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IL CONGRESSO DI VIENNA E LA SANTA ALLEANZA (1814-15)

I) Dopo la caduta dell'Impero napoleonico, le potenze vincitrici (Austria, Russia, Inghilterra e Prussia) convocano un Congresso a Vienna per tre scopi: 1) reprimere le spinte borghesi di rinnovamento politicosociale e le esigenze delle nazionalit che il rivolgimento napoleonico aveva sollevato in tanta parte d'Europa; 2) restaurare le legittime dinastie e le autorit nobiliari tradizionali; 3) delimitare le nuove frontiere fra gli Stati, assicurando il contenimento della Francia e l'equilibrio europeo. La Francia invi come osservatore il ministro Talleyrand, il quale per seppe impedire che il Congresso si trasformasse in una coalizione antifrancese. II) Talleyrand, infatti, approfittando del contrasto che divideva Russia e Prussia da Austria e Inghilterra (la Russia voleva la Polonia, mentre l'Inghilterra voleva impedirglielo; la Prussia voleva la Sassonia, ma l'Austria era contraria), afferm il principio di legittimit, secondo cui i territori europei dovevano ritornare a quei sovrani che per eredit vi avevano regnato prima del 1789. Questo principio ignorava volutamente quello della sovranit popolare, affermato dalla Rivoluzione francese. III) I risultati del Congresso furono i seguenti: 1) la Francia perse tutte le conquiste della Rivoluzione e di Napoleone e dovette accontentarsi dei confini anteriori al 1790. Ritorna al trono la dinastia dei Borbone con Luigi XVIII (1814-1824). 2) L'Impero d'Austria, sotto Francesco I d'Asburgo (1806-1835), gi imperatore del Sacro Romano Impero col nome di Francesco II (1792-1806), rinuncia ai Paesi Bassi in favore dell'Olanda, ma riottiene tutti i territori perduti nel conflitto con la Francia. L'Impero molto vasto: oltre all'Austria vi il Trentino e l'Istria, il Lombardo-Veneto e la Dalmazia, regioni polacche della Galizia e Bucovina, poi la Boemia, l'Ungheria e la Croazia. L'Austria era anche a capo della Confederazione germanica costituitasi sulle rovine dei 360 organismi politici che fino al 1806 avevano formato il Sacro Romano Impero. La nuova Confederazione comprende ora 39 Stati, tutti indipendenti e sovrani, rappresentati da una Dieta centrale a Francoforte (vi erano i regni di Hannover, Sassonia, Baviera, Wrttemberg, citt come Amburgo, Francoforte, Lubecca, Brema, e altri principati). 3) La Prussia, sotto la sovranit di Federico Guglielmo III di Hohenzollern (1797-1840), cede alla Russia quasi tutte le terre polacche conquistate dopo il 1793, ma acquista vari territori a ovest (Pomerania, Brandeburgo, Slesia, che fanno parte della Confederazione germanica). 4) La Russia, sotto lo zar Alessandro I Romanov (1801-1825), acquista dalla Slesia la Finlandia e dalla Turchia la Bessarabia, ottiene buona parte della Polonia. 5) L'Inghilterra non ebbe in Europa vantaggi rilevanti, ma entr in possesso di molte colonie francesi e olandesi (Guiana, Ceylon...). 6) In Italia scompaiono le repubbliche di Venezia, Genova e Lucca. Il regno di Sardegna restituito a Vittorio Emanuele I di Savoia (1802-21) che si annette la Liguria. Il regno Lombardo-Veneto passa all'Austria. Molti altri ducati vengono assegnati a dinastie imparentate con la Casa d'Asburgo (Parma, Piacenza, Modena, Reggio, Toscana, Lucca...). I regni di Napoli-Sicilia passano a Ferdinando I di Borbone, che diventa re delle Due Sicilie (1815-25), legato all'Austria da un trattato di alleanza militare. Lo Stato Pontificio viene restituito a Pio VII (1800-23). IV) Nel settembre 1815, lo zar di Russia, deluso dai modesti risultati ottenuti dal Congresso, riprende l'iniziativa politico-diplomatica stilando un documento che auspicava forme di collaborazione internazionale (a livello dei sovrani) sulla base della comune matrice cristiana della civilt europea. Nasce cos la Santa Alleanza, cui aderiscono la maggior parte delle potenze europee. Rifiutarono di firmare il documento sia l'Inghilterra, perch era contraria a un'eccessiva influenza della Russia nella politica europea, sia lo Stato Pontificio, che non poteva vedere con simpatia il legame tra un sovrano ortodosso (lo zar), un imperatore cattolico (austriaco) e un sovrano protestante (prussiano). L'Austria invece si serv dell'Alleanza per far accettare ai paesi che l'avevano sottoscritta la politica dell'intervento, secondo cui ogni Stato doveva sentirsi autorizzato a intervenire ovunque scoppiassero moti rivoluzionari e spinte all'indipendenza delle nazionalit oppresse. V) Il periodo che va dal Congresso di Vienna alla Rivoluzione parigina del 1830 (che rilancia l'esperienza liberale su scala europea), venne chiamato dagli storici col termine di restaurazione (di autorit

