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Larchivio dellanima

Guidarelli Lucrezia -

- Liceo Classico G. Perticari di Senigallia, anno scolastico 2008/2009 -

La letteratura come un archivio, ancora in gran parte inesplorato, della psiche umana e della realt che in essa si riflette.

Bibliografia:
2

I luoghi dellarte, storia opere percorsi, Electa Mondadori, Milano 2003 a cura di Bocca, Ficcadori, Negri, Nova. Vol. n6

La letteratura greca, storia e testi, Dario del Corno, Principato Milano 2003. vol. n2

Grandi classici, Marsilio Editori 2007, Euripide, Le tragedie vol. II

Protagonisti e testi della filosofia, a cura di Giovanni Fornero, Paravia. Vol.D tomo
1

Antologia Armellini Colombo, La letteratura italiana, vol.B, Zanichelli 1999.

Guida storica Manuale per lo studente, Armellini Colombo, La letteratura italiana, Zanichelli

Larchivio dellanima

La seconda rivoluzione copernicana: psicanalisi e scoperta dellinconscio (interpretazione delle forme artistiche precedenti e influenza sulle successive).

Vita di Freud: persecuzione e censura da parte dei nazisti

Concetto di riproduzione dei processi psichici nellopera darte (Il poeta e la fantasia).

Giacomo Leopardi: prima intuizione della natura desiderativa dellanimo umano: la teoria del piacere e la poetica dellindefinito parallelo con Freud: ruolo della letteratura come sublimazione dei desideri illimitati

Tragedia greca: levento collettivo come prototipo di gruppo terapeutico. Baccanti: Dioniso e la teoria del desiderio represso.

Pittura del primo 900: I romantici come primi esploratori dellanimo umano Czanne: il recupero di situazione psicologiche simili attraverso la memoria De Chirico e gli accostamenti casuali: anticipazione del surrealismo I surrealisti e lautomatismo psichico. Due esempi: 1) Magritte: dal trauma infantile allo stravolgimento delle relazioni ordinarie; 2) Dal e linfluenza della memoria.

Introduzione
La scelta dellargomento per la mia tesina deriva da una commistione organica fra un mio particolare interesse ed il percorso di studi che ho compiuto e che ormai giunto al termine, almeno di una delle tante sezioni di cui costituito. Ho scelto di concentrare la

mia attenzione sul rapporto fra la psicoanalisi (e quindi la figura pi rappresentativa di tale disciplina, il filosofo Sigmund Freud) e la letteratura, in particolare quella greca, che costituisce, a mio parere, uno dei pilastri pi specifici ed affascinanti del percorso di studi classici. Pi nello specifico la mia argomentazione sar articolata su pochi concetti fondamentali che tenter di spiegare nel modo pi esauriente possibile: quindi la scelta di una conoscenza di tipo intensivo, come lavrebbe definita Galileo Galilei, anzich estensivo. Mi sembra opportuno presentare in primo luogo a grandi linee il percorso personale del padre della psicoanalisi, in modo da capire quali circostanze abbia sviluppato una scoperta di tale portata.

VITA DI FREUD
Nasce a Freiberg, in Moravia, nel 1856, da genitori ebrei, che si trasferiscono a Vienna nel 1860. Laureatosi in medicina, intraprende studi di anatomia del sistema nervoso, lavorando nel laboratorio neurofisiologico di Brucke. Nel 1822 per ragioni economiche costretto ad abbandonare la ricerca scientifica e ad intraprendere la professione medica, dedicandosi alla psichiatria. Nel 1855, grazie ad una borsa di studio, si reca a Parigi, dove Jean Martin Charcot stava studiando i fenomeni isterici. Nel 1889 passa un breve periodo a Nancy, dove i procedimenti dellipnosi venivano praticati e studiati da unaltra scuola, quella di Ambroise Libeault e dal suo discepolo Hippolyte Bernheim, allora in aspra contrapposizione a Charcot. Tornato a Vienna in virt di successive ricerche sullisteria, condotte in collaborazione con Joseph Breuer, perviene alla scoperta dellinconscio e quindi alla fondazione della teoria psicoanalitica. Il sia pur lento e contrastato successo delle sue teorie fa s che nel 1910 nasca, a Norimberga, la Societ internazionale di Psicoanalisi. Nel 1933 i nazisti, a Berlino, bruciano le opere dellebreo Freud. Nel 1938 lascia Vienna e si reca come esule a Londra, ove muore nel 1939.

