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N. 6 ANNO

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Paolo Corsini Paolo Costa Stefano Dotti Luciano Gaburri Alberto Marengoni Gianni Poli Fiorello Turla
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Via Crocifissa, Via Galilei

STRADE E QUARTIERI

PAPA BENEDETTO XVI


In visita a Brescia Ieri, oggi, domani

CENTRO STORICO

Poste Italiane SpA Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Brescia

Strategia di ripresa
NYC MARATHON PRODOTTO & MERCATO QUI E L RUBABANDIERA TUNING SUCCESSO VITA DA SINGLE

3 DODICI MESI // NOVEMBRE 2009

IN QUESTO NUMERO
Editoriale Poteri e... conseguenze Prodotto & mercato New York: i 40 anni della maratona Gianni Poli: quei favolosi anni 80 Papa Benedetto XVI in visita a Brescia I giovani e la religione: c bisogno di rock Don Marco Mori: far uscire i ragazzi dalla bolla del presente Essere italiani Brescia Tricolore Tu e il fisco Inchiesta Centro storico Strade e quartieri: Via Crocifissa, Via Galilei La trilogia del gran seminatore - parte II Paolo Corsini: Sogno la citt sperata, in un Paese normale Luciano Gaburri: Piccole imprese in cerca di sostegno 5 7 9 10 16 20 24 26 28 30 31 32 47 51 55 58 62 Stefano Dotti: Dare risposte concrete 65 Strategia dimpresa 67 La contraffazione: una costante nella societ occidentale 68 Fiorello Turla: una rete per tutti gli usi 70 Paolo Costa: un medico con la stoffa dellesploratore 74 Alberto Marengoni: da sportivo a imprenditore 77 Gentile Farmacista 80 Pelo e contropelo 83 Vita da single 85 Tuning: follia o passione? 88 Qui e l 91 Videoteca 92 Rubabandiera: quando per divertirsi basta un pezzo di stoffa 95 Specchio delle mie brame 96 successo

Novembre 2009 Anno I - Numero 6 Rivista mensile - 1,00 Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia tel 030.3758435 - fax 030.3758444 e-mail: redazione@dodicimesi.com Direttore Responsabile Roberto Barucco e-mail: direzione@dodicimesi.com Editore Sales Solutions srl Viale Duca degli Abruzzi, 163 - 25124 Brescia Registrazione Tribunale di Brescia n. 52 del 24/11/2008 Poste Italiane SpA Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Brescia

DODICI MESI

MESI

Impaginazione Wave Communication Srl Fotografie Archivio Sales Solutions, Rolando Giambelli Il Fotogramma, Agenzia Reporter, Patrick Merighi Brescia in Vetrina, Cristina Minini Stampa Mediagraf Spa - Padova Pubblicit

Hanno collaborato Eva Alessandri, Pietro Balbo, Roberto Barucco, Nicola Bendinelli, Livio Benassi, Esterino Benatti, Elizabeth Bertoli, Silvio Bettini, Paoloemilio Bonzio, Donatella Car, Alessandra Cascio, Lodovico Cherubini, Alessandro Cheula, Alessandro Chizzoni, Mario Conserva, Enrico Filippini, Rolando Giambelli, Viola Ladi, Lucrezia Lombardi, Riccardo Maffei, Ferdinando Magnino, Sergio Masini, Enrico Mattinzoli, Cristina Minini, Giorgio Olla, Antonio Panigalli, Francesco Rastrelli, Emanuele Salvi, Salvatore Scandurra, Alessandra Tonizzo, Silvia Valentini, Lella Vanetti.

Sales Solutions Srl Viale Duca degli Abruzzi, 163 25124 - Brescia tel 030.3758435 - fax 030.3758444 segreteria@salesolutions.it

MESI 12NOVEMBRE 2009

E
di ROBERTO BARUCCO

DITORIALE

NOVEMBRE,

ANDIAMO

on abbiate paura, aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo. il rinnovarsi della speranza e della Fede, quello che ritroviamo nella Brescia di novembre, che accoglie il Santo Padre, Papa Benedetto XVI, testimone di un messaggio che da due millenni ci sorprende, ci spiazza, tocca le corde pi profonde della nostra anima, ci costringe a riflettere. il novembre che diviene tempo di bilanci, stretti fra quelle quattro nuvole di pensieri condensati in bruma che ci portiamo addosso, mentre ricordiamo i nostri cari, i nostri morti, celebriamo nel silenzio dignitoso del dolore i Lari del nostro passato. quel novembre che pone le basi del confronto, mentre si aggirano gli spettri dellincertezza nelle nostre fabbriche, nelle imprese, dove i lavoratori vivono con trepidazione lattesa di un Natale calato nello scenario algido del dubbio. il novembre prologo alle mostre, agli eventi, alla dialettica che si snoda anche lungo le vie dellarte, stimoli alla ricerca di un patto sociale che accomuni, nel segno del superamento dei muri ideologici. Sfogliamo le pagine leggendo di

ragazzi che cercano una possibilit, di lavoro, di solidariet, di calore umano, una dimensione alternativa alla rabbia e alla disperazione. Incontriamo, e ne parleremo ancora nel nostro giornale, le potenzialit di ripresa che dormono nella forza del turismo legato alla nostra terra (lo vedete dalla copertina, vignetta isolata, ma sintesi del concetto e debutto della serie che inseriremo numero dopo numero allinterno di Dodici, rubrica fissa e tratteggiata della realt che ci circonda), se non nellanelito di fiducia che gli imprenditori ripongono nella ritualit coriacea dellesserci comunque. Ci interroghiamo, mentre scorre questo novembre dattesa, in questa Brescia che quasi non riconosciamo pi, mentre si consumano gli ultimi scampoli dellanno, le zucche di plastica di Halloween ritornano nellarmadio, nelle vene si iniettano vaccini e nei cervelli quotidianit preventive di fiducia. Novembre che cerca una conferma. Ritorna quel non abbiate paura, che portiamo nel nostro animo come un prezioso legato fin dal 22 ottobre del 1978, quando, pi di trentanni fa, vedemmo lallora cardinale Joseph Ratzinger abbracciato con affetto dal nuovo Papa, Giovanni Paolo II, sul sagrato di San Pietro. Ricordo che diviene certezza che consola, riassunta in quel permettete a Cristo di parlare allUomo.
MESI 12NOVEMBRE 2009

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Sotto lAlto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana
Comune di Brescia

Ministero degli Affari Esteri

Ministero dellIstruzione, dell Universit e della Ricerca

O
di ANTONIO PANIGALLI

PINIONI

POTERI E...

CONSEGUENZE

l nostro sistema paese galleggia in un palese stato di crisi che non solo quella dei titoli e titoloni economici dellultima ora, ma un pi diffuso disagio che, se non intercettato e contingentato, nelle sue innumerevoli componenti e sfaccettature sociali e strutturali, pu condurre a un pericoloso, magari definitivo, declino sociale, politico, culturale poi difficilmente contrastabile e/o recuperabile. Nei suoi corsi e ricorsi la storia sta ultimamente registrando un nuovo vigore anche dellantico conflitto tra i macro poteri istituzionali e registra inoltre la sempre pi pervasiva presenza di un potere trasversale quale quello economico, al quale gli altri poteri civili dovrebbero essere assolutamente impermeabili. Uno dei cardini dello stato moderno, introdotti da pensatori quali Montesquieu basandosi sullanalisi delle istituzioni inglesi e della loro evoluzione nel corso del XVII e del XVIII secolo, distingue in modo marcato il potere legislativo da quello esecutivo e giudiziario. La dizione potere implica il pieno esercizio di diritti conferiti ad un organo dello Stato, senza alcuna interferenza, ingerenza o condizionamento da parte di altri organi dello Stato o di terze parti. La Costituzione Italiana, entrata in

vigore il 1 gennaio 1948, ha stabilito i principi istituzionali cui i massimi organi dello Stato devono attenersi e che sono quelli classici delle democrazie liberali, fondati cio sulla netta distinzione e indipendenza tra i poteri istituzionali: il legislativo, lesecutivo e il giudiziario. Il primo comma dellart. 104 della Costituzione dispone che La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere, ma, nel 1966, Aldo Moro modific la sezione disciplinare dei provvedimenti a carico dei magistrati introducendo nella sua composizione tre componenti eletti dal parlamento. Larticolo 68 della Costituzione prevede che un parlamentare, nel periodo in cui svolge le sue funzioni, sia circondato da una garanzia di impunibilit, valida fino al termine del proprio mandato, quando il deputato o il senatore terminano il loro mandato perdono il diritto allimmunit e tornano a essere come tutti gli altri cittadini, quindi perseguibili per i reati eventualmente commessi, ma dal 1993 fu modificato dopo le note vicende di Mani pulite. Proprio per quanto riguarda linterpretazione dellart. 68 si potuto riscontrare infatti, come diverse sono state nel tempo le posizioni della dottrina; si sono avute posizioni che hanno ristretto al massimo lambito di applicazione della norma costituzionale e interpre-

tazioni che tendevano ad estenderla; pu sembrare banale ma necessario mettere subito in chiaro la ratio di questo importante istituto, soprattutto agli occhi di chi, non conoscendo la materia, tende immediatamente (come quasi tutti noi) a porsi in contrasto anche con la sola idea di immunit, concependola come un inutile ed antidemocratico privilegio che il Parlamento si auto concesso solo per soddisfare interessi ed esigenze dei suoi componenti. Praticamente in tutti i paesi civili e democratici, a reale tutela della gens publica e dello Stato utilizzato uno dei due seguenti sistemi. Il potere legislativo ha una sorta di jus/veto sul potere giuridico, che quindi non assolutamente indipendente e in questo caso sono quasi totalmente annullate le immunit di sorta sia per il potere legislativo che per quello esecutivo. In alternativa, il potere giuridico assolutamente indipendente (come nel belpaese) ed apolitico (come dovrebbe essere nel belpaese) e in questo caso, nella stragrande maggioranza dei paesi, previsto listituto della immunit parlamentare. Non voglio pronunciarmi su quale delle due soluzioni sia la migliore, ma ritengo sia assolutamente necessaria una riflessione sulla atipica attuale situazione italiana, che limita specularmente sia lautonomia del Parlamento sia quella della Magistratura.
MESI 12NOVEMBRE 2009

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R
di SILVIO BETTINI

UBRICA

PRODOTTO & MERCATO


LINDUSTRIA DELLEDILIZIA
E DELLE COSTRUZIONI
Il settore effettua acquisti di beni e servizi verso l80% dellinsieme dei settori economici, ci significa che ogni incremento di un miliardo di euro nel settore genera un volume daffari di 1,796 miliardi di euro complessivi, e che un miliardo di euro di incremento della produzione produce 23.600 nuovi posti di lavoro, 15.100 nel settore stesso, 8.500 nei settori collegati. Queste poche considerazioni sono sufficienti per valutare qual limpatto di questa industria sulla nostra economia complessiva, proviamo a valutare cosa sta succedendo nel settore. Le attivit, in settembre, continuano a diminuire a livello sostenuto sia a causa della debole domanda sia a soprattutto a causa delle sfavorevoli condizioni di credito, anche se nellultimo periodo la variazione appare meno marcata rispetto ai precedenti ed migliorato il sentimento degli operatori circa le previsioni future, le stesse si attestano infatti ai livelli pi elevati dal marzo del 2007. chiaro che non si pu ancora parlare di ripresa, ma quantomeno sembra probabile che la caduta precipitosa si sia finalmente arrestata; capiremo nei prossimi mesi se il picco della crisi di settore mostrer lormai famoso andamento ad U da molti paventato, che quindi produrr in un periodo di fastidiosa stagnazione, oppure assisteremo ad una immediata ripresa. Tornando sulle cause, sembra di assistere a un circolo vizioso, gli istituti di credito non stanno sostenendo n le imprese del settore n tantomeno la domanda, ancora una volta non possiamo che prendere atto di quanto sia conservativo il nostro mercato del credito. I sottosettori di attivit: Edilizia residenziale: i tassi di attivit si sono ulteriormente contratti, lattuale periodo di contrazione dura ormai da trenta mesi, il rallentamento meno veloce e riporta lindice di attivit a quello di ottobre 2007 la contrazione del settore la pi elevata dellintera industria. Edilizia non residenziale: anche questo comparto in flessione, nello specifico da 15 mesi, anche se la contrazione registrata quella pi bassa riscontrata dal settembre scorso. Ingegneria civile: si riscontra nel comparto il crollo dei progetti finanziati dalla pubblica amministrazione. Lindice ha subito il peggior calo dallagosto 2008. In sintesi lindice elaborato sullintera industria per il periodo giugno 1999 settembre 2009 mostra il seguente andamento:
INDICE DI SETTORE
15 10 5 0 -5 -10 -15 -20 -25

entiamo spesso dire che lindustria delledilizia e delle costruzioni rappresenta uno dei principali motori della nostra economia, sappiamo inoltre che a causa delle sue caratteristiche intrinseche costituisce un efficace indicatore sui trend ciclici della stessa; in questo numero presentiamo una breve analisi sui fondamentali del settore e sulle dinamiche che lo stanno caratterizzando. In Italia risiedono quasi 60 milioni di persone, di queste 24,7 milioni lavorano. Lindustria delledilizia e delle costruzioni impiega ufficialmente quasi 2 milioni di persone, l8,4% del totale dei lavoratori italiani, il 28,3 % degli occupati complessivi dellindustria. Ancora, lindustria delledilizia e delle costruzioni contribuisce per il 10,9% alla formazione del nostro Pil e per il 52,1% agli investimenti fissi, al netto dei costi di trasferimento delle propriet e senza alcuna considerazione sul sommerso. Il 2008 si tradotto in una spesa complessiva pari a 154 miliardi di euro, oltre la met, 54,4% per edilizia residenziale quasi equamente suddivisa tra ristrutturazioni e nuove costruzioni, oltre un quarto (26,8%) per edilizia non residenziale privata e ca. un quinto (18,8%) per edilizia non residenziale pubblica.
2008

COSTRUZIONI NON RESIDENZIALI PUBBLICHE

NUOVO

18,8%

25,7%

MANUTENZIONE STRAORDINARIA COSTRUZIONI NON RESIDENZIALI PRIVATE

Concludendo: lindustria delledilizia e delle costruzioni unindustria che molto pesa sulla nostra economia, le manovre avviate dal governo, per esempio il cd. piano casa stanno cercando di sostenerla e rilanciarla cos da dare nuovo spunto al paese, ne misureremo lefficacia, ma nel frattempo, non riteniamo che sia giunto il tempo di chiederci se non finalmente ora di cambiare qualcosa? Siamo sicuri di desiderare un paese interamente ricoperto di villette a schiera e aree artigianali comunali? Limpressione che esistano pi abitazioni di quante realmente servirebbero e ovunque si notano capannoni vuoti: di quanto cemento abbiamo realmente ancora bisogno ?

Fonte: Ufficio Studi BexB spa

28,7%

ABITAZIONI 54,4%

26,8%

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VENTI

40MILA IN STRADA PER I 40 ANNI DELLA MARATONA

NEW YORK:

Quasi 3.500 gli italiani alla maratona pi famosa del mondo. Un centinaio i bresciani.

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di PAOLOEMILIO BONZIO

l mito della NYC Marathon oggi talmente radicato ed esteso che a volte basta la parola maratona per evocare limmagine della Grande Mela. New York-Maratona, un binomio vincente le cui origini risalgono al 1970 quando il presidente dei New York Road Runners, Vince Chiappetta, assieme al maratoneta Fred Lebow, or-

Ore di tensione, sogni di gloria, paure. E poi il tradizionale colpo di cannone riporta tutti con i piedi per terra.
ganizz la prima delle 40 edizioni fino ad ora disputate. Ma c da scommettere che i due non si aspettassero di ritrovarsi qualche anno dopo a dover gestire un evento sportivo di portata colossale. Se gli iscritti alla prima edizione furono 127 oggi sono 40mila. Se le prime maratone di New York si svolgevano con dei giri attorno al Park Drive di Central Park, oggi le strade del mito attraversano Staten Island, Queens, Manhattan, Bronx e Harlem, con ingresso trionfale in Central Park dalla Fifth avenue, fra due ali di folla festanti. DallItalia, ogni anno, qualche migliaio
Il momento pi spettacolare della maratona di New York: la partenza.

di atleti, organizzandosi da soli o appoggiandosi ai tour operator specializzati, arrivano allaeroporto Jfk di New York per disputare la corsa della vita, quella che si racconter allinfinito ad amici e parenti per tutti gli anni a venire. A fronte di circa 120mila richieste, lorganizzazione estrae a sorte un gran numero di nominativi; i fortunati (fortunati?) che hanno vinto la lotteria dei pettorali si ritrovano allalba la prima domenica di novembre davanti alla New York Library sulla Quinta strada. Carovane di Pullmann raccolgono i concorrenti e li portano al ponte Giovanni da Verrazzano da dove parte la maratona. Ore di tensione, sogni di gloria, paure. E poi il tradizionale colpo di cannone riporta tutti con i piedi per terra:

I podisti bresciani vengono da tutta la provincia e non hanno grandi ambizioni di classifica: limportante esserci.
unimpressionante marea umana parte ad ondate in direzione di Brooklin. Per qualche ora sono loro i padroni delle strade di New York. Nel 2008 con il numero record di 3.517 italiani in gara siamo stati la terza rappresentativa nazionale pi presente, dietro ai padroni di casa e ai britannici. Per ledizione di questanno, al momento di andare in stampa, si contano 3.486 nostri connazionali iscritti, di cui per una ventina hanno annullato la partecipazione. E Brescia? Dalla nostra provincia, storicamente fra le pi presenti alla NYC Marathon (143 partecipanti nel 2008) arriveranno questanno in 101 per correre la 40esima edizione della maratona pi famosa del mondo. Tra i nomi famosi si scorgono anche quelli dei parlamentari bresciani Davide Caparini (Lega Nord) e Chiara Moroni (PdL) che correranno a New York assieme ad altri 12 onorevoli con lobiettivo di stare sotto le 3 ore e
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40 il primo e di arrivare entro le 4 ore la seconda. E anche questanno sar presente lormai 40enne Paul Tergat, il campione keniano, vincitore della NYC Marathon 2005, allenato dal dott. Gabriele Rosa del centro Marathon. Dalla Valcamonica alla Bassa, dal Garda, alla Franciacorta, i podisti bresciani vengono da tutta la provincia e non hanno grandi ambizioni di classifica (a parte forse qualche nome di rilievo come il valtrumplino Tito Tiberti). Limportante insomma esserci. E arrivare al traguardo per entrare nel club di quelli che non hanno pi paura di niente.

NYC 2008: da sinistra Andrea Dallera, Alberto Piceni, Lorenzo Mosca, Federica Cottini, Marco Giacomelli.

.LINTERVISTA

FEDERICA COTTINI
Coordinatrice sanitaria, 41 anni. Quando hai iniziato a correre? Sono sempre stata una sportiva ma ho iniziato a correre circa tre anni fa, inizialmente facendo solo corsette nei parchi della citt, poi partecipando a qualche manifestazione podistica non competitiva. La prima gara con il cronometro che ho disputato stata la maratonina di Brescia nel 2006. Da l alla maratona un passaggio quasi obbligato, dunque nel marzo del 2008 mi sono ritrovata a Roma al mio debutto sulla distanza dei 42, 195 km. E New York? Roma stato come un colpo di fulmine: quando sono rientrata mi sono fatta seguire da Nicola Binetti, un allenatore esperto (oggi accasato presso lAtletica Brescia 1950). In mente avevo un solo obiettivo: New York. 5 allenamenti a settimana e tanta fatica, poi il gran giorno arriv. Quali sono i ricordi pi belli di questa esperienza? Alla maratona di New York si respira unatmosfera incredibile, il calore e lentusiasmo della gente ti ripagano di tutte le fatiche degli allenamenti e ti fanno sentire un grande atleta anche se sei un dilettante. Il percorso bellissimo, si inoltra nei 5 distret-

ti della citt che in quel periodo dellanno con i suoi colori autunnali offre suggestioni uniche. Lunica zona silenziosa della citt il Queens, ricordo ad esempio che in alcuni quartieri abitati in prevalenza dai serissimi ebrei ortodossi cera un atmosfera irreale, davvero diversa dal tripudio

Il calore e lentusiasmo della gente ti ripagano di tutte le fatiche degli allenamenti e ti fanno sentire un grande atleta anche se sei un dilettante.
festante che ci accompagnava nel resto della citt. A New York c stato qualche momento duro? Hai dovuto affrontare la famosa crisi del 30esimo chilometro? No, per fortuna a New York andato tutto per il meglio e alla fine ho chiuso in bellezza con 3:16:11 anche se faceva abbastanza freddo (5 C) e avevamo

il vento contrario. La crisi paradossalmente lho dovuta affrontare quando ho giocato in casa, nella Brescia Art Marathon, a marzo di questanno. Dopo il trentesimo chilometro, una volta esaurite le scorte organiche di glicogeno, ho accusato un forte decadimento fisico. A quel punto un maratoneta ha due possibilit: o si ritira o va avanti, magari rallentando un po. E bisogna fare la scelta giusta. Io in quelloccasione ho portato a termine la corsa migliorando di qualche secondo il mio personale ma non detto che sia sempre la scelta giusta. A Brescia ci sono abbastanza spazi verdi? Di solito dove ti alleni? Per gli allenamenti di qualit solitamente vado alla pista datletica del campo sportivo Calvesi, mentre per i lunghi bisogna andare fuori citt perch servono grandi spazi aperti. La pista ciclabile Brescia-Paratico, la Gavardina, oppure largine del Mella sono alcuni dei luoghi pi frequentati dai runners bresciani. In citt di spazi verdi ce ne sono molti (la Maddalena, il parco Ducos, il Tarello, ecc.) ma non sono adatti per chi deve correre lunghe distanze.
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.LINTERVISTA

GLAUCO PENTENERO
Bibliotecario, 26 anni. Ci racconti la tua esperienza a New York? Ho partecipato alla maratona di New York nel 2007. Prima giocavo a basket ma un infortunio al legamento crociato del ginocchio mi ha costretto al riposo. Ho cominciato a correre solo per perdere qualche chilo di troppo, ma poi diventata una passione e cos ho corso la Brescia Art Marathon nellaprile 2007 per poi tentare lavventura newyorkese in novembre. Hai fatto molta fatica o eri allenato al punto giusto? Un minimo di fatica si sente sempre ma non ho sofferto pi di tanto. La differenza di fuso orario invece mi ha reso un po fiacco, diciamo che alla partenza non ero freschissimo. Ma il vero errore stato quello di aver partecipato al pasta party la sera prima della maratona. La pasta che mangiano negli USA non propriamente come la nostra E cos il giorno dopo ho avuto qualche problema

Glauco Pentenero mostra il numero assegnatogli alla maratona di New York.

digestivo. Hai corso anche altre maratone? A settembre ho corso la maratona di Berlino. Una bellissima esperienza, anche se forse sono partito troppo indietro e mi sono trovato nelle condizioni di non riuscire a superare quelli davanti che correvano ad unandatura pi lenta della mia. Per superare era necessario salire sui marciapiedi o lanciarsi in slalom spericolati. Alla fine mi sarebbe piaciuto stare sotto le 3 ore e 45, ma mi sono dovuto accontentare delle 4:00:47 finali. Qualche consiglio per chi si appre-

Nelle grandi maratone internazionali come New York o Berlino correte con il vostro nome stampato sulla maglietta, le persone vi inciteranno chiamandovi per nome!
sta a correre la prima maratona? Un consiglio? Nelle grandi maratone internazionali come New York o Berlino correte con il vostro nome stampato sulla maglietta, le persone vi inciteranno chiamandovi per nome! E poi godetevi lemozione dellarrivo, una soddisfazione enorme che ripaga di tutti i sacrifici fatti. Probabilmente piangereste se non fosse che non avete pi nulla in corpo!.

.BRESCIA ART MARATHON: IN PRIMAVERA L8 EDIZIONE


La festa di una citt che corre. Il grande evento sportivo che dal 9 marzo 2003 (giorno della prima edizione) cresce di anno in anno nel numero di partecipanti, spettatori e iniziative. la maratona di Brescia, evento ideato e organizzato dal medico sportivo Gabriele Rosa, manifestazione podistica unica nel suo genere per il legame che da tre anni la proietta nel mondo dellarte. Rassegne artistiche, installazioni e mostre fanno da cornice alle fatiche dei maratoneti, campioni di livello internazionale e amatori di tutte le et. E da quando la Brescia Ten (gara competitiva di 10 km) entrata nel programma dellevento si sono spalancate le porte anche per chi non ha i 42 km nelle gambe. Forte dei 2mila partecipanti che hanno affollato lultima edizione (+ 20% di iscritti) la Brescia Art Marathon torna per lottava edizione il 14 marzo 2010. La novit di questanno pare sia la mezza maratona (21.097 km), un ottimo punto di partenza per chi un giorno sogna di tagliare il traguardo in Piazza Loggia, sulla distanza classica dei 42.195 km.
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VENTI

QUEI FAVOLOSI

ANNI 80
O
di PAOLOEMILIO BONZIO

LItalia alla conquista della Grande Mela, sulle strade della maratona pi bella del mondo. Intervista a Gianni Poli.

rlando Pizzolato, Gelindo Bordin, Gianni Poli. Ci che seppe esprimere latletica leggera italiana degli anni 80 nella maratona rimane qualcosa di irripetibile. Di quelle glorie sportive resta oggi un ricordo pulito e bellissimo che si pu ancora rivivere guardando qualche vecchio filmato Rai dalle immagini sgranate. Ma al di l dei giochi olimpici, mondiali o campionati europei, ci che fece breccia nellimmaginario collettivo furono le vittorie alla maratona pi famosa del mondo. Con le affermazioni di Pizzolato e Poli a New York nel triennio 1984-86 la popolarit della corsa di resistenza iniziava a crescere negli ambienti del dilettantismo fino ad assumere oggi una dimensione popolare impensabile solo fino a 20 anni fa. Gianni, che novit ci sono alla maratona di New York? Tu ci sarai questanno? Gi dallanno scorso gli organizzatori hanno scelto di accettare qualche partecipante in pi per soddisfare la grande richiesta di iscrizioni e attualmente il numero di corridori dovrebbe aggirarsi intorno ai 40mila. Per gestire questa folla oceanica si organizzano tre partenze scaglionate di 20 minuti luna dallaltra, questo consente anche di evitare un ammassamento dei maratoneti a Central Park nella zona di arrivo. Personalmente sono contento del lavoro che sta svolgendo Mary Wittenberg (presidentessa di New York Road Runners, lassociazione
Gianni Poli taglia trionfante il traguardo della NYC Marathon del 1986.

organizzatrice, ndr.) che ha creato un business importante intorno alla manifestazione riuscendo anche a portare ogni anno dei campioni di alto livello per attirare maggiore attenzione. Anche questanno io ci sar, in qualit di accompagnatore di atleti amatori che partecipano alla maratona. Ma quante edizioni hai corso della NYC Marathon? Ho preso parte a 5 edizioni, di cui 4 da

professionista; fra laltro ho voluto chiudere la mia carriera proprio a New York partecipando nel 1994 alledizione del 25esimo anniversario. Lultima lho corsa nel 2001 da semplice amatore. Nel mondo ci sono molti luoghi affascinanti dove vengono organizzate prestigiose maratone internazionali. Perch la maratona di New York diventata la pi acclamata del mondo? C un insieme di fattori che rende la

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NYC Marathon unica al mondo. Tutta la citt partecipe di questo evento, unintera metropoli che si ferma per un giorno celebrando una grande festa sportiva. Anche per gli amatori unesperienza davvero gratificante: la sera della maratona consuetudine girare per la citt con la medaglia di partecipazione al collo, fra strette di mano e complimenti da parte di semplici passanti. Fred Lebow, uno dei fondatori della manifestazione, ebbe delle idee molto audaci per lepoca e partendo in sordina riusc a catalizzare lattenzione di moltissimi sportivi organizzando una gara di grande fascino che attraversava tutti i quartieri della citt. Non dimentichiamoci che alla prima edizione del 1970 cera un percorso a pi giri allinterno di Central Park a cui partecip solo un centinaio di concorrenti, e circa la met non giunse nemmeno allarrivo. Come mai nel corso degli anni si andato consolidando un rapporto cos stretto fra la maratona di New York e lItalia? Noi italiani abbiamo una storia importante in America e anche a livello sportivo nella maratona di New York abbiamo ottenuto grandi successi. Pizzolato vinse nel 1984 e nel 1985, io nel 1986, poi fu la volta di Leone nel 1996 e di Franca Fiacconi nel 1998. Insomma non c da stupirsi pi di tanto se siamo la terza rappresentativa pi numerosa, ogni anno ce la giochiamo con gli inglesi come numero di partecipanti per nazione. La tua vittoria a New York nel 1986 per qualcuno fu una sorpresa. Tu, quel giorno, sentivi di poter vincere? Per qualcuno fu una sorpresa ma di certo non per gli addetti ai lavori. In quel periodo cercavo sempre di confrontarmi con i migliori maratoneti del mondo ed ero primatista italiano sulla maratona grazie alla mia prestazione del 1985 a Chicago dove ottenni il tempo di 2:09:57. Non

mi aspettavo di poter vincere a New York, ma cera comunque una grande rivalit sportiva con gli altri top runner dellepoca, come laustraliano Rob De Castella, campione del mondo in carica, e lamico Orlando Pizzolato. I media avevano dato risalto a questo antagonismo, ricordo ad esempio una puntata in cui Pizzolato ed io fummo invitati per lapertura del programma Rai La Domenica Sportiva. Torniamo indietro nel tempo, quando hai iniziato a correre? Cosa ricordi del primo periodo agonistico? Ancora oggi ho un ricordo molto nitido di come iniziai a correre. Avevo 12 anni,

C un insieme di fattori che rende la NYC Marathon unica al mondo.


praticavo gi il calcio e la pallavolo e frequentavo la terza media a Lumezzane. Un giorno vinsi la corsa campestre organizzata dalla scuola e il mio insegnante di ginnastica mi incoraggi a proseguire su questa strada. Il giorno successivo partecipai ad una gara provinciale a Nave e da l in avanti nacque la passione per la corsa. La mia preoccupazione oggi che si sta registrando un grave abbandono dellattivit sportiva per i ragazzi dai 15-16 anni in su. E le colpe di questo abbandono ricadono anche sui familiari che spesso non sono disposti a sacrificare il proprio tempo libero per portare i ragazzi alle gare o agli allenamenti e non si adoperano abbastanza per invogliare gli adolescenti a praticare lo sport. Oggi comunque provo piacere nel vedere quante persone si sono appassionate alla corsa. Lungo largine del Mella la sera pieno di gente che si allena, venticinque anni fa quando lo facevamo noi ci consideravano dei tipi strani. Tu sei uno dei fondatori dellAssociazione sportiva For. Ci spieghi di che cosa vi occupate? For (Foundation organisation running) unassociazione di promozione sportiva nata nel 2002 che ha lo scopo di far avvicinare la gente allattivit fisica. Attualmente seguiamo circa una quarantina di ragazzi a Dobbiaco, in Alto Adige, e organizziamo la manifestazione podistica Cortina-Dobbiaco Run, un percorso di 30 km che segue il tracciato dellex ferrovia che collegava le due localit, attraversando boschi e natura incontaminata. A Brescia invece siamo giunti questanno alla seconda edizione della Scorrimella, corsa su strada di 17 km lungo largine del Mella, da Gardone Valtrompia a Urago Mella. Per ledizione dellanno prossimo stiamo cercando di organizzare un concorso nelle scuole medie per la creazione del logo ufficiale della manifestazione. Un modo nuovo per dare ai ragazzi la possibilit di esprimere la propria creativit avvicinandoli al mondo dellatletica.
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.LA SCHEDA
GIANNI POLI Gianni Poli (180 cm, 68 kg), lumezzanese, classe 1957, stato uno dei pi grandi maratoneti italiani. Nel 1981 a Fukoka (Giappone) stabilisce il primo record italiano in 2:11:19 migliorandosi ai campionati del mondo di Helsinki del 1983 con 2:11:05. Nel 1984 vince a Milano il campionato italiano di maratona e lanno successivo diventa il primo atleta italiano a scendere sotto le 2 ore e 10 nella maratona (Chicago 2:09:57). Nel 1986 si presenta alla maratona di New York da primatista italiano e vince staccandosi dallaustraliano Rob De Castella intorno al trentesimo chilometro. Dopo il quarto posto alla maratona di Boston del 1988, nello stesso anno vincitore della maratona di Honolulu e conquista la medaglia dargento a Spalato (Croazia) nei campionati europei di atletica del 1990. Gianni Poli vive oggi in Alto Adige con la sua famiglia ed presidente di For (Foundation Organization Running) unassociazione di promozione sportiva costituita da ex atleti di livello nazionale.

