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Lavorazioni per asportazione
di truciolo
Corso dellA.A. 2005-2006
Universit degli Studi di Trieste
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Docente di riferimento
Ing. Nicola Scuor
DMRN
Dip. dei Materiali e delle Risorse Naturali
Universit di Trieste
nscuor@units.it
Phone: +39 040 5583449
2
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Materiale del corso
Il materiale relativo al corso pu essere scaricato dal
seguente sito ftp:
ftp://dimca20.units.it
Username: studenti
Password: dispense
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Introduzione
Generalit
Processo di taglio
Nel processo di taglio un utensile, dotato di un moto relativo rispetto ad
un pezzo generato da una macchina utensile, ne asporta uno strato
superficiale mediante un processo di deformazione plastica. Ne risulta
una nuova superficie avente le caratteristiche richieste ed espresse sul
disegno del pezzo.
Forze agenti
Utensile
Pezzo
Sovrametallo
Truciolo
Superficie lavorata
Sviluppo di calore
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Introduzione
Gli elementi fondamentali del processo di taglio sono i seguenti:
Pezzo in lavorazione: generalmente un grezzo di fusione o un
semilavorato laminato.
Macchina utensile: genera i moti relativi pezzo-utensile e le forze
necessarie per lazione di taglio.
Utensile: di opportuna geometria e durezza, esegue lazione di taglio
vera e propria mediante un processo di deformazione plastica.
Attrezzatura: serie di dispositivi mediante i quali il pezzo viene fissato
alla macchina utensile; il loro scopo anche quello di ricevere e reagire
alle forze di taglio e fare in modo che il pezzo non si muova o si deformi
durante la lavorazione.
La lavorazione viene effettuata a temperatura ambiente, tuttavia il calore
generato a causa della deformazione plastica e dei fenomeni dattrito
innalza la temperatura di truciolo, utensile e pezzo.
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Taglio ortogonale
Meccanica della formazione del truciolo
Il taglio ortogonale
Per studiare la meccanica di formazione del truciolo conveniente
riferirsi al caso particolarmente semplice di taglio ortogonale, ovvero
quello in cui il tagliente rettilineo, parallelo alla superficie in lavorazione
ed orientato perpendicolarmente alla direzione di avanzamento. In
questo caso (ipotesi):
9Lo spessore del truciolo costante.
9Non si ha deformazione in direzione della larghezza del taglio.
9Le deformazioni del materiale in lavorazione sono identiche in piani
paralleli tra loro.
9Non sono presenti componenti di forza perpendicolari al piano
contenente lasse lutensile e la direzione di avanzamento.
Lo studio dei fenomeni pu essere perci ricondotto ad un caso
bidimensionale.
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Taglio ortogonale
Il tipo di lavorazione ipotizzato nella pratica risulta essere molto raro. Una
buona approssimazione si ha, ad esempio, nelle lavorazioni di piallatura,
operando con un utensile il cui tagliente sia perpendicolare alla velocit
di taglio.
Rappresentazione schematica
della lavorazione di piallatura
Moto di taglio
Sovrametallo
Pezzo in lavorazione
Utensile
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Taglio ortogonale
Geometria
Nella figura seguente riportata la geometria e la nomenclatura delle
dimensioni e degli angoli caratteristici che verranno utilizzati per la
formulazione dei modelli:
s
s
1


O
B
C
A

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Taglio ortogonale
Definizioni
Definiamo un parametro importante per lo studio della formazione del
truciolo, il rapporto di taglio:
Il suo reciproco, 1/c, detto fattore di ricalcamento del truciolo.
La conservazione del volume (e quindi della massa) del materiale prima
e dopo il taglio pu venire espressa nel modo seguente:
l,l
1
: larghezza del truciolo prima e dopo il distacco dal pezzo
L,L
1
: lunghezza del truciolo prima e dopo il distacco dal pezzo
Poich, per ipotesi, l=l1, si ha lespressione equivalente:
1
s
s
c =
1 1 1
L l s L l s =
1 1
L s L s =
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Taglio ortogonale
E possibile scrivere allora:
Si osservi che, per valutare c, essendo noto s, e non potendo misurare
con sufficiente affidabilit s
1
, si ricorre ad un metodo indiretto che fa uso
della seguente espressione:
M il peso del truciolo prodotto, valutabile mediante una semplice
bilancia, e la densit del materiale lavorato.
La faccia dellutensile su cui scorre il truciolo, la cui traccia
rappresentata dal segmento OA detta petto dellutensile.
Langolo detto angolo di spoglia superiore, mentre langolo detto
angolo di scorrimento (o di taglio).
L
L
s
s
c
1
1
= =

=
l L
M
s
1
1
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Taglio ortogonale
Il processo di taglio pu essere schematizzato nel modo seguente:
Il tagliente penetra nello spessore s del materiale in lavorazione.
Le forze di compressione che si generano portano alla deformazione
plastica per scorrimento del materiale lungo il piano OA.
Distacco dello strato metallico sotto lazione dellutensile, con
conseguente formazione del truciolo.
Scorrimento del truciolo lungo il petto dellutensile.
) cos(
) sin(
1


= =
AO
AO
s
s
c
s
s
1


O
B
C
A
K
) cos(
) sin(

= c
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Taglio ortogonale
Si osservi ora che, per quanto detto in precedenza, c pu essere valutato
(anche se con misure indirette), mentre noto dalla geometria
dellutensile. Risulta perci possibile, utilizzando lespressione appena
ricavata, valutare , angolo di taglio:
) sin( 1
) cos(
) (
) ( ) sin( ) ( ) cos(
) sin( ) ( ) cos(
) (
) sin( ) sin( ) cos( ) cos(
) sin(
) cos(
) sin(

=
= +

+

=
=
+

=

=
c
c
tg
tg tg c c
tg
tg
c
Grandezze note o misurabili
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Taglio ortogonale
Per esempio, nel caso in cui =0 e c=1 si ha:
= =
= =


=

=
45
4
1
0 1
1
) sin( 1
) cos(
) (

c
c
c
c
c
tg
45
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Modello di Pijspanen
Modello di formazione del truciolo di Pijspanen
E uno dei modelli pi semplici nel caso di materiali plastici. Se il
materiale lavorato fragile, si ha frattura lungo il piano OA anzich
deformazione plastica ( il caso, ad esempio, delle ghise, di alcuni
bronzi, ecc.).
Le ipotesi del modello di Pijspanen sono le seguenti:
9Taglio ortogonale.
9Stato stazionario.
9La deformazione per scorrimento avviene in corrispondenza del piano
OA.
9La deformazione avviene per scorrimento di blocchi rigidi di materiale
a forma di parallelogramma.
Si osservi che il modello non considera la presenza delle forze dattrito
nella zona di contatto truciolo-petto dellutensile; in effetti il modello di
Pijspanen unelaborazione geometrica del problema di taglio che
prescinde dallimposizione dellequilibrio delle forze agenti (e questa in
effetti una delle sue limitazioni).
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Modello di Pijspanen
Per la descrizione del modello utile fare riferimento alla seguente
geometria:

O
A
N
M
L

x
M
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to
d
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l tru
c
io
lo
M
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-
p
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Blocchi rigidi
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Modello di Pijspanen
Ricordiamo che in una deformazione a taglio si ha:
Nel nostro caso possiamo scrivere il valore della deformazione per
scorrimento come:
s

x
x
s
tg

= = ) (
ML
ctg ML tg ML
ML
NM ON
x
s
s
) ( ) ( +
=
+
=

) ( ) ( + = ctg tg
s

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Modello di Pijspanen
Ne consegue che lo scorrimento funzione di e o, per quanto visto in
precedenza, di e c, cio:
Si osservi che, a parit di s e , pu assumere valori diversi! Per
determinarlo si fa uso, appunto di modelli quale quello di Pijspanen.
) , ( ) , ( c
s s s
= =

