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Restauro

Tutti gli elementi utili ad identificare loperazione del restauro si possono trovare sul testo di CESARE BRANDI del 1963, La teoria del restauro. Il restauro pu essere inteso come quellinsieme di atti ed operazioni che compongono la metodologia di rimedio ai prodotti dellattivit umana. Per prodotti dellattivit umana si intende un vasto orizzonte di manufatti i quali si possono a loro volta dividere in oggetti industriali ed oggetti darte. Il riconoscimento del valore artistico di un manufatto avviene di volta in volta nella coscienza di ognuno.

Oggetto darte

Istanza estetica

Istanza storica

Istanza estetica il valore aggiunto alloggetto dalla valutazione estetica conferita


dai fruitori in un dato periodo storico,

Istanza storica il valore che loggetto acquista durante la sua esistenza.

restauro

conservativo

estetico

Restauro conservativo Si basa sulla conservazione del passaggio del tempo sull'opera d'arte, considerando tutti i passaggi avvenuti nelle varie epoche (patina, aggiunte, rimozioni, ecc.) Restauro estetico legato allimmagine, allaspetto ed alla sua leggibilit e tenta di riportare l'opera d'arte al suo aspetto originario.

CRITERI DI BASE VALIDI PER QUALSIASI INTERVENTO DI RESTAURO In tutte le epoche ogni operazione di restauro ha rivelato la volont di tramandare, conservandole, le opere d'arte ed i monumenti; ma ogni epoca ha scelto quali opere erano degne di essere tramandate ed elaborato modi e tecniche diverse per la loro conservazione. Sono anche esistiti momenti o teorie che hanno decisamente negato ogni intervento di restauro,ritenuto una inaccettabile falsificazione. Il concetto di restauro quindi un fenomeno che deve essere sempre storicizzato, legato al gusto e alla cultura delle diverse epoche, continuamente mutevole e spesso equivoco , tanto che pare difficile una teorizzazione universalmente valida. E' stato con Cesare Brandi e la sua Teoria del Restauro del 1963 che si pongono le basi per una identificazione di principi e di linee di tendenza che ancora oggi vengono seguite nelle operazioni di restauro. In essa lo studioso sostiene che il restauro costituisce il momento metodologico del riconoscimento dell'opera d'arte , nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarit estetica e storica, in vista della sua trasmissione al futuro e che in questa prospettiva esso deve mirare a ristabilire l'unit potenziale dell'opera d'arte , purch ci sia possibile senza commettere un falso storico o artistico , e senza cancellare ogni traccia del passato sull'opera. Questi due principi possono riassumersi cos: Conservare 'l'autenticit' dell'opera Ogni ipotetica aggiunta dovrebbe, generalmente, essere riconoscibile e distinta dalla preesistenza per la quantit minima ma sufficiente a non sacrificare inutilmente l'unit figurativa propria di ogni singola costruzione. A tal fine bene mantenere le preesistenze nel loro aspetto e nella consistenza originale. Evitare le imitazioni in stile - (falso storico o artistico) Una buona consuetudine consiste nell'evitare ingiustificati tentativi d'imitazione o di effetti di 'finto antico' ; ove occorre eseguire piccole ma indispensabili modifiche, preferibile, senza sacrificare l'unit formale dell'opera, proporre calibrate e discrete espressioni aventi 'una valenza espressiva di cultura contemporanea'. Evitare inutili tentativi di rinnovamento dell'opera - Gli abbellimenti, le cosmesi, gli ammodernamenti generalizzati e qualsiasi forma di 'riconduzione al nuovo', di 'ripristino' o di presunta 'ricerca dello stato originario dell'opera' sono operazioni che nulla hanno a che vedere con la conservazione. In ogni caso occorre considerare che, il segno del trascorrere del tempo un valore storico ed estetico di straordinaria efficacia. Rispettare, nell'eseguire qualsiasi genere di lavoro, il principio del 'minimo intervento' - Nell'uso di qualsiasi tecnica, anche se poco invasiva e reversibile, occorre fermarsi poco 'prima del giusto' evitando, in tal modo, di eccedere o di esagerare ed escludendo, in ogni caso, tutti quei lavori che non sono strettamente necessari (direttamente o indirettamente) alla conservazione dell'opera. Rispettare il principio della 'reversibilit' degli interventi - In quest'ottica lavorare 'per aggiunte' meglio che 'per rimozioni' ; ogni aggiunta , infatti, rimovibile, mentre

(nel restauro) l'atto del rimuovere (inteso come operazione di dismissione/demolizione) sempre irreversibile. Rispettare i principi della 'compatibilit' meccanica, chimica e fisica - Il rispetto della compatibilit fra i materiali costituenti la preesistenza e quelli a questa aggiunti per integrazioni o per riparazioni una condizione che assicura all'insieme un comportamento omogeneo nel tempo. In tal modo si evitano le differenti reazioni alle sollecitazioni indotte dall'ambiente ed i conseguenti fenomeni di distacco, di scorrimento differenziale, di stati di coazione e/o di sovraccarico localizzato ; tali fenomeni sono notoriamente capaci di accelerare il degrado in corrispondenza delle zone poste ai margini dell'intervento. Rispettare il principio della riconoscibilit - ogni intervento deve essere riconoscibile nel rispetto della comprensibilit percettiva. Il lavoro di restauro deve essere riconoscibile quando ci si avvicina all'opera ma non deve essere visibile guardando l'opera da lontano. Assicurarsi sull'effettiva 'durabilit', degli interventi - La durata delle parti antiche e di quelle moderne (aggiunte) dovrebbe essere sostanzialmente uguale. Per le sostanze protettive e per i lavori di manutenzione si pu accettare una durata pi breve (cinque, dieci anni) mentre negli interventi di sostituzione o d'integrazione (solo se strettamente necessari) la durata dovrebbe essere paragonabile a quella delle parti originali circostanti.

Principi fondamentali del restauro teorici


Rispetto dellopera darte Compatibilit dei materiali

pratici
Stabilit chimica dei materiali Reversibilit dei materiali

Minimo intervento

Patrizia Oriente

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