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NUMERO DEL 19/3/2009

Approfondimenti IL GOVERNO DEL TERRITORIO MILANESE E LA CRISI FINANZIARIA ED ECONOMICA Maurizio Mottini * Da alcuni anni la discussione sul tema del territorio milanese purtroppo concentrato solo sui grandi progetti e sulle grandi firme. Assente il rapporto col territorio urbano circostante. Quasi inesistente lattenzione per le funzioni previste: il modulo standard sempre residenza di lusso, un po di uffici di prestigio, forse qualche struttura commerciale. Al pi una funzione nobile come il Centro Congressi che per vaga per la citt. Solo a Bovisa si sta verificando qualcosa di serio grazie a positivi rapporti delloperatore EuroMilano, con Triennale, Mario Negri e Politecnico (e dove il Comune fortunatamente non si messo di traverso). Il dinamismo delleconomia milanese tuttavia non venuto meno, ma si parcellizzato. In questo contesto la pratica dei Piani integrati dintervento (gli ormai famosi PII) hanno consentito diffuse e minute trasformazioni spesso utili, quando non gestite con ipotesi cervellotiche come in qualche caso accaduto (Dove finita la Torre delle Arti?). Ma qui dovrebbe intervenire, come previsto dai documenti di indirizzo, la mano pubblica. Ormai definita la sorte delle grandi aree dismesse oggi abbiamo grandi palazzi per uffici sotto utilizzati mentre le mille funzioni di servizio si sono disperse nel territorio, spesso sostituendosi molecolarmente alla residenza. Incapacit degli operatori ad interpretare le vere esigenze del terziario diffuso? Necessit di avviare il recupero del terziario dimesso? Forse si. Molta residenza privata (ma ora si bloccata) ma poca residenza pubblica. Oggi in corso di costruzione qualche intervento di Aler ma dopo unassenza totale di oltre tre lustri. Consistente lo sviluppo di super ed ipermercati con qualche primo modesto tentativo di portare gli outlet anche in citt, dopo il grande successo in localit lontane e totalmente artificiali. Il commercio minuto andato invece fortemente deperendo (il numero dei negozi vuoti di propriet di Aler impressionante! Ed impressionante linerzia dellAler!)). Regge solo il commercio minuto di alta specializzazione e quello collocato nelle arterie storiche, veri centri commerciali formatisi storicamente. La indecorosa ed inconcludente telenovela dei parcheggi per i residenti testimonia una clamorosa incapacit di decidere dellAmministrazione comunale, mentre le auto hanno invaso tutti gli spazi disponibili sopra le aiuole dei viali e della piazze alberate (senza nessuna protesta degli ambientalisti del no!) Sia per i grandi progetti sia per i PII nonch per opere pubbliche o private di interesse pubblico si ha tuttavia la netta impressione di un notevole affievolirsi della capacit della politica e della tecnostruttura comunale di interloquire da pari a pari con gli interessi che sono presenti nelle diverse situazioni. La linea a volte stravagante e spesso burbanzosa dellattuale Assessore allo Sviluppo non sembra migliorare la situazione. Anzi alcune affermazioni sulla necessit per Milano di avere due milioni di abitanti, rivela la incapacit di comprendere che la strategia per Milano non pu prescindere dal problema della grande area metropolitana. La debolezza della politica comunale ed il progressivo indebolirsi della intera struttura tecnica amministrativa (soprattutto dopo la nefasta operazione sulla dirigenza comunale mortificando le regole e i dirigenti interni meritevoli) hanno consentito che sempre pi gli interlocutori del Comune si dividano in figli e figliastri, con grave nocumento del prestigio della istituzione comunale. Questa debolezza ormai visibile ad occhio nudo anche al pi inesperto cittadino: basta confrontare lo stato delle strade, del verde, dellarredo urbano delle periferie di Milano con la situazione dei Comuni limitrofi. Un ribaltamento totale di quanto avveniva solo fino agli anni novanta! Avviato ormai a definizione il destino delle grandi aree industriali dismesse le opportunit di trasformazione sono ormai affidate al sistema del trasporto su ferro delle FS con i relativi scali inutilizzati, nonch alle nuove linee e i prolungamenti delle linee di metropolitana. Purtroppo una seria riflessione pubblica su questo insieme di problemi non mai avvenuta. Scarse per non dire inesistenti per il pubblico sono le notizie sugli intendimenti della FS sia per il ruolo delle tratte lombarde che gravitano su Milano, sia per il destino degli scali in citt.

Per questi ultimi forse venuto il momento, almeno per una localit, di prefigurare una cittadella della scienza anche per dare qualche sede decorosa ai 36 dispersi insediamenti del CNR a Milano. Neppure sui tracciati delle linee nuove di metropolitana o dei prolungamenti delle linnee esistenti c mai stata occasione di una seria discussione. Come se ci fosse una delega a poco noti uffici tecnici a decidere assetti che hanno una rilevantissima importanza per la citt e larea metropolitana, delloggi e soprattutto del domani. Si sta costruendo la linea 5 senza che ci sia un progetto definito e debitamente approvato. Per la linea 4 esiste invece un progetto definito ma la procedura di finanziamento non stata fatta. Tutte decisioni clandestine. Solo qualche sporadica piantina appare di tanto in tanto, nella cronaca cittadina di questo o quel quotidiano. Ma gi con quelle scarse notizie si potrebbe fare qualche osservazione. Un esempio: sembra che il tratto ovest della linea 5 (quello che non in costruzione) debba iniziare da P.za Esquilino (dove non c spazio per parcheggio di corrispondenza) mentre poco pi a ovest c P.za Axum/via Dessi nelle cui immediate vicinanze ci sono i parcheggi per lo stadio di S. Siro che sono utilizzati solo al pomeriggio o alla sera della domenica e del sabato e qualche sera infrasettimanale. Altro esempio: la linea 4 provenendo da S. Cristoforo verso il centro si attesta sulla cerchia dei Navigli da S. Ambrogio fino a Via Visconti di Modrone. Perch cos vicino al centro? Non forse molto meglio attestarsi sul tratto corrispondente delle mura spagnole? Si servirebbero meglio consistenti porzioni di citt. Inoltre si manterrebbe aperta la possibilit di recuperare lacqua nella cerchia dei Navigli posto che prima o poi si arriver al blocco della circolazione entro le mura spagnole (magari utilizzando il costoso, ma gi pagato, sistema di controllo realizzato per quel bluff dellecopass !) Si devono pensare interventi infrastrutturali sul territorio in funzione anticiclica: Ma veniamo alla crisi e a cosa si potrebbe fare per la citt in funzione anticrisi. Anzitutto c la questione del finanziamento delle due linee di metropolitana, la 4 e la 5, come pure dei prolungamenti delle linee esistenti Qui c lassurdo blocco della spesa dinvestimento con la ineffabile circolare del Ministro Tremonti anche per quei Comuni che si sono virtuosamente procurati i mezzi necessari vendendo propriet o partecipazioni e quindi senza neppure ricorrere allindebitamento. Come si pu giustificare questo diniego nella attuale situazione che richiede urgentemente spesa pubblica dinvestimento in funzione anticrisi? Un secondo settore dintervento quello delle energie alternative. A Milano esistono molti edifici che potrebbero ospitare ampie superfici di pannelli solari fotovoltaici: lo stadio S. Siro, le superfici delle coperture delle scuole, dei parcheggi di corrsipondenza e di edifici pubblici diversi. Con accordi coi privati utilizzare le coperture di iper e supermercati. Porre obbligazioni in questo senso per tutte le nuove costruzioni. Un terzo ambito di sviluppo dellinvestimento anticrisi dato dal Teleriscaldamento. Ci sono gi ipotesi che riguardano alcuni quartieri di case popolari che abbisognano di rinnovare vecchi impianti o di utilizzare il calore degli inceneritori. Si tratta di fare un programma di accelerazione per quanto gi previsto e di reperimento di altre opportunit. Certamente Figino sottoutilizzato. Da ultimo la trasmissione segnali e dati sulla rete elettrica E una possibilit. Perch non avviare sperimentazioni concrete? A2A potrebbe essere allavanguardia in questo settore innovativo di grandissime potenzialit. Sono solo alcuni esempi ma che ci dicono che la politica di intervento sul territorio oggi misura su questi nuovi terreni. Le politiche per lo sviluppo sostenibile non sono una ipotesi di lavoro. Sono una necessit. Che in tempi di crisi bisogna ancor pi considerare come inderogabile.

