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Firenze University Press

Estratto da Reti Medievali Rivista, IX - 2008


<http://www.retimedievali.it>
a cura di
Giuseppe Albertoni
Intervista
a Herwig Wolfram
Reti Medievali Rivista, IX - 2008/1
<http://www.retimedievali.it>
ISSN 1593-2214 2008 Firenze University Press
Intervista a Herwig Wolfram
a cura di Giuseppe Albertoni
1. Formazione: tra Vienna e Los Angeles
1.1. Lei si formato culturalmente nella Vienna degli anni Cinquanta, du-
rcnte un dijjcile periodo dellc storic custriccc. Qucnto l'ctmosjerc di queli
cnni hc injuito sul Suo interesse per lc storic e, in pcrticolcre, per lc storic
medievale?
Gi frequentando le prime classi di un ginnasio viennese (1945-1948)
mi fu chiaro che avrei studiato storia. Tutto ci avvenne autonomamente,
a prescindere sia dalle circostanze esterne, che sicuramente non erano pro-
prio favorevoli, sia dagli insegnanti, che nellimmediato Dopoguerra erano
di qualit assai diversa. In ogni caso, gi nel corso degli ultimi anni del gin-
nasio (1950-1952) ebbi un ottimo insegnante di storia, interessato, per, solo
alla storia moderna. Una volta iscritto allUniversit, nel semestre invernale
1952-1953 ebbi la grande fortuna di imbattermi in Heinrich von Fichtenau
(cfr. risposta 1.2). Fu cos che la decisione di studiare storia medievale fu
presa per sempre.
1.2. Trc le jure principcli che neli cnni Cinqucntc operctcno presso l'Uni-
tersitc di Viennc spiccc proprio quellc di Heinrich ton Iichtencu, che ctetc
HerwIg WoIIrum nuLo u VIennu neI 1qq. Un breve rohIo e un eIenco seIeLLIvo deIIe sue ub-
blicazioni sono reperibili allurl <http://www.univie.ac.at/Geschichte/_wolfram.html>.
Lintervista pubblicata parallelamente, con lesclusione del paragrafo 6, anche in H. Wolfram,
Origo. Ricercc dell'oriine e dell'identitc nell'clto Medioeto, a cura di G. Albertoni, Editrice Uni-
versILu degII SLudI dI TrenLo - DIurLImenLo dI IIosohu, SLorIu e BenI cuILuruII - DIurLImenLo dI
Studi Letterari, Linguistici e Filologici, Trento 2008 (Labirinti, 112), dove reperibile anche una
bIbIIogruhu degII scrILLI comIeLu.
Giuseppe Albertoni 2
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pubbliccto dc poco il suo Impero carolingio
1
, un libro che si impose non solo
per l'cccurctezzc dell'cnclisi, mc cnche per lc tensione morcle che l'cttrcter-
sctc. Qucnto quest'operc e l'insencmento di Iichtencu hcnno inciso sullc
Suc jormczione e sullc sceltc dei Suoi cmbiti di ricercc?
Chi, come me, giungeva allUniversit di Vienna nellottobre del 1952 per
studiarvi Storia e Latino, in Filologia classica si imbatteva in studiosi di al-
tissimo livello come Albin Lesky (1896-1981) e Walther Kraus (1902-1997),
in Storia invece solo in un professore quarantenne, non ancora ordinario
*
,
di nome Heinrich von Fichtenau (1912-2000). Questosservazione forse pu
rIveIure unu cerLu suerhcIuIILu, mu corrIsonde uII`ImressIone che oLevu
avere un diciottenne. Probabilmente, si potr dire, la matricola non era in
grado di capire il professore di Storia austriaca, Alphons Lhotsky (1903-1968),
a sua volta uno studioso eccellente. Cos fu, in realt. Infatti, quando vidi per
la prima volta Lhotsky pensai che Franz Grillparzer (1791-1872) fosse risu-
scitato; ed io ero ancora nelle tenebre di un maturando, che pensava di do-
ver disapprovare il maggior autore e poeta austriaco. Da allora naturalmente
questo giudizio cambiato e sia le opere di Lhotsky, sia quelle di Grillparzer
fanno parte delle mie letture costanti. Ma a quei tempi era cos: il legame con
Heinrich von Fichtenau determin il resto della mia vita e non solo per quel
che riguarda il lavoro. Egli fu responsabile della mia permanenza a Vienna e
del fatto che mi sia dedicato al medioevo, bench allinizio mi sembrasse pi
interessante il Settecento. In ogni caso bisogna mettere in chiaro una cosa:
lImpero ccrolinio, linnovativa opera di Fichtenau, aveva entusiasmato si-
curumenLe I neohLI e I`esLero (II IIbro Iu LrudoLLo In ILuIIuno, Iruncese e IngIe-
se), ma negli ambienti culturali di lingua tedesca non ebbe quellimmediato
riconoscimento che oggi ci si aspetterebbe (cfr. anche Zllner nella risposta
1.3). Al contrario, allora si parl molto di Arenga, un altro libro di Fichtenau
dedicato allo studio della teoria politica, unopera che diede nuovi impulsi alla
ripresa della scienze ausiliarie della storia
2
. un segreto di Pulcinella il fat-
to che Intitulatio I., Iu mIu LesI d`ubIIILuzIone, ne sIu sLuLu InuenzuLu du un
punto di vista formale
3
. (In ogni caso non nel contenuto, poich le formule
documentarie analizzate nei due libri adempiono compiti totalmente diversi
e, di conseguenza, hanno anche presupposti diversi. Il legame tra antichit e
medioevo, tuttavia, sussiste in ambedue i casi: cfr. 1.4).
1
Dcs Kcrolinische Imperium. Sozicle und eistie Problemctil eines Groreichs, Fretz &
Wasmuth, Zrich 1949 (traduzione italiana: L'Impero ccrolinio, uLerzu, BurI 1q8 ed edIzIonI
successive).
*
n quesLo erIodo IchLenuu uvevu Iu quuIIhcu dI Extraordinarius (n. d. T.)
2
H. Fichtenau, Arenga. Spctcntile und Mittelclter im Spieel ton Urlundenjormeln, BhIuu,
Wien 1957 (Mitteilungen des Instituts fr sterreichische Geschichtsforschung, Ergnzung-
sband, 18).
3
Cfr. H. Wolfram, Intitulatio I. Lcteinische Konis- und Iurstentitel bis zum Ende des 8.
Jahrhunderts, BhIuu, WIen 1q6; (MILLeIIungen des nsLILuLs Ir OsLerreIchIsche GeschIchLsIor-
schung, Ergnzungsband, 21).
3
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Intervista a Herwig Wolfram
1.3. Qucli cltri studiosi oltre c Iichtencu considerc Suoi mcestri?
A prescindere da Lhotsky (cfr. 1.2), tra gli storici viennesi bisognerebbe
rIcordure I modernIsLI Hugo HunLsch (18q-1q;z) e HeInrIch BenedIkL (1886-
1q81), oILre u ArLur BeLz (1qo-1q8). QuesL`uILImo LrusmeLLevu LrudIzIonuII
ma fondamentali conoscenze in Storia Antica, condite per da uninvolontaria
nota comica e folcloristica. Il medievista Leo Santifaller (1890-1974), di cui
sarei stato successore sia pur non immediato come direttore dellInstitut
fr sterreichische Geschichtsforschung, lho conosciuto solo durante il cin-
quantanovesimo corso dellInstitut stesso (1957-1959) e con lui ho instaurato
un rapporto molto cordiale. Inoltre cera un docente di Storia Medievale e
di Storia Austriaca di nome Erich Zllner (1916-1996). Studioso perseguitato
per motivi razziali tra il 1938 e il 1945, egli gi nel 1939, a soli 23 anni, aveva
completato Die Voller im Ircnlenreich, unopera pionieristica che fu pubbli-
cata solo nel 1950
4
e che, come L'Impero ccrolinio di Fichtenau, non ebbe n
a Vienna n in Austria il riconoscimento che avrebbe meritato. I Viennesi e
la medievistica austriaca nel suo complesso allora si basavano ancora troppo
sulla tradizione o su ci che poteva essere spacciato facilmente per tradizione:
In hn deI conLI gIu rImu dI IchLenuu e ZIIner c`eruno sLuLI un Huns HIrsch
(18;8-1qqo) e OLLo Brunner (18q8-1q8z).
Bench non sIu sLuLo suo uIIIevo In senso sLreLLo, I degII sLorIcI soru
menzIonuLI mI hu InuenzuLo GerhurL B. udner (1qo-1qq), uLLIvo u Iungo
a Los Angeles
5
. Ladner fu lautore di Idea of Reform
6
, un libro che Giovanni
XXIII, stando a una sua dichiarazione, avrebbe consultato prima della con-
vocuzIone deI ConcIIIo VuLIcuno , e dI un`Iconogruhu uuIe In I voIumI.
Egli si era abilitato gi nel gennaio del 1938, quando Hans Hirsch, il direttore
dellInstitut, aveva fatto approvare la sua abilitazione, andando contro loppo-
sizione evidente e non oggettiva di alcuni colleghi. La tesi dabilitazione di La-
dner Theoloie und Politil vor dem Investiturstreit
7
daltra parte tuttora
unopera fondamentale, ristampata ancora pochi anni or sono. Essa usc come
secondo volume delle Verffentlichungen dellInstitut, precedendo temporal-
menLe II rImo voIume, che OLLo Brunner uvevu rIservuLo uI suo eocuIe Land
und Herrschcjt. Ladner ha sempre indicato Hans Hirsch come colui che non
solo aveva salvato la sua vita, ma anche quella di suo padre e di suo fratello (la
madre era morta nel 1936). Con labilitazione, infatti, Ladner raggiunse la qua-
4
E. Zllner, Die politische Stellun der Voller im Ircnlenreich, Universum Verl.-Ges., Wien
1qo (VerIIenLIIchungen des nsLILuLs Ir OsLerreIchIsche GeschIchLsIorschung, Bd. 1).
5
SI veduno u LuI roosILo: G.B. udner, Erinnerungen, a cura di H. Wolfram e W. Pohl, sterrei-
chische Akademie der Wissenschaften, Wien 1994 (Sitzungsberichte der sterreichischen Akade-
mie der Wissenschaften, phil.-hist. Kl. 617) e la dedica del mio libro Dcs Reich und die Germcnen,
SIedIer, BerIIn 1qqo (1qqz
2
).
6
G. B. udner, The Idec oj Rejorm: its impcct on Christicn thouht cnd cction in the ce oj the
fathers, Harvard University Press, Cambridge Mass. 1959.
7
G. B. udner, Theoloie und Politil tor dem Intestiturenstreit, Rohrer, Buden b. WIen 1q6,
rIsLumu WIssenschuILIIche BuchgeseIIschuIL, DurmsLudL 1q68.
Giuseppe Albertoni 4
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IIhcu dI roIessore unIversILurIo e Iu chIumuLo uI PonLIhcuI nsLILuLe dI ToronLo.
Di conseguenza non dovette sottostare alle quote che regolavano lingresso dei
profughi negli USA e in Canada, da cui i professori universitari erano esclusi,
e, ancora nel 1938, pot emigrare da Roma, dove risiedeva dal 1934 come bor-
sista, in Inghilterra e poi in Canada, dove raggiunse il padre e il fratello.
Vorrei indicare come maestri in senso proprio solo Ladner e Fichtenau.
Daltra parte, proprio Fichtenau ha affermato che chi intraprende nuove
strade e vuole studiare qualcosa di nuovo comunque non ha un maestro.
1.4. Le Sue due prime monorcje, Splendor imperii e Intitulatio I.
8
sono de-
diccte cl temc dellc reclitc e riprendono, innotcndoli, clcuni temi clcssici
dellc storiorcjc tedescc deli cnni Venti e Trentc, come, per esempio, quel-
lo dellc sccrclitc e dellc simboloic reic. Come e iunto c questi temi e come
si e rcpportcto cllc trcdizione storiorcjcc precedente?
