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Premessa

Scienza europea
on c', in Europa, un "luogo di nascita" di quella complicata realt storica che chiamiamo og$ scienzn moderna. Quel luogo I'intera Europa. Vale la pena di ricordare anche le cose che tutti sanno: che Copernico
era polacco, Bacone, Harvey e Newton inglesi, Cartesio, Fermat e Pascal francesi, Tycho Brahe danese, Paracelso, Kc'plero e Leibniz tedeschi, Huygens olandese, Galilei, rrricelli e Malpighi italiani. Il discorso di ciascuno di questi personaggi fu legato a quello degli altri, in una realt artificiale o ideale, priva di frontiere, in una Reptrbblica della Scienza che si costnr faticosamente un euo spazio in situazioni sociali e politiche sempre difEcili, spesso drammatiche, talora tragiche. La scienza moderna non nata nella quiete dei campu.r o nelllatmosfera un po' artificiale dei laboratori di ric.erca attorno ai quali, ma non d,entro i quali (come aweniva da secoli e ancora awiene nei conventi) sembra scorrere il fiume sanguinoso e melmoso della storia. Per una retnplice ragione: perch quelle istituzioni (per quanto

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concerne quel sapere che chiamiamo "scientifico") non erano ancora nate e perch per il lavoro dei "filosofi naturali' non erano ancora state costruite quelle torri d,'au orio tanto fruttuosame n te utilizzate e tanto in giustamente vituperate nel corso del nostro secolo' o Ao!h. se quasi tutti gli scie pochi i nomi di scien i sono stuffi, r intero o Prevalentemente
ul

centro rtett, rlcer

La scienza moderna nacque al di fuori delle universit, spesso in polemica con esse e si trasform, nel corso del Seicento e pi ancora nei due secoli successivi, in una attivit sociale organizzatain grado di darsi sue proprie istituzioni. Nei libri dedicati alla fisica o all'astronomia o alla chimica, in genere non traspare molto delle vicende, spesso tumultuose, che ne accompagnarono la stesura. Ma opportuno che il lettore di questo libro (che tatta di idee, di teorie e di esperimenti e che alla natrazione di quelle vicende concede di necessit molto poco), quando pensa al tempo in cui vissero i cosiddetti "padri fondatori" della scienza moderna, non si faccia venire alla mente solo la musica di Monteverdi e di Bach, il teatro di Corneille e di Molire, la pittura di Caravaggio e di Rembrandt, I'architettura di Borromini e la poesia di Milton, ma tenga presente almeno un punto. Che l'Europa che visse un oeriodo decisivo della sua difficile e drammatiqa ffiiiTe ntossessa-ta inni?h e seParano ll D e rea o lu-

trentotto. Una vecchia un lr()' pettegola e strana, di nome Katharine, che viveva a l,t:onberg, venne accusata dalla moglie di un vetraio di :rvr:r fatto ammalare una vicina con una pozione magica, rli aver gettato il malocchio sui figli di un sarto e di averli firtti morire, di aver trafficato con un becchino per prolur:rrsi il cranio di suo padre che voleva regalare come cirlice a uno dei suoi figli, astrologo e dedito alla magia rrt'r'a. IJna bambina di dodici anni che portava dei matlorri a cuocere al forno, incontr per la strada quella vecllria e prov al braccio un terribile dolore che le tenne il lrrzrccio e le dita come parahzzati per alcuni giorni. Non p('l' caso lombaggine e torcicollo vengono ancora oggi
1629, ne verranno bruciate

il

r'lriirmati
shutl, e,

in Germania

in Italia,

di stregoneria, lir tr:nuta per mesi in catene, fu chiamata a discolparsi da .11) r:api di accusa, fu sottoposta alla territio, owero all'inlerrogatorio con minaccia di tortura di fronte al boia e lrl sr:guito di una accurata descrizione dei molti strumenti ,r rlisposizione del medesimo. Dopo pi di un anno di ;rrigione, venne finalmente assolta il 4 ottobre del 1621, ir sr:i anni di distanza dalle prime accuse. Non le fu possilrilr: tornare a vivere a Leonberg perch sarebbe stata lirr<'i:rta dalla popolaz\one (Caspar, 1962: 249-65).
vir lrllora settantatr anni, venne accusata

Hexenschzss, in Danimarca lIeksecolpo della strega. Quella vecchia, che ave-

si era_@ iTrrcnte nella sua-c[[ggl e che, negli anni del processo,


v;r lolrannes Kepler,

il quale

rKe
come scritto nel quarto ca-

ffiersa(anffialdail
i cr e concesso cll uvere.

