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numero 33 anno III - 28 settembre 2011

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L.B.G. MILANO. OPPOSIZIONE, UN VUOTO A PERDERE Marco Garzonio LA MILANO DI SCOLA, TERRA DI MISSIONE Simone Viola FORMIGONI CADE: DOV LA NUOVA SINISTRA? Emilio Vimercati MILANO. OCNSUMO DI SUOLO: ECCO I NUMERI Ilaria Li Vigni LO STALKING E IL CORTEGGIATORE INCOMPETENTE Giorgio Ferraresi CITTADINI ATTIVI E NUOVO COMUNE: IL PARCO SUD A KM ZERO Giovanni Cominelli ANGELO SCOLA CL E LA SFIDA MILANESE Fabio Marelli ACQUA DI FALDA: PROBLMA O RISORSA? Cristina Simonini HABEMUS CONSULTA ANTIMAFIA Jacopo Gardella CHIOSCHI, ORDIEN E DISCIPLINA VIDEO VALERIO ONIDA: UN COMUNE CACCIATORE DI TESTE MILANO COLONNE DI SAN LORENZO IL PRIMO FLASHMOB ORCHESTRALE LA NOSTRA MUSICA Nathalie Cardone canta Comandante Che Guevara Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org

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MILANO. OPPOSIZIONE, UN VUOTO A PERDERE Luca Beltrami Gadola


Nello scorso editoriale ho criticato gli stupiti del centesimo giorno, quelli che guardando alla Giunta e al sindaco vi trovano lentezze, incertezze e scarsa tempestivit nel dar corso a quanto indicato col programma elettorale. Quel che ne penso lho gi detto. Ora vorrei raccomandare agli attenti osservatori dei lavori del Consiglio comunale, ovunque voi siate, di spostare lo sguardo dalla maggioranza allopposizione. Che cosa ha fatto sino ad ora? Linizio stato scoppiettante e non dimentichiamo le roventi parole del capogruppo Pdl, Carlo Masseroli, che sulla vicenda Expo ha ricordato alla maggioranza di non aveva fatto altro che proseguire sul cammino tracciato da chi laveva preceduta. Non gli nemmeno venuto in mente che sarebbe stato impossibile fare altro, perch una volta che le uova sono rotte e in padella, quel che si pu solo fare cucinare al meglio la frittata. In una momento in cui tutto il Paese vive angosciosamente il discredito internazionale, la rinuncia allExpo, anche se saggia e comprensibile, avrebbe aggravato la situazione soprattutto perch, vista da fuori e da lontano da parte di chi non conosce il torbido della vicenda, sarebbe risultata una decisione incomprensibile. La stessa irruenza labbiamo vista a proposito del PGT, linno alla libert secondo Masseroli: parole, parole, parole. Il buon senso degli operatori emerso in questi giorni fa giustizia di quella dissennatezza e della pervicace volont di non ascoltare la citt, quella vera non un fantasma di comodo. A mano a mano che le settimane passano gli argomenti dellopposizione simmiseriscono fino ad arrivare allultima polemica sulle auto di servizio ed essere platealmente smentiti dai fatti. Per il futuro non c molto da sperare. A questo punto il problema non pi dellopposizione ma della maggioranza: si pu governare con una simile opposizione? Intendo dire: se manca un contradditorio vero, sui problemi veri, un contradditorio che impedisca i possibili sbandamenti, un contradditorio che veda in campo lintelligenza e il sapere, possibile governare? Non lo so ma, affezionato come sono ai ruoli istituzionali e al loro vigore, ho paura di no. O meglio richiede una sorta di autocontrollo che non sarebbe consueto nella politica italiana e milanese ma che forse non estraneo a una Giunta e a un Consiglio che vede molti neofiti della politica probabilmente indenni da vecchi vizi. Viene spontanea a questo punto unaltra considerazione. Normalmente nella alternanza di governo, chi passa allopposizione, meglio la fa se ha alle spalle un suo modo di governare sorretto da una visione completa e organica e un progetto da realizzare e che stava realizzando. Questo non un patrimonio che la passata maggioranza ha mai avuto perch il suo collante era, come per il governo Berlusconi, occupare il potere, fare affari e godere di tutti i privilegi al potere legati e, soprattutto per il passato sindaco, soddisfare la propria sconfinata ambizione. Beati dunque quelli che hanno unopposizione vera. Milano non lo pu dire. Ecco un altro lascito velenoso dellera Moratti.

LA MILANO DI SCOLA, "TERRA DI MISSIONE" Marco Garzonio


A far previsioni su cosa avrebbe voluto dire per Milano un arcivescovo che proveniva dalle fila di Cl, i pi avevano forse in mente gli exploit attuali del movimento, tra forte presenza di suoi autorevoli esponenti nel centro-destra, scelte anche spregiudicate in difesa di un potere consolidato in molti settori, contiguit con le iniziative economiche della Compagnia delle Opere. In realt Angelo Scola ha spiazzato un po' tutti e scompaginato gli schemi dello stesso universo ciellino. Nei riti d'ingresso in Duomo ha dato atto alla genialit di don Giussani. Ma al don Giussani delle origini, di Giovent Studentesca, al sacerdote che nella seconda met degli Anni Cinquanta infiammava i giovani appellandosi al "senso religioso della vita". Guarda caso, un'espressione cara a Montini, l'arcivescovo di allora, posta tra le basi di un'iniziativa straordinaria all'epoca: la "missione di Milano", annunciata nel '56 per aprire la Chiesa ambrosiana "ai lontani", come si diceva allora, alle forze sociali, agli intellettuali, ai preti che non se la passavano bene tra severit del Sant'Uffizio e arroccamenti di papa Pacelli. Scola si riallaccia direttamente agli anni della "ricostruzione", che tante speranze accesero in Italia (alleanza cattolici e socialisti), nel mondo (liberazione dei popoli dal colonialismo), nella Chiesa (l'annuncio del Concilio). L'erede attuale della cattedra di Ambrogio, come il predecessore Montini, proclama Milano "terra di missione". Il che vuol dire se si superano i mal di pancia che possono venire dall'evocazione di quel sostantivo - avere un'idea disincantata del mondo in crisi di valori (non solo quelli alti, della fede in Dio, ma anche civili, della convivenza) e delle incapacit della stessa Chiesa istituzione a rendersi credibile se si trincera dietro analisi di tipo sociologico, se si piange addosso e si lamenta della scristianizzazione o se addirittura non supera "ogni tentazione di adattamento alla mentalit di questo mondo". La meta per Scola costruire una "citt giusta", che comporta "la condivisione magnanima e perci equilibrata delle fragilit, delle forme di emarginazione, del travaglio dell'immigrazione". Insomma, senza tirare il cardinale per la tonaca, si profila un modello di Milano pi vicino alle esigenze emerse dall'insoddisfazione maturata negli anni, alla mobilitazione dei giovani, della rete, del popolo arancione che ha portato al cambio di guardia a Palazzo Marino, che non al modello di "citt condominio", dove ciascuno fa per s e chi alza la voce (a cominciare dalla Lega) condiziona indirizzi e scelte operative. Non sorprende in tale logica di "decisa assunzione degli obblighi sociali" da parte di ciascuno, strettamente unita a "Ges centro del cosmo e della storia", che da Scola venga ora un compiaciuto apprezzamento per "la democrazia sostanziale che nasce dal basso". Una concezione della cittadinanza e del suo modo di organizzarsi, di espri-

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mersi, di assumersi responsabilit condivise lontana da quell'indistinta volont popolare che verrebbe addirittura prima del Capo dello Stato (come dice certa polemica leghista) o che giustificherebbe ogni e qualunque atto di governo rendendo chi comanda princeps legibus solutus (presunta verit che il berlusconismo ha cercato di far passare in ogni modo). Certo, siccome il vescovo anche uomo di governo, tocca aspettare le scelte concrete, di uomini e di iniziative, i gesti operativi e simbolici, in coerenza con gli apprezzabili attestati dati in Duomo "alla societ plurale", al valore rappresentato da "uno stile di democrazia", di cui Milano esempio per tradizione; citt, per dirla con Scola, "metropoli illuminata, operosa e ospitale". Comunque la scossa il nuovo arcivescovo sembra averla data. A Milano, e di qui a un Paese incartato e che vola

ormai drammaticamente basso, ma anche alla Chiesa. S perch Oltretevere giace nei meandri delle congregazioni vaticane il processo di beatificazione di quel Montini con gli occhi del quale Scola vede Milano, ma anche il Concilio che Paolo VI eredit da Giovanni XXIII e condusse laboriosamente in porto. Un Montini che sembra rimosso dalla Chiesa istituzione come se Roma avesse paura di indicarlo come esempio ai fedeli e di scoprirne l'attualit, di uscire allo scoperto e di giocarsi quindi in quell'opera di missione, che per Scola, s' visto, andare incontro al mondo e nel confronto aperto con esso, nella condivisione della condizione umana e dei bisogni di tutti, "far trasparire Cristo luce delle genti", il Cristo sempre secondo il nuovo arcivescovo che cita il Concilio - delle beatitudini evangeliche: poveri, operatori di pace, assetati di giustizia.

Rispetto a una Chiesa che rivela autosufficienza, Scola riprende il motto "Dio ha bisogno degli uomini", che fu il titolo di un film cult nei cineforum cattolici degli Anni Cinquanta, quando il futuro cardinale di Milano si formava e tanti giovani incominciavano a sperare nel futuro, fossero sotto la bandiera di don Giussani o di altri movimenti, ma tutti uniti da un sogno: un'Italia migliore, in cui ciascuno potesse contare e concorrere alla determinazione dei destini comuni. Un Paese che non certo quello di oggi, ma per edificare il quale, non tutto sembra perduto se ciascuno far la sua parte, cattolici e laici, spes contra spem. Ripartire dagli anni dei sogni (perch tale fu il passaggio tra gli Anni '50 e '60) e capire i reali motivi dei successivi tradimenti una provocazione. Scola chiama Milano. Cosa risponde Milano?