Ci che seppe esprimere latletica leggera italiana degli anni 80 nella maratona irripetibile.

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L FATTO

PAPA RATZINGER
L8 novembre prossimo la nostra comunit ospiter per un giorno un pellegrino di eccezione. Il Papa, illustre teologo, benedir il nuovo Istituto Paolo VI di Concesio, modernissimo centro internazionale di studi teologici promosso da Giuseppe Camadini.
di ALESSANDRO CHEULA

IN VISITA A BRESCIA TERRA DI TOVINI E MONTINI


rescia, autorevole e ascoltato centro di organizzazione e diffusione culturale del mondo cattolico con la sua fitta rete di istituti, fondazioni e case editrici, offrir a Papa Bendetto XVI molte cose da visitare e benedire. Testimonianze storiche, culturali, spirituali e personali di una cattolicit ricca di studi e di opere, non solo di fede. A cominciare da SantArcangelo Tadini a Botticino, per continuare con il Centro Pastorale Paolo VI in citt e proseguire alla casa natale di Papa Montini a Con-

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che con il coraggio di ammettere, come tutti i veri conservatori che non fanno concessioni alla diplomazia, la sporcizia nella Chiesa. ORTODOSSIA SENZA SCONTI E SENZA COMPLESSI Joseph Ratzinger un tedesco, proviene dal Paese della Riforma protestante che ha dato i natali a Lutero dove i cattolici sono minoranza, non dalla confinante Polonia romanamente e rumorosamente religiosa di Wojtyla dove i cattolici sono maggioranza. Come tutti i cattolici delle minoranze, fortemente identitari appunto perch minoritari (la Chiesa del passato, fino a Pio XII, non aveva bisogno di essere identitaria poich era maggioritaria) Ratzinger un uomo di convinzioni non solo solide ma anche rigide, quasi manichee. E di affermazioni tranchant, da tedesco, senza mediazioni n mezzi termini e senza nessuna concessione al politicamente corretto, anche a costo dellimpopolarit. Basti pensare allincidente di Ratisbona e allinvolontario, ma non ingenuo n inconsapevole infortunio diplomatico con il mondo islamico. Fu lui nel 1984 a parlare dei regimi comunisti come una vergogna del nostro tempo arrivata al potere in nome della liberazione delluomo. Ma fu sempre lui ad affermare che il crollo del comunismo non certifica automaticamente la bont del capitalismo. Ortodosso anche nellequidistanza. Per questo era piaciuto a Wojtyla che ne fece il Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (lex SantUffizio). Il nuovo Papa da giovane era un progressista conciliare e giovanneo in odore di modernismo, collega di Hans Kung, il teologo contestatore, e maestro di Leonardo Boff, il frate brasiliano teologo della liberazione. Ma i dubbi giovanili e i fermenti ereticali e protestantici sono diventati nel tempo incrollabili marmoree certezze. MODERNIT SENZA MODERNISMI Nella Chiesa secondo Ratzinger non pu esservi posto per linnovazione, il pluralismo, la dialettica degli opposti, pena la perdita del prestigio di una
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cesio. Qui la sosta pi lunga, poich a Concesio stata eretta la testimonianza pi ricca del pontefice bresciano: la nuova, modernissima e attrezzatissima sede dellIstituto Paolo VI, creato e presieduto da Giuseppe Camadini, con larchivio, la biblioteca, il museo e lauditorium Vittorio Montini. PELLEGRINO E TESTIMONE Non solo un pellegrino eccezionale ma pure un testimone straordinario. Un paragone storico pertinente bench rispettosamente irriverente? Papa Ratzinger pu essere assimilato a un mister niet in chiave ecclesiale. Come Gromyko, il pi famoso ministro degli esteri dellet sovietica, soprannominato dalla diplomazia americana signor no per la sua quasi inflessibile e inesorabile opposizione alle proposte occidentali. Nella sua lunga carriera il Cardinale Ratzinger ha pronunciato pi no che s (come la pedagogia dei nostri padri, nove volte no e una volta s, lopposto di quella che noi applichiamo verso i

nostri figli, nove volte s e una volta no). Un conservatore, per usare un termine caro alla politologia laica e secolare. Un fedele e zelante ma colto e cosciente custode della dottrina. E nel contempo un teologo di spessore, basti por mente allultima enciclica, la Caritas in veritate, ingiustamente condannata ad un precoce oblo da una opinione pubblica distolta e distratta da una emerocultura (la cronaca del giorno per giorno) che inibisce la riflessione sui temi sensibili e fondativi (la densit mediatica che moltiplica lintensit fenomenica crea assuefazione e passivit obnubilando lanalisi e ottundendo il pensiero, anzi, generando il pensiero debole massificante e passivizzante del nostro tempo, il nuovo conformismo del Grande Fratello, per intenderci, non quello di Orwell ma quello di Mediaset). Un Papa di transizione? No, come spieghiamo pi avanti. E non tanto per let quanto per lortodossia, al punto di dichiarare pubblicamente che solo nella Chiesa cattolica c la salvezza eterna. Ma an-

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L FATTO

guida spirituale che per essere tale non pu essere accomodante, cio dubitativa o possibilista. Tollerabile, al massimo, la dialogica dei distanti, meglio ancora la dinamica dei distinti, ma sempre nella sottomissione al primato dellortodossia e alla esegesi della dottrina, possibilmente quella rata e consacrata. I suoi no sono altrettanti granitici punti fermi contro la modernit, o quantomeno ai suoi aspetti pi corrivi considerati deteriori. No al matrimonio dei preti, no al sacerdozio femminile, no allomosessualit, no alle coppie gay, no al testamento biologico, no alla fecondazione eterologa assistita. No, insomma, alla discrezionalit delluomo nella gestione dei due momenti-chiave della condizione umana, la nascita e la morte (momenti in cui si esplicita in modo a volte drammatico, per non dire tragico, il conflitto fondamentale del nostro tempo, come direbbe Severino, quello tra etica e scienza, versione immanente di un contrasto pi trascendente, quello tra fede e ragione). E no al profilattico in ogni caso, pure come prevenzione contro laids (anche se c da prevedere che da lui, un Papa tedesco, verranno forse le maggiori aperture in termini di morale sessuale, il macigno che la Chiesa non ha mai saputo rimuovere, il tab che ha sempre impedito ai suoi pastori un magistero sereno e non imbarazzato in materia di sesso). COMUNIONE PRIMA CHE COMUNICAZIONE Ratzinger non un comunicatore e non conceder molto alla piazza, nemmeno a quella bresciana nonostante ospiti del calibro di mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia, e di Giuseppe Camadini, animatore e presidente dellIstituto Paolo VI, cultore ed esecutore delleredit spirituale di Giuseppe Tovini. Il papa non conceder molto nemmeno alla spettacolarizzazione della societ mediatica, cos come non abuser della televisione come ha sapientemente fatto il suo predecessore. Un Papa di transizione, come stato detto allinizio del suo pontificato? No, anche se va detto che, come chi entra papa in Conclave esce cardinale, un papa di transizione
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I manifesti affissi per la citt che annunciano la visita del Papa.

finisce spesso col diventare di tradizione, nel senso pi definitivo e consolidato del termine (tutti i papi sono di transizione, lo fu anche Roncalli, padre del Concilio pi rivoluzionario nella storia della Chiesa). Benedetto XVI ribadir anche a Brescia la linea di continuit sostanziale e conservazione dottrinale di Papa Wojtyla, senza innovare sul piano comportamentale come aveva fatto il Papa slavo con la sua sapiente esposizione mediatica. A BRESCIA IN BUONA COMPAGNIA Ratzinger un Papa tedesco. La Chiesa e la Curia vaticana hanno preferito optare per una pausa di riflessione dopo il pontificato, innovatore nella forma ma conservatore nella sostanza, di Giovanni Paolo II, di cui Benedetto

XVI ha raccolto il pesante fardello e la ingombrante eredit. In questo Ratzinger pu essere assimilato a Montini, il cui mandato, ancora pi impegnativo, fu essenzialmente quello di sistematizzare e trasmettere, sia a livello culturale e che teologico, leredit rivoluzionaria del Concilio Vaticano Secondo voluto da Papa Roncalli, il Papa bergamasco, quasi conterraneo del bresciano Papa Montini e del Beato Giuseppe Tovini. A Brescia Ratzinger, come si pu vedere, sar in buona compagnia. Non solo vivente ma anche vissuta. Non solo nellattualit ma anche nella memoria storica. Poich nelle opere (nella giustificazione delle opere, non solo della fede, come sanc il Concilio tridentino in polemica con la Riforma luterana) morali e materiali, come insegna la saggezza dei cattolici mutuata dal magistero della Chiesa, c la memoria del passato, la coscienza del presente, la speranza nel futuro.

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NDAGINE

C BISOGNO DI

ROCK
F

Lettera di una giovane ai giovani.

di VIOLA LADI

ratelli, Dio, a quanto pare, continua ad esserci. Il pensiero massificato del terzo millennio, tuttavia, oscura la sua figura allombra di una Chiesa troppo ignorata dai giovani e dietro alle nubi di certa politica che sbandiera libert ma chiede il silenzio del Vaticano. La nostra vista, cos, si oscura, per non parlare delle orecchie, tempestate dallassordante ronzio di moda, tv e media, che annoverano i cattolici tra le fila degli sfigati e degli obsoleti. tempo di fare le polveri, percorrendo la via del rock.

I pellegrini sono rock, i vagabondi sono lenti. La Messa dopo aver fatto lalba con gli amici rock, poltrire a letto tutta la domenica lento. Dire cose che danno fastidio rock, tacere per il quieto vivere lento. Il perdono rock, le battaglie di retroguardia sono lente, la giustizia dovrebbe essere rock ma lenta. La fede rock, vedere per credere lento. Camminare rock, lauto lenta. La solitudine lenta, la famiglia e gli amici sono rock. La legge rock, lanarchia lenta. Il volontariato rock, farsi mantenere dai genitori lento. I giovani, spesso, sono lenti, gli anziani sono rock. Il ragionamento rock, i luoghi comuni hanno piedi di piombo. Raccogliere una cartaccia rock, buttarla a terra lento. Il disincanto produce lentezza, il sogno alimenta il rock. Dare del tu rock, Lei e Voi sono lenti. Commuoversi rock, non fare una piega lento. Lo sport rock, la playstation lenta. Lasfalto lento, la natura rock. I missionari sono rock, i turisti sessuali sono bradipi schifosi. Linfinito rock, le mura domestiche non hanno occhi e sono lente. Il razzismo immobilismo, la fratellanza rock. Lintegrazione rock, il buonismo lento. Il vagito di un neonato sempre rock, laborto sempre lento. Denunciare rock, tacere lento. La passione rock, la politica lenta. La libert di espressione rock se un diritto di tutti, preti, vescovi e Papa compresi. La comunicazione rock, la Chiesa la usa lentamente. Laldil rock, la cenere lenta. Papa Woytila era un chitarrista, Papa Ratzinger un violinista, ma sempre rock. Il matrimonio rock, la convivenza rallenta. Puntare il dito lento, conoscere rock. Il Vangelo hard rock, il gossip pietrificato. I libri, il teatro e il cinema sono rock, la televisione lenta. La chiesa rock, i preti sono uomini. Provare a capire, anche quando difficile, lorigine del rock. Cercare Dio rock.

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.I GIOVANI E LA RELIGIONE 1. CREDI IN DIO? 83 SI 17 NO 2. SEI UN CATTOLICO


% %

7. IL VANGELO E LA BIBBIA
ANNUNCIANO

11. CHI STATO PER TE IL PI GRANDE 22 MADRE TERESA DI CALCUTTA 17 GIOVANNI PAOLO II 15 GES 13 I SANTI 10 GANDHI 8 LA VERGINE MARIA 7 GIOVANNI XXIII 5 ALTRI 3 NESSuNO 12. QUALI SONO I PRINCIPALI MERITI
% % % % % % % % %

30 22
%

PRATICANTE?

35

SI

65

NO

UNA FILOSOFIA DI VITA % CHE CERCO DI FARE MIA PAROLE CHE MI % FANNO RIFLETTERE VECCHIE STORIE CHE NON SI ADDICONO AI GIORNI NOSTRI

ESEMPIO DI FEDE DEL PASSATO O DEL PRESENTE?

48

3. CON QUALE FREQUENZA


VAI A MESSA?

8. LARRIVO DEL PAPA


%

25 17 33 25
% % % %

OGNI DOMENICA OGNI TANTO A PASQUA E A NATALE MAI

A BRESCIA UN EVENTO CHE TI INTERESSA

4. PREGHI? 25 OGNI GIORNO 33 SPESSO 17 A VOLTE RARAMENTE 12,5 12,5 MAI


% % % %

8 MOLTO 21 ABBASTANZA 33,5 POCO 37,5 PER NIENTE


% % %

E DEMERITI DELLA CHIESA?


MERITI

9. C UN LUOGO DELLA FEDE


CHE VORRESTI VISITARE?

5. CHI ERA GES


DI NAZARETH?
%

12,5 20,5

67

IL FIGLIO DI DIO

UN PROFETA UN UOMO COMUNE

9 SANTIAGO DE COMPOSTELA 6 LOURDES 5 MEDjUGORIE 5 ASSISI 5 LA MECCA 4 ALTRO


% % % % % %

33 33

% CITT %

DEL VATICANO

GERUSALEMME E LA TERRA SANTA

12 LUNIONE MONDIALE DEI FEDELI 11 LA VICINANZA AI DEBOLI 8 MIGLIORA LA SOCIET


% % %

43 26
%

IL MESSAGGIO CHE DIFFONDE LE OPERE MISSIONARIE

DEMERITI

6. SECONDO TE COSA C
DOPO LA MORTE?

8 8 7

77

VITA ETERNA

10. COME TI PONI DI FRONTE AD EPISODI COME LE APPARIZIONI DI MEDjUGORIE, I MIRACOLI DI LOURDES O LE LACRIME DELLA MADONNA DI CIVITAVECCHIA? 12 35 53
%

17 INFLUENZA LE DECISIONI DELLO STATO 13 TROPPO TRADIZIONALISTA 9 NON SA COMUNICARE CON I GIOVANI 4 ALTRO
% % % %

35 22
%

CONTRADDIZIONI TRA IL DIRE E IL FARE RICCHEZZA E LUSSO

REINCARNAZIONE NIENTE NON SO


%

CREDO AI MIRACOLI

SONO SCETTICO

NON CI CREDO
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RESCIA E I BRESCIANI

FAR USCIRE I RAGAZZI DALLA


Don Marco Mori.

BOLLA DEL PRESENTE


Intervista a Don Marco Mori, direttore dellufficio Oratori e Pastorale Giovanile.
di SERGIO MASINI

on Marco sempre sorridente, indaffarato e presente nelle vite di tantissimi giovani. Col suo team cura e coordina progetti e iniziative dei ben 408 oratori dislocati sul territorio diocesano, un impegno non da poco, ma che ne fa un osservatore privilegiato di quelli che saranno i cittadini di domani. Oggi si parla molto, spesso troppo e male, del mondo giovanile. vero che i problemi non mancano: alcol, droghe e violenza sono temi ricorrenti. Cosa ne pensa? Non ci si pu approcciare al mondo giovanile solo dal punto di vista dei problemi; ve ne sono molti, questo indubbio, ma altrettanto importante far sapere che non abbiamo mai avuto risorse cos numerose allinterno dellambiente dei ragazzi (penso ai quasi 10.000 adolescenti che si prestano ogni anno come animatori e che dimostrano una costanza e un impegno reali e concreti). Spesso subiamo leccesso mediatico di certi argomenti che porta allemulazione, ci scandalizziamo di alcuni fenomeni che toccano i giovani ma che di fatto singenerano nel mondo degli adulti, in questo senso alcuni servizi televisivi sa-

importante far sapere che non abbiamo mai avuto risorse cos numerose allinterno dellambiente dei ragazzi.
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Contrariamente a quello che comunemente si pensa, sono moltissimi i ragazzi che si danno da fare per guadagnare qualcosa. Come poi spendono i soldi dipende molto anche da una mala-educazione sociale, dai cattivi esempi che costantemente li bombardano.

Gli alcolici? Il problema esiste, ma nasce da una mancanza di prospettiva del futuro.
rebbero addirittura da denuncia Entriamo nello specifico del tema, oggi molto caldo, dellabuso di alcolici. Quali sono le sue considerazioni? Il problema esiste, c un aumento del consumo e un ancor pi preoccupante abbassamento dellet. La ritualit che lo caratterizza tradisce un approccio alla vita da stigmatizzare: quello del qui ed ora, dellinscatolamento nel solo presente, senza la prospettiva del futuro. cambiata in questo senso la percezione stessa del divertimento. Non c pi la voglia di mettersi in gioco, mettendo alla prova le proprie qualit e potenzialit, nella musica o nello sport per esempio, ma ci si appiattisce nella ricerca dello sballo che oggi, complici nuove sostanze di facile accessibilit, si allarga facilmente alla droga. Non dimentichiamo che una volta un tossico lo riconoscevi lontano un miglio, oggi sono insospettabili. Uno dei nccioli del problema risiede nellestrema e crescente passivit dei giovani. questa che li porta a subire determinate situazioni, invece che renderli propositivi. Come educatori dunque proprio su questo che dobbiamo agire, capendo per quali sono i veri strumenti di comunicazione da usare e cer-

Don Marco in Piazza Paolo VI con il vescovo di Brescia Monsignor Luciano Monari.

Sbagliatissimo per i genitori fare i migliori amici dei propri figli.


In unintervista rilasciata in occasione della brutta vicenda dello stupro di Sabbio Chiese Lei ha parlato di banalizzazione del male; cosa intendeva? Oggi ci si scandalizza ipocritamente dei gesti di cui si dimostrano capaci certi giovani. Questo banalizza loro e il loro mondo, di fatto dimostrando la superficialit di quello adulto, che molto pi responsabile di quanto vorrebbe credere. In quelloccasione, alcuni ragazzi sono venuti da me dicendomi sconcertati Noi non siamo cos, questa non la nostra generazione!. E avevano ragione: non si pu additare il marcio e non parlare del buono. Rispetto a una volta gli stessi oratori, i vari gruppetti, sono diventati molto pi permeabili, stratificati e complessi. Aumentano le informazioni e le occasioni di contatto (tanto fisiche quanto multimediali) e con esse, inevitabilmente, lesposizione ad atteggiamenti e comportamenti sbagliati. Si fa pi difficile il compito degli educatori, ma al contempo pi affascinante, perch davvero pu fare la differenza. Ed una volta ancora la comunicazione che deve mutare obiettivi. Deve comprendere limportanza (e il pericolo) che riveste ed assicurare di far capire agli adulti di domani che il futuro importante e li aspetta. Invece che inchiodare i ragazzi al presente con le ossessive occasioni di scandalo, si dovrebbe regalare la coscienza del passato e la percezione di un futuro, che val la pena di vivere. Bucare, insomma, la bolla del presente in cui sono intrappolati.
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cando di rendere i ragazzi soggetti, non oggetti, stimolandoli pi di quanto non facessimo prima. Davvero dunque la comunicazione importantissima Fondamentale, direi. Grossi errori continuano ad essere fatti relegando i giovani in quel margine dinformazione che li tocca solo quando c da additare uno scandalo che li riguardi. E poi si cercano come utenti, sinseguono come consumatori, si ha la pretesa di farne soggetto di clamore per gli sbagli di alcuni e, subito dopo, oggetto fruitore di servizi, riviste, programmi televisivi, abbassando sempre pi let. In tutto questo i genitori come si comportano? Da anni c un tentativo di allungare a dismisura let della giovinezza e sono moltissimi quei genitori che si pongono come i migliori amici dei propri figli. Sbagliatissimo. I ragazzi non sono stupidi, certe cose le capiscono e le sfruttano, anche se in realt preferirebbero dei paletti, dei sani no. Vorrebbero dei ruoli ben definiti, la possibilit magari di obiettare e infuriarsi, ma sapendo di farlo con un adulto. Allopposto ci sono i genitori iperprotettivi che li preferiscono in casa con lXbox piuttosto che in giro con gli amici. Ma un adolescente per crescere deve attraversare le strade, deve poter fare i suoi errori, deve anche imparare a litigare con qualche coetaneo. I soldi, che consentono a molti giovani di permettersi la movida alcolica, vengono da genitori troppo generosi?

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UBRICA

ESSERE ITALIANI
a cura di LUCREZIA LOMBARDI

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IL CONCORDATO DEL 1929 I Patti Lateranensi, cos chiamati per essere stati firmati nei palazzi della basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, sono degli accordi che sancirono lavvenuta conciliazione delle relazioni tra lo Stato italiano e la Santa Sede. I Patti, firmati l11 novembre 1929 dal primo ministro Benito Mussolini e dal cardinale Pietro Gasparri, per conto della Santa Sede, posero fine, infatti, alla cosiddetta Questione Romana, espressione con la quale vengono indicati i difficili rapporti della Chiesa cattolica con lo Stato italiano allindomani della costituzione del Regno dItalia (1861). I Patti Lateranensi comprendevano: un Trattato politico, che riconosceva lindipendenza e la sovranit della Santa Sede e fondava lo Stato della Citt del Vaticano. La Santa Sede riconosceva lo Stato italiano, che a sua volta assumeva la religione cattolica come sola religione ufficiale; un Concordato ecclesiastico, che regolava i rapporti tra potere civile e religioso. Gli aspetti pi significativi furono:

- il riconoscimento della validit civile del matrimonio religioso; - listituzione dellinsegnamento della religione cattolica nelle scuole (gi presente dal 23); - il riconoscimento di privilegi al clero; una Convenzione economica, con la quale veniva stabilito il pagamento di unindennit alla Santa Sede per gli espropri fatti dopo lunificazione. Nel 1948 i Patti Lateranensi furono ratificati nellart. 7 della Costituzione repubblicana (Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale), in forza del quale ogni loro modifica bilateralmente convenuta non implicherebbe lapplicazione dello speciale procedimento di revisione costituzionale, mentre tale procedimento diverrebbe necessario soltanto per lipotesi di abrogazione o emendamento unilaterale da parte dello Stato italiano.

IL NUOVO CONCORDATO DEL 1984 Il regime concordatario stabilito dai Patti Lateranensi stato modificato dal Concordato firmato a Villa Madama, a Roma, il 18 febbraio 1984 dallallora presidente del Consiglio Bettino Craxi, per lo Stato italiano, e dal cardinale Agostino Casaroli, in rappresentanza della Santa Sede. Il nuovo Concordato, in particolare: - ha abolito numerose esenzioni e privilegi prima concessi agli enti ecclesiastici, stabilendo che il clero cattolico venisse finanziato da una frazione del gettito totale Irpef, attraverso il meccanismo noto come otto per mille, e che la nomina dei

vescovi non richiedesse pi lapprovazione del Governo italiano; - ha riconosciuto come giorni festivi tutte le domeniche e le altre festivit religiose; - ha riconosciuto gli effetti civili ai matrimoni contratti secondo le norme del rito cattolico; - ha reso facoltativo linsegnamento della religione cattolica nelle scuole; - ha disposto la collaborazione tra la Santa Sede e la Repubblica italiana per la tutela dei beni culturali di interesse religioso e degli archivi e biblioteche ecclesiastiche.

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VVENIMENTI

IL DIALOGO
Nasce lassociazione Brescia tricolore. Il suo portavoce Dario Brambilla spiega di cosa si tratta.
di SERGIO MASINI

E LA PARTECIPAZIONE, SOPRATTUTTO
avanti ai grandi cambiamenti della politica, a fronte della nascita del Popolo della Libert e raccogliendo i desideri di tutti quei bresciani che da tempo ne auspicavano la creazione, abbiamo deciso di costituire questa realt associativa lungamente pensata ed attesa. Suo obiettivo coniugare e promuovere dialogo, progetti e desideri dei gruppi e dei sostenitori del centro-destra, del suo mondo e dei partiti che ne fanno parte. Il tutto nasce dalla collaborazione e dallimpegno tanto di persone attive in politica quanto di privati cittadini senza alcuna tessera di partito e gi nel suo nome Brescia Tricolore testimonia la volont di una vocazione che abbraccia lintera nazione, che si rivede nei suoi colori patrii, portando ad essa il sostegno della realt locale di Brescia e di tutti i paesi della sua provincia. Non lunica associazione di questo tipo, in tuttItalia ne stanno nascendo altre, ognuna delle quali accomunata nella Fondazione Punto Italia, Forum Parlamentare (fondata otto anni or sono dagli onorevoli Scajola e La Russa), cui siamo stati ben lieti di aderire e in cui ci siamo riconosciuti.

Partiamo ora, innanzitutto, raccogliendo le prime adesioni, che hanno premiato la neonata associazione con la quasi totalit delle firme dei presenti in occasione della sua presentazione (circa 200 persone) e il cui sito ad oggi destinatario di numerosissime iscrizioni. Sono, inoltre, quasi 500 gli amici che hanno gi confermato di apprezzarne la presenza in Facebook. Ci tengo a precisare che non , n vuole essere, un nuovo partito tanto quanto non assolutamente il simulacro nostalgico e raffazzonato di qualche icona politica del passato. Brescia Tricolore un luogo dincontro, una piazza nuova, dove portare e crescere occasioni di confronto e discussione di quelli che sono oggi i grandi temi culturali, sociali, economici e politici della nostra societ. Guardiamo con grande at-

BRESCIA CIA

FONDAZIONE PUNTO ITALIA FORUM PARLAMENTARE

TRICOLORE

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Non , n vuole essere, un nuovo partito, ma un luogo dincontro dove confrontarsi su temi culturali, sociali, economici e politici.

tenzione alle numerosissime realt gi attive sul territorio che condividono scopi e interessi simili, penso ad Areopago per la cultura come alla Compagnia Delle Opere che raccoglie, trasversalmente, tutti coloro che si riconoscono in un determinato modo di vedere e fare economia. in questo modo che intendiamo costruire lossatura di questa nuova associazione: sar aperta al dialogo e alla collaborazione con quante gi presenti, pensata e voluta da e per chi ama la nostra citt e provincia, sar vicina alla gente, e accoglier la voce di chi voglia e sappia proporre, appoggiare, recuperare e costruire con noi il nostro comune futuro. Senza per per questo fare politica, quella la lasciamo ai partiti e alle istituzioni. Brescia un bacino sempre in evoluzione didee e di voglia di fare, con Brescia Tricolore chi vorr potr dire la sua, confrontarsi in un dibattito, trovare appoggio e sostegno. Vogliamo che sia una grande famiglia, dove magari ci si scontra, si litiga, ma si lavora poi tutti insieme, rispettando un fine comune o anche, semplicemente, sapendo apportare la propria, costruttiva opinione. WWW.BRESCIATRICOLORE.IT INFO@BRESCIATRICOLORE.IT

R
TU E IL FISCO
di FERDINANDO MAGNINO

UBRICA

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previste dallart.1, comma 1, lettera opo sette anni dalla prima o), dello stesso Testo Unico, limitataversione del provvedimenmente alle attivit di gestione su base to denominato scudo individuale di portafogli di investifiscale, il Governo tenta mento per conto terzi; di nuovo di far rientrare in Italia capitali e attivit finanziarie e patrimoniaali detenu- 4. le societ fiduciarie di cui alla legge 23 novembre 1939, n.1966; te allestero. I soggetti interessati alla procedura di 5. gli agenti di cambio iscritti nel ruolo unico previsto dallart. 201 del preemersione sono: detto Testo Unico; 1. persone fisiche; 6. le Poste Italiane s.p.a.; 2. gli enti non commerciali; 3. le societ semplici e le associazioni 7. le stabili organizzazioni in Italia di banche e di imprese di investimento equiparate ai sensi dellart. 5 del Testo non residenti. Unico delle imposte sui redditi. Sono quindi esclusi i soggetti societari di- Il nuovo scudo fiscale prevede due modaliversi dalle societ semplici, sia che si tratti t di emersione: - il rimpatrio, in tal caso il contribuente di societ di persone che di capitali. Loperazione di regolarizzazione deve es- vuole far rientrare in Italia la ricchezza sere effettuata tramite intermediari abilita- finanziaria e/o patrimoniale detenuta allestero; ti. Per intermediari si devono intendere: - la regolarizzazione, tale istituto pu esse1. le banche italiane; 2. le societ di intermediazione mobiliare re effettuato soltanto se le attivit finanziapreviste dallart.1,lettera e, del Testo rie e/o patrimoniali si trovano in un paese Unico delle disposizioni in materia di dellUnione Europea. intermediazione finanziaria, emanato Il prezzo da pagare allo Stato il 5 per cento della disponibilit estera detenuta con D.Lgs. 24 febbraio 1998, n.58; 3. le societ di gestione del risparmio in violazione delle disposizioni sul moniRISPONDE

LO SCUDO FISCALE
toraggio fiscale. Lo scudo conveniente? Si, di circa ben venti volte se messo a confronto con un eventuale accertamento del fisco sulle somme detenute illecitamente allestero. La presentazione della dichiarazione riservata evita agli interessati lobbligo di effettuare le indicazioni nel riquadro RW per il periodo di imposta in corso alla data di presentazione, nonch per il periodo di imposta precedente leffettiva emersione. In caso di rimpatrio, lintermediario procede allapertura di appositi conti su cui depositare le attivit finanziarie rimpatriate, conti che non vengono resi noti allAmministrazione, salvo diversa disposizione del contribuente. Il contribuente deve indicare allintermediario limporto delle attivit finanziarie da rimpatriare in Italia, inoltre deve costituire una provvista per il pagamento delle imposte dovute allerario. Lintermediario non obbligato a verificare la sussistenza dei requisiti per usufruire dello scudo, inoltre esso rilascia allinteressato copia della dichiarazione riservata e versa al fisco le imposte dovute dal contribuente per lemersione.

