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L.B.G. MILANO. OPPOSIZIONE, UN VUOTO A PERDERE Marco Garzonio LA MILANO DI SCOLA, TERRA DI MISSIONE Simone Viola FORMIGONI CADE: DOV LA NUOVA SINISTRA? Emilio Vimercati MILANO. OCNSUMO DI SUOLO: ECCO I NUMERI Ilaria Li Vigni LO STALKING E IL CORTEGGIATORE INCOMPETENTE Giorgio Ferraresi CITTADINI ATTIVI E NUOVO COMUNE: IL PARCO SUD A KM ZERO Giovanni Cominelli ANGELO SCOLA CL E LA SFIDA MILANESE Fabio Marelli ACQUA DI FALDA: PROBLMA O RISORSA? Cristina Simonini HABEMUS CONSULTA ANTIMAFIA Jacopo Gardella CHIOSCHI, ORDIEN E DISCIPLINA VIDEO VALERIO ONIDA: UN COMUNE CACCIATORE DI TESTE MILANO COLONNE DI SAN LORENZO IL PRIMO FLASHMOB ORCHESTRALE LA NOSTRA MUSICA Nathalie Cardone canta Comandante Che Guevara Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org
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mersi, di assumersi responsabilit condivise lontana da quell'indistinta volont popolare che verrebbe addirittura prima del Capo dello Stato (come dice certa polemica leghista) o che giustificherebbe ogni e qualunque atto di governo rendendo chi comanda princeps legibus solutus (presunta verit che il berlusconismo ha cercato di far passare in ogni modo). Certo, siccome il vescovo anche uomo di governo, tocca aspettare le scelte concrete, di uomini e di iniziative, i gesti operativi e simbolici, in coerenza con gli apprezzabili attestati dati in Duomo "alla societ plurale", al valore rappresentato da "uno stile di democrazia", di cui Milano esempio per tradizione; citt, per dirla con Scola, "metropoli illuminata, operosa e ospitale". Comunque la scossa il nuovo arcivescovo sembra averla data. A Milano, e di qui a un Paese incartato e che vola
ormai drammaticamente basso, ma anche alla Chiesa. S perch Oltretevere giace nei meandri delle congregazioni vaticane il processo di beatificazione di quel Montini con gli occhi del quale Scola vede Milano, ma anche il Concilio che Paolo VI eredit da Giovanni XXIII e condusse laboriosamente in porto. Un Montini che sembra rimosso dalla Chiesa istituzione come se Roma avesse paura di indicarlo come esempio ai fedeli e di scoprirne l'attualit, di uscire allo scoperto e di giocarsi quindi in quell'opera di missione, che per Scola, s' visto, andare incontro al mondo e nel confronto aperto con esso, nella condivisione della condizione umana e dei bisogni di tutti, "far trasparire Cristo luce delle genti", il Cristo sempre secondo il nuovo arcivescovo che cita il Concilio - delle beatitudini evangeliche: poveri, operatori di pace, assetati di giustizia.
Rispetto a una Chiesa che rivela autosufficienza, Scola riprende il motto "Dio ha bisogno degli uomini", che fu il titolo di un film cult nei cineforum cattolici degli Anni Cinquanta, quando il futuro cardinale di Milano si formava e tanti giovani incominciavano a sperare nel futuro, fossero sotto la bandiera di don Giussani o di altri movimenti, ma tutti uniti da un sogno: un'Italia migliore, in cui ciascuno potesse contare e concorrere alla determinazione dei destini comuni. Un Paese che non certo quello di oggi, ma per edificare il quale, non tutto sembra perduto se ciascuno far la sua parte, cattolici e laici, spes contra spem. Ripartire dagli anni dei sogni (perch tale fu il passaggio tra gli Anni '50 e '60) e capire i reali motivi dei successivi tradimenti una provocazione. Scola chiama Milano. Cosa risponde Milano?
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sponsabili di tale condotta e, sulla scorta dei quali, gli studiosi psicologi e giuristi - della materia hanno individuato cinque tipologie di autori di stalking, distinti in base ai bisogni e desideri che fanno da motore motivazionale. Una prima tipologia di molestatore insistente stata definita il risentito. Il suo comportamento sospinto dal desiderio di vendicarsi di un danno o di un torto che ritiene di aver subito ed quindi alimentato dalla ricerca di vendetta. Si tratta di una categoria piuttosto pericolosa che pu ledere prima limmagine della persona e poi la persona stessa. La seconda tipologia di stalker stata denominata il bisognoso daffetto, una tipologia che motivata dalla ricerca di una relazione e di attenzioni che possono riguardare lamicizia o lamore. La vittima in genere considerata una persona che si ritiene possa aiutare, attraverso la relazione desiderata, a risolvere la propria mancanza di amore o affetto. Lidea di un rifiuto viene respinta con grande energia, generando pertanto una serie di condotte persecutorie e assillanti. Una terza tipologia di persecutore quella definita il corteggiatore incompetente, che tiene un comportamento alimentato dalla sua scarsa o inesistente competenza relazionale che si traduce in comportamenti opprimenti, espliciti e, quando non riesce a raggiungere i risultati sperati, anche aggressivi e villani. Questo tipo di molestatore generalmente meno resistente nel tempo nel perseguire la persecuzione della stessa vittima, ma tende a riproporre i propri schemi comportamentali cambiando persona da molestare. Esiste poi il respinto, un persecutore che diventa tale in reazione a un rifiuto. in genere un ex compagno/marito che mira a ristabilire la relazione oppure a vendicarsi per labbandono. Spesso oscilla tra i due desideri, manifestando comportamenti estremamente duraturi nel tempo che non si lasciano intimorire dalle reazioni negative manifestate