FORMIGONI CADE: DOV LA NUOVA SINISTRA? Simona Viola


Con una decisione davvero inattesa vista la cupezza del tempo presente - il Consiglio di Stato (V sezione, decisione n. 5345/11, Presidente Baccarini, estensore Saltelli) ha accolto lappello dei radicali contro la abnorme decisione con cui il Tar Lombardia aveva pervicacemente rifiutato di occuparsi delle firme false a sostegno della candidatura di Roberto Formigoni a Governatore della Lombardia. Si legge nella sentenza che sarebbe bastata una serena lettura degli atti di giudizio per avvedersi non solo della ammissibilit delliniziativa giudiziaria di Marco Cappato (che come si ricorder aveva contestato dapprima lirregolarit delle autenticazioni delle firme, salvo scoprirne addirittura la falsificazione in un momento successivo) ma anche della fondatezza delle sue accuse. Il giudice amministrativo di appello fa addirittura un passo in pi: non solo afferma che la denuncia sulla falsit delle firme avrebbe dovuto essere esaminata e positivamente accolta dal Tar, ma lamenta di non poter purtroppo immediatamente e direttamente disporre la necessaria perizia sulle firme, dovendo invece alla luce dellattuale ordinamento attendere la decisione del Giudice Civile, il solo a poter conoscere delle cos dette questioni di falso. Per questa ragione il Consiglio di Stato si rimette alla imminente decisione con cui la Corte Costituzionale (la discussione fissata per il prossimo 4 ottobre) decider se laccertamento della falsit di documenti nei processi elettorali debba restare prerogativa dei Tribunali Civili - con una lentezza incompatibile con la celerit del processo elettorale - oppure possa essere rapidamente svolta dai Tar, in modo che laccertamento di inquinamenti elettorali si possa tradurre, nel pi breve tempo possibile, anche nellannullamento delle elezioni e cos da dar corpo al principio della effettivit (cio della concreta possibilit di raggiungere i suoi obiettivi) della tutela richiesta da chi invoca giustizia. E auspicabile che la Corte Costituzionale rimuova lattuale rigidit del sistema di competenze e attribuisca - come logico che sia - al giudice del procedimento elettorale tutti gli strumenti necessari a svolgere in fretta ed efficacemente la sua missione, inclusa la perizia sulla falsit, che appare forse la pi ignobile delle forme di inquinamento delle elezioni e rimuova cos ogni ostacolo al rapido annullamento delle elezioni lombarde (lesito della consulenza sembra infatti scontato, alla luce della perizia di parte gi agli atti del giudizio). Forse proprio nella consapevolezza della imminenza potenziale dellannullamento delle elezioni regionali che Roberto Formigoni insiste per le immediate elezioni primarie nel PDL: sicuramente meglio parteciparvi da Governatore che da ex Governatore spodestato e sbugiardato dai Giudici. Ironia della storia, infatti, la sentenza giunge contemporaneamente al suo rinvio a giudizio per diffamazione: scoperta la falsit delle firme Formigoni non trov infatti nulla di meglio che avanzare il sospetto che i moduli fossero stati addirittura contraffatti a bella posta dai radicali. In questo quadro appare sconcertante il silenzio dello schieramento di sinistra che, di fronte a una tale catena di eventi, in un paese normale dovrebbe invocare dimissioni e nuove elezioni: difficile non pensare che limbarazzata afonia del PD dipenda da ingombranti scheletri nell armadio. Questa volta il Consiglio di Stato restituisce dunque onore a una giustizia amministrativa che aveva disatteso i pi elementari sentimenti di giustizia dellelettorato, e dimostra che seppure in grado di appello il nostro sistema giudiziario pu ancora produrre anticorpi democratici alla devastante degenerazione politica che ci corrode. Ma in disparte la meritoria caparbiet dei radicali chi restituir lonore perduto alla politica?

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MILANO. CONSUMO DI SUOLO: ECCO I NUMERI Emilio Vimercati


Non si pu che concordare con quanto si afferma tra laltro al punto 1.6 del Documento di Piano dellemanando Piano di Governo del Territorio, PGT: Milano una citt, pertanto, che non si pu permettere di consumare ancora suolo.... e di seguito: Il suolo una risorsa limitata e per questo preziosissima. Ogni giorno ci si imbatte in articoli di giornali, trasmissioni televisive, manifestazioni di cittadini, che avvertono della necessit di preservare il suolo, bene non riproducibile, mentre viceversa prosegue il suo consumo dallabbattimento delle foreste tropicali allincessante dilatarsi delle metropoli e si ha limpressione che le amministrazioni pubbliche sfuggano al tema e alle implicazioni di questo problema vitale. Pochi dati spiegano la dimensione di questo fenomeno: in Italia si consumano allanno 500 Km2 di suolo e in Lombardia 13 ettari al giorno che ne fanno la Regione pi antropizzata. Negli ultimi dieci anni Milano ha fatto la sua parte aggredendo numerose aree a prato, nude, vergini, procedendo e giustificando la concessione dei permessi di costruire con varie argomentazioni: il vincolo a standard decaduto, compresi i campi gioco degli oratori, lo scopo sociale con il piano casa comunale sulle aree a servizi per 1.673.000 mq, le innumerevoli varianti su aree a verde pubblico e verde agricolo che non vengono pi calcolate ex suolo libero. Alcuni esempi specifici: un milione di mq delle aree Expo, un milione di mq le aree di Cascina Merlata, un milione di mq dei PII Bisceglie, centomila mq per il PL di Cascina Gobba, 250.000 mq allIsola, Garibaldi/Repubblica pi la sede della Regione sul vivaio di Gioia, 35.000 mq le aree del Tiro a Segno per il Consolato Americano. Tutto legittimo, tutto approvato secondo le regole, un insieme di interventi che hanno consumato suolo libero per circa 10 milioni di mq convertendo aree inedificate che sono o verranno coperte da nuove costruzioni con conseguenze sullimpermeabilizzazione del suolo stante peraltro un indice esiguo del rapporto di copertura. Una cifra importante sui 182 ml di mq della citt e che molto di pi del totale delle aree che hanno riguardato la trasformazione delle aree industriali dismesse, circa 7,5 milioni di mq. E nel nuovo PGT sono state messe a disposizione altre aree libere per nuove realizzazioni come ad esempio: 750.000 mq della Piazza dArmi, un milione di mq a Porto di Mare, 300.000 mq al Forlanini, 250.000 mq a Monlu, 300.000 a Cascina Basmetto/Chiesa Rossa, 130.000 mq per larea del Trotto. I proclami contro la distruzione della natura devono trovare concrete risposte. Ovvio che nessuno si sogna di impedire che venga completato un dente mancante o ricomposta una linea sfrangiata. E necessario per rifare i conti perch non chiaro come con queste previsioni di espansione possa aumentare il rapporto mq di verde per abitante come asserisce il PGT con la strana idea che i nuovi piani di intervento su aree libere restituiscono standard vero mentre prima il verde previsto era cartaceo. In verit il risultato quello di ritrovarsi con meno suolo libero e pi verde condominiale. Una intrapresa coraggiosa potrebbe indurre a spostare il Consolato in qualche Caserma e a salvare le aree del Tiro a Segno, aree peraltro decentrate e raggiungibili per lo pi in macchina, oppure almeno a classificare le aree del Trotto come quelle dellIppodromo. Occorre uscire dalla contraddizione del sistema che da una parte reclama la necessit di frenare il consumo di suolo e dallaltra esorta la disponibilit di nuove aree edificabili per lo sviluppo; in questultimo caso spesso si tratta di aree abbandonate di nessun valore che si trasformano in oro. I costruttori si lamentano da sempre, noto, ma lamministrazione deve essere garante dei bisogni collettivi e se ne rimasto libero uno un paletto va messo per frenare il consumo di suolo. E sconcertante che non cresca pi il verde neppure sui campi di calcio e si debba ricorrere al sintetico. Milano una citt piccola come territorio e quasi interamente costruita a fronte di un abnorme consumo di suolo, impoverimento di risorse, pressione ambientale ai limiti. Il territorio divenuto il luogo di creazione della catena del valore ma per la sostenibilit sociale il sistema delle regole, pur nella flessibilit, deve mostrare la consapevolezza che la terra allorigine di ogni risorsa naturale e umana ai fini della riproduzione della vita.

LO STALKING E IL CORTEGGIATORE INCOMPETENTE Ilaria Li Vigni


Inseguimento, molestia e persecuzione possono manifestarsi sotto innumerevoli forme e sono qualcosa di sporadico oppure insistenti manifestazioni di un fenomeno psicologico e sociale conosciuto con il nome di stalking, ma chiamato anche sindrome del molestatore assillante o inseguimento ossessivo. Il termine pi comune, quello di stalking, stato coniato per raffigurare simbolicamente - con un termine in lingua inglese che significa appostarsi- latteggiamento di chi mette in atto molestie assillanti che provocano uno stato di ansia e paura nella persona offesa. n.33 III 28 settembre 2011 Il molestatore assillante manifesta, infatti, un complesso insieme di comportamenti che sono ben racchiusi sinteticamente dallespressione fare la posta che comprende laspettare, linseguire, il raccogliere informazioni sulla vittima e sui suoi movimenti, comportamenti che sono quasi sempre tipici di tutti gli stalkers, di l dalle differenze rilevate di situazione in situazione. molto importante sottolineare altres che lo stalking non un fenomeno omogeneo; pertanto, risulta difficile fare rientrare i molestatori assillanti in una categoria diagnostica precisa o identificare sempre la presenza di una vera e propria patologia psicologica di riferimento. A fare stalking non sono sempre persone con un disturbo mentale e, anche se esistono alcune forme di persecuzione che sono commesse nel contesto di un quadro psicopatologico, questa non una condizione sempre presente nella personalit dei molestatori assillanti. Ci che importante comprendere che dietro a comportamenti di molestia simili possono celarsi motivazioni anche molto differenti tra loro. A questa conclusione si giunti in seguito a studi che hanno esaminato il profilo psicologico di alcuni re4

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sponsabili di tale condotta e, sulla scorta dei quali, gli studiosi psicologi e giuristi - della materia hanno individuato cinque tipologie di autori di stalking, distinti in base ai bisogni e desideri che fanno da motore motivazionale. Una prima tipologia di molestatore insistente stata definita il risentito. Il suo comportamento sospinto dal desiderio di vendicarsi di un danno o di un torto che ritiene di aver subito ed quindi alimentato dalla ricerca di vendetta. Si tratta di una categoria piuttosto pericolosa che pu ledere prima limmagine della persona e poi la persona stessa. La seconda tipologia di stalker stata denominata il bisognoso daffetto, una tipologia che motivata dalla ricerca di una relazione e di attenzioni che possono riguardare lamicizia o lamore. La vittima in genere considerata una persona che si ritiene possa aiutare, attraverso la relazione desiderata, a risolvere la propria mancanza di amore o affetto. Lidea di un rifiuto viene respinta con grande energia, generando pertanto una serie di condotte persecutorie e assillanti. Una terza tipologia di persecutore quella definita il corteggiatore incompetente, che tiene un comportamento alimentato dalla sua scarsa o inesistente competenza relazionale che si traduce in comportamenti opprimenti, espliciti e, quando non riesce a raggiungere i risultati sperati, anche aggressivi e villani. Questo tipo di molestatore generalmente meno resistente nel tempo nel perseguire la persecuzione della stessa vittima, ma tende a riproporre i propri schemi comportamentali cambiando persona da molestare. Esiste poi il respinto, un persecutore che diventa tale in reazione a un rifiuto. in genere un ex compagno/marito che mira a ristabilire la relazione oppure a vendicarsi per labbandono. Spesso oscilla tra i due desideri, manifestando comportamenti estremamente duraturi nel tempo che non si lasciano intimorire dalle reazioni negative manifestate

dalla vittima: la persecuzione, infatti, rappresenta comunque una forma di relazione che rassicura rispetto alla perdita totale, percepita come intollerabile. Infine, stata descritta una categoria di stalker definita il predatore e costituita da un molestatore che ambisce ad avere rapporti fisici con una vittima che pu essere pedinata, inseguita e spaventata. Questo genere di atto persecutorio pu colpire anche bambini ed commesso perlopi da persone con disturbi di vario genere nella sfera sessuale. Molte persone che subiscono molestie assillanti sono donne di unet pi frequentemente compresa tra i 18 e i 24 anni. Tuttavia, alcuni tipi di persecuzioni, quali ad esempio quelle legate al risentimento o alla paura di perdere la relazione che nasce dallessere respinti, sono rivolte principalmente a donne tra i 35 e i 44 anni. Alcuni studi sul fenomeno in esame hanno mostrato dei risultati interessanti che servono a riflettere ulteriormente sulle caratteristiche delle vittime di stalking e sullimportanza della relazione che, spesso solo nella mente del persecutore, sinstaura con tutta la capacit dinfluenza che pu esercitare una relazione reale. A questo proposito si riscontrato che esiste una categoria sociale a rischio di stalking, rappresentata da tutti gli appartenenti alle cosiddette professioni daiuto, ad esempio i medici, gli psicologi e gli avvocati. Ci sembra trovare due spiegazioni: da un lato questi professionisti entrano in contatto con bisogni profondi di aiuto delle persone e possono facilmente divenire vittime di proiezioni di affetti e relazioni interiorizzate; dallaltro le eccessive speranze di alcuni pazienti possono essere tradite dalla quotidianit e dalla complessit professionale. Purtroppo spesso, soprattutto per via di norme giuridiche che limitano gli interventi di prevenzione delle situazioni di emergenza, le condotte di stalking possono essere protratte a lungo con conseguenze psicologiche negative principalmente per la

