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Corpi ibridi.

Sesso, genere e sessualit


ROBERTA SASSATELLI

Io venni fuori, sculacciata e lavata in questordine. Dopo avermi avvolta in una coperta mi esposero tra altri sei beb, quattro maschi e due femmine, tutti quanti, diversamente da me, con il cartellino giusto. Jeffrey Eugenides, Middlesex

La cultura stata spesso presentata come un oggetto coerente e discreto, una trama senza smagliature. La cos detta svolta culturale nelle scienze sociali ha indubbiamente avuto la funzione di mostrare le tensioni, le rotture e le ricuciture che compongono la trama della cultura, andando ad analizzare i punti di frizione, mettendo il dito sui costi personali e sociali delle rappacificazioni, esplorando le possibilit dei soggetti di fare proprio, modificandolo e ricucendoselo addosso, il tessuto della cultura. La metafora del ricucirsi addosso la cultura evoca immediatamente alcune delle differenze che diamo maggiormente per scontate, quelle di genere, sessualit, razza, et, e cos via; tutte differenze che hanno a che fare con quella dimensione spesso definita come naturale che identifichiamo con il corpo. Anche il contrapporsi sempre pi evidente di forme differenti di essere (nel) corpo e lemersione di soggetti che rivendicano uno spazio non marginale per la propria diversit ha portato in primo piano la relazione fra corpo, cultura e potere nelle societ contemporanee occidentali. Tra questi soggetti spiccano le persone con caratteri razziali o caratteri sessuali misti, persone che si collocano letteralmente, con i propri corpi, tra alcune delle classificazioni culturali pi salde nelle nostre societ sfidandone lovviet. Libridismo dei corpi tende a sottolineare il fatto che anche le rappresentazioni visuali o letterarie che appaiono pi innocue sono connotate in base alla razza e al genere (Bordo 1993, Cash e Pruzinsky 1990; hooks 1992; Kawash 1997; Terry e Urla 1995). in questa chiave che gli studi culturali americani hanno, per esempio, recentemente riscoperto le fotografie che W.E.B. Du Bois raccolse per lExposition des Ngres dAmerique allesposizione mondiale di Parigi del 1900, in cui abbondano immagini di persone dai caratteri interrazziali (Smith 2004). Anche se la questione dellassociazione della tonalit di colore alla classe cominciava

a porsi gi nella comunit nera di fine ottocento, usando tipi bianchi con sangue nero, Du Bois voleva spiazzare il colore della pelle come codice discriminante della differenza razziale. Oltre che evocare potentemente il passing razziale quale possibilit alla portata di molte persone formalmente classificate come nere, la variet dei toni di pelle e delle forme del volto ritratte stemperava le distinzioni bianco-nero in un gradiente infinitesimale che metteva in discussione lesistenza stessa del bianco. Osservate oggi, a distanza di oltre un secolo, queste fotografie lanciano ancora una potente sfida allidea che esista uno sguardo distaccato e universale, sottolineano la naturalizzazione di uno sguardo egemonico bianco che pone il nero come a-problematicamente monotono (cfr. Sassatelli 2004). Se, come sosteneva Mary Douglas (1966), impuro ci che si situa tra le classificazioni della cultura, i corpi ibridi, che mescolano razze e generi diversi, sono un oggetto potente sia di repulsione che di fascinazione. Come lo sguardo coloniale ha investito il corpo del mulatto o del meticcio di desideri contraddittori che finivano per eliderne lumanit (Young 1995), cos lo sguardo medico e borghese, quanto meno dallOttocento in avanti, ha riservato ai corpi tra i generi gli omosessuali, gli ermafroditi uno sguardo normalizzatore che era allo stesso tempo ossessionato e disgustato dalla loro diversit (Foucault 1976). Lo sguardo normalizzatore doveva catalogare, distinguere i tipi di persone tra i sessi/generi per poi reinserirle in categorie che, funzionando da eccezioni, non stravolgessero la natura assoluta dellopposizione binaria maschio/femmina e il predominio delleterosessualit coniugale. Per questo loro stare sui confini, e per le pressioni a rientrare nelle classificazioni della cultura cui sono soggette, le persone che si trovano tra i sessi i travestiti (chi adotta abbigliamenti dellaltro sesso), i transessuali (coloro che cambiano sesso in et adulta spesso con laiuto di terapia ormonale e chirurgica) e gli ermafroditi (chi nasce con caratteristiche sessuali miste) sono state indicate come altrettante figure che in qualche modo rendono visibile quei segni tipicamente dati per scontati sui quali si costruiscono le differenze tra maschilit e femminilit. Simili figure, sembra dirci una parte della teoria femminista e della queer theory, mostrano che lordine di genere che si esplica in un allineamento normativo tra sesso, genere e sessualit espresso nella convinzione che il sesso biologico determini il genere e che, a sua volta, ci detti la scelta del genere opposto come partner sessuale un castello costruito sulla sabbia.