Arte & Cultura L'ARTE DEL BEL PAESE. DALLA RIFORMA GELMINI AI BRONZI DI RIACE. Anna Maria Carminati In questi ultimi tempi di scuola si parla moltissimo, a proposito e a sproposito, talvolta con cognizione di causa, ma pi spesso dimostrando una sostanziale mancanza di conoscenza della realt complessa e difficile quale oggi la scuola nella variet degli aspetti e dei problemi che in essa si sperimentano quotidianamente. In effetti la questione della formazione delle giovani generazioni dovrebbe davvero essere posta al centro dell'attenzione di tutti, e particolarmente al centro delle istituzioni preposte a indicare i principi ideali che la reggono e a cui rimessa la sua organizzazione pratica. Non senza fondamento da tempo sinvoca per la scuola una riforma necessaria al suo svecchiamento e capace di fornire una preparazione intelligente, aperta ed efficace, moderna e articolata, come oggi richiesto. Questa volta, vogliamo considerare un solo aspetto di questo grande e complesso tema della formazione scolastica e precisamente quello che riguarda l'educazione all'arte, a uno cio di quelle realt che costituiscono una delle peculiarit specifiche, oltre che una delle migliori risorse del nostro paese. Lo sa bene anche il nostro Presidente del Consiglio che annuncia di voler portare in Sardegna, in occasione del prossimo G 20, nientemeno che i Bronzi di Riace, facendoli spostare da Reggio Calabria dove sono conservati da quando il loro rinvenimento nel 1972 costitu una delle maggiori scoperte archeologiche del secolo. In Sardegna, alla Maddalena, essi dovrebbero costituire il segno del vanto, dell'orgoglio, della consapevolezza dello straordinario patrimonio artistico italiano. In realt l'operazione appare terrificante perch, in quel contesto, denunzia l'uso improprio di tale patrimonio, ridotto alla stregua di un elemento d'arredo, unico, prestigioso ma elemento d'arredo come un magnifico addobbo floreale. Che c'entra questo con la scuola e con l'insegnamento della storia dell'arte? La scuola necessariamente il luogo dove i giovani sono chiamati ad accostarsi all'arte, dove imparano a conoscerla nella sua complessit e grandezza, dove vengono guidati a decodificare i suoi messaggi, dove possono acquisire la consapevolezza del suo valore, del suo significato, della sua attualit, dove possono essere educati nel gusto e, in definitiva, aiutati a crescere in una dimensione pi ampia e profonda. Di questa certezza, cio del valore altamente educativo dell'arte, non vi traccia nel progetto di riforma Gelmini. Esiste, infatti, in circolazione un documento che contiene la bozza dei nuovi curricula dei licei con tanto di quadri orario delle diverse discipline; cos si scopre che la Storia dell'arte, gi assolutamente e imperdonabilmente sottovalutata nell'attuale ordinamento, destinata a perdere ulteriormente dimportanza, a essere esautorata di qualunque valore agli occhi degli studenti e delle loro famiglie. Nel Liceo artistico, dove ovviamente materia fondamentale, con la riforma l'insegnamento perder ore secondo gli indirizzi, ma ci che sconcerta che al Liceo classico la disciplina verr insegnata in un'unica ora settimanale, a partire dalla IV ginnasio. Alle proteste che gi si stanno esprimendo il ministro Gelmini risponder che le proteste sono pretestuose e aprioristiche perch Lei, la Signora, in realt la promessa di aumentare le ore di Storia dell'arte l'ha mantenuta. Infatti, attualmente essa si studia solo nel triennio, un'ora nei primi due anni e due ore nel terzo anno. Gi, ma in realt gli operatori della scuola sanno che qualsiasi materia svolta nello spazio di una sola ora la settimana non ha alcuna reale efficacia didattica e nessun peso all'interno del curriculum. Sar, per esempio, impossibile fornire una preparazione efficace per sostenere l'esame di Stato o, come si diceva, di Maturit. Oggi, bene o male, in due ore settimanali di lezione, rivolte a studenti cresciuti e maturati nel corso del quinquennio, si riesce a imbastire una didattica efficace e soddisfacente, si riesce a motivare gli studenti, a suscitare in loro un interesse reale che, tra l'altro, per molti sfocia nella scelta universitaria, tanto pi che uno dei corsi di laurea attualmente pi appetibili proprio quello di Beni Culturali. Nel nuovo liceo sar ben difficile che tutto ci avvenga e cos la formazione umanistica sar ulteriormente carente in uno dei suoi aspetti pi affascinanti e formativi. Per capire il Rinascimento, ad esempio, la conoscenza di Leonardo o di Michelangelo e Raffaello non forse importante almeno tanto quanto la conoscenza dell'Ariosto? E per capire la complessit del Novecento non utile approfondire lo studio delle Avanguardie, anzich accennarle rapidamente senza entrare in merito alle questioni e senza capire davvero cosa significa rottura del linguaggioe apertura alla modernit, e ai suoi molteplici, contradditori, talvolta incomprensibili esiti nel contemporaneo? Forse non importante, forse la storia dell'arte non altro che un nobile passatempo per signore o per evoluti pensionati, che vi trovano un'ottima alternativa a tanto tempo libero. E che pena sentire due giovani italiani, presumibilmente universitari, in fila per vedere l'esposizione delle due Cena in Emmaus di Caravaggio a Brera, che si domandano: ma di che epoca Caravaggio? Caravaggio, non uno sconosciuto artista minore,

noto solo agli addetti ai lavori. Probabilmente la loro curiosit, suscitata pi dal sentito dire che da un interesse motivato, non vale pi del costo dei due biglietti staccati all'ingresso, vale perch contribuisce a far cassa. Non si disdegna questaspetto necessario, ma si rileva che, oggi, solo questo considerato, mentre signorano le ragioni profonde dell'arte in cui si riflette la nostra stessa identit di popolo e di Paese. Ma come si possono considerare queste altre ragioni dell'arte, se ormai di essa prevale la capacit di contribuire ad elevare l'immagine del principe? Il caso del Bronzi di Riace insegna. Per altro non ci sarebbe nulla di male nello spostarli alla Maddalena, se questa operazione si accompagnasse a un progetto culturale serio, in cui i temi della ricerca e della valorizzazione si coniugassero in una prospettiva nuova e moderna. Cominciando per l'appunto dalla scuola, dove si pongono le premesse del futuro.

Citt & Societ CONSIGLI PER GLI ACQUISTI MILANESI Alessandro Miano * Fare il consumatore diventa ogni giorno pi difficile anche perch il numero di prodotti a nostra disposizione in costante aumento. Daltra parte anche per i beni e i servizi che gi conosciamo, le offerte commerciali cambiano di continuo, rendendo difficile un costante aggiornamento (basti pensare alle migliaia di diversi piani tariffari nel solo settore della telefonia). In questa situazione ogni aspetto della vita quotidiana pu diventare una trappola: dal fare la spesa in un negozio a lanciarsi in acquisti ben pi rilevanti, quale comprare una casa, una macchina o partire per una vacanza allestero. Purtroppo con i chiari di luna che corrono, anche chi perde il posto di lavoro o ha bisogno di curarsi privatamente per una malattia improvvisa o, pi semplicemente, deve far fronte alle spese per latte artificiale e pannolini di un neonato inatteso, deve essere in grado di gestire al meglio le proprie risorse economiche o i propri risparmi. Acquisire una conoscenza appropriata dei nostri diritti e doveri, nonch conoscere i punti dove si praticano le migliori offerte di mercato, quindi fondamentale per aumentare la nostra capacit contrattuale come consumatori e la nostra stessa capacit di scelta: tutto per avere quanto di meglio ci occorre al minor prezzo. Queste conoscenze, certamente utili nella fase post-vendita addirittura fondamentale nella fase precedente allacquisto di beni o servizi perch tutelarsi in anticipo il modo migliore per affrontare le insidie del mercato. Ritengo utile e necessario mettere in evidenza come il cittadino non potr mai trasformarsi in un vero e proprio professionista del consumo. La vita lavorativa di una persona comune spesso stressante: uscire dal proprio posto di lavoro e cominciare il difficile mestiere di consumatore tuttologo non prospettiva n realistica n auspicabile, soprattutto se pensiamo alle nostre controparti come a dei veri professionisti della vendita, quali spesso sono. Per questo motivo pensiamo che fare riferimento a unAssociazione di Consumatori, e non solo per gli acquisti quotidiani ma anche per la scelta del conto bancario, o per imparare i trucchi da usare per non essere spennati, sia il miglior consiglio che possiamo dare al lettore. A questo proposito pu essere sufficiente tenere a portata di mano un piccolo manuale, quale, ad esempio, il Vademecum del Consumatore diffuso da Assoconsumatori, per imparare i primi rudimenti dellarte di non farsi f.....regare. Ricordate: oggi non pi vero che chi fa da s fa per tre, invece vero che l unione fa la forza, e solo associandosi ad una realt consumeristica od a un Gruppo d acquisto (cosiddetti G.A.S.) si pu riuscire a tirare avanti anche in questo periodo di crisi. C un vecchio proverbio lombardo che, tradotto in italiano, significa pressappoco cos: Zucche e Meloni hanno le loro stagioni. Il suo significato che ogni cosa va fatta allet giusta, ma oggi mi piace leggerlo letteralmente per ragionare insieme sullimpennata che hanno subito i prezzi di alcuni prodotti ortofrutticoli, per cercar di capire come difendersi e se ci sono comportamenti irresponsabili da denunciare. Occorre incentivare un connubio fra piccola e grande distribuzione per poter acquistare a prezzi contenuti senza dover percorrere chilometri. I prezzi cambiano spesso senza una logica necessariamente geografica. Lultima indagine in proposito ha accertato che in Italia la spesa di frutta e verdura diminuita nellultimo anno del 10%, anche se, al di l delle percezioni, i prezzi della frutta strettamente di stagione (ciliegie, ma non solo) nel 2008 si potevano trovare a un 30% in meno rispetto al 2007. Spesso il prezzo di un particolare fruttolievita perch viene venduto fuori stagione. In altre parole, la frutta ha un suo ciclo di maturazione

