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27/02/2004 n 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO Anno XII - n 121 Aprile 2012
LEditoriale
di Enrico Dello Sbarba
Luned 16 Aprile, h. 18 a pag. 2 segue presso la sede del Circolo Il Centro Via Trieste 7 - Livorno
C fede a Livorno ?
Venerd 4 Maggio h. 17.30
presso la Chiesa degli Armeni Via della Madonna - Livorno
Politica
non deve diventare una parte in causa e in gara, ma deve restare super partes e quindi non opportuno che esageri nel contrapporsi ai partiti che lo sostengono. Una verit per non si pu ignorare ed quando Monti afferma che, in questo momento, il governo forte ed i partiti no.Ed i partiti debbono prendere coscienza di questa loro intrinseca debolezza e non scaricare, in alcuni casi con rabbia e stizza, i loro problemi sui provvedimenti che il governo, vedi la riforma sul lavoro o quella sulla giustizia o sulla RAI , ha intenzione di assumere. I partiti, con lesclusione di quelle componenti minoritarie e rissose, debbono invece seriamente interrogarsi sul perch godono di cos poco consenso ed impegnarsi per provocare, rapidamente, la necessaria inversione di tendenza. A questo riguardo un fattore positivo costituito, per esempio, dagli incontri in corso per la riforma della legge elettorale, asse portante per restituire al cittadino il senso fecondo della sua primariet nelle scelte del partito e dei candidati, e per assicurare al paese linizio di una nuova importante stagione politica che dia finalmente il senso del cambiamento. Ci cadono veramente le braccia osservare che a scagliarsi contro questa riforma elettorale siano proprio i populisti ed i radicali di tutte le obbedienze. Affermare, come ha avuto il coraggio di dire Parisi (ex prodiano della prima ora) che si tratta di un ritorno ai riti decadenti della peggiore prima repubblica o le smodate dichiarazioni della Rosa Bindi, ormai sul piede di guerra da quando sono iniziati gli incontri per un nuovo sistema elettorale, che rischia di rappresentare, ha dichiarato la tomba del bipolarismo significa non voler vedere in faccia la realt. In effetti,entrambi, hanno un disegno ben preciso e cio il sogno di portare Romano Prodi al Quirinale in combutta con la sinistra di Vendola e lIdV di Di Pietro seguendo la linea indicata da Il Fatto ed Il Manifesto. Questi inquieti nostalgici supporters del Professore ,che non ha mai speso una parola di consenso sul governo Monti, dimostrano di non vedere in faccia la realt. Intanto sul versante della destra revanchista guidata da Altero Matteoli e dalla pasionaria di destra - lex Ministro della Giovent (sic!) Giorgia Meloni si annuncia una guerra senza quartiere al nuovo sistema elettorale ed hanno preannunciato conseguenze gravissime ove il progetto dovesse andare avanti. In questi tre lustri abbiamo assistito a riti decadenti, ribaltoni, rimpasti, tradimenti e ricatti a non finire senza alcuna visione ideologica in grado di ristabilire alla politica vera il senso umano del suo essere. Ecco perch dobbiamo veramente augurarci che il tema della riforma elettorale e quello graduale della modifica, in alcune parti, della costituzione, riescono ad andare avanti e d a concretizzarsi prima delle elezioni politiche del prossimo anno. enricodellosbarba@virgilio.it
Le acque carsiche
messi in discussione due cardini del pensiero cattolico: lo spazio dei soggetti di base e il ruolo dei soggetti intermedi. Ancora un anno fa (marzo 2011), a commento delle manifestazioni di piazza del tempo, De Rita affermava che le piazze non costruiscono lidentit in politica, men che meno in Italia. La nostra si sempre forgiata a livelli intermedi in parrocchia, nelle sezioni di partito, nei consigli di fabbrica dove, giorno dopo giorno, si produce un cemento fatto di idee che piano piano si trasforma in identit (Avvenire). Oggi sembra, invece, che il potere si sposti verso lalto o che comunque si indurisca concentrandosi. E allora De Rita richiama una sintesi della complessa verit che appartiene alla cultura cattolica e cio che una societ vive di equilibri tra soggetti individuali, corpi collettivi intermedi, responsabilit statali, dinamica internazionale (Corriere della Sera). A me sembra che sia questo lo scenario da affrontare nelle sue odierne componenti di fatto, nelle sue tensioni, nella necessit di una forza per stare nel giuoco. E in corso una dura lotta politica, nella quale si former in diverso equilibrio tra la ricchezza, il potere e la libert. Certo che occorrono regole nuove. Evitiamo, per, di sbagliare unaltra volta. La crisi tanto nelle regole quanto nella societ, nella sua classe dirigente a fronte della confusa insofferenza popolare.
Politica
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Pier FerdiandoCasini
Angelino Alfano
Con il decrescere del consenso al governo Monti (niente di spettacolare,siamo al 44%, ma il trend esiste e forse aumenter) la politica ha una grande occasione per riprendere fiato. Lo tiene sospeso da novembre, ora che espiri e torni a immettere ossigeno nei polmoni. Finora era stata bloccata da un lato dalliperattivismo decisionista del potere esecutivo. Poi per la sana impuntatura sulla riforma del mercato del lavoro non solo ha mandato un segnale necessario ai tecnici, ma ha anche smosso le acque. Non un caso che prima i rapporti tra queste erano arenati sulla questione della Rai e della giustizia, mentre subito dopo stata trovata lintesa sulla legge elettorale. Unintesa, dunque, il cui significato politico va al di l dei contenuti della bozza di sistema escogitato, sia esso spagnolo, tedesco o che altro. I partiti si sono rimessi in moto, e questa di per s una bella notizia. Il grosso pericolo, si leggeva su questo mensile la
volta scorsa, labitudine di affidarsi al podest straniero per risolvere linsoluto. Con i rischi di non riuscire pi a farlo tornare, pi tardi, nei ranghi che gli competono. Ora Bersani, Casini ed Alfano hanno fatto sapere che le elezoni del prossimo anno potrebbero anche svolgersi senza il porcellum. La cosa eccellente, ma a certe condizioni. La prima che si tratti di una riforma vera, che restituisca lo scettro al Principe, cio al popolo. Premessa necessaria per questo che si riconosca il fallimento dellidea che, semplificando il sistema, ne avrebbe guadagnato la stabilit. Si dir: il governo Berlusconi, primo secondo o terzo, ha resistito ben pi dei governicchi della Prima Repubblica. Non questo il punto: lItalia esce squassata dalla Seconda Repubblica perch ogni cambiamento ai vertici comportava il radicale rovesciamento del lavoro fatto in precedenza. La longevit dei governi stata salvata, non quella della linea politica.
