla sede vescovile di ca di Gerusalemme, e nel 1828
Lucerà [Vedi). fu deputato per uno de' giudici
MONTEFARO MONTFAVET nella fatnosa causa contro alcuni
Bertrando, Cardinale. Bertrando chierici che con arte dia-
francesi,
Montefaro o Montfavet, nato in bolica arcano procurato di togliere
Caslelnuovo di Raterio nella diocesi la vita a Carlo IV re di Francia.

di Chaors , nomo per dottrina e Fondò il cardinale, dopo il suo ri-

santità cospicuo, eccellente ed in- torno dalla legazione, un ampio


signe giurista, domestico precettore monastero nella sua patria, con
di Giovanni XXII, canonico del- magnifica chiesa in onore della
ia chiesa di Lione, e decano della Beata Vergine detta di Bonare*
chiesa di da detto Papa
Liegi, fu quie, dove introdusse i canonici re-
a'i6 o 17 dicembre i3i6 creato golari di s. Agostino, ed assegnò
cardinale diacono di s. Maria in loro rendite sufficienti. Trovossi pre-
Aquiro, ed arciprete della basilica sente ai conclavi di Benedetto XII
Lateranense. Benedetto XII Io spe- e Clemente VI, e finì suoi gior- i

dì legato a Intere insieme col car- ni in Avignone nel i343. Trasfe-


dinale Gomez, per procurare la rito il cadavere alla patria, fu nel-
pace tra Filippo re di Francia, e la mentovata chiesa onorevolmen-
Odoardo re d'Inghilterra, il quale te sepolto. Altri autori vogliono
però proibì ai legati T accesso nel questo cardinale dell'ordine de' mi-
regno. Aveali il Pontefice muniti nori, ma altri con più ragione lo
di brevi amplissimi, quali lutti era- negano.
no indirizzati allo stabilimento di MONTE FELTRO (Fer^^mw). S.
una perpetua concordia, dandosi in Leo città vescovile con residenza a
essi ai legati facoltà di procedere Pennabilli , dello stato pontificio,
alle censure contro ogni condizione nella legazione di Urbino e Pesa-
di persone, arcivescovi, vescovi, mo- ro, posta ne'confini dello stato Ur-
narchi e principi che avessero in binate, tra la Toscana, la repub-
alcun modo attraversata la pace. blica di s. Marino e la Romagna,
Oltre a ciò fu data commissione ai già capo di tutta la Feretrana pro-
legati di ottenere dal re Odoardo vincia, ed ora governo da cui di-
che i regi ministri non insolentis- pendono le comuni di Maiolo, Mon-
sero soverchiamente contro gli ec- te Grimano, Pian di Castello, e
Tutto però fu indarno.
clesiastici. Sasso Feltrio. È fabbricata sopra
Nella famosa controversia eccitatasi un duro sasso o scoglio, e in ta-
nell'ordine de' minori intorno alla le altezza d' inaccessibile ingresso,
povertà di Cristo e degli apostoli, e perciò inespugnabile ; se alcune
pronunziò il cardinale la sua sen- volte venne espugnata, sempre vi
tenza che può vedersi presso il Ri- fu il tradimento e l'inganno. La
naldi all'anno 1822: prima seguì città è isolata, fra il Conca e il

il parere dei minori, poi avendola Marecchia. Da un lato sovrasta


MON MOiN 187
l'ampio dorso dei monte Caipegna; monte di Alvernia, quale ralifica-
selve,gioghi e balze gli fauno co- rono i figli dal conte nel 1274.
rona air intorno. Per una sola via Al medesimo serafico patriaica fu
malagevolmente equità ndo vi sì a- pure in quella occasione assegnalo
scende e si giunge al ripianò del dai divoti sanleesi un terreno sulla
perimetro di tre quinti di lega, la falda del vicino colle, dove potè
cui porla ben guardata e munita fondare il tuttora esislente conven-
di ponte levatoio, apre angusto ac- to degli osservanti, detto di s. Igne
cesso. Ivi sorge la città, che senza da una luce meravigliosa che indi-
essere cinta di mura ha nello sco- cò al santo in buia notte lo smar-
scendimento della rupe validissimi rito sentiero. Da tale epoca impre-
ripari. Tia le chiese si distinguono se la città di s. Leo ad alzare per
la pieve di antichissima costruzio- arme un s. Francesco che predica
ne, dedicata alla Beata Vergine dall'alto d'un contorno di pietra,
Assunta, e la cattedrale tempio più fabbricato a d'uno smisurata
piedi
moderno, veramente grandioso, de- olmo, che soigeva sul mezzo della
dicalo a s. Leone Dalmata, il qua- piazza, caduto poi per l'antichilà. 11
le colla fede ciistiana gli diede il p. Civalli, presso il Colucci, Andch.
suo nome, venerato per martire Picene t. XXV,
208, parlando di p.
dalb chiesa Milanese, e dalla Fe- s. Leo e del convento de'suoi mi-
retiana per che lo ha
confessore, nori conventuali lo dice antichissi-
in un alla città e diocesi per pa- mo e probabilmente originato da
trono. Sì ritiene che ne fosse anco s. Francesco quando ivi ricevette
il primo vescovo, certo è che di- il Ubero dono di detto monte. Il
morò e mori in s. Leo la sua ; palazzo comunale venne costruito
immagine ordinariamente si vede dai fiorentini, che vi dominarono
accoppiata a quella di s. Marino sotto Leone X, quando questi in-
suo diacono, protettore della re- vestì del ducato di Urbino il pro-
pubblica di s. Marino [Fedi), al prio nipote, ed è il migliore de'pro-
quale articolo riportammo diverse fani edifizi. Sublimasi dal ripiano
notizie riguardanti s. Leo ossia la più ardua ed ivi è co-
vetta,
Moutefeltro, nella cui diocesi è struita la fortezza, diminuita d'im-
compresa. La ove si fermò
parte portanza secondo la moderna tatti-

il santo vescovo Leone, ch'è la più ca; è stata però assai celebre negli
declive, dicevasi Monte Feliciano, annali militari de'tempi andati. La
ed luogo ove piantò presso una
al sua area è ristretta, e dal lato del-
fonte, per lui divenuta prodigiosa, ia città, cui sovrasta, ha le solide
l'eremitica abitazione, rimase il no- mura abbastanza elevate, mentre
me di Valsanta. 12 13 o più JNel da tutti i iati l'altezza totale del
tardi, predicandoFrancesco d'A- s. monte forma la sua insuperabile
sisi in s. Leo nella pubblica piazza, barriera. Non solo la fortezza di s.

in occasione che si vestiva solenne- Leo è rispettabile e rinomala, ma


mente cavaliere dell'ordine impera- il citato p. Civalli che la visitò in-
torio il conte della città, vi è co- sieme alla città, dice che questa è
stante tradizione, che agli 8 mag- tutta fortezza come fabbricata su
gio ricevè del conte di Chiusi Or- alto monte da ogni parte sfaldato,
lando Calanei la donazione del non potendosi minare, uè alfumure,
i88 MON MON
poiché denlio vi sono tanti terre- Penna e Billi, Macerata Feltria,
ni che bastano a rendere il sosten- Monte Cerignone, e Monte Grima-
tamento agli abitanti, con fontane no. I vicari e capitani erano in
eccellenti d'acqua viva, ed in caso Pietracuta, Monle Gelli, Casteldel-
di bisogno potevansi unire colie ac- ci , Sassoferetrano e Pietrarubbia.
que piovane per la macinazione, Gli altri luoghi della provincia era-
onde fu tenuta con molla gelosia no i seguenti castelli. Monte di
dai possenti duchi d*Urbino, che la Tassì, Valle di s. Anastasio, Ripnl-
fornirono di buon numero d'arti- ta, Monte Monte Boaggi- Copiolo,
glierie, e la resero munilissima. Ag- Monte A Ita vello, Mon-
ne, Certalto,
giunge il p. Civalli che della già dagano, Cavoleto, Monte s. Maria,
mirabile sua fortezza, e de' vari Monte Liviano, Gesso, Maciano, Se-
guerreschi ne trattarono
successi, natello. Monte Maio, Secchiano, Uf-
ancora Onofrio Panvinio nelle ad- fìgliano, Tansano, Rotagnano, Sa-
dizioni alle vile de' Pontefici del vignano di Rigo, Monte Petra, Mas-
Platina, in quelle di Alessandro VI setta feudo de' Bernardini di Borgo
e Leone X, e riporta i versi co'qua- s. Sepolcro, Casalecchio e Pagno.
ìi volle celebrarla un poeta. Il Abbonda il territorio di s. Leo di
Montefeltro e s. Leo ebbe molti grani, biade e frutta, e vi è copia
uomini illustri e distinti, nelle arti, di selvaggiumi, di squisiti formag-
nelle lettere, massime nelle armi. gi, e mandre numerose di animali
Il Reposali, Della zecca di Gub- neri. Divenuti i Feltreschi signori
bio , riportando e illustrando le dello Urbino e capi del
stato d'
monete de' duchi d' Urbino , e ghibellinismo, anche nella Marca,
quelle col nome di Montefeltro, di- Romagna e Toscana, s. Leo e la pro-
ce che questo fu usato mettersi vincia Feretrana ne seguirono i de-
dai duchi per onorare questa par- stini, ed ebbero comuni tanti di- i

te dell' aulico loro stato, che die versi clamorosi avvenimenti, quali
origine al nome della famiglia, per- riportiamo ai molti analoghi arti-
chè da nessun monumento si rica- coli. Oltre poi gli autori che de-
va che in Montefeltro siavi stata scrissero le cose di s. Leo e Mon-
la zecca; molte poi sono le monete tefeltro, quali citeremo parlando del-
battute in Pesaro e Gubbio col l'illustre chiesa Feretrana, abbiamo:
motto Ferelria, significante I* anti- Pier Antonio Guerrieri, La Car-
ca origine di sì illustre e nobilis- pegna abbellita^ ed il Monte Fel-
sima famiglia. Il medesimo scritto- tro illustrato^ composizione istorica
re fa la seguente descrizione della distinta in quattro parti^ Urbino
provincia di Montefeltro o Fere- 1667, Rimino 1668: non essendo
trana, dopo che ritornò al pieno stata stampata la terza parte che
dominio della santa Sede. Era com- spetta a Monte Feltro. Pubblicò il
posta di trentanove comunità, di- Guerrieri la quarta parte, prima
stinte in dieci uffizi, in cinque delie della terza, per trattare della fami-
quali risiedeva a nome del cardinal glia Carpegna cui apparteneva; l'o-
legato un giudice dottore col titolo pera è rara, e somministra lumi
di podestà, in altre cinque un no- sufficienti eziandio alla storia di
taro col titolo di vicario o capita- Monte Feltro. Gio. Battista Passe-
no. Le podesterie erano s. Leo, ri, Discorso che contiene t Odepo-
MON MON^ 189
vico FeretranOf colle osseìvazioni portarono il corpo di s. Severino t.

appartenenti alla storia naturale abbate. Nella guerra gotica era già
fatte nel Monte Feltro. Exst. nella nel rango delle munite castella,
Storia de'fossi li del Pesarese,!^. i85. dacché Vitige vi pose guarnigione
Da un antico tempio sacro a quando da Belisario venne incalza-
Giove Ferelrio, che sulla parte più to verso Ravenna. Dopo che il Pa-
orientale del monte si ergeva, ebbe pa Stefano 111 ricorse all'aiuto del
il monte Toriginario nome di Mon- re Pipino contro Aistulfo re de'lon-
te Feretro^ Mons Feretrium^ detto gobardi, il re Pipino obbligò l'in-
poi Monte Feltro^ Mons Feltriuniy vasore longobardo a restituire alla
nome che passò all'intera provincia chiesa romana l'esarcato, ed alle
di cui fu capitale, ed a quella dei ricuperate terre nel ag- 755 Pipino
suoi signori che vi ebbero culla. La giunse diverse altre città dell'Emilia,
città fu in più modi chiamata Fé- con che amplificò il principato del
retruniy Feltria, Ferelrana, s. I^o- Papa, fra le quali comprese Monte
nCy s. Leo, Leopolis, Leonis Fa- Feltro, Mons Feretrium. Tra le
niwi, Pietra- Urbino, Urbino- Orten- città che Desiderio ultimo re de'lon-

se: prevalsero nomi di Montejcl-


i gobardi usurpò alla santa Sede, vi
trOj e s. Leo o Sanleo. Il Mura- fu Montefeltro, per lo che Adria-
tori con altri scrittori confessarono no I si rivolse a Carlo Magno,
l'identità di s. Leo e di Montefel- dal quale ne fu reintegrato con
Iro, poiché essendo il Monte Feli- tutta la Pentapoli, di cui fece par-
ciano uno de' due monti del gran te Montefeltro. Neir896 per opera
sasso ove la città è fabbricata, oggi dell'imperatore Arnolfo, Montefeltro
detto Monte, nell'altro monte più fu saccheggiato e bruciato. In s.

alto denominalo Fiocca da quella Leo nel 963 fuggì Berengario II

forte ivi eretta, essendo in gran imperatore e re d' Italia con la


venerazione presso i romani, vi fab- consorte Willa, per timore di Ot-
bricarono un sontuoso tempio a tone I re di Germania. Avendo la
Giove Feretrio prima deità di Ro- natura reso il luogo forte, e mu-
ma nascente, detto così dal colpire nito di antichissima fortezza, inu-
il nemico, onde gli abitatori della tilmente tentò due volte d' impa-
provincia adorando tal nume furo- dronirsene, e vedendo difficile l'im-
no appellati feretrani : ruderi del i presa, capitolò nel 964: questo fa-

tempio si vedono nelle vicinanze moso durò due anni, e so-


assedio
della città, e le sue reliquie furo- lo la penuria di viveri e la fame
no impiegate nella magnifica catte- costrinse gli assediati ad abbando-
drale. Montefeltro si crede origina- narsi alla generosità dell' assediante
to dai siculi nel ii35 avanti l'era Ottone I, il quale prese però Be-
nostra, o dagli umbro-senoni, su di rengario li e Willa , mandandoli
che può vedersi il Ciraarelli nell'/- prigioni in Bamberga. Nel 1823
storie dello stato d'Urbino da se- presso le vicinanze di s. Leo, in
noni detta Unibria-Senonia . Fu certi scavi eseguiti sul colle Acqui-
fatta città l'anno 826, e divenne ro, si trovò una gran cassa rin-
municipio romano della tribù Steb chiudente vasi e scettri d'oro, una
latina. Nell'antico castello di Mon- corona pur d'oro fornita di dia-
tefeltro, gli eruli del nerico tras- manti, vari candelabri, pezzi di
190 MON MON
stoffe amianlo ornate tI*oro, e.à
di la a tempo del conte Guido An-
arnesi muliebri in gran numeio. tonio di tal casa, ne' primi del se-
Sì crede che questi elFutli apparte- colo XV, e da altri documenti al-
nessero a Berengario li die si di- trettanto si deduce, convenendovi
feseper lungo letupo sul monte s. pure il citato Reposati. In questa
Leo, prima di cader nelle mani genealogia si legge che i conti di
eli Ottone I, essendovisi recato co* Montefeltro traggono la prima ori-
suoi tesori. A* tempi di Ottone I gine dai conti di Carpegna, signori
Monteferetro dicevasi Monte di s. nutichissimi d'Italia, padroni di ca-
Leone, e l'imperatore ne confermò stelli con giurisdizione accordata lo-
il dominio alla chiesa romana, es- ro in remoti tempi dagl'imperato-
sendo capitale del comitato del suo ri ; i quali conti venendo alle divi-
nome. Ebbe i suoi duchi e conli sioni fra loro, uno ebbe la Carpe-
residenti in s. Leo, come vuole il gna, l'altro Pietra Robbia, il terzo
Marini ; ed i vescovi fcretrani Monte Copiolo. Quesl' ultimo ag-
esercitarono dominio temporaleil giunse allo stalo paterno la città
su varie castella. L'imperatore s. di s. Leo posta nella Flaminia, ca-
Enrico If, come altri, confermò al- po di tutta la Ferelrana provincia,
ia romana chiesa, ed a Benedetto e che perciò si denominasse conte
Vili nel ioi4 il dominio tempo- di Montefeltro. 11 primo dunque
rale, compresa la Penta poli e il che si trova di questa casa è Mon-
Monte feltro. Ne! secolo XII era in tefeltrino, che fioiì 190, e fu
nel i

essere, e però fu compreso nella capitano a que'lempi di gran no-


donazione falta alla Sede apostolica me: ebbe due figliuoli, Buonconle
dalla contessa Matilde. e Taddeo. Il primogenito Buoncon-
La nobilissima famiglia Feltria o te valorosissimo gucriiero servì En-
di Montefellro si fa oriunda d'Italia, rico VI imperatore, figlio e suc-
o della casa di Borgogna, argomen- cessore di Federico I, nelle guer-
tandosi dalla similitudine dell* arma re, meritandosi favori e grazie an-
gentilizia, dicendosi venuti alcuni che pei servigi resi dal genitore
della famiglia cogl* imperatoli in all'impero. Dopo la morte di En-
Italia, e qui da per loro vica-
essi rico VI, Buonconle di Montefeltro
ri lasciati. Allri sono d'opinione^ parteggiò pel fratello del defunto,
che sia venuta dalla Germania con Filippo; indi per l'imperatore Fe-
molle altre famiglie nobili, come derico Il figlio di Enrico VI. A
si ha per antica tradizione, e che riconoscere i molli servigi di Buon-
aderissero alla parte imperiale, e conle, nel 121 3 Federico II gli

di tal sentimento fu il Campelli, concesse la città d'Urbino, la qua-


nella prefazione alle costituzioni le però solo a mediazione del co-
dello stato di Urbino, Molti final- mune di Rinvino, e nel I234 si

mente credono, che la casa di assoggettò al Montefeltro. Innocen-


Montefeltro provenga dalla famiglia zo IV fulminando l'anatema con-
antichissima de' signori della Car- tro i Feltreschi, fu il segnale per-
pegna, ciò ritraendosi non solo petuo fra la Chiesa ed i Feltreschi :

dalla similitudine dello slemma egli privò Taddeo di Montefellio


gentilizio, ma altresì da una genea- d'ogni autorità nell'Urbinate e nel
logia delia casa di Montefeltro, fal- Montefeltro, compresi lutti i feudi
,

MON MON 191


Oella Quindi la famiglia
diocesi. cui mezzo era Sanleo residenza con
Feltresca sempie seguace dell'im- curia. Martino V nel i4^7 con-
pero, e capoparte de'ghibellini, fio- cesse ai Malatcsli in vicariato Mon-
rì per una seiie di eroi, e del suo tefeltro, con l'annuo censo di sei-
slato ricevette investitura dalla san- mila fiorini. Violante di Monte-
ta Sede di essa tra gli altri scris-
: fellio, figlia di Guido Antonio
sero il Sanso vi no, Delle famiglie il- sposandosi nel 144^ con Mala-
lustri d'Itiilia; e il Zazzera, Della testa Novello signore di Cese-
ìiohiltà d' Italia. Nel secolo XV i na, portò in dote una parte del
Montefellio divennero duchi di Ur- Montefeltro colla città di s. Leo,
bino, e gli successero i Rovereschi. ricevendone da Eugenio IV l'inve-
Lo ripetiamo, essendo collegati i stitura; dipoi tal parte, come la
principali avvenimenti di Moutefel- città, ritornarono ai Feltreschi. Fe-
tro e di s. Leo , coi Montefel- derico conte di Montefeltro, sco-
Iro Rovere conti e duchi
e della municato dal Papa e ridotto al
di Urbino, ne parleremo agli arti- dovere per essersi unito a Fran-
coli Urbino, Rovere ed altri ana- cesco Sforza contro di Eugenio IV,
loghi, potendosi anche leggere Ghi- il successore Nicolò V lo assolse
bellini. e reintegrò agli antichi onori, con
Nel 1279 Ridolfo I imperatore, diverse condizioni. Nel pontificalo
con diploma sottoscritto dagli elet- di Sisto IV della Rovere, pel ma-
tori dell'impero, confermò a Nicolò ritaggio che il nipote Giovanni
III la sovranità pontificia sulla contrasse coll'erede dei Montefeltro,
Pentapoli Urbino e Monlefeltro.
, dipoi ne ereditò gli slati e le ric-
Ribellatosi conte Guido I di Mon-
il chezze il di lui figlio Francesco
tefeltro alla romana chiesa, il Pa- Maria, adottato per successore da
pa Martino IV nel 1281 ingiunse Guid'Ubaldo 1 ultiujo duca Feltre-
al capitolo ferelrano di dar mano sco. Essendo ancor vivo tal princi-
e di adoperarsi a ridurre gli uo- pe. Cesare Borgia duca Valentino
mini di Monte fere tro e suo stato e figlio di Alessandro VI, nella
all'obbedienza della Sede apostolica, insaziabile sua ambizione, divisò
onde iieiranno seguente i sanleesi di spogliare della signoria anco la
vi si sottomisero immediatamente e casa di Montefeltro, e troncare i

l'acclamarono suprema signoraj do- diritti di quella de'Rovereschi. Do-


po aver cacciato colle armi le nu- po la presa di Urbino, il Borgia
merose truppe del feudatario ri- ebbe senza difficoltà tutti gli altri
belle, che soggettata si era quasi luoghi dello stato, e fu riconosciuto
tutta Romagna, e tosto il Pontefi- per signore. In brevissimo tempo
ce vi un nobile famigliare a
spedì gli fu consegnata anche la fortezza
reggerli. Bonifacio Vili investì del- dì s. Leo, perchè avendola fatta
lo slato d'Urbino Guido I di Mon- circondare di soldati per tradi-
,

lefeltro, ma poco dopo disinganna- mento gliela cedette Gio. Lodovico


to del mondo, vesfi l'abito dei Scarmeglione folignate, che vi era
francescani. Gregorio XI nel iSyi commissario , aperta una porta ,
conferì la vicaria di Montefeltro e introdottevi le milizie del Valen-
ad Ugolino Gallucci nobile bolo- tino. Non andò guari che s. Leo
gnese, capitale del vicariato, nel potè ntornare all' obbedienza di
ì^i MON MON
Guid' Ubaldo persone a
I, per le se alla sua tirannia, e lutto lo sta-
lui affezionale, e coiropera di Lo- to tornò alla divozione della casa
dovico Paltroni da Urbino, e del Feltresca senza ostacolo, indi Guido
prete Giacomo, per cui altre città Ubaldo si recò a s. Leo, donde
cacciarono i presidi del Borgia, il passò ad Urbino, con segni della
quale in un accordo riconobbe il più viva allegrezza. Tutto e me-
tolto. Tuttavolta non fidandosi il glio narra il Pveposati. Giulio li

duca d'Urbino delle promesse del zio di Francesco Maria, fu assunto


Valentino, venne alla risoluzione di al pontificato nel i5o3.
distruggere le rocclie de' suoi stati, Leone X privò del ducato Fran-
e le artiglierie colle cose a lui piti cesco Maria, e ne investi Lorenzo de
care le mandò in s. Leo, alla cui Medici suo nipote. Dopo il i5i6
difesa aravi il veneto Simouetto il nuovo duca, o la repubblica fio-
Fregoso con soldatesche della re- rentina fabbricò in s. Leo il pa-
pubblica di Venezia. In fatti nel lazzo, che abitarono poi gli ultimi
i5o3 il Borgia venne alla deler- tre duchi di Urbino ;
gli antichi
minazione di conquistar le fortezze duchi e conti avevanoFeltreschi
che avea lasciato al duca, e man- abitato nella rocca. Divenuto Pon-
dò Remires suo capitano all'assedio tefice Adriano VI lo restituì al suo
di s. Leo, ma i Fel treschi in una signore, o meglio nel iSsy la re-
uscita gli uccisero i guasconi che pubblica fiorentina restituì s. Leo
comandava, onde ripreso coraggio o Montefeltro finche morendo l'ul-
;

i sudditi del duca, in molti luoghi timo discendente nel pontificato di


si ribellarono all' invasore Borgia. Urbano Vili lo stato ritornò in un
11 Remires con altre genti continuò a s. Leo alla santa Sede. Sotto il
l'assedio di s. Leo, riuscendogli però dominio pontificio nella fortezza si

vano ogni tentativo, l' abbandona- mandarono i rei di delitto per es-
rono a' 3 luglio molti dell'esercito; piarvi la pena della loro condanna.
egli però insistendo per impadro-
. Informato Pio VI dell'orridezza del-
nirsene, scrisse al luogotenente di le prigioni e del cattivo trattamen-
Urbino di ritenere tutte le donne to dei carcerati, compassionando
appartenenti ai difensori della for- quegl' infelici, fece fabbricare carce-
tezza, e per batterla meglio fece ri migliori e provvide alla loro
fabbricare un edifìzio. Quando lo coudizione. Giuseppe Balsamo sici-

compì,
in
gli

un baleno
assediati colle
lo distrussero e
artiglierie
fra-
liano,
nome
famoso impostore,
conte Cagliostro, arresta-
di
sotto il
^

cassarono, ed allora il capitano ve- to in Roma nel 1789, e convinto
dendo che niuno voleva più ser- di congiure e complotti contro la jm
virlo in impresa sì disperata, ab- religione Pio VI gli
e lo stato, ^^
bandonò l'assedio e tornò ad Ur- commutò la sentenza di morte nel-
bino. Alessandro VI che favoriva la carcere perpetua in s. Leo, di
le ambiziose idee del figlio, mori cui avea restaurata la fortezza : ivi

a* 18 agosto, e senza il di lui ap- essendo allo sciagurato riusciti vani


poggio il Valentino non potè pro- due tentativi per fuggire, morì im-
seguire le vaste sue imprese, e si penitente nell'agosto 1796. In que-
vide altamente esposto anche alle sto tempo lo stato pontificio geme-
derisioni: subito Urbino si sottras- va per r invasione de' repubblicani
MON MON 193
Tinncesi, onde Pio VI dovette Huc Io numero de' soldati che aveano
iinmensi sagrifìzi nell' armistizio di fatta sì valorosa resistenza. Ai fran-
Bologna e nella pace di Tolentino, cesi subentrarono nella fortezza i
anche colla cessione delie legazioni. napoletani, ch'evacuandola agli 11
Tutta volta francesi col pretesto
i maggio 18 14, l'abbandonarono ai
die appartenesse alla ceduta Koma- cittadini, senza attendere la sopiav-
gna s. Leo, stabilirono occuparlo. vegnente autorità militare pontifi-
A' 3 dicembre 1797 un corpo com- cia ; indi nella ritirata dell'aprile
posto di soldati polacchi ausiliari e 18 15 ne partirono pure tumultua-
di cisalpini, violati i confini ponti- riamente, e fu in quella circostan-
ficii, accost.aronsi a s. Leo, ed il ge- za, che il popolo armato in fretta
nerale Dambrowski ne domandò la respinse dentro le prigioni con qual-
cessione. Il Baldassarri, Relazione che effusione di sangue parecchi
de patimenti di Pio VI^ t. II, p. 55. 1 prigioni nel disordine usciti.
racconta che il capitano comandan- La sede vescovile fu eretta nel
te la fortezza Filippo Silvani, poi IV secolo, e come diremo divenne
generale di brigala, non ostante il suffraganea della metropoli di Pia-
vedersi assalito proditoriamente, e venna. Ne fu primo vescovo s. Leo-
l'aver pochi mezzi di difesa, rispo- ne che intervenne al concilio di
se negativamente. Allora i repub- Rimini, e fu uno di que' santi ve-
blicani attaccarono vigorosamente scovi che separatisi dagli ariani, si

la fortezza ; ma respinti dalle arti- rifugiarono nel borgo i5 miglia di-


glierie pontificie allontanaronsi, fin- stante da quella città, che perciò
che ricevettero un rinforzo questo : prese il nome di Cattolica : per
giunto, con assalto tentarono d' im- tradizione ha che morì il primo
si

padronirsene, ma ributtati non ar- agosto 36o in s. Leo o Montefel-


dirono più di esporsi sì vicino ai tro ove fu sepolto. Gli successe
colpi d' artiglieria, econtentarono si Mauricino fiorito oltre l' Vili seco-
di molestare il forte con piccole e lo, forse neir82o, il corpo del qua-

continue scaramucce. Frattanto Dam- le con quello di s. Leone nel prin-


browski fece sapere a monsignor Sa- cipio del secolo XI dall' imperatore
luzzo preside d'Urbino, ed al colon- s. Enrico II fu trasportato a Vo-
nelloBaruichi comandante militare ghenza (Fedì) ; questi due vescovi
inUrbino e Pesaro, che se non ordi- non riportati nella serie de' vescovi
navano la cessione di s. Leo, avreb- dell' Ughelli, Italia sacra t. Il, p.
be occupata tutta la provincia. Il 84 r, Leopolitani sìve Feretrani e-
prelato per evitare mali maggiori piscopi, sono contati dal Marini nel-
impose al Baruichi d'ordinare al la serie cronologica de' nìedesimi.
Silvani di sgombrare ono- a patti Agatone nell'anno 826 sottoscris-
revoli la piazza e consegnarla a se al concilio tenuto in Roma
Dambrowski. Ciò ebbe luogo me- da Eugenio II: Agatho episcopus
diante capitolazione a'7 dicembre, Monte Stefano governava
Feretris.
tributando il generale al Silvani la la Feretrana l' anno 853.
chiesa
ben meritata lode di valente ed o- Massimino episcopus Feretranus
norato capitano, e tutti gli onori dell' 877. Giovanni I abbate del
militari. Restò poi il generale sor- monastero di s. Leone sedeva nel-
preso quando vide sfilare il picco- 1*881, come il precedente fu invi-
VOL. XIAf. i3
194 MON MOi\
tato ma non intcrvenae ad un con- tutto il secolo X. Dall'avere però
cilio di Ravenna, onde fu redaf- Gregorio Vil soggettato
vescovo
guilo : questo tempo Orso duca
in Feretrano alla metropolitana di Ra-
di Monteferelro ornò la pieve, al- venna, ciò confermando nel
997
lora cattedrale di snu Leo, con son* all'arcivescovo Gilberto, verisimile
tuoso ciborio, ed il vescovo unito non sembra che il Papa non ne
a lui neir 885 tenne in vicinanza avesse espressa la lunga vacanza,
della stessa città un placito, in cui e molto meno che V arcivescovo
fu deciso un
Dettone ve-
litigio tra non avesse tantosto esercitata l'au-
scovo di Rimino, e Stefano abbate torità concedutagli. Aiduino è il
di s. Marino, poiché in que* tempi primo che si trova dopo Giovanni
in ciascuna città il vescovo e il I,e fiorì nel 101 5, vivendo anco-
conte o duca insieme convenivano ra nel io44j essendo intervenuto
nel governo de* popoli e nella de- a tre concili!. Andolfo nel io53 as-
cisione delle cause. Orso eresse il sistè alla consacrazione che s. Leo-

tabernacolo o ciborio ossia tribuna ne IX fece in Rimino di Pietro ve-


di finissimo marmo, sostenuta da scovo di Anneci, e forse sopravvisse
quattro colonne per maestoso orna- sino al 1074- Nel 1075 s. Grego-
mento dell' unico altare entro la rio VII invitò gli elettori a prov-
sotterranea confessione della pieve vedere la chiesa di un pastore vi-
o cattedrale in onore di Maria Ver- gilante. Pietro è il primo che si
gine Assunta, e vi si conservava il conosce dopo il 1074, il quale ot-
prezioso corpo di s. Leone. Dipoi tenne un luminoso privilegio o con-
il monumento fu ridotto a batti- ferma di giurisdizione, di beni per
sterio presso la porta della chiesa, sé e per la sua chiesa Ferelraiia
la quale ad un t^empo
vuoisi che da Onorio 11 nell'anno ii25, ri-
fosse abbazia monastero e cat-
con portato dall' Ughelli; in esso so-
tedrale. L' altro monastero di s. no nominate le pievi, compresa la
Severino, dicesi che avesse la chie- maggiore o cattedrale di s. Maria,
sa fuori della città di s. Leo in parrocchiale e battesimale della cit-
luogo suburbano. In progresso di tà di s. Leo ; le chiese, cappelle,
tempo si fabbricò la nuova catte- celle, monasteri e fondi della Fe-
drale con episcopio : dalla vecchia retrana chiesa, che in gran parte
alla nuova si passò la cattedra ve- sussistono. Arnoldo sedeva nel i i4o,
scovile e l'ufficiatura, con la parte e nel 1173 Valentino o Valenli-
superiore del già sepolcro marmo- niano, nel quale anno fu compila
reo del snnto e il batlisterio, fin- r insigne fabbrica della nuova cat-
che nel secolo XVI il baltisterio tedrale di s. Leo ; fu costrutto al-
fu riportato alla chiesa antica, ed tresì contiguo alla medesin»a il pa-
allora fu che il prevosto Bell uzzi lazzo vescovile da una parte, e l'abi-
Ti fece adattare per ornamento il tazione pe' canonici dall'altra, laon-

ciborio di Orso. E assai dubbio de il palazzo colla canonica presero


che a Giovanni I succedesse Al- il nome di vescovato; dopo la ro-
berto. Per infortunii sopraggiunli vina del palazzo si proseguì a chia-
alla città dopo la morte di Gio- mare la cattedrale col nome di ve-
vanni I, vacò lungamente la chie- scovato. Alberto vescovo del 1208;
sa, non trovandosi altro vescovo a Giovanni U Io era nel 1218, e i'im-
MON MON 195
peialorc Federico li lo insigni del ti- sagralo nel 1819 in Avignone ove
tolo di conte, e di altri privilegi con dimoravano ì Papi : nel suo sigillo
diploma, onde ornò la sua mitra ve- si vede s. Leone vescovo con al
scovile d'una corona, pel dominio di sopra la facciata occidentale del
temporale che vescovi Feretrani i duomo di s. Leo ; rimanendo com-
ebbero su diverse castella. Rolando provala con documenti la residen-
I era vescovo nel '1222, forse della za sua, della curia e tribunale in
famiglia di Montefeitro, secondo il s. Leo, talora dimorò in s. Marino
Marini Onorio III gli commise la
: come qualche altro vescovo. A suo
decisione d' una causa tra l'arcive- tempo Nicolò Feltresco sorprese la
scovo di Ravenna, ed il priore e città di s. Leo, si acquartierò nel
canonici di s. Maria di Porlo. palazzo episcopale, ed occupò la vi-

Ugolino di Montefeltro, figlio di cina torre; indi assediata la rocca,


Buonconle, del liSg, parteggiò per abitazione de' suoi maggiori, co-
Federico li, morto il quale nel strinse alla resa Nerio di Petrella.
laSo si umiliò poi al Papa Inno- Nel i35o Claro o Chiaro Peruz-
cenzo IV in Perugia. Nel i252 gli zi nobile fiorentino, pieno di virtù,

successe il canonico Giovanni III, riuscì disaggradevole a Nolfo signo-


elevato al trono vescovile dai suol re della città, ed a tutti i nobili
col leghi,confermato con breve da dominatori delle castella, onde par-
Innocenzo IV consacrò nel 1270 : ti subito da s. Leo, ed affittate le

la chiesa di s. Martino di Pietra rendite si portò in Roma, perchè


Maura nel distretto di s. Leo. Ro- Nolfo erasi collegato contro i fio-
berto 1 probabilmente figlio di Tad- rentini coir arcivescovo di Milano.
deo Feltresco, del ramo di Pietra Sino alla pace del i 353 dimorò a
Rubbia, vuoisi che efficacemente Talamello, perchè ottenne di quel
cooperasse alla cacciata delle nu- luogo e di Maiolo e Monte Ceri-
merose Squadre di Guido nel 1282, gnone il temporale dominio, dopo
ed a soggettare i sanleesi a Mar- il i35i forse Maiolo nel i359 o
:

tino IV il Marini esclude dal


: no- i366 per concessione del celebre
vero de* vescovi Chiaro o Claro legato cardinal Albornoz, che dis-
del I5-9I, riportato dall' Ughel li. perse i signori del paese di Mon-
Rolando II fu grande sostenitore tefeltro, ribelli alla romana chiesa.
di parte guelfa, e si congettura di Altri vogliono che risiedesse anche
progenie Feltresca, figlio di Monte- in s. Marino, quantunque sussistes-
feltrano, del 1293, Uberto vescovo se il palazzo vescovile di s. Leo :

nel 1295, che trovata sconvolta la nella descrizione della provincia di


diocesi per le fazioni, partecipò col Romagna fatta nel iSyi dal car-
capitolo nelle gare coi conti di dinal Grimoardi, si trova che tem-
Montefeltro, e con altri nobili del poralmente il vescovo Feretrano
paese, pacificati nel i 3oo : appari- signeieggiava le dette castella. La
sce da diversi alti pubblici la re- sua patria V impiegò in isplendide
sidenza io s. Leo non meno del ambascerie, e con beneplacito apo-
vescovo, che del prevosto e cano- stolico trasferì i francescani di s.

nici nella canonica. Benvenuto ven- Marino in luogo più vicino ; visse
ne elelto per compromesso del ca- lungamente, e sempre con fama
pitolo, di cui era prevosto, e fu con- fti uomo insigne. Luca successore,
196 MON MON
rUghellì lo dice dell' obbedienza dìnale. Pochi mesi governò il suc-
deir antipapa Clemente VII, onde cessore Andrea. Nel i458 Corrado
la chiesa Feretrana pel lagrimevo- Marcellino priore di s. Maria ia
le scisma non potè a meno di es- Via Lata, fu trasferito nell' istesso
sere e sconvolta. Urbano
turbata anno a Sezze e Terracina, e Gia-
VI i388 ne fece ammi-
però nel como venne surrogato per pochi
II

nistratore o commendatario Pino : mesi, onde


nel i4^9 da Volterra
Bonifacio IX nel 1890 provvide la Pio II vi traslocò Roberto II Adi-
chiesa di stabile pastore, con Bene- mari di Firenze, che dopo due an-
detto monaco benedettino del Mon- ni ottenne dal Papa l'unione per-
te di Cesena ; ma impiegato in petua alla mensa vescovile del-
gravissimi affari, mai stabilmente l' abbazia di s. Anastasio della Val-
risiedette in diocesi, perchè fu vi- le Feretrana, da più secoli possedu-
cario del Patrimonio di s. Pietro, ta e abitata dai benedettini clu-
rettore e tesoriere di Romagna e niacensi, e vi fabbricò un nobile
Massa Trabaria, duca di Spoleto, palazzo senza disfare in tutto la
marchese e rettore della Marca, e primiera forma di monastero. Ivi
fece altre azioni in zelante servi- fece la sua ordinaria residenza, so-
gio della santa Sede, anche sotto lo per accidente dimorando in Mon-
Innocenzo VII e Gregorio XII. te di Tassi presso la nipote Gan-
Godè la signoria personale di Ma- dolfini, maritata al signore del luo-
ciano per concessione pontificia, e go. Nardi nella erudita Direzio-
Il

ne approvò gli statuti. ne storica delle acque minerali di


Fr. Giovanni da Rimini per fa- s. Marino, o acque della Pialle,
vore di Malatesta nel i4i3 Grego- ci dà importanti notizie suU' abba-
rio XII lo fece vescovo ; interven- zia della Valle di s. Anastasio, ed
ne al concilio di Costanza, e pri- avverte che verso la fine del 1460
ma che terminasse ottenne di tor- Roberto II divenne perpetuo suo
nare alla sua chiesa, fermando la commendatore ,
parlando inoltre
sua dimora in Talamello, ove dal- della frequente residenza che vi fe-

le fondamenta fabbricò comoda a- cero i vescovi, de' sinodi diocesani


bitazione, per cui ne venne chia- che vi tennero, del titolo preso da
mato vescovo a cagione dell' affe- loro di abbati di s. Anastasio, ia
zione che portava al luogo, e vi cui effigie in qualche sigillo vesco-
mori e fu sepolto nel 1444- Euge- vile si vede con quella di s. Leo-
nioIV gli sostituì Francesco Angelo ne protettore della diocesi. Questo
Chiaravalli nobile di Todi, che prese vescovo nel 1471 f*^ impiegato da
possesso in s. Leo e dimorò in Ta- Federico di Montefeltro nell'amba-
lamello nella detta casa. Nicolò V sceria al duca di Ferrara ; e nel
nel i45o fece vescovo Giacomo I i477 creò con istromento presso
Tebaldi romano oriundo di Colle- r Ughelli un notaro imperiale ove
scipoli, creato cardinale nel i^56 s'intitola Episcopus s. Leonis a-
:

da Calisto III, chiamandosi il car- lias Feretri et conies, o perchè fos-


dinal Feretrano, anche dopo aver se conte di qualche castello, ovve-
rinunziato questa chiesa, che go- ro pel titolo che ne usarono i pre-
vernò sette anni circa : per le sue decessori. Rinunziò dopo ottimo go-
notìziesi può vedere Tebaldi car^ verno nel i4^4> 6 passati dieci

i
MON MON 197
giorni morì, e fu sepolto nella cbirsa tuttora, quando elevò quella sede
della Valle, al cui sepolcro fu scolpita alla dignità metropolitica. Ennio li

la mitra circondata dalla corona di intervenne al concilio di Trento, e


conte. Occupò la sede Celso Mi li ini mentre era inteso alla riforma del
nobile romano, canonico vaticano clero morì nel i565. Pio IV di-
e referendario, il quale con lode chiarò amministratore il cardinal
fu vescovo fino al 1498. Il nipote Carlo Fisconti (Fedi), che cessò di
Luca li canonico di s. Maria in vivere passati quattro mesi.
Via Lata gli fu surrogato, dimoran- Nel 1567 s. Pio V fece vescovo
do nel i5o2 nella badìa della Val- ferelrano Giovanfrancesco Sormani
le, quando il Valentino bloccava la nobile milanese, già vicario aposto-
ciuà di s. Leo. Nel iSoy Giulio II lico di Ragusi. Avendo trovato la
vi trasferì da Cagli Antonio Cra- cattedrale di Sanleo derelitta , fece
slinida Sassoferrato, già precettore uso di quanto avea di recente pre-
di Francesco Maria Feltrio della scritto il concilio di Trento, ma
Rovere, di alto senno, e insigne non gli riuscì restituirle il culto do-
teologo, indi gli aggiunse il gover- vutole, onde volendo prendete altri
no temporale di Rimini. Nel i5io provvedimenti, da molte diflicoltà
Paolo Alessandri de Strabuzzi pre- restò frastornato, finche scorsi più
vosto della cattedrale di Urbino sua anni , vide inaspettatamente uscir
patria, stato vicario generale del fuori la bolla che di traslazione ,

Millini; esercitò il governo tempo- riporta l'Ughelli, e di unione per-


rale ora di Riuùni, ora di Pesaro, petua dell'antica cattedrale di San-
e mori nel i538, dopo aver con leo, alla nuova collegiata di Penna
singolarissima prudenza regolata la o Pennabilli. I motivi di tale tras-
chiesa Feretrana o Sanleese En- . lazione secretamente procurata dal
nio I Filouardi (Fedi) cardinale ot- duca Guid' Ubaldo della Rovere, ge-
tenne il vescovato benché fosse ve- losissimo della città e rocca di San-
scovo di Veroli, indi nel i546 am- leo, li riporta il Marini. Egli narra
ministratore : per due anni risiedè come il Sormani sino dal principio
nel palazzo della sua abbazia di s. riuscì ristabilire la residenza ed uf-
Anastasio^ e comandò quale legato ficiatura nella cattedrale di Sanleo,
pontificio le truppe contro il duca ma i canonici vessati, malveduti e
di Urbino per causa del ducato di maltrattati dai ministri militari del
Camerino, il quale fu ceduto alla duca, furono costretti di andarsene
camera apostolica sotto Paolo III, nuovamente fuori, adduceudo inol-
ricevendo in compenso 78^000 scu- tre per iscusa anche Tinfebce stato
di d' oro. Nel 549, con riserva di
1 materiale della chiesa , e special-
entrare in possesso alla sua morie, mente del coro, cui per la tenuità
il cardinale rinunziò T amministra- delle rendite capitolari non potea-
zione della chiesa di Montefeltro no dare riparo. Il vescovo pensò ad
al nipote Ennio li Massari di Narni una temporanea traslazione alla Pen-
che divenne effettivo nel i55o es- : na per l'ufficiatura, o v'era vi la col-
sendo la chiesa Feretrana una di legiataparimenti non ufficiata, on-
quelle soggette immediatamente al de provvedere alle coscienze de' ca-
Papa, Pio IV la dichiarò nel i563 nonici d'ambo i luoghi, e ne pro-
suffraganea di Urbino, come lo e curò l'asicuso da s. Pio V. Questi
198 MO?C MON
invect ordinò la restaurazione della e Pesaro, è situata a pl« de' versanti
cattedrale, e il coro dipinto, onde occidentali de' monti di Carpegna
poi vi furono coloriti i suoi slem- non lungi dalla Marecchia. Fu sem-
mi, somministrando un sussidio di pre nobile terra, soggetta lunga-
denaro. Poco dopo nel rSya morì mente per
l'amministrazione pro-
il Papa, e Gregorio XIII che gli vinciale a Sanleo, ove tenevasi il
successe, nel 1574 destinò in visi- parlamento Feretrano. Vanta mol-
tatore apostòlico Girolamo Ragaz- ti uomini illustri e famiglie non
zoni vescovo di Famagosla, che mano chiare di sangue, che per
trovò la cattedrale senza ufficiatura, virtù commendate: tali sono prin-
la città senza residenza del vescovo, cipalmente Mastini, i Magi, i Va-
i

il palazzo suo rovinato, la canonica lentini, i Zuchi- Travaglia, gli Oli-


minacciante rovina. In quell'anno vieri. Pennabilli oltre diversi di san-
divenuto duca Francesco Maria II, ta vita, conta quattro beati, fra i

ereditò la massima del padre circa quali Matteo da Bascio riformatore


la rigorosa custodia della città di de'cappuccini. Nella città vi è la cat-
oanleo, e la premura di non avere tedrale, l'episcopio alquanto da essa
alcun corpo ecclesiastico in essa. distante, il seminario, le pubbliche
Solo due anni dopo la mtìrte di scuole,un convento di religiosi, un
Gregorio XIII e nel 087 fu pub- monastero di monache, l'ospedale e
nlicata la bolla Acquimi repiitaniuSy il monte di pietà. Tra le sue chie-
o tal. junii 1572. Dicesi in essa se parrocchiali nomineremo quel-
che s. Pio V avea di proprio moto la di s. Cristoforo, già degli ago-
trasferito la chiesa Feretrana da stiniani , ove si venera la prodi»
Sanleo alla Penna nel 1570 a' io giosa immagine di Maria delle Gra*
loglio, che per la morte non spedì zie che nel 1707 coronò il capitolo
le lettere apostoliche, laonde il Ma- vaticano: il di lei altare, splendido
rini dichiara molte incertezze su monumento di religiosa pietà de'mag-
questa traslazione e unione perpe- giori, fu nel 1222 cousagrato da
tua di Sanleo a Pennabilli, con or- Papa Onorio III. Abbiamo dal pen-
dine al vescovo di portare la sua nese p. Matteo Magnani dell'ora-
residenza alla Penna pel maggior torio la dissertazione : De lacryniis
culto di Dio, ed accrescimento dei s. Mariae Novissimae de Gratiis
ministri ecclesiastici. Il vescovo inu- Pìnnaebilloruni, Bononiae i653.
tilmente ricorse a Roma
ad Ur- e La congregazione dell'oratorio di

])ino, e dovendo abbandonare la s. Filippo fu fondata in Pennabil-


residenza della Valle più vicina a li dal Francesco Taffoni penne-
p.
Sanleo, ottenne di restarvi, ma sta- se di santa vita. É pure sede d'un

bilì i canonici all' uffiziatura della governatore, ed al suo governo so-


nuova cattedrale , e alla residenza no soggette le comuni di Carpei^na, %
di Pennabilli ,
pel servigio della di Monte Copiolo e di Scavolino,
chiesa gran parte a sue spese
in coll'appodiato Monte Boaggine. Ne
dalle fondamenta fabbricata. dipendono poi direttamente gli ap-
Pennabilli, PinnaeBillorwn, Penna podi a ti Mariano e Soanne. Un in-
deiBilli, ne'bassi tempi parte di Massa dividuo della celebre e antica fa-
Trabaria, città di Montefeltro nel di- miglia Carpegna, chiamato Malate-
Stretto d'Urbino, legazione di Urbino sta, era signore di Penna e ^illi, e
,

MON MON rgg


fu ceppo della numerosa e po-
il salvo Durante di s. Angelo in Va-
tente slir[)e Malatesta, che sino dai do , letterato e di ottimi costumi
bassi tempi estese la sua vasta do- assai benemerito della sua chiesa.
minazione. Penna e Biili erano due Sette anni slette a Penna , e .al-
luoghi diversi, che riuniti nell'anno trettanti alla Valle, in Macerata
ti36i furono detti Pennabilli, indi Feltria, compiendo le sacre funzio-
eretti in città da Gregorio XIII ni nella cattedrale, e la solennità
nella traslazione della sede vesco- del santo titolare in Sanleo : cele-

vile Feretrana di Sanleo, o me- brò sette sinodi, e pubblicò Coni- i

glio più lardi; tutta volta il vescovo menlarì sopra le rwelazioni di s.


s' intitola vescovo di Montefeltro ,
Brigida, che dedicò al re di Po-
episcopus Feretranus.Pio VI col lonia e morì in Macerata Feltria
;

breve Paterna cura, de* i8 dicem- nel 1643. Bernardino Scala di Ser-
bre 1781, Bull. Rom. Contìn. t. VI, ra s. Abbondio, oriundo di Cagli,
p.4^6) "e confermò gli statuti. Il vi fu trasferito da Bisceglia da Ur-
vescovo Sorraani celebrò sinodi dio- bano VIII; dimoro circa un anno
cesani ora in un luogo, ora nell'al- a Penna, indi sino al i652 a Val-
tro , come in s. Agata e in Mace- le, a Macerata Feltria ed a s. Ma-
rata Feltria diversi, e nel \S^Z q rino, stabilendosi quindi a Penna
i574 anche nell'abbazia della Val- ove celebrò il sinodo, ristorò la cat-
le; alla Penna nel i58i e nel tedrale, e vi pose il corpo di s.

