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Paolo Napoli

Politecnico di Torino I Facolt di architettura Teoria e progetto di strutture

A. A. 2011 - 2012

COSTRUZIONI IN ACCIAIO

BIBLIOGRAFIA:
G. BALLIO, F. MAZZOLANI, Strutture in acciaio, Hoepli, 1987 AA. VV., Manuale di ingegneria civile, vol 2, cap. 4, 8, 9, Zanichelli NTC 14/01/2009 EUROCODICE 3 (EN 1993-1-1), Strutture in acciaio per edifici

1. IL MATERIALE
Lacciaio impiegato nelle costruzioni civili una lega di Fe e C contenente tracce di altri elementi derivanti dal processo di produzione (Si, Mg, P, S, O, H, N) o aggiunti deliberatamente.

% 40

daN/mm2 100 75

30 A 20

resistenza a trazione ft

50

Il contenuto di C compreso tra 0,1% e 0,3%.

10 Ferro dolce 0

25 0

allung. % a rottura A 0.5 %C 1.0 1.5 1.7

Influenza del tenore di carbonio sulla resistenza e sullallungamento a rottura

PROCESSO DI FABBRICAZIONE: a) Trasformazione del minerale in ghisa negli altoforni, usando coke come combustibile e riducente (3,5 5% di C, impurezze Si, Mn, P, S). b) Ossidazione della ghisa liquida con aria o ossigeno per ridurre il C e le impurezze. Si ottiene un prodotto ricco di O e perci fragile. c) Disossidazione con Si ed Al. A seconda dellintensit: EFFERVESCENTI non utilizzati ACCIAI SEMICALMATI cresce la saldabilit CALMATI cresce la resistenza CALMATI A GRANA FINE si riduce la fragilit Si ottiene il materiale in lingotti. ELEMENTI STRUTTURALI Tutti gli elementi in acciaio utilizzati normalmente nelle costruzioni civili si ottengono con il processo di LAMINAZIONE A CALDO che consiste nel far passare i
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lingotti riscaldati a 1250 C tra cilindri controrotanti. Attraverso pi passaggi (treno di laminazione) si ottiene, senza asportazione di materiale, la forma desiderata: LAMIERE: in base allo spessore: LAMIERINI (s < 1 mm), LAMIERE SOTTILI (1 < s < 4 mm), LAMIERE MEDIE (4 < s < 50 mm), LAMIERE SPESSE (s > 50 mm) in base alla larghezza: mm)
LARGHI PIATTI(200

< b < 1000 mm),

LAMIERE

(b > 1000

PROFILATI a I : ali rastremate: IPN ali parallele: IPE (b h/2) A HE B (b h) M a C, L, T, Z


TUBOLARI

Si usano anche: profili saldati, ottenuti da assemblaggio di lamiere, di solito a I (ISE, HSE, HSL, HSA, HSM, HSU, HSD; hmax 1700 mm) - profili piegati a freddo, da lamiere di piccolo spessore (s 4 mm) Esistono poi i pezzi speciali (apparecchi dappoggio o particolari di vincolo), ottenuti per forgiatura o fusione, o per lavorazione meccanica. Le caratteristiche geometriche dei profili commerciali sono contenute nel sagomario. -

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Come conseguenza del processo di laminazione si hanno delle IMPERFEZIONI: - GEOMETRICHE: errori nelle dimensioni o nella rettilineit devono rientrare entro determinate tolleranze - STRUTTURALI: tensioni residue (anche elevate) dovute al raffreddamento non uniforme della sezione ed al processo di raddrizzamento; disuniformit delle caratteristiche meccaniche dei vari punti della sezione. Salvo casi particolari, le imperfezioni non devono essere tenute in conto dal progettista perch gi conteggiate nei metodi di calcolo e nei coefficienti di sicurezza.

Ridistribuzione delle tensioni residue di tipo termico in relazione alintensit del processo di rullamento.

