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Davide Miceli

Socioeconomia, barriera tecnologica e limiti sociali delle comunit online.

Ubuntu Fcm italian group case study.

Socioeconomia, barriera tecnologica e limiti sociali delle comunit online. Ubuntu Fcm italian group case study.

di Davide Miceli

Pubblicato: Tesi di Laurea in Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l'Universit di Catania. Prima edizione Marzo 2012.

Questo lavoro stato pubblicato sotto la licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0 (Attribuzione Non commerciale Condividi allo stesso modo 3.0 Unported) Per visualizzare una copia di questa licenza, visita: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/ Oppure manda una lettera a: Creative Commons 171 Second Street, Suite 300 San Francisco, California, 94105, USA

Un mio sentito ringraziamento va a AldoLatino, AlessandroLosavio, AlessandroStagni, AndreaLimongelli, AntoninoArcudi, AntonioAllegretti, AntonioPiccinno, BiancaKwey, CristianoLuinetti, CristinaFranzolini, DarioCavedon, DavidLaMonaca, EdoardoElidoro, FabrizioBrusa, FrancescoCargiuli, FabrizioGiacosa, FabrizioNicastro, FrancescoPlacco, GianfrancoTaormina, GianlucaSantoro, GiulioTani, GiuseppeCal, GiuseppeDandrea, IreneBonta, LucaDeJulis, LucaSaba, LuigiDiGaetano, MarcoBuono, MarcoLetizia, MattiaImpellizzeri, MattiaRizzolo, MirkoPizii, PaoloGarbin, PaoloRotolo, PasqualeDomenicoColaianni, RiccardoVianello, RoaldDeTino, TeoCocetta, UgoFazzini, ValerioSalvucci, VitoArnetta, VitoTigani, e a tutto il software OpenSource... ...senza di loro questa tesi non sarebbe stata possibile.

Indice generale

Introduzione.................................................................................................................5 1. Socioeconomia delle community.......................................................................9 1.1 Freeconomy.........................................................................................................9 1.2 Il modello ibrido...............................................................................................14 1.3 Le comunit come motore del crowdsourcing.............................................21 1.4 Il ruolo della comunit nell'atomo open source..........................................28 1.5 Modello Khan Academy..................................................................................33 1.6 Tirando le somme: Canonical e Ubuntu.......................................................35 Bibliografia primo capitolo....................................................................................39 2. Le comunit online..............................................................................................40 2.1 Cos' FCM e che strumenti usa......................................................................40 2.2 Cos' una community online...........................................................................44 2.3 Le origini del gruppo FCM.............................................................................46 2.4 Come la motivazione di gruppo incide nelle comunit online..................56 2.5 Senso di identit del gruppo e appartenenza................................................70 Bibliografia secondo capitolo................................................................................71 3. Cultura e territorio........................................................................................72 3.1 Tempo libero, una risorsa per le comunit online.......................................72 3.2 Spazio e territorio nelle comunit online......................................................80 3.3 Cattedrale o bazaar? O solo attrezzi nella scatola?......................................87 3.4 Convergenza culturale....................................................................................103 Bibliografia terzo capitolo....................................................................................106 4. Social network analysis e comunit online............................................107 Bibliografia quarto capitolo.................................................................................127 Appendice...................................................................................................................128

Introduzione
Il nostro oggetto di studio sar la comunit di traduzione italiana della rivista online Ubuntu Full Circle Magazine. Full Circle Magazine, abbreviata FCM, una rivista internazionale, prodotta attraverso gli strumenti che internet mette a disposizione e software open source, da un gruppo di amatori, che tratta come argomento il pi diffuso sistema operativo libero Linux, cio Ubuntu, e del mondo open source in generale. La stessa comunit di FCM, sia quella italiana che quella internazionale, parte integrante della pi vasta comunit di sviluppo Ubuntu. Nel nostro studio passeremo in rassegna gli ultimi studi internazionali di socioeconomia legati a internet e alle comunit online, gli ultimi sviluppi del rapporto economia-rete-comunit, analizzando il fenomeno denominato Freeconomy, descriveremo le dinamiche di Crowdsourcing, il dibattito intorno alla questione della mezzadria digitale e del copyright nel web collaborativo, e il recente fenomeno dei makers e dell'atomo open source. Collocheremo la community di FCM proprio in questo contesto e all'interno di questi temi, mostrandone il suo rapporto con Ubuntu e Canonical, la societ che supporta questo sistema operativo, i quali rappresentano un ibrido, cio a met strada tra economia di condivisione e economia commerciale. Completata l'analisi socioeconomica di FCM ci concentreremo sulla prospettiva prettamente sociale e organizzativa, partendo proprio dal concetto di comunit online. Daremo conto delle ricerche sul campo e dei diversi approcci di studio. Nella nostra analisi ci proporremo infatti di analizzare la comunit sotto diverse prospettive. Faremo ricerca etnografica, vivendo e partecipando come membri attivi, studieremo dall'interno la comunit, evidenziando nel secondo capitolo quali sono gli strumenti di interazione, come la motivazione di gruppo incida sulle comunit, senso d'identit di gruppo e senso di appartenenza; nel terzo capitolo, temi quali tempo libero, la concezione di spazio e territorio nelle comunit online, e come il fattore culturale incide nei diversi periodi di stabilit e instabilit della vita delle comunit e, in ci, quale configurazione culturale potrebbe assumere la dicotomia raymondiana di cattedrale e bazaar, e infine come FCM si configuri in una prospettiva di convergenza culturale. Ma affiancheremo e integreremo tutto ci anche con dati d'archivio. Ci anche tramite l'approccio della social network analysis (SNA). A tal fine infatti scriveremo noi stessi un software apposito per l'analisi dei dati adoperando il linguaggio di programmazione open source Processing, sviluppato a partire dal 2001 da Ben 4

Fry e Casey Reas del MIT di Boston e, tutt'ora, in grande espansione soprattutto in ambito elettronico, artistico, mediatico nonch accademico. Utilizzeremo Processing infatti proprio perch fortemente orientato alla grafica e all'animazione, multipiattaforma e con forte integrazione web, esportabile cio anche su browser ed eseguibile anche su dispositivi portabili come tablet e cellulari. Il software che realizzeremo ci permetter infatti di operare rappresentazioni visuali dei dati raccolti e della stessa comunit in modo interattivo. Le visualizzazioni dei dati sono un supporto infatti per il ricercatore, perch consentono di vedere trend, anomalie, costanti, variazioni, ecc, in modo pi diretto che non altre forme di ricerca pi discorsiva o basata su semplici matrici di dati e rischiando quindi di fare passare molti di questi elementi inosservati. Tale software stato rilasciato al pubblico sotto licenza aperta CC-BY-SA 3.0 e in licenza GPL 2.0 su http://www.openprocessing.org/ (un social networks site per professori, ricercatori, studenti e informatici che adoperano questo linguaggio), ci al fine di poter essere sviluppato, modificato e adoperato da altri ricercatori, cos come da chiunque volesse utilizzare questo strumento. Il progetto potr essere visualizzato presso l'indirizzo: http://openprocessing.org/visuals/?visualID=54025 Prima di iniziare, necessario fornire alcune informazioni essenziali su Ubuntu, Canoncal e la loro storia. A tal scopo riportiamo un estratto dalla sezione storia e filosofia del sito ubuntu.it che esprime chiaramente le posizioni di Ubuntu:
Storia Nell'Aprile 2004, Mark Shuttleworth cominci a coordinare un piccolo, ma immensamente talentuoso e motivato gruppo di sviluppatori di software open source per dar vita a una nuova e rivoluzionaria versione di Linux. Basata sul principio di versioni rilasciate periodicamente, sulle solide fondamenta Debian, sul desktop GNOME e con un forte impegno verso la libert, questo gruppo ha operato inizialmente sotto gli auspici di http://no-name-yet.com. La prima versione ufficiale di Ubuntu fu rilasciata nell'ottobre 2004 e fu debitamente chiamata Version 4.10, cos da introdurre il sistema di numerazione "A.MM". Mentre era ancora in sviluppo, Version 4.10 era affettuosamente conosciuta come The Warty Warthog, letteralmente "il facocero verrucoso", un nome che ha continuato a vivere ben oltre i consueti limiti temporali dei nomi in codice dei software in fase di sviluppo. Da allora, ogni successivo rilascio stato caratterizzato da un suo particolare nome in codice allitterante. I primi giorni nella storia del progetto formarono le basi di molte convenzioni di nomenclatura che continuano tutt'oggi. Per esempio, la comunit originaria che provava la Version 4.10 era chiamata The Sounder, derivante dal nome collettivo abbinato a un gruppo di facoceri. La mailing list The Sounder esiste ancora come punto per le libere discussioni della comunit, e le versioni di sviluppo hanno sempre un nome derivato da un qualche animale. L'interesse in Ubuntu fu enorme sin dagli inizi. Ci furono circa 3 mila messaggi nella mailing list ubuntu-users nelle sole prime due settimane, e gli obiettivi comuni

a tutto il progetto attrassero sviluppatori fondamentali per la sua crescita. Uno dei pri mi gruppi gestiti dalla comunit, il sempre attivo Documentation Team, fu fondato gi a fine 2004. Il debutto dell'Ubuntu Developer Summit fu tenuto a Oxford, in Inghilterra in agosto, seguito dalle Mataro Sessions a Mataro, in Spagna a dicembre. L'anno seguente fu testimone di una crescita vertiginosa della comunit di Ubuntu. Centinaia e poi migliaia di entusiasti appassionati del software libero si ag giunsero alla comunit. Il gruppo centrale di sviluppo continu a crescere e volontari motivati da tutto il mondo trovarono nuovi modi di contribuire scrivendo codice, at traverso la promozione, grafica, documentazione, controllo del wiki e altro. La comunit ebbe un ruolo fondamentale nel delineare il futuro di Ubuntu in occasione degli Ubuntu Developer Summit di Sidney e Montreal. Ubuntu 5.04 (Hoary Hedgehog) fu rilasciata nell'aprile 2005. Contemporaneamente, venne rilasciata la prima versione di Kubuntu per la gioia dei fan di KDE nel mondo. Il ritmo cadenzato di rilascio di versioni continu a ottobre 2005 con Ubuntu 5.10 (Breezy Badger). In aggiunta alle molto attese versioni di Ubuntu e Kubuntu, fu rilasciata la prima versione di Edubuntu, rivolta al settore dell'insegnamento. Il progetto Ubuntu fece un significativo passo avanti nel 2006, con il rilascio di giugno e la sua prima "LTS" o "Lungo Termine di Supporto". Mentre tutte le versioni Ubuntu sono rilasciate con 18 mesi di aggiornamenti e manutenzione garantiti (e supporto commerciale), gli utenti di imprese avevano bisogno di un ciclo di supporto pi lungo per far fronte ai loro cicli di aggiornamento. Ecco perch Ubuntu 6.06 LTS (Dapper Drake) fu rilasciata in giugno. In aggiunta al pi lungo periodo di supporto, quella versione segn anche la prima volta che un unico CD serviva sia da CD di installazione sia da CD "live". Oltre a tutto questo era presente anche una Server Edition. Da quei primi anni, il progetto Ubuntu ha sempre continuato a crescere, mettendo a segno nuovi record nella diffusione del software libero, sia nell'ambito desktop che server, tanto da essere ormai uno dei leader del settore. Importanti novit si sono susseguite nel corso degli anni, e tante altre verranno nei prossimi. Filosofia Il nostro lavoro su Ubuntu guidato da una filosofia sulla libert del software che ci auguriamo possa diffondere e portarne i benefici ad ogni parte del globo. Software Free e Open Source Ubuntu un progetto guidato da comunit per creare un sistema operativo ed una serie completa di applicazioni con l'uso del software Free e Open Source. Nel cuo re della Filosofia Ubuntu sulla libert del software, risiedono i seguenti ideali: 1. Ogni utente di computer deve avere la libert di eseguire, copiare, distribuire, studiare, condividere, modificare e migliorare il proprio software per qualunque scopo, senza dover pagare diritti di licenza. 2. Ogni utente deve poter usare il proprio software nella lingua di propria scelta. 3. A ciascun utente deve essere data l'opportunit di usare il software, anche se affetto da handicap. La nostra filosofia riflessa nel software che viene prodotto e incluso nella nostra distribuzione. Per questo i termini di licenza del software che viene distribuito sono ponderati sulla nostra filosofia, usando la "Ubuntu Licence Policy".

Quando installate Ubuntu, quasi tutto il software installato riscontra questi ideali, e la comunit sta lavorando affinch ogni singola parte di software di cui avete bisogno sia disponibile sotto la licenza che offre queste libert. Attualmente, specifiche eccezioni vengono effettuate per qualche "driver" disponibile solo nel formato binario, senza il quale molti computer non sarebbero in grado di completare l'installazione di Ubuntu. Questi vengono posizionati in una sezione "restricted" del nostro sistema, che rende banale la loro rimozione qualora non ne aveste bisogno. Free Software In Ubuntu il termine "free" in Free Software principalmente usato con riferimento alla libert e non al prezzo - sebbene siamo impegnati a distribuire gratuitamente Ubuntu. La cosa pi importante di Ubuntu non la sua disponibilit gratuita, ma che esso conferisce all'utente i diritti della libert del software. Sono queste libert che consentono alla comunit Ubuntu di crescere, condividendo le esperienze collettive per migliorare Ubuntu e renderlo adatto all'uso in nuovi Paesi ed in nuove industrie. Citando il testo "What is Free Software" della "Free Software Foundation", le libert al centro del Free Software sono definite come segue: La libert di eseguire il programma, per ogni scopo. La libert di studiare come lavora il programma, ed adattarlo alle proprie esigenze. La libert di ridistribuire copie per aiutare gli altri. La libert di migliorare il programma, e rilasciare le proprie modifiche al pub blico, per offrirne i benefici a tutti.

Il Free Software stato un coerente movimento per oltre due decenni. Questo movimento ha prodotto milioni di linee di codice, documentazione e una vibrante comunit della quale Ubuntu fiera di far parte. Open Source Open Source un termine coniato nel 1998 per rimuovere l'ambiguit della parola inglese "free". L'Open Source Initiative ha descritto il software open souce nella Open Source Definition. L'Open Source continua a crescere ed a riscuotere ampi riconoscimenti. Ubuntu felice di chiamarsi Open Source. Mentre alcuni si riferiscono al Free e Open Source come movimenti in competizione con diversi fini, noi non vediamo di stinzioni o incompatibilit tra i due. Ubuntu fiera di includere membri che si identificano in entrambi i settori Free e Open Source.

1. Socioeconomia delle community


1.1 Freeconomy

In questo capitolo analizzeremo il contesto socioeconomico delle comunit online. Ci sar cruciale per capire il rapporto che la societ Canonical intrattiene con la comunit Ubuntu. Nel panorama attuale del web non si pu analizzare una comunit online senza tener conto del rapporto che lega organizzazioni e comunit, del contesto economico che le circonda. Inizieremo quindi proprio illustrando quella che il direttore di Wired USA chiama Freeconomy. Chris Anderson in Gratis sostiene che nel ventunesimo secolo si sta profilando una nuova rivoluzione costituita da un nuovo modello di gratis. Nel ventesimo secolo il gratis era legato al marketing, costituiva uno dei suoi tanti strumenti. Quante volte abbiamo visto gestori di telefonia mobile che ci regalano il cellulare se ci abboniamo oppure gli omaggi abbinati ai prodotti al supermercato. Il modello del ventesimo secolo un semplice espediente per trasferire soldi da un portafogli a un altro. La nuova forma di gratuit del ventunesimo secolo invece basata, piuttosto che sul marketing, sull'enorme opportunit di far scendere talmente tanto i costi di beni e servizi da renderli irrilevanti, da ritenerli prossimi allo zero. Secondo Anderson siamo di fronte a un nuovo modello economico, la Freeconomy, l'economia del gratis, che riguarda l'economia del bit in quanto quando qualcosa diventa bit, diventa un prodotto digitale, immateriale, pensiamo, ad esempio, a un brano in un CD o in un vinile trasformato in mp3, e inevitabilmente gratuito nei costi (o, per meglio precisare, con costi cos prossimi allo zero da considerarsi gratuito) e sovente inoltre come valore d'acquisto. Infatti questo modello economico di tipo deflazionistico proprio perch i bit costano sempre meno, pensiamo alla legge di Moore del dimezzamento del prezzo in rapporto alla potenza dei microprocessori, nonch all'ancor minore dimezzamento del rapporto prezzo/spazio di archiviazione o quantit di bit trasmessi per unit di tempo. Al contrario quella degli atomi inflazionistica, cio i costi sono tendenzialmente crescenti con lo scorrere del tempo. Per quest'ultimo tipo di economia delle cose materiali, se diamo qualcosa gratis 8

dobbiamo rifarci da qualche parte della perdita e reincassare quanto perso con qualche altra cosa. Per tal motivo spesso la gente non si fida dei prodotti gratis nell'economia della materia col pensiero che in qualche maniera saranno sempre loro a tirar fuori quei soldi. Nell'economia dei bit invece una cosa pu essere realmente gratis e le transazioni sono di frequente non monetarie [Anderson 2009: 15-23]. Oggi i modelli di business pi interessanti spiega Anderson consistono nel trovare modi per guadagnare con il concetto di Gratis. Presto o tardi, in un modo o nell'altro, ogni azienda dovr capire come usare il Gratis o competere con esso [Anderson 2009: 24]. Gli stessi meccanismi di dimezzamento progressivo del prezzo in rapporto alle prestazioni della tecnologia sono gli stessi strumenti che hanno permesso la formazione della cosiddetta lunga coda. Cos' la lunga coda? Immaginiamo di entrare in un negozio o in un supermercato. I prodotti vengono collocati in scaffali o comunque occupano un certo spazio fisico che ovviamente finito. La tendenza di conseguenza quella di tenere in scaffale prodotti che vendano molto perch lo spazio ha un prezzo ed soggetto a scarsit. Cio nel business materiale le imprese cercano di vendere un prodotto o pochi prodotti a un numero quanto pi enorme possibile di persone. questo il meccanismo delle hit, pensiamo al mercato dei dischi di musica o ai libri bestsellers e cos via... Nel mondo dei bit non si hanno problemi di spazio, puoi vendere un solo prodotto a milioni di persone ma anche milioni di prodotti diversi una sola volta a una sola persona. Ecco che il prodotto di nicchia, se non amatoriale, nel quale, essendo rivolto solo a pochissimi consumatori, non valeva la pena investirci, diviene il prodotto su cui puntare per molti servizi e-commerce. In Italia la casa editrice Feltrinelli vende bestsellers accanto a titoli di autori totalmente sconosciuti che si sono auto-pubblicati tramite il sito ilmiolibro.it e lafeltrinelli.it e ordinabili da chiunque in qualunque punto vendita LaFeltrinelli a un prezzo che in parte gli stessi autori hanno scelto. Per mettere in vendita il proprio libro bisogna per almeno acquistarne una copia. questa la regola. Un meccanismo simile usato da Amazon. Ora, con questo sistema, tra i bestsellers di tutti i tempi e l'ultimo libro auto-pubblicato che ha venduto una sola copia, mettendo in ascisse la popolarit del prodotto e in ordinate la quantit di copie vendute, noteremo una curva, la quale, partendo da un picco rappresentato dai bestsellers degrader esponenzialmente verso destra teoricamente all'infinito, ma senza toccare mai lo zero. questa la lunga coda, la coda terminale di questa curva, rappresentata da singoli prodotti conosciuti solo da chi li ha creati e solo dagli stessi acquistati in singola copia. Pi il prodotto si fa immateriale, cio bit, pi la coda si allunga verso destra [Anderson 2006]. Ma la lunga coda, cos come la freeconomy, non si sarebbero realizzate se ci fossero stati solo gli strumenti senza un bisogno sociale, una cultura che ne fa uso, che ne beneficia. Cio gli strumenti hanno permesso alla societ ci che 9

voleva ma non poteva fare fino a quel momento. stata abbattuta la barriera tecnologica dando maggiori opportunit agli strati sociali sottostanti. Se non vi fossero quei fenomeni sociali sottostanti nessuno userebbe quegli strumenti, cos come le innovazioni tecnologiche. Sempre rimanendo nell'esempio del mercato editoriale, prima dell'avvento di internet moltissime persone che scrivevano non vedevano mai pubblicate le loro opere nonostante il continuo invio dei loro manoscritti alle case editrici. La barriera all'ingresso rappresentata dai gatekeepers dell'industria culturale, grazie all'innovazione tecnologica e ai nuovi strumenti venuta meno permettendo a chiunque di pubblicare e vendere i propri lavori. Ci per, apparte il problema del rapporto qualit/quantit (moltissime opere sono scadenti da un punto di vista letterario), ha alzato solo l'asticella in fatto di barriere. Il limite tecnologico che venuto a mancare ha scoperchiato il limite sociale sottostante, cio, continuando con l'esempio dell'editoria, non si pu avere attenzione per tutti, non si pu leggere tutto ovviamente [Shirky 2008]. Prima di descrivere i vari modelli di Gratis bene ribadire una distinzione tanto banale quanto importante sulla parola Free. In italiano, cos come in altre lingue neolatine, fa notare Anderson, abbiamo due parole per esprimere lo stesso concetto della parola inglese free che sono libero e gratis [Anderson 2009: 27]. Anderson classifica il gratis in quattro generi, dei quali, due sono pi antichi, anche se in evoluzione mentre gli altri due, coperti in passato per i limiti tecnologici sono stati portati alla luce grazie all'economia digitale. Tutti i modelli di Gratis sono differenti forme di sovvenzionamento incrociato (cross subsidies), cio il denaro attraversa vari percorsi, anche passando da mercati monetari a mercati non monetari e viceversa. La prima delle quattro categorie in cui si declina il Gratis sono i sovvenzionamenti incrociati diretti. Un esempio sono gli articoli civetta, il prendi due compra uno, ecc... Vi regalano un prodotto, in sostanza, se comprate qualche altra cosa [Anderson 2009: 34-36]. Il secondo modello il mercato a tre vie. In questo caso, come fa intendere la stessa parola, un terzo attore paga il produttore per entrare anch'esso nello scambio col consumatore, creando un mercato a tre vie appunto. Cio, in altre parole, c' un produttore pagato da terzi per fornire gratuitamente contenuti, servizi, software e altro a un consumatore al fine di far acquistare a questo i loro prodotti a pagamento. il solito meccanismo pubblicitario della televisione ad esempio, quando un'azienda acquista spazi pubblicitari dei media. Il consumatore paga in modo indiretto. Il web, sostiene Anderson, espande a ulteriori ambiti questo sistema tipico dei media. Non solo il caso per cui tutto gratis perch sovvenzionato solamente dalla pubblicit. Al posto della pubblicit 10

ci pu essere la vendita di un software per editare file che un software gratuito permette di leggere come nel caso di Adobe, con Reader o con Flash, oppure, come nel caso di facebook, la vendita dei profili degli utenti e tantissimi altri modi. Questo modello lo ritroviamo anche oltre il web e i media. In quest'ultimo caso i prodotti e i servizi ci sembrano gratuiti anche se non lo sono perch le aziende sono sufficientemente brave a spalmare e a celare le spese [Anderson 2009: 36-38]. La terza categoria citata da Anderson riguarda il cosiddetto Freemium, cio quando uno stesso prodotto ha una versione gratuita e una versione a pagamento. un modello ampiamente impiegato su internet. Un prodotto o servizio ha molti modi di essere freemium, infatti pu essere stratificato in tante versioni dal costo crescente, ad esempio il software di progettazione 3D di Google SketchUp base gratuito e SketchUp Pro a pagamento, oppure una pi complessa stratificazione come nel caso di Dropbox, con versione base gratis e quattro versioni a prezzo crescente (Pro 50, Pro 100, Teams) o ancora la versione base e le altre con maggiori servizi come nel caso del social network LinkedIn. Solitamente viene seguita la regola del 5%, cio il 95% degli utenti pu usufruire della versione gratuita grazie al 5% che acquista la versione a pagamento. Ci possibile perch le spese per fornire la versione gratuita sono prossime allo zero a differenza ad esempio dei campioni gratuiti [Anderson 2009: 38-39]. L'ultima categoria riguarda i mercati non monetari, quando qualcuno fornisce qualcosa senza aspettarsi un compenso monetario, ci non solo per un determinato gruppo di persone, ma verso tutti. Anderson cita alcune forme di mercati non monetari. La prima, l'economia del dono, per la quale la ricompensa non il denaro ma altri elementi intangibili quali, ad esempio la reputazione, l'attenzione, la soddisfazione, il miglioramento delle proprie competenze e cos via, fino a poter essere, dice Anderson, anche non intenzionale o passiva nelle modalit. L'economia del dono una pratica antica. Con l'internet partecipativo la societ ha trovato nuovi modi per manifestare questo tipo di economia. L'esempio pi banale Wikipedia. Il secondo tipo citato da Anderson lo scambio di manodopera. Ad esempio quando cerchiamo qualcosa su google forniamo delle informazioni all'azienda. Il terzo e ultimo tipo di economia non monetaria la pirateria. Pensiamo alla musica, al software, o qualunque altro contenuto protetto da copyright, scaricati da internet [Anderson 2009: 39-41].

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Fig.1

Produttore

Prodotto 1 a pagamento

$$$
Consumatore

Prodotto 2 gratuito

Gratis 1: sovvenzionamenti incrociati diretti

Produttore Spazio per inserzioni (a pagamento)

$$$ $$$

Contenuti (gratuiti)

Inserzionista

Prodotti (a pagamento) Gratis 2: Il mercato a tre vie Produttore

Consumatore

Prodotto base (gratis)

Prodotto premium (a pagamento)

$$$
Molti consumatori Gratis 3: il Freemium Produttore Attenzione, reputazione Consumatore Gratis 4: mercati non monetari Prodotti gratuiti Consumatore

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1.2 Il modello ibrido

In Remix, il docente di diritto all'universit di Harvard, Lawrence Lessig, parla di due tipi di culture, una cultura RW e una cultura RO. RW l'acronimo inglese di read and write, cio per questo tipo di cultura si legge e si modifica la propria cultura. La cultura RW orizzontale, gli individui contribuiscono alla cultura insieme alla fruizione; i due concetti di leggere e modificare si trovano infatti assimilati a vicenda, non scissi. Pensiamo molto banalmente alle storie tramandate oralmente, quante modifiche e versioni si vengono a creare con la sola riproduzione di queste. Ogni riproduzione una nuova creazione possiamo dire. La cultura RO invece comporta il solo consumo, la sola lettura, non la modifica. Pensiamo a chi compra un CD di musica, lo ascolta e lo mette poi da parte. Il consumatore d per scontato in questa cultura che le riproduzioni vengano solo fruite e non modificate. In passato ci non stato sempre scontato, anzi era scontato il contrario. Lessig cita l'esempio delle tecnologie analogiche di registrazione del suono che hanno apportato determinati limiti nel modo di fruire la musica che hanno influito sulla cultura portando nella societ posizioni pi orientate verso l'RO. Prima delle tecnologie analogiche per ascoltare un'opera musicale bisognava eseguirla, suonarla con gli strumenti usati anche dagli stessi professionisti, la si doveva ricreare producendo cultura musicale. Situazioni simili sono avvenute in passato, tecnologia e cultura si influenzano a vicenda. Su queste tecnologie analogiche e di conseguenza sui limiti che hanno imposto, si venuto a creare un modello di economia fondata sul controllo della distribuzione delle riproduzioni dei prodotti culturali [Lessig 2008: 3-27]. A mano a mano che i business di cui abbiamo parlato crescono per dirla con le stesse parole di Lessig non cambiano soltanto loro stessi, ma anche noi. Cambiano la nostra visione dell'accesso alla cultura. Cambiano le cose che diamo per scontate [Lessig 2008: 21]. Su una barriera quindi tecnologica si stratificato un modello di business, una cultura pi esclusivamente di consumo che ha solo nascosto una retrostante cultura che vedeva fruizione e manipolazione come strettamente connesse, e infine questa situazione si cristallizzata a livello istituzionale, a livello del diritto dei singoli paesi e delle convenzioni internazionali tramite le stringenti normative sul copyright. La legislazione ha reso illegale ci che i limiti imposti dalla tecnologia analogica non con13

sentivano, ha reso la pratica di una cultura RW illegale, modificare un brano musicale senza autorizzazione, oltre che difficile e costoso tecnicamente, un crimine. Quando questi limiti della tecnologia analogica furono abbattuti dal digitale rimasero solo quelli istituzionali. La tecnologia digitale avrebbe minacciato il modello di business fino a quel momento praticato ed ebbe inizio cos nel '95 la guerra del copyright, rafforzata poi da nuove leggi e seguenti attacchi legali, prima rivolti ad altre imprese e poi anche gente comune. Ci a causa dell'idea distorta, secondo Lessig, che per non fallire l'industria dei contenuti non avesse altra scelta che bloccare il pi possibile la diffusione massiccia del digitale. In realt il digitale non una minaccia per l'industria per Lessig, anzi un'opportunit. Non rappresenta la scomparsa della cultura RO, ma anzi l'industria dei contenuti deve sfruttare queste nuove opportunit del digitale ripensando il suo modello di business per permettere di far prosperare il meglio delle due culture RO e RW. Steve Jobs in parte ha convinto con il suo iTunes sulle nuove possibilit offerte dal digitale [Lessig 2008: 17-20]. In tutti gli esempi riusciti, il segreto stato il raggiungimento di un equilibrio fra accesso e controllo che soddisfacesse tanto i consumatori quanto i creatori. In breve tempo tale mix di modelli ha convinto l'industria dei contenuti, precedentemente scettica, che la cultura RO avesse un futuro nel XXI secolo. Tuttavia rimangono gli ostacoli normativi, perci se tali fardelli normativi verranno ridotti, potr fiorire una nuova industria basata sulla cultura RO [Lessig 2008: 20]. Il segreto quindi per sopravvivere per le imprese culturali non la falsa scelta di bloccare la cultura RW, ma al contrario sfruttarla per trovare nuovi modelli di profitto (si veda quanto anche si detto prima con Anderson). E la cultura RW permette il cosiddetto remix che costituisce il nuovo, altrimenti non esprimibile senza la combinazione di porzioni di cultura preesistente. Il remix la manipolazione di contenuti preesistenti. Ovviamente ne esistono di scadenti, come di eccellenti. Tuttavia un remix lo fanno ogni giorno studiosi di tutto il mondo nella scrittura dei loro testi scientifici tramite le citazioni. Queste citazioni, permesse a livello testuale, sono proibite quando si tratta di immagini, video, musica. Questa barriera legale del remix dei media pu soffocare in primo luogo per Lessig la socializzazione (spesso i remix nascono e si sviluppano all'interno di community) e l'educazione (rielaborare la cultura, remixarla, un modo per apprendere) [Lessig 2008: 29-56]. Lessig esamina alcune differenze tra la cultura RO e RW, infatti esse rappresentano differenti valori. La cultura RO fatta da professionisti che costituiscono l'autorit, essa costituisce infatti un modello di apprendimento dall'alto. Ci importante per Lessig, perch questo professionismo e quest'autorit rilevante in alcuni settori chiave che preferiamo non lasciare a dilettanti e permette anche di produrre opere culturali a persone che altrimenti non potrebbero (l'unico scopo di esistenza per il diritto d'autore secondo Lessig), nonch la possibilit per l'autore di delimitare un determinato significato alla pro14

pria produzione. In questi ambiti il controllo importante, e non affatto malevolo [Lessig 2008: 57-58]. La cultura RW invece offerta per essere messa in discussione. La cultura RO comporta un apprendimento dall'alto, con una gerarchia, non per mezzo di dibattito. Il dibattito il mezzo per l'apprendimento nella cultura RW [Lessig 2008: 60]. Lessig respinge anche quelle che sono le supposte differenze qualitative da parte dei detrattori della cultura RW. Per questi ultimi l'opera-remix qualitativamente scadente, o comunque non potr mai essere all'altezza delle produzioni RO. Che tantissima produzione su internet sia spazzatura non c' dubbio, del resto molta di questa, se non la maggior parte, non neanche destinata a un grande pubblico ma ristretta solo a cerchie di amici e conoscenti, tuttavia Lessig risponde che manipolare la cultura un mezzo per conoscerla e per elevarsi culturalmente cos come scrivere un'attivit molto importante per la persona rispetto al solo leggere. La stessa scrittura un remix, cos come la citazione, solo che questa permessa mentre il remix dei media no. In alcuni casi anche solo leggendo un remix si possono imparare molte pi cose rispetto a un'opera originale, la quale a volte non in grado di esprimere (tralasciando anche i dubbi estetici sullo statuto ontologico dell'arte originale, cio che non deriva dalla manipolazione di elementi preesistenti, che tutta da dimostrare), riflettendo su tutti i possibili collegamenti e riferimenti ai quali rinvia. Insomma il remix secondo Lessig ha un valore estetico al pari delle arti creative. Non si pu non permettere la cultura RW basandosi sull'argomentazione che questa non o non potr mai essere qualitativamente migliore della cultura RO [Lessig 2008: 62-68]. Per quanto riguarda le differenze a livello legislativo tra le due culture, Lessig mette in evidenza come la legge sul copyright americana, che regolamenta il diritto di copia, stimoli e avvantaggi la cultura RO e dall'altro ostacoli la cultura RW. Con le attuali tecnologie per ogni volta che si vuole fruire di un'opera la si deve copiare, dato che essa non pi supporto ma bit, e quindi ogni volta si deve ricevere il permesso dall'autore per poterne fruire. Ma ci non era nelle intenzioni del legislatore in origine sostiene Lessig, perch non esistevano le presenti tecnologie che comportano la copia per la fruizione. Tale controllo da parte del detentore dei diritti radicalmente maggiore di quello consentito al detentore del copyright dalla relativa legge nel mondo analogico. Ad esempio nel mondo materiale, la legge sul diritto d'autore non fornisce a chi detiene il copyright relativo a un libro alcun controllo legittimo sul numero di volte in cui viene letto. Le cose stanno in questo modo perch quando leggi un libro nel mondo reale, tale 'lettura' non genera una copia. E dato che non scatta la legge sul copyright nessuno ha bisogno di un'autorizzazione per leggere il libro, prestarlo, venderlo o usarlo per fare colpo sugli amici. Nel mondo materiale la legge sul copyright scatta quando porti il libro in una copisteria e stampi 50 copie 15

per i tuoi amici, il che senza dubbio rappresenta un utilizzo possibile, ma non comune. Gli utilizzi comuni del libro non sono soggetti alla norma della legge. Gli utilizzi comuni non sono regolamentati. Il contrario invece nel mondo digitale dove anche gli utilizzi comuni sono regolamentati proprio perch tutto una copia. La legge dovrebbe al contrario per Lessig lasciare liberi questi utilizzi comuni anche nel mondo digitale e per questo motivo la legge sul copyright dovrebbe essere riformulata. In tal senso ecco spiegato come il quadro istituzionale tiene fossilizzata in una posizione di dominanza la cultura RO, anche se in modo fallimentare, cercando, non solo di spingere nel sottofondo, ma addirittura di criminalizzare la pratica di una cultura RW rendendola illegale [Lessig 2008: 68-75]. La legislazione inoltre si ripercuote anche sull'economia. Lessig infatti distingue tre modelli economici: l'economia commerciale, l'economia di condivisione e l'economia ibrida. L'economia commerciale banalmente la classica economia che prevede di norma che a fronte di un prezzo si ottiene uno scambio di beni e/o servizi. L'economia commerciale si estesa anche su internet, i cui modelli vincenti, sostiene Lessig, si sono affermati (momentaneamente) grazie a tre elementi che sono la coda lunga (di cui abbiamo gi parlato nel paragrafo precedente), il piccolo fratello, cio un sistema che cataloga i comportamenti degli utenti al fine di creare valore per l'azienda e per lo stesso utente, come pu essere finalizzato nella creazione di indici per la ricerca, o pi in generale di fornire un servizio sempre migliore, e l'innovazione LEGOizzata, cio la creazione per l'azienda di innovazione decentralizzata fornendo essa stessa elementi che possono essere usati dallo stesso utente, anche modificandoli, ad esempio per il suo sitoweb, nel suo blog, nella sua pagina facebook, ecc. Ma non solo a questi tre elementi dovuto il successo su internet dell'economia commerciale ma dovuto anche alla cosiddetta economia di condivisione sostiene Lessig. Nella nostra vita c' come elemento portante l'economia di condivisione, oltre quella commerciale, le quali sono complementari ed impossibile per la societ rinunciare a una di esse per sopravvivere. Questa compresenza un arricchimento per la nostra societ. In un'economia di condivisione ci che regge lo scambio non il denaro, anzi, dice Lessig, il denaro pu avere effetti addirittura controproducenti perch modifica le relazioni, le ridefinisce, anche se ci comunque sostiene non vale in modo totalmente assoluto. Lessig si interroga su quelle che sono le motivazioni alla base della partecipazione in questo tipo di economia di condivisione. Queste motivazioni, dice Lessig, possono essere in alcuni casi egoistiche e in altri altruistiche. Le prime sono pi facili da spiegare rispetto alle seconde perch spesso le seconde si comprendono in riferimento a una situazione pi particolare, una comunit ad esempio. Pertanto Lessig chiama le economie di condivisione con motivazioni prevalentemente 16

egoistiche sottili, mentre quelle con motivazioni in dubbio tra altruistiche o egoistiche spesse. Quindi le transazioni sono basate sul beneficio non monetario nelle economie di condivisione sottili, mentre nelle economie di condivisione spesse entrano in gioco insieme motivazioni egoistiche e altruistiche. Il mix tra le due varia e sottolinea Lessig che non necessario che specifichiamo la proporzione tra le due parti. L'unico punto importante che esistono entrambe, e pi pensiamo che la motivazione sia altruistica, pi spessa la comunit [Lessig 2008: 85-136]. La terza categoria, l'economia ibrida, invece pone le sue basi sia sull'economia commerciale che su quella di condivisione, creando valore quindi tramite l'interrelazione tra queste due economie. L'ibrido pu partire da un'economia commerciale, appoggiandosi a un'economia di condivisione creando profitto, oppure al contrario pu partire da un'economia di condivisione che al fine di ottemperare i suoi scopi non monetari si appoggia a un'economia commerciale creando profitto. Ovviamente gli ibridi in entrambe i casi, importante sottolineare, sono entit commerciali, creano profitto, tuttavia la correlazione tra queste due economie in un ibrido permane solo se si conserva tra questi due modelli economici la loro diversit, le loro differenti caratteristiche. Mantenere una distinzione concettuale fondamentale per far s che il valore dell'ibrido sia sostenibile. [...] Internet rappresenta l'era dell'ibrido. Tutte le imprese interessanti del settore internet sono gi, o stanno diventando, un ibrido [Lessig 2008: 137-138]. Lessig continua distinguendo ci che gli ibridi producono: spazi comunitari, collaborazioni e community. Per quanto riguarda la prima categoria, gli spazi comunitari, dice Lessig, sono uno spazio di interazione tra utenti al fine di condividere ci a cui sono interessati o delle informazioni secondo motivazioni che fanno riferimento all'economia di condivisione. Lessig cita come esempi servizi come Flickr e YouTube, i quali fanno leva su spazi comunitari per creare profitto e al tempo stesso per sostenere quegli stessi spazi di interazione [Lessig 2008: 144-153]. Le collaborazioni invece sono spazi in cui la gente collabora tra loro per creare qualcosa, non solo per interagire e basta. Il centro dove avviene questa collaborazione la comunit. Queste collaborazioni si possono manifestare in tante forme. Esempi che porta Lessig di ibridi basati sulla collaborazioni sono Slashdot, Last.fm, Microsoft tramite la coltivazione e lo studio della community di supporto su Usenet, Yahoo! Answers, Wikia e le stesse mayor hollywoodiane quando queste appoggiano le comunit di fun che creano remix inspirati ai loro film [Lessig 2008: 153-167]. L'ultima categoria invece riguarda le community in senso stretto, cio come pu essere ad esempio, dice Lessig, Second Life, un mondo virtuale popolato da moltissimi utenti che si comportano facendo le stesse cose che si possono fare in qualunque comunit del mondo reale [Lessig 2008: 168-173]. In generale quindi l'ibrido un modello di successo su internet, per per farlo rimanere in piedi necessaria la creazione della community alla sua base, un'operazione 17

complessa la quale presuppone vi sia un equilibrio tra ci che si d e ci che la community riceve, lasciando inalterata allo stesso tempo la sua identit, non facendole sentire il peso dell'entit commerciale alle sue spalle e lasciandole i poteri che la community presuppone per non farla sentire semplice manodopera gratuita. Come dice Lessig, create valore dando alla gente ci che vuole; create valore studiando ci che offrite in modo tale che la gente ottenga ci che vuole e al tempo stesso restituisca qualcosa alla community. Nessuno crea ibridi facendo affidamento sui sacrifici della community. Il loro valore scaturisce dal fatto di dare ai membri della community ci che vogliono in modo tale che, al tempo stesso, la community riceva in cambio qualcosa di cui ha bisogno. La componente preesistente di questo approccio che, all'interno di un mercato competitivo, il successo nasce dalla soddisfazione delle richieste dei clienti. La componente inedita la presa d'atto di una gamma pi ampia di desideri, a volte basati su motivazioni egoistiche, altre volte su motivazioni altruistiche, nonch del contributo che la tecnologia pu dare per soddisfarli [Lessig 2008: 174-177]. Al di l dell'ibrido, una considerazione che tiene a evidenziare Lessig che le due economie, quella commerciale e quella di condivisione, possono coesistere parallelamente, e ci sia in modo volontario, con risultati ugualmente proficui, sia in modo involontario, come avviene per le aziende contrarie alla diffusione peer to peer della loro produzione. Sono stati creati inoltre, e non da parte delle istituzioni, degli strumenti che permettono alle aziende di segnalare il tipo di economia di cui fanno parte: la formula che prevede che tutti i diritti siano riservati, per un'economia commerciale affidandosi agli istituti ufficiali che tutelano i diritti di autore, oppure la formula che prevede solo alcuni diritti riservati delle licenze Creative Commons se si vuole aderire a un'economia di condivisione. Le licenze Creative Commons permettono a molti creatori di operare in queste due economie diverse senza alcuno svantaggio, se non anzi essere ci di vantaggio. Ma c' un altro dilemma che l'ibrido dovr affrontare col passare del tempo data ancora la sua giovane et, puntualizza Lessig. Nell'economia commerciale i dipendenti vengono, anzi devono essere pagati, mentre nell'economia di condivisione no, ad esempio non si paga un tuo amico per averti dato un passaggio, anzi essere pagati pu essere contrario all'etica di questo tipo di economia e controproducente. In un'ibrido come funziona la questione? Per un'economia di condivisione nell'ambito di un ibrido, se questo non mantiene il giusto equilibrio tra commerciale e non monetario, la gente potrebbe sentirsi disincentivata nella partecipazione e ci sarebbe un grosso danno per l'azienda. Ci vuole quindi la giusta parcella, non monetaria ovviamente, il giusto vantaggio che gli utenti si aspettano. Ma quanto si aspettano gli utenti? Secondo Lessig ci non si pu decidere in assoluto e unicamente sulla base della logica. Piuttosto, dipenderanno dalle pratiche e dalle diverse visioni delle cose. Vi sono linee di 18

demarcazione che le aziende non possono superare. Tali linee sono tracciate dalla visione condivisa dai membri di una community. Gli ibridi cercheranno spesso di comunicare la propria virt, o l'equit dello scambio che offrono. Ora questo equilibrio in un ibrido pu essere alterato quando queste due economie che lo animano si rifiutano reciprocamente, l'una ignorando gli scambi non monetari e considerando gli utenti solo come da consumatori, l'altra rigettando unilateralmente che la piattaforma di condivisione si possa sostenere tramite un profitto, rendendo perci impossibile la formazione di ibridi che durino nel tempo. Una ristrutturazione della normativa sul copyright potrebbe aiutare a trovare una soluzione a queste due visioni antagoniste, ma importante per fare dei distinguo dato che vi una diversit nella produzione d'autore. Ad esempio Lessig dice che mentre per i contesti collaborativi, come una community GNU/Linux, una legge che permetta un uso anche commerciale pu andare bene, per i prodotti culturali dove solitamente l'autore singolo e non ha creato la sua opera collettivamente pi facile che si verifichi la tipica frustrazione da mezzadria digitale. Perci importante secondo Lessig che agli autori sia riconosciuta la propriet della loro produzione nell'economia della condivisione. Se l'azienda si assicura la propriet della produzione degli utenti non andr molto lontano. Il problema non l'obiettivo del profitto ma come lo si vuole raggiungere. Tuttavia anche i contesti collaborativi hanno dei problemi, infatti un altro aspetto, pi problematico, che il free software in ultima analisi poggia su fondamenta economiche traballanti, cio la cosa difficile credere che, con l'andar del tempo, molte persone continuino a pensare che offrire qualcosa in cambio abbia senso. Presupponendo, nella peggiore delle ipotesi, che quanto detto sia vero, Lessig sostiene che le stesse peculiarit del software libero facciano optare ugualmente per un libero accesso al codice, a causa dei costi di aggiornamento, o, meglio, dei vantaggi che si possono trarre da un aggiornamento del software esternalizzandolo. Ci quindi rappresenta l'incentivo in questo ambito, cos come la propriet dell'opera rappresenta l'incentivo nel contesto delle opere culturali. Nella gestione di una community, gli ibridi devono tenere a mente quindi queste distinzioni [Lessig 2008: 179-199].