dalla vittima: la persecuzione, infatti, rappresenta comunque una forma di relazione che rassicura rispetto alla perdita totale, percepita come intollerabile. Infine, stata descritta una categoria di stalker definita il predatore e costituita da un molestatore che ambisce ad avere rapporti fisici con una vittima che pu essere pedinata, inseguita e spaventata. Questo genere di atto persecutorio pu colpire anche bambini ed commesso perlopi da persone con disturbi di vario genere nella sfera sessuale. Molte persone che subiscono molestie assillanti sono donne di unet pi frequentemente compresa tra i 18 e i 24 anni. Tuttavia, alcuni tipi di persecuzioni, quali ad esempio quelle legate al risentimento o alla paura di perdere la relazione che nasce dallessere respinti, sono rivolte principalmente a donne tra i 35 e i 44 anni. Alcuni studi sul fenomeno in esame hanno mostrato dei risultati interessanti che servono a riflettere ulteriormente sulle caratteristiche delle vittime di stalking e sullimportanza della relazione che, spesso solo nella mente del persecutore, sinstaura con tutta la capacit dinfluenza che pu esercitare una relazione reale. A questo proposito si riscontrato che esiste una categoria sociale a rischio di stalking, rappresentata da tutti gli appartenenti alle cosiddette professioni daiuto, ad esempio i medici, gli psicologi e gli avvocati. Ci sembra trovare due spiegazioni: da un lato questi professionisti entrano in contatto con bisogni profondi di aiuto delle persone e possono facilmente divenire vittime di proiezioni di affetti e relazioni interiorizzate; dallaltro le eccessive speranze di alcuni pazienti possono essere tradite dalla quotidianit e dalla complessit professionale. Purtroppo spesso, soprattutto per via di norme giuridiche che limitano gli interventi di prevenzione delle situazioni di emergenza, le condotte di stalking possono essere protratte a lungo con conseguenze psicologiche negative principalmente per la
vittima, ma anche per lautore o terze persone. La vittima, per quanto possa essere breve il periodo in cui viene perseguitata, rischia di conservare a lungo delle vere e proprie ferite psicologiche. Le conseguenze dello stalking infatti, per chi lo subisce, sono spesso diverse e si trascinano per molto tempo cronicizzandosi. In base al tipo di atti subiti e alle emozioni sperimentate, possono determinarsi stati dansia e problemi dinsonnia o incubi, ma anche veri e propri quadri da disturbo post traumatico da stress. Il molestatore assillante agisce compulsivamente e tende a seguire i propri bisogni e a negare la realt, danneggiando progressivamente la propria salute mentale e la qualit della propria vita sociale, in un crescendo ossessivo di solitudine e timore. Dal 2009, lordinamento giuridico italiano ha introdotto lillecito di stalking (atti persecutori) allart. 612 bis del Codice Penale, distinguendo la fattispecie da quella ordinaria di molestie e minacce, innalzando notevolmente le sanzioni e prevedendo anche la possibilit dellarresto in flagranza di reato. Sono davvero numerosi, dallentrata in vigore della norma, i procedimenti penali instaurati per questa tipologia di condotte nelle varie Procure della Repubblica italiane e molti i processi celebrati davanti ai Tribunali, con la determinazione di sanzioni penali molto severe. Tuttavia, si ritiene che il fenomeno stalking sia strettamente collegato a stili di vita ansiosi, solitari e repressi, tipici della civilt urbana e moderna; necessario, pertanto, per una concreta prevenzione del fenomeno e una tutela vigile delle persone offese, un attento monitoraggio e forme di aiuto sociale (spazi di dialogo nelle grandi citt, consultori, etc) che possano portare alla luce alcune problematiche socio-affettive prima che le stesse travalichino in veri e propri atti persecutori.
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(nellespressione elettorale) degli attori della cittadinanza attiva che hanno seminato in questi anni buone pratiche diffuse e progetti di valore strategico per la citt: processi e progetti viventi ma osteggiati dalla sordit e dal degrado delle passate politiche istituzionali. Questa presenza attiva ha costruito il programma del sindaco (in particolare attraverso lesperienza di Officina per Pisapia) e ha segnato il DNA del nuovo Comune, assegnandogli un ruolo di liberazione di questa progettualit sociale e di empowerment attraverso politiche pubbliche non pi ostili ma cooperanti. Questo ruolo non prevede una delega alloperare degli eletti ( piuttosto una investitura dei rappresentanti) e comporta ora processi partecipativi / interattivi tra attori sociali e amministratori nella costruzione delle politiche di governo come avvenne nella formazione del programma. Un DNA della Giunta ineludibile, da cui dipendono la vitalit del governo della citt e la sua referenza sociale; che ha determinato anche alcuni caratteri della stessa composizione della giunta (non solo la parit di genere ma anche la netta minoranza tra gli assessori dl politici professionali) e che segna gi la differenza di condivisione sociale tra provvedimenti amministrativi decisi solo nel palazzo (bilancio, i primi provvedimenti durgenza su Expo, politiche delle tariffe) e atti che liquidano centri di potere coperti o strumenti perversi e riaprono il discorso coram populo (stop e riapertura del PGT, le nuove amministrazioni degli enti municipali per bandi pubblici ecc.). Ma la prova in campo si pone dora in avanti sulla costruzione delle politiche strategiche e sullinterazione con gli attori sociali attorno a tali politiche. Per questo appare rilevante tra gli altri un percorso interattivo in corso con il governo della citt proposto da un Tavolo di attori su Sovranit alimentare, Parco sud