Leonberg, in svevia, nel corso dell'inverno del 1615-16 vennero bruciate sei streghe. In un paesotto vicino, Weil (oggi Weil der Stadt), la cui Popolazione non superava le duecento famiglie, fra il 1615 e

ffii

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XIII

to che quella stessa armonia non regnava sulla terra' Nel sesto capitolo del libro dedicato ai suoni prodotti dai Pjaneti scriveva che, essendo le note prodotte dallaterta MiFa-Mi, se ne poteva concludere che sulla terra regnavano lz Misena.lu F^n . Aveva terminato la stesura del testo tre mesi dopo che era morta la figlia Katharine' In quel mondo ci sono poche biografie di scienziati quietaente dediti alla ricerca. Non imqorya-qensare al rogo di Giordano Bruno o alla tragedia di Galilei' Basta, pei rendersene conto, leggere la Vie de monsieur Descartes i Adri.tt Baillet. L'Europa di quei decenni non vide solo i processi alle streghe e I'opera dei tribunali dell'In' quisizione. Non pensiamo quasi mai al significato letteral deil'espressione Guerra dei Trent'anni. Quell'Europa era attraversata in lungo e in largo da eserciti di mercenari che si portavano dietro artigiani, cucinieri, prostilute,ragazzislappati di casa, venditori ambulanti e che si la-spalle ruberie, ribalderie, incendi, donne sciava=no atle . .otrtudi.ti amrnazzati, raccolti distrutti, chieviolentate se profanate e villaggi saccheggiati' In quell'Europa, citt .o*. Milano, Siviglia, Napoli, Londra videro dimezzatii loro abitanti dalla Peste che ebbe i caratteri di una lunghissima e terrificnte, cronica epidemia' Le cose deJcritte da Defoe per la peste di Londra e da Manzoni per la peste di Milano si ripeterono pi e pi volte'

lrt

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rrrrlla che un altro uomo non possa egualmente fare e ciirscun uomo contiene in s tutto ci che gli necessario per filosofare e per ragionare di tutte le cose" (Merrrrne, 1634: 135-36). QC-jnolUg qualcosa che accomunisti della rivoluzione scientirrir in modo forte i

st-a na-

Tfiiffii"

dalla Nate Attractiae di Robert Norman, al Noru,rn Organum d\ Bacone, fino all'Astronomia Noua di Kelrlt:ro e ai Discorsi intorno a due nuoue sc'ienze di Galilei. In quegli anni prende vita e rapidamente raggiunge llr rriena maturit una forma di sa'oere che ha caratteristir:he strutturalmente diverse dalle altre forme della cul-

le. che tendeva a re


contrasti, dalle misene
secondo

pffiva n4scgle lrypcesco

e una scienza esercitata in vista

lr.rlioni e suoi propri specifici lingrr;rgSi. apesto sgrefe llr'lLlgde .:lensaEggltenze' .certedimostrazioni" , lr rlifferenza di quanto era awenuto nella tradizione, rillriccle che queste due complicate cose aadano insieme, ri;rrro indissolubilmente legate I'ur\a all'altra. Ogni afferrrnzione deve essere "pubblica", cio legata al controllo rlir parte di altri, deve essere presentata e dimostrata ad lltri, discussa e soggetta a possibili confutazioni. In quel nronclo ci sono persone che ammettono di aver sbagliaIu, rli non riuscire a dimostrare ci che intendevano di!!r()sl.rare, che debbono arrendersi alle evidenze che altri Ir:rrrno addotto. E owio che ci awiene molto di rado, r'lrc le resistenze al cambiamento sono (come in tutti i gr rrppi umani) assai forti, ma lLfatto che si stabilisca fer-

he si

e al ser-

nio idea-

il quale si riferiva agli Indiani canadesi e ai contadini delI'dccidente - secondo la quale <un uomo non pu fare

