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9 Travature elastiche

9 Travature elastiche
La teoria delle travi n qui introdotta ha consentito di determinare la soluzio-
ne statica per strutture staticamente determinate; tuttavia le sole equazioni
di equilibrio non sono sucienti a risolvere in maniera soddisfacente tutti i
problemi. Caso emblematico ` e quello delle travature iperstatiche per le quali
le sole equazioni di equilibrio non consentono di determinare univocamente le
reazioni vincolari. Ad esempio per la trave in gura 9.1 si ha H
B
= F H
A
,
dove ad H
A
`e possibile assegnare un generico valore.
Fig. 9.1
Al ne di superare questa dicolt` a, `e necessario arricchire il nostro modello
considerando per le travi anche gli aspetti deformativi. A tal ne consideriamo
il modello di travature linearmente elastiche.
In questa trattazione restringiamo lattenzione al caso di travature
piane ad asse rettilineo. A partire dalle grandezze di spostamento, verranno
introdotte delle opportune grandezze di deformazione che andranno legate
alle caratteristiche delle sollecitazioni mediante le equazioni costitutive. Tale
modello consetir` a inoltre di determinare, sia per le strutture staticamente de-
terminate, sia per quelle indeterminate, la soluzione cinematica, descrivendo i
campi di spostamento delle travi stesse.
La scelta delle misure unidimensionali di deformazione e delle equazioni
costitutive pu` o operarsi in due modi dierenti:
in modo diretto, cio`e senza far riferimento ad una teoria pi` u generale
(ad esempio la teoria dellelasticit` a per corpi tridimensionali), facendosi
guidare da appropriate considerazioni sperimentali;
deducendo da una teoria pi` u generale, attraverso un procedimenti oppor-
tuni (ad esempio approcci asintotici, introduzione di vincoli cinematici
interni) le equazioni fondamentali monodimensionali.
Corso di Scienza delle Costruzioni 152 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche
In questa trattazione si seguir` a il primo approccio.
Si consideri una trave piana ad asse rettilineo (gura 9.2), con sezione
trasversale A(s) variabile, tale che lasse y sia asse di simmetria ortogonale per
A(s). Nel passaggio al modello monodimensionale (gura 9.2), si considera
agente sulla trave un sistema di carichi esterni p(s), q(s), c(s) e si denotano
con
u(s) = w(s)e
3
+ v(s)e
2
, (s) ,
rispettivamente il campo degli spostamenti dei punti dellasse della trave e la
rotazione della corrispondente sezione. Nellambito di una cinematica inni-
tesima, si suppone
w, v, 1 .
Questo, in particolare, consente che nella scrittura di tutte le equazioni potre-
mo confondere la congurazione deformata con quella indeformata.
Fig. 9.2
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9 Travature elastiche 9.1 Deformazioni estensionali
Lo stato di sollecitazione presente sulla generica sezione trasversale A(s)
`e pertanto rappresentato dalle caratteristiche della sollecitazione N(s), T(s),
M(s) (gura 9.3), legate ai carichi p(s), q(s), c(s), dalle equazioni indenite
di equilibrio:
_

_
dN(s)
ds
+ p(s) = 0
dT(s)
ds
+ q(s) = 0
dM(s)
ds
T(s) +c(s) = 0 .
(9.1)
Si riassumono in gura 9.3 le convenzioni di positivit` a per i carichi e le
caratteristiche della sollecitazione.
Fig. 9.3
9.1 Deformazioni estensionali
Si consideri una trave omogenea a sezione costante soggetta al solo sforzo nor-
male (gura 9.4). Il nostro approccio muove dallosservazione sperimentale
di quanto accade. Si osserva che, a deformazione avvenuta:
la linea dasse resta rettilinea con la sola componente di spostamento
w(s);
le sezioni trasversali restano ortogonali alla linea dasse;
la lunghezza del provino diviene L + L, dove, nel caso di comporta-
menti linearmente elastico, per L si ottiene (per piccoli valori di N) la
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9 Travature elastiche 9.1 Deformazioni estensionali
Fig. 9.4
seguente espressione:
L = L
N
EA
, (9.2)
dove A larea della sezione trasversale della trave, E il modulo di ela-
sticit` a longitudinale o modulo di Young del materiale costituente la
trave.
Si ha:
[E] = [FL
2
]
E = 2.1 10
5
MPa (acciaio)
E = 2 4 10
4
MPa (calcestruzzo) .
Si osservi la linearit tra L e N (gura 9.5).
Lequazione (9.2) pu porsi nella forma:
=
L
L
=
N
EA
, (9.3)
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9 Travature elastiche 9.1 Deformazioni estensionali
Fig. 9.5
dove al primo membro compare la quantit di tipo deformativo, che misu-
ra la variazione percentuale della lunghezza dellasse della trave, e risulta
indipendente dalla lunghezza del provino.
Poich e nel caso pi` u generale N, A ed E possono variare, di seguito si
deduce un modello per le deformazioni estensionali delle travi assumendo che
la relazione trovata valga localmente. Si consideri il tronco elementare di una
trave ad asse rettilineo (gura 9.6).
Fig. 9.6
Risulta:
l
l