PERSECUZIONE: LA CENSURA NAZISTA


A proposito di questi ultimi episodi che segnarono profondamente la vita del filosofo, i motivi interessante per i quali

analizzare

nellideologia nazista, unopera come quella di un importante psicoanalista non potesse essere accettata in nessun modo dal regime. Il 25 Aprile 1935 Goebbels assunse la suprema autorit di censura. Tenere segreti i nomi degli autori e dei libri vietati rispondeva a precisi disegni politici e culturali. I singoli librai e bibliotecari, ma anche i privati cittadini, erano obbligati ad esercitare in prima persona la censura. Molti di loro esclusero dai propri cataloghi alcuni autori secondo il proprio arbitrio per paura di ripercussioni. L8 maggio 1933 fu pubblicato sul Volkischer Beobachter, famoso giornale nazista, un elenco delle motivazioni per le quali venivano bruciati i libri. Secondo il giornale bisognava respingere le opere dei teorici del marxismo, di coloro che esaltavano la Repubblica di Weimar, di coloro che attaccavano i fondamenti della morale e della religione, di autori pacifisti, in particolare degli scrittori critici nei confronti della Prima Guerra Mondiale o nei confronti del valore militare tedesco, di autori che erano espressione dellespansione della societ urbana.

A queste categorie molto ampie si aggiungevano poi i romanzieri di sinistra che criticavano la societ borghese, gli autori comunisti, gli autori di satira contro la borghesia, giornalisti oppositori del regime, scienziati antinazisti, fra cui Albert Einstein. I motivi della persecuzione delle opere del padre della psicoanalisi non si limitano al fatto che Freud era di origine ebraica: la condanna delle sue opere si riferisce alla

sopravvalutazione della vita sessuale. La sessualit viene percepita come un pericolo in quanto aspetto irrazionale del comportamento umano. Il sesso era considerato dai nazisti solo nella dimensione fisica, come mezzo per dar vita ad individui puri. Infatti una delle prime misure antisemite prese in Germania e anche in Italia fu vietare i matrimoni e i rapporti tra arianie componenti di razze inferiori. I nazisti sciolsero la societ viennese della psicoanalisi, la casa di Freud fu pi volte perquisita dai soldati nazisti. Gli amici e i conoscenti insistettero affinch Freud lasciasse Vienna per lInghilterra. Fu Mussolini a persuadere Hitler a non attaccare direttamente e lasciar fuggire un personaggio cos famoso in tutto il mondo. Per ottenere il permesso per lasciare lAustria Freud fu costretto a firmare una dichiarazione in cui affermava di essere stato trattato con grande rispetto dalle autorit tedesche. Ironicamente Freud aggiunse la frase: Posso vivamente raccomandare la Gestapo a chicchessia!. Il 4 giugno 1938 Freud, con la moglie e i figli part per Londra anche se, vecchio e malato, avrebbe preferito rimanere a Vienna e

trascorrervi gli ultimi anni di vita. I familiari che rimasero, le quattro anziane sorelle,

furono deportate nei campi di concentramento di Auschwitz e Theresienstadt. Il 10 novembre 1938 Freud annot nel proprio diario: Pogrom in Germania: vandalismo e brutalit segnano linizio della persecuzione con la Notte dei Cristalli. Lo scienziato mor meno di un anno pi tardi senza conoscere il destino del suo popolo.

IL

CONCETTO

DI

RIPRODUZIONE

DEI

PROCESSI

PSICHICI NELLOPERA DARTE

La tesi che Freud sviluppa piuttosto semplice: luomo portato naturalmente a seguire la ricerca del piacere ed il soddisfacimento delle sue pulsioni libidiche, ma essendo un animale sociale, e dovendo vivere allinterno di una comunit, non pu manifestare e concretizzare queste pulsioni. Vivere in societ vuol dire accettare delle regole che consentano una convivenza appunto civile, e dei comportamenti che essendo propedeutici alla serenit della vita collettiva, non prevedono il soddisfacimento delle pulsioni primarie delluomo. Freud chiarisce questo concetto ne Il poeta e la fantasia (1907) quando classifica le fantasie degli adulti in due tipi fondamentali di desiderio: i desideri ambiziosi e quelli erotici. I primi tipicamente maschili, i secondi femminili. Ma spesso essi sono intrecciati: fantasie di compiere azioni grandiose ed eroiche per ottenere lamore della dama. Si tratta di desideri che vanno nascosti in quanto alla donna ben educata viene riconosciuta in genere solo una minima parte dei suoi bisogni sessuali, e il giovane uomo deve imparare a reprimere leccesso di quella presunzione che retaggio dei vezzeggiamenti infantili, se vuole inserirsi nella societ tanto ricca di individui similmente presuntuosi. Sostanzialmente luomo deve autodisciplinarsi, la ricerca spasmodica del piacere continuamente repressa e lo sfogo di questa repressione strettamente legato