Gli argomenti di questi due libri sono tradizionalmente tedeschi solo a
un primo sguardo. Se, dopo la loro pubblicazione, si fosse chiesto un parere
a tal proposito a medievisti tedeschi tradizionali, essi avrebbero confermato
questopinione in positivo o, pi probabilmente, in negativo. In realt nei due
libri si analizzano gli elementi e la persistenza in Europa della teoria politica
dellantichit (soprattutto quella latina) e la sua semantica, un tema che ho
ripreso da Fichtenau e ho sviluppato autonomamente (cfr. 1.2). Nel caso di
Splendor imperii si tratta di una ricerca semantica condotta soprattutto in
fonti letterarie a partire dallantichit classica sino al medioevo e oltre. Tale
rIcercu eru hnuIIzzuLu u sondure II sIgnIhcuLo deI conceLLo oIILIco dI sIendo-
re in generale e non solo in riferimento alla regalit det medievale. Intitu-
latio I., la mia tesi dabilitazione, invece consiste in una ricerca attorno a una
formula documentaria, condotta sia dal punto di vista della Diplomatica e
deIIe ScIenze uusIIIurIe deIIu sLorIu, sIu du queIIo deIIu SemunLIcu. CI sIgnIhcu
che In rImo Iuogo sI verIhcuLo I`uLLesLuLo uIeogruhco deII`orIgInuIe ( sLuLo
possibile nel corso di questopera addirittura chiarire e accertare una certa
lettura di diplomi merovingi); poi stata valutata criticamente la tradizione
deIIe coIe successIve e, Inhne, sI InLerreLuLo II sIgnIhcuLo deI LILoIo, InLeso
come autodichiarazione del sovrano e del suo entourage. La critica interna-
zionale riconobbe che in tal modo era stata intrapresa una nuova via, non
sempre e non da ultimo in Germania accolta con approvazione
9
. Il lavoro
Iu dehnILo un`oeru IonIerIsLIcu du runLIsek Gruus, uIIoru uncoru u Prugu, e
8
H. Wolfram, Splendor imperii. Die Epiphcnie ton Tuend und Heil in Herrschcjt und Reich,
BhIuu, Gruz-KIn 1q6 (MILLeIIungen des nsLILuLs Ir OsLerreIchIsche GeschIchLsIorschung, Er-
gnzungsband, 20,3) e H. Wolfram, Intitulatio I. Lcteinische Konis- und Iurstentitel bis zum
Ende des 8. 1chrhunderts, BhIuu, Gruz-WIen-KIn 1q6; (MILLeIIungen des nsLILuLs Ir OsLer-
reichische Geschichtsforschung, Ergnzungsband, 21).
9
Cfr. H. Wolfram (a cura di), Intitulatio II. Lcteinische Herrscher- und Iurstentitel im neunten
und zehnten Jahrhundert, BhIuu, WIen-KIn u. u. 1q; (MILLeIIungen des nsLILuLs Ir OsLerreI-
chische Geschichtsforschung, Ergnzungsband, 24), p. 7 con nota 1.
5
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Intervista a Herwig Wolfram
oLLenne II Iuvore dI HeImuL Beumunn e WuILer SchIesInger (Murburg), dI KurI
Huuck (MnsLer), dI AIberL Bruckner (BusIIeu), e dI KurI erdInund Werner
(PurIgI). AILrI, come CurIrIchurd BrhI (GIeen), InIzIuImenLe Io dIsurovu-
rono, ma successivamente cambiarono totalmente la loro opinione
10
. Bench
abbia ormai pi di quarantanni e sia da tempo esaurito, Intitulatio I. non solo
stato completato da altri due volumi, ma ha mantenuto la sua attualit e
tuttora continua a essere citato con frequenza.
1.5. Nellc suc cutobiorcjc intellettucle Geores Dub, jccendo rijerimento
cl suo primo libro, lc jcmosc monorcjc sul Mcconncis
11
, ricordava come,
solo rileendolo molti cnni dopo, s'cccorse che dc esso erc sccturito tout
ce que j'ci produit pcr lc suite
12
. Con che spirito rilee, oi, le Sue prime
opere e che rcpporto le sembrc cbbicno con lc Suc produzione successitc?
Non posso che sottoscrivere la dichiarazione di Georges Duby. Nei miei
rImI IIbrI ho cercuLo dI conIugure II meLodo sLorIco con queIIo hIoIogIco,
come continuo a fare tuttora.
1.6. Non sempre si ricordc che trc il :p8 e il :pp Lei hc insencto c Los
Aneles, in Cclijornic. Lc contestczione di queli cnni hc injuenzcto il Suo
modo di jcre storic? In pcrticolcre il nuoto interesse nei conjronti del con-
cetto di identitc etnicc ncto neli USA in seuito clle ritendicczioni dei mo-
timenti dei neri e deli ispcnici hc ctuto un ruolo nello stiluppo dellc Suc
concezione dell'identitc?
I roIessor GerhurL B. udner (cIr. 1.) rIusci u convIncere II DeurLmenL
of History at UCLA (University of California at Los Angeles) a invitarmi per
lanno accademico 1968-1969 come Associcte Projessor otersccle (a causa
dello shock determinato dallo Sputnik russo ottenni uno stipendio pari quasi
a quello di un ordinario) per sostituire Lynn T. White Jr. Partii con tutta la mia
famiglia allora eravamo in cinque per Los Angeles, dove vivemmo lanno
pi importante e memorabile della nostra vita, sul quale ci sarebbe da scri-
vere un libro. Naturalmente il mio interesse nei confronti dellidentit, della
polietnia e della multiculturalit in realt gi presente si accrebbe a Los
Angeles. Inoltre linsegnamento delle discipline umanistiche presso lUCLA
era allora fortemente caratterizzato dalla cultura ebraica europea. Ebbi cos
lenorme fortuna, potremmo dire la grazia, di vivere, almeno in parte, quel-
latmosfera culturale, quello stile di vita, quel mondo intellettuale che fu sot-
tratto in modo infame allAustria, anche per colpe proprie, nel 1938. A Los An-
geles conobbi molti uomini e studiosi illustri, in particolare feci la conoscenza
10
CIr. C. BrhI, Deutschlcnd - Ircnlreich. Die Geburt zueier Voller, BhIuu, KIn 1qqo.
11
G. Duby, La socit aux XI
e
et XII
e
siecles dcns lc reion mcconncise, Colin, Paris 1953.
12
G. Duby, L' histoire continue, Odile Jacob, Paris 1991, p. 85.
Giuseppe Albertoni 6
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di Gustav von Grnebaum, chiamato da noi tutti lo sceicco, il fondatore e
capo dei famosi UCLA Near Eastern Studies. Viennese di nascita, parlava pi
di trenta lingue, tra cui naturalmente anche larabo e il persiano. Non ho pi
conosciuto un genio linguistico del suo livello e nemmeno qualcuno che fosse
di pi vasti orizzonti e avesse una formazione generale pi ampia.
2. L'incontro con Wenslus e lc teoric dell'etnoenesi
2.1. In Itclic Lei e conosciuto soprcttutto per le Sue ricerche sulle etnie cl-
tomedietcli condotte c pcrtire dc un cpproccio etnoenetico. Qucndo si e
imbcttuto per lc primc toltc nel concetto di etnoenesi, decidendo di jcrne
oetto del Suo studio?
Sia in Splendor imperii (pubblicato nel 1963), sia in Intitulatio I. (pubblica-
to nel 1967) si pose il problema dellorigine etnica e della polietnia, ad esempio
per chiarire lo splendor nctclium degli Amali oppure titoli come Rex Huni-
rix Vandalorum et Alanorum o Carolus gratia Dei rex Francorum et Lango-
bardorum ac patricius Romanorum (vir inluster). Cos mi familiarizzai quasi
naturalmente col contenuto del concetto di etnogenesi
*
, anche se allora non
lo conoscevo ancora e, per questo, non lo potevo utilizzare. (Per un maggior
approfondimento di questi aspetti si vedano soprattutto le risposte 2.6 e 2.9).
2.2. Lo studio delle etnie cltomedietcli hc tissuto un importcnte rinnotcmen-
to cli inizi deli cnni Sesscntc del secolo scorso rczie cllc pubblicczione di
Stammesbildung und Verfassung di Reinhcrd Wenslus
13
. Primc di entrcre nel
merito di quest'operc e dellc suc injuenzc sui Suoi studi, potrebbe sojjermcrsi
bretemente sullc jurc di Wenslus, ricordcndo cl pubblico itclicno, che jorse
poco lo conosce, chi erc e in che contesto iunse cllc stesurc del suo libro?
Reinhard Wenskus (1916-2002) era originario della regione dello Njemen,
che oggi appartiene alla Lituania, come del resto allepoca della sua giovent.
Per questo non solo sbagliato, ma addirittura grottesco indicare come au-
striaco proprio lui, che proveniva dallangolo nord-orientale pi esterno del-
larea linguistica germanofona. Wenskus, dunque, crebbe in un territorio tede-
sco-baltico-slavo, circostanza che pu spiegare il suo interesse per i fenomeni
etnici e, con ci, la genesi della sua opera principale. La sua origine e la sua for-
mazione, per, possono spiegare anche il perch egli avesse dedicato uninsuf-
hcIenLe uLLenzIone uII`ImorLunzu uvuLu du Romu neIIu IormuzIone deI ooII
uILomedIevuII. Secondo Iu LesLImonIunzu dI suu hgIIu OLu Wenskus, roIesso-
*
In italiano nel testo tedesco (n. d. T.).
13
R. Wenskus, Stcmmesbildun und Verjcssun. Dcs Werden der jruhmittelclterlichen entes,
BhIuu, KIn-Gruz 1q61.
7
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ressa di Latino medievale presso lUniversit di Innsbruck, in et avanzata egli
rIconobbe quesLo dehcIL, dI cuI sI dIsIucque. Wenskus ebbe un`InIunzIu e unu
giovinezza disagiate, pot sostenere lesame di maturit solo dopo la conclusio-
ne della Seconda Guerra mondiale e iniziare i suoi studi universitari a Marburg
nel 1949, a trentatre anni. Egli si abilit nel 1959, col suo Stcmmesbildun und
Verfassung. Dopo la pubblicazione del libro, avvenuta nel 1961, fu chiamato
nel 1963 come professore ordinario di Storia medievale presso lUniversit di
Gttingen, a cui rimase fedele sino al pensionamento, avvenuto nel 1981. Wen-
skus era uno storico poliedrico e sarebbe un errore valutarlo solo in base alla
sua opera maggiore, che in ogni caso fece epoca. Egli fu uno dei primi curatori
della nuova edizione del Recllexilon der Germcnischen Altertumslunde, il
cui trentacinquesimo e ultimo volume apparso nel 2007 (senza contare due
volumi di indici apparsi nel 2008), e scrisse a proposito della nobilt sassone e
dello Stato prussiano dellOrdine teutonico. Fu proprio questultimo ambito di
ricerca a risultare decisivo nella scelta del suo successore, che cadde su Hart-
muL Boockmunn, urLroo scomurso remuLurumenLe.
2.3. Come cttenne il Suo incontro con Wenslus?
Conobbi Reinhard Wenskus quasi esclusivamente tramite il suo opus mc-
ximum. Non ho mai seguito una sua lezione. Di conseguenza, quando talvolta
si dice che sarei stato un suo allievo si fa un errore. Lho incontrato di persona
ad alcuni convegni del Konstcnzer Arbeitslreis sullisola di Reichenau, dove
una volta facemmo assieme una passeggiata e discutemmo sulla possibilit
che II gIudIce deI GoLI occIdenLuII neI V secoIo In goLIco Iosse dehnILo coI Ler-
mine lindins. Inoltre su mio invito Wenskus partecip nellottobre del 1978
al primo Simposio sullalto medioevo di Zwettl dellAccademia austriaca delle
Scienze (Zwettler Frhmittelalter-Symposion). In tale contesto salut con fa-
vore la mia iniziativa di stabilire dei contatti con i colleghi dellEuropa cen-
tro-orientale, il tutto in unepoca nella quale nulla faceva presagire una svol-
ta. Ma io, in quanto cittadino di uno stato neutrale come lAustria e membro
dellAccademia austriaca delle Scienze, avevo molte possibilit che colleghi di
altri paesi europei non potevano avere nellallora blocco orientale.