CARATTERISTICHE MECCANICHE DEL MATERIALE PROVA DI TRAZIONE

Si esegue su provette normalizzate e fornisce: - tensione di rottura a trazione ft - tensione di snervamento fy - allungamento percentuale a rottura, su base L0 = 5.65 A0 oppure 5d, t

daNmm-2

30 ft= 20
mx a

= 37 daNmm-2

10

fy = 37 daNmm-2

0 2 4 6 8 10 12 %

Forma delle provette per prova a trazione

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PROVA DI RESILIENZA Si effettua con il pendolo di Charpy, rompendo con un solo colpo un provino intagliato. Il pendolo misura lenergia assorbita dal provino durante la rottura. Tale energia un indice della tenacit del materiale. Essa fortemente influenzata dalla temperatura di prova. Al diminuire della temperatura lacciaio passa dallo stato duttile a quello fragile (temperatura di transizione). In sede di progetto si sceglie il tipo di acciaio in funzione della temperatura di servizio e dello spessore (table 2.1).

N.T.C. 14/01/2008
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UNI EN 10025

UNI EN 1993-1-10

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RESISTENZA A FATICA Si definisce rottura per fatica il collasso che avviene dopo lapplicazione di un numero elevato di variazioni di tensione . Le caratteristiche sono: - la rottura si manifesta per tensioni inferiori al valore di snervamento - la rottura di tipo fragile Si definiscono limiti di fatica per vari numeri di cicli: 104, 105, 106 - esiste un valore limite della tensione, al di sotto del quale la rottura non si manifesta anche per un numero di cicli. La resistenza a fatica importante nelle macchine e nelle strutture destinate a sopportare numerose variazioni di carico: - apparecchi di sollevamento: gru, carri ponte, ascensori e montacarichi ecc - ponti (spec. Ferroviari). Essa pu normalmente essere trascurata negli edifici destinati ad uso civile.

2. CLASSIFICAZIONE DELLE SEZIONI

CLASSI 1 e 2:
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sezioni COMPATTE
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CLASSE 3: CLASSE 4:

sezioni MODERATAMENTE SNELLE sezioni SNELLE

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Le sezioni in classe 4 (snelle) vengono di solito trattate considerando unarea efficace (ridotta rispetto a quella geometrica) rappresentata dalle parti che non sono soggette ad instabilit locale prima di raggiungere lo snervamento.

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2. METODI DI ANALISI STRUTTURALE E DI VERIFICA


AZIONI Devono essere cumulate nel modo pi sfavorevole, in modo da determinare la situazione pi gravosa per la singola verifica: Ove il simbolo + significa combinato con G1: valore caratteristico pesi propri della struttura e del terreno G2: valore caratteristico azioni permanenti non strutturali

P: valore caratteristico precompressione (generalmente non presente nelle strutture in acciaio)

Qki: valore caratteristico delle azioni variabili tra loro indipendenti Allo S.L.U. : = 1.3 / 1.0 Se il contributo dellazione aumenta la sicurezza G2= 1.5 / 0
G1

Qi

= 1.5 / 0

Allo S.L.S. : g= q= p= 1 0i: coefficienti di combinazione delle azioni definito in normativa.

ANALISI STRUTTURALE In caso di strutture isostatiche, le sollecitazioni nelle sezioni sono determinate dalle sole condizioni di equilibrio. In quelle iperstatiche, invece, esse dipendono anche dal legame costitutivo (elastico, plastico, non lineare) assunto. Lanalisi elastica sempre ammessa. Lanalisi plastica possibile solo se tutte le sezioni sono in classe 1. Lanalisi non lineare possibile ma complessa.

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RESISTENZE ALLO S.L.U.

