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Decreto legislativo 25 luglio, n. 257.

Attuazione della direttiva 2003/18/CE relativa alla protezione dei lavoratori dai rischi dell'esposizione all'amianto durante il lavoro Il provvedimento prescrive misure e procedure per la salute e la sicurezza dei lavoratori esposti all'amianto nelle attivit di manutenzione, rimozione dell'amianto o dei materiali contenenti amianto, smaltimento e trattamento dei relativi rifiuti, nonch di bonifica delle aree interessate. Facciamo seguito alla nostra segnalazione nella news n. ASRIAS2432006 del 24 luglio 2006, per comunicare che stato pubblicato nella G.U. n. 211 dell11 settembre 2006 il decreto legislativo 25 luglio 2006 n. 257 di attuazione della direttiva 2003/18/CE recante modifica della direttiva 83/477/CEE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con lesposizione allamianto durante il lavoro. Il provvedimento - che entrer in vigore dopo 15 giorni dalla sua pubblicazione nella G.U. e cio il 26 settembre 2006 - si applica alle attivit lavorative quali la manutenzione, la rimozione dellamianto o dei materiali contenenti amianto, lo smaltimento dei relativi rifiuti, nonch la bonifica delle aree interessate, fermo restando quanto previsto dalla legge 27 marzo 1992, n. 257, che, come noto, ha gi dettato norme per la dismissione dell'amianto dalla produzione e dal commercio, per la cessazione dellestrazione, dellimportazione, dellesportazione e dellutilizzazione dellamianto e dei prodotti che lo contengono, per la realizzazione di misure di decontaminazione e bonifica delle aree interessate dallinquinamento da amianto, per la ricerca finalizzata allindividuazione di materiali sostitutivi e alla riconversione produttiva e per il controllo sullinquinamento da amianto. Riteniamo opportuno ricordare che la direttiva comunitaria 83/477/CEE, modificata dalla direttiva 2003/18/CE, era stata attuata nel nostro Paese con il decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277 (capo III), successivamente corretto dalla citata legge 257/1992 relativamente al capitolo amianto. Il provvedimento in oggetto, che sostituisce ed abroga il citato capo III del D.Lgs. n. 277/1991, da pi di un decennio in vigore nel nostro Paese, risulta complessivamente fedele alle prescrizioni della direttiva dorigine, finalizzate a ridefinire ed adattare le misure di protezione in funzione delle persone che sono ormai le pi esposte, in particolare i lavoratori addetti alla rimozione dellamianto e quelli occasionalmente esposti allamianto durante i lavori di manutenzione(considerando (1) tra i consideranda della direttiva). Il decreto legislativo composto da 6 articoli cos rubricati: Art. 1: modifiche al titolo del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 Art. 2: recepimento della direttiva 2003/18/CE Art. 3: sanzioni; Art. 4: clausola di cedevolezza; Art. 5: abrogazioni; Art. 6: invarianza degli oneri.

Assumono rilievo per le imprese le norme contenute negli artt. 2, 3 e 5 che provvediamo ad illustrare.

Art. 2 Recepimento della direttiva 2003/18/CE Con la tecnica legislativa gi utilizzata in precedenti decreti legislativi attuativi di direttive comunitarie (agenti chimici; vibrazioni; rumore etc.), anche in questo caso le norme di recepimento della direttiva amianto vengono raccolte in un nuovo titolo del decreto legislativo n. 626/1994 - il titolo VI bis articolato in due capi e collocato dopo lart. 59 dello stesso decreto. CAPO I Disposizioni generali Art. 59-bis. Campo dapplicazione Il campo di applicazione un campo oggettivo e concerne, fermo restando quanto previsto dalla legge 27 marzo 1992, n. 257 le rimanenti attivit lavorative che possono comportare, per i lavoratori, il rischio di esposizione ad amianto, quali la manutenzione, la rimozione dellamianto o dei materiali contenenti amianto, lo smaltimento dei relativi rifiuti, nonch la bonifica delle aree interessate. Il legislatore in questo caso ha definito il campo di applicazione della normativa individuandolo nelle attivit lavorative non ricomprese tra quelle di cui alla legge n. 257, (rimanenti attivit lavorative) peraltro in termini tali da destare qualche perplessit interpretativa, laddove si limita ad indicare una lista esemplificativa di tali attivit che potrebbe non rivestire i caratteri di esaustivit (attivit lavorative..quali.). Riteniamo, comunque, che nella prima fase di attuazione del provvedimento si possa fare riferimento alle attivit espressamente menzionate dal legislatore. Art. 59-ter. Definizioni Le fibre di amianto vengono ridefinite, rispetto al D.Lgs. n. 277/1991, adottando una pi corretta terminologia (mineralogica) e il numero di CAS (Chemical Abstract Service) ad esse corrispondente. Le variazioni nelle definizioni concernono lactinolite (ora actinolite damianto); lamosite (ora grunerite damianto); lantofillite (ora antofillite damianto); la tremolite (ora tremolite damianto) ed infine il numero di CAS del crisotilo che viene modificato in 12001 - 28 - 4 rispetto al numero 12001 78 4 ad esso assegnato precedentemente. CAPO II Obblighi del datore di lavoro Art. 59-quater. Individuazione della presenza di amianto Il primo obbligo per il datore di lavoro che deve svolgere, con la propria impresa, lavori di demolizione o di manutenzione (su qualunque tipo di struttura), di natura accertativa e consiste nel verificare se vi sia presenza o meno di amianto nelle strutture interessate dai lavori.

