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MICHELE SPIGA

30/04/2012

Ipertesto multimediale

IPERTESTO MULTIMEDIALE P LATONE

MICHELE SPIGA

30/04/2012

Indice:
1. Platone e il rapporto con Socrate ed i sofsti
1.1. 1.2. 1.3. La vita Le opere e le dotrine non scrite I carateri della flosofa platonica

1
1 1 1 1 1 2

Il platonismo: la soluzione contro la decadenza di Atene Socrate e Platone Mito e flosofa

2.

La dottrina delle idee e la teoria dello Stato


2.1. La dotrina delle idee

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3 3 3 4 4 4 4 4 5 5 5 5

La teoria delle idee e la sua importanza La genesi della teoria delle idee I tipi di idee e la loro gerarchia Il rapporto tra le idee e le cose Come e dove esistono le idee La teoria della reminiscenza Limmortalit dellanima e il mito di Er La teoria delle idee: superamento sofstico e fnalit politica 2.2. Il Simposio Il Fedro 2.3. Lo Stato e il compito del flosofo Lo Stato ideale: la giustizia e le classi sociali Il comunismo platonico e la felicit dei flosof Le degenerazioni dello Stato Platone e la democrazia Leducazione e la custodia dei governanti I gradi della conoscenza Il mito della caverna La condanna dellarte La dotrina dellamore e dellanima

5 5 6 7 7 7 7 8 8

3.

La revisione dellultimo periodo


3.1. 3.2. Il parmenicidio, i generi sommi, la nozione generale di essere La dialetica
INDICE I

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3.3. 3.4.

Il bene per luomo: Il Filebo Il Timeo e la dotrina delle idee-numeri

9 10 10 10

Il mito del demiurgo La visione matematica delle cose

INDICE II

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1.

Platone e il rapporto con Socrate ed i sofsti


1.1. La vita

Platone nacque ad Atene nel 427 a.C. da una famiglia aristocratica. Dopo essere stato un seguace eracliteo, a ventanni divenne discepolo di Socrate. Con la sua morte, avvenuta nel 399, Platone si rese conto che solo la flosofa avrebbe condoto la societ verso la giustizia. Successivamente Platone viaggi in Egito e nellItalia meridionale, dove incontr le comunit pitagoriche e il tiranno Dione. Venne richiamato diverse volte in Sicilia dal cognato di Dione, Dionigi, ma atriti tra di loro rifecero tornare il flosofo in patria. Insegn ad Atene fno alla fne dei suoi giorni, a otantanni, nel 347.

1.2.

Le opere e le dotrine non scrite

Di Platone ci rimangono tute le sue opere (34 dialoghi, 13 letere e lApologia di Socrate); su alcune di queste, tutavia, rimane il dubbio della loro autenticit. Lo studio delle opere hanno permesso di suddividere la produzione di Platone in tre floni: il primo periodo, che comprende gli scriti giovanili o socratici nel quale Platone si limita a rielaborare le dotrine socratiche; il secondo periodo, che comprende gli scriti della maturit durante il quale egli elabora la dotrina delle idee e il progeto politico dello Stato giusto;

il terzo periodo, che comprende gli scriti della vecchiaia caraterizzato da una revisione della sua dotrina, in seguito al confronto con le concezioni di Parmenide. Egli, secondo fonti antiche, avrebbe anche tenuto dei corsi di matrice pitagorica chiamati Intorno al Bene, non lasciandone scriti probabilmente per la composizione dialetica degli stessi.

1.3.

I carateri della flosofa platonica

Il platonismo: la soluzione contro la decadenza di Atene


Il periodo nel quale visse Platone (428 347 a.C.) coincide con la crisi della civilt ateniese: la sconfta di Atene nella guerra del Peloponneso, linstaurazione del regime oligarchico dei Trenta Tiranni e, sopratuto, la morte di Socrate di cui Platone era diventato discepolo avvenuta nel 399, segnano lavvio di un epoca di decadenza per la Polis. Con la morte delluomo pi giusto di tuti, secondo il flosofo, si era arrivati ad un punto di non ritorno: era diventata ormai necessaria una riforma struturale della societ ateniese. Qello della flosofa di Platone era dunque uno scopo politico: realizzare una societ pi giusta che superasse la crisi intelletuale ateniese, che secondo il flosofo era dovuta allimperante relativismo dei sofsti. Solo con la sconfta di questi si sarebbe potuta dare la base ad un sapere assoluto, che stabilisse in termini universali le idee.