La seconda idea cui rinunciare il bipolarismo: la sua crisi evidente, con buona pace di chi ritiene che un polo di centrodestra ed uno di centrosinistra siano in grado di interpretare le istanze della societ civile. La partecipazione sempre minore alle elezioni da parte dellelettorato attivo vale meglio di mille spiegazioni. Da ultimo: ammettiamo che finita lepoca dei leader. Il caso Lusi, da questo punto di vista, sintomatico. Un male, il leaderismo, che incubava nellorganismo del Paese fin dai tempi di Craxi, ma che gli emuli del Socialista hanno portato alla perfezione. La legge elettorale, se mai verr rinnovata, dovr rinettere in circolazione la sana forma del partito, inteso come momento di elaborazione della politica e di selezione della classe dirigente. Altrimenti le attuali saranno solo prove tecniche di Terza Repubblica, e presto saremo costretti ad iniziare a sperare nella Quarta.
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Bisogna partire da una rassegna bibliografica, rigorosamente critica, che sgombri il campo dai persistenti idola, dai pregiudizi e dai luoghi comuni che continuano ad alimentare linterpretazione storica della cosiddetta Prima Repubblica. Solo per fare un esempio faccio riferimento alla teoria del doppio Stato, alimentata anche da ambienti giudiziari, che non regge perfino ad unanalisi superficiale del corso storico, ma che per molti studiosi e giornalisti resta la chiave interpretativa della Prima Repubblica. Che il fenomeno di Tangentopoli sia stata una patologia grave del sistema politico italiano un fatto indubbio, ma non si pu ridurre tutta la complessa costruzione dello Stato democratico italiano ad una storia di malaffare. Continuano, comunque, ad essere scritti libri con questa ottica che invece di valutare, per esempio, sulla base dei dati economici ed istituzionali, il biennio 1992-1994 come un periodo che salv lItalia dal naufragio finanziario, gettando le basi per restare agganciata allEuropa, e che avvi una seria opera anche di risanamento morale, giudicano quel tempo fondandosi sul voto dellautorizzazione a procedere di Bettino Craxi la cui disanima si fonda, peraltro, su dati poco analizzati ed anche oggettivamente sbagliati. Questa troppo lunga premessa prima di entrare nel merito della domanda, mi parsa necessaria perch c molto da dissodare e da vangare per liberare il terreno da macigni ed ingombri che rendono difficoltosa una lettura sine ira ac studio della nostra storia. La questione diventa ancora pi spinosa quando si tratta di studi che riguardano la Democrazia Cristiana, la cui peculiare formazione (cultura e prassi politica) ancora lontana dallessere ben compresa, malgrado gli scritti di Gabriele De Rosa forniscano criteri e percorsi interpretativi quanto mai preziosi. Convengo sullaffermazione contenuta nella domanda che la scomparsa della democrazia Cristiana dal panorama politico italiano sia avvenuta in modo anomalo; meno concordo sulla considerazione che altri partiti si siano rinnovati e ricostituiti, transitando verso la Seconda Repubblica. Questa a me pare, piuttosto, lisola che non c, poich il quindicennio circa che ci separa dal 1994 pu essere definito solo come transizione incompiuta, non essendo emersa alcuna forma riconoscibile di vero approdo. Si pu anzi affermare perfino che si trattato di un cammino a ritroso, essendo riemerso un antico male, pressocch corretto negli anni 90, dalla reciproca delegittimazione, che il cancro di ogni sistema politico. La controprova che nulla di realmente nuovo si sia verificato dopo la grande crisi del biennio 92-94, che non trov il suo positivo sbocco, come pure era possibile, per la precipitazione verso le elezioni anticipate, dimostrata dalla nascita del Governo Monti, classico esempio di tregua per consentire alle forze politiche in campo di prendere ossigeno, ma soprattutto di definire orientamenti che non sono mai stati seriamente studiati n individuati. L anomalia del tramonto democristiano consiste soprattutto nel dato storico, difficilmente contestabile, che la crisi non stata determinata dal fallimento della concezione politica del partito, n dalle fondamentali concrete scelte economiche ed internazionali operate nellarco di oltre mezzo secolo. Si pu perfino, affermare che mentre gli indirizzi politici costitutivi della repubblica, fissati fin dagli albori da Alcide De Gaspe
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ri, e sostanzialmente perseguiti negli anni successivi, venivano ritenuti validi anche da forze politiche originariamente anti-sistema, proprio in quel tempo, si manifestavano in modo sempre pi grave, i sintomi di crisi della Democrazia Cristiana. Per capire il fenomeno bisogna tener conto dei fattori storici e sociali in profondo mutamento in Italia e nel mondo, a cominciare dalla fine del blocco sovietico. Con la caduta del Muro di Berlino calava anche la grande paura e veniva, quindi, meno la funzione di scudo esercitata dalla DC, che si era giovata anche di consensi elettorali che andavano oltre la condivisione di principi e dei programmi propri del partito. A questo un punto perfino scontato. Ci che meno scontato che la stessa crescita sociale ed economica di ceti sociali subalterni, sviluppatasi per impulso delle politiche democristiane, spingeva queste classi emergenti verso opzioni di rappresentanza diretta, ma anche pi egoistiche e localistiche, alimentate peraltro, da una cultura e da uninformazione sempre pi partigiana e radicaleggiante. La DC veniva presentata come il partito degli esangui ed untuosi protagonisti di una storia passata e superata e lattitudine alla mediazione politica veniva screditata come debole, impotente azione di governo. Pi in profondit ancora agiva il processo di secolarizzazione che, con i referendum sul divorzio e ancor pi sullaborto, ebbe la sua evidente conferma, distanziando mentalit e costumi della societ italiana dalla concezione originaria del movimento politico dei cattolici italiani. Sotto certi aspetti fu lo stesso partito ad essere toccato da questa ondata, mi si passi un neologismo, sconsacrante, smorzando cos gli slanci ideali, riducendo a formule ripetitive principi una volta vitali, affievolendo linteresse per la elaborazione dottrinale, riducendo limpegno politico a prassi di mera gestione dle potere. In un sistema bloccato, come quello italiano per linsuperato fattore K del PCI, aspetto che viene troppo spesso ignorato e sottovalutato, latmosfera politi-
ca veniva percepita come soffocante ed il governo democristiano come un regime, con la conseguenza di vedere schierato contro la DC la quasi totalit del mondo intellettuale e giornalistico italiano, fino al punto estremo di dichiarsi neutralia verso il terrorismo. Cera, dunque, una variet di tarli in azione che andavano erodendo la grande nave che aveva traghettato lItalia tra i grandi Paesi sviluppati del mondo e, quando scoppi Tangentopoli, la struttura portante era parecchio corrosa, ma non distrutta. A completare la demolizione furono decisioni sbagliate della stessa classe dirigente democristiana nella convinzione che un tempo si era ormai concluso e che bisognava voltare pagina, senza considerare che quel patrimonio di cultura politica restava ancora vitale, animando il movimento rinato come Partito Popolare Italiano. Occorreva solo la pazienza di ricominciare, ricollegandosi anche ai generosi tentativi che da S.Pellegrino, a Sorrento, a Roma, a Perugia, ad Assago erano stati compiuti per rivitalizzare il partito. Si prefer la divisione e la diaspora, realizzando cos l anomalia di un partito che si decomponeva, mentre la storia ne convalidava le fondamentali scelte politiche. una storia fatta con i se, ma non per questo, a mio parere, meno valida, per-
ch essa non fu determinata da fattori ineluttabili, ma da decisioni umane che avrebbero potuto essere diverse da quelle assunte e che determinarono, poi, la sparizione della DC che, diversamente dal MRP francese, non aveva sbagliato politica. Per quanto riguarda il movimento politico dei cattolici italiani quelle deliberazioni, maggioritariamente approvate, di scioglimento del partito per confluire in altre formazioni artificialmente concepite non solo hanno creato un Anomalia storica, hanno anche determinato un evidente vuoto politico e culturale. Oggi se ne percepisce tutta la gravit, per cui, a fasi alterne, si immagine di poter riempire quella lacuna ricostruendo ci che pure esisteva e si voluto invece distruggere. Ma non pu bastare n la consapevolezza del vuoto politico, n la buona volont per rimediare, essendo ormai profondamente mutato il contesto storico e politico. A mio parere la strada della Democrazia Cristiana non pi percorribile, ma non vano chiarirne la storia, individuandone i valori fondanti per riproporli come lievito di un nuovo possibile inizio per cattolici che intendano proporsi, in modo organizzato, come protagonisti di una proposta politica riconoscibile come ispirata ai principi cristiani del popolarismo.