(fisso)
s (fisso)
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Modello di Pijspanen
Plottando la funzione
s
vs , parametrizzata in funzione di , si
ottengono i seguenti risultati qualitativi:
D
e
f
o
r
m
a
z
i
o
n
e

s
0 70
=0
=10
=25
10
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Modello di Pijspanen
Si osservi che:
La deformazione
s
aumenta al diminuire dellangolo di spoglia: di
conseguenza aumentano le forze necessarie a provocare tale
deformazione. Di ci bisogner tenere conto nella scelta delle
caratteristiche dellutensile.
Per ogni valore dellangolo di spoglia superiore esiste un angolo tale
che la deformazione minima:
Es.: per =0, si ha =45 (e c=1).
2 4
... 0 ) ( cos ) (
0
) ( cos
1
) (
1
2 2
2 2


+ =
=
=

+

sen
sen
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Modello di Pijspanen
Analisi cinematica
Dette:
v velocit di taglio
v
t
velocit del truciolo sul petto dellutensile
v
s
velocit di scorrimento lungo il piano OA

s
v
v
t
v
s
A
K
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Modello di Pijspanen
Per la conservazione della massa, allo stato stazionario e per le ipotesi
fatte, si pu scrivere:
Dalla figura rappresentante le tre velocit si pu dedurre facilmente
anche che:
Utilizzando questultima espressione possibile valutare la velocit di
deformazione:
Generalmente x dellordine di qualche m, per cui la velocit di
deformazione molto elevata (10
2
10
6
[s
-1
]).
c v
s
s
v v s v s v
t t
= = =
1
1
) cos(
) cos(
) cos(
) cos(



=
)
`

=
=
v v
v AK
v AK
s
s
) cos(
) cos( 1 ) (

=

= =
x
v
x
v
x dt
s d
dt
x s d
dt
d
s s
s

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Modello di Merchant
Modello di formazione del truciolo di Ernst e Merchant
Le ipotesi sono le seguenti:
9Taglio ortogonale.
9Stato stazionario.
9Deformazione plastica per scorrimento lungo il piano OA.
9Coefficiente dattrito pari a 0 nel contatto fianco utensile-pezzo.
9Coefficiente di attrito costante nel contatto petto utensile-truciolo.
Limpostazione del modello prevede:
Limposizione dellequilibrio delle forze agenti sul truciolo, includendo il
contributo delle forze dattrito.
Lapplicazione del principio della minima energia (ovvero: il truciolo si
forma con un meccanismo ovvero con una geometria- tale che lenergia
necessaria sia quella minima possibile).
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Modello di Merchant
Supponiamo di poter trascurare la curvatura del truciolo, ovvero di
considerare nullo il momento flettente agente su di esso. Le forze
applicate al truciolo OADE saranno:
La risultante applicata dal pezzo in lavorazione sul truciolo
La risultante applicata dellutensile sul truciolo
Per quanto detto sopra, tali risultanti si considerano allineate.
Equilibrio:
R+R=0
M=0
M(O)=M(O)+R(O-O)

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Modello di Merchant
In base alla nomenclatura di figura risultano valide le seguenti
uguaglianze:
La forza R la risultante della forza N, perpendicolare al petto
dellutensile e della forza di attrito dinamico data dal contatto truciolo-
utensile in condizioni di moto relativo.
Analogamente, la forza R pu essere considerata la risultante della forza
di scorrimento F
s
, agente sul piano OA, e della forza F
n
, normale a tale
piano.
Per analizzare pi agevolmente il problema, conveniente supporre R
applicata in O e tracciare la circonferenza di diametro R (circonferenza di
Merchant).
n s
F F R
T N R
G G G
G G G
+ =
+ =
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Modello di Merchant
s

A
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F
s
R

T
N
F
n
F
x
F
z

D
E
B
C

Moto relativo
Utensile
Pezzo in lavorazione
G
K
U
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Modello di Merchant
In base alla nomenclatura di figura risultano valide le seguenti
uguaglianze:
Dove F
z
ed F
x
sono rispettivamente le componenti del vettore R in
direzione di taglio ed in direzione perpendicolare a quella di taglio.
Si osservi che F
z
ed F
x
sono grandezze misurabili mediante un opportuno
sistema, ad esempio, di celle di carico applicate al dispositivo
portautensile. Interessa pertanto conoscere i legami:
2 2
x z
F F R + =
) sin(
) cos(
) sin(
) cos(




+ =
+ =
=
=
R F
R F
R F
R F
n
s
x
z
) , ( ) , (
x z n n x z s s
F F F F F F F F = =
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Modello di Merchant
Per trovare i legami cercati, osserviamo che:
Per cui:
Analogamente:
Inoltre si ha:
Poich:
) cos( )) ( ( ) cos( ) ( ) cos( = = = tg F F GK OG OK F
x z s
) sin( ) cos( =
x z s
F F F
) sin( ) cos( + =
z x n
F F F
) sin( ) cos(
) sin( ) cos(
) cos(
) sin(

=
+ =
=
=
x z
z x
F F N
F F T
R N
R T
N
T
tg = = ) (
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Modello di Merchant
Sostituendo le espressioni per T ed N e dividendo numeratore e
denominatore per cos() si ottiene unespressione di m in funzione di
grandezze misurabili:
Per la tensione tangenziale di scorrimento e per quella normale (medie)
si possono scrivere le seguenti espressioni:
) (
) (

tg F F
tg F F
x z
z x

+
=
l
s
F
l
s
F
n
s
s
s

|
|
.
|

\
|

|
|
.
|

\
|

=
) sin(
) sin(

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Modello di Merchant
Sostituendo le espressioni per Fs ed Fn ricavate in precedenza, le
tensioni possono essere espresse in funzione di grandezze misurabili:
In alternativa possono essere scritte le seguenti relazioni:
l s
F F
l s
F F
z x
s
x z
s


=
) ( sin ) cos( ) sin(
) ( sin ) cos( ) sin(
2
2

l s
R
l s
R
s
s

+
=

+
=
) sin( ) sin(
) sin( ) cos(

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Modello di Merchant
Come anticipato, nel modello di Merchant viene applicato il principio della
minima energia. Si osservi che la forza responsabile del lavoro di taglio
F
z
; la potenza di taglio assorbita infatti:
Si tratta quindi di trovare il valore di per il quale F
z
sia minima. Per fare
ci si pu partire dallespressione seguente:
Tale espressione ricavabile per semplice sostituzione a partire dalle
relazioni fondamentali scritte tra le varie componenti delle forze agenti.
Fissato il sistema e la geometria (e quindi e ), si tratta di minimizzare
F
z
rispetto a .
Innanzitutto conviene scrivere esplicitamente la dipendenza di F
s
da ,
ricordando lespressione scritta in precedenza per la tensione
tangenziale.
] [W v F P
z
=
) cos(
) cos(


+

=
s
z
F
F
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Modello di Merchant
Si ha dunque:
A questo punto necessario osservare che
s
il flow stress, cio lo
sforzo necessario per provocare lo scorrimento del materiale: esso
indipendente da ed funzione, per lo pi, della temperatura (ed
eventualmente del grado di incrudimento). In ogni caso, in questo
ragionamento semplificato, verr assunto un valore medio del flow stress
(costante). Pertanto il numeratore dellespressione scritta costante
rispetto a F, per cui basta massimizzare il denominatore. Derivando ed
uguagliando a 0 si ha:
Si pu verificare facilmente che questa la condizione di minimo
calcolando la derivata seconda.
) cos(
) cos(
) sin(

+


=
l s
F
s
z
2
2 0 ) 2 cos(
0 ) sin( ) sin( ) cos( ) cos(



= + = +
= + +
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Modello di Merchant
Riassumendo:
risulta indirettamente misurabile con appositi sistemi dinamometrici
pu essere calcolato noto e la geometria del sistema
Con i dati dinamometrici e con il valore di cos ricavato, tutti gli altri
parametri di interesse possono essere valutati.
Inoltre:
9Allaumentare del coefficiente dattrito langolo di taglio diminuisce
(trucioli pi spessi).
9Allaumentare dellangolo di spoglia superiore, langolo di taglio
aumenta (trucioli pi sottili).
9Il rapporto di taglio sempre 1, infatti:
] 2 , 0 [ 1
) sin(
) sin(
) (
2
cos
) sin(
) cos(
) sin(
) (
2