1590, in s. Marino tre, ne* quali Abbondanzio martire; fece l'organo


k stabilì savissime leggi
del clero e popolo.
per
Istituì
la

il
riforma
semi-
a Sanleo, e compose le lezioni pro-
prie di s. Leone, venendo pel pri-
nario a Pennabilli, contribuendovi il mo nel 1667 sepolto nella catte-
clero diocesano e i vescovi succes- drale di Pennabilli. Gli successe
sivi, e coU'unione di benefizi sem- Antonio Possenti nobile fabrianese,
plici. Concorse largamente alla fab- eccellente dottore ; celebrò il sino-
brica del convento e chiesa de' mi- do, restaurò il palazzo della Valle,
nori osservanti di Monte Maggio e compianto morì nel 167 1. Gia-
o Maio, ove poi volle essere sepol- como III Buoni da Tedaldo avvo-
to. Dopo avere ristaurata la catte- cato concistoriale di gran riputazio-
drale di Sanleo la consagrò nel ne, Clemente X lo nominò nel 1672;
jSGg, e morì nel i6or. abbellì la cattedrale di Sanleo, e la
Pietro II Cartolari d'Urbino, Cle- risarcì in ogni parte , collocando
mente Vili lo fece vescovo nel 160 i, sull'alto del presbiterio le immagi-
prelato veramente apostolico, che ni di s. Leone e di s. Marino, e vi
ampliò la cattedrale di Pennabilli, rese stabile il trono vescovile; vi
vi fabbricò dalle fondamenta la sa- risarcì il palazzo apostolico, già du-
grestia e la cappella^ del ss. Sa- cale, che prese con tenue censo in
gramenlo; provvide la chiesa d'or- investitura, laonde cominciò a chia-
gano, v' istituì il maestro di ceri- marsi vescovile, e vi stabilì col suo
monie, radunò più sinodi due in , tribunale la residenza, erigendo nel-
Penna, ristabilì la disciplina eccle- la cattedrale Sanleese sei nuovi
siastica, visitò ed in Ro-
la diocesi, canonicati per l'uflìziatura. Restaurò
na fu prelato di consulta. Per sua pure la chiesa abbaziale di s. Ana-
Biorte nel 1607 gli successe Con- stasio, e più decentemente collocò
7

100 MON MON


il corpo di s. Alberico, le cui no- Benedetto XIII nelr724 nomi-
tizie riporta il Nardi, nel 1678 nò a succederlo Ir. Flaminio Dondi
trasluto a Sutri e Nepi. Bernardi- parmigiano de' minori osservanti,
,

no II Belluzzi, di aulica famìglia vescovo d'Abdera, e suffragaoeo in


nobile di s. Marino e di Pesaro, Sabina. Si stabilì a Penna e fu ,

di maturo senno, profondo sapere, applaudito per aver ricusalo pren-


e di costumi illibali. Risarcì la cat- der l'investitura del palazzo apo-
tedrale Pennese, e vi stabilì la pre- stolico di Sanleo, come i predeces-
benda del penitenziere; dimorò qua- sori. Ricorsero i sanleesi a Bene-
si sempre a Penna, e fu pure a detto XIII per la reintegrazione del-
Sanleo, alla Valle, a Macerala Fel- le loro prerogative sulla sede ve-
tria ed a s. Marino. Nel i68a ot- scovile; ed il Pontefice fece tutto
tenne da Innocenzo XI il proprio esaminare dal suo uditore monsi-
parroco a Sanleo, dismembrando gnor Piloni, sentile le informazioni
dalia prevostura Ferelrana la pie- dell'arcivescovo d'Urbino. Quindi
vania di Sanleo, una parte fu as- con gran giubilo de' sanleesi e di
segnata al prevosto con cura d'a- diversi luoghi della diocesi, il Papa
nime, l'altra all'arciprete parroco col moto- proprio Nuper nobis, dei
della città e della parrocchia subur- 26 marzo 1729, che riporta il Ma-
bana di s. Lucia: trasferito nel 1702 rini a p. 297, reintegrò l'antica
a Camerino^ il zelantissimo vescovo chiesa di Sanleo delle sue preroga-
a sue spese cinse di muro l'atrio tive, essendo cessate le cause della
della chiesa Sanleese e il cimiterio, traslazione e dell'unione di essa alla
fecendo pure i sedili del coro. Pier- collegiata di Pennabilli. Il vescovo
Valerio Marlorelli patrizio osimano, mostrandone piacere fu segno ai
rinomato avvocato in Roma, gli suc- biasimi e querele de' pennesi, onde
cesse, pieno di erudizione e probità, ritiratosi in Fonte Scarino territo-
che si distinse per molte opere di rio di s. Agata, morì dopo pochi
pietà, zelo e beneficenze. Fece l'or- giorni. Il cardinal Lambertini poi
dinaria residenza in Penna, ed an- Benedetto XIV, siccome conoscitore
che nel palazzo che restaurò di delle vertenze essendo stato segre-
Sanleo, alla Valle, a s. Marino, a tario della congregazione del con-
Macerata Feltiia, a s. Agata, a Car- cilio, scrisse a"" 10 giugno una e({ua
pcgna, e fece la solenne consacrazione commendatizia in favore de'sanleesi
delle due cattedrali Sanleese e Pen- al cardinal Fini pro-uditore, qual
nese che abbellì, e della chiesa dei successore del prelato Pitoni uditor
cappuccini in s. Marino. Si sospettò re, morto due giorni dopo la pub-
che prediligesse Sanleo, onde gli fu blicazione del moto-proprio. Ma fa-
mossa grave lite, e sebbene Bene- cendo le veci del cardinale assente
detto XIII lo assicurasse di tornar monsignor Simoni, a questi ricorse
tranquillo in diocesi, egli nel 1724 il capitolo e pubblico pennese, e fu
rinunziò, venendo dichiarata la cat- data inibizione di mandare ad ese-
tedra Ferelrana vacante: dipoi pub- cuzione il moto-propriOj e rimessa
blicò la bella opera su Loreto e la causa alla congregazione del con-
suo santuario, di cui parlammo a cilio per decidere se dovesse ese-
quell'articolo. Con questo prelato l'U- guirsi. Intanto Benedetto XIII a'
ghelli termina la serie de'vescovi. settembre 1729 léce vescovo fr. Già.
,

MON MON 10
Crisostomo Calvi veneto domenica- piscopatu origo. II. Ada s. Ltonis
i)o già di Zaule e Cefa Ionia , il
,
et Marini revocantiir ad crisini.

quale passò a Venezia per atten- 111. Deducitiir ad haer. usque teni'
dere la decisione della causa. Mor- pora praesìdum series , Venetiis
to BenedettoXIII nel febbraio lySo, 1753. Gio. Battista Marini snnlee-
si continuò la causa sotto Clemen- se, Saggio di ragioni della città di
te XII, a questi ed alla congregazio- s. Leo detta già Monleferelro, con-

ne la raccomandò il Calvi, stiman- trapposto alla dissertazione de Epi-


do buone le ragioni de' pennesi. La scopatu Feretrano, Pesaro 1758. li
congregazione a' r3 gennaio lySi p. Ranghiasci, Bibl. dello stalo pon-
rispose che il molo -proprio non tificio, osserva che i dotti giudica-
dovea eseguirsi e ad onta delle ,
rono avere adequatamente risposto
nuove udienze e contraddittorii con- all'avversario, senza ch'esso o altri

cessi ai sanleesi, il Papa con breve cosa alcuna ripetesse. Terminando


de' 17 novembre approvò la deci- il Marini la serie de' vescovi con il

sione della congregazione. Allora il Bonaiuti, la compirò colle annuali


vescovo si recò a Pennabilli, ma fu Notizie diRoma.
inviluppato in vari litigi, special- 1765 Giovanni Pergolini di Mon-
ì mente colla repubblica di s. Mari- lenuovo di Sinigaglia. 1777 Giu-
no. Visitò la diocesi, celebrò il si- seppe Maria Terzi di Cesena. i8o4
nodo, ampliò l'episcopio della Pen- Antonio de' conti Begni di Monte
na, donò i suoi libri al capitolo Cerignone di questa diocesi. Gregorio
esercitò le parti di sollecito pasto- XVI fece successivamente vescovi
re, fece donativi alle chiese, com- monsig. Benedetto Antonio Antonuc-
presa la cattedrale di Sanleo , e di ci diSubiaco nel 1840, che trasferì
malinconia morì in Padova nel 1
747- nel 1842 a Ferentino, poi all'arcive-
Avendogli Benedetto XIV destinalo scovato di Tarso, ed alla nunzia-
vicario apostolico Sebastiano Bona- tura di Torino, lasciando bella me-
iuli dalle Preci spoletino , indi lo moria di se ne'suoi diocesani ; nel
dichiarò vescovo. Dopo tre anni di concistoro de' -22 luglio monsigno-
residenza a Penna passò alla Valle re Salvatore Leziroli d'Imola, che
ed a s. Marino, e colla sua pruden- a' 20 gennaio 1 845 traslocò a Ri-
za provvedimenti sulla chiesa di
e mini, lodato pastore; e nel conci-
Sanleo, ottenne pace e quiete. Di- sloro de'2 aprile vi trasferì da
1

verse erudite e clamorose opere fu- Ripatransone l'odierno vescovo mon-


rono pubblicate per le ragioni di signor Martino Caliendi di Sca-
Sanleo e Pennabilli: eccole. Gio. volino diocesi di Montefeltro, già
Battista Marini, Adversus Pauliun prevosto della cattedrale, prolono-
DaiiìeUni complerusque alios Piri- tario apostolico, vicario capitolare,
nen'ies apologeùciun Feretranutn , procuratore del predecessore mon-
Pisauri 1732. Pietro Antonio Calvi, signor Antonucci, e da lui fatto vi-
Ad pseudo Ferelranum apologeti- cario generale per la pubblica sti-
con Jo. Dapt. Marini Daniella , ma che godeva , indi confeimato
Plnnensiuniqne respon<:a , Venetiis dall'immediato antecessore, avendo
1789. Gio. Battista Contai ini. De per diciott'anni esercitato il geloso
episcopatu Feretrano dissertano in uiìjzio di vicario generale. IN'e ce-
tres tributa partes. I, Feretrani e- lebrò il Irasfuimeulo a questa chi©'
,

aoa M N MON
«a il capitolo fereUano di Penna- "HoUena o Volsinese, in aria buona
l)illi, con l'erntìilo opuscolo sfnai' ed elaslica. Il soggiorno è grade-
pnlo in i845: MtmO'
Urbino nel volissimo per la bella pittorica po-
rie Sitila vita (ìcl Dìo ven. strvo di si/ione, ed uno de' più singolari
p. Francesco Orazio della Pennn^ d'Italia, sia per
sterminata esten-
la
raccolse ed illustrate con noie dal sione delle vedute, sia per la va-
doti. Paolo Mattei Gentili. Queslo riata amenità degli oggetti che si

pio personaggio de* conti Olivieri, presentano all'occhio. Domina ogni


del convento di Pietra Rubhìn, altui'a circostante, e si gode il più
fondato nel iS^G, perciò uno dei vasto, ridente e vario orizzonte del
primi dell'ordine de' cappuccini mondo. All'est Sabina e l'Apen-
la

morì in odore di santità nel \'j/\.^y nino, al nord l'Umbria, all'ovest


prefetto delle missioni nel Thibet. la giogaia della Toscana, e più
La cattedrale, buon edifizio, è de- dappresso il memorato lago, che
dicala a Dio, sotto l'invocazione di nella vastità del suo cratere, simile
8. Leone, con ballislerio e cura par- a un golfo di mare, innalza di mez-
roccbiale, eli' è l'unica in Penna- zo a'suoi flutti azzurri, quasi per
billi, amministrata da un canonico. incanto, dtje isole, la Bisentina e la
11 capitolo Ferelrano si compone Mariana. Al sud finalmente si apre
<li Ire dignità, esf^endo la prima allosguardo una spaziosa pianura
quella del prevosto; di quattordici che confina al mare Tirreno, e vi-
canonici, comprese le prebende del cino al lido sopra bel colle la cit-
penitenziere e del teologo; di cin* tà di Corneto. Nella pianura stes-
que mansionari, e di altri preti e sa più da vicino si presenta To-
chierici addetti all' ufllziatura. Pio scanella; a destra i monti di Ca-
VI, col breve Quanta cuni utili- nino, poco lungi Gravisca e Vulcia,
tate^ de' -28 giugno 1791, Bull. a sinistra le giogaie della Tolfa,
Roni. Cont. l. IX, p. 39, conces- all'est Vetralla, Viterbo e le case
se ai canonici l'uso della raozzetta delle ridenti ville, e più vicino il

violacea di seta e del rocchetto. villaggio Giovanni in Selva


di s.

|-.a diocesi si estende per un terri- dei Doria, che il Farnese die a gra-
torio cinquanta miglia.
di circa ta stanza del cantor de' fasti di sua
Ogni nuovo vescovo è tassato nei famiglia l' incomparabile
,
Atmibal
libri della camera apostolica in fio- Caro. Il prezioso vino moscadello
rini 2o5, ascendendo la rendita a chiamato Est, di tanta rinomanza,
più di mille scudi. abbonda nel suo ubertoso territo-
MONTE FIASCONE {Montìs rio. In primavera la valle presen-
Falisci). Città con residenza vesco- ta uno spettacolo, che sembra un
vile dello stalo pontificio nel Pa- ampio giardino messo quasi a mo^
trimonio di s. Pietro, o delegazio- saico, e ricco d'ogni cosa che più
ne Viterbo, sede di governo con
di bella e più varia può offrire natu-
governatore, da cui dipendono le ra ed arte. Il complesso di tanti
comuni di iJolsenn, Capo di Mon- pregi meglio decano
li descrisse il

te e di Marta. Trovasi deliziosa- della cattedrale Girolamo de Ange-


mente situata sopra altissimo mon- lis falisco, nell'eruditissimo Com-
te, circondata da fertile territorio, mentario storico critico su le ori-
e si «pecchia nel vicino lago di gini e le vicende della città e chiesa
,

MON MON 2o3


cattedrak Monlefìascone ^ ce,
di gresso alla chiesa, con solidità atta
Motilefiascone del seminario 1841. a reggere grande cupola che ne
la

Abbiamo pure di Francesco Maria copre piano inferiore si


l'area.
Il

Pieri: La situazione Trasciminia distingue egualmente per solidità e


degli amichi falisci, e della loro imponente magnificenza. Presenta lo
metropoli Falerio dimostrata con- spazio d' un altro tempio vasto al
tro V erroneo sentimento di alcuni pari del superiore, gaio e svariato,
scrittori, Montefiascone 1788 per e sarebbe anche comodo a celebrar-
Antonio Paris. Con questa opera vi nell'inverno le sacre funzioni.
s'illustra la storia di Montefiascone, Essendo l'architetto passato altrove,
di Veio, e di tutta l'adiacente re- l'edifizio restò sospeso per qualche
gione. Sull'origine, e di quanto ri- tempo. Incoraggiti i falisci dai ve-
guarda i opere citam-
falisci, altre scovi, e particolarmente dal cardi-
mo agli articoli Civita Castellana e nal Guido Ascanio Sforza, poterono
Gallese (Fedi). Del libro di de An- quindi alzarlo sino al primo cor-
gelis ne fecero l'elogio e ne dieio- nicione o tandnno della cupola ;
no un sunto il voi. XIV degli An- in appresso si fabbricò la gran cap-
nali delle scienze religiose a p. 294, pella del coro sotto gli auspicii del
e Y Album, num. 25 del 1842, ri- cardinale, come rilevasi dai suoi
producendo il disegno della nuova stemmi. Bestala l'opera interrotta
fycciata della cattedrale, cioè quello per lungo spazio, tranne qualche
del lodato Commentario 3 il quale aumento pel zelo de' vescovi e pie-
ci die pure il disegno del tempio di tà de' cittadini, i quali annoiati dal-
s. Flaviano presso Montefiascone, la la spesa e lunghezza del lavoro,
prospettiva della città, ed una lapide sostituirono un tetto alla cupola di-
curiosa, che si trova in questa se- segnata da Sanmicheli , e solo sul
conda chiesa, riguardante il vino principiar del secolo XVII si apri
Est, colla figura e gli stemmi di al cullo pubblico. 11 vescovo Cec-
chi vi fu sepolto, oltre molte iscri- cbinelli oltre aver dato fine all'e-
zioni lapidarie esistenti in Monte- difizio,ed eretta la cappella pel co-
fiascone. ro d'inverno de' canonici, quale cam-
La magnifica cattedrale sacra a biò poi di forma per l'odierna fac-
Dio sotto l'invocazione di s. Mar- ciata ,
pel primo pose mano alla
gherita vergine e martire d'Antio- facciata, ove fu eretto il suo stem-
chia, ebbe origine sul principiar del ma, ma la morte nel 1666 impedì
«ecolo XVI, probabilmente nel ve- il proseguimento. La notte de' 4
scovato del Farnese poi Paolo III, aprile 1670 fuoco al-
appresosi il

e nei pontificati di Giulio li e Leo- l'orchestra per alcune brace lascia-


ne X, con architettura del celebre tevi da chi aveva aggiustato l' or-
veronese Sanmicheli, non pare d'al- gano, il letto fu preda delle fiam-
tri, il quale eresse pure in Monte- me : la descrizione dell'incendio, il

fiascone alcuni palazzetti, nella per- de Angelis la riporta a p. i83. Re-


manenza che vi fece. Piantò le fon- starono le sole mura nude e mal-
damenta assai alte sullo scoscendi- concie ; le reliquie de' santi protet-
mento del monte, e condusse la tori fortunatamente poteronsi tras-
fabbrica sino al secondo ripiano portare in sagrestia eretta dal ca-
che a livello della piazza dà Tin- pitolo. A' 29 aprile venne eletto
,

2o4 MON MON


Papa Clemeiile X, essendovi tra gli sacerdote nella stessa chiesa ,
per
elettori il vescovo di Montefiasco- sentimento di edificante riconoscen-
mc. cardinal Faluz/.i, da lui adottato za, avendo nella città appreso l'ec-
])er nipote col cognome di Altieri. clesiastica e civile educazione. Ad
Commosso il Pontefice da tanta elFeltuare questo monumento di gra-
disgrazia, ordinò il restauro e l'e- titudine, il cardinale adottò il bel
rezione della cupola al celebre ai* disegno che al cardinal vescovo Ga-
cliitetto cav. Carlo Fontana, che in zola avea presentato il nipote Paolo

quattro anni trasse a termine il la- Gazola valente architetto parmigia-


voro, allontanandosi alquanto dal no, ed a lui ne commise l'esecu-
|itimo disegno, con qualche licenza zione. Escavati i fondamenti della
non artistica : tuttavolta la cupola nuova facciata e laterali due torri
)>er la sua sontuosità, arditezza ed o campanili con orologi nel settem-
armonia del disegno, incanta T os- bre 1840, il cardinale pieno di
servatole vicino, come chiama l'at- divozione si partì dalla sua legazio-
tenzione del lontano viandante che ne di Bologna, per gettarvi a' 29
lavede torreggiare. Murata la gran detto la prima pietra fondamentale
cupola e lastricata di piondjo , si con solenne rito, alla presenza d'im-
riaprì la chiesa al sacro culto il i6 menso popolo lietissimo per sì re-
dicembre 1674: due lapidi in mar^ ligioso avvenimento a decoro della
ino a perenne gratitudine eressero cattedrale, restando commosso dalla
al Papa ed al cardinale, nel tem- dotta e tenera omelia pronunziata
pio e nel palazzo pubblico, il ca- dal cardinale al termine della sa-
pitolo ed il magistrato. Pel terre- cra funzione, e riportata nel Com-
moto degli II giugno 1695 il ve- mentario^ e dalla benedizione apo-
scovo cardinal Barbarigo, pei danni stolica compartita per facoltà di
cagionati alla vasta mole della cu- Gregorio XVI ; narrando il resto,
pola, dall'architetto Giambattista O- e la presenza delle autorità eccle-
ricono fece costruire i costoloni o siastiche e civili intervenute insie-
l'ascie, che si vedono nel suo volto me al cardinal vescovo de Angelis,
interno, e le sue catene messe dal ed a monsignor d' Andrea preside
Fontana servirono nel 1747 di mo- della provincia, come delle dimo-
tiello, allorché si cerchiò la cupola strazioni festive al benefico cardi-
vaticana, dopo la quale una delle nale de' falisci, il numero 84 del
più belle è cupola di questo tem-
la Diario di Roma. Dal numero 86
pio di forma ottangolare. Intanto poi 1843 si riporta il felice
del
essendo l'antica facciata incompleta compimento della magnifica faccia-
e quasi deforme, e le campane po- ta e del doppio campanile del duo-
ste in rozzo castello a posticcio qua- mo, per l'animo grande del cardi-
si a livello del cornicione della por- nal Macchi, il quale perciò a' 29
la, riparò a tutto e al desiderio settembre incominciò in essa un
uui versale con splendida munificen- di voto triduo in ringraziamento a
za a sue spese il cardinal Vincen- Dio e alla titolare s. Margherita
zo Macchi (ora decano del sacro aprendo le sacre funzioni con elo-
collegio) di Capo di Monte di cui quente e commovente omelia. Ad
è protettore, patrizio falisco, già a- esse furono presenti i magistrati ec-
lunuo del seminario, ed ordmato clesiastici e civili, iu un al vescovo
^

MON MON 2o5


monsignor Malici, ed a monsignor dorali , dono del tcscoto cardinal
Orlandini delegato di Viterbo, nul- Banditi, essendo fornito il tempio
]a rÌ!»parmiando il capitolo e il ma- di ricchi e pregevolissimi sacri ar-
gistratomunicipale in lutto quello Vi si venerano molte reliquie,
redi.
che poteva contribuire a festeggiar e principalmente quelle della prin-
la pubblica riconoscenza verso il cipale patrona s. Margherita, tolte
benemerito cardinale concittadino, al già vicino cenobio cistercituse di

e Ira le altre cose giulive ebbe s. Pietro, per unirle a quelle di s.

luogo bellissima illuminazione della Felicita che riposavano in Rovigiia-


nuova facciala e sue due alle torri no vicino ad ora diruto castello,
campanarie, con fuochi d'artifizio quindi trasportale in cattedrale. Ab-
sulla piazza stessa del duomo, che biamo da Ferdinando Ughelli ///- :

(
rappresentavano in iscorcio la fac- storia come fosse trasportato il cor-

l ciala medesima ; ed aflìnchè più po di s. Margherita vergine e mar-


durevole ne rimanga la memoria tire d' Antiochia^ nella città di Mon-
pubblicarono l'opuscolo dedicato al tefiascone , descritta neW Italia sacra
cardinal vescovo menzionato: Ome- con la serie de^ vescovi ^ Ronciglione
lia delta dalf eminentìssimo signor 1688. Sulle lodi della santa è a
cardinale Vincenzo Macchi nella vedersi il citalo opuscolo, Omelia ec.
chiesa cattedrale di Montefiascone La chiesa di s. Flaviano marti-
il dì 2g settembre i843, in acca- re, stalo prefello di Roma sotto
sione del solenne Te Deiun per iì Costantino, principal patrono de'fa-
I
compimento della nuova facciata ,
lisci, sorge probabilmente nel luogo
con appendice delle iscrizioni lapi- ove morì oppresso dal dolore e
dariCf e varie poesie ch'ebbero luo- dalle cicatrici il 22 dicembre 36 r,

go in quel fausto avvenimento ^Mon- presso Montefiascone, ove alcuni ri-

lefiascone, tipografìa del seminario, tennero fossero le terme Taurine,


presso Saviui e Sartini. Inoltre il che altri posero nelle vicinanze di
collegio de' canonici eresse al gene- Tolfa, di Civitavecchia e di Acqua-
roso benefattore cardinal Macchi pendente. In essa fu istituito un
un monumento marmoreo, qua-
nel collegio di canonici con priore, e
le è pur lodalo il suo degno ni- da tempo immemorabile vi si ce-
pote conte Oreste, qual curatore vi- lebra annualmente festa popolare
gilantissimo dell'opera. Lateralmen- con pubblica fiera. Incerta è i'oii-
te alla porta del duomo nella fac- gine di questo tempio descritto per
ciata esterna si vedono le statue la sua importanza dal d'Agincourl;

de' protettori di Montefiascone, s. ma risale al di là del IX secolo,


Margherita e s. Flaviano, sovrastan- già esistendo a' tempi di s. Leone
do la porla l'arme in pietra del IV, come rilevasi dalla lettera scrit-
cardinal Macchi. Quanto ai dipinti ta neir 853 al vescovo Tuscaniens,
della cattedrale, primeggia il quadro e prima di quello assegnato da
lodatissimo rappresentante il Tran- quel sommo scrittore, confondendo
sito di s. Giuseppe, ch'è l'unico in r edificazione con la quasi totale
gi.'indezza e capolavoro uscito dalla riedificazione delio32, tutto ti ai-
scuola di Sassofèrrato: è altresì mi- tando criticamente il de Angelis nel
rabile l'altare maggiore composto Commentario a p. i33 e seg. e ,

di Miri e preziosi marmf con bronzi de' motivi perchè andò il tenipio
io6 MON MON
toggelto pei restauri a syoriate for- le cappelle, barbaramente furono
me e modanature dei tempi di coperti di calce dall' imbiancatore.
ineEzo. A questo singolare edifizio A pie di detto aliare si vede logo-
è contiguo uu casamento, quale vuoi- ro dal tempo il celebre monumen-
si servilo, secondo gli antichi tem- to di piperino, di Giovanni Deuc
pi, ad ospizio o Xenodochio per e- conosciuto sotto il nome di Esl^ che
sercilarvi pie pratiche e l'ospitali- per la singolarità del suo enigma-
tà, e ne fece pure menzione s. Leo- tico epitaffio in gotico, acquistò una
ne IV in un al borgo che lo cir- fama europea. Il de Angelis cor-
cuiva, devastato nelle tremende fa- regge quelli che chiamarono il Deuc
zioni de' guelfi e ghibellini, e sa- con altri cognomi, e descrivendone
rebbe perito puie l'ospizio senza la la figura, non di vescovo o abbate
mano benefica del vescovo cardinal di Alemagna, piuttosto lo dice un
Aldovrandi, che inoltre ne accrebbe sovranetto di quella regione. Si
le comodità alle stanze attigue dei narra che il Deuc, ghiotto com'era
curati, ed eslese la sua munificenza del vino, ne' suoi viaggi faceva per-
a tutto il tempio, levandovi nuovi correre un assaggiatore di buon gu-
altari, e facendovi diversi abbelli- sto, coll'intendimenlo che dove tro-
menti nella chiesa superiore. Di vasse del buono glielo notasse col
gran lunga però é più stimabile monosillabo Est^ e dove migliore
l' inferior tempio, che rimase nella replicasse Est^ Est. Avvenne che
sua antica originalità, e veramente giunto in Montefiascone quel pre-
sorprende, sotto la cui ara massi- gustatore trovò buonissimo il vino
ma riposa il corpo di s. Flaviano. moscadello, e ne fece avvertito il
Nella fronte esterna avvi il loggio- suo padrone coW Est tre volte ri-
ne donde Urbano IV soleva bene- petuto. Tanto bastò che quel beo-
dire il popolo, tutto di pietra con ne silfattamenle prevenuto ti acan-
varie scoltuie ; i tre archi al di nasse come un imbuto il falisco li-

sotto corrispondono alle tre navate quore, e vi trovasse la morte, pare


del tempio, e ne'loro ornati danno nel I I i3. Fu sepolto nel detto luo-
grandiosa idea dell'interno, ia cui go, ed uu suo domestico scrisse il

volta massiccia che serve di pavi- ridicolo epitaffio, rappresentandolo


mento al superiore, è sorretta da un ciapulone, e vittima de' suoi
doppia fila di pilastri e colonne, stravizzi. Tuttavolta cara ed eter-
e pel complesso dell'efFetlo e delle na vivrà la memoria del tedesco
superbe scolture, muove l' osserva- Deuc presso i falisci, per aver le-

tore a venerazione. Esso contiene gato al comune il ricco suo equi-


diversi preziosi monumenti, come paggio, che dicesi incirca di tredici
la gran conca lapidea a otto faccie mila scudi, d' applicarsi a pie ed
che serviva ad amministrare il bat- utili istituzioni. Una tradizione por-
tesimo, giusta l'antico lito, per im- terebbe cosa indegna, il peso cioè
mersione ; il ciborio incavato nel- imposto nel lascilo, forse dai suoi
l'ultimo pilone vicino al maggior stessi domestici stabilito con super-
altare, ove conservavasi l'Eucaristia, stizione gentilesca, di versare ogni
e si deplora che le colonne e i va- anno un barile di moscadello sulla
ri dipinti a fresco che ornavano tomba di h''], lo che vuoisi esegui-
quasi tutte le pareti, ed in ispecie lo sino al vescovo cardinal Barba-
M OW MON 207
rigo, che lo rivolse a fonie un pre- zione nel i 287. La chiesa di Mon-
sente a* suoi seminaristi il giorno tedoro è di eccellente architettura,
della befana. Il p. Bianchini chiu- lungi un ciltà, con
miglio dalla
niò wfanialoìia la lapide, e copsi- convento ora deserto, prima de'car-
gliò nuova epigrafe che dicesse del melilani, poi tle' miiiori osservanti.
bene fallo, e lui pure lo suppose Ad un quarto di miglio si trova
ecclesiastico. Dura tuttora quel be- la chiesa Maria officiata dai
di s.

ne, e riuniti i fondi lasciati dal serviti, con piccolo convento che an-
Deuc al comune, per un atto di ticamente serviva di spedale, a cro-
concordia stipulalo tra il cardinale ce Ialina con cupola di terra colta
ed i comunisti, frullano, oltre il e facciata in pietra. A contallo del-
niantonimento deli' ospedale a sol- la città vi è la chiesa di s. Fran-
lievo de' poveri della ciltà, quattro cesco, servita dai conventuali, e ri-

posti giatuiti ai figli de' ciltadini fabbricala suir antica dal p. Ru-
patrizi per essere educali tia i con- spanlini delle Grolle di Castro, e
vittori del seuìinario medesimo. Ec- nel convento si tennero più capi-
co il tanto famoso e curioso epitaf toliprovinciali. La chiesa di s. Bar-
fio, trasportalo in lellere romane. tolomeo del seminario e collegio,
con lodato disegno di Giovanni
Est Est Est - PRorTER JNimium Battista Oricono, la rifabbricò il

Est Hic Joannes Deuc Dominus vescovo cardinal Barbarigo ivi fu :

IMeus Mortuus Est. sepolto il cardinal Crescini niorto


in Monlefìascone. La chiesa delle
Ti a le altie chiese di Montefia- monache del Divino amore (Fedi),
scone rhe vantano dopo quella di dedicata a s. Pietro , è pregevole
s. Flaviano origine remota, sono pei con vasto monastero ;
dipinti,
diie, quella di s. Maria in Castello, alcuni dipinti sono pure nella chie-
situata pre.vso la rocca ora demoli- sa de' cappuccini, cioè la s. Felicita
la, suir ei ta del monte, e filiale patrona della ciltà, che offre alla
della cattedrale; e quella parrocchia- Madonna della Vittoria titolare del-
le di s. Andrea apostolo posta nel la chiesa stessa i selle suoi figli ;

centro della città accosto al palaz/o il s. Flaviano e s. Francesco, cui


municipale, magi-
con coretto
pel fu soslituito un quadro assai me-
slrato, da essa prendendo nome la diocre ; la deposizione dalla Cro-
piazza : ambedue hanno tre navate ce diGesù nel coro, e la fuga del
con capitelli bizzani di stile gotico. medesimo in Egitto a fresco nel re-
Fu soppressa l' antica chiesa di s. fettorio ; il convento de' cappuccini
Maria JN'uova degli agostiniani, con si aprì nel 1579 per opera del co-
cappelle gentilizie delle primarie fa- nume come Di remotissima altri.

miglie, appartenendo la più grande antichità è la subuibana chiesa


alla confraternita di s. Antonio. della Natività di Maria delta della
Kella chiesa non più esistente di Valle, forse consacrata da un Papa,
s: Severo per sei giorni fu esposto presso la grande strada recentemen-
s. Tommaso vescovo à' Heieford te bene restaurata per cura del
(^Vedi); le carni ivi si tumularono, cardinal Macchi, e dichiarata dal
e le ossa si trasportarono a detta cit- governo strada provinciale era an- :

tùj ove se ne fece la solenne trasla- teriormeule un ramo della Cassia


2o8 MON MON
die passava iti mezzo alla dlnifn città tutto lo splendore della corte pon-
di Bisenzo, e coticluceva all' Aure- tificia, quando Papi i recarr)nsi a
lia in maremma. L'antico palazzo visitarla, massime due i ultimi, co-
municipale nel centro dell'abitato, me, poi direoao, e vi alloggiarono,
erettoda due nobili e ricchi signo- ora a diporto, ora a rifugio. Que-
ri dei paese apparteiietili alla tribù sta rocca non è più, e gli avanzi
slellatina, una delle quattro aggiun- del grande edifizio fanno fede della
te alle vecchie tribù di Roma, e munificenza cui fu restaurala ; ed
ne celebrarono la solenne dedica- un torrione che resta, fa ancora
zione con pubblico banchetto a tut- pompa della solidità della fabbrica,
ti gli abitanti, con iscrizione che come qualche arcata del portico
reca molto lustro al municipio : fa conoscere il beli' ordine dorico,
sono rimarchevoli, TaDtica sala con- che con piedistallo sostiene un ioni-
siliare, la quale è sì ampia, che co. La magnifica mole fu demolita
serve ora ad accogliere il popolo a per far sorgere altri utili edifizi,
teatrali rappresentanze, onde assor- cioè la cupola della cattedrale, gli
be gran parte del fabbricato ; e la accessorii dell'episcopio, ed il semi-
campana per chiamare a consiglio nario. Ove fu la piazza d' armi, e
i cittadini, e vuoisi provenire dalla poi un prato, ora vegeta un bel
celebre e antica Ferenlo (Fedi), giardino, per disposizione del ve-
città vescovile poco lungi da Mon- scovo cardinal Aldovrandi. E facile
tefiascone, distrutta nel 1172 dai a persuadersi, che specialmente sot-
viterbesi, tra i quali, i montefìasco- to il genio guerriero di Giulio li,

nesi, i vitorchianesi ed i cellenesi e coir opera di Sangallo, la rocca


fu diviso il suo territorio, al dire di Montefiascone prese l' aspetto e
del Pennazzi. l'attitudine d'una vera fortezza,
La rocca, come luogo forte per perchè cinta di torrioni e baluardi,
le sue mura, e specialmente per la i quali si estendevano a tutta la
sua naturale posizione, vi fu fab- piazza di s. Agostino, ed era mu-
bricata nel 1262 da Urbano IV, nita di cannoni d' ogni calibro, e
indi nel i285 ebbe degli accessorii d' armi d' ogni genere, onde essere
da Martino IV, e finalmente nel in grado di far salda resistenza a
1367 ricevette tale aumento da qualunque ostile aggressione.
Urbano V, onde servire ai Papi di La più pregevole delle nominate
sicura e comoda abitazione. 11 fa- fabbriche edificate coi materiali della
moso Cesare Borgia duca Valenti- rocca, senza dubbio è il benemeri-
no la fece disegnare da Giulia- to e celebrato seminario e colle-
no da Sangallo, indi Giulio II e gio Falisco, eh* ebbe principio per
Leone X con tal disegno la ri- cura del cardinal Paluzzi Altieri,

dussero in forma piti gaia e più che elevò il biaccio che guarda il

forte, con opera di Antonio da San- sud-est, il quale traslato poi a Pia-
gallo, che il Vasari dice anche di- venna, il cardinal Barbarigo ebbe
segnatore, analogamente per resi- la gloria di compierlo magnifica-
stere ai cannoni, posteriore ritrova- mente, ricavando da tal braccio il

mento alla sua erezione : restaura- bel vano della biblioteca, per cui
ta così solidamente, ed abbellita la si può dire che dai fondamenti lo

rocca Falisca, brillò più volte di eresse colla spesa di centotrenta mi-
-

MON IMON -209

la sentii, compresi i fondi pel man- stulffenti la fiaccola deiremulazione.


tenimento dello slabilimejjto. L'esi- Anche il municipio fu illustrato per
n)io porporato, persnaso che la falisci che fiorirono in santità di
scienti (ica morale educazione è
e vita, nelle dignità ecclesiastiche,
il più prezioso patrimonio d'una nelle Scienze, ed in altre prerogati-
diocisi, e mosso dal desiderio di ve. Ci limiteremo a nominare: i due
recare al suo gi'egge cotanto giova- cardinali che divennero Papi nel
mentoj in poco tempo condusse a IX secolo, Marino I e Promano di
tei'mine il diocesano seminario^ u- Gallese , figli di due fratelli dà
nitamente al collegio, e con tanto Montefiascone; il cardinal fr. Lo*
successo, che, e per l'ampiezza del renzo Cozza da s. Lorenzo, terrà
iuogoj e per la salubrità del cielo, della diocesi, il cui nipote France-
non che per le ottime istituzioni sco Maria fu aggregato alla faliscrt

di discipline e di lettere, salì l;)en cittadinanza. Il cardinale Vincenzo


tosto in fama d'uno de' primi gin- Macchi tii Capodimonle, altra ter-
nasi d' Italia. Fu quindi onorato ra della diocesi, aiuioverato tra i

da numerosa frequenza di giovani patrizi falisci ; Alessandro Mazzi


studenti, non solo italiani, ma este- nelli, celebre pe'suoi scritti, preci-
ri eziandio nobili, per cui dall' O- puamente delle bellissime ed eru-
landa, dal Belgio, dalle isole del dite note all' officio della settimana
Mediterraneo e dell' Oceano, mas- santa ;famoso poeta Giambatti-
il

sime d'Irlanda e di Scio, vennero sta Casti, anche maestro di rettori-


in varie epoche agli studi numero- ca nel seminario, che colla fecon'-
si drappelli di giovani alunni, di da sua fantasia da obbietti di ogni
cui -vi è l'ampio catalogo nella gal- sorta, ed più triviali, seppe trarre
i

leria del ginnasio stesso; vi fu il tanti temi da schiccherare sonetti


nipote di Clemente XIV, ed un fl" a cantinaia contro il suo famoso
^\'\o dell' iriglese duca d' Horfolk. creditore di ginli tre, e il de An-
Divenne perciò un alveare di pro- gelis ne pndjblicò tre inediti, nel

r di,

altri
de' quali alcuni diedero
seminari, ed altri crebbero
vita ad
lu-
Commentario, e relativi alla lapide
singolare dell'jB'^^
stro ed alla porpora
alla toga ,
Il lodato e benemerito della
della quale per ultimo furono fre- patria istoria decano de Angelis in-
giati i cardinali Casliglioni d'Ischia^ comincia il suo Commentario con
Turiozzi di Toscanella, e Macchi parlare dell'orìgine di Montefìasco*
di Capodimonle. Questo cardina- ne, al modo che riporteremo, or-
le, in segno di grata reminiscenza, nandolo delle erudite note 3, pi
fu largo d' un fondo al seminario, 79, 4) P- ^'> 5^> P- ^^- La rino-
per educare al sacerdozio un pove- manza di Falerio metropoli de' fa-
ro alunno in sussidio al clero di lisci, colonia venuta di Grecia in
sua patria. Una lunga serie di ri- Italia avanti la fondazione di Ro-
tratti con analoghe iscrizioni, che a ma, e la celebrata equità de' suoi
guisa di galleiia adorna i due ap- abitatori, onde aequi furono detti
partamenti de' professori e maestri, i falisci da Virgilio e da Silio, non
pone soli' occhio la verità dell' es- che la fama delle loro gesta e
posto, e mantiene sempre viva e guerre coi romani, e l' aver essi
accesa ne'generosi cuori de* giovani mandati loro i decemviri per ap-
VCL. XLVI. i4

I
aio MON MON
prenderne il jus feviale^ e iiToIte pice dell* evidenza, che la natio*
nltre leggi nggiunle alle XII tavo- ne etrusca , alia quale appartene*
le, che avevano ricevuto dogli a- ano, secondo l' istoriografo di Ro-
teniesi; donde ne derivò 1' Equiuii ma, i popoli transcimini e ciscimini,
falisciuììy ch« Servio spiegò Equuni fu più antica e più colta e più
justum. Daliequali prerogative gran- nobile d'ogni greca colonia. L'Etru-
demente si accese 1' amore di pa- ria era già madre e maestra delle
tria ne' popoli circostanti a dispu- arti, quando Roma non avea ancor
tarsi la gloria se non d' essere na- vita, e Grecia era nell'infanzia. E-
ti del loro sangue, che misto a truschi erano popoli di qua e di
i

quello de'romani vincitori si tras- là dal Cimino. L'Elruria era Cisci-


fuse in quello de' barbari invaso- minia e Transciminia, né V una fu
ri d' Italia, di possedere almeno <fneno dell' altra celebrata. E ciò
nelle loro terre il luogo dove fu bastar deve ad ognuno, che di ra-
Falerio ed il popolo che V abitava. gione non meno che di amor pa-
Monte Fiascone, Gallese, e Civita trio dotato sia, per acquietarsi su
Castellana (al quale articolo dam- quella vecchia questione, e cercar-
ino \m cenno di Falena argiva e ne la gloria nazionale in altre sor-
di Falena romana edificata dopo genti vive e limpide, anziché nei
il 5i2 di Roma, che divenne sede ruderi di città distrutte, e nelle ce-
\escovile, e perciò si parlò dei suoi neri di estinte generazioni. Impe-
vescovi), per essa entrarono in arrin- rocché Falerio, qualunque fosse la
go, e molti e valenti furono i sosteni- postura di quella metropoli cisci»
tori delle diverse e contrarie opi- minia o transciminia, non é più, né
nioni, recando argomenti infiniti da più sono i falisci. Questo popolo in-
comporne grossi volumi. Ma poiché sieme a tanti altri disparve all'urto
tulli furono cavati da Livio, Plinio, della mina barbarica, che fatto ìm*
Catone e Strabene, e da altri an- peto su tutto l'italiano paese ne
tichi scrittori, che nel raccogliere e cambiò a poco a poco l'aspetto, im-
consegnare alla storia i fatti dei fa- prontandolo di novelle costumanze,
lisci e degli altri popoli confinanti di novelli governi e di novelli
non ebbero alti*a guida che il filo popoli. Di Faleria pagana non ri-
delle popolari tradizioni, chi polria mase pure la nominanza, e se re-
in tanto conflitto di opinioni discor- sta quella de'falisci, venturosamen-
di, e in tanto subuglio di vecchie te ella passò ai soli abitatori di
cose procedere franco a pronunzia- Monte Fiascone, che dopo l' uso
re un giudizio senza tema di dare che se ne tenne per tanti seco-
in fallo ? Siffatla questione fu assai li, ne prescrissero con ragione in
emditamente trattata dall' encomia- perpetuo la proprietà. Parve inol-
to Pieri, e dal Massa coli' erudita tre di unità al nome passasse come
opera De origine et rehns Falisco- in retaggio l* equità, virtù princi-
rum. Non si sarebbe accesa tanta pale e segnalata degli antichi fali-
lite, ne tanto si sarebbe scritto per sci, purificata alla luce cristiana.
disputarsi il vantaggio di essere Inoltre de Angelis dice che al-
il

rampollo degli antichi falisci, se a- tra maniera di conciliare la que-


vessero anche da lungi traveduto, stione si è ponendo 1* ipotesi, che
ciocché or sembra portalo all'a- dopo la caduta di Faleria una par-
MON MON 2it
te de* faMsci ricalcitranti al giogo Etruria e de'popoli che l'abitavano,
romano, emigrando si recasse su lasciò scritto : Mons Coriti in fugìs
questo monte per unirsi agli etru- Cyniinis e regione mons Physcon
schi transcimini non per anco de- et arx Ili. Avverte il de Angelis^
bellati da Roma ; puntello a tal che vi sono quelli che lasciano a
congettura sarebbe il testo di Stra- Montefiascone l' onore di essere il
J)one, riportato dal Massa e dal Mons Faliscornm spesso menziona-
Pieri, in cui si legge, che alcuni to da Livio, mentre altri col Mas-
han creduto non doversi collocare sa lo danno al Soratte non lonta-

Falerio nella Toscana, ma i falisci, no da Faleri. Ovidio narra che l


gente peculiare. falisci, colonia greca argiva, fu con-
Nelle Memorie (storiche de^ dintor- dotta da Aleso fratello naturale di
ni alla città di Nepi, cioè del f^eii Oreste, che spaventato dalla morte
etrusco di Falerii antico ^ e desino- tragica del padre, si recò profugo
ghi e città ad esso soggette, col de- in Italia, e vi fabbricò Faleria, che
signarne la vera posizione, del eh. alcuni posero in Faleri, altri in
p. Giuseppe Ranghiasci agostiniano, Montefiascone, mentre il Massa sos-
si dichiara, che tre difficoltà pre- tiene che Faleria fu ove sono le
sentano lo stabilire ove fu Falerii. rovine di Faleri, e che Gallese fu
La prima è per aver sostenuto il fabbricato da Aleso conduttore de'fa-
Pieri, che Monte Fiascone sia sta- lisci. Tuttavolta il de Angelis dice,
to l'antico Falerii, e che però i fa- che i suoi sono contenti abitare il

lisci esser dovevano trascimini. La monte abitato dai loro antenati, e


seconda è per aver opinato il Massa di riconoscere nel nome stesso di
che Gallese fu capitale de"* falisci, e Montefiascone non meno antica di
cognominata Falisca. La terza è per quella de^ falisci l'origine dai fisconi,
avere il Morelli ritenuto, che Ci- colonia greca, che da Fisca città di
vita Castellana già antico Veio, di- Macedonia, secondo Tolomeo, ven-
venisse poi moderno, cioè
Falerii nero ad abitare e fortificare il
de' primi emigrati da Falerii etru- monte, il quale perciò nomossi
sco, atterriti dalla guerra de' galli Mons Physcon, e nelle antiche
l'anno 867 di Roma. Il p. Ran- scritture Afo«5 Faliscus, eMonsFla-
ghiasci risponde coi seguenti quat- scon. Che Blascone sposo
di Elet-
tro capi. Gap. 3. Monte Fiascone tra figlia d'Atlante edificò Monte-
non fu r antico Falerii. Gap. 4* fiascone, lo scrive il Theuli, Tea-
Gallese non fu la città detta dal tro ist. p. i8j e lo chiama Mons
Massa Falisca, e molto meno Fale- Flasconus. Quanto poi al credersi
rii antico. Cap. 5. Civita Castella- i clscimini e transcimini oriundi dei
na non fu Falerii de'primi emigrati falisci per la chiarezza delle loro
di Falerii antico il 367. Cap. 6. In gesta, osserva il de Angelis che si
che dimostrasi Civita Castellana esse- potrebbero salvare le diverse sen-
re stato il luogo dell'antico Falerii. tenze ed ammettere la comune ori-
Solino scrive che i primitivi felisci gine della gente falisca, quando si
vennero da Fisca o Fiscone di ritenga con Solino, che que^ popoli
Macedonia sotto Falerio, di che si partirono dalla città Fisca con
parlano anche Tolomeo e l'Alberti; Falerio Argivo, e come vuole Ovi-
e Catone ragionando dell' antica dio, sotto la condotta di Aleso, e

I
^

2 12 MON MON
navigando pel Mediterraneo prese- se per alludere alla figura conica
ro liposo nell'isola di Troia non che olfre monte, o più verisiuiil-
il

multo dal lido distante, onde insi- mente ai buoni fiaschi del suo vi-
no ad oggi diccsi Falesce in vece no moscaio Est^ onde anche il mu-
di Falisci, così da Catone e da nicipio alzava a stemma un fiasco-
Antonino nominali come scrive , ne o barletto sopra tre monti. Ri-
l'Alberti; e che in Etruria si fer- sorte le lettere, latinamente si dis-
murono fabbricando i falisci Mon- se Mons FaliscuSj e Falisci i suoi
lefiscone, ora detto Montefiascone, cittadini.
per memoria di Fisca patria loro, S^ ignora quando Montefiascone
ond^ erano partiti; indi non solo ricevesse il beneficio immenso del-
dici'ono il nome al luogo, ma a la fede cristiana, ma può argomen-
gran parte di questa regione di tarsi sino dai primi tempi della
Etruria e , così furono noniinali Chiesa, per la felice posizione del
questi luoghi da loro Falisci e paese sulla via consolare Cassia ,

Falerii: abbracciava il loro territo- detta da Giovenale regina viaruni,


rio dal monte Soratte, e trascor- e precisamente nel punto ove in-
rea al mar Tirreno fra Piombino crociano altre due strade maestre
e il capo d^ Etruria, e contenevasi e provinciali, che a^nostri tempi fu-
in questo tratto Montefiascone, Vi- rono ripristinate per le cure de^'car-'

terbo e Falerio con molti altri dinali Macchi e Guerrieri; una mena
luoghi. CoU'Alberti concorda il Mo- verso il Mediterraneo, pel duca-
naldeschi parlando ne'suoi Conien- to di Castro , Toscanella , Come-
tarli de' dintorni d'Orvieto; ed il to e Civitavecchia; l'altra mena
eh. Castellano, Lo sialo ponllj. p. verso l'Adriatico, per Orvieto,, To-
249, dicendo che 3Iotis Falisconun scana e r Umbria. Imperocché es-
secondo alcuni, e secondo Baudrand sendo tal via consolare la pii^i fre-
cor» altri parecchi Mons Physcon^ quentata da ogni classe, per mette-
derivandolo primi da' popoli fa-
i re capo in tutto l'imperoromano,
lisci, de'quali la si crede metropo- conseguentemente anche dai disce-
li, e gli altri da una migrazione poli di Gesù Cristo, che solevano
de'popoli fìscoui di Macedonia; di- fermarsi ne'luoghi di maggior con-
stingue i falisci in trisciraini o pri- to o pel sito o per la popolazione,
mitivij e eiscimini o posteriori, nar- in poteasi sperare piìi facile l»
cui
rando come Camillo mentre asse- propagazione dell' evangelo ; ed ab-
diava Faleria, l' ottenne per aver biamo già veduto come nel IV se-

generosamente rimandati figli dei i colo vi fioriva il martire s. Fla-


principali cittadini, che un indegno viano, e come si eresse la sua ha*
pedagogo o maestro gli avea con- silica con borgo che fu il nucleo
dotto con tradimento. Conchiude il dell' abitalo primiero. Dopo la sua
de Angelis che nel medio evo il distruzione non curarono i falisci

paese vide corrotto il suo nome di di ristorarlo, doppiogiacché pel


Mons Pkyscofi o Mons Faliscorum vantaggio di piU
godere un' aria
in Mons Falisconius, quindi in Alons salubre, ed una posizione più faci-
FLascoìiius, e finalmente in Mons le alla difesa, avevano incominciata
Flascon che si voltò nel tempo a porre le loro case in luogo più
successivo in Monte Fiascone^ for- elevato stit dorso del monte, laoii-
MON MON 2i3
ile la basilica restò fiiori del nuo- cadde nel dominio e vassallaggio
vo paese, e nel centro di questo di Viterbo, e tra quelli che per
per maggior comodo de'ciltadini si tali figurano comunale
nella sala
tyl)brio() la chiesa di s. Margherita. di tal città, non vi si legge Monte-
Montelìascone soggiacque alle vi- fiascone. Benché Montefìascone sem-
cende provenute dalle barbariche pre fosse costante nella divozione
invasioni, nello scioglimento dell' im- ai Papi, onde meritò essere chia-
poro romano, e probabilmente pas- mato castello di special dominio
sò al dominio temporale della san- della chiesa romana, fu da allri oc-

ta Sede verso il 726 sotto s. Gre- cupato, come narra il Rinaldi al-
gorio li, quando gli si sottopose il l'anno I 198, num. 0.5, e ricupera-
ducato romano. 1 vescovi di Viter- to quindi da Innocenzo III, riguar-
bo vi si rifugiarono quando la cit- dandolo come luogoed ag- forte,

tà era tiranneggiala dai longobar- giunge che l'adornò con un nuovo


di, siccome luogo ospitale e fede- tempio secondo però il Cohellio,
:

lissimo alla i*omana chiesa, onde vi Montefiascone fu restituito dall'im-


tenevano una casa chiamata episco- peratore Enrico VI a Celestino IH,
pium Monlis Falisci, ed in questa immediato predecessore d'Innocen-
appunto passò il vescovo di Viter- zo III. Nel 1207 in occasione che
l>o neir853, e piti tardi ne'tempi Innocenzo HI visitò la provincia
procellosi fu pure ricovero dei pre» del Patrimonio, venne in Montefia-
sidi dellaprovincia del Patrimonio. scone, ed essendosi trattenuto do-
Dallo statuto municipale si appren- dici giorni, vi ricevette il giura-
de quanto in Monteljascone si ve- mento di fedeltà del palatino con-
gliava alla pubblica sicurezza della te Ildebrandino. Ottone IV nel
patria libertà, contro ogni estraneo 12 IO invase la provincia del Pa-
potere, con pena d'esilio ed altra trimonio, marciando sulla Puglia,
infamante. Faleri detta anche Fa- a dispetto d'Innocenzo IH che pur
laris, fu distrutta dagli ungheri, l'avea coronato imperatore; occupò
chiamati da Alberico marchese di Montefìascone, e vi pose la sua re-
Etruria, forse nel pontificato di sidenza ed il quartiere generale, e
Giovanni X. Nel diploma di Otto- ne fece luogo di deposito del bot-
ne I del 962, ove si fa menzione tino, come paese forte per posizio- •

delle città e castella circostanti re- ne. Al dire del citato Cohellio,
stituite ad istanza di Giovanni XII Gregorio IX confermò Montefiasco-
alla Chiesa, a cui l'avea tolte Be- ne nel dominio della Chiesa, e ne
rengario 11, non si fa menzione di munì Varx. 11 cardinal Raniero
Montefìascone, segno che andò esen- Capocci governatore di Viterbo, ri-
te da quella usurpazione. Nel 188 i cuperò ad Innocenzo IV la Tosca-»
i viterbesiruppero Ildebrandino na ecclesiastica e Montefiascone, in-
conte di Bisenzo, luogo sette mi- vase da Federico lì ; ghibellini i

glia lunge da Montefiascone fin , anche nel i252 presero Montefia-


dove lo cacciarono per liberare due scone per assedio, cui non potè
cardinali ed arsero e distrussero
, lungamente resistere.
il borgo di s. Flaviano, sebbene i Urbano IV eletto in Viterbo nel*
falisci niuna parte avessero in quel» l'agosto 1261, considerando la fo-
In fazione. Monlefiascoue però noa dellà degli abitanti di Montefìusco»
ai4 MON MON
ne, lo sua salda naturale postura, titolo di castello speciale della Chìe»
salubre d'aria, pei dintorni ame* sa, come più tardi lo chiamò pu-
iia, e pel commercio comodissima, e re Giovanni XXII. Di altri beneli-
neir intendimento di passarvi l'estate zi l'avrebbe arricchito la munifì-
più agiatamente, il quale si rende- cenza di Urbano IV, se non mori-
va grave per la caldura sì in Vi- va a' a ottobre 1264 in Perugia,
terbo, che in Orvieto dove risiedè Nel 1267 il paese temporaneamen-
quasi tutto il pontificato, fece fab- te cadde in potere de'gliibellini im-
bricare sulla vetta di Monlefiasco- perieli, nemici di parte guelfa ossia
ne a comodo di abitazione un pa« del Papa: ma recatosi nel giugno
lazzo con a guardia una torre. 11 Carlo 1 d'Angiò protettore de'guel*
soggiorno gli riuscì tanto piacevole, fi in Montefiascone, lo liberò dalla
anche per la divozione del popolo loro preponderanza. Il Novaes, ci-
verso la sua sacra persona, che or- landò Tolomeo da Lucca, Hist.
dinò levarsi nella chiesa e antica eccl. lib. 3 3, scrive che Nicolò 111
basilica di s. Flaviano, allora la eresse un palazzo a Moulefinscone;
principale parrocchia, un trono e forse avrà ingrandito quello di Ur-
un altare di faccia a siio proprio bano IV. Nel 1281 Martino IV
uso per pontificarvi^ di cui lece eletto in Viterbo, e coronato in
solenne consagrazione col l'assistenza Orvieto, rivolse quindi le sue cure
di molti cardinali , arcivescovi e a Montefiascone, e ridusse a rocca
vescovi il i4 ottobre 1262. È prò- la torre fabbricatavi da Urbano IV,
habile che vi consagrasse eziandio e la contigua casa a nobile palaz-
la chiesa a''26 aprile, facendosene zo, che pure abitò. Poiché, essendo
da tempo immemorabile la solenne Roma iu preda alle fazioni, Viter-
annua commemorazione. Avendo bo sottoposta all'interdetto per le
saputo Urbano IV che Giacomo violenze avvenute nel conclave, e
de' conti di Bisen20 avea ucciso il Perugia in tumulto, i faziosi ro-
preside della provincia Guiccardo, mani avendo portato le loro scor-
che nel 1261 risiedeva in Monte- rerie sino a Palestriua e Corneto,^
fìascone, fece distruggere il castello impaurirono il Pontefice, che non
di Padroneggiandosi in-
Bisenzo. credendosi sicuro in Orvieto ove
giustamente da dodici anni le iso- avea fermata la sua residenza, a
le Martana e Bisentina da Giaco- fronte che Carlo I d' Angiò re di
mo duca del Vico, le riconquistò Sicilia vegliasse alla sua difesa, si

ambedue alla santa Sede, e V ulti- affrettò a cercare in Montefiascone


ma anche fortificò , chiamandola più sicuro asilo. Fu allóra che
col suo nome Urbana. La partico- Martino IV vieppiù s* impegnò ad
lare predilezione di Urbano IV ampliare e munire quel forte, e vi
per questo paese, faceva sì che vi prolungò la sua dimora sino ai ri-
protraesse la sua dimora sino ad gori dell'invernOj come rilevasi da
autunno avanzato, e vi celebrasse più lettere date in Montefiascone
le solenni funzioni. Da una lettera ne'mesi vernili, e massime dalla fa-
che scrisse a s. Lodovico IX re di mosa bolla promulgata solennemen-
Francia, si conosce quanto egli si le a'i8 novembre nella festa della
compiacesse del soggiorno estivo dedica della basilica di s. Pietro,
di Montefiascone, onorandolo col innanzi la porta della detta chiesa
MODf MON 2l5
di s. Flaviano, contro Pietro TU memoria non existit^ consitei'eruni

re d'Aragona, e Michele Paleologo rum sua curia residere. Con altia


imperatore di quale mi-
Nicea, la bolla Giovanni XXll guiderdonò
nacciava la sentenza di scomunica, i fàlisci, assegnando al capitolo di
se dentro il termine prescritto non s. Flaviano e ni clero di Monle-
desistevano dagli apparecchi di guer- fiascone speciali conservatori per
ra diretti a spogliare il detto Car- tutelare i loro diritti principalmen-
lo I del regno di Sicilia^ di cui te sulla quota canonica dovuta al-
n*era stato investito dai Papa su- le chiese parrocchiali. L'antica for-
premo signore del reame. Ma nel ma di governo in Monlefiascone
1282 avendo i siciliani ne* vesperi si deduce da una lapide ornata
di Pasqua trucidato lutti i france- dalle armi di Giovanni XXII, che
si, ad istanze del re, che perciò fu segna l'epoca della pace generale
anche in Monlefiascone, Martino fatta tra i discordi cittadini il 26
IV lanciò la scomunica contro gli oprile i333, nella festa di S. Fla-
autori di si abbominevole macello, viano sotto tal Papa, e coU'aulo-
l'imperatore, e Pietro HI, il quale torità de* novemviri che in unione
avea occupato la Sicilia. del podestà Tobia forse di Peru-
Fatalmente Clemente V stabilì gia, perchè soleva essere forastiere,
la sua residenza nel i3o5 in Ai^i' reggevano le redini del governo,
gnone (f^ecli), ove restarono altri ed in quella contingenza sanziona-
sei Papi. Poscia spedì un diplo- rono il trattato di pace, sotto pe-
ma, in da Cucci-
cui Bernardo na della confisca di tutti i beni
naco suo delegalo al governo del- e la testa mozza a chiunque osato
la provincia del Patrimonio, con- avesse turbarla con nuove discor-
cesse ai viterbesi la bandiera pontifi- die. Il governo era misto, dacché
cia, per averlo soccorso e liberato il paese riconosceva l'alto dominio
dalle genti di Poncello Orsini, che del Papa, che per essere assente
lo teneva stretto in assedio in arce in Avignone, la somma delle cose
Physconia muniiissima, cioè della era nelle mani del popolo, il qua-
fortezza di Monlefiascone. Si ha dagli le senza mai darsi al baronaggio
statuti antichi, che il luogo ebbe de' feudatari , all' interno regime
sempre le sue mura castellane, i chiamava un podestà e nove citta-
fortini, i merli e tult'altro che co- dini col diritto di far la guerra,
stituisce un paese forte; ed altro la pace, di stabilire alleanze, e pro-
statuto esenta dalla guardia not- mulgar leggi a bene del munici-
turna e diurna le vedove, i pupil- pio, e sancirle colle pene opportu-
li, i maggiori di cinquanta anni, ne estensivamente alla capitale. Ve-
ed anche i medici, gli avvocati ed nuto in Italia il celebre legato car-
i notari collegiali. Giovanni XXH dinal Albornoz, trovò dominii del- i

nel iZio con bolla lodò Monlefia- la Chiesa signoreggiali dai tiranni
scone, chiamandolo peculiare dema- invasori tranne Monlefiascone e
,

nium romanae ecclesiae^ in qtio Monlefulco, come notò il Rinaldi.


reclores paliinionii b, Peiri in Tu' La pontificia abitazione sarebbe
scia, qui per
sedein apostolicam rimasta deserta e dimenticata come
conslitulifuerwit prò tempore a tante altre, se Urbano V nel 1367
longis reUvaclis temporibus, quod venuto in Italia, non l'avesse splendi-
,

ai6 MON MON


tljinente ristorata. Aveudo egli deli- a passare l'estate, impiegando molta
beralo restituire la papale residenza cine per ingrandire e mirabilmente
in Hotna, a*4 S'i'8'^*^ arrivò a Corneto ornare i'cdifizio di Urbano IV , e
(ytdi), indi per Viterbo giunse in renderlo agiato e proprio di lui e
Konia a* i6 ottobre quasi in trion- dell' intera corle ove splendeva il

fo, tripudiandone tutta Italia.. Alla Petrarca. Se ne deliziava a segno


stagione estiva , il Papa lasciando di ritardare ritorno a Roma,
il

l'alma città, con tutta la sua corle prolungando soggiorno sino al-
il

si recò a Montefiascone adescato l'avanzarsi dell'autunno, e per mag-


dall'aria balsamica, non che dal fe- gior comodo collocò gli ollici nella
dele e devoto animo de* falisci die vicina Viterbo, laonde i suoi brevi
l'abitavano. Il Marini, Archiatri t. e bolle emanate dal i368 al 1870
1, p. 85, dice che Papa partì da
il portano la data apud Monteinjla'
lloma agli i i maggio e fu a pran- sconeni. Quali e quanti vantaggi ne
zo a Cesano, il dì seguente a Sutri, riboccasero al paese in quel trienniq
l'altro a Viterbo, poi la sera a Mon- fortunato dalla presenza di Urba-
tefiascone. Ridusse quindi la rocca no y su questo monte,
ognuno po-
capace di dare stanza piacevole e trà argomentarlo, massime se con-
jkicura ai Pontefici ed alla magni- sidera alla splendidezza della corte
fica corte; e non essendovi in tanta che lo circondava, e all'influenza
altezza che acque cisternali, vi fece che il Papa esercitava quasi in tutte
cavare un pozzo di meravigliosa le corti di Europa. Quindi è facile
profondità e struttura, ov'è peren- d' immaginare gli andirivieni dei
ne una viva sorgente d'acqua pura corrieri, delle ambascerie, il con-
e potabile: tuttora esiste nella piaz- corso de' principi, l'alfoUameuto dei,

za di Andrea, chiamasi il pozza


s. popoli vicini e forastieri , e quivi
della comunità, comunicava colla fece alto il convoglio che recava da
rocca, e comunica al presente colla Fossanuova per pontifìcia decisione
fontana del Castagno per mezzo di in Tolosa il corpo di s. Tommaso
spaziosi cuniculi. Forse a tal dispo- d'Aquino, presentato solennemente
sizione di Urbano V dio luogo una dai nunzi ad Urbano V il 12 a-
mossa che fece il duca de Vico colla goslo i368. In quest'anno nell^
sua gente, per impadronirsi del Pa- rocca pubblicò, il memora iidiuìi per.
pa e di Viterbo, su cui pretendeva iìenare il Visconti di Milano, dopo
coiUi-nuare la dominazione : il Ma- aver stretto contro di lui una lega,
nente dice che Urbano V corse pe- poderosa, per cui il Visconti con-
ricolo in quel trambusto , e si ri- chiuse un concordato di pace, all^
fugiò alla rocca di Viterbo , e poi condizione del non intervento, con-
a quella di Montefiascone. Per me- dizione che a' nostri giorni meoQ
glio godere il Papa la bella pitto- tanto rumore come un jitrovatOi
rica posizione del luogo, fece lungo della moderna politica le cose che :

la murare ampio terrazzo


rocca ordinariamente hanno un'impronta
di cui tuttora si vedono avanzi dal di novità, non sono che un impa-
lato occidentale: talmente si com- sto delle cose passale. In dello an-
piacque del delizioso soggiorno Ur- no quivi muri a' 26 luglio il car-,

bano V, che in ogni anno della sua dinal iNicolò Capocci, e il suo cor-
triennale dimora in Italia yi 6Ì recò po i\i Irasièrilo in Roma. In Moii-.
,

