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CAPITOLO 6-INTEGRAZIONE INDEFINITA

.6.1. LA NOZIONE DI PRIMITIVA E L'INTEGRALE INDEFINITO. DEF.6.1.1. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X. Si dice che f dotata di primitiva se esistono una funzione reale F definita in X ed ivi continua ed una parte Y di X localmente finita in X e tale che, per ogni elemento x di X Y , risulti: F ( x ) = f ( x ) . Se una tale funzione F esiste allora F si chiama primitiva di f. Di semplice dimostrazione sono le seguenti tre proposizioni: 6.1.2. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto, f ed F due funzioni reali definite in X e c un numero reale. Se F una primitiva di f allora anche la funzione Fc : x X F ( x ) + c una primitiva di f. DlM. La funzione Fc evidentemente continua, inoltre, se Y una parte di X localmente finita in X e tale che, per ogni elemento x di X Y , risulta F ( x ) = f ( x ) , se x un elemento di X Y Fc( x ) = = D (F (x ) + c ) = F ( x ) = f ( x ) e ci dimostra quanto asserito. 6.1.3. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto, f, F e G tre funzioni reali definite in X. Se F e G sono due primitive di f allora la funzione F G costante. DIM. Siano Y ed Y due parti di X localmente finite in X e tali che, per ogni elemento x di X Y , si ha F ( x ) = f (x ) e, per ogni elemento x di X Y , si ha G ( x ) = f ( x ) ed osserviamo che immediato rendersi conto che anche Y U Y una parte di X localmente finita in X. Ci premesso evidente che la funzione F G continua e che ino1tre, per ogni elemento x di X (Y U Y ) , D (F ( x ) G (x )) = F (x ) G ( x ) = 0 e di qui, in virt della proposizione 5.4.4, consegue quanto asserito. 6.1.4. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto, f una funzione reale definita in X, x0 un elemento di X ed y 0 un numero reale. Se f dotata di primitiva, allora esiste una sola primitiva F di f tale che F ( x0 ) = y 0 . DIM. Sia F una primitiva di f ed osserviamo che la funzione F : x X F (x ) + y 0 F ( x0 ) una primitiva di f tale che F ( x0 ) = y 0 , se G fosse un'altra primitiva di f tale che G ( x0 ) = y 0 , in virt della proposizione 6.1.3, F G costante ed essendo (F G )( x0 ) = F ( x0 ) G ( x0 ) = 0 , come volevasi, risulta: F = G .

D'immediata dimostrazione anche la seguente altra utile proposizione: 6.1.5. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto, f, g, F e G quattro funzioni reali definite in X ed a e b due numeri reali. Se F una primitiva di f e se G una primitiva di g allora la funzione aF + bG una primitiva della funzione af + bg . DIM. Siano Y ed Y due parti di X localmente finite in X e tali che, per ogni elemento x di X Y , si ha F ( x ) = f (x ) e, per ogni elemento x di X Y , si ha G (x ) = g (x ) ed osserviamo che Y U Y una parte di X localmente finita in X. Ci premesso osserviamo che la funzione aF + bG continua e che inoltre, per ogni elemento x di

120
X (Y U Y ) , D (aF ( x ) + bG ( x )) = aF ( x ) + bG ( x ) = af ( x ) + bg ( x ) e ci dimostra quanto asserito.

Poniamo ora la seguente definizione: DEF.6.1.6. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X. Se f dotata di primitiva allora si chiama integrale indefinito della funzione f e si denota col simbolo f ( x )dx , l'insieme costituito da tutte e sole le primitive di f.

OSSERVAZIONE.6.1.7. Si osservi che se X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X e dotata di primitiva, allora l'integrale indefinito di f individuato, in virt delle proposizioni 6.1.2 e 6.1.3, da un suo elemento, nel senso che se si conosce un elemento F dell'integrale indefinito di f, allora ogni altro elemento dellintegrale indefinito di f si ottiene aggiungendo una opportuna funzione costante ad F. Quanto sopra osservato giustifica la notazione che solitamente si usa scrivendo Noi in seguito, pi semplicemente, scriveremo:

f (x )dx = F (x ) + c .

f (x )dx = F (x ) .

Quando si usa la notazione sopra introdotta, dalla proposizione 6.1.5, consegue la seguente altra proposizione: 6.1.8. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto, f e g due funzioni reali definite in X ed a e b due numeri reali. Se f e g sono dotate di primitiva allora : (af ( x ) + bg ( x ))dx = a f (x )dx + b g ( x )dx . In particolare si ha:

af (x )dx = a f (x )dx .

( f (x ) + g (x ))dx = f (x )dx + g (x )dx , ( f (x ) g (x ))dx = f (x )dx g (x )dx

Per comodit del Lettore riportiamo qui di seguito una tabella degli integrali indefiniti di alcune funzioni che ricaveremo dall'elenco delle derivate delle funzioni elementari riportato alle pagine 98 e 99: 1). Se a un numero reale : adx = ax . 2). Se p e un numero reale diverso da 1 :
3).

dx = x p +1 ( p + 1) .

(1 x )dx = log x

(caso di p = 1 ).

4). Se a un numero reale positivo diverso da 1 : a x dx = a x log a = a x log a e . In particolare : e x dx = e x . 5). 6). 7).

senxdx = cos x (1 sen x )dx = cot gx


2

e e

cos xdx = senx . (1 cos x )dx = tgx .


2

(1

1 x 2 dx = arcsenx oppure

(1

1 x 2 dx = arccos x .

121 8).

(1 (1 + x ))dx = arctgx
2

oppure

(1 (1 + x ))dx = arc cot gx .


2

9). Tenendo presente la proposizione 4.2.3 se X ed Y sono due intervalli di R aventi interno non vuoto, se f una funzione reale definita in X e se g una funzione definita in Y ed a valori in X, allora se f dotata di primitiva e g derivabile, detta F una primitiva di f, : f (g (x ))g (x )dx = F (g (x )) . opportuno mettere in evidenza qui di seguito cinque casi particolari dell'uguaglianza stabilita in 9) che si riveleranno molto utili per il calcolo degli integrali indefiniti:
o 91 ).

(g (x ) g (x ))dx = log g (x ) . (g (x ) (1 + g (x )))dx =arctgg (x ) oppure (g (x ) (1 + g (x )))dx = arc cot gg (x ) .


2 2

9 o ). 2

Se a e b sono due numeri reali, il primo dei quali diverso da zero, : 9 o ). e ax +b dx = ae ax +b a dx = (1 a ) e ax +b D(ax + b )dx = e ax +b a . 3 9 o ). sen(ax + b )dx = (asen(ax + b ) a )dx = (1 a ) sen(ax + b )D(ax + b )dx = cos(ax + b ) a . 4

9 o ). cos(ax + b )dx = (a cos(ax + b ) a )dx = (1 a ) cos(ax + b )D(ax + b )dx = sen(ax + b ) a . 5


o 10). Ricordando l'uguaglianza 91 ) :

cot gxdx = (co sx senx )dx = (Dsenx senx )dx = log senx .

tgxdx = (senx cos x )dx = (D cos x cos x )dx = log cos x

della funzione arcocoseno sono entrambe primitive della funzione x ] 1,1[ 1 1 x 2 , conseguentemente la funzione x [ 1,1] arcsenx + arccos x , in virt della proposizione 6.1.3, costante e quindi, per ogni elemento x di [ 1,1] , : arcsenx + arccos x = arcsen0 + arccos 0 = 2 . Tenendo presenti le uguaglianze 8) il Lettore faccia vedere che, per ogni elemento x di R, si ha: arctgx + arc cot gx = 2 . ESERCIZI.6.1.10. 1). Data la funzione f : x ]0,+[ 1
7

OSSERVAZIONE. 6.1.9. Si noti che le uguaglianze 7) dicono che le funzioni arcoseno e l'opposto

che F (1) = 2 . Essendo:

x 2 + 3 x 4 1 (1 + x 2 ) + cos x trovare la primitiva F di f tale

1
2 7 x

+ 3x 4

1 1 + cos x dx = x 2 7 dx + 3 x 4 dx 1 1 + x 2 dx + cos xDxdx = 2 1+ x

= 7 7 x 5 5 + 3x 5 5 arctgx + sen x la primitiva F richiesta sar: F : x ]0,+[ 7 7 x 5 5 + 3x 5 5 arctgx + sen x + c c essendo un numero reale tale che risulti: F (1) = 7 5 + 3 5 arctg1 + sen + c = 2 c = 2 2 + 4 e quindi : F : x ]0,+[ 7 7 x 5 5 + 3x 5 5 arctgx + sen x + 2 2 + 4 .

122 2). Data la funzione f : x [0,1[ x 4 x + 1 1 x 2 + sen(2 x + ) trovare la primitiva F di f tale che F (0 ) = 1 . Al Lettore il compito di far vedere che F : x [0,1[ 44 x 9 9 + arcsenx cos (2 x + ) 2 + 1 2 .

.6.2. INTEGRAZIONE INDEFINITA DELLE FUNZIONI RAZIONALI. Cominceremo col calcolare gli integrali indefiniti di alcune particolari funzioni razionali:

). Siano: n un numero intero maggiore o uguale a zero ed a 0 , a1 , a 2 ,...., a n n + 1 numeri reali con a 0
diverso da zero. Calcolare (a 0 x n + a1 x n 1 + .... + a n )dx . Essendo:

(a

x n + a1 x n 1 + .... + a n )dx = a 0 x n dx + a1 x n 1 dx + .... + a n dx :

(a
(x
3

x n + a1 x n 1 + .... + a n dx = a0 x n +1 (n + 1) + a1 x n n + .... + a n x .

+ x 2 3)dx = x 4 4 + x 3 3 3x e

1). Al Lettore il compito di far vedere che si ha:

(3x

5 x 6 + 3x 4 2 x 2 )dx = 3x 8 8 5 x 7 7 + 3x 5 5 2 x 3 3 .

(2 x

+ 5 x 4 2 x + 1)dx = x 6 3 + x 5 x 2 + x ,

). Siano: a un numero reale diverso da zero e b un numero reale.


Calcolare

(1 (ax + b))dx .
(1 (ax + b))dx = (1 a ) (D(ax + b )) (ax + b ) = (1 a )log ax + b .

o Essendo: 1 (ax + b ) = (1 a )(a (ax + b )) = (1 a ) (D(ax + b )) (ax + b ) , in virt dell'uguaglianza 91 ) :

2). Al Lettore il compito di far vedere che risulta:

(1 (3x + 2))dx = (1 3)log 3x + 2 e (1 (5x 2))dx = (1 5)log 5x 2 .


no contemporaneamente nulli. Calcolare (hx + k ) ax 2 + bx + c dx .

(3 ( 7 x + 4))dx = ( 3 7)log 7 x + 4 ,

). Siano: a, b, c, h e k cinque numeri reali tali che risulti b 2 4ac < 0 e tali inoltre che h e k non sia-

))

Per non appesantire la trattazione cercheremo di renderci conto di come si calcolano tali integrali illustrando il metodo con un esempio: ESEMPIO: Calcolare

((2 x + 3) (9 x

6 x + 5 dx .

))

o Calcoleremo questo integrale sfruttando le uguaglianze 91 ) e 9 o ), scriveremo quindi la funzione inte2 o granda come somma di due funzioni tali che alla prima sar possibile applicare la 9 o ) ed alla seconda la 91 ), 2 a questo scopo cominciamo con l'osservare che :

()

(2 x + 3)

(9 x

6 x + 5 = 2 x 9 x 2 6 x + 5 + 3 9 x 2 6 x + 5 e D (9 x 2 6 x + 5) = 18 x 6

123 ed essendo: 2 x (9 x 2 6 x + 5) = (1 9)((18 x 6) (9 x 2 6 x + 5)) + (2 3)(1 (9 x 2 6 x + 5)) , dalle () consegue che :

()

(2 x + 3)

(9 x

6 x + 5) = (1 9 )(D (9 x 2 6 x + 5) (9 x 2 6 x + 5)) + (11 3)(1 (9 x 2 6 x + 5))


2

2 2 x 1 + 4 = 4 ((3x 1) 3)2 3 + 1 = e ricordando luguaglianza riportata in 0.5.6 : 9 x 6 x + 5 = 9 3 9 2 2 = 4 ((3x 1) 2) + 1 ed essendo D (3 x 1) 2 = 3 2 si ha

1 9 x 2 6 x + 5 = (1 4 ) e di qui dalla

(((3x 1) 2) + 1) = (1 6)D ((3x 1) 2) (((3x 1) 2) + 1)


2 2

( ) consegue che :

(2 x + 3)

(9 x

6 x + 5) = (1 9)D (9 x 2 6 x + 5) (9 x 2 6 x + 5) + (11 18)D ((3x 1) 2 )

(((3x 1) 2) + 1)
2

e quindi si ha:

((2 x + 3) (9 x ((2 x + 3) (9 x

+ (11 18) D ((3 x 1) 2 )

6 x + 5))dx = (1 9) (D (9 x 2 6 x + 5) (9 x 2 6 x + 5))dx +

(((3x 1) 2) + 1))dx
2

e pertanto :
2

6 x + 5))dx = (1 9) log 9 x 2 6 x + 5 + (11 18)arctg ((3 x 1) 2) .