Essenzialismo e performativit 2

Il primo saggio in cui lesperienza di passing di una transessuale viene usata per rivelare lordine di genere nelle nostre societ indubbiamente quello che Harold Garfinkel ha incluso nel suo celebre Studies in Ethnomethodology (1967). Lavorando in stretta collaborazione con limportante psichiatra Robert Stoller, Garfinkel ricostruisce le esperienze di Agnes, una giovane transessuale californiana che sul finire degli anni cinquanta fu tra le prime a sottoporsi a unoperazione chirurgica che implicava lamputazione del pene e la costruzione, al suo posto, di una vagina. Distaccandosi dal paradigma biologista, in questo saggio non si cercano le cause del transessualismo dentro ai soggetti, in una loro supposta normalit o anormalit biologica o psicologica, bens si tenta di fornire un quadro dei presupposti culturali in base ai quali vengono organizzate e negoziate le richieste e i bisogni di Agnes, il suo diritto e lopportunit medica di effettuare unoperazione di cambiamento di sesso. Pi in generale, i racconti di Agnes sono unoccasione per tratteggiare un quadro molto esplicito dei principi in base ai quali vengono ordinariamente legittimate le identit sessuali.1 La storia di Agnes narrata da Garfinkel ci offre la possibilit di fornire una lettura dellordine di genere che anticipa molte delle intuizioni del pensiero femminista contemporaneo: il genere appare come un performativo, un fare che viene stabilizzato nella vita quotidiana in base a retoriche e pratiche con cui i soggetti confermano continuamente di essere veri uomini e vere donne.2 In effetti, se il genere comunemente concepito come un dato essenziale, una fedele rappresentazione di ci che il soggetto nel profondo (anche e soprattutto in riferimento a diversi dati medici anatomici, endocrinologici e fisiologici), Garfinkel e letnometodologia, anche grazie al contributo di Candace West e di Don Zimmerman, hanno spostato laccento da istanze interne allindividuo ad arene interazionali e, in ultima analisi, istituzionali (West e Zimmerman 1987: 126; cfr. anche Kessler e McKenna 1978).3 in questottica che le esperienze di Agnes consentono di prendere in esame ci che
oggi disponibile una certa letteratura critica sul questo lavoro di Garfinkel; molti dei contributi sono di taglio femminista (cfr. Denzin 1990; Rogers 1992) e sottolineano che lautore non ha problematizzato a sufficienza la propria identit di genere. Per una discussione critica, cfr. Sassatelli (2000). 2 Questo saggio viene spesso usato per illustrare la prospettiva etnometodologica e in particolare lidea che sia attraverso pratiche di spiegazione incarnate che i soggetti creano continuamente la realt sociale. In chiave etnometodologica, le identit anche quelle che appaiono pi stabili e immutabili, come le identit sessuali e di genere sono concepite come continue, concertate e situate realizzazioni pratiche (Garfinkel 1967; cfr. Heritage 1984). In opposizione al volontarismo parsonsiano, e proseguendo una tradizione inaugurata da Wright Mills (1940), lidentit viene quindi pensata a partire dal vocabolario e dalle pratiche mediante le quali gli attori mostrano e ascrivono varie qualit soggettive a se stessi e agli altri. 3 Per una panoramica sulle teorie e gli studi di genere, attenta anche alle questioni relative alla sessualit e al sesso, cfr. Piccone Stella e Saraceno, a cura di, (1996) e Connell (2002). Per alcuni contributi sulle nuove
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viene dato per scontato nellordine e nelle dinamiche di genere, in relazione soprattutto allorientamento sessuale e al sesso. Garfinkel stesso, riflettendo recentemente sul proprio lavoro, ha del resto definito il saggio su Agnes essenzialmente uno studio su un caso di passing sessuale sullo sfondo di un interesse pi generale per il passing come luogo privilegiato per studiare la produzione dei fatti sociali.4 La figura del transessuale funziona, in certa misura, come quella dello straniero di Schutz: dovendo esercitare una grande dose di abilit e premeditazione per cavarsela in situazioni per lei nuove, Agnes era consapevolmente in grado di insegnare ai normali in che modo essi possano fare apparire lo status sessuale negli scenari ordinari come un fatto ovvio, familiare, riconoscibile, naturale e serio (Garfinkel 2000: 119). Agnes allo stesso tempo uguale e diversa: uguale perch agisce come tutti allinterno delle maglie di rilevanze che consolidano la femminilit (e la mascolinit); diversa perch assai pi consapevole di stare facendo proprio questo. Cos se per la maggioranza delle persone adulte il genere e la sessualit sono per lo pi risorse ordinarie per portare a termine altre faccende e impressioni essenziali che vengono veicolate mentre si sta facendo qualcosaltro (cfr. Goffman 1976) per una transessuale come Agnes la realizzazione della competenza di genere e tende a rimanere, cos sottolinea Garfinkel, un problema costante. Agnes, infatti, come le altre persone studiate dallequipe di Los Angeles, sottoscrive una visione dicotomica dei sessi, includendo se stessa in essa. Proprio per questo avvertita dei rischi di degradazione che corre, sia nella vita quotidiana, sia nella sua lotta per il cambiamento di sesso. Il suo comportamento allora spesso simile a un gioco strategico: gestisce le informazioni su di s, rinnegando ogni possibile esperienza maschile e sottolineando gli aspetti della propria biografia che la avvicinano alle donne; narra di un sentirsi diversa e femmina sin dalla pi tenera infanzia, una donna intrappolata in un corpo maschile, pronta a venir fuori non appena le fosse concesso; si aggrappa alle insegne fisiche della propria femminilit, in particolare a quelle pi distintive ed eroticizzabili come il seno, sostenendone la naturalit biologica, e a questo scopo nega ripetutamente di aver assunto estrogeni durante ladolescenza per modificare il proprio corpo. Le sue narrazioni, cos come le possiamo dedurre dalla rielaborazione garfinkeliana sono spesso anticipatorie, tentano insomma di risolvere in anticipo le difficolt e le ambiguit interpretative
identit sessuali e di genere anche nel nostro paese, cfr. Leccardi, a cura di, (2002). 4 Comunicazione personale, 19 aprile 2004, Pacific Palisades. A questo proposito interessante notare che il termine stato usato inizialmente ed essenzialmente per riferirsi al passing razziale, un vero e proprio tropo della letteratura afro-americana di inizio secolo, epitomizzato dal celebre romanzo di J.W. Johnson The Authobiography of an Ex-Coloured Man; cfr. Portelli (2004) e pi in generale Sollors (1997).

