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Direttore Luca Beltrami Gadola

numero 23
21 luglio 2009

edizione stampabile

www.arcipelagomilano.org

N 23
In questo numero Lettera Letizia Moratti IL SINDACO RISPO0NDE Ambiente Marta Isnenghi IL VERDE CHE VORREI? POVERO MA BELLO Citt Emilio Battisti PER UNA EXPO DIFFUSA E SOSTENIBILE. EPPUR SI MUOVE DallArcipelago Gregorio Procopio SEGRATE: UN CENTRO COMMERCIALE, UNA SORPRESA IN PI Societ Riccardo Lo Schiavo PD: LE CORRENTI A MILANO? IL SOLITO RISOTTO ALLA MILANESE: SCOTTO Urbanist. e Archit. Michele Sacerdoti I PERICOLI MILANESI DEL PIANO CASA DI FORMIGONI Economia Marco Ponti LO SPROWL URBANO VISTO DA UN ECONOMISTA REAZIONARIO Metropoli Filippo Beltrami Gadola GLI STATI GENERALI: FORMIGONI-SINDACO 2 A 0 Approfondimenti Walter Marossi FORMIGONI GI IN CAMPAGNA ELETTORALE Scuola e universit Vincenzo Viola ISTRUZIONE: OBBIETTIVO RAGGIUNTO!! In YouTube

LETIZIA M.- CHI LHA VISTA?


Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit in ARTE & SPETTACOLI MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE - a cura di Silvia DellOrso TEATRO a cura di Maria Luisa Bianchi CINEMA E TV a cura di Simone Mancuso

Lettera IL SINDACO RISPONDE Letizia Moratti

9 Luglio 2009 Egregio Architetto Battisti, egregio Architetto Deganello, Vi ringrazio per la lettera del 25 giugno scorso, che richiama i contenuti della precedente e dimostra grande interesse Vostro e dei Vostri colleghi per lExpo del 2015; Expo che, come nel passato, chiama lattenzione etica e creativa di tutti gli architetti e i progettisti, i quali nel corso degli ultimi secoli hanno trovato sempre una palestra formidabile nella realizzazione delle Esposizioni Universali. Esposizioni che hanno visto coinvolte le capacit precognitive e innovative della scienza, dellindustria e dellarchitettura in ununica arena, dove nellarco di sei mesi vengono presentati gli ultimi traguardi raggiunti nel processo democratico e civile dellumanit intera. Di fatto larchitettura sempre stata chiamata a rappresentare oltre a tutte le innovazioni tecniche e materiali, anche levoluzione globale dei diversi linguaggi espressivi e le anticipazioni del prossimo futuro. Partendo da questi presupposti, voglio innanzitutto rassicurarVi del fatto che vogliamo imparare dalle esperienze precedenti e non ripeterne gli errori, impostando, anche in uno stretto dialogo col BIE, una nuova modalit di approccio allevento adeguata al nostro tempo. Molte delle osservazioni da Voi segnalate, quelle che condividiamo e che per primi abbiamo individuato, sono gi da tempo oggetto di approfondite verifiche da parte della Societ di Gestione e dei suoi consulenti

per il progetto: cinque tra i pi rinomati architetti e urbanisti del mondo. In particolare in merito alla realizzazione del sito espositivo stiamo attentamente valutando soluzioni che consentano di evitare al massimo il consumo del suolo e permettano una grande flessibilit alluso post evento per evitare la realizzazione di cattedrali nel deserto di difficile utilizzo. Mi permetta per di puntualizzare che alcuni aspetti del Vostro appello pubblico sono date per certe e che non corrispondono a verit. In primis la posizione del Bie, con il quale stiamo confrontandoci continuamente, non assolutamente chiusa allinnovazione, anzi il Bureau stesso auspica che lExpo di Milano possa essere il punto di svolta di una nuova formulazione dellevento e che dia rilancio alle Esposizioni Internazionali. Non riesco a capire inoltre su cosa desumiate che le buone pratiche in termini ambientali individuate nel Dossier non siano attualmente tenute in considerazione: Vi assicuro che lExpo, oltre a tutti gli argomenti pi volte riportati di carattere internazionale e scientifico, per noi rande occasione per il miglioramento della qualit ambientale e urbana della citt di Milano e del suo intorno. Per quanto riguarda invece la possibilit di svolgere levento allinterno degli attuali padiglioni fieristici, Vi assicuro che lidea non assolutamente percorribile poich significherebbe interrompere per pi di un anno le attivit di Fiera Milano e sospendere tutte le esposizioni, compromettendone definitivamente il futuro.

Stiamo piuttosto valutando lipotesi che, come per il Salone del Mobile, levento riesca a coinvolgere tutta la citt partendo da un punto di vista di concentrazione espositiva (il sito) per contaminare tutti gli spazi creativi che la citt pu offrire: teatri, cinema, ma anche cascine, parchi, piazze, attraverso la realizzazione di progetti della via dacqua e della via di terra. In ultimo voglio assicurarVi del fatto che il Parco Agricolo Sud e la sua valorizzazione come terreno agricolo al centro dei nostri progetti, anche attraverso la collaborazione con il Dr. Petrini, fondatore di Slow Food. Il recupero del tessuto agricolo perturbano e dei suoi manufatti storici coincide perfettamente con i contenuti pi profondi dellExpo 2015, in unottica di nuovo rapporto tra la citt e la campagna e tra la produzione agricola e il suo consumo. Per questo motivo stiamo studiando la possibilit di allargare lorizzonte progettuale dellExpo facendo della Via dAcqua un elemento di continuit tematica che avvicini la citt al tema Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita e al sito Expo, lavorando sui temi dellagricoltura, dellalimentazione, dellirrigazione e della gestione del territorio, nonch sulle sue potenzialit turistico-ricettive e operando anche sul possibile recupero sostenibile delle cascine agricole Con i miei pi cordiali saluti

Letizia Moratti

Ambiente IL VERDE CHE VORREI? POVERO, MA BELLO Marta Isnenghi


Se il buongiorno si vede dal mattino, i trentacinque vasi giganti, posti dal Comune nellafa di luglio in via Vittor Pisani, non promettono nulla di buono: pretenziosa la loro collocazione, che scimmiotta le arterie commerciali di tante metropoli, gi sofferenti gli alberetti. Il problema per non sta nella scelta degli agrifogli (nuovi ibridi fra Ilex aquifolium e Ilex Cornuta), ma nella difficolt di pulire, annaffiare e mantenere in vita quei candidi vasoni. Maurizio Cadeo, assessore allArredo, decoro urbano e verde, s fatto fotografare accanto ai nuovi ospiti in affollata coabitazione con panettoni, dissuasori, portarifiuti, pali e motorette. Tutto contento con le chiome al vento. E spiegava che nuove alberature sono previste in Corso Buenos Aires, corso Vittorio Emanuele, Corso Garibaldi, Corso Genova e Naviglio Grande, Via Dante e Via Orefici, Via Montenapoleone. Avremo dunque una giungla di vasi e fioriere in tutte le strade dello shopping? Un verde precario, fatto di soluzioni provvisorie e facilmente rimovibili, scenografiche e non strutturali, appariscenti e non permanenti? Perch un conto una pianta in piena terra, destinata a crescere e durare. Altro conto un vaso, che oggi c e domani chi lo sa. Sembra quasi che i nostri amministratori vogliano lasciare liberi suolo e sottosuolo: se li si coprono di piante, addio speculazioni. Non cos che Milano diverr la citt civile e bella, vagheggiata da Claudio Abbado con la generosa proposta dei novantamila alberi. La qualit del verde del resto non dipende dalla quantit, ma dalla bellezza di parchi, viali e giardini. Come sosteneva Mies van der Rohe, famoso architetto tedesco, direttore della Bauhaus, migrato alla fine degli anni trenta del Novecento negli States, less is more, il meno meglio. Perch, al posto di questi orpelli, che costano, ingombrano e non abbelliscono, non si comincia a curare bene le piante che abbiamo, a sostituire quelle malate? Perch non si disboscano le foreste di pali e paletti storti e disomogenei, perch non si aggiustano cordoli e marciapiedi e non si eliminano le auto nei viali alberati? Poi, naturalmente, occorre chiedersi che cosa manca, sul serio, al verde di Milano, rispetto a Roma, Palermo, Parigi o Berlino. La risposta semplice: prima di tutto un grande Orto botanico, dove conservare e far conoscere gli alberi, gli arbusti, le erbacee, capirne la storia, le caratteristiche e levoluzione; di pari passo occorre cogliere ogni occasione per creare un mosaico di piccoli giardini silenziosi, al riparo dal traffico, proprio come i deliziosi spazi verdi che si affacciano sulla Sprea a Berlino o screziano i canali di Bruges; o come gli square londinesi e i freschi recinti delle chiese parigine. Dove si arriva a piedi o in bicicletta e ci si pu fermare a leggere, riposare, giocare con i bambini. Angoli e piazzette, preziosi per la presenza di pochi alberi, ben accuditi e cos belli, nel rincorrersi dei fiori e dei frutti, da "fissarsi" nella memoria di tutti. Qualche esempio meneghino? Il piccolo giardino con le quattro magnolie stellata del chiostrino del Bramante in Santa Maria delle Grazie. Luogo di meditazione e di incanto, non solo per la vicinanza della chiesa e della sacrestia con gli armari dipinti, ma soprattutto per la chiarezza del disegno, scandito dai quattro alberetti che circondano la fontana. Ma anche Piazza Paolo VI, ombreggiata dalle paulonie, accanto a San Simpliciano. Facciamone cento di giardini cos a Milano, nei chiostri, nei cortili, nelle piazze e raccontiamo le loro storie, sulle locandine o sul web, perch chi li frequenta li ami e li rispetti. Piantiamo rose e peonie negli oratori, disegniamo sagrati con gli ippocastani, come in San Pietro in Gessate, riempiamo i cortili di fichi e melograni e costruiamo nuove porte della citt con le sofore pendule e i liriodendri amati da Manzoni. E a quelle piante, in piena terra, diamo tutte le nostre cure.

Citt PER UNA EXPO DIFFUSA E SOSTENIBILE: EPPPUR SI MUOVE Emilio Battisti
Nel mio articolo gi pubblicato su Arcipelago Milano avevo informato i lettori del fatto che la Petizione accompagnata dalle oltre 1250 firme sarebbe stata inviata a breve a tutte la cariche istituzionali di Governo, Regione, Provincia e Comune e ai responsabili della Societ Expo 2015 Spa e che era in via di costituzione lASSOCIAZIONE EXPO DIFFUSA E SOSTENIBILE. Che avremmo inoltre presentato agli Stati Generali indetti da Formigoni, che si sono tenuti al Dal Verme la scorsa settimana, le proposte elaborate dai nostri gruppi di lavoro. Tutto ci stato fatto e va osservato che gli Stati Generali hanno rivelato, se pur ve ne fosse stato bisogno, che molto condivisa la convinzione che lExpo debba diffondersi nel territorio, con interventi finalizzati a perseguirne la sostenibilit.