e Rapporto citt territorio (GAS, mercati contadini, distretti agricoli di economie solidali, associazione degli agricoltori, AIAB, cascine di Milano e dei produttori nel parco, ricercatori universitari, ecc) sulla base del documento Milano aperta al territorio e nutrita dal suo Parco agricolo: un altro progetto in corso per la citt e il suo contesto. Un percorso rilevante in s ma anche come indirizzo e sperimentazione di un percorso generale oltre il caso, che propone due tematiche fondamentali in relazione reciproca; una di metodo e processo e laltra di merito: - la statuizione dellinterazione con gli attori sociali in forme strutturate e permanenti /ricorrenti - il senso generale, i punti principali e le proposte di azione di un progetto di ampia portata riguardante la sovranit alimentare e gli altri temi presentati da quel tavolo in quel documento e derivati dalla competenza di progetti viventi in corso. Sulla prima di queste due tematiche connesse la proposta emersa essenzialmente quella di riprendere i fili virtuosi dellesperienza di Officina e di riproporli in una sorta di Nuova Officina per lattuazione e lo sviluppo del programma, tradotto in politiche pubbliche; un nuovo istituto della partecipazione che superi i limiti della prima esperienza e affronti nuovi problemi del governare per strategie e dellesprimere il senso delle politiche interagendo con le azioni sociali anche diffuse e locali (nelle e tra le municipalit), creando uninterfaccia con la gestione strategica. Ma sulla tematica di merito questo primo laboratorio sperimentale dellinterazione acquista ancora pi significato perch sulla questione della sovranit alimentare e dei rapporti citt/territorio esprime un quadro tematico multi potente di cui qui si possono citare solo alcuni elementi esemplari:
- la formazione di un nuovo valore territoriale e quindi di una alternativa alla gestione immobiliare della sua trasformazione e del suo consumo - elementi di una neoeconomia primaria che mette in discussione la natura della domanda, della produzione di beni essenziali e delle modalit del loro scambio, in unalleanza tra gli attori del territorio bene comune; unavanguardia per altre economie ecologiche che esprime la razionalit dei mondi di vita e del governo dei cicli ambientali come formazione di altra ricchezza - un mutamento radicale in corso di stili di vita e culture urbane e delle relazioni con il proprio contesto; - scenari e progetti concreti sullapertura della citt al suo territorio e sulluso dei suoi terminali urbani e dello spazio pubblico interno non solo commerciale ... . Per tutti questi e altri elementi si rimanda al documento citato. In attesa di rendere conto degli sviluppi di questo processo anche oltre i suoi caratteri specifici, che per indicano in generale come linterazione sociale possa produrre e necessitare scenari di unaltra Milano. Che implicano pi competenze dei gestori dellamministrazione, ma che non possono disgiungersi da un trattamento coeso: non perdendo quindi il senso della direzione di marcia, influenzando e rideterminando grandi questioni trasversali come la gestione urbanistica, il progetto Expo (che pu ridefinirsi sui temi e progetti qui proposti del cambiare il nutrire Milano per cambiare il nutrire il mondo), la ristorazione scolastica e leducazione al cibo. Eppure questa potenzialit della cittadinanza attiva nasce dalla concretezza del fare progetto sociale ed in grado di tradursi in proposte e pratiche essenziali, com richiesto, ma dense di significato condiviso.
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Formigoni da presidente del Consiglio. La Milano laica nelle mani di un movimento integrista e settario, politicamente legato a Berlusconi? Donde le diffidenze, per usare un eufemismo. Ma proprio uno sguardo laico, che la sinistra rivendica quale proprio carattere distintivo, richiede un vaglio non pigro e pregiudiziale delle storie intellettuali delle persone. Angelo Scola ha fatto parte del cerchio magico si direbbe oggi di Don Giussani nei primi anni 70, insieme a Rocco Buttiglione, a Sante Bagnoli fondatore con altri della Jaca Book a Robi Ronza e altri.... Si trattava di un gruppo di intellettuali, che attraverso lIstituto di Studi per la Transizione (ISTRA) diretto da Angelo Scola si sforzava di elaborare una sorta di terza via tra il movimento del 68, ormai frammentato in gruppi extraparlamentari, tra cui anche le sigle del nascente partito armato, e il pensiero liberalborghese e democristiano. La transizione era, obbiettivamente, una categoria pi vicino alla sinistra. In quegli anni la Jaca Book pubblicava testi rivoluzionari, comprese le opere dellindimenticato Grande Leader Kim Il Sung, fondatore del feroce comunismo coreano. Questo gruppo di intellettuali sar spazzato via da don Giussani stesso, che temeva la costituzione di un gruppo dirigente di avanguardie illuminate e una deriva politico-rivoluzionaria del suo movimento carismatico. Nel 1975 sar fondato Movimento Popolare, che otterr immediatamente cinque eletti al Comune di Milano e che diventer quasi subito una corrente filo-andreottiana nella DC. Come spesso accade nella storia delle organizzazioni carismatiche, il Capo ogni tanto rovescia il tavolo per preservare la purezza del movimento. Vennero pertanto avanti nuovi uomini, quelli che adesso diri-
gono CL, la Compagnia delle Opere e la rappresentanza politica nel PDL. A quel punto Angelo Scola, traumaticamente ripudiato dal padre, avvi un sofferente e solitario percorso personale allinterno delle istituzioni ecclesiastiche fino allultimo traguardo della Diocesi di Milano. Alle tappe di questo lungo itinerario appartiene anche la partecipazione nel 1972 alla fondazione della Rivista Communio, di cui cervelli teologici erano Henri de Lubac, Hans Urs von Balthasar, Joseph Ratzinger e altri. Dopo il Concilio Vaticano II la riflessione teologica si era divisa secondo linee non semplicisticamente riconducibili a conservatori e progressisti quanto piuttosto a radicali la rivista Concilium, in cui campeggiavano Hans Kueng e vari teologi della liberazione e moderati. Tra i quali per si contavano De Lubac e Danilou, leader intellettuali certamente non moderati della Nouvelle teologie, e lo stesso Ratzinger, consulente di quel Cardinale Frings, che aveva guidato lala pi innovatrice del Concilio Vaticano II. In questi anni Angelo Scola ha scritto, elaborato, parlato molto. La Rivista semestrale Oasis fondata dal cardinale ne riporta tutta lelaborazione pubblica pi recente. Baster sfogliare gli ultimi due numeri quello del luglio 2011 dedicato al Medio-Oriente - per rendersi conto della ricca elaborazione intellettuale sui temi decisivi del pluralismo, dellimmigrazione, della vita buona, delleducazione, del ruolo pubblico delle religioni. E con questa elaborazione impegnativa che la Milano laica e di sinistra dovr fare i conti oltre i facili slogan e i pregiudizi. Anche CL, movimento religioso ed ecclesiale, che nellultima campagna elettorale ha assunto, per esempio, posizioni contrarie alla isti-