in cui i suoi interlocutori possono incorrere, tendenzialmente minimizzando i momenti di tensione. Ci non significa per che Agnes stia letteralmente interpretando una parte, che sia in altri termini distaccata o strumentale nel gestire le impressioni su se stessa, il proprio corpo, la propria identit di genere: pi consapevole delle routines che realizzano lidentit sessuale di quanto non sia la maggioranza delle persone, anche Agnes immersa nelle convezioni sociali. Essa impara continuamente a essere donna e mette tutta se stessa nellutilizzare ogni possibile occasione per capire in che modo opportuno, giusto, naturale che una donna si comporti. Il transessualismo permette di mettere a fuoco lo spazio che esiste tra il genere e il sesso ed quindi un fenomeno di grande rilevanza per la teoria del genere contemporanea. Anche per questo, considerate dal punto di vista della teoria del genere, le osservazioni di Garfinkel sono in parte in linea, come suggerito, con quelle sviluppate dalla teoria femminista poststrutturalista, fortemente influenzata sia dalla filosofia del linguaggio wittgensteiniana sia dal de-costruzionismo foucaultiano. Se il femminismo tradizionale operava in base a una distinzione tra sesso e genere che iscriveva il sesso in una differenza biologica destoricizzata, a partire dagli anni ottanta il femminismo ha cominciato a sostenere che il sesso biologico ovvio solo in apparenza. Il genere viene cos visto da questa variante della teoria del femminismo post-strutturalista non come la rappresentazione culturale di un dato biologico, ma come quel processo culturale che produce nel corpo la possibilit di realizzarsi in due sessi distinti. Questa influente corrente femminista riprende, spesso senza accorgersene, temi anticipati dalletnometodologia sullidentit sessuale, innanzitutto scartando le nozioni espressive della femminilit e, poi, decostruendo il sistema di segni attraverso il quale lidentit femminile stata connessa alleterosessualit, occupandosi a questo scopo di pratiche e identit divergenti dalla norma.5 Judith Butler, per esempio, afferma, proprio come Garfinkel, che il genere un performativo, un insieme di azioni considerate indicative di unidentit di fondo (1990; 1993). A differenza di Garfinkel per e in sintonia con la nozione di potere simbolico proposta da Pierre Bourdieu6 Butler asserisce che il genere possiede una forza compulsiva derivante dal
Nelle parole di Judith Butler (1994: 24), il genere una istituzione normativa che tenta di regolare quelle espressioni della sessualit che contrastano con i confini normativi di genere, allora uno degli strumenti attraverso cui avviene la regolazione della sessualit. La minaccia dellomosessualit perci prende la forma di una minaccia alla maschilit costituita e alla femminilit costituita. 6 Bourdieu discute espressamente la dimensione del genere in riferimento alla sua teoria pi generale in uno dei suoi ultimi lavori, dove fa riferimento anche al lavoro di Butler, ma riprende in gran parte i primi lavori fortemente influenzati dallo strutturalismo francese, cfr. Bourdieu (1998).
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fatto che le persone scambiano le azioni con lessenza: il suo effetto dissimulatorio, e cio quello di favorire certi tipi di comportamento nascondendo il fatto che non c alcun dato biologico essenziale a cui far riferimento come punto di partenza. La femminista statunitense sottolinea che le morfologie maschili e femminili in base alle quali vengono naturalizzate le differenze di genere sono sempre delle costruzioni ideali rispetto alle quali tutti ci sentiamo, in qualche modo, inadeguati data la variabilit delle dotazioni fisiche umane. Ecco quindi che vi sempre la possibilit di essere altro dallideale, possibilit che spesso rappresentata come fallimento e deviazione, ma che pu anche essere abbracciata dai soggetti in modo sovversivo, beffardo e ironico. Lironia, impersonata dalla figura del travestito, viene presentata come un espediente importante di rovesciamento dellordine di genere. I travestiti svolgono infatti, secondo Butler, una potente funzione esemplificativa che assume caratteri eversivi: mostrano che la femminilit e la maschilit sono innanzitutto interpretazioni, ovvero modi di porsi e di fare basati sullimitazione e lapprendimento, piuttosto che delle essenze immutabili iscritte alla nascita e una volta per tutte nel corpo. In questottica, Butler considera che i diversi contesti sociali offrono regole locali che consolidano il genere attraverso ripetizioni ritualistiche ed enfatizza la reiterazione delle azioni piuttosto che i significati, ma accentua anche e soprattutto le possibilit di sovversione, sostenendo che, in quanto pratica discorsiva ininterrotta, il genere rimane aperto allintervento e alla re-interpretazione. La teoria del genere post-strutturalista compie quindi un passo che Garfinkel non aveva voluto realizzare. Lindifferenza etnometodologica il voler studiare le giustificazioni degli attori ovunque si trovino e da chiunque siano prodotte, astenendosi da ogni giudizio sulla loro adeguatezza, sul loro valore, importanza, necessit, praticit, successo o consequenzialit (Garfinkel e Sacks 1970: 339) non si sposa facilmente con quella politica del corpo, del genere e della sessualit che, con sfumature diverse, la cifra del pensiero femminista, anche nella sua declinazione post-strutturalista e queer.7 Il femminismo post-strutturalista ha invece tratto ispirazione dallimportante lavoro di Michel Foucault (1976; 1984) sulla storia della sessualit e dalla sua sottolineatura del ruolo disciplinare svolto dalla scienza medica nella costruzione e trasformazione delle identit sessuali. Attento soprattutto alle identit omosessuali, Foucault ha tuttavia offerto alcuni spunti anche per considerare la questione
La storiografia femminista in particolare ha documentato limplicazione della rappresentazione medica (tipicamente maschile) del corpo femminile nella riproduzione delle dicotomie e disuguaglianze di genere (Hubbard 1990; Jacobus et alii 1990; Jordanova 1989). Pi in generale sulla rappresentazione del genere cfr. De Lauretis
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dellassegnazione alla categoria sessuale, curando la pubblicazione in versione integrale dei mmoires di Herculine Barbin, una persona vissuta nella Francia dellOttocento, riconosciuta femmina alla nascita e che, poi, alla soglia dellet adulta e in seguito a una serie di esami dei genitali, era stata dichiarata uomo e costretta a vivere come tale, abbandonando ogni sembianza femminile nonostante non solo la sua biografia ma anche la sua anatomia mista (Foucault, a cura di, 1978). Attraverso la storia di Herculine trae forza la teoria foucaultiana secondo cui la percezione stessa del sesso presume un discorso regolatorio (medico) che si sviluppa nel corso degli eventi storici, contrassegna i corpi in modo diverso e, nella modernit, si incarna nella medicina.8 NellOttocento, proprio nel momento in cui si stabilizza una teoria medica dicotomica, le persone di sesso intermedio i cosiddetti ermafroditi, conosciuti fin dallantichit sono divenuti loggetto di sforzi classificatori poderosi e di una variet di interventi medici volti essenzialmente a eliminare libridismo che essi incarnavano. Oggi, allanatomia patologica si affiancata la psichiatria e lendocrinologia, complicando senza peraltro, come vedremo, soppiantare il genitalismo.9 Ai giorni nostri il corpo visto sempre di pi come un dato plastico anche per quanto riguarda lidentit sessuale: si sono consolidati percorsi di trasformazione chirurgica molto concreti, di cui e qui sta lironia sono diventati i beneficiari (o le vittime) sia i bambini nati con caratteristiche sessuali miste, sia gli adulti che cercano un ri-assegnamento di sesso. Laccesso a questi percorsi, per, differisce marcatamente, e per i bambini nati come Herculine con caratteristiche sessuali miste spesso non vi scelta; per soggetti adulti che vogliono passare da un sesso allaltro come Agnes esso definito pi in base alla capacit dei soggetti di mostrarsi capaci di sostenere psicologicamente la nuova identit sessuale, che non in base a una perizia sulle proprie caratteristiche genitali, endocrinologiche o fisiologiche. La plasticit del corpo viene quindi declinata in modi differenti, cui continua per a corrispondere una visione normativa fortemente dicotomica, e come vedremo eterosessualizzata, dei caratteri di genere e delle morfologie sessuali.

(1987). Per una rassegna sulle questioni della politica del corpo, cfr. Sassatelli (1999). 8 Sulla costruzione sociale del sesso in prospettiva storica, cfr. soprattutto Laqueur (1990). Cfr. anche Domurat Dreger (1998) per una discussione critica del modo in cui il caso di Herculine fu trattato dalla scienza medica ottocentesca. 9 Pi in generale, interessante notare le assonanze e le dissonanze tra Foucault e Garfinkel: entrambi sono preoccupati delle condizioni di possibilit localmente realizzate che fanno s che alcune spiegazioni siano accettate come vere, il primo per ne tenta una genealogia in relazione a tecnologie di potere e di soggettivit, il secondo si preoccupa del dettaglio etnografico cercando di evitare di indicare apertamente dei risvolti critico-