Allo S.L.S. il calcolo deve essere eseguito considerando un comportamento elastico. Resistenze di calcolo La generica resistenza di calcolo vale

Ove Rk la resistenza ottenuta con il valore caratteristico delle propriet dei materiali e

il valore appropriato del coefficiente di sicurezza lato materiale:

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NEL SEGUITO FAREMO ESCLUSIVAMENTE RIFERIMENTO

ALLA VERIFICA IN CAMPO ELASTICO.

METODO DELLE TENSIONI AMMISSIBILI Ancora molto diffuso sino ad oggi, non pi ammesso dalle NTC 2008. Per interpretare vecchie relazioni di calcolo, vedi D.M. 09/01/86 e CNR 10011/85

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STATI LIMITE DI ESERCIZIO (S.L.S.)

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Spostamenti orizzontali.

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3. VERIFICA DELLA RESISTENZA


Le sollecitazioni di progetto si calcolano con i metodi della scienza delle costruzioni, dopo aver maggiorato le azioni (o le sollecitazioni) con i coefficienti di sicurezza lato azioni ( g, q) e introdotto i fattori 3.1. TRAZIONE SEMPLICE Si incontra frequentemente nelle aste tese delle travi reticolari. Se NEd la trazione agente di calcolo, deve essere:

Dove NtRd il minore tra la resistenza plastica della sezione lorda

e la resistenza a rottura della sezione netta

Anet: area netta minima, depurata dagli indebolimenti del collegamento - nelle aste bullonate, si ricerca la minima sezione attraverso i fori - nei tondi filettati, la sezione fondo-filetto Se lasta collegata in modo non simmetrico (per esempio angolari collegati su un solo lato) occorre di regola tenere conto delleccentricit del collegamento. Un modo semplificato sostituire Anet con una Aeff ridotta. Se il progetto prevede la GERARCHIA DELLE RESISTENZE (SISMICA) occorre che Npl,Rd sia minore di Nu,Rd (per avere comportamento duttile)

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3.2. COMPRESSIONE Si possono considerare semplicemente compresse le sezioni in cui leccentricit minore di l/1000 (altrimenti pressoinflesse). Si effettua con formule analoghe a quelle delle aste tese. Se N Ed la compressione agente di calcolo, deve essere:

Con

Aeff la parte delle sezioni in classe 4 che raggiunge lo snervamento (senza che si verifica prima linstabilit locale) Non necessario detrarre i fori dei bulloni, purch non asolati o maggiorati.

Per le aste compresse normalmente la verifica di resistenza non condizionante per il progetto perch pi gravosa la verifica di stabilit.

3.3. FLESSIONE TENSOFLESSIONE E PRESSOFLESSIONE Il modo pi semplice per eseguire la verifica di resistenza di riferirsi alla verifica in campo elastico controllando che nel punto pi sollecitato della sezione la tensione sia

< fd = fyk / M0
In caso di flessione retta o deviata:
max =
M Ex , d Wx + M Ey , d f d Wy

Facendo in modo che i termini abbiano segni concordi.


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Per tensoflessione o pressoflessione:


N M M = d + Ex ,d + Ey ,d f d Wx Wy A

Cercando il punto in cui la massima.

Attenzione: se N di compressione e non trascurabile, la verifica di stabilit pi gravosa di quella di resistenza.

La Normativa prevede la possibilit di verificare in campo plastico, con (piccolo) risparmio di materiale. Le modalit di verifica sono pi complesse, specie in caso di compresenza di pi sollecitazioni. Lunica semplice quella per la sola flessione retta, ove deve essere:

con

Wpl , Wel,min e Weff,min sono rispettivamente il modulo di resistenza plastico, elastico (quello minimo nel piano considerato) e elastico minimo della sezione efficace (per la classe 4).