Il datore di lavoro, infatti, prima di iniziare lavori di demolizione o manutenzione deve effettuare ricerche sulla presenza di eventuali materiali che possano contenere amianto, adottando tutte le misure ritenute necessarie a tale scopo, tra cui la richiesta di informazioni ai proprietari dei locali in cui si svolgeranno i lavori (v. comma1). Il comma 2 prevede che se vi il minimo dubbio sulla presenza di amianto in un materiale o in una costruzione, (il datore di lavoro) applica le disposizioni previste dal presente titolo (VI-bis). La lettura del comma desta perplessit interpretative. Sembrerebbe, infatti, quantomeno singolare adottare misure come la valutazione del rischio o la notifica allOrgano di vigilanza (v. articoli successivi) avendo solo il minimo dubbio della presenza di amianto. Riteniamo che il legislatore abbia voluto significare che il dubbio sulla presenza di amianto, che evidentemente pu originare o dalle informazioni assunte o dalla competente valutazione delle opere su cui si dovranno svolgere i lavori, debba indurre il datore di lavoro ad adottare ogni misura necessaria ad un definitivo accertamento di assenza o di presenza di amianto, nel rispetto di quanto gi disposto dal comma 1. Nel caso di presenza si attueranno le disposizioni del titolo. Art. 59-quinquies. Valutazione dei rischi Una volta accertata la presenza di amianto, il datore di lavoro provveder alla valutazione del rischio secondo quanto previsto dallart. 4 del D. Lgs. n. 626/1994 (comma 1). Le situazioni che si possono presentare sono, naturalmente, di vario genere in relazione alla natura e al grado di esposizione (tempi e numero di fibre nellunit di volume etc.). Di fatto, il legislatore comunitario e successivamente quello nazionale hanno considerato, ai fini delle misure di sicurezza da adottare, due condizioni di esposizione che possono essere individuate dalla valutazione del rischio: 1) casi di esposizioni sporadiche e di debole intensit, cos come determinate sulla base di orientamenti pratici, definiti dalla Commissione consultiva permanente di prevenzione infortuni e igiene del lavoro (comma 4), a condizione che il valore limite di esposizione allamianto di cui al successivo art. 59-decies (0,1 fibre/cm3-media ponderata in 8 ore-) non sia superato nellaria dellambiente di lavoro. Il comma 2 dispone che in tali casi, stante il limitato rischio per i lavoratori, non ricorre nello svolgimento di determinate attivit, lobbligo per il datore di lavoro di attuare le disposizioni di cui agli articoli: 59-sexies: presentazione della notifica allOrgano di vigilanza; 59-quinquiesdecies: sorveglianza sanitaria; 59-sexiesdecies comma 2: iscrizione dei lavoratori esposti nellapposito registro di esposizione.