LESPERTO

D // Come utilizzare lo scudo su contanti detenuti in una cassetta di sicurezza in Svizzera? R // Due le possibilit: si prelevano i contanti e si dichiarano alla dogana oppure si effettua un trasferimento con conseguente versamento su un conto in banca e si procede poi alla dichiarazione riservata. D // Nel 2005 ho acquistato un immobile seconda casa allestero con pagamento mediante conto corrente estero. Non ho mai compilato il quadro RW. possibile applicare lo Scudo-ter? R // rattandosi di seconda casa si presume che limmobile non sia dato in locazione. Se cos , occorre verificare se nello Stato estero gli immobili sono, comunque, tassati in modo forfetario, ad esempio sulla base dei redditi fondiari. In tal caso, trattandosi di immobile produttivo di reddito estero imponibile in Italia lo stesso andava indicato nella sezione II del quadro RW, cos come doveva essere indicata la movimentazione finanziaria, ancorch avvenuta sullestero, necessaria allacquisto. La fattispecie pu fruire dello Scudo fiscale. Diversamente, se limmobile, non locato, non tasManda la tua domanda a: ferdinando.magnino

sato allestero ( il caso, ad esempio, della Francia) lo stesso non andava indicato nel quadro RW e, quindi, non vi stata alcuna violazione della normativa sul monitoraggio, a meno che per lacquisto dellimmobile siano stati violati gli obblighi relativi al trasporto al seguito. D // Possiedo un conto corrente in Svizzera e non ho mai compilato il quadro RW. Posso sanare la mia posizione indicando il conto nel modulo RW di Unico 2009 entro il 30 settembre? R // Si ritiene il comportamento prospettato alquanto azzardato. Andando a indicare nella sezione II del quadro RW la consistenza del conto al 31.12.08 si rischia di segnalare al Fisco la mancata compilazione della sezione III dello stesso quadro relativo al 2008 o ad anni precedenti in cui andava segnalato il flusso finanziario relativo a quel conto. In sostanza, risulterebbe un conto estero apparso dal nulla lasciando scoperte le annualit precedenti. possibile, tuttavia, accedere allo Scudo mediante rimpatrio e cio mediante il trasferimento bancario delle somme del conto svizzero a intermediario residente in Italia e pagamento del 5%.

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NCHIESTA

STORICO
di SALVATORE SCANDURRA e ALESSANDRA TONIZZO

CENTRO

Area monumentale, zona residenziale o centro commerciale? Una questione di qualit.


difficolt, dalle tinte fosche: quante volte labbiamo vista a terra, prostrata, vuota, per poi risorgere cos, per un momento, dalle sue stesse ceneri? Lavorare a colpi di defibrillatore, certo, pi semplice che operare: la pila si ricarica per un po, poi chiss Ma a quale prezzo? Vogliamo un centro colorato come un bel quadro impressionista per bearci negli obiettivi delle macchine fotografiche dei turisti? Bella, bellissima Brescia vista da fuori. questo che vogliamo sentirci dire da chi la visita? Lo preferiamo calmo e tranquillo 365 giorni lanno? Dedicato ai residenti e irraggiungibile per chi si addentra quella volta a settimana? Oppure, il centro dei desideri forse un centro commerciale a cielo aperto in grado di resistere alla concorrenza dei giganti dellhinterland? Sono domande che dobbiamo avere il

da chiedersi cosa vogliamo farcene. Come riusciamo ad immaginarcelo nel futuro prossimo, in che modo desideriamo viverlo. La seconda puntata del nostro personalissimo viaggio in Centro volge al termine, ed tempo di tirare le conclusioni. Si dice che ogni citt dItalia sia, in s stessa, un microcosmo. Tanti piccoli affreschi in cui campeggiano pregi, clich e vergogne dello stivale. Brescia
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non fa eccezione: citt di grandi slanci nel momento del bisogno ma anche, ahinoi, una dei tanti capifila del sottile egocentrismo italico. Ognuno, stretto al proprio bottino, scruta dalla finestra sperando che la tempesta cessi da s, che il fulmine cada un po pi in l, che risparmi proprio lui. Poche storie. Le istituzioni troppo spesso sono state ostaggio delle richieste dei commercianti, e per questioni politiche, per un pugno di voti, le idee sulla viabilit, posteggi e quantaltro cambiano direzione come cambia il vento. La questione non parte, e non pu essere risolta dalle amministrazioni che inevitabilmente si succedono. Parte da dal basso, da noi cittadini, e deve convertire le chiacchiere in fatti. Abbiamo parlato di identit, e forse si capito cosa renda Brescia una citt dombra, un terreno da decodificare con

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coraggio di farci, da cittadini, da bresciani, da semplici passanti. La soluzione migliore ovviamente sarebbe la sintesi di queste tre ipotesi, realizzarla difficile, quasi utopica, ma non provarci sarebbe un delitto. Occorre rivitalizzare Brescia dalla sua anima pi antica, dalle piazze, dalle vie pi affollate, dai vicoli pi nascosti, ripartendo dalle panchine anti bivacco che sono state rimosse. Soluzioni come queste non ci piacciono, non risolvono i problemi, semmai li mascherano, ma solo per un po. palcatura della Chiesa dei Miracoli, con i lavori fermi da un anno e mezzo, di certo non aiuta la visibilit dei negozi limitrofi. Ma ancora: non ammissibile che al giorno doggi in via Cattaneo chiudano negozi e siano destinati ad uso garage. Non possibile che i commercianti di via Cavour non trovino posteggio anche solo per lo scarico merci e che con il trasloco del tribunale ben otto negozi siano gi stati costretti a chiudere. Il centro citt resta e rester sempre il cuore pulsante di Brescia, ma dati alla mano, sono ben 30.000 i residenti che negli ultimi 15 anni sono scappati in periferia. La nuova amministrazione, va detto, sta lavorando affinch il fenomeno di desertificazione venga invertito: la rotazione dei posteggi, una segnaletica pi chiara, il nuovo piano di sosta, le agevolazioni tariffarie per i residenti sono indubbiamente un bellincentivo, ma non bastano. Anche la nuova linea 19, dedicata interamente al centro storico con mezzi di trasporto piccoli ed ecologici punta a mettere i cittadini in condizione di poter scegliere il mezzo pubblico per sicurezza, economicit e tempi di percorrenza bassi. Ma con i bar chiusi, dalle 20.00 in poi perfino Piazza Vittoria pu far paura, e la desertificazione continua. I commercianti dovrebbero saper investire, uniti, nelle vie chiave dingresso alla citt. Non pi il tempo per curare il proprio orticello, ma guardare oltre, saper iniettare ottimismo, sposando una filosofia di rinascita. Il commercio del centro non pu vivere basandosi esclusivamente sul bacino di utenza dei soli residenti, la verit che potr decollare solo se sapr attrarre tutti i quattrocentomila abitanti residenti nel raggio di dieci chilometri, che oggi prediligono altre mete: dai centri commerciali pi facilmente raggiungibili, ai comuni turistici con negozi aperti anche la domenica. Gli orari dei negozi del centro sono quelli del 68: il mondo cambiato, ma si

NCHIESTA

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Gli orari dei negozi del centro sono quelli del 68, ma il mondo cambiato.
In una citt che pullula di associazioni, consorzi e societ, sembra impossibile che non si arrivi a una tavola rotonda in grado di concertare qualcosa che sia pi costruttivo e duraturo di una due giorni deventi, del cabaret in piazza, per poi far calare il sipario. Si dice che ci si accorga del valore di una cosa nel momento in cui la si perduta. Ma vogliamo davvero arrivare a questo? In via San Faustino non si mangia che kebab, nelle altre zone la piadina o il sushi (che va un gran tanto di moda). Fa quasi sorridere, ma il problema non carne di montone o pesce crudo, ma igiene e qualit. una questione di qualit, e di mentalit, che vale sia per i residenti che per i commercianti, e interessa i bresciani come gli immigrati. Le zone chiuse o a traffico limitato andrebbero riviste: perch non ridare agli automobilisti un corridoio animato e scorrevole in Via delle Battaglie ad esempio, perch non de-pedonalizzare via Garibaldi, che ha perso gran parte dellappeal iniziale, a favore, ci immaginiamo, di un Corso Martiri della Libert che oggi soffre la presenza del Freccia Rossa e dove dal 1946 non si fatto alcun intervento? Anche lim-

Le zone chiuse o a traffico limitato andrebbero riviste.

pongono troppe resistenze nellandare incontro alle nuove esigenze dei clienti. C ancora chi parla di clientela dlite e clientela da centro commerciale. Tutto ci insopportabilmente provinciale: da unindagine di mercato fatta nel 2004 scaturito come, per i bresciani (il 72%), lorario ideale per fare acquisti vada dalle 18.30 alle 22.30. Un orario auspicabile e moderno sarebbe un continuato, dalle 11 alle 20.30, perch chiaro, nessuno si sogna di prendere permessi dal lavoro per comprarsi un paio di scarpe. Il problema del posteggio poi in fondo fasullo: diventa un ostacolo solo per le presenze mordi e fuggi. Un servizio navetta che ruoti nei quattro posteggi chiave del centro, da Fossa Bagni a via Gramsci per intenderci, consentirebbe di risolvere molti problemi, facilitando presenze pi lunghe, con passeggiate a piedi in tutto il centro e con un comodo ritorno alla propria auto, indipendentemente dal posteggio utilizzato. la variet, la qualit dei servizi che ancora latita in centro: dai bar alle lavanderie, dai negozi sportivi a quelli storici. questo che manca: comodit, sicurezza e offerta amplia. La ricetta giusta, alla fine del nostro viaggio, ci parsa questa. Pi pensiline, pi aree di sosta, pi illuminazione. Iniziative come la recente Notte Bianca in fin dei conti sono poco sostenibili, non danno seguito, sono belle ma collaterali, e non risolvono il problema. fondamentale, in conclusione, che i residenti, come chi abita fuori dal ring, percepiscano un nuovo concetto di vivere il centro, che si sentano in un ambiente accogliente, stimolante e appagante sia da vivere che da condividere. Condivisione, gi. Problema tipico dellindividualismo bresciano, che fino a qualche anno fa per certi versi era una forza, ma adesso divenuto un grosso limite. Nel commercio, nellindustria, ancor di pi nella vita di tutti i giorni, nelle piccole e grandi avventure che ogni giorno la vita ci propone.
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Crede che esistano dei modelli culturali che potrebbero essere esportati anche a Brescia? Potr avvenire con le prossime generazioni. Uno dei fattori fondamentali per lintegrazione fra diverse culture sono i figli degli immigrati, che frequentando le nostre scuole possono portare la loro esperienza e allo stesso tempo entrare in relazione con i nostri ragazzi. Penso che siano questi gli autentici fattori di profonda integrazione: sempre a patto che sul piano sociologico non si cada nellerrore di creare ghetti ed eccessive concentrazioni di extracomunitari in determinate zone. Penso che possa esserci una prospettiva di questa natura, non vedo ancora questo tipo di impostazione ma sono moderatamente ottimista. Tuttavia faccio fatica a vedere modelli in altri Paesi che siano importabili nel nostro, perch hanno dei tempi strutturali per essere realizzabili. Penso agli Stati Uniti, dove lintegrazione ormai si coronata con la nomina di un Presidente nero. Un processo che ha avuto qualche centinaia danni di gestazione, ma con contraddizioni che spero vivamente non accadano mai nel nostro Paese. La citt un po carente in questo secondo lei? Manca una tradizione culturale? Mi auguro che i figli di questi immigrati, insieme ai nostri, imparino a frequentare le stesse scuole, a conoscersi, a dialogare. Parlare la stessa lingua per costruire unarea di relazioni che sia profondamente diversa da quella dei loro genitori.

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.ALESSIO MERIGO, DIRETTORE GENERALE CONFESERCENTI UNO DEI FATTORI FONDAMENTALI PER LINTEGRAZIONE FRA DIVERSE CULTURE SONO I FIGLI DEGLI IMMIGRATI, CHE FREqUENTANDO LE NOSTRE SCUOLE POSSONO PORTARE LA LORO ESPERIENZA E ALLO STESSO TEMPO ENTRARE IN RELAZIONE CON I NOSTRI RAGAZZI.
Da direttore della Confesercenti, come considera il suo rapporto con le istituzioni? La nostra organizzazione, ad oggi, non pu che dare un giudizio positivo sulloperato della giunta Paroli. Un giudizio positivo che parte da lontano: il risultato di una lunghissima battaglia fatta da Confesercenti per la difesa, la tutela e la valorizzazione del centro storico, che la giunta Corsini non aveva voluto prendere in considerazione creandoci ostacoli e difficolt enormi. Lattuale giunta, al contrario, prendendosi precise responsabilit durante la campagna elettorale, sta operando in un senso preciso, e in parte vediamo gi realizzate quelle direttive. Oggi ci sentiamo unassociazione capace di esprimere liberamente il proprio parere a riguardo delloperato della giunta, dichiarando la nostra volont di collaborare affinch Il Centro torni ad essere vivo, vitale, vivibile e soprattutto un luogo dove il commercio possa avere una prospettiva importante. E il vostro rapporto con le associazioni di categoria? Il rapporto importante con lAscom, la nostra dirimpettaia, con la quale stiamo condividendo unidea strategica comune, soprattutto sulla necessit di ridare vita al centro storico. indubbiamente un rapporto positivo, ovviamente ancora da cementare, cos come buono il rapporto con il Consorzio Brescia Centro, che noi troviamo estremamente dinamico e i cui dirigenti stanno dando il massimo per valorizzare la rete distributiva
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Multicultura e centro storico. Problema od opportunit? Io credo che sia stato un errore, da parte delle amministrazioni precedenti, non aver capito cosa poteva significare, per la nostra citt, la presenza di cittadini extracomunitari tra le nostre vie. Non sono state create le condizioni per una sana convivenza. La presenza massiccia e significativa di cittadini extracomunitari in molte nostre localit del centro storico ha causato, al contrario, lespulsione dei nostri cittadini e delle nostre attivit commerciali. Oggi, seppur auspicabile, davvero difficile riuscire a prefigurare una convivenza che non possa essere comunque il portato di un lavoro di lunga durata. A breve molto difficile. Potrebbe essere un valore aggiunto se il processo venisse governato. Ma se ci non succeder, linsediamento di queste culture tender sempre a provocare problemi oggettivi.

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del centro. Si sono candidati anche a svolgere una funzione di riferimento che noi giudichiamo importante e condivisibile. Parliamo dei commercianti del Centro. Gli orari sono vecchi di 50 anni, e i lavoratori, per acquistare in centro, di certo non possono prendere permessi. Non pensa che lorario continuato risolverebbe il problema? Sicuramente, nel prossimo futuro, si porr il problema di una maggiore apertura delle attivit commerciali. Il Centro vive soprattutto della loro apertura. Quando un po di anni fa decidemmo di fare la serrata, dimostrammo a tutti cosera il centro storico con le attivit chiuse. Indubbiamente la cosa non semplice: innanzitutto dobbiamo considerare le problematiche delle nostre imprese, che sono prevalentemente piccole e devono sopportare dei costi gestionali non indifferenti. Daltro canto, posso garantire che buona parte di queste si stanno gi ponendo il problema. Siamo alle avanguardie, seguiranno altri, ma col tempo lobiettivo dellorario continuato si realizzer. Del resto anche le aperture domenicali oggi hanno maggior seguito rispetto a una volta. C indubbiamente unevoluzione, che non semplice perch parte da questo dannato problema gestionale. Nel contesto di crisi dei consumi che stiamo vivendo, credo che si possa ragionevolmente ritenere che non sar facilissimo. Ma inevitabile. Secondo lei il Freccia Rossa fa male al centro? Il centro commerciale Freccia Rossa oggi una tigre di carta. vero, ritenuto un problema per il commercio del centro storico, ma di fatto questo problema non ancora provato. Credo che sia molto pi concorrenziale loutlet di Rodengo Saiano, ma mi piacerebbe che su questo terreno ci fosse una riflessione seria. Va detto, questo s, che stato concepito nel modo peggiore possibile, che stato realizzato per rispondere a una

NCHIESTA

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precisa operazione speculativa di recupero di unarea dismessa e che fin dallinizio non aveva, in tutto il suo progetto, n capo n coda. La sua organizzazione prevede un programma di sussistenza per le imprese in difficolt in tempo di crisi? S, e si sviluppa in tre punti chiave. Innanzitutto con un sostegno al credito: Confesercenti il primo Confidi provinciale per garanzie prestate a sostegno del credito di piccole e medie aziende. In secondo luogo, aiutiamo le aziende in difficolt con una cassa integrazione in deroga. Infine proponiamo assistenza tecnica e formativa per tutti quei processi innovativi dimpresa che possano aiutare ad uscire dalla crisi. Direttive precise, ma riteniamo comunque che limpresa, per reggere meglio la competizione in tempi difficili, vada modificata. Un grande centro storico che sia un grande centro commerciale. Ce lo auspichiamo tutti. S.S.

.ANTONIO MASSOLETTI, VICEPRESIDENTE CONSORZIO BRESCIA CENTRO DIFFICILE RIPORTARE LA GENTE IN CENTRO OFFRENDO SOLO ABBIGLIAMENTO E CALZATURE. LE TABELLE MERCEOLOGICHE CHE HANNO FATTO LA NOSTRA STORIA SONO SPARITE.
Essere uniti. Essere coesi. Non pensa che i commercianti del centro debbano impegnarsi tutti in questo senso? Fare marketing fondamentale. Dalle aperture del gioved sera siamo passati allapertura domenicale a cadenza mensile, pubblicizzandola. Cerchiamo di legare la nostra apertura straordinaria con eventi organizzati dal Comune, perch pensiamo che pi eventi non creino sovrapposizione, bens portino pi facilmente al raggiungimento dellobiettivo finale: portare pi gente in centro. Come Consorzio siamo entrati nei distretti urbani, i famosi Duc, firmando con il Comune, le associazioni di categoria, Bresciatourism, la Camera di Commercio, la Compagnia delle Opere, un accordo programmatico. Questa la grandissima novit per i prossimi tre anni: un lavoro condiviso di squadra dove condivisione significa lavorare insieme sfruttando il finanziamento regionale. I quattro giorni della moda e del design sono stati i primi, di questi interventi che caratterizzeranno i distretti

urbani. Il connubio tra privato e pubblico rimane fondamentale per poter lavorare bene.
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NCHIESTA

Alcuni commercianti di corso Mameli e via San Faustino per, in merito alliniziativa della moda e del commercio si sono lamentati. Si sono sentiti forse trascurati? Alcune vie purtroppo, prima di pensare allevento, devono essere riviste sotto laspetto sociale. Esistono grossi problemi che esulano da quello che il commercio in questo momento. La notte bianca dello scorso 3 ottobre: tolti bar, locali, ristoranti, Feltrinelli, Giunti e Coin, il 99.9% degli altri negozi era chiuso. Perch? Una scelta dellamministrazione, non nostra, che ha preferito organizzare uniniziativa dedicata esclusivamente allarte e alla cultura. Sinceramente per me stata unopportunit persa, soprattutto visto lenorme afflusso di persone accorse. Apprezzo comunque la chiarezza dellamministrazione, che non tre giorni prima (com spesso accaduto in passato), ma con largo anticipo ci ha informato sulla decisione presa. Da commerciante gestisce un noto negozio in via X Giornate da anni. Com cambiato lo scenario negli ultimi 20 anni? Levoluzione ha fatto s che sparissero dal centro storico tantissime tabelle merceologiche. Ci lamentiamo perch vediamo sempre meno gente in Centro, ma anche vero che non abbiamo pi un negozio di articoli sportivi, un negozio di giocattoli, di elettrodomestici. Non esistono pi fruttivendoli, negozi di vicinato, insomma tutte quelle attivit che hanno fatto la storia del commercio. Difficile riportare la gente in centro offrendo solo abbigliamento e calzature. Le tipologie che hanno fatto la nostra storia sono sparite: ad esempio era uno spettacolo anni fa, vedere, per Santa Lucia, le vetrine dei negozi di giocattoli. Solo quella una grossa fetta di genitori e bambini che in citt non vengono pi, ed normale, quanto triste, che sia cos.
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E i centri commerciali prossimi al centro? Una concorrenza che sentite? Beh, indubbio. La Freccia Rossa un enorme baobab che fa unombra tremenda. Non certo quella di un ulivo. Ma il periodo economico quello che : soffriamo noi come soffrono anche loro. chiaro, giusto che funzioni per rispetto, se non altro, dei dipendenti che ci lavorano e degli imprenditori che hanno investito. La sua attivit commerciale proprio di fronte ad un cinema chiuso. Come vive questa situazione? Ecco, questo un problema che mi sta particolarmente a cuore. Il cinema tra quelle attivit che sono sparite, insieme alle altre. Sarei restio a pensare, un giorno, a un cambio duso dellimmobile: bisognerebbe incentivare le societ che lo gestiscono a tener duro, anche se certo, mi rendo conto che il trend sia quello della multisala. Soluzioni. Ne esistono per salvare davvero il tanto amato centro storico? Ci vuole un salto di qualit, o quantomeno cambiare marcia. Ossia passare da tutti questi eventi-spot, che adesso sono una realt di due o tre giorni, a qualcosa di pi stabile, di pi duraturo. Guardare oltre insomma, guardare alle grandi citt, e ispirarsi a quello che succede a Parigi, a Barcellona, scegliendo quelle iniziative che possano essere presenti 365

giorni allanno. Prendiamo Piazza Mercato: oggi indubbiamente in forte degrado, ma se tornasse ad essere una piazza con esposizione di frutta, di verdura, sarebbe un valore aggiunto enorme per tutto il centro storico. Penso a Piazza Tebaldo, a Largo Formentone: pi che alle cittadelle universitarie dovremmo pensare a far tornare in centro i negozi storici, le nostre tradizioni pi antiche, che sono i fiori, i formaggi tipici, perfino i mercatini degli animali, sullesempio di quel che accade sulle Ramblas di Barcellona. E le nuove infrastrutture in arrivo? Serviranno? Ci fanno sperare in un futuro pi roseo. Quando la metropolitana entrer in funzione e si realizzer il parcheggio sotto la galleria di cui tanto si parla, si potr davvero procedere ad una reale pedonalizzazione. Vorrei sfatare un luogo comune: non assolutamente vero che il commerciante del Centro sia contro la pedonalizzazione. Penso vada fatta, ma solo con le strutture adeguate. Come vede Brescia tra dieci anni? Una citt aperta? Sono molto ottimista, credo nel lavoro dellamministrazione e nel fatto che ci tenga, come categoria, molto in considerazione. Arriveranno a breve altre iniziative interessanti che son certo, riporteranno le famiglie ad affollare la citt. Un primo passo, ma significativo, verso un Centro migliore e pi vivibile. S.S.

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.FLAVIO BONARDI, PRESIDENTE CIRCOSCRIZIONE CENTRO NON DOBBIAMO PENSARE SOLO ALLINTEGRAZIONE TRA ITALIANI E STRANIERI, MOLTO SPESSO BEN PI DIFFICILE qUELLA FRA LE DIFFERENTI ETNIE DI ExTRACOMUNITARI.
Non dobbiamo pensare solo allintegrazione tra italiani e stranieri, molto spesso ben pi difficile quella fra le differenti etnie di extracomunitari. un fenomeno a 360: si continua a pensare che il problema riguardi esclusivamente il rapporto italiani-stranieri, ma non cos. Fortunatamente abbiamo diverse realt sul territorio che lavorano molto bene con gli stranieri e cercano di integrarli: dalle parrocchie al centro emigranti e alle associazioni di volontariato. Qual la sua posizione, invece, nei confronti dei commercianti del centro? Lei cosa farebbe? Bisogna aiutarli. La situazione difficile, e il problema che le attivit di commercianti stranieri sono tutte assemblate in una determinata zona. La mia proposta sarebbe di mettere a bando, anche grazie ai Duc, una serie di risorse per far tornare le attivit artigianali e favorire i giovani imprenditori, mettendo a disposizione anche risorse economiche. Sarebbe opportuno poi che le grandi marche, da Armani a Valentino, potessero aprire in Corso Mameli e Corso Garibaldi, per riqualificare lintera zona e creare appeal. Difficile pensare in futuro ad una presenza di italiani e stranieri pi uniforme in centro? Se i cittadini stranieri vivono in tanti solo in determinati ambienti, la colpa sicuramente di chi continua a speculare sugli affitti. Certi appartamenti in Carmine non potrebbero permetterseli n un cittadino italiano, n un cittadino straniero. ovvio che poi gli extracomunitari entrino in 10, questa solo la conseguenza . Bisogna colpire chi specula, per recuperare gli immobili e ridarli ai cittadini, ristrutturandoli. Ci sono imprenditori che in centro speculano da decenni, oggi per lo pi sugli stranieri, e questa una piaga che deve essere fermata in fretta. Non pi accettabile ormai. La prenda come una provocazione. Servono le ronde a Brescia? Non credo le ronde servano a risolvere i problemi. Una cosa per che i cittadini potrebbero fare dare una mano maggiore allAmministrazione. In questo senso da circa un mese abbiamo presentato lo sportello sicurezza della circoscrizione, un ufficio dove, a cadenza settimanale, i cittadini possono segnalare problemi di incivilt, insicurezza o quantaltro. Il cittadino in questo senso pu essere considerato un piccolo baluardo, una sorta di sentinella, che ci consenta di avere un quadro pi preciso delle problematiche esistenti, come quella dei graffitari ad esempio. Le panchine di Largo Formentone sono state rimosse, e la mossa non ci piaciuta. Cosa successo? Vorrei fare chiarezza su quanto successo: penso che le panchine pubbliche siano un momento di incontro e di relazione, e aiutano a vivere meglio la citt. Va detto per che la situazione di Largo Formentone era diventata ormai impossibile da gestire: abbiamo deciso di rimuoverle, optando per la linea dura, a causa dello spaccio, in quanto erano ormai utilizzate sempre dai soliti soggetti con quellunico scopo. In altre zone non abbiamo alcuna intenzione di rimuoverle, tornare ad occupare gli spazi della citt, in modo sano, importante per tutta la cittadinanza, sia italiana che straniera. S.S.

