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“Campi Aperti racconta...


notiziario di ricerca… sul campo!

Mercati contadini: dal produttore


al consumatore
Cresce l'interesse di opinione pubblica
e istituzioni per la VENDITA DIRETTA

Da qualche tempo a questa parte si parla La sala dell'ex consiglio provinciale (d'ora in
spesso di vendita diretta, dal produttore al poi bando alle maiuscole d'autorità!) è
consumatore, anche a seguito della legge del abbastanza piena, e ha inizio il convegno.
27 dicembre 2006, n. 296 che intende Modera Fabrizio Binacchi (RAI 3), che
disciplinare la materia, per quanto riguarda i introduce il pubblico all'argomento, dal suo
mercati di produttori. personale punto di vista di giornalista
Le organizzazioni di rappresentanza degli televisivo. Binacchi sottolinea le numerose
agricoltori, i consumatori e le istituzioni occasioni di incontro che esistono al giorno
sembrano sempre più sensibili all'argomento. d'oggi tra agricoltura e comunicazione, e
A Bologna, il 27 marzo scorso, si è tenuto su descrive al pubblico la sua esperienza
questo tema un forum, intitolato “Vendita “televisiva” della campagna e della
diretta e Mercati contadini - Progetto produzione agricola. Non ci sorprende quando
Farmers' market: verso afferma che la televisione è finzione anche
l'applicazione della disciplina della nella descrizione della campagna, anche se ci
vendita diretta dei prodotti agricoli”. lascia un po’ disillusi sapere che gli invitanti
piatti esposti sui banchetti di “Linea Verde”
Proviamo a dare testimonianza della sono sempre rigorosamente finti.
discussione e a esprimere alcune riflessioni Non possiamo dare torto al giornalista
che ci ha suscitato. quando fa notare come sia ormai diffuso nella
popolazione urbana un bisogno di vedere o,
Ad essere pignoli, leggendo attentamente il ancora meglio, di vivere esperienze di vita
titolo dell'incontro, qualcuno potrebbe “rurale”.
sollevare una domanda: perché le parole
“Vendita” e “Mercati” sono scritte con la Un bisogno che, aggiungiamo, si può
maiuscola? Occuperanno forse una riconoscere sotto un doppio filone: la
posizione dominante nelle società in cui necessità del contatto con la natura, da un
viviamo? ... lato, per compensare gli stress bio-psicologici
Ma anche il termine “Farmers”, sebbene della vita “artificiale” che si vive in città, e,
mantenuto nella forma anglofona (forse più dall'altro lato, le operazioni che secondo i
“trendy”?), è elevato di grado e dotato di un sociologi il consumatore sempre compie per
certo riconoscimento, dato appunto ricostruire un rapporto coi prodotti che
dall'iniziale maiuscola. Sarà perché nelle acquista, non solo nell'ottica della cosiddetta
società in cui viviamo è riconosciuto agli tracciabilità e per la sicurezza alimentare, ma
agricoltori il ruolo fondamentale che più che altro una relazione di senso.
esercitano di produttori del cibo che ci Perché il consumatore, oltre ad essere tale, è
alimenta e di custodi del territorio? ... un individuo a tutto tondo e deve
decodificare le merciche gli arrivano ben
L'intenzione qui è di fare molte domande, e impacchettate e asettiche dal mercato,
magari provare a dare qualche risposta, “standardizzate” e “razionalizzate” anche
qualora la trovassimo. attraverso il linguaggio universale del prezzo,
per renderle di nuovo “vive”, cioè
significative rispetto al suo orizzonte di valori. rispetto a quelli degli ipermercati ma, afferma
I prodotti, in poche parole, da beni Boschetti, il tentativo è quello di sottolineare
commerciali devono diventare cibo che ci l'importanza della sostenibilità ambientale
nutre, quindi anche “cibo per la mente”. E (prodotti a km zero) e della relazione tra
per molti oggi questa ricerca va in direzione comunità locale e produttori. A questo scopo
della salute, della freschezza, della “tipicità”, è stata anche creata l'associazione degli
della “naturalità”, anche se spesso queste “Amici del mercato contadino”. Dall'ottobre
sono solo definizioni “appiccicate” ai prodotti 2007 il mercato di Mantova è costato
a posteriori. 100.000 euro.