Transessualismo e corporeit La ricostruzione dellesperienza di Agnes fornita da Garfinkel ci aiuta solo in modo obliquo a considerare larena istituzionale e le pressioni disciplinari cui, ancora oggi, fanno fronte i transessuali un contesto segnato anche e soprattutto da diversi saperi e interessi medici, non sempre armonici tra loro (cfr. Kessler 1998). In effetti, pur includendo una lunga nota con stralci dei rapporti di Stoller quasi come una sorta di paratesto psicanalitico che sembra voler sovvertire e rimpiazzare, Garfinkel non discute direttamente il ruolo del sapere medico o limportanza dellevolversi della prassi medica, n problematizza i rapporti di potere tra i medici e Agnes. Garfinkel ha per indubbiamente il merito di prendere sul serio le esperienze di Agnes e di riconoscerne appieno la soggettivit al contrario di quanto non si finisca per fare quando si sostiene che il transessualismo unespressione conformista e inautentica del genere, inventata dalla scienza medica moderna in collusione con limperativo culturale della dicotomia maschio/femmina (Szasz 1990)10. in larga misura questa la lettura del transessualismo che stata fornita dal noto saggio della femminista Janice Raymond (1979) The Transsexual Empire. Raymond (1979) condannava il transessualismo essenzialmente come unespressione del connubio tra sistema patriarcale e scienza medica, capace solo di rafforzare le dicotomie di genere. Una transessuale come Agnes pu in effetti apparire agli occhi di un femminismo essenzialista o della differenza come una falsa donna che, mettendo in mostra gli aspetti pi stereotipici della femminilit e accettando le norme patriarcali, sceglie di usurpare la propria appartenenza di genere facendosi ricostruire un corpo con il quale non potr mai condividere pienamente lesperienza femminile vera. Dal saggio su Agnes risulta per evidente che in questione non vi una scelta individuale, ma lordine di genere dicotomico e il suo essere inevitabilmente sia un taken-forgranted sia un principio normativo. Agnes finisce per adottare un certo tipo di femminilit perch quella femminilit che sembra funzionare, per tutti gli usi pratici della vita quotidiana, in modo cos scontato da garantirle di passare per donna. In prima battuta, la sua storia pu quindi essere letta eversivamente come un minuzioso dissezionamento dellallineamento normativo tra genere, sessualit e sesso, e delle pressioni sullidentit femminile. Quelle che
politici. Per maggiori spunti su questo confronto, cfr. McHoul (1986). 10 Peraltro tanto la medicina quanto una vasta fetta della queer theory tendono, come sostiene Viviane Namaste (2000), a cancellare i particolari delle situazioni e le esperienze concrete di vita delle persone transessuali e transgender.

Goffman (1971) definiva apparenze normali erano infatti fondamentali per Agnes: attraverso la propria capacit di mettere adeguatamente in scena il genere femminile, rafforzandolo con il riferimento a desideri ed esperienze eterosessuali, Agnes poteva, per una gran quantit di fini pratici, guadagnarsi lappartenenza sessuale desiderata. Non stupisce quindi che Agnes femminilizzi il proprio genere adottando quelle caratteristiche che erano (e ancora almeno in parte sono) stereotipicamente associate con lessere donna, comportandosi anche nel corso delle interviste con Garfinkel come una ragazzina timida, sessualmente innocente, allegra, passiva e accomodante.11 Agnes aveva a questo punto gi imparato a gestire la propria sessualit come quella di una donna normale, femminilizzando il proprio desiderio secondo schemi che il pensiero femminista ha riportato al sistema patriarcale, arrivando cio a trarre soddisfazione dallessere guardata con bramosia dagli uomini, alludendo anche durante le interviste alla rivalit femminile che il suo aspetto suscitava e soprattutto evocando il suo rapporto di sottomissione con il fidanzato Bill. Bill fondamentale nel processo di femminilizzazione: per essere convincentemente donna Agnes ha bisogno di un uomo normale che, spiega, non si sarebbe interessato a me se non fossi stata normale (Garfinkel 2000: 65). Anche per questo il rapporto con Bill duplice e instabile, fonte di ansia, oltre che di legittimazione: Agnes si sforza di classificare le sue reazioni in modo assolutamente positivo, descrivendo Bill come la cosa migliore che le sia capitata e re-interpretando la sua affermazione che una vagina artificiale inferiore a una naturale come il segno di un duro, potremmo dire maschio, realismo. Senza teorizzarla come una forma di dominio, Garfinkel ci mostra dunque che la complementariet tra i sessi e leterosessualit svolgono importanti funzioni nella costruzione e proiezione dello status sessuale. Il suo saggio ci induce a pensare che lo smistamento delle persone in due e solo due sessi distinti volto essenzialmente a prevenire una sovversione di quella che Butler (1990) ha definito matrice eterosessuale. Secondo quanto sostenuto da West e Zimmerman (1987:132) il primo problema di Agnes era non tanto quello di arrivare a incarnare un qualche prototipo di femminilit bens quello di preservare la propria categorizzazione di femmina. Pi correttamente potremmo dire che il suo problema era quello di incarnare questa categorizzazione. La sua storia ci mostra che la corporeit non un attributo del soggetto, piuttosto fondamentalmente, come scrive Merleau-Ponty (1954), lesserci degli esseri umani nel mondo, il dato da cui essi partono

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Per una discussione delle diverse dimensioni della femminilizzazione si veda p.es. Ekins (1997).

per esperirlo. In particolare, Agnes non voleva semplicemente essere definita pubblicamente donna cosa che le era peraltro relativamente facile anche prima delloperazione grazie al modo in cui il processo di ascrizione alla categoria sessuale funziona ordinariamente. Nella vita quotidiana infatti non n lassegnazione a un sesso alla nascita e neppure, poich i genitali sono abitualmente nascosti alla vista, la reale ottemperanza al criterio di assegnazione a determinare lappartenenza a una categoria sessuale: nella maggioranza delle situazioni sociali gli attori agiscono con la certezza morale che esistano solo due sessi, per cui se una persona riesce a comportarsi convincentemente da donna, allora donna e non pensiamo certo (n abbiamo il diritto) di andare a verificare la sua conformazione fisica. Tuttavia, lassunto implicito che sotto unapparenza di genere ci siano forme genitali corrispettive qualcosa di pi di una presenza fantasmatica: un fondamento mai messo in discussione, naturale e morale che tuttavia il transessuale viola, almeno fino a che non venga chirurgicamente riallineato. Pur non essendo esplicitamente indicati da Garfinkel, i rimandi tra genere, sessualit e sesso mostrano che Agnes non poteva fermarsi facilmente agli attributi di genere. La visione antiessenzialista e performativa dellordine di genere non implica affatto che tutti gli attributi e i comportamenti riconducibili alla femminilit vadano messi sullo stesso piano. Certo, il fatto che con il proprio aspetto, i propri gesti, il proprio modo di porgersi, muoversi, parlare e descriversi Agnes sappia e possa passare per/sia ammessa come (passing) donna mostra il carattere routinizzato delle aspettative di sfondo che definiscono la femminilit. Il sesso definito dalle caratteristiche sessuali primarie viene ci nondimeno esperito e costruito come fondazionale12***. innanzitutto la visione biologistica e metonimica del genere che si andata consolidando nel corso della modernit a far s che la conformazione genitale non possa diventare irrilevante per Agnes, per quanto sia brava a essere donna, e anzi proprio per questo. Garfinkel (2000: 122) spiega che la naturale, normale persona sessuata come oggetto culturale deve possedere una vagina o un pene, e dove la natura erra, occorrono vagine e peni fatti da mano umana. Agnes vuole quindi avere un corpo il pi possibile femminile. Non si tratta solo di dare per scontata nel maggior numero possibile di occasioni la propria appartenenza sessuale, ma anche di un bisogno di vissuto corporeo che Agnes, sfruttando il solco culturale ritagliabile nellordine di genere egemonico, rappresenta come il legittimo
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E questo anche, come vedremo, dai professionisti che sono deputati a modificarlo chirurgicamente (cfr. ; sulla