La sua vista come una zona difficile. Ma i bresciani continuano a fuggire dalla citt vecchia? Effettivamente in questi ultimi anni si assistito ad una uscita massiccia dal centro storico. Soprattutto famiglie e giovani coppie. Sono gli anziani a rimanere nel Carmine, gente che nata qui e che ci abita ormai da decenni. Qualcosa per sta cambiando: negli ultimi mesi soprattutto, mi sono reso conto che alcune abitazioni sfitte sono state occupate da giovani coppie provenienti dalla provincia. Sono ancora piccoli numeri, ma fanno ben sperare. Anche la sicurezza del quartiere migliorata, non pi insostenibile come accadeva qualche anno fa, i residenti sembrano pi tranquilli, anche se restano parecchi problemi irrisolti. Tante culture, tanti problemi? Come procede lintegrazione in Carmine? Abbiamo pi di 77 etnie presenti. Lintegrazione non facile: il modo di vivere diverso, non solo tra italiani e stranieri, ma molto spesso anche tra le diverse comunit. Il ghanese molto diverso dal marocchino, il tunisino ha ben poco in comune con legiziano.
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NCHIESTA

C RISTORAZIONE E RISTORAZIONE

INTERVISTA DOPPIA
Giorgio Rizzardi gestisce insieme a due soci Sapori e Sapere, uno dei locali pi fashion del centro storico di Brescia. Michele Masserdotti a capo, insieme alla famiglia, della storica trattoria Al Bianchi, nata nel lontano 1881. Com cambiato lo scenario negli ultimi anni? G.R. La zona stata abbellita, indubbiamente. Prima viveva di frequentazioni difficili. Lutenza stata ridotta, ma oggi pi selezionata. Una piccola ripresa, indubbio, in atto, bisogna continuare su questa strada. M.M. Devo ritenermi fortunato. Tanti clienti e soprattutto tanti amici sono rimasti negli anni. Prima cerano i problemi dovuti ai cosiddetti carmelitani, oggi hanno un altro colore, ma grossi problemi sinceramente non ne vedo. Cosa offrite di particolare alla vostra clientela? G.R. In un ambiente ampio e di vecchio stampo, abbiamo creato un locale fashion dove alterniamo sushi di alta qualit a cucina mediterranea. Il ristorante per noi un luogo di incontro, di contaminazione: proponiamo letture di libri, mostre pittoriche, presentazioni letterarie. Concepiamo il cibo legato al mondo dellarte e della cultura. Come accade in diverse capitali del mondo. M.M. La nostra la tipica trattoria caratterizzata da una cucina sia bresciana che italiana. Il nostro cuoco toscano, amiamo proporre piatti tradizionali. Da noi si possono mangiare i malfatti, i casoncelli e i famosi bocconcini dasino al barolo. C crisi nel vostro settore? G.R. Indubbiamente si, ma non ci scoraggiamo. Un nostro obiettivo, per ovviare alla crisi, decontestualizzare il pranzo, proponendo un men, sempre curato dal nostro chef, a soli 7 euro. Prezzi fatti apposta per avvicinare la gente ad una ristorazione di qualit. La sera abbiamo servizi differenti, basta dare un occhio sul nostro sito internet. La scelta davvero ampia. M.M. Abbiamo una clientela che va dai 20 centesimi ai 20 euro. Il calice di bianco a 90 centesimi resta il nostro marchio di fabbrica, comprese le 30 etichette, tra bianchi e rossi, sempre presenti. Il nostro aperitivo poi, il bertagn rimane un must: fritto di merluzzo al sabato, polpette alla domenica. Ma secondo voi servono le Notti Bianche? Risolvono davvero i problemi del Centro? G.R. Tre-quattro iniziative allanno di questo genere non servirebbero un granch, ma mi sembra che questa amministrazione ne stia creando parecchie, e se si proseguir in questottica i risultati arriveranno. Il trucco proprio questo: saper creare eventi e dare continuit a queste iniziative, sul modello di altre citt europee. M.M. La notte bianca non serve per far conoscere Brescia, ma per viverla quella notte soltanto. sempre la solita questione, tutti pretendono sempre pi servizi, dimenticandosi quanto sia bello il nostro centro storico, a prescindere dalle iniziative collaterali. La gente dovrebbe tornare a vivere il Centro tutto lanno. S.S.

Fuga dal centro storico. Che idea vi siete fatti? G.R. Pedonalizzare, chiudere Piazza Duomo, non stato un buon affare. Personalmente ho fatto un grosso investimento, ma continuo a credere nelle potenzialit di via Beccaria. una piccola Montmartre, c del fermento, e ne sono entusiasta. M.M. Non sono del tutto daccordo, credo che il centro storico, dopo anni difficili, stia rinascendo. La colpa per quello che successo comunque tutta dei bresciani: affittare bilocali a dodici persone porta a questo. Cosa fare per riportare i bresciani in centro? G.R. Vivere il centro credo non abbia prezzo, e i cittadini devono tornare a vivere il cuore della citt, come del resto hanno sempre fatto. Le istituzioni, in questo senso devono collaborare, e saperli incoraggiare . M.M. C ancora chi ha la pretesa di arrivare seduti, sul proprio sedile dellauto, al locale di riferimento. Lo trovo assurdo, non succede in nessunaltra citt. una questione di mentalit, la testa che deve cambiare.
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NCHIESTA

IL PARERE DEI COMMERCIANTI

OSTERIA LA LUNA PIENA ristorante - via A. Calini 3 FASOLI SPA gioielleria - Piazza Loggia 10 STOPPINI, argenti, porcellane, cristalli, stampe depoca, oggettistica - Corso Palestro 28 quasi nessuno sa che la sera, in citt, i parcheggi sotterranei costano ad oltranza solo 1 euro. Incrementare gli eventi, inoltre, necessario, ma non sono certo le notti bianche che salvano la citt. Stoppini: Credo che sia valida una commistione di tutti e tre i fattori citati. Brescia dovrebbe puntare molto sullattrattivit del proprio arredo urbano, potenziandolo tramite maggiori ordine, pulizia e sicurezza: sicuramente tutti questi cantieri non aiutano Una migliore gestione del traffico, poi, sarebbe dobbligo. Per quanto riguarda invece la situazione prettamente commerciale, penso che la citt offra gi una diversificazione dellofferta sia a livello qualitativo che di spesa, permettendo a tutti di vivere il centro storico, ognuno secondo il proprio gusto e possibilit. Midali: Locali aperti, accattivanti, nonch la riapertura dei cinematografi possono essere degli incentivi forti per recarsi meglio e pi spesso in centro. Five Luxury Shop: Concordo con le soluzioni citate, ma potenzierei soprattutto i parcheggi che, per essere validi, sarebbero da situare entro il centro storico, non al di fuori. Il suo esercizio si trova in centro da diverso tempo: com cambiato, negli anni, lo scenario? Osteria la Luna Piena: Sicuramente in alcuni periodi dellanno, come destate, c molto pi movimento, tra mostre, manifestazioni e concerti. Ma il punto dolente che resta, ed

MIDALI SRL abbigliamento - Via S. Martino della Battaglia 8 FIVE LUXURY SHOP abbigliamento - Corso Palestro 9/B

Si parla di fuga dal centro: secondo lei a cos dovuta? Osteria la Luna Piena: In centro non ci si diverte pi, quindi la gente costretta a cercare lo svago altrove, senza contare la questione della sicurezza: dopo una certa ora praticamente impossibile andare in citt con spensieratezza, e certe zone sono completamente off limits. Fasoli: La difficolt maggiore del centro storico sta nella sua raggiungibilit. Sia coi mezzi pubblici, ma soprattutto con quelli privati, oggi il cittadino incontra degli ostacoli che non lo invogliano a recarsi in centro. I parcheggi sono difficili da reperire, poco pubblicizzati (come quello di Fossa Bagni) o scomodi. Midali: La mia opinione che il centro citt sia vissuto durante il giorno e che questa fuga avvenga soprattutto nelle ore serali e notturne, sia perch di sera il centro totalmente morto e quindi richiama pochissima gente, sia per la sensazione che ci sia poca sicurezza per le strade. C chi pensa che lincremento delle iniziative in citt, una migliore distribuzione dei parcheggi oppure un restyling estetico siano le soluzioni per un ritorno alla vita di Brescia. Lei cosa ne pensa? Osteria la Luna Piena: Credo che la questione del parcheggio sia pi che giusta, ma poi bisogna saper anche promuovere le scelte e i cambiamenti fatti. Ad esempio,
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anzi cresce, la sicurezza: le pare possibile che ci siano mille telecamere che sorvegliano le ZTL e nessuna che controlli le zone limitrofe, le nostre auto? Noi, ad esempio, abbiamo subito diversi furti. Fasoli: La sicurezza un punto dolente della citt, tanto da essere diventato oggi un problema mentale, sottile, che spinge il cittadino ad evitare alcune strade piuttosto che altre, a muoversi in orari diversificati. Inoltre, negli ultimi anni, c stato un florilegio di cantieri aperti, si pensi a quello per la metropolitana, che sono un disincentivo reale: bisognerebbe iniziare a chiuderli. Stoppini: cambiato principalmente il fatto che un esercizio non pu pi pensare di sopravvivere contando sugli abitanti del centro, ma deve fare affidamento, scommettere sulla gente che, dalla provincia, lo raggiunge. Crede che, oggi, aprire un negozio in centro citt possa essere ancora una scelta vincente? Osteria la Luna Piena: Assolutamente no, a meno che non si crei una legge che stabilisca quanti esercizi dello stesso genere possono sorgere nellarco di tot metri. Quanti bar in citt, uno di fianco allaltro, hanno speranza di sopravvivere? Noi siamo fortunati, ma solo perch abbiamo un ristorante. Midali: Per me s. Ovvio che Brescia divisa in zone, ci sono quelle che pullulano di gente ed altre, per cos dire, morte.

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Si potrebbe ripartire con pi grinta pensando alla cura del rapporto con il cliente, per me fondamentale. Five Luxury Shop: S, certamente, nonostante tutto credo che aprire un esercizio in centro sia ancora una buona opportunit. A suo avviso, le realt dei centri commerciali sono concorrenziali al centro storico? Osteria la Luna Piena: Sicuramente s, e per questo sarei favorevole a stilare dei giorni di chiusura di questi centri a favore del centro storico della nostra citt. Fasoli: I centri commerciali sono una delle ragioni della fuga dal centro, ovvio, una delle tante per. Preso atto che Brescia la citt dEuropa con pi centri commerciali, ipermercati ed affini in rapporto alla popolazione, si dovrebbe fare una riflessione in merito. Midali: Assolutamente no. Fermo restando che a me non piacciono i centri commerciali, credo che esistano due tipi di clienti: la massa, che preferisce trascorrere pomeriggi in questi luoghi, comprando perlopi prodotti monomarca, e la clientela attenta, fidelizzata, che preferisce un ambiente diverso, il servizio del piccolo negozio o della boutique. Tolto il fine settimana, in cui, ripeto, il centro chiuso, durante gli altri giorni lavoriamo indiscutibilmente pi noi. Pensa che Brescia debba prendere spunto da altre citt limitrofe per imparare a valorizzarsi? Osteria la Luna Piena: Si pensa spesso a Verona come a una citt di grandi movimenti e iniziative attorno ad alcuni monumenti storici, come lArena: questo dona lustro dal punto di vista culturale, ma niente di pi. Socialmente, invece, credo che l ci sia una realt peggiore della nostra, e non di poco.

Quindi Brescia deve e pu farcela guardando s stessa e trovando autonomamente i propri punti di forza. Fasoli: Brescia una citt con una sua particolare conformazione. A Verona, ad esempio, stato pi facile creare le aree pedonali, proprio per la morfologia della citt. Da noi, tranne piazza Vittoria, non si fatto pi niente di concreto. Stoppini: Il paragone con altre citt difficile. Verona, ad esempio, una citt darte, che vive di turismo. Certo, ha saputo valorizzare il suo centro storico sia tramite abbellimenti esteriori, sia nellapparato commerciale: perch no, Brescia potrebbe imparare anche da lei. Midali: S, soprattutto per quanto riguarda la valorizzazione dei locali. Si pu gi guardare via Musei, con dei localini cos curati e intimi penso che sia un peccato che una realt cos bella sia anche tanto circoscritta, in una citt come la nostra. Five Luxury Shop: No, non lo penso. Come vive il centro storico: prevalentemente da commerciante o da cittadino? Osteria la Luna Piena: Vivo Brescia in entrambi i sensi, e da cittadina di 27 anni dico che non si sta molto bene. possibile, ad esempio, essere allontanati dai vigili per motivi di sicurezza, dopo le 23, mentre si sorseggia una birra in compagnia al tavolino di un bar? Credo di no. Midali: Lo vivo in entrambi i modi, ma mi dispiace, da cittadina, non poter gustare appieno il centro nei momenti di relax, come la domenica: sapendo che non ci sono bar o cinema aperti, difficilmente ci vengo. Five Luxury Shop: Abito a due minuti dal negozio, quindi vivo il centro anche come residente. Non posso non notare quella che oramai unamara constatazione: locali chiusi e poche iniziative sono una costante.

LO PINIONE DI UNA COMMERCIANTE FUORI DALLE MURA VENETE


EMOZIONI di Marotta Giuseppina Oggettistica, design e complementi darredo - Via Fontane 21/D Il centro storico di Brescia si sta svuotando delle sue caratteristiche tradizionali e non pi vissuto come una volta. Lei cosa ne pensa? vero, credo che il sentire comune, oggi, sia quello che il centro oramai abbia molto poco da offrire, ed un peccato. Il cuore di Brescia servito malissimo, inoltre la citt deserta, desolata: deprimenti le domeniche con tutte le saracinesche abbassate e inutile organizzare notti bianche se met centro, poi, resta chiuso. Cosa si potrebbe fare, a suo avviso, per rivitalizzare la citt? Ad oggi, con i mille cantieri aperti, c ben poco da fare. Ci siamo preoccupati della metropolitana, argomento che chiss porter beneficio in un futuro prossimo, ma delle esigenze pi immediate, reali, non ci siamo occupati. La citt, ridotta cos, pietosa: tutto rotto, deviato, transennato I bresciani sono scontenti, davvero. Aprirebbe il suo esercizio in centro citt? Perch? No, non aprirei in centro. Anzi, le mie clienti, ogni volta, mi ripetono meno male che non sei in centro citt, Giuseppina, altrimenti non passeri pi da te: questo denota sia la reale difficolt di vivere il centro storico, sia il nostro status di citt provinciale, poco dinamica, chiusa e restia ad ogni novit. Cosa pensa dei centri commerciali limitrofi al centro storico? I centri commerciali possono essere concorrenziali al centro storico solo dal punto di vista della comodit dellorario continuato che, per chi lavora, essenziale. Realt come la Freccia Rossa sono, a mio avviso, ritrovi per i giovanissimi, specialmente per quanto riguarda gli svaghi e il ristoro. Per conto mio, se voglio fare due passi, nonostante tutto, scelgo ancora il centro citt. Armata di pazienza, per.
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CREDIAMO NEL FUTURO, NON NELLA CARTA.


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TRADE E QUARTIERI

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VIA CROCIFISSA E VIA GALILEI


di ESTERINO BENATTI

UN OPEROSO VIA VAI

una Brescia che ricorda Milano in via Crocifissa di Rosa, con quei palazzoni che svettano sopra un brulichio incessante di automobili e persone e la Lam che sfreccia indisturbata ricordando, per certi versi, i tram meneghini. La gente passeggia a ritmi che raramente sono da passeggio, c chi butta locchio sulle vetrine e chi attende spazientito il via libera del semaforo pedonale per poi affrontare continui saliscendi da un marciapiede allaltro. Una vecchietta ha appena acquistato fiori variopinti, una bionda e una mora sognano davanti al diamante della vita. Una ragazza infila gli ultimi spiccioli rimasti nel parchimetro, un ragazzo straniero si concentra

su quellinsegna da sistemare. In effetti ci sarebbe bisogno di qualche colore in pi. I grigi dominano nelle tinte materiali e quando non li vedi li puoi sentire nellaria appesantita da uno smog tanto fastidioso quanto familiare. Se il centro cittadino fosse unabitazione via Crocifissa sarebbe lingresso, anzi no, luscita sul retro. A separarla da porfido e storia c una galleria che attraversa il colle Cidneo e tanta frenesia in pi, ma pur sempre sapore di casa, impreziosito dallimmancabile sorriso di commercianti operosi e reso magico quando i lampioni saccendono di quel giallo intenso dautunno metropolitano. Per riacquistare una dimensione locale basta attraversare la strada e percorrere la via parallela, quella pi bresciana, verde
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TRADE E QUARTIERI

e tranquilla, dove ci sono pi automobili parcheggiate che in movimento e la gente cammina pi lentamente guardandoti negli occhi quando incroci il suo cammino. via Galilei, dedicata a quel tale che diceva: La filosofia scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi. Ripenso a tutto ci che ho visto e mi siedo su una panchina a riflettere, finch unanziana signora mi si avvicina con sguardo sognante chiedendomi: Scusi, ma lei che lavoro fa?. Le rispondo Provo a fare il giornalista. Sa, qui si vive davvero bene mi risponde e con un cenno della mano saluta e se ne va.

Alcune vedute di Via Crocifissa e di via Galilei.

CI RACCONTANO VIA CROCIFISSA E VIA GALILEI GIANMARIO PAISSONI (ABBIGLIAMENTO) Da quanto tempo lavora qui? Mia madre apr il negozio nel 71, io ci lavoro dal 1986. Posso dire di aver visto tutta levoluzione della via, Lam compresa. Comera la zona 38 anni fa? Era tra le pi interessanti di Brescia, vista la recente costruzione di palazzi abitati da giovani famiglie. La collocazione geografica, poi, le dava lustro, gravitando alla soglia del centro con proiezione verso lOspedale Civile. E oggi? La zona invecchiata e ci sono parecchi anziani. Nella sua evoluzione, per, si persa un po quella dimensione di passaggio verso il centro. Larrivo delle tangenziali ha dirottato il flusso che una volta proveniva dalla Valtrompia. Avevamo anche molti
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Qui sotto Gianmario Paissoni. A fianco, da sinistra, la fiorista Kaudeta Alushliari, lottica Claudia Gervasi, il barista Luca Zulli e il negoziante Paolo Carambella.

clienti lumezzanesi. La Lam cosha portato in via Crocifissa? Allinizio le seccature di diciotto mesi di cantiere, poi stata un viatico per il miglioramento strutturale della via, che stata abbellita. Il fatto che ci sia una corsia in cui circola nel senso opposto, comunque, insolito e spesso pericoloso. Su quali prodotti punta il suo negozio? Vendiamo abbigliamento classico o sportivo, ma di classe. Vengono qui soprattutto uomini maturi. Il 99,9 per cento dei nostri prodotti fabbricato in Italia e oggi come oggi inconsueto. Aprirebbe ancora unattivit qui? Guardando al passato s, ma oggi non conviene pi. Un tempo era ritenuta la via pi importante di Brescia fuori dal centro. Oggi sta appassendo insieme al centro.

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Chi fa acquisti nel suo negozio? Ho tanti clienti fissi del posto, ma anche diversi avventori che vengono da fuori zona. ottimista o pessimista sul futuro della zona?

ni, ma circola gente proveniente da tutti gli angoli di Brescia e la mia clientela di tutti i tipi. I giovani sbucano soprattutto la sera, vengono soprattutto da fuori zona. Cosa rende speciale il tuo bar? Laperitivo e lhappy hour sono i nostri cavalli di battaglia. Sono diventati una moda vera e propria, ma devo ammettere che lavoriamo tanto anche con le colazioni. Sei soddisfatto di aver scelto via Crocifissa? Come prima esperienza ottima. Un domani si potranno valutare altre soluzioni. PAOLO CARAMBELLA (ENOTECA) Com la vita in via Galilei? Qui si lavora bene, una zona tranquilla ma con parecchi passanti. Siamo nei pressi di una zona esclusiva e c di tutto: giovani, anziani, famiglie, coppie, extracomunitari. Un bel mix. Chi fa acquisti nella tua enoteca? La clientela molto variegata. Non c un target preciso. C chi prende il vino da tavola per tutti i giorni e chi per occasioni speciali. Anche i giovani hanno iniziato ad apprezzare il buon bere. Preferiscono bere una volta in meno ma bere i vini giusti, poi loccasione per il regalare vino capita a tutti.

KLAUDETA ALUSHLIARI (FIORISTA) Da quanto tempo lavori qui? Da tre anni e mezzo. Questa zona bellissima, c gente stupenda. Chi vive in via Crocifissa? Ci sono tanti anziani, ed bello vederli uniti fra di loro, formano un bel gruppo e si conoscono da tempo. Qual il target della tua clientela? La maggior parte dei miei clienti ha unet fra i 30-40 anni, ma ovviamente ci sono anche tanti anziani fedelissimi del mio negozio che vengono qui quasi tutti i giorni a prendere fiori di tutti i tipi. Sei felice della scelta che hai fatto? Moltissimo. Lunica seccatura la mancanza del parcheggio che mette angoscia un po a tutti costringendoli ad acquisti frettolosi. Lavorare qui, per, d grandi soddisfazioni. Con i clienti si crea un bel contatto e negli ultimi tempi il passaparola sta portando qui nuova gente. Sono contenta di avere aperto qui. Ho realizzato il sogno che avevo fin da piccola. CLAUDIA GERVASI (FOTO-OTTICA) Lavora qui da molto tempo? Dal 1991, poi quattro anni fa ho rilevato lattivit. Com cambiata via Crocifissa in questi anni? A livello strutturale stata abbellita. una zona di un certo livello e il costo di appartamenti e affitti indicativo al riguardo.

Spero che il comune la valorizzi come merita contribuendo allaumento del passaggio pedonale. Negli ultimi tempi migliorato, ma vorremmo ampliare le iniziative del centro verso nord. La via offre tanto, bisogna scommetterci. LUCA ZULLI (BAR LA CORTE) Come ti trovi in questa zona? Bene, una zona viva, c gente e movimento. Gli abitanti sono soprattutto anzia-

Cosa proponete alla clientela? Facciamo una selezione di vini dallottimo rapporto qualit-prezzo, per il resto si va da vini di due euro a cifre molto alte, daltra parte certe bottiglie sono paragonabili ad opere darte.
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APRIAMO VIE ALLO SVILUPPO

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A CITT

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DEL GRAN SEMINATORE


La scopertura del busto del Beato Giuseppe Tovini in Loggia il terzo atto di una sequenza che ha visto il primo tempo nellintervista di Giuseppe Camadini a Tempi dellaprile 2008, e il secondo momento nel discorso alla Fondazione San Benedetto nellottobre dello stesso anno.
di ALESSANDRO CHEULA

LA TRILOGIA

Seconda parte

i sia consentito aprire una parentesi di riflessione critica e insieme di ammirata sorpresa. Si badi: il busto di Tovini stato scoperto non al Centro Paolo VI, allIstituto Paolo VI o in una delle numerose sedi del mondo cattolico locale, come sarebbe dovuto essere per un militante del calibro culturale e del carisma morale di Tovini ripetiamo, padre della modernit bresciana sul versante cattolico come Giuseppe Zanardelli lo fu sul fronte laico ma in Loggia, pubblica istituzione nonch sede del potere civile. Si badi ancora: non dieci o venti anni dopo la morte di Tovini, ma oltre cento anni dopo la sua scomparsa, a significare quanto lunga sia la semina dei cattolici della tempra di Camadini (e dello spessore di Bazoli, anche se nel contesto di cui parliamo il presidente di Banca Intesa non protagonista n comprimario bens silente bench non assente osservatore). Ebbene, con tutto il rispetto per lopera e la memoria di Tovini, chi ha visto in questa convergente volont di Camadini e Tarantini, pronubo Paroli, una tardiva quanto anacronistica riedizione della alleanza tra Pietro e Cesare, tra potere civile e fede religiosa, stato tacciato di laicismo antistorico e anticlericalismo dantan. La motivazione la valenza

pubblica della religione cattolica nella societ italiana e nella comunit bresciana, e come tale meritevole di essere riconosciuta anche in conseguenti gesti pubblici (politici) ad alta valenza simbolica. Benissimo. A parte la indebita e strumentale confusione tra laicit e laicismo, buona per ghettizzare i laici, anche credenti, in un limbo amorale e avaloriale, va detto che sulla valenza pubblica della fede cristiana nessuno eccepisce il minimo dubbio, trattandosi del contenuto profondo della nostra tradizione culturale. Limportante capirsi su cosa si intende per valenza pubblica, se in senso sociale o nel significato politico e quindi statuale e legislativo: nel primo caso nulla da eccepire, nel secondo caso si aprirebbero problemi di ingerenza della fede religiosa nello Stato. MEMORIA CONDIVISA TRA ZANARDELLI E TOVINI Tarantini, in una intervista al periodico bresciano della Compagnia delle Opere pubblicato sul finire del 2008, spieg quelle che sarebbero poi state le ragioni del busto di Tovini in Loggia. Mentre di Zanardelli esistono monumenti che ne ricordano lopera politica e governativa disse Tarantini in quelloccasione di Tovini non esistono testimonianze degne della sua eredit morale e civile. Giusto. Ma non va dimenticato che,

mentre Zanardelli stato uomo delle istituzioni e quindi dello Stato e dunque meritevole di essere ricordato nelle pubbliche sedi, Tovini stato un uomo della societ civile e come tale degno di essere memorato nelle sedi in cui questa si articola. Certo che la scopertura del busto di Tovini in Loggia trova una sua plausibile ragion dessere nella valenza sociale, prima ancora che religiosa, dellimpegno civile dellavvocato camuno, paladino della riscossa cattolica nella terra del liberal-massone Zanardelli. Ma, con tutto il rispetto dovuto al contenuto sociale dellattivit del Beato, non sembra una ragione sufficiente per dedicargli un busto in una sede politica e istituzionale. Sarebbe come se a Palazzo Chigi venisse dedicato un monumento a Luigi Gedda, il fondatore dei Comitati civici del 1948. Non si configura cos, dopo cento anni, una indebita e anacronistica anche se morbida invasione di campo? Una violazione sia pure soft della distinzione dei ruoli, degli ambiti e delle funzioni, distinzione su cui la stessa Chiesa da sempre giustamente gelosa? Non parliamo di una concezione della fede come religione civile, ammissibile anzi auspicabile se tiene il campo delle coscienze e della societ civile senza invadere il ruolo dello Stato, ma di una ennesima versione della religione come instrumentum regni, strumento di governo,
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Il Beato Giuseppe Tovini.

sia pure storicizzata e adeguata alla sensibilit dei moderni. Centocinquantanni dopo Gioberti e il neoguelfismo del suo Primato morale e civile degli italiani, vogliamo rieditare una sorta di primato morale e civile dei bresciani? La scelta di Tovini in Loggia, per il suo alto valore simbolico, non solo una opzione etica ma un atto politico. Con la regia di Camadini, il tramite di Tarantini e la volont di Paroli. Che di meglio per configurare emblematicamente, e financo plasticamente col monumento a Tovini, quel rinnovamento nella continuit di cui si parlato in premessa a proposito della maggiorit bresciana? CAMBIARE TUTTO PER NON CAMBIARE NULLA? Una maggiorit moderata (lobby?) e un potere a modo suo illuminato senza essere illuminista che sa innovare le forme senza cambiare la sostanza, superando e metabolizzando con la forza di un digestore la fenomenologia degli avvicendamenti storici, sia politici che istituzionali, occorsi lungo larco di un secolo. Dal liberalismo risorgimentale e anticlericale di Zanardelli del periodo giolittiano alla parentesi fascista del regime mussoliniano; dallavvento del partito democristiano (partito di cattolici, non dei cattolici, come spiegavano Matteo Perrini e don Enzo Giammancheri, indimenticati interpreti di una temperie culturale montiniana e modernista ormai scomparsa) al socialismo empirico e corrivo di Craxi; dal berlusconismo dattacco di Forza Italia e dassalto del Pdl, a Brescia sdoganati dopo quindici anni grazie a Paroli e Tarantini al riformismo della sinistra Dc e di Corsini dopo i trentanni di popolarismo cattolico, laicamente moderato e ben temperato, di Bruno Boni, luomo politico democristiano cui Brescia deve i due principali strumenti di modernizzazione e sprovincializzazione del 900, lUniversit statale e il secondo quotidiano. Un potere morbido, che sa conciliare banca e fede ossia interessi e valori simbiosi cara a Camadini forse pi che allo stesso Bazoli come una regola aurea del bene comune e del buon governo. Un potere che sa seminare questo il punto sostanziale che non divide ma distingue

Camadini da Bazoli, pur nella comune e condivisa appartenenza valoriale si vedano le incessanti capillari opere di carit e solidariet quali Fondazione Tovini, Fondazione Comunit Bresciana, Fondazione San Benedetto, solo per citare le punte di diamante di una societ civile il cui spessore e dinamismo si devono sopratutto al volontariato e alle iniziative del laicato cattolico. Un potere soft, che alla maniera del migliore gattopardismo sa cambiare gli orchestrali senza cambiare la musica. I veri dialettici scrivevamo trentanni fa, in tempi meno sospetti di oggi, su un quotidiano locale a proposito di unaltra Fondazione, la Civilt Bresciana del benemerito Antonio Fappani sono loro, i cattolici, che hanno saputo funzionalizzare i contrasti interni alla comune crescita. LA CONTINUIT TOVINI-CAMADINI-TARANTINI Se il buon giorno si vede dal mattino sar Tarantini a raccogliere e rappresentare la complessit della tradizione cattolica bresciana andando idealmente a completare quale terzo addendo lasse Tovini-Camadini. Con una peculiarit e una differenza. La particolarit che, nel caso dellex presidente della Cdo e attuale presidente del Consiglio di sorveglianza di A2A, la fedelt alleredit toviniana mediata da Camadini si coniuga con lautonomia e lindipendenza non solo dai poteri e dai partiti ma pure dai padroni di ogni potentanto economico e dai padrini di ogni colore politico. Chi conosce Tarantini sa quanto sia duttile e insieme coriaceo esattamente quanto lo fu Tovini e quanto lo Camadini il nuovo presidente di A2A. Mentre la continuit tra Tovini e Camadini pi speculare e diretta, quella tra Camadini e Tarantini sembra avere i caratteri di unaffinit elettiva ma non per questo definitiva, e comunque non tale da escludere possibili momenti di discontinuit. La differenza di tipo generazionale. Mentre lescatologia di Camadini una strategia che guarda dai tetti in su, vale a dire ai posteri cio alla perpetuazione della propria memoria dopo la morte come avvenuto per Tovini di cui il notaio camuno lerede e linterprete in quanto mentore ed esege-

ta, oltre che esecutore del suo testamento spirituale e fautore della causa di beatificazione Tarantini non sembra avere, appunto perch figlio di unaltra temperie e di una diversa modernit, la stessa visione ultramondana. Siamo di fronte a cattolici integrali, cosa diversa dai cattolici integralisti, anche se Tarantini, diversamente da Camadini, proviene da un movimento che ha fatto del ritorno ai fondamenti religiosi la propria ragion dessere. LETEROGENESI DEI FINI Ma, questa la sottile eterogenesi dei fini figlia della altrettanto subdola nemesi della storia, sar Tarantini a incarnare nella societ civile bresciana il lascito di Tovini con la mediazione di Camadini. Ovviamente non nei modi seguiti laltro ieri dallavvocato camuno, e nemmeno nelle forme adottate ieri dal notaio camuno, ma, allopposto, con lunica prassi oggi compatibile con la modernit e agibile ai cattolici impegnati in politica o nel sociale. Non la pratica giussaniana, o quantomeno non solo a quella, ma la prassi giovannea, montiniana e martiniana (intesa come cardinal Martini) della autonomia del laico nella sfera temporale. Sar questo uno dei punti in cui Tarantini proprio lui, giussaniano convinto e ciellino doc mai stato un fan del Concilio Vaticano Secondo si distinguer da Camadini pur senza distanziarsi da lui. Con la benedizione del Beato Tovini.
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APRIAMO VIE AL MOVIMENTO

800 treni al giorno in servizio sulle linee regionali e suburbane della rete lombarda e sul collegamento con lhub internazionale di Malpensa, oltre 53 milioni di passeggeri in un anno. Una responsabilit che ci impegna costantemente a migliorare qualit del viaggio e integrazione con gli altri mezzi, un contributo quotidiano alla mobilit sostenibile e amica dellambiente.