Persino Berlusconi, intervenuto in collegamento telefonico, ha dimostrato di avere delle idee in proposito pi avanzate degli organizzatori affermando: non bisogna accontentarsi di migliorare ci che sta dentro il perimetro della citt ma che si deve pensare alla grande Milano che conta 7/8 milioni d abitanti e ha aggiunto testualmente: Non dobbiamo limitarci a progettare qualche padiglione espositivo come se fosse una super fiera campionaria, credo che ci voglia qualcosa di nuovo e ha aggiunto: bisogna puntare sui percorsi e sulla sorpresa, come dimostra il Fuori Salonebisogna puntare sulle idee di rete, a tanti diversi network, a trib che si possano incrociare e incontrare..La grande Milano con lExpo potrebbe diventare un itinerario tra tante piazze culturali moderne, delle agor dedicate di volta in volta alla scienza ,allarte, allagricoltura. Le nostre proposte sono state illustrate in un intervento di soli cinque minuti che ha cercato di sintetizzare i contenuti della Petizione e di mostrare i considerevoli risultati dei gruppi di lavoro facendo scorrere gli elaborati che anche voi potete consultare nel sito www.emiliobattist.com. Formigoni ha ammesso che lExpo non potr essere confinata nel sito prescelto ma dovr investire lintera regione. Anche se non ha poi spiegato come potr essere portata avanti

coerentemente se si realizzer il sito Expo e soprattutto finanziata con le modeste risorse disponibili. Per ottenere pi visibilit, oltre che agli Stati Generali, lASSOCIAZIONE EXPO DIFFUSA E SOSTENIBILE stata anche presentata in una apposita conferenza stampa che si tenuta nel mio studio il 14 luglio scorso. Ne hanno riferito il TG Regionale della Lombardia dello stesso giorno con un dettagliato resoconto dei temi affrontati dai gruppi di lavoro e, il giorno successivo, sia la Repubblica a pag. II di Milano con il titolo Intellettuali e imprenditori varano lassociazione Expo sostenibile che Corriere a pag. 5 dellinserto nellarticolo sugli Stati Generali, che potete vedere nella rassegna stampa del sito. Nel frattempo abbiamo anche ricevuto una lettera di Letizia Moratti, che pu essere considerata una risposta a tutti coloro che hanno sottoscritto la Petizione e una prova del fatto che essa con le sue numerose e significative adesioni, non pu essere trascurata da chi ha responsabilit istituzionali. La potete leggere di seguito per valutare quanto sia ormai diventata contraddittoria e insostenibile la sua posizione soprattutto l dove dichiara che intende imparare dalle esperienze precedenti e non ripeterne gli errori, impostando, anche in uno stretto dialogo col BIE, una nuova modalit di approccio allevento adeguata al nostro tempo e ancora dove afferma che la posizione del

BIE, non assolutamente chiusa allinnovazione, anzi il Boureau stesso auspica che lExpo di Milano possa essere il punto di svolta di una nuova formulazione dellevento che dia rilancio alle Esposizioni Internazionali. Se tutto ci vero quale reale motivo sussisterebbe perch il Sindaco debba ancora insistere a voler realizzare il sito Expo in prossimit della Fiera di Rho-Pero se non i corposi interessi immobiliari da pi parti, oltre che da noi, denunciati? E perch si ostina a voler sperperare i due miliardi a disposizione per urbanizzare aree private prevalentemente agricole perpetrando un ulteriore consumo di suolo che a parole dice di voler preservare e tutelare? Credo che queste domande vadano riproposte con insistenza in ogni possibile occasione, affinch vengano finalmente date risposte non elusive, chiare e documentate. Vi invito a promuovere ancora le adesioni alla Petizione presso amici e conoscenti perch penso di riproporla ai destinatari ad ogni soglia significativa del numero delle firme raccolte, ritenendo che sia il mezzo pi efficace per farci ascoltare e per condizionare le decisioni dei responsabili di Expo 2015. Per rendere pi agevole il passaparola ho chiesto che Arcipelago Milano la pubblichi con le sue firme, in modo che tutti possano leggerla direttamente.

DallArcipelago SEGRATE UN CENTRO COMMERCIALE, UNA SORPRESA IN PIU Gregorio Procopio

In merito allerigendo Centro Commerciale di Segrate, alla sua inutilit e alle ripercussioni sulla citt, molti si sono gi espressi; vorremmo qui parlare di quello che ha spinto lAmministrazione cittadina a disattendere le promesse e gli impegni presi e

arrivare al limite del rispetto costituzionale per ottenerne lapprovazione nellinteresse pi generale della collettivit. Il tormentone pi volte espresso riguarda la necessit di ottenere i fondi necessari per la viabilit speciale,

fondi che senza lapporto dei privati non si possono trovare, neanche con larrivo dellExpo. Purtroppo nei Comuni la ricerca dei fondi necessari per le opere e i servizi alla collettivit passa sempre pi spesso dalla svendita indiscriminata del territorio.

Una svendita che va a scapito di un progetto di crescita e sviluppo del territorio stesso, compatibile con le reali esigenze della cittadinanza e della programmazione di uno sviluppo sostenibile ed equilibrato. Ed per questo motivo che lAmministrazione segratese ha firmato lAccordo di Programma per la riqualificazione di unarea dismessa quale la ex-Dogana, concedendo alloperatore quasi un milione di metri quadri tra Centro Commerciale, Residenziale e Terziario, in cambio della sistemazione della viabilit connessa. Laccordo prevede che il costruttore (Percassi) metta a disposizione 85 milioni di euro per la costruzione del primo lotto della viabilit speciale e che la differenza dei costi sia a carico, con percentuali diverse, di Comune, Regione e Provincia. Una differenza quasi certa, visto che la stima delle necessit economiche per far fronte a questopera datata e non certo adeguata ai costi attuali. LAccordo di Programma prevede anche lobbligatoriet di costruire questa strada, giustamente, prima dellapertura del centro commerciale stesso. Qui gi si pu configurare un primo pericolo per le casse comunali, se gli 85 milioni non basteranno (ci si pu scommettere che non basteranno) quanto dovr dissanguarsi il Comune? Se proprio bisogna farseli bastare, sar a scapito di che cosa? Della

sicurezza, delle opere di mitigazione dellinquinamento acustico aeroportuale? O di che cosaltro? Ora sembrerebbe (il condizionale dobbligo) che un altro ad ancor pi grave pericolo, incomba sulle casse Comunali: in Regione Lombardia stata presentata una proposta di legge (la 381) che, se approvata cosi com stata proposta, metterebbe in ginocchio le casse comunali (viene prevista anche lobbligatoriet di accantonamento dei fondi). Questa legge prevede che ove un operatore privato, che intervenga a bonificare o recuperare unarea dismessa per restituirla alla fruizione della collettivit, abbia diritto a un forte e cospicuo sconto sugli oneri di urbanizzazione. Sembrerebbe che tale nuova normativa (che assomiglia a un ulteriore regalo) si possa e si debba applicare anche ad Accordi di Programma gi sottoscritti. Noi speriamo che tutto ci non sia vero, che non sia retroattivo e che non si faccia un altro gigantesco regalo a chi di regali ne ha gi avuti tanti, nel nome e nellinteresse dei cittadini Segratesi. Se tutto questo fosse vero - ci chiediamo - se il comune fosse costretto a rinunciare a ingenti somme di oneri di urbanizzazione, se fosse costretto a forti esborsi per completare quelle opere necessarie e obbligatorie, CHI PAGHERA? Pagher chi quellac-

cordo lha fortemente voluto, deliberato, imposto e votato, oppure pagher come sempre chi dovr anche subire le gravi conseguenze dellopera? Pagher come al solito Pantalone? Inoltre, perch il costruttore dellerigendo Moloch Commerciale mette a disposizione i soldi per costruire il primo lotto di tale viabilit? Non certo per liberare e snellire il traffico dalle altre arterie, ma essenzialmente per convogliare lulteriore traffico verso il suo Moloch , lasciando invece le altre arterie nella grave condizione attuale, se non addirittura peggiorandone lintasamento. Oltre a questo, chi costruir lultimo pezzo della viabilit speciale quello che collega a Pioltello - senza il quale anche il primo sarebbe inutile e addirittura peggiorativo? Per trovare i soldi, avremo anche qui la svendita del territorio con linsediamento di un ulteriore mostro, utile a incamerare gli oneri necessari, oppure per recuperare si dovr intervenire ancora mettendo nuovamente mano alle tasche di Pantalone? Chi dovr pagare sar anche la Regione, che per coprire le sue mancanze e i suoi problemi oggi scarica con nuove leggi sui comuni le sue responsabilit, costringendo lintera collettivit al dissesto finanziario e/o al degrado ambientale.