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Una rivoluzione e il suo Passato

nere, caratteristiche negative. Bagra o anche I'inizio del Discorso sullc sc'ienze e degli iuministi sullc arti diJean-Jacques Rousseau per rendersi conto di ircolasse con forza, oltre rd lIrt:rr ttsr r\ LLLLLTTLvt OllantO CffCOlaSSe CoIl rorza' ulLlc l@ del 1YILUIUL VU come la definizione LICI Medioevo LVIITV er 1ry' come una IA (ICIIIIIZIUIIC

t ^"'*l

io, nessun <Passato immaginarioo. Rimettono in discussione anche i tentativi che gli uomini fanno di collocare se stessi all'interno del proi..rto della storia. Quei mille anni di storia, nel corso dei quali si verificarono non poche grandi rivoluzioni intellttuali e ai quali attribuiamo la generica etichetta di Med.ioevo sono stati minutamente esplorati, a
[o, un

rltrclla bizantina, quslla eb@a, rylla a13b?u (De Libera, f011TEr quel mndo nacqueroT6friiffiit e si afferCh si considera rrril, soprattutto, e secolo, come un llorno che esercita u ic6e periiirlo paragonabile agli altri cittadini, che ha il compito di trasr,nettere ed elahorare le arti "liberali" (Le Goff, lf)l'r9:-73). Le universit nacquero a Bologna, Parigi e ( )xfbrd alla fine del XII secolo, si moltiplicarono nel corro <lel secolo successivo, si diffusero in tutta Europa nel 'l'r't:cento e nel Quattrocento. Le universit diventano i lrroghi privilegiati di un sapere che si configura come degrro di riconoscimento sociale, meritevole di un compeni(,, un sapere che ha leggi proprie, che vengono minuzirrsirmente fissate (Le Goff, 1'977: 153-70)' L'yniversitir rlillerenza delle scuole monastiche o cattedrali, era u4o
a-

lorrtribuirono grandemente al costituirsi di una unit

I0 rla un'autorlta <unlversale> (come rr rapa o r rmperanti di insegnare dovunque (lircrr,tia ubique docend'i,) e gli spostamenti degli studenti

coe con,ffi-innumerevoli e mirabili chiese e cattedrali venti e mulini a vento e furono arati i campi con l'aratro pesante e fu inventatala staffa che cambi la natura dei ombattimenti e la politica europea trasformando I'immaginato Centauro degli antichi nel Signore feudale

tk'llir cultura latino-cristiana. "@l lltirro com,e struryento di comuni

questo

In quei secoli furono

t"r

(wbite{go7:49). G-gl nele quali gli uomini cominciarono a vive-

scam 5i a-ontro di

osofia m"Sieuale ' le-rudifri-dinerse: O.rella cristiana,

ditZlio a carattere intgrnazionale entro Ie l,;.rli in centri ilrrirli gli uomini e Ie idee potevano circolare rapidamen11'" (lianchi, 1997: 27). ll cosiddetto metodo scolastico (lirrrclato sulla lecti,o,la quaest'io,la disputatio) lascer nel!a cttltura europea tracce incancellabili ed verissimo llrt' per intendere molti filosofi moderni, a cominciare rlu (l:rrtesio, indispensabile risalire ai testi di quegli auloli c:tre essi profondamente awersavano. liulla filosofia e sulla scienza del Medioevo - oltre che srr! lrrocesso dilaicizzazione della cultura, sulle condanrrr tr:ologiche di molte tesi filosofiche - si lavorato mollirsirrro. In particolare, molti hanno sostenuto la tesi di

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XVI]

una continuit forte frala scienza degli studiosi del Merton College di Oxford (come Bradwardine) e dei "fisici parigini" (come Nicola Oresme e Giovanni Buridano) e la scienza di Galilei, Cartesio, Newton. Nella impossibilit di discutere interpretazioni come quelle di Pierre Duhem (Duhem, 191458) o di Marshall Clagett (Clagett,