3). Al Lettore il compito di far vedere che :

(3x (x + x + 1))dx = (3 2)log x + x + 1 3arctg ((2 x + 1) 3 ) , ((3x 1) (2 x + 5))dx = (3 4)log 2 x + 5 (1 10 )arctg ( 2 x 5 ) , ((2 x + 5) (9 x 12 x + 5))dx = (1 9)log 9 x 12 x + 5 + (19 9)arctg (3x 2) , ((3x 2) (4 x 4 x + 5))dx = (3 8)log 4 x 4 x + 5 (1 8)arctg ((2 x 1) 2) .
2 2

Considerata l'importanza che hanno gli integrali indefiniti delle funzioni considerate in ), ) e ) conviene porre la seguente definizione: DEF.6.2.1. Ogni funzione del tipo considerato in ), ) o ) si chiama funzione razionale elementare. Si potrebbe far vedere che il saper calcolare gli integrali indefiniti delle funzioni razionali elementari sufficiente per calcolare l'integrale indefinito di ogni altra funzione razionale. Noi qui di seguito per ci limiteremo a considerare integrali indefiniti di funzioni razionali nella ipotesi che nella decomposizione in polinomi primi (si veda la proposizione 0.5.8) del polinomio che al denominatore della funzione razionale ogni fattore figuri elevato alla potenza uno. Ferma restando l'ipotesi sopra specificata per il calcolo degli integrali indefiniti di tali funzioni razionali distingueremo due casi: PRIMO CASO Il polinomio che al denominatore della funzione razionale di grado maggiore del grado del polinomio che al numeratore della funzione razionale, SECONDO CASO Il polinomio che al denominatore della funzione razionale di grado minore o uguale del grado, del polinomio che al numeratore della funzione razionale.

). Integrali indefiniti di funzioni razionali del tipo individuate dal PRIMO CASO.

124 Anche in questa circostanza per non appesantire la trattazione cercheremo di renderei conto di come si calcolano tali integrali illustrando il metodo con alcuni esempi: ESEMPIO. 1. Calcolare

((x + 1) (x

+ 4 x 5))dx .

Calcoleremo questo integrale scrivendo la funzione integranda come somma di due funzioni razionali di tipo ), a questo scopo cominciamo con l'osservare che essendo: x 2 + 4 x 5 = 0 ( x = 5 o x = 1) x 2 + 4 x 5 = (x + 5)( x 1) e pertanto se si pone:

(x + 1) (x 2 + 4 x 5) = A (x + 5) + B (x 1) = = ( A( x 1) + B( x + 5)) (x 2 + 4 x 5) = (( A + B )x ( A 5B ))

(x

+ 4 x 5)

per ogni numero reale x deve essere: x + 1 = ( A + B )x ( A 5 B ) e di qui, in virt della proposizione 0.5.2, A + B = 1 , risolvendo tale sistema risulta: A = 2 3 e B = 1 3 e pertanto : consegue che deve essere: A + 5 B = 1

(x + 1)
e quindi si ha:

(x

+ 4 x 5) = (2 3)(1 ( x + 5)) + (1 3)(1 (x 1))

((x + 1) (x

+ 4 x 5))dx = (2 3) (1 ( x + 5))dx + (1 3) (1 ( x 1))dx =(2 3) log x + 5 + (1 3) log x 1 .

ESEMPIO.2. Calcolare

(( x

+ x + 2 x x 2 + 1 dx .

) (

))

Calcoleremo questo integrale scrivendo la funzione integranda come somma di due funzioni razionali, la prima di tipo ) e la seconda di tipo ), a questo scopo poniamo:

( x

+ x + 2) x(x 2 + 1) = A x + (Bx + C ) (x 2 + 1) = (A(x 2 + 1) + Bx 2 + Cx ) x(x 2 + 1) = = (( A + B )x 2 + Cx + A) x(x 2 + 1)

quindi per ogni numero reale x deve essere: x 2 + x + 2 = ( A + B )x 2 + Cx + A e di qui, in virt della proposi A + B = 1 zione 0.5.2, consegue che deve essere: , risolvendo tale sistema risulta: A = 2 , B = 3 e C = 1, A = 2 C = 1 e pertanto :

( x
e quindi si ha:

+ x + 2) x(x 2 + 1) = 2 x + ( 3x + 1) (x 2 + 1)

(( x
ed essendo: log x 2 + 1 + arctgx :

+ x + 2) x(x 2 + 1))dx = 2 (1 x )dx + ( 3x + 1) (x 2 + 1)dx


e

(1 x )dx = log x
(( x
2

( 3x + 1) (x

+ 1 dx = ( 3 2 ) 2 x x 2 + 1 dx + 1 x 2 + 1 dx = ( 3 2)

( (

))

( (

))

+ x + 2) x(x 2 + 1))dx = 2 log x (3 2) log x 2 + 1 + arctgx .

125 ESEMPIO.3. Calcolare

(( 2 x

+ 3x 2 + x ) (x + 1) (x 2 + 1)(x 2 + 2))dx .

Calcoleremo questo integrale scrivendo la funzione integranda come somma di tre funzioni razionali, la prima di tipo ) e le altre due di tipo ), a questo scopo poniamo:

( 2 x

+ 3x 2 + x ) (x + 1) (x 2 + 1)(x 2 + 2) = A ( x + 1) + (Bx + C ) (x 2 + 1) + (Dx + E ) (x 2 + 2) .

Con facili calcoli e ripetendo un ragionamento analogo a quello fatto nei due esempi precedenti si ha che deve essere: D =0 A + B + B + C + D + E = 2 3 A + 2 B + C + D + E = 3 2 B + 2C + D + E = 1 2 A + E=0 2C + risolvendo tale sistema risulta: A = 2 3 , B = 3 , C = 0 , D = 11 3 ed E = 4 3 e pertanto :

( 2 x
(( 2 x
3

+ 3x 2 + x ) (x + 1) (x 2 + 1)(x 2 + 2) = 2 3 ( x + 1) + 3 x (x 2 + 1) + ( 11x 4) 3(x 2 + 2)

e quindi facilmente si ha che:

+ 3x 2 + x ) ( x + 1) (x 2 + 1)(x 2 + 2))dx = (2 3 ( x + 1))dx + (3 x (x 2 + 1))dx ((11x + 4 ) 3(x 2 + 2))dx = = (2 3) log x + 1 + (3 2) log x 2 + 1 (11 6) log x 2 + 2 2 2 3 arctg x

2 .

Se r una funzione razionale del tipo individuata dal PRIMO CASO e se n il numero dei fattori di grado positivo che figurano nella decomposizione in polinomi primi del denominatore di r a questo puntodovrebbe essere chiaro che esistono, univocamente determinate, n funzioni razionali elementari tali che r sia la somma di tali funzioni ed ognuna di queste funzioni ha il denominatore proporzionale ad uno ed uno soltanto dei fattori di grado positivo che figurano nella decomposizione in polinomi primi del denominatore di r. La determinazione delle n funzioni razionali elementari sopra citate si effettua con un metodo che la ovvia generalizzazione del metodo usato nei tre esempi sopra riportati. 4). Al Lettore il compito di far vedere che :

= log x 2arctgx + (1 2) log x 2 + 1 (1 2) log x 2 + 2 .

((x

2 x 3 + 4 x 2 4 x + 2 x x 2 + 1 x 2 + 2 dx =

) (

)(

))

5). Osservando che : x 4 1 = (x 2 + 1)(x 2 1) = (x 2 + 1)( x + 1)( x 1) al Lettore il compito di far vedere che risulta:

((2 x + 3) (x
3

1))dx = (1 2) log x 2 + 1 (3 2 )arctgx (1 4) log x + 1 + (5 4 ) log x 1 .

((x

6). Ricordando che : x 3 + 1 = ( x + 1) x 2 x + 1 al Lettore il compito di far vedere che :


2

+ 1 x + 1 dx = (2 3) log x + 1 + (1 6) log x x + 1 +
2

)(

))

3 3 arctg (2 x 1)

3 .

((x 4) (x

7). Ricordando che : x 3 1 = ( x 1) x 2 + x + 1


3 2

1))dx = log x 1 + (1 2) log x + x + 1 + 5 3 3 arctg (2 x + 1)

al Lettore il compito di far vedere che :

3 .

126

). Integrali indefiniti di funzioni razionali del tipo individuate dal SECONDO CASO.
Siano: m ed n due numeri interi positivi, p un polinomio di grado m e q un polinomio di grado n e supponiamo che sia m n . Calcolare ( p( x ) q( x ))dx . Osserviamo che se si effettua la divisione di p per q (si vedano gli esercizi 0.7.5 e 0.7.6) allora si ottiene un quoziente q1 che un polinomio di grado m n ed un resto r che, se non identicamente nullo, un polinomio di grado minore di n, conseguentemente, per ogni elemento x di R {x R, q( x ) = 0} p ( x ) q ( x ) = q1 ( x ) + r ( x ) q( x ) e quindi possiamo affermare che la funzione p q la somma di un polinomio q1 e di una funzione razionale r q che del tipo individuata dal PRIMO CASO e conseguentemente, essendo:

( p(x ) q(x ))dx = q (x )dx + (r (x ) q(x ))dx


1

siamo in grado di calcolare l'integrale indefinito di ogni

funzione razionale individuata dal SECONDO CASO. Illustriamo quanto sopra detto con un esempio: ESEMPIO. Calcolare

((10 x

+ 2 x 4 + 15 x 3 + 3x 2 + 2 x 1) x(2 x 2 + 3))dx .

(2 x (2 x

+ 3) e pertanto : + 3 dx = 5 x 3 3 + x 2

facile rendersi conto che e si ha : 10 x 5 + 2 x 4 + 15 x 3 + 3 x 2 + 2 x 1 x 2 x 2 + 3 = 5 x 2 + x + (2 x 1) x


5 4 3 2 2 2

))

secondo membro dellultima uguaglianza si vede facilmente che ponendo: (2 x 1) x 2 x 2 + 3 = = A x + (Bx + C ) 2 x 2 + 3 = (2 A + B )x 2 + Cx + 3 A x 2 x 2 + 3 , deve essere: A = 1 3 , B = 2 3 e C = 2 e

+ x )dx + ((2 x 1) x ((10 x + 2 x + 15 x + 3x + 2 x 1) x(2 x 2 + ((2 x 1) x(2 x + 3))dx e per il calcolo dellintegrale indefinito che figura al
2

) ( ) + 3))dx = (5 x

conseguentemente : quindi si ha:

+3 +

3 arctg 2 x

((10 x

+ 2 x 4 + 15 x 3 + 3x 2 + 2 x 1) x(2 x 2 + 3))dx = 5 x 3 3 + x 2 2 (1 3) log x + (1 6 ) log 2 x 2 +


3 .

((2 x 1) x(2 x

) (

+ 3))dx = ( 1 3) log x + (1 6) log 2 x 2 + 3 +

) (

3 arctg 2 x

8). Al Lettore il compito di verificare che :

((5 x ((3x

3
5

+ 7 x 2 + 4 x + 3 5 x 2 + 2 x + 2 dx = x 2 2 + x + (1 3)arctg ((5 x + 1) 3) , + 10 x 3
2

)( + 2 x 1) x(x

+ 3))dx = x 3 + x (1 3) log x + (1 6) log x 2 + 3

))

3 3 arctg x

3 .