Societ PD: LE CORRENTI A MILANO? IL SOLITO RISOTTO ALLA MILANESE: SCOTTO Riccardo Lo Schiavo
Uno dei passaggi pi suggestivi dellintervento di DAlema al palazzo delle Stelline di Corso Magenta la scorsa primavera stato quello relativo alle correnti. DAlema ha sottolineato con ghigno beffardo che effettivamente nel PD ci sono le correnti, altro che partito liquido. Se oggi andiamo a chiedere ai dirigenti o agli attivisti delle singole correnti del PD milanese quali differenze politiche li caratterizzano rispetto a un pari grado di una corrente diversa o avversa, temo proprio che li mettiamo in grosso imbarazzo. Di fatto non ce ne sono. Il partito sta campando solo ed esclusivamente di momenti elettorali con conseguenti ricadute organizzative e nessuno fa politica, e ciascuno degli iscritti ha avuto modo di trafficare con queste famose correnti milanesi, spesso senza venirne a capo. In grande sintesi in vista del congresso compaiono tre raggruppamenti metropolitani la cui declinazione ge-

ografica in provincia alquanto problematica. Bersani appoggiato da Martina (segretario regionale pluri sconfitto, divenuto oramai una statua di sale pietrificato), Penati (Ex presidente della Provincia di Milano che dopo aver ben governato la provincia si ritrova a dover rimuginare per un pugno di voti); dallonorevole Pollastrini personalit eminente ma troppo legata al passato. Partecipa alla cordata il fresco di riconferma eurodeputato Panzeri che purtroppo non ha inciso sul quadro politico milanese con un contributo di idee, oltre che il segretario della camera del lavoro Rosati. Larea lettiana multiforme, pluricentrica e non riesce a catalizzare le sue energie su di una personalit degna di nota o non vuole averla, per non turbare gli equilibri di Roma Ladrona. Tanti volenterosi, spesso provenienti dai pascoli delle provincie meridionali, destinati ahim a una vita da mediano come dice Ligabue. I bindiani che giocano la partita con uno schema poco efficace in attesa che le personalit emergenti possano maturare a medio termine, con Ferrarese che per il momento in panchina. Franceschini sostenuto in citt da Franco Mirabelli che memore delle passate esperienze (PCI DS) riesce a giocare e bene su un terreno fangoso e viscido; dalla senatrice Adamo che ha coronato la sua onesta carriera politica con un seggio al senato romano. Seguono Lonorevole Fiano dalla talentuosa intelligenza inespres-

sa politicamente, di cui si attendono fruttuosi esiti. Partecipano al gruppo leurodeputato Patrizia Toia che sulla breccia da parecchio tempo, forse troppo, ma sempre vincente. Lonorevole Quartiani di scuola via Fortezza, il quale, che piaccia o meno, ha il suo ruolo da regista. Partecipano inoltre il Prof. Draghi, un signore dallo stile antico ma eterno perdente, e infine il segretario provinciale Casati, e il pensiero va a una relazione tenuta nel 2008 dal compagno Cervetti in Valmasino.Il sentimento prevalente la malinconia, mi ricordo quando da piccolo, cera il PCI. Marino, il chirurgo, immediatamente segnalatosi per un exploit da terapia intensiva, ha catalizzato quelli che io chiamo i partecipativi alla de Coubertain, tipo Maiorino, che in campagna elettorale per le provinciali ha fatto la festa Migrantes in via Quaranta e i leghisti si sono fregati le mani. C inoltre la figura di Civati definito un riemergente, che spesso viene citato ma che non buca n il web n il teleschermo. Al di sotto di queste tre armate si muovono in ordine sparso una pletora di portaborse, spesso con look improbabili, che svolgono con profitto la parte negoziale e costituiscono il tessuto connettivo. Tendenzialmente ciascuno gioca pro domo sua. Ci sono infine varie figure, senza fissa dimora, che completano il presepe vivente con ruoli da terapia occupazionale.

La vera questione che produrre un pensiero nuovo per una citt da terzo millennio, capitale economica di una nazione con un capitalismo in evoluzione, non banale, ma quando senti ragionamenti da anni 70 fatti da chi nato dopo il 1980, c qualcosa che non funziona. A Milano lultimo vero LEADER di sinistra stato Cossutta, lultimo vero sindaco stato Tognoli e i vecchi che governano non riescono a essere scalzati dai giovani, anzi forse sono meglio. Ci sono infine i grandi vecchi che vengono consultati di nascosto ma qui non c match. Salvati sostiene che magari nel ricambio ci debba essere anche qualche rudezza, io sarei pi favorevole a un patto generazionale ma dove sono i nuovi, quali valori propongono? N Bersani n Franceschini sono il nuovo e il Chirurgo sostenuto in citt da chi cerca spazi politici che altrove gi sa gli sono preclusi e questo neppure il nuovo. Tuttavia i primi due sfidanti comunque hanno un portato politico e culturale degno di menzione, sono coadiuvati da personale preparato ed efficiente. Resta la questione tuttaltro che marginale delle idee perch in tutti e tre i casi ci troviamo di fronte a due magnifici colonnelli e un outsider di livello, ma ci manca il generale. Tutti i cortocircuiti politici del PD, dalla questione morale, la laicit, il rapporto con il capitale e i poteri forti, il nucleare, lecologia, il futuro dei figli, per non parlare dellautosufficienza elettorale e cos via sul tappeto.

Urbanistica e architettura I PERICOLI MILANESI DEL PIANO CASA DI FORMIGONI Michele Sacerdoti
E in discussione in questi giorni in Consiglio Regionale la delibera che applicher in Lombardia il Piano Casa di Berlusconi per il rilancio delledilizia in Italia. Le regioni si stanno muovendo in ordine sparso, alcune pi attente allimpatto ambientale come lAlto Adige, altre meno come la Lombardia. Per aumentare il fatturato delle imprese edilizie, colpite dalla recessione economica, il governo disposto a tutto, anche a peggiorare la vivibilit delle citt e lambiente architettonico. Ledilizia tra laltro uno dei settori economici a pi basso contenuto tecnologico e in cui il 50% del fatturato va alla rendita fondiaria, cio ai proprietari dei terreni, e non allo sviluppo economico. Sembra che lunica industria in cui lItalia primeggia quella delle co-

struzioni, del cemento e del movimento terra, settori peraltro in cui la criminalit organizzata ben presente. Altri settori pi avanzati non vengono adeguatamente incentivati e la fuga dei cervelli allestero ne la conseguenza. Le associazioni ambientaliste come Italia Nostra e il Fai hanno gi sollevato allarmi sulla tenuta del territorio e sullimmagine del paesaggio, una ricchezza italiana dato il numero dei turisti esteri che ci visitano e che noi stiamo da anni sperperando. Ma quali sono i rischi concreti per Milano ? Da una parte lo scempio provocato dal recupero dei sottotetti si moltiplicher perch si potranno realizzare veri sopralzi senza neanche il limite dellaltezza media dellultimo piano. Le villette isolate e a schiera che caratterizzano molti quartieri di Milano, da quello dei giornalisti a via Lincoln, da Citt Studi a via Benedetto Marcello, da Piazza Novelli a viale Restelli, potranno essere ampliate del 20% con un massimo di 100 mq per ogni unit immobiliare preesistente. E escluso il centro storico, ma nel centro storico di Milano, che arriva alla circonvallazione delle mura spagnole, non si sono edifici di questo tipo. Una villetta di 500 mq si potr ampliare di 100 mq, se di tre piani significa un piano in pi sul 60% della superficie. Il limite di altezza di 10 metri fissato dal piano regolatore in queste zone potr essere superato di 4 metri. Linsieme di queste nuove regole porter a violare luniformit delle altezze di questi quartieri e la loro immagine architettonica, molto peggio dellattuale recupero dei sotto-

tetti che non consentiva di alzare il colmo del tetto. Lalternativa ad andare in altezza saranno chiusure di terrazze e ampliamenti sui giardini interni, con diminuzione del verde tra le case in quanto la percentuale costruita del terreno potr passare dallattuale 50% al 75%. Se poi vengono piantati alberi intorno alla casa sul 25% del terreno, le case potranno essere ampliate del 35%, e quindi una villetta di 500 mq potr essere alzata di un intero piano. Chi controller se poi gli alberi verranno veramente piantati o se saranno solo cespugli, visto il poco terreno a disposizione e la vicinanza della facciata ? Per le altre tipologie di edifici si potranno demolire e ricostruire interi palazzi con un aumento del 30% della volumetria anche allinterno dei centri storici purch si ottenga una diminuzione dellenergia necessaria per il riscaldamento del 30%, diminuito al solo 10% da un emendamento proposto dal centro-destra in commissione regionale. Un palazzo di 10 piani potr essere alzato di ben 3 piani, uno di 7 piani di 2 piani. Limpatto sugli abitanti degli edifici vicini sar notevole. Un discorso a parte riguarda gli edifici non residenziali, di cui sono pieni i cortili di Milano. Attualmente si assiste alla loro demolizione e sostituzione con edifici residenziali molto pi alti che oscurano i piani bassi delle case intorno, in quanto basta mantenere la volumetria che tanta. Chi si affacciava sulla copertura di una garage o di una struttura artigianale alta un piano si trova con dei dirimpettai che gli guardano in casa da una breve distanza. Con la nuova

legge regionale si potranno ampliare del 30%, quindi avranno il 30% dei piani in pi e toglieranno vista e luce anche agli appartamenti intorno dei piani alti. A fronte di questi regali di volumetria avremo almeno degli edifici che consumano meno energia per il riscaldamento invernale ed il raffrescamento estivo, in modo da limitare leffetto serra ? Sembra proprio di no, visto che sufficiente una diminuzione del fabbisogno energetico del 10% rispetto alla situazione attuale, senza lobbligo di raggiungere specifici valori di classificazione energetica per tutto ledificio. Come dire che, se ledificio mal isolato termicamente, baster isolare bene la parte aggiunta e lasciare com tutto il resto. In Provincia di Bolzano, che allavanguardia nellisolamento termico degli edifici, gli ampliamenti saranno legati allottenimento di un certificato energetico di categoria Casa Clima A, B o oro a partire da un edificio residenziale che gi in categoria C. Cosa possono fare i milanesi ? Fare pressione affinch il Comune escluda ampie zone dallapplicazione del Piano Casa, con una delibera che dovr essere approvata entro il 15 settembre. Con le ferie in mezzo i tempi saranno strettissimi. Almeno le zone a vincolo ambientale e quelle delle villette a vincolo tipologico RX dovranno essere escluse, come pure le zone artigianali racchiuse da edifici residenziali e le zone B2 in cui sono stati definiti da poco gli edifici di pregio e i loro allineamenti.