dw(s)
ds
= (s) ,
essendo (s) la deformazione della linea dasse in s, pertanto dw(s)/ds viene a
rappresentare la dilatazione della linea dasse. In altri termini in questa analisi
locale sostituiamo il rapporto incrementale L/L con la derivata dw/ds. La
(9.3) suggerisce per (s), coeciente di dilatazione lineare per la linea dasse,
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9 Travature elastiche 9.1 Deformazioni estensionali
lequazione costitutiva
(s) =
N(s)
(EA)(s)
,
dove N(s) `e lo sforzo normale in s, EA `e detta rigidezza estensionale della
trave.
Riassumendo, le equazioni fondamentali per il caso in esame sono
_

_
=
dw
ds
(equazione di congruenza)
=
N
EA
(equazione costitutiva)
dN
ds
= p (equazione di equilibrio) .
(9.4)
Dalle (9.4)
1
e (9.4)
2
si ha
dw
ds
=
N
EA
; (9.5)
inne, facendo uso della (9.4)
3
, si ottiene, in termini di w, lequazione della
linea elastica che regge il problema dellequilibrio elastico per deformazioni
estensionali:
d
ds
_
EA
dw
ds
_
= p . (9.6)
La (9.6) unequazione dierenziale ordinaria lineare di secondo ordine nella
funzione incognita w. Per le deformazioni estensionali di travi ad asse retti-
lineo, la (9.6) permette la determinazione in modo univoco dello stato defor-
mativo e statico quando ad essa si associano opportune condizioni al contorno
di tipo statico e cinematico.
Per travi a sezione costante, la (9.6) assume la forma semplicata
w
II
(s) =
p
EA
, (9.7)
ove w
II
= d
2
w/ds
2
.
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9 Travature elastiche 9.1 Deformazioni estensionali
Le deformazioni estensionali possono essere prodotte anche dalle variazioni
di temperatura. Infatti, se pensiamo di sottoporre un provino omogeneo ad
una variazione uniforme di temperatura t si ha
L = tL,
dove prende il nome di coeciente di dilatazione termica. Per lacciaio e il
calcestruzzo si ha

= 10
5
C
1
. Pertanto risulta
L
L
= t ;
per le travi poniamo quindi
(s) = t(s) .
Questa equazione, insieme alla (9.4)
2
, utilizzando il principio di sovrapposi-
zione degli eetti, fornisce lequazione costitutiva
(s) =
N(s)
EA(s)
+t(s) . (9.8)
Di conseguenza, in presenza di variazioni termiche la (9.6) diviene:
d
ds
_
EA
_
dw
ds
t
__
= p ; (9.9)
questultima equazione, per travi a sezione costante soggette ad una variazione
termica costante lungo la trave stessa, pu` o essere nuovamente scritta nella
forma (9.7).
Applicazione. Si determini per la struttura in gura 9.7 lequazione della
linea elastica estensionale, il diagramma dello sforzo normale e le reazioni
vincolari, supponendo che la sezione trasversale ed il carico distribuito p siano
costanti.
Lequazione dierenziale che regge il problema data dalla (9.7). Integrando
questa equazione due volte, si ottiene:
w
II
(s) =
p
EA
w
I
(s) =
p
EA
s + c
1
w(s) =
p
EA
s
2
2
+ c
1
s + c
2
s (0, L) . (9.10)
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9 Travature elastiche 9.1 Deformazioni estensionali
Fig. 9.7
In queste equazioni le 2 costanti di integrazione c
1
e c
2
sono incognite e possono
essere determinate imponendo le equazioni statiche e/o cinematiche associate
ai vincoli. In particolare i due vincoli in A e B impongono che lo spostamento
orizzontale w sia nullo nelle corrispondenti sezioni; dunque utilizzando le (9.10)
si ha
_
_
_
w(A) = w(0) = 0
w(B) = w(L) = 0

_
_
_
c
2
= 0

p
EA
L
2
2
+ c
1
L + c
2
= 0

_
_
_
c
1
=
pL
2EA
c
2
= 0
Si ha
w(s) =
p
2EA
s
2
+
pL
2EA
s =
p
2EA
s(L s)
N(s) = EA(s) = EAw
I
(s) = ps +
pL
2
= p
_
L
2
s
_
,
ed i corrispondenti diagrammi sono rappresentati in gura 9.8. Si osservi che,
Fig. 9.8
a meno di EA > 0, N

= w. Le reazioni vincolari possono essere determinate
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9 Travature elastiche 9.1 Deformazioni estensionali
nella seguente maniera (gura 9.9):
H
A
= N(A) = N(0) =
pL
2
H
B
= N(B) = N(L) =
pL
2
.
La variazione di lunghezza dellintera trave risulta
L =
_
L
0
(s)ds =
_
L
0
N(s)
EA
ds =
p
EA
_
L
0
_
s +
L
2
_
ds = 0 ;
infatti i due vincoli in A e B impediscono alla trave di subire variazioni della
sua lunghezza totale.
Fig. 9.9
Se la trave soggetta ad una variazione termica uniforme t(gura 9.10),
le equazioni (9.10) diventano:
w
II
(s) = 0
w
I
(s) = c
1
w(s) = c
1
s + c
2
s (0, L) . (9.11)
Ripetendo lo stesso ragionamento fatto precedentemente, si ha:
_
_
_
w(A) = w(0) = 0
w(B) = w(L) = 0