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Queste cose che sto per scrivervi non sono il resoconto della presentazione del libro di Publio Fiori Qualche volta ritornano, ma piuttosto le impressioni svagate di unatmosfera di attesa non soddisfatta. Gi Emilio Colombo trova che il titolo speranzoso che Publio ha dato alla raccolta delle sue esperienze politiche sia ambiguo e che possa esprimere una speranza (qualche volta ritornano), ma anche una delusione (e qualche altra, non ritornano). E mi sembra che questa amarezza sia il condensato delle attese deluse di questi ultimi giorni che mancano alla scadenza del 2 Aprile, giorno ultimo per la presentazione di quelle liste civiche dei cattolici impegnati nella carit sociale, invocata da Benedetto, nelle elezioni amministrative, liste che non saranno mai presentate. Emilio Colombo osserva con apprensione la grande fioritura di piccole iniziative cattoliche che vogliono riscoprire la politica e si lamenta che tutti questi gruppi sembrano costruiti pi per difendere la loro diversit che per unirsi agli altri. E cerca persino di darsi una spiegazione risalendo allinizio della diaspora per denunciare lorigine del male, che fu quella di aver intrapreso la via della scissione per ottenere il risultato politico di portare il partito a destra, tentativo che sostiene Colombo abbiamo pagato caro ritrovandoci nel bunga-bunga e nella sregolatezza sullorlo del baratro. Parole severe che il Senatore a vita,
Emilio Colombo dallalto della sua saggezza e dei suoi novantanni, pu permettersi il lusso di pronunciare. Ma anche Gerardo Bianco non tranquillo ed il libro di Publio sembra ispirare anche a lui amare considerazioni. Accenna ad un suo tema ricorrente (a proposito del quale pubblichiamo in questo stesso numero unimportante suo articolo): quello della damnatio memoriae. Quando Salvati dice che la Prima Repubblica tutta da buttare, dice il falso. La storia della Prima Repubblica un lungo cammino per creare una base pi larga della democrazia, partendo da una situazione difficilissima di un Paese spaccato in due, sullorlo di una guerra civile, sullorlo di uno scontro internazionale che sarebbe stato apocalittico. Eppure pazientemente la speranza di De Gasperi di acquisire alla democrazia Nenni,
Gerardo Bianco il difficile cammino del centro-sinistra, lapertura ad un dialogo pi largo con le forze dellarco costituzionale, fino al giungere in mezzo ad ardue difficolt, ad un sistema aperto di una democrazia sbloccata la grande opera storica della Democrazia Cristiana. E la democrazia era bloccata non per colpa della DC, ma per le scelte delle
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sinistre, che si proponevano una posizione internazionale impossibile e che forse troppo tardi hanno accettato ed utilizzato. La lunga marcia per una democrazia completa pass in mezzo a grandi tensioni ed a grandi pericoli. Ma anche Gerardo viene al punto dolorante invocato da Colombo: nel momento della crisi, linseguire la destra fu grande errore e fu grande errore lillusione di Buttiglione di dirigere la destra. Ed anche oggi non possibile pensare che si possano utilizzare i resti della degenerazione berlusconiana per fare qualcosa che sia coerente con la dottrina sociale cristiana, qualche cosa che parta dalla vitalit delle piccole patrie e non dal falso cimitero dei partiti inesistenti. Alfano evoca il grande pensiero cristiano sociale (insegna Filosofia della Politica allUniversit Lateranense, che lui chiama Universit del Papa) e la necessit di un tessuto etico. Ha scritto un libro su Gedda e lo ricorda come un uomo, che pur non sapendo di politica aveva una forte dimensione morale. (E dice a Colombo: Tu lhai conosciuto bene Luigi Gedda!. E Colombo fa s con la testa. E mi sovviene di Gedda e delle perdute stagioni! E come il vento odo stormir tra queste piante/, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien leterno/ e le morte stagioni,/ e la presente e viva, e il suon di lei). Anche allora il grande pericolo era lastensionismo dei cattolici delusi e scorati, forse scottati da un troppo frettoloso cedimento al fascismo, conquistati ed illusi dalla concessione del Concordato. Cera bisogno che il mondo cattolico partecipasse alla politica per salvare lItalia da un nuovo difficilissimo destino e senza fare un partito, ma tuttavia mobilitando tutte le parrocchie, portarono i cattolici votare. S, li portarono materialmente, con qualche esagerazione organizzativa ed attivistica, con barelle ed autoambulanze, con cestini per rifocillare gli attenti scrutatori, con manifesti ingenui fino alla commozione: Tutti a votare! Perch chi non vota un coniglio!. mai possibile che un antico democratico cristiano disperato, senta nostalgia
di Luigi Gedda, il nemico di De Gasperi, lintransigente oltranzista, frenetico assertore di un cattolicesimo arrogante e massiccio? No, non era cos. Cera una cosa importante da fare e la fece. Ed oggi ci accorgiamo che, essendoci una cosa importante da fare e non essendoci nessuna che la voglia, la possa e la sappia fare, stiamo qui a parlare del bunga-bunga! Ma cosa che ci opprime tutti in questa bella riunione fatta per parlare della storia, delle memorie, delle speranze di un amico ritrovato, al punto da trovare ambiguo il titolo del suo libro, da trovare disperante la damnatio memoriae, da trovare stupida e goffa la nascita di tan-
ti piccoli gruppetti autoreferenziali? Cosa che ci spaventa e ci avvilisce? Lo sappiamo cosa . E dicendolo facciamo un errore. Ma abbiamo il coraggio di dircelo: una minoranza misteriosa, potente e nascosta, ha deciso di fermare il lievito che stava fermentando la massa, di rimandare le iniziative preannunciate a dopo le elezioni amministrative, di preservare lastensionismo cattolico perch vuole imporre il riciclo cattolico del berlusconismo. Intanto, Berlusconi fa le liste civiche che avrebbero dovuto fare i cattolici, e in noi scatta la nostalgia per Luigi Gedda che port i cattolici a votare per salvare lItalia.