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1.3 Le comunit come motore del crowdsourcing

Il giornalista Jeff Howe, riferisce Bruno Pellegrini, CEO di BlogTV, ha avuto il merito di aver dato un nome da un punto di vista economico a un'insieme di fenomeni che riguardano la generazione di valore grazie al web partecipativo. Questo nome crowdsourcing [Howe 2008: 9]. Ma cos' precisamente il crowdsourcing e quali sono i fattori che lo rendono possibile? Rispondendo alla prima domanda, il crowdsourcing l'affidamento (sourcing) di un'attivit tradizionalmente svolta all'interno a una comunit di persone non legate da vincoli organizzativi e che generalmente non si conoscono tra loro (crowd). La parola crowd infatti significa folla in inglese e quindi letteralmente il termine sta per affidamento alla folla. E quindi si differenzia dall'outsourcing, perch quest'ultimo appalta quel determinato compito a un determinato soggetto esterno, dall'open source, perch non viene operato dal basso, da un gruppo di individui che collaborano tra loro senza ricevere un profitto, ma da un'azienda, da un'organizzazione, e infine dai progetti di enterprise 2.0 (il cui termine descrive una serie di nuovi modelli organizzativi basati sul coinvolgimento di risorse interne all'organizzazione) risiede nel fatto che questi ultimi non sono aperti a tutti ma si rivolgono a un target preciso e conosciuto [Howe 2008: 10]. Da questo punto di vista Pellegrini suggerisce la necessit di istituzionalizzare il crowdsourcing nelle discipline economiche e in ambito di business management accanto agli altri modelli di organizzazione [Howe 2008: 12]. Prima di addentarci sulle forme di crowdsourcing, rispondiamo alla seconda domanda, cio quali sono i fattori che lo hanno reso possibile. Howe parla di quattro elementi. Anzitutto il crowdsourcing per esistere ha bisogno della materia prima, l'amatore. Howe sostiene che la vecchia definizione di amatori, come hobbisti ed entusiasti che hanno pi passione che talento, non regge pi. Oggi in un enorme numero di campi riescono sempre pi a competere con i professionisti. Anche famose definizioni del fisco di non professionista, come colui che trae da una certa attivit non pi di una certa cifra, non tanto utile su un internet che permette la partecipazione di enormi quantit di persone. C' bisogno quindi secondo Howe di una ridefinizione del concetto. Dobbiamo capire che l'amatorialit non tanto una denominazione, quanto uno 20

spettro di elementi. I progetti di crowdsourcing attirano a s sia professionisti che non, e inoltre alcuni danno un compenso, come ad esempio InnoCentive, altri ancora, come Wikipedia, invece non danno compensi economici. Tuttavia ci che li accomuna il fatto che usano il loro tempo libero per mettere in gioco le loro competenze in qualcosa che gli piace [Howe 2008: 20]. A differenza delle scienze che si vanno sempre pi specializzando e settorializzando, le nostre universit conservano ancora, dice Howe, comunque quel tanto di ideale rinascimentale di ecletticit, secondo il quale il cittadino modello poteva maneggiare la penna, l'aratro e il goniometro con pari attitudine, nella formazione dei loro studenti, proponendo materie facoltative, che possono sfociare in futuri interessi, passioni, una volta terminati gli studi e aver trovato un lavoro. Altre volte, molto frequentemente, gli individui trovano un'occupazione che c'entra poco o nulla con i propri studi. In questi due casi, queste passioni extra-lavorative sono materia prima per il crowdsourcing [Howe 2008: 25-26]. Il risultato che un gran numero di persone esercita la propria attivit pi significativa e gratificante lontano dal posto di lavoro e la stessa differenza tra professionisti e non professionisti si enormemente assottigliata, cos come la stessa fiducia pubblica nei professionisti. Ci perch quello che contraddistingueva i professionisti era l'accesso a informazioni alle quali erano esclusi i non professionisti, la possibilit esclusiva dei professionisti di acquisirle e interpretarle. Detto in parole povere, le persone hanno accesso a sufficiente conoscenza da sbirciare dietro 'la tenda del Mago': gli amatori sono in grado di usare il web per acquisire altrettante in formazioni dei professionisti [Howe 2008: 27-28]. Il nostro autore porta l'esempio di InnoCentive, una piattaforma che consente di bandire gare su problemi insoluti da parte di organizzazioni da appaltare alla folla, a chiunque voglia partecipare. Alle gare, tutte altamente settoriali, non c' requisito di accesso, conta solo chi trova la soluzione per vincere il premio monetario in palio, e, per garantire ci, rimane sconosciuta all'organizzazione l'identit del vincitore e al vincitore l'identit dell'organizzazione. Quindi due gli elementi sottolineati da Howe, accesso aperto a tutti e pura meritocrazia, i quali costituiscono il motivo di successo nel caso di InnoCentive, cos come di altri servizi [Howe 2008: 31]. Il secondo fattore che ha contribuito al modello del crowdsourcing stato l'open source. stato questo movimento informatico a fare da esempio, e, secondo Howe, sta a Wales con Wikipedia e al progetto Clickworkers (un'iniziativa della Nasa consistente nell'affidare a tutti coloro che volessero attraverso internet la possibilit di catalogare i crateri marziani dividendo l'attivit in tante piccole parti), se ne hanno mostrato l'applicabilit e la possibilit di successo anche in altri campi. Vent'anni prima gli unici a sostenere un simile approccio erano una manciata di oscuri programmatori informatici, e anche loro non avrebbero mai immaginato che ci fosse destinato a rivoluzionare il modo di creare qualunque cosa, dai sistemi operativi, alle mappe, alle T-shirt. Ma scrivere 21

un programma per computer molto diverso da, per esempio, sviluppare una mappa open source o creare un servizio per la tv. [] L'open source aveva fornito un modello per come si possa lavorare insieme con entusiasmo, competenza e senza essere pagati a progetti al di l del software. Ma per colmare il divario tra teoria e pratica la folla aveva bisogno di strumenti e della conoscenza su come usarli [Howe 2008: 32-46]. E ci rappresenta il terzo fattore. L'accesso agli strumenti, sia dal punto di vista del prezzo, della facilit d'utilizzo e della conoscenza su come usarli, ha permesso alla gente di fare e diffondere film, libri, musica, fotografie cambiando radicalmente il panorama di produzione dei media. E ci si sta espandendo e sta coinvolgendo anche altri settori. Cos il concetto di consumatore sta cambiando, tanto che esso non da considerarsi pi tanto separato dal concetto di produttore. Questo fiume di creativit da parte di persone un tempo note come consumatori viene indicato con l'espressione piuttosto disumanizzante di 'contenuti generati dagli utenti'. [] anche chiaro che le grandi aziende stanno diventando sempre pi abili a ricavarne dei soldi [Howe 2008: 47-64]. Ma questi tre fattori senza un ultimo elemento non portano da soli al crowdsourcing, ci vuole la comunit, che fa da collante alla folla, ne rappresenta il modo con il quale questa organizzata per dare il proprio contributo. La forma comunit importantissima per il crowdsourcing, cos come per il nuovo volto delle aziende che vogliono usare questa forza data dal contributo della folla. Le aziende che operano in questo mondo devono poggiarsi su comunit e ci con i suoi pro e i suoi contro. Non si pu gestire la comunit con gli stessi metodi aziendali, la comunit infatti ha bisogno della sua autonomia, deve essere in qualche modo libera di decidere e assumersi le proprie scelte [Howe 2008: 65-83]. Per fare una sintesi con le stesse parole del nostro autore: Quattro sviluppi hanno creato un terreno fertile dove potesse emergere il crowdsourcing. L'ascesa di una classe di amatori stata accompagnata dalla comparsa di un modo di produzione il software open source che stato di esempio e guida. La proliferazione di internet e di strumenti economici ha dato ai consumatori un potere un tempo ristretto alle aziende con ingenti risorse di capitali. Ma stata l'evoluzione delle comunit online, con la loro capacit di organizzare con efficacia le persone in unit economicamente produttive, a trasformare i primi tre fenomeni in una forza irrevocabile [Howe 2008: 65]. Tuttavia ovviamente da precisare che il crowdsourcing non nato con internet. Internet ha dato solo uno sfogo a uno sfondo preesistente, a una base culturale presente gi nella societ di esprimersi: Internet non ha inventato il crowdsourcing; lo ha soltanto reso di gran lunga pi efficiente [Howe 2008: 89]. Vi son quattro tipi principali di crowdsourcing secondo Howe. Il primo si basa sull'intelligenza collettiva e assume tre forme: il mercato delle previsioni, o mercato delle informazioni, che hanno la stessa dinamica dei mercati 22

azionari, il crowdcasting, che prevede il rendere noto al pi grande numero possibile di potenziali solutori un determinato problema, la 'ressa di idee' o idea jams, uguale al crowdcasting, solo che qui l'organizzazione d carta bianca chiedendo qualunque tipo di idee nuove in una sorta di lungo brainstorming. Ma importante anche chiedersi del perch il crowdsourcing in questi ambiti funzioni. Howe ha due risposte a questa domanda. Primo, il crowdsourcing dell'intelligenza collettiva si avvale della diversit. La folla piena di gente con conoscenze diverse, competenze diverse, esperienze diverse, ecc, e ci un bene. Secondo, bisogna mantenere per questa diversit. A volte infatti consentire ai membri di una comunit di interagire tra di loro pu essere controproducente perch la discussione pu portare a condividere conoscenze, a raggiungere punti comuni, a trovare un accordo, e di conseguenza a uniformare la conoscenza all'interno della stessa comunit, assottigliando quella diversit e quella differenza di vedute. Cos come team di ricercatori con le stesse conoscenze e approcci ricevuti durante la loro istruzione, per quanto bravi, hanno meno probabilit di trovare soluzioni rispetto a ricercatori con background differenti. Quindi al contrario potrebbe essere utile creare per l'azienda che opera il crowdsourcing di questo tipo un contesto competitivo all'interno della comunit al fine di giovare della diversit, della maggiore gamma possibile di approcci diversi nel trovare la soluzione a un problema. Questo perch il crowdsourcing non rischia col fallimento, anzi questo un presupposto per trovare la soluzione, le aziende che generano al loro interno l'innovazione possono tollerare meno serenamente il fallimento. Ma c' da sottolineare che questa diversit deve comunque trovarsi all'interno di una gamma di conoscenze che permettono di risolvere il problema per assolvere con successo al suo compito. Come dice Howe in realt non c' alcuna magia nella saggezza delle folle, e l'espressione di per s un po' fuorviante []. Una folla implica un gruppo di persone che agiscono come un'unit []. La definizione di 'folla' quella di 'un gruppo di persone unite da una caratteristica comune'. Al contrario, l'intelligenza collettiva si riduce se ci sono troppe caratteristiche in comune, fiorendo viceversa in diretta proporzione con la quantit di diversit contenuta all'interno di un gruppo di persone []. Per essere saggia, dunque, la folla non pu affatto agire come una folla. Vanno soddisfatte altre condizioni perch la diversit prevalga sull'abilit. Innanzitutto, deve essere un problema davvero difficile []. Secondo, la folla deve possedere alcune caratteristiche per poter risolvere il problema in esame. Non ci si pu certo aspettare che un gruppo casuale di pendolari in metropolitana batta un gruppo di ingegneri nucleari nel progetto di un reattore pi efficiente []. Terzo, deve esserci un metodo per raccogliere ed elaborare i singoli contributi []. Infine, i partecipanti devono provenire da un bacino sufficientemente ampio da garantire una molteplicit di approcci, e la capacit di esprimere la loro individualit [] non deve essere pregiudicata [Howe 2008: 87-116]. 23

La seconda categoria di crowdsourcing riguarda la creativit che la folla possiede e pu generare. In ambito creativo, a differenza del caso precedente, l'interazione se non importante fondamentale. Nelle produzioni creative la comunit deve essere pi coesa, possedere un maggior senso di appartenenza secondo Howe e ci perch la stessa collettivit d un senso alle opere generate dagli stessi membri, le valuta, si scambia informazioni, vuole imparare e allo stesso tempo vuole insegnare. Insomma una macchina che riconosce essa stessa i talenti che ne fanno parte. Ma costruire tali comunit pu essere difficoltoso. Un elemento fondamentale che le persone devono sentirsi proprietarie delle loro creazioni, e ci in accordo con le stesse idee di Lessig di cui abbiamo parlato. Anche Howe dice che nessuno vuole sentirsi sfruttato []. La folla d via il suo tempo la sua capacit in eccesso con entusiasmo, ma non per niente. Deve essere uno scambio significativo. Il profitto deve stare in secondo piano, o non ci sar affatto. Nel costruire una comunit inoltre, per le aziende che non si possono permettere di lasciarle crescere e svilupparsi da sole col tempo, col passaparola, abbassare l'asticella nelle pretese, non bisogna sopravvalutare la folla credendo che tutti possano e sappiano produrre cose rilevanti, cos come che tutti vogliano partecipare alla stessa maniera, ma che vogliano dare contributi in differenti modalit. Citando Robin Sloan, colui che ha permesso il rilancio di Current, Howe scrive: La lezione non tanto dare alla folla dei compiti pi semplici da fare, quanto costruire una strategia intorno al fatto che persone differenti sono brave in cose differenti, hanno differenti quantit di tempo a disposizione o semplicemente interessi differenti. La stessa fiducia nella folla non pu presupporre che essa si organizzi solamente da sola, ha bisogno di qualcuno anche a cui rivolgersi; inoltre essere molto chiari nelle richieste agli utenti importante. Se questi poi prendono una strada invece che un'altra non si possono dare ordini alla comunit. Citando Jay Rosen del progetto Assignmento Zero, Howe scrive che innanzitutto importante 'dividere il lavoro nel modo giusto'. La maggior parte dei partecipanti ha una quantit di tempo molto limitata per contribuire e poi capire le motivazioni dei partecipanti prima di chiedergli di contribuire [Howe 2008: 117-145]. La terza categoria di crowdsourcing vede invece la folla come filtro. Gli utenti creano una quantit immensa di informazioni, ma sono loro stessi che le selezionano. Ci in modo cosciente, votando, taggando, cos come in modo incosciente, ad esempio scaricando contenuti o facendo una semplice ricerca su google che utilizza quest'ultima per perfezionare i suoi algoritmi di ricerca. Insomma se la folla crea talenti, essa stessa permette di trovarli in mezzo alla mediocrit. Tuttavia ci pu comportare dei rischi. Per quanto le societ che basano la loro attivit di crowdsourcing sulla catalogazione delle informazioni sviluppino software anticorpi contro altre societ che, ad esempio, pagano gli utenti su commissione di soggetti interessati per fare andare i risultati delle votazioni 24

in certe direzioni piuttosto che altre, ci si trover sempre nel caso del cane che si morde la coda. Cos come un altro rischio, il rischio di pensare che questa situazione di partecipazione diffusa porter a una mediocrit collettiva e alla scomparsa del professionista. Bisogna tollerare ci, cos come un certo controllo da parte, ad esempio dei servizi web come google, perch ci consente un contesto maggiormente democratico. L'industria culturale ha avuto fino a poco tempo fa l'ultima parola sulla pubblicazione. Howe non crede che una delle due soppianter l'altra ma che entrambe sopravviveranno. Anzi questo contesto porter variet che la fonte di democrazia [Howe 2008: 146-161]. L'ultima categoria riguarda il crowdfunding, cio l'affidarsi ai contributi monetari della folla. Viene chiamato anche social banking e permette servizi di microfinanziamento con piccolissimi ma numerosissimi contributi monetari per finanziare, ad esempio, persone del terzo mondo che hanno bisogno di piccole somme a cui le banche non presterebbero un centesimo per costruirsi delle piccole attivit per vivere, usando lo stesso sistema usato da ebay, cio la stessa folla come valutatore dell'affidabilit del debitore, cos come maggiori somme da destinarsi a gruppi musicali che vogliono produrre il loro album, giornalisti che vogliono fare inchieste molto scomode, gruppi di cineasti amatori che vogliono fare film o fun fiction, ecc. In tal caso il crowdfunding ha permesso di rompere la barriera che l'industria culturale opponeva per la produzione, la cui decisione finale di finanziamento dipendeva dal produttore, creando un sistema per il quale il prodotto finale pu essere anche diffuso gratuitamente essendo lo stesso consumatore il produttore; il consumatore pu essere visto in alcuni casi addirittura come colui che commissiona l'opera. La decisione di quali film realizzare dipende in definitiva dai dirigenti dei cinque grandi studios di Hollywood []. Il sistema non solo non democratico: inefficiente al massimo []. Il crowdfunding, viceversa, permette agli artisti di rivolgersi direttamente ai consumatori []. Gli artisti sono in grado di interpellare direttamente lo stesso gruppo di sostenitori che alla fine consumer la loro produzione. Ma Howe individua anche un modello di diffusione del crowdfunding: Il crowdfunding non nuovo. la spina dorsale del sistema politico americano da quando i politici iniziarono a baciare i bambini. La raccolta fondi via internet cominci ad acquistare slancio nel 2000; ma stato nel ciclo elettorale del 2008 che Barack Obama l'ha trasformata in una scienza, racimolando circa 272 milioni di dollari da pi di due milioni di donatori, perlopi piccoli. E questo solo per le primarie. Internet accelera e semplifica a tal punto il processo di ricerca di grandi bacini di potenziali finanziatori che il crowdfunding si diffuso negli angoli pi inaspettati della nostra cultura, come la musica e il cinema [Howe 2008: 162-169]. Una volta illustrate queste categorie, per importante rilevare che moltissimi servizi di crowdsourcing, soprattutto quelli vincenti, sono basati non solo su una, ma su pi categorie, se non su tutte [Howe 2008: 186]. 25

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1.4 Il ruolo della comunit nell'atomo open source

Chris Anderson, in un articolo comparso sul numero 32 di Wired Italia dal titolo Gli atomi sono i nuovi bit, illustra quelle che sono le conseguenze della democratizzazione dell'industria che abbiamo gi sotto i nostri occhi (e ne analizza ci anche soprattutto in prospettiva futura). Un tempo l'industria era, ed in parte, in mano a istituzioni come governi, aziende, ecc. Abbiamo spiegato cosa accade quando qualcosa si tramuta in bit, abbiamo parlato della Freeconomy e della coda lunga [ 1.1]. Tutto ci, spiega Anderson, si sta verificando anche per gli oggetti fisici. La gente comune oggi pu entrare in possesso di quei mezzi di cui si ha bisogno per realizzare prodotti industriali, a quantit industriali. In tal caso, basta solo avere un'idea, un progetto e minime competenze e il prodotto viene creato. Come dice Anderson gli strumenti necessari alla produzione industriale, dall'assemblaggio dei componenti elettronici alla stampa 3D, ormai sono accessibili a tutti, dai piccoli gruppi ai singoli individui []. Una persona comune pu diventare una micro-fabbrica virtuale, in grado di progettare e vendere prodotti senza nessuna infrastruttura e senza bisogno di inventari; i prodotti possono essere assemblati e spediti direttamente dagli imprenditori che servono centinaia di questi clienti allo stesso tempo. Oggi, le micro-fabbriche fanno di tutto, dalle automobili fino ai mobili su misura di qualsiasi forma immaginabile. Il potenziale collettivo di un milione di inventori della domenica sta per irrompere sui mercati globali, visto che le idee finiscono direttamente in produzione, senza bisogno di finanziamenti o apparecchiature particolari. La produzione di oggetti materiali divengono in tal modo assimilabili a prodotti immateriali fatti di bit, ci non solo per il fatto che gli stessi bit sono la base del prodotto vero e proprio e dell'elettronica che lo anima, ma anche per la stessa dinamica che ha coinvolto il web come a disponibilit di piattaforme comuni, di strumenti facili da usare, della collaborazione e della distribuzione rese possibili da internet. Due quindi le cause di questo fenomeno che individua Anderson: l'enorme diffusione di mezzi a basso costo e di alto valore qualitativo per la progettazione che siano semplici anche per i profani, e poi la flessibilit, l'orientamento a internet e alla personalizzazione del prodotto da parte delle imprese, con la conseguente riduzione della produzione e incremento d'introiti, 27

comportamenti provocati da un adattamento alla crisi economica. Ci porter probabilmente a rompere e a ridefinire gli equilibri dell'industria cos come successo per le major discografiche, il cinema e l'editoria. Lo stesso sistema distributivo permetter di diffondere le produzioni delle grandi aziende come del singolo creatore. Anderson conclude con l'entusiastica affermazione che la collaborazione di massa, l'open source, il crowdsourcing, i contenuti creati dagli utenti stessi hanno cominciato ad avere un ruolo fondamentale anche nel mondo reale, fatto di atomi. Internet era solo l'inizio. Adesso la rivoluzione investe il mondo reale. In pratica, gli atomi sono i nuovi bit [Anderson 2011]. La serie di articoli speciali sull'argomento di Wired 32 porta molti esempi concreti del nuovo fai-da-te e del movimento dei makers. Per quanto riguarda la filiera del processo di creazione, partendo dai programmi di progettazione, i software CAD 3D hanno visto un enorme riduzione dei prezzi e un aumento della facilit d'uso, inoltre troviamo molti prodotti CAD open source che sono anche a costo zero. Si possono usare anche prodotti di modellazione 3D gratuiti come Google SketchUp e Blender, il quale, quest'ultimo, con usi che vanno dal cinema d'animazione ai videogame (si vedano film cortometraggio come Sintel, e videogame come SuperTux Kart e Yo Frankie!). Per trasformare in realt ci che si progettato con i programmi precedenti, si possono utilizzare macchine a controllo numerico o stampanti 3D. Le prime, chiamate anche macchine CNC, servono a intagliare, incidere, sagomare il componente in vari tipi di materiale che possono essere legno, metallo, plastica. Anche questi strumenti in versione da tavolo hanno visto un ingente calo dei prezzi, sempre che lo stesso maker non se li voglia costruire da s spendendo molto meno. Le seconde, invece, le stampanti 3D, delle quali ve ne sono vari tipi, stampano letteralmente l'oggetto nelle tre dimensioni fondendo polvere di materiali, ad esempio metallo o plastica. Anche qui i prezzi si stanno enormemente abbassando come successo alle moderne stampanti laser che tutti noi abbiamo accanto al nostro pc. Altimenti, se non si vogliono comprare o utilizzare questi strumenti si pu benissimo caricare il file del progetto su servizi internet che creeranno loro il prodotto vero e proprio e lo invieranno a casa e/o lo metteranno in vendita nello stesso sito, sempre se non lo si voglia tenere per s, regalare o vendere su eBay, o tramite servizi di vetrine virtuali su facebook, ecc [Frauenfelder 2011]. Nel 2001 l'istituto Ivrea, fondato da Olivetti e Telecom Italia, attiv per la prima volta nel mondo un master dedicato interamente all'interaction design. Tra i pi importanti obiettivi dell'insegnamento previsti c'era quello di insegnare agli studenti a costruire prototipi funzionanti insegnando i fondamenti di elettronica minimi per far ci, quindi molta pi pratica che teoria. Massimo Banfi, quando venne a insegnare all'istituto si accorse che per la prototipazione gli studenti usavano una piattaforma che si rivel inadeguata sotto vari aspetti per gli 28

scopi che il master si proponeva. Cos nel 2002 decise di trovare delle soluzioni alternative. Al mio arrivo allistituto, pochi mesi dopo la sua apertura, avevo notato che gli studenti avevano iniziato a utilizzare una piattaforma americana nota come 'Basic Stamp', una delle prime a rendere pi accessibile luso dei microcontrollori. Lavorando sui primi progetti divennero chiari i principali difetti della Basic Stamp: si rivel, infatti, molto meno potente di altri prodotti sul mercato e funzionava solo con Windows. Inoltre, limportazione dagli Stati Uniti la rendeva piuttosto costosa 76 EUR per un oggetto che gli studenti avrebbero dovuto acquistare in quantit per poter realizzare il maggior numero possibile di prototipi. E quindi, subito lanno successivo mi misi al lavoro per trovare unalternativa che fosse basata su un microcontrollore commerciale e pi economico, un software open source che funzionasse anche su Mac OS X (il sistema operativo utilizzato dalla maggior parte degli studenti di design). Realizz cos una nuova piattaforma ma che aveva dei limiti, in particolare la mancanza di una community alle spalle che potesse proseguire lo sviluppo e la difficolt del linguaggio di programmazione necessario per la programmazione dei prototipi. Cos si rimise al lavoro e con la collaborazione anche di altri colleghi e studenti, dopo vari tentativi, arriv alla progettazione di una piattaforma di prototipazione open source chiamata Arduino. Come afferma Banfi lidea che mi ronzava in testa era quella di creare una scheda davvero semplice che, volendo, si potesse realizzare in casa e che costasse 20 EUR [] mi piaceva quindi lidea che uno studente potesse rinunciare a una cena per comprarsi una scheda in pi. La cosa pi interessante di Arduino proprio il suo essere open source nella totalit del manufatto, oltre che basato su una vastissima community, la quale ha rilasciato e rilascia una documentazione e un numero enorme di progetti, cos che ogni nuovo utilizzatore si trova la strada gi spianata potendosi aggrappare sulle spalle dei progetti precedenti per realizzare il proprio o su un attivissimo forum per un aiuto. Infatti Arduino rappresenta uno dei primi progetti al mondo che fossero open source sia nel software sia nellhardware. Massimo Banfi diede pubblicamente i file CAD di progettazione cos come venne rilasciato il sorgente del software per controllarlo [Banfi 2008]. Nel sito di riferimento, Arduino.cc, si trovano dei video youtube e le istruzioni su come costruire la propria scheda Arduino spendendo una decina di euro per comprare i pochi componenti necessari in qualche negozio di componentistica elettronica, oppure se non si ha la pazienza e la volont necessaria, si pu comunque acquistare il tutto gi pronto e assemblato per 19 euro dallo store del sito se si vuole sostenere la comunit, oppure in tanti store sparsi in tutto il mondo. Altra cosa interessante che quando lo si acquista, nel pacchettino, molto curato nel design, si trovano stickers del tipo I love OpenSource e altri con il logo stesso di Arduino. Inciso nel retro della board si trova la scritta Made in Italy con accanto l'intera penisola italiana disegnata. Per non parlare della frase Thank you for 29

supporting Arduino con annesso un lunghissimo certificato di origine che tiene a precisare che la scheda stata prodotta, assemblata e testata interamente in Italia e che garantisce che coloro che hanno lavorato al prodotto sono stati ragionevolmente pagati e hanno lavorato in un ambiente sano, che tutti i componenti e le saldature sono compatibili con le normative RoHS, ecc. Ci rafforza enormemente il senso di appartenenza alla community, l'utente stesso rimane coinvolto nell'acquisto e si sente parte di questa perch lo stesso processo di acquisto supporta la comunit, possedere Arduino nelle proprie mani come una chiave di accesso e un modo per sentirsi parte della comunit. Ma l'altro elemento da citare come la gente usa quest'hardware open source. Durante un discorso al Maker Faire New York, Massimo Banfi, afferma che non si aspettava tutto ci che la gente avesse realizzato con Arduino, citando inoltre la storia di due ragazzini spagnoli che hanno realizzato un robot che ha vinto un premio di robo-football e un tizio che ha costruito un satellite spaziale [http://www.youtube.com/embed/GbsgFKyI_Mk]. Arduino ha permesso a chi capisce poco di elettronica e programmazione, a studenti, artisti, hobbisti e gente comune di creare i pi vari dispositivi elettronici che la testa suggerisce. Arduino sostanzialmente un microcontrollore (un circuito integrato, un fratello del microprocessore) con dei pin a cui si possono collegare dei sensori che si possono comprare anche a pochi centesimi di euro o riciclati da vecchi apparati elettronici (ad esempio di luce, di temperatura, di accelerazione, all'infrarosso, di campo elettromagnetico, di pressione, a ultrasuoni, di umidit, di suono, e via dicendo) che vengono elaborati, secondo le direttive del programma che col pc carichiamo nell'unit di calcolo di Arduino tramite il cavo usb, per creare determinati eventi con gli attuatori, collegati ad altri pin, come possono essere motori, servomotori, luci, casse audio, piccoli display, schermi LCD, TV, antenne, e quant'altro la testa suggerisce. Nella sezione playground del sito ci sono una miriade di progetti realizzati, si va dal controllo della casa tramite internet con Arduino collegato tramite il cavo ethernet, al mini-server con sd-card, al segnalatore luminoso di nuove mail, al robot-artista che disegna con lo spay sui muri, a console da attaccare alla Tv, a sintetizzatori musicali, strumenti musicali che funzionano con i movimenti del corpo o con la luce, sintetizzatori vocali, a navigatori satellitari, tablet LCD touch, strumenti medici di elettromiografia o che percepiscono le onde celebrali, drone, una macchina per mappare il dna basata sugli studi del premio nobel Kary Mullis, ecc. Sul forum c' anche un progetto collettivo per la realizzazione di un pallone sonda. Questa solo una piccola parte di tutto ci che stato creato. impossibile sintetizzare in poche parole la vastit dei progetti realizzati con questa piattaforma. Questo quello che succede quando viene democratizzato l'hardware, come successo prima per i bit. Sulla base dei feedback della comunit Arduino, attualmente versione Uno r3, si evolve. Massimo Banfi sta lavorando su la versione Due con microcontrol30

lore a 32 bit, che permetter, in prims, quindi una risoluzione analogica molto superiore agli attuali 1024 bit di range per i sensori [Arduino.cc].

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1.5 Modello Khan Academy

Esiste in rete un sito chiamato Khanacademy.org. In questo sito troviamo enormi risorse video che spaziano dalla matematica alla finanza, alla biologia, alla fisica, alla storia e cos via. Si tratta di vere e proprie lezioni video dove Khan, il fondatore di quest'organizzazione no profit, insegna una bella porzione di scibile umano. Khan, con un passato di informatico, tre lauree, in informatica, in matematica e master in economia, ha iniziato realizzando video per sua nipote, che abitava all'altro capo degli Stati Uniti, la quale aveva bisogno di un aiuto in matematica per la scuola. Khan di notte registrava con un software la sua schermata mentre disegnava e scriveva a tutto schermo con una tavoletta grafica collegata al computer, e a voce spiegava la matematica partendo proprio dalle basi e, video per video, fino a cose sempre pi complicate. Questi video poi li ha messi su youtube. Khan ha talento per spiegare la matematica. Not che i suoi video erano visitatissimi. Da qui decise di lasciare il suo lavoro e fondare una organizzazione no profit per realizzare un portale dedicato a insegnare, in un primo momento matematica ed economia. Successivamente Khan si allarg a biologia, fisica, chimica e anche storia. Grazie a Khan molti bambini alle medie gi fanno calcolo infinitesimale, ma non sono geni, sono bambini normali come precisa Clive Thompson in un articolo. Sono tantissime le insegnanti che nelle scuole hanno sperimentato i video di Khan. I bambini dei progetti il pomeriggio vedono i video su youtube di Khan e la mattina fanno gli esercizi sempre sul sito di Khan che prevede dei punteggi, come i videogame, dove ogni bambino cerca di superare il punteggio degli amichetti. I video di Khan purtroppo sono in inglese, tuttavia Khanacademy ha una community di traduttori che lavorano al fine di sottotitolare e tradurre oralmente i video di Khan [Thompson 2011]. Ora, le ripercussioni sull'insegnamento non ci che ci interessa in questo momento, per quanto importantissima. Khan un'organizzazione no profit e ha bisogno di fondi per mantenersi. In questo, i primi finanziatori di Khan sono Microsoft e Google [Thompson 2011]. Ora che impatto possono avere queste aziende su una community che supportano? Sono molti i vantaggi per Google, basta solo limitarci a dire che i video di Khan sono su youtube, non su Vimeo. Ma sia che i video siano su youtube che su Vimeo poco cambia al bambino che vede la sua lezione o al membro della comunit che partecipa tradu32

cendo. Guardiamo quali sono i software che, su https://sites.google.com/ a/khanacademy.org/forge/for-translators/reference-page, al momento della nostra trattazione, vengono proposti per creare ex-novo i video da tradurre: vediamo due software proprietari a pagamento, e l'unico software opensource gratuito, CamStudio, funziona, purtroppo per gli utenti di linux e Mac, solo su Windows. Perch ci chiediamo la lista limitata solo a software Microsoft-compatibile? Quest'ultimo forse sar un caso, anzi sicuramente sar cos, tuttavia esistono programmi opensource multipiattaforma, moltissimi linux, che permettono di registrare in tutti i formati video da schermo, ma questo era solo un esempio per dire che le azioni anche piccolissime che assume un'organizzazione in crowdsourcing possono, anche involontariamente, anche se non arrestare la partecipazione, quantomeno poterne ridurne, anche di pochissimo, la possibile potenzialit.

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1.6 Tirando le somme: Canonical e Ubuntu

Abbiamo visto fino a questo momento quindi come le aziende si appoggiano alle comunit per creare valore. Adesso vediamo qual il rapporto che Canonical intrattiene con la comunit. Lessig fa una perfetta analisi di ci, inquadrandolo come un perfetto esempio di economia ibrida:
Un elemento fondamentale in vista del successo di un ibrido la comprensione della community e delle sue norme. E i casi di maggior successo in questa categoria saranno quelli che sfrutteranno al massimo tali norme traducendo la fedelt alle stesse in duro lavoro. Probabilmente l'esempio pi interessante di tale modello fra quelli pi recenti un'azienda chiamata Canonical Ltd., un'entit commerciale che supporta un altro brand GNU/Linux chiamato Ubuntu Linux. Ubuntu, lanciato nel 2004 dall'imprenditore Mark Shuttleworth, mira a diventare il sistema Linux pi diffuso. Nelle prime fasi ha posto il focus sui pacchetti di installazione semplici semplici (ho sperimentato una serie di pacchetti di installazione di Linux. Questo stato di gran lunga il pi semplice). L'azienda spera che la facilit e la qualit del suo pacchetto (per non parlare del prez zo) spinga molti pi utenti individuali a usare Ubuntu Linux. Canonical punta a trarre un profitto da Ubuntu, un sistema governato e sviluppato da una community. La sua vision trae ispirazione da Shuttleworth, che dichiara di essere rimasto affascinato da questo fenomeno di collaborazione attorno a un bene digitale condiviso, dotato di un potente meccanismo di controllo delle revisioni. Tale collaborazione avviene attraverso una community. L'intenzione di Canonical differenziarci per il fatto di avere la community migliore. Di essere l'azienda con cui pi facile collaborare, di essere il gruppo in cui le cose opportune succedono prima e succedono pi rapidamente. La community mi ha detto Shuttleworth costituisce l'essenza assoluta di ci che facciamo. Attualmente, le persone che collaborano al pro getto Canonical sono migliaia. Affinch una simile collaborazione funzioni, come spiega Shuttleworth, devono essere soddisfatte almeno tre condizioni in relazione alla community. La prima che bisogna rispettare la community. La seconda che bisogna responsabilizzarla, cio conferirle per davvero l'autorit che le si attribuisce a parole. Se non sei disposto a rispettare il fatto di aver offerto alla gente l'opportunit di lasciarsi coinvolgere, e di assumere una posizione di leadership [] impossibile che si sviluppi un team solido. La terza nonch probabilmente la pi importante, in ultima analisi che bisogna fare in modo che la gente si senta parte di un progetto significativo. Questa una vi sione che la community incentrata sul free software pu sposare facilmente. Le persone che contribuiscono questa community sentono di essere parte di un progetto grande, importante e bello [] Sentono di avere l'opportunit di dedicarsi alle cose a cui vogliono realmente dedicarsi. E questo d molte soddisfazioni. Questa, secondo Shuttleworth, una caratteristica condivisa da tutti i progetti di successo basati su una community. Se prendiamo il caso di Wikipedia, per esem-

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pio, la gente si sente davvero parte di qualcosa: sta contribuendo allo sviluppo di un archivio delle conoscenze umane, e questa una cosa incredibile. C' un'intera gamma di motivazioni nel free software. La visione di Shuttleworth diversa da quella di Red Hat. Ricordatevi che Young non credeva in questa storia della community. Essa, invece, riveste un ruolo fondamentale per Ubuntu. [] (parentesi quadre nostre) L'eterogeneit il suo punto di forza; essa [l'economia ibrida] fiorisce a partire dall'indeterminatezza prodotta da tale eterogeneit [Lessig 2008: 143-144].

Come abbiamo ricordato pi volte in questo capitolo, importante per un'azienda ibrida, o che fa crowdsourcing, non accaparrarsi i diritti esclusivi di ci che crea la comunit. Come vediamo nel caso Ubuntu, l'azienda Canonical non proprietaria del sistema operativo, per quanto abbia degli sviluppatori che ci lavorino a tempo pieno aiutati in questo dalla comunit. Ubuntu infatti rilasciato sotto licenza GNU GPL e pu essere pertanto usato, copiato, modificato e venduto senza dover chiedere il permesso a nessuno. Tanto vero che esistono moltissime altre distribuzioni basate su Ubuntu, prima tra tutte Linux Mint, ricavate modificando l'ultima versione di Ubuntu. Del resto a sua volta lo stesso Ubuntu un derivato di Debian. Si pu dire insomma che Ubuntu della comunit, cos come un bene di tutti. Quindi anche se in un futuro dovesse venire a mancare Canonical, Ubuntu non morirebbe ma potrebbe essere ancora sviluppato dalla comunit e da qualche altro dittatore benevolo. Tuttavia il lavoro che Canonical compie per Ubuntu molto importante, aiuta la comunit infatti anche operando accordi con i produttori per un miglior supporto hardware. Canonical un'azienda ibrida e guadagna, oltre che da servizi per le imprese, anche da prodotti commerciali. Offre infatti anche un servizio di cloud computing, tra cui possiamo inserire il servizio multipiattaforma freemium UbuntuOne, con versione free da 5GB di spazio di memoria, una versione avanzata con 20GB a 2,99 dollari al mese, e infine un'altra da 20GB con possibilit di music streaming a 3,99 dollari al mese. Canonical ha inoltre integrato nel software center, l'UbuntuStore. Le distribuzioni linux spesso, se gi presente, hanno installato un software per la gestione dei pacchetti. In debian, per la gestione dei pacchetti .deb, famosissimo Synaptic che permette di installare e disinstallare tutto il software open source con un clic. Per chi non ha dimistichezza con linux, Synaptic, pu essere visto come una sorta di App Store per l'iPhone e l'iPad. Molte distribuzioni hanno un software center, come Ubuntu (Synaptic comunque, se si vogliono funzionalit avanzate, pu essere benissimo installato dallo stesso software center). Quindi il software center comprende anche l'UbuntuStore con software e magazine a pagamento. Sono infatti soprattutto presenti molti videogame e riviste, in primis Linux magazine, Android User, ecc. Vi anche ovviamente Full Circle Magazine italiano e internazionale. Vi poi anche l'UbuntuOne Music Store, una sorta di iTunes di Canonical, a cui si pu accedere dal riproduttore multimediale open source Banshee, dal quale 35

visitabile anche il negozio mp3 di Amazon.

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Amatori Supporto Comunit

Sviluppatori, musicisti, Scrittori, ecc

Canonical
UbuntuOne base (gratis) UbuntuOne premium (a pagamento) Ubuntu Store, Servizi (a pagamento)

Ubuntu

$$$
Consumatore

Molti consumatori

$$$
Attenzione, reputazione, ecc... Modello Freeconomy di Canonical

Fig. 2

Bibliografia primo capitolo

Anderson, Chris; 2009, Gratis, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, Trebaseleghe (PD), 2010. Anderson, Chris; 2006, La coda lunga, Codice edizioni, Torino, 2008. Anderson, Chris; 2011, Gli atomi sono i nuovi bit, in Wired Italia, n. 11-11, p. 72. Banfi, Massimo; 2008, Arduino Booklet, in http://arduino.cc/playground/Main/ManualsAndCurriculum. Frauenfelder, Mark; 2011, Garage 2.0, in Wired Italia, n. 11-11, pp. 74-75. Howe, Jeff; 2008, Crowdsourcing, Luca Sossella editore, Bologna, 2010. Lessig, Lawrence; 2008, Remix. Il futuro del copyright (e delle nuove generazioni), Etas, Milano, 2009. Shirky, Clay; 2008, Uno per uno, tutti per tutti. Il potere di organizzare senza organizzazione, Codice edizioni, Torino, 2009. Thompson, Clive; 2011, Perch questo bambino sa risolvere una funzione trigonometrica inversa?, in Wired Italia, n. 09-11, pp. 72-77, 134.

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2. Le comunit online
2.1 Cos' FCM e che strumenti usa

Full Circle Magazine, chiamato in modo abbreviato anche FCM, un magazine internazionale indipendente dedicato alla comunit Linux Ubuntu, pubblicato sotto licenza Creative Commons CC BY-SA 3.0 sul sito ufficiale Fullcirclemagazine.org, dove pu essere scaricato da chiunque. tradotto in inglese, cinese semplificato, tedesco, francese, ungherese, italiano, polacco, russo, spagnolo, indonesiano, galiziano, greco, portoghese, norvegese, persiano, cecoslovacco, danese e turco. Tratta, com' ovvio, di tutto ci che riguarda il sistema operativo Linux Ubuntu e del software opensource. mensile. Il primo numero stato pubblicato il 07 giugno 2007, anche se esiste un numero speciale zero del 14 aprile del 2007 che parla della storia delle versioni di Ubuntu. Al momento di questa trattazione, l'ultimo numero il 57. FCM ogni tanto pubblica degli speciali. Ricordiamo lo speciale sulla programmazione in Phyton, un linguaggio di programmazione aperto, e l'ultimo, lo speciale su Scribus, un software di desktop publishing opensource, utilizzato anche dallo stesso team FCM per impaginare la rivista. Il magazine esce in versione Pdf ed eBook. L'oggetto del nostro studio sar la comunit italiana di traduzione di FCM, la quale parte della comunit italiana Ubuntu, questa, a sua volta, parte dell'ancor pi vasta comunit internazionale di Ubuntu. Ubuntu a sua volta supportato da un'organizzazione, Canonical, che opera in un contesto di economia ibrida, freeconomy e crowdsourcing. Abbiamo chiamato il gruppo di traduzione FCM, comunit. E ci perch rispetta, come mostreremo, i requisiti della definizione operativa che Jenny Preece d di comunit online. Prima per di illustrare gli odierni studi sulla definizione di comunit online, su cui peraltro non abbiamo l'intento di essere esaustivi, illustriamo brevemente l'organizzazione attuale e gli strumenti che il gruppo italiano di FCM utilizza. Questi ultimi sono mailing-list, wiki, blog, Irc, i servizi di Google, come GoogleDoc e Calendario, e Launchpad (https://launchpad.net), una piattaforma creata da Canonical per la collaborazione software, che facilita quindi la 39

segnalazione dei bug, lo sviluppo, la traduzione, l'hosting dei sorgenti, e cos via. In Launchpad la comunit italiana di Ubuntu, cos come il gruppo italiano FCM ha la sua pagina (https://launchpad.net/~ubuntu-it-magazine) dove sono illustrati i membri stabili e i nuovi membri che hanno fatto richiesta di membership. Con le regole attuali, bisogna collaborare continuativamente per sei numeri per entrare a far parte dei membri stabili. A tutto ci si aggiungono i software per l'editing materiale della rivista che sono Scribus per il Pdf, Sigil per la versione per eBook reader e Audacity per l'audiolibro. Gli impaginatori per condividere i file utilizzano Dropbox, un servizio di cloudstoring. Daremo nella nostra trattazione per scontato la conoscenza di cosa siano questi strumenti e delle loro caratteristiche. Esistono infatti ampissime e numerosissime trattazioni sull'argomento. Cercando su Google si possono inoltre trovare amplissime risorse a proposito dei software e dei servizi usati dalla comunit. Descriveremo quindi solo il loro uso da parte del gruppo attraverso l'analisi delle attivit svolte nelle varie circostanze temporali. Per quanto riguarda l'organizzazione delle attivit faremo riferimento alla sua pagina wiki (http://wiki.ubuntu-it.org/Fcm). Il gruppo FCM, differenzia i suoi membri in traduttori, revisori, impaginatori pdf e impaginatori eBook. Si pu essere contemporaneamente traduttori, revisori e impaginatori se se ne hanno le capacit. Il gruppo supporta molto anche coloro del gruppo che vogliono imparare fornendo manuali e risorse sui vari software di impaginazione nel wiki e su Dropbox, cos come un membro del gruppo, Aldo Latino, ha messo su youtube dei tutorial che spiegano come impaginare la rivista con Scribus. Vi sono anche piccoli progetti collegati come l'audiolibro, curato da Paolo Rotolo, e l'applicazione android per leggere la rivista, sviluppata da Mirko Pizii con debugging da parte degli androidiani del gruppo. Come si procede quindi con i lavori? Anzitutto l'amministratore wiki inserisce i contenuti del nuovo numero, nella pagina edizione del wiki, in una tabella, e, l'amministratore Dropbox, i sorgenti scribus in una cartella condivisa dagli impaginatori. Chi vuole tradurre inserisce il proprio nome e cognome nella casella corrispondente all'articolo scelto e, nella seconda casella della riga, inserisce il simbolo in lavorazione. Una volta finito di tradurre, postata la traduzione nella relativa pagina, modifica il simbolo dello stato traduzione in completata. Chi vuole revisionare l'articolo inserisce il proprio nome e cognome nella relativa riga dopo la colonna di stato traduzione, anche se ancora nessuno ha inserito il suo nome per la traduzione. Inserir il simbolo in lavorazione appena mette mano alla traduzione. Una volta finito, inserisce anche qui il testo revisionato nell'apposita pagina dell'articolo sotto il relativo spazio per la revisione. Dopodich la palla passa a chi impagina che metter il suo nome nella relativa riga. A differenza delle altre due fasi precedenti, qui l'impaginatore dovr mette40

re in lavorazione esclusivamente quando solo lui ci sta effettivamente lavorando e toglierlo quando non ci lavora pi. Non possono infatti pi persone lavorare sul file contemporaneamente per ovvi motivi, vanificandone il lavoro reciprocamente. Nella tabella in alto ci sono le date entro cui si deve tradurre, revisionare, impaginare e fare il debugging collettivo dell'alpha e della beta prima della pubblicazione definitiva. Come si vede il gruppo organizzato come una catena di montaggio. L'articolo segue delle fasi standardizzate e predeterminate, anche temporalmente, passando di mano in mano fino al prodotto finale. La correzione della bozza alpha e beta l'unica molto pi disordinata ed uguale al debugging del software open source. Alle volte questo debugging si estende infatti anche oltre al gruppo; sono capitate, anche se non spesso, segnalazioni di bug da parte dei lettori. Segnalazioni che vengono prontamente corrette nel pdf gi pubblicato. Uno strumento importantissimo la mailing-list, il cui archivio, a cui faremo riferimento nella nostra trattazione, pu essere consultato, prima del novembre 2007 su http://www.freelists.org/archive/ubuntu-l10n-it, dopo questa data, su http://liste.ubuntu-it.org/pipermail/ubuntu-it-fcm. I messaggi sono divisi per anno e mese e possono essere ordinati per membro, data, argomento. Dalla mailing-list passano tutte le discussioni dei membri, i dubbi sulle traduzioni, le discussioni sulle attivit, le votazioni, anche post scherzosi e off-topic, ecc... Il gruppo usa anche un canale Irc (internet relay chat) #ubuntu-it-fcm sul server irc.freenode.net per le riunioni importanti, ma queste non sono molto frequenti. A volte la usa anche chi volesse parlare in modo contemporaneo, alcuni membri infatti sono spesso presenti in Irc, ma comunque ci non minimamente paragonabile all'uso della mailing-list dove passa la quasi totalit del traffico di discussione del gruppo. Il gruppo ha dei ruoli al suo interno. Questi vengono illustrati nella sezione gruppo del wiki. Al momento attuale, gli amministratori degli strumenti sono Cristiano Luinetti e Marco Buono per Launchpad, mailing-list, wiki e blog, con la collaborazione per il wiki di Alessandro Losavio e Paolo Garbin, il quale aiuta anche per mailing-list, irc e calendario attivit. Mirko Pizii e Giulio Tani sono collaboratori per quanto riguarda il blog. Amministratore del calendario attivit e di Dropbox Aldo Latino. Poi ci sono le cariche inerenti alle attivit. Coordinatori della rivista sono Cristiano Luinetti e Marco Buono, cos come per l'impaginazione. Ebook/DjVu, Aldo Latino. AudioLibro, Paolo Rotolo e Marco Buono. Della traduzione del libro di Jono Bacon, un progetto secondario, Davide Miceli e Marco Buono. Per quanto riguarda invece l'accesso, al momento attuale, il nuovo membro deve iscriversi alla mailing-list del gruppo e seguire le procedure su Launch41

pad per la firma del codice condotta. Una volta fatto ci sceglie un articolo, lo traduce e un revisore pi esperto ne controlla la correttezza. Se vuole impaginare, impagina un articolo e qualche altro impaginatore controlla la correttezza del lavoro. L'accesso libero a chiunque voglia partecipare. Dal 22 maggio 2011 inoltre presente anche il blog del gruppo FCM Italia. Scrive Marco nel discorso d'apertura: Vi comunichiamo che... con grande piacere, con immensa soddisfazione, con smisurato ed incontenibile appagamento che Full Circle Magazine Italiana, apre il suo blog all'indirizzo: http://fcmit.wordpress.com/. Questa nuova sfida vuole essere un punto d'incontro, di unione, di condivisione ulteriore tra tutti i collaboratori ma, soprattutto, implementando statistiche, dibattiti e feedback, un punto di incontro tra noi che lavoriamo 'dietro le quinte' del Magazine e il lettore che sar libero di scriverci consigli, proposte e quant'altro! Legando il nostro blog alla miriade di blog presenti in internet in lingua italiana che trattano informatica e, pi precisamente di Ubuntu e linux, vogliamo pubblicizzare il nostro lavoro in maniera ancora pi incisiva per far in modo che chiunque si possa sentire libero di scaricare la nostra amata rivista in completa autonomia! Il blog tuttora in fase di implementazione e per il momento non stato ancora aggregato a nessun altro blog o sito internet! Volevamo e dovevamo prima condividere Il nostro entusiasmo con chi, quotidianamente, collabora a questo fantastico progetto e dedica parte del proprio tempo a fare in modo che chiunque parli la nostra lingua possa accedere e leggere facilmente anche Full Circle Magazine ricco di informazioni sia di carattere tecnico sia di tipo meno impegnativo! Grazie ragazzi!.

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2.2 Cos' una community online

Le due studiose Jenny Preece e Diane Maloney-Krichmar, in una speciale sezione tematica del Journal of Computer-Mediated Communication sulle comunit online, sostengono quanto sia difficile dare una definizione precisa di comunit on line. Per le persone possiede sempre diversi significati, venendo infatti le comunit denominate spesso con lo stesso nome del tema o dei membri che hanno per oggetto o della piattaforma tecnologica sulla quale si appoggiano (nel nostro caso, ad esempio, si utilizza per chiamare la comunit il termine FCM Italia). I guardiani che mantengono attualmente la definizione di community sono sociologi, psicologi e antropologi, attraverso per cinquant'anni di continua revisione del concetto. Le passate definizioni del concetto sono state basate su ristretti gruppi in singole localit, che divennero sempre pi inadeguate man mano che lo sviluppo dei moderni sistemi di trasporto e telecomunicazione incrementava la mobilit dell'individuo e riduceva i costi di comunicazione a distanza [Preece, Maloney 2005]. Internet infatti permette di creare vere e proprie comunit on line senza bisogno che i membri si incontrino faccia a faccia. Quindi la comunit non utilizza come piattaforma di interazione la realt fisica ma gli strumenti che internet mette a disposizione [Roversi 2004: 117]. Data questa crescente inadeguatezza del termine, si cercata allora una continua ridefinizione del concetto, ritenendo non pi fondamentale la vicinanza fisica ma, al contrario, il tipo e lo spessore dei legami tra persone [Preece, Maloney 2005]. Per trovare una strada alternativa al dibattito scientifico, studiosi hanno seguito l'approccio della Network Analysis, al fine di evitare il concetto di comunit, analizzandone i componenti che la costituiscono, i legami sociali [Jankowski 2006: 45]. Uno dei primi e pi autorevoli studiosi che si sono occupati delle community online stato Howard Rheingold, il quale mostra come le comunit online non sono da intendersi come qualcosa di totalmente diverso, distaccato e separato dal mondo fisico ma i membri fanno tutto quello che farebbero allo stesso modo che in comunit del mondo reale, eccetto l'assenza di contatto fisico ovviamente. La comunit online pu essere vista quindi per Rheingold come 43

una prosecuzione del mondo reale e non come un mondo a s stante [Rheingold 1993]. Risulta abbastanza concorde da parte degli studiosi il fatto che le comunit online nella maggior parte dei casi non si esauriscono solo online ma esistono anche nel mondo fisico, molte hanno componenti fisiche off-line. Altre iniziano come comunit faccia-a-faccia e poi in parte o tutta la comunit migra sui media digitali, o viceversa, membri di una comunit online chiedono di incontrarsi faccia-a-faccia [Preece, Maloney 2005]. Roversi definisce le comunit virtuali come luoghi di incontro di persone con gli stessi interessi e passioni e che si avvalgono dell'ausilio della Rete per comunicare in modo sufficientemente continuativo e intenso [Roversi 2004: 121]. Inoltre l'autore riferisce che la realt digitale condivisa da pi persone che interagiscono tra loro mediante le conversazioni a distanza crea e sollecita il bisogno di conferire una coerenza e una stabilit a questa realt, dotandola di senso, esattamente nello stesso modo in cui si creano le regole della convivenza sociale. Ed proprio il senso di appartenenza che rende le comunit virtuali un fenomeno particolare, se non unico. Ma non sufficiente un gruppo di individui che si connettono alla Rete per definire una comunit virtuale: la collaborazione deve essere intenzionale e finalizzata a creare qualcosa di nuovo e di superiore alla somma dei contributi individuali. La studiosa Jenny Preece fornisce in On Line Communities una definizione operativa di comunit on line. Una comunit, sostiene, composta, da persone che hanno interazioni sociali al fine di soddisfare i loro bisogni oppure sperimentare ruoli particolari, accomunati da uno scopo comune, di qualunque tipo esso sia, delle norme in forma di taciti assunti, rituali, protocolli, regole, e leggi che guidano l'interazione della gente, e infine sostenuta da sistemi informatici che permettono la comunione dei membri [Preece 2000: 9-10].

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2.3 Le origini del gruppo FCM

Prima di addentrarci nell'analisi vediamo come ha avuto origine il gruppo Fcm all'interno della Comunit italiana di Ubuntu. Un informatico di Trieste, ma da molti anni residente a Pordenone, di nome Paolo Garbin decise nella primavera del 2007 (la data non si sa con certezza) con un suo amico di tradurre la rivista Full Circle Magazine in italiano seguendo le indicazioni che Ronnie, il curatore dell'edizione internazionale, aveva dato sul wiki della rivista. I dati sui primi battiti di FCM italia sono molto frammentari. Come ci ha spiegato lo stesso Paolo: Io e un altro amico avevamo deciso di sostenere l'impegno di tradurre la rivista, seguendo quanto Ronnie aveva scritto nel progetto FCM. Dopo aver iniziato in proprio a impaginare con Scribus, inviandoci il file .sla via mail (tra me e il mio amico), successivamente ci siamo avvicinati alla Comunit di Ubuntu-it. Io ho preso i contatti con Acquarica (alias Antonio Piccinno) e da l partita la cosa, contattando successivamente Gwaihir (Milo Casagrande) che era gi nel Consiglio. In quella data non era stato dato ancora l'ok per creare il progetto 'gruppo FCM' sul wiki. Una volta partiti con il progetto FCM, abbiamo creato le prime pagine sul wiki (grazie a Quadrispro) e ci siamo inseriti nell'esistente ML del gruppo traduzione per passare le traduzioni e le modifiche da apportare sull'impaginato. Le prime discussioni tra Paolo e Antonio avvennero in un forum, al quale i due non riescono pi a risalire. Da l il progetto coinvolse il gruppo Ubuntu traduzione. Il 29 maggio del 2007, alle tre del pomeriggio spaccate Maurizio Moriconi, un amministratore di sistemi informatici di Roma dal nickname BugMaN, apr un thread dal titolo Traduzione Ubuntu Magazine nella mailing list del gruppo traduzione di Ubuntu, del quale era il coordinatore. Il post recitava: Visto che di traduzioni imminenti non ce ne sono, se qualcuno interessato sarebbe carino avere a disposizione la rivista tradotta: https://wiki.ubuntu.com/UbuntuMagazine/TranslateFullCircle. Che ne pensate??. La pagina a cui si riferiva BugMaN era una sezione del gruppo FCM internazionale sul wiki Ubuntu che spiegava, a chi volesse partecipare, come fare per localizzare il magazine nella propria lingua. Cinque minuti dopo rispose un altro membro, Flavia Weisghizzi, Se45

condo me un'ottima idea... Io sto incasinata ancora per un paio di settimane, poi mi dar davvero da fare... ringraziando il cielo mi arrivato un po' di lavoro, ma il pi fatto... A presto. E poi Alessio Treglia ok! vedo di poter fare qualcosa, l'idea interessante ;). La mattina dopo Massimiliano Zagaglia chiese Qualcuno sa dove si possono trovare i font usati da Ubuntu Magazine? a cui replic Milo Casagrande Se usano l'Ubuntu title lo si trova sul wiki di Ubuntu, non so ora se la versione sia anche quella con gli accenti, comunque da qualche parte c'... Per gli altri caratteri non saprei... meglio chiedere... Grazie. Chiedo subito... forse riesco a ritagliare un po' di tempo ai miei impegni per tradurre la rivista... rispose Massimiliano. Un altro membro, Nicola Cappellini, intervenne: Penso che l'editore, Ronnie, abbia le fonti. si traduce con scibus. qualcuno ha mai usato il programma?. Massimiliano allora contatt Ronnie e nel pomeriggio, alle 17:05, post il messaggio L'ho contattato e mi ha detto dove recuperarle. Nel weekend mi butto sulla traduzione... se ho bisogno d'aiuto vi scrivo :-) Scribus l'ho usato pochissimo ma spero di non avere problemi.... Nicola Cappellini scrisse: Sto lavorando con Ronnie sulla prossima pubblicazione. Forse per Luglio ci potrebbe essere un articolo sui traduttori italiani. ;-) che ne pensate di fare qualche intervista?. Alle 19 anche Flavia conferm Secondo me un'ottima idea. Se posso dare una mano nella redazione dell'articolo, consideratemi disponibile.... Nicola propose Io penso che sarebbe facile a mandare un email con delle domande, forse...10? 15? ognuno potrebbe rispondere a ci che vuole (con un massimo di X parole). dopo, un altro potrebbe scegliere risposte interessanti per l'ultima presentazione. Undici giorni dopo, l'11 giugno, Maurizio Moriconi fece una proposta ai membri del gruppo postando una griglia ASCII dove collocare il proprio nome: Ho letto un po' le varie risposte e visto che uscito il numero 1 della rivista vorrei porre un mini-censimento per vedere quante persone sono disponibili (ovviamente + siamo e - lavoro c' da fare). Io e Milo ci possiamo occupare della revisione (altro tempo non lo abbiamo purtroppo). Il 12 giugno Maurizio fece il punto sulla situazione:
Allora cerchiamo di fare un sunto:

== Elenco Persone disponibili ==

* Dario Cavedon * Nicola - Non ho troppo tempo disponibile, ma posso tradurre l'intervista. * Flavia Non ho moltissimo tempo, ma una mano la posso dare anche io

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* acquarica - le due pagine (40-41) dei giochi le posso fare io... * Massimiliano Zagaglia * Devid Antonio Filoni

Io direi a questo punto di vedere la procedura per la traduzione di un numero:

1. Install the latest version of Scribus (as I write this, it is 1.3)

2. Download the relevant tar file below. It contains all the files for that particular issue of the magazine.

3.Notify either [MAILTO] admin@xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx or [MAILTO] mrmonday@xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx that you want to translate the magazine, which language you are translating it into and they will register you with our collaboration software which keeps us organised.

