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HOBBES Hobbes nasce in Inghilterra nel 1588 e la sua formazione dovuta ai frequenti viaggi in Europa.

. La sua filosofia, che esclude il trascendente, lautorit dei libri e degli autori antichi, e prende ispirazione dal mondo della natura, si pone lobiettivo di porro le basi per una comunit ordinata e pacifica, possibile soltanto sulla base del potere assoluto. RAGIONE E CALCOLO Secondo Hobbes, sia uomini che animali posseggono la ragione; ma luomo, a differenza degli animali, pu prevedere e progettare la propria condotta e i mezzi per raggiungere i propri fini. Tale capacit presuppone il linguaggio, che consiste nelluso di segni arbitrari o convenzionali che ci permettono di interagire con altri. Il linguaggio rende possibile il ragionamento, che sempre calcolo, cio addizione e sottrazione di concetti. La forma generale del ragionamento il sillogismo ipotetico e questo tipo di discorso scientifico dimostra la connessione per la quale da una causa si genera un effetto. Tuttavia esistono due modi di filosofare. Il primo consiste in dimostrazioni a priori di tipo deduttivo, che vanno dalle cause agli effetti. Il secondo in dimostrazioni a posteriori di tipo induttivo, che risalgono dagli effetti alle cause che possono averli generati. Il primo tipo di filosofia perviene a conclusioni necessarie, poich riguarda oggetti che sono stati creati dalluomo (matematica, politica ed etica). Il secondo tipo di filosofia perviene a conclusioni probabili, perch riguarda le cose naturali prodotte da Dio (corpi fisici). IL MATERIALISMO Il materialismo meccanicistico Secondo Hobbes sia Dio sia le cose incorporee non fanno parte dellambito filosofico, in quanto rappresentano delle realt di cui non possibile addurre la causa generatrice. Secondo il materialismo o il corporeismo di Hobbes esistono e sono conoscibili unicamente i corpi, poich solo essi possono agire o subire unazione. La parola incorporeo non ha significa n per luomo n per Dio, in quanto non esprime un suo attributo, ma semplicemente un attributo che lo distingue nella natura. In concreto, il materialismo si risolve in una forma di meccanicismo che spiega tutto in termini di materia e movimento, allinsegna del pi rigido determinismo. Dato che ci possono essere corpi naturali e artificiali, ci sar una filosofia naturale, che ha per oggetto i corpi naturali, e una filosofia civile, che ha per oggetto i corpi artificiali, cio letica e la politica. Esiste anche un filosofia prima che ha lo scopo di chiarire gli attributi di tutti i corpi (spazio, tempo, ecc.). Il materialismo etico Se vero e falso sono valutazioni puramente convenzionali, bene a male sono puramente soggettive, cio relative allindividuo e alla sua situazione. In generale si chiama bene ci che si desidera, ma le ci che si odia. Ma queste determinazioni non sono inerenti alla natura delle cose, ma dipendono dagli individui nello stato di natura, e dipendono dalla persona che rappresenta lo Stato nello stato civile. Quando nella mente delluomo si alternano desideri diversi e opposti, si ha quello stato che si chiama deliberazione. Esso termina nellatto della volont che decise di agire o non aire. La volont conclude ponendo fine ai dubbi e alle incertezze; ma questi rinascono subito, visto che luomo non pu raggiungere uno stato definitivo di tranquillit e quiete. Pertanto non si pu parlare neppure di un sommo bene, poich una volta raggiunto non si dovrebbe desiderare nientaltro. Nella vita umana cos intesa, non c posto per la libert. Per Hobbes essa non consiste nel libero arbitrio ma solo nella libert di azione, cio nellassenza di costrizioni esteriori. In altri termini, nellottica deterministica di Hobbes lunica forma di libert concessa alluomo e la capacit di realizzare senza alcun impedimento esteriori i propri desideri interiori, cio la propria volont. LA POLITICA La condizione presociale e il diritto di natura La filosofia di Hobbes parte da pochi postulati intorno alla natura umana per poi dedurre da essi, con matematica necessit, tutto il sistema delle conoscenze politiche. Due sono i postulati certissimi: Il desiderio naturale, per cui ciascuno pretende di godere da solo dei beni comuni; La ragione naturale, per cui ognuno si sforza di evitare la morte violenta come il peggiore dei mali naturali. Di conseguenza, Hobbes nega che luomo sia, per natura, un animale socievole e politico. Infatti, ci che spinge luomo verso laltro uomo non lamore, ma il bisogno o il timore. Le cause di questo timore sono: luguaglianza di natura tra gli uomini e la volont naturale di danneggiarsi a vicenda. Ci fa s che lo stato di natura sia uno stato di guerra di tutti contro tutti. In questo ipotetico stato di natura gli uomini non sono ancora associati tra loro e disciplinati da leggi, e il fatto che ognuno abbia diritto su tutto rappresenta un istinto naturale insopprimibile perch tutti sono spinti dal

