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Roberto Daveri

DIARIO DI UN PESCATORE A MOSCA

DIARIO DI UN PESCATORE A MOSCA II Testo e disegni di Roberto Daveri Edizione 1.2 Agosto 2011
Copyright 2009-2011 Roberto Daveri Alcuni Diritti Riservati Questopera rilasciata ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione Non Commerciale No Opere Derivate 2.5 Italia
(http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/legalcode)

Prefazione
Nel novembre 2003 veniva pubblicato il mio Diario di un pescatore a mosca edito da Libri Liberi di Firenze. Da allora sono passati sei anni e nuove esperienze di pesca -sempre poche- sono seguite s da riempire un altro volumetto con descrizioni, sensazioni, cronache trasferite sulla carta con quella mia calligrafia un po inclinata daltri tempi e dagli innumerevoli acquarelli per dare evidenza e corpo anche alle immagini che le accompagnano. Un modo per fermare quei momenti belli. Oggi il tutto, grazie al computer, trasferito su queste pagine. Tuttavia, rispetto al primo volume, mi rendo conto che qualcosa cambiato. E cambiato il modo con cui vivo lacqua, il fiume e la pesca a mosca. Gi da molto tempo la cattura di un pesce non pi un fine, ma un pretesto e la pesca solo un modo per disciogliere il mio spirito nei colori, profumi e sensazioni che il torrente immancabilmente mi trasmette, in una ricerca di evasione che riconduca alle cose semplici, essenziali, che sanno ancora di buono. Oserei dire che alla fine nulla cambiato, n lentusiasmo, n la gioia solo che sempre pi spesso evito di uccidere i miei pesci. Inoltre ho qualche anno in pi e la barba ora davvero bianca. Questo avrebbe poco significato se non che sul torrente mi stanco un po prima, lo pesco pi lentamente e per vedere bene la mia mosca ho dovuto cedere agli occhiali perlontano. Anche gli Amici miei sono un po cambiati. Se da una parte il cemento della nostra amicizia si ulteriormente consolidato, a volte viene messo alla prova dalle nostre abitudini, manie e intransigenze di vecchi borbottini o per le differenti concezioni di vivere il quotidiano. E meno male, il fatto che non si parli pi esclusivamente di pesca, ma anche di salute, di nipoti, di politica, e perch no, pure della Fiorentina, o altro, mi fa sperare che ci sia stata una qualche maturazione Quello che non si modificato lo spirito, laffiatamento, la voglia e il bisogno di stare insieme, di condividere gioie, allegrie, difficolt, successi, gratificazioni, scoperte che quotidianamente la pesca a mosca e il fiume, con lo scorrere della vita, ci riservano ora dopo ora, rendendocele vive, vere, degne di essere vissute, godute a pieno e onestamente partecipate. Se fossimo da soli il piacere della pesca e delle nostre zingarate non sarebbe lo stesso E tutti oramai lo sappiamo. Ecco il motivo per il quale anche le esperienze che seguono, come le altre, vengono rese fruibili, a disposizione di chiunque lo desideri: condivisione con tanti altri nuovi amici. Pace e bene! R.D.

Riflessioni e tempo avverso - 1 Aprile 2003


In un posto qualsiasi, mentre nellintervallo del pranzo sto aspettando davanti ad un negozio dalla saracinesca abbassata che il cliente riapra per riprendere il mio lavoro, mi telefona Piero e mi informa che gioved sera ci ritroveremo tutti da CarloPi per organizzare luscita sullIdrica per l11-14 aprile. Dopo lesperienza del Canada sar la nostra prima pescata! E questa telefonata non un pesce daprile. Lidea mi alletta, mi stuzzica e attrae: dopo tutto lIdrica il mio torrente preferito! Tuttavia qualcosa non va e avverto una sorta di disagio, credo dovuto alla guerra (o missione di pace come qualche coscienza preferisce ancora chiamarla) che si protrae in Iraq gi da un paio di settimane. Alla riunione del gioved ne parler con gli amici. La mia generazione cresciuta sulle rovine di una guerra mondiale e nei principi fondamentali di una Costituzione che la rifiutaa prescindere! Ho preso parte a cortei e manifestazioni per il non uso delle armi, conscio che con ci non avrei modificato il mondo, se non forse, con il mio esempio, qualche coscienza, ma se non altro per partecipare la mia convinzione. E per questo che ho issato davanti a casa, sul ramo pi alto del susino, lasta con la bandiera che con i suoi allegri colori dellarcobaleno, garrisce a tutti i venti che soffiano ora da nord, ora dal mare e che permettono quasi sempre di poter leggere la parola in essa contenuta: pace. Come quelle che sventolano sulle montagne himalayane anche questa bandierina non vuole essere n una provocazione, n una protesta, ma una preghiera affidata ai capricci del vento che la porti lontano.a chi di dovere.Pace e bene! Il fatto che in unennesima parte del mondo ancora si muore, si soffrono fame e sete, le madri perdono i figli, le mogli i mariti, i figli i padri, quelli i figli, in una assurda pazziae tutti sono uguali a me, a prescindere dalla bandiera alla quale apparteniamo. Ma noi dobbiamo programmare la nostra gita di pesca.Si, mi sento a disagio.

Mi si dice che la vita continua, vero, ma per chi? E a quale prezzo? Che differenza c fra noi e un pastore irakeno che deve badare al proprio sostentamento, se non quella di essere nati in un posto anzich in un altro?Dov il nostro merito o la sua colpa? Colui che ci assegna le anime, non potrebbe essere stato ingiusto o essersi sbagliato? Penso allIdrica che scorre nella sua verde valle, allacqua fresca che nasconde trote e temoli dove andr a ridere e scherzare con gli amici e a quanta sete potrebbe lenire. Mi si dice ancora che quello un dittatore! E vero. Ma altri ce ne sono stati, e ce ne sono, in America Latina o in Africa come in Asia. Ma la colpa dellIrak si chiama petrolio, loro nero che manda avanti le nostre macchine, le industrie, il nostro benessere e il business di governi e multinazionalie che comincia a scarseggiare, e allora a chi vuoi che importi di quel pastore o dei militari che inviamo per tirare il buon per la pace! Quello che pi indigna lipocrisia che camuffa interessi ed egoismi in una buona azione. Mando un pensiero al dio Dio, al dio Allah, al dio Manit o Geova, o come diavolo si chiami quellentit che dicono ci sovrasti e ci governi e un po incazzato gli chiedo di svegliarsi, darsi una mossa e mostrarci la sua giustizia. Non possiamo fare tutto da soli! A tutti questi miei dubbi qualcuno, sentenzier, tagliando corto sono problemi esistenziali... Meglio parlare di pesca.

12 Aprile 2003 Idrica E ci siamo venuti! Finalmente verso lora di cena imbocchiamo la strada che fra i prati porta diretta al parcheggio della pensione Zelinc: con me i due Piero, i due Carlo, Alessandro, Ezio ed Angelo. Piove abbondantemente. E stamani piove ancora mentre il termometro esterno segna 2,5. E che cavolo di schiuse vuoi che ci siano! A Idria, dove andiamo per ingannare il tempo, addirittura nevica. 6

Con lacqua che viene gi nessuno ha voglia di scendere sul fiume, tuttavia, poich il bisogno di pescare tanto e quello a due passi, dopo pranzo con Carlo Pi e Menicarlo, ci prepariamo e partiamo speranzosi, ma appena in riva allIdrica scopriamo che lacqua si sta intorbidando. In auto risaliamo di nuovo la valle fino a Idria, forse pi chiara, ma i livelli si sono alzati e il fiume impescabile. Per tutto il pomeriggio ci siamo spallati nellattesa del domani.

13 Aprile 2003 Idrica Stamani, incredibilmente, c il sole e lacqua si va schiarendo nonostante il livello si mantenga alto. Troppo alto. Con Menicarlo, alla buca del cane incazzato peschiamo sommerso, non ci sono alternative, ma il fiume una valanga dacqua che corre a valle portandosi via, poco a poco, anche la voglia di insistere. Ci spostiamo a monte e troviamo un raschio con lacqua pi bassa e dopo un po, sempre con la ninfa, prendo una fario sui 30 cm. mentre Carlo ha perso un bellesemplare che gli ha strattonato la canna. A valle del fienile insisto nel pescare sotto con la ninfa, lo streamer ed un dog nobbler per andare pi sul fondo dove penso che le trote si siano rintanate per sfuggire alla violenza della corrente.

di qui non si passa!

Ci ritroviamo per il pranzo e ci relazioniamo: Carlo Pi e Piero hanno preso qualcosa con la mosca secca. Mentre ci diamo da fare con baccelli, affettati e formaggio pecorino arriva Piero Puccetti che con la ninfa ha preso due belle trote. Appena rifocillati si riparte e ancora sono in compagnia di Menicarlo, ma il pomeriggio scorre praticamente a vuoto. Rientrando vediamo lauto di Angelo parcheggiata su una strada fra i prati dellaltra sponda e pensiamo di raggiungerlo. Attraversiamo il ponte a valle e imbocchiamo la sterrata che passa davanti alla casa di un contadino. Una carriola posta di traverso ci fa rallentare: dalla casa esce il proprietario con moglie e numerosa prole e sbracciandosi e urlando ci fa capire che non possiamo passare. Di tutto lo sproloquio ho capito solo Santa Maria (in Slovenia le bestemmie vengono sparate in italiano: non ho ancora capito se perch cos suonano pi efficaci o per nasconderle ai loro Santi sloveni!)

Un lutto
Alberto, un altro caro amico e compagno di pesca ci ha lasciato. Se ne andato dopo molti mesi di malattia e a Piero, lunico tra noi che abbia avuto il coraggio di andarlo a trovare qualche settimana fa, parlava di pesca, di grossi pesci e programmi futuri. Da qualche anno Alberto si era allontanato: altri interessi prima e la malattia poi, per cui lavevamo un po perso di vista tanto che gli amici pi recenti del gruppo non lo conoscevano neppure. Ciao Alberto, salutami Vittorio e con lui ispezionate bene quelle zone elasciatemene qualcuna! Mi viene da pensare che per dovrei avere lattrezzatura sempre pronta e a portata di mano! E le mosche, saranno le solite?

Croazia e Slovenia - maggio 2003


Siamo in piena gita grande con Angelo, Alessandro, Menicarlo, Ezio, Gianni, Piero e Robertino su due camper, diretti sul Kupa, un fiume che andiamo a riscoprire dopo tanti anni. Al casello di Mestre ci ritroviamo incastrati in una coda assurda di tre ore. Tutti fermi sotto il soleintorno a noi chi imprecava, chi tormentava il cellulare, chi giocava a palloneuna signora venuta a chiederci acqua per il figlioletto Sono quelle situazioni dove si perde il senso della realt. Scegli lautostrada perch dovresti arrivare prima, paghi un pedaggio per un servizio: strada veloce e tempi contenutiIl pedaggio comunque dovutoe tutti zitti! Mai nessuno si reso conto dellassurdit? Come diceva Tot e io pago! Pare che (a parte dentisti, avvocati e notai) non ci si renda conto del valore del nostro tempopersonale: a ciascuno di noi ne concesso da vivere un tot, e solo quello, tuttavia distrattamente, si arriva in ritardo agli appuntamenti, negli uffici dobbiamo fare lunghe code, dal medico, in banca, al supermercato, dal benzinaio dobbiamo aspettare, sciupare quel nostro tempo che invece prezioso perch abbiamo solo quello e sperperarlo cos!... Non ce ne rendiamo conto, ma ne siamo continuamente defraudati e non solo pare non avere valore, ma nessuno ce lo pu rimborsare. Dato il notevole ritardo, (appunto) poco prima di Trieste ci fermiamo in unarea di servizio per la notte. Dormiremo poco e male. Sabato 31 Maggio 2003- Kupa A Brod na Kupi lacqua chiara del Kupa scorre su un largo alveo e dallalto di un ponte si vede pinneggiare qualche trota. Il permesso di pesca costa circa 13 . Risalendo il fiume troviamo una piazzola e parcheggiamo i due camper. Finalmente si pesca! Il livello visibilmente basso e lalveo particolare: spesso la roccia, nel tempo, stata corrosa dalle correnti che vi hanno scavato una sorta di canali, ma ora grossi massi ricoperti di muschio emergono dal fondo che a tratti sassoso, mentre in altre lame piatte lacqua ristagna fra fili di borraccina. A pi riprese il passaggio di numerose canoe e gommoni con a bordo giovani urlanti rompono il silenzio del fiume e direi, qualcosaltro di pi intimo disturbando una pesca gi di per s poco redditizia. 10

schiusa di gommoni

Domenica 1 giugno 2003 - Kupa Alessandro ha scovato una bella zona e spostiamo il campo su un prato in prossimit del fiume: davanti lunghe piane di correntine pescabili. Quando inizio a pescare subito prendo alcune, discrete trote, ma quasi tutte senza le pinne pettorali! Sono palesemente pesci di vasca e la cosa abbastanza deprimente! Ci dovremo spostare. Luned 2 giugno 2003 Sava Dirigiamo sulla Sava arrivando a Bled verso mezzogiorno, in tempo per acquistare i permessi nel negozio di pesca presso lHotel Toplice, poi, dopo aver sbagliato strada, eccoci alla nostra solita piazzola sopra la cascata: finalmente potremo pescare per tutto il pomeriggio! A differenza del Kupa qui lacqua abbondante, perfetta e invitante per la mia mosca secca. In quattro e quattrotto prendo tre trote grazie ad altrettante franche bollate, poi scendo il fiume pescando lungo un promettente sottoriva lanciando dal centro dellalveo verso le frasche, ma i risultati sono modesti ed anche a buio non ne viene fuori gran che. A monte, nascosti da unansa della Sava gli altri hanno avuto dicono- un coup de soir eccezionale grazie a una schiusa massiccia di ecdyonuri e si sono divertiti. (Beati loro).

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I fiori di Menicarlo

3-7 Giugno 2003 Sava In questi giorni non c stata loccasione, n la voglia di aggiornare queste pagine. Lo faccio dunque a distanza di qualche giorno sullonda delle immagini pi salienti dei miei ricordi . Per la prima volta lintera gita stata supportata da un sole costante e la pioggia non si vista. Se da una parte ci stato piacevole, dallaltra ha fatto s che giorno per giorno abbiamo visto calare il livello del fiume e con esso anche lattivit di trote e temoli sempre pi apatici tanto che alla fine qualche bollata si verificava solo nellultima mezzora di luce. Pertanto diversi di noi hanno dovuto

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adattarsi a pescare a ninfa per andare a cercare quelle trote svogliate. Carlo, Robertino ed io i pi assidui e siamo stati ricompensati da belle iridee sopra i 40 cm. Piero, Robertino, Ezio ed io, lasciamo gli altri per trasferirci molto a monte: vogliamo testare un affluente che la Sava riceve da sinistra subito dopo essere uscita dal lago di Bohini. E un piccolo torrente, lacqua chiara e il livello, palesemente in magra, lo rendono difficile. Pur lanciando da lontano, la coda che si posa nelle acque pi lisce fa scappare i pesci che, spaventati, mi passano accanto veloci scendendo la magra corrente. Sono buone trote e bei temoli. Pare che questo torrente sia stato interdetto alla pesca per diversi anni e che sia stato riaperto da poco. Non so perch, ma mentre gli altri comunque catturavano io non riuscivo a prendere un pesce. Sai quando intoppi in quelle giornate no dove il finale si annoda, o fai una serie di parrucche, le mosche si attaccano ai rami, il nodo quasi fatto si scioglie, il nylon non entra nellocchiello delle mosche o queste non galleggiano o una volta in acqua non le vedi, oppure su una trota in caccia ci sbatacchi il finale per un lancio sbagliatoPian piano lansia e il nervosoSono andato in crisi. Gli amici se ne sono accorti e davanti a un bellissimo e invitante sottoriva si sono seduti, mi hanno aspettato e me lo hanno concesso tutto! Cosa si pu desiderare di pi? Ci bastato a rimettermi in palla.

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A quel punto la pesca diventata un gioco, un sodalizio e abbiamo iniziato a pescare a turno. Su una spianata lancia Piero: un paio di passaggi e ferra una trotella. Cede il posto a Ezio. Quando anche lui lha presa, tocca a me e poi a Robertino mentre gli altri guardano. Poi il turno ricomincia. Chi perde la mosca, ha un rifiuto o sbaglia la ferrata lascia il posto al concorrente successivo e comunque ciascuno ha a disposizione solo 3-4 minuti. Le trote erano piccole, ma ci siamo divertiti come ragazzi spensierati! E pescare? E gioco? Goliardia? Bischeraggine? Qualunque cosa sia, un frammento sereno del nostro tempo, che vale la pena vivere e che penso sia bene impiegato. Gianluca, Robertino, Piero ed io, in macchina scendiamo a valle dei ponti di Selo e Ribno. I bassi livelli hanno appiattito le correnti, il fiume uno specchio e scendiamo ancora fino ad una cascata. Mentre Piero e Gianluca pescano a galla, Robertino ed io, pi a valle, con la ninfa sondiamo una bella corrente, fonda ed impetuosa allamando diverse belle trote: un colpo sulla canna ed combattimento Poco a valle la Sava (Bohinka) da sinistra riceve lapporto della Sava Dolinca: altro posto bellissimo. Mi piacerebbe tornarci per il coup de soir. ***

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Siamo ancora a pescare in prossimit del camper, l dove il corso della Sava curva a sinistra. Con una brillante corrente lacqua entra in una buca che si allarga ed affonda, scivola invitante e ruffiana vicino agli ombrelli di enormi farfari, accarezza ruvidi massi affioranti verdi di muschi e riprende a vestirsi con le trine candide delle schiume di una nuova rapida. E un posto che mi sempre piaciuto, ma adesso di bollate non se ne vedono. Scovo nella scatola una formica in foam, piuttosto voluminosa e per questo mi va di provarla anche perch galleggia ottimamente e infatti prendo subito quattro trote appostate vicino a riva. Poi, manovrandola da monte, la lascio scendere in piena corrente, dove i cavalloni della rapida pi si impennano (ho un certo ricordo sul Bela) Sii!! La formica sparisce nel grosso e improvviso vortice di un qualcosa che ora sfrutta la corrente e fa fischiare la frizione, la canna reagisce imbizzarritascendo verso acque pi tranquille e dopo un po riesco a guadinare un temolo di 47 cm.

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E stupendo, forte, le squame regolari con sfumature di azzurro e arancio, la larga pinna dorsale color vinaccia e la caudale biforcuta color del sole. Mi guarda con quel suo occhio giallo che pare interrogarmi sulla sua sorteAlla prossima! *** E quasi buio. Gianluca insiste da tempo alla solita curva lanciando nelle correntine fra i sassi affioranti dellaltra sponda: deve aver visto del buono. Poco a monte sto tentando di convincere un paio di trote diffidenti a salire alla mia mosca perfetta. Per una esplosione di acque mi volto e vedo lo sciabordare di unenorme bollata: Gianluca ha ferrato una grossa iridea! La vedo saltare e lui, teso come la coda, cerca di tenere e controllare la sua preda. La canna una C, ma la bestia, conscia della sua mole, sa il fatto suo. Veloce schizza a valle e sciaguattando sullacqua, con la pinna caudale solleva spagli di schizzi bianchi che stravolgono quel tratto di Sava. Salvo la possente coda completamente fuori dallacqua e pare un fuoribordo tanto veloce e potente. Gianluca la controlla come pu, ma ora la canna si tesa e il finale del 14 non regge La canna, come una sciabola, prima fende laria violentemente, poi vola sulla riva mentre sul fiume riecheggiano e rimbalzano gli infiniti moccoli e improperi di Gianluca. Peccato, era una bestia sui 60 cm.!

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Stamattina vado verso monte e lanciando la EV1 catturo parecchie trotelle. Quando arrivo in prossimit del ponte delle Caserme tolgo la mosca per sostituirla con una grossa ninfa piombata, la bipalla una imitazione di tricottero che lancer Bipalla nelle correnti e buche pi profonde. Davanti a me una bella corrente, dopo essere uscita da una rapida, sfiora veloce la riva a picco. Un grosso masso restringe lalveo e da l inizia una buca pi fonda, dallacqua blu dove la corrente fila. Alle mie spalle cavalli al pascolo sul prato, una casa e un signore che allaperto sta accendendo il fuoco per il barbecue. E quasi mezzogiorno e come mi vede, gesticolando mi indica la riva opposta, proprio quella corrente spumeggiante e, sempre con la mimica delle mani, mi fa capire che l c un grosso pesce. Questo conferma la mia analisi anche perch avevo appena individuato una rientranza, una sorta di grotta scavata nella roccia dalla corrente che l vi entra, gira su se stessa e riparte: classica postazione da trota! Ringrazio con un cenno e inizio a lanciare la ninfa. Tuttavia non sono soddisfatto: il gioco delle acque non la fa lavorare come desidero. Devo spostarmi sul lato opposto, ma la corrente troppo forte per cui torno a riva, risalgo un po e guado dove lacqua meno violenta. Ora sono nel posto giusto: a valle ho la corrente che fila lungo la roccia, fino al masso ed entra nellanfratto. Lancio la ninfa nella rapida e nel blu dellacqua pi profonda. La coda si ferma: ho attaccato sul fondo? Do un colpetto e quello sembra muoversi! E grossa! La coda parte in piena corrente e ho un bel daffare per tenere la trota che scorrazza qua e l nel bel mezzo della rapida! Lentamente esco dai vortici, un occhio ai sassi dove metto i piedi e uno alla coda e guadagno un occhiello di acque pi tranquille per prepararmi al tutto per tutto. Ora che sono in posizione favorevole posso dedicarmi completamente a giostrare la trota che corre, sciaguatta, salta, si rituffa cercando la fuga. La canna si flette e sbanda, la coda vibra, io prego

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Il guadino pronto in acqua, recupero coda, alzo la canna, sento il finale che passa lanello apicalela mia trota sfinita si lascia trascinare nella rete che la avviluppa. Presa! Esausto e felice sollevo il guadino che la trota sconvolge con movimenti convulsi. E una grossa iridea.

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Dallaltra sponda lamico di prima che ha assistito a tutta la scena (non me ne ero accorto) ridendo applaude e grida Dobro! Brav. Gli mostro il guadino pulsante di vita e come rialzo lo sguardo il mio spettatore, in pantaloni corti e scarpe da ginnastica, non ha fatto discorsi, sta guadando il fiume in piena corrente, verso di me, sorridente, ostentando due lattine di birra! E venuto a offrirmi il suo brindisi. Ne sono sorpreso e imbarazzato. Guadagno la riva alle mie spalle, uccido la trota e la misuro: 47 cm. Uniridea perfetta dai colori stupendi. La birra fresca di fiume: salute! Ricambio con una sigaretta e insieme beviamo e fumiamo. Parla un italiano stentato e si complimenta per la cattura. Conosce il fiume a menadito e mi dice che suo nonno Dobro pescatore! Non ricordo pi cosa ci siamo detti, ero troppo frastornato per la mia bella cattura e per il suo gesto di spontanea generosit. Come facevo da ragazzo ho tagliato un rametto di salice, lho infilato nella branchia della trota facendolo uscire dalla bocca e al mio nuovo amico ho fatto dono, ricambiando, di una parte del mio piacere.

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Idrica e Unec: ma quanto saremo malati!- 3 Ottobre 2003


Siamo arrivati a Cerkno, alla solita pensione, ieri sera verso le 21, in tempo per la cena e ancora una volta ci assoggettiamo a una cucina di brodetti e intingoli strani dai gusti pi disparati che mi fanno rimpiangere un semplice pane e pecorino o pane, olio e pomodoro. Gli amici dicono che sono un po calia ma so che sotto, sotto mi danno ragione, solo che io sono forse pi sfacciato e non ho timore di dire pane al pane e vino al vino(a proposito,anche questi .) Per il posto bello, ci veniamo da anni, e ormai siamo quasi di casa tanto che una volta mi azzardai a chiedere se ci cucinavano i famosi e gustosissimi rastnici o cevapchici (a buon intenditor, poche parole). Mi sentii rispondere che no, quelli erano piatti croati! Come dire che in Toscana o altrove non si dovrebbe mangiare il formaggio da grattare perch Parmigiano! A parte questa dissertazione, Piero si accorto di aver lasciato nel negozio di Udine la sua borsa - che contiene tutto, come quella di Eta Beta- e poich non mi andava di mandarlo via solo come un cane, sveglia alle 6 e alle 7,30 abbiamo gi recuperato la borsa. Quindi dietro front ripercorrendo quella strada bellissima che porta a Kobarid, scende verso Tolmino affiancando lIsonzo, per poi risalire la valle dellIdrica. Gli amici erano gi sciamati sul fiume ed io e Piero siamo entrati in pesca che erano le 10 passate.

Dopo la casa del contadino risalendo la statale, sulla destra si trova uno spiazzo con un tavolino e un bidone per la spazzatura: da l un sentiero scende a una bella spianata con correnti invitanti e

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promettenti. Purtroppo cerano gi dei pescatori, ma abbiamo potuto constatare che lIdrica quasi in secca. Gli mancano circa 30 cm. dacqua e vederlo ridotto cos uno strazio. Le fonde buche sono pozze, le lame dei liscioni di acqua bassissima disseminata di sassi affioranti e le rapide spumeggianti si sono ridotte a striminzite correntine. Per effetto di tutto questo i pesci sembrano spariti. Come se non bastasse la pioggia ci disturba a intermittenza e praticamente non si preso niente. Solo Piero, con un bel temolo e Robertino con un gemello e una iridea di 45 cm. onorano la fama dellIdrica. 4/5 Ottobre 2003 Unec In cerca di acque migliori ci spostiamo in Unec, ma anche questo fiume praticamente non esiste. Quattro mesi di siccit lo hanno ridotto a una specie di palude. Il livello talmente basso che guadabile ovunque senza difficolt. Le brillanti correnti sono sparite e lacqua pare ristagnare tant che quando lancio la mosca questa percorre un metro cos lentamente che lattesa di una eventuale bollata diventa snervante. Ciuffi di borraccina affiorano in superficie e questo insolito ostacolo ferma tappeti di foglie gialle cadute dagli alberi. Lacqua piatta, praticamente uno specchio immobile e solo a tratti increspata da folate di vento o spruzzate di pioggia. Poco a valle dellultimo ponte Piero ci segnala un raschio dove alcuni temoli pare siano stati in attivit. Un singulto di speranza mi ci spinge, ma la realt un rivolo di venti centimetri, largo un paio di metri, tappezzato di alghe affioranti e borraccina che spesso avviluppa la mosca. I grossi alberi della riva tendono le ramaglie fin quasi a sfiorare lacqua e l, ogni tanto, sbocciano e si allargano piccolissimi cerchi. Pi che il pi bel fiume dEuropa sembra il girone dei dannati della pesca! Dove sono i larghi spazi per il lancio, le correnti tese e veloci, il frusciare delle acque fresche e limpide? Lascio la postazione a Ezio che cattura un temoletto e mi dirigo a monte in cerca del mio Unec che non c pi. Pescare in queste condizioni impossibile, non solo non mi piace, ma anacronistico e anzich un paradiso che mi rilassi e dia gioia un inferno che procura solo ansia e stress. Per di pi con un certo prezzo Ma quanto saremo malati!?

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Idrica: alla buca del cane incazzato- Venerd 23 Aprile 2004


Alzarmi alle 4 del mattino dura, anche perch, durante la notte, per lansia, mi sono svegliato a pi riprese. Comunque alle 5 sono puntuale allappuntamento a Firenze Nord dove trovo Carlo, Piero, Ezio e Gianni freschi e pimpanti. La levataccia mi rende ancora taciturno e ingrugnito, ma durante il viaggiorecupero. Verso le 11,30, dopo la sosta nel negozio di Udine dove aggiorno il parco mosche, siamo a Idria a casa di Emil. E uno dei guardapesca anziani, ormai una specie di istituzione, con il quale, negli anni si rinsaldata, se non una vera amicizia, una sincera simpatia e gli faccio 22

dono del mio librino Diario di un pescatore a mosca pubblicato di recente dove si racconta anche del suo fiume. Contraccambia con una bottiglia della sua ottima grappa alla pera. Poi via sul fiume LIdrica, sempre bello, chiaro, ma i livelli sono un po alti per cui decido di iniziare pescando sotto. Il tempo discreto e tutto dintorno, gli alberi della valle si sono vestiti di foglie nuove. Qua e l, nel verde, occhieggiano le macchie bianche dei ciliegi selvatici in fiore. Il mio sguardo vi indugia e mentre quella immagine trasmette sensazioni di leggerezza, libert e gioiail canto dellacqua, il volo del merlo acquaiolo, i riflessi del sole, la frescura frizzante delle ombre e i cento colori della scatola delle mosche che sto aprendo mi regalano schegge di felicit. Gli amici si sparpagliano nel fiume e io scendo nella spianata sotto al ponte certo delle emozioni forti che mi aspettano e che mi accingo a vivere. La corrente veloce e lanciando discendo nellacqua a pochi passi dalla riva. Un colpo fa vibrare la canna la prima abboccata Recupero una trota di 43 cm. ma una iridea di immissione, brutta e mal ridotta. Ha la bocca sciupata, le manca una pinna pettorale e quella caudale praticamente inesistente. E una cattura che non mi gratifica, anzi mi disturba e, poveretta, la rilascio al pi presto possibile quasi fosse appestata. Se anche qui iniziano a seminare questa roba, buonanotte al secchio! A valle il torrente, dopo una grossa buca, si restringe, compresso fra due rocce e da l inizia una rapida. Buon posto, e sul finire di una passata avverto una tirata energica, ma la ferrata va a vuoto. Riprovo e al secondo tentativo aggancio una buona iridea 44 cm. bellissima e perfetta. Come la appoggio in acqua sparisce con una scodata che mi annaffia. E lora di pranzo e devo avviarmi al fienile dove ho appuntamento con gli altri. E il momento per togliersi -con sollievo- scarponi e waders che appendiamo sui rami pi prossimi a prendere aria e sfilarsi il peso gilet che tortura le spalle e la cervicale. Lappetito scalpita e seguo con ansia i preparativichi affetta il pane, chi il salame o il formaggio, chi stappa il vino e fa girare i bicchieri. Abbiamo quasi finito di mangiare, sul fornellino a gas la moka borbotta preannunciando il caff, e le fa eco il tuono: da valle risalgono dense nubi minacciose che poco dopo scaricano pioggia.

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Ci spostiamo in cerca di miglior fortuna a valle di Sp Idria, ma per quanto mi riguarda senza risultati eclatanti. Verso lora di cena di nuovo inizia una pioggia battente. Sabato 24 Aprile 2004 Idrica E piovuto per tutta la notte tanto che il fiume si un po velato. Piero mi ha prestato la sua coda sinking tip perch penso che sia pi opportuno pescare con una ninfa sul fondo. Per questo risalgo la riva a lungo per lasciare spazio agli amici che la risaliranno pescando a mosca secca e per crearmi a mia volta un tratto pescabile discendendo. Cercando le iridee, lancio nei turbinii di una impetuosa corrente quando Piero mi raggiunge. E a una ventina di metri a valle e anche lui sta pescando con la ninfa. Sotto la riva opposta, seminascosta dai cespugli, vediamo una discreta bollata. E la prima che vedo in questi giorni. Piero, pi prossimo, sostituisce il finale e la mosca e con lunghi lanci ci prova. I lanci sono perfetti, le pose precise, la mosca passa pi volte nel punto giusto, maniente. Piero cambia posto in cerca di altre opportunit e rimango solo continuando la mia azione di ricerca sistematica in ogni corrente, rigiro, anfratto. Quando arrivo in zona (nel frattempo si decantata) mi dedico a quella trota. Faccio navigare la ninfa pi volte, sempre a profondit diverse -spero- e quando sto per desistere, la trota si decide a mordere. Risulter una 24

fario di 31 cm., niente di eccezionale, ma ha una livrea bellissima, un tripudio di colori e sfumature che vanno dallarancio, al giallo, al verde o al blu con grossi punti neri e macchie vermiglie sui fianchi, che mi gratifica per essersi concessa alla mia ninfa. Mentre la rimetto in acqua il mio animo pi leggero. Nel pomeriggio raggiungo gli amici alla buca del contadino. Gianni, nel suo posto preferito, immerso in acqua fino al limite del gilet. Piero, per arrivare a tiro di una sporadica bollata, sta facendo pericolosi equilibrismi su una roccia a strapiombo sul fiume, mentre Carlo Pi pesca con una coda affondante nella mia buca mettendo sotto sforzo la canna in bamb che con scelta nostalgica e romantica si portato per loccasione. Ezio sparito a valle, come al suo solito. Per il clima, le condizioni, i livelli, la mancanza di insettifaccio qualche lancio con scarsa convinzione: non proprio serata! Domenica 25 Aprile 2004 Idrica Per le piogge il fiume cresciuto di 30 cm. A Sp Idria siamo incerti se pescare o no, ma dato che siamo in ballo andiamo a dare unocchiata alla buca del cane incazzato. Come passiamo davanti alla sua gabbia sempre incazzato e abbaiando rabbioso si scaglia con grandi balzi verso di noi: meno male che c una robusta rete. Se fossi rinchiuso a vita in una gabbia di 2 mq. sarei incazzato pure io! Ieri, sulla spianata a monte, al primo lancio presi uniridea di 42, ma oggi con questa valanga dacqua il fiume quasi impescabile. Anche se con rammarico, decidiamo di porre fine alle ostilit e anticipare il rientro di un giorno. A Slap of Idrja ci consoliamo dalla Moraccia ( il soprannome che demmo, molti anni fa, alla proprietaria della Gostlina, allora giovane, dai capelli corvini e con evidenti peli neri sulle caviglie come sembrava essere di moda a quei tempi da queste parti) Bench gli anni siano passati anche per lei, oltre ad avere oggi un aspetto pi occidentale propone una cucina ben diversa da quella della nostra pensione di Cerkno. ****

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Limestre: complimenti, Daveri!- Sabato 15 maggio 2004


Di fronte allinsegna dellOspedale di San Marcello Pistoiese, una strada scende la collina fino al torrente Limestre. E un posto dove non ho mai pescato e i miei primi sguardi lo scandagliano e interrogano per valutarne la pescosit e pescabilit. Dopo giorni di pioggia le acque sono leggermente velate, ma sembrano in calo: la portata discreta. E il nostro caratteristico torrente appenninico con grossi massi, pozze, liscioni, cascatelle e speriamo anche qualche trota! Il cielo velato a intermittenza da nuvole che veloci lo attraversano. Con me c Gabriele, il mio primogenero ed la conseguenza logica di un mio subdolo lavoro psicologico tessuto con pazienza. Anche Gabriele appassionato di pesca e fino ad oggi ha pescato con il galleggiante, con il lombrico o il cucchiaio. Poi si ritrovato me per suocero. Vado a pescare qua, domai l trota di 45 temoli che bollano, bella lAlaska, i salmoni del British Columbia guarda che belle moscheeccoti il mio Diario il tutto con apparente indifferenza, senza forzare o imporre. Circa un anno fa, su sua richiesta, sul prato dallerba tagliata di fresco dal sottoscritto, prima volle vedere come si lanciava una coda di topopoi ha chiesto che gli insegnassi.Lezioni brevissime che facevo terminare appena infilava un paio di lanci passabili in modo che non fosse soddisfatto e appagato, ma che gli rimanesse la voglia. Con grande sforzo ho cercato di mantenere un atteggiamento distaccato, come se la cosa non mi coinvolgesse, ma gli stessi facendo un favore, accrescendo cos il suo interesse e la sua curiosit. Nel frattempo gli procurai canna, coda, mulinello e qualche mosca. Pi tardi un paio di waders e un gilet Poi seppi che due o tre volte era andato da solo a provare sul fiume, con le solite difficolt della stesa, del recupero della coda, del dragaggio ecc. ecc. Rompendo gli indugi lho sollecitato a questa uscita insieme e dunque eccoci qui sul Limestre a montare le canne, annodare il finale e ascoltare il richiamo dellacqua, la Circe dei pescatori. Una lama, un paio di vaironi che bollano e la coda di Gabriele inizia a volteggiareio osservo e commento

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Gabriele: non sgridatemi, sto imparando

Sono ancora lanci incerti, forse in soggezione, spesso la coda nel lancio indietro non veloce o in acqua si posa di pancia. Poi c da richiamare la coda che la corrente porta a valle e nel frattempo la mosca dragaPoi la coda in acqua si blocca su un arbusto affiorante, oppure la mosca si aggancia su un ramo So che oggi pescher poco, anzi per niente, ma vedo che Gabriele ce la mette tutta e segue i suggerimenti che gli do via via.