Le attivit per le quali opera lesonero in questione sono le seguenti: a)attivit brevi e non continuative di manutenzione su materiali non friabili; b) rimozione senza deterioramento di materiali non degradati in cui le fibre di amianto sono fermamente unite a una matrice; c) incapsulamento e sconfinamento di materiali contenenti amianto che si trovano in buono stato; d) sorveglianza e controllo dellaria e prelievo dei campioni ai fini dellindividuazione della presenza di amianto in un determinato materiale,

2) tutti i casi diversi da quelli sopra descritti per i quali si applicano tutte le prescrizioni del decreto. Il comma 3 riporta la previsione, gi contenuta in senso generale nellart. 4, comma 7, del D. Lgs. n. 626/1994, relativa allobbligo di effettuazione di una nuova valutazione del rischio ogni volta che si verifichino modifiche che possono comportare un mutamento significativo dellesposizione dei lavoratori alla polvere proveniente dallamianto o dai materiali contenenti amianto. Art. 59-sexies. Notifica Prima di iniziare i lavori, il datore di lavoro presenta allOrgano di vigilanza territorialmente competente una notifica i cui contenuti ricalcano, essenzialmente, quelli gi definiti dall art. 25 del D. Lgs. n. 277/1991 con laggiunta - considerato che i lavori non rivestono, generalmente, carattere continuativo nel tempo - della indicazione della data di inizio dei lavori e della durata degli stessi. Sono escluse dallobbligo di notifica le attivit di cui allart. 59 quinquies, co. 2 (v. paragrafo precedente, punto 2). La notifica dovr evidenziare i seguenti aspetti (commi 1 e 2): a)indicazione del cantiere; b) tipi e quantitativi di amianto manipolati; c) attivit e procedimenti applicati; d) numero dei lavoratori interessati; e) data di inizio dei lavori e relativa durata; f) misure adottate per limitare lesposizione dei lavoratori allamianto.

I commi 3 e 4 prevedono, rispettivamente, laccesso dei lavoratori o dei loro rappresentanti alle documentazioni oggetto della notifica (sempre che ne facciano formale richiesta) e lobbligo di effettuare una nuova notifica ogniqualvolta si verifichino variazioni delle condizioni di lavoro tali da comportare un aumento significativo dellesposizione dei lavoratori. Va rilevato, a tal proposito, che la valutazione della significativit dellaumento dellesposizione spetta al datore di lavoro, che ne assume la piena responsabilit. Art. 59-septies. Misure di prevenzione e protezione Il principio generale della riduzione al minimo dellesposizione dei lavoratori allagente che determina il rischio, viene ribadito (comma 1) anche nel caso delle polveri di amianto individuando, comunque, come livello invalicabile, il valore limite di esposizione sopra menzionato, di cui al successivo art. 89 decies.

Il comma 2 individua le particolari misure tecniche, organizzative e procedurali da adottare sia in fase di pianificazione dei lavori, sia in fase di esecuzione degli stessi, per pervenire alla condizione di esposizione di cui sopra. Si riportano di seguito tali misure. a)il numero dei lavoratori deve essere il minore possibile; b) i processi lavorativi devono essere concepiti in modo tale da evitare di produrre polvere di amianto e, ove ci non sia possibile, di ridurne la sua diffusione nellaria; c) tutti i locali di lavoro e le attrezzature per il trattamento dellamianto devono essere sottoposti a regolare e accurata pulizia e manutenzione; d) lamianto e i materiali contenenti amianto devono essere stoccati e trasportati in appositi imballaggi chiusi; e) i rifiuti devono essere raccolti e rimossi dal luogo di lavoro il pi presto possibile in appropriati imballaggi chiusi muniti di etichetta che segnala il contenuto di amianto. I rifiuti devono essere successivamente trattati secondo quanto previsto dalla vigente normativa in materia di rifiuti pericolosi.

