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Francesco Lamendola

Essenza della filosofia e coscienza della sua storicit nel pensiero di Wilhelm Dilthey
belle poque Introduzione alle scienze dello spirito Idee di una psicologia descrittiva e analitica Storia della giovinezza di Hegel L'esperienza sensibile e la poesia L'essenza della filosofia La costruzione del mondo storico nelle scienze dello spirito L'analisi dell'uomo e l'intuizione della natura dal Rinascimento al secolo XVIII ErlebnisErlebnis L'essenza della filosofia heroici furoriL'analisi dell'uomo e l'intuizione della natura dal Rinascimento al secolo XVIII. Nuovi studi sulla costruzione del mondo storico nelle scienze dello spirito Critica della ragione storica La coscienza storica della finitudine di ogni fenomeno storico, di ogni situazione umana e sociale, la coscienza della relativit di ogni forma di fede l'ultimo passo verso la liberazione dell'uomo. Con esso l'uomo perviene alla sovranit di attribuire a ogni il suo contenuto e di darsi a esso completamente, con franchezza, senza il vincolo di nessun sistema filosofico o religioso. La vita si libera dalla conoscenza concettuale, e lo spirito diventa sovrano dinanzi alle ragnatele del pensiero dogmatico. Ogni bellezza, ogni santit, ogni sacrificio, rivissuti e interpretati, schiudono delle prospettive che rivelano una realt. E cos pure attribuiamo a tutto ci che c' di malvagio, di temibile e di brutto in noi, un posto nel mondo, una realt sua propria, che deve essere giustificata nella connessione del mondo: qualcosa su cui non ci si pu illudere. E di fronte alla relativit si fa valere la continuit della forza creatrice come l'elemento storico essenziale. Cos dall', dall'intendere, dalla poesia e dalla storia deriva un'intuizione della vita, la quale esiste sempre in e con questa. La riflessione la eleva a distinzione e a chiarezza concettuale. La considerazione teleologica del mondo e della vita viene riconosciuta come una metafisica che poggia su una visione unilaterale, non arbitraria cio ma parziale della vita, e la dottrina di un valore oggettivo della vita come una metafisica che va oltre ogni possibile esperienza. Ma noi abbiamo esperienza di una connessione della vita e della storia, in cui ogni parte ha un significato. Come le lettere di una parola, la vita e la storia hanno un senso, e come una particella o una coniugazione, nella vita e nella storia vi sono momenti sintattici che hanno un significato. Ogni uomo procede alla sua ricerca. Nel passato si cercato di penetrare la vita in base al mondo; ma c' solo la via che procede dall'interpretazione della vita al mondo, e la vita esiste solo nell', nell'intendere e nella comprensione storica. Noi non rechiamo nella vita nessun senso del mondo. Noi siamo aperti alla possibilit che il senso e il significato sorgano soltanto nell'uomo e nella sua storia., Ma non nell'uomo singolo, bens nell'uomo storico. Poich l'uomo un essere storico Erlebnis comprendere Educazione e pensiero Vertice ed emblema stesso della gnoseologia diltheyana il principio del comprendere (), un concetto destinato ad alimentare importanti dibattiti epistemologici anche in anni a noi vicini. In linea generale, il comprendere consiste nell'assunzione di un certo atteggiamento nei confronti