It: alla assoluta esattezza fu di osacolo e non di giovanrcnto alla creazione di una scienza matematica della nalrtra. Galilei inventava sistemi di misurazione sempre pi e ideaI'attenzione dalla irr:{:urati, ma .

qlgr-

lnt,'iones
;

a uno studio effettivamente ouantitativo dei

fe--

"I
zione) una distinzione di' essenzafra corpi naturali e corpi artificiali. in condiLa natura dei moderni viene interr I Arl.

Ma le ragioni per le quali I'autore di questo libro ha pirrlato e continua a parlare della:cienza moderna qome rti una rivoluzione intellettrrale sono owiamente affidate iron al breve elenco che precede, ma alle pagine che seHil()no.

Di questo libro
Le Goff mi stato affidato il compito (e lo Iro considerato dawero un grande onore) di scrivere un lilrrrr intitolato La nascita della scienza moderna in Europa. l):rgli editori europei interessati al libro mi sono stati imlrosli (come si usa fare e come era giusto e opPortuno fare) dei limiti molto stretti: 85.000 parole owero 300 pagirrt: di 1.800 battute. Li ho superati, ma non di molto. ll puro e semplice elenco di coloro che noi (con una lrirlola coniata nell'Ottocento) denominiamo scienziati e llrt: sono vissuti frala nascita di Nicol Copernico e la inorl.e di Newton e che potrebbero essere ritenuti degni rli rrrcnzione in un manuale di storia della scienza occrl1rt'r'r:trbe molte pagine. Se poi a questo elenco se ne aggirrrrgesse un altro contenente l'indicazione di un paio rlclk: loro opere principali la situazione potrebbe gi apI):r .facques

vali al

ofondimento dei problemi critica dei moderni il


a solo di

g[.!"

quel sapere c' posto p_.I l: gyt. del maestro lde^l discepolo, ma non per quella dell'inventore. @ CU sienziati moani - Gulil.i in primo luogo oDerano con una "disinvoltura> e un <opportunismo metradiziotutt6 sffiffiall sono ne medievale (

;r:rrite drammatica.

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XVIII
PREMESSA PREMESSA

Ho pertanto rinunciato in parteza a ogni parvenza di completezza e ho anche (di conseguenza) rinunciato a scrivere tn manuale di storia della scienza. Ho inoltre
compiuto alcune scelte delle quali credo sia opportuno dare notizia al lettore per informarlo di quanto potr trovare in questo libro e per chiarirgli il punto di vista che ha assunto I'autore. I capitoli che compongono il libro hanno per oggetto la nuova astronomia, le osservazioni compiute con il cannocchiale e il microscopio, il principio di inerzia, gli esperimenti sul vuoto, la c\rcolazione del sangue, le grandi conquiste del calcolo, ecc. ecc., ma accanto a questi argomenti i vari capitoli sono anche volti a esPorre le grandi idee e i grandilgnqj-ehs furono cenlrali nel corso di quella "lvoluzior'"": il rifiuto della concezione sacerdotale valutazion
noscenza del mondo, i tentativi di impiegare anche relativamen'te mffiifo umano i modelli dellaal f'Iosof'a meccanica,la nuova immagine di Dio come ingegnere o orologiaio, la introduzione della dimensione del tempo nella considerazione dei fatti naturali. - Per quanto riguarda il metodo, sono convinto che le specifi che teaqc-che-co$rtu! scory@ consZienza nn siano afatto il riflesso di determi e tutto il o invece convinto ivoro che ho fin qui svolto si mosso in questa direzione - che la stg@a abbia molto a c}i'e f^re con le irnmagl

I I

problemi da risolvere entro la sterminata quantit d-i 9roirlcmi che si presentano aperti a un'indagine possibile' Ci che appare oggi saldamente codificato e come tale tr'?lsmesso dai manuali di fisica o di biologia, ci che appirre oggi owio e naturale invece il risultato di scelte, irpzioni, contrasti, alternative. Quelle alternative e quelle s<:clte, prirnadella poi awenuta codificazione, erano reali (' non immaginarie. E ogni scelta comport opzioni, diffr:olt, scarti, si configur anche, a volte, in modo dramSpero che alcune cose risultino chiaramente dal libro: clrc il continuismo solo una mediocre filosofia della stostorica non si scopronmi, nel passato, stadi monopararrrirtico.

