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A I D U E N TOS

Archeologia e Beni Culturali


ANNO I n.2 Maggio-Agosto 2007

sommario
Editoriale.
Fausto Ligios

Editore Associazione Archeologica Aidu Entos Capo Redattore Francesco Bellu

Responsabile Scientifico Ercole Contu

Direttore Responsabile Fausto Ligios

Studi e Ricerche
Le pietre fitte della Corsica e della Sardegna
Presentazione e approccio metodologico Florian Soula

Redazione Francesco Bellu Ramona Cappai Gabriele Carenti Luca Doro Giovanni Frau Gianmario Lai Laura Manca Grafica Luca Doro Gabriele Carenti Si ringrazia Cristina Zirulia

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Societ, guerrieri ed armi tra Bronzo antico e Bronzo medio in Sardegna


Claudio Bulla

Registrazione presso il Tribunale di Sassari n. 446/07 del 28/06/07

Stampa Digital s.r.l. Sassari

I nuraghi e il Tirso nellalta valle

Giuseppina Marras

redazione.aiduentos @gmail.com
Referenze fotografiche

Informazioni

Laura Manca

La tecnologia applicata allanalisi dei manufatti in materia dura animale

Copertina Cava di granito, Capo Testa (Santa Teresa di Gallura). Foto di Fausto Ligios (F/64 Progetto Fotografia). Seconda di copertina Rocce granitiche di Capo Testa (Santa Teresa di Gallura). Foto di Fausto Ligios (F/64 Progetto Fotografia).

M. Pieranna Masala

Riferimanti suggestivi lungo le vie del culto di Ercole La statuaria di Antinoo durante lepoca adrianea

Stefania Piras

Un approccio tecnologico per lo studio delle ceramiche preistoriche

Terza di copertina Tomba di giganti Li Lolghi (Arzachena) Foto di Fausto Ligios (F/64 Progetto Fotografia).

Signoria e feudalesimo nella Sardegna dei secoli XI-XIII: il dibattito storiografico


Alessandro Soddu

Silvia Rassu

AIDU ENTOS

EDITORIALE
Fausto Ligios
info@faustoligios.it

Notiziari

Lo scavo della necropoli romana di Monte Carru ad Alghero


Alessandra La Fragola Scavi 2004-2007

38 41 43 45

Linsediamento romano di SantEfis a Orune Una mansio nel Campidano


San Cromazio a Villaspeciosa Gianpiero Pianu Fabbrizio Delussu

Marco Milanese

Castelsardo e larcheologia dei Doria


Campagna di scavo 2007

La tecnologia come strumento dindagine. Le attivit tecniche sono lo specchio di un progetto umano mirato alla soddisfazione dei propri bisogni. Gli studiosi affermano che tra identit etnica e identit tecnica di un gruppo c una stretta correlazione. Ogni cultura materiale possiede elementi distintivi di ordine tecnologico, oltre che morfologico. In poche parole siamo ci che produciamo per il nostro fabbisogno. Riscontrare un cambiamento significa imbattersi in una nuova fase di progresso della storia tecnologica e umana di una comunit. Secondo numero di Aidu Entos, seconda avventura editoriale, elemento materiale cartaceo per soddisfare un bisogno di partecipazione, approfondimento, discussione, inchiesta sui temi legati allarcheologia, alluomo, allambiente. Noi siamo quello che produciamo. Molti gli attestati di stima relativi al numero desordio e di questo ne siamo contenti. Il lavoro quasi sempre paga e appaga ma non ci adagiamo sugli allori, anzi per lo staff della rivista unulteriore spinta per andare avanti, consapevoli delle difficolt ma per niente spaventati, un po come Ercole di cui parliamo in questo numero, a firma della Dottoressa Maria Pieranna Masala, leroe classico che affronta faticose imprese per poter acquistare la gloria, contemporaneamente metafora dello schiavo e del cristiano, che attraverso il duro lavoro e le difficolt si procura un posto in cielo. Non ambiamo certo a diventare corpi celesti che brillano di luce propria ma, sicuramente, ritagliarci uno spazio consono ai nostri meriti e alle nostre aspettative. A proposito di meriti e aspettative, in questo numero una bella notizia: senza nulla togliere alla necropoli romana di Monti Carru ad Alghero che merita tutta lattenzione possibile la novit che per la prima volta in Sardegna hanno lavorato in un cantiere archeologico circa 30 giovani laureati e tutti, e ribadisco, TUTTI, sono stati pagati. Bene. Tra gli articoli del secondo numero da citare anche Societ, guerrieri ed armi tra Bronzo antico e Bronzo medio in Sardegna del Dottor Claudio Bulla e linteressante dibattito storiografico su Signoria e feudalesimo nella Sardegna dei secoli XI-XIII del Dottor Alessandro Soddu. Per la serie appuntamenti da non perdere sul prossimo numero sar presente un articolo del Professor Mastino sul nuraghe Aidu Entos. Buon viaggio.