proprio egoismo a perseguire il proprio bene a scapito di quello di tutti gli altri. La guerra di tutti contro tutti la conseguenza inevitabile dello stato di natura, in cui luomo, in virt del suo diritto su tutto, risulta necessariamente un lupo per laltro uomo La ragione calcolatrice e la legge naturale La stabilit totale della condizione di guerra universale impedisce ogni attivit industriale e commerciale, impedisce alluomo di gestire il suo tempo e di relazionarsi con gli altri, e, in sostanza, comporterebbe lannientamento del genere umano. Ma la capacit della ragione di calcolare e quindi prevedere provvedere ai bisogni e alle esigenze delluomo, gli suggerisce alcune norme che lo sottrarranno dalla miserabile condizione di partenza e gli garantiranno una migliore forma di vita. Queste norma sono le leggi di natura; secondo Hobbes esse, essendo frutto della ragione intesa come facolt finita, sono condizionate dalle circostanze in cui si opera e pertanto la loro naturalit la stessa razionalit. Le leggi naturali fondamentali sono tre. La prima ordina di cercare la pace e conseguirla. La seconda stabilisce che un uomo sia disposto a rinunciare al suo diritto su tutto e ad accontentarsi di avere tanta libert quanta ne possiedono gli altri. Essa implica chi gli uomini strangano tra loro dei patti, e la terza norma ne impone il rispetto. Lo Stato e lassolutismo Nel momento in cui viene stipulato un contratto, mediante il quale gli individui trasferiscono il proprio diritto su tutto a un sovrano o Leviatano (uomo o assemblea) in grado di salvaguardare il rispetto dei patti e la pace della comunit, si ha il passaggio dallo stato di natura allo stato civile. Il sovrano ha potere assoluto e tutti gli altri sono sudditi; Hobbes, infatti insiste: Sulla irreversibilit e unilateralit del patto fondamentale (una volta costituito lo Stato, i cittadini non possono dissolverlo negando a esso il proprio consenso); Sulla indivisibilit del potere sovrano (se i poteri venissero divisi la libert dei cittadini non sarebbe pi garantita); Sullappartenenza allo stato del giudizio sul bene e sul male; Sulla prerogativa dello Stato di esigere obbedienza; Sulla negazione del tirannicidio; Sul incorporazione dellautorit religiosa in quella statale; Sulla negazione che il sovrano sia oggetto alle leggi dello Stato; Lunico limite del potere statale sta nel non poter obbligare un uomo a compiere azioni contro la propria vita e quella dei proprio cari e nel non poter comandargli di confessare un delitto, perch nessuno pu essere indotto ad accusare se stesso. Conseguentemente, il suddito libero solo in ci che il sovrano ha omesso di regolare (silenzio delle legge); lo Stato, invece, libero sempre perch non ha obblighi.