_
_
_
c
2
= 0
c
1
L + c
2
= 0

_
_
_
c
1
= 0
c
2
= 0 ,
da cui:
w(s) = 0
N(s) = EA(s) = EAw
I
(s) = EAt
H
A
= N(A) = N(0) = EAt
H
B
= N(B) = N(L) = EAt .
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9 Travature elastiche 9.2 Deformazioni essionali
Fig. 9.10
Fig. 9.11
Fig. 9.12
9.2 Deformazioni essionali
Analogamente al caso precedente, il nostro punto di partenza ` e rappresentato
dalla osservazione di quanto risulta dal seguente esperimento (gura 9.13).
Si noti che lasse y `e asse di simmetria ortogonale per la sezione trasversale
A. Si osservano i seguenti fatti
la linea dasse si dispone lungo un arco di circonferenza;
le sezioni trasversali, a deformazione avvenuta, restano ortogonali alla
linea dasse;
lungo archi di circonferenza si dispongono anche tutte le bre parallele
allasse z; in particolare si ha che le bre baricentriche (CD e, in par-
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9 Travature elastiche 9.2 Deformazioni essionali
Fig. 9.13
ticolare, la linea dasse) non subiscono variazione di lunghezza; le bre
con y < 0 (come la bra EF) si accorciano (bre compresse), le bre con
y > 0 (come AB) si allungano (bre compresse);
indicato con langolo al centro per ciascun arco di circonferenza (ad
esempio C

), ovvero langolo formato dalle due sezioni trasversali, si


ha:
= L
M
EJ
; (9.12)
nella (9.12) E `e il modulo di elasticit` a longitudinale, J `e il momento di
inerzia assiale di A rispetto allasse x
J =
_
A
y
2
dA;
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9 Travature elastiche 9.2 Deformazioni essionali
introducendo il raggio di curvatura r e la curvatura , si ha:
=
1
r
=

L
=
M
EJ
; (9.13)
per la generica bra longitudinale PQ i cui punti hanno in comune
lordinata y (gura 9.13) si ha:

PQ
=
L
P

Q
L
L
= y. (9.14)
Analogamente al caso delle deformazioni estensionali, le equazioni (9.13) sug-
geriscono per le travature elastiche il seguente modello (gura 9.14).
Fig. 9.14
Applicando tali equazioni al concio elementare di lunghezza ds, assumiamo
quale grandezza deformativa la curvatura ; lequazione di congruenza risulta
pertanto:

L

d(s)
ds
= (s) , (9.15)
essendo d la variazione di angolo fra le due sezioni di estremit` a del concio
elementare. Lequazione costitutiva corrispondente ` e
(s) =
M(s)
(EJ)(s)
, (9.16)
dove EJ `e detta rigidezza essionale. Lequazione di equilibrio da associare
alla (9.16) ` e
dM
ds
= T c ,
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9 Travature elastiche 9.3 Deformazioni di scorrimento
ovvero, essendo dT/ds = q,
d
2
M
ds
2
= q
dc
ds
. (9.17)
9.3 Deformazioni di scorrimento
Come `e noto, la caratteristica taglio ` e legata al momento ettente da relazioni
di equilibrio. Fatta eccezione per alcuni casi, in una travatura vi ` e contempora-
nea presenza di taglio e momento ettente. Per queste ragioni non ` e possibile
realizzare un esperimento in cui si abbia solo sforzo di taglio costante.
Con riferimento al concio elementare, assumiamo pertanto il seguente com-
portamento (gura 9.15): le due sezioni, a distanza ds, scorrono luna paral-
lela allaltra di una quantit` a dv; la grandezza che prendiamo in esame ` e detta
scorrimento . Essa rappresenta la dierenza tra langolo formato da questi
elementi prima della deformazione (/2) e quello nale. Pertanto > 0 se tale
angolo diminuisce (caso in gura). Lequazione costitutiva associata ` e:
Fig. 9.15
(s) =
T(s)
(GA)(s)
(s) , (9.18)
dove G `e il modulo di elasticit` a tangenziale del materiale, e `e un coeciente
adimensionale detto fattore di taglio, che dipende solo dalla forma della sezione
trasversale. Si ha = 6/5 per una sezione rettangolare, = 32/27 per una
sezione circolare. Il termine GA/ `e detto rigidezza allo scorrimento.
Lequazione di congruenza assume la seguente forma (gura 9.16):
(s) = (s)
dv(s)
ds
.
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9 Travature elastiche 9.4 Travi inesse
Fig. 9.16
Riassumendo, le equazioni di congruenza, costitutiva e di equilibrio per le
deformazioni di scorrimento risultano:
_