.6.3. INTEGRAZIONE INDEFINITA PER PARTI. possibile dimostrare la seguente proposizione:

6.3.1. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f e g due funzioni reali definite in X ed ivi derivabili. Se esiste una parte Y di X localmente finita in X tale che, le funzioni f e g sono continue in X Y e limitate in ogni intervallo chiuso e limitato incluso in X, allora le funzioni f g ed fg sono dotate di primitiva e risulta:

f (x )g (x )dx = f (x )g (x ) f (x )g (x )dx .

Noi ora qui di seguito useremo l'uguaglianza garantita dalla proposizione 6.3.1 per calcolare gli integrali indefiniti di alcune funzioni. Quando per calcolare un integrale indefinito si usa l'uguaglianza garantita dalla proposizione 6.3.1, allora si dice che si integra per parti.

127 ESEMPI.6.3.2. l). Calcolare log xdx . Per questo poniamo: f ( x ) = 1 e g ( x ) = log x e conseguentemente : f ( x ) = x e g ( x ) = 1 x e quindi si ha:

log xdx = x log x (x x )dx = x log x dx = x log x x .


2). Calcolare

(x

+ 1 log(2 x + 3)dx .

Per questo poniamo: f ( x ) = x 2 + 1 e g ( x ) = log(2 x + 3) e conseguentemente : f ( x ) = x 3 3 + x e g ( x ) = 2 (2 x + 3) e quindi si ha:

(x

+ 1 log(2 x + 3)dx = x 3 3 + x log(2 x + 3) (2 3) x 3 + 3 x

((

) (2 x + 3))dx

per il calcolo dellintegrale indefinito che figura al secondo membro della precedente uguaglianza si vede facilmente che effettuando la divisione si ha: (x 3 + 3 x ) (2 x + 3) = x 2 2 3x 4 + 21 8 (63 8) (2 x + 3) e quindi : 2 3 3 2 (x + 1)log(2 x + 3)dx = (x 3 + x )log(2 x + 3) (2 3)(x 6 3x 8 + 21x 8 (63 16)log(2 x + 3)) . 3). Ricordando che ogni primitiva di un polinomio un polinomio e che la derivata di un polinomio un polinomio, se p e q sono due polinomi, l'integrazione indefinita per parti utile per il calcolo di p(x )log q(x )dx , infatti ponendo f (x ) = p(x ) e g (x ) = log q(x ) , se P una primitiva di p, : f (x ) = P(x ) e
g ( x ) = = q ( x ) q ( x ) e quindi :

p(x )log q(x )dx = P(x )log q(x ) (P(x ) q(x ) q(x ))dx

e l'integrale indefinito che figura al secondo membro della precedente uguaglianza l'integrale indefinito di una funzione razionale. Al Lettore il compito di far vedere che :

(3x + 2 x )log(x 1)dx = (x + x )log(x 1) (x 3 + x + 2 x + 2 log(x 1)), (4 x + 3x )log(5 x 1)dx = (x + x )log(5 x 1) (x 4 + 2 x 5 + 3x 25 + 6 x 125 + (6 625)log(5 x 1)) (x 1)log(x + 1)dx = (x 3 x )log(x + 1) (2 3)(x 3 4 x + 4arctgx) (5 x + 3x )log(x + 1)dx = (x + x )log(x + 1) 2 x 5 .
2 3 2 3 2
3 2 4 3 4 3 2

4). Calcolare arctgxdx e arc cot gxdx . Per calcolare il primo degli integrali indefiniti proposti poniamo: f ( x ) = 1 e g ( x ) = arctgx e conseguentemente : f ( x ) = x e g (x ) = 1 (x 2 + 1) e quindi :

arctgxdx = xarctgx (x (x
Al Lettore il compito di far vedere che :

+ 1))dx = xarctgx (1 2 ) log(x 2 + 1) .

128

arc cot gxdx = xarc cot gxdx + (1 2)log(x


5). Calcolare

+ 1) .

(3x

+ 1 arctg ( x + 1)dx e

(4 x

1 arc cot g (x 1)dx .

g ( x ) = arc cot g (x 1) e conseguentemente : f ( x ) = x 4 x e g ( x ) = 1 ( x 1) + 1 e pertanto si ha:


2

Calcoliamo il secondo degli integrali indefiniti proposti, per questo poniamo: f ( x ) = 4 x 3 1 e

(4 x

1)arc cot g ( x 1)dx = (x 4 x )arc cot g ( x 1) + (x 4 x ) ( x 1) + 1 dx


2

))

per il calcolo dell'integrale indefinito che figura al secondo membro della precedente uguaglianza si vede fa2 2 cilmente che effettuando la divisione si ha: x 4 x ( x 1) + 1 = x 2 + 2 x + 2 ( x + 4 ) ( x 1) + 1 e quindi : 2 3 4 3 2 (4 x 1)arc cot g (x 1)dx = (x x )arc cot g (x 1) + x 3 + x + 2 x 1 2 log (x 1) + 1 + 5arc cot g (x 1) .

)(

Al Lettore il compito di far vedere che :

(3x

+ 1)arctg ( x + 1)dx = (x 3 + x )arctg ( x + 1) x 2 2 + 2 x (3 2) log ( x + 1) + 1 arctg ( x + 1) .


2

6). Calcolare

arctg (1 x )dx e

(5x

+ 1)arc cot g (1 x )dx .

g (x ) = arc cot g (1 x ) e conseguentemente : f ( x ) = x 5 + x e g (x ) = 1 (1 x ) + 1 1 x 2 e pertanto si ha:


2

Calcoliamo il secondo degli integrali indefiniti proposti, per questo poniamo: f ( x ) = 5 x 4 + 1 e

( (
((

))(

(5x

+ 1 arc cot g (1 x )dx = x 5 + x arc cot g (1 x ) x 5 + x

) (x

+ 1 dx

))

per il calcolo dell'integrale indefinito che figura al secondo membro della precedente uguaglianza si vede facilmente che effettuando la divisione si ha: (x 5 + x ) (x 2 + 1) = x 3 x + 2 x (x 2 + 1) e quindi :

(5x

+ 1)arc cot g (1 x )dx = (x 5 + x )arc cot g (1 x ) x 4 4 + x 2 2 log x 2 + 1 .

Al Lettore il compito di far vedere che :

arctg (1 x )dx = (x 3 3)arctg (1 x ) + x 2 6 (1 6 ) log x 2 + 1 .

7). Ricordando che ogni primitiva di un polinomio un polinomio e che la derivata di una funzione razionale ancora una funzione razionale, se p, q ed r sono tre polinomi, l'integrazione indefinita per parti utile per il calcolo di p( x )arctg (r (x ) q( x ))dx e di p(x )arc cot g (r ( x ) q( x ))dx , infatti ponendo
f ( x ) = p ( x ) e g ( x ) = arctg (r (x ) q( x )) , se P una primitiva di p, : f ( x ) = P ( x ) e g ( x ) = (r ( x )q ( x ) r ( x )q ( x )) q 2 ( x ) + r 2 ( x ) e quindi si ha:

p(x )arctg (r (x ) q(x ))dx = P(x )arctg (r (x ) q(x )) (P(x ) (r (x )q(x ) r (x )q (x )) (q (x ) + r (x )))dx
2 2

e l'integrale indefinito che figura al secondo membro della precedente uguaglianza l'integrale indefinito di una funzione razionale.

129 Al Lettore il compito di far vedere che :

p(x )arc cot g (r (x ) q(x ))dx = P(x )arc cot g (r (x ) q(x )) + (P(x )(r (x )q(x ) r (x )q(x )) (q (x ) + r (x )))dx
2 2

8). Calcolare

xe dx .
x

Per questo poniamo: f ( x ) = e x e g (x ) = x e conseguentemente f ( x ) = e x e g (x ) = 1 e quindi si ha:

xe dx = xe e
x x

dx = xe x e x .

9). Calcolare

x e

2 3x+2

dx .

Per questo poniamo: f ( x ) = e 3 x + 2 e g ( x ) = x 2 e conseguentemente f ( x ) = e 3 x + 2 3 e g ( x ) = 2 x e quindi si ha:

x e

2 3x+2

dx = x 2 e 3 x + 2 3 (2 3) xe 3 x + 2 dx

per il calcolo dell'integrale indefinito che figura al secondo membro della precedente uguaglianza si pone f ( x ) = e 3 x + 2 e g ( x ) = x e conseguentemente f ( x ) = e 3 x + 2 3 e g ( x ) = 1 e quindi si ha:

xe
e pertanto risulta:

3x+2

dx = x e 3 x + 2 3 (1 3) e 3 x + 2 dx = x e 3 x + 2 3 e 3 x + 2 9

x e

2 3x+2

dx = x 2 e 3 x + 2 3 2 x e 3 x + 2 9 + 2 e 3 x + 2 27 .

10). Se p un polinomio, a un numero reale diverso da zero e b un numero reale calcolare ax + b p(x )e dx . Per questo poniamo: f ( x ) = e ax +b e g ( x ) = p( x ) e conseguentemente f ( x ) = e ax +b a e g ( x ) = = p (x ) e quindi :

p(x )e

ax + b

dx = p( x ) e ax +b a (1 a ) p (x )e ax +b dx

e lintegrale indefinito che figura al secondo membro della precedente uguaglianza un integrale indefinito dello stesso tipo di quello proposto ed ha il polinomio che moltiplica e ax +b di grado pari ad una unit inferiore al grado di p, pertanto applicando la formula dell'integrazione indefinita per parti tante volte quanto il grado di p si perviene all'integrale indefinito di e ax +b che immediatamente calcolabile. Come esempi il Lettore pu rivedere gli esempi 8) e 9) sopra riportati, qui di seguito comunque faremo un ulteriore esempio: Calcolare

(x

3x + 2 e x +1 dx .

Evidentemente :

(x

3x + 2 e x +1 dx = x 3 3x + 2 e x +1 + 3 x 2 1 e x +1 dx = x 3 3x + 2 e x +1

130

3(x 2 1)e x +1 + 6 xe x +1 dx = (x 3 3 x + 2)e x +1 3(x 2 1)e x +1 + 6 xe x +1 + e x +1 dx = (x 3 3x + 2)e x +1 3(x 2 1)e x +1 6 xe x +1 6e x +1 e quindi si ha:

(x
3 2

3x + 2 e x +1 dx = x 3 + 3x 2 + 3x + 5 e x +1 .

11). Al Lettore il compito di far vedere che :

( 2 x + x + 2 x )e dx = (x + x )e , (3x + 4 x 3)e dx = (x 1)e , (4 x 8x 5)e dx = (2 x 7 x + 7 x 6)e (x + x )e dx = (1 5)x e .


2 x + 3
3 2

2 x + 3

3x

3x

2x

2x

5 x 1

5 5 x 1

12). Calcolare

xsenxdx e x cos xdx

Per calcolare il primo integrale indefinito proposto poniamo: f ( x ) = senx e g ( x ) = x e conseguentemente f (x ) = cos x e g (x ) = 1 e quindi si ha:

xsenxdx = x cos x + cos xdx = x cos x + senx .


Al Lettore il compito di far vedere che :

x cos xdx = xsenx + cos x


13). Calcolare

sen(2 x 1)dx e

(x

+ x cos( 2 x + 3)dx .

Calcoliamo il secondo degli integrali indefiniti proposti, per questo poniamo: f ( x ) = cos( 2 x + 3) e g ( x ) = x 2 + x e conseguentemente : f ( x ) = ( 1 2 )sen( 2 x + 3) e g ( x ) = 2 x + 1 e pertanto si ha:

(x

+ x cos( 2 x + 3)dx = ( 1 2 ) x 2 + x sen( 2 x + 3) + (1 2) ((2 x + 1)sen( 2 x + 3))dx ,

per calcolare l'integrale indefinito che figura al secondo membro della precedente uguaglianza poniamo: f ( x ) = sen( 2 x + 3) e g ( x ) = x 2 + 1 e conseguentemente : f ( x ) = (1 2 ) cos( 2 x + 3) e g ( x ) = 2 e quindi si ha:

((2 x + 1)sen( 2 x + 3))dx = (1 2)(2 x + 1)cos( 2 x + 3) cos( 2 x + 3)dx =


= (1 2 )(2 x + 1) cos( 2 x + 3) + (1 2 )sen( 2 x + 3)

e pertanto risulta:

(x

+ x )cos( 2 x + 3)dx = ( 1 2)(x 2 + x )sen( 2 x + 3) + (1 4 )(2 x + 1) cos( 2 x + 3) + (1 4 )sen( 2 x + 3)

Al Lettore il compito di far vedere che :

sen(2 x 1)dx = ( 1 2)x 2 cos(2 x 1) + (1 2)xsen(2 x 1) + (1 4) cos(2 x 1) .