APRIAMO VIE ALLO SVILUPPO

ERSONAGGI

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PAESE NORMALE
Cultura, verde, sviluppo urbano, impegno sociale, confronto. Paolo Corsini e il presente e il futuro della brescianit che cambia e, a volte, non si riconosce pi.
di ROBERTO BARUCCO

SOGNO LA CITT SPERATA IN UN

la citt sperata nel cuore dellonorevole Paolo Corsini, quella dei molti luoghi centrali, dei parchi, dei monumenti. La citt della convivenza, meno inquinata dalle automobili, moderna, evoluta, europea. Un luogo dove la multiculturalit ormai acquisita divenga valore, stimolo, confronto, non ansia e paura. quella Brescia che rappresenta omaggio doveroso allamico Mario Venturini, scomparso prematuramente e che per due lustri si occupato di urbanistica nella sua Giunta. La citt che (magari tra altri dieci anni, come gli abbiamo chiesto con una battuta di preconizzare) vorrebbe vedere compiuta, o almeno abbozzata nei tratti principali di quella visione del bene comune che, da sindaco, lo ha visto intervenire in mille occasioni diverse. questo Paolo Corsini, sereno nel ritrovato ruolo di parlamentare e di studioso, attivo nel dibattere e intervenire a convegni e simposi in tutta Italia, bersaniano di ferro nella scelta politica (una vittoria auspicabile, quella dellex Ministro, valido per esperienza e preparazione, capacit di rapportarsi ai problemi, di intercettare interessi e di mediarli), che incontriamo alla scrivania di via Risorgimento. L, al civico 18, abita il Pd, ci sono i tabelloni che, freschi di dati, testimoniano la

controtendenza cittadina, con il responso delle primarie a favore di Franceschini, se pure di un soffio, le persone impegnate nellesercizio quotidiano della militanza che si tramuta in partecipazione. appena tornato dallIdeal Standard, Paolo Corsini, dal confronto con i lavoratori alle prese con lo spettro di un Natale di incertezza e dramma. Ancora una volta il pensiero va a Brescia, anche se sono intervenuto poco nel dibattito circa la vita amministrativa non mi va il ruolo di vedovo di me stesso , rimango vicino ai

Paolo Corsini.

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cittadini, alla mia citt. E rivendico la coerenza dellazione che ho svolto da Sindaco e oggi da parlamentare, ad esempio in merito al patto di stabilit. il Sindaco di allora, che si riaccende nel ricostruire il passato prossimo e torna sul progetto della Metro e delle Lam, che rappresentano il presente e il futuro della citt, una via possibile, alternativa allaccesso a un centro che soffre. Con lui torniamo a scrutare quanto resta di un progetto cresciuto negli anni, con la cultura come riferimento. Sono stato pochi giorni fa a Rimini. L il 10 ottobre ha debuttato la nuova mostra di Marco Goldin, Lincanto della pittura. Fino al 14 marzo 2010 saranno esposti i capolavori del

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Avrebbe proseguito con le grandi mostre? Tutto ha un inizio e una fine. Anche lepoca Goldin sarebbe terminata.
Boston Museum of Fine Arts: 65 opere ospitate a Castel Sismondo, da Rembrandt a Gauguin, da Van Gogh a Picasso. Lappuntamento, che ha confermato le potenzialit di Goldin, mi ha riportato a Brescia, allepoca delle grandi mostre. Oggi vedo una regressione nella nostra citt, a livello culturale. Un impoverimento che vivo con amarezza, riflesso di un atteggiamento che, ritengo, privilegia il divertimento. Serve anche quello, importante, cultura anche trovarsi per giocare a carte in osteria, ma bisogna creare anche alternative stimolanti. Ricordo momenti come la Festa del Circo o Le dieci giornate della musica, che avevano alzato la soglia dattenzione del cittadino e dei media e cos pure i Pomeriggi in S. Barnaba con gli esponenti pi prestigiosi della cultura italiana. La cultura per me capacit di articolare progetti di largo respiro e di promuovere investimenti, partecipazione democratica e opportunit di crescita. Non pu essere adesione acritica e passiva al costume di massa. Anche se, in fondo, pure le nostre grandi mostre erano di massa, ma con finalit di elevazione culturale, di affinamento estetico e spirituale. Avrebbe proseguito con le grandi mostre? Tutto ha un inizio e una fine. Anche
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lepoca Goldin sarebbe terminata. Anche se con i successi e con la conferma delle indiscusse capacit di Marco. Unico in Italia, a mio avviso, per la capacit di ottenere prestiti dai grandi musei internazionali. Ma anche quellepoca a Brescia si sarebbe conclusa. Tuttavia continuo a respingere ancora oggi quanto mi imputava lopposizione di allora: un presunto scarso impegno nel recuperare le tradizioni bresciane. Basti pensare alle innumerevoli iniziative dedicate alla pittura bresciana dell800 e 900 o alle mostre dedicate ai Longobardi e a Foppa. Peraltro la mostra sugli Incas, prevista a dicembre, mi pare un progetto mediocre, per taluni versi ripetitivo al ribasso di unesperienza gi condotta nella nostra citt dieci anni fa, quando allestimmo con Beppe Orefici in palazzo Bonoris I doni del sole. Per la cultura cittadina cerano nuovi progetti? Mi avrebbe intrigato realizzare una grande operazione dedicata alla pittura bresciana del 500. Dal 1966 non mai stato ripetuto nulla di simile. Penso al Romanino, ovviamente, e non solo. Insomma, creare iniziative di grande respiro, sostenute da forti meccanismi promozionali. I partner, le fondazioni sono importanti, vanno coinvolti, stimolati a sostenere eventi, ma soprattutto ad elaborare progetti condivisi. Opinione, questultima, condivisa anche dal sottosegretario Stefano Saglia, che segue con attenzione le vicende della citt. Saglia una persona che lavora con seriet, dotata di equilibrio e onest intellettuale. Fra gli avversari certamente il pi stimabile. A proposito di mediazioni e problemi, la vicenda di A2A e della multa Ue da duecento milioni di euro rischia di compromettere seriamente gli equilibri dellamministrazione comunale. Per Brescia la sanzione, per altro imputata allo Stato italiano, sarebbe una catastrofe, se comportasse una mancata corresponsione dei dividendi: adesso serve unazione comune, una manovra responsabile condotta tra maggioranza ed opposizione per ottenere la

Sono del tutto favorevole a una redistribuzione degli immigrati sul territorio, per contenere questo genere di fenomeni.
dilazione dei pagamenti, la riduzione del tasso dinteresse. Bisogna far di tutto per consentire al Comune di Brescia di uscire dallimpasse. Torniamo alla citt possibile, dove beni e servizi, produzione industriale e tradizione possono convivere al meglio. E limmigrazione? Al potenziamento delle politiche di integrazione dovrebbe corrispondere una rigorosa programmazione, perch si governino i processi di immigrazione. Evitando anche la formazione di luoghi deputati a..., destinati inevitabilmente a divenire dei ghetti? un processo complesso, pensi a Milano, al quartiere cinese di via Paolo Sarpi. Il sindaco Moratti ha fatto di tutto perch non si creasse un ghetto destinato ad una sola cultura. Eppure non cambiato nulla. Sono del tutto favorevole a una redistribuzione degli immigrati sul territorio, per contenere questo genere di fenomeni, nel rispetto e nellapplicazione dei dispositivi di legge previsti. E il quartiere di San Polo, i vecchi palazzoni destinati allabbattimento? La destinazione di quegli edifici a San Polo da approfondire. Ad esempio: perch invece di abbatterli, non destinare in quei palazzi, dopo una opportuna ristrutturazione, la sede unificata della Provincia di Brescia?. Usciamo sul marciapiede. Sera dottobre, in via Risorgimento. Traffico e autunno. E domani? Continuer nel mio impegno per i bresciani, fino a conclusione del mandato parlamentare. Un tema affascinante capire come crescono i giovani, come potranno esprimersi allinterno del progetto del Pd. A Brescia ne ho individuato almeno un paio in gamba, molto promettenti. Del resto, un tempo, il professor Bruno Boni, quando ero agli albori del mio impegno politico, osserv a Gino Micheletti che ero da seguire con attenzione. Di quel giudizio vado orgoglioso ancora oggi. Sarei felice, tra qualche tempo, di constatare daver avuto altrettanto intuito. Vedremo. Quando avr termine il mio mandato avr raggiunto sessantacinque anni, mi dedicher allo studio, alla famiglia, alle mie passioni. Meglio evitare di sopravvivere a se stessi, o no?.

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ERSONAGGI

PICCOLE IMPRESE
IN CERCA DI SOSTEGNO
A colloquio con Luciano Gaburri, presidente di Apindustria - Associazione per limpresa di Brescia.

di PAOLOEMILIO BONZIO

pindustria Brescia, presente sulla piazza da quasi mezzo secolo, conta oggi oltre mille aziende riunite in una forma di rappresentanza istituzionale altrimenti impossibile se ciascuna delle piccole imprese che ne costituiscono la base associativa agisse

per conto proprio. I piccoli insomma si uniscono e diventano grandi perch, non dimentichiamocelo, a Brescia circa il 95% del tessuto produttivo locale costituito da imprese di piccole dimensioni. E a livello nazionale la situazione non cambia di molto: la piccola-media impresa la spina dorsale del Paese.

Non resta che chiedersi allora perch si parli sempre dei soliti grandi gruppi industriali quando luniverso delle Pmi (piccole e medie imprese) chiede, oggi pi che mai, attenzioni e tutele contro una crisi tuttaltro che superata. Luciano Gaburri, imprenditore del settore edile-stradale, dal luglio 2008 presidente di Apindustria - Associazione per limpresa di Brescia. Presidente, negli ultimi tempi gli analisti economici e gli istituti di ricerca si lanciano continuamente in profezie contraddittorie: dalla crisi siamo fuori, ci siamo ancora dentro, ne siamo usciti ma la ripresa sar dura, ne usciremo nel 2011. Stando con i piedi per terra ci vuole dire com realmente la situazione oggi? A giorni avremo i risultati della nostra indagine trimestrale e ci attendiamo una congiuntura generale di certo ancora pesantemente negativa. La realt che oggi le imprese sono alla ricerca

temporaneamente il patto di stabilit.


Luciano Gaburri.

Se consideriamo i rischi involutivi derivanti da una politica di investimenti troppo limitata, credo che in un periodo come questo sia necessario congelare

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Il settore edile un comparto trainante delleconomia nazionale.

damentale, pur avendo sviluppato una sorta di culto per la casa di propriet assistiamo per a una situazione in cui le famiglie non possono pi permettersi come un tempo di acquistare beni immobili. Nel mercato immobiliare c stagnazione, specialmente nelledilizia commerciale e industriale che sono completamente ferme. Anche per quanto riguarda le opere pubbliche, a parte la Brebemi e poche altre opere strategiche partorite dopo gestazioni quasi bibliche, si registra una situazione di stallo per quella fetta importante di lavori ordinari che fanno capo a Provincia e Comuni. di un sostegno che purtroppo c pi a parole che nei fatti. I provvedimenti anticrisi che sono stati messi in campo sino ad ora non sono sufficienti o non sono stati applicati correttamente. Prendiamo lesempio dei cosiddetti Tremonti bond, uno strumento che potrebbe rivelarsi davvero efficace (per ogni euro utilizzato se ne possono erogare 15 in termini di finanziamento): quante sono le banche che li hanno accettati? Ben poche, mentre le grandi banche nazionali li hanno addirittura rifiutati. Ed allora che si mettano a disposizione questi fondi di quei soggetti che oggi sono esclusi e che certamente li utilizzerebbero: le BCC, le Banche Popolari e i Confidi. Purtroppo non abbiamo solo il problema di come finanziare la normale attivit ma abbiamo anche la necessit di finanziare gli investimenti e le innovazioni che ci consentiranno di uscire dalla crisi e gli istituti di credito paiono estremamente prudenti su nuove iniziative industriali. Poi le aziende hanno bisogno di altre due cose: mercati ove vendere merci e servizi ed efficienza. I mercati gli imprenditori andranno a trovarli ovunque possibile come sempre hanno fatto, mentre lefficienza ormai questione di sistema e qui c spazio per riforme pubbliche. Non possiamo pi pagare inefficienze altrui a partire dallenergia e dalle carenze infrastrutturali e non possiamo pi finanziare cose che devono essere pagate da tutti come ad esempio per la sanit con la fiscalit settoriale. Per questo non abrogare lIrap la peggiore delle promesse non mantenute e costituir un danno tremendo in questo esercizio in cui non ci saranno utili e pagheranno la tassa anche tutte le aziende in perdita. Oggi peraltro siamo alla vigilia dellennesima rottamazione nel settore auto che andr a vantaggio di Fiat. Dei piccoli imprenditori chi si prende cura? S, Marchionne sollecita ancora un intervento del governo in questo senso ma in fondo dobbiamo considerare che tali forme di incentivazione non giovano solo a Fiat ma a tutto il comparto automotive, che a Brescia particolarmente sviluppato. Certo, sarebbe meglio se simili attenzioni si estendessero anche verso altri comparti produttivi. Se lo Stato facesse bene il suo mestiere, e cio diventasse pi efficiente e meno oppressivo nei confronti degli imprenditori, il suo intervento potrebbe essere pi effettivo che con contributi settoriali. Il problema primario e immediato rimane comunque quello dellaccesso al credito perch le imprese in difficolt ottengono ben pochi finanziamenti e comunque a costi elevati. Un tempo si diceva che il settore edile era in grado di fare da traino per tutta leconomia. Oggi ancora cos? Ledilizia tuttora un motore importante per la sua capacit di coinvolgere un vasto insieme di fornitori ma anche uno di quei settori che stanno pagando maggiormente la crisi. In Italia labitazione considerata come un bene fon-

Ledilizia tuttora un motore importante per la sua capacit di coinvolgere un vasto insieme di fornitori ma anche uno di quei settori che stanno pagando maggiormente la crisi.
Sul controllo delle politiche di bilancio maggioranza e opposizione hanno visioni opposte. Qual la sua opinione in merito al patto di stabilit? Se consideriamo i rischi involutivi derivanti da una politica di investimenti troppo limitata, io credo che in un periodo come questo sia necessario congelare temporaneamente il patto di stabilit. Non concepibile per una dilatazione del debito pubblico senza che si produca ricchezza per il paese e contemporaneamente si faccia ordine, efficienza ed economia anche nella macchina dello Stato. Se il saldo del bilancio pubblico al contrario intoccabile, allora va per forza ritoccata la composizione della spesa perch evidente la sperequazione a favore delle categorie pi protette. Con il nuovo scudo fiscale varato dal ministro Tremonti limposta per le attivit finanziarie e patrimoniali detenute illegalmente allestero
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consister in un forfait del 5% sul patrimonio dichiarato. Lei come considera questo discusso rientro di capitali nelle casse dello Stato? una situazione che solleva una difficile questione etica perch da un lato questi evasori fiscali andrebbero perseguiti, dallaltro non possiamo che constatare la necessit dei capitali che questa regolarizzazione ci consentirebbe di ottenere. Il problema vero comunque non consiste nellammontare dellimposta ma in come verranno riutilizzati questi capitali. Se saranno utilizzati per il credito alle imprese e per la tutela delloccupazione ben vengano, se serviranno per altre finalit, la loro utilit sar pressoch nulla. E lApindustria che cosa fa per le Pmi? bene precisare che il nostro compito consiste nel rappresentare gli interessi dei nostri associati, noi non partecipiamo alla gestione o agli investimenti aziendali. Noi ci attiviamo per segnalare i problemi e suggerire provvedimenti. A livello nazionale, regionale ed agli enti locali abbiamo fatto presente pi volte che il problema del credito alle imprese pu trovare un grande sostegno nel sistema delle banche locali (le BCC e le Popolari) che tanto stanno facendo per le nostre imprese e dei Confidi in particolare, un sistema fatto dalle aziende e per le aziende che in grado di alleviare anche la parte di rischio delle banche ma che ora ha bisogno di sostegno economico da parte delle istituzioni. Mi sembra che da parte della Provincia di Brescia questo segnale sia stato recepito positivamente e mi auguro che ancor di pi e meglio potr fare. Lei parla giustamente dei compiti di rappresentanza delle associazioni di categoria ma come si muovono le altre primarie associazioni? Non sta a me dire come si muovano le altre associazioni, ma posso affermare che la nostra associazione aperta al dialogo senza preconcetti con chiunque voglia con noi interloquire in modo analogo. Ad esempio con CdO, che ben sappiamo essere trasversale dal punto di vista della rappresentativit, non stato comunque lessere daccordo sugli interessi che ci ha portato ad incontrarci ma

la condivisione delle idee e delle proposte avanzate. Ho gi dichiarato ad esempio di aver condiviso in pieno il discorso fatto dalla Presidente Marcegaglia qui a Brescia. Ritengo quindi sia necessario uscire dallottica degli schieramenti e delle fazioni perch costituiscono un freno a portare avanti le idee, specialmente laddove schieramento significa volont desercizio di supremazia che ben poco ha a che fare con la democrazia. Per noi quello che conta sono le idee, non chi le dice. Se lidea buona, noi saremo daccordo e avanti cos. Nellaccordo storico sul rinnovo contrattuale la Cgil si chiamata fuori e gi si preannunciano scioperi nella metalmeccanica. Ritiene che ladesione di Cgil sia essenziale per stipulare accordi sindacali? Siamo di fronte a una presa di posizione ideologica di un sindacato che non intende accettare ci che il governo, le parti sociali e le altre sigle sindacali hanno sottoscritto. Dobbiamo sforzarci tutti, anche qui a Brescia, di riportare al tavolo delle trattative questa componente storica del sindacalismo, ma lauspicio che si tratti di uno sforzo in termini di idee e non di ideologie preconcette. Mi auguro perci che Cgil possa rivedere le proprie posizioni, se ci non avverr questo non dovr impedire che si faccia ci che ritenuto utile per linteresse del Paese. Gli imprenditori oggi come intendono giocare il proprio ruolo in questo contesto? Per anni molti di loro hanno fatto guadagni e prosperato, ma oggi c ancora voglia di sovvenzionare il credito, di investire nellimpresa? Nel dopoguerra in Italia vi fu un ventennio di alacrit e grande crescita economica, cui ha fatto seguito, diversi anni dopo, il boom della finanza. In queste due epoche abbiamo visto contrapporsi il frutto del lavoro e il frutto della speculazione, una dicotomia che ha quasi

Penso che i piccoli e medi imprenditori credano ancora nelle proprie aziende.

ridicolizzato il lavoro dei nostri padri. Se guardiamo a cosa avvenuto negli ultimi 20 anni sembrerebbe quasi che la finanza sia diventata autosufficiente, generando essa stessa economia e perdendo il legame che la teneva unita al mondo produttivo. Eppure io penso che i piccoli e medi imprenditori credano ancora nelle proprie aziende. I nostri associati non hanno mai fatto voli pindarici, quando hanno potuto hanno investito in strutture e macchinari e, valigetta alla mano, hanno cercato di entrare nei mercati esteri. Ma ribadisco che, finch le grandi banche nazionali continueranno a concedere o negare prestiti alle aziende sulla base del mero rating, la crescita se non addirittura la sopravvivenza del nostro sistema economico sar fortemente compromessa. Chiudiamo con la scuola. Nel campo della formazione tecnica il mondo dellimpresa come considera la preparazione dei ragazzi? Quando finiscono il loro percorso di studi sono pronti per entrare in azienda? I nostri imprenditori di solito ripetono sempre che quelli che escono dagli istituti tecnici oggi non sono pi cos preparati come quelli di un tempo. Il sistema dellistruzione, in effetti, necessita di specializzazioni strettamente legate non solo a ci che c gi nel mondo produttivo e imprenditoriale, ma a ci che manca, posto che la conoscenza che nasce dallesperienza la trasferiremo come abbiamo sempre fatto. Ma unaltra necessit quella di incentivare e premiare le capacit dei migliori, come avviene ad esempio negli USA dove i dipartimenti di ricerca sono finanziati anche sulla base dei brevetti rilasciati alle aziende. Trovare il modo di premiare le capacit significa anche fare una riforma del sistema fiscale sulla premialit che deve cambiare perch lignoranza che deve essere percepita come un costo sociale e non la voglia di emergere.
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CONCRETE
F
di DONATELLA CAR

DARE RISPOSTE

la volont di Stefano Dotti, il nuovo presidente dellAato, organismo che garantisce i servizi idrici di Brescia e Provincia.
are da trait dunion tra le necessit del territorio, le esigenze dei Comuni e quelle dei gestori dei servizi, contribuendo alla preservazione di un bene primario, quale lacqua, e quindi alla tutela dellambiente e del consumatore finale. Sono in sintesi le funzioni dellAato, Autorit di ambito territoriale ottimale, il garante dei servizi idrici di Brescia e Provincia, cui spettano la programmazione, la pianificazione, la vigilanza e il controllo del Servizio idrico integrato (Sii), al quale fa capo lintera filiera dellacqua (dalla captazione e distribuzione dellacqua potabile, alla gestione delle reti fognarie, dalla depurazione delle acque reflue, alla gestione delle tariffe). Con un compito particolarmente impegnativo: superare la storica frammentazione gestionale che caratterizza i servizi idrici dei bresciani, gestiti tradizionalmente in economia dai singoli Comuni. Ne parliamo con lassessore provinciale allAmbiente, Stefano Dotti, gi sindaco del Comune di Verolanuova negli ultimi dieci anni, che dallo scorso luglio stato nominato dallAssemblea dellAato presidente del Consiglio di amministrazione. Presidente, come mai non tutti i Comuni della provincia di Brescia hanno aderito al Consorzio Aato e manifestano resistenza allavvio del Sii sul loro territorio? Sui 206 Comuni che sono ricompresi nellAmbito, manca allappello una cinquantina di comuni, per la maggior parte concentrati in Valcamonica, che non hanno ancora avviato per nulla o per intero il Sii. Non si tratta tanto di convincerli alladesione al Consorzio Aato (che prevista per legge e che pertanto in
Stefano Dotti.

caso di inadempienza viene assicurata con lesercizio dei poteri sostitutivi regionali), quanto piuttosto di far comprendere i reali vantaggi di una gestione che, superando i confini comunali, possa diventare una vera forza competitiva, capace di interventi efficaci e concreti l dove ce n bisogno. Manca spesso la percezione che per far fronte alle criticit infrastrutturali necessario uno sforzo unitario e congiunto anche perch stiamo parlando di una risorsa, lacqua, che appartiene a tutti e non a qualcuno in particolare.

meglio concorrere alle decisioni piuttosto che subirle passivamente.


Quali sono i principali problemi da affrontare? I problemi sul tavolo sono molti e non riguardano solo lacqua potabile, che di norma di buona qualit, ma soprattutto la depurazione delle acque reflue, sulla quale anche il nostro territorio sconta inadeguatezze e ritardi. Ci sono comuni che non hanno ancora un depuratore, altri che non hanno soldi per finanziare il completamento della rete fognaria o la manutenzione della rete idrica. In passato io sono stato uno dei sindaci che non avevano aderito allAato e a volte sorrido pensando che ora tocca proprio a me rappresentare questo Consorzio. Oggi credo vada riconosciuto che lAato una realt che esiste, da cui difficilmente

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si potr tornare indietro, e che quindi alla fine meglio concorrere alle decisioni piuttosto che subirle passivamente. Ritengo insomma che sia necessario rappresentare sempre pi e meglio la necessit di unire le forze, di fare massa critica, perch se la gestione delle reti idriche rimanesse ancora direttamente a carico dei comuni, con lattuale situazione finanziaria molti di loro non sarebbero in grado di farvi fronte. Quindi si tratta solo di un vantaggio per i Comuni? Sicuramente un vantaggio immediato per tutti i Comuni che entrano nel Sii consiste nellessere sollevati dal pagamento dei ratei dei mutui per investimenti effettuati su acquedotti, fognature e depuratori prima della nascita dellAato. Credo peraltro, per una questione di equit, che vadano ulteriormente definiti dei riconoscimenti per i Comuni virtuosi, che hanno fatto investimenti nel tempo utilizzando fondi propri, colmando cos un vuoto esistente nella legge. Il Piano messo a punto dallAato prevede 836 milioni di euro nellarco di 25 anni, di questi quasi 90 milioni sono stati impiegati nel triennio 2007-2009. Somme molto importanti, ma mai sufficienti per risolvere tutti i problemi. Stiamo cercando di reperire ulteriori risorse per essere in grado di dare risposte concrete. Speriamo di riuscire a intercettare i nuovi progetti di finanziamento che ci sono a livello regionale ed europeo, perch attualmente gli interventi che ci vengono richiesti sul territorio superano di gran lunga la nostra disponibilit finanziaria. Basti pensare che per la sola depurazione del Lago di Garda, che ritengo una priorit assoluta, sono necessari oltre 100 milioni di euro, per quello di Verziano ce ne vogliono altri 80-90. Pensiamo per a quante situazioni locali si risolvono grazie a

questi investimenti. Losvantaggioconsistedunquenellinnalzamento delle tariffe dellacqua? un tema delicato per tutti, noi compresi, perch riguarda i cittadini che amministriamo, ma non vorrei che fosse un automatismo pensare che dobbiamo per forza pagare di pi. Uno dei compiti dellAato proprio tutelare gli utenti e fin qui lAato si adoperato per applicare tutte le possibili forme di articolazione e modulazione tariffaria per agevolare i consumi essenziali e di particolari categorie di utenza. Un criterio che se possibile intenderei ulteriormente amplificare. Certo un aumento della tariffa potrebbe portare pi risorse da spendere sul territorio, ma mia intenzione rafforzare di pi anche il controllo sui costi della gestione e sui reali costi dei progetti da cantierare. In ogni caso le decisioni sulla tariffa spettano allAssemblea dellAato e quindi sar in quella sede che verranno fatte tutte le valutazioni in relazione alle scelte di investimento che si vorranno portare avanti. Mi preme, comunque, sottolineare che quella attualmente in corso, pari a circa 1 euro a metro cubo, comprensivo anche del servizio fognatura e depurazione, tra le pi basse dItalia e ancor pi dEuropa. Forse bisognerebbe far percepire maggiormente agli utenti che un metro cubo sono ben 1.000 litri di acqua, da bere e da utilizzare per cuocere i cibi. Dal canto loro i sindaci dovrebbero spiegare ai

Credo che, per una questione di equit, vadano definiti dei riconoscimenti per i Comuni virtuosi.

loro cittadini che lo sgravio dei mutui dal bilancio comunale permette di avere risorse in pi da utilizzare per la realizzazione di nuovi servizi a loro vantaggio. Quali sono le priorit attualmente sotto la lente dellAto? Stiamo completando una ricognizione a 360 sullo stato di fatto dei servizi idrici puntando ad evidenziare tutte le situazioni di criticit infrastrutturale e ambientale presenti. Sto parlando di carenze idriche nellapprovvigionamento potabile sia per qualit che per quantit, di carenze strutturali delle reti, di impianti di depurazione assenti o non pi in grado di svolgere il loro compito per inadeguatezza o sottodimensionamento. Da qui muoveremo per programmare gli interventi necessari, individuando le priorit dazione in funzione proprio delle criticit e chiaramente delle risorse disponibili. Entro lanno definiremo le scelte di intervento da attuare nel prossimo triennio e le strategie di investimento sullintero sistema provinciale. Alcuni esempi? Innanzitutto il lago di Garda. problematico, abbiamo un depuratore per 300.000 abitanti che in estate diventano 1 milione con i turisti. Dovremo capire se vale la pena di potenziare il depuratore di Peschiera o sganciarsi da Verona e realizzare un nostro impianto. Credo che i gestori (A2A per larea centrale, AOB2 per larea ovest e Garda Uno per la gardesana, ndr.) ci debbano mettere nella condizione di valutare bene le alternative progettuali, ma anche di condividere con i Comuni le scelte da fare. Poi dovremmo completare il collettore della Valtrompia e la chiusura del sistema Verziano che interessa non solo la Valle, ma anche buona parte dellhinterland della citt. Spero, infine, che entri finalmente in funzione lacquedotto consortile della Bassa bresciana, per il quale come sindaco di Verolanuova sono stato fino a poco tempo fa direttamente coinvolto. Un lavoro articolato e complesso, una nuova avventura che intendo svolgere unitamente al Consiglio di amministrazione (che sar rinnovato entro lanno, ndr.), contribuendo a confermare, e se possibile ad amplificare, il ruolo di indirizzo e di controllo sul sistema idrico provinciale per dare risposte concrete ed efficaci a chi ogni giorno ne usufruisce.
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R
di MARIO CONSERVA

UBRICA

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STRATEGIA DIMPRESA
LACCESSO ALLE MATERIE PRIME
STRATEGIE PI ATTENTE ALLINDUSTRIA DA PARTE DELLA UE