Politica
I recenti fatti esteri mostrano la drammatica carenza di peso dellItalia nella politica mondiale
pensare alle nostre missioni allestero, riguardo alle quali lo sforzo pi acre non stato tanto nellindividuazione del quadro operativo, quanto nel convincimento circa il ruolo dei nostri soldati, sempre e solo impegnati in incarichi di pace. Il timore del volto militare dellItalia, - non citiamo la
parola guerra, - non soltanto uno scrupolo nei confronti della Costituzione, bens lesaltazione di una cultura spesso ipocrita che maschera lavversione ai soldati in quanto tali, con la contrariet alla decisione politica dellimpiego di truppe. LItalia potrebbe assumere posizioni forti in politica internazionale solo a costo di sprofondare in dilanianti dibattiti che hanno lunico risultato di allungare i tempi: anche questo segno della mancanza di un sistema di valori condiviso. Entrando nel merito, Nigeria e India mostrano due caratteristiche dellimmagine dellItalia contemporanea. Infatti, se lepisodio del blitz anglo-nigeriano ha ribadito ci che gi si sapeva, ossia che Londra considera Roma ontologicamente in subordine, la questione dei mar apre scenari ben pi inquietanti, rendendo manifesti i vuoti sia della diplomazia italiana, sia della capacit di gestione politica della sfera estera: mancanza di risposta rapida alla sollecitazione, sottovalutazione dei fatti, ristrettezza nella lettura geopolitica sono limiti, oltre che del governo, anche di ampia parte della nostra classe dirigente. Ricordiamoci che non di solo spread muore lItalia.
Attualit
IL TAB DELLART.18
di Massimo Cappelli Quando le parti si siedono al tavolo della trattativa con lo scopo di raggiungere un accordo,i mali peggiori che possono insidiare il buon esito del confronto sono le questioni pregiudiziali e quelle di principio. Le prime antepongono allinizio della trattativa una difficolta da superare e quindi determinano la necessit di una pre-trattativa prima di quella vera e propria,le seconde sono veri e propri macigni sulla strada del confronto sovente posti con il retro pensiero di non volere raggiungere alcun accordo. Queste considerazioni riguardano ogni forma di confronto dialettico tra parti che tutelano diversi interessi ad ogni livello. La situazione che si venuta a creare sulla riforma del mercato del lavoro tra parti sociali e Governo sta risentendo negativamente di quanto prima detto. Dopo laccordo registrato sulle nuove norme per favorire laccesso al lavoro dei giovani ed eliminare il loro precario utilizzo quali : cessazione della pratica degli stage non retribuiti per giovani gi diplomati e laureati e limitazione degli stessi solo per chi ancora studia; disincentivazione delluso del contratto a tempo determinato incrementandone il costo per il datore di lavoro;incentivazione delle assunzioni a tempo indeterminato per ridurre il precariato ; migliore regolamentazione dellapprendistato cercando di favorire la stabilizzazione del rapporto di lavoro, il confronto si incagliato sulla nuova disciplina dellart.18. Davanti alla rigidit del sindacato CGIL bene ha fatto il Governo a non dare forza di decreto alla nuova normativa ma di proporla come Disegno di Legge al Parlamento per eventuali correttivi che comunque mantengano lequilibrio da questa raggiunto in un clima di non contrapposizione. Una considerazione occorre fare. E ormai evidente il condizionamento che la CGIL,il pi forte sindacato italiano,subisce dalla Fiom ,sindacato di una categoria importante come quella dei metalmeccanici ma pur sempre rappresentante di una categoria di lavoratori. La politicizzazione di questa componente spesso la porta a sposare posizioni di principio che allontanano dagli accordi ed in effetti pochi sono gli accordi da questa sottoscritti, proseguendo con Landini la linea che a suo tempo fu di Rinaldini ed ancor prima del socialista massimalista Bertinotti. Dispiace vedere come linfluenza di una componente complessivamente di minoranza ma combattiva riesca a coinvolgere anche la maggioranza della CGIL e quindi,con un effetto trascinamento,anche altre sigle sindacali,quasi in un processo democratico allincontrario. Ecco allora che la mediazione esce dal campo sindacale e torna in Parlamento dove sono rappresentati gli interessi generali del Paese. Laugurio che i partiti che sostengono il Governo in questo particolare e drammatico momento dellItalia sappiano affrontare questa sfida e riconoscere i punti di equilibrio della riforma del mercato del lavoro. Non dimentichiamoci che gli esami non sono ancora finiti e lEuropa ed i mercati ci stanno osservando. Non dimentichiamo neanche cosa ha detto Monti ovvero che lui non ci sta atirare a campare ma ha il preciso scopo nellinteresse del Paese di rimettere in discussione le vecchie logiche di potere e darci una Italia pi credibile,se anche noi cittadini lo vogliamo.
10 Spigolature
Disperata e delusa!