4. Once the translation is done, export the magazine as a PDF file. 5. Upload the PDF and a tar file of the translation to the relevant project in the collaboration software.

We will then place the PDF file on the full circle web site for download and announce it where necessary.

NOTE: please DO NOT translate and release through other websites without releasing it to us first!

Quindi direi che serve cmq un coordinatore che gestisce la cosa e si occupa di fare da collegamento col team ufficiale. Chi se ne vuole occupare? Avevo letto nei messaggi precedenti che Massimiliano aveva contattato gi qualcuno per la traduzione, giusto??

Inoltre possiamo usare la pagina [2] del wiki per dividerci i vari compiti.

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Bella!

BugMaN

[1] https://wiki.ubuntu.com/UbuntuMagazine/TranslateFullCircle [2] https://wiki.ubuntu.com/UbuntuMagazine/TranslateFullCircle/Italian

Intervenne poi Devid: Piccola domanda: Scribus nei repository italiani alla versione 1.2.5 e non apre i file .sla di full circle magazine. Come procediamo? e Flavia che sostenne di non aver capito nulla. Nel frattempo Dario disse che sarebbe stata un'ottima idea, come aveva detto BugMaN, usare la pagina wiki https://wiki.ubuntu.com/UbuntuMagazine/TranslateFullCircle/Italian per dividersi i vari compiti: Mi pare una buona idea, gi gli altri team lo fanno!. A Devid rispose Maurizio BugMaN, Si scribus alla 1.2.5 ma i .sla dovrebbe aprirli, nel caso serva si puo' aggiornare scribus dai loro repository come spiega qui: http://www.scribus.net/index.php?name=Sections&req=viewarticle&artid=4&page=1. Fammi sapere se con la versione nuova almeno apre i file, cos come alla confusione di Flavia In parole povere per tradurre la rivista serve Scribus che un programma di desktop publishing (un po' come publisher su winzoz). I sorgenti (i file di scribus su cui tradurre) sono reperibili per il numero 1 a questo indirizzo: https://wiki.ubuntu.com/UbuntuMagazine/TranslateFullCircle?action=AttachFile&do=get&target=issue1.tar.gz. Stiamo vedendo che versione di scribus serve perch hanno segnalato che con la 1.2.5 non si aprono i file. Al ch Flavia rispose: Ok! Grazie mille! Resto poi in attesa di sapere cosa tradurre... ma credo sia meglio prima riepilogare quanti diamo la disponibilit. Devid Antonio Filoni nel frattempo conferm che La versione 1.3.3.9 di Scribus, apre i file. Acquarica disse: Se qualcuno dovesse avere dei problemi ad installare Scribus 1.3.3.9: X Ubuntu Feisty aggiungere il repository deb http://debian.scribus.net/debian/ feisty main non-free e poi installare da synaptic. Segu ancora Flavia: Mi piacerebbe, se possibile, tradurre le due pagine di news, pagg 4 e 5. Mi dite se pu andar bene? Per Bugman: scusa per ieri ma c' stato un attimo di panico. Comunque ho visto quella pagina per mi stupivo del fatto che non ci fosse scritto nulla, solo una tabella vuota. Grazie comunque dell'attenzione. Dario Cavedon domand Quando chiudiamo il poll per i volontari alla traduzione? Mi sembra che ormai ci siamo tutti. Una volta che abbiamo tutte le adesioni, possiamo cominciare a lavorarci su... a cominciare dall'ag48

giornare il wiki relativo e dividerci i compiti sul modello (per esempio) del team spagnolo. Che ne dite?. Nicola propose a Flavia: se ne hai voglia, scambiamo i nostri compiti. Puoi fare tu l'intervista, e io le pagine di news?. Devid chiese di farsi dire una o due pagine che potesse tradurre, cos da evitare che ognuno traducesse le pagine degli altri. Inoltre disse che pensava che fossero necessari altri collaboratori: non mica un lavoro di niente e molti di noi hanno poco tempo e pi siamo meglio . Flavia: Per me non c' particolare problema, qualsiasi pagina va bene. Vorrei solo evitare come prima traduzione pagine tecniche. per questo avevo pensato alle news, ma quale che vi pare va bene. Il giorno seguente, il 15 giugno, Dario Cavedon spron il gruppo, Che dite di partire con la traduzione? Su questo progetto siamo un po' fermi... Maurizio, sei tu il leader, possiamo partire?. Al ch rispose Acquarica sinceramente io sto gia traducendo... vabbe vi aspetto... :) comunque apparte gli scherzi vediamo il da farsi.... E Dario: Ottimo! Perch non cominci a usare il wiki??? https://wiki.ubuntu.com/UbuntuMagazine/TranslateFullCircle/Italian. Anch'io volevo cominciare, approfittando del prossimo week end. Se segni cosa stai traducendo io poi mi dedico al resto (e cos anche tutti gli altri traduttori!), con la risposta di Acqua rica ok... appena posso scrivo cosa sto traducendo.... Intervenne il coordinatore del gruppo:
Ho visto che gli spagnoli utilizzano il Wiki anche per la traduzione.

Se qualche anima pia inizia a buttar gi il testo in inglese su una pagina wiki sarebbe l'ideale.

Io per il weekend sto incasinato pero' vedrei a questo punto la cosa cos: - Una persona si occupa di aprire il file originale e travasare il testo sul wiki dividendolo in sezioni per pagine o argomento - I traduttori si prenotano pezzetti di traduzione e la traducono - Una persona (pu essere anche la prima) si occupa di prendere le traduzione e buttarle sull'originale - Una persona invia il tutto dove va inviato.

Che ne pensate?

Qui non dovrebbe servire un leader (come da altre parti). Basta decidere la procedura e poi chiunque vuole pu tradurre/contribuire. Sbaglio??

Cmq iniziate intanto a tradurre che non fa male :)

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Ciao ----------------------------------------------------Maurizio Moriconi ----------------------------------------------------- System Administator - Test Center ECDL & EUCIP - Universita' di Roma "La Sapienza" ----------------------------------------------------Ubuntu Italian Translator -----------------------------------------------------

D'accordo sulla procedura Acquarica disse credo che sia questa la cosa migliore da fare.. ma seguito da un altro post con la domanda ma per wiki intendi quello italiano (e quindi la creazione delle pagine) o facciamo tutto su quello inglese?. Sul fatto che gli spagnoli usavano il wiki anche per la traduzione, Dario Cavedon era convinto come sostenne che fosse un'ottima idea e sull'intervento nel wiki da parte di qualcuno, Dario disse di vedere che poteva fare lui nel weekend. Sulla domanda di Acquarica, intanto Maurizio rispose Su quello italiano abbiamo pi poteri per poter cancellare/rinominare pagine. Pero' indifferente. Acquarica mand un altro post: io sto creando il gruppo sul wiki internazionale... andate e mettete il vostro nome nella tabella nella pagina relativa a cosa volete fare... Maurizio la mandi tu una mail a loro per comunicare che stiamo iniziando la traduzione? io con l'inglese non ci so fare... :) fammi avere notizie. Flavia: Per me tutto ok, vi seguo con attenzione... Ora per quanto mi riguarda visto che non siamo molti io posso fare le interviste e anche le news, ma ditemi voi. Purtroppo non ho sottomano la mia mail precedente, quindi non mi ricordo chi mi aveva chiesto di scambiare le news x gli articoli... Prima di cominciare vorrei avere un cenno...Sapete che faccio casini di organizzazione. Aspetto notizia. Buona lavoro a tutti!. A conclusione della serata l'intervento di Acquarica, ci sono grosse novit... ma ve ne parlo domani... tardi.. :). Il giorno dopo intanto un altro membro, Filippo, alias Guglielf, aggiunse alla risposta che aveva dato il giorno prima Maurizio ad Acquarica che su wiki.ubuntu.com non c' alcuna limitazione alla cancellazione/rinomina delle pagine, quello limitato help.ubuntu.org. Quindici minuti dopo Acquarica scrisse :capito... appena posso sposto la pagina dal wiki italiano a quello internazionale.... ufff.... Si scus allora Filippo: acquarica, la mia mail voleva essere propositiva/informativa, non vi stavo certo ingiungendo di spostarvi di l ;) mi pareva pi razionale visto che era gi tutto predisposto, senza dover creare un 50

fork temporaneo sul nostro wiki.... L'ultimo post del thread Traduzione Ubuntu Magazine fu quello di Acquarica: guglielf non ci sono problemi a spostarci di la... io sono d'accordo con te e perci stavo ritenendo giusto spostarci la.. :). Ci quanto emerge dall'archivio della mailing list del gruppo traduzione Ubuntu su Freelist.org (http://www.freelists.org/post/ubuntu-l10n-it/Traduzione-Ubuntu-Magazine). Come si vede il gruppo di traduzione italiano di FCM nacque come una costola del pi vasto gruppo traduzione di Ubuntu. Sempre in merito alle origini, raccogliamo una dichiarazione scritta da Paolo Garbin in un articolo sulla comunit italiana di traduzione della rivista, dove spiega: Dopo l'uscita dei primi tre numeri tradotti, abbiamo ricevuto l'invito a portare questo progetto all'interno della comunit italiana di Ubuntu-it, creando di fatto il 'gruppo FCM'. Da quel momento la traduzione dei numeri della rivista notevolmente migliorata grazie al significativo apporto di tutti gli amici che hanno fatto parte di questo gruppo. Qui sono nati tutti gli accorgimenti, le tec niche e i metodi usati ancora oggi per tradurre, revisionare ed impaginare questo bellissimo mensile. Il resto di quanto stato fatto ... storia!. Secondo quanto ci racconta Aldo Latino, Il primo referente 'de facto' (nel senso che, per quanto io ne sappia, non c' stata mai una 'investitura ufficiale') stato Milo Casagrande: lo puoi considerare dall'inizio del progetto di traduzione fino all'8 giugno 2008. In quel giorno Milo d le dimissioni e al suo posto egli stesso propone Paolo Garbin:
Ciao a tutti,

da un po' che non riesco a seguire bene i lavori di traduzione di FCM e nemmeno i lavori del gruppo FCM stesso.

Assieme a Paolo Garbin ho deciso di lasciare il ruolo di referente del Gruppo FCM a lui ma per essere ufficiale ci deve essere l'approvazione del gruppo stesso ( una nuova, diciamo, "procedura", che verr ufficializzata con la prossima riunione del Consiglio, ma dato che ci siamo, meglio metterla subito in pratica).

Se non siete d'accordo con la nomina e/o volete proporre anche qualcun altro per poi fare un votazione, potete farlo tranquillamente rispondendo a questo messaggio. Se non ritenete ci siano problemi,

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lasciate pure un +1 sempre in risposta a questo messaggio.

Grazie a tutti!

PS: mettetemi in CC quando rispondete, sono iscritto, ma non ricevo i messaggi. Grazie! :)

In data 19 marzo 2010 prosegue Aldo Paolo lascia la guida del gruppo, senza per indicare un referente:

Ciao a tutti,

da molto tempo che il sottoscritto non scrive su questa lista e anche che non mette pi mano in modo sostanziale all'edizione 'mensile' in traduzione.

I motivi che mi hanno tenuto distante dal NOSTRO gruppo di lavoro sono esclusivamente privati e riguardano la mia persona e la mia famiglia. Le cose che ho dovuto affrontare e sostenere si dilungavano sin dall'agosto scorso e ora sono in via di soluzione. Inizio a vedere la 'fine del tunnel' dei miei problemi, con grande speranza.

Non sono qui a parlarvi dei miei problemi ma bens a cercare tra di voi una o pi persone che intendano prendere con giusta causa e buona volont il mio posto, in quanto ho deciso (dopo qualche settimana di ripensamenti ed indecisioni) di cedere il posto ad un'altra persona che possa continuare nell'opera da me iniziata qualche anno fa. Non vi elenco quali siano i posti che attualmente occupo in questo gruppo, in quanto sono noti a tutti.

Sono intenzionato a lasciare anche gli altri gruppi di lavoro di Ubuntu-it, in quanto la mia attuale condizione non mi permette di dare il meglio (o anche il minimo indispensabile...) per portare avanti qualsivoglia progetto della comunit.

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Sento la necessit di DOVER riposare per un p e 'staccare la spina' dal mondo informatico, dedicando il mio tempo alla mia persona e alle persone che mi vogliono bene.

A questo punto chiedo a tutti voi, membri stabili e collaboratori, di trovare tra di voi la persona pi giusta che mi possa sostituire tra breve. Non intendo 'mollare la presa' di colpo, ma vi accompagner ancora per un p nei lavori, aiutando tutti coloro che intenderanno impaginare con Scribus, capire come funziona Launchpad per il nostro gruppo e nelle altre operazioni mensili da svolgere per far funzionare il nostro progetto.

Ho letto continuamente quanto avete scritto qui sulla ML e sono proprio soddisfatto di aver visto quanto lavoro i nuovi candidati e ALCUNI membri stabili abbiano continuato a fare, dietro la GRANDE GUIDA e CONTROLLO del mio grande amico Aldo, che non ringrazier mai abbastanza per quanto ha gi fatto.

Non intendo dilungarmi sulla questione, ci che volevo dire l'ho scritto e non desidero altro.

Se volete avere altre informazioni sulla mia scelta, scrivetemi in privato e non qui in ML; vi ringrazio in anticipo.

Un saluto a tutti e ancora buon lavoro.

Paolo

Il 21 marzo 2010 io propongo Dario Cavedon, che accetta conclude Aldo. Questa l'email in cui propongo Dario:
Come avete letto in lista, il buon Paolo Garbin ha dato le dimissioni da responsabile del gruppo e, speriamo di no, anche da membro.

Bisogna quindi procedere all'indicazione di un nuovo responsabile, con i

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compiti di coordinatore delle attivit e di rappresentanza verso il Gruppo padre, cio il Gruppo Traduzione [1].

Ho pensato di indicare Dario per questo compito, perch fra di noi quello pi partecipe alle attivit di Ubuntu Italia, molto attivo nei Gruppi Traduzione, Promozione e credo anche Web (se ho dimenticato qualcosa, aggiungi tu, Dario!).

Cosa ne pensate? Siete d'accordo?

Io continuer a supportare il nuovo responsabile, cos come gi facevo con Paolo, nel pochissimo tempo che ormai ho a disposizione.

[1] http://www.ubuntu-it.org/uploads/images/struttura_com.png

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2.4 Come la motivazione di gruppo incide nelle comunit online

Prima di chiederci come influisce la motivazione all'interno delle dinamiche delle comunit su internet e quali sono le motivazioni per le quali la gente vi entra a far parte, necessario capire cos' la motivazione. Lo studio della motivazione stato uno dei temi pi importanti e pi affrontati dalla psicologia in generale, nonch dalla pi particolare psicologia del lavoro e dell'organizzazione. La motivazione infatti stata da sempre considerata uno dei pi importanti elementi che influiscono sul comportamento degli individui e che contribuiscono a spiegarlo seppur, precisando, in modi che non si devono intendere come deterministici. Per le organizzazioni fondamentale mantenere alta la motivazione dei componenti al loro interno per raggiungere gli obiettivi che si propongono. Stesso discorso vale per le comunit on line, che anzi ancora di pi dipendono la loro stessa esistenza dalla motivazione degli individui nella partecipazione. Quindi cos' la motivazione? Cortese e Viada, sintetizzando le ricerche di molti studiosi, riferiscono come vi sia concordia nell'individuare un campo semantico in cui la motivazione viene concepita come un'energia che alimenta i comportamenti e li orienta verso una meta, e pu essere analizzata in termini di attivazione (condizioni di avvio del comportamento), direzione (obiettivo a cui si rivolge), intensit (forza dell'investimento energetico) e persistenza (disponibilit a insistere nel tentativo di conseguire l'obiettivo anche a fronte di difficolt e ostacoli). In un ambito pi prettamente organizzativo i due autori citano il lavoro di Quaglino, il quale individuando condotte degli individui finalizzate a svolgere determinate attivit e altre finalizzate a stare in organizzazione, descrive la motivazione come un'energia che si investe sia 'nella realizzazione di prestazioni connesse a specifici compiti, orientata verso finalit associate ai risultati di tali prestazioni' sia 'nella relazione tra individuo e organizzazione, orientata verso finalit di definizione e consolidamento del legame di appartenenza'. Cos come un'altra classificazione pu essere data classificando motivazioni estrinseche, che derivano da cause esterne, per esempio una ricompensa, e motivazioni intrinseche, che derivano da cause interne all'individuo, ad esempio all'attivit in s anche se collocata all'interno della comunit stessa [Cortese, Viada 2008: 113-115]. 55

Persistenza

Attivazione

ENERGIA Intensit
Fig. 3 Cortese e Viada analizzano le teorie che si sono concentrate a definire il contenuto della motivazione, e quelle che si sono concentrate sul processo che permette la manifestazione della motivazione, che ne governa l'attivazione, la direzione, l'intensit e la persistenza. Per quanto riguarda il primo tipo, i nostri autori elencano la famosa teoria di Maslow, teorizzata nel '45, secondo il quale la motivazione costituita da due tipi di bisogni, primari, che sono necessari per soddisfare i secondi, quelli secondari, di tipo psicologico e che possono variare maggiormente da individuo a individuo rispetto ai primi. Dei bisogni primari fanno parte quelli fisiologici, orientati alla sopravvivenza dell'individuo e della specie, come pu essere il trovare qualcosa da mangiare, un luogo dove stare, bisogni sessuali e cos via, e quelli di sicurezza, orientati al mantenimento della propria incolumit fisica, cura dalle malattie ad esempio, o dalle bestie feroci e via discorrendo. Di quelli secondari fanno parte i bisogni di affetto, i bisogni di stima, sia prima da parte di se stessi che poi da parte degli altri, e infine i bisogni di autorealizzazione, cio il sentirsi realizzati, il sentirsi appagati nei propri obiettivi, la ricerca della trascendenza cos come la creazione artistica. Tutti questi bisogni, per come li abbiamo elencati, sono collocati in una scala gerarchica in ordine di soddisfazione, cio bisogna soddisfare quelli precedenti affinch l'individuo senta importante soddisfare quelli successivi [Cortese, Viada 2008: 115-117]. Per quanto riguarda le teorie di processo illustrate da Cortese e Viada, citiamo la teoria di Locke, confermata da molti studi. Questa teoria riguarda gli obiettivi, un'importante fattore che influisce sulla motivazione. Ci interesser molto questa teoria perch una delle tante variabili che secondo noi hanno influito sul grande sprint che ha portato la comunit a recuperare il grande gap di ritardo rispetto all'uscita dell'edizione internazionale, come spiegheremo. Ci che influenza maggiormente la motivazione sono alcune caratteristiche degli obiettivi, quali la consapevolezza, cio riconoscere l'obiettivo come obiettivo, 56

Direzione

la forza, ovvero il valore attribuito all'obiettivo, l'aspettativa di successo, cio la percezione che si possa portare a termine quell'obiettivo, la specificit, ovvero la chiarezza e la vicinanza dell'obiettivo, che sollecita una migliore prestazione rispetto alla genericit o all'eccessiva distanza temporale, la difficolt, ovvero il grado di sfida che l'obiettivo sollecita [Cortese, Viada 2008: 121]. La teoria di Locke ha dato un grande contributo nella modalit di management, chiamata Management by Objectives. L'elemento interessante che abbiamo riscontrato un uso di molti aspetti di questo procedimento di gestione dell'organizzazione a fronte di un certo periodo di stagnazione dei lavori nella comunit di FCM, quindi al di fuori dai soliti contesti lavorativi, a conferma quindi che l'MBO pu anche avere un'influenza nell'ottenimento di risultati positivi anche in un'economia non monetaria. Prima di spiegare ci, quindi introduciamo il Management by Objectives, detto anche MBO. L'MBO un sistema che implica la puntuale definizione degli obiettivi affidati a ciascun attore organizzativo, unita a un attento monitoraggio e a una sistematica valutazione, prevedendo al tempo stesso la partecipazione del dipendente a ciascuna fase di questo processo. Tale formula, proposta da Drucker (1954), ha trovato e trova tuttora ampia applicazione, grazie anche alla possibilit di legarsi a politiche di compensation che, a fianco della retribuzione fissa, prevedono una quota di retribuzione variabile legata alla misura in cui gli obiettivi vengono raggiunti. Tra i passaggi da compiere per attuare una politica di MBO ricordiamo: l'individuazione condivisa degli obiettivi a partire da un confronto al quale concorrono sia i capi sia i collaboratori, che definiscono anche le modalit di misurazione da utilizzare per verificarne il raggiungimento; la specificazione in termini misurabili del risultato atteso, quale per esempio 'consegna del prodotto entro 24 ore' o 'aumento delle vendite del 7,5% su base annua'; l'assegnazione di un traguardo temporale entro il quale l'obiettivo deve essere raggiunto; il monitoraggio a intervalli regolari (per esempio ogni mese) seguito da un feedback che consenta agli individui di modificare le proprie modalit di lavoro. Si evidenziano inoltre due tipi di obiettivi, quelli di contributo, riguardanti le prestazioni del lavoratore sia dal punto di vista del risultato ottenuto che delle modalit di svolgimento, e quelli di competenza, cio l'ottenimento di conoscenze e abilit rilevanti per raggiungere gli obiettivi di contributo, ma tali competenze fanno parte del 'modello' definito dall'organizzazione, ma non tutte hanno la stessa importanza per ogni individuo: in sintesi non si devono fissare obiettivi di crescita relativi a tutte le competenze, bens solo per quelle realmente significative per un certo individuo in un certo momento, in funzione della posizione occupata [Cortese, Viada 2008: 125-126]. Il 24 dicembre 2010, al momento della pubblicazione del numero 37, la rivista FCM italiana aveva accumulato un grande gap con l'edizione internazionale, che in quel momento era arrivata al numero 44, pubblicato il 31 dicembre. 57

Ben 7 numeri indietro. Il numero 37 era stato pubblicato in inglese il 28 maggio 2010, sette mesi prima del numero italiano. Tralasciando le cause di ci bene analizzare la mailing-list di FCM (http://liste.ubuntu-it.org/pipermail/ubuntu-it-fcm/). L'8 febbraio del 2011, un utente di nome Marco Buono, invia una mail al gruppo: Buongiorno a tutti, scrivo questa brevissima e-mail per presentarmi a tutti voi come nuovo iscritto alla vostra mailing list e su consiglio di un vostro collaboratore. Sarei lieto di potervi aiutare nella lavorazione, impaginazione e traduzione di FCM, bellissimo magazine online che ormai leggo da anni. Mi chiamo Marco e sono presente in Ubuntu dal 2008, anno in cui avevo iniziato una collaborazione per la produzione di video screencast (guide video all'installazione di software Ubuntu) ma purtroppo per motivi familiari di particolare gravit sono stato costretto, mio malgrado, a 'mollare il colpo'. Ho gi una mia pagina Wiki e da qualche tempo ho ripreso a collaborare con la comunit, nello specifico, traducendo guide che come vedo sono gi presenti ufficialmente nel wiki (e che voi con solerzia avete gi inserito nella vostra ultima newsletter). Sarei lieto di poter dare una mano anche al vostro progetto (FCM o altro); sono a disposizione per qualsiasi chiarimento. Buona giornata a tutti!. Marco di Perugia, classe 1971. Il collaboratore che gli aveva consigliato di iscriversi era Cristiano Luinetti come si scoprir dopo alcune mail di risposta. Assolte le procedure di rito, Aldo Latino, che in quel momento insieme a Dario Cavedon amministravano il gruppo, chiede a Marco di prendere in carico una sola traduzione, come avviene per i nuovi membri al fine di valutare la traduzione. Cos Marco traduce un articolo del numero 39 sul quale in quel momento si era appena iniziato a lavorare. Tradotto in tempi brevissimi, seppur con alcune incertezze nella traduzione, Cristiano si prende carico di revisonare l'articolo tradotto dal nuovo arrivato, ma prima che completasse la revisione, Marco impaziente chiede di potere tradurre qualche altra cosa. Cristiano lascia allora libero Marco di scegliere qualche altra traduzione di sua preferenza tra quelle libere. Interviene Aldo e dice a Marco prima di continuare con altre traduzioni, preferisco che quella gi fatta sia controllata. Nonch la replica di Cristiano come non detto, si fa come dice Aldo ((-:. Marco: Ahhhh.... ok Aldo... Pensavo fosse meglio portarsi avanti e poi.... revisionare... Ok scusate.... Le procedure esatte le sto conoscendo ora :D. Aldo Latino: Marco, non conosciamo la qualit delle tue traduzioni, quindi necessario verificarla, come abbiamo fatto con tutti gli altri. In ogni caso il tuo entusiasmo molto gradito! :). Teniamo a mente questo entusiasmo e questa grande voglia di fare di Marco, perch sar trainante per tutta la comunit pi avanti. Aldo Latino, da quanto notiamo spessissimo, incoraggia sempre dopo aver appuntato un partecipante: Bravo 10+. Abbiamo imparato tutti! Non farti mai mancare questo entusiasmo: servir a te e al gruppo scrive a Marco. Da un punto di vista linguistico se analizziamo tutti post, dopo ogni appunto, segue sempre o un incoraggiamento o un emoticon che esprima sere58

nit, una faccina col sorriso spessissimo :-); sono veramente rarissimi i casi in cui si fa un appunto senza questo tipo di messaggi. Cristiano revisiona l'articolo di Marco e insieme ad Aldo danno il via libera a Marco per altre traduzioni. Marco prende in carico altri articoli. A marzo ancora il gruppo al lavoro sul numero 39 e sul 40, il mese in cui in Giappone si scatena il violento terremoto e maremoto e a cui seguir il disastro nucleare di Fukushima. Giungono nel frattempo nuovi membri. A fine aprile il gruppo di lavoro sta ancora lavorando sui due numeri, il ritardo con l'edizione internazionale era arrivato a 8 numeri di differenza, tanto che il 27 aprile 2011 Cristiano scrisse un thread: Vista la situazione di stallo in cui ultimamente siamo, e mi riferisco in particolar al lato revisioni, in irc ho discusso con Marco della possibilit di inserirlo tra i revisori, in modo da dare un'accelerata alla chiusura del n. 39. Se anche tutti gli atri sono d'accordo, direi a Marco di prendere i carico un articolo e di segnalare in un post in ML, almeno per questa prima volta, tutte le correzioni che ha ritenuto opportuno apportare in modo che anche gli altri revisori possano dare un'ulteriore revisionata. Paolo Garbin riconosce Potebbe essere una buona idea, visto come stanno andando le cose... e prosegue Ottimo, avanti cos... poi vediamo come il nuovo revisore ha operato!. Cos come lo stesso Aldo Latino: In effetti chiunque collabori col gruppo, se pensa di averne le capacit, pu anche revisionare. Se Marco ritiene di poterlo fare, sono d'accordo. Nel frattempo Dario Cavedon comunica la sua assenza: Ultimamente sono assente da questo Gruppo, ma l'organizzazione di UP mi sta portando via tutto il (poco) tempo libero. Conto di tornare a breve a tradurre/revisionare con continuit! Un BRAVO e un grazie a chi sempre sul pezzo! A presto, Dario. Marco cos inizia a revisionare. Poco dopo chiede l'approvazione per entrare a far parte del gruppo dei traduttori stabili su launchpad. Con una votazione Marco viene approvato come membro stabile FCM. Il 13 giugno 2011 compare un nuovo thread in ML dal titolo Passaggio di consegne FCM. A mandarlo Dario Cavedon e recita cos: Ciao a tutti! Da qualche tempo i vari impegni, lavorativi e non, mi distraggono dal dedicare la necessaria attenzione a questo fantastico gruppo. Lo stesso problema affligge Aldo, che amministra il Gruppo insieme al sottoscritto. Questa cosa non va bene, perch il ritmo imposto dalle uscite della versione internazionale di FCM non permette soste. Aldo e io abbiamo quindi chiesto a Cristiano e Marco se erano disposti a sostituirci nel ruolo di coordinatori del Gruppo. Per fortuna nostra, hanno accettato con entusiasmo! Dopo il loro si, siamo quindi a chiedere a tutto il Gruppo un parere sulla loro candidatura. Se siete tutti d'accordo passiamo a loro l'onore e l'onere di coordinare la squadra e tenere il ritmo delle uscite. Aldo e io ce ne andiamo quindi in pensione! ;-) Scherzo! Restiamo comunque nel gruppo, a tradurre e revisionare le traduzioni, e dare una mano, se serve, anche per il resto delle attivit. Chiediamo quindi il Vs parere sulla nomi59

na di Cristiano e Marco, post firmato Aldo e Dario. Il gruppo saluta positivamente Cristiano e Marco e li vota allegando apprezzamenti sulla positivit, entusiasmo e voglia di fare dei due nominati. Cristiano e Marco vengono quindi nominati coordinatore e vice-coordinatore del gruppo. Continua la rimonta all'edizione internazionale da parte del gruppo, Marco motiva continuamente il gruppo, esortando tutti e facendo leva sulla compattezza e sull'identit di gruppo. Sono frequenti messaggi di questo tipo, cos come tra i vari membri nei post. In tal senso significativo un post di Marco del 13 giugno: Ciao a tutti..... questa brevissima mail ha l'intento di ricordare a tutti che in qualsiasi momento, per qualsiasi ragione, per qualsiasi problema difficile o facile che sia..... Beh il gruppo FCM Italia compatto e solido e in ogni momento collaborante via email sia usando gli indirizzi personali in maniera diretta sia, ovviamente, tramite la Mailing List all'indirizzo che trovate su questo messaggio! Potrei sembrare noioso e scocciante ma, la cosa che preme di pi al gruppo che, nessuno (e dico NESSUNO!) si senta poco aiutato o addirittura solo! Questo gruppo, lavora, funziona, e vive di condivisione di passione, di voglia di fare, di energia! Condividere queste cose fondamentale per il gruppo e la sua crescita! Quindi non formalizzatevi troppo e usate gli strumenti a voi pi consoni per condividere le vostre esperienze che siano il problemino del termine che non riuscite a tradurre oppure il problemone su come gestire al meglio le proprie risorse! Si, ragazzi, anche problematiche particolari perch magari uno di noi ha gi superato quell'empasse risolvendo il problema e, sicuramente, riuscir ad aiutare chi in quel momento in difficolt! Se qualcuno ha la possibilit e la voglia di collegarsi anche sui canali IRC (internet relay chat) noi siamo praticamente presenti quasi tutto il giorno nel canale dedicato alla traduzione (il canale #ubuntu-ittrad). Se qualcuno riscontra difficolt o non sa come accedere a quel canale scrivete qui in Mailing List e, sicuramente, qualcuno vi aiuter! A differenza della ML il canale IRC permette una approccio pi immediato e veloce rispetto ad una mail ma i due metodi sono comunque complementari. Quindi, ragazzi, dateci sotto e venite spesso in IRC perch anche una battuta tra noi permette di conoscerci meglio e lavorare in maniera pi cordiale, sincronizzata, condivisa e affiatata! GRAZIE ancora a tutti voi!. Altri messaggi di questo tipo saranno scritti da Marco nei mesi seguenti. Sicuramente Marco ha avuto una grande parte nella motivazione del gruppo, il suo entusiasmo trasmesso a tutto il gruppo stato molto importante. Se leggiamo la sua pagina personale wiki, presente una citazione esplicita che recita: Fa' sentire importanti le persone che tu guidi. A chi non piace sentirsi dire di star facendo un buon lavoro? Se volete motivare le persone, allora dovete apprezzarle: apprezzatele, davvero. Non dite loro soltanto quello che vogliono sentirsi dire: le persone capiscono quando non siete sinceri e non vi sopportano per questo; se, al contrario, con sincerit voi mostrate loro il vostro apprezzamento, ci dar loro una spinta pi forte. Inviate al 60

gruppo qualche nota di ringraziamento, messaggi di incoraggiamento, mettete in evidenza gli sforzi di coloro che fanno la differenza. Non importa quanto grande o piccolo sia il contributo dato al gruppo: assicuratevi di far sapere alle persone che esse sono importanti e che rappresentano un valore! [http://wiki.ubuntu-it.org/MarcoBuono]. Ci sintetizza la modalit intrapresa nella conduzione del suo ruolo di coordinatore all'interno della comunit. Ma vi sono anche altre variabili che hanno influito sulla motivazione collettiva, tra cui alcuni punti affini all'MBO. Il 18 giugno, Marco scrive un post: Visti i nuovi sviluppi del Gruppo FCM e l'accelerazione impartita da tutti i contributori al Gruppo, ora pi che mai importante parlare, tutti insieme, di eventuali obbiettivi da fissare a breve, medio e lungo termine! Proponiamo quindi di incontrarci su IRC per discutere di tutto quello che concerne FCM. :) Tutti sono invitati a partecipare. Esprimete il giorno di vostra preferenza nel poll di seguito. Il sondaggio si chiuder Sabato 25 Giugno alle ore 20.00. Ciao e... Grazie ancora a tutti!. chiaro quindi come la comunit andata proponendosi degli obiettivi in modo condiviso, acquisendone consapevolezza. Come si vede dai risultati della riunione: Il 27 giugno 2011 abbiamo tenuto la riunione in IRC nel consueto canale #ubuntu-it-meeting sul server di Freenode. Il log della riunione consultabile all'indirizzo: http://logs.ubuntu-eu.org/freenode/2011/06/27/%23ubuntu-itmeeting.html. Queste le decisioni prese dal Gruppo in base all'ordine del giorno. 1. Definire con chiarezza i termini per entrare e uscire dal gruppo. Si deciso che la membership viene concessa, previa richiesta del traduttore sia su Launchpad che in mailing list, dopo aver collaborato per almeno 6 numeri continuativi. Il contributo offerto deve essere evidentemente di qualit. 2. Definire quali sono le competenze basi per essere traduttore o revisore. Si votava sulla seguente mozione: 'Dopo un primo articolo di prova, ogni collaboratore sia traduttore che revisore', ma dopo la votazione si deciso di rimandare la decisione ad altra data. 3. Automatizzare la fase di traduzione/revisione/impaginazione di particolari articoli. Si deciso di riservare la traduzione di copertina, indice e 'Come contribuire' agli impaginatori. 4. Eventuale Sprint per 'eliminare' o 'ridurre' considerevolmente il gap con Full Circle Magazine inglese. Si deciso di aggiungere nella pagina Edizione, oltre i due gi esistenti, un ulteriore numero consecutivo al precedente in modo da accelerare i tempi di rilascio. 5. Apertura del blog italiano di FCM: definizione della struttura e dei contenuti, ricerca di responsabile tecnico della gestione. Vista l'ora e considerato l'argomento, la discussione su questo punto stata rimandata in mailing list. Quindi abbiamo, come risulta dalla riunione, politiche di compensation non monetarie, rappresentate dalla concessione della membership su LP (considerata di alto valore dai nuovi membri, infatti elevato era il numero di richieste da approvare su LP al fine di diventare membri stabili di FCM) solo se si contribuiva per 6 mesi consecutivi, anche se comunque pi in l si decider di dare a tutti la membership una 61

volta completata la rimonta. Si decider poi di estendere la votazione sulle decisioni anche ai membri non stabili, ci porter a un maggiore coinvolgimento anche dei nuovi membri con ovvi riflessi positivi. Dichiara Aldo Latino: Come ben sapete, riguardo alla possibilit di voto il wiki chiaro e dice che i traduttori stabili, oltre alla consueta collaborazione, potranno partecipare alle votazioni del gruppo. Quindi solo gli approvati su Launchpad ( = traduttori stabili) possono votare. Nella riunione di ieri, come sapete, abbiamo votato su 4 questioni. Al momento del primo voto, per, ci siamo chiesti se potessero votare, invece, tutti i membri di FCM, compresi quelli non approvati. Al momento della votazione ci sembrato naturale che chi stesse partecipando alla riunione (approvato su Launchpad o meno) potesse dire la sua votando. A questo punto mi chiedo se sia da cambiare definitivamente questa cosa o debba restare com' adesso. Diamo, cio, la possibilit a tutti gli intervenuti nella riunione (sempre che siano traduttori di FCM) di votare le mozioni? La domanda si estende ovviamente anche alle votazioni in mailing list. Il lato negativo di dare a tutti la possibilit di votare il togliere un incentivo a partecipare di pi nel gruppo e a dare contributi costanti: gestire il gruppo votando e aiutandolo a prendere decisioni dovrebbe essere una cosa interessante per chi ne fa parte. Non so, per me vanno bene entrambe le cose. Non mancano la specificazione in termini misurabili del risultato atteso e l'assegnazione di un traguardo temporale. Verranno infatti inclusi nella pagina wiki per ogni edizione i termini di completamento dei lavori, inclusi quelli delle singole sezioni di traduzione, impaginazione, revisione, versione beta e alpha. Ci a partire dalla proposta di Marco il 3 luglio 2011 intitolata Chiusura di FCM n. 40 e votazione sullo Sprint!: Come vi spiegavo durante la riunione su IRC, la cosa fattibile! Potremmo veramente agganciare FCM Internazionale. Ma dobbiamo studiare una ROAD MAP che ci consenta con degli step successivi di recuperare il terreno perso e riportarci alla pari. In questi ultimi giorni ho pensato molto a questa cosa e vorrei proporvela! Con uno sforzo minimo... (mi permetto di dire minimo perch non nulla di pi di quello che gi stiamo facendo!) possiamo tradurre gli articoli di un numero in una settimana (veramente in questo ultimo periodo abbiamo impiegato di meno!) e nella settimana successiva provvedere alla revisione, impaginazione e pre-release in versione beta del numero in lavorazione chiudendolo ed inviandolo ad FCM internazionale entro e non oltre la fine della seconda settimana! Quindi, ragazzi, ogni 15 giorni un numero nuovo di FCM. In poco tempo raggiungiamo ed agganciamo FCM internazionale! Solo dieci numeri ci separano dall'obbiettivo! (noi praticamente al 40 loro al numero 50). Con questa road map in cinque mesi gli saremo a ridosso e con due ulteriori mesi li abbiamo agganciati! Per l'inizio del 2012 siamo alla pari e ci facciamo il regalo di natale! Pensiamola ancora pi in grande...... Facciamo il regalo di Natale ai nostri lettori che (anche se non ve ne rendete conto e su questo ci sto lavorando) sono tantissimi...... e saranno sempre di pi! :) Nel 62

nostro blog vengono postate tutte le novit che il gruppo sforna! Bene, nonostante sia nuovissimo come Blog, visitato quotidianamente da tantissime persone che prelevano i file PDF di FCM o leggono i contenuti direttamente dal Blog! :) Blog giovanissimo ma gi molto cliccato! Stiamo anche facendo una azione di pubblicizzazione 'virale' (chiss chi 'sto pazzo, vero Aldo? :D, o 'scavezzacollo' vero Dario? :D ) per far aggregare il nostro blog a quelli di maggior successo e lettura in Italia e nel mondo! Uno dei tanti.... http://www.linuxfeed.org/2011/07/02/. Questo per pubblicizzare ancora di pi il nostro lavoro e permettere la lettura e l'accesso alle informazioni di FCM da parte di tutti quelli che possono leggerlo solo in italiano! Mi scuso se mi sono dilungato eccessivamente ma vi posso garantire che ho scritto solo una parte delle cose che vorrei comunicarvi! :) In base alle informazioni che vi ho riportato vi chiedo di valutare queste opzioni, suggerire tempistiche o metodologie diverse e migliorative e votare successivamente questa idea! Ovviamente il voto considerato non solo come espressione di opinione in merito ma anche un " Io ci sto! Consideratemi!" riguardo tale programmazione! :) Grazie ancora a tutti..... Grazie FCM Italia!. Come si vede anche la specificit e l'aspettativa di successo sono alti. Si percepisce l'obiettivo vicino e che si possa riuscire a portarlo a termine, percezione che Marco con le sue esortazioni ha contribuito a infondere nel gruppo. Inoltre, il lavoro di ogni membro verr costantemente monitorato controllandone le scadenze e se ancora qualche elemento non sar stato concluso entro la data prefissata, si esorter il membro a concludere il lavoro, come risulta dalle nostre osservazioni dirette e dalla mailing-list. In caso esso non possa riuscire a completare il lavoro, questo verr affidato a qualcun altro o in caso negativo, tradotto, revisionato o impaginato d'ufficio dal vice-coordinatore. Come si rileva, anche se operata probabilmente in modo inconsapevole, molti elementi di un modello di gestione per obiettivi, ha avuto crediamo una sua parte nella motivazione della comunit e pu avere una sua influenza sulla motivazione in comunit online. Venerd 28 ottobre, finalmente, in appena sei mesi di strenuo lavoro, con l'uscita del numero 53 di FCM in italiano, il gruppo riesce finalmente a raggiungere la meta che si era preposta. Ronnie, il responsabile FCM internazionale, si complimenta con tutto il gruppo e i membri scriveranno un articolo collettivamente, che Ronnie pubblicher nel numero 55, scrivendo ognuno alcune righe tramite GoogleDoc, per festeggiare il risultato. In base all'articolo uscito sul numero 55 di FCM, di ben 5 pagine, possiamo avere un interessante riscontro di quelle, o per lo meno di alcune, delle principali motivazioni che hanno animato i membri di FCM sia nella fase di sprint, ma che soprattutto li hanno spinti a partecipare e a entrare a far parte del gruppo. Prima di analizzare per l'articolo, bene vedere cosa alcuni studi han63

no proposto in termini di ragioni per le quali gli individui partecipano a una comunit online. Secondo Preece, le ragioni sono molteplici. Alcuni vogliono informazioni o supporto, interagire con gli altri, divertirsi, incontrare nuova gente, o dare voce alle proprie idee. Perfino i partecipanti casuali vengono per qualche ragione. Gli obiettivi della comunit se sono dichiarati in modo chiaro favoriscono l'avvicinamento di persone che posseggono finalit simili. Cos ritroviamo in comunit spesso persone che partecipano per le stesse finalit, favorendo in tal modo un ambiente stabile e meno ostile. Anche il tipo di comunit influenza l'interazione nella stessa da parte dei membri, alla stessa stregua dei propositi che si pone la comunit, rappresentandone, insieme a questi ultimi, uno dei principali fattori [Preece 2000: 80-81]. In riferimento alla motivazione nelle comunit online, sono invece tre i generi di motivazioni che pi di altri, secondo Roversi, spingono alla partecipazione attiva in una community. Motivazioni strumentali, cio incentrate su particolari attivit, motivazioni di tipo espressivo, cio la voglia di far parte di un gruppo e la ricerca di nuove modalit sociali tramite il web, e l'ultima, la sperimentazione dell'identit, cio il voler provare nuovi modi in cui possiamo manifestare la nostra identit. Inoltre, una comunit online condivide con le comunit tradizionali, continua Roversi, peculiarit quali condivisone di interessi, cio le persone si riuniscono in base a interessi comuni, condivisione di valori, cio i valori di base per quella comunit che la mantengono unita, capacit di attenzione e di relazione interpersonale, una caratteristica di propensione gli uni agli altri che tipica dell'economia del dono, capacit di discussione, il fatto di poter discutere e decidere liberamente nel senso pi alto del termine grazie anche a norme autoposte e accettate dai membri stessi, e infine l'esistenza di una morale [Roversi 2004: 124-125]. Vediamo adesso quindi quali sono le motivazioni dichiarate da parte dei membri nella partecipazione. Seguendo l'ordine dei membri in base all'articolo, partiamo da Cristiano Luinetti. Egli afferma che non avendo uno skill informatico, spesso mi sono trovato in dubbio a decidere di passare a Linux, ma la comunit di Ubuntu mi stata di grandissimo aiuto in questo, e cos un bel giorno ho deciso di fare il grande salto. Cos, visto che avevo ricevuto moltissimo aiuto dagli altri membri della comunit ho deciso che avrei dovuto contraccambiare, e navigando per l'immensa comunit italiana di Ubuntu mi sono imbattuto nel gruppo FCM. Prima di allora non avevo mai sentito nominare Full Circle Magazine, cos ho scaricato qualche numero e me ne sono subito innamorato, e ho deciso di voler dare anch'io un piccolo aiuto al preziosissimo lavoro di traduzione della rivista. cos che ho conosciuto questo fantastico gruppo di persone entusiaste e sempre piene di nuove idee, che hanno reso il gruppo FCM italiano il primo a livello di uscite. Amo questo gruppo, non lo lascer 64

mai. Per Marco Buono aiutare nel coordinamento di questo fantastico gruppo stato per me motivo di crescita personale, di valutazione delle capacit personali e del gruppo. Insomma, io ho donato un poco del mio tempo a questo gruppo ma posso affermare di aver ricevuto indietro tutto quello che ho donato moltiplicato per mille. Da Paolo Garbin si nota il profondo attaccamento emotivo al gruppo, essendo stato lui il fondatore, anche se essendo poco attivo in alcuni periodi ha rivestito sempre un ruolo di detentore di quei valori originari della comunit, lui il padre fondatore del gruppo. Fabrizio Nicastro dichiara di essere un fun di FCM dal primo numero, tuttavia ci che gli ha fatto rompere gli indugi a partecipare sono state le parole di un suo amico: Tutto quello che sto leggendo su FCM interessante, ma completamente diverso da quanto installato sul mio PC e quindi ha deciso di aiutare il gruppo a colmare il divario con l'edizione inglese. Stesso motivo per Giuseppe D'Andrea il quale aggiunge Comunque sia, ragazzi, io penso che gente come questa sia un toccasana per lo spirito di Ubuntu e la filosofia FOSS. Motivi quale il diletto sono quelli che hanno spinto Irene Bont: Ho sempre letto con molto piacere ogni edizione di FCM, cos che pochi mesi fa ho deciso di unirmi al gruppo di traduzione italiano. Credo che, oltre al fatto che la rivista ottima, FCM Italia sia un insieme di persone veramente fantastiche, con le quali si lavora benissimo, ma con le quali anche un piacere parlare e scherzare distogliersi un po' dalla noia delle proprie giornate. Rendersi utili e divertirsi: unendosi a FCM Italia si pu!. Dario Cavedon invece ha iniziato a partecipare perch pensava fosse una buona idea, e volevo che anche gli altri italiani ci potessero trovare qualcosa di interessante. Adesso do il mio piccolo contributo, gli altri stanno facendo un lavoro molto buono, e FCM ora migliore che mai. La rivista in s e colmare gap, con annessa la sfida che quest'obiettivo offre, sono i motivi che ha animato Gianluca Santoro. Attualmente per lui la sfida adesso tenere il ritmo: Colmare il divario era allo stesso tempo una necessit e una scommessa, dato che nessuno ama leggere articoli superati. La scommessa stata vinta, ora non resta che tenere il ritmo. La diffusione della cultura libera invece rappresenta la profonda motivazione di Aldo Latino che dal 2007 non ha mai interrotto la sua collaborazione. Poi aggiunge: Ma quello che ancora oggi mi stupisce che non so se abbia ri cevuto pi il gruppo da me o se invece sia stato io a ricevere tantissimo dal gruppo. Ad ogni modo: grazie, Gruppo FCM! Per Roland De Tino A volte pu essere difficile abbandonare i comodi lidi del software proprietario per tuffarsi nel mondo del software libero: io mi 65

sono deciso circa tre anni fa, passando ad Ubuntu per poi diventarne un accanito sostenitore di questo sistema con allattivo almeno 5 proseliti! E, una volta dentro, il passo logico successivo non poteva essere che dare il mio contributo in qualche modo: non capendo nulla di computer e programmazione, la scelta stata facile... unirmi al fantastico gruppo di traduzione di FCM! E la mia soddisfazione sapere che, se oggi si raggiunto questo traguardo, il merito , seppure in piccolissima parte, anche mio! . Per Francesco Gargiuli, i motivi che l'hanno spinto verso il gruppo sono stati il gap nonch il sistema libero Ubuntu con la sua filosofia di condivisione di fondo, segue una sua considerazione: Che dire del gruppo FCM Italia. Sono superfiero di farne parte perch esiste un clima cos bello da farlo assomigliare a una vera grande famiglia!. Anche per Alessandro Losavio il clima positivo un elemento degno di nota del gruppo, affermando inoltre che: Questo sprint, questo obiettivo che ci siamo posti, stata la molla che ci ha spinti ad essere ancor pi compatti, pi affiatati, cosa che (io prima) non percepivo. Oltre ad esserci conosciuti e uniti gli uni con gli altri, offriamo a tutti gli amanti di Linux in Italia un magazine libero, gratuito e aggiornato. Cosa si pu avere di pi dalla vita? Ultima cosa, ma non la meno importante... Grazie a tutto il gruppo FCM!. Giulio Tani mette anche lui in evidenza la sua voglia e il suo obiettivo di informare la gente sul software libero, aggiungendo: Fare parte del gruppo di traduzione di FCM mi sembrato un ottimo modo di mettere le mie capacit al servizio di un obiettivo comune. Perch la forza della community sta proprio nel fatto che tutti possono dare una mano, a seconda delle proprie abilit. Mirko Pizii: Sono un ragazzo che da molto tempo usa Linux (Ubuntu).. Sinceramente poco conosciuto da noi italiani, nessuno conosce la parola opensource.. Ho provato a convertire tutte le scuole, soprattutto la mia (ITIS) verso Ubuntu perch un sistema operativo speciale, gratuito, sempre aggiornato e non ha bisogno di antivirus... completamente SICURO senza aver paura di qualsiasi intrusione...Ma queste scuole a quanto pare non hanno voluto credermi.. Dopo aver usato Ubuntu un giorno mi chiesi: 'Ma perch non aiutare la comunit italiana di ubuntu?'. Fu cos che iniziai quasi per scherzo.. Iniziai col gruppo Ubuntu-it- test... Mi accolsero a braccia aperte e poi mi basai su Ubuntu-it-promozione... Per motivi di salute, fui costretto ad assentarmi pi volte per lunghi periodi, ma al ritorno sempre a braccia aperte mi hanno accolto (da invidiare, dalle altre parti queste cose te le potevi sognare! :D) Ora invece mi trovo anche su Ubuntu-it-fcm. Mi son integrato subito, ambiente davvero accogliente e tutti simpatici! Insieme facciamo un bel lavoro e sono fiero di poter dare anche il mio piccolo contributo! Good Job Guys! :D. Soltanto un'ultima cosa.. UN GRAZIE DI CUORE A TUTTO IL GRUPPO DI FCM <3 . Riccardo Vianello ha scoperto FCM grazie a un articolo di una rivista di 66

informatica che parlava di Ubuntu. Visitando il sito ha appreso dell'esistenza di FCM. Inoltre dichiara: sono un fan dei software opensource e freeware il quale mi piace testare i software per trovare gli eventuali problemi, inoltre mi piace far migliorare la qualit delle traduzioni in italiano dallinglese di questi. Sono entrato a far parte di FCM italia per revisionare gli articoli del magazine rendendoli pi professionali ma anche non presentando ai nostri lettori eventuali refusi. Queste invece le dichiarazioni di Antonio Allegretti: Li ho sempre seguiti dall'esterno e il loro stupendo e preciso lavoro ha fatto s che mi scattasse la molla come per dire: voglio esserci anch'io con loro!!..... e mi sono subito iscritto nel gruppo! Partecipo attivamente nel gruppo-test, ma voglio dare un mio contributo nelle mie possibilit anche qui, perch la Comunit di ubuntu se lo merita ed altres anche questi ragazzi! Il loro spirito di collaborazione altissimo.... quindi io ci sto!! Complimenti a tutto il gruppo FCM!!. Marco Letizia mette in evidenza, oltre i vari motivi, anche il miglioramento delle sue competenze: Tutto cominciato con Ubuntu 6.1 0 Edgy Eft ed finito col travolgermi in poco tempo... Cavolo sono passati 5 anni! Cercavo un SO da usare al posto di Windows, e sono stato introdotto al mondo Linux da un mio amico, anch'egli parte di FCM. Da qui, prendendoci gusto, la voglia di collaborare e condividere la filosofia Ubuntu; ma ahim non sono un programmatore, quindi l'unica possibilit era lavorare come traduttore, un buon modo per tenermi allenato e ricambiare in qualche modo la disponibilit della comunit! Cos quello stesso amico mi ha fatto conoscere FCM, ed ecco come entrato a far parte della mia vita. Non abbiamo saltato un numero, ma come succede ai volontari ad un certo punto abbiamo cominciato ad arretrarci, ed era frustrante tradurre articoli riguardanti programmi che magari, nemmeno c'erano pi! Ma molte storie hanno un lieto fine e la schiera dei supereroi di FCM, infarcita di nuove leve, ce l'ha fatta! . Luigi Di Gaetano, infine, pone in modo molto chiaro tra i motivi l'accento anche lui sulle competenze, oltre che sull'obiettivo di colmare il gap: Sono passati ormai pi di 2 anni dal momento in cui sono entrato nel gruppo italiano di traduzione di FCM. In quei giorni stavo iniziando la mia migrazione ad Ubuntu, volevo quindi contribuire alla comunit e allenare il mio inglese. La mia esperienza stata eccezionale, le persone del gruppo sono fantastiche e, in questi anni, sempre pi persone ci hanno raggiunto. Sono fiero di essere parte di questo gruppo, che stato in grado di raggiungere un grande obiettivo: tradurre, ad oggi, tutte le edizioni. Voglio ringraziare i mie compagni traduttori e augurargli buona fortuna. Siamo grandi ragazzi! . Tiriamo quindi le fila del discorso. Da tutte queste dichiarazioni spontanee anzitutto notiamo un forte senso di reciprocit nel gruppo, cio il voler re stituire al gruppo ci che si ricevuto [Preece 2000: 179]. E la reciprocit pro67

prio uno degli elementi che secondo i network analyst rende un gruppo una comunit [Preece 2000: 174]. Per i nuovi membri anche pi accentuato il senso di sfida e l'esigenza di poter creare e non solo leggere FCM, secondo quella cultura del remix di cui Lessig parlava [ Cap. 1], nonch il tentativo di prosecuzione dell'esperienza estetica della lettura della rivista interrotta dalla lentezza del gruppo nel fornire i numeri aggiornati. Emerge anche significativamente la partecipazione al gruppo per aiutare la diffusione del software libero. L'uso del software libero crea in molti membri la sensazione di sentirsi in debito con la comunit che lo sviluppa, come lampante in molte di queste dichiarazioni, e ci spinge coloro che non hanno le opportune conoscenze informatiche, a partecipare in altro modo, aderendo, come nel nostro caso, al gruppo FCM. Ci lo hanno espresso in modo perfettamente chiaro le dichiarazioni di Ronal De Tino e Marco Letizia. Ma anche al di l dell'uso di Ubuntu, questa sensazione di debito la pu provocare anche il solo leggere una rivista libera, come FCM, favorendo questa voglia di dare una mano.