e di raccolta, ovvio che se a dicembre decidiamo di mettere nel carrello della spesa le fragole dobbiamo considerare di pagarle pi care di quando, qualche mese dopo le pagheremo il giusto, essendo aprile il loro mese! Per favore: comprate frutta e verdure di stagione e possibilmente raccolta in zone vicine a dove abitate. E poi, ricordiamoci sempre: fare shopping, confrontare i prezzi e non fermarsi al primo negozio. Col tempo e con il caldo maturano anche le nespole, dice il proverbio, e se vi guardate un po in giro le potete trovare a prezzi abbordabili. Quindi occhio ai prezzi, alle etichette utili per definire la carta didentit del prodotto, e dunque anche la sua provenienza geografica, non dimentichiamoci che lItalia produce una grossa variet di frutta impariamo a riconoscerla, a gustarla e a saperla scegliere e comprare! * Presidente milanese della Associazione Consumatori Italia Economia S.O.S. PICCOLE E MEDIE IMPRESE Giuseppe Amoroso * Nel nostro paese le piccole e medie imprese costituiscono pi del 90% del totale degli operatori economici. Tutte sono nate con capitale proprio (cio messo dai titolari) insufficiente e si sono sviluppate facendo massiccio ricorso al finanziamento bancario. Negli anni in cui hanno guadagnato, i proprietari non hanno reinvestito gli utili nelle loro imprese, li hanno prelevati portandoli altrove, allestero presso banche e istituti finanziari o trasformandoli in beni di consumo di lusso o in immobili a uso personale. Ora le banche, avendo perduto somme enormi (di cui non confessano l'ammontare) nelle speculazioni finanziarie internazionali, hanno imposto alle piccole e medie imprese di rimborsare i loro debiti e rifiutano di finanziare nuove operazioni industriali o commerciali, anche se serie e documentate. La prima reazione dei nostri imprenditori stata di far rientrare i soldi che tenevano all'estero. Nei mesi scorsi un notevole flusso di denaro dalla Svizzera rientrato in Italia, specialmente in Lombardia. A San Marino successa la stessa cosa, con un particolare buffo (c sempre qualcosa di comico anche nei fatti molto seri): un certo giorno tutti i "Bancomat" sono stati chiusi perch le banche locali avevano esaurito gli euro... Purtroppo, tutto questo denaro stato gi speso per pagare stipendi ai dipendenti, acconti ai fornitori strategici, altri debiti correnti. Ora le piccole e medie imprese, anche quelle sane, ben gestite, con prodotti validi e ordini nel cassetto, sono "alla canna del gas". La met delle piccole aziende italiane a rischio chiusura; non lo dico io, ma il presidente nazionale dei giovani imprenditori della Confartigianato Marco Colombo (vedi Il Sole 24 ore del 7 marzo). Il nostro sistema economico rischia di crollare non perch alle imprese sia venuta meno la voglia di rischiare, ma per la crisi di liquidit, dice il presidente della Confartigianato Giorgio Guerrini su Il Sole 24 ore del 7 marzo. Il vice amministratore delegato di Unicredit gli ha risposto: Non facciamo mancare liquidit al mercato, ma non ce n per tutti e in una fase di questo tipo indispensabile selezionare. Per dirla pi chiaramente, le banche, come appunto Unicredit, che hanno bruciato somme enormi in speculazioni finanziarie internazionali sbagliate sono disposte a finanziare ancora FIAT e ALITALIA, ma negano il credito corrente alle piccole e medie imprese, che sono il tessuto connettivo del nostro sistema economico. Nella sola Lombardia, nel mese di gennaio la percentuale dei crediti revocati dalle banche agli artigiani aumentata del 40%, mentre le linee di credito concesse sono scese dal 50% degli importi richiesti nel 2008 al 30% di quelli richiesti nei primi 40 giorni di questanno. Se le banche, tutte, non solo le popolari e quelle di credito cooperativo, che contano poco in termini finanziari, non riapriranno subito le linee normali di credito nei confronti delle piccole e medie imprese, nell'arco di poche settimane assisteremo a centinaia di chiusure e migliaia di licenziamenti. Ma c di pi: nelle imprese con meno di 15 dipendenti non prevista la cassa integrazione straordinaria, che stata invece applicata alle migliaia di dipendenti della vecchia Alitalia non riassunti dalla CAI. Pietro Nenni diceva molti anni fa che il nostro uno stato forte con i deboli e debole con i forti. Mi sembra che la situazione, da allora, non sia affatto cambiata.Altro che Ponte sullo stretto! (*) Avvocato specialista in ristrutturazioni aziendali

Primo piano LE CINQUE GIORNATE DEL RUMORE Luca Beltrami Gadola Perch tanta depressione tra i milanesi? Perch tanto uso di psicofarmaci. la crisi generale che tormenta ma anche il disagio della vita in citt. Il nostro habitat ci ostile in tutte le forme percepibili e tra queste il rumore. Le altre forme dinquinamento sono pi subdole e quasi mai si trasformano in sensazioni immediate: il rumore s, lunico vantaggio. Inutile qui dilungarci sui disturbi da rumore, la medicina generale ma ancor prima la medicina del lavoro ne hanno fatto un elenco infinito che va dalla sordit allannullamento della concentrazione, dallinsonnia alla nevrastenia fino alle pi subdole forme di somatizzazione. Purtroppo per noi urbani la citt una vera fabbrica di rumore che non ci da pace n di giorno n di notte: rumori spesso evitabili e se non evitabili almeno contenibili. La salvezza dipende dalle norme di contrasto, dalle leggi dunque e dalla loro applicazione ma anche da noi e dai nostri comportamenti personali e collettivi. Lultimo in ordine di tempo costituito dalle suonerie dei telefonini. Il penultimo dai rumori che arrivano da discoteche e bar e attivit di divertimento notturno. Il rumore da divertimento, il rumore del divertimento e il rumore come divertimento costituiscono un triangolo micidiale nel quale si confrontano diritti e limiti della libert individuale, cultura, tolleranza e buona educazione. Lapplicazione discrezionale delle norme di legge vigenti allorigine di scontri sociali e politici, di pretese libert commerciali e di ondeggiamenti degli amministratori locali tra repressione e tolleranza. I conflitti sono ormai endemici e vanno dalle cause tra vicini di casa, alle cause tra costruttori e acquirenti di case fino alle azioni collettive. Un fatto comunque sicuro: la mancanza di conoscenza spicciola e minuta della realt della vita urbana fa s che, quando sinterviene, si costretti a farlo sulla soglia del disordine sociale e sullonda di una protesta organizzata. Mai, mai si avuto cura di prevenire il propagarsi di rumori di l dalla soglia sopportabile, soprattutto mai per i rumori da traffico o ferroviari. Milano una citt rumorosissima 73 decibel di media, contro i 60 come valore massimo stabilito dalla legge e per pochi se ne preoccupano. (NB: ogni 3 decibel il rumore raddoppia!) Dopo troppi anni di attesa arrivata finalmente in Giunta la delibera sulla Zonizzazione acustica, un piano preciso che punta a stabilire i limiti di rumore per gruppi di isolati e che deve essere la base per gli interventi di risanamento e contenimento del rumore. Ma la delibera va avanti lentamente, cos com bloccata la discussione sulle regole per la gestione dei locali notturni, con buona pace di Comitati e residenti, assediati anche da discoteche, pub, happy hour e riunioni allaperto. Proprio partendo dai disagi di questi cittadini, il Coordinamento Comitati Milanesi ha organizzato una serie diniziative contro il rumore, per sensibilizzare lAmministrazione comunale e le forze politiche, con lo slogan unico EXPOsti al rumore. Mercoled scorso si tenuto un convegno al Teatro di S. Lorenzo alle Colonne.Titolo: EXPOsti al rumore. Alla ricerca di un punto dequilibrio tra movida selvaggia e rispetto delle regole. Molti gli amministratori locali presenti, altri in videoconferenza: i sindaci di Bologna e di Roma, Cofferati e Alemanno (scaricabili dalla nostra homepage). Si stanno succedendo manifestazioni e iniziative in vari quartieri, scelti come dimostrazione concreta di particolari tipi di rumore: rumore da traffico, da tram, da aerei e da vita notturna senza regole e controlli. Sono le Cinque Giornate del rumore, fino a domenica 22 marzo, con lesposizione nei quartieri di un drappo che riporta in modo ben evidente il logo della manifestazione, e con varie iniziative di contorno. La gente dei quartieri vuole civilmente richiamare lattenzione su un problema che in molti casi rischia di degenerare con denunce penali mirando a ottenere controlli pi efficaci nellinteresse di (quasi) tutti. Chiedono troppo?