Studi e ricerche

Florian Soula

Presentazione e approccio metodologico

Le pietre fitte della Corsica e della Sardegna

vlazy.volganst@netcourrier.com

Le pietre fitte nellarea corso-sarda : quadro dinsieme Dal 2004, i lavori di bibliografia e di prospezione iniziati sulle isole di Corsica e Sardegna hanno portato a percepire il fenomeno pietre fitte come un momento essenziale della preistoria, dal Neolitico allet del Bronzo. La straordinaria espansione di questo genere di siti, sia cronologica che territoriale, unitamente alle scelte di impianto regionale e locale ci porta a vedere questo fenomeno come un forte indicatore socio-economico. Infatti, tra il 2004 e il 2005, sono state individuate almeno 918 pietre fitte di tutti i tipi nella sola Corsica. Rag-

gruppate in un totale di 95 siti sono ripartite per il 71% nel sud della Corsica (859 menhirs) contro il 7% del nord (59 menhirs) (vedi Fig. 1). Tra il 2004 e il 2006, lo stesso lavoro stato svolto in Sardegna. Ecco un confronto tra il numero di monoliti per provincia, in relazione al corpus del 1981 preparato da Giovanni Lilliu: Provincia di Sassari: 28 monoliti ossia il 9,72% del suo corpus. I 30 monoliti identificati in questo lavoro rappresentano ora il 4,6% del totale (LILLIU 1981, pp. 63, 133-134). Provincia di Nuoro: 125 monoliti, ossia il 48,7%. I 423 monoliti identificati in questo lavoro rappresentano ora il 69,5% del totale ( LILLIU 1981, pp. 63, 134-137). Provincia di Oristano: 9 monoliti, cio il 3,5%. I 49 monoliti identificati in questo lavoro rappresentano ora il 7,95% del totale ( LILLIU 1981, pp. 63, 133-134). Provincia di Cagliari: 98 monoliti, 38,1%. I 108 monoliti identificati in questo lavoro ora rappresentano il 17,85% del totale ( LILLIU 1981, pp. 63, 138-140). Raggiungiamo, pertanto, il numero di 610 menhirs per lintera Sardegna, raggruppati in 161 siti. Questo corpus non esauriente e sar, come quello della Corsica, trattato durante il lavoro del dottorato (vedi Fig. 2). Terminologia e database: un esempio di sistematizzazione metodologica In questi ultimi decenni, la questione sulla terminologia relativa al megalitismo stata altamente dibattuta: definire i termini che si usano infatti una priorit metodologica essenziale per qualsiasi studio. Al fine di conseguire il massimo della comprensione reciproca, tali lavori non devono essere isolati. In effetti, nonostante i ripetuti tentativi di stabilire una terminologia comune e formalizzata nulla stato prodotto su questo tema. Nellambito del Master 1 (SOULA 2005, pp. 11 - 37), si iniziata una discussione sulla terminologia delle pietre fitte, basandosi sul lavoro dellequipe di Andr DAnna in Corsica (C.N.R.S., UMR 6636). Nel corso di questo lavoro sono stati raccolti e analizzi tutti i termini utilizzati nella letteratura scien-

Fig. 1 - Carta di distribuzione dei siti con pietre fitte della Corsica.