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desiderio di cucirsi addosso la capacit di avere relazioni sessuali normalmente (e cio eterosessualmente) femminili, e quindi il tentativo di arrivare a soddisfare carnalmente, come una donna, il fidanzato Bill che aveva cominciato a insistere per avere rapporti sessuali. Le sue aspirazioni sono per destinate a essere disattese: la sua vagina sar sempre artificiale tanto quanto la sua biografia rimarr diversa da quella di chi viene riconosciuta donna alla nascita. Suzanne Kessler (1998) nel suo studio sulle esperienze delle persone con caratteri sessuali misti che hanno subito chirurgia plastica mostra che sono gli stessi chirurghi a non ritenere n una vagina, n tanto meno un pene ricostruiti paragonabili ai loro corrispettivi naturali, sono piuttosto simulacri per evitare una dissonanza imbarazzante e, allo stesso tempo, un segno del progresso medico. Sembra quindi delinearsi uno spazio di tacito conflitto tra chi si sottopone a una operazione di cambiamento di sesso e la scienza medica; la speranza di incarnare pienamente un genere si scontra con un costruttivismo, quello medico, che rimane irrimediabilmente terapeutico e normalizzatore e che, in un double bind insolvibile sorretto dalla moralit dellordine dicotomico di genere, ribadisce la plasticit del corpo e la superiorit di certe forme naturali. Lo studio di un caso di passing clamoroso come quello di Agnes permette a Garfinkel (1967: VII) di affrontare, sia pure indirettamente, questioni epistemologiche fondamentali, riassunte nellaffermazione programmatica secondo cui ogni riferimento al mondo reale, anche quanto si tratta di eventi fisici o biologici, non pu che riguardare le attivit organizzate della vita quotidiana.13 Il suo scopo non era quello di valutare i discorsi di Agnes, ma neppure quello di considerare le esperienze dei transessuali in quanto tali: Agnes usata come una metodologa pratica per far risaltare cosa diamo per scontato nei confini di genere. Questa focalizzazione fa s che non venga problematizzata pienamente lesperienza di Agnes e la ricostruzione di quei confini che il suo corpo sembrava destinato a violare. Garfinkel era infatti interessato alla rilevanza strutturale dei segreti di Agnes, ovvero a capire come
storia del transessualismo negli stati uniti, fondamentale Meyerowitz (2002). 11 Prima di arrivare al nostro allineamento normativo rigido e dicotomico, la prima medicina moderna occidentale ha interpretato le teorie classiche della riproduzione producendo un modello di specie umana a un solo sesso (Laqueur 1990). A partire dal celebre, ancorch controverso, studio di Margaret Mead (1935) su alcune trib della nuova Guinea, gli studi antropologici hanno confermato non solo che i comportamenti e gli atteggiamenti maschili e femminili variano culturalmente, ma anche che esistono sistemi di classificazione sessuale assai meno dicotomici e rigidi di quello tipico delle societ occidentali, basti pensare allesistenza di un terzo sesso in molte culture dellemisfero australe o alla normalit di periodi di omosessualit in alcune culture africane (per una panoramica, cfr. Weston 1993). Secondo Domurat Dreger (1998) si stima oggi che circa un bambino su mille nasca con caratteri sessuali ambigui.

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potesse passare, e non a rendere conto di cosa implicasse per lei il passare.14 Questa angolazione mostra bene che la verit non un dato essenziale bens un fatto sociale continuamente prodotto dai membri di un gruppo mentre portano a termine le faccende della vita quotidiana, ma trascura le differenti posizioni che i soggetti hanno nella produzione delle verit accettate. questa diversit di esperienze e di potere che la visione collaborativa dei fatti sociali tipica delletnometodologia garfinkeliana non sembra mettere pienamente in luce, ed questa diversit che invece emersa poco a poco alla luce del sole con la crescente consapevolezza che le identit personali, anche quelle che sembrano avere un fondamento essenziale come la razza o il sesso, sono un fatto non solo sociale ma anche politico, innervato di conflitti e di contraddizioni. Lo sguardo costruttivista tenta cos di aprirsi uno spazio al di l di una prospettiva terapeutica e normalizzatrice: riconsiderata nei termini di una politica culturale dellidentit, Agnes ci appare come una persona che si fa complice di, e allo stesso tempo lotta contro, una prospettiva culturale e, soprattutto, medica normalizzatrice che pu non risultare pienamente soddisfacente per lei. In questottica, a posteriori, e grazie alla passione per il dettaglio di Garfinkel, ci rendiamo conto che le insoddisfazioni di Agnes su cui peraltro essa tenta di tacere hanno spesso un carattere molto corporeo, a partire dalle sue difficolt con una vagina ricostruita che richiede sforzi quotidiani di manipolazione per poter essere funzionale. E di nuovo si evince la distanza tra la medicina e la chirurgia (per cui la vagina deve esserci ma, al limite, pu essere anche un simulacro con cui identificarsi mentalmente) e Agnes (che vuole vivere il corpo, e non indossarlo come un segno, che vuole incarnare il sesso e non semplicemente assicurarsi lappartenenza a una categoria sessuale).

Il caso di Agnes fu celebre perch tra i suoi segreti, cera anche il fatto di aver assunto ormoni da adolescente contrariamente a quanto dichiarato in un primo tempo ai medici come ci riporta Garfinkel in una controversa appendice al saggio. Intervenendo a un dibattito organizzato dallAssociazione americana di sociologia, James Coleman critica la metodologia dellequipe di Los Angeles e si rifiuta di accordare ad Agnes lo status di persona dal doppio sesso, definendola un travestito di sesso maschile e utilizzando sempre il pronome maschile a sottolineare che era riuscita a ingannare Garfinkel il quale si rivolgeva a lei al femminile. Coleman chiaramente sposava labituale visione essenzialista del genere considerando la pervasiva complementarit funzionale tra maschi e femmine un meccanismo grazie al quale la sessualit biologica ulteriormente polarizzata socialmente. Poich era basato sullerroneo assunto che la natura aveva costretto questa persona a prendere una decisione tra lessere maschio o lessere femmina, il saggio su Agnes gli appariva dunque sia una colossale impostura sia una mossa politicamente infelice, almeno qualora Garfinkel intendesse sostenere che la legge avrebbe dovuto lasciare alle persone libera scelta circa il proprio stato sessuale perch usare la deviazione biologica come falsa facciata della giustificazione lasciare che questultima venga distrutta sulla base di falsi assunti (Coleman 1968: 129: cfr. anche Sassatelli 2000).