tuzione di luoghi di preghiera ufficiali per i mussulmani, quasi che il diritto di pregare non fosse, appunto, un diritto umano fondamentale. La presenza di Angelo Scola a Milano una sfida alta per tutti. Quanto ai suoi rapporti con Ratzinger, si tratta solo di porre attenzione alle posizioni sostenute da Benedetto XVI, non tanto in campo strettamente teologico, quanto in quello della filosofia pubblica, che per esempio nel corso del recente viaggio in Germania ha riproposto discorsi gi elaborati ancora da cardinale sulle patologie della ragione e su quelle della religione, sui fondamenti religiosi del pensiero laico in Europa, su Gerusalemme, Atene e Roma quali capitali intellettuali e radici dellEuropa. Benedetto XVI ha chiesto alla Chiesa di staccarsi da interessi materiali e politici per essere pi libera di servire lumanit. Persino il capo della CEI, Cardinale Bagnasco, ne ha dovuto prendere atto. Non credo che Ratzinger sia un cattivo maestro di Scola, arcivescovo di Milano. Tutto facile, dunque? Non credo neppure a questo. Ma se la posta in gioco , qui a Milano come in Italia, quella del rinnovamento della societ civile, frammentata in corporazioni e interessi privati, che la politica attuale rispecchia perfettamente, se letica pubblica non consiste nellindignarsi contro altri e battere il mea culpa sul petto altrui, ma definire un Bene comune e assumersi responsabilit personali... se questo il campo di battaglia, allora certo che Ratzinger e Scola non sono un avversario, sono una risorsa spirituale e intellettuale preziosa per la societ civile e per la politica milanese e italiana. Nella concezione pluralistica della societ essi rappresentano una voce al pari di ogni altra. E di qui che parte lelaborazione del Bene comune.
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cordo di Programma per il controllo dellinnalzamento della falda nellarea milanese stipulato tra Regione Lombardia, Comune di Milano, Provincia di Milano, Autorit di Bacino del Fiume Po e Magistrato per il Po - il modello matematico della falda milanese che, appositamente messo a punto su unarea molto pi ampia (quasi cinque volte) di quella del comune di Milano e appositamente tarato, in grado di bene interpretare le situazioni in corso e di simulare diversi scenari. Numerose simulazioni, organizzate in schede standardizzate, hanno permesso di evidenziare anche graficamente gli effetti dei differenti scenari presi in esame, fornendo quantificazioni oggettive degli effetti indotti dagli interventi sul regime idrodinamico degli acquiferi milanesi. Questo modello di flusso si confermato un ottimo strumento di ana-
lisi del comportamento idrodinamico della risorsa idrica superficiale e sotterranea, e un potente mezzo di raccolta e organizzazione dei dati finalizzato allinterpretazione e simulazione dei complessi fenomeni di deflusso e interscambio di volumi idrici che si verificano allinterno del sistema oggetto di studio. Si ricorda che lacquifero sotterraneo milanese, pur essendo unitario, di fatto articolato su pi livelli di falda grazie alla presenza di strati di terreno poco permeabili che ostacolano, in gran parte, la diffusione degli inquinanti negli strati inferiori. Dal 2010 in corso lo sviluppo di un modello matematico per valutare il trasporto degli inquinanti in falda. Questo modello di trasporto, basato anchesso sul codice di calcolo MIKE SHE del DHI Water Environment Health - utilizza i risultati del modello di flusso messo a punto
nel 2008 e rappresenta un altro strumento basilare di supporto alle decisioni per tutti gli interventi a difesa della risorsa idrica presente nel sottosuolo. Le simulazioni sono state focalizzate sul fenomeno di inquinamento da nitrati, per il quale sono disponibili dati di monitoraggio sufficientemente distribuiti nello spazio e nel tempo e stime attendibili sullentit e distribuzione delle fonti di inquinamento. Dato che lapproccio modellistico non applicabile per i contaminanti legati a fonti concentrate, per questi casi sono stati eseguiti appositi studi per la valutazione degli scenari attesi sul territorio milanese, basati sulla valutazione dei trend di concentrazione recenti (2003-2010) e sulle stime previsionali a breve termine (periodo 2011-2014).
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sua gravit. Offrendo finalmente anche nel panorama nazionale un laboratorio politico civico di visibile eccellenza ed efficienza. Milano pu
finalmente avere ci che aspetta dai tempi della Commissione Smuraglia (Pillitteri sindaco, ventanni fa). Buon lavoro congiunto (e sar tan-
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dellanarchia che avviliscono lattuale arredo degli spazi urbani. Avere allinterno della citt pochi tipi di arredo, coordinati e unificati; pochi modelli simili, tutti nati da una medesimo disegno progettuale, sarebbe un segno non di monotonia, come erroneamente viene creduto, ma un indice di ordine, di pulizia, di chiarezza. Quanto detto per le uscite dai parcheggi vale anche per lampioni, panchine, insegne stradali, cestini di rifiuti; e per tutti gli oggetti che si moltiplicano nella citt, sempre pi scadenti e sempre meno unificati. Oggi il compito di promuovere e dirigere lestetica dellarredo urbano non affidato a nessun organo comunale; a nessun responsabile ultimo dellaspetto visibile che si vuole dare allambiente in cui viviamo. Suggeriamo alla nuova Amministrazione di affrontare il problema con determinazione e urgenza: non un problema di importanza secondaria.