vittima, ma anche per lautore o terze persone. La vittima, per quanto possa essere breve il periodo in cui viene perseguitata, rischia di conservare a lungo delle vere e proprie ferite psicologiche. Le conseguenze dello stalking infatti, per chi lo subisce, sono spesso diverse e si trascinano per molto tempo cronicizzandosi. In base al tipo di atti subiti e alle emozioni sperimentate, possono determinarsi stati dansia e problemi dinsonnia o incubi, ma anche veri e propri quadri da disturbo post traumatico da stress. Il molestatore assillante agisce compulsivamente e tende a seguire i propri bisogni e a negare la realt, danneggiando progressivamente la propria salute mentale e la qualit della propria vita sociale, in un crescendo ossessivo di solitudine e timore. Dal 2009, lordinamento giuridico italiano ha introdotto lillecito di stalking (atti persecutori) allart. 612 bis del Codice Penale, distinguendo la fattispecie da quella ordinaria di molestie e minacce, innalzando notevolmente le sanzioni e prevedendo anche la possibilit dellarresto in flagranza di reato. Sono davvero numerosi, dallentrata in vigore della norma, i procedimenti penali instaurati per questa tipologia di condotte nelle varie Procure della Repubblica italiane e molti i processi celebrati davanti ai Tribunali, con la determinazione di sanzioni penali molto severe. Tuttavia, si ritiene che il fenomeno stalking sia strettamente collegato a stili di vita ansiosi, solitari e repressi, tipici della civilt urbana e moderna; necessario, pertanto, per una concreta prevenzione del fenomeno e una tutela vigile delle persone offese, un attento monitoraggio e forme di aiuto sociale (spazi di dialogo nelle grandi citt, consultori, etc) che possano portare alla luce alcune problematiche socio-affettive prima che le stesse travalichino in veri e propri atti persecutori.

CITTADINI ATTIVI E NUOVO COMUNE: PARCO SUD A KM ZERO Giorgio Ferraresi


Dopo i primi 100 giorni del nuovo Comune di Milano appare necessario affrontare un nodo che sembra essere discriminante per la coerenza, efficacia e capacit di comunicazione di senso dellamministrazione della citt: il rapporto con la cittadinanza attiva, cio le relazioni tra politiche di governo e politica di polis. Si deve sottolineare innanzitutto da dove viene il nuovo governo del Comune. stato espresso da una riemergente volont di democrazia e partecipazione che (e questo fondamentale ma non sempre riconosciuto) non stata solo una onda di rivolta ma anche e soprattutto un ritorno in campo

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(nellespressione elettorale) degli attori della cittadinanza attiva che hanno seminato in questi anni buone pratiche diffuse e progetti di valore strategico per la citt: processi e progetti viventi ma osteggiati dalla sordit e dal degrado delle passate politiche istituzionali. Questa presenza attiva ha costruito il programma del sindaco (in particolare attraverso lesperienza di Officina per Pisapia) e ha segnato il DNA del nuovo Comune, assegnandogli un ruolo di liberazione di questa progettualit sociale e di empowerment attraverso politiche pubbliche non pi ostili ma cooperanti. Questo ruolo non prevede una delega alloperare degli eletti ( piuttosto una investitura dei rappresentanti) e comporta ora processi partecipativi / interattivi tra attori sociali e amministratori nella costruzione delle politiche di governo come avvenne nella formazione del programma. Un DNA della Giunta ineludibile, da cui dipendono la vitalit del governo della citt e la sua referenza sociale; che ha determinato anche alcuni caratteri della stessa composizione della giunta (non solo la parit di genere ma anche la netta minoranza tra gli assessori dl politici professionali) e che segna gi la differenza di condivisione sociale tra provvedimenti amministrativi decisi solo nel palazzo (bilancio, i primi provvedimenti durgenza su Expo, politiche delle tariffe) e atti che liquidano centri di potere coperti o strumenti perversi e riaprono il discorso coram populo (stop e riapertura del PGT, le nuove amministrazioni degli enti municipali per bandi pubblici ecc.). Ma la prova in campo si pone dora in avanti sulla costruzione delle politiche strategiche e sullinterazione con gli attori sociali attorno a tali politiche. Per questo appare rilevante tra gli altri un percorso interattivo in corso con il governo della citt proposto da un Tavolo di attori su Sovranit alimentare, Parco sud

e Rapporto citt territorio (GAS, mercati contadini, distretti agricoli di economie solidali, associazione degli agricoltori, AIAB, cascine di Milano e dei produttori nel parco, ricercatori universitari, ecc) sulla base del documento Milano aperta al territorio e nutrita dal suo Parco agricolo: un altro progetto in corso per la citt e il suo contesto. Un percorso rilevante in s ma anche come indirizzo e sperimentazione di un percorso generale oltre il caso, che propone due tematiche fondamentali in relazione reciproca; una di metodo e processo e laltra di merito: - la statuizione dellinterazione con gli attori sociali in forme strutturate e permanenti /ricorrenti - il senso generale, i punti principali e le proposte di azione di un progetto di ampia portata riguardante la sovranit alimentare e gli altri temi presentati da quel tavolo in quel documento e derivati dalla competenza di progetti viventi in corso. Sulla prima di queste due tematiche connesse la proposta emersa essenzialmente quella di riprendere i fili virtuosi dellesperienza di Officina e di riproporli in una sorta di Nuova Officina per lattuazione e lo sviluppo del programma, tradotto in politiche pubbliche; un nuovo istituto della partecipazione che superi i limiti della prima esperienza e affronti nuovi problemi del governare per strategie e dellesprimere il senso delle politiche interagendo con le azioni sociali anche diffuse e locali (nelle e tra le municipalit), creando uninterfaccia con la gestione strategica. Ma sulla tematica di merito questo primo laboratorio sperimentale dellinterazione acquista ancora pi significato perch sulla questione della sovranit alimentare e dei rapporti citt/territorio esprime un quadro tematico multi potente di cui qui si possono citare solo alcuni elementi esemplari:

- la formazione di un nuovo valore territoriale e quindi di una alternativa alla gestione immobiliare della sua trasformazione e del suo consumo - elementi di una neoeconomia primaria che mette in discussione la natura della domanda, della produzione di beni essenziali e delle modalit del loro scambio, in unalleanza tra gli attori del territorio bene comune; unavanguardia per altre economie ecologiche che esprime la razionalit dei mondi di vita e del governo dei cicli ambientali come formazione di altra ricchezza - un mutamento radicale in corso di stili di vita e culture urbane e delle relazioni con il proprio contesto; - scenari e progetti concreti sullapertura della citt al suo territorio e sulluso dei suoi terminali urbani e dello spazio pubblico interno non solo commerciale ... . Per tutti questi e altri elementi si rimanda al documento citato. In attesa di rendere conto degli sviluppi di questo processo anche oltre i suoi caratteri specifici, che per indicano in generale come linterazione sociale possa produrre e necessitare scenari di unaltra Milano. Che implicano pi competenze dei gestori dellamministrazione, ma che non possono disgiungersi da un trattamento coeso: non perdendo quindi il senso della direzione di marcia, influenzando e rideterminando grandi questioni trasversali come la gestione urbanistica, il progetto Expo (che pu ridefinirsi sui temi e progetti qui proposti del cambiare il nutrire Milano per cambiare il nutrire il mondo), la ristorazione scolastica e leducazione al cibo. Eppure questa potenzialit della cittadinanza attiva nasce dalla concretezza del fare progetto sociale ed in grado di tradursi in proposte e pratiche essenziali, com richiesto, ma dense di significato condiviso.

ANGELO SCOLA CL E LA SFIDA MILANESE Giovanni Cominelli


Larrivo del Card. Angelo Scola a Milano suscita qualche ansia nel cosiddetto popolo di sinistra, quello che ha votato massicciamente per Pisapia. Meno, mi pare, nei gruppi dirigenti della sinistra. La ragione della diffidenza risiede nel legame molto stretto che Angelo Scola ha costruito fin dagli anni n.33 III 28 settembre 2011 dellUniversit Cattolica prima con Giovent Studentesca - il movimento promosso da don Luigi Giussani dagli anni 50 nelle scuole milanesi e poi con Comunione e Liberazione, nata nel 1969 sulle ceneri della vecchia Giovent Studentesca, che era passata almeno per i due terzi ai movimenti del 68 cui forn quadri intellettuali - sotto la guida di un prete di GS, don Vanni Padovani. Altrettante e ancor pi preoccupanti liasons dangereuses coltiva il Nostro con Joseph Ratzinger, alias Benedetto XVI. Pare insomma incominciare a realizzarsi quella previsione, che a Milano vede Angelo Scola studiare da Papa e Roberto 6

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Formigoni da presidente del Consiglio. La Milano laica nelle mani di un movimento integrista e settario, politicamente legato a Berlusconi? Donde le diffidenze, per usare un eufemismo. Ma proprio uno sguardo laico, che la sinistra rivendica quale proprio carattere distintivo, richiede un vaglio non pigro e pregiudiziale delle storie intellettuali delle persone. Angelo Scola ha fatto parte del cerchio magico si direbbe oggi di Don Giussani nei primi anni 70, insieme a Rocco Buttiglione, a Sante Bagnoli fondatore con altri della Jaca Book a Robi Ronza e altri.... Si trattava di un gruppo di intellettuali, che attraverso lIstituto di Studi per la Transizione (ISTRA) diretto da Angelo Scola si sforzava di elaborare una sorta di terza via tra il movimento del 68, ormai frammentato in gruppi extraparlamentari, tra cui anche le sigle del nascente partito armato, e il pensiero liberalborghese e democristiano. La transizione era, obbiettivamente, una categoria pi vicino alla sinistra. In quegli anni la Jaca Book pubblicava testi rivoluzionari, comprese le opere dellindimenticato Grande Leader Kim Il Sung, fondatore del feroce comunismo coreano. Questo gruppo di intellettuali sar spazzato via da don Giussani stesso, che temeva la costituzione di un gruppo dirigente di avanguardie illuminate e una deriva politico-rivoluzionaria del suo movimento carismatico. Nel 1975 sar fondato Movimento Popolare, che otterr immediatamente cinque eletti al Comune di Milano e che diventer quasi subito una corrente filo-andreottiana nella DC. Come spesso accade nella storia delle organizzazioni carismatiche, il Capo ogni tanto rovescia il tavolo per preservare la purezza del movimento. Vennero pertanto avanti nuovi uomini, quelli che adesso diri-