Sanit ASSISTENZA PSICHIATRICA: NON SE NE PARLA MAI TROPPO Piera Landoni Maria Rita Gismondo La follia una condizione umana. In noi la follia esiste ed presente come lo la ragione. Il problema che la societ, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d'essere (Franco Basaglia). La legge, passata alla storia come legge Basaglia, applic, non senza critiche, un moderno metodo terapeutico consistente nel non considerare pi il malato mentale alla stregua di un individuo pericoloso ma al contrario un essere del quale devono essere sottolineate, anzich represse, le qualit umane. Il malato di conseguenza messo nella condizione di avere continui rapporti con il mondo esterno, in quanto gli permesso di dedicarsi al lavoro ed al mantenimento dei rapporti umani. Questo metodo di cura, come appare chiaro, non pu essere esente da concezioni politiche e sociali. Per un nuovo rapporto tra medico e paziente Basaglia sispir alla "comunit terapeutica" di origine inglese; i riferimenti teorici furono Sartre, soprattutto per quanto riguarda il concetto di libert, Foucault e Goffman per la critica all'istituzione psichiatrica. Sono passati trentanni, dallapprovazione della legge, nel maggio 1978, e a tuttoggi, le discussioni, i tentativi di rivisitazione, le criticit sul campo non mancano. Non difficile affermare che se i diritti e la dignit di chi soffre di disturbi mentali sono riconosciuti, spesso sono rimasti sulla carta e il diritto alla salute mentale, cosi come la legge lha concepito, non garantito sul tutto il territorio nazionale. Esiste anche un problema culturale, infatti lo stigma sul disagio mentale persiste e porta a discriminazioni e ostacola anche le cure e la presa in carico efficace del paziente. In alcuni casi, alla chiusura dei manicomi voluta dalla legge 180, si sta rispondendo, in alcuni casi, facendo tornare in auge pratiche di contenzione, mentre in alcune aree geografiche, Servizi psichiatrici di diagnosi e cura (Spdc) territoriali tendono a offrire risposte esclusivamente di tipo ambulatoriale tecnico, dalla psicofarmacologia alla psicoterapia. Il tema dominante, a livello politico, in questi ultimi anni, stato quello di verificare in itinere lapplicazione della legge stessa, e se le Regioni, in maniera puntuale ne seguissero i processi attuativi. A macchia di leopardo, possiamo dire, che ci sono state Regioni virtuose, a fronte di cospicue risorse economiche, che sono riuscite a rispondere alla domanda, e altre con maggiore sofferenza, che hanno faticato allo sviluppo delle realt previste. A fronte di tutto ci, emerge chiaramente che per raggiungere lobiettivo, bisogna garantire risorse economiche, adeguate al territorio. E infatti necessario realizzare e completare la rete dei servizi, con lassunzione di personale qualificato, formazione, confronto con le varie esperienze di work in progress, sostegno alle famiglie, non solo di tipo economico, ma soluzione di continuit assistenziale e out of-hours. Occorre poi coprire il territorio di nessuno, e cio il fine settimana e i servizi serali, durante i quali le famiglie non hanno alcuno cui rivolgersi. Gli attuali disegni di legge, in fase di valutazione in Parlamento, non rispondono appieno alle nuove ed emergenti domande. per esempio, non si pu non essere critici sul prolungamento del T.S.O. (Trattamento Sanitario Obbligatorio), cos come pure per il prolungamento dei giorni di permanenza nellS.P.D.C. (Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura).Bisognerebbe insistere sulla realizzazione delle strutture di bassa e media protezione, e porre un limite temporale alle strutture ad alta protezione, con proposte alternative al ricovero ospedaliero. La psichiatria, deve farsi carico inoltre, di patologie emergenti, come ad esempio, ansia, depressione, e tutti, dovrebbero interrogarsi sul perch i servizi presenti siano poco operativi, fare una riflessione sulle necessit non pi rinviabili. Il lavoro di rete insufficiente. Bisogna risolvere alla radice leterno e insoluto problema degli O.P.G., che operano nellisolamento pi assoluto, rappresentando terra di conquista e di nessuno, dove le strutture private attingono linfa vitale, grazie a leggi permissive. Non marginale la definire le responsabilit giuridiche delloperatore sullannosa e dirimente questione della Capacit di Intendere e Volere. Neanche la Lombardia, regione modello italiano per la sanit, ha risposto adeguatamente alle necessit territoriali. recente una raccolta di 50 mila firme per ottenere dalla Regione unassistenza adeguata ai malati di mente. Liniziativa stata promossa dal Clp (Coordinamento lombardo psichiatria) in rappresentanza degli operatori e dei gruppi di volontariato che da alcuni anni affiancano le strutture amministrative che governano i servizi psichiatrici in Lombardia. "Con queste firme . ha detto don Virginio Colmegna . non chiediamo la riapertura dei manicomi, ma che siano finalmente realizzate quelle strutture

previste dalla legge 180 e mai realizzate. Vogliamo che la questione psichiatria sia un punto centrale del programma della nuova giunta". La situazione dei servizi per i malati di mente resta drammatica: si calcola che siano almeno 100 mila le persone assistite nelle strutture pubbliche, ma molti altri sono costretti a ricorrere alle strutture private. Unassistenza scarsa e, spesso, dequalificata, soprattutto a Milano. E questo nonostante gli sforzi compiuti direttamente dalla Regione: "In 10 anni . ha ricordato Massimiliano Chiolo, il funzionario responsabile del settore. lo Stato ci ha dato complessivamente 9 miliardi per applicare la 180: noi ne abbiamo spesi 230. Quel che ci preoccupa maggiormente oggi la proposta governativa sui livelli uniformi di assistenza: si parla di mettere in campo 17 operatori ogni 100 mila abitanti, quando in Lombardia gi ne esistono 33,5 contro i cento che sarebbero necessari secondo un recente studio di esperti". La strada da percorrere per assicurare ai malati e ai loro familiari servizi adeguati , dunque, ancora lunga: basti pensare che attualmente ci sono ancora 3200 pazienti in condizioni di ricovero manicomiale. Siamo, insomma, ben lontani dallapplicazione della 180 non solo per le strutture nuove da realizzare, ma anche per eliminare anche in Lombardia le storture che la legge sulla carta aveva messo al bando.

Scuola LE SCUOLE FANNO SCUOLA. BUONE PRATICHE A MILANO Vincenzo Viola Le scuole fanno scuola lo slogan che d il nome al primo salone di progetti e iniziative di pi di cento scuole secondarie superiori e delle universit della provincia di Milano, che si tenuto il 13 e il 14 marzo u.s. nei padiglioni della Fieramilanocity. Il messaggio che proviene da questa iniziativa molto chiaro: le scuole milanesi, almeno quelle presenti nei padiglioni della Fiera, sanno fare scuola, cio elaborare e mettere in pratica modelli didattici che non solo meritano di essere conosciuti, ma possono anche essere applicati in altre strutture formative e perci costituiscono un importante stimolo di riforma diffusa. Ma per riuscire in questo disegno la scuola ha bisogno di chiarezza, impegno e seriet. Chiarezza, in primo luogo, e impegno nellindividuare gli obiettivi. La secondaria superiore non da oggi ha la necessit di essere riformata per divenire capace di fornire allo studente una metodologia dapprendimento che lo renda progressivamente autonomo nei propri atti conoscitivi, cio che gli insegni a fare, non solo a ripetere ci che altri hanno fatto: fare cultura, fare ricerca, fare comunicazione. Tale meta stato messa in buona evidenza anche dal Convegno dal tema Quale futuro per listruzione tecnica e professionale , organizzato nellambito del salone dal CISEM Centro per linnovazione e la sperimentazione educativa di Milano con la partecipazione di esponenti delle istituzioni e dei sindacati e soprattutto di un folto gruppo di dirigenti scolastici, a testimonianza che lautonomia scolastica ambito specifico delliniziativa dei presidi (o pu essere) lo strumento fondamentale per affrontare i problemi che i troppo numerosi e spesso confusi tentativi di riforma hanno incrementato invece di avviare a soluzione. Ci non significa che sia possibile o auspicabile una sorta di riforma fai da te, ma che con un utilizzo attento degli strumenti esistenti (flessibilit dellorario, monte ore di sperimentazione in orario curricolare, autonomia nelle scelte didattiche, ecc.)e delle esperienze compiute si possono introdurre notevoli miglioramenti nellofferta formativa. Certo, i progetti realizzati dalle scuole di Milano fanno comprendere che per raggiungere questi obiettivi indispensabile far leva sulliniziativa di chi opera nella scuola, cio il coinvolgimento attivo di studenti e insegnanti: strada sicuramente percorribile, ma quasi impossibile se prevale nel Governo e tramite linformazione si riversa sullopinione pubblica distratta e manipolata la tendenza alla sottovalutazione del compito dei docenti e la logica dellostilit punitiva verso gli studenti insita negli stucchevoli proclami sul 5 in condotta (scusi, onorevole Gelmini, ma su questo argomento ci farebbe il favore di prendere una decisione diciamo ponderata e di mantenerla possibilmente per pi di quindici giorni di seguito?). La seriet e la chiarezza devono riguardare anche lo stanziamento e la finalizzazione degli investimenti: impensabile che una realt scolastica che riesce a produrre tante idee e tanti validi progetti debba continuamente fare i conti con la mancanza di fondi e con lo spreco dissennato ad esempio per pagare inutili visite fiscali delle scarse risorse ancora a disposizione. Un Paese governato seriamente in presenza di una grave crisi che sta modificando in profondit il sistema produttivo investirebbe fino allultimo centesimo per la formazione dei giovani: invece anche nella nostra regione, la pi ricca dItalia, le scuole

non hanno pi neppure i soldi per pagare i supplenti, per attuare i corsi di recupero (molte le promesse del ministro, ma ben pochi gli stanziamenti), per finanziare nuovi progetti. Certo qualcuno potrebbe pensare che nella scuola pubblica si pu anche fare a meno di tutto ci, ma sarebbe un calcolo molto miope: sono tutte opportunit di formazione che, di fatto, vengono sottratte ai nostri studenti, a migliaia di giovani che, se correttamente guidati e sollecitati, mostrano capacit e interesse.