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tifica, per la maggior parte francese e spagnola. Al momento, dopo aver completato il Master 2 (SOULA 2006), e iniziato un dottorato di ricerca sullo stesso argomento, si in grado di produrre una terminologia pi strutturata. I termini cos definiti sono lesito di una riflessione teorica che si basa anche sullesperienza maturata sul campo. Monolite o pietra fitta: si preferisce il termine di pietra fitta (pierre dresse), secondo la terminologia usata da Laurence Pinet (PINET 2001, pp. 28 - 32). Anche luso del termine monolite derivato da questa pubblicazione. Il monolite un blocco di forma e dimensioni qualsiasi, antropizzato, nel senso che la sua posizione attuale dovuta ad un intervento umano. Sono inoltre considerati blocchi monolitici tutti quelli che fanno parte di una struttura megalitica, ivi comprese le lastre o pilastri che costituiscono i dolmen e altri monumenti. In questo caso essi hanno una vera e propria funzione architettonica e sono definiti con il termine di monolite architettonico. Tuttavia la pietra fitta stata definita come lensemble des monuments sans distinction morphologique ou typologique, en particulier lorsque leur nature prcise nest pas connu1 (DANNAPINET 2002, p.582). Questa definizione si aggiunge a quella di menhir, vale a dire un type de pierre dresse morphologiquement et significativement indiffrenci2 (DANNAPINET 2002, p. 582). Sono riunite sotto il termine di menhir, definito come una pierre dresse non rgularise, brute de carrire ou trs faiblement amnage: si par hypothse le menhir est anthropomorphe, menhir anthropomorphe est un plonasme!3 (DANNA, dir). La definizione integra ovviaFig. 2 - Carta di distribuzione dei siti con pietre fitte in Sardegna. mente una simbologia antropomorfa (PINET 2001, vol. 1, p.138). Si preferisce togliere da questa definizione le interpretazioni relarappresentazione di unarma sar chiamato mentive allantropomorfia. I termini monolite fitto o hir-stele armato (vedi fig. 3). pietra fitta dovrebbero essere limitati al loro Menhir-stele: Menhir amnag soit pour en rgusenso primario cio un blocco allungato estratto lariser la silhouette dun point de vue gomdalla mano delluomo. Nel caso della definizione trique, soit pour en accentuer ou symboliser le del monolite, il termine pu anche designare un caractre anthropomorphe, soit par la reprsenblocco di qualsiasi forma in relazione alle strutture tation de motifs divers; une face et un dos sont gmegalitiche. Questa la scelta fatta sui siti scavati nralement identifiables4 (DANNA 1999 , PINET dellaltopiano di Cauria (Corsica del sud). Per 2001, vol. 1, p. 138). La forme gnrale met en quanto riguarda la pietra fitta, aggiungere uninvidence des faces larges, opposant souvent une terpretazione in relazione con lantropomorfismo face plane dos bomb, des chants troits, la pi giustificabile che per il termine monolite perplupart du temps par mise en forme et rgularisach la posizione verticale un elemento che tion de surface, parfois par simple slection de conferma le ipotesi fin qui sottintese. morphologie naturelle5 ( DANNA, PINET 2002, pag. Monolite inciso: semplicemente un monolite di 582-583). tipo diverso da quello della statua-menhir, supStele: utilizzato anche per lo studio dellaltopiano porto di una rappresentazione incisa o in basso ridi Cauria (Sartne, Corsica del Sud), questo terlievo. Ad esempio, un menhir-stele inciso con la mine descrive solo i monumenti assegnati alla

