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Siamo belli, non bulli

Analisi del fenomeno del bullismo


IIA a.s.2011-12 Ist. Compr. San Vito San Vito Romano (RM) Progetto Valeo: www.progettovaleo.blogspot.it

....mi sento una specie di buco in mezzo al petto, mi viene in mente che i miei sentimenti, i sentimenti di tutti, sono inutili, andranno persi, lacrime nella pioggia... (da Jack Frusciante uscito dal gruppo)

Si parla di bullismo (dal termine inglese "bulling" e cio prevaricare) quando ci si riferisce ad azioni aggressive o di prepotenza, che avvengono ripetutamente e di proposito, al fine di danneggiare una o pi persone. Per parlare di bullismo devono essere presenti tre caratteristiche:

Il bullo assume comportamenti fisici, verbali e/o piscologici intenzionalmente, con l'obbiettivo di offendere e di ridicolarizzare la vittima. Anche se si parla di bullismo solo riferendosi ad un singolo atto di violenza, il rapporto bullo-vittima viene a crearsi dopo il susseguirsi di vari atti di bullismo. Spesso c' disuguaglianza tra il bullo che agisce e la vittima che non ha il coraggio di difendersi; generalmente il bullo in gruppo mentre la vittima sola. Si parla di prepotenza quando due o pi ragazzi, dicono alla vittima cose offensive, gli danno calci, pugni, quando gli inviano

biglietti con parolacce ed offese o nello stesso momento in cui nessuno gli proferisce parola, per paura di essere preso di mira o di essere escluso. Non si tratta invece di prepotenza quando due ragazzi, pi o meno della stessa forza, litigano o fanno la lotta. Il bullismo pu essere di due tipi: diretto o indiretto. Nel primo caso la vittima viene attaccata fisicamente e/o verbalmente, insultandola, rubando cose di sua propriet o evidenziando caratteristiche inerenti alla propria religione, alla propria nazionalit e all'aspetto fisico. Nel secondo caso, invece, il danno recato al ragazzo attaccato da bulli meno grave, infatti consiste semplicemente nell'isolarlo dal gruppo. Nelle scuole, per il 70,86% si registrano prese in giro, per il 29,53% scherzi eccessivi, per il 26,83% esclusioni dai gruppi pi numerosi, per il 49,29% insulti, per il 25,80% minacce, per il 22,59% furti poco gravi, per l'11,30% furti importanti, per il 9,11% estorsioni di denaro e per il 24,01% aggressioni fisiche. Il bullismo sembra divenire un fenomeno sempre pi diffuso: ben il 41% dei bambini e il 46,6% degli adolescenti ha minacciato o picchiato un compagno. Il bullismo viene quindi

praticato principalmente nelle scuole primarie e secondarie. In 5 scuole medie, risultato che, il 30% degli alunni, aveva subito almeno una volta aggressioni indirette o dirette. Man mano che si cresce gli atti di bullismo diminuiscono, ma ci sono ragazzi, pochissimi, che continuano a comportarsi in questo modo. Spesso il bullo si comporta come tale per mascherare la sua fragilit e farsi vedere, al contrario, forte e prepotente; oppure per paura di essere escluso dai suoi coetanei. Negli istituti professionali le vittime spesso sono ragazzi che hanno bei voti, mentre nei licei il bullismo indiretto. Anche le ragazze, alle volte, tendono ad assumere comportamenti aggressivi, spesso violenti. Nelle scuole per il 14,36% il bullismo avviene negli spogliatoi, per il 15,99% nei corridoi, per il 28,84 % nelle classi, per l'1,60% nei bagni, per il 7,77% nei cortili e per il 21,44% durante il tragitto casa-scuola e viceversa. Davanti ad atti di bullismo il ragazzo attaccato viene spesso isolato: infatti si teme di essere presi di mira oppure presi ripetutamente in giro. Le vittime non si confidano con nessuno (genitori, insegnanti, preside e compagni di classe), perch pensano di essere derisi ancora di pi. Nelle scuole per il41,58% tifano per il bullo, per il 15,29%

escludono la vittima, per il 45,25% fanno finta di nulla, per il 16,09% aiutano il pi debole, per l'8,01% escludono il bullo e per il 4,44% sono spaventati. Per non essere vittime basta parlare con gli altri delle varie azioni aggressive, perch il silenzio protegge i bulli e, se non si raccontano questi fatti, si rischia di subirne man mano di pi, a volte, anche in forma pi grave. Dobbiamo infine ricordare che non ricevere atti violenti a scuola un diritto di tutti e che non si deve aver paura di parlare e di schierarsi dalla parte della vittima, com' giusto che sia.

Sofia Angelocola

www.progettovaleo.blogspot.it

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