Art. 59-octies. Misure igieniche Larticolo elenca una serie di misure igieniche (ma anche tecnico/organizzative) da adottare per la tutela dei lavoratori. Le misure indicate, che si riportano di seguito, sono sostanzialmente quelle gi previste negli articoli 27 e 28 del decreto legislativo n. 277/1991. a) I luoghi di lavoro devono essere: - chiaramente delimitati e contrassegnati da appositi cartelli (v. art. 27, comma 2, lett. a); - accessibili esclusivamente ai lavoratori che vi debbano accedere a motivo del loro lavoro o della loro funzione (art. 27, comma 2, lett. b); - oggetto del divieto di fumare. b) Devono essere predisposte aree speciali che consentano ai lavoratori di mangiare e bere senza rischio di contaminazione da polvere di amianto (art. 28, comma 1, lett. b). c) Devono essere messi a disposizione dei lavoratori adeguati indumenti di lavoro o adeguati dispositivi di protezione individuale (ad es. mezzi di protezione delle vie respiratorie art.27, comma 1, lett. e), punti 1 e 2) . d) Gli indumenti o i dispositivi di protezione individuale devono restare allinterno dellimpresa . Essi possono essere trasportati allesterno solo per il lavaggio in lavanderie attrezzate per tali operazioni, in contenitori chiusi, qualora limpresa stessa non vi provveda o, in caso di indumenti monouso, per lo smaltimento secondo le vigenti disposizioni (art. 28, comma 2, lett. b). e) Gli indumenti di lavoro o protettivi devono essere riposti in luogo separato da quello destinato agli abiti civili (art. 28 comma 2 lett. b). f) I lavoratori devono poter disporre di impianti sanitari adeguati, provvisti di docce, in caso di operazioni in ambienti polverosi (art. 28, comma 2, lett. a).

g) Lequipaggiamento protettivo deve essere custodito in locali a tale scopo destinati e controllato e pulito dopo ogni utilizzazione; devono essere prese misure per riparare o sostituire lequipaggiamento difettoso dopo ogni utilizzazione (art. 28, comma 2, lett. c). Art. 59-nonies. Controllo dellesposizione Dovranno essere prese misure e adottate procedure per il controllo periodico del non superamento del valore limite di esposizione, in funzione dei risultati della valutazione iniziale dei rischi. In merito alla periodicit dei controlli, non esplicitata, riteniamo che, ragionevolmente, possano essere predisposti controlli maggiormente ravvicinati nel tempo allorch la valutazione iniziale abbia fornito risultati di esposizione prossimi al valore limite e viceversa. A differenza di quanto previsto dallart. 30 del D.Lgs. n. 277/1991 (controllo periodico per esposizioni superiori al valore di 0,1 fibre/c3, salvo il caso in cui lamianto veniva impiegato come materia prima), ora, come sopra detto, il controllo previsto per esposizioni il cui modulo inferiore a tale valore, in ragione dellintroduzione del valore limite (non pu essere superato tale valore e quindi durante il lavoro non possono e non debbono riscontrarsi esposizioni superiori). La maggiore severit introdotta dal decreto a tutela della sicurezza dei lavoratori, rispetto alla previgente normativa (che, ricordiamo, del 1991), interviene in ragione dello sviluppo delle conoscenze sui rischi connessi allesposizione allamianto, acquisite negli ultimi anni. I valori di esposizione individuati con il controllo vanno riportati nel documento di valutazione del rischio. Si rinvia alla lettura dei vari commi dellarticolo per le procedure, le modalit, le attrezzature e le metodologie da utilizzare per i controlli di cui sopra. Art. 59-decies. Valore limite Il valore limite di esposizione che, come gi detto in precedenza, fissato in 0,1 fibre di amianto per centimetro cubo di aria ed misurato come media ponderata nel tempo di otto ore, costituisce il limite di esposizione invalicabile (in precedenza - v. art. 31 del D.Lgs. n. 277/1991 tale limite era fissato in 0,6 fibre/cm3 per il crisotilo e 0,2 fibre/cm3 per le altre variet di amianto). Nel caso in cui dalle misurazioni effettuate si rilevi il suo superamento, il datore di lavoro deve adottare immediate e adeguate misure per ricondurre il valore misurato al di sotto della soglia limite fissata dal legislatore, nel pi breve tempo possibile. Il ricorso alluso dei dispositivi di protezione personale delle vie respiratorie, per il rispetto del valore limite, ammesso solo nel caso in cui lefficacia delle altre misure adottabili (tenuto anche conto delle necessit del lavoro da svolgere) non garantisca la riconduzione dellesposizione al di sotto di tale valore. In tal caso, per, luso del dispositivo non deve essere permanente, ma va limitato per il tempo strettamente necessario. Nella fattispecie di cui sopra il datore di lavoro, previa consultazione con il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, stabilisce ed assicura i necessari tempi di riposo in funzione dellimpegno fisico e delle condizioni climatiche.