Europa dipende fortemente dalle importazioni di materie prime, che sappiamo tutti sono essenziali per le moderne societ industriali, ed chiaro che la possibilit di accesso a prezzi ragionevoli alle ai materiali base indispensabile al buon funzionamento di ogni economia. La dipendenza dellEuropa diventa critica nel caso di alcuni metalli, tenuto conto dei rischi spesso elevati in termini di approvvigionamento, e del valore economico e sociale del comparto; la definizione di opportune strategie in merito deve pertanto rappresentare una priorit non solo in termini industriali ma anche di scelte di politica generale, in particolare dove, come nel caso della realt bresciana, la filiera metallurgica parte molto significativa del sistema produttivo. Possiamo dire che oggi, dopo molti tentennamenti, lUnione Europea assolutamente convinta che la garanzia di un accesso sostenibile e senza distorsioni alle materie prime costituisca un elemento chiave per la competitivit nel vecchio continente; gi a fine 2008 la Commissione presentava un interessante documento dal titolo esplicito Lini-

ziativa materie prime Rispondere ai nostri bisogni fondamentali per garantire la crescita e creare posti di lavoro in Europa, in modo da mettere in pratica al pi presto possibile azioni concrete atte ad incoraggiare lo sviluppo dellindustria dei metalli. interessante sottolineare questa crescita di sensibilit della Commissione su temi di sapore industriale, spesso trascurati nel recente passato, che pongono grande attenzione a diversi temi di fondo. Tra i pi importanti ricordiamo: lindividuazione di misure idonee ad assicurare allinterno della Comunit laccesso alle materie prime agli stessi prezzi degli altri concorrenti mondiali, eliminando le attuali distorsioni di mercato; la garanzia a tutti gli operatori di poter fare riferimento ad eque condizioni allinterno; la scelta di puntare alla riduzione dei consumi di materie prime e alla dipendenza dalle importazioni tramite laumento dellefficienza delle risorse e la promozione delle attivit di riciclo. Con questo approccio lUE si allinea peraltro alle scelte di Paesi industrializzati, come il Giappone e gli Stati Uniti, che hanno riconosciuto da tempo la loro

dipendenza per alcune materie prime e hanno posto in essere politiche specifiche volte a garantire il loro approvvigionamento (ad esempio gli USA con la definizione delle materie prime strategicamente rilevanti e il mantenimento di uno stock di materie prime essenziali per lindustria della difesa). Quindi, queste strategie della UE vanno bene, ma per affrontare con efficacia questo percorso non semplice bisogna intanto partire bene, e questo significa un attento monitoraggio preliminare, e leventuale pronta predisposizione di opportune azioni di contrasto, nei riguardi di paesi tipo Cina, Russia, Ucraina, Argentina, Africa del sud e India, che hanno la brutta abitudine di creare situazioni favorevoli alle loro industrie a valle anche con misure che falsano gli scambi internazionali, come le imposte e le quote di esportazione, le sovvenzioni, le intese sui prezzi, i sistemi di doppia tariffazione e le disposizioni restrittive in materia di investimenti. LItalia un paese di trasformatori; insieme alla Germania siamo i manufatturieri del vecchio continente, quindi abbiamo tutto linteresse e la convenienza a fare tesoro della iniziativa EU per la liberalizzazione del commercio delle materie prime. Lapertura del mercato significa in linea di principio labbattimento sin dove possibile di tutte le barriere doganali, ed un fatto importante che un simile obiettivo venga considerato con la massima attenzione dal nostro Ministero delle Attivit Produttive; possiamo e dobbiamo quindi attivarci a livello nazionale per portare in Europa questa esigenza del nostro sistema produttivo che la ricerca di unequa competitivit di partenza per la sopravvivenza e lo sviluppo della nostra industria di base.
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CONOMIA

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LA CONTRAFFAZIONE
UNA COSTANTE NELLA SOCIET OCCIDENTALE
La contraffazione ovvero un atteggiamento mentale nella ricerca di emulazione e di appropriazione di qualcosa creato da altri.

di ENRICO MATTINZOLI

l prodotto contraffatto intrattiene con loriginale un rapporto contraddittorio, affermandolo implicitamente per trarne legittimit ma negandolo nella sostanza e sostituendolo con la copia, limitazione, la falsificazione. Dalla storia allarte, alle scienze le falsificazioni sono state da sempre una costante. Allepoca romana alcuni artigiani alteravano dolosamente sculture di marmo, manufatti dargento firmandoli con i nomi dei maestri greci Prassitele e Mirone. Nel Medioevo le reliquie cristiane erano ricercate con tale fanatismo che la domanda superava largamente lofferta, alla quale davano risposta i falsari, con quantit inesauribili di schegge e chiodi della croce, capelli o veli della Madonna, e altre reliquie di santi e martiri. Nellottocento il sarcofago etrusco di Cerveteri, datato Cinquecento a.C. e acquistato a caro prezzo dal British Museum di Londra, in realt venne forgiato da due abili fratelli scalpellini del tempo e riposa oggi nei sotterranei del museo. Nel mondo lincremento della contraffazione negli ultimi dieci anni stato del 1.200% e lammontare delle perdite sulle vendite relative ai danni del fenomeno valutato in 150 miliardi di dollari, e

spazia dal settore industriale dellorologio, farmaceutico, profumeria, audio-video, software e abbigliamento. Le cause di tipo economico, che portano allaumento del fenomeno, vanno ricercate tra laltro nelle difficolt delle micro-imprese, la crescita di manodopera disponibile e lavoro irregolare a basso prezzo, la semplificazione delle fasi di produzione, lo sviluppo tecnologico e la conseguente economicit e diffusione dei processi produttivi. Nella prospettiva sociologica attraverso loggetto falso si acquista oltre loggetto, ovvero si attua lavvicinamento a una classe superiore, nel differenziarsi da classi subalterne, il cosiddetto riconoscimento planetario didentit. La moda ad esempio produce eguaglianza attraverso limitazione e perde le sue qualit originarie nel momento in cui oltrepassa un certo limite di diffusione, quindi la perdita di importanza direttamente proporzionale alla sua diffusione, in un processo che non ha mai fine. Nel fenomeno imitativo sussiste il desiderio comune di farsi notare, di differenziarsi dai molti per assomigliare ai pochi. Oggi la dimensione della distinzione di classe, di differenziazione secondaria non sparisce, ma acquisisce sempre pi peso e

importanza la voglia di novit, seduzione e individualit. Quale differenza intrinseca vi tra una borsa tra 100 euro e una da 5.000 euro (entrambe assolvono la loro funzione) se non la necessit di distinguersi, di affermarsi attraverso un oggetto o meglio una moda? Il mercato quindi diventa sempre pi mercato di beni di moda, che a loro volta si ergono a indicatori di status, mezzi dillusione di mobilit sociale, che svanisce nel momento stesso in cui lindividuo percepisce il bene status fuori dalle sue capacit economiche, e si rivolge al mercato parallelo dei falsi. Quindi il mercato dei falsi svolge una duplice funzione: da un lato crea una vicinanza, unappartenenza ad un mondo superiore, dallaltro consapevolezza di distanza economica dalla classe sociale di riferimento. A differenza di ci che accadeva nel pre-consumismo, in cui lo status era prodotto dal singolo oggetto, oggi assistiamo a un sistema di oggetti e a una loro combinazione dinamica. In conclusione una societ contemporanea sempre pi ricca di apparenza, esteriorit, banalit a scapito di contenuti; ovvero uno dei prodotti del processo di trasformazione e passaggio da comunit in societ.
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RESCIA E I BRESCIANI

UNA RETE
di ALESSANDRA CASCIO

PER TUTTI GLI USI


Dalle amache alle reti per la sicurezza sul lavoro: il retificio di Montisola non sente la crisi grazie alla diversificazione produttiva.
collaboratori, riuscita a mantenere il proprio personale, senza dovere ricorrere alla cassa integrazione, grazie allampio assortimento di articoli presenti in magazzino: In questo modo siamo sempre pronti ad accogliere le richieste pi diverse. Proprio questa , forse, la forza che ci permette di stare sul mercato continua Turla . La nostra produzione segue i ritmi delle stagioni, per tutta la primavera e linizio dellestate si lavora per le amache e per gli sport daria (reti da beach volley, tennis, ecc.), poi a luglio ci si prepara per gli inizi dei campionati di calcio, mentre a settembre, ottobre e novembre si lavora soprattutto per le piste da sci, mentre le reti per la sicurezza dovrebbero essere prodotte tutto lanno. Ma qui tocchiamo un tasto dolente. Lazienda, nellultimo periodo, in controtendenza rispetto ad altre realt italiane, sta investendo molto in tema di sicurezza nel mondo del lavoro, pi precisamente

iviano un minuscolo paese che sorge sulla sponda Nord-Ovest di Montisola al centro del lago dIseo. Qui dove il tempo sembra essersi fermato, e le vie di comunicazione sono talmente strette da sembrare delle mulattiere, sorge uno dei retifici pi allavanguardia dEuropa: La Rete Srl di Fiorello Turla, Elio Agnesi e Claudio Bonissoni. Come molti sanno la storia della pi grande isola lacustre dEuropa strettamente legata alla tradizionale produzione e confezionamento di reti. Dalloriginale lavorazione dei filati per la creazione delle reti da pesca lazienda La Rete, intorno agli anni 50-60, ha messo in atto una riqualificazione, specializzandosi nella produzione di reti per lo sport, la sicurezza, le piste da sci e il tempo libero, per fare fronte alla concorrenza asiatica. Al tempo stesso c stata una dislocazione della produzione in Nicaragua e in Ungheria dove lazienda ha trasferito il proprio know-how: La scelta caduta sul

Nicaragua per la necessit di ampliare la gamma delle reti per il tempo libero e perch lAmerica Latina la culla dellamaca spiega Fiorello Turla . L abbiamo investito creando unazienda con personale locale e abbiamo introdotto una certa meccanizzazione, anche se la produzione avviene, sotto molti aspetti, ancora manualmente. La scelta dellUngheria, invece, legata ai crescenti costi della manodopera, prevalentemente femminile, di Montisola, che ci hanno per cos dire costretti ad aprire a un mercato dove la manodopera costa meno. Non c dubbio che tra gli isolani un po di malcontento c stato, ma tutto sommato la scelta stata accettata anche perch parte del lavoro viene ancora effettuato sullisola. Nella Rete Srl prevale la presenza femminile, e se prima le donne annodavano le reti, oggi sono sarte qualificate. Il ruolo delluomo, invece, quello del meccanico e del magazziniere. Nonostante la crisi economica, lazienda, che oggi occupa una trentina di addetti, tra dipendenti e

Abbiamo fatto un importante investimento in collaborazione con il Politecnico di Milano.


nel campo delledilizia con la produzione di reti che rispettino la normativa europea: Abbiamo fatto un importante investi-

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mento in collaborazione con il Politecnico di Milano, che ha certificato il prodotto tramite lutilizzo di un apposito macchinario che ci permette di sottoporre la rete a test dinamico e successivamente a una prova statica: se rientra in determinati parametri la rete idonea, altrimenti non si pu immettere sul mercato. In Italia siamo gli unici ad avere questi macchinari, oggi chi vuole effettuare questi test deve andare in Germania e sborsare dai 5.000 ai 6.000 . Se lapplicazione delle norme europee diventasse obbligatoria, lo sviluppo della nostra azienda sarebbe destinato a triplicarsi. LItalia, invece, a dire del signor Turla, sembra essere particolarmente lenta nel recepire e far rispettare questa normativa (in vigore dal 2004), dato che il Testo Unico recentemente approvato non ha inserito la rete fra le norme di sicurezza multiple. Ci non avviene in altri paesi europei come Francia, Spagna, Inghilterra, dove non parte un cantiere aereo senza che si abbia la rete di sicurezza. Per quanto riguarda gli altri prodotti dellazienda di Montisola, il mercato stabile, soprattutto per gli articoli classici, quali lamaca per la quale vengono proposti, attraverso fiere di settore, diversi accessori per renderla pi elegante e accattivante, quali telai in legno e in ferro o accessori adatti a piscine e a ville. Con questi nuovi prodotti si passati a un mercato pi importante, di medio-alto livello, complice anche la ricerca del colore, che un

Due dei tre soci dellazienda La Rete di Siviano. In basso, il Museo della Rete e un particolare di una lavorazione.

elemento molto importante per la vendita. Alcuni clienti chiedono ogni anno amache di colore giallo, come ad esempio la catena distributiva francese Carrefour, altri, come Semeraro, vanno sempre alla ricerca di un prodotto nuovo con un colore nuovo, che questanno il viola. Nei negozi specializzati, invece, dove la clientela pi selezionata, la preferenza ricade su articoli di lusso come lamaca in cotone, in fibra naturale, annodata, col telaio in legno. A fronte della tenuta economica dellazienda, restano una preoccupazione e un rammarico: Non so quanto potr essere apprezzato dalle nuove generazioni questo lavoro dice Turla . Gli addetti ai lavori sono pochi e non detto che questo lavoro si tramandi di madre in figlia come avveniva nel passato. Non c nemmeno una scuola che insegni questo mestiere, presto dovremo pensare come risolvere il problema.

Non c nemmeno una scuola che insegni questo mestiere.

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RESCIA E I BRESCIANI

UN MEDICO
M
di ALESSANDRA CASCIO

CON LA STOFFA DELLESPLORATORE


ne. I suoi documentari, conosciuti a livello internazionale, spaziano dalletnologia alla storia, dalla biologia alla speleologia, allambiente, con una passione particolare per il mondo subacqueo.A lui spetta il merito di avere realizzato documentazioni eccezionali, a carattere scientifico e subacqueo, volte trasmesse da programmi televisivi, come Geo&Geo o La Macchina del Tempo, che hanno contribuito a diffondere la cultura del mare e pi in generale la conoscenza e il rispetto dellambiente.

Paolo Costa, bresciano dadozione, ha coltivato una passione particolare: fare cultura con i documentari.

edico di professione, ma documentarista per vocazione, Paolo Costa ha al suo attivo innumerevoli lavori che testimoniano unesperienza, una competenza e una versatilit fuori dal comu-

Paolo Costa con la sua inseparabile telecamera nel Salar de Uyuni, il deserto di sale nelle Ande Boliviane.
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Paolo Costa in mezzo ai cannibali delle isole Vanuatu.

Dottor Costa, quando nasce la sua passione per la documentaristica? Pi o meno allet di 18 anni. Passavo le vacanze estive nel sud della Sardegna, zona in cui sono nato e mi immergevo spesso in mare con mio fratello. Vedevo tante meraviglie che mi dispiaceva non poter rivedere o mostrare ad altri. Quindi, con i primi risparmi ho acquistato una cinepresa, la Super 8, e ho iniziato a fare qualche filmato, ed oggi eccomi qui. Lei ha firmato la regia di oltre 60 documentari, vero che per realizzarli ha effettuato 35 volte il giro del Mondo? Eh s!. Durante uno di questi suoi viaggi ha mai sentito la necessit di abbandonare tutto e fermarsi in quel luogo? Io sono dei gemelli, dopo un po mi stufo di stare in un posto: ho bisogno di nuovi stimoli, nuove situazioni, nuove opportunit. Le mie radici, cos come la mia casa, sono qui. Diciamo che ora sto pensando, ma per ragioni diverse, di trascorrere 3-4 mesi nellOceano Pacifico o in Polinesia; Tnga in particolare. La famiglia la sostiene in queste sue scelte? S, in molte occasioni mia moglie venuta con me, ed anche mio figlio svolge questa attivit, anche se in modo pi soft rispetto a come la faccio io. Ha ancora un sogno nel cassetto? Devo dire che mi sono tolto quasi tutti gli sfizi...anche se ci sarebbe ancora una cosa che mi piacerebbe fare: unimmersione in Antartide. Oggi, dopo aver vinto Il Tridente dOro, faccio parte di unaccademia che un po il gotha della subacquea mondiale, con essa posso superare i problemi organizzativi che un viaggio del genere comporta. Come riuscito a conciliare la professione di medico con quella di documentarista? Non c stato niente di inconciliabile, anzi, lattivit medica mi stata molto utile

soprattutto quando facevamo le spedizioni di ricerca per studiare la presenza di metalli pesanti in tutti gli ambienti minerali o inerti sino alluomo, per capire quanto questi metalli potessero condizionare la salute dellambiente e delluomo stesso. vero che lultimo documentario lo ha girato in mezzo ai cannibali? In questi ultimi anni mi sono dedicato a popolazioni ed etnie in via destinzione. Quello sui cannibali credo sia il pi bel documentario che io abbia mai realizzato, tanto che la RAI lo ha acquistato per intero. In mezzo ai cannibali cero gi stato nel 92, con un organizzatore americano, che aveva unex barca WWW.ORCAPRODUCTION.COM oceanografica proprio nelle Isole Vanuatu, che doveva condurre una spedizione della National Geographic Society, guidata da Howard taristica e quali saranno le tendenze per Hall alla volta delle isole Banks al confine il futuro? con le isole Salomon. Il mio compagno di Purtroppo non la vedo bene. La volont viaggio, anche lui bresciano, aveva scoperto della gente, di vedere con maggior frequenche le suore Evariste della Volta, dalle quali za questo genere di trasmissioni, contrasta aveva studiato, avevano delle missioni in con gli indirizzi di chi prepara i palinsesti quei posti. Quindi, presi contatti con loro e delle reti televisive, incentrati su spettacolimi consigliarono di visitare, tra le alte, liso- ni e premi: certamente diseducativi. In Italia la di Pentecoste e quella di Tana. L feci un lunico spazio riservato agli autori italiani filmato che non era allaltezza di ci che il Geo&Geo. paese meritava di vedere, quindi, decisi che E il programma di Piero Angela? ci sarei tornato e cos feci nel 2006 con le Proprio l volevo arrivareil suo programnuove telecamere ad alta definizione. ma stato un vero disastro per la produzio ancora praticato il cannibalismo? ne italiana. In che senso? S, l si pratica vero e proprio nepotismo. Se fate attenzione, in nessun programma, di Angela e del figlio, compare il nome di chi ha girato il documentario. Questo accade perch loro hanno monopolizzato la gestione dei documentari per la RAI costituendo una societ in Svizzera che realizza i documentari che, su specifica richiesta, sono acquistati dalla RAI: chiunque non sia con loro, non ha spazio. Questo meccanismo ha costretto le produzioni italiane ad essere di qualit non elevata.

Ufficialmente non lo pi, anche se sappiamo che viene praticato ancora da alcune popolazioni delle isole Vanuatu. una sorta di rituale magico, un modo per trasmettere ai propri fidi, parenti e amici, le proprie capacit. Ci racconta un aneddoto legato a unesperienze di viaggio? Ce ne sono tantiSulle Ande nel 97, poco tempo dopo il Nighn, ho filmato il deserto di Atacama (detto il deserto perfetto), fiorito; in quello di Simpson dove non pioveva da due anni, ha piovuto mentre passavo ed ho visto due arcobaleni e il deserto fiorire sotto i miei piedi. Devo dire di aver avuto esperienze straordinarie, con concessioni altrettanto straordinarie da parte della Provvidenza affinch queste cose arrivassero agli altri. Daltronde la conoscenza sterile se rimane personale, no?. Secondo lei cosa sta cambiando sul panorama nazionale a livello di documen-

Quello sui cannibali credo sia il pi bel documentario che io abbia mai realizzato, tanto che la RAI lo ha acquistato per intero.

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Non ho mai cercato lemozione fine a se stessa: il mio obiettivo quello di raccontare qualcosa che sia positivo e educativo.
una dichiarazione forte quella che sta facendo. la verit. Vari registi si sono trasferiti allestero perch in Italia non si pu sopravvivere girando documentari. Fortunatamente Geo&Geo ha un budget per noi. La Rai, poi, non acquista pi i documentari, ma i diritti di trasmissione pagando 300

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Alcune spettacolari immagini tratte dai documentari del dottor Costa.

al minuto. Come fa uno ad andare in giro, acquistarsi lattrezzatura, filmare, montare etc., guadagnare e vivere? Impossibile!. Quindi deduco che la sua unautentica passione? Certo che lo ! Se non avessi fatto il medico certamente non avrei potuto vivere di questo. Inoltre oggi per sopravvivere ai

.LA SCHEDA

PAOLO COSTA

Nato a Iglesias (CA) nel 1950, a 18 anni esordisce con le prime esperienze di filmati subacquei amatoriali. Si laurea in Medicina con specializzazione in Ortopedia nel 1988. Nel 1989 fonda lOrca (Oceanic Research and Cinematographic Association), e nello stesso anno collabora con le Universit di Parma, Trieste, Milano. Le sue documentazioni foto-cinematografiche di qualit professionale inducono la RAI a chiederne la partecipazione per servizi speciali di telegiornali, in programmi televisivi come Uno Mattina, Geo&Geo, Alle falde del Kilimangiaro. Firma la regia di oltre 60 documentari realizzati soprattutto allestero. Nel 2007 vince il Tridente doro per le sue attivit divulgative e dinnovazione e per aver fatto conoscere a livello internazionale il mondo sommerso, in tutti i suoi molteplici aspetti. Vive a Ponte di Legno di cui stato sindaco dal 1990 al 1995.
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grandi gruppi come BBC, National Geographic, Discovery e Suaya, bisogna puntare su prodotti che loro non hanno giudicato interessanti o non vogliono fare. Ad esempio? Ci sono tre clich, quello americano-australiano nel quale il protagonista il superuomo, il dominatore della natura; quello anglosassone nel quale luomo non esiste, la natura incontaminata, idealizzata, primordiale; e poi c la via di mezzo, quella che seguo io: il clich italiano, nel quale luomo entra nella natura in modo discreto e cerca di apprezzarla, in un rapporto per cos dire paritario. In questottica molti temi sono stati trascurati perch non rientrano nei due filoni precedenti. Ecco perch sto cercando di avvicinarmi a situazioni come questa. Ha gi in mente qualcosa, vero? S, in questo senso ho dei progetti che tuttavia, non potr realizzare sino a quando non trover dei finanziatori. Mi piacerebbe raccontare la storia di grandi esploratori italiani come De Agostini o De Alberti. Lidea sarebbe quella di fare un documentario-fiction tornando sui posti esplorati da queste persone, seguendo i loro scritti, con un attore ( qui sta linnovazione) vestito in abiti

storici che rivive insieme a me quei luoghi e li commenta con parole che lui ha scritto. Crede che questo potrebbe essere il coronamento della sua attivit? S, anche se in verit avrei anche un altro progetto: quello di fare alcuni viaggi esplorativi ripercorrendo alcuni grandi fiumi del Mondo come lIrrawaddy che conosciuto solo nella sua parte finale. Purtroppo anche in questo caso laspetto economico a frenarmi. Ultima domanda: ha mai rischiato la vita durante una spedizione? Io non ho mai pensato di correre pericoli di vita, i rischi sono sempre stati contenuti e ponderati. Non ho mai cercato lemozione per ladrenalina: lemozione per lemozione non ha senso; il mio obiettivo quello di raccontare qualcosa che sia positivo e educativo .

Ci sarebbe ancora una cosa che mi piacerebbe fare: unimmersione in Antartide.

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A IMPRENDITORE
Alberto Marengoni, una carriera nel mondo del rugby culminata in... un concept store.
di PIETRO BALBO

DA SPORTIVO

Una delle frasi celebri sul rugby porta la firma di Biagio Gino Vinella, attore, autore e allenatore: Non esistono ex-rugbysti. Chi ha giocato a rugby, rugbysta tutta la vita. Non ci sono parole pi azzeccate per descrivere Alberto Marangoni. In che modo ha avuto inizio la tua avventura sportiva? I miei genitori mi hanno fatto conoscere il mondo dello sport in maniera intelligente, facendomi praticare pi discipline possibili. Mi piacevano tutte, lunico che ho sempre messo da parte stato il calcio. Cosa ha fatto primeggiare il rugby? Il gruppo e lo spirito di squadra. Era quello in cui riuscivo meglio e che mi dava maggior entusiasmo, uno sport che ti stimola a mettercela tutta. Quanti anni avevi? Undici, ma fino ai quindici ho fatto sci agonistico e per un paio danni ho giocato anche nel Basket Brescia. Intorno ai 16 ho deciso di dedicarmi esclusivamente al rugby. Cosa rende speciale il rugby per un giovane? Da ragazzino fai gi un campionato nazionale. Ci sono trofei regionali, tourne italiane ed europee. qualcosa di unico, uno scambio che porta a unapertura mentale maggiore attraverso la conoscenza di culture diverse. Il top della tua carriera stato a Milano, dove hai vinto 4 scudetti. Era un altro mondo, senza dubbio migliore di quello locale. Tutti avrebbero voluto giocare a Milano. Berlusconi aveva messo in piedi la Polisportiva e nel Rugby Milan arrivarono grandi giocatori da tutta Italia
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Alberto Marengoni fotografato nello spazio aperto di Area Docks.

che univano il talento alla fame di vittorie. Cerano annate in cui se perdevamo una partita era tanto. Che ricordo hai di Berlusconi? Che persona ? come lo vedi in televisione. Il classico milanese veloce con la testa, ma allo stesso tempo una persona semplice. Lui cos, diretto, anche le sue gaffe lo dimostrano. Milano in quegli anni era la capitale dello sport. Poi rimasto solo il calcio Si poteva prevedere. Lesempio lampante era la pallavolo milanese di Lucchetta e Zorzi, giunta a livelli troppo alti per quello che era il movimento e il seguito. E il rugby? arrivato a un eccesso estremo illudendo tanti ragazzi del fatto che avrebbero potuto vivere di rugby. Arrivano a 35 anni avendo fatto i professionisti, senza aver portato avanti nessun altro progetto. In tanti si illudono di far parte di un mondo dorato, ma in realt non lo era e non lo . Tu come sei riuscito a non farti risucchiare? Il rugby non pu essere lobiettivo della vita di una persona, io giocavo per passione e avevo anche altri interessi. Nel periodo che abbiamo vissuto noi, per fortuna, cera ancora il dilettantismo nel rugby di tutto il mondo. In Australia c ancora, ed il pi grande movimento rugbystico del mondo. Cosa c di diverso? Tutti i giocatori lavorano e in pi si allenano tre volte la settimana. Lapproccio mentale, nonostante il dilettantismo, da atleti veri e sono il paese che sforna pi campioni al mondo. Il rugby a Brescia ha subito un pesante tracollo. Quali sono secondo te le cause primarie? Basta vedere chi gestisce i club di alto livello. gente che ha bisogno di una vetrina, mentre il rugby non apparire. Ragionano seguendo le loro dinamiche, ben pochi operano con un obiettivo. Brescia la seconda provincia per numero di tesserati, eppure sono ventanni che non sboccia un giocatore di alto livello. Il Calvisano ha speso 50 milioni in dieci anni senza risultati in questo senso. Qual stato il momento pi bello della tua carriera? Lho apprezzata tutta. Di sicuro gli anni meno belli sono stati quelli a Calvisano.

A 39 anni hai appeso le scarpe al chiodo S, ho avuto una proposta dal club in cui giocavo, la Leonessa Milano Rugby, e per 3-4 anni sono stato general manager. Il distacco dal campo stato meno doloroso restando a contatto con i ragazzi e con gente di sport. Passiamo alla sfera imprenditoriale. Come nata lidea del Seconda Classe? Insieme a Massimo Bonomi, col quale ho condiviso tutto il mio percorso rugbystico e non solo. Da ragazzi organizzavamo delle feste fantastiche, riuscivamo a portare 500 persone in luoghi sperduti. In estate andavamo a giocare allestero e i locali che vedevamo in giro ci hanno ispirati. Raccontaci linizio di questa avventura. Quando abbiamo aperto a Brescia erano i tempi delloscurantismo dei locali, cera Martinazzoli. Volevamo quel divertimento e quellaggregazione che non trovavamo in nessun altro locale. Gli ostacoli sono stati parecchi stata dura. Da quindici anni, per, il Seconda Classe sulla cresta dellonda. Qual il suo segreto? Che stato pensato come progetto a lungo termine sulla qualit assoluta in tutti gli aspetti. Poi quando entri ti senti a tuo agio, puoi staccare la spina perch c il clima giusto per socializzare e divertirsi. E il nome? Vista la vicinanza dei binari binari ferroviari ci piaciuta lidea del viaggio e dellevasione. Toglievano provincialit. La seconda classe, poi, un contesto di incontro fra gente di tutti i tipi. Un viaggio che proseguito con Area Docks Area Docks ha unaltra evoluzione. Allinizio cera la mia azienda di arredamento, poi lho trasformata in un concept store. In Europa ne esistono parecchi, ma sono legati alla moda e allabbigliamento. Lidea innovativa stata legare larredamento alla ristorazione. Ci permette al locale di cambiare ambientazione di settimana in settimana. un contenitore allinterno del quale tutto si modifica, come in uno studio fotografico o su un set cinematografico. Ci sono altri progetti nascosti nel cassetto? Si potrebbe fare un miliardo di cose ma finalmente ho trovato la mia dimensione. Lavoro di qualit senza affanni e con piace-

re. Preferisco avere qualche euro in meno investendo nel tempo libero. Quando avr sessantanni magari seguir di pi le mie attivit, per ora mi affido a staff qualificati e persone valide. Hai viaggiato e vissuto in diversi luoghi del mondo. In quale paese ti sei trovato meglio? In Sudafrica, anche se sta peggiorando da quando finito lapartheid. C bisogno di un processo storico inevitabile di evoluzione. LAfrica il continente pi bello. Problematico ma affascinante. Il tuo amico e socio Massimo Bonomi preferisce il Brasile Il mondo bello perch ognuno vede le cose a modo suo. Io non approvo la cultura brasiliana. Tu puoi avere ritmi diversi, ma quando garantisci alla tua famiglia un mondo privo di delinquenza e puoi guardare al futuro con certezze. Culturalmente sono molto vicino agli inglesi. Nella tua vita ci sar un tempo anche per la famiglia? Ho sempre dato la precedenza al rugby, al lavoro e agli hobby. Oggi potrei dedicarmi alla famiglia nel modo giusto, cio guardando mio figlio crescere anzich stare con lui solo cinque minuti prima che vada a dormire. Comunque il matrimonio va affrontato nel modo giusto, non uno scherzo. Devi trovare una persona con cui stai bene veramente, non una tappa obbligatoria. Se ci saranno le condizioni non un discorso che escludo.
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Dir. San. Dr. Enrico Filippini


DIETOLOGIA - MEDICINA ESTETICA - ANDROLOGIA

ANDROLOGIA
Doppler del pene, piccoli interventi e terapie rivitalizzanti Incurvamento penieno, nuove frontiere terapeutiche Visite per allungamento e ingrossamento del pene Disfunzioni della sessualit

Dr. Davide Tonini


CHIRURGIA PLASTICA ED ESTETICA - LASERTERAPIA

Dr. Michele Tonini


PATOLOGIE VASCOLARI - ANDROLOGIA

T E S T AVA N Z AT I
Test intolleranze alimentari-stress ossidativi rischio cardiovascolare Telecardiometria

MEDICINA ESTETICA CORPO


Trattamenti cellulite con veicolazione trans-dermica, laser-lisi termage e mesoterapia omeopatica e controllo alimentare Test intolleranze alimentari-stress ossidativi rischio cardiovascolare Infiltrazioni per lo scioglimento di adiposit localizzate Trattamento capillari con laserterapia o sclerosanti Laser depilazione corpo

LASERTERAPIA
Trattamento capillari con laser o mousse Laser depilazione corpo Laser trattamento couperose - macchie - angioma Radiofrequenza termage Laserterapia anticellulite

V I S O / M A N I / D E C O LT
Diagnostica morfologica Rivitalizzazione con vitamine ialuronico con aminoacidi Pulizia viso con peeling chimici e meccanici Trattamenti multi-rivitalizzation con veicolazione e botomask Trattamenti ad effetto immediato con fillers non permanenti Laser trattamento couperose - macchie - angioma Tattoo semipermanenti Radiofrequenza termage

DIETOLOGIA
Diagnostica morfologica Diete personalizzate - Terapie mediche di supporto di ultima generazione Test di intolleranza Tecniche di supporto comportamentale Dimagrimenti localizzati Galenica personalizzata

FLEBOLOGIA
Trattamento capillari con laser o mousse Diagnostica doppler e visita vene Trattamento vene varicose, ulcere, linfedemi e mesoterapia Piccoli interventi chirurgici ambulatori in anestesia locale

VISITE MEDICHE PER


Protesi seno e correzioni Chirurgia delle calvizie Lipoaspirazione pneumatica Addominoplastica Minilifting viso Correzione naso e orecchie a sventola Allungamento e ingrossamento del pene Blefaroplastica (occhi) Piccoli interventi chirurgici ambulatoriali in anestesia locale

ENDOCRINOLOGIA
Disturbi legati alla menopausa Irsutismo - trattamento acne e alopecia Disfunzioni della tiroide Obesit

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R
di FRANCESCO RASTRELLI
Presidente dellOrdine dei Farmacisti della Provincia di Brescia

UBRICA

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GENTILE FARMACISTA... VACCINAZIONI

vaccinazione antinfluenzale rappresenta un mezzo efficace e sicuro per prevenire la malattie e le sue complicanze. La composizione dei vaccini antinfluenzali viene aggiornata ogni anno e lefficacia stimata, in adulti sani, varia dal 70 al 90%. Tali vaccini contengono solo virus inattivati o parti di questi, pertanto non possono essere responsabili di infezioni da virus influenzali. bene comunque prendere coscienza del fatto che, particolarmente nella stagione

fredda, infezioni respiratorie e sindromi sintomatologiche simili a quelle dellinfluenza possono essere provocate da molteplici altri agenti batterici e virali, nei confronti dei quali il vaccino antinfluenzale non pu avere alcuna efficacia protettiva. Esso indicato per la protezione di tutti i soggetti che non abbiano specifiche controindicazioni alla sua somministrazione, come riportato nei foglietti illustrativi e nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di ogni specifico vaccino.

