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ENDAS ENTE NAZIONALE DEMOCRATICO DI AZIONE SOCIALE

VADEMECUM PER I CIRCOLI E LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE ENDAS

di Umberto Millepiedi

00185 Roma via Merulana , 48 tel. 06-487506879 485749 484836 fax 06 4875067

VADEMECUM PER CIRCOLI E ASSOCIAZIONI SPORTIVE SOMMARIO: Presentazione LEndas: un grande movimento al servizio della comunit civile Premessa
1. Natura giuridica dei circoli e delle associazioni sportive. Circoli ed associazioni sportive espressione della libert di associazione. Circoli associazioni riconosciute ed associazioni non riconosciute. Disciplina delle associazioni riconosciute ed associazioni non riconosciute. Atti costitutivi e statuti. Obblighi derivanti dallo statuto sociale. Tutela dei dati personali dei soci.

2. La sede sociale dei circoli e delle associazioni sportive. - La sede sociale non soltanto un luogo fisico. - Acquisizione della sede sociale. - Requisiti della sede sociale. - Destinazione duso dei locali utilizzati a sede sociale. 3. Lamministrazione dei circoli e delle associazioni sportive. Libri sociali Indirizzi di organizzazione contabile. Entrate Spese Inventario. Bilancio preventivo. Compilazione del bilancio. Controllo delle scritture contabili. Consegne a chi subentra.

4. Classificazione ai fini fiscali dei circoli e delle associazioni sportive. - I circoli e le associazioni enti non commerciali. - Attivit non commerciali. - Condizioni affinch tali attivit restino non commerciali. - Perdita della qualifica di ente non commerciale. - Attivit commerciali. - Iter per le attivit commerciali. - Regimi contabili. - Imposta sul valore aggiunto (IVA). - Imposta regionale sulle attivit produttive. - Altre norme fiscali e tributarie. - Imposta sugli intrattenimenti ed imposta spettacolo. - Apparecchi da divertimento. - Imponibili forfetari 2007.

5. Classificazione ai fini commerciali dei circoli e delle associazioni sportive.


La sede di circolo e di associazione sportiva locale privato. Autorizzazioni comunali; Gestione delle attivit di somministrazione; Gestione di uno spaccio di generi alimentari e prodotti vari; Igiene, salubrit e sicurezza dei prodotti alimentari; Requisiti dei locali.

6. Tombole, lotterie e pesche di beneficenza. - Definizione di tombole, lotterie e pesche di beneficenza; - Chi pu svolgere le suddette attivit; - Modalit operative; - Controlli; - Aspetti fiscali; - Tombole, lotterie e pesche di beneficenza fra soci

7.

Attivit turistiche e certificazione sanitaria. Attivit pericolose; Attivit turistiche; Certificazione sanitaria;

8. I circoli e le associazioni sportive quali sostituti dimposta. - Lavoratori volontari; - Lavoratori dipendenti; - Lavoratori autonomi; - Lavoratori autonomi occasionali; - Lavoratori a progetto; - Lavoratori autonomi coordinati e continuativi - Lavoratori associati in partecipazione; - Compensi, premi, rimborsi ad allenatori e tecnici sportivi; - Emolumenti e rimborsi a dirigenti, amministratori segretari. 9. 10. 11. Credito sportivo. Mutui del credito sportivo; Valutazione dellinvestimento; Condizioni per accedere al credito; Documenti per listruttoria preliminare; Enti con personalit giuridica per provvedimento amministrativo; Enti morali; Tasso dinteresse sui mutui e contributi in conto interessi; Contributi da enti locali; Sede dellIstituto per il Credito Sportivo. Canoni demaniali per le associazioni sportive e culturali e gestione di impianti sportivi pubblici. Concessioni e/o locazioni; Requisiti per accedere al canone; Condizioni per lassegnazione dei beni; Altri soggetti ammessi al canone ricognitorio; Gestione di impianti sportivi pubblici. Organizzazioni non lucrative di utilit sociale. Enti non commerciali e ONLUS; Requisiti per ottenere la qualifica di ONLUS; Contenuti dello statuto ONLUS.

Modulistica

PRESENTAZIONE Con laggiornamento e la pubblicazione del Vademecum per i circoli e le associazioni sportive dilettantistiche lEndas intende offrire uno strumento indispensabile per orientarsi nel mare magnum della normativa civile, fiscale, tributaria e nel disbrigo di tutti gli aspetti amministrativi legati allo svolgimento dellattivit dei circoli e delle ASD. Negli ultimi anni avvenuto ci che la dirigenza Endas aveva da tempo previsto: il consolidarsi del ruolo dellassociazionismo nel contesto socio-economico del nostro Paese. Con la promulgazione della Legge 383/2000 Disciplina delle associazioni di promozione sociale lo Stato ha riconosciuto limpegno sociale che lassociazionismo di fatto svolgeva da anni. Finanziando i progetti, le istituzioni promuovono lo sviluppo delle associazioni in tutte le loro articolazioni territoriali e ne salvaguardano lautonomia. La legge favorisce il contributo originale al conseguimento di finalit di carattere sociale, civile, culturale e di ricerca etica e spirituale che lassociazionismo liberamente costituito in grado di apportare. In sette anni di applicazione della nuova disciplina la percentuale delle energie dedicate dallassociazionismo al sociale cresciuta rapidamente. LEndas diventata protagonista di primo piano nel settore. La gestione del nuovo e pi ampio ambito della promozione sociale pone problemi nuovi anche rispetto allamministrazione stessa delle attivit. E necessario dotare i circoli e le strutture di base di strumenti atti a facilitare non solo la gestione ordinaria delle iniziative ma anche a favorire la progettazione e lo sviluppo. Sappiamo che la realt della nostra associazione non si limita solo al sociale. LEndas da sempre impegnato nella promozione sportiva, nella tutela del territorio e dellambiente, nella formazione, nella cultura del tempo libero. Inoltre, forte dellesperienza maturata con lobiezione di coscienza, lEndas ha accolto con entusiasmo la possibilit di operare ulteriormente nel sociale mettendo a disposizione la sua struttura centrale e periferica per il Servizio Civile Nazionale. Con lemanazione delle leggi 27 dicembre 2002 n 289 e 21 maggio 2004 n 128, poi, si notevolmente ampliata la gamma dei soggetti che svolgono attivit sportiva dilettantistica e che possono usufruire di agevolazioni fiscali e tributarie. Alla luce di tutto questo appariva evidente la necessit di revisionare il Vademecum.. Il nuovo Vademecum nasce con lobiettivo di agevolare i dirigenti, i presidenti dei circoli e delle associazioni sportive dilettantistiche aderenti nello svolgimento delle loro mansioni, in considerazione del ruolo pi impegnativo e qualificato affidato ormai allassociazionismo. Esso si configura come validissimo strumento di sostegno, agevole nella consultazione, ben organizzato, corredato di tabelle esplicative, modulistica e di tutti i riferimenti normativi. Scorrendo il sommario ci si rende conto che nessun aspetto rilevante stato tralasciato. LEndas ha maturato una competenza specifica nellassistenza fiscale, amministrativa, previdenziale e da sempre la mette a disposizione dei suoi associati tramite la propria struttura nazionale, e pi recentemente anche attraverso il web. Mi auguro che i destinatari del manuale possano trarne risposte e informazioni utili per lo svolgimento dei loro compiti. Buon lavoro a tutti. Piero Benedetti Presidente Nazionale Endas

LENDAS: un grande movimento al servizio della comunit civile


L Ente Democratico di Azione Sociale ENDAS - una associazione storica radicata nel costume della societ civile iper i valori che esprime e il consenso che raccoglie. LENDAS quindi parte viva della societ civile e costituisce una risposta esemplare al diritto costituzionale di tutti i cittadini ad associarsi liberamente per raggiungere, con unit di intenti e di opere, importanti fini sociali, culturali e politici. LEndas nasce dalla spinta solidaristica che ha tracciato una originale via italiana della democrazia associativa, in radicale contrapposizione alla lotta di classe estranea alla cultura umanistica della nostra tradizione. Ispirata ad una concezione alta del proprio ruolo, si impegnata costantemente, senza farsi condizionare dalle vicende ideologiche, nella promozione delluomo come persona, unica e irripetibile, protagonista della storia, soggetto etico e fertile intelligenza creativa. LENDAS, come associazione rigorosamente democratica, ha quindi raccolto intorno a s un consenso schietto, convinto disinteressato. I principi ispiratori dellENDAS si rifanno al pensiero laico di Giuseppe Mazzini, di cui noto limpegno nellambito delle libere associazioni del suo tempo, anche sotto il profilo della partecipazione diretta ed entusiasta che ne rileva la vocazione educativa e la straordinaria intuizione politica circa il ruolo di queste strutture sociali. Su queste basi lENDAS ha promosso la formazione di coscienze libere, lo sviluppo di una cultura aperta alluniverso e la crescita di un volontarismo sociale svincolato dalla logica di quella appartenenza politica che ne ha frenato le potenzialit. LENDAS ha un ruolo proprio distintivo, originale e lo svolge con coerenza, con motivazioni crescenti, da oltre mezzo secolo. LENDAS opera con un incessante azione propositiva e formativa nellambito del tempo libero, in quella dimensione esistenziale che, oltre a consentire il recupero psicofisico dopo il logorante tempo lavorato secondo i vecchi schemi della societ industriale, deve consentire lo sviluppo di tutte le potenzialit vitali e creative della persona. Il ruolo educativo dellENDAS importante perch, sebbene il tradizionale tempo libero (noi preferiamo chiamarlo liberato) sia cresciuto in modo significativo, molto spesso viene sprecato nella vana ricerca di valori illusori anche per lincapacit di disegnare e gestire un progetto di vita personale, coerente e costruttivo . LENDAS quindi, a pieno diritto, una delle componenti strutturali della societ contemporanea che sviluppa spazi per la libera partecipazione dei cittadini alla formazione dellopinione pubblica, della sensibilit morale e della cultura della convivenza civile. LAssociazionismo, esaltato dallesemplare tradizione italiana, trova nellENDAS il custode fedele del suo significato originario, sintesi di libert, fratellanza, eguaglianza, cultura, consapevolezza etica e solidariet che formano lidentit nobile di un popolo ricco di valori alti. Grazie alla qualit e al numero delle proprie adesioni, lENDAS rappresenta oggi una realt di centinaia di migliaia di associati collegati in circoli culturali, ricreativi e sportivi distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Cultura, tempo libero, sport, turismo, ecologia sono riferimenti primari per un insieme di attivit che fanno dellENDAS una importante struttura del terzo settore con funzioni determinanti per gli equilibri sociali e per levoluzione continua dei modelli di vita delle comunit locali che compongono la pi vasta famiglia degli italiani. LENDAS attua quindi interventi in ambiti i pi diversi, dalleducazione sanitaria al sostegno di iniziative quali il tribunale del malato, dalla promozione della cultura ecologica alla formazione armonica allo sport, dalla risposta ai problemi giovanili agli interventi alla ricerca delle dinamiche sociali.

I principali riconoscimenti dellENDAS


LEndas, nato nel 1949 con il nome di Movimento di Associazione Sociale MAS stato riconosciuta quale ente assistenziale con i decreti del Ministero dellInterno del 7 giugno 1949 e 24 luglio 1954. LENDAS ha ottenuto il riconosciuto di Ente di promozione sportiva, con delibera del Consiglio Nazionale del CONI del 24 giugno 1976, riconoscimento cofermato con deliberazione del Consiglio Nazionale del CONI n 1224 del 15 maggio 2002 in attuazione del Decreto Legislativo n 242 del 23 luglio 1999. LENDAS stato riconosciuto associazione di protezione ambientale con Decreto Ministeriale 17 dicembre 2001 (g.u. dell11 giugno 2002 n 135) LEndas stata riconosciuta quale Ente di promozione sociale ai sensi della legge 7 dicembre 2000 ed isciritto al n 10 dellapposito Registro Nazionale LENDAS, con decreto del inistero delle Infrastrutture e dei Trasporti, (G.U. del 7 dicembre 2003 n 292) stato inserito nellelenco degli enti e associazioni di comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale, di cui al DM n 651 del 10 dicembre 1993. LENDAS stato incluso nellelenco dei soggetti accreditati/qualificati per la formazione personale della scuola con decreto del 10 ottobre 2005 ai sensi della Direttiva Ministeriale n 90 del 1 dicembre 2003 del Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca.

PREMESSA

La gamma dei soggetti che svolgono attivit sportiva dilettantistica e che possono usufruire di agevolazioni fiscali e tributarie, con lemanazione delle leggi 27 dicembre 2002 n 289 e 21 maggio 2004 n 128 si notevolmente ampliata. A seguito della citata normativa sono infatti ammesse al trattamento fiscale e tributario agevolato le seguenti forme organizzative: - associazioni sportive con personalit giuridica di diritto privato, ai sensi del regolamento di cui al DPR n 361/2000 (articoli 14 e seguenti del codice civile); - associazioni sportive senza personalit giuridica (articoli 36, 37, 38 del codice civile); - societ sportive di capitali (SpA, SrL) senza scopo di lucro (tit. V , cap. V; VI, VII codice civile); - societ cooperative senza scopo di lucro (tit. VI codice civile). Le norme civili e fiscali per la costituzione dei suddetti soggetti non sono state toccate dalla recente produzione legislativa per cui: - le associazioni senza personalit giuridica (associazioni non riconosciute) hanno lobbligo di costituirsi, a loro discrezione, nella forma dellatto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata presso il competente Ufficio delle Entrate (art. 148, 8 comma del DPR 22/121986 n 917 TUIR); - le associazioni con personalit giuridica (associazioni riconosciute), le societ di capitali (SpA, SrL) e le cooperative debbono necessariamente essere costituite per atto pubblico. Per accedere alle facilitazioni fiscali e tributarie obbligatorio che tutte le forme organizzative suddette portino nella denominazione sociale la dizione associazione sportiva dilettantistica (o societ o cooperativa sportiva dilettantistica) e nelloggetto sociale lorganizzazione di attivit sportiva dilettantistica compresa lattivit didattica (comma 17, art. 90, L. 289/04). Occorre poi inserire negli statuti lassenza di scopo di lucro, limpegno a reinvestire nellattivit istituzionale eventuali avanzi di gestione, il divieto di distribuzione di utili fra gli associati, la devoluzioni, in caso di scioglimento, dei beni ad associazione similare (se non possibile comunque a fini di pubblica utilit) e le altre clausole contenute nellarticolo 148 del TUIR. Mentre per gli enti di tipo associativo la rappresentanza legale, sia sostanziale che processuale, sempre in capo al presidente dellassociazione (o comunque al massimo esponente della stessa), per le societ di capitali invece necessario che venga chiaramente specificato chi detiene la rappresentanza legale in quanto in esse consentito di regolare lamministrazione con modalit diverse, potendoci essere uno o pi amministratori che, a seconda delle norme contenute nello statuto, potranno agire in maniera disgiunta , congiunta o singolarmente. Adempiuto a quanto specificato, le societ di capitali e le cooperative sono ammesse ad usufruire delle seguenti facilitazioni fiscali e tributarie gi previste per le associazioni sportive dilettantistiche dalla normativa vigente (art. 148 TUIR, art. 90 L. 289/04 ecc.): - accesso alla c.d. contabilit forfetaria ( L. 16 dicembre 1991 n 398) qualora i proventi non superino 250.000 euro annui; - accesso alla normativa sui compensi, premi, rimborsi forfetari di spese, ecc. (art. 67, comma 1, lettera m, del TUIR) corrisposti anche a dipendenti pubblici ( comma 23 dellart. 90, L. 289/02) ed estesi alle collaborazioni coordinate e continuative che per le associazioni sportive dilettantistiche sono rimesse in essere; - esenzione dalla quota imponibile ai fini IRAP dei compensi, premi ecc. di cui allart. 67 del TUIR;

- esclusione dallobbligo della ritenuta dacconto del 4% (comma 4, dellart. 90 L. 289/02) sui contributi ricevuti dal CONI, dalle Federazioni e dagli Enti di Promozione Sportiva.

- applicazione dellimposta di registro in misura fissa per gli atti costitutivi e di trasformazione delle societ di capitali e delle cooperative; - esenzione dal versamento delle tasse di concessione governativa (comma 7, art. 90, L. 289/02), per esempio per la TV tenuta nella sede; - facolt di ricevere da imprese, qualora svolgano attivit giovanile, fino ad euro 200.000 annue, con la facolt di queste di considerarle spese di pubblicit (comma 8 dellart. 90) e conseguentemente di dedursele dal reddito complessivo; - possibilit di ricevere erogazioni liberali da persone fisiche, fino a 1500 euro, che il donatore pu detrarsi ( 19% ) dal reddito personale ( comma 9, dellart. 90, L. 289/02); - precedenza per luso e la gestione di impianti sportivi pubblici e impianti sportivi scolastici (commi 24, 25, 26 dellart. 90 della legge 289/02) Le societ, a differenza delle associazioni, sono esonerate dallobbligo della democraticit nei rapporti interni (art. 4, comma 6 ter, lettera e, della legge 21/5/2004 n 128) perch in contrasto con il codice civile, ma sono soggette, come le associazioni, allobbligo dellassicurazione degli atleti (art. 51, L. 289/02), al divieto per gli amministratori di ricoprire incarichi in altre societ ed associazioni nellambito della medesima disciplina sportiva ( art. 4, comma 6 ter, legge 128/04). Le societ di capitali e le cooperative sono, dal punto di vista civilistico, soggette a tutti gli obblighi e prescrizioni previste per esse dal codice civile (Titolo V, capi V, VI, VII e Titolo VI) per cui per lo statuto necessario, come detto dianzi, latto pubblico, obbligatoria liscrizione al registro delle imprese, hanno lobbligo di tenere e compilare i registri sociali (libro delle assemblee, libro del consiglio di amministrazione, libro giornale ecc.) e le loro cessione di beni e prestazioni di servizi sono, dal punto di vista fiscale e tributario, sempre commerciali (compresi i corrispettivi per liscrizione allattivit sportiva, ecc.). Nel proseguo del presente lavoro si prenderanno in considerazione solo le strutture associative organizzate nella forma delle associazioni non riconosciute e solo molto marginalmente le associazioni riconosciute, le societ di capitali e le cooperative per le quali del resto le norme di comportamento sono ampiamente trattate dal codice civile.

1. NATURA GIURIDICA DEI CIRCOLI E DELLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE 1.1 Circoli ed associazioni espressione della libert di associazione: Le associazioni sportive dilettantistiche, come le altre associazioni di base (circoli, CRAL, gruppi folkloristici, corali, ecc.) rientrano nellambito della cosiddetta libert di associazione prevista dallart. 18 della Costituzione Italiana che recita testualmente: tutti i cittadini sono liberi di associarsi, senza alcuna autorizzazione, per fini che non sono vietati al singolo dalla legge penale. La Costituzione riconosce peraltro, e tutela, lassociazionismo con altri articoli: con larticolo 2 quando riconosce che il cittadino forma la propria personalit, oltre che nella famiglia, anche nelle forme sociali; con larticolo 9, che riconosce allassociazionismo di essere momento di cultura e formazione del cittadino contribuendo a rispondere ad uno dei suoi diritti fondamentali; allarticolo 17 che ne garantisce il diritto a riunirsi pacificamente, per non citare che quelli pi espliciti. 1.2 Circoli associazioni riconosciute ed associazioni non riconosciute. Dal punto di vista giuridico le nostre associazioni sportive, (ma anche i circoli) sono inquadrate nelle cosiddette associazioni riconosciute,dotate cio di capacit giuridica e di assumere quindi diritti e obbligazioni conseguenti alla sua attivit, regolate dagli articoli 14 e seguenti del Codice Civile, e nelle associazioni non riconosciute, che non hanno personalit giuridica e sono regolate dagli articoli 36 37 38 del Codice Civile. La differenza fra le due specie consiste nel fatto che le associazioni riconosciute godono di una autonomia patrimoniale perfetta ; esiste cio una distinzione netta fra patrimonio dellassociazione e patrimonio del singolo associato, nel senso che i creditori dellassociazione non possono agire nei confronti del patrimonio dei singoli associati ma solo sul patrimonio dellassociazione ed i creditori dei singoli associati non possono, come del resto nelle associazioni non riconosciute, aggredire il patrimonio dellassociazione per il recupero di crediti che vantino nei confronti di questi. La seconda differenza consiste nel fatto che gli amministratori delle associazioni riconosciute, a differenza di quelli delle associazioni non riconosciute, non rispondono solidalmente (cio con i propri beni) delle obbligazioni assunte per conto dellassociazione e da questa non onorate. I terzi creditori potranno agire, per recuperare tali crediti, solo nei confronti dei beni dellassociazione e non sui beni degli amministratori Il procedimento per lacquisizione della personalit giuridica delle associazioni stato sensibilmente semplificato ed attualmente regolato dal DPR 10 febbraio 2000 n 361 (G:U. 7 dicembre 2000 n 286) che prevede: - domanda al Prefetto della provincia in cui ha sede lassociazione sottoscritta dal suo rappresentante legale con allegati copia autentica dellatto costitutivo e dello statuto; - iscrizione a cura del Prefetto nel registro provinciale delle persone giuridiche che ne avr anche la sorveglianza; - impegno a comunicare tutte le variazioni statutarie, investimenti e tutto ci che modifica la consistenza del patrimonio dichiarato inizialmente. Per il riconoscimento della personalit giuridica occorre dimostrare che lo scopo possibile e lecito e che il patrimonio adeguato allo scopo: La consistenza del patrimonio deve essere dimostrata da idonea documentazione: Attualmente sono pochissime le associazioni sportive dilettantistiche inquadrate sotto la forma giuridica delle associazioni riconosciute, ed in linea generale sono quelle che hanno scelto questa forma per ottenere, mutui dal credito sportivo. La stragrande maggioranza delle associazioni sportive dilettantistiche inquadrata fra le associazioni non riconosciute, e cio prive di personalit giuridica, in quanto tale forma permette di gestirle senza particolari adempimenti burocratici. 1.3 Disciplina delle associazioni non riconosciute.

Per le associazioni sportive, ed i circoli, inquadrate nelle associazioni non riconosciute: Lordinamento e lamministrazione sono regolati dagli accordi definiti liberamente dagli associati (art. 36), trascritti in un documento chiamato Statuto, che la raccolta delle norme di comportamento che i componenti le associazioni sportive ed i circoli si sono dati per raggiungere determinati fini. Tali norme sono vincolanti per tutti coloro che fanno parte dellassociazione, sia che ne siano amministratori che semplici soci (lo Statuto ha cio natura contrattuale). Lo Statuto generalmente non disciplina compiutamente aspetti particolari della vita dellassociazione ( utilizzo delle strutture, modalit di pagamento di certi servizi ecc,) che sono invece demandati a specifici regolamenti interni. Il fondo comune o patrimonio sociale (art. 37 c.c.), costituito dai contributi degli associati, da contributi di Enti pubblici e privati e dai beni acquistati con questi contributi. Per contributi degli associati si intendono sia le quote associative annuali che eventuali versamenti per particolari servizi utilizzati dai soci (campi da tennis, bocce, ecc.) o versamenti finalizzati allacquisto di particolari beni mobili e immobili. A seguito dellemanazione della legge n. 383 del 7/12/2000 fanno parte del patrimonio anche eventuali donazioni, lasciti testamentari ecc. anche se lassociazione non associazione riconosciuta. Il fondo comune indivisibile. Il socio pertanto, in caso di recesso, non pu pretenderne quota parte, n i suoi creditori possono rivalersi su di esso. Per le obbligazioni assunte e non onorate, i terzi possono rivalersi sia sul patrimonio dellassociazione sportiva che sui beni personali di coloro che hanno assunto tali obbligazioni, (art. 38 c.c.). Chi agisce per conto dellassociazione cio responsabile in solido delle obbligazioni assunte. 1.4 Atti costitutivi e statuti. In conseguenza della loro natura giuridica, non sono previsti particolari oneri costitutivi per le associazioni non riconosciute potendo gli accordi essere addirittura verbali. Tuttavia consigliabile, per eventuali fini probatori e per fruire delle agevolazioni fiscali previste per gli enti non commerciali, lutilizzo della forma scritta (atto pubblico, scrittura privata autenticata o scrittura privata registrata) per latto costitutivo e lo statuto che deve essere stilato contestualmente alla fondazione dellassociazione sportiva e/o del circolo. La nuova normativa fiscale (Dlgs 460/97 e art. 4 Legge 21/5/2004 n. 128), pretende che nellatto costitutivo o nello statuto (che pu anche essere un unico atto) vengano inserite particolari clausole (vedi capitolo dedicato alle norme fiscali). Per le vecchie associazioni sportive e circoli che eventualmente non hanno a suo tempo stilato latto costitutivo e statuto, utile sottolineare che latto costitutivo (ed eventualmente lo statuto) pu essere stilato anche in un secondo tempo citando nello stesso la data di nascita dellassociazione, mantenendo cos la propria anzianit di esistenza senza incorrere in sanzioni amministrative come invece avverrebbe per qualsiasi altro tipo di societ. 1.5 Gli obblighi dello statuto sociale. Abbiamo visto che lo Statuto Sociale rimane la legge fondamentale a cui deve fare riferimento lassociazione sportiva o culturale che sia. Lovvia conseguenza che i dirigenti debbono applicarlo integralmente, con particolare riferimento alle convocazioni delle assemblee dei soci e del consiglio direttivo, alla stesura dei verbali degli organi (sottoscritti da chi li ha presieduti e dal segretario che li ha verbalizzati e/o in alcuni casi dal notaio -art. 2375 c.c.), alla modalit di ammissione dei soci, alle eventuali sanzioni previste, alla presentazione ai soci del rendiconto annuale delle attivit sociali e sportive svolte e del rendiconto annuale economico e finanziario ecc. Questultimo peraltro reso obbligatorio, assieme alla pubblicizzazione ai soci delle delibere assembleari, dal D.Lgs 460/97 (oggi art. 148 del TUIR ), dalla Legge 289/02 e dalla Legge 128/04. Con lintroduzione per i circoli culturali, ricreativi ecc, ( per le associazioni sportive tale eventualit stata abolita dallart. 90, comma 11, della legge 289/02 ), della possibilit di perdere la qualifica di ente non commerciale qualora risultino prevalenti, anche sulla base di precisi parametri economici, le attivit commerciali rispetto alle attivit istituzionali (art: 149 TUIR), diventa per questi necessario accompagnare il rendiconto economico e finanziario con una relazione politica che illustri con ampiezza le iniziative

organizzate durante lanno dallassociazione e la partecipazione ad attivit promosse da altri soggetti (altri livelli dellassociazione, enti locali, scuole, ecc.). Tale relazione deve esplicitare i contenuti di queste iniziative, i soci e i dirigenti che vi hanno partecipato, e gli strumenti (pubblicitari ecc.) eventualmente predisposti dallassociazione. Ci ad evidenziare la vera natura dellassociazione che ha scopi ideali ed utilizza interamente eventuali iniziative economiche a sostegno delle proprie attivit istituzionali. Non vi dubbio che tale comportamento vada consigliato anche alle associazioni sportive anche se per ragioni diverse da quelle del rischio della perdita della qualifica di ente non commercialeche, come appena affermato, per esse non applicabile. Particolare attenzione va poi riservata allaggiornamento dellelenco soci, alla tenuta dei libri sociali (libro verbali assemblee, libro verbali Consiglio Direttivo, libri contabilit, ecc.). E inoltre consigliabile tenere nella sede sociale copie dellAtto Costitutivo e dello Statuto, il certificato di affiliazione/adesione allassociazione le cui finalit assistenziali sono state riconosciute dal Ministero dellInterno e, se ottenuti, lautorizzazione comunale per la somministrazione alimenti e bevande ai soci e infine la dichiarazione SIAE per usufruire delle condizioni pi favorevoli previste dallaccordo per lutilizzo dei diritti dautore. 1.6 Tutela dei dati personali dei soci. Le associazioni sportive, ed ovviamente anche i circoli, in quanto titolari di banche dati, sono tenute allacquisizione preventiva del consenso al trattamento dei dati personali ed a tutelare la privacy dei propri soci, con particolare riferimento alle notizie di carattere cosiddetto sensibile (ad esempio sulla salute) per le quali occorre una gestione molto attenta. La normativa per, ad eccezione delle notizie suddette, non pone particolari problemi. Il nuovo Codice della Privacy (D.Lgs. 30 giugno 2003 n 196) per queste strutture non apporta modifiche sostanziali alla normativa pregressa (L. 675/96) per cui il trattamento dei dati personali dei propri soci, quando effettuato da circoli o da associazioni sportive senza scopo di lucro ed utilizzato per finalit istituzionali, non soggetto a notificazione allUfficio del Garante e, per non contravvenire alla normativa in vigore, sufficiente che lassociazione sportiva ( o circolo) comunichi al socio (art. 23 D.Lgs. 196/03) le finalit e le modalit del trattamento dei dati che lo riguardano, i soggetti ai quali verranno comunicati (CONI, FSN, EPS, societ di assicurazione, ecc.), e chi il responsabile del loro trattamento; insomma che lutilizzo dei suoi dati personali quello per la normale attivit istituzionale e che verranno utilizzati con la dovuta riservatezza E necessario comunque inserire sulla domanda di adesione una formula di consenso che suoni pressappoco cosi: Ricevuta linformativa sul trattamento dei miei dati personali ai sensi dellart. 23 del D.Lgs. 196/03, consento al loro trattamento nella misura necessaria per il perseguimento degli scopi statutari e per le finalit e nei limiti indicati dalla menzionata informativa. Ovviamente se lutilizzo dei dati pi ampio ci va esplicitato nella informativa al socio. Larticolo 31 del D.Lgs. 196/03 impone anche ai circoli ed alle associazioni sportive ladozione di un sistema di protezione dei dati, sia normali ( et, professione, stato civile ecc.) che sensibili (salute, convinzioni politiche o religiose ecc.). Qualora i dati vengano conservati nel computer o a mezzo di materiale cartaceo, necessario designare un responsabile dei dati e che questi, nel primo caso, inserisca una password a tutela degli stessi, e nel secondo tenga il tutto chiuso a chiave sotto la propria responsabilit. Tale sistema di protezione dei dati deve essere predisposto ( e verificato ed aggiornato entro il 31 marzo di ciascun anno) dai Circoli e dalle associazioni sportive e varia, come accennato, a seconda che avvenga con mezzi informatici o normali (art. 35); in ogni caso per laccesso ai dati dovr essere instaurata una procedura atta a garantire una accurata custodia e laccesso consentito solo a persone di sicura affidabilit. Riteniamo che la suddetta procedura vada portata a conoscenza di tutto il consiglio direttivo, trasformata in Documento Programmatico sulla Sicurezza (DPS), trascritta nel libro dei verbali dellorgano di direzione e tenuta a disposizione per eventuali controlli.

Atto costitutivo di circolo, club, (di nuova costituzione) "_______________________________________________"


Lanno ............................... il giorno ............................... alle ore.....................................presso il locale situato in via ..............................................................................................n. ............................... di............................... si sono riuniti, per costituire unassociazione culturale ricreativa, sportiva i seguenti signori: 1).................................................nato a.......................................................................... il...........e residente a....................via...n. C.F................................ 2).................................................nato a........................................................................... il...........e residente a...................via.n. C.F................................ 3).................................................nato a............................................................................ il...........e residente a....................via...n. C.F................................ 4).................................................................. (Elencare tutte le persone presenti alla riunione) I presenti chiamano a presiedere la riunione il Sig. .......................................................... il quale a sua volta nomina a segretario il Sig. ......................................................................... Il Presidente riassume i motivi che hanno spinto i presenti a farsi promotori della costituzione dellassociazione, del resto oggetto di incontri preliminari. Il presidente d inoltre lettura della bozza di Statuto della costituenda associazione in precedenza distribuito ai convenuti. Tale Statuto stabilisce in particolare che ladesione allassociazione libera, che il suo funzionamento basato sulla volont democraticamente espressa dai soci, che le cariche sociali sono elettive, che assolutamente escluso ogni scopo di lucro, che fatto divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonch fondi, riserve o capitale, che la quota sociale non trasmissibile n rivalutabile e che in caso di scioglimento i beni comuni saranno destinati ad altra associazione similare o a finalit di utilit sociale. Dopo ampia discussione la costituzione dellassociazione e lo statuto sociale, questi nella stesura allegata al presente verbale, vengono approvati allunanimit Il presidente d inoltre lettura dello statuto dellEnte Nazionale Democratico di Azione Sociale (ENDAS) riconosciuto dal Ministero dellInterno quale associazione assistenziale. Nella considerazione dei comuni scopi il Presidente propone che lassociazione dia la sua adesione allENDAS nazionale adottandone la tessera nazionale quale tessera sociale dellassociazione. La proposta, dopo ampia discussione, viene messa ai voti ed approvata allunanimit.

I presenti deliberano inoltre che lassociazione venga denominata:

..........................................................., con sede in .................................................... Via .............................................................. ed allunanimit eleggono i seguenti signori a componenti il Consiglio Direttivo provvisorio, Consiglio che sar modificato o ratificato in successive apposite elezioni. * Presidente * V. Presidente * Segretario .............................................................. .............................................................. ..............................................................

* Consiglieri .............................................................. Alle ore........................................... non essendovi altri argomenti allo.d.g. e non avendo alcuno chiesto la parola, il presidente scioglie lassemblea. Il Segretario ....... I Presenti .. .. .. .. . .. . Il Presidente dellassemblea ...........................................

Da stilare in duplice copia su carta uso bollo ed applicare una marca da bollo da 14,62 ogni 4 pagine. Decidere poi se renderlo pubblico (notaio),autentificarlo (notaio) o depositarlo allUfficio Unico delle Entrate per la sua registrazione negli atti privati. STATUTO DEL CIRCOLO/ASSOCIAZIONE ART. 1 - COSTITUZIONE A norma dell'art. 18 della Costituzione Italiana e degli artt. 36-37-38 dei Codice Civile costituita l'associazione ...................................con sede sociale in .......................via..n..... L'associazione aderisce all'ENDAS, associazione nazionale "riconosciuta" quale Associazione assistenziale, quale associazione di promozione sociale e quale ente di promozione sportiva, ed usufruisce delle relative agevolazioni e facilitazioni di legge. ART. 2 - PRINCIPI E SCOPI GENERALI a). Ha il compito fondamentale di promuovere e gestire attivit culturali, ricreative turistiche, sportive dilettantistiche, motorio sportive, assistenziali, ambientalistiche, educative, di prevenzione sanitaria valorizzando in particolare le iniziative che siano in grado di favorire atteggiamenti e comportamenti attivi utilizzando i metodi del libero associazionismo; b). Per raggiungere i suoi fini e rispondere alle esigenze del corpo sociale pu creare strutture proprie o utilizzare quelle esistenti sul territorio; c). Si impegna nella promozione e nello stimolo delle libere opzioni ideali e politiche dei soci, garantendo insieme alla dialettica, anche atteggiamenti o linguaggi ai suo interno, che non offendono le diverse sensibilit e convinzioni; d). Pu promuovere direttamente o in collaborazione con altri sodalizi lo sviluppo delle iniziative culturali, turistiche, sportive, ambientalistiche; e). Ricerca momenti di confronto con le forze presenti nella societ, nella valorizzazione dei diversi ruoli, con le istituzioni pubbliche con gli enti locali ed enti culturali, turistici e sportivi per contribuire alla realizzazione di progetti che si collocano nel quadro di una programmazione territoriale delle attivit dei tempo libero e dello sport. ART. 3 - CARATTERISTICHE DELLASSOCIAZIONE a) E' un istituto unitario ed autonomo; amministrativamente indipendente; diretto democraticamente attraverso il Consiglio Direttivo eletto da tutti i soci, che in quanto tali ne costituiscono la base sociale; b) Non ha finalit di lucro, intesa anche come divieto di ripartire utili o avanzi di gestione, nonch fondi, riserve, capitali e/o proventi fra gli associati in forme indirette o differite; c) Gli impianti, i servizi, le strutture, le attivit promosse o organizzate sono a disposizione di tutti i soci, i quali hanno diritto di fruirne liberamente nel rispetto di eventuali appositi regolamenti; d) Con i regolamenti /sono eventualmente disciplinate le modalit di partecipazione e di fruizione dei familiari e dei soci; e) In considerazione della pluralit dei suoi fini e delle sue attivit, pu articolarsi in sezioni specializzate e gruppi di interesse; f) I compiti, i livelli di responsabilit, le norme di funzionamento delle sezioni specializzate, dei gruppi di interesse e degli altri organismi in cui si articola, possono essere stabiliti da appositi regolamenti tenendo conto della normativa vigente. ART. 4 - SOCI a) Possono essere soci tutti i cittadini che ne condividano le finalit; b) Le richieste di iscrizione vanno indirizzate al Consiglio Direttivo su modulo a ci predisposto; e) Sono eleggibili alle cariche sociali tutti i soci in regola con le quote associative. Per le cariche che comportano responsabilit civili o verso terzi, sono eleggibili soci che hanno raggiunto la maggiore et; d) I soci sono tenuti:

- al pagamento della quota sociale annuale decisa dall'Assemblea. Tale quota non trasmissibile n rivalutabile; - alla osservanza dello Statuto e degli eventuali regolamenti interni; e) I soci possono essere sospesi, espulsi o radiati per i seguenti motivi: - qualora non ottemperino alle disposizioni del presente statuto ed alle deliberazioni prese dagli organi sociali; - qualora si rendano morosi nel pagamento della quota sociale senza giustificato motivo; - qualora in qualche modo arrechino danni morali o materiali all'associazione; Non sono ammesse partecipazioni temporanee alla vita associativa. Art. 5 - GLI ORGANI Sono organi dellassociazione a) L'Assemblea; b) Il Consiglio Direttivo; c) Il Presidente. d) Il Collegio dei Revisori dei Conti (facoltativo) e) Il Collegio dei Probiviri (facoltativo). ART. 6 - L'ASSEMBLE a) L'Assemblea - organo sovrano dell'associazione - composta da tutti i soci in regola con i versamenti. Non sono ammesse deleghe. b) L'Assemblea: - approva il Bilancio preventivo, il rendiconto economico e finanziario consuntivo ed il rendiconto patrimoniale; - approva il programma annuale e pluriennale di iniziativa, di attivit e di investimenti ed eventuali interventi straordinari; - decide l'importo della quota associativa annuale; - elegge gli Organi del Circolo; - delibera la costituzione di servizi e di altri organismi e decide su eventuali controversie relative ai diversi regolamenti e sulla loro compatibilit con i principi ispiratori dello Statuto; - decide sulle eventuali irregolarit riscontrate dal Collegio dei Sindaci Revisori; - esamina i ricorsi presentati da soci avverso le decisioni dei Collegio dei Probiviri; - apporta le modifiche allo Statuto. c) L'Assemblea - sia ordinaria che straordinaria - regolarmente costituita con la presenza di met pi uno dei soci. d) In seconda convocazione, l'Assemblea ordinaria regolarmente costituita qualunque sia il numero degli intervenuti e delibera validamente a maggioranza assoluta dei soci presenti; e) La seconda convocazione dell'Assemblea pu aver luogo almeno un giorno dopo la prima; f) L'Assemblea convocata dal Consiglio direttivo in via ordinaria almeno due volte l'anno: in via straordinaria su richiesta di almeno 1/10 della base sociale o su richiesta del Collegio sindacale espressa all'unanimit. In questi casi l'Assemblea dovr essere convocata entro 30 gg. dalla data in cui viene richiesta; g) L'annuncio della convocazione dovr essere comunicato ai soci almeno 10 giorni prima mediante avviso affisso, nella bacheca della sede sociale, specificando la data, l'ora e la sede della riunione, nonch l'ordine del giorno in discussione; h) L'Assemblea, sia ordinaria che straordinaria, presieduta da un Presidente nominato dall'Assemblea stessa; le deliberazioni adottate dovranno essere riportate su apposito libro dei verbali; i) Le votazioni sull'argomento all'ordine dei giorno, dirette e personali, possono avvenire per alzata di mano o a scrutinio segreto, qualora ne faccia richiesta 1/3 dei presenti; J) L'Assemblea per il rinnovo degli organi: - stabilisce il numero dei membri del Consiglio Direttivo composto di norma: da un minimo di tre ad un massimo di undici e, nel caso siano organi previsti, dai membri del Collegio dei Sindaci Revisori (tre effettivi e due supplenti) ed il numero dei membri dei Collegio dei Probiviri (tre effettivi e due supplenti) sulla base dell'entit numerica del corpo sociale;

- elegge il comitato elettorale per adempiere a tutte le operazioni inerenti il voto; - approva l'eventuale regolamento per le elezioni stabilendo criteri che garantiscono i diritti delle minoranze. k) Le elezioni si svolgono a scrutinio segreto con le modalit che favoriscono la partecipazione dell'intero corpo sociale; l) il Presidente dell'Assemblea comunica agli eletti i risultati delle elezioni e convoca entro 15 giorni il Consiglio Direttivo per I' assegnazione delle cariche; m) La riunione dei Consiglio direttivo presieduta dal Consigliere che ha ricevuto il maggior numero di suffragi, in mancanza del secondo e cos via; il Consiglio Direttivo uscente resta in carica per l'ordinaria amministrazione; n) Le deliberazioni dell'assemblea ed i rendiconti economici e finanziari saranno resi noti ai soci con le medesime modalit previste per la sua convocazione. ART. 7 - IL CONSIGLIO DIRETTIVO a) Il Consiglio Direttivo elegge al suo interno: il presidente, ed eventualmente uno o pi vicepresidenti, il segretario e l'amministratore; b) Il Consiglio Direttivo, inoltre fissa le responsabilit dei consiglieri in ordine alle attivit svolte per il conseguimento dei propri fini; C) Il Consiglio Direttivo, per compiti operativi nelle sezioni, nei gruppi di interesse e negli altri suoi organismi, pu avvalersi dell'attivit volontaria anche di cittadini non soci, in grado, per competenze specifiche, di contribuire alla realizzazione di specifici programmi; d) Il Consiglio Direttivo pu avvalersi di commissioni di lavoro, da esso nominate; e) Il Consiglio Direttivo dura in carica, di norma, quattro anni. Ove venisse a mancare, per qualsiasi motivo, un membro del Consiglio Direttivo, gli subentra il primo dei non eletti; f) Il Consigliere che, salvo giustificate cause di forza maggiore, non interviene a 3 riunioni consecutive del Consiglio Direttivo, viene dichiarato decaduto; g) Il Consiglio Direttivo convocato dal Presidente in via ordinaria di norma 4 volte l'anno, ed in via straordinaria, su richiesta di almeno un terzo dei suoi membri o su richiesta dei Collegio dei Sindaci Revisori; h) Le sedute del Consiglio Direttivo sono presiedute dal Presidente; i) Il Consiglio Direttivo: - formula i programmi di attivit sociale previsti dallo Statuto e li sottopone all'Assemblea; - attua le deliberazioni dell'Assemblea; - decide l'importo delle quote suppletive per determinati servizi (giochi da tavolo, piscina, campi sportivi, biblioteca, ecc); - propone all'Assemblea il regolamento di applicazione della Statuto; - definisce i regolamenti delle sezioni, dei gruppi e degli altri organismi in cui si articola secondo le indicazioni dell'Assemblea; - decide sulle eventuali controversie che dovessero insorgere fra i soci e sulle eventuali misure disciplinari da infliggere ai soci; - decide le forme e le modalit di partecipazione alle attivit organizzate nella zona e l'apertura delle proprie attvit alle forze sociali ed ai singoli cittadini. ART. 8 - IL PRESIDENTE a) Il Presidente il legale rappresentante dellassociazione e la rappresenta nei rapporti esterni personalmente o a mezzo di suoi delegati; - convoca e presiede il Consiglio Direttivo; - cura l'attenzione delle delibere del Consiglio Direttivo; - stipula gli atti inerenti l'attivit; b) In caso di impedimento o di prolungata assenza dei Presidente, il vicepresidente lo sostituisce nei suoi compiti. c) Il Presidente uscente tenuto a dare regolari consegne organizzative, finanziarie e patrimoniali al nuovo Presidente, entro 20 glomi dalla elezione di questi; tali consegne devono risultare da apposito processo verbale che deve essere portato a conoscenza del Consiglio Direttivo alla prima riunione.

ART. 8-bis IL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI a) Il Collegio dei Sindaci Revisori dei Conti si compone di tre membri eletti dallassemblea con le stesse modalit del Consiglio Direttivo e durano in carica per lo stesso periodo ma che non decadono se questi dovesse decadere, per qualsiasi ragione, anticipatamente; b) Alla prima riunione i Sindaci eleggono un Presidente che convoca e presiede le riunioni; c) Il Collegio dei Revisori dei Conti ha il compito di verificare periodicamente la contabilit, la cassa e linventario dei beni mobili ed immobili. Ha altres il compito di esaminare e controllare il conto consuntivo e di redigere una relazione allassemblea sui contenuti del bilancio consuntivo; d) I Revisori dei Conti possono partecipare alle riunioni del Consiglio Direttivo con voto consultivo. ART.8-ter IL COLLEGIO DEI PROBIVIRI a) Il Collegio dei Probiviri composto da tre membri effettivi ed un supplente nominati dallassemblea dei soci tra i soci stessi e dura in carica per lo stesso periodo. b) Il Collegio dei Probiviri, di propria iniziativa o su richiesta scritta di un organo o di un socio dellassociazione, valuta eventuali infrazioni statutarie compiute da singoli soci o dagli organi dellassociazione, deliberando i provvedimenti del caso; c) Il Collegio svolge, inoltre funzioni arbitrali per la risoluzione di eventuali controversie interne allassociazione, se richiesto dalle parti; d) Al Collegio dei Probiviri spetta il compito di convocare lassemblea generale dei soci in caso di omissione da parte del Consiglio Direttivo. ART. 9 - DIMISSIONI a) I soci possono dare le dimissioni in qualsiasi momento purch non siano pendenti impegni economici assunti dall'Assemblea per investimenti ed interventi straordinari. Le dimissioni da socio devono essere presentate per iscritto al Consiglio Direttivo. Il socio dimissionario tenuto alla restituzione della tessera all'atto della presentazione delle dimissioni; b) Le dimissioni da organismi, incarichi e funzioni debbono essere espresse per iscritto al Consiglio Direttivo. Il Consiglio Direttivo ha facolt di discutere e di chiedere eventuali chiarimenti prima di ratificare; c) In caso dimissioni dal Consiglio Direttivo, subito dopo la ratifica da parte dell'organo spesso spetta al Presidente dare comunicazione al subentrante (o ai subentranti) delle variazioni avvenute. ART. 10 - GRATUITA' DEGLI INCARICHI a) Le funzioni di membro dei Consiglio Direttivo, del Collegio Sindacale, del Collegio dei Probiviri e degli Organi delle sezioni, Societ e gruppi o gli incarichi svolti dai cittadini che prestano attivit volontaria sono completamente gratuite; b) Eventuali rimborsi spese, dovranno essere concordati e definiti specificatamente con il Consiglio Direttivo ed iscritti nel bilancio dei Circolo. ART. 11 - PATRIMONIO E BILANCIO a) Il Patrimonio sociale dell'associazione costituito da: - proventi da tesseramento; - eventuali versamenti dei soci, dei loro familiari e di tutti coloro che fruiscono delle iniziative; - eventuali contributi pubblici; - proventi delle manifestazioni e delle gestioni dei Circolo o della Societ sportiva; - donazioni, lasciti, elargizioni speciali, sia di persone che di Enti Pubblici o privati, concessi senza condizioni che limitino l'autonomia dei sodalizio; - beni mobili e immobili di propriet.

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ART. 12 - ESERCIZI SOCIALI a) Gli esercizi sociali si chiudono al 31 dicembre di ogni anno; b) Alla fine di ogni esercizio il Consiglio Direttivo redige il rendiconto economico e finanziario che deve essere presentato alla approvazione dell'Assemblea entro il 31 marzo successivo. ART. 13 - RESPONSABILITA'AMMINISTRATIVE a) Per le operazioni di carattere amministratvo, economico e finanziario, oltre alla firma del Presidente pu essere richiesta quella dell'Amministratore; b) Il Consiglio Direttivo pu peraltro nominare un altro componente per le incombenze di cui sopra in sostituzione, in caso di assenza o di impedimento dei responsabili. ART. 14 - MODIFICHE STATUTARIE a) Il presente Statuto pu essere modificato con decisione dell'Assemblea; b) Sia in prima convocazione che in seconda convocazione le variazioni sono approvate dalla maggioranza dei presenti purch questi rappresentino il 50% pi uno del corpo sociale. c) Per le variazioni imposte da futura legislazione civile o fiscale competente il Consiglio Direttivo. ART. 15 - SCIOGLIMENTO DELL'ASSOCIAZIONE a) Lo scioglimento pu avvenire con decisione dell'Assemblea e con il voto favorevole di almeno 3/4 dei soci presenti all'Assemblea purch questi rappresentino almeno il 50% pi uno del corpo sociale; b) In caso di scioglimento il patrimonio residuo, dopo la liquidazione dovr essere devoluto ad associazione similare o a fini di utilit sociale; c)La scelta del beneficiario deliberata dall'Assemblea su proposta del Consiglio Direttivo, con la maggioranza qualificata prevista per lo scioglimento del sodalizio. ART. 16 Per quanto non contenuto nel presente Statuto valgono le norme contenute nello Statuto Nazionale dell'ENDAS ed eventualmente nel regolamento per i CRAS ed in ultima istanza dalle leggi in materia.

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Atto costitutivo di associazione sportiva (di nuova costituzione) "_______________________________________________"


Lanno ............................... il giorno ............................... alle ore.....................................presso il locale situato in via.. ...............................................................n........................... .............. di............................... si sono riuniti, per costituire unassociazione sportiva i seguenti signori: 1)................nato a..il..e residente ain vian..cf.. 2)................nato a..il..e residente ain vian..cf.. 3)................nato a..il..e residente ain vian..cf.. 4).................................................................. (Elencare tutte le persone presenti alla riunione) I presenti chiamano a presiedere la riunione il Sig. .......................................................... il quale a sua volta nomina a segretario il Sig. ......................................................................... Il Presidente riassume i motivi che hanno spinto i presenti a farsi promotori della costituzione dellassociazione, del resto oggetto di incontri preliminari. Il presidente d inoltre lettura della bozza di Statuto della costituenda associazione in precedenza distribuito ai convenuti. Tale Statuto stabilisce in particolare che ladesione allassociazione libera, che il suo funzionamento basato sulla volont democraticamente espressa dai soci, che le cariche sociali sono elettive, che assolutamente escluso ogni scopo di lucro, che fatto divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonch fondi, riserve o capitale, che la quota sociale non trasmissibile n rivalutabile e che in caso di scioglimento i beni comuni saranno destinati ad altra associazione sportiva o a finalit di utilit sociale. Dopo ampia discussione la costituzione dellassociazione e lo statuto sociale, questi nella stesura allegata al presente verbale, vengono approvati allunanimit Il presidente d inoltre lettura dello statuto dellEnte Nazionale Democratico di Azione Sociale (ENDAS) riconosciuto dal CONI quale Ente di Promozione Sportiva ai fini sportivi e dal Ministero dellInterno quale associazione assistenziale. Nella considerazione dei comuni scopi il Presidente propone che lassociazione dia la sua adesione all ENDAS nazionale adottandone la tessera nazionale quale tessera sociale dellassociazione. La proposta, dopo ampia discussione, viene messa ai voti ed approvata allunanimit. I presenti deliberano inoltre che lassociazione venga denominata: ...........................................................,associazione sportiva dilettantistica con sede in .................................................... Via .............................................................. ed allunanimit eleggono i seguenti signori a componenti il Consiglio Direttivo provvisorio, Consiglio che sar

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modificato o ratificato in successive apposite elezioni. * Presidente * V. Presidente * Segretario .............................................................. .............................................................. ..............................................................

* Consiglieri ..............................................................

Alle ore........................................... non essendovi altri argomenti allo.d.g. e non avendo alcuno chiesto la parola, il presidente scioglie lassemblea. Il Segretario ......... I Presenti .. .. .. .. . .. . Il Presidente dellassemblea .............................................

Da stilare in duplice copia su carta uso bollo ed applicare una marca da bollo da 14,62 ogni 4 pagine. Decidere poi se renderlo pubblico (notaio),autentificarlo (notaio) o depositarlo allUfficio Unico delle Entrate per la sua registrazione negli atti privati.

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STATUTO DELLASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA


ARTICOLO 1

Costituzione, denominazione e durata E costituita una Associazione Sportiva Dilettantistica nella forma della associazione priva di personalit giuridica disciplinata dagli articoli 36 e seguenti del codice civile. LAssociazione assume la denominazione di .. - Associazione Sportiva Dilettantistica LAssociazione Sportiva Dilettantistica ha la propria sede sociale nel Comune di in via. ed aderisce allEndas del quale accetta lo Statuto ed i regolamenti. Altres si impegna ad osservare le norme e i regolamenti del Coni, delle Federazioni Sportive e delle Discipline associate alle quali eventualmente aderisce . La durata illimitata. ARTICOLO 2 Caratteristiche LAssociazione Sportiva Dilettantistica autonoma e amministrativamente indipendente, caratterizzata dalla democraticit della struttura e garantisce luguaglianza di tutti i soci. LAssociazione Sportiva Dilettantistica non persegue finalit di lucro e gli eventuali utili sono destinati interamente alla realizzazione degli scopi istituzionali, con divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonch fondi, riserve o capitale durante la vita dellAssociazione Sportiva Dilettantistica, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge. ARTICOLO 3 Scopi e attivit LAssociazione Sportiva Dilettantistica, attraverso i metodi del libero associazionismo, ha il compito fondamentale di promuovere e gestire attivit sportive dilettantistiche e motorio sportive compresa lattivit didattica per lavvio, laggiornamento ed il perfezionamento dellattivit sportiva. Pu altres svolgere attivit culturali, ambientali, ricreative, turistiche, assistenziali, di prevenzione sanitaria. Si propone, inoltre, come centro permanente di vita associativa, di favorire la partecipazione dei propri soci alla vita della comunit per la realizzazione di interessi a valenza collettiva. A tal fine lAssociazione Sportiva Dilettantistica potr: a) attivare rapporti e sottoscrivere convenzioni con Enti pubblici per gestire impianti sportivi, culturali e ricreativi con annesse aree di verde pubblico attrezzato, nonch collaborare per lo svolgimento di progetti, manifestazioni e iniziative culturali, sportive, ricreative ed assistenziali; b) allestire e gestire bar, mense e punti di ristoro, collegati alla propria sede e/o ai propri impianti anche in occasione di manifestazioni; c) esercitare, in via meramente marginale ed occasionale, senza scopi di lucro, attivit di natura commerciale per autofinanziamento, osservando le normative amministrative e fiscali vigenti. LAssociazione Sportiva Dilettantistica diffonde gli ideali associativi e la conoscenza delle attivit svolte nelle forme pi idonee in relazione alle proprie potenzialit ed ai destinatari dellinformazione, eventualmente anche attraverso notiziari periodici ed attivit editoriali. LAssociazione Sportiva Dilettantistica non ha fini politico-partitici, religiosi o razziali. ARTICOLO 4 Soci AllAssociazione Sportiva Dilettantistica possono aderire tutti i cittadini di ambo i sessi che si impegnino a contribuire alla realizzazione degli scopi sociali e ad osservare il presente statuto, i regolamenti e le deliberazioni degli organi statutari. I soci sono tenuti al pagamento della quota sociale annuale. Tale quota non trasmissibile n rivalutabile. I soci, nel rispetto degli appositi regolamenti, hanno diritto di frequentare i locali e le strutture dellAssociazione Sportiva Dilettantistica, di usufruire dei relativi servizi e di partecipare a tutte le attivit e manifestazioni indette dal circolo stesso. Il rapporto associativo e le modalit associative sono volte a garantire leffettivit del rapporto medesimo. Tutti i soci maggiori di et hanno diritto di voto ed il diritto ad essere eletti alle cariche sociali purch: - abbiano cittadinanza italiana o di un Paese della U.E. - siano in regola con il pagamento delle quote associative; - non abbiamo riportato condanne penali passate in giudicato per delitti non colposi e non siano assoggettati da parte dellENDAS , del CONI o di una qualsiasi delle altre federazioni cui lassociazione svolge attivit, a squalifiche o sospensioni per periodi complessivamente superiori ad un anno. Non sono ammessi soci temporanei. ARTICOLO 5

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Criteri di ammissione e esclusione dei soci Lammissione allAssociazione Sportiva Dilettantistica subordinata alle seguenti norme: a) presentazione della domanda; b)accettazione del presente statuto, degli eventuali regolamenti interni e delle deliberazioni prese dagli organi sociali. Il Consiglio direttivo cura lannotazione dei nuovi aderenti nel libro dei soci dopo che gli stessi avranno versato la quota associativa. La domanda di ammissione a socio presentata da minorenne dovr essere controfirmata dallesercente la patria potest. Il genitore che sottoscrive la domanda rappresenta il minore a tutti gli effetti nei confronti dellAssociazione Sportiva Dilettantistica e risponde verso lo stesso per tutte le obbligazioni dellassociato minorenne. La qualit di socio si perde per recesso, espulsione o decesso. I soci possono essere sospesi. Il recesso da socio deve essere comunicato per iscritto. Il Consiglio direttivo ne prende atto nella sua prima riunione utile e provvede alla cancellazione dal libro dei soci. Lespulsione o la sospensione di un socio pu essere adottata dal Consiglio direttivo a maggioranza assoluta dei suoi membri, per i seguenti motivi: a) comportamento gravemente contrastante con gli scopi dellAssociazione Sportiva Dilettantistica o con le norme del presente statuto; b) infrazioni gravi ai regolamenti o non ottemperanza alle deliberazioni degli organi dellAssociazione Sportiva c) Dilettantistica;mancato pagamento delle quote associative; d) aver arrecato volontariamente danni morali o materiali allAssociazione Sportiva Dilettantistica. In ogni caso, prima di procedere allespulsione o alla sospensione devono essere contestati per iscritto al socio gli addebiti che allo stesso vengono mossi, consentendo facolt di replica. I soci espulsi possono ricorrere contro il provvedimento del Consiglio, il ricorso verr esaminato dallAssemblea nella prima riunione ordinaria. Per tutte le controversie insorgenti fra lassociazione ed i soci e tra i soci medesimi gli iscritti si impegnano allesclusiva competenza degli organi interni allassociazione. ARTICOLO 6 Organi dellAssociazione Sportiva Dilettantistica Sono organi dellAssociazione Sportiva Dilettantistica: a) l Assemblea dei soci; b) il Consiglio direttivo; c) il Presidente. d) Il Collegio dei revisori dei conti (facoltativo) e) Il Collegio dei Probiviri (facoltativo) Tutte le cariche vengono ricoperte a titolo gratuito. ARTICOLO 7 LAssemblea generale LAssemblea generale dei soci lorgano sovrano dellassociazione ed composta da tutti i soci. Lassemblea pu essere ordinaria e straordinaria ed convocata dal Presidente previa determinazione del Consiglio direttivo. LAssemblea straordinaria inoltre convocata dal Presidente su richiesta motivata di 1/10 della base sociale; in questultimo caso lAssemblea dovr aver luogo entro 30 giorni dalla data in cui viene richiesta. LAssemblea ordinaria viene convocata almeno una volta allanno entro quattro mesi dalla chiusura dellesercizio sociale e adempie ai seguenti compiti: - approva gli indirizzi e le linee generali del programma di attivit per lanno sociale; - elegge il Consiglio direttivo e ne stabilisce il numero dei componenti; - delibera sulle questioni attinenti alla gestione sociale che eccedono lordinaria amministrazione; - delibera eventuali regolamenti interni e le loro variazioni; - decide limporto della quota associativa annuale; - approva il bilancio preventivo ed il rendiconto economico, finanziario e patrimoniale dellanno precedente; - decide su eventuali controversie relative ai regolamenti e sulla loro compatibilit con i principi ispiratori dello statuto; - esamina i ricorsi presentati dai soci avverso le decisioni di espulsione adottate dal Consiglio direttivo; - delibera le modifiche al presente statuto. Le convocazioni dellAssemblea ordinaria sono effettuate con avviso scritto esposto presso la sede dellAssociazione Sportiva Dilettantistica almeno 20 giorni prima della data fissata. LAssemblea straordinaria convocata con avviso scritto spedito per lettera raccomandata al domicilio di ogni socio almeno 10 giorni prima della data fissata. Gli avvisi di convocazione debbono contenere: lordine del giorno, la data, lorario ed il luogo della prima e delleventuale seconda convocazione. Tra la prima e la seconda convocazione deve intercorrere un intervallo non inferiore a tre ore.

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LAssemblea sia ordinaria che straordinaria validamente costituita in prima convocazione quando sia presente o rappresentata la met pi uno dei soci; in seconda convocazione lAssemblea validamente costituita qualunque sia il numero dei soci intervenuti o rappresentati, tranne nei casi di modifica dello statuto o di scioglimento dellAssociazione Sportiva Dilettantistica per cui si richiede la presenza della maggioranza dei soci ed il voto favorevole di almeno 3/4 dei presenti. LAssemblea, sia ordinaria che straordinaria, presieduta da un Presidente nominato dallAssemblea stessa. Le votazioni possono avvenire per alzata di mano o per scrutinio segreto quando ne faccia richiesta 1/5 dei presenti. In caso di votazioni a scrutinio segreto vengono nominati dallAssemblea tre scrutatori con il compito di sovrintendere alle operazioni di voto. Per lelezione del Consiglio direttivo la votazione avviene di norma a scrutinio segreto. Di ogni Assemblea si dovr redigere apposito verbale firmato da chi ha presieduto lAssemblea stessa e dal verbalizzante. Le deliberazioni ed i rendiconti sono pubblicizzati ai soci con lesposizione per 10 giorni dopo lapprovazione nella sede dellAssociazione Sportiva Dilettantistica. ARTICOLO 8 Il Consiglio direttivo Il Consiglio direttivo composto da un minimo di 3 ad un massimo di 11 consiglieri eletti fra i soci. Il consiglio direttivo rimane in carica 2 anni (o 1 o 4 anni ) ed i suoi componenti sono rieleggibili. Il Consiglio elegge al suo interno il Presidente ed il Vice Presidente. Il Consiglio pu attribuire incarichi particolari ai suoi componenti e costituire commissioni e settori di attivit. I membri del Consiglio Direttivo non possono ricoprire cariche sociali in altre associazioni e/o societ sportive dilettantistiche nellambito della medesima disciplina. Nel caso in cui per dimissioni o altre cause uno o pi componenti il Consiglio decadano dallincarico, il Consiglio pu provvedere alla loro sostituzione nominando i primi fra i non eletti, che rimangono in carica fino allo scadere dellintero Consiglio. In caso ci non fosse possibile, il Consiglio pu nominare altri soci che rimangono in carica fino alla successiva Assemblea che ne delibera leventuale ratifica. Ove decada oltre la met dei membri del Consiglio, lAssemblea deve procedere alla nomina di un nuovo Consiglio. Il consigliere che, fatte salve giustificate cause di forza maggiore, non interviene a tre riunioni consecutive del Consiglio direttivo viene dichiarato decaduto. Il Consiglio convocato dal Presidente di propria iniziativa o su richiesta di almeno 1/3 dei consiglieri. Il Consiglio validamente costituito se presente la maggioranza dei consiglieri e delibera validamente con il voto favorevole della maggioranza dei presenti. Le riunioni vengono verbalizzate ed i verbali, sottoscritti dal Presidente e dal verbalizzante, sono conservati agli atti. Il Consiglio Direttivo ha il compito di: - redigere i programmi delle attivit sulla base delle indicazioni e delle linee approvate dallAssemblea dei soci; - curare lesecuzione delle deliberazioni dellAssemblea; - redigere il bilancio di previsione ed il rendiconto economico, finanziario e patrimoniale; - deliberare sulle domande di ammissione dei soci; - formulare gli eventuali regolamenti interni da sottoporre allapprovazione dellAssemblea; - favorire la partecipazione dei soci allattivit dellAssociazione Sportiva Dilettantistica; - provvedere agli affari di ordinaria amministrazione, ivi compresa la determinazione delle quote suppletive per lutilizzazione di determinati servizi o per la partecipazione a determinate attivit; - adottare i provvedimenti di sospensione ed altri eventuali provvedimenti disciplinari previsti dai regolamenti. Le convocazioni del Consiglio debbono essere effettuate con avviso scritto da recapitarsi almeno 5 giorni prima della data della riunione, tale avviso deve contenere lordine del giorno, la data, lorario ed il luogo della seduta. ARTICOLO 9 Il Presidente Il Presidente eletto dal Consiglio direttivo. Al Presidente attribuita la rappresentanza legale dellAssociazione Sportiva Dilettantistica sia di fronte ai terzi che in giudizio. Il Presidente ha il compito di presiedere il Consiglio direttivo e di curare lattuazione delle deliberazioni assunte. In caso di sua assenza o impedimento le sue funzioni sono svolte dal Vice Presidente. Il Presidente uscente tenuto a dare regolari consegne organizzative, finanziarie e patrimoniali al nuovo Presidente, entro venti giorni dalla elezione di questi; di tali consegne deve essere redatto verbale che deve essere portato a conoscenza del Consiglio direttivo alla sua prima riunione. ARTICOLO Il Collegio dei revisori dei conti (facoltativo) 1) Il Collegio Sindacale, qualora eletto, costituito da tre membri , elegge nel suo seno il Presidente del Collegio, esercita il controllo amministrativo su tutti gli atti di gestione compiuti dallassociazione, accerta che la contabilit sia tenuta secondo le norme prescritte, esamina i bilanci e propone eventuali modifiche, accerta periodicamente la consistenza di cassa, lesistenza dei valori e dei titoli di propriet sociale e di

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quelli ricevuti dallassociazione a titolo cauzionale. 2) I Sindaci vengono nominati per la durata di 4 anni , possono essere confermati, sostituiti e revocati con le stesse modalit previste per i membri del Consiglio Direttivo. 3) I Sindaci sono tenuti a verbalizzare i propri atti. 4) Il Collegio sindacale non decade in caso di decadenza del Consiglio direttivo. ARTICOLO Il Collegio dei Probiviri (facoltativo) 1)Il Collegio dei Probiviri, qualora eletto, costituito da tre membri effettivi e due supplenti, elegge fra i suoi membri effettivi il Presidente, dura in carica quattro anni e delibera senza obblighi di forma ed in via inappellabile. 2) Al Collegio dei Probiviri, indipendentemente dal numero delle parti,sono affidate tutte le controversie tra lassociazione e gli associati, e tra gli associati medesimi, ivi comprese le questioni statutarie. 3) Tutti gli associati hanno diritto di inviare per iscritto reclami al Collegio dei Probiviri, in relazione alle attivit dellassociazione. 4) Il Collegio delibera in ordine alle materie ed alle questioni di propria competenza a norma del presente statuto e provvede a comunicare per iscritto le proprie deliberazioni agli interessati. 5) Tutti gli associati sono tenuti ad uniformarsi alle deliberazioni assunte dal Collegio dei Probiviri per le questioni di rispettiva competenza. 6) Il Collegio dei Probiviri, nel rispetto di attribuzioni e competenze di tali organi, potr fornire indicazioni e raccomandazioni al Consiglio Direttivo e allassemblea al fine di garantire lattuazione dello Statuto. 7) Delle riunioni del Collegio dei Probiviri deve essere redatto verbale. 8) Il Collegio dei Probiviri non decade in caso di decadenza de Consiglio Direttivo.

ARTICOLO 10 Patrimonio I mezzi finanziari sono costituiti dalla quote associative, dai contributi di enti ed associazioni, da lasciti, donazioni e liberalit, dai proventi derivanti dalle attivit organizzate, dai beni mobili ed immobili di propriet. Gli eventuali utili di gestione debbono essere reinvestiti per finalit istituzionali. ARTICOLO 11 Anno sociale Lanno sociale e lesercizio finanziario iniziano il primo gennaio e terminano il 31 dicembre di ciascun anno (o diverso periodo scelto dallAssociazione Sportiva Dilettantistica). ARTICOLO 12 Modifiche dello Statuto Il presente statuto pu essere modificato dallAssemblea dei soci con le modalit di cui al precedente art. 7. Le variazioni statutarie imposte da futura legislazione civile o fiscale possono essere deliberate dal Consiglio direttivo e presentate, per la ratifica, alla prima Assemblea. ARTICOLO 13 Scioglimento dellAssociazione Sportiva Dilettantistica In caso di scioglimento dellAssociazione Sportiva Dilettantistica, il patrimonio verr devoluto ad altra Associazione con finalit analoghe o a fini di utilit sociale, fatta salva diversa destinazione imposta dalla legge. La scelta deliberata dallAssemblea. ARTICOLO 14 Rinvio Per quanto non convenuto nel presente statuto valgono le norme contenute nello statuto nazionale dellEndas, nel regolamento dei C.R.A.S. ed in ultima istanza le norme previste della leggi in materia.

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NORMATIVA GENERALE DELLE SEZIONI Approvata nella seduta dellassemblea dei soci del. (art. Statuto) Premessa. Il presente regolamento intende disciplinare i compiti, i livelli di responsabilit, le norme di funzionamento e le modalit di svolgimento delle attivit delle sezioni, previste dallart. . dello Statuto Sociale (che rimane il riferimento normativo principale) in cui si articola lassociazione. Art. 1. Per costituire una sezione il gruppo di soci interessato deve presentare richiesta al C.D., accompagnata da un progetto di attivit. Il C.D. valuta la richiesta, anche nei suoi aspetti economici ed autorizza la costituzione della sezione, determinando altres ove possibile, lo stanziamento iniziale a favore della costituenda sezione. Art. 2. Ogni socio dellassociazione ha il diritto di far parte delle sezioni, Per entrare a far parte di una sezione il socio deve presentare richiesta scritta, dichiarando di accettare il regolamento della sezione. Art. 3. La sezione, per divenire operativa, deve dotarsi di un proprio regolamento che deve rispecchiare i principi statutari dellassociazione e deve essere approvato dal C.D. Il C.D. pu predisporre un regolamento-tipo per tutte le sezioni dellassociazione. In questo caso ogni sezione ha facolt di richiedere al C.D. emendamenti al proprio regolamento. Art. 4. Il Regolamento delle sezioni deve prevedere: - lassemblea ordinaria annuale dei propri aderenti; - la possibilit di convocare assemblee straordinarie; - la firma negli atti economici del responsabile di sezione e di un cassiere-economo (nel caso di piccole sezioni le due responsabilit possono essere unificate in una sola persona). 37

Art. 5. LAssemblea di sezione: - elegge il rappresentante della sezione e il cassiere-economo e fissa le modalit elettorali; - ha facolt di discutere ed approvare il programma di attivit; - ha facolt di discutere ed approvare il bilancio della sezione: - ha facolt di inviare ordini del giorno al C.D. dellassociazione, il quale tenuto a discuterne. Art. 6. Il responsabile di sezione: - dirige e rappresenta la sezione nei confronti del C.D. e, se autorizzato dallo stesso, anche nei confronti di terzi; - convoca, in accordo con il Presidente dellassociazione, lassemblea che sar presieduta da un membro designato dal C.D.; - organizza e cura la realizzazione delle attivit della sezione. Ne cura la pubblicazione nellambito della sezione e, in accordo con la Segreteria organizzativa dellassociazione, anche presso i soci delle altre sezioni; - cura che i soci che partecipano alle attivit siano regolarmente coperti da assicurazione in relazione ai rischi connessi allattivit stessa e, nel caso di attivit fisico-motoria, sia regolarmente documentata la loro idoneit fisica mediante certificazione medica: - sorveglia la conservazione ed il corretto utilizzo dei beni affidati alla sezione; cura, in accordo con il Presidente dellassociazione, i contatti con altre associazioni per la

realizzazione di iniziative comuni; - predispone e sottoscrive il bilancio preventivo della sezione e lallegata relazione; - sottoscrive il rendiconto consuntivo della sezione, dopo la firma del cassiere-economo, prima della presentazione dallAssemblea di sezione. Predispone e sottoscrive la relazione sullattivit svolta e quella economico finanziaria allegata al rendiconto

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esegue

ogni

altro

mandato

conferitogli

dallAssemblea

di

sezione

dal

C.D.

dellassociazione;Il responsabile uscente tenuto a dare regolari consegne al Presidente dellassociazione ed al nuovo responsabile entro 20 gg. dallelezione di questi. Tali consegne devono risultare da apposito verbale. Art. 7. Il cassiere-economo: - responsabile dei beni patrimoniali affidati alla sezione, dei quali consegnatario; - cura lamministrazione della sezione ed esegue tutte le operazioni relative; - predispone e sottoscrive il rendiconto annuale da presentare allAssemblea; - collabora con il responsabile alla predisposizione del bilancio preventivo; Nello svolgimento dei suoi compiti tenuto a seguire le indicazioni dellAmministratore dellassociazione. Art. 8 Il segretario organizzativo ha i seguenti compiti: - provvede alla redazione ed alla tenuta dei verbali delle riunioni; - cura la corrispondenza della Sezione; - cura laggiornamento dellelenco soci; - ha in consegna i libri sociali della Sezione; - quantaltro gli verr affidato dal responsabile della Sezione.

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CIRCOLO . (o POLISPORTIVA quale ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA) Regolamento della sezione sportiva dilettantistica . (approvata dal Consiglio Direttivo nella seduta del Atto costitutivo della sezione.
Lanno 200 nel mese di il giorno . alle ore .presso i locali. ..siti a ..in.. Via n., su iniziativa del Consiglio Direttivo del circolo si sono riuniti, ai sensi dellarticolo . dello Statuto del circolo (della polisportiva) e della normativa generale per le sezioni specializzate, i seguenti cittadini italiani, tutti soci della suddetta associazione, per costituire la sezione .. con lo scopo di praticare e diffondere la disciplina sportiva dilettantistica.: 1) cognome e nome ecc.

2) 3) I presenti chiamano a presiedere la riunione il Signor .., in quanto Presidente pro tempore del circolo., il quale, a sua volta, nomina Segretario il Sig .. Si da, quindi, lettura dello regolamento predisposto che stabilisce: 1. Che la sezione accoglie e fa propri i principi e le norme contenute nello Statuto sociale del circolo .., di cui parte integrante, con particolare riferimento ai seguenti principi: - ladesione allAssociazione libera; - il suo funzionamento basato sulla volont democraticamente espressa dai Soci e sul principio delle pari opportunit; - le cariche sociali sono elettive; - assolutamente escluso ogni scopo di lucro; - fatto divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonch riserve o capitali; - la quota sociale non trasmissibile n rivalutabile; - che, in caso di scioglimento, i beni comuni saranno destinati ad associazioni similari o a finalit di utilit sociale 2.Che la sede sociale della sezione in ., Via ..n., presso la sede sociale del circolo .. e, successivamente, presso le Sedi scelte da questa. 3. Che la sezione accetta come proprio lo Statuto del circolo cos come la normativa generale per le sezioni specializzate. 4. Che la sezione accetta come propri i componenti il Collegio dei Probiviri ed il Revisore dei Conti designati per il circolo.

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5. che la sezione accetta come proprio il garante della privacy del circolo. 6. Che la sezione, per facilitare il raggiungimento degli scopi sociali. Potr aderire a Ente di Promozione Sportiva o federazione sportiva. Dopo un attento esame di ciascun Articolo il Presidente mette ai voti lo Statuto che viene approvato allunanimit nella stesura allegata al presente atto. I convenuti decidono di denominare la sezione . - ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA Vengono, poi, eletti allunanimit membri del comitato : Presidente Vicepresidente Consigliere Consigliere Consigliere . . ..

Lincarico di tesoriere viene conferito allo stesso del circolo. Alle ore ..non essendovi altri argomenti allordine del giorno e non avendo nessun altro chiesto la parola, il Presidente scioglie lAssemblea. il Segretario dellAssemblea il Presidente dellAssemblea

i presenti:

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Regolamento
(Sezione di natura sportiva) ARTICOLO 1 - NATURA E SEDE
Ai sensi dellArticolo2 dello Statuto del circolo e della normativa generale delle sezioni specializzate costituita la Sezione denominata .. (di seguito indicata come SEZIONE) di cui parte integrante. La sede legale della sezione in .. presso .., Via . numero .., anche sede del circolo e, successivamente, presso le Sedi scelte da questa. La Sezione.., che regolata dallo Statuto del circolo oltre che dal presente regolamento, non ha scopo di lucro, apartitica, apolitica, aconfessionale, diretta democraticamente attraverso i suoi organi. La sezione si impegna a conformarsi e a rispettare le norme e le direttive del CONI nonch a rispettare e ad osservare lo Statuto dellEnte di Promozione Sportiva cui intende affiliarsi, ad esercitare con lealt le proprie attivit osservando i principi e le norme sportive ed a perseguire luguaglianza e la pari opportunit tra tutti i Soci. La sezione potr esplicare la propria attivit sullintero territorio nazionale e anche allestero.

ARTICOLO 2 - SCOPI E FINALITA


La sezione ha per scopo quello di favorire lo sviluppo della disciplina , fornendo adeguata assistenza ai propri associati e/o tesserati delle Organizzazioni nazionali di appartenenza. Essa ha, come sua finalit, quella di praticare e di diffondere la conoscenza del gioco, esaltando i valori dello sport, di affinare le qualit tecniche dei giocatori associati e di disciplinare l'attivit didattica e agonistica nel rispetto della lealt e correttezza nelle competizioni curando il rispetto delle norme antidoping secondo il regolamento delle Organizzazioni nazionali. Ci si realizza anche attraverso la promozione, la diffusione e lesercizio di attivit di promozione sportiva. Per il raggiungimento degli scopi sociali la sezione potr, pur non avendo fini di lucro, svolgere delle attivit economiche (vendita di materiale, organizzazione di eventi per conto terzi, sponsorizzazioni, pubblicit, ecc.) sia per i Soci, sia per Aziende e Enti purch inerenti ai propri scopi sociali. Gli eventuali utili andranno interamente reinvestiti per il proseguimento esclusivo dellattivit sociale. ARTICOLO 3 - SOCI Alla sezione possono aderire tutti i soci del circolo , di ambo i sessi, che si impegnino ad osservare il presente regolamento e le deliberazioni degli organi. I Soci sono tenuti al pagamento, oltre che della quota sociale annuale del circolo, di eventuali quote suppletive necessarie al funzionamento della sezione. I diritti e gli obblighi dei soci sono quelli, per quanto compatibili, derivanti dal vincolo statutario del circolo (primo fra tutti, il diritto al voto, attivo e passivo) e cio, nel rispetto degli appositi regolamenti, frequentare i locali e le strutture della sezione o i locali e le strutture dove essa si appoggia; usufruire dei relativi servizi e avvalersi di eventuali altre agevolazioni; frequentare tutte le sedi di gara del territorio nazionale, partecipare a tutte le attivit e manifestazioni indette dallAssociazione stessa e dalle Organizzazioni nazionali ed a

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partecipare, secondo le modalit che verranno, di volte in volta stabilite, alle manifestazioni indette dalla sezione e dalle organizzazioni nazionali delle varie discipline. ecc, ecc.;

3.1 - PROCEDURE PER AMMISSIONE A SOCI Per essere ammessi quali Soci della sezione, occorre: 1) essere gi Soci del circolo .

2) presentare la relativa domanda al Comitato. che decider circa laccettazione, nella sua prima riunione successiva alla domanda di ammissione e non sar tenuto a dare nessuna motivazione in caso di non accettazione della domanda. Dal momento della domanda e fino alla sua accettazione, al richiedente non riconosciuta nessuna qualifica. 3.2 - OBBLIGHI DEI SOCI I Soci hanno l'obbligo di: 1) osservare gli Statuti, i Regolamenti e le deliberazioni degli organi della sezione nonch quelli delle Organizzazioni nazionali cui aderisce, dalla stessa recepiti in quanto direttamente efficaci su ogni associato; 2) osservare gli Statuti, i Regolamenti e le deliberazioni del circolo

3) versare, nei tempi e nei modi stabiliti, le quote di tesseramento e le altre inerenti l'attivit sportiva e agonistica, nonch provvedere all'ottemperanza delle norme di attuazione in proposito emanate; 4) rispettare, reciprocamente, l'obbligo di lealt, probit e rettitudine. 3.3 - PERDITA DELLA QUALITA DI SOCIO E SANZIONI DISCIPLINARI I Soci cessano di far parte della sezione: 1) 2) 3) 4) per dimissioni; per espulsione; per mancato pagamento delle quote sociali dovute alla sezione; per decesso.

Le sanzioni sono irrogate dal Comitato e sono appellabili entro 30 (trenta) giorni dinanzi al Collegio dei Probiviri del circolo... Il Socio che non intende rinnovare la tessera della Federazione nazionale deve darne avviso entro il 30 novembre. Lespulsione di un Socio dalla sezione deliberata, a maggioranza, dal Comitato per i seguenti motivi: 1) 2) comportamento contrastante con gli scopi e il regolamento del circolo; comportamento contrastante con gli scopi e lo Statuto delle Organizzazioni nazionali;

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3) gravi infrazioni ai regolamenti o mancata ottemperanza alle deliberazioni degli organi nazionale, del circolo o della sezione; 4) 5) danni morali o materiali volontariamente arrecati al circolo o alla sezione. mancato pagamento della quota sociale.

6) comportamento palesemente contrastante con le norme della civile convivenza e nocivo al buon andamento dellAssociazione, a giudizio dalla maggioranza qualificata dei 2/3 del Consiglio Direttivo. Lespulsione per i motivi indicati al punto 6 non ricorribile in giudizio. In ogni caso, prima di procedere allespulsione, al Socio devono essere contestati, per iscritto, gli addebiti che allo stesso vengono mossi, consentendo facolt di replica. I Soci espulsi possono ricorrere ai Probiviri contro il provvedimento del Consiglio Direttivo; il ricorso verr esaminato nella loro prima riunione ordinaria successiva allespulsione. Detto ricorso non sospende il provvedimento di espulsione. I Soci si impegnano a non ricorrere ad altre forme di giudizio allinfuori di quelle previste dal presente Statuto. 3.4 - AMMONIZIONE E SOSPENSIONE In casi di infrazioni ritenute meno gravi, potranno essere adottati i provvedimenti disciplinari dell'ammonizione o della sospensione dagli incarichi sociali, dalle gare e dalla frequenza dei locali e degli impianti. La durata della sospensione verr stabilita a discrezione del Comitato. Il Socio verr, comunque, espulso alla terza ammonizione o alla seconda sospensione. 3.5 - MODIFICA DELLA QUALIFICA DI SOCIO Le cancellazioni, le nuove iscrizioni e gli eventuali passaggi da una categoria all'altra vengono deliberati dal Comitato. Questi devono essere annotati, nell'apposito elenco e controfirmati dal Presidente e dal Segretario.

ARTICOLO 4 - ORGANI SOCIALI


Gli Organi sociali dellAssociazione sono: 1. L'ASSEMBLEA 2. IL COMITATO DI GESTIONE 3. IL PRESIDENTE 4. IL COLLEGIO DEI PROBIVIRI 5. IL REVISORE DEI CONTI 4.1 ASSEMBLEA L'Assemblea lorgano sovrano della sezione ed composta da tutti i soci della sezione che hanno compiuto i sedici anni e che sono in regola con il versamento delle quote.

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Lassemblea ordinaria deve essere convocata dal Comitato, almeno una volta lanno ed almeno trenta giorni prima di quella del circolo, per lapprovazione del rendiconto economico e del bilancio preventivo della sezione. Lassemblea deve, inoltre, essere convocata quando se ne ravvisi la necessit o quando ne sia fatta richiesta motivata, scritta, da almeno i 3/10 degli associati aventi diritto di voto. Se non si provvede, la convocazione deve essere concretata dal Presidente del circolo e, in mancanza, dal Collegio dei Probiviri dellassociazione. La convocazione dell'Assemblea dei soci deve avvenire per avviso scritto, con la precisazione del luogo, della data, dellora della prima e seconda convocazione nonch degli ordini del giorno in discussione. Lavviso si dovr affiggere, almeno 15 (quindici) giorni prima della data stabilita, nella sede della Associazione e, ove possibile, nelle sedi di gara pi frequentate in modo che gli associati ne vengano a conoscenza. L'assemblea pu essere Ordinaria e Straordinaria. 4.1.1 - ASSEMBLEA ORDINARIA L'Assemblea Ordinaria deve tenersi: 1) Ogni anno, almeno trenta giorni prima dellassemblea ordinaria del circolo: a) per valutare ed approvare la relazione tecnico morale dell'anno precedente; b) per deliberare sul rendiconto economico consuntivo e quello preventivo predisposti dal Comitato; c) per deliberare sugli altri argomenti posti allordine del giorno. 2) Ogni 4 (quattro) anni, non oltre il 30 aprile: a) per eleggere gli Organi Istituzionali della sezione, secondo le norme elettorali che, di volta in volta, il Consiglio Direttivo del circolo stabilir. 4.1.2 - ASSEMBLEA STRAORDINARIA L'Assemblea Straordinaria deve tenersi: 1) ogni qualvolta il Consiglio Direttivo del circolo e/o del comitato lo ritenga opportuno, oppure su richiesta motivata e scritta di almeno i 3/10 di tutti i soci della sezione aventi diritto al voto. In tale ipotesi l'Assemblea dovr essere indetta non oltre 30 (trenta) giorni dalla richiesta; 2) 3) in caso di dimissioni del Presidente (condizione che determina lo scioglimento dellintero Comitato ); in caso di decadenza della met pi uno dei componenti il Comitato.

4) in caso di decadenza del Comitato per mancata presentazione del rendiconto annuale o sua mancata approvazione da parte dellAssemblea dei soci della sezione. 4.1.3 - VALIDITA DELLE ASSEMBLEE L'Assemblea nomina, di volta in volta, l'Ufficio di Presidenza composto da: un Presidente, un Segretario e, nel caso di elezioni, tre Scrutatori. Per le elezioni alle cariche sociali obbligatorio votare a scheda segreta salvo che l'Assemblea non deliberi, per acclamazione, la rielezione del Comitato in carica.

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Negli altri casi, salvo diverso avviso dell'Assemblea, si vota per appello nominale o per alzata di mano e controprova. L'Assemblea ordinaria validamente costituita, in prima convocazione, con la presenza di almeno la met pi 1 (uno) degli associati. Se questo numero minimo non si raggiunge, lassemblea validamente costituita, in seconda convocazione, da tenersi almeno 2 (due) ore dopo la prima convocazione, qualunque sia il numero degli intervenuti. Le deliberazioni sono prese a maggioranza semplice, tranne i casi per i quali il presente regolamento richieda maggioranze diverse Non sono ammesse deleghe Per le questioni allordine del giorno sono valide le indicazioni gi date per lassemblea ordinaria. 4.2 COMITATO DI GESTIONE La sezione diretta e amministrata da un Comitato che deve essere formato esclusivamente da Soci della sezione e composto da un minimo di 3 (tre) fino ad un massimo di 5 (cinque) Consiglieri i quali, al loro interno, eleggono il Presidente, il Vice Presidente, il Tesoriere ed il Segretario. Le cariche di tesoriere e di segretario possono essere accorpate. Il numero totale dei componenti il Comitato deve essere sempre dispari. Tutti i Soci di maggiore et, possono far parte del Comitato purch: 1) abbiano cittadinanza italiana;

2) non abbiano riportate condanne penali passate in giudicato per reati non colposi a pene detentive superiori ad un anno, ovvero a pene che comportino linterdizione dai pubblici uffici per un periodo superiore ad un anno; 3) non abbiano riportato nellultimo decennio, salvo riabilitazione, squalifiche od inibizioni complessivamente superiori ad un anno; 4) non abbiano subito sanzioni di sospensione dallattivit sportiva a seguito dellutilizzo di sostanze e metodi che alterino le naturali prestazioni fisiche nelle attivit sportive. Il Comitato investito dei pi ampi poteri per la gestione ordinaria della sezione. Per quanto attiene alla gestione straordinaria potr compiere tutti gli atti, contrarre obbligazioni, assumere impegni, aprire conti correnti bancari o postali e compiere qualsiasi operazione volta al raggiungimento degli scopi sociali solo a seguito di specifiche autorizzazioni del Consiglio Direttivo del circolo. Il Comitato dura in carica 4 (quattro) anni e pu essere riconfermato. E facolt del Comitato, mediante apposite delibere, istituire diverse sedi operative. Il Comitato pu attribuire incarichi particolari ai suoi componenti e costituire commissioni e settori di attivit. Nel caso in cui, per dimissioni o altre cause, uno o pi componenti il Comitato eletto dallAssemblea decadano dallincarico, il Comitato pu provvedere, sentito il Consiglio Direttivo, alla sua/loro sostituzione cooptando liberamente tra i Soci della sezione. Qualora per dimissioni o altre cause venisse a mancare la maggioranza dei membri del Comitato eletto dallAssemblea, lo stesso si intende decaduto.

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I nuovi Consiglieri aggiunti dovranno ottenere il gradimento dalla maggioranza del Comitato e del Consiglio Direttivodellassociazione e la scelta dovr essere appositamente verbalizzata. A tali nuovi Consiglieri, per le delibere del Comitato, riconosciuto il solo voto consultivo. Alla prima Assemblea utile, la scelta dei nuovi Consiglieri sar sottoposta allelezione da parte dei Soci, per cui, se eletti, sar loro riconosciuto il diritto al voto deliberativo. Il Consigliere che, fatte salve giustificate cause di forza maggiore, non interviene a 3 (tre) riunioni consecutive del Comitato, pu essere dichiarato decaduto. Il Comitato convocato dal Presidente di propria iniziativa o su richiesta di almeno 1/3 dei Consiglieri. Il Comitato validamente costituito se presente la maggioranza dei Consiglieri che lo compongono e delibera validamente con il voto favorevole della maggioranza dei presenti. In caso di parit prevale il voto del Presidente. Le riunioni vengono verbalizzate dal Segretario. I verbali, sottoscritti dal Presidente, dal Segretario e da almeno uno dei presenti, debbono essere conservati agli atti. Sono, tra gli altri, compiti del Comitato: 1) attuare le linee programmatiche approvate dallAssemblea generale dei soci dellassociazione e quelle dellassemblea della sezione; 2) 3) 4) esaminare le domande di ammissione ed accettare o meno le iscrizioni; accettare le dimissioni dei Soci; curare gli affari d'ordine amministrativo;

5) compilare il rendiconto economico preventivo e consuntivo da sottoporre all'approvazione dell'Assemblea; 6) decidere i programmi sportivi della Associazione;

7) nominare Fiduciari o eventuali Delegati, tecnici, allenatori, arbitri da impegnare nelle discipline della sezione; 8) stabilire le date delle Assemblee ordinarie e convocare quelle straordinarie quando lo reputi necessario o ne venga fatta richiesta dai Soci; 9) scegliere le sedi di gioco e provvedere alla compilazione delle loro norme di funzionamento e regolamenti interni; 10) decidere di tutte le questioni che interessano la sezione e i Soci della stessa;

11) determinare eventuali quote associative annuali, oltre quelle di competenza delle Organizzazioni nazionali delle diverse categorie. 12) dovr aver cura di esporre in bacheca, di volta in volta, limporto e le modalit del pagamento della quota associativa annuale, cos come le modalit di dimissioni da Socio.

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4.3 - PRESIDENTE Il Presidente, a norma del presente regolamento, dirige la sezione, in ogni evenienza, la rappresentante presso lassociazione. Dura in carica 4 (quattro) anni e pu essere riconfermato. Il Presidente ha il compito di presiedere il Comitato, di curare lattuazione delle deliberazioni prese ed in generale di rispondere ai compiti di cui allarticolo 6 della normativa generale per le sezioni specializzate. Nei casi di assenza o di impedimento temporaneo le funzioni di Presidente sono assunte dal Vicepresidente. Le dimissioni del Presidente fanno decadere lintero Comitato. Il Presidente uscente tenuto, mediante apposita Assemblea straordinaria, a curare le elezioni del nuovo Comitato e a dare regolari consegne organizzative, finanziarie e patrimoniali al nuovo Presidente, entro 30 (trenta) giorni dalla elezione di questi. Di tali consegne deve essere redatto verbale che sar portato a conoscenza del Consiglio Direttivo dellassociazione e nella prima riunione del Comitato della sezione. Al Presidente pu essere riconosciuta una indennit di carica mensile forfetaria o fissa stabilita dal Comitato. 4.4 - COLLEGIO DEI PROBIVIRI Il Collegio dei Probiviri competente a decidere sulla condotta degli associati nonch sulle controversie tra questi e lAssociazione. Il Collegio dei Probiviri lo stesso del circolo; competenze e modalit di lavoro sono quelle stabilite nello Statuto del circolo. 4.5 - REVISORE DEI CONTI Il Revisore dei Conti ha il compito di verificare, almeno ogni quattro mesi, la regolare tenuta della contabilit della sezione, controllando lesistenza dei beni in inventario e la corrispondenza tra le scritture contabili e le pezze giustificative. Il Revisore dei Conti del circolo anche revisore dei conti della sezione.

ARTICOLO 5 - INCOMPATIBILITA
Le cariche di componente il Comitato di sezione, di membro del Collegio dei Probiviri e di Revisore dei Conti sono incompatibili fra loro. I componenti del Comitato non possono ricoprire cariche sociali in altre Societ o Associazioni sportive nellambito della medesima disciplina, ma possono ricoprire altre cariche allinterno del circolo o di altre Sezioni di esso.

ARTICOLO 6 - ASSENZE O IMPEDIMENTI


Assenze o impedimenti dei Consiglieri, per periodi continuativi superiori a 3 (tre) mesi si considerano definitivi e comportano la decadenza dalla carica. In tal caso, ove necessario, il Comitato, in accordo con il Consiglio Direttivo del circolo, provveder al reclutamento di altre persone scegliendole liberamente tra i Soci. ARTICOLO 7 - SISTEMA ELETTORALE

Le elezioni avvengono a maggioranza di voti e a scrutino segreto. 48

Possono votare, ed essere candidati, solo i Soci maggiorenni e non morosi per qualunque causa, che siano in possesso dei requisiti gi elencati nellarticolo 4.2 del presente regolamento. Per quanto concerne il sistema elettorale e le altre regole si rinvia ai corrispondenti articoli dello Statuto del circolo.

ARTICOLO 8 - CARICHE SOCIALI - NATURA E DURATA


Tutte le cariche sociali elettive sono onorifiche. Il Comitato pu per stabilire un rimborso spese per i suoi componenti, o per i Soci incaricati di svolgere particolari attivit, purch documentate. In accordo con il Consiglio Direttivo pu anche stabilire un compenso in caso di affidamento di compiti che comportino, comunque, spese o dedizione di tempo notevole. Il Presidente e i Membri decaduti o dimissionari, sono tenuti a restare in carica per l'ordinaria amministrazione fino a quando non saranno subentrati i sostituti e dopo il saldo di eventuali pendenze di natura economica. Nel caso nessuno accetti la carica di Presidente della sezione viene dato incarico al Consiglio Direttivo del circolo di sciogliere la sezione.

ARTICOLO 9 - PATRIMONIO E ENTRATE


La Sezione non ha un patrimonio proprio. Le entrate sono amministrate, in accordo con il Consiglio Direttivo del circolo secondo quanto stabilito dal presente regolamento e sono costituite da: 1) quote sociali specifiche ; 2) 3) 4) 5) contributi del circolo; eventuali contributi di Enti pubblici e privati; incassi di manifestazioni sportive o di servizi ad esse connessi; eventuali donazioni o lasciti;

6) altre entrate a qualsiasi titolo pervenute, previa delibera di accettazione da parte del Comitato sentito il Consiglio Direttivo dellassociazione. In considerazione della natura di associazione senza scopo di lucro obbligatorio reinvestire o riportare a nuovo esercizio, fatti salvi eventuali accantonamenti a titolo di riserva o per investimenti, gli eventuali avanzi di gestione prodotti per le finalit istituzionali. Conseguentemente vietato distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonch fondi, riserve o patrimonio durante la vita dellAssociazione, salvo che la destinazione e la distribuzione non siano imposte dalla legge. ARTICOLO 10 - MODIFICA DEL REGOLAMENTO.

Le modifiche al presente regolamento debbono essere deliberate dallassemblea della sezione ma diventano operative solo con lapprovazione dell Assemblea ordinaria del circolo. 49

ARTICOLO 11 - CONTROVERSIE I Soci e i componenti degli organi sociali simpegnano a non adire in nessun caso le vie legali per eventuali questioni che dovessero insorgere tra di loro e/o con la sezione e/o il circolo. La mancata osservanza della suddetta clausola comporter la radiazione.
E ammessa la richiesta al Consiglio Direttivo del circolo di scioglimento temporaneo di tale clausola. ARTICOLO 12 - DURATA - SCIOGLIMENTO LIQUIDAZIONE La durata della sezione illimitata. Lo scioglimento della sezione legata alla vita del circolo ..ed al presente regolamento, per tale evenienza si rimanda allArticolo 12 dello statuto del circolo.

ARTICOLO 13 - RIMANDI
Per quanto non convenuto nel presente regolamento si rimanda allo statuto del circolo ed eventualmente valgono le norme contenute negli statuti delle Organizzazioni nazionali cui il circolo o la sezione danno la propria adesione e, in ultima istanza, le norme previste dalle leggi in materia.

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Domanda di ammissione a Socio


Spettabile Consiglio Direttivo ..............................................

Il sottoscritto/a.....................................nato a.......................................................... il.................e residente a................................Via............................................. n...............Cap..................................Tel.................................................professione.............................. codice Fiscale n ..............................................,documento didentit n...................................... rilasciato il ........................................dal Comune di............................................................................, di cittadinanza italiana, essendo in possesso dei requisiti, fa domanda per essere ammesso a Socio di codesta associazione. Dichiara di conoscere lo Statuto, di accettarlo integralmente, ad osservare le deliberazioni degli organi sociali e si impegna a fare quanto nelle sue possibilit per il raggiungimento degli scopi sociali. L, Firma ............................................................... .

Ricevuta linformativa sul trattamento dei miei dati personali ai sensi dellart. 23 del D.Lgs.196/03, consento al loro trattamento nella misura necessaria per il perseguimento degli scopi statutari e per le finalit e nei limiti indicati dalla menzionata informativa. Consento altres in particolare ai trattamenti derivanti dalla comunicazione dei dati ai soggetti indicati al punto 3) dellinformativa stessa.

Firma . ................................................................

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Informativa ai sensi del decreto legislativo 196/2003


(Codice in materia di protezione dei dati personali) e consenso ai trattamento dei dati sensibili Ai sensi dellarticolo 13 del decreto legislativo 196/2003 recante il nuovo Codice in materia di protezione dei dati personali, si informa che i dati da lei forniti formeranno oggetto di trattamento nel rispetto della normativa sopra richiamata e degli obblighi di riservatezza. Tali dati verranno trattati per finalit istituzionali, quindi strettamente connesse e strumentali allattivit della associazione. Il trattamento dei dati avverr mediante strumenti telematici e cartacei, idonei a garantire la sicurezza e la riservatezza. In relazione ai predetti trattamenti lei potr esercitare i diritti di cui allarticolo 7 del decreto legislativo 196/2003, in particolare potr ottenere, a cura del titolare o del responsabile della banca dati senza ritardo: la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge; laggiornamento, la rettifica ovvero, qualora vi abbia interesse, lintegrazione dei dati; di opporsi, in tutto o in parte, per motivi leggittimi, al trattamento dei dati personali che io riguardano, ancorch pertinenti allo scopo della raccolta; di opporsi, in tutto o in parte, al trattamento dei dati personali che lo riguardano, previsto a fini di informazione commerciale o di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta ovvero per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale interattiva e di essere informato dal titolare, non oltre il momento in cui i dati sono comunicati o diffusi, della possibilit di esercitare gratuitamente tale diritto. Roma,

Consenso al trattamento dei dati sensibili II sottoscritto, acquisite le informazioni di cui allarticolo 13 del decreto legislativo 196/2003 acconsente al trattamento dei propri dati personali, dichiarando di avere avuto, in particolare, conoscenza che i dati medesimi rientrano nel novero dei dati sensibili di cui ali articolo 4, comma 1, lettera d) dei decreto citato, vale a dire i dati idonei rilevare lorigine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofche o di altro genere, le opinioni politiche, ladesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonch i dati personali idonei a rilevare lo stato di salute e la vita sessuale. In particolare consento che i dati riguardanti il mio stato di salute contenuti nel certificato medico inviatevi siano comunicati al servizio di medicina sportiva e da questo trattati nella misura necessaria alladempimento di obblighi previsti dalla legge e dai contratti. (firma di chi fornisce i dati) Roma,.............................. Sig.....................................................

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AVVISO DI CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA ORDINARIA

I soci del circolo ( o dellassociazione Sportiva) sono convocati in Assemblea ordinaria presso la Sede Sociale sita in via ..............................................................................per le ore ......del giorno.............................per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:

1) Relazione del Consiglio direttivo sullesercizio sociale ....; 2) Presentazione ed approvazione del rendiconto economico e finanziario anno ......; 3) Relazioni dei Sindaci sul rendiconto economico e finanziario anno ........; 4) Presentazione ed approvazione del programma di attivit sportiva e sociale anno ........e relativo bilancio preventivo; 5) .................................................................................................................; 6) Varie ed eventuali.

LAssemblea sar validamente costituita, a norma di Statuto, con la presenza di almeno il 50% + uno dei soci. Nel caso il numero legale non venisse raggiunto, lAssemblea si intende convocata in seconda convocazione, senza ulteriori avvisi, per le ore ........... dello stesso giorno (o del ............), nella stessa sede e con il medesimo ordine del giorno.

Data, .........................................

Il Presidente .........................................

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VERBALE DI ASSEMBLEA ORDINARIA (Andata deserta)


L'anno ., il giorno .., del mese di alle ore presso la Sede Sociale del circolo, in ., Via .n..si riunita lassemblea ordinaria dei soci. Sono presenti n . soci su n. iscritti. Il Presidente dellassociazione fa rilevare che, pur essendo stata regolarmente convocata, il numero dei soci presenti, a norma di statuto, non sufficiente per la validit dellassemblea di prima convocazione. Invita pertanto i convenuti a presenziare allassemblea di seconda convocazione che si terr alle ore .nella stessa sede e con il medesimo ordine del giorno. Dichiara quindi conclusa la seduta. Il Presidente dellassociazione

VERBALE DI ASSEMBLEA ORDINARIA


L'anno ., il giorno .., del mese di alle ore presso la Sede Sociale del circolo, in ., Via .n.. sono presenti n . soci su . iscritti. E' chiamato a presiedere la riunione il Sig. .. ed a fungere da Segretario il Sig. Il Presidente rileva che l'Assemblea stata regolarmente convocata a norma di Statuto e che il numero dei presenti supera quello richiesto dallo Statuto per la validit dell'Assemblea di . convocazione. Dichiara pertanto che l'Assemblea deve ritenersi pienamente regolare e valida e l'invita a discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno: 1. Relazione del Presidente sull'esercizio sociale ; 2. Presentazione ed approvazione del rendiconto economico e finanziario dellanno ; 3. Relazione dei Sindaci sul rendiconto economico e finanziario dellanno ; 4. Programma attivit sociale e sportiva per l'anno e relativo bilancio preventivo; 5. ; 6 Varie ed eventuali. Il Presidente del Consiglio Direttivo prende la parola, relazionando sul primo punto all'ordine del giorno (per esempio relazione sull'attivit svolta nell'anno sociale). La relazione viene allegata al verbale (oppure si riportano i dati salienti della relazione). 54

Alla relazione del Presidente fa seguito un dibattito a cui prendono parte: . Si passa al II e III punto all'ordine del giorno; l'amministratore legge la relazione sul rendiconto economico e finanziario e ne sottopone i dati all'Assemblea. Alla relazione segue la discussione alla quale partecipano i soci: .. Messe ai voti relazione e rendiconto economico e finanziario vengono approvati all'unanimit e la loro stesura viene allegata al presente verbale. Il Presidente dei Sindaci revisori dei conti legge la relazione del collegio sindacale di seguito allegata. Il Presidente illustra quindi le linee programmatiche ed il bilancio preventivo per l'anno sociale .. Dopo ampia discussione la relazione ed il bilancio preventivo vengono approvati nella stesura allegata. Successivamente l'Assemblea approva:

Alle ore . Non essendovi pi argomenti all'ordine del giorno e non avendo altri chiesto la parola, il Presidente dichiara chiusa la seduta. Il Segretario . Il Presidente dellassemblea ..

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RELAZIONE SULL'ATTIVITA' SOCIALE


L'Attivit sociale svolta dal nostro circolo nell'anno .. stata ampia ed ha visto una buona partecipazione degli iscritti alle iniziative sociali, tale attivit peraltro stata svolta in sintonia con le finalit dello Statuto sociale e con le norme in esso contenute. Il circolo stato luogo d'incontro, socializzazione e dibattito prima di tutto per i soci, anche se registriamo con piacere che in gran parte lo stato anche per gli abitanti di .. Il taglio che abbiamo dato alle nostre iniziative, con particolare riferimento a quelle __________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ stato quello di rendere visibile la volont che ci anima ad operare per far crescere una societ democratica e solidale. Per quanto concerne il Direttivo del circolo, posso assicurare che si riunito con regolarit (sebbene spesso in modo informale) per organizzare le attivit, ed affrontare i problemi connessi, secondo le linee programmatiche che l'assemblea dei soci, quale organo sovrano del circolo, ha consegnato al Direttivo. Peraltro il Direttivo non ha mancato di tenere regolari rapporti con la sede zonale e provinciale dellENDAS sia per armonizzare le proprie iniziative con quelle realizzate dagli altri livelli, sia per partecipare, come del resto ha fatto, coinvolgendo in questo anche numerosi soci, alle iniziative rivolte a tutte le strutture. Sottolineo quelle pi significative: Zonali_____________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Provinciali_________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________ Regionali__________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Nazionali__________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________ Pare opportuno sottolineare anche le attivit del Circolo nell'anno .. che non sempre hanno riscontrato nella illustrazione del rendiconto economico/finanziario che far l'amministratore, in quanto non hanno costituito movimenti contabili essendo spese state assunte direttamente dagli stessi partecipanti o addirittura non hanno dato luogo ad esborsi. Le attivit pi importanti svoltesi nell'anno sociale sono state: 1) Promozione e gestione dell'attivit del centro anziani, che da luogo solo ricreativo si trasformato via via in attivit partecipata, con incontri culturali, servizi sociali ), attivit sportive (bocce, ginnastica "dolce"), gite culturali (a ..) e pranzi sociali. 2) Promozione dell'attivit del gruppo giovani, cui partecipano ben ragazzi tra i 12 e i 21 anni. In primo luogo si cercato di formare un gruppo affiatato con attivit sportive (calcio, beach volley, pallavolo, basket.) ed in seguito sono state promosse attivit culturali e ricreative (dibattito con ., corsi di , concerto di ..) e di solidariet (raccolta fondi durante la festa patronale).

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3) Festa patronale di San .; il circolo stato uno dei principali artefici della festa, curando sia gli aspetti logistici e pubblicitari, sia i contenuti ideali dei festeggiamenti. In particolare il circolo ha cercato di far tornare la festa patronale all'antico importante ruolo di momento di incontro tra famiglie e le diverse generazioni. Infatti la festa non deve essere limitata solo ad una parte della popolazione, ma deve coinvolgere tutti, venendo incontro alle diverse esigenze. Per questo, oltre alle cene conviviali, si sono organizzati tornei sportivi di bocce e di .., serate danzanti, spettacoli teatrali, esposizione di opere pittoriche ed un concorso poetico. Non mancata l'attenzione solidale nei confronti dei pi poveri: si infatti preparato un piccolo banco di beneficenza per raccogliere fondi per don , il nostro ex parroco che ora in missione in . ( o altre persone che hanno svolto attivit di volontariato nel .). 4) Organizzazione di incontri culturali e di corsi di formazione. Durante lanno .. il circolo ha promosso alcuni momenti di dibattito e formazione per i propri soci:

Gennaio:

- festa dell'Epifania con distribuzione di doni a - incontro con gli amministratori comunali per verificare l'attuazione del programma elettorale.

Marzo-aprile: corso di ginnastica per le signore; corso di informatica gestito con l'aiuto del
centro formativo ..; corso di danza per coppie; corso di lingua inglese e

Aprile (prima di Pasqua): incontro con don . Missionario in


che ci ha presentato la sua attivit in favore di ..

Giugno: presentazione del libro di .. sulla storia del nostro paese, con l'intervento
dell'autore e di ..

Settembre: festa dell'inizio dell'anno scolastico col dibattito sulla scuola (scuola pubblica e
privata o ..)

Ottobre. Presentazione ai soci dei servizi del.., incontrando i dirigenti


zonali dell'associazione.

Dicembre (prima di Natale): momento di riflessione sul natale con don . Prima
della festa degli auguri. 5) Promozione dell'attivit sportiva: il circolo ha organizzato corsi, incontri e gare per consentire ai soci di svolgere sport in ambiente sereno e ricco di stimoli. In particolare si cercato di avviare i giovani verso l'attivit sportiva con appositi corsi e con premi specifici per i ragazzi nelle diverse gare. Si cercato anche di far comprendere i valori dell'impegno e della lealt sportiva, assai pi importanti del pur necessario spirito agonistico. In questa ottica ci si impegnati a far partecipare alle attivit anche i ragazzi con difficolt fisiche e comportamentali. Le principali attivit promosse sono state:

bocce (organizzazione delle gare di del corso di ..) pallavolo (torneo di . corso per .) pallacanestro (torneo a con ben . squadre)
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ginnastica ( corso per.., ecc) calcio (torneo in occasione di .., corso per pulcini
La promozione dell'attivit sportiva ha visto una partecipazione che possiamo quantificare .. 6) Attivit culturali (di spettacolo, musica, cineforum, teatro, visite guidate, corsi di cultura generale sui consumi alimentari, corsi di musica, ecc.) .. 7) Attivit di tempo libero (biliardo, fotografia, hobby filatelia, modellismo, radioamatori, scacchi, dama, corsi "fai da te", tombolate ecc.) 8) Attivit di solidariet (donazioni del sangue, iniziative emarginati ecc..) Infine ritengo doveroso ringraziare tutti coloro che non solo hanno dato "volontariamente" parte del loro tempo libero al servizio del nostro Circolo, ma che spesso si sono assunti personalmente le spese relative. Ovviamente contiamo sul loro apporto, ed invitiamo tutti i soci a fare quanto nelle loro possibilit per la realizzazione del programma . che l'assemblea vorr indicarci per il prossimo anno sociale. E' questa la condizione perch il Circolo continui la sua opera al servizio non solo dei propri soci, ma dell'intera comunit civile. Il Segretario . Il Presidente .

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RELAZIONE DEI SINDACI ALL'ASSEMBLEA ORDINARIA Signori soci, nel corso dell'esercizio .. il Collegio Sindacale ha effettuato, anche pi frequentemente da quanto previsto dallo Statuto sociale, i prescritti controlli alla Cassa, ai conti correnti bancari ed ai libri contabili, trovando sempre tutto in perfetta regola. Sono stati controllati inoltre, il rendiconto economico e finanziario annuale chiuso al 31 dicembre .. con le seguenti risultanze: attivit passivit e patrimonio utile netto di esercizio (o perdita d'esercizio) . .

Essendo il rendiconto economico e finanziario corrispondente ai risultati contabili, l'Assemblea invitata ad approvarlo.

I Sindaci

. .

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VERBALE DI ASSEMBLEA STRAORDINARIA


(MODIFICHE STATUTARIE)

Lanno_______ il giorno ________ del mese ______ alle ore _____ presso ___________________ si sono riuniti i soci dellassociazione ________________ con sede in ___________ alla via _____________ n. ______ Sono presenti n. _____ soci su n. ______iscritti aventi diritto di voto. E chiamato a presiedere la riunione il sig. ________________________ed a fungere da segretario il sig. _________________________. Il Presidente, rilevato che lassemblea stata regolarmente convocata a norma di statuto e che il numero dei presenti supera quello richiesto dallo statuto per la validit dellassemblea straordinaria, la dichiara pienamente regolare e valida e linvita a discutere e deliberare nel seguente ordine del giorno: 1) comunicazione del Presidente; 2) modifiche da apportare allo statuto sociale; 3) varie ed eventuali. Il Presidente dellassociazione sig. _________________________ fa presente che occorre apportare delle modifiche ad alcuni articoli dello statuto sociale per renderlo pi adeguato alle necessit dellassociazione ed alla legislazione vigente. Passa quindi ad esaminare articolo per articolo lo statuto che stato distribuito, leggendo per ciascuno le modifiche proposte dal Consiglio Direttivo. Ad ogni articolo viene aperta una breve discussione cui partecipano attivamente i soci presenti. Infine il Presidente mette ai voti ciascun articolo nella stesura definitiva che viene approvato allunanimit. Finita la lettura dei singoli articoli il Presidente mette ai voti lo statuto nel suo complesso che viene approvato allunanimit nella stesura allegata al presente verbale sotto la lettera A). Alle ore __:__ , non essendoci altri argomenti allordine del giorno e non avendo alcuno richiesto la parola , il Presidente dichiara conclusa la seduta. Il Segretario (____________________________) Il Presidente dellAssemblea (______________________________ )

NB Da stilare in duplice copia su carta uso bollo ed applicare una marca da bollo da 14,62 ogni 4 pagine. Seguire poi quanto effettuato in sede di costituzione dellassociazione e cio renderlo pubblico (notaio), o depositarlo allUfficio Unico delle Entrate per la sua registrazione negli atti privati.

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VERBALE DI ASSEMBLEA STRAORDINARIA


(SCIOGLIMENTO DELLASSOCIAZIONE)

Lanno_______ il giorno ________ del mese ______ alle ore _____ presso ___________________ si sono riuniti in assemblea straordinaria i soci dellassociazione ________________ con sede in ___________ alla via _____________ n. ______ Sono presenti n. _____ soci su n. ______iscritti aventi diritto di voto. E chiamato a presiedere la riunione il sig. ________________________ed a fungere da segretario il sig. _________________________. Il Presidente, rilevato che lassemblea stata regolarmente convocata a norma di statuto e che il numero dei presenti supera quello richiesto dallo statuto per la validit dellassemblea straordinaria, la dichiara pienamente regolare e valida e invita i convenuti a discutere e deliberare nel seguente ordine del giorno: 1) comunicazione del Presidente; 2) presentazione ed approvazione del rendiconto chiuso al ; 3) proposta di delibera di scioglimento dellassociazione; 4) nomina liquidatore/i 5) varie ed eventuali. Punto 1) Il presidente dellassociazione apre i lavori facendo rilevare che, nonostante limpegno profuso, non siamo riusciti ad allargare ladesione allassociazione e garantire una partecipazione significativa alle attivit sociali e conseguentemente anche a renderla economicamente autonoma e sufficiente a far fronte alle spese necessarie al suo mantenimento. In conseguenza, dopo ampia riflessione, il Consiglio Direttivo ha ritenuto inderogabile seppure dolorosa, la proposta allassemblea di chiusura dellassociazione. Punto 2) Per mettere lassemblea in condizione di decidere con maggiore cognizione di causa, ed in osservanza alla normativa attuale, il Consiglio Direttivo ha ritenuto doveroso predisporre, e qui illustrare, il rendiconto economico e finanziario alla data odierna. I dati del rendiconto sono pochi e possono essere cosi riassunti: ENTRATE 1) USCITE .

2).

TOTALI

Crediti. 61

Debiti. Si pu quindi notare che la situazione , compresi le voci crediti e debiti, risulta debitoria di una cifra pari ad euro.. ai quali, se si decide di chiudere lassociazione, vanno aggiunti circa 200,00 euro per le operazioni burocratiche di chiusura (Ufficio delle entrate e marche da bollo). Nel caso di chiusura propone che a tale somma facciano fronte gli attuali soci in cifra uguale per ciascuno. La proposta, messa ai voti con il rendiconto economico e finanziario discusso, viene approvata allunanimit Punto 3). Passando al terzo punto allordine del giorno il presidente invita i presenti a dire la propria opinione sulla proposta di scioglimento dellassociazione. I soci intervengono convenendo sullainsormontabilit delle difficolt connesse alla gestione dellassociazione. A questo punto il Presidente mette ai voti la proposta di scioglimento dellassociazione che viene approvata allunanimit assieme alle altre proposte avanzate. Punto 4) Lassemblea infine approva allunanimit la nomina del/i liquidatore/i nella/e persona/e del/i sig /sigg:., ..con lincarico di raccogliere fra i soci quanto necessario, di saldare i debiti esistenti e di espletare le attivit burocratiche per rendere esecutiva la decisione di scioglimento dellassociazione. Punto 5) Alle ore __:__ , non essendoci altri argomenti allordine del giorno e non avendo alcuno richiesto la parola , il Presidente dichiara conclusa la seduta. Il Segretario (______________________________) Il Presidente dellAssemblea (______________________________ )

Ovviamente le ragioni per cui si decide di sciogliere unassociazione possono essere diverse, cosi come diverse possono essere le situazioni economico- finanziarie al momento della sua chiusura. Da tenere presente che a norma di legge, eventuali residui attivi debbono essere destinati ad associazioni similare o a finalit di utilit generale.

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Libro dei Verbali del Consiglio Direttivo. VERBALE DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL ______ A seguito di regolare avviso a cura del Presidente, alle ore ............................................. del .................................. presso la Sede Sociale si riunito il Consiglio Direttivo. Sono presenti ........................................................................................................................................ Sono inoltre presenti:. Assume la Presidenza il Sig. ......................................................................... e funge da segretario il Sig. ................................................................................................................ Il Presidente Sig. ............................................. fatta rilevare la regolarit della seduta, invita i convenuti a discutere e deliberare in merito al seguente ordine del giorno: 1) Lettura ed approvazione del verbale della seduta precedente; 2) Comunicazioni del Presidente; 3) Criteri di ammissione soci; (a inizio anno) 4) Ammissione nuovi soci; (durante lanno) 5) Apertura conti correnti bancari; 6) Tutela dei dati personali dei soci: adozione del documento programmatico sulla sicurezza; 7) Varie ed eventuali. Il Segretario apre i lavori con la lettura del verbale della seduta precedente che viene approvato allunanimit. Il Presidente passa quindi ad illustrare il secondo punto allordine del giorno .. Alla relazione fa seguito la discussione alla quale partecipano Consiglieri............................................................................................................................... i

Su proposta di. vengono quindi assunte le seguenti decisioni ......... Al terzo punto allordine del giorno il segretario fa presente che con il prossimo mese inizia la campagna adesioni per il prossimo anno sociale e che occorre stabilire i criteri di ammissione delle persone che esprimono la volont di aderire alla nostra associazione. Propone che, in analogia con quanto stabilito gli anni scorsi, che hanno dato risultati soddisfacenti: a) liscrizione nel registro dei soci che rinnovano ladesione avvenga a semplice saldo della quota associativa richiesta dallassociazione; b) liscrizione nel registro delle persone presentate da membri del Consiglio Direttivo a garanzia di seriet vengano trattate come i rinnovi dei soci; Lelenco dei rinnovi e delle adesioni di cui al punto b) verranno comunicate ai membri del Consiglio 63

alla prima riunione utile. c)le richieste di adesione di persone non conosciute saranno portate alla valutazione del Consiglio Direttivo. I membri del Consiglio Direttivo approvano unanimemente le proposte avanzate dal segretario in quanto ritenute in linea con le decisioni a suo tempo assunte. Al quarto punto allordine del giorno il segretario, dopo averne distribuito i nominativi, comunica che hanno aderito allassociazione n .. nuovi soci. La segreteria di fronte alle richieste ha messo in atto le modalit di iscrizione a suo tempo decise dal consiglio direttivo e cio: i vecchi soci, avendo versato il corrispettivo del costo tessera per lanno ., sono stati iscritti nellelenco soci (dal n . al n ..); i nuovi soci sono tutti persone conosciute e presentate da membri del consiglio direttivo per cui anche essi sono stati iscritti nellelenco soci (dal n al n): E ovviamente facolt dei membri del consiglio sollevare in questa sede eventuali osservazioni ed eccezioni. Il segretario tiene a sottolineare che non ci sono state richieste di adesione da parte di persone sconosciute che, come da delibera a suo tempo presa, non sarebbero state iscritte se non previo esame ed approvazione del consiglio direttivo. I membri del Consiglio Direttivo approvano unanimemente il comportamento del segretario ritenuto in linea con le decisioni a suo tempo assunte. Al quinto punto interviene lamministratore che propone, sia per rendere sempre pi trasparente la contabilit dellassociazione che per lutilit che lapertura del conto pu apportare allamministrazione dellassociazione, lapertura di un conto corrente bancario. Ricevuto lassenso di massima dei componenti del consiglio mette ai voti la seguente proposta: il consiglio delibera di accendere a nome dellassociazione .un conto corrente bancario ( o postale) presso la banca , agenzia. ...di via n..di..dando mandato al presidente dellassociazione sig.di compiere gli adempimenti opportuni e necessari, autorizzando altres il medesimo al deposito delle firme che dovranno essere utilizzate nei rapporti con listituto di credito nelle persone del presidente e dellamministratore sig..che firmeranno congiuntamente per tutte le operazioni connesse allistituendo conto corrente. La proposta approvata allunanimit. Al sesto punto riprende la parola il presidente per illustrare largomento sulla tutela dei dati personali dei soci. Non da oggi lassociazione si preoccupa dellargomento tutela dei dati dei soci nel senso che tale tutela sempre stata attuata e sempre si sono informati i soci dei loro diritti (art. 7 D.Lgs. 196/03) delluso dei loro dati, che peraltro sono quelli necessari al raggiungimento degli scopi statutari, che di tali dati non stato fatto uso diverso da quello comunicato e che sono sempre stati trattati con doverosa riservatezza anche in ossequio alla normativa vigente. A seguito dellapprovazione del Codice della Privacy, ad ulteriore garanzia dei soci, viene richiesto dalla normativa vigente. a tutte le associazioni, ladozione di un documento programmatico sulla sicurezza che preveda nel caso di documentazione cartacea la protezione dei dati personali dei soci ecc. attraverso la tenuta della stessa in armadi dotati di chiavi di sicurezza e che nei propri sistemi informatici sia assicurata una adeguata protezione contro virus, attacchi informatici, spam, sistemi e procedure di Disaster Recovery, sistemi e procedure di backup dei dati ed adeguate protezioni da possibili intrusioni esterne. Distribuisce ai presenti una bozza di DPS elaborata ed apre la discussione sullargomento alla quale partecipano tutti i presenti. Infine viene approvato allunanimit il Documento Programmatico sulla Sicurezza allegato al presente verbale sotto la lettera a) e la delibera di nomina del responsabile sotto la lettera b) . 64

Al settimo punto la Presidenza delibera allunanimit (oppure sono favorevoli i consiglieri ........................, contrari ....................., astenuti ...............), (si riportano le decisioni adottate: :1) 2) 3). Alle ore.,essendo stati esauriti gli argomenti dellordine del giorno e non avendo altri chiesto la parola, il Presidente dichiara chiusa la seduta.

Il Segretario

Il Presidente

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DOCUMENTO PROGRAMMATICO SULLA SICUREZZA (Data e luogo di approvazione del DPS)


PREMESSA

Il Circolo ( o lassociazione sportiva dilettantistica) da sempre ha messo particolare attenzione alla tutela e al trattamento discreto dei dati ad essa pervenuti attraverso il tesseramento dei soci e delle persone che eventualmente sono venute a contatto del circolo tramite le sue iniziative; in particolare si sempre premurato di rendere edotti i soci delluso dei propri dati personali e di quanti altri utilizzati, del resto necessari al perseguimento degli scopi statutari, ed ha richiesto la autorizzazione al loro uso fin dal primo momento di contatto. Il Circolo conferma inoltre la responsabilit del trattamento dei dati allattuale presidente pro - tempore sig Viene qui confermata e sottoscritta la prosecuzione di tale comportamento assieme alladozione del presente documento programmatico sulla sicurezza. In particolare si confermano: linformativa preventiva al soggetto interessato circa la finalit e le modalit del trattamento cui sono destinati i dati; la natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dei dati; le conseguenze di un eventuale rifiuto di rispondere (per esempio il diniego a partecipare a certe attivit quali le gite, lo sport ecc); i soggetti o le categorie di soggetti ai quali i dati possono essere comunicati o possono venirne a conoscenza in qualit di responsabili e lambito di diffusione dei dati medesimi; i diritti di cui allart. 7; gli estremi identificativi del responsabile.
CONTENUTI DEL DPS.

A)La premessa parte integrante dei contenuti del DPS. B)Quadro complessivo del DPS: 1) Finalit perseguita e attivit svolta: Promozione sociale attraverso iniziative rivolte alla crescita umana ed al soddisfacimento di esigenze culturali, ricreative, artistiche, sportive, 2) Categorie di persone interessate: Soci, dirigenti, familiari dei soci, collaboratori, fornitori, clienti ( sostanzialmente sponsor), partecipanti alle iniziative aperte, consulenti. 3) Natura dei dati trattati:

Lassociazione tratta solamente dati anagrafici e non sensibili. (nelle associazioni sportive invece sicuramente vengono trattati anche dati sensibili quali ad esempio certificati medici) 66

4) Struttura associativa che tratta i dati: I dati anagrafici ecc, vengono ricevuti dalla segreteria organizzativa mentre nome e cognome vengono portati a conoscenza anche dei responsabili delle varie iniziative. (nelle associazione sportive i dati anagrafici possono essere visionati anche da istruttori ecc). 5) Rapporti con elementi esterni al Circolo. Il Circolo ha un rapporto costante e assiduo con la struttura provinciale alla quale trasmette i nominativi dei propri soci, i rispettivi dati anagrafici ed il loro indirizzo. Tali dati vengono trasmessi alle sedi superiori per le attivit istituzionali e alla compagnia di assicurazione per tenere indenni i dirigenti da eventuali danni colposi procurati involontariamente ai soci e per la copertura assicurativa degli stessi per infortuni che dovessero subire durante le attivit sociali. Il Circolo inoltre si avvale di un commercialista per le pratiche connesse alla gestione economica e finanziaria del Circolo. (Ovviamente vanno qui inseriti eventuali altri rapporti con strutture o persone esterne quali ad esempio consulenti del lavoro, ecc.). 6) Strumenti in dotazione al Circolo. Il Circolo utilizza per la propria attivit di segreteria una linea telefonica, una macchina da scrivere e un personal computer dotato del collegamento internet, un armadio chiudibile, una scrivania con cassetti dotati di chiavi e un raccoglitore anche esso chiudibile. Tali strumenti sono utilizzati dai soli membri di segreteria. C) Analisi dei rischi. 1) connessi alla struttura. I rischi possono consistere in ingressi di estranei a locali e/o aree del Circolo, nella sottrazione di strumenti contenenti i dati, in eventi distruttivi di varie specie. 2) Connessi agli strumenti informatici. I rischi possono consistere nellazione di virus e attacchi informatici, spam, sistemi e procedure di Disaster Recovery, sistemi e procedure di backup, di programmi suscettibili di arrecare danno, nel malfunzionamento, indisponibilit o degrado degli strumenti, nella intercettazione di informazioni in rete, nella cancellazione di dati. 3) Connessi ai soggetti che trattano i dati. I rischi possono consistere nella sottrazione ed uso improprio di dati utilizzando illecitamente le credenziali di autenticazione, nella carenza di consapevolezza del proprio compito, nella disattenzione o incuria, in errori materiali o dolo. 4) Connessi ai soggetti esterni. I rischi sono simili a quelli dei soggetti interni allassociazione. In sostanza i rischi nel loro complesso, data anche la struttura limitata dellassociazione, possono definirsi bassi e controllabili. D) Attivit di tutela. 1) Controllo strumenti informatici. 67

Annualmente il pc verr sottoposto a controllo da personale qualificato e periodicamente verranno effettuati salvataggi dei dati di soci e partecipanti alle iniziative aperte tramite supporti magnetici che saranno trattati come i documenti cartacei e cio immediatamente chiusi a chiave tenuta dal presidente e del responsabile designato dal Consiglio Direttivo. Il responsabile dei dati avr il compito di sorvegliare il comportamento del responsabile designato dal Consiglio Direttivo soprattutto riguardo ad eventuali comportamenti superficiali, disattenzione, errori materiali e, seppure improbabili, comportamenti fraudolenti. 2) minaccia di virus e di sottrazione di dati. I pc del Circolo sono dotati di antivirus.aggiornato e periodicamente monitorato. Per quanto concerne la sottrazione o luso improprio di dati stata inserita una password e, come detto, la messa sotto chiave dei dati e la sorveglianza del responsabile sugli operatori Il Circolo inoltre utilizza un adeguato programma per la catalogazione dei dati e, con cadenza settimanale, si procura copie di sicurezza a mezzo di supporti magnetici e di software atti al recupero di dati eventualmente cancellati. 3) Attivit formativa. Tutti gli incaricati che nel tempo saranno impiegati alla attivit di controllo o elaborazione dati del Circolo saranno, in collaborazione con la propria sede provinciale impegnati a seguire corsi periodici. In caso di novit legislative o tecniche laggiornamento sar invece contestuale. Il Circolo comunque proceder, sotto la responsabilit dellincaricato, ad incontri periodici, se del caso a immediata convocazione, per problemi che dovessero verificarsi, ma anche per eventuali nuove attivit o programmazione di eventi. 4) Rapporti con strutture e operatori esterni. Le strutture esterne che vengono in contatto con il Circolo sono la sede provinciale cui il Circolo aderisce, uno studio commerciale, saltuariamente con lassicurazione .. per gli eventuali rapporti che si instaurano a seguito di sinistri o danni a cose. A questi elementi fatta esplicita richiesta scritta che il trattamento dei dati dei soci del Circolo avverr in modo strettamente connesso alle necessita burocratiche delle pratiche e che qualsiasi uso pi ampio avverr solo dietro esplicita autorizzazione della persona interessata. Firme dei membri del Consiglio Direttivo . .. ..

La presente bozza di documento programmatico sulla sicurezza chiaramente esemplificativa; ogni Circolo o associazione sportiva dovr adeguarla alle proprie condizioni oggettive, con particolare riferimento allesame dei rischi concreti connessi . 68

Allegato b)
NOMINA INCARICATO DEL TRATTAMENTO DEI DATI DEI SOCI Il Consiglio Direttivo del Circolo (o Associazione Sportiva) "..", visto lart. 30 del D. Lgs. 196/2003 DESIGNA Il sig. (carica nel circolo) .. incaricato del trattamento dei dati personali dei soci. Il sig. in quanto incaricato del trattamento sar la sola persona che potr avere accesso alle banche dati personali necessarie e pertinenti alle finalit perseguite esemplificativamente riportate in calce e comunque alle informazioni necessarie per lo svolgimento delle mansioni affidate. Nel trattamento dei dati personali il sig.. dovr attenersi alle norme del Codice della privacy, alle indicazioni del Consiglio Direttivo sul trattamento dei dati personali, a ogni altra disposizione di legge in materia e alle apposite prescrizioni e direttive che verranno impartite dal titolare e dal responsabile del trattamento . Il sig. ..dichiara di avere ricevuto lallegato Manuale sulla sicurezza dei trattamenti a uso degli incaricati e si impegna ad osservarlo. Data e firma .Il titolare/responsabile del trattamento dei dati

personal

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Libro verbali del Collegio dei Sindaci Verbale della riunione dei sindaci del

Lanno..il giornodel mese dialle ore.presso la sede sociale del Circolo si tenuta la riunione del Collegio dei sindaci. Sono presenti i sindaci effettivi .che in presenza dellamministratore del Circolo sig ........................hanno proceduto alla ispezione dei libri contabili, rilevando che la prima nota cassa e il libro giornale sono al corrente con la registrazione a tutto il . . La cassa presenta i seguenti totali: - riscossioni - pagamenti - saldo di cassa . ..

I Sindaci hanno constatato che sul conto corrente n .vi un saldo attivo di ..e che la rimanenza di . effettivamente quella risultante dalla differenza del saldo cassa e quanto contenuto nel conto corrente. I Sindaci riferiscono in merito ai controlli nei mesi .., .,nel corso dei quali hanno controllato la fatture dei fornitori, le registrazioni contabili e le registrazioni di carico e scarico del magazzino. Infine il Presidente del Collegio sig. invita il Sindaco sig.a controllare nei prossimi giornale bollette di consegna dei fornitori e il sindaco sig. a spuntare i versamenti effettuati dal cassiere sig. .. . Alle oreil Presidente del Collegio dei Sindaci dichiara chiusa la seduta. I sindaci , , .

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2. LA SEDE SOCIALE DEI CIRCOLI E DELLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE 2.1 La sede sociale non soltanto un luogo fisico. Occorre innanzitutto premettere che la sede di unassociazione, in conseguenza della sua natura giuridica, non da considerarsi soltanto un luogo fisico ma una libera associazione di cittadini che, in linea di principio, pu eleggere a propria sede qualsiasi luogo purch munito di certificato di abitabilit, senza richiedere alcuna autorizzazione se in essa non viene svolta attivit di somministrazione di alimenti e/o bevande o di distribuzione degli stessi. Ci in linea di principio, perch in pratica quello di trovare una sede sociale in cui operare il primo problema che si trovano ad affrontare i promotori dellassociazione e/o del circolo. E infatti del tutto evidente che una sede fisica necessaria per svolgere compiutamente il ruolo cui lassociazione chiamata; la casa del socio, il luogo dove si scambiano le esperienze associative, si progetta lintervento, si promuovono le iniziative, si danno servizi concreti al corpo sociale. Fra questi servizi rientrano la somministrazione di alimenti e bevande, la mensa, lo spaccio di generi alimentari e vari che sono regolati da apposite leggi sul commercio che verranno trattate nel capitolo apposito (Cap. 5). La sede sociale, essendo riservata ai soli soci, considerata dalla normativa vigente luogo privato. 2.2 Acquisizione della sede sociale. Per lacquisizione della sede possono essere eseguite vie diverse a seconda della situazione concreta cui si trova: lacquisto, laffitto, il comodato. E importante, nel caso di affitto o di comodato, che vengano stilati e registrati i relativi contratti in quanto la registrazione diventata obbligatoria per tutti i contratti di durata superiore a 30 giorni complessivi nellanno e deve essere fatta entro i 30 giorni successivi alla stipula presso lAgenzia delle Entrate competente per territorio. I documenti necessari sono: il contratto (1 originale e una copia), 1 marca da bollo da euro 14,62 per ogni 100 righe di testo, il modello 69, il modello 8 reperibili presso lAgenzia stessa, e il versamento dellimposta mediante modello F 23 (codice tributo 115T prima annualit, 112T annualit successive, 107T intero periodo). Il codice dellufficio da indicare RP. Limporto da versare pari al 2% del canone con un minimo di 51,65 euro. Il pagamento per il canone ultra-annuale pu avvenire per ogni anno o cumulativamente; in questo ultimo caso compete una detrazione pari al 1,25% annuo (L. 311/04 finanziaria 2005). Il contratto standard pu essere acquistato presso le cartolerie o le tabaccherie specializzate. Attenzione perch per effetto di una norma del decreto legge sulla competitivit, dal 17 marzo 2005 torna ad essere obbligatoria la denuncia alla Pubblica Sicurezza per ogni nuova locazione, o comunque cessione di disponibilit (locazione , comodato,compravendita) di fabbricato per un periodo superiore ad un mese. La denuncia deve essere fatta alle questure o al commissariato di Pubblica Sicurezza, ovvero al comune dove questi non esistono, entro 48 ore dalla consegna dellimmobile. Per lacquisizione delle sedi di associazioni sportive e per quelle delle societ c la possibilit di accesso al credito sportivo o a strutture del demanio pubblico come illustrato nei capitoli 10 e 11. 2.3 Requisiti della sede sociale. Nella scelta dei locali occorre tenere presente che essi debbono rispondere a particolari requisiti (igienicit, salubrit ecc.) e che debbono avere il certificato di agibilit rilasciato dallamministrazione comunale: certificato condizionato soltanto al rispetto dellabitabilit cos come risulta sulla licenza di costruzione. Nel caso si intenda destinare parte dei locali a luogo per la somministrazione di alimenti e bevande (bar, mensa ecc.), occorre richiedere la relativa autorizzazione igienico-sanitaria rilasciata dalla ASL competente (vedi documentazione per la richiesta) 71

E frequente anche il caso in cui i locali della sede siano predisposti o vengano usati per spettacoli o intrattenimenti in genere: se lintrattenimento esclusivamente riservato ai soci non occorre nessun altro tipo di autorizzazione se non quella per i locali adibiti a sede sociale. Ci non esonera ovviamente il circolo, o lassociazione sportiva che sia, dallosservanza delle norme sui requisiti acustici delle sorgenti sonore (L. 26/10/1995 n 447), con particolare riferimento alle occasioni in cui si esplica una attivit di spettacolo o intrattenimento, specialmente se danzante o similare, anche se riservato ai soli soci (Dpcm n 215/99). A questo proposito interessante per i circoli la precisazione dellANCI (associazione Nazionale Comuni dItalia) che, in riferimento allarticolo 7 della legge 179/2002 che ha modificato lart. 3, comma 1, lettera h della legge n 447/95, che non sono pi soggetti alle disposizioni in materia di controllo preventivo, fatte da tecnici competenti in acustica, dei livelli di rumore generati dagli impianti elettroacustici di amplificazione e diffusione sonora di radio, TV, hi-fi, juke-box, karaoke ecc. Pertanto, i titolari di queste attivit non sono pi tenuti a effettuare la valutazione preventiva del livello di pressione sonora che caratterizza il locale o larea. La precisazione riguardo ai circoli afferma che lobbligo della valutazione preventiva vige soltanto nei confronti dei titolari delle attivit di pubblico spettacolo e di intrattenimento danzante, compresi i circoli privati in possesso dellautorizzazione prescritta per i trattenimenti aperti anche ai non soci (vedi Il Sole 24 Ore del 14/7/2003 n 191 pag. 31). Le caratteristiche dei sistemi di controllo automatico del livello di pressione sonora interno ed esterno alla sede ove si esplicano le attivit e le altre notizie tecniche per essere in regola sono contenute nel DPCM 18 settembre 1997 (GU 6/10/97 n 233) al quale si rimanda. C inoltre da far notare che, nel caso in cui i locali ospitino pi di cento persone contemporaneamente, viene richiesto, anche se si tratta di soci, il certificato di prevenzione incendi ai sensi del Dm del Ministero dellInterno del 16/02/1982 e successive modificazioni. 2.4 Destinazione duso dei locali utilizzati a sede sociale. Qualora il circolo e/o associazione sportiva scelga di stabilire la propria sede in un locale precedentemente adibito ad altro uso, va stabilito che nessuna legge urbanistica vieta il mutamento di un immobile quando questo non comporti opere di trasformazione urbanistica e/o edilizia. In fatto di cambiamento di destinazione duso degli immobili c comunque molta confusione, per evitare la quale necessario distinguere tale stato di fatto dal cambiamento di utilizzo degli immobili, che cosa ben diversa. Infatti, il cambiamento di destinazione di un fabbricato si riferisce al suo mutamento oggettivo e strutturale rispetto alle sue condizioni originarie, conseguente a degli interventi edilizi (un magazzino trasformato in abitazione, lautorimessa di un albergo trasformata in locali cucina, un teatro trasformato in scuola, ecc.). Il semplice cambiamento di utilizzazione o cambiamento duso, invece, si verifica quando il fabbricato viene usato in modo difforme da quello consentito e autorizzato dalla concessione edilizia, o dal certificato di abitabilit o agibilit, dalla licenza o autorizzazione comunale per lo svolgimento di quella determinata attivit, senza alcun intervento edilizio di trasformazione delle strutture murarie, salvo i semplici lavori di manutenzione ordinaria, o anche straordinaria, ma al fine della buona conservazione dellimmobile conformemente alla sua originaria destinazione. Questo semplice cambiamento di utilizzazione, quindi, riguarda il comportamento dellutente rispetto allautorizzazione duso che gli stata concessa a suo tempo, cambiamento che, se risulta abusivo, ovvero non autorizzato dallautorit competente, non costituisce reato edilizio proprio perch non vi stato alcun intervento straordinario di trasformazione o alterazione delle strutture originarie del fabbricato. Possiamo dire anche che, mentre il cambiamento di destinazione duso di un immobile un fatto definitivo, irreversibile (a meno che non vengano demolite le opere abusivamente eseguite e rimesso in 72

pristino conformemente allo stato originario), il semplice cambiamento di utilizzazione un fatto precario e revocabile senza alcun intervento edilizio e distruttivo. A conferma di quanto esposto aggiungiamo per maggior chiarezza che ormai giurisprudenza costante laffermazione del principio che nessuna legge in materia urbanistica vieta il mutamento duso di un immobile quando questo non comporti opere di trasformazione urbanistica e/o edilizia (e quindi dellaspetto del territorio); poich gli atti amministrativi emanati dalla pubblica autorit debbono sempre corrispondere a precise disposizioni di legge (principio della tipicit degli atti amministrativi), una norma che vieti il mutamento duso di un immobile quando questo immobile non comporti opere di trasformazione edilizia da considerarsi illegittima. In tal senso, infatti, si sono pronunciate numerose sentenze del T.A.R., diversi pronunciamenti della 3^ sezione penale della Corte Suprema di Cassazione (vedasi in proposito lultimo di questi: sentenza 25/01/1982, n 1824) ed infine il Consiglio di Stato con decisione n 5205 del 25/07/1982 che afferma testualmente: in base alla normativa vigente, il mutamento di destinazione duso di un immobile urbano, non accompagnato da lavori, non soggetto a concessione edilizia comunale o ad autorizzazione. Il parere dellANCI (Associazione Nazionale Comuni dItalia) sullargomento, espresso in pi occasione in risposta a quesiti posti da vari Comuni e sempre coerente con questa linea, ha recentemente confermato nel quesito posto da un Comune il 22/09/1998 che un Circolo privato, se tale, pu avere in sede qualsiasi immobile, regolarmente costruito e dichiarato agibile, che abbia destinazione duso a civile abitazione. Daltra parte non sarebbe nemmeno facile individuare la destinazione duso di un circolo che, magari nella stessa giornata, pu fare attivit sportiva, pi tardi o in altra sala attivit formativa, alla sera festa da ballo, concerto jazz o altra attivit musicale, oppure attivit teatrale eccetera, tutte attivit normalmente esercitate e pu gestire uno spazio bar o altro quale momento assistenziale per i soci impegnati nelle varie attivit. Qual la destinazione duso pi corretta? In conclusione, per affrontare uno degli argomenti pi discussi, se il circolo, unitamente alle proprie finalit istituzionali, vuole esercitare, al proprio interno, anche la somministrazione di alimenti e bevande riservata ai propri soci, pu farlo ovviamente nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge senza che, per limmobile, debba essere chiesto il cambio duso, da civile abitazione o industriale od altro, a commerciale (art. 32, comma 4, legge 7/12/2000 n 383). Il circolo dipendenti di una fabbrica od altro ente o industria pu somministrare, allinterno dellazienda, senza che per questo, limmobile cambi destinazione. Si tratta infatti di unattivit accessoria rispetto a quella principale che per altro, oggi pu esserci domani no e pertanto non richiede modifiche di destinazione. Parimenti, la sede sociale di circolo e /o associazione sportiva compatibile con la destinazione di zona: industriale, commerciale, artigiana, ecc. (art. 32, comma 4, legge 383/00).
divieto di fumo nei circoli Nonostante la dizione di cui allart. 51, comma 1, lettera a) della legge 16 gennaio 2003 che escludeva dal divieto sul fumo i locali privati non aperti ad utenti o al pubblico , dizione che recludeva le sedi dei circoli dalle norme richiamate, il Ministero ha ritenuto che il suddetto divieto fosse applicabile anche ai circoli privati. Pertanto anche i Circoli e le associazioni sportive, se vorranno permettere ai propri soci di fumare nei locali associativi, dovranno attrezzarsi con apposite sale riservate ai fumatori e dotate di impianti per la ventilazione ed il ricambio di aria. Per quanto concerne lindividuazione del responsabile del rispetto del divieto d fumo, a meno di un atto formale di delega, questi il rappresentante legale dellassociazione ed a lui sono addebitati eventuali richiami al rispetto di tale divieto ed ad assicurarsi dellesposizione nella sede dei cartelli di divieto resi obbligatori dalla legge. 2.5

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Contratto di locazione di immobile commerciale (sede sociale e/o impianti)


tra Il signor .. nato a .il.., residente a ,via , codice fiscale , di seguito per brevit locatore e Il circolo (o associazione sportiva dilettantistica) . (codice fiscale e/o P.Iva ), con sede in . , rappresentata dal presidente e legale rappresentante signor.. , nato a , il ., residente a, codice fiscale.. , di seguito per brevit conduttore si conviene e stipula quanto segue: il locatore concede in locazione con le precisazioni che seguono al conduttore, che accetta, un locale ad uso non abitativo, sito in ..via.., composto da:}, a norma cos come limpianto elettrico, idrico ed il riscaldamento autonomo. ai seguenti patti e condizioni: Articolo 1 Durata di anni sei con inizio dal .. e termine il . con diritto del locatore di recedere dopo i primi sei anni per i motivi di cui allarticolo 29 legge 392/1978; il contratto si intender rinnovato per un periodo di anni sei se nessuna delle due parti avr comunicato allaltra, con lettera raccomandata da inviarsi almeno sei mesi prima della scadenza che non intende rinnovarlo. Il conduttore avr facolt di recedere anticipatamente ai sensi dellarticolo 27 legge 392/1978 con preavviso di almeno mesi . Articolo 2 Il canone di locazione dovr corrispondersi in rate mensili anticipate da .() euro ciascuna. Ogni rata mensile dovr essere pagata in via anticipata entro il giorno di ogni mese. Dal secondo anno di locazione il canone nelle misure contrattualmente stabilite, verr aggiornato annualmente secondo quanto previsto dallindice Istat e dalle vigenti norme, senza necessit di richiesta da parte del locatore. Il conduttore a titolo di deposito cauzionale consegna ad oggi al locatore alla firma del presente contratto di locazione, la somma di .. euro pari alla somma di 3 mensilit del canone di locazione. Tale somma sar restituita al conduttore solo al momento della riconsegna della cosa locata e quando tutti i patti del presente contratto saranno adempiuti. Il presente deposito dovr inoltre essere proporzionalmente adeguato al variare del canone di locazione e dovr essere ricostituito in caso di suo utilizzo. Il mancato pagamento del canone e degli oneri accessori costituir motivo di risoluzione del contratto di locazione. Articolo 3 Il conduttore dichiara di aver constatato che limmobile oggetto della locazione in buono stato duso e ne prende possesso nello stato in cui si trova, ad ogni effetto di legge con il ritiro delle chiavi. Articolo 4 Il locatore dichiara che limmobile oggetto della locazione adatto per uso non abitativo e provvisto del relativo certificato di usabilit. Il conduttore dichiara di utilizzare il bene locato come {}, non prevedendosi afflusso di pubblico. Per il proprio utilizzo il conduttore si obbliga a propria cura e spesa, a richiedere ed ottenere tutte le autorizzazioni, licenze, concessioni e quantaltro previsto dalle vigenti disposizioni di legge.

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Articolo 5 Il conduttore dichiara di aver esaminato i locali affittati e di averli trovati adatti, in buono stato di manutenzione ed esenti da difetti e si obbliga ad usare la cosa locata con diligenza e di non apportare alcuna modifica, addizione o miglioria anche agli impianti, senza il preventivo consenso scritto della parte locatrice, che comunque sar sempre esonerata da ogni responsabilit e dal corrispondere qualsivoglia indennit. La riconsegna della cosa locata dovr avvenire nelle stesse condizioni in cui stata consegnata, salvo il deterioramento dovuto alluso. Se il locatore ha espresso consenso alleffettuazione di opere o trasformazioni o sistemazioni diverse di locali dellimmobile, sar tenuto a pagare al conduttore unindennit corrispondente alla minor somma tra limporto della spesa ed il valore del risultato utile al tempo della riconsegna. Qualora il conduttore non abbia alcun diritto allindennit, il valore dei miglioramenti pu compensare i deterioramenti. In caso di addizioni effettuate dal conduttore, questi ha diritto di toglierle alla fine della locazione qualora ci possa avvenire senza nocumento della cosa locata. E in facolt del locatore ritenere le addizioni stesse dandone espressa comunicazione al conduttore; in tal caso e nel caso in cui le addizioni non sono separabili senza nocumento della cosa, il locatore dovr pagare al conduttore una indennit pari alla minor somma tra limporto della spesa ed il valore delle addizioni al tempo della riconsegna. Articolo 6 Il conduttore si impegna ad eseguire a sue spese la riparazioni di piccola manutenzione ai sensi dellarticolo 1576 del Codice Civile; non provvedendovi il conduttore, vi provveder il locatore attingendo, per le spese, al deposito cauzionale. Sono a carico del locatore le spese per la straordinaria manutenzione dellimmobile e le spese per le riparazioni straordinarie. Qualora il locatore non provveda e/o in caso di riparazioni urgenti, il conduttore pu eseguirle direttamente, salvo rimborso o compensando il credito relativo e pari alla somma spesa con i canoni di locazione dovuti o da corrispondere fino al termine del contratto. Articolo 7 Qualora lesecuzione delle riparazioni si protrae per oltre un sesto della durata della locazione ed, in ogni caso, per oltre venti giorni, il conduttore avr diritto alla riduzione del corrispettivo proporzionalmente allintera durata delle riparazioni stesse ed allentit del mancato godimento. Se lesecuzione delle riparazioni, indipendentemente dalla sua durata, rende inutilizzabile tutta o parte della cosa locata, il conduttore potr ottenere lo scioglimento del contratto. Articolo 8 Qualora il locatore sostenga delle spese per le opere di cui allarticolo 23 legge 392/78, il conduttore avr lobbligo di corrispondergli, con decorrenza dal primo mese successivo a quello di ultimazione dei lavori, un aumento integrativo del canone sopra convenuto, pari alla percentuale dellinteresse legale sulla spesa sostenuta dal locatore, maggiorato dei relativi aggiornamenti Istat. Articolo 9 Il conduttore sar costituito custode dellimmobile locato e ne risponder in caso di perdite e deterioramento anche se derivanti da incendio, qualora non provi che siano dovuti a cause a lui non imputabili. Articolo 10 Il locatore esonerato da responsabilit in caso di interruzione dei servizi per cause indipendenti dalla sua volont. Articolo 11 Esso potr ispezionare o fare ispezionare i locali affittati, previo accordo con il conduttore sulle modalit dellaccesso. Articolo 12 Linadempienza da parte del conduttore di uno dei patti contenuti in questo contratto, produrr, ipso Iure, la sua risoluzione. Articolo 13 Saranno a carico del conduttore i consumi delle utenze di acqua, gas, luce, telefono, la tassa sui rifiuti urbani, eventuale quota parte di spese condominiale e quanto di spettanza del conduttore in genere. Articolo 14 Non consentita la sublocazione totale o parziale dellimmobile in oggetto salvo consenso espresso prestato dal locatore.

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Articolo 15 Il conduttore potr recedere dal contratto in qualsiasi momento dandone avviso al locatore mediante raccomandata con avviso di ricevimento almeno sei mesi prima dalla data in cui il recesso deve avere esecuzione. Articolo 16 Le parti eleggono per le eventuali controversie relative al presente contratto la competenza esclusiva del Foro di ..}, le parti espressamente escludono la concorrenza del foro designato con gli altri previsti dalla legge. Articolo 17 A tutti gli effetti del presente contratto, ed anche per la notifica di eventuali atti giudiziari, compresi quelli relativi alle procedure di sfratto e di esecuzione, il conduttore dichiara di eleggere domicilio presso i locali oggetto della locazione. Articolo 18 Le spese di bollo per il contratto e di registrazione saranno a carico delle parti in egual misura. Articolo 19 Per quanto non specificato nel presente contratto le parti si rimettono alle disposizioni dettate in materia di locazione dal Codice Civile e dalle vigenti leggi.

Il locatore

..

Il conduttore

Le parti espressamente dichiarano che le clausole di cui al presente contratto sono state oggetto di trattativa individuale, ai sensi e per gli effetti di cui allarticolo 1341 e seguenti del Codice Civile approvano espressamente le clausole di cui agli articoli 5, 6, 7, 12 e 16.

Il locatore

Il conduttore

addi ..

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MODELLO DI CONTRATTO DI COMODATO


SCRITTURA PRIVATA TRA

a) (ente che in possesso degli impianti sportivi o di uffici: persone fisiche o giuridiche, Parrocchie ecc. ), con sede in.., via.. N.., C.F/P.I., legalmente rappresentata dal sig nato a.. .il e residente a. .via. ....n..d'ora in poi indicata come "comodante" e b) l'Associazione., con sede in via. ..n, C.F./P.I/legalmente rappresentata dal sig.. , nato a , ile residente a. vian..d'ora in poi indicato come "comodatario"
PREMESSO

che la comodante proprietaria di un impianto sportivo, costituito da n. __ campi di _______, n. __ locali, [ecc.], sito in _____________, via _____________________, destinato ad attivit sportive (oppure , per esempio, di un locale, sito in _____________, via _________"]; che il comodatario ha chiesto di poter utilizzare il predetto impianto per ivi svolgervi attivit sportiva dilettantistica [oppure: "...che il comodatario ha chiesto di poter utilizzare il predetto locale per ivi svolgervi l'attivit associativa" (oppure: "...per adibirlo a sede degli uffici dell'Associazione"/] ; che il comodatario aderisce al __________ (indicare l'ente di promozione sportiva di affiliazione:
TRA LE PARTI SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE

1. II comodante concede in comodato al comodatario, che accetta, l'immobile sito in ______________, via _______ cos identificato catastalmente ____________________________ e costituito da__________ _______ come da planimetria allegata sotto la lett. A. [nel caso in cui fossero concessi in uso anche beni mobili, occorre aggiungere: "Sono concessi in comodato anche le attrezzature e i beni mobili indicati nell'inventario allegato sotto la lettera B, che forma parte integrante del presente contratto."] II comodatario dichiara di aver preso visione dell'immobile in ogni sua parte [se si inserisce il precedente comma, occorre aggiungere: "...nonch delle attrezzature e dei beni mobili concessi in comodato"] e di averne constatato il perfetto stato di conservazione e manutenzione e di averlo trovato del tutto idoneo all'uso pattuito nel presente contratto ed immune da qualsiasi vizio o imperfezione ed in tale stato si obbliga a restituirlo alla scadenza del comodato, salvo il normale deterioramento a seguito dell'uso. 2. Il comodatario potr usufruire dell'immobile sopra descritto per la durata di ____ (________ ) a partire da ___________ con scadenza il ___________. Alla scadenza il presente contratto si intender tacitamente rinnovato di ________, salvo disdetta a mezzo raccomandata R.R. con preavviso di almeno ____ (______ ).[oppure, se si opta per un comodato precario: "II comodatario potr usufruire dell'immobile a tempo indeterminato, pertanto, il 77

rapporto di comodato e con esso l'occupazione dell'immobile potranno essere fatti cessare dal comodante in qualsiasi momento con semplice preavviso di _______ ( ________ ), a mezzo di raccomandata.. 3. L'immobile di cui sopra potr essere utilizzato dal comodatario esclusivamente per ivi svolgervi attivit sportiva dilettantistica [oppure: "per sede degli uffici dell'Associazione"], mantenendo un comportamento conforme allo spirito educativo del luogo in cui l'immobile inserito. Viene esclusa fin d'ora ogni attivit politica, partitica e sindacale. Nessun corrispettivo dovuto per il presente comodato; 4. Il comodatario tenuto a custodire e a conservare tutti i beni mobili e immobili oggetto di comodato con la diligenza del buon padre di famiglia ed direttamente responsabile verso il comodante dei danni causati agli stessi e di quelli causati alle persone, sia terzi che soci. A tale scopo si obbliga a stipulare, a proprie spese, opportuna assicurazione presso una Compagnia Assicuratrice di primaria importanza e per un congrue massimale contro tutti i rischi che possano gravare sull'immobile, e per responsabilit civile, e ad esibire la polizza e le ricevute di pagamento dei premi su richiesta del comodante. La polizza dovr prevedere l'obbligo a carico della Compagnia di risarcimento diretto del comodante o delle persone danneggiate, ai sensi dell'articolo 1917 del Codice Civile. 5. Il comodatario si assume ogni responsabilit civile, penale e fiscale per quanto concerne le attivit svolte nell'immobile concesso in comodato. In particolare si impegna a richiedere tutte le autorizzazioni necessarie per l'espletamento delle attivit e ad ottemperare alle disposizioni di legge in materia, li mancato rilascio anche di una sola delle predette autorizzazioni necessarie per lo svolgimento dell'attivit sar causa di risoluzione del presente contratto. 6. Il comodatario si obbliga a mantenere inalterata la destinazione di quanto viene affidato e consegnato, conformemente a quanto indicato nell'art. 3, nonch a pagare o rimborsare su richiesta del comodante ogni gravame di tasse e imposte relative inerenti l'immobile; le parti espressamente escludono che il predetto pagamento o rimborso costituiscano un corrispettivo per il presente comodato. Senza che ci possa essere considerato corrispettivo per il presente comodato, sono a carico del comodatario le spese di manutenzione ordinaria e quelle necessarie per l'utilizzo dell'immobile, comprese quelle relative al riscaldamento e alle utenze (a titolo esemplificativo: acqua, luce, gas). 7. Si stabilisce espressamente il divieto assoluto per il comodatario di concedere a terzi (in comodato, locazione, o a qualsiasi altro titolo) anche solo parzialmente l'oggetto del presente comodato e di cedere a terzi, a qualunque titolo, il presente contratto nonch di invitare nell'impianto [o: "locale"] persone non autorizzate per iscritto dal comodante stesso. Il predetto divieto non si applica nel caso d squadre ospitate per lo svolgimento di partite e/o tornei con le squadre del comodatario. In ogni caso, il comodatario solleva il comodante da qualsiasi responsabilit connessa all'utilizzo dell'immobile e allo svolgimento in esso dell'attivit sportiva da parte di squadre esterne e di qualsiasi altro gruppo o persona ospitata o comunque ivi presente. 8. Ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 1806 del Codice Civile, le parti convengono quale valore di stima del bene comodato, la somma complessiva di Euro _________________ (_______). Detta stima effettuata unicamente al fine della responsabilit del deperimento del bene comodato, restando inteso che la propriet del medesimo permane come per legge in capo al comodante. 9. Il comodatario dovr pagare una penale di lire ______ (_______ ) al giorno, in caso di mancata riconsegna dell'immobile alla scadenza sopra stabilita, fatto salvo il risarcimento del danno ulteriore 10. L'inosservanza delle condizioni del presente contratto e in particolare di quelle previste dagli artt. 3, 5, 6 e 7 produrr la risoluzione di diritto del contratto per fatto e colpa del comodatario, ai sensi degli artt. 1456 e 1804 c.c. 11. L'estinzione dell'Associazione, nonch la sua fusione, incorporazione o trasformazione in altro ente determinano la risoluzione del presente contratto, ai sensi dell'ari. 1353 c.c.. Qualunque modifica del presente contratto pu aver luogo ed essere approvata solo mediante atto scritto. 12. Eventuali controversie che dovessero sorgere tra le parti circa l'utilizzo dell'impianto sportivo saranno amichevolmente risolte nell'ambito delle procedure conciliative (per esempio ad un giudice concordato fra le parti ecc.). 78

13. Bollo e tasse di registrazione ed ogni altro onere e gravame fiscale inerente al presente accordo sono a totale ed esclusivo carico del comodatario. 14. Per tutto quanto non specificato ci si attiene agli articoli 1803 e seguenti del Codice Civile che regolano il comodato. Letto, confermato e sottoscritto. ___, _____________ II Comodante [luogo e data] II Comodatario

Ai sensi dell'articolo 1341, secondo comma, del Codice Civile si approvano specificatamente le clausole di cui ai nn. 1, 2/4, 5, 6, 7, 8, 9,10, 11 ["...e 13": se inserito]. ________,________________[luogo e data] II Comodante II Comodatario

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CONCESSIONE LOCALI SCOLASTICI PER USI DIVERSI

CONVENZIONE TRA
Lassociazione/societ associazione sportiva dilettantistica C.F. ................................. ..... qui rappresentata nella persona di....,.... ......................... ....................nato a, . il .domiciliato per la carica in .........................................vian.
E

LIstitutoC.F. v.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . nella persona del Preside profnato a .il domiciliato per la carica in.......................................autorizzato alla stipula del presente atto con deliberazione del Consiglio d'Istituto n.....................in data.................................. PREMESSO

che lassociazione/ Societ di...........................................ha la necessit di una palestra per lo svolgimento dell'attivit .rivolta a gruppi di n...........associati; che la Scuola ha in concessione dal Comune di .................................................l'edificio sito in.. ......via..n. per il quale l'Ente Locale provvede alle spese relative alle utenze compreso il riscaldamento; che tale edificio dotato di palestra e che l'Istituto si dichiara disponibile ad un accordo in tal senso nel rispetto delle priorit di utilizzo fissate in base alla normativa vigente; che la Societ utilizzerebbe i locali in orario compatibile con le attivit istituzionali della scuola;
TUTTO CIO PREMESSO

le parti come sopra rappresentate e domiciliate convengono: 1) La Direzione Didattica - successivamente solo Istituto - mette a disposizione dellassociazione / Societ - successivamente solo Societ la palestra evidenziata nelle allegate planimetrie da tratteggio siti al piano: l'Istituto conviene che le attivit che la Societ chiede di svolgere nei locali sopracitati sono compatibili con le attivit didattiche e curriculari dell'Istituto. 2) La palestra, di cui al precedente punto 1) verr utilizzata dallassociazione/Societ per un periodo di . settimane, dal......al.... escluso il periodo delle vacanze pasquali e/o natalizie dal........../...........al....................e. successivamente, secondo il calendario delle lezioni annualmente concordato tra lassociazione /societ e l'Istituto, secondo le seguenti modalit: nei giorni da..con orario..................................... 3) Lassociazione/societ provveder a versare presso la banca filiale

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di . . , intestato a Direzione Didattica di, ...entro il 15 del mese successivo all'utilizzo, la somma dovuta in base alla tariffa oraria di ...................(con l'aggiunta di . .. (. ..) a giornata per ciascun gruppo superiore a 30 associati) indicando nella distinta anche il numero delle giornate utilizzate. Per gli anni successivi, la Societ si impegna a versare le tariffe orarie secondo gli aggiornamenti che saranno determinati in relazione agli oneri di gestione, salva facolt di recesso. Sono a carico dellassociazione/societ le incombenze di vigilanza e di pulizia della palestra. Lassociazione/societ si impegna a comunicare gli orari e le persone addette alla pulizia, prima dell'avvio dell'attivit. 4) Lassociazione/societ si impegna a rispettare il calendario delle giornate concordate per l'utilizzo e a comunicare preventivamente eventuali modifiche. 5) Lassociazione/societ si impegna: a) a sollevare il Comune e l'Istituto da ogni responsabilit per danni a persone o cose che avessero a determinarsi in dipendenza dell'utilizzo dei locali di cui si tratta; a tal proposito si impegna a stipulare apposito contratto assicurativo con primaria Azienda di Assicurazione per R.C. con un massimale di ....................(............); b) a risarcire il Comune di qualunque danno a beni mobili, immobili ed impianti di propriet di I tali Ente, che venisse causato in maniera inequivocabile in seguito all'utilizzo dei locali da parte dellassociazione/societ e parimenti di risarcire l'Istituto dei danni a beni ed attrezzature dell'Istituto verificatesi in maniera inequivocabile in dipendenza dell'utilizzazione da parte dellassociazione/societ. 6) Lassociazione/societ si impegna ad individuare una persona con il compito di verificare il regolare ! utilizzo della palestra ed a comunicarne il nominativo all'Istituto. 7) L'istituto si impegna ad effettuare giornalmente, al termine delle lezioni tenute dallassociazione/ societ, un'accurata verifica dell'integrit dei locali, degli arredi e delle attrezzature utilizzati ed a contestare immediatamente allassociazione/societ eventuali danneggiamenti, segnalandoli nel contempo alla Provincia. E' in facolt dellassociazione/societ fare altrettanto prima dell'inizio delle lezioni, facendone segnalazione verbale immediata al personale dell'Istituto e comunicazione scritta, entro le successive 48 ore, al Comune e all'Istituto. 8) II Comune e l'Istituto, nell'ambito delle rispettive competenze, curano gli adempimenti previsti a loro carico dalle disposizioni di cui al D.P.R. n 626/94 in materia di sicurezza del ; lavoro e da tutte le altre norme in materia di sicurezza in genere. Si allega copia del documento rischio della palestra che lassociazione/societ si impegna a rispettare. 9) II presente accordo avr durata triennale a far tempo dall'anno scolastico......................................salvo disdetta motivata da comunicare alle altre parti con almeno tre mesi di anticipo. 10) E' assolutamente vietato lasciare nei locali scolastici, attrezzature e materiale vario necessario allo svolgimento delle attivit. 1 l) Si precisa che il cortile all'interno dell'edificio non viene concesso in uso alla societ, pertanto ogni qualvolta si svolgono incontri pomeridiani della scuola non consentito il parcheggio. 12) II presente atto esente da bollo ai sensi del D.P.R. 26.10.72 N6.42. Le spese di registrazione sono a carico della Societ. Data e firme. Il dirigente dellistituto .. Il presidente dellassociazione .

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REGOLAMENTO PER LA GESTIONE ED IL FUNZIONAMENTO DEL CENTRO SPORTIVO COMUNALE

Art. 1) II Centro Sportivo di propriet del Comune di , situato nella zona sportiva di via ., composto dalle seguenti sezioni: - Sezione Palestre - Sezione Pista e Pedana di atletica Leggera -- Sezione campi di calcio Alla gestione ed al funzionamento del centro Sportivo, come all'organizzazione ed allo svolgimento delle attivit ad esso connesse, il Comune provvede secondo le norme del presente Regolamento, stanziando all'uopo, annualmente speciali fondi nel bilancio ordinario a seconda delle necessit. Art. 2) L'Amministrazione Comunale, assistita dalla eventuale Commissione comunale competente, presiede nell'ambito delle norme del presente Regolamento, alla conservazione ed al funzionamento del Centro sportivo, nonch alla vigilanza delle attivit inerenti, affidando le incombenze agli Uffici comunali competenti in materia. L'Ufficio Tecnico comunale provvede entro le direttive emanate dalla Giunta Municipale, al coordinamento delle attivit e dei servizi specifici. Art. 3) La determinazione degli orari d'uso compete alla Giunta Municipale. Art. 4) II Centro Sportivo a disposizione delle attivit sportive svolte nell'ambito dell'organizzazione del CONI, delle Federazioni Sportive Nazionali e dei Gruppi sportivi locali interessati, con il solo onere del concorso nelle spese di gestione. Possono farne richiesta d'uso, gli Enti, le associazioni e le Societ Sportive dilettantistiche e i cittadini privati residenti nel Comune. La richiesta dovr essere presentata all'Amministrazione Comunale con un anticipo di giorni 30 per le attivit continuative e giorni 10 per le attivit saltuarie. Art. 5) A titolo di corrispettivo per le spese di gestione, il Comune provvede a richiedere al pubblico, alle associazioni, alle societ, agli enti e ai gruppi utenti, sia per allenamenti che per manifestazioni, i canoni di concessione di cui ai tariffari deliberati annualmente. Il mancato pagamento delle tariffe stabilite comporta l'esclusione dell'insolvente da ogni ulteriore concessione e le normali azioni del Comune per il recupero del credito. E' fatto divieto ai beneficiari, di subaffittare le strutture loro concesse. Art. 6) La concessione dei servizi Bar, pubblicit, guardaroba, affitto cuscini ed altri servizi non

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espressamente indicati nel presente regolamento, deve formare oggetto di apposito separato Regolamento Art. 7) E' vietato l'ingresso al Centro sportivo, a tutti i cittadini che non siano stati espressamente autorizzati. Art. 8) I disabili in carrozzella possono accedere all'interno delle strutture sportive fornite di apposito permesso durante le manifestazioni sportive. Art. 9) Solo durante gli allenamenti consentita l'introduzione delle biciclette che saranno depositate negli spazi appositamente destinati. Art. 10) Eventuali allacciamenti telefonici potranno essere eseguiti a cura e spese del Comune, dietro motivata richiesta dellassociazione/ societ. Le spese d'uso e di gestione dell'utenza saranno a totale carico dellassociazione/ Societ. Art. 11) Al termine della concessione il Presidente dellassociazione/ Societ o il beneficiario dovr restituire all'Ufficio Tecnico le chiavi in suo possesso. Art. 12) E' vietato l'ingresso al Centro sportivo a tutti i mezzi non espressamente autorizzati.

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DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE DI TRASFERIMENTO DEL CIRCOLO

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3. LAMMINISTRAZIONE DEI CIRCOLI E DELLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE . 3.1 Libri sociali. Nei capitoli seguenti verranno esaminati i problemi relativi a tasse, tributi, ecc., e gli adempimenti a cui sono tenuti le associazioni e i circoli. Parleremo anche della tenuta obbligatoria di registri, libri contabili, ecc. Per libri obbligatori si intendono libri inerenti allattivit di circoli ed associazioni sportive che vengono considerate commerciali (gestione di mense, sponsorizzazione, ecc.). La normativa attuale, in effetti, non prevede per le attivit istituzionali lobbligo della tenuta dei libri contabili o particolari norme per la loro compilazione (ris. min. n 11/189 del 22/4/85: Per quanto concerne, invece, i proventi derivanti dallattivit istituzionale e quindi di natura non commerciale non sussiste, secondo la vigente normativa fiscale, lobbligo delle scritture contabili richiamate dallart. 20 del DPR n 600/73), e conseguentemente di indicare a chicchessia il luogo ove vengono conservati, limitandosi invece a prevedere lobbligo di una contabilit ed un rendiconto separati da quello istituzionale oltre che per le attivit commerciali, anche per le attivit in cui vi contributo pubblico e per le attivit di raccolte pubbliche. Questi soggetti, quindi, dovranno tenere da una parte i libri e le scritture ove annotare i fatti istituzionali (incasso quote associative, liberalit, ecc.) e, dallaltra le scritture obbligatorie. Il rendiconto per le attivit in cui vi un contributo pubblico e quello di raccolte pubbliche, deve essere fatto entro quattro mesi dalla chiusura dellesercizio e deve essere accompagnato da una relazione illustrativa in modo che risultino chiare e trasparenti entrate e spese per ciascunattivit. Non avere lobbligo della tenuta dei libri contabili ufficiali non vuole significare affatto che il gruppo dirigente dellassociazione sportiva sia dispensato dal tenere quei libri sociali che permettono allassociazione di vivere una corretta vita democratica ed un efficace funzionamento amministrativocontabile. Se i libri contabili, vidimati e non dagli uffici competenti, sono necessari per non incorrere in sanzioni pecuniarie e penali, i libri interni (raccolta dei verbali delle assemblee dei soci, raccolta dei verbali del Consiglio di Presidenza e del Collegio dei Sindaci, prima nota cassa, libro di carico e scarico, giornale mastro, ecc.) vanno tenuti in ossequio a quei principi di rettitudine e di chiarezza che debbono esercitare coloro che amministrano i beni comuni. Ipotizzando unassociazione sportiva o un circolo medio-grande (per le associazioni sportive minori il ragionamento certamente pi semplice), diamo di seguito alcune indicazioni generali, consapevoli della loro inadeguatezza, rimandando alla volont delle associazioni sportive lorganizzazione di attivit formative specifiche per venire incontro allesigenza di una conoscenza, seppure limitata, che i dirigenti debbono avere in materia di politica amministrativa. 3.2 Indirizzi di organizzazione contabile. La contabilit che i circoli e le associazioni sportive devono tenere rivolta a: Mettere in evidenza mediante classificazioni e registrazioni, le variazioni che si verificano negli elementi patrimoniali per effetto della gestione; Rendere possibile il controllo delloperato dei consegnatari, di seguire il movimento del denaro o delle merci e di quello dei debiti e dei crediti; Fornire tempestivamente e periodicamente agli amministratori ogni elemento atto a stabilire lo stato della situazione economica e patrimoniale; Fornire i dati per la compilazione dei bilanci di fine anno, con particolare riferimento a quelle attivit considerate commerciali. Per tali attivit la contabilit deve essere separata da quella delle attivit non commerciali.