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Lancia lattento al dragaggiopi accelerazioneasciuga la mosca Mi torna in mente lanziano Mazzarrini, il maestro della mia prima uscita a trote, quando ancora avevo i calzoni corti, e mi coglie una struggente nostalgia insieme a una grande gioia. Il ciclo si ripete, si rinnovasolo che adesso quello con i capelli bianchi sono io! Mentre Gabriele sta cambiando mosca, approfitto per un lancio e ferro una trotella. Lui, che comunque ha seguito la scena, incredulo segue le evoluzioni di questa barretta dargento. Ammutolito dallo stupore, non crede ai propri occhi. Quasi subito ne allamo una seconda e si lascia andare ad esclamazioni di entusiasmoMa allora si prendono anche con la mosca!...(E sempre stato convinto della maggiore efficacia di uno scodinzolante lombrico!) Ho capito che il Limestre stato seminato di trotelle e mi rendo conto che giunto il momento per sferrare il mio colpo di grazia. Nel turbinio del torrente gli indico una bucherella insignificante sotto riva e rischiando il tutto per tutto e la reputazione di una vitaL deve esserci per forzastai a vedere! Lancio la mosca che si posa leggera e puntualmente viene fuori una terza trotina. Gabriele non sta pi nella pelle, ora si davvero reso conto che la mosca funziona e per di pi i pesci possono essere rimessi in acqua vivi e vispi. E il momento di farsi da parte e lasciargli tutto il torrente, seguendolo nelle innumerevoli piccole, grandi difficolt del noviziato. Una trotina sale alla sua mosca, lui ferra, la tiene per un attimo ma si slama. Finimondo di gioia, salti sui sassi, e lo sgranarsi di un rosario di meraviglioso, eccezionale, magnifico, stupendo Prender altre trotelle, come del resto io quando la tensione calava. La mattinata sta lavorando per me Noto che ad ogni sua cattura, anche se sono trotine sotto misura, la sua sicurezza nellapprocciarsi al torrente cresce fino a che la stanchezza, per queste manovre insolite, non lo scompongono. E lora di smettere, ma il ragazzo si far! Ho raggiunto il mio scopo: oggi nato un altro pescatore a mosca: mi ci giocherei gli attributi! Complimenti, Daveri!

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Gita grande: un sacco di chilometri - 11 Giugno 2004


Dopo quasi trentanni a Piero tornata la nostalgia e la voglia della Cecoslovacchia e per i nuovi amici questo itinerario particolarmente allettante per via dei racconti e dei ricordi di noi vecchi. Per quanto mi riguarda temo che tornare a cercare quei momenti magici possa tradursi in una delusione. Sono passati molti anni, noi siamo invecchiati e certamente le realt in loco si saranno modificate, in peggio, temo. Comunque, vada per la Cecoslovacchia! Come al solito Piero si documentato: cartina nuova di zecca, e-mail con corrispondente in loco al fine di ottimizzare i nostri pochi giorni di pesca. Gianni, Piero, Ezio, Menicarlo ed io avremo lonore e lonere, con Robertino, di rinnovare il suo camper nuovo di zecca. Alessandro deve rinunciare, Carlo Pi ha altri impegni, mentre Gianluca glissa e non si ben capito se a causa delle partite della Fiorentina, dei suoi programmi in montagna o proprio non ne ha voglia. Partenza dal Poggetto alle 9,15 e tanta autostrada: Bologna, Mestre, Tarvisio, Vienna, Bratislava. Siamo in Cecoslovacchia e poco dopo il confine ci fermiamo in unarea di sosta per la notte. Fa abbastanza caldo. Domani avremo limpatto con i nostri fiumi!

..ma nd vai, se la banana non ce lhai.

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12 Giugno 2004 Cecoslovacchia Nonostante si sia in sei, il camper molto confortevole, con i suoi tre letti matrimoniali che ci hanno indotto a fare coppia fissa. Gianni con Ezio, Robertino con Menicarlo ed io con Piero. Lodore di nuovo ci incute un certo rispetto e mi pare che tutti si sia un po pi ordinati anche per riguardo alle amorevoli cure che Robertino non lesina al suo nuovo giocattolo. Il che certo non guasta! Si riparte per Zilina dove dovremmo ricevere maggiori indicazioni in merito al nostro itinerario alieutico, ma quando ci arriviamo non troviamo il nostro referente. Tuttavia, viaggiando, abbiamo costeggiato il Vah, un fiume dalla conformazione invitante, ma desolatamente torbo e in piena. Una insolita zattera di tronchi scendeva impennandosi nella corrente, accompagnata dallentusiasmo vociante del suo giovane equipaggio. Noi purtroppo non siamo dello stesso umore! A Martin incrociamo il Turiec, anchesso torbo! Imbocchiamo la strada per D. Kubin costeggiando lOrava, ma anche questo fiume ha il colore della cacca di bambino! Ma quanto piovuto? Siamo in ballo e bisogna ballare. Direzione Propand e passando da Ruzumberok e costeggiando il Vah, sempre torbo, arriviamo a Lipt Hradok verso lora di pranzo. Anche lultima speranza, il famoso Bela, un torrente che abbiamo nei ricordi e nel cuore, non gran che. Ma lora giusta, e ci consoliamo con spaghetti conditi con quel meraviglioso sugo di coniglio fatto da Rosy, la moglie di Menicarlo. Poi la decisione quasi scontata: Austria! Abbiamo lintero pomeriggio per ripassare da Bratislava, Vienna e poi puntare su Graz. Superiamo il passo Semmering in un incantevole paesaggio alpino e allimbrunire siamo a Neuberg ander Murz. Abbastanza frastornati spengiamo il motore su una piazzola erbosa lungo la strada. Il Murz scorre sotto di noi a pochi metri. E esattamente lo stesso posto di 15 anni fa! 13 Giugno 2004 Murz Sono trascorsi due interi giorni di astinenza inseguendo aspettative che ci sono sfumate sotto al naso, abbiamo fatto un sacco di chilometri e ora la voglia di pescare ci esce dagli orecchi! Con impazienza aspettiamo le 9 esatte (siamo in Austria!) allorch aprir lUfficio Turistico per prendere i permessi di pesca. 30

Lambiente intorno a noi incantevole: prati verdi, abeti e case curatissime con finestre e balconi inghirlandati da gerani rosso fuoco. Tutto lindo, pulito e curatissimo: un album di cartoline!

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Gianni, con il suo inglese, fa da interprete e ci ragguaglia sulla regolamentazione vigente: 1 - Il permesso di pesca valido per i successivi quattro giorni, ma possibile pescare solo per due di essi e costa in totale 102,00; 2 - Non si possono tenere temoli e la misura consentita per le fario 30 cm.; 3 - E vietato luso di stivali ascellari! E il solito problema della volta scorsa! Tutti noi abbiamo solo quelli! Decido per una soluzione logica facendo affidamento nel buon senso e nella eventuale comprensione del guardapesca, anche se la famosa rigidit mentale di queste genti nei confronti di leggi e regolamenti lascia in fondo al sacco della mia coscienza un pizzico di timore. Sugli waders, allaltezza delle cosce appiccico due pezzi di nastro adesivo ad indicare il limite invalicabile. Poich il tessuto esterno dei miei traspiranti poroso e lacqua lascia il segno, eventualmente lo sfrutter come prova a dimostrazione che non ho trasgredito la regola. Con questa speranza e un po girato vado a pescare risalendo il fiume. Il Murz un piccolo fiume a carattere torrentizio e lanciando da riva inizio a pescarlo con la mosca secca. Salgono diverse trotelle, ma non potendo entrare in acqua se non fino alle caviglie pesco male e sono a disagio. Salvo noi, a pescare non c nessuno. Quando ci ritroviamo per il pranzo apprendo che Robertino ha incontrato il guardia che lo ha autorizzato ad usare gli waders arrotolati fino alla cintura. Se Dio vuole il problema risolto! Stiamo cincischiando al camper in attesa di riprendere la pesca pomeridiana ed arriva un pescatore con il giovane figlio. I sei gilet da pesca appesi ai rami, gli stivali sparpagliati al sole, le canne in evidenza non passano inosservate e il pescatore si avvicina a curiosare garbatamente le nostre attrezzature, poi ci chiede da dove veniamo: Firenze! Con meraviglia ed enfasi esclama: Ah, ya, Firenze: Piero Lumini! Piero sgrana gli occhi e noi restiamo a bocca aperta prima di scioglierci in una risata generale. Sono pere di gratificazione! Per spiegargli e fargli capire che Piero Lumini era proprio quello l c voluto un po e abbiamo capito che aveva capito solo quando si sciolto in ya, ya , inchini, sorrisi e scappellamenti. Finalmente libero di potermi muovere a mio piacimento, sia pure con gli waders alla cintura, scendo verso valle pescando con una ninfa. Le trote rispondono con franchezza e le catture si susseguono. 32

Sono per lo pi fario e anche se non grosse, sono bellissime. Penso che il Padreterno quando cre i pesci, nel progettare temoli e trote doveva essere proprio ispirato! Si sono divertiti anche gli amici. 14 Giugno 2004 Murz Con Menicarlo, pescando a mosca secca, risaliamo il fiume per un lungo tratto. Lambiente bellissimo e ad ogni ansa il torrente pare invitarci a scoprire nuove correnti, buche, sottoriva, ghiareti, zone di verde, di ombre e di luci. Catture di trote si alternano a quelle di temoli ed divertente individuarli e riconoscerli per le loro bollate. Verso mezzogiorno la mia solita spalla comincia a farsi sentire e lanciare diventa un supplizio. Torno dunque a valle pescando nuovamente a ninfa: se non altro cos eviter decine e decine di falsi lanci. Le trote rispondono ancora e in pi allamo un temolo di 44 cm. Pranzo, riposino e di nuovo via verso valle scandagliando le correnti e i sottoriva con la ninfa. Questa volta ho messo una sinking tip. Menicarlo, nella buca in prossimit del camper, con la ninfa salpa una trota dietro laltra. Per un lungo tratto di fiume anchio prendo molte fario, poi, stranamente le abboccate diventano sporadiche. Arrivo ad una grande buca sovrastata da una roccia a picco lungo la quale scivola una corrente sostenuta. Pi a valle, nellacqua limpida, quasi sul fondo, vedo pinneggiare belle sagome scure. Il fondale che aumenta mi impedisce di avanzare e avvicinarmi, ma decido di provarci comunque. Per un po rimango ad osservare e scelgo la trota pi bella che mi pare anche la pi attiva. Lungo lancio a valle e subito sfilo coda per assecondare il libero affondamento della ninfa.

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Un riflesso, un colpo sul vettino e dopo un bel po guadino una fario di 43 cm. Poi scende la notte, fa piuttosto freddo e non ci sono schiuse.

Scorcio sul Murz

15 Giugno 2004 Abbiamo consumato i due giorni di pesca concessi dal permesso e il Murz stato percorso in lungo e in largo. Ci spostiamo alla volta del Salsa, del quale abbiamo sentito meraviglie e che ci incuriosisce. Il fiume stupendo, ma a mio modo di vedere uno di quei paradisi che 34

rasentano lassurdo. In 10 km. di correnti, rapide, spianate e buche stupende possono pescare solo tre pescatori al giorno, il permesso costa 190 e c una lista di attesa -dicono- di sei mesi! Proprio come per una visita specialistica presso la ASL! Il mio amor proprio e senso della misura si rifiutano di giocare a questo gioco e non ho nessuna intenzione -e con me gli Amici- di incentivare questa pesca di elite che solo pochi, ricchi o incoscienti, possono permettersi. Abbiamo speso anni a far s che la pesca a mosca diventasse popolare e accessibile a tutti e queste ostentazioni di esclusivismo mi disturbano, anzi mi fanno anche un po girare le scatole. Comunque, per la legge della domanda e dellofferta, visto che ci sono tutti questi disponibili ad abboccare dal punto di vista dei gestori una politica ottimale. Consentendo laccesso a tre soli pescatori percepiscono lo stesso introito di una dozzina di permessi normali, e nello stesso tempo risparmiano il fiume. Si potrebbe arrivare a dire che una gestione illuminata! Tuttavia le diverse, grosse trote che dal ponte si vedono pinneggiare esercitano il solito richiamo ammaliatore. Ma noi, come Ulisse ci siamo legati allalbero della moderazione(un po come la volpe e luva) Proseguiamo per Gostling dove Carlo si esibisce in una carbonara da favola: proprio come le trote che pinneggiano nel fiume Ybbs. Adesso la nostra meta il Mur e lungo il tragitto, cullato dagli ammortizzatori del camper (e meditando sulla carbonara), mi abbandono in una profonda pennichella. Quando mi sveglio il sole gi al tramonto e mi dicono che siamo diretti verso la Sava: il Mur era in piena. Gianluca ironizzer sul fatto che per andare in Slovenia facciamo sempre un sacco di chilometri con dei lunghi e larghi giri Ci fermiamo per la notte poco prima del confine.

16 Giugno 2004 Sava Il lago di Bled risplende di blu sotto un sole brillante, ma noi ci stipiamo subito nel bel negozietto di articoli da pesca per acquistare i permessi. Un nutrito assortimento di ninfe fa bella mostra di s e occhieggia da sotto una bacheca: sembrano dire prendimi, prendimi e io non resisto. 35

Ninfe della Sava

Poco dopo il lago scoviamo una stradina che scende verso la Sava e la percorriamo con circospezione: il grosso camper di Robertino non un fuoristrada e sulle buche ondeggia con rumor di pentole e stoviglie. Scopriamo con piacere che quella ci porta diretti al nostro posto preferito. Alle 10,30 sono tutti in pesca: la Sava chiara anche se un po alta, ma io rimango al camper per rimettere in sesto lattrezzatura, le mosche e per una bella lavata generale della quale sentivo il bisogno. La spalla mi fa ancora un p male per cui collaudo una delle ninfe che ho appena acquistato poco sopra la buca di Gianluca che, prima di partire, mi ha fatto pervenire una bottiglia augurale di limoncello. Prendo solo due piccole trote: strano! Scendo a valle e al termine della rapida, dove inizia la spianata, comincio a pescare con la secca a discendere frugando nel sottoriva di destra con la EV1, C1 e la solita 700 che mi regala una iridea di 43 cm. combattiva come non mai. Mentre sono impegnato nella lotta e nel suo recupero inizia a piovere (naturalmente non poteva aspettare qualche istante!) poi aumenta fino a diventare uno scroscio che dura diversi minuti. Decidere la precedenza fra indossare limpermeabile o guadinare la trota

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Guadagno la riva e insieme a Piero aspettiamo che il cielo si sfoghi protetti e infagottati negli impermeabili che qui non abbandoniamo mai. Poco a poco mentre la pioggia sfuma, sopra le nostre teste si accende uno stupendo arcobaleno a tutto tondo. Inizia una schiusa di ecdyonuri e allamo una iridea di 40. Pi tardi, con una sedge, poco a monte della cascata, durante il tira e molla del recupero perder un bel pesce che non sono riuscito a vedere. 17 Giugno 2004 Sava Sono nella buca di Gianluca. Lacqua ancora piuttosto alta, la corrente tesa e non bolla niente anche se svolazza qualche sedge e rarissime mosche di maggio che lasciano indifferenti sia trote che temoli. Bisogna inventarsi qualcosa e dunque decido di adottare una tattica provocatoria: la serpentina. Effettuato il lancio ruoto ripetutamente la canna che trasmette il movimento circolare alla coda di topo e al finale con il risultato che la mia sedge ha dei piccoli scarti, dei saltelli come se tentasse di spiccare il volo. Quattro trote salgono alla mosca e anche se riuscir a ferrarne solo una, sono molto soddisfatto.

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Risalgo verso monte e pescando in una corrente dove ho preso sempre poco, di nuovo pochissime trote e piccole. Piero che invece si piazzato a cento metri a monte, su unaltra correntina, ne sta prendendo diverse anche se non di taglia. Sedge nera! mi urlaMi adeguo, ma continuo a non vedere risultati. Sono quei momenti che ti verrebbe voglia di buttare tutto alle ortiche! Eppure se in un tratto di fiume ci sono pesci e in un altro no un motivo deve pur esserci. La prima causa che mi viene in mente pu essere qualche errore in pesca. La mosca che draga per aver scelto una postazione non ottimale o per lanci e pose in acqua troppo diritte, un finale troppo corto o di diametro eccessivo, lincidenza della luce o i suoi riflessi, langolo di posa rispetto al fluire della corrente Oppure dipende dal fondo forse qui sconvolto di recente dalle piene, oppure nellaltro tratto stata da poco effettuata una semina massicciaChiss! Comunque meglio cambiare posto. Dopo la siesta, quando il sole ha iniziato ad avvicinarsi alla cresta della montagna e la luce pi dorata, scendo a valle della spianata pescando e lanciando sempre sotto la riva destra. In un anfratto individuo una piccola bollata, a tiro. Lancio, posa, ferrata immediata, fuga, recupero e guadino una fario di 44 dalla livrea meravigliosa. Nel solito punto di ieri si ripete una vistosa bollata, ma questa volta, una bella trota si slama durante il recupero. Si rinnova la danza degli ecdyonuri, ma ho finito le mosche di questa giusta taglia per cui fino a buio mi devo accontentare solo di trotelle. Robertino, subito a monte della cascata, ha invece preso belle trote con la C1 e la EV1(appunto!) .

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18 Giugno 2004 Sava Con la solita finalit di risparmiarmi la spalla inizio a pescare con la ninfa, dalla rapida in prossimit del camper, in gi, ma anche dove la corrente pi impetuosa non sento neppure una toccata. Poi aggancio due trotelle. Qui limpeto della corrente si va smorzando nellalveo del fiume che si allarga anche se il fondo pare risalire un po. Ancora non ho visto n un insetto, n una bollata. Lancio la coda trasversalmente alla corrente, leggermente verso valle, e osservo, sempre attratto, la coda che nella fase dello shooting saetta attraverso lanello di partenza emettendo un leggerissimo sibilo. Alla bisogna, con qualche mending la riallineo con il finale. La coda in acqua si ferma, ferro prontamente e subito punta verso la riva opposta. Il mulinello gira, la frizione frigge, e la canna per la trazione improvvisa si pericolosamente abbassata quasi in orizzontale. Mi riprendo dalla sorpresa, alzo la canna, tirando a mia volta per cercare di frenare la fuga del pesce che sta puntando verso le frasche sommerse della riva. In parte ci riesco e il duro in fondo alla coda mi fa pensare a una bella e combattiva iridea. Ho guadagnato qualche metro di lenza, ma con una giravolta la trota la riconquista. Sembra quasi un balletto. La frizione del mulinello ben regolata sul finale del 14 e svolge egregiamente la sua funzione, ora slittando, ora consentendomi di imbobinare agendo sulla leva in modo che alla prossima fuga (sono certo che avverr) lelasticit della canna e laccondiscendenza della frizione siano pronte e rispondano a tanto impeto senza tanti metri di coda abbandonati in acqua o fra le gambe. E una manovra che si pu fare agevolmente solo con il mulinello Vivarelli senza distogliere mani e attenzione da questi istanti critici. Quando infine la guadino sono sfinito ma al settimo cielo: una fario di 54 cm!

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E una preda inconsueta, direi eccezionale per cui, oltre alla foto di rito, seduto a riva mi concedo una sigaretta per calmare l emozione e nel contempo assaporarla pienamente. La Sava mi pare complice e compiaciuta e io, senza rendermene conto, ancora sorpreso, intimamente la ringrazio. Rientro in acqua e poco a valle ne catturo una seconda di 45 cm. Ezio che sta pescando a secca risalendo il fiume verso di me, ha seguito entrambe le catture e quando ne perdo una terza, sempre di buona taglia, abbandona la secca per mettere a sua volta una ninfa. Nel pomeriggio torno a valle, sempre pescando a ninfa catturando solo piccole trote. Quando decido di cambiarla con la secca, una piccola B4 stana una iridea di 34: poi pi niente. Anche se non c la schiusa, mi affido alla fantasia e con una inverosimile mosca di maggio sorprendo ancora due piccole iridee. Cambio posto e torno alla buca sulla curva, a monte del camper, ma anche qui niente insetti. Dopo qualche lancio di prova decido di togliere quella mosca improbabile. Seduto a riva allombra di un ontano sto armeggiando con il finale e il tagliafilo quando il mio sguardo sorprende una bella iridea che, saltando sulla corrente, andata a prendersi una sedge in volo! Annoto subito mentalmente le coordinate della sua postazione e il

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chiarore di un masso sommerso ne agevola lidentificazione: adesso posso terminare di cambiare la mosca. Provo a lanciarci pi volte: niente. Sono solo le 17, vola qualche sedge, e la Sava solo acqua che scorre. Per lintero pomeriggio lancio un po a monte, provo un po a vallesospendo un po per far calmare le acquevoglio quella trota! Verso le 21, con le ombre della sera, cominciano a danzare gli ecdyonuri, quelle stupende effimere dal corpo vinaccia ed ali grigio ferro e sul finale monto la mia EV1. Con gli occhi puntati nei pressi del masso sommerso aspetto un po immobile in acqua, la mosca in mano, per dar modo alla trota di capire che c una schiusa in atto ed lora di andare a tavola. Al primo lancio la mosca, nuova e asciutta, si libra sullacqua, leggera come una ballerinacome resisterle! La trota saleed presa! Si rinnova il patos del recupero. E proprio la mia grossa iridea che nella corrente veloce sa il fatto suo, ma io non sono stato fermo quattro ore nello stesso posto per nulla! Il mulinello protesta, la coda vibra, la canna sussulta ed il mio cuore con lei. Poi la rete del guadino si gonfia nella corrente e. Posso tornare a riva, le gambe gelate dal freddo che intorpidisce i muscoli, con le dita e le mani bagnate e rattrappite, ma dentro sono un vulcano. Le ho dedicato un intero pomeriggiola misuro: 45 cm. Sono stanchissimo, indolenzito e felice. Ciao, bella.

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19 Giugno 2004 Sava Pescando ancora a ninfa ripercorro il fiume dalla buca di Gianluca verso valle: solo due trotelle. Stamani c unatmosfera strana: nuvole dense vagano in alto alla rinfusa, il vento cambia direzione pi volte facendo cantare le foglie degli alberi che accennano un inchino ora da un lato, ora da un altro. Sole a intermittenza. Robertino, sul finire della buca, lancia con successo sulle poche bollate e ha gi preso due fario di buona taglia. Poi le bollate spariscono e in superficie naviga solo qualche foglia strappata dal vento. Una mosca di maggio ritardataria scivola indenne sullacqua in prossimit delle frasche del sottoriva. Un piccolo germano la vede, pagaia goffamente nella corrente, la raggiunge e con una beccata la fa sparire. Inizia a piovere e vista la situazione di stasi torno verso il camper, ma con calma, non ho fretta e anche se piove, limpermeabile mi protegge da questi dardi umidi e freddi. Quando si al riparo possiamo apprezzare la pioggia e ora non la sfuggo, ma laccetto, sento il suo ticchettare su di me, lieve o insistente e ne respiro il profumo, impareggiabile, che odora di terra, di muffe, aromi del sottobosco che solo adesso si manifestano insieme ai vapori che salgono e si propagano esaltando le fragranze del fieno tagliato da poco. La mia pesca, le nostre gite sono anche questo. Nel pomeriggio torno alla buca di ieri, ma c gi un pescatore. E un giovane che lancia molto bene: io non ho la bramosia di pescare per cui mi siedo in disparte fumando e osservando quella coda che saetta veloce. Prima o poi cambier posto. Quando tornando a riva mi chiede se ho da offrirgli una sigaretta, scopro che un ragazzo di Terni. Quanti anni sono passati da quando con Giancarlo Ferroni, Bruno Ragionieri, Roberto Pragliola ed altri andammo a tenere un corso di pesca a mosca ai pescatori delle Acciaierie Terni? Senza rendercene bene conto, anche in quella zona mettemmo allora quei primi semi, i germi della pesca a mosca che poi ho avuto modo di verificare essere sbocciati, cresciuti e moltiplicati. Il mio giovane pescatore, al quale volentieri accendo la sigaretta e che per et potrebbe essermi nipote, non sa, non pu sapere, ma a me, in segreto, mi particolarmente simpatico. 43

Nella buca rimango solo con i miei ricordi e considerazioni. Non ci sono schiuse e anche se adesso quello specchio dacqua a mia disposizione azzardo solo qualche lancio con la 700 e la sedge che navigano indisturbate. Tra non molto il sole caler e verranno gli ecdyonuri per cui mi preparo e nellattesa monto una EV1. Il buio gi incalza, ma degli ecdyonuri nemmeno lombra! Chi ci capisce qualcosa bravo! Facendo ballonzolare la EV1 riesco a prendere una fario sui 35 cm, ma comunque, come dice il proverbio, un pane arrotato! 20 Giugno 2004 Sava Lo scrosciare della pioggia battente sul camper mi ha interrotto il sonno pi volte e verso le 5 sentivo la preoccupazione di Piero che, essendo troppo presto per svegliarci, resisteva in branda. Stamani dobbiamo tornare a casa, ma siamo in ansia per la stradina fangosa che dobbiamo percorrere e per la pioggia che pu creare seri problemi al pesante camper. Oltre tutto la sua insistenza ci disturba e siamo costretti a raccattare tutte le nostre cose e infilarle velocemente nel camper alla rinfusa. Riguadagneremo lasfalto senza difficolt. Dopo il confine o paese d sole e nellaria calda e appiccicosa della pianura veneta facciamo una lunga sosta presso un autogrill per ripulire il camper e riordinare le nostre carabattole. Meno male che la Fiorentina stata promossa in serie A, altrimenti Gianluca chi lo sentiva!

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Tevere: parla come mangi ! - 3 Settembre 2004


Menicarlo non si fatto ripetere il mio invito e alle 8,30 ci troviamo allappuntamento: proseguiremo per il Tevere, nella recente riserva dove entrambi non siamo ancora stati. Ezio non pu venire, ma mi preannuncia un categorico Non prenderete niente! Staremo a vedere e la mano scaramantica scendea tre palmi dal mento! Tail water Tevere: che stranezza! Mi chiedo perch si continui ad avere questa mania dei termini inglesi, quasi una sudditanza: pur vero che loro di colonialismo se ne intendono, e c chi a parlare strano si sentepi ma chiamare una riserva sul nostro Tevere, quello che poi passa da Roma, tail water! Ma ci vogliamo ricordare o no che a pochi chilometri da l sono nate personcine quali Piero della Francesca, Michelangelo, Francesco dAssisi ecc. ecc. mica la Regina dInghilterra o John Wayne! Ringraziamo pure gli anglosassoni per averci aperto la via della pesca a mosca, ma santo cielo, basta, ora di prendere coscienza che esiste anche la pesca a mosca italiana della quale dobbiamo essere fieri e orgogliosi e che, porca miseria, non suddita di nessuno. Si cerca in tutti i modi di conservare e valorizzare le tradizioni della nostra terra, i cibi genuini delle nostre valli e i piatti che il mondo ci invidia insieme al nostro sapere, a opere darte, musei, storia e qualcuno si appiattisce ancora nellanonimato di una formula sia pure internazionale. Abbiamo il privilegio di una lingua antica, dotta, musicale E santiddio,parla come mangi! dice un proverbio. In prossimit di Sansepolcro, fatti i permessi ( 15) imbocchiamo la strada sterrata dietro al distributore Agip e costeggiamo il Tevere. Sul permesso, oltre al regolamento, una cartina dettagliata indica gli accessi al fiume, le correntine e le cascate e confrontandola con i vistosi cartelli disseminati lungo il percorso immediatamente sappiamo dove siamo. Un lavoro veramente ben fatto. Nonostante il giorno feriale ci sono diversi pescatori e fa caldo, ma lacqua che esce dallinvaso di Montedoglio poco a monte, chiara e fresca e scorre in mezzo a cespugli di vetrici, ottimi ripari per le trote che mi dicono essere qui esclusivamente fario. Pare inoltre che i temoletti che erano stati seminati siano cresciuti rapidamente e si siano gi riprodotti. Sembra incredibile che in questo fiume di valle, fino a qualche anno fa dallincerta acqua estiva, dominio di barbetti, cavedani e scazzoni, questo esperimento possa aver avuto un tale successo. Una volta tanto 45

una diga, garantendo un flusso pressoch costante di acqua fredda non ha creato solo danni I pesci tuttavia sembrano apatici e svogliati e sia Carlo che io collezioniamo diversi rifiuti compresi quelli di alcuni temoli. Carlo, con la EV1, prende un paio di modeste fario, io faccio girare diverse mosche sulla pelle di montone del gilet che comincia ad essere piuttosto piena. (Anche lei!) Con lo scivolare del tardo pomeriggio iniziano le bollate anche se non si capisce cosa mangino. In una piccola ansa fronzuta, colgo un movimento nellacqua, lancio e per la precipitazione spunto una bella trota che si rituffa. In poca acqua, quasi immobili sul fondo, si vedono pinneggiare diverse trote intorno ai 30 cmcome se noi non ci fossimo! Le catture sono rare e la media decorosa questa volta grazie a Carlo che pare avere pi successo. Su una lama liscia e piatta lancio lungo i cespugli che la sfiorano e mentre sto per richiamare la mosca, da sotto saetta una trota scura che ci si avventa. E una fario di 36 cm. che forse ha avuto paura che quel boccone gli sfuggisse. Anche se non volano, n vedo insetti, al tramonto, puntuale si palesa il coup de soir tanto atteso -chi ci capisce qualcosa bravo- e davanti a me sette trote bollano a lungo e regolarmente. Mi fosse riuscito fregarne una! Ezio, v a quel paese!!

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Gita di chiusura sulla Sava - Gioved 7 Ottobre 2004


Ho il privilegio di avere degli amici puntualissimi -e non potrebbe essere diversamente- per cui ci ritroviamo alle 7,30 in punto e trasferiscono i loro armamentari nella mia macchina. Dopo un viaggio tranquillo, senza code autostradali, alle 11 siamo al negozio Errepi di Udine dove indugiamo nei soliti rifornimenti (mosche, finali, silicone ecc..) giusto per fare lora di pranzo nel ristorante cinese l vicino. Riprendiamo lautostrada alla volta della Sava, verso Tarvisio, ma parlando, manco luscita e finiamo in Austria. Dietro front. E cos, anche per oggi prendo la mia razione di bischero. Arriviamo a Bled a met pomeriggio: abbiamo ancora un paio di ore per lappuntamento con Robertino, Ezio e Mauro che partivano dopo di noi e ne approfittiamo per andare a ispezionare il fiume. La prima fermata a casa. La Sava bellissima e perfetta, lacqua chiara e il livello ottimale. Nel sottoriva di fronte, a monte della rapida, sboccia qualche provocante bollata. Il bosco dintorno si gi agghindato con i colori autunnali.
Controluce sulla Sava

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Ci spostiamo a monte della diga di Soteska. Allaltezza della chiesa, in una grossa buca si possono vedere grosse trote che pinneggiano sul fondo. La voglia irrefrenabile di pescare entra in ebollizione. Passando sotto la ferrovia, attraversato un gruppetto di case, scopriamo un altro posto incantevole e un unico pensiero segreto ci attraversa la mentedomani pesco qui. Ma abbiamo ancora tempo e il sopralluogo continua accrescendo laspettativa del domani. Scoviamo un'altra stradina che passa sotto ai binari e parcheggiata lauto sul margine del prato puntiamo verso il fiume che in quel punto si avvicina alla scarpata della ferrovia. Sorprendiamo cos un capriolo che stava mangiando, credo, delle mele cadute: lanimale, spaventato, a grandi balzi, schizza via sfrascando nel sottobosco. Mi allontano alla scoperta di nuove correnti. Quando torno gli amici sono sulla strada dove hanno sentito un bran botto. Era il nostro capriolo che, attraversata la ferrovia e saltando nella statale finito preciso sul cofano di unauto che stava sopraggiungendo veloce. Il capriolo giace morto, la macchina un catorcio di lamiere accartocciate e in noi cresce un certo disagio, quasi un incolpevole senso di colpa per aver spaventato la povera bestia. Si fatta lora per tornare alla pensione dove alle 20 arrivano gli amici. Venerd 8 Ottobre 2004 Sava Mentre un drappello va a pescare risalendo la Sava, con Piero e Carlo Pi scendiamo nel tratto di fiume fra la diga di Soteska e il ponte che si trova a monte. Lacqua limpida, ma spesso non riesco a vedere la mosca, non so se per effetto del riflesso o perch mi ulteriormente calata la vista. Il risultato che pesco con una certa difficolt e nervosismo. Insetti in giro non se ne vedono e le poche, piccole bollate sono di farioline. Alle 13 non ho compicciato niente di significativo e pur gustando questo ambiente sempre affascinante, linterruzione per il panino mi giunge gradita se non altro per uscire dalla monotonia. In cerca di miglior fortuna, ci spostiamo sopra al ponte, nella zona trofeo ma questa definizione pare essere sproporzionata per via delle sole, solite trotelle che salgono alla mosca. Lunica eccezione una fario di 32 che puntualmente rilascio.(Chiamala trofeo!)

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Il sole brillante del primo pomeriggio scalda laria ed esalta quella tavolozza di colori autunnali che mi circondano. Dal sottobosco delle rive esalano i consueti profumi di funghi che inebriano. Mi concedo una pausa e sdraiato sui sassi bianchi del ghiareto, ad occhi chiusi mi faccio possedere da questa pace, assorbendo il calore del sole e le fragranze dellaria. La pesca pu aspettare. Limprovviso porca maiala di Robertino che pesca poco distante mi distoglie dalla mia quiete e nella sbirciata che gli mando da sotto il cappello lo vedo teso, con la canna piegata da un bel pesce. Nel lungo recupero si avvicina verso di me, nellacqua bassa: sta combattendo con un bellissimo salmerino. Ma questo tratto sar o non sar no kill?- mi chiede. Un bagliore lontano, fra i cespugli mi dice che la scena viene seguita anche dal binocolo del guardia ed in effetti eccoli che si avvicinano in due. Assistono agli ultimi sciaguatii del salmerino e la loro presenza e autorizzazione convincono Robertino a trattenere questo bel pesce. A cena socializziamo con un gruppo di pratesi e per lindomani ci scambiamo i permessi di pesca: cambiando zona potremo cos tornare a pescare a casa, nel nostro tratto preferito. Sabato 9 Ottobre 2004 Sava La mia buca talmente bella e invitante che non ho nessuna voglia di andare su e gi per il fiume. Il gobage di una trota in prossimit del biancheggiare di un grosso sasso sommerso (lo stesso posto di qualche tempo fa) mi fa stazionare in zona per tutta la mattina. Dopo innumerevoli tentativi finalmente catturo una iridea sui 35. Non essendoci insetti continuo a cambiare diverse mosche scendendo a taglie fino al 18. Oltre la corrente, a valle vedo salire assidue tre o quattro trote e la 700 me ne regala una sui 33 cm. Bollava in posizione difficile per via del dragaggio quasi immediato e il mio piacere deriva in parte anche dalla soluzione adottata per far stazionare la mosca in zona un po pi a lungo, di quel tanto da stimolare e beccare la trota. Robertino, in mattinata, a monte della cascata si divertito con i temoli che salivano solo su una piccola C1, mentre dopo pranzo, pescando a valle del ponte con la ninfa due palle ha collezionato trote di recente immissione. Anche Carlo Pi e Piero, nella correntina

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a monte della mia buca hanno catturato temoli con la formica che ha dato buoni risultati anche a me. Altra mosca funzionante la EV1 di Menicarlo, ma il minimo comune denominatore risultato essere per tutti un tassativo nylon del 10!

Domenica 10 Ottobre 2004 Sava Durante la notte piovuto a dirotto. Questo posto fra le montagne non scherza e quando dice di piovere, piove con il risultato che la Sava stamattina in piena. La pesca finita,andate in pace. Si rientra a Firenze controvoglia e in anticipo rispetto al programma.

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Maggio 2005 da archiviare


Questo dovrebbe essere uno dei mesi pi favorevoli per la pesca a mosca e invece per me si rivelato uno strazio che sar bene archiviare velocemente. Per ben tre uscite i risultati sono stati veramente disastrosi, infatti In Arno Con Gabriele e il suo amico Francesco siamo finiti in un tratto, sopra a Mulin di Burchio nellalto Casentino. In realt era una uscita didattica per sottoporre i due neofiti alla prima esperienza di pesca a mosca in torrente dopo quella sul Limestre. Lacqua era pi alta del normale e leggermente velata tanto da rendere problematica la pesca. Solo io ho avuto un rifiuto, ma i ragazzi si sono presto demoralizzati per le difficolt di gestire il lancio e la coda in queste acque troppo impetuose e in spazi ristretti.

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Ci siamo allora spostati a Bibbiena per vedere il tratto no kill sul Corsalone. Al di l della volenterosa iniziativa, la limitatezza di questo corso dacqua lo rende utopistico; al resto ci pensano certi casentinesi che in quanto a bracconaggio non sono inferiori a nessuno. Non abbiamo neppure montato le canne. Con scarse speranze, nel pomeriggio inoltrato eravamo nel Solano sopra a Strada in Casentino. Anche qui acqua alta e a parte un vairone Tevere - Tratto della riserva a Sansepolcro. A dispetto di un bel sole non volava un insetto. Lanci, passate, mending, roll, cambi di moscaHo visto bollare solo una trota, esattamente nello stesso punto dove ne avevo presa una lo scorso anno. Era una fario di 33. Punto e basta! Scoltenna - Sabato, giornata bellissima: ho voglia di pescare. Monto in macchina e senza una meta precisa mi ritrovo a Pievepelago, indeciso fra il Rio delle Tagliole e lo Scoltenna. Vado a salutare Graziano nella sua famosa, ghiotta pasticceria e mi consiglia il secondo, pi esattamente alla fine del tratto di riserva. Obbedisco. E quasi luna e dopo aver fatto fuori un paio di panini acquistati strada facendo, dal ponte scendo sul fiume. Il livello ancora alto, tuttavia lacqua limpidissima. Inizio a pescare risalendo il fiume, ma fatti cento metri si incassa in una specie di gola che mi rende impossibile proseguire. Faccio dietro front fino al ponte e imbocco il sentiero sulla riva sinistra. Il viottolo sale e pare aggirare la gola, ma poi pian piano si perde fra le stoppie e le erbe dei prati e devo improvvisare la discesa al fiume, spostando ramaglie e aggirando spinaie. Finalmente sono allacqua, affaticato e sudato, ma a monte c un pescatore che sta venendo in gi. Sono bloccato! Mi entra un certo giramento di scatole, ma mi sforzo di provare a pescare per un po a valle con la ninfa Poi, contrariato, smonto tutto per riaffrontare, dentro agli waders e sotto un sole cocente, il percorso di primaquesta volta in salita!