_
= +
dv
ds
(equazione di congruenza)
=
T
GA
(equazione costitutiva)
dT
ds
= q (equazione di equilibrio) .
(9.19)
9.4 Travi inesse
Le equazioni (9.19), con le corrispondenti equazioni associate alle deformazioni
essionali (9.16)-(9.17), possono essere opportunamente scritte in unaltra for-
ma.
`
E infatti conveniente dividere lo spostamento verticale della linea dasse
v in due parti corrispondenti alleetto dello sforzo di taglio e del momento
ettente:
v = v
T
+ v
M
.
Ponendo
=
dv
T
ds
, (9.20)
la (9.19)
1
porge:
=
dv
ds
=
dv
T
ds

dv
ds
=
dv
M
ds
.
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9 Travature elastiche 9.5 Variazioni termiche
Inne, dalla (9.13) si ottiene
=
d
ds
=
d
2
v
M
ds
2
, (9.21)
Si osservi che la curvatura e la rotazione dipendono dalla sola parte v
M
di v.
Dalle (9.16), (9.17), (9.18), (9.20), (9.21) si ottengono, in termini di v,
le equazioni che reggono il problema dellequilibrio elastico per deformazioni
essionali e di scorrimento:
d
2
ds
_
EJ
d
2
v
M
ds
_
= q
dc
ds
(9.22)
d
ds
_
GA

dv
T
ds
_
= q . (9.23)
Nel caso particolare in cui la trave ha sezione costante e le coppie distribuite
sono anche esse costanti, le equazioni precedenti assumono la seguente forma
semplicata:
v
IV
M
=
q
EJ
(9.24)
v
II
T
=
q
GA
, (9.25)
ove v
IV
M
= d
4
v
M
/ds
4
, v
II
T
= d
2
v
T
/ds
2
.
9.5 Variazioni termiche
Coerentemente con lipotesi di conservazione della planarit` a per le sezioni
trasversali, appare opportuno considerare, nellambito del modello di trave
elastica, variazioni termiche di tipo lineare (gura 9.17):
t(y) = t
0
+ t
1
y ,
ove, t
0
`e la variazione termica della bra baricentrica, t
1
`e la pendenza del
diagrammadelle variazioni termiche. Risulta
t
0
= b t
i
+ a t
e
t
1
=
t
i
t
e
H
,
(9.26)
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9 Travature elastiche 9.5 Variazioni termiche
essendo H laltezza della sezione trasversale. Pertanto la variazione termi-
Fig. 9.17
ca pu` o convenientemente decomporsi, secondo il principio di sovrapposizione
degli eetti, nelle seguenti due aliquote (gura 9.18):
1. una parte di valore costante t
0
che produce una deformazione estensio-
nale di entit` a = t
0
;
2. una parte variabile (a farfalla) con punto di nullo in corrispondenza
della bra baricentrica, che non provoca variazioni di lunghezza della
linea dasse.
Fig. 9.18
Considerando la generica bra longitudinale PQ di una trave di lunghezza
L soggetta ad una variazione termica di tipo 2 (gura 9.19), si osserva una
variazione di lunghezza L
PQ
= t
1
yL, per cui la deformazione di tale bra

PQ
=
L
PQ
L
= t
1
y (9.27)
risulta analoga alla (9.14) prodotta da coppie ettenti. Dal confronto della
(9.27) con la (9.14), si ha che leetto di una variazione termica a farfalla
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9 Travature elastiche 9.5 Variazioni termiche
(2) `e una deformazione simile quella dovuta al momento ettente (curvatura
della linea dasse) con curvatura = t
1
. In generale lequazione costitutiva
relativa al momento ettente assume quindi laspetto:
=
M
EJ
+t
1
. (9.28)
Fig. 9.19
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9 Travature elastiche 9.5 Variazioni termiche
Si riassumono nel seguito le equazioni fondamentali associate alle linee
elastiche studiate.
variabili equazioni di equazioni equazioni di
deformative congruenza costitutive equilibrio
N =
dw
ds
=
N
EA
+t
0
dN
ds
= p
T =
dv
T
ds
=
T
GA

dT
ds
= q
M =
d
2
v
M
ds
2
=
M
EJ
+t
1
dM
ds
= T c
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9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
9.6 Applicazioni
Applicazione 1. Si consideri la struttura in gura 9.20, ove si suppone che
la sezione trasversale sia costante. Si osservi che essa ` e isostatica, per cui ` e
possibile determinare con le sole equazioni di equilibrio le leggi di variazione
delle caratteristiche della sollecitazione. In particolare risulta:
_
T(s) = F
M(s) = F(L s)
s (0, L) .
Fig. 9.20
Le equazioni costitutive e di congruenza associate a queste sollecitazioni
forniscono:
_

_
v
I
T
(s) =
T
GA
=
F
GA

v
II
M
(s) =
M
EJ
=
F
EJ
(L s)
v(s) = v
T
(s) + v
M
(s) , s (0, L) .
Integrando la prima equazione si ottiene
v
T
(s) =
F
GA
s + c
1
,
mentre dalla seconda si ha:
_