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3.3 Regolarit delle scritture contabili. La regolarit delle scritture contabili indice della seriet e dellefficienza organizzativa dellassociazione. La contabilit irregolare o non esatta invece, indice della scarsa funzionalit dellassociazione, limita il controllo degli organismi sociali, desta sospetti, favorisce irregolarit di varie specie, turba la fiducia del corpo sociale e falsa la realt. Per un proficuo e ordinato svolgimento delle attivit dellassociazione sportiva e del circolo, spesso suddivisa in sezioni o gruppi di interesse, ciascuno di questi dovrebbe avere una propria contabilit e proprie scritture contabili e, secondo noi, dovrebbe procedere alla compilazione di un vero e proprio bilancio, sia preventivo che consuntivo, da allegare al rendiconto economico e finanziario ( o bilancio se cosi prevede lo statuto) complessivo dellassociazione. 3.4 Entrate. Le entrate delle associazioni sono costituite principalmente dalle quote associative determinate dal Consigli direttivo o dalla assemblea, dai proventi derivanti dalle attivit organizzate dallassociazione, ma anche da contributi di enti pubblici e privati ed associazioni, da liberalit, lasciti e donazioni, e, non raramente da rapporti di sponsorizzazione e pubblicit. Come appena detto, per le entrate dellassociazione che non hanno riflessi fiscali non esistono particolari normative su come devono essere tenute; tuttavia necessario distinguere le une dalle altre e comportarsi a seconda della loro natura. Per le entrate da attivit fiscalmente rilevabili si rimanda al capitolo quarto del presente lavoro. Un discorso particolare va fatto per alcuni tipi di erogazioni liberali in quanto prevedono la possibilit per il donatore di detrarsele, e in qualche caso dedursele, dal proprio reddito. Tali erogazione sono: erogazioni liberali effettuate da persone fisiche Le erogazioni liberali in denaro effettuate da persone fisiche in favore delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni e societ sportive dilettantistiche danno diritto ad una detrazione dall'lrpef del 19 per cento. Tale detrazione, che va fatta valere in sede di presentazione della dichiarazione dei rdditi (modello 730,
modello UNICO), va calcolata su un importo complessivo non superiore a 2065 euro per le associazioni di promozione sociale ed a euro 1.500 per le associazioni (a meno che non abbiano assunto la qualifica di associazioni di promozione sociale) e le societ sportive dilettantistiche. Nel caso in cui l'associazione abbia assunto la qualifica di ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilit Sociale): si possono dedurre le liberalit in denaro o in natura erogate nel limite del 10 per cento del reddito dichiarato e comunque nella misura massima di 70.000 euro annui. Tale importo va calcolato per ogni periodo d'imposta

Anche gli amministratori delle associazioni debbono saper, e renderlo noto agli erogatori, che qualunque sia la somma erogata, per fruire dell'agevolazione il versamento deve essere eseguito tramite banca, posta, carte di credito, bancomat, carte prepagate, assegni bancari e circolari non trasferibili intestati all'associazione destinataria. Come per altra documentazione comprovante l'effettuazione delle erogazioni liberali anche questa non va allegata alla dichiarazione dei redditi, ma conservata dal contribuente ed esibita, se richiesta, agli uffici competenti dell'Agenzia delle Entrate. Le associazioni suddette possono noltre essere destinatarie del 5 per mille dell'IRPEF dovuta. che i contribuenti decidono, in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi, di destinare a loro. Erogazioni liberali effettuate da societ ed enti. Le medesime erogazioni previste per le persone fisiche possono essere concesse da enti e societ ed alle medesime condizioni fiscali (detrazione del 19%), e di modalit di versamento. Le societ e gli enti possono peraltro usufruire della possibilit di dedursi erogazioni (fino a 200.000,00 euro) per spese di sponsorizzazione di associazioni e societ sportive dilettantistiche. La somma corrisposta infatti considerata, per chi la eroga, una spesa di pubblicit e, come tale, deducibile nello stesso periodo d'imposta in cui stata sostenuta o in quote costanti nell'esercizio di sostenimento della spesa e nei quattro successivi (vedi capitolo fiscale). 86

Infine, a partire dal 2007, per promuovere lo sport tra i bambini e i giovani dai 5 ai 18 anni, stata introdotta una detrazione d'imposta del 19 per cento, calcolabile su un importo massimo di 210 euro, delle spese sostenute per l'iscrizione annuale e l'abbonamento ad associazioni sportive, palestre, piscine ed altre strutture ed impianti sportivi destinati alla pratica sportiva dilettantistica. 3.5 Spese. Per un retto andamento amministrativo del circolo e/o dellassociazione sportiva occorre disciplinare in un primo luogo il meccanismo degli acquisti e delle spese. Ogni spesa deve passare attraverso tre fasi: impegno accertamento pagamento. Limpegno deve essere preso legittimamente da chi ne ha la facolt e con la procedura stabilita dallo Statuto o dai regolamenti interni: tali impegni devono essere presi solo entro i limiti deliberati a norma statutaria e regolamentare. Laccertamento della spesa consiste nella verifica che il prodotto o il servizio acquistato corrisponda per qualit e quantit a quello commissionato e che la fatturazione sia avvenuta secondo i patti convenuti (prezzo data di pagamento tempo e luogo di consegna esattezza dei conteggi ecc.). Il pagamento deve essere ugualmente autorizzato, dopo i suddetti controlli, da chi ne ha i poteri. Per rendere pi facile loperazione opportuno che: 1. Il soggetto che ordina la merce non sia chi la riceve in consegna; 2. Colui che tiene la contabilit non faccia mai, neppure provvisoriamente, n da cassiere, n da provveditore; 3. I pagamenti siano effettuati esclusivamente dal cassiere, dietro un mandato di chi tiene la contabilit. La Legge 342/00 introduce la necessit di una documentazione di tipo bancario o postale per le operazioni inerenti allattivit istituzionale svolta dalle associazioni sportive per i proventi dalle stesse percepiti o somme corrisposte a qualsiasi titolo, per importi superiori a 516,47. I circoli e le altre forme associative di base non sono tenute ad osservare le suddette prescrizioni. 3.6 Inventario. Linventario viene redatto allinizio dellattivit dellassociazione e successivamente ogni anno. Esso deve contenere lindicazione del valore di attivit e/o passivit , lelencazione puntuale dei beni posseduti, il loro valore iniziale e quello al momento della chiusura di ciascun bilancio annuale (o rendiconto economico/finanziario che sia). Linventario si chiude con il rendiconto economico e finanziario o con il bilancio desercizio in questo caso composto dal conto economico e dallo stato patrimoniale (che dimostra limpegno del capitale sociale conseguito e/o le perdite subite). Come abbiamo gi visto il rendiconto, o bilancio, va redatto e presentato allassemblea ogni anno entro la data fissata dallo Statuto. La valutazione dellattivit e della passivit rappresenta unoperazione delicata e importante; infatti, mutando il criterio di valutazione (ossia cambiando i valori dellinventario, un bilancio attivo pu divenire passivo e viceversa). Il bilancio un prospetto bilanciante- dove si riassumono in poche voci tutte le attivit e le passivit inventariate e dove limporto delle attivit corrisponde esattamente (bilancio) a quello delle passivit. 3.7 Bilancio preventivo. Il preventivo di esercizio consente di determinare anticipatamente il costo di uno o di vari servizi o attivit, e di rendersi conto dei termini tecnico-economici entro i quali potranno effettuarsi. Esso consente inoltre il controllo dei costi e laccantonamento tempestivo delle spese da liquidare, cio quelle spese che maturano nel tempo ma che si manifesteranno in oneri reali soltanto periodicamente e occasionalmente, anche a distanza di anni (ad esempio deperimenti che esigono riparazioni, ammortamenti, indennit di fine rapporto di lavoro, ecc.). 87

3.8 Bilancio consuntivo ( o pi propriamente rendiconto economico e finanziario). Il bilancio consuntivo, che statutariamente pu riferirsi sia allanno solare che allanno sociale, un documento che il consiglio direttivo e il collegio sindacale (ove esista) presentano allassemblea per fornire ai soci i fatti amministrativi e il risultato della gestione dellassociazione. Dal bilancio si pu anche rilevare se c equilibrio finanziario fra gli elementi patrimoniali e trarre quei dati statistici che siano di indicazione e guida per lavvenire. Il Bilancio consuntivo anche se riferito alle sole attivit istituzionali e la documentazione ad esso inerente, deve essere conservato per dieci anni. 3.9 Compilazione del bilancio. Il bilancio consuntivo si compone di due prospetti e di una relazione, e precisamente: 1. Situazione patrimoniale, che indica tutte le attivit e le passivit che formano lo stato patrimoniale al giorno indicato (chiusura di esercizio che in genere il 31 dicembre di ogni anno), la cui differenza aritmetica rappresentata, tolto il capitale o le riserve, dallutile o dalla perdita dellesercizio; 2. Conto profitti e perdite (o costi e ricavi), che indica come la gestione si svolta durante lesercizio. Esso rappresenta la vita economica dellassociazione sportiva e/o del circolo e indica come si giunti allutile o alla perdita risultante dalla situazione patrimoniale; 3. Relazione del consiglio direttivo con la quale si illustra in maniera critica e reale il bilancio. Per quanto riguarda la relazione occorre tenere presente che le cifre del bilancio e quelle relative ai risultati economici raggiunti, non sempre sono cos significative e chiare da illustrare anche ai non esperti la reale consistenza patrimoniale dellassociazione sportiva e come si svolto landamento della gestione. Pertanto, affinch linterpretazione del bilancio sia alla portata di tutti, occorre che nella relazione si spieghino le cifre impostate allattivo o al passivo, soffermandosi in particolar modo sulle differenze esistenti rispetto alla situazione patrimoniale del precedente esercizio. Inoltre la relazione deve spiegare in maniera chiara e comprensibile landamento della gestione in tutti quegli aspetti che possono mettere in luce i fatti salienti verificatisi durante la gestione stessa, i provvedimenti presi in conseguenza di tali fatti e i risultati raggiunti con tali provvedimenti. Deve essere ben chiaro che tali risultati per unassociazione non si devono limitare solo a quelli di carattere economico, ma estendersi ed investire la funzione sociale che sta alla base del circolo, della stessa associazione sportiva e cio alla qualit e alla quantit delle iniziative prese o servizi effettuati per il soddisfacimento delle esigenze scaturite dal corpo sociale. 3.10 Controllo delle scritture contabili. Un sistema di controllo, effettuato in adempimento ad un preciso dovere sociale e morale, non pu e non deve offendere alcuno. Si nota spesso la mancanza, in alcune associazioni, di un sistematico controllo e si giustifica ci con il fatto che in una organizzazione di questo tipo tale misura non solo non necessaria ma pu offendere la sensibilit di chi la deve subire. Il controllo, viceversa, deve essere considerato da ognuno (dirigenti, associati, personale dipendente, ecc.) come uno strumento necessario che, mentre dal punto di vista materiale evita errori, abusi e reati, dal punto di vista morale costringe a perseguire quanto pu infondere maggiore fiducia nei soci. La direzione ed il controllo dellandamento organizzativo, amministrativo e contabile spettano al Consiglio di presidenza ed al Collegio dei sindaci revisori. Per, per lo spirito democratico che informa lazione sociale del circolo e dellassociazione sportiva, occorre sollecitare costantemente la collaborazione dellintero corpo sociale per dare in maniera democratica un valido aiuto allopera che i due organismi svolgono in questo senso. 3.11 Consegne a chi subentra. Prima di entrare nel merito degli aspetti fiscali e tributari che riguardano i circoli, le associazioni sportive e le societ, vogliamo sottolineare anche in questa sede 88

la necessit di effettuare un verbale di consegna, qualora vi siano dei cambiamenti nella direzione dellassociazione sportiva e/o del circolo. Il verbale deve contenere le situazioni pendenti (sia di natura politica che economica) e mettere in condizione colui che subentra nellincarico (o il nuovo gruppo direttivo) di valutare immediatamente e con esattezza la situazione dei debiti e dei crediti dellassociazione, quando debbono essere saldati o riscossi, le obbligazioni che sono state assunte, nei confronti di chi e perch. Ovviamente il suddetto verbale serve anche a sollevare da responsabilit coloro che lasciano lincarico che hanno prova di aver consegnato a chi di dovere la documentazione, in qualche caso obbligatoria per legge, dovuta.

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RICEVUTA PER ACQUISTO TESSERE DA PARTE DI UN CIRCOLO

Associazione ............................... Sede provinciale Via .................................................... C.F................................................. Spett.le. Associazione/societ sportiva/Circolo Si riceve la somma di . ( .) a saldo di n tessere anno .dellassociazione . Il sottoscritto dichiara che esonerato dallobbligo di fatturazione in quanto il predetto corrispettivo non soggetto ad IVA in base allart. 4, quarto comma del DPR 633/72 n allIRES in base allart. 148 commi 1 e 3 del TUIR in quanto riferito al rilascio di tessere associative. .li. _____________________________ Firma leggibile

Gli enti di promozione sportiva, le Federazioni riconosciute dal Coni (non quindi le associazioni e societ di base) sono esenti dallimposta di bollo per gli atti, documenti, istanze, contratti, copie (ANCHE SE DICHIARATE CONFORMI ), ESTRATTI, CERTIFICAZIONI, DICHIARAZIONI ED ATTESTAZIONI ai sensi dellart. 90 comma 6 della legge 289/2002.

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DICHIARAZIONE PER CONTRIBUTI VOLONTARI DA SOCI E/O DA PRIVATI

Associazione sportiva/Circolo ............................... Via .................................................... C.F................................................. Spett.le. ..

Il sottoscritto ., nato a .e residente in, in qualit di Presidente pro-tempore dell'Associazione sportiva/circolo ........................................................... C.F...........................sito in . Dichiara che Il socio (o lEnte) ........................................................ nato a............................................il .......................e residente a.CF.. versa a titolo di "CONTRIBUTO VOLONTARIO" la somma di . .....................(................................................) per il conseguimento degli scopi sociali dellassociazione. Loperazione fuori campo di applicazione dellIVA per assenza del presupposto oggettivo, in quanto non costituente il corrispettivo di una specifica prestazione di servizi o di una cessione di beni (Risoluz. Minister. 4/12/73 n. 504943).

..li. Il Presidente ....................................................

Marca da bollo da 1,81 per importi uguali o superiori a 77,47. 91

RICEVUTA DA SOCI E DA PRIVATI PER VERSAMENTI LIBERALI

Associazione sportiva/Circolo ............................... Via .................................................... C.F................................................. Spett.le. Il sottoscritto ., nato a .e residente in, in qualit di Presidente pro-tempore dell'Associazione sportiva/circolo ........................................................... C.F...........................sito in . Dichiara che Il socio (o lEnte) ........................................................ nato a............................................il .......................e residente a.CF.. versa a questa associazione la somma di diconsi..) a titolo di liberalit. Operazione fuori del campo di applicazione dellIVA per assenza del presupposto oggettivo in quanto non costituente il corrispettivo di una specifica prestazione di servizi o cessione di beni (Risoluzione Ministeriale 4/12/73 n504943). .li.. Il Presidente ...

NB: Ia presente ricevuta pu essere utilizzata per la detrazione del 19%, ai fini delle imposte dirette, su un importo massimo di 1500 euro concesso a titolo di liberalit ad associazioni sportive (art. 13bis, comma 1, lettera i-ter del TUIR) da persone fisiche, elevato a 2065 per le associazioni di promozione sociale, a condizione che il versamento sia effettuato tramite modalit rintracciabili e cio a mezzo accredito bancario, bollettino postale ecc.

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RICEVUTA PER VERSAMENTI PER ATTIVITA OCCASIONALI

Associazione sportiva/Circolo ............................... Via .................................................... C.F.................................................. Spett.le.. C.F..

Il sottoscritto ., nato..il..e residente a ..via.,in qualit di Presidente pro-tempore dell'Associazione sportiva/circolo .........................................................C.F. ........................ Dichiara di aver ricevuto dalla ditta .......................................la somma di .................(....................................) .per............................................................

Il sottoscritto dichiara di essere esonerato dagli obblighi di fatturazione in quanto loperazione fuori campo di applicazione dellIVA (artt, 1.2.4 del DPR 633/72) per assenza del presupposto oggettivo, in quanto trattasi di attivit puramente occasionale (Risoluzione Ministeriale 4/3/1985 e cassazione sezione 1 in data 12./3/ 1996 n 2021): ..li.. Il Presidente ....................................................

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RICEVUTA PER SPESE SOSTENUTE PER ATTIVITA MOTORIA PER RAGAZZI

Associazione sportiva/Circolo ............................... Via .................................................... C.F................................................. Egregio Sig. Il sottoscritto ., nato a .e residente in, in qualit di Presidente pro-tempore dell'Associazione sportiva/circolo ........................................................... C.F...........................sito in ..via.. n.operante nella disciplina .. Dichiara che Il socio sig. ........................................................ nato a............................................il .......................e residente avian..CF.. versa a mezzo assegno non trasferibile* n ..della banca .intestato alla associazione (o societ sportiva) . a titolo di quota di partecipazione del proprio figlio/a nato/a a il ad attivit motoria dei ragazzi da 5 a 18 anni, la somma di (diconsi..) come previsto dallarticolo 15, comma 1, del DPR 22/12/1986 n 917 (TUIR) Operazione fuori del campo di applicazione dellIVA per assenza del presupposto oggettivo in quanto non costituente il corrispettivo di una specifica prestazione di servizi o cessione di beni a proprio socio (Risoluzione Ministeriale 4/12/73 n 504943). .li.. Il Presidente ...

NB: Ia presente ricevuta pu essere utilizzata per la detrazione del 19%, ai fini delle imposte dirette, su un importo massimo di 210 euro annui versato ad associazione sportiva per attivit motoria dei minori. Attenzione la norma operante dal 1 gennaio 2007 .*O altra modalit tracciabile (accredito postale o bancario, ecc

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DICHIARAZIONE PER LESENZIONE DELLA RITENUTA IN OCCASIONE DI CONTRIBUTI PUBBLICI

Associazione sportiva/Circolo ............................... Via .................................................... C.F.....................................................

Alla Spett.le Amministrazione ... ...

Si riceve la somma di . ................................. (.........................................................). come pattuito con la convenzione stipulata in data ............................... per lorganizzazione della attivit .........................................................................................................svolta.. ................................................................................. si dichiara che il predetto corrispettivo non soggetto allIVA in base allart. 4 del D.P.R. 633/72 n alla ritenuta alla fonte del 4% (IRES) in base allart. 28 del D.P.R. 29/9/73 n. 600 ed alla Risoluzione Ministeriale della Direzione Generale delle Imposte Dirette n. 11/027 del gennaio 1988 in quanto lassociazione ricevente non gestita in forma di impresa ed in quanto relativo ad attivit istituzionali.

Data..

Il Presidente . .........................................

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ESEMPIO DI TENUTA DELLA CONTABILITA


PRIMA NOTA CASSA

Foglio n.. cassa banca


uscite entrate uscite

riferim. data

descrizione

imponibile

IVA

entrate

riporto
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 02/01/2008 03/01/2008 05/01/2008 07/11/2008 07/01/2008 07/01/2008 07/01/2008 08/01/2008 10/01/2008 10/01/2008 11/01/2008 prestito da soci (4.000 in cassa 2.000 in banca) registrazione statuto acquisto libri sociali contratto telecom contratto acea (acqua) materiale pulizia cancelleria affitto gennaio febbraio (assegno n. condominio gennaio - febbraio riscaldamento sede I rata n. 16 quote associative ) 750,00 150,00 40,00 60,00 175,00 630,00 110,00 100,00 83,30 28,00 180,00 520,00 500,00 27,00 62,00 160,00 900,00 ) 100,00 180,00 4.000,00 150,66 16,50 160,00 130,00 35,00 17,00 520,00 2.000,00

20/01/2008 acquisto computer (assegno n. 22/01/2008 cancelleria

23/01/2008 n. 6 quote associative 24/01/2008 26/01/2008 29/01/2006 30/01/2008 01/02/2008 04/02/2008 n. 21 tessere (acquisto) n. 21 quote per corso... .....
:

esta inizio corso

n. 10 quote associative n. 10 tessere rimborso spese Sig. ......

27/02/2008 riscaldamento sede II rata 28/02/2006 affitto marzo - aprile (assegno n. ) 28/02/2008 restituzione prima rata prestito rif. 1 10/03/2008 19/03/2008 spese postali pagamento bolletta Acea

96

totali foglio 1

4.320,00

2.624,46 2.000,00

1.940,00

schede
scheda riscaldamento data riferimento operazione riscaldamento sede prima rata riscaldamento sede seconda rata entrate uscite 180,00 180,00

10/01/2008 10 27/02/2008 21

totale

360,00

scheda tesseramento data riferimento operazione n. 16 quote associative n. 6 quote associative n. 21 tessere n. 10 quote asociative n. 10 tessere 100,00 83,30 entate 160,00 60,00 175,00 uscite

11/01/2008 11 23/01/2008 14 24/01/2006 15 30/01/2006 18


01/02/2008

19

totale 97

320,00

258,30

Rendiconto Economico e Finanziario


1 gennaio 31 dicembre 200___
(Piano dei conti, Bilancio preventivo, Rendiconto) ENTRATE
Voci del rendiconto Avanzo di gestione anni precedenti

Consuntivo

Preventivo

Differenza

I. Ordinarie

1 Quota associativa annuale Soci

2 Interessi C/C bancario

3 Gestione Bar sociale

4 Gestione Spaccio Sociale

5 Gestione sala giochi

6 Gestione Attivit ricreative

7 Diverse

Totale

II. Straordinarie da Contributi

1 Versamenti dei soci

2 Da sede provinciale Associazione

3 Da sede regionale Associazione

98

4 Da sede nazionale Associazione 5 Da Enti locali

6 Da Privati

Totale

III. Straordinarie da Attivit

1 Quote di iscrizione a Corsi Formazione

2 Quote di iscrizione ad Attivit Sportive

3 Quote di iscrizione ad Attivit Culturali 4 Gestione diretta attivit Commerciali

5 Abbinamenti commerciali

6 Pubblicazioni

7 Diverse

Totale

IV. Entrate per partite di giro

1 Prenotazione gite, manifestazioni o attivit diverse 2 Incassi per conto terzi

pranzi,

3 Cauzione

4 Varie

99

Totale

V. Tesseramento successivo

di

competenza

anno

Totale Generale ENTRATE

Disavanzo di gestione

Totale a pareggio

100

USCITE
Voci del rendiconto

Consuntivo

Preventivo

Differenza

Disavanzo di gestione anni precedenti

I. Tesseramento

1 Affiliazione Circolo

2 Tesseramento Soci

3 Licenze Varie (da )

Totale

II. Attivit Istituzionali

1 Riunioni di Presidenza

2 Riunioni Tecnici

3 Riunioni Associative

4 Assemblee - Congressi

Totale III. Ammortamento Attrezzature e Impianti

1 Attrezzature Sociali

2 Attrezzature Sportive

3 Impianti sede sociale

101

4 Attrezzature d'ufficio 5 Manutenzione sede sociale

6 Manutenzione attrezzature

7 Automezzi

a) acquisto

b) gestione

c) manutenzione

8 Diverse

Totale

IV. Attivit ordinaria

1 Rifornimenti bar sociale

2 Rifornimenti spaccio sociale

3 Organizzazione manifestazioni e gare

4 Premi e trofei

5 Tasse d'iscrizione 6 Affitto locali, campi, palestre

7 Spese trasferte

8 Spese per vitto e alloggio trasferte

9 Diverse

102

Totale

V. Attivit straordinaria 1 Partecipazione a manifestazioni

2 Diverse

Totale

VI. Formazione

1 Corsi di aggiornamento

preparazione

ed

2 Corsi per operatori di servizi

3 Corsi per operatori sportivi

Totale

VII. Spese di gestione

1 affitto sede sociale

2 affitto attrezzature sede sociale

3 affitto impianti sede sociale

4 illuminazione

5 forza motrice e servizi (corrente elettrica, ecc.) 6 pulizie

7 postali telegrafiche

103

8 telefoniche

9 medico-sanitarie

10 compensi al personale

11 collaborazioni

12 assemblee e riunioni in sede

13 assemblee e riunioni fuori sede

14 assicurazione sede sociale

15 stampa manifesti e promo

16 diverse Totale

VIII. Spese per dirigenti 1 spese di rappresentanza

2 fondo spese presidenza

3 rimborsi 4 partecipazione a corsi di formazione

5 rimborsi spese, premi ed indennit

6 diverse

Totale

104

IX. Stampa 1 pubblicazione giornale

2 notiziari

3 collaborazioni

4 acquisto pubblicazioni

5 acquisto quotidiani

Totale

X. Imposte e tasse

1 Siae

2 IVA

3 IRPEG

4 IRAP

5 Licenze diverse (es. UTF)

6 Tasse Radio-Tv 7 Tasse affissione

8 Altre

Totale

105

XI USCITE per partite di giro

1 Gite, pranzi, manifestazioni diverse

2 Versamenti per conto terzi

3 Importi cauzionali

4 Diverse

Totale Totale Generale USCITE

Avanzo di gestione

Totale a pareggio

N.B. 1) Si consiglia di utilizzare lo schema proposto come "piano dei conti" per l'intero arco dell'anno; infatti la suddivisione delle voci per capitoli di spesa come sopra riportate pu semplificare molto la stesura del rendiconto a fine anno.
2) E' logico che in occasione del Bilancio Preventivo verr compilata esclusivamente la colonna di destra, mentre in fase di Rendiconto economico e finanziario .. (da stilarsi fra gennaio e aprile del 200) verr completato con la colonna di sinistra.

106

Nota esplicativa voci del Rendiconto economico e finanziario Entrate e Uscite


Voci del rendiconto ENTRATE Avanzo di gestione anni precedenti I. Ordinarie 1 Quota associativa annuale Soci 2 Interessi C/C bancario 3 Gestione Bar sociale 4 Gestione Spaccio Sociale 5 Gestione sala giochi 6 Gestione Attivit ricreative II. Straordinarie da Contributi e Liberalit 1 Versamenti dei soci 2 Da sede provinciale Associazione 3 Da sede regionale Associazione 4 Da sede nazionale Associazione 5 Da Enti locali 6 Da Privati III. Straordinarie da Attivit 1 Quote di iscrizione a Corsi Formazione 2 Quote di iscrizione ad Attivit Sportive 3 Quote di iscrizione ad Attivit Culturali 4 Gestione diretta attivit Commerciali 5 Abbinamenti commerciali 6 Pubblicazioni
Tutto ci che stato fatturato Sponsorizzazioni ecc. Comuni, pro-loco, ecc. Il costo della tessera a carico dei soci. Interessi derivanti da depositi bancari Tutti gli incassi della mescita Tutti gli incassi derivanti dallo spaccio Tutti gli incassi derivati dall'utilizzo dei giochi Manifestazioni in genere (feste di piazza, tombole, ecc.) Contributi non aventi natura commerciale erogati da soggetti vari L'utile di gestione risultante nell'anno precedente

107

IV. Entrate per partite di giro

Quote di partecipazione o incassi riscossi conto terzi

1 Prenotazione gite, pranzi, manifestazioni o attivit es. cena sociale in cui ognuno paga la sua quota personale diverse 2 Incassi per conto terzi 3 Cauzioni V. Tesseramento di competenza anno successivo
Tessere acquistate nell'anno in corso valevoli per l'anno successivo es. tramite per i soci per Servizio fiscale

Voci del rendiconto USCITE Disavanzo di gestione anni precedenti I. Tesseramento 1 Affiliazione Circolo 2 Tesseramento Soci 3 Licenze Varie (da Endas ecc.) II. Attivit Istituzionali 1 Riunioni di Presidenza 2 Riunioni Tecnici 3 Riunioni Associative 4 Assemblee - Congressi III. Ammortamento Attrezzature e Impianti 1 Attrezzature Sociali 2 Attrezzature Sportive 3 Impianti sede sociale 4 Attrezzature d'ufficio 5 Manutenzione sede sociale 6 Manutenzione attrezzature 7 Automezzi IV. Attivit ordinaria 1 Rifornimenti bar sociale 2 Rifornimenti spaccio sociale 3 Organizzazione manifestazioni e gare 4 Premi e trofei Spese di rifornimento bar sociale Spese di rifornimento spaccio sociale La differenza del valore iniziale e finale dell'anno Affiliazioni (Endas.) e/o (Federazioni ecc.) Tutte le tessere ed i vari cartellini sportivi Aggregazione, somministrazione, ecc. Spese sostenute per l'organizzazione e la partecipazione a: La perdita dell'anno precedente

108

5 Tasse d'iscrizione 6 Affitto locali, campi, palestre 7 Spese trasferte 8 Spese per vitto e alloggio trasferte V. Attivit straordinaria 1 Partecipazione a manifestazioni VI. Formazione 1 Corsi di preparazione ed aggiornamento 2 Corsi per operatori di servizi 3 Corsi per operatori sportivi VII. Spese di gestione 1 affitto sede sociale 2 affitto attrezzature sede sociale 3 affitto impianti sede sociale 4 illuminazione 5 forza motrice e servizi (corrente elettrica, ecc.) 6 pulizie 7 postali telegrafiche 8 telefoniche 9 medico-sanitarie 10 compensi al personale 11 collaborazioni 12 assemblee e riunioni in sede 13 assemblee e riunioni fuori sede 14 assicurazione sede sociale 15 stampa manifesti e promo VIII. Spese per dirigenti 1 spese di rappresentanza 2 fondo spese presidenza Netto corrisposto al dipendente + le varie imposte (Inps, inail) Netto corrisposto al collaboratore+Ritenuta d'acconto+Inps Organizzazione o partecipazione a:

109

3 rimborsi 4 partecipazione a corsi di formazione 5 rimborsi spese, premi ed indennit IX. Stampa 1 pubblicazione giornale 2 notiziari 3 collaborazioni 4 acquisto pubblicazioni 5 acquisto quotidiani X. Imposte e tasse 1 Siae 2 IVA 3 IRES 4 IRAP 5 Licenze diverse (es UTF) 6 Tasse Radio-Tv 7 Tasse affissione XI USCITE per partite di giro 1 Gite, pranzi, manifestazioni diverse 2 Versamenti per conto terzi 3 Importi cauzionali Costi per la stampa di libri e giornali fatti dal circolo

110

Rendiconto Economico e Finanziario


STATO PATRIMONIALE ATTIVITA' Impianti Mobili ed attrezzature Macchinari Cassa Banche Magazzino merci Crediti v/terzi Soci in conto Debiti v/terzi Ratei e Risconti Attivi Totale attivit Perdita d'esercizio TOTALE GENERALE PASSIVITA' Fondo ammortamento Mobili e Attrezzature Fondo ammortamento Macchinari ed Impianti Fondo indennit Quiescenza Personale Fondo riserva Banche Ditte diverse per crediti v/Soci Debiti verso fornitori Debiti diversi Ratei e Risconti passivi Totale passivit Utile d'esercizio TOTALE GENERALE

111

Rendiconto Economico e Finanziario


Situazione Patrimonio Sociale Inventario beni e attrezzature Voce Banconi Frigoriferi Televisioni Radio Hi-Fi Sedie Tavoli Tovaglie Stoviglie Quantit Data acquisto Valore iniziale Valore al.

112

Rendiconto Economico e Finanziario


Situazione Patrimonio Sociale Magazzino merci

Voce

Quantit

Valore al.

113

BOZZA CONTRATTO DI SPONSORIZZAZIONE Tra i sottoscritti: a) sig...................................................................................... quale Presidente e legale rappresentante dellassociazione sportiva (o Circolo) ................................... con sede in .................................. ...via...n.C.F. .................................................. b) sig ............................................................................... quale ............................................... della Societ ....................................................... (oppure: quale titolare della ditta ..................................) con sede in ...............................via nC.F. ........................................ premesso * che lassociazione sportiva.................................... (oppure: il Circolo .......................................) svolge attivit di ............................................... * che il Sig. ............................................... intende promuovere a fini pubblicitari la diffusione, la conoscenza e l'apprezzamento del nome della ditta ............................................... * che lassociazione sportiva ................................... (oppure: il Circolo .............................................) si resa disponibile, dietro compenso, ad assecondare queste iniziative pubblicitarie dal ................................. * che il Sig................................................ riconosce alla associazione sportiva ............................ (oppure: al Circolo ..........................................) una particolare attitudine per il conseguimento degli scopi prefissi si conviene e si stipula quanto segue: 1) lassociazione sportiva ................................ (oppure: il Circolo ..........................................) per l'annata .......................................... e cio da oggi sino al ......................................... si impegna a: (L'elencazione che segue solo indicativa. Occorre elencare tutti e soltanto gli obblighi che effettivamente intendiamo assumere). a) far indossare in tutte le gare ufficiali agli atleti in campo ed alle riserve una maglia sulla quale compare la scritta ............................................... b) far indossare a tutti gli atleti, in ogni circostanza utile, una tuta recante l'iscrizione .................... c) dotare tutti gli atleti di una borsa per gli indumenti di gioco recante la dicitura ........................................ ed obbligando i medesimi ad usarla continuativamente. 114

d) porre sul campo di gioco, in occasione delle partite interne, un cartello con dimensioni ..........................uno striscione con dimensioni ................................ un mobile a centro campo di dimensioni ...............................................da collocare durante l'intervallo nonch 30' prima dell'inizio delle gare qualora il campo sia libero; e) aggiungere il marchio .................. alla propria denominazione sociale che pertanto diviene ................... con conseguente aggiornamento di tutta la modulistica, tessere, carta intestata, targhe, ecc. f) organizzare nel periodo ....................... un torneo di .................................. denominato ......................... con l'indicazione che si tratta di torneo patrocinato da .................................

2) Il Sig. ...................................... a nome e per conto della ditta ..................................... si impegna a: (L'elencazione che segue solo indicativa. Occorre elencare tutti e soltanto gli obblighi che effettivamente intendiamo assumere). a) fornire a proprie spese entro il ...................................n. ............ giochi di maglie suddivisi in n................................. giochi pesanti e n. ........................... giochi leggeri. Su questi indumenti dovr apparire la scritta ............................................... secondo il logotipo gi concordato tra le parti; le caratteristiche tecniche degli stessi dovranno essere preventivamente approvate dalla controparte. b) (idem per le tute); c) (idem per le borse); d) fornire a proprie spese entro il ....................... n. ............... palloni, n. ......................... paia di scarpe bullonate; n. ...............................................; e) fornire a proprie spese gli oggetti pubblicitari previsti al precedente punto 1 lett. d) impegnandosi altres alla loro manutenzione e/o sostituzione in caso di deterioramento anche fortuito. f) fornire a proprie spese tutto il materiale indicato al precedente punto 1 lett. e) in quantit e qualit strettamente necessarie secondo un criterio di prudente apprezzamento che dar determinato dalla associazione sportiva .................................. (o da Circolo ...............................................). g) pagare a consuntivo, dietro presentazione di regolare documentazione, tutte le spese direttamente riferibili alla organizzazione e gestione del Torneo ......................................; h) pagare la quota di affiliazione a. dellassociazione sportiva ............................................... (ovvero: del Circolo ...............................................), le tasse di iscrizione alle manifestazioni cui partecipano nell'anno ...................... i soci della medesima (indicativamente n. ......................... squadre) nonch il costo del tesseramento di tutti i soci. i) mettere a disposizione, completamente spesato, un autobus con minimo ................................ posti per tutte le trasferte della squadra ...................................... nell'anno ........................... L'impegno deve intendersi per tutte le gare ufficiali nonch per un massimo di ................................... gare amichevoli e dovr consentire la presenza sul campo ospite almeno ............................................. minuti prima dell'ora di inizio della gara. 3) Per tutte le forniture di beni e le prestazioni di servizi di cui al precedente punto 2) lassociazione 115

sportiva ............................ (oppure: il Circolo ....................................) per quanto di sua competenza, richieder l'emissione di fattura intestata a ................................. con destinazione presso lassociazione sportiva ................................ (oppure: il Circolo .....................................). Per quanto concerne in particolare le spese di cui al punto 2 lett. h) lassociazione Sportiva (oppure: il Circolo) presenter apposita nota di riepilogo con allegata copia delle ricevute rilasciate dal Comitato Prov. ... 5) Lassociazione sportiva ...................................(oppure: il Circolo ......................................) rilascia diritto di prelazione alla ditta ............................................... per il rinnovo della presente convenzione per l'annata ............................................... La ditta ................................. decadr dal diritto qualora non stipuli il rinnovo entro il ........................ 5)Le parti si danno reciprocamente atto che il presente accordo non riveste carattere di esclusiva nel senso che lassociazione sportiva .......................... (oppure: il Circolo...................................) potr stipulare altre convenzioni per aspetti della propria attivit qui non previsti e che la ditta. ...................................potr a sua volta stipulare altre convenzioni con altre associazioni, Societ 6)sportive o Circoli purch i termini di questi accordi non abbiano ad ingenerare confusione o concorrenza. 7)Qualsiasi controversia dovesse insorgere circa l'applicazione e l'interpretazione del presente contratto, le parti s'impegnano sin d'ora a designare un unico arbitro che decider inappellabilmente quale amichevole compositore in via di equit, arbitro da nominarsi, su richiesta della parte pi diligente. ................... l .......................... (firme) ......................................... .........................................

116

VERBALE DI CONSEGNA (redatto in duplice copia) Lanno ............................., il giorno ............................., del mese di ............................., alle ore ............................. presso la Sede Sociale della Societ Sportiva/Associazione si sono incontrati il Sig........................................................... Presidente uscente della Societ Sportiva/Associazione ................................................................... ed il Sig.................................................... Presidente in carica, per procedere alle consegne del materiale di interesse della Societ Sportiva/Associazione. Il Sig. ....................................................................................... consegna al Sig. ..........................................................n ............................. Libri raccolta verbali delle Assemblee dei soci con verbali compilati fino alla data del ............................. (ultima assemblea dei soci); n ............................. Libri raccolta verbali del Consiglio direttivo con verbali compilati fino alla data del............................. (ultima riunione del Consiglio direttivo uscente); n ............................. Libri raccolta verbali del Collegio dei Sindaci compilati fino alla data del ............................. (ultima riunione del Collegio dei Sindaci uscenti); n ......................... Libri dei Soci compilato fino alla data .............................; n..............................Libretti dei conti correnti della banca .................................... contenente .................................................. in contanti . ..................................... n. ............................. Libri prima nota cassa n. ..................................... n. ............................. n....................................... Il Sig. .......................................................... consegna inoltre la denuncia IVA della Associazione/Societ Sportiva riferita al ............................., la denuncia dei redditi riferita allanno .... ed un prospetto con il Bilancio di Cassa dal periodo 31/12 - .., alla data odierna. Il Sig. ..........................................................- fa presente che la situazione patrimoniale ha (o non ha) subito le seguenti variazioni dal 31/12 - .. e che la situazione debiti-crediti la seguente: Debiti: 1) .............................. ............................. per .............................-- nei confronti .............................. il cui impegno di pagamento cos concordato ................................................................................................................................... 2) ............................. . ............................. per .............................-- nei confronti .............................. il cui impegno di pagamento cos concordato ................................................................................................................................... Crediti: 117

1) ............................. . ............................. per .............................-- nei confronti .............................. il cui impegno di pagamento cos concordato .................................................................................................................................................................2) ............................. . ............................. per .............................-- nei confronti .............................. il cui impegno di pagamento cos concordato ................................................................................................................................... 4) ............................. . ............................. per .............................-- nei confronti .............................. il

cui impegno di pagamento cosiconcordato......................................................................................... Il Sig. .......................................................................................fa inoltre presente che sono stati assunti dal Consiglio Direttivo uscente (vedi Verbali corrispondenti) i seguenti impegni: 1). .2) 3)............................. Il Sig. .......................................................... dichiara con la presente di non esservi altri impegni che quelli elencati. Data ............................. Visto e sottoscritto Firma Presidente uscente Firma Presidente entrante

118

MODULO PER RIMBORSI SPESE A PIE DI LISTA


Lettera di incarico Incarichiamo il sig. ___________________________ nella sua qualit di _______________ ad effettuare trasferte e/o missioni per nostro conto secondo il programma predisposto dalla associazione e a tal fine, ove necessario lo autorizziamo ad usare il proprio automezzo per effettuare i percorsi necessari per i quali gli verr riconosciuta una indennit _________ /km. Data, timbro e firma dellEnte _________________________

Nota delle spese sostenute per conto dellEnte da: Cognome e Nome _______________________________________________________________________ Per recarsi da ___________________________ a _______________________________ per ____________________________________ il _________________________ Spese di viaggio e di trasferimento 1. Biglietto aereo/nave 2. Biglietto ferroviario 3. Prenotazione, supplemento rapido, cuccetta, ecc. 4. Auto propria km ______ x ______ Percorso __________________________________ 5. Pedaggi autostradali 6. Taxi 7. Biglietto autolinee urbane, extraurbane 8. Altro (specificare) _____________________ TOTALE SPESE DI VIAGGIO E TRASFERIMENTO Spese di soggiorno 9. Pernottamenti n. _____ 10. Pasti n. _____ TOTALE SPESE DI SOGGIORNO TOTALE DA LIQUIDARSI __________ __________ __________ __________ __________ __________ __________ __________ __________ __________ __________ __________ __________

Il sottoscritto dichiara che tutte le spese qui descritte sono derivati dallincarico conferitogli. Allegati n. ______ documenti giustificativi di cui alle voci 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10. In fede

119

______________________ Data _______________

* Il presente modulo pu essere compilato sia per ogni trasferta effettuata sia come riepilogo mensile delle trasferte del periodo di riferimento. In tale ultima ipotesi dovr essere compilato il foglio allegato.

Marca da bollo da 1,81 per importi maggiori di 77,47. 4.CLASSIFICAZIONE AI FINI FISCALI DEI CIRCOLI E DELLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE . 4.1 I circoli e le associazioni enti non commerciali. Non sussistono dubbi sul fatto che i circoli e le associazioni sportive, sia per la loro natura giuridica, sia per i fini statutari che perseguono, sia per lattivit effettivamente esercitata, vadano classificate fra i cosiddetti Enti non commerciali; tra gli enti cio che non hanno per oggetto esclusivo o principale lesercizio di unattivit commerciale e/o agricola (art. 73,comma 1, lettera c, del TUIR) per i quali il reddito complessivo determinato dalla sommatoria dei redditi fondiari e/o di natura fondiaria se posseduti, di capitali o diversi ed infine, qualora lassociazione svolga una o pi attivit considerate dalla normativa vigente commerciali(art. 148, comma 4 del TUIR ed art. 4, comma 5, del DPR. 633/72), da redditi dimpresa, ciascuno determinato secondo le regole di ogni singola categoria o, in alcuni casi, se reddito dimpresa, anche secondo criteri forfetari. Se corretto affermare che in linea di principio tali enti sono assoggettati alla disciplina generale degli enti non commerciali altrettanto corretto specificare che, facendo parte della categoria degli enti associativi, sono destinatari di un particolare regime tributario agevolato, specialmente per le cessioni di beni e prestazioni di servizio rese allinterno dellassociazione. In conseguenza di quanto sopra, il trattamento fiscale delle operazioni poste in essere dai circoli e dalle associazioni sportive disciplinato ai fini IRES dagli artt. 143, 144, 145, 146, 147, 148, 149, 150, del DPR 22/12/86 n 917 (Testo unico delle imposte sui redditi: TUIR) nel testo attualmente in vigore, peraltro profondamente modificato dal D.Lgs. 4 dicembre 1997 n 460, ed ai fini IVA principalmente dall art. 4 del DPR n 633/1972. 4.2 Attivit non commerciali. Sia pure molto sinteticamente, la normativa fiscale citata (in particolare art. 4, comma 4, del DPR 633/72 e art. 148, comma 3 -ex art. 111 comma 3- del DPR 917/86) stabilisce che sia ai fini IVA che ai fini IRES, per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali e sportive le prestazioni specifiche rese ai soci, associati o partecipanti dietro compensi ad hoc, anche ottenuti sotto forma di contribuzione supplementare, non si considerano svolte nellesercizio di attivit commerciale purch le stesse siano effettuate in conformit alle finalit istituzionali (siano cio previste dallo Statuto Sociale). Dette prestazioni rimangono estranee al fisco anche quando sono rese a favore di altre associazioni svolgenti le stesse attivit ed appartenenti alla medesima organizzazione locale o nazionale, ovvero ai soci di queste ultime (art. 148 TUIR) n sono considerate commerciali le cessione di pubblicazioni prevalentemente cedute agli associati. In linea generale pertanto le cessioni dei beni e le prestazioni di servizi resi ai soci dalle suddette associazioni non sono imponibili n ai fini IVA n ai fini IRES (ex IRPEG) n ai fini IRAP. Per maggiore comprensione possiamo semplificare nel presente prospetto le attivit non considerate commerciali: Artistiche: Mostre, rassegne, spettacoli teatrali, cinematografici, foto, ecc. Culturali: Visite guidate a gallerie e musei, attivit bibliotecarie e similari, grafiche, filateliche, numismatiche, hobbistiche, ecc. 120

Musicali: Attivit corali, folkloristiche, musica leggera, classica, ecc. Sportive: Gare, tornei, incontri, battute di caccia e di pesca, attivit subacquea con uso di attrezzature e impianti, gestione di impianti sportivi (per prestazioni ai soci o ad altre associazioni che svolgono la stessa attivit facente parte di un'unica organizzazione locale o nazionale). Turistiche: Gite, crociere, soggiorni, vacanze, settimane bianche ad eccezione di quelle in cui il circolo sia ente organizzatore assimilabile allagenzia di viaggio. Editoriali: Le pubblicazioni edite dalle associazioni, purch cedute prevalentemente ai propri soci (art, 4, comma 5, DPR 633/72 e art. 148, comma 3, del TUIR) Varie: Tutti i corrispettivi corrisposti dai soci per le attivit elencate in quanto, come detto, non considerate commerciali dalla legislazione fiscale vigente; somministrazione di bevande, dolci, caramelle, generi di caffetteria anche mediante corrispettivo corrisposto da soci e consiglieri. Contributi da Enti privati, da soci e consiglieri. Le quote associative ordinarie e straordinarie, nonch tutte le somme provenienti da attivit non commerciali. La non imponibilit per i circoli aderenti ad associazioni di promozione sociale dei proventi da bar ed esercizi similari, sancita dal 5 comma dellart. 148 del TUIR, stata confermata da una decisione (22/11/96 n 1430/97) della Commissione Tributaria Centrale e da una sentenza (15/1/2004 n 280) della Suprema Corte di Cassazione. Il citato D.Lgs 460/97 esclude dalle attivit considerate commerciali, (ai fini IRES, IVA, IRAP), anche se non rivolte ai soli soci, i fondi provenienti da raccolte pubbliche svolte occasionalmente (non pi di due volte allanno e per un introito massimo di 51.647,00) ed i contributi corrisposti da amministrazioni pubbliche (ai soli fini IRES e IRAP) per lo svolgimento di attivit convenzionate quali ad esempio gestione di biblioteche, parchi pubblici, impianti sportivi, mense ecc. (art. 143, comma 3, lettere a) e b) del TUIR), o in regime di accreditamento (art. 8, comma 7, del D.Lgs. 30/12/92 n 502 come sostituito dallart. 9, comma 1, lett. G) del D.Lgs. 7/12/93 n 517) di attivit aventi finalit sociali esercitate in conformit ai fini istituzionali dagli enti stessi. Le raccolte pubbliche suddette (cio rivolte a chiunque voglia parteciparvi siano soci o no) sono quelle realizzate attraverso la richiesta di danaro a terzi durante determinati eventi: celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione pubbliche (anniversario di vita dellassociazione,vincita di un campionato, organizzazione di una festa dello sport, inizio campagna tesseramento, inaugurazione nuova sede o nuovi impianti ecc.). Lart. 143 specifica che si tratta di eventi occasionali nei quali sar possibile offrire, in cambio del danaro, beni di modico valore (ad esempio calendari del campionato dellassociazione stessa o della serie A, B o C, magliette di atleti famosi, gadget ecc,) per indurre a sovvenzionare lassociazione. Ricordiamo che di ogni raccolta di fondi, come per eventuali contributi pubblici, deve essere redatto entro quattro mesi dalla chiusura dellesercizio uno specifico rendiconto (art. 20 , comma 2 del DPR 600/73) accompagnato da una relazione illustrativa che dimostri in modo chiaro e trasparente le entrate e le spese di ogni manifestazione organizzata. Il rendiconto e la relazione debbono essere allegati al rendiconto economico e finanziario complessivo (o bilancio) che il gruppo dirigente obbligato a presentare ai soci per lapprovazione e tenuto a disposizione, quindi non inviato a chicchessia se non richiesto, per eventuali controlli. Tali adempimenti sono richiesti anche per distinguere la raccolta di fondi dalla semplice liberalit (in denaro o beni) effettuata in maniera spontanea che non genera alcun obbligo fiscale non essendo fatta in cambio di impegni (pubblicitari ecc,) promessi dallassociazione. Le associazioni sportive ed i circoli, quando svolgono le suddette attivit a favore dei soci, anche in presenza di contributi suppletivi per particolari prestazioni (quote orarie per campi da tennis, bocce, corsi di apprendimento, gestione del bar, ecc.): Pagano lIVA quale ultimo consumatore; Sono esentate dalle scritture contabili obbligatorie, dallemissione di scontrino fiscale ecc. (ris.min. n 11/189 del 22/4/1985); 121

Sono esentate dalla presentazione del bilancio ad organismi esterni (al Tribunale, ecc.). Pertanto gli unici obblighi che competono loro, sono quelli di conservare per 10 anni le fatture di acquisto debitamente numerate e di richiedere il numero di codice fiscale (mettere, sia per i circoli che per le associazioni sportive, sotto la voce natura giuridica: 12 e sotto la voce codice attivit per le associazioni sportive il n 931200 attivit di club sportivi e non pi il n 92624 e per i circoli il n 949990 e non pi il n 91338). Eappena il caso di dire che tali attivit vengono considerate non commerciali anche ai fini IRES (ex IRPEG) e che pertanto per il loro svolgimento non richiesta neppure la denuncia dei redditi (mod. UNICO 200_ Enti non commerciali, ex mod. 760) a meno che le associazioni sportive ed i Circoli non posseggano beni fondiari (immobili) o di natura fondiaria (affitti di campi a terzi, ecc.) o di capitali (esclusi ovviamente gli interessi di c/c bancario che sono soggetti ad imposta allorigine). 4.3 Condizioni perch tali attivit restino non commerciali. La normativa vigente elenca alcune condizioni affinch tali attivit siano effettivamente annoverate quali non commerciali: Le cessioni di beni e le prestazioni dei servizi debbono essere svolte nei confronti dei soci; Per la gestione del bar lassociazione sportiva o il circolo deve essere iscritta ad unassociazione riconosciuta dal Ministero dellInterno quale assistenziale; Gli statuti debbono contenere obbligatoriamente (vedi art. 5 D.Lgs 460/97, art. 3 Legge 383/00, art. 4 Legge 128/04): denominazione dellassociazione contenente anche la dizione di associazione sportiva dilettantistica (ovviamente ci richiesto alle sole associazioni o circoli che svolgono prevalentemente attivit sportiva). indicazione del rappresentante legale; indicazione della sede sociale; finalit istituzionali (per le associazioni sportive lattivit sportiva dilettantistica compresa lattivit didattica); indicazione del fondo sociale; poteri degli organi associativi e loro durata in carica; mancanza di finalit lucrativa; oggetto e scopo non economico; divieto di distribuzione diretta o indiretta di utili, avanzi di gestione, fondi, riserve o capitali, durante la vita dellassociazione; obbligo di devolvere, in caso di scioglimento dellassociazione, il patrimonio residuo ad altra associazione con finalit analoghe o a fini di pubblica utilit, sentito lorgano di controllo che dovr essere nominato con decreto interministeriale; disciplina uniforme del rapporto associativo, escludendo espressamente la temporaneit della partecipazione alla vita dellassociazione o limitazioni democratiche in funzione della scarsa partecipazione alle attivit sociali (non possibile limitare i diritti dei soci in relazione al tempo di adesione o alla frequenza per esempio della sede sociale ); diritto di voto a tutti gli associati maggiori di et per lapprovazione e la modificazione dello statuto, dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi; principio di voto singolo ai sensi dellart. 2532 del codice civile; sovranit dellassemblea; indicazione dei criteri di ammissione e di esclusione degli associati; obbligo di redigere ed approvare il rendiconto economico e finanziario annuale ( o il bilancio nel caso cos fosse previsto dallo statuto ); idonee forme di pubblicit ai soci delle convocazioni delle assemblee, delle relative deliberazioni, dei bilanci o rendiconti; 122

intrasmissibilit della quota o contributi associativi per atto tra vivi (pu per prevedersi la possibilit di subentro dellerede in caso di morte dellassociato); non rivalutabilit della quota o contributi associativi; divieto per gli amministratori di ricoprire la medesima carica in altre societ o associazioni nellambito della medesima Federazione o, negli Enti di promozione Sportiva, nella medesima disciplina (anche questa clausola riguarda solo chi svolge attivit sportiva ). Il Coni inoltre, per essere iscritti nel registro delle associazioni sportive pretende che nello statuto siano inoltre inserite la c.d. clausola compromissoria (dovere dei soci di adire per la giustizia le sole norme statutarie), le condizioni per essere eletti (essere cittadini italiani o UE, non aver subito condanne ecc.) accettazione delle misure disciplinari inflitte dal CONI, dalla federazione o dallEPS cui lassociazione o la societ aderisce, accettazione dei principi e delle regole del CONI, delle Federazioni e dellEPS e dei rispettivi statuti. * per le associazioni e le societ sportive i proventi pervenuti e le spese sostenute, per qualsiasi causa, di importo superiore a 516,47 euro debbono essere accompagnati da documentazione di tipo bancario o postale anche se riferiti ad attivit istituzionale (legge 342/00). Il comma 18 dellart. 90 della legge 289/02 prevedeva espressamente la gratuit delle cariche associative. La nuova formulazione del comma 18 (art. 4, comma 6 ter, L. 21/5/04 n 128) non prevede pi il divieto di erogare compensi agli amministratori; divieto che invece previsto da leggi regionali, con particolare riferimento agli statuti delle associazioni di promozione sociale. Linserimento nello statuto della clausola suddetta diventa quindi necessaria per liscrizione dellassociazione negli albi (o registri) regionali che spesso la condizione per accedere ai contributi pubblici a questo livello. Per le associazioni sportive (ma anche per le societ sportive di capitali) era inoltre previsto lobbligo di conformare gli statuti ed i regolamenti alle direttive del CONI, delle relative federazioni o degli enti di promozione sportiva ed era prevista listituzione presso il CONI di un registro delle associazioni sportive suddiviso a seconda della natura giuridica delle stesse (commi 20, 21, 22 art. 90 L. 289/02); liscrizione al registro era titolo necessario per laccesso ai contributi pubblici. La legge 128/04 abolisce tali norme. Chi scrive ritiene tuttavia che in considerazione che con D.L. 21/5/04 n 136, stato affidato al CONI il compito di certificare (direttamente o attraverso le federazioni o gli enti di promozione sportiva) leffettivo svolgimento dellattivit sportiva dilettantistica da parte delle associazioni, societ o cooperative, convenga inserire nello statuto la clausola suddetta. Inoltre lo stesso decreto assegna al CONI il compito di trasmettere ogni anno alla Agenzia delle Entrate del Ministero delle Finanze lelenco delle associazioni, societ e cooperative riconosciuti quali soggetti che svolgono attivit sportiva dilettantistica ed alle quali possono essere concesse le agevolazioni fiscali. 4.4 Perdita della qualifica di ente non commerciale. Il D.Lgs. 460/97 prevede per il circolo (ma non per lassociazione sportiva: comma 11, art. 90 Legge 289/02) la perdita della qualifica di ente non commerciale qualora la gestione delle attivit commerciali superi per un intero periodo dimposta in redditi, immobilizzazioni, investimenti e ricavi, quella delle attivit istituzionali. In questo caso anche le attivit elencate al punto 4.2 debbono essere considerate commerciali e seguire gli adempimenti di cui al punto 4.6. La perdita di qualifica opera a partire dal 1 gennaio dellanno dimposta. La circolare esplicativa del D.Lgs 460/97(124/E del 1998) chiarisce giustamente che i suddetti parametri non sono tassativi, ma piuttosto un metro di giudizio per i pubblici ufficiali comandati al controllo delle attivit dellassociazione e della loro coerenza con le norme fiscali.

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Diventa pertanto estremamente importante la relazione accompagnatoria (indicata nel punto 1.5) al rendiconto economico e finanziario per dimostrare la coerenza dellassociazione con i propri fini istituzionali. 4.5 Attivit commerciali. Ci in linea generale perch alcune attivit sono indicate nellart. 4, comma 5, del DPR 633/72, e nellart. 148, comma 4, del TUIR, come sinonimo di operazioni assistite dal carattere della commercialit per presunzione legale. Tali attivit, indicate tassativamente dagli articoli citati, sono: Cessione di beni nuovi prodotti dalle associazioni sportive o dai circoli con lo scopo di venderli, quali le pubblicazioni (escluse quelle che sono cedute prevalentemente allinterno delle associazioni); quadri (per esempio a seguito di una mostra di pittura organizzata dallassociazione fra i propri soci); modellismo (per esempio a seguito di una gara fra soci, ecc.); Gestione di spacci aziendali e di mense, e di somministrazione di pasti, con esclusione per esempio della gestione del bar se lassociazione affiliata ad associazione nazionale riconosciuta ed ha chiesto ed ottenuto lautorizzazione ai sensi della normativa vigente sul commercio (articolo 3, comma 6, legge 287/91 e articolo 2, DPR 235 del 4.04.2001); Trasporto e deposito merci; Trasporto di persone; Organizzazione di viaggi e soggiorni turistici, prestazioni alberghiere o di alloggio (il D.lgs 460 esclude dalla commercialit ai soli fini IRES lorganizzazione di viaggi e soggiorni turistici qualora tali attivit risultino complementari a quelle svolte in diretta attenzione degli scopi istituzionali e rivolta ai soci); Pubblicit commerciale (sponsorizzazione, ecc.); Gestione di fiere ed esposizioni a carattere commerciale; Telecomunicazioni e radiodiffusioni circolari; Esercizio di attivit di cui allart. 2195 del codice civile; Attivit industriale di produzione di beni e servizi; Attivit intermediaria nella circolazione dei beni; Attivit bancaria e di assicurazione; Attivit ausiliare alle precedenti; Attivit in favore di terzi (anche se istituzionali) contro pagamento di corrispettivi. E necessario sottolineare che tali attivit assumono la natura di attivit commerciali se sono continuative e non occasionali: ad esempio una cena o una gita sociale, essendo di natura occasionale, non possono essere considerate commerciali (art. 4 comma 1 DPR 633/72, risol. Ministeriale 4/3/ 1985 n. 400686, Cassazione, sez. 1 12.03.1996 n. 2021). La normativa attuale (art. 1, comma 473 della legge 31/12/2004 n 311), avendo inserito per definizione generale la pubblicit, in qualunque modo realizzata negli impianti utilizzati per manifestazioni sportive dilettantistiche con capienza inferiore ai tremila posti, fra le attivit occasionali, esonera dallimposta relativa le societ e le associazioni sportive che ricevono corrispettivi da chicchessia a tale titolo. Esistono tuttavia problemi di applicabilit della suddetta norma in quanto per la sua applicazione il legislatore si richiamato a d una legge abolita. 4.6 Iter per le attivit commerciali. Per tali attivit in linea generale liter da seguire il seguente: Presentare domanda di inizio attivit chiedendo il numero di partita IVA allufficio provinciale competente; Tenere registri acquisti, fatture e/o corrispettivi IVA sui quali vanno annotati cronologicamente tutti i movimenti delle attivit commerciali; 124

Eseguire le annotazioni periodiche ed effettuare il versamento IVA eventualmente a debito; Presentare la dichiarazione annuale IVA; Comunicare tutte le variazioni rispetto ai dati presentati; Oltre ai fini IVA, le attivit elencate sono soggette ai fini delle imposte dirette (IRES ex IRPEG) per cui gli adempimenti da seguire sono: - tenuta della contabilit per rilevare costi e ricavi; - presentazione della dichiarazione annuale dei redditi mod. UNICO 2005 enti non commerciali (ex mod. 760). 4.7 Regimi contabili. Esistono tuttavia notevoli differenziazioni nella tenuta della contabilit a seconda del volume di affari concernente lattivit considerata commerciale. Per gli enti non commerciali sono infatti previsti i seguenti regimi contabili: regime forfetario (L. n. 398/1991), regime forfetario (art. 145 del DPR 917/1986 -TUIR), regime semplificato (art. 18 DPR 600/1973), regime ordinario. Contabilit forfetaria A seguito dellemanazione del D.Lgs. 460/97 gli enti non commerciali dal 1 gennaio 1998 sono ammessi alla determinazione del reddito in maniera forfetaria, cio applicando al totale dei ricavi conseguiti nellesercizio di attivit commerciali un coefficiente di redditivit per scaglioni ed a seconda dellappartenenza del ricavo ad attivit di prestazione di servizi o altro nella seguente misura: 1) per le attivit di prestazione di servizi si applica il 15% fino a Euro 15.493,71; da tale cifra a 309.874,14 Euro si applica il 25%; 1)2) per le altre attivit quali le cessioni di beni ecc: fino a 25.822,84 si applica il 10%; oltre e fino a 516.456,14 si applica il 15% (art. 146 TUIR). Lo stesso articolo 145 del TUIR specifica chiaramente (comma 1) che le associazioni sportive dilettantistiche, le associazioni senza scopo di lucro, le pro-loco (dal 2003 anche le societ di capitali e le cooperative che svolgono attivit sportiva dilettantistica e dal 2005 anche corali, bande musicali ecc. le quali ultime peraltro se organizzate in associazioni senza scopo di lucro rientravano gi dal 1992 nella suddetta disciplina), possono continuare ad operare secondo le norme stabilite dalla legge 16 dicembre 1991 n 398. In conseguenza, nel caso questi soggetti non superino nellanno 250 mila euro di proventi al netto di IVA (ed a seguito dellemanazione della Legge n 289 del 27/12/02 art. 90,ci vale anche per le societ di capitali e le cooperative), possono usufruire delle norme contenute nella legge 16 dicembre 1991 n 398, inizialmente prevista per le associazioni sportive ed estesa con Legge 66/92, (articolo 9-bis) a tutti gli enti associativi senza scopo di lucro ed alle pro-loco. Per il calcolo del suddetto limite, individuato in base al principio di cassa, occorre tener conto: - dei ricavi da attivit commerciale (reddito dimpresa - art. 85 TUIR); - delle sopravvenienze attive (art. 88 TUIR); - di contributi pubblici erogati per lesercizio dellattivit commerciale. Le societ di capitali (SpA ed SrL) e le cooperative per accedere alla contabilit prevista dalla legge 398/91 debbono inserire obbligatoriamente nei loro statuti la mancanza di scopo di lucro, limpegno a svolgere attivit sportiva dilettantistica, limpegno a reinvestire gli eventuali utili nellattivit sportiva dilettantistica e limpegno a devolvere a strutture similari, in caso di scioglimento, i propri beni. Tale normativa prevede in sintesi: 1) possibilit di optare (con lettera raccomandata alla competente Agenzia delle Entrate ed alla SIAE di zona) per la disciplina di cui alla Legge 398/91 che semplifica gli adempimenti, perch esonera dagli obblighi di una contabilit altrimenti complessa (salvo conservazione copie fatture emesse e ricevute). Si utilizza infatti solo il prospetto riepilogativo di cui al DM 11/02/97, con versamento trimestrale IVA ed eventuale imposta sugli spettacoli attraverso il versamento in banca (mod. F24) con le modalit di cui allarticolo 74 comma 6 del DPR 633/72; 2) 125

Formattati: Elenchi puntati e numerati

utilizzo della disciplina forfetaria anche ai fini IRES e IRAP, basandosi su un coefficiente di redditivit del 3% calcolato sul totale dei proventi di natura commerciale. In sostanza lassociazione sportiva, (e/o il circolo, e/o la societ sportiva) dovr versare ai fini IRES il 27,5% del 3% di quanto incassato (ignorando quindi le spese sostenute ma anche la relativa documentazione), ai fini IRAP il 3,9% sempre del 3% ed infine ai fini IVA il 50% dellIVA dovuta (90% per le sponsorizzazioni). Lopzione per il regime forfetario esercitata nella dichiarazione annuale dei redditi, (comportamento conclusivo) ha effetto dallinizio del periodo dimposta nel quale esercitata fino a quando non revocata e comunque per un quinquennio (art. 145 TUIR) Lassociazione sportiva, il circolo, la societ sportiva di capitali e la cooperativa sono esonerate dal rilascio di scontrino e/o ricevuta fiscale (art. 12, comma 3, del DL. 30/12/1991 N 417) A seguito dellemanazione della legge 342/00, per le associazioni sportive che hanno optato per la legge 398/91, viene confermato che non concorrono alla formazione del reddito i proventi realizzati nello svolgimento di attivit commerciali in non pi di due iniziative allanno e per un introito non superiore a 51.647,00 euro. Il D.Lgs. 460/97 (art. 4, comma 1), fatto salvo quanto contenuto nella Legge 398/91, prevede, nel caso si superino i 250 mila euro di incasso per le attivit che non siano prestazioni di servizio, la possibilit di continuare, dal primo giorno del mese successivo, con la contabilit semplificata, ordinaria o con la contabilit forfetaria fino a 516.470 euro: in questo caso la redditivit non pi il 3% ma il 15%. Lassociazione (o societ o cooperativa) non potr applicare nellanno successivo la disciplina di cui alla legge 398/91. Contabilit semplificata Le associazioni sportive e le societ che non optano per la contabilit forfetaria e che esercitano attivit che non superano i 309.874 euro di volume daffari allanno per prestazione di servizi e 516.457 euro per le altre attivit, possono accedere alla cosiddetta contabilit semplificata. Tale regime contempla pochi e semplici adempimenti. I soggetti in regime di contabilit semplificata debbono infatti tenere solamente i registri IVA. Sul registro IVA dei corrispettivi e/o fatture emesse, vanno registrati tutti gli incassi relativi alle attivit commerciali: i primi dopo lultimo giorno festivo successivo allincasso e i secondi entro 15 gg. dalla data dellemissione. Sul registro IVA acquisti vanno annotate tutte le spese, anche quelle non IVA, cronologicamente ed entro i seguenti termini: Per quelle IVA entro il mese successivo al ricevimento; Non IVA entro 60 gg. dalleffettuazione delloperazione; Le annotazioni rimanenze e le scritture rettificative debbono essere fatte entro il termine della dichiarazione dei redditi. A fine anno, oltre alla denuncia IVA, lassociazione sportiva, tenuta a presentare con la dichiarazione dei redditi, il prospetto dei costi e dei ricavi, senza quindi lobbligo di predisposizione del bilancio (ci non esime ovviamente dalla presentazione ai soci del gi citato rendiconto economico e finanziario o bilancio). Se lassociazione sportiva o la societ svolge pi attivit commerciali contemporaneamente deve tenere i libri IVA analitici. Contabilit ordinaria Con ricavi commerciali per attivit di prestazione di servizi superiori a 309.874 euro (e per le altre attivit superiori a 516.457 euro) le associazioni e le societ debbono obbligatoriamente adottare la c.d. contabilit ordinaria e conseguentemente tenere tutte le scritture obbligatorie previste dal Codice Civile, cio il registro delle fatture emesse, il registro dei corrispettivi, il registro degli acquisti, il libro giornale, il libro degli inventari, ecc. 126

Tutte le scritture debbono essere conservate per almeno 10 anni dalla data dellultima registrazione; per eguale periodo debbono essere conservate lettere, copie, fatture, ecc. Debbono infine essere tenute tutte quelle scritture ausiliarie per rilevare il patrimonio, il registro dei beni ammortizzabili, quando ne ricorrano i presupposti, i registri IVA ed infine, se vi sono dipendenti,il libro paga e matricola. Sul libro giornale vanno registrate cronologicamente le operazioni contabili entro 60 giorni. Il libro giornale non deve pi essere preventivamente bollato e vidimato prima delluso (art. 8 L. 18 ottobre 2001 n 383); le sue pagine debbono per essere numerate progressivamente prima della loro utilizzazione e per ciascun anno, con lindicazione pagina per pagina, dellanno cui si riferisce (ad esempio per lanno 2006: 2006/1-2006/2 ecc.) Le vidimazioni, sempre comunque possibili, sono apposte dallUfficio del registro o da un notaio. Il libro inventari, anchesso n bollato n obbligatoriamente vidimato, deve contenere linventario delle attivit e delle passivit della societ, dellassociazione sportiva e/o del circolo. Il libro cespiti ammortizzabili deve contenere i dati di tutti i beni strumentali (relativi allattivit commerciale) raggruppati per categorie omogenee (ad esempio, autoveicoli, macchine ufficio, impianti, ecc.). Di tali beni devono venire indicate le quote di ammortamento annuali. I libri IVA debbono contenere i dati relativi alle fatture emesse (libro IVA clienti) e quelle ricevute (libro IVA fornitori o acquisti). Alle associazioni che adottano il regime ordinario si applicano le disposizioni contenute nel DPR 633/72; La possibilit di optare per la contabilit ordinaria concessa anche alle associazioni non obbligate a tale regime per cui alcune vi accedono; ci per evitare noiose ispezioni e controlli che sono pi rari data la maggiore trasparenza, ma anche complessit, che il suddetto regime comporta. Proprio a causa di questa complessit delle operazioni contabili e fiscali, consigliabile che i dirigenti delle associazioni sportive e/o dei circoli ed a maggior ragione delle societ, si avvalgano di consulenze di esperti in materia. 4.8 Imposta sul valore aggiunto (IVA). Anche ai circoli ed alle associazioni sportive data la facolt di detrazione dellIVA relativa agli acquisti effettuati nellesercizio di attivit commerciali indipendentemente dal regime di contabilit adottato. La legge (DPR 633/72) detta le seguenti condizioni per ottenere le detrazioni: - lattivit commerciale deve essere gestita con contabilit separata da quella istituzionale; - la contabilit deve essere conforme alle disposizioni in materia di corretta tenuta delle scritture contabili; - le pezze giustificative (fatture ricevute ecc,) devono essere fiscalmente valide; - la contabilit obbligatoria per legge, qualora beni e servizi (personale, telefono, affitti, corrente elettrica ecc,) vengano usati promiscuamente, deve essere estesa alla attivit istituzionale e deve essere trasparente e comprensibile. Anzi, per quanto possibile bene distinguere le spese inerenti luna e laltra in quanto pu essere detratta solo lIVA inerente allattivit commerciale e lo scorporo - delle spese promiscue sempre soggetto a critiche in quanto manca per legge un criterio oggettivo di ripartizione per cui occorre affidarsi al buonsenso. LIVA, da versare mensilmente o trimestralmente, va calcolata tranne che quella afferente alla contabilit opzionata sulla differenza fra quella dei corrispettivi e quella sugli acquisti ed ovviamente pu risultare a debito o a credito. 4.9 Imposta Regionale sulle Attivit Produttive (IRAP) D.lgs 15/12/1997 n 446. Il Consiglio dei Ministri ha approvato nel dicembre 1997 il decreto sullimposta regionale sulle attivit produttive e sulla finanza locale. Il Decreto prevede che anche i circoli, le associazioni sportive e le societ siano assoggettate allimposta (art. 3 comma 1 lettera e) e che laliquota sia pari al .3.90% 127

La base imponibile, definita per le nostre associazioni dallart. 10 commi 1 e 2, la seguente: a) Per chi svolge esclusivamente attivit non commerciale determinata in un importo pari alla sommatoria dellammontare delle retribuzioni corrisposte al personale dipendente e assimilate a quello del lavoro dipendente, e dei compensi erogati per collaborazioni coordinate e continuative ed autonome occasionali. A tale importo per le societ e per le associazioni sportive dilettantistiche non vanno aggiunte le indennit, i premi ed i rimborsi corrisposte ai sensi dellart. 37 della legge n342/00 (vedi comma 10, art. 90, Legge 289/02). b) Per chi svolge anche attivit commerciali quella relativa alla differenza dei componenti positivi del reddito e quelli negativi (art. 5 comma 2). Per le associazioni, i circoli e le societ che hanno optato per il regime forfetario (Legge 398/91 o D.lgs 460/97) la base imponibile pari al 3% (o al 15%) dei proventi da attivit commerciale. c) Per chi svolge attivit commerciale ed ha personale dipendente o si avvale di collaborazioni, la base imponibile la sommatoria di a)+b). I soggetti passivi sono tenuti a presentare la dichiarazione in concomitanza con la denuncia dei redditi. Ovviamente non sono tenuti alla dichiarazione le associazioni sportive, i circoli e le societ che non svolgono attivit commerciale e non elargiscono n retribuzioni, n compensi, salvo quelli previsti dallart. 25 Legge 133/99 e successive modificazioni, con particolare riferimento allart 67 lettera m) del TUIR (redditi diversi). Il decreto IRAP abolisce (art.36) i seguenti tributi: Contributi per il servizio sanitario nazionale; Imposta locale sui redditi (ILOR); Imposta comunale per lesercizio dimpresa, arti e professioni (ICIAP); La tassa per lattribuzione della partita IVA; La tassa sulle concessioni comunali per alcolici (art. 51). Per le associazioni ed i circoli che detengono o somministrano alimenti e bevande anche alcoliche (bar, spacci, mense) comunque necessaria a fine anno una comunicazione al Comune di prosecuzione di attivit contenente inoltre la dichiarazione che stata rinnovata ladesione allassociazione nazionale riconosciuta quale assistenziale dal Ministero dellInterno. 4.10 Altre norme fiscali e tributarie dinteresse delle associazioni sportive. Liberalit: Lart. 90, comma 9) della legge 289/02 consente alle persone fisiche di detrarsi dal reddito il 19% per le erogazioni liberali concesse alle associazioni sportive e/o societ fino ad un massimo di 1.500 euro per ogni periodo dimposta (art. 15, lett. i-ter del TUIR) Tali cifre vengono elevate a 2.065 euro per le persone fisiche e a 1.549 euro per le imprese se erogate a circoli e associazioni sportive affiliate ad associazioni di promozione sociale (L. 383/00). La possibilit di detrarsi dal reddito le erogazioni liberali subordinata alle modalit di versamento delle somme erogate che debbono essere fatte obbligatoriamente attraverso conti correnti postali o bancari e comunque con modalit rintracciabili, ed intestati alla societ od associazione. Lo stesso comma 9) abroga la possibilit di detrarsi le erogazioni liberali effettuate dai titolari di reddito dimpresa, a favore dei quali sono state introdotte agevolazioni sulle spese pubblicitarie (comma 8, art. 90, legge 289/02). Versamenti di natura pubblicitaria: Le imprese che erogano fino a 200.000 euro annue a societ e associazioni sportive dilettantistiche che svolgono attivit nei settori giovanili possono considerare questi versamenti spese di pubblicit e tale importo pu essere dedotto interamente dal reddito imponibile delle spese (comma 8, art. 90 Legge 289/02). 128

Bolla di accompagno: quando lassociazione sportiva o il circolo deve trasportare o spedire beni ed attrezzature per lesercizio dellattivit propria, occorre che il materiale sia accompagnato da una dichiarazione di esonero firmata dal Presidente. Imposta sulle manifestazioni sportive: dovuta (vedi art. 24 DPR 640 del 26/10/1972 cos come modificato dal DL 26/02/99 n 60) e si paga a mezzo modello F 24. Imposta sui premi e sulle vincite: non pi dovuta se il premio assegnato da associazioni sportive o societ sportive dilettantistiche per ragioni sportive (anche a non residenti) e se il suo ammontare pari o inferiore a 7.500 euro; lammontare del premio non deve essere riportato nella dichiarazione dei redditi del percipiente. L imposta (20%) invece dovuta per premi extra-sportivi assegnati da associazioni culturali ricreative ecc, ad eccezione di quelli erogati da cori amatoriali, bande e associazioni filodrammatiche (comma 253, L. 30/12/2004 n 311- Finanziaria 2005) che seguono le norme delle associazioni e societ sportive. In questultimo caso se il premio superiore a 7500 euro limporto eccedente a tale cifra soggetto a ritenuta seppure a titolo dimposta.
Imposta comunale sulla pubblicit e sulle pubbliche affissioni:

non dovuta da circoli e associazioni sportive per targhe o simili apposte per lindicazione della sede sociale (art. 17, comma 1, lettera h) del D.Lgs. 15/11/ 1993 n 507), n per volantini, ecc., distribuiti a propria cura; Non pi dovuta (finanziaria 2005 Legge 30/12/2004 n 311) per manifesti ecc: Infatti, in virt di tale legge, (art. 1, comma 480), gli enti territoriali, i comitati, le associazioni, le fondazioni ed ogni altro ente che non abbia scopo di lucro, dal 1 gennaio 2005, non sono pi soggetti allimposta sulla pubblicit (vedi art. 20 del D.Lgs. 507/1993). Non chiarito, anzi causa di contrasti se il principio valido anche se portano manchette pubblicitarie (ris. del Ministero delle Finanze N 3/3360 del 12/8/1997), ed anche se laffissione avviene a cura del circolo o dellassociazione sportiva (art 16, comma 1, lettera a) del D.Lgs. 507/97). Neppure pi dovuta limposta comunale sulla pubblicit realizzata dalle associazioni sportive dilettantistiche effettuata in impianti con capienza inferiore a tremila posti (Finanziaria 2006, Legge 23 dicembre 2005, n 266, art. 1. comma 128) Ritenute sui contributi pubblici e privati: i contributi erogati dal CONI, dalle Federazioni e dagli enti di promozione sportiva a favore di circoli, associazioni e societ sportive non sono soggetti a ritenuta dacconto (del 4%). Tali contributi non sono soggetti a ritenuta anche se erogati da enti pubblici qualora il circolo o lassociazione sportiva esercitino attivit non considerate commerciali, mentre dovuta se esercitano anche una sola delle attivit commerciali, elencate nel comma 4 dellarticolo 148 del TUIR (art. 28 comma 2 - DPR 600/73). Rimangono invece soggetti a ritenuta dacconto i contributi (esclusi quelli erogati per lacquisto di beni strumentali) corrisposti da Regioni, Province; Comuni ed altri enti pubblici a societ sportive di capitali e cooperative in quanto la norma (art. 28 DPR 600/73) sulle ritenute si riferisce espressamente ai contributi alle imprese quali sono appunto le societ di capitali e le cooperative. Tasse Concessioni Comunali: sono state abolite dallIRAP. Non sono dovute nemmeno le tasse di concessione comunale per frigoriferi, apparecchi televisivi, flipper, biliardini, ecc. Tasse su pesi e misure: (bilance, misuratori, ecc.) non sono dovute. 129

Imposta UTF: non pi dovuta dalle associazioni anche se somministrano, detengono o vendono (asporto) bottiglie sigillate; invece necessario dotarsi della licenza che va richiesta, su carta libera, allUfficio Tecnico di Finanza competente per territorio con allegati: 1 marca da bollo, una autocertificazione in cui si dichiara che non si sono subite condanne (contrabbando di alcolici, ecc.) e fotocopia del documento di identit del richiedente. Imposta Comunale per lesercizio di imprese, di arti e professioni (ICIAP): non pi dovuta. Imposta ridotta per gas metano: le strutture associative (circoli, associazioni, ONLUS ecc.) che non hanno scopo di lucro e svolgono la propria attivit nel campo sportivo dilettantistico possono accedere alla riduzione dellimposta di consumo sul gas metano (D.Lgs. 26/10/1995 n 504) in impianti sportivi e loro pertinenze. Infatti, a seguito dellemanazione di una circolare delle dogane del 2000 (cir. N 64/D del 3 aprile 2000), stato chiarito che lapplicazione della agevolazione prevista per il riscaldamento degli impianti industriali anche applicabile non solo agli impianti sportivi, ma anche a tutte quelle strutture (docce, locali adibiti a spogliatoi, uffici amministrativi ecc.) annesse agli impianti stessi anche qualora questi ultimi, per la loro natura, non siano soggetti al riscaldamento (campi da tennis, da calcio ecc.). Per poter accedere alla particolare aliquota di accisa prevista dalla legge citata, il rappresentante legale dellassociazione sportiva dilettantistica (a parere di chi scrive anche degli altri soggetti elencati dalla legge 289/02 e 128/04 e cio societ e cooperative) dovr inoltrare alla societ erogatrice del combustibile apposita domanda di riduzione dellimposta specificando, ai sensi dell art. 47 del DPR 28/12/2000 n 445, che lassociazione non ha scopo di lucro e che svolge attivit sportiva dilettantistica. Occorre anche allegare alla domanda fotocopia di documento didentit del legale rappresentante ed una serie di documenti (statuto, planimetria dei locali, ultima fattura ecc.) che sapr certamente precisare la societ erogatrice del combustibile che con ogni probabilit avr anche elaborato un apposito modulo di domanda con tutte le indicazioni necessarie. Imposta Comunale sugli Immobili (ICI): non dovuta (DL 504/1992 art. 7, comma 1, lettera i e comma 2bis), anche se nei locali viene svolta attivit commerciale (non prevalente) se la sede di propriet dellassociazione o circolo. Se la sede concessa in comodato gratuito o in affitto la valutazione lasciata ai singoli comuni (ART. 39 d.l. 223/06). Minimun tax: non soggetta (DPR 917/86 art. 79 comma 6 bis). Imposta di bollo: anche ad alcuni atti di circoli,societ ed associazioni sportive si applica la marca da bollo. Limposta di bollo infatti va applicata a qualsiasi documento che abbia rilevanza giuridica; non solo quindi a quelli pubblici ma anche alle scritture private nelle quali si costituisca, si regoli, si modifichi, o si dichiari un rapporto giuridicamente rilevante. Ecco perch sugli atti, documenti, istanze, contratti, copie (anche se solo dichiarate conformi) estratti, certificazioni, dichiarazioni ed attestazioni e ricevute di importo superiore a 77,47 euro circoli, societ ed associazioni sportive debbono apporre una marca da bollo da 1,81 euro. Sono invece esentate dallimposta di bollo per i suddetti atti le federazioni sportive e gli enti di promozione sportiva (art. 90, comma 6 della legge 289/02). E bene chiarire che il bollo e lIVA sono tributi alternativi: pertanto le fatture, le ricevute, le quietanze le note e i conti, le lettere di addebitamento e di accreditamento di somme riguardanti operazioni soggette ad IVA sono esenti in modo assoluto dallimposta di bollo. A tal fine, i predetti documenti debbono indicare limporto dellIVA oppure riportare la dicitura che il documento emesso in relazione al pagamento di corrispettivi assoggettati ad IVA. 130

Abbonamenti RAI: se nella sede vi sono radio e TV occorre pagare il canone radio (per il 2007 = 27,35) e/o televisione ( . 185,99). Le associazioni sportive ed i circoli che installano per la prima volta un apparecchio radio e/o televisivo dovranno richiedere labbonamento speciale RAI compilando ed inviando lapposito formulario predisposto dalla RAI sul sito www.rai.it. Limporto dellabbonamento proporzionale ai mesi di utilizzo dello strumento. Tassa di concessione governativa. Oltre al canone le associazioni sono soggette al pagamento della tassa di concessione governativa per radio (. 0,70) e per TV (. 4,13) da effettuare con versamento sul c/c postale 8003, intestato allAgenzia delle Entrate Ufficio di Roma 2 causale tassa di concessione governativa. Sono escluse dalla tassa di cc.gg. le associazioni sportive (art. 90, comma 7 legge 289/02). Diritti dautore: oltre allabbonamento radio e TV va versata alla SIAE la quota per i diritti dautore (vedi laccordo ENDAS/SIAE). 4.11 Imposta sugli intrattenimenti ed imposta spettacolo (DPR 640/99 e successive modificazioni). Limposta sullintrattenimento, sullo spettacolo e sui giochi regolata in primo luogo dal Decreto Legislativo 26/2/1999 n 60 recante il riordino dellImposta sugli spettacoli di cui al D.P.R. 26 ottobre 1972 n. 640 ridenominata Imposta sugli intrattenimenti, nonch modifiche al DPR 26/10/72 n. 633 concernente lIVA, seppure limitatamente al settore dello spettacolo, degli intrattenimenti e dei giochi (G.U.n59del12/3/99). Il citato Decreto 60/99, che entrato in vigore nei gennaio 2001, suddiviso in due parti: la prima che comprende gli artt. da 1 a 16, riguarda la nuova regolamentazione dellimposta sugli intratteniment; la seconda (dall'art. 17 allart. 22) reca disposizioni in materia di IVA per il settore spettacolistico, degli intrattenimenti e dei giochi. In sostanza il legislatore ha voluto distinguere le attivit che presentano prevalentemente l'aspetto ludico e di puro divertimento da quelle che assumono anche una connotazione culturale, assoggettando le prime solo allIVA secondo i criteri ordinari, e le seconde all imposta sugli intrattenimenti ed al regime speciale IVA. Il legislatore considera cio come intrattenimento ci che viene visto come divertimento; concetto che esplica la partecipazione attiva della persona allevento. Lo spettacolo invece caratterizzato dal concetto di rappresentazione, cio la presenza passiva della persona ad unavvenimento; lo spettatore assiste al fenomeno e lo guarda senza mettere niente di suo. I Circoli e le associazioni sportive rientrano ne] campo dell'imposta sugli intrattenimenti quando svolgono esecuzioni musicali di qualsiasi genere (ad esclusione dei concerti musicali e strumentali); trattenimenti danzanti e sale da ballo per i quali l'esecuzione dal vivo "non sia prevalente rispetto al complesso delle esecuzioni effettuate; la utilizzazione di apparecchi da divertimento e intrattenimento (biliardi, biliardini e qualsiasi tipo di congegno a gettone, moneta o scheda); utilizzazione ludica di strumenti multimediali; gioco del bowling; noleggio di go-kart, ecc. Rientrano, invece, nelle attivit spettacolistiche e conseguentemente nel regime ordinario IVA (del 20% anche se alcune attivit rimangono al 10%) spettacoli sportivi, cinematografici, esecuzioni musicali dal vivo, ecc. (vedi elenco completo al punto 4.2 della circolare del Ministero delle Finanze n 165 del 7/9/00). Come abbiamo accennato le attivit di intrattenimento sono soggette allimposta relativa (del 16%) e rientrano nel campo di applicazione del regime speciale IVA di cui allart. 74, sesto comma (come sostituito dal D.Lgs: 60/99) del DPR 633/72 salvo opzione per il regime ordinario. Sono cio previste differenti percentuali di forfetizzazione delle detrazioni: in via ordinaria la detrazione del 50% dellimposta relativa alle operazioni imponibili (ivi comprese le prestazioni di pubblicit), del 10% per le prestazioni di sponsorizzazione, del 33% per le cessioni o le concessioni dei diritti di ripresa televisiva e di trasmissione radiofonica. Come accennato comunque data facolt se ritenuto pi favorevole di optare per il regime ordinario 131

dandone comunicazione allUfficio delle Entrate ed alla SIAE competenti (in relazione al domicilio fiscale), prima dellinizio dellanno solare. Per quanto concerne le attivit spettacolistiche queste sono soggette allIVA secondo i criteri ordinari, sebbene con una disciplina peculiare per quanto riguarda il momento impositivo, le modalit di certificazione, laccertamento ed alcune specifiche agevolazioni. La base imponible per i Crcoli e le associazioni sportive sugli intrattenimenti data dalla somma del corrispettivo pagato per lingresso aumentato dai prezzi delle consumazioni e dai prezzi di eventuali servizi accessori imposti obbligatoriamente, dai proventi derivanti da sponsorizzazioni ed ogni altro provento connesso con lutilizzazione degli intrattenimenti e delle altre attivit. Oltre a ci per le associazioni che organizzano eventi per i propri soci considerato imponibile lintero ammontare delle quote associative (per la parte che rimane per esempio al Circolo o alla associazione sportiva che organizzano l'evento) se il Circolo ha come unico scopo quello di organizzare tali intrattenimenti o attivit (per esempio teatrali, musicali, ecc.) o sulla parte dellammontare della quota associativa (tessera) riferibile all'attivit soggetta (un decimo, un centesimo, ecc.). Questultima regola non si applica a circoli ed associazioni aderenti ad associazione nazionale iscritta al registro delle associazioni di promozione sociale in forza dellart. 21 della legge 7/12/00 n 383 che esclude dalla base imponibile le quote associative. Prima di vedere gli altri aspetti del provvedimento, sottolineiamo inoltre che per gli intrattenimenti i cui introiti sono destinati a fini di beneficenza, prevista una riduzione del 50% della base imponibile. Gli eventi non devono per superare (per lo stesso soggetto) le dodici giornate nel corso dellanno, allassociazione devono essere destinati almeno i due terzi degli incassi al netto delle imposte, la stessa deve presentare, prima dellinizio della manifestazione, alla Agenzia delle Entrate apposita dichiarazione indicando le finalit di beneficenza. Infine lassociazione deve redigere uno specifico rendiconto per ogni singola iniziativa con il prospetto delle entrate e delle uscite; tale prospetto deve essere conservato, assieme al rendiconto economico e finanziario annuale e per lo stesso periodo, per eventuali controlli dellautorit. L'esenzione totale spetta anche alle ONLUS e a tutti gli enti non commerciali, cos come indicati dall'articolo 148, comma 3, del TUIR, a condizione che: l'attivit sia svolta occasionalmente; sia svolta in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione; sia data comunicazione dell'attivit all'ufficio accertatore territorialmente competente prima dell'inizio della stessa. L'art. 14, comma 1, lettera b), del D.P.R. n. 640/72 dispone che i contribuenti che non abbiano superato il volume d'affari pari a 25.822,84, possono determinare la base imponibile sul 50% degli introiti. Attenzione che tale modalit di calcolo riservata alla sola attivit d'intrattenimento con esecuzioni musicali dal vivo Le numerose precisazioni che hanno fatto seguito al Decreto legislativo n. 60 del 26/2/99 (D. Lgs 2/12/99 n.464; DPR 544 del 30/12/99; D. Lgs. 30/3/2000 n. 99; Circ. Min. 247/E del 29/12/99; Cir. Min. 165 del 7/9/2000), la dicono lunga sulla complessit della materia che qui si cercato di sintetizzare. Per concludere diamo di seguito alcune indicazioni operative:i circoli, le societ e/o le associazioni che svolgono attivit continuativa dovranno rilasciare relativo titolo d'accesso in caso d'intrattenimento con pagamento, senza distinguere tra soci e non, - entro 10 giorni dalla chiusura dell'esercizio, presentare alla SIAE competente per zona, apposita dichiarazione, indicando le entrate ricevute dai soci e l'attivit esercitata. - i circoli, le societ o le associazioni che svolgono solo in via meramente occasionale l'attivit d'intrattenimento dovranno: presentare, prima dell'inizio dell'evento, una dichiarazione di cui all'art. 19 del D.P.R. n. 640/72; presentare alla SIAE, entro il quinto giorno successivo al termine della manifestazione, un'apposita dichiarazione. Per i soggetti esenti (fino a 25.822,84) basta la comunicazione alla SIAE. L'imposta cos determinata deve, -ai sensi dell'articolo 6 del regolament emanato con il D.P.R. n. 54/99- essere versata tramite delega unificata (modello F24), nei seguenti termini: in caso di attivit continuativa, entro il 16 del mese successivo a quello dellevento; per le attivit occasionali, entro il quinto giorno successivo alla conclusione dell'evento; 132

per le quote o le contribuzioni, associative (in caso di entrata gratuita) entro il 16 del mese successivo a quello della chiusura dell'esercizio (considerando lanno solare e non quello sociale che in qualche caso viene adottato dalle strutture associative, in particolare nel mondo sportivo). L'art. 74, comma 6, del DPR n. 633/72, prevede che la stessa base imponibile, su cui determinare l'imposta sugli intrattenimenti sia valida anche per la determinazione dell'imposta sul valore aggiunto con le seguenti precisazioni: la determinazione dell'IVA forfetizzata in base all'ari. 19, del D.P.R. n. 633/72, nella misura del 50%; le modalit di versamento dell'IVA rimangono le stesse di quelle per l'imposta sugli intrattenimenti; esonero da tutti gli adempimenti, IVA, a esclusione della fatturazione attiva e della registrazione della fatturazione passiva, ai sensi dell'ari. 25 del D.P.R. n. 633/72; applicazione della contabilit separata, ai sensi dell'ari. 36, comma 4, del D.P.R. n. 633/72 in caso d'attivit ulteriore oltre a quella di intrattenimento.

Aliquote relative alle attivit di intrattenimento 1. 2. 3. 4. Esecuzioni musicali e trattenimenti danzanti con musica dal vivo non prevalente. Utilizzazione degli apparecchi da divertimento utilizzazione ludica strumenti multimediali, biliardo, bowling, go-kart Ingresso nelle sale da gioco in luoghi adibiti all'esercizio delle scommesse. Esercizio da gioco nelle case da gioco e altri luoghi a ci destinati. 16% 8%. 60% 10%

Aliquote IVA applicabili alle attivit di spettacolo: 1. Spettacoli cinematografici 2. Spettacoli sportivi: a) con prezzo d'ingresso fino a 12,91 b) con prezzo dingresso superiore a . 12,91 3. Esecuzioni musicali con prevalenza di musica dal vvo, anche se effettuate in discoteche e sale da ballo, lezioni collettive di ballo), corsi mascherati e in costume, rievocazioni storiche e giostre; 4. Spettacoli teatrali di (qualsiasi tipo, compresi balletto, opere liriche, prosa, operetta, commedie musicali, rivista, concerti vocali e strumentali, attivit circensi e spettacolo viaggiante, burattini e marionette 5. Mostre, fiere campionarie, esposizioni scientifiche, artistiche ed industriali, rassegne cinematografiche riconosciute con decreto del Minier delle Finanze 6. diffusioni radiotelevisive in locali aperti al pubblico ovvero a domicilio con accesso condizionato

10% 10% 20%

20%

10% 20% 20%

Le operazioni accessorie alle prestazioni relative alle attivit di spettacolo, in forza del principio espresso dallarticolo 12 del DPR n. 633 del 1972, sono assoggettate allaliquota propria delle prestazioni spettacolistiche principali. 4.12 apparecchi da divertimento. 133

Negli ultimi due anni vi stata una copiosa produzione legislativa sugli apparecchi da divertimento che in pratica ha riguardato tutti i settori dei giochi. In sintesi la citata normativa ha: Vietato dal 30 aprile 2004 luso dei video poker; Diviso in due maxi categorie gli apparecchi e congegni da divertimento: - apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici (vedi comma 6 dellart. 110 del TULPS R.D. 18 giugno 1931 n 773); - apparecchi e congegni meccanici ed elettromeccanici (biliardi, elettrogrammofoni, calciobalilla, flipper, Kiddle rides, ecc.) cio quelli abitualmente installati nei circoli; * Stabilito limponibile medio forfetario annuo per tali congegni: limporto stato praticamente raddoppiato rispetto a quello precedente. Limposta sugli intrattenimenti (ISI) dovuta pari all8% dellimponibile sul quale grava lIVA al 20%; Determinato il numero massimo dei videogiochi installabili nei circoli. Peraltro solo in quelli in possesso dellautorizzazione per la somministrazione di cibi e bevande, di cui al DPR 4/4/2001 n. 235. E installabile un solo apparecchio ogni 15 metri quadrati di superficie destinata alla somministrazione, 2 apparecchi per superficie di 50 metri quadrati, un altro per ulteriori 50 metri ed un quarto, numero massimo di apparecchi installabili, per ulteriori 50 metri. Soggetto passivo dellimposta il gestore degli apparecchi, vale a dire chi esercita unattivit organizzata, diretta alla distribuzione, installazione e gestione economica di tali apparecchi presso luoghi aperti al pubblico o in circoli o associazioni sportive. Il gestore, entro 5 giorni dal pagamento dellimposta, deve inviare allispettorato compartimentale dei monopoli competente per territorio lapposito modello nel quale devono essere indicati gli apparecchi per i quali ha assolto limposta e limporto complessivo versato. Lispettorato rilascia, per ogni apparecchio dichiarato, una quietanza di pagamento che deve essere conservata nel luogo dove installato lapparecchio in quanto responsabile chi lo utilizza materialmente. Questo avviene nel caso in cui limprenditore (proprietario) dia al circolo un compenso, di norma parametrato agli incassi, a remunerazione per la tenuta degli apparecchi; ovviamente gli incassi derivanti dagli apparecchi saranno acquisiti direttamente dallimprenditore/proprietario. Il circolo, per il compenso ricevuto, rilascer a questi fattura gravata di IVA e considerer lintroito di natura commerciale e pertanto soggetto a IRES , IVA ed IRAP. Il pagamento dellimposta intrattenimento (8% gravata di IVA) sar a carico dellimprenditore/proprietario. Una eccezione alla regola prevista per gli apparecchi e congegni da divertimento che prevedono vincite in denaro (comma 6 , art. 110 tulps) e che sono soggetti al prelievo erariale unico (PREU) del 13,5% applicato agli incassi dei suddetti apparecchi. Dal 1 gennaio 2005, per effetto dellarticolo 1, comma 497, della legge 30/12/2004 n 311, gli incassi, sia da parte del concessionario che del circolo, sono esenti da IVA ai sensi dellart. 10, comma 1, n 6 del DPR 633/72. Il circolo quindi rilascer fattura (o semplice ricevuta se non svolge attivit commerciali) indicando in essa il titolo di esenzione IVA richiamato. Ci perch il PREU sostituisce le due imposte (IVA e intrattenimento) per cui pagando il PREU non sono pi dovute dal circolo e neppure dal proprietario dellapparecchio IVA e imposta intrattenimento. Esclusa la citata eccezione, nel caso invece in cui il circolo prenda in affitto lapparecchio ed incassi i relativi proventi, ricever dallimprenditore la fattura relativa allimporto dellaffitto gravata di IVA; lattivit (ed i relativi introiti) considerata istituzionaleai sensi dellart. 4, quarto comma del DPR 633/72 in quanto il circolo rende un servizio ai soci e pertanto non soggetta a IRES, IVA e IRAP. In questo secondo caso il circolo tenuto al pagamento dellimposta intrattenimento dell8% ma non dellIVA ( Agenzia delle Entrate: ris. 15/3/2004 n 38). In entrambi i casi per il pagamento (il versamento deve essere effettuato normalmente entro il 16 marzo, ovvero entro il 16 del mese successivo a quello di prima installazione in ragione della frazione 134

di anno residua) occorre servirsi del modello F24 Accisa utilizzando il codice 5123 ( non pi quindi il 2344) per limposta sugli intrattenimenti e 6729 per lIVA qualora dovuta. Va inoltre precisato che lattivit di biliardo o biliardino svolta per finalit sportive (gare, campionati, dimostrazioni, ecc. sotto legida del CONI, della FIBIS, della federazione o dellente di promozione sportiva cui lassociazione aderisce) beneficia dellesenzione dellimposta sugli intrattenimenti. Tale esenzione applicabile per solo se lutilizzazione avviene da parte dei soli atleti e a titolo gratuito; non deve esserci quindi n uso ludico, n tariffa oraria, n lesistenza di quote associative differenziate a seconda delluso del biliardo o biliardino. In conclusione, per la detenzione e la gestione, anche indiretta, dei giochi elettronici, automatici o semiautomatici presso i circoli necessario: 1. procurarsi lautorizzazione cui allart. 86 del TULPS presso i competenti Uffici Comunali. Per lottenimento della stessa sar necessario presentare il nulla osta dei Monopoli di Stato; 2. assicurarsi di possedere il nulla osta che rilasciato dai Monopoli di Stato ai produttori e agli importatori degli apparecchi e congegni per il gioco lecito, nonch ai loro gestori. I produttori e gli importatori devono consegnare ai circoli detentori degli apparecchi e dei congegni una copia del nulla osta e, sempre per ogni apparecchio e congegno ceduto, la relativa scheda esplicativa. Gli Ufficiali e gli agenti di P.S., gli Ufficiali e gli agenti di Polizia Tributaria e gli Ufficiali e gli agenti della Guardia di Finanza effettuano il controllo degli apparecchi con accesso alle sedi di coloro che li detengono, anche temporaneamente, verificando che per ogni apparecchio e congegno risulti rilasciato il nulla osta e che lapparecchio sia dotato della scheda esplicativa. In assenza del nulla osta, oltre alla sanzione amministrativa pecuniaria, pu essere disposta la confisca degli apparecchi e dei congegni. 3. esporre nella sala dove sono installati gli apparecchi da gioco una tabella vidimata dal 4. Questore nella quale siano indicati, oltre ai giochi dazzardo (vietati), quelli che la stessa autorit ritiene di vietare, nonch le prescrizioni e i divieti specifici che ritiene di disporre nel pubblico interesse. In tale tabella, inoltre, deve essere fatta espressa menzione del divieto delle scommesse. 5. conservare nel luogo ove installato lapparecchio di divertimento e di intrattenimento la quietanza di assolvimento della relativa imposta. Chi scrive ritiene infine necessaria una dichiarazione da parte del Ministero sulluso gratuito del biliardo e del biliardino che molti circoli, data lonerosit dellimposta, applicano indipendentemente dalluso sportivo. In questo caso, mancando il presupposto oggettivo, lattivit non dovrebbe essere esclusa dallimposta sugli intrattenimenti? Restiamo in fiduciosa attesa della risposta da parte del Ministero. 4.13. Imponibili forfetari 2007. Limposta dovuta per lutilizzazione di biliardi, elettrogrammofoni, ecc, installati nei circoli od associazioni di qualunque specie, pari all 8% sugli importi 2007, fissati dal Decreto del Direttore Generale dellAmministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (G.U. 7 febbraio 2007 n 31), sottoindicat

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CATEGORIA DI APPARTENENZA DEGLI APPARECCHI E RELATIVO IMPONIBILE FORFETTARIO Categoria di Appartenenza AM1 Collocazione tipologia Biliardo e apparecchi similari attivabili a moneta o gettone, ovvero affittati a tempo. Elettrogrammofono e apparecchi similari attivabili a moneta o gettone. Apparecchi meccanici attivabili a moneta o gettone, ovvero affittati a tempo: calcio balilla biliardini e apparecchi similari. Apparecchi elettromeccanici attivabili a moneta o gettone, ovvero affittati a tempo: flipper gioco elettromeccanico dei dardi e apparecchi similari. Apparecchi meccanici e/o elettromeccanici per bambini attivabili a moneta o gettone, ovvero affittati a tempo: congegno a vibrazione tipo Kiddie rides e apparecchi similari. Apparecchi elettromeccanici attivabili a moneta o gettone, ovvero affittati a tempo: gioco a gettone azionato da ruspe e apparecchi similari. 136 Imponibile forfetario 3.500,00

AM2

500,00

AM3

470,00

AM4

1000,00

AM5

480,00

AM6

1500,00

LETTERA DI OPZIONE IRES IVA-IRAP Alla Agenzia delle entrate di . Alla SIAE di LORO SEDI Oggetto: opzione per lapplicazione dellIRES, dellIVA e dellIRAP nel modo speciale ai sensi della legge 16/12/991 n 398. Il Circolo (o lassociazione sportiva)con sede legale in.. Via.n.., titolare della partita IVA n.., in persona del suo legale rappresentante sig. .nato a..il.. e residente a vian CF.. PREMESSO di essere affiliato a; di svolgere attivit senza scopo di lucro; di non aver conseguito nellanno.proventi derivanti da attivit commerciali per un importo superiore a 250.000,00; DICHIARA di optare per lapplicazione dellIRES, dellIVA e dellIRAP nel modo speciale ai sensi dellarticolo 2 della legge n 398/91. Lopzione ha effetto dal. ..li.. Il presidente .

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MODULO PER RIMBORSI SPESE A PIE DI LISTA


Lettera di incarico Incarichiamo il sig. ___________________________ nella sua qualit di _______________ ad effettuare trasferte e/o missioni per nostro conto secondo il programma predisposto dalla associazione e a tal fine, ove necessario lo autorizziamo ad usare il proprio automezzo per effettuare i percorsi necessari per i quali gli verr riconosciuta una indennit _________ /km. Data, timbro e firma dellEnte _________________________

Nota delle spese sostenute per conto dellEnte da: Cognome e Nome _______________________________________________________________________ Per recarsi da ___________________________ a _______________________________ per ____________________________________ il _________________________ Spese di viaggio e di trasferimento 5. Biglietto aereo/nave 6. Biglietto ferroviario 7. Prenotazione, supplemento rapido, cuccetta, ecc. 8. Auto propria km ______ x ______ Percorso __________________________________ 5. Pedaggi autostradali 6. Taxi 7. Biglietto autolinee urbane, extraurbane 8. Altro (specificare) _____________________ TOTALE SPESE DI VIAGGIO E TRASFERIMENTO Spese di soggiorno 9. Pernottamenti n. _____ 10. Pasti n. _____ TOTALE SPESE DI SOGGIORNO TOTALE DA LIQUIDARSI __________ __________ __________ __________ __________ __________ __________ __________ __________ __________ __________ __________ __________

Il sottoscritto dichiara che tutte le spese qui descritte sono derivati dallincarico conferitogli. Allegati n. ______ documenti giustificativi di cui alle voci 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10. In fede ______________________ Data _______________

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* Il presente modulo pu essere compilato sia per ogni trasferta effettuata sia come riepilogo mensile delle trasferte del periodo di riferimento. In tale ultima ipotesi dovr essere compilato il foglio allegato.

Marca da bollo da 1,81 per importi maggiori di 77,47.


Spettabile Italgas Via 00000, Roma Servizio clienti

Oggetto: Istanza di riduzione dell'aliquota dell'accisa sul metano


Il sottoscritto .nato a il, domiciliato a.., in via..n. CF.., in qualit di legale rappresentante di'. associazione sportiva dilettantistica, con sede in , via..n.., C.F. 00000000000, premesso

che la predetta associazione conduce, a titolo di (propriet, locazione,ecc.), i locali adibiti a ..(palestra sportiva,calcetto, ecc.) situati in .. in via .n.. che nella citata struttura si svolge, senza fine di lucro, attivit sportiva esclusivamente dilettantistica; vista

la disposizione di cui alla nota delle Dogane n 64/D del 3 aprile 2000sullarticolo 26 del decreto legislativo 26 ottobre 1995, numero 504, secondo la quale risultano compresi negli usi industriali gli impieghi del gas metano negli impianti sportivi adibiti esclusivamente ad attivit dilettantistiche e gestiti senza fini di lucro; chiede l'applicazione dell'imposta di consumo sull'utilizzo del gas metano impiegato nel citato impianto sportivo e nelle strutture ad esso annesse in base all'aliquota prevista per gli usi industriali. La presente istanza costituisce anche dichiarazione sostitutiva di atto notorio, ai sensi dell'articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, numero 445.

Con osservanza (firma)

. Li

Allegati: 1. Copia dello statuto sociale; 2. Schema unifilare dell'impianto gas esistente, dal contatore agli apparecchi utilizzatori, sottoscritto dal legale rappresentante;

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3. Planimetria dei locali con indicazione della destinazione d'uso e degli apparecchi (compresi i corpi scaldanti), sottoscritta dal legale rappresentante; 4. Lettura del contatore; 5. Copia dell'ultima fattura pagata; 6. Copia di un documento di identit del legale rappresentante.

5 CLASSIFICAZIONE AI FINI COMMERCIALI DELLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE E DEI CIRCOLI 5.1 Le sedi di circolo e di associazione sportiva locali privati. Il circolo e le associazioni sportive possono essere assoggettate, per alcune attivit svolte nei confronti dei soci (gestione di bar sociale, mense, ecc.) e, seppure raramente, nei confronti di terzi (gestione di feste dello sport, tornei, dimostrazioniecc,) alla legislazione che nel nostro Paese disciplina il commercio. Tale normativa definisce le sedi di circolo e in generale delle associazioni culturali ricreative, artistiche ecc, locali privati e non esercizi pubblici. Il carattere privato si mantiene anche quando il circolo e/o lassociazione sportiva richiedono autorizzazioni, e le ottengono (compresa quella per la somministrazione di alimenti o bevande e lo spaccio di generi alimentare e vari), per svolgere attivit a favore del proprio corpo sociale, in quanto da tutti riconosciuto che queste attivit sono sussidiarie al conseguimento degli scopi sociali per cui sono costituiti ed al soddisfacimento delle esigenze dei soci ( culturali, ricreative, sportive, ecc.), pertanto non hanno finalit di lucro e conseguentemente la normativa sul commercio riserva loro un trattamento speciale. In sostanza dunque, il circolo e/o lassociazione sportiva, comunicandolo preventivamente al comune di appartenenza a mezzo di autocertificazione (art. 19 legge 7 agosto 1990 n 241 come sostituito dallart. 3, comma 1 della legge n 80/05) pu tra laltro: gestire nella sede un punto di somministrazione di alimenti e bevande: caff, bibite alcoliche (cio con oltre 1,2 gradi per litro) e non, pizzette, toast, panini, tramezzini, ecc.) da bar ed esercizi similari. Da sottolineare che qualora la gestione sia diretta (fatture e relativi pagamenti intestati al circolo) il circolo considerato consumatore finale e pertanto il passaggio del bene o del servizio al socio neutro rispetto al fisco (art. 148, comma 4 tuir e art. 4, comma 4 DPR 633/72). In sostanza non si ha bisogno di tenere una contabilit valida fiscalmente , di chiedere la partita IVA, di fare denuncia dei redditi ecc. Ovviamente per ragioni di trasparenza verso i soci, il circolo terr, come del resto per tutte le altre attivit, una contabilit idonea a presentare al corpo sociale un resoconto della gestione delle attivit economiche della Associazione. gestire nella sede sociale una mensa, un ristorante, una pizzeria. Le modalit di apertura sono quelle del bar ma in questo caso lattivit considerata ai fini fiscali commerciale (occorre cio aprire partita IVA, fare denuncia dei redditi ecc. ). Le societ ed associazioni sportive possono tuttavia adottare la. contabilit forfetaria (L. 398/91) che di semplice gestione ed economicamente pi conveniente della contabilit ordinaria. gestire uno spaccio di generi alimentari e di varia natura (divise sportive, ecc.). Trattasi non di consumo in sede ma di cessione per asporto delle derrate alimentari e di merce varia. Tale attivit comunque considerata dalla normativa fiscale vigente commerciale; per essa pu essere adottata la cosiddetta contabilit forfetaria. Per la gestione di uno spaccio necessario che il preposto sia iscritto al registro degli esercenti Il commercio (REC). gestire iniziative popolari (feste dello sport, patronali, sagre, ecc.). Alle associazioni riconosciute permessa (in forza dell art. 103 del tulps e dellart. 41 del DM 4/8/1988 n. 375, e, per le associazioni di promozione sociale dallart. 31 comma 2 della L. 383/00) lattivit di somministrazione di alimenti e bevande (anche alcoliche) al pubblico , occorre, tuttavia, unautorizzazione comunale per attivit temporanea e la iscrizione al REC 140

della persona responsabile della somministrazione. Anche questa attivit considerata, dalla normativa vigente, fiscalmente rilevabile e pu essere trattata, nello stesso modo della gestione di uno spaccio di generi alimentari e vari. Attenzione tuttavia che la somministrazione di bevande aventi un contenuto alcolico superiore ai 21 gradi non consentita nel corso di sagre o fiere e simili, luoghi di convegno, nonch nel corso di manifestazioni sportive e musicali allaperto. Anzi, il sindaco pu eccezionalmente estendere tale divieto alle bevande con contenuto alcolico inferiore ai 21 gradi (art. 5 comma 2 della legge 25 agosto 1991 n 287). 5.2 Autorizzazioni comunali. Le associazioni sportive ed i circoli affiliati ad associazione nazionale riconosciuta quale assistenzialedal Ministero dellInterno, essendone parte integrante, possono richiedere al Comune di appartenenza le autorizzazioni relative, e questi deve rilasciarle alla sola condizione che siano rette da uno Statuto avente i requisiti di cui allart. 148 del TUIR (democraticit, ecc.), e le sedi abbiano idonee condizioni igienico sanitarie; ci senza peraltro assoggettarle al parere dellapposita commissione sul commercio n sottostare ai vincoli fissati dal piano comunale e senza richiedere liscrizione al R.E.C. del presidente o gestore (vedi art. 2 del DPR n. 235 del 4 aprile 2001). Per i circoli non aderenti ad associazione nazionale le cui finalit assistenziali sono riconosciute dal Ministero dellInterno, le norme di apertura e gestione del punto di ristoro sono decisamente pi complesse, il regolamento (art. 3 DPR 235/2001) prevede infatti: - lattivit di somministrazione sia soggetta al rilascio dellautorizzazione comunale; - il rilascio dellautorizzazione sia legato alla disponibilit del contingente numerico; - la domanda di autorizzazione si consideri accolta se il diniego non comunicato entro quarantacinque giorni; - Nel caso la gestione sia affidata a terzi questi devono essere iscritti al REC. Tornando ai circoli aderenti ad associazione riconosciuta, nella denuncia di inizio di attivit (D.I.A.) il Presidente del sodalizio, nella sua qualit di legale rappresentante, dichiara: lente nazionale con finalit assistenziale al quale aderisce (ENDAS); il tipo di attivit di somministrazione (bar, ristorante ecc.); lubicazione (indirizzo) e la superficie dei locali adibiti alla somministrazione; che lassociazione regolata da uno statuto in linea con le indicazioni previste dallart.111 (oggi 148) comma 3, 4 bis e 4 quinques del Testo Unico delle imposte sui redditi (ossia democrazia interna, destinazione alle finalit istituzionali di eventuali utili o avanzi di gestione, divieto di distribuire fra i soci tali utili, fondi, obbligo di devolvere il patrimonio ad altra associazione similare in caso di scioglimento ecc.); che il locale ove esercitata la somministrazione conforme alle norme e prescrizioni in materia edilizia, igienico-sanitaria e ai criteri di sicurezza richiesti dalla normativa vigente. I dati del gestore cui sono demandate le attivit di somministrazione o di vendita dei prodotti. Alla denuncia va allegata una marca da bollo da 14,62, copia semplice dellatto costitutivo e dello statuto, certificato di affiliazione ad associazione nazionale riconosciuta e, in autocertificazione, residenza, stato di famiglia, carichi pendenti e antimafia del Presidente del sodalizio. Conviene sempre prima di inoltrare la denuncia prendere contatti con il Comune, perch spesso gli stessi hanno predisposto un fac simile di domanda, e perch il regolamento comunale pu variare modalit e contenuti della suddetta denuncia, Il circolo pu iniziare la propria attivit trascorsi trenta giorni dal momento della denuncia (art. 3 L. 14/5/2004 n 80); il sindaco ha invece quarantacinque giorni di tempo per verificare la veridicit della dichiarazione pervenutagli altrimenti lautorizzazione si intende concessa per il principio del silenzio assenso Il circolo a sua volta deve tenere nella propria sede (ed eventualmente mandarne copia al Comune) a disposizione delle autorit competenti: 141

atto costitutivo e statuto; elenco soci aggiornato; certificato di affiliazione (e relativi nulla-osta) alla associazione nazionale riconosciuta; autorizzazione igienico sanitaria dei locali; pianta planimetrica dei locali con lindicazione del loro utilizzo (bar, segreteria ecc.); fotocopia del certificato di attribuzione del numero di codice fiscale dellassociazione certificato penale del Presidente; piano di autocontrollo igienicit e sicurezza alimenti e bevande (HACCP) ed indicazione del responsabile (presidente, preposto, segretario). Anche per la suddetta documentazione conviene sentire il Comune che in qualche caso riduce il numero dei documenti richiesti. Va infine tenuto presente che le cessioni di beni e le prestazioni di servizi vanno rese esclusivamente a soci. Eccezione alla regola solo in occasione di gare, tornei ecc. organizzate dal circolo nel qual caso sono ammessi ad usufruire dei servizi anche i partecipanti alle suddette manifestazioni (circolare Ministero dellInterno 559/c. 5330. 12000 del 23/11/1994). 5.3 Gestione delle attivit di somministrazione. utile ricordare le regole fondamentali cui debbono attenersi i circoli, e le associazioni che intendono gestire le attivit di: a) Gestione del bar: Il locale mescita non deve dare sulla pubblica via; I locali debbono trovarsi presso le sedi in cui viene svolta lattivit istituzionale; Le targhe e le insegne che indicano la sede del circolo non devono pubblicizzare le attivit di somministrazione esercitate allinterno (Decreto Ministero Interno del 17 dicembre 1992 n 564, come modificato dal decreto Min. Int. del 5/8/94 n 534); Lattivit di bar deve essere strettamente complementare a quella istituzionale; Nel bar devono accedere solo soci del circolo, dellassociazione sportiva o soci di altre associazioni o circoli affiliati alla medesima associazione nazionale riconosciuta In sostanza il bar non deve essere aperto al pubblico; Lattivit di bar pu essere iniziata trascorsi trenta giorni dalla data di ricezione da parte del Comune della comunicazione citata. Occorre inoltre che lassociazione sportiva o circolo si attenga alle seguenti condizioni: - avere almeno 100 soci (non necessario consegnare lelenco soci al Comune); il Sindaco pu peraltro autorizzare lapertura del bar anche nel caso non vengano raggiunti i 100 soci; in questo caso non per atto dovuto; - somministrare solo alimenti e bevande per le quali si in possesso di autorizzazione; - tenere esposti in luogo visibile lautorizzazione comunale, lelenco degli alimenti e delle bevande in distribuzione coi rispettivi prezzi, lelenco dei giochi proibiti e, in caso di detenzione di alcolici, la licenza UTF; - rinnovare lautorizzazione anno per anno attraverso la dichiarazione di prosecuzione dattivit (Circolari dipartimento delle Entrate n 13/E del 19/1/1998 e n 35/E /IV/7/12734 del 30/1/1998); - possedere la licenza igienicosanitaria dei locali; - pagare la eventuale tassa annuale di concessione per il rilascio della licenza sanitaria istituita da alcune Regioni (da non confondersi con la licenza igienicosanitaria rilasciata dal Comune); - possedere il libretto sanitario per chi maneggia derrate alimentari (in alcune Regioni vige una normativa diversa per cui occorre informarsi presso tali uffici). 142

essere in regola con le norme di igiene, salubrit e sicurezza dei prodotti alimentari (D.Lgs. n. 155/97). Nei locali destinati alla somministrazione vietato: - somministrare bevande alcoliche ai minori di anni 16, agli infermi di mente ed a persone manifestamente ubriache, ancorch soci; - adibire un minore di anni 18 alla somministrazione di bevande alcoliche senza la presenza del presidente o di un suo rappresentante maggiorenne; - il gioco dazzardo Per la gestione del bar, come per quella della mensa, dei distributori automatici ecc, vi sono poi altre norme, sopratutto igienicosanitarie, che sono disciplinate da leggi regionali o da regolamenti comunali ai quali si rimanda. Per quanto attiene al riposo settimanale (legge 14 ottobre 1974 n 524) e allorario di attivit (art. 8 comma 4, L. 25/8/91 n 287) i circoli privati non sono assoggettati alla normativa sul commercio. Ci sia in considerazione della loro natura giuridica (rappresentano comunque lespressione pi autentica della libert di associazione), che al fatto che la disciplina richiamata volta ad indicare al pubblico i giorni ed i limiti di tempo entro i quali sono disponibili i servizi di cui lutente pu aver bisogno; viceversa lattivit di circolo, che rivolta ad un gruppo ben definito i soci- per i quali la somministrazione altri non che un atto di assistenza durante lattivit associativa che pu ovviamente essere svolta in qualsiasi giorno, festivo e non, ed in qualsiasi ora . Ecco dunque chiarito perch la dottrina orientata a non ritenere sottoponibile ad alcun vincolo temporale lattivit dei circoli privati. La gestione del bar, se riservata ai soci, non considerata commerciale ai fini fiscali (Commissione Tributaria centrale: decisione 22/11/96 n 1430/97 e Suprema Corte: sentenza 15/1/2004 n 280). b) Gestione della mensa: Vale quanto detto per il bar; La gestione della mensa comunque considerata, ai fini fiscali, attivit commerciale e pu essere adottata la c.d. contabilit forfetaria (Legge 398/91 e Legge 66/92). c) Gestione di distributori automatici: Nella sede sociale i circoli e le associazioni sportive possono somministrare alimenti e bevande ai propri soci attraverso distributori automatici. Non occorre lautorizzazione da parte del Comune (salvo quanto detto sulle normative regionali e sui regolamenti comunali). Lattivit non commerciale dal punto di vista fiscale. Per la detenzione di tali apparecchi non occorre effettuare il versamento di tasse. Non neppure richiesta lautorizzazione per frigoriferi, conservatori di gelati, banco frigo, n il pagamento per questi di alcuna tassa. d) Gestione di feste dello sport, patronali, sagre, ecc.: Come gi accennato, ai sensi dellart. 103 del TULPS, dellart. 41 del DM 4/8/1988 n. 375 ( e dellart. 31, comma 2 della Legge 383 del 7/12/00 per le associazioni iscritte nel registro delle associazioni di promozione sociale) pu essere concessa ai Circoli ed alle associazioni sportive lautorizzazione per la somministrazione di alimenti e bevande al pubblico in occasione di feste o particolari ricorrenze. Occorre lautorizzazione del Sindaco e la iscrizione al REC della persona che a nome del circolo o dellAssociazione addetta alla somministrazione. 5.4 Gestione di uno spaccio di generi alimentari vari. 143

Con lentrata in vigore del D.lgs n. 114 del 31/03/98 (Decreto Bersani) la vecchia disciplina del settore distributivo (Legge 426/91) viene ampiamente riformata. Le novit introdotte riguardano anche lesercizio dellattivit di gestione di spaccio e di vendita dei prodotti vari (vestiario, gadget ecc.) effettuate dai circoli e/o dalle associazioni sportive. Con il suddetto decreto, infatti, vengono meno i piani di commercio cos come precedentemente definiti e lesercizio dellattivit commerciale viene subordinato alla presenza dei requisiti soggettivi (assenza di cause ostative e professionalit per la vendita di derrate alimentari) e alladempimento di procedure che variano a seconda delle modalit con cui viene effettuata la vendita. Per cause che impediscono lesercizio di attivit commerciali si intendono: lessere stati dichiarati falliti; laver subito una condanna per reato non colposo che comporti lapplicazione di una pena detentiva superiore a tre anni lessere stati condannati per i reati di ricettazione, riciclaggio, emissione di assegni a vuoto, insolvenza fraudolenta, bancarotta fraudolenta, usura, sequestro di persona a scopo di estorsione, rapina. I soggetti che versano nelle predette situazioni potranno gestire un esercizio commerciale solo cinque anni dopo aver scontato la pena o qualora la pena si sia in altro modo estinta. Per professionalit nel settore della vendita di prodotti alimentari (per asporto), si intende che il titolare del sodalizio, ovvero il legale rappresentante o altra persona specificatamente preposta allattivit commerciale se si tratta di una societ, dimostri di essere in possesso di quella professionalit necessaria per lo svolgimento dellattivit in oggetto. In particolare, il Decreto prevede che la suddetta professionalit risulti dimostrata in ognuno dei seguenti casi: qualora il soggetto interessato abbia sostenuto con profitto un corso di formazione professionale istituito o riconosciuto dalla regione; qualora abbia conseguito nellultimo quinquennio una esperienza biennale di venditore di prodotti alimentari in qualit di dipendente oppure in qualit, comprovata dalliscrizione allINPS, di coadiutore familiare; nel caso in cui sia coniuge, parente o affine allimprenditore; qualora sia stato iscritto nellultimo quinquennio presso il Registro Esercenti di Commercio di cui alla Legge 426/71. Presupponendo che il circolo o associazione sportiva voglia aprire uno spaccio riservato ai propri soci, deve possedere: autorizzazione del Sindaco (sempre a mezzo comunicazione ai sensi dellart. 19 della Legge 241/90 e DPR 235 del 4/04/2001). Lo spaccio pu essere aperto attesi 30 giorni da tale comunicazione; licenza sanitaria degli addetti (in alcune Regioni Emilia Romagna, Lombardia ecc. sullargomento vi una regolarizzazione diversa); registratore di cassa (escluse le strutture che hanno optato per la contabilit forfetaria di cui alle leggi 398/91, 66/92 e 133/99 e che non superano 250 mila euro di volume di affari); licenza UTF se vengono ceduti alcolici; accesso ai soli soci; tenere esposti in luogo visibile lautorizzazione comunale ed il listino prezzi. E necessaria liscrizione al REC del preposto. La gestione dello spaccio considerata attivit commerciale. Anche per essa pu essere adottata la c. d. contabilit forfetaria. 5.5 Igiene, salubrit e sicurezza di prodotti alimentari. Le strutture associative che somministrano o distribuiscono generi alimentari sono soggette al D.lgs. n. 155 del 26/5/1997 ( HACCP) che ha in sintesi i seguenti obiettivi: lautocontrollo delle varie attivit connesse con la somministrazione o la vendita di prodotti alimentari (trasporto, deposito ecc.); la realizzazione di un adeguato sistema di controllo dei punti critici attraverso un piano per la loro individuazione, e le procedure dintervento per annullare e/o ridurre il rischio. Il suddetto 144

piano deve essere tenuto a disposizione delle autorit competenti al controllo (Aziende Sanitarie Locali servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione servizi di medicina veterinaria /NAS); la formazione permanente del personale addetto; Sono previste pesanti sanzioni per chi non ottempera a quanto dettato dal D.Lgs citato. Le strutture associative interessate al provvedimento debbono attuare i seguenti adempimenti: designare il responsabile addetto alla sorveglianza della igienicit degli alimenti e bevande che vengono somministrate o distribuite. Tale persona pu essere il Presidente, il gestore o altra persona; predisporre il cosiddetto piano di rischio. Alcune Regioni hanno emanato sullargomento leggi apposite; conviene quindi informarsi presso i rispettivi uffici regionali. 5.6 Requisiti dei locali. Diamo di seguito alcune indicazioni sui principali requisiti dei locali ove vengono somministrati o preparati o trasformati i prodotti alimentari: I locali devono: essere tenuti puliti; essere sottoposti a regolare manutenzione; consentire unadeguata pulizia o disinfezione; essere realizzati in modo tale da impedire: - laccumulo di sporcizia - il contatto con materiali tossici - la penetrazione di particelle nei prodotti alimentari - per quanto fattibile, la formazione di condensa o muffa sulle superfici; consentire una corretta prassi igienica impedendo la contaminazione incrociata fra prodotti alimentari, apparecchiature, materiali, acqua, ricambio daria o interventi del personale; impedire lingresso di agenti esterni di contaminazione quali insetti e altri animali nocivi; fornire adeguate condizioni di temperatura per la lavorazione e limmagazzinamento dei prodotti (frigoriferi ecc.); disporre di lavabi in numero sufficiente, adeguatamente collocati e indicati per lavarsi le mani; disporre di gabinetti in numero sufficiente; assicurare una corretta aerazione meccanica o naturale, evitando il flusso meccanico di aria da una zona contaminata verso una zona pulita. I sistemi di aerazione devono essere tali da permettere un accesso agevole ai filtri e alle altre parti che devono essere pulite o sostituite; disporre di unadeguata illuminazione, naturale o artificiale; ove necessario disporre di installazioni adeguate adibite a spogliatoio per il personale; i gabinetti: non devono dare direttamente sui locali di manipolazione degli alimenti; devono disporre di un buon sistema di areazione, naturale o meccanico; i lavabi: devono disporre di acqua corrente fredda e calda, materiale per lavarsi le mani e un sistema igienico di asciugatura. La normativa richiede, inoltre, i seguenti requisiti specifici allinterno dei locali in cui i prodotti alimentari vengono preparati, lavorati o trasformati (sono esclusi i locali adibiti a mensa): i pavimenti: devono essere facili da pulire e ove necessario da disinfettare; devono essere in materiale resistente, non assorbente, lavabile e non tossico; 145

le pareti devono: essere facili da pulire e, ove necessario, da disinfettare fino ad unaltezza opportuna per le operazioni; essere in materiale resistente, non assorbente, lavabile, non tossico e con superficie liscia; i soffitti e le attrezzature sopraelevate devono: essere costruiti e rifiniti in modo da evitare laccumulo di sporcizia e ridurre la condensa, la formazione di muffa e lo spargimento di particelle; le finestre e le altre aperture devono: essere costruite in modo da impedire laccumulo di sporcizia; quelle che possono essere aperte verso lesterno devono essere (se necessario) munite di reti anti-insetti facilmente amovibili per la pulizia; restare chiuse e bloccate durante la produzione qualora vi sia rischio di contaminazione delle sostanze alimentari le porte devono: avere superfici facilmente pulibili e se necessario disinfettabili; avere superfici lisce e non assorbenti; i piani di lavoro a contatto con gli alimenti (comprese le superfici degli impianti) devono: essere facili da pulire e se necessario da disinfettare; essere in materiali lisci, lavabili e non tossici; gli strumenti di lavoro e gli impianti devono: essere regolarmente puliti e disinfettati; essere in materiale resistente alla corrosione; essere facili da pulire ( necessario prevedere adeguata erogazione di acqua calda e fredda); lacquaio per il lavaggio degli alimenti: occorre adeguata erogazione di acqua potabile calda e fredda onde poter essere mantenuto pulito.

Inserire qui i vari certificati: appartenenza alcolici mensa siae spaccio

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DENUNCIA DI INIZIO DI ATTIVITA' DI CIRCOLO O ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA Marca da bollo 14,62 Al Sindaco di ................................. Il sottoscritto ............................. nato a .................... residente in........................................ nella sua qualit di Presidente pro-tempore dellAssociazione.......................... con sede legale in ....................... via ..............................n............. e con codice fiscale ............................. affiliata allEnte Nazionale Democratico di Azione Sociale (ENDAS) riconosciuto quale assistenziale con D.M. del 7 gennaio 1949 e del 24 luglio 1954 DENUNCIA Ai sensi dellart.19 legge 241/90 come sostituito dallart.2 comma 10 della 09/05/94 n 411 LINIZIO DI ATTIVITA dellAssociazione somministrazione di alimenti e bevande (anche alcoliche) ai in............................via...........................................n........ con superficie somministrazione. legge 24/12/93 n. 537 e D.P.R. Sportiva Dilettantistica con soli soci nei locali siti di mq ............adibiti alla

Il sottoscritto dichiara che lAssociazione possiede i presupposti ed i requisiti richiesti dalla normativa vigente, ai sensi dell'art. 2 del DPR 4/4/2001 n 235 e dellart.3 comma 1 della legge 25/12/91 n.287 ivi compresi quelli igienico-sanitari. Il sottoscritto fa inoltre presente che lo Statuto dellAssociazione conforme alle clausole previste dallart.111 commi 3, 4 bis, 4 quinques del TUIR. Dichiara infine che sar rappresentato nella gestione della somministrazione dal sig..................................................................................... nato a........................................ e residente a...............................via..................................C.F............................... In fede ........................, l.................. Il Presidente .........................................

Allegati: 1. copia Atto Costitutivo e Statuto; 2. certificato di affiliazione allassociazione ENDAS; 3. certificato di famiglia, di residenza, atto notorio sostitutivo antimafia e carichi pendenti del presidente (a mezzo di autocertificazione); 4. n.1 ulteriore marca da bollo 14,62. A disposizione per eventuali verifiche: 1. autorizzazione igienico-sanitaria dei locali dellAssociazione, legge 283/62; 2. autocontrollo igienicit e sicurezza alimenti e bevande (D.Lgs.155/97); 3. pianta planimetrica dei locali dellAssociazione; 4. fotocopia del certificato di attribuzione del numero di codice fiscale dellAssociazione; 5. fotocopia del libretto sanitario del conduttore dello spaccio(presidente o rappresentante); 6. certificato penale del presidente; 7. copia verbale dassemblea dal quale si evince che il presidente pro-tempore stato regolarmente eletto(se non nellatto costitutivo).

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RICHIESTA DI RILASCIO DELLAUTORIZZAZIONE IGIENICO SANITARIA Marca da bollo di 14,62

Al Presidente della ASL di. Via.. 00000 .

Il sottoscritto ..nella sua qualit di Presidente pro tempore del Circolo culturale, ricreativo, sportivo . con codice fiscale n .chiede, ai sensi delle vigenti disposizioni di legge, il rilascio della Autorizzazione igienico sanitaria dei locali del Circolo siti in.. via n . A tal fine allega alla presente, la ricevuta dei versamenti in c.c.p. per limporto di . Il Presidente .. .li Allegata: pianta planimetrica dei locali del Circolo.

NB. In linea generale lo stesso Sindaco che ha il compito di chiedere alla ASL di verificare che 148

le condizioni igienico sanitarie del circolo siano in linea con la attuale normativa. La domanda presente pu servire a snellire le procedure. DENUNCIA DI ESERCIZIO DI VENDITA DI PRODOTTI ALCOLICI

All UFFICIO TECNICO di FINANZA di _______________ Via _______________________ - Citt ______________________ OGGETTO: Denuncia di esercizio di vendita di prodotti alcolici. Applicazione art. 29 T.U. approvato con D.Lgs 29.10.95 n. 504. Il/La sottoscritto/a_________________________nato/a_______________________________ Via/Piazza __________________________________________________________________ Codice Fiscale _______________________________________________________________ In qualit di rappresentante legale del _____________________________________________ ___________________________________________________ affiliato allENDAS con sede in __________________________________________________________________ Via/Piazza ___________________________________________________________________ Codice Fiscale/Partita IVA ______________________________________________________ DENUNCIA Lesercizio di vendita di liquori o bevande alcoliche tipo *________________________________ *(specificare tipo di attivit bar, enoteca, spaccio, ristorante, ecc.) sito in _________________________________________________________________________ Via/Piazza ___________________________________________________ C.A.P. ____________ ALLEGA autocertificazione ai sensi dellart. 46 del DPR n. 445/2000 attestante linesistenza di condanne per fabbricazione clandestina di alcolici o per levasione dellaccisa sullalcol o sulle bevande alcoliche. Marca da bollo da 14,62

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Luogo e data ________________________ Firma ___________________________

Dichiarazioni sostitutive di certificazioni


(art. 46 del DPR 28 dicembre 2000 n. 445) IL SOTTOSCRITTO Cognome _________________________ Codice Fiscale Nome ____________________________

prov.: ____________________________ il __________________ attuale residenza ____________________

nato/a a : _________________________ sesso (M o F)

prov. ______ indirizzo __________________________________________C.A.P. ________ titolare di un esercizio di vendita di prodotti alcolici nel circolo privato _______________________________________________________ con sede in ______________________________________, soggetto a denuncia ai sensi dellart. 29 del T.U. n. 504/1995. DICHIARA di non essere stato condannato per fabbricazione clandestina di alcool o per evasione dellaccisa sullalcool o sulle bevande alcoliche. Il sottoscritto consapevole delle sanzioni penali, richiamate dallart. 76 del DPR 28 dicembre 2000 n. 445, cui pu incorrere in caso di dichiarazioni non veritiere, di formazione e uso atti falsi, nonch della decadenza, prevista dallart. 75 del citato DPR, degli effetti conseguenti al provvedimento emanato sulla base di dichiarazioni non veritiere. Il sottoscritto dichiara altres di essere informato, ai sensi e per gli effetti dellart. 10 della legge n. 675/1996, che i dati personali raccolti saranno trattati anche con strumenti informatici, nellambito del procedimento per il quale la presente dichiarazione viene resa. Si allega fotocopia del documento di identit del dichiarante Luogo e data ________________________ Il dichiarante __________________________
(firma apposta per esteso e leggibile) N.B la presente presente dichiarazione non necessita dellautocertificazione delle firme e sostituisce a tutti gli effetti normali certificazioni richieste e destinate ad una pubblica amministrazione nonch ai gestori di pubblici servizii e ai privati che vi consentono.

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DICHIARAZIONE DI PROSECUZIONE DI ATTIVITA Marca da bollo 14.62 Al Sindaco del Comune di ................................. Divisione Annona Ufficio Disciplina Commercio Il sottoscritto ................................................ nato a ................................... il . residente in ........................................ via .. n . quale legale rappresentante del ...................................................... con sede legale in .......................................... via ..........................................n..........CF... DICHIARA di voler proseguire anche per lanno _____ lo svolgimento delle sotto elencate attivit rivolte ai propri soci: Attivit di somministrazione e bevande nel bar interno Aut.ne n. ............... del via..

Attivit di ... Aut.ne n. ............... del via.. Attivit di ... Aut.ne n. ............... del via..

1 di detenere presso la propria sede i seguenti apparecchi da gioco

2 di possedere i requisiti richiesti dalla normativa vigente 3 di essere affiliato per lanno ______ allEnte Nazionale Democratico di Azione Sociale (ENDAS), Ente riconosciuto quale assistenziale dal Ministero dellInterno con D.M. del 7/06/1949 e del 24/7/1954, di cui si allega relativo certificato di affiliazione per lanno.. Il sottoscritto si riserva di comunicare tempestivamente le eventuali cessazioni o variazioni che dovessero intervenire nel corso dellanno. In fede ........................, li.................. Il Presidente pro-tempore .........................................

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N.B. La dichiarazione di prosecuzione di attivit va inoltrata in carta da bollo da 14,62 prima del 31/12 di ciascun anno.

Domanda di autorizzazione giochi leciti di carte e biliardo


Marca da bollo . 14,62

Al Sindaco di.....................................................

Oggetto: domanda di autorizzazione giochi leciti di carte e bigliardo. Il Sottoscritto..................................................................................................................nato a..................................................................il ....................................................... residente in...................................................................via. nella sua qualit di presidente pro-tempore dellassociazione sportiva dilettantistica (o Circolo ricreativo culturale e sportivo)................................................. con sede in .................................................................................................................................Via.............................. ..................................... n........................ e con codice fiscale n........................................................... aderente allEnte Nazionale Democratico di Azione Sociale (ENDAS), chiede che gli venga concessa lautorizzazione per poter effettuare nei locali della associazione (o Circolo) suddetta (ivi compreso il locale di mescita delle bevande) i giochi consentiti dalle vigenti disposizioni di legge. ...............................l, ...................... Il Presidente ........................................................

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Domanda per il rilascio di autorizzazione biliardino elettrico


marca da bollo . 14,62

Al Sindaco di............................................................ ll Sottoscritto.................................................................................................................. nato a..................................................................il ....................................................... residente in................................................................... nella sua qualit di presidente pro-tempore del Circolo ricreativo culturale e sportivo................................................. con sede in .......................................... Via................................................................... n........................ e con codice fiscale n. ............................... aderente allEnte Nazionale Democratico di Azione Sociale (ENDAS) chiede che gli venga rilasciata lautorizzazione di cui allart. 87 del T.U. della legge PS 18 giugno 1931 n. 773, per poter installare nel detto locale un biliardino elettrico da puro svago e divertimento. In ossequio alle norme della legge 20 maggio 1965 n. 507 e successive modificazioni ed integrazioni, nonch alle disposizioni impartite dal Ministero dellInterno con circolare n. 1016400/12001 dell8 luglio 1965, il sottoscritto, sotto la sua personale responsabilit, dichiara che il suddetto "biliardino elettrico" rientra fra gli apparecchi leciti autorizzati dalla legge stessa, non avendo insita la scommessa n consentendo la vincita di un qualsiasi premio in denaro o in natura, nemmeno sotto forma di consumazione o di ripetizione della partita. Il Presidente ........................................................ P.S.: Il nulla osta dei Monopoli di Stato relativo al pagamento dei diritti erariali seguir ad esecuzione della presente. ALLEGARE: - fotografia e illustrazione dellapparecchio e regolamento; - marca da bollo.

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Domanda per il rilascio di autorizzazione JUKE BOXES


marca da bollo . 14,62

Al Sindaco di...........................................................

Il Sottoscritto.................................................................................................................. nato a..................................................................il ....................................................... residente in................................................................... nella sua qualit di presidente pro-tempore del Circolo ricreativo culturale e sportivo................................................. con sede in ................................................................................................................................. Via................................................................... n........................ e con codice fiscale n...................................................., aderente allEnte Nazionale Democratico di Azione Sociale (ENDAS), chiede che gli venga rilasciata lautorizzazione di cui allart. 86 del T.U. della legge PS 18 giugno 1931 n. 773, per poter installare nel detto locale un apparecchio juke-boxes. Il Presidente ........................................................ P.S.: Il nulla osta del Monopolio di Stato relativo al pagamento dei diritti erariali seguir ad esecuzione della presente. ALLEGARE: - fotografia e illustrazione dellapparecchio e regolamento; marca da bollo.

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Autorizzazione temporanea per la somministrazione di alimenti e bevande


Su carta da bollo . 14,62 Al Sindaco di .

Il sottoscritto................................................................................................... .Presidente pro-tempore dellAssociazione"...............................................................-associazione sportiva dilettantistica sita inviaC. F..aderente allEnte Nazionale Democratico di Azione Sociale (ENDAS) chiede ai sensi dell'art. 103 del TULPS, dell'art. 41 del DM 4/8/1988 n. 375 e dellart. 31, comma 2, della Legge 7 dicembre 2000 n 383, l'autorizzazione per la somministrazione di alimenti e bevande nei giorni................................. in occasione della festa di ......................................... Tale attivit si svolger in localit ............................................................. A tal fine f presente che la associazione scrivente sar rappresentata nella gestione dal Sig. ..............................................................................nato a ................................................ il ........................e residente a ....................................................... iscritto alla Camera di Commercio di ....................................................................con il n. ........................... Alla presente si allega ricevuta del versamento delle relative tasse di concessione comunale. In attesa di una risposta che si augura positiva il sottoscritto porge distinti saluti.

.................l ......................... Il Presidente .............................................

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PATENTINO TABACCHI Marca da bollo Euro 14,62 AllIspettorato Compartimentale dei Monopoli di Stato di Via.. 00000. Oggetto:Istanza per rilascio di patentino generi di monopolio presso Circolo ENDAS. Il sottoscrittonato a ..il .. e residente a ..Vian. CAP.. Codice Fiscale ., nella sua qualit di Presidente pro-tempore del Circolo ( o associazione sportiva) sito in ..Via n. CAP..,Codice Fiscale (e/o Partita IVA).., chiede per questi, ai sensi dellart: 23 della legge 27/12/1957 n 1293, la concessione del patentino per la vendita di tabacchi ai soli soci nei locali del Circolo. A tal fine dichiara che: - il circolo ha oltre .. iscritti; - lassociazione in possesso di autorizzazione alla somministrazione ai propri soci di alimenti e bevande (anche alcoliche) rilasciata il . dal Comune di .; - i prelevamenti dei tabacchi verranno effettuati presso la rivendita tabacchi gestita dal sig. sita in ..via...n CAP.. Certo che la seguente richiesta sar benevolmente esaminata porge distinti saluti. li firma Allegati: - dichiarazione di appartenenza allENDAS; - certificato penale del Presidente - marca da bollo da euro 14,62

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N.B. Listanza pu essere inviata solo nel primo bimestre di ciascun anno.

comunicazione dI SOSTITUZIONE DEL PRESIDENTE


Marca da bollo 14,62 Al Sindaco di ......................................................... Il Sottoscritto..................................................................................................................

nato

a..................................................................il

.......................................................

residente

in................................................................... nella sua qualit di presidente pro-tempore del Circolo ricreativo culturale e sportivo............................................................................... con sede in

......................................................................................Via................................................................... n........................ e con codice fiscale n....................................................................chiede che venga intestata a suo nome lautorizzazione per somministrazione di alimenti e bevande (anche alcooliche) a suo tempo rilasciata e intestata al sig. ................................................................... A tale scopo allega alla presente il nulla osta ENDAS - Ente Nazionale Democratico di azione sociale cui il Circolo aderisce, la licenza e una marca da bollo.

p. il Circolo ricr. cult. sp.................................

Il Presidente .................................................

ALLEGARE:
- copia di dichiarazione inizio attivit o autorizzazione del Comune; - nulla osta dellassociazione cui il circolo aderisce; - marca da bollo - certificato di famiglia, di residenza, atto notorio sostitutivo antimafia e carichi pendenti del presidente

(a mezzo di autocertificazione); -copia verbale dassemblea dal quale si evince che il presidente pro-tempore stato regolarmente eletto(se non nellatto costitutivo).

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Domanda di SOSTITUZIONE DEL RAPPRESENTANTE


Marca da bollo 14,62

Al Sindaco di.................................................................... Il Sottoscritto.................................................................................................................. nato a ..................................................................il ....................................................... residente in................................................................... nella sua qualit di presidente pro-tempore del Circolo ricreativo culturale e sportivo................................................. con sede in .. Via................................................................... n........................aderente allENDAS, chiede con la presente di essere rappresentato in sua assenza dal nuovo gestore sig................................................. nato a . il residente invia..n. CF:..in sostituzione del sig.......................................... A tale scopo allega alla presente una marca da bollo.

p. il Circolo ricr. cult. sp.................................

Il Presidente ........................................................

Il sottoscritto......................................................... dichiara di accettare la rappresentanza conferitagli dal sig.................................. Presidente del Circolo........................................

Il rappresentante ....................................................

ALLEGARE: - licenza per spaccio di alcolici; 158

- marca da bollo

6. TOMBOLE, LOTTERIE E PESCHE DI BENEFICENZA 6.1 Definizione di tombole, lotterie e pesche di beneficenza. Con lart.19 capo III della manovra finanziaria 1998 (legge 449/97) ed il successivo regolamento di applicazione (DPR 26/10/2001 n 430) il legislatore ha profondamente modificato la previgente normativa sulle tombole, lotterie e pesche di beneficenza; sia sotto laspetto normativo che sotto laspetto tributario. Innanzitutto il legislatore ha provveduto a definire le tre fattispecie, lambito di effettuazione e le consistenza economica nel modo seguente (art. 13, comma 2 del DPR 430/01): * per lotterie sintende la manifestazione di sorte effettuata con la vendita di biglietti staccati da registri a matrice (in blocchetti da 50 o 100 biglietti in serie e numerazione progressiva) concorrenti ad uno o pi premi secondo lordine di estrazione. La lotteria consentita se la vendita dei biglietti limitata al territorio della provincia, limporto complessivo dei biglietti che possono emettersi, comunque sia frazionato il prezzo degli stessi, non supera la somma di euro 51.645,69. * per tombole sintende la manifestazione di sorte con lutilizzo di cartelle portanti una data quantit di numeri, dal numero 1 al numero 90, con premi assegnati alle cartelle nelle quali, allestrazione dei numeri, per prime si siano verificate le combinazioni stabilite. La tombola consentita se la vendita delle cartelle limitata al comune in cui la tombola si estrae e ai comuni limitrofi e le cartelle siano contrassegnate da serie e numerazione progressiva. Non esiste un limite al numero delle cartelle che si possono emettere per ogni tombola, ma i premi in palio non devono superare complessivamente la somma di euro 12.911,42, e a differenza di quelli per tombole, pesche e banchi di beneficenza, possono essere anche in denaro. * per pesche e/o banchi di beneficenza si intendono le manifestazione di sorte effettuate con vendita di biglietti, le quali, per loro organizzazione,non si prestano per la emissione dei biglietti a matrice, una parte dei quali abbinata ai premi in palio. Le pesche o i banchi di beneficenza sono consentite se la vendita dei biglietti limitata al territorio del comune ove si effettua la manifestazione ed il ricavato di essa non eccede la somma di euro 51.645,42. Per tutte e tre le fattispecie vietata la vendita dei biglietti e delle cartelle a mezzo di ruote della fortuna o con altri sistemi analoghi: E inoltre obbligatorio che nella fattura di acquisto rilasciata dallo stampatore siano indicate la serie e la numerazione progressiva dei biglietti e delle cartelle. I premi delle lotterie e delle pesche o banchi di beneficenza debbono essere obbligatoriamente solo in servizi e in beni mobili, esclusi il denaro, i titoli pubblici e privati, i valori bancari, le carte di credito ed i metalli preziosi in verghe (art: 13 comma 3, DPR 430/01). 6.2 Chi pu svolgere le suddette attivit. Il legislatore, dopo aver vietato la effettuazione di lotterie, tombole e banchi di beneficenza ad esercizi pubblici ha ammesso alla loro effettuazione: * enti morali, associazioni e comitati senza fini di lucro, aventi scopi assistenziali, culturali ricreativi e sportivi disciplinati dagli articoli 14 e seguenti del codice civile e dalle ONLUS se dette manifestazioni sono necessarie per far fronte alle loro esigenze finanziarie. partiti politici e loro movimenti purch svolte nellambito di manifestazioni locali ed organizzate dagli stessi. 159

Sono inoltre consentite le tombole effettuate in ambito familiare e privato organizzate per fini prettamente ludici. In questa categoria rientrano le tombolateorganizzate nei circoli e associazioni sportive riservate ai soli soci. 6.3 Modalit operative. Il rappresentante legale dovr dare comunicazione al prefetto ed al sindaco del comune in si effettuer lestrazione almeno trenta giorni prima della sua effettuazione corredata del regolamento della manifestazione nel quale saranno indicati: * per le lotterie (art. 14 comma 2, lettera a) DPR 430/01): - quantit, natura e valore complessivo dei premi; - quantit e prezzi dei biglietti da vendere; - il luogo dove vengono esposti i premi; - il luogo fissato per lestrazione dei premi ed il tempo fissato per la loro consegna ai vincitori. Per le tombole ( art. 14, comma 2, lettera b) DPR 430/01): - il regolamento come per le lotterie; - la documentazione comprovante lavvenuto versamento della cauzione in favore del comune in misura pari al valore complessivo dei premi promessi, determinato in base al loro prezzo di acquisto o, in mancanza, al valore normale degli stessi. La cauzione prestata a favore del comune nel cui territorio si estrae la tombola ed ha scadenza non inferiore a tre mesi dalla data di estrazione: Detta cauzione prestata mediante deposito in denaro o titoli di Stato o garantiti dallo Stao, al valore di borsa, presso la tesoreria provinciale o mediante fideiussione bancaria o assicurativa in bollo con autentica della firma del fideiussore; - dichiarazione sostitutiva di certificazione condanne penali; - autocertificazione antimafia; - copia completa del proprio documento di riconoscimento, in corso di validit. Prima della presentazione al comune della documentazione illustrata (lideale sarebbe 60 giorni prima) una copia della stessa, debitamente compilata e corredata del regolamento e dellelenco dei premi ecc. deve essere inviata, anche via fax, allIspettorato Compartimentale Monopoli di Stato della propria Regione (Ufficio Lotterie) per il nulla osta di competenza.Decorsi trenta giorni dalla data di ricezione senza ladozione di un provvedimento di diniego, il suddetto nulla osta si intende concesso: Tutto ci perch lIspettorato ha il compito di valutare leventuale elusione del monopolio statale dei giochi ovvero se la manifestazione risulti difforme, per modalit di effettuazione e per contenuti da quanto previsto dagli articoli 13 e 14 del DPR 26/10/2001 n 430. Nella comunicazione al comune va anche specificato il titolo di disponibilit dello spazio in cui si intende effettuare la manifestazione (area privata o suolo pubblico). 6.4 Controlli. La competenza dei controlli sul regolare svolgimento della manifestazione del Comune ove avviene lestrazione e si esplica mediante lesame della documentazione pervenuta e la presenza, al momento dellestrazione,di un incaricato del Sindaco che verifichi la regolarit dellestrazione e sottoscriva, assieme al legale rappresentante del promotore, lobbligatorio processo verbale (in triplice copia: una al Sindaco, una al Prefetto ed una allente organizzatore) relativo alle operazioni svolte. Il legale rappresentante dellente promotore della lotteria o tombola (o un suo rappresentante) prima dellestrazione provvede a ritirare tutti i registri, nonch i biglietti e le cartelle rimaste invendute e le dichiara nulle alleffetto del gioco. Tale circostanza va inserita nel citato verbale, ed assieme allestrazione ed ai premi vinti, va portata a conoscenza del pubblico presso tutti i comuni interessati alla manifestazione. 160

Ovviamente eventuali variazioni delle modalit di svolgimento della manifestazione devono essere comunicate al Sindaco in tempo utile per consentire leffettuazione dei suddetti controlli. Infine gli organizzatori sono tenuti a presentare al sindaco ed al Prefetto una documentazione attestante lavvenuta consegna dei premi ai vincitori o la messa a disposizione di quelli non ritirati. Il Sindaco o suo delegato, verificata la regolarit della documentazione prodotta dispone limmediato svincolo della cauzione o, nel caso contrario ne dispone lincameramento nelle casse del comune. 6.5 Aspetti fiscali. Gli importi pagati dai partecipanti alle lotterie, tombole e banchi di beneficenza sono esclusi da IVA: Sono inoltre esclusi da IRES ed IRAP gli incassi derivanti da lotterie tombole e banchi di beneficenza per le associazioni senza scopo di lucro (art. 143, comma 2 bis, lettera a) del DPR 22/12/86 n 917) se svolte in occasione di ricorrenze particolari, sono occasionali e gli importi dei beni messi in palio sono di modico valore. Per i vincitori di premi superiori a 25,91 dovuta una ritenuta ai fini IRPEF del 10%, a titolo dimposta (art: 30 DPR 29/9/1973 n 6oo) esclusi quelli assegnati da associazioni o societ sportive che non superino, assieme ad altri compensi, premi od altro percepiti, i 7500 euro nellarco dellanno. Attenzione che per i premi pi importanti messi in palio occorre presentare, unitamente allelenco dei premi, la fattura o lo scontrino fiscale ove risulti inequivocabilmente lavvenuto pagamento del premio. Non ha valore come avvenuto pagamento la presentazione di qualsiasi proposta di vendita. 6.6 Attivit rivolta ai propri soci da circoli, associazioni e societ sportive. Qualora invece lo svolgimento di tombole, lotterie e pesche di beneficenza sia rivolto esclusivamente al proprio corpo sociale, non c bisogno di alcuna autorizzazione come sentenziato dalla suprema corte di cassazione a sezioni unite (sentenza n. 16 del 12/5/1995) che ha incluse tali attivit fra quelle effettuate in ambito familiare e privati di cui allarticolo 13, comma 1 lettera c) del DPR 430/2001. Lo stesso Ministero delle Finanze intervenuto sullargomento con circolare n. 47/E del 10/2/1998 che recita: in base a tali considerazioni, peraltro condivise dal competente Ufficio del Ministero dellInterno, alluopo interessato dalla scrivente, i giochi di sorte nelle societ sportive e nei circoli possono essere svolti liberamente, senza alcuna preventiva autorizzazione da parte ndellAmministrazione finanziaria purch, come detto, la conoscenza e la realizzazione dei medesimi sia circoscritta in un ambito privato e sia, altres, esclusa, unampia, indiscriminata e generica partecipazione di pubblico, essendo gli stessi esclusi dallambito applicativo del citato articolo 114 della legge sul lotto pubblico. Inoltre, rispondendo a specifica istanza di interpello proposto da un ente nazionale di promozione sociale, la Direzione regionale del Ministero delle Finanze del Lazio, il 4/11/2002 confermava che anche dopo lemanazione del DPR 430/2001 rimanevano valide le sentenze della Suprema corte e la circolare ministeriale citata e conseguentemente esclusa per leffettuazione di tombole riservata ai propri soci: - la comunicazione alle autorit competenti (Prefetto e Sindaco) dello svolgimento della tombola; - il versamento di cauzione in misura pari al valore complessivo dei premi: - la ritenuta alla fonte nella misura del 10% dei singoli premi vinti. Ad evitare speculazioni che si rifletterebbero negativamente sulle associazioni oneste riteniamo che tali attivit siano organizzate nellambito di unautoregolamentazione che preveda i seguenti punti chiave: Premi non in denaro (in natura o buoni acquisto); Divieto di ogni pubblicit allesterno; Destinazione di non oltre il 75% degli incassi al montepremi con relativa destinazione di almeno il 25% alle attivit istituzionali; 161

Montepremi che preveda il maggior numero possibile di premiati con premi singoli di valore limitato; Organizzazione delloperazione in modo che il gioco sia chiaramente finalizzato ad incentivare i rapporti sociali e lamicizia tra le persone. CIRCOLO . Via Ooooo .. - AllIspettorato compartimentale dei Monopoli di Stato - Al Prefetto di . - Al Sindaco di LORO SEDI

Oggetto: Comunicazione per effettuazione di una TOMBOLA. (D.P.R. 26 ottobre 2001 n. 430 L. 24.1 1.2003 n 326, art. 39, comma 13 quinquies Circ. Minist.Fnanze del 14.4,04 n. 2004/4632/COALTT)

II / La sottoscritto/a.............................................................................................nato/a,,..,.......................... il,,,,,,,,,.,......,. nazionalit ................... sesso M: O - F: O C.F.: ........................................... residente a ...................................................via/piazza ..................................................................................... n ................. tel. N ......../........................................... e-mail..............................@....................in nome e per conto. C.F.: ...................................... con sede legale............................. via/piazza .........................................................................n........... Ai sensi dell'art. 14 del D.P.R. 26 ottobre 2001 n430, della L. 24.11.2003 n.326 art. 39, comma 13 quinquies, nonch della Circolare del Ministero delle Finanze del 14.4.2004 n. 2004/4632/COALTT, richiede lautorizzazione per l'effettuazione di una "TOMBOLA" che si svolger il giorno.................alle ore presso......................................................nell'ambito della manifestazione denominata ............................................................... al fine di far fronte alle esigenze finanziarie dell' associazione ( o ente o comitato) senza fine di lucro di cui all'art, 14 e seguenti del Codice Civile ( e/o delle organizzazioni non lucrative di utilit sociale d cui all'art 10 del D.Lgs. 4 dicembre 1997 n.460); (oppure specificare altro fine: assistenziale, sociale e/o di beneficenza: ................................................) Ai fini di cui sopra, il sottoscritto nella predetta qualit, ai sensi dellart. 47( R ) del D.P.R. n.445 del 28 dicembre 2000, Dichiara che la presente comunicazione, compilata in ogni sua parte e corredata del regolamento della manifestazione e dell'elenco dei premi, stata inviata in data ....,,,.,....,..,,.... all'Ispettorato Compartimentale Monopoli di Stato diper il nulla osta di competenza;

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|---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------OPPURE O di aver ottenuto il nulla osta dell'Ispettorato Compartimentale Monopoli di Stato di.in data ................................ prot. n.............................; O che sono decorsi trenta giorni dalla data di ricezione della comunicazione da parte dell'Ispettorato, senza che questi abbia adottato alcun provvedimento, per cui il nulla osta di cui sopra deve intendersi comunque rilasciato; O che l'Ispettorato entro i trenta giorni dalla data di .ricezione della comunicazione ha espressamente subordinato il rilascio del nulla osta allottemperanza delle seguenti specifiche prescrizioni circa le modalit di svolgimento della manifestazione di cui trattasi.............................. prescrizioni che sono state puntualmente osservate dal sottoscritto, che ne ha data comunicazione al citato Ispettorato con nota del......................................; |________________________________________________________________________________________ | O di avere il seguente titolo di disponibilit (affitto, concessione ecc.) dello spazio in cui intende effettuare la lotteria: 2 3 Suolo pubblico Comunale: Area Privata:..

di cui si attesta la disponibilit; O che non sussistono nei propri confronti "cause di divieto, di decadenza o di sospensione di cui all'art. 10 della legge 31 maggio 1965 n, 575", come successivamente modificato, integrato ed indicato nell'allegato 1 del Decreto Legislativo 08.08.1994, n.490 (antimafia), e ai sensi dell 'art. 46 (R) del D.P.R. n 445 del 28 dicembre 2000 (requisiti morali) O di non aver riportato condanne penali di cui al 1 e 2 comma dell'art. 11 del Regio Decreto 18.06.1931 n. 773; O di non essere a conoscenza di essere sottoposto a procedimenti penali,

O che l'Ente o l'Associazione da me rappresentata appartiene ad una categoria disciplinata dagli artt.14 e seguenti del Codice Civile, non ha scopi di lucro ma scopi: assstenziali/culturali/ricreativi/sportivi ( o delle organizzazioni non lucrative di utilit sociale di cui allart. 10 del D.Lgs. 4 dicembre 1997 n. 460) . Dichiara inoltre che : O la vendita delle cartelle limitata al comune in cui s estrae la tombola ed ai comuni limtrofi e le cartelle sono contrassegnate da serie e numerazione progressiva; O i premi in palio non supereranno complessivamente la somma di 12.911,42 .

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Note aggiuntive

II sottoscrtto consapevole che le dichiarazioni false, la falsit negli atti e l'uso di atti falsi comportano l'applicazione delle sanzioni penali previste dall'art. 76 (L) D.P.R, 28.12.2000, n 445. L ........................................ Il / la Dichiarante ..

Allegati : O documentazione comprovante lavvenuto versamento della cauzione, a favore del comune di , pari al valore complessivo dei premi promessi, determinato in base al loro prezzo diacquisto o in mancanza al valore normale degli stessi o fideiussione bancaria; O regolamento relativo alla tombola da effettuare, nel quale sono indicati la quantit delle cartelle, il loro prezzo, il luogo dove verranno esposti i premi ed il luogo ed il tempo fissati per l'estrazione e la consegna degli stessi ai vincitori; O elenco dei premi con il relativo ordine di estrazione; O copia completa del proprio documento di riconoscimento in corso di validit, in applicazione del
D.P.R. 28.12.2000 n. 445 art. 38 (L-R).

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REGOLAMENTO DELLA TOMBOLA


Art 14 comma 2 lettera b) D.P.R. 430/2001

La tombola (o lotteria) viene organizzata al fine di reperire fondi, finalizzati a. ..dell 'Associazione/Ente.promotrice/tore della stessa tombola (o lotteria). II prezzo di ogni cartella che verr consegnata di ();

I premi posti ad estrazione di cui all'elenco allegato hanno un valore complessivo di .. (..) e consistono in : O beni mobili; O servizi; O O denaro (solo per le tombole); altro _________________________________________

I vincitori dei premi possono ritirarli al momento dell'estrazione oppure entro giorni . dalla data di avvenuta estrazione presso la sede della Associazione / Ente sita

in_____________________ via__________________________________________n________ nei giorni_________________dalle ore___________alle ore__________ o previo contatto telefonico al n ________________ o cell. ____________________ direttamente sig. al responsabile della tombola

Il Rappresentante dell'Ente .......................................

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ELENCO DEI PREMI IN PALIO Ordine di assegnazione dei premi 1 2 5 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 N.B. in caso di un numero di premi superiore utilizzare un altro modello di elenco. Descrizione dei premi

II Rappresentante dell'Ente .

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7. ATTIVITA TURISTICHE E CERTIFICAZIONE SANITARIA 7.1 Svolgimento di alcune attivit. Fra le attivit dei circoli, delle associazioni e delle societ sportive meritano una particolare attenzione, per la loro pericolosit, sia dal punto di vista normativo che fiscale ed infine civile e penale, quelle inerenti lorganizzazione di attivit turistiche e la certificazione sanitaria dei partecipanti alle iniziative sportive. 7.2 Attivit turistiche. Innanzitutto i circoli, le associazioni sportive (e tantomeno quelli costituiti in societ), non aderenti ad associazione nazionale possono autonomamente organizzare attivit turistica (viaggi, soggiorni, ecc.) se non servendosi di agenzie. Lart. 7 (commi 9 e 10) della Legge quadro del turismo (Legge 29/3/2001 n. 135) dispone infatti che, allinfuori delle Agenzie, possono organizzare attivit turistica solo le Associazioni a carattere nazionale e le strutture ad esse associate e solo nei confronti dei propri soci (di persone cio in possesso della tessera nazionale distribuita dalle medesime). Inoltre, la cosiddetta convenzione internazionale di Bruxelles (ratificata dal nostro Governo col Legge n. 1084 del 27/12/77), denominata CCV sancisce lobbligatoriet della copertura assicurativa per la responsabilit civile per tutti gli organismi che operano nel turismo, con massimali piuttosto elevati. Tutte le leggi nazionali e regionali emanate in materia confermano ovviamente la suddetta normativa. Ci dal punto di vista legale. Da un punto di vista fiscale, come del resto gi specificato al punto 3.3, lattivit di turismo se non esercitata attraverso agenzie e non occasionale viene considerata commerciale ed assoggettata alle norme specificate al punto 4.3. Eccezione a tale regola viene concessa alle associazioni di promozione sociale per le quali tali attivit sono considerate commerciali ai soli fini IVA purch siano strettamente complementari alle attivit istituzionali (es. viaggi per congressi, per seguire le squadre, ecc.) vedi art. 148 del TUIR comma 4 bis. 7.3 Certificazione sanitaria. E compito delle societ sportive e delle associazioni ottemperare agli obblighi previsti dalle norme vigenti in materia di tutela sanitaria delle attivit sportive, e richiedere ai propri tesserati la relativa certificazione medica di idoneit. Nellaffiliazione alle federazioni ed agli enti di promozione sportiva i Presidenti delle societ e delle associazioni sportive attestano che i propri associati atleti sono in regola con le norme sulla tutela sanitaria delle attivit sportive. In relazione alla tutela sanitaria delle attivit sportive chi scrive ritiene tuttavia palese linadeguatezza della legislazione in vigore in quanto non tutela compiutamente la salute dei praticanti sportivi. E pertanto necessario che venga perfezionata la normativa, attualmente in vigore contenuta nei Decreti del Ministero della Sanit del 18/02/1982 recante Norme per la tutela sanitaria dellattivit sportiva agonistica e quello del 28/02/1983 recante Norme per la tutela dellattivit sportiva non agonistica secondo i quali lidoneit allattivit sportiva pu essere ottenuta mediante: a) certificazione medica generica; certificato di stato di idoneit rilasciato dal medico di famiglia. 167

Questo certificato valido per tutte quelle attivit che possono essere considerate nella sfera non agonistica. Il certificato valido un anno e dovr essere conservato a cura della societ sportiva o dellassociazione. b) certificazione di idoneit allattivit sportiva agonistica; il certificato rilasciato dalla ASL, dai centri di medicina dello sport o da centri convenzionati, ha durata diversa a seconda delle specialit sportive e richiede vari tipi di indagini diagnostiche e strumentali. Va ricordato che le societ sportive e le associazioni, (ma anche i circoli che svolgono, seppure in maniera non prevalente rispetto ad altre attivit), in quanto soggetti giuridici dotati di autonomia sono direttamente responsabili, per il tramite dei loro legali rappresentanti, della mancata osservanza delle norme di cui al Decreto del Ministero della Sanit del 18 febbraio 1982 e del 28 febbraio 1983. Quanto affermato mantiene la propria validit anche se sullargomento della certificazione sanitaria sono ultimamente intervenute alcune Regioni (Emilia Romagna, Toscana, Veneto) attraverso normative regionali specifiche (e ultimamente si espressa sullargomento anche la Regione Lazio con un parere della responsabile regionale per la tutela della salute) nelle quali si sostiene che per la partecipazione ai corsi di apprendimento o perfezionamento di varie discipline sportive e ginnicomotorie per bambini, adulti e anziani, senza alcun impegno competitivo e attivit parasportive quali corsi di ballo, di danza, attivit teatrali (?), pur se svolti in forma organizzata, non occorre alcuna certificazione medica in quanto tali attivit non possono rientrare nellambito delle attivit sportive non agonistiche. E pur vero che subito dopo il parere si consiglia per la tutela della salute di coloro che praticano tale attivit, consigliabile il certificato di stato di buona salute al fine di limitare i rischi connessi allespletamento di una attivit fisica non coerente con lo stato di salute e le potenzialit dei soggetti interessati (sic !). Chi scrive non pu non dichiararsi pi che perplesso sulle decisioni a cui sono pervenute le suddette Regioni: intanto non leale addossare ai dirigenti delle associazioni (o ai responsabili di imprese che svolgono queste attivit) la responsabilit di far partecipare ad attivit che comunque comportano uno sforzo fisico ed un impegno psichico bambini, adulti ed anziani. Si pensi che lo stesso CONI, con senso di responsabilit, pretende il certificato medico sportivo agonistico per chi partecipa a tornei ufficiali, seppure di un certo livello, di scacchi, dama ecc, che notoriamente non attivit che sottopongono le persone a particolari sforzi fisici. Una seconda ragione di dissenso nasce dalla considerazione (al di l delle gi accennate responsabilit civili e penali dei dirigenti) che la visita medica, seppure generica, abitua le persone ad un controllo del proprio stato psico-fisico e costituisce atto di prevenzione che non deve essere sottovalutato. Infine non pare corretto addossare alla dirigenza delle associazioni (o di imprese) lonere di una richiesta (quella del certificato medico) che, comportando un costo economico per alcuni oneroso, non accolta con particolare simpatia. Se siamo tutti daccordo che lattivit fisica concorre a mantenere sani, perch non intervenire sui costi delle visite ed investire sulla salute futura dei cittadini?

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Richiesta di certificato di stato di buona salute di cui al D.M. 28/2/1983


Lassociazione .........................................................................................associazione sportiva dilettantisticacon sede in ............................................ Via .............................................. n...........affiliata a , Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI, D.P.R. 530 del 2/8/74, CHIEDE per il proprio atleta NON AGONISTA .............................................. nato a ................................... il ......................... residente in ......................................... Prov. ........................ Via .........................................................n.. ........ il Certificato di buona salute di cui allArt. 2 del D.M. 28/10/1983 per la pratica di attivit sportiva non agonistica. Firma del Presidente e timbro della Societ ................................................................... (da presentare ad un medico di medicina generale)

CERTIFICATO DI STATO DI BUONA SALUTE


(D.M. 28.2.83)

Cognome .................................................. Nome .........................................................nato a .................................................................................................................il .....................................................residente a ................................................. Via .............................................................n.N Iscrizione al S.S.N. .................................................... Il soggetto, sulla base della visita medica da me effettuata, risulta in stato di buona salute e non presenta controindicazioni in atto alla pratica di attivit sportive NON agonistiche. Il presente certificato ha validit annuale dalla data del rilascio.

.............................., l .........................