Marted 13 marzo la Cancelleria Angela Merkel stata ospite del Presidente del Consiglio Mario Monti per un incontro ufficiale sulle tematiche dellEuropa. E apparsa, hanno riportato alcuni inviati, preoccupata, incerta, quasi disattenta durante la conferenza stampa conclusiva. Sembrava, hanno commentato alcuni giornalisti, stranamente assente ed in cerca di qualcuno che non vedeva. Alla fine il drammatico ed amletico dubbio stato chiarito. Ha cercato, ha sperato, fino allultimo ( ripartita nella stessa giornata), di incontrare il volto amico del Cavaliere ma tutto stato inutile. Delusa e addolorata, prima di salire sullareo di stato, ha dato unultima occhiata ma Lui non cera!!!
re tu la go pi S
ta del marchio casual con sede a Verona, finora nel perimetro del gruppo 3A Antonini che controlla anche Alexander. Una dolorosa conferma della involuzione che il nostro paese sta drammaticamente vivendo nella stagione in cui ha trionfato il bipolarismo!
a vicenda. Intanto la ex parlamentare Marida Bolognesi - sponsorizzata dallex ministro della Pubblica Istruzione on. Fioroni ( gi venuto a Livorno dove ha preso contatti anche con altolocati personaggi della Chiesa Livornese) - sembra sia seriamente intenzionata a lanciare la sua candidatura a Sindaco di Livorno. - Manovre anche allinterno della componente ex Margherita - in vista delle elezioni amministrative ma, in ordine sparso. In proposito, di rilievo, lincontro dei lettiani avvenuto recentemente a Livorno ed impreziosito proprio dalla presenza di Enrico Letta. - No! Non chiedeteci notizie sul PdL uscito da un congresso trionfale. Le cronache parlano che su circa 1500 iscritti abbiano votato in 500, quasi tutti fedeli della pasionaria legata al sindaco di Roma Alemanno. In crisi nera la pasionaria bionda meglio conosciuta come sfascia partiti!!
Lesempio di Casini
Il leader centrista rinuncia, da subito, ai privilegi riservati agli ex presidenti dei due rami del Parlamento. Ho avuto lonore di servire la Camera dei Deputati dal 2001 al 2005, rinuncio con effetto immediato ai benefit previsti a seguito delle decisioni assunte dallufficio di presidenza della Camera: queste le dichiarazioni rilasciate dallon.Casini. Luciano Violante PD e Fausto Bertinotti - ex Rifondazione Comunista sembrano invece propensi a mantenersi i benefit fino alla loro scandenza e cio trascorsi dieci anni dalla cessazione dellincarico di Presidente. Al di l delle simpatie che nutro per Pier Ferdinando Casini che ho conosciuto, insieme a Marco Follini, allorch erano giovani esponenti della D.C, mi sembra trattarsi di un bel segnale. La decisione assume un significato ben preciso e cio laver fatto prevalere il senso dello Stato ed il senso di responsabilit verso la nazione. Per il momento sembra trattarsi di un gesto isolato. augurabile e sperabile che non sia cos ma quello di Casini resta comunque un gesto di grande dignit politica e morale ed anche di contegno in un momento cos grave e difficile per il paese.
Arrivano li turchi
Un marchio italiano, noto nel mondo, sta per finire nelle mani - di chi ? - dei turchi. Secondo quanto riporta il sito in lingua inglese di Hurryet (un quotidiano di Istanbul) la prestigiosa azienda, pruduttrice di scarpe per il tempo libero -Lumberjackstarebbe per essere venduta al gruppo Ziylan. Se loperazione andr in porto sarebbe lennesima azienda italiana della moda che passa a gruppi stranieri. Dopo Bulgari, Ferr, Fendi, Gucci la vol-
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UFFICIO ANAGRAFE - In vigore lannotazione della convivenza basata su profondi vincoli affettivi
Da luned scorso chiunque pu, presentandosi allanagrafe, far apporre sul proprio certificato di residenza lannotazione che leventuale convivenza riportata sul documento, basata su profondi vincoli affettivi; cos ha deliberato il Sindaco concedendosi un breve momento di assertivit sullunico argomento che ancora non ha sollevato opposizione o distinguo da parte dei suoi alleati. Non ho ben capito, ma la colpa certamente mia che sono preso da altre preoccupazioni, a cosa mai possa servire questo romantico post scriptum anagrafico: forse a qualche recriminazione al momento della scoppiatura - il nostro era un vincolo profondo lo sapeva anche il Sindaco - oppure a nobilitare alcune convivenze di disinteressati nipoti con nonnine centenarie in attesa del subentro nel contratto daffitto della casa popolare come succedeva una volta.Lipotesi pi probabile piantare una bandierina nel percorso dellaffermazione di improbabili riconoscimenti di coppie non convenzionali visto che non si riesce a fare altro. Eppure di cose da fare ce ne sarebbero: il piano strutturale, il PGR del porto, lemergenza casa, il nuovo ospedale, la reindustrializzazione del nostro territorio, sono solo alcuni dei temi che chiamano questa maggioranza ad una sollecita operosit. Chiamata purtroppo senza risposta, poich ogni energia viene impiegata nel con-
Il Centro on line
Ricordiamo ai nostri lettori che possibile visionare online o scaricare il nostro periodico visitando il sito internet del circolo:
www.circoloilcentro-livorno.it
fronto (talvolta nella rissa) con gli alleati dell IDV impegnati a conquistare spazi e visibilit con una notevole disinvoltura ma anche, bisogna riconoscere, con una certa abilit. La crisi della Giunta per figlia naturale del Partito Democratico allinterno del quale il consenso e loccupazione del potere locale (dallo storico P.C.I. in poi) hanno favorito una mentalit poco disposta al confronto e che ora soffre la consapevolezza che alle elezioni del 2014 non sar pi cos facile indicare il sindaco n tantomeno eleggerlo al primo turno. Aggiungiamo che, anche legittimamente, affiorano nel PD possibili candidature che, a loro volta, mettono in gioco alleanze e strategie, certamente poco compatibili con il sostegno incondizionato allAmministrazione in carica. E certamente assai pi problematico governare una citt, come la nostra, in momenti di ristrettezze, quando la crisi attanaglia le famiglie e le poche imprese che ancora insistono sul nostro territorio. Molti dei mezzi e mezzucci con cui la sinistra ha acquisito e mantenuto il consenso non sono pi praticabili e quando una
benevola politica dei diritti per tutti non trova pi coperture adeguate, le scelte, anche difficili, si impongono ed inevitabile che qualche compagno, diversamente abituato, faccia mancare il suo sostegno. Il Partito Democratico deve darsi un nuovo orizzonte che lo liberi dai residui della democrazia bloccata di cui ha goduto per tanti anni e confrontarsi sinceramente con le forze moderate che sono presenti in citt, riconoscendo, e sar la cosa pi difficile, che anche esse possono avere idee e progetti positivi. Le scelte necessarie a favore dei veri poveri, delle famiglie, degli anziani, le scelte a favore del lavoro, contro la rendita di chi non vuole aprire la citt a coloro che vogliono intraprendere, creare lavoro e ricchezza, saranno ampiamente condivise. Solo cosi questa citt si potr rimettere in cammino, costruire percorsi di inclusione, recuperare risorse uscire da un pericoloso immobilismo che la condanna ad essere una citt di pensionati abbronzati e sportivi, ma senza prospettive per i nostri (pochi) giovani.