<
+

=
|
.
|

\
|
+

=

=
+ =
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Modello di Merchant
Limiti del modello di Ernst e Merchant
I dati sperimentali si discostano talvolta anche notevolmente da quanto
prevedibile con il modello discusso. I motivi principali sono:

s
varia, in modo complesso, con la temperatura e con il grado di
incrudimento del materiale, il quale dipende, fra laltro, dalla velocit di
deformazione, come gi ampiamente discusso nella sezione dedicata
alle lavorazioni per deformazione plastica.
Il valore del coefficiente dattrito sul petto dellutensile pu non essere
costante e possono insorgere fenomeni di attrito adesivo (m*=1). Come
gi discusso in precedenza, in questo caso la tensione allinterfaccia
costante (e quindi indipendente dalla tensione normale) ed assume il
valore del flow stress del materiale. Nella zona in cui la tensione normale
scende al di sotto del valore critico, si ha un normale attrito di
scorrimento. Lampiezza delle due zone dipende, fra laltro, dal valore
dellangolo di spoglia superiore: allaumentare di il valore medio della
tensione normale tende a ridursi e la zona di attrito non adesivo ad
estendersi.
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Modello di Merchant
La figura seguente illustra (in modo qualitativo) la distribuzione delle
tensioni normali e tangenziali e leffetto della variazione dellangolo di
spoglia superiore.
Tensione tangenziale
Tensione normale
Tensione tangenziale
Utensile
Tensione normale
Utensile
=0 =+15
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Tagliente di riporto
Il fenomeno del tagliente di riporto
Come gi detto, particolari condizioni di taglio (in particolare, piccoli valori
dellangolo ) possono favorire il fenomeno dellattrito adesivo (m*=1). In
determinate condizioni, man mano che il truciolo si forma, possono
depositarsi strati di metallo fortemente incrudito sul petto dellutensile, a
partire dalla zona prossima al tagliente, dando origine ad una struttura
che prende il nome di tagliente di riporto (BUE: built up edge).
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Tagliente di riporto
Il fenomeno del tagliente di riporto accentuato da:
Basse velocit di lavorazione
Angolo di spoglia g basso
Materiali con elevata tendenza allincrudimento (acciai inossidabili,
leghe di titanio, ecc.).
Gli effetti principali sono:
9Peggioramento della rugosit superficiale
9Usura accentuata dellutensile
9Aumento dellangolo , con conseguente riduzione delle forze di taglio
Allaumentare della velocit di taglio il fenomeno tende a sparire, per cui
la finitura superficiale tende a migliorare ed i fenomeni di usura
dellutensile legati a questo fenomeno a diminuire. A velocit elevate il
fenomeno si trasforma nella gi descritta zona di socrrimento secondario.
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Aspetti termici
Aspetti termici del taglio
Lo sviluppo di calore durante il taglio avviene principalmente per:
Energia introdotta mediante il lavoro di deformazione plastica (circa il
98% si trasforma in calore) zona A.
Sviluppo di calore a causa dei fenomeni di attrito e di deformazione
secondaria sul petto dellutensile zona B .
Sviluppo di calore a causa dei fenomei di attrito sul fianco zona C.
A
B
C
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Aspetti termici
Il bilancio termico pu essere stimato indicativamente nel modo
seguente:
Si osservi che:
9Il flusso del truciolo consente lasportazione del calore per convezione.
9La capacit termica del pezzo in lavorazione di solito relativamente
elevata rispetto a quella di truciolo ed utensile.
9Lasportazione di calore dallutensile pu avvenire, se la lavorazione
viene condotta a secco solo per conduzione.
Truciolo
70%
Utensile
20%
Pezzo
10%
Punto pi caldo
20
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Fluidi lubrorefrigeranti
Fluidi lubrorefrigeranti
Luso di fluidi lubrorefrigeranti permette di conseguire i seguenti benefici:
9Lubrificazione della zona di contatto fianco-pezzo, con conseguente
riduzione dello sviluppo di calore e miglioramento della finitura
superficiale.
9Raffreddamento dellutensile per convezione, con conseguente
riduzione dei fenomeni di usura dello stesso.
9Asportazione dei trucioli prodotti, in particolari tipi di lavorzioni
(foratura, rettifica, ecc.).
Vi sono, per contro, alcuni svantaggi, tra i quali:
Costo dei fluidi lubrorefrigeranti e dei sistemi di adduzione.
Effetti fisiologici sugli operatori.
Effetti chimico-fisici su alcuni materiali (es.: ossidazione, ecc.).
Necessit di eseguire lasportazione dei residui dai pezzi lavorati.
Costi di smaltimento dei fluidi esausti.
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Fluidi lubrorefrigeranti
La scelta dei fluidi lubrorefrigeranti un elemento fondamentale
nellottimizzazione dei processi produttivi mediante asportazione di
truciolo. Ad esempio:
9Lutilizzo di fluidi adeguati permette di aumentare la vita degli utensili e
quindi di ridurre le spese per gli inserti, la sostituzione degli stessi ed il
presetting degli utensili.
9Luso di fluidi quali oli evaporanti permette di conseguire i suddetti
vantaggi ed inoltre quello di evitare la necessit di dover lavare i pezzi
prodotti.
In generale un fluido lubrorefrigerante deve possedere le seguenti
caratteristiche:
Bassa tensione di vapore.
Bagnabilit nei confronti di materiale in lavorazione ed utensile.
Alta capacit termica.
Alta resistenza alla decomposizione.
Alto potere lubrificante, bassa tossicit (uso e smaltimento).
Antibatterico / antialga
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Taglio obliquo
Taglio obliquo
La gran parte delle lavorazioni meccaniche per asportazione di truciolo
avviene in condizioni di taglio obliquo, cio con il tagliente dellutensile
non perpendicolare alla velocit di taglio.
In alcuni casi, inoltre, i taglienti attivi possono essere pi di uno.
Ad esempio:
Cilindratura Moto di taglio
Moto di alimentazione
Moto di appostamento
A
A
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Taglio obliquo
I moti illustrati vengono misurati mediante i parametri di taglio:
Moto di taglio Velocit di taglio (v, [m/min] o [m/s])
Moto di alimentazione Avamzamento (a, [mm/giro])
Moto di appostamento Profondit di passata (p, [mm])
I taglienti dellutensile sono due (principale e secondario), collegati da un
raccordo circolare avente un certo raggio.
Il moto complessivo dello spigolo di taglio rispetto al pezzo elicoidale,
ed dato dalla composizione del moto di taglio e di quello di
avanzamento. La geometria del profilo ottenuto sulla superficie lavorata
di tipo elicoidale e dipendente dalla maggiore o minore partecipazione
del raccordo e del tagliente secondario al processo di taglio.
Il legame col taglio ortogonale pu essere ritrovato analizzando le varie
sezioni A-A, tenendo presente per che le condizioni di taglio variano da
sezione a sezione.
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Taglio obliquo
Sezione del truciolo
Sezione reale (misurata): quella posseduta dal truciolo dopo il distacco
dal pezzo in lavorazione. Lo spessore s
1
e la larghezza effettiva l
1
. A
volte il truciolo pu presentare assimmetrie o variazioni di spessore a
causa dei processi di formazione.
Sezione teorica: S=ap
Sezione equivalente: detta l
e
la lunghezza di tagliente in presa:
l
1
s
1
a
p
e
e e e e
l
S
s l s S = =
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Taglio obliquo
Forze di taglio
La forza di taglio pu essere suddivisa nelle seguenti componenti:
9Forza principale di taglio F
z
9Forza di repulsione F
y
9Resistenza allavanzamento F
x
Il valore di tali componenti dipende dal materiale lavorato, dalla
geometria dellutensile e dai parametri di taglio.
F
x
F
z
F
y
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Taglio obliquo
Landamento caratteristico della forza di taglio F
z
in funzione della
velocit di taglio riportato nella figura seguente:
AB: formazione del tagliente di riporto ( , Fz ; inoltre cala larea di
contatto truciolo-petto).
BC: la forza di taglio aumenta allaumentare della velocit (prevale
lincrudimento).
CD: la forza di taglio diminuisce a causa della maggiore deformabilit del
materiale ad alta temperatura.
C: la forza di taglio praticamente indipendente dalla velocit.
V [m/min]
F
z
[N]
A
B
C
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Taglio obliquo
Landamento caratteristico della forza di taglio F
z
in funzione dellangolo
di spoglia superiore riportato nella figura seguente:
Si osservi che la forza di taglio diminuisce allaumentare di , per cui, a
parit di potenza disponibile al mandrino ed a parit di velocit di taglio,
ad un aumento dellangolo di spoglia superiore corrisponde la possibilit
di asportare sezioni di truciolo maggiori.
F
z
[N]
0 < 0 > 0
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Utensili
Utensili per il taglio dei metalli