IL MEDICO (timbro e firma) 169

NB. Molte Regioni hanno predisposto un apposito modulo 8. I CIRCOLI, LE ASSOCIAZIONI E LE SOCIETA SPORTIVE QUALI SOSTITUTI
DIMPOSTA

8.1 Le collaborazioni per il funzionamento dei circoli e delle associazioni sportive. Uno dei problemi pi complessi che debbono affrontare i Circoli e le associazioni sportive dilettantistiche sicuramente quello delle collaborazioni necessarie al buon funzionamento della struttura associativa e della gestione delle diverse attivit. Collaborazioni volontarie. E pur vero che spesso, se non sempre, queste sono ricche di prestazioni volontarie da parte dei soci, ma si tratta generalmente di contributi volti al raggiungimento di obiettivi culturali. artistici, sportivi di natura tecnica (preparazione di spettacoli teatrali, musicali, di rassegne di vario genere, preparazione degli atleti. dei materiali ecc.). Trattandosi comunque di collaborazioni prestate per passione , per amore dellarte o dello sport, chi lo fa , pago della soddisfazione che gli viene dallaver contribuito al raggiungimento delle finalit della propria associazione non richieder alcun compenso per lattivit prestata. La legislazione attuale in questo caso non prevede versamenti o adempimenti di natura fiscale e/o di natura previdenziale. Naturalmente a questi collaboratori, come peraltro ai dirigenti dellassociazione o ad altri volontari, verranno rimborsate eventuali spese sostenute per conto del Circolo regolarmente rendicontate (c.d. a pi di lista). 8.2 Circoli ed associazioni sportive quali sostituti dimposta. Spesso tuttavia il volontariato non sufficiente ad assicurare il buon funzionamento dellassociazione nei suoi vari aspetti; allora necessario ricorrere a rapporti retribuiti cercando ovviamente quello pi adatto alle necessit dellassociazione, tenuto in dovuto conto il bilancio che spesso non lascia grandi margini di manovra. Se ci avviene i circoli e le associazioni possono assumere la veste di sostituto dimpostaanche se non praticano alcuna attivit di carattere commerciale: Esse infatti, possono instaurare rapporti di lavoro e di collaborazione ed erogare i seguenti emolumenti: emolumenti a lavoratori dipendenti; emolumenti a lavoratori autonomi che esercitano una professione in forma abituale; emolumenti a lavoratori autonomi occasionali; emolumenti a lavoratori a progetto; emolumenti a collaboratori coordinati e continuativi che prestano la loro opera senza vincoli di subordinazione; contratto di associazione in partecipazione; emolumenti e rimborsi spese a dirigenti, tecnici, accompagnatori della Societ sportiva e dellassociazione. Ovviamente qualora instaurino i suddetti rapporti le associazioni si assumono lonere di effettuare le relative ritenute, a titolo dacconto o a titolo dimposta, che debbono versare alla esattoria o tramite banca o ufficio postale a mezzo del modello F24 indicando il codice fiscale dellassociazione e non quello del percipiente. Inoltre entro il 15 marzo di ciascun anno lassociazione deve rilasciare una dichiarazione in carta libera dei compensi lordi elargiti e degli importi trattenuti nellanno precedente e regolarmente versati allesattoria. 170

8.3 Caratteristiche e trattamento dei suddetti contratti. Seppure in estrema sintesi le caratteristiche ed il trattamento dei suddetti contratti il seguente: Lavoratori dipendenti. Ai sensi dellart. 2094 lavoratore dipendente chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nellimpresa prestando il proprio lavoro intellettuale o materiale alle dipendenze e sotto la direzione dellimprenditore. E evidente che in questo rapporto lelemento fondamentale la subordinazione, ossia il vincolo di natura personale che assoggetta il prestatore dopera, limitandone la libert, al potere direttivo del datore di lavoro. Il reddito derivante sottoposto a tassazione secondo il principio di cassa (art. 48, comma 1, DPR 597/73. Ad essi dovr essere effettuata una ritenuta sullo stipendio al netto delle ritenute previdenziali ed in base ad aliquote progressive; dovranno inoltre essere redatte le buste paga ed effettuate le registrazioni sui libri INPS, INAIL o ENPALS. I soggetti legati ai circoli ed alle associazioni sportive (ed ovviamente alle societ) da un rapporto di lavoro dipendente, possono percepire dei rimborsi spese in esenzione dellimposta sul reddito delle persone fisiche a condizione che tali rimborsi siano analitici e documentati (rimborso a pi di lista, art. 48, comma 2). E altres consentito il rimborso forfetario esente da IRPEF delle spese sostenute per le trasferte fuori dal comune di residenza nei limiti di una somma attualmente stabilita in 46,48 euro al giorno per le trasferte in Italia, ed in 77,47 euro per quelle allestero (art. 48, comma 2). In tal caso sono dovuti i contributi previdenziali commisurati su un ammontare pari al 50% dellindennit corrisposta (art. 12, comma 2 Legge 153/69): Lavoratori autonomi I lavoratori autonomi sono coloro che esercitano attivit lavorativa per professione abituale ( architetti, commercialisti, avvocati , ma anche maestri di ballo, idraulici ecc.); sono in possesso della partita I VA e pertanto i compensi a tali collaboratori soggiacciono alla suddetta imposta; il collaboratore cio al momento della riscossione del compenso obbligato ad emettere regolare fattura gravata del 20% . A sua volta il Circolo ( o associazione sportiva che sia ) che si avvale di tale rapporto deve applicare sui compensi erogati, quale sostituto dimposta, una ritenuta del 20% a titolo di acconto dellimposta sul reddito delle persone fisiche dovuta da coloro che percepiscono i detti compensi. La citata trattenuta, calcolata sullimponibile, dovr essere versata dallassociazione alla esattoria comunale del Comune di residenza dellassociazione o del circolo, entro il giorno 16 del mese successivo alla data di pagamento ( e non dalla data di rilascio della fattura ). Va chiarito che la comune percentuale del 20% della ritenuta dacconto e dellIVA solo connessa ad una facilit di conteggio; le due operazioni non hanno alcuna connessione tra loro e vanno completamente differenziate. Infatti la ritenuta dacconto IRPEF che paga il lavoratore autonomo per i compensi che percepisce, gravando dunque su questultima dovr essere sottratta ai compensi convenuti, lIVA invece limposta indiretta che grava sullacquirente della prestazione del lavoratore autonomo e pertanto va aggiunta al compenso corrisposto. La fattura dovr essere registrata nel registro acquisti IVA nonch sul libro giornale (nel caso questi debba essere tenuto a norma di legge). Le somme corrisposte quale rimborso spese ai professionisti autonomi concorrono a formare il reddito del percipiente. Infatti sono compresi tra i compensi del lavoratore autonomo tutti i rimborsi spese che si riferiscono allattivit di lavoro autonomo da lui svolta, purch non trattasi di somme anticipate in nome e per conto della societ, dellassociazione o del circolo. Pertanto, al pari del compenso, sono soggette ad IVA ed a ritenuta dacconto. 171

Lavoratori autonomi occasionali Sono quei compensi erogati a soggetti che effettuano prestazioni saltuarie per il circolo o per lassociazione, non esercitando altre attivit di lavoro autonomo. Tali compensi non sono soggetti ad IVA, (ex art. 5 DPR 633/72); devono per sempre essere soggetti alla ritenuta IRPEF del 20% da versare nelle modalit gi indicate. Dal lontano 1982 previsto che i compensi fino a 25,82 (euro (dal 2008: 50) corrisposti da enti non commerciali (e quindi da circoli e/o associazioni non costituite in forma di societ di capitali) per prestazioni di lavoro autonomo non abituale, non sono soggetti a ritenute (art. 43 DPR 30/12/1980 n. 897), sempre che non costituiscano acconti di maggiori compensi. Ad esclusione della fattispecie citata per lavoratori occasionali si intendono coloro che nellanno solare non percepiscono complessivamente compensi superiori a 5.164 euro ed il loro impiego non supera nello stesso periodo i 30 giorni. Tale limitazione riferita a ciascun sostituto dimposta e non al percipiente. Per i compensi erogati a lavoratori autonomi occasionali il percipiente dovr rilasciare regolare ricevuta alla quale dovr essere apposta la postilla: IVA non applicabile ai sensi dellart. 5, comma 2, DPR 633/72. I compensi in argomento dovranno se vengono erogati per attivit commerciali essere registrati nel registro acquisti IVA dellassociazione oltre che in contabilit. Tutto ci fatto salvo quanto specificato al punto 8.3 del presente capitolo. Lavoratori a progetto. Il D.Lgs. 276/2003 (c.d. legge Biagi) sulla riforma del mercato del lavoro ha introdotto la figura contrattuale del lavoro a progetto in sostituzione dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co). In sostanza i vecchi co.co.co. devono essere ricondotti a uno o pi progetti specifici o programmi di lavoro, o fasi di esso determinati dal committente (datore di lavoro) e gestito autonomamente dal collaboratore in funzione del risultato, nel rispetto del coordinamento con la struttura organizzativa del committente e indipendentemente dal tempo impiegato per lesecuzione dellattivit lavorativa. Lart. 61,comma 3, del D.Lgs. ha fatto salvi i rapporti di co.co.co. per alcune categorie (giornalisti, amministratori ecc.) fra le quali successivamente ( art. 90 L. 289/2002) sono state inserite quelle rese e utilizzate ai fini istituzionali da associazioni e societ sportive. Lavoratori autonomi coordinati e continuativi. Va innanzitutto sottolineato che nel nostro ordinamento inquadrato nel contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.), il collaboratore che organizza autonomamente lattivit richiesta e diretta dallassociazione sportiva ed ha una certa continuit nel tempo (es. personale amministrativo, di segreteria, ecc.) E opportuno in questi casi, data la somiglianza al rapporto di lavoro dipendente e per evitare problemi di carattere sindacale e previdenziale, che tale rapporto sia formalizzato da una lettera dincarico che delimiti e ne inquadri i compiti precisi. Il compenso, che non imponibile ai fini IVA, a differenza delle altre categorie ammesse ad usufruire del contratto co.co.co. che rimane assoggettato alla ritenuta dacconto IRPEF con aliquote progressive per scaglioni di reddito in quanto assimilato al lavoro dipendente, regolato dagli articoli 67 e 69 del TUIR ed il seguente: - fino alla somma complessiva di 7500 euro annui esente da imposta; - la somma compresa fra 7500 e 28.158,28 euro annui soggetta a ritenuta a titolo dimposta allaliquota del 23% maggiorata dellaliquota delladdizionale regionale dello 0,9% o altra percentuale decisa dalla Regione di competenza. - Le somme superiori a 28.158,28 euro annui sono soggette a ritenuta a titolo dacconto con aliquota del 23% pi laddizionale regionale dello 0,9% (o altra percentuale decisa dalla Regione), pi laddizionale comunale che varia da comune a comune. 172

I suddetti compensi di natura amministrativa-gestionale svolte a favore delle societ o delle associazione sportive (non quindi a favore di CONI, FSN, EPS) non sono soggetti ad altra ritenuta, comprese quelle INPS (per le quali anzi non sono soggette, come per lINAIL, anche le somme superiori a 7.500,00 euro-circolare INPS n 32 del 7/2/2001 e n 42 del 26/2/2003) ed INAIL (circolare INAIL del 2/5/2001), n concorrono alla formazione del reddito del percipiente se non superano i 28.158,28 euro annui. Tali compensi, si intendono al netto delle relative spese di vitto, alloggio e viaggio regolarmente documentate (o altre spese chilometriche calcolate sulle tariffe ACI se si viaggia in auto) se la trasferta fuori del comune di residenza del percipiente. Le societ sportive e le associazioni non dovranno pertanto sottoporre tali spese ad alcuna ritenuta. Per le societ sportive e le associazioni c, invece, lobbligo di far sottoscrivere al percipiente unautocertificazione per altri compensi eventualmente percepiti da altre societ e/o associazioni sportive, e di denunciare nel mod. 770 le generalit del percipiente e limporto erogato. I collaboratori dovranno rilasciare allassociazione sportiva e/o societ regolare ricevuta (contenente la richiamata autocertificazione) con marca da bollo di 1,81 euro se il compenso dimporto superiore ai 77,47 euro. Un particolare problema si pone per coloro che intendono aderire al contratto di co.co.co. ma vogliono essere iscritti alla cassa speciale INPS per la copertura previdenziale e pensionistica e corrispondere i relativi contributi che, come abbiamo detto non sono obbligatori. Riteniamo che non essere obbligatorio non precluda la possibilit delliscrizione allINPS e lallineamento alle norme previste dalla attuale legislazione per le collaborazioni coordinate e continuative per le altre categorie di lavoratori ammessi a questo rapporto contrattuale. La Riforma delle pensioni (Legge 8/8/1995 n. 335 art. 2 comma 26 e seguenti e successive modificazioni) prevede per i co.co.co. che avevano altri rapporti di lavoro per i quali prevista copertura assicurativa obbligatoria, un contributo da versare allINPS. Per i compensi corrisposti a soggetti che non hanno altri rapporti di lavoro il contributo del 23,00 % con futuri incrementi (nel 2008: 24%; nel 2009: 25%) fino a giungere al 26% nel 2010. In entrambi i casi il contributo per 1/3 a carico del lavoratore e 2/3 a carico del committente. Il contributo INPS va calcolato sul compenso lordo detratti gli oneri previdenziali ed assistenziali, e versato entro il 16 del mese successivo alla corresponsione. Trattandosi di contributi previdenziali a carattere obbligatorio, la quota parte a carico del collaboratore potr rientrare tra gli oneri deducibili in sede di dichiarazione dei redditi dello stesso lavoratore autonomo coordinato e continuativo. Occorre inoltre chiarire se per coloro che chiedono liscrizione allINPS i relativi compensi sono anche soggetti allINAIL. Associazione in partecipazione. E una forma di contratto per cui il circolo, la societ e/o lassociazione sportiva (associante)mette a disposizione la struttura (per esempio bar, impianti ecc) ed il lavoratore (associato) provvede alla gestione di uno o pi servizi come previsto dallart. 2549 e seguenti del codice civile. Con il suddetto contratto lassociante attribuisce una partecipazione agli utili in cambio di un determinato apporto. Il codice civile disciplina alcuni aspetti del contratto in associazione e precisamente: - gli associati possono essere pi di uno (art. 2550); - i terzi acquistano diritti ed assumono obbligazioni soltanto verso lassociante (art. 2551); - la gestione dellimpresa spetta allassociante; lassociato pu esercitare attivit di controllo secondo quanto determinato dal contratto, compreso quello sul rendiconto annuale (art. 2552); - lassociato partecipa solo agli utili e non alle perdite secondo i criteri dellarticolo 2102: la partecipazione agli utili spettante al prestatore dopera determinata in base agli utili netti dellimpresa (art. 2553). Lassociazione in partecipazione si colloca tra i rapporti associativi e non tra le forme societarie, perch: 173

- manca il fondo comune (o capitale sociale) - lassociante mantiene la effettiva titolarit dellimpresa e la responsabilit verso terzi (amministrazione beni comuni, fornitori, soci ecc.) come precisato dalla sentenza della Corte Suprema di Cassazione n 1433 del 9/7/1965 e n 4653 del 16/12/1976. - nella societ vi una ripartizione tra i soci dei diritti e dei doveri circa la direzione e la gestione dellimpresa; - nellassociazione in partecipazione il potere spetta solo allassociante (nel circolo o associazione sportiva al consiglio direttivo). Possiamo cosi sintetizzare gli elementi costitutivi dellassociazione in partecipazione: - una attivit economica/patrimoniale svolta dallassociante in nome proprio (es. il servizio bar per i soci dellassociazione); - una responsabilit che coinvolge il patrimonio dellassociante (il servizio bar che parte integrante del fondo comune dellassociazione); - la disponibilit dellassociato ed il trasferimento di questa allassociante (la accettazione dellassociato a fornire mano dopera e capacit professionale a favore del servizio bar); - il diritto di credito dellassociato verso lassociazione per il pagamento, previo regolare rendiconto, della sua quota di utili sul saldo attivo della gestione. Da sottolineare infine che il rapporto tra associante ed associato nel contratto di associazione in partecipazione si differenzia sostanzialmente dal rapporto di lavoro subordinato per la mancanza in esso del vincolo di dipendenza (e di subordinazione) nellespletamento dellattivit e manca la certezza e garanzia di un guadagno (vedasi sentenza Corte Suprema di Cassazione n 253 del 7/2/62 ; n 2224 del 21/6/1969; n 313 del 6/2/1971). Il contratto di associazione in partecipazione per quanto concerne la ritenuta dacconto segue le norme previste per i lavoratori autonomi occasionali e come questi non soggetto a IVA. Per i versamenti INPS dal 2004 anche al contratto di associazione in partecipazione si applica lobbligo discrizione nella Gestione separata prevista dalla legge 335/1995 (art. 43 DL 269/2005 convertito con modifiche dalla legge 326/2003 ed in seguito dallart. 1, comma 157 della legge 311/2004). Laliquota INPS prevista per il 2005 per questa categoria sar pari al 17,5% sui redditi fino a 38.641,00 euro e del 18,5% sui redditi oltre tale limite anche se i percipienti sono iscritti ad altre forme di previdenza o pensionati. Limporto del versamento a carico dellassociante in misura del 55% ed a carico dellassociato per il restante 45%. Per i non iscritti ad altre forme previdenziali ( e non pensionati) occorre inoltre aggiungere lo 0,5% a ciascuna delle suddette percentuali. Per la denuncia e le modalit di pagamento dei contributi si dovr fare riferimento a quella prevista per i collaboratori iscritti alla Gestione separata e cio il versamento dovr essere effettuato con il modello F24 entro il giorno 16 del mese successivo a quello di corresponsione del compenso utilizzando i codici tributo C10 o CXX. Compensi, premi, rimborsi ad allenatori, tecnici ed altre figure sportive. Un particolare trattamento viene riservato dalla normativa vigente ai compensi corrisposti dalle associazioni e dalle societ sportive dilettantistiche. Solo a queste infatti concessa la facolt di instaurare rapporti di lavoro e/o collaborazioni con figure tecnico/sportive usufruendo di un particolare trattamento tributario sui compensi elargiti nell'esercizio di tutte quelle attivit sportive dilettantistche disciplinate dapprima dalla legge 80/86, in seguito dalle leggi 133/99, 342/00 ed infine dall'art. 90 della legge 289/02. Con alcune figure di tecnici (allenatori, insegnanti delle varie discipline sportive, preparatori ecc.) possibile instaurare un rapporto di collaborazione permanentein una delle forme contrattuali prevista dalla attuale normativa, ivi compresa quella autonoma coordinata e continuativa. Ovviamente il trattamento normativo e tributario sar conseguente al contratto instaurato. Qualora tuttavia non si ricorra ad una forma contrattuale di quel genere la normativa vigente prevede altre forme di compenso: trattasi dei compensi, indennit di trasferta, rimborsi spese forfetari e premi che societ ed 174

associazioni sportive dilettantistche possono corrispondere in occasione di gare, allenamenti, prove ad alcuni soggetti (dirigenti accompagnatori, arbitri, atleti, giudici di gara, cronometristi ecc.) fra i quali anche allenatori, tecnici, preparatori, persone cio impegnate nell'esercizio diretto di attivit sportive dilettantistiche ed a coloro che sono chiamati a garantire la regolarit delle manifestazioni sportive. Tali compensi, premi ecc. non sono soggetti ad alcuna ritenuta, n concorrono alla formazione del reddito del percipiente se non superano i 7500 euro annui. Sui compensi eccedenti i 7500 euro dovr essere operata dallassociazione, o societ sportiva che sia, una ritenuta del 23%, pi l'addizionale regionale dello 0,9% (percentuale da controllare presso la propria Regione perch tale percentuale in alcuni casi stata aumentata), a ttolo d'imposta per compensi da 7500 a 28.158 euro ed a ttolo d'acconto per la parte che eccede tale importo. In quest'ultimo caso la somma eccedente, trattandosi di ritenuta a titolo d'acconto, va assoggettata anche all'addizionale comunale. I suddetti compensi, essendo annoverati fra i c.d redditi diversi di cui all'art. 67 del TUIR, non sono soggetti neppure alle ritenute INPS (circolare INPS n 32 del 7/2/01 e n 42 del 26/2/2003) n a quelle INAIL (circolare INAIL del 2/5/2001 ). Per esplicita previsione legislativa (comma 23, art. 90 L. 289/02) gli emolumenti a titolo di indennit ed i rimborsi forfetari, nonch i premi possono essere percepiti anche da dipendenti pubblici e da pensionati. Per i dipendenti pubblici obbligatorio comunicare il rapporto instaurato con associazioni societ esportive. Ai suddetti compensi si applica la disciplina sintetizzata anche se corrisposti ad atleti dilettanti stranieri (non residenti) poich la norma che individua il trattamento tributario in questione non fa alcuna distinzione circa la condizione di cittadino italiano o straniero (ris. N 142 dell1/10/2001). Come gi precisato, tali compensi, indennit, ecc., si intendono al netto delle relative spese di vitto, alloggio e viaggio regolarmente documentate (o spese chilometriche calcolate sulle tariffe ACI se si viaggia in auto), per le trasferte fuori del comune di residenza del percipiente. Le societ sportive e le associazioni non dovranno pertanto sottoporre i conseguenti rimborsi spese ad alcuna ritenuta. Per le societ sportive e le associazioni c, invece, lobbligo di far sottoscrivere al percipiente unautocertificazione per altri compensi eventualmente percepiti, e di denunciare nel mod. 770 le generalit del percipiente e limporto erogato. (Vedi modulo allegato). A riprova di quanto asserito vedasi le istruzioni alla dichiarazione dei redditi "Unico 2005" in cui si afferma che coloro che nell'anno 2004 hanno percepito compensi ecc. fino a 7.500 euro, cosi come coloro che hanno percepito solo redditi fino a 28.158 euro in conseguenza delle attivit svolte a favore di societ e/o associazioni sportive dilettantistche o per premi ecc., non sono tenuti a presentare dichiarazioni dei redditi. Sono invece soggetti alla dichiarazione dei redditi coloro che hanno percepito oltre 28.158 euro e coloro che hanno percepito, da associazioni o societ sportive, emolumenti superiori a 7.500 euro ed hanno percepito altri compensi da lavoro dipendente, a progetto o di pensione. E' appena il caso di dire che in quest'ultimo caso la dichiarazione pu essere fatta sia con il modello unico " che con il modello "730" (in questo caso servendosi di un CAF), che come noto consente di adempiere agli obblighi tributari richiedendo al proprio datore di lavoro o all'ente previdenziale se pensionato, di effettuare i pagamenti delle imposte dovute o di effettuare i rimborsi eventualmente vantati versandoli sulla busta paga o sulla pensione. Le societ, le cooperative e le associazioni sportive sono invece tenute alla compilazione e presentazione del modello 770 anche se corrispondono solo compensi, premi, rimborsi forfetari, ecc. che non superano 7.500 euro per ciascun percipiente. 8.4 Emolumenti e rimborsi spese a dirigenti, amministratori, segretari (dei circoli, delle associazioni, delle societ sportive e delle cooperative). Per quanto concerne gli emolumenti, che seppur raramente, possono percepire i dirigenti dei circoli, delle associazioni e delle societ sportive, o i rimborsi spese forfetari, questi non hanno un particolare trattamento e vanno considerati a seconda che il percipiente si trovi in una delle categorie sopra descritte, per i dirigenti dei circoli generalmente quella dei lavoratori autonomi occasionali. Un particolare trattamento viene invece riservato dalla normativa vigente agli eventuali compensi per attivit svolte a favore delle societ o delle associazione sportive (art. 37, L. 21/11/2000 n 342), 175

di natura amministrativa gestionale cui possono accedere addetti di segreteria, contabili ecc. (art. 90, comma 3, L. 27/12/2002 n 289). Trattandosi di attivit continuativa pu essere instaurato per essi un rapporto di lavoro autonomo coordinato e continuativo, che come abbiamo visto applicabile anche ad allenatori, tecnici ed altre figure sportive, e ricevere per questo il trattamento previsto per questo Per quanto concerne il rimborso delle spese vive sostenute durante la normale attivit (viaggi, partecipazione a corsi, convegni, ecc.) il trattamento applicabile il seguente: rimborsi spese forfetari: vanno considerati alla stregua dei compensi per lavoro autonomo occasionale e pertanto assoggettati a ritenuta dacconto (ad esclusione di quelli concessi per le attivit sportive se di importo inferiore a 7.500,00 euro)); rimborsi a pi di lista: cio con documentazione analitica e documentata delle spese sostenute.Tali rimborsi non sono assoggettate ad alcuna imposta.

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DICHIARAZIONE IN CASO DI COLLABORAZIONE VOLONTARIA

Spett. Consiglio Direttivo Via ___________________________ CAP ______ Localit _______________


Il/La sottoscritto/a nato a .il e residente in.via....n.socio della nostra associazione dichiara di essere disponibile a dare il proprio contributo volontario e gratuito per laffermazione e la crescita della nostra associazione, alle attivit associative e la realizzazione delle manifestazioni indette dalla stessa. Per tale collaborazione il sottoscritto non richieder alcun compenso in quanto spinto da motivazioni di carattere etico e sociale e comunque non economiche. E evidente, e qui ulteriormente sottolineata, la propria volont di svolgere lattivit in modo del tutto volontario e gratuito e senza alcun vincolo di natura lavorativa o contrattuale nei confronti dellassociazione. Il sottoscritto consapevole che gli saranno rimborsate unicamente le spese vive sostenute (soggiorno, vitto, viaggio ecc.) previa presentazione di idonea documentazione, autorizzate dal Consiglio Direttivo per lo svolgimento delle attivit che gli verranno affidate. Il sottoscritto esonera da ogni responsabilit lassociazione nello svolgimento del proprio compito e dichiara che si avvarr solamente delle coperture assicurative previste dal contratto in vigore con .. In fede

Luogo e data..

NB Ovviamente la presente dichiarazione non va presentata in caso di attivit rivolta al regolare svolgimento di manifestazioni sportive. 177

CONTRATTO PER COMPENSI AI SENSI DELLA LEGGE 133/99 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI SCRITTURA PRIVATA Con il presente atto da tenere e valere in ogni migliore modo di ragione e legge tra: a) L'associazione "associazione sportiva dilettantistica", aderente a cod.fiscconsedesociale inVia..n (prov) qui rappresentata dal suo legale rappresentante nella persona del presidente pro-tempore sig ...nato a. ilC.F.residente..avia ..n prov. ed il b)sig.nato a il.cod.fiscresidente a. vian(prov....) PREMESSO *che il sig. vanta una specifica competenza teorica e pratica in ordine alla attivit di...(allenatore, preparatore ecc.) nella disciplina ; * che lassociazione sportiva ha necessit di assicurarsi una collaborazione professionalmente valida nella suddetta disciplina: *che il sig. . interessato e disponibile a collaborare con lassociazione sportiva dilettantistica ed a svolgere il ruolo di .; *che le parti convengono che lattivit del presente contratto da considerarsi svolta nello esercizio diretto di attivit sportiva dilettantistica; Tutto ci premesso quale parte integrante del presente accordo, fra le parti SI CONVIENE QUANTO SEGUE Il sig.effettuer per il periodo L'attivit dipresso.. secondo modalit di tempo ed orario da concordarsi in funzione delle esigenze dei propri soci/atleti e delle disponibilit degli impianti. L'associazione.. corrisponder per tale collaborazione al sig.Euro..(.). Tale compenso verr elargito in rate.(mensili, trimestrali, etc.) da pagarsi entro il giorno cinque del . E' implicito che tale collaborazione esclude qualsiasi vincolo di subordinazione essendo quella prevista dal comma 4 dell'art. 25 della Legge 13 maggio 1999 n. 133 e successive modificazioni, con particolare riferimento all'art. 90 della L. 27/12/2002 n 289. Sui corrispettivi che verranno erogati avendo il sig dichiarato di non essere iscritto ad alcun albo professionale e non essendo titolare di partita IVA, sar effettuata dalla associazione una ritenuta a titolo d'imposta per la parte eccedente la somma di 7.500,00 e fino a 28.158,28 ed a titolo 178

di acconto per la parte eccedente tale cifra nella misura fissata per il primo scaglione dei redditi dall'art. 11 del T.U.I.R. attualmente pari al 23% pi l'addizionale regionale attualmente pari allo 0,9%. Il sig...si impegna a comunicare all'associazione .eventuali altri compensi, premi, rimborsi forfetari ecc. ricevuti anche da altre fonti tali da concorrere al superamento di 7.500,00 o di 28.158,28 annui complessivamente. Resta comunque inteso che in relazione alla natura della presente scrittura l'associazione pu in qualsiasi momento revocare al sig.. l'incarico di collaborazione, corrispondendogli il compenso dovuto per l'opera svolta fino al momento della revoca stessa ai sensi dell'art. 2227 del Codice Civile. ..il
FIRME PER ACCETTAZIONE

Il collaboratore

lassociazione ..

________________________________________________________________________________

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Ricevuta ai sensi dellart. 25 della Legge 13 maggio 1999 n. 133 e successive modificazioni quale ultima in base allart. 90 della Legge 27/12/2002 n. 289
Spett. ___________________________ Via ___________________________ CAP ______ Localit _______________ Il/La sottoscritto/a_________________________________________________________________ Dichiara di ricevere dal ____________________________________,la somma di ___________( ._________________________) per _______________________________________________ Tale somma stata cos determinata: A) Esenti da ritenuta (fino a 7.500) B) Soggetti a ritenuta a dedurre ritenuta IRPEF 23% a dedurre add.le Regionale a dedurre add.le Comunale NETTO CORRISPOSTO: AUTOCERTIFICAZIONE Il/la sottoscritto/a ____________________________ nato/a a _______________________(___) Il ___/____/______ e residente a ____________________ in via/piazza _____________________ Codice Fiscale Dichiara sotto la propria responsabilit che alla data odierna: che con la presente somma non supera 7.500 di compensi regolati dallart. 90 della Legge 27/12/2002 n. 289 che la somma su indicata supera il limite di 7.500 di Euro ________,___ quale _________________ erogato ai sensi dellart. 90 della Legge 27/12/2002 n. 289. Data, ______________ FIRMA ____________________ Euro ___________________________________ Euro ___________________________________ Euro ___________________________________ Euro ___________________________________ Euro ___________________________________ Euro ___________________________________

LIQUIDAZIONE IMPORTO Visto Organizzazione ___________________________

Visto Amministrazione ___________________________ Luogo _____________, il ______________ Firma percipiente ________________________

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Ricevuta ai sensi dellart. 25 della Legge 13 maggio 1999 n. 133 e successive modificazioni, quale lultima LEGGE 27-12-2002 N. 289 ART. 90 La presente ricevuta vale per dirigenti accompagnatori, arbitri, allenatori, atleti, giudici di gara, tecnici, collaboratori di carattere amministrativo/gestionale, ecc. ed riferibile a indennit di trasferta, rimborsi spese forfetari, premi e compensi erogati nellesercizio di attivit sportive dilettantistiche. Gli importi fino ad un massimo di 7500,00 Euro annui non sono soggetti a ritenuta dacconto n concorrono alla formazione del reddito del percipiente. Sugli importi eccedenti i 7500,00 Euro dovr essere effettuata una ritenuta pari al 23,00% pi laddizionale regionale; (0,9% altra percentuale decisa dalla Regione competente) a titolo dimposta per la parte imponibile dei redditi da 7500,00 Euro a 28158,28 Euro ed a titolo dacconto per la parte che eccede tale importo e che soggetto oltre che alla addizionale regionale, alla eventuale addizionale comunale. Nei 7500,00 Euro (ma anche sulle cifre superiori) non vanno conteggiati i rimborsi spese documentati relativi al vitto, allalloggio ed al viaggio (compresi i rimborsi chilometrici tabella ACI) sostenute in occasione di prestazioni effettuate fuori dal territorio comunale del percipiente. Nel caso di ricevute superiori a 77,47 Euro occorre apporre marca da bollo da 1,81 Euro. Le norme su indicate possono essere utilizzate oltre che dalle societ sportive anche dai livelli di coordinamento (zonali, provinciali, regionali, nazionale, dellEnte di Promozione Sportiva).

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Ricevuta ai sensi dellart. 1, comma 253 della Legge 30 dicembre 2004 n. 311
Spett. ___________________________ Via ___________________________ CAP ______ Localit _______________ Il/La sottoscritto/a_________________________________________________________________ Nella sua qualit di dichiara di ricevere dal ____________________________,la somma d i ___________(_______________________) per ____________________________ Tale somma stata cos determinata:

A) Esenti da ritenuta (fino a 7.500) B) Soggetti a ritenuta ___________________________________ a dedurre ritenuta IRPEF 23% a dedurre add.le Regionale a dedurre add.le Comunale NETTO CORRISPOSTO: AUTOCERTIFICAZIONE

Euro ___________________________________ Euro Euro ___________________________________ Euro ___________________________________ Euro ___________________________________ Euro ___________________________________

Il/la sottoscritto/a ____________________________ nato/a a __________________ _(___) Il___/____/______ e residente a ____________________ in via/piazza ___________________ Codice Fiscale
A conoscenza del disposto dellart. 26 della legge n 15 del 4 gennaio 1968 dichiara sotto la propria responsabilit che alla data odierna: con la presente somma non supera nel corso del periodo dimposta 7.500 di compensi regolati dallart. 1, comma 253, della legge 311/ 04 la somma su indicata nel corso del periodo dimposta.supera il limite di 7.500 di Euro ________,___ quale _____________________ erogato ai sensi dellart. 1, comma 253, della Legge n 311/ 04.

Data, ______________

FIRMA ____________________ LIQUIDAZIONE IMPORTO

Visto Organizzazione ___________________________ Visto Amministrazione ___________________________ Luogo _____________, il ______________ Firma percipiente ________________________
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Ricevuta ai sensi dellart. 1, comma 253 della legge 30 dicembre 2004 n 31125 La presente ricevuta vale per direttori di bandem musicali, direttori di corali, di filodrammatiche, dei loro collaboratori tecnici e collaboratori di carattere amministrativo/gestionale, ecc. ed riferibile a indennit di trasferta, rimborsi spese forfetari, premi e compensi erogati nellesercizio di attivit musicali. Gli importi fino ad un massimo di 7500,00 Euro annui non sono soggetti a ritenuta dacconto n concorrono alla formazione del reddito del percipiente. Sugli importi eccedenti i 7500,00 Euro dovr essere effettuata una ritenuta pari al 23,00% pi laddizionale regionale; (0,9% o altra percentuale decisa dalla Regione competente) a titolo dimposta per la parte imponibile dei redditi da 7500,00 Euro a 28158,28 Euro ed a titolo dacconto per la parte che eccede tale importo e che soggetto oltre che alla addizionale regionale, alla eventuale addizionale comunale. Nei 7500,00 Euro (ma anche sulle cifre superiori) non vanno conteggiati i rimborsi spese documentati relativi al vitto, allalloggio ed al viaggio (compresi i rimborsi chilometrici tabella ACI) sostenute in occasione di prestazioni effettuate fuori dal territorio comunale del percipiente. Nel caso di ricevute superiori a 77,47 Euro occorre apporre marca da bollo da 1,81 Euro. Le norme su indicate possono essere utilizzate oltre che dalle suddette strutture anche dai loro livelli di coordinamento (zonali, provinciali, regionali, nazionale ).

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Contratto di associazione in partecipazione per istruttori


carta bollata da . 14,62 SCRITTURA PRIVATA Con il presente atto da tenere e valere in ogni migliore modo di ragione e di legge, tra: Lassociazione_____________________________________, aderente a.. (Ente di Promozione Sportiva), cod. fisc.______________________________ con sede in _____________ via ____________________, qui rappresentato dal suo legale rappresentante nella persona del presidente pro-tempore sig. ___________________________ nato a.................. __________________ il __________ cod. fisc.____________________ e residente in.................................................via.......................................................................................................; b. il sig. __________________________ nato a ______________ il _________________ cod. fisc. _________________________ residente a ____________________ (prov._____) via_____________________________________: premesso - che lAssociazione _______________________________ regolarmente costituita a norma degli articoli 37-37-38 del Codice Civile e che agisce in osservanza alle norme contenute nel proprio statuto sociale, secondo le quali lAssociazione stessa ha come finalit lo sport dilettantistico e non persegue fini di lucro; - che non esiste a tuttoggi una legge quadro sullassociazionismo di promozione sociale che disciplini, tra laltro, il particolare rapporto che si instaura tra il Circolo e i soci addetti al funzionamento del servizio psico-motorio rivolto alla generalit degli associati intenti alle attivit sociali istituzionali; - che, per sopperire alla vacatio legis, lassemblea dei soci, a norma dell'art. 36 del Cod. Civ., ha stabilito di utilizzare alluopo come pi confacente, il meccanismo previsto allart.2549 e segg. del codice civile in materia di associazione in partecipazione, mutuandolo, nei suoi effetti pratici, limitatamente a quanto non in contrasto con le finalit istituzionali delle associazioni di promozione sociale; si conviene quanto segue: 1) Tra lAssociazione ______________(associante) ed il sig. _______________(associato) si costituisce una associazione in partecipazione stipulata ai sensi e per gli effetti dellart. 2549 e segg. del Codice Civile. 2) Compito della costituendo associazione unicamente quello di provvedere alla organizzazione del singolo corso di _______________; mentre lassociato sig. _______________ apporter la sola prestazione di lavoro professionale e nessun altro apporto, lassociante _____________________ apporter tutto quanto si render necessario ed utile per lespletamento del corso stesso e precisamente: locali, arredi, attrezzature, eventuali autorizzazioni, ecc........ 3) Compito della costituenda associazione altres quello di creare le condizioni per completare ed integrare didatticamente i corsi di istruzione musicale e loro applicazioni; precisamente lapporto del sig. _______________________ consiste; a nel fornire agli allievi tutte quelle nozioni e insegnamenti necessari per lapprendimento della musica sia dal punto di visti teorico, che pratico applicativo. 184

b nel giudicare leffettiva preparazione di ogni singolo allievo nelle varie fasi dellapprendimento al fine di stabilire lidoneit dello stesso c lattivit dovr essere svolta nel rispetto di tutti i regolamenti e le disposizioni che di volta in volta il consiglio direttivo del Circolo intender adottare per il migliore funzionamento del servizio in favore dei soci e dei loro familiari. 4) Per tutta la durata del rapporto, per la propria attivit il sig. _______________ ricever dallAssociazione un compenso commisurato al numero di allievi effettivamente seguiti. Tutte le spese di carattere generale quali: i consumi (illuminazione, riscaldamento, acqua, ecc...), la pulizia, lammortamento attrezzature, le imposte e tasse relative alle autorizzazioni eventuali e simili e quantaltro saranno suddivise in maniera proporzionale tra tutte le attivit effettuate dallAssociazione. Detta percentuale, che costituisce esclusivamente compenso per prestazione di lavoro professionale, non potr dar luogo in nessun caso a compensi superiori del venti per cento rispetto a quelli previsti dal contratto collettivo di lavoro per la medesima qualifica. 5) Allassociato sig. _________________ verr attribuita una percentuale del ______% (______________ per cento) della quota marginale tra i costi generali attribuiti al corso, eventuali costi specifici strettamente inerenti e necessari al corso stesso e i corrispettivi versati dai relativi allievi. 6) Eventuali forniture saranno di competenza del sodalizio associante: le fatture relative saranno intestate al sodalizio stesso cos come far carico al sodalizio la responsabilit delle obbligazioni contratte a questo scopo. 7) La quota parte spettante allassociato sig. ____________________________ di cui al punto 4, sar liquidata mediante la corresponsione di un acconto mensile di L _______________ (__________________) per _____ mesi e di un versamento a saldo da corrispondersi a fine anno sulla base del rendiconto annuo della gestione di cui lassociato sar compartecipe della compilazione ed a cui sar rilasciata copia. 8) Sulle quote corrisposte allassociato tanto a titolo di acconto quanto a titolo di saldo e conguaglio il sodalizio associante effettuer la ritenuta dacconto IRPEF nella misura di legge: ugualmente sar cura del sodalizio provvedere allinquadramento dellassociato (in qualit di socio) ai fini dellassicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro presso la competente sede INAIL. 9) Lassociato sig.______________ avr lobbligo di versare mensilmente, nelle mani del cassiere del sodalizio, gli incassi del corso unitamente ad una distinta redatta per iscritto e firmata delle quote versate dai singoli allievi; di tali versamenti lAssociazione rilascer apposita ricevuta. 10) Per tutta la durata del presente incarico, resta convenuto che il sig. _____________ non potr svolgere attivit anche indirettamente e in qualsivoglia forma, in concorrenza con quella svolta presso lAssociazione ________________ e ci anche per leventuale periodo di tempo intercorrente tra la data di scioglimento del rapporto e la fine dellanno scolastico in corso. 11) Per tutta la durata del presente incarico, nonch indefinitivamente dopo la sua scadenza, il sig. ______________________ si impegna a non comunicare a terzi notizie attinenti alla organizzazione dellassociazione __________________ o, comunque, farne uso in modo da poter arrecare ad essa pregiudizio. Analogamente lAssociazione ____________ si impegna a mantenere la pi stretta riservatezza sulla persona e sullattivit professionale del sig. ________________________________________. 12) Fermo restando che il sig. ____________________ non sottoposto ad alcun vincolo di orario, al 185

fine di realizzare una maggiore funzionalit nella conduzione dei corsi, le parti convengono che gli allievi siano convocati secondo un calendario di lezioni predisposto dallinsegnante, previa comunicazione allAssociazione _________________ che si riserva il diritto di apportare eventuali variazioni in relazione alla migliore distribuzione delle ore dinsegnamento. Ogni possibile variazione di calendario delle lezioni, dovr in ogni caso essere comunicata con necessario preavviso in modo tale da poter avvisare gli allievi e non arrecare ad essi alcun impedimento. 13) Il numero di ore di presenza settimanale dellinsegnante sar preventivamente concordato tra le parti in funzione del numero degli iscritti. Per esigenze organizzative, il sig. ________________ dovr comunque ritenersi a disposizione dellAssociazione ________________. 14) Il sig. ________________ potr sospendere, preavvisando per tempo lAssociazione, per un periodo non superiore ad un mese, riservandosi di recuperare eventualmente le ore non fatte. Trascorso un mese di assenza senza validi e giustificati motivi, il sig. ___________________ si intende decaduto dallincarico. Per impedimento giustificato del sig. _______________________ LAssociazione ________________ si riserva di provvedere alla sostituzione con un altro insegnante idoneo, al fine di garantire la necessaria continuit dellinsegnamento. In tal caso il compenso sar comunque determinato proporzionalmente alleffettivo periodo di presenza dellinsegnante. In ogni caso il sig. _____________________ si impegna a non tenere nessun contatto con gli allievi al di fuori delle sedi indicate dallAssociazione _____________ e delle condizioni fissate nel presente contratto. 15) LAssociazione ____________________ si riserva la facolt di eseguire sondaggi tra gli allievi al fine di accertare la presenza di eventuali contrasti tra gli allievi stessi e linsegnante; in ogni caso il risultato di queste indagini sar sempre comunicato allinsegnante. 16) La durata del presente contratto di associazione in partecipazione viene di comune accordo convenuta tra le parti e fissata per il periodo dal __________ al ______________: essa si intender tacitamente rinnovata per ugual periodo di tempo qualora almeno tre mesi prima della sua scadenza una delle parti non abbia notificato disdetta alla controparte a mezzo lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. 17) LAssociazione ___________________ si riserva il diritto di risolvere anticipatamente il presente contratto di associazione in partecipazione qualora lassociato sig. ___________ non apporti la sua materiale prestazione nel rispetto e con losservanza delle norme sopracitate e non dimostri nella cura degli arredi in dotazione e nel disbrigo del servizio la diligenza del buon padre di famiglia. 18) Le spese di bollo e di registrazione del presente contratto sono a carico dellassociato sig.__________ 19) Per quanto non espressamente previsto dal presente contratto le parti di comune accordo si rifanno a quanto previsto dal Codice Civile sulle associazioni in partecipazione. Il presente atto redatto in triplice originale di cui uno per ciascuna delle parti contraenti ed uno per lufficio del registro, viene redatto, letto, confermato e sottoscritto. (luogo e data)_______________________________________ Lassociato ______________________________________ (linsegnante) 186 Lassociante ______________________________________ (Il presidente del circolo)

Fac-simili di contratto di associazione in partecipazione del gestore


marca da bollo da euro 14,62
SCRITTURA PRIVATA Con il presente atto da tenere e valere in ogni migliore modo di ragione e di legge, tra: a. Il Circolo DENOMINAZIONE aderente a Cod.fisc 00000000000 con sede in LOCALITA INDIRIZZO qui rappresentato dal suo legale rappresentante nella persona del presidente pro-tempore Sig. NOME COGNOME nato a COMUNE il GG/MM/AAAA Cod.fisc. XXXXXXXXXXXXXXXX; b il Sig. NOME COGNOME nato a COMUNE il GG/MM/AAAA Cod.fisc premesso che il Circolo DENOMINAZIONE regolarmente costituito a norma degli artt. 36, 37 e 38 del Codice Civile e che agisce in osservanza alle norme contenute nel proprio statuto sociale, secondo le quali il circolo stesso non persegue fini di lucro; che il Circolo DENOMINAZIONE in possesso delle speciali autorizzazioni amministrative e sanitarie- rilasciate dalle competenti autorit per la somministrazione ed il consumo di bevande analcoliche, alcoliche e superalcoliche nonch di alimenti e generi vari che consentono al circolo stesso lorganizzazione e la gestione di un servizio di bar a favore esclusivamente dei propri soci. Tutto ci premesso si conviene quanto segue: 1. 2. tra il Circolo DENOMINAZIONE (associante) ed il sig. NOME COGNOME (associato) si costituisce una Compito della costituenda associazione unicamente quello di provvedere alla gestione del servizio bar di cui alla associazione in partecipazione stipulata ai sensi e per gli effetti dellart. 2549 e segg. del Codice Civile. premessa: mentre lassociato Sig. NOME COGNOME apporter la sola prestazione di lavoro professionale e nessun altro apporto, lassociante Circolo DENOMINAZIONE apporter tutto quanto si render necessario ed utile per lespletamento del servizio stesso e precisamente: locali, arredi, attrezzature, merci autorizzazione, ecc. 3. La gestione del servizio bar dovr svolgersi nel rispetto delle vigenti norme di legge in materia e nel rispetto degli orari di apertura e di chiusura del bar ( descrizione dellorario) nonch di tutti i regolamenti e le disposizioni che di volta in volta il consiglio direttivo del Circolo intender adottare per il migliore funzionamento dei servizi in favore dei soci. 4. Allassociato Sig. NOME COGNOME verr attribuita una percentuale del ..% ( ..per cento) della quota di margine tra il prezzo di acquisto delle merci ed il loro prezzo di cessione al socio consumatore, dedotte ovviamente tutte le spese di carattere generale attinenti al servizio bar, quali: i consumi (illuminazione, riscaldamento, acqua, ecc.) la pulizia, lammortamento attrezzature, le imposte e tasse relative alle autorizzazioni amministrative e simili e quantaltro strettamente pertinente ed inerente la gestione dal servizio bar. Detta percentuale, che costituisce esclusivamente compenso per prestazione di lavoro professionale, non potr dar luogo in nessun caso a compensi superiori del venti per cento rispetto a quelli previsti dal contratto collettivo di lavoro per la medesima qualifica. 5. Le forniture dei prodotti saranno di competenza del circolo associante: le fatture relative saranno intestante alla circolo stesso cos come far carico al circolo la responsabilit delle obbligazioni contratte a questo scopo. A tal proposito si precisa che gli ordini controfirmati direttamente dallassociato, egli rappresenta, nella fattispecie, lassociante, e per ci si assume in solido la responsabilit per le obbligazioni contratte in base alla percentuale di riparto di cui allarticolo 4 . 6. La quota parte spettante allassociato Sig. NOME COGNOME di cui al punto 4, sar liquidata mediante la corresponsione di un acconto di . TOT (......................................) per undici mesi e di un conguaglio a saldo da YYYYYYYYYYYYYYYY residente a COMUNE INDIRIZZO;

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corrispondersi a fine anno sulla base del rendiconto annuo della gestione di cui lassociato sar compartecipe della compilazione ed a cui sar rilasciata copia. 7. Sulle quote corrisposte allassociato tanto a titolo di acconto quanto a titolo di saldo e conguaglio il circolo ricreativo associante effettuer la ritenuta dacconto IRPEF, e la quota INPS spettante allassociato, nella misura di legge: ugualmente sar cura del circolo provvedere allinquadramento dellassociato (in qualit di socio) ai fini dellassicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro presso la competente sede INAIL. 8. Lassociato Sig. NOME COGNOME avr lobbligo di effettuare settimanalmente, nelle mani dellamministratore del Circolo, il versamento degli incassi del servizio bar unitamente ad una distinta, redatta per iscritto e firmata, degli incassi giornalieri; di tali versamenti il circolo rilascer apposita ricevuta. 9. E espressamente consentito allassociato, Sig. NOME COGNOME in caso di sua assenza per qualsiasi motivo, di farsi sostituire da un congiunto. 10. La durata del presente contratto di associazione in partecipazione viene di comune accordo convenuta tra le parti e fissata per il periodo dal gg/mm/aaaa al gg/mm/aaaa, essa si intender tacitamente rinnovata per ugual periodo di tempo qualora almeno tre mesi prima delle sua scadenza una delle parti non abbia notificato disdetta alla controparte a mezzo lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. 11. Il Circolo ricreativo DENOMINAZIONE si riserva il diritto di risolvere anticipatamente il presente contratto di associazione in partecipazione qualora lassociato Sig. NOME COGNOME non apporti la sua materiale prestazione nel rispetto e con losservanza delle norme sopra citate e non dimostri nella cura degli arredi in dotazione e nel disbrigo del servizio oltre che nella conservazione dei locali secondo norme igieniche ed estetiche; e un rapporto con soci e clienti allinsegna del rispetto e della correttezza la diligenza del buon padre di famiglia. 12. Le spese di bollo e di registrazione del presente contratto sono a carico dellassociato sig. NOME COGNOME 13. Per quanto non espressamente previsto dal presente contratto le parti di comune accordo si rifanno a quanto previsto dal Codice Civile sulle associazioni in partecipazioni. Il presente atto redatto in triplice originale di cui uno per ciascuna delle parti contraenti ed uno per lufficio di registro, viene redatto, letto, confermato e sottoscritto. ..li LASSOCIATO -------------------POSSIBILI VARIANTI Punto 2 - Oltre al servizio bar anche eventualmente servizio pizzeria, mensa ecc. Punto 4 - Nei ricavi da considerare (e quindi anche negli utili) possibile includere anche i ricavi di altra natura come, ad esempio, quelli derivanti dal gioco delle carte, del biliardo, dei flippers, ecc. Punto 6 - E' possibile prevedere rateizzazioni diverse durante l'anno, ma sempre con saldo annuale a conguaglio. Punto 9 - Normalmente la durata di un anno, ma possono stabilirsi anche periodi pi lunghi. Punto 11 - L'imputazione delle spese libera e dipende dagli accordi intercorsi. LASSOCIANTE ----------------------

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CONTRATTO DI LAVORO A PROGETTO


Con il presente atto da tenere e valere in ogni migliore modo di ragione e di legge, tra: a. Il Circolo DENOMINAZIONE aderente a........................ Cod.fsc 00000000000 con sede in LOCALIT' INDIRIZZO qui rappresentato dal suo legale rappresentante nella persona del presidente pr-tempore Sig. NOME COGNOME nato a COMUNE il GG/MM/AAAA Codfisc. XXXXXXXXXXXXXXXX; b il Sig. NOME COGNOME nato a COMUNE il GG/MM/AAAA Codfisc YYYYYYYYYYYYYYYY residente a COMUNE INDIRIZZO: " PREMESSO

Che il committente come sopra indicato e rappresentato svolge l'attivit di Organizzazione Ricreative, Culturali, Sportive, Ambientali Formative ed intenzionato a far svolgere la fase di un progetto ad un soggetto in possesso delle indispensabili conoscenze professionali da svolgere in assoluta autonomia; Che il Sig. risulta essere in possesso della professionalit necessaria; Che il Sig..intende accettare l'incarico propostogli; Si conviene quanto segue a) il committente come sopraindicato e rappresentato conferisce al collaboratore a progetto, che accetta, l'incarico destinato alla realizzazione della fase di progetto quale risulta dal progetto allegato che va inteso quale parte integrante del presente contratto; b) il rapporto di collaborazione a progetto disciplinato dagli articoli contenuti nel Titolo VII (da 61 a 69) del D.L.vo n. 276/2003; c) il collaboratore a progetto svolger la propria attivit in maniera del tutto autonoma, al di fuori di ogni vincolo predeterminato di orario e di presenza; d) il committente come sopraindicato e rappresentato non eserciter nei confronti del collaboratore a progetto alcun potere gerarchico e disciplinare tipico del rapporto di lavoro subordinato; e) il collaboratore a progetto prester la propria attivit in modo del tutto autonomo fornendo la propria professionalit; f) le parti convengono, nel rispetto dei principi contenuti nell'art. 61 del D.L.vo n. 276/2003, di valutare periodicamente , settimanalmente, in un'ottica di coordinamento e nel rispetto dell'autonomia nell'esecuzione della prestazione, il lavoro svolto anche in relazione agli obiettivi alla base della fase del progetto g) la durata della fase del progetto di mesi.( ..) con decorrenza dal __................................. e con scadenza il_.........................................; h) il compenso per la collaborazione prestata fissato in euro_...................,00 (Euro./00) netti, tale importo corrisposto a cadenza mensile di ..^00 netti. Le parti convengono sul fatto che il compenso stato individuato nel rispetto della previsione dell'art. 63 del D.L.vo n. 276/2003 il quale afferma che lo stesso deve tener conto dei compensi normalmente corrisposti per analoghe prestazioni di lavoro autonomo nel luogo di esecuzione del rapporto e che proporzionato alla quantit ed alla qualit del lavoro. Per quel che concerne la disciplina dei rimborsi spese ( se sostenute) vanno presentate le note giustificative: se il lavoratore a progetto utilizza mezzi propri di spostamento finalizzati all'espletamento dell'incarico ricevuto, viene riconosciuto un rimborso chilometrico sulla base delle tariffe ACI; i) il collaboratore a progetto nel rispetto di quanto previsto dall'ari 64 del D.L.vo n. 276/2003 si impegna a non svolgere attivit in concorrenza n a diffondere notizie ed apprezzamenti
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attinenti ai programmi ed alla organizzazione di essi, n compiere, in qualsiasi modo, atti in pregiudizio delle attivit del committente come sopra indicato e rappresentato; j) il collaboratore a progetto ha diritto ad essere riconosciuto quale autore della eventuale invenzione fatta nello svolgimento del rapporto, con pieno richiamo alla statuizione prevista dall'art.65 del D.L.vo n. 276/2003; k) per quel che riguarda le situazioni scaturenti da malatta, infortunio e gravidanza si richiamano integralmente i contenuti dell'art. 66 del D.L.vo n.276/2003; 1) il committente come sopra indicato e rappresentato comunica al collaboratore a progetto le misure per la tutela della salute e della sicurezza, nel pieno rispetto delle norme di garanzia previste dall'art. 66, comma4, del D.L.vo n. 276/2003; m) il contratto di lavoro si risolve al momento della realizzazione della fase del progetto ; n) in caso di inadempimento del collaboratore a progetto di qualunque delle condizioni del presente accordo la societ committente ha facolt di considerare risolto automaticamente il contratto decorso il termine di 15 giorni dalla comunicazione scritta di avvalersi della presente clausola risolutiva espressa con il solo obbligo di pagare le competenze maturate fino alla data in cui ha effetto la risoluzione; o) il collaboratore a progetto potr recedere il contratto previo preavviso scritto di 15 giorni; p) il collaboratore a progetto autorizza il committente a trattare ed a comunicare a terzi i propri dati personali in relazione ai soli adempimenti normativi connessi con il presente contratto; q) II committente come sopra indicato e rappresentato, provvede a trattenere dai compensi corrisposti le ritenute fiscali e previdenziali nei termini previsti dalla legislazione vigente; r) Per eventuali controversie si fa esplicito riferimento alla previsione contenuta nell'art. 409 c p c, anche per quel che concerne la competenza territoriale. Letto confermato e sottoscritto Luogo e data ._I II committente. II collaboratore a progetto PROGETTO ALLEGATO Individuazione del progetto: Curare il settore ; Obiettivo: ; Curare il settore.. . Mezzi e Strumenti: per lo svolgimento dell'incarico necessario l'utilizzo delle strutture ( computer, linee telefoniche, fax, e mail ) del committente_che si obbliga a dare la pi ampia collaborazione all'incaricato del progetto . Organizzazione e coordinamento: lincarico sar svolto in stretta collaborazione con il sig. A ci appositamente designato dal committente.

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Fac-simile di contratto di collaborazione occasionale


marca da bollo da euro 14,62
SCRITTURA PRIVATA Con il presente atto da tenere e valere in ogni migliore modo di ragione e di legge, tra: a) Il Circolo DENOMINAZIONE aderente a Cod.fisc 00000000000 con sede in nato a COMUNE il GG/MM/AAAA Cod.fisc. LOCALITA residente INDIRIZZO qui rappresentato dal suo legale rappresentante nella persona del presidente pro-tempore Sig. NOME COGNOME XXXXXXXXXXXXXXXX, a;dora i avanti denominato committente b) il Sig. NOME COGNOME nato a COMUNE il GG/MM/AAAA Cod.fisc YYYYYYYYYYYYYYYY residente a COMUNE INDIRIZZO , dora in avanti denominato collaboratore; 1. Il committente, ai sensi del comma 2 dellart. 61 del D.Lgs. n 276/2993, in applicazione della legge 30/2003, conferisce incarico al sig.. il quale accetta di prestare la propria attivit di collaborazione occasionale avente per oggetto 2. Il collaboratore si impegna a prestare la propria attivit in forma di collaborazione occasionale senza alcun vincolo di subordinazione, secondo le modalit e le richieste che gli saranno avanzate dal legale rappresentante dellassociazione, nei limiti e con le modalit del presente contratto. 3. La prestazione avr inizio nel giorno per unentit complessiva di giorni.(massimo trenta n.d.r.) da espletarsi nel periodo 4. Il corrispettivo della prestazione viene stabilito in ..(importo non superiore a 5000 - n.d.r.). Le spettanze del collaboratore saranno corrisposte in n.. soluzioni con periodicit ..(oppure in unica soluzione il). Il collaboratore avr diritto al rimborso per eventuali spese sostenute al fine di espletare il suo incarico o altre che dovesse sostenere a nome e per conto dellassociazione. 5. In caso di eventi quali la malattia, linfortunio (e/o maternit se donna) che impediscano lo svolgimento della prestazione concordata, la scadenza contrattuale e lo svolgimento della prestazione si intendono prorogate con modalit e tempi da concordarsi fra le parti. 6. Il committente si impegna a non revocare unilateralmente il presente contratto se non in caso di grave inadempimento. In ogni caso il recesso deve essere comunicato con preavviso di almeno 5 giorni a mezzo raccomandata. Il collaboratore potr sempre, se lo ritiene opportuno, far pervenire le proprie osservazioni e contestazioni entro 5 giorni dal ricevimento del preavviso. 7. Per i fini previsti dal presente contratto le parti concordano di prevedere modalit di conciliazione, cercando la bonaria composizione delle controversie di lavoro insorte tra committente e prestatore dopera, nonch alla valutazione di possibili diversit interpretative del presente accordo. A questo fine i contraenti possono chiedere lassistenza e/o delegare a terzi a cui conferire mandato. Il tentativo di conciliazione sar tentato entro .giorni dal ricevimento della richiesta di una delle parti e si dovr concludere entro i successivi ..giorni. 8. Per tutto quanto non previsto ne presente contratto si intendono qui riportate le norme vigenti in materia purch non in contrasto con quanto qui previsto. 9. Tutte le clausole del presente contratto sono da intendersi essenziali e inderogabili, tanto che anche linosservanza di una sola di esse produrr immediatamente la risoluzione del contratto, con obbligo del risarcimento dei danni a carico della parte resa inadempiente.

Data, letto, confermato e sottoscritto dalle parti.

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9. CREDITO SPORTIVO 9.1 Mutui del Credito Sportivo. LIstituto per il Credito Sportivo (ICS), istituito con legge 24/12/1957 n 1295, ente di diritto pubblico con personalit giuridica, pu accordare, attraverso un fondo speciale, contributi sul tasso dinteresse lordo sotto forma di mutui a medio e lungo termine, per costruire, ampliare, attrezzare e migliorare impianti sportivi, ivi compresa lacquisizione delle relative aree, nonch per acquistare immobili da destinare ad attivit sportive, tra cui sono comprese le sedi sociali. Sono ammessi a fruire del suddetto credito: - gli enti pubblici locali ed altri enti pubblici; - le federazioni sportive nazionali riconosciute dal CONI ; - le societ e le associazioni sportive aventi personalit giuridica riconosciute dal CONI; - gli enti di promozione sportiva, aventi personalit giuridica, riconosciuti dal CONI; - le societ e le associazioni sportive costituite senza fini di lucro, aventi personalit giuridica, affiliate ad enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI; - associazioni non riconosciute; - ogni altro ente che persegua, in conformit alla normativa che lo concerne e, sia pure indirettamente, finalit ricreative e sportive senza fini di lucro: 9.2 Valutazione dellinvestimento. Prima di chiedere i finanziamenti necessario valutare con piena cognizione di causa la validit dellinvestimento, tenendo conto che si deve analizzare sempre e comunque il rapporto entrate/uscite legato a domanda offerta di sport preesistente e potenziale nellarea considerata. La societ sportiva di capitali e/o la cooperativa (ma il ragionamento che segue valido anche per gli altri soggetti che intendono ricorrere al credito agevolato) interessata al finanziamento dovr pertanto procedere alla: verifica della destinazione urbanistica della zona cui dovrebbe sorgere limpianto. E da tenere presente che una variante al Piano comporta un iter burocratico di circa due anni. A volte larea risulta in posizione non conveniente per la collocazione dellimpianto, in questo caso va ripensata la sua collocazione in quanto risulterebbe priva dei requisiti indispensabili per potersi considerare economicamente valido; verifica del bacino di utenza, cio definizione del territorio in cui viene posto limpianto, valutando attentamente i potenziali fruitori, la viabilit di accesso e gli sviluppi urbanistici stabiliti dai vari piani territoriali di sviluppo; verifica della presenza di altri impianti e della loro funzionalit, come risposta sia al soddisfacimento di bisogni che alla razionalit strutturale; definizione dei tempi di utilizzo degli impianti, sia coperti che allaperto; scelta tipologica dellimpianto per dimensioni e funzioni in esso contenute, in base allutenza; verifica della collocazione dellimpianto in funzione del territorio circostante, tenendo conto della forte incidenza sulla gestione, determinata dalla presenza o meno di altre strutture di servizio; analisi della possibilit di eventuali ampliamenti; analisi delle fonti di finanziamento, sia a livello locale che nazionale; analisi delle modalit di gestione (chi come per quanto quanto onerosa). E anche utile ricordare che in fase di elaborazione e realizzazione di un progetto, oltre alle normative generali riguardanti ledilizia, occorre tenere presenti le norme per limpiantistica sportiva emanate dal CONI con lo scopo di individuare livelli minimi qualitativi e quantitativi (delibera n 851 del 15/7/99), e gli obblighi di sicurezza degli stessi (Ministero Interno DM 18/3/1996 norme di sicurezza per la costruzione e lesercizio di impianti sportivi).

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9.3 Condizioni per accedere al credito. Dopo e solo dopo aver risposto a questi quesiti, si passa alla richiesta del mutuo tenendo conto che per accedervi le societ sportive e le cooperative devono: essere riconosciute dal CONI o affiliate ad un ente di promozione sportiva; possedere personalit giuridica o acquisirla in una delle forme previste dal Codice Civile: societ per azioni, societ a responsabilit limitata, societ in accomandita per azioni, societ cooperativa a responsabilit limitata. La forma pi semplice di costituirsi in cooperativa normale (oltre otto soci), o piccola (da tre a otto soci). Basta che i soci si presentino a un notaio che stender latto relativo). Le parrocchie e molte altre istituzioni religiose possiedono gi personalit giuridica; predisporre il progetto su cui il comitato provinciale del CONI (per una spesa fino a 1.032.920 euro), oppure lapposita Commissione Impianti Sportivi (se la spesa supera i 1.032.920 euro) dovr apporre il suo parere tecnico. Prima di preparare materialmente il progetto si consiglia di attendere le istruzioni dellistituto per il Credito Sportivo e di prendere contatto con i responsabili provinciali o nazionali del CONI per gli impianti sportivi; disporre dellarea, in propriet o a qualche altro titolo, per un tempo non inferiore alla durata del mutuo (almeno dieci anni); in caso di acquisto dellarea, il mutuo pu comprendere anche lonere relativo; offrire una garanzia che pu essere una fideiussione bancaria o di una compagnia di assicurazione bancaria o immobiliare o dellEnte pubblico locale (il quale, ad esempio, non pu o non vuole costruire in proprio limpianto, ma concede la propria fideiussione a una societ sportiva o a una cooperativa) o, ancora, una garanzia personale (esempio un socio facoltoso) o, infine, reale (cio beni immobili, tra cui la stessa area in propriet su cui sorger il campo). 9.4 Documenti per listruttoria preliminare. I documenti necessari per listruttoria preliminare. in linea generale, sono i seguenti: 1) Inoltrare domanda di finanziamento (redatta su modulo ICS) firmata dal legale rappresentante dellente richiedente allegando: copia autentica dellAtto Costitutivo; copia autentica dello Statuto e sue eventuali modifiche; pubblicazione sul B.U.S.A.R.L. e B.U.S.A. (Bollettini ufficiali Societ giuridicamente riconosciute); certificazione attestante affiliazione al CONI, alla federazione e/o allEnte di promozione sportiva; certificazione di vigenza delle cariche sociali, rilasciata dalla Cancelleria Commerciale competente; scheda informativa debitamente compilata e sottoscritta dal richiedente e dal CONI provinciale (su apposito modulo) qualora sia ammessa ad una convenzione stipulata con lICS da Federazione sportiva nazionale o da Ente di promozione sportiva; proiezione gestionale dellimpianto relativa ai primi cinque anni di attivit (vedi apposito schema); documento comprovante la disponibili dellarea interessata dallimpianto da finanziare, risultante da atto scritto, debitamente registrato e trascritto, di durata almeno pari a quella del mutuo; numero di codice fiscale e di partita IVA; ultimo bilancio approvato, completo della relazione degli amministratori e dei sindaci; ogni altro documento necessario ai fini istruttori (su indicazione dellIstituto). 2) LIstituto a fronte della domanda pervenuta verificher lesistenza dei requisiti necessari e la finanziabilit dellintervento richiesto e, in caso di esito favorevole, ammetter lente richiedente al proseguimento dellistruttoria, provvedendo contemporaneamente ad indicare le condizioni poste e a richiedere eventuale documentazione integrativa:

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9.5 Enti con personalit giuridica per provvedimento amministrativo. Nel caso che la personalit giuridica sia stata concessa per provvedimento amministrativo (ad esempio con decreto regionale), la documentazione per listruttoria preliminare pi ridotta: a) copia autentica dellAtto costitutivo e dello Statuto vigente; b) documentazione comprovante il riconoscimento della personalit giuridica; c) certificazione attestante laffiliazione al CONI, alla Federazione Sportiva o allEnte di promozione sportiva; d) ultimo rendiconto approvato; e) ogni altro documento necessario ai fini istruttori. 9.6 Enti morali. Per gli Enti morali, i documenti per listruttoria preliminare sono i seguenti: a) copia autentica dellAtto di fondazione o di costituzione o Statuto o regolamento vigente; b) documentazione comprovante la vigenza delle cariche; c) ultimo bilancio o rendiconto approvato; d) ogni altro documento necessario ai fini istruttori. 9.7 Istruttoria formale. Valutata positivamente la domanda di finanziabilit del progetto lICS aprir la c.d. istruttoria formale e richieder linvio della seguente ulteriore documentazione: a) bonifico relativo al versamento del rimborso forfetario delle spese di istruttoria (cifra proporzionata al mutuo richiesto minimo 100,00 per mutui fino a 52.000,00 euro, massimo 1300,00 per mutui oltre 2.600.000,00 euro); b) parere favorevole del CONI provinciale (per progetti di importo fino a 1.032.913,80), completo della distribuzione di spesa sul progetto esecutivo, o della commissione impianti sportivi del CONI nazionale per progetti superiori allimporto citato; c) progetto esecutivo completo, regolarmente vistato dallorgano tecnico comunale con estremi della concessione edilizia e dal CONI (disegni, relazione tecnica, computo metrico-estimativo) e munito di ogni altra autorizzazione prevista dalla legislazione vigente; d) concessione edilizia; e) garanzie con annessa la seguente documentazione: - qualora venga prodotta fideiussione bancaria: lettera di disponibilit di un istituto di credito; - qualora venga prodotta fideiussione comunale: lettera di disponibilit del comune; - qualora venga indicata ipoteca su immobili diversi da quelli oggetto del finanziamento descrizione particolareggiata dei beni e relativa stima del loro valore (per finanziamento fino a 258.228,45 lICS si riserva di acquisire come garanzia il bene oggetto del finanziamento assistita da polizza assicurativa rilasciata da compagnia primaria); - qualora vengano indicate altre forme di garanzia lICS si riserva di valutare, di volta in volta, la singola richiesta. 9.8 Tasso sui mutui e contributi in conto interessi. Il tasso sui mutui viene determinato periodicamente dal Consiglio di amministrazione dellIstituto. Esso in genere molto pi basso di quello normalmente concesso dai normali Istituti di Credito. Infatti il tasso nominale annuo del 4,25% che viene diminuito dal contributo in conto interessi che varia dallo 0,50% (per finanziamenti fino a 5.ooo.ooo di euro) al 2% a seconda dellimporto di spesa, dellarea geografica destinataria dellinvestimento, dei soggetti mutuatari o nellambito di convenzioni (FSN, EPS ecc.). Conviene comunque approfondire questo argomento prima della stipula del mutuo. 9.9 Contributi da enti locali.Non sono rare le Regioni ed i Comuni che hanno stanziato fondi per interventi a favore dei soggetti che intendono acquistare, ampliare o migliorare impianti sportivi. 194

Tali interventi sono sia a fondo perduto che in partecipazione agli interessi sui mutui e non sono alternativi allintervento del credito sportivo. Conviene informarsi presso i citati enti sulle possibilit offerte. 9.10.Nuovo Statuto dell ICS. Con lapprovazione del nuovo Statuto si molto ampliata lattivit dellIstituto per il Credito Sportivo ed oggi non si lontani dalla verit se si afferma che lICI diventato una banca a tutti gli effetti. Conseguentemente lICS ha anche ampliato il numero dei soggetti che possono accedere alle attivit creditizie e finanziarie avendo inserito fra questi la CONI servizi Spa, societ e associazioni culturali, enti di promozione culturale e dello spettacolo, nonch ogni altro soggetto pubblico o privato che persegua, anche indirettamente finalit sportive, ricreative e di sviluppo dei beni e delle attivit culturali. E evidente che fra queste categorie sono comprese anche le associazioni sportive dilettantistiche costituite nella forma di associazioni non riconosciute Per un esame pi approfondito della questione occorre attendere le delucidazioni del rinnovato Consiglio di amministrazione. 9.11 Sede dellistituto per il credito sportivo. LIstituto per il Credito Sportivo ha sede in Roma (Via Giambattista Vico, 5 00196 ROMA, tel. 06/324981 fax 06/3236291 sito : www.creditosportivo.

Si riportano il fac-simile di una domanda di mututo per investimenti nel campo delle attrezzature sportive ed una per lacquisto di attrezzature. Nel sito del credito sportivo si possono reperire tutti i fac-simili necessari per accedere ai vari tipi di mutuo.

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Domanda di Mutuo per investimenti per strutture sportive


Spett.le ISTITUTO per il CREDITO SPORTIVO Via G. Vico, 5 00196 ROMA Il sottoscritto_________________________________nella sua qualit di________________________ e come legale rappresentante dell/della (riempire nel riquadro la categoria di appartenenza)
Societ_______________________________________________________ con sede in___________________, codice fiscale__________________________________________________, iscritta presso il Registro delle Imprese presso la CCIAA di_______________al N__________riconosciuta dal C.O.N.I. come da certificazione rilasciata in data _______________________; affiliata a (1)_____________________________________________________________ Associazione sportiva____________________________________________________con sede in________________, codice fiscale__________________________________________________, avente personalit giuridica a seguito del provvedimento del (2)__________________________ in data__________________________________ riconosciuta dal C.O.N.I. come da certificazione rilasciata in data___________________; affiliata a (1)_____________________________________________________________________________________ Ente morale______________________________________________________________________________con sede in______________________, codice fiscale__________________________________________________, avente personalit giuridica a seguito del provvedimento del (2)__________________________ in data_______________________________ Federazione Sportiva Nazionale_____________________________________________________________con sede in______________________, codice fiscale__________________________________________________, riconosciuta dal CONI come da certificazione rilasciata in data_______________________________________________ Ente di Promozione Sportiva __________________________________________con sede in_______________ , codice fiscale__________________________________________________, avente personalit giuridica a seguito del provvedimento del (2)_____________________________ in data___________________________riconosciuta dal C.O.N.I. come da certificazione rilasciata in data_____________________________________________________________________

RICHIEDE UN MUTUO di _______________________________ ( _____________________________________ ) rimborsabile in anni _________ con rate semestrali costanti da utilizzare per i seguenti investimenti (3):________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ PROGRAMMA DEGLI INVESTIMENTI COSTO Progr. Realizzato Alla data del Importi gi pagati Alla data del

Acquisto terreni e/o fabbricati Lavori Attrezzature .. .. TOTALE

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(1) Indicare laffiliazione alle Federazioni Sportive di competenza o eventuale affiliazione ad Enti di Promozione sportiva. (2) Indicare lAutorit che ha eseguito il riconoscimento. (3) LIstituto concede mutui per la costruzione, lampliamento, lattrezzatura ed il miglioramento di impianti sportivi, ivi compreso lacquisto delle relative aree, nonch per lacquisto di immobili da destinare ad attivit sportive.

PIANO FINANZIARIO PER LA COPERTURA DEGLI INVESTIMENTI Pagamenti effettuati .. Disponibilit proprie .. Finanziamento richiesto .. Altre Fonti (specificare) . . . .. . .. TOTALE ... TEMPI DI REALIZZAZIONE DELLOPERA Data inizio opere__________________ Data prevista ultimazione _________________ Data prevista per lentrata in funzione _________________________________________________ Ubicazione dellimpianto ___________________________________________________________ INDICAZIONE DELLE GARANZIE (Ad esempio: fideiussione bancaria, fideiussione comunale, ipoteca etc..) __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ Il sottoscritto richiedente: - Dichiara, sotto la propria responsabilit, che le notizie ed i dati forniti rispondono a verit e si impegna a comunicare tempestivamente eventuali successive modifiche anche relative al programma di spesa dichiarato nella presente domanda e si obbliga a completare la documentazione con quantaltro gli verr richiesto; - Prende atto che, salvo che il fatto non costituisca pi grave reato, laver fornito dati falsi oltre ad essere punito ai sensi dellart.137 del D.Lgs. 385/1993, potr comportare la revoca del finanziamento o la risoluzione del contratto, anche prima che il fatto venga giudizialmente accertato, ferma restando la responsabilit per il risarcimento del danno eventualmente subito dallIstituto; - Dichiara formalmente di non avvalersi, per la trattazione della pratica di mutuo dellopera di intermediari e di essere a conoscenza che non sono dovuti compensi o provvigioni per nessun titolo oltre le spese di istruttoria da versare direttamente nelle casse dellIstituto immediatamente dopo lammissione alla trattativa; - Riconosce che lammissione alla trattativa della pratica non produrr alcun obbligo a carico dellISTITUTO per il CREDITO SPORTIVO, leventuale concessione del mutuo avverr infatti ad insindacabile giudizio degli Organi Deliberativi dellIstituto medesimo in osservanza delle disposizioni di Legge e Statutarie. ___________________, li______________ ___________________________________ (luogo) (data) (timbro e firma del legale rappresentante) Recapiti Telefonici:__________________________________________________________________ Indicare cortesemente, con quale rappresentante del Credito Sportivo avvenuto il primo contatto:__________________________________________________________________________ 197

Domanda di mutuo per acquisto attrezzature


Spett.le ISTITUTO SPORTIVO Via G. Vico, 5 OO196 ROMA Il sottoscritto ..nato ail. Residente a . In via .codice fiscale.. Nella sua qualit di..e come legale rappresentante del/la (es. associazione, societ, Federazione sportivaNazionale, Ente di Promozione Sportiva ecc.) Con sede in .via..n..codice fiscale. Richiede un mutuo di (1) ( .....) Rimborsabili in anni (2) attraverso rate mensili costanti, da utilizzare per lacquisto delleseguenti attrezzature... .. . Il sottoscritto dichiara altres che i beni da acquistare verranno utilizzati per favorire lesercizio dellattivit sportiva presso limpianto di(3) sito a.. in via ..nassicurandone, fin dora, la diligente manutenzione tecnica e operativaper tutta la durata del mutuo.
PIANO FINANZIARIO PER LA COPERTURA DELL?INVESTIMENTO

PER

IL

CREDITO

Costo totale dellinvestimento. .() Pagamenti effettuati. .() Disponibilit propria .. .(.) Finanziamento richiesto . .(.) Altre fonti (specificare) .. .( .) .. ..( ) .. ...(..) TOTALE. ...(.)
INDICAZIONE DELLE GARANZIE

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..

___________________________________ (1) fino a 50.000 ; (2) da 18 mesi a 5 anni;

(3) indicare la disciplina sportiva praticata

Il sottoscritto richiedente: - Dichiara, sotto la propria responsabilit, che le notizie ed i dati forniti rispondono a verit e si impegna a comunicare tempestivamente eventuali successive modifiche di quanto dichiarato nella presente domanda e si obbliga a completare la documentazione con quant'altro gli verr richiesto; - Prende atto che, oltre a costituire reato nei casi previsti dalla legge, l'aver fornito dati falsi, potr comportare la revoca del finanziamento o la risoluzione del contratto, anche prima che il fatto venga giudizialmente accertato, ferma restando la responsabilit per il risarcimento del danno eventualmente subito dall'Istituto; - Dichiara formalmente di non avvalersi, per la trattazione della pratica di mutuo dell'opera di intermediari e di essere a conoscenza che non sono dovuti compensi o provvigioni per nessun titolo oltre le spese di istruttoria da versare all'Istituto finanziatore; - Riconosce che l'ammissione alla trattativa della pratica non produrr alcun obbligo a carico dell'ISTITUTO per il CREDITO SPORTIVO, l'eventuale concessione del mutuo avverr infatti ad insindacabile giudizio degli Organi Deliberativi dell'Istituto medesimo in osservanza delle disposizioni di Legge e Statutarie.

li.
(luogo) (data)

.
(timbro e firma del legale rappresentante)

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10. CANONI DEMANIALI PER LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE E PER LE ASSOCIAZIONI CULTURALI E GESTIONE DEGLI IMPIANTI SPORTIVI PUBBLICI. 10.1 Concessione e/o locazione beni demaniali. Il decreto del Ministero delle Finanze del 7 maggio 1998, n. 195. (Gazzetta Ufficiale n. 146 del 25 giugno 1998) disciplina la facolt concessa, ai sensi dellart. 1 della legge 11 luglio 1986, n. 390, allamministrazione finanziaria di dare in concessione o in locazione a canone ricognitorio (che pari al 10% rispetto ai valori di mercato) beni demaniali o patrimoniali dello Stato non suscettibili di uso governativo. Tale regolamento individua quali soggetti destinatari di tali concessioni le associazioni combattentistiche o darma e le associazioni sportive dilettantistiche, stabilendo le modalit e i criteri per tali concessioni e locazioni e precisando il contenuto dellistanza da presentare al fine di ottenere lapplicazione di tale disposizione. 10.2 Requisiti per accedere al canone. I requisiti richiesti alle associazioni sportive per accedere al canone ricognitorio sono i seguenti: 1) assenza di fini di lucro; 2) affiliazione alle federazioni sportive nazionali o agli enti nazionali di promozione sportiva riconosciuti ai sensi delle leggi vigenti; 3) svolgimento di attivit sportiva dilettantistica. E utile ricordare che il comma 8 bis dellart. 5 della Legge 507/95 ha esteso tali attivit anche agli eventi collaterali alle iniziative sportive quali quelle di carattere ricreativo, culturale ed economico. 10.3 Condizioni per lassegnazione dei beni. Il decreto in oggetto elenca i criteri, le modalit e le condizioni di assegnazione dei beni che sono principalmente i seguenti: espressa indicazione, nellatto di concessione o di locazione, degli specifici fini per i quali limmobile viene concesso o locato; verifica periodica, per accertare che limmobile concesso o locato sia effettivamente destinato alle finalit indicate nellatto di concessione o di locazione; durata della concessione o della locazione, da assentire in ogni caso su disposizione della direzione centrale del demanio, di regola non superiore ai 6 anni e comunque non eccedente i 19 anni; assunzione da parte del concessionario o del locatario degli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni; assunzione, da parte del concessionario o del locatario, degli oneri delle contribuzioni di qualsiasi natura gravanti sullimmobile; applicazione di un canone pari al 10% di quello determinato dallufficio tecnico erariale sulla base dei valori locativi in comune commercio; adeguamento annuale del canone stesso agli indici ISTAT; acquisizione alla propriet statale, al termine della concessione o della locazione, di tutte le addizioni e/o migliorie apportate allimmobile, senza diritto a rimborso o a indennizzo di sorta; divieto assoluto di subconcessione o di sublocazione; versamento di una cauzione a garanzia degli obblighi assunti dal concessionario o locatario, il cui importo non pu comunque essere inferiore a due annualit di canone. 10.4 Altri soggetti ammessi al canone ricognitorio. La finanziaria 2001 ha allargato alle associazioni culturali la disciplina della Legge 390/86 che regola la concessione e le locazioni di beni immobili demaniali o patrimoniali dello Stato. 200

Con il comma 22 dellart. 43 della Legge 388/00, lAmministrazione Finanziaria, gi a decorrere dal 1 gennaio 2001, pu dare in concessione o in locazione per la durata massima di 19 anni tali beni oltre che alle associazioni sportive, anche alle associazioni di promozione sociale e ad altri soggetti che operano con finalit di utilit sociale 10.5 Gestione degli impianti sportivi pubblici. La gestione degli impianti, nei casi in cui lente pubblico territoriale proprietario non intenda gestirli direttamente, deve affidarne la gestione preferenzialmente a societ e/o associazioni sportive dilettantistiche, enti di promozione sportiva, discipline associate e federazioni sportive nazionali, sulla base di convenzioni che ne stabiliscono i criteri duso e previa determinazione di criteri ed obiettivi stabiliti da apposita normativa regionale (comma 25, art. 90 legge 27/12/2002 n 289) alla quale la legge 289/02 rimanda. La stessa legge (comma 26 dellart. 90) stabilisce lobbligo, compatibilmente con le esigenze delle attivit delle scuole, di porre palestre, aree di gioco e in genere gli impianti sportivi scolastici, a disposizione di societ, ed associazioni dilettantistiche, aventi sede nel medesimo comune in cui ha sede listituzione scolastica o nei comuni confinanti.

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11. ORGANIZZAZIONI NON LUCRATIVE DI UTILITA SOCIALE (ONLUS) 11.1 Enti non commerciali ed ONLUS. Il Decreto Legislativo 4 dicembre 1997 n. 460 recante riordino della disciplina tributaria degli Enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilit sociale, suddiviso in due capitoli: nel primo detta nuove norme per gli enti non commerciali (art. da 1 a 9), e nel secondo configura una nuova figura fiscale denominata ONLUS (art. 10 e seguenti). Vi una netta distinzione fra gli enti non commerciali (fra i quali vengono sicuramente annoverati i circoli, le associazioni ecc.) e le ONLUS. Infatti fra gli enti non commerciali sono inclusi gli enti e le associazioni che non hanno per oggetto esclusivo o principale lo svolgimento di attivit commerciali, mentre per rientrare fra le ONLUS necessario per gli stessi soggetti (comunque Enti non commerciali): appartenere a determinate categorie soggettive, svolgere le proprie attivit istituzionali esclusivamente in determinati settori, operare nellesclusivo perseguimento di finalit di solidariet sociale. 11.2 Requisiti per ottenere la qualifica di ONLUS. Il D.lgs. 460/97 pone infatti precisi requisiti per rientrare nelle ONLUS: le organizzazioni non lucrative di utilit sociale debbono avere esclusivamente uno o pi degli scopi elencati nella lettera a) dellart. 10 fra i quali effettivamente anche lo sport dilettantistico; debbono avere lesclusivo perseguimento di finalit di solidariet sociale. Lo stesso decreto specifica (art. 10 comma 2) che per solidariet sociale deve intendersi attivit dirette ad arrecare benefici a persone svantaggiate in ragione di condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali o familiari e che tali attivit possono essere rivolte ai propri soci solo se questi si trovano nelle condizioni delle persone oggetto dellintervento; debbono rispettare il divieto di svolgere attivit diverse da quelle elencate appunto dallart. 10 comma 1 lettera a). 11.3 Contenuti dello statuto ONLUS. Il D.lgs. citato pone poi lobbligo che latto costitutivo o lo statuto redatto nella forma dellatto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata, prevedano espressamente: a) lo svolgimento di attivit in uno o pi dei seguenti settori: 1) assistenza sociale e socio sanitaria; 2) assistenza sanitaria; 3) beneficenza; 4) istruzione; 5) formazione; 6) sport dilettantistico; 7) tutela, promozione e valorizzazione delle cose dinteresse artistico e storico di cui alla Legge 1 giugno 1939, n. 1089, ivi comprese le biblioteche e i beni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1409; 8) tutela e valorizzazione della natura e dellambiente, con esclusione dellattivit esercitata abitualmente, di raccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi di cui allart. 7 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22; 9) promozione della cultura e dellarte; 10) tutela dei diritti civili; 11) ricerca scientifica di particolare interesse sociale svolta direttamente da fondazioni ovvero da esse affidate ad universit, enti di ricerca ed altre fondazioni che svolgono direttamente, in ambiti e secondo modalit da definire con apposito regolamento governativo emanato ai sensi dellarticolo 17 della Legge 23 agosto 1988, n. 400; b) lesclusivo perseguimento di finalit di solidariet sociale; 202

c) il divieto di svolgere attivit diverse da quelle menzionate alla lettera a) ad eccezione di quelle ad esse direttamente connesse; d) il divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili e avanzi di gestione nonch fondi, riserve o capitale durante la vita dellorganizzazione, a meno che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge o siano effettuate a favore di altre ONLUS che per legge, statuto o regolamento fanno parte della medesima ed unitaria struttura; e) lobbligo di impiegare gli utili o gli avanzi di gestione per la realizzazione delle attivit istituzionali e di quelle ad esse direttamente connesse; f) lobbligo di devolvere il patrimonio dellorganizzazione, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altre organizzazioni non lucrative di utilit sociale o a fini di pubblica utilit, sentito lorganismo di controllo di cui allarticolo 3, comma 190, della Legge 23 dicembre 1996, salvo diversa destinazione imposta dalla Legge; g) lobbligo di redigere il bilancio o rendiconto annuale; h) disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalit associative volte a garantire leffettivit del rapporto medesimo, escludendo espressamente la temporaneit della partecipazione alla vita associativa e prevedendo per gli associati o partecipanti maggiori det il diritto di voto per lapprovazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi dellassociazione; i) luso, nella denominazione ed in qualsivoglia segno distintivo o comunicazione rivolta al pubblico della locuzione organizzazione non lucrativa di utilit sociale o dellacronimo ONLUS. Negli atti costitutivi e negli statuti vanno inoltre inserite, come per gli altri enti associativi, le clausole contenute nel D.Lgs. 460/97 ( oggi art. 148 del TUIR ). In conseguenza, difficilmente le associazioni sportive ed i circoli possono fregiarsi dellacronimo ONLUS e, pertanto, dal punto di vista fiscale seguiranno le regole stabilite per gli enti non commerciali di cui al capitolo 4 (classificazione ai fini fiscali dei circoli e delle associazioni sportive). La possibilit di essere annoverati fra le ONLUS invece ammessa (art. 10, comma 9 D.Lgs 460/97) per i circoli e le associazioni sportive affiliati a enti le cui finalit assistenziali siano riconosciute dal Ministero dellInterno che operano nei settori di attivit di cui allart. 10 lettera a) del citato D.Lgs. 460/97 (vedi tab. 3) agli stessi enti e associazioni si applicano le disposizioni anche agevolative del presente decreto, a condizione che per tali attivit siano tenute separatamente le scritture contabili previste allarticolo 20 bis del DPR 29/9/1973 n 600 introdotto dallart 25, comma 1 del decreto 460/97. Le associazioni sportive ed i circoli nelle suddette condizioni pertanto, possono essere denominati ONLUS per uneventuale attivit di solidariet (pro-portatori di handicap, attivit di beneficenza, procomponenti comunit estere ecc.), e per il tempo strettamente necessario al compimento del progetto solidale. E ovvio che potranno beneficiare delle condizioni previste per le ONLUS esclusivamente per il progetto eventualmente realizzato e dovranno sottostare agli adempimenti previsti dal Dlgs. 460/97 (tenuta di una contabilit separata da quella istituzionale, presentazione di un bilancio e non di un rendiconto economico e finanziario ecc.). Valutando linsieme, pu non risultare conveniente assumere la figura fiscale ONLUS se non per progetti di ampie dimensioni.

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TAB. 1 CHI RIENTRA FRA GLI ENTI NON COMMERCIALI (ARTT. 1 9) 1. Associazioni riconosciute (art. 14 e segg. del c.c.) 2. Fondazioni riconosciute (art. 14 e segg. del c.c.) 3. Associazioni e fondazioni non riconosciute (art. 36 e segg. Del c.c.) 4. Comitati (art. 39 e segg. del c.c.) 5. Fondazioni e associazioni bancarie (Legge 30/7/1990 D.lgs. 20/11/1990, n. 356) 6. Organizzazioni di volontariato (Legge 11/08/1991, n. 266) 7. Cooperative sociali (Legge 08/11/1991, n. 381) 8. I.P.A.B. (Istituzioni di Pubblica Assistenza e Beneficenza) pubbliche e private (Legge 17/07/1980, n. 6972) 9. Associazioni sportive (Legge 16/11/1991, n. 398) 10. Associazioni senza fine di lucro e pro loco (Legge 06/02/1992, n. 66) 11. Enti ecclesiastici cattolici (Legge 20/05/1985, n. 222) 12. Enti religiosi di altre confessioni 13. Organizzazione non Governative (ONG) (art. 28, Legge 26/02/1987, n. 49) 14. Enti di promozione sociale (art. 3, comma 6, Legge 25/08/1991, n. 287) 15. Enti lirici (D.lgs. 29/06/1996, n. 367)

TAB.2 POSSONO DIVENTARE ONLUS (1) associazioni fondazioni comitati societ cooperative altri enti privati con o senza personalit giuridica SONO IN OGNI CASO ONLUS (2) organizzazioni di volontariato (Legge 266/91) organizzazioni non governative (Legge 49/87) cooperative sociali (Legge 381/91) POSSONO DIVENTARE PARZIALMENTE ONLUS (3) Associazioni di promozione sociale, Enti ecclesiastici delle confessioni religiose riconosciute, ecc. NON POSSONO DIVENTARE ONLUS (4) Enti pubblici, IPAB, Societ Commerciali diverse dalle Cooperative, fondazioni bancarie, partiti e movimenti politici, organizzazioni sindacali, associazioni di categoria 1) Per diventare ONLUS occorre che i soggetti indicati perseguano esclusivamente finalit di utilit sociale con il divieto di svolgere attivit diverse da quelle elencate nella tabella 3 e che le cessioni di beni e le prestazioni di servizio siano rese nei confronti di persone (non soci) svantaggiate in ragioni di condizioni fisiche, pratiche, economiche, sociali e familiari o, nel caso di componenti estere, per aiuti umanitari. 2) Tali organizzazioni sono iscritte nelle ONLUS automaticamente. 204

3) Le associazioni di promozione sociale riconosciute quali assistenziali dal Ministero dellInterno e gli enti ecclesiastici possono diventare ONLUS limitatamente allesercizio delle attivit indicate nella tabella 3 per il tempo che esercitano tali attivit. Le associazioni predette per questa attivit debbono tenere una contabilit separata secondo i criteri elencati allart. 25 del D.Lgs. 460/97 .

TAB. 3 SETTORI DI ATTIVITA DELLE ONLUS 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. Assistenza sociale e sociosanitaria; assistenza sanitaria; beneficenza; istruzione; formazione; sport dilettantistico; tutela, promozione e valorizzazione delle cose dinteresse artistico; tutela e valorizzazione dellambiente; promozione della cultura e dellarte; tutela dei diritti civili; ricerca scientifica di particolare interesse sociale.

NOTE: Attenzione! Con lemanazione del D.Lgs. 460/97, diventata obbligatoria la presentazione del bilancio sociale ai soci e la conservazione dello stesso e della documentazione amministrativa dal punto di vista civilistico per 10 anni.

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STATUTO ONLUS
ARTICOLO 1 Costituzione 1. Ai sensi dellarticolo 18 della costituzione italiana e degli articoli 36, 37, 38, del Codice Civile costituta la "Associazione . .......... Organizzazione Non Lucrativa di Utilit Sociale" in breve denominabile anche come "Associazione...............................Onlus" . ARTICOLO 2 Sede 1. La Associazione ha sede in ..via.n ARTICOLO 3 Oggetto e scopo 1. La Associazione non ha scopo di lucro e persegue esclusivamente finalit di solidariet sociale nel campo .(uno o pi delle attivit della tabella 3). 2 La sua attivit consiste principalmente.. 3. La Associazione non pu svolgere attivit diverse da quelle sopra indicate a eccezione di quelle a esse strettamente connesse o di quelle accessorie a quelle statutarie, in quanto integrative delle stesse. ARTICOLO 4 Soci dell'Associazione 1. Possono aderire allassociazione tutti i cittadini che ne condividono le finalit; essi si suddividoni nelle seguenti categorie: i Fondatori; i Soci ordinari; i Benemeriti della Associazione; i Beneficiari della Associazione. 2. Sono Fondatori coloro che partecipano alla costituzione dell'originario fondo di dotazione della Associazione stessa. 3. Sono Soci ordinari della Associazione coloro che aderiscono all'Associazione nel corso della sua esistenza. 4. Sono Beneficiari della Associazione coloro cui vengono erogati i servizi che la Associazione si propone di svolgere. 5. Sono Benemeriti della Associazione coloro che effettuano versamenti al fondo di dotazione ritenuti di particolare rilevanza dal Consiglio Direttivo. 6. La divisione degli Aderenti nelle suddette categorie non implica alcuna differenza di trattamento tra gli Aderenti stessi in merito ai loro diritti nei confronti dell'Associazione. Ciascun Aderente, in particolare, ha diritto a partecipare effettivamente alla vita dell'Associazione. 7. L'adesione all'Associazione a tempo indeterminato e non pu essere disposta per un periodo temporaneo, fermo restando in ogni caso il diritto di recesso. 8. L'adesione all'Associazione comporta per l'associato maggiore di et il diritto di voto nell'assemblea per l'approvazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi dell'Associazione. 9. Chi intende aderire alla Associazione deve rivolgere espressa domanda al Consiglio Direttivo recante la dichiarazione di condividere le finalit che la Associazione si propone e l'impegno ad approvarne e osservarne Statuto e Regolamenti. 10. Il Consiglio Direttivo deve provvedere in ordine alle domande di ammissione entro trenta giorni dal loro ricevimento (per il computo di detto periodo si applicano peraltro le norme circa la sospensione feriale dei termini giudiziali); in assenza di un provvedimento di accoglimento della domanda entro il termine 206

prescelto, si intende che essa stata respinta. In caso di diniego espresso, il Consiglio Direttivo non tenuto a esplicitare la motivazione di detto diniego. 11. Chiunque aderisca alla Associazione pu in qualsiasi momento notificare la sua volont di recedere dal novero dei partecipanti alla Associazione stessa; tale recesso (salvo che si tratti di motivata giusta causa, caso nel quale il recesso ha effetto immediato) ha efficacia dall'inizio del secondo mese successivo a quello nel quale il Consiglio Direttivo riceve la notifica della volont di recesso. 12. In presenza di inadempienza agli obblighi di versamento oppure di altri gravi motivi, chiunque partecipi alla Associazione pu esserne escluso con deliberazione del Consiglio Direttivo. L'esclusione ha effetto dal trentesimo giorno successivo alla notifica del provvedimento di esclusione, il quale deve contenere le motivazioni per le quali l'esclusione sia stata deliberata. Nel caso che l'escluso non condivida le ragioni dell'esclusione, egli pu adire il Collegio Arbitrale di cui al presente Statuto; in tal caso l'efficacia della deliberazione di esclusione sospesa fino alla pronuncia del Collegio stesso. ARTICOLO 5 Organi della Associazione 1. Sono Organi della Associazione: l'Assemblea degli Aderenti alla Associazione; il Presidente del Consiglio Direttivo; il Consiglio Direttivo; il Comitato Esecutivo; il Collegio dei Revisori dei Conti. 2. L'elezione degli Organi dell'Associazione non pu essere in alcun modo vincolata o limitata ed informata a criteri di massima libert di partecipazione all'elettorato attivo e passivo. ARTICOLO 6 Assemblea 1. L'Assemblea composta da tutti gli aderenti alla Associazione ed l'organo sovrano dell'Associazione stessa. 2. L'Assemblea si riunisce almeno due volte all'anno per l'approvazione del bilancio consuntivo (entro il 31 marzo) e del bilancio preventivo (entro il 30 ottobre). Essa inoltre: provvede alla nomina del Consiglio Direttivo, del Presidente e del Vicepresidente del Consiglio Direttivo, del Tesoriere e del Collegio dei Revisori dei Conti; delinea gli indirizzi generali dell'attivit delle Associazione; delibera sulle modifiche al presente Statuto; approva i Regolamenti che disciplinano Io svolgimento dell'attivit della Associazione; delibera sull'eventuale destinazione di utili di gestione comunque denominati, nonch di fondi, riserve o capitale durante la vita dell'Associazione stessa, qualora ci sia consentito dalla legge e dal presente Statuto; delibera lo scioglimento e la liquidazione della Associazione e la devoluzione del suo patrimonio. 3. L'Assemblea convocata dal Presidente ogni qualvolta questi lo ritenga opportuno oppure ne sia fatta richiesta da almeno. Aderenti o da almeno......... consiglieri oppure dal Collegio dei Revisori. Salvo motivi eccezionali, l'Assemblea convocata nel territorio della Provincia di.... 4. La convocazione fatta mediante lettera raccomandata, contenente l'indicazione del luogo, del giorno e dell'ora della riunione sia di prima che di seconda convocazione e l'elenco delle materie da trattare, spedita a tutti gli aderenti all'indirizzo risultante dal Libro degli Aderenti alla Associazione, nonch ai componenti del Consiglio Direttivo e ai Revisori dei Conti almeno dieci giorni prima dell'adunanza e che comunque giunga al loro indirizzo almeno tre giorni prima dell'adunanza stessa. 5. Qualora il numero degli aventi diritto al voto superi le quaranta unit, la raccomandata pu essere sostituita da una lettera inviata senza raccomandazione, da spedirsi almeno quindici giorni prima del giorno 207

fissato per l'adunanza; in tal caso la notizia dell'adunanza va pubblicata almeno....... volte e con evidenza anche su un quotidiano a rilevante diffusione nell'ambito territoriale di operativit della Associazione. 6L'Assemblea validamente costituita ed atta a deliberare qualora in prima convocazione siano presenti la maggioranza degli iscritti con diritto di voto. 7.In seconda convocazione l'Assemblea validamente costituita qualunque sia il numero dei presenti. L'adunanza di seconda convocazione non pu svolgersi nello stesso giorno fissato per la prima convocazione. .8.Ogni Aderente all'Associazione ha diritto a un voto, esercitabile anche mediante delega apposta in calce all'avviso di convocazione. La delega pu essere conferita solamente ad altro aderente all'Associazione che non sia Amministratore, revisore o dipendente dell'Associazione. Ciascun delegato non pu farsi portatore di pi di una delega. 9. Le deliberazioni sono assunte con il voto favorevole della maggioranza dei presenti; l'espressione di astensione si computa come voto negativo. Non ammesso il voto per corrispondenza. 10. Per la nomina del Presidente, l'approvazione dei Regolamenti, le modifiche statutarie e la destinazione di utili, avanzi netti di gestione, riserve o fondi, occorre il voto favorevole della maggioranza dei voti attribuiti, tanto in prima che in seconda convocazione. Per le deliberazioni di scioglimento della Associazione e di devoluzione del suo patrimonio occorre il voto favorevole dei due terzi dei voti attribuiti, tanto in prima che in seconda convocazione . 11. L'Assemblea presieduta dal Presidente del Consiglio Direttivo o, in caso di sua assenza o impedimento, dal Vice Presidente; in mancanza, su designazione dei presenti, da qualsiasi altro Aderente all'Associazione. ARTICOLO 7 Il Consglio Direttivo 1. La Associazione amministrata da un Consglio Direttivo composto, a scelta dell'Assemblea, da un minimo di....... a un massimo d....... membri, compresi il Presidente, il Vice Presidente, il segretario e il Tesoriere. 2. I Consiglieri devono essere Aderenti all'Associazione, durano in carica per....... anni e (non) sono rieleggibili (solo per una volta), 3. Qualora per qualsiasi motivo venga meno la maggioranza dei consiglieri, l'intero Consiglio Direttivo si intende decaduto e occorre far luogo alla sua rielezione, 4. In caso di cessazione per qualsiasi motivo un membro del Consiglio Direttivo, gli subentra il primo dei non eletti, e, in mancanza, il Consiglio stesso fa luogo alla sua sostituzione per cooptazione. Il consigliere cooptato dura in carica fino alla prossima Assemblea, al cui ordine del giorno deve essere posto l'argomento della sostituzione del consigliere cessato; chi venga eletto in luogo di consigliere cessato dura in carica per lo stesso residuo periodo durante il quale sarebbe rimasto in carica il consigliere cessato. 5. Dalla nomina a Consigliere non consegue alcun compenso, salvo il rimborso delle spese documentate sostenute per ragioni dell'ufficio ricoperto. 6. Al Consiglio Direttivo sono attribuite le seguenti funzioni: la gestione della Associazione in ogni suo aspetto secondo gli indirizzi delineati dall'Assemblea e, in particolare, il compimento di atti di amministrazione ordinaria e straordinaria in relazione agl indirizzi ricevuti; la nomina del Segretario, da scegliersi tra i Consiglieri eletti, e del Comitato Esecutivo; l'ammissione alla Associazione di nuovi Aderenti; la predisposizione annuale del bilancio preventivo e del rendiconto consuntivo, 7. Il Consiglio Direttivo pu delegare tutti o parte dei suoi poteri al Comitato Esecutivo nonch attribuire a uno o pi dei suoi membri oppure, a mezzo del Presidente, anche a estranei il potere di compiere determinati atti o categorie di atti in nome e per conto della Associazione. 8. Il Consiglio Direttivo convocato dal Presidente ogni qualvolta questi lo ritenga opportuno oppure ne sa fatta richiesta da almeno un terzo dei consiglieri o dal Collegio dei Revisori, La convocazione fatta mediante lettera raccomandata o altro mezzo idoneo,, contenente l'indicazione del luogo, del giorno e dell'ora della 208

riunione e l'elenco delle materie da trattare, spedita a tutti i componenti del Consiglio Direttivo e ai Revisori dei Conti almeno otto giorni prima dell'adunanza e che comunque giunga al loro indirizzo almeno tre giorni prima dell'adunanza stessa. 9. Il Consiglio Direttivo comunque validamente costituito ed atto a deliberare, anche in assenza delle suddette formalit d convocazione, qualora siano presenti tutti i suoi membri e tutti i membri del Collegio dei Revisori dei Conti. 10. II Consiglio Direttivo presieduto dal Presidente o, in caso di sua assenza o impedimento, dal Vice Presidente; in mancanza, su designazione dei presenti, da un altro membro del Consiglio Direttivo, 11. Il C onsglio Direttivo validamente costituito qualora siano present almeno la met dei suoi membri. 12. Le deliberazioni del Consiglio Direttivo sono assunte con il voto favorevole della maggioranza dei presenti; l'espressione di astensione s computa come voto negativo; in caso di parit di voti prevale il voto di chi presiede la riunione. 13. Per le deliberazioni d straordinaria amministrazione (intendendosi comprese tra queste tutte quelle il cui valore comunque ecceda ..........) occorre il voto favorevole della maggioranza dei consiglieri in carica. ARTICOLO 8 Il Presidente 1. Al Presidente dell'Associazione spetta la rappresentanza legale dell'Associazione stessa di fronte ai terzi e anche in giudzio. Su deliberazione del Consiglio Direttivo, il Presidente pu attribuire la rappresentanza dell'Associazione anche ad estranei al Consglio stesso. 2. Al Presidente dell'Associazione compete, sulla base delle direttive emanate dall'Assemblea e dal Consiglio Direttivo, al quale comunque il Presidente riferisce circa l'attivit compiuta, lordinaria amministrazione dell'Associazione; in casi eccezionali di necessit e urgenza il Presidente pu anche compiere atti di straordinaria amministrazione, ma in tal caso deve contestualmente convocare il Consiglio Direttivo per la ratifica del suo operato. 3. Il Presidente convoca e presiede l'Assemblea, il Consiglio Direttivo e il Comitato Esecutivo, n cura l'esecuzione delle relative deliberazioni, sorveglia il buon andamento amministrativo dell'Associazione, verifica l'osservanza dello Statuto e dei Regolamenti, ne promuove la riforma ove se ne presenti la necessit, 4. Il Presidente cura la predisposizione del bilancio preventivo e del bilancio consuntivo da sottoporre per l'approvazione, al Consiglio Direttivo e poi all'Assemblea, corredandoli di idonee relazioni. ARTICOLO 9 Il Vice Presidente 1. Il Vice Presidente sostituisce il Presidente in ogn sua attribuzione ogni qualvolta questi sia impedito all'esercizio delle proprie funzioni. Il solo intervento del Vice Presidente costituisce per i terzi prova dell'impedimento del Presidente. ARTICOLO 10 Il Comitato Esecutivo 1. Il Comitato Esecutivo composto dal Presidente, dal Vice Presidente, dal Segretario, dal Tesoriere e da altri ......... consiglieri. 2. Il Comitato Esecutivo esplica le attribuzioni e i compiti affidatigli dal Consiglio Direttivo. 3. Per le convocazioni delle adunanze del Comitato Esecutivo e per la validit delle relative deliberazioni si applicano, ove compatibili, le norme previste nel presente Statuto per le adunanze del Consglio Direttivo. ARTICOLO 11 Il Segretario del Consglio Direttivo 1. Il Segretario svolge la funzione di verbalzzazione delle adunanze dell'Assemblea, del Consiglio Direttivo e del Comitato Esecutivo e coadiuva il Presidente e il Consiglio Direttivo nell'esplicazione delle attivit esecutive che s rendano necessarie od opportune per il funzionamento dell'amministrazione della Associazione. 2. Il Segretario cura la tenuta del Libro Verbali delle Assemblee, del Consiglio Direttivo, del Comitato Esecutivo nonch del Libro degli Aderenti all'Associazione. 209

ARTICOLO 12 Il Tesoriere 1. Il Tesoriere cura la gestione della cassa dell'Associazione e ne tiene idonea contabilit, effettua le relative verifiche, controlla la tenuta dei libri contabili, predispone, dal punto d vista contabile, il bilancio consuntivo e quello preventivo, accompagnandoli da idonea relazione contabile. ARTICOLO 13 Collegio dei Revisori dei Conti 1. Il Collegio dei Revisori dei Conti si compone di tre membri effettivi e di due supplenti (questi ultimi subentrano in ogni caso d cessazione di un membro effettivo). 2. L'incarico di Revisore dei Conti incompatibile con la carica d Consigliere. 3. Per la durata in carica, la rieleggibilit e il compenso valgono le norme dettate nel presente Statuto per i membri del Consiglio Direttivo. 4. 1 Revisori dei conti curano la tenuta del Libro delle Adunanze dei Revisori dei Conti, partecipano di diritto alle adunanze dell Assemblea e, senza diritto di voto, a quelle del Consiglio Direttivo e del Comitato Esecutivo, con facolt d parola ma senza diritto di voto, verificano la regolare tenuta della contabilit dell'associazione e dei relativi libri, danno pareri alle assemblee sui bilanci. ARTICOLO 14 Libri della Associazione 1. Oltre alla tenuta dei libri prescritti dalla legge, l'Associazione tiene i libri verbali delle adunanze e delle deliberazioni dell'Assemblea, del Consiglio Direttivo, del Comitato Esecutivo e dei Revisori dei Conti nonch il Libro degli Aderenti all'Associazione. 2. 1 libri dell'Associazione sono visibili a chiunque ne faccia motivata istanza; le copie richieste sono fatte dall'Associazione a spese del richiedente. ARTICOLO 15 Patrimonio ed entrate dell'Associazione 1. Il patrimonio della Associazione costituito da beni mobili e immobili che pervengono alla Associazione a qualsia-si titolo, da elargizioni o contributi da parte di enti pubblici e privati o persone fisiche, dagli avanzi netti di gestione. 2. Il fondo di dotazione iniziale della Associazione costituito dai versamenti effettuati dai fondatori, nella complessiva misura di ............(..) versate come segue dai fondatori stessi.:..... 3. Per l'adempimento dei suoi compiti la Associazione dispone delle seguenti entrate: dei versamenti effettuati dai fondatori originari, dei versamenti ulteriori effettuati da detti fondatori e da quelli effettuati da tutti coloro che aderiscono alla Associazione; dei redditi derivanti dal suo patrimonio; * dei versamenti di enti pubblici e privati; degli introiti realizzati nello svolgimento della sua attivit. 4. Il Consiglio Direttivo annualmente stabilisce la quota di versamento minimo da effettuarsi all'atto dell'adesione alla Associazione da parte di chi intende aderire alla Associazione e la quota annuale di iscrizione all'Associazione. 6L'adesione alla Associazione non comporta obblighi di finanziamento o di esborso ulteriori rispetto al versamento originario all'atto dell'ammissione e al versamento della quota annua di iscrizione. comunque facolt degli Aderenti alla Associazione di effettuare versamenti ulteriori rispetto a quelli originari e a quelli annuali. 6.I versamenti al fondo di dotazione possono essere di qualsiasi entit, fatti salvi i versamenti minimi come sopra determinati per l'ammissione e l'iscrizione annuale, e sono comunque a fondo perduto; i versamenti non sono quindi ri valutabili n ripetibili in nessun caso, e quindi nemmeno in caso di scioglimento della Associazione n in caso di morte, di estinzione, di recesso o di esclusione dalla Associazione, pu pertanto farsi luogo alla richiesta di rimborso di quanto versato alla Associazione a titolo di versamento al fondo di dotazione. 210

7. Il versamento non crea altri diritti di partecipazione e, segnatamente, non crea quote indivise di partecipazione trasmissibili a terzi, n per successione a titolo particolare n per successione a titolo universale, n per atto tra vivi n a causa di morte . 8. L'Associazione pu emettere "Titoli di solidariet. ARTICOLO 16 Bilancio consuntivo t preventivo 1. Gli esercizi dell'Associazione si chiudono i1 31 dicembre di ogni anno. Per ogni esercizio predisposto un bilancio preventivo e un bilancio consuntivo. 2. Entro il 28 febbraio di ciascun anno i1 Consiglio Direttivo convocato per la predisposizione del bilancio consuntivo dell'esercizio precedente da sottoporre all'approvazione dell'Assemblea. 3. Entro il 30 settembre di ciascun anno i1 Consiglio Direttivo convocato per la predisposizione del bilancio preventivo del successivo esercizio da sottoporre all'approvazione dell'Assemblea. 4. 1 bilanci debbono restare depositati presso la sede dell'Associazione nei 15 (qundici) giorni che precedono l'Assemblea convocata per la loro approvazione, a disposizione d tutti coloro che abbiano motivato interesse alla loro lettura. La richiesta d copie soddisfatta dall'Associazione a spese del richiedente. ARTICOLO 17 Avanzi di gestione 1. All'Associazione vietato distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione comunque denominati, nonch fondi, riserve o capitale durante la vita dell'Associazione stessa, a meno che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge o siano effettuate a favore di altre Organizzazioni non lucrative d utilit sociale (Onlus) che per legge, statuto o regolamento facciano parte della medesima e unitaria struttura). 2. L'Associazione ha l'obbligo di impiegare gli utili o gli avanzi di gestione per la realizzazione delle attivit istituzionali e d quelle ad esse direttamente connesse, ARTICOLO 18 Scioglimento 1. In caso d suo scioglimento, per qualunque causa, l'Associazione ha 1 obbligo di devolvere il suo patrimonio ad altre organizzazioni non lucrative di utilit sociale (onlus) o a fini di pubblica utilit, sentito l'organismo di controllo di cui all'artcolo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996 n.662, salvo diversa destinazione imposta dalla legge. ARTICOLO 19 Clausola compromissoria 1. Qualunque controversia sorgesse in dipendenza della esecuzione o iter-prelazione del presente Statuto e che possa formare oggetto di compromesso, sar rimessa al giudizio di un arbitro amichevole compositore che giudicher secondo equit e senza formalit di procedura, dando luogo ad arbitrato irrituale. L'arbitro sar scelto di comune accordo dalle parti contendenti; in mancanza di accordo alla nomina dell'arbitro sar provveduto dal Presidente del Consiglio Notarile di......................................................................................................... ARTICOLO 20 Legge applicabile 1. Per disciplinare ci che non sia previsto nel presente Statuto, si deve far riferimento alle norme contenute nei primi nove articoli del D.Lgs. n 460/97e successive modificazioni , alle norme in materia di Enti contenute nel libro 1 del Codice civile e, in subordine, alle norme contenute nei Libro V del Codice civile

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Normativa citata
Costituzione Italiana Codice Civile Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Regio decreto 18 giugno 1931, n. 773) Regolamento per lesecuzione del Testo Unico 18 giugno 1931, n. 773 delle Leggi di Pubblica Sicurezza (Regio Decreto 6 maggio 1940, n. 635) Legge 2 dicembre 1957 n, 1295 (credito sportivo) Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n. 633 (IVA) Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n. 641 - art. 13/bis Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n. 642 - tabella art. 27-bis Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973 n. 600 (scritture contabili enc) Decreto Ministero Sanit 18 febbraio 1982 (salute e attivit agonistica) Decreto Ministero Sanit 28 febbraio 1983 (salute e attivit non agonistica) Legge 11 luglio 1986 n. 390 (beni demaniali) Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986 n. 917 (Testo Unico delle imposte sui redditi) Decreto Ministeriale 4 agosto 1988 n. 375 (bar e spacci circoli) Legge 7 agosto 1990 n 241 art. 19 (norme procedimenti amministrativi) Legge 25 agosto 1991 n. 287 art. 3,comma 6. e art. 8, comma 4 (norme sul commercio) Legge 16 dicembre 1991 n. 398 (contabilit forfetaria) Decreto Legge 30 dicembre 1991 n. 417 Legge 6 febbraio 1992 n. 66 art. 9bis (contabilit forfetaria per circoli e pro loco) Decreto Legislativo 15 novembre 1993 n. 507 (imposte comunali pubblicit, rifiuti ecc.) Decreto legislativo 7 dicembre 1993 n. 517 art. 9, comma 1, lettera g. Legge 26 ottobre 1995 n. 447 Decreto Legislativo 26 ottobre 1995 n. 504 Decreto Ministeriale 11 febbraio 1997 Decreto Legislativo 26 maggio 1997 n. 155 (igiene prodotto alimentari - HACCP) Decreto Presidente Consiglio dei Ministri 18 settembre 1997 G.U. 6/10/97 n. 233 Decreto legislativo 4 dicembre 1997 n. 460 - art. 1/9 (norme fiscali ENC e ONLUS) Decreto legislativo 15 dicembre 1997 n. 446 - art. 11,17 (IRAP) Decreto Legislativo 31 marzo 1998 n. 114 (spacci - commercio) Decreto Ministero Finanze 7 maggio 1998 n. 195 (beni demaniali) Decreto Legge 26 febbraio 1999 n. 60 (intrattenimento e spettacolo) Legge 13 maggio 1999 n. 133 - articolo 25 (compensi sportivi) Decreto interministeriale 10 novembre 1999 (G.U. n. 275 del 23 novembre 1999) a Decreto Ministeriale 26 novembre 1999 n. 473 Decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 2000 n. 361(riconoscimento associazioni) Legge 21 novembre 2000 n. 342 - art. 37 (compensi sportivi) Legge 7 dicembre 2000 n. 383 (associazioni di promozione sociale) Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000 n. 445 Legge 29 marzo 2001 n. 135 art. 7, commi 9 e 10 (turismo ENC) Decreto del Presidente della Repubblica 4 aprile 2001 n. 235 (somministrazione nei circoli). Legge 18 ottobre 2001 n. 383 art. 8 (bollatura libri contabili) Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 2001 n. 430 (tombole e lotterie) Legge 27 dicembre 2002 n. 289 (Finanziaria 2003), art. 5, 51, 90 (normr associazioni sportive) Decreto legislativo 30 giugno 2003 n. 196 (Privacy) 212

Decreto legge 19/8/2003 n 220 (giustizia sportiva) Decreto legislativo 10/9/2003 (legge Biagi). Decreto legge 2 maggio 2004 n. 136 - art. 7 (registro CONI vedi art. 7. L 27/7/04 n 186) Legge 21 maggio 2004 n. 128, art 4 (modifiche al comma 18, art.90 della legge 289/2002) Legge 31 dicembre 2004 n. 311 (Finanziaria 2005) art. 1, commi 253 e 480 - compensi cori e imposta comunale sulla pubblicit negli impianti sportivi). Legge 23 dicembre 2005 n. 266 (Finanziaria 2006) (art. 1. comma imposta comunale pubblicit negli impianti sportivi). Legge 27 dicembre 2006 n. 296 (Finanziaria 2007), (art. 1, commi 251 e 319 canoni aree demaniali e detrazioni attivit motoria per minori). Circolare Ministero dellInterno 19/2/1972 (licenze dei circoli bar ecc.) Risoluzione Ministero Finanze 4 dicembre 1973 n. 504943 Circolare Ministero Finanze 3/8/1975 n 25 (gestione bar) Risoluzione Ministero Finanze 22 aprile 1985 n. 11/189 Circolare Ministero Commercio 26/6/93 (iscrizione al REC del preposto) Circolare Ministero Interno 23 novembre 1994 559/c 5330 12000 (circolarit soci) Circolare Ministero Finanze 10 febbraio 1998 n. 47/E Circolare Ministero delle Finanze del 12 maggio 1998 n. 124/E (illustrazione D.Lgs. 460/97, regole fiscali per i circoli) Circolare del Ministero delle Finanze del 27 agosto 1998 n. 209 Circolare del Ministero delle Finanze del 6 dicembre 1999 n. 231 Circolare del Ministero delle Finanze del 29 dicembre 1999 n. 247/E Circolare del Ministero delle Finanze dell8 marzo 2000 n. 43/E Circolare Dogane del 3 aprile 2000 n. 64/D Risoluzione dellAgenzia delle Entrate del 26 marzo 2001 n. 34/E (compensi agli sportivi). Risoluzione dellAgenzia delle Entrate 3 aprile 2001 n 39/E ( compensi sportivi) Risoluzione dellAgenzia delle Entrate 1/10/2001 n142/E (compensi ad atleti non residenti). Risoluzione dellAgenzia delle Entrate 14/11/2001 n 47 (registro associazioni di promozione sociale) Circolare dellAgenzia delle Entrate del 22 aprile 2003 n. 21/E Circolare dellAgenzia delle Entrate del 27 giugno 2003 n. 34/E Circolare dellAgenzia delle Entrate del 5 marzo 2003 n. 15/E Risoluzione dellAgenzia delle Entrate del 23 aprile 2003 n. 94 Risoluzione Agenzia delle Entrate 15 marzo 2004 n. 38 (apparecchi da divertimento) Risoluzione dellAgenzia delle Entrate del 15 giugno 2004 n. 86 Risoluzione dellAgenzia delle Entrate del 3 giugno 2005 n. 74 Risoluzione dellAgenzia delle Entrate dell11 luglio 2005 n. 88/E Risoluzione dellAgenzia delle Entrate del 16 maggio 2006 n. 63/E Risoluzione dellAgenzia delle Entrate del 7 novembre 2006 n. 123/E Risoluzione dellAgenzia delle Entrate del 25 gennaio 2007 n. 9/E istruzioni per la compilazione del Modello UNICO - Enti non commerciali ed equiparati

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Costituzione Italiana
Art. 2. - La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita', e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale". "Art. 3. - E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la liberta' e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". "Art. 4. - Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilita' e la propria scelta, una attivita' o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della societa'". "Art. 9. - La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione".

Art. 17.- I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorit, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumit pubblica. "Art. 18. - I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare."

Codice Civile
CAPO II Delle associazioni e delle fondazioni Art. 14 Atto costitutivo Le associazioni e le fondazioni devono essere costituite con atto pubblico (1350, 2643). La fondazione pu essere disposta anche con testamento (600). Art. 15 Revoca dell'atto costitutivo della fondazione L'atto di fondazione pu essere revocato dal fondatore fino a quando non sia intervenuto il riconoscimento, ovvero il fondatore non abbia fatto iniziare l'attivit dell'opera da lui disposta. La facolt di revoca non si trasmette agli eredi. Art. 16 Atto costitutivo e statuto. Modificazioni L'atto costitutivo e lo statuto devono contenere la denominazione dell'ente, l'indicazione dello scopo, del patrimonio e della sede, nonch le norme sull'ordinamento e sulla amministrazione. Devono anche determinare, quando trattasi di associazioni, i diritti e gli obblighi degli associati e le condizioni della loro 214

ammissione; e, quando trattasi di fondazioni, i criteri e le modalit di erogazione delle rendite. L'atto costitutivo e lo statuto possono inoltre contenere le norme relative alla estinzione dell'ente e alla devoluzione del patrimonio, e, per le fondazioni, anche quelle relative alla loro trasformazione (28). Le modificazioni dell'atto costitutivo e dello statuto devono essere approvate dall'autorit governativa nelle forme indicate nell'art. 12 (att. 4). Art. 17 Acquisto di immobili e accettazione di donazioni, eredit e legati La persona giuridica non pu acquistare beni immobili, n accettare donazioni o eredita, n conseguire legati senza l'autorizzazione governativa (473, 782; att. 5-7). Senza questa autorizzazione, l'acquisto e l'accettazione non hanno effetto. Art. 18 Responsabilit degli amministratori Gli amministratori sono responsabili verso l'ente secondo le norme del mandato (1710 e seguenti). E' per esente da responsabilit quello degli amministratori il quale non abbia partecipato all'atto che ha causato il danno, salvo il caso in cui, essendo a cognizione che l'atto si stava per compiere, egli non abbia fatto constare del proprio dissenso (2392). Art. 19 Limitazioni del potere di rappresentanza Le limitazioni del potere di rappresentanza, che non risultano dal registro indicato nell'art. 33, non possono essere opposte ai terzi, salvo che si provi che essi ne erano a conoscenza (1353, 2298, 2384). Art. 20 Convocazione dell'assemblea delle associazioni L'assemblea delle associazioni deve essere convocata dagli amministratori una volta l'anno per l'approvazione del bilancio. L'assemblea deve essere inoltre convocata quando se ne ravvisa la necessit o quando ne fatta richiesta motivata da almeno un decimo degli associati. In quest'ultimo caso, se gli amministratori non vi provvedono, la convocazione pu essere ordinata dal Presidente del tribunale (att. 8). Art. 21 Deliberazioni dell'assemblea Le deliberazioni dell'assemblea sono prese a maggioranza di voti e con la presenza di almeno la met degli associati. In seconda convocazione la deliberazione valida qualunque sia il numero degli intervenuti. Nelle deliberazioni di approvazione del bilancio e in quelle che riguardano la loro responsabilit gli amministratori non hanno voto. Per modificare l'atto costitutivo o lo statuto, se in essi non altrimenti disposto, occorrono la presenza di almeno tre quarti degli associati e il voto favorevole della maggioranza dei presenti.

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Per deliberare lo scioglimento dell'associazione e la devoluzione del patrimonio occorre il voto favorevole di almeno tre quarti degli associati (11). Art. 22 Azioni di responsabilit contro gli amministratori Le azioni di responsabilit contro gli amministratori delle associazioni per fatti da loro compiuti sono deliberate dall'assemblea e sono esercitate dai nuovi amministratori o dai liquidatori (2941). Art. 23 Annullamento e sospensione delle deliberazioni Le deliberazioni dell'assemblea contrarie alla legge, all'atto costitutivo o allo statuto possono essere annullate su istanza degli organi dell'ente, di qualunque associato o del pubblico ministero. L'annullamento della deliberazione non pregiudica i diritti acquistati dai terzi di buona fede in base ad atti compiuti in esecuzione della deliberazione medesima (1445, 2377). Il Presidente del tribunale o il giudice istruttore, sentiti gli amministratori dell'associazione, pu sospendere, su istanza di colui che l'ha proposto l'impugnazione, l'esecuzione della deliberazione impugnata, quando sussistono gravi motivi. Il decreto di sospensione deve essere motivato ed notificato agli amministratori (att. 10). L'esecuzione delle deliberazioni contrarie all'ordine pubblico o al buon costume pu essere sospesa anche dall'autorit governativa (att. 9). Art. 24 Recesso ed esclusione degli associati La qualit di associato non trasmissibile, salvo che la trasmissione sia consentita dall'atto costitutivo o dallo statuto. L'associato pu sempre recedere dall'associazione se non ha assunto l'obbligo di farne parte per un tempo determinato. La dichiarazione di recesso deve essere comunicata per iscritto agli amministratori e ha effetto con lo scadere dell'anno in corso, purch sia fatta almeno tre mesi prima. L'esclusione d'un associato non pu essere deliberata dall'assemblea che per gravi motivi; l'associato pu ricorrere all'autorit giudiziaria entro sei mesi dal giorno in cui gli stata notificata la deliberazione. Gli associati, che abbiano receduto o siano stati esclusi o che comunque abbiano cessato di appartenere all'associazione, non possono ripetere i contributi versati, n hanno alcun diritto sul patrimonio dell'associazione.

Art. 25 Controllo sull'amministrazione delle fondazioni L'autorit governativa esercita il controllo e la vigilanza sull'amministrazione delle fondazioni; provvede alla nomina e alla sostituzione degli amministratori o dei 216

rappresentanti, quando le disposizioni contenute nell'atto di fondazione non possono attuarsi; annulla, sentiti gli amministratori, con provvedimento definitivo, le deliberazioni contrarie a norme imperative, all'atto di fondazione, all'ordine pubblico o al buon costume; pu sciogliere l'amministrazione e nominare un commissario straordinario, qualora gli amministratori non agiscano in conformit dello statuto e dello scopo della fondazione o della legge. L'annullamento della deliberazione non pregiudica i diritti acquistati dai terzi di buona fede in base ad atti compiuti in esecuzione della deliberazione medesima (1445, 2377). Le azioni contro gli amministratori per fatti riguardanti la loro responsabilit devono essere autorizzate dall'autorit governativa e sono esercitate dal commissario straordinario, dai liquidatori o dai nuovi amministratori. Art. 26 Coordinamento di attivit e unificazione di amministrazione L'autorit governativa pu disporre il coordinamento della attivit di pi fondazioni ovvero l'unificazione della loro amministrazione, rispettando, per quanto possibile, la volont del fondatore. Art. 27 Estinzione della persona giuridica Oltre che per le cause previste nell'atto costitutivo e nello statuto, la persona giuridica si estingue quando lo scopo stato raggiunto o divenuto impossibile. Le associazioni si estinguono inoltre quando tutti gli associati sono venuti a mancare. L'estinzione dichiarata dall'autorit governativa, su istanza di qualunque interessato o anche d'ufficio (att. 10). Art. 28 Trasformazione delle fondazioni Quando lo scopo esaurito o divenuto impossibile o di scarsa utilit, o il patrimonio e divenuto insufficiente, l'autorit governativa, anzich dichiarare estinta la fondazione, pu provvedere alla sua trasformazione, allontanandosi il meno possibile dalla volont del fondatore. La trasformazione non e ammessa quando i fatti che vi darebbero luogo sono considerati nell'atto di fondazione come causa di estinzione della persona giuridica e di devoluzione dei beni a terze persone. Le disposizioni del primo comma di questo articolo e dell'art. 26 non si applicano alle fondazioni destinate a vantaggio soltanto di una o pi famiglie determinate (att. 10). art. 29 Divieto di nuove operazioni Gli amministratori non possono compiere nuove operazioni, appena stato loro comunicato il provvedimento che dichiara l'estinzione della persona giuridica o il provvedimento con cui l'autorit, a norma di legge, ha ordinato lo scioglimento dell'associazione, o appena stata adottata dall'assemblea la deliberazione di 217

scioglimento dell'associazione medesima. Qualora trasgrediscano a questo divieto, assumono responsabilit personale e solidale (1292).

Art. 30 Liquidazione Dichiarata l'estinzione della persona giuridica o disposto lo scioglimento dell'associazione, si procede alla liquidazione del patrimonio secondo le norme di attuazione del codice (att. 11-21).

Art. 31 Devoluzione dei beni I beni della persona giuridica, che restano dopo esaurita la liquidazione, sono devoluti in conformit dell'atto costitutivo o dello statuto. Qualora questi non dispongano, se trattasi di fondazione, provvede l'autorit governativa, attribuendo i beni ad altri enti che hanno fini analoghi, se trattasi di associazione, si osservano le deliberazioni dell'assemblea che ha stabilito lo scioglimento e, quando anche queste mancano, provvede nello stesso modo l'autorit governativa. I creditori che durante la liquidazione non hanno fatto valere il loro credito possono chiedere il pagamento a coloro ai quali i beni sono stati devoluti, entro l'anno della chiusura della liquidazione, in proporzione e nei limiti di ci che hanno ricevuto (2964 e seguenti). Art. 32 Devoluzione dei beni con destinazione particolare Nel caso di trasformazione o di scioglimento di un ente, al quale sono stati donati o lasciati beni con destinazione a scopo diverso da quello proprio dell'ente, l'autorit governativa devolve tali beni, con lo stesso onere, ad altre persone giuridiche, che hanno fini analoghi. Art. 33 Registrazione delle persone giuridiche In ogni provincia e istituito un pubblico registro delle persone giuridiche (att. 22 e seguenti). Nel registro devono indicarsi la data dell'atto costitutivo, quella del decreto di riconoscimento, la denominazione, lo scopo, il patrimonio, la durata, qualora sia stata determinata, la sede della persona giuridica e il cognome e il nome degli amministratori con la menzione di quelli ai quali attribuita la rappresentanza. La registrazione pu essere disposta anche d'ufficio. Gli amministratori di un'associazione o di una fondazione non registrata, bench riconosciuta, rispondono personalmente e solidalmente, insieme con la persona giuridica, delle obbligazioni assunte (1292). Art. 34 Registrazione di atti 218

Nel registro devono iscriversi anche le modificazioni dell'atto costitutivo e dello statuto, dopo che sono state approvate dall'autorit governativa, il trasferimento della sede e l'istituzione di sedi secondarie, la sostituzione degli amministratori con indicazione di quelli ai quali spetta la rappresentanza, le deliberazioni di scioglimento, i provvedimenti che ordinano lo scioglimento o dichiarano l'estinzione, il cognome e il nome dei liquidatori. Se l'iscrizione non ha avuto luogo, i fatti indicati non possono essere opposti ai terzi, a meno che si provi che questi ne erano a conoscenza. Art. 35 Disposizione penale Gli amministratori e i liquidatori che non richiedono le iscrizioni prescritte dagli artt. 33 e 34, nel termine e secondo le modalit stabiliti dalle norme di attuazione del codice (att. 25 e seguenti) sono puniti con l'ammenda da L. 20.000 a L. 1.000.000. CAPO III Delle associazioni non riconosciute e dei comitati Art. 36 Ordinamento e amministrazione delle associazioni non riconosciute L'ordinamento interno e l'amministrazione delle associazioni non riconosciute come persone giuridiche sono regolati dagli accordi degli associati. Le dette associazioni possono stare in giudizio nella persona di coloro ai quali, secondo questi accordi, e conferita la presidenza o la direzione (Cod. Proc. Civ. 75, 78). Art. 37 Fondo comune I contributi degli associati e i beni acquistati con questi contributi costituiscono il fondo comune dell'associazione. Finche questa dura, i singoli associati non possono chiedere la divisione del fondo comune, n pretendere la quota in caso di recesso. Art. 38 Obbligazioni Per le obbligazioni assunte dalle persone che rappresentano l'associazione i terzi possono far valere i loro diritti sul fondo comune. Delle obbligazioni stesse rispondono anche personalmente e solidalmente le persone che hanno agito in nome e per conto dell'associazione (Cod. Proc. Civ. 19). Art. 39 Comitati I comitati di soccorso o di beneficienza e i comitati promotori di opere pubbliche, monumenti, esposizioni, mostre, festeggiamenti e simili sono regolati dalle disposizioni seguenti, salvo quanto e stabilito nelle leggi speciali. Art. 40 Responsabilit degli organizzatori Gli organizzatori e coloro che assumono la gestione dei fondi raccolti sono responsabili personalmente e solidalmente della conservazione dei fondi e della loro destinazione allo scopo annunziato. 219

Art. 41 Responsabilit dei componenti. Rappresentanza in giudizio Qualora il comitato non abbia ottenuto la personalit giuridica (12), i suoi componenti rispondono personalmente e solidalmente delle obbligazioni assunte. I sottoscrittori sono tenuti soltanto a effettuare le oblazioni promesse. Il comitato pu stare in giudizio nella persona del Presidente (Cod. Proc. Civ. 75). Art. 42 Diversa destinazione dei fondi Qualora i fondi raccolti siano insufficienti allo scopo, o questo non sia pi attuabile, o, raggiunto lo scopo, si abbia un residuo di fondi, l'autorit governativa stabilisce la devoluzione dei beni, se questa non stata disciplinata al momento della costituzione. Art. 1218 Responsabilit del debitore Il debitore che non esegue esattamente (1307, 1453) la prestazione dovuta tenuto al risarcimento del danno (2740), se non prova (1673, 1681, 1693, 1784, 1787, 1805-2, 1821) che l'inadempimento o il ritardo stato determinato da impossibilit della prestazione derivante da causa a lui non imputabile (1256; att. 160). Art. 2043 Risarcimento per fatto illecito. [I]. Qualunque fatto doloso o colposo [1176], che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno [7, 10, 129 bis] [840, 844, 872 comma 2, 935 comma 2, 939 comma 3, 948, 949, 1440] [1494 comma 2, 2395, 2504 quater, 2600, 2818, 2947;] [185 comma 2, 198 c.p.; 22 ss. c.p.p.] [55, 60, 64 comma 2, 96, 278 c.p.c.] (1). Art. 2047 Danno cagionato dall'incapace In caso di danno cagionato da persona incapace d'intendere o di volere (Cod. Pen. 85 e seguenti), il risarcimento dovuto da chi e tenuto alla sorveglianza dell'incapace, salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto. Nel caso in cui il danneggiato non abbia potuto ottenere il risarcimento da chi tenuto alla sorveglianza, il giudice, in considerazione delle condizioni economiche delle parti, pu condannare l'autore del danno a un'equa indennit. Art. 2048 Responsabilit dei genitori; dei tutori, dei precettori e dei maestri d'arte Il padre e la madre, o il tutore, sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori non emancipati (314 e seguenti, 301, 390 e seguenti) o delle persone soggette alla tutela (343 e seguenti, 414 e seguenti), che abitano con essi. La stessa disposizione si applica all'affiliante. I precettori e coloro che insegnano un mestiere o un'arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi e apprendisti (2130 e seguenti) nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza. 220

Le persone indicate dai commi precedenti sono liberate dalla responsabilit soltanto se provano di non avere potuto impedire il fatto.

Art. 2049 Responsabilit dei padroni e dei committenti I padroni e i committenti sono responsabili per i danni arrecati dal fatto illecito dei loro domestici e commessi nell'esercizio delle incombenze a cui sono adibiti.

Art. 2050 Responsabilit per l'esercizio di attivit pericolose Chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di un'attivit pericolosa, per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati, e tenuto al risarcimento, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno. Art. 2051 Danno cagionato da cosa in custodia Ciascuno e responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito (1218,1256). Art. 2052 Danno cagionato da animali Il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, responsabile dei danni cagionati dall'animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito (1218,1256; Cod. Pen. 672). Art. 2053 Rovina di edificio Il proprietario di un edificio o di altra costruzione responsabile dei danni cagionati dalla loro rovina, salvo che provi che questa non e dovuta a difetto di manutenzione o a vizio di costruzione (1669; Cod. Pen. 677). Art. 2054 Circolazione di veicoli Vedere anche Leggi Speciali su Assicurazioni Il conducente di un veicolo senza guida di rotaie obbligato a risarcire il danno prodotto a persone o a cose dalla circolazione del veicolo, se non prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno. Nel caso di scontro tra veicoli si presume, fino a prova contraria, che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subito dai singoli veicoli. Il proprietario del veicolo, o, in sua vece, l'usufruttuario (978 e seguenti) o l'acquirente con patto di riservato dominio (1523 e seguenti), responsabile in solido (1292) col conducente, se non prova che la circolazione del veicolo avvenuta contro la sua volont. In ogni caso le persone indicate dai commi precedenti sono responsabili dei danni derivati da vizi di costruzione o da difetto di manutenzione del veicolo. 221

Art. 2055 Responsabilit solidale Se il fatto dannoso imputabile a pi persone, tutte sono obbligate in solido (1292) al risarcimento del danno. Colui che ha risarcito il danno ha regresso contro ciascuno degli altri, nella misura determinata dalla gravit della rispettiva colpa e dall'entit delle conseguenze che ne sono derivate (1299). Nel dubbio, le singole colpe si presumono uguali. Regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (nel testo aggiornato e vigente al 31 marzo 2003) Capo III - Delle autorizzazioni di polizia 8. (art. 7 T.U. 1926). - Le autorizzazioni di polizia sono personali: non possono in alcun modo essere trasmesse n dar luogo a rapporti di rappresentanza, salvi i casi espressamente preveduti dalla legge. Nei casi in cui consentita la rappresentanza nell'esercizio di una autorizzazione di polizia, il rappresentante deve possedere i requisiti necessari per conseguire l'autorizzazione e ottenere la approvazione dell'autorit di pubblica sicurezza che ha conceduta l'autorizzazione. 9. (art. 8 T.U. 1926). - Oltre le condizioni stabilite dalla legge, chiunque ottenga un'autorizzazione di polizia deve osservare le prescrizioni, che l'autorit di pubblica sicurezza ritenga di imporgli nel pubblico interesse. Capo I - Degli spettacoli e trattenimenti pubblici 68. (art. 67 T.U. 1926). - Senza licenza del Questore non si possono dare in luogo pubblico o aperto o esposto, al pubblico accademie, feste da ballo, corse di cavalli, n altri simili spettacoli o trattenimenti, e non si possono aprire o esercitare circoli, scuole di ballo e sale pubbliche di audizione. Per le gare di velocit di autoveicoli e per le gare aeronautiche si applicano le disposizioni delle leggi speciali. 69. (art. 68 T.U. 1926). - Senza licenza della autorit locale di pubblica sicurezza vietato dare, anche temporaneamente, per mestiere, pubblici trattenimenti, esporre alla pubblica vista rarit, persone, animali, gabinetti ottici o altri oggetti di curiosit, ovvero dare audizioni all'aperto. Capo II - Degli esercizi pubblici 86. (art. 84 T.U. 1926). - Non possono esercitarsi, senza licenza del Questore, alberghi, compresi quelli diurni, locande, pensioni, trattorie, osterie, caff o altri esercizi in cui si vendono al minuto o si consumano vino, birra, liquori od altre bevande anche non alcooliche, n sale pubbliche per bigliardi o per altri giuochi leciti o stabilimenti di bagni, ovvero locali di stallaggio e simili. 222

La licenza necessaria anche per lo spaccio al minuto o il consumo di vino, di birra o di qualsiasi bevanda alcoolica presso enti collettivi o circoli privati di qualunque specie, anche se la vendita o il consumo siano limitati ai soli soci. La licenza altres necessaria per l'attivit di distribuzione di apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici di cui al quinto comma dell'articolo 110, e di gestione, anche indiretta, dei medesimi apparecchi per i giochi consentiti. La licenza per l'esercizio di sale pubbliche da gioco in cui sono installati apparecchi o congegni automatici, semiautomatici ed elettronici da gioco di cui al presente comma e la licenza per lo svolgimento delle attivit di distribuzione o di gestione, anche indiretta, di tali apparecchi, sono rilasciate previo nulla osta dell'Amministrazione finanziaria, necessario comunque anche per l'installazione degli stessi nei circoli privati. 110. 1. In tutte le sale da biliardo o da gioco e negli altri esercizi, compresi i circoli privati, autorizzati alla pratica del gioco o alla installazione di apparecchi da gioco esposta una tabella, vidimata dal questore, nella quale sono indicati, oltre ai giochi d'azzardo, quelli che la stessa autorit ritiene di vietare nel pubblico interesse, nonch le prescrizioni e i divieti specifici che ritiene di disporre nel pubblico interesse. 2. Nella tabella di cui al comma 1 fatta espressa menzione del divieto delle scommesse. 3. L'installabilit degli apparecchi automatici di cui ai commi 6 e 7, lettera b), del presente articolo consentita negli esercizi assoggettati ad autorizzazione ai sensi degli articoli 86 o 88. 4. L'installazione e l'uso di apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici da gioco d'azzardo sono vietati nei luoghi pubblici o aperti al pubblico e nei circoli ed associazioni di qualunque specie. 5. Si considerano apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici per il gioco d'azzardo quelli che hanno insita la scommessa o che consentono vincite puramente aleatorie di un qualsiasi premio in denaro o in natura o vincite di valore superiore ai limiti fissati al comma 6, escluse le macchine vidimatrici per i giochi gestiti dallo Stato. 6. Si considerano apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici da trattenimento o da gioco di abilit, come tali idonei per il gioco lecito, quelli che si attivano solo con l'introduzione di moneta metallica, nei quali gli elementi di abilit o trattenimento sono preponderanti rispetto all'elemento aleatorio, il costo della partita non supera 50 centesimi di euro, la durata di ciascuna partita non inferiore a dieci secondi e che distribuiscono vincite in denaro, ciascuna comunque di valore non superiore a venti volte il costo della singola partita, erogate dalla macchina subto dopo la sua conclusione ed esclusivamente in monete metalliche. In tal caso le vincite, computate dall'apparecchio e dal congegno, in modo non predeterminabile, su un ciclo complessivo di 7.000 partite, devono risultare non inferiori al 90 per cento delle somme giocate. In ogni caso tali apparecchi non possono riprodurre il gioco del poker o comunque anche in parte le sue regole fondamentali. 7. Si considerano, altres, apparecchi e congegni per il gioco lecito: a) quelli elettromeccanici privi di monitor attraverso i quali il giocatore esprime la sua abilit fisica, mentale o strategica, attivabili unicamente con l'introduzione di monete metalliche, di valore complessivo non superiore, per ciascuna partita, a un euro, che distribuiscono, direttamente e immediatamente dopo la conclusione della partita, premi consistenti in prodotti di piccola oggettistica, non convertibili in denaro o scambiabili con premi di diversa specie. In tal caso il valore complessivo di ogni premio non superiore a venti volte il costo della partita;

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b) quelli automatici, semiautomatici ed elettronici da trattenimento o da gioco di abilit che si attivano solo con l'introduzione di moneta metallica, di valore non superiore per ciascuna partita a 50 centesimi di euro, nei quali gli elementi di abilit o trattenimento sono preponderanti rispetto all'elemento aleatorio, che possono consentire per ciascuna partita, subito dopo la sua conclusione, il prolungamento o la ripetizione della partita, fino a un massimo di dieci volte. Dal 1 gennaio 2003, gli apparecchi di cui alla presente lettera possono essere impiegati solo se denunciati ai sensi dell'articolo 14-bis del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, e successive modificazioni, e se per essi sono state assolte le relative imposte. Dal 1 gennaio 2004, tali apparecchi non possono consentire il prolungamento o la ripetizione della partita e, ove non ne sia possibile la conversione in uno degli apparecchi per il gioco lecito, essi sono rimossi. Per la conversione degli apparecchi restano ferme le disposizioni di cui all'articolo 38 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e successive modificazioni; c) quelli, basati sulla sola abilit fisica, mentale o strategica, che non distribuiscono premi, per i quali la durata della partita pu variare in relazione all'abilit del giocatore e il costo della singola partita pu essere superiore a 50 centesimi di euro. 8. L'utilizzo degli apparecchi e dei congegni di cui al comma 6 vietato ai minori di anni 18. 9. Ferme restando le sanzioni previste dal codice penale per il gioco d'azzardo, chiunque procede all'installazione o comunque consente l'uso in luoghi pubblici o aperti al pubblico o in circoli ed associazioni di qualunque specie degli apparecchi e congegni di cui al comma 4 ovvero di apparecchi e congegni, diversi da quelli di cui al comma 4, non rispondenti alle caratteristiche e prescrizioni indicate nei commi 6 e 7, punito con l'ammenda da 4.000 a 40.000 euro. inoltre sempre disposta la confisca degli apparecchi e congegni, che devono essere distrutti. In caso di recidiva la sanzione raddoppiata. Con l'ammenda da 500 a 1.000 euro punito chiunque, gestendo apparecchi e congegni di cui al comma 6, ne consente l'uso in violazione del divieto posto dal comma 8. Fermo quanto previsto dall'articolo 86, nei confronti di chiunque procede alla distribuzione od installazione o comunque consente l'uso in luoghi pubblici o aperti al pubblico o in circoli ed associazioni di qualunque specie di apparecchi e congegni in assenza del nulla osta previsto dall'articolo 38 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e successive modificazioni, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 5.000 euro e pu, inoltre, essere disposta la confisca degli apparecchi e congegni. In caso di sequestro degli apparecchi, l'autorit procedente provvede a darne comunicazione all'amministrazione finanziaria. 10. Se l'autore degli illeciti di cui al comma 9 titolare di licenza per pubblico esercizio, la licenza sospesa per un periodo da uno a sei mesi e, in caso di recidiva ovvero di reiterazione delle violazioni ai sensi dell'articolo 8-bis della legge 24 novembre 1981, n. 689, revocata dal sindaco competente, con ordinanza motivata e con le modalit previste dall'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, e successive modificazioni. 11. Oltre a quanto previsto dall'articolo 100, il questore, quando sono riscontrate violazioni alle disposizioni concernenti gli apparecchi di cui al presente articolo, pu sospendere la licenza dell'autore degli illeciti, informandone l'autorit competente al rilascio, per un periodo non superiore a tre mesi. Il periodo di sospensione disposto a norma del presente comma computato nell'esecuzione della sanzione accessoria.

Regio Decreto 6 maggio 1940, n. 635


" Regolamento per l'esecuzione del Testo Unico 18 giugno 1931, n. 773 delle Leggi di Pubblica Sicurezza "

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159
Gli enti collettivi e i circoli privati autorizzati alla minuta vendita di bevande alcooliche ai propri soci, a termini dell'art. 86 della Legge, possono esercitare la vendita al pubblico senza bisogno di altra licenza. L'autorizzazione in ogni caso rilasciata a chi abbia la legale rappresentanza degli enti o dei circoli e in tale sua qualit.

Art. 180
I pubblici esercenti debbono tenere esposte nel locale dell'esercizio, in luogo visibile al pubblico, la licenza e l'autorizzazione e la tariffa dei prezzi. Hanno pure l'obbligo di tenere in luogo visibile al pubblico l'elenco delle bevande alcoliche indicate nell'art. 89 della Legge che trovansi in vendita nell'esercizio, nonch la riproduzione a stampa degli artt. 96, 97 e 101 della Legge e 173 176 a 181 e 186 del presente regolamento.

Art. 194
Nei pubblici esercizi non sono permessi i giuochi, ove non ne sia stata data espressa autorizzazione.

Art. 195
La tabella dei giuochi proibiti, prescritta dall'art. 110 della Legge, deve essere tenuta esposta in luogo visibile nell'esercizio. In deroga a quanto previsto dall'art. 110, primo comma, della Legge, la vidimazione e' effettuata dal Sindaco o suo delegato, in ottemperanza agli elenchi dei giochi vietati, oltre a quelli d'azzardo, stabiliti dal Questore o, se si tratta di giochi in uso in tutto lo Stato, dal Ministero dell'Interno. Nelle sale di bigliardo deve essere tenuta costantemente a disposizione dei giuocatori la relativa tariffa.

CREDITO SPORTIVO
LEGGE 24DICEMBRE1957, n. 1295(GUn.009del13/01/1958) COSTITUZIONE DI UN ISTITUTO PER IL CREDITO SPORTIVO CON SEDE IN ROMA.

art. 1. E istituito listituto per il credito sportivo, ente di diritto pubblico con personalit giuridica e gestione autonoma. Listituto ha sede legale in roma. art. 2. il patrimonio dellistituto costituito: a) dal fondo di dotazione di lire 500 milioni da versarsi per lire 250 milioni dal comitato olimpico nazionale italiano (c.o.n.i.) e per lire 250 milioni dalla banca nazionale del lavoro; b) da un fondo di garanzia di lire 2500 milioni, da conferirsi dal c.o.n.i.; c) dalla riserva ordinaria di cui allart. 13; d) da eventuali riserve straordinarie. il fondo di dotazione dellistituto pu essere aumentato con versamenti di quote non inferiori a lire 100 milioni conferite anche da altri partecipanti. 225

tanto i nuovi conferimenti quanto i trasferimenti delle quote gi conferite devono essere approvati dal consiglio di amministrazione dellistituto. art. 3. listituto esercita, sotto forma di mutui a medio e lungo termine, il credito a favore di enti pubblici locali e di altri enti pubblici che, in base a progetti approvati ai sensi di legge, sentito il parere tecnico del c.o.n.i., intendano costruire, ampliare, attrezzare e migliorare impianti sportivi. i mutui saranno assistiti da garanzie mobiliari ed immobiliari oppure da delegazioni su imposte, sovrimposte e tributi permanenti che gli enti richiedenti i mutui siano autorizzati per legge ad esigere con le norme stabilite per la riscossione delle imposte dirette ed a cederle. art. 4. listituto provvede alla concessione del credito: a) con il fondo di dotazione; b) con il fondo di garanzia; c) con la riserva ordinaria e con le riserve straordinarie; d) con eventuali anticipazioni degli enti partecipanti; e) con lemissione di obbligazioni per un importo massimo pari a tre volte quello del patrimonio formato ai sensi dellart. 2. art. 5. listituto pu concedere contributi agli interessi sui mutui anche se accordati da altre aziende di credito per le finalit della presente legge, con le disponibilit di un fondo speciale da costituire presso listituto medesimo e da alimentarsi con il versamento da parte del c.o.n.i dellaliquota dell1 per cento calcolata sugli incassi lordi dei concorsi pronostici a norma dellart. 6 del decreto legislativo 14 aprile 1948, n. 496, nonch con limporto dei premi dei concorsi medesimi colpiti da decadenza sia anteriormente che posteriormente alla costituzione dellistituto. art. 6. tanto i mutui di cui allart. 3 quanto i contributi di cui allart. 5 saranno concessi, con preferenza, agli enti locali delle zone depresse carenti di impianti sportivi. ai fini della presente legge si intendono depresse le zone nelle quali autorizzata ad operare la cassa per opere straordinarie di pubblico interesse nellitalia meridionale (cassa per il mezzogiorno), istituita con legge 10 agosto 1950, n. 646, nonch, per le rimanenti regioni ditalia, i comuni considerati montani ai sensi della legge 25 luglio 1952, n. 991, e quelli che, ad altri effetti, siano stati riconosciuti similari ai comuni del mezzogiorno. art. 7. sono organi dellistituto: a) il presidente; b) il consiglio di amministrazione; c) il collegio dei sindaci. art. 8. il consiglio di amministrazione dellistituto, al quale compete anche la concessione dei contributi di cui allart. 5, composto; dal presidente; da tre membri designati rispettivamente dal presidente del consiglio dei ministri, dal ministro per il tesoro e dal ministro per le finanze; da due membri designati dalla giunta esecutiva del c.o.n.i.; da due membri designati dalla banca nazionale del lavoro; da un membro nominato dagli altri partecipanti, per ogni 500 milioni di quote da essi conferite. il presidente del consiglio di amministrazione nominato con decreto del presidente del consiglio dei ministri di concerto con il ministro per il tesoro, sentiti il c. o. n. i. ed il comitato interministeriale per il credito ed il risparmio. i consiglieri sono nominati con decreto del presidente del consiglio dei ministri di concerto con il ministro per il tesoro. il consiglio di amministrazione dura in carica quattro anni. nella prima fase di attuazione della presente legge, il consiglio di amministrazione scadr con lapprovazione del bilancio dellesercizio 1960. art. 9. il collegio sindacale dellistituto composto di cinque membri effettivi e due supplenti, nominati con decreto del presidente del consiglio dei ministri, di concerto col ministro per il tesoro, designati rispettivamente: 226

uno effettivo e uno supplente dal presidente del consiglio dei ministri; uno effettivo e uno supplente dal ministro per il tesoro; uno effettivo dal ministro per le finanze; uno effettivo dalla banca nazionale del lavoro; uno effettivo dal comitato olimpico nazionale italiano. il collegio sindacale presieduto dal sindaco effettivo designato dal presidente del consiglio dei ministri. i sindaci durano in carica per quattro anni ed esercitano le loro funzioni secondo le norme del codice civile. ai sindaci si applica il disposto dellultimo comma dellart. 8. art. 10. il bilancio annuale dellistituto si chiude il 31 dicembre ed approvato, entro i quattro mesi successivi, dal consiglio di amministrazione. art. 11. il bilancio dellistituto, con un elenco dei mutui concessi annualmente, deve essere allegato allo stato di previsione del ministero del tesoro, presentato al parlamento. art. 12. lattivit e lordinamento dellistituto saranno regolati dallo statuto da predisporsi dal consiglio di amministrazione e da approvarsi, sentito il comitato interministeriale per il credito ed il risparmio, con decreto del ministro per il tesoro, di concerto con il ministro per le finanze. art. 13. gli utili netti di bilancio saranno assegnati, per una quota non inferiore al 30 per cento, alla riserva ordinaria. il residuo avr la destinazione che verr stabilita nello statuto. art. 14. listituto sottoposto a vigilanza in conformit alle disposizioni del regio decreto-legge 12 marzo 1936, n. 375 e successive modificazioni ed integrazioni, nonch del decreto legislativo 23 agosto 1946, n. 370. art. 15. le operazioni creditizie in carico alla banca nazionale del lavoro per la gestione speciale del credito sportivo sono trasferite di diritto allistituto per il credito sportivo. sono altres trasferiti allistituto stesso i diritti, i privilegi e le facolt spettanti alla banca nazionale del lavoro relativamente alle operazioni suddette. i pubblici uffici sono autorizzati ad annotare, a richiesta della banca nazionale del lavoro e dellistituto per il credito sportivo, il trasferimento a favore di questo delle garanzie costituite a favore della banca nazionale del lavoro in relazione alle operazioni di cui al precedente comma. le operazioni relative alla esecuzione del presente articolo sono esenti da ogni tributo. la presente legge, munita del sigillo dello stato, sar inserta nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della repubblica italiana. fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello stato

ISTITUZIONE E DISCIPLINA DELLIMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO (Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n. 633 e successive modificazioni ed integrazioni 4. Esercizio di imprese. 1. Per esercizio di imprese si intende lesercizio per professione abituale, ancorch non esclusiva, delle attivit commerciali o agricole di cui agli articoli 2135 e 2195 del codice civile, anche se non organizzate in forma di impresa, nonch lesercizio di attivit, organizzate in forma dimpresa, dirette alla prestazione di servizi che non rientrano nellarticolo 2195 del codice civile . 2. Si considerano in ogni caso effettuate nellesercizio di imprese: 1) le cessioni di beni e le prestazioni di servizi fatte dalle societ in nome collettivo e in accomandita semplice, dalle societ per azioni e in accomandita per azioni, dalle societ a responsabilit limitata, dalle societ cooperative, di mutua assicurazione e di armamento, dalle societ estere di cui allart. 2507 del codice civile e dalle societ di fatto;

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2) le cessioni di beni e le prestazioni di servizi fatte da altri enti pubblici e privati, compresi i consorzi, le associazioni o altre organizzazioni senza personalit giuridica e le societ semplici, che abbiano per oggetto esclusivo o principale lesercizio di attivit commerciali o agricole. 3. Si considerano effettuate in ogni caso nellesercizio di imprese, a norma del precedente comma, anche le cessioni di beni e le prestazioni di servizi fatte dalle societ e dagli enti ivi indicati ai propri soci, associati o partecipanti. 4. Per gli enti indicati al n. 2) del secondo comma, che non abbiano per oggetto esclusivo o principale lesercizio di attivit commerciali o agricole, si considerano effettuate nellesercizio di imprese soltanto le cessioni di beni e le prestazioni di servizi fatte nellesercizio di attivit commerciali o agricole. Si considerano fatte nellesercizio di attivit commerciali anche le cessioni di beni e le prestazioni di servizi ai soci, associati o partecipanti verso pagamento di corrispettivi specifici, o di contributi supplementari determinati in funzione delle maggiori o diverse prestazioni alle quali danno diritto, ad esclusione di quelle effettuate in conformit alle finalit istituzionali da associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona anche se rese nei confronti di associazioni che svolgono la medesima attivit e che per legge, regolamento o statuto fanno parte di una unica organizzazione locale o nazionale, nonch dei rispettivi soci, associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali. [Per le cessioni di beni e le prestazioni di servizio effettuate da associazioni culturali o sportive costituite ai sensi dellarticolo 36 del codice civile, la disposizione si applica nei confronti degli associati o partecipanti minori det e, per i maggiorenni, a condizione che questi abbiano il diritto di voto per lapprovazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi dellassociazione ed abbiano diritto a ricevere, nei casi di scioglimento della medesima, una quota del patrimonio sociale, se questo non destinato a finalit di utilit generale] . 5. Agli effetti delle disposizioni di questo articolo sono considerate in ogni caso commerciali, ancorch esercitate da enti pubblici, le seguenti attivit: a) cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita, escluse le pubblicazioni delle associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extrascolastica della persona cedute prevalentemente ai propri associati; b) erogazione di acqua, gas, energia elettrica e vapore ; c) gestione di fiere ed esposizioni a carattere commerciale; d) gestione di spacci aziendali, gestione di mense e somministrazione di pasti; e) trasporto e deposito di merci; f) trasporto di persone; g) organizzazione di viaggi e soggiorni turistici; prestazioni alberghiere o di alloggio; h) servizi portuali e aeroportuali; i) pubblicit commerciale; l) telecomunicazioni e radiodiffusioni circolari. Non sono invece considerate attivit commerciali: - le operazioni relative alloro e alle valute estere, compresi i depositi anche in conto corrente, di cui siano parti la Banca dItalia, lUfficio italiano dei cambi o le banche agenti; - la gestione, da parte delle amministrazioni militari o dei corpi di polizia, di mense e spacci riservati al proprio personale ed a quello dei Ministeri da cui dipendono, ammesso ad usufruirne per particolari motivi inerenti al servizio; - la prestazione alle imprese consorziate o socie, da parte di consorzi o cooperative, di garanzie mutualistiche e di servizi concernenti il controllo qualitativo dei prodotti, compresa lapplicazione di marchi di qualit; le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate in occasione di manifestazioni propagandistiche dai partiti politici rappresentati nelle Assemblee nazionali e regionali ; 228

le cessioni di beni e prestazioni di servizi poste in essere dalla Presidenza della Repubblica, dal Senato della Repubblica, dalla Camera dei deputati e dalla Corte costituzionale, nel perseguimento delle proprie finalit istituzionali; - le prestazioni sanitarie soggette al pagamento di quote di partecipazione alla spesa sanitaria erogate dalle unit sanitarie locali e dalle aziende ospedaliere del Servizio sanitario nazionale. Non sono considerate, inoltre, attivit commerciali, anche in deroga al secondo comma: a) il possesso e la gestione di unit immobiliari classificate o classificabili nella categoria catastale A e le loro pertinenze, ad esclusione delle unit classificate o classificabili nella categoria catastale A10, di unit da diporto, di aeromobili da turismo o di qualsiasi altro mezzo di trasporto ad uso privato, di complessi sportivi o ricreativi, compresi quelli destinati allormeggio, al ricovero e al servizio di unit da diporto, da parte di societ o enti, qualora la partecipazione ad essi consenta, gratuitamente o verso un corrispettivo inferiore al valore normale, il godimento, personale, o familiare dei beni e degli impianti stessi, ovvero quando tale godimento sia conseguito indirettamente dai soci o partecipanti, alle suddette condizioni, anche attraverso la partecipazione ad associazioni, enti o altre organizzazioni; b) il possesso, non strumentale n accessorio ad altre attivit esercitate, di partecipazioni o quote sociali, di obbligazioni o titoli similari, costituenti immobilizzazioni, al fine di percepire dividendi, interessi o altri frutti, senza strutture dirette ad esercitare attivit finanziaria, ovvero attivit di indirizzo, di coordinamento o altri interventi nella gestione delle societ partecipate . 6. Per le associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui allarticolo 3, comma 6, lettera e), della legge 25 agosto 1991, n. 287, le cui finalit assistenziali siano riconosciute dal Ministero dellinterno, non si considera commerciale, anche se effettuata verso pagamento di corrispettivi specifici, la somministrazione di alimenti e bevande effettuata, presso le sedi in cui viene svolta lattivit istituzionale, da bar ed esercizi similari, semprech tale attivit sia strettamente complementare a quelle svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali e sia effettuata nei confronti degli stessi soggetti indicati nel secondo periodo del quarto comma . 7. Le disposizioni di cui ai commi quarto, secondo periodo, e sesto si applicano a condizione che le associazioni interessate si conformino alle seguenti clausole, da inserire nei relativi atti costitutivi o statuti redatti nella forma dellatto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata: a) divieto di distribuire anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonch fondi, riserve o capitale durante la vita dellassociazione, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge; b) obbligo di devolvere il patrimonio dellente, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altra associazione con finalit analoghe o ai fini di pubblica utilit, sentito lorganismo di controllo di cui allarticolo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e salvo diversa destinazione imposta dalla legge; c) disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalit associative volte a garantire leffettivit del rapporto medesimo, escludendo espressamente ogni limitazione in funzione della temporaneit della partecipazione alla vita associativa e prevedendo per gli associati o partecipanti maggiori det il diritto di voto per lapprovazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi dellassociazione; d) obbligo di redigere e di approvare annualmente un rendiconto economico e finanziario secondo le disposizioni statutarie; e) eleggibilit libera degli organi amministrativi, principio del voto singolo di cui allarticolo 2532, secondo comma, del codice civile, sovranit dellassemblea dei soci, associati o partecipanti e i criteri di loro ammissione ed esclusione, criteri e idonee forme di pubblicit delle convocazioni assembleari, delle relative deliberazioni, dei bilanci o rendiconti; ammesso il voto per corrispondenza per le associazioni il cui atto costitutivo, anteriore al 1 gennaio 1997, preveda tale modalit di voto ai sensi dellarticolo 2532, ultimo comma, del codice civile e semprech le stesse abbiano rilevanza a livello nazionale e siano prive di organizzazione a livello locale ; 229

f) intrasmissibilit della quota o contributo associativo ad eccezione dei trasferimenti a causa di morte e non rivalutabilit della stessa . 8. Le disposizioni di cui alle lettere c) ed e) del settimo comma non si applicano alle associazioni religiose riconosciute dalle confessioni con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, nonch alle associazioni politiche, sindacali e di categoria . 9. Le disposizioni sulla perdita della qualifica di ente non commerciale di cui allarticolo 111-bis del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, si applicano anche ai fini dellimposta sul valore aggiunto (ndr. escluse le associazioni sportive dilettantistiche art. 90, L. 289/02).

SCRITTURE CONTABILI ENTI NON COMMERCIALI D.P.R. 29-9-1973 n. 600


Disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi. Pubblicato nella Gazz. Uff. 16 ottobre 1973, n. 268, S.O. n. 1. Art. 20. Scritture contabili degli enti non commerciali. 1. Le disposizioni degli artt. 14, 15, 16, 17 e 18 si applicano, relativamente alle attivit commerciali eventualmente esercitate, anche agli enti soggetti allimposta sul reddito delle persone giuridiche che non hanno per oggetto esclusivo o principale lesercizio di attivit commerciali (15/e). 2. Indipendentemente alla redazione del rendiconto annuale economico e finanziario, gli enti non commerciali che effettuano raccolte pubbliche di fondi devono redigere, entro quattro mesi dalla chiusura dellesercizio, un apposito e separato rendiconto tenuto e conservato ai sensi dellarticolo 22, dal quale devono risultare, anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modo chiaro e trasparente, le entrate e le spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione indicate nellarticolo 108, comma 2-bis, lettera a), testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 (15/f). 3. Gli enti soggetti alla determinazione forfettaria del reddito ai sensi del comma 1 dellarticolo 109bis del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, che abbiano conseguito nellanno solare precedente ricavi non superiori a lire 30 milioni, relativamente alle attivit di prestazione di servizi, ovvero a lire 50 milioni negli altri casi, assolvono gli obblighi contabili di cui allarticolo 18, secondo le disposizioni di cui al comma 166 dellarticolo 3 della legge 23 dicembre 1996, n. 662 (15/g). Art. 20-bis. Scritture contabili delle organizzazioni non lucrative di utilit sociale. 1. Le organizzazioni non lucrative di utilit sociale (ONLUS) diverse dalle societ cooperative, a pena di decadenza di benefci fiscali per esse previsti, devono: a) in relazione allattivit complessivamente svolta, redigere scritture contabili cronologiche e sistematiche atte ad esprimere con compiutezza ed analiticit le operazioni poste in essere in ogni periodo di gestione, e rappresentare adeguatamente in apposito documento, da redigere entro quattro mesi dalla chiusura dellesercizio annuale, la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della organizzazione, distinguendo le attivit direttamente connesse da quelle istituzionali, con obbligo di conservare le stesse scritture e la relativa documentazione per un periodo non inferiore a quello indicato dallarticolo 22; b) in relazione alle attivit direttamente connesse tenere le scritture contabili previste dalle disposizioni di cui agli articoli 14, 15, 16 e 18; nellipotesi in cui lammontare annuale dei ricavi non sia superiore a lire 30 milioni, relativamente alle attivit di prestazione di servizi, ovvero a lire 50 milioni negli altri casi, gli adempimenti contabili possono essere assolti secondo le disposizioni di cui al comma 166 dellarticolo 3 della legge 23 dicembre 1996, n. 662. 230

2. Gli obblighi di cui al comma 1, lettera a), si considerano assolti qualora la contabilit consti del libro giornale e del libro degli inventari, tenuti in conformit alle disposizioni di cui agli articoli 2216 e 2217 del codice civile. 3. I soggetti richiamati al comma 1 che nellesercizio delle attivit istituzionali e connesse non abbiano conseguito in un anno proventi di ammontare superiore a lire 100 milioni, modificato annualmente secondo le modalit previste dallarticolo 1, comma 3, della legge 16 dicembre 1991, n. 398, possono tenere per lanno successivo, in luogo delle scritture contabili previste al primo comma, lettera a), il rendiconto delle entrate e delle spese complessive, nei termini e nei modi di cui allarticolo 20. 4. In luogo delle scritture contabili previste al comma 1, lettera a), le organizzazioni di volontariato iscritte nei registri istituiti dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi dellarticolo 6 della legge 11 agosto 1991, n. 266, le organizzazioni non governative riconosciute idonee ai sensi della legge 26 febbraio 1987, n. 49, possono tenere il rendiconto nei termini e nei modi di cui allarticolo 20. 5. Qualora i proventi superino per due anni consecutivi lammontare di due miliardi di lire, modificato annualmente secondo le modalit previste dallarticolo 1, comma 3, della legge 16 dicembre 1991, n. 398, il bilancio deve recare una relazione di controllo sottoscritta da uno o pi revisori iscritti nel registro dei revisori contabili . Art. 21. Scritture contabili dei sostituti dimposta. 1. I soggetti indicati nel terzo comma dellarticolo 13 devono indicare, per ciascun dipendente, nel libro matricola o in altri libri obbligatori tenuti ai sensi della vigente legislazione sul lavoro, le detrazioni di cui agli articoli 12 e 13 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, attribuite in base alla richiesta del dipendente effettuata a norma dellarticolo 23. 2. Le somme e i valori corrisposti a ciascun dipendente devono risultare dal libro paga o da documenti equipollenti tenuti ai sensi della vigente legislazione sul lavoro (16/a). Art. 22. Tenuta e conservazione delle scritture contabili. 1. Fermo restando quanto stabilito dal codice civile per il libro giornale e per il libro degli inventari e dalle leggi speciali per i libri e registri da esse prescritti, le scritture contabili di cui ai precedenti articoli ad eccezione delle scritture ausiliarie di cui alla lettera c) e alla lettera d) dellart. 14 e dei conti individuali di cui al secondo comma dellart. 21, devono essere tenute a norma dellart. 2219 e numerate e bollate a norma dellart. 2215 del codice stesso, in esenzione dai tributi di bollo e di concessioni governative. 2. La numerazione e la bollatura possono essere eseguite anche dagli uffici del registro. 3. Le registrazioni nelle scritture cronologiche e nelle scritture ausiliarie di magazzino devono essere eseguite non oltre sessanta giorni (16/b). 4. Le scritture contabili obbligatorie ai sensi del presente decreto, di altre leggi tributarie, del codice civile o di leggi speciali devono essere conservate fino a quando non siano definiti gli accertamenti relativi al corrispondente periodo dimposta, anche oltre il termine stabilito dallarticolo 2220 del codice civile o da altre leggi tributarie, salvo il disposto dellart. 2457 del detto codice. 5. Gli eventuali supporti meccanografici, elettronici e similari devono essere conservati fino a quando i dati contabili in essi contenuti non siano stati stampati sui libri e registri previsti dalle vigenti disposizioni di legge. 6. Lautorit adita in sede contenziosa pu limitare lobbligo di conservazione alle scritture rilevanti per la risoluzione della controversia in corso . 7. Fino allo stesso termine di cui al precedente comma devono essere conservati ordinatamente, per ciascun affare, gli originali delle lettere, dei telegrammi e delle fatture ricevuti e le copie delle lettere e dei telegrammi spediti e delle fatture emesse. 8. Con decreti del Ministro per le finanze potranno essere determinate modalit semplificative per la tenuta del registro dei beni ammortizzabili e del registro riepilogativo di magazzino, in considerazione delle caratteristiche dei vari settori di attivit . 231

Art. 28.comma 2. Ritenuta sui compensi per avviamento commerciale e sui contributi degli enti pubblici. 1. I soggetti indicati nel primo comma dellart. 23, quando corrispondono compensi per la perdita di avviamento in applicazione della legge 27 gennaio 1963, n. 19, devono operare allatto del pagamento una ritenuta del quindici per cento, con lobbligo di rivalsa, a titolo di acconto dellimposta sul reddito delle persone fisiche o dellimposta sul reddito delle persone giuridiche dovuta dal percipiente. 2. Le regioni, le province, i comuni, gli altri enti pubblici e privati devono operare una ritenuta del quattro per cento a titolo di acconto delle imposte indicate nel comma precedente e con obbligo di rivalsa sullammontare dei contributi corrisposti ad imprese, esclusi quelli per lacquisto dei beni strumentali.
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Disciplina delle locazioni di immobili urbani


lEGGE Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 29 luglio 1978, n. 211 TITOLO I Del contratto di locazione Capo I Locazione di immobili urbani adibiti ad uso di abitazione Art. 1 Durata della locazione La durata della locazione avente per oggetto immobili urbani per uso abitazione non pu essere inferiore a quattro anni. Se le parti hanno determinato una durata inferiore o hanno convenuto una locazione senza determinazione di tempo la durata si intende convenuta per quattro anni. Il disposto del comma precedente non si applica quando si tratti di locazioni stipulate per soddisfare esigenze abitative di natura transitoria. Art. 2 Disciplina della sublocazione Il conduttore non pu sublocare totalmente limmobile, n pu cedere ad altri il contratto senza il consenso del locatore. Salvo patto contrario il conduttore ha la facolt di sublocare parzialmente limmobile, previa comunicazione al locatore con lettera raccomandata che indichi la persona del subconduttore, la durata del contratto ed i vani sublocati. Art. 3 Rinnovazione tacita Il contratto si rinnova per un periodo di quattro anni se nessuna delle parti comunica allaltra, almeno sei mesi prima della scadenza, con lettera raccomandata, che non intende rinnovarlo. La stessa disciplina si applica ad ogni altra successiva scadenza. Art. 4 Recesso del conduttore in facolt delle parti consentire contrattualmente che il conduttore possa recedere in qualsiasi momento dal contratto dandone avviso al locatore, con lettera raccomandata, almeno sei mesi prima della data in cui il recesso deve avere esecuzione. Indipendentemente dalle previsioni contrattuali il conduttore, qualora ricorrano gravi motivi, Capo II Locazione di immobili urbani adibiti ad uso diverso da quello di abitazione Art. 27 Durata della locazione La durata delle locazioni e sublocazioni di immobili urbani non pu essere inferiore a sei anni se gli immobili sono adibiti ad una delle attivit appresso indicate: industriali, commerciali e artigianali; di interesse turistico comprese tra quelle di cui allarticolo 2 della legge 12 marzo 1968, n. 326. La disposizione di cui al comma precedente si applica anche ai contratti relativi ad immobili adibiti allesercizio abituale e professionale di qualsiasi attivit di lavoro autonomo. La durata della locazione non pu essere inferiore a nove anni se limmobile, anche se ammobiliato, adibito ad attivit alberghiere. Se convenuta una durata inferiore o non convenuta alcuna durata, la locazione si intende pattuita per la durata rispettivamente prevista nei commi precedenti. Il contratto di locazione pu essere stipulato per un periodo pi breve qualora lattivit esercitata o da esercitare 232

nellimmobile abbia, per sua natura, carattere transitorio. Se la locazione ha carattere stagionale, il locatore obbligato a locare limmobile, per la medesima stagione dellanno successivo, allo stesso conduttore che gliene abbia fatta richiesta con lettera raccomandata prima della scadenza del contratto. Lobbligo del locatore ha la durata massima di sei anni consecutivi o di nove se si tratta di utilizzazione alberghiera. in facolt delle parti consentire contrattualmente che il conduttore possa recedere in qualsiasi momento dal contratto dandone avviso al locatore, mediante lettera raccomandata, almeno sei mesi prima della data in cui il recesso deve avere esecuzione. Indipendentemente dalle previsioni contrattuali il conduttore, qualora ricorrano gravi motivi, pu recedere in qualsiasi momento dal contratto con preavviso di almeno sei mesi da comunicarsi con lettera raccomandata.