Urbanistica & Architettura UNIMPRESSIONE DI DISAGIO A MILANO Antonio Piva Accade ormai spesso a Milano che gran parte delle mostre temporanee in calendario siano realizzate usando materiali espositivi provenienti da altre manifestazioni. Niente di male se questo criterio di economia fosse guidato anche da altri concetti adatti a non penalizzare le opere esposte e il loro racconto. Lopera degli studiosi sembra, molte volte, essere scollegata da chi ha il compito di esporre le opere valorizzando i contenuti che sono stati individuati dagli ordinatori. Al pubblico questa interpretazione dellopera risulta difficile se non viene aiutata dallarchitetto specialista che attraverso lo spazio suggerisce e conquista. Questo lavoro molto simile a quello che viene svolto in un giornale al momento in cui vanno impaginati gli articoli secondo criteri concordati con il redattore capo che ha in mano tutto il giornale. Dovranno avere risalto alcune notizie pi di altre, alcuni titoli saranno composti con un corpo maggiore rispetto a quelli che compaiono nella stessa pagina e cos via. Per molti anni anche nel settore delle mostre temporanee, oltre che nei musei allavanguardia, si era seguito un principio che dava buoni frutti perch metteva in condizioni il visitatore di sentirsi nello spazio a proprio agio e soprattutto di aver limpressione di apprendere quello che non sapeva. Del resto alcune Amministrazioni di citt di provincia seguono ancora questa strategia guidate, non solo da grandi studiosi, ma anche dallinteresse a fare bene e di mettersi al passo con lEuropa. La mostra su Antonio Canova al San Domenico di Forl mette il cuore in pace perch, la qualit delle persone che hanno lavorato, sia come studiosi di Canova e del suo tempo che gli architetti, danno limpressione di aver dialogato tra loro e di aver concordato anche i raccordi spaziali e cromatici che fanno da raccordo ai messaggi esplicativi chiari. Anche Lucca non da meno: la mostra dedicata a Pompeo Batoni, che approda nella citt natale del maestro a conclusione di un giro breve in Europa e negli Stati Uniti, non solo rende onore al gran pittore, ma accoglie noi ospiti stupiti con una giornata tiepida e limpida e una veste di civilt che non stata contaminata. Le mostre entrambe non ostentano ma presentano studi nuovi ed una critica che spiega la grandezza di due secoli in cui i nostri artisti eccelsi hanno saputo esprimere idee nuove e conquistare il mondo di allora e quello di oggi. A Milano da un po di tempo non troviamo nulla di simile perch forse bisogna risparmiare e con questa logica, che fa da paravento, si ricuperano espositori improbabili, usati in altri contesti, per esporre superbe armature dei Samurai che nella conclusione del percorso, diventano vetrinette troppo modeste per i confronti che si possono fare. Gli studiosi non centrano e forse, torto collo, hanno dovuto accettare situazioni che penso possano nuocere al loro stesso lavoro. Pare strano che la citt non si accorga: forse siamo in pochi ad avere questa impressione di disagio anche quando guardiamo la citt dal tram e ci accorgiamo che ha perso i suoi monumenti chiusi per restauro e trasformati in gabbie pubblicitarie. Ci siamo persi Garibaldi come il monumento a Pertini anche se di questultimo non sentiamo una gran mancanza. Intorno a noi proliferano tendoni dove si vendono libri o dove si espongono foto di scarso interesse e cos la citt sbiadisce mimando una vivacit che non c. Disfattismo? No, tuttaltro: piuttosto la voglia di un dialogo serio. Ho scritto un paio di volte al Sindaco su alcuni problemi riguardanti la salvaguardia delle stazioni della linea rossa e verde della Metropolitana ma non ho mai ricevuto risposta. La voglia di gentilezza non mi abbandona perch non costa nulla e, con il costo zero, possiamo ricuperare molte risorse fatte di competenza e del sapere migliore.

RUBRICHE

Arte Questa rubrica curata da Silvia DellOrso

Forse non tutti sanno che Johann Wolfgang von Goethe fu anche conservatore delle raccolte darte dei Granduchi di Weimar e collezionista in prima persona. quanto accadde tra il 1775 e il 1832 nella patria del classicismo tedesco, periodo durante il quale Goethe effettu numerosi sopralluoghi in Italia allo scopo di incrementare il patrimonio dei granduchi, ma approfittandone anche per acquisire per la propria collezione un nucleo di disegni di maestri italiani che conflu in seguito nella Klassik Stiftung Weimar. Da Weimer, appunto, storica citt della Turingia, provengono i circa 50 disegni esposti al Castello Sforzesco. La rassegna, curata da Hermann Mildenberger, conservatore delle raccolte grafiche della Klassik Stiftung, documenta linteresse dei granduchi per il Settecento veneto, da Giambattista Tiepolo ai figli Giandomenico e Lorenzo di cui si vedono alcune teste di notevole espressivit, dal Piazzetta ai due celebri vedutisti Canaletto e Bernardo Bellotto, ma anche i paesaggi di Antonio Zucchi (la cui moglie, Angelica Kauffmann pure presente con un disegno) e di Francesco Zuccarelli, accanto a un paio di fogli dello stesso Goethe, innamorato del Bel Paese e del suo allora integro territorio. Goethe collezionista e il disegno veneto del Settecento. Capolavori dalle raccolte di Weimar. Castello Sforzesco, Sala del Tesoro della Biblioteca Trivulziana e sala 38 del museo orario: marteddomenica 9/13 e 14/17.30. Fino al 26 aprile.

Se a Mede Lomellina, dove nata nel 1894, un piccolo, delizioso museo nel Castello Sangiuliani conserva le sue opere su carta e su tela, oltre a una serie di sculture, Regina Cassolo in questi giorni anche al centro di una mostra che coincide non casualmente con le celebrazioni del centenario della fondazione del Futurismo. Regina futurista, appunto, perch la scultrice medese ader alla seconda stagione del movimento marinettiano e a quellepoca si riferiscono i disegni, i bozzetti e i taccuini riuniti nella galleria milanese, in una rassegna curata da Rachele Ferrario. Disegni a grafite su carta, alcuni bozzetti per le incredibili sculture che realizz in marmo, bronzo, ma anche plexiglass, alluminio, latta e gli inediti taccuini futuristi, tutti provenienti dalla collezione Fermani. Sono opere che documentano un periodo in cui Regina, grazie al sostegno di Fillia, espose stabilmente con i maestri futuristi, firmando nel 34 il Manifesto tecnico dellaeroplastica futurista. Fu una grande sperimentatrice, si ciment con materiali insoliti, come la latta, ottenendo esiti di grande efficacia e senza mai scadere nel puro decorativismo. La sperimentazione la port molto vicino allastrazione, sempre mai perdere di vista la velocit, il dinamismo e levocazione degli stati danimo, cui alludono le forme e i materiali. morta nel 1974 a Milano, nella sua casa-atelier. Regina futurista. Opere degli anni Trenta. Spaziotemporaneo, via Solferino 56 Orari: dal marted al sabato 16/19.30. Fino al 21 aprile.

Si intitola Contemporary Existence-Esistenza Contemporanea la prima personale milanese di Alessandro DAndrea. Fotografo di moda, da tempo residente a New York, DAndrea non ha trascurato il fotogiornalismo e la fotografia darte, affiancando la ricerca allimpegno sociale. Proprio da qui nascono i lavori in mostra alla Triennale. Le opere presentate per loccasione, costituite ognuna da tre fotografie differenti, scattate in tempi e luoghi diversi, e quindi sovrapposte luna allaltra, sono la rappresentazione di esistenze invisibili, ma molto reali, immerse nella desolazione urbana, dove lo strappo, che lartista romano effettua ad hoc sulle proprie immagini rivelando porzioni dello strato sottostante, testimonia lulteriore sfaldarsi della condizione umana.

Alessandro DAndrea. Contemporary Existence-Esistenza Contemporanea. Triennale, viale Alemagna 6 - orario: marted-domenica 10.30/20.30, gioved fino alle 23. Fino al 2 aprile. una storia lunga oltre mezzo secolo quella dellartista cinese Hsiao Chin, nato nel 1935 a Shangai dove il padre, il musicologo Hsiao Xue-peng, fond il Conservatorio Nazionale di Musica. Lartista, che risiede a Milano dal 59, al centro di una rassegna la pi ampia che gli abbia dedicato Milano realizzata in collaborazione con la Fondazione Marconi. Al gallerista Giorgio Marconi, Hsiao Chin legato da un lungo sodalizio iniziato fin dal suo arrivo in citt, dove frequenta artisti come Lucio Fontana, Roberto Crippa, Piero Manzoni, Enrico Castellani, ma anche Antonio Calderara insieme al quale ha fondato nel 61 il movimento Punto, condividendo la necessit di una vita pi profonda, meditativa e spirituale. La pittura di Hsiao Chin coniuga estetica occidentale e filosofie orientali, influenza fauve e ideogrammi cinesi, pittura astratta e calligrafismo. Ne danno conto le 9 sezioni della mostra che, seguendo un criterio cronologico, delineano lavvicendarsi dei suoi riferimenti culturali, filosofici ed esistenziali. Dagli esordi, dunque, tra il 55 e il 58, caratterizzati dallinfluenza dei Fauves, in particolare Matisse, Cezanne e Gauguin, al periodo taoista dominato dallidea di armonia universale. Importante, tra il 67 e il 71, il soggiorno a New York, dove incontra Rothko, de Kooning, Rauschenberg e Lichtenstein. Al 1989-90 risale un ciclo di opere ispirato ai drammatici fatti di piazza Tienanmen. Mentre nasce da una riflessione sulla vita e sulla morte in seguito alla scomparsa della figlia Samantha, il ciclo La Grande Soglia che Hsiao Chin realizza a partire dal 1990-91. Hsiao Chin. Triennale Bovisa, via Lambruschini 31 - orario: 11/24, chiuso luned. Fino al 5 aprile.