Socrate e Platone
In Platone vi limpegno di mantenere vivo lo spirito di Socrate: per cui egli, oltre a sforzarsi di interpretare nel miglior modo le dotrine del suo maestro, adotta nei suoi scritti, per lo stesso motivo di Socrate, la forma del dialogo, lunica che pu rendere la flosofa un sapere aperto, in un perenne sforzo verso la verit nonostante, a diferenza del suo maestro, Platone abbia una tendenza assolutistica, nella ricerca di evidenze immutabili nel pensiero .

P LATONE E IL RAPPORTO CON SOCRATE ED I SOFISTI 1

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Mito e flosofa
Platone, nei suoi scriti, alla forma del dialogo afanca quella del mito: racconti fantastici con i quali egli discute sui temi essenziali dellesistenza umana (lamore, limmortalit dellanima, lorigine del mondo) e cos espone le sue dotrine. Qesti miti alcuni di sua invenzione, altri trati dalla tradizione orale hanno due scopi: il primo quello di comunicare le teorie del flosofo in maniera pi intuitiva; il secondo, invece, quello di esporre argomenti che trascendono la razionalit umana e gli strumenti della ricerca razionale.

Rappresentazione del mito della caverna

Le opere di Platone:
1. SCRITTI SOCRATICI, O GIOVANILI: Apologia di Socrate, Critone, Ione, Eutifrone, Liside, Carmide, Lachete, Alcibiade I, Alcibiade II, Ippia minore, Ippia Maggiore, Protagora, Gorgia, Eutidemo, Cratilo, Menesseno; 2. SCRITTI DELLA MATURIT: Menone, Repubblica, Fedone, Simposio, Fedro; 3. SCRITTI DELLA VECCHIAIA: Teeteto, Parmenide, Sofsta, Politico, Filebo, Timeo, Crizia, Leggi.

P LATONE E IL RAPPORTO CON SOCRATE ED I SOFISTI 2

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2.

La dottrina delle idee e la teoria dello Stato


2.1. La dotrina delle idee

La teoria delle idee e la sua importanza


Nel primo periodo Platone si ispir principalmente alle teorie di Socrate in particolare a quella del conceto , interpretandole secondo il suo ideale di creare una scienza universale; la prima concezione di una nuova dotrina completamente sua fu la teoria delle idee: da qui comincia il secondo periodo di Platone. La teoria delle idee probabilmente la pi importante opera del flosofo ci lavor per la vita intera.

La genesi della teoria delle idee


Platone, per spiegare luniversalit e loggetivit della scienza, introduce il conceto di idea, unentit immutabile e perfetta che esiste insieme a tute le altre al di l del cielo (nel cosiddeto iperuranio). Le idee, nonostante la loro diferenza struturale con le cose reali, entrano in relazione con queste ultime. Il flosofo identifca questo rapporto indicando gli oggeti come imitazioni delle idee. Per cui, Platone opera un dualismo sia ontologico che gnoseologico: la scienza, immutabile e perfeta, rispecchia le idee, mentre lopinione vale a dire ci che viene appreso dai sensi , mutevole e imperfeta, rifete le cose. Il flosofo riprende dalla dotrina eraclitea il conceto di mutevolezza del nostro mondo e da quella parmenidea limmutabilit delle idee e il dualismo gnoseologico e ontologico.

LA DOTTRINA DELLE IDEE E LA TEORIA DELLO STATO 3

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I tipi di idee e la loro gerarchia


Nel secondo periodo, Platone distingue le idee tra le idee-valori, che corrispondono ai principi etici e morali, come la Giustizia, e le idee matematiche, che corrispondono alle entit aritmeticogeometriche. Inoltre, senza successo, prova una separazione tra idee di cose naturali e di cose artifciali. Le varie idee hanno un ordine di importanza, e possono essere posizionate in una scala gerarchica: alla base vi stanno le idee matematiche, in alto le idee-valori e allapice lidea del Bene, che tute le idee imitano.

Il rapporto tra le idee e le cose


Le idee sono in streto legame con le cose: infati le prime hanno una funzione conoscitiva solo grazie alle idee riconosciamo le cose (il principio di individuazione) e ontologica le idee sono la causa delle cose, ovvero sono la condizione di esistenza degli oggeti . Inoltre, Platone indica altri tipi di rapporti tra idee e oggeti: quelli di mimesi (le cose imitano le idee), metessi (le cose sono accomunate con le idee) e parusa (le idee sono presenti nelle cose).

