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Introduzione.

La persistenza e la continuit temporale dei disturbi alimentari in et evolutiva rappresentano un fattore di rischio per lo sviluppo di: Disturbi della crescita Problematiche comportamentali Disturbi della personalit Le cause che stanno allorigine dei disturbi alimentari sono classificate in 2 categorie: 1. Fattori personali: a. Fattori biologici b. Fattori psicologici c. Fattori comportamentali 2. Fattori ambientali: a. Influenze socio-culturali b. Influenze relazionali Le cause di un disturbo alimentare nel bambino vanno sempre ricercate allinterno della relazione tra il bambino e le sue figure di attaccamento. Il neonato nasce con dei programmi di sviluppo che si esplicano attraverso principi motivazionali di base che sono: - capacit di interagire con lesterno - predisposizione alla socializzazione - capacit di autoregolazione - monitoraggio affettivo (percepisce lo stato affettivo della persona di accudimento)

Le Fasi dello Sviluppo.


Lobiettivo del percorso evolutivo quello di permettere al bambino, che parte da una totale dipendenza dalle figure di accudimento, il raggiungimento di unadeguata autonomia nellet adulta. Uno sviluppo sano si basa su un continuo adattamento reciproco. Il processo evolutivo pu essere paragonato ad una danza, caratterizzata da momenti di totale sincronia a momenti in cui uno dei due ballerini perde il passo: il problema non la perdita del passo, ma la capacit di saperlo recuperare (importanza della sintonizzazione affettiva).

Fase Simbiotica (0-4 mesi).


Il bambino si percepisce come un tuttuno con la madre e non in grado di percepire il suo corpo come separato da quello della madre. La madre alimenta questa convinzione ascoltando e decifrando i messaggi del bambino, aiutandolo a porre le basi della fiducia in se stesso e delle proprie capacit psicologiche di influenzare il mondo (sintonizzazione affettiva).

Fase della Separazione (5-12 mesi).


Nascita psicologica del bambino: - Presa di coscienza di essere separato dalla madre (angoscia dellestraneo). - Strutturazione della propria immagine corporea anche grazie alle nuove capacit cognitive e motorie gli permettono di esplorare il suo corpo e gli oggetti che lo circondano.

Fase della Sperimentazione (1-2 anni).


Dallinizio della deambulazione fino al controllo sicuro segue la fase della sperimentazione, in cui il bambino vive uno stato di euforia per le sue nuove capacit e il desiderio di fare da solo.

Fase della Crisi del Riavvicinamento (dopo i 2 anni).


Vi la presa di coscienza dei genitori come persone separate da lui, con interessi propri (crollo dellonnipotenza infantile). Viene instaurato un pi solido legame con le figure di attaccamento e una maggiore tolleranza per le separazioni lunghe (costanza delloggetto). La fase simbiotica e la fase di crisi di riavvicinamento sono tappe essenziali in quanto le modalit con cui la madre e il bambino le affrontano condizioneranno le tappe successive dello sviluppo.

Disturbi Alimentari e Tappe dellEt Evolutiva.


Durante tutto il percorso evolutivo, la nutrizione diventa attivit vitale per lo sviluppo del bambino permettendo la strutturazione prima del senso del S e poi del senso del Noi. Durante il pasto infatti si possono osservare le modalit relazionali e la capacit di sintonizzazione affettiva dei due partner. In particolare esistono due momenti critici dello sviluppo in cui si possono avere delle difficolt alimentari transitorie.

Allattamento (0-7).
Durante lallattamento assume grande importanza la capacit della madre di saper distinguere i bisogni fisiologici e le esigenze del bambino (sintonizzazione affettiva). Il bambino mette dentro di s il nutrimento fisico, ma anche le sensazioni di benessere legate al sentimento di amore che la madre ha per lui (per questo molto importante lincontro dei corpi e lintreccio degli sguardi: il bambino si specchia attraverso gli occhi della madre. I ritmi di alimentazione avvengono attraverso una modalit innata (suzione) e sono interamente gestiti e regolati dal bambino. Possibili problematiche: Difficolt di sintonizzazione della madre nei confronti del bambino in quanto le sue esigenze sono di difficile comprensione. Mancata accettazione e contenimento degli impulsi aggressivi del bambino che si manifestano durante lallattamento.