fontana (Foto 1) si vedono coincidere razionalit pratica e valore estetico: la gronda della copertura molto sporgente ha una precisa funzione pratica: offrire una zona dombra a chi fermo ad attingere lacqua. E ha un chiaro valore estetico: chiudere con un maestoso cappello laereo portico sottostante. Le sottili colonne in granito hanno una funzione pratica: non ostacolare chi entra ed esce dal portico; e hanno un valore estetico: contrapporre un esile sostegno alla pesante calotta sostenuta dagli archi. Lottuso scatolone di vetro alluscita dal parcheggio di Piazza Meda (Foto 2) non ha n funzione pratica n valore estetico. Non hanno funzione pratica i grandi cristalli bruniti, eccessiva sorgente di luce in una zona di transito affrettato. Non hanno valore estetico le lisce pareti trasparenti, appropriate per vasche di un acquario o per vetrine di un negozio, ma del tutto ingiustificate in un banale locale di passaggio. Nella fontana di Istanbul, le due cornici decorate, rispettivamente sotto la sporgenza di gronda, e al di sopra degli archi del portico, creano una continuit visiva che unifica lintero volume della fontana. Nelluscita dal parcheggio, la debole fascia di metallo che corre alla sommit delle pareti trasparenti non funge da forte chiusura dellintero volume, ma appare soltanto una pleonastica e inutile aggiunta. Nella fontana una elegante cupola, sormontata da una freccia, conclude e abbellisce la copertura; nelluscita dal parcheggio una goffa cassa di ventilazione, in posizione casuale e decentrata, deturpa e avvilisce il tetto del volume.
Le uscite dai parcheggi, e i chioschi dei giornali sono esempi palesemente dissimili per dimensione, profilo, dettagli, materiali; ma tutti simili per una stessa avvilente mancanza di qualit.
Foto 2 Uscita di parcheggio in Piazza Meda a Milano (sec XXI). Il confronto fra questi due elementi di arredo urbano rivela lenorme salto di qualit fra luno e laltro, fra lantica fontana e la moderna uscita dal parcheggio. Nel chiosco della
Foto 5 - Chiosco a Roma E merito della Amministrazione Capitolina sia laver adottato un unico tipo di chiosco, e averlo ripetuto in tutta la citt, sia laver scelto un disegno unificato, semplice e rispettoso della tradizione. via Mascagni
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www.arcipelagomilano.org bile alternativa; ad esempio io vorrei una giunta educata, che abbia come faro la costituzione, che conosca e sappia usare la lingua italiana, in antitesi al pop berlusconiano, istruita, con la volont di dar vita a una citt "politicamente tutta centro", una comunit isonomica abitata da isoi. In soldoni: se un cittadino residente in "Zona 2" paga una banana per andare a prendere il caff in "Zona 1", un cittadino della "Zona 1" deve pagare una banana per andare a prendere un caff in "Zona 2"; qualunque deroga a questa semplice regola crea discriminazione e lede la pari dignit sancita dall'articolo 3 della costituzione. Gli "uguali" sanno che i debiti vanno pagati e le nuove politiche, quelle per dare speranze alle nuove generazioni, hanno un costo e sono disposti a concorrevi in maniera equa, cio tutti daranno un loro contributo secondo le loro possibilit e, visto il sottinteso, il loro quoziente di inquinamento, ma vogliono fruire di una condizione urbana equipollente, in viale Juvara come in via Borgospesso. Accantonando, visto l'emergenza in cui ci troviamo, la mia assoluta riservatezza e necessit di non comparire, sono disposto a collaborare con tutte le persone che hanno "creduto" in questa Giunta, per mettere insieme le piccole/grandi idee di ognuno e velocemente assemblare una proposta alternativa che metta la citt sulla giusta strada; ma il tempo poco, forse meno.
RUBRICHE MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Domenica alle colonne di San Lorenzo
Domenica scorsa, a Milano, accaduto un fatto straordinario, forse unico nella storia moderna della musica classica. E stato chiamato primo flashmob orchestrale in Italia e le cose sono andate cos. Da qualche giorno girava sul web un annuncio targato Orchestra Carisch Milano (ricordate quella orchestra amatoriale che ha debuttato nel giardino della Villa Reale di via Palestro, poco pi di un anno fa, e di cui abbiamo riparlato in queste note solo poche settimane fa?) che recitava scaricati la parte, studia e presentati al primo raduno libero orchestrale della storia: contribuisci anche tu al risveglio della vita musicale della nostra citt!. Poi continuava non c nessuna limitazione di organico o di bravura e non vogliamo preiscrizioni: chi ha voglia di suonare si presenti in piazza portandosi lo strumento e il leggo, alle sedie pensiamo noi (e se non bastassero avranno diritto di prelazione i violoncelli mentre i ritardatari suoneranno in piedi). Non potevamo non andare a vedere. In programma cera il primo tempo della Prima Sinfonia di Beethoven e il tutto si sarebbe svolto - altro motivo di curiosit - con la partecipazione di Rocco Tanica, lestroso e bravissimo tastierista di Elio e le Storie Tese. Linizio era previsto alle 19, ma gi verso le 17.30 un piccolo camioncino scaricava una sessantina di sedie, rigorosamente impilate e timidamente appoggiate contro il muro della