Qualunque sia in tipo di verifica scelto, di regola necessario tener conto della presenza di eventuali fori. I fori per i bulloni possono invece essere trascurati se:
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3.4. TAGLIO E TORSIONE Taglio e torsione generano delle che si aggiungono alle provocate da flessione e sforzo normale. Anche in questo caso pi semplice condurre la verifica in termini puntuali, ma occorre far riferimento alla tensione ideale (secondo Hencky Von Mises)

4. STABILITA DI UNA ASTA COMPRESSA


- Lunghezza libera di inflessione l0 l0 = l 2 cerniere 2 incastri 1 incastro + 1 cerniera 1 incastro + 1 estr. libero P =1 = 0.7 = 0.8 =2 l

l0 deve essere determinata nei possibili piani di sbandamento (se i 2 raggi dinerzia non sono uguali) - Snellezza l = 0 i

i: raggio di inerzia nel piano di sbandamento considerato

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Il modello teorico rappresentato dalla teoria di Eulero-Bernoulli, formulata per unasta perfetta, indefinitamente elastica. Sotto queste ipotesi, si ha: 2 EI 2 E N cr = 2 cr = 2 l0

Definiamo Ncr carico critico elastico.


Il diagramma di tende a zero.

Ncr

in funzione di

una iperbole che tende ad infinito per

che

Vi sono 2 ragioni fondamentali per cui il comportamento delle aste reali notevolmente diverso da quello della teoria di Eulero: il materiale cessa di avere comportamento elastico quando la tensione raggiunge la resistenza di snervamento Le aste reali presentano imperfezioni sia geometriche (curvatura iniziale, ecc.) che strutturali (tensioni residue di laminazione, disomogeneit delle propriet meccaniche, ecc.) Pertanto le curve reali di stabilit si discostano sensibilmente dalla curva di Eulero nella zona delle basse snellezze, tendendo ad essa per snellezze elevate.

Per la verifica delle aste reali si definisce una snellezza adimensionale:

93,91

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La snellezza adimensionale prende il valore 1 quando la cr di Eulero eguaglia fyk. La verifica si effettua nellipotesi che lasta sia uniformemente compressa. Deve essere:

Il coefficiente di riduzione definito dalle curve di instabilit, in funzione della snellezza. Vi sono pi curve, perch essa dipendono dal grado di imperfezione delle aste.

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LEC3 e le NTC riportano anche lespressione analitica delle curve (utile per limplementazione su fogli excel). Esistono comunque limiti di snellezza (reale, non adimensionale) da non superare: - 200 per membrature principali (150 con azioni dinamiche) - 250 per membrature secondarie (200 con azioni dinamiche)

STRUTTURE RETICOLARI - Aste di parete Nel piano della travatura: l0 pari alla distanza tra i centri delle bullonature o saldature ma non minore di 0.8 l l: distanza tra i nodi teorici Fuori dal piano l0 = l Corrente compresso Nel piano della travatura: l0 distanza tra i nodi teorici Fuori dal piano: l0 = distanza tra i punti effettivamente impediti di spostarsi trasversalmente

Gli arcarecci non costituiscono un ritegno perch i correnti potrebbero sbandare tutti dalla stessa parte. Occorrono controventi.
DI FALDA

trasversali

CON TRAVI PRINCIPALI

reticolari, anche controventi longitudinali


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Il controvento deve assorbire (oltre alle spinte esterne orizzontali) anche le forze laterali derivanti dalle imperfezioni degli elementi compressi.

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COLLEGAMENTO DIFFUSO

EC 3

e0

e0 = imperfezione q = Forza stabilizzante equivalente per unit di lunghezza

Sistema di controvento

La forza N assunta uniforme allinterno della L del sistema di controvento. Qualora la forza non sia uniforme questa una ipotesi lievemente conservativa. Per una membratura con vincolo semplice:
q=

dove q lo spostamento nel piano del sistema di controvento dovuto a q pi eventuali carichi esterni (vento) Se
q > L 2500