2.4. In che maniera Stammesbildung und Verfassung hc injuenzcto il Suo
interesse per le etnie cltomedietcli e hc uidcto le Sue ricerche successite?
Mi imbattei in questo libro per la prima volta mentre stavo lavorando a Inti-
tulatio I. e vi trovai una spiegazione per la formazione delle gentes da molti po-
oII come rocesso oIILIco, sorreLLo du IsLILuzIonI, un rocesso ben rIesso, er
esempio, dal titolo regio vandalo nella formula rex Vandalorum et Alanorum.
Ma potei anche comprendere perch Carlo Magno dal 5 giugno del 774 per tutta
la vita dovette citare nel suo titolo regio i Longobardi, ma non gli Aquitani o i
BuvurI, come Invece Iecero I subreuli da Ludovico il Pio in poi. In quel periodo,
tuttavia, trovai molti stimoli anche in Christian Courtois (cfr. 2.5).
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2.5. Molti, oi, concordcno nel ritenere che Stammesbildung und Verfas-
sung cbbic sencto unc stoltc epoccle neli studi sui popoli bcrbcrici, cnche
se, come recentemente cjjermcto dc Stejcno Gcspcrri, ti e chi pensc che tcle
stoltc sic cttenutc jorse cl di lc delle intenzioni stesse del suo cutore, che
erc molto lecto c unc lettercturc di tipo trcdizioncle
14
. Cosc ne pensc di
questc tclutczione? Qucl e oi, c qucsi cinqucnt'cnni dcllc suc pubblicc-
zione, il Suo iudizio sul discusso libro di Wenslus?
(1) Questo giudizio in linea di massima valido per tutti i nostri lavori.
Che lo si voglia o meno, tutti iniziamo da una base tradizionale e poi cerchia-
mo nuove vie, lungo le quali chi pi, chi meno si inoltra in una terra inesplo-
ruLu e rIesce u convIncere Iu comunILu scIenLIhcu u seguIrIoJIu, In modo LuIe
du oLer Inuenzure II rogredIre deIIu dIscIIInu. o, er esemIo, non uvreI
mai pensato che il mio libro sui Goti sarebbe divenuto unopera-standard, con
quattro (tra poco cinque) edizioni, unedizione speciale abbreviata e traduzio-
ni in italiano, inglese, francese, russo e polacco.
(2) Stefano Gasparri ha pienamente ragione per quel che riguarda la let-
teratura di cui Wenskus fece uso. Tuttavia dobbiamo ricordare che non aveva
uILernuLIve. NegII unnI CInquunLu er Io I vI eru soIo unu bIbIIogruhu che,
dal punto di vista odierno, appare ideologicamente sospetta. Wenskus, tutta-
via, aveva anche consultato unimmensa quantit di fonti, con le quali aveva
correLLo In modo decIsIvo quesLu bIbIIogruhu In urLe IuLuIe, doo dI che
lorigine e la formazione dei popoli non poterono pi essere spiegati come un
fenomeno genetico-biologico o addirittura razzistico, ma apparvero compiersi
come processo storico-politico aperto. Per dirla in modo forse troppo schema-
LIco, Wenskus hu er cosi dIre denuzIhcuLo Iu IeLLeruLuru In IInguu Ledescu dI
cui disponeva. In ogni caso, si pu rimproverare a Wenskus di aver utilizzato
troppo poco la letteratura non tedesca. Per esempio, non mi sembra che si sia
conIronLuLo con Ie LesI dI ChrIsLIun CourLoIs bench, sLundo uIIu bIbIIogruhu
del suo libro, conoscesse Les Vcndcles et l'Ajrique
15
.
2.6. Trc li cspetti centrcli dell'cpproccio di Wenslus oi messi in discus-
sione ti e in pcrticolcre lc teoric sui nuclei di trcdizione (Traditionskerne),
lc cellulc di bcse cttorno cllc qucle si screbbero costituite le identitc etniche
cltomedietcli. Essc e iudicctc per lo piu retcio di un cpproccio elitcrio
cllo studio delle etnie, poiche, come hc ben espresso Wclter Pohl, il concetto
del nucleo di tradizione suggerisce un centro di rango elevato, chiuso in se
stesso, che consertc lc trcdizione, lcscicndo juori il processo piu dijj-
cilmente dimostrcbile, nel qucle l'identitc etnicc si jormc come comuncnzc
14
S. Gasparri, Tcrdocntico e clto Medioeto: metodoloic di ricercc e modelli interpretctiti, in
Storic d'Europc e del Mediterrcneo, II, Dcl Medioeto cll'etc dellc lobclizzczione, Sezione IV, Il
Medioeto (secoli V-XV), a cura di S. Carocci, vol. VIII, Popoli, poteri, dincmiche, Salerno, Roma
2006, p. 32.
15
C. Courtois, Les Vcndcles et l'Ajrique, Arts et mtiers graphiques, Paris 1955
2
.
9
Reti Medievali Rivista, IX - 2008/1 <http://www.retimedievali.it>
Intervista a Herwig Wolfram
crescente dc piccoli ruppi spcrsi
16
. Concordc con questo iudizio del Suo
cllieto piu jcmoso o pensc che cbbic cncorc senso uscre il concetto di nu-
cleo di trcdizione?
(1) Il team viennese non forma un blocco monolitico, che costringe i suoi
membri a una linea di partito, ma costituito da ricercatori che pensano
con la loro testa e che elaborano, sostengono e rigettano liberamente le pro-
prie opinioni.
(2) Se accettiamo che la lingua degli storici sia una lingua corrente elevata,
allora dobbiamo fare i conti anche col fatto che le parole e i concetti usati in
questo particolare linguaggio siano soggetti a cambiamenti, sino a giungere al
IogorIo deI Ioro sIgnIhcuLo. Per quesLo dI voILu In voILu bIsognu verIhcure II Ioro
impiego per evitare equivoci. Di conseguenza, chi come studioso vuole rima-
nere fedele a se stesso, deve essere pronto a cambiare le sue opinioni e il suo
linguaggio. Per esempio, al convegno su Lees-Gentes-Renc (organizzato da
Gerhurd DIIcher) che sI svoILo neI gIugno deI zooq u rsLenIeIdbruck, In Bu-
viera, Daniela Fruscione mi ha detto: Anche Lei un tempo era pi germanico,
sIgnor WoIIrum. E In eIIeLLI Iu mIu rImu ubbIIcuzIone u curuLLere scIenLIhco
stata pubblicata nel 1960, cio ben quarantotto anni fa. Fin non molto tempo
addietro questi quarantotto anni avrebbero corrisposto a una vita e mezzo di
un uomo. Ma gi negli anni Novanta, nel corso di convegni negli USA o in Sve-
zia, mi accaduto che dei colleghi durante le presentazioni tra il meravigliato
e lo spaventato mi chiedessero se fossi veramente lo stesso Wolfram che da
tempo avrebbe dovuto gi esser morto o, qualora fossi stato veramente lui, che
avrebbe almeno dovuto portare una barba bianca lunga sino ai piedi.
(3) Walter Pohl ha di conseguenza pienamente ragione nella sua critica al
concetto di nucleo di tradizione. Anchio non parlo pi di nucleo di tradi-
zione: si vedano i miei Gotische Studien o il mio saggio Terminologisches
17
,
dove mi confronto anche con la critica, effettivamente fondata, secondo la
quale il concetto di nucleo di tradizione verrebbe trattato come soggetto del-
la tradizione, mentre la tradizione stessa sarebbe accettata come qualcosa di
dato oggettivamente. Per fare un esempio: il nome dei Goti rimase in uso per
mille anni; Reinhard Wenskus ha assegnato la responsabilit di questo feno-
meno esclusivamente a coloro che erano portatori di una tradizione interna al
popolo, e cio al nucleo di tradizione. Al contrario si pu dimostrare che le
tradizioni, come le identit fondate loro tramite, non rimangono in vita solo
in base allautopercezione, ma anche a partire dalla percezione esterna. Anzi,
per lo pi sono causate, sviluppate e messe per iscritto da questultima, e cio
16
W. Pohl, Le oriini etniche dell'Europc. crbcri e Romcni trc cntichitc e medioeto, Viella,
Roma 2000, p. 8.
17
H. Wolfram, Gotische Studien. Voll und Herrschcjt im Iruhen Mittelclter, Beck, Mnchen
2005, pp. 9 sgg. e pp. 231 sgg. e H. Wolfram, Terminologisches, in U. Ludwig/T. Schilp (a cura
di), Nomen et Fraternitas. Iestschrijt Dieter Geuenich, de GruyLer, BerIIn zoo8 (ReuIIexIkon der
Germanischen Altertumskunde, Ergnzungsband, 62), pp. 787-802, in particolare pp. 793-797.
Giuseppe Albertoni 10
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quasi esclusivamente dalla letteratura greco-romana, quindi da un medium
esterno al singolo popolo barbarico.
(4) Ma con ci la domanda non ha avuto ancora una risposta del tutto
esauriente, perch necessario spiegare anche luso passato di questo con-
cetto. Quando apparve, la ricerca genetica non esisteva ancora, per non par-
lare di una sua divulgazione. Esso, dunque, poteva essere salutato come un
superamento di rappresentazioni biologico-deterministiche e sembrava poter
sostituire lidea dei popoli intesi come comunit dorigine geneticamente im-
mutabili con la loro rappresentazione come comunit di tradizione politiche
aperte, che si raggruppavano attorno al nucleo di tradizione.
(5) La terminologia di Wenskus non da ricondurre a un fenomeno isola-
to della tradizione tedesca, come molto spesso si d per scontato. Per esempio
in The Nctionclities oj Europe cnd the Grouth oj Nctioncl Ideoloies, un li-
bro di H. Munro Chadwick concluso negli ultimi giorni della Seconda Guerra
mondiale, possiamo leggere a p. 94:
Among Lhe norLhern (sc. CeILIc, GermunIc, BuILIc, und SIuvIc) eoIes In eurIy LImes Lhere
was in each state one family which formed its nucleus cnd bcclbone It is probable
that before the times of written records every royal family preserved, together with
its genealogy, a trcditioncl cccount oj its oriins cnd ecrl histor. The two together
may be regarded as a kind of title-deed For the Teutonic peoples the best examples
come from the Goths, the Lombards and the Swedes... They (sc. these stories) belong
to a world-wide genre of oral literature. They always contain, in varying degree, both
hIsLorIcuI und hcLILIous eIemenLs. RoyuI geneuIogIes und sLorIes oI Lhe oIder dynusLIes
frequently begin with deities or with (heathen) religious associations. The royal family
(!) Lhus hud LheIr uuLhorILy IorLIhed by Lhe suncLIon oI reIIgIon, whIch wus no doubL
concentrated in the state sanctuary
18
.
Chadwick sicuramente non era un amico dei tedeschi e non sostenne que-
sLu osIzIone soIo In uLLesu deIIu vILLorIu hnuIe suIIu LIrunnIu nuzIsLu e suIIu
sua ideologia superomistica. Tuttavia, al di l del dramma vissuto nelle trin-
cee del tardo inverno del 1945, egli scrisse queste frasi che non si discostano
in nulla di essenziale dallinterpretazione delle fonti e dalla terminologia che
nelle due decadi seguenti furono divulgati da Walter Schlesinger e Reinhard
Wenskus.
2.7. Trc le cccuse mosse c Wenslus ti e quellc di non cter rotto nettcmente
con lc trcdizione etnorcjcc d'etc nczistc. Eli, injctti, ctetc ripreso il suo
concetto di etnicitc soettitc dcll'etnoloo e socioloo Wilhelm Muhlmcnn,
in pcrte compromesso col reime hitlericno. Qucl e il Suo iudizio?