MON MON 217


lefiascoiie Urbano V celebrò due Gli successe Gregorio XI che nel
eoncistori : il primo lo tenne ve- 1877 stabilmente fissò la residenza
nerdì delle tempora, a' 11 settem- pontifìcia inRoma, ove nel 1378
bre 368, e creò cardinali Bertraii-
I occupò il suo luogo Urbano VI,
di o Bernard, Cabassole, Bosqiiet, mentre l'insorto antipapa Clemente
Langhan, Dormans, Poissy, Tebal- VII passò in Avignone a sostener-!
descbi, e Bankaco o Banach. Nel vi il lungo e tremendo scisma. Ur-

secondo concistoro de'6 giugno, se- bano VI arricchì di rendite la chie-


condo il de Angelis, o de' 7 giu- sa di Monlefiascone, dilatò il suo
gno 1870 venerdì delle tempora, territorio, costituendogli in feudi pili
secondo Cardella e Novaes, creò castelli limitrofi colle loro terre; in
cardinali Eslain o Stagno che no- progresso di tempo le rendite si

minò governo della provincia, e


al scemarono, e i feudi sparirono af-
Corsini. Già nel 1869 avea dato a fatto. Indi a nobilitarne il magi-
Monlefiascone il titolo di città e , sti-ato, Urbano VI gli accordò l'uso
alla chiesa la cattedra vescovile. della porpora nelle vesti ; e si ha
inoltre Urbano V cpud segno di una proposta fatta in consiglio nel
sua alFezione a Montehascone gli , 1599 per l'innovare le cappe rosse
donò due ricchi pontificali, un gran de' signori priori : ignorasi come poi
tjulice, una croce d'argento e molte ilmagistrato alla porpora preferì il
insigni reliquie che ancora si serr damasco nero, eh' usa tuttora. Nel
bano. Opina il de Angelis, che il i4i6 Giovanni XX III sorpreso in
1-apa non tanto per la sua corte, Roma con poderoso da La-
escici to
quanto a comodo del nuovo vesco- dislao re di Napoli, fuggendone con
vo, che avea in niente di dare al tredici cardinali si ricoverò in Mon-
luogo, fabbricò il bel palazzo (o alme? tefiascone.Dai libri delle riforman-
vio per assegnargli un quartiere di ze del municipio si apprende che
esso) che tuttora innalzasi rimpetto quando i Papi si recavano alla roc-
olla cattedrale, e che ("orse divisava ca, si destinavano quattro cittadini
questa rifìd)bricare, che per l'ordi- del primo ceto a complimentarla
namento da lui dato alle cose ebbe ed assisterlo in tutto l'occorrente;
poi luogo. Pei motivi altrove esposti così soleva offrire pernici ed altro
volle Urbano V ritornare in Fran- selvaggine, con molte ceste di buon
cia, confortando i romani e giusti- moscato, Il comune olfrì mille scu-
ficandosi con breve dato in Monte- di ad Alessandro VI, e preparò im
liascone a' 27 luglio 1370, e per treno di 5oo cavalli per convoglia-
la speranza data di tornar fra lo- re il suo parente d. Alfonso Bor?
ro, li lasciò in pace e floridezza. già, che con numeroso corteggio da
Fra quelli che lo distolsero vi fu Firenze si recava in Roma con la
S.Brigida, che in Monlefiascone gli sposa, oltre averlo trattato alla roc-
predisse la morte se ritornava in ca con refezione splendidissima. Io
Avignone. Partì Urbano V da Mon- questo tempo fiorì il falisco Luca
lefiascone a' 26 agosto 1870 tra le propugnatore della patria libertà
lagrime de' beneficati falisci, e s'im- poiché coti altri cittadini forte si
barcò a Corneto a' 3 settembre, o oppose al vescovo cardinal Farne-
giunto in Avignone vi ^liorì a' ly se, il quale nel i5ozi. volea impa-
dicembre. diOMiisi di Moulefìascone, colla lu-
ii8 AION MON
singa di farlo capo da' luoi stati gli anni in cui si recò a Viterbo li

Fariieiiiaiii, CasUu;in vece di


fa- i notai a Fimiglia PoifTiFicu. Nel
lìsci preferirono la piena domina- i657 Montelìascone soggiacque a
zione della Chiesa. JVel i5o6 Giu- pestilenza desolatrice, non ostante
lio II, passando sui primi di set- la cura che si prese il commissa-
tembre per Monlefiascone , nella rio apostolico Lorenzo Bussi, di tu-
spedizione contro Perugia e Bolo- mulare in s. Fla Viano in sepoltura
gna, fu nella rocca, e ne ordinò i appartala e sigillata il cadavere di
l'istauri ; altrettanto fece il succes- colui che fu la prima vittii<ia del
soreLeone X nell' ottobre 1 5 1 5. contagio, con divieto di aprirle sotto
Anche Clemente VII nel declinar pena della vita, come rilevaci dal-
del iSi'j si recò olla rocca, fug- l'iscrizione lapidaria. Altro flagello
gendo du Roma saccheggiata dal- fu la spaventosa e memorabile scos-
l'esercito di Borbone; giunto in Mon- sa di terremoto, agli1 giugno 1695, 1

tefìascone vi stazionò, e licenziò quasi che atterrò quasi tutta la città di


tutti i fanti che l'aveano accompagna- Bagnoiea, e recò gravissimi danni a
to, riposando sulla provata fedel- Monlefiascone e Celleno. Il cardi-
tà de' falisci. Divenuto Papa Paolo nal Barbarigo ch'era in Roma, volò
111 nel i534, già vescovo cardinal a soccorrere il gregge trovando i ,

Farnese, riguardò con indifferenza falisci rifugiali al prato sotto le mo-


la città, pel nominato motivo, indi nache di s. Pietro: quanto egli fe-
ne smontò cannoni della rocca per
i ce con edificante generosità e ca-
munirne da lui eretto in
il forte rità cristiana, in un alle riparazioni
Perugia; vi rimasero quattro pic- fatte alla cattedrale e seminario, lo
coli cannoni da campagna , che si narra con edificante relazione il de
sparavano nelle grandi feste, ma sul Angelis a p. 186.
principio del secolo corrente, nelle Allorché i repubblicani francesi
politiche vicende il municipio li compirono nel 1798 l'invasione del-
mandò altrove. Tutta volta Paolo III lo stato pontificio manomisero il
frequentò Montellascone più degli giardino dell'episcopio, mutilando
altri Papi, in occasione che vi tran- turpemente le cento statue di mar-
sitava, recandosi alle delizie da lui mo cui l'avea adornato il cardinal
accresciute dell'isola Bisentina, ed Aldovrandi con spessi grotteschi.
a Capodimonte che chiamava per Siffatto scempio lo commisero in
la conformazione la sua penisola, odio del vescovo cardinal Maury,
siccome terra assai piacevole del che avea difeso l'altare e il trono al-
ducato di Castro per l'amenità dei lo scoppio della rivoluzione di Fran-
dintorni, perciò la più diletta a Pao- cia, e siccome erasi ricovrato a Ve-
lo III.Transitando per la città l'im- nezia, malmenarono V episcopio. I

peratore Carlo V, reduce dalla spe- falisci appena il poterono, con scuri
dizione di Tunisi , nella piazza di abbatterono l' albero della libertà
s. Andrea si die il giocondo spet- piantato sulla piazza, rialzando le
tacolo d' una fontana di vino mo- insegne pontificie, altrettanto fa-
scadello. Anche Giulio III venne a cendo quando Murat si proclamò
ricrearsi su questo monte, e si ten- re d'Italia, chiamando sotto di lui
ne apposito civico consulto, sulla gl'italiani, llitornato il cardinal Mau-
maniera di riceverlo e trattarlo; ry alla sede, ruccoaciò alla meglio
,

MON MON 119


ì) guasto giardino; altre riparazio- meridiane giunse alla città ricevuto
ni vi fece poi il vescovo cardinal alla porta dal delegato della pro-
Velzi, ampliandone anco i confini vincia monsignor Orsi, dal gover-
sulla cima del monte; ed altre aa« natore del luogo, e dal magistrato
cera maggiori, specialmente pel re- cìvico, il cui gonfaloniere Filippo
stauro delle statue e dell'episcopio, Pieri Butì rese i consueti atti di
si devono al vescovo cardinal de ossequio, mentre uno stuolo di eletti
Angelis. Transitando nel i8i5 Pio giovani tradusse a mano fino alla
VII per Montefiascone benedisse il cattedrale la pontifìcia carrozza, fra
popolo. Nel febbraio i83i, quando le alFettuose acclamazioni del popo-
una banda di ribelli correva contro lo, e per gli archi addobbati eoa
Roma , mentre altri si tenevano damaschi, cortine ed arazzi. Alla
chiusi nelle murate città , ed altri porta della cattedrale venne inchi-
ondeggiavano tra vari partiti i i , nato dal cardinal de Angelis ve-
faliscianimati dal vescovo cardinal scovo, e dal cardinal Macchi, in un
Gazola, arditamente si pronunzia- al capitolo e clero, ricevendo la be-
rono pel novello Papa Gregorio nedizione col ss. Sagramento dal
XVI, e marciarono
a* i6 marzo cardinal Pianettì vescovo di Viter-
contro i Lorenzo nuovo,
ribelli a s. bo. Quindi il Papa sah al prossi-
con pontificia bandiera benedetta mo episcopio preparato nobilmente
dal vescovo, e ne arrestarono 1* a- dal vescovo per sua residenza e per
Tanzaniento, essendo loro mira pro- quella del corteggio. In una delle
gredire per Civitavecchia ed impa- sale benignamente ammise al bacio
dronirsene. Il fatto si attribuì a prò- del piede la magistratura, il capi-
digio ottenuto da s. Flaviano, il cui tolo, i corpi religiosi , e molte al-
nome avevano invocato i falisci, ed tre persone. Nelle ore pomeridiane
affinchè ne restasse perenne la grata il Papa col cardinal
vescovo e la
memoria, a petizione del municipio corte scese al giardino dell* episco-
Gregorio XVI dichiarò festa di pre- pio, indi al luogo dell'antica rocca,
cetto il 26 marzo, dedicato a cele- ove trovò un elegante padiglione,
brare la consagrazione del suo tem- donde vagheggiò la sorprendente
pio. Per tal turbine di guerra il prospettiva delle amene campagne,
lodato vescovo fece stampare analo- e il sottoposto lago di Marta. Nel-
ghe preghiere. la sera la città fu tutta illuminata,
Ritornando Gregorio XVI nell'an- e sulla piazza della cattedrale il

no 1841 dalla visita del santuario santo Padre fu spettatore del fuo-
dì Loreto, da Orvieto si recò a co d'artifizio, poscia ricevette mon-
Montefiascone sabbato 2 ottobre signor Altieri ora cardinale, che si

festeggiato nel luogo detto la Ca- restituiva alla nunziatura di Vien-


praccia da molti abitanti del con- na. Nella mattina seguente, essen-
tado di Bagnorea, con arco di trion- do domenica, la città fu aumenta-
fo formato di verdura e con so- , ta grandemente dal concorso della
netto (che riporta il Sabatucci a gente de* prossimi paesi. Dopo a-
p. 289) pastorale. Su questo scris- ver celebrato la messa nella cap-
se Accettiamo con gradimento que-
: pella dell'episcopio, Gregorio XVI
ste pastoreccie dimostrazioni. Gre- a piedi sì recò a visitare le sale-
gorio PF. Xf^'L Alle ore 1 1 auti- siane , ove trovò riunite le bene-
120 MON MON
delluie , tulte coiisolantlo con pa- zione e traslazione delle reliquie
terna bontà. Le stiiule e le (inestie di s. Margherita e di s. Felicita
erano messe a festa, e sulla spiag- da lui riconosciute, perchè ivi non
gia di s. Andrea eravi un fonte di senza prodigio si fermò il sacro
vino a pubblico beneficio. Ritorna- convoglio che le conteneva. Vi tra-
to all'episcopio, dulia loggia il Pon- sferì il collegiQ de' canonici di s.

tefice compaitì alla Iripudiante po- FlavianOj formando il clero con


polazione V apostolica benedizione. congrua dotazione lanlo per la

S^erso le ore tre pomeridiane, Gre- mensa vescovile, quanto per la ca-
gorio XVI avendo espresso ai car- pitolare. Essendosi poi aumentata
dinal vescovo il suo riconoscente la dote del capitolo come le pre-
animo per la cospicua magnificen- bende per pie lascile, da dieciotto
za stato da lui trattato,
ond' eia individui, compresi quattro chierici,
se ne congedò alFettuosamente; be- ch'erano prima, al presente aggiun-
nedicendo tutti con espansione, fra ti i soprannumerari ne conta dieci-
i pubblici applausi partì alla volta nove, oltre gl'inservienti di sagre-
d» Viterbo. Tutto e meglio si leg- stia, ed ha pure una cappella di
ge, in un alle iscrizioni poste sulle musici. Per formare la diocesi Ur-
porle della città, della cattedrale e bano V distaccò varie terre dai ve-
dell'episcopio, nel giardino e in di- scovati di Bagnorea, Orvieto, Vi-
versi luoghi, nella Narrazione del terbo, Toscanella e di Castro ; non
ec, del cb. cav. Sabatucci.
y>{<Js^gio, vi comprese Bolsena benché vicina,
Aggiungeremo che furono dispen- forse acciò restasse unita ad Orvie-
sati tre opuscoli, il primo dal lo- to per la chiesa ove accadde il mi-
dato gonfaloniere e deputati al pub- racolo del ss. Corpolare. j>fella bolla
blico ornato con la collezione di poi Urbano V volle rammenlare i

tulte TepigraQ; secondo dalle mo-


il pregi antichi di Montefiascone, la
nache del divino amore, e contenen- fedeltà e costanza de' falisci a lui
te tutte l'epigrafi e composizioni poe- e predecessori, e le tante dimostra-
tiche colle quali celebrarono il fau- zioni di vote ricevute nel suo sog-
sto avvenimento, per cura della vi- giorno. IlGregorio XI
successore
caria rev. madre Rosalia Bonfanti nel iSyG nominò primo vescovo fr,
Buttaoni della Tolfa; il terzo da Pietro d'Anguiscen agostiniano fran-
Serafino, Pozzi, che con un inno cese, per santità e dottrina ripula-»
espresse il gaudio comune. tissimo, chiamato malleum haereti'
La sede vescovile fu eretta im- coruuiy da Urbano VI spedito le-^
mediatamente soggetta alla santa gato alla repubblica di Siena. Gli
Sede, come lo è tuttora, da Urba- successe Nicolò nel i38i, fatto go-
no V, colla bolla Cunt illìus, dei vernatore della provincia del Pa-
ag agosto iSGg, che per intero ri- trimonio, che vuoisi della famiglia
porta rUghelli, Italia sacra t. I, Scarincia; indi lo furono, nel i 898
p. 970, colla serie de'vescovi. Eres- Antonio Porziano alatrino, perito in
se la chiesa parrocchiale di s. Mar- jus canonico, Iraslalo a Sora ; nel
gherita in cattedrale, a preferenza i4o4 Andrea Gio. Guidi di Arda-
di quella di s. Flaviano, pel mag- no sanese, già di Massa, trasferito
gior comodo del vescovo e del po- da Asisi ; nel i4i2 Antonio a-
polo, e in venerazione deli' iuven- nagniuo impiegalo in diversi ullizi
MON MON 2:>r

dalla santa Sede, e trasferito a To- vescovato di Montefiascone ed i

di ; i4^9 Domenico già abba-


nel suoi privilegi. Allora il Vitelleschi

te cislerciense delle Acque Salvie, ricuperò la sede, e nel 1461 gli

e vescovo di Sulri nel i432 Pie- ; successe Angelo Vitelleschi.


tro Antonio abbate premostra lense Nel 1470 morì il vescovo Gilber-
de' ss. Quirico e Giulitta di Rieti, to Tolomei nobile sanese, cugino
sotto il quale a' i3 ottobrer436 di Pio II, e gli successe Alberto To-
Eugenio IV eresse nuovamente in lomei sanese che vivea nel i477-
cattedrale Cometa (alla quale nei Il cardinal Domenico della Rovere,
primi erano
secoli state unite le parente di Sisto IV, che vuoisi
sedi di Gradisca e di Tarquinia aver contribuito colle lendite del-
(Fedi), colle bolle citate a quell'ar- la mensa raccolte nei molti anni
ticolo, e la riunì alla sede Falisca, che durò la sua amministrazione,
chiamandosi il vescovo di Montefìa- alla fàbbrica della nuova cattedrale
scoiie e Cornelo, ed alternando la poi incominciata ; avendo tutti i

residenza nelle due città passando : cardinali le biografie, ai loro arti-


poi dall' una all' altra redo trami- coli si possono vedere le notizie di

te,Eugenio IV facoltizzò vescovi i questo e degli altri cardinali ve-


di benedire chiunque incontrassero, scovi. Alessandro VI nel i49^ <'»"
benché di altre diocesi. Indi nel chiaro vescovo Serafino Panulfati,
1436 slesso Eugenio JV gli sosti- ornato di singoiar dottrina e vii tìi :

tuì Pietro Giovanni deli'Oito, Iras- morì in tale anno, e successe Gio-
lato da Nepi, e nel i438 lo pas- vanni Tolomei sanese, morto nel
sò a Massa Marittima, surrogando- i499- Cardinal Alessandro Farnese
gli Valentino vescovo d'Orte che romano, resse la chiesa sino al
poco dopo rinunziò, laonde nominò i5i9, e divenne Paolo III. Leone
successore Bartolomeo Vitelleschi cor- X fece amministratore, per cessione
netano, nipote del celebre cardina- del precedente, il cardinal Lorenzo
le, che r antipapa Felice V creò Pucci, e nello slesso anno Ranuzio
anlicardinale, perchè spogliato del Farnese di nove anni ; eletto Pa-
vescovato nel 144"^ ^^ Eugenio IV, pa Paolo III l'abilitò a contrar-
ritornato all'obbedienza di Nicolò re matrimonio, sostituendogli il car-
V ne fu reintegrato, e morì pieno dinal Guido Ascaiiio Sforza, che con
di meriti nel i463, al modo detto regresso rinunziò nel i5^S per la

alla sua biografìa, voi. IV, p. 169 sede di Parma, e fu vescovo Ubai-
del Dizionario. Eugenio IV nel dino Bandinelli fiorentino, dotto e
i44i '" sua vece, secondo l'Ughel- perito nelle lingue ; il cardinale
li, avea fatto vescovo Onofrio di riassunse nel i55o il vescovato,
Sessa, il quale die l'isola Bisentina avendo Giulio III impiegato in Pio-
a' minori osservanti, che edificarono ma Ubaldino, che morì nel i55r.
il convento de' ss. Giacomo e Cri- Achille de Grassis bolognese nel
stoforo ; però il Lucenti non lo ri- i55i intervenne al concilio di
conosce, e dice che nel i44^ ^^ Trento, e morì nel i588. Però nel
Vitelleschi fu surrogato Francesco i555 avea succeduto il fratello
lo
de Materi romano, traslato da Bre- Carlo Grassis, governatore di
de
scia, e morì nel i449- Nicolò V varie provi ncie e di Roma s. Pio :

colla bolla PasLoralis couferoiò il V lo creò cardinale, e morì nel


222 MON MON
iSyi; fu benemerito del prosegui- dottrina cristiana. Per rinunzia del
mento della fabbrica del nuovo cardinale, li 22 aprile i63o gli
duomo, benché assente pe*suoi uf- successe Cecchinelli, e parlando del-
fizi. Il cardinal Alessandro Farnese la cattedrale ne dicemmo le bene-
nipote di Paolo III divenne ammi- merenze, che morì nel 1666.
nistratore ; per sua rassegna nel Alessandro VII creò vescovo il
iSya fu commendfìlario
Ferrante celebre cardinal P^/mzz/ Altieri, tras-
Farnese, traslato a Parma nel iSyS. lato a Ravenna nel 1670 : di so-
Indi Francesco Guìnisi parmigiano; pra si parlò come per lui Clemen-
nel iSyS Gregorio XIII nominò te X innalzò la sontuosa cupola,
Vincenzo Fucheri, il quale Papa e quanto altro fece. Nel 1671 Do-
assegnò alla manutenzione della fab- menico de Massimi nobile romano
brica neli582 scudi duecento, con- che governò con sommn lode di
fermati nel 1^99 da Clemente prudenza, compianto nel i685 per
Vili. Nel i58o Girolamo de' con- le sue virtù. Cardinal Marc' Anto-
ti Denti voglio di Gubbio, pio, dot- nio Barbarigo nel 1687, già enco-
to e vigilantissimo pastore. Morto miato, modello de* vescovi ; fondò
nel 1600, Clemente Vili elesse il pure il monastero del divino amo-
cardinal Paolo Emilio Zacchia ,
re, e le Maestre pie (Fedi), che si
e lo consacrò nella basilica latera- propagarono in più luoghi, e fu
nense ; per le sue cure il nuovo largo colla cattedrale di ricche sup-
duomo avanzò sino al cornicione pellettili; il degno successore gli e*
colla spesa di quattordicimila scu- resse un monumento marmoreo
di, e sarebbe divenuto Papa se il sotto il di lui busto, e fu anch' e-
male che lo condusse al sepolcro gli benemerito della propagazione
nel i6o5 non lo avesse impedito. della istituzione tanto utile delle
Laudivio Zacchia fu sur-
Il fratello maestre pie. Questi fu Sebastiano
rogato, che impiegato in gravi af- Pompilio Bonaventura nobile d'Ur-
fluì dai Papi, onde nel 1626 fu bino, traslato nel 1706 da Gubbio
creato cardinale, governò a mezzo da Clemente XI, il quale 1' autoriz-
del nipote Gaspare Cecchinelli ro- zò a benedire in Moutefìascone il
mano suo vicario ; emulo del zelo matrimonio del re cattolico d'In-
e generosità a del fratello, valse ghilterra Giacomo 111 , con Cle-
dar compimento e mettere il tetto mentina Sobieski di Polonia, cele-

invece della cupola alla cattedrale, brato il dì I." settembre 1719, come
colla spesa di undicimila scudi, sen- dalla lapide posta nell'episcopio ; e
za valutare quanto provvide il co- procacciò alla sagrestia della catte-
mune in legname e mattoni, oltre drale il ricco dono d' un compito
il costoso carreggio. Si attribuisce a pontificale con paliotto d'ormesino
lui gran parte della facciala anti- bianco ricamato in oro, in cui si
ca, di cui tentò il compimento il distingue la pianeta intarsiata lar-
successore ; inoltre alle dignità di gamente di preziose perle orientali,
decano e sagrista istituite da Urba- dono accompagnato da due grazio-
no V, egli aggiunse la terza dell'ar- sissime lettere del re e della re-
ci prete con pingue prebenda, e gina , di cui si parlò nel voi.

l'obbligo nelle feste di assistere al XXXV, p. 99 del Dizionario. U


confessionale e all' istruzione della medesimo vescovo fu poi chiamato
MON MON 11%
in Roma a battezzare aolennemeiite ria, e per alloggiarvi degnamente i
ii principe di Galles Carlo primo- prìncipi di transito, e tra due pa-
i

genito, al modo narrato nel citato lazzi edificò il descritto giardino, li

luogo. Col Bonaventura terminando suo cadavere trasportalo Bologna in

r Uglielli la serie de' vescovi di sua patria, fu sepolto nella magni-


Monlefiascone e Cornelo, la com- fica cappella da lui eretta in s.
piremo colle annuali Notizie di Ro* Petronio, ove si vede la sua statua
ma. colle iscrizioni fatte a suo onore.
1734 Cardinal Pompeo Aldo* 1754 Saverio Giustiniani nobile ge-
vratidiy già lodato : a lui inoltre si novese di Scio, già canonico di s.
deve la statua di marmo rappre- Maria Maggiore, e sotto-datario,
sentante s. Margherita, le due co- come dicemmo nella serie di tali
lonne di granito (che diconsi tras- prelati nel voi. XXXIX, p. 25o
portate dalie rovine di Perento, del del Dizionario. 1772 Francesco Ma-
pari che le due collocate nell'andi- ria Banditiy già preposito generale
to del giardino dell'episcopio) che de* teatini di Rimini, crealo cardi-
ne adornano la nicchia, le balaustre nale nel 1775 del titolo di s. Gri-
che chiudono le cappelle, gli altari sogono, e annoverato alle congrega-
dorati, e la nuova orchestra pur zioni de' vescovi e regolari, immu-
dorata. Fu vicino ad esser sublima- nità, riti e indulgenze : anch' egli
to al pontificato, e l'eletto Bene- fece del bene alla città e diocesi ;

detto XIV a sua istanza nel I743, restaurò e ridusse a stato di po-
col breve N
ovaia de coelo descen- litezza e di buon ordine il pubbli-
denleni Jerusaleni^ concesse al capi- co ospedale ; donò un pontificale di
tolo il rocchetto con cappa magna^ lama d'oro alla cattedrale, nobili-
onde il capitolo nelle stanze cano- tando 1' ara massima; trasferito a
nicali pose una iscrizione in mar- Benevento ricolmò di benefizi l'ar-
mo di gratitudine al cardinale. 1- cidiocesi, al modo come si legge
solò il seminario della città median- nelle iscrizioni, riprodotte a p. 7:1
te muro, ricavandone un cortile dal de Angelis. Nel 1776 gli succes-
per solazzo de' giovani, e siccome se il celebre e dottissimo concitta-
privò la città d'una piazza, in com- dino Giuseppe Garainpi nunzio di
penso utilmente cambiò il corso Vienna, creato cardinale nel 1786,
della strada romana, per modo che morto nel 1792 : aprì un orfano-
passasse rasente alla porta del borgo trofio per le povere fanciulle, che
maggiore, la quale più magnifica co- poi si chiuse per difetto di rendite
borgo apri al-
struì, e di faccia a tal sufKcienli ; fu generoso al semina-
tra strada tempio di
dritta
il verso rio di molti hbrij e no promosse
s. Flaviano; e meditava la navigazio- r incremento .
1794 Gio. Sifredo
ne del fiume Marta sino al mare Maury indi cardinale : sotto di lui
di Civitavecchia, come viva sorgen- Pio VI aumentò la mensa capito-
te di ricchezze per Monte Fiascone lare, di cui è l'effigie con r^cri-
e per tutta la provincia, e ne fece zìonc nelle stanze canonicali. Que-
fare da Andrea Chiesa il disegno. sto cardinale da Parigi donò al se-
L'episcopio fu dal cardinal amplia- minario più casse di volumi, in
to ed abbellito, e vi fabhricò vicino gran parte edizioni de' maurini, e
altro palazzo pegli uflizi della cu- alla sagrestia die molle ricche sup-
#4- ^'^^ MON
pellrtllìl. Pio VII esonor?) molfc storia ecclesrnstica, di oloquenrn sa-»

|)rel)t'nde* della cattedrale e della era e di liturgia mentre oixupa- :

diocesi dalie pensioni di cui erano 10 del pubblico bene ampliò il mon-
gravate, ed accrebbe le rendile del te di pietà, procurò l'ornato della
seminario con applicargli i beni città, islituì \r. scuole de' fratelli
de' conventi esistenti in Marta, giù della dottrina cristiana pei fauciid-
degli agostiniani e pnolotti minimi li,onde toglierli dall'ozio e dall' i*
soppressi dai francesi. Quel Papa gnoranza a* 27 , gennaio 1842
fece amministratore fr. Bonaventu- Gregorio XVI lo trasferì a Fermo
ra Gazzola vescovo di Cervia, e che tuttora saviamente governa, e»*
dopo la rinunzia del Maiiry lo sendo protettore di Montefiascone^
promosse al vescovato nel 1820 : di Marta e di Piansano: di quanto
egli dopo il fondatore ben meritò fece questo porporato nella sua cit-
del seminario e collegio • Falisco ,
tà e diocesi Falisca si legge nello
avendone sino dal 1B17, come si splendido elogio riportato nel nu-
legge nel supplemento del Diario mero 16 del Diario di Roma 1842^
di Roma numero 82, fatto rifiorire 11 medesimo Gregorio X\ gli die I

il suo lustro. Ottenne dal Papa il lo stesso giorno in successole monsi*


memoralo aumento di rendite, a gnor Nicola de'conti Matlei di Pergo-'
proprie spese edificò un braccio la^ traslato da Camerino, che fu pian-
nuovo, eh' è riuscito di ornamento to a'23 ottobre 1843, passando a
alla città, e di comodo ospizio ai miglior vita di lui encomi sono
: i

professori Mentre era


del luogo. riportati dai numeri 4? e 5i deh
nmministratorei ottenne una parte le Notizie del giorno il Papa gli :

delle rendite pei restauri della cu- sostituì nel concistoro de' 22 gen-
pola, ed a favore della mensa gli naio 1844 '' odierno vescovo car-
utensili e mobili lasciati dal cardi- dinal Nicola de' conti Clarelli Pa-
nal Maury_, in compenso de'danni racciani di Rieti : numero 28
il

recati nella sua assenza all'episco- delle Notizie del giorno 844 ^^^ 1

pio. Cardinale Giuseppe Maria P'el- scrive le feste fatte pel di lui so-

zif nominato da Gregorio XVI nel lenne ingresso, ed il numero 89


1882, e sua creatura, come lo so- del Diario di Roma pubblica la

no i seguenti porporati : fu zelante notificazione sul restauro ed ornato


pastore, e del seminario vigilante. del seminario e collegio,, e le provvi-
Per sua morte Gregorio XVI di- denze che andava il cardinale a
chiarò a' 19 maggio [837 succes- prendere sulla disciplina del mede-
sore il cardinal Gabriele Ferretti simo, proiboido salutarmente agli
d' Ancona, che a'i5 febbraio i838 alunni e convittori il passare l'au-
trasferì a Fermo (poi dal regnante tunno nelle loro case, ove solo ri-
Pio IX fatto legato d'Ujbino e Pe- torneranno terminalo l' intero corso
saro e segretario di stato), dandogli a degli studi. Il capitolo si compone di
«ucCL'Ssoreil cardinal Filippo de Ange- tie dignità, prima essendo il de-
la

Jis d'Ascoli, il quale efficacemente die- cano, di nove canonici compreso il


de opera a ripristinare l'antica flo- penitenziere ed il teologo, e di do-
ridezza del seminario e collegio ,
dici decano coadiuva-
beneficiali : il

anche nella disciplina e nella ctnu- to da un canonico ha cura della


huione, ed istituendo le cattedre di parrocchia della cattedrale, ov 'è ìX
MON MON 22^

llnife sacro. Vi sono in citlà due vano per insegna T immagine della
altre chiese parrocchiali, i conven- Beata V^ergine, e dall'altra parte la
tuali, i minori osservanti, le mona- cioce dell'ordine, dovendo difende-
che salesiane e benedettine, la scuo- re la religione cattolica contro gli

la pra, 1' orfanotrorfio, le confrater- infedeli. Ne riporta la figura il p.


nite, ec. Le due diocesi di Monte- Bonanni nel Catalogo degli ordini
flascone e Cornelo contengono do- eq. p. 82. Il p. Helyot ritiene es-
dici luoghi. Ogni nuovo vescovo è sere questo unito ai cavalieri del
tassalo ne' libri della camera apo- Truxillo, i quali avevano ricevuto
stolica in fiorini 200 ascendendo , la città di tal nome da Alfonso IX,
le rendile a circa scudi cinque- e derivavano dai cavalieri di Mon-
mila. tegioia ; avendo perduto le loro
MONTE GARGANO. F, Man castella, tolte ai mori, e da essi ri-

FREDONIA. prese, furono incorporati all'ordine


MONTE GIOIA o GAUDIO, or^ di Alcantara [Vedi).
dine equestre. Dopo la conquista di MONTEIL, MONTIL, o MON-
Gerusalemme, il primo re Ialino TELIMART. Città di Francia, di-
Goffredo edificò vicino due città partimento della Drome, sul Rodano,
chiamate Monte Gioia j Mongiosa in fertile pianura. Questa antica
« Monte Gaudio, dall'allegrezza che città fu abitata dai cavares, ed i .

provavano pellegrini mirando da


i romani la chiamarono colonia Acii-
esse i santi luoghi. In progresso vi sio^ indi ricevette il nome di Mon-
si formò un ordine militare per di- lilium Jdhemari dai signori di
fendere luoghi medesimi
i ed i Grignan che la ristorarono, uno
pellegrini, prendendo i cavalieri che de' quali la donò alla Chiesa nel
lo composero il nome della città. pontificato di Gregorio IX, poi nel
L'approvò nel 1180 Alessandro III i44^ restituita a Luigi XI re di
con la regola di s, Basilio, e voti Francia, indi soggiacque alle guer-
di povertà, castità ed obbedienza, re religiose per aver abbracciato la
vestendo essi abito bianco, con stel- pretesa riforma. Nel 1209 vi si
la rossa a cinque raggi, ovvero una tenne un concilio, nel quale Milo-
croce rossa eguale a quella de'tem- ne legato della santa Sede, sottomi-
plari. Invasa nuovamente la Pale- se alla penitenza Raimondo VI
stina dai saraceni, i cavalieri ripa- conte di Tolosa, fautore degli al-

rarono in Europa, fermandosi in bigesi. Labbé XI; Arduino t. VI.


t.

Castiglia e in Valenza, ove furono MONTE LEONE, Vihona. Cit-


largamente premiati dai principi: tà vescovile del regno delle due
il re di Castiglia Alfonso IX, per Sicilie, nella provincia della Cala-
combattere i mori, die a questi va- bria Ulteriore seconda , capoluogo
lorosi il Monlfrac don-
castello di di distretto e di cantone. Trovasi
de presero il nome, ma in Valen- su d'una vetta in vaga e deliziosa
za e in Catalogna ritennero l'anti- situazione, dominala da un castello
co di Montegaudio o Montegioia ; fortificato: rovinata nel terremoto
finalmente nel 1221 S.Ferdinando del 1783, fu poi bene restaurata. È
HI, vedendo scaduto l'ordine, l'uni sede d' un tribunale di commercio,
a quello di Calalrava (Fedi). In e piazza di guerra di quarta clas-
tempo di guerra i cavalieri porla- se. Ha quattro chiese, un collegio
VOL. Xl\I. i5
936 MON MON
reale, e molti filatoi di seta. Dice- Lanlo e molti ruscelletti vi hanno
si fondata da Federico li presso le la sorgente; mentre i monasteri ri-
rovine d' Nìpponium, floridissima chiamano alla mente i primi lem.
città della Magna Grecia, e che fu pi della Chiesa, che numerava una
poscia colonia romana sotto il no- quantità di solitari sparsi sui mon-
me di Vibo'Falenlia. Il Luco di ti. Vi trovano ad ogni passo si-
si

Agalocle occupa una gran parte ti in cui la natura spiega ora


del montuoso territorioj ove anno- l'amenità, ora la grandezza, ora la
se roveri resistono all'urto de'seco- bizzarria, e sempre la varietà. Sulla
li; e fu titolo di ducato della casa sommità del Libano o di Sunnina
Pignaltelli sino dal 1578. Vibona l'immensità dello spazio che si di-
ricevette il lume della fede ne'pri- scopre godere l'amenità e tnae-
fa

mi tempi della Chiesa, e nel V se- slosità d'uno spettacolo, che non è

colo vi fu eretta la sede vescovile dato con poche parole poter de-
sotto la metropoli di Reggio, ed scrivere.Gli abitanti preferirono
ebbe anche vescovi greci. Il primo queste montagne alle ricche pianu-
vescovo che si conosca è Somano, rcj per essere al coperto dalle ves-
che assistette al concilio di Calce- sazioni de* turchi, e vi spiegarono
donia nel 4^*5 Giovanni fu a un'industria agricola che invano
quello di Roma del 499 ^^^^^ ^' cercherebbesi altrove: a forza d'ar-
K>immaco; Rufino del 597 ; Venerio te e di fatica, costrinsero un suo-
del 599; Papinio si recò nel 649 lo sassoso a diventar fertile. 11

al concilio romano di s. Martino Monte Libiino e la provincia è


1 ; Crescenzio fu a quello del 679 {)rincipalmente abitata dalia na-
di s. Agatone ; Stefano fu al se- zione maronita. Le famiglie gre-
condo concilio d» Nicea nel 787. che , siriache ed arabe che a-
Rovinata Vibona da* saraceni nel bitano le falde del Libano, so-
983, la sede vescovile fu unita a no istruite, pacifiche e laboriose.
quella di Milelo (Vedi) nel 1073. Nel Monte Libano le chiese e i

Ughelli, Italia sacra t. X, p. i86. monasteri sono in gran numero,


MONTE LIBANO, Mons Liba- d'ambo i sessi, e di riti orientali.
niis. Catena di montagne della Tur- Vi risiedono patriarchi (\q Maro-
i

chia asiatica nella Siria, della qua- niti ( una volta anche quelli dei
le il Tabor occupa uno de'più emi- Melchid Greci e de' Siri^ ma og-
nenti punti, ed il più mirabile, in- gi nel dominio turco essendo li-
di Libano cotanto celebre ne* li-
il bero il culto, questi dimorano nel-
bri santi antichi e nuovi, famoso le loro città presso i diocesani ) e
pe' suoi cedri , rispettabili avanzi degli Armeni o di Cilicia (Vedi).
della foresta nella quale il re di Ai quali articoli ed agli altri re-
Babilonia fece abbattere gli alberi lativi si dice quanto riguarda il Li-
necessari per la costruzione del bano, il cattolicismo che vi è nu-
tempio di Gerusalemme (Fedi). Il meroso, ed i religiosi e religiose. Si
Libano, ìì cui nome dev'estendersi deve avvertire, che nel Monte Li-
a tutta la catena del Resrouano o bano non vi sono famiglie armene,
Kesraouan, e del paese de'drusi, ed ivi il patriarca governa le lon-
presenta tutto lo spettacolo delle tane città di sua diocesi. Ora si
grandi montagne; il Giordano, il dice che il patriarca armeno ossia
-

MON MON 117


fìr Cillcia, prevalendosi della liber- lo e TArabia. Nella città di Alep-
tà di cullo che concede il gran si- po avea giurisdizione il Guardia-
gnore a tulli i suoi sudditi, pensi no del santo Sepolcro (Vedi), e
trasferirsi in qualche città della nel 1760 vi fu creato un vicario
sua diocesi, dove vi sia niaggioi* apostolico ch'ebbe breve durala, ri-
numero di armeni. A Maroniti di- pristinato però nel 18 17: siccome
cemmo del sinodo tenuto in Mon- poi nasceva spesso questione sul-
te Libano nel lySG, su di che nel l'esercizio di giurisdizione tra il vi-
Bull, de prop.j Append. t. II, p. cario apostolico e detto guardiano,
97, si legge il breve ApostoUcae da Gregoi'io XVI col breve la
servitntis emanato da Benedetto
, supremo episcopatus munere, de' 2 i

XIV a' 16 febbraio 174^, per im- marzo 1841, f^i stabilito, che la
porre silenzio alla controversia in- Siria fosse sottomessa al vicario
sorta. apostolico di Aleppo, e la Palesti-
11 Monte Libano per i latini è na con l'isola di Cipro fosse go-
compreso nella giurisdizione del vi- vernala nello spirituale dal guar-
cariato apostolico di Aleppo , ed diano del santo Sepolcro o Terra-
.Antura è la residenza del vicario santa; e riguardo agli ospizi di que*
apostolico, cioè propriamente nel st^ultima esistenti nella Siria, i re-
Resroano nell'Anti Libano. 11 vica- ligiosi quanto mi-
all'esercizio del
rio apostolico è pei latini, ma è nistero dipendessero dal vicario apo-
ancora delegato apostolico pegli stolico, mentre per ciò che concerne
orientali , che in lantt» numero la disciplina regolai-e fossero sog-
stanziano nella Siria: nel i83o la getti al Però nell'otto-
guardiano.
congregazione propaganda fide di bre 1847 '^ regnante Pio IX ha
gli fabbrico Antura perla casa in ripristinato la residenza in Gerusa-
risiedervi. A monsignor Pietro Lo- lemme del patriarca latino, con
sanna vescovo d'Abido, Gregorio giurisdizione stabilita dalla congre-
XVI die in successore agli 8 mar- gazione di propaganda ^Je. In Alep-
zo r839 l'odierno vicario apostoli- po vi è la casa del vicario aposto-
co d' A leppo pei latini, e delegato lico, circa mille cattolici latini; la
apostolico nel Monte Libano, mon- chiesa parrocchiale, scuola con con-
signor Francesco Villardel de'mino- vento ed ospizio i padri di Terra
ri osservanti, arcivescovo di Filip- santa; chiesa, cappella, collegio e
pi. 11 vicariato apostolico (\\ Alep- prefettura i cappuccini ; la scuola
po o Ber rea ( Fedi) contiene ì d'ambo i sessi de'lazzaristi ; e vi a-
Melchiti {Vedi), Maroniti (Vedi),
i veano chiese ed ospizi i gesuiti ed
gli ai meni di cui parlasi a Cilicia ed i carmelitani.
a Patriarcato armeno ( Vedi), Antio' Si crede che il nome di Libano
chia, Laodicea, Sidone, Tripoli, Da- venga dalla parola ebraica Lehan
masco, Berito, città che tutte hanno o Lahan, che significa bianco j esso
articoli. Berrea o Aleppo si considera esprime la bianchezza delle sommi-
come la capitale della LSiria (Te- tà le piti alte della catena, che so-
di), la quale comprende il vicaria- no quasi di continuo coperte di
to apostolico d' A leppo, tranne la neve. Si distinguono col nome di
Palestina, vicariato già vastissimo Libano od ElGebel le più alte
come contenente anche l'alto Egit- montagne della Siria : è una cale-
aa8 MON MON
na monti che s'innalza lungo la
di di frutta e ben coltivato; il se-

riva de! mare Mediterraneo, da condo è incolto e scosceso ; nel


mezzodì a settentrione. 11 suo prìn- terzo vi si gode di una perfetta
cipio è verso la città di Tripoli e primavera^ ed è fertilissimo; il

terso il Capo Rosso; termine è


il quarto è disabitato per il rigidissi-
al di là di Damasco, unendosi col- mo freddo, che lo mantiene coper-
le altre montagne dell'Arabia de- to di eterne nevi. In mezzo al pe-
serta. Questa estensione da ponen- nultimo piano vi si trovano i fa-

te a levante, trovasi circa sotto il mosi cedri, tanto celebrati dalla


35." grado di latitudine. L'Anti-Li- Scrittura. Di questi ultimi se ne
bano od El-Gebtl el-Claich , co- contano ancora dei principali, ven-
si chiamato a motivo della sua si- ti o ventiquattro. Questi cedri fa-
tuazione opposta a quella del Li- migerati, rispettabili avanzi e mo-
bano, un'altra catena di monti
è numenti veneranda antichità,
della
che s'innalzano presso le rovine di secondo Davidde furono piantali da
Sidone, e vanno ad unirsi con al- Dio stesso. Questi mirabili alberi
tre montagne del paese degli ara- di fronda nera e folta, che copro-

bi, verso la Tracondite, sotto il no co'loro rami orizzontali la cima


34.° grado. Queste montagne occu- del Libano, sono di una sì prodi-
pano un vastissimo spazio, in tre giosa circonferenza che sei persone
Provincie, che chiamavansi in passa- appena possono abbracciarne uno,
to la Siria propria , la Celesiria e e ve ne sono di quelli che l'hanno di
la Fenicia, una parte della
con sei tese. Sono creduti sì antichi e ve-
Palestina. Il Libano perciò e l'An- tusti che la tradizione vuole che
ti-Libano, presi unitamente, hanno rimontino al tempo di Salomone. La
a mezzodì la Palestina, a setten- difficoltà di tagliare il pedale di quel-
trione l'Armenia minore, all'orien- le masse enormi, e l'incorruttibilità
te la Mesopotamia od il Diarbekir loro favoriscono molto cotale tra-
con una parte dell' Arabia deserta, dizione. Quantunque non trovins'i

ed a ponente il mare di Siria. Que- altrove cedri paragonabili a questi,


ste due catene di monti sono sepa- ve ne sono un gran numero di

rate runa dall'altra da una distan- minor grossezza^ ed altri piccolissi-


za quasi eguale da per tutto, e mi di fusto, gli uni frammisti ai

questa distanza forma un paese fer- primi, gli altri ne'dintorni, e divi-
tile, cui davasi anticamente il no- si per così dire a drappelli. La ci-

me di Celisiria, ovvero Siria cava ma de'gran cedri allargasi a forma


o bassa, perchè chiusa dalle due quasi d' un paracqua, in vece che
catene del Libano ed Anti-Libano. quella de' meno considerabili innal-
È il Libano chiamato glorioso da zasi a foggia di piramide come i

Isaia, venendo considerato questo cipressi ; le sono simili


foglie loro

monte come la dimora de* primi a quelle del ginepro, alquanto ri-
abitanti della terra, poiché la po- piegate, e conservano il verde tut-
sterità diCham venne a popolarlo to l'anno ; il frutto, che non è por-
poco dopo il diluvio. L'aspetto di tato che dai grandi cedri, è simile
questo monte presenta quattro pia- a quello de' pini, ma d'un colore
ni di monti ammucchiati gli uni più oscuro, e di una corteccia più
sopra gli alili: il primo è pieno compatta; è disposto a folti maz-
MON MON 229
zelli all' estremità , e rivolgasi al Europa al principio del secolo XVII;
cielo coliepunte all'insti, tramanda dopo un'esistenza indipendente e
un odore gradevole, e la resina che famosa, fu vinto, tradito e tradot-
cola dal tronco ha pure una dolce to in nondimeno
Costantinopoli ;

fragranza.La cima loro proporzio- la sua posterità potè regnare dòpo


nata enormità della grossezza,
all' di lui, e quindi quando si estinse,

maestosamente protendesi verso i lo scettro passo alla famiglia Chal,


cieli, e presenta un' ampia cupola originaria della Mecca; ed Emir
di verdura, una delle meraviglie Beschir ultimamente governava
della natura. Ogni anno i maroni- quelle contrade, ora occupate dai
ti, che sono i principali abitanti turchi, il Monte Liba*
governando
del Libano, nel giorno della Tras- no un pascià. La famiglia di detto
figurazione vanno a celebrare sul- emir anticamente era turca mao-
la montagna la festa de' cedri. Il mettana, poi si fece cattolica. La
patriarca vi ascende coi vescovi, con religione de* drusi è un mistero;
gran numero di monaci e fedeli^ essi adorano il vitello, le donne

e si celebra la messa su altari di sono ammesse al sacerdozio; sono


pietra eretti a pie degli alberi più divisi io saggi ed ignoranti; vene-
colossali. Colla mira di conservare rano Mosè, Gesù e Maometto ; si
i cedri i più antichi, il patriarca dice che credino al giudizio, all'in-
fulminò scomunica a chiunque
la ferno, al paradiso, ma non si fan-
tentasse di svellerne un tralcio od no battezzare non praticano la
e
un ramoscello senza un formale religione cristiana; non hanno tem-
permesso. pli, né feste, ne cerimonie, tutta la
Tre popolazioni diverse, due del- loro fede si riduce nella provviden-
le quaU si ravvicinano per la loro za e misericordia di Dio. Il Terzi
credenza, abitano le colline accessi- nella Siria sacra 3o8, p. 3o3 e
bili e coltivabili del Monte Liba- parlando del Monte Libano e suoi
no. I primi sono i maroniti, che popoli e della nazione drusa e
,

formano un popolo a parte in tut- suoi errori, li crede con altri deri-
to l'oriente, ed amano gli europei vati dai latini della prima crociata,
come fratelli : al loro articolo dissi poi caduti in errore pel contatto
quanto negli ultimi tempi soffriro- co'saraceni ed altri popoli. Il Cuc-
no dai drusi e dai turchi, dopo la cagni nella dissertazione in cui vol-
caduta del dominio egiziano. I dru- le provare che la setta de' liberi
si, che coi metualiti ed i maroniti muratori è un ramo della setta
formano la popolazione principale de'manichei, inserita nel supplimen-
del Libano, furono un tempo cre- to al Giornale ecclesiaslico di Ro-
duti colonia europea lasciata dai ma 1791, dice che i drusi del Mon-
crociati in oriente: parlando dru- i te Libano conservano molti vestigi
si l'arabo, ed essendo idolatri non del manicheismo, e che perciò han-
sembra che discendano da cristia- no affinità coi frammassoni. Egli
ni. Perseguitati dai mussulmani, di però coi più critici dichiara l'esi-
cui non vollero abbracciare il cul- stenza de' drusi anteriore a detta
to , rifugiaronsi nelle inaccessibili crociata, e che un certo Druso I-
solitudini del Libano. L'emir Fa- smaele persiano manicheo fu loro
cardino li rese celebri anche iu legislatore al principio del secolo
23o MON MON
XI, quale apostolo della setta spe- le di dello codice, si legge questa
dito u predicar iti Siria, quiudi i nota: Manuscrit originai pris tn
drusi lo confusero
liakemo cou Syrie par les Iroupcs égypliennes
re egiziano, perchè da Druso Ismae- clans la revolle dts druses en i838.
Je promulgato per un Dio; ne a- Gli altri volumi ancoia provengo-
spettano sempre il ritorno, lo cliia- no dal bottino fatto in quella cir-
luauo il Salomone persiano, e ve- costanza nei drusi dui soldati egi»
nerano qual Dio polente sotto la ziani;e da Clot Bey medico d* 1-
niisteriosa figura del che
vitello braim Pascià, che seco lo condus-
tengono nascosto. Sembra che i se in quella spedizione, furono of-
drusi abbiano scelto tal simbolo per ferti al lodato Pontefice nel i84t>.
relazione all'Egitto, dove uccisi mo- MONTELUNGO o MONTE-
rirono tanto Druso che Hakemo, e LONG Ugo, Cardinali',. Ugo di
dove fu adurato il vitello sotto la Montelungo o Monleiong, nato no-
speciosa denominazione di Api, che bilmente nell'Angiò, decano, canto-
spiegasi appunto per il forlCy il re ed arcidiacono di Nantes, fu nel
Dìo potente. Avendo i drusi accol 1 354 promosso alla cattedra epi-
io generosamente gli europei, che scopale di Tregiijer, e nel 1^59
dopo la balluglia di Navarino te- trasferito a quella di Brieu , colla
mevano la vendetta de' turchi, av- dignità di cancelliere della Breta'
vezzi ora ad una specie di fratel- glia. Gregorio XI a* 2 1 dicembre
lanza cogli ortodossi maroniti, nu- iSyS lo creò cardinale prete de' ss.
merosi, ricchi, amanti l'agricoltura Quattro, e poi vescovo di Sabina.
ed il commercio, prodi e di ma- Segui il Papa nel suo viaggio d'I-
niere civili, faranno col tempo fa- taiia , e quindi abbandonando in
cilmente corpo coi maroniti, e pro- Roma il successore Urbano VI, al-
grediranno del pari nella civilizza- la cui esaltazione erasi mostrato fa-
zione, purché si rispettino i loro vorevole, seguì le parti dell'antipa-
riti religiosi. I metualiti o amadii, pa Clemente VII, nella cui obbe-
che compongono il terzo della po- dienza finì il corso della sua vita
polazione del basso Libano, sono in Avignone, in estrema decrepi tey^-
maomettani della setta di Ali do- za nel 1 384 ^ piì^ tardi.
minante in Persia; essi non man- MONTE MARANO, Mons Mu-
giano ne bevono coi settari di al- ranus. Città vescovile nel regno del-
tro culto, e dopo molte vittorie e le due Sicilie, nella provincia del
rovesci si sostengono nella valle Principato Ulteriore, capoluogo di
plesso le magnifiche rovine di cantone sul Calore. La cattediale,
Eliopoli e dalla parte del Sour ampio edilizio, è dedicata alla Bea-
l'antica Tiro. Gregorio XVI donò ta Vergine Assunta, con tre navate:
alla biblioteca vaticana sei volumi nel sotterraneo vi sono tre cappelle,
riguardanti i drusi, in lingua ara- col corpo di s. Giovanni vescovo.
ba. Cinque di essi, in quarto, con- Il capitolo componevasi delle digni-

tengono le sei parli che formano tà dell'arcidiacono, dell'arciprete,


ì) codice religioso della setta de'dru- di due primiceri, e dell'economo o
si; ed il sesto, in ottavo, alcune poe- sagrisla, con dodici canonici. La cit-
sie sui lom donimi. Nel volume tà non è antichissima, ma fu un tem-

€h« conlieoe Im quinta e sesta par- po florida se ne crede tuttavia fon-


;
1
,,

WON MON 23
datore Calo Mario, onde fu della lo, de'minori osservanti, dottissimo
jMons Marianus, perchè la fece co- teologo, del i552: intervenne con
slruiie sul monte. La sede vescovile onore al concilio di Trento, e nel
fu creila nel secolo XI sotto la me- 1570 passò alla sede arcivescovile
tropoli di Benevento. Ne fu primo di Lanciano. Ne furono successori,
vocovo Giovanni njonaco bene-
s. nel 1570 M. Antonio Alferi bene-
dettino nominato da s. Gregorio
, ventano, arcidiacono della metropo-
VJI ; chiaro per raiiacoii morì il 7 litana ; nel 1596 Silvestro Brocati
17 agosto, e ne riporta gli atti d'Offida , chiaro teologo e filosofo,
in un alla serie de' vescovi l'Ughel- perito nella lingua ebraica, già pre-
li, Italia sacra, t. Vili, p. 33-2. cettoredi Clemente Vili che lo
Gli Giovanni che nel
successero, nominò. Nel i6o3 M. Antonio Ge-
1 179 (u al concilio Lateranense IH novesi napoletano, celebre giurecon-
di Alessandro 111 ; Ruffino traslato sulto, traslato ad Isernia ; nel 161 i

nel ISÌ98 a Castro da Bonifacio fr. Eleuterio Albergoni milanese con-


Vili; Pietro del 1329; Barbato ventuale; nel i636 Francesco An-
che morì sotto Giovanni XXII ; Pie- tonio Porpora napoletano, reputatis-
tro elello dalla maggior parte del simo giureconsulto; nel i64o Ur-
capitolo, cui spedì un privilegio Be- bano Zambotto, non bolognese ma
nedetto XII, e nel i345 Clemente beneventano, abbate generale de* ca-
VI lo trasferì Dragonara. Indi
a nonici regolari del .ss. Salvatore
fr. Ponzio domenica-
Escandevilla lodevolmente governò; nel i658
no ; fi-. Marco Traniscu di Fabria- Giuseppe Battaglia parroco di Ro-
no francescano dei i346; Andrea ma ; nel 1670 fr. Celestino Labo-
del 1 349 ', Nicola di Bisaccia, nel ni patrizio di Rossano e agostinia-
i35o trasferito da Caserta; fr. Gia- no scalzo, dopo aver rinunziato per
como Castella de' minori del i365; virtù la dignità abbaziale, zelantis-
Agostino 1396; Agostino lì
I del simo pastore, riparò la cattedrale
del f4ì3; Marino di Monopoli
fr. ridusse a miglior forma l'episcopio,
francescano del 14^2; Ladislao del donò alia chiesa ricchi arredi, rin-
i463; Agostino de Seni francesca- novò l'altare maggiore e lo decorò
no del 1477 fi'' Simeone de Da-
J di pitture, fece il doppio organo ed
vidici sanese francescano del i484; altre cose, vendendo quanto avea
fr. Antonio Bonito dello stesso or- di prezioso pei poveri. Mori nel
dine del 1487, dottissimo e caro 1720 egli successe Gio. Grisosto-
al re Ferdinando; Giuliano Ysopo mo Vecchi di Rossano ,
priore ge-
che consacrò la cattedrale nel i494 nerale de' basiliani , col quale nel-
e rinunziò con regresso; Pietro Gio- V Italia sacra si termina la serie
\anni de Melis del i5i6, indi fatto de' vescovi , che proseguiremo colle
vescovo di Tiberiade in partibus; annuali Notizie di Roma. 1726 Gio-
Saverio Petrucci del i5i7, che ab- vanni Ghiiardi di Cervinara bene-
dicò nel iSio-, Andrea Aloisi na- ventano. 1746 Innocenzo Sanseve-
poletano, che morendo nel iSaS, rino Nocera de* Pagani. 1753
di
ritornò alla sede Giuliano , che la Giuseppe Antonio Passanti della dio-
rinunziò al nipote Girolamo Ysopo cesi di Brindisi. 1774 Onofrio M.
canonico regolare lateranense; fr. Ginnari della diocesi di Cassano.
Antonio Gaspare Rodriguez spagnuo- Dopo lunga sede vacante, Pio VII
,

23i MON MON


ueJ 1818 soppresse la sede vesco- uni Minervino ) e di Monte Pelo-
vile, e l'unì a quella di Niisco so ; nel f46o
Antonio de Gio-
fr.