allespressione artistica, in particolare alla letteratura, di cui Freud era un grande appassionato: sentiva unaffinit tra s e gli scrittori e intuiva la facilit con cui questi raggiungevano quelle percezioni che a lui personalmente erano costate tanto. Probabilmente noi e lui (gli psicoanalisti e il poeta) attingiamo alle stesse fonti, lavoriamo sopra lo stesso oggetto, ciascuno di noi con un metodo diverso e la coincidenza dei risultati sembra costituire una garanzia che abbiamo entrambi lavorato in modo corretto. Il nostro procedimento consiste nellosservazione cosciente di processi psichici abnormi (). Il poeta certo procede in modo diverso: rivolge la propria attenzione allinconscio nella propria psiche, spia le sue possibilit di sviluppo e ne da una espressione artistica, in luogo di esprimerle con una critica cosciente. Cos egli sperimenta in noi quanto noi apprendiamo da altri e cio le leggi a cui deve sottostare lattivit dellinconscio; ma non ha bisogno di enunciare queste leggi e neppure di riconoscerle chiaramente poich la sua intelligenza critica non vi si ribella, esse si trovano contenute e incorporate nelle sue creazioni.

In sostanza lintuizione di Freud parte dallanalisi del meccanismo utilizzato dal poeta nel momento della creazione artistica: egli esprime attraverso il suo talento, artistico o letterario, ci che lo psicanalista tenta di estrapolare dalla psiche del paziente attraverso la seduta terapeutica. Entrambi procedono secondo lo stesso metodo ma utilizzano linguaggi differenti: lanalisi della psiche implicita nel linguaggio artistico, esplicita in quello psicoanalitico. La differenza nel linguaggio trova la sua coerente giustificazione nei differenti obiettivi delle due discipline: infatti la psicoanalisi come scienza si propone di esplicitare e chiarire al suo specifico pubblico i meccanismi della psiche, lartista, attraverso questo stesso metodo che resta implicito (e in molti casi anche inconscio), trasmette la sua percezione della realt al lettore. Il fine delluno costituisce il mezzo dellaltro. Freud convinto che la letteratura, la filosofia, larte in generale rappresentino naturalmente una valvola di sfogo di tali pulsioni, che vengono estrapolate dallinconscio per essere tradotte in espressioni di forma diversa, concettualmente comprensibili da tutti gli uomini. In pratica il letterato applica su se stesso una forma naturale di psicoterapia che riporta in superficie, in forma diversa, ci che ha rimosso. Infatti lo scrittore naturalmente analizza i processi pi profondi della psiche utilizzando il suo talento per descriverli, una sorta di analisi naturale dei propri processi psicologici che hanno forse un valore terapeutico per lo scrittore. In sostanza un lavoro naturale, che viene praticato dalla psiche del poeta e del letterato, e che svolge la funzione di far convivere pacificamente linconscio delluomo (che vorrebbe il soddisfacimento delle proprie pulsioni e dei propri desideri) con la realt, nella quali tali pulsioni e desideri, non sarebbero accettabili. Freud ha avuto un rapporto intenso con la letteratura nei confronti della quale aveva una particolare predilezione anche in virt della sua ipotesi secondo la quale in letteratura gli impulsi naturali delluomo vengono riportati alla luce senza necessit di terapie. Freud si sente soprattutto una sorta di matematico che riuscito ad estrapolare la regola, la funzione, la formula con le quali la psiche attua questo processo di parziale annullamento del processo di rimozione delle pulsioni e dei desideri.

E con Linterpretazione dei sogni che Freud apre la via alla conoscenza di quel continente sommerso che il nostro inconscio; ma la scoperta dellinconscio non di Freud, come egli stesso riconosce: i poeti ed i filosofi hanno scoperto linconscio prima di me; quel che ho scoperto io il metodo scientifico che consente lo studio dellinconscio (Discorso in occasione del suo 70 compleanno, cit. in R.Bodei, Letteratura e psicoanalisi, Zanichelli, Bologna 1982, pag. 3) . E quindi ovvio che la psicoanalisi si rivolga alla letteratura, che come un archivio ancora in gran parte inesplorato, della psiche umana e della realt che in essa si riflette: poeti e artisti hanno sia pure sistematicamente scandagliato lanimo umano pi in profondit di quanto abbiano fatto finora gli psicoanalisti. Scrittori, poeti ed artisti infatti esprimono ci che stato rimosso nellanimo umano, cio desideri e pulsioni libidiche che minacciano la stessa societ (Il disagio della civilt); lo esprimono per attraverso la creazione artistica, cio in forme socialmente accettabili. In questo modo lopera darte, alimentando immagini di desiderio e allentando la tensione provocata dalla continua rimozione imposta dalla civilt alla soddisfazione delle pulsioni, sancisce ufficialmente una periodica rivincita della fantasia e del principio del piacere contro il principio della realt (Bodei, Letteratura e psicoanalisi, c p.6) Per lo stesso artista, come scrive Freud ne Il poeta e la fantasia, larte diventa una compensazione alla sua vita tra i disagi che la societ gli impone. Ma vi di pi. Lanalisi naturale (ed anchessa inconscia), attraverso la quale il poeta o il filosofo scava il suo inconscio, gli permette di riportarlo alla luce in modo criptato, attraverso lutilizzo della fantasia e dei simboli, che a loro volta vengono compresi dai lettori delle sue opere, su due livelli. Quello meno profondo della comprensione del testo, e quello pi profondo della immedesimazione, attraverso la quale anchessi compiono una sorta di autoanalisi. Le pulsioni libidiche e la ricerca del piacere vengono perci esorcizzate dal genere umano attraverso la lettura, o attraverso la comprensione di unopera darte, e vengono cos mantenute a livello pi profondo, senza che vi sia il pericolo che vengano riportate al livello conscio, e conseguentemente concretizzate. Una sorta di cibo per lanima che consente al genere umano di mantenere al minimo le nefaste conseguenze della liberazione delle pulsioni naturali delluomo, che porterebbero