Materiali per utensili
Le caratteristiche principali richieste ad un materiale per utensili sono:
Elevata durezza a freddo.
Elevata durezza e resistenza al creep alla temperatura di regime.
Elevata tenacit (taglio interrotto, ecc.)
Alta resistenza allusura (inerzia chimica nei confronti del materiale
lavorato e dellossigeno, stabilit chimica, ecc.).
Elevata conducibilit termica.
Basso coefficiente dattrito nei confronti del materiale lavorato.
Basso costo.
Le caratteristiche indicate sono spesso antitetiche, per cui la scelta di un
materiale per utensili viene effettuata in modo tale da ottenere i migliori
compromessi.
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Utensili
I materiali per utensili pi utilizzati sono:
Acciai fortemente legati (HSS: High Speed Steel).
Leghe fuse (o stelliti).
Carburi metallici sinterizzati.
Materiali ceramici.
Cermets.
Diamante.
Per alcune lavorazioni di finitura, a bassa velocit di taglio (filettature,
alesature) e per la costruzione di trance e stampi vengono utilizzati
anche acciai al carbonio ed acciai debolmente legati. Nonostante la
temprabilit sia favorita da tenori di carbonio sino all1.5%, questi
materiali mantengono le loro caratteristiche sino a temperature di lavoro
non superiori a 250-300 C.
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Utensili
Acciai fortemente legati
In questi materiali la composizione prevede una quantit di elementi in
lega (W, Cr, V, Co) superiore al 5%, con medi tenori di carbonio (0.6%
0.9%).
Lo scopo degli elementi in lega quello di:
9Promuovere la precipitazione di carburi stabili alle temperature di
lavoro finemente dispersi.
9Ridurre la velocit critica di tempra, in modo da rendere il materiale
autotemprante in aria.
9Affinare la grana del materiale, promuovendo la nucleazione durante il
raffreddamento.
9Migliorare la resistenza allossidazione del materiale.
9Rendere il materiale autolubrificante (S).
La durezza non di molto superiore a quella degli acciai al carbonio
(intorno ai 65 HRC), ma essa si mantiene praticamente inalterata sino a
500 600 C.
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Leghe fuse (stelliti)
Questi materiali sono ottenuti dalla fusione di Co, Cr e W, pi piccole
percentuali di Mo, Fe, C.
La capacit di mantenere elevata la durezza ad alta temperatura molto
elevata, ma parimenti elevata la difficolt nella produzione (date le alte
temperature di fusione) e nella lavorazione di questi materiali. In effetti i
semilavorati possono essere lavorati solo alla mola.
Inoltre sono materiali estremamente fragili e quindi inadeguati alla
costruzione di utensili integrali.
In genere vengono impiegati sotto forma di riporti, applicati con tecniche
quali la deposizione mediante torcia al plasma, sulle parti soggette ad
usura, oppure sotto forma di placchette, prodotte talvolta per
sinterizzazione-diffusione a partire dalle polveri metalliche dei
componenti puri, le quali vengono in seguito brasate agli steli degli
utensili.
Laccoppiamento dei due materiali consente di ottenere un ottimo
compromesso fra tenacit e resistenza allusura e durezza.
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Utensili
Carburi metallici sinterizzati
Il primo materiale sinterizzato a base di carburi metallici stato il Widia
(=Wie Diamant, Krupp, anni 20).
Tali materiali sono quelli oggi pi largamente utilizzati per la produzione
di utensili di elevate prestazioni. Essi sono costituiti da due fasi:
Fase ceramica dura discontinua, costituita da carburi metallici (WC,
TiC, TaC, NbC).
Matrice metallica di Co, in percentuale sino al 10% in volume, la quale
agisce da legante nei confronti delle particelle non metalliche.
Il legante metallico si rende necessario a causa dellelevata refrattariet
dei carburi utilizzati.
Le durezze ottenibili si aggirano tra i 74 ed i 78 HRC e vengono
mantenute sino ed oltre i 1000 C.
Data la scarsa tenacit ed il costo relativamente elevato, si preferisce
normalmente impiegare tali materiali sotto forma di inserti, fissati
meccanicamente o brasati agli steli degli utensili.
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Utensili
Il processo produttivo (semplificato) schematizzato nella figura
seguente:
W (Polvere) C (nerofumo)
Miscelazione
HIP
Pressatura a
caldo
Presinterizzazione
WC (polvere) Altri carburi Co (polvere)
Additivi
(leganti, ecc.)
1500 C, macinazione
Pressatura
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Utensili
Materiali ceramici
Sono materiali particolarmente interessanti per la loro durezza, per la
capacit di mantenerla anche ad alte temperature, per la loro elevata
resistenza al creep, alla craterizzazione, alla formazione del labbro di
usura ed inoltre per la loro refrattariet.
Il problema principale la loro fragilit, maggiore rispetto a quella dei
carburi sinterizzati.
Vengono utilizzati esclusivamente sotto forma di placchette, la cui
geometria deve essere tale da evitare linsorgere di sforzi di trazione. Per
questo motivo langolo di spoglia superiore spesso negativo. E
necessario inoltre adottare tutti gli accorgimenti necessari per evitare
linsorgere di vibrazione durante la lavorazione: ci richiede un sistema
utensile-pezzo-macchina utensile estremamente stabile, rigido e di
grande potenza. Per lo stesso motivo, ed anche per sfruttare la maggior
plasticit del materiale alle alte temperature, consigliabile lavorare a
velocit di taglio molto elevate (900-1000 m/min).
Tipici materiali utilizzati sono lAl
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ed il BN; gli inserti vengono preparati
per sinterizzazione.
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Utensili
Diamante
Il diamante sintetico viene largamente impiegato come polvere di diversa
granulometria per la preparazione di mole ed utensili per lucidatura o per
produrre placchette sinterizzate (10
10
Pa, 2400 C, atmosfera inerte), con
le quali sono state raggiunte velocit di lavorazione intorno ai 5000
m/min.
Vengono prodotti inoltre utensili di piccole dimensioni a partire da
diamanti sintetici o naturali monocristallini, sfruttando, per la formazione
del tagliente, la presenza di piani di sfaldatura naturali.
Le elevate prestazioni sono dovute allestrema durezza ed alla precisione
strutturale del tagliente. Il materiale tuttavia fragile, per cui necessario
osservare le stesse prescrizioni di stabilit, assenza di vibrazioni e
velocit di taglio viste nel caso dei materiali ceramici.
Il materiale pu risentire inoltre di fenomeni di ossidazione, per cui
necessario luso di un adeguato sistema lubrorefrigerante.
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Utensili
Nomenclatura dellutensile a punta singola
La nomenclatura sar riferita, per concretezza, agli utensili utilizzati
nelloperazione di tornitura.
Testa: la parte dellutensile sulla quale si trovano i taglienti.
Stelo: la parte rimanente dellutensile; ha lo scopo di permettere il
fissaggio alla macchina utensile (torretta portautensile).
Collo: parte dello stelo a sezione ridotta (es: torniture interne).
Base: faccia dello stelo che appoggia sul sistema portautensile.
Petto: superficie attiva della testa sulla quale scorre il truciolo.
Fianco: superficie attiva della testa adiacente al petto. Si distingue il
fianco principale, prospicente alla superficie in lavorazione, da quello
secondario, prospicente alla superifice lavorata.
Tagliente: spigolo definito dallintersezione del petto con un fianco. Si
distingue un tagliente principale ed un tagliente secondario.
Profilo: la linea descritta dal tagliente principale e da quello secondario.
Punta: il punto di intersezione tra tagliente principale e secondario.
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Utensili
Si noti inoltre che fra i due taglienti vi sempre un raggio di raccordo, il
quale caratterizza la punta dellutensile e rende graduale la transizione
fra tagliente principale e secondario.
Tagliente secondario
Stelo
Base
Tagliente principale
Fianco principale
Petto
Fianco secondario
Punta
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Utensili
Alcune definizioni riguardo al pezzo da lavorare:
Superficie da lavorare: superficie del pezzo prima dellasportazione del
truciolo.
Superficie in lavorazione (o di taglio): superficie generata sul pezzo
dallazione dellutensile, allatto dellasportazione del truciolo.
Superficie lavorata: superficie generata sul pezzo dallazione
dellutensile, dopo lasportazione del truciolo.
Angoli caratteristici
Il sistema di riferimento per gli angoli il seguente:
9Piano passante per la punta dellutensile e parallelo al piano di base.
9Asse dello stelo.
Si distinguono:
Angoli della sezione normale
Angoli del profilo
Angoli di registrazione
Propri dellutensile
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Viste dellutensile in mano e definizione degli angoli caratteristici:
A
A
B
B
sez. B-B
sez. A-A