Art. 28 Rinnovazione del contratto. Per le locazioni di immobili nei quali siano esercitate le attivit indicate nei commi primo e secondo dellarticolo 27, il contratto si rinnova tacitamente di sei anni in sei anni, e per quelle di immobili adibiti ad attivit alberghiere, di nove anni in nove anni; tale rinnovazione non ha luogo se sopravviene disdetta da comunicarsi allaltra parte, a mezzo di lettera raccomandata, rispettivamente almeno 12 o 18 mesi prima della scadenza. Alla prima scadenza contrattuale, rispettivamente di sei o di nove anni, il locatore pu esercitare la facolt di diniego della rinnovazione soltanto per i motivi di cui allarticolo 29 con le modalit e i termini ivi previsti. pu recedere in qualsiasi momento dal contratto con preavviso di almeno sei mesi da comunicarsi con lettera raccomandata. Art. 42 Destinazione degli immobili a particolari attivit I contratti di locazione e sublocazione di immobili urbani adibiti ad attivit ricreative, assistenziali, culturali e scolastiche, nonch a sede di partiti o di sindacati, e quelli stipulati dallo Stato o da altri enti pubblici territoriali in qualit di conduttori, hanno la durata di cui al primo comma dellarticolo 27. A tali contratti si applicano le disposizioni degli articoli 32 e 41, nonch le disposizioni processuali di cui al titolo I capo III, ed il preavviso per il rilascio di cui allarticolo 28.

Norme per la tutela sanitaria delle attivit sportive non agonistiche


Decreto Ministero della Sanit 28 febbraio 1983 (Pubblicato sulla G.U. del 15/3/983 n. 72) Art. 1 Ai fini della tutela della salute devono essere sottoposti a controllo sanitario per la pratica di attivit sportive non agonistiche: a) gli alunni che svolgono attivit fisico sportive organizzate dagli organi scolastici nellambito delle attivit parascolastiche; b) coloro che svolgono attivit organizzate dal CONI, da societ sportive affiliate alle federazioni sportive nazionali o agli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI e che non siano considerati atleti agonisti ai sensi del decreto ministeriale 18 febbraio 1982; c) coloro che partecipano ai Giochi della Giovent, nelle fasi precedenti quella nazionale. Art. 2 Ai fini della pratica delle attivit sportive non agonistiche i soggetti di cui al precedente art. 1 devono sottoporsi, preventivamente e con periodicit annuale, a visita medica intesa ad accertare il loro stato di buona salute. In caso di motivato sospetto clinico, il medico ha facolt di richiedere accertamenti specialistici integrativi, rivolgendosi anche al personale sanitario e alle strutture di cui allart. 5, ultimo comma, della legge n. 33/80). 233

La certificazione di stato di buona salute riscontrato allatto della visita medica deve essere redatta in conformit al modello di cui allallegato l. Art. 3 La certificazione di cui al precedente art. 2 rilasciata ai propri assistiti dai medici di medicina generale e dai medici specialisti pediatri di libera scelta, a sensi dellart. 23 dei rispettivi accordi collettivi vigenti. Art. 4 Il presente decreto verr pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana

Concessioni e locazioni di beni immobili demaniali


LEGGE 11 luglio 1986, n. 390 Disciplina delle concessioni e delle locazioni di beni immobili demaniali e patrimoniali dello Stato in favore di enti o istituti culturali, degli enti pubblici territoriali, delle unit sanitarie locali, di ordini religiosi e degli enti ecclesiastici. Articolo 1 1. LAmministrazione finanziaria pu dare in concessione o locazione, per la durata di non oltre diciannove anni, beni immobili demaniali o patrimoniali dello Stato, non suscettibili anche temporaneamente di utilizzazione per usi governativi: a) a istituzioni culturali indicate nella tabella emanata con il decreto del Presidente della Repubblica 6 novembre 1984, n. 834; b) a enti pubblici, indicati con decreto del Ministro delle finanze, da emanarsi sentito il Ministro per i beni culturali e ambientali, che fruiscono di contributi ordinari previsti dalle vigenti disposizioni e che perseguono esclusivamente fini di rilevante interesse culturale; b-bis) ad associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale e regionali; c) ad altri enti o istituti o a fondazioni o associazioni riconosciute, istituiti o costituiti successivamente data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del predetto decreto, che perseguono esclusivamente fini di rilevante interesse culturale e svolgono, in relazione a tali fini, attivit sulla base di un programma almeno triennale; c-bis) alle cooperative sociali, alle associazioni di volontariato ed alle associazioni di promozione sociale che perseguono rilevanti finalit culturali o umanitarie. Le concessioni e le locazioni sono rispettivamente assentite e stipulate per un canone ricognitorio annuo non inferiore a lire centomila e non superiore al 10 per cento di quello determinato, sentito il competente ufficio tecnico erariale, sulla base dei valori in comune commercio. Gli immobili devono essere destinati a sede dei predetti soggetti o essere utilizzati per lo svolgimento delle loro attivit istituzionali o statutarie. 2. Le concessioni e le locazioni di cui al comma precedente devono prevedere la assunzione, da parte del concessionario o locatario, degli oneri della manutenzione ordinaria e straordinaria, salvo, per questultima, che lo Stato ritenga necessario provvedervi direttamente, nonch degli oneri, delle contribuzioni e degli obblighi di qualsiasi natura gravanti sullimmobile. Qualora limmobile oggetto della concessione faccia parte del demanio artistico, storico o archeologico, le opere di ordinaria e straordinaria manutenzione devono essere eseguite secondo le prescrizioni delle competenti sovrintendenze. 3. Con decreto del Ministro delle finanze nominata una commissione composta da due rappresentanti del Ministero delle finanze, di cui uno appartenente alla Direzione generale del demanio che la presiede, da un rappresentante del Ministero del tesoro e da due rappresentanti del Ministero per i beni culturali e ambientali. La commissione esamina le richieste diconcessione o locazione tenendo in particolare conto quelle presentate da soggetti che curano le raccolte museali, bibliografiche, 234

archivistiche e scientifiche. Qualora proponga laccoglimento di tali richieste in considerazione della rilevanza dellattivit concretamente svolta, la commissione indica lammontare del canone, entro i limiti di cui al comma 1, avuto anche riguardo alla entit delle opere di manutenzione straordinaria che il richiedente si impegna ad eseguire. 4. Nel caso di richiesta di utilizzazione di una porzione dellimmobile per finalit diverse da quelle di cui al comma 1, deve essere corrisposto, per lutilizzo di tale porzione, un distinto canone determinato, sentito il competente ufficio tecnico erariale, sulla base dei valori in comune commercio. 5. La concessione revocata e la locazione risolta per sopravvenuta necessit di utilizzazione dei beni per usi governativi. 6. Lutilizzo dei beni per fini diversi da quelli per i quali stata assentita la concessione o stipulata la locazione, ne determina rispettivamente la decadenza o la risoluzione. Gli stessi effetti sono prodotti dalla violazione del divieto di subconcessione o sublocazione ovvero dal mancato pagamento del canone. 7. Le disposizioni dei commi precedenti si applicano anche alle concessioni, a favore di ordini religiosi, di immobili statali che fanno parte del demanio artistico, storico o archeologico, anche ai fini della loro custodia, costituenti abbazie, certose e monasteri, per lesercizio esclusivo di attivit religiosa, di assistenza, di beneficenza o comunque connessa con le prescrizioni di regole monastiche. Articolo 2 1. I rapporti tra lo Stato e le aziende autonome statali prive di personalit giuridica, in materia di utilizzazione di beni immobili, sono reciprocamente regolati a norma del secondo comma dellarticolo 1 del regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440. 2. Con decreto del Ministro delle finanze sono stabiliti i criteri e le modalit per la concessione o la locazione di beni immobili demaniali o patrimoniali dello Stato in favore di enti pubblici territoriali, ivi compresi gli Enti Parco nazionali, delle unit sanitarie locali, nonch di enti ecclesiastici, civilmente riconosciuti, della Chiesa cattolica e delle altre confessioni religiose i cui rapporti con lo Stato siano regolati per legge sulla base delle intese di cui allarticolo 8 dellaCostituzione. Alle concessioni e alle locazioni si applicano le disposizioni del comma 1 dellarticolo precedente per quanto riguarda la durata e lammontare del canone annuo ricognitorio, nonch le disposizioni dei commi 2, 4, 5 e 6 dello stesso articolo. Articolo 3 1. Alle concessioni assentite e alle locazioni stipulate a norma degli articoli precedenti si applicano, salvo quanto previsto nella presente legge, le disposizioni del regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440, concernente lamministrazione del patrimonio e la contabilit generale dello Stato, e del relativo regolamento di esecuzione approvato con il regio decreto 23 maggio 1924, n. 827, nonch quelle del decreto ministeriale 24 agosto 1940, n. 2984, di approvazione delle istruzioni generali sui servizi del Provveditorato generale dello Stato. 2. Restano ferme le disposizioni di legge che prevedono, in favore dei soggetti di cui agli articoli precedenti, lutilizzazione gratuita di beni immobili demaniali o patrimoniali dello Stato. Articolo 4 1. Le disposizioni dellarticolo 1 concernenti lammontare del canone annuo ricognitorio si applicano alle utilizzazioni da parte dei soggetti indicati nei precedenti articoli 1 e 2, in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, per le quali alla stessa data non sono stati posti in essere i relativi atti di concessione o locazione, ferme rimanendo acquisite allerario le somme gi corrisposte a titolo di indennit di occupazione per importi superiori a quello determinato con i criteri previsti dalla presente legge. 1-bis. Il canone ricognitorio annuo si applica per i periodi di utilizzazione precedenti la data di entrata in vigore della presente legge, anche nellipotesi in cui sia stato accertato, con provvedimento giurisdizionale passato in giudicato, lobbligo del pagamento di somme superiori, secondo la disciplina anteriormente vigente. 235

Testo unico delle imposte sui redditi


TUIR Dpr. 22 dicembre 1986 n. 917 - Approvazione del testo unico delle imposte sui redditi ART. 67. Redditi diversi omissis m) le indennit di trasferta, i rimborsi forfetari di spesa, i premi e i compensi erogati nellesercizio diretto di attivit sportive dilettantistiche dal CONI, dalle Federazioni sportive nazionali, dallUnione Nazionale per lIncremento delle Razze Equine (UNIRE), dagli enti di promozione sportiva e da qualunque organismo, comunque denominato, che persegua finalit sportive dilettantistiche e che da essi sia riconosciuto. Tale disposizione si applica anche ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di carattere amministrativo-gestionale di natura non professionale resi in favore di societ e associazioni sportive dilettantistiche e di cori, bande e filodrammatiche da parte del direttore e dei collaboratori tecnici; ART. 69 Premi, vincite ed indennit 1. I premi e le vincite di cui alla lettera d) del comma 1 dellarticolo 67 costituiscono reddito per lintero ammontare percepito nel periodo di imposta, senza alcuna deduzione. 2. Le indennit, i rimborsi forfettari, i premi e i compensi di cui alla lettera m) del comma 1 dellarticolo 67 non concorrono a formare il reddito per un importo non superiore complessivamente nel periodo dimposta a 7.500 euro. Non concorrono, altres, a formare il reddito i rimborsi di spese documentate relative al vitto, allalloggio, al viaggio e al trasporto sostenute in occasione di prestazioni effettuate fuori dal territorio comunale. Art. 73 Soggetti passivi 1.Sono soggetti allimposta sul reddito delle societ: a) le societ per azioni e in accomandita per azioni, le societ a responsabilit limitata, le societ cooperative e le societ di mutua assicurazione residenti nel territorio dello Stato; b) gli enti pubblici e privati diversi dalle societ, residenti nel territorio dello Stato, che hanno per oggetto esclusivo o principale lesercizio di attivit commerciali; c) gli enti pubblici e privati diversi dalle societ, residenti nel territorio dello Stato, che non hanno per oggetto esclusivo o principale lesercizio di attivit commerciali; d) le societ e gli enti di ogni tipo, con o senza personalit giuridica, non residenti nel territorio dello Stato. 2. Tra gli enti diversi dalle societ, di cui alle lettere b) e c) del comma 1, si comprendono, oltre alle persone giuridiche, le associazioni non riconosciute, i consorzi e le altre organizzazioni non appartenenti ad altri soggetti passivi, nei confronti delle quali il presupposto dellimposta si verifica in modo unitario e autonomo. Tra le societ e gli enti di cui alla lettera d) del comma 1 sono comprese anche le societ e le associazioni indicate nellarticolo 5. 3. Ai fini delle imposte sui redditi si considerano residenti le societ e gli enti che per la maggior parte del periodo di imposta hanno la sede legale o la sede dellamministrazione o loggetto principale nel territorio dello Stato. 4. Loggetto esclusivo o principale dellente residente determinato in base alla legge, allatto costitutivo o allo statuto, se esistenti in forma di atto pubblico o di scrittura privata autenticata o registrata. Per oggetto principale si intende lattivit essenziale per realizzare direttamente gli scopi primari indicati dalla legge, dallatto costitutivo o dallo statuto. 5. In mancanza dellatto costitutivo o dello statuto nelle predette forme, loggetto principale dellente residente determinato in base allattivit effettivamente esercitata nel territorio Capo III - Enti non commerciali residenti Articolo 143 Reddito complessivo 236

1. Il reddito complessivo degli enti non commerciali di cui alla lettera c) del comma 1 dellarticolo 73 formato dai redditi fondiari, di capitale, di impresa e diversi, ovunque prodotti e quale ne sia la destinazione, ad esclusione di quelli esenti dallimposta e di quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o ad imposta sostitutiva. Per i medesimi enti non si considerano attivit commerciali le prestazioni di servizi non rientranti nellarticolo 2195 del codice civile rese in conformit alle finalit istituzionali dellente senza specifica organizzazione e verso pagamento di corrispettivi che non eccedono i costi di diretta imputazione. 2. Il reddito complessivo determinato secondo le disposizioni dellarticolo 8. 3. Non concorrono in ogni caso alla formazione del reddito degli enti non commerciali di cui alla lettera c) del comma 1 dellarticolo 73: a) i fondi pervenuti ai predetti enti a seguito di raccolte pubbliche effettuate occasionalmente, anche mediante offerte di beni di modico valore o di servizi ai sovventori, in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione; b) i contributi corrisposti da Amministrazioni pubbliche ai predetti enti per lo svolgimento convenzionato o in regime di accreditamento di cui allarticolo 8, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, come sostituito dallarticolo 9, comma 1, lettera g), del decreto legislativo 7 dicembre 1993, n. 517, di attivit aventi finalit sociali esercitate in conformit ai fini istituzionali degli enti stessi. Articolo 144 Determinazione dei redditi 1. I redditi e le perdite che concorrono a formare il reddito complessivo degli enti non commerciali sono determinati distintamente per ciascuna categoria in base al risultato complessivo di tutti i cespiti che vi rientrano. Si applicano, se nel presente capo non diversamente stabilito, le disposizioni del titolo I relative ai redditi delle varie categorie. Per i redditi derivanti da immobili locati non relativi allimpresa si applicano comunque le disposizioni dellarticolo 90, comma 1, ultimo periodo (1). 2. Per lattivit commerciale esercitata gli enti non commerciali hanno lobbligo di tenere la contabilit separata. 3. Per lindividuazione dei beni relativi allimpresa si applicano le disposizioni di cui allarticolo 65, commi 1 e 3-bis. 4. Le spese e gli altri componenti negativi relativi a beni e servizi adibiti promiscuamente allesercizio di attivit commerciali e di altre attivit, sono deducibili per la parte del loro importo che corrisponde al rapporto tra lammontare dei ricavi e altri proventi che concorrono a formare il reddito dimpresa e lammontare complessivo di tutti i ricavi e proventi; per gli immobili utilizzati promiscuamente deducibile la rendita catastale o il canone di locazione anche finanziaria per la parte del loro ammontare che corrisponde al predetto rapporto. 5. Per gli enti religiosi di cui allarticolo 26 della legge 20 maggio 1985, n. 222, che esercitano attivit commerciali, le spese relative allopera prestata in via continuativa dai loro membri sono determinate con i criteri ivi previsti. 6. Gli enti soggetti alle disposizioni in materia di contabilit pubblica sono esonerati dallobbligo di tenere la contabilit separata qualora siano osservate le modalit previste per la contabilit pubblica obbligatoria tenuta a norma di legge dagli stessi enti. (1) Periodo aggiunto dal comma 1 dellarticolo 7 del Dl 203/2005 come convertito dalla legge 248/2005, con la decorrenza indicata nel comma 2 dello stesso articolo. Articolo 145 Regime forfetario degli enti non commerciali 1. Fatto salvo quanto previsto, per le associazioni sportive dilettantistiche, dalla legge 16 dicembre 1991, n. 398, e, per le associazioni senza scopo di lucro e per le pro-loco, dallarticolo 9-bis del decreto-legge 30 dicembre 1991, n. 417, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 1962, n. 66, gli enti non commerciali ammessi alla contabilit semplificata ai sensi dellarticolo 18 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, possono optare per la determinazione forfetaria del reddito dimpresa, applicando allammontare dei ricavi conseguiti nellesercizio di attivit commerciali il coefficiente di redditivit corrispondente alla classe di appartenenza secondo la tabella seguente ed aggiungendo lammontare dei componenti positivi del reddito di cui agli articoli 237

86, 88, 89 e 90: a) attivit di prestazioni di servizi: 1) fino a lire 30.000.000, coefficiente 15 per cento; 2) da lire 30.000.001 a lire 360.000.000, coefficiente 25 per cento; b) altre attivit: 1) fino a lire 50.000.000, coefficiente 10 per cento; 2) da lire 50.000.001 a lire 1.000.000.000, coefficiente 15 per cento. 2. Per i contribuenti che esercitano contemporaneamente prestazioni di servizi ed altre attivit il coefficiente si determina con riferimento allammontare dei ricavi relativi allattivit prevalente. In mancanza della distinta annotazione dei ricavi si considerano prevalenti le attivit di prestazioni di servizi. 3. Il regime forfetario previsto nel presente articolo si estende di anno in anno qualora i limiti indicati al comma 1 non vengano superati. 4. Lopzione esercitata nella dichiarazione annuale dei redditi ed ha effetto dallinizio del periodo dimposta nel corso del quale esercitata fino a quando non revocata e comunque per un triennio. La revoca dellopzione effettuata nella dichiarazione annuale dei redditi ed ha effetto dallinizio del periodo dimposta nel corso del quale la dichiarazione stessa presentata. 5. Gli enti che intraprendono lesercizio dimpresa commerciale esercitano lopzione nella dichiarazione da presentare ai sensi dellarticolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni. Articolo 146 Oneri deducibili 1. Dal reddito complessivo si deducono, se non sono deducibili nella determinazione del reddito dimpresa che concorre a formarlo, gli oneri indicati alle lettere a), f) e g) del comma 1 dellarticolo 10. In caso di rimborso degli oneri dedotti ai sensi del presente articolo, le somme corrispondenti concorrono a formare il reddito complessivo del periodo di imposta nel quale lente ha conseguito i rimborso. Articolo 147 Detrazione dimposta per oneri 1. Dallimposta lorda si detrae, fino alla concorrenza del suo ammontare, un importo pari al 19 per cento degli oneri indicati alle lettere a), g), h), h-bis), i), i-bis) e i-quater) del comma 1 dellarticolo 15. La detrazione spetta a condizione che i predetti oneri non siano deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formare il reddito complessivo. In caso di rimborso degli oneri per i quali si fruito della detrazione limposta dovuta per il periodo nel quale lente ha conseguito il rimborso aumentata di un importo pari al 22 per cento dellonere rimborsato. Articolo 148 Enti di tipo associativo 1. Non considerata commerciale lattivit svolta nei confronti degli associati o partecipanti, in conformit alle finalit istituzionali, dalle associazioni, dai consorzi e dagli altri enti non commerciali di tipo associativo. Le somme versate dagli associati o partecipanti a titolo di quote o contributi associativi non concorrono a formare il reddito complessivo. 2. Si considerano tuttavia effettuate nellesercizio di attivit commerciali, salvo il disposto del secondo periodo del comma 1 dellarticolo 143, le cessioni di beni e le prestazioni di servizi agli associati o partecipanti verso pagamento di corrispettivi specifici, compresi i contributi e le quote supplementari determinati in funzione delle maggiori o diverse prestazioni alle quali danno diritto. Detti corrispettivi concorrono alla formazione del reddito complessivo come componenti del reddito di impresa o come redditi diversi secondo che le relative operazioni abbiano carattere di abitualit o di occasionalit. 3. Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona non si considerano commerciali le attivit svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attivit e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di ununica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali, nonch le cessioni anche a terzi di proprie 238

pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati. 4. La disposizione del comma 3 non si applica per le cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita, per le somministrazioni di pasti, per le erogazioni di acqua, gas, energia elettrica e vapore, per le prestazioni alberghiere, di alloggio, di trasporto e di deposito e per le prestazioni di servizi portuali e aeroportuali n per le prestazioni effettuate nellesercizio delle seguenti attivit: a) gestione di spacci aziendali e dimense; b) organizzazione di viaggi e soggiorni turistici; c) gestione di fiere ed esposizioni a carattere commerciale; d) pubblicit commerciale; e) telecomunicazioni e radiodiffusioni circolari. 5. Per le associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui allarticolo 3, comma 6, lettera e), della legge 25 agosto 1991, n. 287, le cui finalit assistenziali siano riconosciute dal Ministero dellinterno, non si considerano commerciali, anche se effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici, la somministrazione di alimenti e bevande effettuata, presso le sedi in cui viene svolta lattivit istituzionale, da bar ed esercizi similari e lorganizzazione di viaggi e soggiorni turistici, semprech le predette attivit siano strettamente complementari a quelle svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali e siano effettuate nei confronti degli stessi soggetti indicati nel comma 3. 6. Lorganizzazione di viaggi e soggiorni turistici di cui al comma 5 non considerata commerciale anche se effettuata da associazioni politiche, sindacali e di categoria, nonch da associazioni riconosciute dalle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, semprech sia effettuata nei confronti degli stessi soggetti indicati nel comma 3. 7. Per le organizzazioni sindacali e di categoria non si considerano effettuate nellesercizio di attivit commerciali le cessioni delle pubblicazioni, anche in deroga al limite di cui al comma 3, riguardanti i contratti collettivi di lavoro, nonch lassistenza prestata prevalentemente agli iscritti, associati o partecipanti in materia di applicazione degli stessi contratti e di legislazione sul lavoro, effettuate verso pagamento di corrispettivi che in entrambi i casi non eccedano i costi di diretta imputazione. 8. Le disposizioni di cui ai commi 3, 5, 6 e 7 si applicano a condizione che le associazioni interessate si conformino alle seguenti clausole, da inserire nei relativi atti costitutivi o statuti redatti nella forma dellatto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata: a) divieto di distribuire anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonch fondi, riserve o capitale durante la vita dellassociazione, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge; b) obbligo di devolvere il patrimonio dellente, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altra associazione con finalit analoghe o ai fini di pubblica utilit, sentito lorganismo di controllo di cui allarticolo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e salvo diversa destinazione imposta dalla legge; c) disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalit associative volte a garantire leffettivit del rapporto medesimo, escludendo espressamente la temporaneit della partecipazione alla vita associativa e prevedendo per gli associati o partecipanti maggiori det il diritto di voto per lapprovazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi dellassociazione; d) obbligo di redigere e di approvare annualmente un rendiconto economico e finanziario secondo le disposizioni statutarie; e) eleggibilit libera degli organi amministrativi, principio del voto singolo di cui allarticolo 2532, comma 2, del codice civile, sovranit dellassemblea dei soci, associati o partecipanti e i criteri di loro ammissione ed esclusione, criteri e idonee forme di pubblicit delle convocazioni assembleari, delle relative deliberazioni, dei bilanci o rendiconti; ammesso il voto per corrispondenza per le associazioni il cui atto costitutivo, anteriore al 1 gennaio 1997, preveda tale modalit di voto ai sensi dellarticolo 2532, ultimo comma, del codice civile e semprech le stesse abbiano rilevanza a livello nazionale e siano prive di organizzazione a livello locale; 239

f) intrasmissibilit della quota o contributo associativo ad eccezione dei trasferimenti a causa di morte e non rivalutabilit della stessa. 9. Le disposizioni di cui alle lettere c) ed e) del comma 8 non si applicano alle associazioni religiose riconosciute dalle confessioni con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, nonch alle associazioni politiche, sindacali e di categoria. Articolo 149 Perdita della qualifica di ente non commerciale 1. Indipendentemente dalle previsioni statutarie, lente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti prevalentemente attivit commerciale per un intero periodo dimposta. 2. Ai fini della qualificazione commerciale dellente si tiene conto anche dei seguenti parametri: a) prevalenza delle immobilizzazioni relative allattivit commerciale, al netto degli ammortamenti, rispetto alle restanti attivit; b) prevalenza dei ricavi derivanti da attivit commerciali rispetto al valore normale delle cessioni o prestazioni afferentile attivit istituzionali; c) prevalenza dei redditi derivanti da attivit commerciali rispetto alle entrate istituzionali, intendendo per queste ultime i contributi, le sovvenzioni, le liberalit e le quote associative; d) prevalenza delle componenti negative inerenti allattivit commerciale rispetto alle restanti spese. 3. Il mutamento di qualifica opera a partire dal periodo dimposta in cui vengono meno le condizioni che legittimano le agevolazioni e comporta lobbligo di comprendere tutti i beni facenti parte del patrimonio dellente nellinventario di cui allarticolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. Liscrizione nellinventario deve essere effettuata entro sessanta giorni dallinizio del periodo di imposta in cui ha effetto il mutamento di qualifica secondo i criteri di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1974, n. 689. 4. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non si applicano agli enti ecclesiastici riconosciuti come persone giuridiche agli effetti civili ed alle associazioni sportive dilettantistiche. Articolo 150 Organizzazioni non lucrative di utilit sociale 1. Per le organizzazioni non lucrative di utilit sociale (ONLUS), ad eccezione delle societ cooperative, non costituisce esercizio di attivit commerciale lo svolgimento delle attivit istituzionali nel perseguimento di esclusive finalit di solidariet sociale. 2. I proventi derivanti dallesercizio delle attivit direttamente connesse non concorrono alla formazione del reddito imponibile.

Norme sul procedimento amministrativo


Legge 7 agosto 1990, n. 241 Art.19 (Dichiarazione di inizio attivit) (articolo cos sostituito dallarticolo 3, comma 1, legge n. 80 del 2005) 1. Ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato, comprese le domande per le iscrizioni in albi o ruoli richieste per lesercizio di attivit imprenditoriale, commerciale o artigianale il cui rilascio dipenda esclusivamente dallaccertamento dei requisiti e presupposti di legge o di atti amministrativi a contenuto generale e non sia previsto alcun limite o contingente complessivo o specifici strumenti di programmazione settoriale per il rilascio degli atti stessi, con la sola esclusione degli atti rilasciati dalle amministrazioni preposte alla difesa nazionale, alla pubblica sicurezza, allimmigrazione, allamministrazione della giustizia, alla amministrazione delle finanze, ivi compresi gli atti concernenti le reti di acquisizione del gettito, anche derivante dal gioco, alla tutela della salute e della pubblica incolumit, del patrimonio culturale e paesaggistico e dellambiente, nonch degli atti imposti dalla normativa comunitaria, sostituito da una dichiarazione dellinteressato corredata, anche per mezzo di autocertificazioni, delle certificazioni 240

e delle attestazioni normativamente richieste. Lamministrazione competente pu richiedere informazioni o certificazioni relative a fatti, stati o qualit soltanto qualora non siano attestati in documenti gi in possesso dellamministrazione stessa o non siano direttamente acquisibili presso altre pubbliche amministrazioni. 2. Lattivit oggetto della dichiarazione pu essere iniziata decorsi trenta giorni dalla data di presentazione della dichiarazione allamministrazione competente. Contestualmente allinizio dellattivit, linteressato ne d comunicazione allamministrazione competente. 3. Lamministrazione competente, in caso di accertata carenza delle condizioni, modalit e fatti legittimanti, nel termine di trenta giorni dal ricevimento della comunicazione di cui al comma 2, adotta motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione dellattivit e di rimozione dei suoi effetti, salvo che, ove ci sia possibile, linteressato provveda a conformare alla normativa vigente detta attivit ed i suoi effetti entro un termine fissato dallamministrazione, in ogni caso non inferiore a trenta giorni. fatto comunque salvo il potere dellamministrazione competente di assumere determinazioni in via di autotutela, ai sensi degli articoli 21-quinquies e 21-nonies. Nei casi in cui la legge prevede lacquisizione di pareri di organi o enti appositi, il termine per ladozione dei provvedimenti di divieto di prosecuzione dellattivit e di rimozione dei suoi effetti sono sospesi, fino allacquisizione dei pareri, fino a un massimo di trenta giorni, scaduti i quali lamministrazione pu adottare i propri provvedimenti indipendentemente dallacquisizione del parere. Della sospensione data comunicazione allinteressato. 4. Restano ferme le disposizioni di legge vigenti che prevedono termini diversi da quelli di cui ai commi 2 e 3 per linizio dellattivit e per ladozione da parte dellamministrazione competente di provvedimenti di divieto di prosecuzione dellattivit e di rimozione dei suoi effetti.

Attivit dei pubblici esercizi


LEGGE 25 agosto 1991, n. 287 Aggiornamento della normativa sullinsediamento e sullattivit dei pubblici esercizi. GU n. 206 del 3-9-1991 Art. 1. Ambito di applicazione della legge e abrogazioni espresse 1. La presente legge si applica alle attivit di somministrazione al pubblico di alimenti e di bevande. Per somministrazione si intende la vendita per il consumo sul posto, che comprende tutti i casi in cui gli acquirenti consumano i prodotti nei locali dellesercizio o in una superficie aperta al pubblico, alluopo attrezzati. 2. La presente legge si applica altres alla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande effettuata con distributori automatici in locali esclusivamente adibiti a tale attivit. 3. Sono abrogati la legge 14 ottobre 1974, n. 524, e larticolo 6 della legge 11 giugno 1971, n. 426. Restano abrogati gli articoli 89, 90, 91, 95, 96, 97, 98 e 103, terzo e quarto comma, del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, nonche le disposizioni contenute nei decreti legislativi del Capo provvisorio dello Stato 28 giugno 1946, n. 78, e 10 luglio 1947, n. 705, ratificati con legge 22 aprile 1953, n. 342, e le disposizioni di cui alla legge 8 luglio 1949, n. 478. 4. Le disposizioni della presente legge si applicano nelle regioni a statuto speciale in quanto compatibili con le norme dei rispettivi statuti. 5. Restano ferme le disposizioni della legge 5 dicembre 1985, n. 730, nonche larticolo 5, sesto comma, della legge 8 agosto 1985, n. 443. Art. 6 limiti numerici. 1. I limiti numerici determinati ai sensi del comma 4 non si applicano per il rilascio delle autorizzazioni concernenti la somministrazione di alimenti e di bevande: a) al domicilio del consumatore; 241

b) negli esercizi annessi ad alberghi, pensioni, locande o ad altri complessi ricettivi, limitatamente alle prestazioni rese agli alloggiati; c) negli esercizi posti nelle aree di servizio delle autostrade e nellinterno di stazioni ferroviarie, aeroportuali e marittime; d) negli esercizi di cui allarticolo 5, comma 1, lettera c), nei quali sia prevalente lattivit congiunta di trattenimento e svago; e) nelle mense aziendali e negli spacci annessi ai circoli cooperativi e degli enti a carattere nazionale le cui finalit assistenziali sono riconosciute dal Ministero dellinterno; f) esercitata in via diretta a favore dei propri dipendenti da amministrazioni, enti o imprese pubbliche; g) in scuole; in ospedali; in comunit religiose; in stabilimenti militari, delle forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; h) nei mezzi di trasporto pubblico. Art. 8. Orario di attivit 1. Il sindaco, sentite le associazioni di categoria maggiormente rappresentative e lazienda di promozione turistica nonche le associazioni dei consumatori e degli utenti maggiormente rappresentative a livello nazionale, determina lorario minimo e massimo di attivit, che pu essere differenziato nellambito dello stesso comune in ragione delle diverse esigenze e caratteristiche delle zone considerate. 2. E consentito allesercente di posticipare lapertura e anticipare la chiusura dellesercizio fino a un massimo di unora rispetto allorario minimo stabilito e di effettuare una chiusura intermedia dellesercizio fino al limite massimo di due ore consec- utive. 3. Gli esercenti hanno lobbligo di comunicare preventivamente al comune lorario adottato e di renderlo noto al pubblico con lesposizione di apposito cartello, ben visibile. 4. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3 non si applicano agli esercizi di cui allarticolo 3, comma 6. 5. Il sindaco, al fine di assicurare allutenza, specie nei mesi estivi, idonei livelli di servizio, predispone, sentite le organizzazioni di categoria interessate nonche le associazioni dei consumatori e degli utenti maggiormente rappresentative a livello nazionale, programmi di apertura per turno degli esercizi di cui alla presente legge. Gli esercenti devono rendere noti i turni al pubblico mediante lesposizione, con anticipo di almeno venti giorni, di un apposito cartello ben visibile.

CREDITO SPORTIVO Legge del 16/12/1991 n. 398


Disposizioni tributarie relative alle associazioni sportive dilettantistiche. (N.D.R.: Per lapplicazione delle disposizioni della presente legge vedi anche il primo comma dellart. 6 del decreto-legge 8 luglio 2002, n 138, poi abrogato dalla legge di conversione 8 agosto 2002 n. 178, entrata in vigore l11 agosto 2002; vedi anche l art. 2, comma 31, L. 24 dicembre 2003 n.350.) art. 1 Soggetti interessati. Opzione per il regime speciale IVA e imposte dirette. 1. Le associazioni sportive e relative sezioni non aventi scopo di lucro, affiliate alle federazioni sportive nazionali o agli enti nazionali di promozione sportiva riconosciuti ai sensi delle leggi vigenti, che svolgono attivita sportive dilettantistiche e che nel periodo dimposta precedente hanno conseguito dallesercizio di attivita commerciali proventi per un importo non superiore a lire 360 milioni, possono optare per lapplicazione dellimposta sul valore aggiunto, dellimposta sul reddito delle persone giuridiche e dellimposta locale sui redditi secondo le disposizioni di cui allarticolo 2. Lopzione e esercitata mediante comunicazione a mezzo lettera raccomandata da inviare al competente ufficio dellimposta sul valore aggiunto; essa ha effetto dal primo giorno del mese successivo a quello in cui e esercitata, fino a quando non sia revocata e, in ogni caso, per almeno un triennio. I soggetti che intraprendono lesercizio di attivita commerciali esercitano lopzione nella dichiarazione da presentare ai sensi dellarticolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica 26 242

ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni. Lopzione ha effetto anche ai fini delle imposte sui redditi e di essa deve essere data comunicazione agli uffici delle imposte dirette entro i trenta giorni successivi. 2. Nei confronti dei soggetti che hanno esercitato lopzione di cui al comma 1 e che nel corso del periodo dimposta hanno superato il limite di lire 100 milioni, cessano di applicarsi le disposizioni della presente legge con effetto dal mese successivo a quello in cui il limite e superato. 3. (Comma abrogato). (N.D.R.: Le modifiche introdotte dallart.25 L.n.133 del 13 maggio 1999 si applicano, ai sensi dellart.37 L.21 novembre 2000, n.342, a decorrere dal 1 gennaio 2000; limporto fissato nel primo comma - gia elevato, unitamente a quello del secondo comma, dallart.1 D.P.C. 10 novembre 1998 e elevato a lire 360 milioni a decorrere dal periodo dimposta successivo a quello in corso alla data del 18 maggio 1999. Limporto fissato dal primo comma del presente articolo e stato elevato a 310.000 euro dal comma 2 dellarticolo 6 del decreto-legge 8/7/2002, n. 138, a decorrere dal periodo dimposta ivi indicato. Successivamente lanzidetto art. 6 e stato abrogato dalla legge di conversione 8 agosto 2002, n. 178, entrata in vigore l11/8/2002. Lart. 90, secondo comma, L. 27 dicembre 2002 n. 289 ha ulteriormente elevato limporto previsto dal primo comma a 250.000 euro.). Testo: in vigore dal 10/12/2000 modificato da: L del 13/05/1999 n. 133 art. 25 art. 2 Regime speciale IVA e imposte dirette. 1. I soggetti di cui allarticolo 1 che hanno esercitato lopzione sono esonerati dagli obblighi di tenuta delle scritture contabili prescritti dagli articoli 14, 15, 16, 18 e 20 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e successive modificazioni. Sono, altresi, esonerati dagli obblighi di cui al titolo II del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633. 2. I soggetti che fruiscono dellesonero devono annotare nella distinta dincasso o nella dichiarazione di incasso previste, rispettivamente, dagli articoli 8 e 13 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, opportunamente integrate, qualsiasi provento conseguito nellesercizio di attivita commerciali. 3. Per i proventi di cui al comma 2, soggetti allimposta sul valore aggiunto, limposta continua ad applicarsi con le modalita di cui allarticolo 74, sesto comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633. 4. Le fatture emesse e le fatture di acquisto devono essere numerate progressivamente per anno solare e conservate a norma dellarticolo 39 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e dellarticolo 22 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. Sono fatte salve le disposizioni previste dalla legge 10 maggio 1976, n. 249, in materia di ricevuta fiscale, dal decreto del Presidente della Repubblica 6 ottobre 1978, n. 627, in materia di documento di accompagnamento dei beni viaggianti, nonche dalla legge 26 gennaio 1983, n. 18, in materia di scontrino fiscale. 5. In deroga alle disposizioni contenute nel testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, il reddito imponibile dei soggetti di cui allarticolo 1 e determinato applicando allammontare dei proventi conseguiti nellesercizio di attivita commerciali il coefficiente di redditivita del 3 per cento e aggiungendo le plusvalenze patrimoniali. 6. Con decreto del Ministro delle finanze, da emanarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, saranno approvati i modelli di distinta e di dichiarazione dincasso di cui al comma 2 e stabilite le relative modalita di compilazione. Testo: in vigore dal 10/12/2000 modificato da: L del 13/05/1999 n. 133 art. 25. art. 3 Indennita di preparazione e promozione: trattamento ai fini delle imposte sul reddito.

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1. Il premio di addestramento e formazione tecnica di cui allarticolo 6 della legge 23 marzo 1981, n. 91, e successive modificazioni, percepito dai soggetti di cui allarticolo 1, non concorre alla determinazione del reddito dei soggetti stessi. Testo: in vigore dal 21/11/1996 modificato da: DL del 20/09/1996 n. 485 art. 2 convertito art. 4 Diritti alle prestazioni sportive degli atleti. Aliquota IVA. Testo: in vigore dal 01/01/1992 1. Le cessioni dei diritti alle prestazioni sportive degli atleti effettuate dalle associazioni sportive di cui alla presente legge sono soggette allimposta sul valore aggiunto con laliquota del 9 per cento. Testo: in vigore dal 01/01/1992

Imposta comunale sulla pubblicita e sulle pubbliche affissioni,


DECRETO LEGISLATIVO 15 novembre 1993, n. 507 Revisione ed armonizzazione dellimposta comunale sulla pubblicita e del diritto sulle pubbliche affissioni, della tassa perloccupazione di spazi ed aree pubbliche dei comuni e delle prov- ince nonche della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani a norma dellart. 4 della legge 23 ottobre 1992, n. 421, concernente il riordino della finanza territoriale. Art.16 (Riduzioni dellimposta) La tariffa dellimposta e ridotta alla meta: a) per la pubblicita effettuata da comitati, associazioni, fondazioni ed ogni altro ente che non abbia scopo di lucro; b) per la pubblicita relativa a manifestazioni politiche, sindacali e di categoria, culturali, sportive, filantropiche e religiose, da chiunque realizzate, con il patrocinio o la partecipazione degli enti pubblici territoriali; c) per la pubblicita relativa a festeggiamenti patriottici, religiosi, a spettacoli viaggianti e di beneficenza. Art.17 (Esenzionidallimposta) 1.Sono esenti dallimposta: omissis h) le insegne, le targhe e simili apposte per lindividuazione delle sedi di comitati, associazioni, fondazioni ed ogni altro ente che non persegua scopo di lucro; Art. 20 (Riduzioni del diritto) 1. La tariffa per il servizio delle pubbliche affissioni e ridotta alla meta: a) per i manifesti riguardanti in via esclusiva lo Stato e glienti pubblici territoriali e che non rientrano nei casi per i quali e prevista lesenzione ai sensi dellart. 21; b) per i manifesti di comitati, associazioni, fondazioni ed ogni altro ente che non abbia scopo di lucro; c) per i manifesti relativi ad attivita politiche, sindacali e di categoria, culturali, sportive, filantropiche e religiose, da chiunque realizzate, con il patrocinio o la partecipazione degli enti pubblici territoriali; d) per i manifesti relativi a festeggiamenti patriottici, religiosi, a spettacoli viaggianti e di beneficenza; e) per gli annunci mortuari. Art. 21. Esenzioni dal diritto) 244

1. Sono esenti dal diritto sulle pubbliche affissioni: a) i manifesti riguardanti le attivita istituzionali del comune da esso svolte in via esclusiva, esposti nellambito del proprio territorio; b) i manifesti delle autorita militari relativi alle iscrizioni nelle liste di leva, alla chiamata ed ai richiami alle armi; c) i manifesti dello Stato, delle regioni e delle province in materia di tributi; d) i manifesti delle autorita di polizia in materia di pubblica sicurezza; e) i manifesti relativi ad adempimenti di legge in materia di referendum, elezioni politiche, per il parlamento europeo, regionali,amministrative; f) ogni altro manifesto la cui affissione sia obbligatoria per legge; g) i manifesti concernenti corsi scolastici e professionali gratuiti regolarmente autorizzati. Art. 58. Istituzione della tassa smaltimento rifiuti) 1. Per il servizio relativo allo smaltimento dei rifiuti solidiurbani interni ed equiparati ad ogni effetto ai sensi dellart. 60, svolto in regime di privativa nellambito del centro abitato, delle frazioni, dei nuclei abitati ed eventualmente esteso alle zone del territorio comunale con insediamenti sparsi, i comuni debbono istituire una tassa annuale, da disciplinare con apposito regolamento ed applicare in base a tariffa con losservanza delle prescrizioni e dei criteri di cui alle norme seguenti.

Igiene dei prodotti alimentari


Attuazione delle direttive 93/43/CEE e 96/3/CE concernenti ligiene dei prodotti alimentari pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 136 del 13 giugno 1997 - Supplemento Ordinario n. 118 ART. 1 (Campo di applicazione) 1. Il presente decreto stabilisce, fatte salve le disposizioni previste da norme specifiche, le norme generali di igiene dei prodotti alimentari e le modalita di verifica dellosservanza di tali norme. ART. 2 (Definizioni) 1. Ai fini del presente decreto si intende per: a) igiene dei prodotti alimentari, di seguito denominata igiene: tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza e la salubrita dei prodotti alimentari. Tali misure interessano tutte le fasi successive alla produzione primaria, che include tra laltro la raccolta, la macellazione e la mungitura, e precisamente: la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, la vendita o la fornitura, compresa la somministrazione, al consumatore; b) industria alimentare: ogni soggetto pubblico o privato, con o senza fini di lucro, che esercita una o piu delle seguenti attivita: la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, la vendita o la fornitura, compresa la somministrazione, di prodottialimentari; c) alimenti salubri: gli alimenti idonei al consumo umano dal punto di vista igienico; d) autorita competente: il Ministero della sanita, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, i comuni e le unita sanitarie locali, secondo quanto previsto dalla legge 23 dicembre 1978, n. 833, esuccessive modificazioni; e) responsabile dellindustria alimentare: il titolare dellindustria alimentare ovvero il responsabile specificatamente delegato. ART. 3 (Autocontrollo) 245

1. Il responsabile dellindustria deve garantire che la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, la vendita o la fornitura, compresa la somministrazione, dei prodotti alimentari siano effettuati in modo igienico. 2. Il responsabile della industria alimentare deve individuare nella propria attivita ogni fase che potrebbe rivelarsi critica per la sicurezza degli alimenti e deve garantire che siano individuate, applicate, mantenute ed aggiornate le adeguate procedure di sicurezza avvalendosi dei seguenti principi su cui e basato il sistema di analisi dei rischi e di controllo dei punti critici HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points): a)analisi dei potenziali rischi per gli alimenti; b) individuazione dei punti in cui possono verificarsi dei rischi per gli alimenti; c) decisioni da adottare riguardo ai punti critici individuati, cioe a quei punti che possono nuocere alla sicurezza dei prodotti; d) individuazione ed applicazione di procedure di controllo e di sorveglianza dei punti critici; e) riesame periodico, ed in occasione di variazioni di ogni processo e della tipologia dattivita, dellanalisi dei rischi, dei punti critici e delle procedure di controllo e di sorveglianza. 3. Il responsabile dellindustria alimentare deve tenere a disposizione dellautorita competente preposta al controllo tutte le informazioni concernenti la natura, la frequenza e i risultati alla procedura di cui al comma 2. 4. Qualora a seguito dellautocontrollo di cui al comma 2, il responsabile dellindustria alimentare constati che i prodotti possano presentare un rischio immediato per la salute provvede al ritiro dal commercio dei prodotti in questione e di quelli ottenuti in condizione tecnologiche simili informando le autorita competenti sulla natura del rischio e fornendo le informazioni relative al ritiro degli stessi; il prodotto ritirato dal commercio deve rimanere sotto la sorveglianza e la responsabilita dellautorita sanitaria locale fino al momento in cui, previa autorizzazione della stessa, non venga distrutto o utilizzato per fini diversi dal consumo umano o tratto in modo da garantirne la sicurezza; le spese sono a carico del titolare dellindustria alimentare. 5. Le industrie alimentari devono attenersi alle disposizioni di cui allallegato, fatte salve quelle piu dettagliate o rigorose attualmente vigenti purche non costituiscano restrizione o ostacolo agli scambi; modifiche a tali disposizioni possono essere effettuate con regolamento del Ministro della sanita previo espletamento delle procedure comunitarie. Art. 4 (Manuali di corretta prassi igienica) 1. Al fine di facilitare lapplicazione delle misure di cui allarticolo 3, possono essere predisposti manuali di corretta prassi igienica tenendo conto, ove necessario, del Codice internazionale di prassi raccomandato e dei principi generali di igiene del Codex Alimentarius. 2. Lelaborazione dei manuali di cui al comma 1 e effettuata dai settori dellindustria alimentare e dai rappresentanti di altre parti interessate quali le autorita competenti e le associazioni dei consumatori, in consultazione con i soggetti sostanzialmente interessati tenendo conto, se necessario, del Codice internazionale di prassi raccomandato e dei principi generali di igiene del Codex Alimentarius. 3. I manuali di cui ai commi 1 e 2 possono essere elaborati anche dallEnte nazionale italiano di unificazione (UNI). 4. Il Ministero della sanita valuta la conformita allarticolo 3 dei manuali di cui ai commi 1 e 2 secondo le modalita da esso stabilite e, se li ritiene conformi, li trasmette alla Commissione europea. 5. Ai fini dellattuazione delle norme generali di igiene e della predisposizione dei manuali di corretta prassi igienica, le industrie alimentari possono tenere anche conto delle norme europee della serie EN 29000 ovvero ISO 9000. Art. 5 (Controlli) 1. Il controllo ufficiale per accertare che le industrie alimentari osservino le prescrizioni previste dallarticolo 3, si effettua conformemente a quanto previsto dal decreto legislativo 3 marzo 1993, n. 123; per tale controllo si deve tener conto dei manuali di corretta prassi igienica di cui allarticolo 4. 2. Gli incaricati del controllo di cui al comma 1 effettuano una valutazione generale dei rischi potenziali concernenti la sicurezza degli alimenti, in relazione alle attivita svolte dallindustria 246

alimentare, prestando una particolare attenzione ai punti critici di controllo dalla stessa evidenziati, al fine di accertare che le operazioni di sorveglianza e di verifica siano state effettuate correttamente dal responsabile. 3. Al fine di determinare il rischio per la salubrita e la sicurezza dei prodotti alimentari si tiene conto del tipo di prodotto, del modo in cui e stato trattato e confezionato e di qualsiasi altra operazione cui esso e sottoposto prima della vendita o della fornitura, compresa la somministrazione al consumatore, nonche delle condizioni in cui e esposto o in cui e immagazzinato. 4. I locali utilizzati per le attivita di cui allarticolo 2, comma 1, lettera b), vengono ispezionati con la frequenza, ove prevista, indicata nel decreto del Presidente della Repubblica 14 luglio 1995, pubblicato nel supplemento ordinario n. 132 alla Gazzetta Ufficiale n. 260 del 7 novembre 1995; tale frequenza puo tuttavia essere modificata in relazione al rischio. 5. Il controllo di prodotti alimentari in impostazione si effettua in conformita al decreto legislativo 3 marzo 1993, n. 123. Art. 6 (Educazione sanitaria in materia alimentare) 1. Il Ministero della sanita, dintesa con le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano e le unita sanitarie locali, promuove campagne informative dei cittadini sulleducazione sanitaria in materia di corretta alimentazione, anche, dintesa con il Ministero della pubblica istruzione, nelle scuole di ogni ordine e grado, con la partecipazione dei docenti di materie scientifiche e di educazione fisica, nellambito delle attivita didattiche previste dalla programmazione annuale. Art. 7 (Modifiche di talune disposizioni preesistenti) 1. Allarticolo 4, primo comma, della legge 30 aprile 1962, n. 283, dopo la parola: alimentazione sono inserite le seguenti: , materiali e oggetti destinati a venire a contatto con sostanze alimentari e, dopo la parola: campioni le parole: delle sostanze stesse sono sostituite dalle seguenti: di tali sostanze, materiali e oggetti. 2. Allarticolo 2-bis, comma 1, lettera a), del decreto del Presidente della Repubblica 23 agosto 1982, n. 777, introdotto dallarticolo 2 del decreto legislativo 25 gennaio 1992, n. 108, sono soppresse le parole: di zinco. Art. 8 (Sanzioni) 1. Salvo che il fatto costituisca reato il responsabile dellindustria alimentare e punito con: a) la sanzione amministrativa pecuniaria da lire due milioni a lire dodici milioni per linosservanza dellobbligo di cui allarticolo 3, comma 3; b) la sanzione amministrativa pecuniaria da lire tre milioni a lire diciotto milioni per la mancata o non corretta attuazione del sistema di autocontrollo di cui allarticolo 3, comma 2, o per linosservanza delle disposizioni di cui allarticolo 3, comma 5; c) la sanzione amministrativa pecuniaria da lire dieci milioni a lire sessanta milioni per la violazione degli obblighi di ritiro dal commercio previsti dallarticolo 3, comma 4. 2. LAutorita incaricata del controllo procede allapplicazione delle sanzioni amministrative di cui al comma 1, lettere a) e b), qualora il responsabile dellindustria alimentare non provveda ad eliminare il mancato o non corretto adempimento delle norme di cui allarticolo 3, commi 2 e 3, entro un congruo termine prefissato. 3. Il mancato rispetto delle prescrizioni di cui al comma 2, ovvero la violazione dellobbligo di ritiro dal commercio previsto dallarticolo 3, comma 4, e punito, se ne deriva pericolo per la salubrita e la sicurezza dei prodotti alimentari, con larresto fino ad un anno e lammenda da lire seicentomila a lire sessanta milioni. Art. 9 (Norme transitorie e finali) 1. Le industrie alimentari devono adeguarsi alle disposizioni del presente decreto entro dodici mesi dalla data della sua entrata in vigore, fatta eccezione per quelle che vendono o somministrano prodotti alimentari su aree pubbliche, le quali devono adeguarsi entro diciotto mesi dalla data della sua pubblicazione. 247

2. Nella applicazione delle disposizioni di cui ai capitoli I e II dellallegato, alle lavorazioni alimentari svolte per la vendita diretta ai sensi della legge 9 febbraio 1963, n. 59, e per la somministrazione sul posto ai sensi della legge 5 dicembre 1985, n. 730, nonche per la produzione, la preparazione e il confezionamento in laboratori annessi agli esercizi di vendita al dettaglio di sostanze alimentari destinate ad essere vendute nei predetti esercizi, lautorita sanitaria competente per territorio tiene conto delle effettive necessita connesse alla specifica attivita.

Disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle onlus


Decreto Legislativo 4 dicembre 1997, n. 460
Riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilita sociale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 1 del 2 gennaio 1998 - Supplemento Ordinario n. 1 Sezione I Modifiche alla disciplina degli enti non commerciali in materia di imposte sul reddito e di imposta sul valore aggiunto. Art. 1. Qualificazione degli enti e determinazione dei criteri per individuarne loggetto esclusivo o principale di attivita. 1. Nel testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, allarticolo 87, il comma 4 e sostituito dai seguenti: 4. Loggetto esclusivo o principale dellente residente e determinato in base alla legge, allatto costitutivo o allo statuto, se esistenti in forma di atto pubblico o di scrittura privata autenticata o registrata. Per oggetto principale si intende lattivita essenziale per realizzare direttamente gli scopi primari indicati dalla legge, dallatto costitutivo o dallo statuto. 4-bis. In mancanza dellatto costitutivo o dello statuto nelle predette forme, loggetto principale dellente residente e determinato in base allattivita effettivamente esercitata nel territorio dello Stato; tale disposizione si applica in ogni caso agli enti non residenti.. Art. 2. Occasionali raccolte pubbliche di fondi e contributi per lo svolgimento convenzionato di attivita 1. Nellarticolo 108, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, concernente il reddito complessivo degli enti non commerciali, dopo il comma 2, e aggiunto, in fine, il seguente: 2-bis. Non concorrono in ogni caso alla formazione del reddito degli enti non commerciali di cui alla letterac)delcomma1dellarticolo87: a) i fondi pervenuti ai predetti enti a seguito di raccolte pubbliche effettuate occasionalmente, anche mediante offerte di beni di modico valore o di servizi ai sovventori, in concomitanza di celebrazioni, ricorrenzeocampagnedisensibilizzazione; b) i contributi corrisposti da amministrazioni pubbliche ai predetti enti per lo svolgimento convenzionato o in regime di accreditamento di cui allarticolo 8, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, come sostituito dallarticolo 9, comma 1, lettera g), del decreto legislativo 7 dicembre 1993, n. 517, di attivita aventi finalita sociali esercitate in conformita ai fini istituzionali degli enti stessi.. 2. Le attivita indicate nellarticolo 108, comma 2-bis, lettera a), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, come 248

modificato dal comma 1, fermo restando il regime di esclusione dallimposta sul valore aggiunto, sono esenti da ogni altro tributo. 3. Con decreto del Ministro delle finanze, da emanarsi ai sensi dellarticolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, possono essere stabiliti condizioni e limiti affinche lesercizio delle attivita di cui allarticolo 108, comma 2-bis, lettera a), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, possa considerarsi occasionale. Art. 3. Determinazione dei redditi e contabilita separata 1. Allarticolo 109 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, concernente la determinazione dei redditi degli enti non commerciali, sono apportate le seguenti modificazioni: a) i commi 2 e 3 sono sostituiti dai seguenti: 2. Per lattivita commerciale esercitata gli enti non commerciali hanno lobbligo di tenere la contabilitaseparata. 3. Per lindividuazione dei beni relativi allimpresa si applicano le disposizioni di cui allarticolo 77, commi1e3-bis. 3-bis. Le spese e gli altri componenti negativi relativi a beni e servizi adibiti promiscuamente allesercizio di attivita commerciali e di altre attivita, sono deducibili per la parte del loro importo che corrisponde al rapporto tra lammontare dei ricavi e altri proventi che concorrono a formare il reddito dimpresa e lammontare complessivo di tutti i ricavi e proventi; per gli immobili utilizzati promiscuamente e deducibile la rendita catastale o il canone di locazione anche finanziaria per la parte del loro ammontare che corrisponde al predetto rapporto.; b) il comma 4-bis e sostituito dal seguente: 4-bis. Gli enti soggetti alle disposizioni in materia di contabilita pubblica sono esonerati dallobbligo di tenere la contabilita separata qualora siano osservate le modalita previste per la contabilita pubblica obbligatoria tenuta a norma di legge dagli stessi enti.. Art. 4. Regime forfetario di determinazione del reddito 1. Nel testo unico delle imposte sui redditi approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo larticolo 109 e inserito il seguente: Art. 109-bis (Regime forfetario degli enti non commerciali). - 1. Fatto salvo quanto previsto, per le associazioni sportive dilettantistiche, dalla legge 16 dicembre 1991, n. 398, e, per le associazioni senza scopo di lucro e per le pro-loco, dallarticolo 9-bis del decreto-legge 30 dicembre 1991, n. 417, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 1962, n. 66, gli enti non commerciali ammessi alla contabilita semplificata ai sensi dellarticolo 18 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, possono optare per la determinazione forfetaria del reddito dimpresa, applicando allammontare dei ricavi conseguiti nellesercizio di attivita commerciali il coefficiente di redditivita corrispondente alla classe di appartenenza secondo la tabella seguente ed aggiungendo lammontare dei componenti positivi del reddito di cui agli articoli 54, 55, 56 e 57: a) attivita di prestazioni di servizi: 1) fino a lire 30.000.000, coefficiente 15 percento; 2) da lire 30.000.001 a lire 360.000.000, coefficiente 25 per cento; b) altre attivita: 1) fino a lire 50.000.000, coefficiente 10 per cento; 2) da lire 50.000.001 a lire 1.000.000.000, coefficiente 15 per cento. 2. Per i contribuenti che esercitano contemporaneamente prestazioni di servizi ed altre attivita il coefficiente si determina con riferimento allammontare dei ricavi relativi allattivita prevalente. In mancanza della distinta annotazione dei ricavi si considerano prevalenti le attivita di prestazioni di servizi. 3. Il regime forfetario previsto nel presente articolo si estende di anno in anno qualora i limiti indicati al comma 1 non vengano superati. 4. Lopzione e esercitata nella dichiarazione annuale dei redditi ed ha effetto dallinizio del periodo dimposta nel corso del quale e esercitata fino a quando non e revocata e comunque per un triennio. 249

La revoca dellopzione e effettuata nella dichiarazione annuale dei redditi ed ha effetto dallinizio del periodo dimposta nel corso del quale la dichiarazione stessa e presentata. 5. Gli enti che intraprendono lesercizio dimpresa commerciale esercitano lopzione nella dichiarazione da presentare ai sensi dellarticolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni.. Art. 5. Enti di tipo associativo 1. Allarticolo 111 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, concernente lattivita svolta dagli enti di tipo associativo, sono apportateleseguentimodificazioni: a) il comma 3 e sostituito dal seguente: 3. Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona non si considerano commerciali le attivita svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attivita e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di ununica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali, nonche le cessioni anche a terzi di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati.; b) dopo il comma 4, sono aggiunti, in fine, i seguenti: 4-bis. Per le associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui allarticolo 3, comma 6, lettera e), della legge 25 agosto 1991, n. 287, le cui finalita assistenziali siano riconosciute dal Ministero dellinterno, non si considerano commerciali, anche se effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici, la somministrazione di alimenti e bevande effettuata, presso le sedi in cui viene svolta lattivita istituzionale, da bar ed esercizi similari e lorganizzazione di viaggi e soggiorni turistici, sempreche le predette attivita siano strettamente complementari a quelle svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali e siano effettuate nei confronti degli stessi soggetti indicati nel comma 3. 4-ter. Lorganizzazione di viaggi e soggiorni turistici di cui al comma 4-bis non e considerata commerciale anche se effettuata da associazioni politiche, sindacali e di categoria, nonche da associazioni riconosciute dalle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, sempreche sia effettuata nei confronti degli stessi soggetti indicati nel comma 3. 4-quater. Per le organizzazioni sindacali e di categoria non si considerano effettuate nellesercizio di attivita commerciali le cessioni delle pubblicazioni, anche in deroga al limite di cui al comma 3, riguardanti i contratti collettivi di lavoro, nonche lassistenza prestata prevalentemente agli iscritti, associati o partecipanti in materia di applicazione degli stessi contratti e di legislazione sul lavoro, effettuate verso pagamento di corrispettivi che in entrambi i casi non eccedano i costi di diretta imputazione. 4-quinquies. Le disposizioni di cui ai commi 3, 4-bis, 4-ter e 4-quater si applicano a condizione che le associazioni interessate si conformino alle seguenti clausole, da inserire nei relativi atti costitutivi o statuti redatti nella forma dellatto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata: a) divieto di distribuire anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonche fondi, riserve o capitale durante la vita dellassociazione, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge; b) obbligo di devolvere il patrimonio dellente, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altra associazione con finalita analoghe o ai fini di pubblica utilita, sentito lorganismo di controllo di cui allarticolo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e salvo diversa destinazione imposta dalla legge; c) disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalita associative volte a garantire leffettivita del rapporto medesimo, escludendo espressamente la temporaneita della partecipazione alla vita associativa e prevedendo per gli associati o partecipanti maggiori deta il diritto di voto per lapprovazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi 250

dellassociazione; d) obbligo di redigere e di approvare annualmente un rendiconto economico e finanziario secondo le disposizioni statutarie; e) eleggibilita libera degli organi amministrativi, principio del voto singolo di cui allarticolo 2532, secondo comma, del codice civile, sovranita dellassemblea dei soci, associati o partecipanti e i criteri di loro ammissione ed esclusione, criteri e idonee forme di pubblicita delle convocazioni assembleari, delle relative deliberazioni, dei bilanci o rendiconti; f) intrasmissibilita della quota o contributo associativo ad eccezione dei trasferimenti a causa di morte e non rivalutabilita della stessa. 4-sexies. Le disposizioni di cui alle lettere c) ed e) del comma 4-quinquies non si applicano alle associazioni religiose riconosciute dalle confessioni con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, nonche alle associazioni politiche, sindacali e di categoria.. 2. Nellarticolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, relativo allesercizio di imprese ai fini dellimposta sul valore aggiunto, sono apportate le seguenti modificazioni: a) nel quarto comma, secondo periodo, relativo al trattamento di talune cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate da enti di tipo associativo, le parole: e sportive sono sostituite dalle seguenti: sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona; nello stesso comma, il terzo periodo e soppresso; b) nel quinto comma, lettera a), relativo al trattamento delle pubblicazioni curate da enti di tipo associativo, le parole: e sportive sono sostituite dalle seguenti: sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona; c) dopo il quinto comma, sono aggiunti, in fine, i seguenti: Per le associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui allarticolo 3, comma 6, lettera e), della legge 25 agosto 1991, n. 287, le cui finalita assistenziali siano riconosciute dal Ministero dellinterno, non si considera commerciale, anche se effettuata verso pagamento di corrispettivi specifici, la somministrazione di alimenti e bevande effettuata, presso le sedi in cui viene svolta lattivita istituzionale, da bar ed esercizi similari, sempreche tale attivita sia strettamente complementare a quelle svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali e sia effettuata nei confronti degli stessi soggetti indicati nel secondo periodo del quarto comma. Le disposizioni di cui ai commi quarto, secondo periodo, e sesto si applicano a condizione che le associazioni interessate si conformino alle seguenti clausole, da inserire nei relativi atti costitutivi o statuti redatti nella forma dellatto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata: a) divieto di distribuire anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonche fondi, riserve o capitale durante la vita dellassociazione, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge; b) obbligo di devolvere il patrimonio dellente, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altra associazione con finalita analoghe o ai fini di pubblica utilita, sentito lorganismo di controllo di cui allarticolo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e salvo diversa destinazione imposta dalla legge; c) disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalita associative volte a garantire leffettivita del rapporto medesimo, escludendo espressamente ogni limitazione in funzione della temporaneita della partecipazione alla vita associativa e prevedendo per gli associati o partecipanti maggiori deta il diritto di voto per lapprovazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi dellassociazione; d) obbligo di redigere e di approvare annualmente un rendiconto economico e finanziario secondo le disposizioni statutarie; e) eleggibilita libera degli organi amministrativi, principio del voto singolo di cui allarticolo 2532, secondo comma, del codice civile, sovranita dellassemblea dei soci, associati o partecipanti e i criteri di loro ammissione ed esclusione, criteri e idonee forme di pubblicita delle convocazioni assembleari, delle relative deliberazioni, dei bilanci o rendiconti; 251

f) intrasmissibilita della quota o contributo associativo ad eccezione dei trasferimenti a causa di morte e non rivalutabilita dellastessa. Le disposizioni di cui alle lettere c) ed e) del settimo comma non si applicano alle associazioni religiose riconosciute dalle confessioni con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, nonche alle associazioni politiche, sindacali e di categoria.. 3. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, le associazioni costituite prima della predetta data predispongono o adeguano il proprio statuto, ai sensi dellarticolo 111, comma 4quinquies, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, come modificato dal comma 1, lettera b), ed ai sensi dellarticolo 4, settimo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, come modificato dal comma 2, lettera b). 4. Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, il termine di cui al comma 3 e di dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Art. 6. Perdita della qualifica di ente non commerciale 1. Nel testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo larticolo 111, e inserito il seguente: Art. 111-bis (Perdita della qualifica di ente non commerciale). - 1. Indipendentemente dalle previsioni statutarie, lente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti prevalentemente attivita commerciale per un intero periodo dimposta. 2. Ai fini della qualificazione commerciale dellente si tiene conto anche dei seguenti parametri: a) prevalenza delle immobilizzazioni relative allattivita commerciale, al netto degli ammortamenti, rispetto alle restanti attivita; b) prevalenza dei ricavi derivanti da attivita commerciali rispetto al valore normale delle cessioni o prestazioniafferentileattivitaistituzionali; c) prevalenza dei redditi derivanti da attivita commerciali rispetto alle entrate istituzionali, intendendo per queste ultime i contributi, le sovvenzioni, le liberalita e le quote associative; d) prevalenza delle componenti negative inerenti allattivita commerciale rispetto alle restanti spese. 3. Il mutamento di qualifica opera a partire dal periodo dimposta in cui vengono meno le condizioni che legittimano le agevolazioni e comporta lobbligo di comprendere tutti i beni facenti parte del patrimonio dellente nellinventario di cui allarticolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. Liscrizione nellinventario deve essere effettuata entro sessanta giorni dallinizio del periodo di imposta in cui ha effetto il mutamento di qualifica secondo i criteri di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1974, n. 689. 4. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non si applicano agli enti ecclesiastici riconosciuti come persone giuridiche agli effetti civili.. 2. Nel decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, recante disciplina dellimposta sul valore aggiunto, allarticolo 4, dopo lultimo comma, e aggiunto il seguente: Le disposizioni sulla perdita della qualifica di ente non commerciale di cui allarticolo 111-bis del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, si applicano anche ai fini dellimposta sul valore aggiunto.. Art. 7. Enti non commerciali non residenti 1. Allarticolo 114 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, riguardante gli enti non commerciali non residenti nel territorio dello Stato, nel comma 2, le parole: senza tenerne contabilita separata si applicano le disposizioni dei commi 2 e 3 dellarticolo 109 sono sostituite dalle seguenti: si applicano le disposizioni dei commi 2, 3 e 3-bis dellarticolo 109. Art. 8. Scritture contabili degli enti non commerciali 1. Nellarticolo 20 decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, riguardante le scritture contabili degli enti non commerciali, dopo il primo comma, sono aggiunti, in fine, i seguenti: 252

Indipendentemente alla redazione del rendiconto annuale economico e finanziario, gli enti non commerciali che effettuano raccolte pubbliche di fondi devono redigere, entro quattro mesi dalla chiusura dellesercizio, un apposito e separato rendiconto tenuto e conservato ai sensi dellarticolo 22, dal quale devono risultare, anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modo chiaro e trasparente, le entrate e le spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione indicate nellarticolo 108, comma 2-bis, lettera a), testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. Gli enti soggetti alla determinazione forfetaria del reddito ai sensi del comma 1 dellarticolo 109-bis del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, che abbiano conseguito nellanno solare precedente ricavi non superiori a lire 30 milioni, relativamente alle attivita di prestazione di servizi, ovvero a lire 50 milioni negli altri casi, assolvono gli obblighi contabili di cui allarticolo 18, secondo le disposizioni di cui al comma 166 dellarticolo 3 della legge 23 dicembre 1996, n. 662.. Art. 9. Agevolazioni temporanee per il trasferimento di beni patrimoniali 1. Il trasferimento a titolo gratuito di aziende o beni a favore di enti non commerciali, con atto sottoposto a registrazione entro il 30 settembre 1998, e esente dalle imposte sulle successioni e donazioni, ipotecaria e catastale, sullincremento di valore degli immobili e relativa imposta sostitutiva, non da luogo, ai fini delle imposte sui redditi, a realizzo o a distribuzione di plusvalenze e minusvalenze, comprese quelle relative alle rimanenze e compreso il valore di avviamento, ne costituisce presupposto per la tassazione di sopravvenienze attive nei confronti dellente cessionario, a condizione che lente dichiari nellatto che intende utilizzare direttamente i beni per lo svolgimento della propria attivita. Qualora il trasferimento abbia a oggetto lunica azienda dellimprenditore cedente, questi ha lobbligo di affrancare le riserve o fondi in sospensione dimposta eventualmente costituiti in precedenza previo pagamento di unimposta sostitutiva dellimposta sul reddito delle persone fisiche ovvero dellimposta sul reddito delle persone giuridiche, dellimposta locale sui redditi e dellimposta sul valore aggiunto pari al 25 per cento, secondo le modalita determinate con decreto del Ministro delle finanze. Per i saldi attivi di rivalutazione costituiti ai sensi delle leggi 29 dicembre 1990, n. 408, e 30 dicembre 1991, n. 413, recanti disposizioni tributarie per la rivalutazione dei beni, lo smobilizzo di riserve e di fondi e per la rivalutazione obbligatoria dei beni immobili delle imprese, limposta sostitutiva e stabilita con laliquota del 10 per cento e non spetta il credito dimposta previsto dallarticolo 4, comma 5, della predetta legge n. 408 del 1990 e dallarticolo 26, comma 5, della predetta legge n. 413 del 1991; le riserve e i fondi indicati nelle lettere b) e c) del comma 7 dellarticolo 105 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono assoggettati ad imposta sostitutiva della maggiorazione di conguaglio con laliquota, rispettivamente, del 5 per cento e del 10 per cento. 2. Lente non commerciale che alla data di entrata in vigore del presente decreto utilizzi beni immobili strumentali di cui al primo periodo del comma 2 dellarticolo 40 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, puo, entro il 30 settembre 1998, optare per lesclusione dei beni stessi dal patrimonio dellimpresa, mediante il pagamento di una somma a titolo di imposta sostitutiva dellimposta sul reddito delle persone giuridiche, dellimposta locale sui redditi e dellimposta sul valore aggiunto, nella misura del 5 per cento del valore dellimmobile medesimo, determinato con i criteri di cui allarticolo 52, comma 4, del testo unico delle disposizioni concernenti limposta di registro, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, nel caso in cui gli stessi provengano dal patrimonio personale, e del 10 per cento nel caso di acquisto in regime di impresa. Per bene proveniente dal patrimonio si intende il bene di proprieta dellente stesso non acquistato nellesercizio di impresa indipendentemente dallanno di acquisizione e dal periodo di tempo intercorso tra lacquisto e lutilizzazione nellimpresa.

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3. Con decreto del Ministro delle finanze, da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono stabilite le modalita di presentazione della dichiarazione di opzione e di versamento delle imposte sostitutive previste ai commi 1 e 2. Sezione II Disposizioni riguardanti le organizzazioni non lucrative di utilita sociale Art.10.Organizzazioni non lucrative di utilita sociale 1. Sono organizzazioni non lucrative di utilita sociale (ONLUS) le associazioni, i comitati, le fondazioni, le societa cooperative e gli altri enti di carattere privato, con o senza personalita giuridica, i cui statuti o atti costitutivi, redatti nella forma dellatto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata, prevedono espressamente: a) lo svolgimento di attivita in uno o piu dei seguenti settori: 1) assistenza sociale e socio-sanitaria; 2) assistenza sanitaria; 3) beneficenza; 4) istruzione; 5) formazione; 6) sportdilettantistico; 7) tutela, promozione e valorizzazione delle cose dinteresse artistico e storico di cui alla legge 1 giugno 1939, n. 1089, ivi comprese le biblioteche e i beni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1409; 8) tutela e valorizzazione della natura e dellambiente, con esclusione dellattivita, esercitata abitualmente, di raccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi di cui allarticolo 7 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.22; 9) promozione della culturae dellarte; 10) tutela dei diritti civili; 11) ricerca scientifica di particolare interesse sociale svolta direttamente da fondazioni ovvero da esse affidata ad universita, enti di ricerca ed altre fondazioni che la svolgono direttamente, in ambiti e secondo modalita da definire con apposito regolamento governativo emanato ai sensi dellarticolo 17 della legge 23 agosto 1988, n.400; b) lesclusivo perseguimento di finalita di solidarieta sociale; c) il divieto di svolgere attivita diverse da quelle menzionate alla lettera a) ad eccezione di quelle ad esse direttamente connesse; d) il divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili e avanzi di gestione nonche fondi, riserve o capitale durante la vita dellorganizzazione, a meno che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge o siano effettuate a favore di altre ONLUS che per legge, statuto o regolamento fanno parte della medesima ed unitaria struttura; e) lobbligo di impiegare gli utili o gli avanzi di gestione per la realizzazione delle attivita istituzionali e di quelle ad esse direttamente connesse; f) lobbligo di devolvere il patrimonio dellorganizzazione, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altre organizzazioni non lucrative di utilita sociale o a fini di pubblica utilita, sentito lorganismo di controllo di cui allarticolo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, salvo diversa destinazione imposta dalla legge; g) lobbligo di redigere il bilancio o rendiconto annuale; h) disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalita associative volte a garantire leffettivita del rapporto medesimo, escludendo espressamente la temporaneita della partecipazione alla vita associativa e prevedendo per gli associati o partecipanti maggiori deta il diritto di voto per lapprovazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi dellassociazione; i) luso, nella denominazione ed in qualsivoglia segno distintivo o comunicazione rivolta al pubblico, della locuzione organizzazione non lucrativa di utilita sociale o dellacronimo ONLUS. 2. Si intende che vengono perseguite finalita di solidarieta sociale quando le cessioni di beni e le prestazioni di servizi relative alle attivita statutarie nei settori dellassistenza sanitaria, dellistruzione, 254

della formazione, dello sport dilettantistico, della promozione della cultura e dellarte e della tutela dei diritti civili non sono rese nei confronti di soci, associati o partecipanti, nonche degli altri soggetti indicati alla lettera a) del comma 6, ma dirette ad arrecare benefici a: a) persone svantaggiate in ragione di condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali o familiari; b) componenti collettivita estere, limitatamente agli aiuti umanitari. 3. Le finalita di solidarieta sociale sintendono realizzate anche quando tra i beneficiari delle attivita statutarie dellorganizzazione vi siano i propri soci, associati o partecipanti o gli altri soggetti indicati alla lettera a) del comma 6, se costoro si trovano nelle condizioni di svantaggio di cui alla lettera a) del comma 2. 4. A prescindere dalle condizioni previste ai commi 2 e 3, si considerano comunque inerenti a finalita di solidarieta sociale le attivita statutarie istituzionali svolte nei settori della assistenza sociale e sociosanitaria, della beneficenza, della tutela, promozione e valorizzazione delle cose dinteresse artistico e storico di cui alla legge 1 giugno 1939, n. 1089, ivi comprese le biblioteche e i beni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1409, della tutela e valorizzazione della natura e dellambiente con esclusione dellattivita, esercitata abitualmente, di raccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi di cui allarticolo 7 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, della ricerca scientifica di particolare interesse sociale svolta direttamente da fondazioni, in ambiti e secondo modalita da definire con apposito regolamento governativo emanato ai sensi dellarticolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, nonche le attivita di promozione della cultura e dellarte per le quali sono riconosciuti apporti economici da parte dellamministrazione centrale dello Stato. 5. Si considerano direttamente connesse a quelle istituzionali le attivita statutarie di assistenza sanitaria, istruzione, formazione, sport dilettantistico, promozione della cultura e dellarte e tutela dei diritti civili, di cui ai numeri 2), 4), 5), 6), 9) e 10) del comma 1, lettera a), svolte in assenza delle condizioni previste ai commi 2 e 3, nonche le attivita accessorie per natura a quelle statutarie istituzionali, in quanto integrative delle stesse. Lesercizio delle attivita connesse e consentito a condizione che, in ciascun esercizio e nellambito di ciascuno dei settori elencati alla lettera a) del comma 1, le stesse non siano prevalenti rispetto a quelle istituzionali e che i relativi proventi non superino il 66 per cento delle spese complessive dellorganizzazione. 6. Si considerano in ogni caso distribuzione indiretta di utili o di avanzi di gestione: a) le cessioni di beni e le prestazioni di servizi a soci, associati o partecipanti, ai fondatori, ai componenti gli organi amministrativi e di controllo, a coloro che a qualsiasi titolo operino per lorganizzazione o ne facciano parte, ai soggetti che effettuano erogazioni liberali a favore dellorganizzazione, ai loro parenti entro il terzo grado ed ai loro affini entro il secondo grado, nonche alle societa da questi direttamente o indirettamente controllate o collegate, effettuate a condizioni piu favorevoli in ragione della loro qualita. Sono fatti salvi, nel caso delle attivita svolte nei settori di cui ai numeri 7) e 8) della lettera a) del comma 1, i vantaggi accordati a soci, associati o partecipanti ed ai soggetti che effettuano erogazioni liberali, ed ai loro familiari, aventi significato puramente onorifico e valore economico modico; b) lacquisto di beni o servizi per corrispettivi che, senza valide ragioni economiche, siano superiori al loro valore normale; c) la corresponsione ai componenti gli organi amministrativi e di controllo di emolumenti individuali annui superiori al compenso massimo previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 10 ottobre 1994, n. 645, e dal decreto-legge 21 giugno 1995, n. 239, convertito dalla legge 3 agosto 1995, n. 336, e successive modificazioni e integrazioni, per il presidente del collegio sindacale delle societa per azioni; d) la corresponsione a soggetti diversi dalle banche e dagli intermediari finanziari autorizzati, di interessi passivi, in dipendenza di prestiti di ogni specie, superiori di 4 punti al tasso ufficiale di sconto; e) la corresponsione ai lavoratori dipendenti di salari o stipendi superiori del 20 per cento rispetto a quelli previsti dai contratti collettivi di lavoro per le medesime qualifiche. 255

7. Le disposizioni di cui alla lettera h) del comma 1 non si applicano alle fondazioni, e quelle di cui alle lettere h) ed i) del medesimo comma 1 non si applicano agli enti riconosciuti dalle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese. 8. Sono in ogni caso considerati ONLUS, nel rispetto della loro struttura e delle loro finalita, gli organismi di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n. 266, iscritti nei registri istituiti dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano, le organizzazioni non governative riconosciute idonee ai sensi della legge 26 febbraio 1987, n. 49, e le cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381. Sono fatte salve le previsioni di maggior favore relative agli organismi di volontariato, alle organizzazioni non governative e alle cooperative sociali di cui, rispettivamente, alle citate leggi n. 266 del 1991, n. 49 del 1987 e n. 381 del 1991. 9. Gli enti ecclesiastici delle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese e le associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui allarticolo 3, comma 6, lettera e), della legge 25 agosto 1991, n. 287, le cui finalita assistenziali siano riconosciute dal Ministero dellinterno, sono considerati ONLUS limitatamente allesercizio delle attivita elencate alla lettera a) del comma 1; fatta eccezione per la prescrizione di cui alla lettera c) del comma 1, agli stessi enti e associazioni si applicano le disposizioni anche agevolative del presente decreto, a condizione che per tali attivita siano tenute separatamente le scritture contabili previste allarticolo 20-bis del decreto del Presidente delle Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, introdotto dallarticolo 25, comma 1. 10. Non si considerano in ogni caso ONLUS gli enti pubblici, le societa commerciali diverse da quelle cooperative, gli enti conferenti di cui alla legge 30 luglio 1990, n. 218, i partiti e i movimenti politici, le organizzazioni sindacali, le associazioni di datori di lavoro e le associazioni di categoria. Art. 11. Anagrafe delle ONLUS e decadenza dalle agevolazioni 1. E istituita presso il Ministero delle finanze lanagrafe unica delle ONLUS. Fatte salve le disposizioni contemplate nel regolamento di attuazione dellarticolo 8 della legge 29 dicembre 1993, n. 580, in materia di istituzione del registro delle imprese, approvato con il decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 1995, n. 581, i soggetti che intraprendono lesercizio delle attivita previste allarticolo 10, ne danno comunicazione entro trenta giorni alla direzione regionale delle entrate del Ministero delle finanze nel cui ambito territoriale si trova il loro domicilio fiscale, in conformita ad apposito modello approvato con decreto del Ministro delle finanze. La predetta comunicazione e effettuata entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto da parte dei soggetti che, alla predetta data, gia svolgono le attivita previste allarticolo 10. Alla medesima direzione deve essere altresi comunicata ogni successiva modifica che comporti la perdita della qualifica di ONLUS. 2. Leffettuazione delle comunicazioni di cui al comma 1 e condizione necessaria per beneficiare delle agevolazioni previste dal presente decreto. 3. Con uno o piu decreti del Ministro delle finanze da emanarsi, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, ai sensi dellarticolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono stabilite le modalita di esercizio del controllo relativo alla sussistenza dei requisiti formali per luso della denominazione di ONLUS, nonche i casi di decadenza totale o parziale dalle agevolazioni previste dal presente decreto e ogni altra disposizione necessaria per lattuazione dello stesso. Art. 12. Agevolazioni ai fini delle imposte sui redditi 1. Nel testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, dopo larticolo 111-bis, introdotto dallarticolo 6, comma 1, del presente decreto,einseritoilseguente: Art. 111-ter (Organizzazioni non lucrative di utilita sociale). - 1. Per le organizzazioni non lucrative di utilita sociale (ONLUS), ad eccezione delle societa cooperative, non costituisce esercizio di attivita commerciale lo svolgimento delle attivita istituzionali nel perseguimento di esclusive finalita di solidarieta sociale. 2. I proventi derivanti dallesercizio delle attivita direttamente connesse non concorrono alla formazione del reddito imponibile.. Art. 13. Erogazioni liberali 256

1. Al testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono apportate le seguenti modificazioni: a) allarticolo 13-bis sono apportate le seguenti modificazioni: 1) nel comma 1, relativo alle detrazioni dimposta per oneri sostenuti, dopo la lettera i), e aggiunta, in fine, la seguente: i-bis) le erogazioni liberali in denaro, per importo non superiore a 4 milioni di lire, a favore delle organizzazioni non lucrative di utilita sociale (ONLUS), nonche i contributi associativi, per importo non superiore a 2 milioni e 500 mila lire, versati dai soci alle societa di mutuo soccorso che operano esclusivamente nei settori di cui allarticolo 1 della legge 15 aprile 1886, n. 3818, al fine di assicurare ai soci un sussidio nei casi di malattia, di impotenza al lavoro o di vecchiaia, ovvero, in caso di decesso, un aiuto alle loro famiglie. La detrazione e consentita a condizione che il versamento di tali erogazioni e contributi sia eseguito tramite banca o ufficio postale ovvero mediante gli altri sistemi di pagamento previsti dallarticolo 23 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e secondo ulteriori modalita idonee a consentire allAmministrazione finanziaria lo svolgimento di efficaci controlli, che possono essere stabilite con decreto del Ministro delle finanze da emanarsi ai sensi dellarticolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400.; 2) nel comma 3, relativo alla detrazione proporzionale, in capo ai singoli soci di societa semplice, afferente gli oneri sostenuti dalla societa medesima, le parole: Per gli oneri di cui alle lettere a), g), h) e i) sono sostituite con le seguenti: Per gli oneri di cui alle lettere a), g), h), i) ed i-bis); b) nellarticolo 65, comma 2, relativo agli oneri di utilita sociale deducibili ai fini della determinazione del reddito dimpresa, dopo la lettera c-quinquies), sono aggiunte, in fine, le seguenti: c-sexies) le erogazioni liberali in denaro, per importo non superiore a 4 milioni o al 2 per cento del reddito dimpresa dichiarato, a favore delle ONLUS; c-septies) le spese relative allimpiego di lavoratori dipendenti, assunti a tempo indeterminato, utilizzati per prestazioni di servizi erogate a favore di ONLUS, nel limite del cinque per mille dellammontare complessivo delle spese per prestazioni di lavoro dipendente, cosi come risultano dalla dichiarazione dei redditi.; c) nellarticolo 110-bis, comma 1, relativo alle detrazioni dimposta per oneri sostenuti da enti non commerciali, le parole: oneri indicati alle lettere a), g), h) e i) del comma 1 dellarticolo 13-bis sono sostituite dalle seguenti: oneri indicati alle lettere a), g), h), i) ed i-bis) del comma 1 dellarticolo 13bis; d) nellarticolo 113, comma 2-bis, relativo alle detrazioni dimposta per oneri sostenuti da societa ed enti commerciali non residenti, le parole: oneri indicati alle lettere a), g), h) e i) del comma 1 dellarticolo 13-bis sono sostituite dalle seguenti: oneri indicati alle lettere a), g), h), i) ed i-bis) del comma1dellarticolo13-bis; e) nellarticolo 114, comma 1-bis, relativo alle detrazioni dimposta per oneri sostenuti dagli enti non commerciali non residenti, le parole: oneri indicati alle lettere a), g), h) e i) del comma 1 dellarticolo 13-bis sono sostituite dalle seguenti: oneri indicati alle lettere a), g), h), i) ed i-bis) del comma 1 dellarticolo 13-bis. 2. Le derrate alimentari e i prodotti farmaceutici, alla cui produzione o al cui scambio e diretta lattivita dellimpresa, che, in alternativa alla usuale eliminazione dal circuito commerciale, vengono ceduti gratuitamente alle ONLUS, non si considerano destinati a finalita estranee allesercizio dellimpresa ai sensi dellarticolo 53, comma 2, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con il decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. 3. I beni alla cui produzione o al cui scambio e diretta lattivita dimpresa diversi da quelli di cui al comma 2, qualora siano ceduti gratuitamente alle ONLUS, non si considerano destinati a finalita estranee allesercizio dellimpresa ai sensi dellarticolo 53, comma 2, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con il decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. La cessione gratuita di tali beni, per importo corrispondente al costo specifico complessivamente non superiore a 2 milioni di lire, sostenuto per la produzione o lacquisto, si considera erogazione liberale ai fini del limite di cui allarticolo 65, comma 2, lettera c-sexies), del predetto testo unico. 257

4. Le disposizioni dei commi 2 e 3 si applicano a condizione che delle singole cessioni sia data preventiva comunicazione, mediante raccomandata con avviso di ricevimento, al competente ufficio delle entrate e che la ONLUS beneficiaria, in apposita dichiarazione da conservare agli atti dellimpresa cedente, attesti il proprio impegno ad utilizzare direttamente i beni in conformita alle finalita istituzionali e, a pena di decadenza dei benefici fiscali previsti dal presente decreto, realizzi leffettivo utilizzo diretto; entro il quindicesimo giorno del mese successivo, il cedente deve annotare nei registri previsti ai fini dellimposta sul valore aggiunto ovvero in apposito prospetto, che tiene luogo degli stessi, la qualita e la quantita dei beni ceduti gratuitamente in ciascun mese. Per le cessioni di beni facilmente deperibili e di modico valore si e esonerati dallobbligo della comunicazione preventiva. Con decreto del Ministro delle finanze, da emanarsi ai sensi dellarticolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, possono essere stabilite ulteriori condizioni cui subordinare lapplicazione delle richiamate disposizioni. 5. La deducibilita dal reddito imponibile delle erogazioni liberali a favore di organizzazioni non governative di cui alla legge 26 febbraio 1987, n. 49, prevista dallarticolo 10, comma 1, lettera g), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e consentita a condizione che per le medesime erogazioni il soggetto erogante non usufruisca delle detrazioni dimposta di cui allarticolo 13-bis, comma 1, lettera i-bis), del medesimo testo unico. 6. La deducibilita dal reddito imponibile delle erogazioni liberali previste allarticolo 65, comma 2, lettere a) e b), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e consentita a condizione che per le medesime erogazioni liberali il soggetto erogante non usufruisca delle deduzioni previste dalla lettera c-sexies) del medesimo articolo 65, comma 2. 7. La deducibilita dal reddito imponibile delle erogazioni liberali previste allarticolo 114, comma 2bis, lettere a) e b), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e consentita a condizione che per le medesime erogazioni liberali il soggetto erogante non usufruisca delle detrazioni dimposta previste dal comma 1-bis, del medesimo articolo 114. Art. 14. Disposizioni relative allimposta sul valore aggiunto 1. Al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, recante la disciplina dellimposta sul valore aggiunto, sono apportate le seguenti modificazioni: a) nellarticolo 3, terzo comma, primo periodo, relativo alla individuazione dei soggetti beneficiari di operazioni di divulgazione pubblicitaria che non sono considerate prestazioni di servizi, dopo le parole: solidarieta sociale, sono inserite le seguenti: nonche delle organizzazioni non lucrative di utilitasociale(ONLUS),; b) allarticolo 10, primo comma, relativo alle operazioni esenti dallimposta, sono apportate le seguenti modificazioni: 1) nel numero 12), dopo le parole: studio o ricerca scientifica sono aggiunte, in fine, le seguenti: e alle ONLUS; 2) nel numero 15), dopo le parole: effettuate da imprese autorizzate sono aggiunte, in fine, le seguenti: ed a ONLUS; 3) nel numero 19), dopo le parole: societa di mutuo soccorso con personalita giuridica sono inserite leseguenti: e da ONLUS; 4) nel numero 20), dopo le parole: rese da istituti o scuole riconosciute da pubbliche amministrazioni sono inserite le seguenti: ed a ONLUS; 5) nel numero 27-ter), dopo le parole: o da enti aventi finalita di assistenza sociale sono inserite le seguenti: ed a ONLUS; c) nellarticolo 19-ter, relativo alla detrazione per gli enti non commerciali, nel secondo comma, le parole: di cui allarticolo 20 sono sostituite dalle seguenti: di cui agli articoli 20 e 20-bis. Art. 15. Certificazione dei corrispettivi ai fini dellimposta sul valore aggiunto 258

1. Fermi restando gli obblighi previsti dal titolo secondo del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, le ONLUS, limitatamente alle operazioni riconducibili alle attivita istituzionali, non sono soggette allobbligo di certificazione dei corrispettivi mediante ricevuta o scontrino fiscale. Art. 16. Disposizioni in materia di ritenute alla fonte 1. Sui contributi corrisposti alle ONLUS dagli enti pubblici non si applica la ritenuta di cui allarticolo 28, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. 2. Sui redditi di capitale di cui allarticolo 41 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, corrisposti alle ONLUS, le ritenute alla fonte sono effettuate a titolo di imposta e non si applica larticolo 5, comma 1, del decreto legislativo 1 aprile 1996, n. 239, recante modificazioni al regime fiscale degli interessi, premi e altri frutti delle obbligazioni e titoli similari, pubblici e privati. Art. 17. Esenzioni dallimposta di bollo 1. Nella Tabella allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642, relativa agli atti, documenti e registri esenti dallimposta di bollo in modo assoluto, dopo larticolo 27, e aggiunto,infine,ilseguente: Art. 27-bis - 1. Atti, documenti, istanze, contratti, nonche copie anche se dichiarate conformi, estratti, certificazioni, dichiarazioni e attestazioni poste in essere o richiesti da organizzazioni non lucrative di utilita sociale (ONLUS).. Art. 18. Esenzioni dalle tasse sulle concessioni governative 1. Nel decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 641, recante disciplina delle tasse sulle concessioni governative, dopo larticolo 13, e inserito il seguente: Art. 13-bis (Esenzioni). - 1. Gli atti e i provvedimenti concernenti le organizzazioni non lucrative di utilita sociale (ONLUS) sono esenti dalle tasse sulle concessioni governative.. Art. 19. Esenzioni dallimposta sulle successioni e donazioni 1. Nellarticolo 3, comma 1, del testo unico delle disposizioni concernenti limposta sulle successioni e donazioni, approvato con decreto legislativo 31 ottobre 1990, n. 346, relativo ai trasferimenti non soggetti allimposta, dopo le parole: altre finalita di pubblica utilita sono aggiunte, in fine, le seguenti: , nonche quelli a favore delle organizzazioni non lucrative di utilita sociale (ONLUS) Art. 20. Esenzioni dallimposta sullincremento di valore degli immobili e dalla relativa imposta sostitutiva 1. Nellarticolo 25, primo comma, lettera c), del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 643, recante disciplina dellimposta sullincremento di valore degli immobili, relativo allesenzione dallimposta degli incrementi di valore di immobili acquistati a titolo gratuito, dopo le parole: pubblica utilita, sono inserite le seguenti: , nonche da organizzazioni non lucrative di utilita sociale (ONLUS). 2. Limposta sostitutiva di quella comunale sullincremento di valore degli immobili di cui allarticolo 11, comma 3, del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 1997, n. 140, non e dovuta dalle organizzazioni non lucrative di utilita sociale. Art. 21. Esenzioni in materia di tributi locali 1. I comuni, le province, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano possono deliberare nei confronti delle ONLUS la riduzione o lesenzione dal pagamento dei tributi di loro pertinenza e dai connessi adempimenti. Art. 22. Agevolazioni in materia di imposta di registro 1. Alla tariffa, parte prima, allegata al testo unico delle disposizioni concernenti limposta di registro, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, sono apportate le seguenti modificazioni: a) nellarticolo 1, concernente il trattamento degli atti traslativi a titolo oneroso della proprieta di beni immobili e degli atti traslativi o costitutivi di diritti reali immobiliari di godimento, dopo il settimo periodo, e aggiunto, in fine, il seguente: Se il trasferimento avviene a favore di organizzazione non lucrativa di utilita sociale (ONLUS) ove ricorrano le condizioni di cui alla nota II-quater): lire 259

250.000.; nel medesimo articolo, dopo la nota II-ter), e aggiunta, in fine, la seguente: II-quater). A condizione che la ONLUS dichiari nellatto che intende utilizzare direttamente i beni per lo svolgimento della propria attivita e che realizzi leffettivo utilizzo diretto entro 2 anni dallacquisto. In caso di dichiarazione mendace o di mancata effettiva utilizzazione per lo svolgimento della propria attivita e dovuta limposta nella misura ordinaria nonche una sanzione amministrativa pari al 30 per cento della stessa imposta.; b) dopo larticolo 11 e aggiunto, in fine, il seguente: Art. 11-bis - 1. Atti costitutivi e modifiche statutarie concernenti le organizzazioni non lucrative di utilita sociale: lire 250.000.. Art. 23. Esenzioni dallimposta sugli spettacoli 1. Limposta sugli spettacoli non e dovuta per le attivita spettacolistiche indicate nella tariffa allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, svolte occasionalmente dalle ONLUS nonche dagli enti associativi di cui allarticolo 111, comma 3, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, come modificato dallarticolo 5, comma 1, lettera a), in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione. 2. Lesenzione spetta a condizione che dellattivita richiamata al comma 1 sia data comunicazione, prima dellinizio di ciascuna manifestazione, allufficio accertatore territorialmente competente. Con decreto del Ministro delle finanze, da emanarsi ai sensi dellarticolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, potranno essere stabiliti condizioni e limiti affinche lesercizio delle attivita di cui al comma 1 possa considerarsi occasionale. Art. 24. Agevolazioni per le lotterie, tombole, pesche e banchi di beneficenza 1. Nellarticolo 40, primo comma del regio decreto-legge 19 ottobre 1938, n. 1933, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 giugno 1939, n. 973, recante riforma delle leggi sul lotto pubblico, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al numero 1), relativo alla autorizzazione a promuovere lotterie, dopo le parole: enti morali, sono inserite le seguenti: organizzazioni non lucrative di utilita sociale (ONLUS),; b) al numero 2), relativo alla autorizzazione a promuovere tombole, dopo le parole: enti morali, e inseritalaseguente:ONLUS,; c) al numero 3), relativo alla autorizzazione a promuovere pesche o banchi di beneficenza, dopo le parole: enti morali, e inserita la seguente: ONLUS,. Art. 25. Disposizioni in materia di scritture contabili e obblighi formali delle organizzazioni non lucrative di utilita sociale 1. Nel decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, dopo larticolo 20, e inserito il seguente: Art. 20-bis (Scritture contabili delle organizzazioni non lucrative di utilita sociale). - 1. Le organizzazioni non lucrative di utilita sociale (ONLUS) diverse dalle societa cooperative, a pena di decadenza di benefici fiscali per esse previsti, devono: a) in relazione allattivita complessivamente svolta, redigere scritture contabili cronologiche e sistematiche atte ad esprimere con compiutezza ed analiticita le operazioni poste in essere in ogni periodo di gestione, e rappresentare adeguatamente in apposito documento, da redigere entro quattro mesi dalla chiusura dellesercizio annuale, la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della organizzazione, distinguendo le attivita direttamente connesse da quelle istituzionali, con obbligo di conservare le stesse scritture e la relativa documentazione per un periodo non inferiore a quello indicato dallarticolo 22; b) in relazione alle attivita direttamente connesse tenere le scritture contabili previste dalle disposizioni di cui agli articoli 14, 15, 16 e 18; nellipotesi in cui lammontare annuale dei ricavi non sia superiore a lire 30 milioni, relativamente alle attivita di prestazione di servizi, ovvero a lire 50 milioni negli altri casi, gli adempimenti contabili possono essere assolti secondo le disposizioni di cui al comma 166 dellarticolo 3 della legge 23 dicembre 1996, n. 662. 2. Gli obblighi di cui al comma 1, lettera a), si considerano assolti qualora la contabilita consti del libro giornale e del libro degli inventari, tenuti in conformita alle disposizioni di cui agli articoli 2216 260

e 2217 del codice civile. 3. I soggetti richiamati al comma 1 che nellesercizio delle attivita istituzionali e connesse non abbiano conseguito in un anno proventi di ammontare superiore a lire 100 milioni, modificato annualmente secondo le modalita previste dallarticolo 1, comma 3, della legge 16 dicembre 1991, n. 398, possono tenere per lanno successivo, in luogo delle scritture contabili previste al primo comma, lettera a), il rendiconto delle entrate e delle spese complessive, nei termini e nei modi di cui allarticolo 20. 4. In luogo delle scritture contabili previste al comma 1, lettera a), le organizzazioni di volontariato iscritte nei registri istituiti dalle regioni e dalle provincie autonome di Trento e di Bolzano ai sensi dellarticolo 6 della legge 11 agosto 1991, n. 266, le organizzazioni non governative riconosciute idonee ai sensi della legge 26 febbraio 1987, n. 49, possono tenere il rendiconto nei termini e nei modi di cui allarticolo 20. 5. Qualora i proventi superino per due anni consecutivi lammontare di due miliardi di lire, modificato annualmente secondo le modalita previste dallarticolo 1, comma 3, della legge 16 dicembre 1991, n. 398, il bilancio deve recare una relazione di controllo sottoscritta da uno o piu revisori iscritti nel registro dei revisori contabili.. 2. Ai soggetti di cui allarticolo 10, comma 9, le disposizioni del comma 1 si applicano limitatamente alle attivita richiamate allo stesso articolo 10, comma 1, lettera a). Art. 26. Norma di rinvio 1. Alle ONLUS si applicano, ove compatibili, le disposizioni relative agli enti non commerciali e, in particolare, le norme di cui agli articoli 2 e 9 del presente decreto. Art. 27. Abuso della denominazione di organizzazione non lucrativa di utilita sociale 1. Luso nella denominazione e in qualsivoglia segno distintivo o comunicazione rivolta al pubblico delle parole organizzazione non lucrativa di utilita sociale, ovvero di altre parole o locuzioni, anche in lingua straniera, idonee a trarre in inganno e vietato a soggetti diversi dalle ONLUS. Art. 28. Sanzioni e responsabilita dei rappresentanti legali e degli amministratori 1. Indipendentemente da ogni altra sanzione prevista dalle leggi tributarie: a) i rappresentanti legali e i membri degli organi amministrativi delle ONLUS, che si avvalgono dei benefici di cui al presente decreto in assenza dei requisiti di cui allarticolo 10, ovvero violano le disposizioni statutarie di cui alle lettere c) e d) del comma 1 del medesimo articolo sono puniti con la sanzione amministrativa da lire 2 milioni a lire 12 milioni; b) i soggetti di cui alla lettera a) sono puniti con la sanzione amministrativa da lire 200 mila a lire 2 milioni qualora omettono di inviare le comunicazioni previste allarticolo 11, comma 1; c) chiunque contravviene al disposto dellarticolo 27, e punito con la sanzione amministrativa da lire 600 mila a lire 6 milioni. 2. Le sanzioni previste dal comma 1 sono irrogate, ai sensi dellarticolo 54, primo e secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, dallufficio delle entrate nel cui ambito territoriale si trova il domicilio fiscale della ONLUS. 3. I rappresentanti legali ed i membri degli organi amministrativi delle organizzazioni che hanno indebitamente fruito dei benefici previsti dal presente decreto legislativo, conseguendo o consentendo a terzi indebiti risparmi dimposta, sono obbligati in solido con il soggetto passivo o con il soggetto inadempiente delle imposte dovute, delle relative sanzioni e degli interessi maturati. Art. 29. Titoli di solidarieta 1. Per lemissione di titoli da denominarsi di solidarieta e riconosciuta come costo fiscalmente deducibile dal reddito dimpresa la differenza tra il tasso effettivamente praticato ed il tasso di riferimento determinato con decreto del Ministro del tesoro, di concerto con il Ministro delle finanze, purche i fondi raccolti, oggetto di gestione separata, siano destinati a finanziamento delle ONLUS. 2. Con lo stesso decreto di cui al comma 1 sono stabiliti i soggetti abilitati allemissione dei predetti titoli, le condizioni, i limiti, compresi quelli massimi relativi ai tassi effettivamente praticati e ogni altra disposizione necessaria per lattuazione del presente articolo. Art. 30. Entrata in vigore 261

1. Le disposizioni del presente decreto entrano in vigore il 1 gennaio 1998 e, relativamente alle imposte sui redditi, si applicano a decorrere dal periodo dimposta successivo a quello in corso alla data del 31 dicembre 1997.

Imposta regionale sulle attivit produttive


Decreto Legislativo del 15-12-1997 n. 446 (vigente al 23-03-2005) Istituzione dellimposta regionale sulle attivit produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dellIrpef e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta, nonch riordino della disciplina dei tributi locali. Art. 1 - Istituzione dellimposta 1. istituita limposta regionale sulle attivit produttive esercitate nel territorio delle regioni. 2. Limposta ha carattere reale e non deducibile ai fini delle imposte sui redditi. Art. 2 - Presupposto dellimposta 1. Presupposto dellimposta lesercizio abituale di una attivit autonomamente organizzata diretta alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi. Lattivit esercitata dalle societ e dagli enti, compresi gli organi e le amministrazioni dello Stato, costituisce in ogni caso presupposto di imposta. (1) (1) Articolo cos modificato dallart. 1, D.Lgs. 10 aprile 1998, n. 137. Art. 3 - Soggetti passivi 1. Soggetti passivi dellimposta sono coloro che esercitano una o pi delle attivit di cui allarticolo 2. Pertanto sono soggetti allimposta (1): a) le societ e gli enti di cui allarticolo 87, comma 1, lettere a) e b), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917; b) le societ in nome collettivo e in accomandita semplice e quelle ad esse equiparate a norma dellarticolo 5, comma 3, del predetto testo unico, nonch le persone fisiche esercenti attivit commerciali di cui allarticolo 51 del medesimo testo unico; c) le persone fisiche, le societ semplici e quelle ad esse equiparate a norma dellarticolo 5, comma 3, del predetto testo unico esercenti arti e professioni di cui allarticolo 49, comma 1, del medesimo testo unico; d) i produttori agricoli titolari di reddito agrario di cui allarticolo 29 del predetto testo unico, esclusi quelli con volume di affari annuo non superiore a cinque o a quindici milioni di lire esonerati dagli adempimenti agli effetti dellimposta sul valore aggiunto ai sensi dellarticolo 34, comma 6, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1973, n. 633, come sostituito dallarticolo 5, comma 1, del decreto legislativo 2 settembre 1997, n. 313, semprech non abbiano rinunciato allesonero a norma dellultimo periodo del citato comma 6 dellarticolo 34; 262

e) gli enti privati di cui allarticolo 87, comma 1, lettera c), del citato testo unico n. 917 del 1986, nonch le societ e gli enti di cui alla lettera d) dello stesso comma; e-bis) le Amministrazioni pubbliche di cui allarticolo 1, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio del 1993, n. 29, nonch le amministrazioni della Camera dei Deputati, del Senato, della Corte costituzionale, della Presidenza della Repubblica e gli organi legislativi delle regioni a statuto speciale; (2) (5) Periodi soppressi dallart. 5, D.Lgs. 10 aprile 1998, n. 137. Art. 10 - Determinazione del valore della produzione netta dei soggetti di cui allarticolo 3, comma 1, lettera e) 1. Per gli enti privati non commerciali di cui allarticolo 3, comma 1, lettera e) che svolgono esclusivamente attivit non commerciali e in ogni caso per i consorzi di garanzia collettiva fidi di primo e secondo grado, anche costituiti sotto forma di societ cooperativa o consortile, previsti dagli articoli 29 e 30 della legge 5 ottobre 1991, n. 317, iscritti nellapposita sezione dellelenco previsto dellarticolo 106 del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, la base imponibile determinata in un importo pari allammontare delle retribuzioni spettanti al personale dipendente, dei redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente di cui allarticolo 47 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e dei compensi erogati per collaborazione coordinata e continuativa di cuiagli articoli 49, comma 2, lettera a), nonch per attivit di lavoro autonomo non esercitate abitualmente di cui allarticolo 81, comma 1, lettera l, del citato testo unico n. 917 del 1986. Sono in ogni caso escluse dalla base imponibile le remunerazioni dei sacerdoti e gli assegni ad esse equiparati di cui allarticolo 47, comma 1, lettera d), del predetto testo unico, nonch le somme di cui alla lettera c) dello stesso articolo 47 del medesimo testo unico esenti dallimposta sul reddito delle persone fisiche relative a borse di studio o assegni attribuiti fino al 31 dicembre 1999.(1) (2) 2. Se i soggetti di cui al comma 1 esercitano anche attivit commerciali la base imponibile a queste relativa determinata secondo la disposizione dellarticolo 5, [comma 2] (3) [o, ricorrendone le condizioni, comma 3] (4), computando i costi deducibili ivi indicati non specificamente riferibili alle attivit commerciali per un importo corrispondente al rapporto tra lammontare dei ricavi e degli altriproventi considerati dalle predette disposizioni e lammontare complessivo di tutti i ricavi e proventi. La base imponibile relativa alle altre attivit determinata a norma del precedente comma 1, ma lammontare degli emolumenti ivi indicati ridotto dellimporto di essi specificamente riferibile alle attivit commerciali. Qualora gli emolumenti non siano specificamente riferibili alle attivit commerciali, lammontare degli stessi ridotto di un importo imputabile alle attivit commerciali in base al rapporto indicato nel primo periodo del presente comma. (5) 3. [...] (6) 4. Per gli altri soggetti di cui allarticolo 3, comma 1, lettera e), la base imponibile determinata: a) per le societ ed enti commerciali secondo le disposizioni degli articoli 5, 6 e 7 che risultano ad essi applicabili; b) per le societ ed associazioni esercenti arti e professioni secondo la disposizione dellarticolo 8; c) [...] (7) 5. Ai fini dellapplicazione del presente titolo le attivit commerciali sono quelle considerate tali ai fini delle imposte sui redditi. (1) Comma cos modificato dallart. 6, D.Lgs. 10 aprile 1998, n. 137. (2) Comma cos modificato dallart. 4, D.Lgs. 19 novembre 1998, n. 422. (3) Periodo soppresso dallart. 1, D.Lgs. 30 dicembre 1999, n. 506. (4) Periodo soppresso dallart. 4, D.Lgs. 19 novembre 1998, n. 422. (5) Comma cos modificato dallart.1, D.Lgs. 30 dicembre 1999, n. 506. (6) Comma abrogato dallart. 1, D.Lgs. 30 dicembre 1999, n. 506. (7) Lettera abrogata dallart. 1, D.Lgs. 30 dicembre 1999, n. 506. Art. 10-Bis - Determinazione del valore della produzione netta dei soggetti di cui allarticolo 3, comma 1, lettera e-bis 263

1. Per i soggetti di cui allarticolo 3, comma 1, lettera e-bis), la base imponibile determinata in un importo pari allammontare delle retribuzioni erogate al personale dipendente, dei redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente di cui allarticolo 47 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e dei compensi erogati per collaborazione coordinata e continuativa di cui allarticolo 49, comma 2, lettera a), nonch per attivit di lavoro autonomo non esercitate abitualmente di cui allarticolo 81, comma 1, lettera l), del citato testo unico. Sono escluse dalla base imponibile le somme di cui allarticolo 47, comma 1, lettera c), del medesimo testo unico esenti dallimposta sul reddito delle persone fisiche attribuite fino al 31 dicembre 1999. Le disposizioni del presente articolo non si applicano ai soggetti indicati nel primo periodo qualificati ai fini delle imposte sui redditi quali enti commerciali in quanto aventi per oggetto esclusivo o principale lesercizio di attivit commerciale per i qual la base imponibile determinata secondo le disposizioni contenute negli articoli precedenti. Sono in ogni caso escluse dalla base imponibile le borse di studio e gli altri interventi di sostegno erogati dalle regioni, dalle province autonome e dai relativi organismi regionali per il diritto allo studio universitario, nonch dalle universit, ai sensi della legge 2 dicembre 1991, n. 390. (1) 2. Se i soggetti di cui al comma 1 esercitano anche attivit commerciali, gli stessi possono optare per la determinazione della base imponibile relativa a tali attivit commerciali secondo le disposizioni dellarticolo 5, computando i costi deducibili ivi indicati non specificamente riferibili alle attivit commerciali per un importo corrispondente al rapporto tra lammontare dei ricavi e degli altri proventi considerati dalla predetta disposizione e lammontare complessivo di tutte le entrate correnti. La base imponibile relativa alle altre attivit determinata a norma del precedente comma 1, ma lammontare degli emolumenti ivi indicati ridotto dellimporto di essi specificamente riferibile alle attivit commerciali. Qualora gli emolumenti non siano specificamente riferibili alle attivit commerciali, lammontare degli stessi ridotto di un importo imputabile alle attivit commerciali in base al rapporto indicato nel primo periodo del presente comma. Si considerano attivit commerciali quelle rilevanti ai fini delle imposte sui redditi, ovvero, per i soggetti di cui allarticolo 88, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, esclusi dallimposta sul reddito delle persone giuridiche, quelle rilevanti ai fini dellimposta sul valore aggiunto.(2) (1) Comma cos modificato dal D.L. 18 settembre 2001, n. 347. (2) Articolo introdotto dallart. 1 D.Lgs. 30 Dicembre 1999, n. 506. Art. 11 - Disposizioni comuni per la determinazione del valore della produzione netta 1. Nella determinazione della base imponibile a) sono ammessi in deduzione i contributi per le assicurazioni obbligatorie contro gli infortuni sul lavoro e le spese relative agli apprendisti, ai disabili, e, nei limiti del 70 per cento, le spese per il personale assunto con contratti di formazione lavoro; (1) b) non sono ammessi in deduzione: 1) i costi relativi al personale classificabili nellarticolo 2425, primo comma, lettera B), numeri 9) e 14), del codice civile; 2) i compensi per prestazioni di lavoro autonomo non esercitate abitualmente di cui allarticolo 81, comma 1, lettera l), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, [...] (2) ; 3) i costi per prestazioni di collaborazione coordinata e continuativa di cui allarticolo 49, commi 2, lettera a), e 3, del predetto testo unico delle imposte sui redditi; 4) i compensi per prestazioni di lavoro assimilato a quello dipendente ai sensi dellarticolo 47 dello stesso testo unico delle imposte sui redditi; 5) gli utili spettanti agli associati in partecipazione di cui alla lettera c) del predetto articolo 49, comma 2, del testo unico delle imposte sui redditi;

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6) il canone relativo a contratti di locazione finanziaria limitatamente alla parte riferibile agli interessi passivi determinata secondo le modalit di calcolo, anche forfetarie, stabilite con decreto del Ministro delle finanze. 2. Tra i costi di cui al comma 1, lettera b), vanno, in ogni caso, escluse le somme erogate a terzi per lacquisizione di beni e di servizi destinati alla generalit dei dipendenti e dei collaboratori e quelle erogate ai dipendenti e collaboratori medesimi a titolo di rimborso analitico di spese sostenute nel compimento delle loro mansioni lavorative. Gli importi spettanti a titolo di recupero di oneri di personale distaccato presso terzi non concorrono alla formazione della base imponibile. Nei confronti del soggetto che impiega il personale distaccato, tali importi si considerano costi relativi al personale non ammessi in deduzione ovvero concorrenti alla formazione della base imponibile ai sensi dellarticolo 10, comma 1, e dellarticolo 10-bis, comma 1. 3. Al fini della determinazione della base imponibile di cui agli articoli 5, 6 e 7 concorrono anche i proventi e gli oneri classificabili fra le voci diverse da quelle indicate in detti articoli, se correlati a componenti positivi e negativi del valore della produzione di periodi dimposta precedenti o successivi e, in ogni caso, le plusvalenze e le minusvalenze relative a beni strumentali non derivanti da operazioni di trasferimento di azienda, nonch i contributi erogati a norma di legge con esclusione di quelli correlati a componenti negativi non ammessi in deduzione. 4. Indipendentemente dalla collocazione nel conto economico, i componenti positivi e negativi sono accertati in ragione della loro corretta classificazione.(3) (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) 4-bis. Per i soggetti di cui allarticolo 3, comma 1, lettere da a) ad e), sono ammessi in deduzione dalla base imponibile, fino a concorrenza, i seguenti importi: a) lire 10.000.000 se la base imponibile non supera lire 350.000.000; b) lire 7.500.000 se la base imponibile supera lire 350.000.000 ma non lire 350.100.000; c) lire 5.000.000 se la base imponibile supera lire 350.100.000 ma non lire 350.200.000; d) lire 2.500.000 se la base imponibile supera lire 350.200.000 ma non lire 350.300.000. 4-ter. I soggetti di cui allarticolo 4, comma 2, applicano la deduzione di cui al comma 4-bis sul valore della produzione netta prima della ripartizione dello stesso su base regionale. (11) (1) Lettera cos modificato dal D.L. 18 settembre 2001, n. 347. (2) Parole soppresse dallart. 3, dl 8 luglio 2002, n. 138. (3) Comma cos modificato dallart. 1, D.Lgs. 10 giugno 1999, n. 176. (4) Lettera cos modificata dallart. 7 del D.Lgs. 10 aprile 1998, n. 137. (5) Lettera cos modificata dallart. 1, D.Lgs. 10 giugno 1999, n. 176. (6) Lettera cos modificata dallart. 7 del D.Lgs. 10 aprile 1998, n. 137. (7) Lettera cos modificata dallart. 7 del D.Lgs. 10 aprile 1998, n. 137. (8) Comma cos introdotto dallart. 7, D.Lgs. 10 aprile 1998, n. 137. (9) Comma cos introdotto dallart. 7, D.Lgs. 10 aprile 1998, n. 137. (10) Articolo cos modificato dallart.1, D.Lgs. 30 dicembre 1999, n. 506. (11) Comma cos modificato dal D.L. 18 settembre 2001, n. 347. Art. 11-Bis - Variazioni fiscali del valore della produzione netta 1. I componenti positivi e negativi che concorrono alla formazione del valore della produzione, cos come determinati ai sensi degli articoli 5, 6, 7, 8 e 11, si assumono apportando ad essi le variazioni in aumento o in diminuzione previste ai fini delle imposte sui redditi. Tuttavia, non si applicano le disposizioni degli articoli 58, 63, e 75, commi 5, seconda parte, e 5-bis, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e dellarticolo 17, comma 4, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504. Le erogazioni liberali, comprese quelle previste dallarticolo 65, comma 2, del predetto testo unico delle imposte sui redditi, non sono ammesse in deduzione.. 2. Ai componenti indicati nel comma 1 vanno aggiunti i ricavi, le plusvalenze e gli altri componenti positivi di cui agli articoli 53, comma 2, 54, comma 1, lettera d), e 76, comma 5, del testo unico delle 265

imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. (1) (1) Articolo introdotto dallart. 1 D.Lgs. 30 Dicembre 1999, n. 506. Art. 12 - Determinazione del valore della produzione netta realizzata fuori dal territorio dello Stato o da soggetti non residenti 1. Nei confronti dei soggetti passivi residenti nel territorio dello Stato che esercitano attivit produttive anche allestero la quota di valore a queste attribuibili secondo i criteri di cui allarticolo 4, comma 2, scomputata dalla base imponibile determinata a norma degli articoli da 5 a 10-bis. (1) 2. Nei confronti dei soggetti passivi non residenti nel territorio dello Stato si considera prodotto nel territorio della regione il valore derivante dallesercizio di attivit commerciali, di arti o professioni o da attivit non commerciali esercitate nel territorio stesso per un periodo di tempo non inferiore a tre mesi mediante stabile organizzazione, base fissa o ufficio, ovvero derivante da imprese agricole esercitate nel territorio stesso. Qualora le suddette attivit o imprese siano esercitate nel territorio di pi regioni si applica la disposizione dellarticolo 4, comma 2. 3. Le persone fisiche e gli altri soggetti passivi si considerano residenti nel territorio dello Stato quando ricorrono le condizioni, rispettivamente applicabili, previste negli articoli 2, comma 2, 5, comma 3, lettera d), e 87, comma 3, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. Se il soggetto passivo esercita attivit produttive mediante lutilizzazione di navi iscritte nel registro di cui allarticolo 1, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 1997, n 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30, la quota di valore a queste attribuibile, determinata a norma dellarticolo 5, scomputata dalla base imponibile. (2) (1) Comma cos modificato dallart.1, D.Lgs. 30 dicembre 1999, n. 506. (2) Periodo aggiunto dallart. 8, D.Lgs. 10 aprile 1998, n. 137. Art. 13 - Disposizioni concernenti il GEIE 1. Il valore della produzione netta del gruppo economico di interesse europeo residente, a norma dellarticolo 12, comma 3, nel territorio dello Stato o di una stabile organizzazione di un gruppo non residente determinato secondo le disposizioni dellarticolo 5, ed imputato a ciascun membro nella proporzione prevista dal contratto di gruppo o, in mancanza, in parti uguali. Il valore si considera prodotto, anche nei confronti di membri non residenti, nel territorio della regione in cui il gruppo o la stabile organizzazione ha sede, salvo il disposto dellarticolo 4, comma 2. 2. Nei confronti del gruppo residente e di quello non residente relativamente alla stabile organizzazione nel territorio dello Stato si applicano le disposizioni degli articoli 19 e 20. 3. Ciascun membro del gruppo obbligato in solido con gli altri al versamento dellimposta dovuta sul valore prodotto. 4. Il gruppo residente e la stabile organizzazione di un gruppo non residente si considerano domiciliati nel territorio del comune nel quale hanno il domicilio fiscale ai fini delle imposte sui redditi. Art. 14 - Periodo di imposta 1. Limposta dovuta per periodi di imposta a ciascuno dei quali corrisponde una obbligazione tributaria autonoma. Il periodo di imposta determinato secondo i criteri stabiliti ai fini delle imposte sui redditi. Art. 15 - Spettanza dellimposta 1. Limposta dovuta alla regione nel cui territorio il valore della produzione netta realizzato. Art. 16 - Determinazione dellimposta 1. Limposta determinata applicando al valore della produzione netta laliquota del 4,25 per cento, salvo quanto previsto dal comma 2, nonch nei commi 1 e 2 dellarticolo 45. 266

2. Nei confronti dei soggetti di cui allarticolo 3, comma 1, lettera e-bis), relativamente al valore prodotto nellesercizio di attivit non commerciali, determinato ai sensi dellarticolo 10-bis, si applica laliquota dell8,5 per cento. (1) (2) 3. A decorrere dal terzo anno successivo a quello di emanazione del presente decreto, le regioni hanno facolt di variare laliquota di cui al comma 1 fino ad un massimo di un punto percentuale. La variazione pu essere differenziata per settori di attivit e per categorie di soggetti passivi. (3) (1) Comma cos sostituito dallart. 9, D.Lgs. 10 aprile 1998, n. 137. (2) Comma cos modificato dallart.1, D.Lgs. 30 dicembre 1999, n. 506. (3) Comma cos modificato dallart.1, D.Lgs. 30 dicembre 1999, n. 506. Art. 17 - Agevolazioni di carattere territoriale e per categorie di soggetti 1. Per i soggetti che alla data di entrata in vigore del presente decreto hanno acquisito il diritto a fruire di uno dei regimi di esenzione decennale a carattere territoriale dellimposta locale sui redditi nel rispetto delle condizioni e dei requisiti previsti dalle singole leggi di esonero, il valore prodotto nel territorio della regione ove ubicato lo stabilimento o limpianto cui il regime agevolativo si riferisce, determinato a norma degli articoli 4 e 5, ridotto per il residuo periodo di applicabilit del detto regime di un ammontare pari al reddito che ne avrebbe fruito. 2. Per i soggetti che ai fini delle imposte sui redditi si avvalgono di regimi forfetari di determinazione del reddito, con esclusione di quelli indicati nellarticolo 9, comma 1, il valore della produzione netta pu determinarsi aumentando il reddito calcolato in base a tali regimi delle retribuzioni sostenute per il personale dipendente, dei compensi spettanti ai collaboratori coordinati e continuativi di quelli per prestazioni di lavoro autonomo non esercitate abitualmente, delle indennit e dei rimborsi di cui allarticolo 81, comma 1, lettera m), del citato testo unico delle imposte sui redditi e degli interessi passivi.(1) 3. Ai soggetti che svolgono attivit produttive attraverso stabilimenti industriali tecnicamente organizzati impiantati nel territorio del Mezzogiorno di cui alla decisione della Commissione delle Comunit europee 1 marzo 1995, n. 95/455/CE, spetta una detrazione dallimposta determinata ai sensi del precedente articolo 10 di ammontare pari, rispettivamente, al 2 per cento dellammontare delle retribuzioni per prestazioni di lavoro dipendente risultante dalle dichiarazioni presentate ai fini fiscali relative al periodo di imposta in corso al 1 gennaio 1998 e all1 per cento per il periodo di imposta in corso al 1 gennaio 1999, qualora sussistano le condizioni per lapplicazione delle disposizioni relative alla fiscalizzazione degli oneri sociali. (2) 4. Per le cooperative edilizie a propriet indivisa e, sino al frazionamento del mutuo, per quelle a propriet divisa, la base imponibile determinata ai sensi dellarticolo 10, commi 1 e 2. (3) 5. Per le cooperative sociali di cui allarticolo 1, comma 1, lettera b), della legge 8 novembre 1991, n. 381, il costo del lavoro delle persone svantaggiate di cui allarticolo 4 della medesima legge, deducibile per intero dalla base imponibile. 6. Per lanno 1998, le cooperative sociali di cui allarticolo 1, comma 1, lettera a), della legge 8 novembre 1991, n. 381, nonch le cooperative di lavoro e gli organismi di fatto di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1970, n. 602,deducono dalla base imponibile una somma pari alla differenza tra lammontare delle retribuzioni effettivamente corrisposte e quello calcolato in base ai salari convenzionali. Per gli anni 1999 e 2000 la somma da dedurre dalla base imponibile pari, rispettivamente, al 75 per cento e al 50 per cento della predetta differenza calcolata con le medesime modalit. A decorrere dallanno 2001 la base imponibile determinata in maniera ordinaria. (4) (1) Comma cos sostituito dallart. 10, D.Lgs. 10 aprile 1998, n. 137. (2) Comma cos modificato dallart. 4, D.Lgs. 19 novembre 1998, n. 422. (3) Comma cos modificato dallart. 10, D.Lgs. 10 aprile 1998, n. 137. (4) Comma cos modificato dallart. 10, D.Lgs. 10 aprile 1998, n. 137.

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SPACCI NEI CIRCOLI Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 114


Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dellarticolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 95 del 24 aprile 1998 - Supplemento Ordinario n. 80 Titolo I Principi generali Art 1. Oggetto e finalita 1. Il presente decreto stabilisce i principi e le norme generali sullesercizio dellattivita commerciale. 2. Le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano provvedono a quanto disposto dal presente decreto secondo le previsioni dei rispettivi statuti e delle relative norme di attuazione. 3. La disciplina in materia di commercio persegue le seguenti finalita: a) la trasparenza del mercato, la concorrenza, la liberta di impresa e la libera circolazione delle merci; b) la tutela del consumatore, con particolare riguardo allinformazione, alla possibilita di approvvigionamento, al servizio di prossimita, allassortimento e alla sicurezza dei prodotti; c) lefficienza, la modernizzazione e lo sviluppo della rete distributiva, nonche levoluzione tecnologica dellofferta, anche al fine del contenimento dei prezzi; d) il pluralismo e lequilibrio tra le diverse tipologie delle strutture distributive e le diverse forme di vendita, con particolare riguardo al riconoscimento e alla valorizzazione del ruolo delle piccole e medie imprese; e) la valorizzazione e la salvaguardia del servizio commerciale nelle aree urbane, rurali, montane, insulari. Titolo VI Forme speciali di vendita al dettaglio Art. 16. Spacci interni 1. La vendita di prodotti a favore di dipendenti da enti o imprese, pubblici o privati, di militari, di soci di cooperative di consumo, di aderenti a circoli privati, nonche la vendita nelle scuole e negli ospedali esclusivamente a favore di coloro che hanno titolo ad accedervi e soggetta ad apposita comunicazione al comune competente per territorio e deve essere effettuata in locali non aperti al pubblico, che non abbiano accesso dalla pubblica via. 2. Lattivita puo essere iniziata decorsi trenta giorni dal ricevimento della comunicazione di cui al comma 1. 3. Nella comunicazione deve essere dichiarata la sussistenza dei requisiti di cui allarticolo 5 della persona preposta alla gestione dello spaccio, il rispetto delle norme in materia di idoneita dei locali, il settore merceologico, lubicazione e la superficie di vendita. Art. 17. Apparecchi automatici 1. La vendita dei prodotti al dettaglio per mezzo di apparecchi automatici e soggetta ad apposita comunicazione al comune competente per territorio. 2. Lattivita puo essere iniziata decorsi trenta giorni dal ricevimento della comunicazione di cui al comma 1. 3. Nella comunicazione deve essere dichiarata la sussistenza del possesso dei requisiti di cui allarticolo 5, il settore merceologico e lubicazione, nonche, se lapparecchio automatico viene installato sulle aree pubbliche, losservanza delle norme sulloccupazione del suolo pubblico. 4. La vendita mediante apparecchi automatici effettuata in apposito locale ad essa adibito in modo esclusivo, e soggetta alle medesime disposizioni concernenti lapertura di un esercizio di vendita. 268

Imposta sugli intrattenimenti


DECRETO LEGISLATIVO 26 febbraio 1999, n. 60

(GUn.059del12/03/1999) Istituzione dellimposta sugli intrattenimenti, in attuazione della legge 3 agosto 1998, n. 288, nonch modifiche alla disciplina dellimposta sugli spettacoli di cui ai decreti del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640 e n. 633, relativamente al settore dello spettacolo, degli intrattenimenti e dei giochi. Titolo I Imposta sugli intrattenimenti Art. 1. Presupposto dellimposta 1 . Larticolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, sostituito dal seguente: Art. 1 (Presupposto dellimposta). - 1. Sono soggetti allimposta gli intrattenimenti, i giochi e le altre attivit indicati nella tariffa allegata al presente decreto, che si svolgono nel territorio dello Stato.. Art. 2. Soggetti dimposta 1 . Larticolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, sostituito dal seguente: Art. 2 (Soggetti dimposta). - 1. soggetto dimposta chiunque organizza gli intrattenimenti e le altre attivit di cui alla tariffa allegata al presente decreto ovvero esercita case da gioco. 2. Nei casi in cui lesercizio di case da gioco riservato per legge ad un ente pubblico, questi soggetto dimposta anche se ne delega ad altri la gestione.. Art. 3. Base imponibile 1 . Larticolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, sostituito dal seguente: Art. 3 (Base imponibile). - 1. La base imponibile costituita dallimporto dei singoli titoli di accesso di cui agli articoli 6 e 6-bis, venduti al pubblico per lingresso o loccupazione del posto o dal prezzo comunque corrisposto per assistere o partecipare agli intrattenimenti ed alle altre attivit elencati nella tariffa, al netto dellimposta sul valore aggiunto in quanto dovuta. 2. Costituiscono altres base imponibile: a) gli aumenti apportati ai prezzi delle consumazioni o servizi offerti al pubblico; b) i corrispettivi delle cessioni e delle prestazioni di servizi accessori, obbligatoriamente imposte; c) lammontare degli abbonamenti, dei proventi derivanti da sponsorizzazione e cessione dei diritti radiotelevisivi, dei contributi da chiunque erogati, nonch il controvalore delle dotazioni da chiunque fornite e ogni altro provento comunque connesso allutilizzazione ed alla organizzazione degli intrattenimenti e delle altre attivit. 3. Qualora gli intrattenimenti e le altre attivit di cui al comma 1 siano organizzati da enti, societ o associazioni per i propri soci, limposta si applica: a) sullintero ammontare delle quote o contributi associativi corrisposti, se lente abbia come unico scopo quello di organizzare tali intrattenimenti ed attivit; b) sulla parte dellammontare delle quote o contributi anzidetti, riferibile allattivit soggetta allimposta, qualora lente svolga anche altre attivit; c) sul prezzo dei titoli di accesso e dei posti riservati e sulle somme o valori corrisposti per le voci di cui alle lettere a), b) e c) del comma 2. 4. Per le case da gioco la base imponibile costituita giornalmente dalla differenza attivit fra le somme introitate per i giochi e quelle pagate ai giocatori per le vincite e da qualsiasi altro introito connesso allesercizio del gioco. 5. Sono escluse dal computo dellammontare imponibile le somme dovute a titolo di rivalsa obbligatoria dellimposta sugli intrattenimenti e di quanto dovuto agli enti pubblici concedenti, a cui riservato per legge lesercizio delle case da gioco.. Art. 4. A l i q u o t e 269

1 . Larticolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, sostituito dal seguente: Art. 4 (Aliquote). - 1. Le aliquote dellimposta sono quelle stabilite dalla tariffa annessa al presente decreto in vigore al momento iniziale dellintrattenimento.. Art. 5. Finalit di beneficenza 1 . Larticolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, sostituito dal seguente: Art. 5 (Finalit di beneficenza). - 1. In caso di intrattenimenti ed altre attivit i cui introiti sono destinati a enti pubblici ed organizzazioni non lucrative di utilit sociale di cui allarticolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, per essere utilizzati a fini di beneficenza, la base imponibile relativa a tali introiti, ridotta del 50 per cento. Tale riduzione riconosciuta purch gli intrattenimenti, a tal fine organizzati da un medesimo soggetto, non superino nel corso dellanno dodici giornate di attivit. 2. I fondi raccolti, dedotte le spese e comunque in misura non inferiore ai due terzi degli incassi al netto delle imposte, debbono essere destinati allente beneficiario. 3. Lagevolazione spetta a condizione che lorganizzatore presenti preventivamente la dichiarazione prevista allufficio accertatore e rediga un apposito rendiconto dal quale risultino le entrate e le spese relative a ciascuna iniziativa, tenuto e conservato ai sensi dellarticolo 22 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. 4. Se la manifestazione di beneficenza viene organizzata da enti pubblici, limposta non dovuta, purch siano rispettate tutte le condizioni indicate nei commi da 1 a 3. 5. Restano ferme le disposizioni agevolative previste dal decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, per le attivit di intrattenimento di cui alla tariffa allegata al presente decreto svolte in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione alle condizioni e nel rispetto degli adempimenti ivi previsti.. Art. 6. Titoli di accesso per gli intrattenimenti e le altre attivit soggette ad imposta 1 . Larticolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, sostituito dal seguente: Art. 6 (Titoli di accesso per gli intrattenimenti e le altre attivit soggette ad imposta). - 1. Gli esercenti e gli altri soggetti dimposta hanno lobbligo di consegnare a ciascun partecipante o spettatore, allatto del pagamento del prezzo, un titolo di accesso rilasciato mediante misuratori fiscali, conformi al modello approvato dal Ministero delle finanze, ovvero mediante biglietterie automatizzate gi in servizio, purch conformi alle caratteristiche degli apparecchi misuratori fiscali previsti dalla legge 26 gennaio 1983, n. 18. 2. Il Ministero delle finanze, con proprio decreto, in considerazione di particolari condizioni dellintrattenimento pu autorizzare luso di speciali apparecchiature di distribuzione dei titoli di accesso aventi anche caratteristiche diverse da quelle previste dal comma 1. La richiesta pu essere inoltrata dai produttori delle apparecchiature o dai titolari dei locali dove debbono essere installate. 3. I titoli di accesso possono essere emessi mediante sistemi elettronici centralizzati gestiti anche da terzi; il Ministero delle finanze con proprio decreto stabilisce i criteri e le modalit per lapplicazione dellimposta relativamente ai titoli di accesso emessi mediante sistemi elettronici centralizzati, nonch per i relativi controlli.. Art. 7. Abbonamenti 1 . Nel decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, dopo larticolo 6 inserito il seguente: Art. 6-bis (Abbonamenti). - 1. Per le prestazioni rese in abbonamento la base imponibile pari allimporto complessivo diviso per il numero delle prestazioni od attivit cui labbonamento stesso d diritto e il tributo liquidato su ciascuna rendicontazione dincasso. 2. Sono ammessi abbonamenti anche per attivit organizzate da pi soggetti in diversi locali. 3. Con decreto del Ministero delle finanze sono emanate le disposizioni di attuazione del presente articolo.. 270

Art. 8. Imponibili medi 1 . Larticolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, sostituito dal seguente: Art. 14 (Imponibili medi). - 1. Limposta si applica su imponibili determinati a norma del comma 2: a) per le esecuzioni musicali non dal vivo e senza altre prestazioni sostitutive ed accessorie obbligatoriamente imposte ai partecipanti, effettuate in pubblici esercizi; b) per le attivit di minima importanza e per quelle soggette ad imposta svolte congiuntamente ad altre che non vi sono soggette. 2. Per i soggetti che esercitano le attivit di cui alla lettera a) del comma 1, la base imponibile determinata nella misura del 50 per cento dei proventi conseguiti. Per quelli che esercitano le attivit di cui alla lettera b) del comma 1, la base imponibile costituita dal 50 per cento dei proventi conseguiti, semprech i ricavi dellanno solare precedente siano ammontati ad un importo non superiore a cinquantamilionidilire. 3. data facolt di optare per la determinazione dellimponibile in via ordinaria.. Art. 9. Apparecchi da divertimento e intrattenimento 1 . Nel decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, dopo larticolo 14 inserito il seguente: Art. 14-bis (Apparecchi da divertimento e intrattenimento). - 1. Per gli apparecchi da divertimento e intrattenimento, con esclusione degli apparecchi meccanici, limposta assolta attraverso lacquisto di schede magnetiche a deconto, o strumenti similari, da inserire negli apparecchi stessi. 2. Le schede di cui al comma 1, contenenti il codice identificativo dellesercente o gestore e distribuite dallufficio accertatore, debbono essere conformi al modello approvato con decreto del Ministero delle finanze, che ne stabilisce anche le modalit di utilizzo. 3. Per gli apparecchi meccanici, la base imponibile stabilita forfettariamente con decreto del Ministero delle finanze, in relazione alle caratteristiche tecniche degli apparecchi medesimi.. Art. 10. Semplificazione degli adempimenti dei contribuenti 1 . Larticolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, sostituito dal seguente: Art. 15 (Semplificazione degli adempimenti dei contribuenti). - 1. Per quanto riguarda gli adempimenti contabili previsti per i soggetti dimposta di cui allarticolo 2, nonch per le modalit ed i termini di pagamento dellimposta liquidata ai sensi degli articoli precedenti si applica larticolo 3, comma 136, della legge 23 dicembre 1996, n. 662.. Art. 11. Concessione del servizio 1 . Allarticolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, sono apportate le seguenti modificazioni: a) nel comma 1, dopo la parola: decreto sono inserite le seguenti: di concerto con il Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica; b) nel comma 2, aggiunto, in fine, il seguente periodo: Annualmente il Ministero delle finanze provvede alla relativa regolazione contabile. 2 . La convenzione con il concessionario di cui allarticolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, prorogata sino al 31 dicembre 1999, ferme restando le percentuali di aggio fissate per il 1997 e con esclusione di qualunque procedura di adeguamento delle medesime. Alla Societ italiana degli autori e degli editori possono essere affidate, anche in costanza della convenzione prevista dallarticolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, nel rispetto della normativa vigente, attivit di controllo, accertamento e riscossione di entrate erariali e locali diverse dallimposta sugli intrattenimenti. Art. 12. V i g i l a n z a 1 . La lettera c) del comma 1 dellarticolo 18 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, sostituita dalla seguente: c) al personale del concessionario di cui allarticolo 17, con rapporto professionale esclusivo, 271

previamente individuato in base al possesso di una adeguata qualificazione e inserito in apposito elenco comunicato al Ministero delle finanze.. Art. 13. Dichiarazione di effettuazione di attivit 1 . Larticolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, sostituito dal seguente: Art. 19 (Dichiarazione di effettuazione di attivit). - 1. Gli esercenti e gli organizzatori degli intrattenimenti e delle altre attivit soggette ad imposta sugli intrattenimenti debbono produrre al competente ufficio accertatore, nei casi in cui obbligatoria la licenza di pubblica sicurezza, di cui agli articoli 68 e 69 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, preventiva dichiarazione personale relativa al possesso della suddetta licenza. I soggetti che presentano la dichiarazione, su richiesta del predetto ufficio, prestano idonea garanzia diretta ad assicurare il regolare pagamento dellimposta presumibilmente dovuta.. Art. 14. Titoli di ingresso a riduzione 1 . Nellarticolo 20 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, dopo il primo comma, aggiunto in fine il seguente: Per i titoli di accesso venduti a prezzo ridotto a favore di categorie di partecipanti determinate dallorganizzatore, limposta commisurata al prezzo pagato in misura ridotta.. Art. 15. Titoli di accesso gratuiti 1 . Larticolo 26 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, sostituito dal seguente: Art. 26 (Titoli di accesso gratuiti). - 1. Per le attivit previste dal presente decreto che si svolgono con carattere periodico, le tessere nominative permanenti ed i titoli di accesso gratuiti non sono soggetti allimposta nel limite del 5 per cento della capienza del locale, ragguagliato a ciascuna categoria di posti. 2. Per le attivit a carattere non periodico, non sono soggetti allimposta i titoli di accesso gratuiti limitamente al 2 per cento dei posti di ciascuna categoria di cui il locale dispone. 3. Per i luoghi, ove si svolgono gli intrattenimenti o le altre attivit, senza una capienza determinata le percentuali di cui ai precedenti commi vengono calcolate giornalmente sui titoli di accesso a pagamento esitati. 4. Per i titoli di accesso gratuiti concessi oltre i limiti di cui ai commi precedenti limposta dovuta in relazione ai prezzi stabiliti per la corrispondente categoria di titoli di accesso a pagamento. 5. Nelle percentuali e nei quantitativi di cui ai commi precedenti non vanno computate le tessere e i titoli di accesso rilasciati alle autorit investite, a norma delle vigenti disposizioni, di particolari funzioni o compiti di istituto.. Art. 16. Termini di decadenza - Rimborsi 1 . Larticolo 40 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, sostituito dal seguente: Art. 40 (Termini di decadenza - Rimborsi) . - 1. Laccertamento del tributo e delle violazioni e lirrogazione delle sanzioni debbono avvenire, a pena di decadenza, nel termine di cinque anni dal giorno nel quale stata commessa la violazione. 2. Entro cinque anni dal giorno in cui stato effettuato il pagamento, il contribuente pu chiedere, a pena di decadenza, la restituzione delle imposte erroneamente od indebitamente pagate.. Titolo II Disposizioni in materia di imposta sul valore aggiunto Art. 17. Modifiche al regime I.V.A. per il settore degli intrattenimenti e dei giochi 1 . Il sesto comma dellarticolo 74 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, sostituitodalseguente: Per gli intrattenimenti, i giochi e le altre attivit di cui alla tariffa allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, limposta si applica sulla stessa base imponibile dellimposta sugli intrattenimenti ed riscossa con le stesse modalit stabilite per questultima. La detrazione di cui allarticolo 19 forfettizzata in misura pari al cinquanta per cento dellimposta relativa alle operazioni imponibili. Se nellesercizio delle attivit incluse nella tariffa vengono effettuate anche prestazioni di 272

sponsorizzazione e cessioni o concessioni di diritti di ripresa televisiva e di trasmissione radiofonica, comunque connesse alle attivit di cui alla tariffa stessa, limposta si applica con le predette modalit ma la detrazione forfettizzata in misura pari ad un decimo per le operazioni di sponsorizzazione ed in misura pari ad un terzo per le cessioni o concessioni di ripresa televisiva e di trasmissione radiofonica. I soggetti che svolgono le attivit incluse nella tariffa sono esonerati dallobbligo di fatturazione, tranne che per le prestazioni di sponsorizzazione, per le cessioni o concessioni di diritti di ripresa televisiva e di trasmissione radiofonica e per le prestazioni pubblicitarie; sono altres esonerati dagli obblighi di registrazione e dichiarazione, salvo quanto stabilito dallarticolo 25; per il contenzioso si applica la disciplina stabilita per limposta sugli intrattenimenti. Le singole imprese hanno la facolt di optare per lapplicazione dellimposta nei modi ordinari dandone comunicazione al concessionario di cui allarticolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, competente in relazione al proprio domicilio fiscale, prima dellinizio dellanno solare ed allufficio delle entrate secondo le disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica 10 novembre 1997, n. 442; lopzione ha effetto fino a quando non revocata ed comunque vincolante per un quinquennio.. Art. 18. Regime I.V.A. per le attivit spettacolistiche 1 . Dopo larticolo 74-ter del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, inserito il seguente: Art. 74-quater (Disposizioni per le attivit spettacolistiche) . - 1. Le prestazioni di servizi indicate nella tabella C allegata al presente decreto, incluse le operazioni ad esse accessorie, salvo quanto stabilito al comma 5, si considerano effettuate nel momento in cui ha inizio lesecuzione delle manifestazioni, ad eccezione delle operazioni eseguite in abbonamento per le quali limposta dovuta allatto del pagamento del corrispettivo. 2. Per le operazioni di cui al comma 1 le imprese assolvono gli obblighi di certificazione dei corrispettivi con il rilascio di un titolo di accesso emesso mediante apparecchi misuratori fiscali ovvero mediante biglietterie automatizzate nel rispetto della disciplina di cui alla legge 26 gennaio 1983, n. 18,esuccessivemodificazionieintegrazioni. 3. Il partecipante deve conservare il titolo di accesso per tutto il tempo in cui si trattiene nel luogo in cui si svolge la manifestazione spettacolistica. Dal titolo di accesso deve risultare la natura dellattivit spettacolistica, la data e lora dellevento, la tipologia, il prezzo ed ogni altro elemento identificativo delle attivit di spettacolo e di quelle ad esso accessorie. I titoli di accesso possono essere emessi mediante sistemi elettronici centralizzati gestiti anche da terzi. Il Ministero delle finanze con proprio decreto stabilisce le caratteristiche tecniche, i criteri e le modalit per lemissione dei titoli di accesso. 4. Per le attivit di cui alla tabella C organizzate in modo saltuario od occasionale, deve essere data preventiva comunicazione delle manifestazioni programmate al concessionario di cui allarticolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, competente in relazione al luogo incuisisvolgelamanifestazione. 5. I soggetti che effettuano spettacoli viaggianti, nonch quelli che svolgono le altre attivit di cui alla tabella C allegata al presente decreto che nellanno solare precedente hanno realizzato un volume di affari non superiore a cinquanta milioni di lire, determinano la base imponibile nella misura del 50 per cento dellammontare complessivo dei corrispettivi riscossi, con totale indetraibilit dellimposta assolta sugli acquisti, con esclusione delle associazioni sportive dilettantistiche, le associazioni proloco e le associazioni senza scopo di lucro che optano per lapplicazione delle disposizioni di cui alla legge 16 dicembre 1991, n. 398. Gli adempimenti contabili previsti per i suddetti soggetti sono disciplinati con regolamento da emanare ai sensi dellarticolo 3, comma 136, della legge 23 dicembre 1996, n. 662. data facolt di optare per lapplicazione dellimposta nei modi ordinari secondo le disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica 10 novembre 1997, n. 442; lopzione ha effetto fino a quando non revocata ed comunque vincolante per un quinquennio. 6. Per le attivit indicate nella tabella C, nonch per le attivit svolte dai soggetti che optano per lapplicazione delle disposizioni di cui alla legge 16 dicembre 1991, n. 398, e per gli intrattenimenti di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, il concessionario di cui 273

allarticolo 17 del medesimo decreto coopera, ai sensi dellarticolo 52, con gli uffici delle entrate anche attraverso il controllo contestuale delle modalit di svolgimento delle manifestazioni, ivi compresa lemissione, la vendita e la prevendita dei titoli dingresso, nonch delle prestazioni di servizi accessori, al fine di acquisire e reperire elementi utili allaccertamento dellimposta ed alla repressione delle violazioni procedendo di propria iniziativa o su richiesta dei competenti uffici dellamministrazione finanziaria alle operazioni di accesso, ispezione e verifica secondo le norme e con le facolt di cui allarticolo 52, trasmettendo agli uffici stessi i relativi processi verbali di constatazione. Si rendono applicabili le norme di coordinamento di cui allarticolo 63, commi secondo e terzo. Le facolt di cui allarticolo 52 sono esercitate dal personale del concessionario di cui allarticolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, con rapporto professionale esclusivo, previamente individuato in base al possesso di una adeguata qualificazione e inserito in apposito elenco comunicato al Ministero delle finanze. A tal fine, con decreto del Ministero delle finanze sono stabilite le modalit per la fornitura dei dati tra gli esercenti le manifestazioni spettacolistiche, il Ministero per i beni e le attivit culturali il concessionario di cui al predetto articolo 17 del decreto n. 640 del 1972 e lanagrafe tributaria. Si applicano altres le disposizioni di cui agli articoli 18, 22 e 37 dello stesso decreto n. 640 del 1972.. 2 . Al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, aggiunta, in fine, la tabella C, allegata al presente decreto. Art. 19. Disposizioni di coordinamento 1 . Il numero 123) della tabella A, parte terza, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, sostituito dal seguente: 123) Spettacoli teatrali di qualsiasi tipo, compresi opere liriche, balletto, prosa, operetta, commedia musicale, rivista; concerti vocali e strumentali; attivit circensi e dello spettacolo viaggiante, spettacoli di burattini e marionette ovunque tenuti;. 2 . Per lanno 1999 la detrazione forfettizzata dellimposta sul valore aggiunto di cui allarticolo 74, quinto comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, continua ad applicarsi nella misura di due terzi dellimposta relativa alle operazioni imponibili. I versamenti di imposta in eccedenza, determinati a decorrere dal 1 gennaio 1999 con lapplicazione della percentuale di detrazione forfettaria nella misura del cinquanta per cento, possono essere compensati in sede di liquidazioni periodiche successive alla data di entrata in vigore del presente decreto. 3 . Nellarticolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, dopo il quarto comma, inserito il seguente: Non costituiscono inoltre prestazioni di servizi le prestazioni relative agli spettacoli ed alle altre attivit elencati nella tabella C allegata al presente decreto, rese ai possessori di titoli di accesso, rilasciati per lingresso gratuito di persone, limitatamente al contingente e nel rispetto delle modalit di rilascio e di controllo stabiliti ogni quadriennio con decreto del Ministro delle finanze: a) dagli organizzatori di spettacoli, nel limite massimo del 5 per cento dei posti del settore, secondo la capienza del locale o del complesso sportivo ufficialmente riconosciuta dalle competenti autorit; b) dal Comitato olimpico nazionale italiano e federazioni sportive che di esso fanno parte; c) dallUnione nazionale incremento razze equine; d) dallAutomobile club dItalia e da altri enti e associazioni a carattere nazionale.. 4 . Allarticolo 36, quarto comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, le parole: di cui allarticolo 74, ultimo comma, sono sostituite dalle seguenti: di cui allarticolo 74, sesto comma; nel medesimo comma, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: e per quelle di cui al comma 5 dellarticolo 74-quater. Art. 20. Credito di imposta per esercenti sale cinematografiche 1 . Agli esercenti sale cinematografiche riconosciuto un credito dimposta in sostituzione degli abbuoni previsti ai fini del versamento dellimposta sugli spettacoli che non concorre alla 274

formazione del reddito imponibile e pu essere compensato ai sensi dellarticolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241. 2 . Con decreto del Ministro delle finanze, di concerto con i Ministri del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e per i beni e le attivit culturali, sono determinati lammontare del credito, le condizioni ed i criteri per la sua concessione, nonch le modalit dei controlli. 3 . Allarticolo 17, comma 2, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, dopo la lettera hbis) aggiunta, in fine, la seguente: hter) al credito dimposta spettante agli esercenti sale cinematografiche.. Art. 21. Norma di copertura a norma dellarticolo 1 comma 1, lettera o), della legge di delega 1 . Nei concorsi pronostici il cui esercizio riservato al Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), la quota destinata allo stesso ente, ai sensi dellarticolo 3, comma 4, della legge 29 dicembre 1988,n. 555, determinata nella misura del 23 per cento. 2 . Per i concorsi pronostici indicati nel comma 1, laliquota dellimposta unica prevista dalla legge 22 dicembre 1951, n. 1379, fissata nella misura del 29 per cento della base imponibile. 3 . Il comma 1 dellarticolo 3 della legge 29 dicembre 1988, n. 555, abrogato. Art. 22. Disposizioni transitorie e finali 1 . Le disposizioni del presente decreto, ad esclusione di quelle recate dallarticolo 11, comma 2, si applicano dal 1 gennaio 2000 e con la medesima decorrenza sono abrogati gli articoli 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 21, 23, 24, 25, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640. 2 . Con la medesima decorrenza di cui al comma 1, la tariffa allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, sostituita da quella di cui allallegato A al presente decreto. 3 . I richiami allimposta sugli spettacoli, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, contenuti in altre norme debbono intendersi riferiti allimposta sugli intrattenimenti disciplinata dal presente decreto legislativo. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sar inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Annesso A ALLEGATO A Tariffa dellimposta sugli intrattenimenti

-NOTE:

1 . Gli intrattenimenti diversi da quelli espressamente indicati nella tariffa, ma ad essi analoghi, sono soggetti allimposta stabilita dalla tariffa stessa per quelli con i quali, per la loro natura, essi hanno maggiore analogia. 2 . Per gli intrattenimenti e le altre attivit soggetti ad imposta organizzati congiuntamente ad altri non soggetti oppure costituiti da pi attivit soggette a tassazione con differenti aliquote, limponibile sar determinato con ripartizione forfettaria degli incassi in proporzione alla durata di ciascuna componente. 3 . Per lutilizzazione degli apparecchi da divertimento e intrattenimento di cui allarticolo 14-bis, comma 1, laliquota fissata al 6 per cento. Annesso B ALLEGATO B TABELLA C SPETTACOLI ED ALTRE ATTIVIT 1) Spettacoli cinematografici e misti di cinema e avanspettacolo, comunque ed ovunque dati al pubblico anche se in circoli e sale private; 2) spettacoli sportivi, di ogni genere, ovunque si svolgono; 3) esecuzioni musicali di qualsiasi genere esclusi i concerti vocali e strumentali, anche se effettuate in discoteche e sale da ballo qualora lesecuzione di musica dal vivo sia di durata pari o superiore al 50 per cento dellorario complessivo di apertura al pubblico dellesercizio, escluse quelle effettuate a mezzo elettrogrammofoni a gettone o a moneta o di apparecchature similari a getttoni o a moneta; 275

lezioni di ballo collettive; corsi mascherati e in costume, rievocazioni storiche, giostre e manifestazioni similari: 4) spettacoli teatrali di qualsiasi tipo, compresi balletto, opere liriche, prosa, operetta, commedia misicale, rivista; concerti vocali strumentali, attivit circensi e dello spettalcolo viaggiante, spettacoli di burattini e marionette ovunque tenuti; 5) mostre e fiere campionarie; esposizioni scientifiche, artistiche e industriali, rassegne cinimatografiche riconosciute con decreto del Ministero delle finanze ed altre manifestazioni similari. 6) prestazioni di servizio fornite in locali aperti al pubblico mediante radiodiffusioni circolari, trasmesse in forma codificata; la diffusione radiotelevisiva, anche a domicilio, con accesso condizionato effettuata in forma digitale a mezzo di reti via cavo o via satellite.

DISPOSIZIONI TRBUTARIE PER ASSOCIAZIONI SPORTIVE DILETTANTISTICHE Legge 13 maggio 1999, n. 133 (in SO n. 96/L alla GU 17 maggio 1999, n. 113) Art. 25. Disposizioni tributarie in materia di associazioni sportive dilettantistiche 1. Per le societ sportive dilettantistiche comprese quelle non riconosciute dal CONI o dalle Federazioni sportive nazionali purch riconosciute da enti di promozione sportiva che si avvalgono dellopzione di cui allarticolo 1 della legge 16 dicembre 1991, n. 398, e successive modificazioni, non concorrono a formare il reddito imponibile, se percepiti in via occasionale e saltuaria, e comunque per un numero complessivo non superiore a due eventi per anno e per un importo non superiore al limite annuo complessivo fissato con decreto del Ministro delle finanze, di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e con lAutorit di governo competente in materia di sport: a) i proventi realizzati dalle societ nello svolgimento di attivit commerciali connesse agli scopi istituzionali; b) i proventi realizzati per il tramite di raccolte di fondi effettuate con qualsiasi modalit. 2. A decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, limporto di lire 100 milioni, fissato dallarticolo 1, comma 1, della legge 16 dicembre 1991, n. 398, come modificato da ultimo con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 novembre 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 285 del 5 dicembre 1998, in lire 130.594.000, elevato a lire 360 milioni (oggi 250.000 - L 289/2002). 3. Allarticolo 2, comma 5, della legge 16 dicembre 1991, n. 398, e successive modificazioni, le parole: 6 per cento sono sostituite dalle seguenti: 3 per cento. 4. Le societ sportive dilettantistiche comprese quelle non riconosciute dal CONI o dalle Federazioni sportive nazionali purch riconosciute da enti di promozione sportiva che corrispondono compensi comunque denominati, comprese le indennit di trasferta ed i rimborsi forfettari, per le prestazioni inerenti alla propria attivit, devono operare allatto del pagamento, relativamente alla parte del compenso eccedente la somma di lire 90.000 per ciascuna prestazione e comunque di lire 6.000.000 complessive annue per ciascun percipiente (oggi 7500 ed stato abolito il limite giornaliero), una ritenuta a titolo di imposta nella misura fissata dallarticolo 11 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, per il primo scaglione di reddito, maggiorata delle addizionali allimposta sul reddito delle persone fisiche. Con decreto del Ministro delle finanze possono essere modificati i limiti di importo relativi a ciascuna prestazione e allammontare complessivo annuo per ciascun percipiente di cui al primo periodo, in
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relazione alle variazioni del valore medio dellindice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. 5. Allarticolo 13-bis, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, aggiunta, in fine, la seguente lettera: i-ter) le erogazioni liberali in denaro, per un importo complessivo in ciascun periodo di imposta non superiore a un milione di lire (oggi 1500 L. 289/2002), in favore delle societ sportive dilettantistiche. 6. Allarticolo 91-bis, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: ,nonch dellonere di cui allarticolo 13-bis, comma 1, lettera i-ter), ridotto alla met. 7. Con decreto del Ministro delle finanze, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dellarticolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono stabilite le modalit di attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo, anche al fine di realizzare una semplificazione degli adempimenti previsti per i contribuenti in sede di dichiarazione e conservazione documentale, nonch le procedure di controllo, richiedendo anche la necessaria documentazione di tipo bancario per le operazioni inerenti allattivit istituzionale svolta dalle societ sportive dilettantistiche e per i proventi alle stesse corrisposti a qualsiasi titolo, aventi ad oggetto importi non inferiori a lire 100.000 (oggi 516 L. 342/2000), in funzione del contenimento del fenomeno dellevasione fiscale e contributiva. 8. Le disposizioni di cui al comma 7 si applicano a tutti i soggetti che organizzano o promuovono attivit sportive senza limpegno di atleti qualificati professionisti ai sensi delle vigenti disposizioni di legge.

Riconoscimento di persone giuridiche private


DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 10 febbraio 2000, n.361

Regolamento recante norme per la semplificazione dei procedimenti di riconoscimento di persone giuridiche private e di approvazione delle modifiche dellatto costitutivo e dello statuto (n. 17 dellallegato 1 della legge 15 marzo 1997, n. 59). Art. 1. Procedimento per lacquisto della personalita giuridica 1. Salvo quanto previsto dagli articoli 7 e 9, le associazioni, le fondazioni e le altre istituzioni di carattere privato acquistano la personalita giuridica mediante il riconoscimento determinato dalliscrizione nel registro delle persone giuridiche, istituito presso le prefetture. 2. La domanda per il riconoscimento di una persona giuridica, sottoscritta dal fondatore ovvero da coloro ai quali e conferita la rappresentanza dellente, e presentata alla prefettura nella cui provincia e stabilita la sede dellente. Alla domanda i richiedenti allegano copia autentica dellatto costitutivo e dello statuto. La prefettura rilascia una ricevuta che attesta la data di presentazione della domanda. 3. Ai fini del riconoscimento e necessario che siano state soddisfatte le condizioni previste da norme di legge o di regolamento per la costituzione dellente, che lo scopo sia possibile e lecito e che il patrimonio risulti adeguato alla realizzazione dello scopo. 4. La consistenza del patrimonio deve essere dimostrata da idonea documentazione allegata alla domanda. 5. Entro il termine di centoventi giorni dalla data di presentazione della domanda il prefetto provvede alliscrizione. 277

6. Qualora la prefettura ravvisi ragioni ostative alliscrizione ovvero la necessita di integrare la documentazione presentata, entro il termine di cui al comma 5, ne da motivata comunicazione ai richiedenti, i quali, nei successivi trenta giorni, possono presentare memorie e documenti. Se, nellulteriore termine di trenta giorni, il prefetto non comunica ai richiedenti il motivato diniego ovvero non provvede alliscrizione, questa si intende negata. 7. Il riconoscimento delle fondazioni istituite per testamento puo essere concesso dal prefetto, dufficio, in caso di ingiustificata inerzia del soggetto abilitato alla presentazione della domanda. 8. Le prefetture istituiscono il registro di cui al comma 1, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento. 9. Le prefetture e le regioni provvedono, ai sensi dellarticolo 6 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, ad attivare collegamenti telematici per lo scambio dei dati e delle informazioni. 10. Con decreto del Ministro per i beni e le attivita culturali, da adottarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, sentito il Ministro dellinterno, sono determinati i casi in cui il riconoscimento delle persone giuridiche che operano nelle materie di competenza del Ministero per i beni e le attivita culturali e subordinato al preventivo parere della stessa amministrazione, da esprimersi nel termine di sessanta giorni dalla richiesta del prefetto. In mancanza del parere il prefetto procede ai sensi dei commi 5 e 6. Art. 2. Modificazioni dello statuto e dellatto costitutivo 1. Le modificazioni dello statuto e dellatto costitutivo sono approvate con le modalita e nei termini previsti per lacquisto della personalita giuridica dallarticolo 1, salvo i casi di riconoscimento della personalita giuridica per atto legislativo. 2. Alla domanda sono allegati i documenti idonei a dimostrare la sussistenza dei requisiti previsti dallarticolo 21, secondo comma, del codice civile. 3. Per le fondazioni, alla domanda e allegata la documentazione necessaria a comprovare il rispetto delle disposizioni statutarie inerenti al procedimento di modifica dello statuto. Art. 3. Registro delle persone giuridiche 1. Il registro di cui allarticolo 1, comma 1, consta di due parti, luna generale e laltra analitica. 2. Nella prima parte del registro sono iscritte le persone giuridiche con la sola indicazione della loro denominazione. 3. Liscrizione e contrassegnata da un numero dordine ed e accompagnata dallindicazione della data, del nome del richiedente, delle pagine riservate nella parte analitica alla stessa persona giuridica e del volume in cui sono contenuti lo statuto e latto costitutivo e di quello dove sono raccolte le copie delle deliberazioni e dei provvedimenti iscritti nel registro. Alla fine della parte generale il registro e munito di una rubrica alfabetica contenente il nome della persona giuridica, il numero della pagina in cui la stessa e iscritta e il riferimento alla parte analitica del registro . 4. Nella seconda parte del registro, distintamente per ogni persona giuridica, sono iscritti tutti gli elementi e i fatti indicati nellarticolo 4. 5. Ad ogni persona giuridica e riservato nella seconda parte del registro un intero foglio costituito da due pagine contrapposte. Le iscrizioni successive si fanno nello stesso foglio. Quando il foglio riservato ad una persona giuridica e esaurito, le iscrizioni sono fatte in un foglio successivo. La continuazione deve risultare chiaramente dalla pagina esaurita. 6. Il registro, prima di essere posto in uso, deve essere numerato e vidimato in ciascun foglio dal prefetto ovvero da un funzionario da questi delegato con decreto da iscriversi nella prima pagina del registro. Nellultima pagina il prefetto indica il numero dei fogli di cui e composto il registro. 7. Per ottenere liscrizione dei fatti indicati nellarticolo 4, comma 2, il richiedente deve presentare copia autentica in carta libera della deliberazione o del provvedimento da iscrivere. Tali copie restano depositate in prefettura e sono ordinate in volumi muniti di rubrica alfabetica. 8. Il registro e i documenti relativi possono essere esaminati da chiunque ne fa richiesta. La prefettura deve rilasciare gli estratti e i certificati che sono richiesti. 278

9. Agli adempimenti di cui al presente regolamento e data attuazione, ove possibile, mediante lutilizzo dei mezzi telematici previsti dalle norme vigenti. Art. 4. Iscrizioni nel registro 1. Nel registro devono essere indicati la data dellatto costitutivo, la denominazione, lo scopo, il patrimonio, la durata, qualora sia stata determinata, la sede della persona giuridica e il cognome, il nome e il codice fiscale degli amministratori, con menzione di quelli ai quali e attribuita la rappresentanza. 2. Nel registro devono altresi essere iscritte le modificazioni dellatto costitutivo e dello statuto, il trasferimento della sede e listituzione di sedi secondarie, la sostituzione degli amministratori, con indicazione di quelli ai quali e attribuita la rappresentanza, le deliberazioni di scioglimento, i provvedimenti che ordinano lo scioglimento o accertano lestinzione, il cognome e nome dei liquidatori e tutti gli altri atti e fatti la cui iscrizione e espressamente prevista da norme di legge o di regolamento. Art. 5. Decentramento amministrativo 1. Le funzioni amministrative gia attribuite allautorita governativa dalle norme del capo II, titolo II, libro I del codice civile, sono esercitate dalle prefetture ovvero dalle regioni o dalle province autonome competenti. Art. 6. Estinzione della persona giuridica 1. La prefettura, la regione ovvero la provincia autonoma competente accerta, su istanza di qualunque interessato o anche dufficio, lesistenza di una delle cause di estinzione della persona giuridica previste dallarticolo 27 del codice civile e da comunicazione della dichiarazione di estinzione agli amministratori e al presidente del tribunale ai fini di cui allarticolo 11 delle disposizioni di attuazione del codice civile. 2. Chiusa la procedura di liquidazione, il presidente del tribunale provvede che ne sia data comunicazione ai competenti uffici per la conseguente cancellazione dellente dal registro delle persone giuridiche. Art. 7. Competenze delle regioni e delle province autonome 1. Il riconoscimento delle persone giuridiche private che operano nelle materie attribuite alla competenza delle regioni dallarticolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, e le cui finalita statutarie si esauriscono nellambito di una sola regione, e determinato dalliscrizione nel registro delle persone giuridiche istituito presso la stessa regione. 2. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento le regioni a statuto ordinario istituiscono il registro delle persone giuridiche di cui al comma 1. Fino a quando non abbiano provveduto, le regioni applicano le norme del presente regolamento. 3. Le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono ad adeguare i rispettivi ordinamenti. Art. 8. Coordinamento con il codice civile e con le norme di attuazione 1. I richiami a norme abrogate dal presente regolamento contenuti nel codice civile e nelle leggi speciali sintendono riferiti alle corrispondenti disposizioni del regolamento medesimo. Ogni riferimento a competenze dellautorita giudiziaria in tema di acquisto della personalita giuridica, di tenuta del registro delle persone giuridiche e di iscrizioni nello stesso sintende fatto alla prefettura ovvero alla regione o provincia autonoma competenti. 2. Le sanzioni di cui allarticolo 35 del codice civile si applicano alle ipotesi di mancata richiesta di iscrizione nei termini e secondo le modalita previste nel presente regolamento.