Economia LO SPRAWL URBANO VISTO DA UN ECONOMISTA REAZIONARIO. Marco Ponti


E emerso recentemente in Lombardia un riacutizzarsi del dibattito sullo sprawl urbano, cio sulledificazione di nuove aree (con riduzione delle densit abitative, si suppone, dato che la popolazione totale aumenta di molto poco). In particolare, continuano la scelte di localit decentrate da parte delle nuove famiglie. Questo fenomeno visto da molte parti come un male assoluto: erosione di preziosi terreni agricoli, impermeabilizzazione dei suoli, conge-

stione del traffico legato alluso dellautomobile, ecc.. Ora, dal punto di vista economico, le considerazioni possono essere molto diverse. Ma osserviamo prima di tutto un fatto politico (su cui lo scrivente intervenuto pi volte): il fenomeno sembra assolutamente inarrestabile. C una domanda dal mercato, e lofferta pronta a rispondere: quale sindaco ha la forza politica di negare linsediamento di attivit produttive o commerciali nel proprio territorio, o, soprattutto, negare ledificazione a scopo residenziale? Dovrebbe dimettersi in breve tempo, si tratta del benessere economico degli elettori ecc.. Ma la spinta economica al decentramento, e alluso dellauto viene da un fenomeno dominante abbastanza ovvio, e da altri due secondari comunque rilevanti. Il primo fenomeno pu essere definito come fuga dalla rendita: moltissimi vorrebbero trovar casa in piazza S.Babila, ma in luoghi decentrati costa molto meno (ci sono importanti ricerche in proposito che confermano il buon senso.) e

laccessibilit necessariamente discontinua che garantisce il trasporto pubblico rende i luoghi raggiungibili solo con lautomobile ancora meno costosi rispetto a quelli ben serviti, dove si crea necessariamente rendita. Degli due motivi secondari , il primo il mercato del lavoro: la sua attuale variabilit nello spazio e nel tempo (cio la fine, per nostra fortuna, del modello tayloristico) rende le localizzazioni servite solo dal sistema stradale pi funzionali a parit di costo (se si cambia spesso lavoro, o si fanno lavori molto terziarizzati, non si pu contare sul trasporto pubblico, rigido nello spazio e nel tempo. Si ricorda per inciso che il 75% degli spostamenti pendolari per lavoro fatta con mezzi privati, nonostante le altissime tasse sulla benzina e gli altissimi sussidi al trasporto pubblico). Il secondo motivo pi banale: spesso la disponibilit di un box e di un giardino privato, anche con nanetti di gesso, visto come un fatto positivo da famiglie con bambini, anche se ci

fa giustamente inorridire gli urbanisti.. Inoltre, far la spesa al supermarket in macchina costa molto meno (ed pi comodo) che farla a piedi al piccolo negozietto sotto casae a quali categorie sociali interessano di pi i bassi prezzi? E per concludere: cosa si distrugge realmente occupando il suolo agricolo? In Lombardia, soprattutto produzioni cerealicole o di foraggio per lallevamento. Non certo foreste secolari. E quelle attivit non solo sono notoriamente molto inquinanti (vedere il rapporto dellIPCC che ha vinto il premio Nobel per lambiente), ma sono ipersussidiate con i nostri soldi, al fine di impedire ai paesi poveri di esportare i loro prodotti, per difendere pochi agricoltori ricchi in Europa (uno scandalo mondiale). Se quei costosissimi sussidi cessassero, la pianura lombarda tornerebbe in gran parte, come era nel medioevo, a essere foresta. E allora certo dello sprawl urbano potremo riparlarne.

Metropoli GLI STATI GENERALI: FORMIGONI-SINDACO 2 A 0 Filippo Beltrami Gadola


Come ha giustamente scritto alcuni giorni fa su Repubblica Jacopo Gardella, questa manifestazione aperta al pubblico per permettere a un largo numero di cittadini di esprimere il proprio pensiero nei confronti dellExpo, si sarebbe dovuta tenere almeno allinizio dellanno scorso. Ritardo colpevole che dimostra, nei fatti, come le ragioni della candidatura di Milano quale sede fossero nate da un progetto voluto, promosso e da portare a compimento tra una stretta lite di personaggi, pi attenti a interessi economici personali che alla promozione e diffusione di un progetto tecnico, culturale e sociale utile e condiviso. Cos, almeno in apparenza, i cittadini hanno potuto dire la loro, con un calore e un interessamento a dir poco sorprendente e soprattutto inaspettato: questo un fatto positivo che dimostra una certa vitalit e interesse di una parte della cittadinanza nei confronti di uno dei nodi maggiori che contraddistingueranno lassetto futuro non solo della metropoli. E emerso soprattutto il desiderio che lExpo rappresenti anche fisicamente un esperimento, unesperienza innovativa improntata alluso di tecniche di comunicazione e di utilizzo di delle risorse disponibili secondo modi compatibili e di impatto minimo sul territorio. Lestablishment prende appunti, sembra voler in teoria riflettere su quanto i cittadini interessati desiderino dalla esposizione. Non possiamo certamente sapere quali saranno i risultati. Certo che la possibile collocazione dellExpo rimane ancora incerta, non si hanno nemmeno dati certi sul numero di metri cubi di cui lExpo stessa avr necessariamente bisogno, cos come ignoriamo le necessit fisiche e spaziali per gli stand di ogni singola nazione che, vista la crisi finanziaria mondiale, intender o riuscir a partecipare. I nostri amministratori hanno insomma ascoltato i desiderata dei Milanesi ma non sanno, se non a grandi linee, di che dimensioni reali e in questo caso parlo di spazio puramente fisico finir con lessere questa immaginifica esposizione. Parla per primo larchitetto Boeri, ufficialmente incaricato di redigere un masterplan ed costretto a essere molto cauto e vago: non ha idea di come reagir la platea, quali saranno gli argomenti di discussione, su cosa si concentreranno i desiderata o lindignazione degli astanti, ma forse

non potrebbe che essere cos. Lucio Stanca parla poco e prende appunti, il sindaco interviene due volte ma apparentemente disquisisce di tuttaltro, fino alla doccia fredda del nostro Presidente del Consiglio che si scaglia a sorpresa contro la sporcizia di Milano: il capo non contento a priori di come incede il lento cammino verso lExpo, soprattutto non contento dei personaggi del CDA e di cosa rappresentano. Se si ode un rumore, quello lo scricchiolio della poltrona occupata dalla Moratti, che molti papaveri del CDL, anche a livello nazionale, considerano politicamente finita. Brilla e gongola invece, non inaspettatamente, il presidente della Regione Formigoni, che rammenta a tutti come un evento quale lExpo debba necessariamente avere delle ripercussioni non solo su Milano o la Lombardia, ma sullintero sistema economico e produttivo dellItalia settentrionale, ammesso tuttavia che la bi-

strattata Malpensa riesca in qualche modo a rimettersi in piedi. Invoca soprattutto la partecipazione intellettuale ed emotiva dei giovani e tutto questo in fondo, vista la provenienza politico - genetica di Formigoni non stupisce. Invito i lettori a dare unocchiata, anche veloce al Corriere della Sera di Domenica 19 Luglio: da un lato Formigoni propone che siano i giovani a comporre linno ufficiale dellExpo che francamente mi sembra lultimo dei problemi da affrontare oggi mentre il comune combatte la propria battaglia, credo con scarsa efficacia contro lalcolismo pubblico dei minorenni per le strade della citt. C da immaginare schiere di giovanotti pronti ad abbandonare la bottiglia per inforcare la cetra e cantare le glorie dellalimentazione globale. Improbabile. Tutto questo si riflette anche sui giochi di potere che caratterizzeranno

almeno questa fase progettuale dellExpo, da un lato Formigoni, sempre pi potente e interessato a infiltrare il proprio modello partecipativo di tipo oratorio della domenica in versione manageriale e affaristica, dallaltro il sindaco, che per tutta una serie di motivi, che vanno da scelte politiche discutibili, allobiettiva incapacit professionale, sente ogni giorno di pi mancare il sostegno politico di chi lha voluta sindaco. Una sola cosa non chiara, tuttavia, ed quanto i cittadini sembrano chiedere a gran voce: stiamo veramente costruendo un progetto utile, intelligente, culturalmente allavanguardia, capace di produrre a cascata eventi positivi nel rispetto dellambiente e della compatibilit ambientale, o siamo di fronte allennesima beffa immobiliaristica voluta, gestita e diretta da pochi? Ai posteri.

Approfondimenti FORMIGONI GI IN CAMPAGNA ELETTORALE. Walter Marossi


Lo si capisce dallintervista al Riformista dove avverte la Lega (il candidato sono io), sfotte il pd (se vogliono un candidato serio candidino me), ridicolizza Tabacci (troppo facile da battere); dal protagonismo televisivo e giornalistico attorno agli stati generali; dalle foto a torso nudo. S perch gli spin doctor del celeste, allavvio di ogni campagna elettorale cercano di umanizzare il personaggio, notoriamente praticante un cattolico voto di castit, facendo comparire sui giornali femminili, foto o interviste di possibili fidanzate che allontanino lidea che il presidente sia un po troppo noioso. Perch lo facciano, (in tempi di escort e di veline, anche Rocco Siffredi potrebbe apprezzare la castit di Formigoni), sono fatti loro, il dato per resta: la campagna elettorale partita. E lo sfidante? Non pervenuto. Il centro sinistra, il pd in particolare, tuttavia si , per, gi dato un cronigramma. A settembre congressi di sezione. A ottobre primarie regionali e nazionali. A novembre congressi di federazione. Successivamente primarie di coalizione per il candidato e a seguire immagino discussione se lista unica del presidente, se pi liste, se liste accorpate un po qua e un po l etc. In parallelo discussione sul programma e sulle candidature. Fatte due righe di conto, se dice bene arrivano a dopo Natale. Semprech gli altri potenziali partner di coalizione non ci mettano del loro, il che appare quasi certo. Rammento che laltra volta, il candidato Sarfatti fu scelto alla vigilia di Natale, cosicch sistemate tutte le partite tecnico/politiche la campagna non part prima di fine gennaio per votare ad aprile. Lanno prossimo si vota a fine marzo, siamo cio gi in ritardo anche rispetto alla gara precedente. Ora, in una partita difficile dare al favorito anche un ulteriore vantaggio mi sembra esercizio masochista, tanto pi che il quadro abbastanza chiaro. E cercher di spiegare il perch. La legge elettorale ogni elezione caratterizzata dalla propria legge elettorale. unovviet di cui spesso ci si dimentica. La legge elettorale regionale una presidenziale a un turno. Viene eletto Presidente il capolista della lista regionale che ha ottenuto il maggior numero di voti .Il candidato della lista regionale che ha conseguito il numero di voti validi immediatamente inferiore a quello della lista vincente eletto consigliere, nella pi parte dei casi sottrae un seggio alle sue liste. I 64 seggi di consigliere degli 80 seggi assegnati alla Lombardia, sono attribuiti a liste provinciali concorrenti secondo il metodo proporzionale. Le liste provinciali sono necessariamente collegate alle liste regionali che concorrono allassegnazione dei 16 seggi attribuiti con il metodo maggioritario Lassegnazione dei seggi della quota proporzionale avviene in due fasi: 1. Vengono assegnati alle liste provin-