della vita, e ci mediante "sue" categorie che sono estranee alla conoscenza naturale come tale. Solo grazie al comprendere il soggetto si innalza e distanzia dalla troppo immediata dimensione esistenziale dell'. Per quanto produca anch'esso un determinato tipo di conoscenza, il comprendere non ha nulla a che fare con lo spiegare: mentre questo tende all'analisi dei fenomeni oggettivi in quanto tali e all'enucleazione delle leggi generali che li governano, quello si sofferma e si applica sull'individuo, sul soggettivo e su tutto ci che eccede dai quadri oggettivo-nomologici dello spiegare. ErklrenVerstehenDilthey Enciclopedia della Filosofia e delle scienze umane, L'anarchismo metodologico di Feyerabend per spezzare la funesta alleanza tra stato e scienza L'essenza della filosofia Das Wesen der Philosophie La filosofia si manifest come un'implicanza di funzioni molto diverse che vengono connesse tramite la prospettiva unitaria con un vincolo normativo nell'essenza della filosofia. Una funzione si riferisce sempre a un complesso totale teleologico e descrive un ambito di utilizzazioni attinenti ad esso, che vengono portate a compimento all'interno di questa totalit. Il concetto non assunto analogicamente dalla vita organica, n indica una facolt od un potere originario: le funzioni della filosofia si riportano alla struttura teleologica del soggetto filosofante e a quella della societ: nell'esplicarle la persona agisce su di s e insieme al di fuori e in ci esse sono affini a quelle della religione e della poesia. Cos la filosofia un'attivit che sgorga dal bisogno del singolo spirito di riflettere sul suo agire, di dar forma e saldezza al suo operare, di consolidare il suo rapporto con il tutto della societ umana, e contemporaneamente essa una funzione fondata sulla struttura della societ e perseguibile per la perfezione della vita stessa: pertanto una funzione che ha luogo similmente in molti uomini e li lega in un tutto sociale e storico. In quest'ultimo senso un sistema di cultura, poich le note distintive di questo sono l'eguaglianza della funzione in ogni individuo cje appartiene al sistema di cultura e la comunicazione reciproca degli individui in cui ha luogo questa funzione. Questa comunanza prende forme ben definite, che costituiscono le organizzazioni del sistema di cultura. Al di sotto di tutte le connessioni teleologiche arte e filosofia legano gli individui fra loro in modo minimo, poich la funzione esplicata dall'artista e dal filosofo non condizionata da alcuna speciale articolazione di vita: la loro religione quella della massima libert spirituale. Ed anche quando l'appartenenza del filosofo alle organizzazioni universitarie ed accademiche incrementa la sua funzione sociale, il suo elemento vitale e rimane la libert del pensiero, che non deve in alcun modo essere intralciata e dalla quale dipendono non soltanto il suo carattere filosofico, ma anche la fiducia nella sua incondizionata sincerit e con ci la sua efficacia. La propriet pi generale che si estende a tutte le funzioni della filosofia fondata sulla natura della conoscenza oggettiva e del pensiero concettuale. Cos considerata la filosofia si presenta semplicemente come il pensiero pi conseguente, pi solido e comprensivo, e non distinta dalla coscienza empirica da alcun limite fisso. Deriva dalla forma del pensiero concettuale che il giudicare si avanzi alle pi alte generalizzazioni, alla formazione e divisione dei concetti e sino da una loro architettonica che ha per vetta pi alta la relazione a un complesso totale onnicomprensivo e la fondazione in un principio ultimo. In questa sua opera il pensiero si riferisce all'oggetto comune di tutti gli atti di pensiero delle varie individualit, all'insieme totale dell'esperienza sensibile, in cui la molteplicit delle cose si ordina spazialmente e la variet delle loro mutazioni e dislocazioni si dispone temporalmente. A questo mondo sono ordinati tutti i sentimenti e le azioni volontarie tramite la determinazione locale della materia corporea loro attinente e le parti rappresentative in essi implicate. A tal mondo sono organicamente connessi tutti i valori, fini, beni posti in questi sentimenti o azioni volontarie; la vita umana coinvolta in esso. Ed in quanto aspira ad esprimere e a collegare l'intero contenuto di intuizioni, eventi vissuti, valori, fini come vissuto e dato nella coscienza empirica all'esperienza e alle scienze empiriche, esso avanza dalla concatenazione delle cose e dai mutamenti nel mondo sino al concetto del mondo, e lo va fondando retrospettivamente in un principio del mondo, in una sua causa prima, cerca di determinare valore, senso e significato del mondo e si interroga circa un suo fine. Ovunque questo