NEWTON Newton nasce in Gran Bretagna nel 1642, lo stesso anno in cui muore Galileo. Studia al Trinity College di Cambridge e succede al suo maestro sulla cattedra di matematica. Si occup di ottica e concep il telescopio a riflessione e scopre le varie rifrangibilit dei raggi che costituiscono la luce bianca. Lastronomo olandese Huygens lo indirizz allo studio dei primi fenomeni della gravitazione, esposti nel suo capolavoro i Principi matematici della filosofia naturale. IL CALCOLO DELLE FLUSSIONI Galileo si era trovato in difficolt nel calcolare laccelerazione di gravit e lo spazio percorso da un grave in un intervallo di tempo fissato. Il problema da affrontare era quello delle grandezze fluenti e delle loro flussioni: fluente una quantit generata da un moto continuo; flussione una quantit generata istante per istante. Il problema del calcolo delle relazioni tra fluenti e flussioni porta in scena il concetto di infinito. Newton (aspetto fisico), insieme a Leibniz (aspetto filosofico), invent il calcolo infinitesimale, che si rivelato un grande strumento interpretativo per discipline che vanno dalla fisica alla biologia e alleconomia. LA GRAVITAZIONE UNIVERSALE Prima ancora di Newton, gi Copernico aveva riconosciuto la gravit come una forza che attrae tra loro i corpi celesti. Huygens aveva dato la formula della forza centrifuga e Borelli aveva osservato che, per mantenere i pianteti nelle loro orbite, alla forza centrifuga doveva corrispondere una forza centripeta o attrattiva. Newton elabor una formula che unifica ci che avviene nei cieli e ci che avviene sulla Terra, dando a tutti la certezza che c una fisica sola, capace di spiegare insieme la caduta della mela e il modo in cui si compravano i pianeti intorno al Sole. La formula della

gravitazione universale afferma che due corpi nelluniverso si attraggono con una forza di intensit direttamente proporzionale al prodotto delle masse e inversamente proporzionale al quadrato della distanza che li separa. LA DINAMICA Dalla meccanica di Galileo, Newton si distacca per lintroduzione del concetto di massa, per la generalizzazione del concetto di forza e per lestensione della validit delle leggi meccaniche allintero universo. Per primo Newton ha distinto la massa dal peso e ha collegato la forza allaccelerazione, potendo cos stabilire i tre principi fondamentali della dinamica: Il principio di inerzia: ogni corpo conserva il suo stato di quiete o di moto fino a quando non interviene una forza a modificarne lo stato; Il principio di proporzionalit tra la forza e laccelerazione: la forza direttamente proporzionale allaccelerazione, e non alla velocit; Il principio di azione e reazione: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. LOTTICA Cartesio aveva spiegato il fenomeno della luce in relazione allelasticit delletere, nel quale la luce si trasmette istantaneamente. Galileo prov invano a spiegare se la luce avesse una velocit di propagazione, ma anni dopo si scopr che la luce solare si propaga a una velocit di circa 300 mila chilometri al secondo. Secondo Newton lagitazione delletere produce lemissione di particelle luminifere, che variano di grandezza a seconda del colore della luce. La percezione del colore sarebbe prodotta dalla diversa frequenza delle vibrazioni prodotte dai corpuscoli luminosi sul nervo ottico. Le particelle luminose agiscono a distanza sulle particella dei corpi, mettendole in vibrazione; queste vibrazioni si trasmettono alletere. IL METODO E LE SUE REGOLE Per Newton la scienza deve essere puramente descrittiva e deve escludere qualsiasi forma di ipotesi metafisica. Le regole del metodo costituiscono la parte filosofica del lavoro di Newton. La prima regola afferma la semplicit della natura, che non richiede spiegazioni complicate, perch non fa nulla invano. La seconda regola afferma che la natura uniforme e le leggi fondamentali della natura valgono in qualunque parte del mondo. La terza regola di Newton quella che afferma la omogeneit della natura, ovvero che la natura sempre la stessa. La quarta regola dice che nella filosofia sperimentale le proposizioni ricavate dai fenomeni devono, nonostante le ipotesi contrarie, essere considerate vere quanto pi possibile, finch non interverranno altri fenomeni a smentirle. Questa regola enuncia il principio della necessit di un controllo delle teorie. Le teorie possono essere ritenute vere solo dopo che le abbiamo controllate.

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