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Mettendo laccento su queste contraddizioni, si possono chiaramente vedere i presupposti fallocentrici insisti nel sapere medico-chirugico: ricostruire una vagina appare semplice perch essa sembra essere definita letteralmente dalla capacit passiva (profondit, ampiezza) di accomodare un pene, e non dalla sua capacit attiva (sensazioni, movimento) di partecipare a un orgasmo dato questo che, insieme a una pi generale gerarchia tra i generi, spiega, ancora oggi, la larghissima prevalenza di transessuali male-to-female rispetto a quelli female-to-male (Hird 2000). E si avverte nuovamente il peso della contraddizione tra apparenze normali, genitali in questo caso, e corpo vissuto: se laccento di molti chirurghi che operano ricostruzioni genitali sia nei transessuali che negli ermafroditi sulla fabbricazione di vagine che sembrino vere, la speranza troppo spesso delusa di molte transessuali quella di avere una vagina che le faccia sentire vere, e che quindi senta veramente (Kessler 1998). Questa contraddizione d uno spessore nuovo allimmagine del passing sessuale sostanzialmente pessimista fornita da Garfinkel e cos facendo comincia a delineare pi chiaramente alcune possibili tattiche di effettiva resistenza e sovversione che lindifferenza etnometodologica non sembra interessata a mettere a fuoco. Queste probabilmente passano per lassegnazione di una precedenza al piacere sessuale come fondamentale esperienza umana, prima e al di l delle differenze di genere/sesso. in questi termini che Butler (1999: 11) ha recentemente espresso limportanza di Foucault per la teoria femminista della performativit, sostenendo che quando il teorico francese invoca il passaggio dallattenzione per il sesso e il desiderio a quella per i corpi e il piacere, egli promette di superare i limiti epistemologici che obbligavano a pensare alla sessualit come qualcosa che emanava da persone di sesso diverso sotto forma di desiderio e di immaginare corpi non segnati, corpi che non erano pi pensati o vissuti nei termini della differenza sessuale, e piaceri che erano diffusi, e forse illimitati.

Crossgenderismo e ibridismo Soprattutto a partire dagli anni ottanta, in seguito al consolidarsi del pensiero femminista e dei movimenti gay e lesbici, si sono fatte strada visioni del sesso, del genere e della sessualit alternative, sono emerse alcune trasgressioni che sembrano pi direttamente rivolte a sovvertire lordine dicotomico di genere. Si vanno oggi diffondendo fenomeni, accomunati dalle etichette crossgenderismo o transgenderismo, che mirano apertamente a trascendere la logica binaria maschio/femmina e leterosessualit, proponendo e articolando forme narrative 13

spesso caratterizzate da una spiccata riflessivit (nel duplice senso di racconti incarnati in forme identitarie e corporee visibili e concrete, e di racconti che tematizzano le dicotomie di genere). Questi fenomeni hanno soprattutto una forte presa sulla cultura di massa: se il cinema presenta ormai immagini articolate e complesse delle nuove identit di genere e di orientamento sessuale (dallo storico The Rocky Horror Picture Show a Querelle, da Boys Dont Cry a La moglie del soldato), soprattutto a partire dagli anni ottanta, personaggi gay, lesbici e transgender hanno fatto capolino nelle sit-com americane per il largo pubblico (Hellen, Friends ecc.), sono entrate nei manga giapponesi per adolescenti e bambini (Lady Oscar, Ranma, F-Compo ecc.) e compaiono con crescente frequenza negli spot pubblicitari della televisione generalista anche nel nostro paese (p.es. le recenti campagne della Martini). Simili immagini, figure e caratteri sembrano diffondere e, per cos dire, normalizzare una possibilit che nelle societ occidentali contemporanee, appariva tipica solo di alcune particolari occasioni giocose in cui, come nel carnevale, si sovverte e si inverte temporaneamente quello che si nel profondo. Come ammonimento contro concezioni semplicistiche del genere, lo stesso transessualismo diventato una categoria di genere, e in una certa misura una subcultura sessuale (con guide, come la celebre Tranny Guide di Vicky Lee, che illustrano il cambiamento di sesso e la gestione delle apparenze in pubblico, sul lavoro, ecc.). Drag queens famose come Ru Paul hanno ottenuto grande visibilit mediatica, e si sono esposte in prima persona con biografie fortunate e spesso ironiche in cui hanno tentato di creare uno spazio tra i generi. Lambiguit e lambivalenza sono caratteristiche fondamentali delle loro auto-descrizioni. Cos, sostiene Ru Paul, il genere non tutto unaltra domanda che mi viene rivolta come ti devo parlare al maschile o al femminile? Io rispondo che mi si pu parlare come si vuole, limportante che si entri in comunicazione con il mio essere, invece di fermarsi alla superficie ma poi insiste su unambigua forma di autenticit imperniata nuovamente sul genere dire che la mia realt che sono un uomo, e ci che lillusione d di me limmagine di una donna; ma delle due cose, lillusione la pi vera (in Perri 2000: 91). Certo il glamour di performers crossgender di successo come Ru Paul e lambiguit sessuale di molte icone della cultura giovanile non deve oscurare la marginalit in cui vivono personaggi transgender molto reali come i viados brasiliani che, come ha mostrato Don Kulick (1998), adottano attributi fisici femminili ma rivendicano spesso una identit maschile omosessuale (cfr. anche Perkins 1983). In questo caso, lironia, lambiguit e lambivalenza fa posto a racconti autobiografici dove le distinzioni di sesso, 14