Per alcuni questi valori devono essere in Secondo l'ospite mantovano il mercato
qualche modo intrinseci ai prodotti, non contadino deve svolgere anche un'attività di
veicolati dalle campagne pubblicitarie; in animazione culturale all'interno della
particolare il valore dei prodotti è comunità locale, deve avere un'immagine
determinato dalle modalità di produzione e coordinata, data dall'allestimento ordinato e
distribuzione, in un'ottica che rispetti i uniforme dei banchetti, e deve “esprimere
principi ecologici, e dalla conoscenza diretta ruralità”.
del produttore.
Mentre ci interroghiamo sull'idea espressa di
L'accento cade non solo “prodotti”, quindi, mercato contadino, ordinato, uniforme ma in
ma sulla relazione all'interno della quale grado di “esprimere ruralità”, il moderatore
vengono scambiati. tira le fila del discorso e dichiara che in
quest'ottica è necessario offrire ai visitatori e
Per questi consum-attori, o co-produttori, potenziali clienti un'immagine accattivante e
la filiera corta non è certo la filiera piena di stimoli, perché, dice, “il consumatore
“charmant” a cui fa riferimento Binacchi oggi paga anche l'esperienza”!
durante la sua presentazione; il giornalista si La parola passa al rappresentante della
appella alle leggi del marketing, alle comunità montana della Valsamoggia,
percezioni dei consumatori, alla tipicità e alla Luigi Ruggeri, assessore all'agricoltura del
produzione locale come opportunità nuove di comune di Crespellano, che racconta
guadagno che la vendita diretta certamente l'esperienza del “Mercato delle cose
esprime. buone” che si tiene nella piazza di Savigno
la seconda domenica del mese da marzo a
Tuttavia ci domandiamo perché questo novembre.
“charme” della vendita diretta nel momento Qui l'intento è stato quello di collegare la
attuale, anche se, come vedremo tra poco, ci produzione agroalimentare alla vocazione
sono anche gli oppositori... turistica del territorio e, grazie anche alla
presenza dei produttori biologici, orientarsi
Il primo relatore è Marco Boschetti, direttore verso scelte più ecologiche. Dal 2002, quando
del consorzio agrituristico mantovano, che erano presenti dieci aziende, al 2008 le
dall'ottobre del 2006 organizza a Mantova aziende che partecipano sono una
un mercato di produttori a cui partecipano cinquantina, e quelle biologiche sono
circa 25 aziende la settimana (ogni sabato aumentate a 10-15. Dal 2002 sono stati
mattina), per un totale di circa 200 aziende speso circa 200.000 euro. Nel 2004 il
nell'arco di un mese. Al mercato di Mantova mercato è valso il premio Emilia-Romagna
possono partecipare solo coltivatori diretti e Ambiente.
non imprenditori agricoli, il produttore può Lo scopo del mercato, come riferisce Ruggeri,
vendere solo prodotti della propria azienda e è quello di promuovere sviluppo locale e
quindi prodotti di stagione (come vuole anche coordinare le varie attività presenti sul
la nuova legge). territorio in una rete enogastronomica locale
L'esperienza è nata ispirandosi al mercato in grado di unire la filiera produttiva e quella
contadino di Coburgo, in Germania, e dal turistica, valorizzando il territorio nel suo
momento della sua nascita ha raggiunto circa complesso.
1000 ospiti settimanali (1-2% della E sembra funzionare, perché secondo
popolazione locale), che spendono in media l'assessore si sono create relazioni tra gli
25 euro a testa. Ogni volta Si cerca di acquirenti del mercato e i produttori, che
controllare la concorrenza, non permettendo superano il momento del mercato stesso.
a più di tre aziende simili di essere presenti Non da sottovalutare anche lo sforzo di
contemporaneamente; i prezzi sono, come promuovere il settore del biologico e
nel resto d'Europa, del 20-30% maggiori l'attenzione per l'ambiente; in quest'ottica a
Bazzano è stato creato un altro mercato e un
negozio di prodotti biologici. Le criticità Anche un altro intervento successivo seguirà
riscontrate sono l'organizzazione dei questa direzione, sempre sul tema della
produttori (che si esprime in un'associazione zucchina, divenuta pietra dello scandalo, e si
e in un consorzio) e le difficoltà burocratiche, può evincere, dai timori dei grossisti e dai
per i permessi e le direttive della ASL. loro tentativi di difendersi, che ci sia stato un
malinteso.