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Sava -1/5 Giugno 2005


Carlo Pestello appena tornato dalla sua vacanza, Alessandro ha qualche problema agli occhi, Robertino e Gianluca sono alle prese con gli impegni di lavoro per cui alle sei del mattino Gianni, Piero, Menicarlo, Ezio ed io partiamo alla volta di Tarvisio e per lora di pranzo siamo a casa sulla Sava. Mi rendo conto che recentemente questo fiume diventato la nostra meta privilegiata, ma talmente bello che tornarci sempre un piacere. E al primo sguardo non mi delude: lacqua bellissima, come il tempo e lo sar anche per i prossimi giorni. Inizio a pescare alla buca di Gianluca(2) prendendo solo piccole trote. Mi sposto sul finire della piana, dove nel sottoriva lacqua si smorza e dove affiorano alcune bollate.(3) In piena corrente, quelle che occhieggiano sono di stronzissimi temoli, ma lungo la riva (4) riesco a raccapezzare qualche discreta fario. Sono trote intorno ai 3035 non eccessivamente grosse, ma hanno una livrea veramente bella..

La mappa del tesoro

Stimolato dai buoni risultati di Carlo, allindomani aspetto il coup de soir sulle correnti a monte del campo (5) ma allinfuori di qualche trotella non vedo niente di significativo e neanche una bollata degna. Piero invece in altra zona del fiume ha fatto strage! Merito di numerosissimi ecdyonuri che a sera si sono abbassati sullacqua. Sul fiume ci sono molti pescatori e trovare un tratto sufficientemente libero costituisce un problema.

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Questo mi crea una certa oppressione e pesco a disagio il che toglie fascino a questo posto bellissimo e piacere alla pesca. In prossimit della cascata (6) guardando a monte ne ho contati niente meno che 15! Probabilmente anche a causa del lungo ponte del 2 Giugno. Un pomeriggio, mentre Carlo insisteva sulla sua corrente(5), con gli altri siamo andati alla buca dove Piero asseriva che la sera prima bollavano da fare schifo e, come paventavo, ora invece tutto fermo. Adotto la ninfa bipalla e provo a pescare discendendo. Prendo un paio di trote e poco a valle dellimmissione di un torrentello ferro una bella iridea di 44 cm. che mi impegna a lungo prima di poterla guadinare. Le bollate tardano a venire e sia Gianni -in mezzo al fiume con lacqua alla vita- che Piero sul finire della buca, lanciano pressoch a vuoto.

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Sono circa le 20 e come dincanto gli ecdyonuri si abbassano verso lacqua. Si rinnova cos quel fenomeno affascinante e incredibile che solo chi pesca a mosca sa apprezzare mentre sul filo della corrente, davanti a me iniziano a bollare alcune trote. Con la EV1 le prendo quasi tutte e ora il mio lancio efficiente, la posa precisa, la pesca sicura, locchio attento al minimo guizzoSono iridee, tutte sui 30 cm. sicuramente di immissione, ma hanno una resistenza caparbia. Ezio, nel frattempo, ha percorso per tre volte su e gi i soliti cinquanta metri a valle del torrentello e lanciando il bipalla sotto la riva ha raccapezzato cinque trote e persa una.

Lultimo giorno ci spostiamo a monte, in un tratto dove non ho mai pescato. Qui la Sava ha un taglio pi torrentizio e quando arriviamo ci sono gi quattro pescatori. Sotto al ponte, dallalto, vediamo due trote intorno ai 40 cm. che pinneggiano nella forte corrente. Sembrano sapere che l non pu disturbarle nessuno. Ezio e Piero partono spediti verso monte. Mi guardo in giro, il posto bellissimo, ma a mio avviso per la conformazione che qui la Sava ha, siamo troppi. Seguendo un sentiero arrivo a una lama secondaria (A ) e ci pesco a lungo, minuziosamente anche perch, dato laffollamento, poi non saprei dove andare. A monte ci sono Ezio e Piero e nel frattempo sono sopraggiunti altri due pescatori. Uno mi alle spalle, laltro poco a monte nel braccio primario della Sava. Bollano e prendo tre o quattro trotelle, niente di eclatante, poi dallacqua, nel controluce, appare una testa che acciuffa la mia mosca. E una iridea sui 38 cm. ed stupenda, dai colori accesi e una fascia laterale rosso fuoco, tipica della livrea nunziale. Sono arrivato alla fine della mia buca per cui, imbobino la coda, supero il pescatore e risalgo fino a un tratto dove sul greto grossi 55

massi rompono il fiume, formano buche ed anse e offrono rifugi e postazioni di caccia ottimali (B) . Proprio in piena corrente affiorano alcune bollate e sulla mia classica red spinner salgono diverse iridee. Non sono grosse, sono trote sui 25 cm. ma piene di vitalit e tirano come forsennate. Risalgo ancora per circa 200 metri fino a una cascata ed un susseguirsi divertentissimo di bollate e catture. Pare proprio che questa sia la mosca del momento. Rientrando incontro Gianni che pescava nel tratto a monte. Anche lui si divertito e lui pure ha individuato la stessa mosca. Sono le 16,30 e torno sul fiume dopo la pausa pranzo. Si perch la pesca pu diventare una sorta di lavoroSono talmente poche le occasioni per potervisi dedicare e i posti cos belli ed esclusivi che non vuoi rinunciare a nulla o al meno possibile nonostante siano decenni che frequenti la stessa buca, la solita corrente.

con Ezio, cercando le bollate

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Adesso tutto fermo, non ci sono schiuse o bollate, c solo il ronzio di un aereo monoelica che in cielo si esibisce in pericolose acrobazie. Mi dirigo verso la fine della spianata, poco a monte della cascata (6) e resto in attesa delle bollate: laltro giorno egregie iridee salivano alla mia formica. Si sollevano invece violente raffiche di vento, ora da monte, a tratti da valle, che strapazzano la superficie della Sava che si riempie di foglioline, germogli avvizziti, fiori degli alberi. Poi laria si placa e il tempo passa lentamente, scandito da qualche cerchietto sullacqua: temoli che ninfeggiano, Dio solo sa su cosa. Con una piccola emergente ne ferro uno, sar sui 30-33 cm. ed un tripudio di salti, fughe e puntate verso il fondo. Su un secondo e un terzo la scena si ripete. Un quarto si slama con un salto fuori dallacqua. Alle 20, Carlo che mi ha raggiunto, ne ha abbastanza, getta la spugna e smette. Ed ecco gli ecdyonuri, qualche sedge e schiudono anche alcune piccole effimere chiare. I pesci iniziano la loro frenetica danza. Aggancio una iridea sui 35 che rilascio velocemente. Cambio mosca: una 837 su amo 18 e appena si posa in acqua sparisce in un vortice: una fario di 38 dai colori sgargianti. Trattenuta dal finale la ammiro a lungo pinneggiare esausta vicino ai miei waders. E un capolavoro armonioso di colori, linee, forme, eleganza, grazia, potenza. La slamo e sparisce sul fondo. C ancora luce, potrei continuare, ma la mia pesca finisce qui. ***

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Alaska - Agosto 2005

Piero, Carlo Pi, Robertino, Gianni, Ezio, Gianluca, Marcellone, Paolo Acciughi ed io siamo partiti il 16 agosto alla volta dei fiumi dellAlaska per rientrare il 5 settembre Sono state tre settimane intense, in giro con due camper nei suggestivi territori della penisola del Kanay a pesca di salmoni. Abbiamo pescato in fiumi bellissimi quali il Russian River, Ninilkik, Deep Creek, Kenay prendendo pink, sokeye e coko. Per la cronaca, in nove abbiamo salpato 788 salmoni e alcuni filetti li abbiamo riportati a casa affumicati. La cronaca di questa bella e controversa esperienza riportata in un diario a parte: Alaska 2005

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Sar che si matura? - Gioved 13 Ottobre 2005


Come convenuto alle 14 sono allAutogrill di Firenze Nord dove ho appuntamento con gli amici. Sto aspettando che arrivino Piero, Carlo Pi, Ezio e Paolo Acciughi. Mi viene in mente che questultimo un po lento e mi preoccupo, ma arrivano quasi subito. A Bologna raccogliamo Angelo e proseguiamo per Udine sotto un bel sole e senza intoppi di traffico. Ci riforniamo dei consueti beni di consumofinali, qualche mosca ecc. e verso le 20 siamo sullUnec, dalla Giuseppina. Come suo solito ottima cena. La conosciamo da quando era una bimbetta e sgambettava dietro al suo enorme babbo, Pozar. Leccellente rag che ora serve ai clienti lha imparato dalle signore di Piero e Ale. Venerd 14 Ottobre 2005 Sava Sfortunatamente il livello dellUnec troppo alto, tanto da sommergere in parte i vasti prati della piana dove scorre, per cui dobbiamo ripiegare sulla Sava da dove arrivano buone notizie. Pian piano la nebbia mattutina si alza e lasciamo questa valle di lacrime. Scendiamo sulla Sava allinizio della zona trofeo -a monte della diga di Soteska- in prossimit dei resti di un vecchio ponte di legno verde di muschi antichi.

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Stranamente e senza un perch non ho molta voglia di pescare, al contrario degli altri che fremono. Nonostante ci prendo quasi subito un bel temolo e diverse trotelle formato portachiavi. Dopo il panino cerco di riposarmi un po in macchina, ma per la posizione scomoda non ci riesco e dunque torno a pescare. Buoni temoli bollano abbastanza regolarmente e colleziono diverse belle catture cambiando spesso mosca. Prima la L1, poi una piccola stone fly, una formichina nera e infine la EV1. Specialmente su questultima si susseguono franche le bollate di trote e temoli fin verso le 16,30. Poi tutto si acquieta: pare che per stasera la Sava abbia chiuso bottega! Sabato 15 Ottobre 2005 Krka Meta di questa battuta sono le grosse trote della zona trofeo. Quando arriviamo, la valle, sotto un sole deciso suggestiva come sempre, ma purtroppo di pesci, nellacqua cristallina, non se ne vedono. Fra tutti, sui nostri provocanti streamer, non sentiamo una tirata e le uniche catture sono una trota sui 30 cm. di Ezio e una simile che Piero ha ferrato pescando a galla. Si vede che i trofei sono finiti! Non ci rimane che spostarci nel tratto a valle, alla segheria dove ci rifacciamo con le solite iridee di 20-25 cm. Lo so, sono poca cosa, ma questo quanto resta del mitico Krka che purtroppo abbiamo visto degradarsi poco a poco. Solo Carlo, sceso fino al ponte, ha preso un canapone.
Zona trofeo sul Krka

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Domenica 16 Ottobre 2005 Unec Il livello del fiume ancora alto. Alla centrale elettrica una valanga dacqua, da sotto la montagna, si riversa nellalveo in un turbinio di vortici e schiume bianche. In aria ristagna una densa nebbia grigia che intristisce ed entra nelle ossa. Ci sono sei gradi. Tutti i colori sfumano nel grigio e il Piccolo Unec pare un nastro di acciaio, freddo, morto, se non fosse per il fluire della corrente che scorre cupa, gira, contorcendosi su se stessa a formare piccole onde e vortici. Sono le 9,30 e il sole ancora non ce la fa a uscire: lo intuisco in cielo solo in ragione di un chiarore pi evidente. Nessuno ha voglia di affrontare il fiume in queste condizioni sfavorevoli per cui torniamo a Firenze. A pensarci bene la cosa ha del paradossale: essere sullUnec, aver gi pagato il salato permesso e venirsene via! Solo qualche anno fa sarebbe stato impensabile Mi piace pensare che queste decisioni derivino dalla saggezza, dallesperienza che ci prospetta una giornata che sarebbe a vuotoe dal buon senso. Sar che si maturao si invecchia? Certo che nei fiumi della Slovenia non ci sono pi i pesci di un tempo. La stessa Giuseppina lamentava un sensibile calo dei pescatori. Saranno i temoli che sono diminuiti o il costo del permesso troppo aumentato? O forse entrambe le cose?

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Idrica: un bagno inopportuno - Gioved 11 Maggio 2006


Alle 5 la suoneria della sveglia fuga il mio sonno. Fra unora ho appuntamento con Gianni, Ale, Piero, Carlo Pi, Marcellone, Ezio e lAcciughi; poi a Ferrara Nord si aggregheranno Angelo e suo figlio Giovanni. E la prima uscita dellanno, siamo diretti in Idrica e il gruppo dunque nutrito e speranzoso. Giusto il tempo per un caff e quando metto in moto la macchina per partire, questa fa un paio di starnuti, due o tre cigolii e tutto finisce l: batteria a zero! Sono le 5,30, gli amici saranno gi per stradache fare? Potrei rinunciare alla gita, ma ho con me tutta la spesa che ho fatto ieri per il gruppo Telefono a Ezio e lo informo del problema. Poco dopo richiama: verranno a prendermi: che si potrebbe desiderare di pi? (Ma verranno per me o per recuperare le provviste?) Il viaggio fila liscio (come i pneumatici della macchina dellAcciughi) e alle 13 siamo alla capanna sul fiume dove si pranza. Il cream caramel che ho preparato a sorpresa riscuote il sincero apprezzamento di tutti. C una certa eccitazione che trapela nei preparativi della pesca, specialmente il giovane Giovanni non sta nella pelle ed comprensibile. Per quanto mi riguarda avverto un insolita flemma ma lIdrica sempre un gran bel torrente, con la sua acqua chiara, i livelli ottimali e incastonato nel verde, sempre invitante. Andiamo alla pensione a lasciare i bagagli e dato che siamo in diversi decido di iniziare a pescare dal ponte vicino al bivio di Cerkno in su. Ezio e Gianni sicuramente saranno alla casa del contadino Alessandro, Paolo e Marcellone alla buca del cane incazzato e Piero, Angelo e gli altri credo nel tratto sotto alla capanna. Entro in acqua e la sua morsa fredda mi serra le gambe: la stagione in ritardo e il fiume pare privo di vita.

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Colgo sullacqua il cerchio di una circospetta bollata, forse una iridea che sta ninfeggiano e risponde subito al mio invito salendo alla mosca. Ferro, avverto un attimo di tensione, ma se ne v. Poi di nuovo tutto fermo, niente insetti, n pesci mentre in cielo scorre una

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scomposta processione di nuvole candide e grigie che cancellano squarci di azzurro e che poi a ovest, dietro ai monti minacciano pioggia. La mia volont non pu nulla di fronte a questa eventualit e limpotenza ricondiziona il mio ego riconducendolo dentro i confini del plausibile. Ci sono cose ed eventi pi grandi di noi che per fortuna non possiamo n comandare, n condizionare, ricordandoci cos che tutto sommato siamo e saremo piccole, insignificanti cose. O almeno dovrebbero. Mi piace pensare allora che le uniche peculiarit che ci distinguono gli uni dagli altri, sono le cose vere. Non leffimero successo personale, men che meno la ricchezza, o il comando e neppure il potere, anche se questi possono migliorare lesistenza o dare lillusione di grandezza. La vita, come avviene nella pesca, non consente n superficialit, n errori. Puoi prendere un pesce per una circostanza fortuita, ma alla fine se non sei preparato, attento a ogni tuo lancio, se non maturi quella sensibilit che ti suggerisce dove pescare o come muoverti, con onest, sincerit, disponibilit e modestia, sarai sempre un pescatore mediocre. Se ne avrai la fortuna, saranno la tua esperienza e maturazione a darti il responso e solo quello sar davvero importante. Le lusinghe, i complimenti, certi sorrisi avranno il valore effimero che meritano e comunque alla fine ti ritrovi solo, a fare i conti con lessenza del tuo percorso Proprio come avviene spesso davanti a una trota che bolla In corrente ecco unaltra timida bollata e al secondo lancio si ripete, pari, pari, la scena di prima: ancora un pesce che si slama. Poi il fiume nuovamente si acquieta. Evidentemente le trote hanno fame, ma la mancanza di insetti in superficie le rende passive e circospette. Su un lancio perdo di vista la mosca che forse andata sottoe la mia ferrata tardiva sul consueto cerchietto in superficie mi concede lemozione della trazione solo per una frazione di secondo. Persa anche questa! Devo dire comunque che, anche se le bollate sono sporadiche, quei pesci poi salgono anche alla mosca e questo aumenta il piacere della pesca. Mi sposto verso monte, dove la corrente pi vivace, lanciando su un fondale di circa un metro, frastagliato da grossi sassi sommersi che frangono il fluire dellacqua. Velocissima una trota di buona taglia sale alla mosca, ma la mia ferrata va a vuoto: forse sono stato troppo precipitoso oppure ha rifiutato. Quella tuttavia ha mangiato la foglia e non salir pi. O forse no. Lanciando un paio di metri a 64

valle, finalmente allamo una discreta iridea. Tergiverso nel recupero un po pi del dovuto -tutto sommato anche questi sono momenti di godimento- riassaporando lemozione della canna che vibra, della coda che si tende, dellansia che cresce e della curiosit di verificare lentit della cattura. Ogni pietra del fiume, corrente, riflesso, o frasca sembrano ora partecipare al mio gioco e io mi lascio rigenerare da energie che si rinnovano in questa emozione. E una robusta iridea sui 38, non eccezionale, ma probabilmente in questo frangente il mio animo pi predisposto e lho apprezzata con pi disponibilit e attenzione. Altre catture pi significative, a volte hanno riguadagnato il fiume in una immotivata e colpevole sufficienza. La slamo e rimetto in acqua compiacendomi del suo scatto verso la corrente. Esco a mia volta dal fiume e riguadagno la riva, appagato da pensieri e sensazioni, con la scusa di rimettere in sesto il finale, cambiare ancora la mosca, ma soprattutto per uscire un p dallacqua gelata. Nel riguadagnare il centro del fiume, con lacqua alla vita, un sasso instabile del fondo si muove, perdo lappoggio e lequilibrioil respiro e lansia si strozzano in gola mentre inesorabilmente scivolo dentro lacqua fredda.

Cerco di riguadagnare un punto fermo di appoggio, ma gli scarponi slittano, le gambe tendono a galleggiare la corrente mi

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abbraccia e mi ritrovo, impotente e sorpreso immerso fino al collo nellacqua gelata. E salvo solo il cappello! Annaspando ritrovo il fondo, riesco a rimettermi in piedi mentre rivoli dacqua grondano dal gilet, dalla camicia, profanano di gelo le mie zone pi intime. Il primo pensiero per la digitale nel taschino. Per fortuna ho labitudine di metterla in una bustina di plastica a tenuta e anche se passata qualche goccia funziona ancora regolarmente. Sono passati tantissimi anni: la prima volta che andai su un fiume ero un bimbetto- ci infilai completamente e questo il mio secondo bagno. Beh! Tutto sommato ho tenuto una buona media! Questo pensiero mi fa sorridere mentre mi dirigo verso la pensione che a circa un chilometro. Camminando, le mie vestimenta accompagnano i passi e cantanochic, choc, chic, choc! mentre il freddo mi fa rabbrividire. Una lunga doccia calda mi rimette in sesto. Le mosche nelle scatole sono fradice, il gilet ancora gocciola, gli waders sono zuppi dentro e fuori, idem i pantaloni termici, la camicia, maglietta, mutande, calzini Il sole ancora alto, stendo il bucato ad asciugare e speriamo che domani lo sia; poi non mi rimane che consolarmi con una birra e aspettare che rientrino gli amici. Venerd 12 Maggio 2006 Idrica Ore 13. La capanna sul fiume ci accoglie ancora con la sua ombra e il profumo dei grossi tronchi di faggio tagliati e accatastati, pronti per il fuoco di qualche camino. E la pausa pranzo: finocchiona, pancetta, pecorino, baccelli, pomodori e salsicce di capriolo e daino fatte da Marcellone. Sui prati dintorno il sole esalta i verdi del fieno non ancora pronto per il primo taglio. Stamattina, mentre gli amici in macchina si sono disseminati lungo lIdrica, chi qua, chi l, mi sono fatto lasciare alla buca del cane incazzato. In questa roulette russa di ricerca della zona di pesca, ciascuno spera di aver scelto il posto ottimale. Erano circa le nove e il sole, sbucando dal monte, si tuffava nellacqua limpida esaltando i sassi del fondo, i massi, gli anfratti. A questo tripudio di luce non ha partecipato nessun insetto, n una trotella con la sua piccola bollata. Ambiente da favola, ma acqua di ghiaccio!

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Non avevo voglia di pescare sotto e mi sono dato alla caccia lanciando negli angoli e ripari del lungo sottoriva e sondando, di tanto in tanto, le correnti centrali. A volte certe scelte sono istintive o irrazionali, ma va bene cos, quasi una sfida con la sorte o uno sperimentare, provocareSono i momenti dove non devo avere fretta, n lansia della cattura, n i dubbi sullefficacia della mosca Anche se apparentemente il fiume scorre tranquillo, sotto la superficie si vanno consumando uninfinit di destini. Qualche ninfa si aggira sotto ai sassi, qualcuna si abbandona nella correntealtre convinte di essere ormai grandi affrontano lignoto in quel turbinio di acque. Forse dietro un sasso una fariolina scodinzola per non essere travolta dallimpeto dellacqua e guarda, attenta a quello che passa. La primavera ha risvegliato la voglia di vivere e di crescere per cui lappetito incalza. Ma quella fario pi grande, avr 35cmsi presa la postazione migliore e non mi lascia che i bocconi pi modesti Proprio dove supponevo, lanciando rasente a un masso, ecco una bollata e poco dopo posso slamare quella fariosui 35 cm. dai colori sgargianti. Un paio di metri a monte altra posa nel sottoriva e subito risponde unaltra bollata. Dopo un po di tira e molla guadino una marmorata che, misurandola, mi fa stendere il metro fino a 50 cm!

Potevo dirmi soddisfatto perch queste catture sono frutto di assoluta tranquillit, calma e silenzio che solo la solitudine pu garantire e sono venute fuori da dove sentivo che sarebbero venute. Le mosche non sembravano molto determinanti, tanto che sono passato da una A4 a una B4 alla 838 (comunque mosche da inizio stagione). 67

Sempre in quel sottoriva, a conferma della buona pescosit del fiume, ho ferrato altre due fario sui 35 e un bellissimo maschio rostrato di 40 cm. dalla pancia dorata e con grossi, vividi punti rossi. Stiamo finendo di pranzare e il caff gi gorgoglia nella moka quando Ezio proponeE se si andasse a fare un pisolino in pensione? E stato subito accontentato! Alle 16 di nuovo sul fiume, e da solo risalgo la riva sinistra sopra al ponte. Ancora nessuna bollata e la mosca galleggia indenne in correnti o fondali dove qualche anno fa, rammento, saltavano fuori buone iridee o dispettosi temoli. Adesso per prendere una piccola iridea e altre tre sui 30 cm. ho dovuto impegnarmi a fondo e sudare le classiche quattro camicie. Poi lIdrica mi ha servito un anfratto da manuale. Non ho girato per fiumi e torrenti per non sapere che l doveva esserci per forza una trota! Appena la mente registra la situazione, pare strano, ma nuove energie mi percorrono da capo a piedi. Forse a tendermi listinto predatore dei nostri avi e fiuto lopportunit come un segugio. La spalla non fa pi male, la coda saetta, il finale si stende, la mosca si posa leggeraancora una marmorata sui 40 cm! Ho smesso di pescare verso le 18,30 per un fastidioso dolore ai muscoli delle natiche (Stanchezza? Nervo sciatico?) e rientrato alla pensione mentre Angelo e Gianni scendevano al fiume avendo esagerato con il pisolino.

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Domenica 13 Maggio 2006 - Idrica Ieri sera Giovanni, il figlio di Angelo, alle sue prime esperienze con la mosca, su un fine buca a valle della pensione, in breve tempo ha preso due iridee di 47 cm! LevitavaTutti ci siamo chiesti da chi avesse preso non certo dal padre! Dopo colazione le macchine sgommano alla volta del fiume, verso le varie mete, con il loro carico di eccitazione, ansie e aspettative per la giornata di pesca che sta per iniziare. Con Alessandro, Paolo e Marcellone andiamo alla spianata sotto alla capanna e inizio a pescare senza vedere bollate e dunque battendo scrupolosamente tutto il sottoriva sassoso e frastagliato. In circa 150 metri non sale neppure una striminzita trotella e dire che questo un posto eccezionale per le fario! Questo confermerebbe lipotesi che vado formulando di un fiume depauperato. Ci sono diversi pesci di taglia, ma solo quelli. Le trotelle inesperte che sempre si avventano curiose su qualsiasi mosca sono rare e nessuno di noi ha visto il novellame che di solito staziona in acque basse vicino a riva. Guadando non abbiamo scorto nessuna fariolina schizzare via spaventata e neppure il tipico rifiuto di un temoletto. E s che ce ne erano tanti! Pare proprio che manchi il novellame e il pesce piccolo in genere, ovvero il futuro del fiume. Tutto ci deve avere una motivazione e penso che forse c stata la visita dei cormorani. Vorrei saperne di pi.

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Con Ale e Marcellone scendiamo dalla capanna alla steccaia seguendo un comodo sentiero ombroso nel bosco. L Alessandro si esibisce in lunghi e perfetti lanci senza esito. Scendo ancora a valle, alla buca del contadino che non troppo distante e la mia determinata e convinta pesca in caccia a filo delle rocce rimane lettera morta. Nel pomeriggio eccomi con Ezio sul finire della buca del cane incazzato dove ninfeggiano diverse grosse trote iridee sicuramente laureate in entomologia. Nonostante gli assillanti cambi di mosca, non riusciamo a cavare un ragno dal buco se non una modesta 26 per ciascuno. Sono gi le 19, mi dirigo a valle, verso la bella buca sotto la strada e ripasso davanti alla gabbia del cane che ancora pi incazzato. Scorgo qualche trota che ninfeggia, ma di nuovo tutti i miei tentativi sono aria fritta. Poi inizia a comparire qualche sedge, alcune effimere chiare oltre a diversi ecdyonuri e finalmente riesco a convincere cinque trote: una marmorata di 41 e fario di 40, 38, 34 e 31 cm. Sono pesci dalle livree differenti, tutte bellissime che meritano una foto. Dopo anni di cose strane, per la prima volta, Marta per cena ci ha dato un piatto di carne alla griglia, con cevapcicie senza intingoli misteriosi! Che giornata!

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Gaudium magnum- 2 Giugno 2006


Oggi nato il mio primo nipotino: lo chiameranno Falk perch vive in Germania e anche se un nome con tre consonanti su quattro letterenon potevano certo chiamarlo Giovanni o Pasquale. E unemozione nuova vedere quel mostriciattolo che a tutti pare bellissimo, cercare il capezzolo ad occhi ancora chiusi. Mi rendo conto che quellaffarino rappresenta il domani, il futuro, quello che sar dopo di me, di noi. Immediatamente so -spero- che potranno avere un futuro anche le mie canne da pesca, i mulinelli, le mosche, i libri o il prezioso coltello artigianale che mi regal Vittorio e che mi caro come una reliquia e sonopi tranquillo! Quello che sto immaginando per lui sono bellissimi fiumi (se ancora ci saranno) e strepitosi coup de soirCom bello il mio biondo nipotepescatore! Bisogna che mi documenti sui fiumi da trote di quella nazione!

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Bosnia - Venerd 16 giugno 2006


Per lappuntamento con il camper di Robertino, con Alessandro stiamo arrivando al Poggetto dove lascer la macchina e da dove avr inizio la nostra annuale gita grande alla volta della Bosnia. Questa destinazione stata scelta sia per le notizie di buona pescosit di alcuni fiumi, sia per ripercorrere alcuni itinerari (giugno 1972) e per sperimentarne di nuovi in alternativa alla Sava o Idrica. Contrariamente al previsto partiamo solo in sei: Piero, Carlo Pi, Robertino, Ale, Ezio ed io. Allultimo momento Gianni ha dovuto rinunciare per un congresso, Menicarlo per problemi di salute in famiglia, mentre Gianluca, ancora una volta ha dato forfait in partenza. Il camper pronto: le attrezzature inventariate, le vettovaglie gi sistemate nei gavoni e cassetti, il frigo in funzione, acqua e gas sono pieni mentre il wc vuoto. Non ci resta che salire a bordo, occupare i propri spazie sistemare le proprie cose. Carlo, come al solito viene redarguito perch si allargato troppo e deve rinunciare a uno scaffale. (Porta sempre troppa roba!) Il viaggio tranquillo e la noia delle diritture autostradali, specialmente fra Bologna e Trieste, attenuata dalle battute e dalleuforia generali. In queste occasioni ciascuno di noi pare tornare ragazzo, vengono buttate alle ortiche le vesti professionali, limmagine di seriet e affidabilit che i nostri capelli bianchi (per chi ancora li ha) ci hanno fatto conquistare negli anni e allentate le briglie ci tuffiamo in questa ebbrezza di libert e goliardia. Gli impegni, il lavoro, le incombenze, le abitudini, i problemi quotidiani, le scadenze, le tasse, lavvocato, il dentista, il commercialista, le notizie dei TG, la politica (e a volte le mogli) ci hanno saturato oltre misura e ora che si prospettano alcuni giorni spensierati, siamo determinati a goderli fino allultimo. Pare che tutto questo si chiami vacanza, ma noi lo viviamo come un lavaggio del cervello e una purificazione dello spirito e per di pi andiamo anche a pescare! Per quanto riguarda il vettovagliamento, al quale con gli anni stiamo dando sempre pi importanza, siamo abbondantemente riforniti. Menicarlo ci ha consegnato un delizioso rag di coniglio per gli spaghetti (per quattro volte), abbiamo una succulenta pommarola (per due volte) oltre a vasetti di pesto fresco fatto con la vera ricetta genovese. Dal canto suo Gianluca ha sovvenzionato le colazioni con 72

la sua marmellata di arance. Abbiamo tutto: non mancano neppure il rosmarino e la salvia colti nellorto o la consueta profumata indispensabile piantina di basilico che a turno viene annaffiata con amore da ciascuno di noi. Al vino e ai grondini ci ho pensato io! Dopo il confine fra Slovenia e Croazia ci fermiamo in una vasta area di parcheggio per la cena e la notte. Pi che stanchi siamo storditi e sballottati dal viaggio. Sabato 17 Giugno 2006 Una Mi sveglio pi rintronato di ieri sera. Ezio, appena si steso sul letto ha acceso la segheria e per lintera nottata ha tagliato tutte le foreste dellAmmazzonia! I provvidenziali tappi di cera per le orecchie riuscivano ad abbattere i decibel solo del 50%. Dopo essere dovuto scendere da letto per (bello fuori e pulito dentro) verso le 5,30 sia Ezio che Piero hanno cominciato a grufolare prima di alzarsi tanto che il camper, per gli scossoni, sembrava uno shaker e io mi ero appena riaddormentato! Ma il tempo bello e il primo mattino ci rinfresca con la sua aria frizzante. La strada ottima, poco transitata e attraversa un bel paesaggio reso pi attraente dai boschi e dalle tipiche, numerose doline che sempre mi affascinano. Alla frontiera bosniaca ci fanno accostare e ci trattengono pi del dovuto, ma con la lingua non capiamo unH. Possibile che in un posto di frontiera non ci sia un militare che sappia una seconda lingua? Inglese no, francese nemmeno, italiano neppure a parlarne! 73

Dal fondo del camper arriva una battutaccia feroceAltrimenti non sarebbero militari! Ci pare di capire che vogliano saperne di pi sulla nostra destinazione e intenzioniin definitiva sei uomini soli sono quasi un plotonee poi pare che contestino il numero dei passeggeri rispetto alla capienza del camper (o alla sua omologazione). Robertino, forse per la sua statura minuta, o per i suoi occhi celesti che punzecchiano da dietro le lenti, o per il suo sorriso disarmante che lo fanno LUna dalla gostlina a Kulen Vakuf somigliare a un folletto, a gesti mostra al graduato i sei posti letto (uno per ciascuno) e le canne da pescae quello si convince che forse non siamo mercenari! Durante il percorso, mentre Piero e Robertino si danno il cambio alla guida, si iniziano a vedere case senza tetto, senza infissi, annerite dal fumo, invase dai rampicanti o con lintonaco crivellato di colpi e profanate con scritte per noi incomprensibili, ma di certo non c scritto ti amo o W la patonza. Sono state distrutte dal passaggio del conflitto e noi, che non abbiamo mai vissuto una guerra restiamo impressionati. Chiss perch la specie umana cos avida, egoista e stupida da permettersi e concepire ancora tali mostruosit. I telegiornali ci trasmettono notizie di massacri, fosse comuni, carri armati che sparano, missili che devastano, uranio impoverito, ma questi drammi paiono scivolarci addosso, magari mentre siamo impegnati con la nostra ambita cena; abbiamo avuto una giornata cos pesantenoi! Ma toccare con mano fa un altro effetto e visite guidate in questi cimiteri come in altri disseminati in Europa e nel mondo, dovrebbero essere obbligatori come prima lo era il servizio militare.

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Chiss, forse la coscienza di noi cittadini modello, professionisti stimati, politici, uomini e donne di successo, di chiesa, di finanza, intellettuali, o industriali, migliorerebbe? Arriviamo alfine a Kulen Vakuf e sono talmente indignato che, anagrammando il cartello lo leggoVaffankulen!! Quasi uno sfogo. Sono le 11 e un lungo ponte di ferro di un centinaio di metri attraversa lUna che vi scorre sotto con una corrente bassa, limpida e tranquilla. Nonostante il sole sia alto, quattro pescatori sono in azione sparpagliati nella piana. Tre di questi pescano sotto al muro della gostlina dalla quale stata calata il acqua una cassetta di birre per tenerle in fresco. Tutti e tre in una mano tengono la canna (da mosca) e nellaltra una di queste bottigliette dalle quali sorseggiano la fresca bevanda. Mai visto un simile stile e non ho notizia che ci siano scuole che insegnino questa tecnica: nonostante il costoso abbigliamento e ricercata attrezzatura mi pare che bollino pi loro dei pesci!

Dal ponte sullUna

Dal ponte, nella corrente vedo due trote, una piuttosto bella, ma mi guardo bene dallindicarla a quello dei tre che le pi vicino: non se la merita! Che tristezza. E povera etica, stile, rispetto dei pesci e del fiumemacinati dalla grettezza di gente distratta o senza regole.

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Aspettiamo a lungo il guardapesca e quando arriva ancora ci sforziamo di comunicare. Fisionomia tipicamente slava, mascella possente, capelli biondi tagliati a spazzola e soprattutto due occhi freddi e talmente azzurri che evocano lacciaio. Vorremmo sapere dei permessi, che pesci ci sono, di che taglia, e anche dove potremmo parcheggiare il camper. Capiamo che questa zona di fiume di 500 m. che vediamo dal lungo ponte il tratto no kill dove il permesso costa Alessandro 35. La cosa non ci attrae soprattutto per la limitatezza della riserva e proseguiamo sulla statale, verso monte. Martin Brod: quattro case, un ponte sullUnac, una chiesetta ortodossa e tanti ricordi di molti anni fa che cercano riscontro e conferma in quello che vedo. Non riconosco niente. In prossimit del ponte, allombra di un enorme abete in mezzo a un prato, un tavolo, e su una panca di legno staziona, in attesa dei clienti il guardapesca del posto. Non c un ufficio, non una gostlina, tutto pare improvvisato e provvisorio, ancora da organizzare, ricostruireper cui il guardia dalle sei del mattino aspetta l, allaperto fino a buio. Ancora cerchiamo di aggiornarci sulla situazione: permessi, zone, pesci, misure, postazione per il camper. La bottiglia di Chianti per le pubbliche relazioni viene ben spesa e il guardia gentilissimo ci fornisce le indicazioni che volevamo. Ma per capirci devo ricorrere anche ai disegni. Il permesso per lUna costa 10 (il prezzo troppo modesto mi insospettisce) e per il camper, un po a valle c uno spazio privato in riva al fiume. 76

Facciamo manovra e troviamo una stradina chiusa da una sbarra che scende a un prato e allacqua. L c una tenda canadese e unauto: piazziamo il camper a pochi metri dellUna! Oggi ci meritiamo gli spaghetti con il primo sugo di Menicarlo. LUna un bel fiume: largo, buona portata di acqua pulita, fondo regolare per pescarci dentro, rive infrascate per i mille rifugi di belle trote. Scendo in acqua con Carlo. Gli altri sono schizzati per ogni dove. Non ci sono bollate, ma schiudono diverse yellow sally, qualche sedge e sfarfallano alcune stone fly. Ma non bolla un cavolo! Lunica bollata quella di una fario di 15 cm. che Carlo non ha difficolt a ferrare. A lungo rimango fermo di fronte a un bellissimo sottoriva, in attesa delle bollate della sera, memore di quelle enormi che si materializzavano a buio tanti anni fa. Come allora, prima del tramonto arrivano alcuni pescatori che scandagliano il fiume con il buldo, ma a parte una trotella non vedo prendere niente. Ecco il tramontoil crepuscoloadesso il freddo per la lunga immobilit in acqua, mi morde le gambe, i piedi e mi intirizzisce, ma ho deciso di aspettare il coup de soir.Non ci si vede pi, ormai buioniente coup de soir: in questo fiume non ci sono pesci! Eppure bellissimo, ma chiss cosa ha subito! Mi immagino la guerra, la fame, le bombe per stordire i pesci e mettere cos qualcosa in tavola. I pescatori di prima parrebbero confermarlo. E che diritto avrei io adesso di lamentarmi, se in questo fiume, dove ho pagato 10 non ci sono le trote? No, non mi posso incazzare, posso solo prenderne atto, cercare di capire, giustificare e -se possibile- ammirare lambiente circostante rammaricandomi per questo spreco.