Fa uno strano effetto Magritte: le sue immagini sono talmente icastiche e cariche di allusioni simboliche, che se anche ci si trova per la prima volta davanti a un suo quadro, si ha sempre limpressione di averlo gi visto. Non a caso lartista belga tra i pi saccheggiati da grafici, pubblicitari e illustratori che hanno amato a dismisura la sua enigmaticit e la provocatoria incongruenza delle sue composizioni. Immagini capaci di raffigurare idee, al di l della qualit della pittura che spesso in Magritte poco pi che diligente. Curata da Michel Draguet, direttore generale dei Muses Royaux des Beaux Arts del Belgio (la collezione pubblica pi ricca di opere di Magritte), e da Claudia Beltramo Ceppi, la rassegna milanese allinea un centinaio di dipinti, oltre a tempere e sculture, provenienti in parte anche da collezionisti privati. Domina il tema della natura rievocato nei primi e poco noti dipinti futuristi, nelle opere eseguite fra le due guerre, e poi ancora nei dipinti datati a partire dagli anni 50. Sordo al richiamo di Parigi, Magritte ha speso gran parte della sua vita a Bruxelles, dove morto nel 67. L ha esordito come disegnatore e pubblicitario, costruendo parallelamente la sua personalit pittorica e quelle strategie linguistiche - basate sullo spaesamento degli oggetti, privati della loro abituale funzione, e sui conflitti virtuali tra il mondo e la sua rappresentazione che furono determinanti anche per la Pop Art. Magritte. Il mistero della natura. Palazzo Reale - orario: marted- domenica 9.30/19.30; luned 14.30/19.30; gioved 9.30/22.30. Fino al 29 marzo. Lhanno inaugurata il 14 febbraio, per approfittare della complicit tematica offerta dalla ricorrenza di San Valentino, ma in realt la mostra attualmente in corso al Castello Visconteo di Pavia pu ben vivere di vita propria, anche senza la festa degli innamorati. Il tema quello del bacio, e non soltanto il bacio sensuale e carico di pathos immortalato da Francesco Hayez in uno dei suoi dipinti maggiormente celebrati, di cui la redazione pi nota si trova a Brera, mentre a Pavia sono esposte una prima idea del soggetto e una versione del 1861, entrambe in collezione privata. La rassegna, infatti, che ripercorre liconografia del bacio tra Romanticismo e 900, molto pi variegata e prende in considerazione, come dichiarano le curatrici, Susanna Zatti e Lorenza Tonani, le diverse valenze del bacio: materno o filiale, di circostanza, appassionato, atteso, negato, rubato, ben augurante, immateriale, nella mitologia, nella storia sacra, nella letteratura e anche nel cinema. Il percorso si snoda attraverso una sessantina di opere di artisti celebri e di altri meno noti, in prevalenza dipinti, ma anche qualche scultura, come lAbbraccio materno di Paolo Troubetzkoy o il Bambino al seno di Medardo Rosso. Tra i baci dipinti spiccano quello lussurioso di Cleopatra, come ce lo ha restituito Giuseppe Amisani, o il bacio voluttuoso di Alciati, smorzati dalle

effusioni composte e pudiche dei Fidanzati di Lega, o ancora Aminta baciato da Silva del Piccio, Paolo e Francesca di Previati, per arrivare a De Chirico, Manz, Casorati, Rotella o Franco Angeli. E poi il bacio nel cinema, restituito in un video che, memore dei baci prima tagliati e quindi ricomposti in ununica lunga pellicola, nel film di Tornatore Nuovo cinema Paradiso, ripercorre la storia dei baci pi famosi della cinematografia italiana. Il bacio. Tra Romanticismo e Novecento. Pavia, Scuderie del Castello Visconteo, viale XI Febbraio 35 orario: marted-venerd 10/13 e 15/19, sabato, domenica e festivi 10/20. Fino al 2 giugno.

Definirla mostra troppo, ma forse anche troppo poco. Quella in corso a Brera una piccola esposizione di grandi capolavori che tonifica la Pinacoteca e appaga le attese dei visitatori. A dare avvio alle celebrazioni per il bicentenario della fondazione di Brera stata scelta una formula insieme minimalista e ambiziosa, affiancando tre opere del Caravaggio alla Cena in Emmaus del Merisi che gi la galleria milanese possiede dal 1939. Grazie a un dono degli Amici di Brera e per merito del ruolo decisivo giocato allepoca dallex soprintendente di Milano Ettore Modigliani, la tela, dipinta dal Caravaggio attorno al 1606, tra la fine del soggiorno romano e la fuga da Roma dopo la condanna per omicidio, tra le molte star del percorso espositivo braidense e non capita tutti i giorni la fortuna di poterla ammirare vis vis con la versione di qualche anno precedente oggi alla National Gallery di Londra. Concessa in prestito, questultima, insieme ad altri due dipinti appartenenti alla fase giovanile del maestro lombardo, il Ragazzo con canestro di frutta della Galleria Borghese - vale a dire il giovane dio Vertunno con cesto di frutta, anticipazione della Canestra custodita alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano - e i Musici, dal 1953 al Metropolitan Museum di New York. Tutti e quattro in sala XV, mentre accanto, nella sala XVIII, si pu vedere una tela di Simone Peterzano, maestro del Caravaggio: una Venere e Cupido con due satiri in un paesaggio, sottratta per loccasione ai depositi del museo. Caravaggio ospita Caravaggio. Pinacoteca di Brera, via Brera 28 - orario: marted-domenica 8.30/19.15, chiuso luned. Fino al 29 marzo. Un vero e proprio affondo nella personalit del fondatore del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti. A lui consacrata la rassegna allestita nella Sala del Collezionista alle Stelline che, in onore di tanto ospite, raddoppia i suoi spazi conquistando il seminterrato, invaso per loccasione dalle parolibere marinettiane, Tra le tante novit di questa rassegna - a cura di Luigi Sansone, autentico segugio degli archivi del Futurismo spicca Il bombardamento di Adrianopoli, una grande china su carta realizzata da Marinetti nel 1913-14, esposta per la prima volta grazie al prestito concesso dalla University of California di Los Angeles (Ucla) dove custodito larchivio del poeta inglese Harold Monroe (1879-1932), grande ammiratore del Futurismo, da cui proviene questa tavola. Ma la mostra riserva molto altro, tra ritratti e caricature di Marinetti, opere di Boccioni, Balla, Cangiullo, Depero, e altri protagonisti, affiancate da fotografie, cataloghi depoca, cartoline, riviste e volumi marinettiani come Zang Tumb Tuuum - Adrianopoli ottobre 1912- Parole in libert (Edizioni futuriste di Poesia, Milano 1914), il primo libro parolibero di Marinetti ispirato dalla guerra, intesa come spettacolo simultaneo di situazioni, rumori, odori, polifonie: perch il Futurismo era anche questo. F.T. Marinetti=Futurismo. Fondazione Stelline. Sala del Collezionista, corso Magenta 61 - orario: marted-domenica 10/20. Fino al 7 giugno.

Ha impiegato meno di tre anni per diventare uno dei maggiori collezionisti di armature giapponesi fuori dal Giappone. Bisogna chiamarsi Luigi Koelliker per riuscire in una simile impresa cos rapidamente e anche voracemente ed bene avvalersi di un antiquario specializzato in arte giapponese come Giuseppe Piva che per il suo committente ha rastrellato il rastrellabile, e che adesso cura, in collaborazione con la Fondazione Mazzotta, la mostra di Palazzo Reale. Samurai, appunto, allestita nellappartamento della reggia piermariniana con una minima presenza di pezzi provenienti dalle Raccolte extraeuropee del Castello Sforzesco tra i quali spicca una finissima scatola laccata per documenti dellinizio del periodo Edo e lunica armatura da cavallo presente in mostra e un massimo dalla raccolta milanese di Koelliker. Una novantina di pezzi in tutto, tra armature complete, elmi, finiture per spada e altri accessori da samurai,

realizzati tra il periodo Azuchi Momoyama (1575 1603) e il periodo Edo (1603 1867). Le sale del palazzo si animano di guerrieri severi e magnifici, samurai di alto rango e daimyo (signori feudali) che dalle guerre sono stati ben lontani, come testimonia il perfetto stato di conservazione delle circa trenta armature esposte; per lo pi di rappresentanza, visto anche che il periodo esaminato fu allinsegna della pace. Il percorso si chiude con i super robot Goldrake e Gundam che tutto devono al mondo dei samurai, da cui hanno attinto a piene mani anche fumetti e disegni animati. Samurai. Palazzo Reale, piazza del Duomo 12 orario: 9.30/19.30, luned 14.30/19.30, gioved 9.30/22.30. Fino al 2 giugno.