131 14). Se p un polinomio, se a un numero reale diverso da zero e se b un numero reale si calcolino i seguenti integrali: p( x )sen(ax + b )dx e p( x ) cos(ax + b )dx . Calcoliamo il primo integrale indefinito proposto, per questo poniamo: f ( x ) = sen(ax + b ) e g ( x ) = p( x ) e conseguentemente : f ( x ) = ( 1 a ) cos(ax + b ) e g ( x ) = p ( x ) e pertanto :

p(x )sen(ax + b )dx = ( 1 a ) p(x )cos(ax + b ) + (1 a ) p(x )cos(ax + b)dx .


Al Lettore il compito di far vedere che :

p(x )cos(ax + b)dx = (1 a ) p(x )sen(ax + b ) (1 a ) p(x )sen(ax + b )dx .


Anche in questo caso cos come nell'esempio 10) applicando la formula dell'integrazione indefinita per parti tante volte quanto il grado di p si perviene all'integrale indefinito di sen(ax + b ) o cos(ax + b ) che immediatamente calcolabile. Come esempi il Lettore pu rivedere gli esempi 12) e 13) sopra riportati, qui di seguito comunque faremo un ulteriore esempio: Calcolare Risulta:

(x

+ x 2 )cos(3x + 5)dx .

+ x 2 )sen(3x + 5) (1 3) (1 3)(3x 2 + 2 x )cos(3x + 5) + (2 3) (3x + 1) cos(3x + 5)dx = (1 3)(x 3 + x 2 )sen(3x + 5) +

(x

+ x 2 cos(3x + 5)dx = (1 3) x 3 + x 2 sen(3x + 5) (1 3) 3 x 2 + 2 x sen(3 x + 5)dx = (1 3) x 3 +

+ (1 9)(3 x 2 + 2 x )cos(3x + 5) (2 9) (1 3)(3x + 1)sen(3x + 5) sen(3x + 5)dx e quindi possiamo asserire che

(x

+ x 2 cos(3x + 5)dx = (1 27 ) 9 x 3 + 9 x 2 6 x 2 sen(3x + 5) + (1 27 ) 9 x 2 + 6 x 2 cos(3x + 5) .

15). Al Lettore il compito di far vedere che si ha:

(x x )sen(5 x + 2)dx = (1 125)( 25x + 25x + 2)cos(5 x + 2) + (1 25)(2 x 1)sen(5x + 2) , (2 x 1)cos(x + 2)dx = (2 x 5)sen(x + 2) + 4 x cos(x + 2) .
2 2 2 2

16). Calcolare arcsenxdx e arccos xdx . Per calcolare il primo integrale indefinito proposto poniamo: f ( x ) = 1 e g ( x ) = arcsenx e conseguentemente : f ( x ) = x e g ( x ) = 1 1 x 2 e pertanto risulta:

arcsenxdx = xarcsenx (x
osserviamo ora che : e quindi :

1 x 2 dx ,
1 2

(x

1 x 2 dx = ( 1 2 ) 2 x

1 x 2 dx = ( 1 2) (1 x 2 )

D(1 x 2 )dx = 1 x 2

arcsenxdx = xarcsenx +

1 x2 .

132 Al Lettore il compito di far vedere che : arccos xdx = x arccos x 1 x 2 .

.6.4. INTEGRAZIONE INDEFINITA PER SOSTITUZIONE. E' possibile dimostrare la seguente proposizione:

6.4.1. Siano: X ed Y due intervalli di R aventi interno non vuoto, f una funzione reale definita in X, g una funzione reale definita in Y ivi strettamente monotona ed a valori su X. Se esiste una parte D di Y, localmente finita in Y tale che risulti g ( y ) 0 per ogni elemento y di Y D e se esiste una primitiva F della funzione ( f o g )g allora la funzione F o g 1 una primitiva di f. Quando la ricerca di una primitiva di una funzione f si effettua col metodo descritto dall'enunciato della proposizione 6.1.4 si dice che si integra tramite la sostituzione g ( y ) . Formalmente l'enunciato della proposizione 6.4.1 pu essere espresso nel seguente modo:

f (x )dx tramite la sostituzione x = g ( y ) . Se f ( g ( y ))g ( y )dy = F ( y ) allora risulta: f ( x )dx = F (g ( x )) .


Calcolare l'integrale indefinito
1

ESEMPI.6.4.2. l). Calcolare

f (x )dx = (e (e
x

2x

+ 2e x + 2))dx tramite la sostituzione x = log y .

Essendo D log y = 1 y f (log y )D log y = 1 ( y 2 + 2 y + 2) e pertanto si ha:

f (log y )D log ydy = (1 (y

+ 2 y + 2 dy = 1 ( y + 1) + 1 dy = arctg ( y + 1) = F ( y ) .
2

))

((

))

e ricordando che x = log y e x = y risulta: 2). Calcolare

(e (e
x

2x

+ 2e x + 2))dx = F (e x ) = arctg (e x + 1) .

f (x )dx =

4 9 x 2 dx tramite la sostituzione x = (2 3)seny .

Essendo D(2 3)seny = (2 3) cos y f ((2 3)seny )D(2 3)seny = (2 3) 4 4sen 2 y cos y = (4 3) cos 2 y e pertanto si ha: 2 f ((2 3)seny )D(2 3)senydy = (4 3) cos ydy e ricordando che : cos 2 y + sen 2 y = 1 e cos 2 y sen 2 y = cos 2 y sommando si ha: cos 2 y = (1 + cos 2 y ) 2 e quindi :

(4 3) cos 2 ydy = (2 3) (1 + cos 2 y )dy = (2 3)( y + (1 2)sen2 y ) = (2 3)( y + seny cos y ) =


= (2 3) y + seny 1 sen 2 y = F ( y )

e ricordando in fine che x = (2 3)seny 3 x 2 = seny arcsen(3 x 2 ) = y risulta:

133

2 4 9 x 2 dx = F (arcsen(3x 2)) = (2 3) arcsen(3x 2) + (3 x 2) 1 (3x 2) =

= (2 3) arcsen(3x 2) + (3 4)x 4 9 x 2 .
3). Al Lettore il compito di far vedere che tramite la sostituzione x = y 6 1 si ha:

((

x + 1 + 1 ( x + 1) 3 x + 1 + 1 dx = 6 6 x + 1 + log 6 x + 1 (1 2 ) log 3 x + 1 + 1 arctg 6 x + 1 .

))

4). Al Lettore il compito di far vedere che tramite la sostituzione x = y 2 2 si ha:

log(3

x + 2 + 1 dx = ((9 x + 17 ) 9) log 3 x + 2 + 1 (1 2)( x + 2) + (1 3) x + 2 .

CAPITOLO 7-CENNI SULLA TEORIA DELL'INTEGRAZIONE SECONDO RIEMANN.

.7.1.ALCUNI SOTTOINSIEMI DI R k . In questo paragrafo andremo a definire alcuni sottoinsiemi di R k che saranno essenziali per la comprensione di quanto sar esposto nei paragrafi seguenti.

DEF.7.1.1. Siano: k un numero intero maggiore di uno ed I 1 , I 2 ,...., I k k intervalli di R.

Il sottoinsieme di R k : I = I 1 I 2 .... I k = ( x1 , x 2 ,...., x k ) R k , x1 I 1 , x 2 I 2 ,...., x k I k si chiama Se tutti gli intervalli I 1 , I 2 ,...., I k sono aperti allora si dice che I un intervallo aperto di R k . Se tutti gli intervalli I 1 , I 2 ,...., I k sono chiusi allora si dice che I un intervallo chiuso di R k . Se tutti gli intervalli I 1 , I 2 ,...., I k sono superiormente semiaperti allora si dice che I un intervallo su-

intervallo di R k di componenti I 1 , I 2 ,...., I k .

periormente semiaperto di R k . Se tutti gli intervalli I 1 , I 2 ,...., I k sono inferiormente semiaperti allora si dice che I un intervallo inferiormente semiaperto di R k . Se tutti gli intervalli I 1 , I 2 ,...., I k sono limitati allora si dice che I un intervallo limitato di R k . evidente che gli intervalli limitati di R 2 sono tutte e sole quelle parti di R 2 che sono rappresentate nel piano da rettangoli con i lati paralleli agli assi cartesiani. anche evidente che gli intervalli limitati di R 3 sono tutte e sole quelle parti di R 3 che sono rappresentate nello spazio da parallelepipedi rettangoli con gli spigoli paralleli agli assi cartesiani. DEF.7.1.2. Sia P una parte di R k . Si dice che P un plurintervallo di R k se P = o, essendo P , se esiste una partizione di P costituita da un numero finito di intervalli limitati di R k . evidente che ogni intervallo limitato di R k un plurintervallo di R k . anche evidente che i plurintervalli di R sono tutte e sole quelle parti di R che sono rappresentate sulla retta dalla unione di un numero finito di segmenti a due a due disgiunti. ancora evidente che i plurintervalli di R 2 sono tutte e sole quelle parti di R 2 che sono rappresentate sul piano dalla unione di un numero finito di rettangoli a due a due disgiunti ed aventi tutti i lati paralleli agli assi cartesiani. in fine evidente che i plurintervalli di R 3 sono tutte e sole quelle parti di R 3 che sono rappresentate nello spazio dalla unione di un numero finito di parallelepipedi rettangoli a due a due disgiunti ed aventi tutti gli spigoli paralleli agli assi cartesiani. possibile dimostrare la seguente proposizione: 7.1.3. Se P e P sono due plurintervalli di R k allora P U P , P I P e P P sono tre plurintervalli di R k . Poniamo in fine la seguente altra definizione: DEF.7.1.4. Sia X una parte di R k . Si dice che X una parte limitata di R k se esiste un intervallo limitato I di R k tale che sia X I . evidente che la parte vuota di R k una parte limitata di R k . anche evidente che lunione di un numero finito di parti limitate di R k una parte limitata di R k e

135 conseguentemente ogni plurintervallo di R k una parte limitata di R k . ancora evidente che le parti limitate di R 2 sono tutte e sole quelle parti di R 2 che sono rappresentate sul piano da una figura che pu essere inclusa in un rettangolo avente i lati paralleli agli assi cartesiani. Per esempio se (a, b ) un elemento di R 2 ed r un numero reale positivo, allora il sottoinsieme di

(x a )2 + ( y b )2 < r una parte limitata di R 2 mentre il sottoinsieme di R 2 : {(x, y ) R 2 , x ]0,1] ed y [0,1 x]}, ricordando il grafico della funzione x ]0,1] 1 x , una parte di R 2
R2 :
2

{(x, y ) R ,

non limitata. in fine evidente che le parti limitate di R 3 sono tutte e sole quelle parti di R 3 che sono rappresentate nello spazio da una figura che pu essere inclusa in un parallelepipedo rettangolo con gli spigoli paralleli agli assi cartesiani. Per esempio se (a, b, c ) un elemento di R 3 ed r un numero reale positivo, allora il sottoinsieme di

R 3 : ( x, y , z ) R 3 ,

( x a ) 2 + ( y b )2 + ( z c )2

< r una parte limitata di R 3 .

.7.2. CENN I SULLA MISURA SECONDO PEANO-JORDAN. noto che ad alcune parti X della retta si associa un numero reale maggiore o uguale a zero che si chiama lunghezza di X o misura elementare in R di X, ad alcune parti X del piano si associa un numero reale maggiore o uguale a zero che si chiama area di X o misura elementare in R 2 di X e ad alcune parti X dello spazio si associa un numero reale maggiore o uguale a zero che si chiama volume di X o misura elementare in R 3 di X. Si pensi alla lunghezza di un segmento, all'area di un poligono o di un cerchio ed al volume di un poliedro, di una sfera, di un cilindro o di un cono.