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2.5 Senso di identit del gruppo e appartenenza

Ci che esplicitamente ci fa comprendere l'esistenza di un senso di identit di gruppo e di appartenenza a questo il costituirsi di un noi collettivo. Come affermano Kaneklin e Metitieri: Nella prospettiva della psicologia sociale, l'origine della consapevolezza emotiva dell'appartenenza a un piccolo gruppo si fonda sulla percezione dell'esistenza di un 'noi', inteso come entit collettiva in cui ciascun membro pu riconoscersi e rispecchiarsi, condividendo con altri ideali e scopi comuni, e da cui pu derivare un comune senso di sicurezza e protezione. Affinch il sentimento del 'noi' possa crearsi, necessario che l'interazione nel gruppo venga percepita come affettivamente intima, caratterizzata da spontaneit e familiarit, cos da contrastare il senso di dispersione ed estraneit che la pi allargata appartenenza societaria comporta [Kaneklin, Metitieri 2009: 189]. Tutto ci lampante se si guarda la mailing-list. Questa caratteristica di spontaneit e familiarit che si nota nella mailing-list, non solo per i non nuovi, ma anche espressa verso chi per la prima volta manda un messaggio al gruppo chiedendo di entrare a farne parte, ad esempio, prendendone uno a caso della gestione Luinetti-Buono: Ciao a tutta la lista, mi sono appena iscritto e deside ro comunicare la mia partecipazione alla traduzione di FCM. Grazie a presto. Fabrizio, risposta: Ben arrivato Fabrizio. http://wiki.ubuntu-it.org/Fcm/Partecipare qui trovi le informazioni di cui hai bisogno! :D, e, una volta entrato il nuovo membro, seguono sempre liste enormi di messaggi di benvenuto da parte di tutti. Nei post della mailing-list di FCM, cos come nelle riunioni su Irc, sono frequentissimi casi di verbi alla prima persona plurale. Ma la parola noi viene espressa nella sua pi totale pienezza ed enorme frequenza in Marco Buono, ci per ovvi motivi. Marco certamente il vice-coordinatore. Abbiamo contato cinque noi nella riunione del 2 novembre del 2011 (http://irclogs.ubuntu.com/2011/11/02/%23ubuntu-it-meeting.txt). Appartenenza e identit in modo molto forte sono state poi espresse esplicitamente anche da parte di tutti nell'articolo del numero 55 di FCM sul gruppo italiano come abbiamo avuto modo di vedere. 69

Bibliografia secondo capitolo

Cortese, Claudio G.; Viada, Laura; 2008, La motivazione, in Argentero, Piergiorgio; Cortese, Claudio G.; Piccardo, Claudia, a cura, Psicologia del lavoro, Raffaello Cortina Editore, Gravellona Toce (VB), pp. 113-135. Kaneklin, Cesare; Metitieri, Laura; 2009, Gruppi e intersoggettivit, in Argentero, Piergiorgio; Cortese, Claudio G.; Piccardo, Claudia, a cura, Psicologia delle organizzazioni, Raffaello Cortina Editore, Gravellona Toce (VB), pp. 187-206. Jankowski, Nicholas W.; 2006, Fare comunit con i media: prospettive storiche, teoriche e di ricerca, in Lievrouw, Leah A.; Livingstone, Sonia, a cura, Capire i new media, Hoepli, Trento, pp. 37-66. Preece, Jenny; Maloney-Krichmar, Diane; 2005, Online Communities: Design, Theory, and Practice, in Journal of Computer-Mediated Communication, Vol 10, n.4. Preece, Jenny; 2000, Online Communities: designing usability, supporting sociability, John Wiley & Sons, USA. Roversi, Antonio; 2004, Introduzione alla comunicazione mediata dal computer, Il Mulino, Bologna. Rheingold, Howard; 1993, The Virtual Community: Homesteading on the Electronic Frontier, in http://www.rheingold.com/vc/book/.

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3. Cultura e territorio
3.1 Tempo libero, una risorsa per le comunit online

In questo capitolo analizzeremo il periodo pre-sprint della comunit, cio quel periodo precedente il numero 37, in particolare le cause che hanno generato il grande ritardo in quel momento rispetto all'edizione internazionale. Abbiamo chiesto a tutti aprendo un thread apposito (http://liste.ubuntu-it.org/pipermail/ubuntu-it-fcm/2012-February/009456.html), quali sono secondo loro le cause che hanno determinato il grande ritardo prima della fase di sprint: Precedentemente allo sprint, perch era presente un gap con l'edizione internazionale? FCM lo aveva maturato dai primi numeri e/o stato accumulato col tempo?. Abbiamo ricevuto due risposte. La prima da Luigi Di Gaetano: La mia risposta potrebbe non essere al 100% corretta, chiedo conferma ai pi 'anziani'. 1) Siamo partiti dopo, quindi con un gap in partenza. 2) Il gruppo all'inizio era formato da pochi membri, quindi il carico di lavoro era alto. 3) I metodi di selezione erano tali da non favorire l'ingresso veloce e le contribuzioni (a mio parere non un caso se lo sprint si avuto dopo qualche mese dall'introduzione delle nuove regole). Quindi il gap esisteva e si ampliava di mese in mese (se non ricordo male ad un certo punto rinunciammo a mettere delle scadenze perch di volta in volta non venivano rispettate). Credo di aver colto i motivi, ma ripeto correggetemi se sbaglio. Analisi ripresa e puntualizzata da Aldo latino. A proposito del primo punto: Il gap fisiologico di questo gruppo sempre stato di un numero, per evidenti ragioni riguardo il secondo invece: Nei primissimi numeri certamente, ma poi subito il gruppo ha ricevuto adesioni sufficienti a tenere il ritmo di un'uscita mensile. A proposito del terzo: Vero. Ed per questo che a un certo punto, dopo un vissuto thread sul forum proposi al gruppo, che accett, una nuova serie di regole che resero libera la partecipazione ai lavori. Si poteva (e si pu tutt'oggi) partecipare ai lavori in piena libert di tempo. [...] E proprio Luigi Di Gaetano stato il primo a non sostenere alcun 'esame'!, e ci proponendomi anche i link delle discussioni a cui faceva riferimento. Sull'ultima affermazione di Luigi, Aldo sottolinea che il gap sopraggiunto ad un certo punto per ra71

gioni che non ricordo con esattezza. And aumentando sempre pi fino a raggiungere la distanza di quasi un anno di uscite. Prima di analizzare gli interessantissimi dati emersi dalle discussioni del forum che Aldo ci ha indicato a supporto della sua analisi, analizziamo dettagliatamente la fase pre-sprint e quantifichiamola con la seguente tabella: Numeri 0 1 5 10 15 20 25 30 35 40 45 Fig.4 Data uscita FCM Italia Data uscita FCM Inglese 22 lug 2007 14 apr 2007 27 lug 2007 07 giu 2007 24 ott 2007 27 set 2007 03 apr 2008 28 feb 2008 23 set 2008 24 lug 2008 03 mar 2009 27 dic 2008 05 ago 2009 28 mag 2009 30 gen 2010 30 ott 2009 06 set 2010 20 mar 2010 10 lug 2011 27 ago 2010 14 ago 2011 26 gen 2011 Ritardi +3 +1 +1 +2 +2 +2 +2 +3 +5 +11 +7

Per i ritardi evidenziati in grassetto, vediamo pi in dettaglio: 30 30 gen 2010 30 ott 2009 31 12 apr 2010 26 nov 2009 32 08 mag 2010 30 dic 2009 33 05 giu 2010 30 gen 2010 34 06 lug 2010 26 feb 2010 35 06 set 2010 20 mar 2010 36 25 ott 2010 29 apr 2010 37 24 dic 2010 28 mag 2010 38 14 feb 2011 25 giu 2010 39 26 giu 2011 30 lug 2010 40 10 lug 2011 27 ago 2010 Fig.5

+3 +5 +5 +5 +5 +5 +5 +7 +8 +11 +11

In ci che ha rallentato il gruppo ha avuto anche una grande influenza un limite sociale importante: il tempo libero, soprattutto quello dei coordinatori. 72

Se guardiamo tutti i passaggi di consegne vediamo che tutti sono stati dettati principalmente da motivi di tempo da dedicare all'incarico, e inoltre, come risulta chiaro dal passaggio di consegne del coordinamento nelle mani di Marco Buono e Cristiano Luinetti, al contrario una grande presenza dei coordinatori nelle attivit pu avere effetti benefici per l'assolvimento del compito del gruppo. Come vediamo infatti il grosso dei ritardi si verificato non progressivamente, ma a grandi sbalzi, raddoppiando di colpo da fine 2010, a giugno 2011, a 11 mesi di ritardo, come si vede dalla tabella sopra, periodo coincidente col passaggio di consegne causa mancanza di sufficiente tempo libero, come abbiamo appena detto. Il tempo libero costituisce un importante elemento di ricerca non solo per la sociologia in generale ma anche per quanto riguarda gli studi sui media digitali. Ma come si configurata innanzitutto la nozione di tempo libero nel corso della storia? A questa domanda risponde Lo Verde che, dopo aver precisato come sia difficile da definire il tempo libero, preferisce l'uso del termine leisure, e ricostruisce tre sfere di significato del termine. La prima vede il leisure come tempo dell'otium, il classico concetto di otium letterario e filosofico, dunque come unico momento in cui si pu articolare il libero pensiero filosofico. [] In epoca medievale e moderna, da una valenza etica che invece ha visto attribuire, sia all'otium sia al suo contrario, diverso significato sociale in termini ora positivi, ora negativi, in ragione della diversa cornice culturale e religiosa entro la quale venivano interpretati. Secondo alcuni autori nell'analisi de le pratiche della leisure class americana, l'otium non ha lo stesso significato della classicit ma visto come una pratica solo per chi 'vive nell'agiatezza'. Studi rintracciano anche un tipo di condotta simile anche nelle societ primitive, per le quali il tempo libero era discriminante di distinzione, all'inizio di genere, e poi di status sociale. La seconda accezione, sviluppatasi sul finire del 1800, vede il leisure non soltanto in riferimento al lavoro ma soprattutto come tempo liberato dal lavoro, come modo per riprendersi dopo l'attivit lavorativa e tornare a questa con nuovo vigore produttivo. Tuttavia ci ha comportato una lettura politica del leisure, da un lato, come tempo improduttivo, tolto ai processi produttivi e al lavoro, dall'altro come tempo da liberare da fenomeni di alienazione causati dal mondo industriale e dei consumi. L'ultima accezione riguarda invece il leisure inteso come tempo o condizione finalizzata 'alla realizzazione di s', cio un tempo dotato di senso individuale, prima che collettivo, il cui valore fondamentalmente attribuito dall'individuo, che varia in funzione delle diverse forme di regolazione dei tempi sociali e la cui diffusione, in termini di istanza individuale e di pratiche svolte, coincide con la crescita, per un verso, della cosiddetta cultura e di una societ 'di massa' a cui si faceva riferimento prima ma, per altro verso, con la crescita delle teorie non sempre immuni da tanto palesi quanto solo apparente73

mente 'intransigenti' retoriche sulla centralit dell'autonomia individuale come capacit di autodeterminazione dell'attore sociale. In questa accezione, pur essendo il leisure time un tempo altro da quello lavorativo, pu diventare il contenitore di un'altra attivit con caratteristiche tipiche della prestazione lavorativa, ovvero di un tempo in cui si svolgono attivit tipicamente inserite nella categoria dello svago, ovvero ancora di attivit fra le quali pu rientrare il 'non far nulla', o il 'dedicarsi a s' nelle diverse forme e pratiche anche in senso comunemente inteso, dalla 'cura di s' di cui diceva Foucault alle 'pratiche espressive' nelle diverse forme artistico-poietiche [Lo Verde 2009: 11-16]. Conclude il sociologo affermando che queste tre accezioni [] convergono nell'evidenziare come si sia intrapreso un percorso della semantica del leisure sempre pi orientato verso una sua deistituzionalizzazione e individualizzazione nonch una sua complessificazione e differenziazione avvenuta dalle sue origini ai giorni nostri [Lo Verde 2009: 16]. Una costatazione simile, cio un'allontanamento sociale e un'individualizzazione delle pratiche di leisure, stata espressa da Clay Shirky in Surplus Cognitivo, seppur, come vedremo pi avanti, essa rappresenti solamente un contesto che sta per diventare passato poich attraversato da cambiamenti che stanno trasformando il semplice tempo libero in una nuova risorsa dalla quale la societ potrebbe trarre beneficio: questa risorsa non solo il nostro tempo libero cumulativo, aumentando vertiginosamente dapprima grazie all'avvento della settimana di quaranta ore e poi, dopo la Seconda guerra mondiale, grazie a una popolazione pi numerosa e pi sana, alla maggior possibilit di studiare e a un benessere pi diffuso. Tutto quel tempo libero non era ancora un surplus cognitivo, perch ci mancavano i mezzi per sfruttarlo. Anzi, mentre il tempo libero complessivo del mondo sviluppato stava crescendo, molte delle vecchie strutture sociali che ci avevano unito dai picnic ai circoli di quartiere, dalle associazioni di bowling allo shopping stavano scomparendo. Quella riduzione di opzioni di partecipazione fece s che la gestione del nostro tempo libero diventasse un affare personale e, pi che come usarlo, il problema divenne come esaurirlo [Shirky 2010: 153]. Lo Verde illustra inoltre uno schema per l'analisi del leisure, il quale si concentra su come alcune pratiche di leisure contribuiscano a costruire una 'sociabilit' ('la capacit umana di formare reti attraverso le quali le unit di azione, individuali e collettive, fanno circolare le informazioni che esprimono i loro interessi, i loro gusti, le loro passioni, le loro opinioni; vicinati, spazi pubblici, salotti, circoli') e una 'socialit' ('la capacit umana di tenere i gruppi e le reti insie me, di assicurare loro la coerenza e la coesione che li costituiscono in societ: queste forme di solidariet, vale a dire la trib, la citt, la nazione, ecc. si possono chiamare morfologie') che possono essere sia il risultato occasionale di un'opzione mi reco in una localit e qui costruisco e/o intrattengo relazioni sia il risultato intenzionale di un'opzione mi reco in un luogo proprio perch voglio 74

costruire o intrattenere relazioni o perch fa parte delle mie pratiche consuetudinarie, poich costituiscono alcune delle attivit comprese nella mia particolare forma di serious leisure. In entrambe i casi, differenti modalit di context e location istituzionalizzano sistemi di pratiche di leisure che, a loro volta, circolarmente contribuiscono a dare un senso istituzionale al context e alla location in relazione al leisure [Lo Verde 2009: 104]. Lo schema di Lo Verde ha due dimensioni, le ascisse sarebbero la dimensione spaziale della location, intesa come spazio sociale dove avviene la pratica del leisure, lo spazio fisico viene definito come on location, in ambiente privato o pubblico. In ordinata abbiamo i modi possibili di pratica del leisure, cio in forma collettiva o in forma privata [Lo Verde 2009: 105].
in forma collettiva

4 quadrante

1 quadrante

privato

pubblico

3 quadrante

2 quadrante

in forma individuale

Fig. 6 Lo Verde divide il grafico nei suoi quattro quadranti. Nel primo quadrante inserisce quelle pratiche come gli sport di squadra ad esempio, cio pratiche che avvengono in ambiente pubblico e in forma sociale. Da un punto di vista storico rientrano in questo quadrante pratiche ritualizzate di leisure tipiche di societ antiche che svolgevano riti collettivi, come possono essere quelli di tipo religioso o propiziatorio, operati in modo collettivo e in uno spazio pubblico. Nel secondo quadrante rientrano attivit di leisure condotte da soli e in un ambiente pubblico, come pu essere una passeggiata al parco o sport individuali, svaghi come andare a pescare, ecc. Questo tipo di pratiche individuali in luogo pubblico si sono diffuse in particolar modo dalla met del 1700 a partire dalle grandi citt. Nel terzo quadrante invece vi sono pratiche di leisure, dice Lo Verde, 75

svolte soprattutto nel nostro periodo contemporaneo, pratiche operate in ambiente privato e in modo individuale: mediamente, nei paesi a sviluppo avanzato, la maggior parte del leisure time a disposizione sia speso in attivit di passive leisure e comunque soprattutto di fruizione attraverso tecnologie di comunicazione, ad esempio guardare la televisione, navigare in internet, chattare, giocare con i videogames. Cio in un ambiente privato e da soli. Infine il quarto quadrante riguarda le pratiche in forma collettiva ma in ambiente privato. La disponibilit a stare insieme ad 'altri identificabili', di cui conosciamo la biografia, con cui intratteniamo relazioni sulla base di un vissuto gi 'sedimentato' e 'corroborato' in un ambiente privato quale l'abitazione, costituisce l'attivit a cui destinata la quota maggiore di tempo libero nell'arco della settimana, dopo la fruizione televisiva. [] Anche in questo caso, come per le attivit che rientrano nel primo quadrante, intervengono vincoli esterni, quali la disponibilit di altri a volere spendere insieme questo tempo [Lo Verde 2009: 107-117]. Tuttavia in Surplus cognitivo Shirky illustra come la pratica del tempo libero attraverso le tecnologie digitali, ma anche attraverso i media tradizionali, soprattutto al decrescere dell'et, si stia avvicinando sempre pi a forme di partecipazione collettiva che non a forme di pratica individuale del leisure. Anche nella stessa fruizione mediatica, le persone non fruiscono solamente dei media, ma interagiscono con essi e con gli altri in modo non passivo. Usando le parole di Lessig, c' un uso mediatico pi RW che non RO. E la cultura RW viene operata anche attraverso un'interazione sociale e in modo non fintamente collettivo. Dalla seconda guerra mondiale, sostiene Shirky, a causa della crescita del Pil, della vita media e dell'istruzione, la societ industrializzata si dovuta confrontare con un tempo libero cresciuto a dismisura. Questo tempo libero stato assorbito nel dopoguerra sempre pi in larga parte dalla televisione con una media di venti ore abbondanti alla settimana, a livello mondiale. Il problema, continua Shirky, non tanto il motivo per il quale la gente ha guardato la tv, ma ri guarda la quantit di consumo, nonostante le critiche scientifiche volte a provare che un uso eccessivo porta effetti negativi, sulla socialit ad esempio, tendenza registrata anche da Lo Verde come abbiamo detto prima. Attualmente si sta verificando un fenomeno opposto che interessa le giovani generazioni. I giovani guardano sempre meno tv, avvicinandosi ai media che non comportano un semplice consumo e, se guardano la tv, ne fanno un uso non passivo ma pi sociale. Gli americani guardano circa duecento miliardi di ore di tv l'anno. Questo significa che, con quello stesso tempo, ogni anno si potrebbero fare duemila progetti come Wikipedia. Possiamo concepire il tempo libero dei cittadini istruiti di tutto il mondo alla stregua di un enorme surplus cognitivo. Ci che contraddistingue il periodo attuale che possiamo considerare questo surplus come 76

un vantaggio sociale generale utilizzabile per grandi progetti collettivi, piuttosto che un insieme di momenti da trascorrere, anche se in modo piacevole, da soli. Si tratta di un surplus, ci dice Shirky, proprio perch inizialmente la societ non ha idee precise di come impiegare un surplus. L'impiego di questo surplus allo stesso tempo un insieme di scelte piccole (individuali) e grandi (collettive), le quali ultime sono il frutto della somma di singole scelte [Shirky 2010: 3-12]. L'attuale trasformazione del tempo libero in surplus cognitivo non dipende solo dai nuovi strumenti sociali. Anche se i media che consentono la partecipazione, la condivisione e la discussione pubblica sono una novit, senza una motivazione i mezzi per condividere non significherebbero molto. Qualsiasi attivit volontaria deve offrire opportunit che sfruttino delle motivazioni umane reali. [] Mezzo, movente e opportunit creano insieme il nostro surplus cognitivo, a partire dal materiale grezzo del tempo libero. Il vero cambiamento nasce dalla nostra consapevolezza che questo surplus crea opportunit senza precedenti, o meglio, permette per la prima volta nella storia di crearci queste opportunit a vicenda. I bassi costi di sperimentazione e l'enorme base di potenziali utenti fanno s che chi abbia un'idea che richiederebbe decine (o migliaia) di partecipanti possa ora metterla alla prova, a costi decisamente ridotti e senza dover chiedere il permesso a nessuno. Tutto ci gi successo. nuovo e sorprendente, ma il cambiamento fondamentale completato. Quel che ancora non successo, quel che tuttora una questione aperta, quale vantaggio deriver dalla nostra capacit di trattare il surplus cognitivo mondiale come una risorsa condivisa e cumulativa. L'esplosione di comportamenti creativi e generosi, potrebbe indurci a dare per scontato che se ne far buon uso. Ma non sempre vero. [] All'estremit civica dello spettro, invece, non possiamo pensare che si creino da soli nuovi tipi di attivit socialmente vantaggiose. Creare una cultura della partecipazione con benefici pi estesi per la societ pi difficile che condividere foto divertenti. Saremo in grado di comprendere quel cambiamento sociale? [Shirky 2010: 153-154]. E ancora: La tecnologia continuer a migliorare, e la popolazione continuer a crescere, ma il cambio di rotta verso una maggiore partecipazione ormai c' stato. Quel che pi conta adesso la nostra immaginazione. Abbiamo davanti a noi, come individui e come collettivit, un'opportunit immensa; cosa ne faremo dipender in larga parte da quanto saremo capaci di immaginare e di premiare la creativit, la partecipazione e la condivisione pubbliche [Shirky 2010: 175-176]. Questi gli interrogativi che si pone e le soluzioni che cerca di proporre Shirky dopo avere analizzato gli ultimi sviluppi nella pratica del tempo libero oggi sempre pi investito in tecnologie digitali. Preoccupazioni simili vengono espresse anche da Bennato in chiave tecnoetica chiedendosi, una volta registrate queste odierne pratiche sociali delle tecnologie digitali, come possano le scienze sociali intervenire per uno sviluppo pi etico non solo dei media digitali, ma della tecnologia stessa, in riferimento soprattutto al tema 77

delle regole deontologiche alla base delle professioni legate alla tecnologia, un tema piuttosto interessante destinato a crescere di importanza a mano a mano che si far sentire in maniera sempre pi forte l'influenza dei tecnici nella progettazione di relazioni sociali tecnologicamente mediate [Bennato 2011: 123-151]. Precisato questo sviluppo nell'uso del tempo libero attraverso la tecnologia digitale ormai tanto studiato e condiviso in ambito accademico da far concentrare molti studi anche su altre problematiche e preoccupazioni ad esso correlate, sull'etica, per esempio, come abbiamo appena visto entriamo ancor pi nel concreto del nostro caso ricalibrando il modello proposto da Lo Verde e mostrandone l'applicazione per vagliare pratiche di leisure tramite la tecnologia digitale che ne possano evidenziare, ad esempio, trend storici cos come stato fatto per i passati modelli sociali. La pratica di leisure dei membri di FCM svolta in un ambiente pubblico o privato? svolta in forma individuale o collettiva? Se fosse svolta in maniera individuale non avremmo bisogno del gruppo FCM, mentre invece per creare l'edizione italiana della rivista abbiamo bisogno degli altri e della sua struttura organizzativa, infatti si in parte vincolati dai tempi del gruppo, come quando ci si d appuntamento con gli amici per uscire o per andare a praticare qualche sport insieme o riunirsi a casa di qualcuno (ci sono delle scadenze da rispettare, le riunioni in Irc avvengono a una certa ora di una certa giornata, ovviamente decisa insieme, bisogna controllare la mailing-list almeno ogni tanto), in poche parole FCM Italia non un'attivit che si fa da soli. Cos come la stessa location un ambiente pubblico o privato? La location in cui si impiega il tempo libero in FCM pi che altro un insieme di ambienti sociali di interazione, alcuni in parte pubblici, visualizzabili da tutti, come ad esempio la pagina del wiki edizione per la prenotazione delle attivit di lavorazione, ma la maggior parte privati, su tutti la mailing-list e la cartella condivisa Dropbox. Parleremo comunque della territorialit nelle community online proprio nel prossimo paragrafo. Da quanto detto, le pratiche di leisure su internet, in base alla tipologia di attivit, possono benissimo essere collocate su diversi quadranti e non solo nel terzo. Sarebbe interessante sviluppare una geografia evolutiva dell'uso sociale e dell'investimento di leisure da parte degli individui in questi strumenti. In particolare la pratica specifica di leisure di partecipazione a FCM potrebbe essere collocata nello schema proposto da Lo Verde nel quarto quadrante, cio come attivit svolta in ambiente privato ma in forma collettiva, come pu essere l'andare a casa di amici a giocare a carte, e non collocata nel terzo quadrante, come potrebbe essere ad esempio l'attivit di lettura di libri a casa propria.

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3.2 Spazio e territorio nelle comunit online

Paolo Garbin il 2 ottobre 2008 apre un thread nella sezione Community Council italiano nel forum della comunit italiana di Ubuntu dal titolo Presentazione del gruppo di lavoro FCM [ Appendice]. Nel post d'apertura Paolo chiede espressamente che venga avviata la procedura di riconoscimento del gruppo FCM come ufficiale all'interno della Comunit italiana di Ubuntu. Paolo poi divide il messaggio in due punti. Nel primo presenta il gruppo. Prima traccia una breve storia del gruppo aggiungendo che il gruppo non disponeva, ancora, dei mezzi di collaborazione attuali, quali il wiki e, ultimo in ordine di tempo, Launchpad, ma la volont di contribuire era molto forte. Nel volgere di pochi mesi il gruppo si allarg e gli fu affidata, da parte di Milo Casagrande, una sezione dedicata del Wiki in cui potessero essere definite le prime regole e procedure di lavorazione. Da allora queste ultime vengono affinate e adattate alle esigenze del gruppo (in continua evoluzione) e rese pubbliche nelle pagine del Wiki. Ogni momento della procedura di traduzione e l'organizzazione del gruppo sono stati documentati con chiarezza e trasparenza al fine di garantire a chiunque di poter continuare questo progetto. Dopodich descrive il gruppo nel suo presente: 15 membri attivi e due in fase di valutazione. Di questi membri attivi, alcuni hanno ruoli di amministrazione su Launchpad, altri sul Wiki, altri sulla mailing-list. Ma - aspetto che riteniamo importante - non ci sono figure di comando all'interno del gruppo: tutti i membri sono allo stesso livello e colui che guida e coordina il gruppo un 'primus inter pares'. Il gruppo FCM un gruppo aperto a chiunque abbia una buona conoscenza dell'inglese e dell'italiano e tanta buona volont, come specificato nella pagina 'Partecipare'. A tal fine coloro che si presentano come candidati, dopo aver firmato il Codice di Condotta, aver creato una pagina personale sul wiki e dopo essersi iscritti alla mailing-list del gruppo, devono superare una prova di ammissione prima di essere definiti membri effettivi: la prova consiste nel dimostrare di essere in grado d'interpretare correttamente i testi originali e a proporli in un buon italiano. Se non riescono a dimostrare queste capacit, i candidati vengono respinti: il tutto solo per 79

salvaguardare l'ottimo livello di qualit della rivista Full Circle. E poi presenta gli strumenti di lavoro in quel momento usati, in primis la mailing-list: il gruppo si coordina attraverso l'uso della mailing-list. [] L'uso di questo strumento assolutamente essenziale e imprescindibile: attraverso di esso si certi di poter raggiungere tutti i membri e organizzare al meglio il lavoro e costituisce il primario strumento di comunicazione con il gruppo. [] Il gruppo ha una sezione dedicata nel wiki che, oltre che per la presentazione delle attivit e delle procedure, viene utilizzato intensamente per coordinare le prenotazioni di traduzione, revisione e impaginazione. Da alcuni numeri il lavoro di impaginazione e produzione del PDF finale viene portato avanti in maniera collaborativa da pi persone anzich una sola. Chiunque nel gruppo pu dare il suo contributo impaginando gli articoli tramite Scribus e inviandoli su Launchpad in un apposito branch; da quest'ultimo gli altri impaginatori possono prelevare tramite Bazaar il file dell'impaginato aggiornato e gli eventuali nuovi file. Il gruppo degli impaginatori si coordina tramite il wiki per prenotarsi le pagine da lavorare. A tutt'oggi abbiamo nel gruppo ben quattro impaginatori, che consentono un'agevole e rapida lavorazione su Scribus (Il corsivo nostro). Il secondo punto si intitola Richiesta di avvio della procedura di riconoscimento, Paolo dichiara: intendiamo chiedere che il gruppo, in quanto tale, sia ufficialmente riconosciuto dalla Comunit italiana di Ubuntu. [] Riteniamo importante questo traguardo. [] Il gruppo FCM, oltre al riconoscimento della sua ufficialit all'interno della Comunit italiana di Ubuntu, chiede di poter rimanere come sottogruppo del gruppo 'Traduttori Italiani di Ubuntu' e accanto all'altro sottogruppo 'Traduttori Italiani del software di Ubuntu', cos come emerge dalla pagina relativa dei membri dei 'Traduttori Italiani di Ubuntu'. Non chiede un canale IRC separato, perch #ubuntu-it-trad un ottimo punto di incontro con i traduttori del software, e al contempo chiede che rimanga intatta la mailing-list attualmente in uso. Il consiglio per aveva forti resistenze e dubbi, seppur con diverse sfumature all'interno di esso, nel rendere ufficiale e autonomo dal gruppo traduzione il gruppo FCM (tanto da accendere un infuocato dibattito con i membri del gruppo FCM e non solo), come si vede dalla dichiarazione di Mdke: Dall'inizio del gruppo, ho sempre pensato che sarebbe stato molto meglio che il gruppo non fosse ne' un gruppo separato ne' un sotto gruppo. Questo lo penso tutt'ora. Credo che i lavori di traduzione della rivista dovrebbero rientrare nello scopo del gruppo traduzione stesso. Credo che sia molto importante utilizzare la mailing list del gruppo traduzione. [] a me sembra inefficace che le due cose si sono sviluppate separatamente. Alla fine la rivista un'iniziativa di traduzione come un'altra: ce ne potrebbero essere tante. Rinforzato dall'altro membro del consiglio Saltydog: Il punto principale questo: la traduzione di FCM un lavoro di traduzione vero e proprio, quindi sono d'accordo sull'impiegare le risorse comuni. Laddove si differenzia FCM nell'impaginazione grafica, e per que80

sto giusto che per tali funzioni specifiche sia un progetto del gruppo traduzione. Milo Casagrande, un altro membro del consiglio, ha una posizione a met strada: necessario tenere conto di molti fattori [] e valutare fino a che livello di 'unione' si pu arrivare. Posizioni ancora pi rinforzate da un'altra dichiarazione di Mdke: Si, secondo me sarebbe opportuno unificare le due mailing list. Capisco la preoccupazione di Milo, ma come ho detto sopra, a mio avviso il problema si potrebbe evitare riducendo il traffico di messaggi in lista. Anzi, secondo me il passo di unire le due mailing list darebbe un ottimo incentivo a chi contribuisce a FCM di ridurre il traffico. La discussione si anima e i membri del gruppo FCM rivendicano che il loro sia riconosciuto come ufficiale. Forkirara: Sono dell'idea che l'etichetta 'ufficiale' non sia solo un'etichetta. I volontari lavorano per poter contribuire a un progetto comune ma un riconoscimento sempre apprezzato. Il contrario toglie il divertimento e la motivazione al lavoro. Questo vale in un ambiente di volontari ma anche in un ambiente lavorativo :). Saltydog replica: Sono d'accordo con te, in una comunit volontaria il riconoscimento spesso l'unico elemento di remunerazione e di soddisfazione, pertanto fondamentale. [] Occhio a non cadere nel tranello di scambiare il riconoscimento per un'affannosa ricerca di personale gratificazione. [] Ritengo che il lavoro svolto dal progetto FCM sia stato ampiamente riconosciuto e posto in visibilit da ubuntu-it. [] Sinceramente, rispedisco al mittente la tua accurata supplica di riconoscimento. Forkirara replica ancora esprimendo il concetto, frainteso da Saltydog, in modo perfettamente limpido: Probabilmente sono io che non mi sono spiegata bene. Con 'riconoscimento' non intendevo minimamente 'un'affannosa ricerca di personale gratificazione' (addirittura 'affannosa'... non siamo mica messi cos male:) ) ma un riconoscimento del gruppo in quanto tale. [] Ci congratuliamo fra di noi ( grave?). [] Comunque vediamo se riesco a spiegarmi. Quello che noi chiediamo di essere inseriti come gruppo paritetico del gruppo Traduzione del software, presente all'interno dell'Ubuntu Italian Team (https://edge.launchpad.net/~ubuntu-it/+members) cosa che non . Saltydog continua a non capire: Circa il discorso gruppi e launchpad, non lo capisco ancora (vedr di documentarmi meglio) e soprattutto non vedo come questo potrebbe essere un 'riconoscimento'. Un altro membro Lydya rinforza e cerca di convincere il consiglio sul rendere il gruppo FCM ufficiale basandosi sull'argomento dell'utilit: faccio parte del gruppo FCM italiano da qualche mese e non ho di certo l'intenzione di andare a vedere le vicende passate. - non conosco come funzionano gli altri gruppi. - pensiero e obiettivo su cui mi baso sono: 'fcm tradotto in italiano UTILE, soprattutto per gli utenti nuovi e/o che non sanno l'inglese'. E che: il gruppo di fatto ha gi spazio e strumenti della/nella comunit ubuntu italia, siamo ben citati nella pagina del gruppo traduzione (!), ma a quanto pare il no81

stro non ufficiale. La discussione si prolunga e interviene anche Aldo Latino: Accetto la critica, al contrario, secondo cui qualcuno non segua la listiquette (addirittura iniziare una nuova discussione all'interno di una diversa); ma questo un problema personale, non del gruppo. Non mi sembrano motivi sufficienti per non dare quel giusto riconoscimento al lavoro paziente e faticoso che il gruppo compie ogni mese. E con botte e risposte tra membri di gruppi diversi anche. Alessio: Non me ne vogliano i traduttori di FCM ma... se il progetto non ufficiale, perch il gruppo che se ne occupa dovrebbe essere citato come 'ufficiale'? A cui risponde Leobloom: Alessio esattamente quello che vorrei sapere XD tu sei membro sia del gruppo doc sia del gruppo trad se non sbaglio, uno ufficiale e uno no, giusto? Che cosa cambia tra i due? Il progetto FCM inglese non ufficiale ma noi effettuiamo le traduzioni in italiano. Stando a http://www.ubuntu-it.org/index.php?page=Struttura_Com, che a quanto scrive Luca la sola pagina affidabile, noi siamo ancora dipendenti dal gruppo trad. Ora, un cambiamento di status per il gruppo trad tocca anche noi?, a cui replica ancora Alessio: No Vito, sbagli: sono entrambi ufficiali, come puoi vedere, tutti e due i gruppi sono presenti qui (corsivo non nostro). Conclude infine Aldo cercando di portare a frutto la discussione: L'essere riconosciuti come gruppo ufficiale (nel senso che questo gruppo di lavoro un gruppo di Ubuntu-it che va aggiunto tra i membri di questa pagina) in realt non porter benefici sconvolgenti, ma render merito all'operato svolto e da svolgere. [] Comunque, io proporrei di arrivare a un punto di convergenza, senn non ne usciamo. Cosa ci viene chiesto per essere riconosciuti come gruppo ufficiale? Mi pare che siano questi i punti (se non ne scordo qualcuno): 1) Rapporti col gruppo tradu zione del software: rimanere un gruppo di attivit di questo gruppo. Secondo me, va bene. Inquadriamoci come un'attivit del gruppo Traduzione del software. D'altra parte non vedo alcuna difficolt. Sempre che questo non pregiudichi il riconoscimento del gruppo in questa pagina [https://launchpad.net/~ubuntu-it/+members]. 2) Rivedere le regole, per un generale snellimento. un lavoro che comporta tempo e impegno. Significa per noi rimettere in discussione delle procedure consolidate. Se si tratta di riscrivere e snellire le pagine wiki, la cosa pi semplice. Per l'accesso ai candidati ci pare che far fare loro due prove sia sufficiente per una valutazione. Magari accorpare le due traduzioni in un unico turno e senza tener conto della tipologia dell'arti colo (uno tecnico e uno colloquiale). 3) Corretto uso degli strumenti. Sono pienamente d'accordo per la mailing-list e la listiquette deve essere sempre e comunque rispettata, evitando di aprire argomenti nuovi dentro argomenti che non c'entrano nulla o ancora evitando di riportare per intero la citazione di interventi precedenti, firme comprese: ragazzi, usate il copia e incolla e il tag <snip> o [cut] :-). Per Launchpad, permetteteci di continuare ad usarlo per l'impaginazione collaborativa. Chi lo sta usando per condividere quanto fatto su 82

Scribus una manna. Potremmo rivedere il sistema della segnalazione dei bug, tornando alla mailing-list oppure ad altri strumenti come l'osticket in prova per le segnalazioni del wiki. 4) Risolvere la conflittualit. Soluzione unica: "State buoni, se potete!" :D. 5) FCM != Ubuntu. S, certo: lo scriviamo in ogni numero della rivista! Ma un conto la rivista, un conto il gruppo italiano che traduce: mi sembrano due cose distinte. Io proporrei di sorvolare su questo punto, se ho ben capito la questione, per il motivo appena detto. Voglio dire: la Comunit italiana riconosce questa attivit come sua, a prescindere dal fatto se Full Circle sia un progetto di Ubuntu o no. Il consiglio a questo punto conclude la discussione per prendere una decisione: Ora propongo una cosa: il Consiglio produrra' un breve documento in cui elenchiamo quello che chiediamo dal gruppo. Terremo conto di tutte le osservazioni che sono state fatte su questo thread, e cercheremo di arrivare alla soluzione migliore. Per il momento chiudo questo thread ma ovviamente se qualcuno ha delle domande particolari, puo contattare direttamente il Consiglio tramite email. Il gruppo FCM in sostanza vuole avere riconosciuta la sua identit come gruppo in s. Ci certo sempre come sotto-gruppo del gruppo traduzione ma comunque sempre come differente e autonomo da questo all'interno del portfolio di gruppi che compongono la Comunit italiana di Ubuntu. E in ci inoltre essere riconosciuto dal coniglio, come uno stato che vuole essere riconosciuto dalla comunit internazionale. Ci in che modo? Ci manifestato attraverso un simbolo, il disegno sul sito web della Comunit italiana di Ubuntu, che mostra accanto il gruppo traduttori anche quello FCM, e tramite l'inserimento in lista sulla pagina Launchpad della comunit italiana della voce gruppo FCM accanto agli altri gruppi (https://launchpad.net/~ubuntu-it/+members).
fcm web trad forum

promo

Consiglio Comunit

doc

press mail test

irc

dev

Fig.7 E per ribadire la sua identit di gruppo, questa sua ufficialit, il gruppo andr anche ad apportare cambiamenti a s stesso, come espresso nell'ultimo 83

post di Aldo. Inoltre ci anche, come abbiamo letto, si espresso con la rivendicazione di un'autonomia degli strumenti, sopra tutti la mailing-list. La mailing-list uno spazio di comunicazione del gruppo, nonch di interazione del gruppo. I gruppi esistono perch tra gli individui esistono spazi di interazione, che possono essere luoghi fisici o immateriali, come nel caso degli strumenti digitali. I luoghi fisici, come quelli digitali, sono piattaforme di interazione, un mezzo di interazione dove i singoli e i gruppi interagiscono. Comunque il mezzo esercita una certa influenza sugli individui e sui gruppi cos come questi ne esercitano sul mezzo, indirizzandone la mutazione o usandolo in modi propri. Lo spazio di interazione del gruppo corrisponde all'ultimo punto della definizione operativa che Preece ha dato di comunit. Preece parla infatti di environment nella sua trattazione, cio di ambiente fisico o digitale che sia, e dice che per essere un gruppo una comunit deve esserci anche un contesto condiviso di convenzioni sociali, linguaggio e protocolli e avere accesso a risorse condivise e politiche per determinare l'accesso a queste risorse. In particolare dice anche: 'Ambiente fisico condiviso' evoca immagini di villaggi, citt e luoghi locali di riunione. Ci una forte componente in molte definizioni e gli sviluppatori devono considerare cosa ci significa per le loro comunit online [Preece 2000: 13-14]. Sintetizzando quindi in modo figurato, il thread del forum si pu vedere come una rivendicazione di autodeterminazione di un gruppo sociale che rivendica la sua autonomia che si manifesta nell'indipendenza anche di un suo territorio dal gruppo madre, del possesso di questo, rappresentato da strumenti propri, sopra tutti una mailing-list. E questo supporto tecnologico deve restare di propriet del gruppo FCM. FCM si estende non solo nei suoi confini di numero ad accesso limitato di membri, ma anche sulla mailing-list e su Dropbox. Dropbox considerato un sotto-spazio degli impaginatori. Ma questo spazio si deve adattare a tutti per permette la convivenza di tutti e l'espressione dei proprie inclinazioni personali. per questo motivo che stato scelto Dropbox, nonostante lo spazio fornito gratis dal servizio, 2GB, sia inferiore ai 5GB del servizio di cloud offerto da Canonical, Ubuntu One, che si integra perfettamente con Unity e Gnome 3. Ma per avere Ubuntu One bisogna installare mezzo gnome come ha scritto una volta Aldo Latino in mailing-list. Il sistema desktop un'espressione dei gusti del singolo e, per non influire in scelte cos personali, i membri hanno scelto di usare Dropbox perch installabile su tutti i sistemi desktop di Linux. Per chi non abituato a Linux, trover strano ci, ma su Linux infatti esistono molti sistemi desktop diversi, come le macchine di formula uno con motore uguale ma telaio differente. I pi noti sistemi desktop sono Gnome, KDE, che (in modo maggiore KDE) sono anche i due che drenano pi risorse di memoria ram, poi vi un pi leggero Xfce, e il leggerissimo LXDE e il peso piuma Fluxbox, i quali permettono anche a vecchissimi computer efficienti prestazioni. Lo stesso 84

Ubuntu, tradizionalmente con Gnome, si declina in Kubuntu con KDE, Xubuntu con Xfce, Lubuntu con LXDE. Attualmente a causa della nuova versione Gnome 3, ancora non ritenuta sufficientemente stabile, Ubuntu ha optato di default per un suo sistema desktop chiamato Unity. Ci ha scontentato molti utenti. Tuttavia ci non ha impedito agli utenti di installare le altre versioni desktop di Ubuntu o di migrare su Linux Mint. Comunque il sistema desktop molto personale, dipende prima di tutto dai gusti personali, cos come dal tipo di computer che si ha o delle prestazioni che si vogliono avere. Anche le stesse persone su diversi computer hanno installati diversi sistemi desktop. La stessa variabilit di desktop presente tra i membri di Fcm e per salvaguardarla i membri hanno deciso di non passare a UbuntuOne per quanto questo sia un prodotto Ubuntu e abbia pi spazio gratuito di archiviazione. Il territorio-tecnologia in tal modo si piega per lasciare che il gruppo esprima in libert i gusti dei suoi membri.

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3.3 Cattedrale o bazaar? O solo attrezzi nella scatola?