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Utensili
Angoli della sezione normale:
: angolo di spoglia superiore, formato dal petto con il piano di
riferimento, misurato in una sezione A-A normale alla proiezione del
tagliente principale sul piano di riferimento.
: angolo di spoglia inferiore principale, formato dal fianco principale con
un piano contenente il tagliente principale e normale al piano di
riferimento, misurato nella sezione A-A sopra definita.
: angolo di spoglia inferiore secondario, formato dal fianco secondario
con un piano contenente il tagliente secondario e normale al piano di
riferimento, misurato in una sezione B-B normale alla proiezione del
tagliente secondario sul piano di riferimento.
: angolo di taglio, formato dal petto con il fianco principale, misurato
nella sezione A-A sopra definita.
Sussiste la relazione: =90-(+)
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Utensili
Angoli del profilo:
: angolo del tagliente principale, formato dalle proiezioni del tagliente
principale e dellasse dello stelo sul piano di riferimento.
: angolo del tagliente secondario, formato dalle proiezioni del tagliente
secondario e dellasse dello stelo sul piano di riferimento.
: angolo dei taglienti, formato dalle proiezioni del tagliente principale e
secondario sul piano di riferimento.
: angolo di inclinazione del tagliente principale, formato dal tagliente
principale con il piano di riferimento (positivo se il tagliente si trova sotto il
piano di riferimento).
Sussiste la relazione: = +
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Utensili
Angoli di registrazione:
: Angolo di registrazione del tagliente principale, formato dalla
proiezione del tagliente principale e della superficie lavorata sul piano di
riferimento.
: Angolo di registrazione del tagliente secondario, formato dalla
proiezione del tagliente secondario e della superficie lavorata sul piano di
riferimento.
Sussistono ovvie relazioni tra gli angoli , , , , .


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Dimensionamento dellutensile: angolo
Durante una lavorazione di tornitura la punta dellutensile percorre una
traiettoria elicoidale di passo a e di diametro D pari a quello del pezzo
(per essere precisi D-2p) rispetto alla superficie lavorata.
Langolo dellelica risultante sar:
Tale angolo va sottratto allangolo di spoglia inferiore principale , che
assume quindi un valore effettivo pari ad -.
Normalmente piccolo (< 1), ma ad esempio nelle lavorazioni di
filettatura pu assumere valori significativi, per cui necessario verificare
che, in ogni caso, langolo di spoglia inferiore principale reale sia positivo.
)
) 2 (
( atan
p D
a

=


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Utensili
Si osservi che, per contro, allaumentare di , la sezione resistente alla
pressione di taglio diminuisce. Inoltre, essendovi un limite pratico alla
dimensione accettabile del labbro di usura (funzione della finitura
superficiale desiderata), la vita utile di un utensile risulta maggiore,
almeno da questo punto di vista, se piccolo.
Nella scelta del valore corretto dellangolo bisogna tenere conto anche
del tipo di materiale lavorato in quanto:
La pressione specifica di taglio funzione del materiale in lavorazione.
Alcuni materiali hanno ritorno elastico trascurabile dopo la formazione
del truciolo, in altri (generalmente quelli meno duri) tale recupero deve
essere tenuto in debito conto.
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Utensili
La scelta dellangolo va fatta anche in funzione del materiale
costituente lutensile, in quanto materiali pi fragili richiedono luso di
sezioni resistenti maggiori e quindi angoli pi piccoli.
Dato che in effetti anche il tagliente secondario impegnato nella
lavorazione, analoghi ragionamenti possono essere fatti per valutare il
valore ottimale dellangolo (in genere i due angoli vengono assunti
identici).
Nelle applicazioni normali il valore di e pu variare da un minimo di
circa 2 (lavorazione di materiali duri con utensili fragili) ad un massimo di
12 14 (lavorazione di materiali a bassa durezza con utensili in HSS).
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Dimensionamento dellutensile: angolo
Tale angolo, assieme a , determina linclinazione del tagliente principale
e la posizione del petto dellutensile: ha quindi diretta influenza sui
meccanismi di formazione del truciolo.
E stato gi evidenziato il fatto che tanto maggiore langolo e tanto
minore la deformazione prodotta allatto della formazione del truciolo e
lentit delle forze necessarie per provocarla. Inoltre, poich
allaumentare di la pressione di taglio diminuisce, vi anche una
corrispondente diminuzione delle forze dattrito nel contatto petto-truciolo.
Ci va, evidentemente, a vantaggio della produttivit in quanto:
9La velocit di taglio pu essere aumentata pur mantenendo sotto
controllo la temperatura dellutensile.
9La velocit di taglio pu essere aumentata a parit di potenza fornibile
dalla macchina utensile.
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Utensili
Resta comunque valido quanto gi detto riguardo alla sezione resistente
dellutensile nei riguardi della pressione di taglio e del materiale di cui
fatto lutensile: nel caso di utensili in materiale ceramico si adottano
angoli negativi, in modo che le sollecitazioni presenti siano di sola
compressione. Ci comporta evidentemente la necessit di utilizzare
macchine utensili aventi potenze disponibili al mandrino maggiori, pur
tenendo in considerazione il fatto che la maggior temperatura raggiunta
nella zona di taglio rende il materiale in lavorazione pi facilmente
deformabile.
Dimensionamento dellutensile: angolo
Poich vi una relazione diretta tra langolo e gli angoli e , valgono i
ragionamenti gi esposti.
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Dimensionamento dellutensile: angoli e
Langolo influenza le componenti della forza di taglio: infatti se, ad
esempio, esso nullo, si ha F
y
=0 (o quasi). Se invece >0, compare
anche la componente di repulsione.
Nel caso in cui si debbano realizzare degli spallamenti, necessario che
sia 0.
<0
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Si osservi anche che sussiste il seguente legame tra , a, s, p ed l.
Per =0, si ha s=a.
Aumentando lo spessore del truciolo diminuisce ed aumenta la sua
lunghezza.
Poich la durata del tagliente influenzata principalmente dallo
spessore del truciolo, aumentando si possono ottenere durate
maggiori o, a parit di vita utile, si pu lavorare a maggiori velocit di
taglio.
E bene comunque evitare spessori di truciolo troppo ridotti perch
potrebbero insorgere fenomeni di rifiuto, con conseguente strisciamento.
Un aumento dellangolo comporta un aumento della forza di taglio e
di quella di repulsione.
Forze di repulsione elevate portano ad una maggiore inflessione del
pezzo lavorato, con conseguente difficolt a mantenere le tolleranze.
Vi anche uninfluenza sulla direzione di deflusso del truciolo (vedere
).
) cos(
) cos(