ciali tanti seggi quante volte il quoziente circoscrizionale contenuto interamente nel numero di voti validi della lista.2. I seggi non assegnati con quoziente intero vengono assegnati al collegio unico regionale e attribuiti secondo passaggi che vi dir un'altra volta. I restanti 16 seggi vengono assegnati alle liste regionali secondo il principio maggioritario sulla base della quota di seggi assegnati al consiglio ottenuti dalle liste provinciali collegate alla lista regionale vincente. 1. Se tale quota almeno pari al 50% (almeno 40 seggi) la lista regionale vincente ottiene il 10% dei seggi assegnati (8 seggi) e si vede cos garantita una quota complessiva di seggi pari o superiore al 60%. In questo caso non scatta lulteriore premio di governabilit. I restanti 8 seggi sono assegnati alle liste provinciali non collegate alla lista regionale vincente. In questo caso scatta quelle che definito premio di opposizione nel senso che una quota dei seggi assegnata alle opposizioni perch la maggioranza ha gi vinto nelle circoscrizioni proporzionali e non ha bisogno di tutta la quota maggioritaria per avere un largo margine di prevalenza. 2. Se invece tale quota inferiore al 50% la lista regionale vincente ottiene tutti e 16 i seggi (20% dei seggi assegnati). Se i candidati non fossero sufficienti si procede al ripescaggio dei candidati delle liste provinciali collegate. In questa fase scatta unulteriore assegnazione di seggi volta a garantire alla coalizione vincente una quota sufficiente di seggi in consiglio nel caso con lassegnazione dei seggi della quota maggioritaria ci non fosse accaduto. In pratica si possono eleggere un numero di consiglieri superiori agli 80 previsti per garantire il premio di maggioranza. Sono ammesse al riparto dei seggi le liste provinciali che hanno ottenuto nellintera regione una percentuale pari o superiore al 3% dei voti validi riportati da tutte le liste provinciali nellintera regione oppure, che sono collegate ad una lista regionale che ha superato la percentuale del 5% dei voti validi riportati da tutte le liste regionali nellintera regione. Per paradossale che possa sembrare una vittoria eccessiva di Formigoni gli darebbe meno consiglieri di una

vittoria risicata, ma degli scherzi della legge parleremo unaltra volta. Di importante c da ricordare che la legge norma nel dettaglio le spese elettorali e vincola al rispetto della stessa la possibilit di ottenere il rimborso dello stato. E per questo che si parte prima, perch la legge ha valore solo nel periodo elettorale vero e proprio. Il quadro delle ultime elezioni Sistema maggioritario (presidente) Formigoni 2842374 (53,9) 2278468Sarfatti (43,2). Sarfatti vinceva a Mantova 52 e 46 pattava a Milano 48,4 a 48,7 veniva strabattuto a Sondrio 32 a 65 e a Como 35 a 62. Liste provinciali Formigoni 2462480 (55,4%) Sarfatti 1844978 (42%) Sarfatti aveva 1,1% in pi delle liste della coalizione, Formigoni aveva 1,5% in meno. Tradotto: Sarfatti era pi popolare della sua coalizione, Formigoni non veniva votato da parte della sua coalizione. In particolare a Milano citt Formigoni ottenne in relazione alla sua coalizione la performance peggiore e Sarfatti la migliore ERGO: leffetto Formigoni alle ultime elezioni regionali stato un effetto negativo. In regione Lombardia i voti al solo presidente sono stati il 17,2 la percentuale in assoluto pi alta dItalia (la pi bassa essendo la Basilicata con il 2,6%); il centro sinistra ha avuto poco pi dello 0,3 di elettori rispetto al centro destra che hanno votato il solo presidente (cd 8 cs 8,3) ERGO. Il candidato a presidente gioca un ruolo fondamentale nella campagna elettorale non fossaltro perch una percentuale consistente di elettori vota quello e non le liste dei partiti, per la precisione 900000 elettori. Le Percentuali delle coalizioni alle successive elezioni (Camera 2006) peggioravano per il centro sinistra CDL 56,9% Unione 43,1%. Nel 2008 non c pi lunione quindi diventa difficile comparare i voti, tuttavia forzando si pu dire che il dato peggiora ulteriormente per il centro sinistra+sinistra radicale e di male in peggio, alle ultime europee lalleanza di centro destra supera il 56%. In sostanza se si ottimisti si possono affrontare le elezioni regionali dicendo che il divario tra candidati non era poi abissale, che Formigoni non un valore aggiunto, che si pu rivincere a Milano; se si pessimisti bisogna

sperare di riuscire a fare almeno i numeri di Sarfatti, di gran lunga migliori di quelli di Masi e Martinazzoli Le alleanze possibili. Se vuole vincere in Regione il pd deve necessariamente allearsi con altri partiti, se, per considera la partita persa pu anche farne a meno. La legge elettorale infatti, con uno sbarramento nellattribuzione dei seggi a liste il cui candidato a presidente abbia ottenuto almeno il 5% consentirebbe di ripetere lo schema del voto utile delle politiche del 2008, semplificando lo scenario consiliare Tradotto se i partiti di sinistra e ludc vanno da soli e non superano il quorum si realizza anche in Lombardia un bipartitismo. Il rischio ovviamente , che non essendo credibile un voto utile per vincere invece che arrivare voti dalle liste minori vi potrebbe essere un travaso verso queste. La regione tra laltro potrebbe in questi mesi modificare la legge elettorale, poich ha gi votato il nuovo statuto e il nuovo regolamento, aumentando lo sbarramento sia a livello presidente che a livello liste provinciali, in pratica si ripeterebbe lo schema nazionale di leggi che favorisco il bipartitismo e il pd votate dal centro destra. Le ultime lezonifrono eletti 80 consiglieri in rappresentanza d i 12 liste (10 provinciali 2 regionali) Dei possibili alleati, a legge elettorale invariata, vediamone alcuni, gli altri, chiss, un'altra volta. Ludc la prima alleanza di cui si parlato quella con lUDC. Possibile teoricamente o sulla base di input nazionali. Possibile in Lombardia? Ludc al governo sia in regione che nella citt di Milano. Diciamo che per fare una campagna elettorale contro Formigoni, che comporta ovviamente le dimissioni dei suoi assessori dalla giunta regionale almeno 6 mesi prima, dovrebbe essere fortemente motivata. Quanto pesa lUDC? Alle europee ha preso 269441 voti pari al 5%. Cos suddivisi BG %5,39%, BS 6,18%, CO 5,5%, CR 5,7%, LE 5,64%, LO 4,98%, MN 5,37%, MI4,24%, Monza 4,87%, PV 4,62%, SO 4,47%, VA 5,17%. Un voto che non subisce variazioni percentuali significative da provincia a provincia e che mediamente pi alto nei comuni medio piccoli che nei grandi comuni (Milano 3,88%). Alle ammi-

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nistrative mediamente prende meno voti che alle europee. Prov. BG 4,41%, Comune BG 3,26%, Prov. BS 6,37%, Prov. CR 4,21%, Prov. LE 3,55%, Prov. LO 4,13%, prov. MI 3,82%. Sembrerebbe quindi un partito fortemente dipendente dallimmagine di Casini e dallinsediamento territoriale debole. Dove vi stato un secondo turno, generalmente non ha fatto apparentamenti, tuttavia a Cinisello e Cremona citt si sono apparentati con il candidato del centro destra. In conclusione lalleanza con lUDC sembra dipendere molto pi dal quadro nazionale che dalle strategie locali. I radicali . La lista Marco Pannella ha preso in regione circa 150000 voti pari al 2,8%. Percentuale differenziata a livello provinciale2,5 a BG, 2% a BS, 2,5% a Como, 2,13% a CR, 2,32% a Le, 2% a LO, 2 5 a MN, 3,83% a Mi 2,74% a Monza, 2,8% a PV, 2,15% a So, 2,46% a Va ma soprattutto tra comuni piccoli e grandi. Pannella ha gi annunciato di voler presentare liste alle regionali, e in Lombardia lha gi fatto sia nel 2000 ottenendo il 3,3% e 3 seggi (premio di opposizione dovuto alla debordante vittoria di Formigoni sul povero Martinazzoli) sia nel 1995 ottenendo

l1,8% senza seggi. Nel 1990 presero l1,5% con la lista antiproibizionista. I radicali risultano essere determinanti pi per la strategia di riconquista del comune di Milano, dove pesano il 5,4% (cio circa il 20% dei voti del PD) che per la Regione Lombardia Tuttavia la loro capacit di forzare candidature presidenziali forti, costituisce potenzialmente un rischio per la capacit di coalizione del PD. I flussi Lanalisi dei flussi postelettorali dovrebbe servire per evitare di ripetere errori alle elezioni successive. I dati sia delle elezioni del 2008 che delle recenti europee dicono che per il centrosinistra e il pd i flussi maggiori sono da e verso lastensione. Alle europee molti voti arrivati dalla sinistra radicale tornano indietro mentre modesti o nulli sono i passaggi tra opposizione e maggioranza. La Lombardia in questo quadro non farebbe eccezione. Il sempre citato caso dei voti operai ai leghisti, non pu essere certo inserito nei flussi, visto che cos da molte elezioni. Pu essere pi indicativo notare come al secondo turno delle provinciali di Milano sulla base di una campionatura della SWG si calcola che il 26% degli elettori pd non sia andato a votare, il 18% dellItalia dei valori, l87% degli elettori di Gatti, l88%

degli elettori di Marcora. In pratica sulla base di questi dati il pd apparirebbe equidistante in negativo sia dagli elettori di sinistra radicale sia da quelli di centro, che al secondo turno non lo votano. Che centrano i flussi con la scelta del candidato che sfida Formigoni? Centrano, perch recuperare un voto dallastensione richiede tempo, soprattutto se si tratta di convincere un elettore che ti ha gi votato e che poi ha perso fiducia. I candidati di lista sono certo meno rilevanti del candidato a presidente tuttavia non bisogna sottovalutarne limportanza. Le elezioni avvengono su base provinciale, (in alcune provincie si elegge un solo consigliere quindi sono delle specie di collegi uninominali), con luso della preferenza singola. In pratica non vi sono nominati ma solo portatori di consenso. Questo evita di avere nelle liste le girls berlusconiane, ma crea non pochi problemi anche a nomi autorevoli privi di consenso diffuso. Per il PD che deve fare coalizione e che esce da un congresso con forti contrapposizioni, la battaglia delle preferenze pu essere letale. Andrebbero quindi definiti da subito i tempi e modalit per la selezione dei candidati e dellordine di lista.