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Domenica 18 Giugno 2006 Unac Nessuno a preso qualcosa e siamo tutti concordi che sullUna non c pesce per cui ci sposteremo sullUnac, un affluente di destra, dopo aver avvisato i nostri vicini di tenda che stasera torneremo tardi e non chiudano la sbarra di accesso al campo. In venti minuti siamo a Martin Brod e di nuovo troviamo il guardapesca seduto allombra del solito abete. Questa volta il permesso per lUnac costa 32 e questo gi la dice lunga in merito alla gestione dei due fiumi. Ci dividiamo: Ezio, Piero e Ale pescheranno a valle del ponte, io, Robertino e Carlo verso monte, in direzione della gola che per un breve tratto percorremmo tanti anni fa. Lungo il sentiero che costeggia un imponente allevamento di trote (che allora non cera) mi imbatto in una pigra vipera: il terreno carsico e sassoso il suo habitat ideale e per questo badavo bene a dove appoggiavo le mani e mettevo i piedi. Lenta, quasi infastidita scivola in un anfratto lasciandomi quel brivido sulla schiena che non paura. Il guardia ci ha consigliato di risalire il sentiero per un chilometro prima di iniziare a pescare e percorriamo il sottile nastro di terra battuta e ciottoli che corre alto sul fiume, a mezza costa, ombreggiato da alberi dallalto fusto diritto. In basso lUnac limpidissimo, come nei miei ricordi, scorre in profonde e lunghe buche o vorticose correnti, ma questa volta di pesci sul fondo non se ne vedono. Ma che portata e che ricchezza dacqua! Il sentiero, sempre impervio, sale e scende e incartati come siamo negli waders sudiamo abbondantemente anche se per fortuna siamo quasi sempre in ombra. Sullaltro costone di roccia individuo la galleria che percorremmo tanti anni fa e mi dico che dovevamo essere davvero giovani e incoscienti.

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Quando pensiamo di aver camminato abbastanza iniziamo a pescare: io mi fermo in una lunga e promettente buca, mentre Carlo affronta quella a valle e Robertino prosegue ancora per un po. Sono nella gola e non ho molto spazio per lanciare. Per raggiungere quelle tre trotelle che stanno ninfeggiano a fine della spianata devo ricorrere al roll, ma mi manca quel tantopare che le trote lo sappiano! Cinque o sei volte la ninfa arriva a destinazione, ma quelle si spostano e bollano pi lontano! Carlo che ora risale il viottolo proprio sopra di me, mi segnala che ho una vipera attorcigliata a un ramo esattamente sulla mia verticale. Non una vipera, ma comunque fa un certo effetto edi nuovo quel lungo brivido. Ripercorriamo il sentiero a discendere, fermandoci a pescare dove possibile, ma dei grossi temoli di un tempo, sul fondo non c pi traccia: un paio di trotelle fuori tiro e niente pi. Il fiume comunque stupendo, ma la sua conformazione lo rende pi adatto al cucchiaio che alla mosca. Le lunghe buche profonde e irraggiungibili, le impetuose correnti, la mancanza di bollate e di pesci in vista, pur facendomi apprezzare questo bellissimo posto, mi fanno crescere la convinzione che stiamo solo perdendo tempo.
Quellorrido di Robertino Quellorridodi Robertino

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E lora del pranzo, fa molto caldo e per ripararci dal sole rovente infiliamo il tavolino sotto lombra di due abeti dai rami troppo bassi, intricati e pungenti aspettando poi, asserragliati l sotto, lora per tornare sul fiume. Questa volta scendo subito sotto al ponte e presto resto solo: Piero e Robertino pescando, proseguono veloci verso valle. Lancio in una bella corrente che taglia il fiume trasversalmente e lacqua, che a riva appena mossa, cresce di velocit al centro del fiume. Con una sedge prendo qualche trotella sui 20/25 cm. poi la cambio con una 700 e le abboccate diventano pi frequenti, con una media insolita di circa una cattura ogni tre lanci. La pesca diventa allora divertente, ed avvincente constatare come queste fario si gettino sulla mosca senza tanti complimenti. Poi a lungo andare diventa una pesca scontata e senza meriti. Sono trote fra i 25 e 30 cm. e ce ne sono una quantit insolita -non come nella gola pi a monte- e mi viene da pensare allallevamento poco distante

Quando le trote iniziano ad essere troppo disturbate abbandono quella corrente e scendendo a valle trovo Piero e Robertino impegnati a loro volta nelle catture. Questultimo, pur avendo dei problemi con uno scarpone che gli preme sulla nocca del piede tanto da farlo zoppicare, non demorde. E sempre il solito assatanato! La riva sulla quale mi trovo alta e non ci sono accessi al fiume: sotto di me, sulla sponda opposta Carlo, Ezio e Alessandro sono arrapati su un lungo fine buca, ma non posso raggiungerli.

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Arrivo alla confluenza dellUnac nellUna, ma ancora non c modo di avvicinarsi allacqua per cui risalgo ancora lUna e pi avanti incontro le prime suggestive cascate. Attraverso una riva accidentata giungo alla prima, ma mi rendo subito conto di quanto siano affascinanti e pericolose. Le correnti hanno scavato il fondo calcareo in una sequenza di profonde vasche contenute da esili muretti di roccia dai quali lacqua tracima formando la cascata, ma sui quali pericolosissimo avventurarsi per quanto sono sottili e probabilmente fragili.

Torno alla corrente di prima, ma inspiegabilmente il livello del fiume si alzato sensibilmente e il mio posto magico adesso, per la corrente tumultuosa, impescabile. Che stiano vuotando qualche vasca del vivaio? Sono stanco e smonto la canna prima del solito; sono le 20,30 e vado a visitare linterno della piccola chiesa ortodossa. Il silenzio ! Decine di occhi severi delle numerose icone mi trafiggono. Sono passate le 21 e dal ponte, dismessi gli abiti da pesca, osservo gli amici lanciare: sempre piacevole guardare quelle code sicure, armoniose, che vanno, vengono, si posano, frugano, scattanoPiero perde un ranzano mentre Robertino a monte, nonostante il dolore al piede, insiste ancora e perde a sua volta un bel pesce con il consuetoporca maiala! 81

Il guardia rester con me sul ponte, a sorvegliare, finch Robertino, per ultimo, non smonta tutto e si avvia al camper. Ci siamo tutti divertiti, a conferma che quando i pesci ci sonoe che sullUna non ci sono. Arriviamo al nostro campeggio che buio inoltrato e troviamo uno dei nostri vicini che nella stessa posizione di stamani: seduto nella poltroncina, gomito sul bracciolo, mano vicina alla bocca, sigaretta fra due ditae se la poppa! Ma quante ne avr fumate? Diverse bottiglie di birra giacciono vuote ai suoi piedi Quella immobilit preoccupante. Vado a dormire con nelle orecchie i tappi anti Ezio. Luned 19 Giugno 2006 Ribnik Il guardia ci ha detto che anche il Ribnik ottimo per cui stamani, di buonora ci siamo messi in viaggio verso quella meta. Da Martin Brod una strada, che nella carta risulta sterrata e che invece asfaltata (meglio!) sale su un altipiano in direzione Drvar. Ci fermiamo in un punto panoramico da dove si pu ammirare il profondo solco scavato fra le montagne dallUnac. E pensare che anni fa credevamo di poterlo risalire pescando! La strada prosegue e arriviamo ad un passo dove doveva esserci un piccolo centro di villeggiatura. Adesso non restano che case abbandonate e distrutte dal conflitto, desolazione e silenzio. A me il silenzio piace, ma questo pare che urli! Ci fermiamo, muti,

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sgomenti, guardandoci in giro, storditi da tanto squallore e devastazione. Vistosi cartelli segnalano la presenza di mine. La strada inizia a scendere e imbocchiamo la direzione per Bosanski Petrovac dove ci permettiamo una sosta e un caff che paghiamo in euro (tutti li accettano).
Exio

Arrivando a Gorny Ribnik incontriamo il guardapesca, anzi, lui che ci individua come turisti pescatori e ci invita a seguire la sua auto guidandoci fino a un ponte che attraversa il fiume. Largo mediamente 20-30 metri il Ribnik una sorta di chalk stream e percorribile tutto stando in acqua: perfetto per la mosca. Fermiamo il camper nel piazzale di una rustica, raffazzonata pensioncina proprio sul fiume e se non fosse per la sua bellezza, il posto sarebbe un po squallido. La pensione una casa non ancora ultimata e ha due sole camere. Dallesterno, attraverso la finestra, vedo che dal centro del soffitto pende il filo elettrico con la sola lampadina, mentre il sottotetto delledificio chiuso con assi. Il piazzale prospiciente al fiume stato spianato di recente e due tavoloni di legno con relative panche sotto una tettoia godono dellombra prodotta da pezzi di iuta. E evidente che c povert e si sta cercando di tornare alla normalit, tentando di ricostruire uneconomia possibile. Il permesso di pesca costa 25 al giorno, con la promozione di 50 per tre giornic bisogno di turisti. La sistemazione non ottimale: ci stato consentito di piazzare il camper in uno stretto terrapieno e anche se siamo prossimi allacqua, a un paio di metri un gorello a cielo aperto porta direttamente al fiume i liquami di uno stalletto di maiali l vicino e a seconda di come gira il vento 83

In mezzo al fiume, a valle del ponte, ci sono due pescatori in azione e dallaccento sono fiorentini! Scopriremo pi tardi che sono in quattro, uno si chiama Lumini ed lontano parente di Piero, un altro Francesco, che conoscer meglio fra alcuni mesi in occasione del mio viaggio in Patagonia e con il quale diventeremo amici. Siccome stanno catturando, nel camper leccitazione sale, sale, insieme al caldo del primo pomeriggio. Macchie bianche e filiformi sul fondo del fiume, prossime a riva attirano lattenzione: scopriamo che sono pezzi di carta igienica che arrivano direttamente da un tubo che sfocia in acqua 5-6 metri a monte: lo scarico della pensione! La cosa piuttosto squallida e deprimente! Come al solito quasi tutti schizzano a pescare, ma con Ale resisto fin verso le cinque per combattere la calura.

Quando entro in acqua labbraccio fresco mi procura quella sensazione di benessere e refrigerio che ambivo. Le correnti scorrono fra due basse rive ombrose e discendo il fiume lanciando in prossimit delle sponde, mentre grossi temoli si allontanano dal mio avanzare in acqua: bellissimo. Inizio con la 837 che poi cambio per una 838 nel tentativo di testare il men di questi pesci. Poi una formica e una red tag in cul de canard per stimolare qualche temolo. 84

Prendo solo un paio di trotelle, ma una bella bestia mi strappa il finale del 14. (Nessun pescatore ammetter mai di aver ferrato troppo forte!) Le poche bollate in giro non si ripetono sulla mosca e sembrano di pesci piccoli mentre sfarfallano yellow sally, qualche sedge, ecdyonuri e piccole effimere chiareIl solito men ! Robertino che sta pescando a valle, dietro lansa del fiume, ci chiama allarmato. Accorriamo in diversi pensando a un qualche problema e in effetti in difficolt, ma attaccato a un grosso pesce che tira mentre nella buca affiorano diverse bollateblop!. Ci ritroviamo in sei a pescare in 40 metri di fiume! Sul sottoriva opposto, intricato di ramaglie, ogni tanto qualche vortice sordo evoca grosse trote o gibbuti temoli, che tuttavia restano indifferenti alle nostre mosche. Dalla corrente centrale del fiume sbucano grosse perle, sfarfallano, cadonoe non passano indenni: sempre c un ribollire dacqua nel quale spariscono. Roberto aggancia un secondo pesce, Ale dalla sua amata 7 sfodera i suoi lunghi lanci, Piero mette il finale del 10, Ezio, impaziente scende il fiume lanciando qua e l. Ciascuno vive il fiume secondo la propria natura e personalit. Dalla riva opposta, di fronte a noi, una anziana coppia di contadini, seminascosti dalla vegetazione zappano il granturco. Il rumore sordo e ritmico dellattrezzo, da tempo scandisce il pomeriggio e dura fino al tramonto. Quanta fatica per allevare quei pochi steli mentre io, ai loro occhi, sono a fare il bischerello in mezzo al fiume! Mi sento impotente e fuori luogo. Una grossa e irruenta bollata sconvolge pensieri e sottoriva. Velocemente ci lancio una grossa sedge sperando di spacciarla per una stone fly. Bollatamacrostigma di 40! Mentre la sera incalza le bollate aumentano: sono quei momenti che vorresti non finissero mai. Una yellow sally lanciata su una bollata sotto alle fronde mi regala ancora una grossa fario. Quando perdo la mosca sono troppo infreddolito e smetto di pescare facendo ritorno al camper, ma a detta degli amici perder il momento topico del coup de soir. Per contraccambiare lospitalit, tutti a cena alla pensione e in sei spendiamo 48 . Eppure sono grandicello, ma ancora non mi ben chiaro il vero motivo del perch qui la mia cena costa 8 e a Firenze almeno 30!...

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Marted 20 Giugno 2006 Ribnik Ho voglia di scoprire questo fiume e lo risalgo, da sopra al ponte per 5-600 m. E bellissimo e non riesco ad andare oltre! Unautostrada di acque chiare, con profondit pressoch costante guadabile e percorribile in acqua da dove si possono pescare entrambi i sottoriva. Il fondo tappezzato da macchie verdi, alghe fluttuanti e spazi chiari di sabbie sottili. Dalle rive si protendono allacqua rami, frasche e cespugli mentre gli alberi pi alti proiettano ombre rinfrescanti. Non ha niente da invidiare allUnec. Scendo in acqua, la canna la preferita, la coda seminuova, il finale rivisto da poco, la moscachiss e inizio a pescare sotto un sole sgargiante, ma come spesso succede il fiume scorre indifferente.

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Timide, affiorano alcune piccole bollate: per testarle cambio diverse mosche: 837, piccola formica nera, 422 (la sedge di Devaux), B4 su amo 16: su questa ho un paio di rifiuti. Improvvisa una grossa bollata fragorosa mi coglie impreparato e sulla ferrata troppo reattiva strappo il finale del 12. Dopo anni di esperienza mi faccio ancora sorprendere: ben mi sta, vuol dire che avevo allentato la guardia e con la testa ero chiss dove, gli occhi alla bellezza del posto, il corpo immerso nel refrigerio del fiume, la mente persa in pensieriMa che importa, non stavo forse godendo anche di tutto questo? Metto una EV1 e comincio a collezionare bollate: e ci voleva tanto! Ferro una grossipuntirossi di 40 cm. ed lemozione dei momenti nei quali vivi la ferrata, la lotta, il timore per lamo senza ardiglione, la sorpresa dei suoi primi riflessi nellacqua chiara, la tensione a rischio del finale mentre la guidi nel guadinoe ladrenalina che si scarica quando la rete ne sciaguatta. Poi, riaffidata al fiume, sei subito pronto per unaltra emozionee questa di 46 cm! Prima di poterla guadinare mi ha impegnato a lungo: ci siamo salutati nellombra di una grossa quercia, vicino alle sue radici, io con lacqua allinguine, lei ancora immersa e irretita dal guadino: giusto il tempo per stenderle il metro sul fianco, ammirare i suoi colori e le sue pinne dorate. Tutto questo in soli 20 metri. Ci confermerebbe una mia teoria di pesca sul fiume (nel torrentino le cose cambiano). Prima vagavo gi e su lungo le rive, un lancio qua, uno l e prendevo dei pesci: adesso procedo molto lentamente, con circospezione e continuo a prendere dei pesci. Forse il mio occhio si affinato, il fiuto per le postazioni delle trote accresciuto dallesperienza, ma sta di fatto che stando fermi, lasciando riposare lacqua, le trote allarmate tornano in attivit. Nel frattempo posso sondare laltra sponda con il risultato che sfrutto al meglio quei 50/100 metri di fiume senza affaticarmi troppo, il che non guasta.

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La siesta di Alessandro..

Subito dopo pranzo c chi si dedica alla costruzione di yellow sally e chi cerca di difendersi dal caldo o recuperare il poco sonno della notte. Vero Ezio!? Fra le mosche che sembrano andare per la maggiore, oltre alla yellow sally, Alessandro, che un perfezionista teorico, si sta costruendo alcune red spinner spent che user nellultima ora del giorno (a tanto si riduce la sua pesca) mentre Ezio continua a proporre le sue emergentine che vanno molto bene anche per i temoli. Torno a pescare a valle discendendo il Ribnik, sempre sondando i sottoriva ombrosi in questo fresco tunnel alberato. La corrente, liscia e tesa interrotta qua e l da turbolenze generate dalle irregolarit del fondo. LEV1 mi procura tre fario: 37, 38, 41 cm. Verso il tramonto, alla buca di Robertino per effetto della forte escursione termica, dallacqua si leva una fitta e irreale nebbiolina azzurrognola che levita sul fiume, toglie visibilit e pare raffreddare schiuse e bollate e noi. Stasera ho aspettato il buio raccapezzando una bella trota e un bellissimo temolo con la yellow sally. A cena, nella solita trattoria, ottima palacinka alle noci!

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Mercoled 21 Giugno 2006 Ribnik E il solstizio destate e anche il coup de soir dovrebbe essere il pi lungo dellanno; la giornata un po la copia di ieri, il tempo bello, splende un sole decisamente estivo e fa caldo. Ripercorrendo a discendere lo stesso tratto di fiume, immerso in acqua, trovo refrigerio dalla calura che pare abbia fatto rintanare le trote. Ciononostante riesco a sorprendere due fario: 34 e 36 cm. e due temoli di 40 e 43 che mi riportano a belle esperienze vissute in Sava e Soca con Vittorio. Stando un po fermi in acqua, i temoli si avvicinano fin quasi ai piedi e posso osservarli, padroni della corrente, pinneggiare a un metro da me. Guardarli uno spettacolo di armonia. Dopo pranzo, dopo aver cazzeggiato per aspettare le 17, mi dirigo lemme, lemme oltre il ponte costeggiando la riva e fermandomi in un punto eccellente, ma le bollate di temoli e trote si fanno desiderare: pur essendo le condizioni del fiume apparentemente uguali, ogni giorno diverso dal precedente. Aggancio una bellissima fario che registra 46 cm. Ha una pigmentazione superba, ma non ha pinne pettorali e la caudale consunta dalla lunga permanenza nelle vasche di cemento.

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I temoli continuano a fare i difficili e solo Ezio con la sua moschina che non mi ha ancora dato!- pare spuntarla. Verso le 19 si ripete il fenomeno della nebbia e a tratti perdo Alessandro che pesca a una trentina di metri da me e spesso anche la mosca in acqua! Serata poco redditizia. Gioved 22 Giugno 2006 Sanica Prima di partire per il Sanica, che vogliamo sperimentare, c una discussione animata quanto inutile fra me, Piero e Alessandro. Con buona intenzione Piero suggerisce di lasciare 20 al giovane proprietario della pensione per lospitalit e il disturbo che abbiamo arrecato con il nostro invadente camper. Mi stata affidata la gestione della cassa comune e commentando la proposta pongo due interrogativi. Dato che queste popolazioni hanno un alto concetto dellospitalit, non sar offensivo lasciare una mancia? E inoltre, dato il basso costo della vita non risulteranno troppi e dunque umilianti? Per noi 20 sono poca cosa, ma qui Piero si innervosisce e quando Ale aggiunge E vero, cos li colonizziamo d in insolite escandescenze. Non mi chiaro se ha trovato lespressione troppo forte o se si sentito un po contraddetto. La cosa si risolve da sola; il giovane nel salutarci non vuole niente, poi dietro le insistenze di Piero, chiede 10 . Piero comunque ne lascer 20! (per la serieo cos o pom) Superato Kljuic, dopo aver fatto rifornimento di marmellata per le abbondanti colazioni e superalcolici per le digestioni seguiamo una strada tortuosa e le tensioni sono gi sparite. Una delle cose forse pi apprezzabili dellamicizia, come nellamore, che ci possiamo criticare o

quando saranno vecchi davvero

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contestare, bisticciare, scannarci, ma poi quelle prendono il sopravvento, tutto passa rapidamente e torna larmonia. A Sanica, un paese piuttosto triste e desolato, giriamo un po prima di trovare il bar dove rilasciano i permessi: il nostro camper, nella strada semideserta, non passa inosservato. Siamo in pieno clima mussulmano e nonostante lora -10,30- quattro o cinque avventori, rigorosamente uomini- gi bighelloneggiano a un tavolo del locale. Una prosperosa ostessa ostenta la sua carnagione lattea, una chioma corvina e il suo traboccante, generoso decolt compresso in una maglietta dalla scollatura abbondante. Tutti i nostri sguardici fanno un giro Nellattesa ci permettiamo un ghiandino mentre un avventore con il cellulare, per noi, chiama il guardapesca e un altro approfitta per mostrarci le sue mosche artigianali: i pescatori sono uguali in tutto il mondo! Ricorriamo ancora al linguaggio dei gesti e capiamo che per pescare nel Sanica, al momento ha solo quattro permessi e costano 23 . Li paghiamo tutti e sei; due ce li porter pi tardi da Kljuic, ma possiamo pescare fin da adesso. Lungo una strada sterrata balzellona il camper procede piano fra campi di fieno seguendo la macchina del guardapesca che ci sta accompagnando al fiume. Il posto ideale! Alberi che fanno ombra, acqua a pochi passi e solitudine: abbiamo campo libero.

Per sottolineare la buona qualit dellacqua, la nostra guida, con gesto plateale, beve direttamente dal fiume, ma le case del paese che vi si affacciano a circa mezzo chilometro a monte e memori degli scarichi sul Ribnik, la dimostrazione non ci convince. Robertino e Ezio, scalpitando sono andati subito a pescare e catturano qualche temoletto.

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Carlo, poco decorosamente e senza dignit, per il caldo seminudo e da un paio dore ostenta un costumino da bagno e lattee cicce pescando in mezzo al fiume. Mi dedico alla preparazione delle patate fritte e dopo pranzo mi piazzo per un po sotto lombra di due ontani, disteso nellamaca, in una impossibile siesta tormentato da una mosca (vera!). Sono quasi le 16 e al camper siamo rimasti in pochi, ma non mi va di pescare, fa ancora molto caldo e solo il pensiero di dovermi calare negli waders mi sgomenta. Per di pi da sud sta avanzando una nuvolaglia cupa accompagnata dal rantolo lontano del tuono, ma so che non piover: solo calura! Verso le 17,30, sforzandomi, vincendo lafa e la relativa fiacca .-dopo tutto sono qui per pescare- mi vesto e seguo il sentiero lungo il fiume. Il fondo ricorda il Ribnik, ma non vedo bollate, n insetti, esclusa una grossa stone fly che si invola sfarfallando alta. Cercando un posto per iniziare a pescare incontro in sequenza tre fonde buche dalla riva erosa e nella terza, anzich trote e temoli, sciaguattano e urlano, come tutti i ragazzi del mondo, diversi marmocchi eccitati dallacqua. Passo oltre e davanti a una lunga correntina lancio la mia formica. Quasi subito strappo sulla ferrata un pesce sui 25/30 cm. (non sono in palla!) e dopo aver cambiato mosca si slamano due pesciolotti.

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Ancora non ci sono bollate e le due che vedo sono di portachiavi. Non vale la pena continuare a martellare il fiume e stancarmi inutilmente per cui mi siedo sulla riva in attesa con le gambe nellacqua fresca. Invece arriva Ezio e con la sua moschina ferra due temoletti. Si alza la solita nebbiolina con conseguente sbalzo termico e mi passa definitivamente la voglia di pescare. Do la colpa alla mancanza di attivit sul fiume, ma probabilmente la mia incostanza o lappagamento di questi giorni, o la stanchezza o forse let che avanza e toglie energie e interesse per molte cose. Smetto di pescare e torno al camper dove sono il solo. Da poco sono passate le 20 e il sole al tramonto, in controluce tinge di arancio i campi di fieno lora che volge al desio e a naviganti intenerisce il cuore ma le zanzare hanno iniziato la loro caccia ed io a grattarmi il collo dei piedi! Dei due permessi mancanti, quelli pagati in anticipo, non abbiamo pi notizia: probabilmente sono andati in cavalleria! Tornano Robertino e Piero che naturalmente, anche se con piccoli temoli si sono divertiti un mare! Minestrone in scatola, pomodori e Simmenthal, la nostra cena sul tavolo allaperto al lume della lampada a gas e delle stelle. Ora c una gradevole aria fresca che rigenera e le zanzare, miracolo, sono sparite: si sta a veglia un po pi del solito, due dita di grappa, parlando di mosche e di pesci, di ricordi, di Vittorio, di Albertoma ti rammenti di quandoAltre due dita di grappa Ogni tanto lancio unocchiata in su, verso un cielo incredibilmente stellato, cercando. Venerd 23 Giugno 2006 Ribnik Mi manca un po di sonno. Nella notte la mole di Ezio scesa dalla mansarda e al buio, inciampando nella scaletta, dandomi una ginocchiata su un braccio, una pedata alle ciabatte, insomma facendo un gran casino, in silenzio andato a fare pip sbattendo la porta. Ormai sveglio mi sono alzato a mia volta per la stessa incombenza, sotto un cielo nero senza stelle. Poi alle 5,30 si nuovamente svegliato ripetendo pi o meno la solita performance. Proprio al contrario di Ale che si muove come un gatto. I temoli troppo piccoli del Sanica ci inducono a cambiare fiume e tornare nel Ribnk. 93

Durante il tragitto Piero, alla guida del camper esclama: Guardate unaquila! Curiosi, subito aguzziamo lo sguardo nella direzione indicata e vediamo un monoelica che plana nella nostra direzione. Sicuramente ha una bella apertura alare e Piero, rispetto al corvo di 30 Kg di qualche anno fa ha fatto passi da gigante! Gli sghignazzi e le risate lo mortificano un po. Ma ormai lo sappiamo, anche se ora si sbagliato, Piero un entusiasta e per lui gli aggettivi sono sempre al superlativo, le sue affermazioni devono stupire per cui....i pesci bollavano da fare schifo e sono sempre dei ranzani o portachiavi. Se ne perde uno spesso era una nave; lacqua non freddina, ma marmata; non cera una schiusa, ma milioni di insetti e quando ha trovato la mosca giusta sempre ne prende uno dietro laltro, lancio, lancio! Ma si sa, siccome ha degli amici carogne, anche se gli vogliono bene, e guai a chi ce lo tocca, non glie ne fanno passare una! Verso le 8,30 abbiamo gi sistemato il camper in prossimit della pensione Aqua e ci sorseggiamo un ghiandino: abbiamo davanti lintera giornata! Torno nel tratto di fiume sopra al ponte e ancora pesco in solitudine. Brilla un sole deciso e qua e l sulla superficie piatta del fiume si allargano silenziosi gli anelli delle bollate. Stamani mi sento a mio agio, fiducioso e pimpante e pesco con piacere e convinzione. Probabilmente merito del fiume e delle condizioni ottimali. Ferro un bel pesce e il nylon si strappa poco sopra la mosca.

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So di non aver esagerato nella ferrata e probabilmente il nylon 10 che mi ha dato Carlo vecchio per cui salgo subito al 12. Lego una moschina chiara e prendo due trotelle sui 20 cm. poi con la 837 una bella fario di 44. Cambio ancora per la EV1 e tiro fuori, sempre dopo una lunga lotta, ancora una fario sui 40, dopo di che il fiume si addormenta, forse per il sole che adesso, gi molto alto in cielo, ha accorciato le ombre. Mentre stiamo finendo di pranzare attorno al tavolino da campo, con sopra piatti sporchi, tegami, bicchieri di plastica ecc. arriva la troupe di una TV locale e intervista Robertino. Chiedono da dove veniamo, le impressioni sul fiume e lui non si fa sfuggire loccasione per segnalare quanto siano disdicevoli per un fiume cos bello la carta igienica sul fondo e gli scarichi delle case che finiscono direttamente in acqua senza fosse biologiche. Loperatore forse si vendica con una panoramica sulla nostra tavola che non molto in ordine, anzi, c un gran casino, non rendendo cos giustizia allimmagine del pescatore a mosca compassato e inappuntabile. Dopo quattro giorni che lo tormento con battute, allusioni ecc. dopo pranzo Ezio, anzich fare la sua pennichella si mette al morsetto a costruire le sue moschine e me ne regala tre! Con un sorriso malizioso e compliceTieni! Cos non rompi pi i coglioni! Che amici che ho! Torno a pescare nel tratto di stamani, il cielo nuvoloso e fa meno caldo. E i pesci bollano! Con la 837 e EV1 prendo 5 trote sui 25-30 cm. e due pezzi da 40. Di temoli, nonostante la moschina di Ezio, nemmeno lombra. Pian piano inizia una pioggerella fina mentre in cielo, vanno addensandosi corpi nuvolosi che urtandosi mandano il tuono. Appena il tempo di chiudere la cerniera dellimpermeabile che arriva lo scroscio. Sono sempre solo e la pioggia batte sullacqua mentre alcune saette schiantandosi affettano il cielo; sono vicine e il tuono segue immediato e possente facendo vibrare laria. I pesci hanno smesso di bollare, ma io continuo a cercarli: sono le 19 e il freddo adesso mi insopportabile. 95

Il grosso temolo che bollava a intervalli regolaribeh! Per questa volta lo risparmio!... La camminata fino al camper mi ha riscaldato e nel frattempo spiovuto per cui proseguo ancora lungo il sentiero e trovo gli amici alla solita buca che pescano gomito a gomito, allineati e coperti, cercando di fregare i grossi temoli che ogni tanto salgono a galla. Un paio di porca maiala di Robertino e niente pi. Ricomincia la pioggerella. Niente coup de soir. Fra un po ci attende la trattoria con grigliata e palacinke!

Sabato 24 Giugno 2006 Ribnik Oggi la festa di San Giovanni, patrono di Firenze, e un po mi dispiace non esserci. Per le strade del centro sfiler il corteo storico con i tamburi che mentre passano fanno rimbombare lo stomaco e il cuore di emozione, le chiarine, le lunghe trombe che rammentano la fierezza di questo popolo, il gonfalone, orgoglio e simbolo di Fiorenza con il suo giglio vermiglio in campo bianco e la medaglia doro al valor militare a seguito della liberazione partigiana della citt. E armature, costumi depoca, cavalli, sbandieratori, archibugi, alabarde e la colubrina, il cannoncino trainato su due ruote che sparando a salve segner il punto realizzato da una delle due squadre contendenti. E la manza agghindata a festa, la bianca vitella di razza chinina -il palio dei contendenti (da anni sempre la stessa) che incede con passo ondeggiante, incurante del vocio e dei flash della folla. E il Calcio Storico Fiorentino, giocato a coppie dalle squadre dei quattro rioni di Firenze, antenato del football e del rugby, dove non si lesinano placcaggi, spintoni, mischie e scazzottate. Ma la tradizione vuole anche che oggi sia il giorno - lunico dellanno consentito - per preparare il Nocino, un liquore popolare a base di noci, ma io sono in viaggio: meno male che ne ho in serbo alcune bottiglie! 96

Ricetta de lo meo nocino


Lo giugno 24, per genti pie la festa di quel Giovanni Santo lo Battista, quando rugiada o guazza ancor sappresta e laere tutta, in quelle ne pur fresca, cogli, con verde mallo, alcune noci che tutte insieme sien du volte dieci! Allor con fida lama e in accortezza da intere se ne faccian quattro mezza. Con litro dalcool in vitrea botticella, foglia dalloro in sminuzzate pezza, un mozzicon di fragile cannella, la scorza gialla de limone, mezza, garofan cinque profumate gemme, tutto l porrai per macerare lemme. La mano tinta ancor non ti sia fiacca: la franca fiasca dunque or si sigilla financo con vermiglia ceralacca e poi ch l sole in ciel, alto sen brilla quaranta d almen vedr i suoi raggi lo vetro cupo, e te, ne su paraggi, rimuover lo miscuglio a rimembranza, o per diletto, o per di tua costanza.

Che la fatica tua non giunga indarno, apprestati a nettar lo bianco marmo, et vasi, et lame e il tutto netto appaia, per evitar che lamor tuo tabbaia. Le rimanenze buie de la catarsi, lorde gettar lontane andrai celando acch la scrofa sgravida sgrufando, trovandole, non habbia a inebriarsi. Qualor prole e parenti sien s vasto giro, a piacer loro aumenterai lo ziro, nel qual convenga moltiplicar le dosa, allor riempiendo molte ampolle a iosa: poi le acquieta tutte a fianco della botte in grotta fresca e buia, come se notte. Pria che Selene in ciel abbia a mostrarsi con piena faccia quattro fiate almeno, sol se pacenzia non ti dia rimorsi, non toccherai del mallo i succhi scuri, acci che essi, in s amoroso seno qual uva ebbra e pregna sien maturi.

Quando tempore suo verr anche nostro, un fitto panno filtrer linchiostro, una o due fiate alla bisogna almeno, indi a novello vaso aggiungi con prudenza, Allor che voler tuo ti pressi assai con lento moto, ma con ferma mano, desiato sciroppo gi freddato in precedenza, del curiosar lo nettare celato, di litro un terzo de chiara fonte lacqua tempo e piacer ti sian concessi, e parimenti di bianco zucchero ruffiano. ond i vorrei che bene ne attingessi, Solo dallor le sozze dita lava e sciacqua. s come bimbo alle agognate pocce, in piccolo vasel sol poche gocce. Allerta stai che il vetro non sia al colmo, e nel goder, ne canterai le laudi al Sommo.
Messer R. Daveri da San Vito - MMIX

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E appena giorno e il camper comincia a dondolare, ad agitasi, ma ancora sono senza energie, impastato e con gli occhi pesi. Tento di resistere e riacciuffare il sonno, ma ornai irrimediabilmente perduto. Oggi lultimo giorno di pesca e gi alle 8, dopo colazione, tutti ci sparpagliamo lungo il fiume, in cerca del colpaccio sotto un sole sfolgorante lavato dal temporale di ieri. Mi dirigo a valle del camper, pescando a discendere e lanciando le mie mosche galleggianti nei sottoriva. In giro non c una bollata. Improvvisa, in corrente una si rompe sulla mosca e ferro una trota sui 25 cm. poi insisto a lungo su quella che probabilmente di un temolo. Sono solo e posso disporre del fiume a mio piacimento: se c una bollata pi lontana o fuori tiro, non importa precipitarsi; ci prover quando sar il suo momento. E in questa calma e rilassatezza che penso si concentri lessenza del piacere della pesca. Ancora una fario di 26, poi una lunga pausa di fermo totale. Arriva Piero ed entra in acqua a una settantina di metri a valle, aspettando anche lui le bollate. Sostituisco linefficace spazzolino di Ezio con una B4 su amo 16 e quasi subito scatto su una buona bollata, ma la coda mi sfugge di mano e la trota persa! Sono in mezzo alla corrente, con lacqua allinguine e lo discendo piano, evitando di sciaguattare e smuovere il fondo; intorno pinneggiano grossi temoli, ma quando lancio la moscaVedo che la vedono perch hanno un piccolo scarto, un moto di curiosit, ma snobbandola, la lasciano passare. Questi sanno il fatto loro!

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Lancio dopo lancio continuo a esplorare il fiume. Piero prende una bella trota e da lontano me la annuncia (come se non lo avessi visto!): 43! Il finale del 10 si strappa per un nonnulla e si arriccia obbligandomi pi volte a fastidiose pause per rimetterlo in sesto. Alle 11,30 concludo che questo mortorio non valga il freddo alle gambe e ai piedi e torno al camper a recuperare energie. Sono le 17 e stranamente, nonostante sia lultimo giorno, siamo ancora tutti sotto lombra del salice a bischerare e non si pesca! E lora di darsi una mossa! Scendo di nuovo a valle in prossimit della buca e mi fermo dove questa inizia: l grossi cespugli si protendono in acqua creando ombre e ripari che mi fanno sperare in grosse fario. Il tempo scorre, ma salvo qualche rara bollata di temoli schifiltosi il Ribnik non mi regala niente. Poco dopo arrivano tutti, -si avvicina il coup de soir- e si piazzano in acqua pochi metri uno dallaltro. Ai miei amici piace pescare anche cos, ma io preferisco lo spazio e talora il silenzio per cui mi sposto abbondantemente a valle per evitare lappiccichio ed avere il mio tratto di fiume vergine. Robertino, fermo al solito posto da oltre unora, urla la sua cattura. Finalmente ha bucato Giovannino, un grosso temolo che bollava regolarmente e che gli aveva rifiutato tutta la scatola delle mosche. Non sta nella pelle! Sul fiume si affaccia un giovane che entra in acqua fra me e Alessandro. Lo spazio che mi ero conquistato va cos a farsi benedire. Pescando scende verso di mevoglio vedere cosa fa a 6/7 metri e arriva a lanciare sulla mia bollata! E troppo!Mi incazzo e ostentatamente lancio la mia coda sopra la sua e ritirandola volutamente la aggancio. Esterno una eccessiva meraviglia e ipocrite scuse. Capisce lantifona e se ne va.