Tutto ci che fin qui stato detto si pu esprimere, pi brevemente, dicendo che, se k un elemento di {1,2,3}, ad alcune parti X di R k si associa un numero reale positivo o nullo che si chiama la misura elementare di X in R k ed X si dice elementarmente misurabile in R k . Noi qui di seguito daremo una generalizzazione della nozione di misura elementare nel senso che ad alcune parti X di R k , k essendo un qualunque numero intero positivo, assoceremo un numero reale maggiore o uguale di zero che chiameremo misura di X in R k e diremo pure che X una parte misurabile di R k , la 1 misura di X in R k sar definita in modo tale che se k un elemento di { ,2,3} ed X una parte di R k misuk k rabile elementarmente in R allora X misurabile in R e la misura di X in R k uguale alla misura elementare di X in R k . Per questo cominciamo col porre la seguente definizione: DEF.7.2.1. Sia I un intervallo limitato di R k . Si dice misura di I in R k e si denota col simbolo ik (I ) zero se I = , se invece I , il numero

reale sup I inf I se I R ed il numero reale i1 (I 1 )i1 (I 2 )....i1 (I k ) se I R k con k maggiore di uno e se

I 1 , I 2 ,...., I k sono le componenti di I.


OSSERVAZIONE.7.2.2. Si noti che: a) Un intervallo limitato di R ha per misura la lunghezza del segmento che lo rappresenta sulla retta. b) Un intervallo limitato di R 2 ha per misura l'area del rettangolo che lo rappresenta sul piano. c) Un intervalla limitato di R 3 ha per misura il volume del parallelepipedo rettangolo che lo rappresenta nello spazio. 1 d) Se per un intervallo limitato I = I 1 I 2 .... I k di R k esiste almeno un elemento h di { ,2,...., k } tale che risulti i1 (I h ) = 0 allora ik (I ) = 0 . In particolare di misura nulla ogni intervallo di R k che si riduce ad un solo punto. e) Se I = I 1 I 2 .... I k , ed I = I 1 I 2 .... I k sono due intervalli limitati di R k e per ogni ele-

136

1 mento h di { ,2,...., k } risulta: inf I h = inf I h e, sup I h = sup I h allora ik (I ) = ik (I ) .

f) Se I ed I sono due intervalli limitati di R k e risulta I I allora ik (I ) ik (I ) .

ora possibile dimostrare la seguente proposizione: 7.2.3. Sia P un plurintervallo di R k . Se {J 1 , J 2 ,...., J m } e {J1, J 2,...., J n} sono due partizioni di P entrambe costituite da un numero finito di intervalli limitati di R k , allora :

i (J ) = i (J ) .
h =1 k h h =1 k h

La proposizione 7.2.3 legittima la seguente definizione: DEF.7.2.4. Sia P un plurintervallo di R k . Si dice misura di P in R k e si denota col simbolo p k (P ) zero se P = , se invece P , il numero reale maggiore o uguale a zero

i (J ) dove {J , J
h =1 k h 1

,...., J n } una qualunque partizione di P costitui-

ta da un numero finito di intervalli limitati di R k . ora possibile dimostrare la seguente altra proposizione: 7.2.5. Se P e P sono due plurintervalli di R k , allora risulta: pk (P U P) = pk (P) + pk (P) p k (P I P ) e p k (P P ) = p k (P ) p k (P I P ) . Conseguentemente se p k (P I P ) = 0 risulta: p k (P U P ) = p k (P ) + p k (P ) e se P P risulta: p k (P P ) = p k (P ) p k (P ) e pertanto se P P allora risulta: p k (P ) p k (P ) . Facciamo ora la seguente posizione: Se X una parte limitata e non vuota, di R k porremo: e B X = {b [0,+[, esiste un plurintervallo P di R k includente X : b = p k (P )} . Si noti esplicitamente che, come d'altra parte stato ben specificato nella definizione di AX e B X , si ha: AX [0,+[ e B X [0,+[ . D'immediata verifica ora la seguente proposizione: 7.2.6. Se X una parte limitata di R k allora AX e B X sono due parti separate di R k ed AX la parte sottostante. Conseguentemente AX limitata superiormente, B X limitata inferiormente e si ha: sup AX inf B X . DIM. Infatti se a un elemento di AX e b un elemento di B X , allora esistono due plurintervalli di R , P e P , tali che risulti: P X P , a = p k (P ) e b = pk (P) e di qui, in virt della proposizione 7.2.5, come volevasi, : a b .
k

AX = {a [0,+[, esiste un plurintervallo P di R k incluso in X : a = p k (P )}

Siamo ora in grado di porre la seguente definizione: DEF.7.2.7. Sia X una parte limitata di R k .

137 Si dice che X una parte misurabile secondo PEANO-JORDAN o, pi semplicemente, che X misurabile se X = o se, essendo X , AX e B X sono contigue o, ci che lo stesso, se risulta: sup AX = inf B X . Se X misurabile allora si dice misura di X in R k e si denota col simbolo mk ( X ) zero se X = se invece X il numero reale maggiore o uguale a zero sup AX = inf B X . Si possono ora dimostrare le seguenti tre proposizioni: 7.2.8. Sia X una parte limitata di R k . Condizione necessaria e sufficiente affinch X sia misurabile che per ogni numero reale positivo esistano due plurintervalli di R k , P e P , tali che risulti: P X P e p k (P ) p k (P ) . 7.2.9. Sia X una parte limitata di R k . Condizione necessaria e sufficiente affinch X sia misurabile e risulti mk ( X ) = 0 che per ogni nume-

ro reale positivo esista un plurintervallo P di R k tale che risulti: X P e p k (P ) . Conseguentemente se mk ( X ) = 0 e se Y una parte di X allora anche mk (Y ) = 0 .

7.2.10. Siano X ed Y due parti limitate di R k . Se X ed Y sono misurabili allora misurabili sono pure le parti di R k X U Y , X I Y ed X Y e risulta: mk ( X U Y ) = mk ( X ) + mk (Y ) mk ( X I Y ) ed mk ( X Y ) = mk ( X ) mk ( X I Y ) . Conseguentemente se mk ( X I Y ) = 0 risulta: mk ( X U Y ) = mk ( X ) + mk (Y ) e se Y X risulta: mk ( X Y ) = mk ( X ) mk (Y ) e pertanto se Y X allora risulta: mk (Y ) mk ( X ) .
1 OSSERVAZIONE.7.2.11. Si noti che se X una parte limitata di R k con k { ,2,3} che misurabile k k elementarmente in R allora X misurabile in R ed mk ( X ) coincide con la misura elementare di X in R k . Per questa ragione se X una parte limitata e misurabile di R ad m1 ( X ) si da anche il nome di lun-

ghezza di X, se X una parte limitata e misurabile di R 2 ad m2 ( X ) si da anche il nome di area di X e se X una parte limitata e misurabile di R 3 ad m3 ( X ) si da anche il nome di volume di X. ESEMPI.7.2.12.

1). Se X una parte limitata e misurabile di R k ed a un numero reale maggiore o uguale a zero, allora l'insieme X [0, a ] una parte limitata e misurabile di R k +1 e risulta: mk +1 ( X [0, a ]) = mk ( X )a . Se a = 0 diciamo I un intervallo limitato di R k includente X ed osserviamo che l'intervallo I [0,0] di R k +1 , ha, in virt di quanto affermato nel punto d) dell'osservazione 7.2.2, misura nulla ed essendo X [0,0] I [0,0] , come volevasi, : mk +1 ( X [0,0]) = 0 = mk ( X )0 . Se a > 0 diciamo: un numero reale positivo, P e P due plurintervalli di R k tali che risulti: P X P e p k (P ) p k (P ) < a ed osservando che P [0, a ] e P [0, a ] sono due plurintervalli di

surabile di R k +1 e risulta mk +1 ( X [0, a ]) = mk ( X )a .

per cui : P [0, a ] X [0, a ] P [0, a ] , p k +1 (P [0, a ]) p k +1 (P [0, a ]) = a( p k +1 (P ) p k +1 (P )) < a a = , e p k (P )a mk ( X )a p k (P )a , come volevasi, X [0, a ] una parte limitata e miR k +1

2). Si pu far vedere che, pi in generale di quanto affermato nell'esempio 1), se k ed h sono due numeri interi positivi, se X una parte limitata e misurabile di R k ed Y una parte limitata e misurabile di

138
R h allora X Y una parte limitata e misurabile di R k + h e risulta: mk + h ( X Y ) = mk ( X )mh (Y ) .

e y [0, f (x )]} una parte limitata e misurabile di R k +1 e risulta: mk +1 (C X , f ) = 0 .

3). Siano: X una parte non vuota di R k ed f una funzione definita in X ed a valori in [0,+[ . Se mk ( X ) = 0 e se la funzione f limitata allora l'insieme C X , f = {( x, y ) R k R, x X

Quanto asserito nellesempio 3) consegue dalla proposizione 7.2.9 e da quanto affermato nell'esempio 1) quando si noti che : C X , f X [0, sup f ( X )] . 4). Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione definita in X ed a valori in [0,+[ . Se X una parte di R limitata e misurabile e se la funzione f limitata e monotona, allora l'insieme = {( x, y ) R R, x X e y [0, f (x )]} una parte limitata e misurabile di R 2 .

CX, f

partizione di P I [ inf f
P I f
1

Se f identicamente nulla l'asserto consegue da quanto asserito nell'esempio 1), se invce m1 ( X ) = 0 l'asserto consegue da quanto asserito nell'esempio 3). Sia quindi f non identicamente nulla ed m1 ( X ) > 0 . In questa ipotesi, se un numero reale positivo, siano P e P due plurintervalli di R tali che risulti: P X P e p1 (P ) p1 (P ) = p1 (P P ) < 2 sup f ( X ) . Siano quindi I un intervallo limitato di R includente X e {J 1 , J 2 ,...., J s } una partizione di [0, sup f ( X )] costituita da s intervalli di R aventi tutti misura in R minore di 2i1 (I ) . Se h un elemento di { ,2,...., s} U h denota l'insieme vuoto se P I f 1 ( J h ) = , denota invece una 1
1

(J h ), sup f 1 (J h ) ]
s

costituita da un numero finito di intervalli di R se

(J h )

e se n il numero degli elementi di

UU
r =1

sia {I1 , I 2 ,...., I n } linsieme dei valori di una

1 funzione biunivoca di { ,2,...., n} su

immediato rendersi conto che {I 1 , I 2 ,...., I n } una partizione di P costituita da n intervalli di R.


n n ora evidente che posto P = U I r [0, inf f (I r )] e P = U I r [0, sup f (I r )] U ((P P ) [0, r =1 r =1 2 sup f ( X )]) , P e P sono due plurintervalli di R per i quali risulta: P C X , f P , daltra parte con

UU
r =1

semplici calcoli si vede che : p 2 P p 2 P = i1 (I r )(sup f (I r ) inf f (I r )) + p1 (P P )sup f ( X )


r =1

( )

( )

( 2i1 (I )) i1 (I r ) + ( 2 sup f ( X ))sup f ( X ) e di qui, in virt della proposizione 7.2.8, consegue quanr =1

to asserito. 5). Siano: X una parte non vuota di R ed f una funzione definita in X ed a valori in [0,+[ . Si pu far vedere che se X una parte di R limitata e misurabile e se la funzione f limitata e continua, allora l'insieme C X , f = {( x, y ) R R, x X e y [0, f (x )]} una parte limitata e misurabile di R 2 . 6). Se X un intervallo limitato di R avente interno non vuoto e se D una parte di X localmente finita in X, allora D una parte limitata e misurabile di R e risulta: m1 (D ) = 0 . Se un elemento di ]0, i1 ( X ) 2[ , posto: P = ]inf X 8 , inf X + 8[ U ]sup X 8 , sup X + 8[ U U ([inf X + 8 , sup X 8] I D ) , P un plurintervallo di R includente D e tale che risulti: p1 (P ) = = 4 + 4 = 2 < e ci, in virt della proposizione 7.2.9, dimostra quanto asserito.

139 7 ). Si pu far vedere in fine che se k un numero intero positivo allora l'insieme [0,1] I Q k una parte di R k limitata e non misurabile. Si pu infatti dimostrare che : A[0,1]k IQ k = {0} e inf B[0,1]k IQ k = 1 .
k

.7.3. DEFINIZIONE DI INTEGRALE. Prima di dare la definizione di integrale conviene porre alcune definizioni:

R k +1 : ( x, y ) R k R, x X ed y [min{0, f ( x )}, max{0, f ( x )}] .