Scuola e universit ISTRUZIONE: OBIETTIVO RAGGIUNTO!! Vincenzo Viola


Bene, abbiamo raggiunto lobiettivo: aumentano i bocciati alla maturit! Evviva, evviva, esulta la Gelmini, tornata, la scuola che premia il merito! E (quasi) tutti i giornali a far da coro: finito lo spirito del 68, finalmente, adesso s che anche nella scuola (come del resto in ogni aspetto del Paese) andr tutto bene. Che sciocchezza! La scuola che boccia di pi non una scuola pi seria e pi giusta, al massimo una scuola pi arcigna, molto pi probabilmente una scuola pi ipocrita e indigesta, certamente una scuola che ha fallito un po di pi. Perch, anche se sembriamo dimenticarcelo, il fine della scuola promuovere, non bocciare: e non basta, signora ministro, proclamare io ho idee diverse per pensare di cambiare lo scopo stesso della scuola... . Promuovere cultura, promuovere formazione, promuovere interessi nei ragazzi di tutte le et e di tutte le provenienze sociali e culturali: questo lobiettivo della formazione e lo si raggiunge con un lavoro costante e faticoso lungo tutto il percorso scolastico; la promozione dello studente in seguito a opportune valutazioni del suo lavoro la giusta, logica conseguenza dellopera svolta da tutte le componenti scolastiche, studenti, famiglie, insegnanti. Ma se un ragazzo viene fermato, per di pi proprio alla conclusione del suo percorso c da registrare linsuccesso un po di tutti, del ragazzo che probabilmente non ha capito limportanza dello studio per la sua vita e quindi non ha studiato o ha studiato male, ma anche della scuola che probabilmente non ha saputo o potuto fornire strumenti e sollecitazioni sufficienti per aiutarlo a colmare le lacune o per stimolarlo a uscire dallabulia. E allora perch glorificare la bocciatura come un positivo segno di tempi tornati felici? Di fronte allaumento dei ripetenti sarebbe molto pi saggio preoccuparsi, soprattutto perch i settori scolastici pi penalizzati sono quelli culturalmente e socialmente pi deboli: listruzione tecnica e quella professionale. In questi ordini scolastici, se sommiamo i non ammessi

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ai non promossi arriviamo a percentuali attorno a un quarto o addirittura un terzo degli studenti. Se poi si considera la dispersione scolastica che in queste scuole si verifica nel corso di tutto quinquennio potremmo vedere che uno su due iscritti al primo anno non arriva a conseguire il diploma: un immenso, improduttivo e doloroso spreco di risorse prima umane e poi anche economiche. Un ceto politico o comunque dirigente soddisfatto che i risultati dellesame di Stato certifichino che queste fasce sociali vengano espulse dal sistema scolastico non solo affetto da livore classista, ma anche

miope sulle sorti del Paese, che rischia sempre pi di trovarsi senza una fascia di tecnici modernamente preparati. Se poi consideriamo il problema nella sua reale complessit evidenziata dallinsuccesso allesame di Stato, ma non limitata ad esso possiamo costatare che una parte considerevole delle giovani generazioni viene esclusa da unadeguata formazione e quindi dal pieno esercizio del diritto di cittadinanza attiva. Perci di fronte allincremento del numero degli studenti che non hanno superato lEsame di Stato dovrebbe

scattare lallarme, non essere intonato il peana della vittoria. Su questa, come su altre questioni che riguardano il presente e il futuro della scuola, a partire dagli esiti di questo tormentato anno scolastico, ci aspettiamo una riflessione meno superficiale e pi propositiva da parte sia dei responsabili politici che degli organi dinformazione e pi in generale del mondo della cultura. Infatti se continua a non essere considerata come una grande questione civile e culturale la scuola, delicatissimo snodo della vita sociale, va in rovina e con essa il Paese accentua il suo degrado.

RUBRICHE
MUSICA
Questa rubrica curata da Paolo Viola

CONCERTO AL CASTELLO
Abbiamo girovagato fra i concerti che si svolgono destate in luoghi di grande suggestione e siamo capitati nel bel mezzo di un non molto conosciuto ed un peccato Festival estivo dellAccademia Europea di Musica che si svolge nel Castello di Pomerio, a Erba, scoprendo una realt straordinaria, di quelle che ci riconciliano con il nostro scalcinato paese. Dunque in questo inatteso edificio fortificato - costruito in ciottoli con gli spigoli in blocchi di granito, le cui origini risalgono a prima del Mille ma il cui aspetto attuale quello della ricostruzione del 300 e della sua successiva trasformazione nella filanda dei conti Parravicini di propriet del Comune che ne fa un uso molto aperto ad eventi di ogni genere, ospitata questa Accademia musicale (www.accademiadimusica.org), fondata per scommessa diciotto anni fa ed oggi frequentata da grandi maestri e da tanti allievi, dai pi giovani che si avvicinano alla musica ai diplomati che vengono a perfezionarvisi. Fondatore e direttore dellAccademia Stefan Coles, violinista rumeno, in Italia fin dai primi anni 80 e gi spalla nelle orchestre del Regio di Torino e del Massimo di Palermo, oggi apprezzato concertista, insegnante molto amato - un vero maestro - sopratutto grande promotore delle carriere artistiche e concertistiche dei propri allievi. In questo mese di luglio, come ormai da quasi dieci anni, Coles organizza nella grande sala del Castello il Festival dellAccademia, con cinque concerti di musica da camera di grande qualit non solo per la scelta degli artisti ma anche per il raffinatissimo ambiente - n troppo grande n troppo piccolo (come si suona e si ascolta meglio la musica in un ambiente consono!) e per la colta impaginazione dei programmi. Laltra sera questa maga era palpabile; la deliziosa e dolcissima pianista giapponese Chiharu Aizawa, con il talentuoso e vibrante violoncellista Antonio Visioli e lattenta e solerte clarinettista Raffaella Ciapponi hanno deliziato un pubblico rapito e consapevole con i due magnifici e celeberrimi trii di Beethoven (op. 11 in si maggiore) e di Brahms (op. 114 in la minore) per questi strumenti. La compagine non di quelle consolidate dal tanto suonare insieme, ed ovviamente non ha raggiunto quella perfetta intesa cui si perviene solo con anni ed anni di lavoro comune, ma levidente piacere di suonare quella musica, e lintensit della presenza dei tre musicisti, ha fatto s che unonda di emozione avvolgesse tutto e tutti. Era vera musica da camera, proposta nel migliore dei modi gli stessi modi in cui la presentarono per la prima volta al pubblico i loro autori in una atmosfera tanto semplice quanto garbata e colta, senza voler promuovere nullaltro che la stessa musica e lentusiasmo e la dedizione dei suoi bravi interpreti. Dicevamo che iniziative come questa riconciliano con il paese, ed cos: senza ombra di provincialismo, di

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vorrei ma non posso, di nomi acchiappapubblico, di esibizionismi e di virtuosismi (la sera dopo ci toccato ascoltare, ancora a Cernobbio, una performance pi che un concerto dellacclamato pianista turco Fazil Say, pura apparenza sostenuta da un pensiero desolantemente debole!), insomma a Erba abbiamo provato la vera gioia dello spirito e ci siamo immersi in una atmosfera tanto magica

da crederci alla Residenz di Salisburgo, o a quelle Schubertiadi di Schwarzenberg di cui abbiamo parlato qualche settimana fa. Gioved prossimo Musique de la nuit, una contaminazione sempre piacevole (quando di qualit) tra jazz e classica - con chitarra, pianoforte, contrabbasso e batteria - e infine, il prossimo 30 luglio, i famosi e diffici-

lissimi dodici Studi trascendentali di Liszt eseguiti dal pianista giapponese Chong Park. Concerto da non perdere se si pensa che fra i docenti dellAccademia erbese c stato recentemente il grande Lazar Berman, notoriamente uno dei pi grandi interpreti di questa specialissima opera lisztiana. 21 luglio

ARTE
Questa rubrica curata da Silvia DellOrso

Alt (Arte lavoro territorio): un museo, inteso come grande spazio per esporre opere darte contemporanea, nonch per ospitare manifestazioni, meeting culturali e commerciali, matrimoni, sfilate di moda, manifestazioni teatrali e musicali, ma insieme anche residenze, uffici, laboratori. Da unidea di Tullio Leggeri, coltivata assieme a Elena Matous Radici e a lungo condivisa con lamico imprenditore Fausto Radici, scomparso nel 2002. Collezionista e mecenate, spesso partner degli artisti nella produzione delle opere (Love saves Life del 1995 oggi una delle pi note dellallora poco noto Cattelan), Leggeri ha ricavato tutto questo dalla ristrutturazione dell'ex opificio Italcementi di Alzano Lombardo. Un bellissimo fabbricato tardo ottocentesco che ora gli dar lopportunit di presentare gradualmente al pubblico la vastissima collezione darte nella quale impegnato da oltre un trentennio. La mostra inaugurale, a cura di Fabio Cavallucci, include opere che vanno da Piero Manzoni, Getulio Alviani e Nino Calos ad artisti come Gino De Dominicis, Cai Guo-Qiang, Vanessa Beecroft, Ettore Spalletti, Maurizio Cattelan, Bruce Nauman, Giulio Paolini e molti altri. Una collezione trasversale. Da Duchamp a Nino Calos, da Cattelan a Entang Wiharso. Alzano Lombardo (Bergamo), Alt (Arte lavoro territorio), via Gerolamo Acerbis 14 orario: sabato e domenica 11/19 o su appuntamento - 035 4536730 info@altartecontemporanea.it.

Fino al 26 luglio (e dal 26 settembre).

dedicata alla lunga stagione trascorsa da Monet a Giverny la mostra di Palazzo Reale. Una rassegna che allinea 20 grandi tele dellartista provenienti dal Museo Marmottan di Parigi, dipinte tra il 1887 e il 1923 quando la costruzione del giardino di Giverny, con i salici piangenti, i sentieri delimitati dai roseti, lo stagno con le ninfee, il ponte giapponese, i fiori di ciliegio e gli iris trova pieno corrispettivo nella tavolozza multicolore di Monet, portando alle estreme conseguenze quellattitudine innata che lo induceva, ancora ragazzino, a disegnare dal vivo il porto di Le Havre, piuttosto che seguire in studio le lezioni dei maestri. Il tempo della magnifica ossessione di Giverny una piccola citt sulle rive della Senna dove Monet spese la maggior parte del suo tempo e dove costru il suo pi volte immortalato giardino - le cui immagini si possono confrontare con una serie di fotografie ottocentesche di giardini giapponesi. Non senza percepirne la familiarit con la tradizione giapponese dellukiyo-e, rappresentata da 56 stampe di Hokusai e Hiroshige, prestate dal Museo Guimet di Parigi ed esposte a rotazione per ragioni conservative. Sono in arrivo a breve dal Guimet 28 nuove opere di Hiroshige e Hokusai che saranno esposte da luned 27 luglio, sostituendo i fogli attualmente in mostra. Monet. Il tempo delle ninfee.

Palazzo Reale orario: luned 14.30/19.30, marted-domenica 9.30/19.30, gioved 9.30/22.30. Fino al 27 settembre.