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alla distruzione del vivere sociale e contemporaneamente una terapia per la psiche degli uomini che altrimenti vivrebbero soffocati dallinsoddisfazione continua delle proprie pulsioni e dei propri desideri.

GIACOMO LEOPARDI: LETTERATURA COME SUBLIMAZIONE DEL DESIDERIO


Il concetto di costante ma insoddisfatta ricerca del piacere non certamente nuovo nellambito della letteratura. Fu proprio Giacomo Leopardi, illustre poeta e scrittore recanatese, il primo a riflettere su questa componente dellanimo umano. A questo punto il parallelo fra lintuizione leopardiana e freudiana evidente: entrambi ragionano sullo stesso problema proponendo soluzioni e apportando motivazioni differenti per i diversi campi e circostanze culturali in cui si mossero. Freud, psicoanalista del primo Novecento, forn una teoria di stampo scientifico, Leopardi, scrittore e poeta del primo 800, dette una lettura di stampo filosofico esistenziale. Negli appunti dello Zibaldone, celebre opera costituita da sette quaderni di oltre quattromilacinquecento pagine, fitte di appunti, abbozzi, osservazioni varie disposte alla rinfusa e non destinate alla pubblicazione, Leopardi sviluppa, attraverso progressivi aggiustamenti, la sua teoria del piacere, che poi strettamente legata a quella del pessimismo storico: luomo strutturalmente infelice perch portato per natura a ricercare incessantemente una fonte di piacere. Tale desiderio nellanimo umano costante e sempre presente ma impossibile da soddisfare poich luomo aspira ad un piacere infinito e deve quindi inevitabilmente scontrarsi con il carattere circoscritto e occasionale dei piaceri terreni e concreti, non trovando cos quella bramata sensazione di totale soddisfacimento. Risulta dunque evidente che, pur partendo dalle stessa premessa, cio limpossibilit di soddisfare in maniera illimitata ogni desiderio di piacere insito nellanimo umano, i due intellettuali identificano il limite a questa realizzazione in fattori differenti: da un lato Freud, in qualit di psicanalista, afferma che il limite costituito da unesigenza sociale di rapporti civili mentre la fonte di tali desideri, che definisce come sappiamo pulsioni, deriva principalmente dalla sfera sessuale; dallaltro lato Leopardi identifica il limite alla

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realizzazione dei desideri con la finitezza della realt rispetto allinfinit dellanima e la fonte della sofferenza sta nellinconciliabile conflitto fra questa finitezza e linfinit del desiderio. Il poeta recanatese spiega questo concetto nello Zibaldone attraverso un esempio: se tu desideri un cavallo ti pare di desiderarlo come cavallo e come un tal piacere, ma in fatti lo desideri come un piacere astratto e illimitato. Quando giungi a possedere il cavallo, trovi un piacere necessariamente circoscritto e senti un vuoto nellanima perch quel desiderio che tu avevi effettivamente non resta pago []. E perci tutti i piaceri debbono esser misti di dispiacere, come proviamo, perch lanima nellottenerli cerca avidamente quello che non pu trovare, cio una infinit di piacere, ossia la soddisfazione di un desiderio illimitato. Da questi concetti deriva quella che per Leopardi linfelicit strutturale delluomo, per Freud lo sfogo nevrotico delle pulsioni a causa della repressione delle stesse. Entrambi gli autori per sembrano avere un aspetto in comune non indifferente: il ruolo della letteratura. Come abbiamo gi osservato dalle teorie di Freud emerge il ruolo della letteratura come sfogo delle pulsioni represse attraverso la loro sublimazione, ma il concetto che esprime Leopardi (ovviamente in ambito filosofico) segue lo stesso principio: esiste una facolt umana, limmaginazione, che consente alluomo di concepire mentalmente quel piacere infinito che la realt gli nega. Ma non dimentichiamoci che siamo in pieno periodo romantico e limmaginazione sta quindi alla base dellatto creativo. Anche per Leopardi dunque la letteratura ha una funzione per cos dire di evasione dalle costrizioni del mondo reale. Con queste premesse il ruolo del poeta diventa inevitabilmente fondamentale: egli deve essere capace di evocare attraverso larte della scrittura quellinfinito piacere di cui luomo non trova riscontro nella realt. La soluzione letteraria dellautore recanatese consiste nella poetica dellindefinito: il soddisfacimento di