genere e sessualit sono complicate ma terribilmente serie: come scrive Princesa, un celebre viado celebrato dal cantautore italiano Fabrizio De Andr, anche io mi sono comportata da uomo per ottenere soldi dai clienti. Mai per mi sono comportata da uomo con una donna o con un altro trans. Ho sempre accettato lamore con dei maschi maschi anche se un pochetto fantasiosi (Farias 1997: 108). La comunit crossgender o transgender che emersa nel corso degli anni ottanta negli Stati Uniti e in Europa viene descritta da Anne Bolin (1994) come composta da individui che cercano di mettere in discussione il dominante sistema a due generi, mescolando aspetti della mascolinit e della femminilit oppure optando per affrontare solo alcune delle operazioni chirurgiche che potrebbero ri-assegnarne completamente la categoria sessuale. Il principio guida di questo movimento sembra consistere nellidea che ciascun individuo dovrebbe poter essere libero di cambiare, non solo permanentemente ma anche temporaneamente, il sesso cui stato assegnato alla nascita, superando le strettoie dicotomiche del sesso, del genere e della sessualit. Tra queste figure tra i generi si annoverano sempre di pi non solo travestiti e omosessuali, ma anche transessuali. In effetti sembra delinearsi sempre pi chiaramente una tensione nella comunit transessuale tra chi vuole passare come genitalmente corretto come donna o uomo e il crescente numero di transessuali che tentato di sovvertire lordine di genere dicotomico (Hird 2000; Prosser 1998). Se lossatura portante delle storie di molte transessuali oggi, come per Agnes, ancora quella di una soggettivit il cui genere imprigionato in un corpo dal sesso sbagliato e quindi la necessit di ripristinare un allineamento naturale tra sesso e identit di genere, nascondendo o omettendo parte della propria biografia personale e modificando il proprio corpo (Bolin 1988; Devor 1997; Hausman 1995; Shapiro 1991), la queer theory usa sempre pi insistentemente il transessualismo come epitome della sfida alla stabilit della dicotomia sessuale, cercando di svilupparne il potenziale trasgressivo. Kate Bornstein (1994), Leslie Feinberg (1996) e Sandy Stone (1991), alcune delle pi celebri studiose transessuali, non sembrano aspirare a identificarsi pienamente con il genere femminile e cercano invece posizioni intermedie e sovversive delle dicotomie di genere/sesso. Stone (1991: 295), per esempio, ha invitato esplicitamente i transessuali a non passare come se fossero sempre stati uomini o donne, ma a proclamare con fierezza le loro storie che rompono i discorsi accettati sul genere.15

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Per una discussione del modo in cui stato letto il transessualismo dalla teoria femminista e dagli studi di

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Bornstein (1994: 8) sostiene che i transessuali non possono diventare uomini o donne, quanto meno secondo il modo di sentire corrente, non perch siano inautentici come sosteneva Raymond, ma perch le loro biografie semplicemente rivelano quanto caotica e incompiuta sia la distinzione tra sesso e genere e quindi implicitamente o esplicitamente finiscono per decostruire lordine di genere. Questo movimento oggi si fa forte anche della crescente attenzione prestata al fenomeno dellermafroditismo e, al contempo, della crescente vocalit dei soggetti nati con caratteristiche sessuali miste e chirurgicamente ri-allineati da neonati. Come scrive Alice Domurat Dreger (1998: 6) nella sua analisi del trattamento medico dei casi di ermafroditismo o intersessualismo che si snoda dallOttocento ai giorni nostri, lermafroditismo causa una notevole quantit di confusione, molto di pi di quanto non si possa immaginare a un primo sguardo, perch [] la scoperta di un corpo ermafroditico solleva dubbi non solo su quel particolare corpo, ma su tutti i corpi. Il corpo in questione ci obbliga a chiederci cosa esattamente vi sia se vi qualcosa che rende i nostri corpi non questionabili. In questo senso, i corpi ermafroditi sono stati e sono ancora un terreno di battaglia per ribadire la definizione della maschilit naturale e della femminilit naturale. Un terreno che presidiato dalla scienza medica che, espressione di un pi vasto orientamento culturale, ha tentato di ricostruirne i corpi per rafforzare primariamente quello che minacciavano pi fortemente: lidea che ci fosse un singolo, conoscibile, vero sesso, maschile o femminile in ciascun corpo umano (Domurat Dreger 1998: 44; cfr. anche Fausto-Sterling 2000; Kessler 1998 e Meyerowitz 2002). La medicina insomma si progressivamente impossessata di una icona culturale, lermafrodita, che suscitava sia attrazione che disgusto, e lha reso un fatto scientifico, un organismo malato. Con levolversi dellortodossia medica, le gonadi, gli ormoni, i cromosomi ecc. sono diventati altrettanti complessi e non sempre armonici indicatori dellappartenenza a una categoria sessuale, e allo stesso tempo, luoghi di intervento medico (chirurgico, endocrinologico, genetico) per ristabilire una linea di confine il pi possibile chiara tra il maschio e la femmina.16 Il principio classificatorio maschio/femmina prevale cos

genere, cfr. Hird (2000). Pi in generale sulla politica del trasessualismo, dentro e fuori le scienze sociali, cfr. il lavoro di Pat Califa-Rice (1997) e sullo sviluppo dei diritti sessuali e di genere come diritti di cittadinanza e umani, cfr. Bell e Binnie (2000) e Weeks (1998). 16 Per una discussione dei protocolli medici oggi in uso per assegnare i soggetti a una categoria sessuale e per le diverse forme di ermafroditismo che sono riconosciute dalla medicina, cfr. Domurat Dreger (1998); Kessler (1998); Fausto-Sterling (2000) e Meyerowitz (2002).