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Cala la sera e dopo gli ecdyonuri che i temoli hanno disdegnato, compaiono le prime sedge; mi adeguo e appena messa sale una bella trota: mentre la sto recuperando le bollate si infittiscono. In particolare a un metro dalle frasche della riva opposta ce n una molto interessante in quanto lo spostamento dacqua che crea notevole. E sale sulla mia mosca! Caparbi colpi di testa verso il fondo incurvano la canna e mi fanno temere per il sottile 12. Mi occorrono altri minuti per aver ragione di quel bel temolo di 44 cm. poi Alessandro immortala entrambi in una foto. Quasi subito aggancio un secondo temolo: 40 cm. Spostandomi inciampo, per il contraccolpo la mosca e il finale si aggrovigliano sulla canna e ho un attimo di panico: i pesci bollano ovunque mentre si materializza la solita nebbiolina che, con la scarsa luce, e le mani gelate mi renderebbero precaria qualsiasi operazione di precisione, ma fortunatamente la matassa meno grave di quanto paventassi e posso riprendere a pescare. Anche gli amici catturano e Robertino al settimo cielo affermando che questa la pi bella pescata della sua vita E non posso dargli torto. Con altre tre bellissime catture rimetto in sesto una serata che era iniziata moscia: sono soddisfatto e appagato tanto che mi pare di essere tornato sullUnec di 35 anni fa! A cena le esperienze ed emozioni di ciascuno ritornano nei concitati resoconti. Domenica 25 Giugno 2006 Abbiamo gi sistemato i nostri bagagli, riordinato e pulito il camper e si parte. Robertino e Piero si alternano alla guida. Lungo il percorso ritroviamo i sottili e slanciati minareti, i sobri cimiteri mussulmani, le doline, i venditori di ciliegie nei loro banchetti. Si pranza in Slovenia, poco prima del confine, con un invitante maialino allo spiedo (pi a sud nei grandi barbecue sulla strada dei ristoranti girava la pecora) spendendo 10 a testa. Nel camper c pi silenzio, nessuno ha voglia di parlare, solo lindispensabile e qualcuno con la testa, gi proiettato sugli impegni dellindomani. Unaltra bella esperienza si conclusa e dobbiamo rientrare nella normalit: la ricreazione finita! Arriviamo a Firenze alle 19, dopo 800 km. e abbiamo riportato a casa la piantina di basilico!

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LIdrica non il fiume che amavo -12 Settembre 2006


Sono diversi giorni che un caldo sole settembrino brilla e spadroneggia indisturbato, riportando la temperatura sui 30. Quattro giorni fa (l8 settembre, altra data famosa) nata Serena, la seconda nipotina, questa volta fiorentina, e anche per lei mi auguro di durare tanto da averla, in futuro, con Falk, allievi a pesca con me su un bel fiume. Ma se faccio due conti62 anni i miei attuali, pi, diciamo 18.Boh! Dunque lattesa della sua venuta finita, i fichi li ho seccati al sole, gli olivi sono protetti dalle trappole antimosca e quel permesso per lIdrica, rimasto inutilizzato, l che mi guarda, mi stuzzica, mi provoca. Cerco fra gli amici un altro pazzo che abbia lardire di una corsa in Slovenia, ma tutti glissano. Ho deciso! Partir da solo anche se so che un po mi annoier. Ore 11- Sono appena partito e sto percorrendo la bretella di Pistoia che Gabriele- il primogenero- mi telefona per commissionarmi alcune cose da comprare al negozio di Udine dove sa che far tappa. Ore 13- Sono prossimo a Rovigo, ho fame ed esco dallautostrada per il pranzo. Essere da solo non vuol dire non trattarsi bene! Ma nonostante il conto economico nel locale pretenzioso, gli spaghetti non erano gran che, anzi, decisamente scotti! Ore 16- Eccomi nel negozio Errepi, chiacchiero con quegli amici che ritrovo sempre volentieri e come un falco volteggio sui vassoi che espongono le mosche, pronto a tuffarmi su quelle che mi servono o eventuali appetitose novit. Questa ricognizione mi impegna per circa unora. Poi riparto. Non avendo con chi parlare dialogo con i miei pensieri e quando passo da Cividale del Friuli mi viene in mente il tremendo terremoto di non molti anni fa, ma ora il paesaggio perfetto. Le case tutte nuove -meglio sarebbe chiamarle villette-, infondono un senso di quiete, di ordine, direi di pulito e laboriosit: i friulani non stanno con le mani in mano, non per nulla le donnesono le mule! Lo stesso pulito verde brillante lo ritrovo oltre confine scendendo da Kobarib (la nostra Caporetto) verso Tolmino, costeggiando lIsonzo mentre latmosfera, scivolando nel tramonto, diventa sempre pi dorata. Prati e pascoli fanno largo alla strada sinuosa, poco oltre si accenna la collina, il bosco e dove quello finisce si impennano le montagne. Sono sereno e contento perch so che mi aspetta un posto al quale sono affezionato. 101

Idrica - La buca a valle del cane incazzato

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Il Soca scorre con pochissima acqua, segno di siccit, ma conserva il suo incredibile colore turchese che lo fa sembrare un nastro di cielo sceso in terra a miracol mostrare. Ore 19- Arrivo alla pensione dopo aver affrontato le tante curve che costeggiano lIdrica, sempre buttandogli unocchiata appena possibile, e anche questo mi sembrato eccezionalmente in magra. Ore 22- Vado a dormire dopo aver scimmiottato la cena con la solita, scipita minestrina e i soliti, insoliti, stravaganti intingoli. Ma mi rifaccio con un paio di sorsi della forte slivovica bevuti al fresco della notte stellata sotto al grande tiglio.Domani un altro giorno e si vedr. 13 Settembre 2006 - Idrica Sono in piedi relativamente tardi e dalla finestra ammiro i prati, ormai familiari, che fra i meli rosseggianti di pomi, si inerpicano verso il bosco, paradiso di caprioli. Stamattina allalba il richiamo sguaiato di uno di loro, mi ha brevemente interrotto il sonno. Sbuffi di nebbie indugiano e si mescolano al sole e allazzurro. Nella perlustrazione fatta sul fiume ieri sera prima di cena, ho visto solo sporadiche e timide bollate per cui sono indeciso su dove andare a pescare. E s che di spazio non ne manca! Alla buca del cane nellunica piazzola utile per la sosta, hanno scaricato due camion di ghiaia appositamente per impedire il parcheggio: la cosa mi innervosisce, ma con svariate manovre, lascio ugualmente la macchina in posizione accettabile. Anche alla casa del contadino lunica piazzola stata volutamente occupata con dei tronchi Ore 9 Scendo a valle della gabbia del cane( ancora incazzato) in cerca di acque increspate. Al fiume mancano circa 30 cm. dacqua per cui le lame sono quasi tutte specchi trasparenti. Dallalto vedo solo un paio di belle trote che girellano a fior dacqua, ma spariscono appena mi muovo. Intorno alle 10,30 allamo una trota sui 30 cm. che aveva osato bollare ma si slama. Due rifiuti e tutto fermo! Formica, 837, emergenti, piccole stone fly, chironomi, persino la 700 (hai visto mai!) le provo un po tutte, scendendo al terminale del 12, ma i pesci rimangono indifferenti: non ci sono schiuse, ma forse nemmeno quelli (?)

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Stamattina cerano 10 e ora siamo a 22,5, brilla un bel sole, ma io sto pescando in un tratto di fiume in ombra che mi d pi affidamento. Finalmente sboccia qualche isolata bollata. Due sono portachiavi, due sono di temoli stronzi, e una la becco con una piccola emergente sullamo del 18: iridea di 39.

Risalgo la buca riuscendo ad entrare e avanzare in acqua fin dove in passato era impossibile, lanciando dove la poca corrente si increspa. Da monte scendono due pescatori che pescano sotto e anche loro non hanno fatto gran che: una trota ciascuno. Sono le 13,30 e comincia ad affiorare la stanchezza stimolata dalla monotonia. So che queste dovrebbero essere fra le ore migliori (sar vero?) e con uno sforzo di volont torno alla macchina per spostarmi alla piazzola del bidone. Mangio i panini preparati a colazione, un paio di pesche e altrettanti bicchieri del vino che mi sono portato da casa (il Merlot di ieri sera era aceto!) Poi seguendo il sentiero scendo al fiume e i livelli lasciano ben poche chances. Lancio la mosca con poca convinzione anche per la stanchezza che mi indolenzisce la solita spalla. Ho una bella bollata sulla mosca, ma la trota si slama subito. Provo un po con la ninfa ma

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Molti meno pesci, permesso a 59 , segni palesi di inospitalit e boicottaggiose la cosa continua cos va a finire che, nonostante il bel fiume, li mando tutti a quel paese! Alle 17 sono gi alla pensione cercando ristoro in una birra fresca e una doccia calda. Tutto sommato stata una giornata no. Capita. Ore 18- Con la birra fresca a portata di mano sto ultimando queste annotazioni seduto a uno dei grossi tavoli di legno messi sul prato allombra del tiglio. Mi sto rilassando nella quiete del posto, mentre la luminosit, nella stretta valle, va scemando velocemente nellora dellAve Maria. Pensieri non ben definiti si accavallano Ho deciso che stasera non mi merito la solita insipida cucina e avverto che andr a cena fuori. 14 Settembre 2006 Idrica Lappetitosa cipolla bianca che guarniva gli ottimi rastnici e cevapcici di ieri sera, stanotte si fatta viva a pi riprese concedendomi un sonno agitato e discontinuo, intervallato dai cruenti round combattuti con quel neccio di guanciale inconsistente e il piumoncino sempre troppo corto. Mi sveglio definitivamente, stanco e indolenzito. Dalla finestra, filtrata dalla tenda, scivola una fioca luce sbiadita: siamo immersi in una nebbia fitta e opalina. So che pi tardi svanir e in compenso non freddo (14)
dalle pagine del diario

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Faccio colazione, i bagagli, pago la pensione, saluto tutti e fatta una carezza al pacifico canone lupo che costantemente sdraiato ostruisce lingresso come uno zerbino, torno a pescareo quantomeno ci provo. Stamani pescher a ninfa fino a che non ci saranno bollate e dunque vado in cerca di correnti vivaci. Mi fermo al ponte dei laterizi: sia a monte che a valle il fiume sembra adatto e alle 9 sono in pesca. Ho messo una ninfa piombata simile alla bipalla e il lancio risente un po del suo peso. La nebbia si alzata scoprendo la consueta vegetazione lussureggiante.

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Mando la ninfa a sondare una piccola rapida che spumeggia in 50/60 cm. di fondo. Sposto il lancio verso un grosso masso sulla riva opposta: l il fiume si scavato un po di letto e il giro della corrente mi pare promettente. Dopo 3-4 lanci la coda si blocca, ferro e dallaltra parte un grosso peso resiste e lotta nella corrente. Immagino una fario sui 35 che tira e scorrazza. Non ho fretta, non ci sono pericolosi ostacoli e lascio che si sfoghi assecondando le sue fughe irruente. Riesco ad avvicinarla un po e mi rendo conto che una bella trota, pi grossa del previsto e automaticamente la mia mano, senza che lo chieda, va a sganciare il laccio che fissa il guadino al suo fodero: con gli anni anche lei sa quando e come muoversi. Resto meravigliato: una bellissima fario dalla pelle dorata e misura 49 cm! La fotografo velocemente, la slamo e rimetto in acqua con cautela. Quella pian, piano, contravvenendo a qualsiasi regola, quasi incredula pinneggia lenta verso la corrente. Riprendo la pesca scendendo lIdrica, ma ora lacqua, anche se corre abbastanza, pi bassa e piatta. N bollate, n tirate sulla mosca. Torno allauto per spostarmi a monte in cerca di altri tratti pescabili e mi fermo al ponte successivo. Guardando gi dalla spalletta vedo 45 trote pinneggiare in 70 cm. dacqua, ma sono sul fondo e non sembrano in attivit. Guadagno comunque la postazione pi idonea e lancio con circospezione una ninfa pi piccola e pi adatta alla minore corrente. Il finale passa pi volte nella zona calda ma non succede niente. Cambio lartificiale con una ninfa ancora pi piccola e leggera. Ancora tutto fermo. Che mi abbiano visto? Torno a riva e mi sposto a monte verso altre possibili correnti ma i tanti passaggi, lanci, mending ecc. restano infruttuosi. Solo due tirate risultate a vuoto. E da poco passato mezzogiorno e sono di nuovo in prossimit del tratto di primaquando colgo una bollata in corrente. Il movimento dellacqua quello di una trota che ninfeggia appostata poco sotto la superficie. Una seconda bollata mi convince a cambiare il finale, dal 18 al 12 e montare una formica al posto della ninfa. Niente. Provo con una A4 sul 20Riniente! Forse le trote, almeno tre, sono state disturbate dalla coda e mi fermo; dopo 2- 3 minuti riprendono a ninfeggiare. Piccola emergente a discendereCome non detto. Provo allora con un microscopico plecotterino scuro -sono i soli rari insetti che volano. Rimetto una ninfa piccolissima che non affonda Le trote smettono definitivamente di bollaree io di pescare! 107

Idrica

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Sono le 13 e se loro non bollano, boller io! E vado a consolarmi con i rastnici della Moraccia. Le 14,20 e sono nuovamente in viaggio verso casa attraverso questa valle sempre bellissima che si prepara allautunno. Dagli alberi del nostro campo dei meli che vedo passando, rosseggiano i frutti di fine estate e riaffiorano ricordi di pescate memorabili, di battute, scherzi, spensieratezza, di Vittorio, di giovinezza. Mi coglie un senso di delusione e malinconia Poi azzardo un bilancio di questa uscita: due sole trote, niente insetti, acqua al limite, un permesso che comincia ad essere esoso, cenni di inospitalit, senza gli amici. No, questa volta lIdrica non il fiume che amavo.

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Austria Drava - 19 Ottobre 2006

vale anche per noi italiani?

Piero, Alessandro, Robertino, Ezio, Gianluca, Carlo Pi ed io alle sei ci ritroviamo allAutogrill di Firenze Nord per quella che quasi certamente sar lultima zingarata di pesca dellanno. Siamo diretti in Austria, sulla Drava ad Oberdrauburg che per alcuni di noi fu meta diversi anni fa. Per costoro dunque una rimpatriata, ma per me una nuova scoperta. Il viaggio fila liscio e veloce e intorno alle 10,30 siamo al Passo di Croce Carnica: dopo aver percorso una bella valle alpina, la strada si inerpica su un muro di roccia con ripidi, stretti tornanti. Appena attraversato il ponte sulla Drava, proprio di fronte ecco lalbergo dallo stile caratteristico del luogo. Purtroppo ancora una volta lindisponente alterigia austriaca nei confronti di noi italiani trova conferma in una lunga attesa alla reception senza che, avendoci pur visti, nessuno si faccia vivo per darci udienza. Poi compare una canuta vecchietta che con gentilezza formale, senza una parola, consegna a ciascuno di noi una penna e una schedina da compilare ma le scritte sono rigorosamente in tedesco. Anche il permesso di pesca solo in tedesco. Che ci sar scritto? Ancora in tedesco linespugnabile regolamento, e adesso laddetto dellalbergo (avr sui 35 anni) pare non parli -o non voglia- spiccicare una parola di italiano, n di inglese e neppure di francese. Purtroppo, la nostra stata una generazione per la quale era pressoch

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inopportuno lapprendimento del tedesco.Troppo fresche le ferite Ora, dico io, ma questi pensano davvero di essere lombelico del mondo? Siamo in difficolt nel capirsi e fra i denti partono tre o quattro mavaffanculo, ma quando oltre alle targhe vogliono sapere anche il colore delle nostre auto, gli dico che la targa delle mie mutande XL! Quando troppo, troppo! E che cazzo! Forse sono poco tollerante? Alle una siamo sul Drava e allaria aperta riconquisto quel senso di calma, libert e indipendenza che linconsueto interrogatorio mi aveva sottratto innervosendomi. Largo una ventina di metri, fra i colori autunnali delle rive, scorre unacqua veloce e un po opalescente, forse a causa di residui di neve che il sole ancora scioglie. Le rive sono artefatte: grossi blocchi di pietra proteggono i campi dalle piene e dalle correnti. Decido di pescare con la ninfa stante la totale assenza di bollate e sostituisco la bobina del mulinello con quella della coda sinking tip. Per oltre due ore, lancio dopo lancio, cambiando ninfa pi volte, ora pesa, ora pi leggera, non sento unabboccata. Il fiume a tratti sale o scende di livello. Alle quattro la monotonia e il forte vento strapazzone che si levato, mi fanno smettere di pescare. A conclusione della giornata, tutti hanno preso qualche pesce, ed eccezione di Ezio e il sottoscritto che non abbiamo sentito un tocco. Confrontando le code usate da ciascuno, come sospettavo, risulta che le nostre sinking tip, per questa corrente sono troppo leggere, e non affondando a sufficienza, non entrano in pesca. Venerd 20 Ottobre 2006 Drava Dopo una abbondante colazione dirigiamo verso Lienz che a una quindicina di km. Ezio ed io vogliamo comprare una coda di topo pi affondante, ma dopo aver cercato a lungo un negozio di articoli da pesca, quello che scoviamo non ha quelle desiderate (ha solo una galleggiante) e il titolare si giustifica con il fatto che siamo a fine stagione. Torniamo sul fiume e mentre inizia una pioggerella sottile, Piero rattoppa delle sinking tip con una level da cheppie e allo scopo sacrifico la mia WFF4. 111

Finalmente adesso ho una coda che affonda e infatti prendo sei iridee e ne perdo un paio. Tuttavia sono catture che non mi danno emozione, sporadiche e anomale. Pur pescando a discendere con la ninfa -la bipalla- le abboccate si manifestano quando la coda completamente a valle, durante i recuperi di punta, come se si trattasse di uno streamer. Alle 15,30 ne ho abbastanza: mi fanno male la schiena e la pianta di un piede per lo scarpone forse troppo stretto per cui con Ale smontiamo tutto e andiamo in paese a prenderci un caff lasciando gli altri sul fiume. Verso le 16,30 il livello dellacqua pare calare nuovamente e troviamo Carlo che ha preso un bel temolo e una grossa trota. Mentre aggiorno le pagine del diario asserragliato in macchina per il freddo crescente, Ezio, lanciando dalla punta di una massicciata frangiflutti una grossa e pesante ninfa allama un temolo sui 40. Il tempo pare migliorare.

Sabato 21 Ottobre 2006 Drava Stamani la nebbia la fa da padrona, ma la cosa non ci dispiace perch significa che pi tardi dovrebbe esserci il sereno. Colazione: dopo aver fatto razzia dei panini anche per il pranzo, alle 9 siamo sul fiume che, strano ma vero, particolarmente basso con lacqua pi chiara. Ci sparpagliamo lungo le rive scoscese e inizio a pescare lanciando la ninfa a valle, di traverso alla corrente. Quasi subito prendo una trota sui 40 che riaffido al fiume e altre due pi piccole.Piero e Carlo stanno pescando a galla con la formica con un certo successo: nonostante lassenza di bollate, ogni tanto qualche temolo sale. 112

Una vigorosa tirata, sulla quale abbozzo appena la ferrata, mi porta via la mosca: peccato. Tuttavia, con il calare dei livelli, la pesca con la ninfa rientrata negli schemi canonici della teoria e i recuperi di punta non danno pi risultati. Quando dopo i panini torno al fiume, ho cambiato coda e messa una formica per pescare a galla, la Drava di nuovo sale rapidamente di livello. Inutile stare a perder tempo e molto scocciati dalle stramaledettissime dighe che condizionano questo su e gi andiamo a fare un giro turistico a Lienz, ma sabato pomeriggio, i negozi sono tutti chiusi e la cittadina semideserta spenta. Due palle! Siamo tutti daccordo sul fatto che lindomani, domenica, con queste condizioni, non valga la pena pagare il permesso per pescare la sola mattina e anticiperemo il rientro a casa. Lasciamo lalbergo e mentre gli altri amici ripercorrono la strada dellandata (Gianluca freme, alle 14 deve essere allo stadio!) Alessandro, Ezio ed io passiamo da Lienz verso Belluno attraverso un paesaggio dolomitico bellissimo: il nostro vagabondare anche questo. Pi avanti, Ezio ci indica, incastonata in una stretta valle, la tristemente famosa diga del Vajont. Mi rendo conto allora che non so, o non ricordo come andata a finire quella tragedia: qualcuno ha pagato qualcosa?

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Patagonia - 22 Febbraio /9 Marzo 2007


La cronaca di questa esperienza, estrapolata da questo contesto, riportata in un diario separato e opportunamente illustrato dal titolo La prima Patagonia. E stato un viaggio eccezionale sotto tutti gli aspetti, nato per caso a seguito dellinvito di Gianni G. che mi ha ospitato e fatto da guida facendomi cos pescare e vivere giornate memorabili. I paesaggi della Patagonia, cos crudi e a volte apparentemente desolati, mi sono rimasti negli occhi e nel cuore. I laghi, pressoch inabitati e i fiumi dalle acque cos chiare e pure da poterle bere -cosa che ho fatto spesso- mi hanno calato in una dimensione diversa. Le trote, sia iridee che brown, nate l, selvatiche, caparbie e tenaci, quasi tutte di taglia notevole, mi hanno regalato emozioni difficili da dimenticare. Le uscite in barca sui laghi Tromen e Queni, accompagnati dalle guide, a caccia delle iridee o le tre flotade sullAllumin che abbiamo disceso in gommone per circa 80 km. mi hanno regalato picchi di gioia e meraviglia. A tratti il vento teso, forte e insistente ha spazzato la possibilit di vivere alcuni itinerari di pesca, accrescendo la voglia di riprovarci. Le difficolt e le incertezze di nuove tattiche e metodi di pesca hanno accresciuto il mio bagaglio di esperienza portandomi a rivivere le insicurezze del neofita che pian piano scopre nuove emozioni ed orizzonti. ****

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Sava - Sabato 21 Aprile 2007


Reduce dalle vicissitudini di Patagonia, eccomi qui, alle 6, davanti al mercato ortofrutticolo di Novoli in attesa degli amici. Come spesso succede il primo ad arrivare Alessandro. Seguono Ezio, Piero, Robertino, Gianni e finalmente Menicarlo che da una vita con viene a pescare con noi. Carlo Pi, promotore di questa uscita, allultimo istante non si potuto aggregare. Destinazione Sava. A Udine di nuovo il rito della sosta per approvvigionarci e spendere un po di soldi. Come al solito abbocco a un pugno di mosche fra le quali non mancano alcune ninfe bipalla, qualche ecdyonuro e 700 per rimpinguarne la scorta. Altra tappa alla pensione Batist per lasciare i bagagli, prendere i permessi, e verso le 13,30 siamo al nostro solito posto (casa 2) a valle delle casermea darci da fare con pecorino, fave e pancetta (tipico men toscano di stagione) che Ezio si premunito di portare. Un po di siesta per smaltire il viaggio (e i baccelli) ed eccoci sul fiume. Acqua leggermente alta e chiara, sole, verde e primavera dintorno. Dove la Sava fa la grande curva le bollate sono episodiche per cui, messa una ninfa, catturo una iridea sui 30. Scendo verso valle: il fiume si leggermente modificato e posso entrare in acqua fino al centro dellalveo da dove possibile battere entrambi i sottoriva.

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Quando si fanno vedere alcune bollate, tolgo la ninfa perch in aria sono apparsi diversi ecdyonuri. Nella scatola dei miracoli scovo una bella mosca di Petit Jean che mi regala diverse catture sia di iridee che di temoli, ma comunque di taglia modesta. Domenica 22 Aprile 2007 Sava Cambiando alcune ninfe pi o meno appesantite ripercorro allincirca lo stesso tratto di fiume di ieri. Nonostante qualche cattura per un po non vedo attivit significative, ma quando sullacqua, rari e discreti compaiono i familiari cerchi opto per una ninfa leggera che lancio trasversalmente al fiume. Subito la corrente centrale, premendo sulla coda, fa risalire la mosca, appena affondata, che draga quasi in superficie. Le trote e perfino i sospettosi temoli evidentemente adesso scambiano questa animazione per un insetto in schiusa e salgono con assiduit e sicurezza e nonostante prendano la ninfa sottacqua, ugualmente ne distinguo la bollata. Contravvenendo alle leggi della teoria pi classica ora il dragaggio positivo: catturo cos diversi pesci. Divertentissimo! Quando la Sava si riacquieta passo di nuovo alla mosca secca montando una piccola imitazione di chironomo sul 18 con la quale prendo ancora diversi temoli e trote.

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Lacqua, con il trascorrere delle ore pare diventare pi fredda e verso mezzogiorno devo uscire dal fiume tanto sono intirizzito. Quanto potrei resistere senza i pantaloni termici? Dopo la lunga pausa del pranzo e della siesta a chiacchiera intorno al tavolo, discendo ancora la Sava iniziando a pescare a un centinaio di metri a monte della cascata. Grazie a una piccola emergente vengono fuori diversi temoli. A sera lecdyonuro funziona di nuovo.

Luned 23 Aprile 2007 Sava Insieme a Robertino facciamo una lunga camminata per cambiare zona e andare a pescare al ponte delle caserme. La Sava splende nel sole di una giornata brillante e anche se il livello ancora un po alto e lacqua corre, il posto bellissimo, come a volte se ne vedono nelle immagini dei calendari o nelle foto delle riviste. Scegliamo il tratto sopra al ponte ed entrambi montiamo una ninfa. Io ne metto una un po pesante per le veloci correnti, mentre Robertino con una piccolina e adottando lo strike indicator, si diverte in un tranquillo rigiro prendendo piccole trote, in serie. Pian piano scandaglio quel tratto di fiume, scendendo fino alla buca di Gianni con il risultato di cinque pescetti e un cavedano sui 40 cm. 117

Robertino pi o meno mi imita, ma ferra due temolotti. Verso le 17 sono di nuovo in prossimit della cascata dove Robertino con una piccola ninfa si sta divertendo. Poi inizia la danza delle red spinner in una nuvola cos fitta come non ne vedevo da tanto. E quel fenomeno ignoto e antico che porta migliaia di insetti a involarsi contemporaneamente o ad abbassarsi sullacqua per la danza nuziale. Per occhi distratti questi non sarebbero che fastidiosi moscerini che si affannano ovunque. Sono invece il respiro del fiume, la sua essenza, che garantisce il rinnovarsi e protrarsi nel tempo di un ecosistema dove spesso noi umani siamo i distruttori, gli Attila della situazione. Le bollate, pur non essendo frenetiche, sono franche e regolari e affido i miei successi alla 812 Devaux. Ha il corpo un po pi rosso

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degli insetti che volano, ma funziona bene ugualmente e ogni pesce che vedo bollare subito sale anche alla mia mosca. Catturo cos trote e temoli in scioltezza e con una nuova naturalezza emozionanti. Dopo diverse catture la mosca, un po mal ridotta, galleggia male, ma questo pare renderla pi adescante e forse la trasforma da spinner in emergente o dun. Chiss! La manna dura fin verso le 20, poi quasi allimprovviso il fiume si spenge come se qualcuno avesse girato un interruttore. Per oggi basta cos. Marted 24 Aprile 2007 Sava

Devaux 812

Chironomo emergente

Oggi lultimo giorno di pesca, ma il tempo, dopo il temporale della notte, cambiato ed ora ancora nuvoloso e fa freddo. Risultato pochissimi insetti e pesci rintanati. Affidandomi alla ninfa giro un po a vuoto e stante la calma piatta, di temoli o trote non se ne parla proprio. Anche latteso coup de soir praticamente svanisce e la giornata si chiude con pochissime catture. Ma mi rifaccio con una tartara meravigliosa.
Sava

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Gita grande: ancora Bosnia - Sabato 9 Giugno 2007


Il mio posto nel camper di Robertino e con noi Ezio e Carlo Pi, mentre Piero, Ale, Gianni e Menicarlo sono in quello datoci dal Cafaggi. Come di consueto sveglia molto presto per essere al Poggetto dopo unora, caricare il bagaglio nel camper e ritrovarsi con gli altri allappuntamento di Firenze Nord alle 6,15 per la partenza definitiva. Nei giorni scorsi, pur sapendo che tutto era in ordine, ho ripassato in rassegna lattrezzatura: ingrassato la coda, controllato i finali e le bobine del dispenser, inventariate le mosche un modo anche questo per pregustare la gita. Lautostrada scorrevole e passiamo limbuto di Mestre senza intoppi fermandoci solo un paio di volte per le esigenze urgenti dei prostatici e per le crisi di astinenza da caff. Poi Trieste, Fiume, il confine sloveno e croato e facciamo sosta per il pranzo, attratti dalla pecora che gira in un grosso spiedo lungo la strada. Per quanto mi riguarda non rischio e mi rifugio in un pi noto rastnici e cevapcici dei quali sono ghiotto. Al momento di ripartire ci accorgiamo che la gomma posteriore del camper di Robertino a terra. Con disponibilit e competenza la professionalit di collaudatore di Menicarlo la sostituisce in quattro e quattrotto e possiamo ripartire con non troppo ritardo sulla tabella di marcia. Dopo alcuni chilometri, individuato un raffazzonato vulkanist la facciamo riparare e, pi tranquilli, riprendiamo il viaggio, spediti lungo strade semideserte, attraversando un paesaggio solitario caratterizzato da evidenti doline e vaste piane rocciose abbandonate a fieno o pascolo. Ogni tanto i ruderi di case danneggiate o distrutte dalla guerra ci riconducono alla realt di questa provincia. Verso le 20, con circa 800 km. in pi sul contachilometri, siamo in zona Pliva ma siamo indecisi perch nei paraggi confluiscono diversi corsi dacqua (chiarissima) e solo dopo aver chiesto informazioni imbocchiamo la strada giusta. Costeggiamo allora un fiume bellissimo che scorre serpeggiando fra vasti prati. E il classico chalk stream e tutti, con gli sguardi, lo stiamo inventariando. A un bivio un vistoso cartello indica la riserva di pesca e poco dopo attraversiamo il Pliva. Dal ponte, nellacqua chiara, vediamo le consuete alghe del fondo fluttuare nella corrente e pinneggiare anche qualche trota. Sulla riva 120

Approccio al Pliva

opposta Piero riconosce un vecchio locale -pi che un bar una bettola- rimasta invariata nei suoi ricordi, quando trentanni fa venne qui con il mioFufo 238 che gli avevo prestato, mentre tutto pare cambiato ad eccezione di una ombreggiata, invitante albereta. Ci viene incontro un giovane, gestore di un piccolo chiosco di legno costruito in riva al fiume e ci indica uno spiazzo prossimo a un campo da pallacanestro in cemento, dove possiamo piazzare i camper. Domattina, per i permessi, accompagner il guardapesca da noi. Il luogo ameno, laria fresca e la sistemazione eccellente. Stanchi diamo fondo al men previsto per cena e quindi a letto presto. Prima uno, poi un altro guadagnano la mansarda;apri lobl per dare un po daria;spengi la luce;buonanottee qualcuno gi si gira a conquistare la posizione del sonno. I respiri regolari degli amici addormentati invitano allabbandono. Peccato per linsistenza della musica orientaleggiante troppo alta dei campeggiatori domenicali che sotto lalbereta si abbandonano nelle follie del sabato sera con fumosi barbecue e parecchie bottiglie. Domenica 10 Giugno 2007 Pliva Di nuovo! Una sveglia anticipata alle 6,30 mi rende difficoltoso il prendere coscienza. Il giorno che Ezio e Piero si sveglieranno alle

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7,30 mi preoccuper! Il sole ha iniziato a stemperare le nebbie mattutine che hanno bagnato i prati e qualcuno ha scovato una cannellina per lavarci almeno il viso. Dopo colazione, puntuale arriva il guardapesca che ci consegna i permessi ( 26) e finalmente siamo sul fiume. Camminando piano, lo risalgo lungo la riva, scrutando le correnti piatte e veloci che silenziose scivolano fra i prati. E un amore a prima vista, ma essendomi sconosciuto, mi sento impacciato e intimorito come a un primo appuntamento, cercando di cogliere un messaggio che, pur piccolo, possa incoraggiare il mio approccio e suggermi la giusta tattica. Niente insetti, ma c gi qualche pescatore locale. Qui consentita solo la pesca a mosca, ma la tecnica che vedo adottare singolare: lancio alla meglio della coda e quando a valle si sta fermi aspettando labboccata, evidentemente su una ninfa piombata: praticamente la pesca al tocco! Mi fermo ai margini di una correntina pensando di sfruttare le sue turbolenze per camuffare un po le mosche che adesso metter scegliendole un po a intuito. Pi tardi voleranno alcune sialidi e rare, piccole effimere. Catturo cos due temoli e cinque piccole trote, ma niente di significativo. Mi sposto ancora verso monte, ma senza successo.

appostamenti

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Incontro Menicarlo, Piero e Robertino e anche loropoca roba! Tutto sommato la mattina scorre deludente. Forse pescando solo a ninfa i risultati sarebbero stati pi proficui? Quando ritorno alla base, dal nostro campo sale il fumo denso di un fuoco di legna improvvisato per approntare il pranzo. Baccal alla griglia. E unidea di Carlo Pi che ci propone questa ricetta con il pesce che non stato minimamente dissalato, ma arrostito secco, cos come stato comprato. E ricetta antica, di quando la fame era tanta e i nutrienti scarsi e anche se il piatto risulta decisamente saporito nessuno pu esimersi dal lamentare che salato arrabbiato! e lo dimostra il livello del vino calato drasticamente. Riprendo a pescare nel pomeriggio scendendo il Pliva lungo la riva destra: lacqua lambisce vasti e bellissimi prati che pi lontano salgono sui pendii di verdi colline. I tetti di rare case rosseggiano a tratti.

Pliva

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Neanche una bollata

Lo specchio dacqua scorre intatto, rotto solo raramente dalle piccole bollate che non si ripetono sulla mosca, per cui ci troviamo a girellare su e gi per il fiume, a vuoto, sperando nel coup de soir. La noia si protrae stancamente fino a buio e lassenza di insetti -cosa assai strana- ci preclude anche lultima speranza. Con altre due trotine chiudo una giornata da dimenticare, mentre va facendosi strada la convinzione che sul Pliva ci siano ora pochi pesci.

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Luned 11 Giugno 2007 Ribnik Nonostante quanto asserisca il giovane del baracchino che evidentemente ha anche interessi turistici siamo sempre pi convinti della scarsa pescosit del Pliva. Fra tutti non abbiamo preso un pesce significativo, ieri mancato il coup de soir, bollate pressoch zero e insetti scarsi. Non possiamo rischiare qui un altro dei nostri pochi e preziosi giorni e dunque ci trasferiremo nel Ribnik, ma al momento di partire, il camper del Cafaggi si rifiuta. Gli scalini, comandati elettricamente non rientrano nel loro vano e il motore non va in moto. Niente frigo, n pompa dellacqua, n luce, n cesso un cesso di camper! Nonostante la batteria non risulti scarica, non d corrente al motore. Con i cavi facciamo ponte con quella del camper di Robertino; niente! Cominciano a girare le scatole a tutti e si formulano varie soluzioni: comprare una batteria nuova, chiamare un elettrauto Menicarlo armeggia e zazzica caparbiamente: ne va della sua reputazione di meccanico super specializzato di prima classe, con diploma della chiave inglese e onore al merito dello spinterogeno, ma alla fine, scopre la magagna: un morsetto non faceva contatto! (Per! Il ragazzo ci sa fare!) Dunque si pu ripartire e percorriamo i 58 km. che ci separano dal Ribnik dove siamo attesi da Djuro (telefonata preventiva) e dove arriviamo verso le 11. Il livello del Ribnik quasi normale e come sempre scorre suggestivo e invitante. Mentre sistemiamo i camper nella solita piazzola in riva al fiume, vediamo ferrare un paio di belle trote da un pescatore che lancia lungo la riva opposta: la cosa fa bene al morale! Grazie a lavori recenti, rispetto allo scorso anno la piazzola pi grande e possiamo sistemare i camper paralleli coprendo lo spazio intermedio con la tenda di quello di Robertino e con un gazebo pronto uso ricavandone cos una provvida zona dombra ed eventuale riparo per la pioggia. 125

Me la prendo comoda e vado a pescare solo nel tardo pomeriggio seguendo il sentiero che costeggia gli orti ed entrando in acqua a valle di questi. Il posto sempre invitante, quasi da manuale. La corrente scivola lungo la vegetazione che dalla riva si tuffa in acqua, sicuro rifugio delle fario, mentre qualche temolo si scansa disturbato dal mio avvicinarmi in acqua.

Discendendo e lanciando dal centro del fiume in entrambi i sottoriva, catturo tre fario di buona taglia dalla livrea perfetta. Vola qualche grossa stone fly, sporadiche sedge e qualche micro-effimera. E imperativo calare la taglia delle mosche al 18-20 e il nylon del terminale al 12-10! Alla buca, dove il fiume curva, colleziono alcuni rifiuti di grossi pesci e prendo una bella fario. Sono solo, ma man mano che si avvicina lora del coup de soir, alla spicciolata arrivano gli amici, richiamati da quel richiamo e mentre si materializza la solita nebbiolina fredda, ci ritroviamo tutti in fila a lanciare gomito a gomito verso le frasche della riva di fronte. E l infatti che si manifestano le bollate pi interessanti mentre con il calare della luce, cresce la frenesia nei confronti degli anelli che si vanno allargando sullacqua.

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una pagina dalloriginale.

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Marted 12 Giugno 2007 Ribnik Ci svegliamo con la pioggia e quando smette e il cielo pare riaprirsi, ripercorro pescando il tratto di ieri, sempre scandagliando i sottoriva. Due bei pesci li strappo (nylon sottile) e due li perdo in fase di recupero (ami piccoli).