unincessante ricerca del piacere pu essere garantito soltanto da sensazione incomplete, come la percezione di una luce di cui non si conosce la fonte, o di una melodia di cui non si in grado di rintracciare la provenienza. Per questo Leopardi fa una distinzione fra termini e parole, definendo i primi vocaboli tipici del linguaggio scientifico, che forniscono quindi una definizione precisa delloggetto, le seconde invece vocaboli del linguaggio poetico, poeticissime, come le definisce, perch evocano nel lettore

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unimmagine vaga delloggetto e proprio da questa sensazione di indefinitezza si genera il piacere. Forse non un caso che una componente fondamentale della teoria leopardiana del piacere coinvolga anche la tematica del ricordo e dellinfanzia: osservate che forse la massima parte delle immagini e delle sensazioni indefinite che noi proviamo pure dopo la fanciullezza e nel resto della vita, non sono altro che rimembranza della fanciullezza. [] La rimembranza essenziale e principale nel sentimento poetico, non per altro se non perch il presente, qual chegli sia, non pu esser poetico; e il poetico, in uno o in altro modo, si trova sempre consistere nel lontano, nellindefinito, nel vago. Dagli appunti dello Zibaldone emerge quindi che linfanzia sia una componente fondamentale dellesperienza umana proprio perch le situazioni presenti assumono una sfumatura di indefinita familiarit quando sono associate ad un ricordo infantile che, proprio perch lontano nel tempo e quindi estremamente vago, evoca la sensazione di piacere. Riassumendo, attraverso la distinzione fra termini e parole, lindefinitezza di certe sensazioni uditive o visive, linfluenza dellinfanzia e del ricordo, il poeta in grado di evocare nel lettore una sensazione di totale soddisfacimento del suo infinito desiderio di piacere, dando alla letteratura una simile funzione sublimatrice che Freud avrebbe ad essa attribuito poco meno di un secolo dopo. Egli era assolutamente incantato dallintuizione dei poeti: ci consentito trarre un sospiro di sollievo vedendo che ai singoli uomini dato ricavare senza una vera fatica, dal vortice dei propri sentimenti, le pi profonde intuizioni mentre a noialtri non resta che farci strada a tastoni senza posa in tormentosa incertezza verso la medesima verit Ed ancora: su noi profani ha esercitato una straordinaria attrazione il problema dei sapere donde quella personalit ben strana che il poeta tragga la propria materia, e come egli riesca ad avvincerci, suscitando in noi commozioni di cui forse non ci saremmo mai creduti capaci.

INTERPRETAZIONE GRECA

PSICANALITICA

DELLA

TRAGEDIA

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Fu proprio Goethe a dare il via ad un possibile collegamento fra psicoanalisi e tragedia greca, attraverso la stessa definizione di questultima: Ogni tragicit fondata su un conflitto inconciliabile e se interviene o diventa possibile una conciliazione il tragico scompare. La tragedia un esempio di come si pu prendere coscienza di tale conflitto e di come, attraverso la forma artistica, si possa esorcizzare il sentimento della frustrazione. Oggettivare, proiettare fuori di s larcano, rende pi accettabile limpotenza che diventa non pi limpotenza delluomo, ma caratteristica del vivere umano. La funzione attribuita allo spettacolo del teatro presso gli antichi greci indicativa di come naturalmente le antiche civilt ricorressero a quanto era in loro potere per mantenere un equilibrio psicologico nella polis. La tragedia greca da intendersi come un fenomeno collettivo, religioso e catartico, quasi un prototipo di gruppo terapeutico. Gli spettatori riuniti nel recinto sacro di Dioniso, sulle pendici dellAcropoli, partecipavano ad un rito e di questa funzione erano consapevoli quanto gli autori e gli attori. Il teatro tragico costituiva un triplice fenomeno: religioso, in quanto aveva luogo nel contesto delle celebrazioni festive in onore di Dioniso. Cos i greci non sentivano soltanto di assistere ad uno spettacolo, ma anche di partecipare ad un rito. Gli stessi argomenti delle tragedie costituiscono unindagine sulla problematica natura della divinit e sono quindi strettamente collegate alla storia sacra del popolo greco; politico, poich la struttura della tragedia rispecchiava lassetto democratico della polis grazie allinterrelazione dei piani in cui agiscono leroe e il coro, ossia lindividuo e la comunit; agonico, in quanto la rappresentazione teatrale costituiva un concorso tra gli autori delle opere rappresentate: un collegio di giudici scelto fra i cittadini stabiliva una graduatoria in base alla quale si assegnavano i premi.