Il Consiglio per contesta a Paolo e al gruppo un altro elemento interessante. Prima infatti che il consiglio si esprimesse sulle richieste del gruppo avanzate da Paolo, Saltydog chiede: A lucro di tempo potresti intanto dirci come (e a chi) sono distribuiti i grant di amministrazione degli strumenti che impiegate (ML, Wiki, LP, ecc.)? In particolare, noto che l'apposito branch su launchpadcode inaccessibile, pertanto chiuso ai membri (ritengo). Chi amministra anche questo?. Paolo allora scrive a Saltydog che lo avrebbe aggiornato via mail. Al ch Saltydog: Perch via mail? Le amministrazioni degli strumenti sono e devono essere note a tutti, credo. Paolo cos posta anche nel forum il messaggio inviato in privato al membro del consiglio: Per quanto riguarda la ML: I due amministratori, pari livello sono Paolo Garbin (paolettopn) e Aldo Latino (aldolat). Non ci sono altri grant ( tipo moderatore, ecc..) per i restanti membri e sottoscrittori del gruppo di lavoro. Per quanto riguarda Launchpad: I tre amministratori, pari livello sono Paolo Garbin (paolettopn), Aldo Latino (aldolat) e Mara Sorella (maruscia). I restanti membri del gruppo sono normali utenti LP, senza altri grant, poi sulla rilevazione che l'apposito branch su launchpad-code era inaccessibile: Esatto, stato fatto per proteggere i dati della lavorazione in corso. La scelta stata fatta con una regolare riunione del gruppo. Interviene poi l'altro membro del consiglio Mdke: Avendo seguito da un po la mailing list e letto attentamente le varie pagine sul wiki, a mio avviso le procedure del gruppo sono un po' troppo complicate. [] La procedure per accesso di nuovi candidati e' troppo formale secondo me: ha scadenze, dei turni rigidi, e comporta delle votazioni. Secondo me una procedura cosi "militare" non e' utile per valutare se una persona ha le abilita' necessarie. La procedura del gruppo traduzione dove degli amministratori valutano i suggerimenti di traduzione dei candidati e' piu sciolto e piu sano secondo me. Per questo motivo l'unione con il gruppo traduzione porterebbe dei vantaggi perche' la procedura potrebbe essere la stessa. Per me questo aspetto e' molto importante perche' facilitare nuovi contributori e' una delle cose piu importanti a cui dobbiamo pensare durante questa discussione (Il corsivo nostro). Stesso parere sulle regole, Saltydog: Occorre semplificare un processo eccessivamente appesantito da regole e scambio di comunicazioni, rendendolo per quanto possibile pi snello e meno resource-demanding. E questo probabilmente si pu ottenere ereditando dal pro86

cesso padre (gruppo traduzione), le regole e le modalit di lavoro. A queste affermazioni replica Forkirara: Io sono abbastanza nuova del gruppo e non ho trovato affatto le regole complicate :). Piuttosto le ho trovate organizzate, il che denota un'attenzione ai particolari e alle procedure per la riuscita, nei tempi, della rivista. [] La traduzione del software e della documentazione molto differente da quella di FCM. Nel software o nella documentazione non troverai mai slang o espressioni colloquiali. Il fatto di avere una mailing list separata ci agevola non poco. [] Io sono stata sottoposta a queste regole che tu definisci 'formali' e le trovo efficaci. Nella prima prova bisogna tradurre un articolo tecnico, nella seconda uno colloquiale con slang. Queste prove assicurano una valutazione completa del candidato. Anche dare delle scadenze necessario. Bisogna ricordarsi che FCM esula dalle altre traduzioni del gruppo traduzioni in quanto ha delle scadenze strette di 28 gg. tra inserimento pagine, traduzione, revisione, impaginazione e pubblicazione. Se le persone del gruppo dimostrano di non saper rispettare le scadenze, meglio che migrino verso altri progetti con tempi un po' pi dilatati. Su questo l'aspra reazione di Saltydog che esprime un'analisi molto importante: Non temo smentite nel sostenere che NESSUN gruppo (ufficiale o meno) di tutta la comunit sottopone i candidati a due 'sessioni di prova d'esame' per l'adesione. Per accedere a un posto di dipendente pubblico, forse ne servono meno... Mi piacerebbe, tra l'altro, conoscere quali sono i requisiti dei componenti la Commissione Giudicatrice, visti quelli richiesti ai candidati! Ti faccio l'esempio del Gruppo Web. Dopo aver verificato la rispondenza del candidato con i requisiti di base scambiamo alcune chiacchiere con lo stesso e lo mettiamo subito al lavoro, in una situazione di "prova sul campo". Sar lo stesso candidato cos a dimostrare la sua validit per il processo produttivo del gruppo. Dopo un breve periodo, una mail in ML sufficiente per metterci tutti d'accordo sull'accettazione del nuovo candidato. Mi sembra semplice, efficace e soprattutto non incute al candidato un inutile e inesistente timore reverenziale verso una struttura che - secondo me - ritiene troppo pesante. Qui siamo nel bazaar, non nella cattedrale! Se tu ritieni 'semplici' le procedure di ingresso in FCM, probabilmente non hai partecipato ampiamente ancora a questa comunit, come devo supporre visto che questo il tuo primo messaggio sul forum, elemento centrale di discussione, di confronto e di supporto. Forkirara replica: Per quanto riguarda le regole di entrata mi sembra che tu non stia tenendo conto della peculiarit di FCM. Tradurre un articolo tecnico molto diverso da tradurne uno colloquiale. Se aggiungi anche il fattore tempo le cose si complicano. Le procedure di ingresso in FCM ci permettono di valutare tutti e tre gli aspetti. Non potremmo dare due articoli nella stessa edizione, da fare in 10 giorni, perch sarebbe troppo. Quindi si diluiscono in due edizioni (sempre per la variabile tempo). Non mi sembra, comunque, che qualcuno si sia mai intimorito. L'esempio 87

che riporti del gruppo Web non applicabile al nostro gruppo. Fare quattro chiacchiere con il candidato non ci dice nulla sulla sua capacit di traduzione (sia tecnica che colloquiale) n sulla sua velocit di consegna. Nel gruppo Web, inoltre, la valutazione pi basata sulla tecnica (questo lo presumo perch, essendo chiuso ai volontari, non ho potuto verificare le regole di accesso). Inoltre non esiste una Commissione Giudicatrice. Tutti i traduttori ufficiali devono leggere le prove dei candidati e dare un giudizio in ML (+1 o -1). Tieni conto che anche noi siamo sottoposti a revisione. Un membro del gruppo traduce e poi il testo viene revisionato da un altro membro. E quando esce l'edizione beta, tutti i membri ricontrollano gli articoli e segnalano eventuali bug in Launchpad o in ML. Sembra pi complicato dirlo che farlo. Per devo ammettere che il tutto funziona benissimo :). Riprende il discorso anche Deindre: Riguardo le regole di ingresso, vero sono molto articolate. Voglio ricordare in questa sede che le prove cos articolate sono nate successivamente alla fondazione del gruppo, a seguito di problemi nelle traduzioni. Sebbene sia stata una delle promotrici di questo sistema, che reputo quindi valido, confido che, nel caso di un auspicato rientro in seno al gruppo traduzione, chi di dovere abbia gli strumenti per valutare le capacit di traduzione e resa linguistica di coloro che vogliono partecipare al progetto. Alle quali si aggiungono le osservazioni di Ic3d, Le procedure per laccesso sono state codificate nel corso del tempo, migliorandole varie volte. Sono del parere che tradurre articoli di una rivista sia diverso da tradurre messaggi: il livello della traduzione deve quindi essere superiore ad una normale conoscenza dellinglese (che basta per tradurre messaggi di programmi). Non opportuno rinunciare alla qualit della traduzione: se una rivista tradotta male, nessuno la legge. Il timore, mio come del gruppo, quello che semplificando l'accesso, la qualit delle traduzioni si abbassi. Si potrebbe consentire l'accesso a tutti i traduttori (in ottica di miglioramento comune di tutta la comunit dei traduttori), per qui ci scontriamo con la seconda differenza, il tempo a disposizione: FCM esce ogni mese, Ubuntu ogni 6 mesi. Essere 'veloci' e 'precisi' nella traduzione sono i primi crucci: 'veloci' perch una rivista vecchia non la legge nessuno, 'precisi' perch senn il revisore deve buttare l'opera del traduttore e riscrivere l'articolo da zero. Non corrisponde al vero comunque che il tempo sia impiegato a far rispettare le regole, piuttosto che al lavoro stesso. Per verificare questo, basta 'fare un giro di rilascio' su FCM per un numero o due. Ancora un altro membro Lydya: Trovo che il metodo applicato finora per l'ingresso nel gruppo sia adeguato (valutazione di alcune prove = "prove sul campo" e poi possibilit di voto da parte di tutti i membri = "democratico"); perch vi sembra "militare"? per quanto riguarda i tempi tenete conto che essendo in pochi abbiamo deciso di prendere solo due candidati per volta e che rispettiamo le scadenze di pubblicazione che ci autoimponiamo per cercare di seguire "ad un passo di distanza" la cadenza mensile della versione originale. E poi Elw0od: Ben ven88

gano consigli e proposte per la risoluzione dei problemi se servono a migliorare il lavoro e l'ambiente del gruppo, ma di preciso a cosa ci si riferisce?Di fatto la mia prima esperienza in una realt simile e non ho altri termini di paragone per farmi un'idea pi chiara. Se si riferisce al discorso delle due prove lascio in breve la mia esperienza, relativamente recente, a riguardo. Senza ripetere i diversi accenni alla qualit gi fatti da altri, vorrei precisare che effettivamente le prove sono due, ma non vedo la rigidit esagerata di cui si parlato. Mi ha sempre lasciato positivamente impressionato il fatto che non si tratta n di un giudizio saccente che si da al candidato n di una sorta di "bocciatura", basti pensare che le poche prove dei candidati che non sono state ritenute positive sono state ugualmente inserite nell'iter che porta alla revisione. Le mie prove non sono state diverse dal lavoro che poi mensilmente mi trovo tra le mani. Il fatto di essere due tra l'altro permette di misurarsi con articoli e quindi con una lingua con un taglio ed un registro diversi, che magari non sempre si riesce a trovare in un solo numero di FCM. Pi che una strettoia per me stato un aiuto. Leobloom: Regole d'accesso marziali: bene, essendo io finora l'unico membro FCM che, salvo rare emergenze, si occupa solo ed esclusivamente delle revisioni (senza altri incarichi) posso scrivere e ripetere mille volte che un articolo tradotto male inservibile, mi capitato troppe volte, specie agli inizi, di dovere riscrivere da zero un articolo gi tradotto e consegnato (molto spesso in ritardo). Volendo posso essere d'accordo sul modificare le modalit di traduzione e revisione (chi ha un metodo migliore della wiki si faccia avanti ma se queste funzionano bene perch cambiarle?) ma non sono assolutamente d'accordo nel cambiare di una virgola i modi di giudizio di un candidato. Nei commenti sopra hanno gi scritto molti punti a favore del nostro metodo, non li ripeto. Aggiungo solo che, a differenza della traduzione di una guida dalla wiki internazionale (cosa che molti ragazzi del gruppo traduzione fanno), noi di FCM abbiamo tempi molto pi rigidi e stretti da rispettare e se facciamo un errore quello e quello rimane. Una pagina wiki pu essere cambiata e aggiornata al volo e anzi chi la usa sa gi che questa una particolarit della wiki, un pdf purtroppo molto pi rigido e a meno che non si tratti di errori clamorosi non vorrei dover contattare Ronnie per far sostituire il pdf ogni volta. Infine, nella sintesi finale, Aldo propone una convergenza da ambo le parti, del consiglio e del gruppo, sul rivedere le regole per un generale snellimento. un lavoro che comporta tempo e impegno riconosce Aldo, Significa per noi rimettere in discussione delle procedure consolidate. Se si tratta di riscrivere e snellire le pagine wiki, la cosa pi semplice. Per l'accesso ai candidati ci pare che far fare loro due prove sia sufficiente per una valutazione. Magari accorpare le due traduzioni in un unico turno e senza tener conto della tipologia dell'articolo (uno tecnico e uno colloquiale). Insomma la discussione parla da s, non c' molto da chiarire. Spiegano 89

gi tutto i partecipanti alla discussione. Il gruppo FCM si costruito spontaneamente con strumenti partecipativi, in un contesto di economia del dono, all'interno di una grande comunit open source, sotto molti aspetti come stile cattedrale ma rimanendo per altri stile bazaar usando la terminologia di Raymond rispetto agli altri gruppi della comunit italiana di Ubuntu [Raymond 1999]. E sottolineamo in modo spontaneo. Procedure rigide nelle varie fasi e restrittive politiche di gatekeeping all'accesso per i nuovi membri, rispetto alla partecipazione in un processo di progettazione del software. Saltydog riconosce la diversit, cos come gli stessi membri di FCM (seppur da un punto di vista opposto), rispetto al modo di lavorare degli sviluppatori web e dei traduttori del codice, i quali presentano un modo molto pi informale e disordinato di partecipazione. Ma FCM non un software, come rivendicano gli stessi membri FCM, ma un prodotto culturale, una rivista. La fase pi bazaar di tutte era, ed ancora, la creazione della versione alpha e beta della rivista, mentre la fase pi a cattedrale era l'accesso al gruppo. Nella correzione della fase alfa e beta, tutt'ora c' la massima libert, infatti nel gruppo chi vuole, se vuole e quando vuole, contemporaneamente agli altri, senza prenotarsi o dirlo a tutti, pu segnalare i bug di traduzione nella mailing-list. Per le altre fasi le procedure sono molto pi rigide, avendo scadenze, procedure di prenotazione e altre norme nello sviluppo del lavoro, organizzato come una rigida catena di montaggio come si vede nella pagina edizione del wiki. Osserviamo che la cosa che hanno rinfacciato i membri al consiglio che con questi aspetti stile cattedrale il tutto funziona benissimo. Una delle motivazioni di ci, come si vede dalle affermazioni, il voler ridurre i fallimenti provocati da un accesso totalmente aperto. Insomma il gruppo rivendica che sia necessario il bisogno di un controllo pi alto rispetto agli altri modelli di gestione del lavoro nel software, giustificato in ci dalla natura del prodotto stesso. Anche se non immediatamente, a seguito della discussione il gruppo comunque si ricalibrato spostandosi un po' pi verso un modello bazaar nelle politiche di accesso al gruppo, riformulando in parte le sue regole ma mantenendo la sua struttura di catena di montaggio e la sua autonomia dagli altri gruppi. Il 28 maggio del 2009 infatti, Aldo Latino, apre un thread dal titolo [ubuntu-it-fcm] Ripensamento regole del gruppo e wiki. Di seguito riportiamo il testo:
Ho in mente da diverso tempo di rivedere tutte le procedure del nostro gruppo in base a quanto alcuni mesi fa il Consiglio ci fece notare nel thread del forum [1] in cui chiedevamo il riconoscimento del nostro gruppo come ufficiale insieme agli altri. Non hanno torto quando ci dicono che certe procedure sono da rivedere per eccessiva richiesta di tempo e di risorse e che alcune regole sono troppo prolisse: s, penso che debbano essere pi flessibili, come notavo gi a suo tempo a fine thread.

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Voglio precisare che questi cambiamenti che vi propongo non sono tesi all'esaudimento della richiesta che facemmo: a prescindere da essa, ritengo che il gruppo vada ripensato un attimino.

Inoltre, per quanto riguarda il wiki stesso, ci sono un bel po' di cose da aggiornare perch obsolete.

Vi scrivo per avere un vostro parere: si intende che sono solo idee in gestazione.

1. Accesso al gruppo FCM

Per accedere al gruppo, oltre ad aver preso visione della struttura della Comunit Ubuntu-it, alla firma del CdC e alla creazione di una pagina wiki personale, semplicemente basta fare richiesta di affidamento di un articolo nella mailing-list. Si verr introdotti subito da un amministratore nel turno in corso se c' spazio. Viene quindi eliminato il concetto di due turni di prove necessari cos come che l'articolo debba essere di un certo tipo: un articolo qualsiasi e un turno sono sufficienti. Alla fine della traduzione, il revisore espone un giudizio in mailing-list e l'amministratore valuta se assegnargli un ulteriore articolo. Non esiste pi il concetto di votazione all'interno del gruppo. Considerate anche il fatto non proprio edificante quando un revisore valuta positivamente una traduzione e un altro revisore negativamente: uno dei due generalmente sbaglia.

2. Leziosit e traffico spesso superfluo nelle email

Evitiamo per quanto possibile nella mailing-list messaggi di complimenti, saluti, felicitazioni, ecc. Limitiamoci allo stretto necessario per il lavoro, mettendo in pratica al massimo la Listiquette. Per i complimenti possiamo scrivere in privato. La mailing-list sia usata come strumento di lavoro e basta. Suggerimento personale extra: semplifichiamo al massimo le firme apposte in calce ai messaggi diretti alla lista. :)

3. Riunioni

La pagina delle riunioni va riscritta di sana pianta. Non deve esistere il concetto di riunioni in mailing-list: in mailing-list si lavora per le traduzioni e le comunicazioni di servizio. Le riunioni vanno convocate per discutere e per confrontarci "dal vivo". Questa email, ad esempio, doveva essere oggetto di riunione.

4. Revisioni in mailing-list

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Ci stato proposto di tornare alle revisioni in mailing-list. Non sono d'accordo con le revisioni di tutti i membri via email, ma di quelle degli aspiranti traduttori forse s. Anche se devo dire anche che l'attuale metodo funziona bene. Tra l'altro ci stato detto che produciamo un alto traffico inutile (non "alto traffico", ma "alto traffico inutile"): se passiamo le revisioni in ml, lo decuplichiamo. Non ho ancora maturato una convinzione su questo punto. Cosa ne pensate?

5. Integrazione con tutta la Comunit di Ubuntu-it

Sinceramente questo il rilievo che pi mi fa male (credo non sia stato rilevato dai membri del Consiglio): i precedenti sono note tecniche facilmente risolvibili. Dire che non siamo integrati suscita un po' di preoccupazione, anche perch non - credo - nella mente di nessuno lavorare distaccati dalla Comunit di Ubuntu-it. Noi esistiamo in essa e lavoriamo per essa. Non saprei sinceramente in cosa diamo l'idea di essere "a prescindere": se avete idee per migliorare questo aspetto che ben vengano. Una, forse, potrebbe essere quella di comunicare, una volta uscita la nuova traduzione, agli admin di forum e web il nuovo numero?

Probabilmente avr dimenticato qualche punto. Verr in mente col tempo.

Se rispondete, per favore quotate esclusivamente il titolo cui fate riferimento e/o la frase precisa, non tutto il punto! :)

[1] http://forum.ubuntu-it.org/index.php/topic,221374.0.html

Anche il consiglio fu avvisato il 22 luglio 2009:


Ciao a tutti, con questa email, che mando in CC al Consiglio, riapro la discussione non ancora conclusa per presentarvi in maniera pi precisa le mie idee di ripensamento delle regole del gruppo.

A queste idee si unisce anche Paolo Garbin, con cui ho discusso a lungo.

Considerate che i gruppi di Ubuntu-it non hanno prove di ammissione con due turni e soprattutto non hanno alcun automatismo (cio due turni di prove con successiva, immediata, necessaria votazione).

Dopo essermi documentato sui vari gruppi, ho capito che anche per FCM si possono adottare regole simili, pi semplici, che qui sotto vi propongo.

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PROGETTO DI MODIFICA ALLE REGOLE DEL GRUPPO FCM

INTRODUZIONE

Il progetto FCM, cos com' impostato adesso, appare come un gruppo retto da eccessive regole e norme che limitano l'accesso *libero* di chiunque voglia dare una mano, anche una soltanto. L'idea che si debbano sostenere due prove e che quindi si verr approvati solo dopo almeno due mesi un forte demotivante per coloro che invece vorrebbero partecipare anche solo per qualche numero oppure saltuariamente.

Da pi parti, poi, tra i membri di Ubuntu Italia, sono stati sollevati rilievi su diversi aspetti: pensate solo alla discussione del forum in cui si chiedeva l'ufficialit.

Ritengo necessario un ripensamento delle impostazioni del gruppo.

La mia idea di semplificare l'accesso al gruppo dando a tutti la possibilit di intervenire senza particolari procedimenti burocratici e prove da affrontare.

Chiunque pu dare il suo aiuto, fosse anche uno soltanto, senza alcun obbligo: quando ha tempo e voglia pu sempre partecipare alla traduzione. Per intenderci, possiamo chiamare questi volontari come "collaboratori".

Nel gruppo, poi, ci sono i "membri stabili", quelli che, sacrificando un po' pi di tempo per il progetto, hanno dimostrato di partecipare attivamente a quasi tutti i numeri della rivista. Anch'essi sono ovviamente su base volontaria e sono anch'essi collaboratori, ma hanno l'intenzione di dare una forte spinta per l'uscita mensile della rivista italiana.

Coloro che tra i collaboratori dimostrano nel tempo di voler dare un contributo continuativo saranno successivamente e senza alcun automatismo considerati "membri stabili" (secondo le modalit che vi spiegher) e quindi approvati su Launchpad: quello che deve interessare sempre e solo il lavoro di traduzione.

La differenza che corre tra collaboratori e membri stabili che i secondi revisionano e votano.

Da quanto detto, spero che emerga che tutti coloro che collaborano anche saltuariamente e la cui traduzione viene giudicata positiva dai revisori sono considerati traduttori della rivista: i nomi di tutti coloro che hanno dato il loro aiuto saranno inseriti nel PDF finale. Al contrario, quindi, di come funziona adesso in cui bisogna entrare tra i

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membri ufficiali per essere considerati traduttori.

Si pensi, poi, al caso di una persona che volesse dare una mano solo per im paginare. Di certo sarebbe un aiuto prezioso. Ma come conciliare la sua richiesta col fatto che bisogna sostenere due turni di prove? Per impaginare non serve saper tradurre articoli "in stile colloquiale" o "di tipo tecnico".

ATTUALI MEMBRI STABILI DEL GRUPPO

Coordinatore: * Paolo Garbin

Membri stabili: * Aldo Latino * Antonino Arcudi * Antonio Piccinno * Cristina Franzolini * Dario Cavedon * Fabrizio Giacosa * Gerardo Di Giacomo * Lidia Pellizzaro * Luca De Julis * Luca Saba * Marco Letizia * Michele Azzolari * Mirco Paronetto * Quinta Tien * Teo Cocetta * Vito Tigani

La figura del "Responsabile delle comunicazioni" viene abolita, perch non se ne vede la necessit. Se il suo compito solo quello di inviare una email all'amministratore di FCM internazionale, questo compito pu farlo benissimo uno degli amministratori su Launchpad. Per cui Maurizio pu decidere se rimanere nel gruppo come membro stabile, attivo in uno dei settori, con le stesse norme che regolano l'appartenenza.

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APPARTENENZA AL GRUPPO

L'appartenenza al gruppo si intende per un anno. L'elenco dei membri stabili tenuto solo su Launchpad. Chi tra i membri stabili dimostra durante l'anno impegno costante, verr rinnovato alla scadenza.

I SETTORI DI ATTIVIT

sufficiente impegnarsi in una di queste attivit per essere considerati collaboratori: * traduzione * revisione * impaginazione.

COME PARTECIPARE AI LAVORI

Per i "membri stabili" non cambia nulla. Continueranno a dare il loro contributo come sempre.

Viene abolita, invece, la figura del "Candidato". Non c' alcuna promozione da fare n esami da sostenere. Quello che preme sottolineare evitare in ogni modo l'automatismo del passaggio da collaboratore a traduttore "ufficiale", quasi fosse qualcosa di guadagnato e di cui si abbia dunque diritto: quello che interessa al gruppo che soltanto si facciano le traduzioni/revisioni e che si impagini; tutto il resto solo appesantimento e inutilit. Chiunque sappia tradurre dall'inglese pu liberamente partecipare.

I requisiti per partecipare sono: * firma del Codice di Condotta; * creazione di una pagina sul wiki; * iscrizione alla mailing-list.

Si presenter in mailing-list e dir di voler contribuire. Gli si dir di prendersi un articolo ancora libero nel wiki e di consegnarlo entro una certa data, tenendo conto che dovr seguire ancora la revisione.

Del wiki, tutte le pagine saranno pubblicamente accessibili (compresa quella Edizione), escluse quelle con il testo delle traduzioni e revisioni: non bello che un testo ancora acerbo sia di pubblico dominio.

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Quando il collaboratore avr finito, invier in ml il testo e uno dei traduttori stabili lo incoller nella pagina wiki dell'articolo. Il testo verr revisionato come al solito.

Nei mesi successivi, i collaboratori, che hanno gi partecipato ad un numero e che vogliono ancora contribuire, non dovranno pi presentarsi, ma essi stessi potranno prenotarsi nella pagina Edizione.

PASSAGGIO A MEMBRO STABILE

Quando il collaboratore avr dimostrato di partecipare in maniera continuativa e seria ai lavori del gruppo (traduzioni, revisioni, aiuto in mailing-list, ecc.), potr fare richiesta di ingresso tra i membri stabili. La sua richiesta sar vagliata con votazione dei membri stabili e, se avr esito positivo, continuer comunque a fare quello che ha sempre fatto come collaboratore (con la possibilit in pi del voto per le decisioni comuni e delle revisioni).

Questo sistema ci garantisce che non ci sfugga un possibile collaboratore che magari si spaventi davanti al fatto che deve affrontare delle prove oppure che qualcuno (bravo, magari) possa collaborare per un periodo soltanto. Il fatto di dover sostenere delle prove un deterrente per l'ingresso; magari per noi non lo sar stato, ma per altri s. Se si prende ad esempio il caso della Quinta Tien, questo sistema sarebbe stato perfetto: non c'era bisogno di far diventare membro stabile del gruppo una classe scolastica (che per sua natura cambia di continuo), ma comunque avrebbe partecipato attivamente alla traduzione. Con questo sistema, qualunque classe scolastica potrebbe partecipare, senza orpelli burocratici ma semplicemente proponendosi in mailing-list.

ANNUNCIO DELLA PUBBLICAZIONE

Quando il PDF italiano sar stata pubblicato sul sito internazionale, si avviseranno le mailing-list web, forum e promo perch venga pubblicizzata nei rispettivi settori, cio l'home page, la striscia degli annunci del forum e la Newsletter.

FREQUENTLY ASKED QUESTIONS (F.A.Q.)

D. "Togliendo le prove di ammissione, la qualit del lavoro scender." R. La qualit del lavoro non pu scendere perch nel gruppo ci sono membri di alto livello. Chi desidera collaborare alla traduzione, collaborer traducendo, non revisionando. L'unica ragione per tenere ancora le prove quella di soddisfare il nostro desiderio di poter giudicare qualcuno.

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D. "Ma in questo modo rischieremmo di dover fare un immane lavoro di revisione!" R. No, perch se quel testo non fosse stato tradotto dal collaboratore, in ogni caso qualcuno dei membri stabili lo avrebbe dovuto tradurre di sana pianta. Quindi i casi sono due: 1. Il testo tradotto bene: la revisione non sar un problema. 2. Il testo viene tradotto male: la revisione sar pi impegnativa, ma non sar pi difficile di una traduzione solita. Se quel collaboratore non si fosse presentato, i membri stabili l'avrebbero dovuta tradurre lo stesso.

********************************** Ubuntu. Linux for human beings. ;) **********************************

Quindi dopo una discussione con votazione, le regole furono modificate, sempre con un messaggio di Aldo Latino del 30 luglio 2009:
Ho appena finito di completare la modifica delle nostre pagine wiki che ora riflettono le nuove procedure.

Tutte le pagine del nostro wiki sono accessibili a chiunque, tranne quelle degli articoli. Come avevo detto, soltanto i membri approvati su Launchpad ora possono leggerle e modificarle, gli altri non hanno accesso alcuno.

Vorrei per la conferma che Luca_De_Julis e Mirco_Paronetto riescono ad accedere in lettura e scrittura alle pagine degli articoli (basta che proviate con uno soltanto). Fatemi sapere in risposta a questo messaggio.

Per quanto riguarda Luigi Di Gaetano, possiamo gi partire con te con le nuove regole. Luigi, tu non devi sostenere pi alcuna prova: *sei gi parte del gruppo*. Se vorrai, potrai partecipare ogni mese alla traduzione o comunque quando vorrai. Se decidi il prossimo mese di contribuire ancora, potrai prenotarti direttamente nella pagina Edizione perch gi ti sei presentato. Quando finisci, invia la tua traduzione in un messaggio in mailing-list. Al resto ci penseranno i membri stabili, che fanno anche da revisori. Se darai prova di continuit e qualit nel lavoro, potrai fare richiesta di ingresso tra i membri stabili. Trovi ogni informazione sul wiki.

Infine, siamo in attesa di completare il trasloco della mailing-list al nuovo dominio. A breve riceverete comunicazione anche di questo. Vi terremo informati.

Buon lavoro a tutti. :)

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La forma attuale del gruppo, la sua cultura il frutto di una storia, di crisi, ripensamenti, dibattiti accesi, scontri con entit istituzionali come il Consiglio, si concretizza in membri fondatori, come Paolo Garbin, che diventano il simbolo di quella continuit e che incarnano i valori del gruppo. Come dice la Swidler la cultura come una cassetta degli attrezzi, dalla quale gli individui ricavano gli attrezzi in base alla circostanza per affrontare le situazioni della vita. Una cultura, quindi, non un sistema unificato che spinge l'azione in una direzione coerente, ma piuttosto somiglia a una 'cassetta degli attrezzi' o a un repertorio da cui gli attori estraggono elementi diversi per costruire linee d'azione. Sia gli individui sia i gruppi sanno infatti muoversi diversamente in circostanze diverse. Se la cultura fornisce gli strumenti grazie a cui le persone costruiranno linee d'azione, allora gli stili o le strategie d'azione saranno pi durature, pi stabili degli scopi e gli attori terranno in considerazione quegli scopi per cui il loro equipaggiamento culturale adeguato. In ci Ann Swidler distingue tra due modelli che rappresentano due momenti per una societ. Un primo momento detto vite instabili che riguarda un periodo caratterizzato da mutamenti sociali. I periodi di trasformazione sociale sembrano fornire la prova allo stesso tempo pi e meno significativa dell'influenza della cultura sull'azione sociale. [] In questi momenti, le ideologie sistemi di significato espliciti, articolati ed estremamente organizzati di tipo sia politico che religioso stabiliscono nuovi stili o strategie d'azione. Infatti, mentre le persone stanno imparando nuovi modi di organizzare l'azione individuale e collettiva facendo pratica di consuetudini a loro estranee finch non diventano familiari, la dottrina, il simbolo e il rituale modellano direttamente l'azione. Presupposto di questo modello l'esistenza di un continuum dall'ideologia alla tradizione, al senso comune. Un'ideologia un sistema rituale consapevole molto articolato che aspira ad offrire una risposta unica ai problemi dell'azione sociale. Potremmo pensare l'ideologia come una fase nello sviluppo di un sistema di significato culturale. Le tradizioni, invece, sono credenze e pratiche culturali articolate ma date per scontate, al punto che sembrano essere inevitabilmente parte della nostra vita. Varie piuttosto che unificate, parziali piuttosto che onnicomprensive, non sempre ispirano un consenso entusiastico. Tuttavia, le tradizioni [] sembrano istituite nell'ordine delle cose. [] Uno stesso sistema di credenze, ad esempio una religione, potrebbe essere considerato da alcuni un'ideologia e da altri una religione, e allo stesso tempo una tradizione pu, in particolari circostanze storiche, trasformarsi in un'ideologia. Il senso comune, infine, un insieme di assunti a tal punto inconsapevoli da sembrare istintivamente, chiaramente, innegabilmente parte della struttura del mondo [Swidler 2009: 64-67]. Tutto ci molto importante per spiegare le dinamiche appena viste di trasformazione sociale del gruppo FCM. 98

Nei periodi in cui modalit contrastanti di organizzazione dell'azione si stanno sviluppando o stanno lottando per il predominio, si verificano fermenti di attivismo ideologico. [] Nelle vite instabili i rituali acquisiscono una simile rilevanza poich un loro mutamento riorganizza tacite consuetudini e modalit dell'esperienza. Le persone impegnate nello sviluppo di nuove strategie d'azione dipendono dai modelli culturali per imparare nuovi stili a livello di identit, relazione, cooperazione, autorit e cos via. [] Queste culture esplicite possono certamente essere classificate come sistemi che [] aspirano ad offrire non soluzioni molteplici, bens un'unica risposta all'interrogativo su come gli esseri umani dovrebbero vivere. [] In secondo luogo, in un periodo di trasformazione culturale l'ideologia che si modella sull'ethos e non viceversa [Swidler 2009: 67-68]. Ricordiamoci a tal proposito come l'ideologia espressa dal Consiglio, che si opponeva al modello consolidato di accettazione dei nuovi membri da parte del gruppo FCM, si basava sul modello di comportamento del gruppo di traduzione software e di sviluppo web. In terzo luogo prosegue Swidler queste ideologie, [] modellano alternative per regolare l'azione e strutturare le comunit umane, ma nel fare questo sono in accesa competizione con altri schemi culturali: sicuramente con il senso comune, ma solitamente anche con tradizioni e ideologie alternative. [] La cultura esercita un'influenza causale autonoma in periodi di instabilit culturale poich rende possibili nuove strategie d'azione costruendo attori (individui, famiglie, imprese), plasmando gli stili e le competenze con cui questi ultimi agiscono e modellano forme di autorit e cooperazione. Tuttavia, sono le situazioni concrete in cui questi modelli culturali operano a determinare quali sono destinate a mettere radici e fiorire e quali invece avvizziranno e si estingueranno [Swidler 2009: 69-70]. Al contrario invece, in periodi di stabilit questa relazione causale tra l'azione e la cultura cambia perch le diverse ideologie non dirigono pi l'azione, ma si trovano sedimentate a livello di tradizione o di senso comune e queste ultime vengono ripescate di volta in volta dagli individui in base alle situazioni che si trovano di fronte, cio la cultura fornisce strumenti per comportamenti anche opposti ma che convivono entrambe a un livello implicito, latente. Detto altrimenti con le parole della Swidler: Le relazioni causali tra cultura e azione sono molto diverse in periodi di stabilit culturale. La cultura fornisce la materia a partire da cui singoli e gruppi costruiscono strategie d'azione. Si tratta di risorse diversificate e normalmente gli attori vi fanno appello in modo selettivo, attivando stili e abitudini d'azione diversi in situazioni diverse. Le culture stabili, quindi, supportano molteplici modelli d'azione, nascondendo l'influenza autonoma della cultura. In questi periodi, il tentativo di stabilire il ruolo causale della cultura reso pi complesso dal 'legame debole' esistente tra cultura e azione. [] In periodi culturalmente stabili, quindi, cultura e struttura sociale sono allo stesso tempo troppo compenetrate e troppo disgiunte per permettere un'analisi semplice. [] Questo si ve99

rifica perch l'ideologia si diversificata attraverso l'adattamento a varie circostanze di vita e allo stesso tempo scesa sotto la superficie, pervadendo l'esperienza ordinaria al punto da sfumare impercettibilmente in assunti di senso comune su ci che vero. Le culture stabili sono pertanto pi inclusive delle ideologie, non essendo in aperta competizione con modelli alternativi di organizzazione dell'esperienza. [] Una simile cultura non impone un solo, inglobante modello d'azione, nel senso che non impone norme, stili, valori o scopi sui singoli attori. Essa, piuttosto, vincola l'azione mettendo a disposizione di individui e gruppi un insieme limitato di risorse con cui formulare strategie d'azione. [] Costruire effettivamente una strategia implica selezionare alcuni elementi culturali sia impliciti come atteggiamenti e stili, talvolta, espliciti come rituali e credenze e attribuire loro significati specifici nelle concrete circostanze di vita [Swidler 2009: 70-71]. Come si visto fin qui, il gruppo FCM ha vissuto un periodo di relativa stabilit in cui aveva una politica di accesso a cattedrale, seguito da un periodo di forte instabilit, rappresentato dallo scontro con il Consiglio, nel quale si trovarono contrapposte due ideologie, o comunque due tradizioni esplicitate a livello di ideologie. Una visione di accesso stile bazaar aperta a tutti contrapposta un'ideologia, la resistenza al cambiamento, volta al mantenimento delle regole consolidate di accesso ai nuovi membri. Il gruppo FCM era resistente al cambiamento perch non si sentiva equipaggiato culturalmente per affrontare il nuovo contesto di un accesso pi libero, temendo la non possibilit di tolleranza del fallimento tipica di sistemi bazaar dello sviluppo di software open source. Questo riequipaggiamento della cultura era visto come costoso. Alla fine l'ideologia di un accesso stile bazaar ha avuto un maggiore influsso, soppiantando l'ideologia di un accesso tipico di sistemi a cattedrale. Attualmente il gruppo in una fase di stabilit dal punto di vista delle politiche di accesso. Queste ultime si sono sedimentate nello sfondo culturale del gruppo e vengono date per scontate, non sono pi messe in discussione, quindi passando da uno stato di ideologia esplicita, verso uno stadio pi basso, verso tradizione e senso comune. Riprendendo le parole della Swidler: Quando determinate risorse diventano pi importanti in un dato periodo e vengono ulteriormente investite di significato, esse ancorano le strategie d'azione sviluppate dagli individui. Questo genere di influenza culturale pu essere osservato nel fenomeno del 'ritardo culturale': le persone non traggono prontamente profitto da nuove opportunit strutturali che richiederebbero loro di abbandonare sistemi di vita consolidati. Questo non dipende da un attaccamento ai valori culturali, ma dalla riluttanza a lasciare strategie d'azione familiari per cui esse posseggono gi un adeguato bagaglio culturale. [] In secondo luogo, l'influenza della cultura in periodi di sta100

bilit particolarmente incisiva nello strutturare le situazioni non istituzionalizzate ma ricorrenti in cui le persone agiscono di comune accordo [Swidler 2009: 71].

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3.4 Convergenza culturale

In Cultura convergente, Henry Jenkins si scaglia contro una concezione di convergenza solamente tecnologica e operata dall'alto e a tavolino. Una convergenza cio tramite l'unione in una sorta di scatola nera di tutta la tecnologia mediatica che ne racchiude tutte le funzioni e possibilit. In realt non sono le corporation dall'alto a decidere dice Jenkins e allo stesso tempo i vecchi media non sostituiranno i media pi moderni. Jenkins dice che si sta verificando piuttosto una convergenza culturale, nel senso che sono i contenuti a viaggiare tra media differenti: per 'convergenza' intendo il flusso dei contenuti su pi piattaforme, la cooperazione tra pi settori dell'industria dei media e il migrare del pubblico alla ricerca continua di nuove esperienze di intrattenimento. 'Convergenza' una parola che tenta di descrivere i cambiamenti sociali, culturali, industriali e tecnologici portati da chi comunica e da ci che pensa di quello di cui parla. [] Nel mondo della convergenza mediatica, ogni storia importante viene raccontata, ogni marchio viene venduto e ogni consumatore viene corteggiato attraverso le molteplici piattaforme mediatiche. [] Parte di questa circolazione il frutto di precise strategie delle corporation, [] un'altra sua buona parte, per, dipende dalle tattiche di appropriazione grassroots. Con grassroots Jenkins intende fenomeni informali, dal basso, di appropriazione e manipolazione dei contenuti da parte della gente stessa. La diffusione di tali contenuti [] si deve molto alla partecipazione attiva dei consumatori. In questa sede voglio contestare l'idea secondo la quale la convergenza sarebbe essenzialmente un processo tecnologico che unisce varie funzioni all'interno degli stessi dispositivi. Piuttosto, essa rappresenta un cambiamento culturale, dal momento che i consumatori sono stimolati a ricercare nuove informazioni e ad attivare connessioni tra contenuti mediatici differenti. [] L'espressione cultura partecipativa contrasta con le vecchie nozioni di spettatore passivo. Anzich continuare a parlare dei produttori e consumatori come se occupassero ruoli diversi, oggi potremmo considerarli come interagenti, secondo dinamiche di azione che nessuno di noi ha ancora chiaramente capito. Non tutti i partecipanti si equivalgono, le grandi aziende, e gli individui al loro interno, possono ancora esercitare un potere maggiore rispetto ai consumatori singoli o anche aggregati. E alcuni di questi ultimi hanno 102

maggiori abilit nel partecipare a questa cultura emergente rispetto ad altri. La convergenza non avviene tra le attrezzature dei media [] ma nei cervelli dei singoli consumatori nonch nelle loro reciproche interazioni sociali. Ognuno di noi si crea una sua personale mitologia dalle unit e dai frammenti di informazione estratti dal flusso mediatico e trasformati in risorse da cui trovare il senso della propria vita quotidiana. Visto che abbiamo a disposizione, su qualsiasi tema, pi dati di quelli che ognuno di noi pu immagazzinare da solo, siamo maggiormente incentivati a parlare tra noi dei media che fruiamo. [] Il consumo si trasforma in un processo collettivo. [] L'intelligenza collettiva pu essere vista come una fonte alternativa di potere mediatico. Stiamo imparando a usare questo potere attraverso le interazioni quotidiane all'interno della cultura convergente. In realt, finora lo abbiamo usato solo per scopi ricreativi, ma presto saremo in grado di svilupparlo per obiettivi pi 'seri' [Jenkins 2006: XXVXXVI]. Jenkins descrive i fenomeni di appropriazione mediatica da parte del pubblico, il quale elabora quei contenuti per aumentare l'esperienza estetica degli stessi, come hanno fatto i fan di Starwars con le fun fiction, i bambini con un numero enorme di racconti ambientati nel mondo di Harry Potter, costruendo una sorta di letteratura parallela non ufficiale. Il consumatore non consuma e basta quindi, ma adesso ha maggiori possibilit con gli strumenti tecnologici, per la voglia di prolungare la fruizione estetica e influire sull'oggetto culturale che ha davanti, rielaborandolo in modo partecipativo e condividendo i derivati di quest'elaborazione. Ci in un rapporto non sempre lineare tra utenti e corporation, le quali spesso tentano di bloccare o porre vincoli a quest'appropriazione. Ma ci avviene in una dinamica ancora pi complessa nel contesto non di prodotti di corporation, ma tra prodotti grassroot. Fcm un esempio di ci. Pu essere visto come il frutto di un desiderio di prolungamento dell'esperienza estetica dell'uso del sistema operativo Ubuntu e del mondo open source. Ma sono molti i prodotti creati dalla folla, sui quali si verificano procedimenti di appropriazione, a volte con combinazioni incredibili. Un altro esempio su cui ci vorremmo soffermare un videogame di nome SuperTuxKart. Questo videogame multipiattaforma, attualmente alla versione 7.3, un gioco di corse kart, poco realistico, ma creato proprio per essere divertente, i cui personaggi sono i beniamini del mondo opensource, da Tux il pinguino, alla mascotte Beastie di Bsd, al pesce palla di OpenBsd, passando dalle mascotte di altre distribuzioni fino ai volti di software opensource come Wilbert di GIMP, il famosissimo programma di fotoritocco simile a Photoshop, come l'arci noto tirannosauro Modzilla e il pinguino viola di Pidgin, il software per gli instant messenger e i social networks, con l'apparizione anche dell'elefantino del Php, il linguaggio aperto di programmazione web, ecc... c' perfino il robottino verde di Android e personaggi nascosti come la mascotte di GNU. Arbitro delle gare l'uccello blu di 103

Thunderbird, il software di posta elettronica della famiglia Modzilla. Il videogame creato da una grande comunit di amatori che lo aggiorna continuamente per un'esperienza di gioco praticamente infinita. L'intelligenza artificiale del computer, cos come la grafica e gli effetti, creati con Blender, il software di modellazione 3D opensource, evolvono e migliorano di versione in versione. Un sacco di persone partecipano continuamente scrivendo codice, segnalando bug, inviando nuove colonne sonore, suoni, ma soprattutto nuovi tracciati e nuovi personaggi. Ma c' anche gente che invia semplici feedback di quello che vorrebbe vedere in futuro. Ci sono un numero enorme di ragazzi che fanno grafica al computer di altissimo livello. Molte di queste creazioni vengono inviate e poi migliorate anche a pi mani da altri artisti digitali. Sono cos tanti i contributi che la comunit riceve che, per farsi un'idea di quali scegliere, stata inserita nell'ultima versione anche un men apposito dove il giocatore con un click pu scaricare e aggiungere il tracciato e il personaggio che desidera. Quelli pi scaricati probabilmente saranno implementati nel nuovo rilascio. Si vuole lavorare nelle prossime versioni anche sulla possibilit di fare gareggiare gli utenti tra loro attraverso internet e non solo in sfide contro il computer. Il videogame non solo una prosecuzione dell'esperienza estetica dell'opensource ma anche di altri popolari giochi di kart con i personaggi della Nintendo.

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Bibliografia terzo capitolo

Bennato, Davide; 2011, Sociologia dei media digitali, Laterza, Bari. Lo Verde, Fabio Massimo; 2009, Sociologia del tempo libero, Laterza, Bari. Jenkins, Henry; 2006, Cultura convergente, Apogeo, Milano, 2007. Preece, Jenny; 2000, Online Communities: designing usability, supporting sociability, John Wiley & Sons, USA. Raymond, Eric S.; 1999, The Cathedral and the Bazaar: Musings on Linux and Open Source by an Accidental Revolutionary, O'Reilly Media, USA. Roversi, Antonio; 2004, Introduzione alla comunicazione mediata dal computer, Il Mulino, Bologna. Shirky, Clay; 2010, Surplus cognitivo, creativit e generosit nell'era digitale, Codice edizoni, Torino, 2010. Swidler, Ann; 2009, Cultura: che cos', come funziona, in Santoro, Marco; Sassatelli, Roberta; a cura, Studiare la cultura. Nuove prospettive sociologiche, Il Mulino, Bologna, pp. 5781.

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4. Social network analysis e comunit online

Come sostiene la Preece, le comunit si fondano per la loro crescita sulle relazioni. Tuttavia alcuni sociologi sostengono che per definire una comunit necessario che vi siano relazioni a lungo termine nonch reti di relazioni, per altri bastano anche relazioni a breve termine. Molti studiosi per evitare di definire il concetto di comunit, essendo questo poco chiaro, si sono orientati a studiare la comunit come reti di relazione. Ma anzitutto cos' una rete sociale? Una rete sociale fatta di reti di relazione, tra amici, o come scambio di informazioni tra individui, o tra colleghi di lavoro, di sport, ecc. Insomma una rete sociale costituita da un insieme di relazioni sociali. Come scrive la Preece comunit e gruppi comprendono reti sociali di persone o organizzazioni o altre entit sociali. Vari tipi di relazioni sociali si possono manifestare all'interno dei gruppi sociali, cos come ogni individuo al loro interno pu avere anche differenti tipi di relazione con altri individui esterni. I network analyst usano il termine 'gruppo' in un modo piuttosto particolare. Loro confidano sui loro dati per determinare il grado in cui un gruppo una comunit. Gruppi che condividono importanti risorse, forniscono supporto sociale, e mostrano reciprocit sono considerate comunit. [] Capire la forza dei legami che sostengono queste relazioni anche utile. Persone che intrattengono legami forti, come relazioni familiari, condividono molte risorse e dipendono l'uno dall'altro. Tipicamente, coloro con i quali siamo strettamente legati sono i primi che ci offrono aiuto in tempi di malattia o in altri momenti difficili. [] Al contrario persone che hanno legami deboli tendono a condividere risorse meno numerose e dipendono meno dagli altri, specialmente emozionalmente. La persona media probabilmente ha alcune centinaia di legami deboli, confrontati con molto pochi legami forti. Ci non per dire che le relazioni basate su legami deboli non sono importanti. Infatti, tali legami sono importanti per imparare riguardo nuove idee, acquisire informazioni, incontrare nuova gente, e molte altre ragioni [Preece 2000: 173-174]. Un'altra domanda alla quale Preece risponde se i legami forti sono possibili anche online. La risposta s ovviamente, sono moltissimi gli studi infatti che lo confermano. Addirittura esistono persone che vanno online addirittura in cerca di legami forti. Molti infatti cercano supporto sociale e stringono fortissime relazioni che proseguono anche offline. Tuttavia i legami interni di molte comunit sono deboli [Preece 2000: 177-178]. 106

Oltre il tipo di legami come elemento di distinzione tra gruppo e comunit, c' quello di reciprocit. La reciprocit si esprime in una forma di norma generale che consiste nel ripagare gli altri o la comunit intera quando abbiamo ricevuto qualcosa da questi quantomeno per assicurare che anche gli altri possano usufruire dello stessa pratica. La reciprocit collegata all'identit di gruppo. Secondo alcuni studiosi infatti, nei gruppi dove si sviluppa una forte identit si lieti di restituire supporto anche non rivolto alla stessa persona che ce l'ha offerto. Ricerche mettono in evidenza come basta poco per creare un senso di identit di gruppo online, ad esempio possedere un interesse in comune. Preece afferma inoltre che la reciprocit pu essere forte anche online anche se vi sono legami sociali deboli [Preece 2000: 179-181]. Un altro elemento che Preece ovviamente sottolinea che i confini, seppur non geografici, esistono anche nelle comunit online. Infatti le comunit spessissimo sono delimitate da particolari condizioni di iscrizione ed necessaria una registrazione per entrare a farne parte. Ancora pi limitate ad esempio sono le comunit intranet. I confini online limitano ovviamente anche il numero dei legami deboli e inoltre in alcuni casi, grazie alla formazione dell'identit di gruppo, possono favorire la creazione di legami forti [Preece 2000: 181]. Dopo avere illustrato questo modo di vedere la comunit da parte dei network analyst, vediamo di definire quella che la Social network analysis. L'SNA insieme di tecniche volte a studiare le relazioni tra persone e gruppi, ponendo quindi l'attenzione alle relazioni sociali che sono basate su diversi tipi di legami, ad esempio, deboli, forti o nessuno dei due, cio in quel caso avremo assenza di legami. Nel caso in cui le relazioni tra gli individui sono molteplici, queste vengono chiamate Multiplex [Preece 2000: 183-184]. Galton, Haythornthwaite, Wellman, in un articolo volto a descrivere l'uso dell'approccio della rete sociale per comprendere l'interazione tra le reti di computer, CMC e i processi sociali, sostengono che quando una rete di computer collega persone o organizzazioni, questa anche una rete sociale. L'approccio della social network analysis ha visto un notevole sviluppo, in modo particolare nelle scienze della comunicazione e nella sociologia, dalla fine degli anni '70 ad oggi. A differenza della CMC, quest'approccio studia le relazioni tra individui rapportandoli alle reti sociali e non in in modo isolato. Insomma l'unit di analisi in quest'approccio la relazione come abbiamo detto. Le relazioni presentano direzione, forza e contenuto. Il contenuto di una relazione si riferisce alla risorsa che scambiata. In un contesto CMC, diadi scambiano differenti tipi di informazione, come comunicazione su questioni amministrative, personali, di lavoro o sociali. Relazioni CMC includono l'invio di file di dati o programmi di computer cos come il fornire supporto emotivo o l'organizzazione di un incontro. Le relazioni vengono definite come dirette, cio direzionate, che hanno una direzione e 107

quindi valgono solo in un senso, come il supporto sociale, oppure indirette, cio non direzionate, come l'amicizia. Infine possono essere definite, queste relazioni, anche dalla loro forza, la quale si pu declinare nella ricerca in varie maniere in base, ad esempio, alla quantit di informazione scambiata e alla frequenza. Per quanto riguarda il legame tra due individui, questo costituito da varie relazioni se non da una sola. Come abbiamo detto anche prima con la Preece, quando le relazioni sono molte, il legame viene chiamato multiplex. Quindi pi relazioni ci sono in un legame, pi multiplex quel legame. Come nel caso delle relazioni, i legami vengono discriminati sulla base del contenuto, della direzione e della forza. In quest'ultimo caso si parla di legami forti o deboli, anche se la definizione di cosa debole o forte potrebbe variare in contesti particolari. Questi legami vengono studiati dalla social network analysis sotto due prospettive: Un set di relazioni o legami rivelano una rete sociale. Esaminando percorsi di relazioni o legami, gli analisti sono in grado di descrivere le reti sociali. Tipi camente gli analisti studiano le reti sociali in due modi. Un approccio considera le relazioni riportate da un individuo focale. Queste reti ego-centrate (o 'personali') forniscono una visione Tolemaica delle loro reti dalla prospettiva delle persone (ego) nei centri delle loro reti. I membri delle reti sono definiti dalle loro specifiche relazioni con l'ego. Gli analisti possono costruire un'immagine della rete calcolando il numero di relazioni, la diversit di relazioni e i collegamenti tra alters nominati nella rete. Quest'approccio ego-centrato particolarmente utile quando la popolazione vasta, o i confini della popolazione sono difficili da definire. [] Il secondo approccio, pi Copernicano, considera un'intera rete basata su qualche criterio specifico di confini come un'organizzazione formale, dipartimenti, club o gruppo di affinit. Quest'approccio considera entrambe il verificarsi e il non-verificarsi di relazioni tra tutti i membri di una popolazione. Un'intera rete descrive i legami che tutti i membri di una popolazione mantengono con tutti gli altri in quel gruppo. Idealmente, quest'approccio richiede risposte da tutti i membri sulle loro relazioni con tutti gli altri nello stesso ambiente, come l'ampiezza di comunicazione email e video in un gruppo di lavoro. Tuttavia sono disponibili metodi per maneggiare set incompleti di dati, quest'esigenza pone limiti sulla dimensione delle reti che possono essere esaminate. Il numero di possibili legami uguale alla grandezza della popolazione (n) moltiplicata per (n-1) e divisa per 2 se il legame non direzionato [Galton, Haythornthwaite, Wellman 1997]. Una rete pu avere diverse caratteristiche in termini di variet, ad esempio nella grandezza e nell'eterogeneit, in termini di centralit e in termini di ruoli [Galton, Haythornthwaite, Wellman 1997]. Come dicono Trobia e Milla il concetto di centralit uno dei pi importanti nell'ambito della SNA. Lo studio della centralit serve a individuare e valutare la posizione reticolare degli attori in un'ottica sistemica e mira a valutare in che modo i singoli attori si legano l'u108

no all'altro all'interno dei modelli relazionali. In termini sociologici, l'analisi della centralit riguarda il potere, la prominenza e la subalternit, la dominanza e la dipendenza, l'influenza o il prestigio degli attori. Le misure di centralit permettono di esaminare questi fenomeni sociali, tutti di natura intrinsecamente relazionale, sia come caratteristiche degli attori. Le misure di centralit permettono di esaminare questi fenomeni sociali, tutti di natura intrinsecamente relazionale, sia come caratteristiche degli attori sia come propriet dell'intera rete. [] La SNA, negli anni, ha prodotto diverse definizioni del concetto [] che non si escludono a vicenda, e anzi risultano complementari. [] La scelta della misura pi adatta determinata dagli scopi della ricerca. comunque possibile affermare, in termini generali, che la nozione di centralit legata a caratteristiche strutturali che pongono in condizioni di vantaggio chi le possiede. [] Le misure di centralit pi diffuse sono tre: il grado (Freeman's degree), la vicinanza (closeness) e l'intermediet (betweenness). Da esse derivano, poi, una serie di altre misure. In particolare il grado [] si fonda sull'idea che gli attori che intrattengono un numero maggiore di relazioni con gli altri membri della rete godano di una posizione di vantaggio. La centralit, in questo caso, aumenta col crescere dei legami [Trobia, Milla 2011: 41-42]. Galton, Haythornthwaite e Wellman riferiscono che questo concetto, per la prospettiva di CMC, utile per analizzare come varia la centralit dei membri a seconda del tipo di media usato. Inoltre, per quanto riguarda l'eterogeneit in riferimento alle comunit, i tre studiosi scrivono che le reti sociali pi grandi hanno pi eterogeneit come caratteristiche sociali dei membri della rete e pi complessit nella struttura di queste reti. Piccole, omogenee reti sono caratteristiche dei tradizionali gruppi di lavoro e delle comunit di villaggi; queste sono buone per conservare le risorse esistenti. [] Le reti grandi ed eterogenee (come quelle che si trovano spesso online) sono buone per ottenere nuove risorse. Un'altra dimensione importante la densit della rete, costituita dalla totalit di possibili legami tra gli individui rispetto ai legami effettivi [Galton, Haythornthwaite, Wellman 1997]. Contestualizzando quindi tutto ci alle comunit, si pu operare un'analisi integrale della comunit, cos come di un solo gruppo significativo di utenti nel caso di comunit molto vaste. Nel primo caso, efficace per comunit piccole e ben definite, vengono registrate le relazioni di ogni utente, o di un gruppo rappresentativo di utenti, chiedendo a ognuno di loro con quali altri membri della comunit intrattengono delle relazioni sociali. Nel secondo caso invece si parte dagli ego rappresentati dalle reti sociali di determinati utenti, cio si chiede a utenti chiave di tracciare le loro reti di relazioni e partendo da queste si traccia il network della comunit. Queste due analisi possono essere svolte usando svariati metodi per raccogliere i dati: questionari, interviste, diari, osservazioni, monitoraggio tramite computer ed etnografia. [] Molti ricercatori sono concordi che una combinazione di questi approcci dia i risultati migliori. 109