_
v
I
M
(s) =
F
EJ
_
Ls
s
2
2
_
+ c
2
v
M
(s) =
F
EJ
_
L
s
2
2

s
3
6
_
+ c
2
s + c
3
,
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9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
da cui:
v(s) = v
T
(s) + v
M
(s) =
F
GA
s +c
1
+
F
EJ
_
L
s
2
2

s
3
6
_
+ c
2
s + c
3
=
=
F
GA
s +
F
EJ
_
L
s
2
2

s
3
6
_
+ c
2
s + c
1
.
Per determinare le due costanti di integrazione c
1
= c
1
+ c
3
e c
2
, basta
imporre le condizioni cinematiche dettate dal vincolo in A:
_
_
_
v(A) = v(0) = 0
(A) = v
I
M
(0) = 0

_
_
_
c
1
= 0
c
2
= 0 ,
per cui si ha:
v(s) = v
T
(s) + v
M
(s) =
F
GA
s +
F
EJ
_
L
2

s
6
_
s
2
.
Landamento dei due termini v
T
(s) e v
M
(s) `e schematicamente riportato
in gura 9.21.
Confrontiamo i due contributi dovuti al taglio ed al momento ettente
nella sezione B di estremit` a:
v
T
(L)
v
M
(L)
=
FL
GA

FL
3
3EJ
=
3EJ
GAL
2
.
Ricordiamo la denizione di raggio di inerzia della sezione A rispetto allasse
x
=
_
J
A
.
Il raggio di inerzia ha una lunghezza dello stesso ordine di grandezza delle
dimensioni della sezione trasversale (ad esempio per una sezione rettangolare
A = BH, J = BH
3
/12, = H/

12). Risulta dunque:


v
T
(L)
v
M
(L)
=
3E
G

_

L
_
2
.
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9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
Fig. 9.21
Il rapporto /L denisce la snellezza della trave.
Se si suppone ad esempio che il materiale di cui ` e costituita la trave sia
acciaio e che la sezione sia rettangolare, risulta:
E
G
= 2.6 , =
6
5
,
per cui si ha
v
T
(L)
v
M
(L)
= 9.36
_

L
_
2
.
Dunque se la trave `e sucientemente snella v
T
`e molto pi` u piccolo di v
M
.
Ad esempio gi` a per h/L=1/10, da cui /L = 0.029, v
T
`e dellordine di 1/100
di v
M
. Dunque in tali condizioni si pu` o assumere v v
M
e trascurare le
deformazioni dovute al taglio. Per travi tozze o quando il rapporto E/G `e
molto elevato (per esempio alcuni materiali bro-rinforzati) le deformazioni
dovute al taglio non possono essere trascurate.
Applicazione 2. Si determini per la struttura in gura 9.22 lequazione
della linea elastica essionale, supponendo che la sezione trasversale ed il carico
Corso di Scienza delle Costruzioni 172 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
distribuito q siano costanti, e che la trave sia snella. Per le ipotesi fatte si
trascurano le deformazioni di scorrimento.
Fig. 9.22
Lequazione dierenziale che regge il problema, e lintegrale generale, sono
v
IV
(s) =
q
EJ
v
III
(s) =
q
EJ
s + c
1
v
II
(s) =
q
EJ
s
2
2
+ c
1
s + c
2
v
I
(s) =
q
EJ
s
3
6
+ c
1
s
2
2
+c
2
s + c
3
v(s) =
q
EJ
s
4
24
+ c
1
s
3
6
+ c
2
s
2
2
+c
3
s + c
4
s (0, L) . (9.29)
In queste equazioni le 4 costanti di integrazione possono essere determinate
imponendo le equazioni cinematiche associate ai vincoli. In particolare i due
vincoli in A e B impongono che lo spostamento verticale v a la rotazione
siano nulli nelle corrispondenti sezioni, dunque si ha
_

_
v(A) = v(0) = 0
(A) = (0) = 0
v(B) = v(L) = 0
(B) = (L) = 0

_
c
4
= 0
c
3
= 0
q
EJ
L
4
24
+ c
1
L
3
6
+ c
2
L
2
2
+c
3
L + c
4
= 0
q
EJ
L
3
6
+ c
1
L
2
2
+ c
2
L + c
3
= 0
c
1
=
qL
2EJ
, c
2
=
qL
2
12EJ
, c
3
= 0 , c
4
= 0 .
Corso di Scienza delle Costruzioni 173 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
Dunque risulta:
v(s) =
q
EJ
_
s
4
24