Il Bar-Pasticceria dei Fratelli Bezzola che agli inizi del 1900 era posto allangolo fra piazza Guerrazzi e via Vittorio Emanuele (oggi via Grande): foto tratta dal libro Dalle Alpi al Mare di C. Adorni.
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di risorse finanziarie di varie nazionalit oltre che con i mezzi dei commercianti livornesi. Tante le famiglie presenti in citt che costruirono palazzi di citt e ville nella adiacente campagna di Montenero, dove tra laltro si recavano in pellegrinaggio per ladorazione della vergine del santuario. Adorazione che fu esportata nella loro terra di provenienza. Molte famiglie non sono pi presenti nella nostra citt altre hanno ancora dei rappresentati e qualcuna ha lasciato tracce indelebili. Il libro dal titolo Dalle Alpi al mare, presentato alla Edison bookstore dallautore stesso e dal professore Giangiacomo Panessa, insieme alla signora Margherita Wassmuth un utile strumento per entrare nella storia di una comunit che ha contribuito insieme ad altre alla costruzione di Livorno. La cultura ci fa ricchi uno slogan inventato per un congresso di due anni fa nel Trentino, dove parteciparono premi Nobel, economisti, politici, studiosi, imprenditori ma anche urbanisti, filosofi ed artisti. Incontro nato per promuovere la cultura come mezzo di sviluppo, ne nacque la proposta di fare dellintero nordest la capitale europea della cultura 2010, nel 2019 spetter allItalia, ma saremo preparati? Il PIL relativo al settore cultura, per lItalia rappresenta il 4% e lo stato investe lo 0,8% delle finanze, questo potrebbe aumentare se si aprissero nuovi siti storici o si potessero incentivare altri settori del nostro ricco patrimonio culturale. Ed ecco la necessit di trasmettere la nostra cultura storica, la nostra derivazione multietnica per comprendere il caso Livorno unico nella storia, di
La Famiglia Zanda nel giardino in Borgo Cappuccini in una foto del 1913 mentre celebra la Festa nazionale Svizzera. (Foto tratta dal libro Dalle Alpi al Mare di Carlo Adorni).
come si costruisce attraverso le interculture un tessuto sociale, economico ed artistico da tramandare alle generazioni future. Dobbiamo investire sulla storia come op-
portunit per il risveglio di Livorno. Come ha citato il professor Panessa: -noi livornesi siamo seduti su di un forziere pieno di perle, ma non c nessuno al momento in grado di aprirlo.-
C una novit nella scelta del dopo scuola media per il prossimo anno scolastico da parte degli studenti livornesi e delle loro famiglie. La novit rappresentata dai nuovi indirizzi dellIstituto Professionale Colombo favorito dallinserimento nellIstituto Tecnico Commerciale Vespucci. Ben 90 alunni si sono iscritti alla prima classe(per lo pi,femmine come tradizione di quellistituto) mentre laltro Istituto Professionale Orlando in crisi nera con appena 41 iscritti(e la fusione con lITG e il Nautico, voluta lanno scorso dalla Provincia, non ha giovato). Per il resto niente di nuovo. I licei sono ancora i preferiti, e questa scelta sarebbe da esaminare dettagliatamente ma nessuno esame pu essere fatto visto che la scuola gode dellautonomia. Marcia spedito il Cecioni con 365 iscritti, che supera nettamente lEnriques con 190; tiene il Palli con 119 mentre il Classico, carico di storia, conferma la crisi ormai da anni dellistruzione classica.
e pensare che fino a pochi anni fa si temeva per la sua sorte. Ricordiamo ancora le vicende che insieme ad altri, nelle quali sostenemmo la presenza dellIstituto, caro al preside Mummolo per una citt che vive sul mare.
Propeller e Olt
di Cristina Battaglini In occasione di un incontro del Propeller club, ospiti del presidente Fiorenzo Milani e dei soci lamministratore delegato di Olt Offshore Lng Toscana, Peter Carolan, e loperation manager Giovanni Giorgi si discusso per illustrare il progetto Olt. Il rigassificatore - ha spiegato Giorgi arriver a Livorno dopo avere lasciato il cantiere di Dubai ed attraversato il Canale di Suez, alla fine del 2012. A marzo 2013 inizieranno i primi test con il gas liquefatto a bordo e lanno commerciale inizier invece il primo ottobre. E prevista loccupazione di 120130 persone tra personale impiegatizio e di bordo; Olt intende rimanere sul territorio per almeno 20 anni; 18 milioni di euro lanno i costi operativi; 400 milioni di euro di ricaduta economica sul territorio; raggiungimento del break even point (punto di equivalenza tra costi e ricavi)-come spiega lamministratore delegato Peter Carolan- in non meno di due anni, ma probabilmente di pi, dipender dalle condizioni generali di mercato. I ritardi nella realizzazione del progetto - ha spiegato Giorgi - sono dovuti alle fasi di assemblaggio. Per la massima trasparenza, Olt ha recentemente ottenuto i certificati qualit ISO 9001, responsabilit sociale SA8000, sicurezza e salute dei lavoratori OHSASI8001 e ambiente ISO14001. Presenti allincontro il prefetto Domenico Mannino, il presidente della provincia Giorgio Kutuf, il presidente della Camera di Commercio Roberto Nardi, gli assessori comunali Walter Nebbiai, Giovanna Colombini e Mauro Grassi.