Laccusa per quel che riguarda in particolare Wilhelm Mhlmann sicu-
rumenLe gIusLIhcuLu. MhImunn, er, come socIoIogo non hu uvuLo uIcunu
importanza per linterpretazione storica delle fonti, almeno per come la in-
18
H. Munro Chadwick, The Nctionclities oj Europe cnd the Grouth oj Nctioncl Ideoloies,
Cambridge University Press, Cambridge 1945, p. 94 (citazione parziale, il corsivo di H. W.).
11
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Intervista a Herwig Wolfram
Lendo Io. noILre non ho unu IormuzIone suIhcIenLe e I`InLeresse er unuIIzzure
le concezioni etno-sociologiche. Per questo non ho preso in considerazione i
passaggi dellopera di Wenskus che si basano su Mhlmann. Per me era molto
pi importante il fatto che Wenskus per molti aspetti storici importanti si
fosse basato sullo storico viennese Erich Zllner e sulla sua opera Die Voller
im Ircnlenreich (cfr. 1.3). Poich questo libro negli anni Cinquanta non era
stato discusso a Vienna, si venne a creare la situazione paradossale per cui
recepii lopera di Zllner ai miei occhi la sua pi importante, perch la pi
innovativa attraverso Wenskus.
2.8. A prescindere dc Wenslus, qucli sono stcti li storici, li etnoloi o li
cntropoloi che mciormente hcnno injuenzcto il Suo cpproccio clle etnie
altomedievali?
Heinrich Fichtenau mi ha insegnato a pormi le domande, ma era poco in-
teressato alla storia barbarica e mi voleva risparmiare un futuro da Germc-
nen-Woljrcm. Apprezzamento e, in parte, anche impulsi per lo studio della
storia dei primi popoli li ho avuti a prescindere da Reinhard Wenskus da
Walter Schlesinger (Marburg), Karl Hauck (Mnster), Karl Ferdinand Werner
(PurIgI), ErIch ZIIner (VIennu), HenrIk BIrnbuum (UCA) e runLIsek Gruus
(Prugu e oI BusIIeu).
2.9. Ritiene cncorc projcuo utilizzcre lc ccteoric di etnoenesi? Se si, che
Suc dejnizione torrebbe proporre ci nostri lettori?
Oggi, come del resto in passato, la parola greca genesis (lat. origo) signi-
hcu orIgIne, mu unche dIvenIre (Werden) e formazione (Entstehung) sine jne,
mentre con ethnos nella maggior parte delle lingue escluso il neogreco nel
quale designa la nazione si indica una formazione prenazionale dal grado
di sviluppo indeterminato, una minoranza o un sottogruppo di una nazione
moderna, ma sicuramente mai, in ogni caso, un gruppo genetico. Wenskus
oltretutto impieg lespressione Ethnogenese solo una volta, quasi occasional-
mente come titolo di un paragrafo
19
.
Per i Viennesi la questione delletnogenesi si articola fondamentalmente
in quattro punti:
(1) Essi studiano letnostoria (Ethno-Historie) o I`eLnogruhu sLorI-
ca dEuropa dal tardo-antico al Mille. Essi si dedicano alla ricerca e alla
rappresentazione dellorigine dei primi popoli europei, ovvero i popoli
romanico-germanico-slavo-baltici
*
.
19
Wenskus, Stcmmesbildun und Verjcssun cit., p. VI, c. 8.
*
Con lespressione jruhe Voller Iu sLorIogruhu dI IInguu Ledescu soIILu dehnIre I ooII uILome-
dievali, includendo sia i popoli barbarici della tradizione italiana, sia quelli dei regni romano-
barbarici. Per non creare incongruenze nella traduzione del testo di Wolfram e non tradire il suo
pensiero, ho ritenuto utile tradurla letteralmente con la locuzione primi popoli (n. d. T.).
Giuseppe Albertoni 12
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(2) Essi si interrogano sul modo attraverso il quale viene fondata unidenti-
t etnica, su come nasce il sentimento del noi e la distinzione con altre identi-
t. Nelle scienze sociali identit designa la miscela, potenzialmente di sicuro
esplosiva, composta dallimmagine di s, dallimmagine dellaltro e da unim-
magine desiderata. Lidentit non qualcosa che pu essere imposta, nella
quale si viene coinvolti senza un proprio intervento, ma al contrario qualco-
sa che deve essere voluta e perseguita in modo attivo dal singolo. Walter Pohl
in un recente saggio apparso nelle Annales a ragione ha dichiarato che solo
lattuale crisi del concetto di identit ha risvegliato un nuovo interesse nei suoi
confronti
20
. Di conseguenza, il concetto di identit non ha ancora cessato il
suo servizio, perch non solo utile per chiarire la formazione e lesistenza dei
rImI ooII, mu vuIe unche er Iu dehnIzIone Iu nuLIon, c`esL un IbIscILe
de tous les jours di Ernest Renan. Si introduce, cos, la prossima questione,
relativa al ruolo svolto in questo contesto dalla tradizione, termine col quale
naturalmente non si intende una tradizione orale ininterrotta giunta sino ad
oggi. Esso viene usato invece in analogia con la tradizione giudaico-cristiana,
da lungo tempo trasmessa dalla scrittura. Non conosceremmo nulla nemme-
no delle macerie della tradizione orale delle gentes se un tempo non fosse
stata messa per iscritto.
() VIennesI sLudIuno Iu hne deI rImI ooII o Iu Ioro LrusIormuzIone
in nazioni moderne. Solo nel primo caso unetnogenesi giunge alla sua conclu-
sIone. In LunLo che esIsLe, un rImo ooIo sI modIhcu e quesLo rocesso
conLInuu, hnch du un rImo ooIo sI hu unu nuzIone modernu. E cI uv-
viene in misura tale che da questi popoli si formano omonimi di se stessi. Un
esemIo: I BuvurI dI meLu V secoIo e I BuvuresI busso-medIevuII
*
avevano lo
stesso nome e abitavano grossomodo nello stesso territorio, ma le differenze
Lru Ioro non oLevuno essere muggIorI. u dIIhcoILu, che du un unLo dI vIsLu
terminologico non abbiamo ancora superato, sta nel fatto che le fonti latine
dehnIscono I BuvurI deIIu meLu deI V secoIo e I BuvuresI busso-medIevuII uIIo
stesso modo come gens e, cos, celano gli impetuosi cambiamenti avvenuti nel
corso di molti secoli.
(4) Essi studiano la percezione scritta di questo processo nel passato e nel
presente.
Si aggiungano due considerazioni.
I metodi usati in questo contesto sono messi in atto allinterno del tema
generale Testo e identit e cio come interazione dellanalisi delle fonti, del-
lo sviluppo o dellassunzione critica di una terminologia che renda giustizia
alle fonti, e di una rappresentazione, una narratio, che deve rimanere sem-
pre aperta a nuovi punti di vista. Ma voglio porre in evidenza un aspetto: i
20
W. Pohl, Aux oriines dune Europe ethnique: Identites en trcnsjormction entre cntiquite et
moen ce, in Annales: Histoire, Sciences sociales, 60 (2005), 1, pp. 183-208.
*
EnLrumbI dehnILI cern in tedesco e ciutcrii in latino medievale (n. d. T.).
13
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Intervista a Herwig Wolfram
Viennesi hanno esteso lindagine etnogenetica ai popoli non germanici. Per
esempio, nel 1979 non solo apparsa la prima edizione dei miei Goti, ma sta-
ta pubblicata anche la mia edizione critica bilingue con commentario storico
della Contersio cocriorum et Ccrcntcnorum (cfr. 5.4), in cui ho analizzato
letnogenesi dei Carantani, un popolo slavo alpino
21
. Poco dopo, negli anni Ot-
LunLu, WuILer PohI hu uccoILo Ie mIe soIIecILuzIonI e hu scrILLo unu monogruhu
di ampio respiro sulle etnie dei Carpazi nellet delle migrazioni barbariche e
la sua grandiosa storia degli Avari (cfr. 3.1).
Senza dubbio fu la ricerca sociale russa a introdurre nella comunit scien-
LIhcu II conceLLo dI eLnogenesI. u du essu che I`urcheoIogIu russu e queIIu deI
uesI IImILroh Io muLuurono LrusmeLLendoIo uII`OccIdenLe, dove oco rImu
del 1980 fu accolto con favore per poter sostituire lespressione Stcmmesbil-
dung, divenuta ormai sospetta. Questi due concetti, per almeno nel modo
In cuI Io II InLendo - sIgnIhcuno du un unLo dI vIsLu sLorIco Iu sLessu cosu, e
cio la nascita, il divenire e anche il continuo mutamento delle identit dei
primi popoli. Entrambi caratterizzano questi popoli come processi aperti,
mai conclusi, in chiara contrapposizione con la precedente visione dellimmu-
tabilit, condizionata geneticamente, delle identit etnico-nazionali. Unetno-
genesI u essere consIderuLu (LemoruneumenLe) eIhcuce quundo hu rodoL-
Lo un nuovo nome secIhco dI ooIo, quundo, er esemIo, non sI urIu I
degII SIuvI, mu degII SIuvI, che sono chIumuLI BoemI (MoruvI, CurunLunI).
3. Il libro sui Goti e lc Scuolc di Viennc
3.1. Il principcle jrutto dei Suoi studi deli cnni Sesscntc e Settcntc sull'etno-
enesi ju il tolume sui Goti del :p;p, ben presto ditenuto un'operc-stcndcrd,
trcdottc in molte linue e piu tolte ristcmpctc
22
. Questo tolume jece Scuo-
la e ju seuito in brete tempo dc quello di Wclter Pohl suli Atcri
23
. Come
jurono recepite queste due opere? In pcrticolcre, che cccolienzc ebbero in
crec tedescc dcli studiosi che dcli cnni Settcntc ruotctcno cttorno clle
inizictite collecte c Helmut eumcnn e cllc serie Nationes?
(1) Con HeImuL Beumunn ero In ruorLI e ho scrILLo deI conLrIbuLI er I
volumi V e il VI della serie Nationes
24
.
21
H. Wolfram, Contersio cocriorum et Ccrcntcnorum, BhIuu, WIen 1q;q.
22
H. Wolfram, Geschichte der Goten. Von den Anjcnen bis zur Mitte des sechsten 1chrhun-
derts. Entuurj einer historischen Ethnorcphie, Beck, Mnchen 1q;q (edIzIone ILuIIunu rIvIsLu e
ampliata dallautore a cura di Maria Cesa: Storic dei Goti, Salerno, Roma 1985).
23
W. Pohl, Die Aucren. Ein Steppentoll in Mitteleuropc, ;-8zz, Beck, Mnchen 1q88 (zooz
2
).
24
Per il V volume il saggio Ethnoenesen im jruhmittelclterlichen Doncu- und Dstclpenrcum (.
bis :o. 1chrhundert), pp. 97-151, ora in H. Wolfram, Sclzbur, cern, Dsterreich. Die Contersio
cocriorum et Ccrcntcnorum und die Quellen ihrer Zeit, Oldenbourg, Wien 1995 (Mitteilun-
gen des Instituts fr sterreichische Geschichtsforschung. Ergnzungsband, 31), pp. 15-57 (cfr.
5.4), e per il VI volume il testo Zuscmmenjcssun.

Giuseppe Albertoni 14
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(2) Per rispondere alla vera domanda, necessario prima richiamare
alcune osservazioni sulla tripartizione tedesca del medioevo, che solo
indirettamente si basa su una semplice scansione cronologica e che, di-
rettamente, dipende dalle principali dinastie regie. Da tutto ci deriva la
seguente suddivisione:
(a) Frhmittelalter: Merovingi e Carolingi (erroneamente indicati come
tedeschi) sino al 911-18;
(b) Hochmittelclter: imperatori e re sassoni, salii e svevi sino al 1250;
(c) Spctmittelclter: Asburgo, Wittelsbach, Lussemburgo e poi di nuovo
Asburgo sino al 1492/1500.