Gli effetti collaterali comuni dopo la somministrazione consistono in reazioni locali, quali dolore, eritema, gonfiore nel sito di iniezione. Le reazioni sistemiche comuni includono malessere generale, febbre, mialgie, con esordio da 6 a 12 ore dalla somministrazione della vaccinazione e della durata di 1 o 2 giorni. Ritengo che la prevenzione dellinfluenza tramite vaccinazione debba essere oggetto di massima considerazione, il mio consiglio sarebbe di effettuare tale scelta con il proprio medico.

IL FARMACISTARISPONDE

D // Il vaccino per linfluenza A si pu comprare in un farmacia come quello dellinfluenza stagionale? R // No. Il vaccino contro linfluenza A sar distribuito soltanto negli ambulatori dai medici, dai pediatri di famiglia e nei servizi di Igiene pubblica. Nessun altro canale al momento autorizzato alla distribuzione dei vaccini per linfluenza A. D // Quanto dura la copertura del vaccino per la nuova influenza? R // Al momento non si sa di preciso. L esperienza ha per convinto gli esperti che un vaccino ha la capacit di offrire protezione almeno per unintera stagione. Ecco perch ogni anno si consiglia di effettuare il vaccino contro linfluenza stagionale. D // Gentile farmacista, mi chiamo Chiara e spesso soffro di dolori alle gambe, le sento gonfie. Mi sa dare qualche consiglio in merito e magari qualche prodotto fitoterapico che sia in grado di attenuare il disturbo? Cordialit, Chiara. R // Cara Chiara, i disturbi della fisiologica funzionalit del microcircolo sono pi intensi al termine di una giornata nella quale si rimasti a lungo in piedi o in vicinanza del ciclo mestruale. Le piante medicinali, utili per il benessere Manda la tua domanda a: francesco.rastrelli

delle gambe, hanno come azione comune il ripristino delle normali caratteristiche del microcircolo, in particolare della permeabilit fisiologica e del tono dei capillari venosi. Ti elenco ora alcuni fitocomplessi adatti alluso prolungato e caratterizzati da una elevata tollerabilit: - Rusco, noto con il termine di pungitopo, agisce in maniera efficace e con diverse attivit sui vari stadi che caratterizzano il progredire della patologia venosa. Il suo effetto principale quello di vasocostrizione a livello delle vene, molto efficace nel contrastare lindebolimento della parete dei capillari che si verifica in seguito alla stasi venosa; - Centella, attiva nello stimolare la rigenerazione dei tessuti, migliora la resistenza e lelasticit della parete venosa; - Amamelide, dotata di una buona attivit regolatrice della circolazione, specialmente venosa, protegge le pareti dei vasi sanguigni ed indicata in caso di fragilit capillare; - Vite rossa, attiva soprattutto come capillaro-protettore, contribuisce ad accrescere la resistenza della parete venosa riducendo la permeabilit e la fragilit dei capillari. Chi, come te ha problemi di circolazione deve inoltre evitare la depilazione con cera a caldo, le saune e i bagni acqua molto calda. Chiedi consiglio al tuo farmacista.

@dodicimesi.com
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Tiziano Chincoli, titolare della Gelateria del Biondo.

IN EVIDENZA

IL GELATO MANTECATO ALLA... BRESCIANA


di ALESSANDRA TONIZZO

TRADIZIONE E INNOVAZIONE: IL BINOMIO VINCENTE DELLA GELATERIA DEL BIONDO.


guerra, per raggiungere dei parenti, e gi nel 1932 erano unistituzione, tanto da scatenare dissidi e invidie in seno alla famiglia stessa. Qualche carretto e la maestria nel trattare il ghiaccio le loro risorse, la voglia di emanciparsi la loro speranza, un gelato dalta qualit il risultato finale. Allora ogni cosa era frutto di tentativi, persino derrori, qualche volta: le spezie, come le bacche di vaniglia o i chiodi di garofano, nonch la scorza del limone, sono state provvidenziali nelloriginare le creme, arrotondandone il gusto e privandole del sapore spiacevole di uovo cotto dei primi rudimentali esperimenti. Quinto era un itinerante, come tutti a quei tempi, ma anche se la zona del Castello era molto frequentata, la base del Biondo era gi qui, in via Vittorio Emanuele: queste stanze fungevano da abitazione e laboratorio, luoghi in cui nata la tradizione del gelato mantecato allitaliana, che tutti, oggi, si contendono. Si dice che lei sia un estimatore del Made in Italy, non solo, un amante delle tradizioni e della brescianit. Come concilia queste passioni con i ritmi e le necessit che impone oggi il marketing? Nonostante lItalia sia ai primi posti nella tradizione del gelato artigianale invece bassissima nella graduatoria del consumo pro capite di questo stesso prodotto, che le d lustro in tutto il mondo: perch? Da un lato stiamo ancora scontando il buco nero in cui la tradizione tricolore caduta attorno agli anni 50, il momento del boom del gelato, a causa dello stop imposto dallAsl per questioni di norme igieniche, di fatto un abile tentativo per intaccare il primato della produzione artigianale a favore dei prodotti industriali. Dallaltro c unignoranza di base su tecniche, materiali e procedure che fanno il gelato buono: come a dire, un perch c sempre. Ecco, io lavoro sodo portando avanti questi fondamentali perch, aldil di tutto.

ntrando nella Gelateria del Biondo si ha limpressione di tornare indietro nel tempo, tra profumi di cannella e zafferano, carte dorate e vecchie fotografie. Tiziano Chincoli ci parla di uneredit che ha scoperto, fatto sua e rinverdito: quella del gelato artigianale, in tutte le sue sfumature e declinazioni. Cos, tra bon bon e meringhe, capiamo che qualcosa sopravvissuto allerosione dei tempi moderni, e che anche un fautore della tradizione pu avere un volto giovane. Il suo uno dei pochi esercizi che, a Brescia, pu definirsi storico, nel vero senso della parola. Ci racconta, in sintesi, la storia del Biondo, iniziata nel lontano 1935? Questo negozio, ma a dire il vero gran parte della tradizione gelataia sopravvissuta ad oggi, deve le sue origini allesodo di alcuni bellunesi desiderosi di fortuna. Quinto Renn e sua moglie Rosa sono arrivati a Chiari nel dopoMESI 12NOVEMBRE 2009

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Nonostante lartigianalit del suo prodotto, entrando in negozio si capisce che alla Gelateria del Biondo piace anche rinnovarsi e sperimentare: dai semifreddi ai gelati di soia, dai bon bon ai gelati per celiaci o la linea pro zona Quando aggiornarsi diventa un pregio e non un rischio? Nel momento in cui ho preso le redini di questo negozio, insieme alla sua memoria, alla sua storia, ho capito di volerne lasciare intatte le caratteristiche pi classiche. Allo stesso tempo, per, ho voluto seguire levolversi dei tempi, escogitando un modo per inserire delle novit allinterno di un panorama gi variegato, e non poteva esserci altra regola che la qualit: ogni prodotto, nuovo o conosciuto, fatto con ingredienti e criteri pressoch immutati. Alcuni prodotti, poi, non sono altro che una riedizione di successi del passato: il caso dei celebri pinguini, che solo noi produciamo ancora nella vecchia maniera, con gli originali stampi a fodero, nonostante i gusti, oggi, siano i pi diversi e allavanguardia. Credo che, nel momento in cui le esigenze del cliente si sposano con un puntuale canone di qualit, non ci sia nulla da temere. Quanto conta lo standard delle materie prime per una produzione di livello? Il mercato la chiede e la percepisce? Le materie prime, nel nostro campo, sono tutto. Per una pastorizzata, ad esempio, vale a dire un silos di crema, si usano 350 tuorli duovo. Oggi facile

che molti ingredienti siano diluiti, che la percentuale di latte in polvere, importante per la componente secca del gelato, prenda il sopravvento sul latte fresco, che si utilizzi una medesima base per molti gusti, spesso il fior di latte, arricchendola via via con i diversi insaporitori. Noi seguiamo la tradizione, preparando tutte le basi necessarie a comporre un buon gelato: crema, cioccolato, fior di latte magro, yogurt, pro zona e la base per i gusti fruttati. Il mercato di oggi impegnato a vendere ai consumatori lidea del gelato, anche tramite pubblicit accattivanti, ma il gelato resta unaltra cosa, e ce ne accorgiamo facendo la prova, assaggiandoli entrambi. Bisognerebbe seguire lesempio di alcuni paesi, come la Germania, che hanno capito che questo prodotto pi di un dessert, un alimento vero e proprio. Lei ama il suo lavoro e ha rinverdito il prestigio dei fondatori veneti della gelateria del Biondo: se un domani decidesse di cedere lattivit, conterebbe solo lofferta economica o richiederebbe anche garanzie per la continuit del marchio? Io sono qui da 14 anni, sono felice e faccio di tutto per tenere alti i valori in cui credo, quelli della tradizione, del legame con la propria terra. La Gelateria del Biondo non solo un negozio, non nemmeno unazienda: una bottega artigiana che conserva gelosamente la propria storia, rinnovandola perch non scompaia o, peggio, si corrompa. Ad oggi non mi stata fatta nessuna offerta, e sono sicuro che il Biondo chiuder solo quando avr esaurito ogni suo potenziale, cosa che adesso pura fantasia. Come vive la concorrenza nel suo settore che, a Brescia, conta vari altri nomi forti storici e altri, nuovi, che si stanno affermando? Nel giro di soli sei mesi hanno aperto, nelle vicinanze, ben sei nuove gelaterie c concorrenza da vendere, ma noi siamo unisola felice. Lunica nostra pecca la carenza di spazio, perch tutti i prodotti andrebbero valorizzati di pi. La nostra forza, invece, sta nella flessibilit del lavoro che ci permette di effettuare un servizio ad hoc rispetto al cliente permettendoci, ad esempio, di creare su richiesta cento pinguini di altrettanti diversi sapori. Laver sviluppato unofferta di catering per matrimoni ed eventi ci ha portato a divertenti novit, come lo stecco baciami: lo stecchetto del gelato da passeggio da marchiare a piacimento con frasi damore, nascoste sotto la crema. La linea Zona, studiata in concerto con il dottor Aronne Romano, ha poi reso possibile la creazione di prodotti che ci rendono davvero unici, reinventando lo stesso concetto di dieta: barrette bilanciate, sane e golose per tutti, ottime per gli sportivi. Infine, stiamo cercando di riportare in auge i sapori di una volta, come il gelato alluovo sbattuto, che vi invitiamo a provare perch un salto nel passato, nella nostra infanzia.
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OST IT

Pelo e
di IMMANU

EL

MICHELA VITTORIA BRAMBILLA VA A LEZIONE DA YASUYUKI YAMADA


No, grazie. Con un fermo rifiuto, cortese nella forma secondo lo stile nipponico, Yasuyuki Yamada ha declinato linvito che il ministro per il Turismo italiano, Michela Vittoria Brambilla, aveva rivolto ai due turisti giapponesi vittime di un conto salatissimo in un ristorante romano. Linvito era stato formulato in nome del governo italiano, con costi a carico di tutti noi. Pochi soldi, si dir da parte di qualcuno, e ne valeva la pena, per salvaguardare il buon nome residuo della nostra attrattivit turistica. I due giapponesi, per, non si sono limitati adire no. Hanno anche spiegato al ministro Brambilla che rifiutavano perch una spesa inutile fatta con le tasse del popolo italiano. Prendi, pesa, incarta e porta a casa! La lezione di correttezza istituzionale (o forse di sola giustificabile acrimonia per il nostro paese) impartita dal signor Yamada insegna pi cose. Anzitutto, che bisogna avere pi rispetto per i soldi degli altri, dei contribuenti, dei lavoratori, dei pensionati. Probabilmente, il signor Yamada (come la maggior parte degli italiani) avrebbe apprezzato di pi una lettera del Ministro Brambilla con la notizia della chiusura del locale per un lungo periodo di riflessione del titolare della licenza, magari con allegato un assegno delloste pari alla differenza tra il conto ed il prezzo del men. In secondo luogo, che non si possono gestire importanti incarichi istituzionali con spot di breve durata. Quante valige ha fatto rispedire il ministro Brambilla ai malcapitati turisti che hanno atteso invano ai nastri di Fiumicino? E quanti
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viaggi a spese del Governo ha offerto agli appiedati passeggeri di Myair o di Skyeurope, alle vittime dei colossali ritardi dei treni o degli aerei, o agli orfani della grotta azzurra? Niente spot, prego, signor Ministro, che poi si ritorcono inevitabilmente e pesantemente contro limmagine dellItalia, non appena si incappa in una persona avveduta e corretta. Dia avvio, piuttosto, ad una seria campagna di controlli metodici, faccia in modo che chi sbaglia paghi, che chi intende sbagliare sappia che pagher, che chi persevera sia privato della licenza, per sempre. Faccia in modo che il Bel Paese torni ad essere un paese serio,

affidabile, attraente, in cui il turista possa venire con fiducia, con sicurezza. Per questo la ricorderemmo con ammirazione e con rispetto, non con lamarezza e con la mortificazione che la vicenda dei due giapponesi inevitabilmente ha provocato.

CHI VIGILA SULLENAC?


Udite udite! Ci vorrebbero i pubblici banditori con i tamburi per sottolineare adeguatamente la notizia, clamorosa, attesa, invocata da moltitudini di viaggiatori infuriati, privati di uno dei diritti fondamentali dellindividuo, quello della libert. Libert di viaggiare, di muoversi, di lavorare, di accorrere al capezzale di un moribondo, di andare in vacanza, di vivere. Alzi la mano che di voi non rimasto per lunghissime ore, qualcuno per giorni, in attesa di un volo che non parte o non arriva, di un bagaglio smarrito, di un biglietto che diventa carta straccia per insolvenza del vettore, insolvenza che per la ripetitivit, per la prevedibilit, ha assunto in qualche situazione le caratteristiche dellinadempienza fraudolenta. Ma non succeder pi, siatene certi. LEnac, cio lEnte che rilascia le licenze alle compagnie aeree ed agli aeroporti, ha deciso di fare sul serio, di agire con la mano pesante, nel pieno, fermo e determinato assolvimento dei suoi compiti istituzionali. Sia pure dopo anni di tolleranza, ha ritirato la licenza a MyAir, pi opportunamente ribattezzata MyGod da sventurati passeggeri con le mani nei capelli dopo giorni (s, giorni, proprio cos) di ritardo. E cos pure, con fredda determinazione e preciso senso di responsabilit, ha comminato pesantissime sanzioni alle compagnie aeree (Alitalia compresa) che facevano registrare ripetute e reiterate inadempienze nei confronti di folle

sterminate di passeggeri inferociti. A queste compagnie lEnac ha inflitto multe da capogiro, che certamente costringeranno i vettori, in futuro, al pi assoluto rispetto dei diritti dei passeggeri, che con lacquisto del biglietto pagano un prezzo per avere in corrispettivo un servizio. Lentit della sanzione comminata dallEnac certamente esemplare, pur non potendo essere commisurata in misura esattamente proporzionale ai danni ed

ai disagi arrecati ai malcapitati. Ma possiamo star certi che dopo la multa di 2.000 euro (s, duemila, non un errore di stampa) inflitta dallEnac, tutti noi, finora afflitti dai maltrattamenti delle compagnie aeree, abbiamo totalmente recuperato la nostra dignit, i nostri diritti e la certezza che il libretto degli orari sar diventato per quei signori dei voli il loro nuovo vangelo. Semprech non intervenga lUE

a ridimensionare la tremenda botta, preoccupata per gli effetti destabilizzanti della sanzione inflitta dallEnac, con grave sprezzo per i bilanci dei vettori e con gravi ripercussioni sugli assetti dei trasporti nazionali e internazionali e sul Pil italiano. Ma gli effetti gi si vedono, se vero che in una delle ultime settimane Alitalia ha registrato il suo record assoluto: il 100% dei suoi voli in ritardo.

LONATI E LA CINA

La Lonati di Brescia esporter in Cina 2.500 macchine per calzifici, per un valore di 35 milioni di euro. una notizia molto interessante, sotto molteplici profili. Anzitutto perch una commessa di 35 milioni di euro d respiro a unazienda importante, pur con le spalle robuste, che d lavoro a centinaia di dipendenti, per i quali si allontana la prospettiva della Cassa Integrazione. In secondo luogo, perch viene dimostrato ci che da parte di qualcuno si predica da molto tempo, e cio che la Cina non soltanto un temibile concorrente, ma anche un grande mercato e una straordinaria opportunit, se solo la si sa vedere e raccogliere. In terzo luogo, infine, che crisi non

significa soltanto recessione, caduta del Pil, del credito, degli investimenti. Significa anche crescita, laddove ci sia imprenditorialit, capacit speculativa nel senso migliore del termine, naturalmente attitudine a muoversi sui mercati globali, amore per il rischio. Significa anche che i tavoli di crisi costituiscono soltanto una sterile liturgia, se non hanno queste consapevolezze e se non sanno muoversi per aprire serie prospettive alternative. Sarebbe pi coerente chiamarlo tavolo per la Cig, anche in deroga, e per la mobilit. Lultimo ma rilevantissimo motivo di interesse viene dalle dichiarazioni del vice presidente di Aib, lAssociazione industriali bresciani. Alberto Pasotti,

nel tessere le lodi del successo della Lonati in estremo oriente, ha espresso il suo compiacimento per il segnale positivo per lindustria bresciana ed ha auspicato la crescita dei rapporti con la Cina. Correggendo cos lincauto cedimento a tentazioni protezionistiche che recentemente si erano manifestate proprio in Aib, che del mercato dovrebbe essere il nume tutelare.

CITTADINANZA A TEMPO
Saana stata uccisa dal padre perch amava un ragazzo italiano, una minorenne si rifugia dai carabinieri perch il padre nordafricano, nel nostro paese da venticinque anni, la picchiava quotidianamente per lo stesso motivo. Discutere sugli anni necessari per concedere la cittadinanza come pensare che uno studente dopo cinque anni di iscrizione alluniversit ottenga la laurea e magari possa esercitare una professione. Per ogni benedetto pezzo di carta in Italia necessario fare un esame; da quando nasciamo dobbiamo fare esami. Esame in quinta elementare, esame in terza media, esame di maturit, esame per la patente di guida con quiz teorici ed esame pratico, esami della vista, delludito, anamnestici, esame se vuoi andare a caccia, esami se devi fare il cameriere, laiuto cuoco o il lavapiatti. Per la cittadinanza no, nessun esame. Non serve sapere se conosci le nostre pi semplici regole di vita comune (non le nostre complesse leggi, che spesso non conosciamo neanche noi), non serve sapere se sai scrivere nella nostra lingua e neanche se la sai parlare. Per il diploma pi alto della nostra societ, la cittadinanza, basta che passi un po di tempo. Suvvia al diavolo gli esami in una societ moderna basta con la burocrazia!
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OPRA I TRENTA

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Prontuario semi-serio per vivere al meglio questa sbarazzina e invidiatissima, per molti disillusi, categoria: sar colpa dellallure che ci sta intorno?

UNA SCELTA, UNA VOCAZIONE UNATTITUDINE


di LIVIO BENASSI

VITA DA SINGLE
do nel XXI secolo, questo status alluomo concesso, socialmente non ci si bada pi di tanto, ma per la donna il luogo comune, lo spettegolezzo imburrato e farcito, per dirla alla Carmen Consoli, pi vivo di quanto si pensi. Zompettare da un letto allaltro, non avere orari, alcun legame ufficiale, cazzeggiare con chi ti va... quando ti va, godere della solitudine... ma che figata! S, se hai 18 anni per. Poi capita di crescere, e dai 30 in su, se si una persona normodotata di sensibilit... beh il buco dentro si inizia a sentire, soprattutto nelle serate autunnali, quando la bassa pressione sembra piovere dal cielo e confondersi con la prima nebbia stagionale. Da una parte gli amici: Ma sei scemo a volere di nuovo un rapporto stabile? Ci hai provato, lo sai, non fa per te. una festa continua, goditela!. Dallaltra i genitori: Per quanto bello avere un bimbo per casa e avere una famiglia! Ma quando mi fai diventare nonno insomma? La vuoi trovare o no una brava ragazza?. Gi, una brava ragazza. Passando serate intere in solitaria sul divano si finisce per avere storie di sesso di cui alla fine si farebbe anche volentieri a meno. Allimprovviso ti risvegli nel letto di una di cui non ti frega un granch, ti alzi, ti guardi allo specchio e pensi ma io qua che cazzo ci sto facendo?. Vantaggi e svantaggi insomma, non tutto ora quello che luccica. Il frigorifero sempre vuoto come status sociale, lasse da stiro trasformato in un oggetto ornamentale darte contemporanea, i Radiohead sempre a palla, la Tv quasi sempre muta, le ore piccole e le sveglie anomale. Gli attacchi di fame e il digiuno imposto. Lordine pi estremo e il caos pi totale. La voglia di libert e quella di coccole. In un tale marasma, di slanci e di idee, si

A.

A.A. Vita sentimentale cercasi. Ma con calma! Tutto dipende da che persona si . Cosa si vuole dalla vita, come ci si vede da grandi, qual il proprio, personalissimo concetto di serenit. In tutti i libri che parlano di relazioni fra gli esseri umani, da quelli pi antichi a quelli pi recenti, si dice che luomo sia un animale socievole incline a dividere la propria vita con qualcuno che si ama o perlomeno si stimi tantissimo. Ma bisogna saper cercare, e non semplice. La singletudine non una situazione sociale a cui si arriva per caso. C chi ci si ritrova dopo convivenze o matrimoni fallimentari, c chi scappato di casa, c chi, semplicemente, una volta raggiunta let della ragione, trova il proprio equilibrio tout court. E non intravede nella coppia un motivo valido per stravolgerlo. Essere single quindi unattitudine pi che la somma di eventi pi o meno traumatizzanti o catastrofici del nostro vissuto, un modo di essere, e va interpretato con serenit. No, non una malattia. Pur essen-

I social network non fanno altro che aumentare la propria solitudine, sono palliativi. Confondono le idee.

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OPRA I TRENTA

Arrivare a stirarsi decentemente una camicia che magari non ha cambiato colore durante lultimo lavaggio, beh, non ha prezzo.
banalmente, di leggere una frase tipo: Se le mogli fossero una bella cosa, Dio ne avrebbe una (poeta anonimo afghano). E allora mi chiedo: ma sto davvero sbagliando qualcosa? Ps: Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o a persone realmente esistite o esistenti puramente casuale...

finisce per cercare il partner ideale nei posti in cui si sa bene che impossibile trovarlo, perch alla fin fine sempre meglio rimanere single, no? C chi grida la propria ansia alle maree di internet, ma i social network non fanno altro che aumentare la propria solitudine, non vanno bene, sono palliativi. Confondono le idee. Le parole dordine sono solo due: organizzazione e condivisione. Si pu anche essere la persona con la testa pi fra le nuvole della terra, ma su certe cose, non si pu sgarrare: questione di pura sopravvivenza. Occorre programmare e darsi delle regole, la tanto amata signorina anarchia spesso fa brutti scherzi, si deve essere pi forti. Anche di lei. Innanzitutto bisogna programmare il proprio tempo libero, per non finire a passare il fine settimana trascinandosi tra letto e divano, facendo zapping e bestemmiando la propria libert guardando per la 200esima volta i gol della serie A. Mentre gli amici, quelli con la morosa, sono in giro per la provincia divisi tra improbabili vernissage di arte contemporanea e degustazioni di formaggi tipici a Bagolino. Il week-end va organizzato a tavolino insomma, prevedendo eventuali bidoni e attuando un piano b demergenza. Condividere insomma, socializzare e uscire di casa, a costo di violentarsi anche quando non si ha voglia, perch quando si soli nessuno viene a trovarti sotto luscio di casa. Bisogna fare la prima mossa, e decidere di scegliere. Durante la settimana il discorso diverso: il lavoro cadenza le giornate dei single, che in pausa pranzo possono scegliere se andare da McDonalds od optare per un insalatina veloce a casa (linsalata, ovvio, deve essere obbligatoriamente di quelle gi lavate e
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pronte da mangiare. Evitare perdite di tempo inutili resta fondamentale). Una volta usciti dal lavoro, la palestra o qualsiasi altra attivit fisica obbligatoria: ci si distende, si scarica lo stress, si resta in forma, magari si conosce qualche altra single e si producono le endorfine che aiutano tanto il buonumore. una questione di salute mentale, mettere su muscoli del tutto secondario. Capita poi di doversi procurare del cibo, se non si vuole sopravvivere solo di pizze, happy hour e patatine. E allora pronta la sfida: il supermercato. Diciamola tutta, per un single un luogo ad altissima percentuale di stress, e va affrontato alla stregua di un drago sputa fuoco: bisogna saper fare in fretta, essere precisi, decisi, e colpire in modo da fare provviste almeno per una settimana. S, quindi, alle confezioni famiglia di carne da ibernare nel congelatore, s al tonno in scatola e ai legumi, s alla birra scura, alle mozzarelle, alla frutta di stagione e alle pesche sciroppate. Un singlepro, poi, ha imparato a fare la lavatrice, ha avuto una mamma, una convivente o unamante a cui ha sottratto i rudimenti di questa nobile arte, e magari, se si applicato, in grado perfino di stirare. Ecco, arrivare a questo livello davvero il massimo, e stirarsi decentemente una camicia che magari non ha cambiato colore durante lultimo lavaggio, beh, non ha prezzo. Tanta roba: una di quelle soddisfazioni che ti fanno andare avanti. Il partner della propria vita in fondo pu aspettare, la vita si allungata, e non avendo ancora quarantanni, per diamine, il tempo lo sento indubbiamente dalla mia. E poi alla sera, tornato dallaperitivo con gli amici, magari capita, leggendo un libro aperto

.I VENTI VANTAGGI DELLA SINGLETUDINE (PER LUI-PER LEI)

1 spendi molto meno in telefono 2 spendi molto meno in benzina 3 spendi molto meno in psicologi di coppia 4 non spendi in regali idioti 5 non hai una suocera 6 i vicini di casa ti adorano 7 puoi lasciare i calzini in giro per casa senza sentire bestemmie 8 non sei geloso se la tua met non guarda te ma gli altri 9 puoi conoscere meglio e senza problemi le sue amiche 10 puoi uscire con le tue ex 11 non bruci neuroni pensando a lei 12 non devi sorbirti film noiosissimi che lei adora e che ti obbliga a vedere 13 puoi dimenticare tutte le regole del suo sport preferito 14 non rischi di pigliarti la suina se lei ce lha 15 puoi invitare i tuoi amici a casa per guardarti la Champions 16 non devi annullare il tuo abbonamento in palestra 17 puoi andare in vacanzadove, quando e con chi ti pare 18 puoi fare tardissimo la sera o non tornare proprio 19 puoi girare nudo per casa ruttando e bevendo birra 20 PUOI GESTIRTI LA VITA DA SOLO!

