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La Scriminante della legittima difesa Dr.

Giuseppe Pettenati

Per Reato intendiamo ogni fatto umano al quale si ricollega una sanzione penale, ovvero ogni fatto umano che aggredisce un bene giuridico meritevole di tutela da un legislatore che si muove nel quadro dei valori costituzionali, sempre che la misura dellaggressione sia tale da fare apparire inevitabile il ricorso alla sanzione penale, atteso che quelle non penali non siano sufficienti a garantire una efficace tutela. Secondo la maggior parte della dottrina, il reato si compone dei seguenti elementi strutturali: a) il fatto tipico, che comprende il complesso degli elementi materiali del reato ( condotta, evento, rapporto di causalit, che lega la prima al secondo); b) lantigiuridicit, cio la contraddizione del fatto con la norma giuridica che lo prevede e lo incrimina; c) la colpevolezza, la volont riprovevole che si atteggia nelle forme del dolo e della colpa. Il reato pu atteggiarsi in vari modi ( Proprio, Comune), manifestarsi in varie forme ( Consumato, Tentato, Circostanziato, Concorso di Reati, Concorso di Persone nel reato). Esistono poi delle situazioni che lo escludono. In particolare doveroso precisare che per scriminanti, ovvero cause di giustificazione, ovvero cause oggettive di esclusione del reato, intendiamo quelle particolari situazioni in presenza delle quali un fatto che altrimenti sarebbe da considerarsi reato, tale non perch la legge lo consente, lo impone, lo tollera. Le scriminanti si fondano sul principio di non contraddizione, secondo il quale un ordinamento giuridico non pu ad un tempo consentire e vietare uno stesso fatto; esse fanno venir meno lantigiuridicit del fatto, cio la contraddizione fra la norma penale ed il fatto. Lart. 59 del nostro c.p. stabilisce che le scriminanti sono sempre valutate a favore dellagente anche se da lui non conosciute o da lui per errore ritenute inesistenti, salvo che lerrore non sia dovuto a colpa, nel qual caso lagente ritenuto colpevole se il fatto preveduto dalla legge come delitto colposo ( scriminante putativa). Si parla, invece, di eccesso colposo- dunque lagente risponder di delitto colposo, ove previsto- quando lagente travalica per colpa i limiti delle scriminanti fissati dalla legge, dallordine, dallautorit o dalla necessit. Esse sono- nell ordine, cos come disciplinate dal nostro c.p. ex artt. 50-54: il Consenso dellavente diritto, l Esercizio di un diritto o di un dovere, la Legittima difesa, l Uso legittimo delle armi, lo Stato di necessit. Si differenziano da esse le cd. Scusanti ( o cause soggettive di esclusione del reato), ovvero quelle situazioni previste dalla legge che fanno venir meno la colpevolezza. Esse sono la forza maggiore, il costringimento fisico, il caso fortuito, lerrore sul fatto costituente reato ( cfr. artt. 45, 46 , 47 c. p. ), alla cui tematica, poi, legato il cd. Reato Aberrante. La Legittima difesa (ex art. 52 c.p.), in particolare, prevede che non punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessit di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di unoffesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata alloffesa. Il fondamento di tale scriminante nella prevalenza accordata dallo Stato allinteresse ingiustamente aggredito, che fa venir meno il danno sociale che giustifica lintervento punitivo dello Stato. Per, ove vi sia un pericolo attuale per il proprio diritto derivante da una aggressione ingiusta da parte di un terzo, il soggetto pu reagire compiendo in danno dellaggressore unazione

che normalmente costituisce reato, sempre che tale reazione sia assolutamente necessaria per salvare il diritto minacciato e sia proporzionata alloffesa. Dunque, Requisiti dellaggressione sono: 1) oggetto delloffesa deve essere un diritto personale o patrimoniale; 2) loffesa deve essere ingiusta, cio contro il diritto; 3) il pericolo minacciato deve essere attuale, cio incombente. Requisiti della reazione, invece: 1) la necessit di difendersi, dunque lesser posti innanzi allalternativa di reagire od essere offeso; 2) la inevitabilit altrimenti del pericolo ( non si pu invocare la scriminante da parte di chi sarebbe potuto darsi alla fuga, salvo il caso in cui questa ultima esponga a rischi maggioricd. commodus discessus); 3) la proporzionalit fra difesa ed offesa. Ma ora, detto questo, perch occuparsi proprio di legittima difesa? Ebbene, perch recentemente tale scriminante stata oggetto di riforma; difatti, con la legge 13 febbraio 2006, n. 59, allart. 52 c.p. sono stati aggiunti i seguenti due commi: Nei casi previsti dallart. 614, primo e secondo comma, [ violazione di domicilio], sussiste il rapporto di proporzione di cui al primo comma del presente articolo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa unarma legittimamente detenuta od altro mezzo al fine di difendere: a) la propria od altrui incolumit; b) i beni propri od altrui, quando non vi desistenza o vi pericolo daggressione. La disposizione di cui al primo comma si applica anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto allinterno di ogni altro luogo ove venga esercitata unattivit commerciale, professionale, o imprenditoriale. Non a caso la legge di riforma rubricata modifiche allarticolo 52 c.p. in materia di diritto allautotutela in un privato domicilio. E inutile dire che questa riforma- come tutte del resto, ma in particolare quelle in materie cos delicate- abbia suscitato varie polemiche, prime fra tutte la lettura dei primi critici della legittimazione del Far West in casa propria. Non compito di chi scrive, n questa la sede, per esprimere giudizi sulle riforme o polemizzare: io, come tutti su queste pagine del resto, ho il compito di fornire in maniera semplice gli strumenti giuridici per meglio comprendere la Criminologia. Certo, tale riforma sinnesta tra le recenti riforme del sistema giuridico penale: la legge Cirielli sul trattamento sanzionatorio dei recidivi e sulla prescrizione, quella di riforma dei reati dopinione, quella sulla pedopornografia, la nuova legge droga, la novella sul risparmio, la. legge Pecorella sullinappellabilit delle sentenze di proscioglimento. Come per ogni novella solo il tempo ci far comprendere leffettiva portata di queste riforme. Quanto qui pare opportuno osservare che con il comma 2 si voluto introdurre una nuova scriminante, diversa dalla legittima difesa del comma 1, della quale mutua taluni tratti, ma dalla quale separata proprio dalla irrilevanza della proporzione fra difesa e reazione. Il comma 1 si esprime sulla commissione di un fatto tipico, poi scriminato. Il comma 2, invece, si polarizza sulluso di unarma legittimamente detenuta: tale dicitura non costituisce alcun fatto tipico: lo diverr levento cagionato. Del resto, per, il secondo comma dellart.52 c.p., anche se costruito come una sorta di presunzione assoluta di sussistenza del rapporto di proporzionalit, non sembra supportare la convinzione che

luso legittimo delle armi sia sempre consentito, giacch- come ha notato la dottrina pi recente- la configurabilit della scriminante implica pur sempre un apprezzamento comparativo fra la reazione e laggressione, dato che la modifica in parola incide solo sul parametro della proporzionalit, ma non certo su quelli dellattualit e dellinevitabilit del pericolo, di modo che la scriminante potr essere riconosciuta solo se ci si trovi innanzi ad una aggressione in atto allincolumit propria od altrui che non possa essere contrastata con altra modalit reattiva meno dannosa per laggressore.
Riferimenti bibliografici Fiandaca- Musco Manuale di diritto penale, ult. Ed. Voce Difesa legittima, Digesto delle Discipline Penalistiche Guida al Diritto, n. 13 del 1 Aprile 2006 pagg. 51-61

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