gono CL, la Compagnia delle Opere e la rappresentanza politica nel PDL. A quel punto Angelo Scola, traumaticamente ripudiato dal padre, avvi un sofferente e solitario percorso personale allinterno delle istituzioni ecclesiastiche fino allultimo traguardo della Diocesi di Milano. Alle tappe di questo lungo itinerario appartiene anche la partecipazione nel 1972 alla fondazione della Rivista Communio, di cui cervelli teologici erano Henri de Lubac, Hans Urs von Balthasar, Joseph Ratzinger e altri. Dopo il Concilio Vaticano II la riflessione teologica si era divisa secondo linee non semplicisticamente riconducibili a conservatori e progressisti quanto piuttosto a radicali la rivista Concilium, in cui campeggiavano Hans Kueng e vari teologi della liberazione e moderati. Tra i quali per si contavano De Lubac e Danilou, leader intellettuali certamente non moderati della Nouvelle teologie, e lo stesso Ratzinger, consulente di quel Cardinale Frings, che aveva guidato lala pi innovatrice del Concilio Vaticano II. In questi anni Angelo Scola ha scritto, elaborato, parlato molto. La Rivista semestrale Oasis fondata dal cardinale ne riporta tutta lelaborazione pubblica pi recente. Baster sfogliare gli ultimi due numeri quello del luglio 2011 dedicato al Medio-Oriente - per rendersi conto della ricca elaborazione intellettuale sui temi decisivi del pluralismo, dellimmigrazione, della vita buona, delleducazione, del ruolo pubblico delle religioni. E con questa elaborazione impegnativa che la Milano laica e di sinistra dovr fare i conti oltre i facili slogan e i pregiudizi. Anche CL, movimento religioso ed ecclesiale, che nellultima campagna elettorale ha assunto, per esempio, posizioni contrarie alla isti-

tuzione di luoghi di preghiera ufficiali per i mussulmani, quasi che il diritto di pregare non fosse, appunto, un diritto umano fondamentale. La presenza di Angelo Scola a Milano una sfida alta per tutti. Quanto ai suoi rapporti con Ratzinger, si tratta solo di porre attenzione alle posizioni sostenute da Benedetto XVI, non tanto in campo strettamente teologico, quanto in quello della filosofia pubblica, che per esempio nel corso del recente viaggio in Germania ha riproposto discorsi gi elaborati ancora da cardinale sulle patologie della ragione e su quelle della religione, sui fondamenti religiosi del pensiero laico in Europa, su Gerusalemme, Atene e Roma quali capitali intellettuali e radici dellEuropa. Benedetto XVI ha chiesto alla Chiesa di staccarsi da interessi materiali e politici per essere pi libera di servire lumanit. Persino il capo della CEI, Cardinale Bagnasco, ne ha dovuto prendere atto. Non credo che Ratzinger sia un cattivo maestro di Scola, arcivescovo di Milano. Tutto facile, dunque? Non credo neppure a questo. Ma se la posta in gioco , qui a Milano come in Italia, quella del rinnovamento della societ civile, frammentata in corporazioni e interessi privati, che la politica attuale rispecchia perfettamente, se letica pubblica non consiste nellindignarsi contro altri e battere il mea culpa sul petto altrui, ma definire un Bene comune e assumersi responsabilit personali... se questo il campo di battaglia, allora certo che Ratzinger e Scola non sono un avversario, sono una risorsa spirituale e intellettuale preziosa per la societ civile e per la politica milanese e italiana. Nella concezione pluralistica della societ essi rappresentano una voce al pari di ogni altra. E di qui che parte lelaborazione del Bene comune.

ACQUA DI FALDA: PROBLEMA O RISORSA? Fabio Marelli


Si parla poco della falda acquifera di Milano . e non sempre basandosi su informazioni corrette. Qualche informazione, sul complesso dei dati e degli strumenti di controllo disponibili. quindi utile anche per essere sempre pi consapevoli della risorsa preziosissima che i Milanesi si trovano nel loro sottosuolo e che devono sempre meglio impegnarsi a preservare, in qualit e quantit. Metropolitana Milanese gestisce da molti anni una rete di monitoraggio n.33 III 28 settembre 2011 dei livelli della falda freatica composta da circa 240 punti rilievo in Milano. I dati piezometrici vengono elaborati semestralmente (a Marzo e Settembre) con lemissione di carte tematiche con le curve di livello della falda, la soggiacenza e la curva delle differenze con i dati misurati nellanno precedente. Tutti sanno che il livello di falda molto risalito con la definitiva chiusura di numerose industrie pesanti, che per decenni avevano continuato a emungere grandi quantit di acqua dal sottosuolo. Nellultimo anno (dati Marzo 2011) la falda freatica milanese ha evidenziato un innalzamento nella zona centrale e nord della citt con aumenti variabili tra 0,5 m e 2 m. Il dato si inserisce allinterno di un trend di stabilit, al di l delle oscillazioni cicliche, che si verifica sul territorio milanese dal 1998. Nel 2008, Metropolitana Milanese ha approntato - nellambito dellAc7

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cordo di Programma per il controllo dellinnalzamento della falda nellarea milanese stipulato tra Regione Lombardia, Comune di Milano, Provincia di Milano, Autorit di Bacino del Fiume Po e Magistrato per il Po - il modello matematico della falda milanese che, appositamente messo a punto su unarea molto pi ampia (quasi cinque volte) di quella del comune di Milano e appositamente tarato, in grado di bene interpretare le situazioni in corso e di simulare diversi scenari. Numerose simulazioni, organizzate in schede standardizzate, hanno permesso di evidenziare anche graficamente gli effetti dei differenti scenari presi in esame, fornendo quantificazioni oggettive degli effetti indotti dagli interventi sul regime idrodinamico degli acquiferi milanesi. Questo modello di flusso si confermato un ottimo strumento di ana-

lisi del comportamento idrodinamico della risorsa idrica superficiale e sotterranea, e un potente mezzo di raccolta e organizzazione dei dati finalizzato allinterpretazione e simulazione dei complessi fenomeni di deflusso e interscambio di volumi idrici che si verificano allinterno del sistema oggetto di studio. Si ricorda che lacquifero sotterraneo milanese, pur essendo unitario, di fatto articolato su pi livelli di falda grazie alla presenza di strati di terreno poco permeabili che ostacolano, in gran parte, la diffusione degli inquinanti negli strati inferiori. Dal 2010 in corso lo sviluppo di un modello matematico per valutare il trasporto degli inquinanti in falda. Questo modello di trasporto, basato anchesso sul codice di calcolo MIKE SHE del DHI Water Environment Health - utilizza i risultati del modello di flusso messo a punto

nel 2008 e rappresenta un altro strumento basilare di supporto alle decisioni per tutti gli interventi a difesa della risorsa idrica presente nel sottosuolo. Le simulazioni sono state focalizzate sul fenomeno di inquinamento da nitrati, per il quale sono disponibili dati di monitoraggio sufficientemente distribuiti nello spazio e nel tempo e stime attendibili sullentit e distribuzione delle fonti di inquinamento. Dato che lapproccio modellistico non applicabile per i contaminanti legati a fonti concentrate, per questi casi sono stati eseguiti appositi studi per la valutazione degli scenari attesi sul territorio milanese, basati sulla valutazione dei trend di concentrazione recenti (2003-2010) e sulle stime previsionali a breve termine (periodo 2011-2014).

HABEMUS CONSULTA ANTIMAFIA Cristina Simonini


Senza ulteriori indugi il Sindaco Pisapia ha appena nominato una Consulta Antimafia composta da esperti di alta caratura professionale, umana e tecnica per una funzione delicata e irrinunciabile: quella di essere strumento di analisi conoscitiva della realt ormai acclarata e da pi parti denunciata della criminalit mafiosa organizzata, presente a Milano e nellhinterland e capillarmente penetrata nella ristorazione, nel commercio, nel movimento terra, nello smaltimento di rifiuti, nelledilizia e nella finanza. La compongono Nando dalla Chiesa, Umberto Ambrosoli, Luca Beltrami Gadola, Giuliano Turone e Francesco Grigo. Gherardo Colombo ha dato la sua futura disponibilit a farne parte. I loro nomi, le loro storie personali e professionali sono per tutti noi garanzia di elevata qualit, capacit e competenza: ed quindi una notizia che ci rasserena e conforta la speranza che finalmente lemergenza e lurgenza del problema siano affrontate ai massimi livelli. Grazie Sindaco! Ci detto, resta insoluto ancora laltro elemento della questione: ovvero la nomina da parte del consiglio comunale di una Commissione Consiliare, composta da eletti che dovrebbero rappresentare ciascun partito del Consiglio eletto a maggio. A rigor di prassi istituzionale sarebbe auspicabile che essa avesse alla vice presidenza un membro dellopposizione, che tuttavia gi si sarebbe negata a farne parte. Sembrerebbe curioso che, per esempio, Manfredi Palmeri non occupasse quella funzione: nella precedente amministrazione si era speso a favore della nomina di una Commissione Antimafia, a lungo richiesta dalla allora opposizione e naturalmente negata dalla Moratti (a Milano la mafia non esiste!....). Non si comprenderebbe allora perch oggi dovrebbe lopposizione sottrarsi ad una pubblica assunzione di responsabilit politica nellaffrontare un fenomeno che non n di destra n di sinistra: in quanto , con tutta evidenza, una minaccia per il tessuto sano della citt e della cittadinanza intera! Aggiungendo anche che sarebbe proprio ora di piantarla con i calcoli di bottega, magari pensando finalmente alla politica come servizio ai cittadini. (Pisapia docet). Sar poi tutto da vedere il rapporto tra la Consulta del sindaco le cui deleghe non sono ancora note e listituenda Commissione Consiliare. Sembra naturale prevedere e auspicare che Consulta e Commissione lavorino in sinergia, interfacciandosi e tenendo conto che alla Consulta spetterebbero la consulenza ai consiglieri, lindividuazione degli obbiettivi, delle tecniche di analisi dei dati emergenti dai vari ambiti di intervento comunale e competenza degli assessorati, portandone i risultati alla Consiliare che non ha quelle competenze tecniche. Altro capitolo fondamentale il coinvolgimento dei cittadini. La recente Summer School a Scienze Politiche, organizzata ad alto livello di eccellenza per la qualit e quantit di contributi interdisciplinari, ha evidenziato chiaramente lindispensabilit del contributo civico attivo e partecipato il pi possibile. In questo senso dunque auspichiamo il coinvolgimento da parte dellistituzione comunale, nelle sue due componenti antimafia, delle associazioni di categoria: artigiani, commercianti, confindustriali, Assolombarda, associazione giovani imprenditori, ordini professionali oltre alla Rete scuole per leducazione alla legalit, a SOS racket, dovrebbero essere promotori e cinghia di trasmissione di un circolo virtuoso che lavori con la Consulta e la Commissione consiliare, attivati e stimolati a collaborare con tutti i dati e gli elementi a loro conoscenza. Il rischio, altrimenti, sarebbe quello di svuotare di contenuto effettivo gli organismi comunali creati e creandi ad hoc, riducendoli a pura funzione simbolica. Certamente Milano e Lombardia (al terzo posto per numero di beni confiscati alle cosche) non possono permettersi di mancare lopportunit di costruire finalmente un impianto istituzionale solido, credibile, generoso ed efficiente nellaffrontare un tema che anche in vista dellExpo di ineludibile importanza nella 8

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sua gravit. Offrendo finalmente anche nel panorama nazionale un laboratorio politico civico di visibile eccellenza ed efficienza. Milano pu

finalmente avere ci che aspetta dai tempi della Commissione Smuraglia (Pillitteri sindaco, ventanni fa). Buon lavoro congiunto (e sar tan-

to) alla Consulta e ai nostri Consiglieri!