DEF.7.3.1. Siano: X una parte non vuota di R k ed f una funzione reale definita in X. Si dice cilindroide di base X relativo, alla funzione f e si denota col simbolo C X , f il sottoinsieme di

DEF.7.3.2. Siano: X una parte non vuota di R k ed f una funzione reale definita in X. Si dice parte positiva di f e si denota col simbolo f + la funzione x X max{0, f ( x )} = f ( x ) se f ( x ) 0 = . se f ( x ) < 0 0 0 = Si dice parte negativa di f e si denota col simbolo f se f ( x ) 0 . f ( x ) se f ( x ) < 0

la funzione x X min{0, f (x )} =

immediato rendersi conto che sussistono le seguenti due proposizioni: 7.3.3. Se X una parte non vuota di R k ed f una funzione reale definita in X allora : f = f + + f ed f = f + f . 7.3.4. Siano: X una parte non vuota di R k ed f una funzione reale definita in X. Condizione necessaria e sufficiente affinch C X , f sia una parte limitata di R k +1 che X sia una parte limitata di R k ed f sia una funzione limitata. Dimostriamo ora la seguente proposizione: 7.3.5. Siano: X una parte non vuota e limitata di R k ed f una funzione reale limitata definita in X. Condizione necessaria e sufficiente affinch C X , f sia una parte misurabile di R k +1 che C X , f + e C X , f siano due parti misurabili di R k +1 . DIM. immediato rendersi conto che: condizione necessaria e sufficiente affinch C X , f sia una parte misurabile di R k +1 e che C X , f sia una parte misurabile di R k +1 e se C X , f una parte misurabile di R k +1 allora risulta: mk +1 C X , f = mk +1 C X , f . Ci premesso, l'asserto consegue quando si osservi che, se I un intervallo limitato di R k includente X, : C X , f + = C X , f I (I [0, max{0, sup f ( X )}]) , C X , f = C X , f I (I [min{0, inf f ( X ),0}]) e C X , f + I

I C X , f I [0,0] .

Poniamo ora la seguente definizione:

140 DEF.7.3.6. Siano: X una parte non vuota e limitata di R k ed f una funzione reale limitata definita in X. Si dice che f integrabile secondo RIEMANN o, pi semplicemente, che f integrabile se C X , f una parte misurabile di R k +1 o, equivalentemente, se C X , f + e C X , f sono due parti misurabili di R k +1 . Se f integrabile si dice integrale secondo RIEMANN di f o, pi semp1icmente, integrale di f e si denota col simbolo fdmk il numero reale mk +1 C X , f + mk +1 C X , f .

ESEMPI.7.3.7. 1). Siano: X una parte non vuota, limitata e misurabile di R k ed a un numero reale. Far vedere che la funzione a : x X a integrabile e risulta: a dmk = mk ( X )a .
+ Infatti se a > 0 allora : a = a e a = 0 , conseguentemente : C X , + = X [0, a ] e C X , =
a

= X [0,0] e pertanto, in virt di quanto affermato nell'esempio 7.2.12 1), si ha: mk +1 C X , + = mk ( X )a ed

mk +1 C X , = 0 e di qui consegue quanto affermato.


a

+ Se a < 0 allora : a = 0 e a = a , conseguentemente : C X , + = X [0,0] e C X , = X [0, a ] e


a a

quindi con un ragionamento analogo a quello fatto nel caso precedente si dimostra che vero quanto asserito. + In fine se a = 0 allora : 0 = 0 = 0 e quindi, come volevasi, l'integrale di 0 uguale a zero. 2). Siano: X una parte non vuota e limitata di R k ed f una funzione reale definita in X. Se mk ( X ) = 0 e se la funzione f limitata allora f integrabile e risulta: fdmk = 0 . Al Lettore il non difficile compito di dimostrare quanto asserito nellesempio 2) servendosi di quanto affermato nell'esempio 7.2.12 3). 3). Siano: X una parte non vuota e limitata di R ed f una funzione reale definita in X. Se X una parte misurabile di R e se la funzione f limitata e monotona allora f integrabile. Infatti immediato convincersi che se f crescente allora f + crescente ed f decrescente, mentre se f decrescente allora f + decrescente ed f crescente e quindi l'asserto consegue immediatamente da quanto affermato nell'esempio 7.2.12 4). 4). Siano: X una parte non vuota e limitata di R ed f una funzione reale definita in X. Se X una parte misurabile di R e se la funzione f limitata e continua allora f integrabile.
= ( f f ) 2 e pertanto se f continua continue sono pure le funzioni f

Infatti essendo: f = f + + f

ed f = f + f

facile rendersi conto che : f


+

= ( f + f ) 2 ed

ed f e quindi l'asserto con-

segue immediatamente da quanto affermato nell'esempio 7.2.12 5). Anche se di semplice dimostrazione noi qui di seguito ci limiteremo ad enunciare i teoremi che esprimono le principali propriet dell'integrale: 7.3.8. Siano: X una parte non vuota e limitata di R k ed f e g due funzioni reali limitate definite in X. Se f e g sono integrabili e se per ogni elemento x di X : f ( x ) g ( x ) , allora : fdmk gdmk .

Conseguentemente, se f integrabile e per ogni elemento x di X : f ( x ) 0 allora :

fdm

0.

141 7.3.9. Siano: X una parte non vuota e limitata di R k ed f una funzione reale limitata definita in X. Se f integrabile allora anche f integrabile e risulta: f dm k = m k +1 C X , f + + m k +1 C X , f =

= mk +1 (C X , f ).

Conseguentemente se f integrabile :

fdm

f dmk .

7.3.10. (TEOREMA DELLA MEDIA). Siano: X una parte, non vuota e limitata di R k ed f una funzione reale limitata definita in X. Se X misurabile ed f integrabile, allora risulta: mk ( X )inf f ( X ) fdmk mk ( X )sup f ( X ) . 7.3.11. Siano: X una parte non vuota e limitata di R k , Y una parte non vuota di X ed f una funzione reale limitata definita in X. Se f integrabile e se esiste una parte Y di R k limitata e misurabile tale che risulti: Y = X I Y , allora anche la restrizione di f ad Y integrabile. La proposizione 7.3.11 legittima la seguente definizione: DEF.7.3.l2. Siano: X una parte non vuota e limitata di R k , Y una parte non vuota di X tale che esista una parte Y di R k limitata e misurabile per cui risulti Y = X I Y ed f una funzione integrabile definita in X. Si chiama integrale di f esteso ad Y e si denota col simbolo fdm k l'integrale della restrizione della
Y

funzione f ad Y. ora possibile dimostrare la seguente proposizione: 7.3.13. Siano: X una parte non vuota e limitata di R k , Y ed Y due parti di X ed f una funzione reale limitata definita in X. Se f integrabile e se esistono due parti di R k , Y ed Y , entrambe limitate e misurabili e tali che risulti: Y = X I Y ed Y = X I Y , allora si ha:

Y UY

fdm

fdm

fdm

Y IY

fdm

Y Y

fdm
k

fdm
k

Y IY

fdm
k

Conseguentemente se mk (Y I Y ) = 0 risulta
Y Y

fdm

fdm

fdmk .
Y

Y UY

fdm

fdm

fdm

e se Y Y risulta

7.3.14. Siano: X una parte non vuota e limitata di R k , f e g due funzioni reali limitate definite in X e a e b due numeri reali. Se f e g sono integrabili allora anche af + bg integrabile e risulta: (af + bg )dmk = a fdmk + + b gdmk . In particolare quindi : = a fdmk .

( f + g )dm

= fdmk + gdmk ,

( f g )dm

= fdmk gdmk e

afdm

.7.4. MISURABILIT DELLINSIEME NORMALE. Uno dei problemi che pu essere risolto col

142 calcolo degli integrali la determinazione della misura di un insieme misurabile. A questo proposito osserviamo che gi il teorema 7.3.9 ci dice in che modo, col calcolo degli integrali, pu determinarsi la misura del cilindroide relativo ad una funzione integrabile, infatti immediato convincersi che il teorema 7.3.9 pu essere enunciato equivalentemente nel seguente altro modo: 7.4.1. Siano: X una parte non vuota e limitata di R k ed f una funzione reale limitata definita in X. Se f integrabile allora si ha: = mk +1 (C X , f ) = f dmk . Noi ora qui di seguito enunceremo un teorema che permetter di calcolare la misura di un insieme misurabile che di tipo pi generale del cilindroide. Per questo cominciamo col porre la seguente definizione: DEF.7.4.3. Siano X una parte non vuota di R k ed f e g due funzioni reali definite in X. Si dice insieme normale di base X relativo alle funzioni f e g e si denota col simbolo N X , f , g il sottoinsieme di R k +1 :

{(x, y ) R

R, x X ed y [min{ f ( x ), g ( x )}, max{ f ( x ), g ( x )}] .

Nella figura 1 rappresentato un cilindroide e nella figura 2 rappresentato un insieme normale.

Si osservi che il cilindroide di base X relativo alla funzione f l'insieme normale di base X relativo alla funzione f ed alla funzione identicamente nulla in X. Chiudiamo questo paragrafo enunciando la seguente proposizione: 7.4.4. Siano: X una parte non vuota e limitata di R k ed f e g due funzioni reali definite in X. Se f e g sono integrabili allora l'insieme normale N X , f , g una parte limitata e misurabile di R k +1 e ri-

sulta: = mk +1 (N X , f , g ) = f g dmk .

.7.5. IL CASO DELLE FUNZIONI REALI DI UNA VARIABILE REALE. In questo paragrafo studieremo un p pi approfonditamente il caso delle funzioni reali definite in una parte di R.

A questo proposito cominciamo col dimostrare la seguente proposizione: 7.5.1. Siano: X una parte non vuota di R limitata e misurabile ed f una funzione reale limitata definita in X. Se esiste una parte Y di X avente misura nulla tale che f sia continua in X Y , allora f integrabile.

DIM. Se, per comodit, denotiamo con f 1 la restrizione di f ad X Y e con f 2 la restrizione di f ad Y si ha: C X , f + = C X Y , f + U CY , f + e C X , f = C X Y , f U CY , f , osserviamo ora che C X Y , f + e C X Y , f sono, in vir1 2 1 2 1 1

t di quanto affermato nell'esempio 7.2.12 5), due parti misurabili di R e CY , f + e CY , f sono, in virt di
2 2

quanto affermato nell'esempio 7.2.12 3), due parti misurabili di R ed aventi misura nulla in R 2 , pertanto

143 l'asserto conseguenza della proposizione 7.2.10. Dalla proposizione 7.5.1 ora dimostrata consegue la seguente altra: 7.5.2. Siano: X un intervallo limitato di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale limitata definita in X. Se esiste una parte Y di X localmente finita in X tale che f sia continua in X Y , allora f integrabile. DIM. In virt di quanto affermato nell'esempio 7.2.12 6) risulta: m1 (Y ) = 0 e quindi l'asserto conseguenza della proposizione 7.5.1. Poniamo ora la seguente definizione: DEF.7.5.3. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X e tale che, per ogni intervallo I chiuso e limitato incluso in X, la restrizione di f ad I integrabile. Se per ogni coppia ordinata (a, b ) di elementi di X si pone: fdm1 se a b [ab ] , f ( x )dx = fdm1 se a > b [b ,a ]

al numero reale

f (x )dx si da il nome di integrale definito di f da a a b.


a

facile rendersi conto che sussiste la seguente proposizione: 7.5.4. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X e tale che, per ogni intervallo I chiuso e limitato incluso in X, la restrizione di f ad I integrabile. Se a, b e c sono tre elementi di X allora si ha

f ( x )dx = 0 e

f ( x )dx = f ( x )dx + f ( x )dx .


a c

Poniamo quindi la seguente altra definizione: DEF.7.5.5. Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X e tale che, per ogni intervallo I chiuso e limitato incluso in X, la restrizione di f ad I integrabile. Se a un elemento di X alla funzione reale:
Fa : x X f (t )dt
a x

si da il nome di funzione integrale di f di origine a. possibile ora dimostrare la seguente proposizione: 7.5.6. (TEOREMA DI TORRICELLI-BARROW). Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto, f una funzione reale definita in X e tale che, per ogni intervallo I chiuso e limitato incluso in X, la restrizione di f ad I integrabile ed a un elemento di X. La funzione integrale di f di origine a, Fa continua e se x un elemento di X in cui la funzione f continua allora Fa derivabile in x e risulta: Fa ( x ) = f ( x ) .