Svezzamento (4-6 mesi) Prima Infanzia


Tappa cruciale per un corretto sviluppo evolutivo del bambino. una fase estremamente complessa nel bambino in quanto: - La nuova modalit alimentare necessita di un apprendimento. - I ritmi di alimentazione non sono pi gestiti in maniera autonoma dal bambino. - Lintroduzione di nuove consistenze e nuovi sapori. Questa fase molto spesso causa dello sviluppo di un disturbo alimentare. molto importante che: Vengano rispettati i ritmi e i tempi del bambino. Vengano evitati i tentativi di aggirare lostacolo da parte della madre per semplificare o velocizzare il processo di svezzamento. Possibili problematiche: Mancato rispetto dei ritmi e dei tempi di apprendimento del bambino. Aggiramento dellostacolo attraverso distrazioni del bambino rispetto al cibo durante il momento del pasto. Preoccupazione della madre che non si sente pi utile. 3

Nutrirsi da s (2-3 anni) Seconda Infanzia.


Intorno ai 2 anni cominci a manifestarsi da parte del bambino la vivace richiesta di fare da solo associata al rifiuto dellaiuto offerto dalladulto (2 anni in campo alimentare, 3 anni in campo evacuatorio). Questo comportamento non mira al raggiungimento di un livello di prestazione, ma semplicemente a fare in autonomia (infatti alle prime difficolt che il bambino incontra nellesecuzione chiede alle figure di accudimento laiuto che aveva prima rifiutato) ed strettamente correlato con il corretto sviluppo del S. In campo alimentare la madre deve favorire questi tentativi di autonomia lasciando che si sviluppi un rapporto diretto del bambino con lalimento attraverso il contatto diretto con il cibo e il tentativo autonomo di portarlo alla bocca. Possibili problematiche. Difficolt alimentari di tipo reattivo oppositorio, Limposizione da parte della madre delle modalit di alimentazione (finalizzate magari a ridurre lo sporco e un pi pulito andamento del pasto) determinano un centramento sulla figura materna piuttosto che sul bambino e linserimento di un approccio autoritario invece che propositivo. Il bambino comincer quindi ad esprimere la propria protesta al fine di riconquistare la propria libert e autonomia che sente minacciata.

Partecipazione alla mensa dei familiari.


In seguito alla strutturazione del S e al desiderio a fare da solo, il bambino comincia ad acquisire e fare esperienza del senso del Noi (inteso come nucleo familiare). Intorno ai 3 anni, in corrispondenza della fase sadico anale, egli comincia infatti ad avere la capacit di interiorizzare le regole date dai genitori, a richiedere e ad aderire alle regole del vivere sociale. Possono comparire rituali che non devono essere presi come dei capricci (spartizione alimenti, vestiario) Possibili problematiche. Quando le regole non sono proposte, ma imposte in maniera autoritaria, possono insorgere delle proteste da parte del bambino (trattenimento delle feci, vomito, rifiuto di alimentarsi, ecc).

La Giocoterapia Focale.
La GF una tecnica psicoterapeutica basata su una sequenza di partenza definita (un pupazzo che svolge le sequenze fisiologiche fondamentali) che permette al bambino di poter parlare del suo problema ed esprimere il proprio disagio attraverso il canale non verbale. Lo scopo della GF la riattivazione della motivazione a fare da solo da parte del bambino.

Procedimento:
1. Il terapeuta forma un pupazzetto. 2. Viene proposta la preparazione di un cibo per il pupazzetto. 3. Il pupazzetto mangia il cibo, presentato come qualcosa di molto gradevole, anche perch il pupazzetto ha fame. 4. Il pupazzetto dopo che ha la pancia piena va ad evacuare in bagno, dopodich sar pronto per proseguire la giornata. Successivamente la sequenza viene ri-proposta e fatta dal bambino, che la arricchisce come crede in partecipazione con i genitori.

Il ruolo dei genitori:


Il comportamento disturbato nel bambino abbiamo detto essere il risultato di una relazione disturbata allinterno del nucleo familiare. Allinterno della GF la condotta genitoriale pu essere: Favorente il gioco: o Proposizioni e tolleranza alle intenzioni del piccolo. o Interventi allineati con le intenzioni creative del bambino o Collaborazione, sostegno ed entusiasmo nelle intenzioni del piccolo Ostacolante il gioco: o Imposizioni invece che proposte o Interventi fuori tema o Disinteresse e/o autoesclusione

Lo scopo della GF consiste:


Nellinterpretazione del significato degli eventi accaduti nel gioco. Nellosservazione dellinterazione tra i genitori e il bambino durante il gioco.