Nellistruzione tecnica lITI (industriale) con 289 si conferma listituto di fiducia per chi al termine del quinquennio si accinger ad affrontare il mondo del lavoro (e speriamo che fra cinque anni la situazione sia migliore di quella di oggi), segue il Vespucci (commerciale) pur in leggera diminuzione di iscritti 196 rispetto ai 231 dellanno in corso) mentre il Buontalenti (geometri) conferma la crisi con appena 45 iscrizioni. Il Nautico va forte con 120 iscritti
Livorno
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Questanno ricorre il centenario della morte del famoso poeta che ebbe importanti trascorsi nella nostra citt
steri nellatrio del Liceo di Livorno su cui sta scritto anima fervida di libert e di umanit che espresse nel suo canto le voci della natura e della vita,la se-
renit nel dolore e fraterne consolatrici speranze nei cuori e illumin poesie e magistero con senso e intelletto darte di classiche bellezze
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Rosignano
A proposito dello sciopero contro lart. 18 dei lavoratori del complesso Solvay
Il gassificatore di Rosignano
La comunicazione resa pubblica dal Sindaco Franchi della soc.EDISON che si riserva, a breve, una decisione definitiva sulla costruzione del gassificatore ed il raddoppio delletilene apre, forse una tenue speranza, per un investimento che resta fondamentale per la ripresa dellatonica economia della zona resa ancora pi incerta dai problemi riguardanti il complesso Solvay. Lopera rientra nel Progetto Rosignano ed fondamentale per le scelte strategiche del futuro come, in una breve dichiarazione, ha affermato il Sindaco Alessandro Franchi. Naturalmente IL CENTRO riconferma la priorit per questopera non assolutamente in contrasto con lo sviluppo del turismo che, purtroppo, anche a causa della grave crisi economica che ha colpito il paese, non pu rappresentare lunica alternativa alleconomia della zona. Questa volta, se il progetto andr avanti, ci ritroveremo insieme ad Ugo Tarchi, da sempre convinto sostenitore dei quellinvestimento. Nnon sar certamente dei nostri Giacomo Luppichini, strenuo oppositore da sempre e in contrasto, questa volta, con la grandissima maggioranza dei lavoratori Solvay, favorevoli alla costruzione del terminale. Cosa che accadono!
A Fulvio Fontanelli
prestigioso riconoscimento
Il nostro caro amico e concittadino Fulvio Fontanelli - comandante del nucleo anticrimine carabinieri di Livorno - gi decorato della medaglia di lungo comando e della medaglia dargento al merito Melitense, ha ricevuto la onoreficenza di Cavaliere Ufficiale al merito della Repubblica. Allamico Fulvio le pi affettuose congratulazioni personale e dellintera redazione.
ARMUNIA
Acli Labor
SOCIET COOPERATIVA
Cultura
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Una conferenza organizzata dal Club La Carta al Caff Ginori sullarte del Caravaggio
Il paradosso cristiano
LAmm. Giovanni Balestra, prestigioso cultore nel mondo dellarte, noto non solo a Livorno, ha tenuto, invitato dal club rosignanese La Carta, presso il Caff Ginori di Castiglioncello, una conferenza, con proiezione sul tema Il Paradosso Cristiano nelle luci e nelle ombre del Caravaggio. Partendo dallomicidio che il Caravaggio ha commesso a Roma il 28 maggio del 1606, il relatore ha inteso dimostrare come, negli ultimi quattro anni di vita (la morte sopraggiunge a Porto Ercole nellestate del 1610) lartista abbia coniugato in modo quasi viscerale la sua produzione artistica con quelle che erano le sue vicende esistenziali. Illustrando e spiegando con dovizia di particolari alcuni dipinti di questo periodo tormentato che vede il Caravaggio in fuga perenne da tutto e da tutti, il relatore infine arrivato ad analizzare il dipinto che a buon diritto pu essere considerato il testamento pittorico ed umano del Caravaggio: DAVID CON LA TESTA DI GOLIA, in cui la testa mozzata del gigante filisteo presenta il volto che lautoritratto del Caravaggio, lultima tragica immagine che lartista ha lasciato di s. E un quadro tremendo, realizzato con una pittura estremamente essenziale, in cui quasi palpabile lo scoramento, la disperazione e il terrore per quello che poteva essere lepilogo della sua fuga: la decapitazione, come del resto era scritto sul Bando Capitale a emesso a carico del Caravaggio dal Tribunale Pontificio il giorno successivo allomicidio. Anche e soprattutto in questa opera, lartista ha messo a confronto le tenebre e la luce, scontro costante nella sua pittura, intese come simbolo rispettivamente del peccato e della salvezza. Questo contrasto quindi la ragione del titolo della relazione: un tremendo incontro scontro tra il Caravaggio e Dio in cui prende forma appunto il paradosso cristiano sempre presente nella pittura disperata dellultimo periodo di vita di uno tra i pi grandi rivoluzionari della storia dellarte.
Franceso Giuseppe Sloane , Orazio e Alfredo Hall, Pietro Igino Coppi e Vincenzo Ghilli, dirigenti della miniera di Rame di Montecatini val di Cecina, eressero una scuola femminile ufficializzata da un Regio Decreto il 5 settembre 1903. La scuola femminile era considerata un ente morale e aveva come fine listruzione femminile della comunit di Montecatini val di Cecina in conformit alle norme date dai fondatori e in armonia con i regolamenti e i programmi governativi per listruzione elementare. La scuola non poteva rimanere chiusa per per un periodo continuativo di oltre due mesi, linsegnamento veniva diviso in due parti distinte: listruzione elementare e linsegnamento dei lavori domestici. La scuola veniva finanziata grazie allaffitto di alcuni alloggi di propriet della Miniera e dallo Stato italiano che contribuiva con 1,200 lire lorde lanno. Tutte le rendite andavano impiegate esclusivamente per la manutenzione e per pagare i maestri ma se avanzava una piccola cifra era destinata come premio alle migliori alunne. Lamministrazione e la direzione della scuola era affidata ad un comitato direttivo composto dal sindaco del paese, dallarciprete della chiesa di san Biagio e dal direttore della miniera di rame che
svolgevano questa funzione gratuitamente. Il comitato direttivo inoltre doveva occuparsi di presentare i bilanci e il rendimento annuo della scuola al consiglio comunale di Montecatini nei termini e nei modi previsti dalle leggi del tempo, aveva lonere di nominare una maestra per listruzione elementare e una per i lavori domestici. La prima veniva stipendiata con le tariffe
comunali laltra con uno stipendio che veniva deciso dal comitato direttivo stesso. Ogni anno inoltre il comitato doveva presentare lo statuto della scuola e sottoporlo allapprovazione del consiglio scolastico provinciale . Una realt quindi che ha formato tante ragazze nella prima met del900, unopportunit per i tempi unica , un decisione che fece di Montecatini un esempio da seguire.
Cultura
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te laterali che fanno pensare a unestensione fisica dello spazio ecclesiale. Ricco e decorativo, larco allestito nel 1732 dalla Nazione inglese per lingresso di don Carlos (figlio di Filippo V di Spagna ) a Livorno. Limponenza era tale che larco (con anima in legno) non differiva da unarchitettura reale. Di sicuro effetto, e assai popolare, la macchina della cuccagna, con un corpo piramidale che suscitava meraviglia. Anche le cerimonie funebri avevano i loro apparati effimeri. Ce ne fu uno grandioso in Duomo in occasione della morte del Gran Delfino di Francia (1711), figlio di Luigi XIV e cugino di Margherita dOrleans, moglie di Cosimo III. Altrettanto scenica la macchina funebre, ad andamento piramidale, allestita per la morte del granduca Francesco Stefano (1765). Ci si stupisce oggi per la magnificenza di quegli apparati che richiedevano tanto impegno artistico. Come si fa a parlare di cose destinate a non durare ? si chiesta Alice Panella. Ma esse ci restituiscono lo spirito del tempo : quel secolo doro che fu, per i labronici, il Settecento livornese.