Art. 59-undecies. Operazioni lavorative particolari Nel caso di operazioni lavorative durante le quali, sebbene siano state adottate tutte le misure ricordate in precedenza, sia possibile prevedere che il valore dellesposizione potr superare quello limite, dovranno essere attuate procedure e prese misure per tutelare quanto pi possibile la salute dei lavoratori operanti nei luoghi in cui si svolgono tali operazioni. Si dovranno, a tale scopo: a)fornire ai lavoratori interessati idonei mezzi personali di protezione quali i dispositivi di protezione delle vie respiratorie e altri dispositivi di protezione individuale idonei a combattere lesposizione (ad es. adatti indumenti di lavoro), nonch esigere il loro uso durante i lavori; b) affiggere cartelli per segnalare il possibile superamento del valore limite di esposizione; c)adottare adeguate misure per impedire la dispersione delle polveri al di fuori dei locali e dei luoghi di lavoro; d)consultare i rappresentanti dei lavoratori sulle misure da adottare prima di procedere allattivit lavorativa.

Riguardo al punto d), riteniamo utile che permanga una evidenza scritta dellavvenuta consultazione al fine di dimostrare, in caso di eventi negativi connessi allesposizione, la volont fattiva da parte del datore di lavoro nellattuare tutte le procedure previste dalla legge. Art. 59-duodecies. Lavori di demolizione e rimozione dellamianto La rubrica dellarticolo risulta non perfettamente in linea con il contenuto dello stesso. Nellarticolo, infatti, si individuano le procedure e le misure da adottare sia in relazione ai lavori di demolizione e rimozione dellamianto, sia in relazione ai lavori di demolizione e rimozione dei materiali contenenti amianto. Relativamente al primo caso, il comma 1 prevede che leffettuazione dei lavori di demolizione o rimozione dellamianto, possano essere effettuati solo da imprese in possesso dei requisiti previsti dallart. 30, comma 4, del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 (iscrizione allAlbo di cui allart. 30 comma 1 dello stesso decreto). In ogni caso, prima di iniziare le attivit di demolizione o rimozione di amianto o di materiali contenenti amianto, il datore di lavoro deve predisporre un piano di lavoro nel quale sono indicate le misure da adottare per la salute e la sicurezza dei lavoratori e per la protezione dellambiente esterno (commi 2 e 3) e che contiene le informazioni richieste al successivo comma 4, punti a, b, c, d, e, f, g, h, i, l. Copia del piano deve essere trasmessa allorgano di vigilanza competente per territorio, almeno 30 giorni prima dellinizio dei lavori. Esso sostituisce la notifica di cui si riferito allart. 59-sexies ed consultabile da parte dei lavoratori o dei loro rappresentanti.

Art. 59-terdecies. Informazione dei lavoratori Il datore di lavoro deve fornire ai lavoratori le informazioni sui rischi specifici per la salute connessi allattivit lavorativa comportante esposizione allamianto, fermo restando quanto gi previsto dallart. 21 del D.Lgs. n. 626/1994 in materia di salute e sicurezza in generale. Dovr, a tal fine, informare i dipendenti anche sulle norme igieniche da osservare, sul divieto di fumo, sulle modalit di pulitura degli indumenti e dei dispositivi protettivi, sulle misure di prevenzione particolare per ridurre al minimo lesposizione, sullesistenza del valore limite e sulla necessit del monitoraggio ambientale (comma 1, punti a, b, c, d, e). Se dalle misurazioni dellesposizione risulta il superamento del valore limite, il datore di lavoro ne d notizia al pi presto agli stessi lavoratori ed ai loro rappresentanti e li consulta sulle misure da adottare per ridurre lesposizione ovvero li informa sulle misure adottate in caso di urgenza. Art. 59-quaterdecies. Formazione dei lavoratori Tutti i lavoratori esposti o potenzialmente esposti allamianto devono essere opportunamente formati, fermo restando quanto gi previsto per la formazione in generale dallart. 22 del D.Lgs. n. 626/1994 (la formazione va erogata allatto dellassunzione, del trasferimento o cambiamento di mansioni, dellintroduzione di nuove tecnologie o attrezzature di lavoro). Il contenuto della formazione riguarda le propriet dellamianto e gli effetti sulla salute; i prodotti che possono contenerlo; le operazioni che possono comportare unesposizione, i controlli preventivi per ridurre al minimo lesposizione, le procedure sicure etc. (v. comma 2, punti da a ad i). Il comma 3 dispone che tutti i lavoratori addetti alla rimozione e smaltimento dellamianto e alla bonifica delle aree interessate devono aver frequentato gli specifici corsi di formazione previsti dallart. 10, comma 2, lett. h), della pi volte citata legge 27 marzo 1992, n. 257, il cui testo viene di seguito riportato. La predisposizione di specifici corsi di formazione professionale e il rilascio di titoli di abilitazione per gli addetti alle attivita' di rimozione e di smaltimento dell'amianto e di bonifica delle areee interessate, che e' condizionato alla frequenza di tali corsi; Art. 59-quinquiesdecies. Sorveglianza sanitaria La sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti ad amianto si attua in forma preventiva e periodica, ai sensi dellart. 16 del D.Lgs. n. 626/1994. Da tale sorveglianza sono esclusi gli addetti alle attivit che comportano esposizioni sporadiche e di debole intensit (v. quanto precisato in merito allart. 59 quinquies - valutazione dei rischi). Pertanto, nei confronti dei lavoratori esposti ad amianto, prima che gli stessi vengano adibiti a lavori che comportano esposizione, viene effettuato un controllo medico da parte del medico competente e, successivamente, si procede alla sorveglianza sanitaria periodica almeno triennale o con diversa periodicit individuata e giustificata dal medico competente con riferimento alla valutazione del rischio ed ai risultati della stessa sorveglianza. Questi ultimi dovranno essere riportati nella cartella sanitaria del lavoratore.