Al riparo di un cespuglio, in un rigiro della corrente, scorgo le timide bollate di un bel pesce, ma nonostante che ninfeggi regolarmente, non sono capace di farlo salire a dispetto del nutrito men di mosche propinategli. Alla fine si scoccia esparisce. (E io pure) Pi a valle, ancora una bollata; ferrata leggermente ritardata per dar modo al pesce di mordere bene e sento la canna incurvarsi: una grossa fario. Seguendo la direzione della coda che si tuffa nellacqua trasparente, la vedo dimenarsi e contorcersi con colpi di testa e di coda che si ripercuotono nelle vibrazioni della canna e nello sgranare della frizione del mulinello. Momenti di patos, ma il piccolo amo del 18 non ha fatto presa sufficiente per tanta veemenza e la trota si libera. Nonostante una discreta attivit la mattinata si chiude dunque con una sola cattura allattivo! Il mio cellulare squilla: un caso che lo abbia in pesca, ma aspettavo notizie importanti Inatteso, invece Osvaldo Galizia, Presidente della SIM (Scuola Italiana Pesca a Mosca) che mi invita a Castel di Sangro per sabato prossimo 23 giugno. Mi informa che sono stato candidato per lelezione del Pescatore a mosca dellanno in virt dei miei trascorsi e del lavoro di diffusione.

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In effetti in questi giorni ricorre il mio 40mo anniversario di mosca e anche se il riconoscimento mi suona un postrano, la cosa mi sorprende, lusinga e comunque mi fa piacere. Ma non potr esserci. Quando a pranzo comunico la novit agli amici, veniamo a sapere che anche Piero ha ricevuto il medesimo invito. Lanno scorso fu premiato Fosco Torrini e in precedenza Roberto Pragliola: un bel primato per i pescatori a mosca fiorentini e per il vecchio CIPM! Ore 16. Vado a pescare a valle dei camper, ma ci sono un sacco di pescatori e addirittura non trovo spazio per la mia coda. Scendo molto a valle, ma la zona non mi piace e torno sui miei passi. Poi mi accorgo di aver perso il nylon dispenser e subito mi affretto verso il punto dove lho usato: per fortuna lo ritrovo, ma fino ad ora ho girato a vuoto! Se voglio pescare devo risalire di molto il fiume e cos mi ritrovo alla steccaia: da come la ricordavo il livello pi basso e le correnti come se addormentate, non rispondono ai miei lanci pi azzardati e pose pi stuzzicanti. Raccapezzo solo una iridea sui 30. Sono stanco e spallato e rinunciando al coup de soir (che risulter pagante), smonto la canna e mi dirigo verso una doccia rilassante, corroborante e tonica!

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Mercoled 13 Giugno 2007 Ribnik Godendo dellaria frizzante del primo mattino e di un bel sole che esalta i colori ancora freschi della notte, scendo ancora verso valle. Stranamente nel fiume non c nessuno e questo paradiso solo per me. Lancio dopo lancio, con tranquillit, cerco le mie trote in una caccia metodica. Due bollate e due belle fario salgono decise a mordere linganno. Sono bei pesci e li fotografo, in bilico nel bel mezzo della corrente arrangiandomi con le sole due mani che ho per tenere la canna, la coda, il pesce e la macchina fotografica. Ne prendo altre due, mentre bei temoli, come siluri scivolano sul fondo man mano che nel mio incedere li avvicino e disturbo. Come nei giorni passati verso le 11 le bollate si fermano e poco dopo mi ritrovo con Alessandro alla solita buca. Gianni, irriducibile, tenta una grossa trota che ha visto bollare. Il baccal alla livornese cucinato dagli amici, merita una pausa di riflessione e quando mi sveglio lora di tornare sul fiume. Grossi nuvoli minacciosi scivolano alti su una coltre grigiastra. Entro in acqua e, giusto il tempo di fare qualche lancio, che cadono i primi goccioloni. Il camper non lontanofuga precipitosa. La pioggia insiste e pare che durer per molto per cui mi svesto dagli waders sanzionando cos la fine della giornata. Molto pi tardi invece spiove e ancora mi si dice che il coup de soir, al quale ho rinunciato, ha dato belle sorprese ai pi tenaci. Sar il caso che mi imponga una maggiore disciplina? Ma la pesca (come qualcuno disse) anche uno stato danimo, un piacere, uno stare bene nel momento e non un lavoro, o un obbligo per cui per me ora va bene cos. 131

Gioved 14 Giugno 2007 Ribnik Ieri Piero e Carlo sono andati a pescare molto a monte e pare abbiano trovato un buon posto. Approfittando della bella giornata che si preannuncia smagliante, decido di andarci stamattina. Percorro il sentiero attraverso i prati lasciati a fieno, costeggiando il Ribnik che scorre alla mia destra, a tratti nascosto dalla vegetazione, trovo una tettoia con tavolo e panche di legno e gi l il fiume sarebbe invitante, ma vincendo limpazienza di pescare proseguo fino alla meta prefissata: devo trovare un secondo gazebo prossimo a una grande quercia. Ci arrivo dopo una mezzora di cammino. La pioggia di ieri ha alzato il fiume di buoni 10 cm. per cui la corrente pi brillante e i pesci dovrebbero essere meno sospettosi. Entro in acqua poco a monte della grande quercia che vi protende rami e ombre e lanciando verso la riva opposta, in pochi minuti si susseguono cinque bollate: sono di belle fario e una dopo laltra le battezzo tutte in virt di una efficace 700 e B4. Come immaginavo, la maggiore portata e le correnti pi gagliarde hanno dato sicurezza ai pesci, consentendomi di aumentare la taglia delle mosche e tornare al nylon del 14. Altre trote sono salite a galla e il tutto si consumato in appena 15 metri di fiume. Di nuovo ho avuto la riprova che se il fiume popolato, non importa correre su e gi; basta non disturbare troppo la zona o eventualmente farla riposare alcuni minuti e se le trote sono attive i risultati non mancano. Con il sole alto, a met mattina le bollate si diradano fino a sparire del tutto: ci avrei scommesso! 132

Tornando verso i camper mi fermo alla curva sopra al ponte dove una vivace corrente va a lambire un costone roccioso a picco sul fiume. Un grosso albero contorto tuffa in acqua rami e radici creando le condizioni e i ripari ideali per le postazioni di caccia Ragnone camminone delle fario. Dato che non volano insetti decido che il momento per ritentare la vecchia teoria del grosso boccone isolato. Le turbolenze della superficie saranno dalla mia nel mascherare linganno e dunque sul finale lego un anacronistico ragnone camminone rimasto nella scatola dopo le esperienze con le trote di Patagonia e mi auto giustifico la scelta pensando di spacciarlo per una grossa stone fly. La verit invece che quellaggeggio cos brutto e stravagante, mi simpatico e mi ispira fiducia anche se non saprei dire perch. Al secondo passaggio, lacqua si rompe in una bollata irruenta: ferrata, lunga lotta -il robusto amo mi d una certa sicurezza- e guadino cos una fario di 40. Riassetto la mosca, lasciugo con alcuni falsi lanci e posandola un po pi lontanoancora due fario di 38 prima e 40 poi! Gongolo, sono soddisfatto e poi quasi lora di pranzo! Comunque, sia come sia, ma per me, queste trote di moschenon ne capiscono un piffero! Chiss perch, quando voglio tornare sul fiume pioviscola ancora! Saranno i caldi vapori pomeridiani che si condensano sulla vallata rinnovandosi in quel ciclo perenne cielo-terra-cieloma pescare con limpermeabile mi sempre fastidioso. Arrivo alla buca dove i grossi stanno bollando regolarmente, forse stimolati dalla mancanza di sole o da una diversa pressione atmosferica che avr fatto smuovere piccole larve ed emergenti. Di nuovo passo in rassegna tutte le opportunit offertemi dalle mie numerose scatole di mosche -troppe!- ma i pesci si fanno beffe di loro e di me. Poi, forse sazi, immersione rapida! e le acque tornano a placarsi. Da valle un pescatore locale si avvicina pian piano e lancio, dopo lancio si va approssimando sempre pi alla mia postazione: immagino gi come andr a finire e questa intrusione mi deconcentra. Ma sul fiume non esiste la privacy? Come previsto, su una bollata che ho proprio di fronte, lintruso fa il suo lancio che si posa sopra al mio.O lammazzo, o labbozzo! La trota sale, bolla sulla

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mia mosca, ma non ci rimane, la coda dellintruso sopra la mia, ha ritardato la ferrata! Non lho ammazzatoma forse gli ha fatto peggio locchiata che gli ho mandato! Alle 19,30 lo stare fermo nellacqua fredda mi ha intorpidito oltre il sopportabile per cui devo uscire e smettere di pescare rinunciando cos ancora una volta al coup de soir, ma oltretutto nella buca adesso troppe code mi volteggiano vicine! Come ogni sera ceniamo nel locale di Djuro, ma per linsolito mendevo arrangiarmi e ripiegare solo su pane, vino, insalata e palacinka.

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Venerd 15 Giugno 2007 Ribnik Puntuale e atteso alle 6,30 ci arriva il caff di Piero a riconciliarmi con una giornata iniziata sempre troppo presto: avrei pisolato ancora un po! Ma il buon aroma e il gesto meritano sincera riconoscenza. Accompagnato da un bel sole ripercorro il sentiero verso la grande quercia. Oltre i vasti prati, alla mia sinistra, ai piedi della collina, dal rosseggiare di un tetto seminascosto nel verde si leva un filo di fumo: troppo presto per preparare il pranzochiss a che servir quel fuoco! E immagino una rustica cucina contadina. Il livello un po calato tanto che stando in mezzo alla corrente non devo pi fare attenzione ai dislivelli del fondo per evitare di bere. Inizio con una B4 su amo 16, lanciando sulle bollate che sbocciano a intervalli e ad ogni bollata, per la mia soddisfazione, segue la doverosa, relativa cattura. Questo s che si chiama pescarevuoi mettere con quei temoli aristocratici ai quali non va mai bene niente! Ma se non ci fossero quelle difficolt questi non sarebbero momenti da godere e per prendere un pesce meglio sarebbe andare al supermercato! Cos, sempre in pochi metri di fiume, colleziono un temolo e dieci fario fino a che, dopo due ore di pesca in ammollo devo scappare per il freddo. Ezio pesca a monte, a un centinaio di metri e con il suo martellare veloce poco dopo mi raggiunge e sorpassa. Ci commentiamo le mosche usate e le reciproche catture. E piacevole rivivere le esperienze con gli amici ed ascoltare le loro, specialmente se sai che in quei resoconti non c ostentazione o bramosia di affermare la propria bravura, affermare la propria bravura, n competizione, tanto meno esagerazione o bugia, ma solo cronaca, osservazione e partecipazione. Le bollate continuano e ne scovo alcune nellombra del sottoriva alla mia destra. Ma un paio le spunto

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certamente per la ferrata troppo pronta che, pescando a valle, vede la coda gi tesa nella corrente. Poi, sembra incredibile che le vicende atmosferiche incidano cos tanto, prima delle 11, il sole alto, di nuovo fa progressivamente diminuire la disponibilit dei pesci fino ad azzerarla. Al camper trovo Carlo P che levita beandosi della sua pipa ricurva. E andato a pescare da solo al bucone (dove non sono mai stato per la troppa distanza) e ha collezionato tre trote -dice- di 52,48 e 58 cm! Asserisce che questa la sua pescata pi bella, ma non ha testimoni e guarda caso la batteria della sua digitale era scarica a conferma della sua rinomata distrazione. Noi fingiamo di non credergli e per gli sfott il gioco dura a lungo.

Verso le 17 sono con Gianni alla curva sopra al ponte, dove il fiume affonda e dove rester a pescare fino al tramonto in quei soli 50 metri di buca: troppe sono le postazioni propizie! La corrente che lambisce il piccolo pontile, poi scivola lungo la roccia e le ramaglie dellalbero

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che vi si tuffa sono pane per i miei denti. E la solita zona dellaltro giorno, quella del ragnone camminone. A filo dei cespugli, in unansa oltre la corrente, dove lacqua fa mollaia e sembra che sgorghi da sotto, individuo la presenza di pesci di buona taglia e l concentro i miei lanci e tentativi. La B4 stana due fario: 38 e 40 cm. Quando le bollate svaniscono provo ancora a proporre il ragnone e due fario di nuovo non resistono alla sorpresa. Cambio mosca optando per una piccola Petit Jean, un ciuffo di peli e due codine, che ingannano altre due trote (una fario e una iridea). E poi la volta delle sedge, ma mentre quella grigia non funziona la 422 di Devaux riesce a convincere altre cinque trote prima di esserne distrutta. Poi il dramma. Durante il recupero di una di queste, aprendolo, il guadino si rompe e dopo aver slamato e rimessa in acqua la trota, tento di ripiegarlo nel suo fodero. In quel frangente la canna mi scivola da sotto il braccio e si perde in acqua. Quando me ne accorgo panico, ma fortunatamente la vedo sul fondo, a un paio di metri a valle, frenata dal mulinello che ha fatto da ancora. Credo che questa sia la stessa sensazione di chi abbia riconquistato l amore perduto! Finalmente becco quella trota che per tutto il pomeriggio, irridendosi di me e delle mie mosche, ha bollato nellansa pi nascosta in prossimit dellalbero, ma sicuramente ce n una seconda, forse pi grossa. Sabato 16 Giugno 2007 Ribnik Ho scelto un tratto di fiume poco a valle della steccaia e lentamente ne percorro 2-300 metri cercando le fario dei sottoriva: nessuna reazione, tutto fermo.

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Mentre va minacciando pioggia, poco prima delle 12 arrivo pescando in prossimit dei camper, giusto in tempo per evitare un breve e violento scroscio. Al riparo del tendone, si vanno cucinando le classiche salsicce con fagioli, le cos dette alluccelletto questa volta aromatizzate con la sola salvia. (Per le dissertazioni sulla scelta fra salvia e rosmarino, vedansi altre pagine). Buoni! (ma speriamo bene per stanotte!) Ore 16,30, mi incammino per andare a pescare al quercione dove Ezio gi in azione e come verificatosi nei giorni scorsi, stando un p fermi le trote tornano a bollare. Bollata, lancio, posa, catturale trote salgono alla mosca con franchezza, ma solo se il nylon del finale del 12! Nei soli 30 metri di sottoriva ancora una decina di buone fario. Scendendo a valle la situazione peggiora e colleziono solo 4-5 piccole iridee. Ed naturale: essendoci meno fondo l si sono radunate le piccole. Il sole va calando e verso le 20 mi avvio a valle confidando nel coup de soir e nella sedge. Ma nel bucone non c un buco per pescare: solo troppi pescatori e neanche una sedge. A volte mi pento di aver fatto tanto proselitismo per la pesca a moscama un pensiero che dura poco. Gianluca invecene davvero convinto!

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Alessandro

Domenica 17 Giugno 2007 Sveglia alle 6 e bisogna subito entrare in pressione: ci sono i bagagli da preparare, il camper da risistemare, smontare sedie, tavolini ecc. per affrontare il viaggio di ritorno dopo aver salutato i nostri ospiti. Sappiamo tutti che torneremo! La giornata assolata e Robertino alla guida instancabile. Lungo la strada acquistiamo dei funghi porcini e ci fermiamo per il pranzo alla stessa trattoria dello scorso anno. Arriviamo a Firenze alle 21,30. Facendo due conti i permessi per sei giorni di pesca sul Ribnik sono costati 100 (equivalenti a uno sullUnec) e tutta la gita 450.

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Nera - Gioved 19 Luglio 2007


Siamo Piero, Robertino, Ezio ed io. Carlo P incastratosi nelle urgenze del lavoro non potuto venire. Saranno trentanni che non pesco nel Nera e nel frattempo molte cose sono state realizzate, compresa una interessante riserva a dimostrazione che quando c acqua buona, volont, competenza e lungimiranza politica le cose si riescono a fare. Mi torna a mente il buon Masini, stimato segretario della FIPS fiorentina che allora gestiva il Sieve. Stiamo parlando di 35 anni faCi ricevette, piccola delegazione di noi, sconosciuti del CIPM che ne chiedevamo un chilometro per crearvi un tratto per la mosca offrendo anche la nostra sorveglianza volontaria e il ripopolamento. Negativamente ci rispose che eravamo avanti di trentanni. Almeno in questo fu lungimirante: oggi stato fatto! Durante il viaggio riaffiorano ricordi che ci scambiamo lun laltro. Partivamo la mattina presto: Passignano, Perugia, Spoleto, e dopo la deviazione per Montefranco che ci evitava di attraversare Terni: ancora non cera la comoda galleria che collegava velocemente con la Val Nerina. Poi su, verso paesi diventati tristemente noti per il terremoto, Ferentillo, Santa Anatolia di Narco, Borgo Cerreto Avevo trentanni. Nel frattempo la valle rinata, le case, tutte ristrutturate sono tornate a nuova vita, con le mura di pietra rosata e, aggrappate agli aspri pendii, rammentano quelle del Presepe nato non molto lontano. Anche questo territorio di gente cocciuta e genuina, che non teme n la fatica n il sacrificio. Un posto dove potrei vivere. Ero molto curioso di vedere come stata regolamentata la pesca e riassumo le varie formalit che abbiamo dovuto espletare per questa uscita che, se da un lato garantiscono una pi attenta gestione del tratto, dallaltro sono piuttosto burocratiche e complicate. A me piacerebbe, quando ne ho voglia, prendere canna e stivali evia sul fiume! 1 - Telefonato, qualche giorno prima, allUfficio di Legambiente di Borgo Cerreto per prenotare luscita e il tratto di pesca prescelto (c il numero chiuso giornaliero) Tel. 0743-91221 orario 8/11,30 15/17. 2 - Coda allufficio postale per fare il versamento sul c/c 10414050 intestato allAmministrazione Provinciale di Terni-Assessorato Pesca,

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per il rilascio del tesserino regionale. Anche linvenzione dei tesserini regionali, oltre a una anacronistica medioevale gabella burocratica in pi, spesso un ostacolo al libero esercizio del nostro sport: siamo

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o non siamo tutti cittadini italiani! Un tempo pagavamo una licenza governativa che ci consentiva di pescare in tutta Italia! 3 - Ci siamo poi recati allUfficio Legambiente suddetto -nellorario appropriato- per ritirare il tesserino regionale e il permesso giornaliero pagando i 15 dovuti. Abbiamo scelto il tratto A- monte e ci dividiamo a coppie. Il Nera scorre gagliardo in un tunnel di vegetazione e la sua fresca ombra un gradevole ristoro dalla calura. Pur non essendoci insetti, nella mattinata raccapezzo quattro fario fra i 30 e 34 cm. pescando, come il Nera impone, ovvero posando la mosca a filo delle rive. Questo non un problema, la difficolt sta nel fatto che il fiume stretto, quasi sempre bisogna stare in acqua e lanciare a monte recuperando coda velocemente perch quella corre. Tanti lanci, passate brevi e alla lunga il tutto diventa piuttosto faticoso. Dopo la trattoria si impone un po di sosta allombra di unalbereta: il venticello che spira da monte fa vibrare e cantare le foglie. Le cicale completano il concerto destate. Riprendiamo la pesca e la concludo con altre quattro trotelle allattivo mentre Ezio e Piero, a monte, sotto la roccia della ex ferrovia hanno visto grosse trote ferme in poca acqua riuscendo a catturarne una ciascuno. ******

Riserva di Piateda sullAdda - Venerd 26 Ottobre 2007


Anche per il 2007 siamo giunti alla gita di chiusura. Destinazione Valtellina, sullAdda da dove ultimamente giungono buone notizie. Gi a suo tempo Antonio Castiglioni ce lo aveva consigliato e Piero ha avuto ulteriori ragguagli da un appassionato della zona, Doriano Maglione, che ci adotter insieme ad un altro entusiasta, Giuliano Meret detto Lalo. Alle 14, allappuntamento di Firenze Nord ci siamo quasi tutti: Gianluca, Ezio, Piero, Robertino, Alessandro, Carlo Pi ed io. Viaggio perfetto fino alla tangenziale Est di Milano dove dobbiamo fermarci perch al seminuovo e bel Mercedes di Robertino, sotto al cofano ciondola un pezzo di carrozzeria e lo dobbiamo assicurarecon della corda! Battute e frecciatine non mancano e meno male che a sentirci non c il Signor Mercedes! Sai che viso rosso avrebbe fatto

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Lungo il lago di Lecco la strada si tuffa in una serie di gallerie con un tracciato sinuoso che mi pare anche piuttosto pericoloso. Inoltre gi buio e non possiamo ammirare il panorama e la vallata. Verso le 20 siamo in albergo: domani pescheremo nella famosa riserva di Piateda. Sabato 27 Ottobre 2007 Adda Alle 8, quando scendiamo dalle camere, Doriano e Lalo gi ci aspettano e laccoglienza calorosa e genuina. Tuttavia avverto una sorta di rimprovero perch gi tardi! Le trote sono attive gi alle prime luci dellalba in quanto durante la notte c stata attivit di sedge. Altro che poltrire a letto! Ci accompagnano subito sul fiume, risaliamo la statale verso Bormio, ma dopo circa 300 m. svoltiamo a destra, passiamo sotto la ferrovia e parcheggiamo alla bacheca: siamo nel cuore della Riserva di Piateda. Qui, in riva al fiume, c un ampio parcheggio attrezzato, con quattro tavoli, la bacheca, appunto, con regolamenti, la piantina della zona, la cassetta per imbucare il tagliando del permesso e lelenco dove registrare il proprio nome. Noto che quello odierno gi piuttosto lungo.

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Mentre mi preparo tengo docchio la spianata a valle del ponte dove affiorano diverse bollate, anche grosse, ma siamo abbondantemente preceduti gi diverse code saettano vogliose. Doriano mi suggerisce di provare sopra al ponte, dove la poca corrente dellAdda si sposta verso sinistra in un raschio spumeggiante che poi affonda in una sorta di stretto canale: l, nellacqua pi tranquilla, mi dice, nella notte, dovrebbero essersi concentrate diverse fario. Concordo nella diagnosi attenta e vado a lanciare la mia mosca -una sedge tardiva- sondando un buon tratto di fiume, l dove le bianche schiume si acquietano e smorzano nel verde del maggior fondale. Ne ottengo un rifiuto violento e una fario sui 34. Pescando scendiamo a valle del ponte: Doriano ha sul finale due piccole ninfe mentre io insisto con la sedge a galla. So che ogni fiume ha le sue regole, ma anche ogni pescatore le sue preferenze! Doriano allama un buon pesce: una bella trota che resiste nella corrente, ma allimprovviso il finale gli si appesantisce e la canna si impunta: un temolo salito alla seconda ninfa e dunque ora deve combattere con due pesci contemporaneamente! Per qualche frazione di secondo i due sciaguattano a galla, chi di qua, chi di l, poi la trota si slama. La scena mi convince a togliere la sedge e mettere una ninfa che tuttavia reputo un po grande -di piccole non ne ho pi- e la pesca continua. Il fiume piuttosto bello, incastonato nel diadema dorato dei gialli delle foglie moribonde dautunno e dalle montagne rigate dagli aspri terrazzamenti.

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La piana delle bollate

A mezza costa, a intervalli regolari, troneggiano chiese troppo ricche per lantica economia della valle che a me stridono con la semplicit di questo ambiente pedemontano, rurale e duro. E forse sono troppe, una chiesa ogni 5-600 metri! Manifestazioni di fede? Potere? Esaltazione? Ma queste cose non nascono mai a caso e comunque sono sempre la risultanza di esperienze, vite, credenze, sacrifici, sudore che meritano sempre il massimo rispetto. Sono le nostre radici. Allamo una piccola trota. Allimprovviso i pesci cessano ogni attivit, mentre la corrente ha acquistato forza e il livello si alzato di una spanna. Qualche centrale idroelettrica ha aperto le saracinesche e questo fenomeno si ripeter pi volte al giorno e nei giorni futuri. E lora di pranzo e torniamo alla bacheca. Alessandro che non pesca, nel frattempo ha procurato vino, panini e un dolcino tipico che divoriamo a uno dei tavoli di legno, sotto un sole insolito per questa stagione che riscalda e fa addirittura sudare. Doriano cede il testimone a Lalo che ora ci far da guida e scendiamo a valle con Ezio e Carlo. Lungo il sentiero vediamo occhieggiare diversi funghi che saranno oggetto del desiderio di

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Alessandro, Carlo e Gianluca per lapprontamento di diversi vasetti di funghi sottolio. Non sono n porcini, n galletti o pinaroli, non ne rammento il nome: so solo che, una volta pronti, sono funghi autunnali niente male. Ci fermiamo su una lunga spianata di acqua liscia, leggermente velata a causa del sali-scendi delle dighe. Nellultimo tratto a valle, prima che lacqua torni a brillare, ogni tanto fiorisce qualche bollata e su queste concentro..tutto il mio sapere! Dopo alcuni rifiuti, diminuisco il diametro del finale al 12 e poi al 10 e opto per piccole mosche del 20-22 (quelle che se posso evito di usare!). Con una di queste, una piccola effimera dal corpo giallino catturo diverse trote e qualche temolo. Financo una red tag su amo 22 mi concede qualche cattura! Il copione sempre il medesimo: attesa di una bollata, lancio, bollata sulla mosca, ferrata, recuperotrota o temolo sui 35 cmrilascio. E il godimento aumenta appagando lego dellio pi profondo: Io buono, io Tarzan! Sono quei frangenti dove il pescatore si sente un padreterno, un conquistatorema a ben pensarci il merito non del tutto suo: sono i pesci che si sono concessi! Lo stesso avviene nella coppia; sempre lei che alla fin fine sceglie, lasciandoci nella beata illusione della conquista. Il sole che cala alla mia destra accende il fiume dei gialli pi intensi, poi acceca la valle di rosso e, con lo sfumare dei colori, si spengono anche le ultime bollate. Si rientra alla bacheca e a Doriano, in segno di amicizia e gratitudine, regalo il mio Diario ma me ne manca uno per Lalo: glielo spedir. La giornata di pesca terminata, ma nessuno di noi pare aver voglia di lasciare il fiume che si va tingendo di sangue per un tramonto incredibile che mi lascia ammirato. I discorsi dei pescatori sono sempre i soliti e con Lalo nasce una conversazione sulle mosche: Ale gli riferisce del mio debole per la 700, un amore che resiste da annifedele nei secoli direbbe qualcuno. Si parla, ci si racconta Friulano, trasferitosi qui anni fa,il Lalo si innamorato di questo fiume. Molti pescatori sono suoi allievi e grande il suo impegno per la tutela e salvaguardia di questo ambiente. Non pu non avere la mia ammirazione e la nostra stima. Rientrando in albergo troviamo Angelo che ci ha raggiunto: lo vedo sempre con piacere perch il suo 147

accento bolognese - e la sua chiacchiera scanzonata - portano sempre una ventata di cordialit e simpatia. I nostri ospiti ci guidano a cena in un famoso ristorante della zona. Canederli, tagliata, cervo si direbbe che siamo venuti apposta! Ma nonostante la cena sia ottima e piacevole, avverto della tensione. Sono passate le 20,30 e la partita della Fiorentina che Gianluca vuole vedere in TV gi iniziata. Sapendo quanto ci tenga e quanto il suo umore da essa dipenda sono a mia volta sulle spine per lui -e per noi(e dandomi del bischero) non vedo lora di arrivare al dolce.

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Domenica 28 Ottobre 2007 Adda Nella notte, dallora legale siamo tornati a quella solare. Poich abbiamo fissato la colazione alla stessa ora di ieri -le 8- anzich poltrire unora in pi, io e Robertino, con il quale divido la camera, decidiamo di fare prima una puntata sul fiume cercando di pescare quelle trote ritardatarie della notte. Alla bacheca troviamo Ezio e Piero in perlustrazione: sono le 7 e veniamo redarguiti per la nostra iniziativa: a questora avremmo dovuto essere a colazione! Evidentemente non ci siamo capiti, ma nessuno vuol fare la figura del bischero! Con Robertino facciamo dunque qualche lancio infruttuoso e quando poco prima delle 8 torniamo in albergo per la colazione, gli altri stanno uscendo a loro volta per andare a pescare. Decidiamo di provare il tratto alto, quello torrentizio dove ieri avevo fatto qualche lancio e visto una certa attivit prima che lacqua salisse. Adesso i livelli sono bassi, lacqua chiara, pochissime le bollate e i pesci fanno i difficili. Allamiamo alcune trote, ma siamo un po delusi, anche se una buona fario presa con un lungo lancio, mi gratifica un p.

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Robertino si dirige a valle del ponte in cerca di miglior fortuna; io continuo a risalire, ma non scorgo pi bollate e temo che qualcuno mi stia precedendo ed abbia disturbato la zona. Torno sui miei passi e dal ponte osservo tre pescatori che lanciano in 6-7 metri di fiume contemporaneamente: non ho mai capito quale sia quello strano meccanismo che fa s che la gente senta la necessit di accalcarsi. Mi capitato spesso, prendendo il sole al mare su una spiaggia semideserta, che la coppia degli ultimi arrivati scelga di piazzare sdraio e ombrellone a pochi passi dalla mia tranquillit, disdegnando metri e metri di spiaggia libera. Insicurezza? Emulazione?Mah! A volte la gente strana assai e pare non ragionare con la propria testa. Mi torna in mente uno scherzo che mia moglie, prima di diventare una nonna seria, a volte metteva in atto nei mercatini rionali. Mentre una signora razzolava nel mucchio di vestitini, o qualsiasi altra cianfrusaglia, prima che quella ne prendesse uno per guardarlo, glielo soffiava anticipandola, poi scusandosi, falsamente mortificata lo restituiva.Piace anche a lei?...Peccato, lavrei preso io! Immancabilmente quella comprava lemerita schifezza! Sar per questo che desideriamo sempre sapere con che mosca pesca il nostro compagno? Seguo il sentiero lungo i meleti e da terra ne raccolgo un paio: il succo zuccherino mi rinfresca la gola ridandomi la sensazione di un gusto antico. Niente a che fare con la frutta conservata nei frigo dei supermercati! Il fiume si restringe fra due massi e trovo Robertino intento a lanciare nella corrente turbolenta. Mi fermo a guardarlo seguendo la sua mosca che dun tratto sparisce nella bollata di un temolo di 40 cm. 12,30: panini al sole, seduti ai tavoli della bacheca riassumendo e rivivendo le esperienze della mattinata. Piero sceso molto a valle, quasi al limitare della riserva e ha trovato i suoi ranzani che ovviamente bollavano da fa schifo! Solleticato dallidea di pescare in un tratto nuovo con grossi temoli, mi lascio tentare e abbocco a mia volta e mentre Carlo, Ale e Gianluca vanno per funghi, noi tutti ci trasferiamo in macchina verso il posto dei miracoli. Eccoci in riva a una bella buca dacqua chiara con davanti una prismata lungo la quale scivola la corrente. Naturalmente ora niente bollate! Con il passare del tempo, proprio accosto ai massi, si fanno vedere due cerchietti sui quali Piero insiste a lungo. Quando resto 150

Il fiume si restringe fra due massi e trovo Robertino intento a lanciare nella corrente turbolenta

solo ci provo anchio e con il nylon del 10 e una microscopica spent riesco a far salire entrambe le trote: una rifiuta e laltra la strappo sulla ferrata! Siamo tutti un po a mani vuote, salvo Angelo che sul finire di una spianata ha trovato lasilo nido delle iridee prendendone due o tre. E gi tardi, mi sposto un po a monte e con una sedge aggancio un pinna blu di 42 cm. Luned 29 Ottobre 2007 Adda Con Ezio, Robertino e Piero torno alla buca di ieri, sopra al ponte di Faedo e troviamo lacqua bassa e chiara. Riprendo la postazione di fronte alla massicciata sperando che si ripetano le bollate di ieri, sia al sasso quadratoche davanti a quello lungo, ma al momento pare tutto fermo. Ho scelto una cinnamon sedge, confidando nellingordigia di quelle fario forse

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appostate sotto la prismata lungo la quale faccio scivolare la mosca, ma i pesci sono ancora inappetenti. Poi, improvvisa, una bollata davanti al sasso quadrato, ma a dispetto del finale sottile e dei vari cambi di mosca, la trota non sale pi. Risalgo io, il fiume, cercando acque pi piatte e qualche bollata, ma appena le trovo il livello dellAddasecon inizia a crescere, lacqua liscia si increspa e la corrente diventa pi veloce cancellando qualsiasi attivit. Pensando al facile guado del canale attraversato da poco, torno lesto sui miei passi, ma lacqua che arrivava alle caviglie ora gi preme allinguine e per attraversare quei pochi metri, rischiando un bagno, devo impegnarmi in una prova di forza e di equilibrismo. Non conoscendo il fiume n i tempi delle chiuse, ho preferito un rischio certo a uno ignoto, ma sono momenti nei quali sono felice di quei pochi soldi spesi in pi per gli scarponi con la suola antiscivolo con feltro e chiodi! Ci spostiamo alla bacheca dove Lalo, fra una battuta e laltra, memore delle nostre dissertazioni di ieri sulle mosche, mi regala una scatolina con dentro una dozzina di 700 su amo 16 fatte da lui! Sono perfette, sia nelle proporzioni che nellassetto e mi incuriosiscono le due varianti che ha apportato al dressing originale. La prima che ha usato la pernice rossa anzich la grigia e la seconda che, anzich aperte a V, ha montato le ali quasi verticali. Mi ricordano anche la classica March Brown. E un gesto gentile che non mi aspettavo e oltre a sorprendermi mi fa piacerissimo. Qui alla bacheca lAdda mantiene adesso il livello normale, il canale che butta a valle, ed io che non ho voglia di fare una camminata, mentre gli altri risalgono il fiume, scendo subito sopra al ponte. Insisto con la sedge nelle correntine dove ho pescato il primo giorno e colleziono solo un secondo fragoroso rifiuto. Mi sposto sulla lama successiva, cambio un paio di mosche ancora senza fortuna: non

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volano insetti e mentalmente passo in rassegna tutti gli artificiali delle mie scatole valutando cosa proporre a questi pesci per indurli a salire a galla. Anche per curiosit decido di provare una delle moschine del Lalo e mi sposto sulla lama a monte che da lontano sembra pi piatta. Sul finire della buca, timide alcune bollate. Lancio la mosca con non troppa fiducia -una 700 su queste acque lisce mi pare adesso poco adatta!E invecebollata, ferratafario di 30! La sorpresa accentua il piacere della cattura. Rimetto in sesto la mosca e la lancio poco a monte su unaltra bollata che ho scorto: un paio di passaggi ed ecco unaltra trota! Altro lancio verso valle, in direzione di due piccoli cerchi subito cancellati dalla modesta corrente che pian piano stende la coda e il finale. Appena questo movimento arriva a trattenere la mosca che ha un piccolo scarto sullacqua, questa si rompe in un grosso vortice, ma il temolo si slama quasi subito. Insomma, a dispetto della mia iniziale perplessit per questo modello in queste acque, in questo periodo, raccapezzo cinque fario e quattro temoli di cui uno di 42! Hai capito, la moschina del Lalo! Quando lacqua -che sto tenendo docchio- inizia nuovamente a salire, prudentemente riguadagno la riva e mi dirigo alla bacheca: ho qualcosa da raccontare a Lalo. Poco a valle un pescatore svizzero, avventuratosi su un isolotto attraverso un guado relativamente facile, avvertito dalle urla dei pescatori locali, adesso brancola in difficolt nella corrente che cresce per riguadagnare la sponda. LAdda ora una valanga dacqua impetuosa e marrone e durer per lintera giornata, ma Doriano ci dice anche che fra unoretta, quando il livello si sar stabilizzato, le trote torneranno a bollare vicino a riva. La bacheca un punto di ritrovo e mentre facciamo fuori i panini ecco che arriva anche Lalo. Lo informo del successo ottenuto con la sua mosca, quasi pare non credermi, forse pensa che lo dica per cortesia, o forse, schivo, fa finta di non crederci con malcelata, sacrosanta soddisfazione. Grazie, Lalo! 153

Teoria e pratica - Maggio 2008


Questo pare un periodo particolare in quanto la pesca sembra pi teorica che pratica. A met aprile, con gli amici, dovevamo tornare in Valtellina, ma un tempo decisamente avverso ci ha fatto desistere e comunque, per alcuni impegni, non avrei potuto essere della partita. Per rifarsi Piero e Ezio hanno improvvisato un fine settimana sulla Sava, al quale, ancora, ho dovuto rinunciare, ma anche loro sono tornati prima del previsto. Hanno avuto solo un coup de soir eccellente, poi sono dovuti ripartire perch la Sava si alzata e sporcata per la pioggia abbondante. E comunque tante trote, ma piccole. Ai primi di marzo Gabriele, il mio primogenero ha messo a punto il mio sito che non quello dei piedi, ma quello telematico. Mai avrei pensato di cedere a una cos subdola lusinga e perversa vanit, ma il desiderio di dare visibilit al mio manualetto La pesca con la mosca teorie, trucchi e suggerimenti e lidea di renderlo scaricabile gratuitamente, e quindi accessibile a chiunque, mi hanno subito conquistato. Ritrovo cos quellentusiasmo giovanile, un altro contributo per la diffusione della pesca a mosca che tanti anni fa mi portava in giro con altri amici, a tenere corsi e fare proselitismo. A che servirebbe invecchiare se non trasmettere ad altri le proprie esperienze e conoscenze? In passato ho appreso da qualcuno e ora, per quel che posso, sento che giusto da parte mia restituire. Spero con un po di interessi in pi! Dunque proprio la gratuit mi ha convinto e da allora ricevo decine di e-mail di ringraziamento, apprezzamento, complimenti e congratulazioni. E ovvio che tutto ci mi fa godere come una scimmia (Carlo Pi) ma la cosa che pi mi lusinga che del mio lavoro molto spesso se ne apprezzi la semplicit e la chiarezza. Quale miglior complimento per unopera che si propone solo di essere divulgativa? ***

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Sono sei mesi che non prendo la canna in mano, dunque da un p iniziata la crisi di astinenza e quando Francesco mi ha proposto unuscita sulla Sava con i suoi amici non ho avuto tentennamenti, ma vista la recente esperienza negativa di Ezio e Piero abbiamo optato per lIdrica. Venerd 16 Maggio 2008 Idrica Partenza alle 6 e verso le 15 eravamo alla buca del cane incazzato. Livelli un po alti, ma in calo, acqua molto fredda, rari insetti e pochissime bollate. Tanto per cambiare! La pesca pertanto non stata molto proficua. Paolo, con qualche difficolt nei lanci lunghi, mi ha ceduto una bella trota che ninfeggiava nel sottoriva opposto, dove lui non arrivava. Lanciando lungo, di traverso al fiume, a discendere e con una frasca diabolica alle spalle, alla fine, dopo due trote pi piccole, sono riuscito a fregare la bella, una fario oltre i 40 cm. Poi il fiume si come fermato salvo tre o quattro striminzite iridee che sul fine buca ci stuzzicavano con i loro piccoli cerchi che si allontanavano man mano che ti avvicinavi Mauro, evidentemente non entrato in pesca si spostava di continuo, cambiando mosche su mosche con il risultato che quelle stavano pi fra le sue mani che in acqua. Francesco, risalendo il fiume di un bel po ha invece trovato un posto con qualche bollata riuscendo a prendere alcune trote e un paio di buoni temoli. La giornata dunque non stata molto proficua (per la bassa temperatura del coup de soir nemmeno a parlarne), ma allHotel Cerkno abbiamo potuto vendicarci su una gustosissima tartara. Quando vengo in zona vedo di non farmela mancare. Sabato 17 Maggio 2008 Idrica Il tempo variabile e lIdrica, lentamente, scende di livello. Proviamo a pescare nella bella spianata della panchina che con la sua perfezione da manuale stupisce i nuovi amici. Li sento come nuovi allievi un po per la loro et, un po perch non conoscono il fiume, il che mi costringe a fare loro da guida, e un po perch, bont loro, mi accreditano di una maggiore esperienza. In effetti a volte noto

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alcune imperfezioni o difetti che evidenzio e segnalo loro in virt della confidenza ormai acquisita. Mauro lancia meglio di Paolo, ma questi pare pi determinato e forse ha un pi spiccato senso dellacqua. Mentre il primo pi nervoso e teorico pare attratto da una pesca facile o pi classica lanciando nel bel mezzo del fiume, Paolo, probabilmente pi istintivo rischia la mosca nei sottoriva in cerca di fario. Entrambi tuttavia pescano con la coda diritta in acqua il che spesso causa immediata di dragaggio della mosca. Quando lho fatto notare a Mauro, lui, ammorbidendo la posa ha subito preso un temolo. Francesco invece continua a impugnare la canna con il palmo della mano, il dito pollice passivo e molle di lato al sughero rinunciando cos alla velocit e a diversi metri di distanza nel lancio. Tuttavia forse in virt di pose molli che pi dei compagni riesce ad avere maggiori bollate sulla mosca. Nel pomeriggio ci spostiamo sulla piana sotto al ponte dei laterizi anche se sul fine della buca c gi 156

un pescatore. Io e Mauro scendiamo sulla sponda destra, Paolo e Francesco, sulla sinistra, ma come sono sul greto trovo due pescatori -in attesa delle bollate- che non avevamo visto perch nascosti dalla vegetazione. Mi rendo conto che gli abbiamo invaso la zona di pesca -cosa estremamente sgarbata e disdicevole- e mentre dalla parte opposta Paolo entra in acqua uno dei due esclama Noo! Proprio dove bollavano!... Oltremodo imbarazzato, lidea di pescare non mi passa nemmeno nellanticamera del cervello e mi scuso con entrambi anche se sembrano prendere la cosa serenamente, con filosofia e comprensione. Uno dei due il giorno prima ha preso una marmorata di 78 cm. e probabilmente gi sazio. Ci mettiamo a parlare -di pesca, naturalmente- ci presentiamo e cos scopro che Piero Zanetti, Presidente del Club Pesca Mosca Ticino (Svizzera). Non molti giorni fa mi ha mandato una e-mail complimentandosi per il mio libro telematico e ora che conosciamo le rispettive identit la cosa si ripete, qui sul fiume. Mi informa che lo hanno stampato e adottato per i loro corsi di mosca. Gratificato e un po imbarazzato ringrazio Domenica 18 Maggio 2008 Idrica Il fiume ancora avaro e ci spostiamo sulle basse correnti a valle di Sp Idria, solitamente zeppe di pesce seminato nel tentativo di far catturare qualcosa ai miei nuovi amici. Ne vengono fuori alcune trotine, ma sia Francesco che Paolo si esaltano solo su due rifiuti enormi. Una trotella e una marmorata sui 40 sono le mie uniche conquiste su un fiume privo di schiuse e di insetti. Luned 19 Maggio 2008 Unec Vista la scarsit di risultati, suggerisco di risparmiare i 60 del permesso per lIdrica per andare a vedere lUnec che relativamente vicino e che i miei amici non conoscono. Appena sul vecchio ponte di Planina, noto occhi che brillano, esclamazioni eccitate, movimenti convulsiUn pescatore a valle ferra un temolo e la decisione subito presa! Si pesca! A dispetto del fatto

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che verso le 14 bisogner ripartire e che il permesso costa ben 99 (sembra il prezzo promozionale di un prodotto da supermercato che si vergogna di raggiungere le tre cifre) si pesca. Ma per quanto mi riguarda non sono cos allupato e oggi non ho voglia di buttare questi soldi per un permesso che rasenta la speculazione e per le poche ore di pesca che restano. Gli amici cattureranno qualche temolo e usciranno dal fiume drogati: li posso capire. LUnec ha mietuto tre nuove vittime!