La mattinata prosegue con l'intervento del I grossisti si sono sentiti attaccati “sul
rappresentante di Coldiretti, Giorgio personale”, quasi offesi nel loro “onore” di
Scaramucci, il quale sostiene come, nel uomini d'affari, quando in realtà il problema è
contesto della nuova legge, i mercati che la vendita diretta mette in luce
contadini abbiano un grosso margine di semplicemente la struttura del sistema
crescita e possano raggiungere il 15-20% del di produzione e distribuzione, molto
fatturato come avviene già in molti paesi complessa, forse troppo, e il suo
europei. Scaramucci sottolinea come questa funzionamento, fondato sulla
rappresenti un'opportunità per gli agricoltori, razionalizzazione dello scambio e soprattutto
sempre più in difficoltà, e afferma che i sulla grandezza della scala, oltre che su
50-60.000 iscritti alla sua federazione criteri di valutazione del prodotto
potrebbero essere interessati. In particolare determinati dalle logiche dell'iper-mercato: il
sostiene che la vendita diretta nel mercato dato estetico (misura, omogeneità di
contadino può essere utile per criticare le aspetto), la disponibilità di grandi quantità di
filiere lunghe, sia per i ricarichi di prezzo che prodotto a prescindere dalla stagione, il
avvengono oggi ad opera degli intermediari, confezionamento, ecc. Questi criteri hanno
sia per la questione ambientale, per cui dato origine a un sistema a cui partecipano
sarebbe rilevante la ricerca del “Km zero” nel molti attori, allungando appunto la filiera.
prodotto. Nessuno nei discorsi fatti ha, ovviamente,
Il rappresentante di Coldiretti ricorda anche messo in discussione l'onestà degli
come siano passati un anno e sette mesi tra intermediari, è il sistema che di per sé spreca
la firma del decreto e la sua pubblicazione risorse, energetiche, umane e ambientali,
sulla Gazzetta Ufficiale, adducendo a motivo fornendo un prodotto sempre più scadente
di ciò che esistano delle resistenze nei dal punto di vista qualitativo e nutrizionale. Il
confronti di questa modalità di distribuzione. contatto col produttore, tanto più se
Scaramucci sostiene che i mercati contadini biologico, consente invece di avere prodotti
non possano nascere in modo automatico e ci più freschi e di maggiore qualità, oltre che di
sia la necessità di una collaborazione tra promuovere comportamenti ecologici e
imprenditori agricoli e istituzioni, oltre che di eliminare gli sprechi, e mette in luce il
capacità di fare rete tra le imprese. gigantismo e le incoerenze del sistema della
distribuzione organizzata, almeno per quanto
Più o meno della stessa opinione il riguarda i prodotti agricoli e artigianali.
rappresentante della CIA, Francesco Mele,
che riporta un po' di dati, e sottolinea a sua Un'altra rappresentante della comunità
volta la necessità di fare rete nei confronti montana Valsamoggia ricorda come al
della grande distribuzione. mercato partecipino piccoli produttori, che
Cita il famigerato esempio della zucchina che altrimenti avrebbero difficoltà a sopravvivere
al produttore viene pagata 23 centesimi e sui nel mercato tradizionale, mentre Paolo
banchi del supermercato viene venduta a più Carnemolla, presidente di PRO.BER,
di due euro, se non tre. E questa dev'essere riconosce nuovamente i meriti della filiera
la goccia che fa traboccare il vaso e spinge corta e ricorda anche il progetto di
all'intervento fuori programma Piazza, Mangiocarnebio, che vanta ormai 300
rappresentante di un'associazione di iscritti che effettuano i propri acquisti di carni
commercianti e grossisti del mercato direttamente attraverso internet, una formula
ortofrutticolo. Il contenuto del suo discorso, ormai affermata e di successo.
piuttosto accalorato, è orientato a difendere
la categoria di grossisti e intermediari, Solo uno dei numerosi relatori invitati è
sottolineandone l'onestà e dignità economica, effettivamente un agricoltore, Michele
addirittura affermando che “non sono dei Caravita, presidente di Campi Aperti.
ladri ma persone che svolgono il loro lavoro Caravita sottolinea come la parola
come tutti gli altri, persone rispettabili che “contadino” sia ricomparsa nell'opinione
hanno famiglia”... pubblica con una frequenza nuova e
un'accezione positiva (quasi una moda si
potrebbe insinuare...), cosa impensabile fino Tornando al consumatore italiano, e
a qualche decina d'anni fa. Secondo Caravita all'esperienza di mercato di produttori a
questo fatto è il segno di un cambiamento Xm24, al quale attualmente partecipano circa
possibile, che si lega anche alle opportunità 20 aziende, Michele Caravita afferma che è
della vendita diretta. stato necessario ricostruire un'abitudine della
Però, ricorda Caravita, “i mercati contadini gente, perché abituata, come dicevamo
non si fanno senza i contadini”. Se si sopra, a consumare prodotti fuori stagione, o
vuole che il mercato “contadino” rappresenti ai canoni estetici della grande distribuzione.