N 50 L

purch

L 2500

si ha

q=

N [1 + ] 60 L

dove =

500 q L

con la limitazione

0.2

COLONNE DI TELAI (a nodi fissi) Nel piano controventato si assume per le colonne l0 pari allinterpiano.
TELAI CONTROVENTATI TELAI NON CONTROVENTATI

l0

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Monopiano: la lunghezza libera di inflessione dipende dal rapporto tra la rigidezza della colonna e quella della traversa. - se incastro al piede 1 2 - se cerniera al piede 2 occorrono metodo incrementali (analisi non linearit geometrica e/o meccanica). Pluripiano: salvo casi particolarmente semplici, occorrono metodo incrementali (analisi non linearit geometrica e/o meccanica).

ASTE COMPOSTE Aste composte da elementi ravvicinati sono molto usate per i correnti e le aste di parete delle travi reticolari. La distanza tra le aste pari a quella tra le piastre dattacco e non superiore a 3 volte lo spessore. Minimo 2 collegamenti intermedi (3 campi).

COLLEGAMENTO A BIELLA

COLLEGAMENTO RESISTENTE A SCORRIMENTO

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In caso di collegamento a biella lo scopo del collegamento solo di impedire lo sbandamento della singola asta nel piano di imin. La verifica si fa come per le aste singole, ma nei piani principali della sezione totale. Il collegamento pu essere costituito da piastre saldate o collegate con 1 solo bullone. Linterasse deve essere 50 imin del singolo profilo (e comunque l/3). In caso di collegamento resistente a scorrimento si pu far riferimento ai raggi dinerzia ix e iy della sezione totale (2 profili) se gli iterassi rispettano i limiti di tabella.

Nel caso (6) per linflessione intorno ad y si assume

In questo caso il collegamento deve trasmettere il taglio, perci occorrono collegamenti saldati, o con 2 bulloni ad attrito o con 2 bulloni in accoppiamento di precisione.

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ASTE COMPOSTE CON ELEMENTI DISTANZIATI A seconda del tipo di collegamento si distinguono in - tralicciate - calastrellate - abbottonate (distanziate da elementi spessi) Si comportano come aste semplici intorno allasse che taglia i profili. Il comportamento intorno allaltro asse dipende dalla deformabilit dei collegamenti che esalta le inflessioni e quindi gli effetti instabilizzanti.

TRALICCIATE

CALASTRELLATE

Si riconducono ad unasta semplice attraverso lintroduzione di una snellezza equivalente. Per il calcolo della snellezza equivalente nei vari casi riferirsi allEC3 oppure alla circolare 02/02/2009 Min. LLPP

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STABILITA DELLEQUILIBRIO NEI CASI DI FLESSIONE E TAGLIO Anche in elementi soggetti flessione e taglio possono manifestarsi fenomeni di instabilit:
A) INSTABILIT LOCALE DELLE PARTI COMPRESSE SEZIONE DELLA

Interessa le sezioni in classe 4, in cui le parti di sezione soggette a di compressione possono essere soggette ad imbozzamento. La verifica si effettua limitando il rapporto b/t (larghezza/spessore) delle parti compresse, ove b la distanza dallirrigidimento pi vicino. Per i rapporti b/t riferirsi allEC3 oppure alle NTC 2008.
B) INSTABILIT DEI PANNELLI DANIMA DELLE TRAVI A PARETE PIENA

Le anime delle travi inflesse sono soggette ad uno stato tensionale biassiale per effetto delle e delle . Ne risultano tensioni principali inclinate (a 45 nel baricentro), una delle quali di compressione. Essa pu produrre instabilit della lamiera che costituisce lanima. Per contrastare il fenomeno si dispongono nervature irrigidenti verticali e eventualmente orizzontali. Per il calcolo riferirsi allEC3 oppure alle NTC 2008.
C) INSTABILIT GLOBALE DEL CORRENTE COMPRESSO