Il lavoratore dovr sottoporsi a sorveglianza sanitaria anche dopo la cessazione dellattivit lavorativa comportante esposizione o alla cessazione del rapporto di lavoro ove coincidente con la cessazione dellesposizione, per tutto il tempo ritenuto necessario dal medico competente. In quest ultimo caso il medico fornir al lavoratore le prescrizioni da osservare. Art. 59-sexiesdecies. Registro di esposizione e cartelle sanitarie e di rischio Anche per lesposizione ad amianto, il medico competente istituisce cartelle sanitarie e di rischio personali (ex art. 17, comma 1, lett. d, D.Lgs. n. 626/1994) che vanno opportunamente aggiornate e nelle quali vanno inseriti anche i valori di esposizione comunicati dal servizio di prevenzione e protezione aziendale (comma1). Il datore di lavoro iscrive i lavoratori esposti nel registro gi previsto dallart. 70, comma 1, dello stesso D.Lgs. n. 626 (comma 2). Anche per quanto riguarda la predisposizione delle cartelle sanitarie e di rischio e liscrizione nel registro degli esposti, sono esclusi i lavoratori addetti alle attivit che comportano esposizioni sporadiche e di debole intensit, di cui allart. 59-quinquies. Le procedure connesse alla gestione dei documenti di cui sopra sono descritte nei commi 3, 4, 5 dellarticolo. Art. 59-septiesdecies. Mesoteliomi Nei casi di mesoteliomi accertati, correlati allamianto, trovano applicazione le procedure previste dallart. 71 del D.Lgs. n. 626/1994(alla cui lettura si rinvia) che dovranno essere espletate dai medici delle strutture sanitarie pubbliche e private, nonch dagli istituti previdenziali assicurativi pubblici e privati che hanno repertato i casi di neoplasia e dalle Istituzioni pubbliche interessate (ISPESL, INPS, INAIL, ISTAT). Art. 3 Sanzioni Larticolo dedicato alle sanzioni di particolare interesse perch, diversamente dal precedente regime individuato dallart. 50 del D. Lgs. n 277/1991 e seguenti, lentit delle ammende previste per le violazioni alle disposizioni del decreto, stata correttamente ricondotta a quella gi definita dallart. 89 e seguenti del D. Lgs. n. 626/1994. Pi precisamente, mentre in precedenza le ammende stabilite dal D.Lgs. n. 277/1991 giungevano fino a un massimo di euro 25.822, ora tale valore ridotto a euro 4.131. Le violazioni agli articoli del provvedimento, pertanto, vengono inserite nellart. 89 dal presente articolo, alla cui lettura si rinvia.

Art. 5 Abrogazioni Dalla data di entrata in vigore del provvedimento (26/9/2006) sono abrogate le disposizioni del capo III del decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277

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