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sullesistenza reale di corpi ibridi, il cui sesso indeterminato deve essere corretto, o mediante la soppressione dei feti, o mediante interventi chirurgici precoci. Il diritto della professione medica di determinare il genere e di restringere questa scelta a due possibilit viene oggi messo in discussione. Tra le voci di dissenso pi attive e sonore troviamo la Intersex Society of North America (ISNA) che opera da met degli anni novanta, rivendica il diritto a non essere oggetto di chirurgia da neonati per ristabilire apparenze genitali dimorfiche e definisce le persone tra i sessi come individui con anatomia o fisiologia che differisce dagli ideali culturali di maschio e femmina.17 Questa associazione ha mostrato che sono soprattutto le clitoridi troppo grandi a essere rimosse, causando spesso disorientamento e perdita della sensazione sessuale.18 Toccando un tasto dolente della politica globale dellidentit e della differenza, lISNA tenta di stabilire un parallelo tra questa pratica medica condotta su neonati occidentali e la mutilazione genitale femminile o infibulazione, esperienza che colpisce circa 130 milioni di donne in Africa, Asia e Medio Oriente e che viene stigmatizzata da uno stuolo di femministe, missionari e medici stessi del civilizzato occidente come sintomo di arretratezza culturale e mancanza di rispetto per i diritti umani. Gli ermafroditi o pseudoermafroditi vengono oggi sempre pi spesso considerati da alcuni tra cui la nota attivista ermafrodita statunitense Cheryl Chase (1998) i transgenders per eccellenza, capaci di destabilizzare le categorie maschio e femmina. Tanto quanto e forse pi delle esperienze dei transessuali, le vicende degli ermafroditi mostrano che lordine dicotomico di genere una legge naturale molto sociale che, a differenza della meccanica o della termodinamica, funziona solo se viene sancita normativamente, magari mediante lintervento chirurgico per ristabilire nei corpi quello che la natura avrebbe erroneamente dimenticato. Se confrontiamo queste tipologie di persone tra i sessi i transessuali e gli ermafroditi ci accorgiamo per altrettanto chiaramente che la questione della plasticit del corpo e della performativit del genere non puramente accademica e che spesso vi sono
oggi disponibile unutile letteratura sullattivismo degli intersessuali, ermafroditi o pseudoermafroditi, e sullISNA, cfr. per esempio Holmes 2002; Turner 1999. Il fenomeno dei corpi con caratteristiche sessuali miste sta emergendo come un tema importante per i queer studies e una parte del femminismo post-strutturalista che cerca di mostrare che non solo il genere, ma anche il sesso, un fatto socialmente costruito e fortemente innervato di relazioni potestative, cfr. lintervista di Peter Hegarty (2000) alla fondatrice dellISNA Cheryl Chase. Sul ruolo dellazione politica e del consolidamento di una faccia collettiva pubblica per la costruzione dell identit intersessuale si veda la ricerca condotta da Sharon Preves (2000) su oltre una trentina di ermafroditi americani. 18 Confermando che, a dispetto di ogni misconoscimento culturale consolatorio o puritano, le dimensioni contano la regola implicita che qualunque organo sessuale pi lungo di 2,5 cm da classificarsi come pene mentre
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diversi punti di vista non immediatamente riconciliabili. La posizione di molti ermafroditi sembra essere, per esempio, in potenziale conflitto con alcune delle direzioni della cultura transessuale, nel suo complesso entusiasticamente favorevole allincremento delle possibilit di intervento chirurgico e cosmetico sui genitali (Kessler 1998: 119 e sgg.; Fausto-Sterling 2000: 45 e sgg.). Questo confronto ci mostra molto bene la forza dellimperativo culturale alla distinzione sessuale anche quando il corpo e il genere vengono concepiti come dati socialmente costruiti. Si tratta di un imperativo categorico che non potrebbe essere pi evidente laddove il paziente non solo ladulto transessuale, indipendentemente dalla sua dotazione fisica originaria, ma anche il neonato dai caratteri sessuali misti. Oggi, proprio come nel caso di Agnes, la medicina (e in diversi stati europei la sanit pubblica) accorda il cambiamento di sesso a quegli adulti che sentono di dover scegliere di divenire quello che sono gi e che convincentemente innanzitutto mediante apparenze adeguate e lidealizzazione delleterosessualit siano in grado di passare per/nel genere desiderato. Queste stesse istituzioni per non lasciano scelta ai neonati con caratteri sessuali misti. Lassunto, epitomizzato nei protocolli diffusi dal sessuologo americano John Money, che si impari a essere donna o uomini sin dai primi giorni di vita, che una conformazione genitale adeguata sia fondamentale per imparare correttamente, e che i chirurghi debbano semplicemente fornire i genitali giusti per procedere con una socializzazione di genere adeguata (cfr. Kessler 1998; Hird 2000). Ecco che la plasticit del corpo pu essere declinata in modi diversi, che per tendono a confluire in una direzione dominante: le prassi mediche sembrano in effetti sfidare lidea che il sesso biologico sia incontrovertibile, ma rafforzano la visione dualistica del sesso/genere. Il fatto che sia possibile e lecito intervenire sul corpo alterandolo anche radicalmente non implica dunque che tutto sia facilmente concesso. Qualunque identit corporea che cada fuori dai parametri stabiliti per lidentit di genere sembra ancora oggi incontrare una forza disciplinare, terapeutica e normalizzatrice che tende a ristabilire lordine dicotomico di genere.

Note conclusive Soprattutto a partire dalla fine degli anni settanta, le scienze umane e sociali hanno messo in

qualunque organo pi piccolo una clitoride (Hird 2000).

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discussione le assunzioni epistemologiche implicite nella produzione dei fatti naturali, hanno decentrato il corpo fisico delle scienze biomediche e criticato dicotomie date per scontate come cultura/natura, mente/corpo, genere/sesso, maschio/femmina (Butler 1993; Haraway 1991; Laqueur 1990). I corpi hanno acquistato una loro storia e sono divenuti politici anche e soprattutto perch la loro naturalit stata ricondotta a pretese di verit che riflettono differenze di potere spesso consolidate attraverso istituzioni chiave della modernit dalla famiglia, alla medicina, allo stato (Feher et al., a cura di, 1989; Foucault 1976, 1984; Porter 1991). Questa consapevolezza si appoggiata a, e ha favorito, lemersione di voci e richieste provenienti da soggetti con esperienze identitarie e corporee divergenti dalle norme culturali che segnano le differenze naturali tra i corpi, divergenti in particolare dallordine di genere egemonico. Esaminando le esperienze dei transessuali e degli ermafroditi si per potuto mostrare che considerare il corpo e i caratteri sessuali come un processo culturale di assegnazione a una categoria, qualcosa di socialmente costruito e basta, non elimina affatto la questione del potere, al contrario pone tanti quesiti quanti ne risolve. La medicina moderna, partecipe di quel potere disciplinare che Foucault ha cos magistralmente messo in luce, ha aderito molto presto allidea che il corpo fosse plastico e malleabile, e ha combinato questa plasticit a uno sguardo normalizzatore e terapeutico che pu e deve ristabilire lordine naturale. Le esperienze dei transessuali e degli ermafroditi dunque ci mostrano non solo che il corpo un campo di battaglia modellato dalle relazioni di potere che innervano la nostra cultura, ma anche che la sua plasticit se e come precisamente esso plasmabile oggetto conteso, declinabile in direzioni diverse, verso un ibridismo sovversivo, o pi spesso, verso una normalizzazione che simula un ordine naturale. Anche se entrambe queste figure in qualche modo destabilizzano lordine di genere dato per scontato e rendono scoperto il gioco referenziale che dal genere sembra risalire al sesso come sostrato essenziale da cui emana la differenza, occorre resistere alla tentazione di trasformare il travestito, il transessuale, lermafrodita, il crossgender in una sorta di figura topica (per quanto riguarda la performativit del genere) e sovversiva o viceversa (per quanto riguarda le norme sullidentit sessuale e la sessualit). Si pu forse essere daccordo, almeno in prima battuta, con quelle femministe post-strutturaliste secondo cui il genere una costruzione culturale instabile, il cui scopo delimitare e contenere la minacciosa assenza di confini tra i corpi e tra le pratiche del corpo, assenza che altrimenti farebbe esplodere le strutture istituzionali e organizzazionali delle ideologie sociali (Epstein e Straub 1991: 2). Questa 19

indeterminatezza e ibridismo a sua volta non va per ipostatizzata e feticizzata, come avviene nella teoria freudiana della bisessualit originaria e come una parte della teoria queer sembra voler fare. A fronte di forme organizzative sociali e culturali solidissime, il riferimento allindeterminatezza deve rimanere una procedura euristica per esplorare le diverse possibilit di organizzazione della sessualit, delle categorie sessuali, del genere. Linsistenza sul costruttivismo e lantiessenzialismo non dovrebbe cio risolversi in unontologia della plasticit che pu divenire, ancora una volta, facile preda per la costruzione forme egemoniche di corporeit.

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