processo di universalizzazione, di ordinamento rispetto al tutto, di autofondazione, portato innanzi dal moto del sapere, sganciato dal bisogno particolare, dall'interesse limitato, si tramuta in filosofia. E dovunque il soggetto, riferendosi nel suo operare al mondo, si elevi nello stesso senso alla riflessione sopra questo suo operare, questa riflessione filosofica. La propriet fondamentale in tutte le funzioni della filosofia pertanto il moto dello spirito oltrepassante il vincolo con l'interesse determinato, finito, limitato e aspirante a indirizzare ogni teoria sorta da un bisogno limitato ad un'idea definitiva. Questo moto di pensiero fondato in un suo proprio insieme di regole, risponde a bisogni propri della natura umana, che a mala pena permettono un'analisi sicura, cio alla gioia del sapere, al bisogno di una fissazione ultima del posto dell'uomo nel mondo, all'aspirazione di superare il vincolo della vita alle condizioni che la limita. Ogni atteggiamento psichico in cerca di un punto fermo, al riparo dalla relativit. Questa funzione generale della filosofia si estrinseca sotto le varie condizioni della vita storica in tutte quelle sue utilizzazioni che abbiamo passato in rassegna. Particolari funzioni di notevole importanza prendono rilievo dalle varie condizioni della vita: la formazione della in modo universalmente valido, l'autoriflessione del sapere su di s, la connessione delle teorie che si formano nei vari complessi finalisticamente ordinati, sino al complesso di tutto il sapere, uno spirito critico che pervade tutta la cultura, e conduce al collegamento universale ed alla sua fondazione. Queste si manifestano come funzioni particolari fondate nell'essenza unitaria della filosofia; essa si attaglia infatti ad ogni posizione nello sviluppo della cultura e a tutte le condizioni delle sue tappe storiche. In tal modo si spiega la costante differenziazione delle utilizzazioni filosofiche, la flessibilit e mobilit con cui subito essa si esplica nella gamma dei sistemi, subito fa valere la sua intera forza su di un particolare problema e applica l'efficacia del suo lavoro a sempre nuovi compiti. Giungiamo cos al limite in cui dalla rappresentazione dell'essenza della filosofia viene retrospettivamente chiarita la sua storia e anticipata la spiegazione della sua complessit sistematica. La sua storia verrebbe compresa, se fosse formulabile dall'insieme delle sue funzioni l'ordine in cui, secondo le condizioni della cultura, si presentano i problemi uno accanto all'altro e uno dopo l'altro, e vengono considerate le possibilit della loro soluzione; se si tratteggiasse la riflessione progressiva del sapere su di s nelle sue tappe principali; se la storia seguisse il modo in cui le teorie nate nelle connessioni finalistiche della cultura vengono riferite al complesso totale del conoscere tramite lo spirito filosofico che le unisce, e cos pure ampliate, il modo in cui la filosofia foggia nuove discipline nel campo delle scienze dello spirito e le assegna all'opera delle scienze particolari. E se essa mostrasse in qual modo dalle posizioni coscienziali di un'epoca e dal carattere delle nazioni si possa scorgere il particolare schema strutturale che assumono le filosofiche, ed insieme pure il costante progresso dei grandi tipi di esse. La storia della filosofia lascia al lavoro filosofico sistematico la soluzione dei tre problemi della fondazione, giustificazione e sistemazione unitaria delle scienze particolari ed il compito di soddisfare al bisogno, non riducibile al silenzio, di un'ultima riflessione circa essere, fondamento, valore, fine e circa il loro collegarsi nella , come pure di determinare in quale forma e direzione questo soddisfacimento possa aver luogo. L'essenza della filosofia Weltanschauungen Il dramma filosofico della Germania Mettere l'assoluto nel finito della vita e della storia vuol dire corrompere il finito e renderlo inintelligibile. Invece, recidere il nodo che stringe due coimpossibili, vuol dire salvare la stria e la vita e renderle intelligibili. () La connessione strutturale che ci salda a noi stessi nel processo delle nostre esperienze storiche, non esaurisce tutto l'essere e tutta la realt: non esaurisce nemmeno l'essere che noi siamo. La vita non pu mantenersi unitaria e coerente senza includere in s il riconoscimento ch'essa non il Tutto. questo riconoscimento l'atto di sincerit iniziale, di vero valore metafisico anche se espresso dalla coscienza ingenua d'un fanciullo o d'un indotto, che

salva () la coesione vitale dell'io con se stesso, dando all'identit che noi siamo e che noi faticosamente ricostruiamo il valore di simbolo, positivo, reale, ma inadeguato, della totalit nella quale siamo contenuti, anzi dell'assoluta unit vitale, infinitamente trascendente, che contiene tutta se stessa e la totalit dell'essere creato. interamente storicoideologues Il conflitto tra natura e cultura nel caso del ragazzo selvaggio dell'Aveyron

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