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Euripide: Le Baccanti
Oltre a ricalcare limpianto della funzione terapeutica della psicoanalisi, la tragedia greca sembra, in certi aspetti, anticipare alcune delle fondamentali teorie psicoanalitiche, costituendo uno dei tanti tasselli che Freud avrebbe messo insieme per far salire in superficie quel fondo delliceberg che per luomo era fino ad allora sconosciuto. Lesempio che sembra pi appropriato quello delle Baccanti ultima opera del

tragediografo Euripide rappresentata postuma nel 406. E interessante analizzare come Euripide sembri aver anticipato la teoria freudiana dei desideri repressi che, in questopera, riaffiorano tragicamente, grazie allastuto inganno di Dioniso. Penteo rappresenta lintegrit morale, il modello di re a cui fa riferimento lintera citta di Tebe: lincarnazione dello spirito Apollineo, parlando in termini nietzschiani. Nelle prime Battute della tragedia Penteo si rivolge a Dioniso in termini violenti vattene a baccheggiare e non contaminarmi con il tuo delirio! e lo stesso coro gli associa il carattere di empia tracotanza. Ma ci che il re tebano sembra integralmente rifiutare in realt, nel suo inconscio, costituisce il suo grande desiderio represso. Tale repressione giustificata in questo contesto, dal ruolo che Penteo sa di ricoprire, dalla volont di dimostrare di aver ereditato una regale moralit, dalla preoccupazione verso il giudizio del proprio popolo. Dioniso, in realt, non fa altro che insinuarsi nellinconscio di Penteo, come una sorta di psicoanalista, inducendo questa sua componente repressa ad affiorare in superficie, annullando quel dominio morale che costituiva soltanto una compensazione al desiderio represso. Il Dio non costringe Penteo con la forza: quasi fosse consapevole delle teorie dellinconscio, si limita ad alimentare un istinto che in Penteo era gi presente.

PENTEO E che forma hanno per te questi rituali? DIONISO Non possono essere rivelati a chi non sia iniziato. PENTEO E recano qualche vantaggio a chi li celebra? DIONISO A te non lecito sentirne parlare, ma meritano di essere conosciuti.

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PENTEO Bellartificio per farmi venir voglia di ascoltarlo. DIONISO I rituali del dio detestano i sacrileghi. PENTEO Sostieni di aver visto chiaramente il dio: comera? DIONISO Come voleva: non stava certo a me deciderlo. PENTEO Hai schivato bene ancora una volta e senza rispondermi.

Penteo passa cos dal definire i riti bacchici sofismi

depravati e dal rinchiudere in

prigione Dioniso stesso, a fare di questultimo la sua unica guida. In sole 17 battute il re trasforma radicalmente il suo giudizio del rito: inizialmente lo definisce fiamma che divampa con la violenza tracotante delle baccanti, in seguito, alla domanda di Dioniso, che gli chiede se avesse voluto vedere le baccanti, radunate sui monti, risponde: certo, e sarei disposto a pagare questa possibilit a peso doro

PENTEO Allora ci andr allo scoperto, mi hai detto giusto. DIONISO Devo farti da guida? Ti metterai in cammino? PENTEO Portatici subito, non stiamo a perder tempo. DIONISO Allora metti una veste di bisso. PENTEO Che cosa vuol dire? Devo vestirmi da donna da uomo che sono? DIONISO Per evitare che ti uccidano, se si accorgono che sei un uomo. PENTEO Ben detto anche questo. da un pezzo che ti riveli astuto. DIONISO Mi ha istruito Dioniso. PENTEO E come si possono mettere in pratica questi tuoi bei suggerimenti? DIONISO Ti vestir io. Entriamo. PENTEO Con che vestito? Da donna? Ho vergogna. DIONISO Non hai pi voglia di osservare le menadi? PENTEO Che abito decidi di volermi far indossare? DIONISO Ti metter sulla testa una chioma fluente. PENTEO E che cosaltro mi farai mettere? DIONISO Un peplo che ti arriva fino ai piedi e un turbante sulla testa. PENTEO E mi metterai addosso anche qualcosaltro? DIONISO un tirso in mano e una pelle screziata di cerbiatto.