Basilica di San Lorenzo, mentre un paio di organizzatori con maglietta rossa targata Carisch e alcuni spaesati musicisti riconoscibili per gli strumenti che portavano a tracolla o sulle spalle si aggiravano per la piazza con laria inquieta di chi non sa bene cosa accadr. La gente stava alla larga, incuriosita, ma poco a poco si vedevano i gradini che arredano il sagrato riempirsi di persone in palese attesa di un qualche misterioso evento (non un manifesto, n un megafono, tantomeno volantini o altro). Dopo unora la piazza contenuta fra le Colonne e la Basilica si era riempita di gente, le preziosissime sedie (sembravano tante, erano molto meno di quante ne sarebbero servite) erano disposte ordinatamente in cerchio senza che vi fosse una regia a governare spazi e movimenti, gli strumenti di una intera orchestra sinfonica (un po sbilanciata ma non troppo: 22 violini, 9 violoncelli, 2 contrabbassi, ben 18 flauti, 6 oboi, 11 clarinetti, 1 solo fagotto ma 3 corni, 4 trombe e 1 trombone, persino un simulacro di timpano! mancavano solo le viole ) erano usciti dalle loro custodie e gi cominciava il rito della loro intonazione. Intanto il pubblico aumentava, assiepato e addossato ai musicisti, quasi mescolato ai flauti e alle trombe delle ultime file rimasti in gran parte in piedi, mentre il direttore Nicola Kitharatzis - che non lo fa di mestiere ma essendo linventore della serata non poteva tirarsi indietro incoraggiava i pi timidi e i pi perplessi. Lo spettacolo stato straordinario, sembrava di rivedere quel meraviglioso film del 2009, Il Concerto di Radu Mihaileanu, con quella improbabile orchestra raccogliticcia di ex musicisti del Bolshoi in trasferta a Parigi che - al di l di ogni immaginazione ma grazie allorgoglio, alla ritrovata professionalit, e al fascino
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www.arcipelagomilano.org della bella solista - riescono nel miracolo di realizzare una superba interpretazione ed esecuzione del concerto per violino e orchestra di ajkowskij. Lorchestra era dunque composta per la massima parte da gente che non si era mai incontrata prima di allora (in realt meno di un quarto, fra loro, aveva gi partecipato ai pochi concerti dellorchestra amatoriale), con una et compresa fra i venti e gli ottantanni (ma cerano anche due meravigliose violiniste-bambine: Mara di dieci e Sofia di dodici anni, una pi brava e pi seria dellaltra), dai mestieri pi disparati (assistenti sociali, un architetto e un ingegnere, commercianti, insegnanti, un commercialista, una barista, studenti, impiegati), con gli abbigliamenti pi casuali, ma tutti concentratissimi e con laria impegnata di chi sa che sta facendo una cosa importante e che deve dare il meglio di s. So che difficile crederlo, ma posso giurare che solo orecchie molto allenate di attenti musicisti avrebbero potuto registrare qualche sbavatura, qualche nota scappata o un attacco appena anticipato; cose peraltro che accadono nelle migliori orchestre quando non tutto fila liscio. Il ritmo serrato, la brillantezza del suono, la morbidezza del fraseggio, hanno restituito un bellissimo Beethoven, tanto bello che stato giocoforza ripeterlo in un bis trionfale. E alla fine una coda interminabile di presentazioni, abbracci, complimenti, lacrime di commozione e una generale sensazione di benessere, di citt ritrovata, di civilt e civismo riscoperti e attesi. Moltissimi i giovani, sia fra i musicisti che nel pubblico, pi di ottanta dilettanti bravi e generosi, cinque o seicento ascoltatori (forse di pi) incantati ed estasiati, non un vigile, n poliziotti o carabinieri, nessun genere di tensione o segnali di nervosismo, ma una festa semplice, serena, gioiosa, accolta dal quartiere e dalla citt con simpatia e gratitudine come a dire ecco questo che vogliamo, era questo che aspettavamo. Musica per una settimana LOrchestra Verdi, precedendo tutte le altre istituzioni musicali, ci offre il terzo concerto della sua stagione diretto come i precedenti da Zhang Xian - gioved 29, venerd 30 settembre e domenica 2 ottobre con i Lieder dal Corno magico del fanciullo di Mahler e la terza Sinfonia di ajkowskij, la ben nota Polacca in re maggiore opera 29. Per gli amanti della musica contemporanea, domenica 2 ottobre alla Scala primo concerto del Festival di Milano Musica, con la Filarmonica diretta da Roberto Abbado che esegue Requies di Luciano Berio e Schreiben di Helmut Lachenmann per concludere con la quarta Sinfonia, opera 120 in re minore, di Robert Schumann. Un favoloso concerto sar quello che il Museo Diocesano organizza per il decennale della sua fondazione, alla Basilica di SantEustorgio gioved 6 ottobre, con la Filarmonica della Scala diretta da George Prtre che eseguir la Pavane di Ravel, lExultate Jubilate di Mozart (con la soprano Jane Archibald) e la Sinfonia in re minore di Csar Franck. Ma, per chi fosse attratto da questi curiosi eventi dellorchestra amatoriale e del flashmob, annunciamo fin dora che il prossimo appuntamento della Carish nella Chiesa di San Marco venerd 7 ottobre alle 21 ingresso libero con Enrico Dindo direttore e solista nel Concerto in do maggiore per violoncello e orchestra di Haydn e ancora con la Prima Sinfonia di Beethoven.
ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Artemisia Gentileschi. Vita, amori e opere di una primadonna del 600
Artemisia Lomi Gentileschi stata una delle numerose donne pittrici dellarte moderna, ma la sola, forse, ad aver ricevuto successo, notoriet, fama e commissioni importanti in quantit. Ecco perch la mostra Artemisia Gentileschi -Storia di una passione, ospitata a Palazzo Reale e da poco aperta, si propone di ristudiare, approfondire e far conoscere al grande pubblico la pittora e le sue opere, per cercare di slegarla allepisodio celeberrimo di violenza di cui fu vittima. S perch il nome di Artemisia spesso associato a quello stupro da lei subito, appena diciottenne, da parte del collega e amico del padre, Agostino Tassi, che la violent per nove mesi, promettendole in cambio un matrimonio riparatore. Donna coraggiosa, che ebbe il coraggio di ribellarsi e denunciare il Tassi, subendone in cambio un lungo e umiliante processo pubblico, il primo di tal genere di cui ci siano rimasti gli atti scritti. La mostra, quasi una monografica, si propone anche di dare una individualit tutta sua alla giovane pittrice, senza trascurare per gli esordi con il padre, lingombrante e severo Orazio Gentileschi, amico di Caravaggio e iniziatore della figlia verso quel gusto caravaggesco che tanto fu di moda; o senza tralasciare lo zio, fratello di Orazio, Aurelio Lomi, pittore manierista che tanto fece per la nipote. Il percorso si snoda dunque dalla giovanile formazione nella bottega paterna, per una donna pittrice ai tempi non poteva essere altrimenti, per arrivare alle prime opere totalmente autonome e magnifiche, dipinte per il signore di Firenze Cosimo II de Medici. La vita di Artemisia fu rocambolesca e passionale. Dopo il processo a Roma si spost a Firenze con il neo marito Pietro Stiattesi, e fu l che conobbe i primi successi fu la prima donna a essere ammessa allAccademia del Disegno di Firenze- e un grande, vero amore, Francesco Maria Maringhi, nobile fiorentino con cui avr una relazione che durer per tutta la loro vita. Dati, questi, che si sono recuperati solo in tempi recentissimi grazie a uno straordinario carteggio autografo di Artemisia, del marito e dellamante. E proprio le lettere sono state un punto di partenza importante per nuove attribuzioni, scoperte e ipotesi su dipinti prima nel limbo delle incertezze. In mostra ci sono quasi tutte le opere pi famose di Artemisia (peccato per un paio di prestiti importanti che non sono arrivati): le due cruente e violentissime Giuditte che decapitano Oloferne, da Napoli e dagli Uffizi, lette cos spesso in chiave autobiografica (Artemisia-Giuditta che decapita in un tripudio di sangue Oloferne/Agostino Tassi); le sensuali Maddalene penitenti; eroine bibliche come Ester, Giaele, Betsabea e Susanna; miti senza tempo come Cleopatra e Danae, varie Allegorie e Vergini con Bambino. Ma Artemisia fu famosa anche per i suoi ritratti, di
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www.arcipelagomilano.org cui pochi esempi ci sono rimasti, come il Ritratto di gonfaloniere o il Ritratto di Antoine de Ville, cos come per i suoi autoritratti. Le fonti ce la raccontano come donna bellissima e sensuale, pienamente consapevole del suo fascino e del suo ruolo, che amava dipingersi allo specchio e regalare queste opere ai suoi ammiratori. Cos la mostra si snoda tra Firenze, da cui i coniugi Stiattesi scappano coperti dai debiti, per arrivare a Roma, Venezia, Napoli e perfino in Inghilterra, dove la volle il re Carlo I. Una vita ricca di passioni, appunto, come lamore per la figlia Palmira, che diverr anchessa pittrice e valido aiuto nella bottega materna che Artemisia aprir a Napoli fin dagli anni Trenta del Seicento, ricca di giovani promettenti pittori come Bernardo Cavallino. Una vita ricca anche di conoscenze e amicizie importanti: ventennale il rapporto epistolare con Galileo Galilei, conosciuto a Firenze, con Michelangelo il Giovane, pronipote del genio fiorentino, e anche con una serie di nobili e committenti per cui dipinse le sue opere pi celebri: Antonio Ruffo, Cassiano dal Pozzo, i cardinali Barberini e larcivescovo di Pozzuoli, per il quale fece tre enormi tele per adornare la nuova cattedrale nel 1637, la sua prima vera commissione pubblica. Insomma una donna, una madre e unartista straordinaria, finalmente messa in luce in tutta la sua grandezza, inquadrata certo nellalveo del padre Orazio e di quel caravaggismo che la resa tanto famosa, ma vista anche come pittrice camaleontica e dallinventiva straordinaria, capace di riproporre uno stesso soggetto con mille varianti, secondo quella varietas e originalit per cui fu, giustamente, cos ricercata. Artemisia Gentileschi. Storia di una passione - Fino al 29 gennaio Palazzo Reale. Orari: 9.30-19.30; lun. 14.30-19.30; gio. e sab. 9.3022.30. Intero: 9,00. Ridotto: 7,50
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piccioni imbalsamati e collocati sui solai, le travi e gli impianti del Padiglione centrale della Biennale. In realt lidea tanto nuova non visto che riprende uninstallazione del 1997, Tourists, gi esposta nella Biennale di quellanno, curata da Germano Celant, e che consisteva in duecento colombi imbalsamati. Alcuni dei quali, bene dirlo, sono stati poi battuti allasta da Christies per lincredibile somma di 150 mila sterline. Insomma altri piccioni tassidermizzati appollaiati su travi. Questo ha comportato una inevitabile protesta da parte degli animalisti, che hanno manifestato con slogan e cartelli allingresso dei Giardini. Certo Cattelan non nuovo alluso di animali nelle sue opere, come fece nel 1996 per La ballata di Trotskij, in cui appese un cavallo imbalsamato a uno dei soffitti del Castello di Rivoli (stima: due milioni di dollari), oppure un altro cavallo, sempre imbalsamato, trafitto da un cartello con la scritta INRI, esposto nel 2009 alla Tate Modern di Londra; la statua animale dei quattro musicanti di Brema, o ancora lirriverente regalo alla Facolt di Sociologia dell'Universit di