(Fedi). vannotlo, vescovo d'Andria e Mon-


MONTE OLI VETO. Abbazia e te Peloso, per la cui industria fu
principale monastero degli Oln'eta- ristorata la cattedrale , e morì nel
ni (Vedi). i463; Roggero de Atella lo suc-
MONTE PELOSO (Montis Pe- cesse nelle due sedi, ed a questi
lusìi). Città vescovile nel regno del- Martino de Sotomajor spagnuolo
Je due Sicilie , nella provincia di di somma estimazione, morto nel
Basilicata, capoluogo di cantone. E 1477 dopo avere cretto diverse cap-
posta sopra un colle, fra le sorgenti pelle nei detto tempio, ed il cam-
del Bradano; è cinta di mura, e nel panile. Sisto IV separò le due chie-
feudale reggimento dipendeva da se ch'erano state alcun tempo uni-
Gravina. La cattedrale è dedicata te,e nel 1480 nominò vescovo di
alla Beata Vergine Assunta ed è , Monte Peloso Donato cui succes- ,

moderno edifizio, con capitolo che sero: Antonio morto nel 1482; Giu-
componevasi di sei dignità, cioè l'ar- lio Cantelmi nobile napoletano, de-

cidiacono, l'arciprele con cura d'a- putato al governo dell'Umbria ; nel


nime , il cantore, il primicero, il 1491 Berardo o Leonardo de Car-
tesoriere, il croccrialo, con dodici nini o Corbara, traslato a Triven-
.canonici; al presente vi sono quat- to ; nel 149S Marco Coppola na-
tro dignità, e venti canonici, com- poletano monaco olivetano, con di-
preso il penitenziere ed il teologo, spensa di cambiare l'abito da bian-
non che de' mansionari ed altri co in nero; nel i528 Agostino Lan-
chierici. L'arciprete, seconda dignità, dolfì canonico regolare, rinunziò nel
ha cura delle anime aiutato da tre i532 ; fu fatto amministratore il

preti; la cattedrale sola ha.il bat- cardinal Domenico de


Cupis (Ve-
tisterio, essendovi in città altre quat- di) che con regresso abdicò nel 1 537.
tro parrocchie. L' episcopio è atti- Gli fu sostituito Bernardino Tem-
guo alla cattedrale, e la diocesi non pestini di Montefalco. Nel i54o
si estende oltre la città. Vi è un col consenso del cardinale, Pietro
monastero di monache , non più i Martini, e nel i5^6 Paolo de Cu-
tre conventi di religiosi; sonovi inol- pis romano canonico della basilica
tre confraternite, monte di pietà Lateranense, trasferito nel i548 a
ed ospedale. Nel secolo XI ebbe Recanati. Ascanio Ferreri di Bisi^
origine la sede vescovile, come av- gnano che abdicò nel i55o ;
gli

verte il Luceuzi, e Calisto li la ri- successe il fratello Vincenzo , che


pristinò nel 1123, dichiarandone rinunziò nel i56i indi fu tras- ,

vescovo Leone abbate benedettino, lato ad Umbriatico. Luigi de Cam-


richiesto dal popolo e dal clero; pania di Rossano, si dimise passati
•lo consacrò e fece la sede imme- due anni, e poi fu vescovo di Mo-
diatamente soggetta alla santa Se- tuia. Nel 1578 Lucio Maianta tras-
de, nella provincia ecclesiastica d'A- ferito da Lavello; nel 1592 Gioia
cereuza. Non
conoscono altri ve-
si Dragomanni fiorentino, traslato nel
scovi sino a Antonello de' mi-
fr. 1596 a Pienza surrogato da Ca- ,

nori, che nel \^5i fu fatto vescovo millo Seriboni. Indi fr. Ippolito
ò!Andria (Vedi) (alla quale Pio VII Massarino lucchese de' serviti, prò-
, ,

MON MON 233


fondo teologo e di felice ingegno nella Chiana, provincia di
Val di
teologo d'Innocenzo IX, dell'uni- Fiienze, decorata pure del tribunale
veisità di Ferrara, e della congre- collegiale di prima istanza, capo-
gazione de divinis auxillis, fatto luogo di comunità, di vicariato re-
vescovo nel 1600.
Francesco Pe- gio, e di circondario nel comparti-
rusci spolelino del i6o5; Tomma- mento di Arezzo. Risiede sulla ci-
so Sanfelice teatino napoletano del ma del monte del suo nome , in
16 15; Onofrio Grjfari procuratore amenissima situazione, facente parte
generale de' cassinesi del 1621 ; fr. della giogaia che divide la Val di
Diego Merino spagnuolo carmeli- Chiana dall'opposta valle dell'Orcia.
tano del 1623, trasferito ad Iser- Vi scaturisce il torrente Tressa del-
nia; nel 1626 fr. Teodorico Peileo- l'Orcia, e per vari rivi il Salarco
ui di Apiro conventuale; nel 1687 ed il Salcheto tributari della Chia-
Gaudio de'conli Castelli di Terni, na. Si specchia da un lato nel
lodato per gran prudenza, e governa- Trasimeno, e ne'minori laghi di
tore di vari luoghi dello stato pontifì- Chiusi e di Montepulciano: gli e-
cio; nel i638 Attilio Orsini roma- levali Apennini ne abbelliscono la
no, encomiato per dottrina e virtù; deliziosa veduta dall'alto. La città
nel i655 Filippo Cesarini nobile è di figura bislunga, circondata di
nolano, traslocato a Nola; nel 1674 mura castellane, con quattro porte
Raffaele Riario di Savona abbate cas- e due posterie: ha una fortezza di-
sinese degnissimo; nel 1684 Fabrizio ruta nella parte superiore, e un'al-
Susana nobile di Sanseverino ; nel tra nella parte inferiore. In questa
1706 Antonio Ayello di Neocastro, eminenza si respira un'aria salubre,
col quale si termina la serie de' ve- spaziando l'occhio sopra una gran-
scovi, neir Italia sacra dell'Ughelli de estensione di paese.
t. I, p. 998, che compiremo colle La cattedrale, fabbrica grandiosa a
annuali Notizie di Roma. 17 17 Do- ti'e navate, con facciata di travertino,
menico Potenza di Cirignola. 1789 fu costruita nel principio del secolo
Cesare Rossi dì Marsico. 1750 Bar- XVII accanto alla vecchia colle-
tolomeo Coccoli d' Arpino. 1761 giata, che fu demolita per ingran-
Francesco Paolo Carelli di Conver- dire la piazza , meno però il suo
sano.1763 Tommaso Agostino de campanile eretto nel secolo XV,
Simone della diocesi di Lecce. Do- collegiata che Sisto IV nel i47*>
po lunga sede vacante nel 1792 avea dichiarata esente dalla giuris-
Francesco Saverio Saggese della dio- dizione del vescovo di Arezzo, e
cesi d'Ariano. 1797 Arcangelo Lu- sotto la protezione della santa Se-
poli della diocesi di Aversa. Pio de, concedendo vari privilegi al suo
VII nel 1818 unì questa sede a pievano con titolo di arciprete mi-
quella di Gravina (P^edi), doven- trato, non che al suo capitolo. Fece
dosi chiamare il vescovo di Gravi- il primo disegno della nuova cat-
na e Monte Peloso. tedrale Bartolomeo Ammannali ,

MONTE DI pietà: DI ROMA. quindi lo Scalzo lo ingrandì, e su


/^. Monti di Pietà. questo ultimo modello piìi assai di-
MONTE PULCIANO (dlontis spendioso per le ampie dimensioni
Politiani). Città con residenza ve- fu innalzata la fabbrica , che restò
scovile del granducato di Tosqana compita nel 1G80, e consagrata ai
234 MON MON
19 giugno 1710. Miiabili sono !c prima chiesa de' domenicani esiste-
statue del celebre Donatello, avan- va sul fine del secolo XI II nelle
zo di un monumento della colle- viciiianze della pieve, dove in se-
giata. La chiesa di s. Biagio, fuori guito fu eretto il convento. La chie-

della città, primeggia per meriti ar- sa di s. Francesco, già di s. Mar-


chitettonici, sublime
opera di An- gherita del sasso, sorse nel 1269
tonio da Sangallo che ne fece il , per le premure d'Angelo Danesi da
disegno sotto Leone X, e fu diret- Montepulciano, quindi de' francesca-
tore della fabbrica. Questo tempio ni conventuali, che nel secolo XVII
tutto di travertino lavorato è un la riedificarono in più ampie e re-
gioiello, vero modello del più puro golari forme, col bel convento an-
gusto architettonico , decoralo con nesso, dedicandola al loro fondatore;
piacevole armonia ha la forma di
: soppressi nel 1809, nel locale fu-
croce greca , con due vaghi cam- rono traslatate dal monastero di s.
panili uniformi in linea alla fac- Chiara le monache francescane o
ciala principale , mentre dal lato Clarisse stabilite in Montepulciano
della tribuna termina in semicirco- prima del 1286. La chiesa del Ge-
lo, ed ha bella cupola. Stupendo è sù, di figura rotonda, elegante e or-
il quadro rappresentante il marti- nata di stucchi, fu innalzala coll'ao-
rio di s. Biagio, del Mannozzi in- : nesso collegio dai gesuiti ,
per un
cominciato r elegante tempio nel ricco patrimonio lasciato a quella
i5i8jCoii sollecitudine fu compito corapagtiia da Alessandro Salimbe-
e consagrato nel iSSy. Nella gran- ni nobile polizianese: nel 1775 Leo-
diosa chiesa di s. Agnese di Mon- poldo I donò la chiesa col grandio-
tepulciano, posta fuori la porta o- so collegio al vescovo, il quale di-
inonima ossia di Gracciano, si ve- poi vi trasferì il parroco di s. Bar-
nera il corpo della santa ancora tolomeo, cui assegnò per canonica
col da essa in occa-
piede alzato parte della fabbrica, mentre la por-
sione che da Siena si
s. Caterina zione maggiore fu ridotta ad uso
chinò a baciarlo, come narra il No- di seminario vescovile, con un liceo
vaes questa prima claustrale del-
: annesso per le pubbliche scuole il :

l'ordine di s. Domenico fu ricono- seminario fu ampliato e migliorato


sciuta per beata da Clemente XI, nel i83i, per le cure e sollecitu-
e solennemente canonizzata da Be- dini del vescovo Niccolai. La chiesa
nedetto XIII nel 1726, nel qual di s. Agostino ,
già abitata dagli
anno Ponzi ne pubblicò la vita,
il agostiniani, fu rifabbricata alla fine
avendolo preceduto i domenicani del secolo XIV, onde prese il nome
Kaimondo da Capua e Girolamo di Chiesa nuova. Quattro secoli do-
Cavallari. La chiesa fu eretta nel po i religiosi la rifabbricarono più
i3o6 sotto r invocazione di s. Ma- grandiosa, venendo essi nel 1809
ria Novella, con annesso monastero soppressi, e poi alla ripristinazione
per le religiose domenicane. Nel de' regolari fu data ai serviti, che
i34i vi subentrarono i domenica- ritornarono in Montepulciano, dopo
ni , alla soppressione de' quali , ac- essere stati espulsi a detta epoca
caduta nel 1783, successero fran- i dalla loro chiesa econvento di s.
cescani riformati ch'erano nell'anti- Maria. Attualmente in s. Agostino
co coaveuto di Foate Castello. La è stata annessa la cura di s. Mu-
MON IMON 235
sllola, la cui chiesa di dala antica, Il palazzo di residenza del magi-
in origine era niciubro del mona- slruto civico, con la eminente torre,
stero de'canonici regolari di ». Mu- contasi fra le buone fabbriche del-
sliola di Chiusi, e nei 1609 le fu la città : esisteva nel secolo XU,
unita la parrocchia di s. Bernardo, indi nel XIV riedificalo in forma
}>er dar questa ultima alle mona- grandiosa. Tra gli edifizi privati
che di s. Agnese; finalmente do- meritano menzione, il palazzo dei
po la metà del passato secolo le cardinal Antonio del Monle, edifi-
elesse parrocchie furono riunite nel- cato da Antonio da Sangallo, in
la suddetta chiesa di s. Agostino, li ujodo sontuoso, poi de' Pucci, quin-
convento e chiesa di s. Maddalena di di Ferdinando I, ora de' nobili

de' cappuccini conta la sua origine Conlucci, situalo al pari del pub-
dal i532. blico palazzo e del pretorio nella
iFra
primi stabilimenti di cari- piazza del duomo ; il palazzo Bue-
la contavano fino dal secolo Xlll,
si celli, e quello di Marcello II pas-
oltre l'ospedale o casa della Mise- sato ne' suoi eredi_, da ultimo ac-
ricordia delia confiaternita , quat- quistato dal conte Carradori di Ma-
tro spedaletti ne'sobborghi, che sop- cerata, da cui l'ereditò 1' unica sua
pressi furono riuniti al vasto e ben figlia duchessa d'Altemps di Roma.
provvisto spedale di s. Cristoforo Sulla celebrità degli uomini nativi di
dentro la città. Quanto alla istru- Montepulciano , pochi altri paesi
zione letteraria e scientifica, olire pjoporzionatamente alla popolazione
il seaiinario, vi è un liceo munici- stanno alla pari di questa città. I cardi-
pale, dove la gioventù secolare e nali, le cui notizie riportiamo alle lo-
i chierici ricevono l'istruzione scien- ro biografie, sono: Marcello Cervini
tifica dai professori di teologia, fi- poi Marcello 11^ Giovanni Ricci, Ro-
losofia e istituzioni civili, dopo aver berto de Nobili chiamato 1' Angelo
latto il corso di letteratura, lingua citi Signore y ven. Roberto Bellar-
latina e reltorica sotto maestri pa- mino dottissimo gesuita, Francesco
gati dalla pia eredità all' uopo la- Maria Tarugi, Bartolomeo Massei
j»ciata da Nicolò Parri giureconsul- ec. Si noverano trentadue vescovi,
to montepulcianese. Abbiamo dal oltre molti altri prelati, senza dire
che il
IS'ovaeSj nel Papa Nicolò IV de' dotti e letterali più distinti, fra
1 290 fondò in Montepulciano una i Angelo Cini detto il Poli-
quali
pubblica accademia, perciò una del- ziano,uno de'maeslri di Leone X.
le pili antiche istituite dai Pontefi- Di molli altri illustri uomini di
ci. Un frequeqtato e ben regolato Montepulciano, ne trattano le No-
conservatorio e convitto per le fan- tizie del cardinal Roberto de Nobili
ciulle civili era Girolamo, tras-in s. e di altri illustri Poliziani, raccolte
localo non ha molto nella fortezza da A. Parigi, Montepulciano i836.
da basso alla porta di Gozzano : Ninno ignora la celebrità del suo
per la classe del popolo vi sono le vino, che dicesi il migliore di To-
scuole normali o Leopoldine. Vi è scana, del quale vi è memoria che si

un elegante teatro nelle cui sale spediva all'estero prima del secolo
si aduna l'accademia letteraria de- XIV. 11 vino di Montepulciano dal
gli Intrigati. Vi è un ricco monte Redi fu qualificato d' ogid vino il
di pietà fondalo nel secolo XVI. re, ed è noto che nel suo lerrilo-
4ia6 MON MON
rio neirVIII secolo le viti si colli- guerreschi de' monlepulcianesì, alla
vavano con pailicolar cura. Altri quale epoca pei confini furono di-
principali e proficui prodotti del fesi dai contro i sanesi,
fiorentini
territorio sono il zafferano e il gua- venendo ricevuti sotto la protezione
do; ne' secoli XUI e XIV esisteva- de' primi mediante un trattato. Al-
no in Montepulciano ricche società lora i reclamarono, che il
sanesi
di mercanti sanesi e niontepulcia- castello e territorio di Montepul-
nesij il cui commercio speciale era ciano era compreso nel loro conta-
sul guado, sul croco ed altre mer- do, per lo che si tenne nel lao^
canzie indigene, oltre il zafferano una dieta de' rappresentanti delle
ed il vino squisito. Rinomato e pe- città toscane in s. Quirico di Os-
scoso è Montepulciano,
il Iago di sena, e fu riconosciuto che vi ave-
che riceve la Chiana Toscana, e ne vano dominato alcuni conti teuto-
conduce l' acqua all' Arno, essendo- nici del contado sanese, come in
ne le rive paludose nel medio evo : proprio castello. Nel 1207 sane- i

la sua pesca era già copiosa, e dà si avendo mandato un esercito con-

anguille grosse e delicatissime, lucci tro Montepulciano,^ i fiorentini ne


di diversa grandezza, tinche di ec- spedirono altro sul loro contado, e
cellente sapore, ed altri pesci. disfecero il castello Montalto. Rin-
L' origine di Montepulciano risa- novando i sanesi le loro pretensio-
le ad epoca remota : alcuni lo dis- ni, nel 1229, d* accordo con Fi-
sero fondato dall'etrusco re Por- renze, i montepulcianesi ottennero
seuna, altri posero su questo mon- dagli orvietani promessa di difesa.
teV Arretium fidens^ altri il Cliisìum Nel 1282 avendo i sanesi accolto
noviim di Plinio. Però i molti og- molti fuorusciti ghibellini di Mon-
getti etruschi-romani rinvenuti nel tepulciano, .corsero insieme ad asse-
suo distretto, confermano la sua diarne la terra, e nel!' ottobre coi
grande antichità. Il suo nome sem- chiusini se ne impadronirono, gua-
bra ignoto sino al principio del- stando e demolendo la rocca colle
l' Vili secolo, mentre apparisce da mura castellane. A mediazione dei le-
un processo fatto nel 7 1 5 per or- gato pontificio i fiorentini nel i235
dine del re Luitprando, sulle chie- obbligarono i sanesi a rifare le mu-
se della diocesi aretina che voleva ra. Giovò alla quiete di Montepul-
li vendicare il vescovo sanese, fra ciano il privilegio di Federico li,

queste si annovera la battesimale col quale nel i243 l'accolse sotto


ora cattedrale di s. Maria di Mon- la sua protezione, confermandone
tepulciano, ia cas Lello Politiano ; r esenzioni. Ma dopo la battaglia
sincroni sono altri documenti j in di Montaperto, fiaccata la parte
cui tal pieve si denomina la s. guelfa predominante in Toscana^
madre chiesa al Castel Policiano ; questa terra ancora soggiacque ai
ed in queir epoca era abitato da ghibellini sanesi che vi edificarono
orefici e medici. Sono iu) portanti una fortezza. Non andò guarii che
per la storia ecclesiastica e civile nel 1267 per la morte di Manfre-
di Montepulciano, le pergamene e- di, Carlo I d'Angiò prolettore dei
sistenti nel reale archivio di Firen- guelfi, ricevette in Montefiascone la
ze, la più antica é del io55. Pri- comunità, uomini e beni di Mon-
ma del 1 1 54 s' ignorano i fatti . tepulciano sotto la sua prolezione,
MON MON 287
confermandone privilegi. Quindi i 1 355 Nicolò de'Cavalìeri del Peco-
Monlepulciano andò crescendo in ra per vendicarsi de' sanesi , che
potenza e prosperità ; tuttavolla nel non avevano a lui mantenute le

I2g4 il popolo con diversi patti si convenzioni, sorpresela terra e tutta


pose di nuovo sotto la prolezione r arse, indi vi ritornò con Jacopo
di Siena, venendo riformato il go- ben ricevuti per liberarsi dalla sog-
verno municipale con cinque go- gezione Jacopo inoltre ri-
sanese :

vernatori col titolo di difensori del corse a Carlo IV, il quale si di-
comune, con podestà e capitano sa- chiarò contento che i signori del
nesi eletti dai cittadini. Alla fine Pecora tenessero Montepulciano co-
di tal secolo incominciava a pre- me suoi vicari imperiali, e passan-
ponderare per le sue ricchezze la do per la terra vi fu da loro fe-

famiglia del Pecora, i di cui indi- steggiato e magnificamente tratta-


vidui nel seguente tiranneggiarono to; indi gli riuscì di cacciar dalla
la patria. rocca i sanesij e quelli che veniva-
Il primo a figurarvi fu Corrado no in aiuto. Si fortificò la terra, e
eletto nel i3o4 dal comune dele- si strinse alleanza coi perugini ; i

gato per vertenze con quel di Chiu- sanesi per vendicarsi, con le compa-
si : il suo fratello Guglielmo, da- gnie assoldate gli dierono il guasto,
vanti la pieve cangiò la sua casa ma furono disfatti dai perugini, ot-
in palazzo, che servì d'abitazione ai tenendo i montepulcianesi che per
suoi discendenti, innanzi che dive- cinque anni non avessero podestà
nisse Suo nipote Gu-
dello stato. sanese. Rappacificati i del Pecora,
glielmo Novello, nel i338 fu capi- Nicolò si recò in Montepulciano
tano generale de' guelfi della lega per signoreggiarla, mentre peru-i

de' Toscana; indi i mon-


comuni di gini rinunziarono a qualunque di-
tepulcianesi per aiutare i fiorentini ritto, lasciandola in piena libertà.
aprirono alcuni imprestili coi no- Allora Pecora furono procla-
i del
bili del Pecora e le case mercan- mati signori e difensori di Monte-
tili di Siena, nelle guerre contro pulciano i due fratelli si diede-
,

Arezzo e Lucca. Nel 1848 già i ro a ben governare, ma nel i358


del Pecora esercitavano degli arbi- Jacopo cacciò dal seggio e dalla pa-
trii, come Bertoldo Novello : dive- tria Nicolò, aiutato dai sanesi. Di-
nuli per parentele coi Fie-
illustri poi nel i368 il popolo malconten-
sco Malaspina, e potenti per ric- to del suo governo coi fuorusciti Io
chezze, mirarono a cose maggiori^ massacrò, ne incendiò le case, e ri-
onde Jacopo uscì esule e il fratello formò il governo a stato popolare,
Nicolò suo emulo riformò la terra, sotto la protezione di quel di Sie-
e potè cacciarne Jacopo quando con na, il quale fece lega con Monle-
armati a tradimento vi penetrò nel pulciano per influenza de' figli dei
i352. I del Pecora rimasti erano nominati fratelli del Pecora, Gio-
protetti dai perugini, gli espulsi dai vanni e Gherardo, che signoreggia-
sanesi, ond'ebbero luogo diversi at- rono la patria. Nate discordie e ri-
tacchi, colla pace del
che finirono valità, il popolo si divise in due
i353j con la quale Montepulciano fazioni, .e la maggiore che proleg-
restò al governo del popolo, con geva Giovanni, espulse Gherardo e
presidio sanese per venti anni. Nel suoi fautori. Nel 1887 riuscì a Sic-
&38 MON MON
na con nuove condizioni riprendere nel i5o6 prolungata bencliè i morr-
per clnqunnt'anni la protezione del- tepulcianesi cercavano darsi ni fio-

la terra, e porvi il podestà, parteci- rentini. Spirala che fu, Pandolfo


pando i rnontepulcianesì questa pa< Petrucci signor di Siena interpose
ce al Papa Urbano VI. Ebbe pe- nel i5ii Gudio 11 sulla restituzio-
lò corta durata, essendosi ribellali ne di Montepulciano, e conclusione
nel i388 si sottomisero ai fiorenti- d'una lega tra i due slati di na-
ni, e nel iSgo con più solennità scosto de' monlepulcianesi. Accetta-
si dierono alla loro signoria col di- lo il trattato, Montepulciano fu re-
stretto, dichiarando con decreto stituito a Firenze, che ne prese
Montepulciano essere compreso nel possesso consegnandoglielo Jacopo
contado fiorentino con libera signo- Simonetta uditore di rota a ciò de-
ria, onde Firenze vi mandò il po- putato dal Papa, ed i sanesi cede-
destà e il capitano a prenderne rono la rocca : seguì la formale
possesso, ed sanesi lo riconob-
i sottomissione degli abitanti, e l'or-

bero. dinamento civile ed economico del


Montepulciano dopo aver sofferto governo, in nn alle fortificazioni.
nel territorio i guasti delle compa- Queste si sospesero dopo il ritorno
gnie del conte di Barbiano, più de' Medici in Firenze, e l'assunzio-
lardi e nel i44o soffrìnuovi di- ne al pontificalo di Leone X. Nel
sastri nella guerra tra i fiorentini, i529 mosse le armi da Clemente
e Alfonso V re d'Aragona e di VII contro la patria Firenze, sa- i

IVapoli, come pure allo scoppio del- nesi procurarono occupar Monte-
la congiura de' Pazzi. INel 149^^ i pulciano, ma la popolazione e il

Montepulciauesi gridando libertà si presidio si difesero ; caduta Firen-


ribellarono ai fiorentini, dandosi di ze, anche Montepulciano dovè se-
nuovo ai sanesi con capitoli di sot- guire la stessa sorte, e quindi rice-
tomissione.I fiorentini mossero col- vere l'onore di alloggiare Clemen-
le armi contro di essi, e li sbara- te VII mentre si recava al gran
gliarono due volte, ed imprigiona- matrimonio di Marsiglia, come an-
rono Giovanni Savello loro capita- cora vi fu ricevuto cinque anni do-
no ; ma allorché tentarono entrare po Paolo III nella sua gita al con-
in Montepulciano, perderono 3oo gresso di Nizza, accolto nel palazzo
nomini fatti prigioni. Intanto Pietro del cardinal del Monte, il cui ni-

de Medici colle forze degli Orsini pote lo successe nel 1 55o col no-
e sanesi contando di rientrare in me di Giulio 111. Qualche tempo

Firenze, provò di forzare i fiorenti- dopo visitò Montepulciano Cosimo


ni sul ponte Valiano, per passar 1 duca di Firenze, quando si vuole

nella terra, quando irritato il go- che il comune, liberalo dalle mo-
verno fiorentino mandò un eserci- lestie sofferte durante la guerra
to a respingerlo. Profittando i sa- di Sicna^ innalzasse a sue spese la

nesi de' molti nemici potanti mossi bella fortificazione che si vede alla
a danno de' fiorentini, gli obbliga* porta di Gracciano; e fu ad istan-
rono a disfare la torre che aveano za dello slesso duca, e per le inces-
sul ponte, edificare qua-
di poter santi premure del cardinal Giovan-
lunque Montepulciano,
fortezza in ni Pticci montepulcianese, che que-
accordando tregua per cinque anni, sta da lui ben amata patria nel-
MON MON 239
l'anno 1 56 1 venne decorata della lata alla Medicea con l' epigrafe :

dignità vescovile, e qualificala no- Moneta No^'a Florent. casa i63o.


bile città : ii cardinale perciò ri- Mancata nel i636 nella grandu-
nunziò la doviziosa commenda del- chessa la protettrice e signora di
l'abbazia di s. Pietro a Ruoti in Montepulciano, questa citila con
Val d' Ambra. In questa stessa cir- tulio il suo capitanato ritornò sot-
costanza Cosimo pare cbe desi-
1 to il governo immediato de' grati-
gnasse in Montepulciano due tribu- duchi, dai quali al pari degli altri
nali collegiali per le prime e se- paesi temporaneamente fu separala
conde appellazioni. dalle vicende politiche cui nel prin-
Non meno benevoli verso i cipio del secolo corrente la Tosca-
montepulcianesi furono i due fi- na trovossì avvolta. Nel tempo che
gli che succederono nel trono di la contrada fece parte del diparti-
Toscana a Cosimo I; ma special- mento dell' Ombrone, Montepulcia-
mente un favore distinto ottenne- no fu dichiarato capoluogo di un
ro da Ferdinando I, che nel suo circondario di sotto- prefettura. Fi.
testamento destinò i capitanati di nalmente ivi nel j838 venne eret»
Montepulciano e di Pietrasanta al lo il tribunale collegiale di prima
libero governo della granduches- istanza, mentre pel corso di quattro
sa Cristina di Lorena sua moglie. secoli e mezzo era stata governata
La qiial principessa essendo slata nel civile e criminale dai podestà,
arricchita da Ferdinando I d'un poi chiamali capitani, commissari e
appannaggio assai pingue, ed ezian- vicari regi. Per altre notizie si può
dio di sua natura assai amorevole, leggere l'utile ed importante Dizio-
potè e volle esercitare molti atti nario della Toscana^ del eh. Repelli.
di beneficenza, proteggendo preci- La sede vescovile fu formata eoa
puamente gli ecclesiastici, e favo- parte delle diocesi limitrofe d'Arez-
rendo tutto ciò che tendeva ad ac- zo, cui apparteneva la chiesa sotto-
crescere il culto e decoro della re- matrice già pieve nullius di Mon-
ligione, concorrendo al prosegui- tepulciano, e della diocesi di Chiu-
mento della fabbrica del nuovo si, levando a questa undici parroc-
duomo. L'autorilà sovrana di Cri- chie e dieci all'altra, corrisponden-
slina su Montepulciano fu libera do la cattedrale all'antica madre
ed estesa,nominando magistrati i chiesa de Poliliano. Non si conosce
inclusi vamente al comandante della quando fu eretta in collegiata, ben-
rocca, sino alpunto che giunse con sì il pievano nel principio del se-
l'annuenza dì Ferdinando II a far colo XIII era decorato del titolo
coniare ima moneta d'argento in arcipretale, e nel i3i8 si parla del
Firenze. Era un testone, appellalo suo capitolo, e de' sette canonici
quarto di diicatone, che da una compreso V arciprete cui era slato
parte aveva una lesta muliebre ve- ridotto. Accrebbe gli onori dell' ar-
lata, e le parole intorno : Christ. cipretura nel i4oo Bonifacio IX,
Loth. M. D. Etrur. D. M. P. cioè pel titolo abbaziale e l'uso della
Christina Lotharinga Magna Dii- mitra e del bacolo concesso all'ar-
cissa Etniriae Domina Montis Po- cipìete : Sisto IV aumentò di due
btiani. Nel rovescio della moneta canonici il capitolo, e dichiarò far-
\edevasi l' arme di Lorena inquar- ciprelura immediatamente soggetta
a4o MOi\ MON
alla Sede apostolica, esenlanclola dal- 1596 in Parigi, ove avea accompa-
Ja giurisdizione del vescovo d' Arez- gnato il cardinal Medici poi Leone
zo, conferendo agli arcipreti la fh- XI. Nel 1597 Clemente Vili gli
collà di conferire gli ordini minori sostituì il nipote Sinolfo Benci che
e dare la benedizione episcopale al era stato arciprete tieni* anni, otti-
popolo, tanto in chiesa, (juanto fuo- mo pastore che terminò di vivere
ri, r uso della uiitra, pastorale, a- nel 1599, onde
Papa nel 1600 il

bito e insegne vescovili ; ai canoni- nominò SalustioTarugi, altro mon-


ci poi accordò le almuzie e le cap- tepulcianese, commendatore di s.
pe. Clemente VII aila chiesa colle- Spirito in Sassia, traslato a Pisa
giata di s. Maria swe nidlius dioe- nel 1607. Paolo creò vescovo V
ecsis, permise l'aumento de' cano- Roberto Ubaldini che nel 16 15 e-
nici a dieci, e giù sei anni prima levò al cardinalato, sotto del quale
era fondata la prepositura ;
stata il cardinal Bellarmino amministrò
l'arcidiacono fu aggiunto nel i56i, la diocesi. Gli successero, nel 1622
e il primicerio nel 1673. Diversi Alessandro Stufa nobile fiorentino
illustri personaggi furono arcipreti, di gran probità, che rinunziò nel
come Corrado Bellarmino, canonico 1640 ; de Talenti fioren-
Talento
valicano e nunzio in Germania di tino, integerrimo giureconsulto, im-
Nicolò V ; Fabiano Benci di Mon- piegato diverse volte in servizio del-
tepulciano chierico di camera e la santa Sede ; nel i652 Leonardo
canonico vaticano ; Marcello li pri- Deli nobile fiorentino che poco vis-
ma che fosse cardinale, principale se ; Marcello Cervini di Montepul-
lustro di Montepulciano ; ed car- i cianOj traslato da Soana, pieno di
dinali Antonio del Monte, e Gio- meriti ; nel i663 il nipote Anto-
vanni Ricci, il quale fondò e dotò nio Cervini che compì l' edifizio
il collegio Pucci di Pisa, destinato della cattedrale, ove istituì tre cap-
all'educazione scientifica, gratuita e pellani, accrebbe le rendite della
continua di otto giovani nativi di mensa, e costrusse in Friano il pa-
Montepulciano. IV
Pio colla bolla lazzo ; nel 1707 fr. Calisto Lodi-
Ecclcsiaiurn ulìlitad, 4 '^"s no- geri orvietano generale de' serviti ;

vemNis i56i ,
presso 1' Ughelli nel 17 IO Francesco Maria Arrighi
Italia sacra t. I, p. 1002 e seg., nobile fiorentino, decano della sua
eresse la Monte-
sede vescovile di metropolitana, col quale neWItalia
pulciano, dichiarandola soggetta im- sacra ha termine la serie de' vesco-
mediatamente alla santa Sede, co- vi che compiremo colle annuali
me lo è ancora ; nominando primo NoUzie di Roma, ij'i'j Antonio
amministratore di essa il cardinal Maria Vantini della diocesi di Mas-
Giovanni Ricci di Montepulciano, sa ;1747 Pio Magnoni sanese, tra-
che rinunziò dopo due mesi, onde sferito da Chiusi; 17^7 Pietro
nel i562 fece propriamente primo Franzesi della diocesi d'Arezzo;
\escovo Spinello Benci raontepulcia- 1802 Pellegrino Carletti di Monte-
nese arciprete della
, cattedrale , pulciano; 1829 Ippolito Nicolai del-
di somma prudenza e dottrina, se- la diocesi di Pistoia. Gregorio XVI
gretario di Baldovino del Monte nel 1834 preconizzò vescovo Pie-
fratello di Giulio III ; si distinse tro Saggioli di detta diocesi, e do-
al concilio di Trento, morì nel po qualche tempo di sede vacan-
MON MON 241
le, nel concistoro de' 27 gennaio plicare ad altro ordine i loro beni
1843 gli à\è per successore l'odier- esistenti ne' suoi dominiij ottenne
no vescovo monsignor Claudio Sa- dal Papa Giovanni XXII nel i3i6
ni uelli nobile di Montepulciano, già di erogarli all'ordine de' cavalieri
rettore del collegio di Pisa, arci- di Nostra Signora dal re istituiti,

prete della cattedrale di Chiusi, in- e delti di Montesa dalla piazza for-
di di quella della patria, dotto pro- te e inespugnabile che loro die nel
fessore di sacra Sci iltura nell' uni- regno di Valenza, a difesa de' suoi
versità di Pisa, della cui metropoli- stati, e per guerreggiare contro i

lana fu pur canonico : caro a Gre- mori infedeli, onde da tal luogo
gorio XVI, ne pianse con tutti i presero il nome^ ed ebbero pure i

vescovi la morte, e ne' solenni fu- beni de' cavalieri gerosolimitani in


nerali che gli celebrò, il canonico detto reame, dandosi loro per in-
teologo d. Pietro Cinolti pronunziò dennizzo quelli che possedevano i.
alfeltuoso ed eloquente elogio fu- templari in Aragona. Dieci cavalie-
nebre, pubblicato in Modena dal ri di Calatrava pei primi presero
Soliani. l'abito di Montesa, ch'era bianco
La è dedicata alla
cattedrale con croce rossa, formarono gli sta-
Beata Vergine
Assunta in cielo, tuti,, e restarono soggetti all'ordine
con battisterio e cura d'anime sot- di Calatrava. Il primo gran mae-
to la direzione del capitolo, il cui stro fu Guglielmo Erilli eh' ebbe
parroco si elegge tra i cappellani sino a d. Pietro Borgia quattordi-
dal vescovo: tra le reliquie si ve- ci successori, mentre alla sua mor-
nera capo di s. Antilia
il vergine te il Pontefice dichiarò amministra-
e martire, patrona della città. Il tore perpetuo dell' ordine Filippo
capitolo si compone di quattro di- II e successori. Sotto il nominato
gnità, essendo la prima l'arciprete, Giovanni XXII i cavalieri della
di dodici canonici comprese le pre- Blercede (Vedi), tranne pochi, ab-
bende teologale e penitenziaria, di bandonato l'ordine passarono in
dieci cappellani, e di altri preti e questo di Montesa. Gli concessero
chierici. L'episcopio è prossimo al- privilegi AlessandroV, Sisto IV,
la cattedrale^ oltre la quale in cit- Giulio II, Leone X, Clemente VII
tà vi sono altre tre parrocchie. So- e Paolo III, il quale permise loro
novi i serviti, i riformati francesca- il matrimonio e di testare, poiché
ni ed i cappuccini; le Clarisse, il prima facevano voto di castità, ol-
conservatorio delle oblate, e que'pii tre quelli di obbedienza e di sos-
stabilimenti di sopra rammentati. tenere l'ordine, colla regola cistcr-
I La diocesi si estende per circa set- ciense.
te miglia di territorio, con dieciot- MONTESQUINO o MONTES-
lo parrocchie. Ogni nuovo vescovo QUIEU PiTTAiNO, Cardinale. Pit-
è tassato ne'libri delia camera apo- tai no da Montesquino o sia Mon-
stolica in fiorini cenlo^ ascendendo tesquieu, nato nella diocesi di Auch
le rendite a scudi mille duecento. in Guascogna da nobile prosa-
MOJN'TESA o MONTESIA, or- pia, dunosissimo dottore in ambo
diiic equestre. Avendo Clemente V le leggi, fu fatto vescovo di Bazas
estinto l'ordine àe' Templari, Giaco- nel 1825, e nel i334 fu trasferito
mo Il re d'Aragona volendo ap- alla chiesa di Magualona, che dopo
VOL. XLvr. 16
24» MON MON
averla governata sino all'anno i339 pagna del i464, uomo
dotto; Fran-
cambiò con quella di Alby, dove cesco de Oliveto i49^; fi*- Pie-
nel
nel i347 fondò sei cappellaiiie per- tro domenicano del i499> confes-
petue, con rendite sufllcicnti. Fu sore del re; fr. Giovanni da Saler-
spedito in Alemagna nel iSSy ai- no francescano del i5o3 ; Bar-
l'imperatore Lodovico il Bavaro, tolomeo Capodiferro di Melfi del
per indagare quali fossero le dispo- i5o6, che intervenne al concilio
sizioni di quel principe verso la Lateranense V; Girolamo Caro di
Chiesa. Alla line in premio di sue Barletta: nel i53r ottenne da Cle-
fatiche, Clemente VI a'i8 dicem- mente VII il vescovato di Canne
bre i35o lo creò cardinale prete col consenso di Filippo Adimari ar-
del titolo deVss. Apostoli, e mori civescovo di Nazareth [Fedi), a con-
nel i355 o i356, dopo aver favo- dizione che quello il quale
però
rito col suo suffragio l'elezione d'In- avrebbe sopravvissuto all'altro, en-
nocenzo VI. trerebbe in possesso di quelle tre
MONTE VERDE, Mons Firi- sedi, che vennero unite a perpetui-
dìs. Città vescovile nel regno delle tà sotto un solo capo. In forza di
due Sicilie, nella provincia del Prin- quest' unione confermata da Paolo
cipato Ulteriore, distretto di s. An- HI, nel i534 Girolamo Caro ven-
gelo de' Lombardi, presso i confini ne dichiarato arcivescovo di Naza-
della Capitanata e della Basilicata. reth, e vescovo di Canne e di Mon-
La cattedrale di antica struttura è te Verde dopo la morte di Filip-
sacra alta Beala Vergine, con ca- po Adimari. Pio VII soppresse nel
pitolo di cinque canonici colla di- i8i8 colla ìttieva De utiliori domi'
gnità d'arciprete. La sede vescovile nicae, la sede di Monte Ve» de, e l'uni
fu istituita nel iiyS sotto la me- al vescovato di s. Angelo dei Lom-
tropoli di Con za, ed il primo ve- bardi (Fedi), mentre Nazareth e
scovo fu Mario, cui Goffredo con- Canne l'uni all'arci vescovato di Trani.
te d' Andria e di Monte Verde MONTE VERGINE. Congrega-
concesse un privilegio, che riporta zione benedettina, con abbazia nul-
l'Ughelli in un alla serie de' vesco- lius del regno delle due Sicilie, nel
vi, Italia sacra t. VII, p. 802. Ne Principato Ulteriore, al nord est del-
furono successori: Nicola che nel la città di Avellino, nel Monte Ver-

1179 intervenne al concilio Late- gine di cui occupa l'estrema falda,


ranense; Orsino del i265; fr. Pie- uno de* più alti degli Apennini, e
tro del 1269; Goberto del 1280; su di esso torreggia. In questo luo-
Leonardo morto nel i348; Matteo go fu edificato il primo e princi-
arcidiacono fatto da Clemente VI; pai monastero della congregazione,
Francesco de Bellantibi nobile sa- che perciò ne prese il nome, e si
nese, chiaro giureconsulto, Iraslato disse anche Ferginiana. Anticamen-
a Veroli ; Lorenzo del 1 384 i f''* te fu appellato Alante sacro, essen-
Pietro di Roccargento agostiniano dovi a'iempi gentileschi un tempio
del 1390; Tommaso de Taurazio di Cibele, dea tenuta madre
([ual
designato dal capitolo, e conferma- de' favolosi numi, onde gli abitanti
to nel i4»8 da Martino V; Mat- de'circoslanti luoghi accorrevano a
teo arciprete della cattedrale del tributarle superstizioso omaggio. Fu
1^11; Viviano de Viviani di Cam- detto pure FirgHiano il monte, poi-
MON MON 243
che pretendono alcuni che \'ì abbia golari, parlando di questo nel cap.
dimoralo il principe de'poeti latini 26, afferma che lutti gli scrittori
Virgilio, alTine di ottenere dalla convengono in asserire, che se cibi
dea l'interpretazione de'libri sibilli- di carne o di latticini sono porta-
ni; ovvero un altro Virgilio famoso ti anche da persone se-
nel luogo
botanico, per raccogliere i molti colari, sebbene le costituzioni non
semplici che nelle alpestri balze si lo vietano, il cielo subito oscura, e
producono. Vuoisi ancora che pren- scarica fulmini e tempeste, come
desse la denominazione di Monte sperimentarono con grave spavento
sacro perchè ne' primi secoli della moltissimi che per curiosità o igno-
Chiesa vi si rifugiarono dalle per- ranza vi portarono cibi di carne o
secuzioni i ss. martiri JVIodestino latticini. Lo stesso accade nell'in-

vescovo d'Antiochia, ed compa- i fermeria del monastero, bella fab-


gni Fiorentino Qui si
e Flaviano. brica lunge quattro miglia nell'ame-
nascose fuggendo da Nola il mar- nissimo luogo chiamato Lauretta o
tire s. Felice, ed i ss. Felice e Loreto. Sulla denominazione anti-
Massimo come parimenti s.
nolani, ca del monte, della Blagna Ma-
Vitaliano vescovo di Capua fiorito dre in vece di Virgiliano , e che
nel VII secolo, per celeste avviso, prese V attuale dopo il tempio de-
che vi eresse una piccola chiesa a dicato da s. Guglielmo, il Sarnelli
Maria Vergine, che fu detta s. Ma- riporta alcune erudizioni nel t. X
ria di Monte Vergine. Alla morte delle Leu. eccl.^ leti. 53. 11 mede-
del santo vescovo, sia per la vora- simo autore a p. 18 delle Meni,
cità del tempo, o per le scorrerie degli arciv. di Benevento^ parlando
de' saraceni, restò la chiesa abbat- delle quattro traslazioni delle reli-

tuta, ed il monte riprese il nome quie di Gennaro, dice che furo-


s.

di Virgiliano, che lasciò nuovamen- no trasferite da Benevento a Mon-


te per la venuta in esso di s. Gii- te Vergine nel 11 56, e da qui
glielmo da Vercelli (Vedi) piemon- nella cattedrale di Napoli [Vedi)
tese, che ricevendo da Gesti Cristo, a*17 gennaio i494* ^' ^'^^' I^oieto,
quando ivi gli apparve, il comando Meni, degli arciv. di Napoli p.
di edificare sulle rovine del tem- i49) riferisce che tenendo in com-
pio della falsa madre degli dei, la menda la chiesa di Monte Vergine
chiesa e il cenobio benedettino in il cardinal Giovanni d'Aragona fi-

onore della verginità di sua gran glio del re Ferdinando I, per sua
Madre, da cui piuttosto vuoisi eb- opera nel 1480 fu ritrovato il cor-
be origine il nome di Monte Ver- po di s. Gennaro sotto l'altare mag-
gine, in venerazione della quale al- giore della chiesa di Monte Vergi-
tro cibo ivi non si usasse che quel- ne, ma la morte gì' impedì trasfe-
lo stretto di magro o quaresimale, rirlo a Napoli, ciò che potè effet-
esclusi i latticini, come tuttora si tuare l'arcivescovo successore cardi-
pratica, e venne confermato da nal Oliviero Caraffa, con licenza di
prodigiosi avvenimenti. Di quello Alessandro VI ottenuta da detto
del i6ii ve n'è memoria nella la- re. La veduta che si gode da que-
pide posta sopra la foresteria del sto monte, è mollo vasta, poiché
cenobio; ed il p. Annibali, Coni- lutto il Principato si spiega come
pendio della storia degli ordini re- uua carta geografica sollo ogU sguar-
s44 MON
di. Vi si scorgono pure i golfi di e gli esercizi laboriosi neVjuali Gu-
Napoli e di Salerno, il mare di glielmo occupava e voleva che si
si

Gaeta, le nevose montagne degli occupassero ancora gli altri, comin-


Abruzzi , Benevento , le pianure ciarono a lamentarsi ed a mormo-
irpine coi vari paesi. rare di lui; dopo essersi affaticalo
Guglielmo nobile di Vercelli con per quietarli, assegnò loro per supe-
abito eremitico si portò al pellegri- rioreil b. Alberto, e con cinque com-

naggio di Compostella, e mentre pagni che lo seguirono, e col favore


pensava intraprendere quello di del re Ruggieri cui per le sue virtù
Gerusalemme, da Dio passò
ispirato e miracoli era accettissimo, fondò
nel regno di Napoli, e si fermò altri monasteri, e tra questi due in
sul Monte Laceno.in Puglia. Tro- Guleto presso la città di Nusco,
vò qui s. Giovanni di Matera, e uno per gli uomini, l'altro per le
dopo essersi trattenuti qualche tem- donne, con chiesa comune agli uni ed
po, andarono insieme ad abitare alle altre, dedicata al Salvatore. Ne
sul Monte Congo^ finche si divisero. fondò in seguito degli altri anche
Dopo aver predicato s. Giovanui in Sicilia, ora non più esistenti, e
in Bari si ritirò sul Monte Garga- da quello di Palermo, detto s. Gio-
no, dove fondò l'ordine di Pulsano, vanni degli eremiti, essendo ritor-
che ora più non esiste, sotto la re- nato nel regno di Napoli, visitò
gola di Benedetto, che alcuni
s. Monte Vergine , vi dimorò per
confusero con questo di Monte qualche tempo, ed in fine si ritirò
Vergine facendone religioso il san- a Guleto dove moii a' 2 5 giugno
to. Guglielmo si portò nel Monte 1142, lasciando la cura dell'ordine
Virgiliano, ove per ispecial divino al b. Alberto. Ricusò questi per
comando fondò sotto la regola be- umiltà di accettarla, ma religiosi i

nedettina questa monastica congre- tenendolo per generale, non volle-


gazione nel iirg. Con la santità vo eleggere altro superiore se non
di sua vita e con T austerità delie dopo la sua morte, che avvenne
sue penitenze egli vi richiamò mol- nel II 49 nella solitudine di Trisi-
ti compagni a vivere nel ritiro, on- naco e chiaro per miracoli. Il b.
de furono in principio detti eremi- Roberto moderò molto la vita ri-

ti. Cresciuto il numero de' solitari, gidissima a cui il santo fondatore


convenne ampliare le loro celle o avea obbligato suoi religiosi. Ma
i

eremi, ed in pochi anni il ristret- poiché il santo non avea lasciata


to monastero divenne maestoso ce- alcuna regola scritta, il b. Roberto
nobio, sotto gli auspicii di Ruggie- soggettò l'ordine a quella di s. I»e-

ro re di Napoli e Sicilia. Termi- nedetto, coli' autorità di Alessandro


nata l'edificazione della chiesa, Ca- IH, che l'approvò di nuovo, e po-
listo II approvò la congregazione se il monastero di Monte Veii^ine
e concesse indulgenza a chi la vi- sotto la prolezione della santa Se-
sitava, in occasione che vi si recò de. Il Castellini, neW Indice, de'san^
da Benevento con vent'otto cardi- ti canonizzati^ dice che Alessandro
nali. Rincrescendo ai primi disce- III canonizzò s. Guglielmo di Ver-
poli, raffreddati nel fervore, il vi- celli , istitutore degli eremiti di
vere fra le nevi di limosine, l'ora- Monte Vergine. Questo Papa visi-

zione continua, le molte austerità, tò la chiesa e il monastero.


MON MON 245
L' abbateGiovanni successore , volte non era né regolare ne ve-
immediato del b. Roberto, ne fece scovo, com'esser dovca, ad esercita-
rifabbricare la chiesa con gran ma- re autorità e giurisdizione nel mo-
gnificenza, e fu consagrata da Lucio nastero di Monte Vergine, Sisto V
III che l'arricchì di molti privilegi, gl'interdisse sotto pena di scomuni-
che approvarono Urbano III, Ce- ca d'intervenire ai capitoli, e di
leslino III ed altri Papi che gareg- mettere mano nelle cose dell'ordine
gi.irono in ciò coi principi. Nel co- e del monastero. Finalmente Cle-
dice de' censi di Cencio Camerario mente Vili per introdurre la rifor-
del 1191 quest'abbazia viene di- ma in tutta la congregazione, de-
stinta come appartenente ad Domi- stinò commissario apostolico il ven.
nani Papnm specinliterj anche Ur- p. Giovanni Leonardi fondatore dei
bano IV e s. Celestino V ( il quale Chierici regolari della Madre di
visitò monastero) beneficarono la
il DiOy quale soppresse vari piccoli
il

congregazione. Dall'abbate Giovan- monasteri, e compose le costituzio-


ni II l'ordine fu ampliato colla ni, secondo le quali i monaci di
fondazione di altri monasteri ; ma Monte Vergine tuttora fioriscono:
dopo la morte di Filippo XVIII Paolo V le approvò, in un all'ope-
abbate di Monte Vergine, non con- rato dal servo di Dio, e diede lo-
venendo i vocali nella elezione del ro anche regolamenti pel buon
altri

successore, ogni monastero comin- governo dell'ordine nel 161 1. In


ciò ad essere governato dai decani questa occasione fu ordinato a' mo-
e dai prevosti , i quali erano indi- naci di recitare l'uffizio divino se-
pendenti, perchè l'ordine restò per condo il breviario de* Camaldolesi
più anni senza capo. In seguito il eremiti di Monte Corona, obbligan-
monastero di Monte Vergine dal doli a ciò il commissario apostoli-
i44o f^* successivamente dato in co. Gregorio XIII nel 1579 ^*^ *"
commenda a cinque cardinali, e nel stanza del cardinal Tolomeo Gallo
i5i5 essendo stato unito da Leo- titolare della diaconia, allora titolo
ne X all'ospedale della Nunziata di di s. Àgata alla Suburra (Fedi)^
Napoli, passò per conseguenza ad concesse questa chiesa antichissima
essere amministrato e retto dai go- di Roma coH'an nesso monastero o
vernatori di questo, che tenevano palazzo diaconale, alla congregazio-
i monaci interamente soggetti, po- ne verginiana, a condizione che vi
nendovi essi un sagrestano, il qua- dovessero risiedere un priore e sei

le faceva le veci dell'abbate. Avver- monaci, coi due giardini superiori


tito s. Pio V di questo disordine, e gli ortilizii. Paolo nel i6o8 V
per interposizione della famiglia Pi- dichiarò questo monastero abbazia,
scicelli di Napoli, nel i5&j annullò con abbate, dodici religiosi studenti,
la detta unione, liberò i monaci ed altri monaci, essendo già stata
dal governo de' secolari, proibendo una delle venti abbazie privilegiate
ai governatori dello spedale di più di Roma. Al mentovalo articolo ci-

ingerirsi negli affari de' religiosi, e tammo la sua storia compilata dal-
fece compilare alcuni regolamenti, l'abbate Laurenti, e dedicata al
a fine di ristabilire ne'uionasteri la cardinal Busca protettore della con-
regolare osservanza. Tutlavolta se- gregazione. Dopo le note vicende
guitando il sagrestano, che molte politiche furono stabilite nel mona
ai6 MON MON
siero le Maestre pie {Fedi), e Gre- dio delle scienze sacre, salendo an-
goiio XVI trasferendole altrove, die ch'essi in fama, Federico II vi sta-
il locale e la chiesa al collegio Ir- bih un ordine cavalleresco denomi-
ìandttsc (Fedi\ nella quale fu nel nalo di Monte Vergine. Simile or-
1847 deposto il cuore che lasciò a dine di cavalieri, e molli magnifici
lloma il fanoigerato O'Connel che monasteri Carlo di Valois volle pa-
celebrammo ad Irlanda, morendo rimente istituire in Francia", ed i

in Genova L' abito de* monaci. monaci si resero talmente beneme-


consiste in tonaca bianca legata riti, che gli stessi benedettini francesi
con simile fascia, scapolare sciolto della congregazione de* ss. Idolfo e
cui è unito cappuccio acuminato, Vitone, fra' quali era il chiarissimo
pur bianchi in coro : e altrove usa- p. Calmet, non ebbero difficoltà di
no la cocolla come ì camaldolesi affermare , che congregano Montis
cenobiti. I conversi vestono come Virginis inter caetcras hencdiclini or-
i sacei'doti, colla sola dilferenza, dinis congregationes specialeni coin-
che l'abito e lo scapolare sono più mendaùouem mere tur. A partecipa-
corti. Il Piazza, Iride sacra p. i 56, re agli spirituali vantaggi di sì ce-
\xuf\Q ragione di tale abito; ed il lebre congregazione, per coloro che
p. Bonanui, Catalogo degli ordini non potevano appartenerle per pro-
rclig. ne riporta la ligura a p. 128. fessione monastica, venne istituito
Prima eranrì diversi monasteri il sacro ritiro della filiazione ver-
di monache rerginiane, ora non più giniana, che conta nel suo novero,
esistono, sebbene quello di Messina oltre molti imperatori e re, moltis-
ritenga il nome di Monte Vergine. simi personaggi. Nella generale abo-
Fra le monache fiorì la b. Agnese lizione degli ordini monastici , nel
di Venosa, la quale essendo andata monastero Monte Vergine venne-
di
a tentare s. Guglielmo, in vederlo ro conservati venticinque monaci col
coricato sopra carboni accesi, spa- nome di stabilimento, onde veglia-
ventata e confusa si convertì; prese re alla custodia del santuario e del
l'abito religioso dalle suemani, ed celebre archivio esistente nel palaz-
entrata nel monastero di Venosa, zo abbaziale di Loreto, decoroso e-
riuscì esempio di penitenza, ne di- difizio con superba cappella. L'ar-
venne superiora, e morì santamente. chivio presenta agli eruditi vasto
Ne' monasteri benedettini delle ver- campo di preziosi e antichissimi do-
giniane, sotto la dipendenza della cumenti, importanti scritture, diplo-
congregazione, concorsero in gran mi regi, pergamene, codici, e molti
numero le vergini delle famiglie più riguardanti il governo e l'ammini-
illustri e cospicue del regno delle strazione del regno, non che la sua
due Sicilie, e si ritiene che dal storia, e quella de' particolari paesi.
iijonastero di Palermo uscì l'impe- Ritornato nel regno il legittimo so-
ratrice Costanza. In tal reame si vrano, l'abbazia fu reintegrata nelle
contarono più centinaia di mona- sue prerogative, e tale riconosciuta
steri di monaci , che negli ultifni nel 18 18 da Pio VII, nella lettera
tempi erasi ridotto
il numero a soli De utiliori. L'abbate generale Mu-
ventotto. InGermania se ne fon- rales coi consigli del celebre cardi-
darono cinque, quali pel buon o- i nal Pacca protettore della congre-
dore di Qesù Cristo, e per lo stu- gazione, fece rifiorire l'istituto e
MON MON 247
l'anl.ica osservanza, richiamando al- celli TI p. Mabillon, An. Dened-
tresì a novella vita le scienze e il t. VI. Paolo Reggio, Filippo Fer-
seminano diocesano. Gregorio XVI rari, 7'ommaso Costa. L'abbate Ja-
rivolgendole sue paterne cure anche cuzio ci diede Brevilogio Ferginia-
airincrenienlodi questa congregazio- no, Napoli 1777- Da ultimo il p.
ne, gli die in visitatore apostolico procuratore speciale della congre-
il Giudice Caracciolo,
cardinal del gazione presso la santa Sedcjd. Gu-
indi per privilegio il benemerito p. glielmo de Cesare, nel 1840 pub-
Morales fu dichiarato abbate gene- blicò in Roma: Memoria per la
rale ed ordinario perpetuo della benedettina congregazione di Mon-
congregazione e diocesi dopo che , te Forgine nullius nel regno delle
la congregazione ne avea curata la due Sicilie.

riforma. Quindi il medesimo Papa L'abbazia colle terre a lei sog-


destinò alla congregazione vergi- gette nella stessa sua origine per
niana in protettore il cardinal Fa- singoiar prerogativa venne francata
bio Asquini di Udine, siccome co- dalla giurisdizione del vescovo dio-
noscitore di essa, essendo stato suo cesano , e nel 1 1 26 Giovanni ve-
nunzio apostolico in Napoli , e se- scovo d'Avellino, con pieno consen-
gretario della congregazione de' ve- so del clero, ne fece formale ces-
scovi e regolari. Avvenuta la morte sione a s. Guglielmo, la quale poi
del p. Moralesj a seconda delle co- venne confermata dai vescovi suc-
stituzioni riformate, il p. Svizzeri cessori e dai Papi che nominam-
assunse il governo della congrega- mo. Gli abbati furono fregiati del-
zione e diocesi, quale interino vi- l'esercizio di giurisdizione e dei di-
cario generale. A' 25 aprile 1847 ritti episcopali venendo loro affi-
,

tenutosi il capitolo, fu eletto nuo- dato il reggimento e governo della


vo abbate d. Raffaele di Cesare, diocesi. Ad essi fu concessa la fa-

già abbate superiore della casa ed coltà non solo di conferire i quat-
ospizio di Loreto e vicario gene-
, tro ordini minori, ma eziandio il

rale della diocesi. I monaci per con- sagra mento della confermazione, di
cessione enfiteutica hanno ottenuto convocar sinodi diocesani, d'indos-
il locale della soppressa abbazia sare abiti prelatizi , di concede- ^

degli Olivetani del comune di Airo- re indulgenze nelle benedizioni so-


la nella provincia di Terra di La- lenni con mitra e bacolo, e di
voro, ove la congregazione avea un nominare pel santuario quattro a-
monastero abiMziale; in detto luo- poslolici penitenzieri maggiori col-
go va a stabilirsi un conveniente le facoltà di quelli di Loreto.
monastero abbaziale. Onde cono- Tra le sovrane beneficenze so- ,

scere i pregi di questa congregazio- no da rammentarsi le donazioni


ne, ed i monaci che la illustrarono di moltissimi feudi, che costituiro-
sipossono leggere: Giovanni Nosco, no gli abbati tra i primi baroni
Fita s. Gulielnii ahhalis^ fundato- del regno. 11 re Ruggiero concesse
ris eremitarum Montìs Virgìnis^ ec. in Sicilia a s. Guglielmo ampio
in t. V junii, Bolland. p. 112. Gia- monastero, col distintissimo privile-
como Giordano, Croniche di Mon- gio ai superiori prò tempore, di es-

te f "ergine, Napoli 1648. Dell'Aqui- sere consiglieri, flimigliari e confes-


la, Fila di s. Guglielmo da Ver- sori di lui, e cappellani di sua reni
248 MON MON
cappella; quindi pel primo ne ven- in fretta la sua capitale e l'impero,
ne insignito il b. Giovanni da Nu- la recò seco Tra le cose piò prezio-
sco abbate di quel monastero. Fe- se. Caterina di Valois sua proni-
derico Il dicliiarando nulle le do- pote ed erede delle ragioni sull'im-
nazioni de* feudi fatte dai baroni pero di Costantinopoli, ritrovò fra i

senza il regio assenso, eccettuò quel- suoi tesori questa effigie; l'adornò
le avvenute in favore del mona- di corone e la donò alla chiesa. Fi-
stero di Monte Vergine; egli ed altri lippo d'Angiò principe di Taranto
imperatori dichiararono esenti da e figlio di Carlo marito di Cìa-II,

gabelle i vassalli del medesimo ce- terina, fece aggiugnere al capo il


nobio, con passaggio libero per tut- resto della figura della Vergine dal-
te le Provincie del regno. Il re di l'esimio pittore Montano d'Arezzo ;