CHIOSCHI, ORDINE E DISCIPLINA Jacopo Gardella


Guardo la foto di una fontana pubblica del XVIII secolo eretta nella citt di Istanbul; e noto con ammirazione leleganza della struttura, la finezza dei dettagli. Guardo il chiosco dei giornali sotto la mia finestra; e osservo con indignazione la goffa forma della struttura, la totale incuria dei dettagli. Perch un tempo si sapeva offrire ai cittadini unopera dignitosa, decente, gradevole, mentre oggi si tollerano negli spazi pubblici oggetti di arredo urbano cos vergognosamente indegni, indecorosi, offensivi? Le domande assumono un significato ancora pi allarmante se si pensa che la fontana pubblica nata in unepoca feudale e illiberale: lepoca dispotica del Sultano; mentre il chiosco dei giornali viene eretto in unepoca di democrazia e di libert, lepoca dello stato di diritto. E paradossale constatare che da parte di un principe assoluto vi molto maggiore interessamento e pi attenta sollecitudine per il bene del popolo, di quanta non ve ne sia da parte di una Amministrazione eletta dagli stessi cittadini. Tuttavia la causa di tanto degrado pi che cercarla negli Amministratori bisogna attribuirla ai cittadini stessi. E non soltanto perch sono incapaci di eleggere Amministratori degni e preparati, ma anche perch sono disposti ad accettare, senza proteste n sdegno, le decisioni di quegli stessi Amministratori, anche se prese in offesa al comune buon senso, in spregio al pi elementare gusto estetico. Una offesa al comune buon senso pu considerarsi luscita dallautoparcheggio interrato di via Mascagni: il box delluscita va condannato due volte: anzitutto per la sciatta e avvilente banalit del suo aspetto; in secondo luogo per la sua irrazionale ed errata collocazione. Luscita infatti cos strettamente addossata al muro della vicina casa, da non consentire ai pedoni che uno stretto e tortuoso passaggio, dove due persone non possono passare contemporaneamente, e una sola pu camminare solo a fatica. Eppure il marciapiede su cui collocata luscita non fiancheggia una sconosciuta strada di periferia, ma una n.33 III 28 settembre 2011 arteria importante del cuore cittadino, proveniente dalla centralissima piazza San Babila, e diretta verso il frequentatissimo viale Bianca Maria. Quando vi ottusit e sciattoneria nello studio delle funzioni pratiche, compare anche incapacit e deficienza nella progettazione delle forme estetiche. Luscita dal parcheggio un grosso scatolone di vetro e metallo, privo di grazia e di eleganza; cosicch, oltre a essere un ostacolo alla deambulazione, anche un insulto allambiente urbano, una ferita nel panorama della citt. N ci pu consolare pensando che esso sia un infelice esemplare solitario, una sfortunata eccezione. Altri numerosi chioschi distribuiti nelle vie della citt, hanno un aspetto deplorevole e desolante. Tutti diversi luno dallaltro, tutti scadenti luno pi dellaltro. La diversit generalizzata e la qualit scadente creano confusione, disordine, disorientamento; suscitano fastidio, irritazione, sdegno. Esiste un Assessore allArredo Urbano; esiste una Commissione Edilizia a tutela del decoro cittadino; esiste un Ufficio Responsabile dellUrbanistica: eppure tutti questi organi sembrano disinteressati e indifferenti di fronte alla pessima qualit delle opere da loro autorizzate. Milano ha una tradizione di disegno industriale invidiata da tutto il mondo; ha saputo creare oggetti ammirati, premiati ed esposti nei migliori musei darte applicata. E sorprendente e inaudito che lEnte pubblico non senta il desiderio di rivolgersi a tanti eccellenti professionisti; che non avverta il vantaggio di poter ricorrere a un apporto creativo tanto eccezionale. In generale sono gli uffici tecnici delle ditte produttrici a progettare i deplorevoli chioschi sparpagliati per la citt. La loro preoccupazione una sola: far costare i chioschi quanto meno possibile e venderne il maggior numero possibile. A chi, sensatamente, obietta che non si possono ottenere buoni risultati abbassando i costi di costruzione, occorre ricordare che nemmeno si possono ottenere buoni risultati comprimendo i costi di progettazione. Non possibile produrre un oggetto di valore, una costruzione di eccellenza, unopera di qualit; non possibile creare una forma riuscita e compiuta, trascurando accurati studi preparatori, rinunciando a ripetute stesure di disegni; accantonando prove, varianti, campionature. Per ridurre il costo della costruzione, occorre aumentare il costo della progettazione; occorre essere consapevoli dellimpegno, del sacrificio, della fatica richiesti nella fase di progetto. Chi oggi disposto a sobbarcarsi una simile fatica? Certo non gli agnostici uffici tecnici delle ditte produttrici; n gli indifferenti disegnatori da quelle ditte incaricati. Se la politica della Amministrazione Comunale volta a ottenere risultati soddisfacenti e adottare opere che non sfigurano il volto della citt, sarebbe opportuno creare un organo apposito che si rivolga a professionisti di valore, li indirizzi verso obiettivi attentamente valutati; li controlli pazientemente nelliter progettuale; dia a loro la certezza di vedere realizzati i disegni faticosamente prodotti. Lorgano deputato alla tutela del decoro urbano, la Commissione Edilizia, esercita un controllo a valle; esprime il suo assenso o dissenso a opere ultimate. Essa esamina quanto le viene offerto da ditte private; e sceglie fra quanto le viene presentato a processo di fabbricazione concluso. Sulla genesi, sullo sviluppo, sul perfezionamento dellopera durante il corso della sua creazione, la Commissione non interviene e non si esprime. Sarebbe auspicabile introdurre una innovazione radicale, e affiancare alla Commissione Edilizia oggi organo giudicante con il solo compito di approvare o di respingere una Commissione parallela, un organo promotore, con la funzione di proporre, di stimolare, di guidare. A questa nuova Commissione si dovrebbe affidare il compito di stendere un piano che unifichi e coordini le varie iniziative, oggi disordinate e scoordinate; e che metta in atto un programma di alleggerimento, di sfoltimento, di semplificazione della miriade di oggetti da cui inquinato il panorama cittadino odierno. Le uscite dai parcheggi, cos dissimili e incoerenti fra loro, sono un esempio lampante della confusione e 9

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dellanarchia che avviliscono lattuale arredo degli spazi urbani. Avere allinterno della citt pochi tipi di arredo, coordinati e unificati; pochi modelli simili, tutti nati da una medesimo disegno progettuale, sarebbe un segno non di monotonia, come erroneamente viene creduto, ma un indice di ordine, di pulizia, di chiarezza. Quanto detto per le uscite dai parcheggi vale anche per lampioni, panchine, insegne stradali, cestini di rifiuti; e per tutti gli oggetti che si moltiplicano nella citt, sempre pi scadenti e sempre meno unificati. Oggi il compito di promuovere e dirigere lestetica dellarredo urbano non affidato a nessun organo comunale; a nessun responsabile ultimo dellaspetto visibile che si vuole dare allambiente in cui viviamo. Suggeriamo alla nuova Amministrazione di affrontare il problema con determinazione e urgenza: non un problema di importanza secondaria.

Foto 1 Fontana pubblica a Istanbul (sec. XVIII)

fontana (Foto 1) si vedono coincidere razionalit pratica e valore estetico: la gronda della copertura molto sporgente ha una precisa funzione pratica: offrire una zona dombra a chi fermo ad attingere lacqua. E ha un chiaro valore estetico: chiudere con un maestoso cappello laereo portico sottostante. Le sottili colonne in granito hanno una funzione pratica: non ostacolare chi entra ed esce dal portico; e hanno un valore estetico: contrapporre un esile sostegno alla pesante calotta sostenuta dagli archi. Lottuso scatolone di vetro alluscita dal parcheggio di Piazza Meda (Foto 2) non ha n funzione pratica n valore estetico. Non hanno funzione pratica i grandi cristalli bruniti, eccessiva sorgente di luce in una zona di transito affrettato. Non hanno valore estetico le lisce pareti trasparenti, appropriate per vasche di un acquario o per vetrine di un negozio, ma del tutto ingiustificate in un banale locale di passaggio. Nella fontana di Istanbul, le due cornici decorate, rispettivamente sotto la sporgenza di gronda, e al di sopra degli archi del portico, creano una continuit visiva che unifica lintero volume della fontana. Nelluscita dal parcheggio, la debole fascia di metallo che corre alla sommit delle pareti trasparenti non funge da forte chiusura dellintero volume, ma appare soltanto una pleonastica e inutile aggiunta. Nella fontana una elegante cupola, sormontata da una freccia, conclude e abbellisce la copertura; nelluscita dal parcheggio una goffa cassa di ventilazione, in posizione casuale e decentrata, deturpa e avvilisce il tetto del volume.

piazza Cardinal Ferrari

Le uscite dai parcheggi, e i chioschi dei giornali sono esempi palesemente dissimili per dimensione, profilo, dettagli, materiali; ma tutti simili per una stessa avvilente mancanza di qualit.

Foto 2 Uscita di parcheggio in Piazza Meda a Milano (sec XXI). Il confronto fra questi due elementi di arredo urbano rivela lenorme salto di qualit fra luno e laltro, fra lantica fontana e la moderna uscita dal parcheggio. Nel chiosco della

Foto 5 - Chiosco a Roma E merito della Amministrazione Capitolina sia laver adottato un unico tipo di chiosco, e averlo ripetuto in tutta la citt, sia laver scelto un disegno unificato, semplice e rispettoso della tradizione. via Mascagni

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Scrive Maria Vittoria Cernigliaro a Ezio Chiodini


Ho molto apprezzato larticolo di Chiodini del resto come quasi tutti quelli che leggo su Arcipelagomilano - ma questa volta ho deciso di scrivere perch larticolo ha il sapore di un appello. Faccio il ricercatore universitario e da un po di tempo, in vista del pensionamento, stavo guardandomi intorno per trovare una attivit di volontariato stimolante per i prossimi anni, a parte il proseguire di alcune attivit che gi attualmente riesco a svolgere. Liniziativa di Chiodini mi pare proprio quello che fa per me, perch si presta ad essere la conclusione di un impegno civico che porto avanti da sempre. Per cui eccomi qui a disposizione da quando sar over 65 e pensionata (novembre 2012): naturalmente se ci arriver. Spero che qualcuno riesca ad organizzare e a tenere le fila nel frattempo.

Scrive Vitalba Paesano a Ezio Chiodini


Sono titolare di un sito Internet che anche testata giornalistica on line, regolarmente registrata presso il Tribunale di Milano, attiva dal 2008 e riservata agli over50. Si propone di offrire contenuti e comunit a un pubblico che ha maturato esperienze e conoscenze e che, quindi, richiede alta qualit. Ho letto con molto interesse larticolo del collega Chiodini, che conosco da anni di fama e ho immediatamente raccolto il suo input http://www.greypanthers.it/?p=17720&preview=true. Sono disponibile a fare di pi, naturalmente, nel caso i senior di Milano necessitassero di uno spazio dove raccogliere proposte e dibattito, ma anche operativit e iniziative.

Scrive Raffaello Morelli a Guido Martinotti


L'articolo del professor Martinotti sulla denuncia di Ratzinger al Tribunale dell'Aja imperniato su una frase ("la parola del Cristo, di cui tutti abbiamo bisogno oggi, anche i non credenti come me") che obiettivamente una contraddizione in termini, siccome chi non credente ha bisogno delle parole di tutti non solo di una religione. Tale contraddizione influenza, poi, l'atteggiamento complessivo rispetto ai rapporti Stato e religioni, riecheggiando le antiche (e secondo me anacronistiche anche se felpate) pulsioni anticlericali innescate dall'esistenza ottocentesca del potere temporale. Inadeguate, a mio parere, rispetto alle problematiche di tipo separatista che pongono tutti i principali problemi della vita moderna.

