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Caratterizzazione non distruttiva di ceramica da strato proveniente dal sacello E di Polizzello (CL)

E. PaPPalardo1, l. PaPPalardo2, 3, F.P. romano2, 3, F. rizzo2, 4, a. massimino2


Dipartimento SAAST (Universit di Torino), via Giolitti 21/E, Torino Laboratori Nazionali del Sud, INFN, via S. Sofia 64, Catania 3 Istituto IBAM, CNR, via A. Sangiuliano 62, Catania
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Dipartimento di Fisica e Astronomia (Universit di Catania), via S. Sofia 64, Catania

Riassunto Vengono presentati i risultati di analisi effettuate sul materiale ceramico proveniente dal sacello E di Polizzello (Caltanissetta). stato estrapolato preliminarmente un campione di 110 frammenti su base stratigrafica, sul quale sono state effettuate le seguenti analisi non distruttive: a) XRF per la determinazione quantitativa di elementi in traccia caratterizzanti il corpo ceramico: Rb, Sr, Y, Zr, Nb; b) PIXE- per la caratterizzazione elementale quantitativa dei pigmenti; c) XRD sulle superfici per la caratterizzazione mineralogica. Le analisi condotte sui pigmenti hanno fornito informazioni sulle tecnologie impiegate nella realizzazione degli stessi. Parole chiavi: Polizzello, Ceramica, Pigmenti, XRF, Sacello E. Abstract Non destructive characterization of stratum pottery coming from the shrine E of Polizzello (CL). Results of the analysis carried out on pottery coming from the shrine E of Polizzello (Caltanissetta) are presented. In this preliminary phase of the work, 110 fragments have been selected according to stratigraphic criteria and analyzed through the following non-destructive techniques: a) XRF for

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the quantitative determination of characterizing trace elements: Rb, Sr, Y, Zr, Nb; b) PIXE- for the quantitative elemental characterization of the pigments; c) XRD for mineralogical characterization. From the analysis carried out on pigments, new information raised about technologies employed for their realization. Keywords: Polizzello, Pottery, Pigments, XRF, Shrine E. Introduzione Negli anni 2000, 2004-2006, la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Caltanissetta ha condotto sistematiche campagne di scavo sulla Montagna di Polizzello affidandone la direzione scientifica al prof. Dario Palermo (Palermo, 2003; 2006). Le indagini, che hanno riguardato tutta larea dellAcropoli, hanno portato alla luce, fra laltro, un monumentale edificio a pianta circolare le cui caratteristiche dimensionali e strutturali lo collocano come un unicum nel generale contesto architettonico coevo (Palermo, 2006; Guzzone et al., cds; Pappalardo, cds). Lo scavo della struttura, nominata edificio E e indagata stratigraficamente fino ai livelli di roccia, ha permesso lidentificazione di 4 fasi di frequentazione: 3 relative alledificio circolare (VIII-VI secolo a.C.) ed una da riferire ad un momento ad esso preesistente e caratterizzato da moduli architettonici di tipo rettilineo (IX secolo a.C.). Lindagine della capanna-sacello E si inserisce allinterno di una pi vasta problematica relativa agli usi costruttivi e ai sistemi di organizzazione e gestione dello spazio sacro in contesto sicano, proprio nel momento in cui la Sicilia si apre alle influenze coloniali greche (Spatafora, 1996; Pappalardo, cds). Nel caso di Polizzello, il sovrapporsi di tre distinti edifici nellarco di tempo compreso tra la met dellVIII e la prima met del VI secolo a.C. fornisce un punto di vista privilegiato per lo studio delle vicissitudini archeologiche del periodo (Figura 1). In particolare, la continuit spaziale e strutturale che caratterizza ledificio assume un valore specifico qualora associata alla fase preesistente la costruzione del sacello, databile tra il primo IX secolo e i primi decenni dellVIII, caratterizzata, come detto, dallimpiego di strutture murarie ad andamento rettilineo e dalla presenza di ceramica di tipo stralucido rosso e bruno unita a

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frammenti a decorazione lineare geometrica incisa e impressa dellorizzonte Polizzello S. Angelo Muxaro (per uno studio della ceramica di stile Polizzello - S. Angelo Muxaro si veda Palermo, 1981, 1985-86; Tanasi 2007, 2008).

Figura 1 - Planimetria dellAcropoli di Polizzello (evidenziato il sacello E).