Come e dove esistono le idee


Tutora vi un dibatito sullentit delle idee (le idee per Platone sono entit reali o schemi mentali?) e su come debba venire inteso il mondo in relazione alle idee. Mentre sulla prima ipotesi vi sono ancora dubbi tra gli studiosi, per quanto riguarda la seconda va afermandosi negli ultimi tempi la tesi secondo la quale le idee sono da intendere fsicamente separate dalle cose.

La teoria della reminiscenza


Platone sostiene che luomo abbia la conoscenza delle idee secondo la cosiddetta teoria della reminiscenza: questa, ripresa dalla metempsicosi pitagorica, aferma che le anime, separatesi dal corpo morto, prima di tornare sulla terra abbiano vissuto nel mondo delle idee, e che quindi ne mantengano un ricordo, seppur sopito, anche quando lanima si reincarna. Per cui, a diferenza di quella empirica degli oggeti, la conoscenza delle idee innata: con ci il flosofo rielabora il concetto di maieutica socratico in modo pi metafsico, rendendolo subordinato appunto alla reminiscenza. Platone, con questa dotrina, riesce a contraddire il principio eristico 1 secondo il quale nulla pu venire investigato dalluomo: per lui, infati, gli uomini sono in una sorta di pre-conoscenza, che deve venire elaborata e tramutata in conoscenza grazie alla maieutica.

Limmortalit dellanima e il mito di Er


Sebbene la reminiscenza implichi gi di fato limmortalit dellanima, Platone in favore di questa argomenta numerose prove: la teoria dei contrari (una cosa si genera dal suo contrario, e quindi la vita si genera dalla morte e viceversa), la teoria della somiglianza (lanima simile alle idee, e non pu distruggersi n disgregarsi perch semplice) e la teoria della vitalit (lanima, sofo vitale, non pu portare con s lidea di morte): da qui scaturisce la dotrina platonica della flosofa come preparazione alla morte. Limmortalit dellanima, e in particolare la scelta del destino, viene afrontata da Platone nel mito di Er: questi era un soldato morto in bataglia e risorto, che illustr agli altri uomini che ognuno, pur essendo vincolato da ci che stato nelle vite precedenti, sceglie il proprio destino prima della reincarnazione dellanima.
1 Gli eristi (dal greco erz, bataglio con le parole) esasperarono i ragionamenti logici di Protagora e di Gorgia, e trasformarono la flosofa in mera retorica.

LA DOTTRINA DELLE IDEE E LA TEORIA DELLO STATO 4

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La teoria delle idee: superamento sofstico e fnalit politica


Con la dotrina delle idee Platone riesce a dimostrare come esistano delle certezze assolute (le idee, appunto) e, grazie a questo, egli riesce a raggiungere lo scopo che con la sua flosofa si era prefssato: il superamento del relativismo sofstico (negatrice di qualsiasi cosa) e dellumanismo di Protagora. Inoltre, la teoria delle idee riesce a liberare dal caos delle opinioni: solo la conoscenza delle idee pu portare alla creazione di una politica universale che garantirebbe la pace. Ci presuppone il fato di far governare i flosof, gli unici capaci di garantire la Giustizia.

2.2. Il Simposio

La dotrina dellamore e dellanima

Nel Simposio Platone indica i gradi dellamore e della bellezza. Per lui lamore (l ros) mancanza: Eros, infati, un demone un essere tra quello umano e quello divino. Dal momento che Eros non possiede la sapienza, aspira ad averla: essendone ininterrotamente in ricerca, egli quindi flosofo. Ma lamore non ha nemmeno la bellezza, che rende felici: per cui, la bellezza il fne dellamore. Vi sono vari gradi di bellezza, che luomo pu raggiungere soltanto dopo un cammino: vi inizialmente la bellezza di un bel corpo, che poi diventa bellezza corporea; al di sopra vi la bellezza delle istituzioni, delle scienze, e, infne, la bellezza in s, causa di ogni altra bellezza e motivo della flosofa.