Scrive Cino Maffezzoli a Luca Beltrami Gadola


Ho letto la "Sua" coperta corta e ho dovuto scriverLe. Quanto Ella afferma un dato di fatto pero', oltre alla coperta corta, mi sembra di vedere una Giunta con la vista corta, "appiattita" su quell'onesto tecnocrate galantuomo di Tabacci, del quale si pu dire ogni bene salvo che sia un progressista, o comunque un brillante. La Giunta, in questi mesi, non ha saputo esprimere nuove idee atte a raddrizzare la barca, non ha saputo creare l'alternativa politico-culturale sperata dagli elettori, cio non ha saputo mondarsi di quel modello pervasivo che il vitalismo berlusconiano, quello del giorno per giorno, origine della falla nello scafo. Sorvoliamo la "furberia" dei referendum locali, sorvoliamo anche su un'addizionale IRPEF concepita come "flat tax", una prassi non proprio liberal, ma non possiamo sorvolare sul "sorpasso a destra" della precedente Giunta di destra, nella gestione della citt come tessuto sociale e urbano. Alla base: da una parte un disinteresse concreto per gli abitanti delle zone "non nobili" della citt, quelle delle quali non ci n.33 III 28 settembre 2011 si pu riempire la bocca, infatti si stanno tracciando solo righe blu nella nuova zona parcheggio "numero 10" e non una riga gialla. Sono i residenti i figli della schifosa, o lo l'assesore? Dall'altra una reazionaria concezione urbanistica che mitizza il centro storico, difendendendolo manu militare con la Polizia Urbana, dispensatrice di sanzioni ed esattrice di balzelli. I miti romantici e il fascismo sono le due facce della stessa medaglia, la nuova giunta vuole comparirvi in effige? Una giunta progressista deve abolire le "ecotasse" alla Moratti, concepite non per tutelare l'ambiente, ma per far cassa implementando,nel contempo, quell'attitudine della destra a dividere la gente su basi di censo. Rafforzarle significa: pi cassa, pi discriminazione, pi inquinamento: ma forse non nel centro storico. Senza una chiara discontinuit, come potrebbe essere una seria politica ambientalista, questa giunta pensa veramente che cittadini ancor pi discriminati nella libert di movimento (modi e tempi di percorrenza), nei valori immobiliari, nell'inquinamento sotto casa, gli rinnoveranno la fiducia? Espiantato Berlusconi, i cittadini torneranno a votare per una destra doc, pi rassicurante di una sua caricatura; l'alternattiva nei fatti non esiste. Tornando alla "Sua" coperta corta, mi sembra anch'essa impigliata in uno dei topos berlusconiani: lo "scarica barile vittimista". Non bisogna scrivere, o peggio pensare: questa Giunta attua una finanziaria antipopolare non per colpa sua, la Moratti stata cattiva e ora i buoni devono fare il lavoro sporco. Excusatio non petita. Bisogna pensare che i cittadini, con il voto, hanno voluto mettere alla guida della citt qualcuno in grado di sistemare la contabilit, interrompere la spirale emergenziale e intrapprendere politiche atte a dare un futuro ai loro figli. Il problema non mi sembra essere la severit della finanziaria comunale, ma la sua sconcertante continuit e subalternit alle precedenti, cos il trend non lo si pu invertire e a manovra seguir manovra, manovra ... I progressisti devono spogliarsi dei livori, anche giusti di fronte a ci che vedono accadere ogni giorno e recuperare i valori fondanti una possi-

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www.arcipelagomilano.org bile alternativa; ad esempio io vorrei una giunta educata, che abbia come faro la costituzione, che conosca e sappia usare la lingua italiana, in antitesi al pop berlusconiano, istruita, con la volont di dar vita a una citt "politicamente tutta centro", una comunit isonomica abitata da isoi. In soldoni: se un cittadino residente in "Zona 2" paga una banana per andare a prendere il caff in "Zona 1", un cittadino della "Zona 1" deve pagare una banana per andare a prendere un caff in "Zona 2"; qualunque deroga a questa semplice regola crea discriminazione e lede la pari dignit sancita dall'articolo 3 della costituzione. Gli "uguali" sanno che i debiti vanno pagati e le nuove politiche, quelle per dare speranze alle nuove generazioni, hanno un costo e sono disposti a concorrevi in maniera equa, cio tutti daranno un loro contributo secondo le loro possibilit e, visto il sottinteso, il loro quoziente di inquinamento, ma vogliono fruire di una condizione urbana equipollente, in viale Juvara come in via Borgospesso. Accantonando, visto l'emergenza in cui ci troviamo, la mia assoluta riservatezza e necessit di non comparire, sono disposto a collaborare con tutte le persone che hanno "creduto" in questa Giunta, per mettere insieme le piccole/grandi idee di ognuno e velocemente assemblare una proposta alternativa che metta la citt sulla giusta strada; ma il tempo poco, forse meno.

Risponde Massimo Cingolani a M.G. Scala


La sua domanda interessante,ma non sono in grado di dare una risposta.Dovrebbe rivolgerla al vecchio CdA del Trivulzio e/o al Commissario e/o a un magistrato!

Risponde Massimo Cingolani a Antonio Aprile


Le considerazioni sulle assicurazioni negli enti pubblici meriterebbero pi attenzione anche dagli organi di vigilanza.Basti pensare a quello che sta succedendo nelle ASL con la messa in amministrazioni straordinaria della compagnia Faro che ne garantisce la maggior parte. Sempre rimanendo nel campo delle ASL ,alcune si stanno assicurando con compagnie di assicurazione rumene con il capitale sociale in Lei. Se questo il mercato.

RUBRICHE MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Domenica alle colonne di San Lorenzo
Domenica scorsa, a Milano, accaduto un fatto straordinario, forse unico nella storia moderna della musica classica. E stato chiamato primo flashmob orchestrale in Italia e le cose sono andate cos. Da qualche giorno girava sul web un annuncio targato Orchestra Carisch Milano (ricordate quella orchestra amatoriale che ha debuttato nel giardino della Villa Reale di via Palestro, poco pi di un anno fa, e di cui abbiamo riparlato in queste note solo poche settimane fa?) che recitava scaricati la parte, studia e presentati al primo raduno libero orchestrale della storia: contribuisci anche tu al risveglio della vita musicale della nostra citt!. Poi continuava non c nessuna limitazione di organico o di bravura e non vogliamo preiscrizioni: chi ha voglia di suonare si presenti in piazza portandosi lo strumento e il leggo, alle sedie pensiamo noi (e se non bastassero avranno diritto di prelazione i violoncelli mentre i ritardatari suoneranno in piedi). Non potevamo non andare a vedere. In programma cera il primo tempo della Prima Sinfonia di Beethoven e il tutto si sarebbe svolto - altro motivo di curiosit - con la partecipazione di Rocco Tanica, lestroso e bravissimo tastierista di Elio e le Storie Tese. Linizio era previsto alle 19, ma gi verso le 17.30 un piccolo camioncino scaricava una sessantina di sedie, rigorosamente impilate e timidamente appoggiate contro il muro della Basilica di San Lorenzo, mentre un paio di organizzatori con maglietta rossa targata Carisch e alcuni spaesati musicisti riconoscibili per gli strumenti che portavano a tracolla o sulle spalle si aggiravano per la piazza con laria inquieta di chi non sa bene cosa accadr. La gente stava alla larga, incuriosita, ma poco a poco si vedevano i gradini che arredano il sagrato riempirsi di persone in palese attesa di un qualche misterioso evento (non un manifesto, n un megafono, tantomeno volantini o altro). Dopo unora la piazza contenuta fra le Colonne e la Basilica si era riempita di gente, le preziosissime sedie (sembravano tante, erano molto meno di quante ne sarebbero servite) erano disposte ordinatamente in cerchio senza che vi fosse una regia a governare spazi e movimenti, gli strumenti di una intera orchestra sinfonica (un po sbilanciata ma non troppo: 22 violini, 9 violoncelli, 2 contrabbassi, ben 18 flauti, 6 oboi, 11 clarinetti, 1 solo fagotto ma 3 corni, 4 trombe e 1 trombone, persino un simulacro di timpano! mancavano solo le viole ) erano usciti dalle loro custodie e gi cominciava il rito della loro intonazione. Intanto il pubblico aumentava, assiepato e addossato ai musicisti, quasi mescolato ai flauti e alle trombe delle ultime file rimasti in gran parte in piedi, mentre il direttore Nicola Kitharatzis - che non lo fa di mestiere ma essendo linventore della serata non poteva tirarsi indietro incoraggiava i pi timidi e i pi perplessi. Lo spettacolo stato straordinario, sembrava di rivedere quel meraviglioso film del 2009, Il Concerto di Radu Mihaileanu, con quella improbabile orchestra raccogliticcia di ex musicisti del Bolshoi in trasferta a Parigi che - al di l di ogni immaginazione ma grazie allorgoglio, alla ritrovata professionalit, e al fascino

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www.arcipelagomilano.org della bella solista - riescono nel miracolo di realizzare una superba interpretazione ed esecuzione del concerto per violino e orchestra di ajkowskij. Lorchestra era dunque composta per la massima parte da gente che non si era mai incontrata prima di allora (in realt meno di un quarto, fra loro, aveva gi partecipato ai pochi concerti dellorchestra amatoriale), con una et compresa fra i venti e gli ottantanni (ma cerano anche due meravigliose violiniste-bambine: Mara di dieci e Sofia di dodici anni, una pi brava e pi seria dellaltra), dai mestieri pi disparati (assistenti sociali, un architetto e un ingegnere, commercianti, insegnanti, un commercialista, una barista, studenti, impiegati), con gli abbigliamenti pi casuali, ma tutti concentratissimi e con laria impegnata di chi sa che sta facendo una cosa importante e che deve dare il meglio di s. So che difficile crederlo, ma posso giurare che solo orecchie molto allenate di attenti musicisti avrebbero potuto registrare qualche sbavatura, qualche nota scappata o un attacco appena anticipato; cose peraltro che accadono nelle migliori orchestre quando non tutto fila liscio. Il ritmo serrato, la brillantezza del suono, la morbidezza del fraseggio, hanno restituito un bellissimo Beethoven, tanto bello che stato giocoforza ripeterlo in un bis trionfale. E alla fine una coda interminabile di presentazioni, abbracci, complimenti, lacrime di commozione e una generale sensazione di benessere, di citt ritrovata, di civilt e civismo riscoperti e attesi. Moltissimi i giovani, sia fra i musicisti che nel pubblico, pi di ottanta dilettanti bravi e generosi, cinque o seicento ascoltatori (forse di pi) incantati ed estasiati, non un vigile, n poliziotti o carabinieri, nessun genere di tensione o segnali di nervosismo, ma una festa semplice, serena, gioiosa, accolta dal quartiere e dalla citt con simpatia e gratitudine come a dire ecco questo che vogliamo, era questo che aspettavamo. Musica per una settimana LOrchestra Verdi, precedendo tutte le altre istituzioni musicali, ci offre il terzo concerto della sua stagione diretto come i precedenti da Zhang Xian - gioved 29, venerd 30 settembre e domenica 2 ottobre con i Lieder dal Corno magico del fanciullo di Mahler e la terza Sinfonia di ajkowskij, la ben nota Polacca in re maggiore opera 29. Per gli amanti della musica contemporanea, domenica 2 ottobre alla Scala primo concerto del Festival di Milano Musica, con la Filarmonica diretta da Roberto Abbado che esegue Requies di Luciano Berio e Schreiben di Helmut Lachenmann per concludere con la quarta Sinfonia, opera 120 in re minore, di Robert Schumann. Un favoloso concerto sar quello che il Museo Diocesano organizza per il decennale della sua fondazione, alla Basilica di SantEustorgio gioved 6 ottobre, con la Filarmonica della Scala diretta da George Prtre che eseguir la Pavane di Ravel, lExultate Jubilate di Mozart (con la soprano Jane Archibald) e la Sinfonia in re minore di Csar Franck. Ma, per chi fosse attratto da questi curiosi eventi dellorchestra amatoriale e del flashmob, annunciamo fin dora che il prossimo appuntamento della Carish nella Chiesa di San Marco venerd 7 ottobre alle 21 ingresso libero con Enrico Dindo direttore e solista nel Concerto in do maggiore per violoncello e orchestra di Haydn e ancora con la Prima Sinfonia di Beethoven.

ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Artemisia Gentileschi. Vita, amori e opere di una primadonna del 600
Artemisia Lomi Gentileschi stata una delle numerose donne pittrici dellarte moderna, ma la sola, forse, ad aver ricevuto successo, notoriet, fama e commissioni importanti in quantit. Ecco perch la mostra Artemisia Gentileschi -Storia di una passione, ospitata a Palazzo Reale e da poco aperta, si propone di ristudiare, approfondire e far conoscere al grande pubblico la pittora e le sue opere, per cercare di slegarla allepisodio celeberrimo di violenza di cui fu vittima. S perch il nome di Artemisia spesso associato a quello stupro da lei subito, appena diciottenne, da parte del collega e amico del padre, Agostino Tassi, che la violent per nove mesi, promettendole in cambio un matrimonio riparatore. Donna coraggiosa, che ebbe il coraggio di ribellarsi e denunciare il Tassi, subendone in cambio un lungo e umiliante processo pubblico, il primo di tal genere di cui ci siano rimasti gli atti scritti. La mostra, quasi una monografica, si propone anche di dare una individualit tutta sua alla giovane pittrice, senza trascurare per gli esordi con il padre, lingombrante e severo Orazio Gentileschi, amico di Caravaggio e iniziatore della figlia verso quel gusto caravaggesco che tanto fu di moda; o senza tralasciare lo zio, fratello di Orazio, Aurelio Lomi, pittore manierista che tanto fece per la nipote. Il percorso si snoda dunque dalla giovanile formazione nella bottega paterna, per una donna pittrice ai tempi non poteva essere altrimenti, per arrivare alle prime opere totalmente autonome e magnifiche, dipinte per il signore di Firenze Cosimo II de Medici. La vita di Artemisia fu rocambolesca e passionale. Dopo il processo a Roma si spost a Firenze con il neo marito Pietro Stiattesi, e fu l che conobbe i primi successi fu la prima donna a essere ammessa allAccademia del Disegno di Firenze- e un grande, vero amore, Francesco Maria Maringhi, nobile fiorentino con cui avr una relazione che durer per tutta la loro vita. Dati, questi, che si sono recuperati solo in tempi recentissimi grazie a uno straordinario carteggio autografo di Artemisia, del marito e dellamante. E proprio le lettere sono state un punto di partenza importante per nuove attribuzioni, scoperte e ipotesi su dipinti prima nel limbo delle incertezze. In mostra ci sono quasi tutte le opere pi famose di Artemisia (peccato per un paio di prestiti importanti che non sono arrivati): le due cruente e violentissime Giuditte che decapitano Oloferne, da Napoli e dagli Uffizi, lette cos spesso in chiave autobiografica (Artemisia-Giuditta che decapita in un tripudio di sangue Oloferne/Agostino Tassi); le sensuali Maddalene penitenti; eroine bibliche come Ester, Giaele, Betsabea e Susanna; miti senza tempo come Cleopatra e Danae, varie Allegorie e Vergini con Bambino. Ma Artemisia fu famosa anche per i suoi ritratti, di

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www.arcipelagomilano.org cui pochi esempi ci sono rimasti, come il Ritratto di gonfaloniere o il Ritratto di Antoine de Ville, cos come per i suoi autoritratti. Le fonti ce la raccontano come donna bellissima e sensuale, pienamente consapevole del suo fascino e del suo ruolo, che amava dipingersi allo specchio e regalare queste opere ai suoi ammiratori. Cos la mostra si snoda tra Firenze, da cui i coniugi Stiattesi scappano coperti dai debiti, per arrivare a Roma, Venezia, Napoli e perfino in Inghilterra, dove la volle il re Carlo I. Una vita ricca di passioni, appunto, come lamore per la figlia Palmira, che diverr anchessa pittrice e valido aiuto nella bottega materna che Artemisia aprir a Napoli fin dagli anni Trenta del Seicento, ricca di giovani promettenti pittori come Bernardo Cavallino. Una vita ricca anche di conoscenze e amicizie importanti: ventennale il rapporto epistolare con Galileo Galilei, conosciuto a Firenze, con Michelangelo il Giovane, pronipote del genio fiorentino, e anche con una serie di nobili e committenti per cui dipinse le sue opere pi celebri: Antonio Ruffo, Cassiano dal Pozzo, i cardinali Barberini e larcivescovo di Pozzuoli, per il quale fece tre enormi tele per adornare la nuova cattedrale nel 1637, la sua prima vera commissione pubblica. Insomma una donna, una madre e unartista straordinaria, finalmente messa in luce in tutta la sua grandezza, inquadrata certo nellalveo del padre Orazio e di quel caravaggismo che la resa tanto famosa, ma vista anche come pittrice camaleontica e dallinventiva straordinaria, capace di riproporre uno stesso soggetto con mille varianti, secondo quella varietas e originalit per cui fu, giustamente, cos ricercata. Artemisia Gentileschi. Storia di una passione - Fino al 29 gennaio Palazzo Reale. Orari: 9.30-19.30; lun. 14.30-19.30; gio. e sab. 9.3022.30. Intero: 9,00. Ridotto: 7,50

START. Al via la stagione artistica milanese


Agitazione da primo giorno di scuola per il mondo dellarte milanese. Il week end appena concluso stato infatti dedicato alla presentazione e allinaugurazione di mostre, artisti e gallerie. Gara tra gli irriducibili per accaparrarsi inviti e anteprime, dopo di che tutto stato un gran via vaicorri in giro-entra ed esci dai luoghi pi interessanti della citt. Anche questanno levento stato organizzato da START MILANO, associazione no profit che riunisce trentasette gallerie tra le pi dinamiche e attive nellambito dellarte contemporanea. Gallerie che durante lo scorso week end hanno tenuto orari speciali, serali e prolungati, per permettere al pubblico, sempre numeroso, di visitare e vedere che cosa c di nuovo in galleria. Molte le proposte, che rimarranno visitabili per lo pi fino a novembre, sparse per tutta la citt, rintracciabili sul sito dellassociazione, www.startmilano.com Vorrei dare per unattenzione particolare alla zona di Lambrate, nuovo centro pulsante del design e dellarte contemporanea. Un po scomodo forse, ma adatto per ospitare le grandi gallerie che di negozio hanno ormai ben poco, e che assomigliano sempre pi a garage e hangar per ospitare opere di inusitate proporzioni. Dopo anni di gloriosa attivit in corso di Porta Nuova, ha fatto capolino qui anche la galleria Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea, proprio in un ex complesso industriale Hyundai. La mostra inaugurale si intitola What?, una collettiva di ventisei artisti, nomi nuovi e vecchi, che vuole interrogarsi e interrogare sul percorso artistico della galleria, le tendenze emerse e quello che invece potrebbe nascere da progetti e collaborazioni future. Paladino, Neumann, il Batman gigante di Adrian Tranquilli e lAndy Warhol di Gavin Turk sono solo alcuni degli interessanti lavori esposti, completati dalle installazioni sulla terrazza di Lucio Perone, Philippe Perrin, Peppe Perone e Alex Pinna. Accanto un altro spazio interessante, non legato al circuito START: la Galleria Alessandro De March, con una mostra, che prende il nome dal suo autore, sul giovane artista di Pordenone Mauro Vignando. Un artista che lavora con i materiali pi diversi, pittura, scultura, fotografia e video arte. Sono opere concettuali, che prevedono il lavoro dello spettatore nella costruzione di un senso tutto personale. Specchi, legno, alluminio e marmo di Carrara sono alcuni dei materiali usati per creare moduli geometrici, blocchi e serrande da indagare. Non si pu dimenticare poi la Massimo De Carlo, caposaldo tra le gallerie milanesi, che ospita la mostra personale Basements di Massimo Bartolini. Una grande scultura in bronzo, che d il titolo allesposizione, ha per protagonista la terra, vista come madre e connessa alla necessit di mettere radici. C anche La strada di sotto, installazione fatta da centinaia di lampadine colorate e luminarie, che si accendono a intermittenza seguendo i suoni e le parole del protagonista di un video, esposto in una seconda sala, don Valentino, il parroco che davvero monta quelle luminarie nella festa del suo paese, in Sicilia. Ultima galleria da menzionare la Francesca Minini Gallery, con la mostra di Simon Dybbroe Moller, intitolata O, che si interroga sulle valenze del segno O: unapertura, un cerchio, un volume, attraverso video, segni e sculture dellartista danese. Ma non c stato solo START a movimentare questo week end milanese. Ha finalmente aperto, tra stupore e incredulit, anche la prima sede italiana di una delle gallerie pi importanti della scena mondiale: la Lisson Gallery. Perch in tempi di crisi una galleria come la Lisson apre in Italia? Intanto non dimentichiamo che, a diversificare ulteriormente la scena milanese, a breve ripartiranno le grandi retrospettive di Palazzo Reale, dedicate a due protagonisti della storia dellarte: Artemisia Gentileschi e Paul Cezanne. Galleria Francesca Minini - Simon Dybbroe Mller - "O". Fino al 5 novembre 2011via Massimiano, 25 . Marted>sabato 11>19.30; - Mimmo Scognamiglio ArteContemporanea- What?. Fino al 31 ottobre via Ventura, 6 . Luned>sabato 15>19.30 - Galleria Alessandro De March, Mauro Vignando. 15 : 09 : 112, fino al 5 novembre. via Massimiano 25. Marted>venerd 12>19. Sabato 14>19. .