EMPO LIBERO

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FOLLIA O PASSIONE?
Breve viaggio nel mondo delle macchine modificate, tra parcheggi in festa e moda in declino.
na cosa sicura: non passano inosservati. Un venerd sera qualunque, al mercato ortofrutticolo in citt o al Bennet di Gavardo, vediamo i parcheggi riempirsi di auto fuori dal comune, non perch fuoriserie (quelle sono in piazzale Arnaldo). Nel mondo degli appassionati di tuning i modelli sono quelli insospettabili delle utilitarie, spogliati e rivestiti di una nuova pelle, anche al costo di svariate migliaia di euro. Ma chi sono questi ragazzi che spendono interi stipendi per un alettone o una minigonna in tinta e, soprattutto, chi glielo fa fare?! Mark Paderno, ventanni. Quanto costa questo hobby? Parecchio, decisamente. Chi se lo pu permettere di solito perch gi lavora. Si possono fare dei finanziamenti, chi fortunato ha i genitori che foraggiano. Vedo tante auto col cartello vende-

TUNING

di LODOVICO CHERUBINI

si, quindi c un certo mercato. E la crisi? non ne risentite? Ne risentiamo eccome! Qualche anno fa il parcheggio dellortomercato era pieno zeppo, facevi fatica a trovare posto. Questa la mia seconda auto modificata, molti si fermano alla prima. Quando poi cerchi di rivenderle non prendi quanto per i veicoli originali, se ti va bene trovi lappassionato che lapprezza, ma non facile. Come funzionano le serate qui allortomercato?

I modelli sono quelli delle utilitarie, spogliati e rivestiti di una nuova pelle, anche al costo di svariate migliaia di euro.

Questo un posto che ci siamo un po conquistati. Vi si trovano club e compagnie, si ascolta musica, si parla di auto e ci si consiglia sulle modifiche. Niente gare? Non qui, e comunque non di velocit. Con tutto quello che spendiamo, magari per ribassarle, non ci sogniamo neanche di rischiare di prendere un cordolo ai 130 orari!. Girando fra le opere della meccanica e delleccesso sincontrano soprattutto giovani maschi, alcuni dei quali neopatentati. I pi abitano fuori Brescia, fanno gli operai e raramente riescono a convincere le rispettive ragazze a sopportare questingombrante passione al testosterone. Pure non mancano alcune fanatiche al femminile o qualche trentenne (uno di loro mostra soddisfatto un incredibile impianto audio da 20 mila euro, tutto pezzi unici fatti arrivare dallAmerica). Come mosche bianche spiccano un paio di quarantenni con
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EMPO LIBERO

compagne al seguito e auto lucidissime. Ma perch farlo? Perch non comprarsi direttamente una fiammante auto sportiva da 50mila euro, splendida e per di pi full optional? Lo chiedo un po a tutti. E tutti mi rispondono che: per distinguersi e farsi notare. Stefano (Giemme Sport), sei uno di quelli cui tutti mi rimandano per avere informazioni, tu il tuning lo fai per vivere Me ne occupo da otto anni in modo professionale. Il tuning uno stile di personalizzazione delle auto: esterni, interni, impianto stereo. Durante i raduni, che si svolgono molto di frequente, si parcheggia lauto e cos, immobili, si partecipa alle gare. Ci possono essere quelle di Spl per esempio, la pressione sonora dellhi-fi, ma importante anche lestetica dellaudio (integrato magari con plasma e materiali pregiati), o le gare di pura estetica per interni e carrozzeria. Ma non devi pensare che le auto diventino davvero uniche. Ogni marca offre non pi di una decina di varianti per pezzo, semmai la combinazione di queste ultime a renderle tali. Come va il lavoro, si guadagna bene? un periodo difficile, soprattutto a

.BOx

CATERGORIE DI TUNING PER LE COMPETIZIONI Soft: solo qualcosa in pi delloriginale Medium: qualche ulteriore variante aftermarket Hard: alcuni pezzi diversificano lauto da qualsiasi altra Extreme: Personalizzazione con kit estetico artigianale, costruito su misura. Varianti di categoria si devono anche agli interni e sistema hi-fi di una certificazione che ne assicuri lomologazione; truccare il motore, invece, non lo fa praticamente nessuno: al massimo agisci sulla centralina e sul filtro dellaria. Ora per risparmiare c chi compra su internet, ma quasi sempre si ritrova dei bei grattacapi. In Germania, come in altri paesi europei, esiste lente Tuv che garantisce di autorizzarti alla circolazione. Stiamo sperando che un simile organismo nasca anche in Italia. Qual let dei tuoi clienti? Vanno dai diciotto ai trenta, poi cominciano a stufarsi del tuning. Resta magari la passione ma non ti va pi di vedere che la gente ti guarda storto quando passi. Molti capiscono che se si dedicano anima e corpo allauto, prima o poi, i mille euro che prendono al mese non gli bastano e le morose alla lunga si stufano di venire sempre per seconde. pi facile che ci si orienti allo stile dab, ottimo assetto e cerchi maggiorati, qualche particolare e nulla pi: hai una signora macchina con 5mila euro, mentre i ragazzini ne spendono anche 25mila. Se prima una persona su dieci voleva personalizzare lauto, ora una su cento; il boom stato con luscita di Fast & Furious ma poi la moda un po calata, qui in Italia non riesce a prendere davvero piede.

causa delle leggi. Mentre allestero le norme sono pi chiare o permissive, qui rischi il ritiro del libretto per un nonnulla. Vietatissimi sono i neon, i cerchi fuori misura, il parabrezza annerito, ma ti possono fermare anche solo per uno spoiler (anche se la casa ne prevede leventuale installazione). Le marmitte, ad esempio, si cambiano ma necessitano
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Gli appassionati vanno dai 18 ai 30 anni, poi cominciano a stancarsi.

Inter IKEA Systems B.V. 2009

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UI E L

LE DIECIGIORNATE DI BRESCIA

QUI & l
//news.001 A settembre si svolta in Piazza Paolo VI Fiorinsieme, due passi nel verde, manifestazione organizzata dal Comune e dallAssociazione florovivaisti bresciani. La piazza si trasformata in un parco nel quale hanno trovato spazio diverse manifestazioni teatrali e una mostra mercato di piante, fiori e giardini.

Anche questanno, Brescia si caratterizzata come capitale della musica classica. La manifestazione, organizzata dallAssociazione Francesco Soldano, guidata dal maestro Daniele Alberti, si svolta dal 18 al 27 settembre, dal mattino fino a notte inoltrata. Al Teatro Grande si sono svolti i quattro concerti del festival, mentre la piazza e loratorio di S. Faustino hanno ospitato la tensostruttura, La citt della musica, dove hanno trovato spazio unesposizione permanente di libri, dischi e strumenti musicali, lorganizzazione di seminari, appuntamenti musicali, recital, oltre ai quattro appuntamenti del Cabaret Classique e alle ore 23 il Notturnino.

a cura di ROLANDO

GIAMBELLI

FIORI IN PIAZZA PAOLO VI

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FIMAST ALLA FIERA DI BRESCIA

Tutta la filiera del meccanotessile si data appuntamento a Brescia, da sempre un importante distretto di produzione delle macchine per la calzetteria e la maglieria. Dall8 all11 ottobre 2009, la Fiera di Brescia ha ospitato Fimast, Fiera internazionale macchine ed accessori del settore tessile, dedicata ai produttori e ai rivenditori di macchine per la finitura e la lavorazione della maglia: circa settanta aziende di cui una decina estere, situate su una superficie complessiva di 5.000 mq, che hanno registrato il tutto esaurito.

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SPECIALIT TEDESCHE IN PIAZZA

Piazze dEuropa, evento curato da Confesercenti e dedicato questanno alla Mittel Europa, ha portato per quattro giorni (1-4 ottobre) in Piazza Paolo VI una trentina di espositori provenienti dalla Germania, dallAustria e dai paesi limitrofi. Gli stand, aperti fino a mezzanotte, offrivano vari prodotti, in particolare gastronomici (speck, canederli, pancetta affumicata, wurstel, crauti, dolci tipici, pane pepato, brezen, torta sacher, strudel, ecc.). In chiusura si sono potuti ascoltare i canti tradizionali tedeschi, proposti dal gruppo Vokalensemble di Darmstadt. //news.004

Omnia Symphony Orchestra, diretta dal maestro Bruno Santori, in un concerto, tenutosi l8 ottobre al teatro Sociale, ha accompagnato due grandi voci femminili, luna lirica e laltra pop. Dimitra Theodossiou ha proposto arie dopera di G. Verdi, G. Puccini e W.A. Mozart. Simona Molinari ha interpretato un vasto repertorio, spaziando da F. Sinatra a L. Tenco, oltre a proporre la Egocentrica, il brano con il quale si affermata nelledizione 2009 del Festival di Sanremo.

GRANDI VOCI FEMMINILI AL SOCIALE

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INAUGURATO A BRESCIA IL BEATLES MUSEUM

Il 9 ottobre, presso il Museo della Mille Miglia, stato inaugurato il Beatles Museum, alla presenza dellassessore Andrea Arcai, di moltissimi appassionati beatlesiani, oltre al cantautore Alberto Fortis e al celebre Morris Albert autore di Feelings. A fare musica dei Fab Four cerano i giovani Blast Beatles, Carlo Poddighe alla chitarra e voce; Kevin il fratello pi giovane di Jury. Presente anche Ferry Sansoni, pianista dei New Dada che suonarono con i Beatles nel tour italiano.

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La notte dedicata allarte e alla cultura (sabato 3 ottobre) ha visto una folla di bresciani riversarsi per le vie e le piazze della citt, in un allegro via vai allinterno di spettacoli, musei, gallerie darte (ben 17 quelle aperte per loccasione fino a mezzanotte), performance artistiche e musicali. Numerosissime le iniziative che hanno richiamato molte persone, tra cui la visita guidata al prezioso meccanismo dellorologio dei Macc d l ure, le esibizioni nellarea del Capitolium dei cantanti Francesco Renga, Chiara Canzian e Maya, le performance di pittori, scultori e caricaturisti in Piazza Loggia. //news.007

GRANDE SUCCESSO DELLA NOTTE BIANCA

MESI 12NOVEMBRE 2009

GENERAZIONE 1000 EURO


Regia: Massimo Venier Cast: Alessandro Timperi, Valentina Lodovini, Carolina Crescentini, Paolo Villaggio, Francesco Mandelli Genere: commedia Durata: 101 minuti Produzione: Italia, 2008 Uscita nelle sale: 24 aprile 2009 A noleggio: 16 settembre 2009 In vendita: 14 ottobre 2009 Trama: A Milano un gruppo di giovani neolaureati vive nellinstabilit economica e sentimentale. Matteo, brillante laureato in matematica che lavora in unazienda di marketing vive con Francesco, il suo migliore amico, ma vengono abbandonati dal loro terzo coinquilino. Larrivo di due nuove ragazze porter un po di scompiglio nella loro vita.

VIDEOTECA
a cura di ELIZABETH BERTOLI

EMPO LIBERO

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UOMINI CHE ODIANO LE DONNE


Regia: Niels Arden Oplev Cast: Michael Nyqvist, Noomi Rapace, Lena Endre, Peter Haber Genere: thriller Durata: 152 minuti Produzione: Svezia-Danimarca, 2009 Uscita nelle sale: 29 maggio 2009 A noleggio: 23 settembre 2009 In vendita: data da definire Trama: Mikael Blomqvist un giornalista testardo e idealista; Lisbeth Salander una giovane hacker asociale e con problemi psichiatrici. Vengono assunti da un importante uomo daffari per far luce su un vecchio delitto avvenuto quarantanni prima allinterno della sua famiglia. I due scopriranno una storia sconvolgente e oscura. Tratto dal primo romanzo della trilogia Millennium di Stieg Larsson.

PROMOSSO
Alfredo, 32 anni, architetto: un film discreto, abbastanza realistico. Elena, 22 anni, studentessa: Mi piaciuto molto, gli attori sono stati molto bravi!. Carla, 28 anni, commerciante: Lho trovato divertente e genuino, bravi i ragazzi che lo interpretano. Laura, 25 anni, commessa: molto carino e divertente, mi ha fatto riflettere sul mio futuro. Andrea, 31 anni, operaio: Non male, gli attori sono bravi.

BOCCIATO

Vittorio, 26 anni, impiegato: Mi sembra che il tema sia stato trattato in un modo superficiale e banale. Anna, 34 anni, imprenditrice: Il soggetto era interessante, ma stato trattato con troppa superficialit; inoltre le gag e le battute sono scadenti. Gianni, 22 anni, studente: A me non piaciuto, secondo me banale e non fa ridere. Bruno, 43 anni, impiegato: A tratti divertente, per non mi ha convinto la storia. Delia, 31 anni, commercialista: Terribile, molto banale e scontato.

PROMO Elena, 22 anni, studentessa: Molto bello e avvincente, la storia prende. Luciano, 43 anni, artigiano: Bello, molto realistico e curato, mi piaciuto molto. Rita, 43 anni, impiegata: Mi piaciuto, anche se avrei preferito degli attori pi conosciuti, e lui me lo aspettavo pi affascinante. Luigi, 51 anni, imprenditore: Un film interessante, c molta azione. Piero, 54 anni, medico: un thriller dove c pi introspezione che azione, la storia avvincente e ricca di suspense, e porta a molte riflessioni. Luigi, 32 anni, commerciante: Linizio un po lento, ma poi la storia diventa molto coinvolgente. Stefania, 45 anni, casalinga: Un film discreto, un bel thriller, anche se mi aspettavo qualcosa di pi. Bruno, 43 anni, impiegato: molto avvincente, lascia col fiato sospeso ed fedele al libro.
BOCCIATO

SSO

Anna, 22 anni, studentessa: Secondo me un po noioso, troppo lungo. Raffaele, 36 anni, insegnante: Ho letto il libro e devo dire che sono deluso, sono stati cambiati troppi passaggi, il film non cos avvincente.
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EMPO LIBERO

PEZZO DI STOFFA
Rubabandiera stato uno dei giochi allaperto pi famoso per moltissime generazioni, pura adrenalina per i pi piccoli, un piacevole modo si stare insieme per i pi grandi.
di SERGIO MASINI

QUANDO PER DIVERTIRSI BASTA UN

il gioco del grest e delle gite fuori porta, di qualche sbucciatura e di tanti pomeriggi estivi. Leggenda vuole che sispiri al racconto di cinque naufraghi del XVIII secolo che, in vista duna nave, avrebbero cominciato a rubarsi lun laltro un panno da sventolare come richiesta daiuto. Facciamo un passo in avanti fino al tempo dei nostri nonni e diventa un modo per godersi una bella giornata di sole e passare intere ore a divertirsi con grande semplicit. Una volta trovatisi in numero sufficiente, in una strada o in un cortile, si raccattava un pezzo di mattone o di coppo, un sasso colorato, e con quello si disegnavano le linee oltre le quali si sarebbero distribuite le due squadre... Larbitro si piazza equidistante dai due schieramenti (le misure vengono prese a passi), pronto a chiamare in campo i contendenti. Attribuito un numero a ogni giocatore, allarbitro non rimane che tendere il braccio da cui penzola la bandiera e comincia a chiamare a sorpresa i vari numeri. Il corrispettivo di

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Rubabandiera da sempre uno di quei giochi cui maschi e femmine potevano partecipare insieme.
ogni squadra sfreccia verso il fazzoletto e, fermatosi di fronte allavversario, i due cominciano a studiarsi, una mano tesa al tessuto svolazzante e laltra pronta a cogliere in fallo lavversario. necessario ammiccare, fintare, essere pronti e scattanti. Per equilibrare le forze spesso utile contrapporre giocatori dalle stesse et ed altezze; in tutto le squadre vanno dai tre ai dieci giocatori. Pi sono le coppie tra cui scegliere e pi impegnativo diventa il gioco: bisogna ricordarsi bene a quale numero si abbinati, tendere lorecchio pronti alla corsa, non temere di gettarsi allinseguimento e afferrare laltro con un guizzo improvviso. Rubabandiera da sempre uno di quei giochi cui maschi e femmine potevano partecipare insieme, durante la ricreazione a scuola, magari, in spiaggia o ai giardinetti vicino casa. Ogni bandiera portata oltre la linea della propria squadra, senza essere toccati dallavversario, un punto conquistato e consegnato alla classifica definitiva. Non c daltronde, per vincere, un massimo obbligato di punti da raggiungere, di solito si prosegue fino a che larbitro non stufo e chiede, quantomeno, dessere sosti-

tuito o di ricomporre le squadre. Non inoltre raro che qualcuno capitomboli (specie sul cemento) o sinneschino bagarre sulle decisioni dellarbitro. un gioco che sviluppa molta adrenalina e infervora facilmente gli animi, scatenando un tifo risoluto e scanzonato. Chi scelto per rubare si deve richiamare a un certo autocontrollo, necessario molto sangue freddo, senza diventare per troppo timidi al momento giusto. Come ogni gioco della tradizione sono innumerevoli le varianti conosciute e una in particolare sembra essere molto comune, soprattutto per le comitive in gita, negli oratori e fra i gruppi scout. Secondo questa, detta ruba bandiera figurata si possono a discrezione chiamare pi numeri contemporaneamente e questi, a seconda delle scelte prestabilite, dovranno formare delle figure, salire uno sullaltro, creare il trono per reggervi un terzo, e solo cos combinati puntare alla bandiera. Si pu, cos facendo, giungere alla chiamata della macedonia: quando tutti in massa si gettano alla presa della bandiera risolvendola, il pi delle volte, in unammucchiata di partecipanti senza soluzione che mette la parola fine alla partita. Una variante sui generis, anche se un po leziosa e poco gradita, quella cui puntano spesso educatori intransigenti e catechisti votati allinsegnamento della buona educazione. Prende il nome di rubabandiera gentile e prevede che, a fazzoletto strappato dallavversario, questi possa bloccare il contendente urlandogli un complimento. Chi lo rice-

ve deve rispondere per le rime con pari cordialit, senza ripetersi e non oltre i tre secondi per volta, altrimenti laltro autorizzato ad acciuffarlo. Sicuramente i pi devoti allo spirito competitivo, che il rubabandiera sa tirare fuori anche dagli animi pi miti, rinnegano questultima variante in nome dun sano ma pi agguerrito scontro.

I due cominciano a studiarsi, una mano tesa al tessuto svolazzante e laltra pronta a cogliere in fallo lavversario.
Nel ricordo di un tempo in cui non serviva una presa di corrente nelle vicinanze per improvvisare un pomeriggio di distrazione, moltissimi guardano a questo gioco come alla prova che per scatenare una gioia serena e appagante bastino solo un pugno damici e una manciata dinventiva. Cera una volta il gioco da cortile, quello che faceva stare allaria aperta, sudare, imbrattarsi, bere alle fontanelle. E i bambini col viso paonazzo e sudato non avevano necessariamente laustraliana, avevano magari solo appena smesso di correre e strappare un pezzo di tessuto senza valore dalla mano di un coetaneo. E non cerano luci stroboscopiche, avatar informatici o balance board.
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R
a cura di ENRICO FILIPPINI

UBRICA

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SPECCHIO DELLE MIE BRAME


IL PROBLEMA DEI PELI

mici lettori, largomento che affronter in questo numero sar introdotto dalla lettera di una lettrice che dice: Gentile dottore, ho 25 anni, un bel lavoro e una vita sentimentale appagante, ma c qualcosa che mi turba, mi blocca sin da quando ero una ragazzina. Sono sempre stata un po troppo pelosa, almeno per come ritengo di essere io. Appena diciassettenne ho quindi fatto la prima visita medica e, dopo aver fatto diversi esami ormonali, mi stato detto che ero del tutto normale. Dopo aver provato altre visite mediche con lo stesso verdetto finale, ho deciso di togliere questi maledetti peli, ma le offerte in questo campo sono tante e non so come districarmi... Le sono grata per il suo aiuto. Francesca. Problemi come questo sono molto frequenti, e poich spesso let nella quale si manifesta il problema quella periadolescenziale, spesso i risvolti psicologici sono anche fin troppo seri rispetto al danno estetico effettivo. Francesca ha fatto bene a rivolgersi ad uno specialista, in questo caso si rivolta giustamente ad un endocrinologo, perch per prima cosa bisogna che un medico chiarisca se si tratta di ipertricosi, di irsutismo o addirittura di virilizzazione. Dalla descrizione che mi ha fatto Francesca mi pare di capire si tratti di ipertricosi, cio laumento

della pelosit presente solo nelle zone gi normalmente ricoperte dai peli in una donna. la forma pi frequente, non legata a patologie particolari endocrinologiche o andrologiche, spesso familiare e talora presente pi durante la pubert, menopausa e gravidanza. Lirsutismo invece una condizione caratterizzata da un eccessivo accrescimento pilifero in zone normalmente glabre: viso (guance, mento, labbro superiore), torace (intorno allareola del capezzolo), addome, glutei, faccia interna delle cosce, ombelico. A differenza dellipertricosi, spesso lirsutismo il risultato di una eccessiva stimolazione da parte degli ormoni maschili nel follicolo pilifero. Quando oltre allirsutismo troviamo variazioni significative nei genitali, nella voce, nella morfologia corporea generale, possiamo parlare di virilizzazione, e qui dobbiamo rapidamente intervenire per diagnosticare e curare patologie spesso impegnative e potenzialmente pericolose se trascurate. Ma il quesito posto dalla lettrice avere qualche chiarimento sulle tecniche di ultima generazione indicate per ottenere la depilazione. Posso dire che la tecnica che negli ultimi anni ha determinato una vera e propria rivoluzione terapeutica stata la depilazione foto indotta con utilizzo prima di laser a diverse sorgenti di luce e poi con la luce pulsata. Tralascio la spiegazione tecnica delle diverse apparecchiature,

peraltro spesso molto diverse tra loro e con differenti risultati finali; diciamo che sia le apparecchiature laser che quelle a luce pulsata hanno come scopo quello di mandare una luce specifica sul pelo, che la capta come fosse una piccola antenna, conducendola verso il bulbo e scaldandolo fino a coagularlo. La cosa appare alquanto semplice, ma in realt la pulizia nella procedura ha sempre creato qualche apprensione. Qualche possibile effetto dato dalla migrazione del calore indotto al tessuto vicino ha creato in passato qualche effetto collaterale, consistente in dolore durante la seduta, arrossamento cutaneo fino ad arrivare alla comparsa di crosticine e pigmentazioni anomale. Una prestigiosa azienda israeliana ha recentemente immesso sul mercato una apparecchiatura pi evoluta, facendo un grosso passo in avanti nel campo della depilazione. In pratica abbina simultaneamente la potenza della radiofrequenza bipolare con lenergia ottica (laser o luce pulsata). Questo permette di utilizzare le due energie a bassa intensit, con meno discomfort per il paziente, e in modo anche pi efficace perch il bersaglio rappresentato dal pelo viene meglio raggiunto. Un passo in avanti rispetto ai precedenti presidi terapeutici sembra dato anche dal fatto che si possano trattare anche fototipi alti, pi scuri di carnagione, in passato poco indicati alla laser terapia per i probabili effetti collaterali.
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SUCCESSO

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Kabul, attacco allambasciata indiana: dodici morti e oltre 80 feriti. Fra le vittime numerosi civili. Unauto carica di esplosivo e condotta da un kamikaze si lanciata contro la sede diplomatica. //28.settembre

Strage a Kabul, uccisi sei par. Un kamikaze a bordo di unauto imbottita di esplosivo si lancia contro due veicoli della Folgore Feriti in modo lieve altri quattro militari. I talebani rivendicano lazione che ha fatto 15 morti tra i civili.

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Iran: lanciati razzi a lungo e a medio raggio alle esercitazioni militari. Sono gli Shahab 3 con gittata di 2mila km e gli Shahab 1 e 2 con un raggio compreso tra 300 e 700 km. La risposta dellIran alle minacce esterne sar distruttiva, ha dichiarato Hossein Salami, comandante delle forze aeree dei Guardiani della rivoluzione.

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La Grecia svolta a sinistra. Il Pasok ha conquistato la maggioranza assoluta nellAssemblea nazionale. Il primo ministro Papandreu dovr ora affrontare la crisi economica e la lotta alla corruzione. //21.settembre

F1, Briatore paga per tutti. Salvi la Renault e Alonso. Radiato Flavio Briatore. quanto ha deciso la FIA in merito al caso sollevato da Piquet jr, costretto dalla scuderia francese allincidente per favorire Alonso durante il Gran Premio di Singapore del 2008.

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successo...

MONDO
//27.settembre

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La Germania sceglie il centrodestra. Con la Cdu/Csu al 33,5% la Merkel resta cancelliere, ma alleata con i Liberali che volano al 14,6%. Crollo dei socialdemocratici della Spd (23,3%), il peggior risultato di sempre. Bene Sinistra e Verdi.

Un mondo senza armi nucleari. Il Consiglio di Sicurezza Onu approva una risoluzione americana contro la proliferazione atomica. I Grandi a Pittsburgh per rilanciare leconomia, sostenere loccupazione, scrivere nuove regole

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//24.settembre

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//4.ottobre

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//8.ottobre

//17.settembre

//30.settembre

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Sumatra, migliaia sotto le macerie. Devastante terremoto in Indonesia, crollati centinaia di edifici: i morti sarebbero oltre mille, ma impossibile fare previsioni. NellOceano Pacifico interi villaggi spazzati via dallo tsunami che ha colpito le isole Samoa.

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//22.settembre

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New York. Allarme clima, rischio catastrofe. Il segretario generale dellOnu, Ban Ki-moon, definisce glaciali i tempi con cui viene affrontata la gravissima situazione ambientale.

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Una miss calabrese. Maria Perrusi, a soli 18 anni, stata eletta la pi bella dello Stivale. //12.settembre
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successo...
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ITALIA

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//14.settembre

Mostra del Cinema di Venezia. Leone doro al film israeliano Lebanon di Samuel Maoz, sulla prima guerra in Libano. Italia delusa, unica premiata lattrice Jasmine Trinca.

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SUCCESSO

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//1.ottobre

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Foligno. Col Suv investe e uccide carabiniere. Arrestato pregiudicato a Modena. Identificato per gli indumenti trovati su unaltra auto rubata in precedenza. Era sfuggito a un primo posto di blocco, poi ha travolto il maresciallo a Foligno. //15.settembre

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Berlusconi: promesse mantenute. Il premier a Onna consegna le prime case ai terremotati: A fine mese via le tendopoli Bertolaso: Un tetto per tutti entro dicembre. In Abruzzo monta la polemica: Azione di propaganda.

//7.ottobre

Lega Nord: Legge anti burqa, in cella chi lo indossa. Proposta del Carroccio: Motivi di sicurezza. S di Bonino. Il Pd: Incostituzionale. Le pene previste: carcere fino a due anni e multe da duemila euro. //26.settembre Immigrati: Maroni attacca lEuropa. Secondo il ministro dellInterno, lUe ha agito poco e male. Ancora polemiche con i giudici, Fini riaccende il confronto nel PdL sulla cittadinanza agli stranieri e avverte: Non accetto scomuniche. //10.settembre
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Fini: Al Pdl serve una svolta. Il presidente della Camera indignato per lo stillicidio di attacchi venuti dai suoi alleati e chiede pi democrazia interna: Non sono matto, n un compagno travestito e non ambisco al Quirinale.

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La sanatoria delle badanti un flop: 266.000 domande. Maroni: No proroghe. Rispetto alle stime, riuscito a met il maxicondono per la regolarizzazione dei clandestini. Le associazioni di assistenza agli immigrati: allungare i tempi ed estendere i criteri.

//30.settembre

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//2.ottobre

Messina nel fango, decine le vittime. Il nubifragio provoca la catastrofe: il bilancio, solo provvisorio, di 18 morti e 35 dispersi. I cittadini: Una tragedia annunciata. Napolitano: Investire sul territorio. Bertolaso: Troppi abusi Berlusconi: Per Messina il modello dellAquila.

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Suona la prima campanella per 187mila alunni bresciani. Ad accoglierli nelle oltre 8mila classi della provincia ci saranno 14mila docenti. //1.ottobre

Volo dalla gru: un morto e un ferito. La tragedia alla Ori Martin, vittime due lattonieri esterni che lavoravano alla gronda di un capannone. Il cestello che li teneva a 10 metri di altezza si sganciato. Alberto Simoncelli deceduto sul colpo.

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Riparte lautostrada della Valtrompia. La Ue sblocca i progetti della Brescia-Padova, che rilancia con 258 milioni per la ConcesioSarezzo. //17.settembre //7.ottobre
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MESI 12NOVEMBRE 2009

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Corte Franca: maxi-furto di sigarette al deposito dei Monopoli di Stato. I ladri si sono serviti di un grosso furgone come ariete per sfondare la cancellata e il portone dingresso delledificio.

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Via libera al parcheggio in Galleria. Positive le analisi effettuate sulle rocce. Il progetto dellascensore per ora resta fermo.

successo...
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BRESCIA
Finita loccupazione dellIdeal Standard. Il forno non verr spento: questa la rassicurazione data dallazienda ai lavoratori che dal 22 di settembre occupavano lo stabilimento di Via Milano.
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//6.ottobre

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//13.settembre

//23.settembre

//4.ottobre

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Rondinelle: Beppe Iachini il nuovo allenatore del Brescia. Sostituisce Cavasin che stato esonerato dopo otto giornate nel corso delle quali ha ottenuto 13 punti. Fatale la sconfitta interna con il Vicenza.

//4.ottobre

//2.ottobre

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Ucciso dal montacarichi a 11 anni. Michele Zipponi vittima del tragico incidente nella sua casa a San Giovanni di Polaveno: stretta mortale tra una finestrella e lelevatore che stava salendo.

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Pisogne. La ringhiera del balconcino di una villetta cede mentre la famiglia affacciata. Dopo un volo di tre metri e mezzo grave una donna. Feriti il marito e i due figli.

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