prima fase del Neolitico medio (fine della seconda menhir, une dalle etc.8 (PINET 2001, vol. 1, pag met del quinto millennio a.C.). Di solito riferito a 132). piccoli monoliti tra 30 cm e 90 cm di altezza o di Da un punto di vista metodologico, lo studio di lunghezza. questo fenomeno ha avuto inizio con lelaboraStatua-menhir: monolite la cui morfologia in sezione del corpus. Questo deve integrare le inforguito alla lavorazione, nel senso di una rappresenmazioni sul sito, il suo ambiente naturale e tazione umana in piedi, sottolineata dalla archeologico, e il menhir stesso. Sono state adotpresenza di attributi anatomici incisi in basso o tate delle schede con lobiettivo di creare un damedio rilievo. Questi attributi appartengono pi tabase ragionato che raggruppa tre insiemi: il alla morfologia che agli attributi stessi. Una semcorpus dei siti con pietre fitte, descritte in modo plice definizione, di cui tener conto la seguente: generale, nel loro ambiente e nella loro strutturalanatomie humaine est explicite par sculpture zione, il corpus di altri siti (abitativi e funerari), seleen ronde-bosse, bas-relief ou gravure6 ( DANNAzionati dal nostro studio in micro-regioni, e il corpus PINET 2002, p. 583, PINET 2001, vol. 1, p. 140). dei menhirs. Ogni pietra fitta sar descritta da Questi autori fanno una differenza suddividendo il varie informazioni sotto forma di campi da riemtipo statua-menhir in due pire, nel modo pi esauriente sottogruppi, che verranno possibile. Ad esempio, per qui chiamati statua-menhir ogni menhir saranno annotati esplicita e statua-menhir la sua dimensione, la sua implicita. La statua-menhir forma e il tipo di formazione esplicita diviene supporto di geologica, ma anche la sua attributi anatomici (tra le attuale posizione stratigrafica altre cose) che si affiancano (nel caso in cui il sito sia stato ad una morfologia antroposcavato), una descrizione morfa veramente esplicita. completa della lavorazione e Questo ci che in questo di eventuali elementi iconostudio stato chiamato stile grafici. Il peso di ciascuna di morfo-iconografico: nel esse sar calcolato utilizsenso che la morfologia rizando formule matematiche chiama il corpo umano in applicate alla morfologia e modo pi importante che gli sviluppate durante il nostro laattributi. Questo tipo povoro di Master 1 (SOULA 2005, trebbe essere una chiara pp.49 - 67). rappresentazione umana Laspetto terminologico qui anche senza gli attributi. presentato un esempio di La statua-menhir implicita, questo approccio che tende non ha una morfologia a sistematizzare tutti gli eleumana veramente o pienamenti descrittivi, al fine di mente esplicita. In questo mantenere la massima coeFig. 3 - Esempio di menhir-stele armata (Cauria caso sono gli attributi che, renza dei dati. Ogni informaV, I Stantari, Corsica del sud). associati ad alcune carattezione da inserire nel database ristiche morfologiche, danno sar formalizzata da definipieno significato al monolite come statua-menhir. zioni prestabilite. Per esempio, questo tipo di apQuesto un tipo icono-morfologico: nel senso proccio adottato per la descrizione che liconografia esprime il corpo umano in modo dellambiente geologico, idrologico e topograpi importante rispetto alla morfologia. Questo fico. Tutti questi dati saranno inseriti in un datatipo non potrebbe essere una chiara rappresenbase nel quale diventa possibile effettuare tazione umana senza gli attributi come illustrato confronti e rilevanze statistiche. perfettamente nel caso di alcune statue-menhirs della Sardegna o anche della Francia (SOULA 2005, Conclusioni e problematiche ulteriori pp. 32 - 36, 284). A seguito del lavoro svolto durante il Master 1 e 2, In realt, il tipo esplicito documentato con rarit possibile presentare alcune conclusioni generali, e la distinzione pur non essendo attualmente ma cosa ancora pi importante, si in grado di molto significativa merita da essere sottolineata7. proporre ulteriori problematiche. Blocco: elemento roccioso di origine sconosLarticolazione cronologica del fenomeno delle ciuta, con dimensioni da pochi centimetri a diversi pietre fitte una problematica del tutto particometri (Dizionario di Geologia, edizione 4, Masson). lare. Pochissimi di questi siti sono datati in maniera Terme gnrique pour dsigner un monolithe naaffidabile, nonostante le informazioni cronoloturel, non mis en uvre, et destin devenir un giche e stilistiche fornite da esemplari incisi. Per