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In questo episodio il riaffiorare del desiderio represso porta Penteo a mettersi letteralmente in ridicolo. In tal modo Dioniso raggiunge il suo obiettivo: voglio che diventi lo zimbello dei Tebani Poco prima di mettersi in cammino Penteo arriva addirittura ad affidarsi totalmente a Dioniso, con la compiaciuta soddisfazione dello stesso: vedo con piacere che hai cambiato idea (). Prima la tua mente era malata, adesso come deve essere. Con questultima affermazione Dioniso si riallaccia allopinione di Freud riguardo la repressione: lo scienziato infatti convinto che la societ moderna, industriale, porter ad una progressiva degenerazione delluomo che si evolver

parallelamente ad un sempre maggior controllo da parte della societ degli impulsi umani. Questi verranno inevitabilmente compensati con sfoghi tanto pi violenti quanto pi coercitiva stata la repressione. E in questi termini che Freud spiega il meccanismo della guerra, come violento sfogo di compensazione ad impulsi repressi con limposizione. E una visione tragica che per si dimostra antiparallela rispetto allipotetica anticipazione euripidea: nelle baccanti infatti la repressione degli istinti come contenimento garantisce una spiritualit apollinea che si rispecchia nellintegrit morale, mentre lo sfogo di tali pulsioni conduce inesorabilmente alla tragedia, di cui Penteo, con la sua fine, costituisce un pregnante esempio. Bisogna comunque tenere presente linflusso sofistico che caratterizza il teatro di Euripide: tale influsso coincide, secondo Nietzsche, con la morte della tragedia causata proprio dalla prevalenza dellapollineo sul dionisiaco, della ragione sullistinto.

LINFLUENZA DELLA PSICANALISI: LA PITTURA DEL PRIMO 900


Mentre per quanto riguarda il simbolismo bisogna considerare il problema dellanacronismo storico, altre correnti appunto successive alla scoperta della psicoanalisi, tentano di dare forma al continente sommerso dellinconscio. In letteratura lespressione che fu utilizzata (in particolare da Joice, Eliot o Svevo) lo stream of consciousness (flusso di pensieri) sviluppato attraverso la tecnica letteraria del monologo interiore. In arte invece, e pi

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nello specifico in pittura, la corrente che si propone di rappresentare sulla tela i processi dellinconscio il surrealismo. Infatti con questa corrente che, grazie anche alla diffusione delle ricerche

psicoanalitiche di Freud, il sogno e l'onirico entrano nell'universo costitutivo dell'arte non come fantasie allegoriche o stravaganti (tipiche del passato), ma come diretta espressione dell'inconscio portato cos alla luce dalla profondit dell'io. L'interiorit dell'animo umano esplorata nel corso della storia dell'arte soprattutto a partire dal Romanticismo, quando artisti come Turner, Friedrich e Gericault si addentrano in questa dimensione della realt umana sempre esistita ma di cui non si avuta per lungo tempo coscienza precisa. I romantici continuano per a rapportare lo sguardo verso il profondo con il mondo esteriore, proiettandolo cio nell'aspetto della natura. E' nel corso del XX secolo che si assiste alla creazione di forme atte a rappresentare la parte oscura della coscienza, quell'inconscio ampiamente teorizzato nello stesso periodo da Sigmund Freud, padre della psicoanalisi.

Un

primo

approccio

alla

dimensione

psicologica va rintracciato nellopera di Paul Czanne, il cui obiettivo artistico proprio quello di RECUPERARE ATTRAVERSO LA MEMORIA SITUAZIONI PSICOLOGICHE SIMILI NON NEL MA LUOGO O NEL

SOGGETTO,

NEL

SENTIMENTO

DELLA CIRCOSTANZA. Ne un esempio lopera Giocatori di carte, del 1893-96, nella quale, grazie al linguaggio geometrico utilizzato dallautore, losservatore i grado di percepire la diversa tensione psicologica di entrambi i soggetti. Lapporto di Czanne in relazione alla rivoluzione psicanalitica resta comunque anacronistico.

Spetta invece al movimento surrealista, riunito attorno alle idee di Andr Breton, il compito di fornire immagini fortemente suggestive in grado di fissare sulla tela i dettami

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imposti da quell'interiorit che scaturisce manifestandosi allo stesso modo nell'arte come nel sogno.