144 Dal teorema 7.5.6 consegue facilmente il seguente altro: 7.5.7. (TEOREMA DI ESISTENZA DELLE PRIMITIVE). Siano: X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X e tale che, per ogni intervallo I chiuso e limitato incluso in X, la restrizione di f ad I integrabile. Se esiste una parte Y di X localmente finita in X e tale che la restrizione di f ad X Y sia continua, allora la funzione f dotata di primitive. DIM. Sia a un elemento di X e consideriamo la funzione integrale di f di origine a, Fa : x X
f (t )dt per il teorema 7.5.6 la funzione Fa continua e, per ogni elemento x di X Y , derivabile in x
x

e risulta Fa ( x ) = f ( x ) e ci dimostra, come volevasi, che la funzione Fa una primitiva di f ed anzi possiamo precisare che Fa l'unica primitiva della funzione f che nel punto a assume il valore zero. Siamo ora in grado di dimostrare la seguente altra proposizione: 7.5.8. (TEOREMA FONDAMENTALE DEL CALCOLO INTEGRALE). Siano X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in X e tale che, per ogni intervallo I chiuso e limitato incluso in X, la restrizione di f ad I integrabile. Se esiste una parte Y di X localmente finita in X tale che la restrizione di f ad X Y sia continua allora f dotata di primitive e, per ogni elemento (a, b ) di X 2 , se G una primitiva di f,

f (t )dt = G(b ) G(a ) .


a

DIM. Sia (a, b ) una coppia ordinata di elementi di X, in virt della proposizione 7.5.7, la funzione integrale di f di origine a, Fa una primitiva di f, conseguentemente, se G unaltra primitiva di f, la funzione Fa G , in virt della proposizione 6.1.3, costante e pertanto risulta: (Fa G )(a ) = (Fa G )(b ) Fa (a ) G (a ) = Fa (b ) G (b ) Fa (b ) Fa (a ) = G (b ) G (a ) e da quest'ultima uguaglianza, quando si ricordi che : Fa (b ) = f (t )dt e Fa (a ) = 0 , consegue, come volevasi, che :
a b

f (t )dt = G(b ) G(a ) .


a

Al Lettore in fine il facile compito di dimostrare, servendosi della proposizione 3.3.1, di quanto affermato nell'esempio 7.3.7 4) e della proposizione 7.5.7, la seguente altra proposizione: 7.5.9. Se X un intervallo di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale continua definita in X allora f dotata di primitive e se x un elemento di X ed F una primitiva di f risulta: F ( x ) = f (x ) . OSSERVAZIONE.7.5.10. Si noti che la circostanza che una funzione f sia dotata di primitive non vuole dire che pu scriversi una primitiva di f servendosi delle funzioni elementari cos come stato fatto nei casi considerati nei paragrafi 6.2 e 6.3. 2 Per confermare quanto sopra affermato si consideri la funzione f : x R e x ed osserviamo che essendo f continua, in virt della proposizione 7.5.9, f dotata di primitive, per pu dimostrarsi che nessuna primitiva di f pu essere scritta servendosi delle funzioni elementari e quindi se si vuole scrivere una primitiva di f non ci resta altro da fare che fissare un numero reale a e scrivere la funzione x R e t dt .
2

Per meglio capire quello che stato fin qui detto si osservi che se non fossero state definite le funzioni arcotangente, arcocotangente e logaritmica allora, sempre in virt della proposizione 7.5.9, le funzioni x R 1 1 + x 2 e x ]0,+[ 1 x sono dotate di primitive per una loro primitiva non potrebbe essere

145 scritta se non nel seguente modo: x R 1 (1 + t 2 )dt e x ]0,+[ 1 tdt a essendo per la prima funx x a a

zione un numero reale e per la seconda funzione un numero reale positivo. ESERCIZI.7.5.11. 1). Data la funzione f : x [ 2,5] x 2 1 e x calcolare

fdm

ed m2 (C[2,5], f ) .

Per risolvere il problema proposto sufficiente calcolare m2 C[ 2,5], f + ed m2 C[ 2,5], f .

Per questo osserviamo che essendo: f ( x ) > 0 x 2 1 > 0 x [ 2,1[ U ]1,5] , risulta:

se x [ 2,1[ U ]1,5] x 2 1 e x se x [ 2,1] U [1,5] 0 ed f : x [ 2,5] f : x [ 2,5] 2 x se x ] 1,1[ 0 1 x e se x [ 1,1]


+

e quindi : m2 C[ 2,5], f + =
1

) fdm + fdm = (x 1)e [ ] [ ]


1 2 1 1 2 , 1 1, 5 2

dx + (x 2 1)e x dx ed m2 C [2,5], f =
5 1

) fdm [ ]
1,1

= x 2 1 e x dx ed essendo
1 2

m2 (C[ 2,5], f ) = e 2 36e 5 + 8e 1 .

= ( x + 1) e x : m2 C[ 2,5], f + = e 2 36e 5 + 4e 1 ed m2 C[ 2,5], f = 4e 1 e pertanto

(x

1 e x dx = x 2 1 e x + 2 xe x dx = x 2 1 e x 2 xe x + 2 e x dx =

fdm

= e 2 36e 5 ed

f 2 : x [ 5,0] 2( x + 1)arctgx ed

2). Al Lettore il compito di far vedere che, date le funzioni f1 : x [0,3] ( x 1) x 2 + 1 ,

m2 C[0,3], f1 = log 5 2 arctg 3 + 2 ,


log(13 2 ) ,

f 3 : x [ 4,4] x 3x + 2
2

risulta:

f dm
3

= 0 ed m2 C[ 4, 4 ], f 3 = log 3 25 .

f dm
1

dm1 = 16arctg 5 5 + log 26 ed m2 C[5, 0 ], f 2 = 16arctg 5 + 3

= log 10 arctg 3 ed

3). Data la funzione f : x [ 1,3] e 2 x 1 5e 2 x 2e x + 1 calcolare

)(

fdm

e m2 (C[1,3], f ) .

Per questo osserviamo che essendo: f ( x ) > 0 e 2 x 1 > 0 x [0,3] : m2 C[1,3], f + =


= e 2 x 1 5e 2 x 2e x + 1 dx ed m2 C[1,3], f =
0 3

Per risolvere il problema proposto sufficiente calcolare m2 C[1,3], f + ed m2 C[1,3], f .

) fdm = [ ]
1 0,3

((

)(

))

Per il calcolo di e pertanto calcoliamo

tegrale indefinito poniamo y 2 1 5 y 2 2 y + 1 y = ( Ay + B ) 5 y 2 2 y + 1 + C y e di qui, con semplici calcoli, si ricava che deve essere: A = 6 , B = 2 e C = 1 , quindi si ha:

((e 1) (5e 2e + 1))dx conviene effettuare la sostituzione y = e log y = x f (log y )D log ydy = ((y 1) (5 y 2 y + 1)y )dy e per il calcolo di questultimo in2x 2x x x

) fdm [ ]
1, 0

= e 2 x 1 5e 2 x 2e x + 1 dx .
1

((

)(

))

)(

((y
e quindi :

1 5 y 2 2 y + 1 y dy = (6 y 2 ) 5 y 2 2 y + 1 dy (1 y )dy = = (3 5) log(5 y 2 2 y + 1) (2 5)arctg ((5 y 1) 2) log y

)(

))

))

((e

2x

1 5e 2 x 2e x + 1 dx = (3 5) log 5e 2 x 2e x + 1 (2 5)arctg 5e x 1 2 x e pertanto ri-

)(

))

((

) )

146 sulta:

m2 C[1,3], f + = (3 5) log 5e 6 2e 3 + 1 (2 5)arctg 5e 3 1 2 3 (3 5) log 4 + (2 5)arctg 2 m2 C[1,3], f = (3 5) log 5e


e quindi :

((

) )

ed 2e + 1 (2 5)arctg 5e 1 1 2 + 1 (3 5) log 4 + (2 5)arctg 2


1

((

) )
(

fdm = (3 5)log(5e
1

2e 3 + 1 (2 5)arctg 5e 3 1 2 4 (3 5) log 5e 2 2e 1 + 1 + (2 5)arctg 5e 1 1 2


6

((

) )

((

) )

m (C[
2

1, 3 ], f

) = (3 5)log(5e

(2 5)arctg 5e 1 1 2 (6 5) log 4 + (4 5)arctg 2 .

ed 2e + 1) (2 5)arctg ((5e 3 1) 2 ) 2 + (3 5) log(5e 2 2e 1 + 1)


3

((

) )

f 2 : x [ 4 , 4] tgx 1 + tg x arctg (3 + tgx ) ed


2

4). Al Lettore il compito di far vedere che, date le funzioni f1 : x [ 2,7] ( x + 1)

= 39 48 log 2 ed m2 C[ 2, 7 ], f1 = 35 3 + 48 log(8 9) , m2 C[

4, 4 ], f 2

) = (7 2)(arctg 4 + arctg 2) + 8arctg 3 + (3 2)log(17 20) , f dm


3

f 3 : x [0, ] e

x+2 +3 ,

cos x

cos xsenx si ha:

dm1 = (7 2 )(arctg 2 arctg 4 ) 1 + (3 2 ) log(17 5) ed


1

f dm
1

= m2 C[0, ], f 3 = e 2 5 e .

) (

(Suggerimento: per calcolare per calcolare

conviene effettuare la sostituzione y = cos x x = arccos y ).

f (x )dx
2

f (x )dx
1

conviene effettuare la sostituzione y = x + 2 x = y 2 2 ,

conviene effettuare la sostituzione y = tgx x = arctgy e per calcolare

f (x )dx
3

5). Detto E un esagono inscritto nella circonferenza di centro il punto (3,0 ) e raggio 1 e considerate le funzioni f1 : x [0,1] x 2 ed f 2 : x [0,1] x 4 calcolare m2 E U N [0,1], f1 , f 2 U ({ 2,2.5} [ 1,3]) .

Essendo

m2 ({ 2,2.5} [ 1,3]) = 0

ed

E I N [0,1], f1 , f 2 =

risulta:

m2 E U N [0,1], f1 , f 2 U ({ 2,2.5}

[ 1,3])) = m2 E U N [0,1], f1 , f 2 = m2 (E ) + m2 N [0,1], f1 , f 2 = 3 3 2 + x 2 x 4 dx = 3 3 2 + 1 3 1 5 .


0

6). Al Lettore il compito di far vedere che, date le funzioni f1 : x [0,1] e x , f 2 : x [1,3] x 2 + x ed f 3 : x [1,3] cos(x 2) m2 C[0,1], f1 , U N [1,3], f 2 , f 3 = 35 3 + e + 4 .

7). Detto E il cerchio di centro il punto (1,8) e raggio 3 e considerata la funzione f : x [5,7] log x
al Lettore il compito di far vedere che : m2 E U C[5, 7 ], f U U { n} [0,2] = 9 2 + 7 log 7 5 log 5 . 1 nN (Suggerimento: osservare che linsieme U { n} localmente finito in [0,1] e conseguente di misura 1
nN

nulla). 8). Trovare linsieme di definizione della funzione F : x

t (t
x

4 dt e dire in quali intervalli

strettamente crescente o strettamente decrescente, in quali intervalli strettamente convessa o strettamente concava e se ha punti di flesso. Essendo t (t 2 4) 0 t [ 2,0] U [2,+[ e 1 [ 2,0] , linsieme di definizione di F [ 2,0] .