un'opportunità concreta di sostentamento per Dopo circa sei anni, prosegue Caravita, e con
le aziende è necessaria la continuità nelle altri due mercati attivi, al Vag61, in via Paolo
presenze, perché le persone non facciano la Fabbri, e in via Udine, nel cortile della scuola
spesa durante la scampagnata domenicale di pace del quartiere Savena, con la
ma si creino delle relazioni stabili tra costituzione dell'associazione Campi Aperti,
consumatori e produttori, che consentano ai che riunisce produttori e consumatori, si può
primi di trovare prodotti di qualità e ai sostenere che il tentativo abbia avuto
secondi di garantirsi una retribuzione successo, anche perché, dobbiamo ricordarlo,
adeguata, e cioè di sopravvivere (cosa che il l'organizzazione è completamente
mercato globale rende sempre più difficile). Il autogestita e senza investimenti di
mercato che ha luogo ormai da sei anni a capitali.
cadenza settimanale presso il centro sociale Si è creata una relazione di fiducia coi
Xm24, in via Fioravanti, è nato proprio come consumatori, che preferiscono considerarsi
tentativo da parte delle aziende agricole di co-produttori, evidenziando il ruolo attivo e
creare condizioni migliori per il proprio lavoro, politico delle scelte di consumo, che svolgono
quando non addirittura per garantire la sia nei confronti degli agricoltori, costituendo
propria sopravvivenza. il presupposto per il giusto riconoscimento
del loro lavoro, e per la relazione col territorio
A chi ci legge e non sa nulla sull'argomento e con l'ambiente che contribuiscono a creare,
dobbiamo ricordare brevemente che il visto che i prodotti fanno poca strada e
sistema di mercato attuale tende a sprecano poca energia per arrivare in tavola,
schiacciare il settore primario, rispetto agli e perché sono biologici.
altri ambiti economici. In Europa scompare Addirittura, afferma Caravita, ci troviamo in
un'azienda agricola al minuto, e si capisce il un momento in cui c'è troppa domanda e
perché se si pensa che i singoli produttori, sono numerose le persone che vorrebbero
tanto più se si tratta di aziende di piccole poter effettuare degli acquisti, magari
dimensioni, hanno poco potere nella organizzandosi in un gruppo d’acquisto, ma
contrattazione del prezzo contro i grandi l'offerta non è sufficiente a soddisfarle.
cartelli della distribuzione organizzata, tanto A tale proposito, aggiunge, va sottolineato
più per il fatto che il prodotto agricolo è che non tutte le aziende sono adatte a
rapidamente deperibile e gli agricoltori partecipare ai mercati contadini, o a
risultano una categoria facilmente ricattabile. effettuare la vendita diretta attraverso i
La grande distribuzione organizzata, inoltre, gruppi d'acquisto, perché molti agricoltori per
impone alla produzione i canoni da rispettare, anni sono stati convinti a specializzarsi e a
canoni ai quali ormai ha reso dipendente il orientare la produzione su uno o pochi
consumatore: per esempio, a causa degli prodotti, così uno che per vent'anni ha fatto
standard, soprattutto estetici, dettati dai susine non può portare al mercato solo
supermercati, grosse quantità di prodotto susine, perciò risulta quindi necessaria una
risultano invendibili, con conseguente spreco maglia poderale adatta. Alcune aziende si
di prodotto e aumento dei costi per l'azienda; sono riconvertite, o lo stanno facendo. Per
poi si può considerare la situazione poter fare vendita diretta, è necessario
internazionale, che vede aumentare sempre orientarsi verso la diversità della produzione,
più la concorrenza, per l'impresa italiana, dei cosa che inoltre riqualifica il proprio lavoro e
prodotti provenienti dai mercati stranieri, lo rende più gratificante, consentendo anche
disponibili indipendentemente dalle stagioni e di eliminare gli sprechi.
poco costosi a causa delle condizioni di lavoro
e dei bassi salari a cui sono costretti i paesi Un'altra questione, a questo punto, si solleva
che hanno un'economia prevalentemente dal pubblico, ad opera di un allevatore
agricola, o legata all'esportazione delle biologico certificato. La domanda verte
materie prime. sull'autocertificazione per il biologico.