Il precursore del surrealismo pu essere considerato Giorgio de Chirico, con la sua particolare opera del 1916 le Muse inquietanti. Con i simbolisti de Chirico ha in comune il tentativo di svelare il rapporto fra uomo e realt senza far ricorso a strumenti scientifici. La sua arte infatti soggettiva, priva di alcun senso logico: crea degli accostamenti casuali (assimilabili al concetto delle corrispondenze di Baudelaire) che

trasmettono il non-senso: la sua pittura un invito a riflettere sullillogicit, tipica del mondo dellinconscio. Da de Chirico in in poi chiave i surrealisti creativa tentano del la

rielaborazione

pensiero

psicoanalitico.La psicoanalisi, nel suo compito di liberazione e svelamento delle forze occulte dell'inconscio, dei tab e delle costrizioni che la coscienza troppo rigida impone alla personalit, d l'impulso principale al progetto surrealista di rifondazione dei veri aspetti dell'esistenza umana, proprio a partire da UN ATTO DI LIBERAZIONE DA QUALUNQUE CONSAPEVOLEZZA RAZIONALE E CULTURALE CHE NON PERMETTA IL LIBERO ACCESSO E L'IMMEDIATA TRASPOSIZIONE DELLA FANTASIA SULLA MANO CHE GUIDA IL REALIZZARSI DELL'OPERA D'ARTE. I surrealisti infatti inizialmente tentano di assumere a metodo il concetto di automatismo psichico; ci avviene soprattutto attraverso prove di "scrittura automatica" con la quale si intende l'operare dell'artista che procede secondo un'immediata corrispondenza tra inconscio ed azione pittorica. Il principio di casualit, il fotomontaggio, la

decontestualizzazione degli oggetti quotidiani e laccostamento incongruo di figure prive di connessioni logiche vengono utilizzate per produrre quelleffetto di spaesamento, descritto da Freud riguardo i meccanismi del sogno, e di shock percettivo considerato indispensabile per accedere appunto alla surrealt e favorire lemergere dellinconscio.

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All'interno del Surrealismo assume rilievo l'opera di Ren Magritte, nato a Lessines, Belgio, nel 1898, e figlio di un mercante. Da giovane si trasferisce pi volte con la famiglia: nel 1910, all'et di 12 anni, si stabilisce a Chtelet, dove sua madre Adeline due anni dopo, nel 1912, muore gettandosi nel fiume Sambre; fu ritrovata annegata, con la testa avvolta dalla camicia da notte: questo fatto rimase particolarmente impresso in alcuni dipinti.

Probabilmente lartista, dopo aver appreso alcune teorie di Freud relative alla rimozione, tent di sublimare attraverso la pittura questa esperienza

traumatica che segn profondamente la sua infanzia. Nel 1926 si avvicina al gruppo

surrealista e inizia la realizzazione di opere che racchiudono al loro interno le immagini pi familiari, accostate per imprevedibilmente e trasformate in modo da stravolgere l'idea che si ha di esse e delle relazioni che normalmente suggeriscono, facendo cos cadere ogni barriera e ogni rapporto negli usuali schemi mentali che classificano interno ed esterno, contenitore e contenuto, oggetto e nome che lo designa. E' a partire da Magritte che l'arte inizia a coincidere con il

processo riflessivo su se stessa, che trover altre soluzioni in anni a venire: l'artista non solo continuer a interrogarsi sui fondamentali quesiti dell'essere, ma anche sul senso stesso delle sue interrogazioni.

Un

altro

grande

rappresentante

della

corrente

surrealista fu Salvator Dal, stravagante pittore della Catalogna, dotato di una grande immaginazione ma con il vezzo di assumere atteggiamenti stravaganti per

attirare l'attenzione su di s. Tale comportamento ha talvolta irritato coloro che hanno amato la sua arte tanto quanto ha infastidito i suoi detrattori, in quanto i

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suoi modi eccentrici hanno in alcuni casi catturato l'attenzione del pubblico pi delle sue opere. Il rapporto fra Dal e la psicanalisi segnato dallesperienza terapeutica a cui si sottopose lo stesso artista, in cura presso lo stesso Freud. La sua opera pi celebre forse La persistenza della memoria (vedi immagine in copertina), del 1931. In questopera Dal riesce a sintetizzare le principali innovazioni introdotte dai maggiori intellettuali del primo 900: ritroviamo infatti: la teoria di Breton sugli oggetti a funzionamento simbolico secondo cui gli oggetti pi comuni e banali, defunzionalizzati, decontestualizzati o manipolati nelle loro caratteristiche strutturali, materiali o proporzionali, producono unironia capace di stimolare le facolt percettive e visionarie dellosservatore; la teoria della durata di Bergson, strettamente legata ancora una volta al mondo dellinconscio, nel quale presente, passato e futuro coesistono e i processi psichici non avvengono secondo un ordine cronologico. Il gruppo surrealista ha influenza su alcune spiccate individualit artistiche del Novecento come Picasso che, pur non aderendo mai esplicitamente al movimento, ha, da questo, tratto spunti significativi per i suoi dipinti, specialmente degli anni Trenta, a conferma dell'importanza rivestita dalla diffusione di una poetica fortemente innovativa in quanto strettamente legata all'esplorazione dell'inconscio, sede privilegiata di ogni intuizione artistica.

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