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Cultura
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arte cinematografica essenziale, a basso costo e caratterizzata dalla presenza di alcuni attori non professionisti in ruoli di primordine. Ne I quattrocento colpi (1959) ci sono tutti i vissuti, le paure, e i ricordi del regista che attraverso la storia del Doinel ancora bambino, ripercorre anche la propria infanzia (successivamente il personaggio
Le locandine di Finalmente domenica (1983) e Lultimo metr (1980) , due tra le pellicole pi note di Francois Truffaut.
di Antoine Doinel sar il protagonista dei film Baci rubati, Non drammatizziamo... solo questione di corna e Lamore fugge). Ma lo sguardo attento e cauto verso i problemi dei bambini, si ripropone con delicata perfezione in pellicole quali Il ragazzo selvaggio (1969) e ne Gli anni in tasca (1976), dove le voci, i pensieri e in alcuni casi il disagio dei piccoli la dice lunga sullarroganza degli adulti che evitano di porsi domande sui problemi delladolescenza. Eppoi c la parte hitchcockiana di Truffaut, la venerazione verso il maestro dei maestri, che riuscir ad intervistare nel libro Il cinema secondo Hitchcok. La lezione di Hitchcock sembra aver giovato al regista francese, che riesce negli anni a girare film con accenti noir: La sposa in nero (1967) e Finalmente domenica (1983) ne testimoniano il successo. Infine lamore: contrastante, contrastato e a tinte mel di cui Truffaut la superba mente nella storia del cinema. Storie coraggiose (e censurate!) come quella raccontata in Jules e Jim(1960) prima e ne Le due inglesi (1971) poi, e persino storie damore sotto loccupazione ne Lultimo metr (1980). E sempre di amore si tratta se pensiamo ad Effetto notte (1973), come il film con cui Truffaut omaggia il cinema.
22 11 Cultura Un viaggio nel tempo lungo grandi e piccoli centri nel volume L'arte dell'abitare in Toscana
Il giorno 9 marzo scorso stato presentato alla Sala Bal della Cassa di Risparmio, in via Borra il libro LARTE DELLABITARE IN TOSCANA forme e modelli della residenza fra citt e campagna (Edizioni Polistampa) L'elegante volume, arricchito di oltre 250 bellissime foto, un viaggio nel tempo, lungo grandi e piccoli centri della Toscana, alla scoperta delle for-
me e dei modelli di abitazione che hanno fatto di questa regione una delle pi belle del mondo. Il libro nasce dalla collaborazione dellOMA (Osservatorio dei mestieri dellArte) e dellADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane) della Toscana. LOMA ha come scopo la ricerca e la conservazione dellidentit del territorio, di valutare e promuovere i mestieri delLa copertina del libro L'arte dell'abitare in Toscana larte e di approfondire la qualit delle produzioni del- descritta dal lato architettonico e nel leconomia e della formazione. suo contesto storico. LADSI non ha scopi di lucro e si pro- Della nostra citt (sotto il titolo "Lipone di agevolare la conservazione, la vorno: nascita ed evoluzione di una valorizzazione e la gestione delle dimore citt sul mare")sono accuratamente storiche, contribuendo in tal modo alla descritti il palazzo Brassat, il palazzo tutela di un patrimonio culturale, la cui Gamberini, la villa Mimbelli, il palazzo conservazione e conoscenza sono di de Larderel e la villa Fabbricotti. interesse pubblico. Gli autori hanno concluso la presentaIl libro, frutto di due anni di lavoro, dei zione dicendosi piacevolmente sorpresi coniugi Paolo Bertoncini Sabatini ed dalla collaborazione dei privati che atEmilia Daniela, docenti universitari a tualmente abitano le dimore e dalla loro Pisa, strutturato come il viaggio di volont di preservare le stesse. Al proun attento turista che attraversa la To- getto e alla stampa del libro hanno conscana partendo da Pontremoli, prose- tribuito varie Fondazioni (quelle del gue per Massa e Carrara, Lucca, Pisa, Monte Paschi Siena, delle Casse di RiLivorno, devia per Pistoia e la Valdi- sparmi di Livorno, Prato, Volterra, San nievole, Prato e Firenze per discende- Miniato, della Banca del Monte di Lucre a Arezzo, Siena e la Maremma. ca) nonch Ente Cassa di Risparmio Ogni abitazione viene accuratamente di Firenze.
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La Tosca
a S.Vincenzo e Vada
In programma rispettivamente il 12 e il 14 aprile
Tosca, il capolavoro di Giacomo Puccini, andr in scena nella terza settimana di aprile in due teatri della provincia e precisamente gioved 12 al Verdi di San Vincenzo e sabato 14 allOrdigno di Vada, con inizio entrambi alle ore 21,15. Si tratta di due appuntamenti molto attesi che vedranno allopera affermati cantanti lirici della nostra zona. Protagonisti di questa selezione narrata in forma scenica saranno difatti il soprano Chiara Panacci nel ruolo di Tosca, il giovane tenore Mario Del Bravo nel ruolo di Mario Cavaradossi , il baritono Paolo Morelli nel ruolo del terribile Barone Scarpia e il giovane baritono Didier Pieri nei ruoli del sacrestano, Sciarrone e carceriere che curer anche la regia dellopera. Al pianoforte Laura Pasqualetti, narratore sar Franco Bocci direttore artistico dellintera stagione lirica del teatro Verdi. I costumi sono curati dalla Sartoria Panciatici di Livorno. Per prenotazioni: Teatro Verdi, via Vittorio Emanuele 2, San Vincenzo: Biblioteca 0565/707273 oppure Teatro 0565/701918 (prezzi: platea 1 settore E. 12, ridotto E. 10; platea 2 settore e galleria E. 10, ridotto 8). Teatro dellOrdigno, via Aurelia Nord 146, Vada: Pro Loco, P.zza Garibaldi tel. 0586/ 788373 (prezzi: intero E. 9, ridotto E. 7).
Paolo Ruffini
Giovedi 19 aprile, ore 21 (Danza in abbonamento) AterBalletto presenta Le sacre musica Igor Stravinsky - coreografia Mauro Bigonzetti Sabato 28 aprile, ore 21 (Concerti fuori abb.) In occasione del XXIX Trofeo Accademia Navale e Citt di Livorno
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Konstantin Bogino pianoforte Pavel Vernikov violino Sergej Slovachevsky violoncello Domenica 29 aprile, ore 21 (Danza fuori abb.)