,i",

,lif-at
tiict eimmagini della scienza stato semqre (come conche la scienza del lirrua a essere) @ Scicento fu, insime e contemporaneamente, paracelsiarrit, cartesiana, baconiaa e leibniziana; che modelli non urt:ccanicisti operarono con forza anclte in luoghi insospt:ttabili; che I'emergere dei problemi e dei possibili liunpi di ricerca saldamente legata a discussioni che Itlnno a che fare con le filosofie e con le metafisiche; che lir ligura dello scienziato ernerge in tempi e in modi diver; si rri singoli settori della ricerca dato che in alcuni casi (r:<lme nella matematica e nell'astronomia) ci si richiama lr tradizioni antichissime, in altri si cerca di far emergere rlirl passato specifiche tradizioni a cui richiamarsi, in altri ,rtt,'ra si insiste sul carattere nuovo o "alternativon della rropria attivit conoscitiva e sperimentale. Una cosa, apparentemente owia, gli storici debbono rli t:ontinuo ricordare ai loro lettori nonch ai letterati, fikrsofi e scienziati del loro tempo. Essa va continuanrcrte ricordata perch esiste in ogni essere umano (e rlrrindi anche nei pi raffinati filosofi e scienziati) una
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aaU t e dne essere) che sono presenti nella cultura' In molti catrascurabile si quelle im sulla accettazione o sul successo delle teorie' Sulla base di una determinata immagine della scienza vengono infatti spesso definite le frontiere della scienza, i criteri per distinguere la scienza dalla magia o dalla metafisica o dalla religione. Su quella base vengono soprattutto scelti i

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PREMESSA

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quasi invincibile tendenza a dimenticarla: tutti coloro che lavorarono, pensarono, formularono teorie ed effettuarono esperimenti nel periodo della nascitadella scienza moderna vissero in un mondo assai diverso dal nostro nel quale convivevano prospettive che ci sembrano oggi appartenere a mondi culturali fra loro del tutto inconci-

glio di creatr\4!_nqAlglqalica. Newton uno dei grandi creatori del calcolo infinitesimale, ma i suoi manoscritti alchemici comprendono pi di un milione di parole (alI'incirca dieci volumi uguali a quello che avete ora fra le mani). Gli scienziati del Seicento non sapevano n potevano sapere ci che ora sappiamo: che l'alchimia seicentesca "era l'ultimo fiore di una pianta morente e la matematica del Seicento il primo fiore di una robusta
pianta perenne> (Westfall, 1989: 27, 305). Mi sernbra per indubbio che ci che chiamiamo ,.scienzao acquist in quegli anni alcuni di quei fondamentali caratteri che ancora oggi conserva e che giustamente apparvero ai padri fondatori qualcosa di nuovo nella storia del genere umano: un artefatto o un'impresa collettiva, capace di crescere su se medesima, volta a conoscere il mondo e a intervenire sul mondo. Quell'impresa, che certo non innocente, n mai si ritenuta tale, a differenza di quanto awenuto per gli ideali politici, le arti, le religioni, le filosofie, diventataurra potentissima forza unificatrice della storia del mondo.
Questo libro non scritto per gli storici o i filosofi della scienza. E stato pensato e scritto per quei giovani che iniziano un loro personale rapporto con la storia delle idee e con quei complicati, proliferanti, affascinanti oggetti che sono le scienze e la filosofia. Ma ho avuto soprattutto in mente quelle moltissime persone (fra le quali annovero molti e carissimi amici) che si sono dedicati a