Il Fedro
Il Fedro spiega la natura dellanima e come luomo possa arrivare alla bellezza suprema, grazie al mito della biga alata: lanima simile a una biga, formata da un cavallo bianco e uno nero. Lauriga, che rappresenta la ragione, cerca di indirizzare i cavalli verso il mondo delle idee, ma ostacolato nel suo lavoro dal cavallo nero lanima concupiscente , che cerca di portare lanima gi nel mondo terreno. Qanto pi lanima avr visto e apprezzato di pi il mondo delle idee, tanto luomo nella quale si incarner si dedicher alla sapienza e alla flosofa; le anime che hanno visto di meno, invece, saranno meno interessate nella ricerca della bellezza e della verit. La bellezza fa da tramite tra luomo e le idee, guidando le anime secondo un procedimento dialetico: essa permete la ricerca della verit tra le persone, in un rapporto di fducia e di passione reciproco.

2.3.

Lo Stato e il compito del flosofo

Lo Stato ideale: la giustizia e le classi sociali


Le idee di Platone sullo Stato ideale sono espresse nella sua massima opera, la Repubblica. Secondo questa per arrivare ad una societ perfeta necessario che governino i flosof. Qesto stato deve reggersi sulla giustizia. Si ha giustizia per Platone quando ciascuno svolge la funzione che gli congeniale nel migliore dei modi. Lo Stato deve essere formato da tre classi di citadini: quella dei governanti, che possiedono unanima razionale e che quindi possiedono la saggezza, quella dei guerrieri, che hanno unanima irascibile e sono coraggiosi; gli artigiani e i contadini, invece, hanno unanima concupiscibile soggeta ai piaceri del corpo e possiedono il dono della temperanza vale a dire, il sapersi accontentare .

LA DOTTRINA DELLE IDEE E LA TEORIA DELLO STATO 5

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Per cui, coloro che avranno unanima in prevalenza razionale saranno governanti, saranno guerrieri i pi irascibili e quelli pi concupiscibili artigiani. Dal momento che le persone vengono selezionate a seconda delle loro atitudini naturali secondo il mito delle stirpi2, nella societ utopica di Platone ammessa la mobilit sociale (sebbene venga atenuata dal fato che, solitamente, i fgli tendono ad assomigliare per caratere ai genitori).

Il comunismo platonico e la felicit dei flosof


Afnch lo Stato possa funzionare in modo perfeto, per il flosofo la propriet privata deve venire abolita e per i governanti e i guerrieri deve valere la comunanza di tuti i beni: ci necessario per impedire che vengano fati i propri interessi e non quelli dello stato. Per lo stesso motivo, la classe dirigente non pu avere una famiglia, e vige una comunanza delle donne tra gli uomini. Tutavia, le donne godono di piena uguaglianza rispeto agli uomini dal punto di vista politico. Le unioni, temporanee, infne, sono stabilite dallo Stato secondo criteri eugenetici, afnch venga procreata prole sana. Nonostante tute queste limitazioni, Platone ritiene che i governanti siano felici, poich la felicit per gli uomini consiste nel rispetto della giustizia e dellarmonia dello Stato. Inoltre, i guardiani sono gi di per s felici, dal momento che hanno ricevuto il dono pi grande, la conoscenza.
2 Platone si basa per la sua dotrina su questo mito fenicio, secondo il quale alcuni uomini nascono con una natura aurea, alcuni con una natura argentea, altri con una natura bronzea (per Platone, rispetivamente i governanti, i guerrieri e gli artigiani).

LA DOTTRINA DELLE IDEE E LA TEORIA DELLO STATO 6

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Le degenerazioni dello Stato


Sebbene Platone sia conscio che la sua concezione dello Stato puramente utopica, egli ritiene che la sua idea di Stato possa venire applicata alle forme di governo allora esistenti per migliorar ne la strutura. Egli quindi analizza, in una scala, i governi presenti al suo tempo, chiamati da lui degenerazioni dello Stato, che pi si avvicinano al suo modello: in ordine sono la timocrazia (fondata sul valore militare), loligarchia (fondato sul potere dei ricchi), la democrazia e la tirannide (fondata sul terrore del tiranno).

Platone e la democrazia
Platone era ostile verso la democrazia. Il fne della sua flosofa era infati linstaurazione di una societ giusta. Era stata la democrazia ad uccidere Socrate: quella democrazia degenerata a causa della quale Atene versava in una condizione di decadenza. Qesta avversione chiaramente evidenziata nellimperante classismo della sua societ secondo cui la politica era appannaggio solamente dei flosof e i lavoratori non potevano opporsi alle decisioni dei potenti e nellesaspe rato statalismo.

Leducazione e la custodia dei governanti


Secondo Platone, i custodi, che da sempre sono stati addestrati nella loro cultura a pensare al bene colletivo, dato che hanno lanima aurea saranno sempre capaci di agire per il bene dello Stato. Il sapere una prerogativa delle classi superiori impossibile che la classe pi bassa possa speculare, secondo il flosofo .