Ungheria Carlo Martello, col con- e vi fece costruireuna magnifica


senso del genitore Carlo li, concesse cappella. Laonde per questa sacra
al monastero verginiano la prela- immagine e pel deposito d'insigni
zione nella rinomala fiera di Sa- reliquie, fra le quali i corpi de' ss.

lerno, in cui non potevansi vende- Misac, Idrac e Abdenago fanciulli


re salumi pria che ne fosse prov-
i ebrei, trasportati da Gerusalemme
veduto questo monastero. Anche da Federico II, divenne la chiesa
l'imperatore Enrico VI ed re d'A- i uno de' più celebri santuari del re-
ragona beneficarono 1' abbazia la , gno. Quindi è che tuttora innume-»
quale divotamenle visitarono, e mol- revole è il concorso de' fedeli d'o-
li vi fecero lunga residenza, massi- gni paite del reame, particolarmen-
me re Angioini. La visitò ancora
i te per la Pentecoste, e per la Na-
r imperatore greco Mannello, ed il tività della Vergine. La cappella
re Francesco I vi si trattenne tre destra dell'altare maggiore, ed un
giorni colla reale famiglia; essendo sarcofago, furono destinati dal re
poi innumerabile novero de' car- il Manfredi per contenere il suo se-
dinali, personaggi
principi ed altri polcro, ma r evento ne disperse i
che recaronsi al sacro monte. voti e le ceneri. Vi resta pure un
Da Mercogliano si giunge al san- Crocefisso colle braccia pendenti, ch'e-
tuario venerando della chiesa di gli donò al santuario, ma Carlo I

Monte Vergine. Questa chiesa catte- suo vincitore die la cappella ad il-
drale, col monastero, non offre che lustre guerriero suo seguace. Cate-
qualche avanzo della sua amica rina di Valois e i suoi figli Lodo-
struttura a sesto acuto ; vi è però vico e Maria riposano in questa
un soccorpo che dev' essere più an- chiesa ; ma le loro tombe rovinate
tico. L' immagine rinomata della dai terremoti furono rifatte. Il gran
Vergine di Costantinopoli, ivi tras- ciborio o baldacchino nella cappella
ferita d'Antiochia a tempo degli del Sagra mento è dono di Carlo
iconoclasti^ col volto oscurato dagli Martello. Io ultimo si vede il se-
anni, in campo d'oro, e detta per- polcro gotico della moglie di ser
ciò negli inni popolari la Schiavo- Gianni. In un corridoio del chio-
na, fu tagliata dal quadro, nel qua- stro vi è un piccolo museo di sta-
le era dipinta l'intiera figura, da tuette e bassorilievi romani, appar-
Baldovino II imperatore latino d'o- tenenti al tempio di Cibele, con al-
riente. Dovendo egli abbandonare tri pregevoli mfirmi . Sono mira-
,

MON MON 349


1)1 li i sepolcri de' due visconli di supplemento del Journal des savans
LatJico, e le statue della Beala Ver- di Parigi nel 1709. Già in Boma
gine delle Grazie, di Michele ar-
s. nel 1699 aveva pubblicato: f^in-
cangelo, di s. Guglielmo, e di Ca- diciae cditionìs s. Angustila a bc-
terina della Lionessa. Tra i dipin- nedictinis adorna tae advcrsns epi-
ti sono rimarchevoli 1* eflìgie della stolam abbatis Germani autore D.
Vergine di scuola greca; il quadro B. de Riviere. Nel 1706 in Parigi,
io cui è rappresentala Margherita le Raccolte di opere di antichi
moglie di Luigi 111 in alto di nau- scrittori greci colla sua traduzione^
i'ragare che invoca la Vergine; una e con prefazioni^ note e dissertazio-
testa del Salvatore di Guido; le ge- ni. Nel 1708 pubblicò in latino:
sta di s. Guglielmo in quattro qua- Della paleografia greca y ossia del-
dri del Vaccaro, e dodici apostoli i l'origine e del progresso de' carat-
della scuola di Raflaello. Questa teri greci^ e di tutte le vane sorta
chiesa abbaziale è ricca di privile- di scritture greche in diversi secoli,
gi, fra* quali l' indulgenza quotidia- delle abbreviature, delle note in uso
na perpetua a chi visita il santua- per ogni sorta di arti e scienze
rio, ed ha sette altari privilegiali.
i come la musica, l' astronomia, la
MONTFAUCON Bernardo. Dot- chimica, la medicina, la rettorica, ec.
to benedettino della congregazione Nel 1709 in Parigi, il Libro di
di s. Mauro, nacque nel 655 in 1 Filone concernente la vita contem-
Souiage nella Linguadoca figlio , plativa. Nel 17 i3 ^\ì Essapli d' O-
del signore di Roquetaillade. Nel rigene, ed una nuova edizione del-
i6/6 fece professione monastica le Opere di s. Giovanni Grisoslo-
nell'abbazia di Nostra Signora del- mo. Nel 1715 Bibliotheca roisli-
la Dourade, indi dedicossi intera- niana olim segueriana. Nel i 7 9,
1

mente allo studio. Viaggiò in Italia in Ialino e francese : Antichità


per visitarvi le biblioteche e gli spiegata e rappresentata con figu-
archivi principali, e morì a' ii re. Nel 1729: Monumenti della
dicembre 1741 nell'abbazia di s. monarchia francese. Nel '739:
Germano ai Prati in Parigi, dopo Bibliotheca bibliothecarum manuscri-
aver composto moltissime opere. ptorum nova. Olire a ciò si hanno
Nel 1688 unitamente al Pouget di lui altre produzioni, laonde po-
ed al Lopin pubblicò gli AnaltUi chi dotti al pari del p. Montfau-
grt'd, traduzione latina con note. con composero tante opere che a-
Nel 1690 pubblicò La verità del- scendono a quarantaquattro. La sua
la storia di Giuditta. Nel 1698 vasta erudizione lo avea reso qua-
r edizione molto stimata delle Ope-^ si il centro dell'Europa letteraria,
re di s. Atanasio. Nel 1702 in e suo sommo discernimento, al
il

Parigi la dotta e curiosa relazione quale univa una prodigiosa me-


del suo viaggio in Italia : Diariiim moria e grandissime cognizioni, fa-
ttcdicuni sive moniimentorum vete- cevano sì ch'egli venisse da tulle
runi bibliothecariun, ec. ìimsaeonun^ le parli consultato. Fu buon criti-
notitiae singulares itinerario italico co, abile antiquario, e versatissimo
colltclacy additis schematìbus et figu- nel leggere i mss. : accrebbero 1

ris. Alla critica che vi fece il Fico- suoi pregi la sua modestia, dol-
ji«, vi rispose il p. Montfaucon nel cezza di carattere, candore e seni-

I
a5o MON MON
plicilà di coslumi, segno perclb al- correre le provincie occidentali, dnn-
l' universale ammirazione. Venne do prove del suo zelo e della sua
onorato di medaglie d'oro da Car- carità, confutando calvinisti, mas-
i

lo VI, e da Cletneule XI e Be- sime di Nantes. In s. Lorenzo so-


nedetto XIII. pra Sèvre, diocesi di Rochelle, isti-
MONTFORT (ven .) Lodotico tuì due società che tuttora sussisto-
Maria Grignon. ^f acque nella pic- no, r una de* missionari detti dello
cola città di Montfoi't, diocesi di s. Spirito Santo, l'altra delle sorelle
Malo, e fino dalla tenera età si fe- ospitaliere, collo slesso spirito delle
ce ammirare per la sua inclinazio- suore della carità, o confraternita
ne alla virtù e allo studio. Compi- della divina Sapienza. In questa ul-
to questo sotto i gesuiti nel colle- tima impresa fu secondato dalla pia
gio di Rennes, si portò a Parigi donzella Trichet di Poitiers; dipoi
per farvi il suo corso di teologia ; Renato Mulot missionario e succes-
venne ammesso nel seminario mi- sore del Montfort, perfezionò i due
nore di s. Sulpizio, ove si esercitò stabilimenti. Morì santamente in s.
iu vari uflìzi, e nel 1700 si ordinò Lorenzo a' 28 aprile 17 16, avendo-
sacerdote. Quindi domandò di esse- ne scritto la vita Giuseppe Gran-
re autorizzato a passare nel Le- det parroco di s. Croce d'Angers,
vante per ivi dedicarsi alla predi- pubblicala a Nantes 1724- La nel
cazione dell' evangelo, ma i suoi Raccolta decantici Montfort fu di
superiori non credettero aderirvi. più volte ristampata. Nel concisto-
In vece fu impiegato nelle missio- ro pubblico de' 25 gennaio i844>
ni di Nantes e poi di Poitiers, gio- l'avvocato concistoriale Gio. Batti-
vando ivi all'ospizio de* poveri che sta de Dominicis-Tosti, perorò per
furono sempre le sue delizie. Ritor- la prima volta dinanzi al Papa
nato a Parigi, il cardinal de Noail- Gregorio XVI la causa della bea-
Jes lo incaricò di ufficiare la cap- del ven. servo di
tificazione Dio
pella di Mont-Valerien, e fu poscia Lodovico Maria Grignon de Mont-
nominalo elemosiniere dell'ospedale fort, istitutore della congregazione
dello la Salpelrière. Passato alcun de' missionari dello Spirito Santo.
tempo si restituì a Poitiers, col de- MONTI Cesare, Cardinale. Ce-
siderio di dedicarsi in tal città al sare Monti, patrizio milanese, a per-
servizio de' poveri infermi. Per la suasione del cardinal Federico Bor-
sua severità non si credette oppor- romeo, abbandonò la patria per
tuno, onde prese di nuovo a pre- portarsi in Roma, dove da Paolo
dicare e catechizzare ; ma trovando V fu ammesso tra i ponenti del
che la Francia non offriva al suo buon governo, donde tra quei di
eelo un campo abbastanza vasto, consulta fece passaggio. QuanluH-
nel 1706 vestilo da pellegrino si que riuscisse universalmente gradi-
recò in Roma. Domandò instante- lo per la dolcezza de' costumi, per
niente a Clemente XI d' essere im- r eleganza dell'aspetto, e quello che
piegato nelle missioni all' estero, e più importa per la sua impareggia-
sebbene il Papa lo ricevè benigna- bile pietà, ciò non pertanto nel
mente, gli ordinò ritornare in Fran- breve pontificalo di Gregorio XV
cia. Avendo prontamente obbedito, si rimase fermo nelle ottenute ca-
d'allora io poi «on cessò di per- riche ; se non che quel Pontefice
MON MON 25:1

poco prima di sua morte di moto- s. Bernardo, a' quali concesse la


proprio lo tiascelse ad assessore del chiesa della Madonna di Loreto.
Ebbe più
ì s. oHizio ,

dichiarato consultore,
di cui in
come
avanti l'avea
scrìvono
d' una
troversie giurisdizionali coi regi mi-
volta gravi con-

i continuatori del Ciacconio. Ciò nistri Milano, e difensore acer-


di
non è vero, poiché fu Urbano Vili rimo com'egli era dell'immunità
the a' 1 ottobre 1624 lo avanzò ecclesiastica, ne uscì sempre vittorio-
al posto di assessore. Fregiatolo poi so. Avea fatto una raccolta di qua-
del titolo di patriarca d'Antiochia, dri de' più famosi e insigni pitto-
lo spedi nunzio, prima alla corte ri, e questa morendo lasciò per
di Napoli, e dopo un anno a quel- ornamento dell' arcivescovato. Non
la di Madrid qual nunzio straordi- dimenticò i suoi congiunti, avendo
nario, divenendo ordinario in capo a favore d' un fratello e di nipoti
a due anni. Vacata per morte del fatto acquisto di alcuni feudi e pos-
suddetto cardinale la chiesa di Mi- sessioni, senza pregiudicare però né
lano, Urbano Vili nel i632 gliela i poveri, né
sua chiesa.
la Dopo
conferì, indi a' 28 novembre i633 aver governato santamente la sua
il Papa ad istanza del re di Spa- diocesi, celebrato il teizo sinodo nel
gna lo creò cardinale prete del ti- i65o, finì il corso di sua mortai
tolo di s. Maria in Trasponlina. vita in Milano in tale anno, in età
Kecatosi nella sua arcidiocesi non di 5'j anni, e rimase sepolto nella
si mai dalla legge della
dispensò metropolitana con breve iscrizione.
residenza, non in occasione del
se Abbiamo di lui novanta ragiona-
conclave per Innocenzo X, la cui menti recitati nel duomo di Mila-
elezione favorì a tutto potere, on- no, e l'Argelati nella sua Bibliote-
de il Papa per mostrargli la sua ca degli scrittori milanesi ci dà un
gratitudine, promosse il di lui fra- esatto catalogo di tutte le sue o-
tello alla carica di maestro di ca- pere.
mera. Occupossi con estrema dili- MONTI Filippo, Cardinale. Fi-
genza e fatica nella visita della va- lippo Monti d' illustre famiglia bo-
sta arcidiocesi, sostenendo con volto lognese, con lode i suoi
compiti
ilare e tranquillo gli incomodi del- studi, sicondusse a Roma, e vi si
le stagioni ne' viaggi^ e quello de- fece conoscere ben presto non so-
gli alberghi, lutto occupandosi nel lamente di dottrina fornito, ma ca-
sacro ministero, e singolarmente pacissimo di maneggiare con pro-
neir istruire i poveri di campagna bità e destrezza ogni più grande
ne'dommi della fede. Nel i636 ce- e geloso affare; di modo che essen-
lebrò il sinodo diocesano, che di do insorte alcune differenze tra la
nuovo convocò nel 1640. Fondò santa Sede e la signoria di Vene-
pna magnifica chiesa in onore del- zia, il Monti che non avea alcun
la Beata Vergine, di cui era divo- carattere di servizio o di aderenza
tissirao, visitandone i più celebri colla corte di Pioma, fu spedito co-
santuari, venti miglia distante da là dal Papa per procurarne 1' ag-
Milano, col titolo Maria del-
di s. giustamento, nel qual negozio in-
l' Olivelo, con convento che donò contrò la soddisfazione dell'uno e
f«i carmelitani scalzi, e introdusse dell* altro principato. Restituitosi a
iq Milqno i monaci cistcrciensi di Roma neliyio, Clemente XI lo
-

aìi MON MON


tlicliiarò prelato tloiiieslico, e nel scritto con brevi ma significanti

1716 gli conferì mi canonicato nel- elogi le più rimarchevoli azioni.


la basilica Liberiana. Ad onta della Della maggior parto di silFatti elo-

sua abilità ed erudi/iune, stette Inn- gi volle egli farne parte al pubbli-
^aniente senza ciirica, lìnchè nel co, [)er mezzo
un volume in fo-
di
yj'òo Clemente XII Io destinò se- glio di romana.
njagnifiea edizione
gretario della congregazione conci- I detti ritratti col rimanente di sua

storiale e del sacro collegio, donde quadreria e biblioteca, dopo la sua


dopo cinque anni fu promosso a morte lasciolli, ad insinuazione del
segretario di propaganda, nel qual Papa, all' istituto di Bologna, e a
hmpo diede alla luce un'opera ri- comodo de' propri concittadini.
guardante la relazione delle missio- MONTI CA ini ARA Cornelio, Car-
ni nel regno di Tliibet, e del tuo* dinale. Cornelio Monti Caprai a nac-
do più acconcio onde proseguire que da famiglia nobile in Bologna
ed ampliare un'opera così pia e di a* 16 agosto 1703, nipote del car-
(aula gloria del Signore. Benedetto dinal Filippo. Compiti suoi sludi, i

XIV suo concittadino ne preniiò i massime legali, per l'eccellenti sue


meriti a'9 settembre 174^» crean- qualità meritò di essere nominalo
dolo cardinale prete di s. Agnese dal suo concittadino Benedello XIV
luori delle mura, donde fece pas- uditore di rota a'g settembre 1743.
saggio al titolo di s. Stefano al II successore Clemente XllI nel 17^8

Monte Celio. Fu ascritto alle con- lo promosse alla cospicua carica di


gregazimii di propaganda, del con- governatore di Roma, ed in premio
cilio, e molte altre. Morì in Ro- dei servigi resi alla santa Sede nelle
ma 1754) d'anni
nel principio del incumbenze da lui esercitate con

78 non compiti, ed ebbe sepoltu- rettitudine e zelo, nel concistoro dei


ra nel coro della vaga chiesa di s. 23 novembre «761, lo creò cardi-
Maria della Vittoria, che quantun- nale dell'ordine de' diaconi, indi
que nell'epitaffio si chiami rcgida- per diaconia gli conferì la chiesa
riunì co/idiloriufit, non appartiene de' ss. Cosma e Damiano, annove-
ai certosini come scrisse il Fantuz- randolo alle congregazioni cardina-
liy ma sibbene ai religiosi di s. Te- lizie di consulta, del concilio, de'ri-
resa. Alla sua tomba fu collocata ti, visita apostolica, d'Avigno-
della
una semplice e modesta iscrizione, ne e Lainetana. Colpito d'apoples-
che vivendo erasi da sé medesi- sia mentre adorava il ss. Sagra
uio composta. Una scelta biblioteca mento chiuso nel sepolcro della
di dodicimila rari e preziosi vo- cappella Paolina del Vaticano, nel
lumi, faceva le più care deliz^ie di giovedì santo 5 aprile 1 765, ovve-
questo cardinale. In essa vedevasi ro appena usciva nella sala regia,
mia bene ordinata serie di que'car- dovendosi recare alla vicina cap-
diiiali, che dal pontificato di Ales- pella Sistina per l'uffizio delle te-
sandro III fino a quello di Bene- nebre, ne morì subito con dispia-
detto XIII, eransi resi celebri ed cere del Papa e del sacro collegio,
insigni, per santità di vita, o per non solo per le sue qualità, ma per
dottrina, o per cariche, o [)er le- essere accaduta la disgrazia in tal
gazioni. Sotto l'effigie di ciascuno venerabile luogo, ed in sì santi
di essi il cardiiiiile vi aveva de- giorni, nella età di sessantadue anni.
MON MON 2j3
I funerali si celebrarono nella ba- per la conservazione de' pegni che
silicade' ss. XII Apostoli, indi il ricevevano in cambio delle sommo
I suo cadavere fu trasportalo nella
sua chiesa diaconale, ed ivi fu tu-
prestate, nulla esigendo
ta vasi di piccole
quando trat-
somme. Quesla
mulato. nuova istituzione prese il nome di
MONTI LUOGHI. F. Luoghi Monte di pietà^ buoni ed i suoi
DI Monte. effetti non tardarono molto a farsi

MONTIDI PIETÀ', Montes pie- sentire. L' operaio, il mercante e-


Luoghi ove sono depositi di
tatis. ziandio vi ebbero egualmente ricor-
denaro o di vettovaglie, come fa- so nei momenti de' loro bisogni :

rina, frumento ec, destinati ad es- l'uno vi trovava la tenne somma


sere dati a prestito a quelli che ne che gli era indispensabile per ter-
abbisognano contro qualche pegno, minare i suoi lavori, e l'altro il
ed a certe condizioni e regolamen- denaro che gli mancava per salda-
ti parziali. Verso la fine del secolo re le sue lettere di cambio al tem-
XV, allorquando i popoli d' Italia po del pagamento. Tultavolta nel-
provavano il doppio flagello delle lo stesso nascere de'n)onli di pietà
guerre civili e delle straniere, la sorsero molti contraddittori, attac-
maggior parte delle famiglie erano cando di usura l'istituzione, e la di-
quasi interamente rovinale, siccome .sputa si continuò con ardore, non
vittime degli ebrei e di altri usu- ostante che alcuni già fossero stati

rai che prestavano con pegni, e eretti con autorità pontifìcia e con-
prendevano l'interesse del 70 e 80 cessione di privilegi, anzi più tardi
per cento, come meglio diremo dan- i Papi nell' istituire le sedi vescovi-
do poi un cenno dell'usura o in- li ordinarono per una delle princi-
teresse del danaro dato ad im- pali condizioni, che ne' luoghi re-
prestilo con eccessivo ed ingiusto sidenziali vi fosse il monte il pietà,
compenso, che canoni della Chie-
i ed ecco perchè nelle proposizioni
sa proscrissero d'accordo colle leg- concistoriali per la provvista delle
gi imperiali. 11 male era giunto a chiese, si rimarca se il monte esi-
tal colmo che bisognava portarvi ste o no, meritando monti di pie- i

rimedio gli:abitanti di Perugia tà il titolo di sacri. Sebbene il pri-


furono i primi benemeriti che si mo monte s' istituisse in Perugia,
occuparono di questa benefica isti- quello di Orvieto fu il primo ad
tuzione italiana. Narra il p. Wad- avere la sanzione apostolica nel
dingo, Annales t. XIV, p. gS, che 1464. Paolo li nel 14^7 approvò
predicando in Perugia il p. Barnaba il monte {perugino, che però secon-
da Temi frate minore, siccome pro- do il Grispolti nella sua Peiug^ia
fondamente commosso per le enormi p. 182, deve alle predicazioni del
si

usure che pagavano i poveri, spe- b. Giacomo da Monte Feltro mi-


cialmente agli ebrei, invitò egli per- nore osservante corregge il Gri- :

tanto i formare un cumu-


ricchi a spolti, il Mariolti, De perugini au-
lo di denaro, col quale si facessero ditori di rota, pag. 207, come pu-
prestili ai bisognosi, riiraendone re il Waddingo, poiché egli afferma
piccolo compenso per soddisfare i che ne il p. Barnaba, ne il b. Gia-
ministri dell' opera e le spese del como istituirono il monte di pietà
pio luogo cagionate dal deposito e in Perugia, ma solo ne furono [no-
,

a54 MON MON


motori ili quello già inlrodollo nel no similmente istituiti nelle indu-
1463 dall'altro minore osservante striose città delle Fiandre, detti per-
fr. Michele da Milano, essendo già ciò fiamminghi. A difesa di questi
inventata la pia opera da altro sacri Leone
luoghi, X nel i5i5
insigne correligioso, cioè il b. Gia- non solo li approvò nel concilio ge-
como Picenteche primamente la nerale di Lalerano V colla bolla
stabilì in sua patria fìn dal
Ascoli Inter midtipliceSy ma impose silen-

]4^8. Ivi il Mariotti parla ancora zio alla questione ed inflisse le cen-
della celebre questione sopra i mon- sure e la scomunica a chiunque ne
ti di pietà, e della difesa che ne fu avesse parlato in contrario. 1 suoi
fatta. Sisto IV nel 1471 confermò successori ed il concilio di Trento
quello di Viterbo, e perchè i van- opinarono nello stesso modo a fa-
taggi che ne derivavano gli sembra- vore de' monti di pielà^ poiché de-
rono veramente grandi, volle farne cisero. i.° Che il prestito fosse di
godere la città di Savona sua pa- una somma tale che non potesse
tria nel i479) approvandolo colla diminuire che dovevano ri-
i fondi
bolla Ad sacrarli. Ne fu propaga- produrlo, e sopra tutto che non se
tore anche 1' altro osservante s. ne facesse alcuno ai ricchi signori
Giacomo della Marca, e più di tut- e stranieri. 2." Che i prestili non si

ti l'altro francescano b. Bernardi- prolungassero oltre un certo tempo


no da Feltre minore osservante, pel di un anno o meno ancora. 3." Che
cui zelo moltissimi ne fondaro- se per la sicurezza della somma pre-
no. Quello di Cesena fu da Inno- stata si dasse un pegno aninchè ,

cenzo Vili approvato nel 1489 col- se al tempo convenuto non fosse
la bolla Ad sacratila e quel di Bo- renduta la somma, si potesse vende-
logna nel i5o6 da Giulio li, me- re il pegno per fare indenne il
diante la bolla Ad sacram. Quindi monte. 4-" ^^^^ P^^'
piovvedere alle
r ebbero anche le principali città spese necessarie per la conservazio-
d'Italia, come Mantova, Milano, Pa- ne degli oggetti, la persona che im-
dova, Napoli, e Firenze, il quale pegna pagasse un leggero diritto,
venne istituito nel i49^ ^ persua- quantunque sarebbe meglio, dice
sione di fr. Girolamo Savonarola Leone X nella sua bolla, che non
onde eliminare gì' illeciti guadagni se ne esigesse alcuno in fine che ;

e sottrarre la povertà tiranneggiata non si permettesse veruna spesa su-


dalle usure ; ed il Mariani nella perflua neir amministrazione del
Storia di Trento^ riferisce che un monte, e sopra tutto che il denaro
ebreo offrì alla repubblica fiorenti- destinato agi' imprestiti non fosse
na ventimila fiorini d'oro per im- impiegato in alcun altro uso. Già
pedire che questo monte delle pre- al principio del secolo XVII i mon-
stanze andasse innanzi. In Roma, ti di pietà si erano diffusi nella
come descriveremo, il sacro monte maggior parte de' principali slati di
di pietà fu istituito nel pontificato Europa ; così in Francia sotto il
di Paolo \\\j ed è degno della ca- nome di Lombardi, perchè i lom-
pitale del mondo cattolico, e Giulio bardi erano stati primi a stabilire i

III nel 1 555 approvò quello di Vicen- luoghi ove si prestavano denari con-
za, colla bolla Salvator noster Jesus. tro pegno e col pagamento di notabili
Più tardi i monti di pietà furo- usure. Avendo Filippo V re di Spa-
MON MON i^S
gnaerelto un monte di pietà per cele- le comunità e dalle confraternite, e
brare suffragi ai fedeli defunti, per nello stalo pontifìcio sino dai primi
accrescerlo ottenne da Benedetto XIII anni del secolo XVI, poco dopo
Ja bolla Alias nomine^ del 1727, degli altri monti di pietà. 11 Nico-
che fosse raccomandato ai vescovi lai, Memorie suir aiìnoiìa, nel t.

acciò quelli che facessero testamen- II, p. 117, riporta l'editto camer-
to gli lasciassero uu legato, senza la lengale pel libero commercio dei
quale limosina fosse invalida ogni grani e biade nello slato pontificio,
disposizione testamentaria. Di tali ed al 27 la soppressione dei
n.
monti ve ne sono in altri luoghi, co- monti abbondanza o frumenta-
di
me il monte dei morti in Orlona. A- ri, essendosi provveduto che mai
vea s. Pio V dichiarato ladri e gente mancassero le granaglie, di che se ne
di mala fede que'cassieri e deposita- parla pure nel t. Ili, p. i85.Tulta-
ri, i quali abusando del loro uffizio volta i monti frumentari, in minor
impegnavano o vendevano i pegni numero, sussistoifo ancora. 11 Maran-
o deposili ad essi conseguati, e poi goni r\e\\' Istoria di SanctaSancio-
adducevano falsi prelesti di non a- ritm, e. 32, discorre delle immagini
verli. Benedetto XIII oltre avere del Salvatole appellate comunemen-
approvato gli infamanti epiteti <lel te la Pietà, loro uso, stemma, insegna
predecessore, impose loro gravi pene e sigillo di varie confraternite e luo-
secondo i delitti e per tutto lo sta- ghi pii, massimamente de' monti di
to ecclesiastico, con bolla de' 26 pietà. Queste immagini si rappre-
settembre 1729, Jam dudum. sentano ora stese in seno della Bea-
Sul modello de'monli di pietà dai ta Veigine, ed ora sedenti sopra il
quali accordano prestiti a beneficio
si sepolcro intere, oppure sino a mez-
de' bisognosi con piccolo pagamento za vita, colle braccia e mani steso
d'interesse, si fondarono in Italia i ed allargate in allo d' invitare i

monti detti dell' abbondanza, del peccatori all' infinita divina miseri-
grano o frumentari,i quali colle bia- cordia. Delle istituzioni de' monti
de depositate non solo ne danno ai di pietà trattò fra gli altri il Klock
contadini una quantità per semi- nel lib. II, De aerano cap. 20,
narle, ma servirono grandemente in pubblicato in Norimbeiga nel i65i.
molti anni di carestia al soccoiso Si può vedere il cardinal De Luca,
della classe indigente. 11 grano, De nions pietalis, parlandosi dei
granturco, od altra specie di biade principali in moltissimi articoli di
imprestate a chiunque offre una questo Dizionario.
guarentigia per la restituzione, si L' eccesso dell' usura, Foenus,
restituisce dopo il raccolto^ con in- Mutinir/ìj che provocò la fondazio-
calcolabile vantaggio de' poveri, on- ne de* monti di pietà, è stala sem-
de se ne istituirono anche nelle pre riprovala dal diritto di natura,
terre, borghi e villaggi. Questi mon- dai sacri canoni, dalle costiluzioiu
ti frumentari, come quelli di dena- pontificie , dal diiilto canonico e
ro, furono privilegiati dai Papi e civile, ed è stata sempre severa-
dai sovrani, ed ebbero generosi be- uìente condannata e punita; che se
nefattori che aumentarono i generi ai giudici dell'antica legge fu tal-
e il capitale con pie lasci te : i mon- volta permessa 1' usura cogli estra-
ti fruuieiiluri si eressero anche dal- nei, ciò fu per una speciale divina
^56 MON MON
dispensa. Quindi sebbene
ancora cos'i 8. Ambrogio; e s. Leone I proi-
gli ebrei V esercitano, non è per bì severamente V usura ai chi(;rici
questo che sia assolutamente loro ed ai laici. Urbano III proibì l'u-
permesso l'usurare; ma piuttosto sura, l'accrescimento alla sorte
deve dirsi con s. Tommaso essere r eccesso, segnatamente se si presta
ad permessa e tollerata per e-
essi a poveri ed indigenti. Le gravi e
vitare mali assai maggiori. Questo immoderate usure devono resti Uiir-
stesso motivo pare che movesse Fe- si, come ordinò Innocenzo 111 nel
derico I imperatore ad esentare dal concilio Lateranense IV. Se uno fos-
delitto di usura i giudei, e permet- se convinto di usura per fama e
tere l'uso di ricavare e ricevere voce popolare, ed altri sicuri dati,
un'oncia ogni dieci nel periodo di si ha come usuraio manifesto. Mar-

ogni anno. L' imprestito dai latini tino V represse l'usura ch'eserci-
fu chiamato mntuiim, secondo il p. tavano gli ebrei in Avignone, e
Menochio, da meo Umm, cioè dal Nicolò V pubblicò molti decreti
trasferire il dominio del danaro pro- contro gli usurai de' regni d' Ara-
prio alla persona cui s'impresta: gona e Saidegna. Anche Paolo IV
nelle sue Stuoie t. IH, cent. X, raffrenò le usure de' giudei, i cjua-
tratta al cap.93: Se agli ebrei an- li imprestavano denaro con forti
ticamente era lecito il dare ad u- compensi. Dichiarò s. Pio V nulli
sura a quelli che non erano della i cambi fatti contro le leggi, e che
loro nazione. Gli usurai dalla Chie- i contravventori si punissero come
sa sono detestati più che i ladri. gli usurai. Nel pontificato di Be-
Anche gli antichi romani severa- nedetto XIV spargendosi per l'Ita-

mente punivano piti l'usura che il lia molte sentenze che favorivano
furto; questo collapena del duplo, le usure, il Papa spiegò la questio-
r usuraio o prestatore del denaro ne colla costituzione Parvenu^ del
del quadruplo. Nelle XII tavole si primo novembre 174^ delle usu- »

permetteva percepire un' oncia per re provenienti dal mutuo, ed esor-


cento a titolo di usura ; dipoi fu lò i vescovi ad illuminare gl'indif-
finalmente ven-
stabilita mezz'oncia, ferenli. Nel moto- proprio Ci è ,

ne interamente vietata. Narra Livio statOy de 7 settembre, Benetletlo


che la lupa di bronzo con Romolo XIV moderò i cambi ch'erano sa-
e Remo del Campidoglio, fu fatta liti dal quattro al sette per cento
fare con altre statue, per la con- ne' frutti. Sotto Pio VI essendo di-

danna di alcuni usurai. Disse Ca- venute eccessive le usure ed i mo-


tone, che r esercitare V usura era nopoli a cagione delle circostanze
i

lo stesso che uccidere l'uomo. Que- de' tempi, prescrisse alcune pene
sto guadagno proveniente dal mu- contro 1 ingordigia degli usurai, e
tuo, dai giiirisprudenli si divide in leggi pel cambio della moneta se-
espresso, palliato, convenzionale e condo la tariffa, come pel cambio
mentale ; materia delicata e grave, delle cedole, argomento che toc-
di cuine trattano tutte le leggi, se- cammo Monete Pontificie. Sono
a
gnatamente ecclesiastiche. 11 dottore leciti gl'impreslili, come il ritrarne
s. Agostino dice che chi riceve la un moderato lucro, ne' casi in cui
usura in modo ingordo e inuma- si verifichi, in chi somministra le
no fa uDa rapina, né può vivere, somme, il lucro cessante o dan-
MON MON 257
no emergente, o . il pericolo della come gli usurai fiancesi chiamaron-
sorte. si caorcini da Cahors ; delle leggi
Sebbene la Chiesa non ha assolu- promulgate da vari principi, e quan-
tamente definito questo grave argo- to enormi fossero le usure che al-
mento, pensano alcuni, che rappre- lora si pagavano pel traffico del
sentando il denaro la casa, il ter- denaro, da alcuni popoli approvate,
reno e qualunque altra cosa che si da altri riprovate; e che JVIosè la
ipossa acquistare e che renda un proibì fra' giudei, ma permise far-
lucro, ne segue che come da dette la con quelli d'altra nazione, men-
cose acquistate col denaro ricavasi tre tra gli ateniesi fu lecita e mol-
lucro, ed essendo il denaro il rap- to usata. Tra i romani i prestatori
presentante delle stesse cose, se ne della moneta si dissero argenta-
possa trarre un moderato fruito. riosmutuani pecuniani dare, e col
Molti scrissero sullo scabroso argo- tempo in Italia si chiamarono cani-
mento ; ne citeremo alcuni. Leotar- psores, poi banchieri, cambiatori,
di, De usiiris et contraclìbus usura' Mercanti (Fedi).
riis coercendis cum appendix^ Ve- Monte di pietà di Roma. Nel
netiis 1761. Cardinal Gerdil, DtlVu- i539 sotto il pontificalo di Paolo
surn^ Roma i832. D. Marco Ma- III, per sottrarre i poveri bisognosi
strofini nel i83i pubblicò in Ro- di denaro dalle esorbitanti usure
ma r opera intitolata: Le usure. ch'erano costretti pagare agli ebrei,
Osservazioni pacifiche sopra di uno- dai quali lo prendevano in presti-
pera intitolata: Le usure, stampa- to colla consegna del pegno, s'isti-
ta nel i83i^ Roma
i834- analisi tuì coH'autorità pontificia, e con le
ragionata e critica dei libri tre su regole per le prestanze, dal zelante
le usure dell' ab. Mastro/Ini, Na- p. Giovanni Calvi generale de' mi-
poli i835. Abbé Moralet, Reponse nori osservanti, una compagnia di
au de M. Mastrofini intitult
libre pie e ricche persone, che si eser-
discussion sur t usure, Lyon i836. citavano nella caritatevole opera di
Cav. Drack, Lettre sur une question dare a' poveri denaro in prestito,
d'usui e, Rome 1834. Etienne Pa- con niuno o almeno assai tenue in-
ges, Dissertation sur le prét à in- teresse, ritirando soltanto l'oggelto
térét, Lyon et Paris i838. Le prét che s'impegnava. Paolo III nello
d" apres les Peres, par un prétre stesso anno colla bolla Ad sacravi
chanoine honoraire d'Aire, Tou- beati Peiri sedeni, sotto la direzio-
louse. Nel voi. I, pag. 128 degli ne della detta compagnia eresse il

Annali delle scienze religiose è ri- sacro monte della pietà di Roma,
portata la risposta che nel i835 concedendogli i privilegi e indul-
die il cardinal penitenziere maggio- genze ottenute dagli altri monti di
re ad una questione circa 1' usura pietà antecedentemente eretti per
proposta dal vescovo di Vivìers. Il l'Italia, poi confermale ed accre-
Muratori nelle Dissert., dissert. 1
6, sciute da altri Papi. In principio
parla degli usurai e loro aulica molli erano i deputati del monte,
origine; che non mancarono nei ma in seguito si restrinsero a soli
primi secoli della Chiesa foenerato- quaranta, tutti nobili delle princi-
res, parte permessi, parte riprovali; pali famiglie romane, che formava-
quando si moltiplicarono in Italia; no la congregazione reggente del
VOL. XLVI. •7
a58 MON MON
medesimo, alla testa de'quali qunt* se l'amministrazione agli uffjzialì

tro portavano il titolo di piovve* del sacro monte di pietà di Roma.


ditori, e pel primo il prelato teso* Sisto V
vedendo l'utile che pote-
riere generale dellacamera^ il qua- vano ritrarre le due istituzioni con-
le sempre vi avea luogo, che figu- giunte delle prestanze e de' deposi-
ravano come governatori del luogo. li, permise che si facessero al mon-

La congregazione si radunava spes- te deposili di qualsivoglia specie e


so a consiglio, e deputava a turno somma. In tal guisa crebbe il mon-
i diversi suoi membri alla direzio- te in credito e in capitali, n segno
ne e sorveglianza Pio IV dell'istituto. che valeva a prestar somme ancor
colla bolla Pietatisconfermò pri- i vistose; anche principi stranieri e
i

vilegi del monte nel i56i. Da prin- l'erario stesso provarono i benefici
cipio la compagnia riconosceva per effetti del monte, dal quale furono

cardinal protettore quello de'mino- largamente sovvenuti ne' bisogni.


ri osservanti, che tutelava la pia Sotto Sisto V fu eretta nel monte
opera; ma al tempo
Gregorio di un' arciconfraternita,per praticare
XIII essendo cresciuti notabilmente diverse opere spirituali: vi erano
i negozi del medesimo monte, per ascritti i membri delia congrega-
aver aperto il banco de* depositi zione dell' istituto e tutti i mini-
per comodo del pubblico, nel i584 stri.Essa non vestiva sacco, ed
con rautorilà del breve Inter mul- avea per istemma la Pietà con cin*
tiplices, di detto Papa , cioè per que o tre monti. Sisto V nell'eri-
quelli che doveansi fare per giudi- gerla nel i586 in arciconfraternita
zi civili, o per assicurare le sostan- colla bolla Ex debito ministerii,
ze de' pupilli e vedove, stando a le concesse facoltà di aggregare le
garanzia de' depositari i molti beni compagnie di altri monti di pietà
del medesimo pio istituto , oltre con partecipazione delle indulgen-
l'opera benefica degl' imprestiti, fu ze. Per ordine pontificio il cardi-
creduto più espediente che la con- nal Vastavillani camerlengo e pro-
gregazione de'deputali coli' autorità tettore del monte, proibì seque- i

pontificia si eleggesse liberamente il stri nel banco del monte. Il sacro

cardinal protettore, e però quando monte non ebbe per lungo tempo
ne seguiva la mancanza i provvi- alcuna fabbrica propria per la cu-
sori proponevano un buon numero stodia de' pegni: si crede che lo
di cardinali ai congregati, dai qua- stesso s. Carlo dasse ricetto nel suo
li sceltine quattro a voti segreti, palazzo air opera nascente. Poscia
si presentavano al Papa che uno si presero a pigione alcune case,

ne deputava in protettore; ciò ebbe finche Sisto V comprò con sette-

luogo dopo la beata morte del mila scudi una fabbrica in via dei
protettore cardinal s. Carlo Borro- Coronari, dietro la chiesa della Pa-
meo, che molto si era adoperato ce, presso il palazzo del Drago, che
per l'incremento e prosperità del- ancora ritiene il nome di Monte
l'isti luzione. Sebbene la Deposite- vecchio^ benché per un tempo vi

ria Urbana (Fedi) de'pubblici pe- fu poi la zecca pontificia. Sisto V,


gni fu fondata da Urbano Vili, come il predecessore Gregorio XIII,
essa riconosce la primaria origine confermò i privilegi ed altri ne
da Gregorio XUl^ che ne commi- concesse all' istituto. Clemeute VII!
1

MON MON 259


col breve Ex apostolicae del i^gS difìcatì e accresciuti dalla congre-
confermò i deposili a favore del gazione sotto diversi cardinali pro-
monte; indi nel 1602 col breve lettori; furono pubblicati nel 161
Quae ad pietatis^ confermò ed am- nel protettorato del cardinal Aldo-
pliò le cose del monte; col breve brandini, e ristampati dal cardinal
poi del i6o4> Q"^eca/7i^«e, prescris- Francesco Barberini nel pontificato
se il modo e forma per aggregare di Alessandro VII. Prima di que-
con partecipazione d'indulgenze al* sto tempo e nel 1625 l'Amydenó
tre confraternite e pii istituti. A stampando, De pielale romana^ vi
cagione del numero dei
crescente è il cap. IX, De monte pietads et
pegni, Clemente Vili nel i6o4 tras* depositoruni. Urbano Vili nel i638
portò il monte sulla piazza di s. concesse, che ogni giorno si potes-
Martinello, che poi si disse del Mon- se celebrare la messa nella suddet-
te di pietày ove in breve tempo si ta cappella, a cui nel 1623 Gre-
acquistarono tre gran palazzi, e si gorio XV
col breve Ad augendam
ridussero con magnifica cappella e concesse V indulgenza delle sta-
iiiolta spesa, alla forma maestosa zioni, da lucrarsi dagli addetti. Nel
che ora si ingrandimen*
vede: dell' 1664 la sacra visita apostolica da-
to e incorporazioni ch'ebbero luogo cretò non doversi ricevere dal mon-
sotto Clemente XII, tenemmo prò- te in pegno i sacri paramenti ed
posito nel voi. X, p. 70 del Dizio- arredi. L'elezione del cardinal pro-
nario. Pubblicandosi nel 1602 le teltore cessò nel 1679 per la se-
Opere pie di Roma del Fanucci, guita morte del cardinal Barberini,
a p. 128 si tratta del monte di e da quell'epoca non ne fu nominato
pietà. altro dalla congregazione de' depu-
Nell'anno i6o5
il cardinal Aldo- tati, né prescelto dal Papa, senza

brandini camerlengo e protettore conoscersene la cagione. Innocenzo


del monte emanò un bando contro XI con rigore vietò agli ebrei l'u-
gli ebrei che impegnano al sacro sure, e fu benemerito de' monti di
monte, e contro gli offerenti alle pietà, avendo per quello di Roma,
vendite de' pegni in detto monte col chirografo Avendoci^ nel 1688
ed in che s'accor-
piazza Giudea, diretto a monsignor Imperiali le-
dano insieme a fare a parte ed a soriere generale e primo provviso-
roezzo. Paolo V nel 1606 colla re del medesimo, ampliato le fa-
lettera Poiilificatus ^ autorizzò la colla del giudice del sacro monte
apertura del banco di s. Spirito nelle cause criminali. Avevano le
pei deposili; e nel i6i5 col bre- costituzioni apostoliche deputato un
ve Onerosa pastoralis^ proibì di- prelato, che a nome del cardinal
slrarre i denari del monte in al- protettore esercitasse la giurisdizio-
tro fuori iu quello cui fu stabilito ne civile privativa in tutte le cau-
nella sua erezione. Già nel 1606 se in cui avesse interesse il sacro
col breve Omnium saluti^ dichiarò monte, ed un curiale che eserci-
privilegiata la cappella del monte tasse la giudicatura criminale, ma
per l'anima de'defunti confrati, mi- cessarono ambedue questi uffizi
nistri e benefallori. Avendo il car- quando Innocenzo XII soppresse
dinal s. Carlo fatti compilare i re- tutte le giudicature particolari dei
golamenli, questi vennero indi mo- luoghi pii. Il Piazza nelle Opero
ft6ò MON MON
pie di Homa^ discorre nel Iralt. V, si dai ricattatori de'()egni chiamati
cap. 28, del sacro monte di pietà; volgarmente ricattieri, essi incomin-
e ristampandosi l'opera nel 1698 ciarono ad aprire un gran nume-
col titolo di Euscvologio romanOj nel ro di botteghe in diverse parti di
Irati. VI delle arciconfraternite si Roma, ma specialmente nelle vici-
trova il cap. 29 sullo stesso argo- nanze dei sacro monte, ritenendo
mento, e chiama l'istituto degno di nelle loro case e botteghe altret-
Koma patria universale, casa de'po- tanti monti per l'affluenza de'pegni
veri e rifugio de' miserabili, e ne che ricevevano dai poveri, massime
riporta le notizie. Clemente XI nel ne'giorni festivi e nelle vacanze in
1714 accordò alla cappella del mon- cui reslava chiuso il monte, senza
te di pietà di celebrare ogni giorno consegnar la polizza all'impegnante,
quattro messe private. Benedetto indi scaricando i pegni al monte a
XIII nel 1724 col chirografo Clave- mezzo donne chiamate bigan-
delle
te, diretto al tesoriere Collicola, con- ti, per ritirarne il denaro impron-
fermò le disposizioni prese sopra il tato e forse più, il quale serviva
libero corso delle cedole conside- per acquistare nella pubblica ven-
rate per contanti, onde eliminare dita degli oggetti non ritirati a
i danni che ne riceveva il sacro tempo, con altri gravi abusi e dan*
monte. Clemente XII nel ripristi- no del pio luogo e de*poveri. Que-
nare il giuoco del Lotto [Vedi) die sti disordini che rinnovavano quel-

cinquantamila scudi al sacro mon- li de'banchieri ebrei aboliti da In-

te per accrescerne il capitale, onde nocenzo XI con editto del' camer-


essere in grado di ricevere maggior lengo cardinal Pai uzzi del 1682,
numero di pegni a sollievo della furono repressi da Benedetto XIV
classe indigente e bisognosa. Bene- proibendo l'illecito mercimonio, e
detto XIV col chirografo Avendo la ritenzione delle botteghe de' ri-
col niezzOy del i743, diretto al te- cattieri almeno duecento
distanti
soriere Bolognetli, pel maggior pro- canne dal sacro monte; laonde per
fitto e decoro della depositeria ge- suo ordine nel 1748 il tesoriere
nerale della camera apostolica, la Banchieri pubblicò l'editto contro
trasportò al sacro monte, che di- gli ebrei che impegnavano al mon-
chiarò depositario generale della te, e contro i rigattieri e bottega-
stessa camera, come lo è tuttora. ri che prendevano pegni, quindi i

Benché il prelato tesoriere, Qome pubblicò ancora una notificazione


primo provvisore del monte, avesse dichiarativa dell' editto. Dopo al-

con gli altri eguaglianza di voti, cuni anni, forse per mancanza di
egli figurò come primo superiore vigilanza di chi dovea attendere
dello stabilimento, per cui Bene- all'esecuzione di tali provvidentissi-
detto XIV 174^ co' moto-pro-
nel me prescrizioni, tornarono i rigat-
prio Quantunque gli restituì la
,
tieri ad esercitare i loro illeciti

giudicatura privativa delle cause traffichi, e nel 1758 essendo dive-


civili e criminali concernenti gl'in- nuto eccessivo il numero delle bi-
teressi dello stesso sacro luogo; ganti impegnanti per conto de'rigat-
laonde siccome il mercimonio che tieri, la congregazione de' cavalieri
prima d'Innocenzo XI esercitavasi deputati ne duninui il numero.
dagli ebrei, iucomiaciò ad esercitar- Nell'anno santo 1750 Benedetto
MON MON 261
XIV accordò le indulgenze ai de- vertito, che il monte di pietà dì
putati, minisli'i e addetti al mon- Roma non fu mai di natura mu-
te, con visitare cinque chiese desti- nicipale,ne fu in alcun tempo di-
nate. retto, amministrato o dipendente
Divenuto Pontefice Clemente XllI, dal municipio capitolino, poiché co-
volendo rimediare ai proibiti mer- me si è detto, poco dopo la sua
cimoni eh' eransi rinnovati, ed al- approvazione pontifìcia ebbe subito
le infedeltà di alcuni ministri del un cardinal protettore o preside
monte, con breve de'24 aprile 760 i dell'opera pia. Mai dunque la ca-
deputò in visitatore del pio luogo pitolina camera ebbe parte o di-
il cardinal Giuseppe Maria Castel- ritto al regime del monte, solo in
li, che prese per convisitatori i pre- altri tempi richiese dai Papi la fa-
lati de Simone e Braschi poi Pio colta d'impetrar somme in pre-
VI. Il cardinale precisò il vero sta- stito dal pio stabilimento in alcuni
to del patrimonio, investigò i mo- bisogni. Salvo un tale rapporto e
commesse, rinnovò gli
di delle frodi quello memoralo, e salvo i' essersi
statuti del monte, stabili ottime costumato in altre epoche fare invi-
misure per impedir qualunque in- to al senatore e conservatori di Ro-
conveniente, segnatamente sulla si- ma d'intervenire alla festa annua
curezza delle custodie de'pegni, am- che celebrasi nella cappella del
pliandone gli armadi e ben chiusi; monte per la ss. Trinità, nella qua-
stabili i confini delle imprestanze, le occasione loro dona vasi un fio-
vietò quelle de' pegni de' forestieri, re, rami rappresentanti
ed alcuni
formò lo stato del luogo pio, e la Pietà ossia la deposizione di Ge-
diede i regolamenti per la relativa sù dalla Croce, nìun altro titolo
scrittura, una riguardante la gestio- potrebbe mai il municipio romano
ne del banco, l'altra il monte de- vantare sul sacro monte di pietà.
gl'imprestiti; riformò le spese, au- Mentre durava la visita, Clemente
mentando gli onorari ai ministri XIII nel 1761 con chirografo di-
acciò fossero fedeli. Tutti gli alti retto al tesoriere permise un pub-
della visita furono quindi approva- blico lotto nel monte di pietà, di
ti colla costituzione Ad paiernam, cinquecento pegni invenduti, consi-
da Clemente XIII a' 3 gennaio stenti in gioie del valore di qua-
1767, nel quale anno si pubblicò rantacinquemila scudi, con cinque-
in Roma Statuti del sacro monte
: cento piemi, dovendosi pagare uno
della pietà di Roma rinnovati nel- scudo per ogni biglietto però que- :

tanno 1767, con le bolle e privi- sta lotteria non ebbe eifetto. Quin-
legi del medesimo, leggendosi che di nel 1764 emanò il moto-pro-
il magistrato romano del senatore, prio QuaniviSf in cui prescrisse il

conservatori e priore de' caporioni, modo di riconoscere le firme ap-


fautori e difensori del sacro mon- poste agli ordini diretti al sacro
te, era il membro principale dell'ar- monte, che riportasi anche dal
ciconfra terni la del sacro monte, e Bull. Cont. tom. Ili, pag. 8r.
monsignor tesoriere il suo giudice Nel 1766 pubblicò la costituzione
privativo. La costituzione e gli sta- Etsi multa provide, con la qua-
tuti sono riportati nel Bull. Coni, le inflisse le pene contro quel-
t HI, p. 275 e seg. Va però av- li che avessero danneggiato il mou'
36^ MON MON
te, non avessero osservati
e suoi i stodie pei pegni sino ad uno scu-
statuii. Nello stesso anno Clemente do. Prese piena cognizione dello
XIII fece pubblicare dal tesoriere stato attivo del monte e de' suoi
Canale 1* editto in cui si proibisce capitali per supplire alle annue
ai bottegari, rigattieri e rivenditori spese: i capitali ascesero ne'fabbri-
di prender pegni per loro conto, cati ove si esercita l'opera pia, ma
ricevere in pegno i bollettini del del valore infruttifero di scudi
monte, e ritenere presso di sé ì 237,000 circa; in case, vacabili e
bollettini de' pegni fatti per altri, prestanze, censi, canoni del valore di
ampliando l'editto del predecessore. 35g,ooo scudi circa, rendendone
Ma poco o niuno effetto produsse- annualmente quasi 8000. Vi erano
ro le nuove misure, o per mancan- inoltre credili colla camera e cas-
za di vigilanza, o per abboroinevo- se pubbliche per la somma da non
le connivenza di qualche ministro. potersi contare di scudi undici mi-
Quanto riguarda il monte, le cedo- lioni,/^o5,35i. II miglior capitale
le e la moneta nel pontificato di trovò consistere in Luoghi di Mon-
Pio VI, Io dissi a Monete ponti- te (Fedi) 3 1,0 19 e centesimi jS
riciE. di diverse erezioni, de'qtiali restava
Nel rovescio delle pie istituzio- sospeso il pagamento de' fruiti, e
ni, per la prima invasione dello perciò di nessun profitto, laonde ven-
stato pontificio e di Roma nel 1798 ne a transazione col tesoriere, am-
per opera de* repubblicani francesi, mettendosi al pio luogo l'annuo frut-
più di tutte uè soffrì il monte di tato di soli 1 5,0 00 luoghi di mon-
pietà: il banco de'depositi fu vuo- te alla ragione di dodici paoli per
tato di denaro e chiuso, le custo- luogo, ciò che approvò Pio VII
die vennero spogliate di tutti i pe- con chirografo de'2 aprile i8o3; 1

gni preziosi; le casse interamente quindi la sacra visita si occupò pel


esauste, sospese le rendite, ed i mi- felice andamento di s\ utile stabi-
nistri lasciati senza soldo. In que- limento, in fissare le provvidenze
sto slato deplorabile rilrovavasi il e riforme colle quali dovea rego-
pio luogo allorché fu eletto Pio larsi in con salutari de-
avvenire,
VII. Commosso il suo animo dal creti, richiedendosi cauzione ad al-
veder annientata nella sua grandez- cuni ministri tanto del monte dei
za la più bell'opera di carità, che prestitiche del banco de'depositi,
servendo di aiuto ad ogni ceto di a diversi de'quali si accordò l'abi-
persone, formava l'ammirazione de- tazione nel palazzo di residenza del-
gli stranieri, volle prontamente ri- l' opera stessa. Chiuse la visita il

pristinare monte de'prestiti col suo


il cardinal R.overeIla li 4 agosto i8o3,
banco, nominando a tale effetto a'2 indi colle stampe del Lazzarini si

settembre 1800 visitatore apostoli- pubblicò: Relazione della visita apo-


co il cardinal Roverella, il quale stolica del sacro monte della Pie-
prese a convisitatore monsignor Gi- tà di Roma fatta dal cardinal
rolamo Napulioni promotore della Roverella, con nuovi decreti e ri-
lède.La prima cura del cardinale forme approvate da Sua Santità^
fu il soccorrere i poveri con qual- e divisa in 28 articoli. La seconda
che prestanza, ordinando che si invasione francese compita nel 1809
aprissero due monti, e quattro cu< distrusse i risultati della visita, ed
MON MON 263
i! gOTerno imperiale atloltc) un onde estirpare il loro mercimonio,
nuovo sistema, nominando diretto- e quello di altri trafficanti lucranti
re del sacro monte monsignor Col- sul sangue de'poveri, e dilapidato-
li stabilendo che per ricevere
cola, ri delle loro sostanze, dichiarando
i pegni bisognava riportare dal pro- gli emolumenti permessi ai ricat-
prio curato un buono da lui sotto- tieri per l'agenzia de'pegni.
scritto, col quale si attestava della vera Leone XII nel 1828 col moto-
povertà dell'impegnante. Ritornato proprio Allorclièy ordinò che i ver-
Pio VII nel i8i4 in Roma, non samenti delle ritenzioni per giubi-
stimò né utile né opportuno di ri- la/ioni civili si facessero al sacro
chiamare in vita l'arcicon fraternità monte, cui ne affidò la cassa. Nel
e la congregazione de' provvisori e l832 Gregorio XVI per organo di
deputati del sacro monte, e questo monsignor Vannini commissario ge-
assoggettò immediatamente alla di- nerale della camera e prò- tesoriere,
rezione del prelato tesoriere gene- fece pubblicare le discipline sui ri-
rale, sì perchè egli formava già gattieri e sui pegni da recarsi al
parte della soppressa congregazio- sacro monte, mediante notificazio-
ne, sì ancora per tutelare gl'inte- ne a sollievo della classe indigente
ressi dell'erario che avea impresta- ed a freno degli abusi nuovamente
lo allo stabilimento scudi 80,000, introdotti. Mentre le rendite dello
che poi restituì. Nello stesso tem- stabilimento in frutti di consolida-
po non trascurò di rivolgere le sue to, di che parlammo a Luoghi di
paterne cure al benefico stabilimen- Monte, erano giunte a circa annui
to, ed a vantaggio de'poveri ordi- scudi trentacinquemila, migliorata
nò tenui prestanze con buoni^ dei la condizione economica del mede-
quali abusando gli speculatori, nel simo, fiorendone l'amministrazione
18 18 mediante somministrazioni e disciplina per l'intelligenza e ze-
del tesoro pontificio dispose che sì lo dell'odierno valente direttore
ricevesse qualunque pegno da pao- generalecommendatore Gio. Pie-
li due a scudi tre, rilasciando gra- tro Campana, Gregorio XVI nel
tuitamente quelli sino ad uno scu- 1834 con notificazione di monsi-
do, con notificazione del tesoriere gnor Tosti tesoriere, ora cardinale,
Guerrieri, e relativo regolamento anch'esso grandemente benemerito
pei ministri e ricattieri riconosciu- dello splendore del pio luogo, qual
ti dal monte, pubblicato con altra superiore del sacro monte di pietà
sua notificazione, sopprimendo i di Roma, ordinò che il sacro mon-
buoni, e abilitando i ricattieri di te a sollievo della classe bisognosa
fare i pegni e di esibirne le note aumentasse fino agli scudi dieci i

al monte. Rinnovandosi V avidità prestiti sopra pegni di oro, argento


de' ricattieri di lucrare sulle altrui ed altri oggetti preziosi, e fino agli
miserie, indusse nel 1821 il teso- scudi quattro quelli sopra i pegni
riere monsignor ad ema-
Cristaidi d' ogni altra specie; proibendosi ai
nare disposizioni repressive con no- rigattieri, loro agenti e commissio-
tificazione approvata da Pio VII. nati di prendere parte alcuna nei
Altro regolamento poco dopo ema- pegni oltre quattro scudi, come di
nò Io stesso prelato riguardante i presentarsi nel luogo a detti pegni
ministri del monte ed i ricattieri, assegnato. Indi il medesimo prela-
a64 MON MON
to con notificazione rese notorie le d'ogni sessione sì della computisle-

disposizioni dirette od alleggerire al- ria che della cassa, e di una delle
la classe indigente l'aggravio ne'pic- quattro grandi custodie o deposili
coli pegni, colla fissazione di una de'pegni, osservando ancora la sala
larilFa da osservarsi immancabil- ove se ne eseguisce la vendita, do*
mente dai rigattieri. Pei prosperi pò avere eziandio onorata la resi-
risidtamenti dell* amministrazione denza del direttore. Poscia il san*
del monte, permettendo di aumen- to Padre si compiacque passare al
tare le prestanze, con autorità di locale che dicesi terzo monte, aper-
Gregorio XVJ, dal lodato tesoriere to a bene del pubblico fino dal
con notificazione dell'agosto i834> primo luglio i834, ove si sommi-
vennero portate fino agli scudi ven- Distrano prestanze superiori dagli
li del sacro monte di Roma sui scudi quattro fino agli scudi cin-
pegni d'oro e d'argento e pietre quanta sopra oggetti d'oro, d'ar-
preziose; indi con altra del dicem- gento e di gemme. Nel mezzo del
bre annunziò che il sacro monte gran salone, dopo l'ingresso, si leg-
estendeva le prestanze sui detti pe- geva l'iscrizione riportata dal Dia-
gui dai scudi venti fino a scudi vio. Nella seconda scala, che im-
cinquanta. Non prestandosi prima mette alla stanza di residenza de-
del 1834 più di scudi tre sopra gl'impiegati, Gregorio XVI ammi-
ogni pegno, i memorati significanti rò, eseguita in gesso (poi a lui umi-
accrescimenti hanno soddisfatto ai liata dal direttore) una copia dei-
bisogni del pubblico e represso le V esimia e pregevole scultura esi-
usure. Progressivamente si miglio- slente sulla facciata esterna dello
rarono ed aumentarono
i capitali stabilimento, rappresentante Gesù
che ora ascendono qua-
le rendite, deposto dalla croce nell'atto di es-
si a cinquantamila scudi annui, ser sepolto nell'urna. In altra stan-
avendo Gregorio XVI approvalo za sotto il busto di Gregorio XVI
l'acquisto di latifondi rustici, ero. si vide altra iscrizione, pure ripro-
gando in esso la rendila consolidata, dotta dal Diario. Furono quindi
numero
Nel 17 del Diario di mostrati al Pontefice i molteplici
Roma i835 si legge, che a'26 feb- pegni esistenti nelle nuove custodie
braio Gregorio XVI, in occasione V e VI in oggetti preziosi, e com-
ch' erasi restaurato tutto l'edifizio, mosso alla vista di moltissimi pia-
si recò a visitare il sacro monte di coli pegni fatti dai più infelici fra
pietà, e fu ricevuto dal tesoriere gli amati suoi sudditi, ordinò con
monsignor Tosti , da monsignor trailo del suo caritatevole cuore a
Vannini commissario, dal Campa- monsignor tesoriere, la gratuita re-
na direttore generale del medesi- stiluzione di quelli fatti dal primo
mo, e dai principali suoi ministri, febbraio i835 che non oltrepassas-
Visitò e ammirò la magnifica son- sero la somma di baiocchi sessanta
tuosa cappella, e quindi per la sca- (ciò che il prelato pubblicò subito
la grande si portò ai due saloni, con notificazione), indennizzando il

ove si esercitano tutti i giorni le sacro monte delle somme corri-


operazioni relative ai pegni che vi spondenti. Trapassato l' atrio del
si recano dai bisognosi. 11 Papa en- monte per la scala dell'arco che
comiò la disposizione e 1' ordine congiunge i due palazzi, Gregorio
MON MON i65
XVI sì degnò anche la de-
visitare minislrative, o negli atti pubblici,
positeria generale della camera apo- non soggiacciano che al pagamen-
stolica, e nel piano inferiore de'de- to della tassa fissa di bai. 20. Da
positi, dopo aver girato per le di- tale documento si rileva altresì il

verse parti del grandioso stabilimen- gratuito servigio che presta il ban-
to, ammise con pubblici segni di co del monte di pietà di Roma, e
paterna soddisfazione, al bacio del la conferma del privilegio accorda-
piede i ministri d'ambedue, i qua- to dalle costituzioni apostoliche, in
li compresa guardia svizzera che
la forza del quale le somme deposita-
veglia alla sicurezza delle cose de- te nel suo banco non sono sogget-
positate, erano più di cento. Nel te a sequestro. Quanto riguarda le

medesimo anno i835 il eh. monsi- disposizioni in favore di questo sta-


gnor Carlo Monchini, al presente bilimento, emanate nel pontificato
pro-tesoriere generale, pubblicò, De' di Gregorio XVI, si può leggere
f^li istituti dì pubblica carità in Roma, nella Raccolta delle leggi.
e ragiona del sacro monte a p.175; Questo istituto si apre ogni mat-
nella nuova edizione del 1842, ne tina alle ore otto antimeridiane, e
tratta al voi. 1, p. i65. Nelle di- solo si chiude quando tutto è ter-
sposizioni emanate in tale anno minato. Si prende in pegno roba
d' ordine di Gregorio XVI sulla d' ogni specie, esclusi i memorati
mano regia, questa si dichiarò ave- sacri paramenti ed arredi, e gli og-
re il monte verso i suoi debitori, getti con marchio di pubblici isti-
come si esercita dal fìsco; e che le tuti ;
gli stimatori determinano il

cause introdotte nel sacro monte valore del pegno, e la prestanza è \


j'uris ordiue servato , si decidano sempre un terzo meno del valore ;

colla procedura stessa prescritta per gli oggetti poi d'oro e d'argento
le cause del pubblico erario. In- stimansi a valore intrinseco, non cal-
olUe neir istesso anno Gregorio colandosi l'opera artistica. Dato il