L
12
s
3

L
2
144
s
2
_
M(s) = EJ(s) = EJv
II
(s) = q
_
s
2
2

L
2
s +
L
2
12
_
T(s) = M
I
(s) = EJv
III
(s) = q
_
L
2
s
_
,
ed i corrispondenti diagrammi sono rappresentati in gura 9.23. Si osservi
Fig. 9.23
che, sulla base dellequazione di congruenza con t
1
= 0, nei tratti in cui il
momento ettente ` e negativo (bre superiori tese) la concavit` a dellasse della
trave deformato e rivolta verso il basso, viceversa dove il momento ettente ` e
positivo. Nei punti di nullo del momento vi sono dei essi nellasse della trave.
Corso di Scienza delle Costruzioni 174 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
Le reazioni vincolari possono essere determinate come segue (gura 9.24):
V
A
= T(A) = T(0) =
qL
2
V
B
= T(B) = T(L) =
qL
2
M
A
= M(A) = M(0) =
qL
2
12
M
B
= M(B) = M(L) =
qL
2
12
.
Fig. 9.24
Applicazione 3. Si consideri la trave in gura 9.25, soggetta ad una
variazione termica variabile linearmente rispetto alla coordinata y e costante
rispetto allasse della trave. Risulta
t
1
=
t
i
t
e
H
=
2t
H
.
Corso di Scienza delle Costruzioni 175 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
Fig. 9.25
Lequazione dierenziale che regge il problema essionale, e lintegrale
generale, sono:
v
IV
(s) = 0
v
III
(s) = c
1
v
II
(s) = c
1
s + c
2
v
I
(s) = c
1
s
2
2
+ c
2
s +c
3
v(s) = c
1
s
3
6
+ c
2
s
2
2
+ c
3
s + c
4
s (0, L) .
In queste equazioni le 4 costanti di integrazione possono essere determinate
imponendo le equazioni cinematiche e statiche associate ai vincoli. In parti-
colare il vincolo in A impone che lo spostamento verticale v a la rotazione
siano nulli, mentre nella sezione in B si annullano lo spostamento verticale ed
il momento ettente; dunque si ha:
_

_
v(A) = v(0) = 0
(A) = (0) = 0
v(B) = v(L) = 0
M(B) = EJ(v
II
(L) +t
1
) = 0

_
c
4
= 0
c
3
= 0
c
1
L
3
6
+ c
2
L
2
2
+ c
3
L + c
4
= 0
EJ(c
1
L + c
2
+t
1
) = 0 = 0
c
1
=
3
2
t
1
L
, c
2
=
1
2
t
1
, c
3
= 0 , c
4
= 0 .
Corso di Scienza delle Costruzioni 176 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
Dunque risulta:
v(s) =
t
1
4L
s
2
(L s)
M(s) = EJ(v
II
(s) +t
1
) =
3
2
EJt
1
L
(L s)
T(s) = EJv
III
(s) =
3
2
EJt
1
L
,
ed i corrispondenti diagrammi sono rappresentati in gura 9.26.
Fig. 9.26
La curvatura dellasse della trave in questo caso ` e pari a:
=
M
EJ
+t
1
=
3
2
t
1
2L
(L s) +t
1
=
t
1
2
(3s L) ,
dunque si ha < 0 (concavit` a verso il basso) per s (0, L/3), viceversa
> 0 (concavit` a verso lalto) per s (L/3, L). Si osservi che le sollecitazioni
sono tanto maggiori quanto pi` u la trave `e rigida (cio` e per valori elevati della
rigidezza essionale EJ).
Corso di Scienza delle Costruzioni 177 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
Le reazioni vincolari possono essere determinate come segue (gura 9.27):
V
A
= T(A) = T(0) =
3
2
EJt
1
L
V
B
= T(B) = T(L) =
3
2
EJt
1
L
M
A
= M(A) = M(0) =
3
2
EJt
1
.
Fig. 9.27
Applicazione 4. Si consideri la trave in gura 9.28 e si ipotizzi che la
sezione trasversale sia costante e che si possano trascurare le deformazioni di
scorrimento. Essa ` e soggetta a carichi che provocano deformazioni sia di tipo
essionale che estensionale. Separando i rispettivi contributi si ottengono gli
schemi riportati nella stessa gura 9.28.
Risolviamo la linea elastica estensionale. Poich e nella sezione in B vi sono
discontinuit` a del carico distribuito e della variazione termica (che si intende
agente sul solo secondo tratto BC), ` e necessario scrivere due equazioni die-
renziali, una valida per il tratto ABe laltra relativa al tratto BC. Fissate le
Corso di Scienza delle Costruzioni 178 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
Fig. 9.28
ascisse curvilinee sui due tratti, si ha:
AB BC
s
1
(0, L) s
2
(0, L)
w
II
1
(s
1
) =
p
EA
=
q
EA
w
II
2
(s
2
) =
p
EA
= 0
w
I
1
(s
1
) =
q
EA
s
1
+ c
1
w
I
2
(s
2
) = c
3
w
1
(s
1
) =
q
EA
s
2
1
2
+c
1
s
1
+c
2
w
2
(s
2
) = c
3
s
2
+c
4
.
Per determinare le quattro costanti di integrazione ` e necessario imporre le
condizioni al contorno dettate dai vincoli esterni e le condizioni di raccordo in
corrispondenza della sezione in B. In particolare osserviamo come lo sposta-
mento w nelle due sezioni di estremit` a sia nullo per eetto del doppio pendolo
e dellappoggio, mentre in B ` e nullo il salto di w non essendovi sconnessioni,
inoltre in B, non essendovi forze concentrate dirette lungo lasse, ` e nullo il
Corso di Scienza delle Costruzioni 179 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
salto dello sforzo normale. Si ha quindi:
_