Anche qui l'atmosfera su scalda leggermente coltivazioni biologiche e integrate, con la
perché l'auto-certificazione, che gli agricoltori preferenza anche per prodotti tipici e
dei tre mercati cittadini utilizzano (anche se tradizionali, con priorità sempre per il
molti hanno anche il marchio biologico biologico e senza OGM.
conferito dagli enti riconosciuti a livello
nazionale) viene fraintesa e percepita come Intervengono infine Daniele Ara,
assenza di certificazione, e quindi minaccia agronomo, e Marcello Dall'Aglio,
per la trasparenza e la corretta informazione ristoratore. Secondo quest'ultimo è
del consumatore. Nella domanda, con una necessario educare il consumatore,
venatura polemica neanche troppo nascosta, disabituato al prodotto stagionale, che
si cela il timore che ci siano persone che tuttavia potrebbe riservare delle opportunità
tentano di “fare i furbi” e passare davanti così per la riscoperta della cucina tradizionale,
a chi segue pedissequamente le pratiche povera ma gustosa. Cita ad esempio la zuppa
burocratiche, certamente complesse e di fagioli e le rape, ormai così insolite che gli
costose. studenti dell’istituto alberghiero, a suo dire,
Tuttavia, controbatte il referente di Campi non riconoscono nemmeno! Inoltre il
Aperti, l'auto-certificazione è una possibilità ristoratore segnala le difficoltà che la vendita
che la legge italiana concede, e, tra l'altro, diretta può comportare per i ristoratori, che
chi dichiara il falso è perseguibile dovrebbero impegnare larga parte del loro
penalmente, perciò risulta una via tempo per seguire la ricerca dei prodotti.
assolutamente praticabile, d’accordo con le
normative vigenti. E ci viene da pensare alle difficoltà che il
consumatore “critico” incontra per gestire
Sembra che siamo talmente abituati ad quotidianamente la sua spesa, a come siamo
essere incasellati tra norme, leggi, soggetti dipendenti dalla comodità e dalla fretta nelle
istituzionali e certificati che dimentichiamo nostre scelte, mentre basterebbe
anche le possibilità più semplici e dirette che organizzarsi, magari non da soli...
il sistema di fatto consente. Siamo portati a Ma pensiamo anche ai locali che già esistono,
riporre più fiducia in enti esterni alla a Bologna e nel resto del mondo, che fanno
relazione produttore-consumatore che alle uso di prodotti biologici, locali ed equo-
potenzialità della relazione stessa, alle solidali... certo, magari è più facile gestire la
opportunità che la conoscenza diretta e il situazione per un piccolo bar o tavola calda
legame sociale rinnovato tra questi soggetti che per un ristorante a 5 stelle... bisogna
offre. O forse questa opportunità è fonte di vedere quali sono le stelle che mettiamo nel
timore (come la filiera corta per i grossisti) piatto... se quelle del palato o quelle della
perché impone di rimettersi in discussione e coscienza ecologica e sociale...
modificare il proprio modo di lavorare?
Ricordiamo, inoltre, che la scelta dell'auto- Il convegno si conclude coi dovuti saluti
certificazione consente di partecipare al dell'assessore provinciale all'agricoltura,
mercato a piccoli produttori che non Gabriella Montera, che riprende il discorsi
potrebbero sostenere i costi delle pratiche e fatti e in particolare lascia i presenti con la
quindi risulta essere un'opzione democratica promessa che anche Bologna da settembre
in un mercato sempre meno democratico e avrà il suo “farmers' market”...
“libero”.
E noi vi lasciamo con questa domanda:
Si susseguono gli ultimi interventi. Il
presidente dell'ANCI Emilia-Romagna, ma non ci sono già dei mercati
Alessandro Corsini, che è anche sindaco di contadini a Bologna?!?
Fanano e riporta l'esperienza di questo
comune, dove la mensa scolastica si serve in
gran parte di prodotti locali. Ma in provincia
di Bologna sono numerose le esperienze di robe@studio-legno.com
ristorazione collettiva a base di prodotti
biologici e tipici, a partire dall'ospedale
Maggiore e ad altri due ospedali, a Loiano e
Bazzano; mentre per quanto riguarda le
scuole la legge regionale 29 del 4
novembre 2002 prevede che i prodotti
utilizzati provengano per almeno il 70% da

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