Lalto medioevo italiano, invece, o lhcut moen ce Iruncese dehnIscono
un Frhmittelalter che si estende sino al secolo XI e che, col basso medioevo
o il moen ce, determina una bipartizione del periodo posto tra lantichit
e let moderna. Questa suddivisione corrisponde a quella angloamericana
tra ecrl middle ces e later middle ages. Gi Fichtenau preferiva parlare di
primo e secondo medioevo al posto della tripartizione tedesca, uso nel quale
lho seguito volentieri, soprattutto quando negli USA vidi che the ecrl mid-
dle ages, i quali coi loro antecedenti antichi ricoprivano un millennio pieno,
sempre pi si stavano affermando come disciplina a se stante. Quando, per,
nellestate del 1969 tornai in Austria, non trovai unadesione particolarmente
amichevole alla trasmissione delle mie esperienze americane.
(3) Come conseguenza del Sessantotto in Germania e in Austria la ricerca
sul Frhmittelalter, che gi prima era vista come preludio al vero medioevo,
fu considerata in generale come minimo superata e, in ogni caso, non degna di
costituire una disciplina a parte. In Germania le cattedre i cui titolari si erano
dedicati soprattutto al Frhmittelalter quando dovettero essere riassegnate fu-
rono date a veri medievisti. In Austria e Svizzera le cose non andarono mol-
to diversamente, tanto che Walter Pohl e io con le nostre ricerche restammo
relativamente isolati nellambito linguistico tedesco. Quando leccitazione del
Sessantotto si venuta placando, di colpo i nostri libri sugli Avari e i Goti sono
divenuti delle opere-standard e si disse addirittura che senza i Viennesi in am-
bito tedesco non ci sarebbe stata alcuna ricerca e rappresentazione dei primi
popoli. Ma anche questa situazione nel frattempo cambiata totalmente. Oggi
ubbIumo u suIhcIenzu coIIeghI LedeschI con cuI conIronLurcI; con essI IuvorIumo
in modo eccellente e in piena comunione di intenti. Ci vale in particolare anche
per il germanista Wolfgang Haubrichs di Saarbrcken (cfr. 3.3).
3.2. I Suoi studi e quelli di Suoi cllieti diretti o indiretti - penso in pcrticolc-
re cl ic ricordcto Wclter Pohl o c Pctricl Gecr - sono stcti cccolti per lo
piu con rcnde interesse dcllc comunitc scientijcc. Qucli sono stcti i princi-
pcli proetti internczioncli in cui ti siete inseriti e che esito hcnno portcto?
(1) Poich si cita Patrick Geary, vorrei spendere su di lui alcune parole.
Nellestate del 1971 egli prese parte al mio seminario di Diplomatica, orga-

15
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Intervista a Herwig Wolfram
nIzzuLo du Boyd HIII uII`UnIversILy oI CoIorudo uL BouIder. Du uIIoru sIumo
rImusLI In sLreLLu umIcIzIu e sIumo IeguLI ersonuImenLe e scIenLIhcumenLe.
Geary collabora in diversi modi sia con lInstitut fr sterreichische Geschi-
chLsIorschung (I`uLLuuIe dIreLLore II mIo vecchIo uIIIevo KurI Brunner), sIu
con lInstitut fr Mittelalterforschung dellAccademia austriaca delle Scienze
(dIreLLore WuILer PohI). Geury e Brunner, er esemIo, guIduno un rogeLLo
di ricerca sulla pianta dellabbazia di San Gallo. Allievi e allieve di Geary fre-
quentano abitualmente entrambi gli istituti.
(2) Ma veniamo ora alla domanda: Walter Pohl ha partecipato autonoma-
mente al mio posto al progetto dellEuropean Science Foundation (ESF), pro-
mosso in parte da me, intitolato The Trcnsjormction oj the Romcn World, nel
quale ha dato eccellente prova della sua bravura. Da un certo punto di vista,
anche se pi concretamente calato nella collaborazione internazionale, Pohl
(sI vedu I`omonImu serIe ubbIIcuLu du BrIII) hu roseguILo I sImosI suII`uILo
medioevo di Zwettl (cfr. 2.1), che io avevo tenuto a intervalli irregolari tra il
1978 e il 1993.
(3) In modo simile si venuta formando la collaborazione dei Viennesi
al convegno internazionale dei medievisti che si tiene annualmente a Leeds.
Nel 1980 visitai lUniversit di Leeds non soltanto per tenervi una conferenza,
ma, soprattutto, per stabilire dei contatti con Ian Wood. Quando questi fond
il suddetto convegno, partecipai al primo incontro, ristretto ancora a pochi
studiosi. Successivamente Walter Pohl e il suo team ma anche molti altri
membri dellInstitut fr sterreichische Geschichtsforschung continuaro-
no a collaborare con il sempre pi importante convegno di Leeds.
3.3. Tra i meriti che Le sono riconosciuti, vi quello di essere riuscito a fon-
dcre unc Scuolc, cprendo lc strcdc c importcnti studi di cllieti di enerc-
zioni successite cllc Suc. Com'e riuscito in questc impresc? Che ruolo hc io-
ccto lc Suc cttititc didctticc e il rcpporto con li studenti presso l'Unitersitc
di Viennc, dote e stcto chicmcto nel :pp, e presso l'Institut jur Dsterreichi-
sche Geschichtsjorschun, dc Lei diretto dcl :p8 cl zooz?
Conformemente al modo in cui organizzata lattivit presso lInstitut fr
sterreichische Geschichtsforschung, dove i Viennesi si sono e vengono tut-
tora formati, anchessi si basano in primo luogo sulle Scienze ausiliarie della
sLorIu, In urLIcoIure suIIo sLudIo deIIe IonLI, Iu PuIeogruhu, Iu CodIcoIogIu e Iu
Diplomatica con la Cronologia. Vengono utilizzati, poi, anche i risultati delle
scIenze urcheoIogIche e, soruLLuLLo, hIoIogIche, ud esemIo er sLudIure Iu
formazione dei nomi di popolo, come lorigine non tedesca della parola te-
desco (cfr. 3.1)
25
.
25
Cfr. W. Haubrichs/H. Wolfram, Theodiscus, in Recllexilon der Germcnischen Altertumslun-
de, voI. o, de GruyLer, BerIIn zoo
2
, pp. 420-433; cfr. anche Gotische Studien cit., pp. 241-262.
Giuseppe Albertoni 16
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3.4. A pcrtire dc qucndo hc inizicto c percepire l'esistenzc di unc scuolc
che ruotava attorno a Lei?
u dehnIzIone ScuoIu dI VIennu non nosLru. Non mI surebbe muI ve-
nuLu I`Ideu dI dehnIre come ScuoIu dI VIennu Iu IeIIce coIIuboruzIone con
Walter Pohl e il suo team in costante crescita. Probabilmente essa nata nel
gruppo di ricerca internazionale che collaborava al progetto The Transfor-
mction oj the Romcn World. Poich in questo progetto dellEuropean Science
Foundation non ho dato molto pi del nome, mentre Walter Pohl vi ha colla-
boruLo In modo InLenso e con unu IunzIone guIdu, Iu dehnIzIone dI ScuoIu dI
Vienna probabilmente sorta nel gruppo di lavoro dellESF per indicare lui
e il suo team. Nonostante ci sono considerato il fondatore della Scuola di
Vienna, anche se per esempio Ian Wood (Leeds) a proposito del gruppo di
Helmut Reimitz (a Princeton dal 1 settembre 2008) che con grande successo
si dedicato al tema Testo e identit parla di seconda Scuola di Vienna.
noILre dobbIumo rIcordure che Iu dehnIzIone ScuoIu dI VIennu umbIguu.
Da tempo, infatti, non tutti gli studiosi viennesi dellalto medioevo, per non
parlare di tutti i medievisti viennesi, appartengono alla Scuola viennese
deII`eLnosLorIu o deII`eLnogruhu sLorIcu (cIr. z.q |1|) o vengono u essu uscrILLI.
Al contrario, tutti i medievisti viennesi si riconoscono nella Scuola viennese
delle Scienze ausiliarie della storia (cfr. 1.2, 3.3, 5.8).
3.5. Qucl e il Suo rcpporto con i Suoi cllieti? Come si pone rispetto clle
innotczioni dc essi proposte?
Dal 1970 al mio pensionamento, avvenuto il 1 ottobre 2002, ogni seme-
stre ho organizzato un pritctissimum
*
presso labbazia cistercense di Zwet-
LI, In Bussu AusLrIu. Esso eru hnuIIzzuLo u seguIre coIoro che sI dovevuno
diplomare, laureare o abilitare ma sempre pi si venuto trasformando in
un sImosIo scIenLIhco uerLo unche u gIovunI sLudIosI dI dIversI uesI. NeI
semestre estivo 2008 oltre a giovani studiosi austriaci vi hanno partecipato
due italiane e un italiano, un olandese, una tedesca e due tedeschi oltre a
unamericana (allieva di Patrick Geary). Dopo il mio pensionamento, infatti,
sI uusIcuLo dI conLInuure quesLu Iormu dI InconLrI, Iu cuI curu scIenLIhcu
e amministrativa stata assunta da Walter Pohl e dal suo team, che scher-
zosumenLe er dehnIrII hunno InvenLuLo II LILoIo dI non-pritctissimum Wol-
fram. Lo scopo di questi incontri quello di permettere la presentazione, la
dIscussIone e Iu vuIuLuzIone dI rogeLLI scIenLIhcI In corso o urLIcoIurmenLe
innovativi. In tale opera si pone grande importanza allequiparazione dei di-
ritti di tutti i partecipanti.
A prescindere da questi incontri semestrali, sono in costante contatto e
scambio di idee con Walter Pohl e il suo team.
*
Seminario a invito (n. d. T.).
17
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Intervista a Herwig Wolfram
3.6. Nelle Sue opere e in quelle dei Suoi cllieti e cssencto un ruolo molto
importcnte clle jonti storiorcjche, lette con strumenti critici e jloloici cs-
sci rcjjncti. Qucnto, in questc ritclutczione dellc storiorcjc, hc injuito il
dibcttito sul linguistic turn e lc discussione delle opere di Hcden White?
Durante il mio insegnamento presso lUCLA tra il 1968 e il 1969 ho cono-
scIuLo unche Huyden WhILe. I mIo ImIego deI meLodo sLorIco-hIoIogIco er
non sLuLo InuenzuLo duIIe sue LeorIe, erch I`uvevo gIu svIIuuLo umIu-
menLe In modo uuLonomo suIIu buse deIIu mIu IormuzIone dI hIoIogo e sLorIco
allUniversit di Vienna tra il 1952 e il 1959. Apprezzo Hayden White e la sua
opera, ma molti di quelli che, dopo di lui, si sono votati al linguistic turn nau-
Iruguno erch non domInuno un numero suIhcIenLe dI IIngue e non hunno
hducIu neI meLodo hIoIogIco.
3.7. So che si trcttc di un'impresc estremcmente dijjcile, mc se dotesse dej-
nire in poche rihe l'cpporto Suo e dellc Scuolc di Viennc cl dibcttito sulle
etnie cltomedietcli che cosc metterebbe in risclto?
In una frase: i Viennesi si propongono di offrire un contributo storico
uIIu conoscenzu deI ooII euroeI uILomedIevuII, uI hne dI rucconLurne unu
storia che cerchi di impedire ogni approccio nazionalistico o addirittura scio-
vinistico a quel lontano passato.
4. Lc Scuolc di Viennc e i suoi oppositori
4.1. Come tutte le scuole, cnche quellc di Viennc hc dei critici. L'cpproccio
che stc cllc bcse delle Sue opere e stcto cttccccto in pcrticolcre dc Wclter
Gojjcrt e dc studiosi dellc Scuolc di Toronto, che hcnno durcmente posto in
discussione sic lc tcliditc dellc ccteoric di etnoenesi, sic l'idec di identitc
etniche come costruzione situczioncle (situational construct, secondo una
jormulc di Pctricl Gecr). Cosc hc dc dire in proposito?