Vari ben conosciuti strumenti software sono anche disponibili per tale proposito [Preece 2000: 184-185]. Tra questi software Trobia e Milia citano UCINET, Pajek, NetMiner, MultiNet, Stocnet, ma esistono anche molti tool online per mappare le reti sociali tramite i servizi di social networks, cos come NodeXL, un'estensione di Microsoft Excel, che permette ad esempio di mappare dati provenienti da e-mail, utenti e tag di Flickr, utenti e video di Youtube, utenti e parole usate su Twitter, mentre da Facebook solo l'ego-network da un singolo account [Trobia, Milla 2011: 131-132]. Oltre questi strumenti esiste anche il linguaggio di programmazione open source Processing, fortemente orientato alla visualizzazione grafica di dati complessi [Fry 2008]. Una volta raccolti i dati, per la social network analysis si parte dalla matrice di dati. La matrice di dati una tabella con righe e colonne, all'incrocio delle quali sono inseriti dei dati. Questi dati possono essere espressi in forma binaria di 1 e 0, o in forma analogica, con valori che vanno da 0 a pi o meno infinito. Le pi tradizionali sono le matrici di adiacenza (sociomatrici), rappresentate da matrici con valori binari per l'identificazione di legami tra attori inseriti in righe e colonne. A seconda poi se queste relazioni sono direzionate o no, possiamo avere matrici orientate, o asimmetriche, oppure matrici non orientate, o simmetriche [Trobia, Milla 2011: 31]. Con la nostra ricerca ci proponiamo di fare una whole network analysis della comunit, cio un'analisi intera della comunit, ci perch abbiamo accesso all'intera lista dei membri della comunit, lista presente nella pagina contributi (http://wiki.ubuntu-it.org/Fcm/Edizione/Contributi). E ci mettendo in relazione centralit e contributi. Considereremo per la nostra ricerca dati ricavati dal numero 37 e al numero 56 di FCM. Per quanto riguarda la centralit dell'attore, la operazionalizzeremo scomponendola in due concetti, considereremo infatti l'importanza dell'incarico e i ruoli assunti nell'ambito della comunit. Gli incarichi riguardano il controllo degli strumenti della comunit e sono tre, coordinatore, amministratore e collaboratore, mentre i ruoli sono traduttore, revisore, impaginatore pdf e impaginatore eBook. Incarichi e ruoli sono ben definiti nella comunit, infatti gli incarichi li troviamo anche nella pagina gruppo del wiki (http://wiki.ubuntuit.org/Fcm/Gruppo). Da questa pagina wiki abbiamo ricavato i dati riguardo gli incarichi. I ruoli invece sono stati ricavati da un questionario posto in mailing-list. A differenza degli incarichi e dei contributi, per i quali abbiamo dati completi, non tutti i membri purtroppo hanno risposto alla domanda sui ruoli. Quindi abbiamo contrassegnato nella rappresentazione i membri con particolari segnali, ove i dati erano carenti. La definizione operativa di contributi invece riguarder il numero di partecipazioni alla singola edizione, cio se un membro ha partecipato o meno a 110

quel numero di FCM. La somma totale di contributi dar il valore di contributi per quel membro. I dati sono completi riguardo tutta la comunit e sono stati ricavati dalla pagina http://wiki.ubuntu-it.org/Fcm/Edizione/Contributi. Misureremo e metteremo in relazione questi due concetti di centralit, incarichi e ruoli, e contributi, insieme all'ego-network del membro che ha la maggiore centralit di incarichi per la comunit, Marco Buono, attraverso la messa in matrice dei dati. I dati dell'ego-network di Marco sono quelli ricavati dalla sua rete di amici presente sul social networks site Facebook. Abbiamo rilevato inoltre tramite questionario anche il sistema desktop usato. Daremo quindi poi una rappresentazione grafica di ci e trarremo da questa le nostre osservazioni. Riportiamo quindi i valori della nostra matrice dei dati:
Colonne: 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 |------------------------------| |1 1 0 1 1 2 1 0 1 0 5 19 0| |1 1 0 1 1 1 0 1 0 1 10 17 4| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 15 2 5| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 20 1 5| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 4 25 0 5| |0 0 0 0 1 0 0 0 0 5 30 4 5| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 6 35 1 2| |0 0 0 0 1 0 0 0 0 7 40 19 0| |1 0 0 0 0 6 2 0 0 8 45 5 5| |1 0 0 0 0 0 0 0 0 9 50 0 5| |0 0 0 1 1 0 0 0 1 10 55 12 5| |0 0 0 0 0 0 0 0 1 11 60 2 5| |1 1 0 1 1 0 0 0 1 12 65 14 2| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 13 70 0 5| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 14 75 6 5| |0 0 0 0 1 0 0 0 0 15 80 10 2| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 16 85 0 5| |1 0 0 1 1 0 0 0 0 17 90 15 0| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 18 95 3 5| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 19 100 0 5| |0 0 0 0 1 0 0 0 1 20 105 15 1| |0 0 0 0 0 0 0 1 0 21 110 14 5| |0 0 0 0 1 0 0 0 0 22 115 19 0| |0 0 0 1 1 0 0 0 0 23 120 15 2| |0 0 0 0 1 0 0 0 0 24 125 15 4| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 25 130 3 5| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 26 135 0 5| |0 0 0 0 0 0 0 0 1 27 140 10 5| |1 0 0 1 1 5 4 0 0 28 145 18 7| |0 0 0 1 1 0 0 0 0 29 150 16 8| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 30 155 0 5| |1 0 0 0 1 0 0 0 0 31 160 3 2| |1 1 0 0 0 0 0 1 1 32 165 4 2| |1 0 0 0 0 0 0 4 1 33 170 14 5| |1 0 0 0 0 0 1 0 0 34 175 1 9| |0 0 0 0 1 0 0 0 0 35 180 4 3| |1 0 0 1 0 0 0 0 0 36 185 910| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 37 190 20 2| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 38 195 0 5| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 39 200 1 5| |0 0 0 1 1 0 0 0 0 40 205 1211| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 41 210 0 5| |0 0 0 0 0 0 0 0 0 42 215 0 5| // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // // 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 AldoLatino AlessandroLosavio AlessandroStagni AndreaLimongelli AntoninArcudi AntoniAllegretti AntonioPicinno BincaKwey CristianoLuinetti CristinaFranzolini DariCavedon DavidLaMonaca DavideMiceli EdoardoElidoro FabriziBrusa FrancescGargiuli FabrizioGiacosa FabrizioNicastro FrancescoPlacco GianfrancoTaormina GianlucaSantoro GiulioTani GiuseppeCal GiuseppeDandrea IreneBonta LucaDeJulis LucaSaba LuigiDiGaetano MarcoBuono MarcoLetizia MattiaImpellizzeri MattiaRizzolo MirkoPizii PaoloGarbin PaoloRotolo PasqualeDomenicoColaianni RiccardoVianello RoldDeTino TeoCocetta UgoFazzini ValerioSalvucci VitArnetta VitoTigani

Le righe rappresentano i membri, mentre le colonne rappresentano rispettivamente, partendo da sinistra:


0) Se si ha un ruolo di impaginatore.

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1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9)

Il ruolo di impaginatore eBook. Il ruolo di impaginatore Pdf. Il ruolo di revisore. Il ruolo di traduttore. Numero di incarichi di responsabile (valori analogici). Numero di incarichi di coordinatore (valori analogici). Numero di incarichi di collaboratore (valori analogici). Ego-network di Marco Buono. Indice nome utenti (non ai fini della ricerca).

10) Coordinate Y (convenzionali, non ai fini della ricerca). 11) Numero totale contributi (valori analogici). 12) Sistema desktop usato (valori analogici).

digitali.

Dove manca la descrizione tra parentesi del tipo di valori, questi saranno

Per i nostri scopi utilizzeremo il linguaggio di programmazione open source Processing, che ci permetter per la rappresentazione grafica di applicare alla matrice algoritmi a nostra discrezione, quindi con possibilit innovative e personalizzate di visualizzazione dei dati e un maggior controllo per la manipolazione degli stessi rispetto a software predeterminati. Processing stato sviluppato inizialmente da Ben Fry e Casey Reas del Massachusetts Institute of Technology e attualmente mantenuto da un piccolo gruppo di volontari. Come dice Fry: Il progetto Processing iniziato nella primavera del 2001 e fu per la prima volta usato a un workshop in Giappone quell'agosto. Originariamente costruito come un'estensione di specifico dominio del Java indirizzata ad artisti e designer, Processing un semplice ambiente di programmazione che fu creato per rendere pi semplice sviluppare applicazioni visivamente orientate con enfasi sull'animazione e per fornire feedback agli utenti tramite interazione. Non appena le sue capacit si sono estese oltre i passati sei anni, Processing venne ad essere usato per un lavoro di pi avanzato livello di produzione in aggiunta al suo ruolo di sketching. Con sketching si intende la velocit di scrittura del codice, riferendosi alla pratica degli artisti di fare schizzi su un foglio, grazie alla vicinanza allo scripting di certe istruzioni. Infatti con Processing si possono disegnare linee e forme sullo schermo con poche righe di codice a differenza di altri linguaggi di programmazione che richiedono invece righe e righe di codice prima di vedere qualche pixel muoversi sullo schermo. Tuttavia Processing presenta limitazioni sotto molti altri aspetti, ma del resto ogni linguaggio di programmazione serve per determinati scopi piuttosto che altri, sapendo fare meglio cose che altri linguaggi non sanno fare altrettanto bene. Processing essendo ba112

sato sul Java ha il vantaggio di essere multipiattaforma [Fry 2008], cio essere eseguito su Windows, Mac e Linux nonch di essere incorporato in pagine web, blog, social network, ecc come applet java o, tramite il tag html <canvas>, in javascript, cos come essere eseguito su iPhone, iPad e cellulari e tablet Android. Nei linguaggi di programmazione informatica per rappresentare una matrice viene utilizzato l'array. L'array lo possiamo immaginare come una sorta di raccoglitore di valori numerici o testuali ai quali si ha accesso tramite un numero di indice. Cio la memoria del computer archivia tramite un numero di indice dei valori dello stesso tipo. L'array un concetto fondamentale per l'informatica e ha un vastissimo campo di applicazioni, dalla gestione dei database, alla finanza, dalla genetica, alle scienze fisico-matematiche, ad esempio per calcoli multidimensionali, fino alle scienze sociali e all'elettronica, permettendo di inviare, ad esempio, serie di 1 e 0 ai pin di registro dei circuiti integrati per modificarne la logica interna al fine di modificare il comportamento dei flussi di informazione nei pin di input e di output. Nell'uso di Processing in campo elettronico, ad esempio, si possono rappresentare graficamente vettori di valori provenienti dai sensori del microcontrollore Arduino o fare interagire il software con il mondo fisico tramite attuatori. Per far comprendere ancora l'importanza, abbiamo utilizzato un array monodimensionale, nel nostro software di Sna, anche per creare la GUI grafica, in particolare per veicolare comandi ai pulsanti del nostro men. Ogni linguaggio di programmazione ha un modo diverso di definire gli array. Ad esempio nel C++ possono venire assegnati i valori all'array con l'istruzione int myArray [ ] = {valore0, valore1, valore2, valore3, valore4, ecc..}, in Python invece con myArray = [valore1, valore2, valore3, valore4, ecc..]. Nel nostro caso, in Processing, l'array viene invece definito con int[ ] myArray = {valore0, valore1, valore2, valore3, valore4, ecc..}. La sigla int sta per integer, cio numero intero, in pratica tutti i valori dell'array sono numeri interi. Se vogliamo che siano, ad esempio, numeri a virgola mobile, useremo float al posto di int. Per assegnare a una variabile un valore contenuto in un array basta scrivere per esempio x = myArray[8], dove 8 sta per l'indirizzo di memoria dove allocato il valore. Nei casi appena citati abbiamo a che fare con array a una dimensione. Cio avremo una matrice di una sola variabile con il suo vettore di valori. Come se in una rappresentazione grafica avessimo solo i valori delle ascisse X con il valore Y fisso (perch assente nell'array). Per avere una matrice a due dimensioni dobbiamo adoperare gli array a due dimensioni, quindi con righe e colonne. Processing definisce questo tipo di array tramite l'istruzione int[ ][ ] myArray = {{valore0, valore1, valore2, valore3, ecc..} {valore0, valore1, valore2, valore3, valore4, ecc..} {valore0, valore1, ecc..}{valore0, valore1, valore2, valore3, ecc..}} e ci in base a quante righe e colonne vogliamo avere. Infatti un array a due dimensioni, come si vede, un array di un array, e quindi per una miglior lettura del codice sorgente, si usa di solito portare a capo le varie righe: 113

int [ ][ ] arrayEsempio = { {11,10,44,3}, {33,90,10,1,50,999}, {80,20,67,0}, {75,58,39,6}, };

Il valore di una determinata cella viene richiamato dalle coordinate, ad esempio x = myArray[3][25]. Come esistono gli array a due dimensioni esistono array anche a tre, quattro, cinque, sei, sette, e cos continuando, dimensioni. In questo caso il valore dell'array avr, nel caso ad esempio di cinque dimensioni, cinque coordinate x = myArray[1][90][39][75][82]. Con tre dimensioni possiamo rappresentare oggetti tridimensionali aggiungendo una variabile Z agli assi cartesiani X e Y. Infatti gli array a tre dimensioni sono array di array di array. Con pi di tre dimensioni non si possono pi rappresentare in assi cartesiani gli oggetti, ma bisogna trovare altri metodi di rappresentazione, tuttavia grazie agli array si possono fare facilmente operazioni complesse in modo automatico su oggetti multidimensionali che prescindono la nostra esperienza sensibile dal momento che ovviamente possiamo percepire solamente oggetti a tre dimensioni, o quantomeno a quattro se consideriamo anche la variazione del tempo. Ad esempio in fisica si parlato anche di oggetti a undici dimensioni se pensia mo alla teoria delle stringhe, seppur essa sia un argomento molto controverso (Si legga, se si vuole approfondire, l'interessante opera divulgativa del fisico Brian Greene dal titolo The elegant universe). Per scrivere tutti i valori di un array vengono usate le azioni cicliche degli operatori logici loop for [http://www.processing.org/learning/2darray]. Riportiamo di seguito il codice sorgente del software della nostra social network analysis:
int oa = 0; int Ia = 200; int ob = 0; int Ib = 50; int oc = 0; int Ic = 50; // Colonna 0: Impaginatori totale // Colonna 1: Ebook/Sigil // Colonna 2: Pdf/Scribus

//:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: // LEGENDA MATRICE DATI SNA FCM //:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: // Singificato Codici Valori Colonna //-----------------------------------------------------------------------------------------------// Binari > | NO = o | S = I | // (lettera precedente serve solo per differenziare i valori per colonna) // // Analogici > | Valori interi da 0 a + infinito | //-----------------------------------------------------------------------------------------------// Codici Valori Colonna //-----------------------------------------------------------------------------------------------// Impaginatori/Dropbox = 0 // Ebook/Sigil = 1

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// Pdf/Scribus = 2 // Revisori = 3 // Traduttori = 4 // Posizioni di responsabile = 5 // Posizioni di coordinatore = 6 // Posizioni di collaboratore = 7 // Ego networks MarcoBuono = 8 // Indice nomi = 9 // Posizione Y Utenti = 10 // Contributi edizioni = 11 // Sistema desktop = 12 //---------------------------------------------------------------------------------------------------// * * // n colonna: 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 // n riga int[][] matrice = { {Ia, Ib, Ic, 1, 1, 2, 1, 0, 1, 0, 5, 19, 0}, // 0 AldoLatino {Ia, Ib, oc, 1, 1, 1, 0, 1, 0, 1, 10, 17, 4}, // 1 AlessandroLosavio {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 2, 15, 2, 5}, // 2 AlessandroStagni {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 3, 20, 1, 5}, // 3 AndreaLimongelli {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 4, 25, 0, 5}, // 4 AntoninoArcudi {oa, ob, oc, 0, 1, 0, 0, 0, 0, 5, 30, 4, 5}, // 5 AntonioAllegretti {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 6, 35, 1, 2}, // 6 AntonioPiccinno {oa, ob, oc, 0, 1, 0, 0, 0, 0, 7, 40, 19, 0}, // 7 BiancaKwey {Ia, ob, Ic, 0, 0, 6, 2, 0, 0, 8, 45, 5, 5}, // 8 CristianoLuinetti {Ia, ob, Ic, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 9, 50, 0, 5}, // 9 CristinaFranzolini {oa, ob, oc, 1, 1, 0, 0, 0, 1, 10, 55, 12, 5}, // 10 DarioCavedon {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 1, 11, 60, 2, 5}, // 11 DavidLaMonaca {Ia, Ib, Ic, 1, 1, 0, 0, 0, 1, 12, 65, 14, 2}, // 12 DavideMiceli {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 13, 70, 0, 5}, // 13 EdoardoElidoro {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 14, 75, 6, 5}, // 14 FabrizioBrusa {oa, ob, oc, 0, 1, 0, 0, 0, 0, 15, 80, 10, 2}, // 15 FrancescoCargiuli {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 16, 85, 0, 5}, // 16 FabrizioGiacosa {Ia, ob, Ic, 1, 1, 0, 0, 0, 0, 17, 90, 15, 0}, // 17 FabrizioNicastro {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 18, 95, 3, 5}, // 18 FrancescoPlacco {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 19, 100, 0, 5}, // 19 GianfrancoTaormina {oa, ob, oc, 0, 1, 0, 0, 0, 1, 20, 105, 15, 1}, // 20 GianlucaSantoro {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 1, 0, 21, 110, 14, 5}, // 21 GiulioTani {oa, ob, oc, 0, 1, 0, 0, 0, 0, 22, 115, 19, 0}, // 22 GiuseppeCal {oa, ob, oc, 1, 1, 0, 0, 0, 0, 23, 120, 15, 2}, // 23 GiuseppeDandrea {oa, ob, oc, 0, 1, 0, 0, 0, 0, 24, 125, 15, 4}, // 24 IreneBonta {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 25, 130, 3, 5}, // 25 LucaDeJulis {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 26, 135, 0, 5}, // 26 LucaSaba {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 1, 27, 140, 10, 5}, // 27 LuigiDiGaetano {Ia, ob, Ic, 1, 1, 5, 4, 0, 0, 28, 145, 18, 7}, // 28 MarcoBuono {oa, ob, oc, 1, 1, 0, 0, 0, 0, 29, 150, 16, 8}, // 29 MarcoLetizia {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 30, 155, 0, 5}, // 30 MattiaImpellizzeri {Ia, ob, Ic, 0, 1, 0, 0, 0, 0, 31, 160, 3, 2}, // 31 MattiaRizzolo {Ia, Ib, Ic, 0, 0, 0, 0, 1, 1, 32, 165, 4, 2}, // 32 MirkoPizii {Ia, ob, Ic, 0, 0, 0, 0, 4, 1, 33, 170, 14, 5}, // 33 PaoloGarbin {Ia, ob, oc, 0, 0, 0, 1, 0, 0, 34, 175, 1, 9}, // 34 PaoloRotolo {oa, ob, oc, 0, 1, 0, 0, 0, 0, 35, 180, 4, 3}, // 35 PasqualeDomenicoColaianni {Ia, ob, Ic, 1, 0, 0, 0, 0, 0, 36, 185, 9,10}, // 36 RiccardoVianello {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 37, 190, 20, 2}, // 37 RoaldDeTino {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 38, 195, 0, 5}, // 38 TeoCocetta {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 39, 200, 1, 5}, // 39 UgoFazzini {oa, ob, oc, 1, 1, 0, 0, 0, 0, 40, 205, 12,11}, // 40 ValerioSalvucci {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 41, 210, 0, 5}, // 41 VitoArnetta {oa, ob, oc, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 42, 215, 0, 5}, // 42 VitoTigani }; // Codici Matrice Righe: NomeCognome membri .......................................................... String[] NomeCognome = { "AldoLatino", "AlessandroLosavio", "AlessandroStagni", "AndreaLimongelli", "AntoninoArcudi", "AntonioAllegretti", "AntonioPiccinno", "BiancaKwey", "CristianoLuinetti", "CristinaFranzolini", "DarioCavedon", "DavidLaMonaca", "DavideMiceli", "EdoardoElidoro",

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"FabrizioBrusa", "FrancescoCargiuli", "FabrizioGiacosa", "FabrizioNicastro", "FrancescoPlacco", "GianfrancoTaormina", "GianlucaSantoro", "GiulioTani", "GiuseppeCal", "GiuseppeDandrea", "IreneBonta", "LucaDeJulis", "LucaSaba", "LuigiDiGaetano", "MarcoBuono", "MarcoLetizia", "MattiaImpellizzeri", "MattiaRizzolo", "MirkoPizii", "PaoloGarbin", "PaoloRotolo", "PasqualeDomenicoColaianni", "RiccardoVianello", "RoaldDeTino", "TeoCocetta", "UgoFazzini", "ValerioSalvucci", "VitoArnetta", "VitoTigani", }; String[] VarColonna = { "Impaginatore", "Impaginatore Ebook", "Impaginatore Pdf", "Revisore", "Traduttore", "Responsabile", "Coordinatore", "Collaboratore", "Ego Network Coordinatore", "Indice nomi utenti", "Coordinate y", "Contributi singole edizioni", "Sistema desktop usato", }; // Matrice Codici membri ....................................................................... String[] SottoNome = { "[Kde]", // 0 "[Gnome]", // 1 "[Unity]", // 2 "[Xfce]", // 3 "[Lxde]", // 4 " ", // 5 "[Unity, Gnome 3, Xfce]", // 6 "[Unity, Kde, Gnome]", // 7 "[Cinnamon]", // 8 "[Gnome 3, Unity]", // 9 "[Windows]", // 10 "[Gnome, Lxde]", // 11 }; // Mini-matrice Etichette ruoli ................................................................. String[] Tradut = { " ", // 0 "(Tr.)", }; String[] Rev = { " ", // 0 "(Rv.)", }; String[] Trad = { " ", // 0 "(Imp.)",

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}; //------------------------------------------------------int[] matrixBottone = {1}; // Matrice per selezione men //------------------------------------------------------//::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: UtenteFCM utente; PFont f; PFont AndaleMono; void setup() { size(800, 700); smooth(); f = loadFont("Dialog.plain-11.vlw"); AndaleMono = loadFont("AndaleMono-12.vlw"); frameRate(24); } void draw() { smooth(); background(255); int righe = 43; int colonne = 12; int spazio_col = 8; int spazio_righe = 20; int xmatr = 20; int ymatr = 20; int spazioNomi = 8; // Bottoni -------------------------------------------------------------if(mousePressed) { if (mouseX >= 95 && mouseX <= 177 && mouseY <= 26 && mouseY >= 5) { // Matrice matrixBottone[0] = 2; } else if (mouseX >= 185 && mouseX <= 267 && mouseY <= 26 && mouseY >= 5) { // Factotum matrixBottone[0] = 1; } else if (mouseX >= 275 && mouseX <= 357 && mouseY <= 26 && mouseY >= 5) { // Contributi matrixBottone[0] = 3; } else { } } else { } for (int rows = 0; rows < righe; rows++) { if (xfisso < 90) { xfisso++; } else { } utente = new UtenteFCM( // Posizioni classe| Pos | Effetto componenti variabili //----------------------------------------------------------------------------------------------------------color(30,30,30,matrice[rows][0]), // (1) | 0 | Impaginatori - trasparenza bordo matrice[rows][0], // (2) | 0 | Impaginatori matrice[rows][1], // (3) | 1 | Ebook/Sigil - coordinate x + 50px matrice[rows][2], // (4) | 2 | Pdf/Scribus - coordinate x + 50px matrice[rows][10] + 30, // (5) | 10 | Posizione Y utenti - coordinate y (convenzionali) matrice[rows][5]*7, // (6) | 5 | Responsabili - grandezza raggio cerchio x 7 volte matrice[rows][6]*7, // (7) | 6 | Coordinatore - grandezza raggio cerchio x 7 volte matrice[rows][7]*2, // (8) | 7 | Collaboratore - grandezza raggio cerchio x 2 volte color(matrice[rows][3]*255, // (9) | 3 | Revisore - variabile colore quadrato matrice[rows][4]*255, // (9) | 4 | Traduttore - variabile colore quadrato 0, 255), // (9) rows, //(10) | 9 | Numero indice Nome - indice di stringa testo matrice[rows][11], //(11) | 11 | Contributi - coordinate x matrice[rows][12], //(12) | 12 | Desktop usato - Testo sotto il nome matrice[rows][3]*50, //(13) | 3 | Revisore - coordinate x + 50px matrice[rows][4]*50, //(14) | 4 | Traduttore - coordinate x + 50px matrice[rows][8] //(15) | 8 | EgoNetwork ); //----------------------------------------------------------------------------------------------------------// LEGENDA MEN

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//----------------------------------------------------------------------------------------------------------if (matrixBottone[0] >= 1 && matrixBottone[0] < 2) { // Factotum e Stato iniziale utente.display(); } else if (matrixBottone[0] >= 3 && matrixBottone[0] < 4) { // Contributi utente.mostraContributi(); } else if (matrixBottone[0] >= 2 && matrixBottone[0] < 3) { // Matrice utente.NoDisplay(); spazio_righe = 20; spazio_col = spazio_col +10; for (int rows2 = 0; rows2 < righe; rows2++) { spazio_righe = 20; spazio_col = spazio_col +10; for (int col = 0; col <= colonne; col++) { textFont(f,11); fill(50); textAlign(LEFT); if (col >= 0 && col <= 0) { if (matrice[rows2][col] >= 200 && matrice[rows2][col] <=200) { text("1",275 + spazio_righe,spazio_col+20); spazio_righe = spazio_righe + 32; } else { text("0",275 + spazio_righe,spazio_col+20); spazio_righe = spazio_righe + 32; } } else if (col >= 1 && col <= 1) { if (matrice[rows2][col] >= 50 && matrice[rows2][col] <=50) { text("1",275 + spazio_righe,spazio_col+20); spazio_righe = spazio_righe + 32; } else { text("0",275 + spazio_righe,spazio_col+20); spazio_righe = spazio_righe + 32; } } else if (col >= 2 && col <= 2) { if (matrice[rows2][col] >= 50 && matrice[rows2][col] <=50) { text("1",275 + spazio_righe,spazio_col+20); spazio_righe = spazio_righe + 32; } else { text("0",275 + spazio_righe,spazio_col+20); spazio_righe = spazio_righe + 32; } } else if (col >= colonne && col <= colonne) { text(SottoNome[matrice[rows2][col]],275 + spazio_righe,spazio_col+20); spazio_righe = spazio_righe + 32; } else { text(matrice[rows2][col],275 + spazio_righe,spazio_col+20); spazio_righe = spazio_righe + 32; } } } for (int rows3 = 0; rows3 < righe; rows3++) { spazioNomi = spazioNomi + 10; textFont(f,11); fill(50); textAlign(LEFT); text(NomeCognome[rows3],120,spazioNomi+30); } noStroke(); fill(240); rect(0,470,width,250); pushMatrix(); textFont(f,11); fill(50); rotate(radians(-90)); textAlign(LEFT); int distDidascalie = 308; for (int colm = 0; colm <= colonne; colm++) { text(VarColonna[colm],-625,distDidascalie); distDidascalie = distDidascalie + 32; } popMatrix(); } }

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int int int int int int int int int int int int

StrokeButton = 200; FillButton = 235; FillTextButton = 50; StrokeButtonMatrice = 200; FillButtonMatrice = 235; FillTextButtonMatrice = 50; StrokeButtonGrafico = 200; FillButtonGrafico = 235; FillTextButtonGrafico = 50; StrokeButtonContributi = 200; FillButtonContributi = 235; FillTextButtonContributi = 50;

if (mouseX >= 5 && mouseX <= 88 && mouseY <= 26 && mouseY >= 5) { StrokeButton = 220; FillButton = 220; FillTextButton = 100; stroke(230); fill(245,245,245,220); rect(5,5,width-10,height-10); //--------------------------------- Membri noStroke(); fill(190); ellipse(30,50,20,20); textFont(f,11); fill(50); textAlign(LEFT); text("Cerchio = Membro Fcm Italia",50,55); //--------------------------------- Membri incarichi noStroke(); fill(190); ellipse(30,85,25,25); textFont(f,11); fill(50); textAlign(LEFT); text("Grandezza cerchio = Numero incarichi assunti",50,83); text("(Responsabile + Coordinatore + Collaboratore)",50,97); //--------------------------------- Barra contributi if (matrixBottone[0] >= 1 && matrixBottone[0] < 2) { noStroke(); fill(230,160,160); rect(20,115,50,5); textFont(f,11); fill(50); textAlign(LEFT); text("Costanza Contributi",80,121); } else { } //--------------------------------- Legenda ruoli noStroke(); textFont(f,11); fill(50); textAlign(LEFT); text("Ruoli = Colore quadrato + (Etichetta):",20,145); fill(0,255,0); rect(25,151,10,10); fill(50); text("(Tr.) = Traduttore",40,160); fill(255,0,0); rect(25,166,10,10); fill(50); text("(Rv.) = Revisore",40,175); fill(255,255,0); rect(25,182,10,10); fill(50); text("(Tr.)(Rv.) = Traduttore e Revisore",40,190); fill(0,0,0); rect(25,198,10,10); fill(50); text("Etichetta assente = Dati mancanti o non reperibili",40,207); //--------------------------------- Legenda ruoli Impaginatori stroke(50); fill(190); ellipse(30,225,20,20);

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textFont(f,11); fill(50); textAlign(LEFT); text("Bordo cerchio = Impaginatori",50,230); //--------------------------------- Legenda Asse Y textFont(f,11); fill(50); textAlign(LEFT); text("Ordinate Y = Dati convenzionali, non ai fini della ricerca",20,270); //--------------------------------- Ego Network noStroke(); fill(220); rect(10,465,width-20,40); textFont(f,11); fill(50); textAlign(LEFT); text("I collegamenti tra i nodi corrispondono alla rete sociale del coordinatore dell'edizione MarcoBuono.",20,480); text("(I dati sono stati ricavati tramite il social network facebook).",20,495); //--------------------------------- Legenda Asse X Factotum if (matrixBottone[0] >= 1 && matrixBottone[0] < 2) { stroke(200); line(10,320,width-10,320); line(10,432,width-10,432); textFont(f,11); fill(50); textAlign(LEFT); text("Ascisse X = membri factotum = membri che contribuiscono in cose diverse:",20,310); text("Coordinata X = Revisione + Traduzione + Impaginazione (eBook + Pdf) + Numero posizioni di responsabile, coordinatore, collaboratore",10,335); text("Per ogni ruolo vengono assegnati +50px di posizione sull'asse X.",10,350); text("Ai ruoli non coinvolti direttamente nella produzione viene assegnato un peso minore:",10,365); text("Per ogni posizione di responsabile e coordinatore vengono aggiunti +7px alle coordinate X",10,380); text("Per ogni posizione di collaboratore vengono aggiunti +2px alle coordinate X",10,395); text("Pi un membro verso destra (pi il valore di x alto) pi ruoli diversi occupa.",10,410); text("Pi un membro verso sinistra (pi il valore di x basso) meno ruoli diversi occupa.",10,425); } else { } //--------------------------------- Legenda Asse X Contributi if (matrixBottone[0] >= 3 && matrixBottone[0] < 4) { stroke(200); line(10,320,width-10,320); line(10,403,width-10,403); textFont(f,11); fill(50); textAlign(LEFT); text("Ascisse X = quantit di contributi alle edizioni:",20,310); text("(Per la rilevazione vengono considerati i contributi a partire dal numero 37 fino al 56 di FCM)",10,335); text("Pi un membro verso destra (pi il valore di x alto) maggiore il numero di edizioni a cui ha partecipato.",10,350); text("Pi un membro verso sinistra (pi il valore di x basso) minore il numero di edizioni a cui ha partecipato.",10,365); text("Accanto al nome di ogni partecipante indicato il numero totale dei suoi contributi",10,380); text("Ogni partecipazione a un solo numero di FCM vale +1, il totale poi viene moltiplicato per 29 per una migliore lettura del grafico",10,395); } else { } //-------------------------------- Fine legenda > Animazione pulsanti: } else if (mouseX >= 95 && mouseX <= 177 && mouseY <= 26 && mouseY >= 5) { // Pulsante Matrice StrokeButtonMatrice = 220; FillButtonMatrice = 220; FillTextButtonMatrice = 100; } else if (mouseX >= 185 && mouseX <= 267 && mouseY <= 26 && mouseY >= 5) { // Pulsante Factotum StrokeButtonGrafico = 220; FillButtonGrafico = 220; FillTextButtonGrafico = 100; } else if (mouseX >= 275 && mouseX <= 357 && mouseY <= 26 && mouseY >= 5) { // Pulsante Contributi StrokeButtonContributi = 220; FillButtonContributi = 220; FillTextButtonContributi = 100; } else {

120

StrokeButton = 200; FillButton = 235; FillTextButton = 50; StrokeButtonMatrice = 200; FillButtonMatrice = 235; FillTextButtonMatrice = 50; StrokeButtonGrafico = 200; FillButtonGrafico = 235; FillTextButtonGrafico = 50; StrokeButtonContributi = 200; FillButtonContributi = 235; FillTextButtonContributi = 50; stroke(StrokeButton); fill(FillButton); rect(5,5,80,20); textFont(f,11); fill(FillTextButton); textAlign(LEFT); text("Legenda",21,20); stroke(StrokeButtonMatrice); fill(FillButtonMatrice); rect(95,5,80,20); textFont(f,11); fill(FillTextButtonMatrice); textAlign(LEFT); text("Matrice",113,20); stroke(StrokeButtonGrafico); fill(FillButtonGrafico); rect(185,5,80,20); textFont(f,11); fill(FillTextButtonGrafico); textAlign(LEFT); text("Factotum",200,20); stroke(StrokeButtonContributi); fill(FillButtonContributi); rect(275,5,80,20); textFont(f,11); fill(FillTextButtonContributi); textAlign(LEFT); text("Contributi",288,20);

} int xfisso = 0; // valore convenzionale delle x per distanziare gli utenti dal bordo destro class UtenteFCM { color c; int xpos; int ypos; int xyGran; int indiceStringa; int indiceDesktop; int Contributi; color t; int Revisore; int Traduttore; int EgoNet; // Classe generico UtenteFCM, propriet:

UtenteFCM( // Il costruttore definito con gli argomenti: //-----------------------------------------------------------------------------------------------------------color tempC, // (1) :: Impaginatori - trasparenza bordo int tempXposImp, // (2) :: Impaginatori int tempXposEbook, // (3) :: Ebook/Sigil - coordinate x + 50 int tempXposPdf, // (4) :: Pdf/Scribus - coordinate x + 50 int tempYpos, // (5) :: Posizione Y utenti - coordinate y (convenzionale) int tempGranResp, // (6) :: Responsabili - grandezza raggio cerchio x 7 volte int tempGranCoord, // (7) :: Coordinatore - grandezza raggio cerchio x 7 volte int tempGranCollab, // (8) :: Collaboratore - grandezza raggio cerchio x 2 volte color tempT, // (9) int indexNomi, //(10) :: Numero indice Nome - indice di stringa testo int tempContributi, //(11) :: Contributi - coordinate x int Desktop, //(12) :: Desktop usato - Testo sotto il nome

121

int tempRevisore, int tempTraduttore, int tempEgoNet)

//(13) :: Revisore //(14) :: Traduttore //(15) :: EgoNetwork

- coordinate x + 50px - coordinate x + 50px -

//-----------------------------------------------------------------------------------------------------------{ // Variabili incidenti nella rappresentazione: c = tempC; xpos = xfisso + (tempXposEbook + tempXposPdf + tempGranResp + tempGranCoord + tempGranCollab + tempRevisore + tempTraduttore)*2; ypos = tempYpos*3 - 50; xyGran = tempGranResp + tempGranCoord + tempGranCollab + 5; indiceStringa = indexNomi; indiceDesktop = Desktop; Contributi = tempContributi; Revisore = tempRevisore; Traduttore = tempTraduttore; t = tempT; EgoNet = tempEgoNet; } void NoDisplay() { } void display() { // ::::::::::::::::::::: Argomento Factotum stroke(c); fill(200); ellipseMode(CENTER); ellipse(xpos,ypos,xyGran,xyGran); noStroke(); fill(230,160,160); rect(xpos+10,ypos+2,Contributi*2,5); fill(t); rect(xpos+5,ypos+2,5,5); textFont(f,11); fill(0); textAlign(LEFT); text(NomeCognome[indiceStringa] + " " + SottoNome[indiceDesktop] + " " + Tradut[Traduttore/50] + " " + Rev[Revisore/50],xpos,ypos); if (EgoNet >= 1) { stroke(50,50,50,120); line(xpos,ypos,516,475); } else { } } void mostraContributi() { // :::::::::::: Argomento Contributi stroke(c); fill(200); ellipseMode(CENTER); ellipse(20 + Contributi*29,ypos,xyGran,xyGran); noStroke(); fill(t); rect((20 + Contributi*29)+5,ypos+2,10,5); textFont(f,11); fill(0); textAlign(LEFT); text(NomeCognome[indiceStringa] + " " + "=" + " " + Contributi + " " + Tradut[Traduttore/50] + " " + Rev[Revisore/50],20 + Contributi*29,ypos); if (EgoNet >= 1) { stroke(50,50,50,120); line(20 + Contributi*29,ypos,540,475); } else { } } }

122

Il programma ha un men che mostra la matrice, la rappresentazione grafica della centralit (Factotum) e la rappresentazione grafica dei contributi:

Fig. 7 Grafico factotum.

Fig. 8 Grafico contributi. 123

Abbiamo rappresentato i membri della comunit come cerchi grigi. Pi grande il cerchio pi alto il numero di incarichi che il membro della comunit possiede. I ruoli sono indicati da un quadratino colorato e da un'etichetta per i traduttori e i revisori, mentre per gli impaginatori si usa la presenza o meno del bordo del cerchio. Il colore verde e l'etichetta Tr. indicano il solo ruolo di traduttore, il colore rosso e l'etichetta Rv. il solo ruolo di revisore, il colore giallo e l'etichetta Tr. Rv. il doppio ruolo di traduttore e revisore. L'ampiezza della barra rosa nel grafico Factotum indica il numero di contributi. Abbiamo chiamato il primo grafico Factotum perch la posizione dei membri nell'asse delle ascisse indicato dal numero di ruoli e incarichi che un membro possiede. In particolare abbiamo definito il valore di x dall'algoritmo: revisione + traduzione + impaginazione eBook + impaginazione Pdf + numero di posizioni di responsabile + numero di posizioni di coordinatore + numero di posizioni di collaboratore. Per ogni ruolo vengono assegnati +50px di spostamento sull'asse x. Agli incarichi, perch non coinvolti direttamente nella produzione, abbiamo assegnato un peso minore. Per ogni posizione di responsabile e coordinatore +7px, mentre per ogni posizione di collaboratore +2px. Nel secondo grafico invece le ascisse rappresentano il numero di contributi, cio maggiori sono stati i contributi totali di un membro pi la sua posizione spostata verso destra. Accanto al nome di ogni membro c' indicato il valore numerico dei contributi. Andiamo quindi ad analizzare i dati. Come si vede nel grafico notiamo che il coordinatore del gruppo, Marco Buono, colui che ha pi incarichi in as soluto ed anche tra i membri che svolgono pi ruoli, essendo traduttore, revisore e impaginatore, seppur solo pdf. tra i pochi membri che hanno il massimo valore in fatto di contributi come i membri che hanno pi incarichi (cerchio pi grande) contribuiscono alla comunit in pi mansioni. Mentre non sempre coloro che hanno maggior numero di incarichi hanno lo stesso livello di contribuzioni o hanno il pi alto numero di ruoli. Notiamo inoltre come vi sia una certa polarizzazione nei ruoli, cio o si solo traduttori oppure si allo stesso tempo traduttori, revisori e impaginatori o almeno si occupi pi di un ruolo contemporaneamente, non si trovano infatti revisori puri. Da un punto di vista dei contributi notiamo che la comunit contraddistinta da due concentrazioni, un gruppo di una ventina di membri con il pi elevato numero di contributi (dai 10 ai 19), mentre un altro gruppo, consistente quasi quanto quello precedente, nel quale vi sono membri con pochissimi contributi, dieci dei quali addirittura non hanno partecipato neanche una volta rimanendo tuttavia iscritti alla comunit. Da una prospettiva di CMC notiamo anche che questo gruppo, marginale dal punto di vista dei contributi, anche poco attivo da un punto di vista degli 124

strumenti di comunicazione che usa la comunit, in particolar modo infatti coloro che fanno parte di questo gruppo non hanno risposto al nostro questionario posto in mailing-list (sono infatti contrassegnati dal quadratino nero), facendo supporre in questi anche un basso coinvolgimento. Tuttavia da questo gruppetto di membri poco attivi dobbiamo escludere i nuovi membri (Antonio Allegretti, Mattia Rizzolo, Mirko Pizii e Pasquale Domenico Colaianni). Se mettiamo in correlazione questi dati a quelli dell'ego-network del coordinatore del gruppo Marco Buono, vediamo come quest'ultimo sia connesso solo con il gruppo che presenta il maggior numero di contributi. Tuttavia l'ego si presenta come una rete scarsamente densa nel totale, infatti delle 41 possibili connessioni di rete l'ego ne presenta solo 8, cio solo un quinto del totale, mentre, se consideriamo il gruppo dei pi attivi, vediamo come sia connesso con quasi la met di esso. Inoltre notiamo come le stesse connessioni sono tra i nodi che posseggono pi ruoli contemporaneamente, non essendo Marco Buono connesso con nessun traduttore puro.

125

Bibliografia quarto capitolo

Fry, Ben; 2008, Visualizing Data, OReilly Media , USA. Galton, Laura; Haythornthwaite, Caroline; Wellman, Barry; 1997, Studying Online Social Networks, in Journal of Computer Mediated Communication, Vol 3, n.1. Preece, Jenny; 2000, Online Communities: designing usability, supporting sociability, John Wiley & Sons, USA. Trobia, Alberto; Milla, Veronica; 2011, Social network analysis, Carocci editore, Pisa.

126

Appendice

127

Web Documentazione Forum Planet

07 Febbraio, 2012, 20:39:44

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Il Consiglio il gruppo che coordina la comunit italiana di Ubuntu, che garantisce il rispetto delle linee guida della comunit e stabilisce gli obiettivi e le modalit dei progetti e dei gruppi di lavoro, coordinando gli sforzi e gli impegni per evitare sovrapposizioni e sprechi di risorse. Il Consiglio promuove inoltre le attivit tese alla diffusione di Ubuntu, favorisce loperato della comunit italiana tra le altre comunit internazionali e cura i rapporti con la Canonical Ltd. Scrivete in questa sezione solo quando ritenete che largomento necessiti di una discussione da parte dei membri del Consiglio. Per richieste di supporto tecnico, comunicare con i gruppi della comunit, discutere di argomenti vari usate le apposite sezioni del forum. Grazie precedente successivo
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paolettopn
Novello Novizio Non Connesso Sesso: Messaggi: 143 Media messaggi

Presentazione del gruppo di lavoro FCM


inserita: 02 Ottobre, 2008, 16:00:45

Con questa discussione vorremmo presentare il gruppo di traduzione in lingua italiana della rivista inglese Full Circle (d'ora in poi "Gruppo FCM") e, al contempo, avviare la procedura di riconoscimento del medesimo gruppo come ufficiale in seno alla Comunit italiana di Ubuntu. 1. Presentazione del gruppo 1.1 Breve storia del gruppo Il gruppo di traduzione della rivista Full Circle, noto anche come Gruppo FCM, nato in maggio 2007 dalla volont di Paolo "paolettopn" Garbin e di altri volontari, che - esterni alla Comunit - si impegnarono a tradurre e impaginare il numero 0 di Full Circle Magazine (d'ora in poi "FCM"). Un membro della Comunit italiana di Ubuntu, appresa la notizia di questo nuovo progetto, contatt Paolo in privato e gli propose di portarlo all'interno della Comunit di Ubuntu-it. Paolo e gli altri volontari furono lieti di ricevere questo invito e trasferirono il progetto all'interno della Comunit. All'epoca il gruppo constava solo di 2/3 membri, che si facevano carico dell'intero lavoro di traduzione, revisione e impaginazione sul sito internazionale di Ubuntu. In brevissimo tempo, per, si unirono altri partecipanti ai lavori, entusiasti di portare avanti questo impegno, ritenuto importante per la diffusione della cultura del software libero e, in particolare, del sistema operativo Ubuntu. Il gruppo non disponeva, ancora, dei mezzi di collaborazione attuali, quali il wiki e, ultimo in ordine di tempo, Launchpad, ma la volont di contribuire era molto forte. Nel volgere di pochi mesi il gruppo si allarg e gli fu affidata, da parte di Milo Casagrande, una sezione dedicata del Wiki in cui potessero essere definite le prime regole e procedure di lavorazione. Da allora queste ultime vengono affinate e adattate alle esigenze del gruppo (in continua evoluzione) e rese pubbliche nelle pagine del Wiki. Ogni momento della procedura di traduzione e l'organizzazione del gruppo sono stati documentati con chiarezza e trasparenza al fine di garantire a chiunque di poter continuare questo progetto. 1.2 Il gruppo oggi Attualmente il gruppo dispone di 15 membri attivi e due in fase di valutazione. Di questi membri attivi, alcuni hanno ruoli di amministrazione su Launchpad, altri sul Wiki, altri sulla mailing-list. Ma - aspetto che riteniamo importante - non ci sono figure di comando all'interno del gruppo: tutti i membri sono allo stesso livello e colui che guida e coordina il gruppo un "primus inter pares".

Il saggio colui che sa di non sapere...

Il gruppo FCM un gruppo aperto a chiunque abbia una buona conoscenza dell'inglese e dell'italiano e tanta buona volont, come specificato nella pagina "Partecipare". A tal fine coloro che si presentano come candidati, dopo aver firmato il Codice di Condotta, aver creato una pagina personale sul wiki e dopo essersi iscritti alla mailing-list del gruppo, devono superare una prova di ammissione prima di essere definiti membri effettivi: la prova consiste nel dimostrare di essere in grado d'interpretare correttamente i testi originali e a proporli in un buon italiano. Se non riescono a dimostrare queste capacit, i candidati vengono respinti: il tutto solo per salvaguardare l'ottimo livello di qualit della rivista Full Circle. 1.3 Strumenti del gruppo Il gruppo si coordina attraverso l'uso della mailing-list, il cui archivio pu essere visualizzato all'indirizzo http://www.freelists.org/archives/ubuntu-it-fcm/. L'uso di questo strumento assolutamente essenziale e imprescindibile: attraverso di esso si certi di poter raggiungere tutti i membri e organizzare al meglio il lavoro e costituisce il primario strumento di comunicazione con il gruppo. Oltre a esso, possibile contattare il gruppo attraverso il canale #ubuntu-it-trad di Freenode, condiviso con il Gruppo di traduzione del software di Ubuntu, o ancora tramite Answers di Launchpad. Il gruppo ha una sezione dedicata nel wiki che, oltre che per la presentazione delle attivit e delle procedure, viene utilizzato intensamente per coordinare le prenotazioni di traduzione, revisione e impaginazione. Da alcuni numeri il lavoro di impaginazione e produzione del PDF finale viene portato avanti in maniera collaborativa da pi persone anzich una sola. Chiunque nel gruppo pu dare il suo contributo impaginando gli articoli tramite Scribus e inviandoli su Launchpad in un apposito branch; da quest'ultimo gli altri impaginatori possono prelevare tramite Bazaar il file dell'impaginato aggiornato e gli eventuali nuovi file. Il gruppo degli impaginatori si coordina tramite il wiki per prenotarsi le pagine da lavorare. A tutt'oggi abbiamo nel gruppo ben quattro impaginatori, che consentono un'agevole e rapida lavorazione su Scribus. Per tutti i dettagli delle norme e delle procedure, comunque, rimandiamo all'ampia documentazione disponibile nelle pagine wiki dedicate al gruppo. 2. Richiesta di avvio della procedura di riconoscimento Oggi, dopo pi di un anno di lavoro ininterrotto, frutto di impegno da parte sia dei membri che ancora oggi fanno parte del gruppo sia di coloro che non ci lavorano pi e che ringraziamo, intendiamo chiedere che il gruppo, in quanto tale, sia ufficialmente riconosciuto dalla Comunit italiana di Ubuntu. Riteniamo che il lavoro di sensibilizzazione e di promozione operato traducendo e diffondendo questa rivista sia un punto di forza per la nostra Comunit e che vada a tutto vantaggio del suo buon nome. Riteniamo importante questo traguardo, come ulteriore stimolo a continuare a contribuire alla causa del software libero e alla diffusione di Ubuntu nei computer dei lettori di FCM. Pensiamo al nostro lavoro come un piccolo e tuttavia possibile aiuto alla risoluzione del "Bug n. 1". Il gruppo FCM, oltre al riconoscimento della sua ufficialit all'interno della Comunit italiana di Ubuntu, chiede di poter rimanere come sottogruppo del gruppo "Traduttori Italiani di Ubuntu" e accanto all'altro sottogruppo "Traduttori Italiani del software di Ubuntu", cos come emerge dalla pagina relativa dei membri dei "Traduttori Italiani di Ubuntu". Non chiede un canale IRC separato, perch #ubuntu-it-trad un ottimo punto di incontro con i traduttori del software, e al contempo chiede che rimanga intatta la mailing-list attualmente in uso. Ci sottoponiamo alle valutazioni che il Consiglio e la Comunit tutta vorranno esprimere sull'operato del gruppo, sperando in una positiva accoglienza della richiesta. Il gruppo italiano di traduzione della rivista FCM.
Ultima modifica: 02 Ottobre, 2008, 19:44:12 da paolettopn Un salutone, Paolo La pi alta forma di intelligenza umana la capacit di osservare senza giudicare. Anonimo Registrato

saltydog
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #1 inserita: 02 Ottobre, 2008, 17:58:27

Paolo, abbiamo letto il post, grazie. Se non interveniamo subito, perch: 1. stiamo valutando; 2. qualcuno di noi ha problemi temporanei con la linea

A presto Fabio
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saltydog
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #2 inserita: 03 Ottobre, 2008, 20:41:48

A lucro di tempo potresti intanto dirci come (e a chi) sono distribuiti i grant di amministrazione degli strumenti che impiegate (ML, Wiki, LP, ecc.)? In particolare, noto che l'apposito branch su launchpad-code inaccessibile, pertanto chiuso ai membri (ritengo). Chi amministra anche questo? Grazie Fabio

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paolettopn
Novello Novizio Non Connesso Sesso: Messaggi: 143 Media messaggi

Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #3 inserita: 03 Ottobre, 2008, 20:44:25

Certo Fabio, ti aggiorno via mail. Paolo

Il saggio colui che sa di non sapere... Un salutone, Paolo La pi alta forma di intelligenza umana la capacit di osservare senza giudicare. Anonimo

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saltydog
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #4 inserita: 03 Ottobre, 2008, 20:46:24

Perch via mail? Le amministrazioni degli strumenti sono e devono essere note a tutti, credo.