Alla luce dei mutamenti diacronici registrati in seno allorganizzazione architettonica dellarea indagata, certamente imputabili ad un cambiamento sopravvenuto in seno al gruppo ivi stanziato, emersa, dunque, la necessit di verificare lesistenza, o meno, di un contestuale mutamento nellindustria. I risultati delle analisi sulla ceramica e sui pigmenti presentati in questa sede sono, dunque, parte di un pi vasto programma mirante a coinvolgere il materiale integro conservato nei musei; conseguentemente, soltanto metodi non distruttivi con strumentazione portatile si rivelano utili allo scopo. Il presente lavoro, rivolto ai frammenti ceramici, rappresenta un approccio preliminare al problema, con lobiettivo di: a) verificare lapplicabilit delle metodiche non distruttive alla ceramica in esame; b) effettuare un primo screening su un numero consistente di frammenti allo scopo di individuare, gi in questa fase, eventuali variazioni composizionali nel corpo ceramico e nei pigmenti in funzione delle fasi archeologiche. I risultati permetteranno di orientare la ricerca in situ ed eventualmente, in casi selezionati, procedere anche con le analisi distruttive.

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Analisi archeometriche stato estrapolato un campione di 110 frammenti su base stratigrafica sul quale sono state effettuate le seguenti analisi non distruttive: a) XRF per il corpo ceramico; b) PIXE- per la caratterizzazione elementale quantitativa dei pigmenti; c) XRD sulle superfici per la caratterizzazione mineralogica dei pigmenti stessi. a) Analisi XRF noto che lanalisi non distruttiva XRF (X-ray fluorescence) pu fornire dati quantitativi sulla presenza di alcuni elementi in traccia (Rb, Sr, Y, Zr, Nb) ritenuti caratterizzanti il corpo ceramico. Gi nel 1995 (Pappalardo et al., 1995) era stata dimostrata lapplicabilit del metodo su ceramica fine, greca e locale, di nota tipologia e di provenienza certa. Successivamente il metodo stato applicato su ceramica arcaica, fine, dal santuario di Alaimo (Lentini) (Grasso et al., 2008) e su ceramica greca dal santuario di Demetra a Catania (Gigli et al., 2005). Si dimostrato, inoltre, come il suddetto tipo di analisi, pur essendo da considerare superficiale, descriva correttamente anche il corpo ceramico (Romano et al., 2006a; Pappalardo et al., 2006b). Nel nostro caso stato impiegato un tubo X, dotato di un controllo della stabilit dellenergia e dellintensit del fascio X di eccitazione (Romano et al., 2005) operante a Vmax = 45 kV ed Imax= 0.5 mA. La determinazione della concentrazione di Rb, Sr, Y, Zr e Nb viene effettuata utilizzando un metodo di regressione multi-lineare basato su una calibrazione del sistema mediante standard petrologici (Gigli et al., 2005; Romano et al., 2006b). Si , dunque, proceduto allanalisi statistica multivariata dei dati (cluster analysis) che ha evidenziato 6 gruppi (1, 2, 3a, 3b, 4a, 4b) (Tabella 1). La Figura 2 descrive la distribuzione dei vari gruppi in relazione allo strato di provenienza.

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Figura 2 - Schema di raccordo tra gli strati del sacello E e i gruppi di impasto individuati. I grafici indicano, dal basso: FASE 1- FASE 2- FASE 3- FASE 4. Tabella 1 - Contenuto medio in elementi in traccia (in ppm) caratterizzante i raggruppamenti. In parentesi la deviazione standard.
Gruppo 1 2 3A 3B 4A 4B Rb 140 (60) 250 (100) 90 (45) 95 (30) 110 (35) 120 (30) Sr 3830 (330) 6380 (1170) 440 (720) 850 (130) 2350 (190) 1560 (220) Y 50 (15) 95 (45) 28 (10) 37 (10) 40 (15) 45 (20) Zr 260 (70) 490 (260) 180 (70) 230 (100) 240 (60) 260 (80) Nb 20 (10) 34 (17) 20 (10) 22 (10) 20 (7) 25 (10)