XVI, come amorevole anche con pegno e ricevuto il denaro, l'oppi-


gli ebrei, che in più modi benefi- gnorante ne riceve polizza di riscon-
cò, derogando alle contrarie dispo- tro. Nelle custodie o gran sale ove
sizioni ammise gl'indigenti ebrei alla si custodiscono i pegni, questi si ri-

partecipazione de'sussidi del monte. tengono per sei mesi ed anche set-
Neiragosto i836 il diriettore com- te, decorsi i quali si vendono al
mendalorCampana, onorato dell' or- pubblico incanto se l' oppignorante
dine equestredi s. Gregorio Ma- non li rinnova pagando i frulli del
gno da Gregorio XVI, notificò co- cinque per cento 1' anno. Il giove-
me il Papa emulando suoi pre- i dì è destinalo alla rinnovazione, che
decessori e insigni proteggi tori può farsi, tranne le robe di lana,
del monte di pietà di Roma, con ancor più volte, pagando sempre i

suo rescritto si degnò concedere al frutti della roba prestata. I pegni


banco de'depositi il privilegio ac- inferiori ad uno scudo si rinno-
cordalo già da Pio VII a quel di vano gratuitamente. Se il pegno
Bologna, che le fedi di deposito e non si redime, Vendesi all' asta ;

loro girate, volendosi registrare an- mentre il monte si reintegra della


che dai particolari, per farne uso prestanza e de' fuutti, e qualora vi

in giudizio o avanti l'autorità am- sia dà il soprappiù all'oppignorante.


a6(i MON MON
Quando il ritratto della vendita rigattieri, i quali sono come altret-
non giunge al valore delta prestan» tanti monti sussidiari sparsi ne' di-
za, gli stimatori sono obbligati sii]>- versi rioni della città, onde i po-
Fino dal principio
plii'vi. il monte veri possano trovare con pegni sino
esigeva un piccolo frutto del dena- ai quattro scudi istantaneo sollievo
ro imprestato ; ne' tempi più pro- a qualunque ora, particolarmente
speri di esso i pegni ritenevansi die- nella sera e ne' dì festivi, quando
ciotto mesi, gratuiti e senza frutto e chiuso l'istituto, il quale permet-
sino a trenta scudi, pagando gli al- te loro per compenso d'agenzia un
tri due per cento. Sotto Pio VI
il piccolo lucro. Ad onta de* replicati
e nel 1783 la prestanza gratuita fu bandi contro i rigattieri, essi hanno
ristretta a venti scudi, perchè si sempre esistito per comodo del pub-
conobbe cbe maggior somma gio- blico, e per quella renitenza e ros-
vava più l'intraprendente che il po- sore eh' è in molti di palesar pub-
vero ; i frutti di somme maggiori blicamente le loro ristrettezze eco-
si determinarono al tre e mezzo. nomiche, e che li distoglie dal pre-
Nel 1785 si sminuì il prestito gra- sentarsi al monte ov'è inevitabile
tuito a quindici scudi, e si accreb- una tal qual pubblicità ; ed è per-
bero i frutti al cinque per cento, ciò che molti ad esso preferiscono
come tuttora si pratica, eccettuato i rigattieri, benché gravati di do-
il pegno d' uno scudo che ricevesi ver pagare un compenso maggiore»
e rinnova gratuitaraenlCj onde il Vedendo il sacro monte le difficol-
monte di pietà di Roma vince in tà di eliminare i rigattieri, e che
generosità tutti gli altri simili isti- riuscirebbe di sommo dispendio la
tuti, i quali esigono un frutto da erezione di piccoli monti succursali
ogni specie di pegni. Ne il sacrifizio nelle diverse contrade della città,
è lieve, poiché i piccoli pegni si cal- sottopose i rigattieri a particolari
cola importino al monte ben novanta- discipline e leggi, con tariffe degli
mila scudi infruttiferi. I pegni giorna- emolumenti da potersi percepire, es-
lieri sommano alle volte sino a sendo essi sottoposti anche alla sor-
mille; si aumentano nell'ottobre e veglianza della polizia. Si vuole che
carnevale, diminuiscono e si ritira- le giornaliere prestanze ordinaria-
no nell'agosto e pel Natale. Sei so- mente arrivino quasi a quattromila
no le custodie iu attività, due di scudi; il capitale in circolazione
esse ed una sala ove accede il pub- giunge a mezzo milione di scudi,
blico, formano un monte. Le cu- e il numero de' pegni è di più cen-
stodie si usano alternativamente ; tinaia migliaia. I romani hanno
di

per sei mesi una riceve pegni, l'al- i pel sacromonte di pietà somma fi-
tra si occupa delle riscossioni, rin- ducia, onde persone facoltose per
novazioni o vendite fino all' esauri- tenui somme affidano pegni di
mento del deposito raccolto. Le due gran valore, per tenerli sicuri. Al-
custodie del terzo monte, aperte di cune somme di denaro sono date
recente, sono destinate a ricevere ì al monte per un discreto frutto, e

pegni d'oro, argento e gioie di va- l'amministrazione pone tali capifali


lore superiore a quattro scudi. Un nella circolazione de' pegni . Gli
gran numero di pegni è anche quo- stranieri lo visitano di frequente, e
tidianamente recato al monte dai rimangono assai soddisfatti sì della
MON MON aGr
bellezza e scomparlimenli tlella fab- ad arco, entro la quale sì vede la
idrica, come dell'ordine che vi regna mezza figura del Cristo scolpita in
in tanta di persone del
affluenza marmo bianco, in fondo di parago-
popolo pitiminuto. Gli ordinamen- ne, a cui è appoggiata una croce
ti dell'istituto sono di frequente ri- di giallo : dai lati della nicchia so-
cercati, massime dagl'inglesi. Dopo no armi
le gentilizie di Paolo IH
la benefica istituzione della cassa di e Clemente Vili. Al
piano della
risparmio, sanzionata da Gregorio strada, in corrispondenza delle cose
XVI nel i836j il progressivo au- accennate, è una fontana di tra-
mento de' pegni si è alquanto di- vertino eretta da Paolo V. Il cor-
minuito. Questa opera pia, vera- po principale dell'edifizio forma un'i-
mente romana, eretta dallo spirito sola assai vasta : si congiunge col-
cristiano di romana carità nella ca- l'allra parte, eh' è il terzo palazzo,
pitale del cristianesimo, splendida- per mezzo un arco voltato
d' sulla
mente fiorisce per averne Gregorio strada che mette sulla piazza del-
XVI approvato, incoraggialo e pro- la Trinità de'pellegrini. Chi en-
ss.

tetto r incremento, secondato dalle tra per la porta del prospetto prin-
solerti cure del cardinal Tosti, e cipale trova nella sua diritta l' in-
dell' abilissimo e zelante commen- gresso della sontuosa e nobile cap-
datore Campana. A quel Papa fu pella o oratorio, riccamente orna-
proposto il ripristinamento del car- to di marmi fini, e di opere di
dinal protettore, ma particolari con- con ai'chitettura di
scoltura, eretto
giunture ne fecero aggiornare inde- Antonio de Rossi, e compito in se-
finitivamente l'esecuzione. Il re- guito con quella di Carlo Bizzache-
gnante Pio IX col moto-proprio ri. Il bassorilievo sull'altare, rap-
del 1 ottobre 1847, sul consiglio e presentante la ss. Trinità, è lavoro
senato di Boma, tit. 3, § i4> num. dì Domenico Guidi : il Tobia da
65, ha disposto. « 11 monte di pie- uno de' lati fu eseguito da Pietro
tà o casa di prestito dipenderà da Le Gros, e l'altro bassorilievo la-
una commissione da organizzarsi terale venne scolpito da Teudon :

mediante un particolare regolamen- le statue della Carità, dell'Elemosi-


to del sovrano, nel quale si deter- na, della Fede e della Speranza,
minerà la parte che spetta alla collocate nelle nicchie, furono con-
magistratura ed al consiglio". dotte in marmo da differenti au-
11 sacro monte di pietà di Roma tori, fra' quali Giuseppe Mazzuoli
è situato nel rione HI Regola. Il che scolpì la prima. Questa cappel-
corpo principale di questo imponen- la è aperta al pubblico nella lèsta
te edilizio componesi di due de'tie della ss. Trinità : giornalmente hi
palazzi acquistati sotto Cleoìente guardia svizzera dello stabilimento
Vili, in memoria del cui benefìzio suole mostrarla a chi brama ve-
nella fronte dell' edifizio dal lato derla. Incontro ad essa si ascende
della piazza fu collocata una mar- alla conduce alle slunz.e
scala che
morea isciizione, avente sotto le ar- mezzo del coitile vi
de' pegni. Nel
mi del senato e popolo romano, e è una fontana assai graziosa eoa
quelle del cardinal Pietro Aldobian- due tazze di granito bigio, dalla
dini. Nel dì sopra è una specie di superiore delle quali sgorga il gillo
nicchia quadra con suo frontespizio saliente dell' acqua paola ; nel ba-
268 MON MON
samento di sì elegante fonte, e nel chi scrittori coperto
da boschi, ed
piede della lazza inferiore sono ingombrato da paludi. ,1 boschi ve-
scolpiti slemmi di Paolo V da
gli stivano principalmente i colli e le
cui fu Tutto Tedifizio è
eretto. falde, e celebri furono quelli di
murato ottimamente, e difeso con quercie del Campidoglio e del Ce-
inferriate doppie, perchè siano si- lio, quelli di lauri e mirti dell'A-
curi gli oggetti di valore ivi depo- ventino, quello di faggi dell'Esqui-
sitati. Dal lato della piazza della lino, quello de* vinchi o salci del
ss. Trinità vi è il corpo di guar- Viminale, ec. ; e prova n'erano i

dia de* pompieri, per averli pronti nomi originali di vari di questi
in caso d* incendio. Tutte le porte collimedesimi derivanti dagli albe-
sono guardate dagli svizzeri, i quali ri che
vi abbondavano, come il

sono armati e vestiti simili a quel- Celio detto Querquetulano, l'Aven-


li del Papa, tranne il colore delle tino detto Murzio, ossia Mirteo e
vesti, eh' è paonazzo e nero. Al Laureto, l' Esquiiino, il Viminale
iato di questo edifìzio dall' altra ec. Di tali boschi si mantenne la

parte della strada, è un altro pa- memoria di fatto da que'/Mci con-


lazzo dove esiste il cosi detto mon- secrali alla religione che rimasero
te de' depositi, ossia la deposileria fino al secolo V dell'era nostra, cioè
generale della camera apostolica, fino alla intera caduta del paganesi-
anch'esso custodito dalla guardia mo, ricordati dai regionarii e dai
svizzera. grammatici. I luoghi bassi poi e
MOiNTI o COLLI DI ROMA. non essendo slati livellati,
le valli,

Ancorché 1' alma città non abbia necessariamente rimanevano qua e


avuto in origine entro il recinto là paludosi, sia per le acque che
del re Servio più di sette colli, sorgevano a pie de' monti, sia per
nondimeno con gli accrescimenti quelle avventizie che vi scolavano,
posteriori se ne contano dieci. Poi- sia finalmente per le inondazioni

ché oltre il Palaiino, CapitolinOy fluviali ; imperciocché il Tevere


Quirinale^ Celio, Aventino, Fimi- correndo allora a suo agio, e non
naie ed EsquilinOy ebbe quindi rin- essendo frenato da argini, spande-
chiusi nelle sue mura il Gianìcolo, vasi nelle piene per tutti i luoghi
il Pincìo ed il Faticano. Le altre bassi adiacenti alle ripe_, i quali es-
piccole prominenze della città, co- sendo concavi ritenevano sempre
me il TestacciOy il Cilorio, il Gior- una parte stagnante delle sue acque.
danOy il Savelli, il Cenci, ed altri, 11 Tevere ebbe molta influenza nel

non sono che cumuli di ruderi di dare al suolo di Roma la forma


antichi edifizi, i quali per la gran- che ritiene, sulla cui riva sinistra
de mole delle loro macerie hanno è il gruppo de' colli sopra i quali
lasciate nel suolo prominenze tali si estese Roma, cheepoca del- all'

da potervi quindi fabbricare al di la fondazione della città erano piti


sopra. Di tutti daremo un cenno, alti e dirupati di quello che sono
così del suburbano Monte Mario. oggidì. Ne' primitivi vetusti tempi
Prima che 1' irregolare suolo di il Tevere si vuole che fosse d'una
lioma fosse popolato dagli uomini, massa d' acqua molto maggiore, e
e ridotto a forma di città, fu per che il suo livello si alzasse i3o a
testimonianza concorde degli anti- i4o piedi più alto dell'attuale;
-

MON
ciò si argomenta dai sedimenti flu- ficazione di Roma. Ne scrìssero
viali che trovansi sulle alture di Matteo Mayer, Roma septicollis an-
Tari colli, ed in particolare sul tìqua^ seu brevis discursus de se-
Pincio, Esquilino ed Aventino. Sa- ptem monlibus Urbis Romae^ de
lito Servio Tullio al trono di Ro- portis et pontibus , aliisque ariti-
ma 578 anni avanti l'era volgare, quitatìhus, Romae 1687. Lorenzo
seguendo il progetto del suo ante- Archeni, Schediasma Itisi, septeni
cessore Tarquinio Prisco, prese non colles Romae leifiter adumhras .

solo ad ingrandire la città, ma e- Bernardini, Descrizione de' rioni di


ziandio a fortificarla cingendola di Roma, ivi 1744- ^rio. Battista Broc-
solide mura e più munite Ag- . chi, Dello stato fisico del suolo di
giunse alla vecchia città il rima- Roma, ec, ivi 1820 , fece la de-
nente del Quirinale, ed i colli Vi- monti di Ro-
scrizione geologica de'
minale ed Esquilino, e così la città ma. Conti e Ricchebach Posizione ,

ebbe incluse nel suo recinto sette geografica de' principali luoghi di
colline, non contando il Gianicolo, Roma e de* suoi contorni^ R.oma
eh' essendo di là del fiume fu ri- 1824. Giovanni Tzetze, ed altri ci-
guardato come una cittadella ed tatidal Du Gange, chiamano anche
un'appendice della città. Roma di Costantinopoli, città de' sette colli

là trasse la sua denominazione di pei motivi detti a quell'articolo,


città de' sette colli, c'witas septicol- oltre altre città di simile nome.
lis. In moltissimi articoli del Di' Septem IJrbs alta jugis, ioti quae
zìonario si parla de' sette monti o praesidet Orbi. Properzio l. 3. L'A-
colli antichi di Roma, e di quelli ventino, il Celio e il Palatino so-
poi aggiunti, come de' piccoli colli no posti nella parte meridionale ;

più rinomati ; cioè descrivendo i il Capitolino è quasi situato nel


templi, i monumenti, le chiese, i centro; l' Esquilino e il Viminale
monasteri, le ville, i palazzi, le nella parte orientale, ed il Quiri-
fontane e gli edifizi che il tempo nale nella settentrionale. Anche il

distrusse o che tuttora esistono su Pincio è al settentrione, il Giani-


di essi, loro falde e radici, colle colo e il Vaticano all'occidente, per
cose più clamorose che li riguarda- non dire degli altri piccoli monti
no, il perchè in carattere corsivo ricordati di sopra. La differenza
indicheremo parte di tali articoli della loro altezza è di circa 4^
ove sono analoghe notizie. Fedì piedi parigini : il più alto è il

Lizio, Roma, Mura diove Roma, Gianicolo, presso la chiesa di s.

parliamo dei festeggiamenti pel suo Pietro Montorio, di i85 piedi ; lo


natale. Esquilino alla basilica Liberiana di
Anticamente i romani solevano fa- 177 ; essendo i più bassi il Capi-
re in ciascuno de'loro famosi sette tolino presso la chiesa di s. Maria
colli agli 1 1 dicembre, le feste setti d'Araceli, di loi; ed il Quirinale
monziali in onore di Giano, o me- presso il palazzo pontifìcio, di 148
glio come scrive il Guattani, Roma sopra il mare, come dichiara il

descritta; descrivendo il decantato Cancellieri nella sua Lett. sull' aria


Settimonzio, le feste si celebravano di Roma. Il Nibby, Roma nel i838,
sui tre soli monti Palatino, Celio par. I, antica, dottamente tratta dei
ed Esquilino, onde celebrare l'edi- monti o colli di Roma, dice che
.

a^o MON MON


il piò basso de' famosi sette colli ò due colli Palatino e Capitolino,
l' Aventino, beni.liè sembri il pih gli archeologi pongono l'antico Co-
alto : sui confini ed estensione dei mizio dc'roniaui, di cui leci cenno
colli o monti di Roma, geografi i a Foro di Roma, per l' importanza
e gli storici per alcuni sono nei pa- delle popolari riunioni fu il piìi

reri discordi. Abbiamo dal citato augusto silo di Roma, e lo fu più


Gualtani , cbe sopra i nominati ancora per gì' insignì più antichi e
monti e nelle valli adiacenti abita- più venerati monumenti che conte-
rono romani, finché devastata Ro-
i neva. Su questo monte tanto cele-
ma da Roberto Guiscardo sotto s. brato come principio di Roma e
Gregorio FII, e da Enrico IV, sede del romano impero, si vedono
colle armi e col fuoco, la parte molte rovine del gran palazzo dei
orientale della città verso il Late- Cesari.La prima fondazione di Ro-
rano, si ritirarono nel campo Mar- ma ivi essendo stata fatta, da quel
zo, dove a poco a poco invitati dal tempo sino al fine della repubblica
comodo della pianura e del Teve- vi furono vari templi e molte abi-
re, si stabili il forte della popola- tazioni. Romolo vi ebbe la sua ca-
zione. sa, ed era forse quella di Faustolo
La sua forma si pre-
Palatino. in cui Romolo e Remo passaro-
senta sottouna specie di quadralo, no la loro fanciullezza, che perciò
onde gli storici chiamarono Roma ristoravasi ogni anno con rito super-
{quadrata la primitiva città due : stizioso. Anche Cicerone, Calilma ,

piccole alture al sud, gli antichi di- e L. Cassio vi ebbero le loro case.
stinsero coi nomi di Gennaio e Augusto ve n'ebbe due, una dove
J'elia, Questa collina centrale ebbe nacque, l'altra essendosi incendiata,
il nome di Palatiiun e di Mons esso la riedificò con magnificenza,
Palati/msy cui si danno diverse de- e questo fu il primo edilizio rag-
rivazioni, come da Pallantiwn di guardevole che videsi in Roma
Arcadia, donde Evandro venne sul L' edifizio prese dal luogo il nome
colle; da Palalium degli aborigeni di Palalium, e da ciò derivò il vo-
nel territorio reatino; dal belar del- cabolo palazzo che passò in uso
le greggi che vi pascevano, o dal per indicare una casa grande isola-
loro vagare e da Palaziaa palata; ta costrutta con magnificenza. Au-
o Palanto moglie del re Latino. gusto vi aggiunse un portico con
Sopra questo monte abitarono il re colonne di marmo africano , una
Saturno, Evandro e Fallante. Cir- Biblioteca ov' era un Apollo di
condato da altri sei colli, Romolo bronzo alto yS palmi. Lo stesso
air intorno gettò le prime fonda- palazzo fu molto accresciuto da Ti-
menta di Roma, in memoria d'es- berio, da Caligola prolungan-
indi
sere stato esposto alle radici dello dolo sino Foro, e fecevi un pon-
al
slesso monte nel luogo chiamato te sostenuto da ottanta colonne di
Velabro, presso di cui furono edi- marmo, con cui unì il Palatino col
ficale le Chiese di s. Anastasia, s, Campidoglio, poi demolito dal suc-
Teodoro, e s. Giorgio in Velahro, cessore Claudio. Non minore au-
della cui acqua facemmo parola a mento operò Nerone, al quale non
Fontane di Roma: nel principio bastando il Palatino, prese lutto il

della valle .Yeiabro, che divide i piano tra esso, il Celio e l'Esqui?
MOIf MON 271
lino. Questo nuovo edifizio, che fu plico al tempio Giove Capitoli-
di
detto Casa Transitoria, pel passag- no. Finalmente sotto Valenliniano
gio che si faceva dall'una all'altra, e Massimo, o sotto Tolila in cui
essendo arso nel grande incendio, fu saccheggiata Roma, lo splendore
fu rifabbricato dallo stesso Nerone di questo augusto palazzo andò a
con tal magnificenza, e adornato decadere in modo che in oggi non
con tanta ricchezza, che chia mossi restano che vestigi di portici, di sa-
Casa Aurea di Nerone, il cui ve- le, d'arcate, ed alte muraglie, mi-
stibolo eia dove fu eretta la Chiesa seri avanzi che danno un* idea del-
di s. Maria Nuova. Era decorato la romana magnificenza. Sulle ro-
da maestoso portico a tre ordini di vine del palazzo. Paolo III fece co-
colonne di mille passi di lunghezza; struire una deliziosa villa, di cui si
avendo l'ingresso rimpetto alla via parlò a Farnese; vi fu pure edifi-
sacra, tempio delia Pace e
verso il cata la chiesa di s. Bonaventura
l'arco di Tito ; ed era decorato di che descrissi nel voi. XXVI, p.
un vestibolo, dove si vedeva il ce- i63 del Dizionario j nel luogo del-
lebre colosso di marmo alto i6o l' ippodromo surse la Chiesa di s.

palmi, rappresentante Nerone, opera Sebastiano. Sulla volta del monte


del famoso Antenodoro, e questo è la Fi Ila Spada o Mills.
die il nome di Colosseo all' anfi- Capitolino. Si chiamò anticamente
teatro Flavio. Conteneva questo Saturnio, ora situato nel centro della
stupendo palazzo moltissimi giardi- cittàmoderna, e fu detto il suo vicino
ni, diversi bagni e stagni vastissi- tempio della Concordia unihilicus
mi, circondati da tanti edifizi, che urbis Roniae. Questo colle è par-
sembravano piccole città. Innume- tito in due sommità che lasciano
rabili erano le sale e le camere, un piccolo piano dov'è ora la piaz-
tutte decorate di colonne, statue, za: quella al nord si disse Capilo-
gemme e pietre preziose. Le ric- lium, e Mons Capitoliniis, l'altra
chezze di tutto l'impero erano riu- al sud-ovestrupe Tarpea, indi mon-
nite in questo palazzo Severo e : te Caprino, dalle capre che vi si
Celere stimatissimi architetti, pose- conducevano a pascolare. Di questo
ro tutta la loro cura per renderlo famoso monte sopra del quale si
singolarissimo ; ed Amulio eccellen- restringeva, come in suo centro,
te pittore, impiegò tutta la sua vi- tutta la romana potenza, e dal
ta a dipingerlo. Morto Ncione, s'i- qual luogo si die leggi a tutto il

gnora se il palazzo patisse cambia- mondo, ne parlammo agli articoli


menti sotto Galba, Ottone e Vitel- CAMPmoGLio, Chiesa di s. Maria di
lio. Però Vespasiano e Tito fecero Araceli, Musei di Roma o Capito-
demolire tutta la fabbrica che ri- lino, e in tutti quelli relativi.
maneva fuori del Palatino, e sopra Quirinale. La sua punta si esten-
tali rovine essi Ter- edificarono le de in forma ricurva all' est sino
me di Tilo, il Colosseo, e il tem- sotto la chiesa delle Domenicane
pio della Pace. Domiziano adornò de'ss. Domenico dove il
e Sisto,
tutto il palazzo, e fecevi un' ag- colle scende alla chiesa di Maria s.

giunta che fu detta casa di Domi- de' Monti. Tre particolari sommità
ziano. Quindi Traiano lo spogliò vi distinguevano gli antichi, che
de' suoi ricchi ornamenti, e li ap- chiamarono colli ; cioè il laziale, il
272 MON MON^
nuziale ed il salutare. Fu
primo il zonio y monumento che ivi descri-
al sud dov'è la detta chiesa e mo- vemmo. 11 Celio fu cos'i chiama-
nastero ; il secondo prendeva la to da CeleVibienna condoltiere de-
sommità dove in oggi sono i Pa- gli etruschi venuti in soccorso di
lazzi Rospigliosi e Pallavicino^ e la Roma sotto Tarquinio Prisco, o se-
Pilla Jldohrandini; pel salutare al- condo altri sotto Romolo ; l'adula-
tri prendono l'altura del monte zione lo chiamò Augusto ai tempi
dov' è li palazzo pontificio, altri re- di Tiberio. Delle sue memorie ed e-
putano fosse quella del giardino difizi parlammo descrivendo le chie-

Colonna^ fatta in parte spianare da se che citeremo oltre le nominate,


Urbano Vili. Altri lo descrivono cioè le Chieste de ss. Giovanni e Pao-
in quattro cime, quirinale, salutare, lo, (\\ S.Stefano Rotondo, d\ s. Maria
marziale e laziale. 11 monte prese in Doninica, di s. Tommaso in For-
nome dal tempio di Quirino ivi e- mis, de* ss. Quattro e di s. Sisto,
relto a Romolo, e fu detto Monte oltre le chiese ed altri edifizi detti
Cavallo, dai due cavalli colossali che a Laterano ed altrove. Sul Celio
sono collocati alla cima ai lati vi è la Filla Matteij ed alle sue
dell' Obelisco. Di esso meglio par- falde l'orto botanico o giardino pub-
leremo a Palazzo Quirinale. Le blico , con passeggio ,
giardinetto
notizie delle principali chiese di piantato di acacie, platani ed altri
questo monte, sono : san Silve- alberi e piante, ingrandito e miglio-
stro della Missione^ santa Madda- rato da Gregorio XVI con aumen-
lena delle adoratrici già delle Do- to di piante, circondato di mura,
menicane, s. Chiara delle Cappuc- non che fornito di casino nel 1835.
cine,s. Andrea de Gesuiti, ss. Gioa- Questo Pontefice nel cenobio di s.
chino ed Anna del collegio Belgi- Gregorio essendovi stato monaco ed
co di cui parlammo a Malines s. , abbate, vi fece tesoro di dottrina e
Carlo de' Trinitari scalzi, s. Susan- virtù, indi lo restaurò, nobilitò la
na, s. Maria della Fitlorìa, le piazza e le vicinanze al modo det-
chiese situate alle sue radici, ed to al citato articolo, rendendo più
altre di cui a* loro luoghi. memorabile la regione anco per l'e-

Celio. Dall'esseje stato il monte rezione del Museo Gregoriano La-


più degli altri selvaggio fu detto teranense alla sua estremità. Il nu-
dagli antichi QuerquetulanuSj quasi mero I deir^/^w/72 anno III tratta
querceo, dai vasti querceti che lo di molte delle indicate cose, e ri-

cuoprivano. La valle poi della Fer- porta le quattro marmoree iscri-

ratella parte il Celio dal Celiolo, zioni erette per celebrarle nella piaz-
seconda eminenza presso le mura za della chiesa di s. Gregorio.
al sud est del Celio, detta anche Aventino. Due distinte sommità
Monte d'oro, sulla cui cima è col- formano questo colle, circoscritto al
locata la Chiesa di s. Giovanni a- sud dalle mura e dalla pianura
vanti porta latina; altri ravvisano dov'è il campo di Testacelo , dal
ii Celiolo sull'eminenza ov'è la Chie- fiume e dalla valle del Circo Mas-
sa de ss. Andrea e Gregorio, al simo. ]\ella punta o colle all'est so-
quale articolo dicemmo altre cose no le Chiese di s. Balhìna e di s.
di questo colle, ed incontro eravi Sabba, ed in quello all'ovest detto
la Chiesa di s. Lucia in Setti- propriamente Aventino, souox[uellc
MON MON 273
eli s. Prisca^ di s. Sabina^ di s. A- sto colle, così dello dall'abbondan-
lessio (della quale tenemmo propo- za che vi fu già ne' tempi antichi
silo anco a Girolamini), e di s. della pianta vimine o salice, donde
Maria e s. Basilio dell* ordine Ge- prese il nome il tempio di Giove
rosolimitano. Queste due eminenze Vimineo che ivi si eresse. Questa
sono separale da una angusta valle, punta parte dalla pianura superio-
lungo la quale corre la via che da re, e si riconosce la sua configura-
s. Gregorio conduce alla porta s. zione circoscritta dalla Suburra e
Paolo. L'Aventino fu abbondante via Urbana all' est , e dalla valle
di boschi e selve, ricchi di quer- Quirinale al nord, dove incontro la
cie, elei ed allori. Diverse origini Chiesa di s. Vitale si scorgono a-
si danno al nome Aventiiius, deri- vanzi delle antiche sostruzioni che
vandolo ab avibiiSy dagli uccelli che da questa parte reggevano il fianco
vi si portavano dal prossimo fiu- del colle e gli edifizi sovrapposti.
me, da Aventino re d'Alba ivi se- La sua somma altura è la Chiesa
polto; altri ab adventu, dall'arrivo di s. Lorenzo in Pane Perna; ver-
delle genti che recavansi al tempio so settentrione termina colle magni-
di Diana comune a tutti i popoli fiche rovine delle terme di Diocle-
latini o dall'esservi trasportati in
, ziano, sulle quali rovine furono edi-
barca, essendo originalmente sepa- ficate le chiese di s. Maria degli
rato dagli altri colli da paludi; vuoi- Angeli e di s. Bernardo j dal lato
si ancora dall'abitazione da Romolo poi dell' Esquilino , alle radici del
assegnata ai sabini, i quali dal lo- monte Viminale, vi è la Chiesa di
ro fiume Avente lo chiamarono A- s. Pudenziana, dividendo il Vimi-
venlinus. Il Nibby
opina che il nale e l'Esquilino la Chiesa di s.

monte sul quale sorgono le chiese Lorenzo in fonte. Delle altre chiese

di s. Sabina e di s. Prisca sia separato del colle se ne tratta ad altri arti-

da quello di s. Balbina e s. Sab- coli.

ba da una valle ; e perciò sono due Esquilino. Dalla suddetta pianu-


colli ed esclude dall'Aven-
distinti, ra con due punte formanti l'È-
tino le due prime chiese. I Savelli squille, s' interna questo colle nella
si chiamarono nobili del Monte A- valle, ed è forse più ampio di tutti.
ventino. Vi furono diversi templi, Delle due principali estremità, quel-
come della Libertà, di Giove Eli- la al nord si disse Cispio o Cespeo,

cio, di Venere, di Giunone Mone- e quella al sud fu chiamata Op-


ta, di Matuta, l'ara vecchia di Mur- pio La prima si riconosce ove tor-
cia, la selva sacra a Giove, ed altri reggia la Chiesa di s. Maria Mag-
al modo che riferisce il Severano giore; la seconda dov' è la Chiesa
nelle Memorie sacrej avendovi Ca- di s. Pietro in J^inculis e quella di
racalla edificate le terme, finite da s. Martino. Sono esse divise dalla
Alessandro Severo, presso le quali Suburra moderna, e dalla via che
furono erette le Chiese di s. Ce- per la Chiesa di s. Lucia in Selce
sareo e de' Nereo ed Achilleo.
ss. conduce all'arco di Gallieno presso
Fiminale. Tra il Quirinale e l'E- la Chiesa di s. Fito , sul ripiano
squilino, fiancheggiala da due an- principale dell'Esquilino , che uni-
guste valli, sporge verso il centro sce i minori colli Oppio e Crispio.
della città bassa la punta di que- Gli antichi riconoscevano sull' E-
VOL. XLVI. 18
,

174 ^'ON MON


squiiinó sette eminente clenominate lì'hiana. Poco distante è la Chiesa
Septimondo, che gli archeologi mo- di s. Eusebio, indi la FUla Mon-
derni hanno riconosciute in gran tallo o Miissinio.
parie indefinibili, essendo varia l'or- Gianivolo. Alla dritta del fiume
tografìa dcirEsquilie, la cui dimoio* nella regione trasliberina è questo
già si fa provenire da EsciduSy escliio, colle detto Gianicolo da Giano^ che
albero gbiandifero sacro parlicolar» vi abitò e fondò una città rim-
mente a Giove, che un tempo ne petto ni Campidoglio o Saturnia,
copriva le cime, e secondo altri dalle che fu detta Antipolis e Janicuhun^
sentinelle e guardie che in questo e ne' bassi tempi Aureo e Monto-
monte si facevano. Quanto alle parti rio, ed ha annessa una catena di
principali delle Esquilie, monte Op» colli detti Gianicolensi, i quali con-

pio e monte che il


Cispio, vuoisi finano al nord col Vaticano, sotto
primo fosse così detto da Opita Op- ai quali parallela al Tevere scorre
pio, che condusse in Roma un pre- la via Nibby osserva,
Lungara. Il

sidio di tusculani mentre Tullio che questo monte è come il Vati-


Ostilio era alle prese co' veienti ,
cano, il monte Mario, il monte
ed accatnpossi nelle Carine, contrae Verde, parte dello stesso dorso, al
da e intervallo fra la pendice me* quale ordinariamente dai romani
ridionale del Quirinale, e la estre* davasi il nome di Janiculuni, par-
mità deirEsquilino, così detta dalla ticolarmente proprio della punta;
configurazione concava, siccome si* e che la natura del monte è simi-
mile alla carena delle navi, nome le a quella del Vaticano, cioè net-
che si comunicò all'altra concavità tunia, non mancando però tratti
presso il lembo del Celio, una delle coperti da depositi fluviali e da
parti più nobili di Roma potente. banchi di prodotti vulcanici. Nel
Circa al Cispio dicesi avere tratto punto culminante del Gianicolo è
il nome da Levo Cispio anagnino, la Chiesa di s. Pietro Monto rio e ^

altro condotliera venuto in Roma la principale Fontana dell' acqua

nella stessa circostanza, che ivi si Paolay essendo vicine la Chiesa di


accampò a difesa di quella parte s. Pancrazio e la Prilla Paniphìlj.
delle Esquilie, ch'è rivolta al vico In altre altin-e primeggiano la f^illa
Patrizio e determinata dalla men- Laute, la Chiesa di s. Onofrio, il
zionata di 6. Pudenziana
chiesa Cimiterio di s. Spirito. Alle radici
perciò la cima di s. Maria Mag- del monte sono vari Conservalorii,
giore è una di quelle ch'ebbe il i monasteri e chiesa delle Carme-
nome di monte Cispio. La Chiesa litane e Servite i il Palazzo e villa
di Croce in Gerusalemme tro»
s. Corsini. Nel lySi Nicolò Galeot-
vasi sul principio del monte Esqui» ti nell'accademia d'istoria romana
lino, presso l' anfiteatro Castrense recitò una Dissertazione sul mou'
destinato ai combattimenti de' sol» te Gianicolo. Nel i8o8 da Capi-
dati contro le fier^ il cui serraglio strano pubblicò in Roma: Il mar-
era a Porta maggiore, presso la tirio del principe degli apostoli ri-
Chiesa di s. Lorenzo fuori delle mu* vendicato alla sua sede in sul
ra; indi erano il castello dell' ac- Gianicolo. 809 egualmente
Nel 1

qua Marzia , e il palazzo di Liei* in Roma stampò Leonardo Adami ;

uio ove fu edificata la Chiesa di s. Lettera sulla dissertazione che ha


4

MON MON 17^


per titolo il martirio di s. Pietro voi. XXVI, pag. 162 del Dizio-
rivendicato al Gianicolo; e nel 1 8 1 nario), via di s. Basilio, e via di
fece altrettanto Filippo Pacifici col- porta Salara, comprendendo la de-
le Dissertazioni sul martirio di san liziosa Pilla Ludovisi; finalmente
Pietro sul Gianicolo f e sulla ve- verso settentrione le mura attuali
nuta e morte nello stesso monte di della ne lasciano una gran
città
Noì'j simbolo del santo principe de- parte fuori coperta da vigne e
gli apostoli i;'i crocefisso , dedicate dalla villa Borghese. Quella parie
a Pio VII. Su questo punto sì del colle Pincio che rimane verso
può leggere Chiesa di s. Pietro in tramontana, in altri tempi era col-
Praticano. tivata a vigna sull'alto e nel pen-
Pincio. Ultimo fra i colli della dio, avendo in basso delle casipo-
città orientale, fu detto colle degli le. governo imperiale francese
Il

orti. Esso è al nordj ed unisce la pensò ridurre a villa e pubblica


sua sommità verso l'est con la pia- passeggiata questa parte di colle
nura formata dai colli al nord est, che si estende fin presso il palazzo
e prolungasi lungo le odierne mu- di villa Medici, ora dell'accademia
ra sino presso la porta Flaminia. di Francia. Fu incominciata l'ese-
A dritta fu il suo fianco soslrutto cuzione con disegno dell'architetto
dai Domizi per sostenere i famosi romano cav. Giuseppe Valadier, e
orti che al di sopra avevano, vi quando cessò nel 1 8 4 'a domina-
1

dove è in oggi l'amenissimo pub- zione francese l'opera avea già progre-
Mico passeggio. Il colle degli orti, dito. Pio VII fece tirare innanzi il

Collis Hortorum, circonda (juelli lavoro, che proseguirono Leone XII


sontuosi di Sallustio, Lucullo e e Pio Vili , dandogli perfezione
Domizio, clie lo coprirono, come e compimento Gregorio XVI. Sono
oggi la parte esterna di esso è oc- in^ponenti le magnifiche sostruzio-
cupata dalla magnifica Pilla Bor- ni che reggono il colle. Le strade
ghese : tuttavolta non è sì chiara che danno agiato accesso alla som-
l'etimologia del che nome Pincio mità vengono abbellite da alberi,
porla, e già ne dicemmo a Chiesa da piante e da spalliere di mortel-
DELLA ss. Trinità* de' Monti, che la. Il principale ingresso dalla piaz-
colla Fìlla Medici occupa una som- za del Popolo é aperto da due can-
mità. Il monte non è compreso celli di ferro, altro essendo quello
tutto intiero nel recinto odierno presso la villa Medici : degli ornati
di Roma, ma solo una parie, che di tali cancelli, e magnifica fonte
verso occidente è determinata dal- dell' emiciclo contiguo, come delle
la piazza del Popolo, ove ha alle altre fonti e obelisco della sontuo-
radici la Chiesa di s. Maria del sa piazza, Pedi Obelisco. Nel pri-
Popolo^ via del Babuino, e piazza mo ripiano dove poggia la prima
di Spagna ; verso mezzodì dalla sòstruzione, nelle tre grandi nicchie
via de' due Macelli, ov'è il mona- scavate nella parete, sono in ciascu-
stero della chiesa delle Carmelita- na una statua di marmo. In quel-
ne, ù via del Tritone; verso oriente la di mezzo 1' antica statua Igia dea
poi dalla piazza Darberini, in cui è la della salute, co' serpi nella dritta e
chiesa e convento óe Cappuccini e di la patera nell' altra mano, con a-

s. Isidoro (della quale éi trattò nel wuloga epigrafe. A destra vi è il


V

276 MON MON


Genio delle belle arti scolpito dal settentrionale del Pi nei 0. A sini-
Gnaccherini, oel lato opposto il stra trovasi lunghissima loggia con
Genio della pace del cav. Labou- balaustri di travertini, sporgente
reur. Sopra alle tre nìcchie ricor- in fuori nel centro, donde si gode
re una loggia in balaustri di tra- la sorprendente e amena veduta
vertino, su cui posano quattro sta- di gran parte di Roma, de' colli
tue di marmo bianco, rappresen- e pianure propinque sino al mare.
tanti quattro prigionieri barbari. Tutta la pianura si scompartisce
Ài lati del ripiano su alti piedi- in lunghi e larghi viali fiancheg-
stalli di travertino sorgono due giali, ove i cittadini e forastieri in
grosse colonne di granito bigio con gran copia con piacere si diporta-
basi e capitelli di marmo bianco, no a piedi, a cavallo ed in cocchio.
decorate con rostri navali in bron- Quasi nel centro del piano si ele-
zo, come sono i trofei militari nel- va r obelisco Aureliano di granito
la sommità. 11 muro di sostruzione rosso, le cui iscrizioni geroglìfiche
che trovasi a destra della seconda contengono una leggenda funebre
salita contiene nel mezzo un gran- in onore di Antinoo favorito di
dissimo bassorilievo in marmo bian- Adriano, che lo mostra ad esso de-
co, ove si vede una Vittoria che dicalo da queir imperatore e da
corona il Genio delle armi terre- Sabina sua moglie. Fu poi collo-
stri e quello delle armi marittime, cato nel circo o giardino detto di
opera scolpita dallo Stocchi. Al Eliogabalo o Veriano, cioè di Mar-
principio della terza salita vi è la co Aurelio Antonino, detto pure
un guerriero
statua antica di ro- di Aureliano, presso T anfiteatro
mano. Poco dopo s' incontra nel Castrense, nelle vicinanze di s. Cro-
muro di sostruzione a sinistra una ce in Gerusalemme, donde Urbano
magnifica loggia coperta, a cui si Vili lo trasportò nel cortile del
ascende per quattro scale: è orna- suo palazzo Barberini per ivi eri-
ta con quattro preziose colonne di gerlo, come si disse a quell' artico-
granito rosso con basi e capitelli Io, indi donato a Clemente XI
di marmo bianco, le quali sosten- da d. Cornelia Barberini nel 1773,
gono il cornicione di travertini, per cui il Papa lo fece depositare
loggia che fu compita sotto Gre- nel giardino della Pigna al Vati-
gorio XVI nel 1 835, come si rile- cano. Pio VI voleva innalzarlo sul-
va notato nella volta^ eh' è dipìn- la fontana del cortile di Bramante
ta a ornati di chiaroscuro. INella o piedistallo d'Antonino, fin-
sul
strada che si protende al cancello ché Pio VII con architettura di
del terzo memorato ingresso, a me- Giuseppe Marini lo fece ristaurare
tà evvi una piazza semicircolare nel 1822;, indi erigere sul monte
con seditoi e piacevole fonte situa- Pincio, con piedistallo di marmo,
ta nel muro di sostruzione. A si- iscrizioni e suo stemma. 11 fusto
nisti-a della quarta salita vi è una antico ha 3o piedi di altezza, che
antica statua diVertunno con cor- col piedistallo e ornati di bronzo
nucopio, ed a destra una marmo- giunge a 5'j. Dai lati dell' obelisco
rea iscrizione celebra V operato da sono in due quadrati vaghi giar-
Pio VII. Terminala detta salita si dini con fontanelle, tutti messi a
sbocca nella pianura o sommità fiori, mentre gli altri quadrati in
MON MON 277
mezzo a* viali «ono piantali d'al- meiiodì dell* Aventino. Della sua
beri: vi sono piue alcuni boschetti. origine, nome e notizie ne parlam-
Poco distante «' innalza il casino mo al voi. X, p. 84 e Jeg. , 88
a quattro faccie, eretto con bizzar- e seg. , e t. XLIII, p. 17 del Di-
re architetture dello Vala-
stesso zionarioy ed altrove. Ne trattano il

dier. Le due facce di tramontana p. Menochio t. I, p. 160 delle


e di mezzodì hanno in basso un Stuore. Agostino Martinelli, // mon-
portichetto con colonne pestanee te o Testaccio,
Testaceo Roma
di travertino sorreggenti una ter- 1 786. Francesco Eschinardi, Lettera

razza. Le altre facce hanno innan- sopra Monte Testaccio e Via O-


zi le scale per ascendere al piano stiense. Contuccio Conlucci, Epist.
del casino, decorale in differenti ad Myraeuni de Monte Testaceo.
maniere con medaglioni di Unto Mabillon, Mas. Ital. pag. i54. li
bronzo e molti allusivi alle stagio- Severano dice che avanti al monte
ni. Il piano di questa villa ad o» furono i4o o 160 magazzini di
riente termina colle mura della grano.
città, donde si godono amene ve- Citorio. Sorge nel centro della
dute e la superba villa Borghese. parte piìl nobile di Roma moder-
Gli ingressi della pubblica passeg- na, formato dall'ammasso di rovi-
giata sono chiusi soltanto durante ne, ed ha una superficie considera-
Ja notte. Talora vi s' incendiarono pianura verso
bile, nella il Tevere.
fuochi artificiali, vi si fecero ascen- Se ne tenne proposito nel voi. XIX,
sioni con globi areostalici, lotterie p. 4*^» 43, 44> 4^^^^ Dizionario.
con tombole, ed altri spettacoli. Il Giordano. Giace alla sponda si-
regnante Pio IX col molo-proprio nistra del Tevere, già colle occi-
2 ottobre 1847, attribuì alla ma- dentale al Campo Marzo, ed è artifi-
gistratura municipale di Roma la ciale. Prese il nome da Giordano Or-
conservazione de'giardini, passeggi sini, famigha romana che ivi pose la
ed altri amenità e di-
luoghi di residenza, poiché degli Orsini fu
porto pubblico; non che il vivaio il palazzo o piuttosto castello, oggi
delle piante. Palazzo Gabrielli. Vuoisi che il

Faticano. Tutto V ammasso di monte siasi formato non


di scarichi
collinette che confinano sud con
al prima del secolo XII. Ne facemmo
i colli Gianicolensi, ed al nord col parola nei voi. I, p. 47> 6 XXXI,
'Monte Mario, strette dalle mura, p. i85 del Dizionario. Anticamente
che salgono sulla più alla velia essendo sulla via Papale, vi pas-
air ovest, furono chiamale e Io sava innanzi la pompa e cavalcata
sono ancora coUi Vaticani, ed il de* Pontefici per la funzione del
complesso dicesi Vaticano, come possesso, ed ordinariamente gli E-
Vaticana la sottoposta vallala ver- irei offrivano loro la legge. Ritro-
so il Tevere, ove sono i Borghi. vandovisi infermo il cardinal Lati-
Vedi Vaticano, e Chiesa di s. no Orsini, Sisto IV vi si recò a
Pietro w Vaticano. trovarlo con tutti i cardinali, e
Testacelo. Questo monte artifi- tenne concistoro nella sua camera.
ciale, anticamente detto Doliolum, II Cancellieri ne* Possessi p. 3i4
secondo il Guattani, confutato da racconta splendide feste ivi date
le
Nibby, torreggia nella pianura a dal cardinal di Savoia, per 1* eie-
,

278 MON MON


zioue dell' imperatore
Ferdinando immediatamente Roma, e eh' è co-
HI. Nella sommità dei monte, con- ronata dalla villa Mellhii oggi Fal-
giunta al palazzo vi è la chiesina conieri, donde si gode una veduta
già parrocchiale de* ss. Simone e magnifica, vastissima di Roma, di
Giuda, fatta edificare dagli Orsini, tutta la pianura che la circonda, e
che perciò ne acquistarono il gius- de'monti che la coronano. Si de-
patronato. Ivi ebbe stanza l' arci- termina l'altezza al piano del casi-
cunfraternita de' ss. Camillo e Tri- no di detta villa a più di 4^8 pie-
fone poi trasferita a s. Salvatore di sopra il livello del mare. Il suo
in Prìmicero : vi si celebra la festa nome non è tanto antico, e nel
de* santi titolari a' 28 ottobre. A I 167 come nel 14^9 dicevasi 3Ions
Orsini famiglia ho parlato della Candì, e Mons Mahts: Madii lo
antichità, erezione e primiero titolo chiama la cronica cassìnese. Degli
della chiesa, ch'era di 8. Maria Eifelti nelle Memorie, col Torrigio
della Corte. Della fontana eh' è nel lo chiama anche Monte Mauro, o
cortile, eretta nel 161 5 dal cardi- Aureo, e comunemente Mario, per-
nal Alessandro Orsini con disegno chè Plutarco asserisce che qui Ma-
e lavoro d'Antonio Casoni anconi- rio pose il campo contro Siila ;

tano, che vi pose le figure di due aggiunge ch'essendo questi luoghi


Orsi stemma degli Orsini, ne trat- destinali a passatempi e tripudii,
ta il Cassio , Corso delle acque ed a baccanali licenziosi, incomin-
t. I, p. 386. ciando essi dal monte, fu perciò de-

Sacelli. Ebbe nome dalla fami- nominato Gaudio, e pel male che
glia Sacelli che possedette l'area si commetteva nelle sue ville ven-

] ni nei pale di esso, e fabbricò nel ne detto Malo, indi corrotto in


secolo XIII sugli avanzi del teatro Monte Mario sino dal 1000, dai
Marcello il suo palazzo. Anch'esso campi e sepoltura cVie vi ebbe vi-
si alzò colle rovine di una fabbri- cino Vibio Mariano; e che dalle
ca colossale antica com* è tale tea- arene d'oro e gialle del Gianicolo,
tro, del quale gli avanzi superstiti talvolta si disse Aureo. Altri riferi-
ed il colle che si è formato ne scono, che si disse Mons Gaudins,
mostrano restensione. Ora il palaz- ovvero TriumphaliSj come quello
zo è degli Orsini che dava il passaggio ai trionfatori,
Cenci. Si formò colle rovine del onde cingersi in Campidoglio la
teatro di Balbo, e principalmente fronte coU'onorevole lauro: di tali

viene coperto dal palazzo Cenci trionfi parlammo ancora ad Ingres-


donde ne prese il nome. Di esso si SOLENNI m Roma, e della via
e della chiesa di s. Tommaso ne Trionfale a Citta' Leonina. Si disse
y)arlai ne' voi. XIV, p. 5o e 5i, e ancora clivo di Cinna, dal pode-
XX, p. 249 del Dizionario. Nel relto chepossedeva nella salita
vi

1778 in Ptoma pubblicò Tommaso verso ponte Molle. È noto che Cin-
Cab ri ni: Relazione del ritiro del na l'anno 666 di Roma entrò nel
Jìume Tevere dalle ripe sotto il mon- la città e la riempì di strage, ed
te de Cenci. è probabile che accampasse prima
Monte Mano. Parte culminante sul njonle, donde die il nome a
del dorso Gianicolense, coperto di tal discesa col Clivus Cinnae, co-
deliziose vigne, la quale domina me opina il Nibby, Analisi de'din-
MON MON 279
torni diRoma, Il Piazza Gè- nella rio. Da Mario e Pietro Milli*
ciò
rarchid p. 4^4» citando Onofrio ni vi fecero innalzare una croce
Panvinio, dairaccan)pamento di Ma- con lungo elogio di essa in iscri-

rio sul monte contro Siila ne fa zione di marmo che riporta Tor-
il

derivare la denominazione. Quivi rigio, Le sacre grotte p. 546, per-


dopo la morto di Siila si accampò che sì crede che in questo luogo
Lepido. La sua posizione lo fece tal glorioso segno apparisse o C%-
sempre un punto importante a stanlino. Pietro Millini verso il

tutti che vollero dominare


quelli i^'jo ivi eresse presso la villa de-
Roma ne* tempi antichi, ma molto liziosa edificata dal suo fritello
più ne'tempi l3assi, dopo il prolun- Mario, una piccola chiesa nel cui
gamenlo della città nel Vaticano, altare si conserva il corpo di s.