I gradi della conoscenza


Platone fa corrispondere lessere alla scienza, il non essere allignoranza e il divenire allopinione. In particolare, egli divide la conoscenza in quatro parti, alle quali convengono altretanti gradi della realt: la conoscenza sensibile, che rispecchia il mutevole mondo terreno si divide in immaginazione (le sensazioni superfciali e separate delle cose) e credenza (la percezione degli oggeti nel loro insieme), mentre la conoscenza razionale, che rappresenta il mondo immutabile delle idee, si divide in ragione matematica (che ha per oggeto gli enti matematici) e intelligenza flosofca (le idee-valori). Per il flosofo, la matematica subordinata alla flosofa: pur promuovendo conoscenze oggetive e stabili, le idee matematiche si sostengono alle cose sensibili. Esse per preparano alla flosofa, la scienza delle idee supreme.

LA DOTTRINA DELLE IDEE E LA TEORIA DELLO STATO 7

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Il mito della caverna


Il mito della caverna spiega il dualismo ontologico e gnoseologico platonico. Degli uomini sono legati in una caverna e possono vedere di fronte a s solo le ombre rifesse di alcune statuete che rappresentano vari generi di cose sopra un muro. Dietro il muro vi sono coloro che muovono le statuete e il fuoco che permete il rifesso. La condizione degli schiavi corrisponde allimmaginazione dal momento che la loro realt coincide solo con la visione delle statuete . Ma se uno di loro riuscisse a liberarsi e scoprire che dietro il muro quelle statuete sono mosse da alcune persone, allora luomo giungerebbe al secondo stadio della conoscenza sensibile, la credenza il rapporto di causa-efeto tra le statuete e le ombre . Nel caso lo stesso uomo riuscisse a uscire dalla caverna raggiungendo lo stadio della conoscenza razionale , inizialmente si sentirebbe accecato dalla luce, e cercherebbe di vedere le cose tramite il rifesso dellacqua che corrispondono alle idee matematiche , ma successivamente riuscirebbe a guardare diretamente il Sole, che, come illumina e rende visibili le cose reali, rappresenta lidea del Bene, che rende possibile la conoscenza di tute le altre idee. Luomo a questo punto, sarebbe tentato di rimanere a contemplare il mondo esterno; tutavia, ricordandosi dei compagni nella caverna, decide di tornare da loro per avvisarli del mondo fuori dalla caverna. Ma gli uomini rimasti nella caverna, ritenendo luomo pazzo, lo uccidono. Qesta ultima parte spiega quale sia il vero compito del flosofo: solo quando egli, speculato sul mondo delle idee, torna nel mondo reale a spiegare agli altri il frutto delle sue ricerche, sar realmente un flosofo e avr realizzato la propria educazione.

La condanna dellarte
Platone, nella Repubblica, elimina lo studio dellarte nelleducazione dei governanti, poich essa, riproducendo il mondo naturale copia imperfeta del mondo delle idee , si distacca ancora di pi dalla realt; inoltre larte genera passioni incontrollate e quindi corrompe gli animi. Per di pi Platone, nel suo intento di formare una societ governata da soli flosof, desiderava tagliare i ponti con tute le ativit che erano difuse tra i reggenti allepoca: una di questa era proprio la poesia. Larte, per il flosofo, pu esistere solamente se assoggettata alla flosofa, altrimenti diverrebbe veicolo di falsit.

Teatro a Messene (Grecia)


LA DOTTRINA DELLE IDEE E LA TEORIA DELLO STATO 8

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3.

La revisione dellultimo periodo


3.1. Il parmenicidio, i generi sommi, la nozione generale di essere

Platone, nella fase della vecchiaia, atua una revisione delle sue dotrine sulle idee e sullo Stato. Egli, in particolare, ha bisogno di rivedere tutta la teoria delle idee, dal momento che, rapportandola con il pensiero parmenideo, presentava alcune criticit: come possono le idee, uniche, essere partecipate da pi oggetti senza perdere la loro peculiarit? Inoltre, il fato che unidea possa essere rappresentata sia nella sua unit sia nella sua molteplicit (il problema del terzo uomo) presuppone una moltiplicazione allinfnito della stessa. Per cui Platone, per non rinunciare alla sua teoria delle idee lunica in grado di dare oggetivit alla scienza costreto a efetuare il parmenicidio: Parmenide non era arrivato a intuire che il non-essere non va concepito come una negazione assoluta dellessere, ma come diversit (e quindi, come negazione relativa). Con tale presupposto, va a cadere il principio eristico dellimpossibilit di sbagliare. A questo proposito, nel Sofsta Platone elabora la teoria dei generi sommi: tute le idee possono avere cinque generi, propriet fondamentali: il genere essere le idee esistono; il genere identico le idee sono uguali a s stesse; il genere diverso ogni idea diversa da tute le altre; il genere quiete quando ogni idea intesa singolarmente;