Il corrente compresso di una trave a parete piena pu instabilizzarsi fuori dal piano della trave analogamente al corrente compresso di una reticolare. Il fenomeno interessa soprattutto le travi alte e strette ed influenzato da: - rigidezze flessionali - rigidezza tensionale - posizione del carico - vincoli di estremit ed intermedi La verifica piuttosto complessa (riferirsi allEC3 oppure alla Circolare 02/02/2009). Una verifica semplice e cautelativa consiste nel controllare la stabilit nel piano trasversale della sola ala compressa, supposta isolata
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dallanima, assumendo come lunghezza libera di inflessione la distanza tra due ritegni successivi. ASTE PRESSOINFLESSE (TENSOINFLESSE) In caso di aste tensoinflesse (o pressoinflesse di snellezza dimensionale < 0,2) la verifica :
M yEd f yk N Ed M + + zEd A Wy Wz M1

Essendo y e z gli assi principali dinerzia della sezione. Nelle aste pressoinflesse con snellezza maggiore occorre tener conto dellinstabilit (per NEd) e degli effetti del II ordine (per i momenti flettenti). MODELLO SEMPLIFICATO PER GLI EFFETTI DEL II ORDINE : imperfezione iniziale l eccentricit iniziale 0 = 0
0

2 l eccentricit nella condizione di equilibrio (con II ordine) = 2 M0 : N 0 momento flettente del 1 ordine
M : N

momento comprensivo degli effetti del 2 ordine

Si suppone che tutta lelasticit dellasta sia concentrata nella sezione di mezzeria e simulata dalla molla di rigidezza k. Nella condizione di equilibrio: M = N , ,
M = M0 0

Nella condizione di equilibrio:

ma deve anche essere M = k2( 0 ) (rotazione per rigidezza della molla) Sostituendo si ottiene: N= 4k 0 l

l M = N (forza per eccentricit) 2

Per unasta senza eccentricit iniziale ( 0= 0) il carico critico vale


Ncr =
Lacciaio

4k l

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Perci, in caso di eccentricit iniziale, si pu scrivere 0 N = Ncr La relazione N- del modello la curva (a) ( in ascisse al posto di stato portato = l/2 )

Al crescere di N cresce . Per 0= si raggiunge il carico critico del modello senza imperfezioni Ncr Questo se il sistema indefinitamente elastico. Se invece la molla elastoplastica deve essere M< Mpl:
N = M pl

(curva b) Il carico che il modello pu portare il minore tra quello della curva a e quello della curva b. Nellintersezione delle curve si ottiene il carico max Nlim che il carico critico del modello con imperfezione iniziale e.
N =

Mp

Il comportamento delle aste reali, in cui lelasticit e distribuita, simile ma pi graduale (curva c). Dalla curva a) N = Ncr 0

Lacciaio

Fattore di amplificazione della eccentricit iniziale per gli effetti del II ordine

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Ricavando , si ha

=0

1 1 N N cr

E perci il momento flettente vale


M = M0 1 1 N Ncr

Gli effetti del II ordine producono quindi una amplificazione del momento agente 1 secondo il fattore 1 N N cr VERIFICA DELLE ASTE SNELLE SOGGETTE A COMPRESSIONE E FLESSIONE. La verifica delle aste snelle soggette a compressione e concomitante flessione (eventualmente nei 2 piani) tiene conto del risultato precedente riguardo allamplificazione del momento flettente per gli effetti del secondo ordine.

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La formula pi chiara se si portano a II membro M1 e fyk. Si riconosce allora la stessa struttura della formula di verifica per aste tensoinflesse o non snelle, con 1 aggiunta del termine amplificativo 1 N Ed ai momenti flettenti (per gli effetti del N cr II ordine) e del fattore dellinstabilit).

al termine di compressione centrata (per tener conto

Se presente un solo momento flettente, la verifica si fa nel suo piano (con il gli compete) e nellaltro piano con il solo NEd (ed il relativo valore di

che

).

Lacciaio

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