presunte legittime ma, pi in generale, di aspetti conservatori della vita pubblica). Si afferma cos l'Europa legittimista. In Italia la restaurazione portata avanti non solo dall'Austria, ma anche dai Savoia, dai Borbone e dallo Stato pontificio. Quest'ultimo ristabil l'ordine dei gesuiti, chiese ai governi che l'istruzione pubblica fosse restituita al monopolio delle scuole confessionali, ottenne che ogni attivit culturale fosse sottoposta a preventiva censura ecclesiastica, che la stampa e la diffusione di opere proibite dalla Congregazione dell'Indice venissero perseguite dal potere giudiziario come reati civili, soppresse il codice napoleonico e ricostitu il tribunale dell'Inquisizione. L'ETA' DELLA RESTAURAZIONE I) Nonostante questi tentativi di capovolgere il movimento della storia, nessuna forza reazionaria, monarchica e aristocratica, era in grado di distruggere il nuovo sistema capitalistico pi progredito, affermatosi prima in Inghilterra, poi in Francia e in diversi paesi europei, nonch negli USA. Il capitalismo si sviluppava con successo sostituendo il lavoro manuale con quello delle macchine, l'artigianato e la manifattura con le fabbriche. Nelle campagne venivano liquidati i rapporti feudali e la servit della gleba, entrando in palese contrasto col dominio della nobilt, dei principi, degli imperatori e del clero. Sar questa progressiva rivoluzione economica a determinare la nuova ripresa del movimento politicorivoluzionario borghese negli anni '20 del sec. XIX. II) In Italia la borghesia, frantumata nei vari piccoli Stati, non aveva campo d'azione. La vita interna degli Stati italiani era caratterizzata da strutture proprie di una societ preindustriale. L'intensificazione dei traffici coi mercati d'oltralpe (era aumentata la richiesta di seta e cotone nonch di generi alimentari pregiati) rendeva ancor pi evidenti le nostre condizioni di arretratezza. L'Italia rischiava d'essere tagliata fuori dagli sviluppi del capitalismo industriale dell'occidente europeo. Produttori e commercianti chiedevano: unificazione doganale e creazione di un organico e moderno sistema di comunicazioni interne. (Nei primi anni della Restaurazione furono soprattutto gli scrittori romantici a intraprendere un'opera di sprovincializzazione della cultura italiana, inserendola nel pi vasto moto del Romanticismo europeo). IN SINTESI 1. Proprio mentre la nobilt feudale (laica ed ecclesiastica) vince definitivamente Napoleone, si sviluppa la seconda rivoluzione industriale (metallurgica, siderurgica, carbonifera, tessile). 2. La nobilt vince sul piano politico e militare la borghesia francese che voleva esportare con la forza delle armi in tutta Europa (inclusa la Russia) gli ideali della rivoluzione francese, ma perde economicamente, perch non in grado di arrestare lo sviluppo del capitalismo (neppure in Russia, dove pur il capitalismo si sviluppa con molto pi ritardo). Non riesce a impedirlo proprio perch incapace di democrazia. 3. La nobilt non vuole assolutamente realizzare una riforma agraria che spezzi il latifondo, elimini il servaggio e faccia diventare i contadini dei piccoli proprietari terrieri. Da un lato tiene i contadini in condizioni subumane, dall'altro vuol condurre un tipo di vita al disopra delle proprie possibilit, pressata com' da esigenze (esterne, visibili sui mercati) di tipo borghese. 4. I contadini non sono capaci di fare una rivoluzione contro l'aristocrazia, che invece sta per essere fatta anche senza Napoleone, dalla borghesia di quasi tutta l'Europa (gi a partire dai moti del 1820-21). La borghesia ha l'appoggio degli operai (che sono ex-contadini). Gli operai diventano rivoluzionari quando smettono d'essere contadini, quando vivono in citt, si distaccano dalle tradizioni rurali e dalle influenze del clero, quando non hanno null'altro da perdere che la loro vita. Ma gli interessi degli operai e della borghesia non coincidono, per cui, ottenuti gli obiettivi prefissati, la borghesia tradisce sempre gli operai. 5. Dopo aver conquistato il potere economico con lo sviluppo industriale (iniziato in Inghilterra nella seconda met del XVIII sec.), la borghesia vuole anche il potere politico (moti del 1820-21, 183031, 1848) e la nobilt sar costretta a scendere a patti. 6. In tre nazioni la borghesia andr al potere pi tardi che altrove: Italia, Germania e Russia. Nelle prime due si dovr formare il nazifascismo, onde recuperare il terreno perduto sulla strada dello sviluppo capitalistico; nella terza si former un governo liberale molto debole, che verr spazzato via dal socialismo, che sotto Stalin diventa "autoritario". Col "socialismo di stato" s'impedisce un ritorno al feudalesimo e uno sviluppo del capitalismo privato. 7. In Inghilterra la nobilt, dopo la guerra delle due Rose, preferisce adottare metodi di gestione borghese dell'economia, introducendo il capitalismo nelle campagne (monocolture e produzione di lana), sicch la borghesia non ha bisogno di fare una rivoluzione sanguinosa come in Francia. 8. Il paese dove la rivoluzione industriale pu svilupparsi pi facilmente sono gli Stati Uniti, che dopo essersi liberati del peso degli inglesi, hanno risorse illimitate da sfruttare in uno spazio enorme. L'unico problema che hanno non costituito dalla nobilt, che quasi non esiste, e

neppure dalla religione, che quasi tutta protestante e quindi borghese, ma dagli indigeni, che vanno sterminati, essendo ancora alla fase dell'autoconsumo.

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