€ ne'tempi moderni. Fu pure luo- Moderato martire, e si chiama s.

go di delizie, e sul monte vi ebbe Croce a Monte Mario, essendo ad


villa il poeta Marziale, donde egli essa dedicata, mentre la nobile fa-
godeva la sottoposta Roma e le miglia Falconieri erede de' Millini
vicine campagne. Il Severano ri» vi mantiene un cappellano per la
porta, che recandosi in Roma Car» messa quotidiana. Nel i47<^ morì
lo Magno, giunto a Monto Malo, in questa villa il celebre cardinal
vedendo la città e la basilica di s. Giambattista Millini. Nella falda
Pietro, per venerazione scese da del colle che discende verso il Te-
cavallo e vi si recò a piedi. In vere, a sinistra della valle che se-
vece l'imperatore Enrico IV ivi si para il monte dal Vaticano, detta
accampò marciando contro Roma: Fallis Inferna^ il cardinal Giulio
altrettanto fece il figlio Enrico V, de Medici che nel i523 fu Cie-
che Pasquale II mandò ad incon» mente VII, vi fece edificare una
trare, come si ha da Leone ostien* rinomata con disegno di Giu-
villa
«e. Anche l'imperatore Federico I Ho Romano, che insieme q Gio-
vi accampò nel 1167, dopo la
si vanni da Udine ornò di stucchi e
rotta riportata dai romani ne'prati pitture il maggior palazzo: il Va-
di Monte Porzio; ivi ancora^ se- si che il palazzo fu comin-
dice
condo Ottone di Frisinga, era ac- ciato con disegno di Raffaello da
campato quando avviossi verso Urbino, e dopo la sua morte con*
Roma, ed entrò nella Città Leoni- tinuato da delti suoi due discepo-
na per la porta Aurea colle sue li. Era vi ornata di sta-
la loggia
genti. Nicolò V nel 14^2 sul tue, con delizioso bosco, vaghissime
Monte Mario inviò a complimenta- fontane, il tutto però è scomparso,
re l'imperatore Federico III, al trovandosi deserta e rovinosa. Pas-
modo detto nel voi. XXXV, p. so dominio del capitolo di s.
in
174 del Dizionario^ Mario Millini Eustachio, che la vendè a d. Mar-
nobile romano. Parlando degl' Ef- gherita d'Austria moglie in prime
felli della valle Vaticana per ove nozze di Alessandro de Medici ni-
passava la via Claudia che con la potè di detto Papa, poscia di Ot-
Cassia i' intersecava alla Croce di tavio Farnese, e da essa prese il
Monte Mario, dice che dalla ero- nome di Prilla Madama che ritie-

ciera prese il nome luti' ora esi- ne, ed ivi il cavafiere Guarino
stenle della Croce di Monte Ma- scrisse il Pastorfido^ come insegua
a8o Mor«i MON
Pietro Sebastiani nel Piaggio cu- larvi Tarla purissima dell'ameno
rioso de palazzi e ville di Romat soggiorno, assoggettandosi a tutti
i683. La villa restò ai Farnese, gli esercizi della comunità con san-
da cui l'ereditarono i re delle due ta edificazione di tutti. Nel voi.
Sicilie che ancora la posseggono. XXXI, p. io5 del Dizionario, de-
JVel pontificato di Clemente VII scrivendo la chiesa di s. Francesco
sul Monte Mario l'esercito di Bor- o s. Onofrio del monte, dicemmo
bone pose le artiglierie per espu- come Benedetto Xlll la consacrò
gnar Castel s. Angelo, come notai a'2 luglio 1728. Il Papa si trova-
a Milizie pontificie. Nello stesso se- va nel 1729 a Monte Mario, ove
colo XVI sul monte fu edificata passò gran parte dell'ottobre, e so-
la chiesa Maria del Rosario,
di s. lo si recò al Vaticano per celebra-
che appartenendo all'ordine de Pre- re le funzioni d' Ognissanti e dei
dicatori, a tale articolo ne parlere- defunti, ritornandovi dopo la messa
mo. Di esso nel 1724 fu eletto pei Pontefici. Gran parte dell'otto-
Benedetto XIII, che molto frequen- bre e novembre 1729, tranne le fun-
tò il monte, ed abitò in diversi zioni. Benedetto Xlll soggiornò nel
tempi nel convento. In questa convento, morendo poi nel febbraio
chiesa consacrò nel 17^5 in arci- 1780 nel Vaticano.
vescovo di Cesarea monsignor Som- Nel declinare del secolo passato,
mier, in occasione che vi si era occupando i repubblicani francesi
ritirato nel carnovale, e nel refet- tutto lo stato pontificio, a' IO febbraio
torio lo tenne a pranzo coi due 1 798 il general Berthier accampò l'e-

arcivescovi assistenti, maestri di ce- sercito sul monte in faccia alla città
rimonie, famigliari pontificii e reli- che poteva rovinare colle artiglierie
giosi domenicani, leggendo a tavo- per la formidabile dominatrice posi-
la monsignor Genovesi cappellano zione. Vedendo Pio VI pregiudizie-
segreto. Nell'ottobre 1725 spesso vole qualunque resistenza, ammise
vi si recò, da qui parfi a'5 novem- i francesi in Roma; ma il generale
bre per Vignanello nella provincia continuò il suo quartiere generale
di Viterbo, ed al ritorno si fermò a Monte Mario, attendendo l'invito
agli 1 1 novembre al convento. Es- de'suoi fautori che segui nel dì ap-
sendo alle radici del monte l'ospe- presso ; fatto il suo ingresso in R.o-
dale di Lazzaro destinato ai leb-
s. ma, proclamò la repubblica, e tras-
brosi. Benedetto XllI l'uni all' O- se altrove prigioniero il Papa. Con-
spedale di s. Gallicano. Trovando- duce a questo monte l' antica via
si Papa a Monte Mario, a' 6 no-
il Trionfale, per la quale i conquista-
vembre 1727 parti per Viterbo tori del mondo si recavano al Cam •

per consacrare l'elettore di Colonia pidoglio, al modo detto ad Ingres-


in arcivescovo, ed aii3 giunse al- si IN Roma ma nel pontificato di
;

l'amato convento, che di frequente Gregorio XVI la classica strada


preferiva al Vaticano, onde lo re- erasi resa quasi inaccessibile, princi-
staurò colla chiesa; vi si ritirava palmente nel tratto pel quale dalla
di frequente annualmente con abi- pianura si ascendeva alla sommità
to domenicano, mangiava in refet- del monte, che quantunque breve
torio, e cosi vestito con un con- opponeva per la sua grande accli-
verso incedeva pel monte a respi- vità insuperabile ostacolo al tran-
MON MON 281
sito de'cari'i. Era quindi necessario che sotto il rapporto della fisica o
di stabilire la quasi interrotta co- della storia parlarono del Monte
municazione fra la città e la via Mario. Delle conchiglie descritte, il
Cassia per la Trionfale, eh* è quel- chiaro autore ne avea fallo ricca
la cui serve di sussidiaria allorquan- collezione.
do per Io straripamento del Teve- MONTICELLO Ottaviano, Car-
re rimane intercettato il passaggio dinale, y. Conti Ottaviano, Car-
del ponte Milvio. Il progetto fu dinale^ indi Antipapa Vittore V.
approvato dal Papa, e l'esecuzione MONTLUgON, Mons Lucius.
di tale importante lavoro fu affida- Città di Francia, dipartimento del-
ta al valentissimo ingegnere Ni- l'Allier, sulla riva destra del Cher,
cola Cavalieri San Bertolo , che antica e cinta di vecchie mura
tanto bene aveva corrisposto al- fiancheggiale da quattro torri, che
le sovrane intenzioni nell' esalta la dividono da molti sobborghi.
distribuzione dell'acqua Felice per Nel 1266 vi fu tenuto un concilio.

le Fontane di Roma, laonde la Gallia christ t. II, p. 71.


portò a fine con scienza ed ac- MONTPELLIER (/l/o/i^/5 Pessu-
corgimento, che all'agiatezza del Inn). con residenza vescovile
Città
sentiero unì l' utilità pel commer- di Francia nella Linguadoca, capo-
cio e industria agricola delle cir- luogo del dipartimento dell'Herault,
costanti campagne, facendo com- di circondario e di tre cantoni,
pensare Gregorio XVI i proprie- una delie più belle di Francia, 186
tari delle vigne che bisognò di- leghe da Parigi, sopra un colle a-

slruggere. La nuova strada venne menissimo presso la riva destra del


tracciata sulla china del monte a Lez che diviene navigabile a mez-
zig-zag, e sviluppata in vari rami za lega di distanza, mentre il tor-
con ampie secondando l'in-
rifolte, rente Merdanson scorre in più luo-
dole del terreno per la comodità ghi per mezzo di canali sotterianei.
della strada, che in seguito di tali Dolce n'è il clima e salubre l'aria,
lavori prese l'aspetto d'una passeg- con bei passeggi e dintorni ornati
giata di delizia, venendo guarniti i di galanti case di campagna, di
margini di alberature e di argi- giardini e colli coperti di vigneti e
nelli di terra rivestiti di zolle er- di olivi, onde è uno de' più deliziosi

bose. Se ne legge la descrizione so"2Ìorni


DO del mezzodì della Francia.
neWJlbiini 38 del 84 1, colla ve- 1 Capoluogo della nona divisione mi-
duta del monte e della strada, ri- litare, ha la corte reale, il tribuna-

producendosi quanto del Monte le di prima istanza, il tribunale e


Mario avea scritto il citato Nibby. camera di commercio ; le direzioni
'^eW Album i5 del i843 si legge de' demani, contribuzioni, delle do-
un erudito articolo del cav. An- gane, artiglierie e del genio ; con-
drea Celli sulla chinchiliologia del servazione dell'ipoteche, ispettorato
Monte Mario e geognostica giaci- delle foreste e delle miniere, un'ac-
tura, riportando l'iscrizione eretta cademia di università colle facoltà
sulla fronte della chiesa di s. Ma- di medicina e delle scienze, ed un
ria del Rosario, per quei rista uri collegio reale. L'università fu eret-
che vi ordinò Gregorio XVI, ed ta nel 1289 dal Papa Nicolò IV,
uà importante sillabo di autori, dicendo nel suo diploma de' 26 ot-
28i MON Mor^
tobre ossere questa cittJi nnta fatta quedotto moderno, cadendo l'acqu.!
per gli ktucli, specialmente nella ino- sopra roccic artificiali, indi alimen-
dicìna. Gregorio XI eravi stato pro- ta le fontane della città. In mezzo
fessore (li jus canonico^ cos'i l'alili- alla bella piazza del Peyrou è la
|)apa Benedetto XI li. Altro illustre statua equestre di bronzo di Luigi
professore di sacri canoni fu Urba- XIV, eretta dagli stati della provin-
no V, cbe perciò edidcò in Mont- cia e riiuiovata nel 1829. Oltre la

pellier e consacrò una chiesa, con cattedrale vi sono sette chiese, un


dodici cappelle e campanile di die* tempio calvinista, una sinagoga; tre
cisetle campane : ivi stesso stabile ospizi, uno de' quali pegli esposti,
il famoso collegio di medicina con un ospedale de' pazzi eretto nel
dodici posti gratuiti per altrettanti 1824, caserme, prigioni, con ammi-
poveri studenti della città e dio- nistrazione di carità, monte di pie-
cesi di Mende sua patria, ed una tà, uffizio di beneficenza, grande e
copiosissima biblioteca. £ cinta di piccolo seminario, il primo con i5o
una vecchia muraglia in rovina, ed alunni, l'altro con 60 circa. Nu-
lia una mediocre cittadella eretta merosi sono gli altri stabilimenti
da Luigi XI li. Le case sono gene- della pubblica istruzione ; nel pri-
ralmente ben fabbricate in pietra, mo ordine evvi la scuola di medi-
numerose le fontane pubbliche, di- cina, fondata dai medici arabi es-
stinguendosi quella costrutta da pulsi dalla Spagna nel i 180, ed
Giacomo Coeur nel secolo XVI. Si accolti dai conti di Montpellier. La
osserva il palazzo di giustizia; la università ebbe principio per le di-
borsa adorna di bella colonnata j scipline di Avicenna e di Averroe
r antico palazzo vescovile che pre- nel II 96, stabilendosi la facoltà di
sentemente occupa la scuola di me- medicina nel 12 19, ed istituita in
dicina, nella quale si distingue par- università dal suddetto Papa pel
ticolarmente il nuovo anììteatro ; diritto, la medicina e le arti. Sino
le che rinchiu*
sale della biblioteca dall'origine fu questa scuola assai
dono circa 35,ooo volumi ed un gran frequentata, e da piU di sei secoli
numero di preziosi manoscritti ; il la sua riputazione sempre si sosten-
conservatorio anatomico ; la sala ne. Evvi pure una scuola speciale
degli alti, l'osservatorio, l'ospedale di farmacia e di medicina veteri-
generale che contiene i bagni co- naria ; scuole del genio, disegno,
modi e spaziosi ; l'arco di trionfo architettura, geometria e musica ;

detto porta del Peyrou, d' ordine delle società di scienze ed arti, di
dorico, ed il teatro cdifìzio sempli* medicina pratica e di agricoltura ;

ce ma nobilissimo. I pubblici pas- delle società bibliche protestanti di


seggi sono : la spianata fra la oillà ambo i sessi; dei gabinetti di storia
e le mura; i baloardi, presso i qua- naturale, di fisica e chimica ; un mu-
li sirimarca la torre dei Pini ; ed seo di quadri e di scolture de'piii
il Peyrou, uno de* più bei passeggi grandi maestri, formato a cura di
che vi sia al mondo, piattaforma Fabre, ed un giardino botanico, uno
"vastissima, circondata da cancelli , de'quattro di naturalizzazione ed il

con castello esagono ornato di co- primo che sia stato formato in
lonne e cupola, con bacino ove l'ac- Francia, ove sono coltivate più di
qua é Coudotlà dà un superbo ac- 8000 piante ; questo giardino oOic
MON MON 383
pure una bella ceJraia, ed una ma- di Maguelone, vicina citta la cui
gnifica stufa calda, che permeile di distruzione sotto Carlo Martello
conservare pei* veni' anni vari vege- prodotto avea l'accrescimento o for-
tabdi de'Uopici, e dove in oscuro via- se anco r origine di Montpellier.
le vedesi la lomba di Nai'cissa, cele- Ebbe tosto de' conti particolari, la
brata dai melanconici scrini di maggior parte di nome Guglielmo,
Young suo padre. Si coniano mol- che slesero su di essa uno scettro
te fabbriche, stamperie, manifattu- di ferro. Allorché Alessandro III
re, segaloio idraulico importantissi- si ritirò nel 1162 in Francia, fu
mo presso del Lez. Il commercio è ricevuto con grande acclamazione e
considerabile ; le comunicazioni col religiosoentusiasmo in Montpellier,
Mediterraneo sono pel porto di Cel- da una quantità di prelati e nobi-
le attive ; e "vi fanno capo le stra- li, e da una moltitudine così gran-
de di Narbona e Nimes. E patria de di popolo, che per la calca di
di «. Rocco, dei medici Caulac, coloro i quali si affrettavano a ba-
Chicoy-neau, Fizes, Carlhez, Brous- ciargli i piedi, potè a gran stento
sonnct, ec; del chirurgo Lapeyronie salire a cavallo : il signore della
al quale è debitrice Parigi della città lo servì di scudieie per mille
sua accademia di chirurgia; de'giu- passi. Un signore saraceno seguilo
reconsulli Bornier, BebulFe e Des- da grande accompagnamento, s* in-
peisses ; dei pittori Bourdon e ginocchiò a' piedi del Papa, glieli
Vien, del chimico Chaplal, del na- baciò, l'adorò e fece un compli-
turalista Kondelet ; dei generali mento a nome del suo re, cui A-
Mathieu, Campredon , Poitevin e lessandro 111 corrispose benignamen-
Montcalm, di Cambaceres, Cambon, te, onorandolo quale aujbasciatore
Daru, de Roucher, e di tanti altri e facendolo sedere a'suoi piedi col-
illustri. le persone qualificale ; si trasferì
L'altura su cui é situata questa poi all'abbazia Dol nel Berry di
città si chiamava in latino Mons ed a Tours. Ritornando Alessandro
Pessulanusj era ancora nel VII se- III in Italia nel i iG5, da Bour-
colo un luogo incolto, ove i soli ges nel luglio passò a Montpellier,
abitanti delia città di Substaniion e vi si trattenne sino all' ottava
avevano diritto di far pascolare le dell' Assunta. Al principio del se-
loro mandrie all' intorno
; si tro- colo XllI, la figlia del conte di
vavano delle palizzate, delle fosse e Monlpellier, avendo sposato Pietro
dei muri, e non vi si penetrava II re d'Aragona, fece passare que-
che per una porta chiusa da un sta città sotto la dipendenza de'so-
grosso catenaccio, pessulus ; due vrani di Maiorica. Eletto Clemente
piccoli villaggi s' innalzarono a po- V nel i3o5 stabilì la sua residenza
co a poco, e dalla loro riunione in Francia, indi da Tolosa si recò
forni ossi Montpellier. Il possesso di a Montpellier, e vi si trattenne al-
questo luogo passò a due figlie del- quanto, ricevendo da Giacomo II
la casa de'conti di Substaniion, dal- re d'Aragona l' omaggio pel regno
le quali alcuni autori fanno deriva- di Sardegna e di Corsica, che poi
re il nome di Montpellier, di mons accompagnò il Papa a Lione ove
Puellaiut/ij queste ne fecero un si coronò. Nel iBot) Clemente Y
dono nel 975 a Uicuino, vescovo accoinpoguulo da nove cardinali, da
a84 MON MON
Cai-cassona giunse a Montpellier, anch'egli d'Avranches. 1806 Maria
donde prosegui il viaggio per Ni- Nicolò Fournier d' Annecy. Per sua
mes. Nel 1 349 *^ ''® Filippo VI di morte Gregorio XVI nel concistoro
Valois acquistò Montpellier, ma Car- de'24 luglio i835 dichiarò vesco-
lo V nel i365 la cedette a Carlo vo r attuale monsignor Carlo Tom-
il Cattivo re di Na varrà, e non ri- maso Thibault di Rines diocesi di
tornò alla Francia, che alla fine del Versailles, canonico della metropo-
regno di Carlo VI nel i4^o. Le litana di Parigi. La cattedrale è
guerre di religione per lungo tem- sotto l'invocazione del principe de-
po impedirono la sua prosperità. I gli apostoli, con battisterio e cura
calvinisti che se ne impadronirono d'anime che si esercita da un ca-
sotto Enrico III, \i si costituirono in nonico, presso la quale sta il con-
repubblica, e la conservarono sino veniente ed ampio episcopio. Il ca-
al 1622, in cui dopo lungo e san- pitolo si compone di dieci canonici
guinoso assedio, si assoggettò a titolari, oltre i canonici onorari, i

Luigi XI li che vi fece erigere la pueri de choro, e gli alunni del


cittadella. Montpellier fu capitale seminario che nelle feste assistono
della bassa Linguadoca. ali' ufBziatura. L'antico capitolo era
La sede vescovile ebbe origine di ventiquattro canonici, e di quat-
nel i536, quando Paolo III vi tra- tro benefiziati superiori : con delti
sferì quella di Maguelone (Vedi)^ canonici uffiziavano quelli delle col-
prendendo la cattedrale il titolo di legiale della Trinità e di s. Salva-
s. Pietro come quella di Maguelo- tore, le cui chiese distrussero i cal-
ne, essendo prima dedicala a s. vinisti. Nella città vi sono altre
Germano. La diocesi eh' era suflfra- sette chiese parrocchiali col fonte
ganea di Narbona, poi fu dichia- sacro, diversi monasteri di monache
rata d'Avignone, come lo è tuttora. e confraternite. La diocesi si esten-
II primo vescovo di Montpellier fu de per circa quindici leghe in lun-
quello stesso di Maguelone, Gugliel- ghezza, e dodici in larghezza ; pri-
mo Pellicier, che morì nel i568, ma avea duecento parrocchie, oggi
dopo avere con ogni sforzo procu- ne conta trentasette con duecento
rato di rimediare ai disordini ca- cinquantasei succursali e tredici vi-
gionati dai calvinisti nella sua dio- cariati. Ogni nuovo vescovo è tas-
cesi. Quanto agli altri vescovi di sato ne' libri della camera aposto-
Montpellier fino a Carlo Gioachino lica in fiorini 370.
Colbert, nominato nel 1696 e mor-
to nel 1738, si leggono nella Gal- Concila di Montpellier.
Ha christ. t. VI. 1 seguenti sono
riportati dalle annuali Notizie di Il primo nel 11 34. Gallia christ.
Roma. 1738 Giorgio Lazzaro Ber- t. VI, p. 49.
ger de Charancy d' Autun, traslato Il secondo nel 1162 a' i4 niag-
da s. Papoul. 1748 Francesco Re- gio, festa dell'Ascensione, presieduto
ginaldo de Villeneuve d' Acqs, tras- da Alessandro III assistito da dieci
ferito da Viviers. 1766 Raimondo vescovi: vi rinnovò la scomunica
de Durfort di Cahors, già vescovo contro r antipapa Vittore e suoi V
d' Avranches. 1774 Giuseppe Fran- complici. Il Papa con bolla pose
cesco de Malide dì Parigi ^ traslalo sotto la protezione della santa Se-
MON MON 285
de monastero di Veselise, sotlraen-
il dalle pretensioni su Tolosa data ad
dolo da Cluny. Labbd t. XI; Ar- Amauri. Ivi.

duino t. VI; Mansi t. IL Il sesto si adunò nel I258 a'6


li terzo concilio nel ii95», prò* settembre, da Giacomo arcivescovo
sieduto da Michele legato pontificio di Narbona, che vi fece otto cano-
e da molti prelati della provincia ni relativi alla disciplina della Chie-
di Narbona, nella quale si ristabilì sa, in cui si scomunicarono gli u-
Ja pace, e l'osservanza della tregua surpatori de' beni della Chiesa^ e
di Dio. Sì raccomandò a' chierici quelli che offendessero gli ecclesia-
ia modestia negli abili e la fruga- stici ; e si stabifi che la tonsura si

lità. Vennero scomunicati i pirati, conferisca a venti anni. Labbé t. XI.


e quelli che soccorrevano i sarace- Il settimo nel 1269. Gali. chr.
ni che saccheggiavano la Spagna. t. VI.
Si lasciò alla discrezione de' vescovi L'ottavo nel i3o3. Ivi.
gl'interdetti contro gli albigesi. Lab- 11 nono nel i32i. Ivi.
bé t. X; Arduino t. VI. Il decimo nel iSSg. Ivi.

Il 12 14 o 12 15 in
quarto nel MONTRE Pietro, Cardinale. V.
gennaio, tenuto dal cardinal Pietro Giudice Pietro, Cardinale.
di Benevento legato, cogli arcive- MONTREAL (Marianopolitan).
scovi di Naibona, Auch, Ambrun, Città con residenza vescovile del
Arles ed Aix, con ventotto vesco- basso Canada, nell'America setten-
vi e molti baroni, nella chiesa di trionale, capoluogo di distretto e di
Nostra Donna delle Tavole. Al con- contea nella parte orientale dell'i-
te Simone di Monfort fu data To- sola del suo nome, sulla riva sini-
losa e le altre terre conquistale a» stra del s. Lorenzo, a 5o leghe da
gli albigesi dai crociali, disposizione Quebech. È pur sede d'un gover-
confermata da Innocenzo III ; il natore, di corti di giustizia e cri-
conte essendo odioso agli abitanti, minale. Un tempo era cinta da alta
era nella casa de' templari, fuori muraglia merlata. Si divide in alla
della città. Il concilio fece quaran- e bassa ,
quantunque la differenza
tasei canoni riguardanti la discipli- del livello sia poco sensibile, ed in
na ecclesiastica, gli abiti immodesti quartieri. Le strade nuove sono
de'chierici e religiosi. Baluzio, Conc. larghe e belle; la più frequentata
Gal. Narb. è quella lunga di s. Paolo della
11 quinto nel 1224 d'ordine di città bassa, e si estende lungo il

Onorio III, presieduto da Arnaldo fiume, facendovisi il maggior com-


arcivescovo di Narbona, con tutti i mercio ; la strada di Notre Dame
vescovi della provincia. Raimondo sta nella città alta, e parallela a
conte di Tolosa, già fautore degli quella di s. Paolo. I suoi borghi
albigesi, per se e suoi promise di sono di Quebech, di s. Antonio, dei
osservare la cattolica fede, e di Recolletti e di s. Lorenzo. La mag-
farla venerare nelle sue terre, che gior parte delle case, belle, grandi
avrebbe purgato dagli eretici, resti- e moderne, sono fabbricate in pietra
tuito alla Chiesa diritti, e date in i grigia , con tetti e porte foderate
compenso pei danni venti mila di ferro o stagno. Vi sono tre piaz-
marche d' argento, colla condizione ze pubbliche: quella delle Armi è
che il conte di Monfort desistesse la più osservabile ; le altre due ser-
iB6 RIO» MON
vono pei mercati; sopra una di esse coadiutore a* 20 marzo 1837 mon-
rvvi un momiincnlo in onore di signor Ignazio lìouigel, e vescovo
Nelson. I principali cdifi/.i sono il di Tel messa in parfihus^ che suc-
j)nl;j7,70 dei governatore, qjiello di cesse a' 19 aprile 1840. A questo
ginslizia, ili buono stile; la prigione, odierno vescovo, Gregorio XVI a' ^
vasto e beli edifizio ; l'anlica calle- luglio 1844, die in coadiutore con
tirale sulla piazza d'Armi; il semi- futura successione monsign. Giovan-
lìario di s. Snlpizio, ed il nuovo ni Carlo Prince, che fece vescovo
lollcgio. Vi è una società per i'islru- di Martiropoli in parùhns. L' isola
yione ed industria de' poveri sel- di Montreal e la parte occidentale
vaggi del Canada, due ospedali pe- del ba-iso Canada circoscrive la sua
gl' invalidi ed i vecchi. Montreal, diocesi. La cattedrale è sotto l' in-
seconda Canada per la im-
città del vocazione di Giacomo; fu comin
s.

portanza commerciale, è uno degli ciata nel 182^, ed aperta al cullo


empori di questa porzione dell'A- nel 1829: vicino sta il palazzo ve-
merica settentrionale e degli Stali- scovile con appartanìcnto pel vica-
Unili, ed gran deposito delle pel-
il rio, e camere per un professore e
liccerie della compagnia del nord- per gli alunni di teologia. 11 capi-
ovest. Il porto quantunrpie piccolo tolo fu eretto a' 18 gennaio i84i,
è sicuro, ma il più grande incon* composto per ora di sei canonici
veniente gli deriva dal corrente S. titolari che fanno vita comune col
Maria. Sei battelli a vapore man- vescovo neir episcopio , e 1' aiutano
tengono le relazioni con Quebech : nel governo della diocesi ; e di cin-
i dintorni sono abbelliti da nume* que canonici onorari, che sono an-
rose case di campagna. Montreal si co vicari generali e curati ne' di-
chiamava Villemai ie; francesi van» i stretti da cui più difficilmente si

tano primo scopritore del Canada potrebbe ricorrere al vescovo. 11

Aubcrt, che nel i5o8 approdò alle numero de' preti è di circa i5o. I

Siie rive, e nel i534 Cartier de- pii stabilimenti sono i seguenti. \

nominò Nuova Francia, prenden- fratelli della dottrina cristiana del


done possesso in nome del re di ven. de la Sallc, hanno a Montreal
Francia. Però Montreal più tardi un magnifico stabilimento aperto
fu presa ai francesi 760 dal
nel 1 loro nel 1837 dai missionari di s.
generale inglese Amherst. Nel lyjS Sulpizio. Vi è anche un piccolo se-
gli americani comandati dal gene- minario fojidaló nel i844 bi un
ral Montgomery la tolsero agli in- distretto lunge sette leghe dalla
glesi, ma la restituirono poco tem- città. 11 seminario di s. Sulpizio
po dopo. possiede intiei-amente l'isola di Mont-
La sede vescovile fu eretta da i-eal, per la cui signoria grandi e
Gregorio XVI col breve apostolici lunghe controversie si sono incon-
minìstcriiy de' i3 maggio i836, tiate col governo britannico. I sul-
Bull, de prop. fide l. V, p. i38, piziani, a richiesta del vescovo, nel
con parte della diocesi di Quebech 1840 presero la direzione di un
(Fedi)y da cui la distaccò e dichia- gran seminario, senza però cessare
rò immediatamente soggetta alla di governare la città e parrocchia
santa Sei\e.Per primo vescovo no- di Montreal, il collegio da loro fon-
minò Giacomo Lai tigne , facendo dato nel 1773, è la missione ai
, ,,

MON MOCJ 287


selvaggi del lago dell^ due Monla- tali io Donzenaco, piccok) castello
gno. Altri collegi sono diretti da del Limosino. Da preposto della
preti zelantissimi. 1 gesuiti per la chiesa di Tournay nel i336 fu o-
prima volta vennero a Montreal letto, ma non consacralo, vescovo di
nel i6i3, e la seconda volta nel Paraplona;indi a' 19 dicembro da
i6!^3 : i francescani recolletti giunti detto Papa fu creato cardinale pre-
nel i6i5 si estinsero a poco a po- te di s. Anastasia, e poi vice-can-
co, dopo la conquista inglese accadu* celliere di s. Chiesa. Aument?) del
la nel 1760. Vi sono inoltre quat* doppio insieme col tio Pontefice la
tro comunità di religiose, cioè delle Certosa di Villanova, e edificò dai
ospitaliere dell'Hotel Dieu, fondata fondamenti un collegio in Tolosa
a laFléchenel 1628, e mandala nel denominato di Pamplona, ad onore
Canada nel 1659 da M. Royer de di s. Caterina, e lo arricchì di co-
la Dauversière, le quali fanno voti piose rendile; non però dimenticò
solenni approvali da Alessandro VII i poverelli, verso de' quali si mo-
nel 1666 agli 8 gennaio, curando strò costantemente generoso e libe-
annualmente in Montreal circa 2000 rale. Nella partenza di Gregorio Xt
poveri infermi ; la seconda è la con* da Avignone, restò in quella città,
gregnzione della Madonna, fondata non per comando del Papa con al-

nel i653 da Margherila Bouigcais tri cardinali, come scrisse il Frizo-


per l'educa/ione delle fanciulle, co» nio, ma per essersi finto infermo
voli semplici, ed lia 2 1 case dove di che invece ne fu altamente sde-
si educano circa 2000 fanciulle; la gnalo Gregorio XI, che determi rjò
terza pure con voti semplici è quel* spogliarlo della splendida carica di
la dell'ospedale generale, fondato vice-cancelliere, lo che se non ebbe
nei 1753 da Maria Margherita Du» elletlo, deve attribuire olle effi-
si

frosl vedova de Gouville per la cu- caci raccomandazioni di Carlo V vo,


ra de* vecchi e 'infermi , conta 36 di Francia. Il Papa tuttavia appog-
religiose e vi si curano ordinatia* giò la cura della cancelleria a Bar-
mente 54 cronici, 4o orfani, e i35 tolomeo Prignani arcivescovo di Ba-
trovatelli; finalmente la quarla di ri, suo cappellano e famigliare del
queste medesime suore di carità cardinale. Eletto Bartolomeo Pon-
le quali nel 1840 sono andate al tefice col nome di Urbano VI, non
servigio d' un piccolo spedale costruì* ebbe coraggio di togliergli la cari-
to da un curato a quindici leghe da ca, quantunque il cardinale si fosse
Montreal. dichiarato per l'antipapa Clemente
MOKT-SAIINTE-MARIE. Luogo VII, ma ne diede la reggenza al

della diocesi di Reims in Francia, cardinal Rainolfo da Monturco di


ove nel 972 fu tenuto un concilio, lui nipote, laonde lo zìo perseverò
nel quale Adajherone arcivescovo di nell'uffizio. Dopo essere intervenuto
Reims monaci ai canoni*
sostituì i ai conclavi di Urbano V, Gregorio
ci di Mousson. Regia t. XXV; Lab* XI e Urbano VI, morì nel i385
bé t. IX. in Avignone in credito di singoiar
MONTURCO Pietro, Cardinale. pietà, ed ebbe sepoltura nella chiesa
Pietro da Monturco dello malamen- de' certosini di Villanova con ma-
te di Selve, nipote d'Innocenzo VI gnifico elogio.
dal lato materno, sortì i suoi na* MONTURCO GORZA Raunolfo ,
,

288 MOP MOP


Cardinale. da Monlmco
Rainolfo uve a Baooo, e morì nel 3 16. Al-
nella provincia di Limoges, il cui tri attribuiscono Mopsuesla alla
vero cognome, come dimo^l^a il Da- Cilicia seconda sotto la metropoli
luzio, è quello di Gorza, della stir- d'Anazarbo, eretta nel secolo V sot-
pe d'Innocenzo VI, nipote pei* linea to il patriarcato d'Antiochia, dive-
materna del cardinal Pietro, otten- nuta nel XII arcivescovato onora-
ne il grado di dottore in canoni rio di rito greco, e latino sotto le
neir università di Montpellier, e poi crociate, dimorandovi pure un ve-
fu fatto canonico di Tournay, indi scovo armeno sulfiaganeo del pa-
nel 1870 vescovo di Sisteron. Es- triarcato di Sis. Il primo vescovo
sendo amico di Urbano VI venne fu Teodoro I che assistette al con-
da lui a* 18 o 28 settembre 1878 cilio d'Antiochia; il secondo Mace-
creato cardinale prete di s. Puden- donio che fu al concilio di Nicea;
ziana, colla carica di vice-cancellie- s. Ausenzio I gli successe; poi Proto-

re, o meglio di luogotenente o sia gene, Zosimo I, Olimpio, Teodoro II


reggente della cancelleria, in luogo celebre per dottrina e pel concilio
dello zio assente in Avignone, in di cui parleremo , amico e condi-
somma can-
lo costituì vicario della scepolo di s. Giovanni Crisostomo,
sebbene nell'investitura del
celleria, eloquentissimo predicatore, ma vuoi-
regno di Sicilia data da Urbano si tendente al pelagianismo, e la-
VI a Carlo III, si sottoscrisse vice- sciò molte opere. Indi furono ve-
cancelliere. Introdusse i monaci nel- scovi, Melezio che intervenne al con-
la chiesa del suo titolo, e finì di cilio d'Efeso, Chomazio o Tommaso,
vivere in Roma nel 1882, restando Bassiano corepiscopo del precedente,
sepolto avanti la porla di detta e come tale fu al concilio di Cal-
chiesa con breve memoria. cedonia, Giovanni, Ausenzio II, Pa-
MO]>^ZA. r. Milano. latino, Giuliano, Giacomo, Zosimo
MOPSUESTA, Mopsueslia. Cit- II, Teodoro III, Simone, Cosma,
tà vescovile di Cilicia situata sul Sofronio fiorito sul finire del secolo
fiume Piramo, Pyramus^ chiamata XIII, o nel principio del XIV, traslato
poi Messissa e Mamistra , e dai ad Antiochia, Oriens dir. t. II, p. 890.
turchi Messis, borgo della Turchia Nel 55o a' 17 giugno fu ce-
asiatica , pascialatico d' ItchiI , san- lebralo in Mopsuesta un concilio
giacato di Sis : ha due forti situati contro la memoria di Teodoro II
sulle sponde della riviera di Djihun, suo vescovo, per ordine dell' impe-
e che comunicano fra loro mediante ratore Giustiniano I, in occasione del-
un ponte di pietra, abitata princi- le dissensioni cagionate dai famosi
palmente dai turcomani. Delle ori- Tre Capitoli (Fedi) de' vescovi Teo-
gini di sue diverse denominazioni, doro di Mopsuesta, Iba di Edessa,
tratta il Terzi, Siria sacra p. i43, e Teodoreto di Ciro, per cagione
che la chiama metropoli di Cilicia, de' quali soffrì grave agitazione la
la dice patria di Eraclile gramma- chiesa orientale ed occidentale, ce-
tico, e sepolcro dell'imperatore Co- lebrandosi perciò molti sinodi in
stanzo : ne decorò la chiesa s. Au- diversi tempi : ne daremo un cen-
senzio vescovo, prima soldato, che no. Teodoro II d'Antiochia dopo
militando sotto Licinio preferì de- aver combattuto l'eresie degli a-
porre il cingolo militare ad offrir pollinaristi, resse trentasei anni la
, .

MOP MOll 289


chiesa di Mopsuesta nel V secolo, ne* tre capitoli, non volea condati-
e fu imputato o convinto che in- nac le persone, temendo pregiudi-
segnasse : Non
una sola per- essere care al concilio di Calcedonia [Ve-
sona in Cristo ; non Dio vestito di di). I tre capitoli e gli scritti di
carne; ne la Vergine madre di Dio. Teodoro 11 , malgrado 1' eloquente
Laonde dai nestoriani fu riposto tra apologia di Facondo, furono con-
i primi della loro setta, divulgan- dannati nel 553 dal concilio gene-
done gli scritti pieni di enormità, e rale di Coslanliiiopoli li (Fedi).
venerandolo per uno degl'illuminati Siria sacra; Regia t. XI ; Labbé
nella supposta verità de loro dora- t. V; Arduino t. II.

mi. Iba in una lettera scritta a MORANO, Maurum, Murauunu


Mari re di Persia, o Marino ere- Città vescovile del regno delle due
tico persiano, detestò Rabola suo Sicilie nella provincia di Calabria
antecessore, per aver contro giusti- Citeriore, distretto di Castrovillari
zia condannato e scomunicato Teo- da cui è distante otto uiiglia in ,

doro li, che Iba diceva aver impu- una profonda valle dell' A pennino.
gnalo l'eresia, e tenuto benemerito Fu un antico kiogo de' bruzi ed ,

della Chiesa. Teodoreto che nelle ha fabbriche di seterie e lanihci.


turbolenze fra s. Cirillo, Nestorio e La sede vescovile fu eretta nel IV
Giovanni d'Antiochia, collegatosi con secolo nella provincia ecclesiastica
essi nel concilio d'Efeso, aveva scrit- di Cosenza. Luciano suo vescovo
to in confutazione de' dodici ca- fu al concilio di Roma del 343,
pitoli o anatematismi da s.
stabiliti sotto s. Giulio 1. Ughelli, Italia sa-
Cirillo nel concilio Alessandrino cra t. X, p. 1 3 r

divulgò altrettanti articoli pieni di MORAVI. F. Fratelli Moravi.


pungenti motti e di critici sensi. MORAVIA. Paese del nord del-
L'emergenze di Teodoro II dierono l' impero d' Austria, che ha titolo
motivo a far radunare in Mopsue- di margraviato, e rinchiude la Sle-
sta molti vescovi provinciali per sia Appartiene al bacino
austriaca.
fare inquisizione de' portamenti del del Danubio ed è irrigato dalla ,

medesimo Teodoro da cent'anni li riviera March o Morava che le


già morto. Ma da questi altro non. diede il nome con circa due mi- ,

ricavandosi, salvo che il suo nome lioni di abitanti , che meno venti-
non era registrato ne' sacri dittici mila sono La lingua
tulli cattolici.

conlenenti i nomi di que' che vi- morava è un dialetto dello slavo,


vevano e morivano nella comunio- che sembra essere stato impiegalo
ne della Chiesa; osservando che in per la prima volta da due missio-
suo luogo vi era registrato quello nari cristiani , i ss. Cirillo e Meto-
di s. Cirillo patriarca d'Alessandria, di©, che vennero nel IX secolo a
ciò che al parere de' padri confer- convertire questi popoli, traslatan-
mava la sua reità e avvalorava l'e- do la liturgia in lingua slava : que-
ditto da Giustiniano 1 proi^iulgato sti seguirono prima il rito greco .

contro i tre capitoli. Fu disciolto Non solo nel XV secolo gli ussiti
il concilio , e ne fu dato distinto ebbero de' grandi successi in Mo-
ragguaglio all'imperatore ed al Pa- ravia, ma nel XVI la pretesa ri-

pa Vigilio, il quale riprovando con forma vi si stabilì con somma ra-


molti vescovi gli errori contenuti pidità, ed insorsero quindi i Fratelli
VOI. XLVI. 19
^

ago MOR MOR


Moravi (f^edi) chiamati i quaccheri vegnachè la Moravia sia stala con*
della Germania. Però alloichè Giu- quistala da Carlo Magno, con la
seppe 11 proclamò la libertà de' culti Baviera e la Pannonia, essa era
in questi slati, i cattolici vi si Irò- tuttavolta governata l'anno 85o da
Taiono immensamente più nume- duchi che contendevano insieme del-
rosi ed hanno l'arcivescovato di
; la sovranità, cioè Moymar e Priwi-
OlmiUzy ed il vescovato di Brìi/in na ossia Prinnina.
dipendendo la Slesia austriaca par- Nelle notizie ecclesiastiche si par-
te dalla diocesi di Breslavia nella la per la prima
moravi volta de*
Prussia, e porzione dall' arcidiocesi in una lettera di Papa Eugenio U,

d'Olmiitz. La Moravia ha un go- scritta neir Hi5 o 826, come si ha

vernatore col tìtolo di Statthaller da Ansizio, Germania f>acra^ t. f,


landeshauptmann , e degli stati p. 146, dicendosi che il primo a-
provinciali composti dell'alto clero, postolo de' moravi fu Urolfo arci-
de* cavalieri, signori e borghesi che vescovo di Lorck (Ved'i)^ al quale
si uniscono una volta T anno per Eugejiio 11 sottopose quattro vesco-
ripartire l* imposta. Evvi una corte vati. Apostoli principali però dei
d'appello residente a Brùun, ed uno slavoni, marcomanni e della Mora-
de' tribunali in ciascuno degli otto via, come della Boemia, furono i
circoli, risiedendo a Briinn il co- fiatelli ss. Cirillo e Mctodio (Fedi)
mandante generale militare. Briinn greci di Tessalonica, che le conver-
è la capitale della Moravia, ma Ol- tirono al crislianesimo, dopo la con-
miitz godette un tempo di questo versione de' bulgari, chiamativi dal
titolo, e fu residenza degli antichi pio re Rastices, che altri denomina-
margravi di Moravia. Questa con- no Swatopluko, Bori vari o Borivorio,
trada fu abitata dai quadi e dai che ricevè il battesimo dalie loro
marcomanni, popoli bellicosi che i mani. Dopo l'uccisione di Moymar,
romani non poterono mai assogget- il nipote Rastices neir856 era stato
tare interamente. In progresso i sey- eletto re di Moravia da Luigi re
ri, i rugi, gli eruli ed i longobar- di Germania. 11 titolo di vesa)vo

di vi si stabilirono. Nel 548 una de' moravi è dato insieme a s. Ci-


colonia slava, scacciata dai bulgari rillo e a s. Metodio ne' calendari
dalle rive del Danubio, vi fondò greci e moscoviti, e nel martirolo-
una repubblica che fu chiamata Mo- gio romano; ma si pretende che lo

rava, dalla riviera su cui venne ad fu solo secondo, al dire di alcu-


il

abitare. Dalla distruzione dell' im- ni ;


però nella Series episcop. 01-
pero degli avari, gli slavi della Mo- mucensium, sono registrati pei pritui
ravia si estesero da lunge; ma ben i ss. Cirillo e Metodio iiUer annos

tosto i piccoli slati indipendenti 863 et 894, fatti vescovi il primo


che occupavano furono riuniti in da s. Nicolò I, l'altro da Adriano II.
un regno, venendo governati dai Si deve notare che il primo a pre-
duchij il primo de'quali fu Samo- dicar la fede di Gesù Cristo nella
ne, nato ne' dintorni di Brusselles. Moravia, fu Federico mandalo da
1 moravi ricompensarono con ciò
lo s. Ambrogio arcivescovo di Milano,

de* servigi che avea loro resi, di- prima nella Pannonia, poscia in Mo-
fendendoli coraggiosamente contro ravia circa il 396; ma essendo poi
gli abari o unni della Pannoma. Av- ricaduti i popoli ncU'idolatria, pas-
, ,

MOR MOR 1291


sali quattro secoli, vennero i due Wichino Nitriense. Allorthè Gio-
IValelJi apostoli. Clic s. Cirillo con- vanni Vili eresse la metropoli di
vertì la Bulgaria , lo dicemmo a Moravia, a lui ricorsero gli arcive-
quell'articolo, come della priucipal scovi di Salisburgo e di Magonza
parte clie vi ebbe s. Metodio a coi loro suffraganei ; altri dicono
mezzo d'una pittura da lui fatta : che le querele si fecero a Giovan-
in Boemia istruirono il duca Eor- ni IX, non per l'istituzione del me-
siwoy che ricevette il battesimo, il tropolitano e suoi suffraganei, ma
quale lo fece conferire anclie alla lagnandosi dell'aver trasferito Wi-
duchessa Ludaiilla poi martire. Il chino dalla chiesa Nitriense a quella
papa Adriano II concesse ai mora- di Passavia senza saputa dell'arci-
vi che negli uffizi divini e nella vescovo. Giovanni Vili e Giovan-
messa facessero uso della lingua ni IX seppero mantenere l'indipen-
slava per essi volgare ; ciò che con- denza accordata alla chiesa di Mo-
fermò Giovanni Vili che gli suc- ravia, con residenza ad Olniiltz del-
cesse neirSys, col patto che reci' l'arcivescovo, su diche è a vedersi
tasserò prima l'evangelo nella lin- quell'articolo, poi vescovo immedia-
gua latina e poi nella slava ^ loc- tamente soggetto alla santa Sede,
che concesse dipoi anco Innocenzo finché Pio VI l'elevò a metropoli-
IV: si dice che Giovanni VIII ap- tano. I corpi de' ss. Cirillo e Me-
provò in Roma a' ss. Cirillo e Me- todio venerano nella chiesa di s.
si

todio il rito slavonico da loro in- Clemente di Roma, ove ambidue


trodotto e insegnato , essendo il morirono, cioè quello di s. Cirillo
primo traduttore di tale liturgia (morto ivi nell'SGS o nell'Syr, do-
venerato anco dagli slavoni per apo- po avervi assunto l'abito benedetti-
stolo. Va però avvertito che inol- no ) , e le reliquie di s. Metodio
tre il Papa Adriano II avendo u- poiché il corpo di quest'ultimo di-
dito neir868 i progressi che la cri- cesi venerarsi in Wissegratz in Mo-
sliana fede faceva nella Moravia ravia. Il corpo del Papa s. Cle-
fino dall' 863 per opera di s. Ci- mente I vuoisi in detta chiesa de-
rillo fattone vescovo da s. Nicolò I, posto dai ss. Cirillo e Metodio, al-
e per quella di s. Metodio, questi lorché si portarono in Roma, dopo
creò vescovo di que'popoli dopo averlo seco loro recato nelle mis-
la rinunzia di s. Cirillo che avea sioniche fecero, avendolo preso in
fissato la sede a Welehrad ; ma Gio- Chersoneso città del Ponto.
vanni Vili, ad istanza di Rastices Sotto Suatopulk o Svvatopluko
loro re, ueir88o lo dichiarò arci- giuniore, nipote di B.astices e successo-
vescovo , e gli diede per suffraga- re, che perseguitò i cristiani e s. Meto-
neo Wichino eh' egli fece vescovo dio, regno comprendeva la Moravia
il

3\itriense. Essendo poi neir89C) o attuale, la Boemia, il Voigtiand, la


morto o tornato a Roma s. Me- Misnia, la Lusazia, il Brandeburg,
todio, Giovanni IX pregato dal prin- la Pomerania , la Slesia, con una
cipe Moimaro, consacrò Giovanni parte dell'alta e bassa Pannonia, e
arcivescovo di Moravia , e due al- la Dalmazia : questo principe mori
tri vescovi Benedetto e Daniele , i nelf894, ed furono di-i suoi stati
quali nella Moravia venuti doveva- visi fra i Alcune dis-
suoi tre figli.

lio alla chiesa di Passavia trasferire sensioni essendosi suscitate fra que-
agi MOR MOR
st'i principi, i boi antenati de' boe- protestantismo nel 9ecoh3 XVI. Nel
mi ne approfittarono per invade- i527, allorché Ferdinando I otten-
re una porzione de' loro stati e , ne le corone d'Ungheria e di Boe-
ben presto dopo si unirono ai ma< mia, la Moravia fu aggiunta ai pos-
giari o conquistatori dell* Ungheria, sedimenti della casa d'Austrin, che
per impadronirsi del restante. Que- sempre la conservò. Clemente VIII

sto impero cessò di esistere nel 908, nel i5g9 creò cardinale Francesco
e ciascuna parte divenne la preda Dietrichstein de* conti di Moravia.
de' popoli vicini. La Moravia, ridot- Nel voi. Ili, p. 187 del Dizionario
ta presso a poco alla estensione che ed altrove dicemmo quanto la Mo-
ha presentemente , fu sottomessa ravia soffri nei primi anni del se-
alla metà del secolo XI ai sovrani colo XVII, per parte dei protestanti
della Boemia sino al 1182, epoca che r invasero , confiscando i beni
in cui ritornò uno stato particola- delle chiese cattoliche, e persegui-
re con titolo di Margraviato^ che tando i cattolici. Gregorio XV aiu-
conservò quantunque dal 161 1 non tò l'imperatore Ferdinando II a ri-

sia più governata dai margravi. Nel cuperarla dal conte Palatino. Nel
1267 Clemente IV canonizzò S.Ed- pontificato d' Innocenzo X si con-
wige figlia di Bertoldo duca di Ca- vertì dall'eresia Wolfango Federico
rintia, non di Moravia come alcuni di Hoffman barone di Moravia. Nel
scrissero, ma di Merano marchesa- 1783 la Moravia e la Slesia au-
to del Tirolo di cui era conte: Mo- striaca furono riunite in un sol go-
ravia era posseduta da altra fami- verno. Nel i8o5 questo paese di-
glia a quel tempo, passò quindi in venne il teatro della guerra tra i

potere degli ungheresi , che a ca- francesi e gli austro-russi, avendovi


gione de' torbidi de* quali il loro i primi riportato presso Brìinn la
paese divenne il fimesto teatro, fii- celebre e strepitosa vittoria d*A.u-
rono costretti ad abbandonarla. La sterlitz a' 1 dicembre, detta de* tre
Moravia indipendente ancora per imperatori, perchè vi assisterono in
qualche istante, fu assoggettata di persona Francesco II, Alessandro I
nuovo al re di Boemia. Uno di e Napoleone.
questi, Carlo IV marchese di Mo- MORGELLI Stefano Anto.vio.
ravia , nel 1346 fu eletto im- Epigrafista ed antiquario, nato nel
peratore ,
per le istanze di Papa 1787 in Chiari nel Bresciano, pro-
Clemente VI ch'era stato suo pre- fessò nella compagnia di Gesù, ed
Nel secolo XV immensa-
cettore. insegnò a Fermo, ed in Ragusi di
mente fu danneggiata la Moravia cui poi ne rinunziò la mitra. Tor-
dalle guerre religiose, pei fanatici nato in Roma, nella cattedra di e-
eretici ussiti e wiclefisli, come no- loquenza vi diffuse lo studio dei
tasi ai loro luoghi; e Nicolò V nel classici, e per quello delle antichità
1453 autorizzò s. Giovanni di Ca- compose molte dissertazioni. Dopo
pislrano a fondar conventi fran- la temporanea soppressione di sua
cescani in Moravia , e predicare congregazione, si ritirò presso il car-
conilo lacomunione sotto le due dinal Albani e prese cura della sua
specie, onde ricevè molte abiure. magnifica biblioteca. Ritornato nel
Dicemmo di sopra, e meglio in al- suo paese, fu eletto alla dignità di
tri articoli, come vi si propagò il prevosto capitolare, e divenne il
MOR MOR 293
beile fbltore do* suoi ^oncit ladini ; foreste : la primaTcra e V autunno
tondo e dotò in Chiari un istituto •ono stagioni deliziose. Le pianure
per le fanciulle, migliorò le scuole, e le valli sono estremamente fertili,
donò al paese la sua biblioteca, e gli aranci ed i limoni vi crescono
restaurò molti edifìzi, massime le spontaneamente, ed i gelsi sono nu-
chiese. Siccome esemplare, giusto, merosissimi . Alcuni vogliono che
pio, caritatevole e dignitoso, si gua- dalla quantità di questo albero sia
dagnò l'ammirazione di lutti. Egli derivalo il nome di Morea alla pe-
possedette lo stile che meglio con- nisola mentre altri sostengono che
;

viene alle iscrizioni latine e greche, provenga in vece dalla analogia


come dicemmo a Iscrizione notan- della sua configurazione topografica
do le sue analoghe opere, poiché con una foglia di gelso. Abbondanti
in tutte le occasioni solenni, repli- sono gli olivi, eccellenti i vini, i
cate erano le istanze per comporre più rinomati essendo quelli di Mal-
relative iscrizioni. Questo celebre e vasia le uve di Corinto raccolte
;

dotto ecclesiastico, ornato di pro- nella parte settentrionale sono sen-


fonda erudizione, morì pianto a Chia- ea granelli, particolari pure sono
ri il primo gennaio 1821. Le altre quelle di Messenia e Laconia; i fi-
sue opere sono Indicazioni delle
: chi sono deliziosi. Lungo sarebbe
antichità della casa Albani^ Ro- parlare di altri prodotti per la fe-
ma 1785. Antico calendario della racità de'terreni, i pascoli, gli ani-
chiesa di Costantinopoli^ Roma 1 788. mali, la selvaggina. La pesca è ab-
Explanatio ecclesiastica s, Gregorii^ bondante, ed alcuni porti eccellenti
1791. Africa christianay Brixiae giovano al commercio, tali essendo
1816. Agapeia, 18 16, sopra s. A- quelli di JVauplia o Napoli di Ro-
gata martire il di cui corpo avea mania, e di Navarino. Nei tempi
donato a Chiari Pio VI. Ve Ago- più felici la Morea contava due mi-
ne Capitolino, 1817. Abbiamo pu- lioni di abitanti, che le guerre spo-
re del gran Morcelli, sermoni, opeie polarono. Sotto ilgoverno turco si
ascetiche ed altri opuscoli. di videa ne' sangiacati di Morea o
MORE A o MORIA. L' antico Tripolitza, e di Mistra : il governo
Peloponneso, penisola della Grecia greco la divise in sette dipartimen-
(Fedi), formante la parte più me- ti, Acaia, Elide, Argolide, Arcadia,
ridionale dell'Europa continentale. Alta Messenia e Bassa Messenia :

Questo paese è assai montuoso, e su di che è a vedersi Grecia. Pos-


molte delle sue montagne sono as- sedendo un tempo cento città, qua-
sai alte, ninna però tocca la linea si tutte hanno articoli nel Diziona-
delle nevi perpetue. Le sole pianu- rio per le loro sedi vescovili, le
re un po' estese sono quelle di Ni- più ragguardevoli sono o furono,
si, di Tripolitza, di Mislra, di Argo Corinto, Corone, Malvasia, Megalo-
e di Corinto. Le riviere sono nu- poli, Modone, Napoli di Romania,
merose, e molti laghi sono sparsi Patrasso, Monembasia, Argo, Man-
nel mezzo delle montagne, fra' qua- tinea, Sparla e tante altre, mentre
li quelli di Zaraca, e ì decantati a' loro luoghi parliamo anco delle
Penco e Stymphalo. 11 clima è dol- Provincie ecclesiastiche. Il Terzi,
ce, tranne un tempo, per la di- Siria sacra, dice che il nome di
struzione della maggior parte delle Morea fu A pia Peloponneso,
294 AI OR MOR
quasi isola di Pelope, penisola del mente Tommaso Paleologo despola
mar Jonio eh' eÌ3be già titolo di re- della Morea e fratello di Costantino
gno. Secondo Strabene, questa pe- ultimo imperatore greco, albergan-
nisolaebbe prima il nome di Ar- dolo nelle case dell' ospedale di s.

go, che passò ad una delle tante Spirilo, ed assegnandogli trecento


sue famose città. Sotto il regno di scudi il mese, a'quali ne aggiunse-
Api terzo re di questa cittàj chia- ro duecento i cardinali, e gli donò
mossi A pia, circa 1800 anni avan- la rosa d' oro benedetta : il despo-
ti Gesù Cristo, e quattro secoli piti ta regalò al Papa la testa di s-

tardi prese il nome di Peloponneso Andrea apostolo. I veneziani ripre-


dal frigio Pelope, i cui discendenti sero tutta la penisola verso la (Ine
disputarono per lungo tempo agli del secolo XVI f, e se ne fecero con-
Eraclidi il possesso di questa con- fermare il possesso pel trattato di
trada, che comprendeva allora l'A- Carlowitz nel 1699, ma furono po-
caia, r Elide, l'Arcadia, l'Argolide, scia obbligati di cederla ai turchi
la Messenia e la Laconia. nel 1718, che da quel punto ne
Il Peloponneso fu anticamente rimasero i dominatori F. Vene- .

il teatro sanguinoso della guerra più zia. Solo qui noteremo che Cle-
lunga e funesta che abbia giammai mente XI in riguardo ai meriti di
desolata la Grecia, e cagionata dal- tal repubblica colla santa Sede, con
la gelosia dei due celebri popoli, i la costituzione Diim nofy degli i i

lacedemoni e gli ateniesi; guerra febbraio i7o4) Bull. Roni. t. X,


incominciata l'anno 4^1 avanti la par. I, p. 59, le accordò facoltà
nostra era, e che durò 27 anni. Vedi che i vescovi del Peloponneso fos-

Illsloirede la guerre du Pelopoti- sero esenti dall'esame, e dall' essere


|
nese, par TImcydidej Paris iS33. consagrati in Roma, i quali però
Manzi, Milano 83o. Dopo aver 1 dovrebbero sotloporsi al solito pro-
veduto fiorire molti piccoli stati ,
cesso, che farebbe il nunzio apo-
come quelli di Sparta, Argo e Co- stolico di Venezia, il quale poi lo

rinto, passò sotto dominio roma-


il spedirebbe a Roma. Una insurrezio»
no, verso la metà del secondo se- ne scoppiò nel 1770, secondata dai
colo prima dell'era volgare. Com- russi, che fecero un' invasione in
presa più tardi nell'impero d'o- questo paese, ma fu calmata, di-

riente, essa si vide a poco a poco venendo però una sorgente di scia-
nella decadenza di questo impero gure per gli abitanti ; la Porta ne
islesso soggetta ai veneziani. Nel fece perire moltissimi, e donò le lo-
1432 i turchi sotto Amurat II, ro proprietà a degli albanesi. Nel
sforzarono i trinceramenti che di- 1821 incominciò una nuova ribel-
fendevano l'istmo di Corinto, ma lione, i cui successi furono spesso
Jion penetrarono nell' interno. Nel arrestati dalle stesse intestine divi-
144^ il loi'o ammiraglio Tourhan- sioni de'greci : tuttavia questi giun-
beg ne saccheggiò le coste. Mao- sero ad impadronirsi di molte piaz-
metto H s'impadronì della contra- ze forti , e fra le altre di Napoli di
da, ad eccezione di Modone, Corovie, Romania, che divenne alternativa-
Navarino e Napoli di Romania, che mente con Corinto ed Argo la se-
restarono fra le mani dfc' veneziani. de del governo della nuova Grecia.
Pio U accolse in Roma benigna- Nel 1825 Ibrahim figlio del pascià
y

MOR MOR 29^?

cVEgltto, giunse con una finita ed dell* Africa, e particolarmente negli


un'armata in soccorso de' turchi, e stati della di Barbarla
Nigrizia^
la Morea fu invasa da ogni lato. Marocco^ Tunisi, Algeri, ove abi-
JN'el 1827 fu risoluto dalla Francia, tano principalmente le città nella
Ingli il terra e Russia d' interporsi parte occidentale del Sahara, ed
fra i mussulmani ed i greci, e le in qualche porzione della Senegam-
flotte di queste tre potenze il 19 bia. Sembrano discendere dagli an-
Ottobre nel porto di Navarino die- tichi Mauritani e numidii mescola-
dero la battaglia navale che distrus- ti coi Fenicìi, i romani, berberi e i

se la flotta tui'co-egiziana. Le trup- gli arabi; hanno la pelle più bian-


pe di terra mandate dalla Francia ca e tutte le fattezze della fìsono-
nel 1828 sotto gli ordini del gene- mia meno energiche di questi ulti-
ral IMaison, forzarono gli egiziani mi. Sono in generale sanguinari e
ad abbandonare tutte le piazze del vendicativi, ma nel tempo stesso
paese, ed una commissione scienti- vili i costumi però sono modifi-
:

fica, inviata in tale circostanza dal cati, secondo i paesi che abitano.
governo francese, vi proseguì i la- Quelli che abitano sulla costa o-
vori geodesici, topografici e archeo- rientale dell'Africa hanno la carna-
logici. gione più olivastra. V greci chia-
MORET o MURET, Muretium. marono etiopi tutti i popoli che a-
Città di Francia,
dipartimento di vevano la pelle nera o meticcia;
Senna e Marna, capoluogo di can- ed all' articolo Etiopia dicemmo
tone sulla riva sinistra del Loing, che lai nome fu comune a diversi
cinta di vecchie mura e castello. Ha paesi dell'Africa e dell'Asia. Ci di-
chiesa gotica assai bella. Avea il ti- ce la Scrittura che tutti gli nomi-
tolo di contea, e ne dipendevano ci sono natida una sola coppia,
molte baronicj e la signoria di Fon- che per conseguenza tutti hanno la
tainebleau . Wemillon arcivescovo stessa origine ; dal che segue che
di Sens neir.85o un vi radunò la diversità del colore che trovasi
roncilio, e Lupo di Ferrières vi in diversi abitanti del mondo, vie-
scrisse in nome dell'assemblea una ne dal che abitano, e dal
clima
lettera ad Erconrado vescovo di loro modo di vivere. Ciò sembra
Parigi. Il padre Mansi fa menzio- provato dalla insensibile degrada-
pe di un concilio celebrato parte zione del colore che si osserva in
in luogo incerto e parte a Mo- essi, a proporzione che sono più o
ret, in favore de' monaci di Vese- meno lontani o vicini alla zona tor-
lise contro il conte di Nevers, ver- rida. Pretendesi provato dall'espe-
so l'anno i i54, che favoriva gli rienza, che alcuni bianchi trapian-
abitanti nelle violenze che usavano tati in Africa, senza aver mischiato
coi religiosi : i colpevoli si arresta- il loro sangue coi mori, contrasse-
rono, e la tranquillità colla sotto- ro insensibilmente lo stesso colore
missione del conte fu restituita. e gli stessi lineamenti del volto ;

Suppl. t. II, p. 4gi. Neil' anno se- che al contrario alcuni mori tras-
guente Luigi Vii vi convocò un portati ne* paesi settentrionali, si

parlamento. sono bianchi per gradi, senza


fatti
MORI o MAURI. Nazione spar- avere avuto commercio coi bianchi.
sa presentemente nel nord • ovest Questa è 1' opinione de* più dolli
296 MOR MOR
naturalisti, in pnrlicolnre di Buf- i turchi, i mnrrocchini , ed altri

fon, l*aw e di Scherer. Tutti


di seguaci Maometto ad invadere
di
gli Uomini bianchi o neri, rossi o la Spagna. La maggior parte dei
gin Ili, sono figliuoli di Adamo, f^e- mori ch'eransi fatti cristiani, in
di Gotoffiedo Voyt, De colore A- cuore si conservarono maomettani,

dami, Gusliovii i663. Gio. Nicola e funeste ne fiu'ono le conseguenze.