Lascia senza parole Quentin Garel. Visitando la mostra allo Studio Forni sembra quasi di sentire il vociare dei suoi animali: struzzi, mucche, giraffe, ippopotami in bronzo o legno, anche se il maestro parigino non manca di utilizzare altri materiali come gesso, carta e plexiglass. Scultore e disegnatore, Garel decisamente un artista di talento che ritrae gli animali meglio se quelli pi comuni, del mondo domestico o contadino con acume e ironia, catturandone il carattere da fine etologo. Nella primavera di questanno sar inaugurata a Lille una sua monumentale scultura/fontana, un muro vegetale di 24 metri di lunghezza e 2 di altezza, dal quale emergono 28 teste di animali realizzate in ferro che spruzzano acqua all'interno di un ampio circuito di vasche. Notevoli anche i disegni. Quentin Garel. Pennuti, bovini ed altri animali. Studio Forni, via Fatebenefratelli 13 orario: 10/13 e 16/19.30, chiuso domenica e luned. Fino al 28 marzo. grazie alleredit dellindustriale bresciano Giacinto Ubaldo Lanfranchi se il Poldi ha potuto organizzare una mostra dedicata ai netsuke. Ci voleva un collezionista che si dedicato pressoch in esclusiva a queste minuscole sculture, concepite originariamente come bottoni per fissare alla fascia del kimono giapponese, privo di tasche, un cordoncino cui agganciare un piccolo contenitore porta oggetti. In legno o in avorio, preziosamente intagliati, i netsuke si affermarono in Giappone nel XVII secolo, ma gi nella seconda met dell800 persero la loro funzione originaria per diventare oggetti di collezionismo. Lanfranchi ne ha messi insieme moltissimi. Una selezione di quella raccolta ora in mostra nella casa-museo di via Manzoni, insieme a una settantina di pezzi provenienti da altre collezioni private italiane e dal Linden-Museum di Stoccarda. Capolavori in miniatura che raffigurano creature fantastiche, divinit, personaggi ispirati alla mitologia, alla storia, ai racconti popolari, alla letteratura, oltre ad animali, fiori, piante, frutti o ortaggi. Ma ce n anche uno rarissimo in cui rappresentata una Piet, a testimoniare la diffusione del Cristianesimo in Giappone tra la met del 500 e il 600. In programma, gioved 5 marzo alle 18, lultima di una serie di conferenze a latere della mostra: Storie fluttuanti. Lantica letteratura giapponese. Interviene Ikuko Sagiyama, docente di Lingua e letteratura giapponese allUniversit di Firenze. Netsuke: sculture in palmo di mano. La raccolta Lanfranchi e opere da prestigiose collezioni internazionali. Museo Poldi Pezzoli, via Manzoni 12 - orario: marted-domenica 10/18. Fino al 19 aprile. Il titolo di questa mostra, Morphologie autre, rinvia direttamente a Michel Tapi e a un suo noto saggio del 1960. Al critico darte e teorico francese, il termine informale continuava a piacere poco, per via dei suoi confini troppo incerti, mentre, per stigmatizzare il senso di quellarte priva di forme preferiva di gran lunga laggettivo autre, inaugurato con il libro-manifesto che pubblic nel 1952: Un art autre, appunto. A ventidue anni dalla morte e nel centenario della nascita di Tapi, la Galleria Blu gli dedica una mostra che riunisce molti degli artisti a lui cari. In primis Dubuffet e Fautrier, il primo per la sua arte incolta, definita art brut, il secondo per la plastica drammaticit degli Otages. Ma ci sono anche Appel, Burri, Capogrossi, Fontana, Sam Francis, Hartung, Nevelson, Riopelle, Tapies, Tobey, Vedova, Wols e non solo. "Morphologie Autre" un omaggio a Michel Tapi (1909-1987). Galleria Blu, via Senato 18 - orario: 10/12.30 e 15.30/19, sabato 15.30/19, chiuso festivi. Fino al 3 aprile.

MUSICA La rubrica MUSICA a cura di Paolo Viola

MA PERCH CORRERE TANTO?

Sempre di pi, ai concerti, siamo travolti da una spettacolare velocit; sopratutto nei recital di pianoforte e in particolare ovviamente nei tempi finali. La velocit spesso giustificata dal fatto che la si trova espressamente indicata dagli autori (allegro vivace, presto, ecc.) i quali per si riferivano alle capacit tecniche della loro epoca; non potevano immaginare che, secoli dopo, laffinamento della tecnica pianistica avrebbe portato alla possibilit di eseguire alla tastiera parti, anche molto complesse, a velocit impressionanti. Daltronde chi in possesso di queste raffinatissime tecniche fortemente tentato di esibirle per strappare lammirazione del pubblico il quale a sua volta, colpito da tanta abilit, ne viene travolto e alla fine gratifica lesecutore con quella esplosione di applausi di cui abbiamo detto in un servizio precedente. Ma la musica se ne avvantaggia? La tecnica non dovrebbe mai sovrastare la musica, bisogna poter ascoltare sempre e con chiarezza le note nascoste nelle battute, percepire le sfumature delle modulazioni e delle risoluzioni, capire bene il senso di ogni passaggio; la velocit eccessiva uccide tutto questo. Pochi mesi fa alla Scala Daniel Barenboim ha eseguito al pianoforte tutte le 32 sonate di Beethoven; Barenboim stato un grandissimo pianista ed ora, da tempo ormai, si occupa pi di direzione dorchestra che di esecuzioni pianistiche, per cui la tecnica non lo assiste pi come una volta. Questa situazione ha favorito una lettura straordinaria del monumento pianistico beethoveniano, in cui la profondit di pensiero, la ricchezza dei contenuti, la raffinatezza del linguaggio sono tornati a diventare protagonisti, mentre la tecnica pianistica non ha potuto dilagare e prendere il sopravvento. Che meravigliose lezioni di interpretazione musicale...... Anche un altro Daniel - il giovane direttore dorchestra Harding, cresciuto musicalmente fra Claudio Abbado e Simon Rattle - nellormai celebre edizione del Don Giovanni di Aix-en-Provence, aveva ridotto sensibilmente i tempi dellopera e fatto gridare (alcuni) allo scandalo; ma l non centrava la tecnica e nulla nuoceva al perfetto ascolto dei dettagli. Si trattava semplicemente di una legittima interpretazione, e grazie a quei tempi ristretti sono apparse una leggerezza e una freschezza del capolavoro mozartiano che forse non erano state messe mai in tanta evidenza. Daltra parte, invece, persino il compassato Andras Schiff, che ha eseguito quello straordinario ciclo mozartiano al Conservatorio di cui abbiamo gi detto, si fatto prendere la mano dalla sua incredibile tecnica ed ha concluso la Sonata in la minore la n. 9 K. 310 ad una velocit tale da non farci godere i sospiri, le titubanze, lironia, la volutt che fanno di questo Presto un capolavoro assoluto. In mano ad esecutori pi giovani, e dunque pi desiderosi di farsi apprezzare anche da un pubblico meno preparato, la velocit diventa facilmente sinonimo di superficialit e di esibizionismo a scapito della riflessione, dellapprofondimento, delle rivelazione delle pi intime emozioni. Ci piacerebbe dire ai pianisti che ci sovrastano con la loro bravura, ed esibiscono le loro capacit tecniche proponendoci velocit vertiginose, che non ci fanno un regalo perch se pure riescono a suscitare ammirazione ed entusiasmo, quanto meno a livello viscerale, e a far scattare il tanto desiderato applauso, ci privano del pi spirituale e profondo godimento, quello di capire, assaporare, apprezzare la scrittura musicale e dunque di penetrare intimamente lopera ed avvicinarci empaticamente allautore.

UN MOZART MEMORABILE AL CONSERVATORIO

Accade raramente, ma quando accade tutti capiscono che si tratta di un evento memorabile. E accaduto luned sera, 9 marzo, al Conservatorio, alla terza ed ultima serata mozartiana di Andras Schiff. Non vero che i grandi pianisti riescono ad esprimere sempre il massimo delle loro capacit professionali, n tantomeno che possono essere sempre in perfetta forma fisica e mentale. Schiff luned era in un momento di grazia straordinaria, certo al di sopra delle due serate precedenti. Sicuramente avr contribuito un pubblico straripante, accolto anche sul palcoscenico dietro al pianoforte (dietro quel Bsendorfer personale, cui Schiff tiene enormemente, e che non tutti concordano essere lideale per rendere lo smalto del suono mozartiano) e certamente attento ed assorto come non mai; forse avr anche contribuito laccorta rega delle luci, bassissime in una sala quasi buia, che inquadravano solo la figura del pianista, con quel morbido riflesso della sagoma del pianoforte sul soffitto del palcoscenico. Ma sopratutto il miracolo avvenuto grazie a una sublime interpretazione delle pi belle partiture pianistiche di Mozart (tutte scritte nei cinque anni fra il 1784 e il 1789, dai suoi 28 ai 33 anni...), una interpretazione incentrata sulla assoluta padronanza dei tempi, dei volumi e dei timbri del suono, sulla cura, laffetto, lesasperata attenzione alla singola nota, sulla assoluta mancanza di enfasi e di ridondanze, sulla compostezza del discorso musicale; mai sopra le righe, anzi, con una pacatezza capace di penetrare nei pi profondi pensieri e nei sentimenti pi nascosti fra le pieghe della partitura. Dalla drammaticit della Fantasia in do minore (K. 475) alla complessit dellAndante in si bemolle maggiore (K. 533), dalla solarit della Sonata in re maggiore (K. 576) alla potenza e alla passione di quella in do minore (K. 457), Schiff ci ha come fatto ragionare sulle meraviglie della musica, sul lucido incantamento delle note, e ci ha portato da un sentimento allaltro, da unatmosfera allaltra, in un percorso di conoscenza e di intima partecipazione, da farci trattenere il fiato per tutta la durata peraltro considerevole - del concerto. Al quale ha aggiunto ben tre bis, e qui successa una cosa assai strana. Dapprima abbiamo ascoltato un andante poco noto, scritto originariamente per organo meccanico, un bis come tanti altri. Ma poi, per concludere, Schiff ha voluto ripetere due pezzi eseguiti nella prima delle tre serate mozartiane e cio larcinota Marcia Turca dalla Sonata in la maggiore (K. 331) e quel gioiellino del primo tempo della Sonata in do maggiore (K. 545), tanto facile da sembrare dedicata a pianisti in erba. Ebbene, sono state due esecuzioni straordinariamente diverse da quelle ascoltate solo quindici giorni prima, molto pi ispirate, felici, serene, gioiose; vi si sentiva la soddisfazione e lentusiasmo del successo della serata mentre la coronavano come in una apoteosi. Un successo travolgente, con il pubblico in piedi che non voleva allontanarsi e Andras Schiff visibilmente felice e in sintonia con il suo pubblico delle Serate Musicali. Una di quelle serate che liberano dalla quotidianit e portano lontano dalle sue miserie, che riconciliano con lesistenza e riempiono il cuore di speranza e di fiducia in un mondo diverso, riscattato dalla bellezza e dalla perfezione ( la cifra di Mozart, la perfezione), proiettato verso una sorta di verit assoluta. Questo Mozart, e questo ci stato regalato a piene mani da un esecutore inarrivabile che - per fascino ed incanto ci ha ricordato Arturo Benedetti Michelangeli. Grazie Schiff.