= =
p
l a s
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Dimensionamento dellutensile: angolo dei taglienti
Langolo influenza la robustezza della punta dellutensile e determina,
al contempo ed insieme al profilo del tagliente le caratteristiche del solco
elicoidale sulla superficie lavorata caratteristico della tornitura. Dal punto
di vista pratico ci influenza (assieme ad altri fattori) il valore di R
a
ottenibile. Nel caso semplificato di utensile con raggio di raccordo nullo
sulla punta:
= + + 180 '

p
a

A C D
B

U
n
i
v
e
r
s
i
t


d
e
g
l
i

S
t
u
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T
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e
T
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n
i
c
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I
n
g
.
N
i
c
o
l
a

S
c
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r
Utensili
Dalla figura si pu dedurre che:
Sommando membro a membro si ha:
Infine, dunque, risulta:
Lasterisco indica che i valori di rugosit espressi sono teorici.
Analoghe espressioni possono essere ricavate per R
a
e nel caso di
utensili aventi raggio di raccordo della punta non nullo.
) ( ) (
) ' ( ) ' (


cotg BD DC BD tg DC
cotg BD AD BD tg AD
= =
= =
)) ( ) ' ( (
)) ( ) ' ( (


cotg cotg R a
cotg cotg DB DC AD
*
t
+ =
+ = +
)) ( ) ' ( ( cotg cotg
a
R
*
t
+
=
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g
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Utensili
Dimensionamento dellutensile: angolo e di registrazione
Come gi visto, il valore di tali angoli ha influenza diretta sulla rugosit
teorica della superficie lavorata.
Si osservi che gli angoli di registrazione possono variare, nel corso di una
lavorazione, in relazione alla geometria del pezzo:
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Utensili
Controllo del truciolo
Se il truciolo che si produce durante le operazioni di taglio continuo,
possono insorgere i seguenti inconvenienti:
Danneggiamento della superficie lavorata e del tagliente dellutensile.
Danneggiamento della torretta portautensile o del pezzo in lavorazione
per deformazione permanente o rottura.
Difficolt di evacuazione dalla macchina utensile.
Pericolo per loperatore.
Difficolt nella lubrorefrigerazione.
Il problema particolarmente sentito quando la lavorazione avviene ad
alta velocit, quindi, in pratica, quando si utilizzano utensili in carburi
sinterizzati.
La scelta di angoli opportuni per il tagliente pu consentire la scelta
dellangolo di deflusso del truciolo, ma per ottenere trucioli segmentati
necessario fare uso di dispositivi adatti detti rompitruciolo.
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Utensili
Il principio di funzionamento si basa sullindurre una curvatura del truciolo
maggiore di quella che si avrebbe in uno svolgimento naturale, in modo
tale da indurre la rottura del materiale (il quale fortemente incrudito).
Questo effetto pu essere ottenuto mediante:
9Rompitruciolo integrale, ricavato sul petto dellutensile sottoforma di
una piccola fossetta.
9Rompitruciolo regolabile, realizzato mediante una placchetta in carburi
sinterizzati di forma opportuna fissata sul petto dellutensile con sistemi
meccanici.
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Utensili
Usura
Lusura di un utensile legata generalmente alle seguenti cause:
Abrasione da parte di particelle dure presenti nel materiale lavorato
(carburi, nitruri, ecc.) o generate dal tagliente di riporto.
Diffusione, legata allaffinit chimica tra pezzo ed utensile e favorita
dalle alte temperature.
Ossidazione.
Adesione/frattura, meccanismo legato alla formazione del tagliente di
riporto.
Deformazione plastica, favorita dallintensit degli sforzi generati dal
processo di taglio e dalle alte temperature.
Fatica, soprattutto nel caso di taglio interrotto.
Tali meccanismi, che spesso si combinano sinergicamente, danno
origine a diverse forme di usura.
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Utensili
Le forme di usura pi comuni sono:
Usura sul fianco labbro di usura
Usura sul petto cratere di usura
Quantitativamente tali forme di usura possono essere valutate
misurando:
9La larghezza VB del labbro di usura.
9La profondit KT del cratere di usura.
9La distanza KM del punto medio del cratere dallo spigolo originale.
VB
KT
KM
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Utensili
Lo studio dei fenomeni di usura consiste in:
9Scelta del parametro di usura di riferimento (nel seguito verr
considerato VB).
9Scelta di un criterio di usura (ad esempio, valore massimo di VB. La
scelta di tale valore direttamente collegata alle caratteristiche di finitura
superficiale che si vogliono ottenere in una data lavorazione).
9Scelta delle variabili di processo (ad esempio, velocit di taglio v e
profondit di passata p).
9Uso di un modello per la generalizzazione dei risultati ottenibili
mediante un set finito di prove sperimentali.
I principali problemi nellaffrontare tali studi derivano da:
Carenze nella conoscenza teorica dei processi di usura, dovute
principalmente alla complessit ed alla variabilit di tali processi.
Mancanza di modelli teorici accurati.
Costi e tempi delle prove sperimentali.
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Utensili
Landamento caratteristico della dimensione del labbro di usura
schematizzato nella seguente figura:
Il modello (empirico) pi utilizzato quello di Taylor:
v: velocit di taglio [m/s]
T: durata dellutensile (secondo il criterio fissato) [s]
c,n: parametri del modello (sono delle costanti)
VB [mm]
T [s]
VB
max
(criterio)
T
1
T
2
T
3
V
1
V
2
V
3
c T v
n
=
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Utensili
La relazione scritta valida nel caso si consideri, quale unica variabile di
processo, la velocit di taglio.
Si osservi che:
Per cui su un piano bilogaritmico riportante log(v) sullasse delle ascisse
e log(T) su quello delle ordinate, la relazione di Taylor rappresentata da
una retta.
I parametri n e c vanno determinati per via sperimentale (con un minimo
di due prove) secondo il metodo di seguito delineato:
9Si eseguono almeno due prove di durata (per questioni di affidabilit,
almeno cinque) e si riportano i punti individuati sul diagramma
bilogaritmico.
9Se sono state eseguite pi di due prove, si esegue la regressione
lineare.
n
c
v
n
T
c T n v c T v
n
) log(
) log(
1
) log(
) log( ) log( ) log(
+ =
= + =
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Utensili
9Si determina il coefficiente angolare e lintercetta della retta
individuata.
9Si ricavano, con semplici operazioni algebriche, i valori cercati dei
parametri.
NOTA BENE: Poich la relazione di Taylor deriva da osservazioni di
natura empirica, non possibile eseguire estrapolazioni. Ci deriva dal
fatto che i parametri presenti non riflettono alcuna realt fisica: luso di
tale modello perci giustificato solo dal numero elevato di conferme
della sua validit che sono state prodotte nel corso degli anni.
Per quanto riguarda i limiti di validit accertati della relazione empirica di
Taylor, si osservi che essa non pu essere utilizzata per velocit di taglio
tali da permettere la formazione del tagliente di riporto, in quanto in tali
condizioni vi un intervallo di velocit in cui la durata dellutensile
aumenta con laumento della velocit di taglio!
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Lavorazioni
Lavorazioni per asportazione di truciolo
Introduzione
Le lavorazioni che verranno descritte, tra le numerose possibili, sono le
seguenti:
9Tornitura
9Foratura
9Fresatura
9Limatura e Piallatura
9Rettifica (in piano)
Alcune delle lavorazioni elencate (tornitura, fresatura, rettifica) saranno
illustrate direttamente a fianco della macchina utensile mediante la quale
esse vengono comunemente eseguite (rispettivamente: tornio, fresatrice,
rettificatrice tangenziale). Per tali lavorazioni verranno riportate solo brevi
note come promemoria.
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Lavorazioni
Tornitura
Per quanto riguarda la lavorazione di tornitura necessario:
Sapere descrivere i moti relativi pezzo-utensile, ed in particolare:
- Moto di taglio.
- Moto di alimentazione.
- Moto di appostamento.
Sapere descrivere la macchina utensile impiegata, con particolare
riferimento a:
- Sistemi di fissaggio del pezzo in lavorazione.
- Carro (slitta trasversale, slitta longitudinale, torretta portautensile).
- Guide.
- Sistemi di trascinamento (barra, madrevite).
- Dispositivi di regolazione e di comando.
- Dispositivi di azionamento (motore, trasmissione, gruppi cambio).
Moto di lavoro
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Lavorazioni
Sapere descrivere le principali lavorazioni eseguibili:
- Tronitura cilindrica esterna.
- Sfacciatura.
- Tornitura interna.
- Filettatura esterna ed interna.
- Troncatura.
Per quanto riguarda gli utensili utilizzati nelle operazioni di tornitura, si
rimanda alle descrizioni dei paragrafi precedenti.
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Lavorazioni
Lavorazione dei fori
In ambito meccanico probabilmente la lavorazione pi frequente,
comprendendo centratura, foratura, allargatura, alesatura, svasatura,
maschiatura.
Alcune di queste operazioni possono essere eseguite sul tornio, ma
ordinariamente i moti caratteristici delle macchine su cui tali lavorazioni
vengono effettuate sono i seguenti:
Moto di taglio: posseduto dallutensile, rotatorio e continuo.
Moto di alimentazione: rettilineo, in direzione dellasse dellutensile.
Pu essere posseduto dal pezzo o dallutensile, a seconda della
macchina impiegata.
Appostamento: serve a far coincidere lasse dellutensile con quello del
foro che si intende realizzare e ad avvicinare lutensile alla superficie del
pezzo. Pu essere posseduto dal pezzo o dallutensile.
Nel seguito si far riferimento alla lavorazione pi comune, quella di
foratura.
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Lavorazioni
Foratura
Lo scopo ottenere un foro cilindrico. La qualit della lavorazione
bassa, tanto che normalmente la si considera unoperazione di
sgrossatura.
Lutensile utilizzato pi comunemente la punta elicoidale, costituita da:
9Un codolo cilindrico o conico per il fissaggio e centraggio sul mandrino
e per la trasmissione del moto e della coppia di taglio.
9Una parte cilindrica con ricavate due scanalature elicoidali opposte
rispetto allasse della punta con inclinazione . Esse hanno la funzione di
permettere levacuazione dei trucioli e di consentire lafflusso di fluido
lubrorefrigerante.
9Due taglienti formanti un angolo , dati dallintersezione delle
scanalature elicoidali con la superficie di estremit. Essi sono collegati da
un segmento rettilineo non adatto al taglio e derivante dalla geometria di
affilatura.
9Un tagliente secondario avente essenzialmente funzione di guida della
punta nel foro e lisciatura della parete cilindrica generata, detto
quadretto.
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Lavorazioni
9Un nocciolo centrale, compreso tra le scanalature, di diametro
normalmente compreso tra il 10% ed il 20% di quello della punta stessa
(non di pi per non ostacolare eccessivamente il deflusso del truciolo).
Esso ha lo scopo di assicurare la resistenza torsionale della punta.