Milano culla della Scapigliatura. Movimento artistico e letterario cui dedicata lampia rassegna a cura di Annie-Paule Quinsac e di un variegato comitato scientifico costituito da esperti di musica, letteratura, teatro e architettura. Una denominazione che rinviando a chiome disordinate, allude in realt a vite dissolute e scapestrate. Ribelli, appunto, come i protagonisti del romanzo di Cletto Arrighi La Scapigliatura e il 6 febbraio (1861-62) che ha dato il nome a questo mix di fermento intellettuale, impegno socio-politico e arte, destinato a scompigliare come un pandemonio la Milano tardo ottocentesca. La mostra documenta lintera stagione, a partire dagli anni 60 dell800 fino allinizio del 900. 250 opere, tra dipinti, sculture e lavori grafici, dalla pittura sfumata del Piccio allintensit coloristica di Faruffini, alle innovazioni di Carcano, fino Ranzoni, Cremona, Grandi che segnano il momento doro della Scapigliatura, ma anche Paolo Troubetzkoy, Leonardo Bistolfi, Medardo Rosso, Eugenio Pellini, Camillo Rapetti. Una sezione della mostra ricostruisce la vicenda del travagliato progetto del Monumento alle Cinque Giornate di Giuseppe Grandi, gessi compresi. Ulteriori approfondimenti, in ambito letterario e giornalistico, si

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trovano alla Biblioteca di via Senato che espone il Fondo delleditore Angelo Sommaruga, ricco di lettere, biglietti postali, cartoline, volumi e riviste, oltre una sezione dedicata alla caricatura e ad alcune opere di artisti fra cui Ranzoni, Troubetzkoy e Conconi. Scapigliatura. Un pandemonio per cambiare larte. Palazzo Reale, piazza Duomo 12 orario: luned 14.30/19.30; marteddomenica 9.30/19.30; gioved 9.30/22.30. La Scapigliatura e Angelo Sommaruga. Dalla bohme milanese alla Roma bizantina. Fondazione Biblioteca di via Senato, via Senato 14 orario: marted- domenica: 10/18. Fino al 22 novembre.

Fino al 13 settembre.

Il British Council possiede una collezione darte decisamente cospicua. Circa 8mila opere acquisite a partire dalla met degli anni 30. Per festeggiare i suoi 75 anni di attivit e altrettanti di acquisizioni di opere di pittura, scultura, fotografia e di installazioni, il British Council ha organizzato dapprima una mostra alla Whitechapel di Londra e adesso una rassegna a Milano, nella quale presenta una selezione dei lavori raccolti in questi anni. Lattenzione puntata sullarte britannica del XX e XXI secolo, esponendo le opere corredate di passaporto: il che non significa solo sapere in quali musei e gallerie sono state ospitate negli anni, ma anche il prezzo pagato per esse dal British Council. Si noter la differenza! Nel 1948, 158 sterline bastavano per un quadro di Lucien Freud, oggi uno dei pi quotati artisti viventi. Nel caso specifico si tratta di un ritratto di Kitty, la prima moglie dellartista, un dipinto che ha viaggiato in pi di 25 paesi ed stato esposto in oltre 80 mostre da che nelle mani del British Council. Ma ci sono anche opere di Henry Moore, Anish Kapoor, David Hockney, Gilbert & George, Richard Long, Steve McQueen, Sean Scully, Damien Hirst e non solo. Passports. In viaggio con larte. 75 anni di pittura, scultura, fotografia e installazioni dalla collezione del British Council. Padiglione dArte Contemporanea, via Palestro 16 - orario: luned 14.30/19.30; marted-domenica 9.30/19.30; gioved 9.30/22.30.

Una mostra che si pu visitare anche on-line sul sito della galleria (www.galleriaforni.it), ma che sempre consigliabile vedere di persona. A confronto le opere di due artisti che, in modo diverso, ma con non dissimile intensit, hanno cercato di catturare atmosfere assolute e stati danimo. Oggetti senza apparente significato, ma che suggeriscono le emozioni di una vita. Per Ferroni livornese, morto a Bergamo nel 2001 gli strumenti del mestiere, dalle matite al cavalletto, ordinati su un tavolino, coperto da un drappo bianco: composizioni essenziali e metafiisiche, sprofondate nel silenzio. Per Sesia artista cinquataquattrenne originario di Magenta oggetti ormai in disuso che richiamano il passato, riscattandolo dalloblio. Gianfranco Ferroni si servito con grande maestria, nellarco della sua vicenda creativa, di acquaforte e litografia, media impiegati anche nelle opere grafiche in mostra. Sono tecniche miste su base fotografica quelle adottate da Sesia; entrambi esplorano il tema della natura morta e la poetica delloggetto. Gianfranco Ferroni e Giovanni Sesia. Silenzi. Studio Forni, via Fatebenefratelli 13 orario: 10/13 e 16/19.30, chiuso domenica e luned. Fino al 31 luglio.

al cui acquisto partecip attivamente. La rassegna ricostruisce la raccolta di ritratti e autoritratti di artisti che Bossi concep come incentivo alla ricognizione storica degli antichi maestri della scuola milanese per gli allievi dellAccademia. In tutto 34 ritratti, 25 dei quali raffiguravano infatti maestri lombardi o loro familiari, dei quali si presto persa memoria, se vero che gi nel catalogo della Pinacoteca del 1816 non sono pi registrati come nucleo autonomo. Le curatrici della mostra, Simonetta Coppa e Mariolina Olivari, li hanno rintracciati, spesso dimenticati in uffici pubblici e ne presentano 24, restaurati per loccasione, oltre a un Autoritratto di Giuseppe Bossi. Il Gabinetto dei ritratti dei pittori di Giuseppe Bossi. Pinacoteca di Brera, via Brera 28, Sala XV orario: 8.30/19.15, chiuso luned (la biglietteria chiude 45 minuti prima). Fino al 20 settembre.

Un nuovo appuntamento nellambito delle celebrazioni per il bicentenario della fondazione della Pinacoteca di Brera. Loccasione sta suggerendo un modus operandi che si vorrebbe appartenere alla quotidianit di un museo, tra scavo e ricerca sul proprio patrimonio, ma anche capacit di dare conto dei risultati con attitudine divulgativa. Lattenzione si sposta questa volta su Giuseppe Bossi, figura chiave della storia braidense, uno dei primi segretari dellAccademia di Belle Arti succeduto a Carlo Bianconi, sospettato di sentimenti filo austriaci cui si deve, fra laltro, la presenza nelle collezioni di Brera del Cristo morto del Mantegna e dello Sposalizio della Vergine di Raffaello,

A cura di Philippe Daverio con Elena Agudio e Jean Blanchaert, la rassegna propone tuttaltro che una lettura univoca e compiuta dellarte sudamericana; semmai un ritratto dautore che ricorda artisti di ieri e protagonisti delle ultime generazioni, insistendo su alcuni temi condivisi: sangue, morte, anima, natura, citt. E sempre e comunque con grande passione sociale e attenzione per la storia. Non ununica America Latina, ma tante Americhe Latine, cos come molto diversificato e variegato il panorama artistico del continente sudamericano. Arrivano dal Brasile, da Cuba, dalla Colombia, dal Cile, dal Venezuela e dal Messico le oltre cento opere esposte. Una cinquantina gli artisti rappresentati, concettuali, astratti, figurativi nel senso pi tradizionale del termine, pittori, scultori, fotografi o amanti delle sperimentazioni linguistiche. Ecco, dunque, la cubana Tania Bruguera, largentina Nicola Costantino, la brasiliana Adriana Varejo fino a Beatriz Milhares, Vik Muniz, al fotografo guatemalteco Louis Gonzales Palma, al cileno Demian Schopf. C anche Alessandro Kokocinsky, cresciuto in Argentina, ma nato in Italia dove tuttora vive e lavora, che trasferisce nelle sue opere dolenti i tormen-

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ti vissuti in prima persona. Nella sala cinematografica dello Spazio Oberdan la sezione video curata da Paz A. Guevara e Elena Agudio. Americas Latinas. Las fatigas del querce. Spazio Oberdan, via Vittorio Veneto 2 - orario: 10/19.30, marted e gioved fino alle 22, chiuso luned. Fino al 4 ottobre.

Si fa sempre pi fitto il dialogo tra arte antica e moderna, almeno quanto a iniziative che vedono a confronto tradizione e modernit. Come la mostra allestita in questi giorni allAccademia Tadini di Lovere. Una rassegna nata dalla collaborazione tra il museo lombardo, aperto nel 1828 da un collezionista di allora, il conte Luigi Tadini, e tre galleristi/collezionisti di oggi, Claudia Gian Ferrari, Massimo Minini e Luciano Bilinelli. Ecco dunque che le opere di Antonio Canova, Francesco Hayez, Jacopo Bellini, Fra Galgario, il Pitocchetto, Francesco Benaglio e Paris Bordon, conservate in permanenza allAccademia Tadini, si trovano per qualche mese faccia a faccia con quelle di Giulio Paolini, Carla Accardi, Lucio Fontana, Luigi Ontani, Arturo Martini, Sol LeWitt e molti altri maestri del XX e XXI secolo. Accademia Tadini. Quattro collezionisti a confronto Lovere (Bergamo), Accademia di Belle Arti Tadini, Palazzo dell'Accademia, via Tadini 40 (Lungolago) orario: marted-sabato 15/19, domenica 10/12 e 15/19. Fino al 4 ottobre.

di Bergamo, ma non solo. Si va da Giovanni Bellini, Bergognone, Botticelli, Carpaccio, Foppa, Pisanello, Tiziano a Casorati, Duchamp, De Chirico, Christo, De Dominicis, Ontani, Clemente, Kabakov, Gilbert & George, Maria Lai, Spalletti, Arienti, Cuoghi e molti altri, tra cui Ben Vautier le cui opere-testo ricorrono in tutte le sale. A cura di Giacinto Di Pietrantonio, non la prima volta che il direttore della Galleria dArte moderna e contemporanea di Bergamo mette a confronto larte antica con quella moderna. Lo ha fatto ragionando sulle Dinamiche della vita dellarte, una rassegna di qualche anno fa e continua a riproporre anche in questo caso la sua visione unitaria dellarte, tutta contemporanea, perch con gli occhi di oggi che si rilegge larte di ieri. Esposizione Universale Larte alla prova del tempo. Bergamo, Galleria darte moderna e contemporanea, via San Tomaso 53 orario: marted-domenica 10/19, gioved 11/22. Fino al 26 luglio.

precisa, si fa di legno grazie a fogli dimpiallacciature opportunamente impreziositi e si avvia a esibire la sua natura Kitsch. Enrico Baj. Mobili animati. Fondazione Marconi, via Tadino 15 orario: marted-sabato 10.30/12.30 e 15.30/19. Fino al 24 luglio.