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Art. 9. Norme speciali 1. Le norme del presente regolamento sono applicabili ai procedimenti di riconoscimento delle associazioni previste dallarticolo 10 della legge 20 maggio 1985, n. 222, fatto salvo quanto disposto dal secondo e terzo comma del medesimo articolo. 2. Nulla e innovato nella disciplina degli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, in base alla legge 20 maggio 1985, n. 222, nonche degli enti civilmente riconosciuti in base alle leggi di approvazione di intese con le confessioni religiose ai sensi dellarticolo 8, terzo comma, della Costituzione. Nei confronti di tali enti trovano applicazione le disposizioni contenute negli articoli 3 e 4. 3. Sono fatte comunque salve le altre norme speciali derogatorie rispetto alla disciplina delle persone giuridiche di cui al libro I, titolo II, del codice civile, alle relative disposizioni di attuazione e alle norme del presente regolamento. Art. 10. Norme finali e transitorie 1. I compiti spettanti in base alle disposizioni del presente regolamento al prefetto e alle prefetture si intendono riferiti, per le province autonome di Trento e di Bolzano ai commissari di governo e ai rispettivi uffici, e per la regione Valle dAosta al presidente della commissione di coordinamento e al suo ufficio. 2. Le amministrazioni dello Stato provvedono, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, a trasmettere alle prefetture competenti per territorio gli atti relativi ai procedimenti pendenti, nonche quelli concernenti le persone giuridiche private che hanno conseguito il riconoscimento nel vigore della precedente disciplina. 3. Entro il medesimo termine, le cancellerie dei tribunali trasmettono alle prefetture, alle regioni ovvero alle province autonome, secondo le rispettive competenze, gli atti relativi alle persone giuridiche iscritte nel registro. 4. I termini di conclusione di tutti i procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore del presente regolamento, nonche di quelli relativi a domande presentate nelle more dellistituzione del registro decorrono dalla data di istituzione del medesimo. 5. Fino al momento delleffettivo trasferimento dei registri e dei relativi atti alle prefetture, ovvero alle regioni o province autonome, al rilascio dei certificati concernenti le persone giuridiche provvede la cancelleria del tribunale. Art. 11. Abrogazioni 1. Al sensi dellarticolo 20, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59, dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, sono abrogate le seguenti disposizioni: a) articolo 12 del codice civile; b) articolo 16, terzo comma, del codice civile; c) articolo 27, terzo comma, del codice civile; d) articoli 33 e 34, del codice civile; e) articolo 35, limitatamente alle parole: dagli articoli 33 e 34, nel termine e secondo le modalita stabilite dalle norme di attuazione del codice; f) articoli 1, 2, 4, 10, 20, secondo comma, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29 e 30 delle disposizioni di attuazione del codice civile e disposizioni transitorie, approvate con regio decreto 30 marzo 1942, n. 318. Art. 12. Entrata in vigore 1. Il presente regolamento entra in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. 280

N O T E: Note alle premesse: Lart. 87, comma quinto, della Costituzione conferisce al Presidente della Repubblica il potere di promulgare le leggi e di emanare i decreti aventi valore di legge e i regolamenti. Si riporta il testo dellart. 20 e dellallegato 1, n. 17 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni, Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa: Art. 20. - 1. Il Governo, entro il 31 gennaio di ogni anno, presenta al Parlamento un disegno di legge per la delegificazione di norme concernenti procedimenti amministrativi, anche coinvolgenti amministrazioni centrali, locali o autonome, indicando i criteri per lesercizio della potesta regolamentare nonche i procedimenti oggetto della disciplina, salvo quanto previsto alla lettera a) del comma 5. In allegato al disegno di legge e presentata una relazione sullo stato di attuazione della semplificazione dei procedimenti amministrativi. 2. In sede di attuazione della delegificazione, il Governo individua, con le modalita di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, i procedimenti o gli aspetti del procedimento che possono essere autonomamente disciplinati dalle regioni e dagli enti locali. 3. I regolamenti sono emanati con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica, di concerto con il Ministro competente, previa acquisizione del parere delle competenti commissioni parlamentari e del Consiglio di Stato. A tal fine la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ove necessario, promuove, anche su richiesta del Ministro competente, riunioni tra le amministrazioni interessate. Decorsi trenta giorni dalla richiesta di parere alle commissioni, i regolamenti possono essere comunque emanati. 4. I regolamenti entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla data della loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Con effetto dalla stessa data sono abrogate le norme, anche di legge, regolatrici dei procedimenti. 5. I regolamenti si conformano ai seguenti criteri e principi: a) semplificazione dei procedimenti amministrativi, e di quelli che agli stessi risultano strettamente connessi o strumentali, in modo da ridurre il numero delle fasi procedimentali e delle amministrazioni intervenienti, anche riordinando le competenze degli uffici, accorpando le funzioni per settori omogenei, sopprimendo gli organi che risultino superflui e costituendo centri interservizi dove raggruppare competenze diverse ma confluenti in una unica procedura; b) riduzione dei termini per la conclusione dei procedimenti e uniformazione dei tempi di conclusione previsti per procedimenti tra loro analoghi; c) regolazione uniforme dei procedimenti dello stesso tipo che si svolgono presso diverse amministrazioni o presso diversi uffici della medesima amministrazione; d) riduzione del numero di procedimenti amministrativi e accorpamento dei procedimenti che si riferiscono alla medesima attivita, anche riunendo in una unica fonte regolamentare, ove cio corrisponda ad esigenze di semplificazione e conoscibilita normativa, disposizioni provenienti da fonti di rango diverso, ovvero che pretendono particolari procedure, fermo restando lobbligo di porre in essere le procedure stesse; e) semplificazione e accelerazione delle procedure di spesa e contabili anche mediante adozione ed estensione alle fasi di integrazione dellefficacia degli atti, di disposizioni analoghe a quelle di cui allart. 51, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni; f) trasferimento ad organi monocratici o ai dirigenti amministrativi di funzioni anche decisionali, che non richiedano, in ragione della loro specificita, lesercizio in forma collegiale, e sostituzione degli organi collegiali con conferenze di servizi o con interventi, nei relativi procedimenti, dei soggetti portatori di interessi diffusi; g) individuazione delle responsabilita e delle procedure di verifica e controllo; 281

g-bis) soppressione dei procedimenti che risultino non piu rispondenti alle finalita e agli obiettivi fondamentali definiti dalla legislazione di settore o che risultino in contrasto con i principi generali dellordinamento giuridico nazionale o comunitario; g-ter) soppressione dei procedimenti che comportino, per lamministrazione e per i cittadini, costi piu elevati dei benefici conseguibili, anche attraverso la sostituzione dellattivita amministrativa diretta con forme di autoregolamentazione da parte degli interessati; g-quater) adeguamento della disciplina sostanziale e procedimentale dellattivita e degli atti amministrativi ai principi della normativa comunitaria, anche sostituendo al regime concessorio quello autorizzatorio; g-quinquies) soppressione dei procedimenti che derogano alla normativa procedimentale di carattere generale, qualora non sussistano piu le ragioni che giustifichino una difforme disciplina settoriale; g-sexies) regolazione, ove possibile, di tutti gli aspetti organizzativi e di tutte le fasi del procedimento; g-septies) adeguamento delle procedure alle nuove tecnologie informatiche; 5-bis. I riferimenti a testi normativi contenuti negli elenchi di procedimenti da semplificare di cui allallegato 1 alla presente legge e alle leggi di cui al comma 1 del presente articolo si intendono estesi ai successivi provvedimenti di modificazione. 6. I servizi di controllo interno compiono accertamenti sugli effetti prodotti dalle norme contenute nei regolamenti di semplificazione e di accelerazione dei procedimenti amministrativi e possono formulare osservazioni e proporre suggerimenti per la modifica delle norme stesse e per il miglioramento dellazione amministrativa. 7. Le regioni a statuto ordinario regolano le materie disciplinate dai commi da 1 a 6 nel rispetto dei principi desumibili dalle disposizioni in essi contenute, che costituiscono principi generali dellordinamento giuridico. Tali disposizioni operano direttamente nei riguardi delle regioni fino a quando esse non avranno legiferato in materia. Entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono ad adeguare i rispettivi ordinamenti alle norme fondamentali contenute nella legge medesima. 8. In sede di prima attuazione della presente legge e nel rispetto dei principi, criteri e modalita di cui al presente articolo, quali norme generali regolatrici, sono emanati appositi regolamenti ai sensi e per gli effetti dellart. 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, per disciplinare i procedimenti di cui allallegato 1 alla presente legge, nonche le seguenti materie: a) sviluppo e programmazione del sistema universitario, di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 245, e successive modificazioni, nonche valutazione del medesimo sistema, di cui alla legge 24 dicembre 1993, n. 537, e successive modificazioni; b) composizione e funzioni degli organismi collegiali nazionali e locali di rappresentanza e coordinamento del sistema universitario, prevedendo altresi listituzione di un Consiglio nazionale degli studenti, eletto dai medesimi, con compiti consultivi e di proposta; c) interventi per il diritto allo studio e contributi universitari. Le norme sono finalizzate a garantire laccesso agli studi universitari agli studenti capaci e meritevoli privi di mezzi, a ridurre il tasso di abbandono degli studi, a determinare percentuali massime dellammontare complessivo della contribuzione a carico degli studenti in rapporto al finanziamento ordinario dello Stato per le universita, graduando la contribuzione stessa, secondo criteri di equita, solidarieta e progressivita in relazione alle condizioni economiche del nucleo familiare, nonche a definire parametri e metodologie adeguati per la valutazione delle effettive condizioni economiche dei predetti nuclei. Le norme di cui alla presente lettera sono soggette a revisione biennale, sentite le competenti commissioni parlamentari; d) procedure per il conseguimento del titolo di dottore di ricerca, di cui allart. 73 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, e procedimento di approvazione degli atti dei concorsi per ricercatore in deroga allart. 5, comma 9, della legge 24 dicembre 1993, n. 537; e) procedure per laccettazione da parte delle universita di eredita, donazioni e legati, prescindendo da ogni autorizzazione preventiva, ministeriale o prefettizia. 282

9. I regolamenti di cui al comma 8, lettere a), b) e c), sono emanati previo parere delle commissioni parlamentari competenti per materia. 10. In attesa dellentrata in vigore delle norme di cui al comma 8, lettera c), il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri previsto dallart. 4 della legge 2 dicembre 1991, n. 390, e emanato anche nelle more della costituzione della Consulta nazionale per il diritto agli studi universitari di cui allart. 6 della medesima legge. 11. Con il disegno di legge di cui al comma 1, il Governo propone annualmente al Parlamento le norme di delega ovvero di delegificazione necessarie alla compilazione di testi unici legislativi o regolamentari, con particolare riferimento alle materie interessate dalla attuazione della presente legge. In sede di prima attuazione della presente legge, il Governo e delegato ad emanare, entro il termine di sei mesi decorrenti dalla data di entrata in vigore dei decreti legislativi di cui allart. 4, norme per la delegificazione delle materie di cui allart. 4, comma 4, lettera c), non coperte da riserva assoluta di legge, nonche testi unici delle leggi che disciplinano i settori di cui al medesimo art. 4, comma 4, lettera c), anche attraverso le necessarie modifiche, integrazioni o abrogazioni di norme, secondo i criteri previsti dagli articoli 14 e 17 e dal presente articolo. Allegato 1 (Omissis). 17. Procedimenti di riconoscimento di persone giuridiche private, di approvazione delle modifiche dellatto costitutivo e dello statuto, di autorizzazione allacquisto di beni immobili, allaccettazione di atti di liberalita da parte di associazioni o fondazioni, nonche di donazioni o lasciti in favore di enti: codice civile, articoli 12, 16 e 17; disposizioni attuative del codice civile, articoli 5 e 7; legge 5 giugno 1850, n. 1037, e successive modificazioni; regio-decreto 26 giugno 1864, n. 1817; legge 21 giugno 1896, n. 218, e successive modificazioni; regio-decreto 26 luglio 1896, n. 361, e successive modificazioni; legge 30 aprile 1969, n. 153, art. 65, e successive modificazioni. Il titolo II del codice civile reca: Titolo II DELLE PERSONE GIURIDICHE Il capo I e capo II del titolo II del codice civile recano: Capo IDisposizioni generali Capo II Delle associazioni e delle fondazioni. Il regio decreto 30 marzo 1942, n. 318, reca: Disposizioni per lattuazione del codice civile e disposizioni transitorie. Il capo I reca: Capo I Disposizioni di attuazione. La sezione I reca: Sezione I Disposizioni relative al libro I. Il decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, reca: Attuazione della delega di cui allart. 1 della legge 22 luglio 1975, n. 382. Si riporta il testo dellart. 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dellattivita di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri): 2. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il Consiglio di Stato, sono emanati i regolamenti per la disciplina delle materie, non coperte da riserva assoluta di legge prevista dalla Costituzione, per le quali le leggi della Repubblica, autorizzando lesercizio della potesta regolamentare del Governo, determinano le norme generali regolatrici della materia e dispongono labrogazione delle norme vigenti, con effetto dallentrata in vigore delle norme regolamentari. Note allart. 1: Si riporta il testo dellart. 6 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, recante: Definizione ed ampliamento delle attribuzioni della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le 283

regioni e le province autonome di Trento e Bolzano ed unificazione, per le materie ed i compiti di interesse comune delle regioni, delle province e dei comuni, con la Conferenza Stato-citta ed autonomie locali. Art. 6 (Scambio di dati e informazioni). - 1. La Conferenza Stato-regioni favorisce linterscambio di dati ed informazioni sullattivita posta in essere dalle amministrazioni centrali, regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano. 2. La Conferenza Stato-regioni approva protocolli di intesa tra Governo, regioni e province autonome di Trento e di Bolzano, anche ai fini della costituzione di banche dati sulle rispettive attivita, accessibili sia dallo Stato che dalle regioni e dalle province autonome. Le norme tecniche ed i criteri di sicurezza per laccesso ai dati ed alle informazioni sono stabiliti di intesa con lAutorita per linformatica nella pubblica amministrazione. 3. I protocolli di intesa di cui al comma 2 prevedono, altresi, le modalita con le quali le regioni e le province autonome si avvalgono della rete unitaria delle pubbliche amministrazioni e dei servizi di trasporto e di interoperabilita messi a disposizione dai gestori, alle condizioni contrattuali previste ai sensi dellart. 15, comma 1, della legge 15 marzo 1997, n. 59. Nota allart. 2: Si riporta il testo dellart. 21, secondo comma, del codice civile: Art. 21 (Deliberazioni dellassemblea). (Omissis). Per modificare latto costitutivo e lo statuto, se in essi non e altrimenti disposto, occorrono la presenza di almeno tre quarti degli associati e il voto favorevole della maggioranza dei presenti. Note allart. 5: Il libro I del codice civile reca: Delle persone e della famiglia. Per il titolo del titolo II, capo II, vedi note alle premesse. Note allart. 6: Si riporta il testo dellart. 27 del codice civile, come modificato dal regolamento qui pubblicato. Art. 27 (Estinzione della persona giuridica). - Oltre che per le cause previste nellatto costitutivo e nello statuto, la persona giuridica si estingue quando lo scopo e stato raggiunto o e divenuto impossibile. Le associazioni si estinguono, inoltre, quando tutti gli associati sono venuti a mancare. Si riporta il testo dellart. 11, delle disposizioni di attuazione del codice civile, approvato con regio decreto 30 marzo 1942, n. 318: Art. 11 (Persone giuridiche pubbliche). - Quando la persona giuridica e dichiarata estinta o quando lassociazione e sciolta, il presidente del tribunale, su istanza degli amministratori, dei soci, dei creditori, del pubblico ministero o anche di ufficio, nomina uno o piu commissari liquidatori, salvo che latto costitutivo o lo statuto non preveda una diversa forma di nomina e a questa si proceda entro un mese dal provvedimento. La preventiva designazione dei liquidatori nellatto costitutivo o nello statuto non ha effetto. Quando lo scioglimento dellassociazione e deliberato dallassemblea, la nomina puo essere fatta dallassemblea medesima con la maggioranza prevista dallart. 21 del codice. Possono essere nominati liquidatori anche gli amministratori uscenti. In ogni caso la nomina fatta dallassemblea o nelle forme previste nellatto costitutivo o nello statuto deve essere comunicata immediatamente al presidente del tribunale. Nota allart. 7: Si riporta il testo dellart. 14 del citato decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616: Art. 14 (Persone giuridiche private). - E delegato alle regioni lesercizio delle funzioni amministrative di organi centrali e periferici dello Stato concernenti le persone giuridiche di cui 284

allart. 12 del codice civile che operano esclusivamente nelle materie di cui al presente decreto e le cui finalita statutarie si esauriscono nellambito di una sola regione. Nota allart. 8: Si riporta il testo dellart. 35 del codice civile, come modificato dal regolamento qui pubblicato: Art. 35 (Disposizione penale). Gli amministratori e i liquidatori che non richiedono le iscrizioni prescritte sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da lire ventimila a lire un milione. Note allart. 9: Si riporta il testo dellart. 10 della legge 20 maggio 1985, n. 222, recante: Disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi: Art. 10. Le associazioni costituite o approvate dallautorita ecclesiastica non riconoscibili a norma dellarticolo precedente, possono essere riconosciute alle condizioni previste dal codice civile. Esse restano in tutto regolate dalle leggi civili, salvi la competenza dellautorita ecclesiastica circa la loro attivita di religione o di culto di poteri della medesima in ordine agli organi statutari. In ogni caso e applicabile lart. 3 delle presenti norme. Si riporta il testo dellart. 8, terzo comma, della Costituzione: I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. Per il titolo del libro I, capo II, del codice civile vedi note allart. 5. Note allart. 11: Per il testo dellart. 20 della legge 15 marzo 1997, n. 59, vedi nelle note alle premesse. Si riporta il testo dellart. 16 del codice civile, come modificato del regolamento qui pubblicato: Art. 16 (Atto costitutivo e statuto. Modificazioni). - Latto costitutivo e lo statuto devono contenere la denominazione dellente, lindicazione dello scopo, del patrimonio e della sede, nonche le norme sullordinamento e sullamministrazione. Devono anche determinare, quando trattasi di associazioni, i diritti e gli obblighi degli associati e le condizioni della loro ammissione, quando trattasi di fondazioni, i criteri e le modalita di erogazione delle rendite. Latto costitutivo e lo statuto possono inoltre contenere le norme relative alla estinzione dellente e alla devoluzione del patrimonio, e, per le fondazioni, anche quelle relative alla loro trasformazione. Si riporta il testo dellart. 20 delle disposizioni di attuazione del codice civile e disposizioni transitorie, approvate con regio decreto 30 marzo 1942, n. 318, come modificato dal regolamento qui pubblicato: Art. 20. - Chiusa la liquidazione, il presidente del tribunale ordina la cancellazione dellente dal registro delle persone giuridiche.

Disciplina delle associazioni di promozione sociale


Legge 7/12/2000 n. 383
(Pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre 2000, n. 300)
Capo I DISPOSIZIONI GENERALI

Art.1. (Finalit e oggetto della legge) 1. La Repubblica riconosce il valore sociale dellassociazionismo liberamente costituito e delle sue molteplici attivita come espressione di partecipazione, solidarieta e pluralismo; ne promuove lo sviluppo in tutte le sue articolazioni territoriali, nella salvaguardia della sua autonomia; favorisce il suo apporto originale al conseguimento di finalita di carattere sociale, civile, culturale e di ricerca
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etica e spirituale. 2. La presente legge, in attuazione degli articoli 2, 3, secondo comma, 4, secondo comma, 9 e 18 della Costituzione, detta principi fondamentali e norme per la valorizzazione dellassociazionismo di promozione sociale e stabilisce i principi cui le regioni e le province autonome devono attenersi nel disciplinare i rapporti fra le istituzioni pubbliche e le associazioni di promozione sociale nonche i criteri cui debbono uniformarsi le amministrazioni statali e gli enti locali nei medesimi rapporti. 3. La presente legge ha, altresi, lo scopo di favorire il formarsi di nuove realta associative e di consolidare e rafforzare quelle gia esistenti che rispondono agli obiettivi di cui al presente articolo. Art.2. (Associazioni di promozione sociale) 1. Sono considerate associazioni di promozione sociale le associazioni riconosciute e non riconosciute, i movimenti, i gruppi e i loro coordinamenti o federazioni costituiti al fine di svolgere attivita di utilita sociale a favore di associati o di terzi, senza finalita di lucro e nel pieno rispetto dellalibertaedignitadegliassociati. 2. Non sono considerate associazioni di promozione sociale, ai fini e per gli effetti della presente legge, i partiti politici, le organizzazioni sindacali, le associazioni dei datori di lavoro, le associazioni professionali e di categoria e tutte le associazioni che hanno come finalita la tutela esclusivadiinteressieconomicidegliassociati. 3. Non costituiscono altresi associazioni di promozione sociale i circoli privati e le associazioni comunque denominate che dispongono limitazioni con riferimento alle condizioni economiche e discriminazioni di qualsiasi natura in relazione allammissione degli associati o prevedono il diritto di trasferimento, a qualsiasi titolo, della quota associativa o che, infine, collegano, in qualsiasi forma, la partecipazione sociale alla titolarita di azioni o quote di natura patrimoniale. Art.3. (Atto costitutivo e statuto)
Le associazioni di promozione sociale si costituiscono con atto scritto nel quale deve tra laltro essere indicata la sede legale. Nello statuto devono essere espressamente previsti: a) la denominazione; b) loggetto sociale; c) l attribuzione della rappresentanza legale dellassociazione; d) lassenza di fini di lucro e la previsione che i proventi delle attivita non possono, in nessun caso, essere divisi fra gli associati, anche in forme indirette; e) lobbligo di reinvestire leventuale avanzo di gestione a favore di attivita istituzionali statutariamente previste; f) le norme sullordinamento interno ispirato a principi di democrazia e di uguaglianza dei diritti di tutti gli associati, con la previsione dellelettivita delle cariche associative. In relazione alla particolare natura di talune associazioni, il Ministro per la solidarieta sociale, sentito lOsservatorio nazionale di cui allarticolo11,puoconsentirederogheallapresentedisposizione; g) i criteri per lammissione e lesclusione degli associati e di loro diritti e obblighi; h) lobbligo di redazione di rendiconti economico-finanziari, nonche le modalita di approvazione degli stessi da parte degli organi statutari; i) le modalitadiscioglimento dellassociazione; l) lobbligo di devoluzione del patrimonio residuo in caso di scioglimento, cessazione o estinzione, dopo la liquidazione, a fini di utilita sociale.

Art. 4. (Risorse economiche) 1. Le associazioni di promozione sociale traggono le risorse economiche per il loro funzionamento eperlosvolgimentodelleloroattivitada: a) quote e contributi degli associati; b) eredita, donazioni e legati; c) contributi dello Stato, delle regioni, di enti locali, di enti o di istituzioni pubblici, anche finalizzati al sostegno di specifici e documentati programmi realizzati nellambito dei fini statutari; 286

d) contributi dellUnione europea e di organismi internazionali; e) entrate derivanti da prestazioni di servizi convenzionati; f) proventi delle cessioni di beni e servizi agli associati e a terzi, anche attraverso lo svolgimento di attivita economiche di natura commerciale, artigianale o agricola, svolte in maniera ausiliaria e sussidiaria e comunque finalizzate al raggiungimento degli obiettivi istituzionali; g) erogazioni liberali degli associati e dei terzi; h) entrate derivanti da iniziative promozionali finalizzate al proprio finanziamento, quali feste e sottoscrizioni anche a premi; i) altre entrate compatibili con le finalita sociali dellassociazionismo di promozione sociale. 2. Le associazioni di promozione sociale sono tenute per almeno tre anni alla conservazione della documentazione, con lindicazione dei soggetti eroganti, relativa alle risorse economiche di cui al comma 1, lettere b), c), d), e), nonche, per le risorse economiche di cui alla lettera g), della documentazione relativa alle erogazioni liberali se finalizzate alle detrazioni di imposta e alle deduzioni dal reddito imponibile di cui allarticolo 22. Art. 5. (Donazioni ed eredita) 1. Le associazioni di promozione sociale prive di personalita giuridica possono ricevere donazioni e, con beneficio di inventario, lasciti testamentari, con lobbligo di destinare i beni ricevuti e le loro rendite al conseguimento delle finalita previste dallatto costitutivo e dallo statuto. 2. I beni pervenuti ai sensi del comma 1 sono intestati alle associazioni. Ai fini delle trascrizioni dei relativi acquisti si applicano gli articoli 2659 e 2660 del codice civile. Art. 6. (Rappresentanza) 1. Le associazioni di promozione sociale anche non riconosciute sono rappresentate in giudizio dai soggetti ai quali, secondo lo statuto, e conferita la rappresentanza legale. 2. Per le obbligazioni assunte dalle persone che rappresentano lassociazione di promozione sociale i terzi creditori devono far valere i loro diritti sul patrimonio dellassociazione medesima e, solo in via sussidiaria, possono rivalersi nei confronti delle persone che hanno agito in nome e per conto dellassociazione.
Capo II REGISTRI E OSSERVATORI DELLASSOCIAZIONISMO

Sezione I Registri nazionale, regionali e provinciali Art. 7. (Registri) 1. Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per gli affari sociali e istituito un registro nazionale al quale possono iscriversi, ai fini dellapplicazione della presente legge, le associazioni di promozione sociale a carattere nazionale in possesso dei requisiti di cui allarticolo 2, costituite ed operanti da almeno un anno. Alla tenuta del registro si provvede con le ordinarie risorse finanziarie, umane e strumentali del Dipartimento per gli affari sociali. 2. Per associazioni di promozione sociale a carattere nazionale si intendono quelle che svolgono attivita in almeno cinque regioni ed in almeno venti province del territorio nazionale. 3. Liscrizione nel registro nazionale delle associazioni a carattere nazionale comporta il diritto di automatica iscrizione nel registro medesimo dei relativi livelli di organizzazione territoriale e dei circoli affiliati, mantenendo a tali soggetti i benefici connessi alla iscrizione nei registri di cui al comma 4. 4. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano istituiscono, rispettivamente, registri su scala regionale e provinciale, cui possono iscriversi tutte le associazioni in possesso dei requisiti di cui allarticolo 2, che svolgono attivita, rispettivamente, in ambito regionale o provinciale.
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Art. 8. (Disciplina del procedimento per le iscrizioni ai registri nazionale, regionali e provinciali) 1. Il Ministro per la solidarieta sociale, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, emana un apposito regolamento (D.M. 14/11/2001 n 471 G.U. n 21 del 25/1/2001) che disciplina il procedimento per lemanazione dei provvedimenti di iscrizione e di cancellazione delle associazioni a carattere nazionale nel registro nazionale di cui allarticolo 7, comma 1, e la periodica revisione dello stesso, nel rispetto della legge 7 agosto 1990, n. 241. 2. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano disciplinano con proprie leggi, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, listituzione dei registri di cui allarticolo 7, comma 4, i procedimenti per lemanazione dei provvedimenti di iscrizione e di cancellazione delle associazioni che svolgono attivita in ambito regionale o provinciale nel registro regionale o provinciale nonche la periodica revisione dei registri regionali e provinciali, nel rispetto dei principi della legge 7 agosto 1990, n. 241. Le regioni e le province autonome trasmettono altresi annualmente copia aggiornata dei registri allOsservatorio nazionale di cui allarticolo11. 3. Il regolamento di cui al comma 1 e le leggi regionali e provinciali di cui al comma 2 devono prevedere un termine per la conclusione del procedimento e possono stabilire che, decorso inutilmente il termine prefissato, liscrizione si intenda assentita. 4. Liscrizione nei registri e condizione necessaria per stipulare le convenzioni e per usufruire dei benefici previsti dalla presente legge e dalle leggi regionali e provinciali di cui al comma 2. Art. 9. (Atti soggetti ad iscrizione nei registri) 1. Nei registri di cui allarticolo 7 devono risultare latto costitutivo, lo statuto, la sede dellassociazioneelambitoterritorialediattivita. 2. Nei registri devono essere iscritti altresi le modificazioni dellatto costitutivo e dello statuto, il trasferimento della sede, le deliberazioni di scioglimento. Art.10. (Ricorsi avverso i provvedimenti relativi alle iscrizioni e alle cancellazioni) 1. Avverso i provvedimenti di rifiuto di iscrizione e avverso i provvedimenti di cancellazione e ammesso ricorso in via amministrativa, nel caso si tratti di associazioni a carattere nazionale, al Ministro per la solidarieta sociale, che decide previa acquisizione del parere vincolante dellOsservatorio nazionale di cui allarticolo 11; nel caso si tratti di associazioni che operano in ambito regionale o nellambito delle province autonome di Trento e di Bolzano, al presidente della giunta regionale o provinciale, previa acquisizione del parere vincolante dellosservatorio regionale previsto dallarticolo 14. 2. Avverso i provvedimenti di rifiuto di iscrizione e avverso i provvedimenti di cancellazione e ammesso, in ogni caso, entro sessanta giorni, ricorso al tribunale amministrativo regionale competente, che decide, in camera di consiglio, nel termine di trenta giorni dalla scadenza del termine per il deposito del ricorso, sentiti i difensori delle parti che ne abbiano fatto richiesta. La decisione del tribunale e appellabile, entro trenta giorni dalla sua notifica, al Consiglio di Stato, il q
Capo II REGISTRI E OSSERVATORI Sezione II Osservatorio nazionale e osservatori regionali dellassociazionismo Art. 11. (Istituzione e composizione dellOsservatorio nazionale) 1. In sede di prima attuazione della presente legge, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la solidarieta sociale, e istituito lOsservatorio nazionale dellassociazionismo, di seguito denominato Osservatorio, presieduto dal Ministro per la solidarieta sociale, composto da 26 membri, di cui 10 rappresentanti delle associazioni a carattere nazionale maggiormente rappresentative, 10 rappresentanti estratti a sorte tra i nominativi indicati daaltreassociazionie6esperti. 288

2. Le associazioni di cui al comma 1 devono essere iscritte nei registri ai rispettivi livelli. 3. LOsservatorio elegge un vicepresidente tra i suoi componenti di espressione delle associazioni. 4. LOsservatorio si riunisce al massimo otto volte lanno, dura in carica tre anni ed i suoi componenti non possono essere nominati per piu di due mandati. 5. Per il funzionamento dellOsservatorio e autorizzata la spesa massima di lire 225 milioni per il 2000 e di lire 450 milioni annue a decorrere dal 2001. 6. Entro tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro per la solidarieta sociale, sentite le Commissioni parlamentari competenti, emana un regolamento per disciplinare le modalita di elezione dei membri dellOsservatorio nazionale da parte delle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale e regionali. 7. Alle attivita di segreteria connesse al funzionamento dellOsservatorio si provvede con le ordinarie risorse finanziarie, umane e strumentali del Dipartimento per gli affari sociali. Art. 12. (Funzionamento e attribuzioni) 1. Per lo svolgimento dei suoi compiti lOsservatorio, che ha sede presso il Dipartimento per gli affari sociali, adotta un apposito regolamento entro sessanta giorni dallinsediamento. 2. Con regolamento, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ai sensi della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono disciplinati le procedure per la gestione delle risorse assegnate allOsservatorio e i rapporti tra lOsservatorio e il Dipartimento per gli affari sociali. 3.AllOsservatorio sono assegnate le seguenti competenze: a) assistenza alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per gli affari sociali, nella tenuta e nellaggiornamento del registro nazionale; b) promozione di studi e ricerche sullassociazionismo in Italia e allestero; c) pubblicazione di un rapporto biennale sullandamento del fenomeno associativo e sullo stato di attuazione della normativa europea, nazionale e regionale sullassociazionismo; d) sostegno delle iniziative di formazione e di aggiornamento per lo svolgimento delle attivita associative nonche di progetti di informatizzazione e di banche dati nei settori disciplinati dalla presente legge; e) pubblicazione di un bollettino periodico di informazione e promozione di altre iniziative volte alla diffusione della conoscenza dellassociazionismo, al fine di valorizzarne il ruolo di promozione civile e sociale; f) approvazione di progetti sperimentali elaborati, anche in collaborazione con gli enti locali, dalle associazioni iscritte nei registri di cui allarticolo 7 per fare fronte a particolari emergenze sociali e per favorire lapplicazione di metodologie di intervento particolarmente avanzate; g) promozione di scambi di conoscenze e forme di collaborazione fra le associazioni di promozione sociale italiane e fra queste e le associazioni straniere; h) organizzazione, con cadenza triennale, di una conferenza nazionale sullassociazionismo, alla quale partecipino i soggetti istituzionali e le associazioni interessate; i) esame dei messaggi di utilita sociale redatti dalle associazioni iscritte nei registri di cui allarticolo 7, loro determinazione e trasmissione alla Presidenza del Consiglio dei ministri. 4. Per lo svolgimento dei propri compiti lOsservatorio si avvale delle risorse umane e strumentali messe a disposizione dal Dipartimento per gli affari sociali. 5. Per gli oneri derivanti dallattuazione del presente articolo e autorizzata la spesa massima di lire 745 milioni per il 2000 e di lire 1.490 milioni annue a decorrere dal 2001. Art. 13. (Fondo per lassociazionismo) 1. E istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per gli affari sociali, il 289

Fondo per lassociazionismo, finalizzato a sostenere finanziariamente le iniziative ed i progetti di cui alle lettere d) e f) del comma 3 dellarticolo 12. 2. Per il funzionamento del Fondo e autorizzata la spesa massima di lire 4.650 milioni per il 2000, 14.500 milioni per il 2001 e 20.000 milioni annue a decorrere dal 2002. Art. 14. (Osservatori regionali) 1. Le regioni istituiscono osservatori regionali per lassociazionismo con funzioni e modalita di funzionamento da stabilire con la legge regionale di cui allarticolo 8, comma 2. 2. Per gli oneri derivanti dallattuazione del presente articolo e dellarticolo 7, comma 4, e autorizzata la spesa di lire 150 milioni per il 2000 e di lire 300 milioni annue a decorrere dal 2001. 3. Al riparto delle risorse di cui al comma 2 si provvede con decreto del Ministro per la solidarieta sociale, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Art. 15. (Collaborazione dellISTAT) 1. LIstituto nazionale di statistica (ISTAT) e tenuto a fornire allOsservatorio adeguata assistenza per leffettuazione di indagini statistiche a livello nazionale e regionale e a collaborare nelle medesime materie con gli osservatori regionali. 2. Per gli oneri derivanti dallattuazione del presente articolo e autorizzata la spesa di lire 50 milioni per il 2000 e di lire 100 milioni annue a decorrere dal 2001. Art. 16. (Rapporti con lOsservatorio nazionale per il volontariato) 1. LOsservatorio svolge la sua attivita in collaborazione con lOsservatorio nazionale per il volontariato di cui allarticolo 12 della legge 11 agosto 1991, n. 266, sulle materie di comune interesse. 2. LOsservatorio e lOsservatorio nazionale per il volontariato sono convocati in seduta congiunta almeno una volta allanno, sotto la presidenza del Ministro per la solidarieta sociale o di un suo delegato. 3. Per gli oneri derivanti dallattuazione del presente articolo e autorizzata la spesa massima di lire 50 milioni annue a decorrere dal 2000. Art. 17. (Partecipazione alla composizione del CNEL) 1. LOsservatorio e lOsservatorio nazionale per il volontariato designano dieci membri del Consiglio nazionale delleconomia e del lavoro (CNEL), scelti fra le persone indicate dalle associazioni di promozione sociale e dalle organizzazioni di volontariato maggiormente rappresentative. 2. Lalinea del comma 1 dellarticolo 2 della legge 30 dicembre 1986, n. 936, e sostituito dal seguente: Il Consiglio nazionale delleconomia e del lavoro e composto di esperti, rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni di volontariato e rappresentanti delle categorie produttive, in numero di centoventuno, oltre al presidente, secondo la seguente ripartizione:. 3. Allarticolo 2, comma 1, della citata legge n. 936 del 1986, dopo il numero I), e inserito il seguente: 1-bis) dieci rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni di volontariato dei quali, rispettivamente, cinque designati dallOsservatorio nazionale dellassociazionismo e cinque designati dallOsservatorio nazionale per il volontariato;. 4. Allarticolo 4 della citata legge n. 936 del 1986, dopo il comma 2 e inserito il seguente: 2-bis. I rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni di volontariato sono designati ai sensi delle norme vigenti. Le designazioni sono comunicate al
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PresidentedelConsigliodeiministri. 5. Per gli oneri derivanti dallattuazione del presente articolo e autorizzata la spesa massima di lire 240 milioni per il 2000 e di lire 482 milioni annue a decorrere dal 2001.
Capo III PRESTAZIONI DEGLI ASSOCIATI, DISCIPLINA FISCALE E AGEVOLAZIONI Sezione I Prestazioni degli associati

Art. 18. (Prestazioni degli associati) 1. Le associazioni di promozione sociale si avvalgono prevalentemente delle attivita prestate in forma volontaria, libera e gratuita dai propri associati per il perseguimento dei fini istituzionali. 2. Le associazioni possono, inoltre, in caso di particolare necessita, assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo, anche ricorrendo a propri associati. Art. 19. (Flessibilita nellorario di lavoro) 1. Per poter espletare le attivita istituzionali svolte anche in base alle convenzioni di cui allarticolo 30, i lavoratori che facciano parte di associazioni iscritte nei registri di cui allarticolo 7 hanno diritto di usufruire delle forme di flessibilita dellorario di lavoro o delle turnazioni previste dai contratti o dagli accordi collettivi, compatibilmente con lorganizzazione aziendale. Sezione II Disciplina fiscale, diritti e altre agevolazioni Art. 20. (Prestazioni in favore dei familiari degli associati) 1. Le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese nei confronti dei familiari conviventi degli associati sono equiparate, ai fini fiscali, a quelle rese agli associati. 2. Per gli oneri derivanti dallattuazione del presente articolo e autorizzata la spesa massima di lire 2.700 milioni per il 2000, lire 5.400 milioni per il 2001 e lire 5.400 milioni a decorrere dal 2002. Art. 21. (Imposta sugli intrattenimenti) 1. In deroga alla disposizione di cui allarticolo 3, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, come modificato, da ultimo, dal decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 60, le quote e i contributi corrisposti alle associazioni di promozione sociale non concorrono alla formazione della base imponibile, ai fini dellimposta sugli intrattenimenti. 2. Per gli oneri derivanti dallattuazione del presente articolo e autorizzata la spesa massima di lire 3.500 milioni per il 2001 e lire 3.500 milioni a decorrere dal 2002. Art. 22. (Erogazioni liberali) 1. Al testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni: a) allarticolo 13-bis: 1) al comma 1, relativo alle detrazioni di imposta per oneri sostenuti, dopo la lettera i-ter) e aggiunta la seguente: i-quater) le erogazioni liberali in denaro, per importo non superiore a 4 milioni di lire, a favore delle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri previsti dalle vigenti disposizioni di legge. Si applica lultimo periodo della lettera i-bis); 2) al comma 3, relativo alla detrazione proporzionale, in capo ai singoli soci di societa semplice, afferente gli oneri sostenuti dalla societa medesima, le parole: Per gli oneri di cui alle lettere a), g), h), h-bis), i) ed i-bis) sono sostituite dalle seguenti: Per gli oneri di cui alle lettere a), g), h), h-bis), i), i-bis) e i-quater); b) allarticolo 65, comma 2, relativo agli oneri di utilita sociale deducibili ai fini della determinazione del reddito di impresa, dopo la lettera c-septies) e aggiunta la seguente: c-octies) le erogazioni liberali in denaro, per importo non superiore a 3 milioni di lire o al 2 per cento del reddito di impresa dichiarato, a favore di associazioni di promozione sociale iscritte nei registri previsti dalle vigenti disposizioni di legge;
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c) allarticolo 110-bis, comma 1, relativo alle detrazioni di imposta per oneri sostenuti da enti non commerciali, le parole: oneri indicati alle lettere a), g), h), h-bis), i) ed i-bis) del comma 1 dellarticolo 13-bis sono sostituite dalle seguenti: oneri indicati alle lettere a), g), h), h-bis), i), ibis) e i-quater) del comma 1 dellarticolo 13-bis; d) allarticolo 113, comma 2-bis, relativo alle detrazioni di imposta per oneri sostenuti da societa ed enti commerciali non residenti, le parole: oneri indicati alle lettere a), g), h), h-bis), i) ed i-bis) del comma 1 dellarticolo 13-bis sono sostituite dalle seguenti: oneri indicati alle lettere a), g), h), hbis), i), i-bis) e i-quater) del comma 1 dellarticolo 13-bis; e) allarticolo 114, comma 1-bis, relativo alle detrazioni di imposta per oneri sostenuti dagli enti non commerciali non residenti, le parole: oneri indicati alle lettere a), g), h), h-bis), i) ed i-bis) del comma 1 dellarticolo 13-bis sono sostituite dalle seguenti: oneri indicati alle lettere a), g), h), hbis), i), i-bis) e i-quater) del comma 1 dellarticolo 13-bis. 2. Per gli oneri derivanti dallattuazione del presente articolo e autorizzata la spesa massima di lire 71.500 milioni per il 2001 e lire 41.000 milioni a decorrere dal 2002. Art. 23. (Tributi locali) 1. Gli enti locali possono deliberare riduzioni sui tributi di propria competenza per le associazioni di promozione sociale, qualora non si trovino in situazioni di dissesto ai sensi del decreto legislativo 25 febbraio 1995, n. 77, e successive modificazioni. Art. 24. (Accesso al credito agevolato e privilegi) 1. Le provvidenze creditizie e fideiussorie previste dalle norme per le cooperative e i loro consorzi sono estese, senza ulteriori oneri per lo Stato, alle associazioni di promozione sociale e alle organizzazioni di volontariato iscritte nei rispettivi registri che, nellambito delle convenzioni di cui allarticolo 30, abbiano ottenuto lapprovazione di uno o piu progetti di opere e di servizi di interesse pubblico inerenti alle finalita istituzionali. 2. I crediti delle associazioni di promozione sociale per i corrispettivi dei servizi prestati e per le cessioni di beni hanno privilegio generale sui beni mobili del debitore ai sensi dellarticolo 2751-bis del codice civile. 3. I crediti di cui al comma 2 sono collocati, nellordine dei privilegi, subito dopo i crediti di cui alla lettera c) del secondo comma dellarticolo 2777 del codice civile. Art. 25. (Messaggi di utilita sociale) 1. Ai sensi dellarticolo 3 della legge 7 giugno 2000, n. 150, la Presidenza del Consiglio dei ministri trasmette alla societa concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo i messaggi di utilita sociale ricevuti dallOsservatorio. 2. Allarticolo 6, primo comma, della legge 14 aprile 1975, n. 103, dopo le parole: alle associazioni nazionali del movimento cooperativo giuridicamente riconosciute, sono inserite le seguenti: alle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale e regionali,. Art. 26. (Diritto allinformazione ed accesso ai documenti amministrativi)
1. Alle associazioni di promozione sociale e riconosciuto il diritto di accesso ai documenti amministrativi di cui allarticolo 22, comma 1, della legge 7 agosto 1990, n. 241. 2. Ai fini di cui al comma 1 sono considerate situazioni giuridicamente rilevanti quelle attinenti al perseguimento degli scopi statutari delle associazioni di promozione sociale.

Art. 27. (Tutela degli interessi sociali e collettivi) 1. Le associazioni di promozione sociale sono legittimate: a) a promuovere azioni giurisdizionali e ad intervenire nei giudizi promossi da terzi, a tutela dellinteresse dellassociazione; b) ad intervenire in
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giudizi civili e penali per il risarcimento dei danni derivanti dalla lesione di interessi collettivi concernenti le finalita generali perseguite dallassociazione; c) a ricorrere in sede di giurisdizione amministrativa per lannullamento di atti illegittimi lesivi degli interessi collettivi relativi alle finalita di cui alla lettera b). 2. Le associazioni di promozione sociale sono legittimate altresi ad intervenire nei procedimenti amministrativi ai sensi dellarticolo 9 della legge 7 agosto 1990, n. 241. Art. 28. (Accesso al Fondo sociale europeo) 1. Il Governo, dintesa con le regioni e con le province autonome di Trento e di Bolzano, promuove ogni iniziativa per favorire laccesso delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni di volontariato ai finanziamenti del Fondo sociale europeo per progetti finalizzati al raggiungimento degli obiettivi istituzionali, nonche, in collaborazione con la Commissione delle Comunita europee, per facilitare laccesso ai finanziamenti comunitari, inclusi i prefinanziamenti da parte degli Stati membri e i finanziamenti sotto forma di sovvenzioni globali. Art. 29. (Norme regionali e delle province autonome) 1. Le leggi regionali e le leggi delle province autonome di Trento e di Bolzano concorrono alla promozione e favoriscono lo sviluppo dellassociazionismo di promozione sociale, salvaguardandone lautonomia di organizzazione e di iniziativa. Art. 30. (Convenzioni) 1. Lo Stato, le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano, le province, i comuni e gli altri enti pubblici possono stipulare convenzioni con le associazioni di promozione sociale, iscritte da almeno sei mesi nei registri di cui allarticolo 7, per lo svolgimento delle attivita previste dallo statuto verso terzi. 2. Le convenzioni devono contenere disposizioni dirette a garantire lesistenza delle condizioni necessarie a svolgere con continuita le attivita stabilite dalle convenzioni stesse. Devono inoltre prevedere forme di verifica delle prestazioni e di controllo della loro qualita nonche le modalita di rimborso delle spese. 3. Le associazioni di promozione sociale che svolgono attivita mediante convenzioni devono assicurare i propri aderenti che prestano tale attivita contro gli infortuni e le malattie connessi con lo svolgimento dellattivita stessa, nonche per la responsabilita civile verso terzi. 4. Con decreto del Ministro per la solidarieta sociale, di concerto con il Ministro dellindustria, del commercio e dellartigianato, da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono individuati meccanismi assicurativi semplificati con polizze anche numeriche o collettive e sono disciplinati i relativi controlli. 5. La copertura assicurativa di cui al comma 3 e elemento essenziale della convenzione e gli oneri relativi sono a carico dellente con il quale viene stipulata la convenzione medesima. 6. Le prescrizioni di cui al presente articolo si applicano alle convenzioni stipulate o rinnovate successivamente alla data di entrata in vigore della presente legge. Art. 31. (Strutture e autorizzazioni temporanee per manifestazioni pubbliche) 1. Le amministrazioni statali, con le proprie strutture civili e militari, e quelle regionali, provinciali e comunali possono prevedere forme e modi per lutilizzazione non onerosa di beni mobili e immobili per manifestazioni e iniziative temporanee delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni di volontariato previste dalla legge 11 agosto 1991, n. 266, nel rispetto dei principi di trasparenza, di pluralismo e di uguaglianza. 2. Alle associazioni di promozione sociale, in occasione di particolari eventi o manifestazioni, il sindaco puo concedere autorizzazioni temporanee alla somministrazione di alimenti e bevande in deroga ai criteri e parametri di cui allarticolo 3, comma 4, della legge 25 agosto 1991, n. 287. Tali autorizzazioni sono valide soltanto per il periodo di svolgimento delle predette manifestazioni e per i
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locali o gli spazi cui si riferiscono e sono rilasciate alla condizione che laddetto alla somministrazione sia iscritto al registro degli esercenti commerciali. 3. Le associazioni di promozione sociale sono autorizzate ad esercitare attivita turistiche e ricettive per i propri associati. Per tali attivita le associazioni sono tenute a stipulare polizze assicurative secondo la normativa vigente. Possono, inoltre, promuovere e pubblicizzare le proprie iniziative attraverso i mezzi di informazione, con lobbligo di specificare che esse sono riservate ai propri associati. Art. 32. (Strutture per lo svolgimento delle attivita sociali)
Lo Stato, le regioni, le province e i comuni possono concedere in comodato beni mobili ed immobili di loro proprieta, non utilizzati per fini istituzionali, alle associazioni di promozione sociale e alle organizzazioni di volontariato previste dalla legge 11 agosto 1991, n. 266, per lo svolgimento delle loro attivita istituzionali. 2. Allarticolo 1, comma 1, della legge 11 luglio 1986, n. 390, dopo la lettera b), e inserita la seguente: b-bis) ad associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale e regionali;. 3. Allarticolo 32, comma 3, della legge 23 dicembre 1994, n. 724, dopo le parole: senza fini di lucro, sono inserite le seguenti: nonche ad associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale e regionali,. Per gli oneri derivanti dallattuazione del presente comma e autorizzata la spesa di lire 1.190 milioni annue a decorrere dallanno 2000. 4. La sede delle associazioni di promozione sociale ed i locali nei quali si svolgono le relative attivita sono compatibili con tutte le destinazioni duso omogenee previste dal decreto del Ministro per i lavori pubblici 2 aprile 1968, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 97 del 16 aprile 1968, indipendentemente dalladestinazioneurbanistica. 5. Per concorrere al finanziamento di programmi di costruzione, di recupero, di restauro, di adattamento, di adeguamento alle norme di sicurezza e di straordinaria manutenzione di strutture o edifici da utilizzare per le finalita di cui al comma 1, per la dotazione delle relative attrezzature e per la loro gestione, le associazioni di promozione sociale sono ammesse ad usufruire, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, di tutte le facilitazioni o agevolazioni previste per i privati, in particolare per quanto attiene allaccesso al credito agevolato.

Capo IV DISPOSIZIONI FINANZIARIE Art. 33. (Copertura finanziaria) 1. Allonere derivante dallattuazione della presente legge, valutato nella misura di lire 10.000 milioni per lanno 2000, di lire 98.962 milioni per lanno 2001 e di lire 73.962 milioni a decorrere dallanno 2002, si provvede mediante riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2000-2002, nellambito dellunita previsionale di base di parte corrente Fondo speciale dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per lanno finanziario 2000, allo scopo parzialmente utilizzando, quanto a lire 10.000 milioni per lanno 2000, lire 90.762 milioni per lanno 2001 e lire 67.762 milioni a decorrere dallanno 2002, laccantonamento relativo al Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, e quanto a lire 8.200 milioni per lanno 2001 e lire 6.200 milioni a decorrere dallanno 2002, laccantonamento relativo al Ministero dellambiente. 2. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Data a Roma, addi 7 dicembre 2000 CIAMPI Amato, Presidente del Consiglio dei Ministri Visto, Il Guardasigilli: Fassino LAVORI PREPARATORI Camera dei deputati (atto n. 159): Presentato dallon. Corleone il 9 maggio 1996. Assegnato alla I commissione (Affari costituzionali), in sede referente, il 18 giugno 1996, con pareri delle commissioni V, VI, VII,
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VIII e XII. Esaminato dalla I commissione, in sede referente, il 14, 20, 27 maggio; 18 settembre 1997, 18, 19 febbraio 1998; 5 maggio 1999; 29 marzo; 31 maggio; 20 giugno 2000. Relazione scritta presentata il 17 luglio 2000 (atto n. 159-285-577-1167-2674-3300-3969/A - relatore on. Soda). Assegnato nuovamente alla I commissione, in sede redigente, il 18 luglio 2000. Presentazione del testo degli articoli il 18 luglio 2000 (atto n. 159-285-577-1167-2674-3300-3969-A/RED - relatore on. Soda). Esaminato dalla I commissione, in sede redigente, il 19 luglio 2000. Esaminato in aula e approvato il 25 luglio 2000 in un testo unificato con gli atti nn. 285 (Scalia); 577 (Lua ed altri); 1167 (Di Capua e Chiavacci); 2674 (Massidda ed altri); 3300 (Errigo) e 3969 (Galeazzi ed altri). Senato della Repubblica (atto n. 4759): Assegnato alla 1 commissione (Affari costituzionali), in sede referente, l8 settembre 2000 con pareri delle commissioni 2, 4, 5, 6, 7, 9, 10, 11, 12, giunta affari Comunita europee e parlamentare per le questioni regionali. Esaminato dalla 1 commissione, in sede referente, il 10 e 18 ottobre 2000. Assegnato nuovamene alla 1 commissione, in sede redigente, il 25 ottobre 2000. Esaminato dalla 1 commissione, in sede redigente, il 25 ottobre 2000. Presentazione del testo degli articoli annunciata il 26 ottobre 2000 (atto n. 4759/REDrelatore sen. Andreoli). Esaminato in aula e approvato l8 novembre 2000. Avvertenza: Il testo delle note qui pubblicato e stato redatto dallamministrazione competente per materia, ai sensi dellart. 10, commi 2 e 3, del testo unico delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sullemanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali e operato il rinvio. Restano invariati il valore e lefficacia degli atti legislativi qui trascritti. Nota allart. 1, comma 2: - I testi degli articoli 2, 3, secondo comma, 4, secondo comma, 9 e 18 della Costituzione sono i seguenti: Art. 2. - La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili delluomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita, e richiede ladempimento dei doveri inderogabili di solidarieta politica, economica e sociale. Art. 3. - E compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la liberta e leguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e leffettiva partecipazione di tutti i lavoratori allorganizzazione politica, economica e sociale del Paese. Art. 4. - Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilita e la propria scelta, una attivita o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della societa. Art. 9. - La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Art. 18. - I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.. Nota allart. 5, comma 2: - I testi degli articoli 2659 e 2660 del codice civile sono i seguenti: Art. 2659 (Nota di trascrizione). - Chi domanda la trascrizione di un atto tra vivi deve presentare al conservatore dei registri immobiliari, insieme con la copia del titolo, una nota in doppio originale, nella quale devono essere indicati: 1) il cognome e il nome, il luogo e la data di nascita e il numero di codice fiscale delle parti, nonche il regime patrimoniale delle stesse, se coniugate, secondo quanto risulta da loro dichiarazione resa nel titolo o da certificato dellufficiale di stato civile; la denominazione o la ragione sociale, la sede e il numero di codice fiscale delle persone giuridiche, delle societa previste dai capi II, III e IV del titolo V del libro quinto e delle associazioni non
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riconosciute, con lindicazione, per queste ultime e per le societa semplici, anche delle generalita delle persone che le rappresentano secondo latto costitutivo; 2) il titolo di cui si chiede la trascrizione e la data del medesimo; 3) il cognome e il nome del pubblico ufficiale che ha ricevuto latto o autenticato le firme, o lautorita giudiziaria che ha pronunciato la sentenza; 4) la natura e la situazione dei beni a cui si riferisce il titolo, con le indicazioni richieste dallart. 2826, nonche nel caso previsto dallart. 2645-bis, comma 4, la superficie e la quota espressa in millesimi di cui a questultima disposizione. Se lacquisto, la rinunzia o la modificazione del diritto sono sottoposti a termine o a condizione, se ne deve fare menzione nella nota di trascrizione. Tale menzione non e necessaria se, al momento in cui latto si trascrive, la condizione sospensiva si e verificata o la condizione risolutiva e mancata ovvero il termine e scaduto. Art. 2660 (Trascrizione degli acquisti a causa di morte). - Chi domanda la trascrizione di un acquisto a causa di morte deve presentare, oltre latto indicato dallart. 2648, il certificato di morte dellautore della successione e una copia o un estratto autentico del testamento, se lacquisto segue in base a esso. Deve anche presentare una nota in doppio originale con le seguenti indicazioni: 1) il cognome e il nome, il luogo e la data di nascita dellerede o legatario e del defunto; 2) la data di morte; 3) se la successione e devoluta per legge, il vincolo che univa allautore il chiamato e la quota a questo spettante; 4) se la successione e devoluta per testamento, la forma e la data del medesimo, il nome del pubblico ufficiale che lha ricevuto o che lha in deposito; 5) la natura e la situazione dei beni con le indicazioni richieste dallart. 2826; 6) la condizione o il termine, qualora siano apposti alla disposizione testamentaria, salvo il caso contemplato dal secondo comma del precedente articolo, nonche la sostituzione fidecommissaria, qualora sia stata disposta a norma dellart. 692.. Nota allart. 8, commi 1 e 2: - La legge 7 agosto 1990, n. 241, recante: Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi, e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 18 agosto 1990, n. 192. Nota allart. 12, comma 2: - La legge 23 agosto 1988, n. 400, recante: Disciplina dellattivita di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 12 settembre 1988, n. 214, supplemento ordinario. Nota allart. 16, comma 1: - La legge 11 agosto 1991, n. 266 recante: Legge-quadro sul volontariato, e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 22 agosto 1991, n. 196. Il testo dellart. 12, e il seguente: Art. 12 (Osservatorio nazionale per il volontariato). - 1. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari sociali, e istituito lOsservatorio nazionale per il volontariato, presieduto dal Ministro per gli affari sociali o da un suo delegato e composto da dieci rappresentanti delle organizzazioni e delle federazioni di volontariato operanti in almeno sei regioni, da due esperti e da tre rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. LOsservatorio, che si avvale del personale, dei mezzi e dei servizi messi a disposizione dal Segretariato generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha i seguenti compiti: a) provvedere al censimento delle organizzazioni di volontariato ed alla diffusione della conoscenza delle attivita da esse svolte; b) promuovere ricerche e studi in Italia e allestero; c) fornire ogni utile elemento per la promozione e lo sviluppo del volontariato; d) approvare progetti sperimentali elaborati, anche in collaborazione con gli enti locali, da organizzazioni di volontariato iscritte nei registri di cui allart. 6 per far fronte ad emergenze sociali e per favorire lapplicazione di metodologie di intervento particolarmente avanzate; e) offrire sostegno e consulenza per progetti di informatizzazione e di banche-dati nei settori di competenza della presente legge; f) pubblicare un rapporto biennale sullandamento del fenomeno e sullo stato di attuazione delle normative nazionali
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e regionali; g) sostenere, anche con la collaborazione delle regioni, iniziative di formazione ed aggiornamento per la prestazione dei servizi; h) pubblicare un bollettino periodico di informazione e promuovere altre iniziative finalizzate alla circolazione delle notizie attinenti lattivita di volontariato; i) promuovere, con cadenza triennale, una Conferenza nazionale del volontariato, alla quale partecipano tutti i soggetti istituzionali, i gruppi e gli operatori interessati. 2. E istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per gli affari sociali, il fondo per il volontariato, finalizzato a sostenere finanziariamente i progetti di cui alla lettera d) del comma 1. Note allart. 17, commi 2 e 3: - La legge 30 dicembre 1986, n. 936, recante: Norme sul Consiglio nazionale delleconomia e del lavoro, e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 5 gennaio 1987, n. 3. - Si riporta il testo dellart. 2, come modificato dalla legge qui pubblicata: Art. 2. - Il Consiglio nazionale delleconomia e del lavoro e composto di esperti rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni di volontariato e rappresentanti delle categorie produttive in numero di centoventuno, oltre al presidente secondo la seguente ripartizione: I) dodici esperti, qualificati esponenti della cultura economica, sociale e giuridica, dei quali: a) otto nominati dal Presidente della Repubblica; b) quattro proposti dal Presidente del Consiglio dei Ministri; I-bis) dieci rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni di volontariato dei quali, rispettivamente, cinque designati dallOsservatorio nazionale dellassociazionismo e cinque designati dallOsservatorio nazionale per il volontariato; II) novantanove rappresentanti delle categorie produttive di beni e servizi nei settori pubblico e privato, dei quali quarantaquattro rappresentanti dei lavoratori dipendenti, diciotto rappresentanti dei lavoratori autonomi, trentasette rappresentanti delle imprese. 2. La rappresentanza dei lavoratori dipendenti e articolata in modo da garantire quella dei lavoratori dellagricoltura e della pesca, dellindustria, del commercio e dellartigianato, dei servizi, con particolare riguardo ai settori del trasporto, del credito e delle assicurazioni, nonche della pubblica amministrazione. Dei quarantaquattro membri di cui essa consiste, cinque rappresentano i dirigenti pubblici e privati e i quadri intermedi. 3. La rappresentanza dei lavoratori autonomi e cosi composta: a) cinque rappresentanti dei coltivatori diretti; b) cinque rappresentanti degli artigiani; c) quattro rappresentanti dei liberi professionisti; d) quattro rappresentanti delle cooperative di produzione e di consumo. 4. La rappresentanza delle imprese e cosi composta: a) cinque rappresentanti dellagricoltura e della pesca; b) quattordici rappresentanti dellindustria; c) sette rappresentanti del commercio e del turismo in modo che sia comunque assicurata una adeguata rappresentanza al settore del turismo; d) otto rappresentanti dei servizi in modo che sia comunque assicurata una adeguata rappresentanza ai settori del trasporto, del credito e delle assicurazioni; e) un rappresentante dellIRI; f) un rappresentante dellENI; g) un rappresentante dellEFIM.0 5. Nellambito della rappresentanza, di cui al comma 4, con particolare riferimento ai settori dellindustria e del trasporto, e garantita la presenza delle imprese a partecipazione statale e delle imprese municipalizzate.. Nota allart. 17, comma 4: - Il testo dellart. 4 della citata legge 30 dicembre 1986, n. 936, e il seguente: Art. 4 (Procedura di nomina dei rappresentanti delle categorie produttive). - 1. Nove mesi prima della scadenza del mandato dei membri del Consiglio, la Presidenza del Consiglio dei Ministri da avviso di tale scadenza e dei termini di cui al presente articolo, con pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. 2. Le organizzazioni sindacali di carattere nazionale, entro trenta giorni dalla pubblicazione dellavviso nella Gazzetta Ufficiale, fanno pervenire alla Presidenza del Consiglio dei Ministri le designazioni dei rappresentanti delle categorie produttive di cui allart. 2. 2-bis. I rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni di volontariato sono designati ai sensi delle norme vigenti. Le designazioni sono comunicate al Presidente del Consiglio
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dei Ministri. 3. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, nei trenta giorni successivi, uditi i Ministri interessati, definisce lelenco dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e lo comunica a tutte le organizzazioni designanti. 4. Il ricorso avverso tale atto e presentato dalle organizzazioni, entro trenta giorni dalla comunicazione del medesimo, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ne da comunicazione alle altre organizzazioni interessate. 5. Nel ricorso le organizzazioni sono tenute a fornire tutti gli elementi necessari dai quali si possa desumere il grado di rappresentativita, con particolare riguardo allampiezza e alla diffusione delle loro strutture organizzative, alla consistenza numerica, alla loro partecipazione effettiva alla formazione e alla stipulazione dei contratti o accordi collettivi nazionali di lavoro e alle composizioni delle controversie individuali e collettive di lavoro. 6. Analoga documentazione, a tutela dei propri interessi, possono fornire, entro i successivi trenta giorni dalla notifica del ricorso, le organizzazioni controinteressate. 7. Il ricorso e deciso, udite le parti, entro quarantacinque giorni con provvedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri, su deliberazione del Consiglio dei Ministri. 8. Le norme di cui al presente articolo si applicano anche alle imprese a carattere nazionale a gestione pubblica, non rappresentate da organizzazioni sindacali, le quali intendano procedere a designazioni nellambito della rappresentanza delle imprese. In caso di ricorso, gli interessati sono tenuti a fornire tutti gli elementi necessari dai quali si possa desumere il proprio grado di rappresentativita nel settore di appartenenza, con particolare riferimento al valore aggiunto e allindice occupazionale. 9. Le disposizioni di cui ai precedenti commi non si applicano ai rappresentanti dellIRI, dellENI e dellEFIM, le cui designazioni sono effettuate dai rispettivi organi deliberanti, nonche ai rappresentanti dei liberi professionisti, le cui designazioni sono effettuate dagli ordini nazionali dei professionisti scelti, di volta in volta, dal Ministro di grazia e giustizia dintesa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. 10. I membri del CNEL, di cui al presente articolo, sono nominati con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri.. Nota allart. 21, comma 1: - Il decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, come modificato, da ultimo, dal decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 60, recante: Imposta sugli spettacoli, e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell11 novembre 1972, n. 292, supplemento ordinario n. 2. Il testo dellart. 3, comma 3, e il seguente: 3. Qualora gli intrattenimenti e le altre attivita di cui al comma 1 siano organizzati da enti, societa o associazioni per i propri soci, limposta si applica: a) sullintero ammontare delle quote o contributi associativi corrisposti, se lente abbia come unico scopo quello di organizzare tali intrattenimenti ed attivita; b) sulla parte dellammontare delle quote o contributi anzidetti, riferibile allattivita soggetta allimposta, qualora lente svolga anche altre attivita; c) sul prezzo dei titoli di accesso e dei posti riservati e sulle somme o valori corrisposti per le voci di cui alle lettere a), b) e c) del comma 2. Note allart. 22, comma 1: - Il decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, recante: Approvazione del testo unico delle imposte sui redditi, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre 1986, n. 302, supplemento ordinario. - Si riporta il testo degli articoli 13-bis, 65, 110-bis, 113 e 114, come modificati dalla legge qui pubblicata: Art. 13-bis (Detrazioni per oneri). - 1. Dallimposta lorda si detrae un importo pari al 19 per cento dei seguenti oneri sostenuti dal contribuente, se non deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formare il reddito complessivo: a) gli interessi passivi e relativi oneri accessori, nonche le quote di rivalutazione dipendenti da clausole di indicizzazione, pagati a soggetti residenti nel territorio dello Stato o di uno Stato membro della Comunita europea ovvero a stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di soggetti non residenti in dipendenza di prestiti o mutui agrari di ogni specie, nei limiti dei redditi dei terreni dichiarati; b) gli interessi passivi, e relativi oneri accessori, nonche le quote di rivalutazione dipendenti da clausole di indicizzazione pagati a
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soggetti residenti nel territorio dello Stato o di uno Stato membro della Comunita europea ovvero a stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di soggetti non residenti in dipendenza di mutui garantiti da ipoteca su immobili contratti per lacquisto dellunita immobiliare da adibire ad abitazione principale entro sei mesi dallacquisto stesso, per un importo non superiore a 7 milioni di lire. Lacquisto della unita immobiliare deve essere effettuato nei sei mesi antecedenti o successivi alla data della stipulazione del contratto di mutuo. Non si tiene conto del suddetto periodo nel caso in cui loriginario contratto e estinto e ne viene stipulato uno nuovo di importo non superiore alla residua quota di capitale da rimborsare, maggiorata delle spese e degli oneri correlati. Per abitazione principale si intende quella nella quale il contribuente dimora abitualmente. La detrazione spetta non oltre il periodo dimposta nel corso del quale e variata la dimora abituale; non si tiene conto delle variazioni dipendenti da trasferimenti per motivi di lavoro. In caso di contitolarita del contratto di mutuo o di piu contratti di mutuo il limite di 7 milioni di lire e riferito allammontare complessivo degli interessi, oneri accessori e quote di rivalutazione sostenuti. La detrazione spetta, nello stesso limite complessivo e alle stesse condizioni, anche con riferimento alle somme corrisposte dagli assegnatari di alloggi di cooperative e dagli acquirenti di unita immobiliari di nuova costruzione, alla cooperativa o allimpresa costruttrice a titolo di rimborso degli interessi passivi, oneri accessori e quote di rivalutazione relativi ai mutui ipotecari contratti dalla stessa e ancora indivisi; c) le spese sanitarie, per la parte che eccede lire 250 mila. Dette spese sono costituite esclusivamente dalle spese mediche, diverse da quelle indicate nellart. 10, comma 1, lettera b), e dalle spese chirurgiche, per prestazioni specialistiche e per protesi dentarie e sanitarie in genere. Le spese riguardanti i mezzi necessari allaccompagnamento, alla deambulazione, alla locomozione e al sollevamento e per sussidi tecnici e informatici rivolti a facilitare lautosufficienza e le possibilita di integrazione dei soggetti di cui allart. 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, si assumono integralmente. Tra i mezzi necessari per la locomozione dei soggetti indicati nel precedente periodo, con ridotte o impedite capacita motorie permanenti, si comprendono i motoveicoli e gli autoveicoli di cui, rispettivamente, agli articoli 53, comma 1, lettere b), c) ed f), e 54, comma 1, lettere a), c) ed f), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, anche se prodotti in serie e adattati in funzione delle suddette limitazioni permanenti delle capacita motorie. Tra i veicoli adattati alla guida sono compresi anche quelli dotati di solo cambio automatico, purche prescritto dalla commissione medica locale di cui allart. 119 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Tra i mezzi necessari per la locomozione dei non vedenti sono compresi i cani guida e gli autoveicoli rispondenti alle caratteristiche da stabilire con decreto del Ministro delle finanze. Tra i mezzi necessari per la locomozione dei sordomuti sono compresi gli autoveicoli rispondenti alle caratteristiche da stabilire con decreto del Ministro delle finanze. La detrazione spetta una sola volta in un periodo di quattro anni, salvo i casi in cui dal Pubblico registro automobilistico risulti che il suddetto veicolo sia stato cancellato da detto registro, e con riferimento a un solo veicolo, nei limiti della spesa di lire trentacinque milioni o, nei casi in cui risultasse che il suddetto veicolo sia stato rubato e non ritrovato, nei limiti della spesa massima di lire trentacinque milioni da cui va detratto leventuale rimborso assicurativo. E consentito, alternativamente, di ripartire la predetta detrazione in quattro quote annuali costanti e di pari importo. Si considerano rimaste a carico del contribuente anche le spese rimborsate per effetto di contributi o premi di assicurazione da lui versati e per i quali non spetta la detrazione dimposta o che non sono deducibili dal suo reddito complessivo ne dai redditi che concorrono a formarlo. Si considerano, altresi, rimaste a carico del contribuente le spese rimborsate per effetto di contributi o premi che, pur essendo versati da altri, concorrono a formare il suo reddito, salvo che il datore di lavoro ne abbia riconosciuto la detrazione in sede di ritenuta; d) le spese funebri sostenute in dipendenza della morte di persone indicate nellart. 433 del codice civile e di affidati o affiliati, per importo non superiore a 3 milioni di lire per ciascuna di esse; e) le spese per frequenza di corsi di istruzione secondaria e universitaria, in misura non
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superiore a quella stabilita per le tasse e i contributi degli istituti statali; f) i premi per assicurazioni aventi per oggetto il rischio di morte o di invalidita permanente superiore al 5 per cento da qualsiasi causa derivante, ovvero di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana, se limpresa di assicurazione non ha facolta di recesso dal contratto, per un importo complessivamente non superiore a lire 2 milioni e 500 mila. Con decreto del Ministero delle finanze, sentito lIstituto per la vigilanza sulle assicurazioni private (ISVAP), sono stabilite le caratteristiche alle quali devono rispondere i contratti che assicurano il rischio di non autosufficienza. Per i percettori di redditi di lavoro dipendente e assimilato, si tiene conto, ai fini del predetto limite, anche dei premi di assicurazione in relazione ai quali il datore di lavoro ha effettuato la detrazione in sede di ritenuta; g) le spese sostenute dai soggetti obbligati alla manutenzione, protezione o restauro delle cose vincolate ai sensi della legge giugno 1939, n. 1089, e del decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1409, nella misura effettivamente rimasta a carico. La necessita delle spese, quando non siano obbligatorie per legge, deve risultare da apposita certificazione rilasciata dalla competente soprintendenza del Ministero per i beni culturali e ambientali, previo accertamento della loro congruita effettuato dintesa con il competente ufficio del territorio del Ministero delle finanze. La detrazione non spetta in caso di mutamento di destinazione dei beni senza la preventiva autorizzazione dellAmministrazione per i beni culturali e ambientali, di mancato assolvimento degli obblighi di legge per consentire lesercizio del diritto di prelazione dello Stato sui beni immobili e mobili vincolati e di tentata esportazione non autorizzata di questi ultimi. LAmministrazione per i beni culturali ed ambientali da immediata comunicazione al competente ufficio delle entrate del Ministero delle finanze delle violazioni che comportano la perdita del diritto alla detrazione; dalla data di ricevimento della comunicazione inizia a decorrere il termine per la rettifica della dichiarazione dei redditi; h) le erogazioni liberali in denaro a favore dello Stato, delle regioni, degli enti locali territoriali, di enti o istituzioni pubbliche, di comitati organizzatori appositamente istituiti con decreto del Ministro per i beni culturali e ambientali, di fondazioni e associazioni legalmente riconosciute senza scopo di lucro, che svolgono o promuovono attivita di studio, di ricerca e di documentazione di rilevante valore culturale e artistico o che organizzano e realizzano attivita culturali, effettuate in base ad apposita convenzione, per lacquisto, la manutenzione, la protezione o il restauro delle cose indicate nellart. 1 della legge giugno 1939, n. 1089, e nel decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1409, ivi comprese le erogazioni effettuate per lorganizzazione in Italia e allestero di mostre e di esposizioni di rilevante interesse scientifico-culturale delle cose anzidette, e per gli studi e le ricerche eventualmente a tal fine necessari, nonche per ogni altra manifestazione di rilevante interesse scientifico-culturale anche ai fini didattico-promozionali, ivi compresi gli studi, le ricerche, la documentazione e la catalogazione, e le pubblicazioni relative ai beni culturali. Le iniziative culturali devono essere autorizzate, previo parere del competente comitato di settore del Consiglio nazionale per i beni culturali e ambientali, dal Ministero per i beni culturali e ambientali, che deve approvare la previsione di spesa ed il conto consuntivo. Il Ministero per i beni culturali e ambientali stabilisce i tempi necessari affinche le erogazioni liberali fatte a favore delle associazioni legalmente riconosciute, delle istituzioni e delle fondazioni siano utilizzate per gli scopi indicati nella presente lettera e controlla limpiego delle erogazioni stesse. Detti termini possono, per causa non imputabile al donatario, essere prorogati una sola volta. Le erogazioni liberali non integralmente utilizzate nei termini assegnati affluiscono allentrata del bilancio dello Stato, o delle regioni e degli enti locali territoriali, nel caso di attivita o manifestazioni in cui essi siano direttamente coinvolti, e sono destinate ad un fondo da utilizzare per le attivita culturali previste per lanno successivo, Il Ministero per i beni culturali e ambientali comunica, entro il 31 marzo di ciascun anno, al centro informativo del Dipartimento delle entrate del Ministero delle finanze lelenco nominativo dei soggetti erogatori, nonche lammontare delle erogazioni effettuate entro il 31 dicembre dellanno
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precedente; h-bis) il costo specifico o, in mancanza, il valore normale dei beni ceduti gratuitamente, in base ad apposita convenzione, ai soggetti e per le attivita di cui alla lettera h); i) le erogazioni liberali in denaro, per importo non superiore al 2 per cento del reddito complessivo dichiarato, a favore di enti o istituzioni pubbliche, fondazioni e associazioni legalmente riconosciute che senza scopo di lucro svolgono esclusivamente attivita nello spettacolo, effettuate per la realizzazione di nuove strutture, per il restauro ed il potenziamento delle strutture esistenti, nonche per la produzione nei vari settori dello spettacolo. Le erogazioni non utilizzate per tali finalita dal percipiente entro il termine di due anni dalla data del ricevimento affluiscono, nella loro totalita, allentrata dello Stato; i-bis) le erogazioni liberali in denaro, per importo non superiore a 4 milioni di lire, a favore delle organizzazioni non lucrative di utilita sociale (ONLUS), nonche i contributi associativi, per importo non superiore a 2 milioni e 500 mila lire, versati dai soci alle societa di mutuo soccorso che operano esclusivamente nei settori di cui allart. 1 della legge 15 aprile 1886, n. 3818, al fine di assicurare ai soci un sussidio nei casi di malattia, di impotenza al lavoro o di vecchiaia, ovvero, in caso di decesso, un aiuto alle loro famiglie. La detrazione e consentita a condizione che il versamento di tali erogazioni e contributi sia eseguito tramite banca o ufficio postale ovvero mediante gli altri sistemi di pagamento previsti dallart. 23 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e secondo ulteriori modalita idonee a consentire allAmministrazione finanziaria lo svolgimento di efficaci controlli, che possono essere stabilite con decreto del Ministro delle finanze da emanarsi ai sensi dellart. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400; i-ter) le erogazioni liberali in denaro, per un importo complessivo in ciascun periodo di imposta non superiore a un milione di lire, in favore delle societa sportive dilettantistiche. 1-bis. Dallimposta lorda si detrae un importo pari al 19 per cento per le erogazioni liberali in denaro in favore dei partiti e movimenti politici per importi compresi tra 100.000 e 200 milioni di lire effettuate mediante versamento bancario o postale. 1-ter. Ai fini dellimposta sul reddito delle persone fisiche, si detrae dallimposta lorda, e fino alla concorrenza del suo ammontare, un importo pari al 19 per cento dellammontare complessivo non superiore a 5 milioni di lire degli interessi passivi e relativi oneri accessori, nonche delle quote di rivalutazione dipendenti da clausole di indicizzazione pagati a soggetti residenti nel territorio dello Stato o di uno Stato membro delle Comunita europee, ovvero a stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di soggetti non residenti, in dipendenza di mutui contratti, a partire dal gennaio 1998 e garantiti da ipoteca, per la costruzione dellunita immobiliare da adibire ad abitazione principale. Con decreto del Ministro delle finanze sono stabilite le modalita e le condizioni alle quali e subordinata la detrazione di cui al presente comma. 1-quater. Dallimposta lorda si detrae, nella misura forfettaria di lire un milione, la spesa sostenuta dai non vedenti per il mantenimento dei cani guida; i-quater) le erogazioni liberali in denaro, per importo non superiore a 4 milioni di lire, a favore delle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri previsti dalle vigenti disposizioni di legge. Si applica lultimo periodo della lettera i-bis). 2. Per gli oneri indicati alle lettere c), e) e f) del comma 1 da detrazione spetta anche se sono stati sostenuti nellinteresse delle persone indicate nellart. 12 che si trovino nelle condizioni ivi previste, fermo restando, per gli oneri di cui alla lettera f), il limite complessivo ivi stabilito. 3. per gli oneri di cui alle lettere a), g), h), h-bis), i), i-bis), e i-quater) del comma 1 sostenuti dalle societa semplici di cui allart. 5 la detrazione spetta ai singoli soci nella setessa proporzione prevista nel menzionato art. 5 ai fini della imputazione del reddito. Art. 65 (Oneri di utilita sociale). - 1. Le spese relative ad opere o servizi utilizzabili dalla generalita dei dipendenti o categorie di dipendenti volontariamente sostenute per specifiche finalita di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto, sono deducibili per un ammontare complessivo non superiore al 5 per mille dellammontare delle spese per prestazioni di lavoro dipendente risultante dalla dichiarazione dei redditi. 2. Sono inoltre deducibili: a) le erogazioni liberali fatte a favore di persone giuridiche che perseguono esclusivamente finalita comprese fra quelle indicate nel comma 1 o finalita di ricerca scientifica,
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nonche i contributi, le donazioni e le oblazioni di cui alla lettera g) dellart. 10, per un ammontare complessivamente non superiore al 2 per cento del reddito dimpresa dichiarato; b) le erogazioni liberali fatte a favore di persone giuridiche aventi sede nel Mezzogiorno che perseguono esclusivamente finalita di ricerca scientifica, per un ammontare complessivamente non superiore al 2 per cento del reddito dimpresa dichiarato; c) le erogazioni liberali fatte a favore di universita e di istituti di istruzione universitaria, per un ammontare complessivamente non superiore al 2 per cento del reddito dimpresa dichiarato; c-bis) le erogazioni liberali a favore dei concessionari privati per la radiodiffusione sonora a carattere comunitario per un ammontare complessivo non superiore all1 per cento del reddito imponibile del soggetto che effettua lerogazione stessa; c-ter) le spese sostenute dai soggetti obbligati alla manutenzione, protezione o restauro delle cose vincolate ai sensi della legge giugno 1939, n. 1089, e del decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1409, nella misura effettivamente rimasta a carico. La necessita delle spese, quando non siano obbligatorie per legge, deve risultare da apposita certificazione rilasciata dalla competente soprintendenza del Ministero per i beni culturali e ambientali, previo accertamento della loro congruita effettuato dintesa con il competente ufficio del territorio del Ministero delle finanze. La deduzione non spetta in caso di mutamento di destinazione dei beni senza la preventiva autorizzazione dellamministrazione per i beni culturali e ambientali, di mancato assolvimento degli obblighi di legge per consentire lesercizio del diritto di prelazione dello Stato sui beni immobili e mobili vincolati e di tentata esportazione non autorizzata di questi ultimi. Lamministrazione per i beni culturali ed ambientali da immediata comunicazione al competente ufficio delle entrate del Ministero delle finanze delle violazioni che comportano la indeducibilita e dalla data di ricevimento della comunicazione inizia a decorrere il termine per la rettifica della dichiarazione dei redditi; cquater) le erogazioni liberali in denaro a favore dello Stato, di enti o istituzioni pubbliche, di fondazioni e di associazioni legalmente riconosciute che senza scopo di lucro svolgono o promuovono attivita di studio, di ricerca e di documentazione di rilevante valore culturale e artistico, effettuate per lacquisto, la manutenzione, la protezione o il restauro delle cose indicate nellart. 1, legge giugno 1939, n. 1089, e nel decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1409, ivi comprese le erogazioni effettuate per lorganizzazione di mostre e di esposizioni, che siano di rilevante interesse scientifico o culturale, delle cose anzidette per gli studi e le ricerche eventualmente a tal fine necessari. Le mostre, le esposizioni, gli studi e le ricerche devono essere autorizzati, previo parere del competente comitato di settore del Consiglio nazionale per i beni culturali e ambientali, dal Ministero per i beni culturali e ambientali, che dovra approvare la previsione di spesa ed il conto consuntivo. Il Ministero per i beni culturali e ambientali stabilisce i tempi necessari affinche le erogazioni fatte a favore delle associazioni legalmente riconosciute, delle istituzioni e delle fondazioni siano utilizzate per gli scopi preindicati, e controlla limpiego delle erogazioni stesse. Detti termini possono, per causa non imputabile al donatario, essere prorogati una sola volta. Le erogazioni liberali non integralmente utilizzate nei termini assegnati, ovvero utilizzate non in conformita alla destinazione, affluiscono, nella loro totalita, allentrata dello Stato; c-quinquies) le erogazioni liberali in denaro, per importo non superiore al 2 per cento del reddito dimpresa dichiarato, a favore di enti o istituzioni pubbliche, fondazioni e associazioni legalmente riconosciute che senza scopo di lucro svolgono esclusivamente attivita nello spettacolo, effettuate per la realizzazione di nuove strutture, per il restauro ed il potenziamento delle strutture esistenti, nonche per la produzione nei vari settori dello spettacolo. Le erogazioni non utilizzate per tali finalita dal percipiente entro il termine di due anni dalla data del ricevimento affluiscono, nella loro totalita, allentrata dello Stato; c-sexies) le erogazioni liberali in denaro, per importo non superiore a 4 milioni o al 2 per cento del reddito dimpresa dichiarato, a favore delle ONLUS; csepties) le spese relative allimpiego di lavoratori dipendenti, assunti a tempo indeterminato, utilizzati per prestazioni di servizi erogate a favore di ONLUS, nel limite del cinque per mille
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dellammontare complessivo delle spese per prestazioni di lavoro dipendente, cosi come risultano dalla dichiarazione dei redditi; c-octies) le erogazioni liberali in denaro per importo non superiore a 3 milioni di lire o al 2 per cento del reddito di impresa dichiarato, a favore di associazioni di promozione sociale iscritte nei registri previsti dalle vigenti disposizioni di legge. 3. (Abrogato). 4. Le erogazioni liberali diverse da quelle considerate nei precedenti commi e nel comma 1 dellart. 62 non sono ammesse in deduzione.. Art. 110-bis (Detrazioni dimposta per oneri). - 1. Dallimposta lorda si detrae, fino alla concorrenza del suo ammontare, un importo pari al 19 per cento degli oneri indicati alle lettere a), g), h), h-bis), i), i-bis) e i-quater) del comma 1 dellart. 13-bis del comma 1 dellart. 13-bis. La detrazione spetta a condizione chi i predetti oneri non siano deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formare il reddito complessivo. In caso di rimborso degli oneri per i quali si e fruito della detrazione limposta dovuta per il periodo nel quale lente ha conseguito il rimborso e aumentata di un importo pari al 22 per cento dellonere rimborsato. Art. 113 (Societa ed enti commerciali). - 1. Per le societa e gli enti commerciali con stabile organizzazione nel territorio dello Stato, eccettuate le societa semplici, il reddito complessivo e determinato secondo le disposizioni del capo II sulla base di apposito conto dei profitti e delle perdite relativo alla gestione delle stabili organizzazioni e delle altre attivita produttive di redditi imponibili in Italia (30/m). 2. In mancanza di stabili organizzazioni nel territorio dello Stato i redditi che concorrono a formare il reddito complessivo sono determinati secondo le disposizioni del titolo I relative alle categorie nelle quali rientrano. Dal reddito complessivo si deducono gli oneri indicati alle lettere a) e g) del comma 1 dellart. 10 e, per quote costanti nel periodo dimposta in cui avviene il pagamento e nei quattro successivi, limposta di cui allart. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 643. Si applica la disposizione dellart. 110, comma 1, terzo periodo (30/n). 2-bis. Dallimposta lorda si detrae, fino alla concorrenza del suo ammontare, un importo pari al 19 per cento degli oneri indicati alle lettere a), g), h), h-bis), i), i-bis) e i-quater) del comma 1 dellart. 13-bis. Si applica la disposizione dellarticolo 110-bis, comma 1, ultimo periodo. 3. Per la determinazione del reddito complessivo delle societa semplici e delle associazioni ad esse equiparate a norma dellart. 5 si applicano in ogni caso le disposizioni del comma 2. 4. Per le societa di tipo diverso da quelli regolati nel codice civile si applicano le disposizioni dei commi 1 e 2 o quelle del comma 3 secondo che abbiano o non abbiano per oggetto lesercizio di attivita commerciali. Art. 114 (Enti non commerciali). - 1. Il reddito complessivo degli enti non commerciali e determinato secondo le disposizioni del titolo I. Dal reddito complessivo si deducono, se non sono deducibili nella determinazione del reddito dimpresa che concorre a formarlo, gli oneri indicati alle lettere a) e g) del comma 1 dellart. 10 e limposta di cui allart. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 643. Si applica la disposizione dellart. 110, comma 1, terzo periodo. 1-bis. Dallimposta lorda si detrae, fino alla concorrenza del suo ammontare, un importo pari al 19 per cento degli oneri indicati alle lettere a), g), h), h-bis), i), i-bis), e i-quater) del comma 1 dellart. 13-bis. La detrazione spetta a condizione che i predetti oneri non siano deducibili nella determinazione del reddito dimpresa che concorre a formare il reddito complessivo. Si applica la disposizione dellart. 110-bis, comma 1, terzo periodo. 2. Agli enti non commerciali che hanno esercitato attivita commerciali mediante stabili organizzazioni nel territorio dello Stato si applicano le disposizioni dei commi 2, 3 e 3-bis dellart. 109. 2-bis. Sono altresi deducibili: a) le erogazioni liberali in denaro a favore dello Stato, di altri enti pubblici e di associazioni e di fondazioni private legalmente riconosciute, le quali, senza scopo di lucro, svolgono o promuovono attivita dirette alla tutela del patrimonio ambientale, effettuate per lacquisto, la tutela e la valorizzazione delle cose indicate nei numeri 1) e 2) dellart. 1, legge 29 giugno 1939, n. 1497, facenti parte degli elenchi di cui al primo comma dellart. 2 della medesima legge o assoggettati al vincolo della inedificabilita in base ai piani di cui allart. 5 della medesima legge e al decreto-legge 27 giugno 1985, n. 312, convertito, con modificazioni, dalla legge
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8 agosto 1985, n. 431, ivi comprese le erogazioni destinate allorganizzazione di mostre e di esposizioni, nonche allo svolgimento di studi e ricerche aventi ad oggetto le cose anzidette; il mutamento di destinazione degli immobili indicati alla lettera c) del presente comma, senza la preventiva autorizzazione del Ministro dellambiente, come pure il mancato assolvimento degli obblighi di legge per consentire lesercizio del diritto di prelazione dello Stato sui beni immobili vincolati, determina la indeducibilita delle spese dal reddito. Il Ministro dellambiente da immediata comunicazione ai competenti uffici tributari delle violazioni che comportano la decadenza delle agevolazioni; dalla data di ricevimento della comunicazione iniziano a decorrere i termini per il pagamento dellimposta e dei relativi accessori; b) le erogazioni liberali in denaro a favore di organismi di gestione di parchi e riserve naturali, terrestri e marittimi, statali e regionali, e di ogni altra zona di tutela speciale paesistico-ambientale come individuata dalla vigente disciplina, statale e regionale, nonche gestita dalle associazioni e fondazioni private indicate alla lettera a), effettuate per sostenere attivita di conservazione, valorizzazione, studio, ricerca e sviluppo dirette al conseguimento delle finalita di interesse generale cui corrispondono tali ambiti protetti; c) le spese sostenute dai soggetti obbligati alla manutenzione e alla protezione degli immobili vincolati ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, facenti parte degli elenchi relativi ai numeri 1) e 2) dellart. 1 della medesima legge o assoggettati al vincolo assoluto di inedificabilita in base ai piani di cui allart. 5 della stessa legge e al decreto-legge 27 giugno 1985, n. 312, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1985, n. 431. 2-ter. Il Ministro dellambiente e la regione, secondo le rispettive attribuzioni e competenze, vigilano sullimpiego delle erogazioni di cui alle lettere a), b) e c) del comma 2-bis del presente articolo effettuate a favore di soggetti privati, affinche siano perseguiti agli scopi per i quali le erogazioni stesse sono state accettate dai beneficiari e siano rispettati i termini per lutilizzazione concordati con gli autori delle erogazioni. Detti termini possono essere prorogati una sola volta dallautorita di vigilanza, per motivi non imputabili ai beneficiari modificazioni. Nota allart 23, comma 1: - Il decreto legislativo 25 febbraio 1995, n. 77, recante Ordinamento finanziario e contabile degli enti locali e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 18 marzo 1995, n. 65, supplemento ordinario. Nota allart. 24, comma 2: - Il testo dellart. 2751-bis del codice civile e il seguente: Art. 2751-bis (Crediti per retribuzioni e provvigioni, crediti dei coltivatori diretti, delle societa od enti cooperativi e delle imprese artigiane). - Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: 1) le retribuzioni dovute, sotto qualsiasi forma ai prestatori di lavoro subordinato e tutte le indennita dovute per effetto della cessazione del rapporto di lavoro, nonche il credito del lavoratore per i danni conseguenti alla mancata corresponsione, da parte del datore di lavoro, dei contributi previdenziali ed assicurativi obbligatori ed il credito per il risarcimento del danno subito per effetto di un licenziamento inefficace, nullo o annullabile; 2) le retribuzioni dei professionisti e di ogni altro prestatore dopera intellettuale dovute per gli ultimi due anni di prestazione; 3) le provvigioni derivanti dal rapporto di agenzia dovute per lultimo anno di prestazione e le indennita dovute per la cessazione del rapporto medesimo; 4) crediti del coltivatore diretto, sia proprietario che affittuario, mezzadro, colono, soccidario o comunque compartecipante, per i corrispettivi della vendita dei prodotti, nonche i crediti del mezzadro o del colono indicati dallart. 2765; 5) i crediti dellimpresa artigiana e delle societa od enti cooperativi di produzione e di lavoro, per i corrispettivi dei servizi prestati e della vendita dei manufatti; 5-bis) i crediti delle societa cooperative agricole e dei loro consorzi per i corrispettivi della vendita dei prodotti.. Nota allart. 24, comma 3: - Il testo del secondo comma, lettera c), dellart. 2777 del codice civile e il seguente: c) i crediti di cui allart. 2751-bis, numeri 4 e 5..
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Nota allart. 25, comma 1: - La legge 7 giugno 2000, n. 150, recante Disciplina delle attivita di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 13 giugno 2000, n. 136. Il testo dellart. 3 e il seguente: Art. 3 (Messaggi di utilita sociale e di pubblico interesse). - 1. La Presidenza del Consiglio dei Ministri determina i messaggi di utilita sociale ovvero di pubblico interesse, che la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo puo trasmettere a titolo gratuito. Alla trasmissione di messaggi di pubblico interesse previsti dal presente comma sono riservati tempi non eccedenti il due per cento di ogni ora di programmazione e luno per cento dellorario settimanale di programmazione di ciascuna rete. Le emittenti private, radiofoniche e televisive, hanno facolta, ove autorizzate, di utilizzare tali messaggi per passaggi gratuiti. 2. Nelle concessioni per la radiodiffusione sonora e televisiva e prevista la riserva di tempi non eccedenti luno per cento dellorario settimanale di programmazione per le stesse finalita e con le modalita di cui al comma 1. 3. Fatto salvo quanto stabilito dalla presente legge e dalle disposizioni relative alla comunicazione istituzionale non pubblicitaria, le concessionarie radiotelevisive e le societa autorizzate possono, per finalita di esclusivo interesse sociale, trasmettere messaggi di utilita sociale. 4. I messaggi di cui al comma 3 non rientrano nel computo degli indici di affollamento giornaliero ne nel computo degli indici di affollamento orario stabiliti dal presente articolo. Il tempo di trasmissione dei messaggi non puo, comunque, occupare piu di quattro minuti per ogni giorno di trasmissione per singola concessionaria. Tali messaggi possono essere trasmessi gratuitamente; qualora non lo fossero, il prezzo degli spazi di comunicazione contenenti messaggi di utilita sociale non puo essere superiore al cinquanta per cento del prezzo di listino ufficiale indicato dalla concessionaria.. Note allart. 25, comma 2: - La legge 14 aprile 1975, n. 103, recante Nuove norme in materia di diffusione radiofonica e televisiva e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 102 del 17 aprile 1975. Si riporta il testo dellart. 6, come modificato dalla legge 14 aprile 1975, n. 103 qui pubblicata: Art. 6. - Sono riservati dalla societa concessionaria, per apposite trasmissioni, tempi non inferiori al 5 per cento del totale delle ore di programmazione televisiva e al 3 per cento del totale delle ore di programmazione radiofonica, distintamente per la diffusione nazionale e per quella regionale, ai partiti ed ai gruppi rappresentati in Parlamento, alle organizzazioni associative delle autonomie locali, ai sindacati nazionali, alle confessioni religiose, ai movimenti politici, agli enti e alle associazioni politiche e culturali, alle associazioni nazionali del movimento cooperativo giuridicamente riconosciute, alle associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale e regionale ai gruppi etnici e linguistici e ad altri gruppi di rilevante interesse sociale che ne facciano richiesta. Per le testate dei giornali quotidiani che non siano organi ufficiali di partito e istituita una tribuna della stampa. La sottocommissione permanente per laccesso, costituita nellambito della commissione parlamentare, procede almeno trimestralmente, sulla base delle norme stabilite dalla commissione stessa, allesame delle richieste di accesso, delibera su di esse, determina il tempo di trasmissione complessivamente riservato allaccesso ai programmi nazionali e locali, provvede alla ripartizione del tempo disponibile tra i soggetti ammessi. Le norme emanate dalla commissione parlamentare devono ispirarsi: a) allesigenza di assicurare la pluralita delle opinioni e degli orientamenti politici e culturali; b) alla rilevanza dellinteresse sociale, culturale ed informativo delle proposte degli interessi; c) alle esigenze di varieta della programmazione. La sottocommissione stabilisce le modalita di programmazione, sentita la concessionaria. Contro le decisioni della sottocommissione e ammesso ricorso da parte del richiedente alla commissione parlamentare in seduta plenaria. I soggetti interessati devono designare la persona responsabile, agli effetti civili e penali, del programma da ammettere alla trasmissione e comunicare alla sottocommissione ed alla concessionaria il contenuto del programma stesso. I soggetti ammessi
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allaccesso devono, nella libera manifestazione del loro pensiero, osservare i principi dellordinamento costituzionale, e tra essi in particolare quelli relativi alla tutela della dignita della persona nonche della lealta e della correttezza del dialogo democratico e astenersi da qualsiasi forma di pubblicita commerciale. I soggetti che fruiscono dellaccesso, nellorganizzare il proprio programma in modo autonomo, possono avvalersi della collaborazione tecnica gratuita della concessionaria secondo norme ed entro limiti fissati dalla commissione parlamentare per soddisfare esigenze minime di base. Nota allart. 26, comma 1: - La legge 7 agosto 1990, n. 241, recante Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 18 agosto 1990, n. 192. Il testo dellart. 22 e il seguente: Art. 22. - 1. Al fine di assicurare la trasparenza dellattivita amministrativa e di favorirne lo svolgimento imparziale e riconosciuto a chiunque vi abbia interesse per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti il diritto di accesso ai documenti amministrativi, secondo le modalita stabilite dalla presente legge. 2. E considerato documento amministrativo ogni rappresentazione grafica, fotocinematografica, elettromagnetica o di qualunque altra specie del contenuto di atti, anche interni, formati dalle pubbliche amministrazioni o, comunque, utilizzati ai fini dellattivita amministrativa. 3. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge le amministrazioni interessate adottano le misure organizzative idonee a garantire lapplicazione della disposizione di cui al comma 1, dandone comunicazione alla commissione di cui allart. 27. Nota allart. 27, comma 2: - Il testo dellart. 9 della citata legge n. 241 del 1990, e il seguente: Art. 9. - 1. Qualunque soggetto, portatore di interessi pubblici o privati, nonche i portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o comitati, cui possa derivare un pregiudizio dal provvedimento, hanno facolta di intervenire nel procedimento. Nota allart. 31, comma 1: - Il testo della legge 11 agosto 1991, n. 266, recante Legge-quadro sul volontariato, e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 22 agosto 1991, n. 196. Nota allart. 31, comma 2: - La legge 25 agosto 1991, n. 287, recante Aggiornamento della normativa sullinsediamento e sullattivita dei pubblici esercizi, e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 206 del 3 settembre 1991. - Il testo dellart. 3, comma 4, e il seguente: Art. 3 (Rilascio delle autorizzazioni). - 4. Sulla base delle direttive proposte dal Ministro dellindustria, del commercio e dellartigianato - dopo aver sentito le organizzazioni nazionali di categoria maggiormente rappresentative - e deliberate ai sensi dellart. 2, comma 3, lettera d), della legge 23 agosto 1988, n. 400, le regioni, sentite le organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative, a livello regionale - fissano periodicamente criteri e parametri atti a determinare il numero delle autorizzazioni rilasciabili nelle aree interessate. I criteri e i parametri sono fissati in relazione alla tipologia degli esercizi tenuto conto anche del reddito della popolazione residente e di quella fluttuante, dei flussi turistici e delle abitudini di consumo extradomestico. Nota allart. 32, comma 1: - Per il titolo della legge n. 266 del 1991, si veda in nota allart. 31, comma 1. Note allart. 32, comma 2: - La legge 11 luglio 1986, n. 390, recante Disciplina delle concessioni e delle locazioni di beni immobili demaniali e patrimoniali dello Stato in favore di enti o istituti culturali, degli enti pubblici territoriali, delle unita sanitarie locali, di ordini religiosi e degli enti ecclesiastici, e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 170 del 24 luglio 1986. - Si riporta il testo dellart. 1, come modificato dalla legge qui pubblicata: Art. 1. - 1. LAmministrazione finanziaria puo dare in concessione o locazione, per la durata di non oltre diciannove anni, beni immobili demaniali o patrimoniali dello Stato, non suscettibili anche temporaneamente di
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utilizzazione per usi governativi: a) a istituzioni culturali indicate nella tabella emanata con il decreto del Presidente della Repubblica 6 novembre 1984, n. 834; b) a enti pubblici, indicati con decreto del Ministro delle finanze, da emanarsi sentito il Ministro per i beni culturali e ambientali, che fruiscono di contributi ordinari previsti dalle vigenti disposizioni e che perseguono esclusivamente fini di rilevante interesse culturale; b-bis) ad associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale e regionali; c) ad altri enti o istituti o a fondazioni o associazioni riconosciute, istituiti o costituiti successivamente alla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del predetto decreto, che perseguono esclusivamente fini di rilevante interesse culturale e svolgono, in relazione a tali fini, attivita sulla base di un programma almeno triennale. Le concessioni e le locazioni sono rispettivamente assentite e stipulate per un canone ricognitorio annuo non inferiore a lire centomila e non superiore al 10 per cento di quello determinato, sentito il competente ufficio tecnico erariale, sulla base dei valori in comune commercio. Gli immobili devono essere destinati a sede dei predetti soggetti o essere utilizzati per lo svolgimento delle loro attivita istituzionali o statutarie. 2. Le concessioni e le locazioni di cui al comma precedente devono prevedere la assunzione, da parte del concessionario o locatario, degli oneri della manutenzione ordinaria e straordinaria, salvo, per questultima, che lo Stato ritenga necessario provvedervi direttamente, nonche degli oneri, delle contribuzioni e degli obblighi di qualsiasi natura gravanti sullimmobile. Qualora limmobile oggetto della concessione faccia parte del demanio artistico, storico o archeologico, le opere di ordinaria e straordinaria manutenzione devono essere eseguite secondo le prescrizioni delle competenti sovrintendenze. 3. Con decreto del Ministro delle finanze e nominata una commissione composta da due rappresentanti del Ministero delle finanze, di cui uno appartenente alla direzione generale del demanio che la presiede, da un rappresentante del Ministero del tesoro e da due rappresentanti del Ministero per i beni culturali e ambientali. La commissione esamina le richieste di concessione o locazione tenendo in particolare conto quelle presentate da soggetti che curano le raccolte museali, bibliografiche, archivistiche e scientifiche. Qualora proponga laccoglimento di tali richieste in considerazione della rilevanza dellattivita concretamente svolta, la commissione indica lammontare del canone, entro i limiti di cui al comma 1, avuto anche riguardo alla entita delle opere di manutenzione straordinaria che il richiedente si impegna ad eseguire. 4. Nel caso di richiesta di utilizzazione di una porzione dellimmobile per finalita diverse da quelle di cui al comma 1, deve essere corrisposto, per lutilizzo di tale porzione, un distinto canone determinato, sentito il competente ufficio tecnico erariale, sulla base dei valori in comune commercio. 5. La concessione e revocata e la locazione e risolta per sopravvenuta necessita di utilizzazione dei beni per usi governativi. 6. Lutilizzo dei beni per fini diversi da quelli per i quali e stata assentita la concessione o stipulata la locazione, ne determina rispettivamente la decadenza o la risoluzione, Gli stessi effetti sono prodotti dalla violazione del divieto di subconcessione o sublocazione ovvero dal mancato pagamento del canone. 7. Le disposizioni dei commi precedenti si applicano anche alle concessioni, a favore di ordini religiosi, di immobili statali che fanno parte del demanio artistico, storico o archeologico, anche ai fini della loro custodia, costituenti abbazie, certose e monasteri, per lesercizio esclusivo di attivita religiosa. di assistenza, di beneficenza o comunque connessa con le prescrizioni di regole monastiche.. Nota allart. 32, comma 3: - La legge 23 dicembre 1994, n. 724, recante Misure di razionalizzazione della finanza pubblica e pubblicata nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 304 del 30 dicembre 1994. Art. 32 (Beni patrimoniali e demaniali). - 1. A decorrere dallanno 1995, i canoni annui per i beni patrimoniali dello Stato, concessi o locati a privati, sono, in deroga alle altre disposizioni di legge in vigore, rivalutati rispetto a quelli dovuti per lanno 1994 di un coefficiente pari a 2, 5 volte il canone stesso, salvo quanto previsto al comma 2. 2. A decorrere dal gennaio 1995 i canoni annui per i beni patrimoniali e demaniali dello Stato destinati ad uso
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abitativo, concessi o locati a privati, sono, in deroga alle altre disposizioni di legge in vigore, rivalutati rispetto a quelli dovuti per lanno 1994 di un coefficiente pari a: due volte il canone stesso, per i soggetti appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo, riferito allanno di imposta 1993, non superiore ad ottanta milioni di lire; cinque volte il canone stesso, per i soggetti appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo, riferito allanno di imposta 1993, uguale o superiore ad ottanta milioni di lire. Ai fini del calcolo dellaumento di cui al presente comma non si tiene conto delleventuale incremento del canone relativo allanno 1994, conseguente alla emanazione, successiva alla data di entrata in vigore della presente legge, dei decreti ministeriali previsti dal comma 3 dellart. 9 della legge 24 dicembre 1993, n. 537. I soggetti assegnatari sono, comunque, tenuti a corrispondere il canone determinato sulla base dei predetti decreti ministeriali, quando lo stesso sia superiore a quello derivante dallapplicazione del presente comma. 3. Sono esclusi dallincremento di cui al comma 2 gli alloggi di servizio, quelli in godimento delle vedove o alle persone gia a carico, e finche mantengano i requisiti per essere considerati tali, di pubblici dipendenti deceduti per causa di servizio, a soggetti appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo, riferito allanno di imposta 1993, non superiore a quaranta milioni di lire, e alle associazioni e fondazioni con finalita culturali, sociali, sportive, assistenziali e religiose senza fini di lucro, nonche ad associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale e regionali, individuate con apposito decreto del Ministro delle finanze da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, nonche i beni patrimoniali adibiti ad abitazione e gestiti dagli Istituti autonomi case popolari, gia assoggettati al regime dellequo canone. 4. Le maggiorazioni dei canoni previste dai commi 1 e 2 hanno effetto dal gennaio 1995, indipendentemente dalla data di scadenza dei rapporti in corso. 5. Nel caso in cui le maggiorazioni dei canoni operate ai sensi del presente articolo siano considerate eccessive, gli interessati possono chiedere, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, la risoluzione del rapporto, restituendo contestualmente il bene. 6. (Abrogato). 7. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, le superfici destinate ad attraversamento di torrenti o fiumi, che costituiscono un necessario ed insostituibile accesso a case di civile abitazione su fondo intercluso, sono soggette al pagamento di un canone meramente ricognitorio. 8. A decorrere dal gennaio 1995 i canoni annui per i beni appartenenti al patrimonio indisponibile dei comuni sono, in deroga alle disposizioni di legge in vigore, determinati dai comuni in rapporto alle caratteristiche dei beni, ad un valore comunque non inferiore a quello di mercato, fatti salvi gli scopi sociali..
Nota allart. 32, comma 4: - Il testo del decreto ministeriale 2 aprile 1968 reca Limiti inderogabili di densita edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attivita collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dellart. 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765.

turismo
LEGGE 29 marzo 2001, n. 135 Riforma della legislazione nazionale del turismo

(G.U. n. 92, 20 aprile 2001, Serie Generale)


Capo I PRINCIPI, COMPETENZE E STRUTTURE

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Art. 1. (Principi) 1. La presente legge definisce i princpi fondamentali e gli strumenti della politica del turismo in attuazione degli

articoli 117 e 118 della Costituzione ed ai sensi dellarticolo 56 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, della legge 15 marzo 1997, n. 59, e del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. 2. La Repubblica: a) riconosce il ruolo strategico del turismo per lo sviluppo economico e occupazionale del Paese nel contesto internazionale e dellUnione europea, per la crescita culturale e sociale della persona e della collettivit e per favorire le relazioni tra popoli diversi; b) favorisce la crescita competitiva dellofferta del sistema turistico nazionale, regionale e locale, anche ai fini dellattuazione del riequilibrio territoriale delle aree depresse; c) tutela e valorizza le risorse ambientali, i beni culturali e le tradizioni locali anche ai fini di uno sviluppo turistico sostenibile; d) sostiene il ruolo delle imprese operanti nel settore turistico con particolare riguardo alle piccole e medie imprese e al fine di migliorare la qualit dellorganizzazione, delle strutture e dei servizi; e) promuove azioni per il superamento degli ostacoli che si frappongono alla fruizione dei servizi turistici da parte dei cittadini, con particolare riferimento ai giovani, agli anziani percettori di redditi minimi ed ai soggetti con ridotte capacit motorie e sensoriali; f) tutela i singoli soggetti che accedono ai servizi turistici anche attraverso linformazione e la formazione professionale degli addetti; g) valorizza il ruolo delle comunit locali, nelle loro diverse ed autonome espressioni culturali ed associative, e delle associazioni pro loco; h) sostiene luso strategico degli spazi rurali e delle economie marginali e tipiche in chiave turistica nel contesto di uno sviluppo rurale integrato e della vocazione territoriale; i) promuove la ricerca, i sistemi informativi, la documentazione e la conoscenza del fenomeno turistico; l) promuove limmagine turistica nazionale sui mercati mondiali, valorizzando le risorse e le caratteristiche dei diversi ambiti territoriali. 3. Sono fatti salvi poteri e prerogative delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano nelle materie di cui alla presente legge nel rispetto degli statuti di autonomia e delle relative norme di attuazione. Art. 7. (Imprese turistiche e attivit professionali) 1. Sono imprese turistiche quelle che esercitano attivit economiche, organizzate per la produzione, la commercializzazione, lintermediazione e la gestione di prodotti, di servizi, tra cui gli stabilimenti balneari, di infrastrutture e di esercizi, compresi quelli di somministrazione facenti parte dei sistemi turistici locali, concorrenti alla formazione dellofferta turistica. 9. Le associazioni senza scopo di lucro, che operano per finalit ricreative, culturali, religiose o sociali, sono autorizzate ad esercitare le attivit di cui al comma 1 esclusivamente per i propri aderenti ed associati anche se appartenenti ad associazioni straniere aventi finalit analoghe e legate fra di loro da accordi internazionali di collaborazione. A tal fine le predette associazioni devono uniformarsi a quanto previsto dalla Convenzione internazionale relativa al contratto di viaggio (CCV), resa esecutiva con legge 27 dicembre 1977, n. 1084, dal decreto legislativo 23 novembre 1991, n. 392, di attuazione della direttiva n. 82/470/CEE nella parte concernente gli agenti di viaggio e turismo, e dal decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 111, di attuazione della direttiva n. 90/314/CEE concernente i viaggi, le vacanze ed i circuiti tutto compreso. 10. Le associazioni senza scopo di lucro che operano per la promozione del turismo giovanile, culturale, dei disabili e comunque delle fasce meno abbienti della popolazione, nonch le associazioni pro loco, sono ammesse, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato, ai benefici di cui alla legge 11 luglio 1986, n. 390, e successive modificazioni, relativamente ai propri fini istituzionali.

Somministrazione di alimenti e bevande da parte di circoli privati.


D.P.R. 4 aprile 2001, n. 235 309

Regolamento recante semplificazione del procedimento per il rilascio dellautorizzazioneallasomministrazione di alimenti e bevande da parte di circoli privati.
Art. 1.Oggetto e definizioni 1. Le disposizioni del presente regolamento si applicano al procedimento relativo alla somministrazione di alimenti e bevande da parte di circoli privati. 2. Ai fini del presente regolamento si intende per: a) testo unico delle imposte sui redditi, il testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni; b) legge, la legge 25 agosto 1991, n. 287. Art. 2. Associazioni e circoli aderenti ad enti o organizzazioni nazionaliaventifinalitaassistenziali 1. Le associazioni e i circoli, di cui allarticolo 111, comma 3, del testo unico delle imposte sui redditi, aderenti ad enti o organizzazioni nazionali le cui finalita assistenziali sono riconosciute dal Ministero dellinterno, che intendono svolgere direttamente attivita di somministrazione di alimenti e bevande a favore dei rispettivi associati presso la sede ove sono svolte le attivita istituzionali, presentano al Comune, nel cui territorio si esercita lattivita, che la comunica per conoscenza alla competente Azienda Sanitaria Locale (A.S.L.) per il parere necessario alleventuale rilascio dellautorizzazione di idoneita sanitaria, una denuncia di inizio attivita ai sensi dellarticolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni. Detta denuncia puo essere presentata anche su supporto informatico, laddove le Amministrazioni comunali abbiano adottato le necessarie misure organizzative. 2. Nella denuncia il legale rappresentante dichiara: a) lente nazionale con finalita assistenziali al quale aderisce; b) il tipo di attivita di somministrazione; c) lubicazione e la superficie dei locali adibiti alla somministrazione; d) che lassociazione si trova nelle condizioni previste dallarticolo 111, commi 3, 4-bis e 4-quinquies, del testo unico delle imposte sui redditi; e) che il locale, ove e esercitata la somministrazione, e conforme alle norme e prescrizioni in materia edilizia, igienico-sanitaria e ai criteri di sicurezza stabiliti dal Ministero dellinterno ai sensi dellarticolo 3, comma 1, della legge e, in particolare, di essere in possesso delle prescritte autorizzazioni in materia. 3. Alla denuncia e allegata copia semplice, non autenticata, dellatto costitutivo o dello statuto. 4. Se lattivita di somministrazione e affidata in gestione a terzi, questi deve essere iscritto al registro degli esercenti il commercio di cui allarticolo 2 della legge. 5. Se il circolo o lassociazione non si conforma alle clausole previste dallarticolo 111, comma 4quinquies, del testo unico delle imposte sui redditi, lesercizio dellattivita di somministrazione di alimenti e bevande e subordinatoalliscrizione nel registrodegli esercenti il commercio, di cui allarticolo 2, comma 1, dellalegge, del legale rappresentante del circolo o dellassociazione o di un suo delegato ed al rilascio dellautorizzazione di cuiallarticolo 3 della medesima legge. 6. Il legale rappresentante dellassociazione o del circolo e obbligato a comunicare immediatamente al Comune le variazioni intervenute successivamente alla dichiarazione di cui al comma 2, in merito alla sussistenza delladesione agli enti di cui allarticolo 3, comma 6, lettera e), della legge, nonche alla sussistenza delle condizioni previste dallarticolo 111, comma 4-quinquies, del testo unico delle imposte sui redditi e dal presente articolo. Resta ferma la possibilita per il Comune di effettuare controlli ed ispezioni.
Note allart. 2: - Si trascrive il testo dellart. 111 del decreto del Presidente della Repubblica 22dicembre1986,n.917: Art. 111 (Enti di tipo associativo). - 1. Non e considerata commerciale lattivita svolta nei confronti degli associati o partecipanti, in conformita alle finalita istituzionali, dalle associazioni, da consorzi e dagli altri enti non commerciali di tipo

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associativo. Le somme versate dagli associati o partecipanti a titolo di quote o contributi associativi non concorrono a formare il reddito complessivo. 2. Si considerano tuttavia effettuate nellesercizio di attivita commerciali, salvo il disposto del secondo periodo del comma 1 dellart. 108, le cessioni di beni e le prestazioni di servizi agli associati o partecipanti verso pagamento di corrispettivi specifici, compresi i contributi e le quote supplementari determinati in funzione delle maggiori o diverse prestazioni alle quali danno diritto. Detti corrispettivi concorrono alla formazione del reddito complessivo come componenti del reddito di impresa o come redditi diversi secondo che le relative operazioni abbiano carattere di abitualita o di occasionalita. 3. Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona non si considerano commerciali le attivita svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attivita e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di ununica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali, nonche le cessioni anche a terzi di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati. 4. La disposizione del comma 3 non si applica per le cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita, per le somministrazioni di pasti, per le erogazioni di acqua, gas, energia elettrica e vapore, per le prestazioni alberghiere, di alloggio, di trasporto e di deposito e per le prestazioni di servizi portuali e aeroportuali ne per le prestazioni effettuate nellesercizio delle seguenti attivita: a) gestione di spacci aziendali e di mense; b) organizzazione di viaggi e soggiorni turistici; c) gestione di fiere ed esposizioni a carattere commerciale; d) pubblicita commerciale; e) telecomunicazioni e radiodiffusioni circolari. 4-bis. Per le associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui allart. 3, comma 6, lettera e), della legge 25 agosto 1991, n. 287, le cui finalita assistenziali siano riconosciute dal Ministero dellinterno, non si considerano commerciali, anche se effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici, la somministrazione di alimenti e bevande effettuata, presso le sedi in cui viene svolta lattivita istituzionale, da bar ed esercizi similari e lorganizzazione di viaggi e soggiorni turistici, sempreche le predette attivita siano strettamente complementari a quelle svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali e siano effettuate nei confronti degli stessi soggetti indicati nel comma 3. 4-ter. Lorganizzazione di viaggi e soggiorni turistici di cui al comma 4-bis non e considerata commerciale anche se effettuata da associazioni politiche, sindacali e di categoria, nonche da associazioni riconosciute dalle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, sempreche sia effettuata nei confronti degli stessi soggetti indicati nel comma 3. 4-quater. Per le organizzazioni sindacali e di categoria non si considerano effettuate nellesercizio di attivita commerciali le cessioni delle pubblicazioni, anche in deroga al limite di cui al comma 3, riguardanti i contratti collettivi di lavoro, nonche lassistenza prestata prevalentemente agli iscritti, associati o partecipanti in materia di applicazione degli stessi contratti e di legislazione sul lavoro, effettuate verso pagamento di corrispettivi che in entrambi i casi non eccedano i costi di diretta imputazione. 4-quinquies. Le disposizioni di cui ai commi 3, 4-bis, 4-ter e 4-quater si applicano a condizione che le associazioni interessate si conformino alle seguenti clausole, da inserire nei relativi atti costitutivi o statuti redatti nella forma dellatto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata: a) divieto di distribuire anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonche fondi, riserve o capitale durante la vita dellassociazione, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge; b) obbligo di devolvere il patrimonio dellente, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altra associazione con finalita analoghe o ai fui di pubblica utilita, sentito lorganismo di controllo di cui allart. 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e salvo diversa destinazione imposta dalla legge; c) disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalita associative volte a garantire leffettivita del rapporto medesimo, escludendo espressamente la temporaneita della partecipazione alla vita associativa e prevedendo per gli associati o partecipanti maggiori deta il diritto di voto per lapprovazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi dellassociazione; d) obbligo di redigere e di approvare annualmente un rendiconto economico e finanziario secondo le disposizioni statutarie; e) eleggibilita libera degli organi amministrativi, principio del voto singolo di cui allart. 2532, secondo comma, del codice civile, sovranita dellassemblea dei soci, associati o partecipanti e i criteri di loro ammissione ed esclusione, criteri e idonee forme di pubblicita delle convocazioni assembleari, delle relative deliberazioni, dei bilanci o rendiconti; e ammesso il voto per corrispondenza per le associazioni il cui atto costitutivo, anteriore al 1 gennaio 1997, preveda tale modalita di voto al sensi dellart. 2532, ultimo comma, del codice civile e sempreche le stesse abbiano rilevanza a livello nazionale e siano prive di organizzazione a livello locale; f) intrasmissibilita della quota o contributo associativo ad eccezione dei trasferimenti a causa di morte e non rivalutabilita della stessa.

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4-sexies. Le disposizioni di cui alle lettere c) ed e) del comma 4-quinquies non si applicano alle associazioni religiose riconosciute dalle confessioni con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, nonche alle associazioni politiche, sindacali e di categoria. - Per il riferimento allart. 19, della legge 7 agosto 1990, n. 241, si vedano le note alle premesse. - Per il riferimento alla legge 25 agosto 1991, n. 287, si vedano le note alle premesse. - Si trascrive il testo degli articoli 2 e 3, della legge 25 agosto 1991, n. 287: Art. 2 (Iscrizione nel registro degli esercenti il commercio) - 1. Lesercizio delle attivita di cui allart. 1, comma 1, e subordinato alla iscrizione del titolare dellimpresa individuale o del legale rappresentante della societa, ovvero di un suo delegato, nel registro degli esercenti il commercio di cui allart. 1 della legge 11 giugno 1971, n. 426, e successive modificazioni e integrazioni, e al rilascio dellautorizzazione di cui allart. 3, comma 1, della presente legge. 2. Liscrizione nel registro di cui al comma 1 e subordinata al possesso dei seguenti requisiti: a) maggiore eta, ad eccezione del minore emancipato autorizzato a norma di legge allesercizio di attivita commerciale; b) aver assolto agli obblighi scolastici riferiti al periodo di frequenza del richiedente; c) aver frequentato con esito positivo corsi professionali istituiti o riconosciuti dalle regioni o dalle province autonome di Trento e di Bolzano, aventi a oggetto lattivita di somministrazione di alimenti e di bevande, o corsi di una scuola alberghiera o di altra scuola a specifico indirizzo professionale, ovvero aver superato, dinanzi a una apposita commissione costituita presso la camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, un esame di idoneita allesercizio dellattivita di somministrazione di alimenti e di bevande. 3. Sono ammessi allesame previsto al comma 2, lettera c), coloro che sono in possesso di titolo di studio universitario o di istruzione secondaria superiore nonche coloro che hanno prestato servizio, per almeno due anni negli ultimi anni, presso imprese esercenti attivita di somministrazione di alimenti e di bevande, in qualita di dipendenti qualificati addetti alla somministrazione, alla produzione o allamministrazione o, se trattasi di coniuge, parente o affine entro il terzo grado dellimprenditore, in qualita di coadiutore. 4. Salvo che abbiano ottenuto la riabilitazione, e fermo quanto disposto dal comma 5, non possono essere iscritti nel registro di cui al comma 1 e, se iscritti, debbono essere cancellati coloro: a) che sono stati dichiarati falliti; b) che hanno riportato una condanna per delitto non colposo a pena restrittiva della liberta personale superiore a tre anni; c) che hanno riportato una condanna per reati contro la moralita pubblica e il buon costume o contro ligiene e la sanita pubblica, compresi i delitti di cui al libro secondo, titolo VI, capo II, del codice penale; per delitti commessi in stato di ubriachezza o in stato di intossicazione da stupefacenti; per reati concernenti la prevenzione dellalcolismo, le sostanze stupefacenti o psicotrope, il gioco dazzardo, le scommesse clandestine e la turbativa di competizioni sportive; per infrazioni alle norme sul gioco del lotto; d) che hanno riportato due o piu condanne nel quinquennio precedente per delitti di frode nella preparazione o nel commercio degli alimenti, compresi i delitti di cui al libro secondo, titolo VIII, capo II, del codice penale; e) che sono sottoposti a una delle misure di prevenzione di cui allart. 3 della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, e successive modificazioni, o nei cui confronti e stata applicata una delle misure previste dalla legge 31 maggio 1965, n. 575, e successive modificazioni ed integrazioni, ovvero sono sottoposti a misure di sicurezza o sono dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza; f) che hanno riportato condanna per delitti contro la personalita dello Stato o contro lordine pubblico, ovvero per delitti contro la persona commessi con violenza, o per furto, rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione. 5. Nelle ipotesi di cui al comma 4, lettere b), e), d) ed f), il divieto di iscrizione nel registro di cui al comma 1 ha la durata di cinque anni a decorrere dal giorno in cui la pena e stata scontata o si sia in qualsiasi altro modo estinta ovvero, qualora sia stata concessa la sospensione condizionale della pena, dal giorno del passaggio in giudicato della sentenza. Art. 3 (Rilascio delle autorizzazioni). 1. Lapertura e il trasferimento di sede degli esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e di bevande, comprese quelle alcoliche di qualsiasi gradazione, sono soggetti ad autorizzazione, rilasciata dal sindaco del comune nel cui territorio e ubicato lesercizio, sentito il parere della commissione competente, ai sensi dellart. 6, con losservanza dei criteri e parametri di cui al comma 4 del presente articolo e a condizione che il richiedente sia iscritto nel registro di cui allart. 2. Ai fini del rilascio dellautorizzazione il sindaco accerta la conformita del locale al criteri stabiliti con decreto del Ministro dellinterno, ovvero si riserva di verificame la sussistenza quando cio non sia possibile in via preventiva. Il sindaco, inoltre, accerta ladeguata sorvegliabilita dei locali oggetto di concessione edilizia per ampliamento.

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2. Lautorizzazione ha validita fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello del rilascio, e automaticamente rinnovata se non vi sono motivi ostativi e si riferisce esclusivamente ai locali in essa indicati. 3. Ai fini dellosservanza del disposto di cui allart. 4 del decreto-legge 9 dicembre 1986, n. 832, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 1987, n. 15, i comuni possono assoggettare a vidimazione annuale le autorizzazioni relative agli esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande ubicati in aree a particolare mteresse storico e artistico. 4. Sulla base delle direttive proposte dal Ministro dellindustria, del commercio e dellartigianato dopo aver sentito le organizzazioni nazionali di categoria maggiormente rappresentative - e deliberate al sensi dellart. 2, comma 3, lettera d), della legge 23 agosto 1988, n. 400, le regioni - sentite le organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative, a livello regionale - fissano periodicamente criteri e parametri atti a determinare il numero delle autorizzazioni rilasciabili nelle aree interessate. I criteri e i parametri sono fissati in relazione alla tipologia degli esercizi tenuto conto anche del reddito della popolazione residente e di quella fluttuante, dei flussi turistici e delle abitudini di consumo extradomestico. 5. Il comune, in conformita al criteri e ai parametri di cui al comma 4, sentita la commissione competente ai sensi dellart. 6, stabilisce, eventualmente anche per singole zone del territorio comunale, le condizioni per il rilascio delle autorizzazioni. 6. I limiti numerici determinati ai sensi del comma 4 non si applicano per il rilascio delle autorizzazioni concernenti la somministrazione di alimenti e di bevande: a) al domicilio del consumatore; b) negli esercizi annessi ad alberghi, pensioni, locande o ad altri complessi ricettivi, limitatamente alle prestazioni rese agli alloggiati; c) negli esercizi posti nelle aree di servizio delle autostrade e nellinterno di stazioni ferroviarie, aeroportuali e marittime; d) negli esercizi di cui allart. 5, comma 1, lettera c), nei quali sia prevalente lattivita congiunta di trattenimento e svago; e) nelle mense aziendali e negli spacci annessi ai circoli cooperativi e degli enti a carattere nazionale le cui finalita assistenziali sono riconosciute dal Ministero dellinterno; f) esercitata in via diretta a favore dei propri dipendenti da amministrazioni, enti o imprese pubbliche; g) in scuole; in ospedali; in comunita religiose; in stabilimenti militari, delle forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; h) nei mezzi di trasporto pubblico. 7. Le attivita di somministrazione di alimenti e di bevande devono essere esercitate nel rispetto delle vigenti norme, prescnziom e autorizzazioni in materia edilizia, urbanistica e igienica-sanitaria, nonche di quelle sulla destinazione duso dei locali e degli edifici, fatta salva lirrogazione delle sanzioni relative alle norme e prescrizione violate.

Art. 3. Associazioni e circoli non aderenti ad enti o organizzazioni nazionali con finalitaassistenziali
1. Le associazioni e i circoli di cui allarticolo 111, comma 3, del testo unico delle imposte sui redditi,

non aderenti ad enti o organizzazioni nazionali le cui finalita assistenziali sono riconosciute dal Ministero dellinterno, che intendono svolgere direttamente attivita di somministrazione di alimenti e bevande a favore dei rispettivi associati presso la sede ove sono svolte le attivita istituzionali, presentano al Comune, nel cui territorio siesercita lattivita, domanda di autorizzazione ai sensi dellarticolo 3 della legge. Detta domanda puo essere presentata anche su supporto informatico, laddove le Amministrazioni comunali abbiano adottato le necessarie misure organizzative. 2. Nella domanda, il legale rappresentante dichiara: a) il tipo di attivita di somministrazione; b) lubicazione e la superficie del locale adibito alla somministrazione; c) che lassociazione ha le caratteristiche di ente non commerciale, ai sensi degli articoli 111 e 111-bis del testo unico delle imposte sui redditi; d) che il locale, ove e esercitata la somministrazione, econforme alle norme e prescrizioni in materia edilizia,igienico-sanitaria e ai criteri di sicurezza stabiliti dal Ministero dellinterno, ai sensi dellarticolo 3, comma 1, della legge e, in particolare, di essere in possesso delle prescritte autorizzazioni in materia. 3. Alla domanda e allegata copia semplice, non autenticata, dellatto costitutivo o dello statuto. 4. Se lattivita di somministrazione e affidata in gestione a terzi, questi deve essere iscritto al registro degli esercenti il commercio di cui allarticolo 2 della legge. 5. Il Comune, ai fini del rilascio dellautorizzazione, verifica che lo statuto dellassociazione di cui al comma 1, preveda modalita volte a garantire leffettivita del rapporto associativo, escludendo espressamente la temporaneit della partecipazione alla vita associativa, nonche lo svolgimento effettivo 313

dellattivita istituzionale. Il Comune, nel provvedere al rilascio delle autorizzazioni di cui al presente articolo e comunque in tutti i casi che non rientrano nella deroga di cui allarticolo 3, comma 6, lettera e), della legge, si attiene alle disposizioni di cui allarticolo 3, commi 4 e 5 della stessa legge. 6. La domanda si considera accolta qualora non sia comunicato il diniego entro quarantacinque giorni dalla presentazione della domanda. 7. Se il circolo o lassociazione non rispetta le condizioni previste dagli articoli 111 e 111-bis del testo unico delle imposte sui redditi, lesercizio dellattivita di somministrazione di alimenti e bevande e subordinato alliscrizione nel registro degli esercenti il commercio di cui allarticolo 2, comma 1, della legge, del legale rappresentante del circolo o dellassociazione o di un suo delegato. 8. Il legale rappresentante dellassociazione o del circolo e obbligato a comunicare immediatamente al Comune le variazioni intervenute successivamente alla dichiarazione di cui al comma 2 in merito al rispetto delle condizioni previste dagli articoli 111 e 111-bis del testo unico delle imposte sui redditi e dal presente articolo. Resta ferma la possibilita per il Comune di effettuare controlli ed ispezioni. Note allart.3:
- Per il riferimento allart. 111, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, si vedano le note allart. 2. - Per il riferimento agli articoli 2 e 3, della legge 25 agosto 1991, n. 287, si vedano le note allart. 2. - Per il riferimento al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, si vedano le note alle premesse. - Si trascrive il testo dellart. 111-bis, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917: Art. 111-bis (Perdita della qualifica di ente non commerciale). - 1. Indipendentemente dalle previsioni statutarie, lente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti prevalentemente attivita commerciale per un intero periodo dimposta. 2. Ai fini della qualificazione commerciale dellente si tiene conto anche dei seguenti parametri: a) prevalenza delle immobilizzazioni relative allattivita commerciale, al netto degli ammortamenti,rispetto alle restanti attivita; b) prevalenza dei ricavi derivanti da attivitacommerciali rispetto al valore normale delle cessioni o prestazioni afferenti le attivita istituzionali; c) prevalenza dei redditi derivanti da attivita commerciali rispetto alle entrate istituzionali, intendendo per queste ultime i contributi, le sovvenzioni, le liberalita e le quote associative; d) prevalenza delle componenti negative inerenti allattivita commerciale rispetto alle restanti spese. 3. Il mutamento di qualifica opera a partire dal periodo dimposta in cui vengono meno le condizioni che legittimano le agevolazioni e comporta lobbligo di comprendere tutti i beni facenti parte del patrimonio dellente nellinventario di cui allart. 15 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. Liscrizione nellinventano deve essere effettuata entro sessanta giorni dallinizio del periodo di imposta in cui ha effetto il mutamento di qualifica secondo i criteri di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1974, n. 689. 4. Le disposizioni di cui al comma 1 e 2 non si applicano agli enti ecclesiastici riconosciuti come persone giuridiche agli effetti civili.

Art.4.Disposizionifinali 1. La denuncia di inizio di attivita di cui allarticolo 2 e lautorizzazione di cui allarticolo 3 valgono anche come autorizzazione ai fini di cui al secondo comma dellarticolo 86 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773. 2. In caso di violazione degli obblighi stabiliti dagli articoli 2 e 3, salvo quanto previsto da specifiche norme, si applica la sanzione amministrativa prevista dallarticolo 10 della legge. 3. Lorgano comunale competente ordina la cessazione delle attivita di cui agli articoli 2 e 3 svolte in assenza di denuncia di inizio attivita o di autorizzazione, nonche ogni qualvolta si riscontri la mancanza dei requisiti necessari. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica 314

italiana. E fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.


Note allart. 4: - Si trascrive il testo dellart. 86, del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773: Art. 86 (art. 84 testo unico 1926). - Non possono esercitarsi, senza licenza del Questore, alberghi, compresi quelli diurni, locande, pensioni, trattorie, osterie, caffe o altri esercizi in cui si vendono al minuto o si consumano vino, birra, liquori od altre bevande anche non alcoliche, ne sale pubbliche per bigliardi o per altri giuochi leciti o stabilimenti di bagni, esercizi di rimessa di autoveicoli o di vetture, ovvero locali di stallaggio e simili. La licenza e necessaria anche per lo spaccio al minuto o il consumo di vino, di birra o di qualsiasi bevanda alcolica presso enti collettivi o circoli privati di qualunque specie. anche se la vendita o il consumo siano limitati al soli soci. - Per il riferimento alla legge 25 agosto 1991, n. 287,si vedano le note alle premesse. - Si trascrive il testo dellart. 10, della legge 25 agosto 1991, n. 287: Art. 10. - 1. A chiunque eserciti lattivita di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande senza lautorizzazione di cui allart. 3, ovvero quando questa sia stata revocata o sospesa, si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da lire un milione a lire sei milioni. 2. Alla stessa sanzione sono soggette le violazioni alle disposizioni della presente legge, ad eccezione di quelle relative alle disposizioni dellart. 8 per le quali si applica la sanzione amministrativa da lire trecentomila a lire due milioni. 3. Nelle ipotesi previste dal commi 1 e 2, si applicano le deposizioni di cui agli articoli 17-ter e 17-quater del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773. 4. Lufficio provinciale dellindustria, del commercio e dellartigianato riceve il rapporto di cui allart. 17 della legge 24 novembre 1981, n. 689, e applica le sanzioni amministrative. 5. Per il mancato rispetto dei turni stabiliti al sensi dellart. 8, comma 5, il sindaco dispone la sospensione dellautorizzazione di cui allart. 3 per un periodo non inferiore a dieci giorni e non superiore a venti giorni, che ha inizio dal termine del turno non osservato.

(Soppressione dellobbligo di numerazione e bollatura di alcuni libri contabili obbligatori).


Legge 18 ottobre 2001, n. 383 Primi interventi per il rilancio delleconomia Gazzetta Ufficiale n. 248 del 24 ottobre 2001
CAPO IV SOPPRESSIONE DI ADEMPIMENTI INUTILI E SEMPLIFICAZIONE

ART. 8. (Soppressione dellobbligo di numerazione e bollatura di alcuni libri contabili obbligatori). 1. Larticolo 2215 del codice civile sostituito dal seguente: ART. 2215. - (Modalit di tenuta delle scritture contabili). - I libri contabili, prima di essere messi in uso, devono essere numerati progressivamente in ogni pagina e, qualora sia previsto lobbligo della bollatura o della vidimazione, devono essere bollati in ogni foglio dallufficio del registro delle imprese o da un notaio secondo le disposizioni delle leggi speciali. Lufficio del registro o il notaio deve dichiarare nellultima pagina dei libri il numero dei fogli che li compongono. Il libro giornale e il libro degli inventari devono essere numerati progressivamente e non sono
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soggetti a bollatura n a vidimazione. 2. Al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, concernente listituzione e la disciplina dellimposta sul valore aggiunto (IVA), larticolo 39, primo comma, sostituito dal seguente: I registri previsti dal presente decreto, compresi i bollettari di cui allarticolo 32, devono essere tenuti a norma dellarticolo 2219 del codice civile e numerati progressivamente in ogni pagina, in esenzione dallimposta di bollo. ammesso limpiego di schedari a fogli mobili o tabulati di macchine elettrocontabili secondo modalit previamente approvate dallAmministrazione finanziaria su richiesta del contribuente. 3. Al decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, recante disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi, larticolo 22, primo comma, sostituito dal seguente: Fermo restando quanto stabilito dal codice civile per il libro giornale e per il libro degli inventari e dalle leggi speciali per i libri e registri da esse prescritti, le scritture contabili di cui ai precedenti articoli, ad eccezione delle scritture ausiliarie di cui alla lettera c) e alla lettera d) del primo comma dellarticolo 14, devono essere tenute a norma dellarticolo 2219 del codice stesso e numerate progressivamente in ogni pagina, in esenzione dallimposta di bollo. Le registrazioni nelle scritture cronologiche e nelle scritture ausiliarie di magazzino devono essere eseguite non oltre sessanta giorni. 4. Allarticolo 16 della Tariffa, parte prima, annessa al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642, concernente la disciplina dellimposta di bollo, come sostituita dal decreto del Ministro delle finanze 20 agosto 1992, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 196 del 21 agosto 1992, sono apportate le seguenti modificazioni: a) nelle note, dopo il numero 2, aggiunto il seguente: 2-bis. Se i libri di cui allarticolo 2214, primo comma, del codice civile sono tenuti da soggetti diversi da quelli che assolvono in modo forfettario la tassa di concessione governativa per la bollatura e la numerazione di libri e registri a norma dellarticolo 23 della Tariffa allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 641, come sostituita dal decreto del Ministro delle finanze 28 dicembre 1995, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 303 del 30 dicembre 1995, limposta maggiorata di lire 20.000; b) nella colonna Modo di pagamento, dopo le parole: Marche o bollo a punzone da applicarsi sullultima pagina numerata, sono aggiunte le seguenti: o nei modi di di cui al decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 237, e successive modificazioni.

TOMBOLE E LOTTERIE
D.P.R. 26 ottobre 2001, n. 430 Regolamento concernente la revisione organica della disciplina dei concorsi e delle operazioni a premio, nonch delle manifestazioni di sorte locali, ai sensi dellarticolo 19, comma 4, della L. 27 dicembre 1997, n. 449 ( Pubblicato nella Gazz. Uff. 13 dicembre 2001, n. 289).

TITOLO II Manifestazioni di sorte locali Art. 13. mbito applicativo.


1. vietata ogni sorta di lotteria, tombola, riffa e pesca o banco di beneficenza, nonch ogni altra manifestazione avente analoghe caratteristiche. Ferma restando la vigente disciplina in materia di lotterie nazionali, sono, tuttavia, consentite:

a) le lotterie, le tombole e le pesche o banchi di beneficenza, promossi da enti morali, associazioni e comitati senza fini di lucro, aventi scopi assistenziali, culturali, ricreativi e sportivi disciplinati dagli articoli 14 e seguenti del codice civile, e dalle organizzazioni non lucrative di utilit sociale di cui allarticolo 10, del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, se dette manifestazioni sono necessarie per far fronte alle esigenze finanziarie degli enti stessi; 316

b) le lotterie, le tombole e le pesche o banchi di beneficenza, organizzate dai partiti o movimenti politici di cui alla legge 2 gennaio 1997, n. 2, purch svolte nellmbito di manifestazioni locali organizzate dagli stessi. In caso di svolgimento al di fuori delle dette manifestazioni locali si applicano le disposizioni previste per i soggetti di cui alla lettera a); c) le tombole effettuate in mbito familiare e privato, organizzate per fini prettamente ludici. 2. Ai fini della disposizione di cui alla lettera a) del comma 1: a) per lotterie sintende la manifestazione di sorte effettuata con la vendita di biglietti staccati da registri a matrice, concorrenti ad uno o pi premi secondo lordine di estrazione. La lotteria consentita se la vendita dei biglietti limitata al territorio della provincia, limporto complessivo dei biglietti che possono emettersi, comunque sia frazionato il prezzo degli stessi, non supera la somma di lire 100.000.000, pari ad euro 51.645,69, e i biglietti sono contrassegnati da serie e numerazione progressive; b) per tombola sintende la manifestazione di sorte effettuata con lutilizzo di cartelle portanti una data quantit di numeri, dal numero 1 al 90, con premi assegnati alle cartelle nelle quali, allestrazione dei numeri, per prime si sono verificate le combinazioni stabilite. La tombola consentita se la vendita delle cartelle limitata al comune in cui la tombola si estrae e ai comuni
limitrofi e le cartelle sono contrassegnate da serie e numerazione progressiva. Non limitato il numero delle cartelle che si possono emettere per ogni tombola, ma i premi posti in palio non devono superare, complessivamente, la somma di lire 25.000.000, pari ad euro 12.911,42;

c) per pesche o banchi di beneficenza sintendono le manifestazioni di sorte effettuate con vendita di biglietti, le quali, per la loro organizzazione, non si prestano per la emissione dei biglietti a matrice, una parte dei quali abbinata ai premi in palio. Le pesche o i banchi di beneficenza sono consentiti se la vendita dei biglietti limitata al territorio del comune ove si effettua la manifestazione e il ricavato di essa non eccede la somma di lire 100.000.000, pari ad euro 51.645,69. 3. vietata la vendita dei biglietti e delle cartelle a mezzo di ruote della fortuna o con altri sistemi analoghi. I premi delle manifestazioni di cui alle lettere a) e c) del comma 2, consistono solo in servizi e in beni mobili, esclusi il denaro, i titoli pubblici e privati, i valori bancari, le carte di credito ed i metalli preziosi in verghe.
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Art. 14. Adempimenti dei promotori e controlli. 1. I rappresentanti legali degli enti organizzatori delle manifestazioni ne danno comunicazione, almeno trenta giorni prima, al Prefetto competente e al Sindaco del comune in cui effettuata lestrazione. Eventuali variazioni delle modalit di svolgimento della manifestazione sono comunicate ai predetti organi in tempo utile per consentire leffettuazione dei controlli. 2. Alla comunicazione di cui al comma 1, va allegata la seguente documentazione: a) per le lotterie, il regolamento nel quale sono indicati la quantit e la natura dei premi, la quantit ed il prezzo dei biglietti da vendere, il luogo in cui vengono esposti i premi, il luogo ed il tempo fissati per lestrazione e la consegna dei premi ai vincitori; b) per le tombole: 1) il regolamento con la specificazione dei premi e con lindicazione del prezzo di ciascuna cartella; 2) la documentazione comprovante lavvenuto versamento della cauzione in misura pari al valore complessivo dei premi promessi, determinato in base al loro prezzo di acquisto o in mancanza al valore normale degli stessi. La cauzione prestata a favore del comune nel cui territorio la tombola si estrae ed ha scadenza non inferiore a tre mesi dalla data di estrazione. La cauzione prestata mediante deposito in denaro o in titoli di Stato o garantiti dallo Stato, al valore di borsa, presso la Tesoreria provinciale o mediante fidejussione bancaria o assicurativa in bollo con autentica della firma del fidejussore. 3. Per le pesche o banchi di beneficenza lente organizzatore indica nella comunicazione di cui al comma 1 il numero dei biglietti che intende emettere ed il relativo prezzo. 4. Il Prefetto vieta lo svolgimento delle manifestazioni in mancanza: a) delle condizioni previste dal presente regolamento; 317

b) della necessit di ricorrere allo svolgimento della manifestazione per far fronte alle esigenze finanziarie dellente promotore, diverso dai partiti e movimenti politici di cui alla legge 2 gennaio 1997, n. 2. 5. I comuni effettuano il controllo sul regolare svolgimento delle manifestazioni di sorte locali e sono lautorit competente a ricevere il rapporto e a cui pervengono i proventi delle sanzioni. Alle manifestazioni di sorte locali si applicano le sanzioni di cui al regio decreto-legge 19 ottobre 1938, n. 1933, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 giugno 1939, n. 973, da ultimo modificato dallarticolo 19, comma 5, lettera a), della legge 27 dicembre 1997, n. 449. 6. La serie e la numerazione progressiva dei biglietti e delle cartelle indicata nella fattura di acquisto rilasciata dallo stampatore. 7. Lestrazione della lotteria e della tombola pubblica; le modalit della stessa sono portate a conoscenza del pubblico presso tutti i comuni interessati alla manifestazione. Nellavviso sono indicati gli estremi della comunicazione fatta ai predetti organi, il programma della lotteria e della tombola, le finalit che ne motivano lo svolgimento nonch la serie e la numerazione dei biglietti e delle cartelle messe in vendita. 8. Per le lotterie e per le tombole un rappresentante dellente organizzatore provvede prima dellestrazione a ritirare tutti i registri, nonch i biglietti o le cartelle rimaste invendute e verifica che la serie e la numerazione dei registri corrispondano a quelle indicate nelle fatture dacquisto. I biglietti e le cartelle non riconsegnati sono dichiarati nulli agli effetti del gioco; di tale circostanza si d atto al pubblico prima dellestrazione. Lestrazione effettuata alla presenza di un incaricato del Sindaco. Di dette operazioni redatto processo verbale del quale una copia inviata al Prefetto ed unaltra consegnata allincaricato del Sindaco. 9. Per le pesche o banchi di beneficenza un responsabile dellente promotore controlla il numero dei biglietti venduti e procede, alla presenza di un incaricato del Sindaco, alla chiusura delle operazioni redigendo il relativo processo verbale del quale una copia inviata al Prefetto e unaltra consegnata allincaricato del Sindaco. 10. Per le tombole, entro trenta giorni dallestrazione, lente organizzatore presenta allincaricato del sindaco la documentazione attestante lavvenuta consegna dei premi ai vincitori. Detto incaricato, verificata la regolarit della documentazione prodotta, dispone limmediato svincolo della cauzione. Il comune dispone lincameramento della cauzione in caso di mancata consegna dei premi ai vincitori nel termine di cui al presente comma. 11. Le disposizioni del presente articolo, ad eccezione di quelle di cui ai commi 4 e 5, si applicano con riferimento alle manifestazioni di cui allarticolo 13, comma 1, lettera a).

Norme per le associazioni sportive dilettantistiche


LEGGE 27 dicembre 2002, n.289 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2003). Art. 5 (Riduzioni dellimposta regionale sulle attivita produttive)
(OMISSIS)

2. Allarticolo 11 del decreto legislativo 15 dicembre 1997n . 446, recante disposizioni comuni per la determinazione del valore della produzione netta, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 1
(OMISSIS)

2) alla lettera b), il numero 2 sostituito dal seguente: 318

2) i compensi per attivit commerciali e per prestazioni di lavoro autonome non esercitate abitualmente, di cui allart, 81, comma 1, lettere e, e l, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.

Art. 51 (Disposizioni in materia di assicurazione degli sportivi) 1. A decorrere dal 1 luglio 2003, sono soggetti allobbligo assicurativo gli sportivi dilettanti tesserati in qualita di atleti, dirigenti e tecnici alle Federazioni sportive nazionali, alle discipline sportive associate e agli enti di promozione sportiva. 2. Lobbligatorieta dellassicurazione comprende i casi di infortunio avvenuti in occasione e a causa dello svolgimento delle attivita sportive, dai quali sia derivata la morte o una inabilita permanente.
Art. 90 (Disposizioni per lattivit sportiva dilettantistica)
Le disposizioni della legge 16 dicembre 1991, n. 398, e successive modificazioni, e le altre disposizioni tributarie riguardanti le associazioni sportive dilettantistiche si applicano anche alle societ sportive dilettantistiche costituite in societ di capitali senza fine di lucro. A decorrere dal periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, limporto fissato dallarticolo 1, comma 1, della legge 16 dicembre 1991, n. 398, come sostituito dallarticolo 25 della legge 13 maggio 1999, n. 133, e successive modificazioni, elevato a 250.000 euro. Al testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni: allarticolo 81, comma 1, lettera m), aggiunto, in fine, il seguente periodo: Tale disposizione si applica anche ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di carattere amministrativo-gestionale di natura non professionale resi in favore di societ e associazioni sportive dilettantistiche.; allarticolo 83, comma 2, le parole: a lire 10.000.000 sono sostituite dalle seguenti: a 7.500 euro. Il CONI, le Federazioni sportive nazionali e gli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI non sono obbligati ad operare la ritenuta del 4 per cento a titolo di acconto sui contributi erogati alle societ e associazioni sportive dilettantistiche, stabilita dallarticolo 28, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. Gli atti costitutivi e di trasformazione delle societ e associazioni sportive dilettantistiche, nonch delle Federazioni sportive e degli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI direttamente connessi allo svolgimento dellattivit sportiva, sono soggetti allimposta di registro in misura fissa. Al n. 27-bis della tabella di cui allallegato B annesso al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: e dalle federazioni sportive ed enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI. Allarticolo 13-bis, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 641, dopo le parole: organizzazioni non lucrative di utilit sociale (ONLUS) sono inserite le seguenti: e le societ e associazioni sportive dilettantistiche. Il corrispettivo in denaro o in natura in favore di societ, associazioni sportive dilettantistiche e fondazioni costituite da istituzioni scolastiche, nonch di associazioni sportive scolastiche che svolgono attivit nei settori giovanili riconosciuta dalle Federazioni sportive nazionali o da enti di promozione sportiva costituisce, per il soggetto erogante, fino ad un importo annuo complessivamente non superiore a 200.000 euro, spesa di pubblicit, volta alla promozione dellimmagine o dei prodotti del soggetto erogante mediante una specifica attivit del beneficiario, ai sensi dellarticolo 74, comma 2, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. Al testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni: allarticolo 13-bis, comma 1, la lettera i-ter) sostituita dalla seguente: i-ter) le erogazioni liberali in denaro per un importo complessivo in ciascun periodo dimposta non superiore a 1.500 euro, in favore delle societ e associazioni sportive dilettantistiche, a condizione che il versamento di tali erogazioni sia eseguito tramite banca o ufficio postale ovvero secondo altre modalit stabilite con decreto del Ministro delleconomia e delle finanze, da adottare ai sensi dellarticolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400; allarticolo 65, comma 2, la lettera cocties) abrogata. Allarticolo 17, comma 2, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, le parole: delle indennit e dei

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rimborsi di cui allarticolo 81, comma 1, lettera m), del citato testo unico delle imposte sui redditi sono soppresse. Allarticolo 111-bis, comma 4, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: ed alle associazioni sportive dilettantistiche. Presso lIstituto per il credito sportivo istituito il Fondo di garanzia per la fornitura di garanzia sussidiaria a quella ipotecaria per i mutui relativi alla costruzione, allampliamento, allattrezzatura, al miglioramento o allacquisto di impianti sportivi, ivi compresa lacquisizione delle relative aree da parte di societ o associazioni sportive dilettantistiche con personalit giuridica. Il Fondo disciplinato con apposito regolamento adottato, ai sensi dellarticolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, dal Ministro per i beni e le attivit culturali, di concerto con il Ministro delleconomia e delle finanze, previa deliberazione del Consiglio nazionale del CONI. Il regolamento disciplina, in particolare, le forme di intervento del Fondo in relazione allentit del finanziamento e al tipo di impianto. Il Fondo gestito e amministrato a titolo gratuito dallIstituto per il credito sportivo. La garanzia prestata dal Fondo di natura sussidiaria, si esplica nei limiti e con le modalit stabiliti dal regolamento di cui al comma 13 e opera entro i limiti delle disponibilit del Fondo. La dotazione finanziaria del Fondo costituita dallimporto annuale acquisito dal fondo speciale di cui allarticolo 5 della legge 24 dicembre 1957, n. 1295, e successive modificazioni, dei premi riservati al CONI a norma dellarticolo 6 del decreto legislativo 14 aprile 1948, n. 496, colpiti da decadenza. Le societ e associazioni sportive dilettantistiche devono indicare nella denominazione sociale la finalit sportiva e la ragione o la denominazione sociale dilettantistica e possono assumere una delle seguenti forme: associazione sportiva priva di personalit giuridica disciplinata dagli articoli 36 e seguenti del codice civile; associazione sportiva con personalit giuridica di diritto privato ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 2000, n. 361; societ sportiva di capitali costituita secondo le disposizioni vigenti, ad eccezione di quelle che prevedono le finalit di lucro.

Comma 18 (cosi come sostituito dalla legge 21 maggio 2004 n 128) 18. Le societ e le associazioni sportive dilettantistiche si costituiscono con atto scritto nel quale deve tra laltro essere indicata la sede legale. Nello statuto devono essere espressamente previsti: la denominazione (comprensiva della dizione associazione sportiva dilettantistica); loggetto sociale con riferimento allorganizzazione di attivit sportive dilettantistiche, compresa lattivit didattica; lattribuzione della rappresentanza legale dellassociazione; lassenza di fini di lucro e la previsione che i proventi delle attivit non possono, in nessun caso, essere divisi tra gli associati, anche in forme indirette; le norme sullordinamento interno ispirato a principi di democrazia e di uguaglianza dei diritti, di tutti gli associati, con la previsione dellelettivit delle cariche sociali, fatte salve le societ sportive dilettantistiche che assumono la forma di societ di capitali o cooperative per le quali si applicano le disposizioni del codice civile; lobbligo di redazione di rendiconti economici-finanziari, nonch le modalit di approvazione degli stessi da parte degli organi statutari; le modalit di scioglimento dellassociazione; lobbligo di devoluzione ai fini sportivi del patrimonio in caso di scioglimento delle societ e delle associazioni. 18-bis. E fatto divieto agli amministratori delle societ e delle associazioni sportive dilettantistiche di ricoprire la medesima carica in altre societ o associazioni sportive dilettantistiche nellambito della medesima federazione sportiva o disciplina associata se riconosciuto dal CONI, ovvero nellambito della medesima disciplina facente capo ad un ente di promozione sportiva, 18-ter. Le societ e le associazioni sportive dilettantistiche che, alla data di entrata in vigore della presente legge, sono in possesso dei requisiti di cui al comma 18, possono provvedere allintegrazione della denominazione sociale di cui al comma 17 attraverso verbale della determinazione assunta in tal 320

senso dalla assemblea dei soci.


19. Sono fatte salve le disposizioni relative ai gruppi sportivi delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo

nazionale dei vigili del fuoco, di cui allarticolo 6, comma 4, della legge 31 marzo 2000, n. 78, firmatari di apposite convenzioni con il CONI. 20. Abrogato 21. Abrogato 22. Abrogato 23. I dipendenti pubblici possono prestare la propria attivit, nellambito delle societ e associazioni sportive dilettantistiche, fuori dallorario di lavoro, purch a titolo gratuito e fatti salvi gli obblighi di servizio, previa comunicazione allamministrazione di appartenenza. Ai medesimi soggetti possono essere riconosciuti esclusivamente le indennit e i rimborsi di cui allarticolo 81, comma 1, lettera m), del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. 24. Luso degli impianti sportivi in esercizio da parte degli enti locali territoriali aperto a tutti i cittadini e deve essere garantito, sulla base di criteri obiettivi, a tutte le societ e associazioni sportive. 25. Ai fini del conseguimento degli obiettivi di cui allarticolo 29 della presente legge, nei casi in cui lente pubblico territoriale non intenda gestire direttamente gli impianti sportivi, la gestione affidata in via preferenziale a societ e associazioni sportive dilettantistiche, enti di promozione sportiva, discipline sportive associate e Federazioni sportive nazionali, sulla base di convenzioni che ne stabiliscono i criteri duso e previa determinazione di criteri generali e obiettivi per lindividuazione dei soggetti affidatari. Le regioni disciplinano, con propria legge, le modalit di affidamento. 26. Le palestre, le aree di gioco e gli impianti sportivi scolastici, compatibilmente con le esigenze dellattivit didattica e delle attivit sportive della scuola, comprese quelle extracurriculari ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 ottobre 1996, n. 567, devono essere posti a disposizione di societ e associazioni sportive dilettantistiche aventi sede nel medesimo comune in cui ha sede listituto scolastico o in comuni confinanti.

Codice in materia di protezione dei dati personali


Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196
Codice in materia di protezione dei dati personali pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 174 del 29 luglio 2003 - Supplemento Ordinario n. 123
PARTE I DISPOSIZIONI GENERALI Titolo I PRINCIPI GENERALI

Art. 1 (Diritto alla protezione dei dati personali) 1. Chiunque ha diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano. Art. 2 (Finalita) 1. Il presente testo unico, di seguito denominato codice, garantisce che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle liberta fondamentali, nonche della dignita dellinteressato, con particolare riferimento alla riservatezza, allidentita personale e al diritto alla protezione dei dati personali. 2. Il trattamento dei dati personali e disciplinato assicurando un elevato livello di tutela dei diritti e delle liberta di cui al comma 1 nel rispetto dei principi di semplificazione, armonizzazione ed efficacia delle modalita previste per il loro esercizio da parte degli interessati, nonche per ladempimento degli obblighi da parte dei titolari del trattamento. Art. 3 (Principio di necessita nel trattamento dei dati) 1. I sistemi informativi e i programmi informatici sono configurati riducendo al minimo lutilizzazione di dati personali e di dati identificativi, in modo da escluderne il trattamento quando le finalita 321

perseguite nei singoli casi possono essere realizzate mediante, rispettivamente, dati anonimi od opportune modalita che permettano di identificare linteressato solo in caso di necessita. Art. 4 (Definizioni) 1.Aifinidelpresentecodicesiintendeper: a) trattamento, qualunque operazione o complesso di operazioni, effettuati anche senza lausilio di strumenti elettronici, concernenti la raccolta, la registrazione, lorganizzazione, la conservazione, la consultazione, lelaborazione, la modificazione, la selezione, lestrazione, il raffronto, lutilizzo, linterconnessione, il blocco, la comunicazione, la diffusione, la cancellazione e la distruzione di dati, anche se non registrati in una banca di dati; b) dato personale, qualunque informazione relativa a persona fisica, persona giuridica, ente od associazione, identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale; c) dati identificativi, i dati personali che permettono lidentificazione diretta dellinteressato; d) dati sensibili, i dati personali idonei a rivelare lorigine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, ladesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonche i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale; e) dati giudiziari, i dati personali idonei a rivelare provvedimenti di cui allarticolo 3, comma 1, lettere da a) a o) e da r) a u), del d.P.R. 14 novembre 2002, n. 313, in materia di casellario giudiziale, di anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dei relativi carichi pendenti, o la qualita di imputato o di indagato ai sensi degli articoli 60 e 61 del codice di procedura penale; f) titolare, la persona fisica, la persona giuridica, la pubblica amministrazione e qualsiasi altro ente, associazione od organismo cui competono, anche unitamente ad altro titolare, le decisioni in ordine alle finalita, alle modalita del trattamento di dati personali e agli strumenti utilizzati, ivi compreso il profilodellasicurezza; g) responsabile, la persona fisica, la persona giuridica, la pubblica amministrazione e qualsiasi altro ente, associazione od organismo preposti dal titolare al trattamento di dati personali; h) incaricati, le persone fisiche autorizzate a compiere operazioni di trattamento dal titolare o dal responsabile; i) interessato, la persona fisica, la persona giuridica, lente o lassociazione cui si riferiscono i dati personali; l) comunicazione, il dare conoscenza dei dati personali a uno o piu soggetti determinati diversi dallinteressato, dal rappresentante del titolare nel territorio dello Stato, dal responsabile e dagli incaricati, in qualunque forma, anche mediante la loro messa a disposizione o consultazione; m) diffusione, il dare conoscenza dei dati personali a soggetti indeterminati, in qualunque forma, anche mediante la loro messa a disposizione o consultazione; n) dato anonimo, il dato che in origine, o a seguito di trattamento, non puo essere associato ad un interessatoidentificatooidentificabile; o) blocco, la conservazione di dati personali con sospensione temporanea di ogni altra operazione deltrattamento; p) banca di dati, qualsiasi complesso organizzato di dati personali, ripartito in una o piu unita dislocate in uno o piu siti; q) Garante, lautorita di cui allarticolo 153, istituita dalla legge 31 dicembre 1996, n. 675, 2. Ai fini del presente codice si intende, inoltre, per: a) comunicazione elettronica, ogni informazione scambiata o trasmessa tra un numero finito di soggetti tramite un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico. Sono escluse le informazioni trasmesse al pubblico tramite una rete di comunicazione elettronica, come parte di un servizio di radiodiffusione, salvo che le stesse informazioni siano collegate ad un abbonato o utente ricevente, identificato o identificabile; b) chiamata, la connessione istituita da un servizio telefonico accessibile al pubblico, che consente la comunicazione bidirezionale in tempo reale; 322

c) reti di comunicazione elettronica, i sistemi di trasmissione, le apparecchiature di commutazione o di instradamento e altre risorse che consentono di trasmettere segnali via cavo, via radio, a mezzo di fibre ottiche o con altri mezzi elettromagnetici, incluse le reti satellitari, le reti terrestri mobili e fisse a commutazione di circuito e a commutazione di pacchetto, compresa Internet, le reti utilizzate per la diffusione circolare dei programmi sonori e televisivi, i sistemi per il trasporto della corrente elettrica, nella misura in cui sono utilizzati per trasmettere i segnali, le reti televisive via cavo, indipendentemente dal tipo di informazione trasportato; d) rete pubblica di comunicazioni, una rete di comunicazioni elettroniche utilizzata interamente o prevalentemente per fornire servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico; e) servizio di comunicazione elettronica, i servizi consistenti esclusivamente o prevalentemente nella trasmissione di segnali su reti di comunicazioni elettroniche, compresi i servizi di telecomunicazioni e i servizi di trasmissione nelle reti utilizzate per la diffusione circolare radiotelevisiva, nei limiti previsti dallarticolo 2, lettera c), della direttiva 2002/21/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002; f) abbonato, qualunque persona fisica, persona giuridica, ente o associazione parte di un contratto con un fornitore di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico per la fornitura di tali servizi, o comunque destinatario di tali servizi tramite schede prepagate; g) utente, qualsiasi persona fisica che utilizza un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico, per motivi privati o commerciali, senza esservi necessariamente abbonata; h) dati relativi al traffico, qualsiasi dato sottoposto a trattamento ai fini della trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica o della relativa fatturazione; i) dati relativi allubicazione, ogni dato trattato in una rete di comunicazione elettronica che indica la posizione geografica dellapparecchiatura terminale dellutente di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico; l) servizio a valore aggiunto, il servizio che richiede il trattamento dei dati relativi al traffico o dei dati relativi allubicazione diversi dai dati relativi al traffico, oltre a quanto e necessario per la trasmissione di una comunicazione o della relativa fatturazione; m) posta elettronica, messaggi contenenti testi, voci, suoni o immagini trasmessi attraverso una rete pubblica di comunicazione, che possono essere archiviati in rete o nellapparecchiatura terminale ricevente, fino a che il ricevente non ne ha preso conoscenza. 3.Ai fini del presente codicesi intende, altresi, per: a) misure minime, il complesso delle misure tecniche, informatiche, organizzative, logistiche e procedurali di sicurezza che configurano il livello minimo di protezione richiesto in relazione ai rischi previstinellarticolo31; b) strumenti elettronici, gli elaboratori, i programmi per elaboratori e qualunque dispositivo elettronico o comunque automatizzato con cui si effettua il trattamento; c) autenticazione informatica, linsieme degli strumenti elettronici e delle procedure per la verifica ancheindirettadellidentita; d) credenziali di autenticazione, i dati ed i dispositivi, in possesso di una persona, da questa conosciuti o ad essa univocamente correlati, utilizzati per lautenticazione informatica; e) parola chiave, componente di una credenziale di autenticazione associata ad una persona ed a questa nota, costituita da una sequenza di caratteri o altri dati in forma elettronica; f) profilo di autorizzazione, linsieme delle informazioni, univocamente associate ad una persona, che consente di individuare a quali dati essa puo accedere, nonche i trattamenti ad essa consentiti; g) sistema di autorizzazione, linsieme degli strumenti e delle procedure che abilitano laccesso ai dati e alle modalita di trattamento degli stessi, in funzione del profilo di autorizzazione del richiedente. 4. Ai fini del presente codice si intende per: a) scopi storici, le finalita di studio, indagine, ricerca e documentazione di figure, fatti e circostanze del passato; b) scopi statistici, le finalita di indagine statistica o di produzione di risultati statistici, anche a 323

mezzodisistemiinformativistatistici; c) scopi scientifici, le finalita di studio e di indagine sistematica finalizzata allo sviluppo delle conoscenze scientifiche in uno specifico settore. Art. 5 (Oggetto ed ambito di applicazione) 1. Il presente codice disciplina il trattamento di dati personali, anche detenuti allestero, effettuato da chiunque e stabilito nel territorio dello Stato o in un luogo comunque soggetto alla sovranita dello Stato. 2. Il presente codice si applica anche al trattamento di dati personali effettuato da chiunque e stabilito nel territorio di un Paese non appartenente allUnione europea e impiega, per il trattamento, strumenti situati nel territorio dello Stato anche diversi da quelli elettronici, salvo che essi siano utilizzati solo ai fini di transito nel territorio dellUnione europea. In caso di applicazione del presente codice, il titolare del trattamento designa un proprio rappresentante stabilito nel territorio dello Stato ai fini dellapplicazione della disciplina sul trattamento dei dati personali. 3. Il trattamento di dati personali effettuato da persone fisiche per fini esclusivamente personali e soggetto allapplicazione del presente codice solo se i dati sono destinati ad una comunicazione sistematica o alla diffusione. Si applicano in ogni caso le disposizioni in tema di responsabilita e di sicurezza dei dati di cui agli articoli 1 e 31. Titolo II DIRITTI DELLINTERESSATO Art. 7 (Diritto di accesso ai dati personali ed altri diritti) 1. Linteressato ha diritto di ottenere la conferma dellesistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile. 2. Linteressato ha diritto di ottenere lindicazione: a) dellorigine dei dati personali; b) delle finalita e modalita del trattamento; c) della logica applicata in caso di trattamento effettuato con lausilio di strumenti elettronici; d) degli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dellarticolo 5, comma 2; e) dei soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualita di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o incaricati. 3. Linteressato ha diritto di ottenere: a) laggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi ha interesse, lintegrazione dei dati; b) la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, compresi quelli di cui non e necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti o successivamente trattati; c) lattestazione che le operazioni di cui alle lettere a) e b) sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impossibile o comporta un impiego di mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato. 4. Linteressato ha diritto di opporsi, in tutto o in parte: a) per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, ancorche pertinenti allo scopo della raccolta; b) al trattamento di dati personali che lo riguardano a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale. Art. 8 (Esercizio dei diritti) 1. I diritti di cui allarticolo 7 sono esercitati con richiesta rivolta senza formalita al titolare o al responsabile, anche per il tramite di un incaricato, alla quale e fornito idoneo riscontro senza ritardo. Titolo III REGOLE GENERALI PER IL TRATTAMENTO DEI DATI CAPO I REGOLE PER TUTTI I TRATTAMENTI Art. 11 (Modalita del trattamento e requisiti dei dati) 324

1.I dati personali oggetto di trattamento sono: a)trattatiinmodolecitoesecondocorrettezza; b) raccolti e registrati per scopi determinati, espliciti e legittimi, ed utilizzati in altre operazioni del trattamento in termini compatibili con tali scopi; c)esattie, se necessario, aggiornati; d) pertinenti, completi e non eccedenti rispetto alle finalita per le quali sono raccolti o successivamente trattati; e) conservati in una forma che consenta lidentificazione dellinteressato per un periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi per i quali essi sono stati raccolti o successivamente trattati. 2. I dati personali trattati in violazione della disciplina rilevante in materia di trattamento dei dati personali non possono essere utilizzati. Art. 13 (Informativa) 1. Linteressato o la persona presso la quale sono raccolti i dati personali sono previamente informati oralmenteoperiscrittocirca: a) le finalita e le modalita del trattamento cui sono destinati i dati; b) la natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dei dati; c)le conseguenze di un eventuale rifiuto di rispondere; d) i soggetti o le categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualita di responsabili o incaricati, e lambito di diffusione dei dati medesimi; e) i diritti di cui allarticolo 7; f) gli estremi identificativi del titolare e, se designati, del rappresentante nel territorio dello Stato ai sensi dellarticolo 5 e del responsabile. Quando il titolare ha designato piu responsabili e indicato almeno uno di essi, indicando il sito della rete di comunicazione o le modalita attraverso le quali e conoscibile in modo agevole lelenco aggiornato dei responsabili. Quando e stato designato un responsabile per il riscontro allinteressato in caso di esercizio dei diritti di cui allarticolo 7, e indicato tale responsabile. 2. Linformativa di cui al comma 1 contiene anche gli elementi previsti da specifiche disposizioni del presente codice e puo non comprendere gli elementi gia noti alla persona che fornisce i dati o la cui conoscenza puo ostacolare in concreto lespletamento, da parte di un soggetto pubblico, di funzioni ispettive o di controllo svolte per finalita di difesa o sicurezza dello Stato oppure di prevenzione, accertamento o repressione di reati. 3. Il Garante puo individuare con proprio provvedimento modalita semplificate per linformativa fornita in particolare da servizi telefonici di assistenza e informazione al pubblico. 4. Se i dati personali non sono raccolti presso linteressato, linformativa di cui al comma 1, comprensiva delle categorie di dati trattati, e data al medesimo interessato allatto della registrazione dei dati o, quando e prevista la loro comunicazione, non oltre la prima comunicazione. 5. La disposizione di cui al comma 4 non si applica quando: a) i dati sono trattati in base ad un obbligo previsto dalla legge, da un regolamento o dalla normativa comunitaria; b) i dati sono trattati ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397, o, comunque, per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalita e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento; c) linformativa allinteressato comporta un impiego di mezzi che il Garante, prescrivendo eventuali misure appropriate. dichiari manifestamente sproporzionati rispetto al diritto tutelato, ovvero si riveli, a giudizio del Garante, impossibile. CAPO III REGOLE ULTERIORI PER PRIVATI ED ENTI PUBBLICI ECONOMICI Art. 23 (Consenso) 1. Il trattamento di dati personali da parte di privati o di enti pubblici economici e ammesso solo con il consenso espresso dellinteressato. 2. Il consenso puo riguardare lintero trattamento ovvero una o piu operazioni dello stesso. 325

3. Il consenso e validamente prestato solo se e espresso liberamente e specificamente in riferimento ad un trattamento chiaramente individuato, se e documentato per iscritto, e se sono state rese allinteressato le informazioni di cui allarticolo 13. 4. Il consenso e manifestato in forma scritta quando il trattamento riguarda dati sensibili. Art. 24 (Casi nei quali puo essere effettuato il trattamento senza consenso) 1. Il consenso non e richiesto, oltre che nei casi previsti nella Parte II, quando il trattamento: a) e necessario per adempiere ad un obbligo previsto dalla legge, da un regolamento o dalla normativa comunitaria; b) e necessario per eseguire obblighi derivanti da un contratto del quale e parte linteressato o per adempiere, prima della conclusione del contratto, a specifiche richieste dellinteressato; c) riguarda dati provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque, fermi restando i limiti e le modalita che le leggi, i regolamenti o la normativa comunitaria stabiliscono per la conoscibilita e pubblicita dei dati; d) riguarda dati relativi allo svolgimento di attivita economiche, trattati nel rispetto della vigente normativa in materia di segreto aziendale e industriale; e) e necessario per la salvaguardia della vita o dellincolumita fisica di un terzo. Se la medesima finalita riguarda linteressato e questultimo non puo prestare il proprio consenso per impossibilita fisica, per incapacita di agire o per incapacita di intendere o di volere, il consenso e manifestato da chi esercita legalmente la potesta, ovvero da un prossimo congiunto, da un familiare, da un convivente o, in loro assenza, dal responsabile della struttura presso cui dimora linteressato. Si applica la disposizione di cui allarticolo 82, comma 2; f) con esclusione della diffusione, e necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397, o, comunque, per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalita e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento, nel rispetto della vigente normativa in materia di segreto aziendale e industriale; g) con esclusione della diffusione, e necessario, nei casi individuati dal Garante sulla base dei principi sanciti dalla legge, per perseguire un legittimo interesse del titolare o di un terzo destinatario dei dati, anche in riferimento allattivita di gruppi bancari e di societa controllate o collegate, qualora non prevalgano i diritti e le liberta fondamentali, la dignita o un legittimo interesse dellinteressato; h) con esclusione della comunicazione allesterno e della diffusione, e effettuato da associazioni, enti od organismi senza scopo di lucro, anche non riconosciuti, in riferimento a soggetti che hanno con essi contatti regolari o ad aderenti, per il perseguimento di scopi determinati e legittimi individuati dallatto costitutivo, dallo statuto o dal contratto collettivo, e con modalita di utilizzo previste espressamente con determinazione resa nota agli interessati allatto dellinformativa ai sensi dellarticolo 13; i) e necessario, in conformita ai rispettivi codici di deontologia di cui allallegato A), per esclusivi scopi scientifici o statistici, ovvero per esclusivi scopi storici presso archivi privati dichiarati di notevole interesse storico ai sensi dellarticolo 6, comma 2, del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, di approvazione del testo unico in materia di beni culturali e ambientali o, secondo quanto previsto dai medesimi codici, presso altri archivi privati. Art. 26 (Garanzie per i dati sensibili) 1. I dati sensibili possono essere oggetto di trattamento solo con il consenso scritto dellinteressato e previa autorizzazione del Garante, nellosservanza dei presupposti e dei limiti stabiliti dal presente codice, nonche dalla legge e dai regolamenti. 2. Il Garante comunica la decisione adottata sulla richiesta di autorizzazione entro quarantacinque giorni, decorsi i quali la mancata pronuncia equivale a rigetto. Con il provvedimento di autorizzazione, ovvero successivamente, anche sulla base di eventuali verifiche, il Garante puo prescrivere misure e accorgimenti a garanzia dellinteressato, che il titolare del trattamento e tenuto ad adottare. 3.Il comma 1 non si applica al trattamento: a) dei dati relativi agli aderenti alle confessioni religiose e ai soggetti che con riferimento a finalita di natura esclusivamente religiosa hanno contatti regolari con le medesime confessioni, effettuato dai 326

relativi organi, ovvero da enti civilmente riconosciuti, sempre che i dati non siano diffusi o comunicati fuori delle medesime confessioni. Queste ultime determinano idonee garanzie relativamente ai trattamenti effettuati, nel rispetto dei principi indicati al riguardo con autorizzazione del Garante; b) dei dati riguardanti ladesione di associazioni od organizzazioni a carattere sindacale o di categoria ad altre associazioni, organizzazioni o confederazioni a carattere sindacale o di categoria. 4. I dati sensibili possono essere oggetto di trattamento anche senza consenso, previa autorizzazione del Garante: a) quando il trattamento e effettuato da associazioni, enti od organismi senza scopo di lucro, anche non riconosciuti, a carattere politico, filosofico, religioso o sindacale, ivi compresi partiti e movimenti politici, per il perseguimento di scopi determinati e legittimi individuati dallatto costitutivo, dallo statuto o dal contratto collettivo, relativamente ai dati personali degli aderenti o dei soggetti che in relazione a tali finalita hanno contatti regolari con lassociazione, ente od organismo, sempre che i dati non siano comunicati allesterno o diffusi e lente, associazione od organismo determini idonee garanzie relativamente ai trattamenti effettuati, prevedendo espressamente le modalita di utilizzo dei dati con determinazione resa nota agli interessati allatto dellinformativa ai sensi dellarticolo 13; b) quando il trattamento e necessario per la salvaguardia della vita o dellincolumita fisica di un terzo. Se la medesima finalita riguarda linteressato e questultimo non puo prestare il proprio consenso per impossibilita fisica, per incapacita di agire o per incapacita di intendere o di volere, il consenso e manifestato da chi esercita legalmente la potesta, ovvero da un prossimo congiunto, da un familiare, da un convivente o, in loro assenza, dal responsabile della struttura presso cui dimora linteressato. Si applica la disposizione di cui allarticolo 82, comma 2; c) quando il trattamento e necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397, o, comunque, per far valere o difendere in sede giudiziaria un diritto, sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalita e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento. Se i dati sono idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale, il diritto deve essere di rango pari a quello dellinteressato, ovvero consistente in un diritto della personalita o in un altrodirittoolibertafondamentaleeinviolabile; d) quando e necessario per adempiere a specifici obblighi o compiti previsti dalla legge, da un regolamento o dalla normativa comunitaria per la gestione del rapporto di lavoro, anche in materia di igiene e sicurezza del lavoro e della popolazione e di previdenza e assistenza, nei limiti previsti dallautorizzazione e ferme restando le disposizioni del codice di deontologia e di buona condotta di cui allarticolo 111. 5. I dati idonei a rivelare lo stato di salute non possono essere diffusi. Art. 27 (Garanzie per i dati giudiziari) 1. Il trattamento di dati giudiziari da parte di privati o di enti pubblici economici e consentito soltanto se autorizzato da espressa disposizione di legge o provvedimento del Garante che specifichino le rilevanti finalita di interesse pubblico del trattamento, i tipi di dati trattati e di operazioni eseguibili. TITOLO IV SOGGETTI CHE EFFETTUANO IL TRATTAMENTO Art. 28 (Titolare del trattamento) 1. Quando il trattamento e effettuato da una persona giuridica, da una pubblica amministrazione o da un qualsiasi altro ente, associazione od organismo, titolare del trattamento e lentita nel suo complesso o lunita od organismo periferico che esercita un potere decisionale del tutto autonomo sulle finalita e sulle modalita del trattamento, ivi compreso il profilo della sicurezza. Art. 29 (Responsabile del trattamento) 1. Il responsabile e designato dal titolare facoltativamente. 2. Se designato, il responsabile e individuato tra soggetti che per esperienza, capacita ed affidabilita forniscano idonea garanzia del pieno rispetto delle vigenti disposizioni in materia di trattamento, ivi compreso il profilo relativo alla sicurezza. 3. Ove necessario per esigenze organizzative, possono essere designati responsabili piu soggetti, anche mediante suddivisione di compiti. 4. I compiti affidati al responsabile sono analiticamente specificati per iscritto dal titolare. 327

5. Il responsabile effettua il trattamento attenendosi alle istruzioni impartite dal titolare il quale, anche tramite verifiche periodiche, vigila sulla puntuale osservanza delle disposizioni di cui al comma 2 e delle proprie istruzioni. Art. 30 (Incaricati del trattamento) 1. Le operazioni di trattamento possono essere effettuate solo da incaricati che operano sotto la diretta autorita del titolare o del responsabile, attenendosi alle istruzioni impartite. 2. La designazione e effettuata per iscritto e individua puntualmente lambito del trattamento consentito. Si considera tale anche la documentata preposizione della persona fisica ad una unita per la quale e individuato, per iscritto, lambito del trattamento consentito agli addetti allunit medesima. Titolo V SICUREZZA DEI DATI E DEI SISTEMI CAPO I MISURE DI SICUREZZA Art. 31 (Obblighi di sicurezza) 1. I dati personali oggetto di trattamento sono custoditi e controllati, anche in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico, alla natura dei dati e alle specifiche caratteristiche del trattamento, in modo da ridurre al minimo, mediante ladozione di idonee e preventive misure di sicurezza, i rischi di distruzione o perdita, anche accidentale, dei dati stessi, di accesso non autorizzato o di trattamento non consentito o non conforme alle finalita della raccolta. CAPO II MISURE MINIME DI SICUREZZA Art. 33 (Misure minime) 1. Nel quadro dei piu generali obblighi di sicurezza di cui allarticolo 31, o previsti da speciali disposizioni, i titolari del trattamento sono comunque tenuti ad adottare le misure minime individuate nel presente capo o ai sensi dellarticolo 58, comma 3, volte ad assicurare un livello minimo di protezione dei dati personali. Art. 34 (Trattamenti con strumenti elettronici) 1. Il trattamento di dati personali effettuato con strumenti elettronici e consentito solo se sono adottate, nei modi previsti dal disciplinare tecnico contenuto nellallegato B), le seguenti misure minime: a) autenticazione informatica; b) adozione di procedure di gestione delle credenziali di autenticazione; c) utilizzazione di un sistema di autorizzazione; d) aggiornamento periodico dellindividuazione dellambito del trattamento consentito ai singoli incaricati e addetti alla gestione o alla manutenzione degli strumenti elettronici; e) protezione degli strumenti elettronici e dei dati rispetto a trattamenti illeciti di dati, ad accessi non consentiti e a determinati programmi informatici; f) adozione di procedure per la custodia di copie di sicurezza, il ripristino della disponibilita dei dati e dei sistemi; g) tenuta di un aggiornato documento programmatico sulla sicurezza; h) adozione di tecniche di cifratura o di codici identificativi per determinati trattamenti di dati idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale effettuati da organismi sanitart. Art. 35 (Trattamenti senza lausilio di strumenti elettronici) 1. Il trattamento di dati personali effettuato senza lausilio di strumenti elettronici e consentito solo se sono adottate, nei modi previsti dal disciplinare tecnico contenuto nellallegato B), le seguenti misure minime: a) aggiornamento periodico dellindividuazione dellambito del trattamento consentito ai singoli incaricati o alle unita organizzative; b) previsione di procedure per unidonea custodia di atti e documenti affidati agli incaricati per lo svolgimento dei relativi compiti; c) previsione di procedure per la conservazione di determinati atti in archivi ad accesso selezionato e disciplina delle modalita di accesso finalizzata allidentificazione degli incaricati. Art. 36 (Adeguamento) 328

1. Il disciplinare tecnico di cui allallegato B), relativo alle misure minime di cui al presente capo, e aggiornato periodicamente con decreto del Ministro della giustizia di concerto con il Ministro per le innovazioni e le tecnologie, in relazione allevoluzione tecnica e allesperienza maturata nel settore. PARTE II DISPOSIZIONI RELATIVE A SPECIFICI SETTORI TITOLO I TRATTAMENTI IN AMBITO GIUDIZIARIO CAPO I PROFILI GENERALI Art. 46 (Titolari dei trattamenti) 1. Gli uffici giudiziari di ogni ordine e grado, il Consiglio superiore della magistratura, gli altri organi di autogoverno e il Ministero della giustizia sono titolari dei trattamenti di dati personali relativi alle rispettive attribuzioni conferite per legge o regolamento. 2. Con decreto del Ministro della giustizia sono individuati, nellallegato C) al presente codice, i trattamenti non occasionali di cui al comma 1 effettuati con strumenti elettronici, relativamente a banche di dati centrali od oggetto di interconnessione tra piu uffici o titolari. I provvedimenti con cui il Consiglio superiore della magistratura e gli altri organi di autogoverno di cui al comma 1 individuano i medesimi trattamenti da essi effettuati sono riportati nellallegato C) con decreto del Ministro della giustizia. Art. 47 (Trattamenti per ragioni di giustizia) 1. In caso di trattamento di dati personali effettuato presso uffici giudiziari di ogni ordine e grado, presso il Consiglio superiore della magistratura, gli altri organi di autogoverno e il Ministero della giustizia, non si applicano, se il trattamento e effettuato per ragioni di giustizia, le seguenti disposizioni del codice: a) articoli 9, 10, 12, 13 e 16, da 18 a 22, 37, 38, commi da 1 a 5, e da 39 a 45; b) articoli da 145 a 151. 2. Agli effetti del presente codice si intendono effettuati per ragioni di giustizia i trattamenti di dati personali direttamente correlati alla trattazione giudiziaria di affari e di controversie, o che, in materia di trattamento giuridico ed economico del personale di magistratura, hanno una diretta incidenza sulla funzione giurisdizionale, nonche le attivita ispettive su uffici giudiziart. Le medesime ragioni di giustizia non ricorrono per lordinaria attivita amministrativo-gestionale di personale, mezzi o strutture, quando non e pregiudicata la segretezza di atti direttamente connessi alla predetta trattazione. Art. 48 (Banche di dati di uffici giudiziari) 1. Nei casi in cui lautorita giudiziaria di ogni ordine e grado puo acquisire in conformita alle vigenti disposizioni processuali dati, informazioni, atti e documenti da soggetti pubblici, lacquisizione puo essere effettuata anche per via telematica. A tale fine gli uffici giudiziari possono avvalersi delle convenzioni-tipo stipulate dal Ministero della giustizia con soggetti pubblici, volte ad agevolare la consultazione da parte dei medesimi uffici, mediante reti di comunicazione elettronica, di pubblici registri, elenchi, schedari e banche di dati, nel rispetto delle pertinenti disposizioni e dei principi di cui agli articoli 3 e 11 del presente codice. Art. 49 (Disposizioni di attuazione) 1. Con decreto del Ministro della giustizia sono adottate, anche ad integrazione del decreto del Ministro di grazia e giustizia 30 settembre 1989, n. 334, le disposizioni regolamentari necessarie per lattuazione dei principi del presente codice nella materia penale e civile. CAPO II MINORI Art. 50 (Notizie o immagini relative a minori) 1. Il divieto di cui allarticolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 448, di pubblicazione e divulgazione con qualsiasi mezzo di notizie o immagini idonee a consentire lidentificazione di un minore si osserva anche in caso di coinvolgimento a qualunque titolo del minore in procedimenti giudiziari in materie diverse da quella penale. CAPO III INFORMATICA GIURIDICA Art. 51 (Principi generali) 329

1. Fermo restando quanto previsto dalle disposizioni processuali concernenti la visione e il rilascio di estratti e di copie di atti e documenti, i dati identificativi delle questioni pendenti dinanzi allautorita giudiziaria di ogni ordine e grado sono resi accessibili a chi vi abbia interesse anche mediante reti di comunicazione elettronica, ivi compreso il sito istituzionale della medesima autorita nella rete Internet. 2. Le sentenze e le altre decisioni dellautorita giudiziaria di ogni ordine e grado depositate in cancelleria o segreteria sono rese accessibili anche attraverso il sistema informativo e il sito istituzionale della medesima autorita nella rete Internet, osservando le cautele previste dal presente capo. Art. 52 (Dati identificativi degli interessati) 1. Fermo restando quanto previsto dalle disposizioni concernenti la redazione e il contenuto di sentenze e di altri provvedimenti giurisdizionali dellautorita giudiziaria di ogni ordine e grado, linteressato puo chiedere per motivi legittimi, con richiesta depositata nella cancelleria o segreteria dellufficio che procede prima che sia definito il relativo grado di giudizio, che sia apposta a cura della medesima cancelleria o segreteria, sulloriginale della sentenza o del provvedimento, unannotazione volta a precludere, in caso di riproduzione della sentenza o provvedimento in qualsiasi forma, per finalita di informazione giuridica su riviste giuridiche, supporti elettronici o mediante reti di comunicazione elettronica, lindicazione delle generalita e di altri dati identificativi del medesimo interessato riportati sulla sentenza o provvedimento. 2. Sulla richiesta di cui al comma 1 provvede in calce con decreto, senza ulteriori formalita, lautorita che pronuncia la sentenza o adotta il provvedimento. La medesima autorita puo disporre dufficio che sia apposta lannotazione di cui al comma 1, a tutela dei diritti o della dignita degli interessati. 3. Nei casi di cui ai commi 1 e 2, allatto del deposito della sentenza o provvedimento, la cancelleria o segreteria vi appone e sottoscrive anche con timbro la seguente annotazione, recante lindicazione degli estremi del presente articolo: In caso di diffusione omettere le generalita e gli altri dati identificativi di..... 4. In caso di diffusione anche da parte di terzi di sentenze o di altri provvedimenti recanti lannotazione di cui al comma 2, o delle relative massime giuridiche, e omessa lindicazione delle generalita e degli altri dati identificativi dellinteressato. 5. Fermo restando quanto previsto dallarticolo 734-bis del codice penale relativamente alle persone offese da atti di violenza sessuale, chiunque diffonde sentenze o altri provvedimenti giurisdizionali dellautorita giudiziaria di ogni ordine e grado e tenuto ad omettere in ogni caso, anche in mancanza dellannotazione di cui al comma 2, le generalita, altri dati identificativi o altri dati anche relativi a terzi dai quali puo desumersi anche indirettamente lidentita di minori, oppure delle parti nei procedimenti in materia di rapporti di famiglia e di stato delle persone. 6. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche in caso di deposito di lodo ai sensi dellarticolo 825 del codice di procedura civile. La parte puo formulare agli arbitri la richiesta di cui al comma 1 prima della pronuncia del lodo e gli arbitri appongono sul lodo lannotazione di cui al comma 3, anche ai sensi del comma 2. Il collegio arbitrale costituito presso la camera arbitrale per i lavori pubblici ai sensi dellarticolo 32 della legge 11 febbraio 1994, n. 109, provvede in modo analogo in caso di richiesta di una parte. 7. Fuori dei casi indicati nel presente articolo e ammessa la diffusione in ogni forma del contenuto anche integrale di sentenze e di altri provvedimenti giurisdizionali. Art. 56 (Tutela dellinteressato) 1. Le disposizioni di cui allarticolo 10, commi 3, 4 e 5, della legge 1 aprile 1981, n. 121, e successive modificazioni, si applicano anche, oltre che ai dati destinati a confluire nel Centro elaborazione dati di cui allarticolo 53, a dati trattati con lausilio di strumenti elettronici da organi, uffici o comandi di polizia.