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Viene rilevata una variazione diacronica nella ricorrenza di impasti ascrivibili ai singoli raggruppamenti. In particolare, si registrano differenze tra materiali riferibili alla fase preesistente la costruzione delledificio E (FASE 1), caratterizzata da strutture rettilinee, e quelli provenienti da strati relativi alla struttura circolare (FASI 2-4). In particolare, i gruppi 1, 4A e 4B, che nel periodo anteriore alla costruzione del primo sacello circolare si collocano in modo rilevante allinterno del range ceramico generale, diminuiscono sensibilmente in corrispondenza degli strati pi alti e, dunque, dei periodi pi recenti. Analoghe considerazioni valgono per il gruppo 3A che, pressoch dominante (insieme al gruppo 3B) allinterno dello strato pi recente (ultima fase di frequentazione), compare solo in lieve misura allinterno della fase 1.

b) Analisi non distruttive dei pigmenti. La caratterizzazione dei pigmenti ceramici fornisce informazioni circa la tecnologia di produzione. In Sicilia si conoscono pochi dati: di particolare rilevanza i lavori riguardanti le analisi di pigmenti ceramici del bronzo antico, dellet del rame e del neolitico effettuati presso il museo di Licata, e quelli sulla individuazione dei rispettivi siti di estrazione delle materie prime (Pappalardo, 1999). La strumentazione usata nel presente lavoro di tipo portatile e la tecnica non distruttiva. Il sistema PIXE-, sviluppato presso i LNS (Pappalardo et al., 2003), adopera una sorgente radioattiva di 210Po quale emettitore di particelle cariche. Lo strato coinvolto di circa 5-10 micron. Recentemente stato realizzato un sistema (XPIXE-) che genera sia particelle alfa che raggi X. possibile cos analizzare le superfici attraverso le righe K degli elementi leggeri (da Na a Ca) e le righe L ed M degli elementi medi e pesanti nonch il substrato attraverso le righe K degli elementi medi e pesanti. I due sistemi hanno mostrato la loro peculiarit nelle analisi in situ di pigmenti ceramici e di superfici di affreschi. Ai sistemi PIXE si recentemente associato un diffrattometro portatile, sul quale stata montata una sorgente X composta da tubo microfocus e un sistema policapillare (Romano et al., 2006); combinando i risultati analitici dei due sistemi possibile effettuare una caratterizzazione completa delle superfici. La risoluzione in angolo del diffrattometro di 0.18 gradi e la risoluzione in energia dei due sistemi PIXE di 138 eV a 5.9 KeV. Una misura completa richiede circa 90 min. Nella tabella 2 sono riportati gli elementi chimici evidenziati sui pigmenti mediante il PIXE; essi vengono usati per restringere il campo delle possibili fasi mineralogiche rilevate tramite il diffrattometro. Sono riportati i dati pi interessanti ai fini della individuazione dei pigmenti relativi ad alcuni frammenti.
Tabella 2 - Elementi chimici e fasi minerali rilevati sui pigmenti tramite PIXE e diffrattometro.
Campione 7 (FASE 4) 10 (FASE 1) 19 (FASE 4) 23 (FASE 3) 20 (FASE 4) Colore Biancastro Corpo ceramico Nero Marrone-rossastro Rosso XPIXE Mg, Al, Si, K, Ca, Fe Mg, Al, Si, K, Ca, Fe Mg, Al, Si, K, Ca, Fe Mg, Al, Si, K, Ca, Fe Mg, Al, Si, K, Ca, Fe XRD Lime (CaO), Calcite*, Quarzo, Enstatite/Protoenstatite Quarzo, Calcite*, Lime (CaO), Ematite Quarzo, Hercynite, Magnetite, Maghemite Quarzo, Magnetite, Maghemite, Calcite, Lime (CaO) Quarzo, Hematite, Calcite,