sludi *umanisticio, che pensano alla scienza come qualr:osa di ,.aridoo, che la ritengono (in fondo al cuore) conre scarsamente rilevante per la cultura e per la storia dellir cultura, che hanno della scienza e della sua storia quellu riduttiva immagine di comodo che tanti filosofi (anche illustri) del nostro secolo hanno contribuito a taffotzare ('a propagandare, che condividono, quasi sempre sen-za s:tprlo, i discorsi dei primi decenni del Novecento sulla hu,ncarotta della scienza. Dato che le pagine che seguono rappresentano in tlualche modo un tentativo di sintesi (anche di rifacimenro) di un lavoro su alcuni temi della rivoluzione scientilca che ho iniziato pi di quarant'anni or sono, dovrei, st: mi inoltrassi sul sentiero dei ringraziamenti, esprimere lir mia gratitudine a un numero troppo grande di perso,r.,r u niolti amici e a molti giovani e ormai meno giovani sr:olari. Rinuncio a farlo e dedico questo libro alla mia rlolce, risoluta, inattesa nipotina Giorgia che ha gli occhi lt:lesti come quelli, per me incantevoli, della sua nonna Andreina.

PREMF,SSA

PREMESSA

quasi invincibile tendenza a dimenticarla: tutti coloro che lavorarono, pensarono, formularono teorie ed effettuarono esperimenti nel periodo della nasc'itadella scienza moderna vissero in un mondo assai diverso dal nostro nel quale convivevano prospettive che ci sembrano oggi appartenere a mondi culturali fra loro del tutto inconciliabili. Il str re alc glio di creativit matematicz. Newton uno dei grandi creatori del calcolo infinitesimale, ma i suoi manoscritti alchemici comprendono pi di un milione di parole (alI'incirca dieci volumi uguali a quello che avete ora fra le mani). Gli scienziati del Seicento non sapevano n potevano sapere ci che ora sappiamo: che I'alchimia seicentesca "era I'ultimo fiore di una pianta morente e la matematica del Seicento il primo fiore di una robusta pianta perenne> (Westfall, 1989: 27, 305). Mi sernbra per indubbio che ci che chiamiamo .scienzao acquist in quegli anni alcuni di quei fondamentali caratteri che ancora oggi conserva e che giustamente apparvero ai padri fondatori qualcosa di nuovo nella storia del genere umano: un artefatto o un'impresa collettiva, capace di crescere su se medesima, volta a conoscere il mondo e a intervenire sul mondo. Quell'impresa, che certo non innocente, n mai si ritenuta tale, a differenza di quanto awenuto per gli ideali politici, le arti, le religioni, le filosofie, diventata una potentissima forza unif,,catrice della storia del mondo.
Questo libro non scritto per gli storici o i filosofi della scienza. E stato pensato e scritto per quei giovani che iniziano un loro personale rapporto con la storia delle idee e con quei complicati, proliferanti, affascinanti oggetti che sono le scienze e la filosofia. Ma ho avuto soprattutto in mente quelle moltissime persone (fra le quali annovero molti e carissimi amici) che si sono dedicati a

studi .umanisticio, che pensano alla scienza come qualt:osa di .aridoo, che la ritengono (in fondo al cuore) corne scarsamente rilevante per la cultura e per la storia dellir cultura, che hanno della scienza e della sua storia quella riduttiva immagine di comodo che tanti filosofi (anche illustri) del nostro secolo hanno contribuito a rafforzare ( a propagandare, che condividono, quasi sempre senza saprlo, i discorsi dei primi decenni del Novecento sulla Ixtncarotta della scienza' Dato che le pagine che seguono rappresentano in rlualche modo un tentativo di sintesi (anche di rifacimenril) di un lavoro su alcuni temi della rivoluzione scientilica che ho iniziato pi di quarant'anni or sono, dowei, st: mi inoltrassi sul sentiero dei ringraziamenti, esprimere tir mia gratitudine a un numero troppo grande di persotr.,' u -blti amici e a molti giovani e ormai meno giovani scolari. Rinuncio a farlo e dedico questo libro alla mia rlolce, risoluta, inattesa nipotina Giorgia che ha gli occhi r:clesti come quelli, per me incantevoli, della sua nonna Andreina.

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