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disposizioni in materia di giustizia sportiva


Decreto-legge 19 agosto 2003, n. 220, disposizioni urgenti in materia di giustizia sportiva pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 243 del 18 Ottobre 2003 Testo del decreto-legge coordinato con la legge di conversione pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 243 del 18 Ottobre 2003 (*) Le modifiche apportate dalla legge di conversione sono stampate con caratteri corsivi Art. 1. Principi generali 1. La Repubblica riconosce e favorisce lautonomia dellordinamento sportivo nazionale, quale articolazione dellordinamento sportivo internazionale facente capo al Comitato Olimpico Internazionale. 2. I rapporti tra lordinamento sportivo e lordinamento della Repubblica sono regolati in base al principio di autonomia, salvi i casi di rilevanza per lordinamento giuridico della Repubblica di situazioni giuridiche soggettive connesse con lordinamento sportivo. Art. 2. Autonomia dellordinamento sportivo 1. In applicazione dei principi di cui allarticolo 1, e riservata allordinamento sportivo la disciplina dellequestioniaventiadoggetto: a) losservanza e lapplicazione delle norme regolamentari, organizzative e statutarie dellordinamento sportivo nazionale e delle sue articolazioni al fine di garantire il corretto svolgimentodelleattivitasportive; b) i comportamenti rilevanti sul piano disciplinare e lirrogazione ed applicazione delle relative sanzionidisciplinarisportive; c)(letterasoppressa); d) (lettera soppressa). 2. Nelle materie di cui al comma 1, le societa, le associazioni, gli affiliati ed i tesserati hanno lonere di adire, secondo le previsioni degli statuti e regolamenti del Comitato olimpico nazionale italiano e delle Federazioni sportive di cui agli articoli 15 e 16 del decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242, gli organi di giustizia dellordinamento sportivo. 2-bis. Ai fini di cui al comma 1, lettera a), e allo scopo di evitare linsorgere di contenzioso sullordinato e regolare andamento delle competizioni sportive, sono escluse dalle scommesse e dai concorsi pronostici connessi al campionato italiano di calcio le societa calcistiche, di cui allarticolo 10 della legge 23 marzo 1981, n. 91, che siano controllate, anche per interposta persona, da una persona fisica o giuridica che detenga una partecipazione di controllo in altra societa calcistica. Ai fini di cui al presente comma, il controllo sussiste nei casi previsti dallarticolo 2359, commi primo e secondo, del codice civile. Art. 3. Norme sulla giurisdizione e disciplina transitoria 1. Esauriti i gradi della giustizia sportiva e ferma restando la giurisdizione del giudice ordinario sui rapporti patrimoniali tra societa, associazioni e atleti, ogni altra controversia avente ad oggetto atti del Comitato olimpico nazionale italiano o delle Federazioni sportive non riservata agli organi di giustizia dellordinamento sportivo ai sensi dellarticolo 2, e devoluta alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. In ogni caso e fatto salvo quanto eventualmente stabilito dalle clausole compromissorie previste dagli statuti e dai regolamenti del Comitato olimpico nazionale italiano e delle Federazioni sportive di cui allarticolo 2, comma 2, nonche quelle inserite nei contratti di cui allarticolo 4 della legge 23 marzo 1981, n. 91.

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2. La competenza di primo grado spetta in via esclusiva, anche per lemanazione di misure cautelari, al tribunale amministrativo regionale del Lazio con sede in Roma. Le questioni di competenza di cui al presente comma sono rilevabili dufficio. 3. Davanti al giudice amministrativo il giudizio e definito con sentenza succintamente motivata ai sensi dellarticolo 26 della legge 6 dicembre 1971, n. 1034, e si applicano i commi 2 e seguenti dellarticolo 23-bis della stessa legge. 4. Le norme di cui ai commi 1, 2 e 3 si applicano anche ai processi in corso e lefficacia delle misure cautelari emanate da un tribunale amministrativo diverso da quello di cui al comma 2 e sospesa fino alla loro conferma, modifica o revoca da parte del tribunale amministrativo regionale del Lazio con sede in Roma, cui la parte interessata puo riproporre il ricorso e listanza cautelare entro il termine di cui allarticolo 31, comma undicesimo, della legge 6 dicembre 1971, n. 1034, decorrente dalla data di entrata in vigore del presente decreto e ridotto alla meta. 5. (comma soppresso). Art. 4. Entrata in vigore 1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara presentato alle Camere per la conversione in legge.

LEGGE BIAGI
DECRETO LEGISLATIVO 10settembre 2003, n. 276

Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30. Gazzetta Ufficiale N. 235 del 9 Ottobre 2003
Titolo I DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1. Finalita e campo di applicazione 1. Le disposizioni di cui al presente decreto legislativo, nel dare attuazione ai principi e criteri direttivi contenuti nella legge 14 febbraio 2003, n. 30, si collocano nellambito degli orientamenti comunitari in materia di occupazione e di apprendimento permanente e sono finalizzate ad aumentare, nel rispetto delle disposizioni relative alla liberta e dignita del lavoratore di cui alla legge 20 maggio 1970, n. 300, e successive modificazioni e integrazioni, alla parita tra uomini e donne di cui alla legge 9 dicembre 1977, n. 903, e successive modificazioni ed integrazioni, e alle pari opportunita tra i sessi di cui alla legge 10 aprile 1991, n. 125, e successive modificazioni ed integrazioni, i tassi di occupazione e a promuovere la qualita e la stabilita del lavoro, anche attraverso contratti a contenuto formativo e contratti a orario modulato compatibili con le esigenze delle aziende e le aspirazioni dei lavoratori. 2. Il presente decreto non trova applicazione per le pubbliche amministrazioni e per il loro personale. 3. Sono fatte salve le competenze riconosciute alle regioni a statuto speciale ed alle province autonome di Trento e di Bolzano dallo statuto e dalle relative norme di attuazione, anche con riferimento alle disposizioni del Titolo V, parte seconda, della Costituzione per le parti in cui sono previste forme di autonomie piu ampie rispetto a quelle gia attribuite. Avvertenza: Il testo delle note qui pubblicata e stato redatto dallamministrazione competente per materia, ai sensidellart. 10, commi 2 e 3, del testo unico delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sullemanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali e operato il rinvio. Restano invariati il valore e lefficacia degli atti legislativi qui trascritti. 332

Per le direttive CEE vengono forniti gli estremi di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale delle Comunita europee (G.U.C.E.). Nota al titolo: - Il testo della legge 14 febbraio 2003, n. 30 (Delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 26 febbraio 2003, n.47. Noteallepremesse: - Il testo dellart. 76 della Costituzione e il seguente: Art. 76. - Lesercizio della funzione legislativa non puo essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti.. - Larticolo 87, quinto comma, della Costituzione conferisce al Presidente della Repubblica il potere di promulgare le leggi ed emanare i decreti aventi valore di legge e i regolamenti. - Il testo degli articoli da 1 a 7 della legge 14 febbraio 2003, n. 30 (Delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro), e il seguente: Art. 1 (Delega al Governo per la revisione della disciplina dei servizi pubblici e privati per limpiego, nonche in materia di intermediazione e interposizione privata nella somministrazione di lavoro). 1. Allo scopo di realizzare un sistema efficace e coerente di strumenti intesi a garantire trasparenza ed efficienza al mercato dellavoro e a migliorare le capacita di inserimento professionale dei disoccupati e di quanti sono in cerca di una prima occupazione, con particolare riguardo alle donne e ai giovani, il Governo e delegato ad adottare, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentito iI Ministro per le pari opportunita ed entro il termine di un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o piu decreti legislativi diretti a stabilire, nel rispetto delle competenze affidate alle regioni in materia di tutela e sicurezza del lavoro dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, e degli obiettivi indicati dagli orientamenti annuali dellUnione europea in materia di occupabilita, i principi fondamentali in materia di disciplina deiserviziper limpiego, con particolare riferimento al sistema del collocamento, pubblico e privato, e di somministrazionedimanodopera. 2. La delega e esercitata nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi: a) snellimento e semplificazione delle procedure di incontro tra domanda e offerta di lavoro; b) modernizzazione e razionalizzazione del sistema del collocamento pubblico, al fine di renderlo maggiormente efficiente e competitivo, secondo una disciplina incentrata su: 1) rispetto delle competenze previste dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, con particolare riferimento alle competenze riconosciute alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano; 2) sostegno e sviluppo dellattivita lavorativa femminile e giovanile, nonche sostegno al reinserimentodeilavoratorianziani; 3) abrogazione di tutte le norme incompatibili con la nuova regolamentazione del collocamento, ivi inclusa la legge 29 aprile 1949, n. 264, fermo restando il regime di autorizzazione o accreditamento per gli operatori privati ai sensi di quanto disposto dalla lettera l) e stabilendo, in materia di collocamento pubblico, un nuovo apparato sanzionatorio, con previsione di sanzioni amministrative per il mancato adempimento degli obblighi di legge; 4) mantenimento da parte dello Stato delle competenze in materia di conduzione coordinata ed integrata del sistema informativo lavoro; c) mantenimento da parte dello Stato delle funzioni amministrative relative alla conciliazione delle controversie di lavoro individuali e plurime, nonche alla risoluzione delle controversie collettive di rilevanza pluriregionale; d) mantenimento da parte dello Stato delle funzioni amministrative relative alla vigilanza in materia di lavoro, alla gestione dei flussi di entrata dei lavoratori non appartenenti allUnione europea, allautorizzazione per attivita lavorative allestero; e) mantenimento da parte delle province delle funzioni amministrative attribuite dal decreto legislativo 23 dicembre 1997 ,n. 469; 333

f) incentivazione delle forme di coordinamento e raccordo tra operatori privati e operatori pubblici, ai fini di un migliore funzionamento del mercato del lavoro, nel rispetto delle competenze delle regioni e delle province; g) ridefinizione del regime del trattamento dei dati relativi allincontro tra domanda e offerta di lavoro, nel rispetto della legge 31 dicembre 1996, n. 675, al fine di evitare oneri aggiuntivi e ingiustificati rispetto alle esigenze di monitoraggio statistico; prevenzione delle forme di esclusione sociale e vigilanza sugli operatori, con previsione del divieto assoluto per gli operatori privati e pubblici di qualsivoglia indagine o comunque trattamento di dati ovvero di preselezione dei lavoratori, anche con il loro consenso, in base allaffiliazione sindacale o politica, al credo religioso, al sesso, allorientamento sessuale, allo stato matrimoniale, o di famiglia, o di gravidanza, nonche ad eventuali controversie con i precedenti datori di lavoro. E altresi fatto divieto di raccogliere, memorizzare o diffondere informazioni sui lavoratori che non siano strettamente attinenti alle loro attitudini professionali e al loro inserimento lavorativo; h) coordinamento delle disposizioni sullincontro tra domanda e offerta di lavoro con la disciplina in materia di lavoro dei cittadini non comunitari, nel rispetto della normativa vigente in modo da prevenire ladozione di forme di lavoro irregolare, anche minorile, e sommerso e al fine di semplificare le procedure di rilascio delle autorizzazioni al lavoro; i) eliminazione del vincolo delloggetto sociale esclusivo per le imprese di fornitura di prestazioni di lavoro temporaneo di cui allart. 2 della legge 24 giugno 1997, n. 196, e per i soggetti di cui allart. 10, comma 2, del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469, e successive modificazioni, garantendo un periodo transitorio i graduale adeguamento per le societa gia autorizzate; l) identificazione di un unico regime autorizzatorio o di accreditamento per gli intermediari pubblici, con particolare riferimento agli enti locali, e privati, che abbiano adeguati requisiti giuridici e finanziari, differenziato in funzione del tipo di attivita svolta, comprensivo delle ipotesi di trasferimento della autorizzazione e modulato in relazione alla natura giuridica dellintermediario, con particolare riferimento alle associazioni non riconosciute ovvero a enti o organismi bilaterali costituiti da associazioni dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative a livello nazionale o territoriale, ai consulenti del lavoro di cui alla legge 11 gennaio 1979, n. 12, nonche alle universita e agli istituti di scuola secondaria di secondo grado, prevedendo, altresi, che non vi siano oneri o spese a carico dei lavoratori, fatto salvo quanto previsto dallart. 7 della Convenzione dellOrganizzazione internazionale del lavoro (O.I.L.) del 19 giugno 1997, n. 181, ratificatadallItaliaindata1febbraio2000; m) abrogazione della legge 23 ottobre 1960, n. 1369, e sua sostituzione con una nuova disciplina basatasuiseguenticriteridirettivi: 1. autorizzazione della somministrazione di manodopera, solo da parte dei soggetti identificati ai sensi della lettera l); 2. ammissibilita della somministrazione di manodopera, anche a tempo indeterminato, in presenza di ragioni di carattere tecnico, produttivo od organizzativo, individuate dalla legge o dai contratti collettivi nazionali o territoriali stipulati da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative; 3. chiarificazione dei criteri di distinzione tra appalto e interposizione, ridefinendo contestualmente i casi di comando e distacco, nonche di interposizione illecita laddove manchi una ragione tecnica, organizzativa o produttiva ovvero si verifichi o possa verificarsi la lesione di diritti inderogabili di legge o di contratto collettivo applicato al prestatore di lavoro; 4. garanzia del regime della solidarieta tra fornitore e utilizzatore in caso di somministrazione di lavoro altrui; 5. trattamento assicurato ai lavoratori coinvolti nellattivita di somministrazione di manodopera non inferiore a quello a cui hanno diritto i dipendenti di pari livello dellimpresa utilizzatrice; 6. conferma del regime sanzionatorio civilistico e penalistico previsto per i casi di violazione della disciplina della mediazione privata nei rapporti di lavoro, prevedendo altresi specifiche sanzioni penali per le ipotesi di esercizio abusivo di intermediazione privata nonche un regime sanzionatorio 334

piu incisivo nel caso di sfruttamento del lavoro minorile; 7. utilizzazione del meccanismo certificatorio di cui allarticolo 5 ai fini della distinzione concreta tra interposizione illecita e appalto genuino, sulla base di indici e codici di comportamento elaborati in sede amministrativa che tengano conto della rigorosa verifica della reale organizzazione dei mezzi e dellassunzione effettiva del rischio di impresa da parte dellappaltatore; n) attribuzione della facolta ai gruppi di impresa, individuati ai sensi dellart. 2359 del codice civile nonche ai sensi del decreto legislativo 2 aprile 2002, n. 74, di delegare lo svolgimento degli adempimenti di cui allarticolo 1 della legge 11 gennaio 1979, n. 12, alla societa capogruppo per tutte le societa controllate e collegate, ferma restando la titolarita delle obbligazioni contrattuali e legislative in capo alle singole societa datrici di lavoro; o) abrogazione espressa di tutte le normative, anche se non espressamente indicate nelle lettere da a) a n), che sono direttamente o indirettamente incompatibili con i decreti legislativi emanati ai sensi del presente articolo; p) revisione del decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 18, che ha modificato lart. 2112 del codice civile in tema di trasferimento dazienda, al fine di armonizzarlo con la disciplina contenuta nella presente delega, basata sui seguenti criteri direttivi: 1. completo adeguamento della disciplina vigente alla normativa comunitaria, anche alla luce del necessario coordinamento con la legge 1 marzo 2002, n. 39, che dispone il recepimento della direttiva 2001/23/CE 12 marzo 2001, del Consiglio, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimenti di imprese, di stabilimenti o di parti di imprese o di stabilimenti; 2. previsione del requisito dellautonomia funzionale del ramo di azienda nel momento del suo trasferimento; 3. previsione di un regime particolare di solidarieta tra appaltante e appaltatore, nei limiti di cui allart. 1676 del codice civile, per le ipotesi in cui il contratto di appalto sia connesso ad una cessione diramodiazienda; q) redazione, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, di uno o piu testi unici delle normative e delle disposizioni in materia di mercato del lavoro e incontro tra domanda e offerta di lavoro. Art. 2 (Delega al Governo in materia di riordino dei contratti a contenuto formativo e di tirocinio). - 1. Il Governo e delegato ad adottare, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentito il Ministro per le pari opportunita, di concerto con il Ministro per la funzione pubblica, con il Ministro dellistruzione, delluniversita e della ricerca e con il Ministro per gli affari regionali, entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o piu decreti legislativi diretti a stabilire, nel rispetto delle competenze affidate alle regioni in materia di tutela e sicurezza del lavoro dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, e degli obiettivi indicati dagli orientamenti annuali dellUnione europea in materia di occupazione, la revisione e la razionalizzazione dei rapporti di lavoro con contenuto formativo, nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi: a) conformita agli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato alla occupazione; b) attuazione degli obiettivi e rispetto dei criteri di cui allart. 16, comma 5, della legge 24 giugno 1997, n. 196, al fine di riordinare gli speciali rapporti di lavoro con contenuti formativi, cosi da valorizzare lattivita formativa svolta in azienda, confermando lapprendistato come strumento formativo anche nella prospettiva di una formazione superiore in alternanza tale da garantire il raccordo tra i sistemi della istruzione e della formazione, nonche il passaggio da un sistema allaltro e, riconoscendo nel contempo agli enti bilaterali e alle strutture pubbliche designate competenze autorizzatorie in materia, specializzando il contratto di formazione e lavoro al fine di realizzare linserimento e il reinserimento mirato del lavoratore in azienda; c) individuazione di misure idonee a favorire forme di apprendistato e di tirocinio di impresa al fine delsubentronellaattivitadiimpresa; d) revisione delle misure di inserimento al lavoro, non costituenti rapporto di lavoro, mirate alla conoscenza diretta del mondo del lavoro con valorizzazione dello strumento convenzionale fra le 335

pubbliche amministrazioni di cui allart. 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, il sistema formativo e le imprese, secondo modalita coerenti con quanto previsto dagli articoli 17 e 18 della legge 24 giugno 1997, n. 196, prevedendo una durata variabile fra uno e dodici mesi ovvero fino a ventiquattro mesi per i soggetti disabili, in relazione al livello di istruzione, alle caratteristiche della attivita lavorativa e al territorio di appartenenza nonche, con riferimento ai soggetti disabili, anche in base alla natura della menomazione e allincidenza della stessa sullallungamento dei tempi di apprendimento in relazione alle specifiche mansioni in cui vengono inseriti, e prevedendo altresi la eventualecorresponsionediun sussidio in un quadro di razionalizzazione delle misure di inserimento noncostituentirapportidilavoro; e) orientamento degli strumenti definiti ai sensi dei principi e dei criteri direttivi di cui alle lettere b), c) e d), nel senso di valorizzare linserimento o il reinserimento al lavoro delle donne, particolarmente di quelle uscite dal mercato del lavoro per ladempimento di compiti familiari e che desiderino rientrarvi, al fine di superare il differenziale occupazionale tra uomini e donne; f) semplificazione e snellimento delle procedure di riconoscimento e di attribuzione degli incentivi connessi ai contratti a contenuto formativo, tenendo conto del tasso di occupazione femminile e prevedendoanchecriteridiautomaticita; g) rafforzamento dei meccanismi e degli strumenti di monitoraggio e di valutazione dei risultati conseguiti, anche in relazione allimpatto sui livelli di occupazione femminile e sul tasso di occupazione in generale, per effetto della ridefinizione degli interventi di cui al presente articolo da parte delle amministrazioni competenti e tenuto conto dei criteri che saranno determinati dai provvedimenti attuativi, in materia di mercato del lavoro, della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3; h) sperimentazione di orientamenti, linee-guida e codici di comportamento, al fine di determinare i contenuti dellattivita formativa, concordati da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale e territoriale, anche allinterno di enti bilaterali, ovvero, in difetto di accordo, determinati con atti delle regioni, dintesa con il Ministro del lavoroedellepolitichesociali; i) rinvio ai contratti collettivi stipulati da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative, a livello nazionale, territoriale e aziendale, per la determinazione, anche allinterno degli enti bilaterali, delle modalita di attuazione del lattivita formativainazienda. Art. 3 (Delega al Governo in materia di riforma della disciplina del lavoro a tempo parziale). 1. Il Governo e delegato ad adottare, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentito il Ministro per le pari opportunita, entro il termine di un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o piu decreti legislativi, con esclusione dei rapporti di lavoro alle dipendenze di amministrazioni pubbliche, recanti norme per promuovere il ricorso a prestazioni di lavoro a tempo parziale, quale tipologia contrattuale idonea a favorire lincremento del tasso di occupazione e, in particolare, del tasso di partecipazione delle donne, dei giovani e dei lavoratori con eta superiore ai 55 anni, al mercato del lavoro, nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi: a) agevolazione del ricorso a prestazioni di lavoro supplementare nelle ipotesi di lavoro a tempo parziale cosiddetto orizzontale, nei casi e secondo le modalita previsti da contratti collettivi stipulati da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative su scala nazionale o territoriale, anche sulla base del consenso del lavoratore interessato in carenza dei predetti contratti collettivi; b) agevolazione del ricorso a forme flessibili ed elastiche di lavoro a tempo parziale nelle ipotesi di lavoro a tempo parziale cosiddetto verticale e misto, anche sulla base del consenso del lavoratore interessato in carenza dei contratti collettivi di cui alla lettera a), e comunque a fronte di una maggiorazione retributiva da riconoscere al lavoratore; c) estensione delle forme flessibili ed elastiche anche ai contratti a tempo parziale a tempo determinato; d) previsione di norme, anche di natura previdenziale, che agevolino lutilizzo di contratti a tempo 336

parziale da parte dei lavoratori anziani al fine di contribuire alla crescita delloccupazione giovanile anche attraverso il ricorso a tale tipologia contrattuale; e) abrogazione o integrazione di ogni disposizione in contrasto con lobiettivo della incentivazione del tempo parziale, fermo restando il rispetto dei principi e lavoro a delle regole contenute nella direttiva 97/81/CE 15 dicembre 1997 del Consiglio; f) affermazione della computabilita pro rata temporis in proporzione dellorario svolto dal lavoratore a tempo parziale, in relazione allapplicazione di tutte le norme legislative e clausole contrattuali a loro volta collegate alla dimensione aziendale intesa come numero dei dipendenti occupati in ogni unita produttiva; g) integrale estensione al settore agricolo del lavoro a tempo parziale. Art. 4 (Delega al Governo in materia di disciplina delle tipologie di lavoro a chiamata, temporaneo, coordinato e continuativo, occasionale, accessorio e a prestazioni ripartite). 1. Il Governo e delegato ad adottare, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, entro il termine di un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o piu decreti legislativi recanti disposizioni volte alla disciplina o alla razionalizzazione delle tipologie di lavoro a chiamata, temporaneo, coordinato e continuativo, occasionale, accessorio e a prestazioni ripartite, nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi: a) riconoscimento di una congrua indennita cosiddetta di disponibilita a favore del lavoratore che garantisca nei confronti del datore di lavoro la propria disponibilita allo svolgimento di prestazioni di carattere discontinuo o intermittente, cosi come individuate dai contratti collettivi stipulati da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative su scala nazionale o territoriale o, in via provvisoriamente sostitutiva, per decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, ed in ogni caso prevedendosi la possibilita di sperimentazione di detta tipologia contrattuale anche per prestazioni rese da soggetti in stato di disoccupazione con meno di 25 anni di eta ovvero da lavoratori con piu di 45 anni di eta che siano stati espulsi dal ciclo produttivo in funzione di processi di riduzione o trasformazione di attivita o di lavoro e iscritti alle liste di mobilita e di collocamento; eventuale non obbligatorieta per il prestatore di rispondere alla chiamata del datore di lavoro, non avendo quindi titolo a percepire la predetta indennita ma con diritto di godere di una retribuzione proporzionaleallavoroeffettivamentesvolto; b) con riferimento alle prestazioni di lavoro temporaneo, completa estensione al settore agricolo del lavoro temporaneo tramite agenzia, con conseguente applicabilita degli oneri contributivi di questo settore; c) con riferimento alle collaborazioni coordinate e continuative: 1) previsione della stipulazione dei relativi contratti mediante un atto scritto da cui risultino la durata, determinata o determinabile, della collaborazione, la riconducibilita di questa a uno o piu progetti o programmi di lavoro o fasi di esso, resi con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione, nonche lindicazione di un corrispettivo, che deve essere proporzionato alla qualita e quantitadellavoro; 2) differenziazione rispetto ai rapporti di lavoro meramente occasionali, intendendosi per tali i rapporti di durata complessiva non superiore a trenta giorni nel corso dellanno solare con lo stesso committente, salvo che il compenso complessivo per lo svolgimento della prestazione sia superiore a 5.000 euro; 3) riconduzione della fattispecie a uno o piu progetti o programmi di lavoro o fasi di esso; 4) previsione di tutele fondamentali a presidio della dignita e della sicurezza dei collaboratori, con particolare riferimento a maternita, malattia e infortunio, nonche alla sicurezza nei luoghi di lavoro, anchenelquadrodiintesecollettive; 5) previsione di un adeguato sistema sanzionatorio nei casi di inosservanza delle disposizioni di legge; 6) ricorso, ai sensi dellarticolo 5, ad adeguati meccanismi di certificazione della volonta delle parti contraenti; d) ammissibilita di prestazioni di lavoro occasionale e accessorio, in generale e con particolare 337

riferimento a opportunita di assistenza sociale, rese a favore di famiglie e di enti senza fini di lucro, da disoccupati di lungo periodo, altri soggetti a rischio di esclusione sociale o comunque non ancora entrati nel mercato del lavoro, ovvero in procinto di uscirne, regolarizzabili attraverso la tecnica di buoni corrispondenti a un certo ammontare di attivita lavorativa, ricorrendo, ai sensi dellarticolo 5, ad adeguati meccanismi di certificazione; e) ammissibilita di prestazioni ripartite fra due o piu lavoratori, obbligati in solido nei confronti di un datore di lavoro, per lesecuzione di ununica prestazione lavorativa; f) configurazione specifica come prestazioni che esulano dal mercato del lavoro e dagli obblighi connessi delle prestazioni svolte in modo occasionale o ricorrente di breve periodo, a titolo di aiuto, mutuo aiuto, obbligazione morale senza corresponsione di compensi, salve le spese di mantenimento e di esecuzione dei lavori, e con particolare riguardo alle attivita agricole. Art. 5 (Delega al Governo in materia di certificazione dei rapporti di lavoro). 1. Al fine di ridurre il contenzioso in materia di qualificazione dei rapporti di lavoro, con esclusione dei rapporti di lavoro alle dipendenze di amministrazioni pubbliche, il Governo e delegato ad adottare, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, entro il termine di un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o piu decreti legislativi recanti disposizioni in materia di certificazione del relativo contratto stipulato tra le parti, nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi: a) carattere volontario e sperimentale della procedura di certificazione; b) individuazione dellorgano preposto alla certificazione del rapporto di lavoro in enti bilaterali costituiti a iniziativa di associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative, ovvero presso strutture pubbliche aventi competenze in materia, o anche universita; c) definizione delle modalita di organizzazione delle sedi di certificazione e di tenuta della relativa documentazione; d) indicazione del contenuto e della procedura di certificazione; e) attribuzione di piena forza legale al contratto certificato ai sensi della procedura di cui alla lettera d), con esclusione della possibilita di ricorso in giudizio se non in caso di erronea qualificazione del programma negoziale da parte dellorgano preposto alla certificazione e di difformita tra il programma negoziale effettivamente realizzato dalle parti e il programma negoziale concordato dalle parti in sede di certificazione; f) previsione di espletare il tentativo obbligatorio di conciliazione previsto dallarticolo 410 del codice di procedura civile innanzi allorgano preposto alla certificazione quando si intenda impugnare lerronea qualificazione dello stesso o la difformita tra il programma negoziale certificato e la sua successiva attuazione, prevedendo che gli effetti dellaccertamento svolto dallorgano preposto alla certificazione permangano fino al momento in cui venga provata lerronea qualificazione del programma negoziale o la difformita tra il programma negoziale concordato dalle parti in sede di certificazione e il programma attuato. In caso di ricorso in giudizio, introduzione dellobbligo in capo allautorita giudiziaria competente di accertare anche le dichiarazioni e il comportamento tenuto dalle parti davanti allorgano preposto alla certificazione del contratto di lavoro; g) attribuzione agli enti bilaterali della competenza a certificare non solo la qualificazione del contratto di lavoro e il programma negoziale concordato dalle parti, ma anche le rinunzie e transazioni di cui allarticolo 2113 del codice civile a conferma della volonta abdicativa o transattiva delle parti stesse; h) estensione della procedura di certificazione allatto di deposito del regolamento interno riguardante la tipologia dei rapporti attuati da una cooperativa ai sensi dellarticolo 6 della legge 3 aprile 2001, n. 142, esuccessivemodificazioni; i) verifica dellattuazione delle disposizioni, dopo ventiquattro mesi dalla data della loro entrata in vigore, da parte del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentite le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale. Art. 6 (Esclusione). 338

1. Le disposizioni degli articoli da 1 a 5 non si applicano al personale delle pubbliche amministrazioni ove non siano espressamente richiamate. Art. 7 (Disposizioni concernenti lesercizio delle deleghe di cui agli articoli da 1 a 5). 1. Gli schemi dei decreti legislativi di cui agli articoli da 1 a 5, deliberati dal Consiglio dei ministri e corredati da una apposita relazione cui e allegato il parere della Conferenza unificata di cui allarticolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sentite le associazioni sindacali comparativamente piu rappresentative dei datori e prestatori di lavoro, sono trasmessi alle Camere per lespressione del parere da parte delle competenti Commissioni parlamentari permanenti entro la scadenza del termine previsto per lesercizio della relativa delega. 2. In caso di mancato rispetto del termine per la trasmissione, il Governo decade dallesercizio della delega. Le competenti Commissioni parlamentari esprimono il parere entro trenta giorni dalla data di trasmissione. Qualora il termine per lespressione del parere decorra inutilmente, i decreti legislativi possono essere comunque adottati. 3. Qualora il termine previsto per il parere delle Commissioni parlamentari scada nei trenta giorni che precedono la scadenza del termine per lesercizio della delega o successivamente, questultimo e prorogatodisessantagiorni. 4. Entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore dei decreti legislativi di cui al comma 1, il Governo puo adottare eventuali disposizioni modificative e correttive con le medesime modalita e nel rispettodeimedesimicriterieprincipidirettivi. 5. Dallattuazione delle disposizioni degli articoli da 1 a 5 non devono derivare oneri aggiuntivi a carico delbilanciodelloStato. Nota allart. 7 Il testo dellarticolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 (Definizione ed ampliamento delle attribuzioni della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano ed unificazione, per le materie ed i compiti di interesse comune delle regioni, delle province e dei comuni, con la Conferenza Stato-citta ed autonomie locali), e il seguente: Art. 8 (Conferenza Stato-citta ed autonomie locali e Conferenza unificata). - 1. La Conferenza Statocitta ed autonomie locali e unificata per le materie ed i compiti di interesse comune delle 2. La Conferenza Stato-citta ed autonomie locali e presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri o, per sua delega, dal Ministro dellinterno o dal Ministro per gli affari regionali; ne fanno parte altresi il Ministro del tesoro e del bilancio e della programmazione economica, il Ministro delle finanze, il Ministrodeilavoripubblici, il Ministro della sanita, il presidente dellAssociazione nazionale dei comuni dItalia - ANCI, il presidente dellUnione province dItalia - UPI ed il presidente mdellUnione nazionale comuni, comunita ed enti montani - UNCEM. Ne fanno parte inoltre quattordici sindaci designati dallANCI e sei presidenti di provincia designati dallUPI. Dei quattordici sindaci designati dallANCI cinque rappresentano le citta individuate dallarticolo 17 della legge 8 giugno 1990, n. 142. Alle riunioni possono essere invitati altri membri del Governo, nonche rappresentanti di amministrazioni statali, locali o di enti pubblici. 3. La Conferenza Stato-citta ed autonomie locali e convocata almeno ogni tre mesi, e comunque in tutti i casi il presidente ne ravvisi la necessita o qualora ne faccia richiesta il presidente dellANCI, dellUPIodellUNCEM. 4. La Conferenza unificata di cui al comma 1 e convocata dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Le sedute sono presiedute dal Presidente del Consiglio dei Ministri o, su sua delega, dal Ministro per gli affari regionali o, se tale incarico non e conferito, dal Ministro dellinterno.. Note allart. 1: - Per il titolo della citata legge n. 30 del 2003, si veda nota al titolo. - Il testo della legge 20 maggio1970, n. 300 (Norme sulla tutela della liberta e dignita dei lavoratori, della liberta sindacale e dellattivita sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento), e 339

pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 27 maggio 1970, n. 131. regioni, delle province, dei comuni e delle comunita montane, con la Conferenza Stato-regioni. - Il testo della legge 9 dicembre 1977, n. 903 (Parita di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 17 dicembre 1977, n. 343. - Il testo della legge 10 aprile 1991, n. 125 (Azioni positive per la realizzazione della parita uomodonna nel lavoro), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 15 aprile 1991, n. 88. - Il titolo della Parte Seconda (Ordinamento della Repubblica), Titolo V, della Costituzione, e il seguente: Le Regioni, le Province, i Comuni. Art .2. Definizioni 1. Ai fini e agli effetti delle disposizioni di cui al presente decreto legislativo si intende per: a) somministrazione di lavoro: la fornitura professionale di manodopera, a tempo indeterminato o a termine, ai sensi dellarticolo 20; b) intermediazione: lattivita di mediazione tra domanda e offerta di lavoro, anche in relazione allinserimento lavorativo dei disabili e dei gruppi di lavoratori svantaggiati, comprensiva tra laltro: della raccolta dei curricula dei potenziali lavoratori; della preselezione e costituzione di relativa banca dati; della promozione e gestione dellincontro tra domanda e offerta di lavoro; della effettuazione, su richiesta del committente, di tutte le comunicazioni conseguenti alle assunzioni avvenute a seguito della attivita di intermediazione; dellorientamento professionale; della progettazione ed erogazione di attivita formative finalizzate allinserimento lavorativo; c) ricerca e selezione del personale: lattivita di consulenza di direzione finalizzata alla risoluzione di una specifica esigenza dellorganizzazione committente, attraverso lindividuazione di candidature idonee a ricoprire una o piu posizioni lavorative in seno allorganizzazione medesima, su specifico incarico della stessa, e comprensiva di: analisi del contesto organizzativo dellorganizzazione committente; individuazione e definizione delle esigenze della stessa; definizione del profilo di competenze e di capacita della candidatura ideale; pianificazione e realizzazione del programma di ricerca delle candidature attraverso una pluralita di canali di reclutamento; valutazione delle candidature individuate attraverso appropriati strumenti selettivi; formazione della rosa di candidature maggiormente idonee; progettazione ed erogazione di attivita formative finalizzate allinserimento lavorativo; assistenza nella fase di inserimento dei candidati; verifica e valutazione dellinserimento e delpotenzialedeicandidati; d) supporto alla ricollocazione professionale: lattivita effettuata su specifico ed esclusivo incarico dellorganizzazione committente, anche in base ad accordi sindacali, finalizzata alla ricollocazione nel mercato del lavoro di prestatori di lavoro, singolarmente o collettivamente considerati, attraverso la preparazione, la formazione finalizzata allinserimento lavorativo, laccompagnamento della persona e laffiancamento della stessa nellinserimento nella nuova attivita; e) autorizzazione: provvedimento mediante il quale lo Stato abilita operatori, pubblici e privati, di seguito denominati agenzie per il lavoro, allo svolgimento delle attivita di cui alle lettere da a) a d); f) accreditamento: provvedimento mediante il quale le regioni riconoscono a un operatore, pubblico o privato, lidoneita a erogare i servizi al lavoro negli ambiti regionali di riferimento, anche mediante lutilizzo di risorse pubbliche, nonche la partecipazione attiva alla rete dei servizi per il mercato del lavoro con particolare riferimento ai servizi di incontro fra domanda e offerta; g) borsa continua del lavoro: sistema aperto di incontro domanda-offerta di lavoro finalizzato, in coerenza con gli indirizzi comunitari, a favorire la maggior efficienza e trasparenza del mercato del lavoro, allinterno del quale cittadini, lavoratori, disoccupati, persone in cerca di un lavoro, soggetti autorizzati o accreditati e datori di lavoro possono decidere di incontrarsi in maniera libera e dove i servizi sono liberamente scelti dallutente; h) enti bilaterali: organismi costituiti a iniziativa di una o piu associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative, quali sedi privilegiate per la regolazione del mercato del lavoro attraverso: la promozione di una occupazione regolare e di qualita; lintermediazione 340

nellincontro tra domanda e offerta di lavoro; la programmazione di attivita formative e la determinazione di modalita di attuazione della formazione professionale in azienda; la promozione di buone pratiche contro la discriminazione e per la inclusione dei soggetti piu svantaggiati; la gestione mutualistica di fondi per la formazione e lintegrazione del reddito; la certificazione dei contratti di lavoro e di regolarita o congruita contributiva; lo sviluppo di azioni inerenti la salute e la sicurezza sul lavoro; ogni altra attivita o funzione assegnata loro dalla legge o dai contratti collettivi di riferimento; i) libretto formativo del cittadino: libretto personale del lavoratore definito, ai sensi dellaccordo Stato-regioni del 18 febbraio 2000, di concerto tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il Ministero dellistruzione, delluniversita e della ricerca, previa intesa con la Conferenza unificata Stato-regioni e sentite le parti sociali, in cui vengono registrate le competenze acquisite durante la formazione in apprendistato, la formazione in contratto di inserimento, la formazione specialistica e la formazione continua svolta durante larco della vita lavorativa ed effettuata da soggetti accreditati dalle regioni, nonche le competenze acquisite in modo non formale e informale secondo gli indirizzi della Unione europea in materia di apprendimento permanente, purche riconosciute e certificate; j) lavoratore: qualsiasi persona che lavora o che e in cerca di un lavoro; k) lavoratore svantaggiato: qualsiasi persona appartenente a una categoria che abbia difficolta a entrare, senza assistenza, nel mercato del lavoro ai sensi dellarticolo 2, lettera f), del regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione del 12 dicembre 2002 relativo alla applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato a favore della occupazione, nonche ai sensi dellarticolo 4, comma 1, della legge 8 novembre 1991, n. 381; l) divisioni operative: soggetti polifunzionali gestiti con strumenti di contabilita analitica, tali da consentire di conoscere tutti i dati economico-gestionali specifici in relazione a ogni attivita; m) associazioni di datori e prestatori di lavoro: organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente piu rappresentative. Note allart. 2: - Il testo dellart. 2 del regolamento (CE) n. 2204/2002, e il seguente: Art. 2 (Definizioni). - Ai fini del presente regolamento, si intende per: a) aiuto: qualsiasi misura che soddisfi tutti i criteri di cui allart. 87, paragrafo 1, del trattato; b) piccola o media impresa, unimpresa quale definita allallegato I del regolamento (CE) n. 70/2001; c) intensita lorda dellaiuto, limporto dellaiuto espresso in percentuale dei costi di cui trattasi. Tutti i valori utilizzati sono al lordo di qualsiasi imposta diretta. Quando un aiuto e concesso in forma diversa da una sovvenzione diretta in denaro, limporto dellaiuto e lequivalente della sovvenzione. Gli aiuti erogabili in piu quote sono attualizzati al loro valore al momento della concessione. Il tasso di interesse da applicare ai fini dellattualizzazione e del calcolo dellimporto dellaiuto nel caso di prestiti agevolati e il tasso di riferimento applicabile al momento della concessione; d) intensita netta dellaiuto, limporto attualizzato dellaiuto dopo deduzione delle imposte, espresso in percentuale dei costi di cui trattasi; e) numero di dipendenti, il numero di unita di lavoro-anno (ULA), vale a dire il numero di lavoratori occupati a tempo pieno durante un anno, conteggiando il lavoro a tempo parziale ed il lavoro stagionale come frazioni di ULA; f) lavoratore svantaggiato, qualsiasi persona appartenente ad una categoria che abbia difficolta ad entrare, senza assistenza, nel mercato del lavoro, vale a dire qualsiasi persona che soddisfi almeno uno dei criteri seguenti: i) qualsiasi giovane che abbia meno di 25 anni o che abbia completato la formazione a tempo pieno da non piu di due anni e che non abbia ancora 341

ottenuto il primo impiego retribuito regolarmente; ii) qualsiasi lavoratore migrante che si sposti o si sia spostato allinterno della Comunita o divenga residente nella Comunita per assumervi un lavoro; iii) qualsiasi persona appartenente ad una minoranza etnica di uno Stato membro che debba migliorare le sue conoscenze linguistiche, la sua formazione professionale o la sua esperienza lavorativa per incrementare le possibilita di ottenere unoccupazione stabile; iv) qualsiasi persona che desideri intraprendere o riprendere unattivita lavorativa e che non abbia lavorato, ne seguito corsi di formazione, per almeno due anni, in particolare qualsiasi persona che abbia lasciato il lavoro per la difficolta di conciliare vita lavorativa e vita familiare; v) qualsiasi persona adulta che viva sola con uno o piu figli a carico; vi) qualsiasi persona priva di un titolo di studio di livello secondario superiore o equivalente, priva di un posto di lavoro o in procinto di perderlo; vii) qualsiasi persona di piu di 50 anni priva di un posto di lavoro o in procinto di perderlo; viii) qualsiasi disoccupato di lungo periodo, ossia una persona senza lavoro per 12 dei 16 mesi precedenti, o per 6 degli 8 mesi precedenti nel caso di persone di meno di 25 anni; ix) qualsiasi persona riconosciuta come affetta, al momento o in passato, da una dipendenza ai sensi della legislazione nazionale; x) qualsiasi persona che non abbia ottenuto il primo impiego retribuito regolarmente da quando e stata sottoposta a una pena detentiva o a unaltra sanzione penale; xi) qualsiasi donna di unarea geografica al livello NUTS II nella quale il tasso medio di disoccupazione superi il 100% della media comunitaria da almeno due anni civili e nella quale la disoccupazione femminile abbia superato il 150% del tasso di disoccupazione maschile dellarea considerata per almeno due dei tre anni civili precedenti; g) lavoratore disabile: i) qualsiasi persona riconosciuta come disabile ai sensi della legislazione nazionale, o ii) qualsiasi persona riconosciuta affetta da un grave handicap fisico, mentale o psichico; h) lavoro protetto, unoccupazione in uno stabilimento nel quale almeno il 50% dei dipendenti siano lavoratori disabili che non siano in grado di esercitare unoccupazione sul mercato del lavoro aperto; i) costi salariali, incluse le seguenti componenti che il beneficiario e di fatto tenuto a corrispondere in relazione al posto di lavoro considerato: i) la retribuzione lorda, vale a dire prima dellapplicazione dellimposta, e ii) i contributi di sicurezza sociale obbligatori; j) un posto di lavoro e connesso alla realizzazione di un progetto di investimento se riguarda lattivita per la quale e stato effettuato linvestimento e se viene creato entro tre anni dal completamento dellinvestimento. Sono considerati connessi allinvestimento anche i posti di lavoro creati, nel corso di questo periodo, a seguito di un aumento del tasso di utilizzazione della capacita creata dallinvestimento stesso; k) investimento in immobilizzazioni materiali, un investimento in capitale fisso materiale destinato alla creazione di un nuovo stabilimento, allampliamento di uno stabilimento esistente o allavvio di unattivita connessa ad una modifica sostanziale dei prodotti o dei processi produttivi di uno stabilimento esistente, in particolare mediante razionalizzazione, ristrutturazione o ammodernamento. Un investimento in capitale fisso effettuato sotto forma di acquisizione di uno stabilimento che ha cessato lattivita o lavrebbe cessata senza tale acquisizione deve ugualmente essere considerato come un investimento in immobilizzazioni materiali; l) investimento in immobilizzazioni immateriali, un investimento in trasferimenti di tecnologia mediante lacquisto di diritti di brevetto, di licenze, di know-how o di conoscenze tecniche non brevettate.. - Il testo dellart. 87 del trattato CE, e ilseguente: Art. 87 (ex art. 92). - 1. Salvo deroghe contemplate dal presente trattato, sono incompatibili con il mercato comune, nella misura in cui incidano sugli scambi tra Stati 342

membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza. 2. Sono compatibili con il mercato comune: a) gli aiuti a carattere sociale concessi ai singoli consumatori, a condizione che siano accordati senza discriminazioni determinate dallorigine dei prodotti, b) gli aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamita naturali oppure da altri eventi eccezionali, c) gli aiuti concessi alleconomia di determinate regioni della Repubblica federale di Germania che risentono della divisione della Germania, nella misura in cui sono necessari a compensare gli svantaggi economici provocati da tale divisione. 3. Possono considerarsi compatibili con il mercato comune: a) gli aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione, b) gli aiuti destinati a promuovere la realizzazione di un importante progetto di comune interesse europeo oppure a porre rimedio a un grave turbamento delleconomia di uno Stato membro, c) gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attivita o di talune regioni economiche, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse, d) gli aiuti destinati a promuovere la cultura e la conservazione del patrimonio, quando non alterino le condizioni degli scambi e della concorrenza nella Comunita in misura contraria allinteresse comune, e) le altre categorie di aiuti, determinate con decisione del Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata su proposta della Commissione.. - Il testo dellart. 88 del trattato CE, e il seguente: Art. 88 (ex art. 93). - 1. La Commissione procede con gli Stati membri allesame permanente dei regimi di aiuti esistenti in questi Stati. Essa propone a questi ultimi le opportune misure richieste dal graduale sviluppo o dal funzionamento del mercato comune. 2. Qualora la Commissione, dopo aver intimato agli interessati di presentare le loro osservazioni, constati che un aiuto concesso da uno Stato, o mediante fondi statali, non e compatibile con il mercato comune a norma dellarticolo 87, oppure che tale aiuto e attuato in modo abusivo, decide che lo Stato interessato deve sopprimerlo o modificarlo nel termine da essa fissato. Qualora lo Stato in causa non si conformi a tale decisione entro il termine stabilito, la Commissione o qualsiasi altro Stato interessato puo adire direttamente la Corte di giustizia, in deroga agli articoli 226 e 227. A richiesta di uno Stato membro, il Consiglio, deliberando allunanimita, puo decidere che un aiuto, istituito o da istituirsi da parte di questo Stato, deve considerarsi compatibile con il mercato comune, in deroga alle disposizioni dellarticolo 87 o ai regolamenti di cui allart. 89, quando circostanze eccezionali giustifichino tale decisione. Qualora la Commissione abbia iniziato, nei riguardi ditale aiuto, la procedura prevista dal presente paragrafo, primo comma, la richiesta dello Stato interessato rivolta al Consiglio avra per effetto di sospendere tale procedura fino a quando il Consiglio non si sia pronunciato al riguardo. Tuttavia, se il Consiglio non si e pronunciato entro tre mesi dalla data della richiesta, la Commissione delibera. 3. Alla Commissione sono comunicati, in tempo utile perche presenti le sue osservazioni, i progetti diretti a istituire o modificare aiuti. Se ritiene che un progetto non sia compatibile con il mercato comune a norma dellarticolo 87, la Commissione inizia senza indugio la procedura prevista dal paragrafo precedente. Lo Stato membro interessato non puo dare esecuzione alle misure progettate prima che tale procedura abbia condotto a una decisione finale.. - Il testo dellart. 4, comma 1, della legge 8 novembre 1991, n. 381 (Disciplina delle cooperative sociali), e il seguente: 1. Nelle cooperative che svolgono le attivita di cui allart. 1, comma 1, lettera b), si considerano persone svantaggiate gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex degenti di ospedali psichiatrici, anche giudiziari, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in eta 343

lavorativa in situazioni di difficolta familiare, le persone detenute o internate negli istituti penitenziari, i condannati e gli internati ammessi alle misure alternative alla detenzione e al lavoro allesterno ai sensi dellart. 21 della legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive modificazioni. Si considerano inoltre persone svantaggiate i soggetti indicati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro della sanita, con il Ministro dellinterno e con il Ministro per gli affari sociali, sentita la commissione centrale per le cooperative istituita dallart. 18 del citato decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 14 dicembre 1947, n. 1577, e successive modificazioni..
Titolo II ORGANIZZAZIONE E DISCIPLINA DEL MERCATO DEL LAVORO

Art. 3. Finalita 1. Le disposizioni contenute nel presente titolo hanno lo scopo di realizzare un sistema efficace e coerente di strumenti intesi a garantire trasparenza ed efficienza del mercato del lavoro e migliorare le capacita di inserimento professionale dei disoccupati e di quanti sono in cerca di una prima occupazione, con particolare riferimento alle fasce deboli del mercato del lavoro. 2. Ferme restando le competenze delle regioni in materia di regolazione e organizzazione del mercato del lavoro regionale e fermo restando il mantenimento da parte delle province delle funzioni amministrative attribuite dal decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469, e successive modificazioni ed integrazioni, per realizzare lobiettivo di cui al comma 1: a) viene identificato un unico regime di autorizzazione per i soggetti che svolgono attivita di somministrazione di lavoro, intermediazione, ricerca e selezione del personale, supporto alla ricollocazione professionale; b) vengono stabiliti i principi generali per la definizione dei regimi di accreditamento regionali degli operatori pubblici o privati che forniscono servizi al lavoro nellambito dei sistemi territoriali di riferimento anche a supporto delle attivita di cui alla lettera a); c) vengono identificate le forme di coordinamento e raccordo tra gli operatori, pubblici o privati, al fine di un migliore funzionamento del mercato del lavoro; d) vengono stabiliti i principi e criteri direttivi per la realizzazione di una borsa continua del lavoro; e) vengono abrogate tutte le disposizioni incompatibili con la nuova regolamentazione del mercato del lavoro e viene introdotto un nuovo regime sanzionatorio. Note allart. 3: - Il testo del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469 (Conferimento alle regioni e agli enti locali di funzioni e compiti in materia di mercato del lavoro, a norma dellart. 1 della legge 15 marzo 1997, n. 59), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 8 gennaio 1998, n. 5. Capo I Regime autorizzatorio e accreditamenti Art. 4. Agenzie per il lavoro 1. Presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e istituito un apposito albo delle agenzie per il lavoro ai fini dello svolgimento delle attivita di somministrazione, intermediazione, ricerca e selezione del personale, supporto alla ricollocazione professionale. Il predetto albo e articolato in cinque sezioni: a) agenzie di somministrazione di lavoro abilitate allo svolgimento di tutte le attivita di cui allarticolo 20; b) agenzie di somministrazione di lavoro a tempo indeterminato abilitate a svolgere esclusivamente una delle attivita specifiche di cui allarticolo 20, comma 3, lettere da a) a h); c) agenzie di intermediazione; d) agenzie di ricerca e selezione del personale; e) agenzie di supporto alla ricollocazione professionale. 2. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali rilascia entro sessanta giorni dalla richiesta e previo accertamento della sussistenza dei requisiti giuridici e finanziari di cui allarticolo 344

5, lautorizzazione provvisoria allesercizio delle attivita per le quali viene fatta richiesta di autorizzazione, provvedendo contestualmente alla iscrizione delle agenzie nel predetto albo. Decorsi due anni, su richiesta del soggetto autorizzato, entro i novanta giorni successivi rilascia lautorizzazione a tempo indeterminato subordinatamente alla verifica del corretto andamento della attivita svolta. 3. Nelle ipotesi di cui al comma 2, decorsi inutilmente i termini previsti, la domanda di autorizzazione provvisoria o a tempo indeterminato si intende accettata. 4. Le agenzie autorizzate comunicano alla autorita concedente, nonche alle regioni e alle province autonome competenti, gli spostamenti di sede, lapertura delle filiali o succursali, la cessazione della attivita ed hanno inoltre lobbligo di fornire alla autorita concedente tutte le informazioni da questa richieste. 5. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con decreto da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, stabilisce le modalita della presentazione della richiesta di autorizzazione di cui al comma 2, i criteri per la verifica del corretto andamento della attivita svolta cui e subordinato il rilascio della autorizzazione a tempo indeterminato, i criteri e le modalita di revoca della autorizzazione, nonche ogni altro profilo relativo alla organizzazione e alle modalita di funzionamento dellalbo delle agenzie per il lavoro. 6. Liscrizione alla sezione dellalbo di cui alla lettera a), comma 1, comporta automaticamente liscrizione della agenzia alle sezioni di cui alle lettere c), d) ed e) del predetto albo. Liscrizione alla sezione dellalbo di cui al comma 1, lettera c), comporta automaticamente liscrizione della agenzia alle sezioni di cui alle lettere d) ed e) del predetto albo. 7. Lautorizzazione di cui al presente articolo non puo essere oggetto di transazione commerciale. Art. 5. Requisiti giuridici e finanziari 1. I requisiti richiesti per liscrizione allalbo di cui allarticolo 4 sono: a) la costituzione della agenzia nella forma di societa di capitali ovvero cooperativa o consorzio di cooperative, italiana o di altro Stato membro della Unione europea. Per le agenzie di cui alle lettere d) ed e) e ammessa anche la forma della societa di persone; b) la sede legale o una sua dipendenza nel territorio dello Stato o di altro Stato membro della Unione europea; c) la disponibilita di uffici in locali idonei allo specifico uso e di adeguate competenze professionali, dimostrabili per titoli o per specifiche esperienze nel settore delle risorse umane o nelle relazioni industriali, secondo quanto precisato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali con decreto da adottarsi, dintesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e sentite le associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo; d) in capo agli amministratori, ai direttori generali, ai dirigenti muniti di rappresentanza e ai soci accomandatari: assenza di condanne penali, anche non definitive, ivi comprese le sanzioni sostitutive di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689, e successive modificazioni ed integrazioni, per delitti contro il patrimonio, per delitti contro la fede pubblica o contro leconomia pubblica, per il delitto previsto dallarticolo 416-bis del codice penale, o per delitti non colposi per i quali la legge commini la pena della reclusione non inferiore nel massimo a tre anni, per delitti o contravvenzioni previsti da leggi dirette alla prevenzione degli infortuni sul lavoro o, in ogni caso, previsti da leggi in materia di lavoro o di previdenza sociale; assenza, altresi, di sottoposizione alle misure di prevenzione disposte ai sensi della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, o della legge 31 maggio 1965, n. 575, o della legge 13 settembre 1982, n. 646, e successive modificazioni; e) nel caso di soggetti polifunzionali, non caratterizzati da un oggetto sociale esclusivo, presenza di distinte divisioni operative, gestite con strumenti di contabilita analitica, tali da consentire di conoscere tutti i dati economico-gestionali specifici; f) linterconnessione con la borsa continua nazionale del lavoro di cui al successivo articolo 15, 345

attraverso il raccordo con uno o piu nodi regionali, nonche linvio alla autorita concedente di ogni informazione strategica per un efficace funzionamento del mercato del lavoro; g) il rispetto delle disposizioni di cui allarticolo 8 a tutela del diritto del lavoratore alla diffusione dei propri dati nellambito da essi stessi indicato. 2. Per lesercizio delle attivita di cui allarticolo 20, oltre ai requisiti di cui al comma l, e richiesta: a) lacquisizione di un capitale versato non inferiore a 600.000 euro ovvero la disponibilita di 600.000 euro tra capitale sociale versato e riserve indivisibili nel caso in cui lagenzia sia costituita in forma coo- perativa; b) la garanzia che lattivita interessi un ambito distribuito sullintero territorio nazionale e comunque non inferiore a quattro regioni; c) a garanzia dei crediti dei lavoratori impiegati e dei corrispondenti crediti contributivi degli enti previdenziali, la disposizione, per i primi due anni, di un deposito cauzionale di 350.000 euro presso un istituto di credito avente sede o dipendenza nei territorio nazionale o di altro Stato membro della Unione europea; a decorrere dal terzo anno solare, la disposizione, in luogo della cauzione, di una fideiussione bancaria o assicurativa non inferiore al 5 per cento del fatturato, al netto dellimposta sul valore aggiunto, realizzato nellanno precedente e comunque non inferiore a 350.000 euro. Sono esonerate dalla prestazione delle garanzie di cui alla presente lettera le societa che abbiano assolto ad obblighi analoghi previsti per le stesse finalita dalla legislazione di altro Stato membro della Unione europea; d) la regolare contribuzione ai fondi per la formazione e lintegrazione del reddito di cui allarticolo 12, il regolare versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, il rispetto degli obblighi previsti dal contratto collettivo nazionale delle imprese di somministrazione di lavoro applicabile; e) nel caso di cooperative di produzione e lavoro, oltre ai requisiti indicati al comma 1 e nel presente comma 2, la presenza di almeno sessanta soci e tra di essi, come socio sovventore, almeno un fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo della cooperazione, di cui agli articoli 11 e 12 della legge 31 gennaio 1992, n. 59, e successive modificazioni; f) lindicazione della somministrazione di lavoro di cui allarticolo 4, comma 1, lettera a), come oggetto sociale prevalente, anche se esclusivo. 3. Per lesercizio di una delle attivita specifiche di cui alle lettere da a) ad h) del comma 3, dellarticolo 20, oltre ai requisiti di cui al comma 1, e richiesta: a) lacquisizione di un capitale versato non inferiore a 350.000 euro ovvero la disponibilita di 350.000 euro tra capitale sociale versato e riserve indivisibili nel caso in cui lagenzia sia costituita in forma cooperativa; b) a garanzia dei crediti dei lavoratori impiegati e dei corrispondenti crediti contributivi degli enti previdenziali, la disposizione, per i primi due anni, di un deposito cauzionale di 200.000 euro presso un istituto di credito avente sede o dipendenza nel territorio nazionale o di altro Stato membro della Unione europea; a decorrere dal terzo anno solare, la disposizione, in luogo della cauzione, di una fideiussione bancaria o assicurativa non inferiore al 5 per cento del fatturato, al netto dellimposta sul valore aggiunto, realizzato nellanno precedente e comunque non inferiore a 200.000 euro. Sono esonerate dalla prestazione delle garanzie di cui alla presente lettera le societa che abbiano assolto ad obblighi analoghi previsti per le stesse finalita dalla legislazione di altro Stato membro della Unione europea; c) la regolare contribuzione ai fondi per la formazione e lintegrazione del reddito di cui allarticolo 12, il regolare versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, il rispetto degli obblighi previsti dal contratto collettivo nazionale delle imprese di somministrazione di lavoro applicabile; d) nel caso di cooperative di produzione e lavoro, oltre ai requisiti indicati al comma 1 e nel presente comma 3, la presenza di almeno venti soci e tra di essi, come socio sovventore, almeno un fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo della cooperazione, di cui agli articoli 11 e 12 della legge 31 gennaio 1992, n. 59. 4. Per lesercizio della attivita di intermediazione, oltre ai requisiti di cui al comma 1, e richiesta: a) lacquisizione di un capitale versato non inferiore a 50.000 euro; 346

b) la garanzia che lattivita interessi un ambito distribuito sullintero territorio nazionale e comunque non inferiore a quattro regioni; c) lindicazione della attivita di intermediazione di cui allarticolo 4, comma 1, lettera c), come oggetto sociale prevalente, anche se non esclusivo. 5. Per lesercizio della attivita di ricerca e selezione del personale, oltre ai requisiti di cui al comma 1, e richiesta: a) lacquisizione di un capitale versato non inferiore a 25.000 euro; b) lindicazione della ricerca e selezione del personale come oggetto sociale, anche se non esclusivo. 6. Per lesercizio della attivita di supporto alla ricollocazione professionale, oltre ai requisiti di cui al comma 1, e richiesta: a) lacquisizione di un capitale versato non inferiore a 25.000 euro; b) lindicazione della attivita di supporto alla ricollocazione professionale come oggetto sociale, anche se non esclusivo. Note allart. 5: - Il testo della legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 30 novembre 1981, n. 329, supplemento ordinario. - Il testo dellart. 416-bis del codice penale, e il seguente: Art. 416-bis (Associazione di tipo mafioso). Chiunque fa parte di unassociazione di tipo mafioso formata da tre o piu persone, e punito con la reclusione da tre a sei anni. Coloro che promuovono, dirigono o organizzano lassociazione sono puniti, per cio solo, con la reclusione da quattro a nove anni. Lassociazione e di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgano della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omerta che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attivita economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per se o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a se o ad altri in occasione di consultazioni elettorali. Se lassociazione e armata si applica la pena della reclusione da quattro a dieci anni nei casi previsti dal primo comma e da cinque a quindici anni nei casi previsti dal secondo comma. Lassociazione si considera armata quando i partecipanti hanno la disponibilita, per il conseguimento della finalita dellassociazione, di armi o materie esplodenti, anche se occultate o tenute in luogo di deposito. Se le attivita economiche di cui gli associati intendono assumere o mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto, o il profitto di delitti, le pene stabilite nei commi precedenti sono aumentate da un terzo alla meta. Nei confronti del condannato e sempre obbligatoria la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono limpiego. [Decadono inoltre di diritto le licenze di polizia, di commercio, di commissionario astatore presso i mercati annonari allingrosso, le concessioni di acque pubbliche e i diritti ad esse inerenti nonche le iscrizioni agli albi di appaltatori di opere o di forniture pubbliche di cui il condannato fosse titolare]. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla camorra e alle altre associazioni, comunque localmente denominate, che valendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle associazioni di tipo mafioso.. - Il testo della legge 27 dicembre 1956, n. 1423 (Misure di prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza e per la pubblica moralita), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 31 dicembre 1956, n. 327. - Il testo della legge 31 maggio 1965, n. 575 (Disposizioni contro la mafia), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 5 giugno 1965, n. 138. 347

- Il testo della legge 13 settembre 1982, n. 646 (Disposizioni in materia di misure di prevenzione di carattere patrimoniale ed integrazione alle leggi 27 dicembre 1956, n. 1423, 10 febbraio 1962, n. 57 e 31 maggio 1965, n. 575. Istituzione di una commissione parlamentare sul fenomeno della mafia), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 14 settembre 1982, n. 253. - Il testo dellart. 11 della legge 31 gennaio 1992, n. 59 (Nuove norme in materia di societa cooperative), e il seguente: Art. 11 (Fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione). 1. Le associazioni nazionali di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento cooperativo, riconosciute ai sensi dellart. 5 del citato decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 14 dicembre 1947, n. 1577, e successive modificazioni, e quelle riconosciute in base a leggi emanate da regioni a statuto speciale possono costituire fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione. I fondi possono essere gestiti senza scopo di lucro da societa per azioni o da associazioni. 2. Loggetto sociale deve consistere esclusivamente nella promozione e nel finanziamento di nuove imprese e di iniziative di sviluppo della cooperazione, con preferenza per i programmi diretti allinnovazione tecnologica, allincremento delloccupazione ed allo sviluppo del Mezzogiorno. 3. Per realizzare i propri fini, i fondi di cui al comma 1 possono promuovere la costituzione di societa cooperative o di loro consorzi, nonche assumere partecipazioni in societa cooperative o in societa da queste controllate. Possono altresi finanziarie specifici programmi di sviluppo di societa cooperative o di loro consorzi, organizzare o gestire corsi di formazione professionale del personale dirigente amministrativo o tecnico del settore della cooperazione, promuovere studi e ricerche su temi economici e sociali di rilevante interesse per il movimento cooperativo. 4. Le societa cooperative e i loro consorzi, aderenti alle associazioni riconosciute di cui al primo periodo del comma 1, devono destinare alla costituzione e allincremento di ciascun fondo costituito dalle associazioni cui aderiscono una quota degli utili annuali pari al 3 per cento, Per gli enti cooperativi disciplinati dal regio decreto 26 agosto 1937, n. 1706, e successive modificazioni, la quota del 3 per cento e calcolata sulla base degli utili al netto delle riserve obbligatorie. Il versamento non deve essere effettuato se limporto non supera ventimila lire. 5. Deve inoltre essere devoluto ai fondi di cui al comma 1 il patrimonio residuo delle cooperative in liquidazione, dedotti il capitale versato e rivalutato ed i dividendi eventualmente maturati, di cui al primo comma, lettera c), dellart. 26 del citato decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 14 dicembre 1947, n. 1577, e successive modificazioni. 6. Le societa cooperative e i loro consorzi non aderenti alle associazioni riconosciute di cui al primo periodo del comma 1, o aderenti ad associazioni che non abbiano costituito il fondo di cui al comma 1, assolvono agli obblighi di cui ai commi 4 e 5, secondo quanto previsto allart. 20. 7. Le societa cooperative ed i loro consorzi sottoposti alla vigilanza delle regioni a statuto speciale, che non aderiscono alle associazioni riconosciute di cui al primo periodo del comma 1 o che aderiscono ad associazioni che non abbiano costituito il fondo di cui al comma 1, effettuano il versamento previsto al comma 4 nellapposito fondo regionale, ove istituito o, in mancanza di tale fondo, secondo le modalita di cui al comma 6. 8. Lo Stato e gli enti pubblici possono finanziare specifici progetti predisposti dagli enti gestori dei fondi di cui al comma 1 o dalla pubblica amministrazione, rivolti al conseguimento delle finalita di cui al comma 2. I fondi possono essere altresi alimentati da contributi erogati da soggetti privati. 9. I versamenti ai fondi effettuati dai soggetti di cui allart. 87, comma 1, lettera a), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono esenti da imposte e sono deducibili, nel limite del 3 per cento, dalla base imponibile del soggetto che effettua lerogazione. 10. Le societa cooperative e i loro consorzi che non ottemperano alle disposizioni del presente articolo decadono dai benefici fiscali e di altra natura concessi ai sensi della normativa vigente.. - Il testo dellart. 12 della citata legge n. 59 del 1992, e il seguente: Art. 12. (Costituzione dei fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione) - 1. 348

Il capitale delle societa per azioni di cui allart. 11, comma 1, deve essere sottoscritto in misura non inferiore all80 per cento dalla associazione riconosciuta che ne promuove la costituzione. Le azioni emesse non sono trasferibili senza il preventivo consenso della assemblea dei soci. 2. Delle associazioni di cui allart. 11, comma 1, secondo periodo, fanno parte di diritto tutte le societa cooperative e i loro consorzi aderenti alle rispettive associazioni riconosciute di cui al citato comma 1, primo periodo. 3. Le associazioni di cui allart. 11, comma 1, secondo periodo, conseguono la personalita giuridica con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, fatte salve le competenze delle regioni a statuto speciale; ad esse si applicano gli articoli 14 e seguenti del codice civile. 4. Le societa e le associazioni che, ai sensi dellart. 11, comma 1, gestiscono fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sono soggette alla vigilanza del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, che ne approva gli statuti, fatte salve le competenze delle regioni a statuto speciale. Gli eventuali utili di esercizio devono essere utilizzati o reinvestiti per il conseguimento delloggetto sociale. 5. Le societa e le associazioni di cui al comma 4 sono assoggettate ad annuale certificazione del bilancio da parte di societa di revisione secondo le disposizioni legislative vigenti.. Art. 6. Regimi particolari di autorizzazione 1. Sono autorizzate allo svolgimento della attivita diintermediazione le universita pubbliche e private, comprese le fondazioni universitarie che hanno come oggetto lalta formazione con specifico riferimento alle problematiche del mercato del lavoro, a condizione che svolgano la predetta attivita senza finalita di lucro e fermo restando lobbligo della interconnessione alla borsa continua nazionale del lavoro, nonche linvio di ogni informazione relativa al funzionamento del mercato del lavoro ai sensi di quanto disposto al successivo articolo 17. 2. Sono altresi autorizzati allo svolgimento della attivita di intermediazione, secondo le procedure di cui allarticolo 4 o di cui al comma 6 del presente articolo, i comuni, le camere di commercio e gli istituti di scuola secondaria di secondo grado, statali e paritari, a condizione che svolgano la predetta attivita senza finalita di lucro e che siano rispettati i requisiti di cui alle lettere c), f) e g) di cui allarticolo 5, comma 1, nonche linvio di ogni informazione relativa al funzionamento del mercato del lavoro ai sensi di quanto disposto al successivo articolo 17. 3. Sono altresi autorizzate allo svolgimento della attivita di intermediazione le associazioni dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative che siano firmatarie di contratti collettivi nazionali di lavoro, le associazioni in possesso di riconoscimento istituzionale di rilevanza nazionale e aventi come oggetto sociale la tutela e lassistenza delle attivita imprenditoriali, del lavoro o delle disabilita, e gli enti bilaterali a condizione che siano rispettati i requisiti di cui alle lettere c), d), e), f), g) di cui allarticolo 5, comma 1. 4. Lordine nazionale dei consulenti del lavoro puo chiedere liscrizione allalbo di cui allarticolo 4 di una apposita fondazione o di altro soggetto giuridico dotato di personalita giuridica costituito nellambito del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro per lo svolgimento a livello nazionale di attivita di intermediazione. Liscrizione e subordinata al rispetto dei requisiti di cui alle lettere c), d), e), f), g) di cui allarticolo 5, comma 1. 5. E in ogni caso fatto divieto ai consulenti del lavoro di esercitare individualmente o in altra forma diversa da quella indicata al comma 3 e agli articoli 4 e 5, anche attraverso ramificazioni a livello territoriale, lattivita di intermediazione. 6. Lautorizzazione allo svolgimento delle attivita di cui allarticolo 2, comma 1, lettere b), c), d), puo essere concessa dalle regioni e dalle province autonome con esclusivo riferimento al proprio territorio e previo accertamento della sussistenza dei requisiti di cui agli articoli 4 e 5, fatta eccezione per il requisito di cui allarticolo 5, comma 4, lettera b). 7. La regione rilascia entro sessanta giorni dalla richiesta lautorizzazione provvisoria allesercizio delle attivita di cui al comma 6, provvedendo contestualmente alla comunicazione al Ministero del lavoro e delle politiche sociali per liscrizione delle agenzie in una apposita sezione regionale nellalbo 349

di cui allarticolo 4, comma 1. Decorsi due anni, su richiesta del soggetto autorizzato, entro i sessanta giorni successivi la regione rilascia lautorizzazione a tempo indeterminato subordinatamente alla verifica del corretto andamento della attivita svolta. 8. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con decreto da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, stabilisce dintesa con la Conferenza unificata le modalita di costituzione della apposita sezione regionale dellalbo di cui allarticolo 4, comma 1 e delle proceduread essa connesse. Art. 7. Accreditamenti 1. Le regioni, sentite le associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative, istituiscono appositi elenchi per laccreditamento degli operatori pubblici e privati che operano nel proprio territorio nel rispetto degli indirizzi da esse definiti ai sensi dellarticolo 3 del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, e successive modificazioni, e dei seguenti principi e criteri: a) garanzia della libera scelta dei cittadini, nellambito di una rete di operatori qualificati, adeguata per dimensione e distribuzione alla domanda espressa dal territorio; b) salvaguardia di standard omogenei a livello nazionale nellaffidamento di funzioni relative allaccertamento dello stato di disoccupazione e al monitoraggio dei flussi del mercato del lavoro; c) costituzione negoziale di reti di servizio ai fini dellottimizzazione delle risorse; d) obbligo della interconnessione con la borsa continua nazionale del lavoro di cui allarticolo 15, nonche linvio alla autorita concedente di ogni informazione strategica per un efficace funzionamento del mercato del lavoro; e) raccordo con il sistema regionale di accreditamento degli organismi di formazione. 2. I provvedimenti regionali istitutivi dellelenco di cui al comma 1 disciplinano altresi: a) le forme della cooperazione tra i servizi pubblici e operatori privati, autorizzati ai sensi delle disposizioni di cui agli articoli 4, 5 e 6 o accreditati ai sensi del presente articolo, per le funzioni di incontro tra domanda e offerta di lavoro, prevenzione della disoccupazione di lunga durata, promozione dellinserimento lavorativo dei lavoratori svantaggiati, sostegno alla mobilita geografica del lavoro; b) requisiti minimi richiesti per liscrizione nellelenco regionale in termini di capacita gestionali e logistiche, competenze professionali, situazione economica, esperienze maturate nel contesto territoriale di riferimento; c) le procedure per laccreditamento; d) le modalita di misurazione dellefficienza e della efficacia dei servizi erogati; e) le modalita di tenuta dellelenco e di verifica del mantenimento dei requisiti. Note allart. 7: - Il testo dellart. 3 del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181 (Disposizioni per agevolare lincontro fra domanda ed offerta di lavoro, in attuazione dellart. 45, comma 1, lettera a), della legge 17 maggio 1999, n. 144.), e il seguente: Art. 3 (Indirizzi generali ai servizi competenti ai fini della prevenzione della disoccupazione di lunga durata). - 1. Le Regioni definiscono gli obiettivi e gli indirizzi operativi delle azioni che i servizi competenti, di cui allart. 1, comma 2, lettera g), effettuano al fine di favorire lincontro tra domanda e offerta di lavoro e contrastare la disoccupazione di lunga durata, sottoponendo i soggetti di cui allart. 1, comma 2, ad interviste periodiche e ad altre misure di politica attiva secondo le modalita definite ed offrendo almeno i seguenti interventi: a) colloquio di orientamento entro tre mesi dallinizio dello stato di disoccupazione; b) proposta di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo o di formazione o di riqualificazione professionale od altra misura che favorisca lintegrazione professionale: 1) nei confronti degli adolescenti, dei giovani e delle donne in cerca di reinserimento lavorativo, non oltre quattro mesi dallinizio dello stato di disoccupazione; 2) nei confronti degli altri soggetti a rischio di disoccupazione di lunga durata, non oltre sei mesi dallinizio dello stato di disoccupazione.. 350

Capo II Tutele sul mercato e disposizioni speciali con riferimento ai lavoratori svantaggiati Art. 8. Ambito di diffusione dei dati relativi allincontro domanda-offerta di lavoro 1. Ferme restando le disposizioni di cui alla legge 31 dicembre 1996, n. 675, e successive modificazioni ed integrazioni, le agenzie per il lavoro e gli altri operatori pubblici e privati autorizzati o accreditati assicurano ai lavoratori il diritto di indicare i soggetti o le categorie di soggetti ai quali i propri dati devono essere comunicati, e garantiscono lambito di diffusione dei dati medesimi indicato dai lavoratori stessi, anche ai fini del pieno soddisfacimento del diritto al lavoro di cui allarticolo 4 della Costituzione. 2. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con decreto da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, sentite le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano nonche, ai sensi dellarticolo 31, comma 2, della legge 31 dicembre 1996, n. 675, il Garante per la protezione dei dati personali, definisce le modalita di trattamento dei dati personali di cui al presente decreto, disciplinando, fra gli altri, i seguenti elementi: a) le informazioni che possono essere comunicate e diffuse tra gli operatori che agiscono nellambito del sistema dellincontro fra domanda e offerta di lavoro; b) le modalita attraverso le quali deve essere data al lavoratore la possibilita di esprimere le preferenze relative alla comunicazione e alla diffusione dei dati di cui al comma 1; c) le ulteriori prescrizioni al fine di dare attuazione alle disposizioni contenute nellarticolo 10. 3. Per le informazioni che facciano riferimento a dati amministrativi in possesso dei servizi per limpiego, con particolare riferimento alla presenza in capo al lavoratore di particolari benefici contributivi e fiscali, gli elementi contenuti nella scheda anagrafico-professionale prevista dal decreto legislativo 19 dicembre 2002, n. 297, hanno valore certificativo delle stesse. Note allart. 8: - Il testo della legge 31 dicembre 1996, n. 675 (Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 8 gennaio 1997, n. 5, supplemento ordinario. - Il testo dellart. 31, comma 2, della citata legge n. 675 del 1996, e il seguente: 2. Il Presidente del Consiglio dei ministri e ciascun ministro consultano il Garante allatto della predisposizione delle norme regolamentari e degli atti amministrativi suscettibili di incidere sulle materie disciplinate dalla presente legge.. - Il testo del decreto legislativo 19 dicembre 2002, n. 297 (Disposizioni modificative e correttive del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, recante norme per agevolare lincontro tra domanda e offerta di lavoro, in attuazione dellart. 45, comma 1, lettera a) della legge 17 maggio 1999, n. 144), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 15 gennaio 2003, n. 11. Art. 9. Comunicazioni a mezzo stampa internet, televisione o altri mezzi di informazione 1. Sono vietate comunicazioni, a mezzo stampa, internet, televisione o altri mezzi di informazione, in qualunque forma effettuate, relative ad attivita di ricerca e selezione del personale, ricollocamento professionale, intermediazione o somministrazione effettuate in forma anonima e comunque da soggetti, pubblici o privati, non autorizzati o accreditati allincontro tra domanda e offerta di lavoro eccezion fatta per quelle comunicazioni che facciano esplicito riferimento ai soggetti in questione, o entita ad essi collegate perche facenti parte dello stesso gruppo di imprese o in quanto controllati o controllanti, in quanto potenziali datori di lavoro. 2. In tutte le comunicazioni verso terzi, anche a fini pubblicitari, utilizzanti qualsiasi mezzo di comunicazione, ivi compresa la corrispondenza epistolare ed elettronica, e nelle inserzioni o annunci per la ricerca di personale, le agenzie del lavoro e gli altri soggetti pubblici e privati autorizzati o accreditati devono indicare gli estremi del provvedimento di autorizzazione o di accreditamento al fine di consentire al lavoratore, e a chiunque ne abbia interesse, la corretta e completa identificazione del soggetto stesso. 3. Se le comunicazioni di cui al comma 2 sono effettuate mediante annunci pubblicati su quotidiani e 351

periodici o mediante reti di comunicazione elettronica, e non recano un facsimile di domanda comprensivo dellinformativa di cui allarticolo 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, indicano il sito della rete di comunicazioni attraverso il quale il medesimo facsimile e conoscibile in modo agevole. Note allart.9: - Il testo dellart. 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati personali), e il seguente: Art. 13. (Informativa). - 1. Linteressato o la persona presso la quale sono raccolti i dati personali sono previamente informati oralmente o per iscritto circa: a) le finalita e le modalita del trattamento cui sono destinati i dati; b) la natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dei dati; c) le conseguenze di un eventuale rifiuto di rispondere; d) i soggetti o le categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualita di responsabili o incaricati, e lambito di diffusione dei dati medesimi; e) i diritti di cui allart. 7; f) gli estremi identificativi del titolare e, se designati, del rappresentante nel territorio dello Stato ai sensi dellart. 5 e del responsabile. Quando il titolare ha designato piu responsabili e indicato almeno uno di essi, indicando il sito della rete di comunicazione o le modalita attraverso le quali e conoscibile in modo agevole lelenco aggiornato dei responsabili. Quando e stato designato un responsabile per il riscontro allinteressato in caso di esercizio dei diritti di cui allart. 7, e indicato tale responsabile. 2. Linformativa di cui al comma 1 contiene anche gli elementi previsti da specifiche disposizioni del presente codice e puo non comprendere gli elementi gia noti alla persona che fornisce i dati o la cui conoscenza puo ostacolare in concreto lespletamento, da parte di un soggetto pubblico, di funzioni ispettive o di controllo svolte per finalita di difesa o sicurezza dello Stato oppure di prevenzione, accertamento o repressione di reati. 3. Il Garante puo individuare con proprio provvedimento modalita semplificate per linformativa fornita in particolare da servizi telefonici di assistenza e informazione al pubblico. 4. Se i dati personali non sono raccolti presso linteressato, linformativa di cui al comma 1, comprensiva delle categorie di dati trattati, e data al medesimo interessato allatto della registrazione dei dati o, quando e prevista la loro comunicazione, non oltre la prima comunicazione. 5. La disposizione di cui al comma 4 non si applica quando: a) i dati sono trattati in base ad un obbligo previsto dalla legge, da un regolamento o dalla normativa comunitaria; b) i dati sono trattati ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive di cui alla legge 7 dicembre 2000, n. 397, o, comunque, per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalita e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento; c) linformativa allinteressato comporta un impiego di mezzi che il Garante, prescrivendo eventuali misure appropriate, dichiari manifestamente sproporzionati rispetto al diritto tutelato, ovvero si riveli, a giudizio del Garante, impossibile.. Art. 10. Divieto di indagini sulle opinioni e trattamenti discriminatori 1. E fatto divieto alle agenzie per il lavoro e agli altri soggetti pubblici e privati autorizzati o accreditati di effettuare qualsivoglia indagine o comunque trattamento di dati ovvero di preselezione di lavoratori, anche con il loro consenso, in base alle convinzioni personali, alla affiliazione sindacale o politica, al credo religioso, al sesso, allorientamento sessuale, allo stato matrimoniale o di famiglia o di gravidanza, alla eta, allhandicap, alla razza, allorigine etnica, al colore, alla ascendenza, allorigine nazionale, al gruppo linguistico, allo stato di salute nonche ad eventuali controversie con i precedenti datori di lavoro, a meno che non si tratti di caratteristiche che incidono sulle modalita di 352

svolgimento della attivita lavorativa o che costituiscono un requisito essenziale e determinante ai fini dello svolgimento dellattivita lavorativa. E altresi fatto divieto di trattare dati personali dei lavoratori che non siano strettamente attinenti alle loro attitudini professionali e al loro inserimento lavorativo. 2. Le disposizioni di cui al comma 1 non possono in ogni caso impedire ai soggetti di cui al medesimo comma 1 di fornire specifici servizi o azioni mirate per assistere le categorie di lavoratori svantaggiati nella ricerca di una occupazione. Art. 11. Divieto di oneri in capo ai lavoratori 1. E fatto divieto ai soggetti autorizzati o accreditati di esigere o comunque di percepire, direttamente o indirettamente, compensi dal lavoratore. 2. I contratti collettivi stipulati da associazioni dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative a livello nazionale o territoriale possono stabilire che la disposizione di cui al comma 1 non trova applicazione per specifiche categorie di lavoratori altamente professionalizzati o per specifici servizi offerti dai soggetti autorizzati o accreditati. Art. 12. Fondi per la formazione e lintegrazione del reddito 1. I soggetti autorizzati alla somministrazione di lavoro sono tenuti a versare ai fondi di cui al comma 4 un contributo pari al 4 per cento della retribuzione corrisposta ai lavoratori assunti con contratto a tempo determinato per lesercizio di attivita di somministrazione. Le risorse sono destinate per interventi a favore dei lavoratori assunti con contratto a tempo determinato intesi, in particolare, a promuovere percorsi di qualificazione e riqualificazione anche in funzione di continuita di occasioni di impiego e a prevedere specifiche misure di carattere previdenziale. 2. I soggetti autorizzati alla somministrazione di lavoro sono altresi tenuti e versare ai fondi di cui al comma 4 un contributo pari al 4 per cento della retribuzione corrisposta ai lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato. Le risorse sono destinate a: a) iniziative comuni finalizzate a garantire lintegrazione del reddito dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato in caso di fine lavori; b) iniziative comuni finalizzate a verificare lutilizzo della somministrazione di lavoro e la sua efficacia anche in termini di promozione della emersione del lavoro non regolare e di contrasto agli appalti illeciti; c) iniziative per linserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro di lavoratori svantaggiati anche in regime di accreditamento con le regioni; d) per la promozione di percorsi di qualificazione e riqualificazione professionale. 3. Gli interventi e le misure di cui ai commi 1 e 2 sono attuati nel quadro di politiche stabilite nel contratto collettivo nazionale delle imprese di somministrazione di lavoro ovvero, in mancanza, stabilite con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentite le associazioni dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro maggiormente rappresentative nel predetto ambito. 4. I contributi di cui ai commi 1 e 2 sono rimessi a un fondo bilaterale appositamente costituito, anche nellente bilaterale, dalle parti stipulanti il contratto collettivo nazionale delle imprese di somministrazione di lavoro: a) come soggetto giuridico di natura associativa ai sensi dellarticolo 36 del codice civile; b) come soggetto dotato di personalita giuridica ai sensi dellarticolo 12 del codice civile con procedimento per il riconoscimento rientrante nelle competenze del Ministro del lavoro e delle politiche sociali ai sensi dellarticolo 2, comma 1, della legge 12 gennaio 1991, n. 13. 5. I fondi di cui al comma 4 sono attivati a seguito di autorizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, previa verifica della congruita, rispetto alle finalita istituzionali previste ai commi l e 2, dei criteri di gestione e delle strutture di funzionamento del fondo stesso, con particolare riferimento alla sostenibilita finanziaria complessiva del sistema. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali esercita la vigilanza sulla gestione dei fondi. 6. Alleventuale adeguamento del contributo di cui ai commi 1 e 2 si provvede con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali previa verifica con le parti sociali da effettuare decorsi due anni dalla entrata in vigore del presente decreto. 353

7. I contributi versati ai sensi dei commi 1 e 2 si intendono soggetti alla disciplina di cui allarticolo 26-bis della legge 24 giugno 1997, n. 196. 8. In caso di omissione, anche parziale, dei contributi di cui ai commi 1 e 2, il datore di lavoro e tenuto a corrispondere, oltre al contributo omesso e alle relative sanzioni, una somma, a titolo di sanzione amministrativa, di importo pari a quella del contributo omesso; gli importi delle sanzioni amministrative sono versati ai fondi di cui al comma 4. 9. Trascorsi dodici mesi dalla entrata in vigore del presente decreto, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali con proprio decreto, sentite le associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale puo ridurre i contributi di cui ai commi 1 e 2 in relazione alla loro congruita con le finalita dei relativi fondi. Note allart. 12: - Il testo dellart. 12 del codice civile, e il seguente: Art. 12 (Persone giuridiche private). Le associazioni, le fondazioni e le altre istituzioni di carattere privato acquistano la personalita giuridica mediante il riconoscimento concesso con decreto del presidente della Repubblica. Per determinate categorie di enti che esercitano la loro attivita nellambito della provincia, il Governo puo delegare ai prefetti la facolta di riconoscerli con loro decreto.. - Il testo dellart. 2, comma 1, della legge 12 gennaio 1991, n. 13 (Determinazione degli atti amministrativi da adottarsi nella forma del decreto del Presidente della Repubblica), e il seguente: Art. 2. - 1. Gli atti amministrativi, diversi da quelli previsti dallart. 1, per i quali e adottata alla data di entrata in vigore della presente legge la forma del decreto del Presidente della Repubblica, sono emanati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri o con decreto ministeriale, a seconda della competenza a formulare la proposta sulla base della normativa vigente alla data di cui sopra.. - Il testo dellart. 26-bis della legge 24 giugno 1997, n. 196 (Norme in materia di promozione delloccupazione), e il seguente: Art. 26-bis (Disposizioni fiscali). - 1. l rimborsi degli oneri retributivi e previdenziali che il soggetto utilizzatore di prestatori di lavoro temporaneo e tenuto a corrispondere ai sensi dellart. 1, comma 5, lettera 9, allimpresa fornitrice degli stessi, da questultimaeffettivamente sostenuti in favore del prestatore di lavoro temporaneo, devono intendersi non compresi nella base imponibile dellIVA di cui allart. 13 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633. Resta fermo il trattamento fiscale gia applicato e non si fa luogo al rimborso di imposte gia pagate, ne e consentita la variazione di cui allart. 26 del citato decreto n. 633 del 1972). Art. 13. Misure di incentivazione del raccordo pubblico e privato 1. Al fine di garantire linserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori svantaggiati, attraverso politiche attive e di workfare, alle agenzie autorizzate alla somministrazione di lavoro e consentito: a) operare in deroga al regime generale della somministrazione di lavoro, ai sensi del comma 2 dellarticolo 23, ma solo in presenza di un piano individuale di inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro, con interventi formativi idonei e il coinvolgimento di un tutore con adeguate competenze e professionalita, e a fronte della assunzione del lavoratore, da parte delle agenzie autorizzate alla somministrazione, con contratto di durata non inferiore a sei mesi; b) determinare altresi, per un periodo massimo di dodici mesi e solo in caso di contratti di durata non inferiore a nove mesi, il trattamento retributivo del lavoratore, detraendo dal compenso dovuto quanto eventualmente percepito dal lavoratore medesimo a titolo di indennita di mobilita, indennita di disoccupazione ordinaria o speciale, o altra indennita o sussidio la cui corresponsione e collegata allo stato di disoccupazione o inoccupazione, e detraendo dai contributi dovuti per lattivita lavorativa lammontare dei contributi figurativi nel caso di trattamenti di mobilita e di indennita di disoccupazioneordinariaospeciale. 2. Il lavoratore destinatario delle attivita di cui al comma 1 decade dai trattamenti di mobilita, qualora 354

liscrizione nelle relative liste sia finalizzata esclusivamente al reimpiego, di disoccupazione ordinaria o speciale, o da altra indennita o sussidio la cui corresponsione e collegata allo stato di disoccupazione o in occupazione, quando: a) rifiuti di essere avviato a un progetto individuale di reinserimento nel mercato del lavoro ovvero rifiuti di essere avviato a un corso di formazione professionale autorizzato dalla regione o non lo frequenti regolarmente, fatti salvi i casi di impossibilita derivante da forza maggiore; b) non accetti lofferta di un lavoro inquadrato in un livello retributivo non inferiore del 20 per cento rispetto a quello delle mansioni di provenienza; c) non abbia provveduto a dare preventiva comunicazione alla competente sede I.N.P.S. del lavoro prestato ai sensi dellarticolo 8, commi 4 e 5 del decreto-legge 21 marzo 1988, n. 86, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 maggio 1988, n. 160. 3. Le disposizioni di cui al comma 2 si applicano quando le attivita lavorative o di formazione offerte al lavoratore siano congrue rispetto alle competenze e alle qualifiche del lavoratore stesso e si svolgano in un luogo raggiungibile in 80 minuti con mezzi pubblici da quello della sua residenza. Le disposizioni di cui al comma 2, lettere b) e c) non si applicano ai lavoratori inoccupati. 4. Nei casi di cui al comma 2, i responsabili della attivita formativa ovvero le agenzie di somministrazione di lavoro comunicano direttamente allI.N.P.S., e al servizio per limpiego territorialmente competente ai fini della cancellazione dalle liste di mobilita, i nominativi dei soggetti che possono essere ritenuti decaduti dai trattamenti previdenziali. A seguito di detta comunicazione, lI.N.P.S. sospende cautelativamente lerogazione del trattamento medesimo, dandone comunicazione agli interessati. 5. Avverso gli atti di cui al comma 4 e ammesso ricorso entro trenta giorni alle direzioni provinciali del lavoro territorialmente competenti che decidono, in via definitiva, nei venti giorni successivi alla data di presentazione del ricorso. La decisione del ricorso e comunicata al competente servizio per limpiego ed allI.N.P.S. 6. Fino alla data di entrata in vigore di norme regionali che disciplinino la materia, le disposizioni di cui al comma 1 si applicano solo in presenza di una convenzione tra una o piu agenzie autorizzate alla somministrazione di lavoro, anche attraverso le associazioni di rappresentanza e con lausilio delle agenzie tecniche strumentali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, e i comuni, le province o le regioni stesse. 7. Le disposizioni di cui ai commi da 1 a 5 si applicano anche con riferimento ad appositi soggetti giuridici costituiti ai sensi delle normative regionali in convenzione con le agenzie autorizzate alla somministrazione di lavoro, previo accreditamento ai sensi dellarticolo 7. 8. Nella ipotesi di cui al comma 7, le agenzie autorizzate alla somministrazione di lavoro si assumono gli oneri delle spese per la costituzione e il funzionamento della agenzia stessa. Le regioni, i centri per limpiego e gli enti locali possono concorrere alle spese di costituzione e funzionamento nei limiti delle proprie disponibilita finanziarie. Note allart. 13: - Il testo dellart. 8, commi 4 e 5, del decreto-legge 21 marzo 1988, n. 86, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 maggio 1988, n. 160 (Norme in materia previdenziale, di occupazione giovanile e di mercato del lavoro, nonche per il potenziamento del sistema informatico del Ministero del lavoro e della previdenza sociale), e il seguente: 4. Il lavoratore che svolga attivita di lavoro autonomo o subordinato durante il periodo di integrazione salariale non ha diritto al trattamento per le giornate di lavoro effettuate. 5. Il lavoratore decade dal diritto al trattamento di integrazione salariale nel caso in cui non abbia provveduto a dare preventiva comunicazione alla sede provinciale dellIstituto nazionale della previdenza sociale dello svolgimento della predetta attivita.. Art. 14. Cooperative sociali e inserimento lavorativo dei lavoratori svantaggiati 1. Al fine di favorire linserimento lavorativo dei lavoratori svantaggiati e dei lavoratori disabili, i 355

servizi di cui allarticolo 6, comma 1, della legge 12 marzo 1999, n. 68, sentito lorganismo di cui allarticolo 6, comma 3, del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469, cosi come modificato dallarticolo 6 della legge 12 marzo 1999, n. 68, stipulano con le associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative a livello nazionale e con le associazioni di rappresentanza, assistenza e tutela delle cooperative di cui allarticolo 1, comma 1, lettera b), della legge 8 novembre 1991, n. 381, e con i consorzi di cui allarticolo 8 della stessa legge, convenzioni quadro su base territoriale, che devono essere validate da parte delle regioni, sentiti gli organismi di concertazione di cui al decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469, e successive modificazioni ed integrazioni, aventi ad oggetto il conferimento di commesse di lavoro alle cooperative sociali medesime da parte delle imprese associate o aderenti. 2. La convenzione quadro disciplina i seguenti aspetti: a) le modalita di adesione da parte delle imprese interessate; b) i criteri di individuazione dei lavoratori svantaggiati da inserire al lavoro in cooperativa; lindividuazione dei disabili sara curata dai servizi di cui allarticolo 6, comma 1, della legge 12 marzo1999,n.68; c) le modalita di attestazione del valore complessivo del lavoro annualmente conferito da ciascuna impresa e la correlazione con il numero dei lavoratori svantaggiati inseriti al lavoro in cooperativa; d) la determinazione del coefficiente di calcolo del valore unitario delle commesse, ai fini del computo di cui al comma 3, secondo criteri di congruita con i costi del lavoro derivati dai contratti collettivi di categoria applicati dalle cooperative sociali; e) la promozione e lo sviluppo delle commesse di lavoro a favore delle cooperative sociali; f) leventuale costituzione, anche nellambito dellagenzia sociale di cui allarticolo 13 di una struttura tecnico-operativa senza scopo di lucro a supporto delle attivita previste dalla convenzione; g) i limiti di percentuali massime di copertura della quota dobbligo da realizzare con lo strumento della convenzione. 3. Allorche linserimento lavorativo nelle cooperative sociali, realizzato in virtu dei commi 1 e 2, riguardi i lavoratori disabili, che presentino particolari caratteristiche e difficolta di inserimento nel ciclo lavorativo ordinario, in base alla esclusiva valutazione dei servizi di cui allarticolo 6, comma 1, della legge 12 marzo 1999, n. 68, lo stesso si considera utile ai fini della copertura della quota di riserva, di cui allarticolo 3 della stessa legge cui sono tenute le imprese conferenti. Il numero delle coperture per ciascuna impresa e dato dallammontare annuo delle commesse dalla stessa conferite diviso per il coefficiente di cui al comma 2, lettera d), e nei limiti di percentuali massime stabilite con le convenzioni quadro di cui al comma 1. Tali limiti percentuali non hanno effetto nei confronti delle imprese che occupano da 15 a 35 dipendenti. La congruita della computabilita dei lavoratori inseriti in cooperativa sociale sara verificata dalla Commissione provinciale del lavoro. 4. Lapplicazione delle disposizioni di cui al comma 3 e subordinata alladempimento degli obblighi di assunzione di lavoratori disabili ai fini della copertura della restante quota dobbligo a loro carico determinata ai sensi dellarticolo 3 della legge 12 marzo 1999, n. 68. Note allart. 14: - Il testo dellart. 6, comma 1, della legge 12 marzo 1999, n. 68 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili), e il seguente: 1. Gli organismi individuati dalle regioni ai sensi dellart. 4 del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469, di seguito denominati uffici competenti, provvedono, in raccordo con i servizi sociali, sanitari, educativi e formativi del territorio, secondo le specifiche competenze loro attribuite, alla programmazione, allattuazione, alla verifica degli interventi volti a favorire linserimento dei soggetti di cui alla presente legge nonche allavviamento lavorativo, alla tenuta delle liste, al rilascio delle autorizzazioni, degli esoneri e delle compensazioni territoriali, alla stipula delle convenzioni e allattuazione del collocamento mirato.. - Il testo dellart. 6, comma 3, del citato decreto legislativo n. 469 del 1997, e il seguente: 3. La provincia, nellattribuire le funzioni e le competenze gia svolte dalla commissione di cui al 356

comma 2, lettera i), garantisce allinterno del competente organismo, la presenza di rappresentanti designati dalle categorie interessate, di rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro, designati rispettivamente dalle organizzazioni sindacali comparativamente piu rappresentative e di un ispettore medico del lavoro. Nellambito di tale organismo e previsto un comitato tecnico composto da funzionari ed esperti del settore sociale e medico-legale e degli organismi individuati dalle regioni ai sensi dellart. 4 del presente decreto, con particolare riferimento alla materia delle inabilita, con compiti relativi alla valutazione delle residue capacita lavorative, alla definizione degli strumenti e delle prestazioni atti allinserimento e alla predisposizione dei controlli periodici sulla permanenza delle condizioni di inabilita. Agli oneri per il funzionamento del comitato tecnico si provvede mediante corrispondente riduzione dellautorizzazione di spesa per il funzionamento della commissione di cui al comma 1.. - Il testo dellart. 1, comma 1, lettera b), della citata legge n. 381 del 1991, e il seguente: 1. Le cooperative sociali hanno lo scopo di perseguire linteresse generale della comunita alla promozione umana e allintegrazione sociale dei cittadini attraverso: a) la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi; b) lo svolgimento di attivita diverse - agricole, industriali, commerciali o di servizi - finalizzate allinserimento lavorativo di persone svantaggiate.. - Il testo dellart. 8 della citata legge n. 381 del 1991, e il seguente: Art. 8 (Consorzi). - 1. Le disposizioni di cui alla presente legge si applicano ai consorzi costituiti come societa cooperative aventi la base sociale formata in misura non inferiore al settanta per cento da cooperative sociali.. - Per il titolo del citato decreto legislativo n. 469 del 1997 si veda la nota allart. 3. - Il testo dellart. 3 della citata legge n. 68 del 1999, e il seguente: Art. 3 (Assunzioni obbligatorie. Quote di riserva). 1. I datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie di cui allart. 1 nella seguente misura: a) sette per cento dei lavoratori occupati, se occupano piu di 50 dipendenti; b) due lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti; c) un lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti. 2. Per i datori di lavoro privati che occupano da 15 a 35 dipendenti lobbligo di cui al comma 1 si applica solo in caso di nuove assunzioni. 3. Per i partiti politici, le organizzazioni sindacali e le organizzazioni che, senza scopo di lucro, operano nel campo della solidarieta sociale, dellassistenza e della riabilitazione, la quota di riserva si computa esclusivamente con riferimento al personale tecnico-esecutivo e svolgente funzioni amministrative e lobbligo di cui al comma 1 insorge solo in caso di nuova assunzione. 4. Per i servizi di polizia, della protezione civile e della difesa nazionale, il collocamento dei disabili e previsto nei soli servizi amministrativi. 5. Gli obblighi di assunzione di cui al presente articolo sono sospesi nei confronti delle imprese che versano in una delle situazioni previste dagli articoli 1 e 3 della legge 23 luglio 1991, n. 223, e successive modificazioni, ovvero dallart. 1 del decreto-legge 30 ottobre 1984, n. 726, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre 1984, n. 863; gli obblighi sono sospesi per la durata dei programmi contenuti nella relativa richiesta di intervento, in proporzione allattivita lavorativa effettivamente sospesa e per il singolo ambito provinciale. Gli obblighi sono sospesi inoltre per la durata della procedura di mobilita disciplinata dagli articoli 4 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223, e successive modificazioni, e, nel caso in cui la procedura si concluda con almeno cinque licenziamenti, per il periodo in cui permane il diritto di precedenza allassunzione previsto dallart. 8, comma 1, della stessa legge. 6. Agli enti pubblici economici si applica la disciplina prevista per i datori di lavoro privati. 7. Nella quota di riserva sono computati i lavoratori che vengono assunti ai sensi della legge 21 luglio 357

1961, n. 686, e successive modificazioni, nonche della legge 29 marzo 1985, n. 113, e della legge 11 gennaio 1994, n. 29.. Capo III Borsa continua nazionale del lavoro e monitoraggio statistico Art.15.Principiecriterigenerali 1. A garanzia delleffettivo godimento del diritto al lavoro di cui allarticolo 4 della Costituzione, e nel pieno rispetto dellarticolo 120 della Costituzione stessa, viene costituita la borsa continua nazionale del lavoro, quale sistema aperto e trasparente di incontro tra domanda e offerta di lavoro basato su una rete di nodi regionali. Tale sistema e alimentato da tutte le informazioni utili a tale scopo immesse liberamente nel sistema stesso sia dagli operatori pubblici e privati, autorizzati o accreditati, sia direttamente dai lavoratori e dalle imprese. 2. La borsa continua nazionale del lavoro e liberamente accessibile da parte dei lavoratori e delle imprese e deve essere consultabile da un qualunque punto della rete. I lavoratori e le imprese hanno facolta di inserire nuove candidature o richieste di personale direttamente e senza rivolgersi ad alcun intermediario da qualunque punto di rete attraverso gli accessi appositamente dedicati da tutti i soggetti pubblici e privati, autorizzati o accreditati. 3. Gli operatori pubblici e privati, accreditati o autorizzati, hanno lobbligo di conferire alla borsa continua nazionale del lavoro i dati acquisiti, in base alle indicazioni rese dai lavoratori ai sensi dellarticolo 8 e a quelle rese dalle imprese riguardo lambito temporale e territoriale prescelto. 4. Gli ambiti in cui si articolano i servizi della borsa continua nazionale del lavoro sono: a) un livello nazionale finalizzato: 1) alla definizione degli standard tecnici nazionali e dei flussi informativi di scambio; 2) alla interoperabilita dei sistemi regionali; 3) alla definizione dellinsieme delle informazioni che permettano la massima efficacia e trasparenza del processo di incontro tra domanda e offerta di lavoro; b) un livello regionale che, nel quadro delle competenze proprie delle regioni di programmazione e gestione delle politiche regionali del lavoro: 1) realizza lintegrazione dei sistemi pubblici e privati presenti sul territorio; 2) definisce e realizza il modello di servizi al lavoro; 3) coopera alla definizione degli standard nazionali di intercomunicazione. 5. Il coordinamento tra il livello nazionale e il livello regionale deve in ogni caso garantire, nel rispetto degli articoli 4 e 120 della Costituzione, la piena operativita della borsa continua nazionale del lavoro in ambito nazionale e comunitario. A tal fine il Ministero del lavoro e delle politiche sociali rende disponibile lofferta degli strumenti tecnici alle regioni e alle province autonome che ne facciano richiesta nellambito dellesercizio delle loro competenze. Note allart. 15: - Il testo dellart. 4 della Costituzione e il seguente: Art. 4. - La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilita e la propria scelta una attivita o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della societa.. - Il testo dellart. 120 della Costituzione e il seguente: Art. 120. - La Regione non puo istituire dazi di importazione o esportazione o transito tra le Regioni, ne adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose tra le Regioni, ne limitare lesecizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale. Il Governo puo sostituirsi a organi delle Regioni, delle Citta metropolitane, delle Province e dei comuni nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per lincolumita e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedano la 358

tutela dellunita giuridica o dellunita economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali. La legge definisce le procedure atte a garantire che i poteri sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di sussidiarieta e del principio di leale collaborazione.. Art. 16. Standard tecnici e flussi informativi di scambio 1. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con decreto da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, stabilisce, di concerto con il Ministro della innovazione e della tecnologia, e dintesa con le regioni e le province autonome, gli standard tecnici e i flussi informativi di scambio tra i sistemi, nonche le sedi tecniche finalizzate ad assicurare il raccordo e il coordinamento del sistema a livello nazionale. 2. La definizione degli standard tecnici e dei flussi informativi di scambio tra i sistemi avviene nel rispetto delle competenze definite nellAccordo Stato-regioni-autonomie locali dell11 luglio 2002 e delle disposizioni di cui allarticolo 31, comma 2, della legge 31 dicembre 1996, n. 675. Note allart. 16: - Per il testo deIlart. 31, comma 2, della citata legge n. 675 del 1996, si veda nota allart. 8. Art. 17. Monitoraggio statistico e valutazione delle politiche del lavoro 1. Le basi informative costituite nellambito della borsa continua nazionale del lavoro, nonche le registrazioni delle comunicazioni dovute dai datori di lavoro ai servizi competenti e la registrazione delle attivita poste in essere da questi nei confronti degli utenti per come riportate nella scheda anagrafico-professionale dei lavoratori costituiscono una base statistica omogenea e condivisa per le azioni di monitoraggio dei servizi svolte ai sensi del presente decreto legislativo e poste in essere dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, le regioni e le province per i rispettivi ambiti territoriali di riferimento. Le relative indagini statistiche sono effettuate in forma anonima. 2. A tal fine, la definizione e la manutenzione applicativa delle basi informative in questione, nonche di quelle in essere presso gli Enti previdenziali in tema di contribuzioni percepite e prestazioni erogate, tiene conto delle esigenze conoscitive generali, incluse quelle di ordine statistico complessivo rappresentate nellambito del SISTAN e da parte dellISTAT, nonche di quesiti specifici di valutazione di singole politiche ed interventi formulati ai sensi e con le modalita dei commi successivi del presente articolo. 3. I decreti ministeriali di cui agli articoli 1-bis e 4-bis, comma 7 del decreto legislativo n. 181 del 2000, come modificati dagli articoli 2 e 6 del decreto legislativo n. 297 del 2002, cosi come la definizione di tutti i flussi informativi che rientrano nellambito della borsa continua nazionale del lavoro, ivi inclusi quelli di pertinenza degli Enti previdenziali, sono adottati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, tenuto conto delle esigenze definite nei commi 1 e 2, previo parere dellISTAT e dellISFOL. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali impartisce inoltre, entro tre mesi dalla attuazione del presente decreto, le necessarie direttive agli Enti previdenziali, avvalendosi a tale scopo delle indicazioni di una Commissione di esperti in politiche del lavoro, statistiche del lavoro e monitoraggio e valutazione delle politiche occupazionali, da costituire presso lo stesso Ministero ed in cui siano presenti rappresentanti delle regioni e delle province, degli Enti previdenziali, dellISTAT, dellISFOL e del Ministero delleconomia e delle finanze oltre che del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. 4. La medesima Commissione di cui al comma 3, integrata con rappresentanti delle parti sociali, e inoltre incaricata di definire, entro sei mesi dalla attuazione del presente decreto, una serie di indicatori di monitoraggio finanziario, fisico e procedurale dei diversi interventi di cui alla presente legge. Detti indicatori, previo esame ed approvazione della Conferenza unificata, costituiranno linee guida per le attivita di monitoraggio e valutazione condotte dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dalle regioni e dalle province per i rispettivi ambiti territoriali di riferimento e in particolare per il contenuto del Rapporto annuale di cui al comma 6. 5. In attesa dellentrata a regime della borsa continua nazionale del lavoro il Ministero del lavoro e delle politiche sociali predispone, dintesa con la Conferenza unificata di cui allarticolo 8 del decreto 359

legislativo 28 agosto 1997, n. 281, uno o piu modelli di rilevazione da somministrare alle agenzie autorizzate o accreditate, nonche agli enti di cui allarticolo 6. La mancata risposta al questionario di cui al comma precedente e valutata ai fini del ritiro dellautorizzazione o accreditamento. 6. Sulla base di tali strumenti di informazione, e tenuto conto delle linee guida definite con le modalita di cui al comma 4 nonche della formulazione di specifici quesiti di valutazione di singole politiche ed interventi formulati annualmente dalla Conferenza unificata o derivanti dallimplementazione di obblighi e programmi comunitari, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, avvalendosi di proprie strutture tecniche e col supporto dellISFOL, predispone un Rapporto annuale, al Parlamento e alla Conferenza unificata, che presenti una rendicontazione dettagliata e complessiva delle politiche esistenti, e al loro interno dellevoluzione dei servizi di cui al presente decreto legislativo, sulla base di schemi statistico-contabili oggettivi e internazionalmente comparabili e in grado di fornire elementi conoscitivi di supporto alla valutazione delle singole politiche che lo stesso Ministero, le regioni, le province o altri attori responsabili della conduzione, del disegno o del coordinamento delle singole politiche intendano esperire. 7. Le attivita di monitoraggio devono consentire di valutare lefficacia delle politiche attive per il lavoro, nonche delle misure contenute nel presente decreto, anche nella prospettiva delle pari opportunita e, in particolare, della integrazione nel mercato del lavoro dei lavoratori svantaggiati. 8. Con specifico riferimento ai contratti di apprendistato, e istituita presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali da adottarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, una Commissione di sorveglianza con compiti di valutazione in itinere della riforma. Detta Commissione e composta da rappresentanti ed esperti designati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nel cui ambito si individua il Presidente, dal Ministero dellistruzione, delluniversita e della ricerca dalle regioni e province autonome, dalle parti sociali, dallI.N.P.S. e dallISFOL. La Commissione, che si riunisce almeno tre volte allanno, definisce in via preventiva indicatori di risultato e di impatto e formula linee guida per la valutazione, predisponendo quesiti valutativi del cui soddisfacimento il Rapporto annuale di cui al comma 6 dovra farsi carico e puo commissionare valutazioni puntuali su singoli aspetti della riforma. Sulla base degli studi valutativi commissionati nonche delle informazioni contenute nel Rapporto annuale di cui al comma precedente, la Commissione potra annualmente formulare pareri e valutazioni. In ogni caso, trascorsi tre anni dalla approvazione del presente decreto, la Commissione predisporra una propria Relazione che, sempre sulla base degli studi e delle evidenze prima richiamate, evidenzi le realizzazioni e i problemi esistenti, evidenziando altresi le possibili modifiche alle politiche in oggetto. Le risorse per gli studi in questione derivano dal bilancio del Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Ufficio centrale orientamento e formazione professionale dei lavoratori. Note allart. 17: - Il testo dellart. 1-bis del citato decreto legislativo n. 181 del 2000, e il seguente: Art. 1-bis (Modelli dei dati contenuti nella scheda anagrafica e nella scheda professionale dei lavoratori e soppressione di liste di collocamento). - 1. Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro per linnovazione e le tecnologie, dintesa con la Conferenza unificata, vengono definiti il modello di comunicazione, il formato di trasmissione ed il sistema di classificazione dei dati contenuti nella scheda anagrafica e nella scheda professionale dei lavoratori, che costituiscono la base dei dati del sistema informativo lavoro. 2. Fino alla adozione del decreto di cui al comma 1 si utilizzano i modelli dei dati ed i dizionari terminologici approvati con decreti ministeriali 30 maggio 2001, pubblicati, rispettivamente, nel supplemento ordinario n. 196 alla Gazzetta Ufficiale n. 168 del 21 luglio 2001, e nella Gazzetta Ufficiale n. 151 del 2 luglio 2001. 3. Sono soppresse le liste di collocamento ordinarie e speciali, ad eccezione di quelle previste dallart. 17 del decreto del Presidente della Repubblica 24 settembre 1963, n. 2053, dallarticolo 6 della legge 23 luglio 1991, n. 223, dallart. 8 della legge 12 marzo 1999, n. 68. 360

4. Con regolamento emanato su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ai sensi dellart. 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e disciplinato il collocamento della gente di mare, prevedendo, in applicazione dei principi stabiliti in materia dal presente decreto, il superamento dellattuale sistema di collocamento obbligatorio.. - Il testo dellart. 4-bis, comma 7, deI citato decreto legislativo n. 181 del 2000, e il seguente: 7. Al fine di assicurare lunitarieta e lomogeneita del sistema informativo lavoro, i moduli per le comunicazioni obbligatorie dei datori di lavoro e delle imprese fornitrici di lavoro temporaneo, nonche le modalita di trasferimento dei dati ai soggetti di cui al comma 6 da parte dei servizi competenti sono definiti con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro per linnovazione e le tecnologie, dintesa con la Conferenza unificata.. - Per il testo dellart. 8 del citato decreto legislativo n. 281 del 1997 si veda la nota alle premesse. Capo IV Regime sanzionatorio Art. 18. Sanzioni penali 1. Lesercizio non autorizzato delle attivita di cui allarticolo 4, comma 1, e punito con la sanzione dellammenda di Euro 5 per ogni lavoratore occupato e per ogni giornata di lavoro. Lesercizio abusivo della attivita di intermediazione e punito con la pena dellarresto fino a sei mesi e lammenda da Euro 1.500 a Euro 7.500. Se non vi e scopo di lucro la pena e della ammenda da Euro 500 a Euro 2.500. Se vi e sfruttamento dei minori, la pena e dellarresto fino a diciotto mesi e lammenda e aumentata fino al sestuplo. Nel caso di condanna, e disposta in ogni caso la confisca del mezzo di trasporto eventualmente adoperato per lesercizio delle attivita di cui al presente comma. 2. Nei confronti dellutilizzatore che ricorra alla somministrazione di prestatori di lavoro da parte di soggetti diversi da quelli di cui allarticolo 4, comma 1, lettera a), ovvero da parte di soggetti diversi da quelli di cui allarticolo 4, comma 1, lettera a) b), o comunque al di fuori dei limiti ivi previsti, si applica la pena dellammenda di Euro 5 per ogni lavoratore occupato e per ogni giornata di occupazione. Se vi e sfruttamento dei minori, la pena e dellarresto fino a diciotto mesi e lammenda e aumentata fino al sestuplo. 3. La violazione degli obblighi e dei divieti di cui agli articoli 20, commi 1, 3, 4 e 5, e 21, commi 1, 2, nonche per il solo somministratore, la violazione del disposto di cui al comma 3 del medesimo articolo 21 e punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da Euro 250 a Euro 1.250. 4. Fatte salve le ipotesi di cui allarticolo 11, comma 2, chi esiga o comunque percepisca compensi da parte del lavoratore per avviarlo a prestazioni di lavoro oggetto di somministrazione e punito con la pena alternativa dellarresto non superiore ad un anno e dellammenda da Euro 2.500 a Euro 6.000. In aggiunta alla sanzione penale e disposta la cancellazione dallalbo. 5. In caso di violazione dellarticolo 10 trovano applicazione le disposizioni di cui allarticolo 38 della legge 20 maggio 1970, n. 300, nonche nei casi piu gravi, lautorita competente procede alla sospensione della autorizzazione di cui allarticolo 4. In ipotesi di recidiva viene revocata lautorizzazione. 6. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali dispone, con proprio decreto, criteri interpretativi certi per la definizione delle varie forme di contenzioso in atto riferite al pregresso regime in materia di intermediazione e interposizione nei rapporti di lavoro. Note allart. 18: - Il testo dellart. 38 della citata legge n. 300 del 1970, e il seguente: Art. 38 (Disposizioni penali). - Le violazioni degli articoli 2, 4, 5, 6, 8 e 15, primo comma lettera a), sono punite, salvo che il fatto non costituisca piu grave reato, con lammenda da lire 300.000 a lire 3.000.000 (9) o con larresto da quindici giorni ad un anno. Nei casi piu gravi le pene dellarresto e dellammenda sono applicate congiuntamente. Quando per le condizioni economiche del reo, lammenda stabilita nel primo comma puo presumersi 361

inefficace anche se applicata nel massimo, il giudice ha facolta di aumentarla fino al quintuplo. Nei casi previsti dal secondo comma, lautorita giudiziaria ordina la pubblicazione della sentenza penale di condanna nei modi stabiliti dallart. 36 del codice penale.. Art. 19. Sanzioni amministrative 1. Gli editori, i direttori responsabili e i gestori di siti sui quali siano pubblicati annunci in violazione delle disposizioni di cui allarticolo 9 sono puniti con una sanzione amministrativa pecuniaria da 4.000 a 12.000 euro. 2. La violazione degli obblighi di cui allarticolo 4-bis, comma 2, del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, cosi come modificato dallarticolo 6, comma 1 del decreto legislativo 19 dicembre 2002, n. 297, e punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 1.500 euro per ogni lavoratore interessato. 3. La violazione degli obblighi di cui allarticolo 4-bis, commi 5 e 7, del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, cosi come modificato dallarticolo 6, comma 1, del decreto legislativo 19 dicembre 2002, n. 297, di cui allarticolo 9-bis, comma 2, del decreto-legge 1 ottobre 1996, n. 510, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608, cosi come sostituito dallarticolo 6, comma 3, del citato decreto legislativo n. 297 del 2002, e di cui allarticolo 21, comma 1, della legge 24 aprile 1949, n. 264, cosi come sostituito dallarticolo 6, comma 2, del decreto legislativo n. 297 del 2002, e punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da 100 a 500 euro per ogni lavoratore interessato. 4. La violazione degli obblighi di cui allarticolo 4-bis, comma 4, del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, cosi come modificato dallarticolo 6, comma 1, del decreto legislativo 19 dicembre 2002, n. 297, e punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da 50 a 250 euro per ogni lavoratore interessato. 5. Nel caso di omessa comunicazione contestuale, omessa comunicazione di cessazione e omessa comunicazione di trasformazione, i datori di lavoro comprese le pubbliche amministrazioni sono ammessi al pagamento della sanzione minima ridotta della meta qualora ladempimento della comunicazione venga effettuato spontaneamente entro il termine di cinque giorni decorrenti dalla data di inizio dellomissione. Note allart. 19: - Il testo dellart. 4-bis, commi 2, 5 e 7, del citato decreto legislativo n. 181 del 2000, e il seguente: 2. Allatto dellassunzione i datori di lavoro privati e gli enti pubblici economici sono tenuti a consegnare ai lavoratori una dichiarazione sottoscritta contenente i dati di registrazione effettuata nel libro matricola, nonche la comunicazione di cui al 26 maggio 1997, n. 152. (Omissis). 5. I datori di lavoro privati, gli enti pubblici economici e le pubbliche amministrazioni, per quanto di competenza, sono tenuti, anche in caso di trasformazione da rapporto di tirocinio e di altra esperienza professionale a rapporto di lavoro subordinato, a comunicare, entro cinque giorni, al servizio competente nel cui ambito territoriale e ubicata la sede di lavoro le seguenti variazioni del rapporto di lavoro: a) proroga del termine inizialmente fissato; b) trasformazione da tempo determinato a tempo indeterminato; c) trasformazione da tempo parziale a tempo pieno; d) trasformazione da contratto di apprendistato a contratto a tempo indeterminato; e)trasformazione da contratto di formazione e lavoro a contratto a tempo indeterminato. (Omissis). 7. Al fine di assicurare lunitarieta e lomogeneita del sistema informativo lavoro, i moduli per le comunicazioni obbligatorie dei datori di lavoro e delle imprese fornitrici di lavoro temporaneo, nonche le modalita di trasferimento dei dati ai soggetti di cui al comma 6 da parte dei servizi competenti sono definiti con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro per linnovazione e le tecnologie, dintesa con la Conferenza unificatata.. - Il testo dellart. 9-bis, comma 2, del decreto-legge 1 ottobre 1996, n. 510, convertito, con 362

modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608 (Disposizioni urgenti in materia di lavori socialmente utili, di interventi a sostegno del reddito e nel settore previdenziale), e il seguente: 2. In caso di instaurazione del rapporto di lavoro subordinato e di lavoro autonomo in forma coordinata e continuativa, anche di socio lavoratore di cooperativa, i datori di lavoro privati, gli enti pubblici economici e le pubbliche, ammiinistrazioni sono tenuti a dare comunicazione contestuale al servizio competente nel cui ambito territoriale e ubicata la sede di lavoro, dei dati anagrafici del lavoratore, della data di assunzione, della data di cessazione qualora il rapporto non sia a tempo indeterminato, della tipologia contrattuale, della qualifica professionale e del trattamento economico e normativo. Le comunicazioni possono essere effettuate ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445. La medesima procedura si applica ai tirocini di formazione e orientamento ed ad ogni altro tipo di esperienza lavorativa ad essi assimilata. Nel caso in cui linstaurazione del rapporto awenga in giorno festivo, nelle ore serali o notturne, owero in caso di emergenza, la comunicazione di cui al presente comma deve essere effettuata entro il primo giorno utilesuccessivo.. - Il testo dellart. 21, primo comma, legge 24 aprile 1949, n. 264 (Provvedimenti in materia di avviamento al lavoro e di assistenza dei lavoratori involontariamentedisoccupati), e il seguente: I datori di lavoro sono tenuti altresi a comunicare la cessazione dei rapporti di lavoro, entro i cinque giorni successivi, quando trattasi di rapporti a tempo indeterminato ovvero nei casi in cui la cessazione sia avvenuta in data diversa da quella comunicata allatto dellassunzione. - lI testo dellart. 4-bis, comma 4, del citato decreto legislativo n. 181 del 2000, e il seguente: 4. Le imprese fornitrici di lavoro temporaneo sono tenute a comunicare, entro il giorno venti del mese successivo alla data di assunzione, al servizio competente nel cui ambito territoriale e ubicata la loro sede boperativa, lassunzione, la proroga e la cessazione dei lavoratori temporanei assunti nel corso del mese precedente. Titolo III SOMMINISTRAZIONE DI LAVORO APPALTO DI SERVIZI, DISTACCO Capo I Somministrazione di lavoro Art. 20. Condizioni di liceita 1. Il contratto di somministrazione di lavoro puo essere concluso da ogni soggetto, di seguito denominato utilizzatore, che si rivolga ad altro soggetto, di seguito denominato somministratore, a cio autorizzato ai sensi delle disposizioni di cui agli articoli 4 e 5. 2. Per tutta la durata della somministrazione i lavoratori svolgono la propria attivita nellinteresse nonche sotto la direzione e il controllo dellutilizzatore. Nellipotesi in cui i lavoratori vengano assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato essi rimangono a disposizione del somministratore per i periodi in cui non svolgono la prestazione lavorativa presso un utilizzatore, salvo che esista una giusta causa o un giustificato motivo di risoluzione del contratto di lavoro. 3. Il contratto di somministrazione di lavoro puo essere concluso a termine o a tempo indeterminato. La somministrazione di lavoro a tempo indeterminato e ammessa: a) per servizi di consulenza e assistenza nel settore informatico, compresa la progettazione e manutenzione di reti intranet e extranet, siti internet, sistemi informatici, sviluppo di software applicativo, caricamento dati; b) per servizi di pulizia, custodia, portineria; c) per servizi, da e per lo stabilimento, di trasporto di persone e di trasporto e movimentazione di macchinari e merci; d) per la gestione di biblioteche, parchi, musei, archivi, magazzini, nonche servizi di economato; e) per attivita di consulenza direzionale, assistenza alla certificazione, programmazione delle risorse, sviluppo organizzativo e cambiamento, gestione del personale, ricerca e selezione del personale; f) per attivita di marketing, analisi di mercato, organizzazione della funzione commerciale; g) per la gestione di call-center, nonche per lavvio di nuove iniziative imprenditoriali nelle aree Obiettivo 1 di cui al regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio, del 21 giugno 1999, recante 363

disposizioni generali sui Fondi strutturali; h) per costruzioni edilizie allinterno degli stabilimenti, per installazioni o smontaggio di impianti e macchinari, per particolari attivita produttive, con specifico riferimento alledilizia e alla cantieristica navale, le quali richiedano piu fasi successive di lavorazione, limpiego di manodopera diversa per specializzazione da quella normalmente impiegata nellimpresa; i) in tutti gli altri casi previsti dai contratti collettivi di lavoro nazionali o territoriali stipulati da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative. 4. La somministrazione di lavoro a tempo determinato e ammessa a fronte di ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo, anche se riferibili allordinaria attivita dellutilizzatore. La individuazione, anche in misura non uniforme, di limiti quantitativi di utilizzazione della somministrazione a tempo determinato e affidata ai contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati da sindacati comparativamente piu rappresentativi in conformita alla disciplina di cui allarticolo 10 del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368. 5. Il contratto di somministrazione di lavoro e vietato: a) per la sostituzione di lavoratori che esercitano il diritto di sciopero; b) salva diversa disposizione degli accordi sindacali, presso unita produttive nelle quali si sia proceduto, entro i sei mesi precedenti, a licenziamenti collettivi ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223, che abbiano riguardato lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si riferisce il contratto di somministrazione ovvero presso unita produttive nelle quali sia operante una sospensione dei rapporti o una riduzione dellorario, con diritto al trattamento di integrazione salariale, che interessino lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si riferisce il contratto di somministrazione; c) da parte delle imprese che non abbiano effettuato la valutazione dei rischi ai sensi dellarticolo 4 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modifiche. Note allart. 20: - 2. Il testo dellart. 3 del Regolamento (CE) n. 1260/1999 del 21 giugno 1999 (Regolamento del Consiglio recante disposizioni generali sui Fondi strutturali), e il seguente: Art. 3 (Obiettivo n. 1). - 1. Lobiettivo n. 1 concerne le regioni corrispondenti al livello II della nomenclatura delle unita territoriali statistiche (NUTS Il) il cui prodotto interno lordo (PIL) pro capite, misurato sulla base degli standard del potere dacquisto e calcolato con riferimento ai dati comunitari disponibili degli ultimi tre anni, disponibili al 26 marzo 1999, e inferiore al 75% della mediacomunitaria. Esso concerne inoltre le regioni ultraperiferiche (dipartimenti francesi doltremare, Azzorre, Madera e isole Canarie), tutte al di sotto della soglia deI 75% e le zone rientranti nellobiettivo n. 6, previsto dal protocollo n. 6 dellatto di adesione dellAustria, della Finlandia e della Svezia, durante il periodo 1995-1999. 2. La Commissione, in stretta osservanza del paragrafo 1, primo comma, stabilisce lelenco delle regioni cui si applica lobiettivo n. 1, salvo il disposto dellart. 6, paragrafo 1, e dellart. 7, paragrafo 4, secondo comma. Tale elenco e valido per sette anni a decorrere dal 1 gennaio 2000.. - Il testo dellart. 10 del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368 (Attuazione della direttiva 1999/70/CE relativa allaccordo quadro sul lavoro a tempo determinato concluso dallUNICE, dal CEEP e dal CES), e il seguente: Art. 10 (Esclusioni e discipline specifiche). - 1. - 1. Sono esclusi dal campo di applicazione del presente decreto legislativo in quanto gia disciplinati daspecifichenormative: a) i contratti di lavoro temporaneo di cui alla legge 24 giugno 1997, n. 196, e successive modificazioni; b) i contratti di formazione e lavoro; c) i rapporti di apprendistato, nonche le tipologie contrattuali legate a fenomeni di lormazione attraverso il lavoro che, pur caratterizzate dallapposizione di un termine, non costituiscono rapporti 364

di lavoro. 2. Sono esclusi dalla disciplina del presente decreto legislativo i rapporti di lavoro tra i datori di lavoro dellagricoltura e gli operai a tempo determinato cosi come definiti dallart. 12, comma 2, del decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 375. 3. Nei settori del turismo e dei pubblici esercizi e ammessa lassunzione diretta di manodopera per lesecuzione di speciali servizi di durata non superiore a tre giorni, determinata dai contratti collettivi stipulati con i sindacati locali o nazionali aderenti alle confederazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale. Dellavvenuta assunzione deve essere data comunicazione al centro per limpiego entro cinque giorni. Tali rapporti sono esclusi dal campo di applicazione del presente decreto legislativo. 4. E consentita la stipulazione di contratti di lavoro a tempo determinato, purche di durata non superiore a cinque anni, con i dirigenti, i quali possono comunque recedere da essi trascorso un triennio e osservata la disposizione dellart. 2118 del codice civile. Tali rapporti sono esclusi dal campo di applicazione del presente decreto legislativo, salvo per quanto concerne le previsioni di cui agli articoli 6 e 8. 5. Sono esclusi i rapporti instaurati con le aziende che esercitano il commercio di esportazione, importazione ed allingresso di prodotti ortofrutticoli. 6. Restano in vigore le discipline di cui allart. 8, comma 2, della legge 23 luglio 1991, n. 223, allart. 10 della legge 8 marzo 2000, n. 53, ed allart. 75 della legge 23 dicembre 2000, n. 388. 7. La individuazione, anche in misura non uniforme, di limiti quantitativi di utilizzazione dellistituto del contratto a tempo determinato stipulato ai sensi dellart. 1, comma 1, e affidata ai contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati dai sindacati comparativamente piu rappresentativi. Sono in ogni caso esenti da limitazioni quantitative i contratti a tempo determinato conclusi: a) nella fase di avvio di nuove attivita per i periodi che saranno definiti dai contratti collettivi nazionali di lavoro anche in misura non uniforme con riferimento ad aree geografiche e/o comparti merceologici; b) per ragioni di carattere sostitutivo, o di stagionalita, ivi comprese le attivita gia previste nellelenco allegato al decreto del Presidente della Repubblica 7 ottobre 1963, n. 1525, e successive modificazioni; c) per lintensificazione dellattivita lavorativa in determinati periodi dellanno; d) per specifici spettacoli ovvero specifici programmi radiofonici o televisivi. Sono esenti da limitazioni quantitative i contratti a tempo determinato stipulati a conclusione di un periodo di tirocinio o di stage, allo scopo di facilitare lingresso dei giovani nel mondo del lavoro, ovvero stipulati con lavoratori di eta superiore ai cinquantacinque anni, o conclusi quando lassunzione abbia luogo per lesecuzione di unopera o di un servizio definiti o predeterminati nel tempo aventi carattere straordinario o occasionale. 8. Sono esenti da limitazioni quantitative i contratti a tempo determinato non rientranti nelle tipologie di cui al comma 7, di durata non superiore ai sette mesi, compresa la eventuale proroga, ovvero non superiore alla maggiore durata definita dalla contrattazione collettiva con riferimento a situazioni di difficolta occupazionale per specifiche aree geografiche. La esenzione di cui al precedente periodo non si applica a singoli contratti stipulati per le durate suddette per lo svolgimento di prestazioni di lavoro che siano identiche a quelle che hanno formato oggetto di altro contratto a termine avente le medesime caratteristiche e scaduto da meno di sei mesi. 9. E affidata ai contratti collettivi nazionali di lavoro stipulati dai sindacati comparativamente piu rappresentativi, la individuazione di un diritto di precedenza nella assunzione presso la stessa azienda e con la medesima qualifica, esclusivamente a favore dei lavoratori che abbiano prestato attivita lavorativa con contratto a tempo determinato per le ipotesi gia previste dallart. 23, comma 2, della legge 28 febbraio 1987, n. 56. I lavoratori assunti in base al suddetto diritto di precedenza non concorrono a determinare la base di computo per il calcolo della percentuale di riserva di cui allart. 25, comma 1, della legge 23 luglio1991, n. 223. 365

10. In ogni caso il diritto di precedenza si estingue entro un anno dalla data di cessazione del rapporto di lavoro ed il lavoratore puo esercitarlo a condizione che manifesti in tal senso la propria volonta al datore di lavoro entro tre mesi dalla data di cessazione del rapporto stesso.. - Il testo dellart. 4 della legge 23 luglio 1991, n. 223 (Norme in materia di cassa integrazione, mobilita, trattamenti di disoccupazione, attuazione di direttive della Comunita europea, avviamento al lavoro ed altre disposizioni in materia di mercato del lavoro), e il seguente: Art. 4 (Procedura per la dichiarazione di mobilita). 1. Limpresa che sia stata ammessa al trattamento straordinario di integrazione salariale, qualora nel corso di attuazione del programma di cui allart. 1 ritenga di non essere in grado di garantire il reimpiego a tutti i lavoratori sospesi e di non poter ricorrere a misure alternative, ha facolta di avviare le procedure di mobilita ai sensi del presente articolo. 2. Le imprese che intendano esercitare la facolta di cui al comma 1 sono tenute a darne comunicazione preventiva per iscritto alle rappresentanze sindacali aziendali costituite a norma dellart. 19, della legge 20 maggio 1970, n. 300, nonche alle rispettive associazioni di categoria. In mancanza delle predette rappresentanze la comunicazione deve essere effettuata alle associazioni di categoria aderenti alle confederazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale. La comunicazione alle associazioni di categoria puo essere effettuata per il tramite dellassociazione dei datori di lavoro alla quale limpresa aderisce o conferisce mandato. 3. La comunicazione di clii al comma 2 deve contenere indicazione: dei motivi che determinano la situazione di eccedenza; dei motivi tecnici, organizzativi o produttivi, per i quali si ritiene di non poter adottare misure idonee a porre rimedio alla predetta situazione ed evitare, in tutto o in parte, la dichiarazione di mobilita; del numero, della collocazione aziendale e dei profili professionali del personale eccedente, nonche del personale abitualmente impiegato; dei tempi di attuazione del programma di mobilita; delle eventuali misure programmate per fronteggiare le conseguenze sul piano sociale della attuazione del programma medesimo del metodo di calcolo di tutte le attribuzioni patrimoniali diverse da quelle gia previste dalla legislazione vigente e dalla contrattazione collettiva. Alla comunicazione va allegata copia della ricevuta del versamento allINPS, a titolo di anticipazione sulla somma di cui allart. 5, comma 4, di una somma pari al trattamento massimo mensile di integrazione salariale moltiplicato per il numero dei lavoratori ritenuti eccedenti. 4. Copia della comunicazione di cui al comma 2 e della ricevuta del versamento di cui al comma 3 devono essere contestualmente inviate allufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione. 5. Entro sette giorni dalla data del ricevimento della comunicazione di cui al comma 2, a richiesta delle rappresentanze sindacali aziendali e delle rispettive associazioni si procede ad un esame congiunto tra le parti, allo scopo di esaminare le cause che hanno contribuito a determinare leccedenza del personale e le possibilita di utilizzazione diversa di tale personale, o di una sua parte, nellambito della stessa impresa, anche mediante contratti di solidarieta e forme flessibili di gestione del tempo di lavoro. Qualora non sia possibile evitare la riduzione di personale, e esaminata la possibilita di ricorrere a misure sociali di accompagnamento intese, in particolare, a facilitare la riqualificazione e la riconversione dei lavoratori licenziati. I rappresentanti sindacali dei lavoratori possono farsi assistere, ove lo ritengano opportuno, da esperti. 6. La procedura di cui al comma 5 deve essere esaurita entro quarantacinque giorni dalla data del ricevimento della comunicazione dellimpresa. Questultima da allUfficio provinciale del lavoro e della massima occupazione comunicazione scritta sul risultato della consultazione e sui motivi del suo eventuale esito negativo. Analoga comunicazione scritta puo essere inviata dalle associazioni sindacali dei lavoratori. 7. Qualora non sia stato raggiunto laccordo, il direttore dellufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione convoca le parti alfine di un ulteriore esame delle materie di cui al comma 5, anche formulando proposte per la realizzazione di un accordo. Tale esame deve comunque esaurirsi entro trenta giorni dal ricevimento da parte dellUfficio provinciale del lavoro e della massima occupazione della comunicazione dellimpresa prevista al comma 6. 366

8. Qualora il numero dei lavoratori interessati dalla procedura di mobilita sia inferiore a dieci, i termini di cui ai commi 6 e 7 sono ridotti alla meta. 9. Raggiunto laccordo sindacale ovvero esaurita la procedura di cui ai commi 6, 7 e 8, limpresa ha facolta di collocare in mobilita gli impiegati, gli operai e i quadri eccedenti, comunicando per iscritto a ciascuno di essi il recesso, nel rispetto dei termini di preavviso. Contestualmente, lelenco dei lavoratori collocati in mobilita, con lindicazione per ciascun soggetto del nominativo, del luogo di residenza, della qualifica, del livello di inquadramento, delleta, del carico di famiglia, nonche con puntuale indicazione delle modalita con le quali sono stati applicati i criteri di scelta di cui allart. 5, comma 1, deve essere comunicato per iscritto allUfficio regionale del lavoro e della massima occupazione competente, alla Commissione regionale per limpiego e alle associazioni di categoria di cui al comma 2. 10. Nel caso in cui limpresa rinunci a collocare in mobilita i lavoratori o ne collochi un numero inferiore a quello risultante dalla comunicazione di cui al comma 2, la stessa procede al recupero delle somme pagate in eccedenza rispetto a quella dovuta ai sensi dellart. 5, comma 4, mediante conguaglio con i contributi dovuti allINPS, da effettuarsi con il primo versamento utile successivo alla data di determinazione del numero dei lavoratori posti in mobilita. 11. Gli accordi sindacali stipulati nel corso delle procedure di cui al presente articolo, che prevedano il riassorbimento totale o parziale dei lavoratori ritenuti eccedenti, possono stabilire, anche in deroga al secondo comma dellart. 2103 del codice civile, la loro assegnazione a mansioni diverse da quelle svolte. 12. Le comunicazioni di cui al comma 9 sono prive di efficacia ove siano state effettuate senza losservanza della forma scritta e delle procedure previste dal presentearticolo. 13. I lavoratori ammessi al trattamento di cassa integrazione, al termine del periodo di godimento del trattamento di integrazione salariale, rientrano in azienda. 14. Il presente articolo non trova applicazione nel caso di eccedenze determinate da fine lavoro nelle imprese edili e nelle attivita stagionali o saltuarie, nonche per i lavoratori assunti con contratto di lavoro a tempo determinato. 15. Nei casi in cui leccedenza riguardi unita produttive ubicate in diverse province della stessa regione ovvero in piu regioni, la competenza a promuovere laccordo di cui al comma 7 spetta rispettivamente al direttore dellUfficio regionale del lavoro e della massima occupazione ovvero al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Agli stessi vanno inviate le comunicazioni previste dal comma 4. 15-bis. Gli obblighi di informazione, consultazione e comunicazione devono essere adempiuti indipendentemente dal fatto che le decisioni relative allapertura delle procedure di cui al presente articolo siano assunte dal datore di lavoro o da unimpresa che lo controlli, li datore di lavoro che viola tali obblighi non puo eccepire a propria difesa la mancata trasmissione, da parte dellimpresa che lo controlla, delle informazioni relative alla decisione che ha determinato lapertura delle predette procedure. 16. Sono abrogati gli articoli 24 e 25 della legge 12 agosto 1977, n. 675, le disposizioni del decretolegge 30 marzo 1978, n. 80, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 1978, n. 215, ad eccezione dellart. 4-bis, nonche il decreto-legge 13 dicembre 1978, n. 795, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 febbraio 1979, n. 36.. - Il testo dellart. 24 della citata legge n. 223 del 1991, e il seguente: Art. 24 (Norme in materia di riduzione del personale). - 1. Le disposizioni di cui allart. 4, commi da 2 a 12 e 15-bis, e allart. 5, commi da 1 a 5, si applicano alle imprese che occupino piu di quindici dipendenti e che, in conseguenza di una riduzione o trasformazione di attivita o di lavoro, intendano effettuare almeno cinque licenziamenti, nellarco di centoventi giorni, in ciascuna unita produttiva, o in piu unita produttive nellambito del territorio di una stessa provincia. Tali disposizioni si applicano per tutti i licenziamenti che, nello stesso arco di tempo e nello stesso ambito, siano comunque riconducibili alla medesima riduzione o trasformazione. 367

2. Le disposizioni richiamate nel comma 1 si applicano anche quando le imprese di cui al medesimo comma intendano cessare lattivita. 3. Quanto previsto allart. 4, commi 3, ultimo periodo, e 10, e allart. 5, commi 4 e 5, si applica solo alle imprese di cui allart. 16, comma 1. Il contributo previsto dallart. 5, comma 4, e dovuto dalle imprese di cui allart. 16, comma 1, nella misura di nove volte il trattamento iniziale di mobilita spettante al lavoratore ed e ridotto a tre volte nei casi di accordo sindacale. 4. Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano nei casi di scadenza dei rapporti di lavoro a termine, di fine lavoro nelle costruzioni edili e nei casi di attivita stagionali o saltuarie. 5. La materia dei licenziamenti collettivi per riduzione di personale di cui al primo comma dellart. 11 della legge 15 luglio 1966, n. 604, come modificato dallart. 6 della legge 11 maggio 1990, n. 108, e disciplinata dal presente articolo. 6. Il presente articolo non si applica ai licenziamenti intimati prima della data di entrata in vigore della presentelegge.. - Il testo dellart. 4 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 (Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42, 98/24 e 99/38 riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro), e il seguente: Art. 4 (Obblighi del datore di lavoro, del dirigente e del preposto). - 1. Il datore di lavoro, in relazione alla natura dellattivita dellazienda ovvero dellunita produttiva, valuta tutti i rischi per la sicurezza e per la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonche nella sistemazione dei luoghi di lavoro. 2. Allesito della valutazione di cui al comma 1, il datore di lavoro elabora un documento contenente: a) una relazione sulla valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute durante il lavoro, nella quale sono specificati i criteri adottati per la valutazione stessa; b) lindividuazione delle misure di prevenzione e di protezione e dei dispositivi di protezione individuale, conseguente alla valutazione di cui alla lettera a);garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza. 3. Il documento e custodito presso lazienda ovvero lunita produttiva. 4.Il datore di lavoro: a) designa il responsabile del servizio di prevenzione e protezione interno o esterno allazienda secondo le regole di cui allart. 8; b) designa gli addetti al servizio di prevenzione e protezione interno o esterno allazienda secondo le regole di cui allart. 8; c) nomina, nei casi previsti dallart. 16, il medico competente. 5. Il datore di lavoro adotta le misure necessarie per la sicurezza e la salute dei lavoratori, e in particolare: a) designa preventivamente i lavoratori incaricati dellattuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di pronto soccorso e, comunque, di gestione dellemergenza; b) aggiorna le misure di prevenzione in relazione ai mutamenti organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e della sicurezza del lavoro, ovvero in relazione al grado di evoluzione della tecnica della prevenzione e della protezione; c) nellaffidare i compiti ai lavoratori tiene conto delle capacita e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza; d) fornisce ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale, sentito il responsabile del servizio di prevenzione e protezione; e) prende le misure appropriate affinche soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico; f) richiede losservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti, nonche delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza e di igiene del lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei 368

dispositivi di protezione individuali messi a loro disposizione; g) richiede losservanza da parte del medico competente degli obblighi previsti dal presente decreto, informandolo sui processi e sui rischi connessi allattivita produttiva; h) adotta le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e da istruzioni affinche i lavoratori, in caso di pericolo grave, immediato ed inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa; i) informa il piu presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione; l) si astiene, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attivita in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave e immediato; m) permette ai lavoratori di verificare, mediante il rappresentante per la sicurezza, lapplicazione delle misure di sicurezza e di protezione della salute e consente al rappresentante per la sicurezza di accedere alle informazioni ed alla documentazione aziendale di cui allart. 19, comma 1, lettera e); n) prende appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possano causare rischi per la salute della popolazione o deteriorare lambiente esterno; o) tiene un registro nel quale sono annotati cronologicamente gli infortuni sul lavoro che comportano unassenza dal lavoro di almeno un giorno. Nel registro sono annotati il nome, il cognome, la qualifica professionale dellinfortunato, le cause e le circostanze dellinfortunio, nonche la data di abbandono e di ripresa del lavoro. Il registro e redatto conformemente al modello approvato con decreto del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, sentita la commissione consultiva permanente, di cui allart. 393 del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547, e successive modifiche, ed e conservato sul luogo di lavoro, a disposizione dellorgano di vigilanza. Fino allemanazione di tale decreto il registro e redatto in conformita ai modelli gia disciplinati dalle leggi vigenti; p) consulta il rappresentante per la sicurezza nei casi previsti dallart. 19, comma 1, lettere b), c) e d); q) adotta le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dellevacuazione dei lavoratori, nonche per il caso di pericolo grave e immediato. Tali misure devono essere adeguate alla natura dellattivita, alle dimensioni dellazienda, ovvero dellunita produttiva, e al numero delle persone presenti. 6. Il datore di lavoro effettua la valutazione di cui al comma 1 ed elabora il documento di cui al comma 2 in collaborazione con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e con il medico competente nei casi in cui sia obbligatoria la sorveglianza sanitaria, previa consultazione del rappresentante perla sicurezza. 7. La valutazione di cui al comma 1 e il documento di cui al comma 2 sono rielaborati in occasione di modifiche del processo produttivo significative ai fini della sicurezza e della salute dei lavoratori. 8. Il datore di lavoro custodisce, presso lazienda ovvero lunita produttiva, la cartella sanitaria e di rischio del lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria, con salvaguardia del segreto professionale, e ne consegna copia al lavoratore stesso al momento della risoluzione del rapporto di lavoro, ovvero quando lo stesso ne fa richiesta. 9. Per le piccole e medie aziende, con uno o piu decreti da emanarsi entro il 31 marzo 1996 da parte dei Ministri del lavoro e della previdenza sociale, dellindustria, del commercio e dellartigianato e della sanita, sentita la commissione consultiva permanente per la prevenzione degli infortuni e per ligiene del lavoro, in relazione alla natura dei rischi e alle dimensioni dellazienda, sono definite procedure standardizzate per gli adempimenti documentali di cui al presente articolo. Tali disposizioni non si applicano alle attivita industriali di cui allart. 1 del decreto del Presidente della Repubblica 17 maggio 1988, n. 175, e successive modifiche, soggette allobbligo di dichiarazione o notifica ai sensi degli articoli 4 e 6 del decreto stesso, alle centrali termoelettriche, agli impianti e laboratori nucleari, alle aziende estrattive ed altre attivita minerarie, alle aziende per la fabbricazione e il deposito separato di esplosivi, polveri e munizioni, e alle strutture di ricovero e cura siapubblichesiaprivate. 10. Per le medesime aziende di cui al comma 9, primo periodo, con uno o piu decreti dei Ministri del 369

lavoro e della previdenza sociale, dellindustria, del commercio e dellartigianato e della sanita, sentita la commissione consultiva permanente per la prevenzione degli infortuni e per ligiene del lavoro,possono essere altresi definiti: a) i casi relativi a ipotesi di scarsa pericolosita, nei quali e possibile lo svolgimento diretto dei compiti di prevenzione e protezione in aziende ovvero unita produttive che impiegano un numero di addetti superiore a quello indicato nellallegato I; b) i casi in cui e possibile la riduzione a una sola volta allanno della visita di cui allart. 17, lettera h), degli ambienti di lavoro da parte del medico competente, ferma restando lobbligatorieta di visite ulteriori, allorche si modificano le situazioni di rischio. 11. Fatta eccezione per le aziende indicate nella nota [1] dellallegato I, il datore di lavoro delle aziende familiari, nonche delle aziende che occupano fino a dieci addetti non e soggetto agli obblighi di cui ai commi 2 e 3, ma e tenuto comunque ad autocertificare per iscritto lavvenuta effettuazione della valutazione dei rischi e ladempimento degli obblighi ad essa collegati. Lautocertificazione deve essere inviata al rappresentante per la sicurezza. Sono in ogni caso soggette agli obblighi di cui ai commi 2 e 3 le aziende familiari nonche le aziende che occupano fino a dieci addetti, soggette a particolari fattori di rischio, individuate nellambito di specifici settori produttivi con uno o piu decreti del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con i Ministri della sanita, dellindustria, del commercio e dellartigianato, delle risorse agricole alimentari e forestali e dellinterno, per quanto di rispettiva competenza. 12. Gli obblighi relativi agli interventi strutturali e di manutenzione necessari per assicurare, ai sensi del presente decreto, la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati in uso a pubbliche amministrazioni o a pubblici uffici, ivi comprese le istituzioni scolastiche ed educative, restano a carico dellamministrazione tenuta, per effetto di norme o convenzioni, alla loro fornitura e manutenzione. In tal caso gli obblighi previsti dal presente decreto, relativamente ai predetti interventi, si intendono assolti, da parte dei dirigenti o funzionari preposti agli uffici interessati, con la richiesta del loro adempimento allamministrazione competente o al soggetto che ne ha lobbligo giuridico.. Art. 21. Forma del contratto di somministrazione 1. Il contratto di somministrazione di manodopera e stipulato in forma scritta e contiene i seguenti elementi: a) gli estremi dellautorizzazione rilasciata al somministratore; b) il numero dei lavoratori da somministrare; c) i casi e le ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo di cui ai commi 3 e 4 dellarticolo 20; d) lindicazione della presenza di eventuali rischi per lintegrita e la salute del lavoratore e delle misure di prevenzione adottate; e) la data di inizio e la durata prevista del contratto di somministrazione; f) le mansioni alle quali saranno adibiti i lavoratori e il loro inquadramento; g) il luogo, lorario e il trattamento economico e normativo delle prestazioni lavorative; h) assunzione da parte del somministratore della obbligazione del pagamento diretto al lavoratore del trattamento economico, nonche del versamento dei contributi previdenziali; i) assunzione dellobbligo dellutilizzatore di rimborsare al somministratore gli oneri retributivi e previdenziali da questa effettivamente sostenuti in favore dei prestatori di lavoro; j) assunzione dellobbligo dellutilizzatore di comunicare al somministratore i trattamenti retributivi applicabili ai lavoratori comparabili; k) assunzione da parte dellutilizzatore, in caso di inadempimento del somministratore, dellobbligo del pagamento diretto al lavoratore del trattamento economico nonche del versamento dei contributi previdenziali, fatto salvo il diritto di rivalsa verso il somministratore. 2. Nellindicare gli elementi di cui al comma 1, le parti devono recepire le indicazioni contenute nei contratti collettivi. 3. Le informazioni di cui al comma 1, nonche la data di inizio e la durata prevedibile dellattivita 370

lavorativa presso lutilizzatore, devono essere comunicate per iscritto al prestatore di lavoro da parte del somministratore allatto della stipulazione del contratto di lavoro ovvero allatto dellinvio presso lutilizzatore. 4. In mancanza di forma scritta, con indicazione degli elementi di cui alle lettere a), b), c), d) ed e) del comma 1, il contratto di somministrazione e nullo e i lavoratori sono considerati a tutti gli effetti alle dipendenze dellutilizzatore. Art. 22. Disciplina dei rapporti di lavoro 1. In caso di somministrazione a tempo indeterminato i rapporti di lavoro tra somministratore e prestatori di lavoro sono soggetti alla disciplina generale dei rapporti di lavoro di cui al codice civile e alle leggi speciali. 2. In caso di somministrazione a tempo determinato il rapporto di lavoro tra somministratore e prestatore di lavoro e soggetto alla disciplina di cui al decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, per quanto compatibile, e in ogni caso con esclusione delle disposizioni di cui allarticolo 5, commi 3 e 4. Il termine inizialmente posto al contratto di lavoro puo in ogni caso essere prorogato, con il consenso del lavoratore e per atto scritto, nei casi e per la durata prevista dal contratto collettivo applicato dal somministratore. 3. Nel caso in cui il prestatore di lavoro sia assunto con contratto stipulato a tempo indeterminato, nel medesimo e stabilita la misura della indennita mensile di disponibilita, divisibile in quote orarie, corrisposta dal somministratore al lavoratore per i periodi nei quali il lavoratore stesso rimane in attesa di assegnazione. La misura di tale indennita e stabilita dal contratto collettivo applicabile al somministratore e comunque non e inferiore alla misura prevista, ovvero aggiornata periodicamente, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali. La predetta misura e proporzionalmente ridotta in caso di assegnazione ad attivita lavorativa a tempo parziale anche presso il somministratore. Lindennita di disponibilita e esclusa dal computo di ogni istituto di legge o di contratto collettivo. 4. Le disposizioni di cui allarticolo 4 della legge 23 luglio 1991, n. 223, non trovano applicazione anche nel caso di fine dei lavori connessi alla somministrazione a tempo indeterminato. In questo caso trovano applicazione larticolo 3 della legge 15 luglio 1966, n. 604, e le tutele del lavoratore di cui allarticolo 12. 5. In caso di contratto di somministrazione, il prestatore di lavoro non e computato nellorganico dellutilizzatore ai fini della applicazione di normative di legge o di contratto collettivo, fatta eccezione per quelle relative alla materia delligiene e della sicurezza sul lavoro. 6. La disciplina in materia di assunzioni obbligatorie e la riserva di cui allarticolo 4-bis, comma 3, del decreto legislativo n. 181 del 2000, non si applicano in caso di somministrazione. Note allart. 22: - Il testo del citato decreto legislativo n. 368 del 2001 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 9 ottobre 2001, n 235. - Per il testo dellart. 4 della citata legge n. 223 del 1991, si veda la nota allart. 20. - Il testo dellart. 3 della legge 15 luglio 1966, n. 604 (Norme sui licenziamenti individuali), e il seguente: Art. 3. - Il licenziamento per giustificato motivo con preavviso e determinato da un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali del prestatore di lavoro ovvero da ragioni inerenti allattivita produttiva, allorganizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa.. - Il testo dellart. 4-bis, comma 3, del citato decreto legislativo n. 181 del 2000, e il seguente: 3. Fermo restando quanto previsto dai commi 1 e 2, le regioni possono prevedere che una quota delle assunzioni effettuate dai datori di lavoro privati e dagli enti pubblici economici sia riservata a particolari categorie di lavoratori a rischio di esclusione sociale.. Art. 23. Tutela del prestatore di lavoro esercizio del potere disciplinare e regime della solidarieta 371

1. I lavoratori dipendenti dal somministratore hanno diritto a un trattamento economico e normativo complessivamente non inferiore a quello dei dipendenti di pari livello dellutilizzatore, a parita di mansioni svolte. Restano in ogni caso salve le clausole dei contratti collettivi nazionali di lavoro stipulate ai sensi dellarticolo 1, comma 3, della legge 24 giugno 1997, n. 196. 2. La disposizione di cui al comma 1 non trova applicazione con riferimento ai contratti di somministrazione conclusi da soggetti privati autorizzati nellambito di specifici programmi di formazione, inserimento e riqualificazione professionale erogati, a favore dei lavoratori svantaggiati, in concorso con Regioni, Province ed enti locali ai sensi e nei limiti di cui allarticolo 13. 3. Lutilizzatore e obbligato in solido con il somministratore a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi e i contributi previdenziali. 4. I contratti collettivi applicati dallutilizzatore stabiliscono modalita e criteri per la determinazione e corresponsione delle erogazioni economiche correlate ai risultati conseguiti nella realizzazione di programmi concordati tra le parti o collegati allandamento economico dellimpresa. I lavoratori dipendenti dal somministratore hanno altresi diritto a fruire di tutti i servizi sociali e assistenziali di cui godono i dipendenti dellutilizzatore addetti alla stessa unita produttiva, esclusi quelli il cui godimento sia condizionato alla iscrizione ad associazioni o societa cooperative o al conseguimento di una determinata anzianita di servizio. 5. Il somministratore informa i lavoratori sui rischi per la sicurezza e la salute connessi alle attivita produttive in generale e li forma e addestra alluso delle attrezzature di lavoro necessarie allo svolgimento della attivita lavorativa per la quale essi vengono assunti in conformita alle disposizioni recate dal decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni ed integrazioni. Il contratto di somministrazione puo prevedere che tale obbligo sia adempiuto dallutilizzatore; in tale caso ne va fatta indicazione nel contratto con il lavoratore. Nel caso in cui le mansioni cui e adibito il prestatore di lavoro richiedano una sorveglianza medica speciale o comportino rischi specifici, lutilizzatore ne informa il lavoratore conformemente a quanto previsto dal decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni ed integrazioni. Lutilizzatore osserva altresi, nei confronti del medesimo prestatore, tutti gli obblighi di protezione previsti nei confronti dei propri dipendenti ed e responsabile per la violazione degli obblighi di sicurezza individuati dalla legge e dai contratti collettivi. 6. Nel caso in cui adibisca il lavoratore a mansioni superiori o comunque a mansioni non equivalenti a quelle dedotte in contratto, lutilizzatore deve darne immediata comunicazione scritta al somministratore consegnandone copia al lavoratore medesimo. Ove non abbia adempiuto allobbligo di informazione, lutilizzatore risponde in via esclusiva per le differenze retributive spettanti al lavoratore occupato in mansioni superiori e per leventuale risarcimento del danno derivante dalla assegnazione a mansioni inferiori. 7. Ai fini dellesercizio del potere disciplinare, che e riservato al somministratore, lutilizzatore comunica al somministratore gli elementi che formeranno oggetto della contestazione ai sensi dellarticolo 7 della legge 20 maggio 1970, n. 300. 8. In caso di somministrazione di lavoro a tempo determinato e nulla ogni clausola diretta a limitare, anche indirettamente, la facolta dellutilizzatore di assumere il lavoratore al termine del contratto di somministrazione. 9. La disposizione di cui al comma 8 non trova applicazione nel caso in cui al lavoratore sia corrisposta una adeguata indennita, secondo quanto stabilito dal contratto collettivo applicabile al somministratore. Note allart. 23: - Il testo dellart. 1, comma 3, della citata legge n. 196 del 1997 e il seguente: 3. Nei settori dellagricoltura, privilegiando le attivita rivolte allo sviluppo dellagricoltura biologica, e delledilizia i contratti di fornitura di lavoro temporaneo potranno essere introdotti in via sperimentale previa intesa tra le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale circa le aree e le modalita della 372

sperimentazione. La predetta limitazione non trova applicazione con riferimento ai lavoratori appartenenti alla categoria degli impiegati.. - Il citato decreto legislativo n. 626 del 1994 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 12 novembre 1994, n. 265, supplemento ordinario. - Il testo dellart. 7 della citata legge n. 300 del 1970 e il seguente: Art. 7 (Sanzioni disciplinari). - Le norme disciplinari relative alle sanzioni, alle infrazioni in relazione alle quali ciascuna di esse puo essere applicata ed alle procedure di contestazione delle stesse, devono essere portate a conoscenza dei lavoratori mediante affissione in luogo accessibile a tutti. Esse devono applicare quanto in materia e stabilito da accordi e contratti di lavoro ove esistano. Il datore di lavoro non puo adottare alcun provvedimento disciplinare nei confronti del lavoratore senza avergli preventivamente contestato laddebito e senza averlo sentito a sua difesa. Il lavoratore potra farsi assistere da un rappresentante dellassociazione sindacale cui aderisce o conferisce mandato. Fermo restando quanto disposto dalla legge 15 luglio 1966, n. 604, non possono essere disposte sanzioni disciplinari che comportino mutamenti definitivi del rapporto di lavoro; inoltre la multa non puo essere disposta per un importo superiore a quattro ore della retribuzione base e la sospensione dal servizio e dalla retribuzione per piu di dieci giorni. In ogni caso, i provvedimenti disciplinari piu gravi del rimprovero verbale non possono essere applicati prima che siano trascorsi cinque giorni dalla contestazione per iscritto del fatto che vi ha dato causa. Salvo analoghe procedure previste dai contratti collettivi di lavoro e ferma restando la facolta di adire lautorita giudiziaria, il lavoratore al quale sia stata applicata una sanzione disciplinare puo promuovere, nei venti giorni successivi, anche per mezzo dellassociazione alla quale sia iscritto ovvero conferisca mandato, la costituzione, tramite lufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione, di un collegio di conciliazione ed arbitrato, composto da un rappresentante di ciascuna delle parti e da un terzo membro scelto di comune accordo o, in difetto di accordo, nominato dal direttore dellufficio del lavoro. La sanzione disciplinare resta sospesa fino alla pronuncia da parte del collegio. Qualora il datore di lavoro non provveda, entro dieci giorni dallinvito rivoltogli dallufficio del lavoro, a nominare il proprio rappresentante in seno al collegio di cui al comma precedente, la sanzione disciplinare non ha effetto. Se il datore di lavoro adisce lautorita giudiziaria, la sanzione disciplinare resta sospesa fino alla definizione del giudizio. Non puo tenersi conto ad alcun effetto delle sanzioni disciplinari decorsi due anni dalla loro applicazione.. Art. 24. Diritti sindacali e garanzie collettive 1. Ferme restando le disposizioni specifiche per il lavoro in cooperativa, ai lavoratori delle societa o imprese di somministrazione e degli appaltatori si applicano i diritti sindacali previsti dalla legge 20 maggio 1970, n. 300, e successive modificazioni. 2. Il prestatore di lavoro ha diritto a esercitare presso lutilizzatore, per tutta la durata della somministrazione, i diritti di liberta e di attivita sindacale nonche a partecipare alle assemblee del personale dipendente delle imprese utilizzatrici. 2. Ai prestatori di lavoro che dipendono da uno stesso somministratore e che operano presso diversi utilizzatori compete uno specifico diritto di riunione secondo la normativa vigente e con le modalita specifiche determinate dalla contrattazione collettiva. 4. Lutilizzatore comunica alla rappresentanza sindacale unitaria, ovvero alle rappresentanze aziendali e, in mancanza, alle associazioni territoriali di categoria aderenti alle confederazioni dei lavoratori comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale: a) il numero e i motivi del ricorso alla somministrazione di lavoro prima della stipula del contratto di somministrazione; ove ricorrano motivate ragioni di urgenza e necessita di stipulare il contratto, lutilizzatore fornisce le predette comunicazioni entro i cinque giorni successivi; b) ogni dodici mesi, anche per il tramite della associazione dei datori di lavoro alla quale aderisce o 373

conferisce mandato, il numero e i motivi dei contratti di somministrazione di lavoro conclusi, la durata degli stessi, il numero e la qualifica dei lavoratori interessati. Nota allart. 24: - Per il testo della citata legge n. 300 del 1970 si veda nota allart. l. Art. 25. Norme previdenziali 1. Gli oneri contributivi, previdenziali, assicurativi ed assistenziali, previsti dalle vigenti disposizioni legislative, sono a carico del somministratore che, ai sensi e per gli effetti di cui allarticolo 49 della legge 9 marzo 1989, n. 88, e inquadrato nel settore terziario. Sulla indennita di disponibilita di cui allarticolo 22, comma 3, i contributi sono versati per il loro effettivo ammontare, anche in deroga alla vigente normativa in materia di minimale contributivo. 2. Il somministratore non e tenuto al versamento della aliquota contributiva di cui allarticolo 25, comma 4, della legge 21 dicembre 1978, n. 845. 3. Gli obblighi per lassicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali previsti dal decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, e successive modificazioni, sono determinati in relazione al tipo e al rischio delle lavorazioni svolte. I premi e i contributi sono determinati in relazione al tasso medio, o medio ponderato, stabilito per la attivita svolta dallimpresa utilizzatrice, nella quale sono inquadrabili le lavorazioni svolte dai lavoratori temporanei, ovvero sono determinati in base al tasso medio, o medio ponderato, della voce di tariffa corrispondente alla lavorazione effettivamente prestata dal lavoratore temporaneo, ove presso limpresa utilizzatrice la stessa non sia gia assicurata. 4. Nel settore agricolo e in caso di somministrazione di lavoratori domestici trovano applicazione i criteri erogativi, gli oneri previdenziali e assistenziali previsti dai relativi settori.