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paolettopn
Novello Novizio Non Connesso Sesso: Messaggi: 143 Media messaggi

Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #5 inserita: 03 Ottobre, 2008, 21:03:54

D'accordo, metto qui le informazioni presenti nella mail che ti ho inviato. Per quanto riguarda la ML: I due amministratori, pari livello sono Paolo Garbin (paolettopn) e Aldo Latino (aldolat). Non ci sono altri grant ( tipo moderatore, ecc..) per i restanti membri e sottoscrittori del gruppo di

lavoro. Per quanto riguarda Launchpad: I tre amministratori, pari livello sono Paolo Garbin (paolettopn), Aldo Latino (aldolat) e Mara Sorella (maruscia). I restanti membri del gruppo sono normali utenti LP, senza altri grant.

Il saggio colui che sa di non sapere...

> In particolare, noto che l'apposito branch su launchpad-code inaccessibile, pertanto chiuso ai membri (ritengo). Esatto, stato fatto per proteggere i dati della lavorazione in corso. La scelta stata fatta con una regolare riunione del gruppo. > Chi amministra anche questo? Questo branch stato impostato 'Privato', ovvero ci entra solo chi presente nel gruppo dei membri del gruppo FCM di LP. Una volta che un nuovo membro approvato, automaticamente entra in quel branch. Tutto stato configurato dagli admin di LP, dietro nostra richiesta. Allo stato attuale dobbiamo attendere ancora due cose dagli admin di LP: 1. L'applicazione di una patch che permetta agli utenti autorizzati di accedere al branch in forma di browsing (come gi accade per tutti i branch pubblici); 2. Permettere agli admin del gruppo di FCM di poter amministrare in toto gli utenti presenti, permettendo anche la creazione di nuovi admin nello stesso gruppo (cosa non attualmente permessa). Ora noi admin possiamo prendere un utente admin e farlo diventare un utente base, cambiare la scadenza della sua sottoscrizione o disattivarlo dal gruppo di lavoro. Questo mi sembra tutto, se necessiti di altre informazioni siamo qui. Grazie a te, Paolo
Registrato Un salutone, Paolo La pi alta forma di intelligenza umana la capacit di osservare senza giudicare. Anonimo

mdke
Coraggioso Chiacchierone Non Connesso Sesso: Messaggi: 319 Media messaggi

Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #6 inserita: 06 Ottobre, 2008, 10:43:41

Ciao a tutti, Prima di tutto mi scuso per la tarda risposta. Avevo chiesto agli altri membri del Consiglio di non intervenire subito perche' volevo iniziare la discussione da parte nostra, dato che ultimamente ho seguito un po le discussioni sulla mailing list del gruppo e avevo in mente alcune cose su cui volevo che si concentrasse la discussione. Dopo pero' ho perso la connessione internet a casa (sono ancora senza) per cui ho avuto problemi a postare. Allora i preliminari: vedo dalle pagine del wiki che il gruppo si sta organizzando bene nel senso che ha una struttura definita e chiara. Questo e' chiaramente stato il frutto di molto impegno da parte dei membri del gruppo, che apprezzo. Credo anche che questo gruppo faccia un'attivita' molto valida perche' e' buono per la comunita' dimostrare che ha una forte presenza di traduttori che possa ricoprire anche la rivista come anche altri aspetti della comunita' internazionale. Detto questo, come Consiglio e' il nostro ruolo cercare di valutare le procedure di ogni gruppo per assicurare alcune cose, elencate in fondo a questa pagina - http://www.ubuntu-it.org /index.php?page=Struttura_Com. Per un gruppo come questo e' molto importante assicurare che il gruppo ha gli strumenti giusti per lavorare in modo efficace, e senza interventi da parte nostra per risolvere conflitti e altro. Per me prima di dare al gruppo l'etichetta "ufficiale" (e sottolineo che e' solo un'etichetta, alla fine quello che ci interessa e' piu la buona funzione del gruppo, e non un riconoscimento) vorrei vedere un gruppo piu snello con procedure un po' piu leggere. Avendo seguito da un po la mailing list e letto attentamente le varie pagine sul wiki, a mio avviso le procedure del gruppo sono un po' troppo complicate. A volte c'e' un po di formalita' e cerimoniosita' nel gruppo, che secondo me si deve eliminare per assicurare un futuro sano per il gruppo. Bisogna inoltre trovare un buon bilancio fra usare strumenti utili, e non complicarsi troppo la vita aggiungendo troppi strumenti. Allora faccio tre commenti. 1. Rapporto con il gruppo traduzione

Dall'inizio del gruppo, ho sempre pensato che sarebbe stato molto meglio che il gruppo non fosse ne' un gruppo separato ne' un sotto gruppo. Questo lo penso tutt'ora. Credo che i lavori di traduzione della rivista dovrebbero rientrare nello scopo del gruppo traduzione stesso. Credo che sia molto importante utilizzare la mailing list del gruppo traduzione. Ci sono molte domande sulla traduzione che passano su tutte e due le mailing list, e questo non e' efficace. Le risorse enormi che abbiamo per quanto riguarda la traduzione non si sta utilizzando come si dovrebbe. Poi, le abilita' per la traduzione della rivista e la traduzione del software/documentazione sono praticamente identiche, a me sembra inefficace che le due cose si sono sviluppate separatamente. Alla fine la rivista e' un'iniziativa di traduzione come un'altra: ce ne potrebbero essere tante (es. traduzione del annuncio del release, traduzione di un articolo di documentazione sul wiki, traduzione di un articolo di marketing). La rivista secondo me dovrebbe essere un "progetto" del gruppo traduzione, cosi come la traduzione del software e della documentazione. L'obiezione al uso di una unica mailing list credo che sia stata che ci sono molti messaggi riguardo FCM che darebbero fastidio a chi si interessa solo alla traduzione del software. La soluzione a questo aspetto credo che sia l'utilizzo migliore del wiki e di Launchpad come strumento di collaborazione per il gruppo. Molti messaggi in mailing list si potrebbero evitare cosi'. Il fatto per esempio che la mailing list riceve una notifica di ogni cambiamento che avviene al branch di Launchpad non e' necessario - ognuno che si interessa puo iscriversi alle notifiche del branch. Diminuire il traffico di email che girano credo che sia importante anche per il gruppo stesso, per facilitare il contributo di nuovi membri. 2. Nuovi candidati La procedure per accesso di nuovi candidati e' troppo formale secondo me: ha scadenze, dei turni rigidi, e comporta delle votazioni. Secondo me una procedura cosi "militare" non e' utile per valutare se una persona ha le abilita' necessarie. La procedura del gruppo traduzione dove degli amministratori valutano i suggerimenti di traduzione dei candidati e' piu sciolto e piu sano secondo me. Per questo motivo l'unione con il gruppo traduzione porterebbe dei vantaggi perche' la procedura potrebbe essere la stessa. Per me questo aspetto e' molto importante perche' facilitare nuovi contributori e' una delle cose piu importanti a cui dobbiamo pensare durante questa discussione. 3. Gestione del gruppo Un po' la gestione del gruppo mi preoccupa. Onestamente ho visto alcuni conflitti nel gruppo che dovrebbero essere stati evitati (nel senso, discutere spesso e' utile per migliorarci e capire altri punti di vista, ma ci sono stati alcuni conflitti in questo gruppo che sono nati da contrasti di personalita' che non dovrebbero provocare problemi in un gruppo sano). Ho la sensazione che l'avvicinarsi al gruppo traduzione oppure la totale unione con lo stesso gruppo potrebbe essere la soluzione a questo; il gruppo traduzione ha una gestione molto serena. Questo e' il mio pensiero: non e' necessariamente in linea con il pensiero degli altri membri del Consiglio, ma invito commenti da loro e dai membri del gruppo. Una richiesta: so che quello che ho scritto sopra e' abbastanza lungo, e me ne scuso, ma per iniziare la discussione e soprattutto per fare una proposta abbastanza "controversiale", mi sembrava giusto. Cerchiamo da ora in poi di intervenire in modo conciso, perche' altrimenti la discussione sara' difficile.
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #7 inserita: 06 Ottobre, 2008, 11:14:20

Personalmente, non ho molto altro da aggiungere all'ottima esposizione di Matt, che ritengo senza dubbio di dover condividere. Il punto principale questo: la traduzione di FCM un lavoro di traduzione vero e proprio, quindi sono d'accordo sull'impiegare le risorse comuni. Laddove si differenzia FCM nell'impaginazione grafica, e per questo giusto che per tali funzioni specifiche sia un progetto del gruppo traduzione. Effettivamente la gestione un po' troppo elaborata e talvolta non conforme alle dimensioni e all'estensione del progetto stesso. Sembra che il tempo a disposizione sia impiegato maggiormente per aderire alle numerose regole che non per la produzione stessa dell'attivit.

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #8 inserita: 06 Ottobre, 2008, 11:34:11

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Credo che il punto di vista presentato da Matt sia molto chiaro e preciso, il mio parere perfettamente allineato. ciao

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #9 inserita: 06 Ottobre, 2008, 13:52:41

Io sono quello che, in alcuni (pochi) punti, non ha il pensiero in linea con quello di Matt. Lo condivido nell'insieme, ma ci sono delle precisazioni personali che devo fare. Sono ancora un po' scettico sulla condivisione della mailing list visto, in molti casi, il per me inutile traffico che si genera in quella FCM. A mio parere c' un "cattivo" utilizzo di fondo dello strumento mailing list (listiquette a parte) che spesso sembra usata come mail privata e in cui, secondo me, circolano molti messaggi superflui (messaggi che non apportano nulla di concreto a una discussione). A mio parere i due gruppi su Launchpad dovrebbero restare separati per una questione di gestione dei permessi all'interno di Launchpad stesso, in particolare per le traduzioni del sistema operativo e anche se vogliamo, ma molto marginale, per le notifiche. Si tratta sempre di traduzioni, ma sono diametralmente opposte per finalit e in alcuni casi possono risultare diverse anche per convenzioni e linee guida (decisamente pi vincolanti e "pignole" in un caso rispetto all'altro). Per quanto riguarda le notifiche, tipicamente dei bug, non so se tutti i membri del gruppo traduzione possano essere interessati a dei bug che magari non li riguardano. Non da ultimo, per quanto si fa su Launchpad, c' il comprendere cosa effettivamente si sta facendo, il problema di un minor controllo su quanto fatto (e quindi una necessaria conoscenza approfondita di convenzioni e linee guida) e le problematiche (non indifferenti) che ci sono con i cosiddetti "upstream". Non sto dicendo che un'unione una missione impossibile, ma necessario tenere conto di molti fattori (e per me gli ultimi punti sono molto, molto importanti) e valutare fino a che livello di "unione" si pu arrivare.
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saltydog
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #10 inserita: 06 Ottobre, 2008, 14:01:47

Milo, non credo che Matt ritenesse opportuno "unificare" le due ML, ma sottolineare (come hai fatto anche tu) che forse la ML di FCM genera un eccessivo e spesso ridondante traffico. Sono d'accordo che i requisiti del gruppo traduzione sono sicuramente meno "laschi" di quelli della rivista, ed proprio per questo forse che la rivista diviene (come ) un sottoinsieme del gruppo traduzione, un progetto a se stante e non completamente embedded nel processo-padre. Il "prodotto" del progetto FCM comunque sempre - in ogni caso - una traduzione, la quale (sebbene con regole meno rigide) deve comunque soddisfare uno standard linguistico possibilmente elevato. Il tema del discorso di Matt , a mio parere, questo: occorre semplificare un processo eccessivamente appesantito da regole e scambio di comunicazioni, rendendolo per quanto possibile pi snello e meno resource-demanding. E questo probabilmente si pu ottenere ereditando dal processo padre (gruppo traduzione), le regole e le modalit di lavoro. -F-

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #11 inserita: 06 Ottobre, 2008, 16:46:42

Chiacchierone Non Connesso Sesso: Messaggi: 319 Media messaggi

Si, secondo me sarebbe opportuno unificare le due mailing list. Capisco la preoccupazione di Milo, ma come ho detto sopra, a mio avviso il problema si potrebbe evitare riducendo il traffico di messaggi in lista. Anzi, secondo me il passo di unire le due mailing list darebbe un ottimo incentivo a chi contribuisce a FCM di ridurre il traffico. Per quanto riguarda la gestione del gruppo Launchpad, la proposta di Milo mi sembra ragionevole.

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forkirara
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #12 inserita: 06 Ottobre, 2008, 19:21:30

Ciao a tutti. Premetto che intervengo in veste personale (questa mia risposta non l'ho discussa in ML). Volevo rispondere, se mi permesso, ad alcune affermazioni fatte da mdke. Io sono abbastanza nuova del gruppo e non ho trovato affatto le regole complicate Piuttosto le ho trovate organizzate, il che denota un'attenzione ai particolari e alle procedure per la riuscita, nei tempi, della rivista.
Citazione

"A volte c'e' un po di formalita' e cerimoniosita' nel gruppo, che secondo me si deve eliminare per assicurare un futuro sano per il gruppo." Perdonami ma anche qui non sono d'accordo. In che cosa rilevi "formalita' e cerimoniosita' nel gruppo"? Siamo tutti amici e gentili
Citazione

"Credo che sia molto importante utilizzare la mailing list del gruppo traduzione. Ci sono molte domande sulla traduzione che passano su tutte e due le mailing list, e questo non e' efficace. Le risorse enormi che abbiamo per quanto riguarda la traduzione non si sta utilizzando come si dovrebbe. Poi, le abilita' per la traduzione della rivista e la traduzione del software/documentazione sono praticamente identiche, a me sembra inefficace che le due cose si sono sviluppate separatamente. Alla fine la rivista e' un'iniziativa di traduzione come un'altra: ce ne potrebbero essere tante (es. traduzione del annuncio del release, traduzione di un articolo di documentazione sul wiki, traduzione di un articolo di marketing)." Anche su questo punto avrei qualcosa da dire. La traduzione del software e della documentazione molto differente da quella di FCM. Nel software o nella documentazione non troverai mai slang o espressioni colloquiali. Il fatto di avere una meailing list separata ci agevola non poco. Possiamo concentrarci sulle nostre traduzioni e non dover scremare i messaggi ogni volta con cose che non c'entrano (d'altronde tu stesso dici: "Diminuire il traffico di email che girano credo che sia importante anche per il gruppo stesso, per facilitare il contributo di nuovi membri"). Posso essere d'accordo con te quando dici che "la mailing list riceve una notifica di ogni cambiamento che avviene al branch di Launchpad non e' necessario - ognuno che si interessa puo iscriversi alle notifiche del branch". Questo effettivamente si potrebbe togliere.
Citazione

"La procedure per accesso di nuovi candidati e' troppo formale secondo me: ha scadenze, dei turni rigidi, e comporta delle votazioni. Secondo me una procedura cosi "militare" non e' utile per valutare se una persona ha le abilita' necessarie." Mi rendo conto di essere un po' rompigliona ma anche qui ho delle obiezioni. Io sono stata sottoposta a queste regole che tu definisci "formali" e le trovo efficaci. Nella prima prova bisogna tradurre un articolo tecnico, nella seconda uno colloquiale con slang. Queste prove assicurano una valutazione completa del candidato. Anche dare delle scadenze necessario. Bisogna ricordarsi che FCM esula dalle altre traduzioni del gruppo traduzioni in quanto ha delle scadenze strette di 28 gg. tra inserimento pagine, traduzione, revisione, impaginazione e pubblicazione Se le persone del gruppo dimostrano di non saper rispettare le scadenze, meglio che migrino verso altri progetti con tempi un po' pi dilatati.
Citazione

"Un po' la gestione del gruppo mi preoccupa. Onestamente ho visto alcuni conflitti nel gruppo che dovrebbero essere stati evitati (nel senso, discutere spesso e' utile per migliorarci e capire altri punti di vista, ma ci sono stati alcuni conflitti in questo gruppo che sono nati da contrasti di personalita' che non dovrebbero provocare problemi in un gruppo sano)." I conflitti possono esistere in qualsiasi realt, lavorativa e non. Quello che si creato recentemente, e che si risolto comunque in tempi brevi, stato un episodio isolato e che non credo si ripeter. Nel remoto caso in cui dovesse ripetersi (sottolineo remoto) sono dell'idea che siamo un buon gruppo solido e che sapremo gestire la cosa al nostro interno. Permettimi un'ultima cosa. Sono dell'idea che l'etichetta "ufficiale" non sia solo un'etichetta. I volontari lavorano per poter contribuire a un progetto comune ma un riconoscimento sempre

apprezzato. Il contrario toglie il divertimento e la motivazione al lavoro. Questo vale in un ambiente di volontari ma anche in un ambiente lavorativo Scusate se sono stata troppo prolissa. Un saluto
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saltydog
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #13 inserita: 06 Ottobre, 2008, 19:59:10

Cara forkirara, comincio dalla fine: il problema del "riconoscimento". Sono d'accordo con te, in una comunit volontaria il riconoscimento spesso l'unico elemento di remunerazione e di soddisfazione, pertanto fondamentale. Qui per il problema va diviso in due parti: 1 - Occhio a non cadere nel tranello di scambiare il riconoscimento per un'affannosa ricerca di personale gratificazione. Questo dalla comunit non giunger mai e credo nemmeno da altrove. Lavoro nell'open source da tanti anni e talvolta il miglior riconoscimento per me rappresentato dal fatto che il lavoro da me svolto funziona. Un software che riesce ad aiutare qualcuno, una pagina sul web che aiuti ad informare, qualche post sul forum che risolvano i problemi degli utenti, una pagina wiki per spiegare un argomento, una traduzione, ecc. Lo faccio perch lo voglio fare e sono molto soddisfatto di sapere che qualcuno user il mio lavoro per crescere o per migliorare. E tanto mi basta, sicuramente pi di quanto desideravo, ben oltre un'etichetta o una medaglia. 2 - Ritengo che il lavoro svolto dal progetto FCM sia stato ampiamente riconosciuto e posto in visibilit da ubuntu-it. Infatti: Nella mia (unica) intervista a RAI 3 ho parlato molto pi ampiamente del nostro FCM che degli altri gruppi, e colgo questa occasione per scusarmi con tutti gli altri; FCM l'unico gruppo che ha una pagina del nostro sito web per divulgarne le attivit; Viene sempre citato FCM in italiano nelle nostre Newsletter; Il gruppo rappresentato chiaramente nell'immagine della struttura della Comunit. Sinceramente, rispedisco al mittente la tua accorata supplica di riconoscimento, con i precedenti che ti ho appena citato. Veniamo ora al resto. Non temo smentite nel sostenere che NESSUN gruppo (ufficiale o meno) di tutta la comunit sottopone i candidati a due "sessioni di prova d'esame" per l'adesione. Per accedere a un posto di dipendente pubblico, forse ne servono meno... Mi piacerebbe, tra l'altro, conoscere quali sono i requisiti dei componenti la Commissione Giudicatrice, visti quelli richiesti ai candidati! Ti faccio l'esempio del Gruppo Web. Dopo aver verificato la rispondenza del candidato con i requisiti di base scambiamo alcune chiacchiere con lo stesso e lo mettiamo subito al lavoro, in una situazione di "prova sul campo". Sar lo stesso candidato cos a dimostrare la sua validit per il processo produttivo del gruppo. Dopo un breve periodo, una mail in ML sufficiente per metterci tutti d'accordo sull'accettazione del nuovo candidato. Mi sembra semplice, efficace e soprattutto non incute al candidato un inutile e inesistente timore reverenziale verso una struttura che secondo me - ritiene troppo pesante. Qui siamo nel bazaar, non nella cattedrale! Se tu ritieni "semplici" le procedure di ingresso in FCM, probabilmente non hai partecipato ampiamente ancora a questa comunit, come devo supporre visto che questo il tuo primo messaggio sul forum, elemento centrale di discussione, di confronto e di supporto. Non sei affatto una "rompigliona" come dici, stai solo partecipando a un dibattito. Aperto a tutti e condiviso da tutti. Saluti Fabio
Ultima modifica: 07 Ottobre, 2008, 07:55:41 da saltydog Registrato

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forkirara
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #14 inserita: 07 Ottobre, 2008, 18:31:10

Ciao Fabio. Probabilmente sono io che non mi sono spiegata bene. Con "riconoscimento" non intendevo minimamente "un'affannosa ricerca di personale gratificazione" (addirittura "affannosa"... non siamo mica messi cos male ) ma un riconoscimento del gruppo in quanto tale. Anche noi siamo felici quando esce la rivista revisionata e corretta nei tempi e, magari anche in anticipo. Ci

congratuliamo anche fra di noi ( grave?). Sono convinta che tu abbia molta pi esperienza di me nell'ambito dell'open source ma, sempre in questo ambito, non sono l'unica a pensarla cos (se hai tempo e voglia, mi piacerebbe che leggessi l'art. di Emma Jane Hogbin su FCM n. 14). Comunque vediamo se riesco a spiegarmi. Quello che noi chiediamo di essere inseriti come gruppo paritetico del gruppo Traduzione del software, presente all'interno dell'Ubuntu Italian Team (https://edge.launchpad.net/~ubuntu-it/+members) cosa che non . Ci sono i traduttori del software e non noi. Invece visualizzando la pagina dei Traduttori Italiani di Ubuntu (https://launchpad.net/~ubuntu-it-traduzione/+members) siamo visti, giustamente, come due gruppi allo stesso livello, amministrati dall'Ubuntu Italian LoCoTeam Council. Nella mappa (http://www.ubuntu-it.org/uploads/images/struttura_com.png) il gruppo traduzione del software dovrebbe dipendere, come per il gruppo FCM, dall'unico gruppo padre Traduzione. Credo che bisognerebbe aggiungere nel gruppo generale Traduzione, di fianco a FCM, il gruppo dei Traduttori del software. Nessuno di noi ha mai detto che non diate risalto a FCM (a proposito: ho visto l'intervista. Bella!). Non stiamo parlando di questo. Ci piacerebbe semplicemente che il nostro lavoro venisse riconosciuto effettuando le modifiche sopra citate. Per quanto riguarda le regole di entrata mi sembra che tu non stia tenendo conto della peculiarit di FCM. Tradurre un articolo tecnico molto diverso da tradurne uno colloquiale. Se aggiungi anche il fattore tempo le cose si complicano. Le procedure di ingresso in FCM ci permettono di valutare tutti e tre gli aspetti. Non potremmo dare due articoli nella stessa edizione, da fare in 10 giorni, perch sarebbe troppo. Quindi si diluiscono in due edizioni (sempre per la variabile tempo). Non mi sembra, comunque, che qualcuno si sia mai intimorito. L'esempio che riporti del gruppo Web non applicabile al nostro gruppo. Fare quattro chiacchiere con il candidato non ci dice nulla sulla sua capacit di traduzione (sia tecnica che colloquiale) n sulla sua velocit di consegna. Nel gruppo Web, inoltre, la valutazione pi basata sulla tecnica (questo lo presumo perch, essendo chiuso ai volontari, non ho potuto verificare le regole di accesso). Inoltre non esiste una Commissione Giudicatrice. Tutti i traduttori ufficiali devono leggere le prove dei candidati e dare un giudizio in ML (+1 o -1). Tieni conto che anche noi siamo sottoposti a revisione. Un membro del gruppo traduce e poi il testo viene revisionato da un altro membro. E quando esce l'edizione beta, tutti i membri ricontrollano gli articoli e segnalano eventuali bug in Launchpad o in ML. Sembra pi complicato dirlo che farlo. Per devo ammettere che il tutto funziona benissimo Scusate se sono stata prolissa...d'altra parte non avevo mai scritto nel forum, quindi concedetemelo. Ciao Cri
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saltydog
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #15 inserita: 07 Ottobre, 2008, 18:40:59

Certo che tengo conto delle "peculiarit" delle traduzioni di FCM, che sicuramente non sono per pi di quelle necessarie per tradurre la distribuzione che sar poi usata da tutti gli utenti italiani! Circa il discorso gruppi e launchpad, non lo capisco ancora (vedr di documentarmi meglio) e soprattutto non vedo come questo potrebbe essere un "riconoscimento". In ogni caso, il riferimento al disegno della struttura che fai tu comporterebbe la creazione di un ulteriore gruppo chiamato "Traduzione" che sarebbe diverso dai traduttori del software e da FCM, quindi un'ulteriore complicazione. Per ora mi taccio... lasciando spazio ai colleghi. -FRegistrato

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Deindre
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #16 inserita: 07 Ottobre, 2008, 21:49:04

Visto che sono stata membro di FCM fino a pochi giorni fa, vorrei dire la mia in merito, e rispondere sopratutto ad alcune constatazioni di Cristina. Ma partiamo dall'inizio. Sono sempre stata fortemente in disaccordo nel dividere il gruppo FCM dal gruppo traduzione, primo perch sempre parte di un progetto di traduzione e secondo perch in tal senso credo in una collaborazione fattiva tra i due gruppi. Questo per esempio il motivo per cui ho spesso ribadito la necessit che Milo rimanesse come referente del consiglio, non per un ingerenza del consiglio stesso, come qualcuno ha in maniera pi o meno velata insinuato e che personalmente non ho mai sentito, ma come anello di congiunzione del gruppo FCM al gruppo

traduzione. Sono personalmente profondamente d'accordo con Matt sulla necessit di utilizzare al meglio gli strumenti a disposizione del gruppo. La ML in particolare credo sia stata piuttosto abusata. Ma, al di l dei giusti complimenti per l'andamento delle traduzioni, che ricordava Cristina, se si facesse riferimento costante (magari sottoscrivendo le pagine) al Wiki, l sarebbe possibile svolgere le attivit di prenotazione della traduzione, revisione e impaginazione e anche parte del lavoro stesso, riservando la ML alla comunicazione di problemi di traduzione, alla soluzione dei quali potrebbe contribuire anche chi si occupa esclusivamente della traduzione del software. In questo modo inoltre, a mio avviso, si potrebbe decisamente assottigliare tutta quella cerimoniosit che sembra essere una delle caratteristiche che maggiormente rallenta il gruppo. Riguardo le regole di ingresso, vero sono molto articolate. Voglio ricordare in questa sede che le prove cos articolate sono nate successivamente alla fondazione del gruppo, a seguito di problemi nelle traduzioni. Sebbene sia stata una delle promotrici di questo sistema, che reputo quindi valido, confido che, nel caso di un auspicato rientro in seno al gruppo traduzione, chi di dovere abbia gli strumenti per valutare le capacit di traduzione e resa linguistica di coloro che vogliono partecipare al progetto. Una riflessione a parte merita invece la gestione del gruppo. Gli scontri di personalit ci sono sempre stati, e non la prima volta che qualcuno lascia il gruppo anche con parole pesanti. Forse Cristina non lo sa o non lo ricorda, ma in passato anche Aldo Latino aveva lasciato il progetto e poi successivamente rientrato, sotto le pressioni e le richieste di molti, me inclusa. Da amministratrice di questo gruppo che lo ha appena lasciato non posso sottrarmi a muovere critiche su alcuni aspetti che non riguardano il lavoro, che indiscutibile, ma sull'idea stessa del gruppo di taluni e del suo rapporto con le comunit, italiana e internazionale. E comunque molti membri che hanno partecipato fin dall'inizio hanno ormai abbandonato il progetto, sia con lettere di dimissioni, come quella giunta a pochi giorni dalla mia che semplicemente non partecipando pi ai lavori, come accaduto anche a Mara che, pur apparendo ancora admin LP ormai assente da parecchio tempo. Probabilmente un normale ricambio, ma a me ha fatto pensare. Spero che le mie parole possano contribuire a una analisi serena del gruppo. Flavia
Ultima modifica: 07 Ottobre, 2008, 21:53:48 da Deindre Volete conoscermi meglio? Vi aspetto su www.weisghizzi.it Registrato

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aldolat
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #17 inserita: 07 Ottobre, 2008, 22:31:02

Per chiarire meglio quanto scritto su di me da Flavia Weisghizzi, la mia uscita dal gruppo non dipese da fatti o persone del gruppo FCM. Basta rileggere quanto scrissi qua.

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Milo
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #18 inserita: 07 Ottobre, 2008, 23:42:50

Una piccola premessa, ma per me molto importante. Penso sia il caso di ricordare che FCM != Ubuntu; non un progetto di Ubuntu, tanto meno ufficiale. Cerco di fare un po' di chiarezza sulla struttura o quanto altro. La struttura che c' ora su Launchpad, come ho in parte gi detto, (stata) dettata da un fatto pratico: per diversificare gli accessi a Launchpad in base alle diverse finalit delle traduzioni e all'impossibilit di poter gestire queste finalit in un unico gruppo (inteso come gruppo di Launchpad). La concezione iniziale del progetto di traduzione di FCM, proprio per la premessa, sempre stata considerata come una "costola" dello "storico" Gruppo traduzione, questo perch l'attivit

sempre la traduzione, ma con scopi diversi. Perch una costola? Perch il Gruppo traduzione era gi in piedi da un po' e anche abbastanza avviato e perch si potevano condividere gli stessi strumenti (con i dovuti adattamenti). Ora, la struttura presente su Launchpad pu essere fuorviante in questo senso, ma l'immagine della struttura della comunit rispecchia la concezione del gruppo. La concezione di gruppo parallelo forse dovuta al fatto che ci si progressivamente staccati dal Gruppo traduzione, per un motivo o per un altro non ha importanza quale, successo. Qui si parla anche di "ufficialit", ma il gruppo in fin dei conti lo sempre stato "ufficiale", altrimenti non sarebbe nella struttura stessa della comunit. Quello che stiamo cercando di dire noi come Consiglio, che ci sembra che nel gruppo ci sia ancora qualche problema di interazione e qualche problema di gestione che bisognerebbe cercare di dipanare.
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #19 inserita: 08 Ottobre, 2008, 09:45:50

Ciao a tutti, rispondo ai rilievi di Matt. 1. Rapporto con il gruppo traduzione La separazione delle ML era stata chiesta a gran voce sulla ML di traduzione, perch (mi pare di ricordare) in quel periodo si stava discutendo come organizzare al meglio il gruppo di lavoro e la discussione era abbastanza animata. Adesso quel periodo passato e il numero di messaggi sulla ML di FCM rientrato nella norma. Non vedo nessun problema a tornare a 1 ML unica, anzi, vantaggi dal punto di vista dellefficacia della traduzione e miglioramento di tutti. 2. Nuovi candidati (e procedure per laccesso al Gruppo FCM) Le procedure per laccesso sono state codificate nel corso del tempo, migliorandole varie volte. Sono del parere che tradurre articoli di una rivista sia diverso da tradurre messaggi: il livello della traduzione deve quindi essere superiore ad una normale conoscenza dellinglese (che basta per tradurre messaggi di programmi). Non opportuno rinunciare alla qualit della traduzione: se una rivista tradotta male, nessuno la legge. Il timore, mio come del gruppo, quello che semplificando l'accesso, la qualit delle traduzioni si abbassi. Si potrebbe consentire l'accesso a tutti i traduttori (in ottica di miglioramento comune di tutta la comunit dei traduttori), per qui ci scontriamo con la seconda differenza, il tempo a disposizione: FCM esce ogni mese, Ubuntu ogni 6 mesi. Essere "veloci" e "precisi" nella traduzione sono i primi crucci: "veloci" perch una rivista vecchia non la legge nessuno, "precisi" perch senn il revisore deve buttare l'opera del traduttore e riscrivere l'articolo da zero. Non corrisponde al vero comunque che il tempo sia impiegato a far rispettare le regole, piuttosto che al lavoro stesso. Per verificare questo, basta fare un giro di rilascio su FCM per un numero o due. 3. Gestione del gruppo Sulla gestione del gruppo sono daccordo con Matt. Abbiamo affrontato situazioni davvero antipatiche: la conflittualit deve essere abbassata. Ciao, Dario
Ultima modifica: 08 Ottobre, 2008, 11:23:57 da iced --------dariocavedon.blogspot.com Registrato

ElleUca
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #20 inserita: 08 Ottobre, 2008, 12:09:36 Citazione di: Milo - 07 Ottobre, 2008, 23:42:50 Qui si parla anche di "ufficialit", ma il gruppo in fin dei conti lo sempre stato "ufficiale", altrimenti non sarebbe nella struttura stessa della comunit.

Anche questo vero... Il che mi fa pensare che non sono ancora riuscito a capire una cosa. Riassumendo e considerando analiticamente che: le "capacit" di traduzione che bisogna avere per essere traduttore di software su LP sono diverse da quelle che bisogna avere per essere traduttore di articoli per FCM; che il predetto punto porta quasi necessariamente a diversi processi di "approvazione" di nuovi traduttori; che sempre il predetto punto (non il 2, l'uno) porta quasi necessariamente ad avere due gruppi distinti su launchpad;

che l'attuale situazione su LP mi pare rispecchi le necessit espresse nel predetto punto (stavolta quello immediatamente sopra), le limitazioni di launchpad e tanto tanto altro; che magari alla fine avere una mailing list unica si potrebbe anche fare, purch non ci si (ri)trovi nella drammatica (s, in grassetto) situazione in cui le email di FCM (a mio personalissimo e umilissimo avvisto in molti casi inutili e leziose) oberavano l'intero traffico della mailing list; che la gestione del gruppo (cit.) che preoccupa Matt e Flavia non che la si possa cambiare da un giorno all'altro con una decisione del consiglio, ma dipende dalla volont e dalla capacit dei singoli; che avevo un altro paio di cose da puntualizzare ma qualcuno mi ha fatto perdere il filo e me le sono dimenticate... riassunto e considerato analiticamente tutto ci, valutato che l'attuale situazione non n penalizzante, n inefficiente, n irrispettosa, n inadeguata, ricavata la sensazione che se ci sono problemi in FCM non sono risolvibili con una qualche azione "esterna", mi domando: Esattamente, concretamente e pragmaticamente quale la richiesta che il gruppo FCM sta avanzando? Il cambio del gruppo su LP e la benedizione del consiglio a continuare a operare con le attuali modalit?

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #21 inserita: 08 Ottobre, 2008, 13:44:53

Salve Non faccio parte ne del gruppo trad ne del team FCM, quindi non mi permetto dal mio maccheronico inglese di giudicarne il lavoro ed i relativi metodi. Vorrei solo esprimere il mio pensiero riguardo all'utilit o meno di avere FCM come gruppo autonomo partendo dal presupposto che il team abbia proposto la candidatura pensando al bene del progetto e non a grette soddisfazioni personali.
Citazione di: saltydog - 06 Ottobre, 2008, 14:01:47 Milo, non credo che Matt ritenesse opportuno "unificare" le due ML, ma sottolineare (come hai fatto anche tu) che forse la ML di FCM genera un eccessivo e spesso ridondante traffico. Sono d'accordo che i requisiti del gruppo traduzione sono sicuramente meno "laschi" di quelli della rivista, ed proprio per questo forse che la rivista diviene (come ) un sottoinsieme del gruppo traduzione, un progetto a se stante e non completamente embedded nel processo-padre. Il "prodotto" del progetto FCM comunque sempre - in ogni caso - una traduzione, la quale (sebbene con regole meno rigide) deve comunque soddisfare uno standard linguistico possibilmente elevato. Il tema del discorso di Matt , a mio parere, questo: occorre semplificare un processo eccessivamente appesantito da regole e scambio di comunicazioni, rendendolo per quanto possibile pi snello e meno resource-demanding. E questo probabilmente si pu ottenere ereditando dal processo padre (gruppo traduzione), le regole e le modalit di lavoro. -F-

Non posso che essere d'accordo da forkirara


Citazione Anche su questo punto avrei qualcosa da dire. La traduzione del software e della documentazione molto differente da quella di FCM. Nel software o nella documentazione non troverai mai slang o espressioni colloquiali. Il fatto di avere una meailing list separata ci agevola non poco. Possiamo concentrarci sulle nostre traduzioni e non dover scremare i messaggi ogni volta con cose che non c'entrano (d'altronde tu stesso dici: "Diminuire il traffico di email che girano credo che sia importante anche per il gruppo stesso, per facilitare il contributo di nuovi membri").

Ho visto ribadire questo concetto oltre da forkirara anche a altri del team FCM. Sicuro che il livello di chi traduce software manuali e wiki sia per forza piu scarso di chi traduce la rivista? Nel caso che lo sia si pensa che gli stessi, interagendo con FCM, non abbiano la capacit di migliorarsi e quindi poter dare un eventuale aiuto? Sicuri anche di non aver niente da imparare da loro? Avendo qualche annetto sul groppone penso di poter affermare che le migliori lezioni in fatto di lavoro non che di vita, siano proprio quelle apprese sul campo seguendo e facendo tesoro delle esperienze di chi ne sa di pi. Questo, secondo me, il senso si interazione e sinergia da milo
Citazione Quello che stiamo cercando di dire noi come Consiglio, che ci sembra che nel gruppo ci sia ancora qualche problema di interazione e qualche problema di gestione che bisognerebbe cercare di dipanare.

A mio avviso la strada migliore per avere un gruppo forte, apprezzato e una rivista sempre

meglio tradotta un Saluto a tutti Ezio


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forkirara
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #22 inserita: 09 Ottobre, 2008, 17:58:05

Ciao a tutti. Vorrei rispondere ad alcune cose, se me lo permettete.


Citazione di: iced - 08 Ottobre, 2008, 09:45:50 Sicuro che il livello di chi traduce software manuali e wiki sia per forza piu scarso di chi traduce la rivista? Nel caso che lo sia si pensa che gli stessi, interagendo con FCM, non abbiano la capacit di migliorarsi e quindi poter dare un eventuale aiuto? Sicuri anche di non aver niente da imparare da loro?

Attenzione! Non ci permetteremmo MAI di dire o di pensare che chi traduce manuali software e wiki sia pi scarso di chi traduce una rivista. Stiamo dicendo che le traduzioni sono di tipo diverso. La nostra richiede pi una conoscenza dei modi di dire, talvolta anche dello slang, mentre quella del software pi tecnica, richiede delle conoscenze di termini ben definiti (tecnici). Non a caso in commercio esistono dizionari generici e dizionari specifici con termini tecnici. Difficilmente nel mondo del lavoro verr chiesto a chi traduce libri di tradurre manuali d'ingegneria, per esempio, e vice versa.
Citazione di: ElleUca - 08 Ottobre, 2008, 12:09:36 Il cambio del gruppo su LP e la benedizione del consiglio a continuare a operare con le attuali modalit?

S, esatto Inoltre la ML assolutamente separata. Sono andata a vedere la ML di l10n e a ottobre ci sono pi del doppio dei messaggi della nostra. Se fossero unite sarebbe un bel problema sia per noi che per loro dover scremare le mail che servono. Molto meglio il sistema attuale. Per quanto riguarda i conflitti interni, sinceramente credo che oggi non ce ne siano, quindi il discorso mi pare superfluo e fuori luogo. Sul passato, come ha sottolineato Flavia, non mi posso pronunciare pi di tanto ma da quello che ho visto, leggendo la ML da novembre 2007, dal 2008 le defezioni sono state legate a mancanza di tempo da dedicare a FCM e NON da conflitti. Credo di aver detto tutto quello che c'era da dire e ora anch'io, come Fabio mi taccio e lascio la parola ai colleghi.
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #23 inserita: 10 Ottobre, 2008, 00:46:40 Citazione di: ElleUca - 08 Ottobre, 2008, 12:09:36 riassunto e considerato analiticamente tutto ci, valutato che l'attuale situazione non n penalizzante, n inefficiente, n irrispettosa, n inadeguata, ricavata la sensazione che se ci sono problemi in FCM non sono risolvibili con una qualche azione "esterna", mi domando: Esattamente, concretamente e pragmaticamente quale la richiesta che il gruppo FCM sta avanzando?

Ciao a tutti. Premettendo che: - faccio parte del gruppo FCM italiano da qualche mese e non ho di certo l'intenzione di andare a vedere le vicende passate - non conosco come funzionano gli altri gruppi - pensiero e obiettivo su cui mi baso sono: "fcm tradotto in italiano UTILE, soprattutto per gli utenti nuovi e/o che non sanno l'inglese" e che: - il gruppo di fatto ha gi spazio e strumenti della/nella comunit ubuntu italia, siamo ben citati nella pagina del gruppo traduzione (!), ma a quanto pare il nostro non ufficiale

riassumo le motivazioni per cui ho trovato UTILE chiedere un riconoscimento UFFICIALE al Consiglio: * rendere i progetti indipendenti dalle persone che ci lavorano e che li gestiscono in modo che tali progetti possano esistere ed evolversi a prescindere dai creatori o dai gestori attuali * garantire ai gruppi di lavoro ampia autonomia nel rispetto della linee guida della comunit

* mantenere traccia di tutte le attivit della comunit e dei gruppi di lavoro per evitare sovrapposizioni e sprechi di risorse * curare i rapporti tra comunit italiana e Canonical tramite dei rappresentanti/contact. * stabilire le linee guida (obiettivi e modalit) dei progetti e dei gruppi di lavoro della comunit * coordinare le diverse attivit ottimizzando gli sforzi e gli impegni * impegnarsi nell'appianare eventuali divergenze di idee e problemi - nel caso sorgessero - tra i gruppi e i membri della comunit * promuovere l'operato della comunit italiana tra le altre comunit internazionali e con la Canonical Ltd. * promuovere attivit tese alla diffusione di Ubuntu Vi sembrano familiari? Bene, mi stato detto che questo era l'obiettivo dell'ufficialit e a me TUTTI questi punti piacciono. Forse semplicemente arrivato il momento di rivedere l'organizzazione e il futuro del gruppo all'interno o sotto lo sguardo di ubuntu italia anche se fcm != ubuntu Perch? Perch utile.

Veniamo al concreto: - unione o separazione dei beni? a me piace l'idea che quando ho dubbi sulla traduzione potrei attingere ad un bacino pi ampio di suggerimenti: la ML pu effettivamente essere snellita e nel caso venisse unificata non basterebbe semplicemente anteporre un FCM nell'oggetto per permettere una rapida identificazione dei messaggi riguardanti FCM? - richiesta in carta bollata? trovo che il metodo applicato finora per l'ingresso nel gruppo sia adeguato (valutazione di alcune prove = "prove sul campo" e poi possibilit di voto da parte di tutti i membri = "democratico"); perch vi sembra "militare"? per quanto riguarda i tempi tenete conto che essendo in pochi abbiamo deciso di prendere solo due candidati per volta e che rispettiamo le scadenze di pubblicazione che ci autoimponiamo per cercare di seguire "ad un passo di distanza" la cadenza mensile della versione originale.

E poi, insomma, dai, vediamo se possiamo avere una sorta di bollino blu... Perch no? Meglio una benedizione in pi che una in meno... In fcm siamo 4 gatti... Suvvia. Ciao!
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #24 inserita: 10 Ottobre, 2008, 00:55:01

Salve, mi inserisco per precisare che personalmente non si tratta di proporre la candidatura per una qualche gratificazione personale. Ho iniziato a tradurre per contribuire ad una "filosofia" (ovviamente quella di Ubuntu) che ritengo valida e continuer a farlo, tempo permettendo, in ogni caso. La posizione di FCM internazionale, se ho ben capito, "svincolata" da altri gruppi. Nel nostro caso credo che la cosa sia diversa, poich l'edizione italiana della rivista necessita di una traduzione e di fatto un gruppo traduzione esiste. Per cui credo sia utile avere una interazione e cooperazione tra i due gruppi, che fanno un lavoro simile e parallelo anche se con sfumature tecniche diverse. Per quanto riguarda le ML non vedo positiva un'unione(solamente da un punto di vista pratico), per la quantit di traffico che si dovrebbe poi smistare, ma proporrei di lasciare il canale -trad in comune: pi di una volta mi capitato di scambiare pareri e consigli utili anche con chi traduceva pacchetti e non solo con i traduttori di FCM. Citando Milo:
Citazione Quello che stiamo cercando di dire noi come Consiglio, che ci sembra che nel gruppo ci sia ancora qualche problema di interazione e qualche problema di gestione che bisognerebbe cercare di dipanare.

Ben vengano consigli e proposte per la risoluzione dei problemi se servono a migliorare il lavoro e l'ambiente del gruppo, ma di preciso a cosa ci si riferisce?Di fatto la mia prima esperienza in una realt simile e non ho altri termini di paragone per farmi un'idea pi chiara. Se si riferisce al discorso delle due prove lascio in breve la mia esperienza, relativamente recente, a riguardo. Senza ripetere i diversi accenni alla qualit gi fatti da altri, vorrei precisare che effettivamente le prove sono due, ma non vedo la rigidit esagerata di cui si parlato. Mi ha sempre lasciato positivamente impressionato il fatto che non si tratta n di un giudizio saccente che si da al candidato n di una sorta di "bocciatura", basti pensare che le poche prove dei candidati che non sono state ritenute positive sono state ugualmente inserite nell'iter che porta alla revisione. Le mie

prove non sono state diverse dal lavoro che poi mensilmente mi trovo tra le mani. Il fatto di essere due tra l'altro permette di misurarsi con articoli e quindi con una lingua con un taglio ed un registro diversi, che magari non sempre si riesce a trovare in un solo numero di FCM. Pi che una strettoia per me stato un aiuto. Spero di esservi stato utile, buon lavoro a tutti. Antonino
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #25 inserita: 10 Ottobre, 2008, 08:20:11 Citazione di: lydya - 10 Ottobre, 2008, 00:46:40 * rendere i progetti indipendenti dalle persone che ci lavorano e che li gestiscono in modo che tali progetti possano esistere ed evolversi a prescindere dai creatori o dai gestori attuali * garantire ai gruppi di lavoro ampia autonomia nel rispetto della linee guida della comunit * mantenere traccia di tutte le attivit della comunit e dei gruppi di lavoro per evitare sovrapposizioni e sprechi di risorse * curare i rapporti tra comunit italiana e Canonical tramite dei rappresentanti/contact. * stabilire le linee guida (obiettivi e modalit) dei progetti e dei gruppi di lavoro della comunit * coordinare le diverse attivit ottimizzando gli sforzi e gli impegni * impegnarsi nell'appianare eventuali divergenze di idee e problemi - nel caso sorgessero - tra i gruppi e i membri della comunit * promuovere l'operato della comunit italiana tra le altre comunit internazionali e con la Canonical Ltd. * promuovere attivit tese alla diffusione di Ubuntu

Lydya, questi sono i compiti del Consiglio, e mi sembra che siano stati tutti espletati, anche nei confronti del vostro gruppo e della vostra attivit.
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #26 inserita: 10 Ottobre, 2008, 11:03:02 Citazione di: forkirara - 09 Ottobre, 2008, 17:58:05

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Stiamo dicendo che le traduzioni sono di tipo diverso. La nostra richiede pi una conoscenza dei modi di dire, talvolta anche dello slang, mentre quella del software pi tecnica, richiede delle conoscenze di termini ben definiti (tecnici).

Penso che i meriti o demeriti e i differenti scopi delle traduzioni siano ora ampiamente chiari...
Citazione di: forkirara - 09 Ottobre, 2008, 17:58:05

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Inoltre la ML assolutamente separata. Sono andata a vedere la ML di l10n e a ottobre ci sono pi del doppio dei messaggi della nostra. Se fossero unite sarebbe un bel problema sia per noi che per loro dover scremare le mail che servono. Molto meglio il sistema attuale.

S, il traffico sulla mailing list l10n cos alto ora perch pare ci sia un rilascio a fine ottobre. Sul lungo tempo il traffico maggiore generato dalla mailing list di FCM.
Citazione di: forkirara - 09 Ottobre, 2008, 17:58:05 Per quanto riguarda i conflitti interni, sinceramente credo che oggi non ce ne siano, quindi il discorso mi pare superfluo e fuori luogo.

Sinceramente non del tutto fuori luogo. Conflitti oggi non ce ne sono, ma in passato ce ne sono stati (pubblici o non pubblici) e a quanto pare ce ne sono stati anche di recente, quindi penso sia un fatto abbastanza importate da tenere in considerazione. Ok che, in generale, sono quasi stati risolti internamente, per possono portare a dissapori e non dare un bel esempio di un buon ambiente di lavoro.
Citazione di: lydya - 10 Ottobre, 2008, 00:46:40 Forse semplicemente arrivato il momento di rivedere l'organizzazione e il futuro del gruppo all'interno o sotto lo sguardo di ubuntu italia anche se fcm != ubuntu Perch? Perch utile.

Nessuno, di certo, ha mai detto che non sia utile.


Citazione di: lydya - 10 Ottobre, 2008, 00:46:40 Veniamo al concreto: - unione o separazione dei beni? a me piace l'idea che quando ho dubbi sulla traduzione potrei attingere ad un bacino pi ampio di suggerimenti: la ML pu effettivamente essere snellita e nel caso venisse unificata non basterebbe semplicemente anteporre un FCM nell'oggetto per permettere una rapida identificazione dei messaggi riguardanti FCM?

Strada gi provata... se ne hai voglia prova a controllare negli archivi...


Citazione di: lydya - 10 Ottobre, 2008, 00:46:40 - richiesta in carta bollata? trovo che il metodo applicato finora per l'ingresso nel gruppo sia adeguato (valutazione di alcune prove = "prove sul campo" e poi possibilit di voto da parte di tutti i membri = "democratico"); perch vi sembra "militare"?

Per me, c' troppa ampollosit e cerimoniosit in quello che si fa, militare non nel senso di "paraocchi" e "testa inquadrata". Delle regole precise sono necessarie, ma per me dovrebbero essere meno prolisse e pi dirette.

Citazione di: elw0od - 10 Ottobre, 2008, 00:55:01 Per quanto riguarda le ML non vedo positiva un'unione(solamente da un punto di vista pratico), per la quantit di traffico che si dovrebbe poi smistare, ma proporrei di lasciare il canale -trad in comune: pi di una volta mi capitato di scambiare pareri e consigli utili anche con chi traduceva pacchetti e non solo con i traduttori di FCM.

Il canale IRC penso sia appurato che rester solo quello, anche se in passato era stato chiesto di averne uno dedicato a FCM.
Citazione di: elw0od - 10 Ottobre, 2008, 00:55:01 Ben vengano consigli e proposte per la risoluzione dei problemi se servono a migliorare il lavoro e l'ambiente del gruppo, ma di preciso a cosa ci si riferisce?