_
w
1
(A) = w
1
(0) = 0
w
2
(C) = w
2
(L) = 0
[[w]]

B
= w
2
(0) w
1
(L) = 0
[[w]]

B
= N
2
(0) N
1
(L) = 0

_
c
2
= 0
c
3
L +c
4
= 0
c
4

_
q
EA
L
2
2
+ c
1
L + c
2
_
= 0
EA(c
3
t
0
) EA
_
q
EA
L + c
1
_
= 0
c
1
=
3
4
qL
EA

t
0
2
, c
2
= 0 , c
3
=
1
4
qL
EA
+
t
0
2
, c
4
=
1
4
qL
2
EA

t
0
L
2
,
ove t
0
= 2t/3. Risulta dunque:
N
1
(s
1
) = EAw
I
1
(s
1
) = qs
1

3
4
qL
EAt
0
2
N
2
(s
2
) = EA(w
I
2
(s
2
) t
0
) =
qL
4

EAt
0
2
w
1
(s
1
) =
q
2EA
_
s
2
1

3
4
s
1
_

t
0
2
s
1
w
2
(s
2
) =
qL
4EA
(s
2
L) +
t
0
2
(s
2
L)
In gura 9.29 si riportano i diagrammi di sforzo normale e spostamento
orizzontale.
Studiamo ora le deformazioni essionali. Nella sezione in B vi sono discon-
tinuit` a del carico distribuito, della variazione termica, di taglio e momento
(per eetto delle eventuali reazioni esplicate dal doppio pendolo), dunque ` e
Corso di Scienza delle Costruzioni 180 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
Fig. 9.29
necessario anche in questo caso scrivere due equazioni dierenziali:
AB BC
s (0, L) s (0, L)
v
IV
1
(s
1
) =
q
EJ
v
IV
2
(s
2
) = 0
v
III
1
(s
1
) =
q
EJ
s
1
+ c
1
v
III
2
(s
2
) = c
5
v
II
1
(s
1
) =
q
EJ
s
2
1
2
+ c
1
s
1
+ c
2
v
II
2
(s
2
) = c
5
s
2
+ c
6
v
I
1
(s
1
) =
q
EJ
s
3
1
6
+ c
1
s
2
1
2
+ c
2
s
1
+ c
3
v
I
2
(s
2
) = c
5
s
2
2
2
+ c
6
s
2
+ c
7
v
1
(s
1
) =
q
EJ
s
4
1
24
+ c
1
s
3
1
6
+ c
2
s
2
1
2
+ c
3
s
1
+ c
4
v
2
(s
2
) = c
5
s
3
2
6
+ c
6
s
2
2
2
+ c
7
s
2
+ c
8
.
Per determinare le otto costanti di integrazione imponiamo le condizioni
al contorno e le condizioni di raccordo. In particolare in A si annullano il
Corso di Scienza delle Costruzioni 181 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
taglio e la rotazione; in C il momento ettente ` e pari alla coppia applicata e lo
spostamento verticale ` e pari al cedimento vincolare ; inne in B si annullano
spostamento e rotazione:
_

_
T
1
(A) = T
1
(0) = 0

1
(C) = v
I
1
(0) = 0
v
2
(C) = v
2
(L) =
M
2
(C) = M
2
(L) = C
v
1
(B) = v
1
(L) = 0
v
2
(B) = v
2
(0) = 0

1
(B) = v
I
1
(L) = 0

2
(B) = v
I
2
(0) = 0

_
c
1
= 0
c
3
= 0
c
5
L
3
6
+ c
6
L
2
2
+c
7
L + c
8
=
EJ(c
5
L + c
6
+t
1
) = C
qL
4
24EJ
+ c
1
L
3
6
+ c
2
L
2
2
+ c
3
L + c
4
= 0
qL
3
6EJ
+ c
1
L
2
2
+ c
2
L + c
3
= 0
c
8
= 0
c
7
= 0

c
1
= 0 , c
2
=
qL
2
6EJ
, c
3
= 0 , c
4
=
qL
4
24EJ
, c
7
= 0 , c
8
= 0 ,
c
5
=
3C
2EJL

3
L
3

3t
1
2L
, c
6
=
C
2EJ
+
3
L
2
+
t
1
2
.
ove t
1
= t/H. Risulta dunque
T
1
(s
1
) = EJv
III
1
(s
1
) = qs
1
T
2
(s
2
) = EJv
III
2
(s
2
) =
3C
2L
+
3EJ
L
3
+
3EJt
1
2L
M
1
(s
1
) = EJv
II
1
(s
1
) = q
_
L
2
6

s
2
1
2
_
M
2
(s
2
) = EJ
_
v
II
2
(s
2
) +t
1
_
=
=
C
2L
(L 3s
2
)
3EJ
L
3
(L s
2
)
3EJt
1
2L
(L s
2
)
Corso di Scienza delle Costruzioni 182 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
v
1
(s
1
) =
q
24EJ
(s
4
1
2L
2
s
2
1
+ L
4
)
v
2
(s
2
) =
C
4EJL
(s
2
L)s
2
2