Note allart. 25: - Il testo dellart. 49 della legge 9 marzo 1989, n, 88 (Ristrutturazione dellIstituto nazionale della previdenza sociale e dellIstituto nazionale per lassicurazione contro gli infortuni sul lavoro), e il seguente: Art. 49 (Classificazione dei datori di lavoro ai fini previdenziali ed assistenziali). - 1. La classificazione dei datori di lavoro disposta dallIstituto ha effetto a tutti i fini previdenziali ed assistenziali ed e stabilita sulla base dei seguenti criteri: a) settore industria, per le attivita: manifatturiere, estrattive, impiantistiche; di produzione e distribuzione dellenergia, gas ed acqua; delledilizia; dei trasporti e comunicazioni; delle lavanderie industriali; della pesca; dello spettacolo; nonche per le relative attivita ausiliarie; b) settore artigianato, per le attivita di cui alla legge 8 agosto 1985, n. 443; c) settore agricoltura, per le attivita di cui allart. 2135 del codice civile ed allart. 1 della legge 20 novembre 1986, n. 778; d) settore terziario, per le attivita: commerciali, ivi comprese quelle turistiche; di produzione, intermediazione e prestazione dei servizi anche finanziari; per le attivita professionali ed artistiche; nonche per le relative attivita ausiliarie; e) credito, assicurazione e tributi, per le attivita: bancarie e di credito; assicurative; esattoriale, relativamente ai servizi tributari appaltati. 2. I datori di lavoro che svolgono attivita non rientranti fra quelle di cui al comma 1 sono inquadrati nel settore attivita varie; qualora non abbiano finalita di lucro sono esonerati, a domanda, dalla contribuzione alla Cassa unica assegni familiari, a condizione che assicurino ai propri dipendenti trattamenti di famiglia non inferiori a quelli previsti dalla legge. 3. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale sara stabilito a quale dei settori indicati nel precedente comma si debbano aggregare, agli effetti previdenziali ed assistenziali, i datori di lavoro che svolgono attivita plurime rientranti in settori diversi. Restano comunque validi gli inquadramenti gia in atto nei settori dellindustria, del commercio e dellagricoltura o derivanti da 374

leggi speciali o conseguenti a decreti emanati ai sensi dellart. 34 del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1955, n. 797.. - Il testo dellart. 25, comma 4, della legge 21 dicembre 1978, n. 845 (Legge-quadro in materia di formazione professionale), e il seguente: Art. 25 (Istituzione di un Fondo di rotazione). Con la stessa decorrenza laliquota del contributo integrativo dovuto per lassicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria ai sensi dellart. 12 della legge 3 giugno 1975, n. 160, e aumentata in misura pari allo 0,30 per cento delle retribuzioni soggette allobbligo contributivo.. - Il testo del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124 (Testo unico delle disposizioni per lassicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali) e pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 13 ottobre 1965, n. 257. Art. 26. Responsabilita civile 1. Nel caso di somministrazione di lavoro lutilizzatore risponde nei confronti dei terzi dei danni a essi arrecati dal prestatore di lavoro nellesercizio delle sue mansioni. Art. 27. Somministrazione irregolare 1. Quando la somministrazione di lavoro avvenga al di fuori dei limiti e delle condizioni di cui agli articoli 20 e 21, comma 1, lettere a), b), c), d) ed e), il lavoratore puo chiedere, mediante ricorso giudiziale a norma dellarticolo 414 del codice di procedura civile, notificato anche soltanto al soggetto che ne ha utilizzato la prestazione, la costituzione di un rapporto di lavoro alle dipendenze di questultimo, con effetto dallinizio della somministrazione. 2. Nelle ipotesi di cui al comma 1 tutti i pagamenti effettuati dal somministratore, a titolo retributivo o di contribuzione previdenziale, valgono a liberare il soggetto che ne ha effettivamente utilizzato la prestazione dal debito corrispondente fino a concorrenza della somma effettivamente pagata. Tutti gli atti compiuti dal somministratore per la costituzione o la gestione del rapporto, per il periodo durante il quale la somministrazione ha avuto luogo, si intendono come compiuti dal soggetto che ne ha effettivamente utilizzato la prestazione. 3. Ai fini della valutazione delle ragioni di cui allarticolo 20, commi 3 e 4, che consentono la somministrazione di lavoro il controllo giudiziale e limitato esclusivamente, in conformita ai principi generali dellordinamento, allaccertamento della esistenza delle ragioni che la giustificano e non puo essere esteso fino al punto di sindacare nel merito valutazioni e scelte tecniche, organizzative o produttive che spettano allutilizzatore. Note allart. 27: - Il testo dellart. 414 del codice di procedura civile e il seguente: Art. 414 (Forma della domanda). - La domanda si propone con ricorso, il quale deve contenere: 1) lindicazione del giudice; 2) il nome, il cognome, nonche la residenza o il domicilio eletto dal ricorrente nel comune in cui ha sede il giudice adito, il nome, il cognome e la residenza o il domicilio o la dimora del convenuto; se ricorrente o convenuto e una persona giuridica, unassociazione non riconosciuta o un comitato, il ricorso deve indicare la denominazione o ditta nonche la sede del ricorrente o del convenuto; 3) la determinazione delloggetto della domanda; 4) lesposizione dei fatti e degli elementi di diritto sui quali si fonda la domanda con le relative conclusioni; 5) lindicazione specifica dei mezzi di prova di cui il ricorrente intende avvalersi e in particolare dei documenti che si offrono in comunicazione.. Art. 28. Somministrazione fraudolenta 1. Ferme restando le sanzioni di cui allarticolo 18, quando la somministrazione di lavoro e posta in essere con la specifica finalita di eludere norme inderogabili di legge o di contratto collettivo applicato al lavoratore, somministratore e utilizzatore sono puniti con una ammenda di 20 euro per ciascun lavoratore coinvolto e ciascun giorno di somministrazione. 375

Capo II Appalto e distacco Art. 29. Appalto 1. Ai fini della applicazione delle norme contenute nel presente titolo, il contratto di appalto, stipulato e regolamentato ai sensi dellarticolo 1655 del codice civile, si distingue dalla somministrazione di lavoro per la organizzazione dei mezzi necessari da parte dellappaltatore, che puo anche risultare, in relazione alle esigenze dellopera o del servizio dedotti in contratto, dallesercizio del potere organizzativo e direttivo nei confronti dei lavoratori utilizzati nellappalto, nonche per la assunzione, da parte del medesimo appaltatore, del rischio dimpresa. 2. In caso di appalto di servizi il committente imprenditore o datore di lavoro e obbligato in solido con lappaltatore, entro il limite di un anno dalla cessazione dellappalto, a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi e i contributi previdenziali dovuti. 3. Lacquisizione del personale gia impiegato nellappalto a seguito di subentro di un nuovo appaltatore, in forza di legge, di contratto collettivo nazionale di lavoro, o di clausola del contratto dappalto, non costituisce trasferimento dazienda o di parte dazienda. Nota allart. 29: - Il testo dellart. 1655 del codice civile e il seguente: Art. 1655 (Nozione). - Lappalto e il contratto col quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di una opera o di un servizio verso un corrispettivo in danaro.. Art. 30. Distacco 1. Lipotesi del distacco si configura quando un datore di lavoro, per soddisfare un proprio interesse, pone temporaneamente uno o piu lavoratori a disposizione di altro soggetto per lesecuzione di una determinata attivita lavorativa. 2. In caso di distacco il datore di lavoro rimane responsabile del trattamento economico e normativo a favore del lavoratore. 3. Il distacco che comporti un mutamento di mansioni deve avvenire con il consenso del lavoratore interessato. Quando comporti un trasferimento a una unita produttiva sita a piu di 50 km da quella in cui il lavoratore e adibito, il distacco puo avvenire soltanto per comprovate ragioni tecniche, organizzative, produttive o sostitutive. 4. Resta ferma la disciplina prevista dallarticolo 8, comma 3, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236. Nota allart. 30: - Il testo dellart. 8, comma 3, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, (Interventi urgenti a sostegno delloccupazione), e il seguente: 3. Gli accordi sindacali, al fine di evitare le riduzioni di personale, possono regolare il comando o il distacco di uno o piu lavoratori dallimpresa ad altra per una durata temporanea.. Titolo IV
DISPOSIZIONI IN MATERIA DI GRUPPI DI IMPRESA E TRASFERIMENTODAZIENDA

Art. 31. Gruppi di impresa 1. I gruppi di impresa, individuati ai sensi dellarticolo 2359 del codice civile e del decreto legislativo 2 aprile 2002, n. 74, possono delegare lo svolgimento degli adempimenti di cui allarticolo 1 della legge 11 gennaio 1979, n. 12, alla societa capogruppo per tutte le societa controllate e collegate. 2. I consorzi, ivi compresi quelli costituiti in forma di societa cooperativa di cui allarticolo 27 del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 14 dicembre 1947, n. 1577, possono svolgere gli adempimenti di cui allarticolo 1 della legge 11 gennaio 1979, n. 12, per conto dei soggetti consorziati o delegarne lesecuzione a una societa consorziata. 376

3. Le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non rilevano ai fini della individuazione del soggetto titolare delle obbligazioni contrattuali e legislative in capo alle singole societa datrici di lavoro. Note allart. 31: - Il testo dellart. 2359 del codice civile e il seguente: (Testo in vigore dal 1 gennaio 2004). Art. 2359 (Societa controllate e societa collegate). - Sono considerate societa controllate: 1) le societa in cui unaltra societa dispone della maggioranza dei voti esercitabili nellassemblea ordinaria; 2) le societa in cui unaltra societa dispone di voti sufficienti per esercitare uninfluenza dominante nellassemblea ordinaria; 3) le societa che sono sotto influenza dominante di unaltra societa in virtu di particolari vincoli contrattuali con essa. Ai fini dellapplicazione dei numeri 1) e 2) del primo comma si computano anche i voti spettanti a societa controllate, a societa fiduciarie e a persona interposta: non si computano i voti spettanti per conto di terzi. Sono considerate collegate le societa sulle quali unaltra societa esercita uninfluenza notevole. Linfluenza si presume quando nellassemblea ordinaria puo essere esercitato almeno un quinto dei voti ovvero un decimo se la societa ha azioni quotate in borsa.. (Testo in vigore fino al 31 dicembre 2003). Art. 2359 (Societa controllate e societa collegate). - Sono considerate societa controllate: 1) le societa in cui unaltra societa dispone della maggioranza dei voti esercitabili nellassemblea ordinaria; 2) le societa in cui unaltra societa dispone di voti sufficienti per esercitare uninfluenza dominante nellassemblea ordinaria; 3) le societa che sono sotto influenza dominante di unaltra societa in virtu di particolari vincoli contrattuali con essa. Ai fini dellapplicazione dei numeri 1) e 2) del primo comma si computano anche i voti spettanti a societa controllate, a societa fiduciarie e a persona interposta; non si computano i voti spettanti per conto di terzi. Sono considerate collegate le societa sulle quali unaltra societa esercita uninfluenza notevole. Linfluenza si presume quando nellassemblea ordinaria puo essere esercitato almeno un quinto dei voti ovvero un decimo se la societa ha azioni quotate in borsa.. - Il testo del decreto legislativo 2 aprile 2002, n. 74 (Attuazione della direttiva del Consiglio del 22 settembre 1994, 94/45/CE, relativa allistituzione di un comitato aziendale europeo o di una procedura per linformazione e la consultazione dei lavoratori nelle imprese e nei gruppi di imprese di dimensioni comunitarie), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 24 aprile 2002, n. 96. - Il testo dellart. 1 della legge 11 gennaio 1979, n. 12 (Norme per lordinamento della professione di consulente del lavoro), e il seguente: Art. 1 (Esercizio della professione di consulente del lavoro). - Tutti gli adempimenti in materia di lavoro,previdenza ed assistenza sociale dei lavoratori dipendenti, quando non sono curati dal datore di lavoro, direttamente od a mezzo di propri dipendenti, non possono essere assunti se non da coloro che siano iscritti nellalbo dei consulenti del lavoro a norma dellart. 9 della presente legge salvo il disposto del successivo art. 40, nonche da coloro che siano iscritti negli albi degli avvocati e procuratori legali, dei dottori commercialisti, dei ragionieri e periti commerciali, i quali in tal caso sono tenuti a darne comunicazione agli ispettorati del lavoro delle province nel cui ambito territoriale intendono svolgere gli adempimenti di cui sopra. I dipendenti del Ministero del lavoro e della previdenza sociale che abbiano prestato servizio, almeno per 15 anni, con mansioni di ispettori del lavoro presso gli ispettorati del lavoro, sono esonerati dagli esami per liscrizione allalbo dei consulenti del lavoro e dal tirocinio per esercitare tale attivita. Il personale di cui al presente comma non potra essere iscritto allalbo della provincia dove ha prestato 377

servizio se non dopo 4 anni dalla cessazione del servizio stesso. Il titolo di consulente del lavoro spetta alle persone che, munite dellapposita abilitazione professionale, sono iscritte nellalbo di cui allart. 8 della presente legge. Le imprese considerate artigiane ai sensi della legge 25 luglio 1956, n. 860, nonche le altre piccole imprese, anche in forma cooperativa, possono affidare lesecuzione degli adempimenti di cui al primo comma a servizi o a centri di assistenza fiscale istituiti dalle rispettive associazioni di categoria. Tali servizi possono essere organizzati a mezzo dei consulenti del lavoro, anche se dipendenti dalle predette associazioni. Per lo svolgimento delle operazioni di calcolo e stampa relative agli adempimenti di cui al primo comma, nonche per lesecuzione delle attivita strumentali ed accessorie, le imprese di cui al quarto comma possono avvalersi anche di centri di elaborazione dati costituiti e composti esclusivamente da soggetti iscritti agli albi di cui alla presente legge con versamento, da parte degli stessi, della contribuzione integrativa alle casse di previdenza sul volume di affari ai fini IVA, ovvero costituiti o promossi dalle rispettive associazioni di categoria alle condizioni definite al citato quarto comma. I criteri di attuazione della presente disposizione sono stabiliti dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale sentiti i rappresentanti delle associazioni di categoria e degli ordini e collegi professionali interessati. Le imprese con oltre 250 addetti che non si avvalgono, per le operazioni suddette, di proprie strutture interne possono demandarle a centri di elaborazione dati, di diretta costituzione od esterni, i quali devono essere in ogni caso assistiti da uno o piu soggetti di cui al primo comma. Presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale e istituito un comitato di monitoraggio, composto dalle associazioni di categoria, dai rappresentanti degli ordini e collegi di cui alla presente legge e delle organizzazioni sindacali comparativamente piu rappresentative a livello nazionale, allo scopo di esaminare i problemi connessi allevoluzione professionale ed occupazionale del settore. - Il testo dellart. 27 del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 14 dicembre 1947, n. 1577 (Provvedimenti per la cooperazione), e il seguente: Art. 27. - Le societa cooperative legalmente costituite, comprese quelle tra pescatori lavoratori, che, mediante la costituzione di una struttura organizzativa comune, si propongono, per facilitare i loro scopi mutualistici, lesercizio in comune di attivita economiche, possono costituirsi in consorzio come societa cooperative, ai sensi degli articoli 2511 e seguenti del codice civile. Per procedere a tale costituzione e necessario: a) un numero di societa cooperative legalmente costituite non inferiore a tre; b) la sottoscrizione di un capitale di almeno 1.000.000 di lire di cui sia versato almeno la meta. Le quote di partecipazione delle consorziate possono essere rappresentate da azioni il cui valore nominale non puo essere inferiore a lire 50.000, ne superiore a lire l .000.000 ciascuna. I consorzi fra cooperative di pescatori possono essere costituiti da un numero di societa cooperative non inferiore a tre. Il limite di capitale indicato nel secondo comma e ridotto a lire 500.000, di cui sia versata almeno la meta.. Art. 32. Modifica allarticolo 2112 comma quinto, del Codice civile 1. Fermi restando i diritti dei prestatori di lavoro in caso di trasferimento dazienda di cui alla normativa di recepimento delle direttive europee in materia, il comma quinto dellarticolo 2112 del codice civile e sostituito dal seguente: Ai fini e per gli effetti di cui al presente articolo si intende per trasferimento dazienda qualsiasi operazione che, in seguito a cessione contrattuale o fusione, comporti il mutamento nella titolarita di unattivita economica organizzata, con o senza scopo di lucro, preesistente al trasferimento e che conserva nel trasferimento la propria identita a prescindere dalla tipologia negoziale o dal provvedimento sulla base del quale il trasferimento e attuato ivi compresi lusufrutto o laffitto di azienda. Le disposizioni del presente articolo si applicano altresi al trasferimento di parte dellazienda, intesa come articolazione funzionalmente autonoma di unattivita economica organizzata, identificata come tale dal cedente e dal cessionario al momento del suo trasferimento. 378

2. Allarticolo 2112 del codice civile e aggiunto, in fine, il seguente comma: Nel caso in cui lalienante stipuli con lacquirente un contratto di appalto la cui esecuzione avviene utilizzando il ramo dazienda oggetto di cessione, tra appaltante e appaltatore opera un regime di solidarieta di cui allarticolo 1676.

Note allart. 32: - Il testo dellart. 2112 del codice civile, come modificato dal decreto qui pubblicato e il seguente: Art. 2112 (Mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento dazienda). - In caso di trasferimento dazienda, il rapporto di lavoro continua con il cessionario ed il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano. Il cedente ed il cessionario sono obbligati, in solido, per tutti i crediti che il lavoratore aveva al tempo del trasferimento. Con le procedure di cui agli articoli 410 e 411 del codice di procedura civile il lavoratore puo consentire la liberazione del cedente dalle obbligazioni derivanti dal rapporto di lavoro. Il cessionario e tenuto ad applicare i trattamenti economici e normativi previsti dai contratti collettivi nazionali, territoriali ed aziendali vigenti alla data del trasferimento, fino alla loro scadenza, salvo che siano sostituiti da altri contratti collettivi applicabili allimpresa del cessionario. Leffetto di sostituzione si produce esclusivamente fra contratti collettivi del medesimo livello. Ferma restando la facolta di esercitare il recesso ai sensi della normativa in materia di licenziamenti, il trasferimento dazienda non costituisce di per se motivo di licenziamento. Il lavoratore, le cui condizioni di lavoro subiscono una sostanziale modifica nei tre mesi successivi al trasferimento dazienda, puo rassegnare le proprie dimissioni con gli effetti di cui allart. 2119, primo comma. Ai fini e per gli effetti di cui al presente articolo si intende per trasferimento dazienda qualsiasi operazione che, in seguito a cessione contrattuale o fusione, comporti il mutamento nella titolarita di unattivita economica organizzata, con o senza scopo di lucro, preesistente al trasferimento e che conserva nel trasferimento la propria identita a prescindere dalla tipologia negoziale o dal provvedimento sulla base del quale il trasferimento e attuato ivi compresi lusufrutto o laffitto di azienda. Le disposizioni del presente articolo si applicano altresi al trasferimento di parte dellazienda, intesa come articolazione funzionalmente autonoma di unattivita economica organizzata, identificata come tale dal cedente e dal cessionario al momento del suo trasferimento. Nel caso in cui lalienante stipuli con lacquirente un contratto di appalto la cui esecuzione avviene utilizzando il ramo dazienda oggetto di cessione, tra appaltante e appaltatore opera un regime di solidarieta di cui allart. 1676.. - Il testo dellart. 1676 del codice civile, e il seguente: Art. 1676 (Diritti degli ausiliari dellappaltatore verso il committente). - Coloro che, alle dipendenze dellappaltatore, hanno dato la loro attivita per eseguire lopera o per prestare il servizio possono proporre azione diretta contro il committente per conseguire quanto e loro dovuto, fino alla concorrenza del debito che il committente ha verso lappaltatore nel tempo in cui essi propongono la domanda..
Titolo V TIPOLOGIE CONTRATTUALI A ORARIO RIDOTTO, MODULATO O FLESSIBILE

Capo I Lavoro intermittente Art. 33. Definizione e tipologie 1. Il contratto di lavoro intermittente e il contratto mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione di un datore di lavoro che ne puo utilizzare la prestazione lavorativa nei limiti di cui allarticolo 34. 2. Il contratto di lavoro intermittente puo essere stipulato anche a tempo determinato. Art. 34. Casi di ricorso al lavoro intermittente 1. Il contratto di lavoro intermittente puo essere concluso per lovolgimento di prestazioni di carattere discontinuo o intermittente secondo le esigenze individuate dai contratti collettivi stipulati da 379

associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale o territoriale o, in via provvisoriamente sostitutiva, dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con apposito decreto da adottarsi trascorsi sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo. 2. In via sperimentale il contratto di lavoro intermittente puo essere altresi concluso anche per prestazioni rese da soggetti in stato di disoccupazione con meno di 25 anni di eta ovvero da lavoratori con piu di 45 anni di eta che siano stati espulsi dal ciclo produttivo o siano iscritti alle liste di mobilita e di collocamento. 3. E vietato il ricorso al lavoro intermittente: a) per la sostituzione di lavoratori che esercitano il diritto di sciopero; b) salva diversa disposizione degli accordi sindacali, presso unita produttive nelle quali si sia proceduto, entro i sei mesi precedenti, a licenziamenti collettivi ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223, che abbiano riguardato lavoratori adibiti alle stesse mansioni cui si riferisce il contratto di lavoro intermittente ovvero presso unita produttive nelle quali sia operante una sospensione dei rapporti o una riduzione dellorario, con diritto al trattamento di integrazione salariale, che interessino lavoratori adibiti alle mansioni cui si riferisce il contratto di lavoro intermittente; c) da parte delle imprese che non abbiano effettuato la valutazione dei rischi ai sensi dellarticolo 4 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni. Nota allart. 34: - Il testo degli articoli 4 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223 (Note in materia di cassa integrazione, mobilita, trattamenti di disoccupazione, attuazione di direttive della Comunita europea, avviamento al lavoro ed altre disposizioni in materia di mercato del lavoro), e riportato nelle note allart. 20. - Per il testo dellart. 4 del citato decreto legislativo n. 626 del 1994 si veda nota allart. 20. Art. 35. Forma e comunicazioni 1. Il contratto di lavoro intermittente e stipulato in forma scritta ai fini della prova dei seguenti elementi: a) indicazione della durata e delle ipotesi, oggettive o soggettive, previste dallarticolo 34 che consentono la stipulazione del contratto; b) luogo e la modalita della disponibilita, eventualmente garantita dal lavoratore, e del relativo preavviso di chiamata del lavoratore che in ogni caso non puo essere inferiore a un giorno lavorativo; c) il trattamento economico e normativo spettante al lavoratore per la prestazione eseguita e la relativa indennita di disponibilita, ove prevista, nei limiti di cui al successivo articolo 36; d) indicazione delle forme e modalita, con cui il datore di lavoro e legittimato a richiedere lesecuzione della prestazione di lavoro, nonche delle modalita di rilevazione della prestazione; e) i tempi e le modalita di pagamento della retribuzione e della indennita di disponibilita; f) le eventuali misure di sicurezza specifiche necessarie in relazione al tipo di attivita dedotta in contratto. 2. Nellindicare gli elementi di cui al comma 1, le parti devono recepire le indicazioni contenute nei contratti collettivi ove previste. 3. Fatte salve previsioni piu favorevoli dei contratti collettivi, il datore di lavoro e altresi tenuto a informare con cadenza annuale le rappresentanze sindacali aziendali, ove esistenti, sullandamento del ricorso al contratto di lavoro intermittente. Art. 36. Indennita di disponibilita 1. Nel contratto di lavoro intermittente e stabilita la misura della indennita mensile di disponibilita, divisibile in quote orarie, corrisposta al lavoratore per i periodi nei quali il lavoratore stesso garantisce la disponibilita al datore di lavoro in attesa di utilizzazione. La misura di detta indennita e stabilita dai contratti collettivi e comunque non e inferiore alla misura prevista, ovvero aggiornata periodicamente, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentite le associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale. 2. Sulla indennita di disponibilita di cui al comma 1 i contributi sono versati per il loro effettivo 380

ammontare, anche in deroga alla vigente normativa in materia di minimale contributivo. 3. Lindennita di disponibilita e esclusa dal computo di ogni istituto di legge o di contratto collettivo. 4. In caso di malattia o di altro evento che renda temporaneamente impossibile rispondere alla chiamata, il lavoratore e tenuto a informare tempestivamente il datore di lavoro, specificando la durata dellimpedimento. Nel periodo di temporanea indisponibilita non matura il diritto alla indennita di disponibilita. 5. Ove il lavoratore non provveda alladempimento di cui al comma che precede, perde il diritto alla indennita di disponibilita per un periodo di quindici giorni, salva diversa previsione del contratto individuale. 6. Le disposizioni di cui ai commi da 1 a 5 si applicano soltanto nei casi in cui il lavoratore si obbliga contrattualmente a rispondere alla chiamata del datore di lavoro. In tal caso, il rifiuto ingiustificato di rispondere alla chiamata puo comportare la risoluzione del contratto, la restituzione della quota di indennita di disponibilita riferita al periodo successivo allingiustificato rifiuto, nonche un congruo risarcimento del danno nella misura fissata dai contratti collettivi o, in mancanza, dal contratto di lavoro. 7. Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro delleconomia e delle finanze, e stabilita la misura della retribuzione convenzionale in riferimento alla quale i lavoratori assunti ai sensi dellarticolo 33 possono versare la differenza contributiva per i periodi in cui abbiano percepito una retribuzione inferiore rispetto a quella convenzionale ovvero abbiano usufruito della indennita di disponibilita fino a concorrenza della medesima misura. Art. 37. Lavoro intermittente per periodi predeterminati nellarco della settimana, del mese o dellanno 1. Nel caso di lavoro intermittente per prestazioni da rendersi il fine settimana, nonche nei periodi delle ferie estive o delle vacanze natalizie e pasquali lindennita di disponibilita di cui allarticolo 36 e corrisposta al prestatore di lavoro solo in caso di effettiva chiamata da parte del datore di lavoro. 2. Ulteriori periodi predeterminati possono esser previsti dai contratti collettivi stipulati da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale o territoriale. Art. 38. Principio di non discriminazione 1. Fermi restando i divieti di discriminazione diretta e indiretta previsti dalla legislazione vigente, il lavoratore intermittente non deve ricevere, per i periodi lavorati, un trattamento economico e normativo complessivamente meno favorevole rispetto al lavoratore di pari livello, a parita di mansioni svolte. 2. Il trattamento economico, normativo e previdenziale del lavoratore intermittente e riproporzionato, in ragione della prestazione lavorativa effettivamente eseguita, in particolare per quanto riguarda limporto della retribuzione globale e delle singole componenti di essa, nonche delle ferie e dei trattamenti per malattia, infortunio sul lavoro, malattia professionale, maternita, congedi parentali. 3. Per tutto il periodo durante il quale il lavoratore resta disponibile a rispondere alla chiamata del datore di lavoro non e titolare di alcun diritto riconosciuto ai lavoratori subordinati ne matura alcun trattamento economico e normativo, salvo lindennita di disponibilita di cui allarticolo 36. Art. 39. Computo del lavoratore intermittente 1. Il prestatore di lavoro intermittente e computato nellorganico dellimpresa, ai fini della applicazione di normative di legge, in proporzione allorario di lavoro effettivamente svolto nellarco di ciascun semestre. Art. 40. Sostegno e valorizzazione della autonomia collettiva 1. Qualora, entro cinque mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, non sia intervenuta, ai sensi dellarticolo 34, comma 1, e dellarticolo 37, comma 2, la determinazione da parte del contratto collettivo nazionale dei casi di ricorso al lavoro intermittente, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali convoca le organizzazioni sindacali interessate dei datori di lavoro e dei lavoratori e le assiste al fine di promuovere laccordo. In caso di mancata stipulazione dellaccordo 381

entro i quattro mesi successivi, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali individua in via provvisoria e con proprio decreto, tenuto conto delle indicazioni contenute nelleventuale accordo interconfederale di cui allarticolo 86, comma 13, e delle prevalenti posizioni espresse da ciascuna delle due parti interessate, i casi in cui e ammissibile il ricorso al lavoro intermittente ai sensi della disposizione di cui allarticolo 34, comma 1, e dellarticolo 37, comma 2. Capo II Lavoro ripartito Art. 41. Definizione e vincolo di solidarieta 1. Il contratto di lavoro ripartito e uno speciale contratto di lavoro mediante il quale due lavoratori assumono in solido ladempimento di una unica e identica obbligazione lavorativa. 2. Fermo restando il vincolo di solidarieta di cui al comma 1 e fatta salva una diversa intesa tra le parti contraenti, ogni lavoratore resta personalmente e direttamente responsabile delladempimento della intera obbligazione lavorativa nei limiti di cui al presente capo. 3. Fatte salve diverse intese tra le parti contraenti o previsioni dei contratti o accordi collettivi, i lavoratori hanno la facolta di determinare discrezionalmente e in qualsiasi momento sostituzioni tra di loro, nonche di modificare consensualmente la collocazione temporale dellorario di lavoro, nel qual caso il rischio della impossibilita della prestazione per fatti attinenti a uno dei coobbligati e posta in capo allaltro obbligato. 4. Eventuali sostituzioni da parte di terzi, nel caso di impossibilita di uno o entrambi i lavoratori coobbligati, sono vietate e possono essere ammesse solo previo consenso del datore di lavoro. 5. Salvo diversa intesa tra le parti, le dimissioni o il licenziamento di uno dei lavoratori coobbligati comportano lestinzione dellintero vincolo contrattuale. Tale disposizione non trova applicazione se, su richiesta del datore di lavoro, laltro prestatore di lavoro si renda disponibile ad adempiere lobbligazione lavorativa, integralmente o parzialmente, nel qual caso il contratto di lavoro ripartito si trasforma in un normale contratto di lavoro subordinato di cui allarticolo 2094 del codice civile. 6. Salvo diversa intesa tra le parti, limpedimento di entrambi i lavoratori coobbligati e disciplinato ai sensi dellarticolo 1256 del codice civile. Note allart. 41: - Il testo dellart. 2094 del codice civile, e il seguente: Art. 2094 (Prestatore di lavoro subordinato). - E prestatore di lavoro subordinato chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nellimpresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dellimprenditore.. - Il testo dellart. 1256 del codice civile e il seguente: Art. 1256 (Impossibilita definitiva e impossibilita temporanea). - Lobbligazione si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore, la prestazione diventa impossibile. Se limpossibilita e solo temporanea, il debitore, finche essa perdura, non e responsabile del ritardo nelladempimento. Tuttavia lobbligazione si estingue se limpossibilita perdura fino a quando, in relazione al titolo dellobbligazione o alla natura delloggetto il debitore non puo piu essere ritenuto obbligato a eseguire la prestazione ovvero il creditore non ha piu interesse a conseguirla. Art. 42. Forma e comunicazioni 1. Il contratto di lavoro ripartito e stipulato in forma scritta ai fini della prova dei seguenti elementi: a) la misura percentuale e la collocazione temporale del lavoro giornaliero, settimanale, mensile o annuale che si prevede venga svolto da ciascuno dei lavoratori coobbligati, secondo le intese tra loro intercorse, ferma restando la possibilita per gli stessi lavoratori di determinare discrezionalmente, in qualsiasi momento, la sostituzione tra di loro ovvero la modificazione consensuale della distribuzione dellorario di lavoro; b) il luogo di lavoro, nonche il trattamento economico e normativo spettante a ciascun lavoratore; c) le eventuali misure di sicurezza specifiche necessarie in relazione al tipo di attivita dedotta in 382

contratto. 2. Ai fini della possibilita di certificare le assenze, i lavoratori sono tenuti a informare preventivamente il datore di lavoro, con cadenza almeno settimanale, in merito allorario di lavoro di ciascuno dei soggetti coobbligati. Art. 43. Disciplina applicabile 1. La regolamentazione del lavoro ripartito e demandata alla contrattazione collettiva nel rispetto delle previsioni contenute nel presente capo. 2. In assenza di contratti collettivi, e fatto salvo quanto stabilito nel presente capo, trova applicazione, nel caso di prestazioni rese a favore di un datore di lavoro, la normativa generale del lavoro subordinato in quanto compatibile con la particolare natura del rapporto di lavoro ripartito. Art. 44. Principio di non discriminazione 1. Fermi restando i divieti di discriminazione diretta e indiretta previsti dalla legislazione vigente, il lavoratore coobbligato deve ricevere, per i periodi lavorati, un trattamento economico e normativo complessivamente meno favorevole rispetto al lavoratore di pari livello, a parita di mansioni svolte. 2. Il trattamento economico e normativo dei lavoratori coobbligati e riproporzionato, in ragione della prestazione lavorativa effettivamente eseguita, in particolare per quanto riguarda limporto della retribuzione globale e delle singole componenti di essa, nonche delle ferie e dei trattamenti per malattia, infortunio sul lavoro, malattia professionale, congedi parentali. 3. Ciascuno dei lavoratori coobbligati ha diritto di partecipare alle riunioni assembleari di cui allarticolo 20, legge 20 maggio 1970, n. 300, entro il previsto limite complessivo di dieci ore annue, il cui trattamento economico verra ripartito fra i coobbligati proporzionalmente alla prestazione lavorativa effettivamente eseguita. Nota allart. 44: - Il testo dellart. 20 della citata legge n. 300 del 1970, e il seguente: Art. 20 (Assemblea). - I lavoratori hanno diritto di riunirsi, nella unita produttiva in cui prestano la loro opera, fuori dellorario di lavoro, nonche durante lorario di lavoro, nei limiti di dieci ore annue, per le quali verra corrisposta la normale retribuzione. Migliori condizioni possono essere stabilite dalla contrattazione collettiva. Le riunioni - che possono riguardare la generalita dei lavoratori o gruppi di essi - sono indette, singolarmente o congiuntamente, dalle rappresentanze sindacali aziendali nellunita produttiva, con ordine del giorno su materie di interesse sindacale e del lavoro e secondo lordine di precedenza delle convocazioni, comunicate al datore di lavoro. Alle riunioni possono partecipare, previo preavviso al datore di lavoro, dirigenti esterni del sindacato che ha costituito la rappresentanza sindacale aziendale. Ulteriori modalita per lesercizio del diritto di assemblea possono essere stabilite dai contratti collettivi di lavoro, anche aziendali.. Art. 45. Disposizioni previdenziali 1. Ai fini delle prestazioni della assicurazione generale e obbligatoria per la invalidita, la vecchiaia ed i superstiti, della indennita di malattia e di ogni altra prestazione previdenziale e assistenziale e delle relative contribuzioni connesse alla durata giornaliera, settimanale, mensile o annuale della prestazione lavorativa i lavoratori contitolari del contratto di lavoro ripartito sono assimilati ai lavoratori a tempo parziale. Il calcolo delle prestazioni e dei contributi andra tuttavia effettuato non preventivamente ma mese per mese, salvo conguaglio a fine anno a seguito delleffettivo svolgimento della prestazione lavorativa. Capo III Lavoro a tempo parziale Art. 46. Norme di modifica al decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 61, e successive modifiche e integrazioni 1. Al decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 61, cosi come modificato dal decreto legislativo 26 febbraio 2001, n. 100, sono apportate le seguenti modificazioni: 383

a) allarticolo 1, comma 2, la lettera a) e sostituita dalla seguente: a) per tempo pieno lorario normale di lavoro di cui allarticolo 3, comma 1, del decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, o leventuale minor orario normale fissato dai contratti collettivi applicati;; b) allarticolo 1, il comma 3 e sostituito dal seguente: 3. I contratti collettivi nazionali o territoriali stipulati da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale e i contratti collettivi aziendali stipulati dalle rappresentanze sindacali aziendali di cui allarticolo 19 della legge 20 maggio 1970, n. 300, e successive modificazioni, ovvero dalle rappresentanze sindacali unitarie possono determinare condizioni e modalita della prestazione lavorativa del rapporto di lavoro di cui al comma 2. I contratti collettivi nazionali possono, altresi, prevedere per specifiche figure o livelli professionali modalita particolari di attuazione delle discipline rimesse alla contrattazione collettiva ai sensi del presente decreto.; c) allarticolo 1, il comma 4 e sostituito dal seguente: Le assunzioni a termine, di cui al decreto legislativo 9 ottobre 2001, n. 368, e successive modificazioni, di cui allarticolo 8 della legge 23 luglio 1991, n. 223, e di cui allarticolo 4 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, possono essere effettuate anche con rapporto a tempo parziale, ai sensi dei commi 2 e 3.; d) allarticolo 3, il comma 1 e sostituito dal seguente: 1. Nelle ipotesi di lavoro a tempo parziale di tipo orizzontale, anche a tempo determinato ai sensi dellarticolo 1 del decreto legislativo 9 ottobre 2001, n. 368, il datore di lavoro ha facolta di richiedere lo svolgimento di prestazioni supplementari rispetto a quelle concordate con il lavoratore ai sensi dellarticolo 2, comma 2, nel rispetto di quanto previsto dai commi 2, 3 e 4.; e) allarticolo 3, il comma 2 e sostituito dal seguente: 2. I contratti collettivi stipulati dai soggetti indicati nellarticolo 1, comma 3, stabiliscono il numero massimo delle ore di lavoro supplementare effettuabili e le relative causali in relazione alle quali si consente di richiedere ad un lavoratore a tempo parziale lo svolgimento di lavoro supplementare, nonche le conseguenze del superamento delle ore di lavoro supplementare consentite dai contratti collettivi stessi.; f) allarticolo 3, il comma 3 e sostituito dal seguente: 3. Leffettuazione di prestazioni di lavoro supplementare richiede il consenso del lavoratore interessato ove non prevista e regolamentata dal contratto collettivo. Il rifiuto da parte del lavoratore non puo integrare in nessun caso gli estremi del giustificato motivo di licenziamento.; g) allarticolo 3, il comma 4, ultimo periodo, e soppresso; h) allarticolo 3, il comma 5 e sostituito dal seguente: 5. Nel rapporto di lavoro a tempo parziale verticale o misto, anche a tempo determinato, e consentito lo svolgimento di prestazioni lavorative straordinarie. A tali prestazioni si applica la disciplina legale e contrattuale vigente ed eventuali successive modifiche ed integrazioni in materia di lavoro straordinario nei rapporti a tempo pieno.; i) allarticolo 3, il comma 6 e abrogato; j) allarticolo 3, il comma 7 e sostituito dal seguente: 7. Fermo restando quanto disposto dallarticolo 2, comma 2, le parti del contratto di lavoro a tempo parziale possono, nel rispetto di quanto previsto dal presente comma e dai commi 8 e 9, concordare clausole flessibili relative alla variazione della collocazione temporale della prestazione stessa. Nei rapporti di lavoro a tempo parziale di tipo verticale o misto possono essere stabilite anche clausole elastiche relative alla variazione in aumento della durata della prestazione lavorativa. I contratti collettivi, stipulati dai soggetti indicati nellarticolo 1, comma 3, stabiliscono: 1) condizioni e modalita in relazione alle quali il datore di lavoro puo modificare la collocazione temporale della prestazione lavorativa; 2) condizioni e modalita in relazioni alle quali il datore di lavoro puo variare in aumento la durata della prestazione lavorativa; 3) i limiti massimi di variabilita in aumento della durata della prestazione lavorativa.; 384

k) allarticolo 3, il comma 8 e sostituito dal seguente: 8. Lesercizio da parte del datore di lavoro del potere di variare in aumento la durata della prestazione lavorativa, nonche di modificare la collocazione temporale della stessa comporta in favore del prestatore di lavoro un preavviso, fatte salve le intese tra le parti, di almeno due giorni lavorativi, nonche il diritto a specifiche compensazioni, nella misura ovvero nelle forme fissate dai contratti collettivi di cui allarticolo 1, comma 3.; l) allarticolo 3, il comma 9 e sostituito dal seguente: 9. La disponibilita allo svolgimento del rapporto di lavoro a tempo parziale ai sensi del comma 7 richiede il consenso del lavoratore formalizzato attraverso uno specifico patto scritto, anche contestuale al contratto di lavoro, reso, su richiesta del lavoratore, con lassistenza di un componente della rappresentanza sindacale aziendale indicato dal lavoratore medesimo. Leventuale rifiuto del lavoratore non integra gli estremi del giustificato motivo di licenziamento.; m) allarticolo 3, il comma 10 e sostituito dal seguente: 10. Linserzione nel contratto di lavoro a tempo parziale di clausole flessibili o elastiche ai sensi del comma 7 e possibile anche nelle ipotesi di contratto di lavoro a termine.; n) i commi 11, 12, 13 e 15 dellarticolo 3 sono soppressi; o) larticolo 5 e sostituito dal seguente: Art. 5 (Tutela ed incentivazione del lavoro a tempo parziale). 1. Il rifiuto di un lavoratore di trasformare il proprio rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto a tempo parziale, o il proprio rapporto di lavoro a tempo parziale in rapporto a tempo pieno, non costituisce giustificato motivo di licenziamento. Su accordo delle parti risultante da atto scritto, convalidato dalla direzione provinciale del lavoro competente per territorio, e ammessa la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto a tempo parziale. Al rapporto di lavoro a tempo parziale risultante dalla trasformazione si applica la disciplina di cui al presente decreto legislativo. 2. Il contratto individuale puo prevedere, in caso di assunzione di personale a tempo pieno, un diritto di precedenza in favore dei lavoratori assunti a tempo parziale in attivita presso unita produttive site nello stesso ambito comunale, adibiti alle stesse mansioni od a mansioni equivalenti rispetto a quelle con riguardoalle quali e prevista lassunzione. 3. In caso di assunzione di personale a tempo parziale il datore di lavoro e tenuto a darne tempestiva informazione al personale gia dipendente con rapporto a tempo pieno occupato in unita produttive site nello stesso ambito comunale, anche mediante comunicazione scritta in luogo accessibile a tutti nei locali dellimpresa, ed a prendere in considerazione le eventuali domande di trasformazione a tempo parziale del rapporto dei dipendenti a tempo pieno. I contratti collettivi di cui allarticolo 1, comma 3, possono provvedere ad individuare criteri applicativi con riguardo a tale disposizione. 4. Gli incentivi economici allutilizzo del lavoro a tempo parziale, anche a tempo determinato, saranno definiti, compatibilmente con la disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato, nellambito della riforma del sistema degli incentivi alloccupazione.; p) il comma 2 dellarticolo 6 e soppresso; q) larticolo 7 e soppresso; r) allarticolo 8, il comma 2 e sostituito dal seguente: Leventuale mancanza o indeterminatezza nel contratto scritto delle indicazioni di cui allarticolo 2, comma 2, non comporta la nullita del contratto di lavoro a tempo parziale. Qualora lomissione riguardi la durata della prestazione lavorativa, su richiesta del lavoratore puo essere dichiarata la sussistenza fra le parti di un rapporto di lavoro a tempo pieno a partire dalla data del relativo accertamento giudiziale. Qualora invece lomissione riguardi la sola collocazione temporale dellorario, il giudice provvede a determinare le modalita temporali di svolgimento della prestazione lavorativa a tempo parziale con riferimento alle previsioni dei contratti collettivi di cui allarticolo 3, comma 7, o, in mancanza, con valutazione equitativa, tenendo conto in particolare delle responsabilita familiari del lavoratore interessato, della sua necessita di integrazione del reddito derivante dal rapporto a tempo parziale mediante lo svolgimento di altra attivita lavorativa, nonche delle esigenze 385

del datore di lavoro. Per il periodo antecedente la data della pronuncia della sentenza, il lavoratore ha in entrambi i casi diritto, in aggiunta alla retribuzione dovuta, alla corresponsione di un ulteriore emolumento a titolo di risarcimento del danno, da liquidarsi con valutazione equitativa. Nel corso del successivo svolgimento del rapporto, e fatta salva la possibilita di concordare per iscritto clausole elastiche o flessibili ai sensi dellarticolo 3, comma 3. In luogo del ricorso allautorita giudiziaria, le controversie di cui al presente comma ed al comma 1 possono essere, risolte mediante le procedure di conciliazione ed eventualmente di arbitrato previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro di cui allarticolo 1, comma 3.; s) allarticolo 8, dopo il comma 2 sono inseriti i seguenti: 2-bis. Lo svolgimento di prestazioni elastiche o flessibili di cui allarticolo 3, comma 7, senza il rispetto di quanto stabilito dallarticolo 3, commi 7, 8, 9 comporta a favore del prestatore di lavoro il diritto, in aggiunta alla retribuzione dovuta, alla corresponsione di un ulteriore emolumento a titolo di risarcimento del danno. 2-ter. In assenza di contratti collettivi datore di lavoro e prestatore di lavoro possono concordare direttamente ladozione di clausole elastiche o flessibili ai sensi delle disposizioni che precedono.; t) dopo larticolo 12 e aggiunto, in fine, il seguente: Art. 12-bis (Ipotesi di trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto di lavoro a tempo parziale). 1. I lavoratori affetti da patologie oncologiche, per i quali residui una ridotta capacita lavorativa, anche a causa degli effetti invalidanti di terapie salvavita, accertata da una commissione medica istituita presso lazienda unita sanitaria locale territorialmente competente, hanno diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in lavoro a tempo parziale verticale od orizzontale. Il rapporto di lavoro a tempo parziale deve essere trasformato nuovamente in rapporto di lavoro a tempo pieno a richiesta del lavoratore. Restano in ogni caso salve disposizioni piu favorevoli per il prestatore di lavoro.. Note allart. 46: - Il testo del decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 61 (Attuazione della direttiva 97/81/CE relativa allaccordo-quadro sul lavoro a tempo parziale conclusodallUNICE, dal CEEP e dalla CES), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 20 marzo 2000, n. 66. - Il testo dellart. 1 del citato decreto legislativo n. 61 del 2000, come modificato dal decreto qui pubblicato e il seguente: Art. 1 (Definizioni). - 1. Nel rapporto di lavoro subordinato lassunzione puo avvenire a tempo pieno o a tempo parziale. 2. Ai fini del presente decreto legislativo si intende: a) per tempo pieno lorario normale di lavoro di cui allart. 3, comma 1, del decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, o leventuale minor orario normale fissato dai contratti collettivi applicativi; b) per tempo parziale lorario di lavoro, fissato dal contratto individuale, cui sia tenuto un lavoratore, che risulti comunque inferiore a quello indicato nella lettera a); c) per rapporto di lavoro a tempo parziale di tipo orizzontale quello in cui la riduzione di orario rispetto al tempo pieno e prevista in relazione allorario normale giornaliero di lavoro; d) per rapporto di lavoro a tempo parziale di tipo verticale quello in relazione al quale risulti previsto che lattivita lavorativa sia svolta a tempo pieno, ma limitatamente a periodi predeterminati nel corso della settimana, del mese o dellanno; d-bis) per rapporto di lavoro a tempo parziale di tipo misto quello che si svolge secondo una combinazione delle due modalita indicate nelle lettere c) e d); e) per lavoro supplementare quello corrispondente alle prestazioni lavorative svolte oltre lorario di lavoro concordato fra le parti ai sensi dellart. 2, comma 2, ed entro il limite del tempo pieno. 3. I contratti collettivi nazionali o territoriali stipulati da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale e i contratti collettivi aziendali stipulati dalle rappresentanze sindacali aziendali di cui allart. 19 della legge 20 maggio 1970, n. 300, e 386

successive modificazioni, ovvero dalle rappresentanze sindacali unitarie possono determinare condizioni e modalita della prestazione lavorativa del rapporto di lavoro di cui al comma 2. I contratti collettivi nazionali possono, altresi, prevedere per specifiche figure o livelli professionali modalita particolari di attuazione delle discipline rimesse alla contrattazione collettiva ai sensi del presente decreto. 4. Le assunzioni a termine, di cui al decreto legislativo 9 ottobre 2001, n. 368, e successive modificazioni, di cui allart. 8 della legge 23 luglio 1991, n. 223, e di cui allart. 4 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, possono essere effettuate anche con rapporto a tempo parziale, ai sensi dei commi 2 e 3.. - Il testo dellart. 3 del citato decreto legislativo n. 61 del 2001, come modificato dal decreto qui pubblicato e il seguente: Art. 3 (Modalita del rapporto di lavoro a tempo parziale. Lavoro supplementare, lavoro straordinario clausole elastiche). - 1. Nelle ipotesi di lavoro a tempo parziale di tipo orizzontale, anche a tempo determinato ai sensi dellart. l del decreto legislativo 9 ottobre 2001, n. 368, il datore di lavoro ha facolta di richiedere lo svolgimento di prestazioni supplementari rispetto a quelle concordate con il lavoratore ai sensi dellart. 2, comma 2, nel rispetto di quanto previsto dai commi 2, 3 e 4. 2. I contratti collettivi stipulati dai soggetti indicati nellart. 1, comma 3, stabiliscono il numero massimo delle ore di lavoro supplementare effettuabili e le relative causali in relazione alle quali si consente di richiedere ad un lavoratore a tempo parziale lo svolgimento di lavoro supplementare, nonche le conseguenze del superamento delle ore di lavoro supplementare consentite dai contratti collettivi stessi. 3. Leffettuazione di prestazioni di lavoro supplementare richiede il consenso del lavoratore interessato ove non prevista e regolamentata dal contratto collettivo. Il rifiuto da parte del lavoratore non puo integrare in nessun caso gli estremi del giustificato motivo di licenziamento. 4. I contratti collettivi di cui al comma 2 possono prevedere una percentuale di maggiorazione sullimporto della retribuzione oraria globale di fatto, dovuta in relazione al lavoro supplementare. In alternativa a quanto previsto in proposito dallart. 4, comma 2, lettera a), i contratti collettivi di cui al comma 2 possono anche stabilire che lincidenza della retribuzione delle ore supplementari sugli istituti retributivi indiretti e differiti sia determinata convenzionalmente mediante lapplicazione di una maggiorazione forfettaria sulla retribuzione dovuta per la singola ora di lavoro supplementare. 5. Nel rapporto di lavoro a tempo parziale verticale o misto, anche a tempo determinato, e consentito lo svolgimento di prestazioni lavorative straordinarie. A tali prestazioni si applica la disciplina legale e contrattuale vigente ed eventuali successive modifiche ed integrazioni in materia di lavoro straordinario nei rapporti a tempo pieno. 6. (Comma abrogato). 7. Fermo restando quanto disposto dallart. 2, comma 2, le parti del contratto di lavoro a tempo parziale possono, nel rispetto di quanto previsto dal presente comma e dai commi 8 e 9, concordare clausole flessibili relative alla variazione della collocazione temporale della prestazione stessa. Nei rapporti di lavoro a tempo parziale di tipo verticale o misto possono essere stabilite anche clausole elastiche relative alla variazione in aumento della durata della prestazione lavorativa. I contratti collettivi stipulati dai soggetti indicati nellart. 1, comma 3, stabiliscono: 1) condizioni e modalita in relazione alle quali il datore di lavoro puo modificare la collocazione temporale della prestazione lavorativa; 2) condizioni e modalita in relazioni alle quali il datore di lavoro puo variare in aumento la durata della prestazione lavorativa; 3) i limiti massimi di variabilita in aumento della durata della prestazione lavorativa. 8. Lesercizio da parte del datore di lavoro del potere di variare in aumento la durata della prestazione lavorativa, nonche di modificare la collocazione temporale della stessa comporta in favore del prestatore di lavoro un preavviso, fatte salve le intese tra le parti, di almeno due giorni 387

lavorativi, nonche il diritto a specifiche compensazioni, nella misura ovvero nelle forme fissate dai contratti collettivi di cui allart. 1, comma 3. 9. La disponibilita allo svolgimento del rapporto di lavoro a tempo parziale ai sensi del comma 7 richiede il consenso del lavoratore formalizzato attraverso uno specifico patto scritto, anche contestuale al contratto di lavoro, reso, su richiesta del lavoratore, con lassistenza di un componente della rappresentanza sindacale aziendale indicato dal lavoratore medesimo. Leventuale rifiuto del lavoratore non integra gli estremi del giustificato motivo di licenziamento. 10. Linserzione nel contratto di lavoro a tempo parziale di clausole flessibili o elastiche ai sensi del comma 7 e possibile anche nelle ipotesi di contratto di lavoro a termine. 11. (Comma soppresso). 12. (Comma soppresso). 13. (Comma soppresso). 14. I centri per limpiego e i soggetti autorizzati allattivita di mediazione fra domanda ed offerta di lavoro, di cui rispettivamente agli articoli 4 e 10 del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469, sono tenuti a dare, ai lavoratori interessati ad offerte di lavoro a tempo parziale, puntuale informazione della disciplina prevista dai commi 3, 7, 8, 9, 10, 11, 12 e 13, preventivamente alla stipulazione del contratto di lavoro. Per i soggetti di cui allart. 10 del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469, la mancata fornitura di detta informazione costituisce comportamento valutabile ai fini dellapplicazione della norma di cui al comma 12, lettera b), del medesimo art. 10. 15. (Comma soppresso). - Il testo dellart. 6 del citato decreto legislativo n. 61 del 2000, come modificato dal decreto qui pubblicato e il seguente: Art. 6 (Criteri di computo dei lavoratori a tempo parziale). - 1. In tutte le ipotesi in cui, per disposizione di legge o di contratto collettivo, si renda necessario laccertamento della consistenza dellorganico, i lavoratori a tempo parziale sono computati nel complesso del numero dei lavoratori dipendenti in proporzione allorario svolto, rapportato al tempo pieno cosi come definito ai sensi dellart. 1; ai fini di cui sopra larrotondamento opera per le frazioni di orario eccedenti la somma degli orari individuati a tempo parziale corrispondente a unita intere di orario a tempo pieno. 2. (Comma soppresso). - Il testo dellart. 8 del citato decreto legislativo n. 61 del 2000, come modificato dal decreto qui pubblicato e il seguente: Art. 8 (Sanzioni). - 1. Nel contratto di lavoro a tempo parziale la forma scritta e richiesta a fini di prova. Qualora la scrittura risulti mancante, e ammessa la prova per testimoni nei limiti di cui allart. 2725 del codice civile. In difetto di prova in ordine alla stipulazione a tempo parziale del contratto di lavoro, su richiesta del lavoratore potra essere dichiarata la sussistenza fra le parti di un rapporto di lavoro a tempo pieno a partire dalla data in cui la mancanza della scrittura sia giudizialmente accertata. Resta fermo il diritto alle retribuzioni dovute per le prestazioni effettivamente rese antecedentemente alla data suddetta. 2. Leventuale mancanza o indeterminatezza nel contratto scritto delle indicazioni di cui allart. 2, comma 2, non comporta la nullita del contratto di lavoro a tempo parziale. Qualora lomissione riguardi la durata della prestazione lavorativa, su richiesta del lavoratore puo essere dichiarata la sussistenza fra le parti di un rapporto di lavoro a tempo pieno a partire dalla data del relativo accertamento giudiziale. Qualora invece lomissione riguardi la sola collocazione temporale dellorario, il giudice provvede a determinare le modalita temporali di svolgimento della prestazione lavorativa a tempo parziale con riferimento alle previsioni dei contratti collettivi di cui allart. 3, comma 7, o, in mancanza, con valutazione equitativa, tenendo conto in particolare delle responsabilita familiari del lavoratore interessato, della sua necessita di integrazione del reddito derivante dal rapporto a tempo parziale mediante lo svolgimento di altra attivita lavorativa, nonche delle esigenze del datore di lavoro. Per il periodo antecedente la data della pronuncia della sentenza, il lavoratore ha in entrambi i casi diritto, in aggiunta alla retribuzione dovuta, alla corresponsione di 388

un ulteriore emolumento a titolo di risarcimento del danno, da liquidarsi con valutazione equitativa. Nel corso del successivo svolgimento del rapporto, e fatta salva la possibilita di concordare per iscritto clausola elastiche o flessibili ai sensi dellart. 3, comma 3. In luogo del ricorso allautorita giudiziaria, le controversie di cui al presente comma ed al comma 1 possono essere risolte mediante le procedure di conciliazione ed eventualmente di arbitrato previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro di cui allart. 1, comma 3. 2-bis. Lo svolgimento di prestazioni elastiche o flessibili di cui allart. 3, comma 7, senza il rispetto di quanto stabilito dallart. 3, commi 7, 8, 9 comporta a favore del prestatore di lavoro il diritto, in aggiunta alla retribuzione dovuta, alla corresponsione di un ulteriore emolumento a titolo di risarcimento del danno. 2-ter. In assenza di contratti collettivi datore di lavoro e prestatore di lavoro possono concordare direttamente ladozione di clausole elastiche o flessibili ai sensi delle disposizioni che precedono. 3. In caso di violazione da parte del datore di lavoro del diritto di precedenza di cui allart. 5, comma 2, il lavoratore ha diritto al risarcimento del danno in misura corrispondente alla differenza fra limporto della retribuzione percepita e quella che gli sarebbe stata corrisposta a seguito del passaggio al tempo pieno nei sei mesi successivi a detto passaggio. 4. La mancata comunicazione alla direzione provinciale del lavoro, di cui allart. 2, comma 1, secondo periodo, comporta lapplicazione di una sanzione amministrativa di lire trentamila per ciascun lavoratore interessato ed ogni giorno di ritardo. I corrispondenti importi sono versati a favore della gestione contro la disoccupazione dellIstituto nazionale della previdenza sociale (INPS).. - Il testo dellart. 3, comma 1, del decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66 (Attuazione della direttiva 93/104/CE e della direttiva 2000/34/CE concernenti taluni aspetti dellorganizzazione dellorario di lavoro), e il seguente: 1. Lorario normale di lavoro e fissato in 40 ore settimanali.. - Il testo dellart. 19 della citata legge n. 300 del 1970, e il seguente: Art. 19 (Costituzione delle rappresentanze sindacali aziendali). - Rappresentanze sindacali aziendali possono essere costituite ad iniziativa dei lavoratori in ogni unita produttiva, nellambito: a) delle associazioni aderenti alle confederazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale; b) delle associazioni sindacali, non affiliate alle predette confederazioni, che siano firmatarie di contratti collettivi nazionali o provinciali di lavoro applicati nellunita produttiva. Nellambito di aziende con piu unita produttive le rappresentanze sindacali possono istituire organi di coordinamento.. - Per il titolo del citato decreto legislativo n. 368 del 2001 si veda nota allart. 22. - Il testo dellart. 8 della citata legge n. 223 del 1991, e il seguente: Art. 8 (Collocamento dei lavoratori in mobilita). - 1. Per i lavoratori in mobilita, ai fini del collocamento, si applica il diritto di precedenza nellassunzione di cui al sesto comma dellart. 15 della legge 29 aprile 1949, n. 264, e successive modificazioni ed integrazioni. 2. I lavoratori in mobilita possono essere assunti con contratto di lavoro a termine di durata non superiore a dodici mesi. La quota di contribuzione a carico del datore di lavoro e pari a quella prevista per gli apprendisti dalla legge 19 gennaio 1955, n. 25, e successive modificazioni. Nel caso in cui, nel corso del suo svolgimento, il predetto contratto venga trasformato a tempo indeterminato, il beneficio contributivo spetta per ulteriori dodici mesi in aggiunta a quello previsto dal comma 4. 3. Per i lavoratori in mobilita si osservano, in materia di limiti di eta, ai fini degli avviamenti di cui allart. 16 della legge 28 febbraio 1987, n. 56, e successive modificazioni ed integrazioni, le disposizioni dellart. 2 della legge 22 agosto 1985, n. 444. Ai fini dei predetti avviamenti le commissioni regionali per limpiego stabiliscono, tenendo conto anche del numero degli iscritti nelle liste di collocamento, la percentuale degli avviamenti da riservare ai lavoratori iscritti nella lista di mobilita. 4. Al datore di lavoro che, senza esservi tenuto ai sensi del comma 1, assuma a tempo pieno e indeterminato i lavoratori iscritti nella lista di mobilita e concesso, per ogni mensilita di 389

retribuzione corrisposta al lavoratore, un contributo mensile pari al cinquanta per cento della indennita di mobilita che sarebbe stata corrisposta al lavoratore. Il predetto contributo non puo essere erogato per un numero di mesi superiore a dodici e, per i lavoratori di eta superiore a cinquanta anni, per un numero superiore a ventiquattro mesi, ovvero a trentasei mesi per le aree di cui allart. 7, comma 6. Il presente comma non trova applicazione per i giornalisti. 4-bis. Il diritto ai benefici economici di cui ai commi precedenti e escluso con riferimento a quei lavoratori che siano stati collocati in mobilita, nei sei mesi precedenti, da parte di impresa dello stesso o di diverso settore di attivita che, al momento del licenziamento, presenta assetti proprietari sostanzialmente coincidenti con quelli dellimpresa che assume ovvero risulta con questultima in rapporto di collegamento o controllo. Limpresa che assume dichiara, sotto la propria responsabilita, allatto della richiesta di avviamento, che non ricorrono le menzionate condizioni ostative. 5. Nei confronti dei lavoratori iscritti nella lista di mobilita trova applicazione quanto previsto dallart. 27 della legge 12 agosto 1977, n. 675. 6. Il lavoratore in mobilita ha facolta di svolgere attivita di lavoro subordinato, a tempo parziale, ovvero a tempo determinato, mantenendo liscrizione nella lista. 7. Per le giornate di lavoro svolte ai sensi del comma 6, nonche per quelle dei periodi di prova di cui allart. 9, comma 7, i trattamenti e le indennita di cui agli artt. 7, 11, comma 2, e 16 sono sospesi. Tali giornate non sono computate ai fini della determinazione del periodo di durata dei predetti trattamenti fino al raggiungimento di un numero di giornate pari a quello dei giorni complessivi di spettanza del trattamento. 8. I trattamenti e i benefici di cui al presente articolo rientrano nella sfera di applicazione dellart. 37 della legge 9 marzo 1989, n. 88.. - Il testo dellart. 4 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternita e della paternita, a norma dellart. 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53), e il seguente: Art. 4 (Sostituzione di lavoratrici e lavoratori in congedo). (Legge 30 dicembre 1971, n. 1204, art. 11; legge 8 marzo 2000, n. 53, art. 10). - 1. In sostituzione delle lavoratrici e dei lavoratori assenti dal lavoro, in virtu delle disposizioni del presente testo unico, il datore di lavoro puo assumere personale con contratto a tempo determinato o utilizzare personale con contratto temporaneo, ai sensi, rispettivamente, dellart. 1, secondo comma, lettera b), della legge 18 aprile 1962, n. 230, e dellart. 1, comma 2, lettera c), della legge 24 giugno 1997, n. 196, e con losservanza delle disposizioni delle leggi medesime. 2. Lassunzione di personale a tempo determinato e lutilizzazione di personale temporaneo, in sostituzione di lavoratrici e lavoratori in congedo ai sensi del presente testo unico puo avvenire anche con anticipo fino ad un mese rispetto al periodo di inizio del congedo, salvo periodi superiori previsti dalla contrattazione collettiva. 3. Nelle aziende con meno di venti dipendenti, per i contributi a carico del datore di lavoro che assume personale con contratto a tempo determinato in sostituzione di lavoratrici e lavoratori in congedo, e concesso uno sgravio contributivo del 50 per cento. Quando la sostituzione avviene con contratto di lavoro temporaneo, limpresa utilizzatrice recupera dalla societa di fornitura le somme corrispondenti allo sgravio da questa ottenuto. 4. Le disposizioni del comma 3 trovano applicazione fino al compimento di un anno di eta del figlio della lavoratrice o del lavoratore in congedo o per un anno dallaccoglienza del minore adottato o in affidamento. 5. Nelle aziende in cui operano lavoratrici autonome di cui al capo Xl, e possibile procedere, in caso di maternita delle suddette lavoratrici, e comunque entro il primo anno di eta del bambino o nel primo anno di accoglienza del minore adottato o in affidamento, allassunzione di personale a tempo determinato e di personale temporaneo, per un periodo massimo di dodici mesi, con le medesime agevolazioni di cui al comma 3.. 390

- Il testo dellart. 1 del citato decreto legislativo n. 368 del 2001, e il seguente: Art. 1 (Apposizione del termine). 1. E consentita lapposizione di un termine alla durata del contratto di lavoro subordinato a fronte di ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo. 2. Lapposizione del termine e priva di effetto se non risulta, direttamente o indirettamente, da atto scritto nel quale sono specificate le ragioni di cui al comma 1. 3. Copia dellatto scritto deve essere consegnata dal datore di lavoro al lavoratore entro cinque giorni lavorativi dallinizio della prestazione. 4. La scrittura non e tuttavia necessaria quando la durata del rapporto di lavoro, puramente occasionale, non sia superiore a dodici giorni..
Titolo VI APPRENDISTATO E CONTRATTO DI INSERIMENTO

Capo I Apprendistato Art. 47. Definizione, tipologie e limiti quantitativi 1. Ferme restando le disposizioni vigenti in materia di diritto-dovere di istruzione e di formazione, il contratto di apprendistato e definito secondo le seguenti tipologie: a) contratto di apprendistato per lespletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione; b) contratto di apprendistato professionalizzante per il conseguimento di una qualificazione attraverso una formazione sul lavoro e un apprendimento tecnico-professionale; c) contratto di apprendistato per lacquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione. 2. Il numero complessivo di apprendisti che un datore di lavoro puo assumere con contratto di apprendistato non puo superare il 100 per cento delle maestranze specializzate e qualificate in servizio presso il datore di lavoro stesso. Il datore di lavoro che non abbia alle proprie dipendenze lavoratori qualificati o specializzati, o che comunque ne abbia in numero inferiore a tre, puo assumere apprendisti in numero non superiore a tre. La presente norma non si applica alle imprese artigiane per le quali trovano applicazione le disposizioni di cui allarticolo 4 della legge 8 agosto 1985, n. 443. 3. In attesa della regolamentazione del contratto di apprendistato ai sensi del presente decreto continua ad applicarsi la vigente normativa in materia. Nota allart. 47: - Il testo dellart. 4 della legge 8 agosto 1985, n. 443 (Legge-quadro per lartigianato), e il seguente: Art. 4 (Limiti dimensionali). - Limpresa artigiana puo essere svolta anche con la prestazione dopera di personale dipendente diretto personalmente dallimprenditore artigiano o dai soci, sempre che non superi i seguenti limiti: a) per limpresa che non lavora in serie: un massimo di diciotto dipendenti, compresi gli apprendisti in numero non superiore a nove; il numero massimo dei dipendenti puo essere elevato fino a ventidue a condizione che le unita aggiuntive siano apprendisti; b) per limpresa che lavora in serie, purche con lavorazione non del tutto automatizzata: un massimo di nove dipendenti, compresi gli apprendisti in numero non superiore a cinque; il numero massimo dei dipendenti puo essere elevato fino a dodici a condizione che le unita aggiuntive siano apprendisti; c) per limpresa che svolge la propria attivita nei settori delle lavorazioni artistiche, tradizionali e dellabbigliamento su misura: un massimo di trentadue dipendenti, compresi gli apprendisti in numero non superiore a sedici; il numero massimo dei dipendenti puo essere elevato fino a quaranta a condizione che le unita aggiuntive siano apprendisti. I settori delle lavorazioni artistiche e tradizionali e dellabbigliamento su misura saranno individuati con decreto del Presidente della Repubblica, sentite le regioni ed il Consiglio nazionale dellartigianato; d) per limpresa di trasporto: un massimo di otto dipendenti; e) per le imprese di costruzioni edili: un massimo di dieci dipendenti, compresi gli apprendisti in numero non superiore a cinque; il numero massimo dei dipendenti puo essere elevato fino a quattordici a condizione che le unita aggiuntive siano apprendisti. Ai fini del calcolo dei limiti di cui al precedente comma: 391

1) non sono computati per un periodo di due anni gli apprendisti passati in qualifica ai sensi della legge 19 gennaio 1955, n. 25, e mantenuti in servizio dalla stessa impresa artigiana; 2) non sono computati i lavoratori a domicilio di cui alla legge 18 dicembre 1973, n. 877, sempre che non superino un terzo dei dipendenti non apprendisti occupati presso limpresa artigiana; 3) sono computati i familiari dellimprenditore, ancorche partecipanti allimpresa familiare di cui allart. 230-bis del codice civile, che svolgano la loro attivita di lavoro prevalentemente e professionalmente nellambito dellimpresa artigiana; 4) sono computati, tranne uno, i soci che svolgono il prevalente lavoro personale nellimpresa artigiana; 5) non sono computati i portatori di handicaps, fisici, psichici o sensoriali; 6) sono computati i dipendenti qualunque sia la mansione svolta.. Art. 48. Apprendistato per lespletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione 1. Possono essere assunti, in tutti i settori di attivita, con contratto di apprendistato per lespletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione i giovani e gli adolescenti che abbiano compiuto quindici anni. 2. Il contratto di apprendistato per lespletamento del diritto-dovere di istruzione e di formazione ha durata non superiore a tre anni ed e finalizzato al conseguimento di una qualifica professionale. La durata del contratto e determinata in considerazione della qualifica da conseguire, del titolo di studio, dei crediti professionali e formativi acquisiti, nonche del bilancio delle competenze realizzato dai servizi pubblici per limpiego o dai soggetti privati accreditati, mediante laccertamento dei crediti formativi definiti ai sensi della legge 28 marzo 2003, n. 53. 3. Il contratto di apprendistato per lespletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione e disciplinato in base ai seguenti principi: a) forma scritta del contratto, contenente indicazione della prestazione lavorativa oggetto del contratto, del piano formativo individuale, nonche della qualifica che potra essere acquisita al termine del rapporto di lavoro sulla base degli esiti della formazione aziendale od extra-aziendale; b) divieto di stabilire il compenso dellapprendista secondo tariffe di cottimo; c) possibilita per il datore di lavoro di recedere dal rapporto di lavoro al termine del periodo di apprendistato ai sensi di quanto disposto dallarticolo 2118 del codice civile; d) divieto per il datore di lavoro di recedere dal contratto di apprendistato in assenza di una giusta causa o di un giustificato motivo. 4. La regolamentazione dei profili formativi dellapprendistato per lespletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione e rimessa alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano, dintesa con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e del Ministero dellistruzione, delluniversita e della ricerca, sentite le associazioni dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale, nel rispetto dei seguenti criteri e principi direttivi: a) definizione della qualifica professionale ai sensi della legge 28 marzo 2003, n. 53; b) previsione di un monte ore di formazione, esterna od interna alla azienda, congruo al conseguimento della qualifica professionale in funzione di quanto stabilito al comma 2 e secondo standard minimi formativi definiti ai sensi della legge 28 marzo 2003, n. 53; c) rinvio ai contratti collettivi di lavoro stipulati a livello nazionale, territoriale o aziendale da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative per la determinazione, anche allinterno degli enti bilaterali, delle modalita di erogazione della formazione aziendale nel rispetto degli standard generali fissati dalle regioni competenti; d) riconoscimento sulla base dei risultati conseguiti allinterno del percorso di formazione, esterna e interna alla impresa, della qualifica professionale ai fini contrattuali; e) registrazione della formazione effettuata nel libretto formativo; f) presenza di un tutore aziendale con formazione e competenze adeguate. Note allart. 48: 392

- Il testo della legge 28 marzo 2003, n. 53 (Delega al Governo per la definizione delle norme generali sullistruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 2 aprile 2003, n. 77. - Il testo dellart. 2118 del codice civile, e il seguente: Art. 2118 (Recesso dal contratto a tempo indeterminato). Ciascuno dei contraenti puo recedere dal contratto di lavoro a tempo indeterminato, dando il preavviso nel termine e nei modi stabiliti [dalle norme corporative], dagli usi o secondo equita. In mancanza di preavviso, il recedente e tenuto verso laltra parte a unindennita equivalente allimporto della retribuzione che sarebbe spettata per il periodo di preavviso. La stessa indennita e dovuta dal datore di lavoro nel caso di cessazione del rapporto per morte del prestatore di lavoro.. Art. 49. Apprendistato professionalizzante 1. Possono essere assunti, in tutti i settori di attivita, con contratto di apprendistato professionalizzante, per il conseguimento di una qualificazione attraverso una formazione sul lavoro e la acquisizione di competenze di base, trasversali e tecnico-professionali, i soggetti di eta compresa tra i diciotto anni e i ventinove anni. 2. Per soggetti in possesso di una qualifica professionale, conseguita ai sensi della legge 28 marzo 2003, n. 53, il contratto di apprendistato professionalizzante puo essere stipulato a partire dal diciassettesimo anno di eta. 3. I contratti collettivi stipulati da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale o regionale stabiliscono, in ragione del tipo di qualificazione da conseguire, la durata del contratto di apprendistato professionalizzante che, in ogni caso, non puo comunque essere inferiore a due anni e superiore a sei. 4. Il contratto di apprendistato professionalizzante e disciplinato in base ai seguenti principi: a) forma scritta del contratto, contenente indicazione della prestazione oggetto del contratto, del piano formativo individuale, nonche della eventuale qualifica che potra essere acquisita al termine del rapporto di lavoro sulla base degli esiti della formazione aziendale od extra-aziendale; b) divieto di stabilire il compenso dellapprendista secondo tariffe di cottimo; c) possibilita per il datore di lavoro di recedere dal rapporto di lavoro al termine del periodo di apprendistato ai sensi di quanto disposto dallarticolo 2118 del codice civile; d) possibilita di sommare i periodi di apprendistato svolti nellambito del diritto-dovere di istruzione e formazione con quelli dellapprendistato professionalizzante nel rispetto del limite massimo di durata di cui al comma 3. e) divieto per il datore di lavoro di recedere dal contratto di apprendistato in assenza di una giusta causa o di un giustificato motivo. 5. La regolamentazione dei profili formativi dellapprendistato professionalizzante e rimessa alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano, dintesa con le associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano regionale e nel rispetto dei seguenti criteri e principi direttivi: a) previsione di un monte ore di formazione formale, interna o esterna alla azienda, di almeno centoventi ore per anno, per la acquisizione di competenze di base e tecnico-professionali; b) rinvio ai contratti collettivi di lavoro stipulati a livello nazionale, territoriale o aziendale da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative per la determinazione, anche allinterno degli enti bilaterali, delle modalita di erogazione e della articolazione della formazione, esterna e interna alle singole aziende, anche in relazione alla capacita formativa interna rispetto a quella offerta dai soggetti esterni; c) riconoscimento sulla base dei risultati conseguiti allinterno del percorso di formazione, esterna e interna alla impresa, della qualifica professionale ai fini contrattuali; d) registrazione della formazione effettuata nel libretto formativo; e) presenza di un tutore aziendale con formazione e competenze adeguate. 393

Note allart. 49: - Per il titolo della citata legge n. 53 del 2003 si veda nota allart. 48. - Per il testo dellart. 2118 del codice civile si veda nota allart. 48. Art. 50. Apprendistato per lacquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione 1. Possono essere assunti, in tutti i settori di attivita, con contratto di apprendistato per conseguimento di un titolo di studio di livello secondario, per il conseguimento di titoli di studio universitari e della alta formazione, nonche per la specializzazione tecnica superiore di cui allarticolo 69 della legge 17 maggio 1999, n. 144, i soggetti di eta compresa tra i diciotto anni e i ventinove anni. 2. Per soggetti in possesso di una qualifica professionale conseguita ai sensi della legge 28 marzo 2003, n. 53, il contratto di apprendistato di cui al comma 1 puo essere stipulato a partire dal diciassettesimo anno di eta. 3. Ferme restando le intese vigenti, la regolamentazione e la durata dellapprendistato per lacquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione e rimessa alle regioni, per i soli profili che attengono alla formazione, in accordo con le associazioni territoriali dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro, le universita e le altre istituzioni formative. Nota allart. 50: - Il testo dellart. 69 della legge 17 maggio 1999, n. 144 (Misure in materia di investimenti, delega al Governo per il riordino degli incentivi alloccupazione e della normativa che disciplina lINAIL, nonche disposizioni per il riordino degli enti previdenziali), e il seguente: Art. 69 (Istruzione e formazione tecnica superiore). 1. Per riqualificare e ampliare lofferta formativa destinata ai giovani e agli adulti, occupati e non occupati, nellambito del sistema di formazione integrata superiore (FIS), e istituito il sistema della istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS), al quale si accede di norma con il possesso del diploma di scuola secondaria superiore. Con decreto adottato di concerto dai Ministri della pubblica istruzione, del lavoro e della previdenza sociale e delluniversita e della ricerca scientifica e tecnologica, sentita la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono definiti non sono in possesso del diploma di scuola secondaria superiore, gli standard dei diversi percorsi dellIFTS, le modalita che favoriscono lintegrazione tra i sistemi formativi di cui allart. 68 e determinano i criteri per lequipollenza dei rispettivi percorsi e titoli; con il medesimo decreto sono altresi definiti i crediti formativi che vi si acquisiscono e le modalita della loro certificazione e utilizzazione, a norma dellart. 142, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. 2. Le regioni programmano listituzione dei corsi dellIFTS, che sono realizzati con modalita che garantiscono lintegrazione tra sistemi formativi, sulla base di linee guida definite dintesa tra i Ministri della pubblica istruzione, del lavoro e della previdenza sociale e delluniversita e della ricerca scientifica e tecnologica, la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 e le parti sociali mediante listituzione di un apposito comitato nazionale. Alla progettazione dei corsi dellIFTS concorrono universita, scuole medie superiori, enti pubblici di ricerca, centri e agenzie di formazione professionale accreditati ai sensi dellart. 17 della legge 24 giugno 1997, n. 196, e imprese o loro associazioni, tra loro associati anche in forma consortile. 3. La certificazione rilasciata in esito ai corsi di cui al comma 1, che attesta le competenze acquisite secondo un modello allegato alle linee guida di cui al comma 2, e valida in ambito nazionale. 4. Gli interventi di cui al presente art. sono programmabili a valere sul Fondo di cui allart. 4 della legge 18 dicembre 1997, n. 440, nei limiti delle risorse preordinate allo scopo dal Ministero della pubblica istruzione, nonche sulle risorse finalizzate a tale scopo dalle regioni nei limiti delle proprie disponibilita di bilancio. Possono concorrere allo scopo anche altre risorse pubbliche e private. Alle finalita di cui al presente articolo la regione Valle dAosta e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono, in relazione alle competenze e alle funzioni ad esse attribuite, secondo quanto disposto dagli statuti speciali e dalle relative norme di attuazione; a tal fine accedono al Fondo di cui 394

al presente comma e la certificazione rilasciata in esito ai corsi da esse istituiti e valida in ambito nazionale.. Art. 51. Crediti formativi 1. La qualifica professionale conseguita attraverso il contratto di apprendistato costituisce credito formativo per il proseguimento nei percorsi di istruzione e di istruzione e formazione professionale. 2. Entro dodici mesi dalla entrata in vigore del presente decreto, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero dellistruzione, della universita e della ricerca, e previa intesa con le regioni e le province autonome definisce le modalita di riconoscimento dei crediti di cui al comma che precede, nel rispetto delle competenze delle regioni e province autonome e di quanto stabilito nellAccordo in Conferenza unificata Stato-regioni-autonomie locali del 18 febbraio 2000 e nel decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale del 31 maggio 2001. Nota allart. 51: - Il testo del decreto ministeriale 31 maggio 2001(Certificazione nel sistema della formazione professionale)e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 18 giugno 2001, n.139. Art. 52. Repertorio delle professioni 1. Allo scopo di armonizzare le diverse qualifiche professionali e istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali il repertorio delle professioni predisposto da un apposito organismo tecnico di cui fanno parte il Ministero dellistruzione, della universita e della ricerca, le associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale, e i rappresentanti della Conferenza Stato-regioni. Art. 53. Incentivi economici e normativi e disposizioni previdenziali 1. Durante il rapporto di apprendistato, la categoria di inquadramento del lavoratore non potra essere inferiore, per piu di due livelli, alla categoria spettante, in applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro, ai lavoratori addetti a mansioni o funzioni che richiedono qualificazioni corrispondenti a quelle al conseguimento delle quali e finalizzato il contratto. 2. Fatte salve specifiche previsioni di legge o di contratto collettivo, i lavoratori assunti con contratto di apprendistato sono esclusi dal computo dei limiti numerici previsti da leggi e contratti collettivi per lapplicazione di particolari normative e istituti. 3. In attesa della riforma del sistema degli incentivi alla occupazione, restano fermi gli attuali sistemi di incentivazione economica la cui erogazione sara tuttavia soggetta alla effettiva verifica della formazione svolta secondo le modalita definite con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, dintesa con la Conferenza Stato-regioni. In caso di inadempimento nella erogazione della formazione di cui sia esclusivamente responsabile il datore di lavoro e che sia tale da impedire la realizzazione delle finalita di cui agli articoli 48, comma 2, 49, comma 1, e 50, comma 1, il datore di lavoro e tenuto a versare la quota dei contributi agevolati maggiorati del 100 per cento. 4. Resta ferma la disciplina previdenziale e assistenziale prevista dalla legge 19 gennaio 1955, n. 25, e successive modificazioni e integrazioni. Nota allart. 53: - Il testo della legge 19 gennaio 1955, n. 25 (Disciplina dellapprendistato), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 14 febbraio 1955, n. 35. Capo II Contratto di inserimento Art. 54. Definizione e campo di applicazione 1. Il contratto di inserimento e un contratto di lavoro diretto a realizzare, mediante un progetto individuale di adattamento delle competenze professionali del lavoratore a un determinato contesto lavorativo, linserimento ovvero il reinserimento nel mercato del lavoro delle seguenti categorie di persone: a) soggetti di eta compresa tra i diciotto e i ventinove anni; b) disoccupati di lunga durata da ventinove fino a trentadue anni; 395

c) lavoratori con piu di cinquanta anni di eta che siano privi di un posto di lavoro; d) lavoratori che desiderino riprendere una attivita lavorativa e che non abbiano lavorato per almeno due anni; e) donne di qualsiasi eta residenti in una area geografica in cui il tasso di occupazione femminile determinato con apposito decreto del Ministro dei lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro delleconomia e delle finanze entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sia inferiore almeno del 20 per cento di quello maschile o in cui il tasso di disoccupazione femminile superi del 10 per cento quello maschile; f) persone riconosciute affette, ai sensi della normativa vigente, da un grave handicap fisico, mentale o psichico. 2. I contratti di inserimento possono essere stipulati da: a) enti pubblici economici, imprese e loro consorzi; b) gruppi di imprese; c) associazioni professionali, socio-culturali, sportive; d) fondazioni; e) enti di ricerca, pubblici e privati; f) organizzazioni e associazioni di categoria. 3. Per poter assumere mediante contratti di inserimento i soggetti di cui al comma 2 devono avere mantenuto in servizio almeno il sessanta per cento dei lavoratori il cui contratto di inserimento sia venuto a scadere nei diciotto mesi precedenti. A tale fine non si computano i lavoratori che si siano dimessi, quelli licenziati per giusta causa e quelli che, al termine del rapporto di lavoro, abbiano rifiutato la proposta di rimanere in servizio con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, i contratti risolti nel corso o al termine del periodo di prova, nonche i contratti non trasformati in rapporti di lavoro a tempo indeterminato in misura pari a quattro contratti. Agli effetti della presente disposizione si considerano mantenuti in servizio i soggetti per i quali il rapporto di lavoro, nel corso del suo svolgimento sia stato trasformato in rapporto di lavoro a tempo indeterminato. 4. La disposizione di cui al comma 3 non trova applicazione quando, nei diciotto mesi precedenti alla assunzione del lavoratore, sia venuto a scadere un solo contratto di inserimento. 5. Restano in ogni caso applicabili, se piu favorevoli, le disposizioni di cui allarticolo 20 della legge 23 luglio 1991, n. 223, in materia di contratto di reinserimento dei lavoratori disoccupati. Nota allart. 54: - Il testo dellart. 20 della citata legge n. 223 del 1991, e il seguente: Art. 20 (Contratti di reinserimento dei lavoratori disoccupati). 1. I lavoratori che fruiscono da almeno dodici mesi del trattamento speciale di disoccupazione possono essere assunti nominativamente mediante chiamata dalle liste di cui allart. 8, comma 9, della legge 29 dicembre 1990, n. 407, con contratto di reinserimento da datori di lavoro che, al momento dellinstaurazione del rapporto di lavoro, non abbiano nellazienda sospensioni dal lavoro in atto ai sensi dellart. 2 della legge 12 agosto 1977, n. 675, ovvero non abbiano proceduto a riduzione di personale nei dodici mesi precedenti, salvo che lassunzione non avvenga ai fini di acquisire professionalita sostanzialmente diverse da quelle dei lavoratori interessati alle predette riduzioni o sospensioni di personale. 2. Ai lavoratori assunti con contratto di reinserimento, di cui al comma 1, si applica, sulle correnti aliquote dei contributi previdenziali ed assistenziali dovuti dai datori di lavoro e ferma restando la contribuzione a carico del lavoratore nelle misure previste per la generalita dei lavoratori, una riduzione nella misura del settantacinque per cento per i primi dodici mesi nellipotesi di effettiva disoccupazione del lavoratore per un periodo inferiore a due anni, per i primi ventiquattro mesi nellipotesi di effettiva disoccupazione del lavoratore per un periodo superiore a due anni e inferiore a tre anni, per i primi trentasei mesi nellipotesi di effettiva disoccupazione del lavoratore per un periodo superiore a tre anni. 3. Il datore di lavoro ha facolta di optare per lesonero dallobbligo del versamento delle quote di 396

contribuzione a proprio carico nei limiti del cinquanta per cento della misura di cui al comma 2 per un periodo pari al doppio di quello di effettiva disoccupazione e non superiore, in ogni caso, a settantadue mesi. 4. I lavoratori assunti con contratto di reinserimento sono esclusi dal computo dei limiti numerici previsti da leggi e contratti collettivi per lapplicazione di particolari normative ed istituti. 5. Il contratto di lavoro di reinserimento deve essere stipulato per iscritto. Copia del contratto deve essere inviata entro trenta giorni al competente Ispettorato provinciale del lavoro ed alla sede provinciale dellINPS.. Art. 55. Progetto individuale di inserimento 1. Condizione per lassunzione con contratto di inserimento e la definizione, con il consenso del lavoratore, di un progetto individuale di inserimento, finalizzato a garantire ladeguamento delle competenze professionali del lavoratore stesso al contesto lavorativo. 2. I contratti collettivi nazionali o territoriali stipulati da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale e i contratti collettivi aziendali stipulati dalle rappresentanze sindacali aziendali di cui allarticolo 19 della legge 20 maggio 1970, n. 300, e successive modificazioni, ovvero dalle rappresentanze sindacali unitarie determinano, anche allinterno degli enti bilaterali, le modalita di definizione dei piani individuali di inserimento con particolare riferimento alla realizzazione del progetto, anche attraverso il ricorso ai fondi interprofessionali per la formazione continua, in funzione delladeguamento delle capacita professionali del lavoratore, nonche le modalita di definizione e sperimentazione di orientamenti, linee-guida e codici di comportamento diretti ad agevolare il conseguimento dellobiettivo di cui al comma 1. 3. Qualora, entro cinque mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, non sia intervenuta, ai sensi del comma 2, la determinazione da parte del contratto collettivo nazionale di lavoro delle modalita di definizione dei piani individuali di inserimento, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali convoca le organizzazioni sindacali interessate dei datori di lavoro e dei lavoratori e le assiste al fine di promuovere laccordo. In caso di mancata stipulazione dellaccordo entro i quattro mesi successivi, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali individua in via provvisoria e con proprio decreto, tenuto conto delle indicazioni contenute nelleventuale accordo interconfederale di cui allarticolo 86, comma 13, e delle prevalenti posizioni espresse da ciascuna delle due parti interessate, le modalita di definizione dei piani individuali di inserimento di cui al comma 2. 4. La formazione eventualmente effettuata durante lesecuzione del rapporto di lavoro dovra essere registrata nel libretto formativo. 5. In caso di gravi inadempienze nella realizzazione del progetto individuale di inserimento il datore di lavoro e tenuto a versare la quota dei contributi agevolati maggiorati del 100 per cento. Nota allart. 55: - Per il testo dellart. 19 della citata legge n. 300 del 1970, si veda la nota allart. 46. Art. 56. Contratto di inserimento. 1. Il contratto di inserimento e stipulato in forma scritta e in esso deve essere specificamente indicato il progetto individuale di inserimento di cui allarticolo 55. 2. In mancanza di forma scritta il contratto e nullo e il lavoratore si intende assunto a tempo indeterminato. Art. 57. Durata 1. Il contratto di inserimento ha una durata non inferiore a nove mesi e non puo essere superiore ai diciotto mesi. In caso di assunzione di lavoratori di cui allarticolo 54, comma 1, lettera f), la durata massima puo essere estesa fino a trentasei mesi. 2. Nel computo del limite massimo di durata non si tiene conto degli eventuali periodi dedicati allo svolgimento del servizio militare o di quello civile, nonche dei periodi di astensione per maternita. 3. Il contratto di inserimento non e rinnovabile tra le stesse parti. Eventuali proroghe del contratto sono ammesse entro il limite massimo di durata indicato al comma 1. 397

Art. 58. Disciplina del rapporto di lavoro 1. Salvo diversa previsione dei contratti collettivi nazionali o territoriali stipulati da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale e dei contratti collettivi aziendali stipulati dalle rappresentanze sindacali aziendali di cui allarticolo 19 della legge 20 maggio 1970, n. 300, e successive modificazioni, ovvero dalle rappresentanze sindacali unitarie, ai contratti di inserimento si applicano, per quanto compatibili, le disposizioni di cui al decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368. 2. I contratti collettivi di cui al comma 1 possono stabilire le percentuali massime dei lavoratori assunti con contratto di inserimento. Note allart. 58: - Per il testo dellart. 19 della citata legge n. 300 del 1970, si veda nota allart. 46. - Per il titolo del citato decreto legislativo n. 368 del 2001, si veda nota allart. 22. Art. 59. Incentivi economici e normativi 1. Durante il rapporto di inserimento, la categoria di inquadramento del lavoratore non puo essere inferiore, per piu di due livelli, alla categoria spettante, in applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro, ai lavoratori addetti a mansioni o funzioni che richiedono qualificazioni corrispondenti a quelle al conseguimento delle quali e preordinato il progetto di inserimento oggetto del contratto. 2. Fatte salve specifiche previsioni di contratto collettivo, i lavoratori assunti con contratto di inserimento sono esclusi dal computo dei limiti numerici previsti da leggi e contratti collettivi per lapplicazione di particolari normative e istituti. 3. In attesa della riforma del sistema degli incentivi alla occupazione, gli incentivi economici previsti dalla disciplina vigente in materia di contratto di formazione e lavoro trovano applicazione con esclusivo riferimento ai lavoratori di cui allarticolo 54, comma, 1, lettere b), c), d), e) ed f). Art. 60. Tirocini estivi di orientamento 1. Si definiscono tirocini estivi di orientamento i tirocini promossi durante le vacanze estive a favore di un adolescente o di un giovane, regolarmente iscritto a un ciclo di studi presso luniversita o un istituto scolastico di ogni ordine e grado, con fini orientativi e di addestramento pratico. 2 Il tirocinio estivo di orientamento ha una durata non superiore a tre mesi e si svolge nel periodo compreso tra la fine dellanno accademico e scolastico e linizio di quello successivo. Tale durata e quella massima in caso di pluralita di tirocini. 3. Eventuali borse lavoro erogate a favore del tirocinante non possono superare limporto massimo mensile di 600 euro. 4. Salvo diversa previsione dei contratti collettivi, non sono previsti limiti percentuali massimi per limpiego di adolescenti o giovani al tirocinio estivo di orientamento. 5. Salvo quanto previsto ai commi precedenti ai tirocini estivi si applicano le disposizioni di cui allarticolo 18 della legge n. 196 del 1997 e al decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale 25 marzo 1998, n. 142. Note allart. 60: - Il testo dellart. 18 della citata legge n. 196 del 1997 e il seguente: Art. 18 (Tirocini formativi e di orientamento) 1.Al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro e di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro, attraverso iniziative di tirocini pratici e stages a favore di soggetti che hanno gia assolto lobbligo scolastico ai sensi della legge 31 dicembre 1962, n. 1859, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro della pubblica istruzione, delluniversita e della ricerca scientifica e tecnologica, da adottarsi ai sensi dellart. 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono emanate, entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, disposizioni nel rispetto dei seguenti principi e criteri generali: 398

a) possibilita di promozione delle iniziative, nei limiti delle risorse rese disponibili dalla vigente legislazione, anche su proposta degli enti bilaterali e delle associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori, da parte di soggetti pubblici o a partecipazione pubblica e di soggetti privati non aventi scopo di lucro, in possesso degli specifici requisiti preventivamente determinati in funzione di idonee garanzie allespletamento delle iniziative medesime e in particolare: agenzie regionali per limpiego e uffici periferici del Ministero del lavoro e della previdenza sociale; universita; provveditorati agli studi; istituzioni scolastiche non statali che rilascino titoli di studio con valore legale; centri pubblici di formazione e/o orientamento, ovvero a partecipazione pubblica o operanti in regime di convenzione ai sensi dellart. 5 della legge 21 dicembre 1978, n. 845; comunita terapeutiche, enti ausiliari e cooperative sociali, purche iscritti negli specifici albi regionali, ove esistenti; servizi di inserimento lavorativo per disabili gestiti da enti pubblici delegati dalla regione; b) attuazione delle iniziative nellambito di progetti di orientamento e di formazione, con priorita per quelli definiti allinterno di programmi operativi quadro predisposti dalle regioni, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale; c) svolgimento dei tirocini sulla base di apposite convenzioni intervenute tra i soggetti di cui alla lettera a) e i datori di lavoro pubblici e privati; d) previsione della durata dei rapporti non costituenti rapporti di lavoro, in misura non superiore a dodici mesi, ovvero a ventiquattro mesi in caso di soggetti portatori di handicap, da modulare in funzione della specificita dei diversi tipi di utenti; e) obbligo da parte dei soggetti promotori di assicurare i tirocinanti mediante specifica convenzione con lIstituto nazionale per lassicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) e per la responsabilita civile e di garantire la presenza di un tutore come responsabile didattico-organizzativo delle attivita; nel caso in cui i soggetti promotori siano le agenzie regionali per limpiego e gli uffici periferici del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, il datore di lavoro ospitante puo stipulare la predetta convenzione con lINAIL direttamente e a proprio carico; f) attribuzione del valore di crediti formativi alle attivita svolte nel corso degli stages e delle iniziative di tirocinio pratico di cui al comma 1 da utilizzare, ove debitamente certificati, per laccensione di un rapporto di lavoro; g) possibilita di ammissione, secondo modalita e criteri stabiliti con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, e nei limiti delle risorse finanziarie preordinate allo scopo nellambito del Fondo di cui allart. 1 del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, al rimborso totale o parziale degli oneri finanziari connessi allattuazione di progetti di tirocinio di cui al presente articolo a favore dei giovani del Mezzogiorno presso imprese di regioni diverse da quelle operanti nella predetta area, ivi compresi, nel caso in cui i progetti lo prevedano, gli oneri relativi alla spesa sostenuta dallimpresa per il vitto e lalloggio del tirocinante; h) abrogazione, ove occorra, delle norme vigenti; i) computabilita dei soggetti portatori di handicap impiegati nei tirocini ai fini della legge 2 aprile 1968, n. 482, e successive modificazioni, purche gli stessi tirocini siano oggetto di convenzione ai sensi degli articoli 5 e 17 della legge 28 febbraio 1987, n. 56, e siano finalizzati alloccupazione.. - Il testo del decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale 25 marzo 1998, n. 142 (Regolamento recante norme di attuazione dei principi e dei criteri di cui allart. 18 della legge 24 giugno 1997, n. 196, suitirocini formativi e di orientamento), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 12 maggio 1998, n. 108. TitoloVII
TIPOLOGIE CONTRATTUALI A PROGETTO E OCCASIONALI

Capo I Lavoro a progetto e lavoro occasionale Art. 61. Definizione e campo di applicazione 1. Ferma restando la disciplina per gli agenti e i rappresentanti di commercio, i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, prevalentemente personale e senza vincolo di 399

subordinazione, di cui allarticolo 409, n. 3, del codice di procedura civile devono essere riconducibili a uno o piu progetti specifici o programmi di lavoro o fasi di esso determinati dal committente e gestiti autonomamente dal collaboratore in funzione del risultato, nel rispetto del coordinamento con la organizzazione del committente e indipendentemente dal tempo impiegato per lesecuzione della attivita lavorativa. 2. Dalla disposizione di cui al comma 1 sono escluse le prestazioni occasionali, intendendosi per tali i rapporti di durata complessiva non superiore a trenta giorni nel corso dellanno solare con lo stesso committente, salvo che il compenso complessivamente percepito nel medesimo anno solare sia superiore a 5 mila euro, nel qual caso trovano applicazione le disposizioni contenute nel presente capo. 3. Sono escluse dal campo di applicazione del presente capo le professioni intellettuali per lesercizio delle quali e necessaria liscrizione in appositi albi professionali, esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, nonche i rapporti e le attivita di collaborazione coordinata e continuativa comunque rese e utilizzate a fini istituzionali in favore delle associazioni e societa sportive dilettantistiche affiliate alle federazioni sportive nazionali, alle discipline sportive associate e agli enti di promozione sportiva riconosciute dal C.O.N.I., come individuate e disciplinate dallarticolo 90 della legge 27 dicembre 2002, n. 289. Sono altresi esclusi dal campo di applicazione del presente capo i componenti degli organi di amministrazione e controllo delle societa e i partecipanti a collegi e commissioni, nonche coloro che percepiscono la pensione di vecchiaia. 4. Le disposizioni contenute nel presente capo non pregiudicano lapplicazione di clausole di contratto individuale o di accordo collettivo piu favorevoli per il collaboratore a progetto. Note allart. 61: - Il testo dellart. 409, n. 3, del codice di procedura civile, e il seguente: Art. 409 (Controversie individuali di lavoro). - 3) rapporti di agenzia, di rappresentanza commerciale ed altri rapporti di collaborazione che si concretino in una prestazione di opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale, anche se non a carattere subordinato;. - Il testo dellart. 90 della legge 27 dicembre 2002, n. 289 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2003), e il seguente: Art. 90 (Disposizioni per lattivita sportiva dilettantistica). 1. Le disposizioni della legge 16 dicembre 1991, n. 398, e successive modificazioni, e le altre disposizioni tributarie riguardanti le associazioni sportive dilettantistiche si applicano anche alle societa sportive dilettantistiche costituite in societa di capitali senza fine di lucro. 2. A decorrere dal periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, limporto fissato dallart. 1, comma 1, della legge 16 dicembre 1991, n. 398, come sostituito dallart. 25 della legge 13 maggio 1999, n. 133, e successive modificazioni, e elevato a 250.000 euro. 3. Al testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni: a) allart. 81, comma 1, lettera m), e aggiunto, in fine, il seguente periodo: Tale disposizione si applica anche ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di carattere amministrativogestionale di natura non professionale resi in favore di societa e associazioni sportive dilettantistiche.; b) allart. 83, comma 2, le parole: a lire 10.000.000 sono sostituite dalle seguenti: a 7.500 euro. 4. Il CONI, le Federazioni sportive nazionali e gli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI non sono obbligati ad operare la ritenuta del 4 per cento a titolo di acconto sui contributi erogati alle societa e associazioni sportive dilettantistiche, stabilita dallart. 28, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. 5. Gli atti costitutivi e di trasformazione delle societa e associazioni sportive dilettantistiche, nonche delle Federazioni sportive e degli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI direttamente connessi allo svolgimento dellattivita sportiva, sono soggetti allimposta di registro in misura fissa. 6. Al n. 27-bis della tabella di cui allallegato B annesso al decreto del Presidente della Repubblica 400

26 ottobre 1972, n. 642, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: e dalle federazioni sportive ed enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI. 7. Allart. 13-bis, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 641, dopo le parole: organizzazioni non lucrative di utilita sociale (ONLUS) sono inserite le seguenti: e le societa e associazioni sportive dilettantistiche. 8. Il corrispettivo in denaro o in natura in favore di societa, associazioni sportive dilettantistiche e fondazioni costituite da istituzioni scolastiche, nonche di associazioni sportive scolastiche che svolgono attivita nei settori giovanili riconosciuta dalle Federazioni sportive nazionali o da enti di promozione sportiva costituisce, per il soggetto erogante, fino ad un importo annuo complessivamente non superiore a 200.000 euro, spesa di pubblicita, volta alla promozione dellimmagine o dei prodotti del soggetto erogante mediante una specifica attivita del beneficiario, ai sensi dellart. 74, comma 2, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. 9. Al testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni: a) allart. 13-bis, comma 1, la lettera i-ter) e sostituita dalla seguente: i-ter) le erogazioni liberali in denaro per un importo complessivo in ciascun periodo dimposta non superiore a 1.500 euro, in favore delle societa e associazioni sportive dilettantistiche, a condizione che il versamento di tali erogazioni sia eseguito tramite banca o ufficio postale ovvero secondo altre modalita stabilite con decreto del Ministro delleconomia e delle finanze, da adottare ai sensi dellart. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400; b) allart. 65, comma 2, la lettera c-octies) e abrogata. 10. Allart. 17, comma 2, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, le parole: delle indennita e dei rimborsi di cui allart. 81, comma 1, lettera m), del citato testo unico delle imposte sui redditi sono soppresse. 11. Allart. 111-bis, comma 4, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: ed alle associazioni sportive dilettantistiche. 12. Presso lIstituto per il credito sportivo e istituito il fondo di garanzia per la fornitura di garanzia sussidiaria a quella ipotecaria per i mutui relativi alla costruzione, allampliamento, allattrezzatura, al miglioramento o allacquisto di impianti sportivi, ivi compresa lacquisizione delle relative aree da parte di societa o associazioni sportive dilettantistiche con personalita giuridica. 13. Il fondo e disciplinato con apposito regolamento adottato, ai sensi dellart. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, dal Ministro per i beni e le attivita culturali, di concerto con il Ministro delleconomia e delle finanze, previa deliberazione del Consiglio nazionale del CONI. Il regolamento disciplina, in particolare, le forme di intervento del fondo in relazione allentita del finanziamento e al tipo di impianto. 14. Il fondo e gestito e amministrato a titolo gratuito dallIstituto per il credito sportivo. 15. La garanzia prestata dal fondo e di natura sussidiaria, si esplica nei limiti e con le modalita stabiliti dal regolamento di cui al comma 13 e opera entro i limiti delle disponibilita del fondo. 16. La dotazione finanziaria del fondo e costituita dallimporto annuale acquisito dal fondo speciale di cui allart. 5 della legge 24 dicembre 1957, n. 1295, e successive modificazioni, dei premi riservati al CONI a norma dellart. 6 del decreto legislativo 14 aprile 1948, n. 496, colpiti da decadenza. 17. Le societa e associazioni sportive dilettantistiche devono indicare nella denominazione sociale la finalita sportiva e la ragione o la denominazione sociale dilettantistica e possono assumere una delle seguenti forme: a) associazione sportiva priva di personalita giuridica disciplinata dagli articoli 36 e seguenti del codice civile; b) associazione sportiva con personalita giuridica di diritto privato ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 2000, n. 361; c) societa sportiva di capitali costituita secondo le disposizioni vigenti, ad eccezione di quelle che 401

prevedono le finalita di lucro. 18. Con uno o piu regolamenti, emanati ai sensi dellart. 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, nel rispetto delle disposizioni dellordinamento generale e dellordinamento sportivo, secondo i seguenti principi generali, sono individuati: a) i contenuti dello statuto e dellatto costitutivo delle societa e delle associazioni sportive dilettantistiche, con particolare riferimento a: 1) assenza di fini di lucro; 2) rispetto del principio di democrazia interna; 3) organizzazione di attivita sportive dilettantistiche, compresa lattivita didattica per lavvio, laggiornamento e il perfezionamento nelle attivita sportive; 4) disciplina del divieto per gli amministratori di ricoprire cariche sociali in altre societa e associazioni sportive nellambito della medesima disciplina; 5) gratuita degli incarichi degli amministratori; 6) devoluzione ai fini sportivi del patrimonio in caso di scioglimento delle societa e delle associazioni; 7) obbligo di conformarsi alle norme e alle direttive del CONI nonche agli statuti e ai regolamenti delle Federazioni sportive nazionali o dellente di promozione sportiva cui la societa o lassociazione intende affiliarsi; b) le modalita di approvazione dello statuto, di riconoscimento ai fini sportivi e di affiliazione ad una o piu Federazioni sportive nazionali del CONI o alle discipline sportive associate o a uno degli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, anche su base regionale; c) i provvedimenti da adottare in caso di irregolare funzionamento o di gravi irregolarita di gestione o di gravi infrazioni allordinamento sportivo. 19. Sono fatte salve le disposizioni relative ai gruppi sportivi delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, di cui allart. 6, comma 4, della legge 31 marzo 2000, n. 78, firmatari di apposite convenzioni con il CONI. 20. Presso il CONI e istituito, anche in forma telematica e senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato, il registro delle societa e delle associazioni sportive dilettantistiche distinto nelle seguenti tre sezioni: a) associazioni sportive dilettantistiche senza personalita giuridica; b) associazioni sportive dilettantistiche con personalita giuridica; c) societa sportive dilettantistiche costituite nella forma di societa di capitali. 21. Le modalita di tenuta del registro di cui al comma 20, nonche le procedure di verifica, la notifica delle variazioni dei dati e leventuale cancellazione sono disciplinate da apposita delibera del Consiglio nazionale del CONI, che e trasmessa al Ministero vigilante ai sensi dellart. 1, comma 3, della legge 31 gennaio 1992, n. 138. 22. Per accedere ai contributi pubblici di qualsiasi natura, le societa e le associazioni sportive dilettantistiche devono dimostrare lavvenuta iscrizione nel registro di cui al comma 20. 23. I dipendenti pubblici possono prestare la propria attivita, nellambito delle societa e associazioni sportive dilettantistiche, fuori dallorario di lavoro, purche a titolo gratuito e fatti salvi gli obblighi di servizio, previa comunicazione allamministrazione di appartenenza. Ai medesimi soggetti possono essere riconosciuti esclusivamente le indennita e i rimborsi di cui allart. 81, comma 1, lettera m), del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. 24. Luso degli impianti sportivi in esercizio da parte degli enti locali territoriali e aperto a tutti i cittadini e deve essere garantito, sulla base di criteri obiettivi, a tutte le societa e associazioni sportive. 25. Ai fini del conseguimento degli obiettivi di cui allart. 29 della presente legge, nei casi in cui lente pubblico territoriale non intenda gestire direttamente gli impianti sportivi, la gestione e affidata in via preferenziale a societa e associazioni sportive dilettantistiche, enti di promozione sportiva, discipline sportive associate e Federazioni sportive nazionali, sulla base di convenzioni che ne 402

stabiliscono i criteri duso e previa determinazione di criteri generali e obiettivi per lindividuazione dei soggetti affidatari. Le regioni disciplinano, con propria legge, le modalita di affidamento. 26. Le palestre, le aree di gioco e gli impianti sportivi scolastici, compatibilmente con le esigenze dellattivita didattica e delle attivita sportive della scuola, comprese quelle extracurriculari ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 ottobre 1996, n. 567, devono essere posti a disposizione di societa e associazioni sportive dilettantistiche aventi sede nel medesimo comune in cui ha sede listituto scolastico o in comuni confinanti.. Art. 62. F o r m a 1. Il contratto di lavoro a progetto e stipulato in forma scritta e deve contenere, ai fini della prova, i seguenti elementi: a) indicazione della durata, determinata o determinabile, della prestazione di lavoro; b) indicazione del progetto o programma di lavoro, o fasi di esso, individuata nel suo contenuto caratterizzante, che viene dedotto in contratto; c) il corrispettivo e i criteri per la sua determinazione, nonche i tempi e le modalita di pagamento e la disciplina dei rimborsi spese; d) le forme di coordinamento del lavoratore a progetto al committente sulla esecuzione, anche temporale, della prestazione lavorativa, che in ogni caso non possono essere tali da pregiudicarne lautonomia nella esecuzione dellobbligazione lavorativa; e) le eventuali misure per la tutela della salute e sicurezza del collaboratore a progetto, fermo restando quanto disposto dallarticolo 66, comma 4. Art. 63. Corrispettivo 1. Il compenso corrisposto ai collaboratori a progetto deve essere proporzionato alla quantita e qualita del lavoro eseguito, e deve tenere conto dei compensi normalmente corrisposti per analoghe prestazioni di lavoro autonomo nel luogo di esecuzione del rapporto. Art. 64. Obbligo di riservatezza 1. Salvo diverso accordo tra le parti il collaboratore a progetto puo svolgere la sua attivita a favore di piu committenti. 2. Il collaboratore a progetto non deve svolgere attivita in concorrenza con i committenti ne, in ogni caso, diffondere notizie e apprezzamenti attinenti ai programmi e alla organizzazione di essi, ne compiere, in qualsiasi modo, atti in pregiudizio della attivita dei committenti medesimi. Art. 65. Invenzioni del collaboratore a progetto 1. Il lavoratore a progetto ha diritto di essere riconosciuto autore della invenzione fatta nello svolgimento del rapporto. 2. I diritti e gli obblighi delle parti sono regolati dalle leggi speciali, compreso quanto previsto dallarticolo 12-bis della legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni. Nota allart. 65: - Il testo dellart. 12-bis della legge 22 aprile 1941, n. 633 (Protezione del diritto dautore e di altri diritti connessi al suo esercizio), e il seguente: Art. 12-bis. - Salvo patto contrario, il datore di lavoro e titolare del diritto esclusivo di utilizzazione economica del programma per elaboratore o della banca di dati creati dal lavoratore dipendente nellesecuzione delle sue mansioni o su istruzioni impartite dallo stesso datore di lavoro.. Art. 66. Altri diritti del collaboratore a progetto 1. La gravidanza, la malattia e linfortunio del collaboratore a progetto non comportano lestinzione del rapporto contrattuale, che rimane sospeso, senza erogazione del corrispettivo. 2. Salva diversa previsione del contratto individuale, in caso di malattia e infortunio la sospensione del rapporto non comporta una proroga della durata del contratto, che si estingue alla scadenza. Il committente puo comunque recedere dal contratto se la sospensione si protrae per un periodo superiore a un sesto della durata stabilita nel contratto, quando essa sia determinata, ovvero superiore a trenta giorni per i contratti di durata determinabile. 3. In caso di gravidanza, la durata del rapporto e prorogata per un periodo di centottanta giorni, salva 403

piu favorevole disposizione del contratto individuale. 4. Oltre alle disposizioni di cui alla legge 11 agosto 1973, n. 533, e successive modificazioni e integrazioni, sul processo del lavoro e di cui allarticolo 64 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, e successive modificazioni, ai rapporti che rientrano nel campo di applicazione del presente capo si applicano le norme sulla sicurezza e igiene del lavoro di cui al decreto legislativo n. 626 del 1994 e successive modifiche e integrazioni, quando la prestazione lavorativa si svolga nei luoghi di lavoro del committente, nonche le norme di tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, le norme di cui allarticolo 51, comma 1, della legge 23 dicembre 1999, n. 488, e del decreto del Ministero del lavoro e della previdenza sociale in data 12 gennaio 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 71 del 26 marzo 2001. Note allart. 66: - Il testo della legge 11 agosto 1973, n. 533 (Disciplina delle controversie individuali di lavoro e delle controversie in materia di previdenza e di assistenza obbligatorie), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 13 settembre 1973, n. 237. - Il testo dellart. 64 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternita e della paternita, a norma dellart. 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53), e il seguente: Art. 64 (Lavoratrici iscritte alla gestione separata di cui allart. 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335). - 1. In materia di tutela della maternita, alle lavoratrici di cui allart. 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, non iscritte ad altre forme obbligatorie, si applicano le disposizioni di cui al comma 16 dellart. 59 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni. 2. Ai sensi del comma 12 dellart. 80 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, la tutela della maternita prevista dalla disposizione di cui al comma 16, quarto periodo, dellart. 59 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, avviene nelle forme e con le modalita previste per il lavoro dipendente. A tal fine, con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro delleconomia e delle finanze, e disciplinata tale estensione nei limiti delle risorse rinvenienti dallo specifico gettito contributivo. Fino ad eventuali modifiche apportate con il predetto provvedimento, si applica il decreto ministeriale 4 aprile 2002 del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro delleconomia e delle finanze, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 136 del 12 giugno 2002.. - Per il titolo del citato decreto legislativo n. 626 del 1994 si veda la nota allart. 23. - Il testo dellart. 51, comma 1, della legge 23 dicembre 1999, n. 488 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato legge finanziaria 2000), e il seguente: 1. Allart. 59, comma 16, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al secondo periodo, le parole: 0,5 punti percentuali sono sostituite dalle seguenti: un punto percentuale; b) al terzo periodo, le parole: di un punto percentuale sono sostituite dalle seguenti: di due punti percentuali nei limiti di una complessiva aliquota di computo di 20 punti percentuali; c) al quarto periodo, le parole: e agli assegni al nucleo familiare sono sostituite dalle seguenti: , agli assegni al nucleo familiare e alla malattia in caso di degenza ospedaliera; d) e aggiunto, in fine, il seguente periodo: Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e con il Ministro della sanita, da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, si provvede alla disciplina della tutela per malattia in caso di degenza ospedaliera nei limiti delle risorse derivanti dallo specifico gettito contributivo e in relazione al reddito individuale.. Art. 67. Estinzione del contratto e preavviso 1. I contratti di lavoro di cui al presente capo si risolvono al momento della realizzazione del progetto o del programma o della fase di esso che ne costituisce loggetto. 404

2. Le parti possono recedere prima della scadenza del termine per giusta causa ovvero secondo le diverse causali o modalita, incluso il preavviso, stabilite dalle parti nel contratto di lavoro individuale. Art. 68. Rinunzie e transazioni 1. I diritti derivanti dalle disposizioni contenute nel presente capo possono essere oggetto di rinunzie o transazioni tra le parti in sede di certificazione del rapporto di lavoro di cui al Titolo V del presente decreto legislativo. Art. 69. Divieto di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa atipici e conversione del contratto 1. I rapporti di collaborazione coordinata e continuativa instaurati senza lindividuazione di uno specifico progetto, programma di lavoro o fase di esso ai sensi dellarticolo 61, comma 1, sono considerati rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato sin dalla data di costituzione del rapporto. 2. Qualora venga accertato dal giudice che il rapporto instaurato ai sensi dellarticolo 61 sia venuto a configurare un rapporto di lavoro subordinato, esso si trasforma in un rapporto di lavoro subordinato corrispondente alla tipologia negoziale di fatto realizzatasi tra le parti. 3. Ai fini del giudizio di cui al comma 2, il controllo giudiziale e limitato esclusivamente, in conformita ai principi generali dellordinamento, allaccertamento della esistenza del progetto, programma di lavoro o fase di esso e non puo essere esteso fino al punto di sindacare nel merito valutazioni e scelte tecniche, organizzative o produttive che spettano al committente. Capo II Prestazioni occasionali di tipo accessorio rese da particolarisoggetti Art. 70. Definizione e campo di applicazione 1. Per prestazioni di lavoro accessorio si intendono attivita lavorative di natura meramente occasionale rese da soggetti a rischio di esclusione sociale o comunque non ancora entrati nel mercato del lavoro, ovvero in procinto di uscirne, nellambito: a) dei piccoli lavori domestici a carattere straordinario, compresa la assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con handicap; b) dellinsegnamento privato supplementare; c) dei piccoli lavori di giardinaggio, nonche di pulizia e manutenzione di edifici e monumenti; d) della realizzazione di manifestazioni sociali, sportive, culturali o caritatevoli; e) della collaborazione con enti pubblici e associazioni di volontariato per lo svolgimento di lavori di emergenza, come quelli dovuti a calamita o eventi naturali improvvisi, o di solidarieta. 2. Le attivita lavorative di cui al comma 1, anche se svolte a favore di piu beneficiari, configurano rapporti di natura meramente occasionale e accessoria, intendendosi per tali le attivita che coinvolgono il lavoratore per una durata complessiva non superiore a trenta giorni nel corso dellanno solare e che, in ogni caso, non danno complessivamente luogo a compensi superiori a 3 mila euro sempre nel corso di un anno solare. Art. 71. Prestatori di lavoro accessorio 1. Possono svolgere attivita di lavoro accessorio: a) disoccupati da oltre un anno; b) casalinghe, studenti e pensionati; c) disabili e soggetti in comunita di recupero; d) lavoratori extracomunitari, regolarmente soggiornanti in Italia, nei sei mesi successivi alla perdita del lavoro. 2. l soggetti di cui al comma 1, interessati a svolgere prestazioni di lavoro accessorio, comunicano la loro disponibilita ai servizi per limpiego delle province, nellambito territoriale di riferimento, o ai soggetti accreditati di cui allarticolo 7. A seguito della loro comunicazione i soggetti interessati allo svolgimento di prestazioni di lavoro accessorio ricevono, a proprie spese, una tessera magnetica dalla quale risulti la loro condizione. 405

Art. 72. Disciplina del lavoro accessorio 1. Per ricorrere a prestazioni di lavoro accessorio i beneficiari acquistano presso le rivendite autorizzate uno o piu carnet di buoni per prestazioni di lavoro accessorio del valore nominale di 7,5 euro. 2. Il prestatore di prestazioni di lavoro accessorio percepisce il proprio compenso presso uno o piu enti o societa concessionari di cui al comma 5 allatto della restituzione dei buoni ricevuti dal beneficiario della prestazione di lavoro accessorio, in misura pari a 5,8 euro per ogni buono consegnato. Tale compenso e esente da qualsiasi imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato del prestatore di lavoro accessorio. 3. Lente o societa concessionaria provvede al pagamento delle spettanze alla persona che presenta i buoni per prestazioni di lavoro accessorio, registrando i dati anagrafici e il codice fiscale e provvedendo per suo conto al versamento dei contributi per fini previdenziali allINPS, alla gestione separata di cui allarticolo 2, comma 26, della legge n. 335 del 1995, in misura di 1 euro e per fini assicurativi contro gli infortuni allINAIL, in misura di 0,5 euro. 4. Lente o societa concessionaria trattiene limporto di 0,2 euro, a titolo di rimborso spese. 5. Entro sessanta giorni dalla entrata in vigore delle disposizioni contenute nel presente decreto legislativo il Ministro del lavoro e delle politiche sociali individua gli enti e le societa concessionarie alla riscossione dei buoni, nonche i soggetti autorizzati alla vendita dei buoni e regolamenta, con apposito decreto, criteri e modalita per il versamento dei contributi di cui al comma 3 e delle relative coperture assicurative e previdenziali. Nota allart. 72: - Il testo dellart. 2, comma 26, della citata legge 8 agosto 1995, n. 335 (Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare), e il seguente: 26. A decorrere dal 1 gennaio 1996, sono tenuti alliscrizione presso una apposita Gestione separata, presso lINPS, e finalizzata allestensione dellassicurazione generale obbligatoria per linvalidita, la vecchiaia ed i superstiti, i soggetti che esercitano per professione abituale, ancorche non esclusiva, attivita di lavoro autonomo, di cui al comma 1 dellart. 49 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni ed integrazioni, nonche i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, di cui al comma 2, lettera a), dellart. 49 del medesimo testo unico e gli incaricati alla vendita a domicilio di cui allart. 36 della legge 11 giugno 1971, n. 426. Sono esclusi dallobbligo i soggetti assegnatari di borse di studio, limitatamente alla relativa attivita.. Art. 73. Coordinamento informativo a fini previdenziali 1. Al fine di verificare, mediante apposita banca dati informativa, landamento delle prestazioni di carattere previdenziale e delle relative entrate contributive, conseguenti allo sviluppo delle attivita di lavoro accessorio disciplinate dalla presente legge, anche al fine di formulare proposte per adeguamenti normativi delle disposizioni di contenuto economico di cui allarticolo che precede, lINPS e lINAIL stipulano apposita convenzione con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. 2. Decorsi diciotto mesi dalla entrata in vigore del presente provvedimento il Ministero del lavoro e delle politiche sociali predispone, dintesa con INPS e INAIL, una relazione sullandamento del lavoro occasionale di tipo accessorio e ne riferisce al Parlamento. Art. 74. Prestazioni che esulano dal mercato del lavoro 1. Con specifico riguardo alle attivita agricole non integrano in ogni caso un rapporto di lavoro autonomo o subordinato le prestazioni svolte da parenti e affini sino al terzo grado in modo meramente occasionale o ricorrente di breve periodo, a titolo di aiuto, mutuo aiuto, obbligazione morale senza corresponsione di compensi, salvo lespese di mantenimento e di esecuzione dei lavori. Titolo VIII
PROCEDURE DI CERTIFICAZIONECapo I Certificazione dei contratti di lavoro

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Art. 75. Finalita 1. Al fine di ridurre il contenzioso in materia di qualificazione dei contratti di lavoro intermittente, ripartito, a tempo parziale e a progetto di cui al presente decreto, nonche dei contratti di associazione in partecipazione di cui agli articoli 2549-2554 del codice civile, le parti possono ottenere la certificazione del contratto secondo la procedura volontaria stabilita nel presente Titolo. Nota allart. 75: - Il testo degli articoli da 2549 a 2554 del codice civile, e il seguente: Art. 2549 (Nozione). - Con il contratto di associazione in partecipazione lassociante attribuisce allassociato una partecipazione agli utili della sua impresa o di uno o piu affari verso il corrispettivo di un determinato apporto. Art. 2550 (Pluralita di associazioni). - Salvo patto contrario, lassociante non puo attribuire partecipazioni per la stessa impresa o per lo stesso affare ad altre persone senza il consenso dei precedenti associati. Art. 2551 (Diritti ed obbligazioni dei terzi). I terzi acquistano diritti e assumono obbligazioni soltanto verso lassociante. Art. 2552 (Diritti dellassociante e dellassociato). La gestione dellimpresa o dellaffare spetta allassociante. Il contratto puo determinare quale controllo possa esercitare lassociato sullimpresa o sullo svolgimento dellaffare per cui lassociazione e stata contratta. In ogni caso lassociato ha diritto al rendiconto dellaffare compiuto o a quello annuale della gestione se questa si protrae per piu di un anno. Art. 2553 (Divisione degli utili e delle perdite). Salvo patto contrario, lassociato partecipa alle perdite nella stessa misura in cui partecipa agli utili, ma le perdite che colpiscono lassociato non possono superare il valore del suo apporto. Art. 2554 (Partecipazione agli utili e alle perdite). Le disposizioni degli articoli 2551 e 2552 si applicano anche al contratto di cointeressenza agli utili di una impresa senza partecipazione alle perdite, e al contrattone con il quale un contraente attribuisce la partecipazione agli utili e alle perdite della sua impresa, senza il corrispettivo di un determinato apporto. Per le partecipazioni agli utili attribuite ai prestatori di lavoro resta salva la disposizione dellart. 2102.. Art. 76. Organi di certificazione 1. Sono organi abilitati alla certificazione dei contratti di lavoro le commissioni di certificazione istituite presso: a) gli enti bilaterali costituiti nellambito territoriale di riferimento ovvero a livello nazionale quando la commissione di certificazione sia costituita nellambito di organismi bilaterali a competenza nazionale; b) le Direzioni provinciali del lavoro e le province, secondo quanto stabilito da apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali entro sessanta giorni dalla entrata in vigore del presente decreto; c) le universita pubbliche e private, comprese le Fondazioni universitarie, registrate nellalbo di cui al comma 2, esclusivamente nellambito di rapporti di collaborazione e consulenza attivati con docenti di diritto del lavoro di ruolo ai sensi dellarticolo 66 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382. 2. Per essere abilitate alla certificazione ai sensi del comma 1, le universita sono tenute a registrarsi presso un apposito albo istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali con apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dellistruzione, della universita e della ricerca. Per ottenere la registrazione le universita sono tenute a inviare, allatto della registrazione e ogni sei mesi, studi ed elaborati contenenti indici e criteri giurisprudenziali di qualificazione dei contratti di lavoro con riferimento a tipologie di lavoro indicate dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. 407

3. Le commissioni istituite ai sensi dei commi che precedono possono concludere convenzioni con le quali prevedano la costituzione di una commissione unitaria di certificazione. Nota allart. 76: - Il testo dellart. 66 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382 (Riordinamento della docenza universitaria, relativa fascia di formazione nonche sperimentazione organizzativa e didattica), e il seguente: Art. 66 (Contratti di ricerca, di consulenza e convenzioni di ricerca per conto terzi). Le Universita, purche non vi osti lo svolgimento della loro funzione scientifica didattica, possono eseguire attivita di ricerca e consulenza stabilite mediante contratti e convenzioni con enti pubblici e privati. Lesecuzione di tali contratti e convenzioni sara affidata, di norma, ai dipartimenti o, qualora questi non siano costituiti, agli istituti o alle cliniche universitarie o a singoli docenti a tempo pieno. I proventi delle prestazioni dei contratti e convenzioni di cui al comma precedente sono ripartiti secondo un regolamento approvato dal consiglio di amministrazione dellUniversita, sulla base di uno schema predisposto, su proposta del Consiglio universitario nazionale, dal Ministro della pubblica istruzione. Il personale docente e non docente che collabora a tali prestazioni puo essere ricompensato fino a una somma annua totale non superiore al 30 per cento della retribuzione complessiva. In ogni caso la somma cosi erogata al personale non puo superare il 50 per cento dei proventi globali delle prestazioni. Il regolamento di cui al secondo comma determina la somma da destinare per spese di carattere generale sostenute dallUniversita e i criteri per lassegnazione al personale della somma di cui al terzo comma. Gli introiti rimanenti sono destinati ad acquisto di materiale didattico e scientifico e a spese di funzionamento dei dipartimenti, istituti o cliniche che hanno eseguito i contratti e le convenzioni. Dai proventi globali derivanti dalle singole prestazioni e da ripartire con le modalita di cui al precedente secondo comma vanno in ogni caso previamente detratte le spese sostenute dallUniversita per lespletamento delle prestazioni medesime. I proventi derivati dallattivita di cui al comma precedente costituiscono entrate del bilancio dellUniversita.. Art. 77. Competenza 1. Nel caso in cui le parti intendano presentare listanza di avvio della procedura di certificazione presso le commissioni di cui allarticolo 76, comma 1, lettera b), le parti stesse devono rivolgersi alla commissione nella cui circoscrizione si trova lazienda o una sua dipendenza alla quale sara addetto il lavoratore. Nel caso in cui le parti intendano presentare listanza di avvio della procedura di certificazione alle commissioni istituite a iniziativa degli enti bilaterali, esse devono rivolgersi alle commissioni costituite dalle rispettive associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro. Art. 78. Procedimento di certificazione e codici di buone pratiche 1. La procedura di certificazione e volontaria e consegue obbligatoriamente a una istanza scritta comune delle parti del contratto di lavoro. 2. Le procedure di certificazione sono determinate allatto di costituzione delle commissioni di certificazione e si svolgono nel rispetto dei codici di buone pratiche di cui al comma 4, nonche dei seguenti principi: a) linizio del procedimento deve essere comunicato alla Direzione provinciale del lavoro che provvede a inoltrare la comunicazione alle autorita pubbliche nei confronti delle quali latto di certificazione e destinato a produrre effetti. Le autorita pubbliche possono presentare osservazioni alle commissioni di certificazione; b) il procedimento di certificazione deve concludersi entro il termine di trenta giorni dal ricevimento della istanza; c) latto di certificazione deve essere motivato e contenere il termine e lautorita cui e possibile ricorrere; 408

d) latto di certificazione deve contenere esplicita menzione degli effetti, civili, amministrativi, previdenziali o fiscali, in relazione ai quali le parti richiedono la certificazione. 3. I contratti di lavoro certificati, e la relativa pratica di documentazione, devono essere conservati presso le sedi di certificazione, per un periodo di almeno cinque anni a far data dalla loro scadenza. Copia del contratto certificato puo essere richiesta dal servizio competente di cui allarticolo 4-bis, comma 5, del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, oppure dalle altre autorita pubbliche nei confronti delle quali latto di certificazione e destinato a produrre effetti. 4. Entro sei mesi dalla entrata in vigore del presente decreto legislativo, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali adotta con proprio decreto codici di buone pratiche per lindividuazione delle clausole indisponibili in sede di certificazione dei rapporti di lavoro, con specifico riferimento ai diritti e ai trattamenti economici e normativi. Tali codici recepiscono, ove esistano, le indicazioni contenute negli accordi interconfederali stipulati da associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale. 5. Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali vengono altresi definiti appositi moduli e formulari per la certificazione del contratto o del relativo programma negoziale, che tengano conto degli orientamenti giurisprudenziali prevalenti in materia di qualificazione del contratto di lavoro, come autonomo o subordinato, in relazione alle diverse tipologie di lavoro. Nota allart. 78: - Per il testo dellart. 4-bis, comma 5, del citato decreto legislativo n. 181 del 2000, si veda nota allart.19. Art. 79. Efficacia giuridica della certificazione Gli effetti dellaccertamento dellorgano preposto alla certificazione del contratto di lavoro permangono, anche verso i terzi, fino al momento in cui sia stato accolto, con sentenza di merito, uno dei ricorsi giurisdizionali esperibili ai sensi dellarticolo 80, fatti salvi i provvedimenti cautelari. Art. 80. Rimedi esperibili nei confronti della certificazione 1. Nei confronti dellatto di certificazione, le parti e i terzi nella cui sfera giuridica latto stesso e destinato a produrre effetti, possono proporre ricorso, presso lautorita giudiziaria di cui allarticolo 413 del codice di procedura civile, per erronea qualificazione del contratto oppure difformita tra il programma negoziale certificato e la sua successiva attuazione. Sempre presso la medesima autorita giudiziaria, le parti del contratto certificato potranno impugnare latto di certificazione anche per vizi del consenso. 2. Laccertamento giurisdizionale dellerroneita della qualificazione ha effetto fin dal momento della conclusione dellaccordo contrattuale. Laccertamento giurisdizionale della difformita tra il programma negoziale e quello effettivamente realizzato ha effetto a partire dal momento in cui la sentenzaaccerta che ha avuto inizio la difformita stessa. 3. Il comportamento complessivo tenuto dalle parti in sede di certificazione del rapporto di lavoro e di definizione della controversia davanti alla commissione di certificazione potra essere valutato dal giudice del lavoro, ai sensi degli articoli 9, 92 e 96 del codice di procedura civile. 4. Chiunque presenti ricorso giurisdizionale contro la certificazione ai sensi dei precedenti commi 1 e 3, deve previamente rivolgersi obbligatoriamente alla commissione di certificazione che ha adottato latto di certificazione per espletare un tentativo di conciliazione ai sensi dellarticolo 410 del codice di procedura civile. 5. Dinnanzi al tribunale amministrativo regionale nella cui giurisdizione ha sede la commissione che ha certificato il contratto, puo essere presentato ricorso contro latto certificatorio per violazione del procedimento o per eccesso di potere. Note allart. 80: - Il testo dellart. 413 del codice di procedura civile, e il seguente: Art. 413 (Giudice competente). - Le controversie previste dallart. 409 sono in primo grado di competenza del tribunale in funzione di giudice del lavoro. Competente per territorio e il giudice 409

nella cui circoscrizione e sorto il rapporto ovvero si trova lazienda o una sua dipendenza alla quale e addetto il lavoratore o presso la quale egli prestava la sua opera al momento della fine del rapporto. Tale competenza permane dopo il trasferimento dellazienda o la cessazione di essa o della sua dipendenza, purche la domanda sia proposta entro sei mesi dal trasferimento o dalla cessazione [c.p.c. 18, 20, 452]. Competente per territorio per le controversie previste dal numero 3) dellart. 409 e il giudice nella cui circoscrizione si trova il domicilio dellagente, del rappresentante di commercio ovvero del titolare degli altri rapporti di collaborazione di cui al predetto numero 3) dellart. 409. Competente per territorio per le controversie relative ai rapporti di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni e il giudice nella cui circoscrizione ha sede lufficio al quale il dipendente e addetto o era addetto al momento della cessazione del rapporto. Nelle controversie nelle quali e parte una Amministrazione dello Stato non si applicano le disposizioni dellart. 6 del regio decreto 30 ottobre 1933, n. 1611. Qualora non trovino applicazione le disposizioni dei commi precedenti, si applicano quelle dellart. 18. Sono nulle le clausole derogative della competenza per territorio.. - Il testo dellart. 9 del codice di procedura civile, e il seguente: Art. 9 (Competenza del tribunale). Il tribunale e competente per tutte le cause che non sono di competenza di altro giudice. Il tribunale e altresi esclusivamente competente per le cause in materia di imposte e tasse, per quelle relative allo stato e alla capacita delle persone e ai diritti onorifici, per la querela di falso, per lesecuzione forzata e, in generale, per ogni causa di valore indeterminabile.. - Il testo dellart. 92 del codice di procedura civile, e il seguente: Art. 92 (Condanna alle spese per singoli atti. Compensazione delle spese) Il giudice, nel pronunciarela condanna di cui allarticolo precedente, puo escludere la ripetizione delle spese sostenute dalla partevincitrice, se le ritiene eccessive o superflue; e puo, indipendentemente dalla soccombenza, condannare una parte al rimborso delle spese, anche non ripetibili, che, per trasgressione al dovere di cui allart. 88, essa ha causato allaltra parte. Se vi e soccombenza reciproca o concorrono altri giusti motivi, il giudice puo compensare, parzialmente o per intero, le spese tra le parti. Se le parti si sono conciliate, le spese si intendono compensate, salvo che le parti stesse abbiano diversamente convenuto nel processo verbale di conciliazione.. - Il testo dellart. 96 del codice di procedura civile, e il seguente: Art. 96 (Responsabilita aggravata). - Se risulta che la parte soccombente ha agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave, il giudice, su istanza dellaltra parte, la condanna, oltre che alle spese, al risarcimento dei danni, che liquida, anche dufficio, nella sentenza. Il giudice che accerta linesistenza del diritto per cui e stato eseguito un provvedimento cautelare, o trascritta domanda giudiziale, o iscritta ipoteca giudiziale, oppure iniziata o compiuta lesecuzione forzata, su istanza della parte danneggiata condanna al risarcimento dei danni lattore o il creditore procedente, che ha agito senza la normale prudenza. La liquidazione dei danni e fatta a norma del comma precedente.. - Il testo dellart. 410 del codice di procedura civile, e il seguente: Art. 410 (Tentativo obbligatorio di conciliazione). Chi intende proporre in giudizio una domanda relativa ai rapporti previsti dallart. 409 e non ritiene di avvalersi delle procedure di conciliazione previste dai contratti e accordi collettivi deve promuovere, anche tramite lassociazione sindacale alla quale aderisce o conferisca mandato, il tentativo di conciliazione presso la commissione di conciliazione individuata secondo i criteri di cui allart. 413. La comunicazione della richiesta di espletamento del tentativo di conciliazione interrompe la 410

prescrizione e sospende, per la durata del tentativo di conciliazione e per i venti giorni successivi alla sua conclusione, il decorso di ogni termine di decadenza. La commissione, ricevuta la richiesta tenta la conciliazione della controversia, convocando le parti, per una riunione da tenersi non oltre dieci giorni dal ricevimento della richiesta. Con provvedimento del direttore dellufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione e istituita in ogni provincia presso lufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione, una commissione provinciale di conciliazione composta dal direttore dellufficio stesso, o da un suo delegato, in qualita di presidente, da quattro rappresentanti effettivi e da quattro supplenti dei datori di lavoro e da quattro rappresentanti effettivi e da quattro supplenti dei lavoratori, designati dalle rispettive organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative su base nazionale. Commissioni di conciliazione possono essere istituite, con le stesse modalita e con la medesima composizione di cui al precedente comma, anche presso le sezioni zonali degli uffici provinciali del lavoro e della massima occupazione. Le commissioni, quando se ne ravvisi la necessita, affidano il tentativo di conciliazione a proprie sottocommissioni, presiedute dal direttore dellufficio provinciale del lavoro e della massima occupazione o da un suo delegato che rispecchino la composizione prevista dal precedente terzo comma. In ogni caso per la validita della riunione e necessaria la presenza del presidente e di almeno un rappresentante dei datori di lavoro e di uno dei lavoratori. Ove la riunione della commissione non sia possibile per la mancata presenza di almeno uno dei componenti di cui al precedente comma, il direttore dellufficio provinciale del lavoro certifica limpossibilita di procedere al tentativo di conciliazione.. Art. 81. Attivita di consulenza e assistenza alle parti 1. Le sedi di certificazione di cui allarticolo 75 svolgono anche funzioni di consulenza e assistenza effettiva alle parti contrattuali, sia in relazione alla stipulazione del contratto di lavoro e del relativo programma negoziale sia in relazione alle modifiche del programma negoziale medesimo concordate in sede di attuazione del rapporto di lavoro, con particolare riferimento alla disponibilita dei diritti e alla esatta qualificazione dei contratti di lavoro. Capo II Altre ipotesi di certificazione Art. 82. Rinunzie e transazioni 1. Le sedi di certificazione di cui allarticolo 76, comma 1, lettera a), del presente decreto legislativo sono competenti altresi a certificare le rinunzie e transazioni di cui allarticolo 2113 del codice civile a conferma della volonta abdicativa o transattivi delle parti stesse. Nota allart. 82: - Il testo dellart. 2113 del codice civile, e il seguente: Art. 2113 (Rinunzie e transazioni). - Le rinunzie e le transazioni, che hanno per oggetto diritti del prestatore di lavoro derivanti da disposizioni inderogabili della legge e dei contratti o accordi collettivi concernenti i rapporti di cui allart. 409 del codice di procedura civile, non sono valide. Limpugnazione deve essere proposta, a pena di decadenza, entro sei mesi dalla data di cessazione del rapporto o dalla data della rinunzia o della transazione, se queste sono intervenute dopo la cessazione medesima. Le rinunzie e le transazioni di cui ai commi precedenti possono essere impugnate con qualsiasi atto scritto, anche stragiudiziale, del lavoratore idoneo a renderne nota la volonta. Le disposizioni del presente articolo non si applicano alla conciliazione intervenuta ai sensi degli articoli 185, 410 e 411 del codice di procedura civile.. Art. 83. Deposito del regolamento interno delle cooperative 1. La procedura di certificazione di cui al capo I e estesa allatto di deposito del regolamento interno 411

delle cooperative riguardante la tipologia dei rapporti di lavoro attuati o che si intendono attuare, in forma alternativa, con i soci lavoratori, ai sensi dellarticolo 6 della legge 3 aprile 2001, n. 142, e successive modificazioni. La procedura di certificazione attiene al contenuto del regolamento depositato. 2. Nellipotesi di cui al comma 1, la procedura di certificazione deve essere espletata da specifiche commissioni istituite nella sede di certificazione di cui allarticolo 76, comma 1, lettera b). Tali commissioni sono presiedute da un presidente indicato dalla provincia e sono costituite, in maniera paritetica, da rappresentanti delle associazioni di rappresentanza, assistenza e tutela del movimento cooperativo e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, comparativamente piu rappresentative. Nota allart. 83: - Il testo dellart. 6 della legge 3 aprile 2001, n. 142 (Revisione della legislazione in materia cooperativistica, con particolare riferimento alla posizione del socio lavoratore), e il seguente: Art. 6 (Regolamento interno). 1. Entro il 31 dicembre 2003, le cooperative di cui allart. 1 definiscono un regolamento, approvato dallassemblea, sulla tipologia dei rapporti che si intendono attuare, in forma alternativa, con i soci lavoratori. Il regolamento deve essere depositato entro trenta giorni dallapprovazione presso la direzione provinciale del lavoro competente per territorio. Il regolamento deve contenere in ogni caso: a) il richiamo ai contratti collettivi applicabili, per cio che attiene ai soci lavoratori con rapporto di lavoro subordinato; b) le modalita di svolgimento delle prestazioni lavorative da parte dei soci, in relazione allorganizzazione aziendale della cooperativa e ai profili professionali dei soci stessi, anche nei casi di tipologie diverse da quella del lavoro subordinato; c) il richiamo espresso alle normative di legge vigenti per i rapporti di lavoro diversi da quello subordinato; d) lattribuzione allassemblea della facolta di deliberare, alloccorrenza, un piano di crisi aziendale, nel quale siano salvaguardati, per quanto possibile, i livelli occupazionali e siano altresi previsti: la possibilita di riduzione temporanea dei trattamenti economici integrativi di cui al comma 2, lettera b), dellart. 3; il divieto, per lintera durata del piano, di distribuzione di eventuali utili; e) lattribuzione allassemblea della facolta di deliberare, nellambito del piano di crisi aziendale di cui alla lettera d), forme di apporto anche economico, da parte dei soci lavoratori, alla soluzione della crisi, in proporzione alle disponibilita e capacita finanziarie; f) al fine di promuovere nuova imprenditorialita, nelle cooperative di nuova costituzione, la facolta per lassemblea dalla cooperativa di deliberare un piano davviamento alle condizioni e secondo le modalita stabilite in accordi collettivi tra le associazioni nazionali del movimento cooperativo e le organizzazioni sindacali comparativamente pi rappresentative. 2. Salvo quanto previsto alle lettere d), e) ed f) del comma 1 nonche allart. 3, comma 2-bis, il regolamento non puo contenere disposizioni derogatorie in pejus rispetto al solo trattamento economico minimo di cui allart. 3, comma 1. Nel caso in cui violi la disposizione di cui al primo periodo, la clausola e nulla. 2-bis. Le cooperative di cui allart. 1, comma 1, lettera b), della legge 8 novembre 1991, n. 381, possono definire accordi territoriali con le organizzazioni sindacali comparativamente piu rappresentative per rendere compatibile lapplicazione del contratto collettivo di lavoro nazionale di riferimento allattivita svolta. Tale accordo deve essere depositato presso la direzione provinciale del lavoro competente per territorio.. Art. 84. Interposizione illecita e appalto genuino 1. Le procedure di certificazione di cui al capo primo possono essere utilizzate, sia in sede di stipulazione di appalto di cui allarticolo 1655 del codice civile sia nelle fasi di attuazione del relativo programma negoziale, anche ai fini della distinzione concreta tra somministrazione di lavoro e appalto ai sensi delle disposizioni di cui al Titolo III del presente decreto legislativo. 412

2. Entro sei mesi dalla entrata in vigore del presente decreto, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali adotta con proprio decreto codici di buone pratiche e indici presuntivi in materia di interposizione illecita e appalto genuino, che tengano conto della rigorosa verifica della reale organizzazione dei mezzi e della assunzione effettiva del rischio tipico di impresa da parte dellappaltatore. Tali codici e indici presuntivi recepiscono, ove esistano, le indicazioni contenute negli accordi interconfederali o di categoria stipulati da associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale. Nota allart. 84: - Per il testo dellart. 1655 del codice civile, si veda nota allart. 29. Titolo IX DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI Art. 85. Abrogazioni 1. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo sono abrogati: a) larticolo 27 della legge 29 aprile 1949, n. 264; b) larticolo 2, comma 2, e larticolo 3 della legge 19 gennaio 1955, n. 25; c) la legge 23 ottobre 1960, n. 1369; d) larticolo 21, comma 3 della legge 28 febbraio 1987, n. 56; e) gli articoli 9-bis, comma 3 e 9-quater, commi 4 e 18, questultimo limitatamente alla violazione degli obblighi di comunicazione, del decreto-legge 1 ottobre 1996, n. 510, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608; f) gli articoli da 1 a 11 della legge 24 giugno 1997, n. 196; g) larticolo 4, comma 3, del decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 72; h) larticolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 7 luglio 2000, n. 442; i) tutte le disposizioni legislative e regolamentari incompatibili con il presente decreto. 2. Allarticolo 2, comma 1, del decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 61, le parole da: Il datore di lavoro fino a: dello stesso sono soppresse. Nota allart. 85: - Il testo della legge 29 aprile 1949, n. 264 (Provvedimenti in materia di avviamento al lavoro e di assistenza dei lavoratori involontariamente disoccupati), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 1 giugno 1949, n. 125, supplemento ordinario. - Per il titolo della legge 19 gennaio 1955, n. 25, si veda nota allart. 53. - Il testo della legge 23 ottobre 1960, n. 1369 (Divieto di intermediazione ed interposizione nelle prestazioni di lavoro e nuova disciplina dellimpiego di manodopera negli appalti di opere e di servizi), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 25 novembre 1960, n. 289. - Il testo della legge 28 febbraio 1987, n. 56 (Norme sullorganizzazione del mercato del lavoro), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 3 marzo 1987, n. 51, supplemento ordinario. - Il testo del decreto-legge 1 ottobre 1996, n. 510, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608 (Disposizioni urgenti in materia di lavori socialmente utili, di interventi a sostegno del reddito e nel settore previdenziale), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 2 ottobre 1996, n. 231. - Il testo della legge 24 giugno 1997, n. 196 (Norme in materia di promozione delloccupazione), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 4 luglio 1997, n. 154, supplemento ordinario. - Il testo del decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 72 (Attuazione della direttiva 96/71/CE in materia di distacco dei lavoratori nellambito di una prestazione di servizi), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 30 marzo 2000, n. 75. - Il testo del decreto del Presidente della Repubblica n. 442/2000 (Regolamento recante norme per la semplificazione del procedimento per il collocamento ordinario dei lavoratori, ai sensi dellart. 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997, n. 59), e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 13 febbraio 2001, n. 36. 413

- Il testo dellart. 2 del decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 61 (Attuazione della direttiva 97/81/CE retativa allaccordo-quadro sul lavoro a tempo parziale concluso dallUNICE, dal CEEP e dalla CES), come modificato dal decreto qui pubblicato, e il seguente: Art. 2 (Forma e contenuti del contratto di lavoro a tempo parziale). - 1. Il contratto di lavoro a tempo parziale e stipulato in forma scritta ai fini e per gli effetti di cui allart. 8, comma 1. Fatte salve eventuali piu favorevoli previsioni dei contratti collettivi di cui allart. 1, comma 3, il datore di lavoro e altresi tenuto ad informare le rappresentanze sindacali aziendali, ove esistenti, con cadenza annuale, sullandamento delle assunzioni a tempo parziale, la relativa tipologia ed il ricorso al lavoro supplementare. 2. Nel contratto di lavoro a tempo parziale e contenuta puntuale indicazione della durata della prestazione lavorativa e della collocazione temporale dellorario con riferimento al giorno, alla settimana, al mese e allanno. Clausole difformi sono ammissibili solo nei termini di cui allart. 3, comma 7. Art. 86. Norme transitorie e finali 1. Le collaborazioni coordinate e continuative stipulate ai sensi della disciplina vigente, che non possono essere ricondotte a un progetto o a una fase di esso, mantengono efficacia fino alla loro scadenza e, in ogni caso, non oltre un anno dalla data di entrata in vigore del presente provvedimento. Termini diversi, anche superiori allanno, di efficacia delle collaborazioni coordinate e continuative stipulate ai sensi della disciplina vigente potranno essere stabiliti nellambito di accordi sindacali di transizione al nuovo regime di cui al presente decreto, stipulati in sede aziendale con le istanze aziendali dei sindacati comparativamente piu rappresentativi sul piano nazionale. 2. Al fine di evitare fenomeni elusivi della disciplina di legge e contratto collettivo, in caso di rapporti di associazione in partecipazione resi senza una effettiva partecipazione e adeguate erogazioni a chi lavora, il lavoratore ha diritto ai trattamenti contributivi, economici e normativi stabiliti dalla legge e dai contratti collettivi per il lavoro subordinato svolto nella posizione corrispondente del medesimo settore di attivita, o in mancanza di contratto collettivo, in una corrispondente posizione secondo il contratto di settore analogo, a meno che il datore di lavoro, o committente, o altrimenti utilizzatore non comprovi, con idonee attestazioni o documentazioni, che la prestazione rientra in una delle tipologie di lavoro disciplinate nel presente decreto ovvero in un contratto di lavoro subordinato speciale o con particolare disciplina, o in un contratto nominato di lavoro autonomo, o in altro contratto espressamente previsto nellordinamento. 3. In relazione agli effetti derivanti dalla abrogazione delle disposizioni di cui agli articoli da 1 a 11 della legge 24 giugno 1997, n. 196, le clausole dei contratti collettivi nazionali di lavoro stipulate ai sensi dellarticolo 1, comma 2, lettera a), della medesima legge e vigenti alla data di entrata in vigore del presente decreto, mantengono, in via transitoria e salve diverse intese, la loro efficacia fino alla data di scadenza dei contratti collettivi nazionali di lavoro, con esclusivo riferimento alla determinazione per via contrattuale delle esigenze di carattere temporaneo che consentono la somministrazione di lavoro a termine. Le clausole dei contratti collettivi nazionali di lavoro stipulate ai sensi dellarticolo 1, comma 3, della legge 24 giugno 1997, n. 196, vigenti alla data di entrata in vigore del presente decreto, mantengono la loro efficacia fino a diversa determinazione delle parti stipulanti o recesso unilaterale. 4. Le disposizioni di cui allarticolo 26-bis della legge 24 giugno 1997, n. 196, e di cui al n. 5-ter dellarticolo 2751-bis del codice civile si intendono riferiti alla disciplina della somministrazione prevista dal presente decreto. 5. Ferma restando la disciplina di cui allarticolo 17, comma 1, della legge 28 gennaio 1994, n. 84, come sostituito dallarticolo 3 della legge 30 giugno 2000, n. 186, i riferimenti che lo stesso articolo 17 fa alla legge 24 giugno 1997, n. 196, si intendono riferiti alla disciplina della somministrazione di cui al presente decreto. 6. Per le societa di somministrazione, intermediazione, ricerca e selezione del personale, ricollocamento professionale gia autorizzate ai sensi della normativa previgente opera una disciplina transitoria e di raccordo definita con apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali 414

entro trenta giorni dalla entrata in vigore del presente decreto. In attesa della disciplina transitoria restano in vigore le norme di legge e regolamento vigenti alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo. 7. Lobbligo di comunicazione di cui al comma 4 dellarticolo 4-bis del decreto legislativo n. 181 del 2000 si intende riferito a tutte le imprese di somministrazione, sia a tempo indeterminato che a tempo determinato. 8. Il Ministro per la funzione pubblica convoca le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche per esaminare i profili di armonizzazione conseguenti alla entrata in vigore del presente decreto legislativo entro sei mesi anche ai fini della eventuale predisposizione di provvedimenti legislativi in materia. 9. La previsione della trasformazione del rapporto di lavoro di cui allarticolo 27, comma 1, non trova applicazione nei confronti delle pubbliche amministrazioni cui la disciplina della somministrazione trova applicazione solo per quanto attiene alla somministrazione di lavoro a tempo determinato. La vigente disciplina in materia di contratti di formazione e lavoro, fatto salvo quanto previsto dallarticolo 59, comma 3, trova applicazione esclusivamente nei confronti della pubblica amministrazione. Le sanzioni amministrative di cui allarticolo 19 si applicano anche nei confronti della pubblica amministrazione. 10. Allarticolo 3, comma 8, del decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494, sono apportate le seguenti modificazioni: a) la lettera b) e sostituita dalla seguente: b) chiede alle imprese esecutrici una dichiarazione dellorganico medio annuo, distinto per qualifica, nonche una dichiarazione relativa al contratto collettivo stipulato dalle organizzazioni sindacali comparativamente piu rappresentative, applicato ai lavoratori dipendenti;; b) dopo la lettera b) sono aggiunte, in fine, le seguenti: b-bis) chiede un certificato di regolarita contributiva. Tale certificato puo essere rilasciato, oltre che dallINPS e dallINAIL, per quanto di rispettiva competenza, anche dalle casse edili le quali stipulano una apposita convenzione con i predetti istituti al fine del rilascio di un documento unico di regolarita contributiva; b-ter) trasmette allamministrazione concedente, prima dellinizio dei lavori oggetto della concessione edilizia o allatto della presentazione della denuncia di inizio attivita, il nominativo dellimpresa esecutrice dei lavori unitamente alla documentazione di cui alle lettere b) e b-bis).. 11. Labrogazione ad opera dellarticolo 8 del decreto legislativo 19 dicembre 2002, n. 297, della disciplina dei compiti della commissione regionale per limpiego di cui allarticolo 5 della legge 28 febbraio 1987, n. 56, non si intende riferita alle regioni a statuto speciale per le quali non sia effettivamente avvenuto il trasferimento delle funzioni in materia di lavoro ai sensi del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469. 12. Le disposizioni di cui agli articoli 13, 14, 34, comma 2, di cui al Titolo III e di cui al Titolo VII, capo II, Titolo VIII hanno carattere sperimentale. Decorsi diciotto mesi dalla data di entrata in vigore, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali procede, sulla base delle informazioni raccolte ai sensi dellarticolo 17, a una verifica con le organizzazioni sindacali, dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale degli effetti delle disposizioni in esso contenute e ne riferisce al Parlamento entro tre mesi ai fini della valutazione della sua ulteriore vigenza. 13. Entro i cinque giorni successivi alla entrata in vigore del presente decreto, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali convoca le associazioni dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro comparativamente piu rappresentative sul piano nazionale al fine di verificare la possibilita di affidare a uno o piu accordi interconfederali la gestione della messa a regime del presente decreto, anche con riferimento al regime transitorio e alla attuazione dei rinvii contenuti alla contrattazione collettiva. 14. LINPS provvede al monitoraggio degli effetti derivanti dalle misure del presente decreto, comunicando i risultati al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al Ministero delleconomia e 415

delle finanze, anche ai fini della adozione dei provvedimenti correttivi di cui allarticolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni, ovvero delle misure correttive da assumere ai sensi dellarticolo 11, comma 3, lettera i-quater della medesima legge. Limitatamente al periodo strettamente necessario alla adozione dei predetti provvedimenti correttivi, alle eventuali eccedenze di spesa rispetto alle previsioni a legislazione vigente si provvede mediante corrispondente rideterminazione, da effettuare con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro delleconomia e delle finanze, degli interventi posti a carico del Fondo di cui allarticolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazione, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236. Note allart. 86: - Per il titolo della citata legge n. 196 del 1997, si veda nota allart. 85. - Il testo dellart. 1, comma 2, lettera a), della citata legge n. 196 del 1997, e il seguente: 2. Il contratto di fornitura di lavoro temporaneo puo essere concluso: a) nei casi previsti dai contratti collettivi nazionali della categoria di appartenenza dellimpresa utilizzatrice, stipulati dai sindacati comparativamente piu rappresentativi; (Omissis). - Per il testo dellart. 26-bis, della citata legge n. 196 del 1997, si veda nota allart. 12. - Il testo dellart. 2751-bis del codice civile e il seguente: Art. 2751-bis (Crediti per retribuzioni e provvigioni, crediti dei coltivatori diretti, delle societa od enti cooperativi e delle imprese artigiane). - Hanno privilegio generale sui mobili i crediti riguardanti: 1) le retribuzioni dovute, sotto qualsiasi forma, ai prestatori di lavoro subordinato e tutte le indennita dovute per effetto della cessazione del rapporto di lavoro, nonche il credito del lavoratore per i danni conseguenti alla mancata corresponsione, da parte del datore di lavoro, dei contributi previdenziali ed assicurativi obbligatori ed il credito per il risarcimento del danno subito per effetto di un licenziamento inefficace, nullo o annullabile; 2) le retribuzioni dei professionisti e di ogni altro prestatore dopera intellettuale dovute per gli ultimi due anni di prestazione; 3) le provvigioni derivanti dal rapporto di agenzia dovute per lultimo anno di prestazione e le indennita dovute per la cessazione del rapporto medesimo; 4) i crediti del coltivatore diretto, sia proprietario che affittuario, mezzadro, colono soccidario o comunque compartecipante, per i corrispettivi della vendita dei prodotti, nonche i crediti del mezzadro o del colono indicati dallart. 2765; 5) i crediti dellimpresa artigiana e delle societa od enti cooperativi di produzione e di lavoro, per i corrispettivi dei servizi prestati e della vendita dei manufatti; 5-bis) i crediti delle societa cooperative agricole e dei loro consorzi per i corrispettivi della vendita dei prodotti; 5-ter) i crediti delle imprese fornitrici di lavoro temporaneo di cui alla legge 24 giugno 1997, n. 196, per gli oneri retributivi e previdenziali addebitati alle imprese utilizzatrici. - Il testo dellart. 17, comma 1, della legge 28 gennaio 1994, n. 84 (Riordino della legislazione in materia portuale), e il seguente: 1. Il presente articolo disciplina la fornitura di lavoro temporaneo, anche in deroga allart. 1 della legge 23 ottobre 1960, n. 1369, alle imprese di cui agli articoli 16 e 18 per lesecuzione delle operazioni portuali e dei servizi portuali autorizzati ai sensi dellart. 16, comma 3.. - Il testo dellart. 17 della citata legge n. 196 del 1997, e il seguente: Art. 17 (Riordino della formazione professionale). 1. Allo scopo di assicurare ai lavoratori adeguate opportunita di formazione ed elevazione professionale anche attraverso lintegrazione del sistema di formazione professionale con il sistema scolastico e universitario e con il mondo del lavoro e un piu razionale utilizzo delle risorse vigenti, anche comunitarie, destinate alla formazione professionale e al fine di realizzare la semplificazione 416

normativa e di pervenire ad una disciplina organica della materia, anche con riferimento ai profili formativi di speciali rapporti di lavoro quali lapprendistato e il contratto di formazione e lavoro, il presente articolo definisce i seguenti principi e criteri generali, nel rispetto dei quali sono adottate norme di natura regolamentare costituenti la prima fase di un piu generale, ampio processo di riforma della disciplina in materia: a) valorizzazione della formazione professionale quale strumento per migliorare la qualita dellofferta di lavoro, elevare le capacita competitive del sistema produttivo, in particolare con riferimento alle medie e piccole imprese e alle imprese artigiane e incrementare loccupazione, attraverso attivita di formazione professionale caratterizzate da moduli flessibili, adeguati alle diverse realta produttive locali nonche di promozione e aggiornamento professionale degli imprenditori, dei lavoratori autonomi, dei soci di cooperative, secondo modalita adeguate alle loro rispettive specifiche esigenze; b) attuazione dei diversi interventi formativi anche attraverso il ricorso generalizzato a stages, in grado di realizzare il raccordo tra formazione e lavoro e finalizzati a valorizzare pienamente il momento dellorientamento nonche a favorire un primo contatto dei giovani con le imprese; c) svolgimento delle attivita di formazione professionale da parte delle regioni e/o delle province anche in convenzione con isti-tuti di istruzione secondaria e con enti privati aventi requisiti predeterminati; d) destinazione progressiva delle risorse di cui al comma 5 dellart. 9 del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, agli interventi di formazione dei lavoratori e degli altri soggetti di cui alla lettera a) nellambito di piani formativi aziendali o territoriali concordati tra le parti sociali, con specifico riferimento alla formazione di lavoratori in costanza di rapporto di lavoro, di lavoratori collocati in mobilita, di lavoratori disoccupati per i quali lattivita formativa e propedeutica allassunzione; le risorse di cui alla presente lettera confluiranno in uno o piu fondi nazionali, articolati regionalmente e territorialmente aventi configurazione giuridica di tipo privatistico e gestiti con partecipazione delle parti sociali; dovranno altresi essere definiti i meccanismi di integrazione del fondo di rotazione; e) attribuzione al Ministro del lavoro e della previdenza sociale di funzioni propositive ai fini della definizione da parte del comitato di cui allart. 5, comma 5, dei criteri e delle modalita di certificazione delle competenze acquisite con la formazione professionale; f) adozione di misure idonee a favorire, secondo piani di intervento predisposti dalle regioni, la formazione e la mobilita interna o esterna al settore degli addetti alla formazione professionale nonche la ristrutturazione degli enti di formazione e la trasformazione dei centri in agenzie formative al fine di migliorare lofferta formativa e facilitare lintegrazione dei sistemi; le risorse finanziarie da destinare a tali interventi saranno individuate con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale nellambito delle disponibilita, da preordinarsi allo scopo, esistenti nel Fondo di cui allart. 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236; g) semplificazione delle procedure, ivi compresa la eventuale sostituzione della garanzia fidejussoria prevista dallart. 56 della legge 6 febbraio 1996, n. 52, per effetto delle disposizioni di cui ai commi 3 e seguenti definite a livello nazionale anche attraverso parametri standard, con deferimento ad atti delle amministrazioni competenti, adottati anche ai sensi dellart. 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, ed a strumenti convenzionali oltre che delle disposizioni di natura integrativa, esecutiva e organizzatoria anche della disciplina di specifici aspetti nei casi previsti dalle disposizioni regolamentari emanate ai sensi del comma 2, con particolare riferimento alla possibilita di stabilire requisiti minimi e criteri di valutazione delle sedi operative ai fini dellaccreditamento; h) abrogazione, ove occorra, delle norme vigenti. 2. Le disposizioni regolamentari di cui al comma 1 sono emanate, a norma dellart. 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con uno o piu decreti, sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro del 417

lavoro e della previdenza sociale, di concerto con i Ministri della pubblica istruzione, delluniversita e della ricerca scientifica e tecnologica, per le pari opportunita, del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, per la funzione pubblica e gli affari regionali, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari. 3. A garanzia delle somme erogate a titolo di anticipo o di acconto a valere sulle risorse del Fondo sociale europeo e dei relativi cofinanziamenti nazionali e istituito, presso il Ministero del tesoro Ragioneria generale dello Stato - Ispettorato generale per lamministrazione del Fondo di rotazione per lattuazione delle politiche comunitarie (IGFOR), un fondo di rotazione con amministrazione autonoma e gestione fuori bilancio ai sensi dellart. 9 della legge 25 novembre 1971, n. 1041. 4. Il fondo di cui al comma 3 e alimentato da un contributo a carico dei soggetti privati attuatori degli interventi finanziati, nonche, per lanno 1997, da un contributo di lire 30 miliardi che gravera sulle disponibilita derivanti dal terzo del gettito della maggiorazione contributiva prevista dallart. 25 della legge 21 dicembre 1978, n. 845, che affluisce, ai sensi dellart. 9, comma 5, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, al Fondo di rotazione per la formazione professionale e per laccesso al Fondo sociale europeo previsto dal medesimo art. 25 della citata legge n. 845 del 1978. 5. Il fondo di cui al comma 3 utilizzera le risorse di cui al comma 4 per rimborsare gli organismi comunitari e nazionali, erogatori dei finanziamenti, nelle ipotesi di responsabilita sussidiaria dello Stato membro, ai sensi dellart. 23 del regolamento (CEE) n. 2082/93 del Consiglio del 20 luglio 1993, accertate anche precedentemente alla data di entrata in vigore della presente legge. 6. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge il Ministro del tesoro, di concerto con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, stabilisce con proprio decreto le norme di amministrazione e di gestione del fondo di cui al comma 3. Con il medesimo decreto e individuata laliquota del contributo a carico dei soggetti privati di cui al comma 4, da calcolare sullimporto del funzionamento concesso, che puo essere rideterminata con successivo decreto per assicurare lequilibrio finanziario del predetto fondo. Il contributo non grava sullimporto dellaiuto finanziario al quale hanno diritto i beneficiari.. - Per il testo dellart. 4-bis, comma 4, del citato decreto legislativo n. 181 del 2000, si veda nota allart. 19. - Il testo dellart. 3 del decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494 (Attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili), come modificato dal decreto qui pubblicato, e il seguente: Art. 3 (Obblighi del committente o del responsabile dei lavori). - 1. Il committente o il responsabile dei lavori, nella fase di progettazione dellopera, ed in particolare al momento delle scelte tecniche, nellesecuzione del progetto e nellorganizzazione delle operazioni di cantiere, si attiene ai principi e alle misure generali di tutela di cui allart. 3 del decreto legislativo n. 626 del 1994. Al fine di permettere la pianificazione dellesecuzione in condizioni di sicurezza dei lavori o delle fasi di lavoro che si devono svolgere simultaneamente o successivamente tra loro, il committente o il responsabile dei lavori prevede nel progetto la durata di tali lavori o fasi di lavoro. 2. Il committente o il responsabile dei lavori, nella fase della progettazione dellopera, valuta i documenti di cui allart. 4, comma 1, lettere a) e b). 3. Nei cantieri in cui e prevista la presenza di piu imprese, anche non contemporanea, il committente o il responsabile dei lavori, contestualmente allaffidamento dellincarico di progettazione, designa il coordinatore per la progettazione in ognuno dei seguenti casi: a) nei cantieri la cui entita presunta e pari o superiore a 200 uomini-giorno; b) nei cantieri i cui lavori comportano i rischi particolari elencati nellallegato II. 4. Nei casi di cui al comma 3, il committente o il responsabile dei lavori, prima dellaffidamento dei lavori, designa il coordinatore per lesecuzione dei lavori, che deve essere in possesso dei requisiti di cui allart. 10. 418

4-bis. La disposizione di cui al comma 4 si applica anche nel caso in cui, dopo laffidamento dei lavori a ununica impresa, lesecuzione dei lavori o di parte di essi sia affidata a una o piu imprese. 5. Il committente o il responsabile dei lavori, qualora in possesso dei requisiti di cui allart. 10, puo svolgere le funzioni sia di coordinatore per la progettazione sia di coordinatore per lesecuzione dei lavori. 6. Il committente o il responsabile dei lavori comunica alle imprese esecutrici e ai lavoratori autonomi il nominativo del coordinatore per la progettazione e quello del coordinatore per lesecuzione dei lavori; tali nominativi devono essere indicati nel cartello di cantiere. 7. Il committente o il responsabile dei lavori puo sostituire in qualsiasi momento, anche personalmente se in possesso dei requisiti di cui allart. 10, i soggetti designati in attuazione dei commi 3 e 4. 8. Il committente o il responsabile dei lavori, anche nel caso di affidamento dei lavori ad ununica impresa: a) verifica lidoneita tecnico-professionale delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi in relazione ai lavori da affidare, anche attraverso liscrizione alla camera di commercio, industria e artigianato; b) chiede alle imprese esecutrici una dichiarazione dellorganico medio annuo, distinto per qualifica, nonche una dichiarazione relativa al contratto collettivo stipulato dalle organizzazioni sindacali comparativamente piu rappresentative, applicato ai lavoratori dipendenti; b-bis) chiede un certificato di regolarita contributiva. Tale certificato puo essere rilasciato, oltre che dallINPS e dallINAIL, per quanto di rispettiva competenza, anche dalle casse edili le quali stipulano una apposita convenzione con i predetti istituti al fine del rilascio di un documento unico di regolarita contributiva; b-ter) trasmette allamministrazione concedente, prima dellinizio dei lavori oggetto della concessione edilizia o allatto della presentazione della denuncia di inizio attivita, il nominativo dellimpresa esecutrice dei lavori unitamente alla documentazione di cui alle lettere b) e b-bis). - Per il titolo del citato decreto legislativo n. 297 del 2002 vedi nota allart. 8. - Il testo dellart. 5 della legge 28 febbraio 1987, n. 56 (Norme sullorganizzazione del mercato del lavoro), e il seguente: Art. 5 (Compiti delle commissioni regionali per limpiego). - 1. Le commissioni regionali per limpiego costituiscono lorgano di programmazione, di direzione e di controllo di politica attiva del lavoro. A tal fine esse attuano ogni utile iniziativa e in particolare: a) realizzano, nel proprio ambito territoriale, in armonia con gli indirizzi della programmazione nazionale e regionale, i compiti della commissione centrale per limpiego secondo gli indirizzi da questa espressi; svolgono inoltre i compiti di cui allart. 3 del decreto-legge 3 febbraio 1970, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 1970, n. 83; b) esprimono parere sui programmi di formazione professionale predisposti dallamministrazione regionale e propongono la istituzione di corsi di qualificazione e riqualificazione professionale per i lavoratori iscritti nelle liste di collocamento ovvero nelle liste di mobilita per agevolarne loccupazione in attivita predeterminate; c) possono autorizzare, con propria deliberazione, operazioni di riequilibrio tra domanda e offerta di lavoro, consentendo che agli avviamenti per particolari insediamenti produttivi, anche sostitutivi, ai sensi dellart. 7 della legge 8 agosto 1972, n. 464, concorrano lavoratori iscritti nelle liste daltre circoscrizioni, ovvero che sia data la precedenza a coloro che risiedono in determinati comuni, osservati opportuni criteri di proporzionalita; d) predispongono programmi di inserimento al lavoro di lavoratori affetti da minorazioni fisiche o mentali o comunque di difficile collocamento, in collaborazione con le imprese disponibili, integrando le iniziative con le attivita di orientamento, di formazione, di riadattamento professionale svolte o autorizzate dalla regione; e) possono stabilire, in deroga allart. 22 della legge 29 aprile 1949, n. 264, anche per singole circoscrizioni, su proposta delle competenti commissioni circoscrizionali, modalita diverse per 419

liscrizione nelle liste di collocamento e diverse periodicita e modalita per la dichiarazione di conferma nello stato di disoccupazione; f) possono esprimere parere, attraverso apposita sottocommissione, entro e non oltre il termine di quindici giorni dalla presentazione della domanda, sulle richieste di cassa integrazione guadagni straordinaria e di eventuali proroghe; g) possono determinare, su proposta delle commissioni circoscrizionali interessate, in relazione a particolari situazioni locali, connesse anche al numero e alle caratteristiche professionali dei lavoratori iscritti nelle liste, nonche alla natura delle varie richieste di assunzione, procedure per la convocazione e lavviamento dei lavoratori diverse da quelle in vigore; h) qualora vi siano fondati motivi per ritenere che sussista violazione della legge 9 dicembre 1977, n. 903, avvalendosi dellispettorato del lavoro e della consulenza del comitato nazionale per lattuazione dei principi di parita di trattamento ed eguaglianza di opportunita tra i lavoratori e le lavoratrici, possono effettuare indagini presso le imprese sullosservanza del principio di parita. I datori di lavoro sono tenuti a fornire informazioni sui criteri e sui motivi delle selezioni; h-bis) in ordine al reclutamento della manodopera da utilizzare nei cantieri comunali, per progetti finalizzati alloccupazione e finanziati per intero con leggi delle regioni, e/o dagli enti locali, tramite i rispettivi fondi sociali, stabiliscono criteri, modalita e parametri per lavviamento al lavoro, anche in deroga allart. 16, e successive modifiche ed integrazioni, comprese le relative norme di attuazione e regolamenti, tenendo conto delle esigenze territoriali opportunamente ed appositamente manifestate dagli organi rappresentativi degli enti locali interessati e della natura sociale degli interventi di cui trattasi.. - Per il titolo del decreto legislativo n. 469 del 1997, si veda nota allart. 3. - Il testo dellart. 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468 (Riforma di alcune norme di contabilita generale dello Stato in materia di bilancio), e il seguente: 7. Qualora nel corso dellattuazione di leggi si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di spesa o di entrata indicate dalle medesime leggi al fine della copertura finanziaria, il Ministro competente ne da notizia tempestivamente al Ministro delleconomia e delle finanze, il quale, anche ove manchi la predetta segnalazione, riferisce al Parlamento con propria relazione e assume le conseguenti iniziative legislative. La relazione individua le cause che hanno determinato gli scostamenti, anche ai fini della revisione dei dati e dei metodi utilizzati per la quantificazione degli oneri autorizzati dalle predette leggi. Il Ministro delleconomia e delle finanze puo altresi promuovere la procedura di cui al presente comma allorche riscontri che lattuazione di leggi rechi pregiudizio al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica indicati dal documento di programmazione economico-finanziaria e da eventuali aggiornamenti, come approvati dalle relative risoluzioni parlamentari. La stessa procedura e applicata in caso di sentenze definitive di organi giurisdizionali e della Corte costituzionale recanti interpretazioni della normativa vigente suscettibili di determinare maggiori oneri.. - Il testo dellart. 11, comma 3, lettera i-quater), della citata legge n. 468 del 1978, e il seguente: 3. La legge finanziaria non puo contenere norme di delega o di carattere ordinamentale ovvero organizzatorio. Essa contiene esclusivamente norme tese a realizzare effetti finanziari con decorrenza dal primo anno considerato nel bilancio pluriennale e in particolare: a) il livello massimo del ricorso al mercato finanziario e del saldo netto da finanziare in termini di competenza, per ciascuno degli anni considerati dal bilancio pluriennale comprese le eventuali regolazioni contabili pregresse specificamente indicate; b) le variazioni delle aliquote, delle detrazioni e degli scaglioni, le altre misure che incidono sulla determinazione del quantum della prestazione, afferenti imposte indirette, tasse, canoni, tariffe e contributi in vigore, con effetto, di norma, dal 1 gennaio dellanno cui essa si riferisce, nonche le correzioni delle imposte conseguenti allandamento dellinflazione; c) la determinazione, in apposita tabella, per le leggi che dispongono spese a carattere pluriennale, delle quote destinate a gravare su ciascuno degli anni considerati; 420

d) la determinazione, in apposita tabella, della quota da iscrivere nel bilancio di ciascuno degli anni considerati dal bilancio pluriennale per le leggi di spesa permanente, di natura corrente e in conto capitale, la cui quantificazione e rinviata alla legge finanziaria; e) la determinazione, in apposita tabella, delle riduzioni, per ciascuno degli anni considerati dal bilancio pluriennale, di autorizzazioni legislative di spesa; f) gli stanziamenti di spesa, in apposita tabella, per il rifinanziamento, per non piu di un anno, di norme vigenti classificate tra le spese in conto capitale e per le quali nellultimo esercizio sia previsto uno stanziamento di competenza, nonche per il rifinanziamento, qualora la legge lo preveda, per uno o piu degli anni considerati dal bilancio pluriennale, di norme vigenti che prevedono interventi di sostegno delleconomia classificati tra le spese in conto capitale; g) gli importi dei fondi speciali previsti dallart. 11-bis e le corrispondenti tabelle; h) limporto complessivo massimo destinato, in ciascuno degli anni compresi nel bilancio pluriennale, al rinnovo dei contratti del pubblico impiego, a norma dellart. 15 della legge 29 marzo 1983, n. 93, ed alle modifiche del trattamento economico e normativo del personale dipendente da pubbliche amministrazioni non compreso nel regime contrattuale; i) altre regolazioni meramente quantitative rinviate alla legge finanziaria dalle leggi vigenti; i-bis) norme che comportano aumenti di entrata o riduzioni di spesa, restando escluse quelle a carattere ordinamentate ovvero organizzatorio, salvo che esse si caratterizzino per un rilevante contenuto di miglioramento dei saldi di cui alla lettera a); i-ter) norme che comportano aumenti di spesa o riduzioni di entrata ed il cui contenuto sia finalizzato direttamente al sostegno o al rilancio delleconomia, con esclusione di interventi di carattere localistico o microsettoriale; i-quater) norme recanti misure correttive degli effetti finanziari delle leggi di cui allart. 11-ter, comma 7.. - Il testo dellart. 1, comma 7, del citato decreto-legge n. 148 del 1993, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 236 del 1993, e il seguente: 7. Per le finalita di cui al presente articolo e istituito presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale il Fondo per loccupazione, alimentato dalle risorse di cui allautorizzazione di spesa stabilita al comma 8, nel quale confluiscono anche i contributi comunitari destinati al finanziamento delle iniziative di cui al presente articolo, su richiesta del Ministero del lavoro e della previdenza sociale. A tale ultimo fine i contributi affluiscono allentrata del bilancio dello Stato per essere riassegnati al predetto Fondo..