Cercare di snellire le regole. Non sto dicendo di rivoluzionarle, ma cercare anche solo di renderle meno prolisse e forse anche un po' pi flessibili. Proposte per la risoluzione dei problemi... gi la risoluzione di un problema un problema... il punto qui che dipende molto dalle persone... e noi non possiamo cambiarle. Se all'interno del gruppo si creano spesso dei problemi o attriti, beh, credo ci sia un problema di fondo nel gruppo stesso. Qual ? Io non te lo so dire. Noi, principalmente, possiamo risolvere il problema quando presente, chi all'interno del gruppo dovrebbe conoscere meglio la situazione e in questi casi cercare di risolverla dall'interno anche esternandola.
Citazione di: forkirara - 09 Ottobre, 2008, 17:58:05 Citazione di: ElleUca - 08 Ottobre, 2008, 12:09:36 Il cambio del gruppo su LP e la benedizione del consiglio a continuare a operare con le attuali modalit?

S, esatto Citazione di: lydya - 10 Ottobre, 2008, 00:46:40 E poi, insomma, dai, vediamo se possiamo avere una sorta di bollino blu... Perch no? Meglio una benedizione in pi che una in meno...

Se il tutto si riduce a questo, beh... io allora non ho capito proprio un bel niente... (qualcun altro di mia conoscenza aggiungerebbe anche "ma c' qualche cosa che non quadra"). Personalmente, per quanto detto sopra e per come la vedo io, non sono ancora molto propenso per questa (a sto punto fantomatica) "ufficialit".
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #27 inserita: 10 Ottobre, 2008, 14:06:43

leggo solo ora questa discussione, sono uno degli utenti che da pi tempo si occupan di FCM e quindi ho visto davvero crescere il gruppo. Onestamente, per quanto riguarda l'ufficialit, ma di che cosa stiamo parlando esattamente? Detto in due parole, che cosa ci rende/non ci rende ufficiali? Per quanto riguarda il rapporto con il gruppo -trad: a) ottima idea quella di dividere le ML e vorrei potesse rimanere cos, sono iscritto ad entrambe anche se su quella del gruppo trad non scrivo mai quindi posso di certo dimostrare numeri alla mano che il traffico FCM non sovrasta certo quella del gruppo trad e Milo per favore non parlare del rilascio di Intrepid per il traffico in crescita, non tutto viene aggiornato e lo sai benissimo mentre per noi con ogni numero il lavoro ricomincia da zero. Inoltre, tra discussioni fra i membri, domande dei nuovi candidati, aiuti nelle traduzioni e perfino incontri per decidere il da farsi non mi sembra che ci sia poco da scrivere in ML. Da qualche mese abbiamo ridotto ulteriormente il traffico perch le modalit di lavoro ormai sono rodate e non utilizziamo pi la ML per avvisare delle traduzioni e revisioni completate. Il traffico in ML FCM lo creano per lo pi gli avvisi wiki (volontariamente modificabili da qualunque utente) e quelli LP (che non so se da noi sono modificabili ma si parla comunque di circa 20/30 messaggi al mese al massimo, uno a giorno...) b) canale di traduzione comune: ok! Siamo pochi (sia come traduttori FCM sia come traduttori Ubuntu) e non tutti usano il canale, le competenze possono essere diverse ma un aiuto pu sempre servire, tant' che il pi delle volte l'aiuto riguarda la traduzione di termini tecnici (sono uno dei pochi che spesso in chan e lo affermo con cognizione di causa) e l'uso ufficiale o ufficioso che se ne fa nella distro quindi ben vengano in aiuto i membri del gruppo traduzione. c) Conflitti: punto spinoso, io come al solito casco dal pero e ne vengo a conoscenza quando troppo tardi per fare qualcosa di serio, i conflitti ci sono sempre e ovunque, basta spiegarsi. Difficile ricondurre le varie defezioni ad un unico motivo, forse e dico forse tra le molte concause la pi banale (e probabilmente pi vera) recita "ma chi me lo fa fare?" A nessuno piace farsi il sangue amaro, specie per un impegno volontario. Ora, quello che mi piacerebbe capire perch ce lo si fa, che cos' che non va ESATTAMENTE secondo voi? d) regole d'accesso marziali: bene, essendo io finora l'unico membro FCM che, salvo rare emergenze, si occupa solo ed esclusivamente delle revisioni (senza altri incarichi) posso scrivere e ripetere mille volte che un articolo tradotto male inservibile, mi capitato troppe volte, specie agli inizi, di dovere riscrivere da zero un articolo gi tradotto e consegnato (molto spesso in ritardo). Volendo posso essere d'accordo sul modificare le modalit di traduzione e revisione (chi

ha un metodo migliore della wiki si faccia avanti ma se queste funzionano bene perch cambiarle?) ma non sono assolutamente d'accordo nel cambiare di una virgola i modi di giudizio di un candidato. Nei commenti sopra hanno gi scritto molti punti a favore del nostro metodo, non li ripeto. Aggiungo solo che, a differenza della traduzione di una guida dalla wiki internazionale (cosa che molti ragazzi del gruppo traduzione fanno), noi di FCM abbiamo tempi molto pi rigidi e stretti da rispettare e se facciamo un errore quello e quello rimane. Una pagina wiki pu essere cambiata e aggiornata al volo e anzi chi la usa sa gi che questa una particolarit della wiki, un pdf purtroppo molto pi rigido e a meno che non si tratti di errori clamorosi non vorrei dover contattare Ronnie per far sostituire il pdf ogni volta. e) quando parlate di cambiamenti nell'organizzazione che cosa intendete? L'attuale organizzazione venuta a formarsi nei vari mesi di tentativi e li ho vissuti tutti io stesso; certamente il gruppo migliorabile ma non credo in maniera radicale, voi che cosa proponete?=O) lo chiedo perch vorrei sapere una volta per tutte che cosa, secondo voi, non va nel gruppo FCM, siate chiari una buona volta. f) Per quanto riguarda le onorificenze, sulla mia medaglia d'oro scrivete pure "Gran Cav. Leopoldo Bloom" XD. Personalmente non mi interessa pi di tanto sapere che qualcuno mi grato o no per quello che faccio in FCM. Quando ho appoggiato l'idea di aggiungere una pagina traduttori sono stato anche il solo (se ben ricordo) a citare un'idea di onest intellettuale che avrebbe portato a specificare non solo chi siano i collaboratori italiani di FCM ma perfino chi ha tradotto e revisionato che cosa. Per ora nell'ultima pagina della rivista compaiono mensilmente i nomi di tutti i membri del nostro gruppo che hanno collaborato per far uscire l'edizione. my two cents e scusatemi per la prolissit vito

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #28 inserita: 10 Ottobre, 2008, 16:36:58 Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 14:06:43

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leggo solo ora questa discussione, sono uno degli utenti che da pi tempo si occupan di FCM e quindi ho visto davvero crescere il gruppo. Onestamente, per quanto riguarda l'ufficialit, ma di che cosa stiamo parlando esattamente? Detto in due parole, che cosa ci rende/non ci rende ufficiali?

A quanto pare l'appartenenza a questo gruppo: https://launchpad.net/~ubuntu-it


Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 14:06:43 Per quanto riguarda il rapporto con il gruppo -trad: a) ottima idea quella di dividere le ML e vorrei potesse rimanere cos, sono iscritto ad entrambe anche se su quella del gruppo trad non scrivo mai quindi posso di certo dimostrare numeri alla mano che il traffico FCM non sovrasta certo quella del gruppo trad e Milo per favore non parlare del rilascio di Intrepid per il traffico in crescita, non tutto viene aggiornato e lo sai benissimo mentre per noi con ogni numero il lavoro ricomincia da zero.

Sono iscritto anche io a entrambe, anche se di una ora ho disabilitato il traffico perch non ho tempo per seguirla e perch il traffico mi pare(va) altamente superfluo, e ti posso garantire che il traffico su quella l10n aumenta, solitamente, in modo sensibile durante le fasi di rilascio, a cavallo circa di un mese prima, per poi scemare durante gli altri periodi. Ci sono stati periodi in cui ci si chiedeva se la mailing list funzionasse da quanto poco ce n'era. FCM ha un traffico costante spalmato su un periodo pi ampio, l10n ha un maggiore traffico/giorno in certi periodi. Non capisco cosa centri il fatto che non si debba aggiornare tutto da capo o meno con il traffico... io non ho detto che c' "troppo traffico" nella mailing list FCM, ho detto che c' "troppo traffico spesso superfluo", che la mailing list sembra usata come mail privata e che c' un cattivo uso dello strumento stesso.
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 14:06:43 Inoltre, tra discussioni fra i membri, domande dei nuovi candidati, aiuti nelle traduzioni e perfino incontri per decidere il da farsi non mi sembra che ci sia poco da scrivere in ML.

Qualcuno mi deve spiegare che cos' una riunione/incontro in mailing list perch io veramente inizio a non capirci pi niente...
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 14:06:43 c) Conflitti: punto spinoso, io come al solito casco dal pero e ne vengo a conoscenza quando troppo tardi per fare qualcosa di serio, i conflitti ci sono sempre e ovunque, basta spiegarsi. Difficile ricondurre le varie defezioni ad un unico motivo, forse e dico forse tra le molte concause la pi banale (e probabilmente pi vera) recita "ma chi me lo fa fare?" A nessuno piace farsi il sangue amaro, specie per un impegno volontario. Ora, quello che mi piacerebbe capire perch ce lo si fa, che cos' che non va ESATTAMENTE secondo voi?

Incapacit di spiegarsi o di farsi capire? Eccessiva "cerimoniosit" nei messaggi in mailing list che lascia, forse, interdetto pi di qualcuno? Il fatto che ogni tot ci siano stati dei problemi di scontri tra delle persone?

Ma forse mi sbaglio e il mio metro di valutazione totalmente diverso da quanto la gente vuole perch a quanto pare a tutti gli altri sembra che problemi non ce ne siano...
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 14:06:43 d) regole d'accesso marziali: bene, essendo io finora l'unico membro FCM che, salvo rare emergenze, si occupa solo ed esclusivamente delle revisioni (senza altri incarichi) posso scrivere e ripetere mille volte che un articolo tradotto male inservibile, mi capitato troppe volte, specie agli inizi, di dovere riscrivere da zero un articolo gi tradotto e consegnato (molto spesso in ritardo). Volendo posso essere d'accordo sul modificare le modalit di traduzione e revisione (chi ha un metodo migliore della wiki si faccia avanti ma se queste funzionano bene perch cambiarle?)

Un metodo c'era ed anche usato in altri gruppi di traduzione, solo che qui, a quanto pare, non si in grado di usarlo (perch si provato a usarlo): revisione in mailing list delle traduzioni. - Non serve iscriversi al wiki e imparare a usare il wiki - Si posso fare le revisione fuori rete - Tutti possono fare le revisioni visto che tutti sono iscritti alla mailing list (salvo e concesso che abbiano la voglia di farle) - Resta traccia (facilmente accessibile) di traduzioni e revisioni necessario per saper usare bene lo strumento email... cosa forse non cos banale...
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 14:06:43 Nei commenti sopra hanno gi scritto molti punti a favore del nostro metodo, non li ripeto. Aggiungo solo che, a differenza della traduzione di una guida dalla wiki internazionale (cosa che molti ragazzi del gruppo traduzione fanno)

E anche non del gruppo traduzione, ma non un male...


Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 14:06:43 noi di FCM abbiamo tempi molto pi rigidi e stretti da rispettare e se facciamo un errore quello e quello rimane. Una pagina wiki pu essere cambiata e aggiornata al volo e anzi chi la usa sa gi che questa una particolarit della wiki, un pdf purtroppo molto pi rigido e a meno che non si tratti di errori clamorosi non vorrei dover contattare Ronnie per far sostituire il pdf ogni volta. e) quando parlate di cambiamenti nell'organizzazione che cosa intendete? L'attuale organizzazione venuta a formarsi nei vari mesi di tentativi e li ho vissuti tutti io stesso; certamente il gruppo migliorabile ma non credo in maniera radicale, voi che cosa proponete?=O) lo chiedo perch vorrei sapere una volta per tutte che cosa, secondo voi, non va nel gruppo FCM, siate chiari una buona volta.

Mi pare sia gi stato scritto e anche abbastanza chiaramente. Comunque, per me: - Un cattivo uso degli strumenti a disposizione - Un'eccessiva (inutile) prolissit in tutto quello che si fa - Facilit, secondo me, alle incomprensioni che possono sfociare in malumori - Regole un po' troppo prolisse che si potrebbe (e penso si possa) cercare di semplificare senza comprometterne l'efficacia
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #29 inserita: 10 Ottobre, 2008, 17:40:15

allora provo a rispondere un po' a tutto per quanto ne so: 1) Riunioni in ML. Molti membri di FCM non riescono ad essere in chan, proprio non ce la si fa ad organizzare un incontro in canale irc di un paio d'ore e quindi una volta (o forse due ora non ricordo) abbiamo organizzato una discussione via ML, il traffico impazzito, non stato facile seguire ma si fatto anche questo. Perch? Proprio per semplificare la vita ai membri del gruppo, per venire loro incontro. 2) https://launchpad.net/~ubuntu-it. Ok noi di fcm non ci siamo ma neppure il gruppo trad mi sembra, come mai? Mi avevano detto che i membri del trad non avevano accettato qualcosa ma che cosa esattamente? Per rientrare come gruppo FCM in pratica che cosa dobbiamo fare? 3) Sul "traffico spesso superfluo" non saprei, ho visto anche io un paio di email che forse sarebbe stato meglio rimanessero in privato ma non ne farei un caso nazionale e non mi sembra abbiano causato chiss che danno alla ML e comunque erano un paio. Ripeto, da parte nostra abbiamo gi provato a limitare al minimo gli scambi in ML, quando aumentano sono soprattuto per via dei rilasci mensili (e relativi aggiornamenti di LP e wiki) e per lo meno per uqanto riguarda moinmoin so come si pu limitare l'invio di notifiche, per LP non lo so e non dico nulla. La riunione in ML stata un'extrema ratio, altre vie non ne abbiam trovate all'epoca. Se c' del traffico in ML vuol dire che ci sono discussioni che servono al progetto, se il gruppo -trad discute di meno (ma non mi sembra proprio) non vedo il problema n capisco perch noi dovremmo fare altrettanto. Per quanto riguarda i rilasci, il gruppo -trad, se non sbaglio, ne ha due all'anno, noi 12, penso si spieghi da s la questione. 4) Sulla cerimoniosit delle email. Se mi portassi degli esempi pratici te ne sarei grato, per quanto ne so la ML ha un uso meramente pratico per noi... salvo alcuni rarissimi casi (tra i quali le email che sarebbero dovute rimanere in privato) non mi mai sembrato di scambiare messaggi con Leopoldo d'Austria. 5) Gli scontri non che si ripresentano ogni tot, son sempre quelli, irrisolti, che c'erano gi prima. Per quel poco che ho seguito io (di solito salto a pi pari qualunque discussione in merito) si trattava di discussioni NON per il bene del progetto quindi poco interessanti/utili/pragmatiche. A costo di essere poco diplomatici, ci vuole tanto esser chiari per una volta?

6) credo di non aver bisogno di lezioni riguardo all'uso di una email, il metodo di revisione in ML l'abbiamo gi provato diverse volte, per testi di quella lunguezza e cos complessi e frequenti non fattibile. Lo si pu fare, certo, ma a costo di impazzire nei thread e non mi sembra proprio di essere un incompetente nell'impiego della ML (n tantomeno reputo tali i miei colleghi). Tra l'altro ti contraddici da solo se prima scrivi che non bisogna imparare ad usare la wiki e subito dopo affermi che usare una email non facile... qualcosa si dovr pure imparare, no?

7) Perch scrivi "cattivo uso degli strumenti a disposizione"? cattivo per chi? Visto da dentro ti posso assicurare che il progetto per come strutturato a prova di bomba, sono i membri a non esserlo:D Perch staremmo usando male gli strumenti a nostra disposizione? Regole prolisse: ok, dove? Finora la sola "regola prolissa" chiamata in causa direttamente stata la modalit di verifica dei candidati, peraltro nessuno dei candidati finora si mai lamentato, abbiamo gi spiegato perch si scelto quel modo di fare e i vantaggi di impiegarlo. Altre "regole troppo prolisse"? 9) Malumori et similia: non dipendono certo dalle regole ma dai comportamenti umani, possiamo mettere mille paletti ma se non proviamo ad essere pi tolleranti e soprattutto a chiarirsi fin da subito non si va da nessuna parte. Incaponirci nella nostra opinione non ci fa neppure tentare di ascoltare gli altri per il bene del progetto. vito

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #30 inserita: 10 Ottobre, 2008, 19:23:53 Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 4) Sulla cerimoniosit delle email. Se mi portassi degli esempi pratici te ne sarei grato, per

Guarda, un esempio fresco fresco: "Quello che affermi corrisponde a verit. Ti ringrazio ancora per la tua precisazione e correttezza, presente anche durante i lavori di questo gruppo." Io cos ci parlo solo con Cristina di Svezia. Edit: dimenticavo...
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 6) credo di non aver bisogno di lezioni riguardo all'uso di una email,

Secondo me Milo si riferiva all'uso eccessivo dell'interfaccia web di Gmail, che in effetti poco rispettosa della netiquette lo
Ultima modifica: 10 Ottobre, 2008, 19:27:15 da ElleUca Registrato

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #31 inserita: 10 Ottobre, 2008, 19:51:07

probabilmente quella risposta celava dell'ironia, non credi? O forse solo una pura e semplice presa di distanza. I fatti sono pi o meno noti a tutti, non mi ci metto in mezzo, quella discussione avrei preferito fosse rimasta privata. Non so neppure che cosa sia l'interfaccia di gmail n che problemi dia con la Netiquette ma anche se cos fosse sarebbe il problema di un singolo utente, mica di un gruppo o.O non riesco a credere che sia davvero questa la grande questione... o c' altro dietro che non volete dire? Inoltre, anche se fosse, il problema sarebbe di chi usa la ML, finora nessuno degli utenti se n' lamentato e anzi la ML fa ancora il suo sporco lavoro, mesi fa ci fu una discussione aperta da alcuni utenti esterni al gruppo (se ben ricordo) riguardo alle citazioni ma alla fine non sono anche quelli inutili formalismi? Io sono per la praticit. Uno degli attacchi che ci state facendo non proprio il fatto di essere troppo complessi? Bella coerenza...

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #32 inserita: 10 Ottobre, 2008, 19:54:24 Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 19:51:07 Uno degli attacchi che ci state facendo non proprio il fatto di essere troppo complessi? Bella coerenza...

Gradirei che fossi pi chiaro sulle persone a cui ti stai riferendo. Chi quel "ci state"? Chi dimostra poca coerenza?

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #33 inserita: 10 Ottobre, 2008, 20:03:56

beh anche solo a prendere questa discussione come punto di riferimento: tu Saltydog, MDKE e Milo tanto per cominciare, non siete stati proprio voi a proporre una semplificaizone delle regole o a supportarla? Qui mi sembra di vedere tanti maestri ma pochi che provino davvero a fare qualcosa... da stamane che ho posto una domanda e nessuno mi ha ancora degnato di risposta, com' che possiamo, secondo voi, semplificare queste astruse regole? E anzi ancora prima: in che cosa, di grazia, sarebbero astruse le nostre "regole"?

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #34 inserita: 10 Ottobre, 2008, 20:05:19 Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 20:03:56 beh anche solo a prendere questa discussione come punto di riferimento: tu Saltydog, MDKE e Milo tanto per cominciare, non siete stati proprio voi a proporre una semplificaizone delle regole o a supportarla?

Per quanto mi riguarda, oltre maleducato, stai anche diventando offensivo. Ci hai detto che "stiamo attaccando", mentre stiamo solo partecipando a un dibattito. E ci hai dato gratuitamente degli incoerenti.

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #35 inserita: 10 Ottobre, 2008, 20:09:19

e come mai sarei maleducato od offensivo? Solo perch reitero nel chiedere delle (giuste) risposte a delle domande che toccano me personalmente e il mio operato? O perch ho citato te? Se vuoi riporto le tue parole una per una ma credo che basti andare a rileggere la prima pagina della discussione, in particolare i commenti del 6 ottobre. vito

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #36 inserita: 10 Ottobre, 2008, 20:11:05 Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 20:09:19

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e come mai sarei maleducato od offensivo? Solo perch reitero nel chiedere delle (giuste) risposte a delle domande che toccano me personalmente e il mio operato? O perch ho citato te? Se vuoi riporto le tue parole una per una ma credo che basti andare a rileggere la prima pagina della discussione, in particolare i commenti del 6 ottobre. vito

Infatti. Quelli sono pareri e come tali li devi rispettare. Come io rispetto i tuoi. Non sono d'accordo ma non ti ho dato del cretino (almeno finora)

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #37 inserita: 10 Ottobre, 2008, 20:19:43

e non te l'ho dato nemmeno io (mentre dalle parole di Milo in un commento di stamane invece si capisce ben altro... o forse sono aolo io a leggerci dell'altro...). Li rispetto a tal punto da citarli per sostenere i miei, se poi le conclusioni a cui giungo non sono le stesse che hai tu che ci posso fare

Io ho solo letto i tuoi commenti che appoggiavano le parole di Milo e Mike e li ho indirettamente ripresi, sta l la mia maleducazione? Una citazione con tanto di quote tag sarebbe stata pi indolore? Sono pareri i tuoi come i miei, io ne ho richiesti un bel po' finora e mi sembra di essere stato anche piuttosto chiaro e diretto ma non certo maleducato, altrimenti sono pronto a esplicitare qualunque mia domanda in una forma migliore, forse a furia di parlare tedesco non conosco pi la mia lingua madre abbastanza bene da porre una decina di domandeXD

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #38 inserita: 10 Ottobre, 2008, 20:45:33 Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 19:51:07 probabilmente quella risposta celava dell'ironia, non credi? O forse solo una pura e semplice presa di distanza. I fatti sono pi o meno noti a tutti, non mi ci metto in mezzo, quella discussione avrei preferito fosse rimasta privata.

Volevi un esempio di cerimoniosit, ho dovuto solo leggere la penultima email nell'archivio della m-l. Che ci fosse ironia o distacco, questo lo sa solo chi l'ha scritto. Di certo non serviva puntualizzare la puntualizzazione e ringraziare per averla puntualizzata, tale atteggiamento IMHO cerimonioso.
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 19:51:07 Non so neppure che cosa sia l'interfaccia di gmail n che problemi dia con la Netiquette ma anche se cos fosse sarebbe il problema di un singolo utente, mica di un gruppo o.O non riesco a credere che sia davvero questa la grande questione... o c' altro dietro che non volete dire?

Se l'hai preso come attacco personale, sei completamente fuori scala, stavo scherzano e cercando di smorzare i toni che avevi un po' acceso con credo di non aver bisogno di lezioni riguardo all'uso di una email.
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 2) https://launchpad.net/~ubuntu-it. Ok noi di fcm non ci siamo ma neppure il gruppo trad mi sembra, come mai? Mi avevano detto che i membri del trad non avevano accettato qualcosa ma che cosa esattamente? Per rientrare come gruppo FCM in pratica che cosa dobbiamo fare?

Al di l della attuale scollamento tra quanto dice (o sembra dire) launchpad e quanto [http://www.ubuntu-it.org/index.php?page=Struttura_Com effettivamente ] in seno alla comunit, il gruppo traduzione c', basta che quardi [https://launchpad.net/~ubuntu-it/+members qui]. Come ho detto per, quanto dichiarato al momento da launchpad non coincide con quella che l'attuale struttura della comunit italiana. Da quel che so, stiamo cercando di chiarire quali "errori" ci sono su LP e cercando di correggeli.
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #39 inserita: 10 Ottobre, 2008, 20:57:27

bene! Almeno qualche risposta =O) parto dalla fine: quali sarebbero questi errori? Noi come gruppo che dobbiamo fare?(dando per scontato che le modalit di FCM cos come sono ci vanno in linea di massima pi che bene)

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La mia affermazione riguardo all'uso dell'email era legata a questa frase di Milo:" necessario per saper usare bene lo strumento email... cosa forse non cos banale..." preceduto da un piuttosto chiaro "o non si in grado di usarlo". Ora, magari non capisco granch d'informatica ma l'Italiano la mia professione, oltre che la mia lingua madre, e dietro quelle parole non certo difficile leggerci un attacco neanche troppo velato alle nostre competenze tecniche. Per quanto riguarda l'email, come ho scritto sopra, a parer mio rientra tra quelle che non sarebbero mai dovute essere di dominio pubblico, di solito le salto a pi pari. In effetti, se non prendo in considerazione le email che hanno a che fare con le discussioni dai toni troppo accesi (una patina di diplomazia non nasconde molto), non trovo nessuna email troppo superflua. La mia prima email "superflua" riguarda un augurio di pronta guarigione ad un membro del gruppo e un'altra un saluto ad un membro che ha deciso di lasciare, forse per qualcuno possono essere inutili, per me no. Si chiamano rapporti interpersonali XD

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #40 inserita: 10 Ottobre, 2008, 22:00:27 Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15

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1) Riunioni in ML. Molti membri di FCM non riescono ad essere in chan, proprio non ce la si fa ad organizzare un incontro in canale irc di un paio d'ore e quindi una volta (o forse due ora non ricordo) abbiamo organizzato una discussione via ML, il traffico impazzito, non stato facile seguire ma si fatto anche questo. Perch? Proprio per semplificare la vita ai membri del gruppo, per venire loro incontro.

Quindi una normale discussione come tutte le altre, nulla di pi nulla di meno.
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 Mi avevano detto che i membri del trad non avevano accettato qualcosa ma che cosa esattamente?

Scusa, ma a cosa ti riferisci?


Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 Per rientrare come gruppo FCM in pratica che cosa dobbiamo fare?

Gi partecipare a questa discussione qualcosa. Che poi porti da qualche parte un altro discorso.
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 3) Sul "traffico spesso superfluo" non saprei, ho visto anche io un paio di email che forse sarebbe stato meglio rimanessero in privato ma non ne farei un caso nazionale e non mi sembra abbiano causato chiss che danno alla ML e comunque erano un paio. Ripeto, da parte nostra abbiamo gi provato a limitare al minimo gli scambi in ML, quando aumentano sono soprattuto per via dei rilasci mensili (e relativi aggiornamenti di LP e wiki) e per lo meno per uqanto riguarda moinmoin so come si pu limitare l'invio di notifiche,

Su moinmoin, in linea di massima, o ci sono le notifiche o non ci sono (poi dipende se uno vuole le notifiche anche per le "modifiche banali").
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 per LP non lo so e non dico nulla.

Anche su Launchpad, in linea di massima, o ci sono o non ci sono. Dipende dalle impostazione del gruppo su Launchpad e a chi impostato l'invio delle mail (o tutti i membri del gruppo indifferentemente o la mail generale del gruppo e mi pare anche sia possibile a ogni membro scegliere singolarmente le impostazioni).
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 La riunione in ML stata un'extrema ratio, altre vie non ne abbiam trovate all'epoca. Se c' del traffico in ML vuol dire che ci sono discussioni che servono al progetto, se il gruppo -trad discute di meno (ma non mi sembra proprio) non vedo il problema n capisco perch noi dovremmo fare altrettanto. Per quanto riguarda i rilasci, il gruppo -trad, se non sbaglio, ne ha due all'anno, noi 12, penso si spieghi da s la questione.

Nessuno, in questa discussione, ha messo in dubbio l'enorme lavoro che c' dietro la realizzazione della traduzione di FCM. Iniziare a fare paragoni sui due gruppi in questi termini penso non sia la strada migliore per discutere.
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 4) Sulla cerimoniosit delle email. Se mi portassi degli esempi pratici te ne sarei grato,

Questo ci che io reputo "cerimonioso": http://www.freelists.org/archives/ubuntu-it-fcm/10-2008/msg00038.html http://www.freelists.org/archives/ubuntu-it-fcm/09-2008/msg00322.html http://forum.ubuntu-it.org/index.php/topic,221374.msg1511381.html#msg1511381 Messaggi che a me sembrano volutamente "forzati"...
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 5) Gli scontri non che si ripresentano ogni tot, son sempre quelli, irrisolti, che c'erano gi prima.

Che forse peggio del ripetersi ogni tot... se non si riescono a risolvere credo a questo punto ci sia un problema di fondo nel gruppo... Ma come ho gi detto, forse mi sbaglio, perch a quanto pare il/al gruppo va bene...
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15

Per quel poco che ho seguito io (di solito salto a pi pari qualunque discussione in merito) si trattava di discussioni NON per il bene del progetto quindi poco interessanti/utili/pragmatiche.

Non interessanti forse per te, secondo me lo sono e fanno parte della vita del gruppo stesso. Sono importanti per il progetto e per il gruppo, per la sua crescita e il suo bene e penso che tutti dovrebbero prendervi parte.
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 A costo di essere poco diplomatici, ci vuole tanto esser chiari per una volta?

Non questione di "diplomatici" o no, questione che le stesse cose erano state gi dette all'interno di altri messaggi se non da me anche da altri.
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 6) credo di non aver bisogno di lezioni riguardo all'uso di una email,

Non mi sembra di avertene date e di sicuro non era/ mio intento.


Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 il metodo di revisione in ML l'abbiamo gi provato diverse volte, per testi di quella lunguezza e cos complessi e frequenti non fattibile. Lo si pu fare, certo, ma a costo di impazzire nei thread e non mi sembra proprio di essere un incompetente nell'impiego della ML (n tantomeno reputo tali i miei colleghi).

Ho revisionato e fatto revisionare, su altre mailing list, traduzioni ben pi lunghe di un articolo di FCM (compiz, compiz-fuzion, monodevelop, anjuta e anche le traduzioni di vari manuali), con testo inglese e italiano assieme e non mai "impazzito" alcun thread (e nel caso qualcuno faccia impazzire un thread, di solito non si molto clementi come da altre parti). Far impazzire il thread vuol dire non riuscire ad applicare correttamente le poche regole di listiquette che esistono; questo per me vuol dire "non si in grado di usarlo".
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 Tra l'altro ti contraddici da solo se prima scrivi che non bisogna imparare ad usare la wiki e subito dopo affermi che usare una email non facile... qualcosa si dovr pure imparare, no?

No non una contraddizione, una constatazione proprio per quanto ho detto appena sopra. E sono fermamente convinto che sia molto pi facile scrivere un'email che imparare a usare correttamente uno strumento come un wiki e magari anche la sua sintassi. L'email uno strumento pi vecchio e di utilizzo molto pi comune e radicato dei wiki (per i "giovani" d'oggi forse sono Facebook e i servizi di messaggistica istantanea a essere pi radicati, ma non mi sembrano degli ottimi strumenti collaborativi).
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 7) Perch scrivi "cattivo uso degli strumenti a disposizione"? cattivo per chi? Visto da dentro ti posso assicurare che il progetto per come strutturato a prova di bomba, sono i membri a non esserlo:D Perch staremmo usando male gli strumenti a nostra disposizione?

Forse "cattivo" non l'aggettivo migliore, "non ottimale" pu andare meglio. Gli strumenti, secondo me, sono usati male per: - listiquette - notifiche e quanto altro - anche l'utilizzo dei bug, a mio parere, discutibile
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 Regole prolisse: ok, dove? Finora la sola "regola prolissa" chiamata in causa direttamente stata la modalit di verifica dei candidati, peraltro nessuno dei candidati finora si mai lamentato, abbiamo gi spiegato perch si scelto quel modo di fare e i vantaggi di impiegarlo. Altre "regole troppo prolisse"?

Questo per me un esempio di regola prolissa (e anche superflua): http://wiki.ubuntu-it.org /Fcm/Attivita#regole E anche questo: http://wiki.ubuntu-it.org/Fcm/Partecipare#regole Il mio metro di paragone questo: http://wiki.ubuntu-it.org/GruppoTraduzione#moduli
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 17:40:15 9) Malumori et similia: non dipendono certo dalle regole ma dai comportamenti umani, possiamo mettere mille paletti ma se non proviamo ad essere pi tolleranti e soprattutto a chiarirsi fin da subito non si va da nessuna parte. Incaponirci nella nostra opinione non ci fa neppure tentare di ascoltare gli altri per il bene del progetto.

quello che, in teoria, si sta cercando di fare con questa discussione...


Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 20:57:27 quali sarebbero questi errori?

L'errore su Launchpad se ho capito bene cosa intende Luca.


Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 20:57:27 Noi come gruppo che dobbiamo fare?(dando per scontato che le modalit di FCM cos come sono ci vanno in linea di massima pi che bene)

Per me, cercare di risolvere i "problemi" che ti ho elencato in uno degli altri messaggi e ci non vuol per forza dare per scontato che tutto possa andar bene.
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 20:57:27 La mia affermazione riguardo all'uso dell'email era legata a questa frase di Milo:" necessario per saper usare bene lo strumento email... cosa forse non cos banale..." preceduto da un piuttosto chiaro "o non si in grado di usarlo". Ora, magari non capisco granch d'informatica ma l'Italiano la mia professione, oltre che la mia lingua madre, e dietro quelle parole non certo difficile leggerci un attacco neanche troppo velato alle nostre competenze tecniche.

Per quanto ho scritto sopra e relativo a quell'argomento, per me s, mi ripeto, non c' un ottimale uso degli strumenti.
Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 20:57:27

Per quanto riguarda l'email, come ho scritto sopra, a parer mio rientra tra quelle che non sarebbero mai dovute essere di dominio pubblico, di solito le salto a pi pari. In effetti, se non prendo in considerazione le email che hanno a che fare con le discussioni dai toni troppo accesi (una patina di diplomazia non nasconde molto), non trovo nessuna email troppo superflua. La mia prima email "superflua" riguarda un augurio di pronta guarigione ad un membro del gruppo e un'altra un saluto ad un membro che ha deciso di lasciare, forse per qualcuno possono essere inutili, per me no. Si chiamano rapporti interpersonali

A mio avviso non il caso di una sola mail, il caso di molte mail simili, che come ho gi detto, fanno sembrare la mailing list un'email privata.
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #41 inserita: 10 Ottobre, 2008, 22:25:04 Citazione di: leobloom - 10 Ottobre, 2008, 20:57:27 bene! Almeno qualche risposta =O) parto dalla fine: quali sarebbero questi errori?

A parte che errori era tra virgolette, che non detto che siano proprio errori, che magari non mi andava di strare a cercare il termine corretto, ma ho detto stiamo cercando di chiarire proprio perch non lo sappiamo Cmq, come forse avevo precisato prima, non riguarda n FCM n tanto meno questa discussione. L'unica attinenza che il riferimento valido e corretto per la struttura della comunit , lo ripeto, la relativa pagina sul sito ubuntu-it.org, non launchpad.
Citazione di: Milo - 10 Ottobre, 2008, 22:00:27 Questo per me un esempio di regola prolissa (e anche superflua): http://wiki.ubuntu-it.org/Fcm/Attivita#regole

Questa me l'ero persa. Se me lo passate, giudizio a caldo, quindi magari eccesivo ed emozionale, questa non solo una regola prolissa, questa snaturare l'essenza stessa di IRC, fargli violenza. Sembra la descrizione di una riunione di condominio... Magari snellire cose come queste, renderle pi "libere" e meno "verticistiche", potrebbe essere proprio quello che il consiglio sta suggeredo, no?
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #42 inserita: 11 Ottobre, 2008, 00:20:30 Citazione di: Milo - 10 Ottobre, 2008, 16:36:58 Mi pare sia gi stato scritto e anche abbastanza chiaramente. Comunque, per me: - Un cattivo uso degli strumenti a disposizione - Un'eccessiva (inutile) prolissit in tutto quello che si fa - Facilit, secondo me, alle incomprensioni che possono sfociare in malumori - Regole un po' troppo prolisse che si potrebbe (e penso si possa) cercare di semplificare senza comprometterne l'efficacia

Non sono d'accordo con quanto dici. Ad es., l'operato che svolgiamo ogni mese documentato nel wiki; questo significa produrre pagine lunghe e articolate ("prolisse" come dite), ma l'intento quello di poter dare a chiunque la possibilit di capire cosa si fa in concreto. Oppure, per quanto riguarda la presunta litigiosit, la cosa riferibile alla sfera dei singoli e delle loro vedute personali e non del gruppo in quanto tale: questo ha sempre continuato a lavorare con serenit.
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Accetto la critica, al contrario, secondo cui qualcuno non segua la listiquette (addirittura iniziare una nuova discussione all'interno di una diversa); ma questo un problema personale, non del gruppo. Non mi sembrano motivi sufficienti per non dare quel giusto riconoscimento al lavoro paziente e faticoso che il gruppo compie ogni mese.
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #43 inserita: 11 Ottobre, 2008, 00:58:02

Salve, ho seguito tutta la discussione e secondo me la questione molto semplice.


Citazione di: Milo - 07 Ottobre, 2008, 23:42:50 Una piccola premessa, ma per me molto importante. Penso sia il caso di ricordare che FCM != Ubuntu; non un progetto di Ubuntu, tanto meno ufficiale.

Non me ne vogliano i traduttori di FCM ma... se il progetto non ufficiale, perch il gruppo che se ne occupa dovrebbe essere citato come 'ufficiale'?

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #44 inserita: 11 Ottobre, 2008, 08:34:57

Citazione di: aldolat - 11 Ottobre, 2008, 00:20:30 Messaggi: 160 Media messaggi Citazione Non mi sembrano motivi sufficienti per non dare quel giusto riconoscimento al lavoro paziente e faticoso che il gruppo compie ogni mese. Aldo, penso che sbagli a interpretare , la questione non l'avere un riconoscimento o meno. Il lavoro svolto parla per voi e tutti quelli che vi seguono e leggono la rivista ve ne riconoscono i meriti, La qessere gruppo o no, a mio parere,

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #45 inserita: 11 Ottobre, 2008, 08:51:26

ouch mi scuso per il maldestro incompleto post penso che sbagli a interpretare , la questione non l'avere un riconoscimento o meno. Il lavoro svolto parla per voi e tutti quelli che vi seguono e leggono la rivista ve ne riconoscono i meriti, L'essere gruppo o no, non va visto come un riconoscimento ma se ci porti dei benefici al gruppo di lavoro nel contesto in cui esso inserito secondo le regole: * rendere i progetti indipendenti dalle persone che ci lavorano e che li gestiscono in modo che tali progetti possano esistere ed evolversi a prescindere dai creatori o dai gestori attuali * coordinare le diverse attivit ottimizzando gli sforzi e gli impegni

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #46 inserita: 11 Ottobre, 2008, 10:12:15

Allora, provo a rispondere un po' atutto se riesco XD 1) Milo riporta delle email "prolisse" di Paolo, boh io le reputo chiare e scritte in un ottimo italiano, capitato di dover riportare il gruppo all'ordine quando c'eravamo lasciati andare troppo, Milo preferisce le liste numerate, Paolo delle frasi pi complesse per non vedo cose superflue in quanto scritto n da uno n dall'altro... Se poi qualcuno preferisce le liste, faremo anche quelle =O) 2) per le molte email superflue, nemmeno io avrei voluto leggere certe email in ML ma ormai ci sono, e allora? Ti assicuro che non erano affatto interessanti, utili n tantomeno pragamtiche, il progetto ha solo sofferto per quelle email, non hanno aiutato nessuno. Per questo preferivo saltarle. I problemi non erano tra tutti il gruppo ma tra alcuni membri precisi, FCM mi sembra sia stata la causa scatenante ma gli altri membri hanno comunque continuato a lavorare abbastanza decentemente, no?. 3) Riguardo al fatto che il gruppo trad non stia in quella famosa pagina LP: non so perch e vorrei capirlo, tempo fa avevo chiesto credo in ops-chan e mi avevano detto che c'era qualcosa di diverso nel gruppo trad rispetto a tutti gli altri e per tale diversit non rientravano in quella lista. Ora, in che cosa consiste questa particolarit? 4) Le riunioni che prima facevamo in IRC e che ultimamente abbiam fatto in ML per me sono pi di "normali discussioni", l che decidiamo come il gruppo deve muoversi, per questo c' anche un maggiore livello di formalit (e di conseguenza maggiore prolissit nella spiegaizone del suo funzionamento). Enumerazioni anche qui?XD 5) Non voglio fare a gara con il gruppo trad ma quando ho scritto delle dodici uscite era per fare capire una cosa, i membri del gruppo trad di solito vedono un aumento del traffico in ML due volte l'anno per le release ufficiali, noi ne abbiamo dodici e mi sembra che stiamo facendo il massimo per limitare comunque le email inutili. 6) Riguardo alle due modalit Wiki e ML, ti ripeto che stato provato sia uno sia l'altro, lo sai bene Milo perch eri ancora attivo in ML, e la wiki funziona molto meglio. Non ho scritto che non si

possa utilizzare la ML per tradurre, solo che per FCM non il metodo pi ottimale, sono due cose ben diverse. Io non conosco la sintassi wiki, eccezion fatta per un paio di regolette benali (e sono davvero solo un paio!) eppure collaboro senza problemi al progetto =O) 7) Milo scrive: "Forse "cattivo" non l'aggettivo migliore, "non ottimale" pu andare meglio. Gli strumenti, secondo me, sono usati male per: - listiquette -----> non un problema de lgruppo ma dei singoli utenti, al gruppo che cosa stiamo recriminando esattamente? - notifiche e quanto altro ----> come hai gi scritto tu molto dipende dalle impostazioni personali, quelle non "personali" per quanto ne so fanno arrivare al pi una decina di email al mese, questo il problema? - anche l'utilizzo dei bug, a mio parere, discutibile ---> qui ti do ragione, possiamo migliorarlo ma al momento il metodo pi rapido che abbiam trovato per segnalare le imprecisioni nei rilasci beta dei pdf, ha letteralmente dimezzato le email di correzione in ML (solitamente arriva una sola notifica per revisore per ciascuna beta). Non conosco LP e non so se anche quelle notifiche possono essere bloccate e reindirizzate solo a chi cura l'impaginazione di ciascun articolo. Alessio esattamente quello che vorrei sapere XD tu sei membro sia del gruppo doc sia del gruppo trad se non sbaglio, uno ufficiale e uno no, giusto? Che cosa cambia tra i due? Il progetto FCM inglese non ufficiale ma noi effettuiamo le traduzioni in italiano. Stando a http://www.ubuntu-it.org/index.php?page=Struttura_Com, che a quanto scrive Luca la sola pagina affidabile, noi siamo ancora dipendenti dal gruppo trad. Ora, un cambiamento di status per il gruppo trad tocca anche noi? 9) Luca e la pagina irc: quello che a te pu sembrare suprefluo e snaturante per un nuovo utente non lo affatto, in quella pagina abbiamo scritto tutto ma proprio tutto quello che c' da sapere e fare per discutere formalmente su IRC. Forse per te sono regole superflue perch le sai gi, le hai interiorizzate nel tempo o forse le conosci gi con un po' di buon senso ma noi, a quanto pare, abbiamo preferito mettere le mani avanti e spiegare tutto, non vedo il problema. Alcuni dei partecipanti a FCM non partecipano gi ad altri progetti legati ad ubuntu quindi, almeno in teoria, non detto che sappiano come ocmportarsi durante una riunione FCM. Quello che ti ha disturbato, ci scommetto, sono le fasi di protocollo, vero?XD 10) infine a Jester (non ricordo come ti chiami, scusami): le regole tanto prolisse sono state fatte proprio per potere permettere che, in caso di una catastrofe (se l'intero gruppo molla in massa), sia molto facile riprendere da dove il progetto si fermato e partire spediti con una buona struttura alle spalle.

Spero di non avere dimenticato qualcosa. Personalmente mi interessa poco del riconoscimento ufficiale, vorrei solo vederci chiaro per capire come funziona ubuntu-it. Se alla fine la questione si risolver con il mantenimento dello status quo vorrei solo saperne la ragione =O)

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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #47 inserita: 11 Ottobre, 2008, 14:37:31 Citazione di: jester- - 11 Ottobre, 2008, 08:51:26 penso che sbagli a interpretare , la questione non l'avere un riconoscimento o meno. Il lavoro svolto parla per voi e tutti quelli che vi seguono e leggono la rivista ve ne riconoscono i meriti,

S, evidente che il lavoro del gruppo apprezzato: stato pi volte detto nel corso della discussione e di questo ringrazio.
Citazione di: jester- - 11 Ottobre, 2008, 08:51:26 L'essere gruppo o no, non va visto come un riconoscimento ma se ci porti dei benefici al gruppo di lavoro nel contesto in cui esso inserito secondo le regole: * rendere i progetti indipendenti dalle persone che ci lavorano e che li gestiscono in modo che tali progetti possano esistere ed evolversi a prescindere dai creatori o dai gestori attuali * coordinare le diverse attivit ottimizzando gli sforzi e gli impegni

Ubuntu, what else?

L'essere riconosciuti come gruppo ufficiale (nel senso che questo gruppo di lavoro un gruppo di Ubuntu-it che va aggiunto tra i membri di questa pagina) in realt non porter benefici sconvolgenti, ma render merito all'operato svolto e da svolgere. Riguardo alle due regole che citi, mi sembra che abbiamo cercato in ogni modo di metterle in atto: 1. come dicevo prima, la prolissit delle spiegazioni nelle pagine wiki ne una testimonianza; 2. abbiamo cercato di stendere delle regole, accettate con larga maggioranza, che di certo hanno margini di miglioramento.

Comunque, io proporrei di arrivare a un punto di convergenza, senn non ne usciamo. Cosa ci viene chiesto per essere riconosciuti come gruppo ufficiale? Mi pare che siano questi i punti (se non ne scordo qualcuno): 1. Rapporti col gruppo traduzione del software: rimanere un gruppo di attivit di questo gruppo Secondo me, va bene. Inquadriamoci come un'attivit del gruppo Traduzione del software. D'altra parte non vedo alcuna difficolt. Sempre che questo non pregiudichi il riconoscimento del gruppo in questa pagina. 2. Rivedere le regole, per un generale snellimento un lavoro che comporta tempo e impegno. Significa per noi rimettere in discussione delle procedure consolidate. Se si tratta di riscrivere e snellire le pagine wiki, la cosa pi semplice. Per l'accesso ai candidati ci pare che far fare loro due prove sia sufficiente per una valutazione. Magari accorpare le due traduzioni in un unico turno e senza tener conto della tipologia dell'articolo (uno tecnico e uno colloquiale). 3. Corretto uso degli strumenti Sono pienamente d'accordo per la mailing-list e la listiquette deve essere sempre e comunque rispettata, evitando di aprire argomenti nuovi dentro argomenti che non c'entrano nulla o ancora evitando di riportare per intero la citazione di interventi precedenti, firme comprese: ragazzi, usate il copia e incolla e il tag <snip> o [cut]. Per Launchpad, permetteteci di continuare ad usarlo per l'impaginazione collaborativa. Chi lo sta usando per condividere quanto fatto su Scribus una manna. Potremmo rivedere il sistema della segnalazione dei bug, tornando alla mailing-list oppure ad altri strumenti come l'osticket in prova per le segnalazioni del wiki. 4. Risolvere la conflittualit Soluzione unica: "State buoni, se potete!" 5. FCM != Ubuntu S, certo: lo scriviamo in ogni numero della rivista! Ma un conto la rivista, un conto il gruppo italiano che traduce: mi sembrano due cose distinte. Io proporrei di sorvolare su questo punto, se ho ben capito la questione, per il motivo appena detto. Voglio dire: la Comunit italiana riconosce questa attivit come sua, a prescindere dal fatto se Full Circle sia un progetto di Ubuntu o no.
Registrato Per avere il pieno valore della conoscenza ci vuole qualcuno col quale condividerla.

`Alessio`
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #48 inserita: 11 Ottobre, 2008, 16:07:43 Citazione di: leobloom - 11 Ottobre, 2008, 10:12:15 Alessio esattamente quello che vorrei sapere XD tu sei membro sia del gruppo doc sia del gruppo trad se non sbaglio, uno ufficiale e uno no, giusto?

No Vito, sbagli: sono entrambi ufficiali, come puoi vedere, tutti e due i gruppi sono presenti qui.
Citazione di: aldolat - 11 Ottobre, 2008, 14:37:31 5. FCM != Ubuntu S, certo: lo scriviamo in ogni numero della rivista! Ma un conto la rivista, un conto il gruppo italiano che traduce: mi sembrano due cose distinte.

Ubuntu Core Developer

Aldo, IMHO non cos. Ogni gruppo di lavoro, per definizione, svolge un ruolo e ha dei compiti da portare a termine che riguardano diversi progetti di supporto al sistema, nati in seno al progetto Ubuntu. Un progetto ufficiale viene sviluppato da un team ufficiale. Un team ufficiale non ha senso di esistere se non ha dei compiti ufficiali da svolgere.
Citazione di: aldolat - 11 Ottobre, 2008, 14:37:31 Voglio dire: la Comunit italiana riconosce questa attivit come sua, a prescindere dal fatto se Full Circle sia un progetto di Ubuntu o no.

Sinceramente non credo che questo sarebbe giusto, proprio per il ragionamento di prima.
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jesterNovello Novizio Non Connesso Messaggi: 160

Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #49 inserita: 11 Ottobre, 2008, 18:39:32

Un fal per cuocere un canarino. Il senso : chi traduce FCM sta nel gruppo trad, oggi traduce FCM (con le sue regole di lavoro forse

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da ritoccare migliorandole) domani potrebbe tradurre altro in seno alla comunit. Dove sarebbe il vantaggio nel diventare un gruppo a parte?

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mdke
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Re: Presentazione del gruppo di lavoro FCM


Risposta #50 inserita: 13 Ottobre, 2008, 14:31:17 Citazione di: aldolat - 11 Ottobre, 2008, 14:37:31 Comunque, io proporrei di arrivare a un punto di convergenza, senn non ne usciamo. Cosa ci viene chiesto per essere riconosciuti come gruppo ufficiale?

Sono d'accordo che ora le discussioni sono state abbastanza lunghe da poter tirare un po le somme e cercare di arrivare ad un punto di finalita'. Come Consiglio abbiamo posto i nostri commenti sulla struttura e organizzazione del gruppo, e abbiamo letto le risposte con cura. Pero' vorrei riformulare un po' la domanda che poni. Non e' tanto una questione di quello che il gruppo deve fare per essere riconosciuti ufficialmente. E' una questione di quello che il gruppo dovrebbe fare in ogni caso, perche' facendo parte della comunita' italiana di Ubuntu e' inevitabile dialogare con il Consiglio su come migliorare il gruppo, cosi come fanno da volta in volta tutti gli altri gruppi. E' nostro compito cercare di superare i problemi che vediamo nel gruppo, indipendentemente dalle questioni di ufficializzazione, che riteniamo essere solo un accessorio secondario non fondamentale per la buona riuscita del progetto. Quando e' capitato nel passato che un gruppo lavorasse con il Consiglio per migliorare l'organizzazione (l'ultima volta credo sia stato il gruppo IRC) e' sempre andato a buon fine perche' e' stata una discussione serena e le proposte di tutte e due le parti sono state accolte dall'altra parte. Tranne' l'ultimo intervento di Aldo, in questo caso mi sembra che alcuni membri del gruppo siano stati resistenti al cambiamento. Per cui e' necessaria una tirata di somme. Ora propongo una cosa: il Consiglio produrra' un breve documento in cui elenchiamo quello che chiediamo dal gruppo. Terremo conto di tutte le osservazioni che sono state fatte su questo thread, e cercheremo di arrivare alla soluzione migliore. Per il momento chiudo questo thread ma ovviamente se qualcuno ha delle domande particolari, puo contattare direttamente il Consiglio tramite email.
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