Cattelan tra piccioni imbalsamati e foto surrealiste


Nuovo scandalo (preannunciato) per lenfant prodige dellarte nostrana, Maurizio Cattelan. Alla 54esima n.33 III 28 settembre 2011 Biennale di Venezia, inaugurata il 4 giugno e che andr avanti fino al 27 novembre, lartista padovano, chiamato in extremis a partecipare, ha proposto una particolarissima opera-installazione: The others, 2000 14

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piccioni imbalsamati e collocati sui solai, le travi e gli impianti del Padiglione centrale della Biennale. In realt lidea tanto nuova non visto che riprende uninstallazione del 1997, Tourists, gi esposta nella Biennale di quellanno, curata da Germano Celant, e che consisteva in duecento colombi imbalsamati. Alcuni dei quali, bene dirlo, sono stati poi battuti allasta da Christies per lincredibile somma di 150 mila sterline. Insomma altri piccioni tassidermizzati appollaiati su travi. Questo ha comportato una inevitabile protesta da parte degli animalisti, che hanno manifestato con slogan e cartelli allingresso dei Giardini. Certo Cattelan non nuovo alluso di animali nelle sue opere, come fece nel 1996 per La ballata di Trotskij, in cui appese un cavallo imbalsamato a uno dei soffitti del Castello di Rivoli (stima: due milioni di dollari), oppure un altro cavallo, sempre imbalsamato, trafitto da un cartello con la scritta INRI, esposto nel 2009 alla Tate Modern di Londra; la statua animale dei quattro musicanti di Brema, o ancora lirriverente regalo alla Facolt di Sociologia dell'Universit di

Trento in occasione del conferimento della laurea honoris causa: un asino impagliato dal titolo Un asino tra i dottori. Ultimo ma non meno crudele, il topolino incastrato in una bottiglia di vodka Absolut per uno degli eventi legati alla Biennale del 2003 organizzato proprio dal marchio Absolut. Magra consolazione far notare che i piccioni non sono stati imbalsamati appositamente per levento e che, in realt, nel 2007, per la giornata dell'arte contemporanea promossa da Amaci (Associazione dei musei d'arte contemporanea italiani) Cattelan aveva realizzato un canguro nascosto dietro un albero dal quale spuntavano solo le orecchie dell'animale, un lavoro eseguito con il sostegno del Wwf stesso. Quattrocento di questi piccioni andranno poi alla mia retrospettiva al Guggenheim di New York che aprir il 4 novembre. Confermo che quello sar il mio ultimo impegno prima di lasciare il mondo dellarte. Cos si giustifica Cattelan, sostenendo ancora una volta che il suo ritiro dal mondo dellarte davvero imminente. Verit o strategia? Sarebbe in ogni caso un ritiro parziale, perch

lobiettivo di Cattelan occuparsi sempre di arte, ma in modo collaterale, attraverso la sua nuova rivista Toilet Paper. Come annunciato mi ritiro a occuparmi della mia rivista Toilet Paper, anzi ne far anche altre. Per lappunto. Questa nuova impresa editoriale, diretta e curata insieme allamico e fotografo Pierpaolo Ferrari, presentato nello spazio milanese Le Dictateur, una rivista fotografica, una sorta di moderno giornale dada-surrealista (abbondano occhi, nasi e dita mozzate), dedicata solo alle immagini, niente spiegazioni, che accosta fotografie diverse e un tantino scioccanti, per permettere allo spettatore pindarici voli interpretativi e suggestivi. Limportante, suggeriscono gli autori, la sequenza con cui le foto sono proposte. Insomma il solito, irriverente e autoreferenziale Cattelan. 54. Esposizione Internazionale darte Biennale di Venezia, Giardini e Arsenale dal 4 giugno al 27 novembre, Orari: 10 18 chiuso il luned. Costi: 6 per ciascuna sede, 10 per entrambe le sedi

Doppio Kapoor a Milano


Sono tre gli appuntamenti che lItalia dedica questanno ad Anish Kapoor, artista concettuale anglo-indiano. Due di questi sono a Milano, e si preannunciano gi essere le mostre pi visitate dellestate. Il primo alla Rotonda della Besana, dove sono esposte sette opere a creare una mini antologica; il secondo "Dirty Corner", installazione site-specific creata apposta per la Fabbrica del Vapore di via Procaccini. Entrambe curate da Demetrio Paparoni e Gianni Mercurio, con la collaborazione di MADEINART, gli stessi nomi che hanno curato anche la retrospettiva di Oursler al Pac. Una mostra di grande impatto visivo, quella della Besana, con opere fatte di metallo e cera, realizzate negli ultimi dieci anni e che sono presentate in Italia per la prima volta. Opere di grande impatto s, ma dal significato non subito comprensibile. Kapoor un artista che si muove attraverso lo spazio e la materia, in una continua sperimentazione e compenetrazione tra i due, interagendo con lambiente circostante per cercare di generare sensazioni, spaesamenti percettivi, che porteranno a ognuno, diversi, magari insospettabili significati, come spiega lartista stesso. Ecco perch non tutto lineare, come si pu capire guardando le sculture in acciaio C-Curve (2007), Non Object (Door) 2008, Non Object (Plane) del 2010, ed altre che provocano nello spettatore una percezione alterata dello spazio. Figure capovolte, deformate, modificate a seconda della prospettiva da cui si guarda, un forte senso di straniamento che porta quasi a perdere l'equilibrio. Queste solo alcune delle sensazioni che lo spettatore, a seconda dellet e della sensibilit, potrebbe provare davanti a questi enormi specchi metallici. Ma non c solo il metallo tra i materiali di Kapoor. Al centro della Rotonda troneggia lenorme My Red Homeland, 2003, monumentale installazione formata da cera rossa (il famoso rosso Kapoor), disposta in un immenso contenitore circolare e composta da un braccio metallico connesso a un motore idraulico che gira sopra un asse centrale, spingendo e schiacciando la cera, in un lentissimo e silenzioso scambio tra creazione e distruzione. Unopera, come spiegano i curatori, che non potrebbe esistere senza la presenza indissolubile della cera e del braccio metallico, in una sorta di positivo e negativo (il braccio che buca la cera), e di cui la mente dello spettatore comunque in grado di ricostruirne la totalit originaria. Il lavoro di Kapoor parte sempre da una spiritualit tutta indiana che si caratterizza per una tensione mistica verso la leggerezza e il vuoto, verso limmaterialit, intesi come luoghi primari della creazione. Ecco perch gli altri due interessanti appuntamenti hanno sempre a che fare con queste tematiche: Dirty Corner, presso la Fabbrica del Vapore, un immenso tunnel in acciaio di 60 metri e alto 8, allinterno dei quali i visitatori potranno entrare, e Ascension, esposta nella Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia, in occasione della 54 Biennale di Venezia. Opera gi proposta in Brasile e a Pechino ma che per loccasione prende nuovo significato. Uninstallazione site-specific che materializza una colonna di fumo da una base circolare posta in corrispondenza dellincrocio fra transetto e navata della maestosa Basilica e che sale fino alla cupola. Anish Kapoor - Rotonda di via Besana fino al 9 ottobre Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4 fino all11 dicembre Orari: lun 14.30 - 19.30. Mar-dom 9.30-19.30. Giov e sab

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9.30-22.30. Costi: 6 per ciascuna

sede, 10 per entrambe le sedi.

CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org La pelle che abito
di Pedro Almodovar [Spagna, 2011, 120] con Antonio Banderas, Elena Anaya, Marisa Paredes, Isabel Blanco, Bianca Suarez
Vera Cruz (Elena Anaya) abita una pelle che non la sua. la vittima degli esperimenti del noto chirurgo Robert Ledgard (Antonio Banderas) che la tiene segregata in una stanza asettica della sua villa-fortezza. Il medico opera su di lei qualunque tipo di esperimento pur di rendere inattaccabile Gal, la pelle perfetta resistente a qualsiasi fattore esterno. Questo accanimento serve al medico a espiare le colpe per la morte della moglie. Lo spettatore chiuso con Vera in quella piccola gabbia asettica. Nulla trapela dall'imperturbabile viso del chirurgo se non la compiacenza di fronte a ci che lui reputa una vera e propria opera d'arte. Il suicidio della figlia di Ledgard porta il chirurgo all'estremo della sua follia mostrandoci la pi sadica delle vendette. Almodovar ha studiato perfettamente lo schema della narrazione. I flashback iniziano nel momento in cui crediamo di afferrare la verit. Ci accorgiamo rapidamente di averne davanti agli occhi solo lo strato pi superficiale. L'universo di Almodovar, si sa, ruota attorno alla figura femminile. un segno distintivo delle sue pellicole che unisce La pelle che abito al resto della sua filmografia. Ogni azione del cinico e imperturbabile chirurgo la reazione a un evento accaduto alle donne che lo circondano. Chi ha visto Donne sull'orlo di una crisi di nervi, Tutto su mia madre, Volver fa una naturale fatica a riconoscere Almodovar dietro la macchina da presa. Il regista spagnolo ha cambiato sicuramente pelle. Non ci si pu che affidare al tempo per capire se ha scelto di cucirsela definitivamente o solo un travestimento. Marco Santarpia In sala a Milano: Apollo, UCI Cinemas Bicocca, Plinius, Ducale, Gloria Multisala, Colosseo, Arcobaleno.

Habemus Papam
di Nanni Moretti [Italia/Francia, 2011, 104'] con: Michel Piccoli, Nanni Moretti, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Margherita Buy
Un balcone vuoto. questa l'immagine pi forte di Habemus Papam [Italia/Francia, 2011, 104'] di Nanni Moretti. Perch non si tratta di un balcone qualunque, ma quello da cui sempre si affaccia il Papa in Piazza S. Pietro. Sempre, ma non nel film di Moretti; il regista lo mostra vuoto, usando il cinema per disegnare un mondo che ancora non abbiamo visto e, forse, ancora non siamo pronti a vedere. Tutto inizia nei pensieri dei cardinali chiusi nel conclave per eleggere il nuovo pontefice: non io Signore, implorano sentendosi inadeguati. La preghiera silenziosa, intima, ma di nuovo il cinema che si insinua nelle loro teste e rende i bisbigli gridati. In quel dietro le quinte dove per tradizione lo sguardo umano impedito, ci siamo anche noi. Partecipiamo al timore dei cardinali di non essere all'altezza di una tale responsabilit. Sar il Cardinale Melville (Michel Piccoli) il prescelto. Fumata bianca. Habemus Papam gridano dalla Piazza. Ma Melville attonito, impotente davanti al peso della leadership: non riesco a condurre, ma ho bisogno di essere condotto, dice pressappoco. Per aiutarlo viene portato in Vaticano il miglior psicoanalista (Nanni Moretti), ma il neoeletto Papa fugge da quelle mura e si perde per Roma. Da qui il paradosso: uno scienziato imprigionato in Vaticano tra centinaia di cardinali, e il Pontefice smarrito tra le strade di Roma. Una commedia e una tragedia, ecco la grande forza di Habemus Papam: si ride e si piange. Sorridiamo assistendo alla partita a scopa tra i cardinali, o al torneo di pallavolo organizzato dallo psicoanalista. Ci commuoviamo guardando alla crisi umana che colpisce l'uomo di chiesa: ma non si pu fare che io scompaia?, chiede teneramente Melville. La sua non una crisi di fede, ma la debolezza di un uomo che si sente piccolo davanti al ruolo che deve ricoprire. Un uomo, prima di tutto. Moretti usa il Papa come un simbolo, ma potrebbe essere un politico, un professore, un genitore. Chiunque debba rivestire una carica giudicata al di l delle proprie possibilit. In giovent voleva fare l'attore il Papa di Moretti, ma il palco sul quale dovrebbe salire adesso troppo solenne; il pubblico eccessivamente vasto e pretenzioso. Con umilt, allora, decide di scappare da quella messa in scena. Sale sul balcone fino a quel momento rimasto vuoto solamente per l'ultima rappresentazione, dopodich il suo spettacolo finisce. Paolo Schipani In sala: Cinema Gnomo

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VIDEO

VALERIO ONIDA: UN COMUNE CACCIATORE DI TESTE


http://www.youtube.com/watch?v=7GZN8urnS0o

MILANO.- COLONNE DI SAN LORENZO - IL PRIMO FLASHMOB MUSICALE http://www.youtube.com/watch?v=2k80nvxgJjM

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