TEATRO Questa rubrica curata da Maria Laura Bianchi Rain Dolce come una carezza, semplice e diretto, pieno di sensualit e di speranza. La compagnia canadese Cinque Eloize torna a Milano per presentare Rain. Pi che uno spettacolo una pioggia di buonumore, unesplosione di allegria, un intrecciarsi di suggestioni visive e straordinaria fisicit. Effervescente, divertente e poetico Rain fonde teatro e circo, acrobazia e danza, giocoleria e musica. Scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca (che ha firmato la spettacolare cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici di Torino), lo spettacolo sfoglia le pagine della memoria. In un teatro, una compagnia di artisti di circo prova uno spettacolo, tra ricordi di amori vissuti, passioni segrete, frammenti di intimit.Il Cinque Eloize unico: la cura delle scene, delle luci, dei costumi, delle musiche trasforma le loro messe in scena in spettacoli di grande impatto visivo, ideali per trascorrere una serata di pura emozione.

Fino al 22 marzo Teatro Strehler, largo Greppi 1 Orario: marted e sabato alle 19.30; mercoled, gioved e venerd alle 20.30, domenica alle 16 (sabato 14 marzo alle 15 e alle 20.30; mercoled 18 marzo alle 15 e alle 20.45) Info e prenotazioni: 848.800.304 Il Gatto con gli Stivali Ovvero Una recita continuamente interrotta Ludwig Tieck si ispira alla famosa fiaba di Perrault per scrivere, nel 1844, un pezzo di satira sul teatro. La favola per bambini, dove alla morte del padre il fratello pi giovane riceve leredit pi misera - un gatto - recitata in una paradossale rappresentazione teatrale, con il crescente malcontento del pubblico, che mostra non gradire una pice dove fantasia, umorismo e satira sociale si mescolano. Ispirata ad Aristofane, Shalespeare e Gozzi, la fiaba continua nel modo pi classico, ma il pubblico inferocito trova assurdo che creature favolose parlino come uomini e interrompe di continuo lo spettacolo. Il poeta deve comparire in scena per giustificare la libera irriverenza della commedia, ma le intemperanze continuano. Una satira che mescola atmosfere surreali e riflessioni sulla vita, la societ, le convenzioni teatrali e la politica. Carmelo Rifici, che abbiamo gi visto sul palco dello Studio dirigere con mano ferma i diciassette Pretendenti di Lagarce lo scorso mese, torna sul luogo del delitto con un testo che ironizza sul mondo del teatro con le sue piccole e grandi - manie adatto solo apparentemente a un pubblico di bambini (dai 10 anni). Fino al 1 aprile Teatro Studio, via Rivoli 6 Orario: oggi e domani, ore 20.30 sabato 21 marzo, ore 19.30 domenica 22 marzo, ore 16 luned 23 marzo, ore 10.30 marted 24 marzo, ore 19.30 mercoled 25 marzo, ore 20.30 gioved 26 marzo, ore 21 venerd 27 e sabato 28 marzo, riposo domenica 29 marzo, ore 16 luned 30 marzo, ore 10.30 e 20.30 marted 31 marzo e mercoled 1 aprile, ore 10.30 Info e prenotazioni: 848.800.304 Mahabharata Il Mahabharata il pi grande poema epico mai conosciuto dallUomo. Quindici volte pi lungo dellIliade, ci parla di unIndia lontana e mitica che, come la Grecia di Omero, ci stranamente vicina. Amori, rispetto, dolori, imbrogli, odio, disperazioni: il Mahabharata la storia di tutta lumanit. Una storia dettata da Vyasa vecchio saggio - a Ganesh, il dio dalla testa di elefante. Questa epopea la nostra epopea, quella di ciascuno di noi. Massimo Schuster attore, marionettista e regista, italiano di nascita, ma cittadino francese da una ventina danni solo in scena. Mescolando il lavoro di attore, di marionettista e di narratore, manipola le marionette che il grande pittore italiano Enrico Baj ha realizzato due mesi prima della sua scomparsa con il figlio Andrea, per farci riscoprire uno dei testi che ha forgiato il mondo. Solo stasera, alle 21 Teatro Verdi, via Pastrengo 16 Info e prenotazioni: 02.68.80.038 Laggancio Serena Sinigaglia, tra le pi quotate registe della sua generazione, si ispira a un romanzo di Nadine Gordimer, LAggancio, per raccontare la storia damore tra Abdu (il sempre bravissimo Fausto Russo Alesi), immigrato senza permesso di soggiorno, e Julie (Mariangela Granelli) , giovane rampolla di una famiglia bene di Johannesburg. Una storia damore e di immigrazione dunque; una storia attuale che affronta due temi centrali delluomo contemporaneo e dellumanit in genere: lamore e la diversit. Due mondi, due culture che si incontrano e si confrontano: forse solo lamore, forza ancestrale e cieca, forza

rivoluzionaria, pu per un istante rompere le barriere che le separano; ma non pu durare. Ed proprio sulla durata, sulla possibilit di costruire un futuro, che si gioca la partita pi importante, quella dellintegrazione, del dialogo che per Abdu significa ottenere a tutti i costi un permesso di soggiorno per un paese straniero, miraggio di una vita nuova, e per Julie, con un colpo di scena nel finale, significa scoprire se stessa, una nuova Julie e anche un nuovo modo di vivere. Domenica 22, con la replica pomeridiana de Laggancio, si potr prendere parte al progetto Border, rete di discussione a livello internazionale sul significato di Confine. Prima manifestazione tangibile di questa rete una serie di eventi autoprodotti che si terrano a Milano dal 20 marzo al 4 aprile, in varie sedi, e che spaziano dalla fotografia al teatro, dall'antropologia alla scrittura, dalla musica alla danza e molto altro. Maggiori informazioni, manifesto e programma su http://border.fotoup.net/ La giornata si conclude con una cena maghrebina a cura dellassociazione Zaghrid. Costo della cena: 5 euro. Fino al 27 marzo Teatro Ringhiera, via Boifava 17 Orario: 20.45 (domenica alle 16) Info e prenotazioni: 02.84.89.21.95 Odissea Nel 2000 Csar brie e la sua compagnia, il boliviano Teatro de los Andes, vennero in Italia a presentare unIliade corale, dove la guerra di Troia diveniva metafora dei conflitti della contemporaneit: un autentico kolossal del teatro di ricerca, con trenta attori in scena. Fu un successo enorme di pubblico e di critica. Csar Brie prosegue in questa stagione teatrale la sua personale avventura di rilettura dei classici, allestendo lOdissea e legandola profondamente alla situazione politica della sua Bolivia. Dedicato ai migranti doggi, ai curiosi, ai guerrieri, ai naufraghi. Come Penelope, Csar Brie intreccia fili diversi per creare la trama: il viaggio, lesilio, lamore passionale, lamore sublimato, la discesa nellAde, il canto delle sirene che allo stesso tempo desiderio allo stato puro e voce del ricordo. Ulisse il migrante, il curioso, il guerriero, il naufrago. Se la sua figura incarna nostalgia, scaltrezza, disperazione, lotta per la sopravvivenza, altri personaggi incarnano fedelt, attesa, ricerca del padre, nostalgia. Persino i morti si accalcano di fronte al sangue degli animali sgozzati in sacrificio per dire la loro, per testimoniare. Ci sono nellOdissea tutti gli aspetti del racconto: la fiaba, la magia, gli eventi, i ricordi, la lotta contro la natura, contro i propri compagni, contro i mostri e contro se stessi. Chi sono gli Ulisse di oggi? Gli artisti nel loro perenne viaggio attraverso le forme, gli impiegati, ancorati nei loro uffici che vanno via immobili con la loro immaginazione, i migranti che arrivano sulle nostre spiagge naufraghi, fuggendo dai mostri della miseria e la guerra, e la cui fuga adesso si vuole sanzionare come delitto. LOdissea finisce con una guerra civile che gli dei interrompono. Torniamo al deus ex machina di Omero. In 14 linee gli dei fermano la guerra e costringono a realizzare i patti della convivenza. Cerchiamo unimmagine che sintetizzi questa azione divina: forse una nevicata. Tutti si fermano di fronte alla neve e in quella pausa Atena introduce idee di pace. E la soluzione. Di tutto questo parla lOdissea. Il racconto dei racconti agli albori delluomo. Fino al 29 marzo Teatro dellElfo, via Ciro Menotti 11 Orario: 20.30 (domenica alle 16) Info e prenotazioni: 02.71.67.91

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