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* Tracce

Conclusioni Le analisi finora effettuate sui campioni provenienti dal sacello E hanno fornito alcune interessanti informazioni consentendo, in questa prima fase di ricerca, di individuare i principali raggruppamenti. Va ricordato che la decisione di adottare un criterio stratigrafico nella selezione dei frammenti stata dettata dalla unicit del caso studio: un edificio che ha conservato intatte e sigillate le diverse fasi di frequentazione e la cui costruzione ha, inoltre, risparmiato i livelli sottostanti. Il mutamento diacronico del materiale vascolare, percepibile gi superficialmente nella graduale variazione delle forme e delle decorazioni e nel progressivo passaggio da una ceramica spessa e monocroma ad una fine e spesso dipinta, stato confermato dalle analisi degli impasti. stato registrato un cambiamento in percentuale significativo dalla fase pi antica, relativa alle strutture rettilinee rinvenute al di sotto delledificio, a quella finale databile alla met del VI secolo: tra gli impasti riferibili alla FASE 1, preesistente la costruzione del sacello, si osserva, come accennato, una prevalenza dei gruppi 4A, 4B, e 1; tra quelli riferibili alle fasi successive, in particolare la FASE 4, si nota, invece, la prevalenza dei gruppi 3A e 3B (Figura 2, Tabella 1). Tale lavoro, sebbene preliminare, risulta complementare ad altri che hanno recentemente affrontato il problema della distribuzione e della circolazione di ceramica cronologicamente e geograficamente vicina a quella proveniente da Polizzello. In particolare, ci limitiamo a sottolineare la somiglianza dellimpasto ceramico appartenente al gruppo 3A, la cui presenza si registra in modo significativo allinterno della FASE 4 (met VI secolo a.C.) (Figura 2), coi gruppi EL-2 ed EL-5, di analoga cronologia, ricavati in seguito alle analisi NAA ad opera di M. Kolb e R. Speakman (Kolb e Speakman, 2005) e provenienti in gran parte dai centri di Montagnoli (Castellana, 1988-89) e Monte Maranfusa (Spatafora, 2003). Naturalmente tale somiglianza da riferire esclusivamente al limitato, anche se caratterizzante, numero di elementi in traccia rilevati dalla nostra strumentazione; analisi pi complete sono certamente necessarie. Accenniamo brevemente, in conclusione, agli interessanti risultati che hanno, inoltre, fornito le analisi effettuate sui pigmenti. Per quanto riguarda i bianchi, da segnalare, nel campione n. 7, la presenza di Enstatite/Protoenstatite, prodotto di trasformazione termica del talco. Le analisi condotte sui neri e sui bruni, che hanno rivelato lassenza di minerali prodotto di trasformazione del Manganese, rivelano, invece, la presen-

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za di Magnetite e Maghemite e, in un caso, di Hercynite, dovuta notoriamente a processi di cottura di materiale ricco in ferro in ambente riducente. Tali dati, senz'altro interessanti nel contesto dello studio della tecnologia impiegata nella decorazione vascolare della Sicilia indigena centro-meridionale, andranno approfonditi, estendendo l'indagine all'intero corpus di materiale proveniente dal sito. Riferimenti bibliografici Castellana G., 1988-89, Linsediamento di Montagnoli nei pressi di Selinunte. Un contributo per la conoscenza delle popolazioni panelleniche lungo il corso finale del Belice, Archivio Storico Siciliano, XIV-XV, 325-333. Gigli R., Pappalardo L., Pautasso A., Romano F. P., Pappalardo G., Carastro A., 2005, Identification of a class of pottery within the votive deposit of Demetra Sanctuary in Catania by using a non destructive XRF method, Proceedings of the XXXIII International Symposium on Archaeometry, Amsterdam, 22-26 April 2002, H. Kars and E. Burke (eds), University of Amsterdam, GeoArchaeological and BioArchaeological Studies, 3, 189-191. Grasso L., Pappalardo L., Romano F.P., 2008, Non destructive quantitative XRF analysis on Greek archaic pottery of the Alaimo's Sanctuary in Lentini (Sicily), Proceedings of the 4th Symposium on Archaeometry of the Hellenic Society of Archaeometry - National Hellenic Research Foundation, Athens, 28 31 May 2003. Y. Facorellis, N. Zacharias & K. Polikreti (eds), Archaeopress, BAR I S S1746, Oxford, 281-286. Guzzone C, Palermo D., Panvini R. (edd.), Montagna di Polizzello. Campagna di scavo 2004, Betagamma Editrice, in c.d.s. Kolb M. J., Speakman R.J, 2005, Elymian regional interaction in Iron Age western Sicily: a preliminary neutron activation study of incised/impressed teblewares. Journal of Archaeological Science, 32, 795-804. Palermo D., 1981, Polizzello, in "Contributi alla conoscenza dellEt del Ferro in Sicilia"( Cronache di Archeologia, XX), 104-147. Palermo D., 1985-86, Caratteri e sviluppo della necropoli e del centro antico di SantAngelo Muxaro, in La necropoli di SantAngelo Muxaro, a cura di Giovanni Rizza e Dario Palermo, CNR I.B.A.M sezione di Catania, 179-220.

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