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Bosnia: il Ribnik chiama - Sabato 7 Giugno 2008


Alle 5,45 sono gi al Poggetto e posteggio la macchina nello spazio lasciato libero dal camper di Robertino. Quasi subito arriva Carlo Pi e iniziamo a trasferire canne e bagagli nel camper: come al solito tutto lindo, preciso ed efficiente e non pende un pelo! Ed ecco anche Piero, Ezio e Menicarlo: siamo in sei. Gianni non potuto venire, ma a Bologna raccatteremo Giovanni -il figlio ventenne di Angelo- che non si lasciata sfuggire la ghiotta opportunit di una settimana di pesca seppure con noi veterani. Sar la nostra mascotte e lo adottiamo. Il viaggio scorre fluido, il camper tiene una buona media e ogni tanto, man mano che incontriamo la volubilit di questo giugno capriccioso, sul parabrezza si abbattono grosse gocce di pioggia. Un proverbio dice Giugno, falce in pugno ma forse andrebbe rivisto. Verso le 18,30 siamo sul Ribnik, ci accoglie Djuro -in precedenza allertato- e possiamo fare il campo sul solito spiazzo in riva al fiume. Domenica 8 Giugno 2008 Ribnik La prima occhiata per il cielo, variabile con alternanza di sole e nuvole cariche di pioggia; la seconda per il Ribnik che scorre con livelli piuttosto bassi. Stimo che manchino 10 cm. dacqua tanto che guadabile ovunque, rendendoci pi visibili a questi pesci che hanno fatto molti corsi di entomologia, costruzione mosche e tattiche di pesca. A prima vista sanno riconoscere se la coda che passa DT o WF, se il finale a nodi o in fluorocarbon e sono esperti in waders e tutte le marche di scarponi. Allora, oltre allistintiva diffidenza, lacqua molto fredda e la scarsa presenza di insetti, la fortuna non aiuta. Noi moscaioli siamo tutti un po romantici e strambi; dopo tanti anni di inattivit, mi sono portato anche la Traun Special, una canna austriaca in bamb costruita dal famoso Brunner, alla quale tengo molto, sia per il valore affettivo che storico, ma soprattutto perch me la cedette Alberto Del Bono, un caro amico che part per le avventure del mondo e che non ho pi visto da troppi anni. Che delusione! La canna pesa e rigida, limpugnatura, nata per lindice, mi risulta troppo sottile e ogni lancio richiede una spinta superiore al normale. Inoltre la coda, forse per lanello di punta 159

troppo stretto, non scorre fluida e veloce come mi sono abituato ad avere. E pensare che alcuni anni fa questa era una canna prestigiosa e allavanguardia, considerata rapida, ma anchessa oggi incanutita e come una anziana, bella, elegante signora, le rimangono solo il prestigio e il fascino di una nonna di altri tempi. Allora di pranzo la riporr con riguardo nel suo tubo preferendole, con un lieve senso di colpa, la pi giovane e ruffiana grafite! Lacqua limpida e scorre piatta. Sempre a ridosso della vegetazione rivierasca catturo due fario oltre i 35 cm. dai colori stupendi che sembrano esclusivi del Ribnik. Ma le trote non sono molto convinte mentre i temoli, bollano sporadicamente per i cavoli loro come se questo gioco non li riguardasse e sembrano far parte di un altro mondo. Sciorino il solito campionario di mosche; schiudono piccole effimere chiare, qualche voluminosa stone fly e a tratti ondeggiano alcuni ecdyonuri. Trovo Robertino che ha preso un paio di trote con una piccola emergente dal corpo color crema chiaro e un ciuffetto di cul de canard grigio. Ore 16. Risalgo il fiume fin sopra la steccaia: nella piana a specchio qua e l risaltano evidenti le bollate di buoni temoli. Accolgo subito linvito, ma i miei lanci sembrano inutili, il nylon del 10 un canapo e non riesco a capire che cavolo di mosca gradiscano. Di nuovo uno di quei momenti dove uno non sa dove andare a sbattere la testa. Poco a monte due pescatori, credo bosniaci per la loro lingua dura e zeppa di consonanti, tentano a loro volta i temoli, ma chiacchierano, parlano, straparlano, commentano ad alta voce, non si zittiscono un istante, in un chiacchiericcio continuo, inutile (che cazzo avranno da dirsi!) che alla lunga mi infastidisce, mi rintrona togliendomi il piacere della pace del fiume. Alla fine non ne posso pi e a dispetto delle bollate, me ne vado borbottando un vaffanculo! Chiss perch molte persone non tollerano il silenzio! (E altre il prossimo suo) Sono al quercione ed calma piatta. Pesco verso la riva di fronte, sullacqua bassa, lanciando una L1 sul 18 e ogni tanto sboccia una bollata. Alcuni sono rifiuti, ma prendo un paio di fario sui 35 dai colori accesi che dallarancio sfumano nel giallo brillante con sul dorso incredibili riflessi di lapislazzuli. Sono pesci talmente belli che 160

nel rimetterli in acqua mi attardo un po per ammirarne la stupenda livrea. Salpo diverse trotine mentre il cielo, in un alternarsi di tonalit di grigi, va minacciando nuova pioggia. Ora un grosso nuvolo mi sovrasta e inizia a pioviscolare, avvisaglie di uno scroscio che non tarder a venire. Il fiume si ferma, come se volesse sfuggire la pioggia: anchio e torno al camper. Luned 9 Giugno 2008 Ribnik Secondo giorno di pesca. Il permesso costa 25 ma con la formula dei tre giorni a 50 di fatto un giorno gratis. Nella parte alta del fiume stata istituita una zona trofeo a 30 , e andiamo a dargli unocchiata. Praticamente un laghetto dallacqua fonda, turchese e limpidissima, apparentemente immobile e dallaspetto fiabesco, costituito dal Ribnik che sgorga dalle viscere della terra per affacciarsi alla luce del sole. Si fa per dire perch ora alte nuvole veleggiano, indecise fra landarsene o alleggerirsi scaricando altra pioggia. Non credo che pescher mai in questa suggestiva vasca naturale. Potrei allamare la fata turchina delle ninfeee non sono un principe azzurro!

Mi faccio accompagnare con la macchina di Ezio in un tratto a valle dellallevamento di trote: quando ieri sera ho visto questo posto mi subito piaciuto. Il fiume si allarga in basse correnti tappezzate da filari ondeggianti di ranuncoli mentre sul lato opposto lacqua si infila sotto o lambisce un muro di vegetazione. E l che ho intenzione di far galleggiare la mia mosca e inizio a pescare: ho messo una 700 e la mando in quei pressi. Non passa molto che vedo lo sciaguattare dellacqua che si rompe. Una trotella si avventa sulla mosca, la 161

recupero e slamo, ma la bollata che ho visto non pu essere la sua. Per ora ho fatto navigare la mosca un po al largo, tanto per sondare il terreno, ma quando allungo il lancio a sfiorare le erbe della riva, con una posa rallentata per evitare il dragaggio, la trota sale sicura. Ferrata! E si scatena il diavolo a quattro perch la furbacchiona cerca di infilarsi sotto le alghe e i ranuncoli del basso fondale. E una fario di 38 cm. dalla livrea bellissima che riconsegno al fiume, ma lavevo stimata pi grossa. Scendo lungo il Ribnik scoprendo nuovi scorci, nuove correnti, invitanti sottoriva o brillanti correntine prendendo altre due trote. Poi, dopo una pausa, verso le 10,30 i pesci tornano in attivit. Questa volta sono piccole iridee che salgono a galla solo per lasciare un paio di cerchiettiNinfeggiano, ma chiss su cosa, mi sembra su piccole emergenti chiare, ma riuscir a prenderne solo una. Poi un temoletto. Il cielo diventato un lenzuolo grigio dietro al quale si avverte appena la luminosit del sole e i pesci sono indifferenti o svogliati. Incontro Ezio che nei momenti di attivit ne a presi alcuni con la sua moschina dal corpo chiaro. Torno al camper verso le 12,30, in anticipo per il pranzo, per concedermi una doccia nella camera di Ezio e Carlo (loro non dormono in camper, saremmo troppi). A met pomeriggio vado alla buca della curva ma a causa del basso livello la trovo molto cambiata, con una corrente molto pi lenta, quasi monotona. Le rare bollate mi arrovellano nella scelta delle mosche: c un po di tutto e pochissimo di tutto. Sedge, ecdyonuri, effimere, stone fly e i pesci scimmiottano il loro men che pare cambiare di continuo. Ezio, con un colpo digenio aggancia un temolo di 50! Non so pi a che mosca votarmi, sono affaticato, deconcentrato e un po incazzato perch quando i pesci fanno cosli ammazzerei! La nebbia sale, la pioggia scende, non vedo pi la mosca e io smonto tutto e me ne vo. Marted 10 Giugno 2008 Ribnik Finalmente c un bel sole. Mi dirigo a valle, oltrepasso gli orti ed entro in acqua: labbraccio fresco attraverso gli waders, mi tonifica. Sulla riva opposta ho ricordo di belle fario appostate sotto le frasche o nelle anse pi calme e ogni tanto qualche bollata o sommovimento dacqua si materializza: ogni tre su quattro sono prese, grazie 162

allimpalpabile nylon del 10 e a pose leggerissime. Gli insetti sono rari, ma pare ben funzionare la B4 su amo 14. Nellombra di unansa oltre la corrente, al riparo di un ciuffo di frasche che vi si protendono, c una trota che sale a galla a intervalli regolari. La bollata appena accennata, ma il movimento dellacqua che se ne gonfia mi dice che roba buona! A cosa sia interessata non ho idea, ma dopo alcuni tentativi, quando ormai la mosca ha superato la zona calda e sto per richiamarla, eccola che scatta in favore di corrente, si avventa sulla mia esca ed presa! Poi come al solito, con il sole pi alto le ombre degli alberi si riducono e le bollate svaniscono. Nel pomeriggio convinco Menicarlo a cambiare zona -sono tre giorni che pesca nei medesimi 200 metri!- e grazie ad Ezio che ci accompagna con la macchina, andiamo al quercione evitando cos la lunga marcia e la sauna dentro gli stivali. Rarissime le bollate, ma una giovane pescatrice che entra in acqua a poca distanza, ci spinge a valle in cerca di zone pi tranquille. Pian piano mi ritrovo alla buca dove stamani Piero ha perso una grossa trota. La riconosco per la descrizione che ne ha fatta e in effetti quel rigiro di corrente in quellansa, sembra perfettoMi fermer qui. Verso le 16 rari, piccoli temoli muovono lacqua, ancora indifferenti alle mie provocazioni. Della grossa trota non c traccia. Poi, casualmente la vedo. Quasi attaccata alla riva opposta che scende a picco in acqua, prossima alle radici di un albero che protendendosi nella corrente crea piccole turbolenze e un sicuro riparo. Lho vista perch affiorata con la pinna dorsale e parte della coda, lenta, tranquilla, ha sollevato appena la testa, bocca aperta e si servita di chiss cosa; ora l, sotto al pelo dellacqua e pinneggiando, quasi ferma, tiene la corrente. E grossa davvero e ne vedo la larga striscia rosa sul fianco e il brillare della pancia chiara fra le onde. Sono quasi stordito dalla opportunit che mi si prospetta e mentalmente elaboro il piano di attacco. Con movimenti misurati lche presento la prima di diverse moschine ed emergenti sul 18 e 20: invano. Ogni tanto sparisce, ma come mi fermo per qualche minuto torna a ninfeggiare e il gioco continua. La sua sicurezza mette soggezione. E gi molto tempo che sono in mezzo al 163

fiume, lacqua alla vita e comincio ad avere freddo nonostante leccitazione del momento. La trota continua la sua danza, come se mi sfidasse mentre comincia ad imbrunire e so che presto torner definitivamente sul fondo: non ho pi idee per cui tento il tutto per tutto. Tolgo il finale del 10 che probabilmente non avrebbe retto, sostituendolo con il 12 (a Firenze si dicetirati su le poppe!) e in ossequio alla legge del grosso boccone metto una sedge sul 14; anche se non ne volano, spero che se la ricordi. Provo un primo lancio corto per capire come reagisce linsieme coda/finale/mosca ora che ho cambiato i rapporti. Non vorrei sciupare tutto con una prima posa sbagliata: il finale si stende a dovere e la mosca viene ben proiettata. E arrivato il momento, ora o mai pi! Mi fermo per qualche istante come a raccogliere le energie e quando torna a ninfeggiare faccio il mio lancio. La mosca si posa un buon metro a monte, proprio sottoriva, ma la corrente la sposta verso il centro del fiume. Gli passata a 30 cm. e non si neppure mossa! Anche pigra! Ripeto il lancio, questa volta a 40 cm. dal suo muso e mentre ora sono teso come uno stoccafissola mosca si posa lieve proprio sul giusto filo di correntesi avvicinalei apre le mascellesolleva appena la testala mosca sparisce risucchiataOra!...Finimondo!

55 cm.!

E davvero una grossa trota, lo sento da come la canna si piega, dalla frizione che stride e da questo peso che lotta sottacqua. Immersa nella corrente cerco di tenerla lontano dagli arbusti della riva dove spesso si dirige o a galla per evitare le alghe del fondo dove potrebbe rintanarsi. E prego che il 12 tenga! Quando fa la prima spanciata mi rendo conto delle sue dimensioni e il fragore dellacqua che ne esplode richiama lattenzione di un pescatore che un centinaio di

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metri a valle. La canna piegatissima, la frizione stride nelle partenze, la trota lotta, fugge, sciaguatta e ne vedo il rosseggiare dei fianchi. E una iridea bellissima. Il pescatore ora sembra pi interessato alla mia lotta e agli sciaguattii che il grosso pesce fa a galla e che durano da molti minuti che non alla sua mosca in acqua. Liridea mi prossima, ma come prevedevo riparte verso il largo spaventata dalla mia ombra. Sgancio il guadino, con pochi colpi sulla leva del mulinello tolgo dallacqua leccesso di coda che potrebbe intralciare il recupero e cerco di avvicinarla. La trota troppo grossa per la bocca del guadino e il primo tentativo di salparla di pancia non va a buon fine per un suo scarto improvviso e pericoloso, ma sia la mosca che il nylon tengono. Il polso mi duole per lo sforzo e la tensione sullimpugnatura, ma questa volta la avvicino di pi e lei stremata, le fauci spalancate e le branchie pulsanti, scivola nella rete con una manovra appropriata. Sono eccitato e spossato dalladrenalina e guadagno la riva: la misuro, 55 cm. ed coloratissima, tozza e possente. Trote cos grosse meglio toglierle dal fiumee visto che qui le iridee si possono tenere, questameglio mangiarla. Le ho giusto dato il colpo di grazia che si materializza il guardia(chiss come avr fatto ad essere cos tempestivo!) e si complimenta con me: non mi chiede neppure il permesso. Smetto di pescare, non avrebbe pi senso e torno al camper con il mio trofeo. Nella cucina di Djuro la friggeranno a trancisciupandola. Mercoled 11 Giugno 2008 Ribnik Nella parabola della mia discesa, verso quella che chiamo la mia bollata oggi scattata ancora una tacca. Nei giorni scorsi avevo difficolt a seguire le piccole mosche che spesso si perdevano nel brillare della corrente e dunque oggi, nel gilet, mi sono portato gli occhiali da lontano, quelli che uso davanti alla tv. Appena inforcati si aperto un altro mondo, non solo la mosca era Troppi!... visibile e si stagliava netta in acqua, ma anche i contorni erano pi definiti. Nonostante ci veda meglio la cosa mi fa girare le scatole perch oltre ad essere un altro segno di decadenza, c un altro aggeggio da portarsi dietro. Un paio di occhiali da vicino per infilare il nylon 165

nella mosca o fare i nodi, un paio di polarizzati per il sole o per vedere in trasparenza nel fiume e ora anche questi per vedere lontano! E tutto un leva e metti Vado ancora a pescare a valle degli orti perch ho dei conti da regolare con un paio di trote che puntualmente ritrovo appostate dietro quel certo cespuglio. Le prendo entrambe, sono fario fra i 35 e i 40 cm. con la consueta bella livrea e pescando in cacciaa ridosso delle rive aumento sensibilmente il numero delle catture. Con le bollate dei temoli al centro del fiume inveceniente da fare. Loro apprezzano solo mosche sofisticate! Nel tardo pomeriggio pesco ancora nello stesso tratto di Ribnik e con una moschina grigia prendo altre fario, tuttavia per il livello ancora pi basso i pesci sono pi circospetti. Verso le 18 iniziano a ninfeggiare sul mistero e sulla pelle di montone si rinnova la passerella di mosche, moschine, emergentine, ninfette (quelle da pesca), ma chiss a che diamine abboccano! E

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continuano a ninfeggiare, indifferenti, quasi sfrontate mentre in me aumentano lansia e limpotenza. Stamani, quando per disperazione ho provato a mettere una ninfa, al primo lancio ho ferrato una trota, poi pi nulla, ma adesso, neppure quella funziona! Robertino, inchiodato al suo posto da un paio dore, insistendo su una bella fario di 50 cm. riuscito a prenderla con una piccola ninfa calandola in acqua a un paio di metri dai suoi piedi! Ezio, invece stasera ha un diavolo per capello ed inavvicinabile perch ha perso gli unici tre bei pesci di tutto il pomeriggio.

Gioved 12 Giugno 2008 Ribnik Stiamo finendo di fare colazione che inizia a piovere. Luniformit grigia e cupa del cielo non lascia dubbi sulle previsioni metereologiche per le prossime due, tre ore per cui sotto la veranda inizia una produzione intensiva di mosche. Dato che in questi giorni ha ben funzionato una piccola mosca, mi cimento al morsetto, ma mentre Ezio ne fa sei, io sono solo a tre. Dal canto suo Alessandro, arrivato ieri sera con Gianluca, memore dellesperienza dello scorso anno ha progettato una stone fly reverse da usare pescando a discendere, facendola muovere nella corrente con piccole vibrazioni come se stentasse a involarsi. E la pesca che piace anche a me e me ne d una da provare, ma la pioggia insiste e salvo Ezio, Robertino, Gianluca e Carlo Pi restiamo al riparo sotto al tendone confortandoci con un caff. Volendo sperimentare ancora, con Piero, montiamo sulla mia coda un finale a treccia. Tutti gli amici lo hanno adottato da tempo e quando, dopo le 16 la pioggia rallenta e vado a pescare ho loccasione di provarlo. La stesa fluida e la posa in acqua silenziosa ma per entrare negli anfratti dei sottoriva devo spingere il lancio un po di pi e la posa non cos precisa come sono abituato ad averla. Con la piccola mosca grigia catturo un temolo di 44 e pescando in un breve tratto, ad ogni bollata (rare) segue la cattura (o quasi) ma la trota pi significativa sar di 38 cm. Quella fario che ninfeggiava dietro al solito cespuglio, prima snobba le mie mosche poi sparisce e con lei tutte le altre bollate. 167

Sporadicamente qualche temolo viene a ispezionare la mia red tag e uno, convinto o sprovveduto ci rimane.

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Poco a valle Gianluca sembra fuori pesca lancia svogliatamente e senza convinzione, n, dunque, successo, ma rifiuta la mia red tag. A volte questi suoi eroismi o il voler dimostrare di non aver bisogno di nessuno per essere autosufficiente a tutti i costi, mi sono incomprensibili anche perch da questi atteggiamenti traspare un comportamento represso che mette a disagio. Mi rifugio dunque in un diplomatico silenzio che tuttavia contrario allo spirito di condivisione del gruppo di noi La piccola emergente e amici che siamo a pesca, in vacanza, a la stone fly di Alessandro divertirci, che diamine! La cosa mi preoccupa perch cos il rapporto perde di spontaneit per lesser costretto a misurare gesti e parole onde evitare reazioni impreviste se non antipatiche. Ed un peccato, perch da sempre gli voglio bene come a un fratello. Continua a piovere, fa freddo e il fiume si ferma del tutto: si scocciato anche lui. Venerd 13 Giugno 2008 Ribnik Se fossi superstiziosoNella notte piovuto a pi riprese, ma in una pausa, subito dopo colazione e prima del solito, mi avvio ancora a valle: non ho voglia di allontanarmi troppo. Fin verso le 10 il fiume resta apatico poi entrano in attivit le trotine e ne prendo alcune insieme a due buone fario e un bel temolo. Il finale a treccia che continuo a usare, si posa delicatamente, ma al minimo refolo di vento sbanda, non preciso e la mosca non va dove voglio io per cui le pose attaccate alla riva o vicinissime alla vegetazione sono casuali e a rischio dellartificiale: non va bene. Decisamente la treccia non fa per me e torno al finale classico: la regaler a Piero che invece lapprezza. Alla buca della curva, sullacqua veleggiano piccole effimere chiare e i pesci salgono a coglierle affacciandosi alla superficie con delicatezza, direi con garbo, lasciando la consueta invitante bollata e un Daveri prima fiducioso e speranzoso, poi incaponito, perplesso,

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interdetto, poi ancora impotente e infine sconfitto. Rifiutano tutto, ma proprio tutto! Continua a piovere e lascio lacqua (quella di sotto e quella di sopra) per affidarmi a quella calda della doccia e prepararmi alla partita dellItalia in tv. Sabato 14 Giugno 2008 Lultimo giorno di pesca saltato! Il fiume si alzato di buoni 40 cm. e il cielo resta piovigginoso. Si torna a casa con un giorno di anticipo.

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Ribnik dautunno - Marted 7 Ottobre 2008


Era un progetto gi varato a giugno: tornare sul Ribnik in autunno e Piero, Ezio, Marcellone ed io labbiamo messo in atto anche se alla partenza non avevo quella smania come la volta precedente. Il primo giorno se ne va in undici ore di macchina e di viaggio, che sebbene tranquillo, alla fine mi lascia stordito. Arriviamo alla pensione Aqua al tramonto e abbiamo la gradita sorpresa di due camere nuove grazie al piano che hanno rialzato in poco tempo (a giugno non cera). A cena due pescatori di Milano e Parma ci esternano il loro disappunto e delusione per le avverse condizioni che hanno incontrato nei giorni precedenti (pioggia e livelli alti) con nessun risultato. Ma adesso il fiume chiaro e lacqua va calando, mentre il tempo, seppure variabile si mantiene buono. Noi siamo fiduciosi. Mercoled 8 Ottobre 2008 Ribnik Non potevo non pensare di iniziare a pescare che da dove qualche mese fa presi la trotona anche perch mi risultava essercene unaltra e dunque mi sono diretto di buon passo verso la curva sotto alle case. Piero deve aver fatto la mia stessa pensata perch poco dopo mi raggiunge e peschiamo in tandem. I pochissimi insetti ci obbligano a

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mosche piccolissime. Bollano solo piccoli temoli e ne prendo diversi con la P05 e la F02 di Giuliano (il Lalo) che mi aveva mandato tempo fa e che qui ho subito voluto Le mosche del Lalo provare. Salvo qualche piccola iridea, di trote vere non se ne vedono, ma le bollate e ferrate di temoletti mi faranno passare tutta la mattina in questo breve tratto di fiume. Il tempo regge e non fa freddo. Approfittando del fatto che non ci sono pescatori, dopo la pausa pranzo vado a valle degli orti scendendo in acqua prima della buca di Giovanninoe qui il Ribnik tutto per me, ma prendo poco. Man mano che il sole scende, cala anche quel poco di attivit. E ottobre, mica luglio! Gioved 9 Ottobre 2008 Ribnik In virt degli scarsi risultati di ieri, decido che oggi cambier tecnica lasciando la mosca secca per lo streamer. La pensata sarebbe di andare a cercare le trote pi grosse dove immagino che siano, ovvero sul fondo. Ricordo solo pochi tratti di fiume che si adattino a questa pesca: la steccaia, la curva sopra al ponte, la corrente a valle del ponte e la buca di Giovannino ma vale la pena tentare. Inizio con uno zonker oliva alla curva sopra al ponte. Dopo poco lo sostituisco con limitazione di una trotina che convince una fario di 36 cm. Il suo colpo sulla canna stato perentorio. Scendo lentamente il fiume, facendo pi passate supponendo di stimolare cos laggressivit delle trote che forse stanno cominciando a pensare ad altro. Quando monto uno streamer nero lacqua chiarissima- in rapida

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successione prendo due trotelle (o non dovevo prendere solo le grosse!). Poi la conferma: una fario di 41 ed un bellissimo maschio di 48 cm. che mi impegna a lungo prima di finire nel guadino. E bellissimo, lo misuro, fotografo velocemente e rimetto in acqua. Pi a valle, dietro un grosso masso sommerso che crea grandi turbolenze, un buon pesce, forse una iridea, mi strappa il nylon di netto! Sulla corrente a monte del ponte altre trotelle e nella buca successiva ancora una fario di 40 cm. e altre due buone iridee. Come mattinata direi che non c male! La pausa pranzo breve, il pomeriggio di ottobre corto e le ore centrali, pi tiepide, dovrebbero essere anche le pi propizie per cui mi dirigo alla steccaia: c un bel sole che scalda laria. Sono da solo e seguo il sentiero attraverso i prati, costeggio il fiume e lalbereta dove lautunno sta sfoderando i suoi colori. A ogni refolo di vento una coriandolata di foglie che volteggiano, si depositano a terra a formare un tappeto che, asciugato dal sole, scricchiola sotto ai miei passi. Cammino e mi guardo attorno, respiro laria che di nuovo sa di funghi. Non ho fretta, le cose belle vanno godute e la pescain questo procrastinarla cresce anche il piacere della sua aspettativa. Alla staccaia non succede niente: i miei lanci, passate, recuperi scivolano nellindifferenza e nel tempo.

Ore 16. Dopo che grosse nuvole la preannunciavano, si abbatte una passata di pioggia violenta, quasi stizzosa, ma per fortuna mi sono avvicinato alla pensione a mi salvo al riparo della tettoia. Ne approfitto per prendermi un ghiandino che se non altro caldo e sostituire il finale con uno per la mosca secca: da qui in poi il fiume troppo basso per insistere con lo streamer. Dopo 20 minuti spiove e torno a pescare, ma il Ribnik si va addormentando pian piano e 173

quando sale la nota nebbiolina lattiginosa e fredda lora di rientrare. 10 e 11 Ottobre 2008 Ribnik I restanti due giorni non sono molto diversi. Unici segni di nota larrivo di sei francesi (ne hanno fatti di km!) che hanno un po invaso il fiume e lincazzatura quando il Ribnik allimprovviso si intorbidito. Una ruspa lavorava in acqua- di sabato- allinizio della riserva. Dopo aver pagato il permesso eravamo tutti incavolati e le proteste hanno funzionato, i lavori sono stati sospesi (o erano comunque terminati) e dopo mezzora lacqua tornata chiara consentendoci di riprendere la pesca. Rientrando, guidando in autostrada, Ezio mi ha fatto prendere un paio di spaghetti: stanchezza o distrazione? ***

Ancora Patagonia - 25 Gennaio-13 Febbraio 2009


Per la seconda volta Gianni mi ha invitato in Argentina, ospite nella sua nuova casa. Abbiamo pescato nel Malleo, Chimehuin, Allumin, Collon Cura e nei laghi Huechulafque e Curruh scendendo anche a sud nella zona di Esquel per tre giorni pieni di pesca con risultati alterni. Queste esperienze sono riportate in un diario a parte dal titolo Dal Torbecchia al Collon Cura.

14 Maggio 2009: e tre!


E andato tutto liscio! A velocit supersonica nato Riccardino, e in quanto a nipoti, ora sono a quota tre, ma non raggiunger mai Piero che ne ha undici! Oltre che veloce, deve essere anche intelligente perch con la sua decisione di venire subito al mondo, mi permette di non rinunciare alla annualegita grande gi programmata con gli amici fra una settimana. Sono doppiamente contento! La nonna gongola e quindi posso tagliare la corda. E cos gongoliamo in due!

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Ritorno sul Buna & Co. - Gioved 21 Maggio 2009


Ci stiamo avvicinando alla Bosnia, in due camper io, Carlo Pi, Ezio e Robertino nel suo; Piero, Ale e Menicarlo in quello del nostro noleggiatore Cafaggi. Tutto inizia con la consueta levataccia ma allappuntamento con Robertino arrivo con 20 minuti di anticipo. Io detesto aspettare, ma nella mia ansia di non fare attendere le persone, arrivando prima, finisce che aspetto sempre io! La citt ancora non si messa in fermento. Nel programma c il Buna, un revival! Sono passati oltre 30 anni da quando gli amici aprivano quella via e nel frattempo c stata una guerra disastrosa e non so bene cosa si vada a ricercare se non i ricordi che furono e le emozioni degli anni giovanili. E certo che non troveremo la stessa situazione, n un fiume in equilibrio con se stesso, n lambiente o le conoscenze di allora e forse anche le famose trote dalla bocca soffice sotto lincombere del progresso e del conflitto avranno subito alcune ripercussioni. Piero pare il pi entusiasta mentre Robertino non nasconde la curiosit per questo famoso chalk stream e anche io, che non lho mai visto, tutto sommato ho piacere dellopportunit di poterci pescare. Il viaggio lungo, abbiamo sfiorato Majugorie e mi sarebbe piaciuto darci una sniffatina ma la strada da fare era ancora tanta. Arriviamo a Blagaj che il sole gi tramontato. Sulle colline che sovrastano la vallata, nellultimo crepuscolo brillano decine di luci. Blagaj, quel misero agglomerato che fu, si ingrandito e quelle quattro povere case si sono rimodernate e moltiplicate in un moderno paese. Nessuno riconosce nulla e giriamo un po a vuoto cercando di orientarci e raccapezzarci. Imbocchiamo una strada che poi si restringe, tanto che i camper strusciano sulla vegetazione che cresce ai lati e siamo costretti a complesse manovre quando per un paio di volte incrociamo unauto. Finalmente troviamo il fiume, ma ormai buio, siamo tutti stanchi, e affamati tanto che affiora del nervosismo: meglio fermarci, cenare e prepararci per la notte. Domani, con il sole, vedremo meglio. 175

Il transito dei camper in paese non passato sotto silenzio e ci indicano un minuscolo campeggio proprio in riva al fiume. Anche se siamo fra le case e in pratica sotto a un ponte, abbiamo tutto quello che ci serve: vista sul fiume, un verdissimo prato ben curato, lombra di due noci enormi, una cucina per rigovernare le stoviglie, i bagni, e le docce! E ci siamo noi soli. Siamo sfiniti. Venerd 22 Maggio 2009 Buna Ed eccoci in piedi. Un sole sfavillante ci rivela, meglio di ieri sera, dove siamo capitati. Il Buna lambisce il prato del campeggio e nel fondale, nellacqua limpida, ondeggiano festoni di alghe. Laltra sponda occupata da bar e ristoranti dove gli inservienti vanno aprendo gli ombrelloni multicolori e sistemano tavolini e sedie in attesa dei primi avventori. La luce e il riposo ci hanno reso pi ottimisti e fiduciosi nellaffrontare le avventure del nuovo giorno, ma non possiamo non notare la chiesa distrutta da una guerra cruenta quanto stupida.

Il figlio del proprietario del campeggio, la cui occupazione quella di sminare il territorio,(!!) gentile, parla linglese e dunque ci possiamo capire. Arriva il responsabile della pesca e paghiamo i 28 del permesso giornaliero. E un uomo cupo, silenzioso, dallo sguardo strano, inespressivo e torvo e penso alle terribili esperienze che pu aver

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vissuto. (Impressioni comuni su altri guardapesca bosniaci incontrati.) Si va a pescare: asserragliati su un unico camper seguiamo la stradella che costeggia il fiume. Gli amici riconoscono ora la casa del dottore interamente distrutta, ora il fico di Gianni, lisola delle muccheRicordi, emozioni.