I temi sono tutti indiscutibilmente ponderosi e decisamente universali: Potere, Quotidiano, Vita, Morte, Mente, Corpo, Odio, Amore. Ognuno di questi rinvia a una delle 8 sezioni in cui si articola la mostra bergamasca il cui titolo, Esposizione Universale, sembra ironizzare su uno degli argomenti pi frequentati e ineludibili del momento. Qui per lExpo rigorosamente artistico, con una carrellata di un centinaio di opere dal 400 ai giorni nostri, forte innanzitutto del patrimonio dellAccademia Carrara

A sei anni dalla morte di Enrico Baj, la sua produzione artistica non cessa di riservare sorprese e nuovi filoni dindagine. Non solo le donne fiume, i monumenti idraulici, le dame, i generali, a molti gi familiari, ma anche i mobili animati, in linea con lineludibile tendenza allantropomorfizzazione dellartista milanese. Un libro, a cura di Germano Celant, edito da Skira, e una mostra alla Fondazione Marconi propongono questo versante della feconda produzione artistica del padre del Movimento Nucleare e della Patafisica Mediolanense. Sono una cinquantina le opere eseguite agli inizi degli anni 60, presentate in collaborazione con lArchivio Baj. Alla base, lidea tipicamente surrealista e venata dironia che qualsiasi cosa possa trasformarsi in altro. Ecco, dunque, come gi stato per i personaggi, una serie di mobili bizzarri ma anche eleganti, confezionati con ovatta pressata e applicata a collage sul fondo di stoffa da tappezzeria, su cui Baj sistemava cornici, pomelli, passamanerie e fregi di serrature a evocarne i tratti somatici; via via il mobile si

I suoi celebri Bleu hanno addirittura richiesto una tonalit di blu creata ad hoc, che porta a tuttoggi il suo nome (International Klein Blue). Laspirazione alla purezza e allassoluto hanno contraddistinto lintera e brevissima vicenda creativa di Yves Klein, suggerendo pi di unaffinit con Piero Manzoni, e non soltanto perch sono morti, quasi coetanei, a un anno di distanza luno dallaltro: nel 62, a Parigi, il trentaquattrenne Klein; nel 63, a Milano, Manzoni appena ventinovenne. A Yves Klein, capofila del Nouveau Ralisme, sebbene ne sia uscito un anno dopo la fondazione e antesignano della pittura monocroma, dedicata unampia retrospettiva che oltre a presentare un centinaio di opere del maestro francese, provenienti dallArchivio Yves Klein di Parigi e da collezioni internazionali, affianca loro, nelle piazze e nei giardini della citt, una selezione di sculture metalliche della moglie Rotraut Uecker che con Klein condivise anche la vocazione artistica e immaginifica. Sui tre piani del museo, le opere di Klein sono presentate per nuclei tematici: i Monochrome realizzati con pigmenti puri fino ad arrivare al solo blu, alternato con loro in foglia; i quadri realizzati con il fuoco a contatto diretto con la tela; le Anthropomtrie, tele su cui sono impressi i corpi delle modelle cosparse di colore dallartista durante veri e propri happening; e ancora i Relief plantaire, le Sculpture ponge, insieme a filmati e fotografie a documentarne le azioni, mentre un ricco apparato documentario permetter di seguire le tappe del percorso artistico e personale di Klein. Yves Klein & Rotraut Lugano, Museo dArte, Riva Caccia 5 orario: marted-domenica 10/18, luned chiuso. Fino al 13 settembre.

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TEATRO
Questa rubrica curata da Maria Laura Bianchi
ELLA di Herbert Achternbusch Conosco un uomo che nel suo corpo o fuori dal suo corpo, non lo so, lo sa Iddio fu rapito fino al terzo cielo. San Paolo, II Lettera hai Corinzi, 12,2 Ella sta nella carne. In quella carne straziata dalle botte, violentata nei pensieri e nelle azioni. Carne che resta appesa alle ossa solo per un filo sottile, un respiro di autoconservazione. La persona che soffre normalmente priva della risorsa del discorso: il linguaggio adatto al dolore viene talvolta creato da coloro che non soffrono, ma parlano per conto di chi soffre. Il dolore fisico non ha voce, ma quando ne trova una, questa comincia a raccontare una storia. Ella comincia allora a vivere tra le parole, le frasi frantumate, le grida damore lanciate dallinferno in cui costretta a vivere. Ella vive la sua storia nel racconto del figlio. Che Ella. Solo mercoled 22 luglio ore 21.45 Ex O.P. Paolo Pini, via Ippocrate 45 Info e prenotazioni: 02.66.20.06.46 Ingresso libero CANTAMI UN TANGO IN YIDDISH Gabriela Soltz, canto, Ugo Galasso, clarinetto e flauti, Massimo Signorini, fisarmonica, Amedeo Ronga, contrabbasso, Luca Brunelli Felicetti, percussioni La scelta di questo percorso musicale (klezmer, yiddish, tango) rappresenta la sintesi di un lungo viaggio, quello che fecero i miei nonni, fuggendo dalle persecuzioni, dai pogrom e dalla miseria. Le diverse tappe musicali li seguono da vicino nelle loro partenze dalla Romania, dalla Polonia, dalla Russia e dalla Crimea, durante la sosta che fece mia nonna in Turchia - dove rimase per un breve periodo - fino allarrivo a Buenos Aires, dove sincroceranno infine le loro vite e le loro storie. Ed cosi che il mio nonno polacco sposa la mia nonna della Georgia e il mio nonno rumeno la mia nonna russa. Buenos Aires, ultima tappa del viaggio, rappresenta, nel bene e nel male, la lenta assimilazione (che vivranno questi e altri immigrati). l tango con il suo gergo il lunfardo, altra fusione e contaminazione di lingue, esprime i sentimenti che pi tormentano questa metropoli di immigrati: la nostalgia e il dolore del ritorno.Volver il tango dellesilio per eccellenza. Solo marted 21 luglio alle 21.15 Museo del Risorgimento, via Borgonovo 23 Ingresso gratuito con invito indispensabile per accedere al concerto,da ritirarsi presso lUrban Center Galleria Vittorio Emanuele marted 21 luglio dalle ore 9 alle ore 13 fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni 02.88.45.65.55. Non sono io che canto il fado, il fado che canta in me Nasce in luoghi nascosti e diviene una vibrazione danzante nellaria, arrivando a noi per trasformarsi in unelettricit lieve, drammatica, dolce e intensa che percorre in un istante tutto il corpo con il solo scopo di emozionarci. il fado (dal latino fatum, fato), un canto che parla allanima, perch viene dallanima. Nessuno sa bene come e quando sia nato, ma tutti lo identificano con una terra: il Portogallo. Ed proprio in questo paese ricco di storia, tradizioni, culture che Bvinda Ferriere nata, bench labbia lasciato per andare in Francia quandera solo una bimba.Questo, per, non le ha impedito di diventare con gli anni una delle interpreti pi importanti ed originali di questa musica antica, ma ancora viva. Ed evidente, ascoltandola, che deve aver portato dentro di s la sua terra per farla oggi risplendere, anche alla luce del suo attuale status francese, in nuovi suoni, densi di grazia e suggestioni. Solo marted 28 luglio alle 21.15 Museo dell800 Villa Reale, via Palestro, 16 Ingresso gratuito con invito indispensabile per accedere al concerto,da ritirarsi presso lUrban Center Galleria Vittorio Emanuele luned 27 luglio dalle ore 9 alle ore 18 e marted 28 luglio dalle ore 9 alle ore 13 fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni. 02.88.45.65.55

Da Fatum a Luz Bevinda canto, Fernanda Primo Da Silva chitarra classica Philippe de Sousa, chitarra portoghese, Gilles Clement, chitarra acustica

Cinema & Televisione


Questa rubrica curata da Simone Mancuso

Harry Potter e il principe mezzosangue di David Yates Strano questo sesto episodio della saga. Doveva essere la consacrazione della maturit dei personaggi, ormai

ventenni, e della saga, ma in realt lo solo per i primi ed in parte. In parte perch si notano gli sforzi attoriali di compatibilit tra le loro trasformazioni sia personali che fisiche e le rispet-

tive trasformazioni dei personaggi. Non si nota, invece, la trasformazione filmica che tenta di andare verso un estetica molto pi cupa, ma che inve-

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ce perde quasi tutti gli elementi darkgotici che aveva. Anche la sceneggiatura non sviluppa nessun elemento di particolare cupidicia, come avrebbe potuto fare analizzando pi a fondo i personaggi di Draco Malfoy, e la sua iniziazione al male, o quello di Severus Piton visto che il principe mezzosangue, ma pur essendo il titolo del film, questo elemento non pare avere molta rilevanza. Tutto viene trattato con discreta superficialit, compresi i dialoghi, che al contrario delle atmosfere, rimangono per un pubblico giovane. Daltronde il regista Yates con il precedente Harry Potter e lordine della Fenice, aveva raggiunto il massimo risultato della saga da tutti i punti di vista, esplodendo in un climax dato da il duello tra Silente e Voldemor. Duello che viene sognato per tutte le due ore e mezza in questo film e che non si materializzer mai, a mio avviso per la delusione di molti. Che questo film sia solo lincipit del successivo capitolo Harry Potter e i

doni della morte, gi interamente girato e diviso in due film perch troppo lungo? Lo spero, anche perch un minimo di programmazione il regista ha potuto attuarla visto che ha diretto lui anche gli ultimi due. Niente velo per Jasira di Alan Ball E tornata! La bellissima Summer Bishil, di cui avevo gi notato le passionali doti recitative nel suo primo film Croosing Over, la trasgressiva protagonista di questo riuscito film sulla sessualit e le convenzioni che la regolano. Una recitazione meno trasportatrice di emozioni rispetto alla precedente, ma comunque adeguata al personaggio che interpreta, facendo ricordare a tratti la lolita di Kubrick. Questo anche grazie al lavoro del regista che si dedica evidentemente, molto pi alla recitazione dei personaggi, che alla forma autoriale di un estetica filmica. Alan Ball, per, fa notare il suo pi naturale talento come soggettista e sceneggiatore( il soggettista e sceneggiatore di American Beuty), con-

fezionando un prodotto leggero ed a volte simpatico, pur trattando temi collaterali alla sesssualit, molto difficili come la pedofilia. Ma non il solo del cast produttivo di rilevante bravura. Ci sono anche il curatore delle musiche Newman, anche lui nel cast di American Beuty sempre per le musiche, e il direttore della fotografia Sigel, uno dei pi famosi del sistema hollywoodiano, con decine di grosse produzioni alle spalle, una su tutte X-men. Spero che questo film non passi inosservato perch non lo merita assolutamente, ed uno di quei prodotti che, a parte gli effetti speciali, mi sembra che abbia tutte le carte in regola per far passare unora e mezza di piacevole Cinema.

La rubrica riprender a Settembre

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