Disturbi Alimentari in Adolescenza.


Dopo il periodo di latenza (6-11) vi con lo sviluppo puberale una riattivazione e nuovi cambiamenti psico-fisici che il bambino deve affrontare: Cambiamenti nellaspetto fisico: il bambino deve adattarsi alla nuova immagine corporea. Riorganizzazione della personalit: riattivazione del processo di separazione emotiva dai genitori per aprirsi alla forma di nuovo individuo.

Obesit.
Difficolt delle madri a riconoscere, gestire e tollerare i bisogni e gli stati emozionali del bambino. Il cibo diventa mezzo per placare ogni disagio del bambino (aggressivit, depressione, ecc). Spesso collegata a: Madri iperprotettive che limitano le esperienze di autonomia del bambino. Genitori autoritari e non propositivi. Il bambino sfogher la propria aggressivit e il proprio senso di vuoto interiore attraverso il comportamento iperfagico.

Elemento costante: perdita di sintonizzazione tra madre e figlio.

Il Colloquio con il Bambino Malato.


Nel caso di soggetti in et evolutiva, un evento di malattia pu mettere in crisi lo stato di benessere in maniera maggiore rispetto a soggetti adulti. Nei soggetti in via di sviluppo la percezione della malattia varia al variare della tappa evolutiva: Lattanti: percepita come sensazione di malessere diffuso. 3-5 anni: la malattia vissuta come un evento esterno e c grande difficolt ad accettare il dolore.

La comunicazione con il bambino malato:


1. Capire cosa il bambino in grado di capire (pi piccolo, pi bisogna rivolgersi al genitore per una corretta anamnesi) 2. Anticipare le manovre diagnostiche e terapeutiche in modo da lasciare al bambino il tempo di organizzare strategie per affrontare la situazione (domande, coccole). 3. Spiegare e mostrare gli strumenti per mantenere una buona comunicazione con il paziente. 4. Mantenere una comunicazione volta a ridimensionare le ansie del paziente (che sport fai?) 5. Rispettare le reazioni individuali specifiche dellet. I genitori devono essere una risorsa e svolgono il ruolo di tramite tra il bambino e il paziente, per cui: Aiutano il terapeuta nella descrizione anamnestica dei sintomi. Svolgono un ruolo di contenimento delle ansie del bambino.

Il Colloquio con il Paziente Adulto come fare con quella persona in quella situazione?
Il Colloquio rappresenta lo strumento elitario per la costruzione di una buona relazione tra il paziente e il terapeuta. In particolare la comunicazione pu essere: Verbale: si struttura dopo i 6-7 anni Non verbale: o Intonazione o Paralinguaggio (riso, pianto, sospiri) o Cinesica (movimenti) o Postura o Tatto o Olfatto o Aspetto esteriore

Stati danimo.
Durante il colloquio si sperimentano degli stati danimo (che possono essere la solidariet, la vicinanza affettiva o invece lirritazione e la mancanza di coinvolgimento) che non sono il risultato di una riflessione ragionata, ma che sono pi che altro di origine istintuale. Quando si avvia una relazione con unaltra persona si attiva un meccanismo difensivo universale della nostra psiche che si chiama identificazione proiettiva e che fonda il transfert.

Transfert. Attribuzione da parte del paziente sullo specialista di aspettative, emozioni che non dipendono solo dallo specialista ma che derivano dalla storia psichica del paziente in contesti simili. Controtrasnfert. Attribuzione da parte dello specialista sul paziente di aspettative, emozioni che non dipendono solo dal paziente, ma ???

Struttura del colloquio.


1. PREPARARSI ALL ASCOLTO. a. Presentazione b. Postura c. Stretta di mano 2. FARE DOMANDE . a. Chiuse: acquisizione di informazioni tecniche b. Aperte: come si sente? 3. ASCOLTARE ATTIVAMENTE 4. DIMOSTRARE DI COMPRENDERE a. Ripetizioni b. Riformulazioni 5. RISPONDERE: a. Affermazioni: opinione medico b. Domande: per comprendere meglio c. Silenzi: permettere al paziente di esporre ulteriori domande o esprimersi Condizioni del bisogno: personalit + ansia + contesto

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