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meni sulle due isole, c quindi uno iato durante questa fase di transizione Neolitico-et del Bronzo, almeno in Corsica. Qui sembra che non ci sia stata nessuna ulteriore attivit megalitica. Nessun resto riferibile alla facies terrinien stato ritrovato in questo tipo di contesto. Questo iato si conclude con lapparizione delle prime statue-menhirs allinizio dellet del Bronzo, che presentano poche somiglianze con gli esemplari sardi datati invece allet del Rame. Il fenomeno delle statuemenhirs di Corsica non solo diverso, ma rivela anche esso stesso una chiara diversit nella morfologia dei blocchi e nelliconografia. Questa differenza certamente legata a cause socio-economiche che influisFig. 4 - Esempio di statua-menhir esplicita (Cauria II e IV, I Stantari, Corsica del sud). cono anche su altri ambiti culturali, come quello domestico o funerario. quanto riguarda larea corso-sarda, si pu definire Possiamo dunque interpretare questo iato e un arco cronologico che va dal Neolitico medio questa differenziazione in termini di cessazione di fino allet del Bronzo. Grazie alle informazioni forcontatti tra le due isole? Oppure in termini di vonite dai siti scavati come Renaghju, I Stantari lont di differenziarsi? (Corse, DANNA e alii 2000, 2003) o Pranu Mutteddu Sembra interessante per testare i tipi di approcci (Goni, Sardegna, ATZENI 1987b), si capisce meglio sistemici di riflettere sullorganizzazione di questi siti che la maggior parte di questi siti ha probabilallinterno del loro ambiente naturale e archeolomente avuto un lungo periodo gico. Per questo motivo, ci che di utilizzo con conseguenti cam stato avanzato in questo lavoro biamenti delle strutture interne. deve essere sistematizzato a Daltra parte, questi tre esempi scale diverse. Da qui lidea di dimostrano che le pietre fitte puntare sulle micro-regioni dove sono sistematicamente assole concentrazioni di siti con pietre ciate ad altri contesti archeolofitte consentiranno uno studio sisgici, come abitati o siti funerari. tematico del rapporto tra esse Nellambito di questa ampia stesse, ma anche con il loro amcronologia, si pu ipotizzare una biente naturale e archeologico. permanenza e un riutilizzo della In generale, possibile avanzare maggior parte di siti con monoalcune conclusioni in attesa di ulliti, come confermato da scavi teriori conferme. Il riscontro dei effettuati in tali strutture. Solo dati ottenuti finora mostra delle delle analisi a livello strutturale variazioni nelle scelte preferenziali potrebbe contribuire a differendi impianto e strutturazione dei ziare ciascuna fase. Ma senza la siti. Diversi elementi, come la perconoscenza acquisita durante durazione delluso dei siti o la prelo scavo, il compito diventa pi senza del fenomeno in tutto il Fig. 5 - Esempio di statua-menhir imdifficile. Il primo passo verso territorio, utilizzando settori plicita (Genna Arele I, Laconi, Sardequesto obiettivo sar il confronto chiave, ci portano a definirlo gna; foto da ATZENI 1997). tra i siti osservati e tutti gli altri, come il risultato di una affermaanalisi che gettano le basi per zione della propriet del territorio formulare delle ipotesi. tra il Neolitico medio e let del Bronzo, attraverso Per quanto riguarda le statue-menhirs, si suppone lipotesi di una lenta colonizzazione o, piuttosto, un che siano per prime apparse in Sardegna in neocolonialismo. contesto di transizione dalla fina del Neolitico La funzione generale di questultimo sembra esallet del Bronzo. Lapparizione per la Corsica sere in parte legata ad una marcatura importante sembra pi tarda, allinizio dellet del Bronzo. Nodi un territorio relativamente piccolo da parte nostante lapparente contemporaneit dei fenodelle sue caratteristiche ambientali e geologiche.

La definizione di aree di studio arbitrarie comporta unorganizzazione dei territori, in accordo gli uni con gli altri e guidati da relazioni che probabilmente sono tanto funzionali che simboliche (luoghi economicamente forti, luoghi di sepolture, zone di passaggio, aree costiere, ecc.). Questa distribuzione degli spazi abitativi e questa ipotetica marcatura del territorio sembrano trovare esito con il fenomeno dei nuraghi (Sardegna) e delle torres (Corsica). Su questo specifico punto il confronto con il fenomeno della Corsica solleva la questione delle connessioni strutturali o dei sistemi territoriali. Si pu constatare che le cronologie generali portano i primi elementi di riflessione, soprattutto per la simultaneit di eventi in Corsica e Sardegna. Si deve tenere in considerazione la premessa che le prime pietre fitte sembrano essere pi o meno contemporanee sulle due isole durante la seconda met del quinto millennio. Ma non sufficiente per dire che vi sia perfetta contemporaneit. Unimportante domanda che ci si pone per questo tipo di problematiche : il fenomeno delle pietre fitte contemporaneo sulle due isole, o il risultato di diffusioni in zone di contatto? E stato osservato che le principali concentrazioni di pietre fitte sono nel sud della Corsica e nel centro della Sardegna. Si aggiunga a questa annotazione che, in Sardegna, il fenomeno in parte concentrato intorno ai giacimenti di ossidiana del Monte Arci. Si potrebbe stabilire lo stesso presupposto per la Corsica meridionale e depositi di riolite, ma in maniera meno evidente. Quindi, la definizione pi o meno arbitraria di territori potrebbe sollevare una riflessione temporale in corrispondenza dei sistemi con alcune culture o modi di pensare. Poich si parla gi del gruppo dello sartenais (Sartne) in Corsica, o di un gruppo di Laconi in Sardegna, sembra che questo tipo di denominazioni potrebbe essere integrato cronologicamente e spazialmente in una pi ampia realt. NOTE