Gli attacchi alla Scuola di Vienna hanno contribuito molto alla sua na-
scita (lattacco dallesterno un criterio etnogenetico), ma, in sostanza, sono
dIIhcIII du cuIre. Un osservuLore super pcrtes dovrebbe comprendere subito
che le nostre opinioni e quelle dei nostri critici non sono in realt cos distanti
le une dalle altre. Walter Pohl ha mostrato in modo conseguente che essi non
hanno alternative da proporre
26
. Tuttavia essi criticano in modo sostanzia-
le tutto ci che in qualche modo abbia a che fare con noi. In particolare il
26
Si veda a tal proposito il saggio W. Pohl, Ethnicit, theor cnd trcdition, in Dn crbcricn
Identit - Criticcl Approcches to Ethnicit in the Ecrl Middle Aes, ed. A. GIIIeL, BreoIs, Turn-
hout 2002, pp. 221 sgg. e in particolare p. 239.
Giuseppe Albertoni 18
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concetto di identit etnica come situational construct proposto da anni da
Patrick Geary dovrebbe essere ben accolto a Toronto o Yale perch rappre-
senta lidentit etnica come un processo e non come una esistenza originale
e immutabile. Il tutto a prescindere dal fatto che la formazione del concetto
proposto da Geary pu essere pi volte attestato con passi di fonti di tipologia
diversa. Lira di Goffart stata suscitata anche dal fatto che io do un grande
valore allapporto di Cassiodoro ai Geticc. Lo scambio di opinioni tra studiosi,
per, il sale della scienza e non dovrebbe essere motivo di ira e addirittura di
inimicizia. Inoltre in questa mia interpretazione seguo Arnaldo Momigliano,
il cui giudizio stato ripreso e sostenuto con buoni argomenti da un mio ex-
uIIIevo, Johunnes WeIensLeIner
27
. Potrei portare molti altri esempi di questo
tipo, ma non vorrei soffermarmi ulteriormente sulle cause della controversia
Goffart-Geary/Wolfram, che nel frattempo ha coinvolto anche Pohl, perch
anchio non sono in grado di spiegarmela in modo conclusivo. Solo una cosa:
ancora nel 1988 con e per Walter Goffart ho organizzato a Zwettl (cfr. 3.5) il
convegno su Anerlennun und Interction per discutere il suo Techniques
of Accommodation, il tutto col risultato che nella terza edizione del libro sui
Goti ho ripreso ampiamente le tesi di Goffart. Daltra parte, quando il libro sui
Goti fu pubblicato in tedesco nel 1979, Goffart lo recens amichevolmente in
Speculum. Dal 1988 esso disponibile anche in traduzione inglese e Gof-
fart e i suoi allievi hanno iniziato ad attaccarlo veementemente. Al contrario, i
miei Gotische Studien (cfr. 2.6), nei quali espongo le mie opinioni attuali, non
vengono nemmeno presi in considerazione. Purtroppo ci vale anche per altri
colleghi di altri paesi. Sarei contento di non essere giudicato solo in base a un
libro che ho scritto pi di trentanni fa (cfr. anche 2.6).
4.2. Lc Suc teoric etnoeneticc in rcpporto ci Goti e stctc messc in discus-
sione nell'ultimo decennio, sic pure in modo diterso, dc Pctricl Amor nel
suo libro sul reno ostrooto in Itclic e dc Peter Hecther in ditersi sci e
nellc suc monorcjc sui Goti
28
. Come iudicc le critiche proposte dc questi
cutori riucrdo le modclitc dellc jormczione dell'identitc etnicc otc?
In primo luogo si deve ricordare una volta per tutte che questi due miei
critici sono antichisti (cfr. anche 4.3) e non medievisti e, dunque, hanno un
cpproccio
*
diverso. Daltra parte bisogna dire che le loro proposte termino-
logiche sono poco convincenti. Quando Heather descrive la goticit dei Goti
liberi (nobili) come lidentit gotica, indipendente anche dai re, usa sicura-
menLe unu dehnIzIone oIILIcumenLe moILo correLLu, reubbIIcunu e anti-ro-
cl, ma in realt non si tratta di nientaltro che di una ricaduta nel Roman-
27
Cfr. da ultimo Jordanes, in Recllexilon der Germcnischen Altertumslunde, vol. 16, de Gruyter,
BerIIn zooo
2
, pp. 76-80.
28
P. Amory, People cnd Identit in Dstroothic Itcl, (8p-(, Cambridge University Press,
Cambridge 1997 e P. Heather, The Goths, BIuckweII, OxIord 1qq6.
*
In italiano nel testo tedesco (n. d. T.).
19
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Intervista a Herwig Wolfram
ticismo ottocentesco, molto simile alla concezione del Vollseist tedesco
combuLLuLu gIu du OLLo von BIsmurck (morLo neI 18q8). Quundo Amory deh-
nIsce I GoLI In LuIIu come IdeoIogIu eLnogruhcu, vorreI chIedergII come unu
simile ideologia per diciotto anni sarebbe stata in grado di porre resistenza
uIIe Iorze suerIorI deII`esercILo ImerIuIe. Se, uI conLrurIo, dehnIsco I`IdenLILu
gotica come la libertcs Gothorum resa sicura da un punto di vista economico
e giuridico-sociale dal re, legata alla lex Gothicc (al credo omoiusiaco), pro-
ongo Iu cosLruzIone dI unu dehnIzIone uLLesLuLu duIIe IonLI e, uI Lemo sLesso,
rispondo alla questione relativa al perch i Goti combatterono cos a lungo per
mantenere questa loro identit fondata su basi socio-economiche. Infatti la
maggior parte di loro stando ad Agazia di Myrina dopo la morte di re Teia,
avvenuta nel 552, avrebbe rinunciato a rieleggere un nuovo re, avrebbe posto
hne uI combuLLImenLI e surebbe LornuLu u cusu, uI rorI benI, come IedeII
sudditi dellimperatore, poich questi aveva fatto garantire le loro propriet
29
.
Cosa diversa e giusta, invece, dire: Cassiodoro ha cercato di dare ai Goti
unu nuovu IdenLILu eLnogruhcu neI momenLo In cuI II hu IuLLI dIvenIre GeLI.
4.3. Sempre clcuni cutori cnloscssoni - ricn Wcrd-Perlins, il ic citcto
Peter Hecther, Gu Hclscll - neli ultimi cnni hcnno scritto cmpie sintesi
sullc jne dell'Impero romcno, mettendo in discussione lc ccteoric di trc-
sjormczione del mondo romcno elcborctc dc Lei e cltri storici - penso in
pcrticolcre cl suo Das Reich und die Germanen
30
- e rilcncicndo, sic pure in
modo diterso, il trcdizioncle pcrcdimc dellc ccdutc di Romc. Qucl e lc
Suc posizione rispetto c queste retisioni storiorcjche?
n rImo Iuogo bIsognu chIurIre che Iu dehnIzIone dI Transformation of the
Romcn World non uninvenzione viennese, ma il suo copriht di Lynn T.
White Jr. (cfr 1.6; UCLA, 1966). Poi non si deve dimenticare che gli antichisti
(cIr. q.z) voIenLIerI sI uLLeggIuno u sLorIcI unIversuII e vogIIono, In hn deI conLI,
riuscire a dare alloggetto delle loro ricerche una conclusione cronologicamente
chiara e drammatica, addirittura chiliastica. Ci avviene al meglio attraverso
una caduta
*
, che Iu LruLLenere II huLo uI suo Lemo, In conIormILu con Io sLesso
sIgnIhcuLo eLImoIogIco deIIu uroIu eocu. medIevIsLI, uI conLrurIo, sI InLer-
rogano sui cambiamenti interni che hanno preceduto una simile caduta e su
cosa sopravviva al crollo di unepoca, di un mondo, in altre parole dellanti-
chit, e su cosa continui a restar vivo, sia pure nel particolare. Per esempio, tra
breve uscir un mio lavoro che analizza gli elementi romani nelle cartae bava-
resi dei secoli VIII e del IX, il che non poco (per esempio, in ambito salisbur-
ghese hno uI ;o vI sono Romani attestati dalle fonti), anche se naturalmente
29
Si veda Agazia di Myrina, Historice libri quinque, u curu dI R. KeydeII, de GruyLer, BerIIn 1q6;
(Corus onLIum HIsLorIue ByzunLInue, z), 1, 1.
30
H. Wolfram, Dcs Reich und die Germcnen. Zuischen Antile und Mittelclter, Siedler Verlag,
BerIIn 1qqo (1qqz-).
*
In italiano nel testo tedesco (n. d. T.).
Giuseppe Albertoni 20
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riguarda solo dettagli e non permette alcuna interpretazione di storia univer-
sale, magari chiliastica. Forse sar necessario che un viennese tratti un gior-
no questo tema in grande stile; in grande stile s, ma con particolare attenzione
ai molti piccoli dettagli regionali (cfr. 5.4 e 5.6). Questo lavoro, in parte, gi
stato incominciato da Walter Pohl, che ha parlato di tutto ci di recente in una
relazione dal titolo Trcnsjormction oder ruch? eobcchtunen zur Rolle der
crbcren beim Icll Roms (Trasformazione o rottura? Osservazioni sul ruolo
dei barbari nella caduta di Roma) tenuta durante un convegno organizzato in
occasione della conclusione del Recllexilon jur Germcnische Altertumslunde
(cfr. 2.2) a Gttingen tra l11 e il 13 settembre del 2008.
Delle trasformazioni interne ne possiamo ricordare a titolo di esempio
solo una: per secoli lImpero romano accolse persone appartenenti ai popoli
barbarici sottomessi e li integr soprattutto negli strati inferiori. A partire
dai trattati stipulati dallimperatore Teodosio con i Goti attorno al 380/82 la
sottomissione e lintegrazione negli strati inferiori fu sostituita dal ricono-
scimento e dallintegrazione degli stranieri negli strati superiori. I partico-
lari di questo processo dalla portata epocale furono registrati talmente poco
dai contemporanei romani che ne erano colpiti, che con certezza possiamo
dire solo una cosa: dal IV al VI secolo il riconoscimento e lintegrazione degli
sLrunIerI uvvenne In un modo che, dI regoIu, non deLermIn conILLI erch
palesemente erano seguite le leggi romane. Si tratt, come disse Arnaldo Mo-
migliano, di una caduta senza rumore
*
, un evento che naturalmente aveva a
che Iure unche con I`esorbILunLe InIerIorILu demogruhcu deI nuovI venuLI er I
quali, gi a partire dal semplice dato numerico, non sarebbe mai stato possi-
bile sottomettere militarmente lImpero romano.
Inoltre vi un sostegno ex negativo della nostra tesi secondo la quale il
mondo romano non sarebbe crollato. Esso proviene da una parte che non
certo la benvenuta, ma le cui decisioni, purtroppo, hanno avuto conseguenze
in tutto il mondo e che, quindi, proprio per questo non pu essere dimen-
ticata. Stalin agli inizi degli anni Trenta abol nei territori posti sotto il suo
dominio la ricerca storica sullalto medioevo perch contro la teoria marxi-
sta tra le altre cose non faceva tramontare lantichit in una rivoluzione e,
di conseguenza, lasciava persistere la classe degli schiavi anche in epoca
successiva. Tra i risultati di tutto ci vi fu che ancora negli anni Settanta e
Ottanta nellEuropa centro-orientale i partner con cui confrontare le nostre
ricerche non erano storici ma archeologi.
5. Reclitc, storic reioncle, discipline cusilicrie, ditulczione
5.1. Trc i temi ricorrenti dei Suoi studi sin dcli inizi c'e quello dellc recli-
tc. Puo stupire, pero, che qucndo, neli cnni Notcntc, hc deciso di scritere
*
In italiano nel testo tedesco (n. d. T.).
21
Reti Medievali Rivista, IX - 2008/1 <http://www.retimedievali.it>
Intervista a Herwig Wolfram
unc biorcjc di un sotrcno, l'cbbic dedicctc c un personcio del secolo XI,
Corrado II
31
, e non, per esempio, c un re oto o ccrolinio: perche?