2
0.1 D
0.1-0.2 D
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Lavorazioni
La scelta degli angoli e viene fatta in modo da garantire il valore
dellangolo di spoglia ottimale, garantire allestremit della punta la
necessaria resistenza meccanica e garantire un corretto deflusso del
truciolo. Si osservi che il valore degli angoli di spoglia reali dipendono
dallavanzamento:
D
d
a
p

D D
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Lavorazioni
Risultano valide le seguenti relazioni:
Si osservi che, per elevati valori dellavanzamento, langolo di spoglia
inferiore effettivo pu assumere anche valore nullo (tallonamento). Il
problema pi accentuato per valori di d piccoli, per cui la preparazione
punta viene eseguita in modo tale che langolo di spoglia inferiore
apparente aumenti andando dalla periferia al centro della punta (e
viceversa per langolo di spoglia superiore): ci si ottiene affilando le due
faccette secondo due superfici coniche.
|
|
.
|

\
|
=
|
.
|

\
|

=
+ =
=
p
d
atan
d
a
atan



0
0
0
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Lavorazioni
Fresatura
Per quanto riguarda la lavorazione di fresatura necessario:
Sapere descrivere i moti relativi pezzo-utensile, ed in particolare:
- Moto di taglio.
- Moto di alimentazione.
- Moto di appostamento.
Sapere descrivere la macchina utensile impiegata, con particolare
riferimento a:
- Sistemi di fissaggio del pezzo in lavorazione.
- Testa portautensile.
- Tavola portapezzo.
- Dispositivi di regolazione e di comando.
- Dispositivi di azionamento (motore, trasmissione, gruppi cambio).
Moto di lavoro
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Lavorazioni
Allargatura
La lavortazione di allargatura pu avere lo scopo di:
9Aumentare il diametro di fori preesistenti (su grezzi o prodotti
mediante punta elicoidale).
9Creare svasature cilindriche o coniche su fori preesistenti.
Lutensile allargatore, a taglienti frontali, si differenzia dalla punta
elicoidale per la presenza di tre o pi taglienti e per la maggiore
dimensione del nocciolo (dato che non deve lavorare dal pieno). Ci
consente di ridurre la tendenza alloscillazione torsionale, che porta alla
poligonalizzazione del foro. Gli utensili sono generalmente realizzati in
acciaio superrapido (HSS).
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Lavorazioni
Alesatura
La qualit delle operazioni di foratura ed allargatura paragonabile,
come gi detto, ad una sgrossatura. La lavorazione di alesatura consiste
nella calibrazione di un foro precedentemente realizzato (ed
eventualmente allargato), con lo scopo di ottenere unelevata precisione
sul diametro e sulla circolarit.
Gli utensili utilizzati possono essere monotaglienti (teste di alesatura) o
pluritaglienti.
Questi ultimi sono utensili aventi taglienti di piccole dimensioni
(sovrametalli asportabili di qualche decimo di mm), aventi una parte di
imbocco conica ed un tratto di guida cilindrico.
I taglienti possono essere:
9Diritti: minor costo, ma maggiore suscettibilit alla vibrazione
torsionale.
9Elicoidali: maggiore stabilit. Lelica pu essere positiva (trucioli
espulsi in direzione contraria al moto di avanzamento, ma tendenza ad
avvitarsi nel materiale) o negativa (non adatti per fori ciechi).
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Maschiatura
La filettatura dei fori pu essere eseguita:
Sul tornio, madiante utensili monotaglienti di forma opportuna.
Mediante maschi a mano o a macchina, nel caso di esecuzione di fori
di piccole dimensioni.
I maschi possiedono un codolo cilindrico avente, allestremit, un attacco
quadrangolare. Lestremit attiva possiede una parte filettata interrotta,
nei casi pi comuni, da tre o quattro scanalature rettilinee o elicoidali
aventi la funzione di formare gli spigoli di taglio (ed inoltre, di permettere
levacuazione dei trucioli).
La parte frontale inoltre conica in modo tale da permettere la centratura
e lasportazione progressiva del sovrametallo presente.
Nel caso dei maschi a mano, si utilizza generalmente una serie di tre
utensili a sezione crescente al fine di ridurre la coppia necessaria
allesecuzione della filettatura.
Nel caso dellesecuzione a macchina, la maschiatura si effettua in un
solo passaggio.
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Lavorazioni
Fresatura (note aggiuntive sulle frese)
Pur essendo le frese utensili pluritaglienti, caiscun dente pu essere
studiato con i concetti relativi agli utensili monotaglienti.
Per quanto riguarda le particolarit costruttive, si osservi che:
I denti possono essere disposti, a seconda della lavorazione che
lutensile destinato ad effettuare, su superfici cilindriche, coniche,
piane, di forma, ecc.
I taglienti possono avere andamento rettilineo, per maggiore semplicit
realizzativa e minor costo od elicoidale, per rendere lazione di taglio
graduale e ridurre le vibrazioni (ma con aumento dei costi realizzativi e di
affilatura), in quanto, con questo accorgimento, un dente risulta sempre
in presa.
I materiali costruttivi sono generalmente lacciaio supperrapido, con
eventuale presenza di inserti in carburi sinterizzati. Hanno una certa
diffusione anche le frese in metallo duro integrale, in particolare per
quanto riguarda gli utensili di dimensioni medio-piccole, e quelle in HSS
rivestito mediante coatings ceramici (TiN, TiCN, ecc.).
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Lavorazioni
I denti della fresa possono essere classificati in:
Denti fresati: sono quelli di impiego pi comune, si affilano in genere sul
fianco.
Denti a profilo costante: sono impiegati nelle frese di forma, le quali, nelle
successive affilature, devono conservare il profilo del tagliente. Per
questo motivo laffilatura viene effettuata sul petto dellutensile, il quale
presenta un angolo di spoglia superiore nullo (con conseguenze note
sulle forze di taglio e, in ultima analisi, sulla produttivit): il profilo del
dente rimane invariato se sezionato con piani passanti per lasse della
fresa.
Per mantenere costante langolo di spoglia dorsale ed il profilo del dente
necessario che i fianchi dellutensile siano profilati secondo archi di
spirale logaritmica.
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Lavorazioni
A seconda della forma, i tipi pi comuni di frese possono essere
classificati come segue:
9Frese cilindriche: denti disposti su una superficie cilindrica, montate su
un albero portafresa, ad asse di rotazione parallelo alla superficie da