2L
3
(s
2
3L)s
2
2

t
1
4L
(s
2
L)s
2
2
.
Nelle gure 9.30 e 9.31 si riportano i diagrammi del taglio, del momento
ettente e dello spostamento verticale.
Fig. 9.30
Corso di Scienza delle Costruzioni 183 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
Fig. 9.31
Nella tabella seguente si riassumono le condizioni al contorno e di raccordo
per la risoluzione delle linee elastiche estensionali e essionali, in corrispon-
denza delle pi` u frequenti tipologie di vincolo o connessione. Per le condizioni
di raccordo si indicano con un apice le grandezze riferite alla sezione dal lato
positivo o negativo della sezione di raccordo.
Corso di Scienza delle Costruzioni 184 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
Corso di Scienza delle Costruzioni 185 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
Corso di Scienza delle Costruzioni 186 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.6 Applicazioni
Corso di Scienza delle Costruzioni 187 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.7 Deformazioni torsionali
9.7 Deformazioni torsionali
Anche in questo caso il punto di partenza ` e rappresentato dalla osservazione
di quanto risulta dal seguente esperimento (gura 9.32). Si consideri una trave
di lunghezza L sollecitata da coppie torcenti M
t
applicate sulle basi. Per piccoli
Fig. 9.32
valori di M
t
si osserva che
la linea dasse dela trave resta rettilinea;
le sezioni trasversali, a deformazione avvenuta, ruotano (rigidamente nel
loro piano) intorno allasse z di un angolo (angolo di rotazione) che
dipende dallascissa s della sezione;
la rotazione relativa tra le due basi della trave vale:
= L
M
t
GJ
0
q =

L
=
M
t
GJ
0
/q
; (9.30)
nella (9.30) G `e il modulo di elasticit` a tangenziale, J
0
`e il momento di
inerzia polare di A rispetto al baricentro G:
J
0
=
_
A
(x
2
+ y
2
)dA;
q `e un fattore adimensionale detto fattore di torsione e dipende dalla
forma della sezione (q = 1 per sezione circolare, q > 1 negli altri casi).
Da quanto visto, per le deformazioni torsionali di travi elastiche ad asse
rettilineo appare lecito considerare quanto segue:
Corso di Scienza delle Costruzioni 188 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.7 Deformazioni torsionali
la variabile di spostamento signicativa ` e rappresentata dalla rotazione
della sezione trasversale intorno alasse z;
la grandezza deformativa signicativa ` e langolo unitario di torsione ,
che rappresenta la rotazione relativa tra due sezioni a distanza unitaria;
analogamente ai casi trattati precedentemente, nel caso generale in cui le
grandezze considerate non sono costanti, si assume la seguente equazione
di congruenza:
d
ds
= (9.31)
e la corrispondente equazione costitutiva:
=
M
t
GJ
0
/q
(9.32)
dove GJ
0
/q `e denominata rigidezza torsionale.
Si tenga conto del fatto che il momento torcente non ` e una caratteristica
della sollecitazione presente nelle travature piane, pertanto andrebbe consi-
derata nellambito pi` u generale delle travature spaziali. Tuttavia in questa
trattazione ci restringiamo al semplice caso di travi ad asse rettilineo per le
quali `e suciente osservare quanto segue:
il vincolo incastro ` e denito cinematicamente dallequazione
= 0;
le condizioni di carico sono rappresentate da (gura 9.33) coppie di-
stribuite di intensit` a m
t
(m
t
> 0 se concorde con lasse z), e coppie
concentrate di entit` a M.
In queste situazioni ` e facile osservare che lequazione indenita di equilibrio
assume laspetto:
dM
t
ds
= m
t
. (9.33)
Corso di Scienza delle Costruzioni 189 A. A. 2009-2010
9 Travature elastiche 9.7 Deformazioni torsionali
Fig. 9.33
Infatti, basta considerare lequazione di equilibrio alla rotazione intorno allas-
se z (gura 9.34) applicata ad un tratto di trave compreso tra due sezioni di
ascisse s
1
ed s
2
sul quale non agiscono coppie concentrate:
M
t
(s
2
) M
t
(s
1
) +
_
s2
s1
m
t
ds = 0
_
s2
s1
_
dM
t
ds
+ m
t
_
ds = 0 s
1
, s
2

dM
t
ds
+ m
t
= 0 .
Dalle equazioni (9.31), (9.32) e (9.33) si ottiene quindi lequazione della linea
elastica torsionale:
d
ds
_
GJ
0
q
d
ds
_
= m
t
(9.34)
che, per trave a sezione costante, diviene:
d
2

ds
2
=
m
t
GJ
0
q . (9.35)
Fig. 9.34
Corso di Scienza delle Costruzioni 190 A. A. 2009-2010

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