La forma generale mette in evidenza delle ampie facce, spesso con lopposizione ad una faccia piana di un dorso bombato, lati corti dritti, ottenuti la maggior parte delle volte attraverso la messa in forma e la regolarizzazione della superfice, a volte per semplice selezione di una morfologia naturale. 6 Lanatomia umana esplicitata dalla scultura a pieno tondo , in bassorilievo o incisione. 7 Questa distinzione stata pensata per sottolineare la differenza dei due sottotipi presenti nella zona geografica presa in considerazione. 8 Termine generico per descrivere un monolite naturale, non lavorato, e destinato a diventare un menhir, una lastra, ecc.
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Tutti i monumenti senza distinzione morfologica o tipologica, in particolare quando la loro esatta natura sconosciuta. 2 Un tipo di pietra fitta morfologicamente e significativamente indifferenziato. 3 Pietra fitta non regolarizzata, grezza o poco lavorata: se ipoteticamente il menhir antropomorfo, dire menhir antropomorfo un pleonasmo! 4 Menhir-stele lavorato sia per regolarizzarne la sagoma da un punto di vista geometrico, sia per accentuare o simboleggiare il carattere antropomorfo, sia per la rappresentazione di vari motivi ; la faccia e il dorso sono generalmente identificabili.
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AA. VV. 2007, Patrimonio archeologico e architettonico sardo-corso. Affinit e differenze, Sassari. ATZENI E. 1987, Nota sulla necropoli megalitica di Pranu Mutteddu, Goni, in: La Cultura di Ozieri problematiche e nuove acquisizioni, Atti del I Convegno di Studio, Ozieri, Gennaio 1986 Aprile 1987, red. in: MURRU G. (a cura di) 2004, La scoperta delle Statue-Menhir, Trentanni di ricerche archeologiche nel territorio di Laconi, University Press Archeologia, pp.139-155. DANNA A. (a cura di), avec les contributions de, CESARI J., CODACCIONI L., CHESSA R., FURESTIER R., LEANDRI F., LEMERCIER O., MARCHESI H., PASQUET A., TRAMMONI P. 1999, Projet collectif de recherche. Etude de sites mgalithiques corses dans leur contexte chrono-culturel 1998-1999. Rapport 1999. Projet 2000, Ajaccio / Aix-en-Provence / Sartne, SRA / ESEP (UMR 6636) / Muse dpartemental de Prhistoire corse, p. 112 DANNA A., MARCHESI H., TRAMONI P. 2000, Le site mgalithique de Renaghju Sartne, in: Prhistoire Anthropologie mditerranennes, t. 9, pp.141-146. DANNA A., MARCHESI H., PINET L., TRAMONI P., GUENDON L. J. 2003, Les alignements de menhirs de Renaghju dans leur contexte du plateau de Cauria (Sartne, Corsedu-sud), in: GASCO J., GUTHERZ X, LABRIFFE (DE) P. A., Temps et espaces culturels: du 6 au 2 millnaire en France du Sud, Lattes, A.DA.L., p.357-368 (Monographies dArchologie mditerranenne; 15 / Rencontres mridionales de Prhistoire rcente; 4). LILLIU G. 1981, Monumenti antichi barbaricini, in : Quaderni, 10. PINET L. 2001, Les alignements mgalithiques de Renaghju (Sartne, Corse-du-Sud) : etude et mise en valeur, un exemple darchologie appliqu, Aix-en-Provence, Universit dAix-Marseille I Universit de Provence, 2 volumes, 182 p.196. DANNA A., PINET L. 2002, Les pierres dresses des montagnes la mer Mditeranne, in: Origine et dveloppement du mgalithisme de louest de lEurope (Bougon, 26/30 octobre 2002), pp.579-781. SOULA F. 2005, Mgalithisme de Corse (France) et de Sardaigne (Italie), rflexions mthodologiques sur le phnomne des pierres leves de deux corpus insulaires mditerranens, prsentation des corpus et application de comparaisons statistiques et typologiques, Master 1. SOULA F. 2006, Problmatique gnrale de ltude du phnomne mgalithique des pierres dresses de laire corso-sarde. Etablissement du corpus des pierres dresses de lle de Sardaigne, Master 2, p. 66.

BIBLIOGRAFIA:

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