lavorare (per spianature).
9Frese cilindrico-frontali: denti disposti su una superficie cilindrica e su
una piana perpendicolare allasse di rotazione, ad asse di rotazione
perpendicolare alla superficie da lavorare. Distinguiamo: frese a
manicotto, frese per spianare ad inserti, frese a codolo (o a candela, per
lavorazione di scanalature), frese per stampi (a testa emisferica).
9Frese a disco: denti disposti su una superficie cilindrica e su due
superfici piane perpendicolari allasse della prima, ad asse di rotazione
parallelo alla superficie da lavorare. Sono usate per eseguire scanalature
a generatrice rettilinea con produttivit superiore alle frese a codolo.
9Frese per scanalature a T.
9Frese ad angolo (es.: per guide a coda di rondine).
9Frese con profilo costante (es.: frese modulari)
9Seghe circolari (rettificate concave).
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Lavorazioni
Modalit di asportazione del truciolo
Il fatto che la formazione del truciolo sia discontinua e la presenza di pi
taglienti, complica la situazione rispetto al caso della lavorazione di
tornitura.
In riferimento al caso semplice della lavorazione di una superficie piana,
possiamo distinguere due modalit di lavorazione fondamentali:
Con frese a taglio periferico, in cui lasse di rotazione della fresa
parallelo alla superficie lavorata.
Con frese a taglio frontale, in cui lasse di rotazione della fresa
normale alla superficie lavorata.
Gli altri tipi di lavorazione sono una combinazione dei due che verranno
descritti.
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Lavorazioni
Frese a taglio periferico
Lasse di rotazione parallelo alla supercie lavorata, mentre il moto di
alimentazione pu essere discorde o concorde con quello di taglio (dato
dalla velocit periferica della fresa); distinuguiamo dunque:
Fresatura in opposizione: la forma del truciolo a virgola, con spessore
nullo nel punto di contatto tra dente e pezzo in lavorazione e spessore
massimo pari allavanzamento per dente nel punto di uscita del dente. La
prima parte del contatto dente-pezzo avviene con strisciamento a causa
del rifiuto da parte del pezzo dovuto allo spessore di truciolo insufficiente.
Ci provoca maggiore assorbimento di potenza, un incrudimento del
materiale lavorato ed unusura maggiore della fresa. Le forze presenti
tendono da un lato a favorire il contatto tra vite e madrevite del sistema di
avanzamento, da un altro a distaccare il pezzo dallattrezzaggio.
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Lavorazioni
Fresatura in concordanza: il taglio inizia con un urto del dente sulla
superficie da lavorare ed uno spessore del truciolo pari allavanzamento
per dente. I fenomeni di strisciamento sono pertanto assenti. Vi per la
possibilit che le forze in gioco provochino il distacco periodico dei fianchi
del filetto della vite del meccanismo di avanzamento dalla relativa
madrevite, con conseguente insorgenza di vibrazioni.
Il contatto del pezzo con i sistemi di fissaggio tuttavia favorito dalle
componenti della forza di taglio.
In definitiva, tale modalit preferita per la minore potenza assorbita, la
minore usura degli utensili e la maggiore stabilit del pezzo, purch le
macchine siano dotate di sistema automatico di recupero del gioco.
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Lavorazioni
Frese a taglio frontale
Lasse di rotazione normale alla supercie lavorata e lo spessore del
truciolo varia poco tra il punto di ingresso del tagliente e quello duscita
se il diametro della fresa maggiore alla dimensione trasversale del
pezzo lavorato.
La microgeometria e la tessitura superficiale possono essere analizzate
con criteri simili a quelli impiegati nella lavorazione di tornitura, in
funzione quindi dei parametri di taglio (ed, in particolare,
dellavanzamento per dente a
z
) e della geometria dellutensile.
In macchine non dotate di recupero automatico del gioco richiesto in
genere che la componente della forza di taglio parallela alla direzione del
moto di alimentazione abbia verso contrario a quello di avanzamento.
Affinch questa condizione sia verificata, la lunghezza dellarco di
ingresso deve essere maggiore di quella dellarco di uscita (e ci si
ottiene posizionando opportunamente lasse della fresa rispetto al
pezzo).
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Lavorazioni
I vantaggi di questo tipo di fresatura sono:
9Maggior numero di denti in presa, con conseguente minore
generazione di vibrazioni.
9Possibilit di utilizzare inserti in carburi sinterizzati.
Spesso, per evitare che il tagliente ripassi sulla superficie lavorata nella
zona posteriore della fresa (danneggiando la superficie stessa), si inclina
la testa della fresa di un piccolo angolo (0.5 1). Ci comporta tuttavia
lottenimento di una superfcie leggermente concava.
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Lavorazioni
Limatura e piallatura
Sono lavorazioni (di sgrossatura) mediante le quali si possono ottenere
geometrie ad andamento rettilineo simili a quelle indicate in figura.
Moto di taglio: alternativo, posseduto dallutensile (limatura) o dal pezzo
(piallatura), caratterizzato da una corsa attiva seguita da una inattiva,
effettuate a velocit relativamente basse data la massa degli organi
meccanici in gioco. Ci comporta una bassa produttivit del processo.
Moto di alimentazione: posseduto da pezzo od utensile (solo dallutensile
nella piallatura). E intermittente ed effettuato al termine della corsa di
ritorno.
Moto di appostamento: determina la profondit di passata ed
necessario per avvicinare utensile e pezzo. E posseduto da utensile o
pezzo (solo dallutensile nella piallatura).
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Lavorazioni
Gli utensili sono costruiti in genere in acciaio superrapido, ma vengono
impiegati anche portainserti ed opportuni inserti in carburi sinterizzati.
La forma dello stelo pu essere:
Rettilinea: inflettendosi sotto lazione delle forze di taglio, lutensile tende
a penetrare nella superficie in lavorazione, con conseguente possibilit di
rotture e, comunque, di scarsa precisione dimensionale del pezzo finito.
Arcuata: lo stelo di realizzazione pi complessa, ma vi una maggiore
stabilit delle operazioni di taglio, soprattutto in fase di sgrossatura, ed
una maggiore capacit di rispettare le tolleranze dimensionali imposte.

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