Trento in occasione del conferimento della laurea honoris causa: un asino impagliato dal titolo Un asino tra i dottori. Ultimo ma non meno crudele, il topolino incastrato in una bottiglia di vodka Absolut per uno degli eventi legati alla Biennale del 2003 organizzato proprio dal marchio Absolut. Magra consolazione far notare che i piccioni non sono stati imbalsamati appositamente per levento e che, in realt, nel 2007, per la giornata dell'arte contemporanea promossa da Amaci (Associazione dei musei d'arte contemporanea italiani) Cattelan aveva realizzato un canguro nascosto dietro un albero dal quale spuntavano solo le orecchie dell'animale, un lavoro eseguito con il sostegno del Wwf stesso. Quattrocento di questi piccioni andranno poi alla mia retrospettiva al Guggenheim di New York che aprir il 4 novembre. Confermo che quello sar il mio ultimo impegno prima di lasciare il mondo dellarte. Cos si giustifica Cattelan, sostenendo ancora una volta che il suo ritiro dal mondo dellarte davvero imminente. Verit o strategia? Sarebbe in ogni caso un ritiro parziale, perch
lobiettivo di Cattelan occuparsi sempre di arte, ma in modo collaterale, attraverso la sua nuova rivista Toilet Paper. Come annunciato mi ritiro a occuparmi della mia rivista Toilet Paper, anzi ne far anche altre. Per lappunto. Questa nuova impresa editoriale, diretta e curata insieme allamico e fotografo Pierpaolo Ferrari, presentato nello spazio milanese Le Dictateur, una rivista fotografica, una sorta di moderno giornale dada-surrealista (abbondano occhi, nasi e dita mozzate), dedicata solo alle immagini, niente spiegazioni, che accosta fotografie diverse e un tantino scioccanti, per permettere allo spettatore pindarici voli interpretativi e suggestivi. Limportante, suggeriscono gli autori, la sequenza con cui le foto sono proposte. Insomma il solito, irriverente e autoreferenziale Cattelan. 54. Esposizione Internazionale darte Biennale di Venezia, Giardini e Arsenale dal 4 giugno al 27 novembre, Orari: 10 18 chiuso il luned. Costi: 6 per ciascuna sede, 10 per entrambe le sedi
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CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org La pelle che abito
di Pedro Almodovar [Spagna, 2011, 120] con Antonio Banderas, Elena Anaya, Marisa Paredes, Isabel Blanco, Bianca Suarez
Vera Cruz (Elena Anaya) abita una pelle che non la sua. la vittima degli esperimenti del noto chirurgo Robert Ledgard (Antonio Banderas) che la tiene segregata in una stanza asettica della sua villa-fortezza. Il medico opera su di lei qualunque tipo di esperimento pur di rendere inattaccabile Gal, la pelle perfetta resistente a qualsiasi fattore esterno. Questo accanimento serve al medico a espiare le colpe per la morte della moglie. Lo spettatore chiuso con Vera in quella piccola gabbia asettica. Nulla trapela dall'imperturbabile viso del chirurgo se non la compiacenza di fronte a ci che lui reputa una vera e propria opera d'arte. Il suicidio della figlia di Ledgard porta il chirurgo all'estremo della sua follia mostrandoci la pi sadica delle vendette. Almodovar ha studiato perfettamente lo schema della narrazione. I flashback iniziano nel momento in cui crediamo di afferrare la verit. Ci accorgiamo rapidamente di averne davanti agli occhi solo lo strato pi superficiale. L'universo di Almodovar, si sa, ruota attorno alla figura femminile. un segno distintivo delle sue pellicole che unisce La pelle che abito al resto della sua filmografia. Ogni azione del cinico e imperturbabile chirurgo la reazione a un evento accaduto alle donne che lo circondano. Chi ha visto Donne sull'orlo di una crisi di nervi, Tutto su mia madre, Volver fa una naturale fatica a riconoscere Almodovar dietro la macchina da presa. Il regista spagnolo ha cambiato sicuramente pelle. Non ci si pu che affidare al tempo per capire se ha scelto di cucirsela definitivamente o solo un travestimento. Marco Santarpia In sala a Milano: Apollo, UCI Cinemas Bicocca, Plinius, Ducale, Gloria Multisala, Colosseo, Arcobaleno.
Habemus Papam
di Nanni Moretti [Italia/Francia, 2011, 104'] con: Michel Piccoli, Nanni Moretti, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Margherita Buy
Un balcone vuoto. questa l'immagine pi forte di Habemus Papam [Italia/Francia, 2011, 104'] di Nanni Moretti. Perch non si tratta di un balcone qualunque, ma quello da cui sempre si affaccia il Papa in Piazza S. Pietro. Sempre, ma non nel film di Moretti; il regista lo mostra vuoto, usando il cinema per disegnare un mondo che ancora non abbiamo visto e, forse, ancora non siamo pronti a vedere. Tutto inizia nei pensieri dei cardinali chiusi nel conclave per eleggere il nuovo pontefice: non io Signore, implorano sentendosi inadeguati. La preghiera silenziosa, intima, ma di nuovo il cinema che si insinua nelle loro teste e rende i bisbigli gridati. In quel dietro le quinte dove per tradizione lo sguardo umano impedito, ci siamo anche noi. Partecipiamo al timore dei cardinali di non essere all'altezza di una tale responsabilit. Sar il Cardinale Melville (Michel Piccoli) il prescelto. Fumata bianca. Habemus Papam gridano dalla Piazza. Ma Melville attonito, impotente davanti al peso della leadership: non riesco a condurre, ma ho bisogno di essere condotto, dice pressappoco. Per aiutarlo viene portato in Vaticano il miglior psicoanalista (Nanni Moretti), ma il neoeletto Papa fugge da quelle mura e si perde per Roma. Da qui il paradosso: uno scienziato imprigionato in Vaticano tra centinaia di cardinali, e il Pontefice smarrito tra le strade di Roma. Una commedia e una tragedia, ecco la grande forza di Habemus Papam: si ride e si piange. Sorridiamo assistendo alla partita a scopa tra i cardinali, o al torneo di pallavolo organizzato dallo psicoanalista. Ci commuoviamo guardando alla crisi umana che colpisce l'uomo di chiesa: ma non si pu fare che io scompaia?, chiede teneramente Melville. La sua non una crisi di fede, ma la debolezza di un uomo che si sente piccolo davanti al ruolo che deve ricoprire. Un uomo, prima di tutto. Moretti usa il Papa come un simbolo, ma potrebbe essere un politico, un professore, un genitore. Chiunque debba rivestire una carica giudicata al di l delle proprie possibilit. In giovent voleva fare l'attore il Papa di Moretti, ma il palco sul quale dovrebbe salire adesso troppo solenne; il pubblico eccessivamente vasto e pretenzioso. Con umilt, allora, decide di scappare da quella messa in scena. Sale sul balcone fino a quel momento rimasto vuoto solamente per l'ultima rappresentazione, dopodich il suo spettacolo finisce. Paolo Schipani In sala: Cinema Gnomo
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