Disposizioni in materia di attivita sportiva dilettantistica


Decreto Legge 2maggio 2004 n 136 convertito con Legge 27 luglio 2004 n 186 Disposizioni urgenti per garantire la funzionalita di taluni settori della pubblica amministrazione. Art. 7. Disposizioni in materia di attivita sportiva dilettantistica 1. In relazione alla necessita di confermare che il CONI e unico organismo certificatore della effettiva attivita sportiva svolta dalle societa e dalle associazioni dilettantistiche, le disposizioni di cui ai commi 1, 3, 5, 7, 8, 9, 10, 11 e 12 dellarticolo 90 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modificazioni, si applicano alle societa ed alle associazioni sportive dilettantistiche che sono in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal CONI, quale garante dellunicita dellordinamento sportivo nazionale ai sensi dellarticolo 5, comma 1, del decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242, e successivemodificazioni. 2. Il CONI trasmette annualmente al Ministero delleconomia e delle finanze - Agenzia delle entrate, lelenco delle societa e delle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute ai fini sportivi.

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Compensi per cori e imposta sulla pubblicita


L. 30-12-2004, n. 311
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2005) (G.U. 31-12-2004, n. 306, Supplemento ordinario n. 192) Art. 1, comma 253 253. Allarticolo 67, comma 1, lettera m), del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, dopo le parole: associazioni sportive dilettantistiche sono inserite le seguenti: e di cori, bande e filodrammatiche da parte del direttore e dei collaboratori tecnici. Art. 1 comma 480 480 . Al decreto legislativo 15 novembre 1993, n. 507, sono apportate le seguenti modificazioni: a) allarticolo 6, dopo il comma 2, aggiunto il seguente: 2-bis. Per i soggetti di cui allarticolo 20 non trova applicazione limposta sulla pubblicit;

IMPOSTA PUBBLICITA NEGLI IMPIANTI SPORTIVI


L. 23- 12- 2005, n. 266 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006) Art. 1 comma 128 128. La disposizione di cui al comma 11-bis dellarticolo 90 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, si interpreta nel senso che la pubblicit, in qualunque modo realizzata dai soggetti di cui al comma 1 del medesimo articolo 90, rivolta allinterno degli impianti dagli stessi utilizzati per manifestazioni sportive dilettantistiche con capienza inferiore ai tremila posti, esente dallimposta sulla pubblicit di cui al capo I del decreto legislativo 15 novembre 1993, n. 507.

CANONI AREE DEMANIALI

Legge 27 dicembre 2006, n. 296


Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2007) pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 299 del 27 dicembre 2006 - Supplemento ordinario n. 244 Art. 1 comma 251 Il comma 1 dellarticolo 03 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, e sostituito dal seguente: 1. I canoni annui per concessioni rilasciate o rinnovate con finalita turistico-ricreative di aree, pertinenze demaniali marittime e specchi acquei per i quali si applicano le disposizioni relative alle utilizzazioni del demanio marittimo sono determinati nel rispetto dei seguenti criteri: a) classificazione, a decorrere dal 1 gennaio 2007, delle aree, manufatti, pertinenze e specchi acquei nelle seguenti categorie: 1) categoria A: aree, manufatti, pertinenze e specchi acquei, o parti di essi, concessi per utilizzazioni ad uso pubblico ad alta valenza turistica; 422

2) categoria B: aree, manufatti, pertinenze e specchi acquei, o parti di essi, concessi per utilizzazione ad uso pubblico a normale valenza turistica. Laccertamento dei requisiti di alta e normale valenza turistica e riservato alle regioni competenti per territorio con proprio provvedimento. Nelle more dellemanazione di detto provvedimento la categoria di riferimento e da intendersi la B. Una quota pari al 10 per cento delle maggiori entrate annue rispetto alle previsioni di bilancio derivanti dallutilizzo delle aree, pertinenze e specchi acquei inseriti nella categoria A e devoluta alle regioni competenti per territorio; b) misura del canone annuo determinata come segue: 1) per le concessioni demaniali marittime aventi ad oggetto aree e specchi acquei, per gli anni 2004, 2005 e 2006 si applicano le misure unitarie vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge e non operano lo disposizioni maggiorative di cui ai commi 21, 22 e 23 dellarticolo 32 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e successive modificazioni; a decorrere dal 1 gennaio 2007, si applicano i seguenti importi aggiornati degli indici ISTAT maturati alla stessa data: 1.1) area scoperta: euro 1,86 al metro quadrato per la categoria A; euro 0,93 al metro quadrato per la categoria B; 1.2) area occupata con impianti di facile rimozione: euro 3,10 al metro quadrato per la categoria A; euro 1,55 al metro quadrato per la categoria B; 1.3) area occupata con impianti di difficile rimozione: euro 4,13 al metro quadrato per la categoria A; euro 2,65 al metro quadrato per la categoria B; 1.4) euro 0,72 per ogni metro quadrato di mare territoriale per specchi acquei o delimitati da opere che riguardano i porti cosi come definite dallarticolo 5 del testo unico di cui al regio decreto 2 aprile 1885, n. 3095, e comunque entro 100 metri dalla costa; 1.5) euro 0,52 per gli specchi acquei compresi tra 100 e 300 metri dalla costa; 1.6) euro 0,41 per gli specchi acquei oltre 300 metri dalla costa; 1.7) euro 0,21 per gli specchi acquei utilizzati per il posizionamento di campi boa per lancoraggio delle navi al di fuori degli specchi acquei di cui al numero 1.3); 2) per le concessioni comprensive di pertinenze demaniali marittime si applicano, a decorrere dal 1 gennaio 2007, i seguenti criteri: 2.1) per le pertinenze destinate ad attivita commerciali, terziario-direzionali e di produzione di beni e servizi, il canone e determinato moltiplicando la superficie complessiva del manufatto per la media dei valori mensili unitari minimi e massimi indicati dallOsservatorio del mercato immobiliare per la zona di riferimento. Limporto ottenuto e moltiplicato per un coefficiente pari a 6,5. Il canone annuo cosi determinato e ulteriormente ridotto delle seguenti percentuali, da applicare per scaglioni progressivi di superficie del manufatto: fino a 200 metri quadrati, O per cento; oltre 200 metri quadrati e fino a 500 metri quadrati, 20 per cento; oltre 500 metri quadrati e fino a 1.000 metri quadrati, 40 per cento; oltre 1.000 metri quadrati, 60 per cento. Qualora i valori dellOsservatorio del mercato immobiliare non siano disponibili, si fa riferimento a quelli del piu vicino comune costiero rispetto al manufatto nellambito territoriale della medesima regione; 2.2) per le aree ricomprese nella concessione, per gli anni 2004, 2005 e 2006 si applicano le misure vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge e non operano le disposizioni maggiorative di cui ai commi 21, 22 e 23 dellarticolo 32 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e successive modificazioni; a decorrere dal 1 gennaio 2007, si applicano quelle di cui alla lettera b), numero 1); c) riduzione dei canoni di cui alla lettera b) nella misura del 50 per cento: 1) in presenza di eventi dannosi di eccezionale gravita che comportino una minore utilizzazione dei beni oggetto della concessione, previo accertamento da parte delle competenti 423

autorita marittime di zona; 2) nel caso di concessioni demaniali marittime assentite alle societa sportive dilettantistiche senza scopo di lucro affiliate alle Federazioni sportive nazionali con lesclusione dei manufatti pertinenziali adibiti ad attivita commerciali; d) riduzione dei canoni di cui alla lettera b) nella misura del 90 per cento per le concessioni indicate al secondo comma dellarticolo 39 del codice della navigazione e allarticolo 37 del regolamento per lesecuzione del codice della navigazione, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 febbraio 1952, n. 328; e) obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante larea ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione; f) riduzione, per le imprese turistico-ricettive allaria aperta, dei valori inerenti le superfici del 25 per cento. 319. Allarticolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 1, dopo la lettera i-quater) sono aggiunte le seguenti: i-quinquies) le spese, per un importo non superiore a 210 euro, sostenute per liscrizione annuale e labbonamento, per i ragazzi di eta compresa tra 5 e 18 anni, ad associazioni sportive, palestre, piscine ed altre strutture ed impianti sportivi destinati alla pratica sportiva dilettantistica rispondenti alle caratteristiche individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, o Ministro delegato, di concerto con il Ministro delleconomia e delle finanze, e le attivita sportive; i-sexies) i canoni di locazione derivanti dai contratti di locazione stipulati o rinnovati ai sensi della legge 9 dicembre 1998, n. 431, e successive modificazioni, dagli studenti iscritti ad un corso di laurea presso una universita ubicata in un comune diverso da quello di residenza, distante da questultimo almeno 100 chilometri e comunque in una provincia diversa, per unita immobiliari situate nello stesso comune in cui ha sede 1 universita o in comuni limitrofi, per un importo non superiore a 2.633 euro; i-septies) le spese, per un importo non superiore a 2.100 euro, sostenute per gli addetti allassistenza personale nei casi di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana, se il reddito complessivo non supera 40.000 euro; b) al comma 2, primo periodo, le parole: e) e f) sono sostituite dalle seguenti: e), f), iquinquies) e i-sexies); nel secondo periodo del medesimo comma le parole: dal comma 3 sono sostituite dalle seguenti: dal comma 2 ed e aggiunto, in fine, il seguente periodo: Per le spese di cui alla lettera i-septies) del citato comma 1, la detrazione spetta, alle condizioni ivi stabilite, anche se sono state sostenute per le persone indicate nellarticolo 12 ancorche non si trovino nelle condizioni previste dal comma 2 del medesimo articolo.

BAR NEI CIRCOLI

ministero dellinterno
Direziona Generale della pubblica sicurezza Servizio Poi. amm.va e Sociale - Div. Polizia Amm.va - Sez. 3 - N. 10.9401/12000.A Roma, 19 febbraio 1972

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Oggetto: Spacci di bevande alcoliche presso i Circoli degli Enti nazionali a carattere assistenziale di cui al D.L.P. 28 giugno 1946, n. 78 modificato con il D.LC.P.S. 10 luglio 1947, n. 705. Alcuni degli Enti nazionali a carattere ricrea-tivo-assistenziale di cui alle disposizioni legislative in oggetto hanno di recente fatto presente gli inconvenienti che ad essi deriverebbero dalla difformit delle prescrizioni richieste dalle competenti questure ai dirigenti dei Circoli ad essi affiliati ai fini del rilascio della licenza per la gestione, nei propri locali, di spacci di bevande alcoliche. In particolare viene prospettato che in taluni casi verrebbe ritenuta necessaria la presentazione di una complessa documentazione, nonch losservanza di obblighi di vario genere che, prescritti dal T.U. delle leggi di P.S. per i titolari di pubblici esercizi, non potrebbero ritenersi applicabili, senza opportuni adattamenti, nei confronti dei gestori, degli spacci siti in detti Circoli, considerate le diverse finalit da questi perseguite. Tanto premesso e in conformit degli intendimenti di semplicit e snellezza che hanno motivato le disposizioni impartite con la circolare n. 10.2840/12982 D in data 31 maggio 1971, riguardanti la semplificazione degli adempimenti dei privati nel settore delle autorizzazioni di polizia, questo Ministero ritiene opportuno chiarire qui di seguito le condizioni che, a proprio avviso, possono ritenersi; sufficienti per il conseguimento della licenza di apertura e per la regolare gestione degli spacci di cui trattasi. Va anzitutto precisato che la documentazione da presentare per ottenere la licenza per lesercizio dei suindicati spacci, deve com prendere soltanto: a) la domanda in bollo a firma del Presidente del Circolo corredata del tagliando di attestazione del versamento della tassa di cc. gg. alluopo dovuta, nonch di una marca da bollo da L. 500 che andr apposta sul modulo di licenza; b) di una dichiarazione rilasciata dalla Presidenza Nazionale dellEnte attestante sia laffiliazione ad esso del Circolo interessato, sia liscrizione a questo di un numero di soci non inferiori a cento, sia infine la qualit di Presidente del sodalizio in parola della persona firmataria della istanza. Per quanto attiene al numero dei soci iscritti al Circolo.per la cui dimostrazione non si ritiene pi necessaria la presentazione dellelenco nominativo, ma la sola dichiarazione della Presidenza Nazionale dellEnte - si soggiunge che, anche quanto tale numero sia inferiore a cento, la richiesta potr ugualmente essere valutata in senso favorevole qualora venga accertato che la limitata popolazione della localit in cui sorge il Circolo non consente il raggiungimento del precitato numero minimo di soci. Nella domanda, oltre ai consueti dati relativi alle generalit dellinteressato - che, come prescritto dallari. 12 del T.U. Leggi P.S., dovr apporre di suo pugno la propria firma e le indica: zioni del proprio stato e domicilio, di cui andr fatta attestazione a mezzo di pubblico ufficiale -dovr essere specificata lesatta ubicazione dei locali da destinare a spaccio che, si rammenta, in nessun caso potranno avere accesso diretto dalla pubblica via, fornendo di essi una dettagliata descrizione illustrativa. Qualora poi la predetta documentazione non pervenga alla competente Questura tramite il Sindaco del Comune in cui ha sede il Circolo - il quale in tal caso provvedere, come prescritto dallalt 90 del citato testo unico, a sentire il parere dellufficiale sanitario oltre che a fornire i necessari dati relativi alladempimento da parte del richiedente la licenza, dellistruzione obbligatoria dei fanciulli - il nulla osta del suindicato ufficiale sanitario e, qualora linteressato sia a ci tenuto, la certificazione concernente lottemperanza del menzionato obbligo scolastico andranno pure allegati alla domanda. In occasione del rinnovo annuale della licenza sar invece sufficiente che gli interessati facciano pervenire alla competente Questura il tagliando di attestazione del versamento della tassa di cc.gg. unitamente ad una aggiornata dichiarazione della Presidenza Nazionale dellEnte di appartenenza da cui risultino confermate le notizie fornite al momento della pyma richiesta dellautorizzazione. Per quanto concerne leventuale rilascio delle ulteriori autorizzazioni riguardanti lo svolgimento di giochi leciti o linstallazione di apparecchi radio-televisivi e di jukes-boxes, nonch di biliardini elettrici ed in genere di congegni automatici o semiautomatici da trattenimento, si rammenta che un siffatto obbligo sussiste solo nel caso in cui tale attivit vengano svolte nello stesso locale in cui ubicato lo spaccio e non negli altri locali del Circolo pur se comunicanti con lo spaccio medesimo. 425

Circa la nomina di rappresentanti da parte dei titolari delle licenze relative alla gestione degli spacci in parola, si fa presente che, considerato il carattere associativo degli organismi di cui trattasi, privi di qualsiasi finalit di lucro, non pu ritenersi giustificata la prescrizione che in qualche provincia viene in via generale fatta ai Presidenti di detti organismi - titolari in tale qualit della licenza-di richiedere in ogni caso lapprovazione di un proprio rappresentante ai sensi degli artt. 8 e 93 del ripetuto T.U. di P.S. Sembra infatti che, qualora il titolare della licenza sia normalmente presente nei locali, ben possa servirsi, per la pratica conduzione dello spaccio, di un incaricato di sua fiducia rimanendo egli ovviamente unico responsabile della relativa gestione. Pe* i medesimi motivi anzi esposti pare a questo Ministero che non si debbano neppure necessariamente vincolare gli spacci pi volte citati allorario fissato in via generale per lapertura e chiusura dei pubblici esercizi. Per tali locali, avuto riguardo alle esigenze di volta in volta rappresentate dagli interessati (abitudini locali, orario di lavoro dei soci, ecc.) potranno infatti essere consentiti orari pi adeguati o, quanto meno favorevolmente esaminate, ove non esistano particolari motivi ostativi, le eventuali richieste di proroga alluopo avanzate. La diversa natura dei ripetuti esercizi, destinati a soddisfare una limitata categoria di persone ben individuabili in base allesistenza di un loro diretto rapporto con lorganismo cui i locali appartengono, ha daltro canto gi indotto questo Ministero, sentito quello dellIndustria, Commercio e Artigianato, a considerare detti spacci sottratti allapplicazione delle norme sulla chiusura settimanale dei pubblici esercizi di cui alla legge 1 giugno 1971, ri. 425, in quanto, pur se non espressamente compresi nella deroga prevista dallalt. 2 della legge medesima, essi sono sicuramente a questi assimilabili per levidente analogia con essi esistente. Tenuto poi conto degli ulteriori quesiti qui pervenuti si soggiunge che non sembra possa estendersi ai titolari della licenza di cui trattasi lobbligo di tenere accesa una luce alla porta di accesso del Circolo, n che ai medesimi possa essere richiesto di far pervenire allufficio di P.S. il listino dei prezzi che si intendono praticare. Trover invece applicazione, limitatamente al locale destinato a spaccio, la disposizione contenuta nel 1 comma dellalt. 180 del Regolamento di P.S. che prevede, com noto, lesposizione in luogo visibile del cennato listino oltre che della licenza. Relativamente, infine, alle eventuali richieste avanzate dai titolari delle licenze in questione per essere autorizzati a somministrare nei propri locali anche cibi cotti, questo Ministero, come ha gi avuto modo di osservare in passato, fa presente che, tenuto conto che trattasi di locali gi autorizzati alla vendita per il consumo delle bevande alcoliche, nulla sembra opporsi, a norma delle vigenti disposizioni in materia, a che venga altres consentita la suddetta somministrazione di cibi cotti o preconfezionati. Ci ovviamente a condizione che lacquisto di tali vivande sia riservata ai soli soci del Circolo e sempre che i locali da destinare allattivit di cui trattasi siano stati ritenuti a tal fine idonei a seguito del sopralluogo effettuato, in occasione degli accertamenti di cui allart. 91 del T.U. delle leggi di P.S. Tanto premesso, nel raccomandare lesatta applicazione delle presenti istruzioni, si pregano le SS.LL. di portare le stesse a conoscenza delle Direzioni provinciali degli Enti interessati e di richiamare nel contempo lattenzione dei dipendenti organi di polizia per lattuazione, a norma di legge, della necessaria opera di vigilanza intesa a scongiurare ogni possibile abuso nel settore.

CIRCOLI E FISCO
MINISTERO DELLE FINANZE Gircolare 3 agosto 1979 n 25 Per gli Enti pubblici e privati, che non hanno per oggetto esclusivo o principale lesercizio di attivit commerciali o agricole, fermo restando il principio che si considerano effettuate nellesercizio di impresa soltanto le cessioni e le prestazioni fatte nellesercizio di tali attivit, viene analogamente chiarito che quelle fatte agli associati o partecipanti si considerano effettuate nellesercizio di impresa, e sono quindi soggette al tributo, solo se fatte verso pagamento di corrispettivi specifici o di contributi supplementari determinati in funzione delle maggiori o diverse prestazioni alle quali danno diritto. Uneccezione a tale criterio prevista per gli organismi aventi natura politica, sindacale e di categoria, religiosa, assistenziale, culturale e sportiva, in relazione alle operazioni dagli stessi poste in essere nei confronti dei propri soci, associati o partecipanti. La non imponibilit per 426

condizionata alla circostanza che le operazioni siano effettuate in conformit delle finalit istituzionali come risultanti dagli statuti degli organismi associativi. A tale riguardo si ritiene di dover evidenziare che, ai fini della non assoggettabilit allIVA delle operazioni come sopra rese dalle Associazioni innanzi specificate, occorre che coesistano i seguenti presupposti: a) deve trattarsi di istituzioni costituite su base associativa ai soli fini politici, sindacali e di categoria, religiosi, assistenziali, culturali e sportivi; b) le operazioni effettuate debbono essere riconducibili allattuazione dei compiti statutariamente previsti; e) le operazioni devono essere rese esclusivamente nei confronti di soggetti che, partecipi pienamente di tutti i diritti e obblighi sociali derivanti dalla qualit di associati o partecipanti, intervengono in modo continuativo nella vita del sodalizio. Conscguentemente, le operazioni effettuate nei confronti di soggetti che non hanno titolo per partecipare alla vita dellEnte (ad esempio iscrizioni temporanee di soci] rientrano nei campo di applicazione dellIVA, come pure vi rientrano le operazioni rese nei confronti di soggetti diversi dagli associati o partecipanti. Si richiama comunque lattenzione sul punto che le seguenti attivit, anche se esercitate dai cannati organismi associativi nei confronti dei propri associati, sono in ogni caso da assoggettare al tributo; a) cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita; b) erogazioni di acqua, gas, energia elettrica e vapore; e) gestione di fiere ed esposizioni a carattere commerciale; d) gestione di spacci aziendali e di mense e somministrazione di pasti (esclusa, quindi, la gestione eli bar); e) trasporto e deposito di merci; f) trasporto di persone; g) organizzazione di viaggi e soggiorni turistici; prestazioni alberghiere o di alloggi; li) servizi portuali e aeroportuali; i) pubblicit commerciale; 1) telecomunicazioni e radiodiffusioni circolari. Per espressa previsione legislativa, contenuta nellultimo comma dellari. 4, come modificato dai DPR 24 e 94, le seguenti attivit sono escluse dallapplicazione dellIVA in relazione dei soggetti che le svolgono; 1) operazioni relative alloro e alle valute estere, compresi i depositi, anche in conto corrente, effettuate tra soggetti di cui almeno uno sia la Banca dItalia, lUfficio Italiano Cambi o le banche agenti, come del resto gi precisato a commento dellari. 2; 2) gestioni da parte delle amministrazioni militari e dei corpi di polizia di mense e spacci riservati esclusivamente al personale dipendente; 3) prestazioni alle imprese consorziate o socie, da parte di consorzi e cooperative, di garanzie mutualistiche e di servizi concernenti il controllo qualitativo dei prodotti compresa lapplicazione di marchi di qualit; 4) cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate in occasione eli manifestazioni propagaiidistiche dei partiti politici rappresentati nelle Assemblee nazionali e regionali. Occorre precisare che per tali operazioni non considerate commerciali, precluso il diritto della detrazione dellIVA assolta sugli acquisti di beni e servizi. Naturalmente le cennate operazioni, se poste in essere da soggetti diversi da quelli espressamente previsti, devono essere regolarmente assoggettate a tributo. Quanto alle decorrenze delle disposizioni interpretative ed integrative apportate allari. 4 si precisa che le medesime hanno effetto dal 1 gennaio 1973.

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SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE NEI CIRCOLI PRIVATI MINISTERO DELLINDUSTRIA, DEL COMMERCIO E DELLARTIGIANATO DIREZIONE GENERALE DEL COMMERCIO INTERNO E DEI CONSUMI INDUSTRIALI DIV. IIProt. N. 190695 del 24/3/1993 emanata il 24/6/1993 OGGETTO: Legge 25.8.1991, n.287, sulla somministrazione di alimenti e bevande - Circoli privati. Alla CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA E ARTIGIANATO E AGRICOLTURA ROMA ALLUFFICIO PROVINCIALE INDUSTRIA COMMERCIO ARTIGIANATO ROMA AllANCI - Via dei Prefetti, - 46 ROMA Codesta associazione ha chiesto di conoscere se liscrizione nel registro di cui alla legge 11.6.1571, n. 426, prevista per effettuare la somministrazione di alimenti e bevande dalla legge 25.8.1991, n. 287, sia richiesta anche per somministrare alimenti e bevande ai soci dei Circoli di cui allart. 3, comma 6, lett. e), di questultima legge. In relazione alla richiesta avanzata si fa presente che liscrizione nel registro suddetto per lesercizio dellattivit di somministrazione di alimenti e bevande prevista dallart. 2, comma 1, della legge 25.8.1991, n. 287, con riferimento alla somministrazione al pubblico esercitata in forma dimpresa. Ora, nel caso in cui i circoli previsti dallari. 3, comma 6, lett. e), della citata legge 287 (aderiscano o meno agli enti a carattere nazionale di cui a tae disposizione) effettuino essi stessi, direttamente, senza appaltarla a terzi e senza fini di lucro, la somministrazione di alimenti e bevande ai soci e agli associati non si vede come si possa parlare di somministrazione al pubblico e svolta in forma imprenditoriale. Difatti lo schema di regolamento di esecuzione della predetta legge 287, concordato con il Ministero dellInterno, esclude liscrizione nel registro quando si tratti di circoli cooperativi o di associazioni volontarie che intendano effettuare direttamente la somministrazione di alimenti e bevande ai loro associati. Con loccasione si fa anche presente quanto segue: 1) - Lo schema di decreto suindicato sottopone la somministrazione di alimenti e bevande nei circoli sopra ricordati allautorizzazione di cui allari. 3, comma 6, della legge 287, anche quando sia effettuata agii associati dai circoli stessi, direttamente. 2) - La legge 287, stabilendo che la somministrazione di alimenti e bevande nei casi di cui al suo art. 3, comma 6, venga autorizzata a prescindere dalla situazione di mercato (I limiti numerici determinati ai sensi del comma 4 non si applicano per il rilascio delle autorizzazioni...), e quindi in modo difforme da quanto disposto per gli altri casi; ha con ci stesso previsto due tipi di autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande. Sono lautorizzazione di cui allart.3, comma 1, e lautorizzazione di cui allari. 3, comma 6, fondate ciascuna su presupposti specifici e distinti. Il parere della Commissione di cui allart.6 della legge 287 per il rilascio dellautorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande previsto dal comma 1 dellart. 3 di tale legge, ma non dal comma 6 dello stesso articolo. Ci significa che nei casi di somministrazione di alimenti e bevande cui il citato comma 6 si riferisce il rilascio dellautorizzazione non comporta lo intervento della Commissione. Del resto non si vede su che cosa la Commissione dovrebbe esprimersi, dal momento che non c alcuna valutazione della situazione di mercato da effettuare. Lo schema di regolamento sopra ricordato non contiene norme che portino a conclusioni diverse da quelle esposte. IL DIRETTORE DELLA DIVISIONE 428

CIRCOLARITA DEI SOCI


MINISTERO DELL INTERNO Direzione Generale della Pubblica Sicurezza Servizio Polizia Amm.va e Sociale Div. prima - Sez. terza RISPOSTA DEL 23 NOVEMBRE 1994 N. 559/C. 5330.12000.A (1) QUESITO POSTO DALLA PREFETTURA DI CREMONA Oggetto: quesito circa la possibilit dei Circoli privati di accedere reciprocamente agli spacci di altri Circoli. Con riferimento alla nota sopra distinta relativa alloggetto si comunica che i Circoli privati possono costituirsi liberamente per fini che non sono vietati dalla legge penale. Pertanto sono tutelati dallari. 18 della Costituzione e regolati dalle norme interne date dallo Statuto e dallatto Costitutivo. Tuttavia, quanto lattivit sociale si estrinseca con prestazioni di servizio quali somministrazione di alimenti e bevande, spettacoli, ecc., i gestori debbono necessariamente richiedere le prescritte autorizzazioni ed osservare le regole imposte nella licenza, onde evitare che lattivit ricreativa possa trasformarsi in attivit imprenditoriale, a danno di pubblici esercenti. Premesso quanto sopra, in ordine ai. singoli quesiti si rappresenta quanto segue: I soci dei Circoli sportivi possono usufruire, in occasione di competizioni agonistiche, del servizio di somministrazione presso la sede che li ospita. I soci iscritti ad un Circolo affiliato ad uno stesso Ente Nazionale riconosciuto possono accedere a tutti gli spacci del medesimo Ente. Laccesso agli spacci di alimenti e bevande ubicati allinterno delle parrocchie, -autorizzati ai sensi dellart. 3, e 6, lettera g) della legge n. 287/1991, deve intendersi consentito ai fedeli in genere. Infatti le comunit religiose configurandosi istituzionalmente nella fattispecie degli Enti assistenziali, sono sottoposte al patrocinio delle autorit ecclesiastiche in esecuzione delle norme Concordatarie. Tuttavia da rilevare che oltre agli spacci autorizzati ai sensi dellari. 3, e. 6, lettera g) della legge citata, operano allinterno delle comunit religiose anche spacci d alimenti e bevande affiliati ad Enti Nazionali le cui finalit assistenziali sono state riconosciute dal Ministero dellInterno ai sensi dellari. 3, e. 6, letlera g) della legge n. 287/1991 citata (ACLI - MOCLI). Con riguardo a questultima fattispecie, laccesso ai Circoli riservato ai soli soci iscritti.

NORME PER I CIRCOLI E LE SOCIETA SPORTIVE DILETTANTISTICHE


MINISTERO DELLINTERNO Circolare n. 559/c 19144.1200 A (1) del 30 aprile 1996. Oggetto: Circoli privati affiliati ad Enti nazionali a carattere ricreativo, culturale, assistenziale: somministrazione di alimenti e bevande nei circoli privati; uso degli apparecchi da gioco leciti nei circoli privati; attivit di spettacolo e trattenimento nei circoli privati; 429

II crescente numero di circoli privati svolgenti attivit assimilabili a quelle degli esercizi pubblici o dei locali di pubblico spettacolo - per le quali sono previste specifiche autorizzazioni - induce questo ministero a richiamare i principi vigenti in materia ed a diramare talune direttive. Se da un lato, infatti, legittimo salvaguardare il diritto di associazione per fini che non sono vietati dalla legge penale, daltro canto si pone lobbligo di far rispettare le norme poste a tutela dellordine, della sicurezza e della incolumit pubblica nel le ipotesi dir attivit sottoposte ad autorizzazione amministrativa. I circoli, in quanto privati, non sono, salvo che per la somministrazione di alimenti e bevande, sottoposti a regime autorizzatorio essendo laccesso ai locali dei medesimi consentito esclusivamente a determinati soggetti (soci). Ciononostante si verifica non di rado che i circoli ammettano lingresso anche a non soci, facendo ricorso al rilascio di una tessera con la quale il cliente acquista, sul momento, la qualit di socio. Trattasi ovviamente di un semplice espediente elusivo dellobbligo, facente capo ai gestori di esercizi pubblici, ;di munirsi della prescritta licnza, per svolgre una vera e propria attivit imprenditoriale in frode alle legge. Appare, pertanto, opportuno richiamare la disciplina applicabile ai circoli privati che esercitino, congiuntamente o meno, le attivit di somministrazione di alimenti e bevande, di gestione di apparecchi automatici da gioco, di organizzazione d trattenimenti. Somministrazine di alimenti e bevande nei circoli privati Lart. 3, comma 6, lett. e) della legge 25 agosto 1991, n. 287, prevede il rilascio dellautorizzazione di somministrazione di alimenti e bevande, svincolato dai limiti numerici contenuti nella legge stessa, per i circoli di enti a carattere nazionale le cui finalit assistenziali siano state riconosciute dal Ministero dellInterno. Ci pone lesigenza di vigilare sulla effettiva affiliazione dei circoli ai richiamati Enti nazionali al fine di evitare che circoli privati, di fatto operanti come esercizi pubblici, abbiano solo apparentemente finalit assistenziali. Al riguardo, si rappresenta lopportunit che al momento della richiesta per il rilascio della licenza di somministrazione di alimenti e bevande - ai sensi dellart. 3, comma 6, lett. e) della legge 287/1991 - i comuni accertino: 1) che sia stata prodotta una dichiarazione -in originale- sottoscritta in forma leggibile dal presidente nazionale di un Ente riconosciuto da questo Ministero, con la quale si riconosca laffiliazione delcircolo; 2) che nella medesima dichiarazione si attesti che il circolo richiedente gi affiliato al sodalizio da data antecedente a quella della richiesta della licenza di somministrazione, e, come tale, risulti gi operante in relazione alle proprie finalit assistenziali o ricreative. Lattestato dovr altres contenere lindirizzo del circolo e le generalit del responsabile del circolo stesso; 3) che il circolo annoveri un numero di soci non inferiore a cento - come da circolare n. 10.941/12000 A. (I) del 19-2-1972. I controlli periodici dovranno inoltre verificare, nel tempo, che risulti confermata laffiliazione del circolo allEnte con finalit assistenziali riconosciute. Uso degli apparecchi da gioco leciti nei circoli privati. Lo svolgimento di giochi leciti o linstallazione di apparecchi automatici o semiautomatici di trattenimento nei circoli in parola, qualora siano circoscritti ai soli soci, non comporta per i responsabili lobbligo di munirsi dellapposita licenza, di cui allart. 86 T.U.L.P.S.. mancando in tale ipotesi lesercizio di attivit imprenditoriale. Ci espresso da rilevare che spesso i circoli privati, oltre ad utilizzare i_suddetti_ congegni da gioco, somministrano alimenti e bevande. In questa seconda ipotesi questo Ministero, gi con circolare n.10.9401.12000. A (1) del 19.2.1972 ha stabilito che lobbligo della licenza - ex art. 86 T.U.L.P.S. qualora si tratti diapparecchidagiocobiliardi, flippere_68T.U.L.P.S.-nellipotesi che vengano installati apparecchi da trattenimento (televisione, juke-boxes) sussiste solo nellipotesi in cui le attivit ricreative si svolgano nello stesso locale dove si somministrano alimenti e bevande. Viceversa, qualora i predetti congegni vengano installati in locali diversi da quelli utilizzati per la somministrazione anche se comunicanti - non sar necessaria alcuna autorizzazione. A tale riguardo, s sottolinea lesigenza che vengano effettuati periodicamente attenti controlli affinch laccesso al circolo dove si praticano giochi leciti non sia consentito ad un pubblico indiscriminato, trasformando in tal caso lo stesso in una vera e propria salagiochi. In questultima ipotesi. infatti, si configurerebbe una fattispecie di esercizio pubblico, soggetto ad autorizzazione ai sensidellart.86 T.U.L.P.S.. Attivit di spettacolo e trattenimento nei circoli privati 430

I circoli privati costituiscono una delle manifestazioni in cui si estrinseca la libert di associazione. In conseguenza di ci la loro apertura, per effetto del disposto dellart. 18 della costituzione, non richiede la preventiva acquisizione di alcuna licenza o atto permissivo. Parimenti gli spettacoli riservati ai soli soci, secondo una costante giurisprudenza, debbono essere considerati come espressione delle libert di associazione e riunione e, pertanto, sottratti alla disciplina dellart. 68 T.U.L.P.S., la quale, come noto, assoggetta a licenza lorganizzazione di spettacoli o trattenimenti nellesercizio di una attivit imprenditoriale. Lunica eccezione a questo principio costituita dalla fattispecie prevista dallart. 118 del R.D. n. 635/1940, il quale stabilisce che il circolo privato deve obbligatoriamente munirsi della licenza ex art. 68 T.U.L.P.S.. qualora ai trattenimenti in parola accedano, previa esibizione di un biglietto dinvito, persone diverse dai soci. Appare pertanto necessario stabilire in quali casi gli spettacoli ed i trattenimenti, che hanno luogo in circoli privati o associazioni, debbano ritenersi destinati ad una pluralit indistinta di persone, anzich ad un gruppo limitato e ben individuato di soggetti, e pertanto, quando un locale possa considerarsi pubblico, con conseguente applicazione della disciplina amministrativa di settore. Al riguardo, si segnala che la Corte Costituzionale nella sentenza n. 56 del 15 aprile 1970 ha stabilito che un locale da ritenersi pubblico quando si accerti con un giudizio sintetico ed induttivo, che in esso si svolge unattivit professionalmente organizzata a scopo di lucro diretta allo scambio o alla produzione di beni e servizi: in altri termini deve trattarsi di unattivit svolta da un imprenditore nel senso inteso dagli artt20822083c.c. Sulla base di questo principio la Corte di Cassazione con giurisprudenza pressoch costante - ha enucleato parametri piconcret, sulla scorta delle quali deono ritenersi al regime autorizzatorio contmplato dallari, 68 T. U.L.P.S i locali che, ancorch asseriti come privati, presentino almeno una delle seguenti caratteristiche: pagamento del biglietto dingresso effettuato volta per volta anche da non soci o rilascio, senza alcuna formalit particolare, di tessere associative a chiunque acquisti i1 biglietto stesso; pubblicit degli spettacoli o dei trattenimenti a mezzo di giornali, manifesti, ecc., destinata al l a generalit dei cittadini; struttura del locale dove si svolge lattivit, dalla quale si evinca lesistenza di caratteristiche proprie dello svolgimento di una attivit di natura palesemente imprenditoriale. Premesso quanto sopra si invitano le SS.LL. a disporre unintensificazione dei controlli al fine di prevenire comportamenti i l l e c i t i promuovendo anche le conseguenti attivit sanzionatorie nelle sedi amministrative e giudiziarie. Sul contenuto della presente circolare si prega di voler richiamare lattenzione d e l l e autorit comunali

anche in relazione allattivit di vigilanza cui tenuta istituzionalmente la polizia urbana.


Infine, in relazione alle richieste di notizie riguardo agli enti nazionali le cui finalit assistenziali sono state riconosciute da questo Ministero, si dichiara la piena disponibilit a fornire a l l e amministrazioni comunali competenti al rilascio della licenza di somministrazione di alimenti e bevande ai sensi della L. 287/91 le opportune indicazioni circa lavvenuto riconoscimento. A tal proposito le associazioni nazionali gi riconosciute con decreto ministeriale dovranno essere invitate dalle SS.LL. a comunicare tempestivamente a questo dicastero tramite la prefettura competente per territorio - ogni variazione relativa: allo statuto, allatto costitutivo, alla nomina del presidente ed alla cessazione dellassociazione stessa.

Redditi ed imposta sul valore aggiunto


Circolare Ministeriale - Ministero delle Finanze - Dipartimento Entrate - 12 maggio 1998, n. 124/E Decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460. Sezione I. Modifiche alla disciplina degli enti non commerciali in materia di imposte sui redditi e di imposta sul valore aggiunto 431

(Pubblicato in G.U. 27 maggio 1998, n. 127, S.O) (Nota bene: si consiglia la lettura comparata della Circolare Ministeriale - Ministero delle Finanze 26 giugno 1998, n. 168/E) INDICE PREMESSA 1.QUALIFICAZIONE DEGLI ENTI NON COMMERCIALI 1.1Nozione di ente non commerciale 1.2Individuazione delloggetto esclusivo o principale dellattivit 1.3Perdita della qualifica di ente non commerciale 1.4 Decorrenza della perdita della qualifica di ente non commerciale 2. REDDITO COMPLESSIVO DEGLI ENTI NON COMMERCIALI. OCCASIONALI RACCOLTE PUBBLICHE DI
FONDI E CONTRIBUTI PER LO SVOLGIMENTO CONVENZIONATO DI ATTIVIT

2.1 Reddito complessivo degli enti non commerciali. Art. 108, commi 1 e 2, del T.U.I.R. 2.2 Occasionali raccolte pubbliche di fondi e contributi per lo svolgimento convenzionato di attivit. Art. 108, comma 2-bis, del T.U.I.R. 3. DETERMINAZIONE DEI REDDITI DEGLI ENTI NON COMMERCIALI E CONTABILIT SEPARATA
4. REGIMI FORFETARI DI DETERMINAZIONE DEL REDDITO DEGLI ENTI NON COMMERCIALI

4.1Regime

generale

4.2 Regime forfetario per le associazioni sportive, associazioni senza scopo di lucro e pro-loco 4.3 Regime forfetario per lattivit di assistenza fiscale resa dalle associazioni sindacali e di categoria operanti nel settore agricolo 5. ENTI DI TIPO ASSOCIATIVO 5.1 Premessa 5.2 Impostesuiredditi 5.2.1 DisciplinageneraledegliEntiassociativi 5.2.2 Regime agevolativo per particolari tipologie di enti associativi 5.3 Vincoli statutari per associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona Art. 111, commi 4-quinques e 4-sexies, del T.U.I.R.. 5.3.1 Termini per la predisposizione o ladeguamento degli statuti 5.4 Imposta sul valore aggiunto 6. SCRITTURE CONTABILI DEGLI ENTI NON COMMERCIALI
7. AGEVOLAZIONI TEMPORANEE PER IL TRASFERIMENTO DI BENI PATRIMONIALI

7.1 Trasferimento a titolo gratuito di aziende o beni 7.1.1Ambito oggettivo, condizioni e limiti 7.1.2 Agevolazioni ai fini delle imposte sui redditi 7.1.3 Agevolazioni ai fini delle imposte indirette 7.1.4 Trasferimento dellunica azienda dellimprenditore cedente 7.2 Esclusione dal patrimonio dellimpresa dellente non commerciale degli immobili strumentali per destinazione 7.2.1 Condizione per avvalersi dellopzione 7.2.2 Determinazione del valore cui applicare le aliquote 7.2.3 Effetti del mancato esercizio dellopzione 7.2.4 Modalit di presentazione della dichiarazione di opzione PREMESSA Il decreto legislativo 4 dicembre 1997, n.460 (pubblicato nel supplemento ordinario n.1/L alla Gazzetta Ufficiale n.1 del 2 gennaio 1998) ha dato attuazione alle deleghe recate nei commi 186-187 dellart. 3 della legge 23 dicembre 1996, n. 662, relativi al riordino della disciplina tributaria degli enti 432

non commerciali, e nei commi 188-189 del medesimo articolo 3, concernenti la disciplina delle organizzazioni non lucrative di utilit sociale (ONLUS). Il menzionato decreto legislativo strutturato in due sezioni, la prima riservata al riordino delle norme tributarie relative agli enti non commerciali, la seconda alla definizione e regolamentazione delle ONLUS. Sul piano sistematico il decreto legislativo in argomento non costituisce una legge speciale in materia di enti non commerciali e organizzazioni non lucrative di utilit sociale. Il riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali operato prevalentemente attraverso modifiche ed integrazioni del Testo Unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, nonch dellart. 4 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n.633, istitutivo dellimposta sul valore aggiunto. Per le ONLUS il regime agevolativo discende in gran parte da interventi su singole leggi di imposta. Le disposizioni recate dal decreto legislativo n. 460 del 1997 sono entrate in vigore il 1 gennaio 1998 e, relativamente alle imposte sui redditi, trovano applicazione a decorrere dal periodo dimposta successivo a quello in corso alla data del 31 dicembre 1997. Con la presente circolare si forniscono i chiarimenti necessari al fine di assicurare uniformit di interpretazione da parte degli uffici interessati relativamente alle norme concernenti il riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali, contenute nella Sezione I (artt. 1-9) del decreto legislativo in oggetto. Con successiva circolare verranno fornite istruzioni per lapplicazione delle disposizioni riguardanti le organizzazioni non lucrative di utilit sociale, contenute nella Sezione II del medesimo decreto legislativo n. 460 del 1997 1. QUALIFICAZIONE DEGLI ENTI NON COMMERCIALI 1.1 Nozione di ente non commerciale Il decreto legislativo n. 460 del 1997, nel riordinare la disciplina degli enti non commerciali, non ha apportato modifiche alla disposizione recata dallart. 87, comma 1, lettera c), del T.U.I.R. che fornisce la nozione generale di ente non commerciale, individuando tale tipologia soggettiva negli enti pubblici e privati diversi dalle societ, che non hanno per oggetto esclusivo o principale lesercizio di attivit commerciali. Lelemento distintivo degli enti non commerciali, anche a seguito del citato decreto legislativo n.460 del 1997, costituito, quindi, dal fatto di non avere tali enti quale oggetto esclusivo o principale lo svolgimento di una attivit di natura commerciale, intendendosi per tale lattivit che determina reddito dimpresa ai sensi dellart. 51 del T.U.I.R.. Nessun rilievo assume, invece, ai fini della qualificazione dellente non commerciale la natura (pubblica o privata) del soggetto, la rilevanza sociale delle finalit perseguite, lassenza del fine di lucro o la destinazione dei risultati. 1.2 Individuazione delloggetto esclusivo o principale dellattivit Lart. 87, comma 4, del T.U.I.R. stabilisce i criteri per lindividuazione delloggetto esclusivo o principale dellente. Tale disposizione stata modificata dallart. 1 del decreto legislativo n.460 del 1997 che ha, altres, aggiunto allo stesso art. 87 un ulteriore comma 4-bis. Nella previgente formulazione lanzidetto comma 4 dellart. 87 disponeva che loggetto esclusivo o principale dellente determinato in base allatto costitutivo, se esistente in forma di atto pubblico o di scrittura privata autenticata e, in mancanza, in base allattivit effettivamente esercitata. La disposizione recata dal nuovo testo del comma 4 dellart. 87 stabilisce che: 4. Loggetto esclusivo o principale dellente residente determinato in base alla legge, allatto costitutivo o allo statuto, se esistenti in forma di atto pubblico o di scrittura privata autenticata o registrata. Per oggetto principale si intende lattivit essenziale per realizzare direttamente gli scopi primari indicati dalla legge, dallatto costitutivo o dallo statuto. Il successivo comma 4-bis prevede che: 433

4-bis. In mancanza dellatto costitutivo o dello statuto nelle predette forme, loggetto principale dellente residente determinato in base allattivit effettivamente esercitata nel territorio dello Stato; tale disposizione si applica in ogni caso agli enti non residenti. Le novit introdotte dal nuovo testo del comma 4 dellart. 87 nonch dal successivo comma 4-bis sono le seguenti. 1) Il nuovo testo del comma 4 dellart. 87, oltre che operare un esplicito riferimento alla legge e allo statuto - modifiche queste di natura meramente formale - contiene il riferimento, assente nella previgente disposizione, alla scrittura privata registrata. E sufficiente, cio, per lindividuazione delloggetto esclusivo o principale dellattivit dellente non commerciale, lesistenza dellatto costitutivo o dello statuto nella forma della scrittura privata registrata, in alternativa allatto pubblico o alla scrittura privata autenticata. 2) Vengono, inoltre, differenziati i criteri per lindividuazione delloggetto esclusivo o principale dellattivit, a seconda che lente sia o meno residente nel territorio dello Stato. a) Enti residenti Per gli enti residenti loggetto esclusivo o principale dellattivit determinato in base alla legge (di regola per gli enti pubblici), allatto costitutivo o allo statuto, se esistente in forma di atto pubblico o di scrittura privata autenticata o registrata. In mancanza degli anzidetti atti o delle predette forme (atto pubblico o scrittura privata autenticata o registrata) loggetto principale dellente determinato in base allattivit effettivamente esercitata. b) Enti non residenti Per gli enti non residenti il comma 4-bis dellart. 87 prevede che lesame delloggetto principale dellattivit deve essere, in ogni caso, svolto sulla base dellattivit effettivamente esercitata nel territorio dello Stato. 3) La previsione pi innovativa e di maggior rilievo rispetto alla previgente disciplina costituita dalla definizione delloggetto principale dellattivit, recata dal novellato comma 4 dellart. 87. Secondo tale disposizione, per oggetto principale si intende lattivit essenziale per realizzare direttamente gli scopi primari dellente indicati dalla legge, dallatto costitutivo o dallo statuto. Pertanto, ai fini della qualificazione dellente come commerciale o non commerciale, occorre anzitutto avere riguardo alle previsioni contenute nello statuto, nellatto costitutivo o nella legge. Nellipotesi in cui i menzionati atti prevedano lo svolgimento di pi attivit, di cui alcune di natura commerciale ed altre di natura non commerciale, per la qualificazione dellente occorre fare riferimento allattivit che per lo stesso risulta essere essenziale, vale a dire quella che gli consente il raggiungimento degli scopi primari e che tipicizza lente medesimo. Se lattivit essenziale per realizzare direttamente gli scopi primari non commerciale, lente deve annoverarsi fra quelli non commerciali, sia ai fini delle imposte sui redditi che dellimposta sul valore aggiunto e, conseguentemente, deve essere rispettivamente assoggettato alla disciplina recata dal Titolo II, Capo III, del T.U.I.R. e dallart. 4 del D.P.R. n.633 del 1972 nonch alla disciplina contabile prevista per tale categoria di enti. Diversamente, lente, ancorch dichiari finalit non lucrative, considerato ente commerciale quando lattivit essenziale per la realizzazione degli scopi tipici di natura commerciale. La definizione di ente non commerciale risultante dal riformulato comma 4 dellart. 87 del T.U.I.R. deve, tuttavia, essere confrontata con la previsione dellart. 6 del decreto legislativo n.460 del 1997 concernente la perdita della qualifica di ente non commerciale. 1.3 Perdita della qualifica di ente non commerciale Lart. 6 del decreto legislativo n.460 del 1997 ha introdotto nel T.U.I.R. lart. 111-bis, che, ai commi 1 e 2, dispone: 1. Indipendentemente dalle previsioni statutarie, lente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti prevalentemente attivit commerciale per un intero periodo dimposta. 2. Ai fini della qualificazione commerciale dellente si tiene conto anche dei seguenti parametri: a) prevalenza delle immobilizzazioni relative allattivit commerciale, al netto degli ammortamenti, rispetto alle restanti attivit. 434

Il raffronto va effettuato tra le immobilizzazioni relative allattivit commerciale - tra le quali devono comprendersi tutte le tipologie indicate nellarticolo 2424 del codice civile e cio le immobilizzazioni materiali quali fabbricati, impianti, macchinari, automezzi, mobili, ecc., le immobilizzazioni immateriali quali brevetti, diritti dautore, avviamento, spese di impianto e cos via e le immobilizzazioni finanziarie - e gli investimenti relativi alle attivit istituzionali ivi compresi gli investimenti relativi alle attivit decommercializzate. b) prevalenza dei ricavi derivanti da attivit commerciali rispetto al valore normale delle cessioni o prestazioni afferenti le attivit istituzionali; c) prevalenza dei redditi derivanti da attivit commerciali rispetto alle entrate istituzionali, intendendo per queste ultime i contributi, le sovvenzioni, le liberalit e le quote associative. Il raffronto va effettuato fra i componenti positivi del reddito dimpresa e le entrate derivanti dallattivit istituzionale. Al riguardo si precisa che, per ragioni di ordine logico e sistematico, in coerenza con quanto stabilito nella successiva lettera d), la locuzione redditi derivanti da attivit commerciali, contenuta nella disposizione in esame, deve essere correttamente intesa come riferita ai componenti positivi del reddito dimpresa. Si precisa, inoltre, che da entrambi i termini del raffronto vanno esclusi i contributi percepiti per lo svolgimento di attivit aventi finalit sociale in regime di convenzione o accreditamento; detti contributi, infatti, non concorrono alla formazione del reddito degli enti non commerciali ai sensi dellart. 108, comma 2-bis, del T.U.I.R.). d) prevalenza delle componenti negative inerenti allattivit commerciale rispetto alle restanti spese. Lart. 6 in esame ha dato attuazione al criterio dettato dallart. 3, comma 187, lett. a), della legge delega n.662 del 1996, secondo cui il legislatore avrebbe dovuto procedere alla definizione della nozione di ente non commerciale, conferendo rilevanza ad elementi di natura obiettiva connessi allattivit effettivamente esercitata, provvedendo ad individuare elementi di carattere oggettivo, la cui presenza consente di verificare in termini di effettivit lattivit prevalente. La norma fondamentale, per verificare in termini di effettivit la natura dellente dichiarata nellatto costitutivo o nello statuto, quella recata dal primo comma dellart. 111-bis del T.U.I.R. che contiene una presunzione legale di perdita della qualifica di ente non commerciale, qualora, indipendentemente dalle previsioni statutarie, lente eserciti quale attivit principale unattivit commerciale (in base allart. 51 del T.U.I.R.). La qualifica di ente non commerciale, impressa dalla legge, dallatto costitutivo o dallo statuto, che consente allente di fruire della disciplina degli enti non commerciali su base dichiarativa, va verificata, pertanto, prendendo in esame lattivit effettivamente svolta. Il secondo comma dellart. 111-bis indica, inoltre, alcuni parametri che costituiscono fatti indice di commercialit, i quali non comportano automaticamente la perdita di qualifica di ente non commerciale, ma sono particolarmente significativi e inducono ad un giudizio complessivo sullattivit effettivamente esercitata. Questa norma, in sostanza, non contiene presunzioni assolute di commercialit, ma traccia un percorso logico, anche se non vincolante quanto alle conclusioni, per la qualificazione dellente non commerciale, individuando parametri dei quali deve tenersi anche conto (e non solo quindi) unitamente ad altri elementi di giudizio. Non , pertanto, sufficiente il verificarsi di una o pi delle condizioni stabilite dal secondo comma dellart. 111-bis per poter ritenere avvenuto il mutamento di qualifica, ma sar necessario, in ogni caso, un giudizio complesso, che tenga conto anche di ulteriori elementi, finalizzato a verificare che lente abbia effettivamente svolto per lintero periodo dimposta prevalentemente attivit commerciale. Come risulta espressamente dalla relazione illustrativa del decreto legislativo in esame, i parametri indicati nel comma 2 dellart. 111-bis del T.U.I.R. costituiscono indizi valutabili in concorso con altri elementi significativi, ivi comprese le caratteristiche complessive dellente. Il verificarsi di una o pi delle circostanze indicate nel citato comma 2 dellart. 111-bis in capo ad enti la cui attivit essenziale sia di natura obiettivamente non commerciale (es., partiti politici, associazioni sindacali e di categoria rappresentate nel CNEL) non pu di per s far venir meno la qualifica non commerciale dellente, risultante dallatto costitutivo o dallo statuto, purch lattivit effettivamente esercitata corrisponda in modo obiettivo a quella espressamente indicata nelle previsioni statutarie. Resta fermo che per 435

lattivit commerciale svolta dai predetti enti si applicano le disposizioni in materia di reddito di impresa. Per quanto riguarda il significato dellespressione intero periodo dimposta, contenuta nel comma 1 dellart. 111-bis, occorre chiarire che tale lasso di tempo costituisce soltanto una proiezione temporale di osservazione dellattivit dellente, essendo poi sufficiente, per valutare la prevalenza dellattivit commerciale, che tale prevalenza sussista per la maggior parte del periodo dimposta. Quindi, in presenza di attivit commerciale prevalente per la maggior parte del periodo dimposta lente perde la qualifica di ente non commerciale a decorrere dallinizio del medesimo periodo. Si precisa, inoltre, che le attivit decommercializzate di cui agli artt. 108 e 111 del T.U.I.R. non devono essere computate ai fini dellapplicazione dei parametri di cui al comma 2 citato, in quanto, per espressa previsione normativa, non danno luogo a reddito dimpresa. Si evidenzia, inoltre, che il comma 2 dellart. 6 del decreto legislativo n.460 del 1997 stabilisce espressamente che la perdita della qualifica di ente non commerciale ai fini delle imposte sui redditi vale anche ai fini dellI.V.A. Le norme sulla perdita della qualifica di ente non commerciale, per esplicita previsione contenuta nel comma 4 dellart. 111-bis del T.U.I.R., non si applicano agli enti ecclesiastici riconosciuti come persone giuridiche agli effetti civili. Per gli anzidetti enti valgono, comunque, i criteri dettati dallart. 87 del T.U.I.R.. In ogni caso, per lattivit commerciale eventualmente svolta da tali enti si applicano le disposizioni in materia di reddito di impresa. 1.4 Decorrenza della perdita della qualifica di ente non commerciale. Il comma 3 dellart. 111-bis prevede che: 3. Il mutamento di qualifica opera a partire dal periodo dimposta in cui vengono meno le condizioni che legittimano le agevolazioni e comporta lobbligo di comprendere tutti i beni facenti parte del patrimonio dellente nellinventario di cui allarticolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n.600. Liscrizione nellinventario deve essere effettuata entro sessanta giorni dallinizio del periodo di imposta in cui ha effetto il mutamento di qualifica secondo i criteri di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1974, n. 689. Il tenore letterale della norma comporta che, a differenza di quanto previsto da altre disposizioni tributarie, il mutamento di qualifica spiega effetti fin dallinizio del periodo di imposta in cui lo stesso si verifica. In tal modo viene assicurata una perfetta corrispondenza tra le modalit di tassazione e leffettiva attivit svolta dallente nel periodo di imposta stesso, evitando nel contempo possibili manovre elusive. Si rende, pertanto, necessario, per lente interessato, operare fin dallinizio del periodo di imposta una valutazione prospettica della propria attivit ai fini della corretta qualificazione tributaria. Da quanto sopra discende per lente lopportunit di porre in essere gli adempimenti contabili previsti dalla normativa vigente per gli enti commerciali fin dallinizio del periodo di imposta nel quale lente stesso ritenga di assumere la qualifica di ente commerciale, onde evitare la ricostruzione del reddito sulla base di elementi presuntivi nonch lapplicazione delle sanzioni per la violazione delle norme relative alla tenuta della contabilit. E appena il caso di precisare che, ai fini dellistituzione della predetta contabilit, occorre attivare un prospetto delle attivit e delle passivit redatto con i criteri di cui al D.P.R. n.689 del 1974 nonch le scritture contabili di cui agli artt. 14 e seguenti del D.P.R. n.600 del 1973. 2. REDDITO COMPLESSIVO DEGLI ENTI NON COMMERCIALI. OCCASIONALI RACCOLTE PUBBLICHE DI FONDI E CONTRIBUTI PER LO SVOLGIMENTO CONVENZIONATO DI ATTIVIT 2.1 Reddito complessivo degli enti non commerciali. Art. 108, commi 1 e 2, del T.U.I.R. Il decreto legislativo n.460 del 1997 non ha apportato modifiche ai commi 1 e 2 dellart. 108 del T.U.I.R., che stabiliscono i principi fondamentali per la determinazione del reddito complessivo degli enti non commerciali. Il testo dei commi 1 e 2 dellart. 108 il seguente. 436

1. Il reddito complessivo degli enti non commerciali di cui alla lettera c) del comma 1 dellarticolo 87 formato dai redditi fondiari, di capitale, di impresa e diversi, ovunque prodotti e quale ne sia la destinazione, ad esclusione di quelli esenti dallimposta e di quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o ad imposta sostitutiva. Per i medesimi enti non si considerano attivit commerciali le prestazioni di servizi non rientranti nellarticolo 2195 del codice civile rese in conformit alle finalit istituzionali dellente senza specifica organizzazione e verso pagamento di corrispettivi che non eccedono i costi di diretta imputazione. 2. Il reddito complessivo determinato secondo le disposizioni dellarticolo 8. Si ricorda, in proposito, che per gli enti non commerciali, a differenza di quanto avviene per le societ e per gli enti commerciali, il reddito complessivo imponibile non formato da ununica categoria reddituale (reddito di impresa) nella quale confluiscono i proventi di qualsiasi fonte; infatti, per tali enti, il reddito complessivo si determina sulla base della somma dei redditi appartenenti alle varie categorie reddituali ( redditi fondiari, di capitale, redditi dimpresa e redditi diversi). La norma non attribuisce rilevanza n al luogo di produzione dei redditi n alla destinazione degli stessi. Si segnala che rimasta invariata la previsione di non commercialit delle prestazioni di servizi non rientranti nellart. 2195 del codice civile rese in conformit alle finalit istituzionali dellente senza specifica organizzazione e verso pagamento di corrispettivi che non eccedono i costi di diretta imputazione. Continua, altres, ad applicarsi la disposizione recata dallarticolo 8 del T.U.I.R. concernente, tra laltro, il riporto delle perdite derivanti dallesercizio delle imprese commerciali in contabilit ordinaria. 2.2 Occasionali raccolte pubbliche di fondi e contributi per lo svolgimento convenzionato di attivit. Art. 108, comma 2-bis, del T.U.I.R. In attuazione del disposto del comma 187, lettere b) e d), dellart.3, della legge n.662 del 1996, che indicavano quali criteri direttivi per il legislatore delegato lesclusione dallimposizione dei contributi corrisposti da amministrazioni pubbliche ad enti non commerciali, aventi fine sociale, per lo svolgimento convenzionato di attivit esercitate in conformit ai propri fini istituzionali e lesclusione da ogni imposta delle raccolte pubbliche di fondi effettuate occasionalmente, anche mediante offerta di beni ai sovventori, in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione, lart. 2, comma 1, del decreto legislativo n.460 del 1997 ha aggiunto allarticolo 108 del T.U.I.R. il comma 2-bis. Tale comma prevede che: 2-bis. Non concorrono in ogni caso alla formazione del reddito degli enti non commerciali di cui alla lettera c) del comma 1 dellarticolo 87: a) i fondi pervenuti ai predetti enti a seguito di raccolte pubbliche effettuate occasionalmente, anche mediante offerte di beni di modico valore o di servizi ai sovventori, in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione; b) i contributi corrisposti da amministrazioni pubbliche ai predetti enti per lo svolgimento convenzionato o in regime di accreditamento di cui allart. 8, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.502, come sostituito dallarticolo 9, comma 1, lettera g), del decreto legislativo 7 dicembre 1993, n.517, di attivit aventi finalit sociali esercitate in conformit ai fini istituzionali degli enti stessi.. Il comma 2 dello stesso articolo 2 del decreto legislativo n.460 del 1997 prevede, inoltre, che: 2. Le attivit indicate nellart. 108, comma 2-bis, lettera a), del Testo Unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.917, come modificato dal comma 1, fermo restando il regime di esclusione dallimposta sul valore aggiunto, sono esenti da ogni altro tributo.. Le disposizioni sopra riportate vengono di seguito esaminate. a) Occasionali raccolte pubbliche di fondi 437

La lettera a) del comma 2-bis dellart. 108 del T.U.I.R. sottrae dallimposizione, ai fini delle imposte sui redditi, i fondi pervenuti a seguito di raccolte pubbliche occasionali anche con scambio/offerta di beni di modico valore (es. cessioni di piante o frutti) o di servizi a coloro che fanno le offerte. La norma trova un precedente analogo nella disposizione dellart. 1, lett. a), del D.M. 25 maggio 1995, concernente le attivit marginali delle organizzazioni di volontariato. Per espressa previsione del comma 2 dellart. 2 del decreto legislativo n.460 del 1997 le anzidette attivit fruiscono, oltre che dellesclusione dal campo di applicazione dellimposta sul valore aggiunto, dellesenzione da ogni altro tributo, sia erariale che locale. Lesclusione delle iniziative in argomento dallimposizione tributaria, che tende ad incentivare una delle forme pi cospicue di finanziamento per molti enti non commerciali, subordinata alle seguenti condizioni: 1) deve trattarsi di iniziative occasionali; 2) la raccolta dei fondi deve avvenire in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione; 3) i beni ceduti per la raccolta dei fondi devono essere di modico valore. Si segnala che a tutela della fede pubblica prevista dallart. 8 del decreto legislativo n. 460 del 1997 una rigorosa rendicontazione delle attivit di raccolta dei fondi, di cui si tratter nel paragrafo relativo alle scritture contabili degli enti non commerciali. b) Contributi per lo svolgimento convenzionato di attivit La lett. b) del nuovo comma 2-bis dellarticolo 108 prevede che non concorrono a formare il reddito degli enti non commerciali i contributi loro corrisposti da enti pubblici per lo svolgimento di attivit in regime di convenzione o di accreditamento (tale ultimo regime tipico dellarea sanitaria). Lagevolazione subordinata alle seguenti condizioni: 1) deve trattarsi di attivit aventi finalit sociali; 2) le attivit devono essere svolte in conformit alle finalit istituzionali dellente. Le finalit sociali devono ricomprendersi fra le finalit tipiche dellente. Circa la natura dei contributi agevolati si fa presente che la norma, facendo riferimento in generale ai contributi corrisposti da amministrazioni pubbliche per lo svolgimento convenzionato o in regime di accreditamento di attivit aventi finalit sociali esercitate in conformit ai fini istituzionali dellente, non opera alcuna distinzione tra contributi a fondo perduto e contributi che hanno natura di corrispettivi. Si deve ritenere, pertanto, che rientrano nella sfera applicativa dellagevolazione anche i contributi che assumono natura di corrispettivi. 3. DETERMINAZIONE DEI REDDITI DEGLI ENTI NON COMMERCIALI E CONTABILIT SEPARATA Lart. 3 del decreto legislativo n.460 del 1997 modifica lart. 109 del T.U.I.R. concernente la determinazione dei redditi degli enti non commerciali. Le modifiche apportate non riguardano il comma 1 dellart. 109 in esame, di cui rimane, pertanto, invariata lattuale formulazione: 1. I redditi e le perdite che concorrono a formare il reddito complessivo degli enti non commerciali sono determinati distintamente per ciascuna categoria in base al risultato complessivo di tutti i cespiti che vi rientrano. Si applicano, se nel presente capo non diversamente stabilito, le disposizioni del titolo I relative ai redditi delle varie categorie. Vengono, invece, sostituiti i commi 2 e 3 dello stesso articolo, viene aggiunto un ulteriore comma 3bis e viene modificato il comma 4-bis. Si riportano i commi 2, 3 e 3-bis del citato articolo 109: 2. Per lattivit commerciale esercitata gli enti non commerciali hanno lobbligo di tenere la contabilit separata. 3. Per lindividuazione dei beni relativi allimpresa si applicano le disposizioni di cui allarticolo 77, commi 1 e 3-bis. 3-bis. Le spese e gli altri componenti negativi relativi a beni e servizi adibiti promiscuamente allesercizio di attivit commerciali e di altre attivit, sono deducibili per la parte del loro importo che corrisponde al rapporto tra lammontare dei ricavi e altri proventi che concorrono a formare il reddito 438

dimpresa e lammontare complessivo di tutti i ricavi e proventi; per gli immobili utilizzati promiscuamente deducibile la rendita catastale o il canone di locazione anche finanziaria per la parte del loro ammontare che corrisponde al predetto rapporto. Dal punto di vista sostanziale la sostituzione del comma 2 risulta di particolare rilevanza, perch tale comma introduce una disposizione del tutto innovativa. La disposizione recata dal previgente comma 2 dellart. 109 del T.U.I.R consentiva agli enti non commerciali di tenere una contabilit unica e comprensiva sia dei fatti commerciali che di quelli istituzionali. La norma del nuovo comma 2 del citato art. 109 , nellintento di rendere pi trasparente la contabilit commerciale degli enti non commerciali e di evitare ogni commistione con lattivit istituzionale, anche al fine di individuare pi agevolmente loggetto principale dellente e la sua reale qualificazione, impone, in via generale, agli enti non commerciali per lattivit commerciale eventualmente esercitata lobbligo della contabilit separata a partire dal periodo di imposta successivo a quello in corso alla data del 31 dicembre 1997. Riguardo alle spese e agli altri componenti negativi relativi ai beni e servizi adibiti promiscuamente per lesercizio di attivit commerciali e per altre attivit, il criterio per la loro deducibilit indicato nellattuale comma 3-bis, che riproduce sostanzialmente il secondo periodo del previgente comma 2. Il limite di deducibilit delle spese e dei componenti negativi anzidetti determinato sulla base del rapporto tra lammontare dei ricavi e degli altri proventi che concorrono a formare il reddito dimpresa e lammontare complessivo di tutti i ricavi e proventi. Per gli immobili utilizzati promiscuamente si deduce la rendita catastale o il canone di locazione anche finanziaria per la parte corrispondente a detto rapporto. Il comma 3 dellart. 109, nel testo introdotto dal decreto legislativo n.460 del 1997, chiarisce, poi, che per lindividuazione dei beni relativi allimpresa si applicano le disposizioni recate dallart. 77, commi 1 e 3-bis del T.U.I.R. relative allimpresa individuale in rapporto ai beni personali della persona fisica; con ci presupponendo la previa inclusione degli stessi nellinventario anche in caso di provenienza dal patrimonio relativo allattivit istituzionale. Lart. 7 del decreto legislativo n.460 del 1997, nel modificare lart. 114 del T.U.I.R., estende agli enti non residenti lobbligo, previsto dal comma 2 del citato art. 109, relativo alla tenuta della contabilit separata per lattivit commerciale svolta nel territorio dello Stato nonch lapplicabilit delle disposizioni recate dai commi 3 e 3-bis dello stesso art. 109 del T.U.I.R.. Ai sensi del comma 4-bis dellart. 109, lobbligo di tenere la contabilit separata non si applica agli enti soggetti alle disposizioni in materia di contabilit pubblica qualora siano osservate le modalit previste per la contabilit pubblica obbligatoria tenuta a norma di legge dagli stessi enti. 4. REGIMI FORFETARI DI DETERMINAZIONE DEL REDDITO DEGLI ENTI NON COMMERCIALI 4.1 Regime generale Lart. 4 del decreto legislativo n.460 del 1997 d attuazione al comma 187, lett. e), dellart. 3 della legge n.662 del 1996, secondo il quale il riordino della disciplina degli enti non commerciali doveva essere informato, fra laltro, alla previsione omogenea di regimi di imposizione semplificata ai fini delle imposte sui redditi e dellimposta sul valore aggiunto nei confronti degli enti non commerciali che hanno conseguito proventi da attivit commerciali entro limiti predeterminati, anche mediante ladozione di coefficienti o di imposte sostitutive. In particolare la norma in commento inserisce, dopo lart. 109 del T.U.I.R., lart. 109-bis che introduce un regime forfetario per la determinazione del reddito dimpresa, generalizzato a tutti gli enti non commerciali ammessi alla tenuta della contabilit semplificata ai sensi dellart. 18 del D.P.R. 29 settembre 1973, n.600. La norma non prevede parallelamente regimi di imposizione semplificata in materia di imposta sul valore aggiunto, in ordine alla quale restano applicabili i criteri generali previsti dalla normativa recata dal D.P.R. n.633 del 1972 in relazione alle specifiche attivit esercitate. 439

Si precisa che possono fruire del regime di determinazione forfetaria del reddito di cui allart. 109-bis in esame solo gli enti non commerciali nei confronti dei quali ricorrano i presupposti dellart. 18 del D.P.R. n.600 del 1973 citato. Il reddito dimpresa si determina forfetariamente applicando anzitutto allammontare dei ricavi di cui allart. 53 del T.U.I.R. conseguiti nellesercizio di attivit commerciali un coefficiente di redditivit, differenziato per tipo di attivit (attivit di prestazioni di servizi e altre attivit) e per scaglioni di ricavi. I coefficienti di redditivit sono i seguenti. a) Attivit di prestazioni di servizi: fino a lire 30.000.000 di ricavi 15% da lire 30.000.001 fino a lire 360.000.000 di ricavi 25% b) Altre attivit: fino a lire 50.000.000 di ricavi 10% da lire 50.000.001. fino a lire 1.000.000.000 di ricavi 15% Si precisa che, qualora i predetti limiti di ricavi (lire 360 milioni e lire 1 miliardo) risultino superati alla chiusura del periodo dimposta, non potr trovare applicazione per il periodo medesimo il regime di determinazione forfetaria del reddito. Nellipotesi di contemporaneo esercizio di attivit di prestazioni di servizi e di altre attivit si applica il coefficiente stabilito per lammontare dei ricavi relativi allattivit prevalente. In mancanza della distinta annotazione dei ricavi si considerano prevalenti le attivit di prestazioni di servizi (comma 2 dellart. 109-bis). Al reddito determinato applicando i coefficienti di redditivit si aggiunge poi lammontare dei componenti positivi del reddito dimpresa di cui agli articoli 54 (plusvalenze patrimoniali), 55 (sopravvenienze attive), 56 (dividendi ed interessi) e 57 (proventi immobiliari) del T.U.I.R.. Il regime forfetario di determinazione del reddito in esame pu trovare applicazione fino a quando non vengono superati i limiti sopraindicati. I commi 4 e 5 dellart. 109-bis del T.U.I.R. stabiliscono le modalit per fruire del regime forfetario in argomento attraverso lesercizio di una specifica opzione. Si riporta di seguito il testo dei citati commi 4 e 5. 4. Lopzione esercitata nella dichiarazione annuale dei redditi ed ha effetto dallinizio del periodo dimposta nel corso del quale esercitata fino a quando non revocata e comunque per un triennio. La revoca dellopzione effettuata nella dichiarazione annuale dei redditi ed ha effetto dallinizio del periodo dimposta nel corso del quale la dichiarazione stessa presentata. 5. Gli enti che intraprendono lesercizio di impresa commerciale esercitano lopzione nella dichiarazione da presentare ai sensi dellart. 35 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni. Si deve tuttavia precisare che i predetti commi 4 e 5 dellart. 109-bis del T.U.I.R. sono da ritenersi superati in forza dei principi generali che emergono dalle disposizioni contenute nel regolamento recante il riordino della disciplina delle opzioni in materia di imposta sul valore aggiunto e di imposte dirette, approvato con D.P.R. 10 novembre 1997, n. 442 (pubblicato nella G.U. n. 298 del 23 dicembre 1997). Infatti, anche se il predetto regolamento fa esplicito riferimento alle opzioni o revoche di regimi di determinazione dellimposta o di regimi contabili deve ritenersi che le previsioni in esso contenute in ordine al riconoscimento dei comportamenti concludenti del contribuente trovino applicazione anche ai fini della determinazione forfetaria del reddito. A tale conclusione si perviene in considerazione del fatto che il predetto regime di determinazione forfetaria del reddito, si correla ad un regime di contabilit semplificata (art. 18 e art. 20, comma 3, del DPR n.600 del 1973.) Peraltro, poich il comportamento concludente correlato allapplicazione del regime forfetario di determinazione del reddito si esplica e si esaurisce in sede di dichiarazione dei redditi, nellottica di semplificazione degli adempimenti del contribuente si ritiene non necessaria la comunicazione 440

dellopzione prevista dallart. 2 del DPR n. 442 del 1997. Detta comunicazione di opzione non si rende necessaria neppure ai fini delladozione delle particolari semplificazioni contabili previste dallart. 3, comma 166, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, estese - in forza del nuovo comma 3 dellart. 20 del DPR n. 600 del 1973 ( introdotto con lart. 8 del decreto legislativo n. 460 del 1997 ) - agli enti non commerciali che abbiano conseguito nellanno solare precedente ricavi non superiori a lire 30 milioni, relativamente alle prestazioni di servizi, ovvero a lire 50 milioni negli altri casi e che sono pertanto assoggettabili alla determinazione forfetaria del reddito. Infatti, come chiarito con la circolare n. 10/ E del 17 gennaio 1997, i contribuenti che si avvalgono delle predette semplificazioni contabili non sono tenuti ad assolvere alcun particolare adempimento di carattere formale, non dovendo comunicare alcuna opzione agli Uffici finanziari. Al riguardo si precisa che, in presenza dei citati presupposti, la contabilit semplificata di cui al citato art. 3, comma 166, della legge n. 662 del 1996, resta valida ancorch, nel periodo dimposta in cui detta contabilit semplificata adottata, vengano superati i limiti previsti per lapplicazione del regime forfetario di determinazione del reddito (lire 360 milioni o 1 miliardo di ricavi) e, pertanto, detto regime forfetario non si renda di fatto pi applicabile allente non commerciale che conseguentemente determina il reddito secondo le regole generali. Per gli specifici chiarimenti concernenti gli adempimenti connessi alladozione della predetta contabilit semplificata, si fa rinvio al paragrafo concernente le scritture contabili. 4.2 Regime forfetario per le associazioni sportive, associazioni senza scopo di lucro e pro-loco. Per espressa previsione del nuovo art. 109-bis, comma 1, del T.U.I.R. fatto salvo il particolare regime forfetario di determinazione del reddito gi previsto per le associazioni sportive dilettantistiche, le associazioni senza scopo di lucro e le pro-loco. Il regime forfetario in favore delle associazioni sportive dilettantistiche stato introdotto dalla legge 16 dicembre 1991, n.398, ed stato esteso, in forza del decreto-legge 30 dicembre 1991, n.417, convertito dalla legge 6 febbraio 1992, n.66, alle associazioni senza fine di lucro e alle associazioni pro-loco. Considerato che lanzidetto regime richiamato dallart. 109-bis del T.U.I.R. concernente regime forfetario degli enti non commerciali, deve ritenersi confermato lorientamento assunto con circolare della soppressa Direzione Generale delle Imposte Dirette n.1 datata 11 febbraio 1992, secondo il quale a tale regime le anzidette associazioni possono accedere semprech si qualifichino come enti non commerciali sulla base di quanto chiarito nei precedenti paragrafi. Il reddito determinato applicando il coefficiente di redditivit del 6% ai proventi di natura commerciale e aggiungendo le plusvalenze patrimoniali. Il regime forfetario si applica alle associazioni che nel periodo dimposta precedente abbiano conseguito dallesercizio di attivit commerciali proventi per un importo complessivo limitato, aggiornato di anno in anno, e da ultimo fissato, con D.M. 28 novembre 1997, in lire 128.411.000. Si precisa inoltre che, per quanto concerne le modalit di esercizio dellopzione per il regime di cui alla citata legge n. 398 del 1991, si deve tener conto delle disposizioni del richiamato D.P.R. n. 442 del 1997. 4.3 Regime forfetario per lattivit di assistenza fiscale resa dalle associazioni sindacali e di categoria operanti nel settore agricolo Il regime forfetario previsto in via generale dallart. 109-bis del T.U.I.R. per gli enti non commerciali ammessi alla contabilit semplificata non ha abrogato il regime forfetario disciplinato dallart. 78, comma 8, della legge 30 dicembre 1991, n. 413, come successivamente integrato dallart. 62, comma 1, lett. a), del decreto-legge 30 agosto 1993, n.331, convertito dalla legge 29 ottobre 1993, n.427. Questultimo regime, infatti, limitato allattivit di assistenza fiscale resa nei confronti degli associati dalle associazioni sindacali e di categoria operanti nel settore agricolo, si configura come regime naturale, per le anzidette associazioni che possono, invece, su opzione determinare il reddito e limposta sul valore aggiunto nei modi ordinari. Per lattivit di assistenza fiscale resa agli associati dalle associazioni sindacali e di categoria operanti nel settore agricolo, pertanto, il reddito imponibile e lIVA si determinano di regola forfetariamente, 441

secondo il citato art. 78, comma 8, della legge n.413 del 1991 , salvo opzione per il regime di determinazione del reddito e dellimposta sul valore aggiunto nei modi ordinari. In particolare lart. 78, comma 8, in esame al terzo periodo prevede che per lattivit di assistenza fiscale resa agli associati da associazioni sindacali e di categoria operanti nel settore agricolo, il reddito imponibile determinato applicando allammontare dei ricavi il coefficiente di redditivit del 9% e limposta sul valore aggiunto determinata riducendo limposta relativa alle operazioni imponibili in misura pari a un terzo del loro ammontare, a titolo di detrazione forfetaria dellimposta afferente gli acquisti e le importazioni. Per le attivit commerciali eventualmente esercitate, diverse da quelle di assistenza fiscale di cui allart. 78, comma 8, della legge n. 413 del 1991, pu applicarsi il regime forfetario generale disciplinato dallart. 109-bis del T.U.I.R. semprech, ovviamente, sussistano i presupposti ivi previsti. Al riguardo si precisa che i ricavi derivanti da tali altre attivit commerciali eventualmente esercitate devono essere autonomamente considerati sia ai fini del limite dei ricavi che dei coefficienti di redditivit indicati nellart. 109-bis citato. 5. ENTI DI TIPO ASSOCIATIVO 5.1 Premessa. Gli enti non commerciali di tipo associativo sono destinatari di uno speciale regime tributario di favore sia ai fini delle imposte sui redditi che ai fini dellimposta sul valore aggiunto. Tali enti costituiscono, pertanto, una specie del pi ampio genere degli enti non commerciali. Ci comporta, in sostanza, che gli enti di tipo associativo, che devono qualificarsi come enti non commerciali in base ai criteri dettati dallart. 87 del T.U.I.R. e dallart. 4 del D.P.R. n.633 del 1972 nonch alla luce della disposizione dellarticolo 111-bis dello stesso T.U.I.R., sono assoggettati, in via generale, sia in materia di imposte sui redditi che in materia dimposta sul valore aggiunto, alla disciplina propria degli enti non commerciali, ma relativamente alle attivit rese allinterno della vita associativa fruiscono di un trattamento agevolato in presenza delle condizioni espressamente indicate a tal fine dalla legge. 5.2 Imposte sui redditi. In materia di imposte sui redditi si applicano in particolare agli enti associativi le disposizioni dettate dallart. 108 del T.U.I.R., ivi comprese quelle del nuovo comma 2-bis, concernenti lintassabilit della occasionale raccolta di fondi e dei contributi pubblici corrisposti per attivit svolte in regime di convenzione o di accreditamento. Trovano, altres, applicazione nei confronti di tali enti le norme recate dagli articoli 109, 109-bis e 110 del T.U.I.R. La disciplina di favore propria degli enti non commerciali di tipo associativo recata dallart. 111 del T.U.I.R. Tale articolo stato modificato dallart. 5 del decreto legislativo n.460 del 1997. In materia di obblighi contabili, agli enti non commerciali di tipo associativo si applicano le disposizioni dellart. 20 del D.P.R. 29 settembre 1973, n.600, come modificato dallart. 8 del decreto legislativo in esame (v. paragrafo relativo alle scritture contabili). 5.2.1 Disciplina generale degli Enti associativi. ART. 111, COMMI 1 E 2, DEL T.U.I.R. Riguardo al regime agevolativo proprio degli enti associativi recato dallart. 111 del T.U.I.R. si precisa che le modifiche apportate dallart. 5 del decreto legislativo in argomento non interessano i commi 1 e 2 dellarticolo in esame. Pertanto, restano invariate le disposizioni recate da tali commi il cui testo il seguente: 1. Non considerata commerciale lattivit svolta nei confronti degli associati o partecipanti, in conformit alle finalit istituzionali, dalle associazioni, dai consorzi e dagli altri enti non commerciali di tipo associativo. Le somme versate dagli associati o partecipanti a titolo di quote o contributi associativi non concorrono a formare il reddito complessivo. 2. Si considerano tuttavia effettuate nellesercizio di attivit commerciali, salvo il disposto del secondo periodo del comma 1 dellarticolo 108, le cessioni di beni e le prestazioni di servizi agli associati o 442

partecipanti verso pagamento di corrispettivi specifici, compresi i contributi e le quote supplementari determinati in funzione delle maggiori o diverse prestazioni alle quali danno diritto. Detti corrispettivi concorrono alla formazione del reddito complessivo come componenti del reddito di impresa o come redditi diversi secondo che le relative operazioni abbiano carattere di abitualit o di occasionalit. Il comma 1 dellart. 111 sancisce lesclusione dallambito della commercialit dellattivit svolta da associazioni, consorzi ed altri enti associativi nei confronti degli associati o partecipanti, sempre che la stessa sia esercitata in conformit alle finalit istituzionali e in assenza di una specifica corrispettivit, e la conseguente intassabilit delle somme versate dagli associati o partecipanti a titolo di quote o contributi associativi. Il comma 2 dello stesso art. 111 conferma la natura commerciale delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi rese, ancorch in conformit alle finalit istituzionali, agli associati o partecipanti verso pagamento di corrispettivi specifici, compresi i contributi e le quote supplementari determinati in funzione delle maggiori o diverse prestazioni alle quali danno diritto. Le quote differenziate costituiscono in sostanza il corrispettivo dovuto in base ad un rapporto sinallagmatico instaurato tra soci ed ente. I corrispettivi specifici resi per cessioni di beni e prestazioni di servizi ad associati o partecipanti si considerano componenti del reddito dimpresa o redditi diversi, secondo che le relative operazioni abbiano carattere di abitualit o occasionalit. E appena il caso di precisare che lattivit esterna degli enti associativi, quella cio resa da tali enti nei confronti dei terzi, continua a restare, di regola, fuori dalla sfera di applicazione dellart. 111 del T.U.I.R. 5.2.2 Regime agevolativo per particolari tipologie di enti associativi Le novit introdotte nellart. 111 del T.U.I.R. dal decreto legislativo n.460 del 1997 riguardano la disciplina agevolativa dettata per singole tipologie di associazioni, privilegiate in relazione al carattere specifico dellattivit esercitata. Tale disciplina era contenuta nel previgente testo dellart. 111, comma 3, secondo il quale: 3. Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali e sportive, non si considerano effettuate nellesercizio di attivit commerciali, in deroga al comma 2, le cessioni di beni e le prestazioni di servizi verso pagamento di corrispettivi specifici effettuate, in conformit alle finalit istituzionali, nei confronti degli associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attivit e che per legge, regolamento o statuto fanno parte di ununica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali, nonch le cessioni anche a terzi di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati. Per le cessioni di beni e le prestazioni di servizio effettuate da associazioni culturali o sportive costituite ai sensi dellarticolo 36 del codice civile, la disposizione si applica nei confronti degli associati o partecipanti minori det e, per i maggiorenni, a condizione che questi abbiano il diritto di voto per lapprovazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi dellassociazione ed abbiano diritto a ricevere, nei casi di scioglimento della medesima, una quota del patrimonio sociale, se questo non destinato a finalit di utilit generale. Lart. 5 del decreto legislativo in esame ha modificato il comma 3 dellart. 111 del T.U.I.R. e ha aggiunto allo stesso articolo, in funzione di completamento della disciplina agevolativa e di delimitazione dei presupposti del regime agevolativo recato dallo stesso comma 3 dellart. 111, gli ulteriori commi da 4-bis a 4-sexies . Le modifiche al comma 3 dellart. 111 nonch lintroduzione dei commi da 4-bis a 4-sexies sono disposte in attuazione della delega recata dallart. 3, comma 187, lett. c), della legge n.662 del 1996 che fra i criteri e principi direttivi in materia di riordino della disciplina degli enti non commerciali ha previsto lesclusione dallambito dellimposizione, per gli enti di tipo associativo, da individuare con riferimento ad elementi di natura obiettiva connessi allattivit effettivamente esercitata, nonch sulla base di criteri statutari diretti a prevenire fattispecie elusive, di talune cessioni di beni e prestazioni di servizi rese agli associati nellambito dellattivit propria della vita associativa. ART. 111, COMMA 3, DEL T.U.I.R.. 443

1) Attivit rese agli associati in diretta attuazione degli scopi istituzionali Il novellato comma 3, dellart. 111 del T.U.I.R. prevede: 3. Per le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona non si considerano commerciali le attivit svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attivit e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di ununica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali, nonch le cessioni anche a terzi di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati. Nella nuova formulazione il comma 3 dellart. 111 del T.U.I.R., che riproduce sostanzialmente sotto laspetto contenutistico la disposizione agevolativa recata dal primo periodo del previgente comma 3, opera una parziale deroga alla regola generale espressa nel comma 2 dello stesso art. 111, secondo la quale sono considerate commerciali le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese agli associati e partecipanti verso corrispettivi specifici, ancorch si tratti di attivit conformi alle finalit istituzionali. Il regime agevolativo recato dal comma 3, nel testo modificato dal decreto legislativo in esame, consiste, infatti, nella esclusione del carattere commerciale delle attivit rese da talune tipologie associative, in diretta attuazione degli scopi istituzionali, nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti verso pagamento di corrispettivi specifici. Detto regime agevolativo si rende pertanto applicabile qualora sussistano congiuntamente i seguenti presupposti: a) le attivit agevolate devono essere effettuate da particolari tipologie di associazioni; b) le cessioni di beni e le prestazioni di servizi devono essere rese agli associati; c) le stesse attivit devono essere effettuate in diretta attuazione degli scopi istituzionali. a) Tipologie di associazioni agevolate In ordine al primo dei requisiti sopra indicati si segnala che la nuova disposizione del comma 3 dellart. 111 del T.U.I.R. ha ampliato lambito soggettivo di applicazione del regime agevolativo in argomento. Continuano ad essere destinatarie dellanzidetta disciplina, senza alcuna modifica, le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali e culturali. Riguardo alle associazioni sportive, si evidenzia che la nuova disposizione delimita lambito applicativo del trattamento di favore alle associazioni sportive dilettantistiche. Pertanto, a decorrere dal 1 gennaio 1998, non tutte le associazioni sportive, ma solo le associazioni sportive dilettantistiche, sono destinatarie del riformulato comma 3 dellart. 111. La limitazione, che ha finalit antielusiva, intesa ad identificare gli enti destinatari della previsione di non commercialit delle attivit rese ai propri iscritti, associati o partecipanti, dietro pagamento di corrispettivi specifici, in diretta attuazione degli scopi istituzionali, con gli enti associativi individuati dalla legge 16 dicembre 1991, n.398. Risulta, pertanto, circoscritta lapplicabilit del comma 3 dellart. 111 alle associazioni sportive, come delimitate dalla legge n.398 del 1991, definite anche alla luce della circolare n.1 dell11 febbraio 1992 della soppressa Direzione Generale delle Imposte Dirette e del decreto del Ministro delle finanze del 18 maggio 1995, come associazioni sportive e relative sezioni non aventi scopo di lucro, affiliate alle federazioni sportive nazionali o agli enti di promozione sportiva, riconosciuti ai sensi delle leggi vigenti, che svolgono attivit sportive dilettantistiche, intendendosi per tali le attivit sportive esclusivamente dilettantistiche come definite nellambito della normativa regolamentare dei predetti organismi cui lassociazione affiliata. In base alla nuova formulazione del comma 3 dellart. 111 risultano, inoltre, destinatarie del regime di favore recato dallo stesso comma, le seguenti due tipologie di associazioni non contemplate dal testo previgente: - associazioni di promozione sociale; associazioni di formazione extra - scolastica della persona. 444

Si possono ritenere associazioni di promozione sociale quelle associazioni che promuovono la solidariet e il volontariato nonch laggregazione sociale attraverso lo svolgimento di attivit culturali o sportive al fine di innalzare la qualit della vita, come ad esempio le ACLI e lARCI. Per quanto concerne le associazioni di formazione extra-scolastica della persona si osserva, in primo luogo, che tali associazioni per poter essere ricondotte nellambito applicativo dellart. 111 del T.U.I.R. non devono svolgere come attivit principale lorganizzazione di corsi, atteso che tale circostanza comporterebbe la loro qualificazione come enti commerciali. Peraltro, lespressione formazione extra-scolastica della persona non individua, in via generale, lintero settore dellattivit di formazione, ma un pi limitato ambito di tale attivit che privilegia la crescita intellettuale dellindividuo, mirata allo sviluppo della sua personalit complessiva e che esclude la formazione professionale, intesa allapprendimento di conoscenze specifiche finalizzate allinserimento nel mondo del lavoro e alla particolare specializzazione professionale. In sintesi, lambito soggettivo di applicazione del nuovo comma 3 dellart. 111 costituito dalle seguenti tipologie di associazioni: associazionipolitiche; -associazionisindacali; -associazionidicategoria; -associazionireligiose; -associazioniassistenziali; -associazioniculturali; -associazionisportivedilettantistiche; -associazionidipromozionesociale; - associazioni di formazione extra-scolastica della persona. In relazione allinquadramento di un ente nellambito di una delle tipologie associative sopra individuate, emerge che lo stesso assumer rilievo solo dopo aver appurato lesatta qualificazione dellente e cio se lo stesso debba ricomprendersi tra gli enti non commerciali. Infatti, lassociazione deve essere preventivamente qualificata come ente non commerciale sulla base delloggetto principale dellattivit, intesa, come in precedenza evidenziato, quale attivit essenziale per realizzare direttamente gli scopi primari dellente. Ai fini della successiva qualificazione dellente quale associazione riconducibile in una specifica tipologia indicata nel comma 3 dellart. 111 del T.U.I.R. si richiama lindirizzo espresso in proposito dalla Corte Costituzionale, con sentenza 5-19 novembre 1992, n.467, che afferma linsufficienza dellautoqualificazione dellente (come associazione politica, sindacale, di categoria, religiosa, culturale, ecc.) sulla base della sola definizione statutaria e, quindi, la necessit di una valutazione della reale natura dellente e dellattivit in concreto esercitata, alla stregua di obiettivi criteri desumibili dallinsieme delle norme dellordinamento. In sostanza, poich la riconducibilit di un ente in una delle tipologie associative indicate nel comma 3 dellart. 111 comporta la possibilit di fruire di un trattamento tributario di favore, al fine di evitare che sia lassociazione arbitra della propria tassabilit va verificata la natura e la caratteristica della stessa, in mancanza di specifici e manifesti riconoscimenti, sulla base di criteri obiettivi che qualificano nellordinamento le finalit politiche, sindacali, di categoria, religiose ecc.. Ad esempio, le associazioni a carattere religioso che non siano state civilmente riconosciute come tali (secondo le regole poste sulla base di intese o secondo la disciplina della legge 24 giugno 1929, n.1159) devono comprovare la natura e la caratteristica dellorganizzazione secondo i criteri che qualificano nellordinamento dello Stato i fini di religione e di culto, desumibili dal Concordato fra Stato e Chiesa cattolica e dalle Intese stipulate con altre confessioni religiose. b) Destinatari delle attivit agevolate Circa i destinatari delle attivit agevolate, si segnala che vengono menzionati espressamente nel nuovo testo, accanto agli associati o partecipanti, gli iscritti non richiamati dal previgente testo, riferendosi la norma agevolativa anche alle associazioni politiche e sindacali. 445

Le cessioni di beni e le prestazioni di servizi devono, pertanto, essere rese nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti, di altre associazioni che svolgono la medesima attivit e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di ununica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati delle rispettive organizzazioni nazionali. c) Attivit agevolate Le attivit ammesse al regime di favore secondo la disposizione del novellato comma 3 dellart. 111 del T.U.I.R. devono essere svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali. Lindividuazione dellattivit che pu ritenersi svolta in diretta attuazione degli scopi istituzionali deve essere effettuata, secondo le indicazioni della sentenza della Corte Costituzionale 5-19 novembre 1992, n.467 gi in precedenza richiamata, alla stregua di criteri obiettivamente riscontrabili e non sulle base di unautoqualificazione risultante dalla sole indicazioni statutarie. Si vuole con ci precisare che lattivit svolta in diretta attuazione degli scopi istituzionali non quella genericamente rientrante fra le finalit istituzionali dellente, in quanto il legislatore subordina lapplicazione del regime di favore alla circostanza che lanzidetta attivit costituisca il naturale completamento degli scopi specifici e particolari che caratterizzano ciascun ente associativo. 2) Cessioni anche a terzi di pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati Unulteriore disposizione agevolativa, che conferma sostanzialmente il previgente assetto normativo, recata dallo stesso comma 3 dellart. 111 del T.U.I.R. Secondo tale norma non sono considerate commerciali le cessioni di pubblicazioni effettuate anche a terzi alle seguenti condizioni: a) devono essere effettuate da associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche e di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona; b) devono essere effettuate prevalentemente agli associati, anche se a titolo gratuito. ART. 111, COMMA 4, DEL T.U.I.R. Presunzione di commercialit. Il decreto legislativo in esame non apporta alcuna modifica al comma 4 dellart. 111 del T.U.I.R. Il menzionato comma 4 stabilisce che per tutti gli enti associativi, compresi quelli indicati al precedente comma 3, alcune prestazioni, ancorch rese agli associati, sono in ogni caso commerciali. La norma reca in sostanza una presunzione di commercialit per le seguenti prestazioni: cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita; -somministrazione di pasti; -erogazione di acqua, gas, energia elettrica e vapore; -prestazioni alberghiere, di alloggio, di trasporto e di deposito; -prestazioni di servizi portuali e aeroportuali -gestione di spacci aziendali e di mense; -organizzazione di viaggi e soggiorni turistici; -gestione di fiere ed esposizioni a carattere commerciale; -pubblicitcommerciale; - telecomunicazioni e radiodiffusioni circolari. ART. 111, COMMI 4-BIS - 4-TER, DEL T.U.I.R. Le disposizioni dei commi 4-bis e 4-ter, aggiunte allart. 111 del T.U.I.R. dallart. 5 del decreto legislativo in esame, riguardano solo alcune specifiche tipologie di associazioni e costituiscono una novit rispetto alla previgente normativa. Il testo dei commi 4-bis e 4-ter il seguente: 4-bis. Per le associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui allarticolo 3, comma 6, lettera e), della legge 25 agosto 1991, n.287, le cui finalit assistenziali siano riconosciute dal Ministero dellInterno, non si considerano commerciali, anche se effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici, la somministrazione di alimenti e bevande effettuata, presso le sedi in cui viene svolta lattivit istituzionale, da bar ed esercizi similari e lorganizzazione di viaggi e soggiorni turistici, semprech le predette attivit siano strettamente complementari a quelle svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali e siano effettuate nel confronti degli stessi soggetti indicati nel comma 3. 446

4-ter. Lorganizzazione di viaggi e soggiorni turistici di cui al comma 4-bis non considerata commerciale anche se effettuata da associazioni politiche, sindacali e di categoria, nonch da associazioni riconosciute dalle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, semprech sia effettuata nei confronti degli stessi soggetti indicati nel comma 3. Somministrazione di alimenti e bevande (Art. 111, comma 4-bis, del T.U.I.R.). Associazioni di promozione sociale. Per la somministrazione di alimenti e bevande sancita la non commercialit esclusivamente a favore delle associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui allart. 3, comma 6, lettera e), della legge 25 agosto 1991, n.287 ( cio gli enti a carattere nazionale le cui finalit assistenziali sono riconosciute dal Ministero dellInterno) e semprech ricorrano le seguenti condizioni: a) lattivit deve essere effettuata da bar ed esercizi similari presso le sedi in cui viene svolta lattivit istituzionale; b) lattivit deve essere svolta nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti anche di altre associazioni che svolgono la medesima attivit e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un unica organizzazione locale o nazionale e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali; c) deve trattarsi di attivit strettamente complementare a quelle svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali. Riguardo alla somministrazione di alimenti e bevande effettuata da bar o servizi similari interni allassociazione si chiarisce che lespressa previsione di non commercialit, a decorrere dal 1 gennaio 1998, nei confronti esclusivamente delle associazioni di promozione sociale, conferma per tutti gli altri enti di tipo associativo lorientamento gi espresso in sede amministrativa (ris. n. 217/E del 17 luglio 1995), in base al quale stato affermato il carattere commerciale dellattivit di somministrazione di alimenti o bevande nei bar interni ai circoli ricreativi, anche se svolta nei confronti dei propri associati. Organizzazione di viaggi e soggiorni turistici (Art. 111, comma 4-bis e 4-ter, del T.U.I.R.). Associazioni di promozione sociale, associazioni politiche, sindacali, di categoria e associazioni religiose. E considerata non commerciale lattivit di organizzazione di viaggi e soggiorni turistici se svolta da associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui allart. 3, comma 6, lettera e), della legge n.287 del 1991, da associazioni politiche, sindacali, di categoria nonch da associazioni riconosciute dalle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, alle seguenti condizioni: a) destinatari siano gli iscritti, associati o partecipanti anche di altre associazioni che svolgono la medesima attivit e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di ununica organizzazione locale o nazionale e i tesserati delle rispettive organizzazioni nazionali; b) si tratti di attivit strettamente complementari a quella svolta in diretta attuazione degli scopi istituzionali. Questultima condizione comporta la necessit di verificare in concreto che lattivit di organizzazione di viaggi e soggiorni turistici, sia funzionale alla completa realizzazione degli scopi istituzionali (es. viaggio e soggiorno organizzati per gli iscritti o associati in occasione di un congresso nazionale o meeting internazionale). ART. 111, COMMA 4-QUATER, DEL T.U.I.R. Il comma 4-quater dellart. 111 del T.U.I.R., introdotto dallart. 5 del decreto legislativo n.460 del 1997, il seguente: 4-quater. Per le organizzazioni sindacali e di categoria non si considerano effettuate nellesercizio di attivit commerciali le cessioni delle pubblicazioni, anche in deroga al limite di cui al comma 3, riguardanti i contratti collettivi di lavoro, nonch lassistenza prestata prevalentemente agli iscritti, associati o partecipanti in materia di applicazione degli stessi contratti e di legislazione sul lavoro, effettuate verso pagamento di corrispettivi che in entrambi i casi non eccedano i costi di diretta imputazione. 447

Cessioni di pubblicazioni di contratti collettivi nazionali. Associazioni sindacali e di categoria. Non sono considerate commerciali le cessioni delle pubblicazioni riguardanti i contratti collettivi nazionali di lavoro se effettuate dalle associazioni sindacali e di categoria, anche in deroga al limite imposto dal comma 3 dellart. 111. La non commercialit in tali ipotesi riconosciuta anche se le pubblicazioni sono cedute prevalentemente a terzi, a condizione che i corrispettivi percepiti non eccedano i costi di diretta imputazione. Si precisa che la locuzione costi di diretta imputazione va intesa secondo i criteri gi adottati in precedenza con riferimento ai c.d. costi specifici nella circolare della soppressa Direzione Generale delle Imposte Dirette n.40 del 26 novembre 1981. Assistenza in materia di contratti collettivi di lavoro e di legislazione sul lavoro. Associazioni sindacali e di categoria. Nei confronti delle associazioni sindacali e di categoria, a decorrere dal 1 gennaio 1998, non si considera effettuata nellesercizio di attivit commerciale lassistenza in materia di applicazione di contratti collettivi di lavoro e di legislazione sul lavoro a condizione che: lattivit sia prestata prevalentemente agli iscritti, associati o partecipanti; i corrispettivi percepiti non eccedano i costi di diretta imputazione. Attivit di assistenza fiscale. Per completezza di esposizione si fa presente che rimane in vigore la norma recata dallart. 78, comma 8, della legge 30 dicembre 1991, n. 413, secondo la quale le prestazioni corrispondenti a quelle dei Centri di assistenza fiscale si considerano rilevanti ai fini delle imposte sui redditi e dellimposta sul valore aggiunto, ancorch rese da associazioni sindacali e di categoria e rientranti tra le finalit istituzionali delle stesse in quanto richieste dallassociato per ottemperare ad obblighi di legge derivanti dallesercizio dellattivit. 5.3 Vincoli statutari per associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona. Art. 111, commi 4-quinquies e 4-sexies, del T.U.I.R. Novit di notevole rilevanza sono contenute nella disposizione recata dallart. 4-quinquies del nuovo art. 111 del T.U.I.R. Tale norma consente lapplicabilit del trattamento di favore recato dal comma 3 dellart. 111, nonch quello previsto dai commi 4-bis, 4-ter e 4-quater, dello stesso art. 111, a condizione che le associazioni destinatarie degli anzidetti regimi: 1. abbiano redatto latto costitutivo o lo statuto nella forma dellatto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata; 2. latto costitutivo o lo statuto siano conformi alle clausole indicate nello stesso comma 4-quinquies dellart. 111, dirette a garantire la non lucrativit dellassociazione e ad evitare fenomeni elusivi. Le anzidette clausole possono essere riportate nellatto costitutivo o nello statuto anche con formulazioni diverse da quelle previste espressamente dal menzionato comma 4-quinques dellart. 111 del T.U.I.R., purch di portata univoca. I principi enunciati dalle suddette clausole devono risultare dagli atti costitutivi o dagli statuti ai fini dellapplicabilit del regime di favore nei confronti delle associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona che fruiscono delle citate disposizioni agevolative. Tali principi tendono ad assicurare: a) il divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione, nonch fondi, riserve o capitale durante la vita dellassociazione, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge; b) lobbligo di devolvere il patrimonio dellente, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altra associazione con finalit analoghe o ai fini di pubblica utilit e salvo diversa destinazione imposta dalla legge. A tal fine dovr essere sentito listituendo organismo di controllo di cui allarticolo 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n. 662. Tale ultima prescrizione procedimentale relativa allorganismo di controllo deve essere di fatto osservata ancorch non sia necessario riprodurla, quale clausola espressa, nello statuto o atto costitutivo; 448

c) la disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalit associative volte a garantire leffettivit del rapporto medesimo, escludendo espressamente la temporaneit della partecipazione alla vita associativa e prevedendo per gli associati o partecipanti maggiori det il diritto di voto per lapprovazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi dellassociazione; d) lobbligo di redigere e di approvare annualmente un rendiconto economico e finanziario secondo le disposizioni statutarie; e) leleggibilit libera degli organi amministrativi, principio del voto singolo di cui allarticolo 2532, secondo comma, del codice civile, sovranit dellassemblea dei soci, associati o partecipanti e i criteri di loro ammissione ed esclusione, criteri e idonee forme di pubblicit delle convocazioni assembleari, delle relative deliberazioni, dei bilanci o rendiconti; f) lintrasmissibilit della quota o contributo associativo ad eccezione dei trasferimenti a causa di morte e non rivalutabilit della stessa. Si precisa che i vincoli statutari sopra indicati non si applicano per gli enti associativi che, pur beneficiando della disposizione del comma 1 dellart. 111 del T.U.I.R., relativa alla non imponibilit delle quote associative, non si avvalgono del regime agevolativo recato dai commi 3, 4-bis, 4-ter e 4quater dello stesso articolo. Distribuzione, anche in modo indiretto, di utili o di avanzi di gestione e devoluzione del patrimonio in caso di scioglimento dellente (lettere a) e b), comma 4-quinquies dellart. 111 del T.U.I.R.) Riguardo ai vincoli statutari imposti dal comma 4-quinquies dellart. 111 del T.U.I.R. si ritiene di dovere evidenziare la novit e la rilevanza, anche ai fini dei principi generali in materia di enti non commerciali, delle clausole riportate alle lettere a) e b) di detto comma. In sostanza lobbligo di non distribuzione degli utili, anche in modo indiretto, nonch lobbligo di devolvere il patrimonio, in caso di scioglimento dellassociazione, ad altro ente associativo con analoghe finalit o ai fini di pubblica utilit, comporta che le particolari tipologie di enti associativi destinatari del regime agevolativo recato dai commi 3, 4-bis, 4-ter e 4-quater dellart. 111 del T.U.I.R. si configurino quali enti non lucrativi. Assume, pertanto, rilievo ai fini della decommercializzazione di determinate attivit lassenza, in capo ad alcuni enti non commerciali di tipo associativo, del fine di lucro che si realizza attraverso il divieto di distribuzione di utili. La finalit non lucrativa costituisce unulteriore condizione cui subordinato il regime di favore illustrato nei paragrafi precedenti recati dai commi 3, 4-bis, 4-ter e 4-quater dellart. 111. Circa la clausola concernente il divieto di distribuzione di utili si rileva che la norma non fornisce alcuna indicazione in ordine alla nozione di distribuzione indiretta di utili o di avanzi di gestione. Si chiarisce, tuttavia, che ai fini della interpretazione di tale nozione possono soccorrere i criteri stabiliti allart. 10, comma 6, dello stesso decreto legislativo n. 460 del 1997. Tale norma, infatti, nellindividuare particolari fattispecie che costituiscono in ogni caso distribuzione indiretta di utili o di avanzi di gestione, seppure inserita fra le disposizioni della Sezione II del decreto legislativo n. 460 in esame relativa alla disciplina tributaria delle organizzazioni non lucrative di utilit sociale, pu configurarsi come norma di riferimento anche per gli enti di tipo associativo. Disciplina dei rapporti associativi e libera eleggibilit degli organi amministrativi (lettere c) ed e), comma 4-quinquies, dellart. 111 del T.U.I.R.) La disciplina del rapporto associativo e il principio di democraticit comprendente il diritto al voto degli associati o partecipanti maggiori di et e il diritto di nomina degli organi amministrativi (gi recata dal secondo periodo del previgente testo del comma 3 dellart. 111 del T.U.I.R.) estesa a tutte le tipologie di associazioni ammesse al regime tributario recato dal comma 3 e dai commi 4-bis, 4-ter e 4-quater pi volte richiamati, (lettere c) ed e) del comma 4-quinquies dellart. 111 del T.U.I.R) ad eccezione delle associazioni religiose riconosciute dalle confessioni con le quali lo Stato ha stipulato, patti, accordi o intese, nonch delle associazioni politiche, sindacali e di categoria. Infatti, le clausole riportate sotto le lettere c) ed e) del comma 4-quinquies dellart. 111 del T.U.I.R., relative alla disciplina del rapporto associativo e alla libera eleggibilit degli organi amministrativi, non si applicano alle associazioni religiose riconosciute dalle confessioni con le quali lo Stato ha 449

stipulato patti, accordi o intese, nonch alle associazioni politiche, sindacali e di categoria (comma 4sexies dellart. 111 del T.U.I.R.). Per quanto riguarda le modalit di espressione del voto, si ricorda che nella relazione illustrativa del decreto legislativo n.460 del 1997 stato esplicitamente chiarito quanto segue: Non si ritenuto di ammettere i soci ad esprimere per corrispondenza il proprio voto, cos come proposto dalla Commissione parlamentare, sul rilievo che la ratio della norma, diretta a prevenire fattispecie elusive (articolo 3, comma 187, lettera c) della legge di delega), richiede la partecipazione reale e fisica dei soci alla vita dellassociazione. Si precisa, tuttavia, in proposito che per le organizzazioni complesse a carattere nazionale si deve tener conto della pratica impossibilit di garantire la partecipazione reale e fisica dei soci alla vita dellassociazione nonch del principio di democrazia rappresentativa fondato sul mandato; pertanto per tali organizzazioni consentita lespressione del voto da parte degli associati mediante delega da conferire ad altri associati. - Obbligo di redigere il rendiconto (lettera d), comma 4-quinquies, dellart.111 del T.U.I.R.) Viene imposto alle associazioni ammesse a fruire del regime agevolativo in argomento lobbligo di redigere ed approvare annualmente un rendiconto economico e finanziario riferito sia allattivit istituzionale sia a quella commerciale eventualmente esercitata, indipendentemente dal regime contabile, ordinario o semplificato, adottato dallente non commerciale. Si chiarisce che la redazione del bilancio soddisfa tale obbligo. Il rendiconto annuale, redatto secondo le modalit stabilite dallo stesso ente nello statuto, deve riassumere le vicende economiche e finanziarie dellente in modo da costituire uno strumento di trasparenza e di controllo dellintera gestione economica e finanziaria dellassociazione. Deve trattarsi di documento che evidenzia anche lattivit decommercializzata. La documentazione di supporto di tale documento, anche se non fiscale, deve essere conservata con le modalit previste dal D.P.R. n.600 del 1973, attesa la rilevanza attribuita allo stesso rendiconto annuale imposto da una norma tributaria quale specifico requisito per lapplicazione di un particolare trattamento di favore. La mancata redazione ed approvazione del rendiconto annuale, determina la non applicabilit delle disposizioni concernenti la non commercialit recate dai commi 3, 4-bis, 4-ter e 4-quater dellart. 111 del T.U.I.R. citato. 5.3.1 Termini per la predisposizione o ladeguamento degli statuti Fino al 31 dicembre 1997 le associazioni ammesse a fruire del trattamento tributario previsto delle disposizioni contenute nel comma 3 dellart. 111 del T.U.I.R. potevano fruire dellanzidetto regime agevolativo anche in mancanza dellatto costitutivo o dello statuto. A decorrere dal 1 gennaio 1998 viene imposto alle menzionate associazioni un onere nuovo ed ulteriore, consistente, appunto, nella predisposizione dellatto costitutivo o dello statuto nella specifica forma dellatto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata. A decorrere dalla stessa data del 1 gennaio 1998 le associazioni, che gi abbiano latto costitutivo o lo statuto, devono altres verificare la compatibilit del contenuto dei predetti atti con le clausole sopra richiamate a pena di inammissibilit del regime recato dal nuovo testo del comma 3 dellart. 111, nonch dai commi 4-bis, 4-ter e 4-quater dello stesso articolo. I termini per predisporre o adeguare gli atti costitutivi o statuti o regolarizzare gli atti medesimi nelle predette forme sono i seguenti: 6 mesi dallentrata in vigore del decreto legislativo n.460 del 1997 (pertanto entro il 30 giugno 1998), per le associazioni religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona; 12 mesi dallentrata in vigore del decreto legislativo n.460 del 1997 (pertanto entro il 31 dicembre 1998), per le associazioni politiche, sindacali e di categoria. Si precisa che entro i termini sopraindicati sufficiente che lo statuto o latto costitutivo, conformemente alle disposizioni dellart. 111, comma 4-quinquies, sia approvato dallorgano assembleare, ancorch non sia intervenuta, ove richiesta, lapprovazione dellautorit di controllo competente. Per le associazioni a pi larga valenza nazionale, come le associazioni politiche, sindacali e di categoria, nonch per le associazioni di promozione sociale a carattere nazionale sufficiente che, 450

entro il predetto termine del 31 dicembre 1998, le clausole statutarie siano approvate dallorgano direttivo, in attesa del successivo recepimento da parte dellassemblea o del congresso generale. Resta fermo che la mancata osservanza nei fatti nonch la mancata definitiva approvazione delle clausole anzidette comportano il venir meno, fin dallinizio, del regime agevolativo recato dai commi 3, 4-bis, 4-ter e 4-quater dellart. 111 del T.U.I.R. 5.4 Imposta sul valore aggiunto Lart. 5, comma 2, del decreto legislativo n. 460 del 1997, apporta modifiche allart. 4 del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633. Tali modifiche sono intese a coordinare le disposizioni in materia di I.V.A. relative agli enti di tipo associativo con le novit introdotte ai fini delle imposte sui redditi, allo scopo di escludere dal campo di applicazione dellI.V.A. le stesse attivit non soggette ad imposizione ai fini delle imposte sui redditi. ART. 4, COMMA 4, DEL D.P.R. N.633 DEL 1972 Viene modificato lambito soggettivo di applicazione della norma recata dal comma 4 dellart. 4 del D.P.R. n.633 del 1972, nella parte in cui prevede la non commercialit delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi rese in conformit alle finalit istituzionali, ancorch dietro pagamento di corrispettivi specifici, ai soci, associati o partecipanti, ad associazioni che svolgono la medesima attivit e che per legge, regolamento o statuto fanno parte di ununica organizzazione locale o nazionale, nonch nei confronti dei rispettivi soci, associati o partecipanti e dei tesserati delle rispettive organizzazioni nazionali. Continuano ad essere destinatarie dellanzidetta disciplina, senza alcuna modifica, le associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali e culturali, mentre per le associazioni sportive la nuova disposizione delimita, a decorrere dal 1 gennaio 1998, lambito applicativo del trattamento di favore alle associazioni sportive dilettantistiche. Il nuovo comma 4 dellart. 4 del D.P.R. n.633 del 1972 ha, inoltre, esteso il regime di favore dal medesimo recato alle associazioni di promozione sociale ed alle associazioni di formazione extrascolastica della persona. Pertanto, a decorrere dal 1 gennaio 1998, le tipologie associative destinatarie della disposizione in esame sono le seguenti: associazionipolitiche; -associazionisindacali; -associazionidicategoria; -associazionireligiose; -associazioniassistenziali; -associazioniculturali; -associazionisportivedilettantistiche; -associazionidipromozionesociale; - associazioni di formazione extra-scolastica della persona. Viene parimenti modificato lambito soggettivo di applicazione della disposizione del comma 5, lett. a), dellart. 4, relativamente alla previsione di non commercialit delle cessioni di pubblicazioni cedute prevalentemente ai propri associati. Le associazioni beneficiarie di tale regime sono le stesse sopra elencate. ART. 4, COMMI 6, 7, 8, DEL D.P.R. N.633 DEL 1972 Allart. 4 del D.P.R. n. 633 del 1972 vengono aggiunti, dopo il quinto comma, ulteriori tre commi. Il nuovo sesto comma dellart. 4 del D.P.R. n.633 del 1972 riproduce il comma 4-bis dellart. 111 del T.U.I.R., relativo alle associazioni di promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui allart. 3, comma 6, lettera e), della legge n.287 del 1991, limitatamente alla previsione di non commercialit della somministrazione di alimenti e bevande. Si sottolinea che, diversamente da quanto previsto dal comma 4-bis dellart. 111 del T.U.I.R., ai fini dellIVA non riconosciuto carattere non commerciale allattivit di organizzazione di viaggi e soggiorni turistici effettuata dalle stesse associazioni di promozione sociale, le quali, pertanto, restano 451

assoggettate al tributo in base alla presunzione assoluta di commercialit disposta dallart. 4, quinto comma, lett. g), del D.P.R. n.633 del 1972. Il nuovo settimo comma dellart. 4 del D.P.R. n.633 del 1972 subordina lapplicabilit delle disposizioni agevolative recate dai commi quarto, secondo periodo, e sesto dello stesso art. 4 alla redazione dellatto costitutivo e dello statuto nelle forme dellatto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata, nonch alla condizione che le associazioni interessate si conformino alle specifiche clausole indicate nella medesima disposizione. Dette clausole coincidono con quelle indicate nellart. 111, comma 4-quinquies, del T.U.I.R. (vedi paragrafo 5.3 relativo ai vincoli statutari per gli enti di tipo associativo). Il nuovo comma ottavo dellart. 4 del D.P.R. n.633 del 1972 riproduce il comma 4-sexies del citato art. 111 del T.U.I.R. che esonera le associazioni religiose riconosciute dalle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese nonch le associazioni politiche, sindacali e di categoria dal recepimento delle clausole recate dalle lettere c) ed e) del precedente comma, relative alla disciplina del rapporto associativo e della libera eleggibilit degli organi amministrativi, e ci al fine di salvaguardare la peculiare struttura delle anzidette organizzazioni. Si evidenzia che, diversamente da quanto previsto dal comma 4-ter dellart. 111 del T.U.I.R., ai fini dellimposta del valore aggiunto non stata sancita la decommercializzazione delle attivit di organizzazione di viaggi e soggiorni turistici effettuate dalle associazioni politiche, sindacali, di categoria e dalle associazioni riconosciute da confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, nei confronti dei soci, associati o partecipanti. Tali attivit, pertanto, ancorch svolte dalle predette associazioni sono assoggettate allI.V.A. Sono ugualmente imponibili ai fini dellIVA, in assenza di una norma espressa di esclusione analoga a quella recata dal comma 4-quater dellart.111 del T.U.I.R., le cessioni di pubblicazioni riguardanti i contratti collettivi di lavoro, qualora le stesse non siano effettuate prevalentemente a favore dei soci o degli associati, nonch le prestazioni di assistenza in materia di applicazione di contratti collettivi di lavoro, e di legislazione sul lavoro effettuate nei confronti di terzi. Per i chiarimenti relativi alle modifiche apportate al testo dellart. 4 del D.P.R. n. 633 del 1972, si rinvia a quanto precisato nei paragrafi precedenti in relazione alle corrispondenti norme contenute nei commi 4-bis, relativamente alla somministrazione di alimenti e bevande, 4-quinquies e 4-sexies dellart. 111 del T.U.I.R.

6. SCRITTURE CONTABILI DEGLI ENTI NON COMMERCIALI Lart. 20 del D.P.R. 29 settembre 1973, n.600, che reca disposizioni in ordine agli obblighi contabili degli enti non commerciali, stato integrato, con laggiunta di ulteriori due commi, dallart. 8 del decreto legislativo n.460 del 1997. Nessuna modifica stata apportata al comma 1 dellanzidetto art. 20 del D.P.R. n. 600 del 1973 il cui testo il seguente: Le disposizioni degli articoli 14, 15, 16, 17 e 18 si applicano, relativamente alle attivit commerciali eventualmente esercitate, anche agli enti soggetti allimposta sul reddito delle persone giuridiche che non hanno per oggetto esclusivo o principale lesercizio di attivit commerciali. I commi introdotti nel citato art. 20 del D.P.R. n.600 del 1973 dal decreto legislativo n.460 del 1997, dispongono: Indipendentemente alla redazione del rendiconto annuale economico e finanziario, gli enti non commerciali che effettuano raccolte pubbliche di fondi devono redigere, entro quattro mesi dalla chiusura dellesercizio, un apposito e separato rendiconto tenuto e conservato ai sensi dellarticolo 22, dal quale devono risultare, anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modo chiaro e trasparente, le entrate e le spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione 452

indicate nellarticolo 108, comma 2-bis, lettera a), testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. Gli enti soggetti alla determinazione forfetaria del reddito ai sensi del comma 1 dellarticolo 109-bis del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.917, che abbiano conseguito nellanno solare precedente ricavi non superiori a lire 30 milioni, relativamente alle attivit di prestazione di servizi, ovvero a lire 50 milioni negli altri casi, assolvono gli obblighi contabili di cui allarticolo 18, secondo le disposizioni di cui al comma 166 dellarticolo 3 della legge 23 dicembre 1996, n. 662. Con il nuovo secondo comma dellarticolo 20 del D.P.R. n.600 del 1973, ferma restando la obbligatoriet delle scritture contabili previste dal primo comma del medesimo articolo, viene introdotto uno specifico obbligo di rendicontazione in relazione allagevolazione recata dal comma 2bis dellart. 108 del T.U.I.R. (introdotto dallart. 2 del decreto legislativo n.460 del 1997) per le raccolte pubbliche di fondi effettuate occasionalmente dagli enti non commerciali in concomitanza di ricorrenze, celebrazioni e campagne di sensibilizzazione. Dette attivit devono essere oggetto - al fine, tra laltro, di salvaguardare in modo scrupoloso i principi di trasparenza e di rappresentare correttamente i fatti della gestione nellinteresse di coloro che intendono partecipare a tali attivit - di una rigorosa rendicontazione, indipendentemente anche dalla redazione del rendiconto annuale economico e finanziario di cui agli artt. 111, comma 4-quinquies, del T.U.I.R. e 4, settimo comma, del D.P.R. n.633 del 1972. Deve, pertanto, essere redatto, entro quattro mesi dalla chiusura dellesercizio sociale, un apposito e separato rendiconto, tenuto e conservato ai sensi dellart. 22 del D.P.R. n.600 del 1973. Ne consegue che, al pari degli altri documenti contabili, il rendiconto va conservato, agli effetti fiscali, fino a quando non sia divenuto definitivo laccertamento relativo al periodo dimposta cui il rendiconto stesso si riferisce e, quindi, in caso di controversia, anche oltre il termine decennale previsto dallart. 2220 del codice civile. Nel rendiconto vanno riportate, in modo chiaro e trasparente, le entrate e le spese afferenti ciascuna delle manifestazioni (celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione) previste dallart. 108, comma 2-bis, lett. a) del T.U.I.R., che hanno originato le entrate e le spese medesime. Il rendiconto deve essere accompagnato, ove necessario, da una relazione illustrativa concernente le entrate e le spese anzidette. E appena il caso di precisare che il predetto rendiconto deve essere redatto sia dagli enti non commerciali che si avvalgono del regime di contabilit ordinaria sia da quelli che si avvalgono del regime di contabilit semplificata previsto dallart. 18 del D.P.R. n.600 del 1973. Con il nuovo terzo comma dellart. 20 del D.P.R. n.600 del 1973, introdotto dallart. 8 del decreto legislativo n.460 del 1997, viene stabilito che gli enti non commerciali soggetti alla determinazione forfetaria del reddito, ai sensi dellart. 109-bis del T.U.I.R., e che abbiano conseguito nellanno solare precedente ricavi non superiori a lire 30 milioni, relativamente alla attivit di prestazione di servizi, ovvero a lire 50 milioni negli altri casi, assolvono gli obblighi contabili di cui allart. 18 del D.P.R. n.600 del 1973 secondo le disposizioni di cui al comma 166 dellart. 3 della legge 23 dicembre 1996, n.662. In particolare, permanendo, se prescritti, gli obblighi di fatturazione e certificazione dei corrispettivi, i soggetti stessi possono annotare lammontare complessivo, distinto per aliquota, delle operazioni fatturate in ciascun mese, con riferimento allo stesso mese, entro il giorno 15 del mese successivo, nei registri previsti ai fini I.V.A. ovvero nellapposito prospetto riepilogativo, che tiene luogo dei registri stessi, conforme al modello approvato con decreto del Ministro delle finanze 11 febbraio 1997, pubblicato nella G.U. n.37 del 14 febbraio 1997, ed alle relative istruzioni. Inoltre, i soggetti medesimi devono annotare entro il termine previsto per le liquidazioni trimestrali dellI.V.A., limporto complessivo imponibile mensile o trimestrale degli acquisiti e delle importazioni indicando limposta detraibile nel registro di cui allart. 25 del D.P.R. n.633 del 1972 o nel prospetto sopra menzionato di cui al modello approvato con il citato D.M. 11 febbraio 1997 (circolare ministeriale n.10/E del 17 gennaio 1997). 453

Si precisa, infine, che i soggetti in questione, che fruiscono delle predette semplificazioni contabili, devono, comunque, osservare lobbligo di redigere lapposito rendiconto previsto dal nuovo comma 2 dellart. 20 del D.P.R. n.600 del 1973. 7. AGEVOLAZIONI TEMPORANEE PER IL TRASFERIMENTO DI BENI PATRIMONIALI 7.1 Trasferimento a titolo gratuito di aziende o beni Larticolo 9, comma 1, del decreto legislativo n.460 del 1997 introduce un regime agevolativo transitorio relativo ai trasferimenti a titolo gratuito di aziende o beni a favore di enti non commerciali effettuati entro il 30 settembre 1998, al fine di favorire il potenziamento patrimoniale degli stessi. Il trasferimento pu essere effettuato indistintamente da persone fisiche, da societ semplici, da imprese commerciali esercitate in forma sia individuale che societaria e da enti non commerciali. Il soggetto destinatario del trasferimento di aziende o beni deve essere un ente non commerciale o una organizzazione non lucrativa di utilit sociale, escluse le societ cooperative. 7.1.1 Ambito oggettivo, condizioni e limiti Il trasferimento a titolo gratuito deve riguardare aziende, complessi aziendali o singoli rami di azienda nonch singoli beni e deve essere effettuato a titolo gratuito con atto sottoposto a registrazione entro il 30 settembre 1998. Lente non commerciale beneficiario deve dichiarare nellatto di trasferimento che intende utilizzare direttamente i beni per lo svolgimento della propria attivit, con la conseguenza che per gli stessi non ammessa la possibilit di utilizzo non strumentale allattivit esercitata dallente, intendendosi per tale sia quella istituzionale che quella commerciale eventualmente esercitata. Considerata la finalit della norma, che quella di realizzare un potenziamento patrimoniale dellente non commerciale, si ritiene che la medesima parimenti rispettata qualora lente non commerciale proceda alla cessione dei beni acquisiti gratuitamente impiegando lintero corrispettivo conseguito nellacquisto di altri beni strumentali da utilizzare nellambito dellattivit propria dellente stesso. 7.1.2 Agevolazioni ai fini delle imposte sui redditi Ai sensi del comma 1 dellart. 9 in esame nei confronti del soggetto cedente il trasferimento a titolo gratuito di aziende o beni non da luogo, ai fini delle imposte sui redditi, a realizzo o a distribuzione di plusvalenze o minusvalenze, comprese quelle relative alle rimanenze e compreso il valore di avviamento mentre per lente non commerciale beneficiario la predetta acquisizione di beni non costituisce presupposto per la tassazione di sopravvenienze attive nei suoi confronti. 7.1.3 Agevolazioni ai fini delle imposte indirette Il trasferimento a titolo gratuito di aziende o beni a favore di enti non commerciali esente dalle imposte sulle successioni e donazioni, ipotecarie e catastali, Invim e relativa imposta sostitutiva e non soggetto allimposta sul valore aggiunto ai sensi dellart. 2, terzo comma, lett. b), del D.P.R. n. 633 del 1972. 7.1.4 Trasferimento dellunica azienda dellimprenditore cedente Ai sensi dellart. 9, comma 1, del decreto legislativo. n.460 del 1997 nel caso in cui il trasferimento abbia ad oggetto lunica azienda dellimprenditore cedente, questi ha lobbligo di affrancare le riserve o fondi in sospensione di imposta eventualmente costituiti in precedenza previo pagamento di unimposta sostitutiva dellIRPEF e dellIRPEG pari al 25 per cento. Al riguardo, si precisa che il codice tributo utilizzabile per il versamento dellimposta sostitutiva il 1674 denominato Imposta sostitutiva Irpef, Irpeg, Ilor, Iva, su riserve e fondi in sospensione di imposta e su saldi attivi di rivalutazione. Il periodo di riferimento da indicare sui modelli di versamento lanno per il quale si effettuano i versamenti. Relativamente alle modalit di versamento si fa richiamo alla nota del 24 febbraio 1998, prot. n.1998/21572 della Direzione Centrale per la Riscossione con la quale stato precisato quanto segue. Nel caso in cui il versamento dellimposta sostitutiva in argomento dovuto da soggetti non titolari di partita IVA lo stesso va effettuato ai concessionari del servizio della riscossione competenti in base al domicilio fiscale del contribuente, utilizzando la distinta Mod. 8 ovvero il bollettino di conto corrente postale Mod. 11. Le persone fisiche e le societ di persone possono effettuare il versamento anche 454

mediante delega alla banca, utilizzando il modello di delega unica di cui al decreto ministeriale 25 settembre 1995 (grafica colore azzurro). Nellipotesi in cui il medesimo versamento dovuto da soggetti titolari di partita IVA lo stesso va effettuato ai concessionari per il servizio della riscossione competenti in base al domicilio fiscale del contribuente, utilizzando rispettivamente la distinta Mod. 22 o la delega di pagamento Mod. D, ovvero, nel caso di pagamento tramite gli uffici postali, il bollettino Mod. 31. I pagamenti effettuati successivamente alla data di entrata in vigore del decreto di attuazione delle disposizioni di cui allart. 24 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n.241, saranno eseguiti secondo le modalit di cui al decreto stesso, attualmente in corso di perfezionamento. Per i saldi attivi di rivalutazione costituiti ai sensi della legge 29 dicembre 1990, n.408 e della legge 30 dicembre 1991, n.413 relative alle disposizioni tributarie in materia di rivalutazione dei beni, smobilizzo di riserve e di fondi e per la rivalutazione obbligatoria dei beni immobili delle imprese, limposta sostitutiva delle imposte di cui sopra fissata nella misura del 10 per cento e non spetta il credito di imposta previsto dallart. 4, comma 5 della citata legge n.408 del 1990 e dellart. 26, comma 5 della predetta legge n.413 del 1991. Anche per detta imposta sostitutiva il codice tributo il 1674 e per il versamento valgono le medesime modalit sopra richiamate. Lultima parte del comma 1 dellart. 9 in commento stabilisce che le riserve e i fondi indicati nelle lettere b) e c) del comma 7 dellart. 105 del T.U.I.R. sono assoggettati ad imposta sostitutiva della maggiorazione di conguaglio con aliquota rispettivamente del 5 per cento e del 10 per cento. In proposito, si ritiene che la norma possa trovare applicazione nei confronti dei soggetti il cui periodo dimposta non coincide con lanno solare per i quali non spiega ancora effetto lart. 1, comma 1 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n.467, concernente disposizioni in materia di imposta sostitutiva della maggiorazione di conguaglio e di credito di imposta sugli utili societari; resta inteso, invece, che per il periodo dimposta in cui si applica la disciplina dellaffrancamento obbligatorio delle riserve da assoggettare a maggiorazione di conguaglio limposta sostitutiva sulle anzidette riserve sar quella determinata con le percentuali previste dal citato decreto legislativo n.467 del 1997 e non quella determinata con le percentuali previste dallart. 9 del decreto legislativo n.460 del 1997. Ai fini del versamento della predetta imposta, si fa presente che il codice tributo, cos come precisato con la citata nota del 24 febbraio 1998, il 1675 denominato Imposta sostitutiva sui fondi in sospensione di imposta e soggetti a maggiorazione di conguaglio. Anche in questo caso sono applicabili le medesime modalit di versamento gi richiamate. 7.2 Esclusione dal patrimonio dellimpresa dellente non commerciale degli immobili strumentali per destinazione Lart. 9, comma 2, del decreto legislativo. n.460 del 1997 stabilisce che lente non commerciale che alla data del 1 gennaio 1998 utilizzi beni immobili strumentali di cui al primo periodo del comma 2 dellarticolo 40 del T.U.I.R. (immobili strumentali per destinazione) pu, entro il 30 settembre 1998, optare per lesclusione dei beni stessi dal patrimonio dellimpresa, con effetto dallanno 1998, mediante il pagamento di una somma a titolo di imposta sostitutiva dellIRPEG e dellIVA. Limposta sostitutiva dovuta nella misura del 5 per cento del valore dellimmobile determinato con i criteri dellarticolo 52, comma 4, del testo unico delle disposizioni concernenti limposta di registro, approvato con decreto Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n.131, nel caso in cui gli stessi provengano dal patrimonio personale e del 10 per cento nel caso di acquisto in regime di impresa. Ai fini dellapplicazione delle predette disposizioni, lultimo periodo del comma 2 dellart. 9 in esame prevede che per bene proveniente dal patrimonio deve ritenersi il bene, di propriet dellente stesso non acquistato nellesercizio dellimpresa, indipendentemente dallanno di acquisizione e dal periodo di tempo intercorso tra lacquisto e lutilizzazione nellimpresa. Ne consegue che sono da ritenere immobili non provenienti dal patrimonio dellente quelli acquistati per essere adibiti nellattivit di impresa quando tale circostanza risulti dallatto di acquisto ovvero quelli indicati nelle scritture contabili cronologiche (libro giornale o registro degli acquisti) relative al 455

periodo dimposta nel quale lacquisizione si verificata i quali hanno avuto una incidenza nella gestione dellattivit commerciale stessa avendo, ad esempio, consentito la detrazione dellIVA pagata allacquisto o la deduzione di quote di ammortamento. Sulla base di quanto precede, deve ritenersi che gli immobili che sono transitati dal patrimonio dellente a quello dellimpresa in periodi di imposta successivi a quello di acquisizione non sono da considerarsi acquistati in regime di impresa, a nulla rilevando che gli stessi siano indicati nellinventario o nel registro dei beni ammortizzabili e/o siano state portate in deduzione le relative quote di ammortamento agli effetti della determinazione del reddito di impresa. 7.2.1 Condizione per avvalersi della opzione Possono avvalersi dellopzione in esame gli enti che, con riferimento alla data in cui lopzione viene esercitata continuano a svolgere attivit commerciali, con la conseguenza che tale facolt resta preclusa nelle ipotesi in cui detta attivit sia venuta a cessare. Si precisa che lattivit di impresa da ritenersi cessata anche nellipotesi di affitto o di concessione in usufrutto dellunica azienda, atteso che per lintera durata dellaffitto o della concessione in usufrutto detta attivit viene a mancare, come si desume, agli effetti delle imposte sui redditi, dallart. 81, comma 1, lett. h), del T.U.I.R. 7.2.2 Determinazione del valore cui applicare le aliquote Ai fini della determinazione del valore cui applicare le aliquote del 5 o del 10 per cento, secondo i criteri previsti dal comma 4 dellart. 52 del D.P.R. n.131 del 1986, richiamato dal comma 2 dellart. 9 del decreto legislativo n.460 del 1997, va assunta la rendita catastale attribuita allunit immobiliare, determinata a seguito della revisione generale disposta con il decreto del Ministro delle finanze del 20 gennaio 1990 (in G.U. del 7 febbraio 1990, n.31), moltiplicata per i coefficienti stabiliti con decreto del Ministro delle finanze del 14 dicembre 1991. Per le unit immobiliari non ancora censite in catasto vanno assunte le rendite catastali attribuite alle unit immobiliari similari gi censite. Al riguardo, si fa presente che il codice tributo stabilito per il pagamento della predetta imposta sostitutiva 1676 denominato imposta sostitutiva Irpeg, Ilor, Iva - art. 9, comma 2, D.Lgs n.460/97. Il periodo di riferimento da indicare sui modelli di versamento lanno per il quale si effettuano i versamenti. Relativamente alle modalit di versamento si richiamano le relative istruzioni indicate nella nota della Direzione Centrale della riscossione del 24 febbraio 1998 pi volte citata. 7.2.3 Effetti del mancato esercizio dellopzione Il mancato esercizio dellopzione e/o lomesso versamento dellimposta sostitutiva dovuta entro la data del 30 settembre 1998 comporta che gli immobili strumentali in argomento continuano ad essere considerati relativi allattivit di impresa dellente non commerciale. Restano salve, ai fini dei controlli della regolarit delle dichiarazioni di opzione e dei relativi versamenti dellimposta sostitutiva, le disposizioni contenute nel D.P.R. 29 settembre 1973, n.600 in materia di accertamento e quelle di cui al D.P.R. 29 settembre 1973, n.602 in materia di riscossione. 7.2.4 modalit di presentazione della dichiarazione di opzione Con istruzioni che verranno emanate con decreto del Ministro delle finanze, in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, stato stabilito che la dichiarazione di opzione, conforme allo schema allegato al predetto decreto ministeriale, va predisposta in carta libera e spedita a mezzo raccomandata senza avviso di ricevimento, allufficio delle Imposte Dirette ovvero, ove esistente, allUfficio delle entrate competente in ragione del domicilio fiscale alla data di presentazione della dichiarazione stessa. Si ricorda che nella dichiarazione di opzione vanno riportati gli estremi del versamento dellimposta sostitutiva e alla dichiarazione stessa va allegata copia della distinta rilasciata dal concessionario o, se il versamento fatto mediante il servizio postale, lattestazione rilasciata dal competente ufficio. Gli Uffici in indirizzo sono pregati di dare la massima diffusione al contenuto della presente circolare.

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AGENZIA DELLE ENTRATE Risoluzione ministeriale 26 marzo 2001, n. 34/E - Compensi corrisposti dalle associazioni sportive dilettantistiche - Art 37 della legge 21 novembre 2000, n. 34 Con nota del 22 gennaio 2001, codesto Comitato Olimpico Nazionale Italiano ha chiesto chiarimenti in ordine allindividuazione dellambito di applicazione dellarticolo 81 (ndr. oggi art. 67), comma 1, lett. m), del Testo unico delle imposte sui redditi, approvato con D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, come modificato dallarticolo 37 della legge 21 novembre 2000, n. 342, con riferimento in particolare al concetto di esercizio diretto di attivit sportive dilettantistiche. Al riguardo si fa presente quanto segue. Larticolo 37, comma 1, della legge n. 342 del 2000 ha modificato la disciplina dei compensi corrisposti dalle associazioni sportive dilettantistiche, intervenendo sugli articoli 81, comma 1, let ler m) e 83, comma 2, del T.U.I.R. In particolare, la nuova disposizione dellarticolo 81, comma 1, lettera m), citato riconduce fra i redditi diversi le indennit di trasferta, i rimbors forfettari di spesa, i premi e i compensi erogati nellesercizio diretto di attivit sportive dilettantistiche dal C.O.N.I., dalle Federazioni sportive nazionali, dallUnione nazionale per lincremento delle razze equine (UNIRE), dagli enti di promozione sportiva e da qualsiasi altro organismo, comunque denominato, che persegua finalit sportive dilettantistiche e che da essi sia riconosciuto. A questi compensi riservato un particolare trattamento agevolativo: i primi 10 milioni di lire (ndr. oggi 7500)corrisposti non concorrono alla formazione del reddito, i successivi 40 milioni di lire (ndr. oggi 20.658) sono assoggettati a ritenuta a titolo di imposta con applicazione dellaliquota corrispondente al primo scaglione di reddito, gli ulteriori compensi erogati sono assoggettati a ritenuta a titolo dacconto con applicazione della medesima aliquota. Con la locuzione esercizio diretto di attivit sportive dilettantistiche, il legislatore ha voluto delimitare lambito di applicazione della disciplina in esame, escludendo, in sostanza, dal trattamento fiscale agevolato i compensi corrisposti per lo svolgimento di attivit contabili ed amministrative in quanto non direttamente finalizzate alla realizzazione delle manifestazioni sportive dilettantistiche. Pertanto, con lespressione esercizio diretto di attivit sportive dilettantistiche si voluto ricondurre nel regime agevolativo i compensi corrisposti ai soggetti che partecipano direttamente alla realizzazione della manifestazione sportiva a carattere dilettantistico. La disposizione riferita, cio, a tutti quei soggetti le cui prestazioni sono funzionali alla mainfestazione sportiva dilettantistica, determinandone, in sostanza, la concreta realizzazione, ivi compresi coloro che nellambito e per effetto delle funzioni di rappresentanza dellassociazione di norma presenziano allevento sportivo. Sono, pertanto, da considerare in primo luogo corrisposti nellesercizio diretto dellattivit sportiva dilettantistica, i compensi erogati agli atleti dilettanti, agli allenatori, ai giudici di gara, ai com-missari speciali che durante le eare o manifestazioni, aventi natura dilettantistica, devono visionare o giudicare loperato degli arbitri. Rientrano, quindi, nella disciplina di cui alla lett. m), dellarticolo 81 del T.U.I.R., tutti i compensi corrisposti a quei soggetti che, nella qualit di dirigenti dellassociazione, di solito presenziano direttamente a ciascuna manifestazione consentendone, di fatto, il regolare svolgimento. Trattasi di compensi, quali le indennit di trasferta o i rimborsi di spesa, corrisposti a figure dirigenziali, non legati con lente erogante da rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, che svolgono funzioni, non retribuite in base a norme organizzative interne, ma indispensabili alla realizzazione della manifestazione sportiva dilettantistica, nel senso che le stesse, come gi precisato, concorrono a garantire la concreta realizzazione di ciascun evento sportivo. Al contrario, il presupposto dellagevolazione fiscale in argomento non configurabile in capo a soggetti che a beneficio delle associazioni svolgono mera attivit amministrativa. Si precisa, infine, che per la riconducibilit dei compensi in argomento nellambito applicativo dellarticolo 81, comma 1, lett. m) del T.U.I.R., necessario il concorso di due condizioni: a) deve trattarsi di uno dei soggetti come sopra individuati (requisito soggettivo); b) la manifestazione sportiva deve essere a carattere dilettantistico (requisito oggettivo). Non possono conseguentemente essere considerati redditi diversi di cui allarticolo 81, comma 1, lett. m), del T.U.I.R i compensi corrisposti allarbitro (dilettante) nel caso in cui diriga una gara professionistica. 457

Del pari, non possono essere inclusi nella disciplina di cui trattasi i compensi corrisposti allatleta professionista nellipotesi in cui si veda impegnato in una manifestazione sportiva dilettantistica.

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AGENZIA DELLE ENTRATE Risoluzione ministeriale 3 aprile 2001, n. 39/E - Compensi corrisposti dalle associazioni sportive dilettantistiche - Art 37 della legge 21 novembre 2000, n. 342 Un Ente, avente finalit di promozione sportiva, ha chiesto chiarimenti in ordine alla corretta applicazione della disciplina dei compensi erogati dalle associazioni sportive dilettantistiche introdotta dallarticolo 37 della legge 21 novembre 2000, n. 342, con particolare riferimento alle modalit di esposizione dei compensi medesimi nel modello Unico 2001. Al riguardo si fa presente quanto segue. Isoggetti che percepiscono indennit di trasferta, rimborsi forfetari, premi e compensi nellesercizio diretto dellattivit sportiva dilettantistica, dal C.O.N.I., dalle federazioni sportive nazionali, dallUnione nazionale per lincremento delle razze equine(UNIRE), dagli enti di promozione sportiva e da qualunque organismo, comun que denominato, che persegua finalit sportive dilettantistiche e che sia da essi riconosciuto, sono tenuti alla compilazione del modello Unico 2001 quando: le indennit di trasferta, i rimborsi forfetari di spesa, i premi ed i compensi di cui allartcolo 81, comma 1, lett m), del Testo unico delle imposte sui redditi, approvato con D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, superino complessivamente la soglia dei 50 milioni di lire (ndr. oggi 28.158, 28); le anzidetto somme, pur non superando il limite dei 50 milioni di lire, non costituiscono lunico reddito del soggetto percipiente. In presenza di altri redditi, infatti, le somme corrisposte nellesercizio diretto dellattivit sportiva dilettantistica, assoggettate a ritenuta alla fonte a titolo dimposta, devono essere evidenziate in sede di dichiarazione dei redditi ai fini della determinazione dellaliquota per scaglioni di reddito applicabile, ai sensi dellarticolo 25 della legge 13 maggio 1999, n. 133, come modificato dallarticolo 37 della citata legge n. 342 del 2000Non sono, invece, tenuti alla compilazione del modello Unico 2001 i soggetti che, nel periodo di imposta, hanno percepito esclusivamente le somme di cui allarticolo 81, comma 1, lettera. m) del T.U.I.R., ricomprese: nella quota esente 6 o 10 milioni di lire (ndr. oggi 7.500); ovvero nella fascia di reddito assoggettata a ritenuta alla fonte a titolo dimposta, nellipotesi in cui le predette somme costituiscano lunico reddito del soggetto percipiente.

Compensi corrisposti ad atleti non residenti


AGENZIA DELLE ENTRATE Risoluzione ministeriale 1 ottobre 2001, n. 142/E - Richiesta di interpello ai sensi della L. 212/2000 art. 11. Compensi corrisposti ad atleti non residenti Si segnala, per linteresse generale e la correttezza della tesi interpretativa sostenuta; il parere reso dalla Dirczione Regionale della ..................in sede di risposta allintepello n. 920-2/2001: Con nota pervenuta a questa Dirczione in data............... codesto ................., nella qualit di sostitutodimposta,hapostoformaleinterpelloalfinediconoscereilcorrettoadempimentoinordine alle ritenute dacconto da operaresu compensi che vengono erogati a giocatori conresidenza allestero. Codesto..............nel rappresentareinfattichenelladempimentodeipropriscopistatutari eroga compensi anche a giocatori stranieri, esprime il proprio convincimento secondo il quale, alla luce delle recenti disposizioni normative, il legislatore ha voluto estendere il regime agevolativi anche alle prestazioni rese da atleti non residenti. 458

La scrivente incordine alla problematica riferita ritiene corretta limpostazione data e precisa comunque che lart. 37 della legge 21 novembre 2000, n. 342, oltre a sostituire lart. 81 (ndr. oggi art. 67), comma 1, leti, m, e lart. 83 (ndr. oggi art. 69) comma 2 del T.U.I.R., ha modificato il comma 4 dellart. 25 della legge 13 maggio 1999, n. 133. In base a tale modifica i soggetti eroganti indennit, rimborsi forfetari di spse, premi e compensi, devono operare una ritenuta alla fonte, con obbligo di rivalsa, nella misura fissata per il primo scaglione di reddito sulla parte di tali emolumenti che eccede limporto di 10 milioni, oltre le maggiorazioni derivanti dalle addizionali. Come chiaramente specificato dalla norma sopra citata e dalla circolare 207/E del 16 novembre 2000 la ritenuta operata a titolo di imposta per la parte imponibile dei redditi in questione (calcolati al netto dei primi 10 milioni (ndr. 7.500) esclusi dalla formazione del reddito) non superiore a 40 milioni di lire, mentre per la parte di reddito che eccede i 50 milioni (ndr. 28.158, 28) la ritenuta sar a titolo dacconto. In questultimo caso limposta definitiva sar calcolata in sede di dichiarazione dei redditi con il normale criterio della progressivit. Il nuovo impianto normativo dato dal citato art. 37 della legge n. 342/2000 (con il quale stata apportata modifica al comma 4 dellart 25 della legge n. 133/1999) disciplina interamente il trattamento tributario dei redditi in questione senza fare alcuna distinzione, ai fini dellapplicazione del nuovo regime, circa la condizione di cittadino residente o straniero del soggetto percettore.

REGISTRO DELLE ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE


MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI DECRETO 14 novembre 2001, n. 471. Regolamento recante norme circa liscrizione e la cancellazione delle associazioni a carattere nazionale nel Registro nazionale delle associazioni di promozione sociale, a norma dellarticolo 8, comma 1, della legge 7 dicembre 2000, n. 383. Art. 1. O g g e tt o 1; Il presente regolamento disciplina le procedure di iscrizione e di cancellazione delle associazioni di promozione sociale a carattere nazionale .nellapposito registro nazionale, istituito a norma dellarticolo 7, comma 1, della legge 7 dicembre 2000, n. 383, di seguito denominata legge, nonch la periodica revisione del medesimo registro. 2. Liscrizione nel registro condizione necessaria per stipulare le convenzioni e per usufruire dei benefici previsti dalla legge. Art. 2. Requisiti e procedure di iscrizione 1. Le associazioni costituite e operanti da almeno un anno, che svolgano attivit di utilit sociale ai sensi dellarticolo 2 della legge e il cui atto costitutivo, e statuto corrispondano ai requisiti indicati nellarticolo 3 della legge, possono chiedere liscrizione al Registro nazionale delle associazioni di promozione sociale, presentando domanda al Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Dipartimento delle politiche sociali e previdenziali - Dirczione generale per il volontariato, lassociazionismo sociale e le politiche giovanili - corredata da: a) atto costitutivo, con lindicazione della sede legale, e statuto dellassociazione, corredato, se necessario, da uri documento a carattere transitorio di integrazione del medesimo con le previsioni statutarie di cui allarticolo 3 della legge. Tale documento deve essere deliberato dallorganismo nazionale competente che recepisca come vincolanti dette previsioni, impe-. gnando lassociazione a procedere alla modifica dello statuto tempestivamente e comunque non oltre un anno dalla data di presentazione della domanda di iscrizione; b) indicazione dellambito di diffusione territoriale dellassociazione comprovante la presenza in almeno cinque regioni e in almeno venti province del territorio nazionale; e) nominativo del legale rappresentante e di eventuali altri soggetti che ricoprano cariche di rappresentanza istituzionale;
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d) sintetica relazione descrittiva della fisionomia istituzionale dellassociazione contenente dati relativi a: modello organizzativo e livelli di responsabilit degli organismi nazionali frftjuelli delle eventuali articolazioni periferiche;, numerototale.degliiscritti,criteriemezzidi informazione e/o di comunicazione al fine di consentire la loro piena partecipazione; indicazione degli ambiti prevalenti di attivila., delle iniziative pi significative realizzate e dei principali programmi di intervento posti in essere. 2. La domanda inoltrata al Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Dipartimento delle politiche sociali e previdenziali - Direziona generale per il volontariato, lassociazionismo sociale e le politiche giovanili - esclusivamente per posta, a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento. 3. In merito alliscrizione al Registro nazionale provvede il dirigente preposto alla Dirczione generale per il volontariato, lassociazionismo sociale e le politiche giovanili, entro sessanta giorni dalla data di presentazione della domanda. A tal fine fa fede il timbro a data apposto dallufficio postale accettante. Ove la domanda non venga rigettata entro tale termine, liscrizione deve intendersi perfezionata.

APPARECCHI DA DIVERTIMENTO
AGENZIA DELLE ENTRATE Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Risoluzione del 15/03/2004 n. 38 Oggetto: Istanza di interpello. Articoli 3 e 4 del DPR n. 633 del 1972. Art. 14-bis del DPR n. 640 del 1972. Apparecchi da divertimento e intrattenimento presso circoli ricreativi. Regime tributarie ai fini IVA Testo: QUESITO II Sig. XZ, che esercita attivit di distribuzione, installazione e gestione degli apparecchi da divertimento e intrattenimento automatici, semiautomatici ed elettronici di cui allart. 110 del Testo Unico di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 nonch degli apparecchi meccanici ed elettronici di cui allart. 14-bis, comma 5, del DPR 26 ottobre 1972, n. 640, ha chiesto di conoscere il regime tributario ai fini IVA applicabile alle seguenti fattispecie: a) apparecchi installati nei circoli ricreativi i quali a tal fine -percepiscono un compenso, di norma parametrato agli incassi, a remuneraz ione dei servizi resi, consistnti nella fornitura, dello spazio e dellenergia elettrica e nella custodia e pulizia dellapparecchio. Gli incassi derivanti dallutilizzo degli apparecchi sono acquisiti direttamente dal gestore; b) apparecchi concessi in locazione ai circoli ricreativi che corrispondono a tal fine il compenso pattuito. Gli incassi derivanti dallo utilizzo degli apparecchi sono acquisiti in questa ipotesi dal circolo ricreativo. PROSPETTATA DALLISTANTE Linterpellante ritiene che ne11ipotesi indicata sub a) il rapporto si instauri fra gestore degli apparecchi da divertimento e intrattenimento e circolo ricreativo. Il circolo ricreativo, secondo listante, effettua prestazioni di servizi nei confronti del gestore degli apparecchi e non nei confronti dei soci. Tale attivit, svolta con carattere di regolarit, sistematicit e ripetitivit, con una serie di atti economici finalizzati alladempimento delle obbligazioni assunte e con una minima organizzazione imprenditoriale, si configura quale attivit di natura commerciale. Ritiene, pertanto, 1 interpellante che i corrispettivi percepiti dal circolo devono essere assoggettati allimposta sul valore aggiunto e il circolo medesimo deve emettere, secondo la disciplina generale ai fini IVA, la relativa fattura con addebito dellimposta nei confronti del gestore. 460

Sul gestore gravano, invece, I1imposta sugli intrattenimenti e 1IVA relativa allutilizzo degli apparecchi in argomento. Nellipotesi, sub b), secondo linterpellante, la concessione in locazione al circolo degli apparecchi si configura come prestazione di servizio resa dietro corrispettivo, ai sensi dellart. 3, secondo comma., n. 1, del DPR 26 ottobre 1972, n. 633. Limprenditore che loca gli apparecchi deve, pertanto, emettere fattura nei confronti del circolo, con addebito dellIVA relativa, ma non e tenuto a corrispondere per lutilizzo degli stessi n limposta sugli intrattenimenti ne la relativa IVA. PARERE DELLAGENZIA DELLF ENTRATE Relativamente alla ipotesi in indicata sub a), si e dellavviso che il rapporto giuridico conseguente allinstallazione degli apparecchi da divertimnto e intrattenimento si instauri, come ritenuto dallinterpellante, fra circolo ricreativo e gestore e non fra lo stesso circolo e i propri soci . Il circolo ricreativo, infatti, a fronte di un compenso, provvede in va continuativa alla fornitura di servizi (consistenti nel mettere a disposizione il locale ed il consumo dellenergia elettrica e nella custodia e pulizia degli apparecchi) nei confronti del gestore e non dei propri soci. In tal caso, non pu, pertanto, trovare applicazione lart. 4, comma 4, del DPR n. 633 del 1972, che, per le associazioni politiche, sindacali, e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extrascolastica della persona, prevede la non commercialit delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizio se rese ai soci, associati o partecipanti, in conformit alle finalit istituzionali. Ai fini della rilevanza IVA dei servizi prestati dal circolo nei confronti del gestore, si deve, quindi, verificare se, in concreto, sussista o meno una complessa struttura organizzativa diretta alla manutenzione e gestione degli apparecchi da divertimento, tenendo conto, anche sotto il profilo quantitativo, dellentit dellattivit svolta attraverso lutilizzo degli stessi apparecchi. Pertanto, qualora si riscontri la presenza di una struttura organizzativa come sopra detto, il circolo ricreativo tenuto, ai sensi del DPR n. 633 del 1972, ad emettere fattura per le prestazioni rese nei confronti del gestore degli apparecchi, addebitando a questultimo IIVA relativa, con lapplicazione dellaliquota nella misura del 20 per cento. Le imposte per lutilizzo degli apparecchi da divertimento e intrattenimento devono essere assolte, invece, dal gestore degli stessi che acquisisce gli incassi delle giocate. Per quanto riguarda lipotesi sub b) si e dellavviso che la concessione in locazione degli apparecchi di cui trattasi sia riconducibile, come ritenuto dallinterpellante, nellambito delle prestazioni di servizio previste dallart. 3, secondo comma, N. 1, del DPR n. 633 del 1972. In tal caso, infatti, limprenditore non svolge lattivit di intrattenimento, ma si limita a concedere al circolo ricreativo il godimento degli apparecchi da divertimento, dietro corrispettivo. Tale contratto rientra pertanto, tra le concessioni di beni in locazione, affitto, noleggio e simili menzionate dal citato art. 3, secondo comma, n. 1. Da ci deriva che limprenditore che loca gli apparecchi deve certificare il compenso ricevuto dal circolo con addebito dellIVA relativa. Non gravano, invece, sullimprenditore le imposte dovute in relazione allutilizzo degli apparecchi dati in locazione, atteso che i relativi proventi sono acquisiti direttamente dal circolo ricreativo. E il circolo ricreativo, infatti, che, acquisendo la disponibilit degli apparecchi, presta il servizio di intrattenimento a favore dei soci ed incassa direttamente da questi ultimi i proventi derivanti dallutilizzo dei beni di cui trattasi. La natura commerciale di tale ultimo servizio reso dal circolo e esclusa, sempre che rientri tra finalit istituzionali del circolo, dallart. 4, comma 4, del DPR n 633 del 1972, con conseguente non imponibilit, ai fini dellIVA, dei relativi proventi incassati. La risposta di cui alla presente nota, sollecitata con istanza di interpello presentato alla Direziona. Regionale, viene resa dalla scrivente ai sensi dellart.4, comma 1, ultimo periodo del DM 26 aprile 2001, n. 20. 461

I principali riferimenti legislativi per operatori, tecnici sportivi, formazione e tutela sanitaria.
REGIONE ABRUZZO LEGGE REG. MARZO 2000 N 20: "Testo unico in materia di sport e impiantstica sportiva " Formazione Professioni Tutela sanitaria (art.ll - 33): SM o ISEF istrattori qualificati la figura responsabile nel ruolo attivit per il miglioramento dell'efficienza fisica individuata nella sopracitata figura con esclusione delle attivit soc. o ass. dilettantistiche affiliate alle federazioni sportive CONI. Istruttori alla data entrata in vigore legge, disciplinati dalle Federazioni, Enti di promozione CONI. Le regioni disciplinano con regolamento la formazione degli operatori. LR 24 Gennaio 1884 n.15 Disciplina della professione di guida alpina, aspirante guida alpina, accompagnatore di media montagna LR 12 novembre 1997 n. 132 Medicina dello sport e tutela sanitaria delle attivit sportive. REGIONE BASILICATA LEGGE REG 1 GENNAIO 1997 N6: "Disciplina dei centri di attivit motorie" Formazione Professioni Tutela sanitaria artt. 4-12: ISEF possono esercitare nei CAM soggetti in possesso di I diploma ISEF, possono esercitare in qualit coadiutori coloro che documentino di aver operato per almeno 36 mesi e previo esame. REGIONE CALABRIA
LEGGE REG 12 NOVEMBRE 1984 N31: "Interventi regionali per la formazione e lo sviluppo dello sport e del
tempo libero".

Certificato medico rilasciato gratuitamente dalle UU.SS.LL. o medici affiliati o dai medici di medicina generale convenzionati Le UU.SS.LL, istituiscono un ufficio per la medicina sport, con un medico specializzato. LR 2 maggio 2001 n.10 Medicina dello sport e tutela sanitaria delle attivit motorie sportive REGIONE CAMPANIA
"Interventi regionali per la formazione e lo sviluppo dello sport e del tempo libero" educazione sanitaria certificazione idoneit per sport in forma organizzata servizi pronto soccorso in occasione di manifestazioni controllo antidoping ricerca medico-sportiva LR 8marzo l985 n.14 disciplina dell'insegnamento dello sci in Campania

Obbligo visita medica:

LEGGE REG 2 LUGLIO 1996 N 14:

REGIONE EMILIA ROMAGNA LEGGE REG. 25 FEBBRAIO 2000 N 13: "Norme in materia di sport" SM o ISEF responsabili dell'applicazione dei programmi attuati nel centro ( obbligatorio almeno un istruttore in possesso di tali titoli come condizione per l'esercizio dell'attivit). La regione Emilia Romagna individua in conformit alla legislazione nazionali profili professionali progetti per elevare il livello professionale o per riqualificare attivit antidoping: prevenzione e tutela salute eventuale sospensione contributi assegnati LR 9 dicembre 1993 n. 42 Ordinamento professione di maestro di sci LR 5 maggio 1980 n.32 Promozione dell'ed-sanitaria e sportiva motoria, e tutela sanitaria dell'att. Sportiva
Progetti formativi

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REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA LEGGE REG. 3 APRILE 2003 N8: "Testo unico in materia di sport e tempo libero" Tecnico qualificato responsabile centro sportivo (crite-ri di qualificazione determinati con regolamento da definire). Certificato idoneit fisica praticante attivit antidoping: controlli antidoping sensibilizza-zione scuole formazione operatori medici LR 24 novembre 1980 n.62 Tutela sanitaria delle attivit sportive LR 18 aprile 1997 n.16 Ordinamento della professione maestro sci REGIONE LAZIO
LEGGE REO. 20 GIUGNO 2002 N 15: "Disciplina relativa ad impiant per l'esercizio delle attivit sportive" ISEFoSM

direttore tecnico centro sportivo; medico come responsabile sanitario ; tecnici e istruttori con titolo delle federazioni o dopo esame dalla presente Legge LR giugno 7 N 21 Disciplina della professione di maestro di sci e ordinamento delle scuole di sci LR 9 settembre 1997 n 24 Medicina delle, sport tutela sanitaria e delle attivit sportive

REGIONE LIGURIA LEGGE REO. 5 FEBBRAIO 2002 N6: "Norme per lo sviluppo degli impianti e delle attivit sportive e fisicomotorie" SM/ISEF/tit.UE Diret. tecnico centro sportivo Operatore sportivo/istruttore istruttori SM ISEF oppure Soggetti abilitati con corsi ex LR 5 novembre 1993 n.52 oppure I soggetti Operanti per almeno 36 mesi nel quinquennio antecedente LR 6/2002 Corsi formazione massaggiatore sportivo Antidoping: prevenzione tutela salute,eventuale sospensione contributi LR 5 aprile 1994 n.17 Ordinamento della professione maestro sci LR 6 settembre 1884 n. 46 Tutela sanitaria delle attivit sportive REGIONE LOMBARDIA LEGGE REG. 8 OTTOBRE 2002 N26: "Tutela dei praticanti, qualificazione e formazione degli operatori per le attivit sportive e fisico Istruttori qualificati SM o ISEF istruttori specifici disciplina abilitati con corsi riconosciuti (obbligo di presenza di uno) Regolamentazione profili professionali quando non disciplinati da L.S. Istnittorc qualificato nelle piscine con brevetto O abilitazione Corsi formazione anche per insegnanti scuola in accordo con organismi scolastici Regolamentazione professione maestro di sci e guida alpina Obbligo polizze assicurative attivit antidoping Corsi formazione anche per insegnanti scuola in accordo con organismi scolastici Regolamentazione professione maestro di sci e guida alpina Obbligo polizze assicurative attivit antidoping REGIONE MARCHE LEGGE REG. 1 AGOSTO 1997 N 47: Interventiper la promozione e lo sviluppo della pratica sportiva e delle attivit motoro-ricreative Utilizzo in via prioritaria di istruttori ISEF o nella pratica delle singole discipline di tecnici abilitati dalle federazioni Sportive. Responsabile sanitario LR 23 gennaio!996 N 4 Disciplina delle attivit professionali nei settori del turismo e del tempo libero LR 12 agosto 1994 n. 33 Medicina dello sport e tutela sanitaria delle attivit sportive REGIONE MOLISE LEGGE REG. 25 MAGGIO 1990 N 26: Testo unico degli interventi regionali per manifestazioni e attivit sportiva e per la costruzione, ampliamento e miglioramento di impianti ed attrezzature sportive. LR 8 gennaio 1996 n. i Disciplina delle professioni maestro di sci e delle scuole di sci in Molise 463
motorie"

LR 3 marzo 1988 n. 5 Norme per la promozione delleducazione sanitaria e sportiva motoria, e tutela sanitaria dellattivit Sportiva REGIONE PIEMONTE LEGGE REG. 22 DICEMBRE 1995 N 93: Norme per lo sviluppo dello sport e dette attivit fisico-motorie Raccordo con Piano Sanitario Regionale per tutela sanitaria Requisiti tecnici, igenico sanitari che devono possedere le strutture sportive La regione promuove la formazione e laggiornamento in collaborazione con: CONI, Federazioni Universit, ISEF, Enti promozione sportiva, associazioni sportive organi scolastici Istruttori qualificati: ISEF Attivit documentata da 18 mesi nei 5 anni dallentrata in vigore legge con frequenza e esame corso integrativo. , La regione prevede a determinare regole per definire figure con corsi di formazione e prove finali LR 25 marzo 1985 n.22 Tutela sanitaria attivit sportive LR 23 novembre 1992 n. 50 Ordinamento professine maestro sci LR29 settembre 1994 n. 41 Ordinamentoprofessio-ne guida alpina REGIONE PUGLIA LEGGE REG. 16 MAGGIO 1985.. N 32: Nuova disciplina concernente il servizio sociale regionale per lattivit motoria e sportiva. Abrogazione Legge regionale n. 32 del 21 luglio 1978 Centri sportivi non disciplinati dalle norme approvate dalle federazioni sportive nazionali riconosciute dal CONI ISEF o SM la responsabilit e la funzione di istrutto-re deve essere affidata a personale con tali profili REGIONE SARDEGNA LEGGE REG. 17 MAGGIO 1999 N 17: Provvedimentiper lo sviluppo dello sport in Sardegna LR 30 agosto 1991 n. 31 Tutela sanitaria attivit sportiv e LR 7 dicembre 1995 n. 36 certificazione idoneit pratica sport agonistica REGIONE SICILIA LEGGE REG. 16 MAGGIO 1978 N 8 : Provvedimenti per favorire la pratica delle attivit sportive ed il potenziamento degli impianti sportivi nel territorio della Regione Siciliana LR n.36 30.12.2000 norme concernenti la medicina dello sport e la tutela sanitaria delle attivit sportive, agonistiche e non e di quelle ludico motorie e ricreative: Centri di medicina dello sport Certificazione .idoneit sportiva agonistica e non, portatori handicap Libretto sanitario sportivo REGIONE TOSCANA LEGGE REG. 31 AGOSTO 2000 N 72: Riordino delle funzioni e delle attivit in materia di promozione della cultura e della pratica delle attivit motorie Collaborazione con Universit e istituzioni formative per qualificazione operatori LR 9 luglio 2003 n. 35 Tutela sanitaria dello sport LR 14 novembre 1996 n. 83 Ordinamento della professione di maestro di sci e guida alpina REGIONE UMBRIA 464

LEGGE REG. 4 LUGLIO 1997 N 21:Norme per la promozione della pratica sportiva elle attivit motoro-ricreative ISEF direttore tecnico; centro sportivo Medico come responsabile sanitario specializzato in meicina sport La Regione garantisce lesercizio del diritto alla tute la sanitaria attivit sportive extra CONI In conf.a i norme nazionali e regionali | Requisiti tecnici, igenico sanitari che devono possede-| re le strutture sportive secondo la normativa vigente LR 10 luglio 1998 n.23 tutela sanitaria attivit sportive REGIONE VALLE DAOSTA LEGGE REG: 1 APRILE 2004 N 3: Interventi a favore dello sport Riconoscimento elenco regionale dei tecnici e degli allenatori istituito presso comitato regionale e del Coni LR 7 marzo 1997 n. 7 Disciplina delle professione di guide alpina e di aspirante guida alpina in Valle dAosta LR 31 dicembre 1999 n.44 Disciplina delle professione maestro di sci e delle scuole di sci in Valle dAosta LR 13 maggio 1980 n.19 Norme per la promozione delled-sanitaria e sportiva motoria, e tutela sanitaria dellattivit Sportiva ... : REGIONE VENETO LEGGE REG. 5 APRILE 1993 N 12: Norme in materia di sport e tempo libero LR 16 aprile 1992 Ordinamento delle professione di maestro di sci e di guida alpina LR3 Agosto 1982 n. 25 Promozione delleducazione e tutela sanitaria delle attivit sportive PROVINCIA AUTONOMA BOLZANO LEGGE PROV. 16 OTTOBRE 1990 N 19: Interventi a favore dello sport Disciplina professione maestro di sci lattivit delle scuole di sci LP 19 Febbraio 2001 n.51 PROVINCIA AUTONOMA TRENTO LEGGE PROV. 16 LUGLIO 1990 N 21: Interventi per lo sviluppo e la promozione delle attivit sportive LP 23 agosto 1993 n.20 disciplina professione di guida alpina e di maestro di sci LP 29 agosto 1983 n.29 artt. da 37 a 47 disciplina esercizio funzioni in materia di igiene e sanit pubblica

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