147 F ( x ) = x(x 2 4) , conseguentemente la funzione F strettamente crescente. F (x ) > 0 3x 2 4 > 0 x Osserviamo ora che in virt della proposizione 7.5.6 per ogni elemento x di

[ 2,0]

Per ogni elemento x di ] 2,0[ F ( x ) = D x(x 2 4) = (3 x 2 4) 2 x(x 2 4 ) e conseguentemente

] 2, 2

3 [ e pertanto la restrizione della funzione F a

strettamente convessa, la restrizione della funzione F a un punto di flesso proprio per F. 9). Al Lettore il compito di far vedere che:

3 ,0

] strettamente concava e

2, 2 2

a). La funzione F1 : x 3tarctgt dt definita in R, strettamente crescente, la restrizione di F1 a

] ,0] strettamente concava, la restrizione di


proprio per F1 . b) La funzione F2 : x e 2t
0 x

F1 a [0,+[ strettamente convessa e 0 un punto di flesso

e dt definita in R, la restrizione di F2 a ] ,1 2] e la restrizione

di F2 a [1,+[ sono strettamente crescenti, la restrizione di F2 a [ 1 2 ,1] strettamente decrescente, la restrizione di F2 a ] ,1 4] strettamente concava, la restrizione di F2 a [1 4 ,+[ strettamente convessa, 1 2 un punto di massimo relativo proprio per F2 , 1 un punto di minimo relativo proprio per F2 e 1 4 un punto di flesso proprio per F2 . c). La funzione F3 : x arctg e
0 x

e dt definita in [0,+[ , la restrizione di F3 a [0,1] stretta-

mente decrescente, la restrizione di F3 a [1,+[ strettamente crescente, F3 strettamente convessa ed 1 un punto di minimo relativo proprio per F3 . 10). Al Lettore il compito di far vedere che :

(2
x

tsen 2t

1)dt = 3 log 2 , lim


x 0

lim
x 0

x + 2 cos x 2

0 2

arctg (t sent )dt


0

2x 1
4

= 1 24 log 2 e lim
x 0

arcsen(2
x 0

1 dt = log 2 .

1 cos x

Chiudiamo questi appunti dimostrando la seguente proposizione: 7.5.12. (TEOREMA DEL VALOR MEDIO). Siano: [a, b] un intervallo chiuso e limitato di R avente interno non vuoto ed f una funzione reale definita in [a, b] . Se f limitata in [a, b] e continua in ]a, b[ allora f integrabile ed esiste almeno un elemento c di ]a, b[ tale che risulti:

fdm1 = f (t )dt = f (c )(b a ) .


a

DIM. Se I un intervallo chiuso incluso in [a, b] , in virt della proposizione 7.5.2, la restrizione di f ad I integrabile e quindi, come volevasi, f integrabile e la funzione F : x [a, b] f (t )dt , in virt della proposizione 7.5.6, continua in [a, b] e derivabile in ]a, b[ e pertanto, in virt della proposizione 5.3.3, esiste un elemento c di ]a, b[ tale che risulti: F (b ) F (a ) = F (c )(b a ) e di qui consegue quanto asserito quando
a b

148 si osservi che evidentemente : F (b ) = f (t )dt ed F (a ) = 0 e che inoltre, in virt della proposizione 7.5.6, risulta: F (c ) = f (c ) .
a b

A fatica ultimata non mi resta altro da fare se non ringraziare Mauro Bisceglia per il suo prezioso aiuto, senza del quale a me sarebbe stato impossibile porre gli appunti in questa nuova veste e quindi non avrei potuto correggere alcuni errori e colmare qualche omissione esistente nella precedente stesura.

Luigi Albano Bari, 16 luglio 2007

INDICE ANALITICO (i numeri in parentesi indicano le pagine) Antiimmagine (6). Ascissa (4). Ennupla ordinata (4). Applicazione (si veda funzione). Equazione (59). Asintoto obliquo (111). Asintoto orizzontale (111). Asintoto verticale (111). Caratteristica di una matrice (29). Cilindroide di base X relativo alla funzione f (139). Coefficiente binomiale (14). Coefficiente di un sistema (26). Complemento di A (4). Complemento relativo si B rispetto ad A (4). Componente di un intervallo di R k ( 134). Condizione di parallelismo (20). Condizione di perpendicolarit (20). Coordinata iesima (4). Coordinata prima (4). Coordinata seconda (4). Coppia ordinata (4). Decomposizione di un polinomio in polinomi primi (17). Derivata a destra (95). Derivata a sinistra (95). Derivata ennesima (96). Derivata prima (94). Derivata seconda (96). Determinante di una matrice quadrata (27). Disequazione (59). Disequazione stretta (59). Distanza di due punti di R (9). Distanza di due punti di R 2 (18). Distanza di un punto del piano da una retta del piano (21). Estremo inferiore (12). Estremo superiore (12). Fascio di rette del piano di centro P (20). Forme indeterminate (73). Funzione (5). Funzione arcocoseno (57). Funzione arcocotangente (57). Funzione arcoseno (57). Funzione arcotangente (57). Funzione biiettiva (6). Funzione biunivoca (6). Funzione biunivoca in X (7). Funzione composta (7). Funzione concava (41). Funzione continua (89). Funzione continua in x0 (89). Funzione convergente in x0 (68). Funzione convessa (41). Funzione coseno (55). Funzione costante (47). Funzione cotangente (55). Funzione crescente (39). Funzione crescente in x0 (102). Funzione decrescente (39). Funzione decrescente in x0 (102). Funzione derivabile (94). Funzione derivabile in x0 (94). Funzione derivabile a destra (95). Funzione derivabile a destra in x0 (94). Funzione derivabile a sinistra (95). Funzione derivabile a sinistra in x0 (94). Funzione derivabile due volte (96). Funzione derivabile due volte in x0 (96). Funzione derivabile n volte (97). Funzione derivabile n volte in x0 (96). Funzione discontinua in x0 (92). Funzione dispari (43).

Elemento di R in cui possa effettuarsi il limite su X (67).

150 Funzione divergente in x0 (68). Funzione divergente negativamente in x0 (68). Funzione divergente positivamente in x0 (68). Funzione dotata di derivata in x0 (94). Funzione dotata di derivata a destra in x0 (94). Funzione dotata di derivata a sinistra in x0 (94). Funzione dotata di derivata ennesima in x0 (96). Funzione dotata di derivata seconda in x0 (96). Funzione dotata di massimo (38). Funzione dotata di minimo (38). Funzione elementare (47). " Funzione esponenziale (50). Funzione identica (47). Funzione indefinitamente derivabile (97). Funzione iniettiva (6). Funzione integrabile (140). Funzione integrabile secondo RIEMANN (140). Funzione inversa (6). Funzione invertibile (6). Funzione invertibile in X (7). Funzione limitata (38). Funzione limitata inferiormente (38). Funzione limitata superiormente (38). Funzione logaritmica (51). Funzione monotona (40). Funzione pari (43). Funzione periodica di periodo w (44). Funzione polinomio (15). Funzione potenza di esponente p (52). Funzione potenza ennesima (48). Funzione primitiva (119). Funzione radice ennesima (49). Funzione razionale (77). Funzione reale (37). Funzione regolare in x0 (68). Funzione seno (55). Funzione simmetrica (42). Funzione strettamente concava (41). Funzione strettamente convessa (41). Funzione strettamente crescente (39). Funzione strettamente crescente in x0 (102). Funzione strettamente decrescente (39). Funzione strettamente decrescente in x0 (102). Funzione strettamente monotona (40). Funzione su (6). Funzione su in X (7). Funzione suriettiva (6). Funzione tangente (55). Funzione valore assoluto (48). Funzione w-periodica (44). Funzione x0 -simmetrica (43). Funzione (x 0 , y 0 ) -simmetrica (43). Grafico di f (37). Immagine di X mediante f (6). Immagine reciproca di Y mediante f (6). Insieme aperto (64). Insieme chiuso (64). Insieme dei valori che f assume in X (6) . Insieme denso in I (14). Insieme dotato di massimo (11). Insieme dotato di minimo (11). Insieme limitato (11). Insieme limitato inferiormente (11). Insieme limitato superiormente (11). Insieme localmente finito in I (13). Insieme misurabile (137). Insieme misurabile secondo PEANO-JORDAN (137). Insieme normale di base X relativo alle funzioni f e g (142). Insieme vuoto (2). Integrale definito di f da a a b (143) Integrale di f (140); Integrale di f esteso ad Y (141). Integrale indefinito di f (120). Integrale secondo RIEMANN di f (140). Interno di un insieme (66). Intersezione (3). Intervallo di R k (134). Intervallo limitato di R (10). Intervallo limitato di R k (134). Intervallo non limitato di R (11). Intorno di meno infinito (66). Intorno di pi infinito (66). Intorno di un numero reale (64). Limite (68). Limite a destra (75). Limite a sinistra (75). Lunghezza di un segmento di retta di R 2 (18). Maggiorante (11). Massimo (11). Matrice (26).

151 Matrice quadrata (26). Metrica euclidea in R (9). Metrica euclidea in R 2 (18). Minimo (11). Minorante (11). Misura di un intervallo limitato di R k ( 135). Misura di un plurintervallo di R k (136). Misura di un sottoinsieme limitato di R k ( 137). Numero di NEPERO (46). Numero intero (l). Numero intero positivo (l). Numero naturale (l). Numero primo (12). Numero razionale (12). Ordinata (4). Parte aperta di R (64). Parte chiusa di R (64). Parte densa in I (14). Parte dotata di massimo (11). Parte dotata di minimo (11). Parte localmente finita in I (13). Parte negativa di f (139). Parte positiva di f (139). Parte sottostante (12). Parte sovrastante (12). Punto di flesso proprio (42). Punto di massimo (38). Punto di massimo relativo (103). Punto di massimo relativo proprio (103). Punto di minimo (38). Punto di minimo relativo (103). Punto di minimo relativo proprio (103). Punto interno (66). Punto isolato (64). Punto medio di un segmento di retta di R 2 ( 18). Radice di un polinomio (15). Rango di una matrice (29). Rappresentazione dell'insieme dei numeri reali sulla retta (9). Rappresentazione dell'insieme delle coppie ordinate di numeri reali sul piano (17). Rappresentazione dell'insieme delle terne ordinate di numeri reali sullo spazio (32). Regola di CRAMER (29). Regola per risolvere un sistema compatibile (30). Restrizione di una funzione (6). Ricoprimento finito di A (4). Sistema compatibile (26). Sistema determinato (26). Sistema incompatibile (26). Sistema indeterminato (26). Sistema omogeneo (26). Soluzione dell'equazione f ( x ) = a (59). Soluzione di un polinomio (15). Soluzione di un sistema (26). Sottoinsiemi contigui di R (12). Sottoinsiemi separati di R (12). Spazio vettoriale (33). Successione (45). Successione che approssima per difetto x0 ( 46 ). Successione che approssima per eccesso x0 ( 46 ). Successione convergente (85). Successione crescente (45). Successione decrescente (45). Successione divergente (85). Successione divergente negativamente (85). Successione divergente positivamente (85).

Parti contigue di R (12). Parti separate di R (12). Partizione finita di A (4). Polinomio (15). Polinomio primo (17). Principio di identit dei polinomi (15) . Prodotto cartesiano (4). Prodotto combinatorio (4). Prolungamento di una funzione (6). Punto angoloso (111). Punto cuspidale(111). Punto di accumulazione (64). Punto di discontinuit (92). Punto di flesso (42).

152 Successione estratta (45). Successione regolare (85). Successione strettamente crescente (45). Successione strettamente decrescente (45). Tangente in un punto a destra ad un grafico (111). Tangente in un punto ad un grafico (111). Tangente in un punto a sinistra ad un grafico (111). Teorema degli zeri (91). Teorema della media (141). Teorema della permanenza del segno (72,86) Teorema dell'unicit del limite (68). Teorema del punto fisso (91). Teorema del valor medio (147). Teorema di BOLZANO-WEIERSTRASS (65). Teorema di CAUCHY (107). Teorema di CRAMER (29). Teorema di esistenza delle primitive (144). Teorema di FERMAT (104). Teorema di FERMAT per i punti di flesso (114). Teorema di LAGRANGE (107). Teorema di ROLLE (107). Teorema di ROUCHE'-CAPELLI (30). Teorema di TORRICELLI-BARROW (143). Teorema fondamentale del calcolo integrale (144). Teorema fondamentale per il calcolo dei limiti (87). Teorema primo del confronto (72,86). Teorema primo di BOLZANO (90). Teorema primo di DE L'HPITAL (109). Teorema primo di WEIERSTRASS (90). Teorema secondo del confronto (72,86). Teorema secondo di BOLZANO (90). Teorema secondo di DE L'HPITAL (109). Teorema secondo di WEIERSTRASS (90). Termini noti di un sistema (26). Unione (2). Vettore (33). Vettore opposto (34). Vettori linearmente dipendenti (34). Vettori linearmente indipendenti (34). Zero di un polinomio (15).

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