Peclilino, De habiliiy et colore ae- Pio VII canonizzò s. Benedetto da
thiojmm, qui vulgo Nigritae, 1677. s. Fradello, nato da genitori mori
Bernardo Siegreid, Dissert. de se- convertiti al cristianesimo. Dei mo-
dè, et causa coloris aethiopum, et ri o negri ne tratta in molti ar-
se
caeterorum hominum, Leidae 1737. ticoli del Dizionario, a Seni avi, ed
Claudio Nicola le Cat, Traile de la a quelli che indicammo in questo
couleur de la peau humainCy en con carattere corsivo. Nel i84i
general, de celle des negres en Girault de Prangey pubblicò in Pa-
particulier, et de la tnetamorphose rigi: Essai sur V archileclure des
d'une de ces couleurs, Amsterdam arahes et des mores en Espagne,
1765. Baynal, Dissert. sul colore en Sicilie et en Barbarie. Monu-
de^ìegri. \ mori, che avevano in ments arabes et moresques de Cor-
porle abbracciato il cristianesimo, dove, Seville et Granade. Per gli
inhodotto nel loro paese dai Fan- altri popoli di colore nero olivastro

daliy si fecero maomettani allorché sono Q vedersi i loro articoli, co-


furono assoggettati dai Saraceni me America, Oceania, ec.

o arabi. Quando questi entrarono MORIBONDO, il/a/77'a;zf/M*. Quel-


nella Spagna neirVHI secolo, un lo eh' è in termine di morire, che
gran numero di mori gli accompa' sta Agonia (Vedi). Il Rituale
in
gnarono, ed il nome di questi ub Romanunt prescrive il modus ju-
timi fu poscia quasi il solo usato vandi morientes ; V ordo commen^
per designare le dominazioni mus- dalionis animae ; in expiralione .

sulmane della penisola, ed i cri- Veggasi il Diclich, Diz. lìlurg., in


sliani si dissero mistarabi e Moz- expiralione animae , e nota che
za rabi, non che moriscos o more- in molti luoghi pei moribondi è
schi . 1 cristiani a poco a poco ri- in vigore la pia consuetudine di
presero mori conquistatori
ai re* i suonare con alcuni tocchi la cam-
gni che avevano fondato in [spa- pana, onde preghino i fedeli per
gna, aiutati dai Papi, come Cordo- quell'anima che agonizza, ed a ta-
va, Granala, Muvcia, ed altri, es- le effetto sono diverse confraternite
sendosi eslesa la dominazione mo- di agonizzanti ; si suonano le cam-

resca anche nel Portogallo. Annien- pane per avvisarne il transito già
tarono principalmente il potere dei seguito, in diversa maniera secondo
mori nella SpagtKi, Ferdinando V il sesso, l'ordine e l'eia, come dis-

ed Isabèlla, Filippo li e Filippo si a Campana, col suono della qua-


Jll, il quale ultimo ad insinuazione le perisce la memoria della mag-
di Luigi
s. Bertrando, e del b. gior parte uomini. Gli anti-
degli
Giovanni di Bibera, cacciò i mori chi nella notte precedente al fune-
dalla penisola, perchè corrompeva- rale vegliavano e cantavano salmi,
no la fede e i costumi de'cristi^ini, donde trassero origine le veglie pei
e in vari tempi aveano sollecitato morti. Quanto al lume che si pone
MOR MOR 297
subito presso il corpo divenuto ca- pdnctpale scopo del loro istituto
tìavere, serve per indicare la fede r assistenza de' moribondi.
del defunto non si estingue
che , MORICOTTl Guido, Cardinale.
neppure colla morte; parimenti si Guido Moricotli che il JMasetti nel-
pone per significare, che le anime le Notizie della città di Siena lo
vivono, che defunti sono figli di
i pretende originario sanese, fu da
luce, e che i loro corpi dovranno Innocenzo lì nella quaresima del
risorgere 1^. Lumi e
. Lucerne, il I 142 creato cardinale diacono ,
b. cardinal Tommasi compose la indi nell'anno 11 43 dichiarato pre-
messa propria di s. Giuseppe per te di s. Lorenzo in Damaso da Ce-
impetrare ad intercessione sua una lestino II, come scrive il Fonseca,
buona morte. Invocandosi in punto quantunque altri pensino al con-
di morte con cuore contrito i ss. trario. Fu incaricato della legazio-
nomi di Gesù e di Maria, Sisto V ne d' Ungheria, e morì nel ponti-
concesse indulgenza plenaria, e la ficato di Eugenio HI, dopo aver con-
confermò Benedetto XIII. F. Bene- tribuito col suo suffragio alla di
dizione. A Monaco si disse di quelli lui esaltazione, ed eziandio a quella
che volevano morire col loro abito, di Celestino II e Lucio II.

e se ne parlò anche a Monastero: MORICOTTl Enrico, Cardinale.


a Novena feci parola delle esequie Enrico Moricotti di Pisa, essendo
novendiali. Antonio Brandi-
Il p. suddiacono di s. Romana Chiesa,
marie pubblicò in Roma nel 1818: professò nel monastero di Chiara-
Modo di assistere i moribondi. In- valle, e postosi sotto la direzione
numerabili sono gli articoli relativi a di s. Bernardo, venne eletto abba-
questo nel Dizionario, come fra gli te del monastero de* ss. Vincenzo
altri Funerali, Cadavere, Imhalsa' ed Anastasio alle Acque Salvie;
mare^ Estrema unzione, Professione indi Eugenio III nel ii5olocreò
di fede. Penitenziere maggiore^ Ge- ss. Ne-
cardinale prete del titolo de'
nerale, Medico, Ospedali, Comunio* reo ed Achilleo. Adriano IV scor-
ne^ Morte, Arciconfraternita degli gendolo fornito di gran doni di
agonizzanti, anche pei condannati a natura e di scienza, lo spedi lega-
morte. Nel 1776 fu stampato in to in Sicilia, in Inghilterra ed in
Parigi il libro : Ultimi sentimenti Francia, nella quale occasione bat-
dei pili illustri personaggi condan- tezzò la figlia di quel monarca. In
nati a morte. Nella chiesa del Gesù Sicilia ebbe la disgrazia di non es-
di Roma de* Gesuiti [Fedi) fino sere ricevuto dal re Guglielmo, per-
dal 1660 si fanno alcuni esercizi chè il Papa nelle lettere apostoli-
di pietà dalla congregazione della che indirizzategli, invece di chia-
buona morte, cui Alessandro VII marlo re, lo diceva signore della
concesse indulgenza^ onde si diffuse Sicilia. Due volte si condusse in
nelle chiese di tali religiosi. Bene- Alemagna, la prima insieme col car-
detto XIII colla bolla Redemptoris, dinal Orsini poi Celestino III, affine

de' '2 3 settembre 1729, l'eresse in di placare l'animo dell' imperatore


congregazione per ambo i sessi, e irritalo contro il Papa. Se non che
l'arricchì d'indulgenze. I Ministri per istrada dai conti Federico ed
degl'infermi (Fedi) ed i religiosi Enrico fu fallo prigioniere e spo-
della Penitenza (Fedi) hanno per gliato di quanto avea, ed insieme
598 MO R MOR
col suo collega venne ristretlo fra .stanra sempre rinunziolle, ma non
i vincoli e le catene. Finalmente così agevolmente gli riuscì di ricu-
per le vive istanze di Enrico duca sare i favori di Cosimo 111 gran-
di Baviera e di Sassonia, restitui- duca di Toscana, che trasceÌt(.lo a
to in libertà e condotto alla pre- stio teologo e precettore del suo
senza dell'imperatore, e consegna- figlioprimogenito Ferdinando, poco
tegli le lettere pontifìcie, dopo a- appresso nel 1681 lo nominò al
verlo colla sua eloquenza placato^ vescovato di s. Miniato, che Jaco-
gli riuscì di stabilire tra esso e la po non seppe indiasi ad accettare
santa Sede perpetua concordia. La se non costretto da un espresso co-
seconda volta vi si trasferì in com- mando d' bmocenzo XL Avendolo
pagnia di tre cardinali, cioè Otta- questi nel i683 trasferito all'arci-
viano, Guglielmo e Guidone, ad og- vescovato di Firenze, se ne dolse
getto di meglio stabilire la couchiu- col granduca vivamente, ma gli
sa pace. Nei regni di Francia e di convenne sottomettersi. Nel governo
Inghilterra, adunati in concilio per della metropolitana, presiedè con
opera dei legati, i vescovi e gli ab- somma lode e plauso universale
bati in gran numero, fu da tutti per 17 anni, in cuidue volte ce-
concordemente riconosciuto AlesScin- lebrò il sinodo, ed ebbe idea di
dro 111 per vero e legittimo Pon- aprire il seminario, il quale utilis-

tefice, e condannato l'antipapa Vit- simo progetto per allora non andò
tore V. Inoltre persuase s. Tom- avanti. Si diportò con estrema dol-
maso di Canlorbery ad accettare cezza e benignità, conciliandosi non
il governo di quella metropolitana, meno V amore del clero che della
nella quale occasione come legato nobiltà e la venerazione del popolo,
presiedè ad un altro concilio ce- e singolarmente della povera gente
lebrato in Londra. Alla fine colmo che riguardavalo quale amoroso
di meriti e di virtù, dopo essere padre. Essendo arcivescovo ebbe
intervenuto ai comizi di Anastasio varie occasioni di dar pascolo alla
IV, Adriano IV ed Alessandro III sua pietà e divozione, poiché do-
morì in Roma nel 1 79. 1 vette assistere alle solenni trasla-
MOIUGOTTI Francesco, Cardi- zioni delle reliquie di s. Zanobi, di
nale. Fedi Frignano Francesco, s. Maria Maddalena de' Pazzi, ed
Cardinale. alla ricognizione dell' incorrotto ca-
MOE.IG1A Jacopo Antonio, Car- davere di s. Andrea Corsini, a mo-
dinale. Jacopo Antonio Morigia, di tivo del trasporto di esso dalla vec-
rispettabile famiglia milanese, ab- chia cappella alla nuova e maesto-
bracciato nel i65i in eia di i3 sa, avvenuto nel 1688. Nell'anno
anni l'istituto dei chierici regolari stesso benedì nella sua metropoli-
barnabiti, divenne insigne filosofo tana la reale sposa del gran prin-
e teologo, ed eccellente oratore, hi- cipe Ferdinando, Violante Beatrice
segnò in Macerata ed in Milano di Baviera, e nel 1691 diede l' a-

le filosofiche facoltà, e predicò la nello nuziale alla principessa Anna


divina parola nei pulpiti più ri- Luisa de Medici, sposa di Gian
spettabili d' Italia con plauso uni- Guglielmo elettore palatino, e nella
versale. Promosso alle prime cari- basilica Laurenziana nel 169^ com^
che dell' ordine, con virtuosa co- parli la funerale assoluzione al ca-
Mon MOR 299
dnvere (Iella granducliessa Vittoria MORONl Giovanni, Cardinale.
della Rovere. Incontrò però una Giovanni Moroni, di cospicua e no-
fiera Jile col vescovo di Fiesole Fi- bile famiglia milanese, ch'era già
lippo Neri Allovili per cause giu- ascritta a quella nobiltà nel seco-
risdizionali, la qiiale dopo lungo lo XIIj nacque nel 509, 8 kal.
1

dibattimento fu alla fine composta februarii , da Amabilia Fisiraga :

dal supremo tribunale di Roma, a studiata la legge in Padova, giun-


cui le parti litiganti avanzalo ne se di buon'ora pel suo sapere a
avevano giuridico appello. 11 Pon- tal celebrità di nome, che Clemen-
tefice Innocenzo XII, che avea una te VII nell'anno 1529, nell'età di
stima singolare del merito distinto 10 anni, lo promosse al vescovato
di questo prelato, all' improvviso di Modena per assicurarsi il favo-
lo creò cardinale prete a' ii di- re del conte Girolamo Moroni, pa-
cembre 1695. Recò il corriere a dre di Giovanni, gran cancelliere
Jacopo questa inaspettata novella di Milano. Insorse indi discordia
a notte già inoltrata, onde desta- tra Giovanni e il cardinal Ippolito
to dal sonno lo sgridò come avesse d'Este giuniore, a cui il Papa nel
coraggio di prendersi giuoco di un trattato fatto a' 1 4 novembre i528
vecchio, che mai avea pensato al tra il cardinal Cibo ed principi
i

cardinnlato. Ma per le lettere con- collegati d'Italia, avea promesso che


segnategli dallo stesso corriere, co- Ippolito sarebbe stato elevalo alia
nosciutasi la verità, cambiò tuono, dignità cardinaliziacol vescovato
ed i suoi famigliari ebbero molto a di Modena. perchè Ippolito col-
11

fare, per trattenerlo in ricusare la di- r aiuto di Alfonso I duca di Fer-


gnità. Portatosi in Roma, ebbe per rara ne prese il possesso, ne occu-
titolo la chiesa di s. Cecilia, ed il Pa- pò ! beni, e la controversia per-
pa fortemente lo stimolò a rinunziar severò sino al i532 in cui Gio-
la sua chiesa, e solo per condiscende- vanni entrò al tranquillo possesso
re agli espressi suoi voleri, di ma- della sua chiesa. Quindi fu dal
lincuore vi condiscese, per V affetto Pontefice inviato in Francia, per in-
grande che portava al granduca durre alla pace il re. Spedito da Paolo
ed ai suoi dioce<5ani. Venne quindi 111 nel i536 nunzio
in Boemia ed
provveduto di benefizi e fatto ar- Ungheria a Ferdinando I re de'ro-
ciprete di s. Maria Maggiore, di inani, doveva trovarsi presente alla
cui nell'anno santo 1700 aprì e dieta di Spira, che a motivo della
chiuse la porta santa. Clemente pestilenza fu radunala in Hagenau,
XI, alla cui elezione contribuì, lo non meno per affari di religione,
promosse nel detto anno a vescovo che per la guerra contro il turco,
di Pavia, avendo ricusato la chiesa ma di fatto non v' intervenne per-
di Milano. L' Argelati nella sua chè ebbe da Roma ordine in con-
Biblioteca degli scrittori milanesi ,
trario. Sul principio del 154^ fu
ci dà il catalogo delle opere del di nuovo inviato ad un'altra dieta
cardinale. Finalmente consumalo tenutasi a Spira, e a lui si dovet-

dalle fatiche cessò di vivere nel te che finalmente si accettasse il


1708 d'anni 70, e nella sua cat- disegno di radunare il concilio ge-
tedrale rimase onorevolmente sepol- nerale. Per tanti e sì gran meriti
to con breve elogio. colla chiesa romana, Paolo III ai
3oo MOR MOll
3i maggio i54a lo cveh cartonale desiderH. Tornato in Italia venne
prete elei titolo di 8. Vitale, indi nominato neh' istesso anno alla le-
passò a quello dì s. Stefano al Mon- gazione di Bologna (come legato
te Celio, e poi a quello di s. Ma- di Bologna coniò colla sua arme
ria in Trastevere. Fu aticora fat- la do[)pia e la mezza doppia d'oro,

to protettore d' Inghilterra , del- come riporta lo Scilla), da cui nel


l' Ungheria, dell'arciducato d'Au- 1 54B fu chiamato pel sospetto che
stria, degli ordini henedettino, ci- di lui aveano concepito francesi, i

slerciense domenicano, e della


e come di uomo soverchiamente at-
santa Casa di Loreto a cui com- taccato al partito di cesare; e per
parti insigni benefizi, e tra le altre quel tempo che ivi si trat-
poco
cose accrebbe le quotidiane distri- tenne, ebbe per vicelegato Gian-
buzioni ai canonici, e stabih dodi- nangelo de Medici arcivescovo di
ci chierici, colle vesti rosse per de- Raglisi, poi Papa Pio IV, e col
coro dei sacri ministeri, ampliò il quale fino d'allora strinse sincera
coro pei musici, e per ornamento amicizia. È però indubitato ch'egli fu
dell' altare maggiore fece costruire sempre accettissimo a Paolo III, a
dodici statue d' argento rappresen- Marcello lì, e a Giulio III che
tanti i dodici apostoli, del peso di nell'anno i555 lo inviò alla dieta
settecento venti libbre. La Beata di Ausburgh, dove appena giunto,
Vergine gli die un sicuro pegno udita la morte del Papa, dovè far
del suo gradimento imperocché , ritorno in Italia . Rinunziata la
caduto gravemente infermo, invo- chiesa di Modena, ottenne da Giu-
cando la Madonna di Loreto, iv lio 111 nel i553 quella di Nova-

coperò sul momento la perduta sa* ra, dove neir anno medesimo cele-
nità, e recatosi al di lei santuario brò il sinodo diocesano, e pubblicò
per soddisfare al voto che /avea alcune costituzioni assai adatte a
fatto, vi lasciò in una tavola peren- promovere il culto di Dio e la sa-
ne memoria della ricevuta grazia. lute delle anime. Risvegliò nello
Nel 1542 fu destinato insieme coi spirito di s. Ignazio l'idea della
cardinali Parisio e Polo alla lega^ fondazione del collegio Germanico
zione del concilio di Trento, ma in Roma, quale ebbe effetto e tut-
differitasi per alcuni impedimenti tora fiorisce. Avea il cardinale fi-
la celebrazione di esso, fu dal Pa- no allora goduti tranquillamente i
pa inviato a Carlo V imperatore, premi e gli onori al suo raro merito
onde rappresentargli il danno gra- giustamente dovuti, quando all'im-
vissimo recato alla Chiesa co' de- provviso per calunnie si cambiò
creti nuova dieta di Spira
della scena. Per ordine di Paolo IV fu
del i544' Qoal poi fosse realmente nel i557 arrestato e lungamente te-
il motivo per cui quando si raccolse nuto in Castel s. Angelo, per alcuni

il concilio generale, non vi presie- sospetti in materia di religione, e


dette il cardinale, è affatto incerto. furono deputati quattro cardinali
Solo è noto, che prima di dare de' piò incorrotti per esaminare la
principio alle sessioni del concilio, sua causa; tra questi vi fu il car-
sicondusse in Inspruck, dov' ebbe dinal Ghislieri poi Papa s. Pio V,
lunghe conferenze con Carlo Vj che il quale avendo sottoposto il cardi-
ili alcune cose trovò contrario a'suoi dinal Moroni a rigorosissimo esa-
-

MOR MOR 3oi


me, in ordiìie a tutti i rent'imo di più dithiarato in pieno conci
articoli (si leggono nelle Jmenità sloro innocente e ingiustamente car-
letterarie stampate in Lipsia nel cerato, e della cattolica religione
1729, l. XII, p. 570 e seg.), dei fervido zelatore, e uomo per insi-
quali era accusato, alla fine prò* gne pietà ragguardevole e chiaro;
nunzio eh* era alTatto innocente, e perciò meritò nel i563 di essere
lo testificò Paolo
alla presenza di proposto in concistoro per primo
IV, quantunque poi si opponesse presidente o legato al proseguimen-
quando si trattò di farlo Papa, to del concilio Tridentino, che per
nel conclave in cui invece restò la sua destrezza, prudenza e senno
egli eletto. In esso sembrava certa singolarmente, ebbe felicissimo com-
la esaltazione del cardinal Moroni pimento. Gregorio XI 11 bramoso di
al pontificato, al quale gl'imperiali por fine una volta alle civili dis-
lo volevano sollevare dal con- sino cordie, da cui era miseramente
clave in cui Paolo IV,
fu creato sconvolta e agitata la città di Ge-
sia per l'esimie sue virtù, che pel nova, vi mandò nel iSyS il cardi-
grande impegno che ne portava il nale, il quale sì destramente ado-
cardinal s. Carlo Borromeo nipote perossi insieme con Matteo Senare-
del defunto Pio IV, conoscitore a ga, e coi ministri imperiali e del
fondo delle sue virtù, e per esser- re di Spagna, che stabilita una
sene prevalso in affari di somma nuova forma di governo, di cui si
importanza; ma considerandosi che vuole che fosse egli il principale au-
era stato in prigione per sospetti, tore, la città respirò l'antica pace e
non ebbe più luogo. Ebbe dunque tranquillità. Dallo stesso Pontefice
il cardinale la libertà da Paolo IV fu inviato l'anno seguente in Ale-
di sortire dal suo carcere, ma sicco- magna per assistere quale legato a
me l'innocenza manomessa dalla ca- Intere alla dieta di Ratisbona, per
lunnia prova nel suo segreto una ines- tenere costante Massimiliano II im-
plicabile soddisfazione, che le dà il peratore centra le potenti cabale
testimonio della propria coscienza, degli eretici, sempre intenti a de-
ricusò di profittarne finche il Papa star tumulti nelle diete, ed incute-
non avesse fatto giustizia alla sua re timori, ciò che andò a vuoto iu
innocenza. Paolo IV tuttavia ne questa per la prudenza e accorgi-
differì l'assoluzione, forse per timo- mento del legato, il quale seppe cal-
re di condannare se medesimo, e mare lo sdegno concepito da Massi-
lo lasciò prigione fino al pontificato miliano Il coi palatini polacchi^ per
di Pio IV. In questo ricorse il cardi- avere a lui già destinato in re di Po-
nale acciò fosse giudicato col maggio- lonia Stefano Batlori. Nel 1^78 gli fu
re rigore, laonde rivedutosi il pro- ordinato di passare nelle Fiandre,
cesso colla più esatta e squisita di- per restituire a quelle provincie la
ligenza, massime dai cardinali Ghis- perduta calma, nel che però l'al-
lieri e Pozzi, questi come personag- trui colpa non gli permise riescire
gi senza eccezione, dichiarando nul- nell'intento. Rinunziato il vescova-
lo, ingiusto ed iniquo il processo to di Novara, riprese quello di Mo-
fatto Paolo IV, il cardinal
sotto dena, ove fondò il seminario, un
Moroni venne quindi nel i56o da pio luogo per l'educazione de' gio-
Pio IV non solo giustificato, ma vanetti detto di s. Bernardino, e la
3o2 MOR MOR
casa delle convertile. Inoltre v' in- clie prese il nome dal pnia/zelto
trodusse i cappuccini ed i gesuiti, abitato dal cardinale in Roma, che
e vi celebrò tre sinodi, ne' quali a sino agli ultimi tempi fu proprietà
uorma del Tridentino furono ilabi- del suo discendente conte Michele
liti utilissimi decreti per la riforma Moroni romano, il quale lo vendè
del clero e del popolo. Nel pontifi- all'abbate Natali, ed ora è proprie-
cato di Gregorio XI li, per l'anno tà di monsignor Angelo IMcchioni
santo iSy^j aprì la porta santa e degli eredi Pozzi. Nel voi. X,
della basilica di s. Paolo. Final- p. 1 5o, parlammo del palazzo pres-
mente pieno di meriti, dopo aver so s. Maria in Trastevere^ dallo
dato nei romani comizi il suo suf- stesso cardinale, come titolare di
fragio per l'elezione di cinque Pa- essa, restaurato e ritenuto benché
pi, essendo assente nel conclave di divenuto vescovo suburbicario, co-
Marcello II, trovandosi decano del ine attesta il Moretti, Nolilia p. 32.
sacro collegio e vescovo d'Ostia e MOROSINI Pietro, Cardinale.
Velletri, chiese che ottenne nel Pietro Morosini, nato di senatoria
i564 da Pio IVj e vi celebrò il famiglia da cui trasse
in Venezia,
sinodo diocesano, morì in Roma la denominazione di cardinal di
nel i58o d'anni 72, e fu sepolto Venezia, insigne non meno per l'il-
nella Maria sopra Mi-
chiesa di s. libatezza di uno specchiato costu-
nerva avanti l'altare maggiore, con me, che per la profonda sua peri-
onorevole iscrizione. Il cardinale fé- zia in ambe le leggi, delle quali
ce pubblicare le opere di s. Giro- fu pubblico professore nell' univer-
lamo, espurgate dagli errori di sita di Padova, e sopra cui com-
Erasmo di Rotterdam; compose le pose, al dire del Tritemio, dottissi-
costituzioni della chiesa di Novara, e mi commentari, che vennero ripo-
gli atti del sinodo modenese. Fu il sii nella biblioteca vaticana, essen»
cardinal Moroni , a dello dello do protonotario apostolico, Grego-
slesso protestante Frikio, uomo di rio XII in Siena a' ig settembre
grande ingegno, di meravigliosa i4o8 lo creò cardinale diacono di
prudenza, e di somma destrezza s. Maria in Cosmedin, poi di s.
nel trattare e conchiudere i piti Maria in Domnica. Dopo essere in-
gelosi affari ; amatore della giusti- tervenuto al concilio di Costanza,
zia, irnpegnatissimo e intrepido fau* in cui ottenne luogo tra i cardina-
tore della dignità e dei diritti del- li, e come tale fu riconosciuto dal-
la santa Sede^ e gran mecenate l' eletto Martino
V, fu impiegato
de' letterati. La sua vita fu scritta in diverse cose. Questo Papa aven-
con molta esattezza da Luigi Jaco- do pel cardinale sincera stima ed
billi vescovo di Foligno. L'Arge- alfelto, conosciuta la grande al-
iati ci dà un esalto catalogo delle titudine che avea per ogni affa-
opere del cardinale nel tom. I, re, lo inviò legato nel regno di
p. 973 e 2010 della Biblioteca degli Napoli per la coronazione della re-
scriuori milanesi. Nella regione di gina Giovanna li, donde nel resti-
Trastevere dietro s. Giovanni della tuirsi a Roma, lasciò la vita in
Malva (della qual chiesa parlai nel Gallicano diocesi di Paleslrina. Tras-
vol. XXVI, p. 167 ed a Ministri portato il suo cadavere in Roma,
DEGi' iJNffiRMi) vi è il vicolo Moioiii, fu scpolto oeila chiesa di s. Maria
IVIOR MOR 3o3
gl'uova con breve epitaffio. Il n»emo- chiarandolo con raro esempio lega-
lalo Trilemio, nella sua opera tlcgli lo a lalere alla stessa corte di
ScriUori eccltsiastici, non lascia di Francia, affaichè colla sua pruden-
commendare altamente il merito di za e saviezza sedasse gli odii e le
ques|o cardinale, afìfermando che la funeste inimicizie insorte tra du- i

sua perizia sì nelle divine che nelle chi di Guisa ed Enrico 111, il qua-
umane lettere, accoppiata ad una ra- le per la grande stima ed atìetto
ra pietà, lo resero insigne e singolare. die avea pel cardinale, in quel
MOPvOSlNI GiANFRANcEsco, Car- giorno che colle sue mani gì' im-
dinale. Gianfrancesco Morosini pa- pose la berretta cardinalizia, lo ar-
trizio veneto, sostenute con sommo ricchì di due benefizi della rendila
decoro splendide ambascerie in ser- di scudi quali però
dodiciaiila , i

vigio della sua repubblica nella con pari generosità e gentilezza


Savoia, Calila, Spagna e Polonia, furono ricusati. IS'è minor pren»u-
essendo bailo in Costantinopoli, in- ra e considerazione aveano per lui
sieme coH'ambascialore di Francia, le regine di Francia ed principi i

ricevè ed accolse con distinzione del sangue, pel suo tratto soavissi-
due legati apostolici internunzi spe- mo, che gli era connaturale^ sa-
diti dalla santa Sede al patriarca pendo unire a fermezza e spirilo,
Geremia, e tu loro di grande aiu- schiettezza e semplicità , essendo
to e vantaggio nelle cose spettanti poi alieno da qualunque artifizio e
alla cattolica religione. Quindi nei simulazione. Succeduta però in tem-
i585 da Gregorio XUI fu pro- po di sua legazione la memoranda
mosso al vescovato di Brescia, es- strage del duca e del cardinal di
sendo ancora anibasciatore presso Guisa, fu il porporato censurato
la Porla ottomana . La maniera di negligenza e d'infedeltà d'ofìizio.

però con cui fu egli destinato al Chiamato a Pioma, come la sua in-
governo della vacata chiesa bre- nocenza e integrità lo poneva al
sciana ha qualche cosa di prodi- coperto dalle calunnie e dicerie dei
gioso. 11 Papa aveva date l'incari- suoi emoli, non volle in modo al-
co al cardinal Antonio Caraffa di cuno, come vivamente lo pregava-
ricercare per mezzo di segrete lette- no gli amici , gettarsi ai piedi
re ai superiori degli ordini religio- dello sdegnato Pontefice, e invoca-
si in Venezia, chi credevano più re il perdono del supposto errore,
idoneo al detto vescovato, e tutti poiché egli si protestò piuttosto
senza che uno sapesse dell'altro subir la punizione come innocente,
proposero Morosini, il quale venu- che essere assolto quasi colpevole, con
tone a cognizione supplicò il suc- eterna infamia del suo nome. Dis-
cessore Sisto V a destinarvi miglior cussa però accuratamente la di lui

soggetto. Questi invece io preco- causa, poiché ebbe la ventura di


nizzò vescovo di Brescia, e contan- poter giustificare la sua condot-
do sulla sua bravura e fedeltà gli ta, ammesse ed approvale dal Pa-
affidò gelosi affari, e la nunziatuia pa le valide e incontrastabili ra-
«li Parigi, Indi a' i5 luglio i588 gioni da lui allegate a sua discol-
lo creò cardinale prete del titolo pa, fu dichiarato dal Pontefice uo-
de' ss. Nereo ed Achilleo, donde mo di gran consiglio, esattissimo
poi passò a s. Maria ìq Via, di- nel compiere ai doveri della sua
3o4 MOR MOR
legazione, e ndlatosto restituito fu posta oiìorevole iscrizione. Pub-
pontificia grazia, anzi venne depu- blicò le memorie di sua vita il p.
tato sugli a (Fa ri di Germania ed Stefano Cosmi somasco poi arcive-
Ungheria. L'apologia si riporta dal scovo di Spalatro, coi tipi veneti
Tempesti, Storia di Sisto f^, tom. del 1676. Intervenne ai conclavi
II, p. 244- Godè il cardinale «licita di Urbano VII, Gregorio XIV, In-
amicizia con s. Filippo Neri, e tor- nocenzo IX e Clemente Vili.
nato alla sua chiesa occupossi nel- MOROZZO Giuseppe, Cardinale.
r insegnare ai fanciulli i misteri Giuseppe Morozzo di Bianze, nac
della fede, nel predicare al popolo que di nobile e antica famiglia già
la divina parola, ed a restituire signora del castello di Morozzo, in
nel suo vigore la disciplina eccle- Torino a' 11 marzo 1758. Divise
siastica assai rilassata. Oltre a ciò l'adolescenza tra gli esercizi di pie-
prese Tincarieo di quietar, come fe- tà e quei delle letterarie e filosofi-
ce, le capitali nimicizie destatesi tra che discipline, nel 1777 fu ascritto
le Avogrado e Marlinen-
famiglie al collegio della teologica facoltà di
go, per comporre le quali indarno Torino, e nel seguente anno venne
eransi adoperati i Parma
duchi di eletto rettore dell' nniversità. Indi
e di Mantova. Sommamente re- passò in Roma onde dedicarsi al
ligioso e di volo, premetteva alla servigio della santa Sede, ove entrò
quotidiana celebrazione della mes- nella nobile accademia ecclesiastica.
sa, l'orazione mentale e vocale, ol- Qui perfezionò il suo ingegno lette-
tre la sagramentale confessione, di- rario e scientifico da poter essere
giunando tre volte la settimana, e riputato anche valente scrittore. Ne
nelle vigilie comandate con solo fanno fede particolarmente VElogio
pane ed acqua» Invigilava con gelo- per lui dettato del cardinal Marco
sa cura, non solo sopra il suo cle- Antonio Boba vescovo d' Aosta e
ro e sulla collazione de' benefizi, legato al concilio di Trento, pel du-
ma ancora sopra i monasteri delle ca di Savoia Emmanuele Filiberto,
monache e i conservatorii delle fem- e la Carta corografica del Patri-
mine,, dotando molte vergini, e monio di s. Pietro, eh' egli illustrò
versando nel seno dei poveri ira- e dedicò a Pio VI. 'Questi lo ani*
mense limosine. A motivo poi di mise in prelatura, lo dichiarò pro-
avere sempre copioso numero di tonotario apostolico, e successiva-
operai, che faticassero alla coltura mente lo deputò vice-legato di Bo-
del diletto suo giegge, introdusse logna, governatore di Perugia e di
in Brescia i religiosi minimi ed i Civitavecchia. Pio VII lo destinò
cappuccini. Finalmente un colpo nunzio apostolico di Firenze presso
apopletico diede fine alla virtuosa il nuovo re di Elruria Lodovico I

sua vita piena di meriti e di san- di Borbone, nominandolo a'29 mar-


te opere, in Brescia nel 1596 d'an- zo 1802 arcivescovo di Tebe in
ni 59, avendo lasciati eredi di sue partibus ; poscia lo promosse a se-
sostanze i poveri. Il cadavere tro- gretario della congregazione de' ve-
"vòperpetuo riposo nella cattedrale scovi e regolari, annoverandolo tra
a lato dell'altare di s. Croce, dove i consultori dell'inquisizione, di
da Marino Giorgio Morosini suo propaganda e dell'indice. A '9 apri-
cugino e successore nel vescovato, le 1809 nella chiesa di s. Salvalo-
MOR MOR 3o5
re in Lauro ricevetti da lui il sa- di) per "ventura di questa chiesa,
cramento della confermazione, ono- che lo accolse come in trionfo e
re che più tardi gli rammentai con ne sperimentò la sollecitudine pa-
riconoscenza in occasione eh' egli al- storale ed il valore. Non vi fu luo-
lorché si recò in Roma pei concia* go il più remoto della diocesi che
"vi alloggiò dall'intimo e degno suo egli non visitasse, e per tutto ope-
amico il celebre cardinal de Gre- rando con calda carità ad estirpar-
gorio, la cui casa io frequentava, e ne i disordini, ed a piantarvi pro-
ne'due conclavi 1829 e i83o-i83i fondamente gì' insegnamenti dell' e-
in cui fui conclavista del cardinal vangelo ; imitando le gesta de'suoi
Cappellari poi magnanimo Gregorio gloriosi predecessori Bescapé e Ber-
XVI, mio munifico e insigne bene- tone suo zio materno, e prendendo
fattorCj anch'esso amico ed estima- a guida gli esempi lasciati da s.
tore del Morozzo. IS^el menzionato Carlo Borromeo, massime nei con-
anno 1809 occupata Roma dai fini della sua chiesa ne' paesi sviz-
francesi, dispersi i cardinali ed i zeri di troppo facile comunicazione
prelati, VII in esilio,
trascinato Pio del protestantismo e del calvinis-
dei duri trattamenti fu anche segno mo. Sempre vegliò attento sull'in-
il nostro illustre prelato, ch'ebbe columità del gregge, ed era preso
Parigi per prigionia, strettamente da inesprimibile gioia quando po-
custodito e guardato acciò non o- teva aggiungere al suo ovile le a-
pelasse per la santa causa. Egli sos- gnella nate e cresciute nell'errore,
tenne tutte le privazioni e dispia- fra le quali Letizia Trelawny no-
ceri con invitta pazienza, sopportando bilissima inglese. Infaticabile per la
le con pia rassegnazio-
tribolazioni anime, pieni di
santificazione delle
ne. Dovendo Pio VII a
ritornar unzione e di sacerdotale libertà so-
Roma dalla sua rilegazione di Sa- no i suoi decreti, encicliche, ome-
vona, si provò di opporvisi Murat; lie e sermoni, che pronunziò nel
fu perciò dal Pontefice spedito a lungo suo governo, combattendo
Bologna l'arcivescovo a far pratiche con vigore le massime del secolo,
con quel re, ed ogni difficoltà tolse gli abusi ed i vizi. Nel 1826 cele-

egregiamente. Restituitosi Pio VII brò il sinodo diocesano per la ri-


nel 181 4 alla sua sede, l'arcivescovo forma del clero, e lo sradicamento
lo seguì, e tornò ad occupare la sua d'ogni disordine, ed il ristabilimen-
importante carica, che come le al- to della pietà, pubblicandolo colle
tre funse abilmente con zelo ed in- stampe, rifiorendo per lui la chie-
tegrità. A premio di sua laboriosa sa Novarese. Una delle sue princi-
carriera e patimenti sofferti, il Pa- pali cure furono i seminari mag-
pa agli 8 marzo 18 16 lo creò car- giori di Novara e di Gozzano, cui
dinale dell'ordine de' preti, gli con- die ottimi regolamenti, aggiungendo
ferì per titolo la chiesa di s. Ma- al secondo tre cattedre, e in quel-
ria degli Angeli, e lo ascrisse alle lo urbano quella della eloquenza
congregazioni de'vescovi e regolari^ sacra, con eccellenti risultati. Ad e-
della cerimoniale, della disciplina liminare le conseguenze funeste che
regolare, di propaganda, e della Lau- provenivano agli alunni del semi-
retana. Dipoi il primo ottobre 1817 nario nelle vacanze, non badando a
lo dichiarò vescovo di Novara (Fé- spese e cure, stabilì la villeggiatura
VOI. ILVI. 20
3o6 MOR MOR
di Oleggio posta su ameno colle numeroso consorzio di obiati sacer-
otto mìgiia distante dalla citta, già doti che vivono comune. Portò in
conTcnto di minori riformati, aper- le sue premure anche in vantaggio
to nel i834j ed in esso villeggiano degl'infermi e de'carcerati, ai pri-
i seminaristi teologi ne'quatlro me- mi destinando le suore della carità,
si che corrono tra la festa de* ss. ai secondi i cappuccini, con im-
Pietro e Paolo e quella d* Ognis- menso bene di quegl' infelici, come
santi. Si utile opera fu altamente grande ne procacciò alle figlie della
commendata da più tescovi d'altre carità, sovvenendo 1' ospizio eretto
chiese d* Italia, e da Gregorio XVI nel i835 nel sobborgo di s. Mar-
col breve Inìtum, de* 17 agosto, co- tino pei poveri, aumentò le pie o-
me quello che tanto deplorava il pere di pietà e il culto divino, non
pregiudizio che risentivano i giova- che il lustro al suo clero e suc-
ni nelle vacanze, perdendo nel di- cessori ; cara parte delle sue solle-
vagamento gli studi fatti e V ante- citudini furono eziandio le religiose
riore vocazione, oltre altri sconcer- comunità di sacre vergini, fondan-
ti. Inoltre il cardinale ed
acquistò do in Novara le Giuseppine. Pro-
ampliò il seminario di Carlo so-
s. tesse il benemerito recente istituto
pra il Verbano, il seminario di della Carila [Vecli)^ fondato dal
Miasino fu in gran parte di pianta dotto ed esemplare sacerdote conte
edificato, quello di s. Giulio rifatto Rosmini in Domodossola, approva-
nel materiale, ebbe anche migliora- to da Gregorio XVI, benedicendo
menti neir istituzione religiosa e la prima pietra della nuova fab-
letteraria,con accorgimento le ine- brica del noviziato di Stresa. Ca-
guali età separando a gran vantag- rico di età e di benemerenze, con
gio della disciplina e del costume. II tutti gli aiuti e soavi conforti del-
nuovo da lui eretto in mezzo alla no- la religione, piamente spirò nel ba-
bilissima isola, già sede del principa- cio del Signore di anni 85 inco-
to de' vescovi novaresi, opera di ro- minciati, in Novara a' 22 marzo
mano ardimento, e di decoro alla 1842, il cui corpo venne esposto
diocesi, di cui non potè vederne il e sepolto in quella cattedrale. In-
compimento, pel quale con larga tervenne ai conclavi per le elezio-
munificenza lasciò nel testamento ni di Leone XII, Pio Vili, e Gre-
ottantamila lire nuove di Piemonte. gorio XVI, onorato da essi e da
Divise le sue pastorali sollecitudini altri principi, veneralo dai sudditi,
tra il ed il popolo che prov-
clero di conforto a' buoni, e da tutti gli

vide di buoni pastori, aumentando ordini rispettato nelle grandi vicis-


le scarse prebende, lutti edificando situdini delle pubbliche cose, la-

con irreprensibile condotta. Intro- sciando la memoria in benedizione.


dusse nella diocesi le sante missio- Abbiamo di d. Giuseppe Maria To-
ni, o meglio rinvigorì, e fu bene- scani prete dell' istituto della cari-
merito di risuscitare dalle sue ce- tà Elogio funebre al cardinal
:

neri la già spenta utilissima con- Giuseppe Morozzo arcivescovo ve-


gregazione degli obiati de'ss. Gau- scovo di Novara, principe di s.
denzio e Carlo, e di più rafforzan- Giulio y Orla e Fespolale, cavalie-
dola sotto la dipendenza di un re del supremo ordine della ss.
preposito generale, di uuo scelto e Nunziata e di s. Gennaro, dello
,

MOR MOR 307


nelt esequie eclehrate dai preti del- nati Adamo ed Eva, in pena del
l' istituto della carità nella chiesa loro peccato, con tutti i loro discen-
del sacro monte Calvario di Do- denti ) nel soggiorno dell' immor-
modossolay Torino 1842. talità. Questa è la dottrina de' con-
MORRA Alberto, Cardinale. ci lii e de' padri, benché alcuni rab-
Vedi Gregorio Vili Papa. bini credano, che dopo di aver vis-
MORRA Pietro, Cardinale. Pie- suto per lunghissimo tempo, l'ani-
tro di Mora o Mona nobile di Be- ma del primo uomo si sarebbe se-
nevento, della famiglia di Grego- parata dal corpo senza dolore e
rio Vili, essendo suddiacono della senza violenza nel bacio del Signo-
chiesa romana, fu da Innocenzo III re, per andare a godere di una vi-
nel marzo o dicembre i2o5 creato ta eterna ed assai più beata. Gesù
cardinale diacono di s. Angelo. Al- Cristo vinse la morte colla propria
cuni scrissero che fu spedito nelle morte, e meritò a noi l'immorta-
Gallie col carattere di legato pon- lità, non già ch'egli abbia resa la

tificio, dove operò cose grandi con- nostr' anima immortale, quasi che
tro r eresia degli albigesi; altri pe- fosse prima mortale, né eh' egli ci
rò affermano che non lui, ma il abbia preservati dalla morte; ma
cardinal Pietro Collevaccino fu spe- perché ci ha restituita la vita del-
dito per gli albigesi. Il cardinale la grazia e meritata la felicità e-
morì nel 121 6, lasciando un grosso terna, purché noi curiamo di ci

dizionario alfabetico dell'arte di applicarci il merito della sua morte


predicare, per comodo di quelli colla fede, coi sagra menti e colle
che si dedicano a tale ministero. buone opere. Siccome per un uo-
Siccome alcuni autori attribuirono mo il peccato è entrato nel mondo,
le gesta di questo cardinale al car- e per il peccato la morte; così la
dinal Pietro Collevaccino, e vicever- morte è passata in tutti gli uomini
sa, così va letto quell' articolo. per quello, in cui tutti hanno pec-
MORTE, Mors. La morte è la cato. Quando l' esperienza non lo
separazione dell'anima dal corpo, rendesse evidente, lo assicura la fede,
la cessazione della vita. Cominciò che ciascun uomo deve morire una
nel mondo per la gelosia del De- sola volta; così l'ultimo momento
monio (^Vedi)j e fu costituita a tutti della vita presente si unisce inva-
gliuomini in pena del peccato'. Il riabilmente coir eternità. Gesù Cri-
primo uomo ne subì la trista leg- sto ha voluto lasciarci nell' isruo-
o
ge, per se e per la sua posterità, ranza del giorno e dell* ora di no-
per aver mangiato il fruito proi- stra morte, affiuché in ogni giorno
bito: non avesse trasgredito il
se e in ogni ora ci si trovi disposti
comando che Dio gli fece di non ad incontrarla con coscienza tran-
mangiarne, non sarebbe egli morto, quilla. Per le circostanze che ac-
ma avrebbe conservato una salute compagnano e che seguono la mor-
costante per una lunga e beata tCj quella del giusto é preziosa nel
vita, dopo la quale Iddio l'avreb- cospetto del Signore; pessima è
be trasportato senza farlo morire quella del peccatore. Nel momento
come Enoch ed Elia (i due soli nati che l'anima si separa dal corpo égià
che non sono morti, essendo stati giudicata. Questo e il giudizio che
condannati a morire i due soli noa si chiama particolare; di cui la scu-
è -

3o8 MOR MOR


tenza sarà solennemente ratifioala tutto corpo; non può esservi as-
il

nel giudizio universale. L* anima sa- soluta certezza della morte, che
rà giudicata da Gesù Cristo : non quando si vede qualche segnale di
si può definire con certezza se l'a- putrefazione. I romani serbavano
nima sia trasferita dinanzi al divin ordinariamente otto giorni i corpi
giudice, o se ivi è giudicata dove de' morti, chiamavano spesso
e li

lascia il corpo ; se sarà giudicata per nome; rimane ancora in alcu-


immediatamente da Gesù Cristo ni luoghi qualche traccia di questo
pronunziaute sentenza in forma u- costume, dietro una cerimonia an-
inana, o per la divina virtù eh' tica per la ricognizione de'cadaveri
presente per lutto; o se si mani- de'Papi e per la sepoltura de' re e
festerà la sentenza per mezzo degli de' principi. Si possono consultare:
angeli, de' quali parlasi a Coro de- Pietro Manni , Manuale pratico
gli A\GELi. È certo che il giudizio per la cura delle apparenti mortiy
avverrà j e che la potenza, sa- Roma i833. M. Missirini, Pericolo
pienza e giustizia divina saprà di seppellire gli uomini vivi credu-
renderlo sollecito, profondo, inap- ti mortiy Milano 1887. Sulle mor-
pellahile. E di fede che suhito do- ti apparenti, sopra molli morti ri-
po la morte, e compiuto il giudi- suscitati, su quelli di cui si sparse
zio, l'anima va al luogo che le vie- voce di essere morti, con altre re-
ne (destinato dalla divina sentenza, lative erudizioni e bibliografia di
cioè nel Purgatorio^ neh' Inferno^ opere analoghe, abbiamo di Fran-
o nel Paradiso (P^edi): i bambini cesco Cancellieri: Lettera filosofico
morti senza battesimo vanno nel morale sopra la voce sparsa del'
Limbo (Fedi). V improvvisa sua morte agli 1 1
I raontanisti ed altri eretici am- gennaio 1812, Roma 1812. Indi-
ministravano il battesimo a' morti: versi luoghi parlammo come si

i manichei, albigesi, luterani ed rammentava la morte ne'lrionfi de-


altri eretici, rigettavano le preghie- gì' imperatori, e nella creazione o
re pei Defunti [Fedi). Bisogna usa- possesso de' Pontefici, lo che si fa
re molta precauzione riguardo ai ancora nel dì della coronazione.
morti per annegamento, per apo- Alessandro VII nelle tazze, scodel-
plessia, per asfissia, e per tutte le le e piatti, in vece delle armi, fe-
malattie che vengono da ostruzio- ce dipingere la testa di morto. Veg-
ni, o da alcun subitaneo scompi- gasi Michele Alberti: Dissert. fa-
glio di umori. Non mancano esem- migeratum Lemma, Memento mo-
pi di persone seppellite vive, e d'al- ri, commendans, Halae 1723. AI-
tre che tornarono in vita benché Tarticolo Crocefisso si disse perchè
credute morte. Il cessare della re- si mette la morto sotto i
testa di
spirazione e della circolazione del piedi di tali immagini; ed ivi pur
sangue, non è sempre prova che facemmo parola del costume di
il corpo sia morto avvegnaché , chiudere gli occhi a' morti, il qua-

questo soffermarsi dell' una o del- le era già in vigore a' tempi di
l'altra può essere cagionato per al- Omero, ed in Roma la legge Me-
cun tempo da una ostruzione o via, o Manlia, o Manilia proibì ai
otturamento totale nei movimenti figli chiudere gli occhi a' genitori,
organici degli spiriti e de' fluidi di ma non si osservò sempre perchè
MOR MOR 309
molli figli resero quest'ultimo uffi- to, perchè quella deità presiedcTa
zio agli autori de'loro giorni, e tra alla pulitezza delle case; uffizio che
i romani uno de'congiunti del defun- spettava eseguire all'erede del de-
to apriva gli occhi del morto già funto. Appena il Moribon-
spirato
posto sul rogo, verso del cielo. Il do (Fedi), i gentili ne ricompone-
Buonarroti ne P^asi di vetro, dicendo vano le membra, aprivano le por-
che la favola fece la Morte fratel- te della casa, e ciascuno che vi en-
lo o parente del Sonno e figlio del- trava recavasi dov'era il morto, e
ia Notte {i primitivi cristiani chia- lo chiamava ad alta voce. Quindi
marono dormizione, sonno, ed ac- facevansi conviti e sagrifizi in onore
cersizione o chiamata di Dio la de'morti, celebrandosi poi dai con-
morie), nota che i gentili rappre- giunti le feste dette parcntalia. Il
sentarono la morte in figura di p. Innocenzo Ansaldi pubblicò nel
maschio e di fanciullo, seguendo 1772 in Torino: Trattato della
in ciò i greci: tra le altre erudi- speranza di rivedere i cari nostri
zieni sulla morte, narra che i gen- nell'altra vita. Di questo aigomen-
tili facevano rimembranza della to e di quanto riguarda morti i

morte ne' conviti per stare più al- se ne discorre a' loro luoghi ed
legramente per r abbominevole ri- articoli e per nominarne alcuni
,

messo di godere viventi delle cose citeremo Funerali, Cimiteri, Epi-


mondane con dissolutezze. Gli an- taffio, Martire, Dittici, Matrico-
tichi cristiani facevano ai morti la, Incenso, Mattutino, Commemo-
agapi ed acclamazioni , massime razione de'defunti, e quelli rigardan-
pei martiri, ma con altri sentimen- ti le nazioni pei diversi costumi e
ti. A Barda dissi perchè si rade riti.

ai morti. Nell'apoteosi de' gentili MORTEMARE Pietro, Cardi-


si cangiava ai morti il nome_, af- nale. Pietro Mortemare, così deno-
finchè più non si considerassero minato dal luogo di sua nascita,
per uomini quali furono prima, che fu assai mediocre, nei confini
ma deità. A Moneta si parlò di del Limosino, uomo di perspicace
quella posta in bocca ai morti. ed acuto ingegno, famoso giurecon-
Quelli colpiti dal fulmine, dai gen- sulto, professore di leggi nell'uni-
tili non si bruciavano. In quanto versità di Tolosa, e regio consiglie-
ad inquietare morti colla Magia
i re, fatto nel 1822 vescovo di Vi-
o allre superstizioni, ivi ed altrove viers. Insieme con altri ragguarde-
se ne ragionò, I superstiziosi gen- voli personaggi conchiuse nel i325
tili riguardarono i lari o Mani la pace tra il re di Francia e quel-
(Vedi) per guardiani delle ombre lo d'Inghilterra; quindi dopo tre
de' morii, i quali ne' remoti tempi anni trasferito alla chiesa di Au-
seppellivano in qualche parte della xerre, fu da Giovanni XXIi a' 18
casa quali custodi de'loro antenati, dicembre 1827 creato cardinale pre-
costume che cesso quando incomin- te del titolo di s. Slefano nel mon-
ciò quello di bruciare i cadaveri. te Celio, donde passò poi a quello
La dea Deverra era invocata dagli de* ss. Marcellino e Pietro, che cam-
scopatori delle con case rami di biò successivamente col vescovato
rusco o di tamerigia o di palma, di Sabina al dire di alcuni , ma
dopo la partenza da esse del raor- contraddetti dai più critici. Dopo un
3io MOR MOS
anno ch*era cardinale, ebbe l' arci- deità di un tanfo uomo, che fu da
diaconato dello di Costantino, nel- lui traicelto a tuo confidente, e
la chiesa di Coutances, che ritenne partecipe dei più alti segreti, e no-
lino alla morte. Col cardinal An- minato al vescovato di s. Ely. Mor-
nibaldo da Ceccano pose fìne alla to Odoardo V, imputato calunnio-
famosa questione destatasi tra l'u- samente il Mortone di gravi eccessi,
niversità di Sorbona e il vescovo venne contro ogni diritto carceralo
di Parigi. il suo amico in-
Invitò dal fratello Riccardo III, per non
trinseco Pietro Roger a dedicarsi aver voluto acconsentire ai voleri
in servigio della santa Sede^ sulla di quell'usurpatore. Trovato però
quale poi ascese col nome di Cle- un mezzo opportuno per uscire dal-
mente VI. Dopo aver assistito ai la prigione, formò una forte lega
comizi per Benedetto XII, e di aver contro Riccardo 111, che restò ucciso
fondato nella sua patria tre mona- in battaglia. Innalzato al trono En-
steri, morì in Avignone nel i335, rico VII, lo richiamò dal suo asilo
come si legge nell'epilaftìo posto sul- nelle Fiandre, e nel i^S^ lo no-
la sua tomba. minò all'arci vescovato di Cantorbe-
MORTONE Giovanni, Cardina- ry, ed egli slimando che molto do-
le. Giovanni Mortone nato in Ber- vesse giovare lo stabilire alcuni re-
bourgh nella contea di Dorchester golamenti in proposito della disci-
nell'Inghilterra, uomo di grande plina e de* costumi del clero, rac-
esemplarità di vita, di molteplice colse nel i486 in un concilio i pre-
letteratura, ed insignemente perito lati e gli ecclesiastici della sua pro-
nella scienza delle leggi, di cui ot- vincia nella chiesa di s. Paolo di
tenne la laurea nell'università di Londra, nella quale occasione furo-
Oxford, si esercitò in Londra nel- no pubblicati utilissimi decreti. Quin-
l'avvocatura con tal reputazione, di lo stesso principe lo dichiarò can-
che ne giunse la fama alle orecchie celliere d'Inghilterra, ed a sue istan-
dell'arcivescovo di Cantorbery Bour- te Alessandro VI a' 22 agosto i/j-Q^
chier, il quale lo pose in ottimo lo creò cardinale prete del titolo di
aspetto presso il re Enrico VI che s. Anastasia, morendo poi in Rnol-
lo dichiarò suo intimo consigliere. la nel i5oo, donde il suo cadavere
Nelle deplorabili sciagure, nelle quali fu trasferito in Cantorbery, nella
si trovò involto quel sovrano, mai magnifica cappella che aveva fatto
si discostò'dal suo lato, ondeOdoar- costruire nel sotterraneo di quella
do IV, quantunque capitale nemico chiesa, con isplendido ed elegante
di quel principe, essendo succe- mausoleo.
duto al trono d' Inghilterra, non MOSAICO. F. Musaico.
potè noo ammirare la costante fe-

FINE DEL VOLUME QUADRIGESIMOSESTO.


cu KJ U / U
BX 841 .ne? 1840

Vous aimerez peut-être aussi