Da un lato perch mi ritengo uno storico generale e faccio sempre qualcosa
di nuovo. Per alcuni anni ho anche continuato ledizione della corrispondenza
di Ferdinando I (1503-1564) con i suoi fratelli Carlo V (1500-1558) e Maria di
Ungheria (1505-1558), e quindi mi sono dedicato al passaggio dal medioevo
allet moderna, leggendo molto inoltre nei Diarii di Marino Sanuto. Dallaltro
perch Corrado II viveva in unet precedente la riforma della Chiesa e agiva
in modo atipico (cfr. anche 5.2) in unet piena di ottimismo, che teneva aperte
ancora molte possibilit e non era stata ridotta a ununica verit ortodossa
da zeloti, burocrati e giuristi.
5.2. Recensendo lc Suc biorcjc dedicctc c Corrcdo II sul Deutsches Ar-
chit Rudolj Schiejjer l'hc dejnitc ein Hohepunlt der neu erbluhten Kci-
serbiorcphil
32
. Cosc ne pensc di questo nuotc ondctc di biorcje di im-
perctori? In che modo puo esser ricostruitc, c Suo iudizio, unc biorcjc di
un sovrano medievale?
La povert e la tipologia della tradizione scritta medievale, la sua indif-
ferenza, presunta o effettiva, nei riguardi della personalit e dellindividuo,
il suo orientamento verso esempi gi dati e la conseguente interpretazione
esemplare dellagire e dei motivi che muovono chi agisce, permettono di col-
mare in minima parte le aspettative che le odierne concezioni psicologizzanti
euroee ongono u unu bIogruhu. e IonLI, er, corrIsondono u quesL`esI-
genza al meglio quando riguardano un sovrano medievale percepito come in-
novatore dalla sua epoca perch promotore di spinte innovative emozionanti.
E un simile sovrano fu Corrado II, come riconobbero gi i suoi contemporanei
e del quale il suo biografo Wipone afferm nellEpistolc cd Heinricum reem
che uvrebbe IncIso roIondumenLe e benehcumenLe neIIu LrudIzIone deIIu
res publicc, dellImpero romano. In ogni caso la vita di Corrado non pu es-
sere ricostruita, impresa per la quale le fonti sono troppo rarefatte. Ma, nella
cornice della storia del suo tempo, per alcune circostanze si possono cogliere
e rappresentare la personalit sua e quella di sua moglie Gisella. Per questo
concordo volentieri con Jacques Le Goff, il quale grossomodo nello stesso pe-
rIodo hu ubbIIcuLo Iu suu grundIosu bIogruhu dI uIgI X II SunLo e gIu Lemo
addietro ha affermato che lo studioso di strutture storiche, ormai sazio di
astrazioni, aveva bisogno di concretezza. Egli voleva diventare quel tipo di
sLorIco dI cuI Murc BIoch dIsse che eru come I`orco deIIe IuvoIe, che huLu II suo
bottino l dove sente odor di uomo. E cio non un bottino qualsiasi, non pi
gli uomini in una societ, non il potenziale umano compreso in senso collet-
31
H. Wolfram, Konrcd II. ppo-:op. Kciser dreier Reiche, Beck, Mnchen zooo.
32
Deutsches Archiv, 56 (2000), 2, p. 706.
Giuseppe Albertoni 22
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tivo; no, ci di cui sentiva lodore era luomo come individuo, una ben precisa
personalit storica.
5.3. Pur riucrdcndo un sotrcno estremcmente importcnte per lc storic
d'Itclic, mi sembrc che lc Suc biorcjc su Corrcdo II non sic stctc cncorc
piencmente recepitc dcllc storiorcjc itclicnc. Mi conjermc questo iudi-
zio? Nel ccso lo conditidc, sc dcrne unc spieczione?
La causa principale dovrebbe dipendere dal fatto che il libro stato pub-
blicato in tedesco (cfr. 2.6: Gotische Studien). Ora per disponibile anche in
traduzione inglese col titolo di Conrcd II, ppo-:op. Emperor oj Three Kin-
gdoms
33
. Nel frattempo ledizione tedesca gi esaurita. Forse i colleghi ita-
liani prenderanno maggiormente atto del Conrad inglese, che stato anche
un po migliorato, rispetto a quanto hanno fatto col Konrad tedesco. Ne sarei
molto contento perch, per esempio, mi farebbe piacere avere reazioni italia-
ne alla mia rappresentazione della rivolta dei valvassori (cfr. la recensione in
Speculum del 2008). Forse in ogni caso sarebbe utile una recensione in una
rivista specializzata italiana.
5.4. Molti Suoi studi - penso per esempio c quelli rcccolti nel tolume Salz-
burg, Buyern, OsLerreIch del :pp
34
- sembrcno cppcrentemente essere dedi-
cati alla Landesgeschichte, cllc storic reioncle. In che rcpporto si e posto in
queste ricerche con lc trcdizione precedente, spesso ccrctterizzctc dc jorti
sentimenti di pctriottismo loccle?
Ai miei occhi ci sono due questioni che si sovrappongono e si completano
vicendevolmente perch ambedue, sia pur da diversi punti di vista, costitui-
scono un robIemu sLorIogruhco u urLIre duIIu LrusIormuzIone deI mondo
antico (cfr. 4.3): ci si pu interrogare sulla storia dei popoli, o, per dir meglio,
dei portatori di precisi nomi di popolo, che giunsero da un altro mondo, supe-
rurono I conhnI ImerIuII e Iondurono deI regnI suI LerrILorIo romuno (sI ensI
er esemIo uI GoLI, uI runchI, uI BurgundI uI ongoburdI o ugII AngIosus-
soni); oppure si pu analizzare la storia di un territorio che, dopo esser stato
una provincia romana o una parte integrante dellImpero romano divenne
una Heimct=pctric (cfr. 5.6) di re e popoli e, con ci, una regione articolata
politicamente in modo nuovo, nella quale si consumata la trasformazione
del mondo romano (cfr. 4.3).
Il libro Sclzbur, cern, Dsterreich ricordato nella domanda tratta di
un territorio che si estende dal Danubio bavarese a Verona, dal Lago di Co-
33
H. Wolfram, Conrcd II, ppo-:op. Emperor oj Three Kindoms, Pennsylvania State Universi-
ty Press, University Park, Pa. 2006.
34
H. Wolfram, Sclzbur, cern, Dsterreich. Die Contersio cocriorum et Ccrcntcnorum
und die Quellen ihrer Zeit, Oldenbourg, Wien 1995 (Mitteilungen des Instituts fr sterreichi-
sche Geschichtsforschung, Ergnzungsband, 31).
23
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Intervista a Herwig Wolfram
stanza allAlfld ungherese, dalla Moravia alla Slovenia e alla Croazia, al-
lIstria e Aquileia e che, dunque, non ha assolutamente nulla a che vedere n
col tradizionale patriottismo locale e nemmeno con lusuale Landesgeschi-
chte. Inoltre questo libro, orientato verso le fonti e la loro critica, ha costituito
la base per un altro mio libro, dal titolo Grenzen und Rcume. Geschichte
Dsterreichs tor seiner Entstehun. ;8-po;
35
. Si tratta di un volume uscito
allinterno di una storia dellAustria in quindici volumi da me curata tra il
1994 e il 2006, con la quale ho cercato di assolvere a una vecchia richiesta
posta a pi riprese allInstitut fr sterreichische Geschichtsforschung sin
dal secolo XIX.
5.5. Nei suoi studi Lei hc messo spesso in risclto non solo l'etoluzione qucsi
speculcre di Germcni e Romcni - due nozioni etniche che hcnno senso
solo nel loro rcpporto - mc lo stretto lecme che entrcmbe queste clcs-
sie hcnno ctuto con il mondo slcto. In pcrticolcre, lc reione dcnubicnc
nei suoi studi sembrc un lcborctorio comprensibile solo con unc costcnte
cttenzione cll'intreccio continuo trc recltc che per semplicitc possicmo dej-
nire romcne, ermcniche e slcte. Qucnto tutto cio si rijette sulle Sue cttucli
strcteie di ricercc e su quelle dei Suoi collcborctori?
(1) senzaltro giusto affermare che si pu scrivere una storia dei Ger-
mani solo come storia romana. Per questo il titolo della traduzione inglese
di Dcs Reich und die Germcnen (cfr. 1.3 e 4.3) The Romcn Empire cnd its
Germcnic Peoples, un titolo che non sono riuscito a ottenere per ledizione
orIgInuIe Ledescu. Nessun germuno sI muI dehnILo come germuno e, quuIoru
lo abbia fatto, ha pensato in romano. Nel corso dellalto medioevo si giunse
a un confronto tra la comunit romano-germanico-cristiana e gli Slavi con
I`IncIusIone deI BuILI e deI cuvuIIerI nomudI. ALLorno uI MIIIe duIIu Germcnic
si svilupp una Sclctinic cristiana riconosciuta dallOccidente, un fatto reso
con grande effetto dalla miniatura ottoniana. Per questo fu ben presto evi-
dente che i Viennesi avrebbero dovuto estendere le loro ricerche anche al
mondo slavo e ai cavalieri nomadi (cfr. 2.9).
(2) Un medievista austriaco deve interessarsi agli incontri e ai rapporti
romano-germanico-slavi (e a quelli con i cavalieri delle steppe). Gi gli idro-
nimi e i toponimi del nostro Paese spingono a farlo. Per il resto, si veda quanto
detto nella risposta 2.9.
5.6. Lei hc dediccto molti studi c luohi in cui tite o hc tissuto, come il Scli-
sburhese o lc cssc Austric. Perche? Hc unc Suc Heimat? Se si, che sinij-
ccto dc c questo termine intrcducibile in itclicno e, jorse, in rcn pcrte delle
lingue?
35
Grenzen und Rcume. Geschichte Dsterreichs ton seiner Entstehun. ;8-po;, Ueberreuter,
Wien 2003
2
(1
a
ed. Wien 1995).
Giuseppe Albertoni 24
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La parola Heimct deriva da (c)haim, in gotico haims (pronuncia: hems) e
IndIcu II uese sIu neI sIgnIhcuLo dI vIIIuggIoJIuogo (In Ledesco Dorf/Ort) sia
in quello di territorio (in tedesco Land), com testimoniato dal pi antico
nome germanico di luogo e di territorio sinora conosciuto, menzionato per la
prima volta allepoca della nascita di Cristo: oi(o)hcemum=BoemIu (Iuogo
e LerrILorIo d`un ooIo ceILIco chIumuLo BoII). n quesL`uccezIone u essere
tradotto senzaltro con pctric
*
in latino e italiano o con pctrie in francese. Al
contrario, il concetto tedesco di Heimct si in effetti allontanato di molto da
quesLo sIgnIhcuLo, dIvenendo ussoIuLumenLe InLruducIbIIe. NeI corso deIIu suu
storia, infatti, stato caricato di un bagaglio emozionale tipicamente tedesco,
stato reso kitsch e ha subito un abuso politico. Queste emozioni tuttavia non
hanno nulla a che fare con la scienza. Per questo Le propongo una breve rispo-
sta: i miei lavori su Salisburgo non hanno nulla a che vedere con una Heimct
resa emozionale, ma trattano di paesi, nel senso di pctrice, che formano una
regione, e cio il territorio delle Alpi orientali e del Danubio (cfr. 4.3 e 5.4), con
linclusione della Slovenia, di parti dellUngheria, della Moravia e della Slo-
vacchia. La storia altomedievale di questo territorio mitteleuropeo pu essere
studiata quasi esclusivamente con laiuto di fonti salisburghesi. Per questo la
mia indagine ha poco o nulla a che fare col fatto che, dopo il mio pensiona-
mento, passo la maggior parte dellanno in un piccolo villaggio a est della citt
dI SuIIsburgo. AIIo sLesso modo Iu Bussu AusLrIu er me non n I n meno
importante delle altre regioni austriache poste tra il Lago di Costanza e il
Lago di Neusiedl e i territori circostanti.
5.7. Lc rijessione sul sinijccto dei termini iocc un ruolo molto importcnte
nelle Sue opere. Che ruolo hc in esse lc jloloic? Che junzione stole per Lei
il lessico delle jonti nel rcpporto trc testo e identitc?
Come risposta indiretta Le propongo unaffermazione di Ernst Robert
CurLIus, secondo II quuIe IuJIe hIoIogIuJe (sono) Iu muLemuLIcu deIIu sLorIu.