La sorgente del Buna

Il dottore che invitava gli amici a prendere il caff alla turca nella sua veranda non c pi e anche quel pescatore daltri tempi fissato nella foto di Piero (se l portata per mostrarla ai contemporanei) e da alcuni riconosciuto, ci dicono che morto da tempo Il campo dove sostavano con il Vappa stravolto, ma si affaccia ancora su un nastro di acqua verde e azzurra che scorre, scivola e accarezza isole galleggianti di ranuncoli in fiore. Adesso anchio sento il Buna. La canna armata, indosso gli waders, gilet, cappello, gli amici spariscono verso misteriose, a loro note destinazioni e mi addentro nellacqua fredda del fiume. I miei occhi ora sono solo per le correnti, in cerca delle bollate mentre a mezzaria un continuo sfarfallare di sedge cinerine,

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effimere chiare, qualche mosca di maggio e rare stone fly. Era molto tempo che sullacqua non vedevo una simile variet di insetti. Tuttavia le bollate sono inesistenti e le pochissime che individuo, poi snobbano la mia mosca. Risalendo il Buna, Alessandro mi fa da guida verso lisola. Case e villette costruite di recente in prossimit dellargine sfoggiano la nuova ricchezza che stride con le macerie e le mura disastrate delle abitazioni profanate dal fuoco, dalle bombe a mano e dai proiettili. Fatti pi in lsembrano dire le nuove cementificazioni che spuntano fuori luogo ai margini di un campo di patate o di granturco appena nato. In mezzo al Buna, sulle isole di ranuncoli affioranti, qua e l si sono arenate e galleggiano bottiglie di plastica, sacchetti di spazzatura e perfino una valigia. E unimmagine triste, di degrado e la conferma che spesso le coscienze non stanno al passo della modernit. Nonostante gli svolazzi di numerosi insetti, niente bollate. Ma cosa vogliamo pretendere! Il Buna oggi gestito da due associazioni di pescatori: i cristiani e i mussulmani -e si pu immaginare con quanta cooperazione- e inoltre c ancora miseria e un assiduo, comprensibile bracconaggio.(Visti da noi) In compenso alla grotta subito sotto la parete a picco della montagna, dalla quale sbuca il Buna, prolificano bar, ristoranti, tavoli e ombrelloni che invitano i turisti a un attimo di ristoro e di tregua da questo sole prepotente e qualche altra bottiglia di plastica voler in acqua. Scendo a valle e immaginando labbondante men sommerso che le trote devono avere, provo con una ninfa.
Ale sul Buna

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In prossimit di un vecchio ponte lalveo adatto, la corrente vivace, e il fondale giusto: solo un paio di piccole fario. Poi il fiume fa unampia curva, sfiora una grande roccia sotto la quale il fondale aumenta per allungarsi in una spianata. Ma sempre piccole bollate e solo piccole trote. Il tramonto ci coglie tutti in fila, in pochi metri di fiume, a lanciare in acqua una mosca sospinta dai ricordi, nella speranza utopica di una trota dalla bocca soffice.

Robertino, Piero e Alessandro

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Sabato 23 Maggio 2009 Per decisione unanime lesperienza sul Buna da ritenersi conclusa. Ancora una volta, con rammarico dobbiamo prendere atto che legoismo dei popoli, i conflitti fra etnie, lignoranza e non ultima la necessit, hanno vuotato questo bel fiume. Se ci penso mi arrovello dalla rabbia e per limpotenza. Sono davanti a un corso dacqua dalla portata imponente ed acqua pura che sgorga poco a monte, da sotto la montagna dove si raccolta e purificata. Una miriade di insetti garantirebbe una abbondante alimentazione per trote e forse anche temoli, incentivando un prezioso flusso turistico e solo Dio sa quanto qui ce ne sarebbe bisogno. E invece cristiani e mussulmani si dividono e contendono la gestione: ognun per se e dio per tutti!con il risultato che noi ce ne stiamo andando e non torneremo! Stiamo per partire ma c un problema: un portellone del camper di Robertino non si chiude. Con pazienza e abilit Piero, Robertino e Menicarlo riescono a sistemarlo e dunque possiamo metterci in marcia risalendo il corso della Neretva con lobiettivo di pescare nella sua parte alta: a Glavaticevo pare esserci un tratto gestito da una riserva. Facciamo tappa obbligata a Mostar dove il famoso e bellissimo ponte salta sulla Neretva. La cittadina stata in parte ricostruita, le botteghe delle stradine caratteristiche hanno 180

ripreso a occhieggiare e stuzzicano la curiosit dei turisti e sono palesi la voglia ed il bisogno di ricominciare. In apparenza come se nulla fosse accaduto. Il caratteristico ponte, ricostruito dagli italiani, nuovamente al suo posto, ma a ben guardare, rimangono ancora molti palazzi danneggiati dal conflitto. Uno in particolare, grande e lussuoso, senza tetto si affaccia sulla strada con decine di finestre vuote come bocche sdentate o occhi senza vista, attraverso le quali si scorge il cielo. Lintonaco malandato mostra i segni del fuoco e dei mitra. No, non stato un film, accaduto davvero e pensare adesso al nostro programma di pesca anacronistico. Risalendo la valle incontriamo diversi laghi e bacini azzurri formati dalla Neretva in virt di alcuni sbarramenti. A Jablanica unaltra immagine di guerra, meta questa di interesse turistico. Un ponte di ferro, alto sulla Neretva, distrutto e parzialmente franato nel fiume: sono le vestigia di unazione partigiana per fermare lavanzata delle truppe tedesche. Sullaltra sponda ferma una vecchia locomotiva a sottintendere che il resto del convoglio salt in aria finendo nel fiume. La strada ora si inerpica stretta, si contorce in curve e tornanti che conquistano, poco per volta, lerta valle, verso il suo culmine. Fra il verde si intravedono ancora i resti di povere case profanate dallarroganza delle armi. Siamo in mezzo ai monti e non sappiamo pi da che parte sia la Neretva, ma quando dopo la discesa la strada si distende, la

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ritroviamo alla nostra sinistra, meno imponente, a carattere torrentizio e con unacqua bellissima. Pi tardi vi sciacqueremo le fragole e le ciliegie acquistate al volo da un baracchino lungo la strada, ci rigoverneremo le stoviglie e vi ricercheremo ligiene personale. La novit dei nostri due camper attira ancora curiosit e interesse e il problema del campeggio e della logistica ci viene risolto da un ristoratore che parla un po di italiano ( stato a lavorare in Svizzera, ci dice). E arrivato inatteso su una rombante motoretta quasi materializzandosi telepaticamente a risolvere i nostri problemi di comunicazione. Dato che mezzogiorno gi passato, decide che dobbiamo pagare solo met prezzo e ci fa ottenere il permesso di pesca con lo sconto promozionale del 50% (15 ). In pi ci accompagna sul fiume, in prossimit di un ponte, su un prato ombreggiato, dove possiamo piazzare i camper, informandoci che ha in cottura unottima pecora. Non possiamo sottrarci allesplicito invito e prenotiamo la cena di stasera nel suo locale. Limpressione che ne ricevo che comunque anche qui viga una certa camorra: lignoranza e la povert ne sono linfa vitale. Ed eccomi alla scoperta della Neretva su una strada sterrata che affianca il fiume e che poi si sperde fra campi di fieno apparentemente abbandonati:sono da solo e per un istante mi chiedo se lo sminamento sar stato efficiente e totale. Su alcune rapide lacqua corre veloce, troppo direi, e probabilmente risente ancora della neve che abbiamo visto biancheggiare sulle vette pi alte. Il fiume fa una curva dove, con una cascata, sfocia la gora di un vecchio mulino; qui lacqua affonda, rallenta e sfiora un bel sottoriva per poi distendersi in una interessante spianata. Insetti sullacqua pochissimi: il solito trio rarefatto di effimerine chiare, ecdyonuri e piccole sedge; lacqua freddissima e non vedendo attivit decido di iniziare con la ninfa.

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Nonostante i numerosi, ripetuti lanci a mitraglia -che sia stato condizionato dallambiente?- catturo solo due fario con le pinne consunte! (Anche qui!) Poco prima del buio sfarfallano piccole sedge e le bollate aumentano, ma sono di piccoli e svogliati temoli e trote. Risultati scadenti. Come da programma andiamo a cena al ristorante e mi rendo conto che la sala da pranzo altro non che il salotto dellabitazione del proprietario riadattato per il nuovo uso. Dietro una porta che si apre intravedo il letto matrimoniale. Questo mi suscita una strana sensazione: un mix di stupore, comprensione, ammirazione e solidariet. E larte di arrangiarsi che induce a soluzioni per taluni impensabili e decisamente il bisogno di ricostruire una vita normale. Exuvia Io non manger la pecora e Esuvia anche se stata servita fredda, gli amici dicono che ottima. In sette spendiamo 60 che a mio avviso non sono mai stati spesi cos bene, ma non per lottima pecora Domenica 24 Maggio 2009- Neretva Anche se il livello del fiume pare leggermente calato, la corrente ancora vivace non consente molte possibilit per cui torno alla buca di ieri. Questa volta ho montato la sinking tip, una 200 grani, per pescare con lo streamer, pensando cos di andare a cercare le trote grosse. Prender due fario, di 30 e 35 cm, ma anche queste hanno le pinne atrofizzate. Il posto parrebbe interessante oltre che bello, ma probabilmente siamo arrivati una ventina di giorni in anticipo sulla stagione propizia e forse la gestione del fiume ancora approssimativa. E dunque bolleremo noi, sui torciglioni al pesto preparati da Menicarlo secondo lantica ricetta genovese che vuole che la pasta sia cotta insieme alle patate. A met pomeriggio torniamo a pescare nel solito posto ed tutto morto: n insetti, n bollate. Ripasso dunque la buca con lo streamer senza nessun risultato.

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Ogni tanto sullacqua qualche minuscola bollata dei piccoli pronipoti di trote e temoli che per la loro tagliafanno cadere le braccia e qualcosaltro! Avvicinandosi la sera, tolgo la sinking tip per la galleggiante. Mi accorgo allora che i miei lanci non riescono ad arrivare in un tratto del sottoriva che mi interessa. Il lancio perde potenza e a una certa distanza crolla come se ci fosse un muro invisibile. Sono allibito. Forse ho messo una coda sbagliata? Dato che al momento la noia imperversa, con Ezio e Carlo Pi ci mettiamo a provare le nostre canne e verificare i rispettivi lanci. Con le loro mi trovo benissimo, mentre la mia d problemi anche a loro. In buona sostanza stiamo mettendo in atto il classico cazzeggiare dei pescatori a mosca annoiati! Per di pi il mulinello sul quale avvolta la sinking tip ha la frizione bloccata e penso proprio che sia un danno irreversibile. Lunica cattura del pomeriggio stata una carinissima fariolina con tantissimi puntini rosso vivo: lho soprannominata varicella. Decisamente non serata: i pesci, o non ci sono o fanno i difficili, la coda non va, il mulinello bloccato, la spalla destra ha ripreso a farmi maleinsomma la fiera dello sfavo! E a proposito del 24 maggio, ai ragazziicch mormor iPiave?

(Il Piave mormor: ragazzi l maiala! zan, zan!)

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Luned 25 Maggio 2009- Ribnik Dunque ancora una delusione: dobbiamo prendere atto che anche la Neretva al momento non d il suo meglio per cui nella testa di tutti si va formando un fumetto con su scritto Ribnik. Dopo aver telefonicamente preavvisato Djuro, arriviamo alla nostra postazione verso le 13 e fra piazzare i camper, mettere sul fuoco la pentola per la pasta e aspettare che lacqua bolla (lei s che)si mangia alle 14! Fa caldo (a Firenze ci dicono 37,5) il livello del fiume piuttosto basso e ci sono parecchi pescatori. Sul Ribnik fino a ieri si sono svolti i campionati mondiali di pesca a mosca e questo forse il motivo per cui c pi gente del solito. Tuttavia io mi chiedo come si faccia a concepire una gara di pesca a mosca?! Credo proprio che sia la negazione della filosofia e delletica del sistema. Se gara deve esserci questa pu essere solo fra il pesce e il pescatore che per corollario dovrebbe godere del fiume muovendovisi liberamente. La gratificazione dovrebbe venire dal sentirsi in simbiosi con esso, o da un bel lancio, dal trovare la mosca giusta, dallessere riuscito a ingannare quel pesce e non dalla quantit che se ne riescono a prendere in competizione con gli altri. In questo modo il fiume diventa un ring, gli altri pescatori degli avversari da battere e di conseguenza i pesci solo delle povere cavie. In tutto questo inoltre a me pare ci siano delle discordanze e incongruenze con certi concetti, quelli che tutti sbandierano e dicono di professare qualila protezione dellambientela tutela della fauna itticail catch & releaselamo senza ardiglionela rete morbida del guadino Un recente campionato del mondo fu vinto con una mosca che imitava il mangime granulato delle trote dallevamento opportunamente immesse per levento. Ma ci facci il piacere! Incontriamo Alvaro Masseini, anche lui a pescare qui con un amico; da molto che non lo vedevamo e ci soffermiamo a scambiare quattro chiacchiere. Mi complimento per il suo ultimo libro.

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Poi si pesca, ma non ho voglia di camminare troppo ed entro in acqua pochi metri a valle dei camper. Alti volano diversi ecdyonuri e alcune grosse stone fly ma inizio con una 837 Devaux sul 16 che mi gratifica subito con due trote prese nel sottoriva. Sar questa la pesca di tutto il pomeriggio: lanci precisi, pose vicinissime a riva, dietro ai cespugli affioranti, nelle zone di morta, o in acqua bassissima per sorprendere le fario che rispondono franche. Per poter lanciare una voluminosa EV1 (imitazione dellecdyonuro) devo modificare la punta del finale sostituendo il 14 al 12. La mosca funziona a dovere e mi d altre belle fario dalla pancia dorata e con evidenti punti rossi: tutti pesci stupendi! Terminata la schiusa per un po un susseguirsi di cambi di mosche, grosse, piccole e nylon del 14, 12, 10 poi con la 837 e A4 su amo 14 ho ripreso a catturare con una certa regolarit e scioltezza, sia sulle bollate che cacciando le trote nel sottoriva. Scendevo in mezzo al fiume pescando la riva sinistra, lasciando per tacita intesa allamico di Alvaro che mi seguiva a una cinquantina di metri, la sponda destra. Per diverso tempo ci siamo alternati nelle catture: una io, una lui, e cos via, ma senza competizione, finche poco dopo le 20 sono uscito dal fiume appagato e infreddolito. In circa tre ore in quei 200 metri di fiume, ho collezionato sedici fario tra i 30 e 40 cm - solo due sui 25-. Che si pu desiderare di Prove, tentativi, fallimenti pi? Ma non ho preso un temolo, la mia tattica di pesca li escludeva a priori. Tutti abbiamo avuto una buona giornata e ci siamo divertiti, ma ho visto solo pochissime sedge.

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Marted 26 Maggio 2009 Ribnik Alle cinque, ancora buio e il camper che ondeggia, con scossoni e rumori che tentano di fare piano mi svegliano. La porta che sbatte mi evoca un accidenti! ma riporta il silenzio e riesco a riaddormentarmi. Carlo, Ezio e Robertino sono andati a pescare allalba. Tornano alle 8 per la colazione, ma non hanno combinato un piffero. Io me la prendo comoda, la fregola che avevo di andare subito a pescare, quella di anni or sono, si placata. Ancora godo del fiume, delle sue acque chiare, delle ombre e delle bollate invitanti, ma mi rendo conto che la mia pesca pi pacata e corro meno. Con maggior cura e attenzione sondo gli anfratti dei sottoriva e se vedo una bollata impossibile sotto le ramaglie, mentre prima reagivo come lavolpe con luva adesso ci provo, a rischio della mosca, e a volte va bene. E dunque stamani ripercorro il medesimo tratto, e grazie allesperienza fatta ieri provo ancora le zone calde riconoscendole una ad una. Le fario sono pesci strani e nonostante siano stati allamati, tornano alle loro postazioni di caccia. E se in quel punto quella trota non ci fosse pi, quasi certamente ce n unaltra. Parola del fiume! Ho sostituito la coda dubbia con una DT5F nuova di zecca e i miei lanci ora sono sicuri e veloci e le difficolt avute sulla Neretva solo un episodio. Le EV1, anche quelle bruttine che mi sono costruito questinverno mi ripagano con le consuete belle trote. Anzi!.... Abbiamo invitato Alvaro e il suo amico a pranzo con noi dilungandoci poi in una piacevole conversazione -naturalmente monotematica- ma parlare con persone esperte, competenti e pacate sempre un piacere che spesso ti conferma nelle tue convinzioni.

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La pesca a mosca pu essere molte cose, una passione, un hobby, una scienza, una ricerca, una forma di meditazione, un modo di evadere, per alcuni anche una professione, o la passerella di una soubrette. In ogni caso ripaga sempre, siano serenit, gratificazione, vanit o affari; dipende solo dalla persona. E lora di tornare a pescare e cambiare posto per cui cammino fino al quercione ma bollano solo troterelle e anche a valle le cose non migliorano. A conti fatti il pomeriggio stato alquanto magro. Mercoled 27 Maggio 2009 Ribnik Vado alla buca sotto le case dove lanno scorso presi la grossa trota. Piero ed Ezio riferiscono di aver allamato e perso una gemella esattamente nello stesso punto. Nulla cambiato, la corrente scivola ancora lungo le radici dellalbero che proteggono la piccola ansa. Fermo a riva osservo a lungo quel francobollo dacqua ma non vedo nulla. Qualche trotina o temolino ogni tanto rompe in superficie la monotonia della corrente. Entro in acqua lentamente e mi fermo in mezzo al fiume in posizione favorevole per il lancio e in attesa che la mia trota si faccia vedere. Sono le 9,15. Il sole va prendendo forza, un fagiano canta pi volte, qualche trotella bolla ancora e da oltre mezzora continuo ad aspettare. Un pescatore a monte si sar chiesto che razza di pesca sia la mia, fermo e immobile in mezzo al fiume Lattesa dura fino alle 10,45, poi vince il freddo.

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Alla steccaia provo la 837 ed ho un paio di rifiuti, poi con la EV1 strappo il finale su una buona trota. A pranzo qualcuno butta un pezzo di pane in acqua che immediatamente si sconvolge nei rivoltoloni di un paio di ranzani. Continuiamo il gioco e ad ogni boccone quelli ci si avventano in una esplosione di schizzi, capriole, spanciatealtro che moschine sul 20! La cosa d da pensare Da valle si leva un vento insistente, segno che il tempo sta cambiando e mentre torno a valle degli orti fa un p pi freddo. Con la versione casalinga di una red spinner sorprendo ancora diverse fario. Poi il fiume pare addormentarsi in quella stasi improvvisa che non ti spieghi mai, che ti lascia a pipi ritto e mi ritrovo alla curva con gli amici a ingannare il tempo e lattesa. Inizia una pioggerelle fina che ci obbliga a sfoderare gli inseparabili, provvidenziali impermeabili.

Gioved 28 Maggio 2009 Krusnika e Gacka La pioggia proseguita anche nella notte e, fedeli al programma, di buon ora leviamo le tende per andare a vedere il Krusnika, un fiume nuovo scovato su internet. Anche se l ne decantano meraviglie in tanti anni non lho mai sentito nominare, mahai visto mai! Lasciamo la statale per una sterrata molto ben tenuta che sale, con leggera pendenza fra fitti boschi. Sulla terra battuta, per la pioggia 189

recente si avventurano, ben visibili molte chiocciole, ma quando decidiamo di raccoglierle riusciamo a metterne insieme si e no una dozzina: sparite! Secondo un cartello una stradina stretta, sempre sterrata, porta alla riserva di pesca. I camper la imboccano traballando per le buche e poco dopo lo stretto tracciato si tuffa verso il fondo di un canyon con una pendenza preoccupante. Due tornanti si affacciano sul vuoto e ci rendiamo conto di quanto sia azzardato scendere con questi due grossi, traballanti mezzi, ma ormai Robertino al volante guida attento e a bordo c un silenzio insolito. Sul fondo scorre un chalk straem azzurro, profondo e incassato fra due alte sponde, quasi un canale. Nellacqua chiarissima, nonostante la scrupolosa, lunga perlustrazione, scorgiamo solo due trote. Siamo tutti perplessi e nessuno ha voglia di provare a pescarci. E un fiume che male si presta alla pesca a mosca. Inoltre io penso preoccupato alla risalita su per quella strada pericolosa e alleventualit di incrociare una macchina che scende: dover rallentare (e si ripartirebbe?) o fare manovra (dove?). Ce ne andiamo distanziando la risalita dei camper di cinque minuti e a me, guardando il baratro dai tornanti, come si dicenon mi ci passerebbe uno spillo! Arriviamo sul Gacka allora di pranzo e giriamo un bel po per trovare il posto giusto. Anche qui tutto cambiato, le case si sono moltiplicate e i nostri ricordi annullati dai 30 anni trascorsi. Ma alla fine, grazie alla sua memoria elefantiaca, Alessandro riconosce la casa e il fienile dove nel 1987 piazzammo i furgoni -il Vappa e il Fufo- e parlando a gesti con la proprietaria riesce, non so come, a spiegarle questa circostanza e ad avere il permesso di posteggiare i camper nellaia. Il Gacka a 100 m. Non faccio il permesso (35 ), oggi non ho voglia di pescare e con Alessandro e Carlo Pi seguiamo Piero e Robertino che pescano dalla riva destra. In questo modo ho pi occasione di osservare, gustare Il fiume, o meglio il famoso chalk stream, alimentato da varie sorgenti, scorre a filo fra vasti prati, ma in questi anni grossi alberi sono cresciuti lungo le sponde cambiando totalmente i miei ricordi. Nei prati e nel verde che sembravano non avere fine, ora rosseggiano tetti lontani . Il fiume bello e suggestivo, a tratti fondo e attraverso lacqua chiara si distinguono nitidamente tappeti e chiazze di alghe che forniscono nutrimento e riparo alle trote.

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Ogni tanto una bollata rompe lo specchio della superficie piatta e le caratteristiche ondine concentriche si allargano tremolanti fino a sfumare del tutto. Qualche tuffetto nuota nei pressi del suo nido e sparisce sottacqua (cavolo che bollata!) per riemergere metri pi in l: su quelle bollate tutti la ci sono cascati almeno una volta. Piero, pescando in un raschio, con una EV1 prende diverse trotelle, tutte piccole. Venerd 29 Maggio 2009- Gacka Ho passato una notte semi insonne per il freddo e stamani il termometro segna 11. Con Carlo Pi andiamo a fare un po di spesa e i permessi in un negozio che solo a 500 metri (Robertino) e ci avviamo di buon passo. Risulteranno 4 Km in tutto, ma se non altro quando siamo tornati al camper non avevamo pi freddo! Vado a pescare subito a valle del ponte e in mancanza di bollate, penso per la temperatura rigida, mi affido agli streamer. Uno in particolare, con i colori del Milan, pare funzionare e prendo 12 trotelle e una iridea di 40. Nella pausa del pranzo regaliamo ai nostri ospiti una bottiglia di Chianti come gesto di amicizia e ringraziamento e poco dopo la signora ricambia con un pezzo di prosciutto e tre di pancetta! Allora noiun pezzo del nostro salame!

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Piero

Verso le 15, ora che laria pi tiepida, torno a pescare risalendo la riva sinistra. Sono solo e mi beo del fiume e della vasta vallata che mi circonda. Pi tardi mi raggiungeranno Menicarlo, Piero e Robertino che, per non smentirsi, tira fuori ancora una fario bellissima. Pescando arrivo in vista del vecchio albergo: rammento che nella hall troneggiava un orso imponente. Tutto distrutto e delledificio messo a ferro e fuoco restano solo i pilastri, i solai di cemento e poco pi. Il guardapesca fu uno dei primi a rimanere ucciso. E difficile profanare questo silenzio! Insistendo con lo streamer prendo ancora sette trote, non grosse, ma alcune -di nuovo- sono prive delle pinne pettorali. Ancora un incontro con un volto amico, Claudio Carrara, assiduo frequentatore del Gacka e parlando del pi e del meno gli chiedo se normale per il Gacka trovare trote simili: la risposta no! Poi stranamente, incrociandolo, dallaltra sponda, Alessandro, fra lo scherzo e il serio, ma so che non scherzava, mi apostrofa a m di bracconiere contestandomi la pesca con lo streamer anzich la pi sportiva mosca secca.Per la sorpresa balbetto soloMa ti ci ha mai mandato nessuno!? Dato che nei paraggi cerano altri pescatori la sua uscita mi ha disturbato e imbarazzato non poco. Che cavolo! Non prelevo pesci, faccio attenzione a non danneggiarli, schiaccio gli ardiglioni, mi bagno sempre le mani e se posso slamo il pescato in acqua, seguo le regole ma sul fiume, adattandomi alle condizioni ambientali che trovo, ci vengo anche per il piacere di pescare dei

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Robertino

pesci e non per bagnare gli stivali o ammirare solo quanto sia bello il mio lancio! Chi ha stabilito o secca o nulla?: mi sono stufato dei pescatori dagli atteggiamenti puristi, moralisti, perbenisti, totalitaristi, intransigenti, prepotenti e anche un po ipocriti! Un noto pescatore professionista mi disse di non aver acquistato il mio diario per il suo negozio perch in esso si raccontava anche di catture e per questo era diseducativo. Un altro ancora, in ossequio alle sue convinzioni, vi contestava la pubblicazione della ricetta dei crostini al temolo. Chiss se non avranno mai mangiato una sogliolina alla mugnaia, o una fettina di salmone o il Sushi cos di moda! Purch consentito e osservate le regole, personalmente non mi scandalizzo per un pesce prelevato dal fiume, specie se turistico, anzi, a volte per il fiume un bene; temo di pi lintransigenza cieca e bigotta, quella dellandazzo del momento, non ponderata, che spesso inquina una sana attivit nella natura con discorsi inutili, dissertazioni, polemiche, fino a sfociare in lotte intestine. Improvviso, verso le 18 si alzato un forte vento e poco dopo lenorme nuvola cupa che era in distanza ci ha scaraventato addosso una cateratta di acqua rabbiosa: fine della pesca. ****

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Le pause di Alessandro

Scuola di pesca sulla Sava - Gioved 25 Giugno 2009


I nuovi amici di Piero, Alessio e Alessandro (che qui chiamer Aledue per distinguerlo dallaltro pi datato) che da poco si sono avvicinati alla mosca, dopo alcune lezioni su prato avevano bisogno del battesimo del fiume per cui a loro tre ci aggreghiamo io, Alex e Gianluca. Stiamo viaggiando alla volta della Sava, in due macchine che, guarda caso, verso Udine hanno lurgenza di una sosta di unoretta per fare rifornimento. Arriviamo da Batist allora del pranzo al quale invece dedichiamo meno tempo vista la fregola di andare a pescare. Ed eccoci sul fiume. Lo spazio del parcheggio di casa nostra stravolto: stato in parte disboscato, seminato un prato inglese e grosse buche fanno pensare alle fondamenta dei pilastri di una capanna. E cos un altro pezzo della nostra Slovenia perduto per sempre! Ma la Sava sempre un gran bel fiume! Lacqua, forse un po abbondante, scorre limpida nel suo consueto nastro verde; solo in alcuni tratti il fondo stato modificato un po dalle correnti. Pochi gli insetti, rade le bollate. Aledue e Alessio vengono presi in custodia rispettivamente da Alessandro e Piero e oltre che in acqua ora sono immersi nei segreti del lancio, posa, dragaggio, cambio della mosca ecc. che pian piano formeranno lesperienza di due nuovi pescatori. 194

Mi avvio verso la spianata a monte della cascata. Il sottoriva di destra sempre interessante ma a tratti anche quello opposto non male e vado a stuzzicare le rare bollate con la 700 e EV1 che non fanno nemmeno il pizzicore. Metto la LE1 e al primo lancio sale la prima trota, ma la perdo sulla ferrata. Si rinnova quel fenomeno misterioso che mi stupisce sempre, quando dopo decine di mosche inefficaci, su quella pur in assenza di schiuse, il pesce dicesi. Chiss cosa gli passa in quel cervellino! La cosa si ripete altre 3-4 volte su pesci che reputo discreti ma che non rimangono allamati e ci mi fa presumere che mangino con circospezione e dunque provo a ritardare un po la ferrata. Dalla riva un ramo si spinge a lambire lacqua, dietro un rigiro e una piccola zona di morta: lungo lancio, posa precisa, bollata, ferrata e il 10 si strappa poco sopra la mosca. Peccato, a giudicare dal vortice doveva essere una bella fario.

Sulla sponda opposta, attaccata a riva e a brevi intervalli si ripete una piccola bollata nello stesso punto: ancora una buona trota, ma di me non ne vuole sapere: poco dopo la schifosa si conceder a Piero! Seguono piccole iridee e alcuni temoletti, ma le belle fario di qualche anno fa sembrano totalmente sparite. Una passata di pioggia ci costringe a indossare gli impermeabili e blocca ogni attivit dei pesci a galla. Mi sposto a monte, alla buca sulla curva, monto la sinking tip e uno streamer sperando in qualche buona trota ferma fra i sassi, ma avverto solo un tocco e non sono certo che non fosse il fondo.

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Il tramonto prossimo e dopo le prime avvisaglie laria si riempie di piccoli punti fluttuanti e frementi: una nuvola di ecdyonuri dal corpo color mattone, che si esibiscono nella danza nuziale, ma in acqua solo piccole bollate di piccoli pesci. Venerd 26 Giugno 2009 Sava La colazione si protrae pi del solito e quando arriviamo sul fiume la nostra piana gi occupata da un gruppo di otto francesi accompagnati da due istruttori di pesca. Si sono piazzati a intervalli regolari con il risultato che il fiume quasi totalmente occupato. Lingresso in acqua anche del nostro gruppo mi toglie definitivamente il gusto e piacere della pesca. Non ho fatto tutti questi chilometri per pescare costretto in dieci metri! Mi viene a mancare quella sensazione di spazio e libert e il silenzio del fiume L-baschange la mouche.. suggerimenti e commenti a gran voce che rimbalzano fra il primo e lultimo della fila. Oggi la Sava si trasformata in una palestra di lusso.

Gianluca, come altri, ha fatto il permesso da 56 che gli consentirebbe di trattenere un pesce, ma mi pare che di esemplari che arrivino alle pezzature consentite non ce ne siano e per questo incazzato nero. Pare proprio che i 30 del mio permesso catch & release siano stati spesi meglio. Giro un po a vuoto, adattandomi a qualche lancio nei pochi tratti liberi e riprovo sulla trota di ieri. Stesso posto, stesso lancioposa e lei sale decisa, ferratala sento per un attimoPersa! Ma v! 196

Mi rifaccio con i temoli e riesco a prenderne diversi, tutti quelli che vedo bollare, ma sono piccolini ed un po come sparare sulla Croce Rossa! Sono tentato di smettere. Ricomincia a piovere, sono circa le 17 e il cielo cupo e nero completamente coperto. Brontola il tuono. Vista linsistenza e violenza dellacquazzone, mi avvicino a riva e l, apparentemente al riparo di una pianta scopro, in camicia a maniche corte, uno dei francesi, bagnato fradicio, tremante e pallido di freddo come un cencio lavato,! Mi accorgo allora che mentre noi siamo prudentemente protetti dallimpermeabile, i francesi ne sono tutti privi e se la stanno prendendo tutta! Lo scroscio rinforza, laria ne diventata grigia e offuscata e mentre i goccioloni battono il fiume provocando schizzi a loro volta, migliaia di effimere danzano in volo. E una schiusa dei soliti ecdyonuri, ma talmente massiccia come non ne vedevo da tempo. La situazione paradossale e stupenda allo stesso tempo e per alcuni, lunghi minuti sono rimasto fermo in mezzo al fiume, sotto una pioggia battente, a osservare e godere di questo fenomeno che mi esalta. Riguadagnata la sponda sono corso a ripararmi sotto la tettoia di un capanno vicino dove poco dopo sono arrivati tutti, gli amici e gli zuppi francesi e doveva essere davvero buffo vederci tutti in fila, spalla a spalla al riparo della striminzita tettoia. A uno di loro che per il freddo batteva i denti ho chiesto se avesse limpermeabile Ou, dans la machine! Sabato 27 Giugno 2009 Quando scendo per la colazione Ezio e Piero sono tornati da una perlustrazione sul fiume e riferiscono che torbo. Siamo tutti perplessi, ma adesso urge la tavola e un caff! Torniamo tutti a controllare la Sava e a monte parrebbe quasi pescabile mentre a valle ancora velata. Qualcuno vorrebbe pescare, altri no, delusi dai due giorni precedenti e siamo incerti sulla decisione da prendere. Si vanno a rivedere i posti mitici dei nostri ricordila casa del Ciatti il nostro vecchio campoil sottoriva di Vittorio e poi la buca del cavedano. Ricordi. Con il rimpianto e lintima consapevolezza che non si ripeteranno, ma con la gratitudine e il compiacimento per averli potuti vivere. Non pescheremo. 197

Per il resto.spero che continui. Pace e Bene! R.D.

Pistoia, 30 novembre 2009 *****

roberto.daveri@libero.it

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GLOSSARIO
Cevapcici Piatto sloveno/croato; sono delle polpettine molto saporite Chironomo Specie di insetto acquatico Dobro Buono, bravo in lingua slovena Dun Stadio subimaginale di una effimera e relativa imitazione Ecdnyoduro Specie di effimera Effimera Insetto acquatico anche allo stadio di farfallina Emergente Insetto acquatico in fase di schiusa prossimo alla superficie. Flotada Discesa di un fiume pescando da natante Foam Materiale spugnoso laminato in fogli Fufo 238 Pulmino Fiat 238 da me attrezzato a camper molti anni fa Ghiandino Soprannome di certi espressi con caff di dubbia qualit Gobage Movimento del pesce che affiora a galla come un delfino Gostlina Locale, trattoria, a volte pensione Mosca di maggio- Particolare grossa effimera che schiude in quel periodo Mending Azione di ribaltamento della coda di topo verso monte Neccio Dolce pistoiese con farina di castagne basso come una frittata Palacinka Versione Jugoslava di una crpe susette Perla- Insetto nella fase acquatica, nominato anche plecottero Plecottero Insetto acquatico detto anche mosca della pietra Rastnici Spiedini di carne cotti sulla brace Reverse Allincontrario, rovesciato Sedge Insetto acquatico, detto tricottero o sua imitazione Slivovika Forte grappa slovena ottenuta dalle prugne o pere Sinking tip Coda di topo galleggiante con la punta affondante Strike indicator Indicatore di abboccata (galleggiante) Tartara Bistecca di carne cruda macinata e condita con spezie e aromi Vappa Fiat 238 gemello del Fufo

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INDICE Prefazione Riflessioni e tempo avverso Un lutto Croazia e Slovenia Idrica e Unec: ma quanto saremo malati! Idrica: la buca del cane incazzato Limestre: complimenti, Daveri! Gita grande: un sacco di km. Tevere: parla come mangi! Gita di chiusura sulla Sava Maggio 2005 da archiviare Sava Alaska 2 Giugno 2006 Gaudium Magnum Bosnia LIdrica non il fiume che amavo Austria, Drava Patagonia Ancora Sava Gita Grande: ancora Bosnia Nera Riserva di Piateda sullAdda Teoria e pratica Bosnia: il Ribnik chiama Ribnik dautunno Ancora Patagonia 14 Maggio 2009: e tre! Ritorno sul Buna & Co. Scuola di pesca sulla Sava Glossario Pag Aprile 2003 Maggio 2003 Maggio 2003 Ottobre 2003 Aprile 2004 Maggio 2004 Giugno 2004 Settembre 2004 Ottobre 2004 Maggio 2005 Giugno 2005 Agosto 2005 Giugno 2006 Giugno 2006 Settembre 2006 Ottobre 2006 Febbraio 2007 Aprile 2007 Giugno 2007 Luglio 2007 Ottobre 2007 Maggio 2008 Giugno 2008 Ottobre 2008 Gennaio 2009 Maggio 2009 Maggio 2009 Giugno 2009 1 5 9 10 20 22 26 29 45 47 51 53 58 71 72 101 110 114 115 120 141 143 154 159 171 174 174 175 194 199

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L AUTORE HA PUBBLICATO: Diario di un pescatore a mosca Editore libriliberi Firenze


. e di un diario si tratta, in quanto raccoglie tante esperienze di pesca e avventure (dal 1991 al 2002) vissute con gli Amici Miei nei fiumi di Austria, Irlanda, Scozia, Slovenia, Cecoslovacchia, ecc. fino al Canada.

E GRATUITAMENTE, DAL SUO SITO INTERNET

http://digilander.libero.it/daveri
E POSSIBILE SCARICARE ANCHE I SEGUENTI LAVORI: La Pesca con la Mosca Teorie, trucchi e suggerimenti
Un manuale sintetico ed essenziale per entrare nel mondo della pesca a mosca e per coloro che desiderano avvicinarsi a questo sport.

Cento mosche (da pesca)


Un riassunto semiserio e un po strampalato basato su esperienze dirette di questa o quella mosca, comprese quelle che in questi anni mi hanno portato a pescare, e le indicazioni per farsele.

Alaska 2005
. tutto ci che si legger pi avanti fa parte del mio diario si riferisce a entusiasmanti esperienze di pesca in un fazzoletto dell'Alaska: emozioni incancellabili.

La prima Patagonia
Le motivazioni per le quali qualcuno scrive qualcosa possono essere fondamentalmente tre: vendere il proprio lavoro, dimostrare quanto si bravi o forse cercare di condividere certi pensieri e trasmettere particolari emozioni. Ciascuno valuter per proprio conto, ma a me interessa la terza che ho detto.

Dal Torbecchia al Collon Cura


La vastit e il fascino della Patagonia rimangono negli occhi che si stupiscono, nel cuore che si apre, nellanima che ne gioisce e nello spirito che si eleva. Ancora emozioni, sensazioni, ricordi

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