il genere movimento quando le idee sono intese in relazione tra loro. Dopo aver sviluppato la teoria dei generi, il flosofo arriva a generalizzare il conceto di essere: lessere possibilit, vale a dire qualunque cosa che, entrando in relazione con qualcosaltro, produce o subisce degli efeti.

3.2.

La dialetica

La dialettica per Platone la scienza dei rapporti tra le idee. Qesta regolata dalla tesi secondo la quale le idee sono combinabili soltanto con alcune delle altre. Ci nega dal principio gli assunti secondo cui unidea si lega solo con s stessa (la tautologia cinica3) e tute le idee si connetono con le altre (secondo gli eristi). La tecnica dialetica consiste nel defnire unidea tramite successive divisioni di altri due conceti contrapposti tra loro, secondo il procedimento dicotomico: per successive partizioni si arriva alla defnizione precisa. Tutavia, si possono otenere vari alberi dicotomici per la stessa idea. Sar quindi la valutazione di tute queste ad identifcare in modo univoco le idee.

3.3.

Il bene per luomo: Il Filebo

Nel Filebo Platone si chiede che cosa sia il bene per luomo. Se nel mito della caverna aveva gi paragonato il bene al Sole, allIdea suprema, ora il flosofo deve trovare unaltra spiegazione in accordo con la sua nuova defnizione dellessere, che include anche le cose soggetive e mutevoli del nostro mondo. Riprendendo le dotrine pitagoriche, il flosofo aferma che il problema del bene un problema di misura: al piacere (illimitato e indefnito) deve essere dato un ordine, un limite, lintelligenza. Inoltre, solo i piaceri puri, che non consistono in un appagamento di istinto, devono far parte della vita. Anche tra i piaceri Platone indica un ordine di valori: al primo
3 Il cinismo stata una flosofa post-socratica fondata da Antistene nel IV secolo. I cinici, appunto, ritenevano non esistessero conceti universali, ma solo unessenza individuale di ogni cosa.

LA REVISIONE DELLULTIMO PERIODO 9

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posto viene la misura, poi il conceto di proporzionalit, lintelligenza, causa della proporzione, la scienza e lopinione, i piaceri puri.

3.4.

Il Timeo e la dotrina delle idee-numeri

Il mito del demiurgo


Nel Timeo Platone cerca di dare una risposta allorigine e alla formazione delluniverso. Il flosofo, non potendosi servire della scienza non adata a parlare del mondo naturale cerca di dare unipotesi probabile sulla questione atraverso il mito del demiurgo. Egli, amante del Bene, dal caos della materia (la chra) ha voluto ordinare il mondo ad immagine e somiglianza del mondo delle idee. Il demiurgo ha inoltre inventato il tempo, che riproduce col mutamento lordine perpetuo del mondo delle idee. A diferenza di un Dio egli si limita a plasmare la materia preesistente, che a causa della sua negativit, ha reso le cose naturali imperfete e mutevoli.

La visione matematica delle cose


Platone nel periodo della vecchiaia si avvicina alle dotrine pitagoriche, e le rielabora nel mito del demiurgo. La matematica diventa il tramite per interpretare tutto ci che esiste; inoltre, sembra che nelle sue dotrine non scrite abbia accennato allinterpretazione del mondo delle idee come mondo di numeri. Tutavia, Platone subordina la natura alle cause fnali, diferenziandosi radicalmente dal meccanicismo4 di Democrito5.

4 5

Secondo questa dotrina, le cose devono venire spiegate a partire dalle cause che le producono, e non dallo scopo per il quale sono originate. Filosofo che visse tra la met del V secolo e la morte di Platone. La sua flosofa latomismo abbraccia non solo i problemi presocratici della natura, ma anche quelli pi antropologici della morale e del linguaggio.

LA REVISIONE DELLULTIMO PERIODO 10

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