Testo e identit possono essere studiati solo se si capiscono le fonti e le si capi-
sce soIo se sI comrende unche II sIgnIhcuLo deI conceLLI neI corso deI Lemo.
5.8. Dltre cll'cusilio dellc jloloic, le Sue opere si bcscno spesso su un rcjj-
ncto uso delle discipline dejnite riduttitcmente come Scienze cusilicrie dellc
storic. D'cltrc pcrte lc promozione delle Hilfswissenschaften e sempre stcto
un trctto distintito dell'Institut jur Dsterreichische Geschichtsjorschun di
Viennc dc Lei diretto per un tentennio. In che rcpporto si e posto con lc trc-
dizione e i rcndi pcdri di questc istituzione?
Ho ritenuto un privilegio particolare poter dar forma per diciannove anni
e dopo Heinrich von Fichtenau al destino e alla storia del nostro Institut, fon-
dato nel 1854. Limportanza di questo centro di formazione e di ricerca, per
*
In italiano nel testo tedesco (n. d. T.).
25
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Intervista a Herwig Wolfram
la cui tradizione dobbiamo ringraziare molti padri,
36
confermata inoltre dal
fatto che in esso venga insegnato e messo in pratica labbicc delle Scienze au-
siliarie, non solo per la ricerca storica austriaca ma anche di quella dei paesi
IImILroh: sI ensI, er esemIo, u PeLr SLIh (ubIunu) o u Juruj SedIvy (BruLI-
slava). A tal proposito richiamo due esempi: di recente ho dovuto valutare, per
puro caso pi o meno contemporaneamente, due manoscritti per due diverse
riviste non tedesche. Ambedue gli autori, in modo totalmente autonomo luno
dallaltro, si occupavano di documenti e citavano con approvazione il mio In-
titulatio. Luno, per, confondeva lintitulatio con lindirizzo, laltro larenga
con la narratio. Ma come si fa a interpretare in modo corretto un documen-
to se non si in grado di riconoscere le sue parti? Passiamo ora al secondo
esempio: nella Vita di san Ruperto, venerato come fondatore della Chiesa di
Salisburgo, si dice che sarebbe morto die resurrectionis Domini. Generazioni
di studiosi si sono posti alla ricerca di una Pasqua avvenuta dopo il 716 che
avrebbe potuto essere considerata il terminus post quem per lanno di morte
del santo. La cronologia, per, ci insegna che i padri della Chiesa in modo
secuIuLIvo uvevuno hssuLo Iu resurrectio Domini al 27 marzo di ogni anno a
differenza della festa mobile di Pasqua. Di conseguenza Ruperto non morto
durante una domenica di Pasqua, ma in un 27 marzo successivo al 716. Certo,
si dir forse che non sono errori o correzioni sensazionali. Ma, daltra parte, la
storia pu essere considerata una disciplina solo se i suoi adepti si disciplina-
no adeguatamente per praticarla e acquisiscono le conoscenze necessarie.
5.9. Diriere un'istituzione come il ricordcto Institut sinijcc cnche stole-
re un ruolo pubblico. Qucnto tutto cio hc injuenzcto le Sue opere, nelle qucli
possicmo trotcre numerosi esempi di cltc ditulczione?
Ai miei occhi lopinione pubblica austriaca si aspetta dallInstitut che in
esso venga svolto un lavoro riconosciuto internazionalmente e che i suoi mem-
bri quindi non solo il direttore diano un contributo allincremento della for-
mazione storica nel Paese. A ci servita la Geschichte Dsterreichs in quindici
volumi (cfr. 5.4), a ci continua a servire ledizione di testi richiesti a livello in-
ternazionale (per esempio il Registrum di Innocenzo III o i Diplomctc dei primi
imperatori e re svevi), a ci serve anche la collaborazione con mostre storiche e
con i media e a ci serve da poco anche la promozione delledizione di raccolte
documentarie regionali (Urlundenbucher) di enti secolari ed ecclesiastici.
5.10. Il tema delle identit etniche negli ultimi decenni divenuto uno dei
temi centrcli del dibcttito politico, nel qucle spesso ricompciono pcrcdimi
interpretctiti che, per uscre un eujemismo, potremmo dejnire ottocente-
schi. Lei dc cnche un tclore politico o etico clle Sue ricerche sulle identitc?
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Si veda a tal proposito H. Fichtenau, Diplomctiler und Urlundenjorscher, in Mitteilungen
des Instituts fr sterreichische Geschichtsforschung, 100 (1992), pp. 9-49.
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S, nel modo pi assoluto, anche se i risultati delle nostre ricerche, come
quelli di ogni lavoro storico, sono pi adatti per lo sviluppo e la promozione
di un atteggiamento cosmopolita e critico, piuttosto che per la politica di ogni
giorno.
6. Organizzazione della ricerca: il caso austriaco
6.1. Molto si discute in Itclic neli ultimi cnni sull'orcnizzczione dellc ricer-
ca e sulla sua valutazione. Come viene organizzata e valutata oggi la ricerca
scientijcc unitersitcric in Austric? Si trcttc di un modello che Lei ritiene
tclido ed esportcbile in cltri pcesi?
Si tratta di un problema che stato riconosciuto in quanto tale, ma che
deve ancora essere risolto. Non disponiamo ancora di alcun risultato che ri-
solva i nostri problemi, e tanto meno che possa essere adottato come articolo
di esportazione.
6.2. Hc ctuto modo di conoscere il sistemc unitersitcrio e l'orcnizzczione
della ricerca italiani? In caso affermativo, come li giudica in generale e in
rcpporto cl sistemc custricco?
Mi sembra che in ambedue i paesi ci si trovi in una fase di cambiamenti
e di riforme. Certe volte ho limpressione che dovremmo goderci un caos
creativo, nel quale nonostante tutte le barriere burocratiche e la mancanza di
chiari obiettivi politici i docenti insegnano a eccellenti studenti e sia gli uni
che gII uILrI IornIscono ecceIIenLI resLuzIonI scIenLIhche. GIu du unnI CIurk
Kerr ha affermato nel suo Use oj the Unitersit (p. 18):
A unIversILy unywhere cun uIm no hIgher Lhun Lo be us BrILIsh us ossIbIe Ior
the sake of the undergraduates, as German as possible for the sake of the graduates
and the research personnel, as American as possible for the sake of the public at lar-
ge and as confused as possible for the sake of the preservation of the whole uneasy
balance
37
.
6.3. In Austric esistono importcnti istituzioni di ricercc esterne o pcrzicl-
mente indipendenti dcll'unitersitc, come l'Alcdemie der Wissenschcjten o
l'Institut jur Dsterreichische Geschichtsjorschun. Come opercno e si colle-
gano alle universit? Come vengono valutate?
La collaborazione tra istituzioni in parte regolata tramite convenzioni,
in parte in base a iniziative personali dei singoli ricercatori e ricercatrici. La
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C. Kerr, The Uses oj the Unitersit, Harvard University Press, Cambridge, Mass. 1963, p. 18.
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Intervista a Herwig Wolfram
valutazione avviene a precisi intervalli sia da parte dellUniversit di Vienna,
sia da parte dellAccademia delle Scienze austriaca. Prima che fosse fondato
lInstitut fr Mittelalterforschung, Walter Pohl e il suo team hanno vissuto una
vera e propria orgia valutativa, che tutti hanno superato brillantemente.
6.4. Uno dei punti centrcli nellc tclutczione dellc ricercc e, oi, l'internc-
zionclizzczione. Come tiene perseuitc dclle unitersitc e dclle istituzioni
culturcli custricche che si occupcno di storic?
Limportanza dellinternazionalizzazione della ricerca e dellinsegnamen-
Lo IndIscussu e vIene romossu sIu du moILI uIhcI deIIe unIversILu, sIu du
autorit statali, regionali e di alcuni comuni maggiori (e pi ricchi). Cos, per
esempio, la pi volte ricordata Geschichte Dsterreichs in quindici volumi
stata sovvenzionata con contributi considerevoli sia da parte del governo cen-
LruIe, deI BundesIunder, deIIu Buncu nuzIonuIe uusLrIucu, sIu du urLe deIIe
Chiesa austriaca cattolica ed evangelica. Un caso che mi riguarda personal-
mente la sovvenzione delle traduzioni di tre miei libri tramite il Ministero
er Iu RIcercu scIenLIhcu.
6.5. Lei ha avuto e continua ad avere contatti con il mondo universitario
cmericcno. Come iudicc l'orcnizzczione dellc ricercc in USA per quel che
riucrdc lc Storic?
Considero il sistema americano (cfr. 6.2), e non solo per quel che riguarda
gli studi storici, al momento il migliore al mondo, bench sia consapevole dei
suoi punti deboli. Per esempio in esso vi poco spazio per una continuit isti-
tuzionalizzata. Secondo lopinione di Patrick Geary il lavoro di costituzione di
un gruppo di medievisti come quello che io ho svolto a Vienna non sarebbe
possibile in nessun ambiente americano. In ogni caso, la stessa cosa stata
confermata da eminenti colleghi tedeschi.
6.6. Qucli cspetti dell'orcnizzczione unitersitcric stctunitense Le pciono
esportcbili in Europc?
Lesportazione del sistema americano in Europa completamente o, per
megIIo dIre, In urLe InsensuLu se non uddIrILLuru conLroroducenLe hn LunLo
che non siano avvenute mutazioni di base nella cultura politica europea, in
particolare nel sistema delle tasse e dellammissione nelle universit. Tale cir-
costanza non sembra imminente, come insegna il seguente esempio. Il siste-
ma universitario americano costruito in modo duale. C la University of ,
luniversit deccellenza, e c la State University, di secondo livello. Seguendo
lesempio tedesco in Austria sono state introdotte le Fachhochschulen, che a
un primo colpo docchio sembrano avere il rango di una State University. Nei
fatti, per, lammissione a una Fachhochschule sottoposta a rigide regole,
mentre laccesso alle universit libero e illimitato (con la recente eccezione
Giuseppe Albertoni 28
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di Medicina). Pertanto non si pu assolutamente affermare che le Fachhoch-
schulen austriache siano di secondo rango. Anzi, sono sulla via migliore per
superare le universit e avvicinarsi alle coles Nationales francesi. Si tenga
presente, inoltre, che lInstitut fr sterreichische Geschichtsforschung fu s
fondato nel 1854 sullesempio dellcole (nationale) des Chartes, ma con piena
consapevolezza e con intenzione da alti funzionari ministeriali innovativi e
non sulla base di falsi compromessi e di considerazioni strategiche carenti.
6.7. In Itclic neli ultimi cnni cnche le ritiste d'cmbito umcnistico hcnno
iniziato a far ricorso al peer review. Qucl e il Suo iudizio c proposito di
questo sistemc di tclutczione? Viene cdottcto in Austric? Nel ccso specijco
delle Mitteilunen des Instituts jur Dsterreichische Geschichtsjorschun
che sistemc di tclutczione dei sci pubbliccti tiene impiecto?
Si tratta di un problema che, per quanto riguarda le Mitteilungen, de-
vessere ancora risolto, urgentemente. Daltra parte mi chiedo se sino ad ora
le recensioni dei nostri libri non abbiano gi avuto un carattere peer retieu,
o almeno avrebbero dovuto averlo. In ogni caso non bisognerebbe escludere
del tutto da queste considerazioni il lavoro di recensione che, almeno per quel
che riguarda il mondo tedesco, viene svolto nel Deutsches Archiv dei Mo-
numentc Germcnice Historicc o nelle nostre Mitteilungen.
6.8. Per concludere, c proposito di identitc pensc ti sic (o ti debbc essere)
unc identitc culturcle europec che si esplicc cnche nellc ricercc storicc?
Lidentit culturale dEuropa non appare in nessun luogo cos chiaramen-
te come nel duomo cristiano di Siracusa, che in parte retto da colonne del
tempio di Atena del V secolo a. C. Io per credo nellidentit culturale europea
e spero di poter contribuire a mantenerla e approfondirla a mio modo e con i
miei mezzi (insegnamento e ricerca).

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